Rassegna Stampa Martedì 14 Ottobre 2014 Sommario Testata Data Pag. Titolo p. 1. Fondi pensione Sole 24 Ore (Il) 14/10/2014 Italia Oggi 14/10/2014 2 Tfr, accordo con l'Abi in dirittura d'arrivo 31 Cnpadc, il patrimonio supera i cinque miliardi 1 2 (Marino Ignazio) 2. Previdenza Sole 24 Ore (Il) 14/10/2014 2 Decontribuzione. Le misure su Irap e contributi. Risparmi di 8.500 euro l'anno per ogni assunto. 3 (Pogliotti) Sole 24 Ore (Il) 14/10/2014 13 Contratto banche. «No allo scambio welfarecontratto» (Casadei Cristina) 4 Sole 24 Ore (Il) 14/10/2014 45 Si paga per il fondo-solidarietà Inps (Bianchi 5 Nevio;Massara Barbara) Sole 24 Ore (Il) 14/10/2014 48 Il credito cooperativo rinnova gli aiuti (Maccarone 6 Giuseppe;Cannioto An) Italia Oggi 14/10/2014 35 Inps: fondi di tesoreria sotto controllo 7 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 2 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Liquidazioni in busta paga. Protocollo pronto Tfr, accordo con l'Abi in dirittura d'arrivo ROMA L'operazione Tfr e in busta paga è quasi pronta. A garantirlo è il premier Matteo Renzi in persona. Che afferma: « Annunceremo a ore un accordo con le banche che permetterà a chi vorrà di ricevere il Tfr in busta paga». Banche che da parte loro restano caute. «Quando ci sarà un testo per il confronto forniremo la nostra valutazione», dice il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini. Ma a Palazzo Ghigi c'è la convinzione che tutti gli scogli saranno superati e che le misura sarà inserita nella legge di stabilità. Con due precisi paletti: la garanzia per le piccole e medie imprese di non perdere liquidità, proprio grazie all'intesa alla quale l'esecutivo sta lavorando con banche e Confindustria, e quella per i lavoratori di potersi muovere lungo il solco della volontarietà. «Dobbiamo consentire a chi vuole, attraverso un'operazione con le banche, di lasciare il Tfr su base mensile, perché l'idea che obbligo tutti a fare come voglio io è sbagliata», sostiene Renzi. Anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sottolinea che «il Tfr è una risorsa dei lavoratori». E aggiunge: « Non si tratta di restituire niente ai lavoratori, casomai di rendere più flessibili queste risorse». Per i lavoratori, insomma, ci sarà la libertà di scelta tra tre possibilità: lasciare la liquidazione in azienda, convogliarla sui fondi pensione oppure be neficiarne nello stipendio in un'unica soluzione o attraverso una spalmatura mese per mese. In entrambi casi verrebbe mantenuta l'attuale tassazione agevolata. Più complessa invece la questione della liquidità da assicurare alle imprese. L'attuale garanzia prevista con l'apposito Fondo collegato al Fondo Inps L'IPOTESI SUL TAVOLO Per assicurare la liquidità possibile una seconda garanzia pubblica con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti sul Tfr è considerata insufficiente dalle banche. Una delle ultime ipotesi sul tavolo è di prevedere una seconda garanzia pubblica magari con il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti. Il nodo dovrebbe sciogliersi tra oggi e domani mattina a poche ore dal varo della "stabilità". Le banche sono pronte a esaminare un testo dell'esecutivo «senza pregiudizio come abbiamo fatto in questi anni con le diverse convenzioni in materia di credito», dice il direttore generale dell'Abi aggiungendo che nei giorni scorsi ci sono stati «contatti di natura tecnico-giuridica» per una verifica e analisi di tutti gli aspetti dell'operazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA neficiarne nello stipendio in un'unica soluzione o attraverso una spalmatura mese per mese. In entrambi casi verrebbe mantenuta l'attuale tassazione agevolata. Più complessa invece la questione della liquidità da assicurare alle imprese. L'attuale garanzia prevista con l'apposito Fondo collegato al Fondo Inps L'IPOTESI SUL TAVOLO Per assicurare la liquidità possibile una seconda garanzia pubblica con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti sul Tfr è considerata insufficiente dalle banche. Una delle ultime ipotesi sul tavolo è di prevedere una seconda garanzia pubblica magari con il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti. Il nodo dovrebbe sciogliersi tra oggi e domani mattina a poche ore dal varo della "stabilità". Le banche sono pronte a esaminare un testo dell'esecutivo «senza pregiudizio come abbiamo fatto in questi anni con le diverse convenzioni in materia di credito», dice il direttore generale dell'Abi aggiungendo che nei giorni scorsi ci sono stati «contatti di natura tecnico-giuridica» per una verifica e analisi di tutti gli aspetti dell'operazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fondi pensione Pag. 1 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 31 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 78.551 Cnpadc, il patrimonio supera i cinque miliardi Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) u patrimonio della Cassa dottori commercialista supera i 5 miliardi. Merito della performance positiva degli investimenti effettuati negli anni e in particolare nel 2013 quando si è registrato un +5,75% (calcolato a valori di mercato secondo la metodologia time-weighted). Un risultato che ha permesso di aumentare dall'85% al 91% il grado di copertura della spesa per prestazioni erogate con i soli rendimenti del patrimonio. «Sono numeri», spiega il vicepresidente dell'ente Giuseppe Grazia nell'ultima newsletter inviata agli iscritti, «che consentono di guardare con ottimismo alla futura sostenibilità del sistema, visto che l'avanzo registrato viene per la quasi totalità accantonato ai fini previdenziali». Dall'ultimo bilancio emerge che oltre il 90% del patrimonio complessivo è investito nel comparto mobiliare e circa il 60% è affidato in delega tramite mandati segregati a gestori patrimoniali o tramite sottoscrizioni di Oicr aperti (organismi istituiti per la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio, il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori, ndr). Negli ultimi anni», spiega ancora Grazia, «la tendenza è stata quella di prediligere la forma di gestione legata a sottoscrizioni di Oicr e, allo stesso tempo, si è puntato su classi a distribuzione di proventi in luogo delle classi a capitalizzazione, per garantire una continuità di flussi finanziari. Questa strategia ha consentito nel tempo di assicurare una buona copertura delle prestazioni da parte dei proventi realizzati: dal punto di vista contabile il conto economico dell'anno registra proventi, al lordo di tassazione e costi di varia natura, per oltre 215 milioni di euro. La componente azionaria è gestita esternamente mentre la componente obbligazionaria è in parte gestita internamente». Ignazio Marino Fondi pensione Pag. 2 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 2 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Decontribuzione. Le misure su Irap e contributi Risparmi di 8.500 euro l'anno per ogni assunto Giorgio Foglietti ROMA Dal 2015 un imprenditore potrà risparmiare tra gli 8.550 e gli 8.850 euro per ogni neoassunto con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti con reddito di 22mila euro lordi. La cifra risparmiata potrà salire a 9.542 euro, in caso di stabilizzazione di un lavoratore che aveva un contratto a tempo determinato. È l'effetto delle due misure annunciate ieri dal premier Renzi, che intende destinare 1,5 miliardi per azzerare i contributi a carico degli imprenditori che assumerano con la nuova tipologia contrattuale prevista dal Jobs act, in aggiunta ai 6,5 miliardi che serviranno per abolire la componente lavoro dell'Irap. «Vogliamo rendere più convenienti le assunzioni con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti - spiega il responsabile economico del Pd, Fi STABILIZZAZIONE La cifra potrà salire a 9.542 euro in caso di stabilizzazione di un lavoratore che era a tempo determinato lippo Taddei -. Stiamo ancora studiando come calibrare la decontribuzione per i neoassunti, si ragiona se renderla totale fino a certe soglie di reddito, per determinate categorie». Con l'aiuto del coordinatore scientifico della Fondazione studi consulenti del lavoro, Enzo De Fusco, abbiamo stimato l'impatto per le imprese delle misure annunciate dal premier. Iniziamo dall'Irap. Ebbene su un reddito medio di un lavoratore dipendente, che è pari a 22mila euro lordi annui, per una grande azienda in linea di massima la componente lavoro dell'Irap oggi ha un impatto stimato tra i 550 e gli 850 euro l'anno che verrebbero risparmiati dal datore di lavoro. Oggi sui 22mila euro, per un lavoratore fino a 35 anni, in virtù delle deduzioni labase imponibile si abbat contratto a tempo determinato, lo "sconto" per l'impresa sarà ancora maggiore. Attualmente, infatti, l'imprenditore paga 1.542 euro di Irap (prendendo come riferimento il Lazio), poiché paga oltreché sui 22mila euro di reddito anche sui contributi, ovvero su 33mila euro complessivi. Se questa fattispecie verrà inclusa tra le tipologie che beneficiano dell'abolizione Irap, il risparmio per l'impresa sarà quindi di 1.542 euro. Questa misura si applicherà all'attuale stock di lavoratori e ai futuri. Ma le agevolazioni annunciate da Renzi non si fermano qui. La seconda novità riguarda esclusivamente le nuove assunzioni, con l'azzeramento dei contributi che nel caso preso in esame (reddito di 22mila euro) corrispondono all'incirca a Smila euro l'anno. Che l'imprenditore non dovrebbe più pagare. «Nel complesso si avrebbe un abbattimento secco del 35% del costo del lavoro sui neoassunti spiega De Fusco - e di circa4 punti percentuali per i vecchi lavoratori». Resta da capire ancora se, e come, verrà graduato lo "sconto" per i neoassunti, e soprattutto come verranno reperite le coperture economiche per le due misure. Ma dopo l'annuncio di Renzi sembra delinearsi in modo più chiaro il disegno del governo, che punta a rendere più "appetibile" per le imprese il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, semplificando la flessibilità in uscita (con la revisione della disciplina sul reintegro) e con consistenti sconti fiscali. Basterà per creare occupazione stabile? L'obiettivo è anche quello di "cannibalizzare" parte delle false partite Iva o delle finte collaborazioni che mascherano rapporti di lavoro subordinato, semplicemente rendendo la tipologia di lavoro standard più conveniente. ©RIPRODUZIONE RISERVATA te di 10.600 euro. L'intervento del governo avrebbe l'effetto di azzerare la quota parte residuale, ovvero i restanti 11400 euro. Se la misura verrà estesa anche alle stabilizzazioni di lavoratori assunti con Previdenza Pag. 3 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 13 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Lavoro CREDITO Più welfare e un contratto più snello: il «no» del sindacato Fabi alle banche Cristina Casadei •• pagina 18 Banche. Solo un dipendente su quattro ha scelto di destinare la quota produttività alla copertura di servizi di assistenza «No allo scambio welfare-contratto» La Fabi respinge la proposta degli istituti di svuotare il livello nazionale Cristina Casadei TORINO Dal nostro inviato «II welfare aziendale non può essere usato dalle banche per destrutturare il contratto nazionale, ma deve essere semmai un elemento di arricchimento della contrattazione». Ne è convinto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni che non ha nessuna intenzione di fare passare scambi su questo tema nel rinnovo del contratto dei 3O9mila bancari. Se però «l'input è mantenere i livelli occupazionali il doppio livello di contrattazione non si sostiene», fa notare Alfio Filosomi che guida le relazioni industriali in un grande gruppo, Intesa Sanpaolo. Angelo Cadetta che ricopre la stessa carica nell'altro grande gruppo bancario italiano, Unicredit, con parole diverse ripete lo stesso concetto: «Non possiamo permetterci a livello di si stema un livello di contrattazione aziendale e uno nazionale. Il contratto nazionale deve esserci ma deve consentire alle aziende virtuose di avere le mani libere». Serve uno sforzo da parte di tutti. Per Roberto Speziotto, responsabile delle risorse umane del Banco Popolare «ci sono una serie di argomenti che possono essere trattati a livello nazionale con un po' più di fantasia». Certamente nelle relazioni sindacali, questo, come dice Filosomi, «è il momento di produrre soluzioni, non più fare politica». A tal proposito, proprio lunedì ci sarà il prossimo incontro Abisindacati per il rinnovo del contratto dei bancari. Già ieri, a Torino, il dibattito sindacale si è animato nel corso di una tavola rotonda sul welfare organizzata dalla Fabi e si è finito per parlare anche di quei contratti di prossimità che ricorrono di frequente nei discorsi del presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, Alessandro Profumo. «La contrattazione collettiva negli ultimi anni - osserva Mauro Bùssola, segretario generale Previdenza aggiunto della Fabi - supplisce ai tagli governativi sulla spesa sociale e viene incontro alle esigenze di welfare dei cittadini. Per questo il governo rafforzi le politiche di Quando si parla di welfare, dice Speziotto «non c'è il problema di cosa fare e come farlo», ma urge affrontare «il problema dell'incertezza normativa e la questione fiscale». A mettere in evidenza il progressivo restringimento del primo welfare i dati presentati da Franca Maino del Centro Einaudi. Però, come spiega il commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, «la materia è in itinere». Certo quando si parla di secondo welfare «innanzitutto bisognerebbe fare l'inventario di tutti gli strumenti. Poi capire come i bisogni si configurano nelle diverse organizzazioni e infine fare un'analisi delle priorità». In Italia ci sono sfide importanti soprattutto «sulla normativa, vecchia, confusa e difficile», dice Treu. Che lancia alle banche l'idea «di eleborare un pacchetto chiavi in mano di servizi per il welfare con cui il credito potrebbe fare molto bene ai propri clienti». A spiegare quanto il welfare aziendale pesi per i banchieri e per i bancari sono i numeri. Da un paio di anni banche e sindacati hanno negoziato un nuovo strumento di remunerazione della produttività aggiuntiva: in alternativa al premio cash l'8o% delle banche ha previsto il premio welfare, ossia la possibilità per i lavo- credito il welfare è considerato uno strumento fondamentale. Al punto che, come spiega Fiorella Ferri, responsabile relazioni industriali di Mps, «in un momento difficile, caratterizzato da una forte riduzione dei costi, l'azienda ha mantenuto il complesso sistema di welfare del gruppo». II welfare in azienda Percentuale di imprese con al proprio interno interventi Fondo pensione Fondo sanitario ^^^H Prestiti agevolati Disponibilità congedi extra Agevolazioni al consumo Sostegno al reddito Borse di studio Servizi di cura all'infanzia Fondo Ltc Alloggi 60,6 39,0 27,6 24,4 23,3 23,1 18,5 9,4 -6,7 Fonte: Centro di ne. e doc. L. Einaudi ratori di scegliere di destinare la loro quota produttività alla copertura di servizi di welfare, ma solo un lavoratore su 4 ha aderito all'opzione. L'incidenza del welfare sul costo del lavoro è molto diversa da gruppo a gruppo. Filosomi, riferendosi al gruppo Intesa Sanpaolo parla di un peso che va oltre il 5%, mentre Mario Giuseppe Napoli, responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Ubi, dice che «il 14% del costo del personale è concentrato sul welfare aziendale». Certamente per il Pag. 4 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 45 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) LAVORO Fondo solidarietà in busta paga Fondo solidarietà in busta paga Bianchi e Massara >• pagina 48 Fondo solidarietà in busta pag Ammortizzatori. Dallo stipendio di ottobre l'aliquota dello 0,50% per le aziende con oltre 15 addetti non coperte dalla Gig Si paga per il fondo-solidarietà Inps II datore di lavoro deve verifìcare l'obbligo contributivo e calcolare l'importo Ne vio Bianchi Barbara Massara Da ottobre la busta paga ospita la nuova trattenuta previdenziale destinata al finanziamento del fondo di solidarietà residuale. Infatti entra a regime il contributo dello 0,50% (di cui un terzo a carico del dipendente e due terzi a carico delle aziende) dovuto dalle imprese con oltre 15 dipendenti e non coperte dalla cassa integrazione guadagni in caso di sospensione o riduzione dall'attività lavorativa. Non sarà PInps ad avvertire direttamente le aziende ma queste dovranno verifìcare nel cassetto previdenziale l'eventuale attribuzione del codice di autorizzazione che identifica le imprese potenzialmente tenute al nuovo obbligo. Il prelievo, finalizzato a garantire una tutela reddituale ai lavoratori sospesi da imprese prive di Gig, è stato introdotto dall'articolo 3 della legge 92/2012, a seguito del quale è iscrizione al nuovo fondo. Si tratta delle imprese, con oltre 15 dipendenti, non coperte dalla cassa integrazione guadagni, prive di un fondo di solidarietà di set tore (ad oggi operativo per esempio nel settore banche e assicurazioni), e che sono identificate presso l'Inps con i codici statistico contributivo (CSC) e codice autorizzazione (CA) indicate nel medesimo allegato (che non rientrino nei codici ateco specificati nel medesimo documento). Il requisito occupazionale si calcola con le stesse modalità previste per la Gig e cioè facendo la media del numero dei dipendenti (esclusi gli apprendisti e con riproporzionamento dei part time) del semestre precedente. Il calcolo va rifatto ogni mese, con la conseguente eventuale fluttuazione dell'obbligo contributivo, in ragione dell'eventuale variare della forza occupazionale. Queste imprese, fintantoché non sarà eventualmente costituito un fondo di solidarietà di settore, dovranno versare all'Inps il contributo ordinario dello 0,50%, ripartito tra dipendente in caso di richiesta di intervento del fondo. Poiché però il nuovo obbligo contributivo decorre da gennaio scorso, occorre versare all'Inps gli arretrati gennaiosettembre entro il prossimo 16 dicembre e cioè entro il flusso uniemens di novembre: il contributo sarà esposto nella de- nuncia aziendale nell'elemento "altrepartiteadebito" con il codice Mi3i, senza aggiunta di interessi e sanzioni. I datori di lavoro dovranno in primis verifìcare se rientrano nel nuovo obbligo contributivo, considerando da un lato il proprio inquadramento presso Inps (accertando se nel cassetto previdenziale gli sia stato attribuito il codice oj o il 2C se hanno più posizioni contributive) e dall'altro calcolando la base occupazionale media del semestre precedente. Qualora accertino la sussistenza dell'obbligo, anche solo per alcuni mesi del 2014, le aziende potrebbero considerare opportuno avvisare i dipendenti stato istituito, con il decreto interessati dalla nuova trattenuta ministeriale 79141/2014, il previdenziale, della quale fondo di solidarietà residuale dovrebbero gestire nelle buste presso PInps. Le istruzioni paga di ottobre e novembre (per operative da parte dell'istituto e azienda nelle rispettive misure completare il versamento entro il medesimo sono arrivate solo dello 0,17% e 0,33%, destinato a 16 dicembre) anche gli arretrati. nel mese di settembre, con la finanziare la prestazione circolare 100/2014 e P°i con dell'assegno ordinario (pari a u messaggio 6897/2014. quello della Gig) che sarà L'ASSICURAZIONE L'onere erogato dal fondo, e sul quale il fondo verserà anche la ripartito tra imprese e cosiddetta contribuzione lavoratori va versato correlata. Questo contributo si all'istituto di previdenza in va di fatto ad aggiungere alla attesa di un ente di settore contribuzione ordinaria mensile, cosicché la trattenuta del dipendente diverrà pari al 9,36% (9,19+0,17), mentre l'aliquota in capo all'azienda si incrementerà Con quest'ultimo, e in dello 0,33 per cento. L'Inps si particolare all'interno del riserva di fornire rispettivo allegato, l'Inps ha le istruzioni per chiarito quali sono i soggetti successivamente il versamento del contributo tenuti all' addizionale, dovuto solo Previdenza Pag. 5 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 48 Direttore Responsabile Diffusione Testata Roberto Napoletano 233.997 Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) II comparto. L'adeguamento dopo la legge 92/2012 II credito cooperativo rinnova gli aiuti Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone II fondo di solidarietà per i dipendenti delle aziende di credito cooperativo si adegua alle disposizioni introdotte dalla legge 92/2012. Le modifiche apportate alla regolamentazione del fondo sono state rese operative dal decreto ministeriale del 20 giugno 2014 pubblicato nella «Gazzetta Ufficiale» 236/2014. Si tratta di un maquillage obbligatorio. Secondo le disposi Il Fondo potrà intervenire erogando prestazioni anche ai soggetti interessati da contratti di solidarietà espansiva, che prevedono una riduzione di orario (massimo 60% del normale tempo di lavoro settimanale) con la conseguente perdita di parte della retribuzione, per far fronte a nuove assunzioni. Per garantire la copertura del fondo, che peraltro si basa sui principi del pareggio di bilancio, le aziende zioni contenute nella legge del credito cooperativo e i loro 92/2012, che si prefigge di dipendenti pagano una coprire tutti i settori con un contribuzione ordinaria nella ammortizzatore sociale, i misura dello 0,36%, di cui due Fondi esistenti prima del terzi (0,24%) a carico del datore 2012, costituiti in for LE di lavoro e un terzo (0,12%) PRESTAZIONI Sostegno a I a carico dei lavoratori. Il reddito in caso di riduzione contributo, che risulta dell'orario per crisi o per leggermente inferiore rispetto a contratti di solidarietà quello precedentemente richiesto espansiva (0,50%), si calcola sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i lavoratori dipendenti, compresi i dirigenti, za di previsioni legislative con contratto a tempo precedenti (articolo 2, comma indeterminato. È previsto anche 28, della legge 662/96), sono un contributo addizionale a tenuti ad adeguare statuti e carico del datore di lavoro, regolamenti alle nuove dovuto in caso di fruizione delle condizioni normative. Tra questi prestazioni. Il relativo fondi rientrano, per esempio, ammontare è pari all'1,5% quelli del settore del credito (Abi calcolato sulle retribuzioni e cooperativo) o delle imponibili ai fini previdenziali assicurazioni. In questo contesto perse dai lavoratori interessati si inquadra la riscrittura della dalle prestazioni. regolamentazione di base del fondo di solidarietà operante nel settore del credito cooperativo. Sono parecchie le prestazioni che il Fondo, in base all'articolo 5 del decreto ministeriale, può erogare. Si va dal finanziamento della formazione, al sostegno economico dei lavoratori coinvolti in processi che determinano una riduzione dell'orario di lavoro o una sospensione temporanea dell'attività lavorativa per le medesime cause previste dalla normativa in vigore in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria. Previdenza Pag. 6 Estratto da pag. Martedì 14/10/2014 35 Direttore Responsabile Diffusione Testata Pierluigi Magnaschi 78.551 Inps: fondi di tesoreria sotto controllo Ritaglio stampa non riproducibile e utilizzabile solo ad uso esclusivo interno, basato sul sistema di Selpress Media Monitoring Newsbank Srl (agenzia autorizzata dal Repertorio Promopress - FIEG) Alla confusione delle intenzioni sul tfr si aggiunga il fatto, sfuggito forse ai più, che il Fondo di Tesoreria, Istituto Inps, opera con il meccanismo della ripartizione, ovvero le liquidazioni restituite dal Fondo alle Imprese (e da queste ai lavoratori) sono pagate tramite gli accantonamenti dei lavoratori in esercizio, quindi il reddito differito dei lavoratori è adoperato per sostenere la spesa pubblica per infrastrutture. A tal proposito la Corte dei conti nella deli bera n. 1 /2011/G del 14 ottobre 2010 afferma esserci: «Un rilevante deficit di trasparenza contabile emerge anche dalla allocazione dei fondi tfr: nelle poste di pertinenza essi sono confusi con altre risorse del bilancio statale, non aventi natura vincolata. In tal modo, vengono ad essere oscurati sia la disponibilità reale della posta stessa, sia le dinamiche inerenti ai rapporti, in senso correlatocompensativo, tra entrata e spesa. Previdenza Pag. 7
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