Rassegna Stampa

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Venerdì 05 Settembre 2014
Sommario
Testata
Data
Pag. Titolo
p.
1. Previdenza
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
1 La lunga crisi - Il bonus non compensa il blocco
1
(Trovati Gianni)
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
1 Protesta - Poliziotti verso lo sciopero. Renzi: li
vedo ma no a ricatti (Colombo Davide;Ludovico)
3
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
1 Corte Ue - Autotrasporto, stop ai costi minimi
5
(Marzialetti Silvia)
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
11 Al Senato - Jobs act, è stallo nella maggioranza
7
(Pogliotti)
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
22 Dall'Inps indicazioni contraddittorie - Fondo
residuale con falsa partenza
8
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
39 Gli effetti della pronuncia - Per i contratti in corso
corrispettivi da rinegoziare (Vallefuoco Valerio)
9
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
40 Cassazione - Assenze «tattiche», sì al
licenziamento (Zambelli Angelo)
10
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
40 Dopo la circolare - Fondo ad hoc per le
professioni (Micardi Federica)
11
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
40 Garanzia Giovani - Definite le regole per pagare i
tirocini (Rota Porta Alessandro)
12
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
40 Previdenza - Congedi, pensione con vecchi
requisiti (Venanzi Fabio)
13
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
41 Mobilità - Aiuti per trovare lavoro all'estero (Cerizza
14
Maria Adele)
Sole 24 Ore (Il)
05/09/2014
41 Pronti 3,6 milioni - Politiche di sostegno per i
disabili
15
MF mercati
finanziari
05/09/2014
17 La Ue boccia i costi minimi (Capuzzo Nicola)
16
IoMiAssicuro.it
03/09/2014
1 Pensione insegnanti, il semaforo resta rosso
17
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IL BLOCCO DEGLI STIPENDI NELLA PA Chi riceve
gli 80 euro perderà il 4,1% del salario, gli altri il 9% di
Gianni Trovati /^on la sua estensione al Vji 2015
annunciata mercoledì dal governo, il lungo blocco dei
contratti pubblici arriverà a costare in media l'anno
prossimo il 9% dello stipendio netto; per le fasce di
reddito più basse, interessa te quindi dal «bonus» di 80
euro introdotto a maggio dal decreto Irpef, il costo
cumulato delle manovre non si azzera, ma scende
sensibilmente fino ad attestarsi al 4,1 per cento. Continua
' pagina 11
La lunga crisi LE MISURE DEL GOVERNO Madia «Non alimentiamo aspettative che
non possiamo mantenere» Rilancio spendingreview II premier: siamo pronti a discutere
su tutto ma siamo l'unico Paese ad avere cinque polizie
II bonus non compensa il blocco Statali: per chi riceve
gli 80 euro mancati aumenti del 4,1%, per gli altri fino
al 9%
Gianni Trovati MILANO *•
Continua da pagina 1 Si possono
sintetizzare così gli effetti del lungo
stop contrattuale, che nel pubblico
impiego ha fermato i rinnovi dal
2010, quando la crisi che si era
estesa alla finanza pubblica e al
debito convinse il Governo
Berlusconi-Tremonti a fermare i
rinnovi contrattuali: uno stop
confermato da Monti e Letta,
secondo un filone che ora segue
anche Matteo Renzi com'era
prevedibile dalla lettura del Def di
primavera e soprattutto dallo stato
della finanza pubblica italiana. Per
pesare il costo effettivo, calcolato
naturalmente in termini di mancati
aumenti, che la fila indiana di
manovre sul pubblico impiego ha
imposto alle buste paga dei
dipendenti statali e locali bisogna far
riferimento all'Ipca,
cioè l'«indice dei prezzi al
consumo armonizzato» che
l'Istat comunica ogni anno e
che avrebbe dovuto misurare
dal 20io gli aumenti di ogni
tornata contrattuale. Con la
nuova puntata del 2015 (la
legge di stabilità si occuperà
del triennio, ma vista la
temperatura politica sul tema è
prematuro ora esplorare
orizzonti più ampi del prossimo
Previdenza
anno), il congelamento dei
rinnovi contrattuali si
tradurrebbe in un taglio cumulato
dell'ii,8% sugli stipendi lordi
(l'Ipca 2015 per ora previsto è
dell'i,3%). In termini effettivi,
cioè al netto delle tasse, la
manovra si rivela un po' meno
pesante, soprattutto perché la
corsa del Fisco regionale e locale
avrebbe assorbito una parte degli
aumenti contrattuali: tenendo
presente questo fattore (i calcoli
nella tabella qui a fianco si
riferiscono a un lavoratore che
risiede a Roma), il costo effetti
Governo ha intenzione di
rendere strutturale con la legge
di stabilità. Nel confronto fra «
bonus» e rinnovo contrattuale
evocato dal ministro della Pa
Maria Anna Madia, il primo è
sicuramente vincente se si guarda
solo al 2014-2015: riavviare la
macchina contrattuale, senza
ovviamente recupe-
• L'Ipca è ('«indice dei prezzi al
consumo armonizzato», elaborato a
livello europeo per rendere
confrontabili i parametri dei diversi
Paesi. L'Ipca è l'indice su cui si
misurano gli aumenti di base nei
rinnovi contrattuali, ma nel
pubblicoimpiego non ha
praticamente avuto effetto dal
momento che il suo debutto ha
coinciso con lo stop ai contratti Ipca
rare gli arretrati anche perché
questa ipotesi è esclusa
espressamente dalle vecchie
manovre, porterebbe a uno
stipendio netto da 17.100 euro
poco più di 200 euro netti
all'anno (275 euro lordi), mentre
vo si rivela del 9 per cento. In
il bonus ne promette per il
altri termini, se crisi finanziaria e prossimo anno 960. Questa
Governi non avessero fermato la spinta, però, non basta a
macchina contrattuale, lo
recuperare tutte le risorse
stipendio 2015 degli statali
lasciate sul campo negli anni
sarebbe stato mediamente del
passati: dal 2010 a oggi, con la
9% più alto rispetto a quello che macchina contrattuale a regime,
sarà scritto nei cedolini reali. Per lo stipendio iniziale da I7mila
i vertici delle agenzie fiscali si
euro netti di un dipendente a
tratta in media di quasi 10.100
inizio carriera sarebbe salito
euro all'anno in meno, per un
verso quota 18.800 euro, mentre
dirigente medio ministeriale la
il «bonus-Renzi» non riesce ad
"perdita" netta si avvicina ai
alzarlo oltre quota 18.100.
4.600 euro all'anno mentre per
L'effetto-congelamento,
un impiegato con anzianità
insomma, riguarda anche le
media di Palazzo Ghigi supera di fasce di reddito basse, anche se
poco i 2.500 euro. I valori in
fermandosi al 4,1% è più che
gioco cambiano però per i tanti
dimezzato rispetto al 9%
dipendenti pubblici che, lontani "pagato" dagli altri. gianni
dalle fasce dirigenziali e
trovati(6)ilsole24ore com ©
soprattutto con poca anzianità,
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rientrano nel raggio d'azione del
« bonus» da 80 euro che il
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29.767 45.134 67.687 2010 Categoria Presidenza Consiglio Comparto I mancati aumenti
determinati dal congelamento dei rinnovi contrattuali. Calcoli effettuati su stipendio netto
per un lavoratore residente a Roma, senza carichi famigliari. Valori in euro II costo delle
manovre I mancati aumenti determinati dal congelamento dei rinnovi contrattuali. Calcoli
effettuati su stipendio netto per un lavoratore residente a Roma, senza carichi famigliari.
Valori in euro Comparto Presidenza Consiglio Ministeri I mancat Agenzie fiscali aumenti
determ Regioni ed enti locali nati dal congelamento Categoria 2010 67.687 45.134 29.767
106.835 dei rin 53.288 ovi co 108.597 trattua 55.191 i. Cal 25.257 oli ef 57.369 ettuat
53.616 su st 46.156 pendio 40.570 netto Stipendio netto per un lavorato 2014 senza blocco e
residente a Rom 72.902 , senz 48.556 caric 31.935 i fami 115.348 liari. 57.292 Valori
117.259 in euro 59.354 Compa 27.066 to Pr 71.716 sidenz 57.648 Consi 49.626 lio Mi
43.654 isteri 2015 senza blocco I mancat Agenzie 73.760 fiscal 49.098 aume 32.276 ti det
116.758 rm Regi 57.947 ni ed 118.693 enti lo 60.036 ali na 27.343 i dal 62.428 congel
58.306 mento 50.182 Categ 44.152 ria 2 Perdita annua cumulata, in valore assoluto 10
67.687 45.134 29.767 106.835 dei rin-4073 53.2 4,964 8 ovi-2,509 co 10-9.923 8.597
-4.659 trattu-10,096 a 55.19-4845 1 i. -5,059 Cal 25-4,690 .257 o-4,026 li ef -3JS2 57.36
L'impatto del "bonus" per le categorie che rientrano nelle fasce di
reddito interessate L'effetto 80 euro L'impatto del "bonus" per le
categorie che rientrano nelle fasce di reddito interessate Fönten dati
sulle retribuzioni sono tratti dalla delibera della Corte dei conti con
la Relazione al Parlamento sul pubblico impiego; gli indici Ipca che
sarebbero stati applicati ai nnnovi contrattuali sono comunicati
dall'Istat L'impatto del "bonus" per le categorie che rientrano nelle
fasce di reddito interessate Fönten dati sulle retribuzioni sono tratti
dalla delibera della Corte dei conti con la Relazione al Parlamento
sul pubblico impiego; gli in
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Renzi: li ricevo ma no ai ricatti - Palazzo Ghigi: misura già
nel Def Statali, polizia verso lo sciopero
Contro il blocco dei salari per gli
statali prorogato al 2015 muro
dei sindacati: «no» a un altro
anno di stipendi fermi. Palazzo
Ghigi: stop già previsto nel
Def. Più agguerriti i sindacati delle
forze dell'ordine, che parlano di
«sciopero». Il premier Renzi: li
riceverò ma non accetto ricatti.
Colombo e Ludovico > pagina 11
La lunga crisi LE MISURE DEL GOVERNO Madia «Non alimentiamo aspettative che
non possiamo mantenere» Rilancio spendingreview II premier: siamo pronti a discutere
su tutto ma siamo l'unico Paese ad avere cinque polizie
Protesta. A Bologna gli agenti decidono lo stop immediato degli
straordinari Poliziotti verso lo sciopero Renzi: li vedo ma no a ricatti
Davide Colombo Marco Ludovico
ROMA II giorno dopo l'annuncio
del nuovo blocco dei contratti
pubblici la reazione più clamorosa
arriva dal comparto sicurezza, dove
si preannuncia l'ipotesi di uno
sciopero generale. E non sono
mancate già le prime iniziative
concrete come a Bologna, dove
varie sigle sindacali della polizia
hanno deciso l'immediata
sospensione degli straordinari. Una
mobilitazione forte, dunque. Le
iniziative di protesta sono state
comunicate in un documento dai
sindacati nazionali di polizia,
polizia penitenziaria, corpo
forestale, vigili del fuoco e i Cocer
(Consiglio centrale di
Rappresentanza) Interforze
(Esercito, Marina Aeronautica,
Guardia di Finanza e Carabinieri).
Si chiede un incontro a Palazzo
Ghigi. Se il Governo non tornerà
indietro, sostengono i rappresentanti
di questi comparti che occupano
circa il 16,7% dei dipendenti
pubblici, «per la prima volta nella
storia sarà sciopero generale».
Tuttavia, nel comunicato congiunto
manca la dicitura: « Astensione dal
servizio». Per poliziotti e militari c'è
un divieto esplicito di legge, con
tanto di conseguenze penali, e lo
«sciopero» annunciato sembra
essere una protesta molto dura ma
non astensione dal lavoro, che
diventerebbe un atto illegale. Il
presidente del Consiglio, Matteo
Renzi, impegnato al vertice Nato di
Newport, ha
Previdenza
mandato una risposta indiretta
ma immediata: «Riceverò
volentieri gli agenti di polizia
ma non accetterò ricatti» ha
detto ai suoi. Mentre da Palazzo
Ghigi s'è sottolineato come il
blocco degli stipendi fosse già
previsto nel Def: «Non c'è
niente di nuovo. Volentieri
apriamo un tavolo di discussio
sicurezza e il soccorso pubblico
al nostro Paese». Ma
«chiederemo le dimissioni di
tutti i capi dei vari Corpi e
Dipartimenti, civili e militari, e
dei relativi ministri poiché non
sono stati capaci di
rappresentare i sacrifici, la
specificità, la professionalità e
l'abnegazione del proprio
personale». In realtà vertici e
PALAZZO CHIGI «Sul rinnovo
ministri del comparto difesa e
dei contratti del pubblico impiego
non c'è nessuna novità, il blocco era sicurezza avevano trovato a fine
luglio alcune centinaia di
già previsto nel Def»
milioni, recuperati tra le spese
non effettuate, che potevano
anticipare lo sblocco
contrattuale. Ma Palazzo Ghigi
rinviò la questione a settembre:
in previsione, molto
probabilmente,
dell'epilogo di questi giorni.
ne con le forze di sicurezza che Ieri il ministro della
Semplificazione e della Pa,
sono fondamentali per la vita
Marianna Madia, è tornata a
dell'Italia». E tuttavia, s'è fatto
anche osservare, «siamo l'unico difendere la conferma del
blocco contrattuale per un altro
Paese che ha cinque forze di
polizia... Se vogliono discutere anno davanti alla platea della
Festa nazionale dell'Unità di
siamo pronti a farlo, ma su
Bologna. Non si alimentano
tutto». Insomma una linea
aspettative che non si possono
chiara e ferma: «Non
mantenere, ha spiegato il
tocchiamo lo stipendio né il
ministro che in mattinata in un
posto di lavoro di nessuno.
tweet aveva segnalato come il
Tuttavia, in un momento di
bonus Irpef di 80 euro (960 in
crisi per tutti, fare sciopero
2015) vada «a i lavoratore
perché non ti danno l'aumento
pubblico su 4. Prima chi
quando ci sono milioni di
disoccupati è ingiusto» ha detto guadagna meno. Usciamo tutti
insieme da crisi
il premier - che ieri si è
mantenuto in continuo contatto spassodopopasso». Il ministro
ha a sua volta assicurato un
telefonico con il ministro
dell'Interno, Angelino Alfano - «surplus di attenzione» per il
comparto sicurezza e difesa»
agli uomini del suo staff. In
ma senza sbilanciarsi oltre: «Io
caso di conferma del blocco
nella legge di stabilità, sindacati non dico mai cose di cui non ho
e Cocer si sono detti comunque certezza». Dal fronte sindacale
pronti a «continuare a garantire ieri sono arrivate le critiche alla
la difesa, la
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scelta del blocco dei contratti dei
tre segretari generali di Cgil,
scelta del blocco dei contratti dei
tre segretari generali di Cgil, Cisl
e Uil. Per Susanna Camusso si
tratta di una mossa illogica: «La
sensazione è che si seguiti a
chiedere ai soliti noti per non
toccare altri interessi che invece
produrrebbero molte risorse».
Dure le parole di Raffaele
Bonanni: «Siamo alla farsa» ha
detto il leader della Cisl,
chiedendosi come i dipendenti
pubblici «non prendono soldi da
8 anni e le assunzioni non si
fanno da 15 anni. Che ci hanno
fatto con tutti questi soldi?».
Luigi Angeletti, presente alla
Festa dell'Unità a Bologna
dov'era intervenuta anche
Marianna Madia, ha bollato il
Governo come «il peggior datore
di lavoro». «Si vuole perseverare
nell'errore - ha sostenuto il
numero uno della Uil - ci si
comporta come se tutti gli anni
che sono trascorsi dal 2009,
durante i quali i dipendenti
pubblici non hanno avuto alcun
aumento, non ci siano».
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CORTE DI GIUSTIZIA
Autotrasporto, la Ue boccia le
tariffe
Corte Ue. Bocciata, per i forti profili anticoncorrenziali, la disciplina italiana che ha
reintrodotto gli importi nel 2011
Autotrasporto, stop ai costì minimi La sicurezza
stradale non può essere raggiunta attraverso le «tariffe»
Silvia Marziale«! «La determinazione di costi minimi d'esercizio resi obbligatori da una norma nazionale che
impedisce alle imprese di fissare tariffe inferiori, equivale alla determinazione orizzontale di tariffe minime
imposte». È tranchant il giudizio della corte di Giustizia Ue sui costi mìnimi nell'autotrasporto. Rispondendo in
via pregiudiziale al Tar del Lazio, depositario di una pletora di ricorsi presentati dal gotha della committenza (tra
cui Confindustria, Confetra, Assologistica e aziende dei settori chimico e petrolifero) i giudici europei puntano il
dito contro la natura anti-concorrenziale dei costi minimi. La sentenza sulle cause riunite (da C-184/13 a C-i87/
i3, C-194/13, C-195/13 e 0-208/13) rappresenta un faro importante perii settore del trasporto merci su strada, che
da anni insegue una bussola giuridica. Ripristinati nel 2O11 dal Governo come frutto di accordi di settore
conclusi tra le associazioni di categoria (accordi mai nati, in realtà, tanto che l'elaborazione definitiva dei valori è
stata demandata nel 2012 all'Osservatorio sull'autotrasporto), i costi minimi sono sempre stati oggetto di un
durissimo braccio di ferro tra la committenza (impegnata a contestarne lo spirito anti-concorrenziale e antieconomico) e i vettori, risoluti nell'enfatizzarne il valore sotto il profilo della sicurezza stradale, come d'altronde
sancito dallo stesso articolo di legge che li introduce (83-bis, comma 4, del decreto legge n. 112/2008). Contro la
natura anti-concorrenziale dei costi minimi si è più volte schierata anche l'Anti trust, che che nel 2012 è arrivata a
chiederne la disaplicazione al Governo, senza ottenere alcun risultato. Nella sentenza la Corte ricorda che,
nonostante le norme del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea sugli accordi vietati tra imprese non
siano vincolanti per gli Stati membri, questi ultimi sono sottoposti al dovere di collaborazione con l'Unione.
Pertanto, la previsione di accordi committenzavettori su costi minimi si configura come una violazione di tali
norme. La Corte constata inoltre che l'Osservatorio sull'autotraspor LE REAZIONI Confindustria: la decisione
dei giudici comunitari consentirà al mercato di definire liberamente i prezzi del servizio to preposto alla
fissazione dei costi (nel frattempo soppresso e sostituito nelle sue funzioni dal Ministero) deve essere considerato
un'associazione d'imprese direttamente soggetto alle regole della concorrenza, poiché composto dai
rappresentanti delle associazioni di categoria e abilitato ad agire nell'interesse esclusivo della categoria. Nessuna
apertura neanche sotto il profilo della sicurezza: «Anche se non si può negare che la tutela della sicurezza
stradale possa costituire un obiettivo legittimo, la determinazione dei costi minimi d'esercizio non risulta idonea
né direttamente, né indirettamente a ga rantirne il conseguimento», tuonano i giudici. Una tesi più volte
argomentata anche da Confindustria, secondo cui «la sicurezza stradale va perseguita con misure appropriate, ma
più efficaci e non restrittive della concorrenza, come quelle sui tempi di guida e di riposo e quelle relative al
controllo tecnico degli autoveicoli». Per viale dell'Astronomia «la pronuncia della Corte consentirà al mercato
dell'autotrasporto di definire liberamente i prezzi dei servizi». Gli industriali si dicono infine «disponibili a
dialogare con le associazioni e con il Governo per modificare le norme nazionali coerentemente con la disciplina
comunitaria e per formulare proposte di politica industriale volte al rilancio del settore». Entusiasta anche Nereo
Marcucci, presidente Confetra, la Confederazione dei trasporti e della logistica, che ha presentato uno dei ricorsi
pendenti al Tar: «In tema di concorrenza non ci possono essere alternative al mercato». Più mite il giudizio di
Thomas Baumgartner, presidente di Anita, l'Associazione nazionale delle imprese di autotrasporto e logistica
aderente a Confmdustria: «La sentenza apre un nuovo capitolo nei rapporti commerciali, ma non risolve i
problemi che avevano dato origine ai costi minimi». Paolo Uggè, (Fai-Conftrasporto) e rappresentante dei
padroncini, infine, minimizza: «La bocciatura riguarda solo gli accordi tra le parti, che in realtà non sono mai
decollati. Adesso la palla torna al Tar». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La vicenda 011 LUGLIO 2010 II 16 luglio 2010 il Consiglio dei
ministri approva un decreto legge voluto dalle sigle dei
padroncini che ripristina i costi minimi. Il decreto prevedeva che,
se entro nove mesi dalla conversione del DI non fossero stati
definiti accordi tra vettori e committenti, i costi sarebbero stati
fissati dall'Osservatorio sull'autotrasporto 02 I RITORNO AL
2006 Perilsettoredeltrasporto merci su strada si tratta di un
ritorno al2006, quando l'Esecutivo guidato da Berlusconi azzerò
le tariffe obbligatorie cosiddette «a forcella», puntando sulla
libera contrattazione tra imprese e vettori 03 IAUTUNNO
CALDO II dibattito sui costi minimi incendia il settore, già
provato da una crisi fortissima. Nel gennaio del 2012 un fermo di
tre giorni proclamato dai Tir paralizza l'Italia e mette i n
ginocchio agricoltura, industria e distribuzione. Fallito il 011
LUGLIO 2010 II 16 luglio 2010 il Consiglio dei ministri approva
un decreto legge voluto dalle sigle dei padroncini che ripristina i
costi minimi. Il decreto prevedeva che, se entro nove mesi dalla
conversione del DI non fossero stati definiti accordi tra vettori e
committenti, i costi sarebbero stati fissati dall'Osservatorio
sull'autotrasporto 02 I RITORNO AL 2006
Perilsettoredeltrasporto merci su strada si tratta di un ritorno
al2006, quando l'Esecutivo guidato da Berlusconi azzerò le
tariffe obbligatorie cosiddette «a forcella», puntando sulla libera
contrattazione tra imprese e vettori 03 IAUTUNNO CALDO II
dibattito sui costi minimi incendia il settore, già provato da una
crisi fortissima. Nel gennaio del 2012 un fermo di tre giorni
proclamato dai Tir paralizza l'Italia e mette i n ginocchio
agricoltura, industria e distribuzione. Fallito il tentativo di
accordo nei vari comparti, i costi minimi debuttano nel 2012,
come espressione dell'Osservatorio dell'autotrasporto, organismo
oggi sostituito nelle sue funzioni dal ministero 04 I
L'ANTITRUST L'Autorithy di Piazza Verdi interviene tre volte
contro i costi minimi bollandoli come «anti-concorrenziali»: due
volte, nel 2011 sotto la guida di Catricalà, una volta, nel 2012,
con Giovanni Pitruzzella 05 I TAR LAZIO 1112 aprile 2013,
nell'affranta re i ricorsi presentati dalla committenza, il Tar del
Lazio dispone la remissionein corte di Giustizia per verificare la
compatibilita delle normecon la legislazione europea 06 I
CORTE DI GIUSTIZIA UE 114 settembre 2014 la corte di
Giustizia Ue, rispondendoli! via pregiudiziale al Tar Lazio,
definisce definisce illegittimi i costi minimi 011 LUGLIO 2010
II 16 luglio 2010 il Consiglio dei ministri approva un decreto
legge voluto dalle sigle dei padroncini che ripristina i costi
minimi. Il decreto prevedeva che, se entro nove mesi dalla
conversione del DI non fossero stati definiti accordi tra vettori e
committenti, i costi sarebbero stati fissati dall'Osservatorio
sull'autotrasporto 02 I RITORNO AL 2006
Perilsettoredeltrasporto merci su strada si tratta di un ritorno
al2006, quando l'Esecutivo guidato da Berlusconi azzerò le
tariffe obbligatorie cosiddette «a forcella», puntando sulla libera
contrattazione tra imprese e vettori 03 IAUTUNNO CALDO II
dibattito sui costi minimi incendia il settore, già provato da una
crisi fortissima. Nel gennaio del 2012 un fermo di tre giorni
proclamato dai Tir paralizza l'Italia e mette
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Al Senato. Ripreso ieri l'esame in commissione - II nodo «delega ampia» per riscrivere lo Statuto dei
lavoratori Jobs act, è stallo nella maggioranza
Giorgio Pogliotti ROMA Sul Jobs
act al Senato è stallo all'interno della
maggioranza, divisa tra l'ala centrista
(Ned, Se, Ppi, Svp) che preme per
concedere una «delega ampia» al
governo per riscrivere lo Statuto dei
lavoratori e il Pd, favorevole invece
ad un intervento circoscritto solo ad
alcuni articoli della legge 300 del
1970, che riguardano il capitolo
"mansioni" e quello dei "controlli a
distanza". In questo clima ieri
mattina la commissione Lavoro ha
ripre
tenere alla Camera e al Sena- Statuto dei lavoratori I centristi
to.«Si può intervenire su alcune
materie dello Statuto dei
lavoratori ma non su tutto
l'impianto - afferma il
capogruppo Pd in commissione
Lavoro, Annamaria Parente -.
Serve un accordo politico nella
maggioranza per approvare il
Ddl in tempi brevi e lanciare un
segnale all'Europa». Il Pd apre
sulla revisione dell'articolo 4
dello Statuto che vieta «l'uso di
impianti audiovisivi e di altre
apparecchiature per finalità di
controllo a distanza dell'attività
dei lavoratori», vincolando
l'installazione - se richiesta da
so l'esame di 5 dei 6 articoli esigenze
organizzative - all'accordo con le
del Ddl, limitandosi ad
rappresentanze sindacali
approvare alcuni
aziendali, o con la commissione
emendamenti accantonati
prima dell'estate, e, in attesa interna. In assenza di un'intesa,
del lavoro spetta la
del parere della commissione all'ispettorato
decisione finale. Altro tema su
Bilancio, tornerà a riunirsi
cui il Pd ha aperto è la revisione
giovedì prossimo. L'articolo 4 dell'articolo 13 dello Statuto,
con il riordino delle forme
secondo cui il lavoratore «deve
con-LE POSIZIONI
essere adibito alle mansioni per
le quali è stato assunto», in
INTERNE L'ala centrista
sostanza la prestazione
preme per arrivare a una
riforma complessiva, articolo lavorativa deve essere stabilita
dalle parti al momento
18 compreso. Il Pd
dell'instaurazione del rapporto di
favorevole a un intervento
lavoro (non in un momento
limitato
successivo). Lo stesso articolo
vieta «il trasferimento da
un'unità produttiva ad un'altra se
trattuali e il contratto a tutele
non per comprovate ragioni
crescenti resta ancora
tecniche, organizzative e
nell'angolo, in attesa che la
produttive». Dalla Camera, il
maggioranza trovi una posizione presidente della commissione
comune, dal momento che tocca Lavo
il tema "caldo" dell'articolo 18
ro, Cesare Damiano (Pd), fissa un
dello Statuto dei lavoratori. Per
il presidente della commissione altro paletto: «Va modificato
l'articolo 19 dello Statuto (sulla
e relatore del Ddl, Maurizio
costituzione delle Rsa),
Sacconi (Ned) «l'esame della
delega può essere rapido, il testo allineandolo all'intesa tra le parti
sociali sulla rappresentanza nei
si può consegnare all'Aula
luoghi di lavoro - sostiene-. Sono
intorno al 18 settembre, ma va
contrario alla cancellazione
sciolto il nodo politico della
dell'articolo 18. La libertà di
riforma dello Statuto dei
licenziamento nel momento di
lavoratori: ha 44 anni, è giunta
massima crisi sarebbe un harakiri
l'ora di cambiarlo». Per Sacconi per il Governo». Tra le novità
contenute negli emendamenti
la «soluzione non può essere più
della commissione lavoro del
arretrata rispetto alla posizione
Senato, c'è la possibilità di cedere
espressa dal premier e segretario
la quota aggiuntiva di ferie che è
del Pd Renzi nell'intervista al
nella disponibilità del lavoratore
Sole-24 ore>> di mercoledì «sulla (che vanno oltre il minimo
riforma dello Statuto dei
inalienabile fissato dalla legge), a
lavoratori, articolo 18 compreso». colleghi con particolari situazioni
In sostanza, per Sacconi serve una (carichi familiari) che ne hanno
delega ampia «che comprenda
bisogno. © RIPRODUZIONE
tutto lo Statuto lavoratori e quindi RISERVATA
anche la disciplina sul recesso, le
mansioni, il controllo a distanza».
Ipotesi però respinta dal Pd, che
nella riunione di martedì ha
stabilito una linea comune da
Previdenza
propongono una delega ampia
per consentire al governo di
riscrivere lo Statuto dei
lavoratori. Il Pd apre alla
riscrittura solo di singole parti,
come l'art. 4 (controllo a distanza
con impianti audiovisivi), e l'art.
13 (demansionamenti) Contratto
a tutele crescenti Maggioranza
divisa anche sul contratto a tutele
crescenti. I centristi propongono,
in caso di licenziamento
illegittimo, di sostituire il
reintegro con il pagamentodi
un'indennità crescente. Il Pd
propone di sospendere il
reintegro solo per la fase
d'inserimento
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Fondo residuale con falsa partenza DALL'INPS
INDICAZIONI CONTRADDITTORIE Falsa
partenza per il Fondo di solidarietà residuale,
voluto dalla gestione Monti-Fornero per fornire la
Cassa integrazione a quei settori che ne sono
sprovvisti. La circolare Inps che da il via
all'operatività del fondo - con effetto retroattivo - è
di tre giorni fa e già dopo un giorno viene corretta.
La contribuzione aggiuntiva dello 0,50% (0,33%
azienda e 0,17% lavoratori) parte dal i "gennaio
2014 e sui mesi pregressi Ì'Inps dal 7 giugno
intendeva applicare gli interessi per ritardato
pagamento; inoltre venivano dati pochi giorni per
ricalcolare le buste paga di agosto (già pronte!) alla
luce delle nuove contribuzioni. Con una nota PInps
fa marcia indietro sugli interessi eda tempo fino a
novembre per versare i contributi pregressi. C'è poi
il caso dei professionisti: ad agosto sono stati
esclusi dalla Gig con decreto perché non sono
impresa e ora devono versare i soldi a questo
nuovo fondo perché "nel frattempo" lo sono
diventati. Un inizio difficile che merita una rapida
correzione di rotta.
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Gli effetti della pronuncia. Applicazione diretta nelle controversie in
corso Per i contratti in corso corrispettivi da rinegoziare
Valerio Vallefuoco Con la
pronuncia di ieri la Corte di
Giustizia ha ribadito che i principi e
le disposizioni dell'Unione a tutela
della concorrenza inibiscono al
legislatore nazionale l'introduzione
di meccanismi normativi tesi a
fissare tariffe obbligatorie da
applicare nei contratti di
autotrasporto cose conto terzi tra
vettore e committente, tariffe
determinate da un organismo
composto principalmente da
rappresentanti degli operatori
economici interessati. Tali "costi
minimi", secondo il legislatore,
sarebbero stati giustificati anche
dalla necessità di garantire standard
di sicurezza stradale. Come ha avuto
modi di ribadire la Corte, la
normativa europea ed italiana sulla
sicurezza stradale già contengono
misure per la tutela della sicurezza
stra
dale e del lavoro, ma meno
restrittive della concorrenza. Dal
punto di vista processuale si tratta
di una decisione su un rinvio
pregiudiziale del Tar Lazio,
competente in quanto venivano
impugnati da alcune imprese, e
Dirompenti dunque gli effetti della
pronuncia dei giudici comunitari,
sia con riferimento ai giudizi in
corso sia ai rapporti contrattuali
pendenti. Tutti i giudizi in corso
ove sia stata invocata la disciplina
delle tariffe obbligatorie, e quindi
in particolare quelli relativi alla
richiesta delle differenze tariffarie
nonché quelli fondati su una
pretesa inosservanza della
sicurezza stradale derivata alla
mancata osservanza dei "costi
minimi", avranno un esito
prevedibile alla luce delle
indicazioni fornite dai giudici
dell'Unione. Tutte le domande
giurisdizionali di adeguamento
tariffario proposte dai vettori ai
committenti, ovvero dai sub vettori
ai vettori principali, fondate sui
"costi minimi" (articolo 83 bis, DI
112/08, convcrtito nella legge
133/08) non potranno che essere
respinte. Da oggi prevarrà quindi
la libera contrattazione tra le parti
sull'individuazione di un elemento
essenziale del contratto tra
REAZIONE A CATENA Si
potrebbero avere anche richieste di
ripetizione dell'indebito per chi ha
pagato in base ai vecchi parametri
sporto. Probabilmente, vista la
novità della materia, i giudici
italiani tenderanno alla
compensazione delle spese
con la partecipazione delle
sussistendo le «gravi ed
maggiori associazioni di categoria, eccezionali ragioni» richieste dal
i provvedimenti dell'Osservatorio codice di procedura civile. Va da
sui trasporti che stabilivano quali
sé che all'esito della sentenza di
sarebbero stati i costi minimi di
ieri si potrebbero verificare
esercizio a cui si sarebbero
anche richieste di « ripetizione
dell'indebito» per chi ha
poi dovuti adeguare tutti gli
operatori del settore. La pronunzia stipulato contratti di trasporto
della Corte, oltre ad avere
seguendo i "costi minimi". Per i
carattere vincolante per il giudice contratti in corso deve ritenersi
del rinvio, vincola anche tutte le
caducata la norma in questione e
altre giurisdizioni nazionali
pertanto dovranno essere
chiamate a pronunciarsi non solo
rinegoziati i corrispettivi, che in
sulla medesima causa, ma anche
difetto non potranno che essere
sul medesimo principio al fine di
determinati dal giudice. Mentre
garantire una uniforme
quindi si profila una riduzione
applicazione del diritto
significativa dei contenziosi in
dell'Unione. In forza del noto
essere a seguito dell'introduzione
primato del diritto Ue sul diritto
di tale regime tariffario, si
nazionale, che è stato più volte
prospetta un autunno caldo di
ribadito anche della Corte
costituzionale, in caso di contrasto discussione tra le categorie del
settore autotrasporto per gestire
tra la norme e i principi
l'incertezza generata da questo
dell'Unione e la normativa
periodo transitorio. Si auspica
nazionale, quest'ultima deve
quindi, anche alla luce del ruolo
essere disapplicata dal giudice
attuale dell'Italia di presidente
nazionale. Inoltre il mancato
del Consiglio Europeo, un
adeguamento da parte dello Stato
membro alle pronunzie della
pronto intervento del legislatore.
Corte Ue potrebbe comportare
©RIPRODUZIONE
l'apertura di una procedura di
RISERVATA
infrazione, e sfociare in
un'ulteriore condanna dell'Italia,
che non è nuova purtroppo a
precedenti di questo genere.
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Cassazione. Scarso rendimento Assenze
«tattiche», sì al licenziamento
Angelo Zambelli Confermato il licenziamento di un lavoratore
assenteista "tattico" anche se non ha superato i giorni massimi previsti
dalla legge. Ieri la Cassazione ha depositato la sentenza 18678 che
affronta un argomento di costante attualità nel mondo del lavoro: quello
della conciliazione tra esigenze produttive e organizzative dell'impresa
con le assenze per malattia dei lavoratori, soprattutto quando queste
ultime si caratterizzano per la brevissima durata (pochi giorni per
ciascuna assenza) e siano «a macchia di leopardo». Nel caso affrontato
dalla Corte il lavoratore è stato licenziato poiché - come risultato dalle
deposizioni dei colleghi di lavoro all'esito dell'istruttoria svolta nei
precedenti gradi di giudizio - era solito comunicare le assenze per
malattia «all'ultimo momento»; peraltro, di norma, gli eventi morbosi si
manifestavano «quando doveva affrontare il turno di fine settimana o il
turno notturno» con conseguente «difficoltà, proprio per i tempi
particolarmente ristretti, di trovare un sostituto». Una condotta che si
commenta da sé e che, con tutta evidenza, ha causatogravissime
disfunzioni per l'organizzazione produttiva dell'impresa datrice di lavoro.
Confermando la correttezza della sentenza resa in appello, i giudici di
legittimità escludono, innanzitutto, la fondatezza della tesi del lavoratore,
secondo cui il recesso doveva essere censurato poiché egli non aveva
superato il periodo di comporto, previsto dall'articolo 211O del Codice
civile ov vero dalla contrattazione collettiva applicabile. Evidenzia,
infatti, la sentenza che «le assenze del lavoratore, dovute a malattia,
vengono in rilievo sotto un diverso profilo», poiché «per le modalità con
cui (...) si verificavano (...) le stesse davano luogo a una prestazione
lavorativa non sufficientemente e proficuamente utilizzabile dalla
società, rivelandosi la stessa inadeguata sotto il profilo produttivo e
pregiudizievole per l'organizzazione aziendale così da giustificare il
provvedimento risolutorio». Sì che la Corte si concentra sul concetto di
«scarso rendimento», vale a dire sulla conseguenza della condotta del
dipendente, il quale, violando le LA SENTENZA Irrilevante i I fatto che
il dipendente in ripetuta malattia non avesse superato il periodo di
comporto regole della diligenza nell'esecuzione della prestazione, non
adempia esattamente l'obbligazione lavorativa. Si tratta, forse, di un
riferimento atecnico, poiché nel caso esaminato la prestazione del
dipendente sarebbe divenuta scarsa proprio in conseguenza delle ripetute
assenze, peraltro susseguitesi a brevi intervalli di tempo Puna dall'altra;
potremmo parlare, però, di ampliamento del principio dello "scarso
rendimento": sì che, sotto tale profilo, la sentenza risulta di particolare
interesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Dopo la circolare. La reazione delle categorie Fondo ad hoc per le professioni
FedericaMicardi Gli studi professionali sono tenuti a versare i contributi nel Fondo
di solidarietà residuale operativo dopo la circolare Inps del 2 settembre scorso. «È
paradossale - commenta, però, il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella - che
ad agosto gli studi siano stati esclusi dalla cassa integrazione in deroga con un
decreto interministeriale di Economia e Lavoro perché non ci hanno considerato
imprese e che oggi siamo, invece chiamati a versare i contributi al Fondo residuale
perché ci ritengono imprese». L'inclusione - che interessa solo gli studi con più di
15 dipendenti - avviene perché l'Inps nella sua circolare sottolinea che «al fine
dell'individua zione dei soggetti destinatari occorre rilevare che, in linea con la
giurisprudenza comunitaria, si intende per imprenditore qualunque soggetto che
svolge attività economica e che sia attivo su un determinato mercato». Una
definizione che comprende anche le professioni. «Così si crea un'ulteriore disparità
di trattamento - sottolinea Stella -: non solo gli studi professionali che operano
sotto forma di impresa accedono alla Cigmentre gli altri ne sono esclusi, ma ora,
tra gli esclusi, quelli che hanno più di 15 dipendenti versano al Fondo residuale e
gli altri no». Un pasticcio, insomma. La soluzione potrebbe essere quella di avere
un proprio Fondo settoriale. «In passato ci ab biamo provato ma l'ostruzionismo di
alcuni - afferma Stella non lo ha reso possibile. Ora siamo in fase di rinnovo del
contratto e in questo contesto stiamo lavorando anche alla costituzione di un fondo
settoriale; il nostro obiettivo è quello di trovate una modalità che riconosca lo
stesso trattamento all'interno del nostro contratto». Nell'attesa di questo fondo gli
studi «che impiegano mediamente più di 15 dipendenti» dovranno versare i
contributi. Quelli relativi ai mesi da gennaio a settembre si devono versare entro
novembre senza interessi. Quanto già versato, però, non potrà essere trasferito al
fondo settoriale una volta che sarà creato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Garanzia Giovani. Il messaggio Inps Definite
le regole per pagare i tirocini
Alessandro Rota Porta La Garanzia Giovani tenta di velocizzare le
proprie procedure operative: sarà, infatti, l'Inps ad occuparsi del
pagamento dell'indennità ai tirocinanti coinvolti nel programma, per
conto delle Regioni e delle Province autonome che faranno apposite
convenzioni con l'istituto. Il messaggio 6789 diffuso il 3 settembre
dall'Istituto di previdenza ha dettato le linee guida da adottare nell'ambito
delle competenze già affidate all'Inps, sulla base della Determinazione
commissariale del 7 agosto 2014. Facendo un passo indietro, il piano di
attuazione della Garanzia Giovani (si ricorda, con risorse stanziate per
1,5 miliardi di euro) ha incluso - tra le misure finanziagli per garantire
un'offerta lavorativa ai soggetti under 25 in cerca di occupazione - anche
le borse di tirocinio, con la finalità di accrescere l'esperienza
professionale e di favorire le opportunità di inserimento nel mercato del
lavoro. Nell'ambito del sistema, sono le Regioni e le Province autonome
che hanno il compito di effettuare le azioni di politica attiva ma proprio
queste ultime hanno avanzato la volontà di affidare all'Inps l'erogazione
delle indennità di tirocinio. Alla data del 27 agosto scorso erano 17 le
Regioni che avevano richiesto questo servizio. Proprio con la
Determinazione del 7 agosto è stato invece definito lo schema di
convenzione che stabilisce i dettagli operativi: in particolare, sarà il
ministero del Lavoro a versare all'Inps le risorse destinate alle Regioni
interessate, per questo specifico capitolo di spesa; nella fase successiva
del processo, le Regioni coinvolte comunicheranno all'Inps il flusso di
dati inerenti i beneficiari. Si tratta delle informazioni anagrafiche,
dell'indirizzo del domicilio del giovane tirocinante, delle modalità di
pagamento richieste per l'erogazione dell'indennità, del periodo di
riferimento e dell'importo lordo complessivo da corrispondere.
L'indennità di tirocinio non spetta ai percettori di sussidi a sostegno del
reddito. La trasmissione dovrà avvenire utilizzando il Sistema
Informativo Percettori, entro il io di ciascun mese (o secondo altre
cadenze definite a livello regionale/provinciale) in relazione ai soggetti
che hanno diritto di fruire dell'indennità nel mese precedente: la verifica
dell'effettiva spettanza delle borse-lavoro ricade comunque sotto la
responsabilità dei servizi regionali/provinciali, GLI ATTORI Regioni e
Province avviano i progetti ed effettuano i controlli mentre all'Istituto
spetta il compito di erogare le indennità così come la correttezza dei dati
forniti. Pertanto, eventuali istanze volte ad ottenere le indennità di
tirocinio e gli eventuali ricorsi avverso la sussistenza o meno del diritto a
percepire l'indennità stessa dovranno essere indirizzati dagli interessati
direttamente alla Regione o alla Provincia autonoma di competenza.
Nell'ipotesi in cui le somme in questione non venissero riscosse dai
beneficiari, l'Inps provvedere alla riemissione in pagamento, qualora
sussistano le condizioni. Questa procedura sarà valida fino al 30
novembre 2018, entro e non oltre questa data sarà possibile effettuare
l'ultimo pagamento da parte dell'Inps. ©RIPRODUZIONERISERVATA
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Previdenza. La tutela per chi ha assistito
disabili Congedi, pensione con vecchi
requisiti
GLI INTERESSATI L'Inps ammette al beneficio 2.500 lavoratori Peri
dipendenti pubblici Tfs frazionato oltre i 50 o 90mila euro Fabio Venanzi
L'Inps sta inviando le lettere che autorizzano il pensionamento con i
requisiti ante 2012 nei confronti di quei lavoratori che nel corso del 2011
hanno fruito della legge 104/1992. Ecco il punto della situazione. Il
decreto legge 102/2013 ha ampliato di 2.500 unità la platea dei lavoratori
salvaguardati dalle nuove regole in favore di coloro che risultavano in
congedo ai sensi dell'articolo 42, comma 5, del Digs 151/2001 (noto
anche come congedo straordinario biennale) o fruitori di permessi ai
sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge 104/1992 nel corso del 2011.
Ulteriore condizione riguarda la decorrenza della pensione che deve
collocarsi entro il 6 gennaio 2015. Ciò vuoi dire che a tale data deve
risultare aperta anche la finestra mobile che per i salvaguardati continua a
trovare applicazione. Per espressa previsione normativa il trattamento
pensionistico non poteva comunque avere decorrenza anteriore al 1°
gennaio 2014. L'Inps provvede al monitoraggio delle domande di
pensionamento inoltrate dai lavoratori che intendono avvalersi dei
requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti prima della data
di entrata in vigore del DI 201/2011 (i cui termini sono scaduti il 26
febbraio scorso), sulla base della prossimità al raggiungimento dei
requisiti per il perfezionamento del diritto al primo trattamento
pensionistico utile (pensione di vecchiaia o anzianità). Al raggiungimento
del li mite numerico l'Istituto di previdenza non esaminerà ulteriori
domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici in parola.
Il costo dell'operazione è stimato in 57 milioni di euro dal 2014 e fino al
2018. L'Inps, in questi giorni, sta inviando le lettere ai lavoratori che
risultano beneficiari della salvaguardia con decorrenza teorica
perfezionata al 31 agosto 2014. Naturalmente la decorrenza della
pensione è subordinata anche alla risoluzione del rapporto di lavoro, al
rispetto dei termini di preavviso e alla presentazione della domanda di
pensione tramite i servizi on line del sito dell'Inps oppure tramite
patronati o Contact center. Per i dipendenti del pubblico impiego la causa
di cessazione risulta importante perché fa decorrere termini diversi di
pagamento dei trattamenti di fine servizio/ rapporto. Nei casi di
dimissioni volontarie il pagamento avverrà non prima di 24 mesi mentre
nei casi di risoluzione da parte della pubblica amministrazione per
raggiungimento del limite ordinamentale o dei requisiti per la pensione
anticipata i termini sono di 12 mesi. Per importi superiori a 5omila euro
ma inferiori a loomila euro l'erogazione avverrà in due rate di cui la
prima erogata con i termini sopra citati e la seconda trascorsi ulteriori 12
mesi. Se la prestazione dovesse risultare superiore a loomila euro,
l'erogazione avverrà in tre rate - con i termini sopra descritti - e
l'erogazione della terza rata avverrà trascorsi 24 mesi dalla prima
erogazione. Per i dipendenti che grazie alla salvaguardia sono riusciti a
perfezionare il diritto a pensione entro il 2013 i frazionamenti di 5omila e
loomila salgono rispettivamente a 9omila e ^ornila euro.
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Mobilità. Disponibili 6,9 milioni grazie a Eures per i progetti di organizzazioni del no
profit Aiuti per trovare lavoro all'estero sostiene le imprese per j g[ovani tra i 18 e i 35
anni disposti a trasferirsi nella Ue
I punti chiave 011 COSA FA EURES La rete Eures è rivolta sia alle persone in cerca di lavoro
interessate a trasferirsi in un altro paese per lavorare e studiare, sia ai datori di lavoro che
desiderano assumere persone di un altro paese. La rete è costituita da "consiglieri" il cui compito è
quello di fornire tre servizi fondamentali, informazione, assistenza e collocamento, a chi cerca
lavoro e ai datori di lavoro interessati al mercato professionale europeo IMAGOECONOMICA 02 I
LE NUOVE REGOLE La decisione 26 novembre 2012 che attua il regolamento Ue 492/2011
perquanto riguarda la compensazione delle domande e delle offerte di lavoro e la ricostituzione
della rete Eures, consente di gettare le basi per lo sviluppo di un vero mercato del lavoro europeo
aperto e di rispondere più efficacemente a specifiche esigenze economiche. La riforma della rete
Eures, in vigore dal 1 gennaio 2014, mira ad aumentare la mobilità dei lavoratori e a facilitare
maggiormente il contatto con i datori di lavoro che richiedono competenze specifiche 03|
LACOOPERAZIONE La riforma permette di aumentare il numero di partner che offrono servizi di
mobilità attraverso Eures e realizzare una cooperazione tra le organizzazioni per l'impiego
pubbliche e private alfine di coprire una maggiore percentuale dei posti vacanti disponibili
(30-40%)
Maria Adele Cerizza Poco meno di 7
milioni per favorire la mobilità e il
lavoro nell'ambito Comunitario
grazie a Eures (European
employment services - Servizi
europei per l'impiego), una rete di
cooperazione che collega la
Commissione europea e i servizi
pubblici per l'impiego dei paesi Ue
più la Norvegia, l'Islanda, il
Lichtenstein e la Svizzera. Il suo
obiettivo è facilitare la mobilità dei
lavoratori all'interno del territorio
interessato, fornendo servizi di
informazione e assistenza a
lavoratori e datori di lavoro e
facilitando l'incontro tra offerta e
domanda di lavoro. La Commissione
europea ha dato il via all'invito a
presentare progetti relativo
all'Azione preparatoria "Your first
Eures job" ("II tuo primo lavoro
Eures"). L'iniziativa si inserisce nel
quadro del progetto omonimo
lanciato per favorire la mobilità
lavorativa dei giovani e il cui
obiettivo per il 2012-14 è aiutare
circa cinquemila giovani a trovare un
impiego all'interno dell'Ue. L'invito
dispone di un budget di 6,9 milioni e
l'intenzione di
desiderano trovare lavoro,
opportunità di tirocinio o
apprendistato e spostarsi in un
altro Stato membro - ma anche i
datori di lavoro e le Pmi quando
forniscono un programma di
integrazione per i giovani
lavoratori mobili appena assunti,
tirocinanti o apprendisti. I progetti
devono essere finalizzati a
favorire l'inserimento lavorativo
di al
IN AZIENDA Datori di lavoro e Pmi
possono stilare programmi di
integrazione per neo-assunti,
tirocinanti o apprendisti vrebbero
sostenere prima di
meno cento giovani in uno Stato
membro diverso da quello di
residenza. Possono presentare
progetti organizzazioni profit e
no-profit del settore pubblico e
privato che forniscono servizi
per l'impiego. I progetti possono
riguardare un consorzio e
devono avere una significativa
dimensione europea (almeno
sette organizzazioni di diversi
paesi Ue) o garantire la fornitura
di servizi orientati all'utenza in
Bruxelles è quella di finanziare
progetti riguardanti: l'inserimento almeno tre diversi Stati Ue. La
al lavoro (che include la fornitura scadenza per la presentazione
delle proposte è il 15 ottobre
di informazioni, l'assunzione di
lavoratori, servizi di collocamento 2014. Tutta la documentazione
e di incontro domanda-offerta) e il utile perla presentazione di un
progetto è disponibile nel sito
collocamento in tirocinio o in
ufficiale della Commissione
apprendistato. I progetti
europea: http://ec.europa.eu/
selezionati dosocial/main.
jsp?
catld=029&langld=en&calHd=4i5&
furtherCalls=yes Fondamentale
controllare in questo sito eventuali
avvisi o integrazioni alla
documentazione. Per ottenere
chiarimenti in merito all'invito basta
mandare una mail al seguente
indirizzo: [email protected]. eu. Inoltre con un
bando di gara d'appalto finanziato dal
Pro
gramma dell'Ue per
l'occupazione e l'innovazione
sociale (EaSI) 2014-2020 con 4
milioni di euro, la Dg
Occupazione della Commissione
intende incaricare un pool di
esperti servizi di assistenza
tecnica e altri servizi di supporto
per il portale Eures. Il bando di
gara d'appalto riguarda un
accordo quadro della durata di
ventiquattro mesi per la
prestazione di una serie di attività
di servizi di help desk finalizzati
a sostenere ed assistere sia gli
utenti del portale Eures, che gli
stessi membri della rete Eures.
La scadenza per la presentazione
delle candidature è prevista per il
15 ottobre 2014. Tutta la
documentazione utile per
partecipare al bando di gara è
disponibile nel sito http://
ec.europa. eu/social/main. jsp?
catld = 029&langld =
en&calHd=4i5&furtherCalls=yes
©RIPRODUZIONE
RISERVATA O
APPROFONDIMENTO
ONLINE Tutti i fmaziamenti
europei su www.ilsole24ore.com/
dos5ier/ economia/osservatorio
finanziamenti uè/index.shtml
tutto i giovani - tra i 18 e i 35
anni che
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Pronti 3,6 milioni
Politiche di sostegno
per i disabili
Fondi in arrivo per i disabili
L'obiettivo del primo bando di
gara di 3,2 milioni è quello di
fornire informazioni, analisi e
consulenze scientifiche
indipendenti alla
Commissione, di qualità e
affidabili, tali da contribuire
attivamente a supportare il
processo politico nel settore
della disabilità. L'obiettivo è
quello di creare e mantenere
una rete europea di esperti
accademici nel settore della
disabilità. Date le diverse
tematiche da considerare, la
rete dovrà comprendere esperti
non solo in questioni sociali
nel settore della disabilità ma
anche in questioni relative alla
disabilità nelle politiche
dell'Ue che sono pertinenti per
le persone con disabilità. Il
termine per il ricevimento
delle offerte è il 6 ottobre
2014. Un altro bando (35omila
euro, domande entro il io
ottobre) sempre nel settore
della disabilità, è quello di
favorire - tra gli operatori del
diritto e i responsabili delle
politiche nell'Ue e nei paesi
candidati che hanno deciso di
partecipare al programma per
la promozione dei diritti,
dell'uguaglianza e della
cittadinanza - una maggiore
conoscenza e una migliore
comprensione della
convenzione delle Nazioni
Unite sui diritti delle persone
con disabilità. 1DUZIONE
RISERVATA
Previdenza
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Venerdì
05/09/2014
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Direttore Responsabile
Diffusione Testata
Pierluigi Magnaschi
79.055
MF SHIPPING & LOGISTICA La Ue boccia i costi minimi
Secondo l'istituzione europea si tratta di una pratica che restringe la
concorrenza. Soddisfatte le associazioni della committenza. Ma si
rischia un'esplosione di cause legali per le tariffe finora applicate P!
I re vedendo che il prezzo del
trasporto di merci su strada non
possa essere inferiore ai costi
minimi d'esercizio, la normativa
italiana viola il diritto
dell'Unione». La Corte di
Giustizia dell'Unione Europea
con una sua sentenza ha stabilito
che l'applicazione del sistemi
noto come «costi minimi
d'esercizio» applicati
dall'autotrasporto restringono la
concorrenza nel mercato interno.
Questo sistema era stato
introdotto in Italia con l'articolo
83-bis del decreto legge
112/2008 dell'alierà governo
Berlusconi per entrare
effettivamente in funzione nel
2011. La normativa italiana
relativa al trasporto di merci su
strada prevedeva che il
corrispettivo dovuto dal
committente non potesse essere
inferiore ai costi minimi
d'esercizio, i quali includono il
costo medio del carburante per
chilometro di percorrenza e i
costi d'esercizio dell'impresa di
trasporto. Questi minimi,
determinati e riportati in precise
tabelle prima dall'Osservatorio
sui costi minimi (poi abolito) e
negli
conseguenza, la fissazione dei
costi minimi d'esercizio impedisce
alle imprese di fissare tariffe
inferiori a tali costi. Pertanto,
limitando la libertà degli attori
del mercato di determinare il
prezzo dei servizi di trasporto di
merci su strada, la normativa
italiana è idonea a restringere il
gioco della concorrenza nel
mercato interno». Inoltre la Corte
rileva che «la determinazione dei
costi minimi non è idonea, né
direttamente né indirettamente, a
garantire il conseguimento
dell'obiettivo legittimo fatto
valere dall'Italia per giustificare
imprese, e a mettere anche gli
la restrizione della concorrenza
operatori più deboli nelle
(vale a dire la tutela
della sicurezza stradale).
Infatti, la normativa nazionale
si limita a prendere in
considerazione la sicurezza
stradale in maniera generica,
senza stabilire alcun nesso tra
essa e i costi minimi». Adesso
di questo pronunciamento
dovranno tenere conto il Tar
Lazio e in generale la
giurisprudenza italiana nella
miriade di controversie passate
e presenti fra società di
autotrasporto e committenti.
Commentando questa sentenza
ultimi due anni dal ministero
dei Trasporti, da oggi non sono il presidente di Confetra, Nereo
Marcucci, ha detto: «Da quasi
più applicabili. A ricorrere al
tre anni ci siamo dichiarati
Tar Lazio contro questi
provvedimenti amministrativi disponibili al dialogo per
trovare soluzioni eque che
era stata dapprima TAPI
potessero garantire la capacità
(Anonima Petroli Italiana)
commerciale dei piccoli vettori.
seguita poi da varie
associazioni della committenza Oggi più che mai questo
dialogo deve avere
tra cui Confindustria,
Confitarma, Unione Petrolifera, concretamente inizio senza
interferenze politiche». Secon
Federacciai, Federalimentare,
Federchimica, Confetra,
Fedespedi, Assologistica,
Federagenti e Assofer. Nella
sua sentenza la Corte di
giustizia europea constata che
l'Osservatori sui costi minimi
«dev'essere considerato
un'associazione d'imprese
do Thomas Baumgartner,
direttamente soggetta alle
presidente di ANITA, questa
regole di concorrenza. Di
sentenza «apre un nuovo capitolo
condizioni di poter sostenere le
dinamiche del mercato, sempre
Assologistica, per voce del suo
presidente Carlo Mearelli, si è
detta «pronta a lavorare perché
si stabiliscano rapporti corretti
e trasparenti di libero mercato
tra committenza e
autotrasportatori, che
garantiscano lavoro, legalità,
margini e competitivita a
Filippo Gallo, responsabile
della commissione Trasporti di
Federagenti, ha infine
sottolineato che «ora le imprese
di autotrasporto dovranno
individuare la strada per poter
stare sul mercato con tariffe
concordate senza limitazioni»,
(riproduzione riservata)
nei rapporti commerciali fra le
imprese, ma che al tempo stesso
non risolve i problemi che
avevano dato origine ai costi
minimi. Anita ha sempre mirato
alla crescita del settore puntando
su regolarità,
professionalità, qualificazione delle
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IoMiAssicuro.it
Mercoledì
03/09/2014
4/9/2014IO Ml ASSICURO - sito di informazione su polizze assicurative e previdenza integrativa 3/9/2014 - Pensione insegnanti, il semaforo resta rosso
Non hanno alcuna possibilità di ottenere la pensione prima dell'inizio dell'anno scolastico gli insegnanti che rientrano nella cosiddetta "Quota 96". Sono
coloro che, avendo maturato dopo il 31 dicembre 2011 ma entro il 31 agosto 2012, i requisiti anagrafici e contributivi per accedere al trattamento
pensionistico di anzianità o di vecchiaia necessari prima della riforma Fornero, avevano chiesto l'estensione della facoltà di andare in pensione
riconosciuta ai colleghi che avevano maturato questi requisiti appunto entro il 31 dicembre 2011: 60 anni di età e 36 di contribuzione, 61 anni e 35 di
contributi, oppure 40 anni, indipendentemente dall'età anagrafica. La proposta di legge che lo avrebbe consentito, la riforma Madia della Pubblica
amministrazione, non ha ottenuto l'approvazione dal Parlamento. Il negato via libera è dovuto alla mancata copertura delle risorse necessarie per consentire
il pensionamento anticipato. E' difficile indicare a quanto sarebbero ammontate le risorse stesse: nessuno è stato in grado di definire con certezza non solo
il numero del personale che aveva maturato i requisiti entro il 31 agosto 2012 (4 mila secondo un monitoraggio del Ministero dell'Istruzione, circa 9 mila
secondo l'Inps), ma neppure di quanti avrebbero chiesto di cessare dal servizio a partire da settembre. Tanto il Presidente del Consiglio Renzi quanto il
ministro Madia e quello dell'Istruzione Giannini, avevano annunciato l'intenzione di emanare un provvedimento di urgenza finalizzato al recupero delle
disposizioni non approvate. Anche se le intenzioni si fossero concretizzate in un ennesimo decreto legge (che entra in vigore dal giorno successivo alla sua
pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) , è apparso subito impossibile che gli interessati avrebbero potuto farcela. Oggi era il giorno fissato dal premier per
esporre i provvedimenti di riassetto della scuola e affrontare il caso dei "Quota 96". Nonostante qualche giorno fa la categoria fosse stata rassicurata
direttamente dallo stesso ministro Giannini "Attendete fino a mercoledì, abbiate pazienza" - è arrivato l'ennesimo nulla di fatto.
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