Notiziario N° 22 - Ottobre 2013 per i soci Dal 1892 competenza e professionalità prestate in un rapporto umano Nuovo Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale. Chi sono gli 11 consiglieri e i 3 sindaci. Quattro new entry (tre del Cda e un sindaco): conosciamoli meglio La Giornata del socio Vicenza e Soave: «Ecco il contributo arte e ottimo vino che vogliamo dare a Banca Cremasca» pag.30 Cardinal Ersilio Tonini «La finanza che serve» pag.31 Come si prepara «la bertulina» Il dolce cremasco d’autunno Le nostre riflessioni Benessere e Pil: spunti e riflessioni su crisi e valori L a nostra è una banca nella quale ripongono la loro fiducia artigiani, commercianti, professionisti, piccoli e medi imprenditori e famiglie. Con loro si parla non solo di fidi e tassi, ma della quotidianità, del nostro territorio, di impegno sociale, di etica e perché no, di sport e dell’argomento che purtroppo è diventato di attualità permanente da alcuni anni: della crisi e di come superarla. E la loro è sicuramente una voce importante da ascoltare perché sono titolari di imprese, studi, officine e negozi che formano l’ossatura della nostra economia. Su quest’ultimo tema cosa dicono le loro parole, che non sono sfoghi improvvisi, ma ragionamenti sensati e sofferti? Un vero problema - dicono - resta il debito pubblico che ha superato i 2.000 miliardi, con interessi al suo servizio - spread alto o basso che sia - che sfiorano gli 85 miliardi l’anno. Una massa enorme di risorse finanziarie sottratte a investimenti, lavoro, sviluppo, sociale. Un fardello sicuramente da diminuire in tempi ragionevoli per non lasciare un peso sulle spalle dei nostri figli: sarebbe una eredità non desiderata che non avrebbe la possibilità di essere accettata o rifiutata con il beneficio d’inventario. Toccherebbe comunque. La situazione che viviamo fa maggiormente riflettere su cosa sia il benessere di una comunità e di come lo si possa misurare. Un metro di giudizio è sicuramente il Pil (Pro- dotto interno lordo). Ma si può pesare anche la felicità di una comunità? Sì, secondo l’Istat che, insieme al Cnel, ha realizzato il primo rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Il che significa che si può vagliare la felicità in termini di realizzazione personale (rapporti, possibilità, salute, ambiente di vita eccetera). Proprio Simon Kuznets, l’economista che inventò il Pil, sostenne nel 1934 che «il benessere di una nazione non può essere facilmente desunto da un indice del reddito nazionale». Qual è la morale? I cremaschi l’hanno scoperta da tempo: i soldi non fanno la felicità, ma aiutano molto. Se poi, oltre ai soldi, una persona ha ottimi rapporti con la sua comunità, sta bene fisicamente, ha possibilità di crescita economica e professionale, vive in un ambiente dove la qualità della vita è buona, questa persona vive meglio e produce di più. Un contributo determinante per la ripresa deve venire dal settore produttivo; la nostra industria prova a risalire la china. Nessuno si fa illusioni e non bastano pochi punti decimali di miglioramento per far tornare il sereno su un’economia messa alle corde da troppi trimestri consecutivi in ribasso. E’ un piccolo e timido tentativo di risveglio: mettendo in fila i numeri dal 2008 in poi appare chiaro che la distanza che ci separa dai livelli pre-crisi resta. Con sano realismo, bisogna ammettere che il percorso è ancora lungo. Ma per questo è importante non buttare al vento il poco fieno messo in cascina. Non solo: è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo. Lo dicono capitani d’industria che l’hanno sperimentato sul campo, ieri e oggi, e visti i risultati sul lungo periodo c’è da credergli. Pensiamo ad esempi positivi che alzino il tono e facciano riflettere sull’importanza dei valori. Una bella notizia che indica come con capacità, buona volontà e tanta determinazione si arriva dappertutto. Fabio Boselli, 22 anni, è stato proclamato dottore in Ingegneria Edile con 90/100 al dipartimento di Ingegneria dell’ateneo bergamasco di Dalmine. Quale è l’eccezionalità? Che Fabio Boselli è non udente. Un’altra buona notizia esempio di onestà: trovare 4.200 euro e riconsegnarli al proprietario. Lo ha fatto Federico Marconi, 18 anni, di San Giovanni Bianco (Bg), il quale, vedendo un portafogli colmo di banconote, non ha esitato: ha consegnato denaro e documenti agli agenti della questura. «Se avessi preso quei soldi» ha raccontato il giovane, «non avrei avuto comunque il coraggio di spenderli. Avrei agito da ladro. La mia scelta è stata spontanea». Federico sogna di fare il medico. Ha superato il test d’ingresso in medicina. Non possiamo sapere oggi se sarà un bravo medico, ma sappiamo da subito che sarà un medico onesto. L’ultima buona notizia ci riguarda da vicino e sono certo sarà di conforto per i soci di Banca Cremasca. In questi giorni il Giornale MF - Milano Finanza - ha pubblicato un inserto dal titolo ‘L’atlante delle banche leader 2013’ con diverse classifiche, tra cui quella dei maggiori creatori di valore, ossia una selezione di Banche che hanno migliorato stabilmente i mezzi amministrati e i risultati reddituali nell’ultimo triennio. Tra i 590 istituti componenti il campione e successivamente divisi in categorie per dimensioni, Banca Cremasca è risultata, tra gli istituti di credito di piccole dimensioni, segmento che comprende tutte le tipologie di banche, 24esima in Italia e prima fra le Banche di Credito Cooperativo della Lombardia. Oltre a renderci orgogliosi, questo risultato è un segnale di speranza e la riconferma che grazie all’impegno, al lavoro di gruppo e alla determinazione si possono ottenere piccole grandi soddisfazioni. Francesco Giroletti 3 Filo diretto Notiziario con i soci per i soci: una copia per casa Se hai qualche comunicazione da trasmettere alla banca, dei chiarimenti da chiedere, se hai bisogno di consigli o di risolvere dubbi, ora puoi scrivere o telefonare a Banca Cremasca. Sarai ascoltato e troverai una risposta. La lotta agli sprechi nasce anche da piccoli gesti. Infatti, può capitare che in una famiglia ci siano più soci a Banca Cremasca, a ognuno dei quali viene spedito il «Notiziario per i soci» della banca. Ma avere in casa più copie della stessa pubblicazione è sicuramente uno spreco. Per riceverne una sola, scrivi o telefona a Banca Cremasca. Sommario Pag.2 Le nostre filiali PAG.3 Giroletti: onesti e determinati PAG.5 Il bilancio 2012: buone notizie PAG.7 Tre nuovi consiglieri e un sindaco: ecco chi sono PAG.9 Iccrea holding: bilancio e Cda PAG.10 Il credito cooperativo compie 130 anni PAG.11 Banca Cremasca al Giro d’Italia PAG.13 Coopi: marcia non competitiva Terremotati: nuova scuola PAG.14 Le nostre filiali: Caravaggio PAG.16 Restauro Duomo: novità Se hai un computer, scrivi a questa e-mail: [email protected] Se hai un computer, scrivi a questa e-mail: [email protected] PAG.18 Sergnano: rassegna «E...state» PAG.19 Primo treno, 150 anni fa PAG.20 I nostri prodotti PAG.22 Le sette chiese di Montodine PAG.24 Pacioli: premiati i migliori Se hai un telefono, chiama: Ufficio soci 0373-877136 Se hai un telefono, chiama Ufficio soci 0373-877136 PAG.25 Torneo Bcc di Fano e scacchi PAG.26 Tornei “Dossena” e “Marcarini” PAG.27 NOTIZIARIO PER I SOCI Direttore responsabile: Sergio Cuti Coordinatore editoriale: Roberta Serina Comitato di redazione: Francesco Giroletti, Giuseppe Capellini e Cesare Cordani. Testi di: Chiara Scuri, Gionata Agisti, Michele Scarpellini 04 4 Editore: Banca Credito Credito Cooperativo soc.coop p.zza Garibaldi 29 CREMA Registrazione del Tribunale di Crema n.128 del 20.1.2003 Progetto Grafico: TRENTUNODIECI Stampa: Grafica G.M. via degli Artigiani 8, Spino d‘Adda (provincia di Cremona) Associato all’USPI N° iscrizione ROC: 23074 Si ringraziano tutti coloro che hanno messo a disposizione le immagini presenti nel notiziario Soci a Mosca e San Pietroburgo PAG.28 La Giornata del socio PAG.30 Il libro del cardinal Tonini PAG.31 La ricetta: la bertolina 2012: sono aumentati l’utile e il credito dato agli imprenditori Il nostro bilancio Sono state supportate anche le famiglie. E’ stata contenuta la politica dei tassi, vista la difficile situazione economica. «Guardiamo al futuro con tranquillità» Da sinistra a destra: Mario Tagliaferri (presidente del Collegio dei sindaci), Giuseppe Capellini (vice presidente), Giuseppe Maino (rappresentante della Federazione lombarda delle Bcc), Francesco Giroletti (presidente), Cesare Cordani (direttore generale) e Giovanni Barbaglio (notaio). N on solo la presentazione del bilancio 2012, approvato all’unanimità, ma anche il rinnovo del consiglio di amministrazione che ha guidato Banca Cremasca negli ultimi 3 anni. Vediamo, dunque, le due notizie. Per quanto riguarda il conto economico, l’utile netto è risultato di 2,4 milioni di euro, rispetto a 1,7 milioni del 2011, e il supporto agli imprenditori è stato considerevole. Per il Cda, invece, tre sono state le new entry: Angelo Bolzoni, Umberto Cabini e Raffaele Ursi che prendono il posto di Lamberto Brambatti, Maurizio Redondi e Gianfranco Rossi, a cui sono andati i più sinceri ringra- ziamenti per la grande dedizione e il lavoro svolto nell’ultimo mandato. Tutto è successo domenica 19 maggio, alla palestra di via Toffetti, a Ombriano, dove si è tenuta l’annuale assemblea dei soci dell’istituto di credito. Al tavolo dei relatori, accanto al presidente Francesco Giroletti e al direttore Cesare Cordani, anche il vice presidente Giuseppe Capellini, il presidente del Collegio dei sindaci, Mario Tagliaferri, Giuseppe Maino, rappresentante della Federazione lombarda delle Bcc e il notaio Giovanni Barbaglio. «Il bilancio con cui chiudiamo l’esercizio 2012 è sicuramente positivo» ha esordito il presidente Giroletti. «Il nostro utile netto è di 2,4 milioni di euro, rispetto agli 1,7 con cui avevamo chiuso il 2011. Nel corso dell’ultimo anno sono aumentati anche gli impieghi lordi, pari a 416 milioni di euro, contro i 406 dell’anno precedente e questo per la nostra banca ha significato l’erogazione di maggior credito per le famiglie e le imprese del territorio. La politica dei tassi è sempre stata contenuta, considerata la difficilissima situazione attuale, e l’intento del consiglio di amministrazione è stato quello di porre un’attenzione particolare alla situazione delle imprese, evi5 Gli 11 consiglieri Poi, i 910 soci presenti hanno proceduto alle votazioni a scrutinio segreto, che hanno portato all’approvazione della lista proposta dal Consiglio d’amministrazione in carica, composta da 11 consiglieri: Marta Bolzani, Giuseppe Capellini, Francesco Giroletti, Francesco Mariani, Pierangelo Scandelli, Luigi Severgnini, Franco Triassi e Gianfranco Vailati. Tre le new entry: Angelo Bolzoni, Umberto Cabini e Raffaele Ursi. Il Collegio sindacale è stato rinnovato nelle persone di Giovanna Piloni ed Eliana Pirini. Confermati: Mario Tagliaferri, Paolo Perolini e Ruggero Ferrari. Infine, il Collegio dei probiviri, che ha un nuovo presidente: Danilo Tornaghi; riconfermati Mimma Aiello, Ermelinda Raimondi, Domenico Butera e Denise Traspedini. I 33 soci premiati Il momento delle votazioni a scrutinio segreto: così 910 soci presenti all’assemblea hanno scelto, approvandola, la lista degli 11 consiglieri proposta dal Consiglio di amministrazione in carica. tando, per esempio, di imporre loro dei rientri a breve termine». Interessante è stato l’intervento del direttore Cordani che si è soffermato sui numeri: «Il tasso medio degli impieghi si è attestato sul 3,56%, a differenza del 3,75% del 2011. Ben consapevoli delle difficoltà, non abbiamo voluto stressare i tassi, al contrario. D’altra parte, consci anche del fatto che, in questo periodo, le famiglie sono restie a investire, abbiamo alzato, invece, il tasso sulla raccolta: dall’1,35% all’1,54%». Infatti, anche la raccolta diretta ha conosciuto un incremento: 510 milioni di euro, rispetto ai 494 milioni del 2011. Si tratta di una crescita media annua del 3,3%, in linea con il risultato del credito cooperativo in generale - +3,8% - e superiore alla media del sistema bancario nazionale che è stata del +1,6%. «I nostri indici ci consentono di guardare al futuro con tranquillità» ha concluso Giroletti, «visto che, grazie ad anni di gestione attenta e prudente, siamo riusciti ad accrescere il patrimonio del nostro istituto che si è addirittura triplicato, rispetto al 2001, arrivando a quota 72,7 milioni di euro: il 25% in più, rispetto allo scorso esercizio». Un risultato, quello di Banca Cremasca, elogiato dal rappresentante della Federazione lombarda: «Il vostro bilancio è davvero in controtendenza, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo» ha commentato 6 Maino. «Non se ne vedono di simili in giro: anche solo in Lombardia, le 45 Bcc, nel loro insieme, raggiungono un utile netto poco superiore ai 20 milioni di euro. E dire che ci sembrava di aver toccato il fondo l’anno scorso, quando i milioni erano 60. L’auspicio è che riusciate a mantenere i risultati e anche quei valori propri di una Bcc che avete saputo preservare in questi ultimi anni». Nel corso dell’assemblea si sono susseguiti diversi interventi, puntualmente riscontrati dal Presidente e oggetto di successive analisi e approfondimenti da parte del neoeletto CdA. Sono stati premiati 33 soci, attivi da 25 anni: Roberto Assandri, Marco Barbaro, Maurizio Barbaro, Guerrino Bertoletti, Luigi Filippo Bertoli, Battista Giuseppe Bianchessi, Teresa Bocchi, Renzo Bonardi, Giacinto Bressanelli, Giovanni Bressanelli, Giuseppe Bressanelli, Luciano Bressanelli, Mario Bressanelli, Tarcisio Brusaferri, Severino Busetti, Umberto Cabini, Franco Cattaneo, Dalmazio Cavalletti, Silverio Corradini, Egidio Cresci, Luigi Denti, Pasquale Denti, Pietro Facchi, Pietro Antonio Ferla, Davide Gagliardi, Pierino Guaiarini, Giovanni Pacchioni, Gian Pietro Trezzi, Ivan Triassi, Fabrizio Vailati, Romana Vailati Facchini, Luigina Valvassori e Gian Pietro Zambelli. Ecco gli 11 consiglieri che formano il nuovo Consiglio di amministrazione di Banca Cremasca. Di loro, tre sono di nuova nomina. Ci sono novità anche nella composizione del Collegio sindacale e nel Collegio dei probiviri. Le nuove nomine Tre nuovi consiglieri del Cda e un nuovo sindaco «Chi siamo, e il nostro impegno per la banca» Angelo Bolzoni: «il credito a imprese e professionisti» Angelo Bolzoni, 56 anni, coniugato, due figli (Alessadro di 22 anni, studente universitario iscritto alla facoltà di Ingegneria, e Gabriele 17 anni, studente iscritto al liceo Tecnologico), residente a Trescore Cremasco, è un ingegnere industriale, libero professionista, iscritto all’Albo professionale dal 1983. (Il suo studio è a Crema, in via Del Commercio). Dopo il diploma all’Itis, si è laureato in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano nel 1981, con una tesi sugli aspetti gestionali dei sistemi di illuminazione artificiale in diverse tipologie di utenza. «Attualmente svolgo attività nella progettazione di impianti tecnologici in ambito industriale, ospedaliero e terziario, nella gestione dei servizi e della manutenzione di impianti, nonchè nello sviluppo di sistemi finalizzati alla ottimizzazione dei costi aziendali nei processi di consumo e di acquisto. Sono libero docente per corsi di formazione ed aggiornamento in tema di impiantistica elettrica presso enti privati». Non vuole svelare il suo «sogno nel cassetto» perché, «se si svelano, non si avverano». I suoi scrittori preferiti sono tutti del Novecento «da Moravia fino a Biagi e Montanelli». I suoi film preferiti sono di genere drammatico. «Indimenticabile “A Beautiful Mind”, trasposizione cinematografica delle vicende di John Forbes Nash, matematico premio Nobel, esempio vivente di genio e sregolatezza». Il suo colore preferito è il bordeaux, «visto che sto scrivendo con questo colore; comunque anche l’arancione non è male». Quale contributo vuole dare in Banca Cremasca? «Rispondo facendo mie alcune affermazioni di Mario Draghi, presidente della Bce, sullo scenario delle banche, determinanti per rendere più o meno duratura e profonda la crisi che stiamo vivendo. Il contributo potrebbe avvenire nell’ottica di un miglioramento del radicamento nel territorio, delle conoscenze sul campo della clientela e della sue effettive potenzialità. Credo ci siano ancora margini, soprattutto trattandosi di una piccola banca, attenta al perseguimento di equilibri economici e patrimoniali prudenti, per non far mancare sostegno alle imprese ed alle realtà professionali locali con buone opportunità di crescita». 07 7 Giovanna Piloni: professionista, MAMMA e anche docente Giovanna Piloni, 55 anni, coniugata, una figlia (Clara di 24 anni), residente a Offanengo, è dottore commercialista e docente di materie economiche in un istituto di istruzione superiore statale cittadino. Si è diplomata in Ragioneria presso l’Istituto tecnico commerciale «Bassi» di Lodi e poi laureata in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Quindi si è abilitata allo svolgimento della professione di dottore commercialista e all’insegnamento di materie economiche. Infatti, dopo alcuni anni da dipendente nel settore finanziario e assicurativo (ha lavorato in banca e in una compagnia di assicurazione), 25 anni fa ha aperto il suo studio professionale in Crema e contemporaneamente ha iniziato l’attività di insegnante. Come professionista, ha ricoperto incarichi di componente del collegio sindacale e di componente del collegio dei revisori di alcune società ed enti, sia a capitale pubblico che a capitale privato. Attualmente, oltre che di Banca Cremasca, è sindaco di S.C.R.P. Spa e di S.C.S. Spa e revisore della Fondazione Benefattori Cremaschi-Onlus. E’ inoltre consigliere dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Crema. Il suo sogno nel cassetto? «I sogni, affinché rimangano tali, non debbono essere svelati. Se parliamo invece di desideri, visto che mi piace molto viaggiare, vorrei fare un lunghissimo viaggio con mio marito e mia figlia toccando diversi paesi nel mondo». Preferisce il verde, le piacciono i film d’azione, legge moltissimo e non solo libri e riviste professionali. «Spazio in vari generi letterari e mi rilasso particolarmente leggendo gialli d’autore». Quale contributo vuole dare nel suo nuovo incarico in Banca Cremasca? «Spero di poter contribuire al buon andamento della banca apportando l’esperienza maturata in tanti anni di professione e a mia volta di arricchirmi umanamente e professionalmente grazie a questo importante incarico». 8 Raffaele Ursi: «Qual è mio sogno? Lavorare con serenità e tranquillità» Raffaele Ursi, 48 anni, coniugato, due figli (Stefano di 18 anni e Riccardo di 14 anni), residente a Crema, è titolare di uno studio tecnico e amministrativo (ammini- strazione condominiale). Ha cominciato a lavorare con il padre all’età di 20 anni in uno studio associato (Progettazione e amministrazione). Quando il padre è andato in pensione, 10 anni fa, ha continuato ad occuparsi dello studio, ma solo per la parte amministrativa. E’ diplomato geometra. Poi ha seguito dei corsi relativi alle problematiche condominiali, alla progettazione edilizia e agli accatastamenti immobiliari. Il suo sogno nel cassetto è quello di «riuscire a lavorare in tranquillità e serenità, senza lo stress quotidiano nel quale siamo abituati a lavorare». Non legge molto per mancanza di tempo, guarda soprattutto i film d’avventura, e il suo colore preferito è il verde. Quale contributo vuole dare in Banca Cremasca? «Vorrei fare tutto il possibile, in base alle mie capacità, per il bene della banca, essendo Banca Cremasca un istituto di credito che guarda alla collettività. Non ho ambizioni personali per quanto riguarda il mio incarico, ma le mie ambizioni vanno tutte al territorio nel quale la banca ha radicato le proprie radici». Umberto Cabini: «servire il territorio» Umberto Cabini, 64 anni, studi di Economia, coniugato, tre figli (Arianna, 36 anni, Assia, 26 anni, e Jacopo 24 anni), residente a Crema, è un imprenditore. Ha un’azienda che fa arredamento per negozi, nello specifico cassettiere per farmacie e negozi di ottica. E’ un’azienda nata nel 1960 e si chiama ICAS (www.icas.it ). «Esportiamo il 60% dei nostri prodotti all’estero» spiega. Oltre ad essere titolare di Icas, è anche presidente della Piccola media industria all’associazione industriali di Cremona. Infine, per 6 anni è stato presidente della Fondazione del teatro San Domenica a Crema. Il suo sogno nel cassetto? «Che l’Italia possa tornare ad esprimere il meglio di sé come negli anni Sessanta». Il suo libro preferito è «L’Astrologo», il film è «Mistic River», il colore è l’arancione. Quale contributo vuole dare in Banca Cremasca? «Usare la mia professione come imprenditore finalizzata alla mission della Bcc che è quella di servire al meglio il territorio». Iccrea Holding (Gruppo Bancario Iccrea) Approvato bilancio 2012 e nuovo Cda 2013-2015 L’utile aziendale arriva a 23 milioni. Continua l’attività del gruppo come partner delle Bcc nelle aree dove hanno forti le loro radici. L ’ assemblea degli azionisti di Iccrea Holding SpA - la capogruppo del gruppo bancario Iccrea che riunisce le società che offrono prodotti e servizi alle banche di credito cooperativo - ha approvato il bilancio 2012, chiudendolo con un utile di esercizio di 23 milioni (+35%). A livello consolidato, l’utile si attesta a 43 milioni, mentre il patrimonio netto di Iccrea Holding, comprensivo dell’utile, ammonta a 1,155 miliardi. L’assemblea ha inoltre proceduto al rinnovo del Consiglio d’amministrazione della società per il triennio 20132015, che risulta così composto: Antonio Albano, Lucio Alfieri, Alessandro Azzi, Enrica Cavalli, Giovanni Combi, Nicola Di Santo, Gianfranco Donato, Florio Faccendi, Carlo Antonio Feruglio, Francesco Giroletti, Luciano Gorni, Francesco Liberati, Giulio Magagni, Giuseppe Maino, Giorgio Merigo, Heiner Nicolussi-Leck, Gino Polidori, Angelo Porro, Secondo Ricci, Patrizio Rosi, Carlo Ruggeri, Luciano Saraceni, Pierpaolo Strà, Leonardo Toson, Lorenzo Zecca, Franco Zibordi. Inoltre, il collegio sindacale è formato da Luigi Gaspari (presidente), Fernando Sbarbati e Romualdo Rondina, mentre i supplenti sono Marco Mauri e Maurizio Variola. Giulio Magagni, presidente di Iccrea Holding, e Roberto Mazzotti, direttore generale, hanno evidenziato la crescita del valore creato per le Bcc sotto l’aspetto della qualità dei servizi resi, delle commissioni retrocesse (circa 270 milioni) e dei finanziamenti concessi alle BCC e assistiti da collaterale che si sono attestati a 16,3 miliardi (rispetto ai 7,8 del 2011). «Come gruppo bancario Iccrea sentiamo forte la responsabilità di affiancarci alle banche di credito cooperativo» ha commentato Magagni, «al fine di supportarle nella loro mission di aiuto allo sviluppo dei territori in cui operano. In momenti di difficoltà come questi è essenziale che Iccrea e tutte le Bcc si adoperino per individuare i meccanismi più efficaci per operare in modo sinergico, ottimizzando i processi a beneficio dei nostri clienti». «Il gruppo bancario Iccrea non è più un semplice fornitore di prodotti e servizi per le banche di credito cooperativo» ha ribadito Mazzotti, «ma è un insieme di aziende che lavorano ogni giorno al fianco delle BCC per sviluppare, insieme a loro, attività e strategie adeguate a soddisfare le esigenze della propria clientela. Allo stesso tempo il Gruppo bancario Iccrea, di cui le stesse BCC sono proprietarie, si deve fare carico di offrire al Sistema del Credito Cooperativo tutte quelle leve che ormai sono essenziali per una banca per essere competitiva sul mercato. Penso all’internazionalizzazione, alla monetica, e a tutti quei servizi complementari che una banca locale deve offrire sia alle famiglie, per la salvaguardia del loro futuro, sia alle aziende, per continuare a investire e portare valore al territorio». 9 Le nostre ricorrenze creditocooperativo.it Azzi: «Ci attende un lavoro complesso, ma non impossibile» CONTROCORRENTE. DAÊ130ÊANNI. I l 20 giugno del 1883, su iniziativa di Leone Wollemborg, nasceva a Loreggia, in provincia di Padova, la prima Cassa rurale italiana (a sua volta, lo ricordiamo, la prima Cassa rurale cremasca è quella di San Bernardino, fondata nel marzo del 1892, seguita da quella di Santa Maria della Croce nel novembre dello stesso anno). Quest’anno, quindi, il Credito cooperativo festeggia i 130 anni. Per questa occasione, il presidente di Federasse, Alessandro Azzi, ha inviato a tutte le Bcc una lettera-riflessione su questa importante ricorrenza. Ne riportiamo alcuni bravi significativi. • «I 130 anni dalla costituzione della prima Cassa rurale è un evento non rituale. Non solo per il dato, davvero sorprendente, di longevità, vitalità ed attualità della cooperazione di credito, ma anche perché questa occasione è utile per farci riscoprire l’orgoglio di appartenere a una realtà che non è solo modello di impresa, ma anche pratica di solidarietà economica e di partecipazione, capace davvero di accompagnare nei suoi passaggi chiave la crescita e la storia del nostro Paese. • «E’ una ricorrenza che per noi ha un sapore dolce e amaro nello stesso tempo. Dolce perché certifica la bontà di un’intuizione che Leone Wollemborg ebbe 130 anni fa, semplicemente “osservando” la realtà di allora e cercando soluzioni eque e condivise per venire incontro a problemi come l’esclusione sociale, la povertà, l’usura, la mancanza di futuro per 10 20ÊGIUGNOÊ1883. AÊLoreggiaÊnasceÊlaÊprimaÊCassaÊRuraleÊitaliana. DaÊallora,ÊandiamoÊnellaÊdirezioneÊcheÊciÊindicanoÊiÊbisogniÊdelÊterritorio eÊiÊprogettiÊdelleÊpersone.ÊDaÊsempreÊchiÊciÊsegue,ÊsiÊritrova. intere generazioni. Amaro perché ancora oggi, a distanza di tempo, intravediamo ancora troppe sacche di esclusione sociale, di sofferenza economica, di mancanza di speranza per il domani. • «E’ come se - per un curioso gioco del destino - questa ricorrenza ci dicesse che il nostro lavoro non può perdere spinta ed entusiasmo. Che il paese ha ancora bisogno di “tanta” cooperazione di credito, di solidarietà, di partecipazione, di una visione del domani che parli con efficacia sempre nuova al cuore e alla mente delle persone. • «Sono il primo ad essere consapevole delle difficoltà che ogni giorno viviamo. Che si chiamano impoverimento dei territori, crescita delle sofferenze, demotivazione, con la tentazione forte di chiudersi in se stessi e “salvare il salvabile”. Un rischio, LA MIA BANCA È DIFFERENTE. quest’ultimo, che dobbiamo scongiurare a tutti i costi e che ci porterebbe a contraddire il mandato che 130 anni fa i soci delle prime Casse rurali ci affidarono. «L’Italia di allora, nonostante tutto, era in condizioni che non sono minimamente paragonabili a quelle di oggi. Basterebbe questa consapevolezza a farci comprendere come il lavoro che ci attende è - sì - difficile e complesso, ma non impossibile. Purché lo affrontiamo con quella giusta miscela di conoscenza, cultura, professionalità, sensibilità, orgoglio e senso di appartenenza che ci ha permesso di arrivare fino ad oggi, con la nostra forza e la nostra storia. Credo sia questo il modo migliore per onorare quanti ci hanno preceduto e hanno lavorato, senza risparmio, in nome di un modo “differente” di guardare all’attività economica e di offrire una “visione” autentica e originale al Paese». Banca Cremasca in ricordo di Pantani Il nostro Giro d’Italia L’istituto ha donato un assegno ai genitori del campione da devolvere alla Fondazione intitolata al figlio che ha lo scopo di sostenere i più deboli e diffondere i valori che hanno caratterizzato la vita del «Pirata». Caravaggio si è vestita di “rosa” per dare il via alla 17sima tappa del Giro d’Italia 2013 che è partita lungo il viale del Santuario ed è terminata a Vicenza. Il museo a Pantani è stato allestito davanti all’ingresso del santuario mariano. 11 santa maria Non soltanto i vecchi fans del «Pirata», ma anche tanti giovani hanno voluto visitare il museo intitolato a Marco Pantani (sulla destra, la mamma del «Pirata» si intrattiene con i ragazzi). Nello stand c’erano numerosi cimeli del fuoriclasse: le sue maglie di campione a due Giri d’Italia e al Tour de France. Ma anche l’indimenticabile bandana e le scarpe da gara. I cimeli del «Pirata» all’ombra del Santuario di Caravaggio. Con Banca Cremasca che ha regalato ai genitori di Marco Pantani un assegno da devolvere alla Fondazione intitolata al loro figlio che ha lo scopo di sostenere i più deboli e di diffondere i valori (quali la lealtà, lo spirito di sacrificio, il rispetto per il prossimo) che hanno caratterizzato la vita dell’indimenticabile corridore. E’ successo in occasione della 17.ma tappa del Giro d’Italia, Caravaggio-Vicenza, quando è stato allestito nella cittadina bergamasca, all’ingresso del santuario mariano, un museo temporaneo intitolato al Gianfranco Rossi, in rappresentanza della Banca, consegna a mamma Tonina e papà Paolo vari omaggi tra cui un assegno da devolvere alla Fondazione intitolata al figlio. 12 «Pirata» come lo chiamavano i suoi numerosissimi tifosi. Banca Cremasca, che a Caravaggio ha una sua filiale, ha voluto essere presente in questo spazio - aperto dal 21 al 26 maggio scorso – che ha fatto rivivere l’uomo con la bandana, venuto dal mare di Cesenatico a sfidare le grandi montagne. E’ stato un evento esclusivo perché era la prima volta che venivano esposti fuori dai confini della Romagna alcuni dei cimeli del campione romagnolo: la maglia bianca che si era aggiudicata al Giro d’Italia del 1994 come miglior giovane; la maglia rosa vinta al Giro d’Italia nel 1998 e la maglia gialla conquistata lo stesso anno al Tour de France. Maglie, ma anche la bicicletta Banchi, la famosa bandana e le scarpe. La gente entrava, guardava le foto, il video di Pantani al Giro e s’inumidiva gli occhi. Vecchi nostalgici? No. Anche molti giovani che considerano «il Pirata» il «più grande di tutti». Nello stand, anche i genitori di Pantani, mamma Tonina e papà Paolo, che hanno incontrato i tanti ammiratori del figlio. Tra le iniziative ideate a Caravaggio per il Giro d’Italia, il «Museo Pantani» è stata la maggiore attrazione. Grande la partecipazione della gente: folla da record (40mila persone) nel vialone della partenza della 17.ma tappa. Il via è stato dato dal sindaco Giuseppe Prevedini, mentre il rettore del Santuario, don Gino Assensi, ha benedetto corridori e biciclette. La tappa è stata poi vinta da Giovanni Visconti in 5h5’34”, mentre Vincenzo Nibali si è tenuta stretta la maglia rosa. Il nostro sostegno Coopi: la marcia non competitiva in città 26 Ottobre 2012 Solidarietà per l’Africa e l’America Latina I l 26 maggio scorso, molti cremaschi si sono trovati in piazza Duomo, a Crema, per partecipare alla marcia non competitiva - attraverso Crema e nel verde del lungoSerio - chiamata «Passo dopo passo (o anche di corsa)», organizzata dal gruppo locale «Coopi Crema», patrocinata dal Comune e con il contributo di Banca Cremasca e Cooperativa Sociale Sentiero. Un evento sentito da numerosi concittadini che sono stati - e lo sono in questo momento - impegnati con Coopi in progetti di solidarietà internazionale in Africa e America Latina. Hanno partecipato alla marcia per garantire un aiuto concreto ai popoli dei Paesi del Sud del mondo, formando i bambini, attivando il micro-credito, aiutando le vittime di violenza, costruendo opportunità di lavoro, sviluppando strutture sanitarie. Era presente alla manifestazione anche il presidente di Coopi, l’ex sindaco di Crema Claudio Ceravolo, che è volontario e cooperante Coopi da più di trent’anni. Comitato Centro Emilia 5.9 BENEFATTORI Arredi - Attrezzature - Aree verdi Banca di Credito Cooperativo Alto Reno Marcon - Venezia Artisti donatori: Battipaglia Montecorvino Rovella CREDITO COOPERATIVO Soc. Coop Acquara Buccino Capaccio S. Banca del Cilento Associazione Paolo Antolini Davide Avesani Francesco Bolzani Sara Burnelli Giorgio Cestari Gianni Corona Gianluca Dugo Franco Soci, forte gesto per i terremotati Vivaisti Pistoiesi Comune di Hanno rinunciato euro di omaggi Paolo Figara 5mila per contribuire aForni costruireEros una nuova scuola I soci di Banca Cremasca, lo scorso posto di rilievo è servito alla costruzione, in Gianni giorni, del nuovo plesso scolastico anno in gita alle Isole Guidi Borromeo, soli 78 avevano ri-nunciato all’omaggio che abi- di Cento-Corporeno, la sede delle scuole Marina Legovini e secondaria di 1° grado che ha tualmente ricevono in occasione della primaria «Giornata del socio» per devolvere tale cifra sostituito quella che il sisma aveva reso Claudio Magrassi nel centro storico di Cento. Non (5mila euro) ai terremotati dell’Emilia. E inagibile quest’anno, il 26 maggio, si è svolta nella solo è stata messa in piedi la struttura scocon gli indispensabili banchi, sedie, “bassa” emiliana la «Festa del Mattioli Ringrazia- lasticaEmilio mento» per quello che hanno considerato scrivanie, mensa, biblioteche, laboratori, Claudio eccetera, ma gli studenti sono stati un doveroso riconoscimento aiMrakic tanti do- palestra, natori che - con i loro contributi – hanno dotati anche delle innovative lavagne intemultimediali. La prossima dotazioreso possibile riedificare quanto Nannini il terremo- rattiveMatteo to aveva distrutto. Tra i nuovi edifici, un ne sarà il tablet. VACANZA Comuni Cilentani Annibali Arrivabene Agostino TRANSACQUA CASSA RURALE ED ARTIGIANA Galleria d’arte DOVE DI L’ITALIA CHARME E’ PIU’ DOLCE SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO Nannini Nicola Ornella Stefano Papetti Alessandro 13 Le nostre filiali Caravaggio, è ancora una sede di frontiera? La risposta è sì sul versante della raccolta diretta: qui i competitor sono storici e agguerriti. E le aziende-clienti sono più strutturate rispetto al Cremasco. La battaglia sugli impieghi. Chi vi lavora. P er iniziare il viaggio nella filiale di Caravaggio è indispensabile, come nei film, effettuare un feedback, cioè un ritorno al passato per spiegare l’oggi. Dunque, nel maggio del 2009, Banca Cremasca è sbarcata in terra bergamasca, uscendo per la prima volta dal suo territorio. Presenti al taglio del nastro c’erano il presidente Francesco Giroletti, il direttore generale Cesare Cordani e Filippo Spina, allora direttore della Federazione lombarda delle banche di credito cooperativo che si disse compiaciuto «per la nuova iniziativa nella nostra famiglia», per poi sottolineare la forza di Banca Cremasca, il cui patrimonio, a quei tempi, ammontava a 60 milioni di euro. La mission di questo sbarco? La spiegò il presidente Giroletti: «La nostra presenza andrà a sostegno dell’attività delle famiglie e delle piccole e medie imprese del- Inaugurata nel 2009, la filiale di Caravaggio di Banca Cremasca è diventata una presenza conosciuta e autorevole sulla piazza economica e finanziaria della bassa bergamasca. 14 la bergamasca». Una sfida. Un passo ben maturato. Anche perché, aveva precisato il presidente, «attualmente Banca Cremasca conta già circa mille clienti residenti in questa zona». Nessuna attraversata nel deserto, quindi. Anzi. «Abbiamo la liquidità sufficiente per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati» aveva aggiunto il direttore Cordani. Sono passati quasi cinque anni. Il direttore della filiale di Caravaggio è rimasto lo stesso, Gianmario Carnaghi; con lui altri tre dipendenti: Sara Poletti, vice responsabile della filiale, Elena Allevi che si occupa del commerciale e delle piccole e medie imprese, e Marco Assandri (cassiere). Da alcune settimane, questi validi collaboratori sono stati affiancati da un coordinatore commerciale, Paolo Rozzoni, che si occupa dei nuovi territori nei quali si è insediata Banca Cremasca negli ultimi tempi; quindi, oltre a Caravaggio, annoveriamo Pandino, Trescore e Monte Cremasco. Bancari che conoscono bene la realtà economica di Caravaggio e dintorni. Qui aveva lavorato Carnaghi per 11 anni come dipendente della Popolare di Bergamo. Sempre a Caravaggio aveva lavorato da 19 anni Sara Poletti come dipendente di Intesa Sanpaolo. Entrambi, direttore e vice direttore della filiale si erano occupati del target retail (cioè privati e famiglie). Elena Allevi aveva fatto esperienza nella filiale di Trescore di Banca Cremasca, ma è di Casirate d’Adda, cioè un comune di 4mila abitanti che è nel raggio di pochi chilometri da Caravaggio e dal Cremasco (Agnadello, Capralba, Pandino) e dal nord della bassa bergamasca (Treviglio, Cassano d’Adda, Mozzanica). Infine, Marco Assandri, che vantava già una grande esperienza in tante filiali della banca. La sede fisica sorge su 200 metri quadri in via Circonvallazione XXV Aprile, sulla direttrice che da Mozzanica porta a Treviglio, località ben note nel Cremasco. Da sinistra: Sara Poletti (vice responsabile della filale di Caravaggio di Banca Cremasca), Marco Assandri (cassiere che vanta una invidiabile esperienza in questa mansione), Elena Allevi (si occupa del settore commerciale in genere, e delle piccole e medie imprese in particolare) e Gianmario Carnaghi (responsabile della filiale con una vasta conoscenza del territorio in cui opera la banca). Caravaggio, una filiale di frontiera? Carnaghi sorride: «Di frontiera no, ma la clientela di Banca Cremasca di questo territorio è diversa da quella cremasca. Qui, per il 50% ci confrontiamo con aziende strutturate che hanno bisogno di finanziamenti consistenti e operano con l’estero. Se, invece, vogliamo parlare di filiale di frontiera, questo è vero sul versante della raccolta diretta perché abbiamo di fronte competitor forti che vantano una presenza ultracentenaria sul territorio e, quindi, dobbiamo sgomitare. Per quanto riguar- da, invece, gli impieghi, conta chi investe sui clienti, e qui abbiamo una forte voce in capitolo. Così come sulla raccolta indiretta». In soldoni? «Abbiamo impieghi per 26 milioni e raccolta per 10 milioni». Anche le Bcc stanno vivendo un momento di difficoltà perché la crisi ha aumentato le sofferenze delle imprese. E’ successo anche nella vostra filiale? «Certo. Realtà imprenditoriali che due anni fa facevano business, oggi sono in difficoltà e ci stanno creando non poche complicazioni. La conoscenza del territorio e delle imprese ci ha permesso di limitare i danni. Nessuno può negare che il contesto in cui si opera tutti è difficile e complesso, e poi non dobbiamo dimenticare che questa filiale è stata aperta nel 2009, anno in cui iniziava la crisi. Banca Cremasca ha, dunque, accettato la sfida. E continuiamo a non demordere. Anzi: il nostro obiettivo è di crescere sia come numero di clienti sia come volumi. E lo stiamo già facendo. Questo è un territorio nel quale le possibilità di sviluppo ci sono, e noi possiamo giocare un ruolo da protagonisti». 15 I nostri monumenti Duomo, tutto quello che avreste voluto sapere Non è ancora certa la data della riapertura della Cattedrale al pubblico Quanto verrà a costare la ristrutturazione? E perché c’è stato un ritardo nei lavori, ma anche una lievitazione dei costi? Inoltre, c’è anche un mistero: ve lo sveliamo Ecco il Duomo come non l’avete mai visto: vuoto e al buio. Quando la Cattedrale sarà aperta al pubblico, si potranno ammirare i colori dei mattoni che ricoprono le colonne: hanno una tonalità rosacea. «Sono mattoni di prima categoria, e di questo dobbiamo ringraziare i nostri avi». S iamo entrati nel Duomo di Crema martedì 15 ottobre, accompagnati da don Ersilio Ogliari, presidente della commissione ricerca fondi per il restauro della Cattedrale. Fa una certa impressione vedere la cattedrale vuota, e al buio. Il pa16 vimento del presbiterio è opera fatta, anche se è coperto con la segatura. Manca ancora molto alla riapertura al pubblico? Don Ersilio allarga le braccia: «E chi lo sa». Di che cosa c’è ancora bisogno? «C’è un problema legato all’illuminazione: è necessario at- tendere l’approvazione del nuovo progetto da parte della Sovrintendenza di Milano». Quando sarà approvato, all’incirca? «Avevamo sollecitato l’approvazione tempo fa, ma ci è stato risposto, in modo un po’ piccato, che la risposta arriverà entro i tempi I pochi affreschi che si possono ammirare hanno acquisito una nuovissima luce: sono tornati ai colori originali. E don Ersilio Ogliari, il presidente della commissione ricerca dei fondi per il restauro della Cattedrale (foto in basso), osserva: «Alcuni dipinti potrebbero suggerirci che la fitta decorazione del Duomo - erano affrescate anche le colonne - possa risalire al Trecento. Basta guardare i visi di due figure recuperate nel restauro (qui sopra e a lato): hanno un viso tondo e gli occhi fissi, un po’ a cipolla, come si disegnava ai tempi di Giotto...». previsti per legge. A questo punto, possiamo solo aspettare. Con pazienza». Illuminazione. Poi? «Siamo in attesa del lavoro dello scultore Mario Toffetti per quanto riguarda la cattedra vescovile e l’ambone; quest’ultimo è il luogo nel quale si leggono le Sacre scritture e si pronuncia l’omelia, “il luogo della parola, insomma” spiega don Ersilio): sono stati ideati in marmo, e andranno a sostituire quelli presistenti che erano in legno». Veniamo al capitolo soldi. Quanto verrà a costare il restauro della cattedrale? «Tre milioni e 800 mila euro, mentre il debito, grazie alle offerte fatte, come i 150mila euro di Banca Cremasca, è sceso a 1 milione». Don Ersilio, i lavori di restauro sono iniziati nel novembre del 2010, e la prima data utile per l’apertura del Duomo ai fedeli era stata stabilita per novembre 2012, mentre il preventivo di spesa era di 2 milioni e mezzo di euro. Poi, che cosa è successo? «E’ successo che alcuni lavori non preventivati sono stati scoperti strada facendo. Ecco spiegato i perché del ritardo nei tempi di consegna e della lievitazione dei costi, ma parliamo anche di cose belle…» Cioè? «Guardate questi mattoni delle colonne dal colore rosaceo. Sono mattoni di prima categoria, come quelli dei muri esterni della cattedrale e di questo dobbiamo ringraziare i nostri antenati… i cremaschi sono un popolo litigioso, lo erano anche nei tempi antichi, ma quando si parlava di rendere splendido il Duomo, mettevano tutti mano al portafoglio. E così ci hanno regalato questo gioiello, con i mattoni della facciata e delle fiancate laterali che diventano rossi durante alcuni tramonti estivi. Ma le novità non finiscono qui…». Ci dica. «La Cattedrale era tutta affrescata, le erano anche le colonne. E alcuni dipinti potrebbero suggerirci che la fitta decorazione del Duomo risalga al Trecento. Basta osservare i visi di due figure recuperate nel restauro e che sono tornate ai colori originali: hanno il viso tondo e gli occhi fissi, un po’ a cipolla, come si disegnava ai tempi di Giotto... Per approfondire il discorso servirebbe un esperto d’arte, e io non lo sono. Comunque, c’è da ragionarci sopra». 17 Da sinistra: Mario Andrini (assessore allo Sport, Tempo Libero e Ambiente), il sindaco Gianluigi Bernardi e Dario Fortini (assessore alla Cultura) Sergnano, entusiasmo e tanta gente alla rassegna «E...state» «Notte bianca» e «Notte rosa». Eventi sportivi, culturali e teatrali. Ma anche serate danzanti. Insomma, spettacoli per tutti i gusti. C ’ è stata una grande partecipazione di pubblico agli eventi organizzati a Sergnano, sotto il titolo «E…state», dal comune di Sergnano. Banca Cremasca contribuisce ogni anno alla buona riuscita della manifestazione. Per saperne di più, ne abbiamo parlato con Mario Andrini, assessore allo Sport, Tempo Libero e Ambiente e vice sindaco, il quale ha lavorato in stretta collaborazione con Dario Fortini, assessore 18 alla cultura, per la realizzazione degli show di ogni genere (sportivi, culturali e teatrali) che si sono susseguiti nei mesi più caldi dell’anno. E lo spettacolo non è mancato. «Due performances le abbiamo avute il 29 giugno con la “Notte rosa” e il 3 agosto con la “Notte bianca”» raccontano. «La prima aveva un obiettivo ben preciso: raccogliere fondi per l’asilo del paese. E il risultato non ha deluso: sono stati donati 1.200 euro; non pochi soldi considerata la crisi economica. Un successone è stata anche la “Notte bianca», che è proseguita dalle 19 alle 2 di notte con spettacoli di ogni genere lungo le strade del paese. Una interrotta fiumana di gente, molti sono venuti anche da fuori». Avvenimenti sportivi: quali per esempio? «Dal 25 maggio al 10 giugno si è svolto “Sport insieme” che ha visto una mescolanza di discipline: calcio, bocce, pallavolo, baskin con la partecipazione anche dei disabili, maratona non competitiva, tanto per citarne alcuni. Per quanto riguarda gli spettacoli musicali, a Sergnano abbiamo un paio di band che piacciano ai ragazzi; per il teatro, in paese c’è la «Compagnia dell’Allegria» che si è prodotta in spettacoli sia all’oratorio che all’interno del parco Tarenzi. Qui, sempre nel bellissimo parco comunale, ci sono state anche delle serate danzanti con liscio e revival musicale degli anni Sessanta e Settanta». Soddisfatti, quindi, della riuscita della manifestazione estiva targata 2013? «Noi sì, ma anche i sergnanesi, e non solo loro, ci hanno fatto percepire la reciproca soddisfazione». Quando il treno faceva ancora «ciuff, ciuff»: 1863 Sono già passati 150 anni dall’entrata del primo treno in città. L’avvenimento è stato celebrato a dovere con viaggi sul locomotore a vapore, con le bande del territorio che hanno accolto i tanti passeggeri, con una mostra, un annullo postale e, infine, con una rassegna fotografica. E ra il 1° maggio 1863 quando fu posato a Crema l’ultimo pezzo dei binari della linea Treviglio-Cremona: anche nella nostra città sarebbe transitato il primo treno della sua storia millenaria. Da allora sono passati 150 anni: migliaia di cremaschi sono saliti e scesi dai convogli di passaggio nella stazione cittadina, trainati da locomotive a vapore e poi elettriche, soprattutto in direzione Milano, la metropoli dove «ghe el pan per tuti» o come si ripete in milanese: «Volti el cuu a Milan, volti el cuu al pan (Volti le spalle a Milano, volti le spalle al pane). Ha scritto Matteo Piloni, presidente del Consiglio comunale di Crema: «Una grande festa popolare. Era questo l’obiettivo che ci si è posti nel realizzare la manifestazione sui 150 anni della tratta ferroviaria TreviglioCrema-Cremona. E visto il successo dell’iniziativa, si può dire che l’obiettivo è stato raggiunto, grazie alla disponibilità dei tanti che hanno accolto la proposta e lavorato per realizzarla». Tra gli sponsor, Banca Cremasca. L’evento si è tenuto dall’1 al 12 maggio. Partenza del treno a vapore da Milano Lambrate il 5 maggio scorso in modo da portare il maggior numero di turisti in città. Il convoglio si è fermato in ogni stazione dei territori bergamasco-cremasco-cremonese (Treviglio Centrale, Caravaggio, Capralba, Casaletto Vaprio, Crema, Madignano, Castelleone e Soresina). Il costo del biglietto (andata e ritorno): 20 euro da Milano e 5 euro per il Cremasco, gratis i bambini fino a 10 anni. L’arrivo del treno è stato accolto dalla musica delle bande del territorio, ricreando l’atmosfera di una vera e propria festa popolare. Nel frattempo, al Sant’Agostino, il Centro di ricerca Alfredo Galmozzi ha presentato un volume dedicato alla storia del treno a Crema e nel Cremasco, scritto da Mauro Giroletti. Ma non è finita: è stata allestita nella sala Agello del Sant’Agostino una mostra dal titolo «Il treno nel nostro territorio: ieri, oggi e domani», divisa in tre sezioni: una prettamente storica, con l’esposizione di modellini e materiali (cartografie, libri, foto) inerenti la storia del treno; una più amministrativa, che ha visto come protagonisti i vari progetti che si sono susseguiti negli anni per il superamento delle barriere ferroviarie in città e, infine, una collegata alla dimensione regionale, con il progetto del treno diretto Crema-Milano». A impreziosire l’iniziativa, il coinvolgimento dell’associazione «Il timbrofilo curioso» che ha organizzato, per l’occasione, un annullo postale temporaneo, con la creazione di un timbro speciale. Non è mancata anche la collaborazione con il circolo cinematografico Amenic-Cinema che, al multisala Portanova, ha proiettato due film che hanno avuto come protagonista il treno: «Un treno per Darjeeling» di Wes Anderson e «Source Code» del regista Duncan Jones. Da non dimenticare, infine, il Fotoclub Ombriano che ha curato una raccolta di scatti sul tema. All’inaugurazione, davanti a un buon pubblico, l’orchestra giovanile «Cremaggiore» ha tenuto un piccolo e apprezzato concerto. 19 20 Ristruttura la tua casa con Banca Cremasca! Ultimi 2 mesi per ristrutturare casa con lo sconto del 50% approfittando del “Decreto Sviluppo”, un piano di incentivi proposto dal governo dedicato alla ristrutturazione della propria abitazione. Banca Cremasca ha messo a disposizione del territorio un plafond sino al 31 dicembre (salvo proroghe del Decreto) di 5 milioni di euro ad esaurimento con un importo massimo per singola operazione pari a 96.000 €. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per il dettaglio delle condizioni si rimanda ai Fogli Informativi disponibili presso le filiali di Banca Cremasca e sul sito internet www.bancacremasca.it I nostri monumenti Montodine, sette chiese Quali sono, una ad una E’ un record nel Cremasco. Che cosa c’è d’interessante Dalla parrocchiale ai più piccoli oratori, collocati nella campagna oppure dentro una cascina. Nati, spesso, per volontà di diverse Confraternite presenti in paese. M ontodine ha ben sette chiese. E’ un record tra i paesi del Cremasco. Le notizie le abbiamo prese da un piccolo, ma interessente libro curato da Giuseppe Pedrinazzi, presidente del Museo etnografico di Montodine, dal titolo «Montodine Arte e fede» che si trova nella biblioteca del paese. Chiesa parrocchiale. Costruita negli anni 1726-1731 e dedicata a S. Maria Maddalena Penitente, è in stile barocco. Fu edificata su una chiesa preesistente, orientata in senso opposto dell’attuale, e circondata da un cimitero. Sorge su un rialzo e domina tutto il paese circostante. Bellissima la facciata, che fu restaurata nel 1884. Il campanile, alto ben 57 metri, fu terminato nel 1775. Sia alla chiesa che al campanile lavorarono quattro capimastri montodinesi: G. B. Bettoni, Benedetto Belloni, Domenico Cisarri e Andrea Zanchi. Ecco i tre dipinti da vedere all’interno del tempio: «Il Trasporto di Gesù al Sepolcro» di Carlo Urbino, l’«Annunciazione» di Pombioli, la «Via Crucis» di G. Battista Desti, detto il Cardellino. Suggestivo è il miracoloso Crocefisso che la comunità invocò durante la battaglia contro i francesi nel 1646. Oratorio del S. Rosario 22 Oratorio di San Zeno. Un tempo era la sede della «Confraternita della Buona Morte» e fu costruito nel 1610 sopra una precedente cappella. Si trova sulla strada Crema-Montodine, prima dell’entrata in paese. San Zeno è onorato nel Cremasco anche a Capralba. L’Oratorio è ricco di stucchi policromi di ottima fattura, con due statue cinquecentesche, e una splendida pala d’altare dipinta da G.B. Botticchio, rappresentante la Madonna e San Zeno. Pregevole è il campanile orientaleggiante, restaurato, ma purtroppo preso di mira dai fulmini inclementi. Oratorio di San Rocco. Sorge vicino a quello di San Zeno. Ha una pianta perfettamente ottagonale a cui sono stati aggiunti un presbiterio a forma di dado e un piccolo campanile dal contrastante mattone vivo. Bella era anche la cupola della piccola chiesa, ora caduta. Fu costruito negli anni 1630-1647, come ex voto delle tristemente famose pestilenze. Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri, uno dei quali (oggi conservato a palazzo Benvenuti) raffigura il santo protettore, accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino, mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati. Oratorio di Boccaserio Oratorio del S. Rosario. Si trova oltre il ponte sul Serio, sorge accanto al fiume, e fu costruito dalla Compagnia del rosario dal 1611 al 1618. Deve la sua bellezza ai 15 misteri del rosario dipinti dal Barbelli che risalgono al 1614, e conservano ancora oggi la loro freschezza di colori. Sotto la raffigurazione dei misteri si trovano i due affreschi che ritraggono San Domenico, San Francesco e Santa Rosa. Preziosi per la loro datazione seicentesca sono anche gli arredi del coro. Ben conservata è la balconata della cantoria. Gli ornamenti della volta sono dovuti al pittore cremasco Papetti, e sono stati magistralmente riportati alla bellezza originaria durante i recenti restauri del montodinese Antonio Merletti. La chiesa è stata restaurata internamente. Sull’altare campeggia la statua della Madonna che ogni anno viene festeggiata dai montodinesi nella festa folcloristico-religiosa della madonna sul fiume, che si svolge la prima domenica di ottobre, ricorrenza dedicata alla Regina del Rosario. L’Oratorio del Rosario fu edificato su una costruzione precedente, forse dedicata a S.Stefano. Sulla facciata sopra il portale si può nota- Oratorio della SS.Trinità Chiesa parrocchiale: esterno e interno Costruita negli anni 1726-1731, la chiesa parrocchiale di Montodine è in stile barocco. Bellissima è la facciata. Il campanile è alto 57 metri. All’interno tre dipinti si distinguono: uno è di Carlo Urbino, l’altro è del Pombioli, il terzo di G.B. Desti, detto il Cardellino. re una statuetta rappresentante San Giorgio. Forse, anticamente, a Montodine esisteva una chiesa dedicata a questo santo. Oratorio della S.S. Trinità. Sorge qualche metro più avanti dell’Oratorio del Rosario, sempre sulla strada Montodine-Codogno. Apparteneva alla Compagnia dei trinitari. Ha una facciata semplice e snella, mentre il campanile è singolare nella calda tonalità del vivo mattone. L’interno è spoglio, non ci sono mai state né tele né affreschi, ma c’è la splendida costruzione lignea dell’altare con il trono piramidale a colonnine, nicchie e statue intagliate con grande perizia artigianale, decorate e dorate. E’ definito dagli esperti «una meraviglia unica nel nostro territorio». Oratorio di S.Zeno Oratorio di Boccaserio. Lo si incontra uscendo da Montodine e percorrendo la strada che va verso il corso dell’Adda, ma bisogna, poi, inoltrarsi anche in una piccola strada di campagna. Questa chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, è la più antica tra le chiese minori di Montodine. Fu costruita alla fine del secolo XVI e fu consacrata da monsignor Pietro Emo, terzo vescovo di Crema. All’interno, come pala d’altare c’è un affresco della Madonna con Bambino. Sulla volta del presbiterio campeggia la S.S. Trinità in cui la figura meglio conservata è il Redentore Vittorioso assiso sopra le nubi. Ai lati sono raggruppati i quattro Evangelisti. Purtroppo parte di questi affreschi è già rovinata, e parte sta andando in rovina per l’umidità e per l’intonaco Oratorio alla cascina Giardino screpolato. Oratorio ai Santi Antonio Abate e Paolo Eremita. Alla fine del secolo XVII i conti Zurla fecero edificare un oratorio dedicato a Santa Rosa nei pressi della cascina Giardino per soddisfare le esigenze religiose degli abitanti del luogo. Venendo meno nel tempo la cura verso questo oratorio, anche perché le condizioni economiche della nobile famiglia si erano aggravate già alla metà del secolo precedente, nell’anno 1873 vennero inoltrate in Curia la richiesta di demolizione di questo oratorio e l’autorizzazione a costruirne uno nuovo. Dopo due anni fu portato a termine il nuovo oratorio, che fu dedicato ai santi eremiti Antonio e Paolo e benedetto il 26 febbraio del 1875. L’edificio sacro è di proprietà privata. Oratorio di S.Rocco 23 I nostri studenti Migliori diplomati 2011-2012 ragionieri e ragionieri programmatori Abbiamo premiato i più bravi: 5 borse di studio E ’ stato il Consigliere Gianfranco Vailati, in rappresentanza della Banca Cremasca, a premiare gli ex studenti dell’istituto Pacioli di Crema che - tra ragionieri e programmatori - si sono diplomati con 100 centesimi nell’anno scolastico 2011-2012, consegnando loro delle borse di studio a cui il nostro istituto, insieme alla Scuola e ad altri Enti, contribuisce da diversi anni. La cerimonia si è svolta sabato 25 maggio scorso nella sede della scuola, in via Delle Grazie. Ecco i loro nomi: Anna Fava (che ha meritato anche la lode) ha ricevuto 650 euro con accredito su Carta Tasca, mentre sono stati premiati con assegni circolari del valore di 350 euro Sara Aiolfi, Davide Contini, Andrea Pizzamiglio e Gabriele Vailati. Banca Cremasca augura loro un proficuo proseguo negli studi e, poi, nel mondo del lavoro. Mol L’acronimo di Mol – Margine operativo lordo – è un indicatore di redditività che evidenzia il reddito di un’azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica, al lordo, quindi, di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti. Nelle operazioni di fusione e acquisizione, le valutazioni vengono fatte sul Mol proprio per indicare il prezzo in relazione alla gestione caratteristica. Spesso si utilizza l’acronimo inglese Ebitda (Earnings before interest, taxes, depreciation and amortization) per indicare un parametro simile. Pay-out Il pay-out è la distribuzione di utili netti sotto forma di dividendi. In particolare, in contabilità, è noto il payout-ratio, ossia il rapporto tra dividendi distribuiti e utili netti d’esercizio. Tale indice fornisce un’immagine circa le scelte strategiche dell’impresa in ordine al finanziamento dei propri investimenti. Più alto è il rapporto, tanto minore è la quota di utili netti per autofinanziare progetti futuri. 24 A sinistra, Davide Contini. Qui sopra, Andrea Pizzamiglio, diplomati con 100/100simi nell’anno scolastico 2011-2012, entrambi della classe 5 B ragionieri programmatori, premiati dal consigliere della Banca Cremasca, ragionier Gianfranco Vailati. Complimenti. Dizionario Finanziario Mini-bond Libor La misura anti credit crunch del «Decreto sviluppo» varato lo scorso anno, consiste nella possibilità per società di capitale finora escluse (in particolare le non quotate, comprese le piccole e medie imprese) di emettere titoli per la raccolta di risorse sul mercato del debito. Il Libor, «London Interbank Offered Rate», è un tasso di riferimento per i mercati interbancari. Viene calcolato giornalmente dalla British Banker’s Association in base ai tassi richiesti per cedere a prestito somme in una determinata divisa (tra le altre sterlina, dollaro Usa, franco svizzero, euro). E’ il tasso al quale le banche si prestano denaro tra loro, dopo la chiusura dei mercati. I sospetti di diffusa manipolazione dei tassi hanno provocato quest’anno (nel mese di aprile) una serie di inchieste da parte di autorità di mezzo mondo e provocato un ampio dibattito sulla necessità di effettuare una riforma. EuroMot E’ il segmento di mercato regolamentato Mot, gestito da Borsa Italiana, in cui si negoziano, in quantitativi minimi (lotto minimo) o loro multipli, eurobbligazioni, obbligazioni di emettenti esteri e asset backed securities (Abs). Bcc: il torneo di Fano Bisogna guardare avanti H a riscosso grande successo la trasferta a Fano (Provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche) dove dal 31 maggio al 2 giugno si è svolto l’11° Torneo nazionale di calcetto a 5 delle Bcc. Presente la squadra di Banca Cremasca che, anche nelle due precedenti edizioni, era andata alla ricerca del grande colpo: vincere cioè la “champions league” delle banche di credito cooperativo. Non è andata esattamente così, ma l’affiatamento e lo spirito di gruppo della squadra hanno ampiamente compensato la mancanza del risultato atteso. Anche questa volta, i cremaschi hanno superato brillantemente i gironi eliminatori. Ma sono usciti ai trentaduesimi dopo la sconfitta su misura (4-3) ad opera della Bcc di Basiliano e, nel renking finale, sono risul- La squadra di Banca Cremasca in campo al torneo di Fano. La compagine si è battuta con grinta “nella fossa dei leoni” marchigiana. Ma la sfortuna e una sconfitta di misura l’hanno penalizzata. tati 36esimi su 92 squadre partecipanti. La squadra di Banca Cremasca, insomma, non ha avuto nemmeno il tempo di mostrare il proprio valore perché la “mala suerte”, l’ha penalizzata. Ha trionfato invece, per il secondo anno consecutivo, la BCC di Roma, aggiudicandosi sia il Trofeo maschile sia quello femminile. Per Banca Cremasca era andata sicuramente meglio nelle tre precedenti edizioni (Rimini, San Giovanni Rotondo, in Puglia, e a Grosseto) nelle quali i “nostri eroi” erano riusciti ad aggiudicarsi i sedicesimi di finale. Ora bisogna guardare avanti. La sede del 12° Torneo nazionale pare sarà in Piemonte, sull’altipiano di Cuneo. Per i nostri ragazzi potrebbe essere la volta buona per dare il meglio di sé, perché l’altitudine è favorevole a una squadra come quella di Banca Cremasca che, potrà avere qualche difetto, ma non va mai in debito d’ossigeno nonostante pratichi un calcio spumeggiante, esuberante e spettacolare. Open internazionale «Città di Crema» e il X Campionato regionale under 16 Scacchi ad altissimo livello in città C rema, città degli scacchi per il notevole impegno del Circolo Scacchistico «Città di Crema» e per il sostegno degli sponsor, tra i quali Banca Cremasca, che hanno reso possibile l’edizione del XV Torneo Open Internazionale «Città di Crema»-Memorial Ottavio Ravaschietto che si è disputata dal 30 agosto al 1° settembre nella sala Alessandrini. Con 5.5 punti su 6, ha vinto il Gran Maestro Sanchez che ha preceduto Salvador e Dragojlovic, entrambi a quota 5 punti. Nell’albo d’oro del torneo, Sanchez succede così al maestro internazionale ucraino Roman Khaetsky. La tre giorni scacchistica cremasca ha riscosso unanimi consensi positivi sia per l’organizzazione che per il numero e la qualità dei giocatori iscritti: possono bastare a dimostrarlo, infatti, i nomi dei Gran Maestri filippini Sanchez e Salvador e dei Maestri internazionali Dragojlovic e Aleksic tra i 76 giocatori al via. Il Circolo Scacchistico «Città di Crema» è stato rappresentato ottimamente da Gianluca Distratis (4 punti), Giovanni Righini (4), Celso Raimondi (3), Gaddo Folcini (3), Fabrizio Galli (2), Ernesto Cervini (1.5) e Roberto Giassi (0,5). Prima di questo evento, si era svolto, sempre a Crema, in sala Alessandrini, il 2 giugno scorso, il X Campionato regionale di scacchi under 16, valevole come IV Memorial Giorgio Viviani. Una partecipazione da record: 37 squadre per 148 ragazzi. Il Circolo di Crema era rappresentato da Francesco Righini in prima scacchiera, Alberto Carelli in seconda, Michele Coti Zelati in terza e da Andrea Cantoni in quarta. I giovani scacchisti cremaschi hanno disputato delle interessanti singole partite, ma si sono dovuti arrendere a livello di squadra di fronte a formazioni più forti e con giocatori che avevano già alle spalle punteggi nazionali. Il risultato delle partite: una persa, una vinta e una patta nei tre turni del mattino, e di due perse e una patta nei tre turni del pomeriggio. La classifica finale ha visto vincere per spareggio tecnico le giovani promesse della SSM, davanti all’Excelsior Alben e all’Accademia Milano A, mentre il circolo scacchistico «Città di Crema» ha chiuso in 34esima posizione con 2 punti su sei. Anche questa manifestazione ha visto Banca Cremasca tra gli sponsor. 25 I nostri sport Il «Dossena» vinto dai forti senegalesi Anche quest’anno il torneo ha visto la presenza, come sponsor, di Banca Cremasca. Ecco come è andata la finale al Voltini. H a vinto l’Etoile Lusitana la 37esima edizione del trofeo «Angelo Dossena». Nella finalissima allo stadio Voltini di Crema, il 23 maggio scorso, i senegalesi hanno battuto il Bologna per 2-0. Entrambe le reti sono state messe a segno da Fall, che è diventato così l’eroe della kermesse 2013. Al fischio dell’arbitro, le squadre si sono studiate per un buon quarto d’ora, e la gara è risultata molto equilibrata. Ma il Bologna è subito sembrato una squadra più accorta e meglio organizzata. L’Etoile ha provato a pungere di rimessa, ma l’eccessiva fretta ha reso le verticalizzazioni imprecise. Infatti, sono state degli emiliani la prime vere occasioni da goal, sfumate per la poca precisione degli attaccanti e per la bravura del portiere avversario. Studiata a tavolino la tattica dell’Etoile: aspettare il Bologna nella propria metà campo e, poi, provare a ripartire in velocità. E con questa manovra è arrivata al goal: Embalo è riuscito a saltare il proprio avversario e a crossare dalla destra; la palla, deviata, è arrivata a Fall: dribbling a rientrare e conclusione imparabile sul secondo palo. Vani sono risultati i tentativi dei felsinei di arrivare al pareggio nei primi 45 minuti. Il secondo tempo si è aperto ancora con il Bologna all’attacco, ma la muraglia sene- Il direttore generale, Cesare Cordani, mentre sta premiando l’allenatore del Bologna, Francesco Baldini. La squadra felsinea è stata battuta dai senegalesi, molto più agguerriti, cinici, preparati. galese è risultata invalicabile. E pericolose sono sempre state le ripartenze dell’Etoile che, in più occasioni, ha sfiorato la seconda rete prima con il colosso Ngom (stupendo stacco, ma la palla ha colpito in pieno il palo) e con Fall L. che ha calciato al volo, ma centralmente. Era il preludio al raddoppio: Fall A., infatti, ha trasformato il rigore concesso dall’arbitro e firmato la sua doppietta. L’Etoile, a questo punto, è dilagato, e solo i miracoli del portiere bolognese hanno negato il tris ai senegalesi. Etoile Lusitana, campione. Nostra vittoria al Memorial Marcarini III° MEMORIAL MARCARINI ROBERTO. R oberto è stato un collega e un amico per noi di Banca Cremasca, oltre che ex dirigente della U.S.Montodinese. L’edizione 2013 si è svolta il 7 giugno a 26 Montodine. I partecipanti: Cral Banca Cremasca, Banca dell’Adda e del Cremasco, Montodine Calcetto. Classifica: 1° Cral Banca Cremasca, 2° Banca dell’Adda e Cremasco, 3° Montodine Calcetto. Miglior portiere: Marino Fol- chini del Cral Banca Cremasca. Capocannoniere: Vanelli Matteo del Cral Banca Cremasca. Miglior giocatore: Degli Agosti della Bcc Adda e Cremasco. L’incasso è stato interamente devoluto all’Associazione Amici dell’Ematologia di Pavia. I nostri viaggi Alla corte degli zar Sono stati 44 i soci che hanno visitato Mosca e San Pietroburgo S ette giorni in Russia, e precisamente a Mosca e San Pietroburgo. Erano in 44 i soci di Banca Cremasca che hanno visitato la capitale e la seconda città più importante dell’ex impero sovietico, sede della corte degli Zar, uno dei principali centri culturali e artistici d’Europa, e il porto principale di questa nazione. I turisti cremaschi “con il colbacco” hanno ammirato di tutto e di più, e noi li vogliamo seguire in questo loro viaggio, anche per un piccolo ripasso storico. Quattro giorni in giro per Mosca. Dopo la tradizionale visita panoramica della città, il primo monumento visitato è stato il «Monastero Novodevici», detto anche il «Monastero delle Vergini», uno dei monumenti sacri della Russia. Questo convento era noto per dar rifugio a molte donne delle famiglie imperiali russe e delle famiglie dei boiardi, che venivano spesso obbligate a prendere i voti. La struttura più antica del convento è la cattedrale a cinque cupole e sei pilastri dedicata a Nostra Signora di Smolensk, della quale all’interno si conserva la celebre icona. Dopo il «Monastero delle vergini», ecco il Cremlino, celebre cittadella fortificata e santua- campanile Ivan Veliki (Ivan il Grande) sul quale si può salire e ammirare una delle più belle vedute di Mosca che, nei giorni con meno foschia, si estende fino a 30 chilometri. Infine l’Armeria (Oruzeinaia Palata) che contiene oltre 4000 oggetti, tra cui armi, una collezione di articoli in oro e argento, troni degli zar, abiti e carrozze. Ma siamo solo agli inizi. Eccoci arrivati al Monastero della Trinità di San Sergio, il centro spirituale della Chiesa ortodossa russa. Si trova nella cittadina di Sergiev Posad a circa 60 chilometri da Mosca. I principali monumenti sono la bellissima Cattedrale dell’Assunzione, situata nel cuore del monastero, caratterizzata dalla cupola centrale dorata, circondata da altre quattro di colore blu con stelle brillanti; la stupenda bianca Cattedrale della Trinità che è il più antico edificio in pietra del monastero e fu eretta sulla tomba di San Sergio; il campanile, 88 metri, con i suoi cinque piani, è annoverato tra i più belli di tutta la Russia. Poi la passeggiata sull’Arbat (una strada pedonale lunga un chilometro nel centro storico di Mosca, da sempre frequentata da artisti moscoviti), ricca di negozi di artigianato e di locali di ogni tipo, e visita alla stazione Majakovskaja rio del potere russo, posta nel centro di Mosca, con visite alla Cattedrale e all’armeria. Questa fortezza, risalente al XII secolo, è un imponente complesso di edifici, di palazzi e di chiese. La Cattedrale dell’Assunzione venne costruita nel 1489. Inizialmente si trattava di una piccola chiesa a tre cupole della famiglia di Ivan il Terribile (che poi divenne «il primo Zar di tutte le russie»), poi il numero delle cupole venne portato a nove e così la Cattedrale Blagovesenski (com’è chiamata in russo) si trasformò nel tempio principale della cristianità ortodossa russa. La bella Piazza Sobornaia è dominata dal della metropolitana di Mosca, considerata una delle più belle al mondo, certamente la più famosa, uno dei migliori esempi di architettura stalinista pre-bellica. Dopo Mosca, ecco San Pietroburgo, che i nostri turisti hanno raggiunto con il treno veloce. Ecco i luoghi visitati in quella che è definita la più bella città russa, costruita anche da architetti italiani: il piazzale delle Colonne Rostate (sono quattro, tutte alte 32 metri, la cui funzione principale era quella di faro per le navi che entravano nel porto), la Prospettiva Nevskij (ossia «Viale della Neva», è la strada principale che attraversa la città di San Pietroburgo), la Piazza del Palazzo D’Inverno (nell’Ottocento era il luogo preferito per le parate militari degli zar, mentre nel 1917 è stata fulcro della Rivoluzione d’ottobre) con al centro la famosissima colonna di Alessandro I, lo zar che sconfisse Napoleone (è un monolito di granito rosso scuro, alto 25,5 metri, sormontato da un angelo in bronzo che regge una croce latina; l’intero monumento, tra piedistallo, colonna e statua, è alto 47,5 metri e pesa 710 tonnellate). E ancora: la piazza di S.Isacco dove sorge l’omonima cattedrale (uno dei monumenti più interessanti dell’arte russa), lo Smol’nyj (edificio palladiano che ha svolto un ruolo importante nella storia della Russia: scuola per nobili fanciulle nell’Ottocento, poi quartiere generale di Lenin durante la Rivoluzione russa, oggi sede del Comune), e soprattutto il palazzo di Caterina a Puskin (25 km da San Pietroburgo) che fu la residenza estiva degli zar di Russia con una facciata lunga 325 metri, con visita agli appartamenti privati dell’imperatrice, e in particolare alla famosa Camera d’ambra: questo locale è stato qualcosa di simile a un luccicante scrigno che stava a dimostrare il lusso e l’opulenza dell’impero russo. Sparita ai tempi della seconda guerra mondiale, la copia precisa della «Camera d’ambra», fu ricostruita con enormi finanziamenti del Governo russo e di quello tedesco, è stata riaperta al pubblico pochi anni fa, nel 2003, ed è oggi la più famosa attrattiva del palazzo. Infine: visita del museo dell’Hermitage, l’edificio che in origine faceva parte della reggia imperiale degli zar Romanov, e che oggi ospita una delle più importanti collezioni d’arte del mondo: all’interno, tra gli altri si possono ammirare alcuni quadri di Caravaggio, Cézanne, Leonardo da Vinci, Degas, Gauguin, Matisse, Monet, Picasso, Renoir, Rembrandt, Rubens, Tiziano, Van Gogh e Diego Velázquez. Poi, visita al Parco delle Fontane di Peterhoff (è di una bellezza mozzafiato tra fontane spettacolari in stile barocco, giardini fioriti, fantastiche scenografie con giochi d’acqua e laghi artificiali incantati). Infine, visita alla Fortezza dei SS. Pietro e Paolo: è la prima costruzione fatta realizzare da Pietro il Grande nel 1703, trasformata ben presto in carcere: il primo ad esservi imprigionato fu il figlio di Pietro I, Aleksej che per tradimento nei confronti del padre morì sotto tortura, poi il consigliere economico di Pietro I, Ivan Tichonovič Posoškov, e ancora la principessa Tarakanova, fatta morire in carcere dalla zarina Caterina II la Grande (1762-1796), e infine qui furono imprigionati dalle guardie rosse di Lenin i ministri dello zar, catturati dopo la presa del Palazzo d’Inverno. 27 La giornata del socio Arte (Palladio) e ottimo vino: (Soave): siamo stati a Vicenza Chiese, ville, piazze, santuari: un tuffo nel tardo Rinascimento. Poi la visita a una celebre cantina e il pranzo. Premiati due soci: il più anziano e il più giovane. E una voce suadente. G iornata del socio: erano oltre 400 quelli di Banca Cremasca che, domenica 29 settembre, hanno occupato sette pullman, di cui due doppi, per la gita a Vicenza e, poi, per il pranzo conviviale a Soave nella cantina sociale Rocca Sveva. Il tempo è stato clemente: non è scesa nemmeno una goccia dalle nerissime nubi durante la visita alla «città del Palladio», dal nome dell’architetto che qui realizzò celebri monumenti nel tardo Rinascimento, ed è anche grazie a queste realizzazioni artistiche che Vicenza, dal 1994,è stata inserita tra i Patrimoni dell’umanità dall’Unesco. I soci di Banca Cremasca hanno potuto ammirare, affacciata su piazza dei Signori, la Basilica Palladiana che ancora oggi è il più celebre edificio pubblico della città. Alla costruzione originaria, realizzata in forme gotiche, Palladio aggiunse le sue logge classicheggianti in pietra bianca, risolvendo i difficili problemi statici dell’edificio. Proprio di fronte alla Basilica Palladiana, sorge il Palazzo del Capitano, progettato sempre dal Palladio e costruito nella seconda metà del Cinquecento, oggi sede del Consiglio comunale di Vicenza. E dopo aver apprezzato, nel centro storico, la bellezza dei numerosi palazzi datati dal Trecento 28 al Seicento, c’è stata la visita alla chiesa di Santa Corona nella quale spicca il dipinto di Giovanni Bellini raffigurante il Battesimo di Cristo. In quest’opera c’è stato forse un possibile aiuto del Giorgione, allievo del Bellini. E vi appare anche un pappagallino rosso, simbolo della Passione, disegnato in età posteriore. Si è potuta vedere solo dai finestrini del pullman - perché vi abita la famiglia Valmarana che l’ha acquistata dal giugno 1912 - la famosa «Rotonda», una delle trenta ville disegnate da Palladio nel Veneto, ma questa è sicuramente la più famosa, tanto è stata fonte di ispirazione per migliaia di edifici (è stata copiata tale e quale addirittura ai giorni nostri da architetti arabi per la residenza di uno sceicco a Dubai). Ispirata al Pantheon di Roma, è diventata, infatti, una delle più celebri eredità lasciate da Palladio al mondo dell’architettura. Uno dei segni distintivi della «Rotonda» è stato l’uso della cupola, applicata per la prima volta ad un’abitazione privata, mentre questa consuetudine era riservata fino a quel momento all’architettura religiosa. L’altro segno distintivo sono le quattro facciate, quasi simili una all’altra, tutte formate da scalinate che portano a un atrio d’ingresso colonnato (6 colonne ioni- che) e sormontato da un frontone ornato di statue di divinità dell’antichità classica. Infine, la visita al Santuario della Madonna di Monte Berico. La costruzione commemora le due apparizioni della Madonna a una pia donna vicentina, e la conseguente liberazione della città dalla peste. L’edificio è costituito da due chiese risalenti a due epoche diverse: la prima di stile gotico, la seconda è una basilica in stile classico e barocco. Questo Santuario è il più importante riferimento religioso del Vicentino e la Madonna di Monte Berico, dal 1978, è la patrona di Vicenza e della diocesi vicentina. L’attuale campanile venne eretto a partire dal 1826. La chiesa custodisce numerose importanti opere d’arte. La più significativa è la «Cena di San Gregorio Magno», opera di Paolo Veronese. Ci si può arrivare a piedi al Santuario (20 minuti), salendo per 192 gradini coperti da una lunga teoria di “portici”: si cammina tra 120 arcate ripartite a gruppi di 10: ognuno di questi gruppi ha un breve ripiano a forma di piccola cappella, a simboleggiare i 15 misteri e le Ave Maria del Rosario. E’ stato d’obbligo, infine, affacciarsi sul davanzale dell’immensa balaustra dal quale si vede Vicenza dall’alto, e anche il quadrante pano- A sinistra, la Basilica Palladiana: si affaccia su piazza dei Signori ed è il più celebre edificio della città di Vicenza. A destra, la lunga litania di botti nei sotterranei di Rocca Sveva, cantina sociale di Soave: qui nascono i vini pregiati della cooperativa che produce 30 milioni di bottiglie l’anno. Qui a lato, la premiazione del socio più anziano di Banca Cremasca, Angelo Regazzetti (che ha già meritato una copertina del «Notiziario per i soci»), in mezzo al presidente Francesco Giroletti e al vice presidente Giuseppe Capellini. In basso, infine, la talentuosa cantante siciliana Paola Gruppuso - che ha regalato intense emozioni con la sua voce - premia il socio più giovane: Gabriele Giroletti. ramico delle Prealpi Venete, dai Lessini alla Laguna, dal Pasubio al Piave. Lasciata Vicenza, i gruppi hanno raggiunto Soave con il suo castello e la sua cantina sociale, Rocca Sveva, che produce 30 milioni di bottiglie sui 55 milioni prodotti nella zona del basso veronese. Borgo Rocca Sveva (ultimata nel 2003) è una struttura unica nel suo genere: è un elegantissimo complesso, con un funzionale centro congressuale, un centro di ricerche e studi, (convenzionato con il dipartimento Scientifico e Tecnologico dell’Università degli studi di Verona) ed al tempo stesso è sede di una moderna azienda vitivinicola con un’autonoma struttura produttiva e di vinificazione (istruttiva è stata la visita alla cantina). Vi nascono i vini Rocca Sveva e gli spumanti metodo classico Equipe 5 e Riserva dei Cinque. Oggi questa cooperativa ha il controllo su un territorio di circa 6.000 ettari di vigneto nell’area veronese, con 2.200 soci e 6 siti produttivi. Qui, i soci di Banca Cremasca hanno ottimamente pranzato (da 10 e lode il bianco Soave), accompagnati dalla musica di un duo locale e piacevolmente sorpresi dalla suadente voce della giovane e talentuosa cantante siciliana Paola Gruppuso, che ha regalato intense emozioni. In questa occasione il presidente Francesco Giroletti e il direttore generale Cesare Cordani hanno confermato ai soci presenti i buoni risultati evidenziati nel bilancio semestrale al 30 giugno 2013, migliorativi rispetto al 2012. Durante la conviviale, tra gli applausi generali, sono stati premiati il socio con più anni di anzianità in Banca Cremasca, Angelo Regazzetti, e Gabriele Giroletti, il socio più giovane presente in sala. L’intensa giornata, ricca di storia, cultura, allegria e convivialità, si è conclusa con la consegna della Grappa Brunello, fornita da una delle distillerie più antiche di Vicenza. I nostri libri Il cardinal Tonini e «La finanza che serve»: il dialogo sul denaro È stato uno dei cardinali più noti e apprezzati in Italia. Ma per tutta la vita ha mantenuto i toni e lo sguardo del buon parroco di campagna. Mons. Ersilio Tonini è morto nella notte tra sabato 27 e domenica 28 luglio scorsi all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molto tempo. Aveva compiuto 99 anni il 20 luglio ed era il più anziano cardinale vivente. Il Credito cooperativo italiano lo ha ricordato con affetto e gratitudine. In una nota, infatti, il presidente di Federasse, Alessandro Azzi, ha espresso un saluto commosso e un sincero ringraziamento ad un autentico testimone del nostro tempo, «che ha guardato con particolare attenzione alla esperienza del credito mutualistico rappresentato dalle banche di credito cooperativo e dalle casse rurali». Economia, finanza ed etica. E’ stato tra i temi più trattati e preferiti dal cardinale Tonini durante la sua lunga vita. Tanto è vero che il 12 dicembre del 2012 la «Luspio» di Roma (Libera università degli studi per l’innovazione e le organizzazioni) gli ha conferito la laurea honoris causa in Economia e Management Internazionale, per «l’opera di alta divulgazione e di laborioso impegno al servizio di un’economia più umana e per i contributi dati al tema delle relazioni tra etica ed economia». C’è un libro che approfondisce gli insegnamenti del Tonini-pensiero riguardo al mondo 30 bancario, alle Casse rurali, all’economia che deve essere a misura d’uomo, sempre e comunque. Il titolo è: «La finanza che serve». Dialogo sul denaro, l’economia e il futuro. Con un’antologia di interventi del cardinale dal 1998 al 2008. Il volume è stato curato da Sergio Gatti, e la prefazione è di Luigi Accattoli. Ecra edizioni; è la casa editrice delle banche di credito cooperativo. «Questo libro è un modo per dirgli grazie. Per chiedergli di continuare ad essere vicino alla cooperazione di credito. E perché, reciprocamente, le donne e gli uomini del Credito Cooperativo gli siano vicini nei suoi progetti» ha scritto nella sua presentazione il presidente Azzi. Ecco alcuni estratti del volume che abbiamo ritenuto interessanti. Parliamo di denaro e di banche. Quale senso ha il fare banca? «La vera finanza è quella che non si trasforma in idolo, magari in maniera subdola e quasi impercettibile. È quella che non travolge l’uomo, rendendo se stessa protagonista cinica, invertendo i ruoli rispetto all’uomo. I soldi sono un mezzo. L’uomo li ha inventati per raggiungere piccoli e grandi traguardi. Ma se l’uomo perde il controllo di quel mezzo, il mezzo si autotrasforma in fine e anche l’uomo, inconsapevolmente, si riduce a burattino manovrato dal denaro e da altri uomini che usano i soldi per dominare e sfruttare e non certo per esaltare la dignità e le potenzialità creative di tutti gli uomini. Se il denaro cambia natura e missione, sarà automatica la crescita della tentazione di falsificare il denaro, di riprodurlo senza scrupoli per accrescerne la quantità. Denaro falso è quello fotocopiato, quello frutto di speculazione, quello che viene da atti illeciti o ingiusti. Quello che uccide nella dignità o nella fisicità anche un solo uomo. Se il denaro assume il ruolo dell’uomo, l’uno e l’altro vengono svuotati di senso. … La vera finanza è quella che si pone, quasi umilmente, come strumento… La finanza, la compravendita di denaro, gli investimenti sono strumenti, non sono e non possono mai diventare il fine. La loro nobiltà si esprime non tanto (per quanto indispensabile) nella capacità di generare interesse ma nel far crescere l’economia stessa, le imprese, i posti di lavoro, la società, tutti i componenti della comunità umana, a partire dai più deboli… … Il credito è fiducia. Se si dà fiducia a chi la merita, quella fiducia ha il potere di essere una molla, di trasformarsi in lievito, di divenire sale che dà sapore all’idea di futuro». Ma il denaro continua a costituire un problema per un credente? «Il denaro è una di quelle cose di cui tutti parlano male ma che poi tutti vorrebbero avere. È un problema che si poneva già Sant’Agostino. Alcuni gli dicevano: buttiamo via l’oro, visto che corrompe tanto. E lui rispondeva: d’accordo, può corrompere, ma in mani buone non può fare che bene, così come in mano ai cattivi non può fare che male. È questa la fase della storia del mondo nella quale la finanza e le banche possono accrescere la propria capacità di servizio, e anche la propria influenza di sviluppo, concedendo fiducia e quindi prestiti con l’obiettivo non solo di fare profitto ma anche e soprattutto di incoraggiare lo sviluppo di quante più persone possibile. Ascoltando i racconti di quanti sono impegnati nel Credito Cooperativo ho imparato che i poveri rimborsano sempre i prestiti, i poveri fanno di tutto pur di non perdere la propria faccia, la reputazione, l’onore: l’unica vera ricchezza di cui dispongono». Le banche sono di fronte a scelte cruciali sul «come essere» e sul «cosa fare»? «Molto dipende da ciò che il mondo bancario intende fare e dall’immagine che desidera dare di sé. Se si presenta come mera industria del denaro, c’è poco da fare. In quel caso la giocherà tutta sulla competizione. La sua legge sarà solo il profitto. E i destinatari dei suoi servizi saranno quasi esclusivamente quanti sono già proprietari di denaro… ne farà le spese chi non ha accesso al credito per mancanza di garanzie valutate come reali e sufficienti secondo quella logica di banca solo profit». Le nostre ricette La bertulina, come i tortelli: nessuno dice come si prepara Ma noi pubblichiamo una formula del 1918. Una tradizione tipica dell’autunno D a un po’ di anni, a Crema viene organizzata la «Festa della Bertolina» (la numero 39 si è svolta in piazza Duomo il 7 e l’ 8 settembre scorsi) con la degustazione della tipica torta cremasca con l’uva e, allo stesso tempo, si svolge anche il concorso «La Bertolina migliore». In dialetto cremasco si chiama «la bertulina» ed è il dolce tipico autunnale dell’area cremasca. Wikipedia, su Internet, la descrive così: ha forma cilindrica, un colore marroncino e, appena sfornata, produce un intenso profumo di uva fragola (detta anche uva americana). La crosta non è uniforme e bucherellata. Può avere delle varianti, specie a livello di produzione familiare. Le origini sono incerte, ma probabilmente vanno collocate temporalmente a dopo il 1800: le prime notizie sull’uva fragola, importata dall’America, risalgono ai principi del XIX secolo e forse è stata successivamente ibridata con la vite comune. Ma su Internet abbiamo trovato anche questa leggenda: sembra che il nome bertulina derivi dalla statua di Berta, portata in processione già nel Cinquecento, (il 14 agosto), e vestita dalla corporazione dei fornai. Ma sa troppo di leggenda. Per saperne di più, siamo andati a sfogliare il libro «Crema a tavola ieri e oggi» del Gruppo antropologico cremasco, e della bertulina si racconta solo che è «una torta di pasta di farina bianca, uovo, olio, zucchero, lievito di birra, sale, latte o acqua, lievitata e mischiata a uva anice e cotta in forno». La ricetta? Un segreto custodito gelosamente. Anche da chi ha partecipato alla «Festa della Bertolina» in piazza Duomo. A questo proposito, il libro sopra citato dice solo questo: «Far lievitare un impasto di farina, uova, zucchero, lievito di birra, olio di oliva; dividere l’impasto in due strati, tra i quali cospargere l’uva americana; ungere la superficie della pasta, prima di mettere in forno, con olio e zucchero. Un tempo si usava il clinto (uva locale usata anche per produrre il vino)». La Bertulina ingredienti si mescolava dolcemente l’uva, in di Giacomina Scotti in Groppelli (1918) modo da non romperla, e si infornava ad una Ingredienti: 1 kg di farina bianca, 1 bicchiere di olio, 1 bicchiere di zucchero, 4 uova, 1 cucchiaino di sale, latte quanto basta ad ammorbidire l’impasto, 2 bustine di lievito Bertolini, uva americana (clinto) sgranata e mescolata all’impasto. L’esecuzione di questa torta rustica era semplice: una volta ottenuta una pasta morbida con gli temperatura non elevata fino al coloramento della superficie. Una variante, adottata principalmente dalla moglie del fornaio Giulietta Zaninelli in Capoferri (1888-1967), prevedeva l’uso della pasta del pane, con cui foderava lo stampo, disponeva l’uva al suo interno, la cospargeva di abbondante zucchero e, dopo aver richiuso tutto con altra pasta, ungeva la superficie con olio o strutto. Questo dolce merita una divertente poesia Voltala ménela, birlela, ve fora sempre la stessa bertulina: ‘na branca da farina an po da buro, e ‘l clinto di nost ort. Ma chèl che cünta l’è la tradissiù: Nadal con panetù, e Pasqua la culumba, a Feragost l’angüria col melü, an Aütön la bertulina. Quand la cos an dal furne sa sprigiuna ‘n prüföm talment galantom da resüscità i mort! A me mama ga tucàa sta lé da sentinèla con ‘n mà ‘l frigulù, prunta a dàmel sö la crapa se slongaom tròp le ma… «Amò ‘n mument fiulìn, purté pasiensa» la predicàa: cumè parò al mür. La pasiensa l’è ‘na ròba, la gola l’è ’n’otra I dis che la bertulina l’è roba da puarèt: ucù gnurant, tastén an bucü e vedarìf se l’e ròba da puaret! Al panetù – credém a me – l’è fat co la margarina e rösche da limù. 31 XII Giornata In viaggio con Banca Cremasca - 2013/2014 del Socio MERCATINI DI NATALE IN ALSAZIA: STRASBURGO, COLMAR e FRIBURGO dal 13 al 15 dicembre 2013 TOUR LAOS E CAMBOGIA dal 16 al 30 Novembre 2013 Una giornata ricca di cultura, fascino e storia, in un'atmosfera piacevole e rilassante, un'occasione unica per conoscere e conoscersi, per divertirsi e fare nuove amicizie. KENIA Jumbo Watamu Club viaggio di gruppo dal 24 Gennaio al 01 Febbraio 2014 TOUR delle CAPITALI BALTICHE (Vilnius - Riga - Tallinn) dal 14 al 21 Giugno 2014 (date da riconfermare) Capodanno a NAPOLI con “Italo” dal 29 dicembre 2013 al 1 gennaio 2014 CROCIERA nel MEDITERRANEO con MSC Sinfonia dall’ 8 al 15 Settembre 2014 Una giornata che Banca Cremasca dedica interamente a Te… Stresa e le anni d’argento - soggiorni invernali isole Borromee ITALIA - ISCHIA H. TERME ORIENTE 3*** dal 15 al 29 Marzo 2014 ESTERO TORREMOLINOS H. DON PEDRO SOL 4**** dal 02 al 16 Febbraio 2014 CANARIE TENERIFE H. ICLUB PARK CLUB EUROPE ALL INCLUSIVE 3*** dal 27 Gennaio 2014 al 10 Febbraio 2014 23 settembre 2012 ISCRIVITI PRESSO LA TUA FILIALE Quota Socio: € 25,00 - Quota Accompagnatore € 45,00 Chiusura iscrizioni entro e non oltre il 07/09/12 ALASSIO salvoALASSIO-GRAND esaurimento posti disponibili ALASSIO H. CORSO 3 *** HOTEL SPIAGGIA 4 **** H. TOSCANA 3 ***SUP Attenzione: in caso di disdetta o mancata partecipazione la quota di Gennaio adesione non sarà restitu dal 21 Gennaio dal 21 Gennaio dal 25 al 04 Febbraio all’ della 04 Febbraio 2014 all’ Organizzazione 08 Febbraiotecnica 2014Expert Travel Iniziative per i 2014 Soci - Clienti Dalle tue parti, www.bancacremasca.it dalla tua parte.
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