n°22 - Banca Cremasca

Notiziario
N° 22 - Ottobre 2013
per i
soci
Dal 1892 competenza e professionalità prestate in un rapporto umano
Nuovo Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale.
Chi sono gli 11 consiglieri e i 3 sindaci. Quattro new entry
(tre del Cda e un sindaco): conosciamoli meglio
La Giornata del socio
Vicenza e Soave:
«Ecco il contributo arte e ottimo vino
che vogliamo dare
a Banca Cremasca»
pag.30
Cardinal Ersilio Tonini
«La finanza che serve»
pag.31
Come si prepara «la bertulina»
Il dolce cremasco d’autunno
Le nostre riflessioni
Benessere e Pil: spunti
e riflessioni su crisi e valori
L
a nostra è una banca nella quale ripongono la loro fiducia artigiani,
commercianti, professionisti, piccoli e medi
imprenditori e famiglie. Con loro si parla
non solo di fidi e tassi, ma della quotidianità,
del nostro territorio, di impegno sociale, di
etica e perché no, di sport e dell’argomento
che purtroppo è diventato di attualità permanente da alcuni anni: della crisi e di come
superarla. E la loro è sicuramente una voce
importante da ascoltare perché sono titolari
di imprese, studi, officine e negozi che formano l’ossatura della nostra economia. Su
quest’ultimo tema cosa dicono le loro parole,
che non sono sfoghi improvvisi, ma ragionamenti sensati e sofferti?
Un vero problema - dicono - resta il debito pubblico che ha superato i 2.000 miliardi, con interessi al suo servizio - spread alto
o basso che sia - che sfiorano gli 85 miliardi
l’anno. Una massa enorme di risorse finanziarie sottratte a investimenti, lavoro, sviluppo,
sociale. Un fardello sicuramente da diminuire
in tempi ragionevoli per non lasciare un peso
sulle spalle dei nostri figli: sarebbe una eredità
non desiderata che non avrebbe la possibilità
di essere accettata o rifiutata con il beneficio
d’inventario. Toccherebbe comunque.
La situazione che viviamo fa maggiormente riflettere su cosa sia il benessere di una comunità e di come lo si possa misurare. Un
metro di giudizio è sicuramente il Pil (Pro-
dotto interno lordo). Ma si può pesare anche
la felicità di una comunità? Sì, secondo l’Istat
che, insieme al Cnel, ha realizzato il primo
rapporto sul Benessere equo e sostenibile
(Bes). Il che significa che si può vagliare la
felicità in termini di realizzazione personale
(rapporti, possibilità, salute, ambiente di vita
eccetera). Proprio Simon Kuznets, l’economista che inventò il Pil, sostenne nel 1934 che
«il benessere di una nazione non può essere
facilmente desunto da un indice del reddito
nazionale». Qual è la morale?
I cremaschi l’hanno scoperta da tempo: i
soldi non fanno la felicità, ma aiutano molto.
Se poi, oltre ai soldi, una persona ha ottimi
rapporti con la sua comunità, sta bene fisicamente, ha possibilità di crescita economica
e professionale, vive in un ambiente dove la
qualità della vita è buona, questa persona vive
meglio e produce di più.
Un contributo determinante per la ripresa
deve venire dal settore produttivo; la nostra
industria prova a risalire la china. Nessuno si
fa illusioni e non bastano pochi punti decimali di miglioramento per far tornare il sereno su un’economia messa alle corde da troppi
trimestri consecutivi in ribasso. E’ un piccolo
e timido tentativo di risveglio: mettendo in
fila i numeri dal 2008 in poi appare chiaro
che la distanza che ci separa dai livelli pre-crisi
resta. Con sano realismo, bisogna ammettere
che il percorso è ancora lungo.
Ma per questo è importante non buttare
al vento il poco fieno messo in cascina. Non
solo: è proprio nei momenti di maggiore
difficoltà che bisogna buttare il cuore oltre
l’ostacolo. Lo dicono capitani d’industria che
l’hanno sperimentato sul campo, ieri e oggi, e
visti i risultati sul lungo periodo c’è da credergli. Pensiamo ad esempi positivi che alzino il
tono e facciano riflettere sull’importanza dei
valori.
Una bella notizia che indica come con capacità, buona volontà e tanta determinazione
si arriva dappertutto. Fabio Boselli, 22 anni,
è stato proclamato dottore in Ingegneria Edile con 90/100 al dipartimento di Ingegneria
dell’ateneo bergamasco di Dalmine. Quale è
l’eccezionalità? Che Fabio Boselli è non udente.
Un’altra buona notizia esempio di onestà:
trovare 4.200 euro e riconsegnarli al proprietario. Lo ha fatto Federico Marconi, 18 anni,
di San Giovanni Bianco (Bg), il quale, vedendo un portafogli colmo di banconote, non ha
esitato: ha consegnato denaro e documenti
agli agenti della questura. «Se avessi preso
quei soldi» ha raccontato il giovane, «non
avrei avuto comunque il coraggio di spenderli. Avrei agito da ladro. La mia scelta è stata
spontanea». Federico sogna di fare il medico.
Ha superato il test d’ingresso in medicina.
Non possiamo sapere oggi se sarà un bravo
medico, ma sappiamo da subito che sarà un
medico onesto.
L’ultima buona notizia ci riguarda da vicino
e sono certo sarà di conforto per i soci di Banca Cremasca. In questi giorni il Giornale MF
- Milano Finanza - ha pubblicato un inserto
dal titolo ‘L’atlante delle banche leader 2013’
con diverse classifiche, tra cui quella dei maggiori creatori di valore, ossia una selezione di
Banche che hanno migliorato stabilmente
i mezzi amministrati e i risultati reddituali
nell’ultimo triennio. Tra i 590 istituti componenti il campione e successivamente divisi in
categorie per dimensioni, Banca Cremasca è
risultata, tra gli istituti di credito di piccole
dimensioni, segmento che comprende tutte le tipologie di banche, 24esima in Italia e
prima fra le Banche di Credito Cooperativo
della Lombardia. Oltre a renderci orgogliosi,
questo risultato è un segnale di speranza e la
riconferma che grazie all’impegno, al lavoro
di gruppo e alla determinazione si possono
ottenere piccole grandi soddisfazioni.
Francesco Giroletti
3
Filo diretto Notiziario
con i soci per i soci:
una copia
per casa
Se hai qualche comunicazione da trasmettere alla banca, dei chiarimenti da
chiedere, se hai bisogno di consigli o di
risolvere dubbi, ora puoi scrivere o telefonare a Banca Cremasca. Sarai ascoltato
e troverai una risposta.
La lotta agli sprechi nasce anche da piccoli gesti. Infatti, può capitare che in
una famiglia ci siano più soci a Banca
Cremasca, a ognuno dei quali viene
spedito il «Notiziario per i soci» della
banca. Ma avere in casa più copie della
stessa pubblicazione è sicuramente uno
spreco. Per riceverne una sola, scrivi o
telefona a Banca Cremasca.
Sommario
Pag.2
Le nostre filiali
PAG.3
Giroletti: onesti e determinati
PAG.5
Il bilancio 2012: buone notizie
PAG.7
Tre nuovi consiglieri
e un sindaco: ecco chi sono
PAG.9
Iccrea holding: bilancio e Cda
PAG.10
Il credito cooperativo
compie 130 anni
PAG.11
Banca Cremasca al Giro d’Italia
PAG.13
Coopi: marcia non competitiva
Terremotati: nuova scuola
PAG.14
Le nostre filiali: Caravaggio
PAG.16
Restauro Duomo: novità
Se hai un computer, scrivi a questa
e-mail: [email protected]
Se hai un computer, scrivi a questa
e-mail: [email protected]
PAG.18
Sergnano: rassegna «E...state»
PAG.19
Primo treno, 150 anni fa
PAG.20
I nostri prodotti
PAG.22
Le sette chiese di Montodine
PAG.24
Pacioli: premiati i migliori
Se hai un telefono, chiama:
Ufficio soci 0373-877136
Se hai un telefono, chiama
Ufficio soci 0373-877136
PAG.25
Torneo Bcc di Fano e scacchi
PAG.26
Tornei “Dossena” e “Marcarini”
PAG.27
NOTIZIARIO PER I SOCI
Direttore responsabile:
Sergio Cuti
Coordinatore editoriale:
Roberta Serina
Comitato di redazione:
Francesco Giroletti, Giuseppe Capellini
e Cesare Cordani.
Testi di:
Chiara Scuri, Gionata Agisti, Michele Scarpellini
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Editore: Banca Credito Credito Cooperativo soc.coop
p.zza Garibaldi 29 CREMA
Registrazione del Tribunale di Crema n.128
del 20.1.2003
Progetto Grafico: TRENTUNODIECI
Stampa: Grafica G.M. via degli Artigiani 8,
Spino d‘Adda (provincia di Cremona)
Associato all’USPI
N° iscrizione ROC: 23074
Si ringraziano tutti coloro che hanno messo
a disposizione le immagini presenti nel notiziario
Soci a Mosca e San Pietroburgo
PAG.28
La Giornata del socio
PAG.30
Il libro del cardinal Tonini
PAG.31
La ricetta: la bertolina
2012: sono aumentati
l’utile e il credito
dato agli imprenditori
Il nostro bilancio
Sono state supportate anche le famiglie. E’ stata contenuta la politica dei tassi,
vista la difficile situazione economica. «Guardiamo al futuro con tranquillità»
Da sinistra a destra: Mario Tagliaferri (presidente del Collegio dei sindaci), Giuseppe Capellini (vice presidente), Giuseppe Maino (rappresentante
della Federazione lombarda delle Bcc), Francesco Giroletti (presidente), Cesare Cordani (direttore generale) e Giovanni Barbaglio (notaio).
N
on solo la presentazione del bilancio
2012, approvato all’unanimità, ma
anche il rinnovo del consiglio di amministrazione che ha guidato Banca Cremasca negli
ultimi 3 anni. Vediamo, dunque, le due notizie. Per quanto riguarda il conto economico,
l’utile netto è risultato di 2,4 milioni di euro,
rispetto a 1,7 milioni del 2011, e il supporto
agli imprenditori è stato considerevole. Per
il Cda, invece, tre sono state le new entry:
Angelo Bolzoni, Umberto Cabini e Raffaele Ursi che prendono il posto di Lamberto
Brambatti, Maurizio Redondi e Gianfranco
Rossi, a cui sono andati i più sinceri ringra-
ziamenti per la grande dedizione e il lavoro
svolto nell’ultimo mandato.
Tutto è successo domenica 19 maggio, alla
palestra di via Toffetti, a Ombriano, dove si
è tenuta l’annuale assemblea dei soci dell’istituto di credito. Al tavolo dei relatori, accanto
al presidente Francesco Giroletti e al direttore Cesare Cordani, anche il vice presidente
Giuseppe Capellini, il presidente del Collegio dei sindaci, Mario Tagliaferri, Giuseppe Maino, rappresentante della Federazione
lombarda delle Bcc e il notaio Giovanni Barbaglio.
«Il bilancio con cui chiudiamo l’esercizio
2012 è sicuramente positivo» ha esordito il
presidente Giroletti. «Il nostro utile netto è di
2,4 milioni di euro, rispetto agli 1,7 con cui
avevamo chiuso il 2011. Nel corso dell’ultimo anno sono aumentati anche gli impieghi
lordi, pari a 416 milioni di euro, contro i 406
dell’anno precedente e questo per la nostra
banca ha significato l’erogazione di maggior
credito per le famiglie e le imprese del territorio. La politica dei tassi è sempre stata contenuta, considerata la difficilissima situazione
attuale, e l’intento del consiglio di amministrazione è stato quello di porre un’attenzione
particolare alla situazione delle imprese, evi5
Gli 11 consiglieri
Poi, i 910 soci presenti hanno proceduto
alle votazioni a scrutinio segreto, che hanno portato all’approvazione della lista proposta dal Consiglio d’amministrazione in
carica, composta da 11 consiglieri: Marta
Bolzani, Giuseppe Capellini, Francesco
Giroletti, Francesco Mariani, Pierangelo
Scandelli, Luigi Severgnini, Franco Triassi
e Gianfranco Vailati. Tre le new entry: Angelo Bolzoni, Umberto Cabini e Raffaele
Ursi.
Il Collegio sindacale è stato rinnovato
nelle persone di Giovanna Piloni ed Eliana Pirini. Confermati: Mario Tagliaferri,
Paolo Perolini e Ruggero Ferrari. Infine,
il Collegio dei probiviri, che ha un nuovo
presidente: Danilo Tornaghi; riconfermati
Mimma Aiello, Ermelinda Raimondi, Domenico Butera e Denise Traspedini.
I 33 soci premiati
Il momento delle votazioni a scrutinio segreto: così 910 soci presenti all’assemblea hanno scelto,
approvandola, la lista degli 11 consiglieri proposta dal Consiglio di amministrazione in carica.
tando, per esempio, di imporre loro dei rientri a breve termine».
Interessante è stato l’intervento del direttore Cordani che si è soffermato sui numeri: «Il
tasso medio degli impieghi si è attestato sul
3,56%, a differenza del 3,75% del 2011. Ben
consapevoli delle difficoltà, non abbiamo voluto stressare i tassi, al contrario. D’altra parte,
consci anche del fatto che, in questo periodo,
le famiglie sono restie a investire, abbiamo alzato, invece, il tasso sulla raccolta: dall’1,35%
all’1,54%». Infatti, anche la raccolta diretta
ha conosciuto un incremento: 510 milioni
di euro, rispetto ai 494 milioni del 2011. Si
tratta di una crescita media annua del 3,3%,
in linea con il risultato del credito cooperativo
in generale - +3,8% - e superiore alla media
del sistema bancario nazionale che è stata del
+1,6%.
«I nostri indici ci consentono di guardare al
futuro con tranquillità» ha concluso Giroletti,
«visto che, grazie ad anni di gestione attenta e
prudente, siamo riusciti ad accrescere il patrimonio del nostro istituto che si è addirittura
triplicato, rispetto al 2001, arrivando a quota
72,7 milioni di euro: il 25% in più, rispetto
allo scorso esercizio».
Un risultato, quello di Banca Cremasca,
elogiato dal rappresentante della Federazione
lombarda: «Il vostro bilancio è davvero in
controtendenza, in un periodo di crisi come
quello che stiamo vivendo» ha commentato
6
Maino. «Non se ne vedono di simili in giro:
anche solo in Lombardia, le 45 Bcc, nel loro
insieme, raggiungono un utile netto poco superiore ai 20 milioni di euro. E dire che ci
sembrava di aver toccato il fondo l’anno scorso, quando i milioni erano 60. L’auspicio è
che riusciate a mantenere i risultati e anche
quei valori propri di una Bcc che avete saputo
preservare in questi ultimi anni».
Nel corso dell’assemblea si sono susseguiti
diversi interventi, puntualmente riscontrati
dal Presidente e oggetto di successive analisi e
approfondimenti da parte del neoeletto CdA.
Sono stati premiati 33 soci, attivi da
25 anni: Roberto Assandri, Marco Barbaro, Maurizio Barbaro, Guerrino Bertoletti, Luigi Filippo Bertoli, Battista Giuseppe Bianchessi, Teresa Bocchi, Renzo
Bonardi, Giacinto Bressanelli, Giovanni
Bressanelli, Giuseppe Bressanelli, Luciano Bressanelli, Mario Bressanelli, Tarcisio Brusaferri, Severino Busetti, Umberto Cabini, Franco Cattaneo, Dalmazio
Cavalletti, Silverio Corradini, Egidio
Cresci, Luigi Denti, Pasquale Denti, Pietro Facchi, Pietro Antonio Ferla, Davide
Gagliardi, Pierino Guaiarini, Giovanni
Pacchioni, Gian Pietro Trezzi, Ivan Triassi, Fabrizio Vailati, Romana Vailati Facchini, Luigina Valvassori e Gian Pietro
Zambelli.
Ecco gli 11 consiglieri che formano il nuovo Consiglio
di amministrazione di Banca Cremasca. Di loro,
tre sono di nuova nomina. Ci sono novità anche
nella composizione del Collegio sindacale
e nel Collegio dei probiviri.
Le nuove nomine
Tre nuovi consiglieri del Cda e un nuovo sindaco
«Chi siamo, e il nostro
impegno per la banca»
Angelo Bolzoni: «il credito a imprese e professionisti»
Angelo Bolzoni, 56 anni, coniugato, due
figli (Alessadro di 22 anni, studente universitario iscritto alla facoltà di Ingegneria, e
Gabriele 17 anni, studente iscritto al liceo
Tecnologico), residente a Trescore Cremasco,
è un ingegnere industriale, libero professionista, iscritto all’Albo professionale dal 1983.
(Il suo studio è a Crema, in via Del Commercio).
Dopo il diploma all’Itis, si è laureato in
ingegneria elettrotecnica al Politecnico di
Milano nel 1981, con una tesi sugli aspetti
gestionali dei sistemi di illuminazione artificiale in diverse tipologie di utenza. «Attualmente svolgo attività nella progettazione di
impianti tecnologici in ambito industriale,
ospedaliero e terziario, nella gestione dei servizi e della manutenzione di impianti, nonchè nello sviluppo di sistemi finalizzati alla
ottimizzazione dei costi aziendali nei processi
di consumo e di acquisto. Sono libero docente per corsi di formazione ed aggiornamento
in tema di impiantistica elettrica presso enti
privati».
Non vuole svelare il suo «sogno nel cassetto» perché, «se si svelano, non si avverano». I
suoi scrittori preferiti sono tutti del Novecento «da Moravia fino a Biagi e Montanelli». I
suoi film preferiti sono di genere drammatico. «Indimenticabile “A Beautiful Mind”,
trasposizione cinematografica delle vicende
di John Forbes Nash, matematico premio
Nobel, esempio vivente di genio e sregolatezza». Il suo colore preferito è il bordeaux,
«visto che sto scrivendo con questo colore;
comunque anche l’arancione non è male».
Quale contributo vuole dare in Banca
Cremasca? «Rispondo facendo mie alcune
affermazioni di Mario Draghi, presidente
della Bce, sullo scenario delle banche, determinanti per rendere più o meno duratura e
profonda la crisi che stiamo vivendo. Il contributo potrebbe avvenire nell’ottica di un
miglioramento del radicamento nel territorio, delle conoscenze sul campo della clientela e della sue effettive potenzialità. Credo ci
siano ancora margini, soprattutto trattandosi
di una piccola banca, attenta al perseguimento di equilibri economici e patrimoniali
prudenti, per non far mancare sostegno alle
imprese ed alle realtà professionali locali con
buone opportunità di crescita».
07
7
Giovanna Piloni:
professionista, MAMMA
e anche docente
Giovanna Piloni, 55 anni, coniugata, una
figlia (Clara di 24 anni), residente a Offanengo, è dottore commercialista e docente di materie economiche in un istituto di istruzione
superiore statale cittadino. Si è diplomata in
Ragioneria presso l’Istituto tecnico commerciale «Bassi» di Lodi e poi laureata in Economia e Commercio all’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano. Quindi si è abilitata
allo svolgimento della professione di dottore
commercialista e all’insegnamento di materie
economiche. Infatti, dopo alcuni anni da dipendente nel settore finanziario e assicurativo
(ha lavorato in banca e in una compagnia di
assicurazione), 25 anni fa ha aperto il suo studio professionale in Crema e contemporaneamente ha iniziato l’attività di insegnante.
Come professionista, ha ricoperto incarichi di componente del collegio sindacale e di
componente del collegio dei revisori di alcune
società ed enti, sia a capitale pubblico che a
capitale privato. Attualmente, oltre che di
Banca Cremasca, è sindaco di S.C.R.P. Spa e
di S.C.S. Spa e revisore della Fondazione Benefattori Cremaschi-Onlus. E’ inoltre consigliere dell’Ordine dei dottori commercialisti
ed esperti contabili di Crema.
Il suo sogno nel cassetto? «I sogni, affinché
rimangano tali, non debbono essere svelati. Se
parliamo invece di desideri, visto che mi piace molto viaggiare, vorrei fare un lunghissimo
viaggio con mio marito e mia figlia toccando
diversi paesi nel mondo». Preferisce il verde, le
piacciono i film d’azione, legge moltissimo e
non solo libri e riviste professionali. «Spazio in
vari generi letterari e mi rilasso particolarmente leggendo gialli d’autore».
Quale contributo vuole dare nel suo nuovo
incarico in Banca Cremasca? «Spero di poter
contribuire al buon andamento della banca apportando l’esperienza maturata in tanti
anni di professione e a mia volta di arricchirmi umanamente e professionalmente grazie a
questo importante incarico».
8
Raffaele Ursi: «Qual è mio sogno?
Lavorare con serenità e tranquillità»
Raffaele Ursi, 48 anni, coniugato, due
figli (Stefano di 18 anni e Riccardo di 14
anni), residente a Crema, è titolare di uno
studio tecnico e amministrativo (ammini-
strazione condominiale). Ha cominciato a
lavorare con il padre all’età di 20 anni in
uno studio associato (Progettazione e amministrazione). Quando il padre è andato
in pensione, 10 anni fa, ha continuato ad
occuparsi dello studio, ma solo per la parte
amministrativa.
E’ diplomato geometra. Poi ha seguito
dei corsi relativi alle problematiche condominiali, alla progettazione edilizia e agli
accatastamenti immobiliari.
Il suo sogno nel cassetto è quello di «riuscire a lavorare in tranquillità e serenità,
senza lo stress quotidiano nel quale siamo
abituati a lavorare». Non legge molto per
mancanza di tempo, guarda soprattutto i
film d’avventura, e il suo colore preferito
è il verde. Quale contributo vuole dare in
Banca Cremasca? «Vorrei fare tutto il possibile, in base alle mie capacità, per il bene
della banca, essendo Banca Cremasca un
istituto di credito che guarda alla collettività. Non ho ambizioni personali per quanto
riguarda il mio incarico, ma le mie ambizioni vanno tutte al territorio nel quale la
banca ha radicato le proprie radici».
Umberto Cabini: «servire il territorio»
Umberto Cabini, 64 anni, studi di Economia, coniugato, tre figli (Arianna, 36
anni, Assia, 26 anni, e Jacopo 24 anni),
residente a Crema, è un imprenditore. Ha
un’azienda che fa arredamento per negozi, nello specifico cassettiere per farmacie
e negozi di ottica. E’ un’azienda nata nel
1960 e si chiama ICAS (www.icas.it ).
«Esportiamo il 60% dei nostri prodotti
all’estero» spiega. Oltre ad essere titolare
di Icas, è anche presidente della Piccola
media industria all’associazione industriali di Cremona. Infine, per 6 anni è stato
presidente della Fondazione del teatro San
Domenica a Crema.
Il suo sogno nel cassetto? «Che l’Italia
possa tornare ad esprimere il meglio di
sé come negli anni Sessanta». Il suo libro
preferito è «L’Astrologo», il film è «Mistic River», il colore è l’arancione. Quale
contributo vuole dare in Banca Cremasca?
«Usare la mia professione come imprenditore finalizzata alla mission della Bcc che
è quella di servire al meglio il territorio».
Iccrea Holding (Gruppo Bancario Iccrea)
Approvato bilancio 2012
e nuovo Cda 2013-2015
L’utile aziendale arriva a 23 milioni. Continua l’attività del gruppo
come partner delle Bcc nelle aree dove hanno forti le loro radici.
L
’ assemblea degli azionisti di Iccrea
Holding SpA - la capogruppo del
gruppo bancario Iccrea che riunisce le società che offrono prodotti e servizi alle banche di credito cooperativo - ha approvato
il bilancio 2012, chiudendolo con un utile
di esercizio di 23 milioni (+35%). A livello
consolidato, l’utile si attesta a 43 milioni,
mentre il patrimonio netto di Iccrea Holding, comprensivo dell’utile, ammonta a
1,155 miliardi. L’assemblea ha inoltre proceduto al rinnovo del Consiglio d’amministrazione della società per il triennio 20132015, che risulta così composto: Antonio
Albano, Lucio Alfieri, Alessandro Azzi, Enrica Cavalli, Giovanni Combi, Nicola Di
Santo, Gianfranco Donato, Florio Faccendi, Carlo Antonio Feruglio, Francesco Giroletti, Luciano Gorni, Francesco Liberati,
Giulio Magagni, Giuseppe Maino, Giorgio
Merigo, Heiner Nicolussi-Leck, Gino Polidori, Angelo Porro, Secondo Ricci, Patrizio Rosi, Carlo Ruggeri, Luciano Saraceni,
Pierpaolo Strà, Leonardo Toson, Lorenzo
Zecca, Franco Zibordi. Inoltre, il collegio
sindacale è formato da Luigi Gaspari (presidente), Fernando Sbarbati e Romualdo
Rondina, mentre i supplenti sono Marco
Mauri e Maurizio Variola.
Giulio Magagni, presidente di Iccrea
Holding, e Roberto Mazzotti, direttore
generale, hanno evidenziato la crescita del
valore creato per le Bcc sotto l’aspetto della
qualità dei servizi resi, delle commissioni
retrocesse (circa 270 milioni) e dei finanziamenti concessi alle BCC e assistiti da
collaterale che si sono attestati a 16,3 miliardi (rispetto ai 7,8 del 2011). «Come
gruppo bancario Iccrea sentiamo forte la
responsabilità di affiancarci alle banche di
credito cooperativo» ha commentato Magagni, «al fine di supportarle nella loro mission di aiuto allo sviluppo dei territori in
cui operano. In momenti di difficoltà come
questi è essenziale che Iccrea e tutte le Bcc
si adoperino per individuare i meccanismi
più efficaci per operare in modo sinergico,
ottimizzando i processi a beneficio dei nostri clienti».
«Il gruppo bancario Iccrea non è più un
semplice fornitore di prodotti e servizi per
le banche di credito cooperativo» ha ribadito Mazzotti, «ma è un insieme di aziende che lavorano ogni giorno al fianco delle
BCC per sviluppare, insieme a loro, attività
e strategie adeguate a soddisfare le esigenze
della propria clientela. Allo stesso tempo
il Gruppo bancario Iccrea, di cui le stesse
BCC sono proprietarie, si deve fare carico
di offrire al Sistema del Credito Cooperativo tutte quelle leve che ormai sono essenziali per una banca per essere competitiva
sul mercato. Penso all’internazionalizzazione, alla monetica, e a tutti quei servizi
complementari che una banca locale deve
offrire sia alle famiglie, per la salvaguardia
del loro futuro, sia alle aziende, per continuare a investire e portare valore al territorio».
9
Le nostre ricorrenze
creditocooperativo.it
Azzi:
«Ci attende
un lavoro
complesso,
ma non
impossibile»
CONTROCORRENTE.
DAÊ130ÊANNI.
I
l 20 giugno del 1883, su iniziativa
di Leone Wollemborg, nasceva
a Loreggia, in provincia di Padova, la
prima Cassa rurale italiana (a sua volta, lo
ricordiamo, la prima Cassa rurale cremasca
è quella di San Bernardino, fondata nel
marzo del 1892, seguita da quella di
Santa Maria della Croce nel novembre
dello stesso anno). Quest’anno, quindi, il
Credito cooperativo festeggia i 130 anni.
Per questa occasione, il presidente di
Federasse, Alessandro Azzi, ha inviato a
tutte le Bcc una lettera-riflessione su questa
importante ricorrenza. Ne riportiamo
alcuni bravi significativi.
• «I 130 anni dalla costituzione della
prima Cassa rurale è un evento non rituale.
Non solo per il dato, davvero sorprendente,
di longevità, vitalità ed attualità della
cooperazione di credito, ma anche perché
questa occasione è utile per farci riscoprire
l’orgoglio di appartenere a una realtà
che non è solo modello di impresa, ma
anche pratica di solidarietà economica
e di partecipazione, capace davvero di
accompagnare nei suoi passaggi chiave la
crescita e la storia del nostro Paese.
• «E’ una ricorrenza che per noi ha
un sapore dolce e amaro nello stesso
tempo. Dolce perché certifica la bontà di
un’intuizione che Leone Wollemborg ebbe
130 anni fa, semplicemente “osservando”
la realtà di allora e cercando soluzioni
eque e condivise per venire incontro a
problemi come l’esclusione sociale, la
povertà, l’usura, la mancanza di futuro per
10
20ÊGIUGNOÊ1883.
AÊLoreggiaÊnasceÊlaÊprimaÊCassaÊRuraleÊitaliana.
DaÊallora,ÊandiamoÊnellaÊdirezioneÊcheÊciÊindicanoÊiÊbisogniÊdelÊterritorio
eÊiÊprogettiÊdelleÊpersone.ÊDaÊsempreÊchiÊciÊsegue,ÊsiÊritrova.
intere generazioni. Amaro perché ancora
oggi, a distanza di tempo, intravediamo
ancora troppe sacche di esclusione sociale,
di sofferenza economica, di mancanza di
speranza per il domani.
• «E’ come se - per un curioso gioco del
destino - questa ricorrenza ci dicesse che
il nostro lavoro non può perdere spinta
ed entusiasmo. Che il paese ha ancora
bisogno di “tanta” cooperazione di credito,
di solidarietà, di partecipazione, di una
visione del domani che parli con efficacia
sempre nuova al cuore e alla mente delle
persone.
• «Sono il primo ad essere consapevole
delle difficoltà che ogni giorno viviamo.
Che si chiamano impoverimento dei territori,
crescita delle sofferenze, demotivazione,
con la tentazione forte di chiudersi in se
stessi e “salvare il salvabile”. Un rischio,
LA MIA BANCA È DIFFERENTE.
quest’ultimo, che dobbiamo scongiurare a
tutti i costi e che ci porterebbe a contraddire
il mandato che 130 anni fa i soci delle
prime Casse rurali ci affidarono.
«L’Italia di allora, nonostante tutto, era
in condizioni che non sono minimamente
paragonabili a quelle di oggi. Basterebbe
questa consapevolezza a farci comprendere
come il lavoro che ci attende è - sì - difficile
e complesso, ma non impossibile. Purché
lo affrontiamo con quella giusta miscela
di conoscenza, cultura, professionalità,
sensibilità, orgoglio e senso di appartenenza
che ci ha permesso di arrivare fino ad oggi,
con la nostra forza e la nostra storia. Credo sia
questo il modo migliore per onorare quanti
ci hanno preceduto e hanno lavorato, senza
risparmio, in nome di un modo “differente”
di guardare all’attività economica e di offrire
una “visione” autentica e originale al Paese».
Banca Cremasca
in ricordo di Pantani
Il nostro Giro d’Italia
L’istituto ha donato un assegno ai genitori del campione da devolvere
alla Fondazione intitolata al figlio che ha lo scopo di sostenere i più
deboli e diffondere i valori che hanno caratterizzato la vita del «Pirata».
Caravaggio si è vestita
di “rosa” per dare il via alla
17sima tappa del Giro
d’Italia 2013 che è partita
lungo il viale del Santuario
ed è terminata a Vicenza.
Il museo a Pantani è stato
allestito davanti all’ingresso
del santuario mariano.
11
santa maria
Non soltanto i vecchi fans del
«Pirata», ma anche tanti giovani
hanno voluto visitare il museo
intitolato a Marco Pantani (sulla
destra, la mamma del «Pirata»
si intrattiene con i ragazzi).
Nello stand c’erano numerosi
cimeli del fuoriclasse: le sue
maglie di campione a due Giri
d’Italia e al Tour de France.
Ma anche l’indimenticabile
bandana e le scarpe da gara.
I
cimeli del «Pirata» all’ombra del
Santuario di Caravaggio. Con Banca Cremasca che ha regalato ai genitori di Marco Pantani un assegno da devolvere alla
Fondazione intitolata al loro figlio che ha
lo scopo di sostenere i più deboli e di diffondere i valori (quali la lealtà, lo spirito di
sacrificio, il rispetto per il prossimo) che
hanno caratterizzato la vita dell’indimenticabile corridore.
E’ successo in occasione della 17.ma
tappa del Giro d’Italia, Caravaggio-Vicenza, quando è stato allestito nella cittadina
bergamasca, all’ingresso del santuario mariano, un museo temporaneo intitolato al
Gianfranco Rossi, in rappresentanza della Banca, consegna a mamma Tonina e papà
Paolo vari omaggi tra cui un assegno da devolvere alla Fondazione intitolata al figlio.
12
«Pirata» come lo chiamavano i suoi numerosissimi tifosi. Banca Cremasca, che a Caravaggio ha una sua filiale, ha voluto essere
presente in questo spazio - aperto dal 21
al 26 maggio scorso – che ha fatto rivivere
l’uomo con la bandana, venuto dal mare di
Cesenatico a sfidare le grandi montagne.
E’ stato un evento esclusivo perché era la
prima volta che venivano esposti fuori dai
confini della Romagna alcuni dei cimeli del
campione romagnolo: la maglia bianca che
si era aggiudicata al Giro d’Italia del 1994
come miglior giovane; la maglia rosa vinta
al Giro d’Italia nel 1998 e la maglia gialla
conquistata lo stesso anno al Tour de France. Maglie, ma anche la bicicletta Banchi,
la famosa bandana e le scarpe.
La gente entrava, guardava le foto, il video
di Pantani al Giro e s’inumidiva gli occhi.
Vecchi nostalgici? No. Anche molti giovani
che considerano «il Pirata» il «più grande di
tutti». Nello stand, anche i genitori di Pantani, mamma Tonina e papà Paolo, che hanno
incontrato i tanti ammiratori del figlio. Tra
le iniziative ideate a Caravaggio per il Giro
d’Italia, il «Museo Pantani» è stata la maggiore attrazione. Grande la partecipazione
della gente: folla da record (40mila persone)
nel vialone della partenza della 17.ma tappa. Il via è stato dato dal sindaco Giuseppe
Prevedini, mentre il rettore del Santuario,
don Gino Assensi, ha benedetto corridori e
biciclette. La tappa è stata poi vinta da Giovanni Visconti in 5h5’34”, mentre Vincenzo
Nibali si è tenuta stretta la maglia rosa.
Il nostro sostegno
Coopi: la marcia non competitiva
in città
26 Ottobre 2012
Solidarietà per l’Africa
e l’America Latina
I
l 26 maggio scorso, molti cremaschi
si sono trovati in piazza Duomo, a
Crema, per partecipare alla marcia non competitiva - attraverso Crema e nel verde del
lungoSerio - chiamata «Passo dopo passo (o
anche di corsa)», organizzata dal gruppo locale «Coopi Crema», patrocinata dal Comune
e con il contributo di Banca Cremasca e Cooperativa Sociale Sentiero. Un evento sentito
da numerosi concittadini che sono stati - e
lo sono in questo momento - impegnati con
Coopi in progetti di solidarietà internazionale
in Africa e America Latina. Hanno partecipato alla marcia per garantire un aiuto concreto
ai popoli dei Paesi del Sud del mondo, formando i bambini, attivando il micro-credito,
aiutando le vittime di violenza, costruendo
opportunità di lavoro, sviluppando strutture sanitarie. Era presente alla manifestazione
anche il presidente di Coopi, l’ex sindaco di
Crema Claudio Ceravolo, che è volontario e
cooperante Coopi da più di trent’anni.
Comitato Centro Emilia 5.9
BENEFATTORI
Arredi - Attrezzature - Aree verdi
Banca di Credito Cooperativo
Alto Reno
Marcon - Venezia
Artisti donatori:
Battipaglia
Montecorvino
Rovella
CREDITO COOPERATIVO Soc. Coop
Acquara
Buccino
Capaccio S.
Banca
del Cilento
Associazione
Paolo
Antolini
Davide
Avesani
Francesco
Bolzani
Sara
Burnelli
Giorgio
Cestari
Gianni
Corona
Gianluca
Dugo
Franco
Soci, forte gesto
per i terremotati
Vivaisti
Pistoiesi
Comune di
Hanno rinunciato
euro di omaggi
Paolo
Figara 5mila
per contribuire aForni
costruireEros
una nuova scuola
I
soci di Banca Cremasca, lo scorso posto di rilievo è servito alla costruzione, in
Gianni
giorni, del nuovo plesso scolastico
anno in gita alle Isole Guidi
Borromeo, soli 78
avevano ri-nunciato all’omaggio che abi- di Cento-Corporeno, la sede delle scuole
Marina
Legovini
e secondaria di 1° grado che ha
tualmente ricevono in occasione
della primaria
«Giornata del socio» per devolvere tale cifra sostituito quella che il sisma aveva reso
Claudio
Magrassi
nel centro storico di Cento. Non
(5mila euro) ai terremotati dell’Emilia.
E inagibile
quest’anno, il 26 maggio, si è svolta nella solo è stata messa in piedi la struttura scocon gli indispensabili banchi, sedie,
“bassa” emiliana la «Festa del Mattioli
Ringrazia- lasticaEmilio
mento» per quello che hanno considerato scrivanie, mensa, biblioteche, laboratori,
Claudio
eccetera, ma gli studenti sono stati
un doveroso riconoscimento aiMrakic
tanti do- palestra,
natori che - con i loro contributi – hanno dotati anche delle innovative lavagne intemultimediali. La prossima dotazioreso possibile riedificare quanto Nannini
il terremo- rattiveMatteo
to aveva distrutto. Tra i nuovi edifici, un ne sarà il tablet.
VACANZA
Comuni
Cilentani
Annibali
Arrivabene Agostino
TRANSACQUA
CASSA RURALE ED ARTIGIANA
Galleria d’arte
DOVE
DI
L’ITALIA
CHARME
E’ PIU’ DOLCE
SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO
Nannini
Nicola
Ornella
Stefano
Papetti
Alessandro
13
Le nostre filiali
Caravaggio, è ancora
una sede di frontiera?
La risposta è sì sul versante della raccolta diretta: qui i competitor
sono storici e agguerriti. E le aziende-clienti sono più strutturate
rispetto al Cremasco. La battaglia sugli impieghi. Chi vi lavora.
P
er iniziare il viaggio nella filiale di
Caravaggio è indispensabile, come
nei film, effettuare un feedback, cioè un
ritorno al passato per spiegare l’oggi. Dunque, nel maggio del 2009, Banca Cremasca
è sbarcata in terra bergamasca, uscendo per
la prima volta dal suo territorio. Presenti al
taglio del nastro c’erano il presidente Francesco Giroletti, il direttore generale Cesare
Cordani e Filippo Spina, allora direttore
della Federazione lombarda delle banche
di credito cooperativo che si disse compiaciuto «per la nuova iniziativa nella nostra
famiglia», per poi sottolineare la forza di
Banca Cremasca, il cui patrimonio, a quei
tempi, ammontava a 60 milioni di euro.
La mission di questo sbarco? La spiegò il
presidente Giroletti: «La nostra presenza
andrà a sostegno dell’attività delle famiglie e delle piccole e medie imprese del-
Inaugurata nel 2009, la filiale di Caravaggio di Banca Cremasca è diventata una presenza
conosciuta e autorevole sulla piazza economica e finanziaria della bassa bergamasca.
14
la bergamasca». Una sfida. Un passo ben
maturato. Anche perché, aveva precisato il
presidente, «attualmente Banca Cremasca
conta già circa mille clienti residenti in
questa zona». Nessuna attraversata nel deserto, quindi. Anzi. «Abbiamo la liquidità
sufficiente per raggiungere gli obiettivi che
ci siamo prefissati» aveva aggiunto il direttore Cordani.
Sono passati quasi cinque anni. Il direttore della filiale di Caravaggio è rimasto
lo stesso, Gianmario Carnaghi; con lui
altri tre dipendenti: Sara Poletti, vice responsabile della filiale, Elena Allevi che
si occupa del commerciale e delle piccole
e medie imprese, e Marco Assandri (cassiere). Da alcune settimane, questi validi
collaboratori sono stati affiancati da un
coordinatore commerciale, Paolo Rozzoni, che si occupa dei nuovi territori nei
quali si è insediata Banca Cremasca negli
ultimi tempi; quindi, oltre a Caravaggio,
annoveriamo Pandino, Trescore e Monte
Cremasco. Bancari che conoscono bene la
realtà economica di Caravaggio e dintorni.
Qui aveva lavorato Carnaghi per 11 anni
come dipendente della Popolare di Bergamo. Sempre a Caravaggio aveva lavorato
da 19 anni Sara Poletti come dipendente
di Intesa Sanpaolo.
Entrambi, direttore e vice direttore della filiale si erano occupati del target retail
(cioè privati e famiglie). Elena Allevi aveva
fatto esperienza nella filiale di Trescore di
Banca Cremasca, ma è di Casirate d’Adda,
cioè un comune di 4mila abitanti che è nel
raggio di pochi chilometri da Caravaggio e
dal Cremasco (Agnadello, Capralba, Pandino) e dal nord della bassa bergamasca
(Treviglio, Cassano d’Adda, Mozzanica).
Infine, Marco Assandri, che vantava già
una grande esperienza in tante filiali della
banca. La sede fisica sorge su 200 metri quadri in via Circonvallazione XXV Aprile, sulla
direttrice che da Mozzanica porta a Treviglio,
località ben note nel Cremasco.
Da sinistra: Sara Poletti (vice responsabile della filale di Caravaggio di Banca Cremasca), Marco Assandri (cassiere che vanta una
invidiabile esperienza in questa mansione), Elena Allevi (si occupa del settore commerciale in genere, e delle piccole e medie imprese
in particolare) e Gianmario Carnaghi (responsabile della filiale con una vasta conoscenza del territorio in cui opera la banca).
Caravaggio, una filiale di frontiera? Carnaghi sorride: «Di frontiera no, ma la
clientela di Banca Cremasca di questo territorio è diversa da quella cremasca. Qui,
per il 50% ci confrontiamo con aziende
strutturate che hanno bisogno di finanziamenti consistenti e operano con l’estero.
Se, invece, vogliamo parlare di filiale di
frontiera, questo è vero sul versante della
raccolta diretta perché abbiamo di fronte
competitor forti che vantano una presenza ultracentenaria sul territorio e, quindi,
dobbiamo sgomitare. Per quanto riguar-
da, invece, gli impieghi, conta chi investe
sui clienti, e qui abbiamo una forte voce
in capitolo. Così come sulla raccolta indiretta». In soldoni? «Abbiamo impieghi
per 26 milioni e raccolta per 10 milioni».
Anche le Bcc stanno vivendo un momento
di difficoltà perché la crisi ha aumentato
le sofferenze delle imprese. E’ successo
anche nella vostra filiale? «Certo. Realtà
imprenditoriali che due anni fa facevano
business, oggi sono in difficoltà e ci stanno creando non poche complicazioni. La
conoscenza del territorio e delle imprese ci
ha permesso di limitare i danni. Nessuno
può negare che il contesto in cui si opera
tutti è difficile e complesso, e poi non dobbiamo dimenticare che questa filiale è stata
aperta nel 2009, anno in cui iniziava la crisi. Banca Cremasca ha, dunque, accettato
la sfida. E continuiamo a non demordere.
Anzi: il nostro obiettivo è di crescere sia
come numero di clienti sia come volumi.
E lo stiamo già facendo. Questo è un territorio nel quale le possibilità di sviluppo ci
sono, e noi possiamo giocare un ruolo da
protagonisti».
15
I nostri monumenti
Duomo, tutto quello che
avreste voluto sapere
Non è ancora certa la data della riapertura della Cattedrale al pubblico
Quanto verrà a costare la ristrutturazione? E perché c’è stato un ritardo nei lavori,
ma anche una lievitazione dei costi? Inoltre, c’è anche un mistero: ve lo sveliamo
Ecco il Duomo come non l’avete mai visto: vuoto e al buio. Quando la Cattedrale sarà aperta al pubblico, si potranno ammirare i colori dei
mattoni che ricoprono le colonne: hanno una tonalità rosacea. «Sono mattoni di prima categoria, e di questo dobbiamo ringraziare i nostri avi».
S
iamo entrati nel Duomo di Crema
martedì 15 ottobre, accompagnati
da don Ersilio Ogliari, presidente della
commissione ricerca fondi per il restauro
della Cattedrale. Fa una certa impressione
vedere la cattedrale vuota, e al buio. Il pa16
vimento del presbiterio è opera fatta, anche
se è coperto con la segatura. Manca ancora
molto alla riapertura al pubblico? Don Ersilio allarga le braccia: «E chi lo sa». Di che
cosa c’è ancora bisogno? «C’è un problema
legato all’illuminazione: è necessario at-
tendere l’approvazione del nuovo progetto
da parte della Sovrintendenza di Milano».
Quando sarà approvato, all’incirca? «Avevamo sollecitato l’approvazione tempo fa,
ma ci è stato risposto, in modo un po’ piccato, che la risposta arriverà entro i tempi
I pochi affreschi che si possono ammirare hanno acquisito una nuovissima luce: sono tornati
ai colori originali. E don Ersilio Ogliari, il presidente della commissione ricerca dei fondi per
il restauro della Cattedrale (foto in basso), osserva: «Alcuni dipinti potrebbero suggerirci che
la fitta decorazione del Duomo - erano affrescate anche le colonne - possa risalire al Trecento.
Basta guardare i visi di due figure recuperate nel restauro (qui sopra e a lato): hanno un viso
tondo e gli occhi fissi, un po’ a cipolla, come si disegnava ai tempi di Giotto...».
previsti per legge. A questo punto, possiamo solo aspettare. Con pazienza». Illuminazione. Poi? «Siamo in attesa del lavoro
dello scultore Mario Toffetti per quanto
riguarda la cattedra vescovile e l’ambone;
quest’ultimo è il luogo nel quale si leggono le Sacre scritture e si pronuncia l’omelia, “il luogo della parola, insomma” spiega
don Ersilio): sono stati ideati in marmo, e
andranno a sostituire quelli presistenti che
erano in legno». Veniamo al capitolo soldi.
Quanto verrà a costare il restauro della cattedrale? «Tre milioni e 800 mila euro, mentre il debito, grazie alle offerte fatte, come i
150mila euro di Banca Cremasca, è sceso a
1 milione». Don Ersilio, i lavori di restauro
sono iniziati nel novembre del 2010, e la
prima data utile per l’apertura del Duomo
ai fedeli era stata stabilita per novembre
2012, mentre il preventivo di spesa era di
2 milioni e mezzo di euro. Poi, che cosa
è successo? «E’ successo che alcuni lavori
non preventivati sono stati scoperti strada
facendo. Ecco spiegato i perché del ritardo
nei tempi di consegna e della lievitazione
dei costi, ma parliamo anche di cose belle…» Cioè? «Guardate questi mattoni delle
colonne dal colore rosaceo. Sono mattoni
di prima categoria, come quelli dei muri
esterni della cattedrale e di questo dobbiamo ringraziare i nostri antenati… i cremaschi sono un popolo litigioso, lo erano anche nei tempi antichi, ma quando si parlava
di rendere splendido il Duomo, mettevano
tutti mano al portafoglio. E così ci hanno
regalato questo gioiello, con i mattoni della
facciata e delle fiancate laterali che diventano rossi durante alcuni tramonti estivi. Ma
le novità non finiscono qui…». Ci dica.
«La Cattedrale era tutta affrescata, le erano
anche le colonne. E alcuni dipinti potrebbero suggerirci che la fitta decorazione del
Duomo risalga al Trecento. Basta osservare
i visi di due figure recuperate nel restauro e
che sono tornate ai colori originali: hanno
il viso tondo e gli occhi fissi, un po’ a cipolla, come si disegnava ai tempi di Giotto...
Per approfondire il discorso servirebbe un
esperto d’arte, e io non lo sono. Comunque, c’è da ragionarci sopra».
17
Da sinistra: Mario Andrini
(assessore allo Sport, Tempo
Libero e Ambiente), il sindaco
Gianluigi Bernardi e Dario
Fortini (assessore alla Cultura)
Sergnano, entusiasmo e tanta
gente alla rassegna «E...state»
«Notte bianca» e «Notte rosa». Eventi sportivi, culturali e teatrali.
Ma anche serate danzanti. Insomma, spettacoli per tutti i gusti.
C
’ è stata una grande partecipazione
di pubblico agli eventi organizzati a Sergnano, sotto il titolo «E…state»,
dal comune di Sergnano. Banca Cremasca
contribuisce ogni anno alla buona riuscita
della manifestazione. Per saperne di più, ne
abbiamo parlato con Mario Andrini, assessore allo Sport, Tempo Libero e Ambiente
e vice sindaco, il quale ha lavorato in stretta
collaborazione con Dario Fortini, assessore
18
alla cultura, per la realizzazione degli show
di ogni genere (sportivi, culturali e teatrali) che si sono susseguiti nei mesi più caldi
dell’anno. E lo spettacolo non è mancato.
«Due performances le abbiamo avute il 29
giugno con la “Notte rosa” e il 3 agosto con
la “Notte bianca”» raccontano. «La prima
aveva un obiettivo ben preciso: raccogliere fondi per l’asilo del paese. E il risultato non ha deluso: sono stati donati 1.200
euro; non pochi soldi considerata la crisi
economica. Un successone è stata anche la
“Notte bianca», che è proseguita dalle 19
alle 2 di notte con spettacoli di ogni genere lungo le strade del paese. Una interrotta
fiumana di gente, molti sono venuti anche
da fuori». Avvenimenti sportivi: quali per
esempio? «Dal 25 maggio al 10 giugno si
è svolto “Sport insieme” che ha visto una
mescolanza di discipline: calcio, bocce,
pallavolo, baskin con la partecipazione
anche dei disabili, maratona non competitiva, tanto per citarne alcuni. Per quanto
riguarda gli spettacoli musicali, a Sergnano
abbiamo un paio di band che piacciano ai
ragazzi; per il teatro, in paese c’è la «Compagnia dell’Allegria» che si è prodotta in
spettacoli sia all’oratorio che all’interno del
parco Tarenzi. Qui, sempre nel bellissimo
parco comunale, ci sono state anche delle
serate danzanti con liscio e revival musicale
degli anni Sessanta e Settanta». Soddisfatti,
quindi, della riuscita della manifestazione
estiva targata 2013? «Noi sì, ma anche i
sergnanesi, e non solo loro, ci hanno fatto
percepire la reciproca soddisfazione».
Quando il treno
faceva ancora
«ciuff, ciuff»: 1863
Sono già passati 150 anni
dall’entrata del primo treno
in città. L’avvenimento è stato
celebrato a dovere con viaggi sul
locomotore a vapore, con le bande
del territorio che hanno accolto
i tanti passeggeri, con una mostra,
un annullo postale e, infine,
con una rassegna fotografica.
E
ra il 1° maggio 1863 quando fu
posato a Crema l’ultimo pezzo dei
binari della linea Treviglio-Cremona: anche
nella nostra città sarebbe transitato il primo
treno della sua storia millenaria. Da allora
sono passati 150 anni: migliaia di cremaschi
sono saliti e scesi dai convogli di passaggio
nella stazione cittadina, trainati da locomotive a vapore e poi elettriche, soprattutto in
direzione Milano, la metropoli dove «ghe el
pan per tuti» o come si ripete in milanese:
«Volti el cuu a Milan, volti el cuu al pan
(Volti le spalle a Milano, volti le spalle al
pane).
Ha scritto Matteo Piloni, presidente del
Consiglio comunale di Crema: «Una grande
festa popolare. Era questo l’obiettivo che ci
si è posti nel realizzare la manifestazione sui
150 anni della tratta ferroviaria TreviglioCrema-Cremona. E visto il successo dell’iniziativa, si può dire che l’obiettivo è stato raggiunto, grazie alla disponibilità dei tanti che
hanno accolto la proposta e lavorato per realizzarla». Tra gli sponsor, Banca Cremasca.
L’evento si è tenuto dall’1 al 12 maggio. Partenza del treno a vapore da Milano Lambrate il 5 maggio scorso in modo da portare il
maggior numero di turisti in città. Il convoglio si è fermato in ogni stazione dei territori
bergamasco-cremasco-cremonese (Treviglio
Centrale, Caravaggio, Capralba, Casaletto
Vaprio, Crema, Madignano, Castelleone
e Soresina). Il costo del biglietto (andata e
ritorno): 20 euro da Milano e 5 euro per il
Cremasco, gratis i bambini fino a 10 anni.
L’arrivo del treno è stato accolto dalla musica delle bande del territorio, ricreando l’atmosfera di una vera e propria festa popolare.
Nel frattempo, al Sant’Agostino, il Centro
di ricerca Alfredo Galmozzi ha presentato
un volume dedicato alla storia del treno a
Crema e nel Cremasco, scritto da Mauro
Giroletti.
Ma non è finita: è stata allestita nella sala
Agello del Sant’Agostino una mostra dal titolo «Il treno nel nostro territorio: ieri, oggi
e domani», divisa in tre sezioni: una prettamente storica, con l’esposizione di modellini
e materiali (cartografie, libri, foto) inerenti la
storia del treno; una più amministrativa, che
ha visto come protagonisti i vari progetti che
si sono susseguiti negli anni per il superamento delle barriere ferroviarie in città e, infine,
una collegata alla dimensione regionale, con
il progetto del treno diretto Crema-Milano».
A impreziosire l’iniziativa, il coinvolgimento dell’associazione «Il timbrofilo curioso» che ha organizzato, per l’occasione, un
annullo postale temporaneo, con la creazione
di un timbro speciale. Non è mancata anche la collaborazione con il circolo cinematografico Amenic-Cinema che, al multisala
Portanova, ha proiettato due film che hanno
avuto come protagonista il treno: «Un treno
per Darjeeling» di Wes Anderson e «Source
Code» del regista Duncan Jones.
Da non dimenticare, infine, il Fotoclub
Ombriano che ha curato una raccolta di scatti sul tema. All’inaugurazione, davanti a un
buon pubblico, l’orchestra giovanile «Cremaggiore» ha tenuto un piccolo e apprezzato
concerto.
19
20
Ristruttura la tua casa con
Banca Cremasca!
Ultimi 2 mesi per ristrutturare casa con lo
sconto del 50% approfittando del “Decreto
Sviluppo”, un piano di incentivi proposto
dal governo dedicato alla ristrutturazione
della propria abitazione.
Banca Cremasca ha messo a disposizione
del territorio un plafond sino al 31 dicembre (salvo proroghe del Decreto) di 5 milioni di euro ad esaurimento con un importo massimo per singola operazione pari a
96.000 €.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.
Per il dettaglio delle condizioni si rimanda ai Fogli Informativi disponibili presso le filiali di Banca
Cremasca e sul sito internet www.bancacremasca.it
I nostri monumenti
Montodine, sette chiese
Quali sono, una ad una
E’ un record nel Cremasco. Che cosa c’è d’interessante
Dalla parrocchiale ai più piccoli oratori, collocati nella campagna oppure dentro
una cascina. Nati, spesso, per volontà di diverse Confraternite presenti in paese.
M
ontodine ha ben sette chiese. E’ un
record tra i paesi del Cremasco. Le
notizie le abbiamo prese da un piccolo, ma interessente libro curato da Giuseppe Pedrinazzi,
presidente del Museo etnografico di Montodine, dal titolo «Montodine Arte e fede» che si
trova nella biblioteca del paese.
Chiesa parrocchiale. Costruita negli anni
1726-1731 e dedicata a S. Maria Maddalena
Penitente, è in stile barocco. Fu edificata su
una chiesa preesistente, orientata in senso opposto dell’attuale, e circondata da un cimitero.
Sorge su un rialzo e domina tutto il paese circostante. Bellissima la facciata, che fu restaurata nel 1884. Il campanile, alto ben 57 metri, fu terminato nel 1775. Sia alla chiesa che
al campanile lavorarono quattro capimastri
montodinesi: G. B. Bettoni, Benedetto Belloni, Domenico Cisarri e Andrea Zanchi. Ecco i
tre dipinti da vedere all’interno del tempio: «Il
Trasporto di Gesù al Sepolcro» di Carlo Urbino, l’«Annunciazione» di Pombioli, la «Via
Crucis» di G. Battista Desti, detto il Cardellino. Suggestivo è il miracoloso Crocefisso che la
comunità invocò durante la battaglia contro i
francesi nel 1646.
Oratorio del S. Rosario
22
Oratorio di San Zeno. Un tempo era la
sede della «Confraternita della Buona Morte»
e fu costruito nel 1610 sopra una precedente
cappella. Si trova sulla strada Crema-Montodine, prima dell’entrata in paese. San Zeno
è onorato nel Cremasco anche a Capralba.
L’Oratorio è ricco di stucchi policromi di ottima fattura, con due statue cinquecentesche,
e una splendida pala d’altare dipinta da G.B.
Botticchio, rappresentante la Madonna e San
Zeno. Pregevole è il campanile orientaleggiante, restaurato, ma purtroppo preso di mira dai
fulmini inclementi.
Oratorio di San Rocco. Sorge vicino a
quello di San Zeno. Ha una pianta perfettamente ottagonale a cui sono stati aggiunti un
presbiterio a forma di dado e un piccolo campanile dal contrastante mattone vivo. Bella era
anche la cupola della piccola chiesa, ora caduta.
Fu costruito negli anni 1630-1647, come ex
voto delle tristemente famose pestilenze. Nella
chiesa erano contenuti alcuni quadri, uno dei
quali (oggi conservato a palazzo Benvenuti)
raffigura il santo protettore, accompagnato dal
suo fedelissimo cagnolino, mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.
Oratorio di Boccaserio
Oratorio del S. Rosario. Si trova oltre il
ponte sul Serio, sorge accanto al fiume, e fu costruito dalla Compagnia del rosario dal 1611 al
1618. Deve la sua bellezza ai 15 misteri del rosario dipinti dal Barbelli che risalgono al 1614,
e conservano ancora oggi la loro freschezza
di colori. Sotto la raffigurazione dei misteri si
trovano i due affreschi che ritraggono San Domenico, San Francesco e Santa Rosa. Preziosi
per la loro datazione seicentesca sono anche gli
arredi del coro. Ben conservata è la balconata
della cantoria. Gli ornamenti della volta sono
dovuti al pittore cremasco Papetti, e sono stati
magistralmente riportati alla bellezza originaria
durante i recenti restauri del montodinese Antonio Merletti.
La chiesa è stata restaurata internamente.
Sull’altare campeggia la statua della Madonna
che ogni anno viene festeggiata dai montodinesi nella festa folcloristico-religiosa della madonna sul fiume, che si svolge la prima domenica di ottobre, ricorrenza dedicata alla Regina
del Rosario. L’Oratorio del Rosario fu edificato
su una costruzione precedente, forse dedicata
a S.Stefano.
Sulla facciata sopra il portale si può nota-
Oratorio della SS.Trinità
Chiesa parrocchiale: esterno e interno
Costruita negli anni 1726-1731, la chiesa parrocchiale di Montodine è in stile barocco. Bellissima è la facciata. Il campanile è alto 57 metri.
All’interno tre dipinti si distinguono: uno è di Carlo Urbino, l’altro è del Pombioli, il terzo di G.B. Desti, detto il Cardellino.
re una statuetta rappresentante San Giorgio.
Forse, anticamente, a Montodine esisteva una
chiesa dedicata a questo santo.
Oratorio della S.S. Trinità. Sorge qualche
metro più avanti dell’Oratorio del Rosario,
sempre sulla strada Montodine-Codogno.
Apparteneva alla Compagnia dei trinitari. Ha
una facciata semplice e snella, mentre il campanile è singolare nella calda tonalità del vivo
mattone.
L’interno è spoglio, non ci sono mai state
né tele né affreschi, ma c’è la splendida costruzione lignea dell’altare con il trono piramidale a colonnine, nicchie e statue intagliate con
grande perizia artigianale, decorate e dorate. E’
definito dagli esperti «una meraviglia unica nel
nostro territorio».
Oratorio di S.Zeno
Oratorio di Boccaserio. Lo si incontra
uscendo da Montodine e percorrendo la strada che va verso il corso dell’Adda, ma bisogna,
poi, inoltrarsi anche in una piccola strada di
campagna. Questa chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, è la più antica tra le chiese minori di Montodine. Fu costruita alla fine del
secolo XVI e fu consacrata da monsignor Pietro Emo, terzo vescovo di Crema.
All’interno, come pala d’altare c’è un affresco della Madonna con Bambino. Sulla volta
del presbiterio campeggia la S.S. Trinità in cui
la figura meglio conservata è il Redentore Vittorioso assiso sopra le nubi. Ai lati sono raggruppati i quattro Evangelisti. Purtroppo parte
di questi affreschi è già rovinata, e parte sta andando in rovina per l’umidità e per l’intonaco
Oratorio alla cascina Giardino
screpolato.
Oratorio ai Santi Antonio Abate e Paolo Eremita. Alla fine del secolo XVII i conti
Zurla fecero edificare un oratorio dedicato a
Santa Rosa nei pressi della cascina Giardino
per soddisfare le esigenze religiose degli abitanti del luogo. Venendo meno nel tempo la cura
verso questo oratorio, anche perché le condizioni economiche della nobile famiglia si erano
aggravate già alla metà del secolo precedente,
nell’anno 1873 vennero inoltrate in Curia la
richiesta di demolizione di questo oratorio e
l’autorizzazione a costruirne uno nuovo. Dopo
due anni fu portato a termine il nuovo oratorio, che fu dedicato ai santi eremiti Antonio
e Paolo e benedetto il 26 febbraio del 1875.
L’edificio sacro è di proprietà privata.
Oratorio di S.Rocco
23
I nostri studenti
Migliori diplomati 2011-2012 ragionieri e ragionieri programmatori
Abbiamo premiato i più
bravi: 5 borse di studio
E
’ stato il Consigliere Gianfranco Vailati,
in rappresentanza della Banca Cremasca, a premiare gli ex studenti dell’istituto
Pacioli di Crema che - tra ragionieri e programmatori - si sono diplomati con 100 centesimi
nell’anno scolastico 2011-2012, consegnando
loro delle borse di studio a cui il nostro istituto,
insieme alla Scuola e ad altri Enti, contribuisce
da diversi anni. La cerimonia si è svolta sabato 25 maggio scorso nella sede della scuola, in
via Delle Grazie. Ecco i loro nomi: Anna Fava
(che ha meritato anche la lode) ha ricevuto 650
euro con accredito su Carta Tasca, mentre sono
stati premiati con assegni circolari del valore di
350 euro Sara Aiolfi, Davide Contini, Andrea
Pizzamiglio e Gabriele Vailati. Banca Cremasca
augura loro un proficuo proseguo negli studi e,
poi, nel mondo del lavoro.
Mol
L’acronimo di Mol – Margine operativo
lordo – è un indicatore di redditività che
evidenzia il reddito di un’azienda basato
solo sulla sua gestione caratteristica, al lordo, quindi, di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento
di beni e ammortamenti. Nelle operazioni
di fusione e acquisizione, le valutazioni
vengono fatte sul Mol proprio per indicare
il prezzo in relazione alla gestione caratteristica. Spesso si utilizza l’acronimo inglese
Ebitda (Earnings before interest, taxes, depreciation and amortization) per indicare
un parametro simile.
Pay-out
Il pay-out è la distribuzione di utili netti
sotto forma di dividendi. In particolare,
in contabilità, è noto il payout-ratio, ossia
il rapporto tra dividendi distribuiti e utili
netti d’esercizio. Tale indice fornisce un’immagine circa le scelte strategiche dell’impresa in ordine al finanziamento dei propri
investimenti. Più alto è il rapporto, tanto
minore è la quota di utili netti per autofinanziare progetti futuri.
24
A sinistra, Davide Contini. Qui sopra, Andrea Pizzamiglio, diplomati con 100/100simi
nell’anno scolastico 2011-2012, entrambi
della classe 5 B ragionieri programmatori, premiati dal consigliere della Banca Cremasca,
ragionier Gianfranco Vailati. Complimenti.
Dizionario
Finanziario
Mini-bond
Libor
La misura anti credit crunch del «Decreto
sviluppo» varato lo scorso anno, consiste
nella possibilità per società di capitale finora escluse (in particolare le non quotate,
comprese le piccole e medie imprese) di
emettere titoli per la raccolta di risorse sul
mercato del debito.
Il Libor, «London Interbank Offered Rate»,
è un tasso di riferimento per i mercati interbancari. Viene calcolato giornalmente
dalla British Banker’s Association in base ai
tassi richiesti per cedere a prestito somme
in una determinata divisa (tra le altre sterlina, dollaro Usa, franco svizzero, euro). E’ il
tasso al quale le banche si prestano denaro
tra loro, dopo la chiusura dei mercati.
I sospetti di diffusa manipolazione dei
tassi hanno provocato quest’anno (nel mese
di aprile) una serie di inchieste da parte di
autorità di mezzo mondo e provocato un
ampio dibattito sulla necessità di effettuare
una riforma.
EuroMot
E’ il segmento di mercato regolamentato
Mot, gestito da Borsa Italiana, in cui si
negoziano, in quantitativi minimi (lotto
minimo) o loro multipli, eurobbligazioni,
obbligazioni di emettenti esteri e asset backed securities (Abs).
Bcc: il torneo di Fano
Bisogna guardare avanti
H
a riscosso grande successo la trasferta a Fano (Provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche) dove dal 31 maggio al 2
giugno si è svolto l’11° Torneo nazionale di
calcetto a 5 delle Bcc. Presente la squadra di
Banca Cremasca che, anche nelle due precedenti edizioni, era andata alla ricerca del grande colpo: vincere cioè la “champions league”
delle banche di credito cooperativo. Non è
andata esattamente così, ma l’affiatamento e
lo spirito di gruppo della squadra hanno ampiamente compensato la mancanza del risultato atteso.
Anche questa volta, i cremaschi hanno
superato brillantemente i gironi eliminatori. Ma sono usciti ai trentaduesimi dopo la
sconfitta su misura (4-3) ad opera della Bcc
di Basiliano e, nel renking finale, sono risul-
La squadra di Banca Cremasca in campo al torneo di Fano. La compagine si è battuta con grinta
“nella fossa dei leoni” marchigiana. Ma la sfortuna e una sconfitta di misura l’hanno penalizzata.
tati 36esimi su 92 squadre partecipanti. La
squadra di Banca Cremasca, insomma, non
ha avuto nemmeno il tempo di mostrare il
proprio valore perché la “mala suerte”, l’ha
penalizzata.
Ha trionfato invece, per il secondo anno
consecutivo, la BCC di Roma, aggiudicandosi sia il Trofeo maschile sia quello femminile.
Per Banca Cremasca era andata sicuramente meglio nelle tre precedenti edizioni
(Rimini, San Giovanni Rotondo, in Puglia,
e a Grosseto) nelle quali i “nostri eroi” erano
riusciti ad aggiudicarsi i sedicesimi di finale.
Ora bisogna guardare avanti. La sede del
12° Torneo nazionale pare sarà in Piemonte,
sull’altipiano di Cuneo. Per i nostri ragazzi potrebbe essere la volta buona per dare il meglio
di sé, perché l’altitudine è favorevole a una
squadra come quella di Banca Cremasca che,
potrà avere qualche difetto, ma non va mai in
debito d’ossigeno nonostante pratichi un calcio spumeggiante, esuberante e spettacolare.
Open internazionale «Città di Crema» e il X Campionato regionale under 16
Scacchi ad altissimo livello in città
C
rema, città degli scacchi per il notevole impegno del Circolo Scacchistico «Città di Crema» e per il sostegno degli sponsor, tra i quali Banca Cremasca, che
hanno reso possibile l’edizione del XV Torneo
Open Internazionale «Città di Crema»-Memorial Ottavio Ravaschietto che si è disputata
dal 30 agosto al 1° settembre nella sala Alessandrini. Con 5.5 punti su 6, ha vinto il Gran
Maestro Sanchez che ha preceduto Salvador
e Dragojlovic, entrambi a quota 5 punti.
Nell’albo d’oro del torneo, Sanchez succede
così al maestro internazionale ucraino Roman
Khaetsky.
La tre giorni scacchistica cremasca ha riscosso unanimi consensi positivi sia per l’organizzazione che per il numero e la qualità dei
giocatori iscritti: possono bastare a dimostrarlo, infatti, i nomi dei Gran Maestri filippini
Sanchez e Salvador e dei Maestri internazionali Dragojlovic e Aleksic tra i 76 giocatori al
via. Il Circolo Scacchistico «Città di Crema» è
stato rappresentato ottimamente da Gianluca
Distratis (4 punti), Giovanni Righini (4), Celso Raimondi (3), Gaddo Folcini (3), Fabrizio
Galli (2), Ernesto Cervini (1.5) e Roberto
Giassi (0,5).
Prima di questo evento, si era svolto, sempre a
Crema, in sala Alessandrini, il 2 giugno scorso,
il X Campionato regionale di scacchi under
16, valevole come IV Memorial Giorgio Viviani. Una partecipazione da record: 37 squadre per 148 ragazzi. Il Circolo di Crema era
rappresentato da Francesco Righini in prima
scacchiera, Alberto Carelli in seconda, Michele Coti Zelati in terza e da Andrea Cantoni in
quarta. I giovani scacchisti cremaschi hanno
disputato delle interessanti singole partite, ma
si sono dovuti arrendere a livello di squadra di
fronte a formazioni più forti e con giocatori
che avevano già alle spalle punteggi nazionali.
Il risultato delle partite: una persa, una vinta
e una patta nei tre turni del mattino, e di due
perse e una patta nei tre turni del pomeriggio.
La classifica finale ha visto vincere per spareggio tecnico le giovani promesse della SSM, davanti all’Excelsior Alben e all’Accademia Milano A, mentre il circolo scacchistico «Città di
Crema» ha chiuso in 34esima posizione con 2
punti su sei. Anche questa manifestazione ha
visto Banca Cremasca tra gli sponsor.
25
I nostri sport
Il «Dossena» vinto
dai forti senegalesi
Anche quest’anno il torneo ha visto la presenza, come sponsor,
di Banca Cremasca. Ecco come è andata la finale al Voltini.
H
a vinto l’Etoile Lusitana la 37esima
edizione del trofeo «Angelo Dossena». Nella finalissima allo stadio Voltini
di Crema, il 23 maggio scorso, i senegalesi
hanno battuto il Bologna per 2-0. Entrambe le reti sono state messe a segno da Fall,
che è diventato così l’eroe della kermesse
2013. Al fischio dell’arbitro, le squadre si
sono studiate per un buon quarto d’ora, e
la gara è risultata molto equilibrata. Ma il
Bologna è subito sembrato una squadra più
accorta e meglio organizzata. L’Etoile ha
provato a pungere di rimessa, ma l’eccessiva
fretta ha reso le verticalizzazioni imprecise.
Infatti, sono state degli emiliani la prime
vere occasioni da goal, sfumate per la poca
precisione degli attaccanti e per la bravura
del portiere avversario.
Studiata a tavolino la tattica dell’Etoile: aspettare il Bologna nella propria metà
campo e, poi, provare a ripartire in velocità. E con questa manovra è arrivata al goal:
Embalo è riuscito a saltare il proprio avversario e a crossare dalla destra; la palla, deviata, è arrivata a Fall: dribbling a rientrare
e conclusione imparabile sul secondo palo.
Vani sono risultati i tentativi dei felsinei di
arrivare al pareggio nei primi 45 minuti.
Il secondo tempo si è aperto ancora con
il Bologna all’attacco, ma la muraglia sene-
Il direttore generale, Cesare Cordani, mentre sta premiando l’allenatore del Bologna, Francesco
Baldini. La squadra felsinea è stata battuta dai senegalesi, molto più agguerriti, cinici, preparati.
galese è risultata invalicabile. E pericolose
sono sempre state le ripartenze dell’Etoile
che, in più occasioni, ha sfiorato la seconda
rete prima con il colosso Ngom (stupendo
stacco, ma la palla ha colpito in pieno il
palo) e con Fall L. che ha calciato al volo,
ma centralmente. Era il preludio al raddoppio: Fall A., infatti, ha trasformato il rigore
concesso dall’arbitro e firmato la sua doppietta. L’Etoile, a questo punto, è dilagato,
e solo i miracoli del portiere bolognese hanno negato il tris ai senegalesi. Etoile Lusitana, campione.
Nostra vittoria al Memorial Marcarini
III° MEMORIAL
MARCARINI ROBERTO.
R
oberto è stato un collega e un amico
per noi di Banca Cremasca, oltre
che ex dirigente della U.S.Montodinese.
L’edizione 2013 si è svolta il 7 giugno a
26
Montodine. I partecipanti: Cral Banca
Cremasca, Banca dell’Adda e del Cremasco, Montodine Calcetto.
Classifica: 1° Cral Banca Cremasca, 2°
Banca dell’Adda e Cremasco, 3° Montodine Calcetto. Miglior portiere: Marino Fol-
chini del Cral Banca Cremasca. Capocannoniere: Vanelli Matteo del Cral Banca
Cremasca. Miglior giocatore: Degli Agosti della Bcc Adda e Cremasco. L’incasso è
stato interamente devoluto all’Associazione Amici dell’Ematologia di Pavia.
I nostri viaggi
Alla corte degli zar
Sono stati 44 i soci che hanno visitato Mosca e San Pietroburgo
S
ette giorni in Russia, e precisamente a
Mosca e San Pietroburgo. Erano in 44
i soci di Banca Cremasca che hanno visitato la
capitale e la seconda città più importante dell’ex
impero sovietico, sede della corte degli Zar, uno
dei principali centri culturali e artistici d’Europa,
e il porto principale di questa nazione. I turisti
cremaschi “con il colbacco” hanno ammirato di
tutto e di più, e noi li vogliamo seguire in questo
loro viaggio, anche per un piccolo ripasso storico.
Quattro giorni in giro per Mosca. Dopo la
tradizionale visita panoramica della città, il primo monumento visitato è stato il «Monastero
Novodevici», detto anche il «Monastero delle
Vergini», uno dei monumenti sacri della Russia. Questo convento era noto per dar rifugio
a molte donne delle famiglie imperiali russe e
delle famiglie dei boiardi, che venivano spesso obbligate a prendere i voti. La struttura più
antica del convento è la cattedrale a cinque cupole e sei pilastri dedicata a Nostra Signora di
Smolensk, della quale all’interno si conserva la
celebre icona.
Dopo il «Monastero delle vergini», ecco il
Cremlino, celebre cittadella fortificata e santua-
campanile Ivan Veliki (Ivan il Grande) sul quale
si può salire e ammirare una delle più belle vedute di Mosca che, nei giorni con meno foschia,
si estende fino a 30 chilometri. Infine l’Armeria
(Oruzeinaia Palata) che contiene oltre 4000 oggetti, tra cui armi, una collezione di articoli in
oro e argento, troni degli zar, abiti e carrozze.
Ma siamo solo agli inizi. Eccoci arrivati al
Monastero della Trinità di San Sergio, il centro
spirituale della Chiesa ortodossa russa. Si trova
nella cittadina di Sergiev Posad a circa 60 chilometri da Mosca. I principali monumenti sono
la bellissima Cattedrale dell’Assunzione, situata
nel cuore del monastero, caratterizzata dalla cupola centrale dorata, circondata da altre quattro
di colore blu con stelle brillanti; la stupenda
bianca Cattedrale della Trinità che è il più antico
edificio in pietra del monastero e fu eretta sulla tomba di San Sergio; il campanile, 88 metri,
con i suoi cinque piani, è annoverato tra i più
belli di tutta la Russia.
Poi la passeggiata sull’Arbat (una strada pedonale lunga un chilometro nel centro storico
di Mosca, da sempre frequentata da artisti moscoviti), ricca di negozi di artigianato e di locali
di ogni tipo, e visita alla stazione Majakovskaja
rio del potere russo, posta nel centro di Mosca,
con visite alla Cattedrale e all’armeria. Questa
fortezza, risalente al XII secolo, è un imponente complesso di edifici, di palazzi e di chiese. La
Cattedrale dell’Assunzione venne costruita nel
1489. Inizialmente si trattava di una piccola
chiesa a tre cupole della famiglia di Ivan il Terribile (che poi divenne «il primo Zar di tutte le
russie»), poi il numero delle cupole venne portato a nove e così la Cattedrale Blagovesenski
(com’è chiamata in russo) si trasformò nel tempio principale della cristianità ortodossa russa.
La bella Piazza Sobornaia è dominata dal
della metropolitana di Mosca, considerata una
delle più belle al mondo, certamente la più famosa, uno dei migliori esempi di architettura
stalinista pre-bellica.
Dopo Mosca, ecco San Pietroburgo, che i nostri turisti hanno raggiunto con il treno veloce.
Ecco i luoghi visitati in quella che è definita la
più bella città russa, costruita anche da architetti
italiani: il piazzale delle Colonne Rostate (sono
quattro, tutte alte 32 metri, la cui funzione principale era quella di faro per le navi che entravano
nel porto), la Prospettiva Nevskij (ossia «Viale
della Neva», è la strada principale che attraversa
la città di San Pietroburgo), la Piazza del Palazzo
D’Inverno (nell’Ottocento era il luogo preferito
per le parate militari degli zar, mentre nel 1917
è stata fulcro della Rivoluzione d’ottobre) con al
centro la famosissima colonna di Alessandro I,
lo zar che sconfisse Napoleone (è un monolito
di granito rosso scuro, alto 25,5 metri, sormontato da un angelo in bronzo che regge una croce latina; l’intero monumento, tra piedistallo,
colonna e statua, è alto 47,5 metri e pesa 710
tonnellate).
E ancora: la piazza di S.Isacco dove sorge
l’omonima cattedrale (uno dei monumenti più
interessanti dell’arte russa), lo Smol’nyj (edificio
palladiano che ha svolto un ruolo importante
nella storia della Russia: scuola per nobili fanciulle nell’Ottocento, poi quartiere generale di
Lenin durante la Rivoluzione russa, oggi sede
del Comune), e soprattutto il palazzo di Caterina a Puskin (25 km da San Pietroburgo) che
fu la residenza estiva degli zar di Russia con una
facciata lunga 325 metri, con visita agli appartamenti privati dell’imperatrice, e in particolare
alla famosa Camera d’ambra: questo locale è stato qualcosa di simile a un luccicante scrigno che
stava a dimostrare il lusso e l’opulenza dell’impero russo. Sparita ai tempi della seconda guerra
mondiale, la copia precisa della «Camera d’ambra», fu ricostruita con enormi finanziamenti
del Governo russo e di quello tedesco, è stata
riaperta al pubblico pochi anni fa, nel 2003, ed
è oggi la più famosa attrattiva del palazzo.
Infine: visita del museo dell’Hermitage,
l’edificio che in origine faceva parte della reggia
imperiale degli zar Romanov, e che oggi ospita
una delle più importanti collezioni d’arte del
mondo: all’interno, tra gli altri si possono ammirare alcuni quadri di Caravaggio, Cézanne,
Leonardo da Vinci, Degas, Gauguin, Matisse,
Monet, Picasso, Renoir, Rembrandt, Rubens,
Tiziano, Van Gogh e Diego Velázquez. Poi, visita al Parco delle Fontane di Peterhoff (è di una
bellezza mozzafiato tra fontane spettacolari in
stile barocco, giardini fioriti, fantastiche scenografie con giochi d’acqua e laghi artificiali incantati). Infine, visita alla Fortezza dei SS. Pietro e
Paolo: è la prima costruzione fatta realizzare da
Pietro il Grande nel 1703, trasformata ben presto in carcere: il primo ad esservi imprigionato
fu il figlio di Pietro I, Aleksej che per tradimento nei confronti del padre morì sotto tortura,
poi il consigliere economico di Pietro I, Ivan
Tichonovič Posoškov, e ancora la principessa
Tarakanova, fatta morire in carcere dalla zarina
Caterina II la Grande (1762-1796), e infine qui
furono imprigionati dalle guardie rosse di Lenin
i ministri dello zar, catturati dopo la presa del
Palazzo d’Inverno.
27
La giornata del socio
Arte (Palladio)
e ottimo vino:
(Soave): siamo
stati a Vicenza
Chiese, ville, piazze, santuari: un tuffo nel
tardo Rinascimento. Poi la visita a una celebre
cantina e il pranzo. Premiati due soci: il più
anziano e il più giovane. E una voce suadente.
G
iornata del socio: erano oltre 400
quelli di Banca Cremasca che, domenica 29 settembre, hanno occupato sette
pullman, di cui due doppi, per la gita a Vicenza e, poi, per il pranzo conviviale a Soave
nella cantina sociale Rocca Sveva. Il tempo
è stato clemente: non è scesa nemmeno una
goccia dalle nerissime nubi durante la visita
alla «città del Palladio», dal nome dell’architetto che qui realizzò celebri monumenti
nel tardo Rinascimento, ed è anche grazie
a queste realizzazioni artistiche che Vicenza, dal 1994,è stata inserita tra i Patrimoni
dell’umanità dall’Unesco.
I soci di Banca Cremasca hanno potuto
ammirare, affacciata su piazza dei Signori, la Basilica Palladiana che ancora oggi è
il più celebre edificio pubblico della città.
Alla costruzione originaria, realizzata in forme gotiche, Palladio aggiunse le sue logge
classicheggianti in pietra bianca, risolvendo
i difficili problemi statici dell’edificio.
Proprio di fronte alla Basilica Palladiana, sorge il Palazzo del Capitano, progettato sempre dal Palladio e costruito nella
seconda metà del Cinquecento, oggi sede
del Consiglio comunale di Vicenza. E dopo
aver apprezzato, nel centro storico, la bellezza dei numerosi palazzi datati dal Trecento
28
al Seicento, c’è stata la visita alla chiesa di
Santa Corona nella quale spicca il dipinto
di Giovanni Bellini raffigurante il Battesimo di Cristo. In quest’opera c’è stato forse
un possibile aiuto del Giorgione, allievo del
Bellini. E vi appare anche un pappagallino
rosso, simbolo della Passione, disegnato in
età posteriore.
Si è potuta vedere solo dai finestrini del
pullman - perché vi abita la famiglia Valmarana che l’ha acquistata dal giugno 1912 - la
famosa «Rotonda», una delle trenta ville disegnate da Palladio nel Veneto, ma questa è
sicuramente la più famosa, tanto è stata fonte di ispirazione per migliaia di edifici (è stata copiata tale e quale addirittura ai giorni
nostri da architetti arabi per la residenza di
uno sceicco a Dubai). Ispirata al Pantheon
di Roma, è diventata, infatti, una delle più
celebri eredità lasciate da Palladio al mondo
dell’architettura. Uno dei segni distintivi
della «Rotonda» è stato l’uso della cupola,
applicata per la prima volta ad un’abitazione privata, mentre questa consuetudine era
riservata fino a quel momento all’architettura religiosa. L’altro segno distintivo sono
le quattro facciate, quasi simili una all’altra,
tutte formate da scalinate che portano a un
atrio d’ingresso colonnato (6 colonne ioni-
che) e sormontato da un frontone ornato di
statue di divinità dell’antichità classica.
Infine, la visita al Santuario della Madonna
di Monte Berico. La costruzione commemora le due apparizioni della Madonna a
una pia donna vicentina, e la conseguente
liberazione della città dalla peste.
L’edificio è costituito da due chiese risalenti a due epoche diverse: la prima di stile gotico, la seconda è una basilica in stile
classico e barocco. Questo Santuario è il
più importante riferimento religioso del
Vicentino e la Madonna di Monte Berico,
dal 1978, è la patrona di Vicenza e della
diocesi vicentina. L’attuale campanile venne
eretto a partire dal 1826. La chiesa custodisce numerose importanti opere d’arte. La
più significativa è la «Cena di San Gregorio
Magno», opera di Paolo Veronese.
Ci si può arrivare a piedi al Santuario (20
minuti), salendo per 192 gradini coperti da
una lunga teoria di “portici”: si cammina tra
120 arcate ripartite a gruppi di 10: ognuno
di questi gruppi ha un breve ripiano a forma di piccola cappella, a simboleggiare i 15
misteri e le Ave Maria del Rosario. E’ stato
d’obbligo, infine, affacciarsi sul davanzale
dell’immensa balaustra dal quale si vede Vicenza dall’alto, e anche il quadrante pano-
A sinistra, la Basilica Palladiana: si affaccia su piazza dei Signori ed è il più celebre edificio della
città di Vicenza. A destra, la lunga litania di botti nei sotterranei di Rocca Sveva, cantina sociale
di Soave: qui nascono i vini pregiati della cooperativa che produce 30 milioni di bottiglie l’anno.
Qui a lato, la premiazione del socio più anziano di Banca Cremasca, Angelo Regazzetti (che ha già
meritato una copertina del «Notiziario per i soci»), in mezzo al presidente Francesco Giroletti e al
vice presidente Giuseppe Capellini. In basso, infine, la talentuosa cantante siciliana Paola Gruppuso
- che ha regalato intense emozioni con la sua voce - premia il socio più giovane: Gabriele Giroletti.
ramico delle Prealpi Venete, dai Lessini alla
Laguna, dal Pasubio al Piave.
Lasciata Vicenza, i gruppi hanno raggiunto Soave con il suo castello e la sua cantina
sociale, Rocca Sveva, che produce 30 milioni di bottiglie sui 55 milioni prodotti nella
zona del basso veronese. Borgo Rocca Sveva
(ultimata nel 2003) è una struttura unica
nel suo genere: è un elegantissimo complesso, con un funzionale centro congressuale,
un centro di ricerche e studi, (convenzionato con il dipartimento Scientifico e Tecnologico dell’Università degli studi di Verona)
ed al tempo stesso è sede di una moderna
azienda vitivinicola con un’autonoma struttura produttiva e di vinificazione (istruttiva
è stata la visita alla cantina). Vi nascono i
vini Rocca Sveva e gli spumanti metodo
classico Equipe 5 e Riserva dei Cinque.
Oggi questa cooperativa ha il controllo su
un territorio di circa 6.000 ettari di vigneto nell’area veronese, con 2.200 soci e 6 siti
produttivi.
Qui, i soci di Banca Cremasca hanno ottimamente pranzato (da 10 e lode il bianco
Soave), accompagnati dalla musica di un
duo locale e piacevolmente sorpresi dalla
suadente voce della giovane e talentuosa
cantante siciliana Paola Gruppuso, che ha
regalato intense emozioni.
In questa occasione il presidente Francesco Giroletti e il direttore generale Cesare
Cordani hanno confermato ai soci presenti
i buoni risultati evidenziati nel bilancio semestrale al 30 giugno 2013, migliorativi rispetto al 2012. Durante la conviviale, tra gli
applausi generali, sono stati premiati il socio
con più anni di anzianità in Banca Cremasca, Angelo Regazzetti, e Gabriele Giroletti,
il socio più giovane presente in sala. L’intensa giornata, ricca di storia, cultura, allegria
e convivialità, si è conclusa con la consegna
della Grappa Brunello, fornita da una delle
distillerie più antiche di Vicenza.
I nostri libri
Il cardinal Tonini e «La finanza
che serve»: il dialogo sul denaro
È
stato uno dei cardinali più noti e apprezzati in Italia. Ma per tutta la vita ha mantenuto i toni e lo sguardo del buon parroco
di campagna. Mons. Ersilio Tonini è morto
nella notte tra sabato 27 e domenica 28 luglio scorsi all’Opera Santa Teresa di Ravenna,
dove alloggiava da molto tempo. Aveva compiuto 99 anni il 20 luglio ed era il più anziano
cardinale vivente.
Il Credito cooperativo italiano lo ha ricordato con affetto e gratitudine. In una nota,
infatti, il presidente di Federasse, Alessandro
Azzi, ha espresso un saluto commosso e un
sincero ringraziamento ad un autentico testimone del nostro tempo, «che ha guardato
con particolare attenzione alla esperienza del
credito mutualistico rappresentato dalle banche di credito cooperativo e dalle casse rurali».
Economia, finanza ed etica. E’ stato tra i
temi più trattati e preferiti dal cardinale Tonini durante la sua lunga vita. Tanto è vero
che il 12 dicembre del 2012 la «Luspio» di
Roma (Libera università degli studi per l’innovazione e le organizzazioni) gli ha conferito
la laurea honoris causa in Economia e Management Internazionale, per «l’opera di alta divulgazione e di laborioso impegno al servizio
di un’economia più umana e per i contributi
dati al tema delle relazioni tra etica ed economia».
C’è un libro che approfondisce gli insegnamenti del Tonini-pensiero riguardo al mondo
30
bancario, alle Casse rurali, all’economia che deve
essere a misura d’uomo, sempre e comunque. Il
titolo è: «La finanza che serve». Dialogo sul denaro, l’economia e il futuro. Con un’antologia
di interventi del cardinale dal 1998 al 2008. Il
volume è stato curato da Sergio Gatti, e la prefazione è di Luigi Accattoli. Ecra edizioni; è la
casa editrice delle banche di credito cooperativo.
«Questo libro è un modo per dirgli grazie. Per
chiedergli di continuare ad essere vicino alla cooperazione di credito. E perché, reciprocamente, le donne e gli uomini del Credito Cooperativo gli siano vicini nei suoi progetti» ha scritto
nella sua presentazione il presidente Azzi. Ecco
alcuni estratti del volume che abbiamo ritenuto
interessanti.
Parliamo di denaro e di banche. Quale
senso ha il fare banca?
«La vera finanza è quella che non si trasforma
in idolo, magari in maniera subdola e quasi impercettibile. È quella che non travolge l’uomo,
rendendo se stessa protagonista cinica, invertendo i ruoli rispetto all’uomo. I soldi sono un
mezzo. L’uomo li ha inventati per raggiungere
piccoli e grandi traguardi. Ma se l’uomo perde il
controllo di quel mezzo, il mezzo si autotrasforma in fine e anche l’uomo, inconsapevolmente,
si riduce a burattino manovrato dal denaro e da
altri uomini che usano i soldi per dominare e
sfruttare e non certo per esaltare la dignità e le
potenzialità creative di tutti gli uomini. Se il denaro cambia natura e missione, sarà automatica
la crescita della tentazione di falsificare il denaro, di riprodurlo senza scrupoli per accrescerne
la quantità. Denaro falso è quello fotocopiato,
quello frutto di speculazione, quello che viene
da atti illeciti o ingiusti. Quello che uccide nella
dignità o nella fisicità anche un solo uomo. Se il
denaro assume il ruolo dell’uomo, l’uno e l’altro
vengono svuotati di senso.
… La vera finanza è quella che si pone, quasi
umilmente, come strumento… La finanza, la
compravendita di denaro, gli investimenti sono
strumenti, non sono e non possono mai diventare il fine. La loro nobiltà si esprime non tanto
(per quanto indispensabile) nella capacità di generare interesse ma nel far crescere l’economia
stessa, le imprese, i posti di lavoro, la società, tutti i componenti della comunità umana, a partire
dai più deboli…
… Il credito è fiducia. Se si dà fiducia a chi la
merita, quella fiducia ha il potere di essere una
molla, di trasformarsi in lievito, di divenire sale
che dà sapore all’idea di futuro».
Ma il denaro continua a costituire un problema per un credente?
«Il denaro è una di quelle cose di cui tutti parlano male ma che poi tutti vorrebbero avere. È
un problema che si poneva già Sant’Agostino.
Alcuni gli dicevano: buttiamo via l’oro, visto che
corrompe tanto. E lui rispondeva: d’accordo,
può corrompere, ma in mani buone non può
fare che bene, così come in mano ai cattivi non
può fare che male.
È questa la fase della storia del mondo nella
quale la finanza e le banche possono accrescere
la propria capacità di servizio, e anche la propria influenza di sviluppo, concedendo fiducia
e quindi prestiti con l’obiettivo non solo di fare
profitto ma anche e soprattutto di incoraggiare
lo sviluppo di quante più persone possibile.
Ascoltando i racconti di quanti sono impegnati nel Credito Cooperativo ho imparato che
i poveri rimborsano sempre i prestiti, i poveri
fanno di tutto pur di non perdere la propria faccia, la reputazione, l’onore: l’unica vera ricchezza
di cui dispongono».
Le banche sono di fronte a scelte cruciali
sul «come essere» e sul «cosa fare»?
«Molto dipende da ciò che il mondo bancario
intende fare e dall’immagine che desidera dare
di sé. Se si presenta come mera industria del denaro, c’è poco da fare. In quel caso la giocherà
tutta sulla competizione. La sua legge sarà solo
il profitto. E i destinatari dei suoi servizi saranno
quasi esclusivamente quanti sono già proprietari
di denaro… ne farà le spese chi non ha accesso
al credito per mancanza di garanzie valutate
come reali e sufficienti secondo quella logica
di banca solo profit».
Le nostre ricette
La bertulina, come i tortelli:
nessuno dice come si prepara
Ma noi pubblichiamo una formula del 1918. Una tradizione tipica dell’autunno
D
a un po’ di anni, a Crema viene
organizzata la «Festa della Bertolina» (la numero 39 si è svolta in piazza
Duomo il 7 e l’ 8 settembre scorsi) con la
degustazione della tipica torta cremasca
con l’uva e, allo stesso tempo, si svolge
anche il concorso «La Bertolina migliore». In dialetto cremasco si chiama «la
bertulina» ed è il dolce tipico autunnale
dell’area cremasca. Wikipedia, su Internet, la descrive così: ha forma cilindrica,
un colore marroncino e, appena sfornata, produce un intenso profumo di uva
fragola (detta anche uva americana). La
crosta non è uniforme e bucherellata. Può
avere delle varianti, specie a livello di produzione familiare.
Le origini sono incerte, ma probabilmente vanno collocate temporalmente a
dopo il 1800: le prime notizie sull’uva
fragola, importata dall’America, risalgono ai principi del XIX secolo e forse
è stata successivamente ibridata con la
vite comune. Ma su Internet abbiamo
trovato anche questa leggenda: sembra
che il nome bertulina derivi dalla statua
di Berta, portata in processione già nel
Cinquecento, (il 14 agosto), e vestita dalla corporazione dei fornai. Ma sa troppo
di leggenda.
Per saperne di più, siamo andati a sfogliare il libro «Crema a tavola ieri e oggi»
del Gruppo antropologico cremasco, e
della bertulina si racconta solo che è «una
torta di pasta di farina bianca, uovo, olio,
zucchero, lievito di birra, sale, latte o acqua, lievitata e mischiata a uva anice e
cotta in forno».
La ricetta? Un segreto custodito gelosamente. Anche da chi ha partecipato alla
«Festa della Bertolina» in piazza Duomo.
A questo proposito, il libro sopra citato
dice solo questo: «Far lievitare un impasto
di farina, uova, zucchero, lievito di birra, olio di oliva; dividere l’impasto in due
strati, tra i quali cospargere l’uva americana; ungere la superficie della pasta, prima
di mettere in forno, con olio e zucchero.
Un tempo si usava il clinto (uva locale
usata anche per produrre il vino)».
La Bertulina
ingredienti si mescolava dolcemente l’uva, in
di Giacomina Scotti in Groppelli (1918) modo da non romperla, e si infornava ad una
Ingredienti:
1 kg di farina bianca, 1 bicchiere di olio, 1
bicchiere di zucchero, 4 uova, 1 cucchiaino di
sale, latte quanto basta ad ammorbidire l’impasto, 2 bustine di lievito Bertolini, uva americana (clinto) sgranata e mescolata all’impasto.
L’esecuzione di questa torta rustica era semplice:
una volta ottenuta una pasta morbida con gli
temperatura non elevata fino al coloramento
della superficie.
Una variante, adottata principalmente dalla moglie del fornaio Giulietta Zaninelli in
Capoferri (1888-1967), prevedeva l’uso della
pasta del pane, con cui foderava lo stampo,
disponeva l’uva al suo interno, la cospargeva
di abbondante zucchero e, dopo aver richiuso
tutto con altra pasta, ungeva la superficie con
olio o strutto.
Questo dolce merita una divertente poesia
Voltala
ménela,
birlela,
ve fora sempre
la stessa bertulina:
‘na branca da farina
an po da buro, e ‘l clinto di nost ort.
Ma chèl che cünta l’è la tradissiù:
Nadal con panetù,
e Pasqua la culumba,
a Feragost l’angüria col melü,
an Aütön la bertulina.
Quand la cos an dal furne
sa sprigiuna ‘n prüföm
talment galantom
da resüscità i mort!
A me mama ga tucàa
sta lé da sentinèla
con ‘n mà ‘l frigulù,
prunta a dàmel sö la crapa
se slongaom tròp le ma…
«Amò ‘n mument
fiulìn,
purté pasiensa»
la predicàa:
cumè parò al mür.
La pasiensa l’è ‘na ròba,
la gola l’è ’n’otra
I dis
che la bertulina
l’è roba da puarèt:
ucù gnurant,
tastén an bucü
e vedarìf
se l’e ròba da puaret!
Al panetù –
credém a me –
l’è fat
co la margarina
e rösche da limù.
31
XII Giornata
In viaggio con Banca Cremasca - 2013/2014
del Socio
MERCATINI DI NATALE IN
ALSAZIA: STRASBURGO,
COLMAR e FRIBURGO
dal 13 al 15 dicembre 2013
TOUR LAOS
E CAMBOGIA
dal 16 al 30 Novembre
2013
Una giornata ricca di cultura,
fascino e storia, in un'atmosfera
piacevole e rilassante, un'occasione
unica per conoscere e conoscersi,
per divertirsi e fare nuove amicizie.
KENIA
Jumbo Watamu Club
viaggio di gruppo
dal 24 Gennaio
al 01 Febbraio 2014
TOUR delle CAPITALI
BALTICHE
(Vilnius - Riga - Tallinn)
dal 14 al 21 Giugno 2014
(date da riconfermare)
Capodanno a
NAPOLI con “Italo”
dal 29 dicembre 2013
al 1 gennaio 2014
CROCIERA nel
MEDITERRANEO
con MSC Sinfonia
dall’ 8 al 15 Settembre 2014
Una giornata
che Banca Cremasca
dedica interamente a Te…
Stresa
e
le
anni d’argento - soggiorni invernali
isole Borromee
ITALIA - ISCHIA
H. TERME ORIENTE 3***
dal 15 al 29 Marzo 2014
ESTERO
TORREMOLINOS
H. DON PEDRO SOL 4****
dal 02 al 16 Febbraio 2014
CANARIE TENERIFE
H. ICLUB PARK CLUB
EUROPE ALL INCLUSIVE 3***
dal 27 Gennaio 2014
al 10 Febbraio 2014
23 settembre 2012
ISCRIVITI PRESSO LA TUA FILIALE
Quota Socio: € 25,00 - Quota Accompagnatore € 45,00
Chiusura iscrizioni entro e non oltre il 07/09/12
ALASSIO
salvoALASSIO-GRAND
esaurimento posti disponibili
ALASSIO
H. CORSO 3 ***
HOTEL SPIAGGIA 4 ****
H. TOSCANA 3 ***SUP
Attenzione:
in
caso
di
disdetta
o
mancata
partecipazione
la
quota
di Gennaio
adesione non sarà restitu
dal 21 Gennaio
dal 21 Gennaio
dal 25
al 04 Febbraio
all’ della
04 Febbraio 2014
all’ Organizzazione
08 Febbraiotecnica
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Iniziative
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