REGIONE LIGURIA - Ambiente in Liguria

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REGIONE LIGURIA
DIPARTIMENTO AMBIENTE
RIUNIONE DEL: 22/05/2014
Ora Inizio: 10.00
Ora Fine:14.00
LUOGO: sala Auditorium Regione Liguria di piazza De Ferrari Genova
Oggetto / Ordine del giorno: inchiesta pubblica per l'esame delle osservazioni
pervenute alla proposta di piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche
Presenti
(ove necessario utilizzare più copie
della presente pag.)
Ente/società
(se esterni)
Ruolo
(se esterni)
Nino Schena
Regione Liguria
Dirigente
Lidia Badalato
Regione Liguria
Dirigente
Andrea Baroni
Regione Liguria
Funzionario
Paola Cavero
Regione Liguria
Funzionario
Domenico Oteri
Regione Liguria
Funzionario
Giuseppe Santagata
Regione Liguria
Funzionario
Paola Solari
Regione Liguria
Funzionario
Sabrina Sicher
ARPAL – DS
Coll. Tecnico
Silvia Storace
ARPAL - UTCR
Coll. Tecnico
Riferimenti
ove necessari (tel, mail….)
Firma
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Svolgimento
L’incontro si apre con l’introduzione da parte dei referenti regionali al fine di illustrare in modo
sintetico e aggregato le osservazioni pervenute per iscritto entro venerdì 11 aprile 2014.
Il settore regionale competente, ribadisce come il PGR sia impostato su obiettivi coerenti agli indirizzi
comunitari in merito, per cui il primo obiettivo è rappresentato dalla riduzione alla fonte dei rifiuti,
mediante incisive azioni di prevenzione (tra cui il riuso), dopodiché, in ordine di priorità, il PGR riporta
le azioni volte ad incrementare la raccolta differenziata, a promuovere il recupero e le relative filiere,
a gestire in modo ottimale il residuo, massimizzando il recupero di materiale o quanto meno di energia.
I temi che hanno ottenuto il maggior numero di osservazioni sono quindi affrontati nella presentazione
proiettata nell'ordine individuato (sulla base delle sopra citate priorità) dal piano, ovvero: le politiche
regionali per la prevenzione, gli obiettivi di raccolta differenziata fissati nel piano, il recupero dei
rifiuti e lo scenario impiantistico previsto, la governance, i criteri localizzativi degli impianti, i rifiuti
speciali e le bonifiche. Trascorsa la prima parte con l’illustrazione di quanto sopra descritto viene data
la parola ai presenti, chiedendo di raggruppare le osservazioni per argomento. Nel seguito è riportata
una sintesi indicando cognome e Soggetto rappresentato (ente/associazione/ecc).
Valerio Gennaro – Ass. Medici per l’Ambiente. In prima istanza evidenzia la stretta correlazione tra
salute e ambiente quindi richiama l’attenzione sul concetto di prevenzione, prevenzione dalle malattie
unito alla prevenzione della produzione dei rifiuti.
Passa poi ad analizzare alcuni aspetti del piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche (PGR). Per
prima cosa contesta il continuo ritardare il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata; quindi
evidenzia che, nel PGR, manca una dettagliata analisi della quantità di umido presente nel rifiuto
urbano prodotto (RU) (il quantitativo indicato nel PGR è circa il 30% del totale dei RU); questa frazione
deve essere valorizzata convertendola in una risorsa economica mediante la produzione di un
compostato di ottima qualità piuttosto che orientarsi verso la produzione di biogas.
La loro posizione è contraria anche alla produzione di combustibile solido secondario (CSS) poiché, a
loro avviso, è sempre una fonte di inquinamento che impatta in modo differente sull’ambiente rispetto
alla discarica e alle fonti fossili, ma sempre significativamente.
Successivamente vengono citati degli studi epidemiologici per evidenziare come esistano già
informazioni su alcune realtà liguri; in particolare dal “Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico
Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento)” (ndr progetto
finanziato dal Ministero della Salute, che ha valutato la mortalità della popolazione residente in 44 siti
di interesse nazionale per le bonifiche in un periodo di otto anni) si evince come per i residenti nelle
zone limitrofe all’area Stoppani si siano riscontrati un +4% di ricoveri per diverse patologie. Il fatto che
ad oggi non si siano disponibili informazioni per tutto il territorio ligure, potrebbe essere risolto
inizialmente con una raccolta dei referti epidemiologici da tutto il territorio, così facendo si avrebbe
l’avvio di una attività utile a costo zero.
In ultimo evidenziano la necessità di ulteriori incontri e momenti di approfondimenti prima
dell’adozione del piano.
Danilo Bruno – Verdi Liguri. Viene contestato fortemente l’obiettivo del 65% al 2020 perché,
posticipando il termine temporale, si inficiano gli sforzi volti al miglioramento attuabili sul territorio.
Non sono d’accordo sulla previsione di impiego del CSS come una possibile sostituzione dei combustibili
fossili, poiché lo paragonano alla combustione dei rifiuti nei termovalorizzatori.
Anche questo relatore richiama studi epidemiologici con dati allarmati sulla zona di Vado Ligure e
Cogoleto e chiede perché nella parte relativa alle bonifiche non venga citata la zona dell’ACNA che, a
loro avviso, meriterebbe ancora attenzioni.
In ultimo evidenziano la necessità di ulteriori incontri e momenti di approfondimenti prima
dell’adozione del piano.
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Marco Rivieri – Ass. Medici per l’Ambiente. Collegandosi a quanto già detto dal dott. Gennaro ribadisce
l’importanza della prevenzione. Porta ad esempio le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna che nelle
loro procedure di VAS fanno sempre un richiamo alla Salute e chiede che anche in Liguria sia fatto.
Sarebbe opportuno prevedere degli indicatori per la valutazione della parte sanitaria.
Manifesta forti perplessità sul CSS, poiché esistono studi che dimostrano come non sia un
processo/prodotto che porti dei vantaggi per l’ambiente e per la salute.
Per cominciare a fare della valutazioni di carattere sanitario, ricorda, che esistono già studi
epidemiologici per alcune aree della regione.
Mauro Solari- Coord. Ligure gestione rifiuti - Amici del Chiaravagna contesta l’invio dei rifiuti alla
produzione di CSS poiché, così facendo, si supera l’obiettivo della prevenzione.
Non si spiega perché il PGR punti al trattamento meccanico biologico (TMB) per portare alla produzione
del CSS e non a sabbie sintetiche da impiegare nei processi industriali, chiama ad esempio l’impianto di
Vedelago. Inoltre, ricordando il pregresso percorso normativo del combustibile da rifiuti di qualità
(CDR-Q) che ha visto l’apertura da parte della Comunità Europea di una procedura di infrazione nei
confronti dell’Italia, teme che anche nel caso del CSS combustibile si possa riverificare tale ipotesi.
Infine boccia l’ipotesi di utilizzo del biogas tal quale, prodotto dagli impianti di trattamento della
frazione umida, per la produzione di energia elettrica e auspica una raffinazione dei flussi prodotti al
fine di ottenere un metano (CH4) da utilizzare, ad esempio, per il trasporto locale.
Franco Montagnani – Legambiente Liguria Condividendo l’impianto generale del PGR, chiedono di porre
particolare attenzione nel monitoraggio previsto; è necessario prevedere delle risorse da impiegare nel
monitoraggio e definire indicatori che permettano di fotografare chiaramente il progredire delle azioni
attuate.
Come già indicato nelle osservazione al piano inviate per iscritto, si sottolinea l’importanza di
vincolare anche la piccola distribuzione all’uso di sacchetti di plastica compostabili e di limitare l’uso
dello shopper “semplicemente” biodegradabile.
Come associazione hanno avuto modo di incontrare le associazioni di categoria, ma chiedono a Regione
degli accordi obbligatori per la distribuzione di solo sacchetti compostabili.
Un altro problema che non è mai stato affrontato, e di cui non c’è traccia nel PGR, sono i rifiuti
prodotti dalle lettiere dei gatti; si calcola che ogni anno vengano prodotti 360.000 t di sabbia e sarebbe
opportuno valutare come gestirla.
Infine chiede una maggiore forza del PGR ad orientare un piano industriale che punti a trasformare i
rifiuti in una risorsa.
Giovanna Sartori – Associazione al verde nel PGR sono previste sia la prevenzione sia la preparazione
al riutilizzo, ma sarebbe opportuno fare un maggiore approfondimento in materia all’interno del piano.
Lo sviluppo delle filiere del riuso, ancor prima che si generi il rifiuto, porterebbero un risparmio
ambientale e un guadagno economico.
Chiedono di incentivare soluzioni tipo “fabbrica del riciclo” a livello comunale o di Unione di Comuni.
Infine ricorda che in un ciclo completo, ciò che per un processo è rifiuto può trasformarsi in risorsa in
un’altra produzione anche in accordo con il programma europeo Horizon 2020.
Corrado Cucciniello – Associazione Comitati Spezzini e Italia nostra Spezia queste associazioni hanno
chiesto che fosse indetta l’inchiesta pubblica al fine di avere un confronto diretto tra i soggetti
coinvolti. Contestano il modo in cui si sta svolgendo l’evento e chiedono la possibilità di nuovi incontri.
Passando al PGR, questo viene “bocciato senza appello” e viene riconosciuto come il risultato di una
politica fallimentare portata avanti negli anni.
Analizzando nel dettaglio le scelte del PGR, hanno dubbi sulla legittimità di una proroga dell’obiettivo
della percentuale di raccolta differenziata al 65%, ipotizzata dal collegato alla legge di stabilità non
ancora approvato, e criticano il fatto che, su questa ipotesi, si indirizzi tutto il PGR.
Il piano vede sempre una combustione al termine del ciclo, seppur preceduto da un TMB o da processi
di digestione anaerobica (D-Ana). Loro sono contrari a questa filiera; il TMB è un processo fortemente
energivoro e l’esperienza dell’impianto per la produzione di CDR presente in provincia genera un CDR
di bassa qualità che viene oggi inviato fuori regione con elevati costi e una frazione organica
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stabilizzata (FOS) per la quale è necessario investire altre risorse economiche per lo smaltimento tutto
a carico dei cittadini.
La D-Ana assorbe, nel processo, sia biomasse provenienti dalla raccolta separata dell’umido urbano
(quindi un umido di bassa qualità), sia in fanghi provenienti da impianti di trattamento acque. In
Germania studi dimostrano come il prodotto di questo trattamento conservi al suo interno il batterio
del botulino, che contamina i prodotti agricoli con cui entra in contatto; in Svezia il prodotto della DAna viene pastorizzato, ma resta il problema della scorificazione.
La D-Ana è da evitare, meglio puntare su processi aerobici (D-Ae) per accorciare la filiera del recupero
e del riutilizzo.
Anna Stramigioli – Comitato nazionale no biogas Il piano viene impostato affrontando il problema dalla
parte sbagliata, non bisogna preoccuparsi di cosa fare dopo, ma quali azioni intraprendere per
intervenire sulla produzione alla fonte. La scelta di spostare al 2020 il 65% è sbagliato, si ritrova nel
PGR un ciclo integrato già visto e bocciato in passato. Come associazione puntano al recupero di
materia e non accettano l’impiego dei rifiuti per la produzione di biogas. Secondo il loro punto di vista
la D-Ana per la produzione di biogas affiancata alla produzione di CSS non è una scelta condivisibile
perché ostacolerebbe la crescita della RD. Infine, sollecita Regione a informarsi sui problemi riscontrati
nel terreno nel quale viene impiegato il digestato di processi anaerobici.
Marco Chirico – Coordinamento gestione rifiuti chiede successivi incontri per approfondire, con
sessioni dedicate, le problematiche emerse in questo incontro
Paola Solari, Domenico Oteri – Regione Liguria in qualità di funzionari degli uffici regionali competenti,
rispettivamente, in materia di VAS e per la predisposizione del RA, ricordano come le osservazioni
pervenute in forma scritta e quelle formulate nell'ambito degli incontri sul territorio e della presente
inchiesta pubblica saranno tutte prese in considerazione, fatte oggetto di istruttoria, e gli esiti
presentati in un documento allegato al parere motivato, quindi pubblicati. Le osservazioni ritenute
pertinenti potranno comportare un obbligo di adeguamento del piano proposto, attraverso le eventuali
prescrizioni che correderanno tale parere. Il proponente del Piano, a valle degli adeguamenti apportati
al piano, dovrà redigere un’apposita dichiarazione di sintesi, quale parte integrante del Piano proposto
all’approvazione del Consiglio regionale, nella quale, ai sensi delle norme di riferimento, dovrà essere
illustrato in che modo si è tenuto conto degli esiti della VAS . Anche la Dichiarazione di Sintesi sarà
messa a disposizione del pubblico e di tutte le autorità consultate all’atto dell’adozione di un piano o
programma. Essa va infatti pubblicata congiuntamente:
•
al piano o programma adottato e di tutta la documentazione oggetto dell'istruttoria;
•
al parere motivato espresso dall'autorità competente;
•
alle misure adottate in merito al monitoraggio
Alba Lizzambri – CGIL - CISL –UIL data lettura dell’introduzione del documento inviato a Regione
(scaricabile dal sito www.ambienteinliguria.it PG-2014-61110_Sindacati.pdf). Richiama il punto della
gestione unitaria dei rifiuti e la necessità di un sistema di gestione basato sulla filiera corta. Sulla
progettazione rileva la mancanza di un progetto specifico per la riduzione e la gestione del rifiuto
sanitario. Inoltre sottolinea la carenza di impianti destinati alla valorizzazione del rifiuto differenziato;
nel piano il settore pubblico è incaricato di gestire la prima parte del ciclo, quella più “povera” e poi
viene demandato alla controparte privata la valorizzazione delle frazioni recuperate. In questo modo,
ancora una volta, si incide con i costi sulla collettività senza, però, permettere il ritorno economico
della valorizzazione dei materiali recuperati.
Oggi tutto viene inviato fuori regione con aggravio dei costi e perdita di occasioni di lavoro.
Propongono di attuare politiche che allontanino alla filosofia dell’usa e getta.
Giacomo Viglietti – WWF Savona in prima battuta evidenzia che non è pervenuta agli uffici competenti
il loro documento di osservazioni inviato con pec il 21/03/2014 e per il quale risulta essere assegnato il
protocollo PG 60377 (gli uffici si riservano di verificare e invitano a ritrasmettere il documento).
Vengono chieste informazioni in merito alla legge regionale 24 febbraio 2014 n. 1 “Norme in materia di
individuazione degli ambiti ottimali per l'esercizio delle funzioni relative al servizio idrico integrato e
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alla gestione integrata dei rifiuti” impugnata dal Consiglio dei Ministri e l’avanzamento dell’iter del
PGR.
Chiede la possibilità di futuri incontri. Sottolinea l’importanza della prevenzione dei rifiuti, già prevista
nel piano, ma a suo parere sull’argomento bisognerebbe fare di piu’ che non basarsi unicamente sulle
“ecofeste”. Bisogna intervenire in modo più incisivo per educare di più la popolazione alla riduzione
dei rifiuti anche combattendo uno spreco alimentare. Prevenire il problema ha un costo sociale minore
che non intervenire a posteriori
Gianfranco Porcile – Medici per l’ambiente Il PGR è un piano con una forte impronta tecnica, è
auspicabile prevedere l’interfacciamento con altri piani quali quello dell’energia e quello della sanità.
Per approfondire a pieno tutte le tematiche coinvolte propongono la definizione di una task-force che
coinvolga rappresentanti della sanità, dei servizi sociali, del bilancio ecc.
Ribadisce la carenza di studi epidemiologici, molti dati sono riferiti ai termovalorizzatori, rimarca
l’apprezzamento per l’assenza di impianti di termovalorizzazione nel PGR, ma anche le discariche sono
realtà fortemente impattanti sulla salute e sull’ambiente; il progetto SENTIERI fornisce informazioni sul
sito di Pitelli, ma probabilmente analoghe indagini, condotte sul territorio limitrofo alla discarica di
Scarpino, porterebbero a conclusioni analoghe.
Chiede di prevedere nel PGR che la valutazione di impatto sanitario (VIS) sia richiesta nei piani
attuativi del PGR. Solleva il problema dell’obsolescenza programmata delle apparecchiature elettriche
ed elettroniche (AEE) propone politiche di incentivazione del riuso, sia per le AEE sia per i rifiuti tessili
e da abbigliamento. Infine, come altri in precedenza, chiede altri incontri monotematici per
approfondire meglio i singoli argomenti.
Auspica che si faccia almeno un altro incontro prima dell’adozione del piano e che magari si lavori per
sottogruppi di lavoro tematici.
Mauro Solari- Coord. Ligure gestione rifiuti - Amici del Chiaravagna riprende la parola per chiedere
un’istruttoria di tutte le osservazioni pervenute nella quale venga dettagliato cosa è accettato e cosa
viene rigettato, da parte degli uffici regionali competenti.
Paula BONGIORNI – Assessore all’ambiente Comune di Sestri Levante manifesta dei dubbi sul periodo di
transizione del piano. La discarica della Ca’ da Matta, di servizio al Comune di Sestri Levante, è in fase
di chiusura e non trova nel PGR delle indicazioni utili a gestire gli scenari prossimi.
Apprezza la procedura di VAS e l’occasione della giornata odierna, riscontra però la necessità di una
maggiore organizzazione dei tempi, in modo da permettere a tutti di esprimente il proprio parere in
merito, senza fare polemiche che fanno perdere tempo prezioso.
Raccomanda, per il futuro, di regolamentare più rigidamente lo svolgimento dell’incontro.
Guido Fassio CIGL – CISL – UIL ricorda che spesso il Sindacato è accusato di affrontare i problemi più dal
punto di vista occupazionale che da quello ambientale, ma le due cose devono procedere in parallelo
non in concorrenza.
Ritiene anche egli utile successivi incontri tematici di approfondimento.
Come Sindacato avevano chiesto che la L.R. 1/2014 e il PGR procedessero il loro iter in
contemporanea, perché nella legge sono previsti interventi di servizio al piano, ma così non è stato.
Nel complesso il PGR è valutato positivamente, ma bisogna capire quale sia la copertura finanziaria
disponibile per l’attuazione degli interventi senza intervenire ancora con un aumento dell’ecotassa.
Ripropone il ciclo unico dei rifiuti e chiede di vedere un futuro dove questo ciclo unico sia pubblica
Manlio Pacitti – Unione Industriali di Savona Condividono la scelta tecnica dei impianti di separazione
dei rifiuti, ma ha dei dubbi sulla reale possibilità di destinare il CSS come combustibile piuttosto che
come rifiuto in termovalorizzatori non avendo impianti vicini; in questo secondo caso il conferimento
sarebbe oneroso per il mittente e quindi per la collettività. Nutrono, invece, dei dubbi sul trattamento
dell’umido in impianti di prossimità in quanto, a loro avviso, non è una scelta economicamente
sostenibile.
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Conclusioni operative / risultati
I rappresentanti degli uffici regionali, preso atto delle osservazioni formulate (che in gran parte
richiamavano quelle già trasmesse formalmente dai partecipanti all'incontro) e delle richieste di alcuni
circa la possibilità di organizzare ulteriori incontri, ribadiscono che:
- tutte le osservazioni pervenute saranno prese in considerazione
- si valuterà la possibilità di organizzare un eventuale nuovo incontro, magari su tematiche più
ristrette e specifiche
- contattare i presenti mediante i contatti indicati nel foglio firma del verbale per comunicazioni in
merito.
Assicurano inoltre la verbalizzazione dell’incontro e la diffusione dello stesso mediante il sito regionale
www.ambienteinliguria.it nelle pagine dedicate al piano e la pubblicazione sul sito predetto delle
osservazioni pervenute e l’istruttoria predisposta dagli uffici competenti.
Eventuali note
NESSUNA
Il verbalizzante:
Silvia Storace