Programma diocesano 2014/2015 - Azione Cattolica Diocesi di Fermo

AZIONE CATTOLICA ITALIANA
ARCIDIOCESI DI FERMO
PROGRAMMA ASSOCIATIVO
RIMANERE IN GESÙ E CON GESÙ
Da “Orientamenti per il triennio 2014-2017”:
L’Azione Cattolica oggi vive la gioia e la bellezza di essere con la Chiesa, nella
Chiesa e per la Chiesa, di camminare insieme come popolo di Dio. Vogliamo
continuare ad avere lo stesso sogno della Chiesa, lo stesso progetto, la stessa
missione, riscoprendone insieme i tempi, ripercorrendone le scelte, rinnovandone le
motivazioni più profonde e significative. L’Assemblea nazionale si richiamava fin dal
titolo, Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere, a queste
direzioni di impegno. E ci ha impegnati, innanzitutto, a vivere e far vivere la novità
del Vangelo attraverso la corresponsabilità nella gioia. Proprio per questo l’impegno
triennale che si apre davanti a noi è ben raffigurato dall’immagine evangelica del
«Seminatore» che «uscì a seminare». Un’immagine che riprende in modo sintetico i
tre verbi che ci sono stati consegnati da papa Francesco il 3 maggio: «rimanere con
Gesù», «andare per le strade», «gioire ed esultare sempre nel Signore». Tre verbi che
non vanno considerati come tre passaggi distinti tra loro in sequenza, ma come tre
chiamate a cui rispondere simultaneamente, come tre aspetti di un unico cammino,
capace di portarci ad essere sempre più «discepoli-missionari» (Evangelii gaudium,
121). Proprio per questo, il percorso associativo triennale sarà sì scandito ogni anno
dall’accentuazione e dall’attenzione ad un aspetto dell’immagine evangelica prescelta
(il Seminatore, l’uscire, il seminare), ma sempre attraverso una chiave unitaria dei tre
momenti: il restare con Gesù, l’andare per le strade incontro alle persone, il gioire per
la salvezza che viene dal Signore. Per essere annunciatori autentici e testimoni
credibili di Cristo occorre, infatti, rimanere innanzitutto vicini a Lui e vicini alla vita
della gente, fino a scoprire che ciò diventa fonte di una gioia indicibile. È essere
davvero suoi amici e imparare da Lui a dare la vita per i fratelli. «Restare» diventa
così occasione preziosa per conoscere il Signore, per conoscere noi stessi fino in
fondo, per conoscere e amare il prossimo. È solo dall’incontro vivo e vero con Colui
che è sempre con noi e ci dona gioia che la nostra vita acquista ogni giorno un senso
rinnovato e un significato nuovo.
Il cammino triennale
I tre orizzonti delineati (rimanere, andare, gioire) sono strettamente correlati tra loro.
Per assumere l’impegno missionario che ne consegue, gli Orientamenti
programmatici sono articolati accentuando per ogni anno un aspetto, mantenendo
l’attenzione costante alle consegne di papa Francesco e al documento assembleare nel
suo insieme.
L’articolazione richiama l’orizzonte di ciascun anno, espresso in particolare
attraverso uno dei verbi indicati da papa Francesco, che va concretizzato in modo
prioritario in un ambito specifico «per parlare alla vita». Il riferimento alla «Chiesa
bella del Concilio» costituisce infine il filo conduttore del percorso triennale, che ci
porta a rileggere e ad attualizzare il Decreto conciliare, Apostolicam Actuositatem,
alla luce delle due Costituzioni Lumen Gentium e Gaudium et Spes.
I ANNO
Il primo anno si proietta, in particolare, sul rimanere in Gesù e con Gesù.
“La salvezza che Dio ci offre è opera della sua misericordia. Non esiste azione
umana, per buona che possa essere, che ci faccia meritare un dono così grande. Dio,
per pura grazia, ci attrae per unirci a Sé. Egli invia il suo Spirito nei nostri cuori per
farci suoi figli, per trasformarci e per renderci capaci di rispondere con la nostra vita
al suo amore” (EG 112). Vogliamo raccontare la bellezza di essere figli amati da Dio
e la gioia di godere della sua compagnia. In particolare, queste sono condivise nella
famiglia e nella comunità parrocchiale, dove facciamo esperienza di legami autentici
e di cammino comunitario, provando a sostenerci nelle gioie e nelle fatiche di ogni
giorno. L’esperienza vissuta in AC ci accompagna a rafforzare la nostra appartenenza
a Cristo e alla Sua Chiesa, alimentata da una spiritualità laicale che ci aiuti a
coniugare tutte le dimensioni della persona per maturare scelte autentiche di
missionarietà.
In compagnia della Parola
L’associazione, anche per il triennio 2014-2017, sostiene il cammino ordinario di
formazione attraverso il Vangelo dell’anno liturgico. Per ogni anno, in particolare,
propone un brano evangelico che orienta, in modo unitario, l’intera proposta
formativa.
I anno “Coraggio sono io”
Dopo aver mandato i discepoli avanti nella missione, accorgendosi delle difficoltà e
della fatica del “vento contrario”, Gesù va loro incontro. Nelle situazioni più
complicate e pesanti della missione, Gesù non lascia mai soli i suoi discepoli e
interviene incoraggiandoli. Tuttavia, la durezza di cuore, impedisce il riconoscimento
di Gesù e di vivere da discepoli in modo coerente. “Rimanere” con Lui significa
permettergli di cambiare il nostro cuore e di pronunciare ancora sulla nostra vita
parole di fiducia e di speranza.
VANGELO DI MARCO 6, 45-52
Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso
Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul
monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra.
Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già
verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva
oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma», e
cominciarono a gridare, perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma
egli subito rivolse loro la parola e disse: «Coraggio, sono io, non temete!». Quindi
salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi,
perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.
COMMENTO DI S. ECC. MONS. MANSUETO BIANCHI, ASSISTENTE
ECCLESIASTICO GENERALE DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA1
Il brano è evidentemente collegato con «il fatto dei pani» che Gesù aveva
moltiplicato per la grande folla che lo aveva cercato e raggiunto e che a lui era
apparsa come «pecore che non hanno pastore ». Gesù «ebbe compassione di loro»: ha
sentito profondamente dentro di sé, facendolo proprio, il loro disorientamento
insieme con le loro sofferenze e il profondo bisogno di luce, di conforto, di ristoro.
Per questo si era messo a «insegnare loro molte cose» e aveva poi moltiplicato pani e
pesci fino a sazietà, donando così luce, nutrimento, speranza (cfr. Mc 6,30-41).
1
Azione Cattolica Italiana, Vita d’Autore. Percorso formativo per gruppi adulti, Editrice AVE, Roma 2014
Dopo questi fatti, i personaggi del racconto che segue, restano Gesù che ha congedato
la gente, e i discepoli che vengono costretti da lui a prendere la via del mare. Gesù,
solo, si ritira sul monte a pregare (cfr. Mc 1,35). Così, fra Gesù e i discepoli si crea
una notevole distanza: lui, sul monte, con il Padre; essi, da soli, sul mare di Galilea,
alle prese con un vento contrario che rende difficoltosa la traversata. Ma Gesù non li
ha abbandonati, non può non prendersi cura di loro: vede la loro fatica e va loro
incontro. È bello richiamare qui altri racconti biblici, dove si narra di Dio che vede,
presta attenzione, si prende cura, e interviene nelle situazioni umane più complicate e
pesanti; perciò, mosso dal suo amore misericordioso, decide di «scendere» per offrire
soccorso: «Ho osservato la miseria del mio popolo; ho udito il suo grido; conosco le
sue sofferenze; sono sceso per liberarlo» (Es 3,7-8). L’intervento di Dio ha sempre un
effetto liberatorio e una efficacia salvifica, tali da rendere possibile ciò che
umanamente appare e spesso è realmente impossibile.
Ed ecco che Gesù decide di andare verso i discepoli, camminando sulle acque del
mare, manifestando in questo modo la sua sovranità sugli elementi della natura e, in
particolare, sul mare che nella Sacra Scrittura è simbolo delle forze che si oppongono
alla signoria di Dio. Il proposito di Gesù di precedere i discepoli o, più precisamente,
di passare loro accanto, evoca alcuni passi dell’Antico Testamento, che narrano di
particolari manifestazioni di Dio: come a Mosè (cfr. Es 33,19; 34,6) e al profeta Elia
(cfr. 1Re 19,11). Dio si fa vicino, si fa “vedere”, anche se solo di spalle, perché Dio
non può essere visto direttamente dall’uomo senza che questi muoia, e sempre si
pone accanto per offrire soccorso, ridare energia, rendere possibile il cammino
interrotto o smarrito.
Il camminare sulle acque e poi le parole «Coraggio, sono io, non abbiate paura»
esprimono la volontà di Gesù di svelare ai discepoli qualche cosa di più della sua
identità umana e, nello stesso tempo, di offrire loro l’aiuto di cui in quella precisa
circostanza hanno bisogno. Possiamo anche notare che in quel momento si erano
invertiti i ruoli: normalmente è il Maestro che va avanti, i discepoli seguono. Ora
invece sono i discepoli che sono stati mandati avanti, ma, da soli, senza il loro
Maestro non ce la fanno! Allora Gesù riprende il suo posto: di nuovo vuole
precederli, perché non può essere il contrario. La presunzione di «farla da maestro»
sarà rimproverata da Gesù a Pietro, quando gli dirà: «Va’ dietro a me, satana! Perché
tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33).
Ora sono i discepoli a vedere Gesù, senza riconoscerlo: la loro vista è come
annebbiata; si spaventano e gridano, atterriti dalla presenza di un fantasma. Luca ci
narrerà che una esperienza simile i discepoli la faranno di nuovo, dopo la risurrezione
di Gesù, quando il Risorto apparirà loro ed essi, increduli, saranno «sconvolti e pieni
di paura», credendo «di vedere un fantasma» (24,37).
Riconoscere Gesù è una questione di fede, spiegano gli evangelisti, di una fede che ha
bisogno di maturare e di consolidarsi. È questo il compito educativo di Gesù che
anche di fronte alla mancanza di fede dei suoi, benevolo e paziente, dona conforto:
«Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Con lui ritorna la calma. Il vento cessa. La
traversata si fa tranquilla. Ma i discepoli restano perplessi: se di fronte alla tempesta
sedata, presi da grande timore, si erano interrogati sulla identità di Gesù (cfr. Mc
4,41), ora, colti da grande meraviglia, restano sconcertati e increduli, perché «non
avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito». Pur affascinati da
Gesù, continuano a opporre una tenace resistenza di fronte al suo svelarsi come
Messia mite, buono, generoso, pacifico. La durezza di cuore impedisce di riconoscere
Gesù, perciò di accoglierlo come realmente è e di vivere la sequela in modo coerente.
L’evangelista Marco tornerà su questa durezza di cuore altre volte, come nel capitolo
ottavo, ancora nel contesto di una moltiplicazione dei pani (la seconda), per cui Gesù
resterà profondamente amareggiato: «Non comprendete ancora?» (8,21); e poi alla
fine del Vangelo, quando «li rimproverò per la loro incredulità, perché non avevano
creduto a quelli che lo avevano visto risorto» (16,14). La durezza di cuore impedisce,
dunque, l’esercizio e lo sviluppo della fede.
Nonostante tutto, Gesù garantisce la sua presenza e la sua premura; anzi, proprio
perché siamo duri di cuore, lui resta accanto a noi per dirci parole di fiducia e di
speranza, capaci di cambiare il nostro cuore di pietra in cuore di carne (cfr. Ez
36,26). Il testo evangelico ci avverte così che non esistono situazioni umane
irrecuperabili, perché lui, Gesù, è il Signore, capace di dominare tutte le forze che gli
si oppongono e che contrastano il vero bene dell’uomo.
Ci sono momenti, anche prolungati e dolorosi, di crisi, di dure prove, di offuscamento
della fede, di smarrimento; si può avere la sensazione che il Signore abbia preso le
distanze da noi, dalla nostra vita, dai nostri problemi, dai nostri dolori, dalle nostre
difficoltà. Gesù dice anche a noi oggi e continua a ripetere con amorevolezza, senza
stancarsi: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Lui c’è e c’è sempre, perché
questo, Dio con noi, è il suo nome!
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CALENDARIO ASSOCIATIVO 2014/2015
domenica 5 ottobre 2014
convocazione diocesana dei nuovi membri degli organismi di partecipazione
da sabato 11 a domenica 12 ottobre 2014
weekend formativo per educatori ACR
weekend formativo per educatori GIOVANI e GIOVANISSIMI
sabato 18 ottobre 2014 (Montegiorgio)
incontro di formazione per responsabili associativi ed educativi del settore adulti
domenica 19 ottobre 2014
incontro diocesano per giovani-adulti/adulti-giovani (25-35 anni)
sabato 25 ottobre 2014 (Morrovalle)
incontro di formazione per responsabili associativi ed educativi del settore adulti
martedì 11 novembre 2014
incontro assistenti parrocchiali
sabato 22 novembre 2014
consiglio diocesano e comitato presidenti
domenica 30 novembre 2014
ritiro di Avvento per giovani
ritiro di Avvento per adulti
lunedì 8 dicembre 2014
giornata dell’adesione
domenica 14 dicembre 2014
ritiro di Avvento per giovanissimi (a livello di zona)
domenica 21 dicembre 2014
momento conviviale per gli studenti universitari fuori sede
da venerdì 2 a domenica 4 gennaio 2015
esercizi spirituali per giovani
da venerdì 16 a domenica 18 gennaio 2015
esercizi spirituali per adulti
domenica 25 gennaio 2015
convegno pubblico a conclusione del mese della pace
(con la presenza di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica)
venerdì 6 febbraio 2015
incontro diocesano giovani sul tema del lavoro
domenica 22 febbraio 2015
ritiro di Quaresima per giovani e adulti
martedì 10 marzo 2015
incontro assistenti parrocchiali
domenica 15 marzo 2015
ritiro per ragazzi III secondaria di I grado e per i loro genitori
ritiro per giovanissimi
sabato 21 marzo 2015
consiglio diocesano e comitato presidenti
domenica 19 aprile 2015
incontro diocesano per giovani-adulti/adulti-giovani (25-35 anni)
da sabato 2 a domenica 3 maggio 2015
esercizi formativi laicali per tutti i responsabili educativi e associativi a livello
unitario, di settore giovani e adulti e dell’ACR (con la presenza di S. Ecc. mons.
Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica)
domenica 10 maggio 2015
incontro dell’Arcivescovo con tutti gli appartenenti a gruppi, associazioni,
movimenti, aggregazioni laicali e nuove comunità
venerdì 15 maggio 2015
incontro diocesano giovani sul tema del lavoro
sabato 23 maggio 2015
festa/giornata degli incontri a Morrovalle
martedì 16 giugno 2015
incontro assistenti parrocchiali
sabato 18 luglio 2015
consiglio diocesano e comitato presidenti
… e nell’estate 2015: campo scuola diocesano;
… e nel settembre/ottobre 2015: festa diocesana del CIAO per tutta l’ACR;
… e nel corso del 2016: incontro diocesano dei giovanissimi.