03 - Affidabili

Questa tappa permette di focalizzare la crisi e il suo superamento, cioè un passaggio
chiave dell’itinerario che conduce l’adulto a ricomprendersi alla luce dell’Autore della
Vita per fare della sua vita una “vita d’Autore.
Dalla vita alla Parola
INTERROGHIAMOCI
Lasciarsi mettere alla prova
Dalla Parola alla vita
ESERCIZI DI LAICITÀ
1. La vita interiore: ascolto
Ripercorriamo gli eventi di questo tempo alla luce dell’ascolto, quale
dimensione fondamentale della vita interiore.Per compiere passi nuovi
nella vita di fede, chiediamoci alla luce della vita vissuta: abbiamo vissuto
un ascolto capace di accogliere il seme della Parola? Abbiamo fatto o
avremmo potuto fare un’esperienza di ascolto capace di rinnovare in noi
la responsabilità verso l’altro?
2. Attraverso la crisi, sorretti dalla grazia
La situazione di difficoltà di molti adulti ha un effetto particolarmente dirompente nell’ambito familiare. In preparazione al Sinodo sulla famiglia,
interroghiamoci sulla problematica, sullo stile e sulle modalità di accompagnamento e annuncio in alcune situazioni molto presenti nei nostri contesti:
Come sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in
crisi? Come far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili (convivenza
ad experimentum, separati e divorziati risposati)?
Le nostre comunità o il nostro gruppo è accogliente con chi è in crisi o non è
riuscito a superarla? Riusciamo a far trasparire la «carità nella verità», la misericordia, che sono la cifra fondamentale del cristiano?
3. Responsabili/affidabili
Proviamo a soffermarci sul significato dell’essere adulti responsabili nelle sfide
sociali e pastorali di oggi. Come attraversarle? Il gruppo, in un confronto aperto, si soffermi in modo propositivo su quanto viene sollecitato dal proprio contesto per fare un passo concreto di attenzione alla nostra realtà.
“Nel corso del cammino della mia vita ho raggiunto la certezza che le crisi avvengono
per evitarci il peggio. Come esprimere che cos’è il peggio? Il peggio è aver attraversato la vita senza naufragi, cioè essere sempre restato alla superficie delle cose, persi
nell’inconsistenza, aver sguazzato nelle paludi del “si dice”, delle apparenze, dei luoghi comuni, di non essere mai precipitato, andato a fondo in una dimensione altra e
profonda di sé e delle relazioni. In mancanza di maestri, nella società in cui viviamo,
sono le crisi i grandi maestri che hanno qualcosa da insegnarci, che possono aiutarci a
entrare nell’altra dimensione, nella profondità che dà senso alla vita.” (Christiane
Singer). Le crisi ci sono “maestre”: è una provocazione! Soprattutto se siamo in crisi.
Come la pensiamo? Quali crisi stiamo attraversando o stanno interessando i nostri contesti vitali (famiglia, lavoro, comunità cristiana…). Le crisi ci hanno resi più responsabili
o ci hanno condotto al naufragio? Proviamo a confrontarci ponendo attenzione a qualche caso particolare.
Entriamo insieme nella Parola, perché dando luce ai nostri interrogativi ci aiuti a
leggere la presenza del Signore nelle nostre esperienze.
Dal Vangelo secondo Marco (4,3-20)
«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte
cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte
cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non
avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero
frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E
diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo
interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole,
affinché guardino, sì, ma non vedano,ascoltino, sì, ma non comprendano,perché non si convertano e venga loro perdonato».
Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Faenza e Modigliana
Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Faenza e Modigliana
Per approfondire
Quando abbiamo più bisogno di un dinamismo missionario che porti sale e luce al
mondo, molti laici temono che qualcuno li inviti a realizzare qualche compito apostolico, e cercano di fuggire da qualsiasi impegno che possa togliere loro il tempo
libero. Oggi, per esempio, è diventato molto difficile trovare catechisti preparati
per le parrocchie e che perseverino nel loro compito per diversi anni. Ma qualcosa
di simile accade con i sacerdoti, che si preoccupano con ossessione del loro tempo
personale. Questo si deve frequentemente al fatto che le persone sentono il bisogno
imperioso di preservare i loro spazi di autonomia, come se un compito di evangelizzazione fosse un veleno pericoloso invece che una gioiosa risposta all’amore di Dio
che ci convoca alla missione e ci rende completi e fecondi. Alcuni fanno resistenza a
provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante.
(Evangelii gaudium 86; cfr anche Eg 266
Provocati dalla Parola
Una crisi prevedibile?
Prima con le parabole poi con un discorso di Gesù, Marco intende affrontare alcuni interrogativi profondi che attraversavano la prima comunità cristiana messa alla prova da persecuzioni e ostacoli con i quali
i catecumeni non potevano non fare i conti: la Parola accolta con entusiasmo non modifica magicamente il carattere, non converte le folle,
non estirpa dal mondo il male, la zizzania, il dolore; molti rimangono
estranei. Si inizia a sospettare che il Vangelo, pur bello, non sia vero,
non sia efficace.La crisi del discepolo diventa una lente attraverso cui
leggere la crisi del credente adulto, una crisi dettata dalla mancanza
di segni eclatanti nella vita di fede. Le intuizioni avute in età giovanile
in base alle quali si sono fatte le scelte importanti della vita sembrano
non sprigionare più forza.
Responsabili dell’abbondanza della semina
A questa crisi della prima comunità cristiana Marco risponde in questo
lungo discorso con le parabole di Gesù sul seme, sul terreno e sulla semina, parabole il cui significato può illuminare la nostra crisi di adulti
oggi. La spiegazione della parabola permette di specchiarsi nei diversi
terreni, di riconoscersi nella varietà delle situazioni, forse tutte presenti
nell’arco della vita.
Emergono i tratti di chi non vigila contro le tentazioni che vengono da
Satana e rendono ininfluente la Parola. Oppure si è entusiasti e superficiali e ci si è addentrati nella vita con slancio, ma senza soppesare
tutte le conseguenze delle scelte assunte.
Oppure si considera la Parola come importante ma non decisiva e,
quando la vita coinvolge in ordinarie fatiche di carattere economico,
affettivo, fisico, si ritiene di non poter far conto sulla forza della Parola. L’insieme di questi tratti, a cui se ne possono aggiungere altri, può
riassumersi in alcuni stati d’animo come la tristezza, lo scoraggiamento,
la disillusione. Nella vita si impara a non sognare più, a essere un po’
più cinici. Che ne è della scelta di vista tesa alla santità? Che ne è della
vita intesa come vocazione, quando non si è più giovani? Si deve solo
constatare che è stato un bel sogno, ma è finito? Il riferimento anche al
terreno buono che convive accanto agli altri ricorda a ciascuno che il
cammino verso la santità avviene in condizioni varie, attraverso difetti,
debolezze, slanci, nuovi atti di coraggio e di apertura che portano frutto. Di fronte ai limiti imposti dalla vita, l’adulto può finalmente comprendere di non essere onnipotente, ma non per questo escluso dalla
possibilità di portare frutto. L’uomo è creatura e non creatore, è responsabile della grazia che riceve, è chiamato a scegliere di cosa e di
chi fidarsi.
Affidabili in virtù della grazia (se disposti a passare per la crisi)
L’azione di grazia è ben sottolineata nelle parabole del capitolo 4 che
descrivono la potenza del seme (vv. 26-29), la grandezza di ciò che
sembra insufficiente, come il granellino di senapa (vv. 30-32). La responsabilità personale lascia il posto di primo piano all’iniziativa gratuita di Dio che non solo semina, ma fa crescere senza sforzo dell’uomo.
Vivere, trovando il giusto equilibrio tra responsabilità, consapevolezza
del proprio limite e abbandono alla grazia, è segno di maturità, saggezza. Questo equilibrio segna il passaggio da una vita che ancora
ritiene di fondarsi su se stessa, a una vita che dà il meglio di sé fidandosi di Gesù Cristo. Non si giunge alla sapienza del cuore senza un
prezzo, senza la disponibilità ad attraversare un tempo di crisi, e cioè
un tempo fruttuoso di approfondimento, di conoscenza di sé, di accoglienza benevola dei propri difetti, grazie alla benevolenza degli altri
e di Dio. Attraversare questa crisi in modo profondo può aprire a una
vita più matura, consapevole dei limiti, non autosufficiente, capace di
non giudicare velocemente gli altri, disposta a farsi correggere, perdonare con gratitudine e vivere senza risentimento.
Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Faenza e Modigliana
Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Faenza e Modigliana
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la
strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro.
Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la
Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi,
sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o
persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono
quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione
della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa
rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono:
sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».