2 PRIMO PIANO Domenica 21 dicembre 2014 PUGLIA DEGLI SCANDALI POLITICI SOTTO INCHIESTA Altre sette persone sono indagate a piede libero: per quattro di loro chiesta l’interdizione dai pubblici uffici «Ecco il sistema Trani» Il sindaco ai domiciliari Sei arresti. Il gip: gestiti appalti, assunzioni e potere con metodi illeciti NICO AURORA l TRANI. Se ieri è stata scritta la parola fine all’esperienza di sindaco di Luigi Riserbato e a quella dei vertici della classe politica che amministra Trani, lo sapremo soltanto nelle prossime ore, se il primo cittadino o altri presenteranno le dimissioni. Di sicuro, lo stop imposto dalla Procura della Repubblica di Trani appare un chiaro segnale, rilevante nella misura in cui era da 21 anni che un primo cittadino di Trani non subiva la misura cautelare degli arresti. E nel 1993 quella sorte era toccata a Giuseppe Di Marzio, ieri di nuovo sottoposto allo stesso tipo di provvedimento, al pari dell’attuale primo cittadino, Luigi Riserbato, ed altre quattro persone, nell’ambito di un’inchiesta che ha scoperchiato in maniera ufficiale un «Sistema Trani», così com'è scritto nell’ordinanza firmata dal Gip Francesco Messina, su richiesta del pubblico ministero Michele Ruggiero, che avrebbe gestito appalti, assunzioni e potere con comportamenti e strumenti bollati come illeciti. La cronaca della convulsa giornata di ieri ci dice che, su disposizione della Procura di Trani, la divisione Digos della Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare nei confronti di sei fra pubblici amministratori e dipendenti del Comune di Trani. Altre sette persone, fra ex dirigenti e dipendenti del Comune, nonché persone riconducibili ad una società vincitrice di appalto, risultano indagate. Il procuratore, Carlo Maria Capristo, s’è limitato a leggere un comunicato che ha disinnescato le prevedibili domande dei cronisti. Mossa prevedibile, anche in considerazione del fatto che l’inchiesta non è chiusa e sono al vaglio le posizioni degli indagati ed altri eventuali soggetti, Le ipotesi di reato a base dell’ordinanza cautelare sono quelle di associazione per delinquere, concussione, corruzione elettorale (voto di scambio), turbata libertà dei pubblici incanti ed altro. «Reati ascritti ad un comitato politico-affaristico, denominato “sistema”, che “comandava” in città», ha illustrato il capo dell’ufficio, in almeno quattro modi: «Imponendo assunzioni lavorative - secondo logiche clientelari di scambio o asservimento alla loro parte politica e dietro minacce di ritorsioni - presso società operanti a servizio del Comune; interferendo illecitamente, turbando e/o comunque pilotando le gare nei pubblici appalti; sollecitando la corresponsione di tangenti in denaro, o altre utilità, in cambio dell’aggiudicazione di gare d’appalto; intimidendo avversari politici ed oppositori interni alla maggioranza mercé ritorsioni (quali licenziamenti) in danno di cittadini/elettori vicini a detti avversari politici/oppositori». Gli approfondimenti in corso riguardano eventuali misure di interdizione richieste nei confronti di quattro dei sette indagati, soggetti apicali della dirigenza amministrativa comunale. BUFERA GIUDIZIARIA SUL COMUNE DI TRANI In alto la conferenza stampa tenuta nella Procura della Repubblica di Trani, [foto Calvaresi]. Qui sopra, il sindaco Luigi Riserbato e il consigliere Nico Damascelli Le indagini partono dall’incendio doloso che, il 15 settembre 2013, causava la distruzione del capannone dello showroom del consigliere comunale Nicola Damascelli, che figura fra i ristretti in carcere. Da lì a poco emergeva una connessione fra il rogo e la procedura di aggiudicazione dell’appalto milionario (2.200.000 euro) bandito per la vigilanza degli immobili comunali di Trani. «Un’analisi accurata della procedura adottata disvelava – hanno spiegato gli inquirenti -, sia prassi e metodiche criminose costituenti tipica manifestazione del fenomeno noto come “voto di scambio”, sia meccanismi di inquietante turbativa nella gestione degli appalti pubblici (non solo in quello menzionato della vigilanza) e nella condizione della stessa vita politica dell’amministrazione cittadina». L’INCHIESTA L’AVV. SISTO È GIÀ RICORSO AL TRIBUNALE DELLA LIBERTÀ PER DAMASCELLI: LE INDAGINI SONO INZIATE DAL ROGO ALLA SUA AZIENDA LA SCHEDA CHI SONO GLI ARRESTATI E GLI INDAGATI «Qui comandiamo noi» In carcere vice sindaco ex amministratore Amiu e mister preferenze Infermiere accusa: Ruggiero mi disse che assumeva chi sta con loro ANTONELLO NORSCIA l TRANI. «Allora non hai capito niente, qui comandiamo noi; assumiamo chi diciamo noi e chi sta con noi». La dichiarazione attribuita all’ex presidente Amiu Antonello Ruggiero, sarebbe un’emblematica fotografia del «sistema tranese» definito dal procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo. Così Ruggiero avrebbe tuonato ad un infermiere in pensione che lamentava la mancata legittima assunzione del figlio nell’organico di una cooperativa in convenzione con l’Amiu. Il figlio dell’infermiere avrebbe pagato l’amicizia col consigliere comunale di maggioranza Beppe Corrado (peraltro consigliere provinciale della Bat) che da qualche tempo non votava i provvedimenti proposti in consiglio dalla sua stessa maggioranza. Eletto nelle file del Pdl, Corrado ne aveva prima preso le distanze per poi passare nel Ncd. Il racconto dell’infermiere è finito tra le centoventisei pagine dell’ordinanza custodiale che ha sconquassato i già precari e tesi equilibri dell’amministrazione comunale tranese. «Non ho paura di nessuno avrebbe rincarato Ruggiero - qui comando io, assumeremo solo i nostri favoriti e le persone che mi indica Nicola Damascelli ed altri dei nostri». L’infermiere minacciò di denunciare quello che riteneva un voto di scambio, salvo poi essere invitato in Comune, sempre secondo la sua ricostruzione, per cercare di ricomporre la questione alla presenza di Damascelli, del sindaco, e dello stesso Corrado. «Non ricomposta» sostenne l’infermiere, sentito lo scorso 28 agosto. Nell’interrogatorio di garanzia Damascelli e Ruggiero (da qualche settimana dimessosi dalla carica apicale dell’Amiu per motivi dichiarati diversi dall’inchiesta) avranno la possibilità di difendersi da questa e da altre circostanze che vengono contestate dal pm Michele Ruggiero. Ma ancor prima degli interrogatori di garanzia, nella stessa giornata di ieri, l’avv. Francesco Paolo Sisto, legale di Damascelli, ha già depositato ricorso al Tribunale della Libertà. E domani altrettanto faranno gli avvocati Mario Malcangi, Rinaldo Alvisi ed Amleto Carobello, per gli altri arrestati. UN INCENDIO CHE HA DATO IL VIA ALLE INDAGINI - L’indagine, condotta dalla Digos di Bari, partì proprio dall’incendio appiccato all’azienda di Damascelli, eletto nella Lista Schittulli ed il più suffragato tra gli aspiranti consiglieri comunali alle amministrative del 2012. Il fulcro dell’indagine è soprattutto l’aggiudicazione dell’appalto milionario per la vigilanza del “patrimonio pubblico e del beni comunali” alla siciliana Sicur- center. Per gli inquirenti, a Trani nella gestione della cosa pubblica in diversi casi ci sarebbero state “assunzioni sollecitate, pressioni, spade di Damocle, rapporti tormentati, condizionamenti, cambiali elettorali. «Le indagini – è l’incipit dell’ordinanza custodiale del gip Francesco Messina – hanno fatto emergere una serie di condotte realizzate da pubblici amministratori che hanno inciso a vario titolo sugli interessi di cittadini che ad essi si sono relazionati. Si è trattato di condotte gravemente distoniche rispetto ai doveri di trasparenza, di garanzia dell’interesse pubblico e, in via più immediata, dei diritti di alcuni soggetti imprenditoriali nel rapporto con la Pubblica Amministrazione». l TRANI. Si costituisce di circa 150 pagine la copiosa ordinanza firmata dal Gip di Trani, Francesco Messina, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Michele Ruggiero, da cui muovono i provvedimenti cautelari che hanno scatenato la bufera giudiziaria di Trani, con sei persone arrestate (tutte di Trani) ed altre sette indagate. Quattro le custodie cautelare in carcere: Giuseppe Di Marzio (67 anni, vice sindaco uscente, revocato con l’azzeramento della giunta dello scorso 4 giugno); Antonello Ruggiero (47, amministratore unico dimissionario dell’ex municipalizzata Amiu); Nicola Damascelli (42, consigliere comunale in carica di maggioranza, del Movimento Schittulli, maggiore suffragato alle elezioni del 2012); Maurizio Musci (44, consigliere comunale dimissionario di maggioranza dell’ex Pdl, di cui era capogruppo). Due le misure ai domiciliari: Luigi Nicola Riserbato (45, sindaco in carica, della Puglia prima di tuto); Edoardo Savoiardo (59, responsabile dell’Ufficio appalti del Comune di Trani). In stato di libertà risultano indagate, inoltre, le seguenti persone: EX VICESINDACO Pasquale Mazzone (63, Ruvo, segreGiuseppe Di Marzio tario generale all’epoca dei fatti contestati) ; Claudio Laricchia (44, Bari, ex dirigente dell’Ufficio tecnico e presidente della commissione di gara nell’appalto principe dell’inchiesta, quello della vigilanza degli immobili comunali); Yanko Tedeschi (Bari, 41, ex direttore di ragioneria e componente la commissione); Elsa Coppola (56, Lecce, maresciallo di polizia municipale, componente la commissione); Francesco Lupo (51, Palermo), Massimo Aletta (50, Reggio Calabria), Nicola Lisi (57, Bari), tutti riconducibili alla società Sicurcenter, vincitrice della gara. I destinatari della misura sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, concussione, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, ed altro. [n.aur.]
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