Bol Valle N31 - Sapori di Valle Camonica

BOLLETTINO AGROMETEO
AGROMETEOROLOGICO
ROLOGICO N° 31 del
02/12/2014
02/12/2014
SEGRETERIA TELEFONICA 0364/324077 : 1 MELO
2 VITE
4 PICCOLI FRUTTI
www.saporidivallecamonica.it
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www.galvallecamonicavaldiscalve.it
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DIVISIONE DELLE MACROZONE:
ZONA 1: DA ARTOGNE A BRENO IN DESTRA OROGRAFICA FIUME OGLIO;
ZONA 2: DA DARFO BOARIO TERME A BRENO IN SINISTRA OROGRAFICA FIUME OGLIO;
ZONA 3: DA BRENO A SELLERO;
ZONA 4: DA SELLERO A EDOLO
PREVISIONI METEOROLOGICHE
(previsioni della rete meteorologica regionale:
http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/Pagine/default.asp
x)
MERCOLEDI’ 03 DICEMBRE
GIOVEDI’ 04 DICEMBRE
VENERDI’ 05 DICEMBRE
Le condizioni meteo appaiono instabili.
Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019
LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE
STRATEGIE
NUOVI IMPIANTI
Si ricorda che per la realizzazione di impianti con materiali su richiesta è indispensabile
PRENOTARE le combinazioni clone/portinnesto, il prima possibile, per gli impianti 2015.
VITE
PRATICHE COLTURALI
MANUTENZIONE VECCHI VIGNETI
Conviene sempre cercare di mantenere efficienti i vigneti vecchi, purché sani ed impostati razionalmente.
Uve provenienti da vigneti vecchi ben gestiti danno vini migliori rispetto a quelli ottenuti da vigneti
giovani.
Se si esegue una corretta manutenzione annuale dei vigneti, rimpiazzando sempre le viti morte o malate,
nessun vigneto diventa mai troppo vecchio, con il vantaggio evidente che, grazie alla maggiore età media
delle piante, le uve ottenute saranno di qualità superiore
POTATURE
PRIMA DI INIZIARE LE POTATURE ATTENDERE ALMENO CHE SIANO CADUTE TUTTE LE FOGLIE.
Un taglio precoce interrompe la traslocazione autunnale di sostanza di riserva nel tronco e nelle
radici, inoltre è buona norma ATTENDERE ALMENO LE PRIME GELATE.
Vigneti GIOVANI O STRESSATI si avvantaggiano di una potatura che NON sia precoce (potare dopo la
fine di gennaio).
LEGNO DI POTATURA
Lasciare in campo il legno di potatura di 1 anno è pericoloso solo per la diffusione di Escoriosi (laddove
presente), mentre residui di potatura di porzioni di pianta di più anni di età sono sempre pericolosi in quanto
possono ospitare uova di Scafoideo o funghi patogeni che possono liberare le loro spore durante l’inverno.
Si consiglia quindi di asportare dal vigneto (e non trinciare in campo) i residui di potatura di oltre 1
anno di età, poi stoccarli al coperto in modo che non si bagnino se piove.
La trinciatura del legno di un anno apporta sostanza organica,.
POTATURA: GUYOT O CORDONE SPERONATO?
La vite come ogni organismo vegetale superiore
ricava la propria energia dalla luce attraverso la
fotosintesi. La fotosintesi poi è il motore
biochimico che consente alla pianta di
accrescersi, svilupparsi, fruttificare e riprodursi. La
luce, l'acqua , l'anidride carbonica e le soluzioni di
sali disciolte nel terreno concorrono tutte in varia
misura all' accrescimento e alla produzione della
vite.
Se la produzione dipende direttamente dalla
fotosintesi ne consegue che maggiore è la
superficie fogliare disponibile per l'intercettazione
della luce e maggiore sarà la capacità produttiva
della vite a parità degli altri fattori interessati.
Nella sua attività fotosintetica la foglia assorbe
CO2 e produce ossigeno e carboidrati; d'altro
canto però le cellule vegetali, come qualsiasi altra
cellula per mantenersi in vita respira consumando ossigeno e carboidrati ed emettendo CO2 . Si ha così un
bilancio tra fotosintesi e respirazione che può essere a vantaggio dell'una o dell'altra in funzione del fattore
luce. Infatti la respirazione avviene indipendentemente dalla luce, la fotosintesi ovviamente no.
Succede così in campo che forme di allevamento molto espanse o mal gestite, ma con una superficie
fogliare molto elevata risultino meno efficienti di forme più contenute proprio perché molte delle foglie delle
forme espanse "consumano" invece di produrre materiale fotosintetizzato
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STRATEGIE
In pratica un cordone speronato dovrà essere continuo nella copertura del filare ma non molto spesso nello
strato delle foglie poiché la foglia appartenente al terzo strato e ai successivi in realtà non produce nessun
vantaggio alla pianta. D'altro canto una pergola potrebbe sopportare un carico maggiore di produzione,
come in effetti avviene, se non che il grappolo rimane costantemente in ombra, proprio come quelle foglie
che non sono disposte bene bell'ambito della crescita vegetativa; come si sa la luce diretta avvantaggia la
formazione di sostanze coloranti nell'uva e consente alcuni processi biochimici particolarmente importanti
per la qualità finale del prodotto.
Un altro fattore importante da considerare per la valutazione di una forma di allevamento è il tipo di
potatura che si impiega nella sua gestione. Canonicamente si distinguono forme di allevamento a potatura
lunga, mista, corta.
La prima considerazione da fare su questo fattore è che non tutti i vitigni si adattano ad ogni forma di
allevamento. Questo perché la fertilità delle gemme lungo il tralcio differisce in funzione delle varietà. Infatti
alcune cultivar (ad esempio il Marzemino) possiedono una fertilità delle gemme basali (quelle più vicine
all'innesto del tralcio nel tronco), molto bassa o nulla e pretendono per fruttificare tralci medio lunghi.
Questo determina che alcune forme di allevamento, che prevedono potature molto corte, come il cordone
speronato basso, non siano possibili su queste varietà.
Scegliendo una forma di allevamento si deve quindi tendere ai seguenti obiettivi:
• investimento ottimale di ceppi/ettaro, per realizzare in ogni ambiente il migliore equilibrio vegetoproduttivo e quindi per ottimizzare la qualità della produzione;
• esposizione al sole del maggiore numero di foglie, in particolare di quelle adiacenti ai grappoli per
migliorare l'attività fotosintetica, fondamentale per lo sviluppo della pianta, per la corretta
maturazione dei grappoli e per la buona lignificazione dei tralci;
• buon arieggiamento dei grappoli in via di maturazione;
• facile passaggio di macchine ed attrezzi; massimo risparmio di manodopera, in particolare per le
operazioni più onerose, quali potature e vendemmia;
• contenere lo sviluppo vegetativo dei germogli;
• infittire gli impianti onde poter produrre lo stesso quantitativo per ettaro, riducendo la produzione per
ceppo e creando i presupposti per uve di qualità;
Vitigni con buona fertilità delle gemme basali
In cui è possibile speronare
Vitigni con scarsa fertilità delle gemme
basali
In cui non è consigliato speronare
Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Montepulciano,
Muller Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero,
Riesling Italico, Riesling Renano, Sangiovese
Barbera, Cabernet Franc, Corvina, Garganega,
Lambruschi,
Marzemino,
Nebbiolo,
Refosco,
Sauvignon, Trebbiani, Verdicchio, Verduzzo
GUYOT
Il Guyot nella sua forma classica è un sistema a ridotta
espansione, si presta a terreni di scarsa fertilità e più
siccitosi di collina. Normalmente la pianta ha un tronco
di 70-80 cm sul quale è inserito un capo a frutto di 6-10
gemme, che viene piegato orizzontalmente in direzione
del filare, e uno sperone di 1-2 gemme che ha lo scopo
di dare i rinnovi per l'anno seguente. Nel Guyot classico
i sesti d'impianto sono variabili, potendo andare da 1.72.0 ml tra i filari e 70-90cm sulla fila, in dipendenza della
vigoria, della combinazione vitigno-portainnesto e della
fertilità del terreno.
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STRATEGIE
CORDONE SPERONATO BASSO
Si può considerare una variante del guyot; l'unica
differenza consiste nel fatto che il capo a frutto non
viene rinnovato ogni anno, ma viene trasformato in
un cordone permanente sul quale si effettua la
speronatura.
La struttura è perfettamente identica a quella del
guyot. I costi di impianto sono pertanto gli stessi,
con il vantaggio che la potatura può essere
meccanizzata, riducendo drasticamente i costi di
produzione.
Si tratta indubbiamente di una forma più evoluta
rispetto al guyot, in quanto l'uva matura più
regolarmente.
Vantaggi rispetto al Guyot
• Possibilità di effettuare una pre-potatura meccanica, abbassando così di circa il 30% i tempi di
lavoro; La pre-potatura può anche essere manuale, in questo caso si può ricorrere a operai
generici, utilizzando il personale qualificato solo per la successiva rifinitura.
• Non è prevista la legatura del capo a frutto.
• Distribuzione più regolare del germogliamento, in particolare nel caso di vigneti a “rittochino” (cioè
con filari orientati da monte a valle): infatti, in questi casi, il tralcio del Guyot non è in piano, ma è
ascendente o discendente, e questo provoca disformità di germogliamento per effetto del fenomeno
di dominanza apicale, cosa che non avviene con il cordone speronato.
• Omogeneità di crescita dei germogli: sullo sperone, fino a due germogli, non si vengono a creare
fenomeni di dominanza apicale e i germogli crescono alla stessa velocità. Lo stesso vale lungo il
cordone. I germogli sugli speroni tendono a crescere verso l’alto, infilandosi da soli nella prima
coppia di fili. Questo si traduce in una più facile gestione della palizzatura riducendo i passaggi nel
vigneto.
• In molti casi, miglior rapporto foglie/frutti per produttività più bassa, quindi minore esigenza di
effettuare il diradamento per produzioni di qualità.
• Minori tempi per il diradamento, se lo si esegue, e per la vendemmia. I grappoli sono meno
appressati e ingabbiati dalla vegetazione.
• Il volume complessivo del “tronco” è maggiore che nel Guyot, quindi si ha una maggiore quantità di
riserve a cui attingere in caso di bisogno.
Svantaggi rispetto al Guyot
• La potatura manuale è leggermente più lunga, perché ci sono più tagli da fare, anche se c’è meno
da “pensare” e non c’è il capo a frutto ad intralciare il lavoro di stralciatura;
• Il sistema è più sensibile agli squilibri di vigore. Se la vigoria è scarsa e/o il cordone troppo lungo o
non potato correttamente, ci può essere lo “svuotamento”, negli anni, della zona centrale del
cordone, per mancato germogliamento. Se la vigoria è eccessiva, per contro, si ha un abnorme
sviluppo di germogli doppi e tripli, con ripetute e costose operazioni di scacchiatura;
• La produttività è di norma più bassa. Questo può essere un vantaggio o uno svantaggio, a seconda
dei punti di vista. In ogni caso il metodo non è applicabile a vitigni con bassa fertilità sulle gemme
basali come il Marzemino.
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STRATEGIE
MELO
PRATICHE COLTURALI
Si consiglia di NON effettuare la potatura fino alla completa caduta delle foglie e comunque non prima della
fine di Gennaio- metà Febbraio a seconda delle condizioni meteo.
Inoltre si sconsigliano concimazioni organiche e minerali in questo periodo.
FOCUS MALATTIE
ALTERNARIA
L’alternaria è un fungo che attacca le varietà Golden delicius e Gala. La
sua comparsa è favorita da lunghi periodi di bagnatura e una
temperatura compresa tra 20°C e 30°C. Questa patolo gia dove presente
ha sicuramente portato a una significativa riduzione della produzione
vendibile. Inoltre nel corso degli anni la sua presenza è aumentata,
bisogna pertanto programmare dei trattamenti specifici in tutti gli impianti
che presentavano questa problematica.
Per la difesa, nelle stagioni caratterizzate da piogge meno persistenti
risultano efficaci tutti i prodotti utilizzati contro la ticchiolatura. In caso di
problemi si segnalano i seguenti principi attivi:
DA META’ GIUGNO A META’ AGOSTO
- Fosfiti di Potassio (vari formulati): sono concimi fogliari in grado di
ridistribuirsi all’interno della pianta e stimolare i processi di resistenza.
Vanno impiegati in associazione con i prodotti di contatto indicativamente entro la metà di luglio
- Fluazinam (es. Ohayo)
- Metiram (es. Polyram DF): ha attività collaterale contro Alternaria
- Dodina (es. Syllit): ha attività collaterale contro Alternaria. Possibile impiego in miscela con fosfiti di
potassio
- Boscalid (es. Cantus): impiegare in miscela con un prodotto di contatto tipo Dodina o Metiram
DA META’ AGOSTO A META’ SETTEMBRE
- Boscalid (Cantus): tempo di carenza 7 giorni; massimo 3 interventi/anno
- Fludioxonil (Geoxe): efficace anche contro le malattie da conservazione; tempo di carenza 3 giorni;
massimo 2 interventi/anno
FILLOPTOSI
La filloptosi è una fisiopatia legata alle condizioni ambientali.
Quest’anno era diffusa in tutte le zone del nord Italia, principalmente
sulla varietà Golden delicius. La fisiopatia è riconoscibile grazie alla
formazione di macchie necrotiche sulle foglie che spesso cadono
prematuramente. Attualmente le conoscenze legate a questa
fisiopatia sono limitate anche se si ritiene sia dovuta a uno
scompenso nell’assimilazione del magnesio e del manganese.
Questi sono nutrienti con caratteristiche simili per cui spesso si
comportano da antagonisti. Entrambi partecipano al processo
fotosintetico e sono coinvolti, nello sviluppo della fisiopatia. Per
questo, spesso si ricorre alla loro somministrazione, allo scopo di
prevenire indesiderati sintomi di carenza. Il manganese, in
particolare, può risultare carente in suoli sciolti, calcarei, sub-alcalini
e in presenza di elevate concentrazioni di calcio e magnesio. Carenze di manganese possono comparire
più facilmente in alcune varietà come Golden Delicious, Gala e Fuji, soprattutto se innestate su portinnesti
vigorosi come M11 e MM106.
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PICCOLI FRUTTI
FOCUS MALATTIE
DROSOPHILA SUZUKII
In tutti gli impianti eseguire la cattura massale per la Drosophila suzukii con bottiglie rosse caricate con 200
ml di una miscela costituita da 150 ml aceto mele e 50 ml vino rosso + 4 g di zucchero di canna
disponendo almeno 5-10 di queste trappole per ogni 1000 m2.
PRATICHE COLTURALI
LAMPONE RIFIORENTE: negli impianti dove si effettua
una sola produzione, tutti i polloni devono essere già
stati tagliati a raso del terreno. In caso non sia stata
effettuata l’operazione posticiparla a inizio primavera. Se
si effettuano due produzioni, cimare i tralci a 1,8/2 metri
di altezza e ripiegarli tra le file.
LAMPONE UNIFERO: Piegare i tralci all’interno della fila
e non lungo la fila. Se l’impianto è in zone
particolarmente fredde ricoprire i tralci con tessuto non
tessuto.
MORA: La potatura, se non già effettuata a fine raccolta,
deve essere fatta alla fine della stagione invernale,
lontano da possibili ritorni di freddo.
MIRTILLO, RIBES E UVA SPINA: La potatura deve
essere fatta alla fine della stagione invernale, lontano da
possibili ritorni di freddo.
CILIEGIO: La potatura va effettuata alla fine della
raccolta oppure alla fine dell’inverno.
FRAGOLA IN SUOLO: Ripulire le piante dalla
vegetazione vecchia e nelle stazioni particolarmente
fredde ricoprire con tessuto non tessuto.
FRAGOLA FUORI SUOLO: Ripulire le piante dalla
vegetazione vecchia e creare delle aiuole in terra con i
sacchi, disponendoli l’uno vicino all’altro. Ricoprire con
tessuto non tessuto e controllare periodicamente il
mantenimento dell’umidità dei contenitori.
Mora correttamente potata; si notino i tagli di
tutti i rami laterali a 2-3 gemme.
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