224 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 37(1, PARTE A), 2005 Strategie delle piante e tipi funzionali nello studio della dinamica di vegetazione in ambiente periglaciale. A. LUZZARO 1 2, B. CERABOLINI 1, M. CACCIANIGA 2, S. PIERCE 1, C. ANDREIS 2 1 DBSF, Università degli Studi dell’Insubria, Via Dunant 3, 21100 Varese; 2 Sez. Botanica Sistematica e Geobotanica, Dip. Biologia, Università degli Studi di Milano, Via Celoria 26, 20135 Milano. INTRODUZIONE Nello studio della vegetazione i terreni interessati dall’avanzata della Piccola Età Glaciale (P.E.G.) e poi liberati dal ghiaccio vengono indicati come ambienti periglaciali o glacier forelands (MATTHEWS, 1992). Queste zone sono spesso ricche di depositi morenici databili, ed è possibile assegnare età precise al substrato ed alle vegetazioni che lo occupano, quantificando il tempo impiegato per lo sviluppo delle diverse comunità. Gli ambienti periglaciali rappresentano perciò uno fra i luoghi ideali per lo studio delle successioni primarie, e le comunità vegetali che ne costituiscono gli stadi sono state ampiamente studiate proprio in questi contesti utilizzando il metodo fitosociologico (BRAUNBLANQUET, JENNY, 1926; PIROLA, 1959; JOCHIMSEN, 1970; GRABHERR, MUCINA, 1993; THEURILLAT et al., 1995; CACCIANIGA, ANDREIS, 2004). Tuttavia i numerosi dati fitosociologici disponibili sono difficilmente integrabili quando provenienti da Paesi diversi, perché legati alla flora locale, ed i meccanismi che regolano l’andamento delle successioni primarie risultano ancora poco chiari. Una suddivisione delle specie per tipi funzionali può aiutare nella comprensione di tali meccanismi, perché le specie vengono classificate sulla base dei loro adattamenti nei confronti dell’ambiente e degli effetti sui processi ecosistemici (LAVOREL, GARNIER, 2002), senza ricorrere alla tassonomia. Secondo il modello CSR (GRIME, 1974, 2001) le specie che vivono in ambienti simili sviluppano strategie (adattamenti) simili, ed è possibile individuare un set di caratteri adatto a definire tali strategie. Si possono così descrivere i comportamenti delle specie vegetali tramite l’analisi di determinati caratteri chiamati key traits, recentemente codificati a livello internazionale (CORNELISSEN et al., 2003). Inoltre per la teoria CSR è disponibile un metodo che permette di calcolare la strategia di una specie sulla base di 7 parametri morfo-funzionali di facile e veloce misurazione (HODGSON et al., 1999) Si è quindi deciso di testare l’efficacia del modello dei tipi funzionali e della teoria CSR come strumento per descrivere e prevedere i cambiamenti floristico-vegetazionali che avvengono in una successione primaria in ambiente periglaciale. MATERIALI E METODI Sono state indagate le aree liberate dopo la P.E.G. dei seguenti ghiacciai: Ghiacciaio del Rutor (AO); Vedretta del Pasquale, Ghiacciaio dei Forni, Vedretta della Sforzellina, Ghiacciaio di Dosegù (SO); Ghiacciaio dell’Adamello (BS). Lo studio funzionale è stato condotto in parallelo all’analisi fitosociologica della vegetazione. Sono stati misurati i caratteri morfo-funzionali di 81 specie implicate nella successione primaria, dagli stadi pionieri riconducibili al Sieversio-Oxyrietum digynae Friedel 1956 fino a quelli più evoluti che rientrano nel Caricetum curvulae s.l.. Ad ogni specie è stata attribuita una strategia secondo il modello CSR, utilizzando 7 caratteri morfo-funzionali (Tab.1) e l’apposito foglio di calcolo (HODGSON et al., 1999). Il ruolo di ogni specie nella successione dinamica è stato dedotto dall’analisi di oltre 130 rilievi fitosociologici condotti nelle diverse aree di studio. TABELLA 1 Caratteri morfo-funzionali per l’attribuzione delle strategie CSR secondo HODGSON et al. (1999). Carattere Unità di misura Altezza canopy Allargamento laterale Peso secco foglia Materia secca foglia Superficie fogliare specifica Inizio fioritura Durata fioritura mm 6 classi mg % mm2 mg-1 6 classi mesi Nella zona della Vedretta del Pasquale (Val Cedec SO) è stato realizzato un transetto partendo dalle vegetazioni pioniere più vicine alla fronte del ghiacciaio fino ad arrivare alle vegetazioni prossime al climax su substrati Tardiglaciali. Sul transetto sono stati individuati 10 nodi, tenendo conto delle discontinuità morfologiche o vegetazionali. Per le specie ricorrenti nelle comunità vegetali individuate è stata calcolata in ogni nodo la strategia CSR, per valutare la plasticità di ciascuna specie nel corso della successione. Per ogni comunità è stata infine ricavata una strategia media, tenendo conto dell’abbondanza relativa delle diverse specie. INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 37(1, PARTE A), 2005 RISULTATI E DISCUSSIONE Dalla sovrapposizione fra dati funzionali e dati fitosociologici è emerso come le specie caratteristiche delle vegetazioni pioniere abbiano adattamenti più spiccatamente ruderali (alta SLA, alto allargamento laterale); le specie dominanti nelle vegetazioni evolute presentano invece i caratteri tipici delle strategie stress-tolleranti (bassa SLA, alto contenuto di materia secca nelle foglie) (CACCIANIGA et al. - submitted). Si può dire che nei primi stadi della successione le specie sono selezionate in base alla capacità di far fronte al disturbo, mentre nelle ultime fasi della successione sono selezionate in base allo stress. Dai rilievi condotti in Val Cedec è emerso che le specie mostrano una certa variabilità intra-specifica riguardo ai caratteri morfologici esaminati, senza che però questo modifichi radicalmente la strategia della specie stessa. Per quanto riguarda le strategie medie calcolate per le comunità vegetali, nei primi stadi le vegetazioni risultano avere una spiccata componente ruderale, che via via si riduce a vantaggio di quella stresstollerante con il procedere della successione (Fig. 1). Lo spostamento è più evidente nei nodi da 1 a 6, cioè nei terreni compresi fra quelli adiacenti all’attuale fronte del ghiacciaio e la cerchia morenica della P.E.G; le vegetazioni insediate su substrati Tardiglaciali (nodi da 7 a 10) invece hanno tutte la stessa strategia (SR/CSR). Come per le singole specie, disturbo e stress hanno un ruolo preponderante nel determinare la strategia media calcolata per le comunità esaminate; esse ricadono perlopiù nei settori S ed R del triangolo. La mancanza di vegetazioni vicine all’angolo C indica che la competizione, pur presente nella successione, risulta poco determinante per lo sviluppo delle comunità vegetali in ambiente periglaciale. Fig. 1 Strategie medie per le comunità vegetali individuate lungo il transetto in Val Cedec - SO (nodi da 1a 10). 225 CONCLUSIONI La teoria CSR ed il metodo di HODGSON et al. (1999) sono stati applicati alle comunità vegetali per la prima volta in questo progetto di ricerca. La strategia media per le vegetazioni è stata calcolata a partire da quella delle specie in esse presenti, pertanto è direttamente influenzata dalla strategia delle specie dominanti. Questo comporta alcune anomalie come nel caso dell’inversione di posizione tra il nodo 6 ed il nodo 5 (Fig. 1), spiegabile con il fatto che in quest’ultimo la strategia S della specie dominante (Poa alpina) abbia spostato verso il settore stress-tollerante il baricentro dell’intera comunità vegetale. La teoria CSR sembra comunque essere uno strumento sensibile per la descrizione della dinamica di vegetazione, poiché è in grado di evidenziare le differenze esistenti e di cogliere le caratteristiche principali delle comunità che si susseguono lungo la successione. LETTERATURA CITATA BRAUN-BLANQUET J., JENNY H., 1926 - Vegetationsentwicklung und Bodenbildung in der alpinen Stufe der Zentralpen. Denkschr. Schweiz. Naturf. Ges., 63: 183344. CACCIANIGA M., ANDREIS C., 2004 - Pioneer herbaceous vegetation on glacier forelands in the Italian Alps. Phytocoen., 34 (1): 55-89. CORNELISSEN J.H.C., LAVOREL S., GARNIER E., DIAZ S., BUCHMANN N., GURVICH D.E., VAN DER HEIJDEN M.G.A., PAUSAS J.G., POORTER H., 2003 - Handbook of protocols for standardised and easy measurement of plant functional traits worldwide. Aust. J. Bot., 51: 335-380. GRABHERR G., MUCINA L. (eds.), 1993 - Die Pflanzengesellschaften Österrreichs - Teil 2 - Natürliche Waldfreie Vegetation. Gustav Fischer Verlag, Jena. GRIME J.P., 1974 - Vegetation classification by reference to strategies. Nature, 250: 26-31. —, 2001 - Plant strategies,vegetation processes and ecosystem properties. Second Edition. John Wiley & Sons, Chichester. JOCHIMSEN M., 1970 - Die Vegetationsentwicklung auf Moränenböden in Abhängigkeit von einigen Umweltfaktoren. Veröff. Univ. Innsbruck, 46: 1-21. HODGSON J.G., WILSON P.J., HUNT R., GRIME J.P., THOMPSON K., 1999 - Allocating CSR plant functional types: a soft approach to a hard problem. Oikos, 85: 282296. LAVOREL S., GARNIER E., 2002 - Predicting changes in community composition and ecosystem functioning from plant traits: revisiting the Holy Grail. Funct. Ecol., 16: 545-556. MATTHEWS J.A., 1992 - The ecology of recentlydeglaciated terrain. Cambridge University Press, Cambridge. PIROLA A., 1959 - Flora e vegetazione periglaciale sul versante meridionale del Bernina. Flora et Vegetatio Italica, mem. 1, Gianasso ed., Sondrio. THEURILLAT J.P., AESCHIMANN D., KÜPFER P.H., SPICHIGER R., 1995 - The higher vegetation units of the Alps. Coll. Phytosoc., 23: 189-239.
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