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ASSISI, PEZZI DEL MURO DI BERLINO IN
MOSTRA AL PALAZZO DI MONTE
FRUMENTARIO
ASSISI – Il Muro di Berlino “rivive” nelle severe ed
imponenti stanze medioevali di palazzo Frumentario in 48 grandi frammenti presi da una pagina di
storia di 25 anni fa (16 novembre 1989, la caduta del muro di Berlino) e riletti, rivisitati, dipinti e
trasformati da altrettanti artisti contemporanei fin dai primi anni Ottanta.
Fra gli artisti Carla Accardi ad Arman, da Daniel Buren ad Ilya Kabakov, Sol Lewitt, Dennis
Oppenheim, Mimmo Paladino, Robert Longo, Eduardo Chillida. Personalmente mi ha colpito
molto il frammento dipinto dall’austriaco Gottfried Helnwein: un bambino che guarda in basso, il
primo a soffrire per
le scelleratezze degli adulti. Appena si entra, il
primo frammento, forse il più importante, è quello di del francese Arman. Si intiutola
l’autodistruzione e c’è scritto “E’ il sistemna stesso che regnava nell’Est, che ora diustrrugge iul
muro dki Berlino”. Sul pezzo di cvemento tante falci e tanti martelli.
Il lugubre simbolo della Guerra Fredda è qui in un progetto artistico cominciato nel 1990 grazie al
collezionista francese Sylvestre Verger e poi passato di mano e oggi di proprietà del musicista
Michael Guttman.
La mostra, inaugurata ieri pomeriggio, propone una visibile testimonianza di quella tragica
situazione storica che, per 28 anni, dal 1961 al 1989, ha tagliato in due non solo la città dio Berlino,
ma un intero paese. Fu il simbolo delle divisione del mondo in una sfera americana e una sovietica,
fu il simbolo più crudele della Guerra Fredda –ha detto ieri il politologo e storico Alessandro Campie oggi chi visita la mostra rigenera un ricordo. Per i giovani soprattutto quel ricordo si deve
costruire, perché è
anche un valore. I pezzi del muro, infatti, raccontano la
sua storia.
Il musicista Michael Guttman, che ha concluso il suo intervento suonando con il violino un pezzo di
Sebastian Bach, si augura che tanti giovani varchino le
soglie di palazzo Frumentario per leggere queste pagine. In apertura, anche il sindaco di Assisi,
Claudio Ricci e il presidente della Fondazione Perugia-Assisi Capitale europea della Cultura, Bruno
Bracalente, hanno sottolineato come la città serafica sia crocevia nel suo storico cammino dei più
importanti valori dell’uomo e della società. Un discorso molto duro sui 28 anni del muro della
vergogna, è stato pronunciato dall’ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia,
Reinhard Schäfers. Ha elogiato Assisi per le sue meraviglie. Ha detto di essere rimasto molto colpito
dagli affreschi Giotto e Cimabue. Ha ricordato poi che senza la caduta del muro non ci
sarebbe stata la globalità e di
conseguenza l’Europa. Parlando delle due guerre mnondiali, non ha risparmiato critiche alle
nefandezze delle SS.
La mostra, che merita di essere visitata, è promossa ed organizzata dal Comune di Assisi, curata da
Arte internazionale, Zeno Zoccheddu, con i patrocini di Regione Umbria, Sacro Convento di Assisi,
Fondazione Perugiassisi2019, Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, e la
collaborazione di Fondazione Cassa Risparmio Perugia, SABA parcheggi, Giotto Hotel.