DGCS Ufficio IX Valutazione Programma di Conversione del Debito II fase (Egitto) INSERIRE UNA FOTOGRAFIA RAPPRESENTATIVA DEL PROGETTO Novembre 2013 Valutazione Il lavoro è frutto dell'attività del team di valutazione DRN coordinato da Marco Zupi (team leader) e costituito da Paolo Navone (senior expert), Sara Monti e Sara Hassan (experts). Il rapporto è frutto del lavoro congiunto del team, ma le diverse parti sono attribuibili come segue: Marco Zupi ha curato l’impostazione del lavoro, è autore dei capitoli 2, 3 e 6 e dell'appendice 1 e ha supervisionato la stesura finale del rapporto. Paolo Navone è autore del capitolo 8 e del capitolo 9 ed è co-autore dei capitoli 10, 11 e 12, avendo approfondito tre studi di caso (Progetto ITEC, modello sostenibile di sicurezza alimentare, il progetto ITEC e il sostegno alle aree protette). Sara Monti è autrice del capitolo 4 ed è co-autrice dei capitoli 11 e 12, avendo approfondito tre studi di caso (Una rete di piccoli produttori per il riconoscimento dei loro diritti socio-economici, Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il Distretto conciario di Robbiki) Sara Hassan è autrice del capitolo 5 e 7 ed è co-autrice dei capitoli 10 e 11, avendo approfondito quattro studi di caso (Azioni per lo sviluppo del settore della pesca in Egitto, la Green Trade Initiative, il progetto REMEDY e il Centro per il Coordinamento, Monitoraggio e Supporto al Contratto Sociale) Il team si è avvalso della collaborazione dei partner locali, la società North South Consultants Exchange, che hanno curato le interviste qualitative e di profondità coi beneficiari (Appendice 3). Le interviste e la sintesi dei risultati delle stesse, utili come lavoro preparatorio, sono state curate da tutti i componenti del team. Tutti i membri del team hanno poi contribuito all’elaborazione del documento finale, leggendo e commentando le prime stesure dei capitoli e redigendo congiuntamente i capitoli di sintesi, raccomandazioni, conclusioni e lezioni apprese. Gli autori ringraziano i partner del progetto, tutti coloro che, in Italia e in Egitto, hanno accettato di essere intervistati e partecipato alle riunioni del team di lavoro, offrendo un contributo di riflessioni e stimoli all’elaborazione del lavoro finale. Un sentito ringraziamento, altresì, va all'ambasciata italiana in Egitto, nella persona dell'Ambasciatore Maurizio Massari, all'UTL e alla TSU per la disponibilità, l'interlocuzione e l'interesse che hanno sicuramente agevolato il lavoro svolto. Le idee espresse riflettono esclusivamente le opinioni degli autori, che rimangono i soli responsabili di eventuali errori e imprecisioni. Il presente Rapporto di valutazione è stato completato nel mese di luglio 2013. Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN INDICE SINTESI .................................................................................................................................. 1 IL PROGRAMMA E LA SUA VALUTAZIONE ...................................................................................11 1. 2. 2.1 OBIETTIVO: TIPO, SCOPO E UTILITÀ DELLA VALUTAZIONE ............................................................ 11 QUADRO TEORICO E METODOLOGICO .......................................................................................15 3. 3.1 IL DISEGNO DELLA VALUTAZIONE, LA RACCOLTA E LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI . 15 3.2 METODOLOGIA DI ANALISI E MODALITÀ OPERATIVE ................................................................... 19 CONTESTO E ATTORI DEL PROGRAMMA ....................................................................................21 4. 4.1 IL CONTESTO ............................................................................................................................ 21 4.2 GLI ATTORI .............................................................................................................................. 26 IL QUADRO LOGICO DEL PROGRAMMA ......................................................................................33 LE PRINCIPALI EVIDENZE DELL'ANALISI GENERALE .......................................................................43 5. 6. 6.1 UNA MISURAZIONE COMPOSITA DI TIPO SINTETICO ................................................................... 43 6.2 LA RAPPRESENTAZIONE SINTETICA DEL FIORE VALUTATIVO ......................................................... 47 LA RILEVANZA, IL COORDINAMENTO, LA COMPLEMENTARIETÀ E LA COERENZA DEL PROGRAMMA ....50 7. 7.1 LA RILEVANZA .......................................................................................................................... 50 7.2 IL GRADO DI COORDINAMENTO, LA COMPLEMENTARIETÀ E LA COERENZA .................................. 56 L’EFFICIENZA DEL PROGRAMMA ...............................................................................................60 8. 8.1 L'IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA E LE SUE CONDIZIONI.......................................................... 60 8.2 LA SELEZIONE DEI PROGETTI ..................................................................................................... 61 8.3 LA FASE DI REALIZZAZIONE DEI PROGETTI .................................................................................. 68 L’EFFICACIA DEL PROGRAMMA .................................................................................................74 9. 9.1 LA SELEZIONE DEI BENEFICIARI .................................................................................................. 74 9.2 LA REALIZZAZIONE .................................................................................................................... 76 10. 11. IMPATTO E SOSTENIBILITÀ DEL PROGRAMMA ............................................................................81 10.1 IMPATTO ............................................................................................................................. 81 10.2 LA SOSTENIBILITÀ ................................................................................................................. 86 STUDIO DI CASO: L'APPROFONDIMENTO DI 10 PROGETTI .............................................................90 11.1 AZIONI PER LO SVILUPPO DEL SETTORE DELLA PESCA IN EGITTO .................................................. 90 11.2 LA GREEN TRADE INITIATIVE...................................................................................................... 96 11.3 UNA RETE DI PICCOLI PRODUTTORI PER IL RICONOSCIMENTO DEI LORO DIRITTI SOCIO-ECONOMICI .. ............................................................................................................................................. 101 11.4 MODELLO SOSTENIBILE DI SICUREZZA ALIMENTARE.................................................................. 107 11.5 IL PROGETTO REMEDY ............................................................................................................ 110 11.6 CENTRO PER IL COORDINAMENTO, MONITORAGGIO E SUPPORTO AL CONTRATTO SOCIALE ........ 113 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. i Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.7 IL POLO INTEGRATO PER LA FORMAZIONE TECNICA E PROFESSIONALE NEL SETTORE DELLA MECCANICA ....................................................................................................................................... 118 11.8 MODERNIZZAZIONE DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE .................................................................................. 123 11.9 11.10 IL DISTRETTO CONCIARIO DI ROBBIKI ....................................................................................... 127 IL SOSTEGNO ALLE AREE PROTETTE ..................................................................................... 133 INDICAZIONI DI TIPO COMPARATIVO DERIVANTI DA ALTRE ESPERIENZE DI CONVERSIONE DEL DEBITO .. 12. ......................................................................................................................................... 135 12.1 IL CONFRONTO CON LA CONVERSIONE DEL DEBITO IN ECUADOR .......................................... 135 12.2 IL CONFRONTO CON ALTRI PROGRAMMI DI CONVERSIONE DEL DEBITO IN EGITTO ................ 137 12.3 L'EVOLUZIONE DALLA I ALLA II FASE DEL PROGRAMMA ITALO-EGIZIANO DI CONVERSIONE DEL DEBITO ......................................................................................................................................... 140 CONCLUSIONI ...................................................................................................................... 144 13. 13.1 QUADRO LOGICO ............................................................................................................... 144 13.2 RILEVANZA......................................................................................................................... 144 13.3 EFFICIENZA ........................................................................................................................ 145 13.4 EFFICACIA .......................................................................................................................... 146 13.5 IMPATTO ........................................................................................................................... 146 13.6 SOSTENIBILITÀ ................................................................................................................... 147 13.6 VALORIZZAZIONE DELLA COMUNITÀ DI ATTORI .................................................................... 147 13.7 LEZIONI RICAVABILI DALL'ANALISI COMPARATA .................................................................... 147 14. RACCOMANDAZIONI............................................................................................................. 149 APPENDICI APPENDICE 1. IL QUADRO MACROECONOMICO E L'INDEBITAMENTO DELL'EGITTO APPENDICE 2. DETTAGLIO ARTIGIANCASSA DEBITO ODA EGITTO-ITALIA AL 31 05 2013 APPENDICE 3. INTERVISTE QUALITATIVE E DI PROFONDITÀ COI BENEFICIARI APPENDICE 4. LO SCHEMA DEL DISEGNO DI VALUTAZIONE APPENDICE 5. LA LISTA DEI DOCUMENTI CONSULTATI APPENDICE 6. LA LISTA DELLE PERSONE INTERVISTATE APPENDICE 7. L'AGENDA DELLA MISSIONE IN LOCO APPENDICE 8. I TERMINI DI RIFERIMENTO DELLA VALUTAZIONE Pag. ii Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN LISTA DEGLI ACRONIMI APQ Accordo di programma Quadro AT Assistenza Tecnica BRAVO Building Rural Assets with Valuable Opportunities CCA Country Common Assessment CE Commissione Europea COSPE Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti CPF Counterpart Fund CT Comitato Tecnico DGCS Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo EDF Educational Development Fund EIECP Egyptian Italian Environment Cooperation Programme ENP European Neighbourhood Policy ERF Economic Research Forum ESDF Egyptian Swiss Development Fund EU European Union FAO Food and Agriculture Organization FIE Fondo Italo Ecuadoriano GAFRD General Authority for Fish Resources Development GTI Green Trade Initiative HEPCA Sustainable Development in the South Red Sea HIPC Heavily Indebted Poor Countries IBRD International Bank for Reconstruction and Development ICT Information and Communication Technologies IDSC Information& Decision Support Center IEDS Italian Egyptian Debt Swap ILOInternational Labour Organization IMIS Integrated Migration Information System ISS Istituto Superiore di Sanità ITEC Technical Education Cluster for Employment JD Joint Declaration LIFP Legal and Institutional Framework Project M&E Monitoring and Evaluation MADE Marine Aquaculture Development in Egypt MAE Ministero degli Affari Esteri MAIS Movimento per l’Autosviluppo l’Interscambio e la Solidarietà MC Management Committee MCIT Ministry of Communications and Information Technology Rapporto finale Novembre 2013 Pag. iii Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN MDRI Multilateral Debt Relief Initiative MEF Ministero dell’Economia e delle Finanze MIC Ministry of International Cooperation MoU Memorandum of Understanding NCC National Coordination Committee NCCM National Council for Childhood and Motherhood NWRC National Water Research Center ODA Official Development Assistance ODI Overseas Development Institute OI Organizzazione Internazionale ONG Organizzazione Non Governativa OOII Organizzazioni Internazionali OVI Objectively Identifiable Indicators PMI Piccole e Medie Imprese PMU Project Management Unit QL Quadro Logico REMEDY Psychosocial Rehabilitation for Mental Disability RLC Robbiki Industrial Leather and Tanneries City SC Stearing Committee SCC Social Contract Center SE Segretariato Esecutivo SEC Safer Environment for Children SEPA Support to the Egyptian Protected Areas ST Segreteria Tecnica SWOT Strengths Weaknesses Opportunities Threats ToR Terms of Reference TSU Technical Support Unit UN United Nations UNCTAD United Nations Conference for Trade And Development UNDP United Nations Development Programme UNIDO United Nations Industrial Development Organization UTL Unità Tecnica Locale WB World Bank WFP World Food Programme Pag. iv Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 1. Sintesi 1. I dati e le informazioni utilizzati in questa valutazione sono stati raccolti dal team di valutazione attraverso una rilevazione campionaria che ha coinvolto 80 interviste (interviste in profondità con somministrazione di un questionario strutturato che ha richiesto almeno 30 minuti) e 3 focus group, affiancati ad una consultazione di 171 documenti, numerosi siti web e database internazionali. 2. Sulla base dei risultati dell'analisi valutativa, si offre di seguito una sintesi che, in particolare, descrive in modo succinto le caratteristiche intrinseche del Programma, in termini di quadro logico sottostante alla dimensione di Programma e dei cinque criteri canonici di valutazione (efficienza, efficacia, impatto, sostenibilità e rilevanza/pertinenza), con un'attenzione specifica alla sostenibilità del meccanismo istituzionale perno della dimensione di Programma, al criterio di coerenza del Programma rispetto alla politica italiana ed internazionale di cooperazione allo sviluppo e alle strategie e politiche egiziane, al tessuto reticolare della comunità degli attori del Programma, alle lezioni ricavabili da un'analisi comparata del Programma. Concludono alcune raccomandazioni ricavabili dai risultati della valutazione. Il contesto del Programma 3. In un contesto segnato, sin dagli inizi degli anni ’80, da un’attenzione crescente della comunità internazionale verso l’eccessivo accumulo di debito estero da parte dei paesi in via di sviluppo, anche l’Italia ha partecipato ad iniziative lanciate dalla comunità internazionale per far fronte a questa emergenza, sotto l’egida del Club di Parigi. 4. Nel quadro normativo segnato dalla legge 209/2000 sulle “Misure per la riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati” e dal relativo regolamento attuativo, il decreto 185/2001 del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, il governo italiano ha adottato finora programmi di debt swap in 15 paesi, ovvero in Albania, Algeria, Ecuador, Egitto, Filippine, Giordania, Gibuti, Indonesia, Kenya, Marocco, Myanmar, Pakistan, Perù, Vietnam, Yemen. 5. Fra questi l’Egitto è uno dei primi paesi ad aver beneficiato di questa iniziativa con un primo accordo di conversione siglato nel 2001, seguito da altri due accordi del 2007 e del 2012 che hanno lanciato la II e la III fase del Programma. La II fase, oggetto di studio in questo rapporto, ha previsto la cancellazione delle rate del debito dovute dall’Egitto all’Italia nel periodo 2007-2012 per un ammontare pari a 100 milioni di dollari che sono stati impegnati per il finanziamento di 30 iniziative in vari ambiti tematici. 6. L’accordo fa seguito a una precedente intesa, firmata il 19 febbraio del 2001, che ha lanciato la I fase del Programma grazie alla quale sono stati realizzati 53 progetti di sviluppo per un ammontare di 149,1 milioni di dollari, mentre il 10 maggio 2012 è stato firmato un nuovo accordo per dare via alla III fase del Programma che prevede un’ulteriore conversione di 100 milioni di dollari e che, alla sua conclusione, comporterà l’estinzione della posizione debitoria dell’Egitto nei confronti dell’Italia. 7. La valenza del Programma si esplica sotto numerosi punti di vista, non solo sul piano economico, dove il debito si trasforma da ostacolo in opportunità di sviluppo consentendo il finanziamento di iniziative di promozione del benessere socio-economico del paese, ma anche su quello politico.Il Programma è, infatti, considerato come la principale iniziativa italiana nel paese. La decisione di confermare l’impegno italiano all’indomani della rivoluzione del 2011 è stato percepito dalle autorità egiziane come una testimonianza dell’amicizia e della vicinanza dell’Italia all’Egitto in questo delicato momento di transizione, nonché della volontà di sostenere attivamente gli sforzi Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 1 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN di riforma del governo del Presidente Morsi chiamato ad affrontare numerose sfide a seguito del perdurare dell’instabilità e dell’aggravarsi della situazione socio-economica nel paese (vedi il quadro logico del Programma). Gli attori del Programma 8. Sono stati 38 i soggetti istituzionali coinvolti nelle iniziative finanziate dal Programma. 9. Nella veste di applicants emerge il ruolo dei Ministeri (51%), con un ruolo prominente del Ministero del Commercio e dell’Industria, il referente dei due principali programmi finanziati dalla fase II del Programma: il “Distretto conciario di Robbiki” e la “Green Trade Iniziative”. La centralità dei ministeri egiziani appare come una caratteristica propria del Programma di conversione del debito che lo contraddistingue rispetto agli altri canali della cooperazione italiana (sia bilaterale che multilaterale) dove, seppureè presente un’interlocuzione con le controparti istituzionali egiziane, il grado di coinvolgimento e partecipazione è inferiore. I Ministeri egiziani, infatti, hanno la facoltà di partecipare come applicant, e si rendono pertanto loro stessi portatori di iniziative che sono chiamati a sviluppare e articolare in una vera e propria proposta progettuale da sottoporre all’attenzione del Management Committee. Non solo, ma il Programma ha predisposto un nuovo modello di governance che consente la partecipazione egiziana tanto al livello delle decisioni sull’allocazione dei fondi, grazie al ruolo del Ministero egiziano per la Pianificazione e la Cooperazione Internazionale all’interno del Management Committee, quanto nella gestione effettiva dei progetti dove i ministeri egiziani interessati sono presenti grazie agli SteeringCommittee. La rilevanza delle autorità egiziane è destinata ad aumentare nella III fase del Programma, il cui Agreement prevede l’attribuzione diretta del 90% dei fondi nelle casse dei Ministeri egiziani. 10. IMinisteri sono seguiti da enti pubblici egiziani (24%),come l’Educational Development Fund (EDF) e il National Water Research Center (NWRC).Agenzie delle Nazioni Unite (WFP, ILO e UNDP) occupano il terzo posto (15%), e ad esse seguono le ONG, con un’uguale ripartizione dei fondi tra ONG egiziane e ONG italiane (5% in entrambi i casi). 11. In qualità di enti esecutori sono, invece, le Organizzazioni Internazionaliad emergere come i principali attori (45%), seguiti da enti pubblici egiziani (40%) e, in misura inferiore (15%), da ONG egiziane, ONG italiane e enti pubblici italiani con un’uguale ripartizione dei fondi. La delega di responsabilità nell’esecuzione dei progetti da parte dei Ministeri egiziani proponenti a favore di enti maggiormente operativi (OOII e enti pubblici) segna il cambiamento principale rispetto alla I fase e spiega la discrepanza nei dati tra enti promotori ed enti esecutori. 12. Considerando l’insieme complesso e articolato di istituzioni, società civile organizzata e singole persone che il Programma ha reso in qualche modo coesi perché portatori (consapevolmente o, spesso, inconsapevolmente) dei valori, degli obiettivi e della cultura che il Programma stesso esprime, si può parlare di un potenziale asset, forse il più importante, che il Programma ha sviluppato, da non disperdere, quanto piuttosto da valorizzare, cominciando con l'esplicitare il senso identitario e di legame tra i partner che l'appartenenza allo stesso Programma dovrebbe comportare.Un limite che, invece, si coglie nel Programma è proprio la sua disattenzione rispetto alla messa a sistema della “comunità professionale” degli operatori (pubblici e privati, italiani, egiziani e delle Organizzazioni Internazionali) che di fatto si è determinata. Il quadro logico del Programma 13. Il Programma è essenzialmente un accordo di tipo politico e per tale motivo non esiste un vero e proprio quadro logico; tuttavia è possibile ricostruire la logica dell’intervento (con riferimento in Pag. 2 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN particolare alla II fase, che è oggetto specifico di questo esercizio di valutazione) e la sua evoluzione nel tempo attraverso le sue tre fasi. 14. Tra gli obiettivi principali emerge quello del rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due paesi, insieme all’altro obiettivo generale di contribuire alla riduzione della povertà; a livello di obiettivi specifici, tali finalità si concretizzano nell’alleggerimento del peso del debito egiziano e nel finanziamento di interventi a promozione dello sviluppo socio economico sostenibile. 15. A tali obiettivi se ne affiancano altri impliciti, non specificati negli Agreement e tuttavia deducibili dall’analisi delle percezioni degli operatori e della documentazione disponibile: in primo luogo, ci si riferisce al tentativo di armonizzazione, allineamento e coordinamentocon politiche e strategie egiziane, ed indirettamente con l’operato degli altri donor presenti nel Paese, in ossequio ai principi dell’agenda internazionale sull’efficacia degli aiuti. Funzionale anche a questo obiettivo generale è un altro obiettivo implicito che il Programma specificamente si pone, vale a dire il rafforzamento delle capacità e delle opportunità istituzionali egiziane, in particolare nel campo della programmazione concertata e con particolare riferimento al tema della riduzione della povertà. 16. Il dialogo e la concertazione si configurano come i principali strumenti decisionali ed operativi. Il negoziato emerge come caratteristica principale del meccanismo e della logica sottesa al Programma e come strumento principale per garantire l’incontro delle diverse aspettative delle controparti, coerentemente alla previsione di un obiettivo generale di rafforzamento delle relazioni bilaterali e anche all’implicita previsione di allineamento alle politiche egiziane. 17. Il Programma è inoltre caratterizzato dall’alto grado diownershipdegli egiziani, in ognuna delle fasi, allontanandosi con ciò dalla logica donor-beneficiario ancora diffusa nella cooperazione bilaterale classica. A ciò contribuisce sicuramente il meccanismo di conversione del Programma, che prevede il contributo egiziano diretto accreditato in valuta locale sul Fondo di Contropartita (CPF), alimentando quindi, nella controparte egiziana, un forte senso di appropriazione dell’intervento. 18. Rispetto ai temi della reciprocità e dell’ownership è possibile individuare una evoluzione del Programma in relazione alle sue diverse fasi: ad una prima fase caratterizzata da una minore enfasi sugli aspetti legati alla gestione e che si affidava in larghissima parte agli strumenti del negoziato bilaterale, è subentrata una II fase maggiormente strutturata, che presenta un’architettura istituzionale più in linea con quella prevista dai Programmi di conversione del debito concordati tra l’Italia e altri Paesi. 19. Infatti, la II fase è caratterizzata dall’istituzione della Technical Support Unit e dall’ampliamento delle competenze del Management Committee, poi ridimensionate significativamente nel terzo Agreement, con l’importante esclusione della funzione di identificazione e selezione congiunta dei progetti, e con la sparizione di qualsiasi riferimento alla TSU. Il Programma sembra quindi evolvere verso una ridimensionata attenzione alla previsione di meccanismi di appoggio alla gestione congiunta, a favore di una maggiore ownershipegiziana. La rilevanza del Programma 20. L’analisi della rilevanza dell’intervento qui proposta si struttura su quattro livelli. Il primo è rappresentato dalla rilevanza rispetto alla programmazione nazionale strategica; il secondo livello da tenere in considerazione è quello della rilevanza dell’intervento rispetto alla sua aderenza o meno alle oggettive problematiche di povertà presenti nel paese; il terzo livello è quello dell’aderenza del Programma alle priorità espresse dai Ministeri e dalle altre istituzioniapplicantdei diversi progetti; il quarto è infine quello della rilevanza rispetto alle priorità individuate da implementatori e da beneficiari diretti: evidentemente, si tratta in Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 3 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN questo caso di un’analisi a livello dei singoli interventi, da cui è possibile tuttavia trarre alcune indicazioni interessanti da estendere all’intero Programma. 21. Dall’analisi della programmazione nazionale si nota l’aderenza del Programma di Conversione del Debito alle priorità espresse dal Piano Quinquennale per il periodo 2007-2012 e dal Piano Nazionale per le Misure Prioritarie Economiche e Sociali, varato nel marzo 2012. Infatti le aree tematiche su cui si è concentrata l’azione (riportate nelle delle Linee Guida programmatiche esplicitate nella Dichiarazione Congiunta sottoscritta il 12 maggio 2009) sono state chiaramente individuate tenendo conto delle priorità espresse nel Piano Quinquennale, riprese in larga parte dal successivo documento del 2012. Gli obiettivi perseguiti (riduzione del peso del debito, promozione dello sviluppo economico e riduzione della povertà, trasferimento di competenze) sono in linea con la pianificazione nazionale. 22. L’analisi di alcuni dei documenti-paese elaborati dai principali donore attori internazionali operanti nel Paese, relativi alla situazione precedente e successiva agli eventi del 2011, permette di affermare che gli obiettivi generali e specifici del Programma tengono conto in misura elevata delle problematiche legate allo sviluppo e alle povertà declinate all’interno del contesto specifico di riferimento. 23. E’ tuttavia verosimile presumere la presenza di un gap tra la coerenza degli interventi rispetto ai documenti di programmazione nazionale 2007-2012 e la loro effettiva rilevanza rispetto alle nuove e mutevoli priorità dei Ministeri e alla loro programmazione (soprattutto vista la situazione di fluidità istituzionale), che potrebbe essere un fattore in grado di spiegare in parte i numerosi ritardi sperimentati dai progetti nella fase di start up. 24. Dall’analisi del memorandum d’intesa per un nuovo partenariato 2010-2012 e delle Dichiarazioni firmate nel settembre 2012 a latere dell’incontro Morsi-Monti è possibile evidenziare un continuum tematico, con iniziative, in corso o previste, operanti negli stessi settori d’intervento individuati dal Programma. Il grado di coordinamento e complementarità tra il Programma di conversione del debito e le altre politiche e azioni della Cooperazione italiana è quindi abbastanza alto, e molte delle altre iniziative italiane in corso nel Paese sono state in qualche modo “legate” al Programma, lavorando in parallelo o all’interno di esso. 25. Tuttavia, non esiste un vero e proprio meccanismo di coordinamento; il raccordo tra le attività del Programma e gli altri interventi della Cooperazione Italiana avviene per mezzo dei soli canali informali, come anche in riferimento al coordinamento con le attività portate avanti nel paese dalle altre Cooperazioni. L’efficacia del Programma 1. Le condizioni imposte ai partner egiziani dall’Accordo di Conversione del Debito (IIfase)riguardano: La creazione di un fondo di contropartita e le condizioni di cancellazione del debito; Gli enti e le attività ammissibili al finanziamento da parte del fondo di contropartita; Il meccanismo di selezione dei progetti e di gestione del Programma. 2. La somma soggetta all’Accordo di conversione del Debito è stata versata dal Governo egiziano su un fondo di contropartita e il debito cancellato corrisponde a quanto trasferito alle date stabilite per le attività ammissibili in base allo stesso Accordo. Questo ha rappresentato un cambiamento migliorativo rispetto alla I fase di del Programma di conversione del debito, dove la condizione per la cancellazione era il versamento delle rate sul fondo di contropartita da parte del Governo egiziano. Pag. 4 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 3. Il Programma fa esplicito riferimento al profilo di tre tipologie di enti eleggibili (applicant) per i finanziamenti, che sono tutte le istituzioni pubbliche egiziane, ONG egiziane e italiane e OOII. In questo si distanzia dalle Linee–guida e dagli indirizzi di programmazione della Cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2013–2015, miranti a definire una visione strategica unitaria e condivisa, individuando un numero definito di priorità geografiche, tematiche e trasversali. Questo profilo esclude altri potenziali attori (in primis il settore privato e i governi subnazionali della decentrata) e soprattutto, non avendolo esplicitamene previsto, non è riuscito a creare rapporti e superare la compartimentazione tra i soggetti partecipanti motivandoli a cooperare, come è dimostrato dall’assenza di momenti di condivisione. 4. Per quanto riguarda le attività ammissibili al finanziamento del CPF, l’Accordo prevede che oltre ai progetti di sviluppo, possano essere finanziate attività di assistenza tecnica ai progetti e per perseguire gli scopi di sviluppo identificati dal MC. Nella successiva Dichiarazione Congiunta sull’implementazione del Programma firmata dai rappresentanti dei Governi egiziano e italiano, sono identificati cinque settori o aree prioritarie per le attività del Programma, considerando l’agenda di riforma del Governo egiziano e le priorità del Sesto Piano Quinquennale 2007-2012: Sviluppo delle risorse umane; Trasferimento di tecnologia e innovazione; Promozione della produzione primaria, logistica e trasporto; Ambiente, incluso protezione e gestione delle risorse naturali; Dimensioni sociali. 5. Altre condizioni, implicite nella formulazione del Programma, includevano il miglioramento della governance e del rispetto dei diritti umani. Queste sono state perseguite coerentemente fino a quando queste condizioni corrispondevano a un’agenda compartita tra i partner. Con i cambiamenti politici seguiti agli avvenimenti del 2011, sull’applicazione di queste condizioni ci sono state a volte differenti interpretazioni, cosa che ha costituito un problema per l’efficiente realizzazione del Programma. 6. Il meccanismo di selezione dei progetti e di gestione del Programma ha costituito una novità rispetto alla I fase, con l’applicazione di procedure dall’inizio delle attività e la presenza di una TSU binazionale con compiti di supporto del MC. Il processo d’approvazione dei progetti è stato diviso in due fasi, la prima che corrispondeva all’approvazione di un profilo di progetto e una seconda all’approvazione del documento di progetto completo, che includeva lo studio di fattibilità. La TSU ha spesso seguito la formulazione del documento di progetto e, dove ha reputato necessario, è intervenuta proponendo assistenza tecnica e favorendo il dialogo tra i partner per arrivare a produrre un documento di progetto che fornisse le garanzie richieste dal MC. Quest’attività ha permesso al MC di approvare documenti di progetto mediamente di buona qualità, a differenza dalla I fase dove la bassa qualità dei documenti dei progetti era stata indicata come una causa della bassa efficienza del Programma dalla seconda Mid-Term Review. Indicazioni più precise e formalizzate del Programma sulla priorità delle diverse attività della TSU, con conseguente programmazione, avrebbero contribuito a migliorare ulteriormente la qualità dei documenti di progetto approvati. 7. I criteri del meccanismo utilizzato dal Programma per la selezione dei progetti ha permesso di approvare le attività con maggiore efficienza di quanto si sarebbe potuto fare per progetti DGCS di cooperazione allo sviluppo a dono, soprattutto per quanto riguarda: Lavicinanza tra l’applicante chi prende la decisione, in modo simile a quanto avviene nelle Delegazioni CE; Laflessibilitànell’assegnare le risorse, come nel caso dell’assegnazione dei saldi della fase precedente o la rapida inclusione di progetti a seguito di accordi bilaterali sopravvenuti. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 5 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 8. Ad aprile 2013, a un anno e tre mesi dalla scadenza originariamente prevista del Programma, solo il 49% del budget impegnato è stato trasferito ai progetti, pur con un progresso sostanziale negli ultimi due anni rispetto ai tre precedenti, durante i quali era stato trasferito solo il 4% del CPF ai progetti. In particolare, nel 2012 è stato trasferito ai progetti il 16% del CPF. Di questo 49%, peraltro solo il 64% era stato speso effettivamente (o giustificato) dai progetti al 31 dicembre 2012. Questo risultato non differisce in modo sostanziale da quanto verificato dalla seconda Mid-TermReview della I fase del Programma, che era rispettivamente del 64% e del 61%. La causa più spesso citata per giustificare il basso livello di spesa sono le difficoltà sopravvenute a seguito degli avvenimenti del 2011, con i cambiamenti delle politiche, il turnover dei responsabili che avevano seguito l’iter dei progetti e la resistenza a prendere decisioni caratteristica di un ambiente politico in rapida mutazione. Il carattere prolungato della situazione politicoistituzionale obbliga, tuttavia, a riconsiderare la natura congiunturale o eccezionale dello stallo e a prendere conseguentemente provvedimenti. 9. Alle cause "congiunturali" vanno aggiunte cause “strutturali” nell’amministrazione e che dovranno essere tenute presente nella realizzazione della III fase. Queste sono: L’iscrizione in bilancio degli importi da erogare ai progetti nell'esercizio finanziario dell'anno di riferimento (che inizia nel mese di luglio), che deve compiere ogni anno l’Amministrazione competente previa autorizzazione del Ministero della Pianificazione, e che spesso ritarda l'erogazione delle tranche di finanziamento dei progetti; La lentezza dell’iter amministrativo per l’erogazione dei fondi che riguarda i progetti assegnati a enti pubblici e affidati a Organismi internazionali; La difficoltà per le ONG dovute alla lunghezza dell'iter procedurale per ottenere la licenza necessaria per poter lavorare in Egitto e realizzare un progetto, a causa dei controlli da parte del Ministero degli Affari Sociali, del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero degli Interni, come conseguenza diretta del cambio di regime politico a seguito della cosiddetta Primavera araba. 10. Oltre a queste cause ve ne sono di sostanziali che riguardano le insufficienze nella formulazione del progetto, sia legate all’assenza di un approccio partecipativo che provoca disaccordo tra i partner del progetto, sia dovute al non corretto uso o al non uso dello strumento del quadro logico o a lacune nella programmazione tecnica. 11. Importante è anche il ruolo che avrebbe dovuto ricoprire il monitoraggio tecnico. La TSU avrebbe dovuto avere la possibilità d’inviare missioni regolari di monitoraggio per anticipare le cause di ritardo dei progetti e per raccomandare soluzioni. Questo si ricollega alla carenza d’indicazioni precise e formalizzate sul ruolo della TSU, con la sua dotazione dei mezzi adeguati per condurre a termine questi incarichi. L’efficienza del Programma 12. I criteri adottati per la selezione dei progetti hanno favorito l’obiettivo di rafforzare le relazioni bilaterali e l’allineamento a politiche e strategie del Governo egiziano, attraverso la selezione di progetti che rientravano nelle priorità della DGCS.L’approccio scelto, che è quello della concertazione, ha incoraggiato il rafforzamento delle relazioni bilaterali e l’appropriazione del Programma da parte egiziana. Tutte le iniziative finanziate sono coerenti con la logica del Programma in quanto frutto del processo negoziale. 13. La coerenza tra gli obiettivi dei progetti e quelli del Programma è assicurata anche dall’individuazione delle aree tematiche prioritarie in cui concentrare l’azione e dalla stretta aderenza alla programmazione nazionale. Pag. 6 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 14. Le caratteristiche del meccanismo operativo del Programma non risultano sempre coerenti con l’obiettivo di rafforzare le capacità dei partner e, in particolar modo, delle istituzioni egiziane coinvolte. Le istituzioni e la pubblica amministrazione non trovano nel Programma meccanismi strutturati ed omogenei per il trasferimento di competenze e il capacity building. I partner fanno riferimento alle proprie procedure nell’ambito dell’esecuzione dei progetti e manca un qualunque tipo (formalizzato o meno) di coordinamento tra i vari progetti, anche tra quelli afferenti alla stessa tematica / area prioritaria di riferimento. 15. Il grado di raggiungimento degli obiettivi di ogni progetto, analizzato con l’aiuto della TSU, se confrontato con quanto constatato dalla seconda MidTerm Review della I fase, porta alle seguenti conclusioni: i progetti che rischiano di non raggiungere affatto i propri obiettivi sono due su trenta, pari a meno del 7%, comparato con il 30% dei progetti nelle stesse condizioni a uno stadio simile di realizzazione del Programma di I fase. 16. Un ruolo di grande importanza nel permettere ai progetti di seguire il giusto percorso per raggiungere i propri obiettivi è stato giocato dalla TSU, particolarmente grazie alle sue caratteristiche di rappresentare i due partner presenti nel MC. Questo le ha permesso di giocare un ruolo di facilitatore nell’incitare, negoziare, chiarire e appoggiare i partner del progetto, ma anche di essere elemento di vulnerabilità della cultura di programma in quanto unico depositario di questa concezione (al di là ovviamente del MC), nell'articolazione quotidiana del lavoro da svolgere. 17. I progetti che si sono rivelati più deboli e che hanno richiesto un importante intervento della TSU sono quelli presentati da enti statali egiziani come applicant e come implementing agency, oltre a quelli di alcune ONG egiziane. 18. È quindi da valutare con attenzione l’opportunità per il Programma, nella suaIII fase, di fare a meno della TSU con le attuali caratteristiche di rappresentanza dei due partner, egiziano e italiano, soprattutto alla presenza di un approccio budget o sector supportcome sembra prefigurare l’Accordo di III fase che, al di là del suo esito, rischia di ridurre l'identità e il valore di programma, in assenza di iniziative di capitalizzazione che, più di ogni altra cosa, potrebbero favorire il principio di sostenibilità della cultura di programma creatasi, esplicitamente o meno, e di cui la TSU è stata prima portatrice. 19. Per quanto riguarda i progetti analizzati su base campionaria dal team di valutazione, gli elementi raccolti portano a dare i seguenti giudizi sul grado di coerenza con gli obiettivi: Obiettivi generali Consolidamento delle relazioni bilaterali: buono Contributo alla riduzione della povertà e allo sviluppo egiziano: buono Allineamento e orientamento a politiche e strategie egiziane: molto buono Obiettivi specifici Riduzione del peso del debito: tra sufficiente e buono Finanziamento di progetti che contribuiscano allo sviluppo socio-economico del paese: buono Rafforzamento delle capacità istituzionali egiziane nel campo della programmazione concertata e con particolare riferimento al tema della povertà: tra sufficiente e buono (più vicino a buono). Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 7 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN L’impatto e la sostenibilità del Programma 26. Rispetto a impatto e sostenibilità del Programma è difficile trarre conclusioni, poiché la maggior parte degli interventi sono ancora in corso ed alcuni devono ancora essere avviati; inoltre mancano le informazioni e i dati necessari per poter procedere ad un'analisi rigorosa. Infine, la continuità tra I e II fase rende difficile individuare lo specifico contributo della sola II fase ai mutamenti intercorsi. Se è quindi possibile fare alcune considerazioni sui cambiamenti indotti da singoli interventi, è ben più difficile fare un discorso organico a livello di Programma rispetto a tutti gli obiettivi, generali e specifici, espliciti e impliciti, che l’intervento si pone. 27. In relazione all’obiettivo specifico della riduzione del debito, l’intero ammontare oggetto di conversione – 100 milioni di dollari – è stato versato nel Fondo di Contrapartita. Tuttavia la situazione di generale instabilità del Paese non ha favorito un regolare svolgimento delle attività: ciò ha portato a dei rallentamenti e richiesto l'approvazione di estensioni non onerose della durata per la quasi totalità delle iniziative. 28. Nonostante ciò, ad oggi i progetti in corso avanzano: l'importo impegnato supera il 93% del totale, e l’erogato ha raggiunto il 47,7%. Questi dati evidenziano il positivo progresso registratosi negli ultimi 3 anni e in particolare nell'ultimo periodo, dal momento che circa 16 milioni di dollari sono stati erogati nel secondo semestre del 2012. 29. L’impatto sullo sviluppo socio-economico e sulla riduzione della povertà risulta invece difficilmente misurabile, poiché disperso in vari settori di attività e in differenti aree geografiche. Da ciò consegue la dispersione di risorse limitate rispetto agli ambiziosi obiettivi e, quindi, i cambiamenti e i risultati risultano tanto più difficilmente individuabili. 30. Il Programma ha contribuito significativamente al rafforzamento delle relazioni bilaterali, soprattutto in virtù della considerevole visibilità che l’Italia ha acquisito nel paese in seguito al suo avvio. Anche la notevole capacità di allineamento e coordinamento con le politiche e strategie egiziane dimostrata dal Programma ha sicuramente prodotto effetti, che sono tuttavia anch’essi difficilmente quantificabili e misurabili. 31. Il Programma non ha mostrato particolare attenzione all'opportunità di valorizzare l'ampia rete relazionale costruita e consolidata coi referenti di progetto e di Programma; la visione e cultura di programma non è di conseguenza emersa con sufficiente trasversalità ed ha assunto una rilevanza limitata presso i progetti finanziati, mentre è rimasta molto alta presso la TSU, che ha finito col capitalizzare in proprio e assumere questa dimensione. Il perseguimento dell’obiettivo del rafforzamento delle capacità istituzionali è stato limitato da questa mancanza di strutture di coordinamento tra i vari progetti e funzioni di capitalizzazione, che rendesse possibile il contatto continuo e la conoscenza delle differenti esperienza condotte. 32. Nonostante ciò, le interviste restituiscono un giudizio positivo sull’azione di capacity building e i suoi risultati a livello sub-ministeriale e in particolare dipartimentale; inoltre, anche la società civile sembra averne beneficiato: in particolare, il trasferimento di know-how ha interessato le imprese e, in misura anche maggiore, le ONG egiziane responsabili dell’implementazione delle attività. 33. In relazione alla generale sostenibilità dei risultati raggiunti dal Programma, si può affermare che essa è in parte garantita dall’alto grado di coerenza e rilevanza rispetto alle politiche e alla programmazione nazionale da un lato, e dall’altro dal coordinamento e dalla complementarità del Programma rispetto al resto della Cooperazione italiana nel Paese e anche ad alcune azioni finanziate e gestite da altridonor. Inoltre, i progetti e le attività finanziate dal Programma sono in generale ben ancorati nel sistema istituzionale o nella realtà sociale delle comunità all’interno delle quali sono realizzati. Pag. 8 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 34. Tuttavia la diversità di interventi, motivati da logiche giustificabili ma poco concatenate, fanno apparire il Programma come uno strumento finanziario per l’attuazione di attività sparse piuttosto che una iniziativa della quale sono chiari obiettivi e strategia per conseguirli. Queste caratteristiche costituiscono evidentemente un rischio per la sostenibilità degli interventi al termine del finanziamento esterno, che potrebbe accentuarne la polverizzazione. Alcune raccomandazioni 35. Per la formulazione dei tre progetti non ancora approvati dal MC occorre rafforzare la componente tecnica e assicurare un approcci partecipativo in modo da coinvolgere nella definizione del documento di progetto tutti i partner e anche i beneficiari finali e assicurare il raggiungimento di una buona qualità dei documenti di progetto. 36. Può risultare utile, alla luce delle lezioni apprese in programmi comparabili come quello della Svizzera in Egitto e dell'Italia in Ecuador, esplorare la fattibilità del ricorso a meccanismi e strumenti di impiego temporaneo (su base semestrale, in coincidenza con la tempistica del processo decisionale del MC) delle risorse trasferite sul Fondo di Contropartita e non erogate immediatamente ai Progetti a favore di un investimento sicuro che assicuri un rendimento finanziario con cui poter coprire, senza obblighi di copertura della spesa a valere sul capitale convertito, le necessarie attività di assistenza tecnica. 37. Sarebbe utile predisporre un sistema di monitoraggio tecnico e di orientamento alla valutazione strategica, in termini di predisposizione di un sistema informativo che permetta di anticipare i problemi e i conseguenti ritardi e dia suggerimenti al management (del progetto e del Programma) per prendere tempestivamente i necessari rimedi, e che consenta di adottare approcci valutativi diimpatto rigorosi. 38. Sarebbe utile includere nelle strutture di coordinamento (Steering Committees) all’interno di ogni progetto alcuni rappresentanti dei Ministeri dai quali il progetto dipende per approvazioni o permessi perché, conoscendo il progetto e il Programma da un lato ed essendo familiari con le procedure del proprio Ministero dall’altro, facilitino il rapido rilascio di queste autorizzazioni o permessi. 39. Traendo insegnamento dalle lezioni apprese in seno ad altri programmi realizzati dall'Italia nella stessa regione come l'APQ nel Mediterraneo, ma anche programmi Europei come Med, si possono affiancare azioni di capitalizzazione della fase II del Programma, ovvero un programma di visibilità con la produzione di materiale informativo, l’organizzazione d’eventi e occasioni di scambio e discussione di pratiche, ponendo particolare attenzione a creare occasioni d’incontro e dialogo tra i progetti. 40. Una maggiore coerenza interna del Programma, e in particolare dei progetti in relazione alle finalità perseguite dall’intervento del suo complesso, può essere individuata, pur nella differenziazione delle aree tematiche (e quindi dei Ministeri conseguentemente individuati quali referenti principali della III fase) nella definizione di linee guida chiare e condivise a cui tutti gli interventi dovrebbero uniformarsi, con particolare riferimento agli obiettivi generali e specifici a livello di Programma e ai meccanismi, che dovrebbero essere incentrati sui principi di partecipazione della società civile e del mondo imprenditoriale, eventualmente assegnando una maggiore attenzione al processo del decentramento politico, amministrativo e finanziario in corso in Egitto, quale leva di sviluppo e partecipazione democratica ai processi decisionali. 41. Al fine di massimizzare l’impatto e la sostenibilità del Programma, su cui peraltro in sede di raccolta di opinioni e documenti si sono registrati i giudizi meno positivi tra i diversi criteri di valutazione adottati e su cui evidentemente pesa la difficoltà di prevedere al momento gli sviluppi di contesto, è importante limitare la dispersione e la polverizzazione degli interventi che ha sinora caratterizzato il Programma. A tale proposito sarebbe consigliabile individuare, nella III Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 9 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN fase, all’interno di ciascuna linea tematica/di Ministero, pochi temi, settori ed aree prioritarie oggetto di intervento, come pure assicurare la capacità di mainstreaming, ovvero che le diverse iniziative non siano soltanto inserite nel quadro della programmazione nazionale, ma che siano volano di cambiamenti nella cultura generale di programmazione del Paese. Contemporaneamente, occorrerebbe assicurare una qualche forma di coordinamento leggero (cioè in forma di semplice consultazione e scambio di informazioni sullo stato di avanzamento) tra i progetti afferenti alla medesima linea tematica, definendo una sorta di “clusterizzazione” del Programma, al fine di contribuire a creare maggiore massa critica e coerenza tra gli interventi e organizzare, subito dopo l’approvazione di un gruppo di progetti, un seminario nel quale presentare il Programma, gli obiettivi, i risultati e la strategia, spiegando le procedure, il sistema di monitoraggio e l'orientamento ai risultati e all'impatto, su cui dovrà focalizzarsi la valutazione interna stessa. Pag. 10 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 2. Il Programma e la sua valutazione 2.1 Obiettivo: tipo, scopo e utilità della valutazione 1. La valutazione della II fase del Programma di Conversione del Debito dell'Egitto verso l'Italia (da qui in avanti: Programma) può ingenerare aspettative di vario tipo che è opportuno chiarire in premessa al fine di evitare fraintendimenti, alla luce delle indicazioni contenute nei ToR e delle informazioni e dati raccolti. 2. Anzitutto, si tratta di valutare un Programma e non singolarmente i progetti che lo compongono. Il Programma non è semplicemente la somma di tanti tasselli, cioè i progetti. Piuttosto, è vero il contrario: i progetti sono, a cascata, l'emanazione dell'Accordo di Programma, si iscrivono all'interno della cornice di un Programma e nella sua logica generale devono trovare senso e giustificazione. Non si tratta di valutare la realizzazione delle attività previste da tutti i progetti, singolarmente considerati. 3. Per la natura specifica del Programma in oggetto, al di là di numerose e legittime domande valutative di interesse, la questione centrale da porre è perciò: quanto è stato vantaggioso, in termini di risultati, per l'Italia e per l'Egitto (cioè in relazione agli obiettivi espressi dai suddetti partner dell'accordo) l'adozione del meccanismo utilizzato, piuttosto che il ricorso ad alternative come il trasferimento diretto sotto forma di aiuto a bilancio o sector wide approach o, sul lato opposto di un'immaginaria sequenza di opzioni alternative distinte per il grado di ownership da parte del Paese partner, il ricorso ai canale tradizionale della politica bilaterale a dono? FIGURA 1: I CRITERI DI INTERESSE DELLA VALUTAZIONE IN RELAZIONE ALLA STRUTTURA LOGICA DEL PROGRAMMA 4. In altri termini, volendo convertire l'importo del pagamento del debito estero in un finanziamento per iniziative di sviluppo, si tratta di scegliere il meccanismo che ha un migliore rapporto tra costi ed efficacia (cost effectiveness analysis) o, volendo considerare in modo esplicito la molteplicità delle dimensioni del problema decisionale senza tentare di ricondurre i diversi criteri ad uno solo, che risulti migliore sulla base di un'analisi multicriteri. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 11 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 5. Va da sé che il ricorso al canale bilaterale a dono o il trasferimento a sostegno del bilancio egiziano, trattandosi di meccanismi entrambi preesistenti, collaudati e a regime, avrebbe incontrato presumibilmente costi di transazione più bassi, se non altro non dovendo predisporre un'architettura istituzionale nuova. Il che giustifica uno sguardo rivolto anzitutto al piano dell'efficacia del meccanismo. 6. Parlare di efficacia significa cercare di capire quanto siano stati raggiunti gli obiettivi del Programma; capire anzitutto se gli obiettivi di Programma fossero stati ben identificati (e condivisi tra le due parti) e quantificati e con consequenziali iniziative progettuali e quanto siano stati raggiunti. 7. Significa anche cercare di approfondire quali siano stati i meccanismi e i fattori che più hanno influenzato il raggiungimentodegli obiettivi, con particolare attenzione (nel caso specifico) agli aspetti organizzativi, istituzionali propri della cultura del Programma. 8. Ai fini della valutazione, solo in modo complementare sono utili anche informazioni non direttamente correlate al criterio dell'efficacia e all'attribuzione causale che lega il Programma ai risultati in termini di cambiamenti ingenerati, ma relative alla descrizione (e computo) quantitativa e qualitativa delle attività realizzate, il che permette di dar conto sia dell'efficienza che del rispetto degli impegni assunti come Programma. 9. Cercare di capire se si ottimizza l'uso delle risorse impiegate per ottenere i risultati, coi costi e nel tempo previsti, e se ci sarebbero state alternative più efficienti (definendo altre condizioni che non quelle previste dal Programma) implica anche un'attenzione al grado di copertura della domanda soddisfatta con l'erogazione dei beni e servizi (gli output) e alla qualità degli stessi. 10. È importante, anche se meno centrale e fattibile per la natura del Programma e le informazioni disponibili, approfondire altri tre criteri canonici di valutazione. Anzitutto, il criterio dell'impatto, cioè gli effetti diretti e indiretti, attesi e non sul contesto istituzionale in particolare (per capire se l’obiettivo strategico è pertinente), cercando di trarre indicazioni utili a capire quali reali cambiamenti il Programma abbia provocato nella collettività, non tanto come beneficiari passivi ma come soggetti attivi capaci di partecipare ai processi decisionali nel percorso di programmazione e quali cambiamenti nella capacità di programmazione della collettività e delle sue rappresentanze istituzionali il Programma abbia contribuito a promuovere. 11. Il secondo criterio addizionale è quello della sostenibilità, relativa alla capacità del Programma di assicurare che i benefici durino nel tempo, con particolare attenzione alle dimensioni istituzionale, socio-culturale e finanziaria (correlata alla priorità di programmazione nazionale), più che tecnologica ed economica, tenuto conto della prosecuzione attesa con lo svolgimento della III fase del Programma. Si tratta, in questo caso, di capire quanto i benefici del progetto continuino dopo la sua conclusione e quali siano i fattori che influenzano il raggiungimento della sostenibilità del Programma e quanto conti la capacità di programmazione concertata. 12. IL terzo criterio, infine, è quello della pertinenza o rilevanza, che significa approfondire se si è tenuto debitamente conto del contesto e dei problemi di sviluppo, cioè se gli obiettivi del Programma rispondessero realmente ai bisogni della collettività e, nello specifico del Programma, anche all'obiettivo strategico di programma. 13. Vista la natura di programma articolato in progetti, le dimensioni della coerenza e della complementarità si aggiungono come ulteriori criteri di interesse, declinati in termini di coerenza e complementarità tra i progetti (i) all'interno del Programma, (ii) in relazione alla politica bilaterale italiana di cooperazione allo sviluppo e (iii) in relazione alla programmazione egiziana. 14. Tutto ciò contribuisce ad una valutazione centrata sulla dimensione chiave del rafforzamento della capacità e opportunità di programmazione egiziana orientata alla riduzione della povertà, attraverso il partenariato e la concertazione nel processo decisionale, che si può configurare Pag. 12 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN come l'obiettivo strategico e latente dell'iniziativa. In questa accezione, si può parlare di valore aggiunto, in termini di risultati e criticità, del design del Programma stesso. FIGURA 2: IL MODELLO INPUT-PROCESS-OUTPUT (IPO) DEL PROGRAMMA 15. La misura della complessità di un programma come quello considerato, in particolare la complessità delle relazioni tra i diversi input, processi e output (intesi terminologicamente alla Leontief, più che secondo la vulgata del Project Cycle Management) collegati al Programma, può venire dal numero elevato di domande valutative che possono essere formulate per analizzare la complessità strutturale del Programma stesso. Parimenti, i termini utilizzati nella schematizzazione del modello di interrelazioni del Programma rappresentano concetti teorici definiti in modo non rigido, piuttosto che specifici dati osservabili. 16. Per di più, la schematizzazione grafica non chiarisce con precisione quali indicatori e variabili debbano essere presi in considerazione per la misurazione. Il termine di "aspirazioni", ad esempio, non illustra cosa concretamente si debba misurare e come. Il tema della misurazione, includendo l'affidabilità e validità delle misure, è essenziale ai fini della valutazione. 17. La presenza, poi, di un obiettivo strategico latente, se da un lato consente di cogliere il valore aggiunto potenziale dell'adozione del meccanismo utilizzato, rispetto alle opzioni alternative che, nei casi estremi indicati (aiuto a bilancio oppure canale bilaterale a dono), sono carenti sul piano della logica di piena concertazione negoziata di tutto il processo decisionale, pone un classico problema di valutazione rigorosa degli effetti. Non tutti i programmi e i progetti di cooperazione allo sviluppo giustificano, ovviamente, una valutazione degli effetti. In particolare, oltre all'assenza di dettagliate informazioni e dati che permettano di realizzare una valutazione rigorosa, si presentano in questo specifico caso altri due problemi. Il Programma ha una funzione meramente simbolica rispetto ad un obiettivo macro come quello di contribuire alla sostenibilità del debito egiziano (mancando una ragionevole proporzionalità fra l'importo di debito convertito e tale obiettivo); inoltre la dimensione strategica dei risultati e degli obiettivi ha forti connotati di immaterialità ed è difficilmente misurabile, come nel caso del rafforzamento della capacità di governance e programmazione degli interventi. 18. Con riferimento all'ultimo punto, si pongono diversi sotto-problemi laddove si tenti di collegare in modo inappropriato il micro-livello progettuale coi cambiamenti a livello macro, cercando di tenere sotto controllo il problema della causalità attraverso l'uso di dati disponibili per supportare evidenze quantitative relative a fenomeni e variabili multi-livello. Tuttavia, a dispetto dei problemi e difficoltà ricordati, un'attenzione valutativa al bilanciamento dei piani in gioco è importante, dal momento che entrambi sono fondamentali e, per questa stessa ragione, particolare enfasi si è data ai criteri dell'efficacia del Programma rispetto agli obiettivi macro e Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 13 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN dell'efficienza, soprattutto con riferimento alla capacità di spesa in tempi rapidi per la realizzazione dei progetti, un aspetto per inciso che era stato riscontrato come molto critico nel corso della I fase del Programma. 19. Il bilanciamento tra attenzione alla dimensione macro e strategica del rafforzamento, in chiave di concertazione italo-egiziana, della capacità istituzionale di progettazione a fini di riduzione della povertà e la dimensione micro di realizzazione in tempi rapidi delle iniziative progettuali serve anche a evitare un'eccessiva enfasi sui sistemi, i processi e le iniziative di rafforzamento delle capacità istituzionali, a scapito dell'attenzione sull'erogazione dei servizi concreti che i progetti prevedono, rischio che per esempio diversi studi dell'Overseas Development Institute (ODI) 20. Non si tratta solo di tenere conto di un possibile trade-off tra due livelli di analisi entrambi importanti, ma anche di valutare l'esistenza di un concreto gap tra un livello centralizzato di programmazione strategica, che coinvolge alcuni attori, e un livello operativo di progetti, nel cui ambito sfugge completamente o in parte la dimensione strategica di programma. Un gap che determina il rischio di una stratificazione tra attori, coinvolti o meno con senso di appropriazione nella logica di Programma, e il venir meno dell'opportunità di costituire una comunità di attori con senso forte di appartenenza al Programma e ai suoi valori. 21. Tutto ciò premesso, in coerenza con quanto indicato dai ToR, la valutazione mira a fornire alla Cooperazione Italiana raccomandazioni utili e operative, rendendo conto ai vari interlocutori esterni sulle attività svolte attraverso un quadro conoscitivo degli esiti conseguiti, condividendo le esperienze acquisite al fine di poter indirizzare i futuri finanziamenti nel settore creditizio in Egitto e di contribuire ad orientare la III fase del Programma. Pag. 14 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 3. Quadro teorico e metodologico 3.1 Il disegno della valutazione, la raccolta e la razionalizzazione delle informazioni 1. Il principio della valutazione come “processo di apprendimento” è alla base dell’approccio del lavoro del team di valutazione e del Rapporto. Inoltre un approccio partecipativo è stato utilizzato ove possibile, con l’obiettivo di coinvolgere i soggetti implicati a diverso titolo nell’esecuzione del programma, tenendo in conto le finalità della valutazione e la sua durata. In tal modo si è inteso accrescere, tra l’altro, il livello di appropriazione dei risultati della valutazione da parte dei principali stakeholder. L’impiego di un team di valutazione con competenze diversificate e il supporto offerto nella fase di terreno da parte di un pool di consulenti locali sono stati ulteriori elementi di qualifica dell'impostazione adottata. 2. L’approccio metodologico, gli strumenti analitici e le fonti informative valorizzate hanno costituito la struttura del “disegno di valutazione” (appendice 4). Questo è stato elaborato a partire dal contenuto dei Termini di Riferimento (appendice 8) e dalla necessità innanzitutto della definizione delle modalità di acquisizione delle informazioni. Le metodologie valutative ordinarie hanno richiesto infatti l’attivazione di due canali principali di recupero di informazioni/dati utili per effettuare le analisi. 3. Le fonti primarie, ovvero quelle rilevabili attraverso l’osservazione e l’indagine di terreno, che hanno comportato il recupero diretto delle informazioni dai soggetti coinvolti nell’intervento, attraverso: Interviste con singoliprogrammatori o progettisti di interventi(realizzati nell'ambito della II fase del Programma) in Italia e in Egitto di inquadramento generale del Programma e dei progetti al suo interno; Indagini dirette presso i programmatori del Programma, gli enti applicant e gli enti realizzatori di progetti, condotte somministrando dei questionari semi-strutturati con cui si sono raccolte delle “valutazioni” degli intervistati su criticità attuative e impatti diretti delle azioni progettuali e del Programma nel suo complesso, cercando di combinare percezioni e fonti documentali di supporto; Visite ad alcune realizzazioni progettuali per verificarne, coi loro responsabili, l’impatto o gli effetti prevedibili; Interviste e focus group coi beneficiari dei suddetti interventi progettuali in cui sono stati coinvolti più portatori di interesse, debitamente informati su obiettivi conoscitivi e temi principali affrontati; Interviste con referenti di altre esperienze bilaterali e multilaterali di cooperazione allo sviluppo e programmi di conversione del debito, al fine di raccogliere indicazioni sulla conoscenza esistente circa il Programma in oggetto e la natura comparata di altre esperienze. 4. Le fonti secondarie, ovvero: Il sistema di monitoraggio del Programma; La documentazione ufficiale prodotta dal Programma e di correlati progetti; I documenti e le note di servizio interni alle strutture di Programma e di progetto; Le fonti statistiche ufficialinazionali ed internazionali per il corretto inquadramento del contesto socio-economico; Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 15 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Le statistiche prodotte da Enti pubblici e privati di ricerca economica e altre banche dati e statistiche rilevanti. 5. In pratica, tutte le analisi hanno richiesto: (i) una forte interazione con tutti i principali soggetti coinvolti nell’attuazione del Programma, ma anche con i beneficiari delle azioni particolarmentesignificative; (ii) la valorizzazione di fonti statistiche specifiche, pur se tra loro non omogenee e pertanto bisognose di grande cura nella verifica dell’affidabilità e della comparabilità dei dati. 6. Nello specifico, la valutazione del Programma di conversione realizzato in Egitto ha richiesto perciò anzitutto di analizzare stock, flussi, peso e sostenibilità del debito pregresso contratto con i creditori e l'Italia in particolare, per la realizzazione di specifiche iniziative di investimento e sviluppo. Si è trattato in altri termini di analizzare la politica di indebitamento egiziano sotto il profilo finanziario e macro-economico e, in relazione ad esso, nelle implicazioni in termini di sviluppo istituzionale-politico, economico e sociale (appendice 1). 7. Su questa base, l'analisi del Programma italo-egiziano di Conversione del Debito, nella sua II fase, è stato fatto oggetto di valutazione nella sua duplice natura: Per un verso, come elemento di discontinuità rispetto alla fase di accumulazione insostenibile del debito estero (oggetto pertanto di specifica e preliminare analisi macro) e Comeelemento di continuità sia storica (time-series analysis), facendo seguito ad una I fase (avviata nel 2001) e precedendo una III fase (siglata nel 2012), sia in termini comparativi (cross-sectional analysis), rispetto al contesto più ampio di rinegoziazione e conversione del debito egiziano da parte di altri creditori e da parte dell'Italia nei confronti di altri debitori comparabili all'Egitto, di cui occorre tener conto. 8. La combinazione della prospettiva temporale e trasversale è risultata particolarmente indicata, soprattutto per ovviare ai problemi di adozione dei principi della logica contro-fattuale e per l'interesse a individuare un eventuale valore aggiunto del Programma in oggetto che lo qualifichi come buona pratica. 9. La valutazione, in pratica, si è focalizzata sull'analisi dell'efficienza e dell'efficacia dell'intero Programma (cap. 8 e 9), tenuta in considerazione l'articolazione micro dei singoli progetti che lo compongono (cap. 11), e sull'impatto e la sostenibilità (cap. 10) di quest'ultimo all'interno del contesto di riferimento (cap. 4), vale a dire la realtà egiziana, e della rilevanza del Programma stesso (cap. 7) al fine di formulare un giudizio generale (cap. 6) su quanto il Programma abbia contribuito al raggiungimento degli obiettivi previsti (cap. 5). Allo stesso tempo, la valutazione ha cercato di offrire elementi di analisi comparata con altre esperienze simili di conversione del debito realizzate da altri creditori in Egitto e dall'Italia in altri paesi, come pure con la fase I del Programma (cap. 12). 10. La rilevanza dei progetti e il loro impatto sono risultati inoltre determinanti fondamentali sul fronte della valutazione di Programma (finanziaria) al fine di permettere la formulazione di un giudizio sulla sostenibilità nel tempo dei risultati ottenuti e sul fronte delle trasformazioni istituzionali e politiche che un programma di conversione mira a comportare. 11. La raccolta di dati e informazioni è avvenuta quindi grazie alla consultazione e uso di differenti fonti: Pag. 16 Pubblicazioni, rapporti e banche dati di istituzioni finanziarie internazionali; Documenti egiziani di indirizzo strategico (policy papers, dichiarazioni di intenti, piani di programmazione economica pluriennale); Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN La documentazione reperibile presso l'istituto Nazionale Egiziano di Statistica e la Banca Centrale; La documentazione relativa agli accordi sul debito, al Programma di Conversione e ai progetti implementati (Accordo di programma, documenti di progetto, rapporti di monitoraggio…) ed altri documenti strategici italiani (policy papers, documenti parlamentari, Memorandum sulla conversione del debito…); Le interviste semi-strutturate ad attori chiave sia in Italia, sia in loco grazie ad una missione sul terreno, allo scopo di raccogliere e/o commentare i dati quantitativi e qualitativi summenzionati. Sono stati intervistati e consultati i rappresentanti di istituzioni egiziane ed italiane (in particolare a livello ministeriale) allo scopo di ottenere elementi per la formulazione di un giudizio complessivo sul Programma; rappresentanti di ONG e organizzazioni multilaterali coinvolte nell'implementazione dei singoli progetti, stakeholders e beneficiari di progetti adatti a fornire informazioni e percezioni sull'andamento delle singole iniziative promosse all'interno del Programma. Esperti di altre cooperazioni internazionalipresenti in Egitto e contatti con un numero ristretto di esponenti del mondo accademico egiziano (ricercatori delle Università e dell'Economic Research Forum del Cairo), cui sono state sottoposti quesiti di ordine più strettamente macroeconomico. 12. In termini di progetti, la valutazione ha considerato l'universo dei casi con riferimento agli elementi d'informazione amministrativa che la TSU ha reso disponibili, utili soprattutto in relazione al criterio dell'efficienza, mentre gli approfondimenti di caso hanno selezionato un numero ristretto di dieci progetti, sulla base dei seguenti cinque criteri: i. Entità del finanziamento. E’ stato considerato il valore del finanziamento, conseguentemente sono stati individuati 10 progetti con un valore economico complessivo pari al 61% del totale, superiore alla soglia del milione di euro (senza con ciò escludere i progetti di importo minore: due ricadono tra quelli sotto la soglia di un milione di dollari); ii. Coinvolgimento dei diversi attori. E’ stata considerata la presenza o meno tra gli enti che hanno presentato o realizzato i progetti delle diverse tipologie previste dal Programma (ministeri ed enti pubblici egiziani, OOII, ONG italiane ed egiziane); iii. Asse tematico/settoriale di appartenenza. E' stata considerata l'articolazione dei progetti in cinque cluster tematici: (Human Resources, development -technical education and training systems-, Transfer of Technology and innovation, Primary production promotion; Environment –and cultural heritage-, Social dimension). La ratio di questo criterio è finalizzata ad individuare un numero limitato di progetti, comunque espressione di tutte le aree prioritarie di intervento. iv. Localizzazione territoriale e concentrazione dei progetti. Sono stati individuati i progetti che hanno svolto parte almeno delle attività al Cairo o, comunque, in territori di prossimità, al fine di facilitare lo svolgimento della missione sul campo. v. Rilevanza secondo i programmatori. Si tratta di un criterio qualitativo basato sulla percezione dei referenti italiani del Programma (ToR/Uff. Valutazione, Uff. Territoriale, UTC, UTL, TSU), intervistati nel periodo che ha preceduto la selezione allo scopo di individuare i progetti più significativi in termini di conseguimento dei risultati previsti, interesse strategico, peculiarità, funzionamento del partenariato, ecc. Si assume che tali progetti abbiano un contenuto informativo utile al processo valutativo. Il criterio funziona anche all’inverso come indicazione sui progetti che non hanno funzionato o creato problemi. Alla luce di questi criteri, la scelta dei progetti è ricaduta su: Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 17 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Progetto Importo finanziario (US$) Azi oni per l o s vi l uppo del s ettore del l a pes ca i n Egi tto 6.880.937 Green Tra de Ini tia tive 9.830.315 Una rete di pi ccol i produttori per i l ri conos ci mento dei di ri tti s oci a l i ed economi ci Model l o s os teni bi l e di s i curezza a l i mentare 749.176 8.309.900 Ri a bi l i tazi one ps i col ogi ca per l a di s a bi l i tà mental e (REMEDY) 456.230 Centro per i l Coordi na mento, Moni tora ggi o e Supporto a l Contra tto Soci a l e 4.770.723 Pol o per l a forma zi one tecni ca e profes s i ona l e nel s ettore del l a Mecca ni ca 15.118.163 Moderni zza zi one degl i Is tituti profes s i ona l i a ttra vers o l e tecnol ogi e del 'i nforma zi one l a comuni ca zi one Di s ltretto conci a ri o edidel Robbi ki Sos tegno a l l e Aree Protette 1.477.992 11.446.642 1.967.392 Total e 61.007.470 13. L’approccio adottato nella realizzazione di analisi desk per la valutazione si è articolato nei seguenti “momenti”: Verificare la qualità delle informazioni in termini di accuratezza, comparabilità, coerenza, accessibilità e completezza; Rendere adeguatamente accessibili ed elaborabili le informazioni utilizzando un database che ha permesso e facilitato sia l’analisi dei dati disponibili sia un trattamento quantitativo degli stessi (trattandosi di informazioni prevalentemente qualitative); Integrare eventualmente la base dati attraverso il ricorso a dati secondari dopo aver adeguatamente valutato la relazione tra i dati secondari e gli elementi della valutazione e delimitato l’ambito di utilizzo dei dati secondari. 14. In termini metodologici, ove possibile, si è fatto ricorso alla triangolazione tra metodi qualitativi, qualitativi e di Qualitative Comparative Analysis (applicazione dei principi della triangolazione metodologica). Tra i principali metodi di analisi qualitativa, oggetto di impiego, si segnalano le analisi basate su focus groupe interviste individuali on the field. Tra i principali metodi di analisi comparata di tipo qualitativo, si segnalano: SWOT Analysis. Tra i metodi di analisi quantitativa, si segnalano strumenti semplici di analisi descrittiva e applicazione, sulla base del numero di informazioni raccolte, di modelli causali. 15. In generale, il metodo di lavoro si è basato sulla sequenza di: a. Data mining (guidata dai riscontri della fase centrata sull’analisi delle domande valutative); b. Scoping mission e data collection (per discutere le informazioni raccolte e raccogliere nuovi dati e informazioni); c. Data analysis: d. Incontri di discussione dei risultati; e. Stesura del rapporto finale. 16. In sede di restituzione dei risultati della valutazione del Programma, complessivamente questa ha evidenziato un'accentuata asimmetria nella quantità e qualità di informazioni disponibili e riferibili al piano delle percezioni rispetto ai dati fattuali e quantitativi (fatta eccezione per i dati finanziari di monitoraggio amministrativo). L’inserimento delle attività di rilevazione dati in tutte le fasi delle iniziative, a partire dalle attività diagnostiche legate agli studi di prefattibilità, innoverebbe la cultura della progettazione, ampliandone la capacità di guardare al ruolo Pag. 18 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN strategico del Programma e al suo inserimento nel quadro complessivo della politica di cooperazione e allontanando i rischi di autoreferenzialità che spesso caratterizzano le singole iniziative e gli stessi programmi. 17. L’utilizzo di dati riferibili principalmente al piano delle percezioni non è di per sé un elemento di debolezza né metodologica, né per la rilevanza dei risultati. Tuttavia, quando la maggiore difficoltà di rilevazione per dati non puramente percettivi dipende principalmente dalla difficoltà di collegare il dato percepito ad una conferma fattuale o narrativa, tale evidenza rappresenta un'indicazione utile dal punto di vista metodologico che, anche in questo caso, rimanda alle potenzialità di miglioramento della funzione di valutazione che si otterrebbero da una sua integrazione nella fase di pianificazione. Un'innovazione, quest’ultima, che faciliterebbe la raccolta di basi informative (documentazione, dati quantitativi, ecc.) sugli aspetti di interesse, contribuendo probabilmente ad una maggiore visibilità e comprensione della portata del Programma (effetto sistemico, ruolo dei processi, crescita di beni relazionali, eccetera). La valutazione di interventi complessi come un Programma multi-settoriale come questo amplifica, inoltre, la difficoltà di risolvere il problema dell’attribuzione e contributo dell’iniziativa, cioè di determinare un nesso di causalità fra iniziativa e variazioni delle variabili risultato in assenza di dati sperimentali, come prescrive la logica contro-fattuale. Un'integrazione della logica controfattuale di valutazione in sede di pianificazione di un Programma come questo consentirebbe di affrontare la meglio la sfida della valutazione di impatto secondo la stessa logica contro-fattuale che risulta al momento, alla luce delle informazioni e dei dati disponibili, non applicabile in modo rigoroso. 3.2 Metodologia di analisi e modalità operative 18. Il processo valutativo si è sviluppato a partire da alcune domande valutative essenziali cui dare risposta, già espresse nei Termini di Riferimento del servizio. Le domande proposte e i relativi indicatori valutativi sottolineano come il Programma sia un'iniziativa che permette ed anzi esige una valutazione incentrata non sui risultati conseguiti dai singoli interventi, ma sull'esame di un più ampio processo di rafforzamento istituzionale e politico che il Programma implica. 19. La traduzione di queste domande in criteri valutativi e la successiva messa a punto di indicatori appropriati sono stati i passaggi fondamentali per permettere la consecutiva individuazione di strumenti metodologici essenziali quali le tecniche (quantitative e qualitative) per la raccolta e l'analisi dei dati. I criteri presi in considerazione nella valutazione del Programma sono quindi indicati di seguito, tenendo conto: i. Che le dimensioni e le corrispondenti batterie di indicatori da prendere in considerazione nell'analisi del debito e delle misure di conversione dello stesso qui brevemente menzionati, trovano una loro giustificazione metodologica e concettuale nell'impianto strategico del disegno di valutazione; ii. Che la predisposizione della lista finale di domande in sede di disegno di valutazione incorpora: a. Effetti previsti e imprevisti (per quanto possibile con attribuzione causale e logica contro-fattuale: Quanto funziona? E per chi?); b. Contesto - in termini di istituzioni, integrazione nel mercato, stabilità politica, geografia (in che situazione funziona?); c. Meccanismo latente, in base alla teoria del cambiamento sottostante adottata, la spiegazione contingente centrata su processo e collegata al contesto, all’implementazione e alle preferenze (come funziona?). Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 19 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN iii. Che sia a fini di raccolta delle informazioni e delle esigenze valutative sia per la presentazione dei risultati delle analisi di valutabilità e rilevanza dei singoli quesiti valutativi, cioè per la finalizzazione del disegno di valutazione, si è fatto riferimento a una matrice che associa le domande valutative e i corrispettivi indicatori, che esplorano tre livelli della realtà (verità fattuale contingente, narrazione ufficiale, percezioni) attraverso correlate fonti informative. 20. La definizione delle domande/indicatori valutativi contribuisce a focalizzare l’attenzione sulle tematiche più rilevanti, migliorando l’efficacia dell’attività valutativa. In sede di svolgimento del lavoro, durante la prima fase di desk, si è prodotta una prima ipotesi strutturata (long list) di domande/indicatori valutativi, partendo dalle informazioni e conoscenze sulla realtà debitoria e sul Programma di conversione e sul suo stato di attuazione,con riferimento alle politiche e ai processi in corso, anche al fine di facilitare e rendere più produttivo il confronto con gli stakeholder. Questa Long List è stata strutturata in base al criterio di funzionalità delle domande, conformemente alle priorità valutative chiarite dai Termini di Riferimento. Le domande di tipo descrittivo hanno tenuto conto del contesto, dei processi in atto, delle politiche e in specifico del posizionamento del Programma. Le domande di tipo causale e normativo hanno avuto un carattere strategico e hanno riguardato l’analisi dei risultati. Le domande di tipo predittivo sono state funzionali all’elaborazione di policy recommandation. Le domande di tipo critico, infine, sono state dirette a supportare il cambiamento, attraverso la formulazione di giudizi critici (si veda appendice 4). 21. A seguito della presentazione della Long List di domande valutative sono stati consultati diversi stakeholderal fine di selezionare domande/indicatori di valutazione. Partendo dalla graduazione di domande/indicatori si è proceduto a raccogliere anche ulteriori domande/indicatori valutativi.Su questa base, il team ha selezionato le domande/indicatori “prioritari” e alla selezione definitiva delle domande (short list), che si è tradotta nell'articolazione in tre set di batterie di domande nel Disegno di valutazione (appendice 4): iv. Valutazione del contesto e dimensione macro; v. Valutazione dell'implementazione del Programma: vi. a. Fase di preparazione del Programma; b. Fase di selezione dei beneficiari; c. Fase di realizzazione dei progetti (in generale e con riferimento ad alcuni progetti in particolare); d. Fase di reazione dei beneficiari e post-trattamento (in generale e con riferimento ad alcuni progetti in particolare). Valutazione dell'impatto e della sostenibilità del Programma. 22. Come detto all'inizio, la funzione indiretta di capacity development ha fatto parte dell’approccio generale al servizio valutativo predisposto. Essa è stata finalizzata ad attivare processi di apprendimento per tutti i responsabili operativi del Programma, ma anche per i funzionari pubblici coinvolti nel processo di implementazione dell’intervento, al fine di offrire spunti e indicazioni per migliorare l'efficacia del Programma nella III Fase e per il futuro di iniziative assimilabili al presente Programma. Pag. 20 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 4. Contesto e attori del Programma 4.1 Il contesto DOMANDA VALUTATIVA: Come si è arrivati all'accordo? 1. Il Programma di Conversione del Debito italo-egiziano si pone in un contesto segnato, sin dagli inizi degli anni ’80, da un’attenzione crescente della comunità internazionale verso l’eccessivo accumulo di debito estero da parte dei paesi in via di sviluppo e dalla conseguente adozione, da parte dei creditori bilaterali e delle istituzioni finanziarie internazionali, di una serie di iniziative per far fronte a questa emergenza, fra le quali figurano, appunto, le cd. conversioni debitorie (debt swap). 2. Il quadro di riferimento per le iniziative di conversione debitoria in Egitto è rappresentato da un accordo siglato con il Club di Parigi, il foro multilaterale che riunisce 19 fra i principali creditori mondiali1 ed è incaricato di rinegoziare il debito pubblico bilaterale dei paesi con difficoltà ad onorare i pagamenti. 3. L’accordo in questione è stato sottoscritto il 25 maggio del 1991, a seguito di una precedente intesa del 1987, con l’intento di perseguire quattro obiettivi2: Alleggerire il peso del debito estero egiziano, con la possibilità di finanziare progetti di sviluppo e di investimento; Sostenere il bilancio dello stato; Incoraggiare gli investimenti nel paese; Svincolare le autorità egiziane dall’obbligo di garantire la valuta straniera richiesta per il rimborso del debito. 4. Ad oggi sono cinque i paesi che hanno firmato accordi di conversione del debito con l’Egitto: accanto all’Italia, la Francia (1994), la Svizzera (1995), la Germania (con un primo accordo nel 2001 ed un nuovo accordo in corso di negoziazione) e, più recentemente, il Belgio (2012). Un confronto dell’esperienza tra i programmi di questi paesi sarà proposto nel capitolo III, par. 12 di questo rapporto. 5. Nel caso italiano la cornice normativa di riferimento è data dalla legge 209/2000 sulle “Misure per la riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati” e dal relativo regolamento attuativo, il decreto 185/2001 del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica. In particolare ai sensi dell’art. 1, comma 2, lettera f) del regolamento attuativo viene definita come conversione: “la nuova destinazione dei flussi finanziari relativi al rimborso del debito, verso investimenti o comunque interventi a favore dello sviluppo e per la riduzione della povertà che siano valutati compatibili con l’ecosistema e prevedano forme di partecipazione delle popolazioni interessate, sia nella fase dell’individuazione degli investimenti o interventi da finanziare che nei momenti del monitoraggio e controllo”. 1 Austria, Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti. Ai lavori del Club di Parigi partecipano in qualità di osservatori i maggiori creditori multilaterali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, nonché le Banche Regionali di Sviluppo, l’UNCTAD ed altre Organizzazioni Internazionali. 2 http://www.clubdeparis.org/sections/traitements/egypte-19910525/viewLanguage/fr. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 21 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 6. La conversione si configura, quindi, come una transazione attraverso la quale l’Italia acconsente a cancellare una parte del debito dovuto da un governo debitore in cambio dell’impegno, da parte di quest’ultimo, di destinare i risparmi così ottenuti a favore di programmiche, come specificato sopra, devono avereun’esplicita valenza sociale e ambientale. La conversione del debito nella normativa italiana Le operazioni di debt swap sono disciplinate dalla legge 209/2000 “Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati” e dal regolamento attuativo (DM 185/2001). In base a questa normativa l’Italia può sottoscrivere accordi bilaterali per cancellare parte del debito estero di un paese debitore a fronte dell’impegno, da parte del governo di quest’ultimo, di investire la somma corrispondente in iniziative concordate bilateralmente e finalizzate allo sviluppo socioeconomico, alla riduzione della povertà e alla protezione ambientale. Possono beneficiare di programmi di conversione debitoria i paesi per i quali è stata precedentemente concordata un’intesa di ristrutturazione debitoria nel quadro del Club di Parigi. Dal 2000 ad oggi l’Italia ha stipulato accordi di conversione del debito con 15 paesi: Albania, Algeria, Ecuador, Egitto, Filippine, Giordania, Gibuti, Indonesia, Kenya, Marocco, Myanmar Pakistan, Perù, Vietnam, Yemen. 7. Il debito in oggetto è quello derivante da pregressi crediti di aiuto, e la sua conversione, che viene gestita dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), è ammissibile per i paesi debitori che hanno firmato un’intesa multilaterale di ristrutturazione debitoria nel quadro del Club di Parigi. In linea generale l’intesa prevede che, su richiesta del paese debitore, ciascun paese creditore può concludere un accordo bilaterale di conversione sugli importi oggetto di ristrutturazione (“debt swap clause”)3. 8. Dando uno sguardo generale all’esperienza italiana, dal 2000 ad oggi il governo italiano ha sottoscritto conversioni debitorie con i seguenti 15 paesi: Albania (2011), Algeria (2002, 2011), Ecuador (2003, 2012), Egitto (2001, 2007, 2012), Filippine (2012), Giordania (2000, 2011), Gibuti (2006), Indonesia (2005), Kenya (2006), Marocco (2000, 2009, 2013), Myanmar (2012), Pakistan (2006), Perù (2001, 2007), Vietnam (2010), Yemen (2003). 9. L’Egitto è uno dei primi paesi ad aver beneficiato di questa iniziativa con un primo accordo di conversione siglato nel 2001, seguito da altri due accordi del 2007 e del 2012 che hanno lanciato la II e la III fase del Programma. 10. Considerando la situazione debitoria dell’Egitto nei confronti dell’Italia è possibile delineare il quadro seguente. Per quanto riguarda il debito commerciale (distinto dalla componente debitoria derivante dai crediti di aiuto), al 31 maggio 2013 il credito vantato da SACE nei confronti dell’Egitto è pari a circa 182 milioni di dollari e 13 milioni di euro. Circa 597 milioni di dollari (di cui 21 milioni di interessi di ritardo capitalizzati) e 42 milioni di euro (di cui 0,1 milioni di interessi di ritardo capitalizzati) sono stati ristrutturati in base agli accordi bilaterali del 1994. 3 Non ci sono limiti per i crediti di aiuto, mentre per i crediti commerciali la ristrutturazione non può superare il 20%-30% dei crediti (la percentuale è più bassa per i c.d. “higher middle incomecountries”). Pag. 22 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN TABELLA1:ANDAMENTO DEL CREDITO NON ANCORA SALDATO (OUTSTANDING) ESPRESSO IN MILIONI PER LE DUE VALUTE Periodo Euro Dollari fine 1995 42 589 fine 1995 42 589 fine 1996 41 579 fine 1997 40 569 fine 1998 39 557 fine 1999 38 544 fine 2000 37 529 fine 2001 36 513 fine 2002 35 495 fine 2003 34 475 fine 2004 32 454 fine 2005 30 431 fine 2006 29 405 fine 2007 27 378 fine 2008 25 348 fine 2009 22 316 fine 2010 20 281 fine 2011 17 244 fine 2012 15 203 Al 31/5/13 13 182 *- L’ultima scadenza prevista è il 1/1/2024 Fonte: MEF, giugno 2013 11. Parallelamente, a partire dal 1982 l’Egitto ha beneficiato complessivamente di 27 crediti di aiuto per il finanziamento di vari progetti, concessi a valere sulle risorse del Fondo Rotativo per la Cooperazione allo sviluppo ai sensi dell’art. 26 della Legge 227/77 e dell’art. art. 6 della Legge 49/1987, per un importo complessivo equivalente ad 407 milioni di euro. Inoltre, l'Egitto ha beneficiato di due operazioni di ristrutturazione debitoria (1987 e 1991) a seguito di intese multilaterali concluse nell’ambito del Club di Parigi e di tre differenti Accordi bilaterali di conversione del debito (rispettivamente finalizzati nel 2001, 2007 e 2012) relativi al debito ODA dovuto all’Italia4. FIGURA3: RIPARTIZIONE DEL VALORE DEGLI IMPEGNI DEI CREDITI DI AIUTO CONCESSI DAL 1982 (%) 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1982/1986 1987/1991 1992/1996 1997/2001 2002/2006 2007/2012 Fonte: MEF, giugno 2013 4 Si ringrazia vivamente la Direzione Rapporti Finanziari Internazionali del Dipartimento del Tesoro, Ministero dell'Economia e delle Finanze, nella persona del Dirigente Uff. VIII, dott.ssa Raffaella Di Maro, per la cortesia e la disponibilità mostrata, fornendo informazioni di dettaglio e aggiornamento molto utili riassunte nella note di approfondimento "Egitto – Situazione del debito ODA al 31.05.2013" e "Egitto – Debito commerciale al 31.05.2013" qui utilizzate nei punti 10-15. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 23 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 12. Il quinquennio 1987/1991 è il periodo in cui si concentra gran parte dei nuovi crediti di aiuto concessi dall'Italia all’Egitto, mentre a partire dal 2001 l’attività dell’Italia di cooperazione allo sviluppo verso l’Egitto si è fondamentalmente concentrata nella gestione dei programmi di conversione del debito. 13. Di conseguenza, a fronte dei continui e regolari incassi sui crediti in essere (e degli importi sospesi oggetto di Accordo di conversione di cui si dirà), l’esposizione finanziaria (cioè, considerando solo lo stock di capitale) in termini di debito dovuto dall’Egitto all’Italia per i crediti d'aiuto, al netto degli importi oggetto di Accordi bilaterale di conversione del debito, è andata decrescendo nel tempo, scendendo da 213,76 milioni di euro (2005) a 30,47 milioni (31 maggio 2013). 14. Complessivamente, circa 380 milioni di euro sono i crediti d'aiuto concessi ed effettivamente erogati; sono ancora da esborsare fondi relativi a due programmi di sostegno settoriale, i cui relativi Accordi bilaterali di finanziamento sono in corso di negoziazione. Al 31 maggio 2013, l'Egitto deve ancora all'Italia circa 150 milioni di euro (circa 134 milioni in linea capitale e 16 milioni in linea interessi), ma solo 33 milioni di euro (tra capitale e relativi interessi) dovranno essere effettivamente restituiti all'Italia entro il 2036, secondo i termini fissati dai piani di ammortamento concordati, essendo la parte rimanente oggetto degli Accordi di conversione bilaterali del debito in essere e da riversare in loco. L'Egitto, che ha finora sempre onorato regolarmente le proprie rate, non ha rate in scadenza, in quanto tutto il debito in essere è oggetto di conversione sino al 2021. 15. Il Programma di Conversione del Debito italo-egiziano si trova attualmente nella II fase che è oggetto di analisi nel presente studio. A seguito di una prima tranche che ha convertito 149,1 milioni di dollari, il Programma attualmente in corso ha un importo pari a 100 milioni di dollari che equivalgono alle rate del debito dovute dall’Egitto all’Italia nel periodo 2007-2012. Tale fase precede la terza, inaugurata con l'Accordo del 10 maggio 2012, relativo ad un importo in controvalore di circa 100 milioni di dollari. 16. Secondo i termini dei tre Accordi le rate dei crediti concessi anziché essere restituite al Fondo rotativo sono versate in un Fondo di contropartita presente localmente ed i relativi importi utilizzati per finanziare nuovi progetti di sviluppo analizzati ed approvati congiuntamente dalle Autorità italiane ed egiziane. Gli importi versati e trasferiti per il finanziamento dei progetti e programmi selezionati sono di conseguenza annullati e non più dovuti all’Italia. Il Programma di Conversione del Debito italo-egiziano (II fase) Il programma di Conversione del Debito italo-egiziano ha origine in un accordo siglato tra i due paesi il 3 giugno 2007. L’accordo prevede la cancellazione delle rate del debito dovute dall’Egitto all’Italia nel periodo 2007-2012 e la loro “conversione” in risorse destinate a finanziare progetti di sviluppo nel paese. L’ammontare oggetto della conversione è pari a 100 milioni di dollari che sono stati impegnati per il finanziamento Pag. 24 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN di 30 iniziative. Il termine per la realizzazione dei progetti in corso o che devono ancora partire è fissato per il 2015, 5 anno di conclusione della validità dell’accordo a seguito dell’approvazione di una proroga di 12 mesi . L’accordo fa seguito a una precedente intesa, firmata il 19 febbraio del 2001, che ha lanciato la prima fase del programma grazie alla quale sono stati realizzati 53 progetti di sviluppo per un ammontare di 149,1 milioni di dollari (interamente versati ed annullati). Anche in questo caso è stata estesa la durata originaria dell’accordo, dal 6 luglio 2007 al dicembre 2008 , per consentire la conclusione delle attività dei progetti, mentre una parte dei fondi rimasta inutilizzata, pari a 29.838.825 milioni di sterline egiziane, è stata trasferita per finanziare parzialmente due 7 iniziative della II fase del programma . Il 10 maggio 2012 è stato firmato un nuovo accordo per dare via alla terza fase del programma che prevede un’ulteriore conversione di 100 milioni di dollari e che, alla sua conclusione, comporterà l’estinzione della posizione debitoria dell’Egitto nei confronti dell’Italia. 17. La valenza del Programma si esplica sotto numerosi punti di vista, non solo sul piano economico, dove il debito si trasforma da ostacolo in opportunità di sviluppo consentendo il finanziamento di iniziative di promozione del benessere socio-economico del paese, ma anche su quello politico. 18. Il Programma è, infatti, considerato come la principale iniziativa italiana nel paese e questa convinzione è stata ribadita dalle autorità egiziane in varie occasioni, come nell’ultimo vertice italo-egiziano tenutosi a Roma nel maggio 2010. La decisione di confermare l’impegno italiano all’indomani della rivoluzione del 2011 è stato percepito dalle autorità egiziane come una testimonianza dell’amicizia e della vicinanza dell’Italia all’Egitto in questo delicato momento di transizione, nonché della volontà di sostenere attivamente gli sforzi di riforma del governo nascente chiamato ad affrontare numerose sfide a seguito del perdurare dell’instabilità e dell’aggravarsi della situazione socio-economica nel paese. 19. L’importanza strategica del Programma sul piano delle relazioni italo-egiziane è fondamentalmente legata alle solide basi che sono state poste per l’affermazione di un’appropriazione effettiva del Programma da parte egiziana, e che trovano riscontro in vari elementi, principalmente nei seguenti: (i)il coinvolgimento attivo delle autorità egiziane negli organi di governo e di controllo del Programma, il Management Committee (MC) e la Technical Support Unit (TSU); (ii) la gestione in loco delle risorse finanziarie corrispondenti alle rate del debito cancellate dall’Italia che sono accreditate in valuta locale, la sterlina egiziana, su un Fondo di Contropartita (CPF) aperto presso la Banca Centrale egiziana; (iii) l’ancoraggio del Programma alle priorità strategiche del governo egiziano: i settori di intervento del Programma, concordati nella Dichiarazione congiunta firmata in occasione del II vertice italo-egiziano del 12 maggio 20098, sono in linea con le priorità del Sesto Piano Nazionale Quinquennale 2007-2012. Questi elementi, che saranno dettagliati maggiormente nel capitolo dedicato alla logica di intervento del Programma, hanno alimentato la percezione dell’Italia come un vero e proprio partner dell’Egitto, e non come un donatore, con un ritorno positivo per l’immagine dell’Italia che, dal 5 L’estensione della validità dell’accordo è stata approvata dal Management Committee nella sua X riunione del 14 novembre 2011 conformemente a quanto previsto dall’art. 9 dell’accordo: «The present Agreement shall remain in force for seven (7) years. Its extension shall be mutually agreed upon, in case funds allocated to specific projects and activities have not been fully spent by the expiration date». 6 La durata originaria prevista dall’Accordo era di sei anni, con termine previsto per l’8 luglio 2007. L’art. 5.2 dello stesso accordo prevedeva la possibilità di concordare un’estensione per consentire il completamento delle attività previste e l’utilizzo dei fondi generati dal meccanismo di conversione. In base a questo, nel corso della XVII riunione del MC del 22 marzo 2007 è stata concordata una prima estensione fino al 30 giungo 2008; successivamente, durante la XX riunione del 12 maggio 2008, il MC ha approvato un’ulteriore estensione fino al 31 dicembre 2008. 7 Nello specifico sono stati erogati 22.000.000 di sterline egiziane per il progetto del distretto conciario di Robbiki e 7.838.825,57 per estendere il programma di educazione scolastica del WFP nei tre Governatorati di Bani Swaif, Minya e Fayoum fino al giugno 2014. 8 Joint Declaration on the implementation of the Debt for Development Swap Programsottoscritta in occasione del vertice italo-egiziano tenutosi a Sharm El Sheikh il 12.05.2009 dal Ministro degli esteri Franco Frattini e dal Ministro della cooperazione internazionale Fayza Aboulnaga. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 25 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN suo canto, può contare su un partner strategico nel Mediterraneo e nel Medio Oriente9. Il fatto che la prima visita ufficiale del Presidente Morsi in Europa sia stata compiuta a Roma appare come il segno tangibile di questo riconoscimento. 4.2 Gli attori DOMANDE VALUTATIVE: Le istituzioni italiane coinvolte sono diverse da quelle interessate da un progetto DGCS di cooperazione allo sviluppo a dono e/o a credito? Le istituzioni egiziane coinvolte sono diverse da quelle interessate da un progetto a dono e/o a credito d'aiuto? 42. A differenza della sua specifica architettura istituzionale, a livello di tipologia di attori coinvolti il Programma di Conversione del Debito italo-egiziano non si distingue apparentemente rispetto a programmi che passano attraverso i canali tradizionali della cooperazione bilaterale italiana (doni e crediti d’aiuto). Il Programma ha abbracciato una pluralità di attori che sono coinvolti, o lo sono stati in passato, in iniziative di sviluppo finanziate dalla DGCS, a partire da istituzioni governative e pubbliche del governo egiziano, a Organizzazioni Internazionali e rappresentanze della società civile, di parte sia egiziana che italiana. Tuttavia, il Programma ha strutturalmente impostato la sua articolazione progettuale sul principio di caratterizzazione per tipologie differenziate di attori (sia in veste di applicants che di enti esecutori), oltre che per temi, ed è utile in termini valutativi, analizzare ex-post il posizionamento dei diversi attori. 43. In particolare, si vuole qui sottolineare l'importanza di pensare la cooperazione tra Italia ed Egitto che il meccanismo della conversione del debito consente come espressione non delle autorità di gestione (MC e TSU), ma della comunità dei numerosi attori coinvolti, come insieme complesso e articolato di istituzioni, società civile organizzata e singole persone che il Programma ha reso in qualche modo coesi perché portatori (consapevolmente o, spesso, inconsapevolmente) dei valori, degli obiettivi e della cultura che il Programma stesso esprime. 44. Da questo punto di vista, si può parlare di un potenziale asset, forse il più importante, che il Programma ha sviluppato, da non disperdere, quanto piuttosto da valorizzare, cominciando con l'esplicitare il senso identitario e di legame tra partner che l'appartenenza allo stesso Programma dovrebbe comportare. 45. Un limite che, invece, si coglie nel Programma è proprio la sua disattenzione rispetto alla messa a sistema della “Comunità professionale” degli operatori (pubblici e privati, italiani, egiziani e delle Organizzazioni Internazionali) che di fatto si è determinata. 46. Una primissima misura, seppur grossolana, della comunità di attori coinvolti nel Programma è il numero: 38 soggetti istituzionali coinvolti durante la II fase (rispetto a 41 nella I fase: tabella 2) che, naturalmente, tradotto in persone coinvolte registra un effetto moltiplicatore, cui si aggiungono i numerosi soggetti beneficiari diretti e indiretti delle iniziative progettuali in essere. TABELLA2:GLI ENTI COINVOLTI NEL PROGRAMMA Ente esecutore I fase II fase Ministeri egiziani Enti pubblici egiziani 7 14 8 9 9 Interviste a Valeria Mazzacane (Direttore della TSU), Nadia Fathalla (Ministero egiziano della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale), Houssam Eldine Reda (Ministero egiziano degli Affari Esteri). Pag. 26 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Enti pubblici italiani Organizzazioni Internazionali ONG egiziane ONG italiane Società private egiziane Totale 0 7 9 3 1 41 1 7 8 5 38 47. Le figure sottostanti definiscono la tipologia dei soggetti e il loro peso rispetto ai fondi stanziati nella II fase del Programma. Nella veste di applicants delle proposte progettuali approvate è possibile notare una prevalenza dei Ministeri egiziani (51%). All’interno di questa categoria spicca il Ministero del Commercio e dell’Industria, il referente dei due principali programmi finanziati dalla II fase del Programma: il “Distretto conciario di Robbiki” e la “Green Trade Iniziative”. 48. I Ministeri sono seguiti da enti pubblici egiziani (24%), che includono l’Educational Development Fund (EDF), il Medical Research Institute dell’Università Alessandria, il National Council for Childhood and Motherhood (NCCM), il Supreme Council of Antiquities e il centro di ricerca del Ministero delle Risorse Idriche, il National Water Research Center (NWRC). 49. Le agenzie delle Nazioni Unite (WFP, ILO e UNDP) occupano il terzo posto (15%), e ad esse seguono le ONG, con un’uguale ripartizione dei fondi tra ONG egiziane e ONG italiane (5%). FIGURA 4: RIPARTIZIONE DEI FONDI PER ENTI PROMOTORI NELLA II FASE DEL PROGRAMMA FIGURA 5: I MINISTERI EGIZIANI COINVOLTI NELLA II FASE DEL PROGRAMMA Fonte: Dati elaborati dalle statistiche dei progetti della TSU 50. Non sembra esserci una correlazione diretta tra la categoria di appartenenza dell’ente promotore (istituzione egiziana, OI, ONG) e l’ambito tematico del progetto presentato, se non nel caso del “trasferimento di tecnologia e modernizzazione di centri industriali innovativi”, i cui rispettivi progetti10 cadono sotto la responsabilità di enti egiziani. Per tutti gli 10 Si tratta del distretto conciario di Robbiki e del progetto “Utilizzo dei sistemi di remote sensing per il monitoraggio della qualità dell'acqua nella regione del Delta del Nilo”. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 27 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN altri settori (ambiente, dimensione sociale, promozione della produzione primaria e sviluppo delle risorse umane) è presente una sostanziale compartecipazione delle varie istituzioni nel sostenere iniziative di sviluppo, non si evince quindi una specializzazione tematica in funzione della tipologia dell’applicant. 51. Tende invece ad esserci un rapporto tra quest’ultima e la scala del progetto: se l’ammontare medio dei progetti presentati da enti egiziani e OI è pari a 4,7 milioni di dollari, i progetti delle ONG, sia italiane che egiziane, si aggirano attorno a 0,8 milioni di dollari. Solo in tre casi i progetti di enti egiziani hanno un importo inferiore a questa cifra11. 52. La rilevanza delle istituzioni egiziane è destinata ad aumentare nella III fase del Programma dove, già a livello dell’Agreement, è stata prevista una ripartizione predefinita dei fondi. Si tratta di una ripartizione che formalizza ufficialmente quanto avvenuto nel corso della II fase, ovvero che il 90% dei 100 milioni $ del Programma graviteranno nelle casse dei Ministeri egiziani e che le istituzioni pubbliche egiziane saranno i principali attori nelle richieste di finanziamento (figura 6). FIGURA6:GLI ENTI PROMOTORI - LE TRE FASI DEL PROGRAMMA A CONFRONTO Fonte: Dati elaborati dalle statistiche dei progetti della TSU Fonte: Proiezioni in base al testo del terzo Agreement 53. Inoltre, come emerge dalla figura 6 che mette a confronto la III fase del Programma con le fasi precedenti, le agenzie delle Nazioni Unite e, più in generale, le Organizzazioni Internazionali, non potranno più proporsi come enti promotori delle proposte progettuali; il loro eventuale coinvolgimento sarà definito da parte delle istituzioni pubbliche egiziane per l’implementazione di singole iniziative. 54. Un’altra considerazione che emerge dalla figura 6 è che l’Agreement consolida, di fatto, una tendenza affermata nella seconda fase del Programma: il 10% dei fondi saranno destinate ad iniziative di ONG. 55. La centralità dei Ministeri egiziani appare come una caratteristica propria del Programma di Conversione del Debito che lo contraddistingue rispetto agli altri canali della Cooperazione italiana (sia bilaterale che multilaterale) dove, seppur sia presente un’interlocuzione con le controparti istituzionali egiziane, il grado di coinvolgimento e partecipazione è indubbiamente inferiore. Questo lo si può notare sotto vari profili. Innanzitutto nel caso del 11 Si tratta dei progetti: Gestione del parco archeologico di Medinet Madi, Utilizzo dei sistemi di remote sensing per il monitoraggio della qualità dell'acqua nella regione del Delta del Nilo; Valutazione delle politiche di e-government in Egitto. Pag. 28 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Programma di Conversione i Ministeri egiziani hanno la facoltà di partecipare come applicant, e si rendono pertanto loro stessi portatori di iniziative che sono chiamati a sviluppare e articolate in una vera e propria proposta progettuale da sottoporre all’attenzione del Management Committee. 56. Le differenze non si limitano a questo. Il Programma di Conversione ha, infatti, predisposto un nuovo modello di governance che si articola, al livello del Programma, nel Management Committee, attraverso il quale il Ministero egiziano per la Pianificazione e la Cooperazione Internazionale condivide, al pari della sua controparte italiana, la responsabilità delle decisioni sull’allocazione dei fondi. Peraltro questo Ministero è chiamato a svolgere un ruolo di coordinamento dei vari Ministeri egiziani interessati dai progetti che godono, almeno potenzialmente, di un canale privilegiato per far valere le proprie posizioni in sede decisionale. 57. Al livello di progetto emerge il ruolo degli Steering Committeecome base di concertazione inter-istituzionale che garantisce la presenza dei Ministeri egiziani nella gestione effettiva dei progetti che ricadono nel loro ambito di intervento. Gli Steering Committte tendono ad avere una configurazione tanto più articolata, quanto al numero delle istanze partecipative, e strutturata, quanto alla loro operatività, tanto maggiore è il peso finanziario del progetto. Nel caso del distretto conciario di Robbiki, ad esempio, spicca il profilo politico della struttura decisionale e gestionale. Accanto allo Steering Committee, dove partecipano il Ministero del Commercio e dell’Industria e il Ministero per la Pianificazione e la Cooperazione Internazionale, è stato attivato il National Coordination Committee (NCC) con il ruolo di coordinamento dei vari Ministeri e delle autorità egiziane coinvolte dal progetto, nonché di facilitatore per l’esecuzione del progetto attraverso l’adozione delle politiche e delle autorizzazioni necessarie (figura 7). FIGURA 7: LA GESTIONE DEL PROGETTO IL DISTRETTO CONCIARIO DI ROBBIKI Steering Committee (SC) Composition: Ministry of Trade and Industry, Ministry of International Cooperation, Italian Development Cooperation Office of the Italian Embassy and a representative of the Italian Embassy. Mandate: it is the Board in charge of conceiving the strategic orientation and guidelines of the project. It will approve the work plans, actions and budgets issued by the Project Management Unit and monitor the implementation of the project and all multi-institutional aspects related to it. National Coordination Committee (NCC) Composition: Ministry of Trade and Industry, Ministry of the State for Economic Development, Industrial development Authority, National Investment Bank, Ministry of Finance, Ministry of Culture, Ministry of International Cooperation, Ministry of Housing, Ministry of Local Authorities, Ministry of Environment, Chamber of Tanneries, Chamber of Leather, Governorate of Cairo, Industrial Modernization Center. Mandate: to coordinate the different Ministries and Authorities involved in the project and play a role of facilitator of the implementation of the project by issuing the necessary policies and authorizations. Project Management Unit (PMU) Composition: an Italian and an Egyptian Coordinator and their staff, in charge of Italian/Egyptian co-management and an Executive Staff. Mandate: to manage the implementation of policies and strategies approved by the Steering Committee, by contracting and supervising implementing agencies, the subcontractors and the service providers and submitting a periodical work plan and a budget (on three months basis) for approval of the Steering Committee as well as periodical progress reports Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 29 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 58. Quanto al ruolo dei singoli Ministeri, il passaggio dalla I alla II fase conferma l’importanza del Ministero del Commercio e dell’Industria e del Ministero dell’Agricoltura come i principali attori a livello ministeriale (figura 8). Il resto della compagine ha subito modifiche, con la riduzione del ruolo del Ministero delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione e la mancata partecipazione di tre Ministeri (della Salute e della Popolazione, della Solidarietà Sociale e del Turismo). Viceversa nella II fase hanno fatto la comparsa in qualità di applicant il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Approvvigionamento e il Ministero dello Sviluppo Amministrativo. FIGURA 8:I MINISTERI EGIZIANINELLA I E NELLA II FASE Fonte: Dati elaborati dalle statistiche dei progetti della TSU 59. Gettando un sguardo agli enti esecutori dei progetti approvati nella II fase del Programma le Organizzazioni Internazionali emergono come i principali attori (45%), seguiti da enti pubblici egiziani (40%) e, in misura inferiore (15%), da ONG egiziane, ONG italiane e enti pubblici italiani con un’uguale ripartizione dei fondi. 60. Operando un confronto tra enti promotori ed enti esecutori (figura 9) possiamo dedurre una sostanziale autoreferenzialità delle ONG: laddove le ONG sono fautrici di proposte progettuali si assumono anche la responsabilità nell’implementazione delle iniziative. Pag. 30 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN FIGURA 6: ENTI PROMOTORI V. ENTI ESECUTORI NELLA II FASE DEL PROGRAMMA Fonte: Dati elaborati dalle statistiche dei progetti della TSU 61. Emerge, viceversa, una discrepanza nei dati dei Ministeri, degli enti pubblici egiziani e delle Organizzazioni Internazionali riconducibile al fatto che i progetti sponsorizzati dai Ministeri egiziani sono stati realizzati con l’intervento di Organizzazioni Internazionali, enti pubblici egiziani ed italiani. 62. E’ proprio la delega di responsabilità nell’esecuzione dei progetti da parte dei Ministeri egiziani a segnare il cambiamento principale rispetto alla I fase, come emerge anche dai dati riportati nella tabella sottostante. Si tratta di una delega che prescinde dalla specifica area di intervento del progetto e che sembra essere principalmente legata alla maggiore operatività e capacità di azione di Organizzazioni Internazionali e di enti pubblici rispetto a quella dei Ministeri. TABELLA 3: GLI ENTI ESECUTORI NELLA I E NELLA II FASE DEL PROGRAMMA Ente esecutore I fase II fase Ministeri egiziani Enti pubblici egiziani ONG egiziane ONG italiane Enti pubblici italiani Organizzazioni interazionali 53% 18% 3% 1% 25% 40% 5% 5% 5% 45% 63. Allo stesso tempo è utile notare che nella realizzazione degli interventi gli enti esecutori si sono a loro volta appoggiati ad istanze egiziane, sia della società civile (ad esempio la collaborazione del COSPE con la Fondazione Ayadi Masreya), che del settore privato (la scelta del WFP di avvalersi di produttori locali presenti a Fayoum, l’area di intervento del progetto di school feeding, per la produzione e la distribuzione delle merende con contenuto nutritivo arricchito a favore dei bambini delle scuole beneficiarie). 64. Il Programma ha cercato di offrire uno spazio di inserimento anche per il settore privato, altrimenti marginalizzato dalla strategia complessiva di intervento che, da questo punto di Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 31 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN vista, rappresenta l'espressione di un approccio tradizionale di cooperazione allo sviluppo (che non si caratterizza per l'approccio territoriale, che implicherebbe il coinvolgimento multi-attoriale e multi-livello sui diversi temi prioritari di intervento). Per di più si tratta di una strategia di programma che non ha sposato nemmeno il tema del private sector development come area prioritaria di intervento. Il canale di ingresso per il settore privato è stato rappresentato dalle calls for proposals, pubblicate in base alla normativa vigente in Egitto, per coadiuvare nella realizzazione dei progetti; questo coinvolgimento è visibile soprattutto per i progetti che sono legati al trasferimento di tecnologia e modernizzazione di centri industriali innovativi (Robbiki) e allo sviluppo delle risorse umane (progetti “ICT e modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione”). Pag. 32 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 5. Il quadro logico del Programma DOMANDA VALUTATIVA: Qual è il quadro logico del programma di conversione? 1. Il Programma è un accordo di tipo politico e non esiste un vero e proprio quadro logico, tuttavia gli obiettivi dell’intervento sono esplicitati nell’Agreement e della Dichiarazione Congiunta sottoscritta il 12 maggio 2009 relativi alla II fase. In base all’Agreement firmato il 7 giugno 2007, il Programma ha il fine di promuovere la cooperazione bilaterale tra i due Paesi, e di alleggerire il peso del debito egiziano; un terzo obiettivo del Programma che emerge dalla lettura dell’Agreement è l’utilizzo dei fondi risultanti dalle operazioni di conversione per il finanziamento di progetti di sviluppo nel paese. L’obiettivo di ridurre il peso del debito e contribuire a riequilibrare la bilancia dei pagamenti egiziana è funzionale a consentire al paese di conservare le proprie riserve di valuta estera: come è facilmente intuibile, si tratta di una questione di estrema rilevanza data l’attuale situazione socio-economica che il paese sta attraversando. 2. Il rafforzamento delle relazioni bilaterali è un obiettivo citato diverse volte anche nella Dichiarazione congiunta, dove viene ribadita “l’importanza di rafforzare ulteriormente i legami di amicizia esistenti tra i due Paesi e la cooperazione bilaterale nel settori dello sviluppo economico, sociale e culturale e della conservazione ambientale”12. 3. È inoltre importante considerare in un tale contesto la progressiva auspicata crescita del ruolo della Cooperazione italiana, che si vuole promotrice e facilitatrice nella creazione di un sistema di collegamenti funzionali tra i due sistema-paese. In una tale ottica, i progetti finanziati dal Fondo di Contropartita permettono di identificare il Programma come uno strumento per il consolidamento di una partnership strategica in alcune aree di particolare interesse, siano esse tradizionali settori di intervento della Cooperazione italiana o nuovi ambiti potenzialmente interessanti per entrambi i paesi. TABELLA 4: GLI OBIETTIVI DEL PROGRAMMA - COMPARAZIONE TRA LE TRE FASI PRIMA FASE SECONDA FASE TERZA FASE Obiettivi Agreement, premesse: …with a view to promoting their bilateral co-operation and relieving the Egyptian debt burden Agreement, art. 3: Funds resulting from debt-swap operations collected in the CPF, including accruedinterests if any, shall be used to finance jointly agreed development projects Agreement, premesse: …with a view to promoting their bilateral co-operation and relieving the Egyptian debt burden *…+ Agreement, premesse: …with a view to promoting their bilateral co-operation and relieving the Egyptian debt burden *…+ the Parties agreed that funds resulting from debt-for-development swap operations shall be used to finance development projects the Parties agreed that funds resulting from debt-for-development swap operations shall be used to finance development projects 4. Comparando i tre diversi Agreement, si nota una quasi completa uniformità nella definizione degli obiettivi del Programma, se si esclude la mancanza di un esplicito riferimento ai progetti di sviluppo da finanziare tra le premesse nell’accordo relativo alla I fase (dove tale affermazione è sancita nell’articolo 3) e il diverso importo delle operazioni di conversione (indicato direttamente nel testo dell’accordo solo relativamente alla III fase, mentre per gli altri due il rimando è agli 12 Joint Declaration between the Government of the Italian Republic and the Government of the Arab Republic of Egypt on the Implementation of the Debt-for Development Swap Programme: “Recognizing the importance of further strengthening the ties of friendship existing between the two countries and the bilateral cooperation in the fields of economic, social cultural development and environmental conservation”. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 33 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN allegati). È quindi possibile affermare che la II fase si pone, sul piano strategico, in un’ottica di continuità con la prima, e lo stesso sembra fare anche la III fase rispetto alle due precedenti. 5. Dalle interviste condotte ad alcuni degli attori-chiave del Programma (in particolare di quelli che, avendo partecipato anche alla I fase, rappresentano la “memoria storica” dell’intervento)13 e dall’analisi della documentazione disponibile (particolarmente interessanti a tale fine sono risultati alcuni documenti ed analisi finali riferiti alla I fase del Programma)14 è possibile estrapolare ed affiancare, agli obiettivi esplicitati negli Agreement, anche alcuni obiettivi impliciti che l’intervento ha inteso perseguire in entrambe le fasi finora attuate. 6. Oltre al rafforzamento delle relazioni bilaterali, il Programma si pone un altro importante obiettivo, non esplicitato nell’Agreement e nella Dichiarazione congiunta e tuttavia ugualmente deducibile dall’analisi delle percezioni degli operatori e della documentazione disponibile: si tratta del tentativo di armonizzazione, allineamento e coordinamento alle politiche e alle strategie egiziane, oltre che di un indiretto coordinamento con l’operato degli altri donor presenti nel paese e con gli orientamenti europei; se conseguito, tale obiettivo contribuirebbe a rafforzare la posizione italiana in ambito regionale, grazie alla realizzazione di iniziative rilevanti in settori innovativi, con un potenziale significativo impatto nell’area e in ossequio ai principi dell'agenda internazionale sull'efficacia degli aiuti. 7. È ricollegabile al perseguimento di tale obiettivo l’impegno profuso allo scopo di concentrare l’azione congiunta su tematiche innovative e di prioritario interesse per entrambe le controparti, influenzando in tal modo la presente e futura allocazione delle risorse egiziane15, facilitando allo stesso tempo le future contribuzioni di altri donor sullo stesso tema e rafforzando quindi la partnership tra le autorità egiziane e le Organizzazioni Internazionali presenti sul territorio. Funzionale anche a questo obiettivo generale è un altro obiettivo implicito che il Programma specificamente si pone, vale a dire il rafforzamento delle capacità e delle opportunità istituzionali egiziane, in particolare nel campo della programmazione concertata e con particolare riferimento al tema della riduzione della povertà. 8. Rispetto a questi aspetti, alcune considerazioni possono essere fatte, inerenti alla logica del Programma ed illuminanti nell’analizzare gli obiettivi impliciti che l’intervento nel suo complesso si pone. Il dialogo e la concertazione si configurano come i principali strumenti decisionali ed operativi; allo stesso modo, anche sul piano degli obiettivi del Programma, è ravvisabile la centralità dell’idea di mutualità e di reciprocità, laddove uno degli obiettivi generali che emerge dall’analisi degli interventi e dalle percezioni degli operatori è proprio quello del consolidamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, con l’obiettivo di assicurare alla parti un mutuo vantaggio: la Dichiarazione Congiunta relativa al Programma di Conversione del Debito in progetti di sviluppo sottoscritta il 12 maggio 2009 esplicita questo importante obiettivo quando parla dell’auspicio di rafforzare il legami di amicizia esistenti tra i due paesi e la cooperazione bilaterale nel campo dello sviluppo economico, sociale e culturale e della conservazione ambientale. TABELLA 5: RICOSTRUZIONE DEL QUADRO LOGICO DEL PROGRAMMA, CON SPECIFICO RIFERIMENTO ALLA SECONDA FASE 13 Intervista alla dott.ssa Ginevra letizia e al dott. Nino Merola, 14/03/2013; intervista al dott. Marcello Giordani, 22/04/2013. 14 In particolare, S. Radwan. S. Kemal, N. El Oraby, “Partners for development – The experience of the Italian-Egyptian Debt Swap Program (2001-2008)”; S. Radwan, G. Santariello, D. Shaban ,“Nuove prospettive per la cooperazione allo sviluppoUna storia di successo: il Programma italo-egiziano di Conversione del Debito”, 2008. 15 A tale riguardo, occorre sottolineare che il Programma ha rappresentato una leva per incanalare ulteriori investimenti da parte del governo egiziano a favore delle iniziative approvate per un ammontare complessivo pari a 153 milioni di sterline egiziane e maggiori investimenti, rispettivamente di 60 e di 56 milioni di sterline egiziane, a favore dei distretti per la formazione tecnica all’impiego e del distretto conciario di Robbiki. Pag. 34 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN QUADRO LOGICO DEL PROGRAMMA ITALO-EGIZIANO DI CONVERSIONE DEL DEBITO (II FASE) OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI RISULTATI ATTIVITA’ Consolidamento delle relazioni bilaterali; Contributo alla riduzione della povertà e allo sviluppo egiziano; Allineamento e orientamento a politiche e strategie egiziane. Riduzione del peso del debito; Finanziamento di progetti che contribuiscano allo sviluppo socio-economico sostenibile del paese; Rafforzamento delle capacità istituzionali egiziane nel campo della programmazione concertata e con particolare riferimento al tema della povertà La quota concordata di debito è stata cancellata; Progetti in aree tematiche di interesse prioritario sono stati implementati Identificazione, formulazione e realizzazione dei singoli progetti; Assistenza tecnica e finanziaria ai progetti Monitoraggio dei progetti 9. Il Programma è caratterizzato dall’alto grado diownershipdegli egiziani, in ognuna delle fasi, allontanandosi con ciò dalla logica donor-beneficiario ancora diffusa nella cooperazione bilaterale classica. A ciò contribuisce sicuramente il meccanismo di conversione del Programma, che prevede il contributo egiziano diretto: infatti le risorse finanziarie corrispondenti alle rate del debito da convertire escono dalla Banca Centrale egiziana e sono accreditate in valuta locale, la sterlina egiziana, su un Fondo di Contropartita (CPF) appositamente dedicato al Programma. Questo alimenta la percezione, da parte egiziana, di un senso di appropriazione forte sulle risorse in questione. 10. Il negoziato emerge come caratteristica principale del meccanismo e della logica sottesa al Programma e come strumento principale per garantire l’incontro delle diverse aspettative delle controparti, coerentemente alla previsione di un obiettivo generale di rafforzamento delle relazioni bilaterali e anche all’implicita previsione di allineamento alle politiche egiziane. In ciò trova applicazione uno dei cinque pilastri della Dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti (2005), quello appunto sulla piena appropriazione dei processi di sviluppo da parte dei Paesi beneficiari dei flussi di aiuti; tuttavia, è da sottolineare che risulta invece disatteso il principio ispiratore dell'Agenda di Accra (2008), secondo cui i governi dei Paesi beneficiari si sarebbero dovuti impegnare a lavorare maggiormente a fianco dei Parlamenti e delle autorità locali nella definizione delle priorità d'intervento, coinvolgendo attivamente anche le espressioni della società civile: infatti, il meccanismo messo in atto dal Programma rende possibile che definizione delle priorità avvenga, seppure congiuntamente e su base bilaterale, con il coinvolgimento delle sole autorità di governo egiziane. 11. L’altro obiettivo che il Programma si pone è quello di finanziare progetti che contribuiscano allo sviluppo socio-economico sostenibile del paese. Per raggiungere tale scopo, i progetti finanziati sono stati identificati grazie alla definizione e all’esplicitazione, rintracciabile nella Dichiarazione Congiunta sottoscritta il 12 maggio 2009, delle Linee Guida programmatiche condivise dalle due parti, ed individuate tenendo conto delle priorità espresse nel sesto Piano Quinquennale egiziano (2007-2012) e nell’agenda del processo di riforma avviata dal Governo egiziano nel tentativo di affrontare la difficile e mutevole situazione politica, sociale ed economica che il paese sta attraversando. 12. Le aree tematiche su cui i progetti finanziati dalla seconda fase per Programma si sono focalizzati sono: i. Sviluppo delle risorse umane, con particolare attenzione alla formazione tecnica e al vocational training, che costituiscono elementi caratterizzanti della partnership italoegiziana; Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 35 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN ii. Supporto alla modernizzazione dei principali settori industriali, grazie all’introduzione di tecnologie che massimizzino l’impatto sociale e che assicurino la sostenibilità ambientale (con particolare riferimento ai settori tessile, abbigliamento, pellami, artigianato, agroalimentare e ad altri settori rilevanti per l’economia nazionale); iii. Promozione della produzione del settore primario e della logistica e del sistema di trasporto correlati; iv. Protezione e gestione delle risorse idriche, delle risorse naturali e delle aree protette, e gestione dei rifiuti; v. Dimensione sociale, in particolare creazione di opportunità di impiego rivolte principalmente ai giovani, attività finalizzate alla riduzione della povertà con specifico riferimento ai gruppi vulnerabili (donne e bambini) e all’empowerment femminile. 13. Analizzando i tre Agreement, si nota che i riferimenti all’obiettivo del perseguimento dello sviluppo socio-economico sostenibile e all’individuazione congiunta delle aree tematiche prioritarie su cui concentrare l’azione, presenti nei primi due, non sono direttamente esplicitati anche nel terzo. I settori di intervento sono oggetto di variazione da un accordo all’altro: se nel primo Agreement c’è solo un generico richiamo tematico a sviluppo rurale, riduzione della povertà e sicurezza alimentare, nel secondo assistiamo ad una più precisa definizione delle aree di intervento, con l’individuazione di settori strategici all’interno della programmazione egiziana, caratterizzata da un maggior livello di dettaglio che arriva, nel caso della promozione della produzione del settore primario, alla esplicita citazione del precedente progetto pilota “Green Corridor” come di un intervento a cui dare seguito durante la II fase del Programma. 14. Rispetto a questo secondo Agreement, quello siglato per l’implementazione della III fase torna ad assumere toni maggiormente generici, pur mantenendo gli stessi macro-settori di intervento già individuati nel precedente accordo, con l’eliminazione degli interventi relativi a trasferimento di tecnologie (peraltro non imputabili all’azione e quindi al budget di uno specifico Ministero) e il ritorno di quello della sicurezza alimentare (cui possono essere ricondotti anche alcuni interventi condotti nel corso della II fase). TABELLA 6: COMPARAZIONE DEI TEMI PRIORITARI E DEI CRITERI DI SELEZIONE DEI PROGETTI NEI TRE AGREEMENT PRIMA FASE SECONDA FASE Agreement, art 3.2: Such projects shall aim at promoting socioeconomic development and/or environmental protection and shall be identified in compliance with the principles and guidelines agreed upon by both Parties within the framework of Egyptian-Italian Development Co-operation”. Agreement, art. 4.3: Eligible projects shall aim at promoting socio-economic sustainable development in Egypt and shall be identified in compliance with the principles and guidelines agreed upon by both parties within the framework of the Egyptian Italian Development Cooperation Program.” TERZA FASE Aree tematiche Agreement, art 3.3: Priority will be accorded to projects aimed at rural development, poverty alleviation and food security in a context of sustainable resource use. Agreement, Annex 2: Programs and projects shall meet most of the following criteria:– be located Pag. 36 Joint Declaration: project will focus on the following areas, taking into account the Egyptian reform agenda and the priorities of the Sixth Five-Year National Plan 2007 – 2012: -Human Resources Development: upgrading technical education and vocational training systems; -Transfer of technology and upgrading Innovation Centers: continuing to support modernization of main industrial sectors *…+ -Primary Production promotion, organization, Novembre 2013 Agreement, art.3.1: finance projects already identified for financing in the relevant Egyptian annual State budget approved by law by the Egyptian Parliament and will be allocated as follows: a) Food and nutrition: 45% of total funds to the Ministry of Supply and Internal Trade. b)Education: 13% of total funds to the Ministry of Education and/or to the Ministry of Higher Education; c) Agriculture: 15% of total funds to the Ministry of Agriculture; d) Civil Society: 10% of total funds to finance Egyptian and Italian NGO’s projects to be selected by the Management Committee through a Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN in rural or peri-urban areas;– be targeted towards the poor segment of the population;– enhance household food security; – be gender sensitive; – increase local institutional capacity and self-reliance particularly by promoting decentralized development; – be supported by enabling policy initiatives which would ensure effective implementation of the program and the sustainability of its impact. logistics and transportation: expanding and capitalizing the experience of the pilot project of the Green Corridor *…+ call for proposals procedure, in accordance with Egyptian law and regulations; - Environment including Natural Resources Protection and Management […+ e)Environment and Cultural Heritage: 155 of total funds to finance the Ministry of Environmental affairs and the Ministry of State for Antiquities affairs follows up of the ongoing environmental and Cultural heritage programmes financed by the Italian Cooperation; - Social Dimension: creating employment opportunities and improving living conditions with particular regard to young people, poverty alleviation activities with special emphasis on children and empowerment of women. MoU between the Ministry of Culture of the Arab Republic of Egypt and the Ministry of Foreign Affairs of the Italian Republic on Cultural Heritage, art. 3.2: the two Parties will make an effort to secure financial support through bilateral development aid, debt for swap funds and contributions from public and private 15. Nelle prime due fasi l’enfasi è posta sull’individuazione congiunta delle aree di interesse all’interno delle quali concentrare le attività, e a ciò si accompagna a una identica e paritetica partecipazione delle parti nel processo di identificazione e selezione dei progetti beneficiari. Al contrario, l’ultimo Agreement assegna tali funzioni esclusivamente alla parte egiziana, permettendo di ipotizzare un'evoluzione della strategia e della logica sottese all’intervento nel senso di una maggiore (e quasi esclusiva) appropriazione da parte egiziana in ogni momento della realizzazione del Programma, dalla selezione degli interventi al monitoraggio. Tale aspetto può essere meglio compreso analizzando e comparando alcuni degli aspetti procedurali sanciti nei tre Accordi. 16. L’Accordo relativo alle II fase del Programma prevede la creazione di un Fondo di Contropartita, sul quale è accreditato in valuta locale, secondo un calendario prestabilito, il corrispettivo delle rate del debito che il Governo egiziano avrebbe dovuto rimborsare all’Italia nel corso del quinquennio dal giugno 2007 al giugno 2012. Il Governo italiano riceve in cambio l’impegno del Governo egiziano ad utilizzare i fondi risultati dalla conversione del debito per finanziare progetti finalizzati a favorire lo sviluppo sociale ed economico sostenibile nel paese. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 37 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN TABELLA 7: - DIFFERENZE NELL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE NELLE TRE FASI: IL MANAGEMENT COMMITTEE PRIMA FASE SECONDA FASE TERZA FASE Management Committee Agreement, art. 4.1. A Management Committee will be established with the following tasks: Agreement, art 3.2: The Management Committee will have the following tasks: Agreement, art. 5.2: The Management Committee will have the following tasks: 1. to select projects to be financed in accordance with the present Agreement; -to monitor the implementation of the present Agreement; a) to monitor the implementation of the present Agreement; - to select projects to be to be financed in accordance with the present Agreement; b) to determine amounts to be transferred to the budget lines of relevant Ministries as in art. 3 according to the indicated repartition; 2. to monitor project implementation through field visits and evaluation of progress/financial reports; 3. to verify project achievements. Agreement, art. 4.2: The Management Committee shall include representatives of the Parties: on behalf of the Italian Government, H.E. the Ambassador of the Republic of Italy in Egypt, assisted by experts in the sectors of finance, agriculture, health, social development and environment; on behalf of the Egyptian Government, the Head of the European Co-operation Sector in the Ministry of International Co-operation assisted by the representatives of the Central Bank of Egypt and the Ministry of Finance, and the representatives of the other relevant Ministries and/or Organizations as the case may be. In the case of programs financed in connection with FAO, IFAD and WFP as per Art. 3.3., experts of such organizations will be invited to attend the meetings -to select appoint experts for technical assistance whenever needed; - to approve the Project Documents mentioned in Articles 5 and 6; - to verify and approve the amounts of funds to be transferred in biannual installments from the CFP to the Project Accounts according to the procedure described in Article 5; - to monitor project implementation; - to inform the Parties in technical/financial progress of projects; - to verify project achievements. Agreement, art. 3.1:: a Management Committee is established for the implementation of the Agreement and is composed of: on behalf of the Italian Government, H.E. the Ambassador of the Republic of Italy in Egypt or his representative, assisted by members of the Italian Embassy and of the Italian Cooperation Office; on behalf of the Egyptian Government, H. E. the Minister of International Cooperation of the Arab Republic of Egypt or his representative, assisted by representatives, of the Ministry of International Cooperation, of the Ministry of Finance, of the Ministry of Economic development, of the Central Bank of Egypt, and other relevant Ministries and/or organizations as the case may be. Representatives of U.N. organizations or NGOs or other institutions will be invited to attend the meetings whenever needed. Agreement, art 3.3: The Management Committee will meet every three months or whenever needed upon request of one of the Parties. Pag. 38 Novembre 2013 c) to approve the portfolio of projects to be financed through the relevant budget lines, including the resources coming from the CPF each year; d) to endorse the six-monthly and the Annual Progress reports mentioned in article 6, paragraph 4 and article7, paragraph 1; e) to endorse the selection procedures results from the technical assistance experts requested by the Ministry of international Cooperation, whenever needed; f) to verify projects achievements. Agreement, art 5.1: a Management Committee is established for the implementation of the Agreement and is composed of: - on behalf of the Italian Government, H.E. the Ambassador of the Republic of Italy in Egypt or his/her representative., assisted by members of the Italian MFA – Directorate General for Development Cooperation, of the Italian Embassy and of the Italian Cooperation Office; on behalf of the Egyptian Government.E. the Minister of Planning and International Cooperation of the Arab Republic of Egypt or his/her representative, assisted by members of the Ministry of Planning, of the Ministry of International Cooperation, of the Ministry of Finance, of the Ministry of Social Affairs and of other relevant line Ministries and/or organizations which may be invited to attend the meetings whenever needed. Agreement, art. 5.3: The Management Committee will meet every six months or whenever needed upon request of one of the Parties. Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 17. Per l’implementazione dell’accordo viene istituito il Management Committee (MC), organo di controllo e di indirizzo, il cui compito principale è quello di orientare e monitorare l’implementazione e i risultati raggiunti dai progetti. Il MC è composto da rappresentanti dei due governi: per l’Italia, l’Ambasciatore in Egitto, assistito da membri dell’Ambasciata e della Cooperazione italiana; per l’Egitto è prevista la partecipazione del Ministro per la Cooperazione Internazionale, insieme a rappresentanti dello stesso Ministero e di quelli delle Finanze e Sviluppo Economico, ed inoltre della Banca Centrale egiziana. A tale nucleo possono aggiungersi, a seconda dei casi, rappresentanti di altri Ministeri rilevanti, di Organizzazioni Internazionali e di altre organizzazioni. 18. Si possono individuare alcune differenze rispetto alle funzioni e alla composizione del MC nei tre Accordi: se nella II fase si assiste, rispetto alla prima, ad un ampliamento delle competenze del MC, queste vengono ridimensionate significativamente nel terzo Agreement, con l’importante esclusione della funzione di selezione dei progetti, in accordo con quanto stabilito all’art. 3.1 dove, come visto, scompare il riferimento all’identificazione congiunta degli interventi. 19. L’identificazione e la selezione degli interventi diviene così prerogativa esclusiva dei Ministeri egiziani competenti per le diverse linee di intervento, che la esercitano nel rispetto delle priorità espresse dall’Annual State Budget approvato dal Parlamento. È lecito immaginare che tutto ciò condurrà a una ridotta possibilità per la controparte italiana di orientare, seppure indirettamente, le scelte e le strategie egiziane, possibilità peraltro preclusa anche agli altri attori nazionali coinvolti nella definizione delle politiche, dato che il processo decisionale relativo alla selezione dei progetti da finanziare sul Programma di conversione rimane, anche in questa III fase, circoscritto all’esecutivo egiziano. TABELLA 8: DIFFERENZE NELL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE NELLE TRE FASI: IL SUPPORTO TECNICO PRIMA FASE SECONDA FASE TERZA FASE Technical Support Agreement, art. 4.1. A Management Committee will be established with the following tasks: […+ 2. to monitor project implementation through field visits and evaluation of progress/financial reports; Agreement, art 3.4: A Technical Support Unit shall assist the Management Committee in the performance of his tasks. The permanent staff of the Unit shall be composed of Italian experts (costs will be covered by the Italian Government) and Egyptian experts (costs will be covered by CPF) Agreement, art. 3.5: The experts of the Technical Support Unite shall also act as Management Committee Secretariat and will report directly to the management Committee. Agreement, art 3.1: f) Operational costs: up to 2% of the total funds shall be allocated to cover the costs of technical support and assistance borne by the Ministry of Planning and International Cooperation, as described in article 5 and 6. A detailed break-down of costs, including temporary experts’ contracts, will be provided yearly to the Management Committee. Agreement, art. 4.4: A maximum of four per cent(4%) of the funds deposited in the CPF shall be allocated to cover the costs of capacity building., technical assistance, staffing and functioning of the Technical Support Unit 20. L’analisi dei meccanismi previsti per il supporto tecnico permette di delineare ancora più chiaramente l’evoluzione della logica del Programma: ad una I fase caratterizzata un Agreement in cui non vi è una esplicita previsione di fondi destinati al tale scopo, si passa ad una II fase Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 39 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN caratterizzata dalla previsione di una Technical Support Unit(TSU). La TSU assiste il MC con uno staff permanente composto da esperti italiani ed egiziani, che attuano azioni di capacity building, assistenza tecnica, monitoraggio e assistenza ai progetti. I costi del funzionamento della TSU sono coperti dal CPF per un massimo del 4% dei fondi totali disponibili16.La III fase si caratterizza invece per la previsione di un 2% dei fondi totali da destinare al Ministero del Planning e della Cooperazione Internazionale per il supporto tecnico ai Ministeri implementatori, senza che a ciò si accompagni la previsione di un organo specifico a tale scopo. 21. Anche rispetto al monitoraggio e alla valutazione, l’Agreement della I fase non prevede alcun capitolo specifico,rimandando alla generica funzione di monitoraggio attribuita al MC, e accennando solo indirettamente alla valutazione quando assoggetta la firma di un eventuale nuovo accordo futuro ai positivi risultati di una valutazione della I fase del Programma. TABELLA 9: DIFFERENZE NELL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE NELLE TRE FASI: MONITORAGGIO E VALUTAZIONE PRIMA FASE SECONDA FASE TERZA FASE Monitoraggio e Valutazione Agreement, art. 5.3: In the light of the results of the evaluation of this agreement, a new agreement could be agreed upon with the view to continuing to promote bilateral cooperation and relieving Egyptian debt burden. Agreement art. 6: The Management Committee shall be responsible for project monitoring and evaluation. To this effect, all the projects financed should submit for approval the following documents to the Management Committee: a) six-monthly Project Progress Report (technical and financial) b) proposed next year Work Plan and relevant updated annual Financial Plan c)Final Report (upon conclusion of the project) d) Annual financial Auditing Report, upon request of the Management Committee. Agreement, art. 7.2: With regard to Monitoring, a six-monthly as well as an Annual Projects Progress Report ( technical and financial),related to project portfolios will be prepared in English language by the Ministry of Planning and International Cooperation on the basis of the information received from the line Ministries, to be submitted to the Management Committee for approval Agreement, art. 7.4: With regard to Midterm Review a joint Mid Term Review on the implementation of this Agreement will be carried out by the Management Committee after 36 months from its entry into force The Management Committee shall be responsible for keeping the Parties informed on technical and financial progress of approved projects, by providing at the end of every year an Annual Progress report *…+ A joint Mid Term Review Evaluation on the implementation of this Agreement will be carried out after 36 months from its entry into force *…+ 22. Da quanto riportato è possibile interpretare l'evoluzione del Programma che, ad una I fase caratterizzata da una minore enfasi sugli aspetti legati alla gestione del Programma e che si affida 16 I costi degli esperti italiani della TSU sono finanziati dalla Cooperazione italiana come componente a dono; i costi degli esperti egiziani, del personale amministrativo e i costi logistici sono finanziati dal CPF, fino a un tetto massimo del 4%. Gli esperti tecnici della TSU sono stati ridotti nella seconda fase del Programma al numero di due, un esperto italiano e uno 16 egiziano con la funzione rispettivamente di direttore e vice-direttore . Il posto di direttore italiano è stato vacante per un periodo di sei mesi nel 2010. Attualmente, l’Unità di Supporto Tecnico è composta da un esperto italiano in qualità di direttore del Programma, affiancato da uno staff egiziano: un vice direttore, tre analisti finanziari ed un assistente di programma junior. Pag. 40 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN in larghissima parte agli strumenti del negoziato bilaterale, ha visto subentrare una II fase maggiormente strutturata, con la previsione di un MC appoggiato da una TSU, e che presenta quindi un’architettura istituzionale più in linea con quella prevista dai programmi di conversione del debito concordati tra l’Italia e altri Paesi. 23. La III fase si caratterizza, invece, per una ridimensionata attenzione alla previsione di meccanismi di appoggio alla gestione congiunta del Programma, a favore di una maggiore ownership egiziana. Tale caratteristica procedurale è direttamente imputabile a cambiamenti nella logica stessa dell’intervento che, con la previsione di finanziamenti diretti alle linee di budget dei singoli Ministeri e con l’eliminazione dell’identificazione congiunta degli interventi da finanziare, si caratterizza per una sempre maggiore avvicinamento al sistema del budget support, senza tuttavia poter essere considerato (almeno alla luce dei documenti, percezioni e riscontri fattuali raccolti) il frutto di una valutazione rigorosa, basata su indicatori predisposti all'uopo e attività di monitoraggio, relativa ai miglioramenti della capacità di governance, della trasparenza e dei sistemi di accountability nei processi decisionali inclusivi delle politiche pubbliche. Secondo l'impostazione adottata dalla Commissione Europea17, infatti, il sostegno al bilancio (generale o settoriale) richiede, oltre a una politica e una strategia nazionali ben definite, un quadro macroeconomico orientato alla stabilità e un programma credibile e pertinente per migliorare la gestione delle finanze pubbliche, anche la presenza di criteri e indicatori di rendimento (spesso orientati ai risultati, con l'indicazione di benefici e rischi) nei settori prioritari, tenuto conto della difficoltà di valutare l'impatto del sostegno al bilancio sulla riduzione della povertà, in termini di attribuzione dei risultati che si sarebbero ottenuti utilizzando strumenti alternativi (logica controfattuale). TABELLA 10: DIFFERENZE NELL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE NELLE TRE FASI: GLI APPLICANT PRIMA FASE SECONDA FASE TERZA FASE Applicants Agreement, art. 3.2: Funds collected in the CPF may also be used to finance local costs of relevant projects and programs undertaken by Italian Development Co-operation. Agreement, art. 3.3: Project proposals may be presented by relevant U.N. organization such as FAO, IFAD and WFP Agreement, art. 4.4: The following institutions are entitled to apply for financing: Agreement, art.3.1: -all Egyptian public institutions; a) Food and nutrition: 45% of total funds to the Ministry of Supply and Internal Trade. - Egyptian and Italian NGOs, registered in Egypt through the Egyptian Minister of Social Solidarity; b)Education: 13% of total funds to the Ministry of Education and/or to the Ministry of Higher Education; United Nations Agencies/ International Organizations. c) Agriculture: 15% of total funds to the Ministry of Agriculture; d) Civil Society: 10% of total funds to finance Egyptian and Italian NGO’s projects to be selected by the Management Committee through a call for proposals procedure, in accordance with Egyptian law and regulations; e) Environment and Cultural Heritage: 155 of total funds to finance the Ministry of Environmental affairs and the Ministry of State for Antiquities Affairs 24. Proprio l’evoluzione prevista dall’Agreement della III fase sottolinea l’opportunità di soffermarsi, seppur brevemente, sulla convergenza delle due controparti rispetto agli obiettivi del quadro logico relativo alla II fase del Programma. In particolare questo interrogativo può essere posto 17 CE (2010), Il futuro del sostegno al bilancio dell'UE a favore dei Paesi Terzi, COM(2010) 586, Bruxelles, 19 ottobre. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 41 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN riguardo ad uno degli obiettivi impliciti individuati, ossia quello del rafforzamento delle capacità e delle competenze istituzionali di governance nell’ambito della programmazione delle politiche di lotta alla povertà. Il generale consenso egiziano rispetto alla previsione di una III fase maggiormente orientata verso caratteristiche tipiche del budget support18potrebbe suggerire una non piena condivisione di un obiettivo che prevede necessariamente la conduzione di un’attività in partenariato con la controparte italiana. Dalle discussioni avvenute con i membri della TSU a tale riguardo l’obiettivo del rafforzamento istituzionale risulta tuttora condiviso dalla controparte19, anche se minacciato nella sua realizzazione dalla mancanza di strumenti di coordinamento tra i singoli interventi componenti il Programma. È possibile tuttavia ipotizzare anche che il contesto in continuo mutamento abbia portato con sé, in seguito al turnover istituzionale, un cambiamento negli obiettivi dei referenti egiziani (non esplicitati documentalmente né emersi in forma netta in sede di interviste), a causa di due ordini di motivi: la difficile e fluida congiuntura politica e i problemi di efficienza riscontrati nella gestione dei progetti. 18 La quasi totalità dei referenti ministeriali egiziani intervistati (con la significativa esclusione del Ministero per la Cooperazione Internazionale) ha espresso un giudizio positivo nei confronti del meccanismo del budget support e di una adozione, da parte del Programma, di alcune caratteristiche ad esso riconducibili. 19 Colloqui con Valeria Mazzacane, Direttrice della TSU Pag. 42 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 6. Le principali evidenze dell'analisi generale 6.1 Una misurazione composita di tipo sintetico 1. I dati utilizzati in questo capitolo sono stati raccolti dal team di valutazione attraverso una rilevazione campionaria che ha coinvolto 80 interviste (interviste in profondità con somministrazione di un questionario strutturato che ha richiesto almeno 30 minuti) e 3 focus group, affiancati ad una consultazione di 171 documenti, numerosi siti web e database internazionali. 2. Per quanto riguarda direttamente la dimensione di Programma della fase oggetto di valutazione, e non quindi informazioni più di contesto macroeconomico, le fonti informative sono state 77 interviste delle 80 totali e 45 documenti dei 171 consultati. 3. Le interviste sono state rivolte in 28 casi a persone italiane, in 44 casi a egiziani e nei restanti 5 casi a persone di altra nazionalità. In realtà il totale delle interviste o questionari somministrati è un numero che non coincide con quello delle persone intervistate per due ragioni: da un lato, in alcuni casi, l'intervista è stata fatta a due persone (in rarissimi casi a tre) della stessa organizzazione, cosicché la somministrazione delle interviste e la corrispondente compilazione dei questionari ha coinvolto complessivamente un numero maggiore di persone. Dall'altro lato, vi sono persone che sono state intervistate più volte da diversi componenti del team di valutazione, trattandosi di referenti particolarmente rilevanti e informati, il che implica di fatto un'implicita ponderazione delle opinioni espresse, laddove si è deciso di mantenere separate le interviste. 4. Metodologicamente, questionari strutturati come quelli utilizzati e interviste semi-strutturate, per quanto combinabili all'interno di cosiddetti mixed methods, presentano differenze nei metodi di raccolta, analisi e interpretazione dei dati da non trascurare. A maggior ragione, una combinazione con l'analisi documentale come quella compiuta in questa valutazione, necessaria a fronte di limitate informazioni fattuali, di una natura "complessa" del Programma e dell' "instabilità" oltre che immaterialità della dimensione di particolare interesse (il rafforzamento delle capacità istituzionale di programmazione delle politiche di riduzione della povertà), si presta ad un esercizio di sintesi, ma con l'avvertenza che la consistenza statistica dei risultati - ovvero, la convergenza verso il dato parametro di interesse all'aumentare dell'informazione, ossia della numerosità delle fonti consultate - è debole. Comparare fonti ben diverse e con diversi gradi di variabilità al loro interno non è facile; la presenza di informazioni sensibili all'interno del questionario, la componente emotiva delle risposte, le aspettative di ruolo da parte dell'intervistatore, come i pregiudizi e i fraintendimenti di alcune domande (per quanto si sia fatto ricorso alla traduzione in arabo egiziano), il divario temporale tra le interviste e le fonti documentali (divario che anche solo di alcuni giorni, nel caso della situazione egiziana, può rappresentare un cambiamento significativo di contesto e aspettative) sono alcuni dei problemi da considerare. Al contempo, un eccesivo impegno in direzione di un maggiore allineamento tra le fonti informative rischierebbe di sottrarre troppe energie e far perdere la ricchezza della complementarità dei dati e delle informazioni raccolte. 5. Con questa avvertenza preliminare, si è ritenuto comunque utile in via di prima approssimazione definire e utilizzare il concetto di "Indice sintetico di valore" del Programma, rappresentato dal valore di un Indice composito di valore o ICV (laddove i fa riferimento al giudizio espresso dall'intervista i delle n totali), tanto più alto quanto più positivo è percepito il valore delle diverse dimensioni o criteri di valutazione adottati. Il valore assunto da questo "Indice d'impatto strategico", in base al giudizio espresso dalle persone non è, però, un dato ricavabile direttamente. 20. La domanda di fondo a cui l'analisi di valutazione ha cercato di rispondere è: "in termini di valutazione, quale giudizio complessivo si può dare al Programma?”. Si tratta di una domanda Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 43 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN implicita, non formulata direttamente nel questionario perché ambigua e perché la sua mancanza di chiarezza avrebbe impropriamente indotto gli intervistatori a cercare di specificare meglio la domanda. 21. Si è, dunque, costruito un indice sintetico (e composito) di valore in termini di otto criteri/dimensioni: i. La qualità della programmazione stessa, definita come logica, struttura e coerenza degli obiettivi della matrice del quadro logico del Programma che, in via di principio e in pratica, è una variabile rilevante ma latente, ovvero una variabile di valutazione che, per quanto concettualmente utile, non è osservabile direttamente nel Programma: quel che si può osservare direttamente, infatti, è solo il quadro logico dei progetti iscritti all'interno del Programma. L'assenza di una matrice del quadro logico del Programma esplicitamente formalizzata è un problema che, al di là della possibilità di ricostruirla ex post, evidenzia una carenza strutturale del Programma, ovvero l'assenza di cosiddetti "momenti chiave" o milestone (esclusa la data d’inizio e quella di fine del Programma, legati piuttosto a punti di svolta o al rilascio di specifici deliverables), sulla cui base poter effettuare delle procedure di controllo per verificare l'andamento del Programma stesso, come la Work Breakdown Structure adottata dalla Commissione Europea per la progettazione richiede. Una proxy, adottata per misurare una dimensione della qualità della programmazione, è nello specifico la sostenibilità del meccanismo istituzionale e dell'architettura gestionale ed organizzativa predisposta dal Programma (in sostanza, l'adeguatezza dello schema organizzativo rispetto agli obiettivi) e che, più di ogni altra cosa, riflette la visione di Programma. ii. La rilevanza o pertinenza, ovvero il grado di corrispondenza tra gli obiettivi e i problemi/bisogni identificati, con cui si misura quanto l’azione che si realizza sia basata su una corretta e più completa possibile rilevazione del bisogno, nonché, sulla base di questa rilevazione, quanto predisponga gli elementi strategici, metodologici e la disponibilità e l’utilizzo delle risorse per perseguire gli obiettivi che si propone. iii. L’efficienza, ovvero il modo con cui le diverse attività trasformano le risorse disponibili nei risultati desiderati in termini di qualità, quantità e tempi. Questo criterio approfondisce quanto le risorse allocate per i vari progetti siano risultate sia adeguate e ben proporzionate rispetto al possibile raggiungimento di determinati obiettivi, sia utilizzate al meglio per garantire una relazione bilanciata tra costi e benefici. iv. L’efficacia, ovvero il grado di raggiungimento degli obiettivi e dei risultati attesi del Programma. Si tratta di un criterio che, abbandonando la centralità dell'attuazione e spostandosi su quella dei risultati, implica la considerazione di un nesso causale tra i servizi erogati o l’azione realizzata e il fatto che ciò abbia determinato il raggiungimento (o meno) degli obiettivi, sulla base di un cambiamento di comportamento (iscrivibile al cambiamento di capacità o di opportunità) degli attori sociali considerati beneficiari del Programma. v. L’impatto, ovvero il grado di estensione dei benefici, conseguenti al raggiungimento degli obiettivi, dai beneficiari individuati al contesto di intervento nel suo complesso. Si tratta di un'estensione di benefici solitamente associata ad un diverso orizzonte temporale necessario perché questi effetti si realizzino (nel medio-lungo periodo), nel settore d’interesse o nella regione o nel paese nel suo complesso. Anche in questo caso, come già per l'efficacia, la logica causale del meccanismo o cosiddetta teoria del cambiamento di cui il Programma è portatore, deve essere esplicitata, vagliata e sottoposta a verifica, con la difficoltà aggiuntiva che occorre considerare le variabili complesse e la stessa arena sociale. L’assenza di dati fattuali e percezioni raccolti in modo standardizzato e sistematico impedisce purtroppo di rilevare in modo coerente e rigoroso i dati relativi Pag. 44 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN all’impatto del Programma e rende anche quelli eventualmente disponibili poco indicativi nella sostanza rispetto al reale impatto del Programma. In questo modo anche se si trattasse di un'esperienze positiva, si corre il rischio di non riuscire a capitalizzare e sistematizzare in modo adeguata l'iniziativa (si tratta di un problema molto serio che il Programma evidenzia, al pari della grande maggioranza dei progetti di cooperazione allo sviluppo). vi. La sostenibilità, ovvero la capacità del Programma di continuare a garantire il flusso di benefici anche oltre la tempistica della sua realizzazione programmata, con riferimento alle dimensioni economico-finanziaria, politico-istituzionale, socio-culturale, tecnologica e ambientale. Corre l'obbligo di segnalare come sia norma riscontrare, in sede di valutazione finale di iniziative di cooperazione allo sviluppo, una percezione diffusa e prevalente di bassa sostenibilità nel medio-lungo termine degli interventi realizzati, associata ad un'eccessiva dipendenza dalla disponibilità di risorse pubbliche e alla percezione diffusa di difficoltà e rischi per il futuro (che l'attuale crisi economica e finanziaria rende realistico ipotizzare anche con riferimento a questo Programma). vii. La coerenza del Programma rispetto alle iniziative condotte nell'ambito della politica italiana bilaterale di cooperazione allo sviluppo, delle strategie internazionali (in primis dell'Unione Europea) e della politica nazionale egiziana di sviluppo. In questo caso, si tratta di dare un'indicazione indiretta anche del principio di allineamento e armonizzazione (oltre che di appropriazione, gestione basata sui risultati e responsabilità comune) delle azioni di cooperazione alle priorità del governo partner sanciti dalla Dichiarazione di Parigi sull’efficacia dell’aiuto allo sviluppo. viii. Il miglioramento rispetto alla precedente fase I del Programma, che riflette la specificità dell'oggetto di valutazione: un Programma complesso e che si sviluppa in un arco temporale molto ampio, al punto che si suddivide la sua realizzazione in tre fasi e permette di poter configurare i punti di cesura (passaggio dalla prima alla seconda e dalla seconda alla terza fase) come i "momenti chiave" sopra ricordati. 22. Sulla base di questa specifica concettualizzazione che identifica 8 dimensioni che esprimono la multidimensionalità della valutazione o assegnazione di valore (latente), si definisce la base informazionale, cioè l’insieme di parametri considerati rilevanti approssimazioni per "catturare" la variabile ai fini dell’analisi teorica del problema di valutazione in questione. Ciò significa che l'indice ICVIè una funzione di 8 variabili determinanti, i cui valori, per l'intervistato (o il documento) i, sono Xik (dove k=1,...,8). 23. Attraverso le interviste e i documenti consultati si sono raccolti giudizi relativi alle 8 dimensioni espressi come variabili ordinali, su una scala di 5 livelli: da impatto negativo (-1) a molto positivo (+3), passando per "senza alcun effetto" (0), "poco positivo" (+1) e "abbastanza positivo" (+2). Il fatto che si tratti di variabili ordinali, cioè categorie reciprocamente esclusive ed esaustive classificate e definite in ordine gerarchico dalle percezioni soggettive degli intervistati, implica che i diversi livelli attribuiti alle differenti dimensioni che compongono lo spettro della valutazione sono implicitamente letti come un rimando ai valori della variabile latente ICVI associato ad alcuni valori soglia non definiti20. 20 In termini statistici, nei casi di una variabile ordinale è possibile stabilire, fra due casi, soltanto una relazione di maggiore o minore. Mentre è, dunque, possibile calcolare la mediana, non sono applicabili, in senso proprio, le medie e le misure che ne derivano (deviazione standard, correlazione, coefficiente di variazione, ecc.), che possono essere calcolate nel caso di variabili continue misurate su scala a intervalli e a rapporti. Allo stesso tempo, in presenza di una scala ordinale a 5 categorie, la distribuzione ha un campo di variazione necessariamente ristretto e la relativa omogeneità penalizza maggiormente la mediana (piuttosto che la media). Per questa ragione, in sede di analisi si è deciso di calcolare le medie e le misure che ne derivano, capaci di evidenziare la variabilità delle diverse distribuzioni delle risposte riconducibili a ciascuna dimensione di interesse, e di eseguire test di robustezza (confrontando sia la media con la mediana, sia i risultati Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 45 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 24. Detta in altri termini, l'ipotesi di base è che il livello percepito (dagli intervistati) o descritto (dai documenti) di valore del Programma possa essere considerato il risultato ultimo di una combinazione di determinanti, rappresentate dalle 8 dimensioni o criteri, qualificabili come fattori che concorrono a definire il livello di valore complessivo. 25. A complicare ulteriormente il quadro, alcune delle stesse dimensioni che permettono di approssimare l'indice latente ICVI sono variabili non associate, perché non associabili per loro natura, in modo univoco a domande del questionario o a paragrafi precisi di un documento. Ciò implica un ulteriore grado di approssimazione, attribuibile al giudizio affidato ai componenti del team di valutazione, che rende evidentemente ancora più lasco il legame tra giudizi (articolati) di valore e punteggio assegnato a fini di sintesi. 26. Inoltre, è importante chiarire che si è lavorato con due set di indicatori diversi: a. Indicatori progettuali (utili per la ricognizione fra gli attori dei progetti scelti come campione); b. Indicatori strategici (volti a misurare il valore a livello di Programma), la cui misurazione deriva dalla rielaborazione delle misurazioni effettuate mediante gli indicatori progettuali. 27. Sono state, pertanto, individuate domande valutative e indicatori progettuali capaci di ricostruire, dalla “materialità” dei progetti del Programma, le risposte alle dimensioni strategiche e immateriali del Programma stesso. Non si trattava, poi, di trasformare sic et simpliciter le dimensioni in domande da sottoporre ai rappresentanti delle strutture coinvolte nei singoli progetti, dal momento che per questi attori l’orizzonte di riferimento è dato dal progetto cui hanno preso parte. Per questa ragione, il passaggio dal piano del progetto a quello del Programma è stato effettuato selezionando e scremando le informazioni raccolte – mediante fonti amministrative, interviste e analisi testuale. 28. Dal quel che è stato detto sin qui emerge, con sufficiente chiarezza, come sia stato somministrato un questionario strutturato di natura complessa, che riflette la complessità del Programma e del disegno di valutazione. Il questionario, infatti, mira ad approfondire le otto dimensioni, nell'ipotesi peraltro che ci possano essere - e debbano quindi, essere oggetto di analisi interazioni multiple tra le stesse dimensioni e non semplicemente una loro sommatoria. 29. Per le dimensioni in oggetto si tratta poi di esplorare, ove possibile e attraverso specifiche domande di approfondimento: a. I meccanismi causali che possono contribuire a spiegare il cambiamento in corso; b. L’influenza esercitata dal contesto specifico di riferimento; c. Le possibili indicazioni, utili per adottare alcuni elementi riconducibili - seppure non in senso proprio - a principi propri della una logica controfattuale, ricavabili dalle stesse percezioni degli intervistati. 30. Infine, con il proposito di confrontare e misurare, per quanto possibile, la rappresentazione e il grado di corrispondenza tra i diversi piani della realtà, a fianco del piano delle percezioni soggettive e delle informazioni documentali (che sono la vera ossatura e fonte di informazioni raccolte in questo esercizio di valutazione), si sono cercati elementi e riscontri fattuali, che potessero aggiungere informazioni complementari utili a verificare la convergenza di risultato. accorpando la scala ordinale a 2 o 3 categorie rispetto a quella a 5 valori) che hanno confermato la validità dei risultati ottenuti. Pag. 46 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 6.2 La rappresentazione sintetica del fiore valutativo 31. In particolare, si è fatto ricorso ad una rappresentazione ideografica che sintetizza in modo intuitivo i giudizi valutativi espressi: si tratta dell’applicazione del “fiore valutativo” , con il pistillo centrale che può essere utilizzato per dar conto del cambiamento riscontrato nel tempo in relazione alle dimensioni (tra loro non collegate in modo rigido e predeterminato), una linea spezzata con i vertici che, quindi, possono rappresentare il valore degli indicatori, la lunghezza dei petali che misura la media aritmetica degli indicatori relativi alle varie dimensioni e la loro larghezza che misura l’eterogeneità (o dispersione) per ogni dimensione, la possibilità di una parziale sovrapposizione tra due o più petali, l’uso di linee per evidenziare legami e l’uso dei colori per aggiungere altre dimensioni rilevanti (in questo caso per segnalare il numero di informazioni valide raccolte). 32. Il lavoro di valutazione è consistito, a quel punto, nel tradurre l’idealtipo del fiore dello sviluppo con otto petali nel fiore effettivo risultante dall’analisi, con il numero di petali e il profilo degli stessi e delle altre componenti raffigurate frutto del “controllo” che sul terreno si è fatto, attraverso tecniche di analisi qualitativa e quantitativa volte a capire “quanto funziona e per chi”, “come funziona” e “quando funziona” il Programma FIGURA7: LA RAPPRESENTAZIONE SINTETICA DEI GIUDIZI DI VALORE ESPRESSI SUL PROGRAMMA 33. La rappresentazione grafica sintetica del fiore valutativo permette una visualizzazione immediata che restituisce la distribuzione dei giudizi degli intervistati sulle dimensioni di maggior successo del Programma in relazione alle sue dimensioni di valutazione. 34. Tre sono le principali indicazioni che possiamo ricavare dal fiore su indicato. 35. Anzitutto, l'"attendibilità" del punteggio ottenuto non è omogenea: le risposte date sono risultate più numerose in relazione alla dimensione della rilevanza/pertinenza (89 su 122 fonti disponibili a livello di Programma) piuttosto che ad altre (impatto e sostenibilità sono le due Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 47 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN dimensioni su cui si è riscontrata una minore capacità di fornire indicazioni valutative: in entrambi i casi si sono registrate 61 risposte). Statisticamente, ovviamente, è preferibile il caso col numero di risposte più alto, cioè dove il tasso di non risposta è più basso perché, a parità di altre condizioni, più è numerosa la percentuale di risposte ottenute più è piccolo l'errore campionario, anche perché i rischi di autoselezione, e quindi di errata rappresentazione della realtà, sono meno rilevanti. Le dimensioni affette dal problema di bassa numerosità delle risposte sono più esposte al problema di "attendibilità" ma, soprattutto, evidenziano una prevedibile bassa cultura valutativa per quel che attiene alla dimensione delle sostenibilità e dell'impatto. 36. Un secondo fattore di "attendibilità" della risposta è legato alla media aritmetica (o mediana) dei punteggi ottenuti per ogni dimensione, graficamente rappresentata dalla lunghezza del petalo. Più è lungo il petalo, più nella scala ordinale adottata per la misurazione il punteggio sale - cioè il giudizio espresso è favorevole circa il valore positivo del Programma - e meno significativo è un fattore che concorre a determinare l'errore di campionamento, perché è il risultato più ambiguo (nel caso, cioè, in cui si equivalga la proporzione di risposte con giudizi molto positivi rispetto a quella di risposte con giudizi molto negativi, il che tenderebbe ad abbassare la media) quello che fa pesare di più possibili errori di campionamento. Più è stretto, poi, il petalo, minore è la dispersione delle risposte attorno al valore medio - cioè più bassa è la deviazione standard - il che concorre a dare maggiore rappresentatività/attendibilità al risultato medio. Classificate in modo decrescente, le dimensioni su cui maggiormente i giudizi convergono in termini di più positivo giudizio di valore sul Programma sono: (1) rilevanza, (2) impatto, (3) efficacia, efficienza e coerenza, (6) miglioramento rispetto alla fase I, (7) sostenibilità dei risultati e sostenibilità del meccanismo (gli unici criteri che registrano un valore medio inferiore a 1). Occorre aggiungere come la rilevanza sia la dimensione che registra un ampio consenso circa un valore positivo (non raggiungendo la media del 2, equivalente a "molto positivo", e tantomeno la media del 3, corrispondente a "eccezionalmente positivo"), infatti il grado di dispersione attorno alla tendenza centrale - la larghezza del petalo - è abbastanza contenuta. 37. Complessivamente l'"Indice sintetico di valore" del Programma, rappresentato dal valore dell'Indice composito ICV, pari alla media geometrica21 del punteggio degli otto criteri valutativi considerati, è pari a 1,30 (CIOÈ, UN RISULTATO PIÙ VICINO A "POSITIVO" CHE A "MOLTO POSITIVO"). 38. È possibile procedere con un'analisi aggiuntiva, sempre di tipo descrittivo, che permetta di determinare la relazione esistente tra due o più delle otto dimensioni. In particolare, si utilizza il coefficiente di correlazione di Spearman, misura non parametrica idonea a calcolare la concordanza nel caso di variabili in scala ordinale22. 39. Complessivamente, per quanto riguarda il coefficiente di correlazione tra le varie dimensioni di interesse, la matrice di correlazione evidenzia una correlazione tendenzialmente sempre positiva, ma per lo più moderata (tra 0,25 e 0,49) e solo in pochi casi elevata (tra 0,5 e 0,71)23. Conforta in 21 La scelta di un indice come la media geometrica per la normalizzazione, anziché per esempio l'uso della media aritmetica, riflette la scelta di costruire un indice che premi il "bilanciamento" delle dimensioni: la sostituibilità o compensazione delle dimensioni (per cui, come puro esempio teorico, a fronte di un più alto valore attribuito alla rilevanza fa riscontro un valore molto basso attribuito all'efficienza) è penalizzata da questo indice, mentre un allineato andamento moderatamente positivo dei valori di tutte le dimensioni considerato è premiato. Tecnicamente, cioè, l'incremento marginale dell'indice composito è ridotto all'aumentare del valore di una dimensione, se questa non si accompagna a quella delle altre. A titolo comparato, l'indice sintetico costruito con la media aritmetica supera la soglia di 1,33. 22 Il coefficiente di Spearman è calcolato col fattore di correzione, in ragione della presenza di molte osservazioni (cioè, intervistati) che danno lo stesso giudizio relativamente ad una data dimensione. A conforto dei risultati, è stata riscontrata la convergenza dei valori del coefficiente di Spearman con quelli dell'operatore gamma e del coefficiente tau-b di Kendall (altre misure di concordanza a livello di scala ordinale). 23 Peraltro, i risultati sono significativi ad una probabilità che, a volte, non è alta (minore del 10%). Ciò deve essere considerato un elemento di puro orientamento che suggerisce particolare cautela nell'interpretazione dei dati. Se si aggiunge il fatto che la numerosità dei giudizi relativi alle singole dimensioni non è particolarmente elevata e, al contempo, Pag. 48 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN particolare il fatto che la correlazione tra le dimensioni sia elevata nei casi in cui ci aspettiamo tale risultato (tra efficacia ed impatto anzitutto, ma è elevata anche tra impatto ed efficienza). 40. Si segnala, all'opposto, come molto moderata la correlazione della rilevanza con qualsiasi altra dimensione (non si supera mai la soglia di 0,49), il che si collega alla particolarità di questa dimensione: è quella che ha ottenuto il giudizio più positivo (in termini di scala) e convinto (in termini di numerosità delle risposte, con una dispersione relativamente contenuta, come indicato dal valore del coefficiente di variazione, o CV, pari a 0,54, il più basso - anche se non particolarmente basso in assoluto - riscontrato tra le otto dimensioni, che altrimenti registrano valori del coefficiente oscillante tra 0,65 e 0,97). TABELLA11:LA MATRICE DELLE CORRELAZIONI TRA I GIUDIZI RELATIVI ALLE DIVERSE DIMENSIONI VALUTATIVE DEL PROGRAMMA Coherence Relevance Efficiency Effectiveness Impact Sustainability Improvement over Phase I Coherence 1 Relevance 0,53709 1 1 Efficiency 0,28775 8 0,43561 7 1 Effectiveness 0,19140 1 0,42117 0,71435 5 1 Impact 0,36806 5 0,49113 3 0,49828 1 0,70731 1 Sustainability 0,30946 3 0,28506 7 0,47725 1 0,538131 0,579035 1 Improvement over Phase I 0,28471 4 0,33281 3 0,27940 2 0,364242 0,448381 0,447971 1 Mechanism's sustainability 0,21049 9 0,18388 3 0,53702 5 0,427584 0,287204 0,688024 0,346097 Mechanism's sustainability 1 41. I valori positivi ma non particolarmente elevati presenti nella matrice di correlazione possono essere interpretati, oltre che come riprova del fatto che abbiano una particolare influenza determinanti varie che agiscono separatamente sulle dimensioni considerate, come dimostrazione che le fonti informative non si siano mai limitate ad utilizzare lo stesso giudizio per le varie dimensioni, ma hanno cercato di sintonizzarsi con la logica del disegno di valutazione proposto. il campo di variazione dei giudizi su scala ordinale è limitato (da -1 a +3), sul piano statistico la "potenza" di queste analisi non è molto elevata. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 49 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 7. La rilevanza, il coordinamento, la complementarietà e la coerenza del Programma 1. L’attuale contesto economico, politico e sociale dell’Egitto è caratterizzato da numerose incertezze. La difficile situazione economica che il paese sta attraversando (debito estero e debito interno crescenti, alti livelli di disoccupazione soprattutto giovanile, caduta libera degli investimenti diretti esteri, contrazione del reddito derivante da esportazioni e da attività turistiche) rende sempre più difficile l’auspicata normalizzazione politica e istituzionale, che a sua volta è precondizione necessaria al fine di elaborare una strategia nazionale condivisa che possa contribuire efficacemente alla ripresa dell’economia. 2. L’economia egiziana è ancora interessata da una grave recessione e il governo in carica deve affrontare numerose sfide: ripristinare la crescita, il mercato e la fiducia degli investitori. L’incertezza diffusa a livello politico e istituzionale, unita a una generale percezione di crescente insicurezza e ai disordini sporadici, continuano a influenzare negativamente l’andamento dell’economia; alla caduta libera del tasso di crescita reale del PIL e degli investimenti interni ed esteri si accompagna il significativo aumento della disoccupazione, che si attestava al 13 per cento a fine dicembre 2012, con 3,5 milioni di persone senza lavoro, e con picchi particolarmente preoccupanti tra i giovani. Le riserve valutarie hanno continuato a scendere e ora sono sufficienti a garantire meno di 3 mesi di importazioni24. 3. In una tale situazione, il governo dovrà affrontare la sfida di conciliare l'esigenza di una migliore spesa pubblica con l'obiettivo di ridurre il deficit, che è salito all’11 per cento del PIL nel periodo 2011/2012. È centrale a tale proposito la questione degli stipendi per il settore pubblico e dei sussidi, che rappresentano più della metà della spesa pubblica totale. 7.1 La rilevanza DOMANDE VALUTATIVE: Se, quanto e come gli obiettivi generali e specifici del programma di conversione tengono conto del contesto e dei problemi di sviluppo e povertà in Egitto? Il Programma di conversione è percepito come utile dai beneficiari e dalle istituzioni egiziane? 4. Per poter analizzare quanto il Programma tenga conto delle problematiche legate a sviluppo e povertà nel paese, è importante condurre un’analisi della rilevanza o pertinenza dell’intervento che si strutturi su quattro livelli. 5. Il primo livello è rappresentato dalla rilevanza rispetto alla programmazione nazionale strategica, desumibile soprattutto dall’analisi del piano “narrativo” della realtà, ovvero quello del discorso politico e della produzione documentale orientata politicamente, quale ad esempio il Piano Quinquennale egiziano. 6. Il secondo livello da tenere in considerazione è quello della rilevanza dell’intervento rispetto alla sua aderenza o meno alle oggettive problematiche di povertà presenti nel paese, e quindi con un focus maggiore sul livello “fattuale” della realtà (ovvero sull’analisi di dati quantitativi e statistici, desumibili nel nostro caso dai rapporti e dai country paper elaborati da istituzioni egiziane e internazionali operanti nel paese), con lo scopo di valutare altresì l’allineamento dell’intervento alle raccomandazioni espresse dai donor e dalla comunità internazionale, ovvero la rilevanza del Programma non solo rispetto alla programmazione nazionale, ma anche rispetto 24 WB’s Egypt Overview, aprile 2013 Pag. 50 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN ad altre analisi della situazione, ed alla conseguente individuazione di priorità da parte di altri importanti attori che operano nel paese. 7. Il terzo livello di rilevanza è quello dell’aderenza del Programma alle priorità espresse dai Ministeri e dalle altre istituzioni applicant dei diversi progetti. Tale aspetto è particolarmente interessante vista la condizione attuale del paese, in cui la situazione istituzionale fluida e i continui turnover non hanno ancora permesso la definizione di una nuova strategia e una nuova pianificazione nazionale. Nel contesto post-rivoluzione la programmazione quinquennale 20072012 non ha più rappresentato un punto di riferimento, allo stesso tempo è venuta a mancare la definizione di un nuovo quadro strategico per orientare l’operato delle istituzioni negli ultimi due anni. 8. Il quarto livello è infine quello della rilevanza rispetto alle priorità individuate dalla rete istituzionale coinvolta nell’implementazione dei progetti e dai beneficiari diretti. Evidentemente, si tratta in questo caso di un’analisi a livello dei singoli interventi, da cui è possibile tuttavia trarre alcune indicazioni interessanti da estendere all’intero Programma. 9. L’analisi del Sesto Piano quinquennale (2007-2012) evidenzia l’importanza attribuita allo sviluppo delle esportazioni guidato soprattutto da avanzamenti nei settori di punta dell’economia nazionale, allo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, alla creazione di impiego in particolar modo per i giovani, e alla necessità di intensificare gli sforzi per la riduzione della povertà, specialmente nelle aree più svantaggiate dell’Alto Egitto. Capisaldi della pianificazione sono l’intensificazione degli investimenti in infrastrutture, la diversificazione delle strutture produttive, la crescita dei settori energetico, turistico, agricolo e di quello legato alla diffusione delle ICT. 10. Il framework concettuale del Piano è basato sull’individuazione della crescita della competitività internazionale e del miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini quali basi per lo sviluppo del paese, da perseguirsi tramite l’imprescindibile partecipazione della comunità e in particolare del settore privato. Le azioni devono essere portate avanti tenendo presenti i principi della sostenibilità sociale ed ambientale, insieme alla necessità di operare riforme politiche per raggiungere la stabilità sociale e un clima favorevole agli investimenti. In una tale ottica, il Piano era solo uno dei pilastri della strategia nazionale a lungo termine, insieme ad altri tre strumenti: The Presidential Election Program, The Third Millennium Goals for Human Development, the New Social Contract25. Rispetto al tema della riduzione della povertà, gli sforzi si sono concentrati soprattutto sull’Alto Egitto, con la previsione di investimenti in acqua potabile e diffusione dei servizi igienico-sanitari, e azioni mirate per favorire il generale miglioramento degli indicatori di sviluppo umano e sociale nell’area. 11. Da questa analisi sommaria della programmazione nazionale si nota l’aderenza del Programma di Conversione del Debito alle priorità espresse dal Piano. Infatti le aree tematiche su cui si è concentrata l’azione (riportate nelle delle Linee Guida programmatiche esplicitate nella Dichiarazione Congiunta sottoscritta il 12 maggio 2009) sono state chiaramente individuate tenendo conto delle priorità espresse nel sesto Piano Quinquennale egiziano, come del resto esplicitamente specificato nel documento stesso. Gli obiettivi perseguiti (riduzione del peso del debito, promozione dello sviluppo economico e riduzione della povertà, trasferimento di competenze) sono in linea con la pianificazione nazionale. 12. La rilevanza del Programma rispetto alla programmazione egiziana 2007-2012 è stata assicurata dall’ownership e dalla negoziazione che ha caratterizzato ogni fase del meccanismo di identificazione degli obiettivi e delle aree tematiche prioritarie e dei singoli progetti. In aderenza a tale strategia di sviluppo, il Programma di Conversione del Debito ha inteso sostenere la modernizzazione dei settori industriali a maggiore impatto sociale, quali il tessile, 25 Sixth Five-Year Plan (2007/08 – 2011/12), Capitolo 3, p.57 e ss. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 51 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN l’abbigliamento, la pelle, il legno, il marmo, la plastica, i macchinari, l’arredamento, la ceramica, l’artigianato, l’agro-industriale ed altri settori chiave, cercando allo stesso tempo di sfruttare il potenziale derivante da un uso più efficace delle risorse umane e naturali, al fine di ridurre i costi umano ed ambientale della crescita economica. I progetti selezionati propongono nella maggior parte dei casi una estesa attività di capacity building, accompagnata da una attenzione al settore privato mirante a provvedere un migliore accesso ai mercati di esportazione. 13. Tuttavia, la coerenza del Programma rispetto alle priorità espresse dalla pianificazione nazionale non può essere considerata elemento sufficiente ad assicurare l’effettiva rilevanza dell’intervento rispetto alle problematiche di sviluppo e povertà vissute dal Paese, soprattutto a seguito degli eventi legati alla “Primavera araba” e alla conseguente obsolescenza della pianificazione in atto, e della peggiorata situazione socio economica del Paese. Può essere di conseguenza utile l’analisi di alcuni dei documenti-paese elaborati dai principali donor e attori internazionali ivi operanti, relativi alla situazione precedente e successiva agli eventi del 2011, per comprendere l’evoluzione delle dinamiche di povertà nel Paese e la rilevanza del Programma rispetto alla situazione iniziale e a quella attuale. 14. La tabella 11 riporta, senza alcuna pretesa di esaustività, le indicazioni prioritarie emerse da alcune delle analisi-paese condotte da Gruppo Banca Mondiale, Sistema Nazioni Unite e Unione Europea sull’Egitto, in riferimento al periodo immediatamente precedente o successivo alla firma dell’Agreement e alla Dichiarazione Congiunta che hanno dato il via alla II fase del Programma di Conversione del Debito. In alcuni casi è possibile trovare, all’interno di questi documenti, dei riferimenti specifici alla programmazione nazionale egiziana; in altri, è possibile dedurre l’aderenza o meno della programmazione stessa alla visione proposta da ognuna di queste organizzazioni grazie ad una analisi dei temi e delle azioni prioritarie individuate. 15. Se la Banca Mondiale e la Banca Africana di Sviluppo citano direttamente il Piano Quinquennale, sottolineandone l’aderenza e la rilevanza rispetto ai bisogni del Paese, Unione Europea e UNDP propongono, tra le aree prioritarie di intervento, una serie di temi direttamente rintracciabili non solo nei documenti di programmazione egiziani, ma nella stessa Dichiarazione Congiunta che stabilisce le aree di intervento della II fase del Programma di Conversione, con particolare riferimento alla “Social Dimension” (salute, educazione, accesso ai servizi di base, creazione di impiego). 16. In particolare, il Programma si focalizza sull’azione mirata ad intervenire su tre aspetti chiave dello sviluppo nazionale, già identificati nell’ambito dell’UNCountry Common Assessment del 2005:governance, ambiente e povertà. La sua rilevanza rispetto non solo alla programmazione egiziana, ma anche alle analisi condotte da donor e Organizzazioni Internazionali ha assicurato al Programma una maggiore capacità di rispondere e confrontarsi con le sfide reali della povertà e dello sviluppo nel Paese. TABELLA 12:EGITTO, ANALISI-PAESE PERIODO 2007-2011 WB/IBRD COUNTRY ASSISTANCE STRATEGY FOR THE ARAB REPUBLIC OF EGYPT FOR THE PERIOD FY06-FY09 Pag. 52 There is a broad overlap between the thinking of the GOE and that of the Bank Group with regard to Egypt’s key development challenges and reform agenda. The Bank Group proposes to help the GOE achieve its goals by aligning its support over the next four years (FY06-09) to three key strategic objectives, namely, facilitating private sector development, enhancing the provision of public services, and promoting equity (p.iii) Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN AFRICAN DEVELOPMENT BANK ARAB REPUBLIC OF EGYPT2007-2011 COUNTRY STRATEGY PAPER EU COUNTRY STRATEGY PAPER 2007-2013 EGYPT HUMAN DEVELOPMENT REPORT 2005 Choosing our Future: Towards a New Social Contract UN Common Country Assessment 2005 Embracing the Spirit of the Millennium Declaration The Government’s agenda as articulated in its Fifth Five-Year Plan and the long-term perspective plan is both comprehensive and relevant to the development needs of Egypt. Substantial progress in implementation of the agenda was achieved since July 2004 in terms of implementation of the much-needed economic and institutional reforms (p.22) The emphasis on the private sector as the main engine of growth in the economy is a correct one, but Government needs to ensure that all major impediments to successful private sector-led growth are removed. This would entail modernization of the public service and removal of bureaucratic impediments to trade, investment and growth(p.22) According to this document, empirical analysis of poverty trends and characteristics in Egypt suggests that three sets of factors are critical for the poor: income-earning opportunities, education and social safety nets (p.6) An appropriate anti-poverty strategy should be based on macroeconomic and structural policies that promote sustained economic growth. *…+ The MDG Reports note that the Egyptian Government has continued to pay attention to critical areas of development, such as health, education, access to water and sanitation, and improving the livelihoods of the most deprived segments of the population. However, the pace of progress varies between goals: fast and sustained in some areas (child and maternal mortality, water and sanitation), acceptable in others (education and poverty reduction), while somewhat slow in the rest (empowerment of women and protection of the environment) (p.7) TheEHDR in Chapter Four proposes four specific deliverables that can make operational the principles and processes suggested by the framework of the new social contract. These are: 1. quality education for all; 2. health insurance for all; 3. a targeted social insurance program; and 4. an integrated package of income transfers and service access for families in extreme poverty(P.3) The emphasis throughout the report is on promoting pro-poor initiatives *…+ The vision pays special attention to the environment, land use and the provision of quality public utilities (p.4) The strategy is fivefold: 1. achieving the MDGs education targets plus eradication of illiteracy *…] 2. Accelerate the decline in fertility *…+ 3. *…+ 5 employment creation by investing in three major areas of private sector activity: export oriented manufacturing, SMEs in the traditional goods and tradable services (urban and rural), formal high-tech services including information, finance, transport, tourism and personal services; 4. Redraw the map of Egypt so as to transfer the poles of development, urbanization, agriculture, industry and tourism to the periphery of rural Egypt, especially in Upper Egypt. safe drinking water and sanitation (p.7-8) CCA theme groups: Governance, Environment, Poverty In this vein the report concludes that Egypt continues to suffer from the three principal human development deficits identified by the 2002 Arab Human Development Report (AHDR), namely in knowledge, freedom and the empowerment of women. The main message which emerges is that the state needs to strengthen its capacities to build the human capabilities of all citizens in an equitable way, so as to ensure that all Egyptians can realize their full potential and benefit from the expansion of choices in their lives (P.8) The important point which emerges from this discourse is that policies aimed at ensuring a more equitable distribution (and in some cases straightforward re-distribution) of wealth may enhance economic efficiency and growth. The emphasis on wealth distribution returns the discussion and attention for public policy to the issue of investments for human capital addressing education, public service delivery and improved physical infrastructure(P.18) 17. Se gli obiettivi generali e specifici del Programma di Conversione del Debito tengono conto in misura elevata delle problematiche legate allo sviluppo e alle povertà declinate all’interno del contesto specifico di riferimento, è anche grazie al processo negoziale che accompagna ogni fase del meccanismo di identificazione e implementazione dell’Accordo. Tale processo infatti permette in qualche modo la ricezione, al proprio interno, anche di istanze e di orientamenti proposti da attori non istituzionali operanti in Egitto, favorendo inoltre la partecipazione di molte di queste Organizzazioni Internazionali alla fase operativa, consistente nella presentazione e in seguito implementazione dei singoli progetti finanziati. 18. In tal senso, il Programma agisce da catalizzatore, facilitando da una parte ulteriori e complementari interventi della Cooperazione italiana (vedi oltre), dall’altra canalizzando l’interesse da parte di altri donor e favorendo l’allocazione di risorse da parte del Governo egiziano. Il Programma mostra quindi di essere un utile strumento di coordinamento con le azioni portate avanti nel Paese dallo Organizzazioni Internazionali e dalle Cooperazioni degli altri paesi, Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 53 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN in osservanza dei principio dell’efficacia degli aiuti e dell’agenda di Parigi (ownership, cioè i paesi partner esercitano una leadership efficace riguardo le loro politiche di sviluppo, strategie e azioni di sviluppo co-ordinate, ma anche allineamento, ovvero i donatori offrono il loro sostegno allo sviluppo delle strategie nazionali dei paesi partner). 19. Tuttavia, la situazione attuale del Paese è ben diversa da quella fotografata dal Piano Quinquennale e dalle analisi-paese fin qui valutate, in considerazione non solo degli anni trascorsi, ma anche e soprattutto dagli avvenimenti verificatisi a partire dal 2011. La “Primavera egiziana” e il successivo conseguente periodo di instabilità pongono una prima questione sulla rilevanza della II fase del Programma di Conversione del Debito, sia rispetto alla priorità espresse dalla programmazione nazionale, sia rispetto alle caratteristiche della povertà nel paese e alle azioni da intraprendere al fine di operare per la sua riduzione. Visti i profondi cambiamenti che hanno attraversato la società egiziana negli ultimi anni, la programmazione nazionale orientata dal sesto Piano quinquennale e conclusasi formalmente alla fine del 2012, non può essere considerata indicativa a partire dall’inizio del 2011. 20. Questa situazione pone la necessità di ripensare la rilevanza dell’intervento alla luce della nuova situazione del Paese e rispetto alle nuove strategie faticosamente in corso di elaborazione, soprattutto in considerazione del fatto che molti degli progetti finanziati sono tuttora in corso, che alcuni sono stati approvati ma non ancora implementati, mentre tre di essi sono ancora in fase di formulazione. 21. In seguito alla "Primavera", il governo ad interim ha cercato di confrontarsi con alcune delle questioni sociali maggiormente pressanti, mantenendo i “pilastri dello sviluppo” e gli obiettivi economici a medio termine già esistenti, anche se con un accento più forte su inclusione sociale e crescita equa. Nel marzo 2012 il Governo ha proposto il Piano Nazionale per le Misure Prioritarie Economiche e Sociali, della durata di 18 mesi26, anch’esso caratterizzato dalla sostanziale accettazione dell’agenda proposta dal piano quinquennale e dagli altri pilastri della strategia a lungo termine fino al 2022. Unici segni distintivi sono il forte accento sul "nuovo contratto sociale", con una maggiore attenzione a protezione sociale, istruzione, servizi sanitari e crescita inclusiva quali obiettivi finali delle azioni proposte. 22. Il Piano è accompagnato da una Operational Policy Matrix che propone misure per migliorare la trasparenza e l’accesso alle informazioni, supportare il dialogo politico e la partecipazione della società civile, portare avanti politiche destinate ai poveri e ai disoccupati, agendo allo stesso tempo sulle debolezze strutturali del Paese, razionalizzando la spesa pubblica, riformando il sistema fiscale e creando un clima favorevole agli investimenti. 23. La tabella 12 riporta, senza pretesa di esaustività, le indicazioni prioritarie emerse da alcune delle analisi-paese più recenti. Questa sommaria comparazione permette di evidenziare la maggiore importanza attribuita, rispetto al periodo pre-rivoluzione, al riequilibrio del quadro macroeconomico del Paese e a favorire gli investimenti, operando allo stesso tempo con azioni puntuali mirate per la lotta a povertà, esclusione sociale e disoccupazione. TABELLA 13: EGITTO, ANALISI-PAESE PERIODO 2012-2013 WB/IBRD INTERIM STRATEGY NOTE FOR THE ARAB REPUBLIC OF EGYPT May 31, 2012 26 Three main areas of engagement: Helping to maintain macro-economic stability through control of the fiscal deficit; Initiating steps to improve the environment for private sectorled growth and employment creation; and Initiating steps to improve access to social services.(p.2) In the next 18 months, the Bank Group's interim strategy will focus on supporting the Egyptian authorities to meet these challenges, which include: (i) economic management; (ii) job creation, including through private sector development by restoring both domestic and foreign investor confidence in the short-term; and (iii) broader inclusion in access to quality African Development Bank – Egypt 2012-2013 Interim Strategy Paper, pp.10-11. Pag. 54 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN UE ENP Country Progress Report 2012 – Egypt AFRICAN DEVELOPMENT BANK EGYPT 2012-2013 INTERIM STRATEGY PAPER infrastructure and social services and greater voice and participation in Government programs.(p7) In the medium-term, more fundamental institutional changes are needed in all of these areas to ensure their sustainability. These include in particular reducing energy and infrastructure bottlenecks, reducing gender disparities, improving the governance of state enterprises and private sector companies, developing financial infrastructure to facilitate a well-functioning financial sector and increase private sector efficiency, supporting investment climate reforms, and improving the effectiveness and efficiency of the educational, health and social protection systems. Bank Group support for these will be articulated in a full Country Partnership Strategy covering a three to four year period through FY17. On the basis of this year’s report and to sustain implementation of the ENP Action Plan in 2013, Egypt is invited to: Ensure an inclusive dialogue with all political parties and other actors including religious leaders *…+ Organise within the set timetable fair and transparent parliamentary elections with the participation of foreign election observation missions Completely halt the use of military courts to judge civilians; Create conditions conducive to an active and independent NGO community and adopt NGO legislation in line with international standards; Pay particular attention to the protection of women’s rights and gender equality;Implement the Economic Reform Programme that ensures macroeconomic stability and strengthens public finance management in line with international standards; Ensure and implement social safety net systems to protect the most vulnerable from the impact of commodities subsidy reductions; Engage in the Deep and Comprehensive Free Trade Area (DCFTA) preparatory process in line with the EU-Egypt task force conclusions , Sign and ratify the regional Convention on pan-Euro-Mediterranean preferential rules of origin. The key pre-revolution challenges remain: Governance and cost of bureaucracy, Extent of innovation and sophistication, Tax collection - despite improvements- remain an issue, Education and basic public services delivery needs improvement; Poverty, regional disparities and youth unemployment. New challenges have emerged since the beginning of the revolution. Worsening macro-risks The Bank’s intervention strategy in Egypt during the period 2012-2013 would be based on primarily pursuing macroeconomic stabilization to support the recovery and secondly promoting inclusive growth to reduce poverty , Improve Job Creation ; Improved Effectiveness and delivery of basic services 24. Dall’analisi della programmazione nazionale e delle analisi–paese successive alla "Primavera" emerge quindi uno scenario di priorità anche in questo caso largamente sovrapponibili a quelle rintracciabili nell’Agreement e nella Dichiarazione congiunta. Alla necessità di garantire lo sviluppo di settori produttivi destinati all’esportazione si aggiunge e quasi si sostituisce tuttavia l’urgenza del riequilibrio della situazione macroeconomica interna, con una parallela rinnovata attenzione a contemporanee azioni di mitigazioni degli effetti della recessione sui gruppi maggiormente vulnerabili. Rimane molto alta l’attenzione rispetto ai temi dello sviluppo delle risorse umane e dell’istruzione e formazione, con lo scopo di ridurre il tasso di disoccupazione soprattutto giovanile, mentre la tutela ambientale sembra diventare un elemento di secondo piano nella definizione del framework di breve periodo, caratterizzato dalla dimensione emergenziale giustificata dalla situazione socio economica del Paese. 25. Come già accennato, molti dei progetti finanziati dal Programma sono frutto di Implementing Agreement firmati in un periodo successivo al turnover politico; in una tale situazione (identificazione e formulazione prima della Primavera, avvio delle attività dopo la rivoluzione), è possibile che per alcuni dei progetti approvati la rilevanza (sia rispetto alla programmazione nazionale, sia rispetto agli orientamenti strategici dei singoli Ministeri coinvolti) abbia subito un ridimensionamento, anche a causa degli avvicendamenti che hanno interessato le sfere dirigenziali. 26. Tale presunto gap tra la coerenza degli interventi rispetto ai documenti di programmazione nazionale 2007-2012 e la loro effettiva rilevanza rispetto alle nuove priorità dei Ministeri e alla loro programmazione (soprattutto vista la situazione di fluidità istituzionale), potrebbe essere Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 55 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN un fattore in grado di spiegare in parte i numerosi ritardi sperimentati dai progetti nella fase di start up. Si tratta in questo caso di considerazioni supportate esclusivamente dalle discussioni avute con i membri della TSU, poiché non è stato possibile ottenere nel corso della missione del team di valutazione alcun documento di programmazione nazionale interna relativo ai Ministeri e alle altre istituzioni statali coinvolte nell’intervento. 27. È il caso ad esempio del progetto “Green Trade Initiative”, non ancora avviato a causa di ritardi nell’iscrizione in bilancio e poi nell’erogazione dei fondi all’UNIDO da parte del Ministero dell’Industria e del Commercio Estero, ritardi verosimilmente determinati anche da avvenuti cambiamenti di orientamento strategico, che potrebbero aver interessato sia un ripensamento del ruolo delle Organizzazioni Internazionali sia l’attenzione prioritaria riservata precedentemente al mercato per l’esportazione. 28. Un'altra iniziativa da esaminare in una tale prospettiva è quella del progetto relativo alla creazione di un panificio meccanizzato nel governatorato di Qualyoubia, che emergeva quale priorità al punto di essere, ancora nel settembre 2012, oggetto di una specifica Dichiarazione Congiunta27 firmata dai due Ministri degli Esteri Giulio Terzi e Kamel Amr in occasione della visita a Roma del Primo Ministro Morsi e ora abbandonata in quanto non più rispondente alle priorità strategiche del Ministero del Commercio Interno e dell’Approvvigionamento. 29. E’ tuttavia importante segnalare che, considerando i singoli progetti analizzati, la rilevanza degli interventi è molto alta anche se si prendono in considerazione le percezioni dei beneficiari e degli attori coinvolti a vario titolo nelle attività (come emerge dall’analisi dei risultati emersi da interviste a livello di programma e progetti e dai focus group). 30. La mutata situazione politica ha, d’altro canto, favorito l’acquisizione di una sempre maggiore rilevanza agli occhi delle istituzioni e rispetto ai reali problemi che il paese sta affrontando, se si guarda ad altri progetti. Forse l’esperienza maggiormente significativa a tale proposito è quella del Social Contract Center: l’intervento, realizzato con UNDP e l'Information Decision Support Centre presso il Gabinetto del Primo Ministro assume una valenza particolare in virtù dell'attuale situazione del paese, poiché mira alla promozione di attività a sostegno del "National Dialogue" su una nuova forma di stato e di governo, processo democratico, riforma costituzionale, legge elettorale, lotta alla corruzione e alla povertà. 7.2 Il grado di coordinamento, la complementarietà e la coerenza DOMANDA VALUTATIVA: Qual è il grado di coordinamento, complementarietà e coerenza tra gli obiettivi del Programma di conversione e quelli delle politiche della DGCS e le priorità del Governo egiziano? 31. Il grado di coordinamento e complementarità tra Il Programma di Conversione del Debito e le altre politiche e azioni della cooperazione italiana è abbastanza alto. In effetti, tra i criteri di selezione dei progetti emersi nel corso delle interviste figura non solo l’area tematica, ma anche la continuazione di progetti esistenti e la complementarità con la cooperazione bilaterale28. La Cooperazione italiana aveva ed ha altre iniziative in corso nel Paese, alcune delle quali sono state in qualche modo “legate” al Programma, lavorando in parallelo o all’interno di esso29. 27 Joint Declaration Between the Government fothew Italian Republic and the Government of the Arab Republic of Egypt on Launching the Construction of New Industrial Bakeries, Roma, 13 settembre 2012. 28 Intervista a Nadia Fathalla, Ministero della Cooperazione Internazionale, 12/05/2013. 29 Intervista alla dott.ssa Ginevra letizia e al dott.Nino Merola, 14/03/2013; intervista al dott. Marcello Giordani, 22/04/2013. Pag. 56 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 32. Dall’analisi del memorandum d’intesa per un nuovo partenariato 2010-201230 e delle Dichiarazioni firmate nel settembre 201231 a latere dell’incontro Morsi-Monti è possibile evidenziare un continuum tematico, coniniziative in corso o previste, operanti negli stessi settori d’intervento individuati dal Programma. 33. In seguito alla definizione di un nuovo Accordo quadro di Cooperazione tra i due paesi32, è stato infatti redatto e siglato un Memorandum d’Intesa, comprendente anche una lista indicativa degli interventi proposti e finanziati a dono. Le aree tematiche dei progetti individuati coincidono largamente con quelle enunciate nella dichiarazione congiunta relativa alla II fase del Programma (maggio 2009) e con i settori specifici di intervento di alcuni dei progetti finanziati nell’ambito del Programma: promozione della salute infantile, cooperazione in campo ambientale, promozione e protezione dei diritti dei bambini edempowerment della famiglia, sviluppo socio-economico nella costa nord occidentale, sviluppo dell'istruzione e della ricerca scientifica. BOX 1 - Iniziative in corso e previste in materia di sostegno alla maternità e all’infanzia Programma di Conversione del Debito (II fase): Egitto a misura di bambino – Osservatorio nazionale dei diritti del bambino. Il progetto ha creato, all'interno del Consiglio per l’Infanzia e la Maternità (NCCM), un Osservatorio Nazionale dei Diritti del Bambino. L'Osservatorio costituirà il principale punto di riferimento in Egitto in tema d’infanzia, raccogliendo e gestendo, in maniera regolare ed affidabile, tutte le informazioni sulla condizione dei bambini in Egitto, utili alla definizione di politiche, strategie e azioni a favore dei minori Programma di Conversione del Debito (II fase): Azioni per bambini vulnerabili. Le attività si sono concentrate sul rafforzamento della capacità di 15 ONG egiziane che lavorano con i bambini di strada e/o disabili nei Governatorati di Cairo, Helwan e Giza. Il 26 giugno 2012, è stato siglato l’Accordo sul Programma dei diritti dei Minori ed Empowerment della Famiglia nel Governatorato del Fayoum, per un valore di 1.5 milioni di euro a dono. L’intervento è volto a rafforzare le capacità del Consiglio Nazionale per l’Infanzia e la Maternità (NCCM) nell’attuazione del primo Piano Nazionale per i Minori nel Governatorato del Fayoum e prevede azioni a sostegno della promozione dei diritti dei minori e di lotta contro le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni precoci, l’abbandono scolastico, principalmente delle bambine. 34. Inoltre, nel mese di maggio 2012 è avvenuta la firma di altri tre accordi tra i due governi: la III fase del Programma di Conversione del Debito, un intervento per la sicurezza alimentare che sarà realizzato dal WFP in collaborazione con il Ministero egiziano del Commercio Interno e dell’Approvvigionamento, infine una linea di credito per le PMI, del valore di circa 13 milioni di euro, in collaborazione con il Fondo Egiziano per lo Sviluppo Sociale. Anche in relazione agli ultimi due Accordi firmati, è possibile sottolineare la continuità tematica con il Programma (in particolare, un analogo intervento sulla sicurezza alimentare era stato condotto nel corso della I fase) e una complementarità nel caso degli interventi volti a potenziare le piccole e medie 30 Memorandum d’Intesa tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Araba d’Egitto per un nuovo partenariato per lo sviluppo, firmato a Roma il 19 maggio 2010. 31 Si tratta delle Joint Declaration Between The Government of the Italian Republic And The Government of the Arab Republic of Egypt On Strengthening the Cooperation in the Sector of Technical and Vocational Education and Training; Joint Declaration Between the Government of the Italian Republic and the Government of the Arab Republic of Egypt on Launching the Construction of New Industrial Bakeries; Joint Declaration Between the Government of the Italian Republic and the Government of the Arab Republic of Egypt on Enhancing the Development of Egyptian Small and Medium Enterprises; Agreement Between the Government of the Italian Republic and the Government of the Arab Republic of Egypt Relative to the Second Phase of the “Support to Egyptian National Railways Restructuring a Development Plan” Project, tutte firmate il 13 settembre 2012. 32 Si tratta dell’ Accordo Quadro di Cooperazione allo Sviluppo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Araba d’Egitto, firmato al Cairo il 17 gennaio 2010, che sostituisce il precedente accordo del 1975. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 57 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN imprese egiziane, azione di cui emergeva la necessità anche analizzando gli studi di contesto elaborati nel corso di alcuni progetti finanziati dalla sII fase del Programma (come “Green Trade Initiative”e “Marine Aquacolture Developmentin Egypt”). BOX 2 - Iniziative in corso e previste in materia di sicurezza alimentare e nutrizione Programma di Conversione del Debito (II fase): “Modello sostenibile di sicurezza alimentare”. L’iniziativa sta realizzando un sistema pilota di distribuzione, nelle scuole, di merende con contenuto nutritivo arricchito ai bambini provenienti da famiglie particolarmente disagiate e razioni di riso alle loro famiglie, in tre Governatorati a rischio sicurezza alimentare in Alto Egitto: Minya, Beni Swef e Fayoum. Realizzate campagne di sensibilizzazione e informazione sulla nutrizione e l'igiene, con particolare riferimento alla prevenzione delle infezioni intestinali. Target del progetto sono in particolare le bambine che frequentano le scuole elementari comunitarie femminili, a sostegno del programma nazionale "Girls Education Initiative". Con il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), è stato siglato, il 10 maggio 2012, l’Accordo sull’Intervento per la Sicurezza Alimentare della popolazione vulnerabile in Egitto, del valore di 2 milioni di euro, che ha fornito zucchero ed olio attraverso il sistema nazionale di distribuzione di alimenti di base, “Ration Card System”, diretto alle fasce sociali più bisognose della popolazione del Governatorato di Beni Suef, uno dei più poveri del Paese. Grazie ad un contributo italiano pari a circa 3 milioni di dollari, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e il Ministero egiziano dell’Agricoltura, hanno siglato, il 28 maggio 2012, l’Accordo sul Programma per la promozione della salute e della nutrizione infantile in Egitto. L’intervento dispiega una triplice azione volta a migliorare la sicurezza alimentare e la qualità della nutrizione tra le fasce più bisognose della popolazione, attraverso la promozione di attività generatrici di reddito, campagne di sensibilizzazione ed interventi di capacity building a livello centrale e locale. 35. Il 13 settembre 2012 a Roma, in occasione dell’incontro del Presidente del Consiglio Mario Monti con il Presidente della Repubblica Araba d’Egitto Mohamed Morsi sono stati sottoscritti sette documenti, tra cui una Dichiarazione Congiunta di ampio respiro politico, che copre l’intero spettro della cooperazione bilaterale. Il Ministro degli Esteri, Terzi, e quello dello sviluppo economico, Passera, hanno inoltre firmato, insieme ai loro omologhi egiziani, un piano di azione sulla cooperazione economica bilaterale per il periodo 2012-2015, che stabilisce gli ambiti e le modalità della partnership fra i due Paesi. I due Ministri degli Esteri Giulio Terzi e Kamel Amr hanno firmato quattro Dichiarazioni Congiunte che aprono importanti prospettive di sviluppo in vari settori di cooperazione di rilievo strategico: rafforzamento della cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e del vocational training, costruzione di nuovi panifici meccanizzati, sostegno allo sviluppo delle piccole e medie imprese, supporto al piano nazionale di modernizzazione della rete ferroviaria. 36. Anche in questo caso si può notare da un lato coerenza tematica rispetto alle azioni promosse nell’ambito del Programma (ad esempio, il continuo interesse alla promozione dell’istruzione tecnica orientata all’impiego), dall’altro la complementarità (ne è un esempio lo sforzo diretto all’ammodernamento del sistema di trasporto interno, funzionale all’aumento della produzione primaria destinata ai mercati nazionali e all’esportazione, che vista l’elevata deperibilità necessita di infrastrutture di trasporto veloci ed efficienti; non a caso, tra i partner della GTI, risulta anche il Ministero dei Trasporti). BOX 3 - Iniziative in corso e previste in materia di istruzione tecnica e vocational training Programma di Conversione del Debito (II fase): Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. L’iniziativa si propone di migliorare la qualità della formazione tecnico-professionale attraverso l’introduzione dell’uso delle tecnologie informatiche nella gestione amministrativa e nei curricula didattici. Beneficiari dell’iniziativa sono gli insegnanti e gli studenti di dieci istituti tecnico-professionali situati in vari governatorati egiziani. Il progetto faciliterà l’accesso alle tecnologie Pag. 58 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN informatiche anche per le comunità che vivono nei dintorni delle scuole, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione tecnico-professionale al di fuori dell'orario scolastico. Programma di Conversione del Debito (II fase): Distretto integrato per la formazione tecnica e professionale. Attraverso questo progetto, l'Italia sostiene il piano di riforma del sistema di istruzione tecnica e professionale del Governo egiziano. L’iniziativa, attraverso la creazione di un Distretto per la formazione tecnica e professionale nel settore meccanico-industriale a Demo, nel Governatorato del Fayoum, si prefigge di collegare il sistema di educazione tecnica e formazione professionale alle esigenze del mercato del lavoro e delle imprese. Ciò, attraverso un percorso formativo che mira a produrre tecnici specializzati e istruttori/formatori altamente qualificati, per colmare il “gap” tra la domanda del mercato del lavoro e le competenze dei diplomati delle scuole secondarie e post secondarie. Programma di Conversione del Debito (II fase): Sostegno all'impiego giovanile. Si tratta di una estensione del Programma di Orientamento al Lavoro per l’Impiego Giovanile, finanziato dalla DGCS per un valore di 700.000 euro e realizzato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), in collaborazione con il Ministero egiziano del Lavoro e della Migrazione, in cinque Governatorati Programma di Cooperazione per lo Sviluppo dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica (dono pari a 675.000 euro). Si tratta di un intervento originato dai positivi riscontri del 2009, Anno Italo-Egiziano della Scienza e della Tecnologia, e volto a promuovere la cooperazione tra Università e Centri di Ricerca. Scuola Infermieristica di Port Said per lo sviluppo di una scuola tecnica, centro di eccellenza nel settore dell’istruzione in ambito infermieristico. Programma di Orientamento al Lavoro per l’Impiego Giovanile, finanziato dal Ministero italiano degli Affari Esteri per un valore di 700.000 euro, ed eseguito dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in collaborazione con il Ministero egiziano del Lavoro e della Migrazione, in cinque Governatorati pilota. 37. L’analisi fin qui condotta mostra come il Programma si ponga, nei confronti dell’altra cooperazione italiana nel Paese, in un’ottica di coerenza e, in molti casi, di complementarità e di coordinamento. Esempi in tal senso sono il progetto “Sostegno all'impiego giovanile”, che rappresenta un’estensione del Programma di Orientamento al Lavoro per l’Impiego Giovanile finanziato dalla DGCS, e il progetto “Sostegno alle Aree Protette”, che si caratterizza per essere un intervento ponte tra due fasi del Programma Italo-Egiziano di Cooperazione Ambientale. 38. Tuttavia, non esiste un vero e proprio meccanismo di coordinamento; il raccordo tra le attività del Programma e gli altri interventi della Cooperazione Italiana avviene per mezzo di soli canali informali, come anche in riferimento al coordinamento con le attività portate avanti nel paese dalle altre Cooperazioni. BOX 4 - Iniziative in corso e previste in materia di protezione e gestione ambientale Programma di Conversione del Debito (II fase): Ecoturismo per uno sviluppo sostenibile nel Governatorato della Nuova Valle.Il Progetto, concluso nel dicembre 2012, ha conseguito eccellenti risultati attraverso la realizzazione di interventi nelle oasi del Governatorato della Nuova Valle - El Kharga, Dakhla e Farafra - volti a salvaguardare, promuovere e valorizzare l'inestimabile patrimonio archeologico, culturale e ambientale del Governatorato. Programma di Conversione del Debito (II fase): Sostegno alle Aree Protette. L’intervento è da considerarsi una fase di ponte tra la seconda fase dell’EIECP conclusa e la Terza Fase, che sarà avviata nel 2013 per un valore di 3 Milioni di Euro a dono. L’intervento contribuirà a garantire la sostenibilità dell’azione intrapresa per migliorare il sistema delle Aree Protette in Egitto e le attività si concentreranno nelle Aree Protette di Siwa, Salloum e Wadi el Rayan, nei Parchi Nazionali del Gilf Kebir e di Wadi Gamal, nel deserto orientale. Attraverso il Programma Italo-Egiziano di Cooperazione Ambientale (EIECP), finanziato dal MAE-DGCS con un contributo di circa 12 milioni di Euro e realizzato in collaborazione con UNDP, la Cooperazione Italiana ha assicurato un costante e qualificato sostegno al Ministero egiziano dell’Ambiente in materia di tutela ambientale, inclusi la gestione delle aree protette, l'agricoltura sostenibile e il turismo, la conservazione del patrimonio culturale, la legislazione ambientale, le risorse idriche e la gestione dei rifiuti solidi. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 59 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 8. L’efficienza del Programma 1. Nell’analizzare l’efficienza del Programma si sono esaminati lo stato di realizzazione delle attività e i loro costi, per verificare se e come gli impegni assunti dal Programma stesso siano stati rispettati. 2. È stato anche analizzato il meccanismo concepito per la realizzazione di tali attività e il suo funzionamento, in particolare il quadro delle condizioni imposte ai partner, il loro rispetto e il loro contributo nel raggiungimento dei risultati attesi. 8.1 L'impostazione del Programma e le sue condizioni DOMANDA VALUTATIVA: Quali vincoli/condizioni sono stati imposti ai partner egiziani? 3. A livello internazionale è proprio attraverso gli strumenti di riduzione del peso del debito estero che, a partire dagli anni '80, si introduce il concetto di condizionalità a livello macroeconomico. Il Programma in oggetto di Conversione del Debito s’iscrive nella categoria di cosiddetta terza condizionalità (dopo quelli centrati sul vincolo di adozione di riforme strutturali macroeconomiche e di stabilizzazione finanziaria orientate all'economia di mercato e quelli, di seconda generazione, centrati sul rispetto dei diritti umani e dei principi di democrazia e buon governo), avviati nel Duemila e attenti ad assicurare l'obiettivo della riduzione della povertà attraverso la propria implementazione. 4. Il Programma, infatti, rappresenta un caso classico di cosiddetto swap-for-poverty reduction nella definizione dei suoi obiettivi generali. 5. Inoltre, ai fini di assicurare una maggiore efficienza, è indicato quale deve essere l’uso del credito oggetto dell’accordo e il modo di gestire il CPF. 6. Allo scadere delle rate, il credito deve essere convertito in valuta locale e versato dal Governo egiziano in un fondo di contropartita (CPF), attraverso il quale possono essere finanziati progetti di sviluppo, attività di rafforzamento istituzionale e di assistenza tecnica, e altre attività per perseguire obiettivi di sviluppo. Il credito cancellato corrisponde a quanto, alle date convenzionalmente stabilite (30 giugno e 31 dicembre), è stato trasferito dal CPF per la realizzazione delle attività indicate dall’Accordo di Conversione del Debito. Questo rappresenta un cambiamento rispetto a quanto previsto dall’Accordo di Conversione del Debito di I fase, dove il debito era cancellato in seguito al versamento dell’equivalente delle rate da parte dellaBanca Centrale egiziana sul CPF33.Questo cambiamento era stato raccomandato dalla seconda valutazione di metà percorso della I fase del Programmaper migliorare l’efficienza della spesa34. 7. Il sistema scelto per la gestione del CPF prevede la corresponsabilità dei due Governi attraverso i loro rappresentanti nel MC. Questo sistema di gestione del CPF che rende il consenso indispensabile per eseguire il Programma ha ovviato all’assenza di condizioni esplicite fino a quando c’è stata una visione comune sulle riforme indispensabili per favorire lo sviluppo sostenibile. Dalle interviste con responsabili della Cooperazione italiana35è emerso che l’approccio del Programma è stato di collaborare attivamente con le controparti nel Governo 33IEDS Second Mid term review, 26 April 2006, § 4.1, Relevance and Programme Design 34IEDS Second Mid term review, 26 April 2006, Remarks and Recommendation on the eventual renewal of the IEDS Programme, recommendation N. 4. 35 Intervista con Dott. Nino Merola e con Dott.ssa Ginevra Letizia, Roma 15 marzo 2013. Pag. 60 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN egiziano per favorire riforme legate alla governance36e al rispetto dei diritti umani, alla promozione del ruolo della donna e a una visione comune dello sviluppo sostenibile. Queste possono essere considerate condizioni implicite, seppur fortemente volute e compartite con il Governo egiziano37. 8. Alcuni progetti affidati a Organizzazioni Internazionali38 hanno effettivamente contribuito ai risultati positivi ottenuti in direzione di una riforma della governance da parte del Governo egiziano, come dei progetti produttivi finanziati dal Programma hanno svolto il ruolo di azioni pilota per illustrare nella pratica l’uso di procedure innovative e standard europei39, contando sul contribuitod’istituzioni italiane. 9. In seguito agli avvenimenti del 2011 e al cambio di politiche che li hanno seguiti sono subentrate maggiore sensibilità ed in alcuni casi il sospetto verso gli obiettivi di alcuni progetti e verso le ONG40. Parallelamente è iniziato un periodo d’instabilità istituzionale caratterizzata dai continui turnover che, portando nelle istituzioni coinvolte nuovi attori spesso inesperti o comunque non informati, ha rallentato i processi d’approvazione da parte delle autorità. Va menzionato anche il sopravvenire di un atteggiamento da parte dei responsabili della pubblica amministrazione caratterizzato dall’attendismo e dalla riluttanza a prendere decisioni, in un clima di generale insicurezza e sfiducia. 10. L’esistenza di condizioni implicite e non esplicite ha ridotto la capacità della parte italiana di far fronte alle difficoltà d’implementare i progetti come originariamente previsto o di resistere alle richieste di cambiarne gli attori. A dimostrazione di questo, si possono citare sia la difficoltà che hanno alcune ONG italiane a ottenere o rinnovare la registrazione o la licenza dal Ministero degli Affari Sociali41 che quella di ottenere l’autorizzazione a realizzare il nuovo progetto che deve essere incluso nella licenza42. Inoltre, ci sono indicazioni di complicazioni che il Programma potrebbe avere in futuro nel lavorare con ONG egiziane43. 8.2 La selezione dei progetti 11. Una caratterizzazione del Programma risiede nei criteri di eleggibilità. Mentre è prassi consolidata nel campo della cooperazione allo sviluppo, come dimostra da ultimo il caso delle Linee–guida e indirizzi di programmazione della Cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2013–201544, formare una visione strategica unitaria e condivisa individuando un numero definito di priorità geografiche, tematiche e trasversali, il Programma fa invece esplicito riferimento (art. 4.4 dell'Agreement) al profilo di tre tipologie di enti eleggibili (applicant) per i finanziamenti. 36 Ad esempio, attraverso progetti quali “Social Contract Advisory, Monitoring and Coordination Center” e “Peer Review of E-Government in Egypt”. 37 Programma prima fase Seconda valutazione 26 aprile 2006 pag. “…i progetti erano fortemente inseriti nei Ministeri egiziani e nelle istituzioni centrali dove in alcuni casi hanno costituito un’ottima opportunità per proporre e sostenere riforme istituzionali”. 38 Es. Centro per il Coordinamento, Monitoraggio e Supporto al Contratto Sociale, realizzato da UNDP/Information Decision Support Centre-IDSC e Valutazione delle politiche di e-government in Egitto realizzato col Ministero dello Sviluppo Amministrativo per l’OCSE. 39 Ad es. Azioni per lo sviluppo del settore della pesca in Egitto realizzato da General Authority for Fish Resources Development-GAFRD con la partecipazione dello IAM di Bari o anche il progetto “Technical Education Cluster for employment” al quale collaborano l’Assessorato Formazione della Regione Emilia Romagna e il Ministero italiano dell’Istruzione, Università e Ricerca.Per la dimostrazione di pratiche innovative si veda il progetto di “Health Governance Unit” con la partecipazione dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma. 40 Ad esempio i progetti che perseguono il rispetto dei diritti umani e la promozione del ruolo della donna. 41 Es. l’ONG Progetto Sud. 42 Es. l’ONG MAIS. 43 Intervista con Nadia Fathalla (Ministero della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale). 44 Presentate dalla DGCS al Tavolo Interistituzionaleil 14 dicembre 2012. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 61 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 12. Tale scelta è iscrivibile all'interno di un disegno di Programma che si propone di mettere a sistema competenze e complementarità di profili istituzionali diversi. Per un verso, si tratta di profili che combinano quelli propri della cooperazione allo sviluppo (ONG e Agenzie delle Nazioni Unite e Organizzazioni Internazionali) e quelli delle politiche nazionali di sviluppo (istituzioni pubbliche egiziane), in ciò riflettendo la natura specifica e composita della concertazione e del dialogo tra ambiti complementari di politiche - nazionali ed internazionali - che caratterizza il Programma. Per altro verso, si tratta di scelte che non esauriscono la gamma dei potenziali attori eleggibili protagonisti di politiche pubbliche nazionali e di cooperazione internazionale (si pensi, in primis, al settore privato). Per altro verso ancora, la logica del Programma appare ispirata a principi di rigida compartimentazione e di assenza di rapporti d’interazione tra i suddetti soggetti, non incentivati a cooperare, e l'assenza di momenti di condivisione e azioni di capitalizzazione accentua tale struttura. Infine, proprio il profilo delle tipologie di enti eleggibili può essere un criterio valutativo utile a distinguere i risultati in termini di efficienza, a seconda cioè che sia coinvolto l'uno o gli altri degli attori menzionati. 13. L’Accordo di Programma è dettagliato nell’indicare il processo di selezione dei progetti, che deve avvenire in due fasi: la prima per l’approvazione da parte del MC di un documento d’identificazione del progetto; la seconda prevede l’approvazione da parte del MC del documento di progetto completo, che rappresenta la fine del processo di selezione. La TSU è coinvolta nel processo di selezione per la verifica della completezza e della congruità della documentazione fornita. Alla TSU sono state date anche responsabilità nella selezione, valutazione e accompagnamento al disegno di progetto, coerentemente con il suo ruolo di assistenza al MC. L’Accordo prevede anche l’uso di assistenza tecnica, che è stata utilizzata in parte per accompagnare i candidati nel formulare il progetto. Formalmente è il candidato che richiede questi fondi per avere assistenza nella formulazione del progetto. Nella pratica, se a seguito della verifica della proposta di progetto sussistono delle perplessità sulla coerenza della stessa e sulla capacità del candidato di reperire al proprio interno le capacità per migliorarne la qualità, la TSU assiste l’istituzione candidata a ottenere l’assistenza tecnica45. Dei circa 1,8 milioni di sterline egiziane utilizzate a questo scopo, il 7% è stato usato per accompagnare le ONG egiziane nel processo di formulazione, circa il 36,5% per le agenzie governative e il rimanente 56,5% per i ministeri46. Le Organizzazioni Internazionali e le ONG internazionali non hanno avuto bisogno di accompagnamento. La TSU è stata comunque in generale molto presente nel processo di formulazione, per permettere che il disegno dei progetti raggiungesse lo standard richiesto dal Programma47. 14. Una considerazione valutativa al riguardo attiene all'assenza d’indicazioni precise e formalizzate del Programma circa la priorità di ripartizione delle diverse attività della TSU (selezione, monitoraggio, valutazione e accompagnamento al disegno di progetto, AT e controllo amministrativo) o una successiva verifica che, attraverso un sistema standardizzato, potrebbe suggerire un riorientamento di risorse (umane, finanziarie e di tempo) a favore di una o altra attività. 15. Il processo complessivo, grazie al supporto fornito dalla TSU e al ricorso all’AT, rappresenta, sulla base di riscontri fattuali48e di opinioni espresse dai tecnici della TSU, un miglioramento rispetto alla I fase del Programma, dove l’approvazione è avvenuta sulla base di documenti spesso molto 45 Intervista al Direttore italiano della TSU, Dott.ssaValeria Mazzacane. Elaborazione su dati della TSU. 47 Intervista al Direttore italiano della TSU, Dott.ssaValeria Mazzacane. 48 Durante la prima fase, la 2nd Mid-Term Review aveva stimato, sulla base delle valutazioni della TSU, che solo per il 44% dei progetti c’erano alte possibilità di raggiungere i risultati previsti mentre per il restante 56% le possibilità di raggiungerli erano o medie o basse. La causa maggiore di questo era attribuita alla bassa qualità del disegno di progetto, per la mancanza di assistenza tecnica del Programma in fase di appraisal e selezione. Nella seconda fase, in presenza di assistenza tecnica durante la fase di appraisal dei progetti, la percentuale di questi che viene stimata dalla TSU avere alte possibilità di raggiungere i risultati previsti sale a più del 90%. 46 Pag. 62 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN disomogenei per qualità e completezza/approfondimento49. Il miglioramento del processo d’approvazione aveva costituito una raccomandazione della seconda valutazione mid-term della I fase del Programma50, che ha portato quest’ultimo a rafforzare l’assistenza tecnica e a dotarsi di procedure ad hoc. 16. L’Accordo prevede specificatamente, all’articolo 4.3, la possibilità di finanziare i costi locali dei progetti e programmi della Cooperazione italiana51. Questo non è avvenuto, ma il Programma ha tenuto in conto le priorità della Cooperazione italiana finanziando la continuazione di esperienze realizzate sul bilaterale o sul multilaterale attraverso Organizzazioni Internazionali, cosa che ha anche permesso d’utilizzare strutture già rodate e in grado di realizzare i progetti applicando le procedure richieste dalla Cooperazione. DOMANDA VALUTATIVA: Criteri, tempi e costi di selezione dei progetti beneficiari attraverso il meccanismo utilizzato sono migliori rispetto a quelli per selezionare un progetto DGCS di cooperazione allo sviluppo a dono? 17. Per quanto riguarda i criteri, i tempi e i costi della selezione dei progetti, le differenze tra il meccanismo utilizzato dal Programma e quello necessario per selezionare un progetto DGCS di cooperazione allo sviluppo a dono non permettono d’indicare l’uno come migliore dell’altro52, anche se il primo rivela degli aspetti che ne sottolineano una maggiore efficienza. 18. I tempi di selezione attraverso il meccanismo realizzato dal Programma sono generalmente più brevi rispetto a quelli necessari a selezionare un progetto bilaterale di cooperazione allo sviluppo a dono, anche se questo dipende dalla capacità del partner candidato. Come è stato indicato sopra, l’approvazione avviene in due fasi, e dopo la prima approvazione di principio il partner candidato deve produrre un documento di progetto con annessi tecnici e finanziari che dimostrino la sua capacità di realizzare il progetto. Le ragioni del prolungarsi del tempo per la definizione del documento di progetto possono essere la scarsa capacità del partner candidato di formulare il progetto, e in questo caso può avvalersi dell’assistenza tecnica offerta dal Programma, oppure problemi di assonanza o comprensione tra i differenti partner coinvolti (candidato, realizzatore, altri partner associati). 19. L’interazione tra i responsabili del Programma (MC attraverso la TSU) e i candidati ha avuto un ruolo importante nella conclusione positiva del processo di formulazione. Durante la fase di formulazione dei progetti è quindi la migliore possibilità d’interagire tra chi è responsabile della selezione e chi lo è della realizzazione che rende più fluido il processo rispetto a quello per i progetti a dono53. 20. L’elasticità nell’applicare i criteri indicati nei documenti costitutivi del Programma (Accordo e Dichiarazione Congiunta) hanno permesso d’integrare settori non originariamente previsti ma che hanno assunto rilevanza per lo sviluppo delle relazioni bilaterali a seguito di nuovi accordi o della necessità d’assicurare la continuità a iniziative bilaterali. Esempi sono l’approvazione di progetti nel settore della sanità54 e della conservazione del patrimonio culturale55, non 49 Programma prima fase Seconda valutazione 26 aprile 2006 pag. 4. Vi si dice che la scarsa qualità del disegno dei progetti è dovuta alla mancanza di assistenza tecnica. 50 Raccomandazione numero 1 pag. 31:”Reinforcing the identification and selection process of the project proposals, establishing more specific and clear criteria and methodologies” La seconda MTR aveva anche proposto ToR per l’AT della seconda fase del Programma. 51 “Funds collected in CPF mayalso be used to finance local costs of relevant projects and programmes of the Italian Development Cooperation” Agreement onDebt for Development Swap, 3 giugno 2007, Articolo 4.3 52 Intervista al Dott. Marco Platzer, Direttore Unità Tecnica Locale (UTL), Il Cairo. 53 Intervista con il Direttore della UTL del Cairo, Dott. Marco Platzer, e Direttrice italiana della TSU, Dott.ssa Valeria Mazzacane. 54 Un settore questo che conta una lunga tradizione di cooperazione tra Egitto e Italia. 55 Es. MoU tra il Ministero delle Antichità egiziano e il Ministero degli Esteri italiano sulla conservazione del patrimonio culturale, Il Cairo il 26 ottobre 2008. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 63 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN originariamente inclusi tra i settori ammissibili. Il risparmio di tempo (e di costi) risulta dal non dover sempre riferirsi alla sede di Roma della DGCS; inoltre il Programma applica procedure più agili e snelle, quali la possibilità di allocare i residui della I fase a seguito di un veloce negoziato, o la prossimità dei responsabili delle decisioni. DOMANDA VALUTATIVA: Le condizioni poste dal Programma ai partner nel processo di preparazione e di decision-making sono state rispettate (tenendo conto di quanto il meccanismo di selezione dei progetti abbia favorito il rispetto delle condizioni imposte ai partner egiziani dal Programma) e ciò ha contribuito al raggiungimento dei risultati? 21. Come riportato sopra, alcuni candidati non possedevano le capacità di trasformare l’idea di progetto accettata dal MC in documento di progetto formulato in accordo con le procedure del Programma. A volte la causa è stata l’insufficiente capacità tecnica, altre volte la mancanza di familiarità con il metodo del logical framework, altre volte ancora il non riuscire ad assicurare la partecipazione degli attori o ad ottenere il loro accordo sulla strategia del progetto. Questi progetti sono caratterizzati dal tempo necessario per la formulazione/approvazione, in genere superiore all’anno. Per giungere alla formulazione di un documento di progetto accettabile secondo i formati del Programma, si è reso necessario l’intervento della TSU, che a volte ha incluso la dotazione di assistenza tecnica56. Di questi progetti, che rappresentano oltre il 50% delle risorse allocate dal Programma, più dell’80% sono stati presentati da istituzioni pubbliche o ONG egiziane. Tale correlazione giustifica l'affermazione secondo cui i risultati in termini di maggiore efficienza come tempi di presentazione e approvazione (e implementazione) progettuale trovano una determinante importante nel profilo dell'ente proponente candidato, che - fatta salva naturalmente qualsiasi considerazione sul piano dell'efficacia o della rilevanza ha maggiore (Organizzazioni Internazionali e ONG italiane) o minore (istituzioni pubbliche o ONG egiziane) familiarità con il Quadro Logico del ciclo del progetto che, di fatto, è adottato come approccio guida per la progettazione dal Programma. 22. Assegnando i progetti ai diversi macro-settori di appartenenza, con alcune forzature dovute alla natura intersettoriale di diversi progetti, si ricava che la quasi totalità dei progetti approvati (il 90%) appartiene ai cinque settori indicati dalla Dichiarazione Congiunta del 12 maggio 2009. Il restante 10% riguarda argomenti affini57, in settori dove la Cooperazione italiana è presente da lungo tempo. 23. Confrontando il bilancio dei progetti per settore, si nota una differenza tra le indicazioni contenute nella Dichiarazione Congiunta del 2009 e il numero e la composizione del budget dei progetti approvati. Si nota che il numero (più che il budget totale) dei progetti riconducibili ai tre settori dimensione sociale, sviluppo delle risorse umane e ambiente sono maggiori in modo consistente rispetto a quelli degli altri due settori (sostegno alla produzione primaria, trasferimento e innovazione tecnologica), che sono però d’importo medio molto maggiore (Fig. 11). 56 Technical Education Cluster for employment in the sector of Mechanics, Actions for vulnerable children, Solid Waste Management in Minya Governorate, Robbiki Industrial Leather and Tanneries City (RLC) – Stage 1, Health Governance Unit, Safer Environment for Children (SEC), Psychosocial Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY), Green Trade Initiative. 57 Due progetti nel settore della sanità (riconducibili al campo soicale, nell'accezione ampia del settore psico-socio-sanitario), uno con il Ministero della Sanità realizzato da una ONG egiziana “Riabilitazione psicologica per la disabilità mentale” e uno con l’Università d’Alessandria “Unità per la governance sanitaria”, e il progetto “Gestione del parco archelogico di Medinet Madi” con il Ministero delle Antichità (riconducibile al campo del Cultural Heritage, associabile per convenzione invalsa in alcuni casi, in modo improprio, al tema ambientale). Pag. 64 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN FIGURA 11: PROGETTI APPROVATI PER SETTORE (STERLINE EGIZIANE) Amount (US$ million) 24 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 N. of projects 9 8 8 7 6 6 6 5 5 4 4 3 2 2 1 1 0 PROD TECH HR SOC ENV OTHER TSU 24. Una spiegazione è fornita dalla concentrazione dei progetti proposti dalle ONG nel settore sociale e ambientale, caratterizzati da budget generalmente inferiori a quelli dei progetti implementati dalle istituzioni nazionali. All’interno del settore dimensione sociale si trovano inoltre progetti nel settore della sanità58 mentre in quello dell’ambiente è inserito un progetto che si riferisce alla conservazione delle antichità59. Questo aumenta la polverizzazione delle attività riducendo così la possibilità di valutare il reale impatto del Programma sulla povertà, considerando anche l’ammontare ridotto delle risorse che vengono allocate per settore. Sotto “altri” vi sono due progetti di rafforzamento istituzionale60, formalmente inclusi nel settore sviluppo delle risorse umane. Questi hanno un impatto solo indiretto e difficile da valutare sulla riduzione della povertà, ma hanno portato molto prestigio al lavoro della Cooperazione italiana. Anche le conclusioni del secondo rapporto di valutazione mid-term della I fase del Programma avevano evidenziato l’eccessiva dispersione su diversi settori dei progetti, che ne rendeva problematica la valutazione dell’impatto, pur riconoscendo che questo permetteva una maggiore flessibilità nel rispondere a richieste da parte dell’amministrazione egiziana e della Cooperazione italiana. Nella II fase del Programma, con la firma della Dichiarazione Congiunta, è stato introdotto un elemento d’indicazione della ripartizione dei fondi che, sebbene fornisca un ventaglio ancora troppo ampio per permettere una realistica valutazione dell’impatto del Programma sulla riduzione della povertà, ha fornito una traccia che è stata sostanzialmente rispettata. 25. Le condizioni poste ai partner egiziani e indicate sopra riguardano l’uso dei fondi, la selezione dei progetti, le procedure per realizzarli e i settori d’appartenenza dei progetti. La presenza d’istituzioni italiane nei progetti, con funzioni di assistenza tecnica o di partenariato, è in accordo con lo scopo espresso nella Dichiarazione Congiunta del 2009 di migliorare le relazioni bilaterali e di favorire gli investimenti italiani, con lo scopo di promuovere il trasferimento del know-how e lo 58 Unità per la governance sanitaria, un progetto di formazione dell’Istituto Superiore di Sanità italiano con l’Università di Alessandria in campo sanitario e Riabilitazione psicologica per la disabilità mentale, con il Ministero della Sanità da realizzare attraverso una ONG egiziana. 59 GESTIONE DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI MEDINETMADI. 60 “Centro per il Coordinamento, Monitoraggio e Supporto al Contratto Sociale” e “Valutazione delle politiche di egovernment in Egitto”. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 65 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN sviluppo di prodotti d’elevato valore commerciale e sociale. In alcuni progetti considerati durante questa valutazione61, la presenza di consulenti o istituzioni italiane ha rappresentato un valore aggiunto per il raggiungimento dei risultati previsti. Si tratta di progetti che avevano rischiato di non raggiungere i risultati previsti per gravi difetti in fase di formulazione, che la presenza di consulenti qualificati ha permesso di correggere. 26. Le procedure del Programma prevedono che l’istituzione che richiede il progetto presenti inizialmente un documento d’identificazione dello stesso. Questo documento è composto da: i. Una breve descrizione con gli obiettivi fissati; ii. Il piano di lavoro generale; iii. Il quadro istituzionale e il metodo di esecuzione; iv. Il bilancio previsionale. 27. L’accordo sull’approvazione del progetto siglato in sede di riunione di MC è preceduto da un iter istruttorio che ne verifica l'eleggibilità; in questo modo non si è mai verificato che progetti presentati al MC non siano stati approvati. 28. Una volta ottenuto il primo accordo, il candidato deve preparare: i. Il documento di progetto completo con gli elementi del Quadro Logico (QL); ii. I piani di lavoro generale e dettagliato per il primo anno; iii. Il quadro istituzionale e il metodo di esecuzione; iv. Il piano finanziario e il bilancio previsionale con il dettaglio dei costi per anno; v. Gli annessi tecnici che comprendono la fattibilità. 29. La TSU, che appoggia il MC nel processo di selezione, non si limita a verificare la completezza e la congruità della documentazione fornita, ma segue e appoggia il candidato e gli fornisce, quando è il caso, AT per la formulazione del progetto e per gli studi di fattibilità. 30. Le linee guida finanziarie per i candidati preparati dalla TSU includono il formato dei documenti da presentare per la seconda fase della selezione, sia quelli tecnici62 che quelli per il monitoraggio finanziario63. 31. I documenti indispensabili per condurre il monitoraggio tecnico sono il QL e il Piano di lavoro. Per quanto riguarda il QL, la qualità di quelli dei progetti esaminati nel dettaglio dal team di valutazione è molto variabile, a conferma delle indicazioni relative ai casi progettuali con tempo di formulazione/approvazione definitiva più lungo della media: è buona la qualità dei progetti formulati direttamente dalle Organizzazioni Internazionali e da ONG internazionali (cioè italiane)64, meno buona quando si tratta di progetti implementati da amministrazioni nazionali e locali65. 32. Uno degli equivoci più frequenti notati è l’identificazione degli indicatori oggettivamente verificabili (OVI) con gli output delle attività, e i mezzi di verifica con i rapporti d’attività. Oltre a denotare una non elevata conoscenza tecnica dello strumento del quadro logico, questi indicatori 61 “Robbiki Industrial Leather and Tanneries City (RLC)”, “Technical Education Cluster for employment”, “Marine Aquaculture Development in Egypt (MADE)”. 62 Documento di Progetto, QL, Piano di lavoro. 63 Cash book, List of accrued interest, New budget, Reconciliation statements, Updated financial situation. 64 Progetto per il supporto alle Aree protette in Egitto (SEPA-UNDP), Modello sostenibile di sicurezza alimentare realizzato da WFP, Una rete di piccoli produttori per il riconoscimento dei diritti sociali ed economici realizzato da COSPE. 65 Es. progetto Fishery-GAFRD, ma anche il progetto Robbiki o la Green Trade Initiative affidata a UNIDO per la realizzazione ma formulato da Ministero dell’Industria, e persino il progetto “Technical education clusters” formulato da EDF mostra varie lacune nel documento di progetto prima che intervenisse la TSU. Pag. 66 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN non sono sufficienti per permettere a un eventuale sistema di monitoraggio tecnico del Programma di verificare tempestivamente il rispetto dei tempi previsti da parte del progetto per evitare il rischio di accumulare ritardi. 33. Il Piano di lavoro generale è presentato in forma di diagramma di GANTT abbastanza semplificato, ma spesso le attività sono troppo generiche e manca il riferimento alle attività critiche, quelle il cui ritardo è destinato a ripercuotersi sull’intero progetto provocando ritardi nell’esecuzione. 34. L’aspetto più importante però è che attualmente la TSU non ha il personale per svolgere un accurato monitoraggio tecnico; gli unici esperti in possesso di formazione tecnica adeguata sono il direttore italiano e il vice-direttore egiziano, i quali non possono occuparsene per tutto il tempo che tale attività richiederebbe, a causa dei numerosi impegni che queste posizioni impongono66 e per l'assenza di un'assegnazione precisa di priorità di ripartizione delle diverse attività della TSU. 35. Il monitoraggio tecnico richiede impegno a tempo pieno e, in ogni caso, la costituzione di una base di dati sulla realizzazione di tutti i progetti aggiornata regolarmente e possibilmente con routine automatiche, oltre a visite regolari con un questionario. In alternativa a quest’ultima attività, ogni progetto potrebbe essere richiesto di munirsi di un’unità di monitoraggio che abbia il compito di raccogliere e trasferire i dati armonizzati secondo una codifica standard come supporto al management. Questi dati sarebbero trasmessi all’incaricato del monitoraggio presso la TSU/MC come responsabile della raccolta dati, dell’analisi e delle raccomandazioni al MC e al management del progetto. 36. In assenza di tale struttura o procedura standardizzata, il monitoraggio tecnico è attualmente d surrogato da quello eseguito dagli esperti finanziari che, attraverso il controllo della fluidità e congruità dei costi, contribuiscono a determinare se il progetto stia seguendo la tabella di marcia o no. 37. Lo strumento utilizzato a questo scopo è il Piano finanziario per annualità e per semestre, dove sono riportati i costi previsti per attività. Le attività possono includere vari input e lo stesso input può essere utilizzato trasversalmente per diverse attività. Il costo di ogni input è attribuito in percentuale alle attività alle quali concorre. È tuttavia difficile in questo modo rimarcare il ritardo di un’attività in base ai costi incorsi, per la difficoltà di calcolarne l’avanzamento sulla base di una percentuale dell’input spesso arbitrariamente attribuito a quell’attività. Le segnalazioni della complessità di questo esercizio sono venute praticamente da tutti i progetti contattati, e questo è noto anche alla TSU67. 38. Allentare questi controlli significherebbe però rinunciare a quello che spesso è il solo modo possibile per svolgere un controllo sui progetti68 e al contempo a un efficace strumento di formazione69. 39. Il monitoraggio finanziario è di buona qualità e permette di tenere sotto controllo in modo tempestivo i dati finanziari dei progetti. L’ottima competenza del team finanziario è riconosciuta sia dalla parte italiana70, che da quella egiziana71. Il suo ruolo è stato importante, avendo assicurato i vantaggi di uno specifico meccanismo amministrativo composto da un'unità di 66 Intervista alla Direttrice italiana TSU, Dott.ssa V. Mazzacane. Intervista alla Direttrice italiana TSU, Dott.ssa V. Mazzacane. 68 Intervista al Capo Unità Finanziaria TSU, Heshman Kotb. 69 Quando sollecitati a fornire un parere sull’utilità della metodologia usata per il controllo finanziario sulla capacità di eseguire e controllare le attività, i progetti ne hanno riconosciuto la validità. Questo metodo viene regolarmente trasferito attraverso il learning by doing dalla TSU all’unità di gestione dei progetti. 70 Interviste al Direttore UTL, Dott. Marco Platzer e alla Direttrice italiana TSU, Dott.ssa V. Mazzacane. 71 Il Ministero per la Cooperazione Internazionale, seppur identificato come responsabile della gestione del Programma dall’Accordo di terza fase, ha espresso l’intenzione di mantenere la TSU per l’apprezzamento sulla sua efficienza nel seguire il Programma (Dott.ssa V. Mazzacane, intervista). 67 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 67 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN auditing che ha realizzato unicità di metodologia di controllo finanziario e amministrativo, sulla base anche della predisposizione di un manuale delle procedure amministrativo-contabili e di formati per la presentazione dei progetti predisposto ad hoc. I controlli sono regolari e accurati e questo si accompagna all’esperienza e alla competenza del team. Il lavoro d’accompagnamento tecnico dei progetti da parte della TSU è dunque positivo, considerando i limiti in termini di risorse umane sperimentato in questi ultimi tre anni. La lunga e profonda esperienza del Programma da parte della Direttrice italiana e del Vice-direttore egiziano e i loro ottimi rapporti con le controparti istituzionali ha facilitato il raggiungimento di questi risultati. 40. Le procedure del Programma, formulate dalla TSU, permettono alle istituzioni egiziane di realizzare i progetti finanziati dal Programma utilizzando le procedure e gli standard nazionali. 41. A tutti i candidati è richiesto di aprire presso una banca un conto intestato al progetto e dedicato esclusivamente ai fondi del Programma. Le istituzioni egiziane seguono i ruoli stabiliti dal Ministero delle Finanze. Questa norma ha creato non pochi problemi alle Organizzazioni Internazionali che hanno in genere un conto centrale che dispensa i fondi a tutti i progetti. In un caso72, l'Organizzazione ha ottenuto che i fondi del progetto fossero trasferiti sul conto centrale. Referenti di alcune OOII hanno indicato al team di valutazione che non potranno più avere la deroga per aprire un conto dedicato nel caso di un prossimo progetto73. 42. Il partner candidato, dopo aver ottenuto l’approvazione dal MC, deve impegnarsi a nominare un Direttore di progetto con poteri di procura, e un responsabile finanziario. Qualsiasi comunicazione ufficiale del progetto deve essere firmata dal Direttore. I progetti realizzati da istituzioni egiziane devono rispondere alle norme e leggi nazionali. Questo include le acquisizioni di beni e servizi, i contratti con il personale, le norme di controllo, etc. 8.3 La fase di realizzazione dei progetti DOMANDA VALUTATIVA: Complessivamente, tempi e costi di esecuzione dei progetti beneficiari attraverso il meccanismo utilizzato corrispondono a quanto previsto dal programma di conversione? 43. A marzo 2013, a un anno e tre mesi dalla scadenza originariamente prevista del Programma solo il 49% del budget impegnato è stato trasferito ai progetti e di questo il 64% era stato speso effettivamente (o giustificato) dai progetti al 31 dicembre 2012. Durante la I fase, circa allo stesso periodo, il 64% dell’ammontare totale era stato trasferito sui conti dei progetti e di questo ne era stato speso il 61%74. 44. Il Programma è stato di conseguenza esteso di un anno (giugno 201575) ma dovrà con ogni probabilità essere ulteriormente esteso se si vogliono portare a termine progetti la cui durata prevista è di tre anni e che sono già stati approvati e non ancora iniziati o le cui attività non sono ancora iniziate76. 72 UNDP “Social Contract Advisory, Monitoring and Coordination Center”. Si veda oltre, cap. 11 su approfondimento progetti: “dalla possibilità per UNDP di ricevere i fondi direttamente sul proprio conto bancario, come previsto da un accordo precedente all’implementazione della seconda fase del Programma, e siglato da UNDP e Ministero egiziano Degli Affari Esteri. In base a tale accordo, per ogni progetto co-gestito da UNDP e Governo egiziano, tutte le risorse finanziarie mobilizzate devono essere canalizzate sul conto di UNDP in base alle sue norme e regolamenti.” 73 Incontro del team di valutazione con WFP. Una delle ragioni per cui il progetto realizzato da questa organizzazione ha firmato due addendum d’importo rilevante invece di firmare nuovi contratti è stata di continuare a utilizzare la deroga ottenuta dal progetto nei confronti del WFP per utilizzare un conto bancario dedicato, deroga che difficilmente sarà rinnovata. 74 Rapporto “Second MidTerm Review”, 26 aprile 2006, pag. 5 75 Concordata durante la X riunione del Management Committee svoltasi il 14 novembre 2011. 76 Il progetto s’intende iniziato il primo giorno del mese successivo al primo trasferimento dalCPF al conto del progetto. Ci sono però progetti (es. Psycho-social Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY), Support to the Egyptian Protected Pag. 68 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 45. Dei 27 progetti che hanno ottenuto l’approvazione a entrambi i livelli durante la II fase, 8 (29,6%) sono terminati e 19 (70,4%) sono in corso o non sono ancora iniziati. Alcuni deiprogetti in corso sperimentano ritardi77. 46. Le cause dei ritardi sono varie, anche se durante le interviste la causa più menzionata è stata il generale rallentamento seguito agli avvenimenti del 2011. 47. I grafici seguenti analizzano l’andamento della realizzazione dei progetti, prendendo come proxy i trasferimenti finanziari sui conti dei progetti. I progetti sono stati divisi in tre gruppi secondo la data d’inizio. Il primo gruppo comprende i progetti che sono iniziati nel 2009 (suddivisi, al loro interno, tra quelli cominciati nel primo semestre e quelli avviati nel secondo semestre), il secondo gruppo quelli iniziati nel 2010 e il terzo quelli iniziati nel 2011 e 2012. FIGURA 12:ANDAMENTO DEI PROGETTI INIZIATI NEL 2009 (i) avviati nel primo semestre 100% Poverty alleviation 90% Sustaining Lives for Human Security 80% Remote Sensing 70% Egypt fit for Children 60% Social Contrac Center 50% 40% 30% 20% 10% 0% 2009 i 2009 ii 2010 i 2010 ii 2011 i 2011 ii 2012 i 2012 ii apr-13 Areas (SEPA), Green Trade Initiative (GTI)) per i quali sono state versate le prime tranche sul conto indicato dai ministeri beneficiari e questi non hanno ancora trasferito queste quote all’agenzia esecutrice. Oltre a questo vi sono tre progetti che si trovano ancora in fase di formulazione: il primo progetto è intitolato Verso un impiego sostenibile: formazione professionale nel settore delle costruzioni; il secondo riguarda la gestione del parco archeologico di Medinet Madi; un terzo progetto, ancora non identificato, è destinato a rimpiazzare un progetto recentemente decaduto per la creazione di un panificio meccanizzato. 77 Ad esempio Technical Education Cluster for employment in the sector of Mechanics implementato da EDF e Health Governance Unit implementato da ISS. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 69 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN (ii) avviati nel secondo semestre 1 Ecotourism Development in the New Valley 0,9 Promotion of Women’s Rights in Sohag 0,8 Sustainable Development in the South Red Sea 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2009 i 2009 ii 2010 i 2010 ii 2011 i 2011 ii 2012 i 2012 ii apr-13 Fonte: elaborazione su dati forniti dalla TSU 48. Come si può notare, i progetti sono in gran parte terminati, con l’eccezione di due 78. Non si notano particolari ritardi subiti nell’esecuzione dei progetti durante l’anno 2011, con l’eccezione dei due progetti ICT “Modernising Industrial Schools” e HEPCA “Sustainable Development in the South Red Sea”, per i quali il non utilizzo dei fondi durante questo periodo appare legato più alla struttura del Piano Finanziario che a cause esterne. FIGURA 13:ANDAMENTO DEI PROGETTI INIZIATI NEL 2010 (i) avviati nel primo semestre 1 Modernizing Industrial Schools 0,9 Small-Scale Producers Network 0,8 Peer Review of E-Government 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2009 i 2009 ii 2010 i 2010 ii 2011 i 2011 ii 2012 i 2012 ii apr-13 78 Si tratta dei progetti “Sustaining Lives for Human Security” implementato dal WFP e “Egypt fit for Children” implementato da Consiglio per l’Infanzia e la Maternità (NCCM). Per il primo sono stati firmati due Addenda e gli sono state assegnate risorse addizionali per $ 1,3 milioni restanti dalla prima fase del programma, mentre il secondo è stato coinvolto nei cambi istituzionali che hanno riguardato l’istituzione responsabile per la sua realizzazione. Pag. 70 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN (ii) avviati nel secondo semestre 1 0,9 0,8 Technical Education Cluster / Mechanics Date Palm & Olive in North Sinai Actions for vulnerable children 0,7 Marine Aquaculture Development 0,6 Health Governance Unit 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2009 i 2009 ii 2010 i 2010 ii 2011 i 2011 ii 2012 i 2012 ii apr-13 Fonte: elaborazione su dati forniti dalla TSU 49. Dei progetti iniziati nel 2010 solo uno è terminato79. Gli altri progetti hanno incontrato problemi che appaiono più legati alla qualità della formulazione del progetto e/o a problemi di coordinamento inter istituzionale che ai cambiamenti sopravvenuti dopo i fatti del 2011. FIGURA 14:ANDAMENTO DEI PROGETTI INIZIATI NEL 2011 E NEL 2012 (i) avviati nel 2011 1 Poverty alleviation 2 0,9 Safer Environmental for Children 0,8 Solid Waste Menia 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2009 i 79 2009 ii 2010 i 2010 ii 2011 i 2011 ii 2012 i 2012 ii apr-13 Si tratta del progetto “Actions for Vulnerable Children” Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 71 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN (ii) avviati nel 2012 1 0,9 Transition to Employment Career Guidance Integrated Migration Information System (IMIS) III 0,8 Psychosocial Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY) 0,7 Support to the Egyptian Protected Areas (SEPA) 0,6 Green Trade Initiative (GTI) Robbiki Leather City 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2009 i 2009 ii 2010 i 2010 ii 2011 i 2011 ii 2012 i 2012 ii apr-13 Fonte: elaborazione su dati forniti dalla TSU 50. I progetti iniziati nel 2011 e 2012 mostrano nella maggioranza una seria difficoltà nel rispettare il piano stabilito. 51. Anche in questo caso si possono citare problemi di coordinamento inter-istituzionale80 e insufficienze nella formulazione del documento di progetto81. Si segnalano, tra gli altri, per il grave ritardo due Progetti "complessi", che rientrano tra quelli di importo maggiore, inseriti nell'ambito produttivo e tecnologico (Robikki e Green Trade Initiative, che insieme superano i 21 milioni di dollari di importo, pari a più di un quinto dell'intero Programma). Malgrado molti di questi progetti fossero già stati identificati alla data dell’inizio operativo del Programma82, il loro inizio è stato ritardato a causa d’ insufficienze in fase di formulazione, soprattutto per gli aspetti istituzionali e di accordo dei beneficiari83, oltre a lacune nella programmazione tecnica e nella formulazione del piano di lavoro. Si può quindi affermare che, accanto ad evidenti problemi politici seguiti agli avvenimenti della “Primavera araba”, una parte sostanziale dei ritardi del Programma sia riconducibile alle carenze nella formulazione di specifici progetti. 52. Vi sono poi cause di ritardo nell’esecuzione che tendono a diventare “strutturali” e che dovranno essere tenute presenti nella realizzazione della III fase. Queste sono: l'iscrizione in bilancio degli importi da erogare ai progetti nell'esercizio finanziario dell'anno di riferimento (che inizia nel mese di luglio), che deve compiere ogni anno l’Amministrazione competente previa autorizzazione del Ministero della Pianificazione, e che spesso ritarda l'erogazione delle tranche di finanziamento dei progetti; la lentezza dell’iter amministrativo per l’erogazione dei fondi che riguarda i progetti assegnati a enti pubblici e affidati a organismi internazionali; la difficoltà per le ONG e la lunghezza dell'iter procedurale per ottenere la licenza necessaria per poter lavorare in Egitto e realizzare un progetto, a causa dei controlli da parte del Ministero degli Affari Sociali, del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero degli Interni. 80 Es. i progetti Green Trade Initiative (GTI), Support to the EgyptianProtectedAreas (SEPA) ePsycho-social Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY), Integrated Migration Information System (IMIS). 81 Es. il progetto “Safer Environmental for Children” ha dovuto essere riformulato. 82La Joint Declaration del 2009 firmata in maggio 2009 contiene già l’identikit di programmi iniziati con forti ritardi (es. Robikki, Technical Education Clusters, Green Trade Initiative). 83 Ad esempio Technical Education Cluster for employment in the sector of Mechanics implementato da EDF e Health Governance Unit implementato da ISS. Pag. 72 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 53. Il CPF è, per definizione, un fondo di transito di risorse finanziarie già destinate a progetti. Per tale risorse, dunque, non si può parlare di costo opportunità, cioè di ciò a cui si è costretti a rinunciare (i rendimenti legati a investimenti alternativi) per avere quella giacenza. Nondimeno, pur nella necessità di mantenere il capitale garantito, cioè in presenza di una tipologia di totale avversione a rischi e perdite, è lecito ipotizzare la convenienza a sfruttare il gap temporale tra accreditamento sul CPF e trasferimento ai progetti, misura di inefficienza del meccanismo gestionale, soprattutto ai fini di una qualche protezione dagli andamenti sfavorevoli dell'inflazione che hanno contraddistinto l'Egitto. In tal senso, si può ipotizzare il profilo del CPF come quello di un fondo orientato a impiegare le risorse in giacenza per impieghi con rendimento di tipo risk-free e a breve termine (idealmente obbligazioni della Banca Centrale egiziana di 6 mesi o comunque liquidabili sul mercato in 6 mesi, cioè con scadenza concomitante alle date in cui il CPF procede al versamento delle somme dovute, raggiungendo così il matching perfetto). In tal modo il Fondo sarebbe capace di garantire i livelli più elevati di rendimento sicuro e di protezione del capitale nel breve periodo, non potendo in nessun caso rischiare un deficit (shortfall) rispetto alle somme dovute semestralmente. Si potrebbe parlare di costo opportunità del capitale in giacenza, per monetizzare il livello di inefficienza (temporale) di funzionamento del meccanismo del CPF. FIGURA 15:ANDAMENTO CUMULATO FONDI ACCREDITATI, TRASFERITI, SALDO NETTO E POTENZIALE REMUNERAZIONE GIACENZE CPF (IN MILIONI DI STERLINE EGIZIANE) CPF somma accreditata cumulata CPF debito cancellato cumulato Fonte: elaborazione su dati forniti dalla TSU La differenza tra l'andamento cumulato delle somme accreditate sul CPF e di quelle trasferite da questo ai progetti, che rappresenta l’efficienza del Programma in rapporto ai tempi di spesa, è pari al saldo netto disponibile. L'andamento del valore potenziale cumulato dell'investimento finanziario del capitale in giacenza sul Fondo, adottando i criteri sovra esposti e non lontano dalla pratica adottata da chi ha depositato il CPF in una banca commerciale84, evidenzia un valore netto aggiuntivo particolarmente significativo che, a fine primo trimestre 2013, sarebbe intorno ai 246 milioni di sterline egiziane, cioè un ammontare pari a 44 milioni di dollari (il 44% del totale cancellato nella II fase del Programma) che si sarebbe dimostrato più che sufficiente, oltre che a coprire tutte le spese di gestione e controllo del meccanismo di conversione (TSU e MC, azioni di assistenza tecnica - ivi compresa la predisposizione di rigorosi studi di fattibilità -, M&E ed audit, più attività di capitalizzazione trasversale ai progetti), a dare sostegno per la continuazione e lo sviluppo dei progetti realizzati attraverso azioni complementari 84 Metodo adottato per esempio dal programma svizzero di conversione del debito Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 73 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 9. L’efficacia del Programma 1. Questa sezione analizza quanto e in che modo i risultati del Programma hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi proposti. 9.1 La selezione dei beneficiari DOMANDA VALUTATIVA: I criteri di selezione sono stati ben definiti e quantificati? 2. I criteri di selezione, come visto sopra, definiscono i settori per i quali è possibile presentare un progetto e le organizzazioni ammissibili ad essere candidate per il finanziamento. I progetti sono stati selezionati generalmente in conformità a questi settori, con alcune eccezioni determinate da valutazioni legate alle attività di cooperazione tra i due paesi85. Il meccanismo non prevede un sistema di selezione competitiva legato a punteggi attribuiti per mezzo di griglie di valutazione86, essendo stata data preminenza alle priorità del Governo egiziano87. La TSU ha comunque applicato i criteri e la metodologia utilizzati anche dall’UE in fase di valutazione dei progetti, in forma di griglia utilizzata sia da checklist che come strumento per valutare, attraverso il punteggio, le componenti del progetto. Questo meccanismo, se da un lato è coerente con il raggiungimento dell’obiettivo del consolidamento delle relazioni bilaterali, grazie al processo negoziale che instaura, mentre non è immediatamente in relazione con l’obiettivo della riduzione della povertà. Infatti, un meccanismo competitivo permetterebbe di selezionare i progetti che, a parità di risorse investite, contribuiscono in maggior misura alla riduzione della povertà. Inoltre, l’attribuzione di un punteggio nella griglia usata dalla TSU avrebbe dovuto prendere in maggiore considerazione il quadro logico, sia quello del Programma sia quello del progetto da valutare; così si sarebbe valorizzata la qualità della formulazione del progetto. In questo modo si sarebbe assicurata la coerenza con il Programma e poste le basi per una diversa relazione tra il Programma e i progetti, per esempio attraverso un maggiore e più tempestivo monitoraggio tecnico. 3. Alcuni referenti dei progetti visitati dal team di valutazione88 hanno dichiarato di non avere informazioni su quanto e come gli altri progetti del Programma stanno realizzando. L’impressione ricavata è che in generale i progetti si limitino a considerare il Programma come una fonte di finanziamento piuttosto che come uno strumento di sviluppo del quale compartiscono la visione. In questo modo si riduce l'opportunità (in termini di valore aggiunto) di questo tipo di meccanismo di conversione del debito. 85 Es. MoU tra il Ministero delle Antichità egiziano e il Ministero degli Esteri italiano sulla conservazione del patrimonio culturale, Cairo il 26 ottobre 2008. 86 Questo meccanismo è stato invece usato per la call for proposals lanciata per sostituire due progetti presentati da ONG, una italiana (Movimondo, cui era stato approvato il progetto “BRAVO: Building Rural Assets with Valuable Opportunities” che ha in seguito rinunciato ad eseguire)e una egiziana (El Rowad Association, della quale era stato approvato il progetto “Improvement of Operational Capacities and Health Care Services Delivery for Disabled Community" e che in seguito non è riuscita ad ottenere l’accredito da parte delle competenti autorità egiziane). I progetti selezionati dalle calls sono stati“Azioni comunitarie per ridurre la povertà nell'Alto Egitto - Governatorato del Fayoum” dell’ONG italiana MAIS e “Psycho-social Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY)” di Alex Work Shop Centre. 87 Intervista al Direttore italiano della TSU, Valeria Mazzacane. 88 Support to Protected Areas, Sustaining Lives for Human Security, ITEC, Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, Una rete di piccoli produttori per il riconoscimento dei diritti sociali ed economici, Distretto conciario di Robbiki, SCC,. MADE, GTI e REMEDY. Pag. 74 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 4. L’avere legato la selezione dei progetti alla programmazione nazionale, in particolare al sesto Piano Quinquennale 2007-2012 e all’agenda di riforme del Governo egiziano89, favorisce l’appropriazione del Programma della Parte controparte egiziana e dà priorità agli interventi che hanno come scopo la riduzione della povertà, obiettivo della programmazione nazionale. DOMANDA VALUTATIVA: Quali sono i principali fattori che hanno influenzato il processo di selezione dei progetti? 5. La Oltre ai già citati criteri riguardanti i settori e gli attori ammissibili per il finanziamento, una decisione che ha influito significativamente sul processo di selezione è stata quella di dare un seguito ad alcuni progetti finanziati durante la I fase del Programma90, in linea con quanto indicato nella Dichiarazione Congiunta.. Nel caso del progetto “Green Corridor” vi è una specifica indicazione inserita nella Dichiarazione Congiunta del 2009. In altri casi sono state finanziate le prosecuzioni di progetti della Cooperazione italiana sul bilaterale o con Organizzazioni Internazionali91. Questo ha permesso di armonizzare le azioni di supporto alle politiche prioritarie egiziane con le priorità della Cooperazione italiana in Egitto. Anche l’esigenza egiziana di favorire investimenti italiani in Egitto e di promuovere il trasferimento di competenze e di tecnologie per sviluppare prodotti industriali e sociali con elevate potenzialità, espressa nella Dichiarazione Congiunta, ha avuto un peso nella scelta dei progetti. DOMANDA VALUTATIVA: Il meccanismo di selezione dei progetti è coerente con gli obiettivi del programma? 6. Nel selezionare i progetti, il Governo egiziano ha comunque tenuto presente l’obiettivo di ridurre la povertà, sua principale preoccupazione. Questo è anche dimostrato dal tema dei primi progetti approvati92. La selezione è stata condotta tenendo anche in conto il trasferimento di competenze (capacity building) alle istituzioni egiziane e alla realizzazione dell’agenda di riforme stabilita dal Governo egiziano93. Questa selezione è stata facilitata dal processo negoziale posto in opera, mediante il quale i partner hanno individuato alcune attività della Cooperazione italiana già in essere e hanno esplorato l’offerta di competenze presenti nel sistema Italia che potessero meglio rispondere a quelle esigenze94. DOMANDA VALUTATIVA: Il meccanismo di selezione dei beneficiari assicura un processo di ownership in base al quale sono gli egiziani a fissare le priorità? 7. Durante le interviste condotte dalteam di valutazione presso i partner istituzionali egiziani, è stato sottolineato l’apprezzamento per il livello di ownership che il Programma garantisce nella selezione dei progetti. Solo in un caso95 è stata indicata la preferenza per il supporto di budget diretto come nel caso del precedente Programma di Conversione del Debito della Germania96, 89 Dichiarazione congiunta, 12 maggio 2009. Intervista con Dott. Nino Merola e con Dott.ssa Ginevra Letizia, Roma 15 marzo 2013. 91 Es. Solid Waste Management in Minya Governorate; Health Governance Unit; Psycho-social Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY); Support to the Egyptian Protected Areas (SEPA); Green Trade Initiative per i progetti che seguono iniziative della Cooperazione italiana sul bilaterale, Transition to Employment; Career Guidance for Youth and Job Creation; Integrated Migration Information System (IMIS) III seguono progetti che la Cooperazione italiana aveva finanziato con OOII. 92 I primi due progetti approvati sono stati “Poverty alleviation through creating low-cost jobs in the solid waste system in the Greater Cairo region” e “Sustaining Lives for Human Security” per un ammontare superiore a otto milioni di dollari. 93 Dichiarazione congiunta, 12 maggio 2009. 94 Intervista al Direttore italiano della TSU, Valeria Mazzacane. 95 Intervista presso il Ministero delle Finanze. 96 In realtà in questo caso non fu un vero programma di budget support. Una quota pari al 50% è stata direttamente cancellata mentre il rimanente 50% è stato convertito in progetti di sviluppo. 90 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 75 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN anche se la stessa Cooperazione tedesca - espressamente consultata - ha affermato di non aver intenzione di proseguire quest’approccio. Il prossimo Programma di debt swap tedesco utilizzerà l’intero fondo di contropartita per finanziare progetti di sviluppo nei settori dell’istruzione e della creazione di lavoro, e questi saranno selezionati attraverso call for proposals97. 9.2 La realizzazione DOMANDA VALUTATIVA: Le caratteristiche progettuali sono coerenti con l'obiettivo generale e specifico del Programma? 8. Come già evidenziato, i progetti sono stati identificati e selezionati in accordo con i principi e le linee guida concordate da entrambe le parti all’interno del quadro di riferimento costituito dalla cooperazione italo-egiziana. La fase di formulazione e di selezione degli interventi è stata caratterizzata da un processo negoziale che ha coinvolto gli operatori a livello di Programma e quelli dei vari progetti, rendendo possibile la creazione di punti di vista condivisi con riferimento a obiettivi, risultati ed attività dei singoli interventi. 9. La logica del Programma lo configura come strumento per il conseguimento di obiettivi quali il rafforzamento delle relazioni bilaterali e l’allineamento a politiche e strategie egiziane. In tal senso, tutte le iniziative finanziate sono coerenti con questa logica, e questo sin dal momento della loro formulazione, frutto del processo negoziale previsto dal Programma. L’individuazione delle aree tematiche prioritarie e la stretta aderenza alla programmazione nazionale assicurano coerenza tra gli obiettivi dei progetti e quelli del Programma. 10. Tuttavia, le caratteristiche del meccanismo operativo del Programma (anche con riferimento alla più strutturata II fase) non risultano sempre coerenti con l’obiettivo di rafforzare le capacità dei partner e, in particolar modo, delle istituzioni egiziane coinvolte: le istituzioni e la pubblica amministrazione non beneficiano infatti del contatto continuo con meccanismi strutturati ed omogenei che favoriscano il trasferimento di competenze e il capacity building, e mentre nell’ambito dell’esecuzione dei progetti continuano a utilizzare le proprie procedure. Tutto ciò non ha permesso di mettere a punto un sistema condiviso e coerente di modalità per la selezione e l’esecuzione di iniziative partecipative e per la relazione con le espressioni della società civile e il settore privato, assicurando quell’accrescimento di competenze che è presupposto necessario per assicurare il successo di una III fase caratterizzata da una sempre più accentuata appropriazione egiziana in ogni fase dell’intervento. 11. Inoltre, il Programma non prevedealcun tipo di coordinamento tra i vari progetti, neanche tra quelli afferenti alla stessa tematica / area prioritaria di riferimento; tale mancanza di contatti e scambi non è una caratteristica coerente con l’obiettivo di rafforzare le capacità istituzionali e di programmazione egiziane e con la specifica natura di progetti iscritti all'interno di un Programma. 12. Di conseguenza, a fronte di una buona coerenza a livello globale, la dimensione di programma non viene percepita sufficientemente a livello di progetto. Durante alcune interviste nei Ministeri e istituzioni egiziane98, al team di valutazione è stata riferita l’esigenza di una maggiore diffusione dell’informazione sul Programma, maggiori occasioni d’incontro e di discussione tra i responsabili dei progetti e diffusione delle buone pratiche individuate. 13. Al momento della realizzazione, i progetti sono già passati per un processo di selezione iniziato con la presentazione di un profilo e proseguito con la formulazione del progetto, accompagnato dalla TSU del Programma, durante il quale si definisce il quadro logico e si determina la fattibilità dei vari componenti. Questo processo facilita l’uniformazione del progetto con gli obiettivi del Programma, evoluzione peraltro agevolata dalla TSU. Tuttavia modalità d’azione, approcci e 97 98 Intervista a Hans Ch. Hamman, Ambasciata di Germania in Egitto, e Jens Mackensen, KFW. Interviste con referenti di Ministero dell’Ambiente, EDF, COSPE. Pag. 76 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN meccanismi messi in atto dai progetti non sono univoci, ed è di conseguenza possibile individuare diversi livelli di aderenza ai differenti obiettivi del Programma a seconda dell’intervento considerato. 14. La tavola seguente mostra il grado di coerenza dei progetti con gli obiettivi generale e specifico del Programma, valutato in base al un'attribuzione di punteggio che i componenti del team di valutazione hanno discrezionalmente e separatamente attribuito, sulla base delle interviste, la documentazione consultata e le osservazioni sul campo, alla luce di un brainstorming preliminare di condivisione e discussione delle impressioni ricavate. Non sorprende che i progetti sociali e ambientali mostrino maggiore coerenza con l’obiettivo di ridurre la povertà mentre quelli dei settori economico e della formazione, o comunque segnalati nella Dichiarazione Congiunta del maggio 2009, mostrino maggiore coerenza con quelli dell’allineamento e orientamento di politiche e strategie egiziane e del consolidamento delle relazioni bilaterali. TABELLA 14: GIUDIZIO SUL GRADO DI COERENZA DEI PROGETTI CON GLI OBIETTIVI DEL PROGRAMMA Progetto Obiettivo/i generali Obiettivi specifici Modello sostenibile di sicurezza alimentare (WFP) Riduzione della “fame nascosta” che prevale tra I bambini in età scolare e le loro famiglie nelle aree più povere del paese. Polo per la formazione tecnica e professionale Contribuire allo sviluppo di un evoluto sistema educativo tecnico nel sistema educativo egiziano Sostegno alle Protette (SEPA) UNDP Consolidare i risultati raggiunti dal partenariato Egitto-Italia-UNDP nel quadro di EIECP II e assicurare la sostenibilità delle attività intraprese dal programma nelle Aree Protette; Costruire sulle esperienze e lezioni apprese; Promuovere sinergia e complementarietà con altre iniziative simili condotte nel settore. Migliorare la competitività delle esportazioni egiziane di prodotti agricoli verso i paesi dell'Unione Europea, grazie allo sviluppo della collaborazione con il settore pubblico e privato in Italia Supportare la partecipazione della società civile ai processi decisionali e il conseguimento lo sviluppo umano in Egitto Costruzione di capacità locale con dimostrazioni pilota di metodi efficaci di reti di sicurezza alimentare, introducendo merende con contributo nutritivo arricchito, buone pratiche igieniche (vermifughi e educazione alimentare). Efficienza migliorata nella gestione della catena d’approvvigionamento. Istituire un distretto integrato per la formazione tecnica e professionale nel settore, fornendo educazione tecnologica evoluta, formazione e indirizzo di più alto livello qualitativo che soddisfi le necessità del mercato del lavoro e della società. Migliorare la capacità di gestione nelle cinque aree selezionate; GREEN INITIATIVE SOCIAL CENTER Aree TRADE CONTRACT Rapporto finale Contribuire alla protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale, oltre che allo sviluppo sostenibile delle comunità locali; Grado di Coerenza (a) (b) 1) 2) 3) 4) 5) 6) Buona Molto buona Molto buona Sufficiente Sufficiente Buona 1) 2) 3) 4) 5) 6) Molto buona Buona Molto buona Buona Buona Sufficiente 1) 2) 3) 4) 5) 6) Buona Buona Buona Buona Molto buona Molto buona Potenziare le strutture d’accoglienza delle cinque aree protette portandole a livello di strutture di prima classe Sostegno alla creazione di un sistema integrato per migliorare la produzione e la catena di esportazione ortofrutticola 1) Molto Buona 2)Sufficiente 3) Molto buona 4)Buona 5) Molto buona 6) Buona L’obiettivo specifico è quello di costruire un consenso condiviso intorno al significato e alle implicazioni di un nuovo contratto sociale; monitorare i progressi conseguiti nel raggiungimento degli 1) Sufficiente 2) Molto buona 3) Molto buona 4) Sufficiente 5) Buona Novembre 2013 Pag. 77 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN REMEDY Migliorare la qualità di vita e le risorse psicosociali delle persone affette da disordini psichiatrici nel Governatorato di Behera MADE Sviluppare la pesca e l’acquacoltura mediterranea in Egitto attraverso azioni sinergiche che coinvolgano i settori pubblico e privato. Distretto conciario di Robbiki Migliorare la qualità e la produttività dell’industria egiziana del cuoio e le condizioni ambientali nella città del Cairo Una rete di piccoli produttori per il riconoscimento dei diritti sociali ed economici Contribuire al miglioramento delle condizioni di vita dei piccolo produttori attraverso i principi del commercio equo e solidale e un approccio organizzativo Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione Sostenere il processo di riforma dell’istruzione nelle scuole professionali avvalendosi delle tecnologie ICT per ridurre la disoccupazione giovanile Obiettivi del Millennio e dei 55 programmi socio-economici promossi dall’EHDR del 2005 Miglioramento delle capacità di autoaiuto, autosufficienza, autonomia e dignità; Creazione di opportunità per l’autorealizzazione e l’inclusione sociale; Incoraggiamento a potenziare le abilità individuali attraverso l’impiego e l’attività lavorativa; aumento della consapevolezza nella comunità Implementare una sector leading action, supportando il dialogo tra privato e pubblico, sia grazie ad un’opera di assistenza tecnica alle imprese sia attraverso la messa in atto di attività produttive (avannotteria e cage unit) in accordo con i principi guida di responsabilità e sostenibilità. Contribuire alla creazione di un l’impianto per il trattamento delle acque di scarico Creare una rete nazionale di piccole imprese del settore agricolo e artigianale per favorire il riconoscimento dei diritti socio-economici di queste categorie, rafforzando le capacità di rappresentanza e negoziazione in tema di sicurezza sociale e assistenza sanitaria, nonché di marketing e commercializzazione dei prodotti agroalimentari e di artigianato locale per incrementarne la vendita sul mercato interno e all'estero. Migliorare la qualità della formazione tecnico-professionale attraverso l’introduzione dell’uso delle tecnologie informatiche nella gestione amministrativa e nei curricula didattici 6) Molto buona 1) Buona 2) Molto buona 3) Molto buona 4) Sufficiente 5) Sufficiente 6) Buona 1) Buona 2) Sufficiente 3) Buona 4) Buona 5) Molto buona 6) Molto buona 1) Molto buona 2) Sufficiente 3) Molto buona 4) Buona 5) Buona 6) Scarsa 1) Sufficiente 2) Molto buona 3) Molto buona 4) Sufficiente 5) Molto buona 6) Buona 1) Sufficiente 2) Buona 3) Molto buona 4) Sufficiente 5) Buona 6) Scarsa Incoraggiare la cooperazione tra sistema educativo e settore privato per condividere esperienze e best practices. (a) Obiettivi generali (b) Obiettivi specifici 1) Consolidamento delle relazioni bilaterali 4) Riduzione del peso del debito; 2) Contributo alla riduzione della povertà e allo sviluppo egiziano; 5) Finanziamento diprogetti che contribuiscano allo sviluppo socio-economico sostenibile del paese; 3) Allineamento e orientamento a politiche e strategie egiziane. 6) Rafforzamento delle capacità istituzionali egiziane nel campo della programmazione concertata e con particolare riferimento al tema della povertà (b) Molto buona, Buona, Sufficiente, Scarsa Pag. 78 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN DOMANDA VALUTATIVA: In che misura gli obiettivi dei progetti selezionati e implementati sono stati o stanno per essere raggiunti? 15. Differentemente dalla I fase, dove un importante numero di progetti99 aveva avuto delle basse prestazioni con il rischio di non raggiungere gli obiettivi previsti, e questo a causa di gravi insufficienze nella formulazione100, nella II fase solo due progetti si trovano in situazioni critiche101, dovute peraltro a modifiche nelle attività del progetto richieste dai nuovi responsabili nei Ministeri di competenza, tali da snaturarlo o richiedere importanti investimenti aggiuntivi. Da notare che questi nuovi responsabili istituzionali sono gli ultimi a essere stati nominati dopo un turnover molto ravvicinato. 16. I progetti realizzati dalle ONG italiane sono terminati o in via di conclusione, avendo raggiunto i loro obiettivi. Anche quelli realizzati dalle ONG egiziane hanno raggiunto gli obiettivi prefissati, con l’eccezione del progetto di riabilitazione psicologica per la malattia mentale, dove il nuovo referente del progetto in seno al Ministero della Salute è in parte in disaccordo sull’approccio che il progetto intende realizzare. La maggioranza dei progetti realizzati dalle OOII ha raggiunto o sta raggiungendo gli obiettivi prefissati. Alcuni progetti, implementati dalle OOII ma richiesti da istituzioni egiziane, sperimentano ritardi102 dovuti in parte alla difficoltà di queste nel ridefinire le norme che vanno in parallelo con i cambiamenti politici che sta sperimentando il paese. I progetti realizzati direttamente da istituzioni egiziane stanno rapidamente ristrutturando la propria organizzazione per raggiungere gli obiettivi dopo un periodo caratterizzato da ritardi e scelte sbagliate, che hanno richiesto l’intervento della TSU, a volte per riformulare ed estendere il progetto, altre volte per rimodulare le attività. DOMANDA VALUTATIVA: Quali sono le buone pratiche e le lezioni apprese riconducibili alla specificità del Programma di Conversione del Debito secondo diversi beneficiari e stakeholder? 17. Tra le buone pratiche riconducibili al Programma, quella segnalata in modo ricorrente negli incontri delteam di valutazione con i partner istituzionali103 è la maggiore opportunità d’appropriazione da parte del partner locale offerta da questo Programma. Questa attenzione alla ownership permette di proporre per il finanziamento del Programma le attività sentite dalla controparte egiziana come prioritarie, assicurando quindi una motivazione per il raggiungimento degli obiettivi che costituisce un punto di forza dei progetti. Di contro, il periodo che ha seguito gli avvenimenti del 2011 e che ha portato con sé vari cambiamenti di politica e un rapido turnover dei responsabili amministrativi ha rimesso in dubbio l’efficacia di questo approccio. L’agenda politica perseguita dai nuovi responsabili dei Ministeri non sempre coincide con quella di chi aveva originariamente negoziato il progetto, per cui quello che originariamente è visto come un punto di forza si può trasformare in un punto di debolezza a seguito del cambio delle politiche del governo. Questa è una lezione che si ricava anche dal caso del Programma di Conversione del Debito dell’Ecuador, discusso nel capitolo 12. Uno stretto collegamento del Programma con le politiche del paese ne aumenta l’efficacia, confermando quanto sostenuto 99 Seconda valutazione Mid-term del programma Egitto Italia Conversione del Debito per lo sviluppo, 26 aprile 2006, pag. 7. Vi è riportato che i progetti con un livello di prestazione basso è 30%. 100 Seconda valutazione Mid-term del programma Egitto Italia Conversione del Debito per lo sviluppo, 26 aprile 2006, pag. 6, “l’ampia gamma delle prestazioni è dovuto a molti fattori ma soprattutto all’insufficiente valutazione preliminare del contesto …”. 101 Si tratta dei progetti Gestione dei rifiuti solidi nel Governatorato di Minya e Riabilitazione psicologica per la disabilità mentale. 102 Es.Solid Waste Management in Minya Governorate; Support to the Egyptian Protected Areas (SEPA); Green Trade Initiative; Integrated Migration Information System (IMIS) III seguono progetti che la Cooperazione italiana aveva finanziato con OOII. 103 Ministero delle Antichità, Ministero dell’Ambiente, Ministero della Cooperazione Internazionale. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 79 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN nella Dichiarazione di Parigi. D’altra parte, lo stesso fattore rende il Programma molto sensibile ai cambiamenti nella politica nazionale. 18. Un'altra lezione positiva appresa è il ruolo attivo della TSU nella gestione del Programma. All’esistenza della TSU è da attribuire il miglioramento che c’è stato tra il livello di efficacia del Programma nella I fase, riscontrata dalla seconda valutazione mid-term e quella relativa alla II fase verificata durante questa valutazione. Malgrado il Programma si sia svolto a cavallo di un periodo politicamente difficile, durante il quale è stato complicato mantenere il regolare rapporto con gli interlocutori istituzionali e si sono anche verificate situazioni difficili di sicurezza, la quasi totalità dei progetti ha raggiunto/sta raggiungendo gli obiettivi previsti o è comunque sufficientemente sotto controllo. La TSU è riuscita a svolgere quest’attività pur se carente di personale tecnico. La ragione di questo sta in gran parte in un dipartimento finanziario che ha saputo assicurare il controllo, il mantenimento di stretti rapporti con i progetti e la presenza un archivio di dati che, seppure limitati rispetto a quanto richiesto per assicurare un buon monitoraggio tecnico, hanno permesso la necessaria gestione del Programma. 19. Molto importante per il raggiungimento di questo risultato è stato il carattere binazionale della TSU, che ha facilitato la partecipazione dei partner alla gestione del Programma e il coinvolgimento nella risoluzione dei problemi che si venivano creando, sia a livello dei progetti sia a quello del Programma. Pag. 80 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 10. Impatto e sostenibilità del Programma 10.1 Impatto DOMANDE VALUTATIVE Quali sono i cambiamenti reali che il Programma ha contribuito a determinare? Il Programma ha contribuito a creare un catalizzatore per migliorare la pianificazione, la governance, la coordinazione e la responsabilità? 1. Rispetto all’analisi dell’impatto e della sostenibilità del Programma, è difficile trarre conclusioni e risultati, poiché la maggior parte degli interventi sono ancora in corso ed alcuni devono ancora essere avviati; mancano inoltre le informazioni e i dati necessari per poter procedere ad un'analisi rigorosa, di tipo ad esempio contro-fattuale. Se è quindi possibile fare alcune considerazioni sui cambiamenti indotti da singoli interventi conclusi o in via di conclusione, è ben più difficile fare un discorso organico a livello di Programma rispetto a tutti gli obiettivi, generali e specifici, espliciti e impliciti, che l’intervento si pone, e prefiggersi soprattutto un'analisi valutativa fondata scientificamente. 2. Inoltre, è importante considerare che questa II fase si pone in continuità con la prima, con la quale condivide, nonostante le differenze a livello organizzativo, procedurale e di struttura, finalità ed obiettivi. Di conseguenza, molti dei cambiamenti che il Programma ha contribuito o sta contribuendo a determinare non sono facilmente ascrivibili ed attribuibili alle sole azioni condotte nel corso della II fase; questo fattore rappresenta un ulteriore ostacolo alla definizione dell’impatto di questa specifica fase dell’intervento. 3. Fatte queste premesse, è possibile in ogni caso delineare alcune prime interessanti indicazionianalitiche circa i risultati e i cambiamenti indotti attribuibili al contributo del Programma, in relazione agli obiettivi che il Programma stesso si pone e ai settori di intervento individuati come prioritari, oltre che rispetto agli effetti direttamente riscontrabili, per mezzo dell’azione dei progetti, sui beneficiari finali dei singoli interventi condotti nell’ambito del Programma. 4. Una prima considerazione sui risultati che si sono ottenuti è quella relativa all’obiettivo specifico della riduzione del debito: l’'intero ammontare oggetto di conversione – 100 milioni di dollari – è stato versato nel Fondo di Contrapartita, sul conto aperto presso la Banca Centrale d'Egitto e intestato al Programma, per un controvalore pari a 559.115.926 sterline egiziane104. 5. Come è noto, l’ammontare è destinato dalProgramma all’implementazione di progetti che contribuiscano allo sviluppo socio-economico e alla riduzione della povertà nel paese. Con riferimento all’utilizzo del Fondo di Contropartita e alla realizzazione degli interventi, la situazione di generale instabilità del Paese non ha favorito un regolare svolgimento delle attività; ciò ha portato a dei rallentamenti e richiesto l'approvazione di estensioni non onerose della durata per la quasi totalità delle iniziative. Tuttavia, ad oggi i progetti in corso avanzano, e diversi di loro si stanno avviando alla conclusione. L'importo impegnato supera il 93% del totale, sono state approvate 27 iniziative, e l'importo erogato ha raggiunto il 47,7% del totale del Programma. Questi dati evidenziano il positivo progresso registratosi negli ultimi 3 anni (4 milioni di dollari erogati alla fine del 2009), in particolare nell'ultimo periodo, dal momento che circa 16 milioni di dollari sono stati erogati nel secondo semestre del 2012, frutto dell’impegno profuso da 104 ITALIA – EGITTO Programma di Conversione del Debito - Rapporto di avanzamento gennaio 2013, p.2 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 81 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN entrambe le parti per accelerare l'avanzamento del Programma nella fase del suo previsto completamento105. TABELLA 15:SITUAZIONE DELL’IMPORTO OGGETTO DI CONVERSIONE NELLA SECONDA FASE DEL PROGRAMMA AL 31/01/2013 Importo totale del Programma Importo erogato Importo impegnato Importo allocato . Fon Sterline egiziane 559.115.926 263.480.475 257.460.451 38.175.000 % 100.00% 47.72% 45.46% 6.83% Dollari 100.000.000 47.715.723 45.456.533 6.827.743 te: TSU, Rapporto di avanzamento, gennaio 2013 6. C’è una grande variabilità tra i risultati ottenuti e quindi tral’impatto e la sostenibilità attesi per quanto riguarda i diversi progetti;ciò rende difficile fare previsioni e considerazioni generali, a livello di Programma. Una delle ragioni che spiega le differenze dei risultati raggiunti da diversi progetti sono motivi ascrivibili alla struttura stessa del Programma che, anche nella sua II fase così come già avvenuto nella prima106, si caratterizza per la varietà di temi e settori, approcci, tipologia degli enti implementatori, scala del finanziamento, collocazione e ampiezza dell’area geografica di intervento dei singoli progetti. A tale variabilità si aggiunge il ruolo giocato dai fattori di contesto esterno, che hanno concorso e continuano a concorrere nella determinazione di cambiamenti ed effetti non sempre programmati e prevedibili. 7. Nell’ottica di condurre un’analisi a livello di Programma, seppure tenendo conto dei limiti rappresentati dalla incompiutezza di molti degli interventi che lo compongono, è possibile tuttavia formulare alcune considerazioni. In particolare, può risultare interessante guardare ai risultati raggiunti da alcuni interventi particolarmente "incisivi", che si qualificano come success stories, allo scopo di trarne utili indicazioni di carattere generale, anche in previsione della III fase del Programma. È interessante sottolineare che uno dei fattori determinanti per il successo di queste iniziative sembra essere la priorità attribuita dal Ministero di competenza (spesso applicant), che è responsabile della decisione di un’implementazione immediata, oltre che le capacità dimostrate dagli enti implementatori nella fase di implementazione, a prescindere dalla loro natura istituzionale di organizzazione pubblica (IDSC, GAFRD) e non (Ayadi Masreya, Istituto Don Bosco). Box5 - La seconda fase del Programma: alcune storie di successo Centro per il Coordinamento, Monitoraggio e Supporto al Contratto Sociale (UNDP / Information Decision Support Center) Il Centro per il Contratto Sociale ha acquisito grande rilevanza e visibilità vista la particolare congiuntura sociopolitica in cui l'Egitto si trova, e ha valorizzato e rafforzato il ruolo di advisor su questioni di massima rilevanza per il Paese, anche grazie alla partecipazione nell’elaborazione di alcuni articoli della nuova Costituzione e fornendo consulenze specifiche sull’agenda legislativa. Le attività del Centro sono state aggiornate sulla base delle nuove esigenze, e riorientate a sostegno del “National Dialogue” su temi cruciali quali la democratizzazione, la good governance e la lotta alla corruzione. La conclusione è prevista per il giugno 2013. Creazione di un network nazionale per il riconoscimento dei diritti socio-economici dei piccoli produttori (ONG italiana COSPE in collaborazione con la Fondazione Ayadi Masreya) Il progetto ha contribuito alla creazione di una rete a livello nazionale di produttori che operano nel commercio equo e solidale e a rafforzare le capacità della Fondazione nel supportare e favorire il riconoscimento dei diritti 105 ITALIA – EGITTO Programma di Conversione del Debito - RAPPORTO D’AVANZAMENTO GENNAIO 2013, p. 4. Italian Egyptian Debt-for development SWAP Program, Second Mid Term Evaluation, p. 7. 106 Pag. 82 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN socio-economici dei gruppi più marginalizzati di produttori, rafforzando le loro capacità di rappresentanza e negoziazione in tema di sicurezza sociale e assistenza sanitaria, nonché di marketing e commercializzazione dei prodotti agroalimentari e di artigianato locale, per incrementarne la vendita sul mercato interno e all'estero. Azioni per lo sviluppo del settore della pesca in Egitto (Ministero dell'Agricoltura / General Authority for Fish Resources Development - GAFRD) È stato ristrutturato e riavviato un impianto esistente non funzionante, di proprietà del GAFRD, che oggi rende possibile la produzione di tre specie ittiche. Inoltre, si apprestano ad essere assegnate le due gare internazionali lanciate dal progetto per la fornitura ed installazione dell'unità pilota di 4 gabbie galleggianti nella laguna di Bardawill, la prima, e per la progettazione esecutiva e l’avviamento produttivo di un'avannotteria ad Alessandria, la seconda. Distretto per la formazione tecnica e professionale (Education Development Fund – EDF) Dopo l'inaugurazione, il 1 ottobre scorso, della sezione italiana della scuola tecnica per operatori elettrici di Demo - Governatorato di El Fayoum - è stata avviata una collaborazione con l'Istituto salesiano Don Bosco de Il Cairo, per l'erogazione di corsi di lingua italiana - a Demo e a Il Cairo - rivolti a studenti e insegnanti. Sono stati inoltre effettuati due corsi di formazione tecnica per 34 insegnanti, uno nel settembre 2012 e uno nel gennaio 2013. Dieci insegnanti hanno, poi, effettuato un corso di formazione in Italia presso la Regione Emilia Romagna, sul tema della certificazione delle competenze, corso che ha incluso una visita a istituti tecnici e professionali per ragazze, di estremo interesse per la regione di El Fayoum. Si tiene a ricordare che il modello educativo italiano è stato promosso da EDF presso altri donatori che operano o sono interessati a sviluppare iniziative nel settore (ad esempio la cooperazione tedesca per il progetto ITEC in Assiut). Egitto a misura di bambino – Osservatorio nazionale dei diritti del bambino Il progetto ha creato, all'interno del Consiglio per l’Infanzia e la Maternità (NCCM), un Osservatorio Nazionale dei Diritti del Bambino. L'Osservatorio costituirà il principale punto di riferimento in Egitto in tema d’infanzia, raccogliendo e gestendo, in maniera regolare ed affidabile, tutte le informazioni sulla condizione dei bambini in Egitto, utili alla definizione di politiche, strategie e azioni a favore dei minori. Dopo i problemi incontrati nel primo anno di attività, dovuti soprattutto ai cambiamenti istituzionali in seno a NCCM (NCCM dipendeva dal Ministero della Famiglia e della Popolazione. Dopo la Rivoluzione questo Ministero è stato abolito e il Consiglio è stato integrato nel Ministero della Salute), NCCM ha riformulato un programma di attività e spesa e richiesto una estensione di un anno della durata del progetto. Si stanno mettendo a punto la strategia nazionale per la formulazione del Piano Nazionale per i minori, gli indicatori per il monitoraggio e il Piano di Azione, principali output del progetto. In corso l'iter di istituzionalizzazione dell’Osservatorio nell'organizzazione del Consiglio. Fonte: TSU, Rapporto di avanzamento gennaio 2013 8. Con riferimento agli obiettivi generali del Programma è importante sottolineare che, in ragione dell’ampio spettro delle attività implementate, l’impatto sullo sviluppo socio-economico risulta difficilmente misurabile poiché disperso nei vari settori di attività; le varie aree tematiche e le differenti zone geografiche in cui i progetti sono stati implementati hanno come conseguenza la dispersione di risorse limitate rispetto agli ambiziosi obiettivi e, quindi, i cambiamenti e i risultati risultano tanto più difficilmente individuabili e misurabili. 9. Ad esempio il progetto realizzato dall’ONG COSPE (già menzionato nel box 1) ha indubbiamente avuto esiti incoraggianti sul piano dell’empowerment dei piccoli produttori, tuttavia l’impatto è circoscritto alla cerchia dei beneficiari diretti, non essendo ipotizzabile un risvolto su scala nazionale sia per l’importo limitato delle risorse (749.176 mila dollari) sia per il raggio di azione dell’intervento che ha interessato aree dislocate in 14 governatorati diversi (Aswan, Qena, Sohag, Assiut, Minia, Fayoum, Cairo, Giza, Sharkya, Beheira, North Sinai, South Sinai, Matrouh e Mar Rosso). 10. Allo stesso modo, non è possibile individuare uno specifico contributo del Programma alla riduzione della povertà, sia prendendo in considerazione l’alleggerimento del peso del debito, sia considerando l’insieme degli interventi: la pure significativa entità del finanziamento, in un Paese popoloso e vasto come l’Egitto, risulta insufficiente a produrre seppur minimi Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 83 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN cambiamenti sostenibili a livello aggregato, che possano essere misurati con l’uso dei convenzionali indicatori macroeconomici. 11 Inoltre, è opportuno evidenziare che, con riferimento in particolare all’obiettivo di riduzione della povertà, solo alcuni dei progetti presentano degli obiettivi ed una logica di intervento direttamente coerenti con tale obiettivo, mentre altri si concentrano su sviluppo economico di settori che privilegiano grossi investimenti e grossi produttori107. 12. Come già sottolineato, il Programma si è configurato anche quale strumento funzionale al rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Italia ed Egitto, in un’ottica di partenariato, negoziato e concertazione, allo scopo di favorire lo sviluppo equilibrato delle relazioni politiche e socioeconomiche tra i due paesi. In tal senso, il Programma ha contribuito significativamente soprattutto in virtù della considerevole visibilità che l’Italia ha acquisito nel paese in seguito al suo avvio108. La presenza diffusa sul territorio dei progetti ha favorito l’unanime riconoscimento della positiva azione svolta dalla Cooperazione italiana109, soprattutto in considerazione della capacità dimostrata dal Programma di integrarsi e coordinarsi con le altre azioni portate avanti dalla Cooperazione italiana in Egitto (negli ultimi anni di importo finanziario limitato), favorendo la continuità dell’azione italiana in settori di eccellenza e di interesse strategico per entrambi i paesi: in una tale ottica, l’azione nei distretti educativi per una mutua ed efficace gestione della domanda ed offerta di lavoro sulle due sponde del Mediterraneo e le collaborazioni in settori industriali strategici quale quello della produzione ortofrutticola (allo scopo di evitare sovrapposizioni di stagionalità e di prevedere un importante ruolo di hub d’entrata per l’Italia rispetto alle produzioni agricole egiziane destinate all’esportazione in Europa) rappresentano azioni sinergiche e integrate, la cui rilevanza strategica è stata garantita dal processo negoziale e di decisione congiunta che ha accompagnato ogni fase del Programma. 13. Anche il sostegno al distretto conciario di Robbiki è perfettamente in linea con quest’ottica di promozione degli interessi reciproci e dei mutui benefici; la creazione di legami produttivi tra la realtà industriale egiziana e quella italiana ha aperto la strada, da un lato, ad opportunità di investimento in uno dei paesi di spicco dell'area mediterranea, nonché importante partner commerciale e mercato di approvvigionamento di materie prime per l’Italia e, dall’altro lato, ha favorito il trasferimento di know-how, consulenza e tecnologia finalizzato all'upgrading del settore del cuoio in Egitto, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei prodotti finiti e la loro competitività sul mercato internazionale. 14. Inoltre, il ruolo della Cooperazione italiana si è rafforzato anche rispetto alla sua capacità di proporsi quale aggregatore degli interventi condotti da altri donor presenti nel paese110e degli investimenti governativi in settori strategici111. L’accresciuta visibilità della Cooperazione italiana, il suo progressivo rafforzamento presso le autorità egiziane e il contributo dell’Italia nell’ambito del processo di sviluppo del paese, riconosciuto anche dagli attori stranieri e multilaterali, e la pure notevole capacità di allineamento e coordinamento con le politiche e strategie egiziane dimostrata dal Programma, hanno prodotto tuttavia effetti difficilmente 107 Ci si riferisce ad esempio alla Green Trade Initiative o al progetto Robikki. Intervista con Iman Radwan, Swiss Agency for Development and Cooperation, 09/05/2013; intervista con Houssam Eldine Reda, Ministero degli Affari Esteri, 07/05/2013; intervista con Nadia Fathalla, Ministero della Cooperazione Internazionale, 12/05/2013. 109 Tale aspetto è stato indicato da quasi tutti gli intervistati, in particolare l’argomento è stato approfondito nel corso di interviste e colloqui con Valeria Mazzacane e Yassin Mubarak, Direttore e vice direttore della TSU; intervista con Houssam Eldine Reda, Ministero degli Affari Esteri, 07/05/2013; intervista con Nadia Fathalla, Ministero della Cooperazione Internazionale, 12/05/2013; intervista con l’Ing. Magdy Shabaka, Direttore Generale dell’Ufficio per le Relazioni con l’Estero, Ministero dell’Agricoltura, 08 /05/2013. 110 Per maggiori informazioni, si veda il capitolo 7 sulla rilevanza. 111 A tale scopo è importante ricordare che, per gli interventi di maggiore entità finanziaria, quasi sempre è stata prevista una quota di finanziamento da parte dei Ministeri egiziani interessati dall’iniziativa. 108 Pag. 84 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN quantificabili e misurabili, soprattutto vista la situazione di continua instabilità e di incertezza programmatoria che caratterizza oggi l’Egitto. 15. A partire dal 2011, a seguito dei mutamenti politici che hanno coinvolto il Governo e l’Amministrazione egiziana, i rapporti inter-istituzionali si sono infatti complicati, si è verificato un elevato turnover che ha eliminato alcuni dei referenti familiari con il Programma e con i quali questo aveva stabilito rapporti di fiducia reciproca. I progetti hanno cominciato ad avere difficoltà gestionali ed operative, e la TSU si è dovuta impegnare sempre di più, coinvolgendo anche la Cooperazione italiana, per appianare le difficoltà di ostacolo al regolare svolgimento del Programma. 16. Soprattutto, il Programma non ha mostrato particolare attenzione all'opportunità di valorizzare l'ampia rete relazionale costruita e consolidata coi referenti di progetto e di Programma, in particolare sul versante egiziano. Una rete che proprio il turnover avrebbe richiesto di alimentare nella sua identità di valori, visioni e linguaggio di Programma di sviluppo, al fine di trarre effetti moltiplicatori positivi in grado di contaminare ambiti istituzionali non raggiunti direttamente. 17. La visione e la cultura di Programma non sono emerse con sufficiente trasversalità tra i diversi stakeholder interessati. Malgrado alcuni tentativi della TSU di favorire l’emergere della dimensione di Programma, ad esempio favorendo la discussione tra i due maggiori progetti nel campo della formazione professionale112, e quindi con obiettivi oggettivamente sinergici, l’iniziativa si è conclusa per la mancanza di un concreto seguito da parte dei progetti. I motivi risiedono nella tendenza di ogni progetto a concentrarsi sui propri compiti e sul raggiungimento dei propri obiettivi, ma anche in buona parte nella mancanza di strumenti preposti a tale scopo da parte del Programma: infatti la TSU non ha associato, alle funzioni di monitoraggio finanziario e tecnico, una costante azione di coordinamento che permettesse di mettere in contatto tra di loro gli attori dei differenti interventi. 18. Di conseguenza, la dimensione di Programma ha assunto una rilevanza limitata presso i progetti finanziati, mentre è rimasta molto alta presso la TSU, che ha finito col capitalizzare in proprio e assumere questa dimensione. I rapporti si sono consolidati in forma verticale, tra i progetti e la TSU, mentre è mancato l’aspetto orizzontale, tra i differenti progetti, aspetto necessario per confermare e convalidare l’approccio di Programma. Va comunque ricordato che non esiste solo una relazione progetto – TSU, ma che spesso il progetto ha una complessa rete di relazioni che riguarda l’istituzione d’appartenenza, il partenariato del progetto e tutta la gamma degli attori che partecipano alla realizzazione del progetto. 19. Tuttavia, se l’obiettivo del rafforzamento delle capacità istituzionali è stato condiviso da entrambe le controparti, è però necessario evidenziare che il suo effettivo perseguimento è stato limitato da questa mancanza di strutture di coordinamento tra i vari progetti e funzioni di capitalizzazione, che rendesse possibile il contatto continuo e la conoscenza delle differenti esperienza condotte, ma anche la diffusione di una visione generale del Programma, con conseguente difficoltà nel coglierne gli aspetti strategici da parte degli operatori dei progetti. 20. In riferimento al contributo del Programma al miglioramento della capacità di programmazione delle istituzioni e al rafforzamento della capacità di gestione, le interviste restituiscono un giudizio positivo circa soprattutto l’azione, i cambiamenti e i risultati a livello sub-ministeriale e in particolare a livello dipartimentale113. È soprattutto in questo ambito che, infatti, è individuato il valore aggiunto del Programma rispetto ad un'operazione di budget support. 21. L’azione di capacity building è stata promossa e condotta soprattutto all’interno di Ministeri e di altre istituzioni, che hanno avuto occasione di lavorare in partenariato con attori provenienti dai 112 Si tratta dei progetti ITEC e ITC Intervista con Yassin Mubarak, vice direttore della TSU, 07/05/2013. 113 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 85 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN più differenti contesti (ONG italiane ed egiziane, Organizzazioni Internazionali) oltre ad aver sperimentato i nuovi metodi e procedure della TSU. 22. Anche la società civile sembra aver beneficiato di una diffusa attività di capacity building: in particolare, il trasferimento di know-how ha interessato le imprese e, in misura anche maggiore, le ONG egiziane responsabili dell’implementazione delle attività. A titolo di esempio la Fondazione Ayadi Masreya è stata costantemente sostenuta dall’ONG COSPE con azioni volte a consentire da un lato, la piena assunzione di responsabilità nella gestione del progetto SER e, dall’altro, la necessaria autonomia organizzativa come presupposto per poter garantire continuità all’intervento finanziato attraverso il Programma di Conversione del Debito. 23. Alcuni attori della società civile hanno tuttavia manifestato delle perplessità relativa al finanziamento diretto di istituzioni ed enti governativi114, ed è condivisibile l’ipotesi secondo la quale la struttura stessa del Programma, che prevede l’assegnazione diretta dei fondi a istituzioni pubbliche, potrebbe aver limitato notevolmente lo sviluppo della capacità di queste istituzioni di relazionarsi proficuamente con gli attori della società civile e con il settore privato, come sarebbe invece accaduto se fosse stato privilegiato il finanziamento a queste ultime categorie di attori. 24. Tuttavia, anche se l’impatto in ciascun settore risulta sempre ambiguo e difficilmente misurabile, a causa della dispersione tematica e geografica che caratterizza il Programma e dell'assenza di un'appropriata base informativa predisposta ad hoc, è sicuramente da considerare quale indiretto e potenziale valore aggiunto la costruzione di una ampia rete di contatti e di attori, in settori spesso diversi tra loro, ma tutti caratterizzati dall’essere settori chiave per lo sviluppo del paese in base alla programmazione nazionale. 10.2 La sostenibilità DOMANDE VALUTATIVE Quali correttivi sono raccomandabili per aumentare l'impatto e rendere sostenibile il Programma durante la terza fase? In che misura il meccanismo (in termini di approccio, architettura finanziaria, istituzionale, procedure, implementazione) attivato con il Programma può dirsi capace di perdurare nel tempo? 25. In relazione alla generale sostenibilità dei risultati raggiunti dal Programma, si può affermare che essa è in parte garantita dall’alto grado di coerenza e rilevanza rispetto alle politiche e alla programmazione nazionale da un lato, e dall’altro dal coordinamento e dalla complementarità del Programma rispetto al resto della Cooperazione italiana nel Paese e anche rispetto ad alcune azioni finanziate e gestite da altri donor115. Inoltre, i progetti e le attività finanziate dal Programma sono in generale ben ancorati nel sistema istituzionale o nella realtà sociale delle comunità all’interno delle quali sono realizzati116. Questo è un elemento importante che ne suggerisce la potenziale sostenibilità al termine dell’intervento finanziario e gestionale del Programma, pur non potendola garantire di per sé. 26. Uno dei punti di forza della strategia che ha permesso di conseguire questi risultati è stato il carattere specificatamente bi-nazionale del Programma, dove il Management Committee e la TSU che lo appoggia costituiscono un luogo di discussione, condivisione e cooperazione, portano le rispettive visioni, si confrontano e operano congiuntamente per ottenere gli scopi prefissi. I risultati così ottenuti sono ora in questione per i cambiamenti delle politiche che hanno seguito la “Primavera egiziana”, ma l’approccio instaurato dal Programma, se verrà proseguito, permetterà probabilmente di adattare le azioni e i risultati alle indicazioni che saranno prodotte 114 Intervista a Bassem Saroufim, Deputy Country Rep. COSPE, 14/05/2013 Per maggiori informazioni, si veda il capitolo 7 sulla rilevanza. 116 E’ questo ad esempio il caso dei due progetti Social Contract Center e del progetto “Egitto a misura di bambino”, i cui punti di forza vengono brevemente descritti nei box che integrano questo paragrafo. 115 Pag. 86 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN dal continuo dialogo tra i partner,nell’ambito degli obiettivi che questo strumento si pone. Il dialogo, la cooperazione e il confronto tra i due sistemi paese, aspetti innovativi del Programma, costituiscono un elemento di sostenibilità, e nel breve periodo possono aumentare la loro importanza come base per lo sviluppo socio-economico e per il mantenimento delle buone relazioni tra i due Paesi. Box 6 - I fattori di sostenibilità: le lezioni apprese dai progetti Progetto Robikki: la rilevanza per le autorità nazionali La forte volontà delle autorità politiche egiziane, le relazioni stabilite con imprese italiane ed il consenso raggiunto con imprese conciarie di Magra El-Eoiu, chiamate a trasferirsi a circa 50 km dal Cairo, rappresentano una base importante per il futuro del distretto industriale di Robikki. Un ruolo altrettanto importante per la sua sostenibilità riguarda le relazioni socio-economiche a livello locale e, in quest’ottica, la capacità di offrire non solo opportunità lavorative, ma anche servizi di base a tutti i lavoratori che si trasferiranno a Robikki insieme alle loro famiglie. Il Governatorato del Cairo ha iniziato a realizzare gli alloggi, con la costruzione di 10.000 appartamenti che saranno messi in vendita o dati in affitto, e a predisporre una linea di autobus Cairo – distretto di Robikki, che verrà incrementata nel momento di avvio delle attività produttive del distretto. Centro per il Contratto Sociale: l’istituzionalizzazione degli enti creati/rafforzati Il SCC è stato aggiunto all’interno dell’organigramma ufficiale dell’IDSC, allo scopo di assicurare il coordinamento con le altre unità e dipartimenti dell’IDSC; ciò rappresenta un forte segnale dell’impegno a sostenere il Centro anche dopo la chiusura del progetto; molti degli strumenti elaborati dal SCC sono in via di istituzionalizzazione e saranno quindi oggetto di una raccolta dati su base annuale (per esempio, il social policy index e un set di indicatori sulla governance).Data la grade rilevanza del lavoro svolto e i positivi risultati raggiunti, è verosimile ipotizzare inoltre una sostenibilità futura grazie alla possibilità di una progressiva istituzionalizzazione del Centro, che potrebbe trasformarsi nel Segretariato del Consiglio Nazionale Economico e Sociale che con il suo contributo è stato creato. Progetto SER- COSPE: la creazione e il potenziamento di strutture associative della società civile Il progetto ha posto delle basi importanti per il futuro dell’iniziativa, fra le quali emerge, innanzitutto, la presenza di una Fondazione egiziana alla guida della rete delle piccole imprese del settore agricolo e artigianale. Anche l’elevato grado di appropriazione del progetto da parte dei beneficiari, nonché i rapporti positivi instaurati con lo staff del progetto, giocano a favore della sua sostenibilità. Progetto SEPA: il coordinamento e la complementarità con le altre iniziative italiane La sostenibilità delle azioni del progetto sarà resa possibile dal finanziamento della III fase del Programma Ambientale Italo- Egiziano da parte della Cooperazione italiana. La possibilità di autofinanziamento della gestione delle aree protette, obiettivo del progetto UNDP-GEF, resta una possibilità lontana nel tempo, comunque successiva alla data di conclusione del progetto SEPA. Progetto ICT Trust Fund: la possibilità di coinvolgimento del settore privato per i finanziamenti Un aspetto sicuramente positivo è legato alla dinamicità dell’ICT Trust Fund, una realtà che ha relazioni molto positive sia a livello governativo (tanto a livello ministeriale che dei governatorati interessati dalle attività del progetto), sia con aziende private nel settore ICT, e che può favorire la ricerca di ulteriori finanziamenti per la continuazione/estensione del progetto nel futuro. Progetto MADE: l’importanza del capacity building per la sostenibilità Le azioni di training e di capacity building portate avanti nel corso del progetto MADE rappresentano uno dei più importanti strumenti a garanzia della sostenibilità dell’intervento, grazie alla formazione di tecnici competenti, operanti sia nel settore pubblico che nel settore privato. 27. Il Programma presenta inoltre degli aspetti innovativi che hanno possibilità di perdurare nel tempo continuando a produrre risultati positivi. Pur se tra gli obiettivi espliciti non erano citati l’appoggio o l’accompagnamento alle riforme istituzionali, il Programma ha svolto un importante Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 87 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN ruolo di patrocinio e raccomandazione ai decisori politici per la messa in opera di riforme istituzionali necessarie nei campi dei diritti umani, della legislazione ambientale, dello sviluppo produttivo117. Il rafforzamento istituzionale che il Programma ha favorito e accompagnato all’interno dell’Amministrazione egiziana (ministeri, enti governativi, …) ha facilitato questo esito. 28. Alcuni esempi che possono essere citati in tal senso sono il “Social Contract Advisory, Monitoring and Coordination Center”, che sta attivamente contribuendo alla ridefinizione della nuova legislazione nazionale, il progetto MADE con la previsione di una road map per la messa a punto di una nuova strategia nazionale nel campo dell’acquacoltura, il progetto SEPA per quello che ha rappresentato l’appoggio alla EEAA per il Legal and Institutional Framework Project (LIFP) e il Nature Conservation Sector. In piccolo, il progetto del COSPE ha promosso la creazione, di concerto con le autorità locali, di schemi assicurativi a favore dei piccoli produttori che sono esclusi da coperture sociali a livello nazionale, mente il progetto “Egitto a Misura di Bambino” sta contribuendo a mettere a punto la strategia nazionale per la formulazione del Piano Nazionale per i minori, gli indicatori per il monitoraggio, e il Piano di Azione118. 29. Tuttavia, l’insufficiente chiarezza degli obiettivi e della risolutezza nell’affermarli, unita alla mancanza di una “comunità dei progetti”, a cui si sostituisce una serie di interventi legati da logiche giustificabili ma poco concatenate, fanno apparire il Programma come uno strumento finanziario per l’attuazione di attività sparse piuttosto che una iniziativa della quale sono chiari obiettivi e strategia per conseguirli. Queste caratteristiche costituiscono evidentemente un rischio per la sostenibilità del Programma al termine del finanziamento esterno, che rischia di tradursi in una polverizzazione di casi di iniziative progettuali sostenibili ed altre senza sostenibilità. 30. Se la rete di relazioni costruita ha le potenzialità per assicurare la sostenibilità delle azioni condotte dai vari progetti, la debolezza della dimensione di Programma che si è venuta conformando rende problematica una sua sostenibilità in mancanza di un intervento esterno di tipo finanziario e gestionale. Questa tendenza si è confermata con la firma dell’Accordo per la III fase, dove si notano due modalità di realizzazione (con riferimento alla logica di Programma): i. Unsupporto al bilancio di quattro Ministeri (Ministero del commercio interno, Ministero dell’educazione, Ministero dell’agricoltura, Ministero del patrimonio); ii. Un approccio più tradizionale di finanziamento a progetti delle ONG attraverso call for proposals (10% dei fondi totali). In una tale prospettiva, la sostenibilità durante la III fase sembra essere assicurata quasi unicamente dalla conformità degli obiettivi del Programma ai piani e alla priorità dei Ministeri interessati. 31. Durante la III fase, il Programma dovrebbe pertanto invertire la tendenza sopra descritta e rafforzare la dimensione di Programma, allo scopo di giustificare l’uso dello strumento, capitalizzare i risultati e replicarli. È tuttavia necessario a tale scopo un lavoro di verifica e ridefinizione degli obiettivi e dei risultati attesi, nonché delle modalità di implementazione, monitoraggio e valutazione dei risultati. 32. La verifica degli obiettivi non può prescindere dalla costruzione di un nuovo quadro logico del Programma. La fase d’implementazione deve assicurare la coerenza dei progetti a questo quadro logico, rafforzando le attività di formulazione, di monitoraggio e valutazione e il loro collegamento. La formulazione dei progetti deve tenere conto degli obiettivi del Programma nella definizione dei loro obiettivi, il monitoraggio e la valutazione devono poter contare su indicatori funzionali a determinare la coerenza della realizzazione del progetto con la propria pianificazione e quella del Programma, cioè con la definizione di una batteria di indicatori di 118 Per gli approfondimenti sui progetti, si veda oltre, capitolo 11. Pag. 88 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN risultati di Programma e di meta-dimensioni di successo oggi non contemplati nella logica del Programma. 33. Un discorso specifico può essere fatto in relazione alle raccomandazioni su un futuro ruolo della TSU nella III fase del Programma, che miri a potenziarne la struttura rendendola non solo un organismo di controllo e monitoring finanziario, ma anche un organismo di supporto tecnico a tutti gli effetti, e al contempo un organismo che svolga attività volte a favorire il coordinamento tra i diversi interventi, permettendo l’interscambio istituzionale e con gli attori non istituzionali, e contribuendo così alla crescita delle capacità di governance e programmazione. Il coordinamento all’interno del Programma dovrebbe cioè avvenire sia secondo direttrici verticali (progetto - TSU) sia secondo direttrici orizzontali (progetto- altri progetti all’interno del Programma). 34. La capitalizzazione, oggi non contemplata nel disegno della III fase, potrebbe rilevarsi una componente preziosa ai fini della sostenibilità stessa. I progetti sembrano funzionare in modo isolato rispetto alla logica di Programma; diventa in questo modo difficile stabilire se e quanto i progetti migliorino lo sviluppo del Programma. La capitalizzazione, ovvero la sistematizzazione, analisi e disseminazione delle conoscenze (buone e cattive pratiche) relative ai progetti del Programma è un processo che mira a rendere i risultati della cooperazione visibili e a condividere le esperienze; un esercizio collettivo che genera esperienze acquisite, buone/cattive prassi, innovazioni (approcci, strumenti, metodologie) per stimolare cambiamenti positivi a livello di progetto, di programma e delle politiche correlate. Solo in questo modo le esperienze progettuali possono diventare conoscenza condivisa su di essi e patrimonio, raggruppato per esempio per poli tematici, del Programma stesso. Una conoscenza formalizzata, disponibile, accessibile e diffusa è condizione fondamentale per la sostenibilità delle iniziative in una logica di Programma. 35. La rete di relazioni che ogni progetto instaura con i propri partner potrà, in tal modo, essere valorizzata e ampliata grazie al rapporto tra i differenti progetti, favorendo la diffusione dei risultati e delle buone pratiche sperimentate da ogni progetto. Questa dovrebbe diventare una prassi che vada oltre l’aspetto di visibilità dell’intervento dei partner egiziano e italiano (che comunque rimane importante), impostando un sistema di relazioni, abitudine ai contatti, messa in evidenza di quanto c’è d’importante per ogni progetto (anzitutto gli elementi che portano ad un cambiamento effettivo, trasferibili e sostenibili e con un impatto sulle politiche) nelle pratiche che sono sperimentate negli altri, in una vera logica di Programma. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 89 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11. Studio di caso: l'approfondimento di 10 Progetti 11.1 Azioni per lo sviluppo del settore della pesca in Egitto 1. In Egitto la produzione ittica è di 1,4 tonnellate all’anno, di cui il 72% proveniente da acquacoltura. La normativa vigente nel Paese non permette l’utilizzo di acqua pura per l’acquacoltura, ma solo di acqua proveniente da utilizzo agricolo; in una tale situazione è impossibile soddisfare gli standard di qualità previsti a livello internazionale, e per questo sempre maggiore interesse è stato accordato all’acquacoltura marina. 2. La strategia nazionale mira in particolare ad un aumento di produzione destinato in primo luogo a soddisfare la domanda intern,e solo in secondo luogo orientato all’export; tale incremento è da ottenersi mediante il potenziamento delle risorse umane e tecnologiche, al fine di migliorare la qualità dei prodotti ed aumentare la redditività del settore119. 3. In un tale contesto si inserisce il progetto MADE, il cui obiettivo generale è quello di sviluppare la pesca e l’acquacoltura mediterranea in Egitto attraverso azioni sinergiche, che coinvolgano i settori pubblico e privato. L’obiettivo specifico dell’intervento è di implementare una sector leading action, supportando il dialogo tra privato e pubblico, sia grazie ad un’opera di assistenza tecnica alle imprese, sia attraverso la messa in atto di attività produttive (avannotteria e cage unit), in accordo con i principi guida di responsabilità e sostenibilità. 4. Attraverso tali azioni, il progetto si ripropone di favorire la crescita e il consolidamento delle imprese egiziane distribuite lungo la costa mediterranea, promuovendo allo stesso tempo l’approccio strategico dello sviluppo responsabile. Al fine di raggiungere tali obiettivi, i risultati attesi sono il consolidamento di approccio produttivo sostenibile e responsabile, il miglioramento delle capacità tecniche e di gestione della Fish Unit in seno al GAFRD, l’acquisizione di know how in relazione alla gestione di avannotteria e cage unit da parte del personale. 5. L’applicant del progetto è il GAFRD (General Authority for Fish Resources Development), che opera all’interno del Ministero dell’Agricoltura ed è responsabile della gestione e pianificazione delle attività legate alla pesca a livello nazionale. In particolare questa Autorità, creata nel 1983 con il mandato di sviluppare la pesca e l’acquacoltura marina e di acqua dolce, gestisce il rilascio di permessi per le attività di pesca e per quelle di acquacoltura. 6. Il GAFRD è anche l’ente implementatore dell’intervento, che si avvale, per la realizzazione delle attività, del supporto di alcune organizzazioni italiane (IAMB, Acquacoltura Ionica, Legapesca e Confcooperativa Pesca, per le attività di training in Italia e di assistenza tecnica in Egitto). Questo duplice ruolo dell’Autorità rappresenta un caso particolare all’interno del Programma, ed è imputabile alle specificità del GAFRD a cui, pur essendo un ente tecnico, è demandata anche la pianificazione strategica del settore. All’interno del progetto, il GAFRD è quindi referente e responsabile diretto dell’insieme degli aspetti di natura tecnica e finanziaria legati all’intervento. Inoltre, la particolare articolazione permette sicuramente una maggiore velocità nelle procedure, in quanto non ci sono ritardi legati al trasferimento dei fondi dall’applicantall’implementing agency. Rilevanza 7. L’analisi dei documenti di progetto e delle interviste condotte con alcuni degli attori-chiave nell’implementazione dell’intervento120, insieme ai dati emersi dal focus group121e dalle interviste in 119 Intervista a Mohammed El Sayed El Arabi, GAFRD, Chairman Office, 14/05/2013. Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013; colloquio con gli operatori e il personale tecnico dell’avannotteria K21, 15/05/2013. 120 Pag. 90 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN profondità122condotte con alcuni dei beneficiari diretti ed altri stakeholder,confermano la rilevanza del progetto ai diversi livelli. In particolare, in relazione alla rilevanza del progetto a livello di programmazione nazionale, è importante considerare che l’intervento risponde a specifiche necessità strategiche rintracciabili all’interno del sesto piano quinquennale (miglioramento e accrescimento della produzione primaria). 8. Un elemento di particolare interesse è l’azione condotta nell’ambito del progetto, con lo scopo di favorire l’elaborazione delle future strategie di settore: è stata infatti elaborata la bozza del Rapporto “Road Map For The Development Of Marine Aquaculture In Egypt”, che è stato presentato alla Conferenza Nazionale su Sviluppo dell’Acquacoltura Marina in Egitto, a cui hanno partecipato le istituzioni egiziane e i rappresentanti della società civile e di altri attori interessati (settore privato, delegazione UE, attori italiani). Le aspettative da coniugare sono diverse: infatti, se le autorità governative sono interessate all’aumento delle produzione di pesce per il mercato interno a prezzi contenuti, le imprese sono maggiormente orientate verso il miglioramento della qualità e, conseguentemente, l’aumento dei prezzi e la possibilità di esportazione del prodotto123. L’opera di accompagnamento che il progetto sta svolgendo risulta quindi indubbiamente rilevante, allo scopo di arrivare alla definizione di una strategia condivisa che tenga conto dei diversi interessi degli attori coinvolti. RILEVANZA: LE OPINIONI CONTRASTANTI DEGLI STAKEHOLDER 124 Il progetto è estremamente rilevante rispetto alle politiche e alle priorità nazionali e agisce all’interno di dimensioni che potrebbero, nel lungo periodo, influenzare notevolmente il reddito nazionale, facendo dell’Egitto uno dei maggiori paesi interessati dall’acquacoltura e quindi un paese esportatore verso il resto del mondo. IL GAFRD non presta sufficiente attenzione agli itticoltori, e questo denota un loro sostanziale disinteresse nei confronti del progetto. Per favorirne la partecipazione, è infatti necessario ridurre il prezzo del pesce dell’avannotteria. 9. Allo stesso tempo, l’analisi del focus group e delle interviste in profondità permette di sottolineare come il progetto abbia sostanzialmente risposto al bisogno diffuso di miglioramento delle capacità e delle risorse tecniche disponibili nel settore dell’acquacoltura. RILEVANZA: LE OPINION DEI BENEFICIARI DIRETTI 125 Il progetto ha fornito agli operatori un training completo che ha affrontato diversi aspetti del lavoro, e che ha permesso anche di visitare strutture simili in Italia, rispondendo così ai bisogni degli operatori, che avvertivano la necessità di migliorare le proprie competenze tecniche. Il progetto è stato utile perché ha permesso di migliorare la quantità e la qualità della produzione, invogliando le imprese a servirsi dell’avannotteria, cosa che prima non era possibile visti gli scarsi risultati della produzione. Il progetto è riuscito a coinvolgere gli operatori, che sentono nei suoi confronti un forte senso di appartenenza grazie all’acquisizione delle nuove competenze che il progetto ha permesso, e grazie inoltre all’incentivo finanziario rappresentato dal 10% dei profitti derivanti dalla produzione. 121 Focus Group Discussion wicon alcuni ingegneri formati dal progetto nell’avannotteria di Alessandria K21: Ahmed Abdel Aziz El Sawy, Mohamed Saad Arafa, Mahmoud Ibrahim El Sayed . 122 Intervista in profondità con Mohammed El Araby, Coordinatore Tecnico del progetto e responsabile dello sviluppo dell’acquacoltura marina – GAFRD- Chairman Office ; intervista in profondità con *…+, titolare di un allevamento ittico e acquirente dall’avannotteria K21; intervista in profondità a Mohamed Fathy Oman, ex presidente del GAFRD e promotore dello sviluppo dell’avannotteria K21. 123 Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013. 124 Ci si riferisce qui alle interviste in profondità. 125 Opinioni emerse nel corso del focus group. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 91 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Efficacia 10. Gli obiettivi e le caratteristiche dell’intervento sono coerenti con gli obiettivi della II fase del Programma; in particolare, la strategia del progetto è tesa a favorire il rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, e a favorire lo sviluppo socio economico dell’Egitto, garantendo al contempo una stretta adesione alla programmazione nazionale: tutto ciò, grazie al focus sul miglioramento della produzione primaria e alla centralità del capacity building e del trasferimento di competenze quali fattori indispensabili al fine di garantire l’ownership egiziana e la sostenibilità nel tempo dei risultati ottenuti. 11. Tuttavia, nonostante il progetto risulti coerente con gli obiettivi, impliciti ed espliciti, del Programma (rafforzamento delle relazioni bilaterali, capacity building e rafforzamento istituzionale, promozione dello sviluppo socio economico in base alla programmazione nazionale), è interessante notare che questo, come molti degli altri interventi finanziati dal Fondo di Contropartita, non sia pensato per agire e beneficiare direttamente le fasce maggiormente vulnerabili della popolazione, e quindi per permettere l’attivazione di processi di crescita pro poor che rispondano efficacemente all’obiettivo generale di riduzione della povertà e promozione dello sviluppo che il Programma si pone. 12. Infatti, Il meccanismo creato dal progetto per la selezione delle imprese beneficiarie dell’intervento richiede una dimensione minima che possa garantire la capacità di investimento. La natura stessa del progetto non lo rende quindi orientato a beneficiare direttamente gruppi vulnerabili, principalmente a causa di un sistema bancario che preclude loro l’accesso al credito, e anche in virtù delle procedure per l’ottenimento dei visti d’ingresso in Italia, che pongono quale condizione necessaria la titolarità di un conto bancario. 13. Relativamente all’efficacia del progetto, i suoi esiti, ancora valutabili solo in parte, risultano essere al momento in linea con i risultati attesi. Le attività del primo anno si sono focalizzate sul training orientato a consolidare le conoscenze del personale dell’avannotteria, nell’ottica di garantire la sostenibilità del progetto; si è in seguito provveduto al rimodernamento dell’avannotteria “K21” ad Agadi (Alessandria), costruita 25 anni fa dalla Cooperazione statunitense e in seguito abbandonata dopo un anno di attività per mancanza di fondi e ditraining al personale. Le prossime attività che verranno portate avanti si concentreranno sulla costruzione di una avannotteria e di una cage unit, e su attività di assistenza alle piccole e medie imprese del settore. EFFICACIA: LE OPINIONI DI BENEFICIARI E STAKEHOLDER Tutti gli intervistati sono d’accordo nell’affermare che il progetto è utile ed efficace: ciò è reso evidente dall’aumento nella produzione e quindi del reddito prodotto dall’avannotteria, con un significativo miglioramento rispetto al periodo precedente l‘intervento. In tal senso, i risultati hanno superato le aspettative, con livelli di produttività alti anche se comparati a quelli di altre avannotterie (per esempio, quella di Ismailia); sono stati messi a punto test e procedimenti efficaci, allo scopo di limitare la proporzione di pesci affetti da deformità. In un tale contesto, è opinione generale che tutti i risultati attesi del progetto verranno raggiunti, grazie anche alla serietà di tutti gli operatori coinvolti nel portare avanti le attività, nell’individuare le debolezze e nel proporre soluzioni. Sarebbe necessario, ad esempio, migliorare il sistema di trasporto che produce ancora numerose perdite, e risolvere i problemi legati ad alcune malattie dei pesci, in modo da portare il prodotto agli stessi livelli di quelli di altre avannotterie Pag. 92 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Impatto e Sostenibilità 14. La sostenibilità dell’iniziativa è assicurata da diversi fattori, tra cui la partecipazione all’elaborazione della nuova strategia nazionale e l’intenzione a proseguire con le attività espressa dal Ministero dell’Agricoltura e dal GAFRD126. La relativa autonomia dell’Autorità e il suo particolare duplice ruolo di applicant e implementing agency permettono di ipotizzare un’azione futura che parta dai risultati raggiunti nell’ambito del progetto e che sia coordinata e complementare con quest’ultimo. 15. Le azioni di training e di capacity building portate avanti nel corso del progetto MADE rappresentano uno dei più importanti strumenti a garanzia della sostenibilità dell’intervento, grazie alla formazione di tecnici competenti operanti sia nel settore pubblico che nel settore privato. 16. Inoltre, è in preparazione una proposta progettuale da presentare nell’ambito della terza fase del Programma di conversione: l’intervento, partendo da quanto conseguito nell’ambito di MADE, si propone un maggiore focus sul supporto al settore privato, grazie soprattutto alla creazione di un presidio veterinario e di un extension service per le imprese, in modo da accompagnarle nel percorso verso la produzione intensiva orientata all’esportazione. IMPATTO: LE OPINIONI DI BENEFICIARI E STAKEHOLDER 127 Il progetto ha avuto effetti positivi sulla vita professionale dei beneficiari grazie all’acquisizione di nuove capacità e di un nuovo approccio, più professionale, alle attività dell’avannotteria. Immaginando che il progetto non avesse avuto luogo, l’opinione è che non si sarebbe riusciti a raggiungere i risultati attualmente visibili nell’avannotteria, ma che anzi sarebbe stato probabile un ulteriore rallentamento della produzione. Il progetto avrà un impatto positivo anche rispetto alla capacità di raggiungere i gruppi maggiormente vulnerabili della popolazione: tale effetto diverrà chiaro in seguito alla creazione della cage unit nel Nord Sinai, che permetterà di avviare un sostanziale sviluppo dell’acquacoltura in Egitto, diretta soprattutto al consumo interno, con una conseguente riduzione dei costi. Tuttavia per poter realizzare questo progetto bisognerà affrontare gli interessi dei produttori, e si sta quindi valutando la possibilità di procedere, dopo la fine dell’intervento, anche nella direzione della vendita diretta ai consumatori. SOSTENIBILITA’: LE OPINIONI DI BENEFICIARI E STAKEHOLDER La rilevanza dell’intervento rispetto alle strategie governative ne favorisce sicuramente la sostenibilità, poiché le autorità sono intenzionate a favorirne il proseguimento. In particolare il GAFRD ha dedicato grande attenzione al progetto. Le competenze acquisite permetteranno una futura autonoma ed efficiente gestione dell’avannotteria, grazie al contributo degli esperti italiani, che hanno fornito un training di qualità. Inoltre, il progetto è bene inserito nel contesto e pienamente accettato dal punto di vista socio-culturale, tanto da essere riuscito a coinvolgere i produttori e i commercianti ittici mettendoli maggiormente in comunicazione con il GAFRD. Le future azioni da portare avanti nell’ambito del progetto (avannotteria, cage unit) permetteranno di aumentare la produzione e le entrate finanziarie, offrendo sostenibilità economica all’intervento anche grazie ad una possibile gestione affidata a privati dell’avannotteria e delle altre strutture. Efficienza 17. Le attività hanno avuto inizio nel dicembre 2010 e avrebbero dovuto concludersi a maggio 2012; la data di conclusione delle attività è stata in seguito prorogata, grazie ad una estensione non onerosa, al 126 Oltre al dott. El Araby, interessanti indicazioni in tal senso sono state fornite dall’Ing. Magdy Shabaka, Direttore Generale dell’Ufficio per le Relazioni con l’Estero, Ministero dell’Agricoltura, intervistato il giorno 08 /05/2013. 127 Opinioni emerse nel corso del focus group e delle interviste in profondità. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 93 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN novembre 2013. Ad oggi sono stati trasferiti al progetto circa 2 ,5 milioni di USD del budget totale (6.880.937 dollari); di tale somma sono stati spesi792.000 dollari circa, e sono state implementate il 31,4% delle attività previste dal work plan. Sarà quindi probabilmente richiesta una nuova estensione non onerosa, della durata di 6 mesi o un anno128. 18. I ritardi nell’implementazione delle attività sono, anche in questo caso, imputabili in parte alla situazione del Paese in seguito agli eventi della “Primavera araba”: allo stallo istituzionale si è accompagnato il ritardo della missione degli esperti italiani, che è stata rimandata per motivi di sicurezza. Altri ritardi imputabili alla situazione di contesto sono quelli attribuibili alle procedure particolarmente farraginose previste dalla normativa egiziana per l’apertura di un conto in valuta locale: lo IAMB (ente contrattato per fornire supporto alle attività di training e assistenza tecnica) ha alla fine anticipato la somma prevista, per rendere possibile l’avvio delle attività senza ulteriori ritardi129. TABELLA16: DURATA E DATI FINANZIARI DEL PROGETTO MADE Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion 2-Nov-10 1-Dec-10 30-Nov-13 ? Total project budget Date of transfer of the first installment to Implementing Agency Total amount transferred to the project at 31/12/2012 Total amount justified by the project at 31/12/2012 $6.880.937,42 21-Nov-10 $2.523.933,11 $791.916,34 % of the work plan implemented at 31/12/2012 31,38% Source: TechnicalSupport Unit 19. Le differenze tra attività previste ed attività effettivamente implementate, e dunque anche tra budget previsto e fondi effettivamente spesi, sono inoltre imputabili alla natura del progetto, che mira a costruire una rete complessa di partenariati e che necessita, per la realizzazione delle attività previste, dell’organizzazione e del lancio di numerosi bandi di gare nazionali o internazionali, in accordo con la normativa egiziana in materia. Dalle interviste con gli operatori del progetto130 emerge che si tratta di procedure laboriose, ognuna delle quali necessita di un tempo considerevole per essere portata a termine (circa 6 mesi). 20. La valutazione e il monitoraggio tecnico e finanziario del progetto sono, come noto, responsabilità della TSU, che necessita a tale scopo di documenti di progetto, rapporti di attività e finanziari e piani di attività e spesa molto dettagliati, in modo da assicurare una solida base, in termini di dati qualitativi e quantitativi, al monitoraggio. Il progetto MADE e le sue attività sono d’altra parte soggetti anche ad altri meccanismi di controllo da parte di differenti attori e istituzioni coinvolti nel Programma e nel progetto (oltre al monitoraggio e all’ audit della TSU, procedure di controllo interno del GAFRD, controlli finanziari da parte del Ministero delle Finanze mediante il Central Auditing System). Ciò si traduce, nella percezione degli operatori del progetto, in una distribuzione di competenze tra le varie istituzioni non sempre chiara e definita, con particolare riferimento ad alcune sovrapposizioni di 128 Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013 129 Intervista al dott. Antonio Prisciantelli, CIHEAM-IAMB, 29/04/2013 130 Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013 Pag. 94 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN responsabilità tra TSU e GAFRD131. A tale presunta sovrapposizione vengono attribuite, sempre dagli operatori del progetto, parte dei ritardi incontrati nel corso dell’implementazione delle attività132. 21. La TSU viene in ogni caso considerata anche dagli operatori come un ente fondamentale, la cui opera è soprattutto apprezzata in considerazione dell’assistenza fornita al progetto nell’apportare le modifiche necessarie per un intervento dinamico come quello in oggetto. Si riscontrano tuttavia alcune comprensibili divergenze legate da una lato alla richiesta, da parte degli operatori del progetto, di poter godere di maggiore flessibilità nella gestione di situazioni non prevedibili che influenzano gli interventi133, dall’altro alla comprensibile necessità, ribadita dalla TSU, di acquisire tutti gli elementi necessari al fine di portare avanti il monitoraggio tecnico e finanziario, nel rispetto delle regole procedurali stabilite dal Programma134. 22. Tutti gli operatori italiani del progetto hanno inoltre sottolineato difficoltà legate alla previsione, da parte del Programma, di pagamenti in sterline egiziane135; questa caratteristica dell’intervento è giustificata dalla necessità per gli egiziani di conservare valuta pregiata in un momento economicamente difficile, e rappresenta una caratteristica imprescindibile e un valore aggiunto del Programma di conversione rispetto ai tradizionali interventi della cooperazione bilaterale. Tuttavia tale peculiarità, in una situazione di contesto caratterizzata dall’inflazione interna galoppante e della concomitante perdita di valore della moneta locale rispetto all’euro, produce alcuni effetti che influenzano negativamente il progetto e con i quali è necessario confrontarsi136. 23. I pagamenti in valuta locale del personale italiano del progetto e degli enti italiani contrattati per la realizzazione delle attività stanno creando numerose difficoltà che minano le possibilità di un proseguimento della collaborazione. In primo luogo, tale caratteristica del Programma scoraggia le imprese italiane a partecipare alle attività, vista soprattutto la necessità di aprire un conto in una banca egiziana o in una banca interazionale controllata dalla Banca Centrale; queste difficoltà si sommano al già cattivo clima per gli investimenti nel paese. 24. Tra le raccomandazioni e i suggerimenti espressi dagli operatori in previsione di una III fase del Programma, emergono quindi alcune considerazioni puntuali (la previsione di un 20% di contingency sul budget di progetto per coprire i costi legati all’inflazione, la previsione di procedure semplificate per l’ottenimento del visto per i beneficiari egiziani in visita in Italia137) ma soprattutto alcune indicazioni di carattere strategico: in particolare, la raccomandazione di creare un gruppo di coordinamento intermedio tra la TSU e il MC, e l’auspicio di un ruolo maggiormente proattivo dell’Italia nella promozione delle proprie imprese e più in generale del “sistema-paese” nell’ambito del Programma. 131 Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013; l’esempio citato è quello della creazione della PMU, prevista dalle procedure interne del GAFRD per ogni intervento, che è stata inizialmente percepita come non bene accetta alla TSU. 132 E’ interessante sottolineare che questa percezione è riscontrabile non solo nelle affermazioni degli operatori di progetto intervistati direttamente dal team di valutazione, ma anche d a alcuni dei risultati emersi dal focus group e dalle interviste in profondità, ovvero dalla percezione di persone non direttamente coinvolte ( e quindi poco informate) nei meccanismi di gestione tecnica e finanziaria dell’intervento. 133 Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013: nello specifico, molte delle difficoltà nei rapporti tra TSU e progetto sarebbero riconducibili all’imprevisto alto tasso di inflazione del paese all’indomani della rivoluzione, e alla conseguente richiesta di aumento degli incentivi e di un’assicurazione per il personale egiziano. 134 Tale necessità è stata più volte ribadita da Valeria Mazzacane e dagli altri membri della TSU, nel corso delle interviste condotte al Cairo e degli ulteriori scambi via mail e telefono. 135 Intervista a Mohammed El Sayed El Araby, GAFRD, Chairman Office, 14 e 15/05/2013; intervista a Roberto Ugolini, MADE project manager, 14 e 15/05/2013; intervista ad Antonio Prisciantelli, CIHEAM-IAMB, 29/04/2013. 136 La necessità di inviduare dei meccanismi per far fronte alle forti oscillazioni del tasso di cambio è ribadita anche da Valeria Mazzacane, che tuttavia non individua nell’aumento degli incentivi ai partecipanti al progetto e nell’aumento dellacontinugency la soluzione del problema, così come invece proposto dagli operatori. 137 Per quanto riguarda i visti, c'è già un canale preferenziale per chi si reca in Italia nell'ambito dei progetti di cooperazione, sempre nel rispetto delle regole imposte dalla nostra legislazione in materia, che non è nelle possibilità del Porgramma modificare Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 95 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.2 La Green Trade Initiative 1. Il progetto “Green Trade Initiative” (GTI) si pone l’obiettivo del rafforzamento egiziano all’interno del mercato internazionale dei prodotti ortofrutticoli freschi, grazie alla creazione di un sistema nazionale integrato e la previsione di standard qualitativi che rimandino a un quadro normativo definito ed affidabile. 2. L'intervento intende consolidare e ampliare l’esperienza maturata nel corso di iniziative già sostenute dall’Italia in Egitto a partire dal 2001 insieme con UNIDO, ovvero il progetto pilota "Green Corridor" e il progetto "E-Trace: Tracciabilità dei Prodotti Agroindustriali per il Mercato Europeo" (entrambi finanziati con i fondi della I fase del Programma di Conversione del Debito), nonché il progetto di cooperazione decentrata "S.P.I.I.E. - Attivazione di Sistemi Produttivi Integrati Italia-Egitto", realizzato da enti locali italiani – 7 Regioni – con l'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB) nell'ambito del Programma di Supporto alla Cooperazione Decentrata nel Bacino del Mediterraneo. 3. L’analisi del quadro logico permette di ricostruire sommariamente la logica dell’intervento, a partire dalla definizione degli obiettivi: Obiettivo generale: migliorare la competitività delle esportazioni egiziane di prodotti agricoli verso i paesi dell'Unione Europea, grazie allo sviluppo della collaborazione con il settore pubblico e privato in Italia; Obiettivo specifico: sostegno alla creazione di un sistema integrato per migliorare la produzione e la catena di esportazione ortofrutticola). 4. I risultati attesi indicati sono miglioramenti nella qualità dei prodotti, nella logistica e nel sistema dei trasporti, un accesso facilitato delle imprese agli strumenti finanziari – sovvenzioni, incentivi e credito e la creazione di un collegamento stabile con i mercati europei di riferimento e i loro operatori. 5. L’aspettativa nutrita dagli attori istituzionali egiziani138 è che con questa II fase, che segue ai due interventi condotti nel corso della fase del Programma di conversione e considerati progetti-pilota, possa essere avviata una produzione su larga scala, finalizzata essenzialmente all’esportazione. L’ostacolo maggiore da superare in tal senso sembra essere, in base alla loro percezione139, la riorganizzazione della logistica, di cui occorre migliorare l’efficienza soprattutto in considerazione della natura dei prodotti, freschi e quindi facilmente deperibili, che necessitano di tempi brevi per il trasporto. 6. L’applicant del progetto è il Ministero dell’Industria e del Commercio Estero (MIFT), che lo implementerà avvalendosi del coinvolgimento dell’UNIDO, con cui ha già proficuamente collaborato nelle precedenti iniziative sullo stesso tema attuate a partire dal 2004; all’interno del MIFT, il focal point responsabile per la gestione delle attività è l’Agribusiness Technology Center (ATC). A questi attori si associano, quali co-gestori dell’intervento, anche il Ministero dell’Agricoltura e il Ministero dei Trasporti, oltre al Governatorato e l’Autorità portuale di Alessandria. 7. E’ interessante notare come l’architettura istituzionale della partnership costruita per la realizzazione del progetto presenti la peculiarità della compresenza di tre Ministeri, con l’aggiunta del Ministero della Cooperazione Internazionale (MIC) che esercita funzioni di controllo; il Ministero di riferimento è il MIFT, in considerazione dell’aspetto fortemente “commerciale” del progetto, che si pone quale obiettivo primario l’incremento delle esportazioni verso l’Unione Europea. 138 In particolare, ci si riferisce qui all’intervista condotta con l’Ing. Magdy Shabaka, Direttore Generale dell’Ufficio per le Relazioni con l’Estero, Ministero dell’Agricoltura, il giorno 08 /05/2013. 139 Il problema del trasporto dei prodotti freschi emerge come tema prioritario non solo dalla discussione avuta con l’Ing. Shabaka, ma anche dalle interviste condotte con i referenti del progetto MADE, incentrato su acquacoltura marina. Pag. 96 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN L’AGENZIA IMPLEMENTATRICE: UNIDO L’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo industriale (UNIDO) è un’agenzia specializzata delle NU. Il suo mandato è quello di promuovere e di accelerare lo sviluppo industriale sostenibile nei Paesi in via di sviluppo delle economie in transizione, lavorando allo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione di questi paesi grazie alle risorse e all'expertise a disposizione. Negli ultimi anni, UNIDO ha partecipato a diverse iniziative in Egitto, con lo scopo di favorire lo sviluppo di un settore agro-industriale nel paese, in linea con gli obiettivi della GTI. Tra il 2004 e il 2008, UNIDO e MIFT hanno lavorato insieme per l’implementazione del progetto “TraceabilityofAgroIndustrialProductsfortheEuropeanMarket(UNIDO/ETRACE)”,finanziato dall’Italia grazie ai fondi della prima fase del Programma di conversione del Debito tra Italia ed Egitto. L’intervento aveva lo scopo di migliorare la competitività, le esportazioni, la qualità e la sicurezza dei prodotti, per rendere possibile all’industria agro-alimentare egiziana di costruirsi una solida posizione all’interno del mercatro9 globale. UNIDO è coinvolto del programma delle Nazioni Unite“Pro-poorHorticultureValueChainsin UpperEgypt”, un intervento che mira allo sviluppo dell’agrobusiness in un’area particolarmente depressa del paese. Lo scopo dell’intervento è quello di promuovere una partnership equa e sostenibile tra i piccoli produttori agricoli e gli investitori interessati a sostenere lo sviluppo di un’efficiente filiera basata sull’orticoltura. UNIDO ha recentemente portato a termine la fase preparatoria del progetto“Upgradingthe MedicinalandAromaticPlantsValueChain–AccesstoExportMarkets”.Il progetto ha lo scopo di migliorare la competitività della produzione egiziana di piante medicinali ed aromatiche destinate all’esportazione e di promuoverne allo stesso tempo il consumo interno. Source: GTI project document 8. La prima bozza del progetto GTI era stata sviluppata nel corso del progetto “Green Corridor”, con la collaborazione di UNIDO; in seguito, il negoziato per la formulazione del documento di progetto finale è proseguita sul piano bilaterale, coinvolgendo le istituzioni egiziane e la controparte italiana, nell’ambito del processo di identificazione e selezione dei progetti da finanziare nel corso della II fase del Programma di Conversione. L’UNIDO è in seguito nuovamente entrata a far parte della partnership di progetto con il ruolo di implementing agency, su suggerimento del MIFT. Rilevanza 9. L’esigenza di modernizzazione del settore agricolo emerge come tema portante nella cooperazione bilaterale degli ultimi anni: ne sono testimonianza non solo i due progetti precedentemente finanziati dal Programma di Conversione e quello portato avanti dalla cooperazione decentrata, ma anche e soprattutto il fatto che il “Green Corridor” e la necessità di una sua continuazione nella seconda fase del Programma sono esplicitamente citati all’interno della Dichiarazione Congiunta del 2009: la rilevanza attribuita all’intervento è accentuata dal fatto che si tratta dell’unico progetto per cui, all’interno del processo di negoziazione della II fase, è stata prevista specificamente una fase successiva, invece della previsione di generiche aree tematiche prioritarie. 10. Tuttavia, i ritardi nel trasferimento dei fondi, che rendono attualmente impossibile l’avvio delle attività (vedi dopo), potrebbero essere indizio di una mutata percezione della rilevanza dell’intervento a livello ministeriale, probabilmente a seguito dei continui turnover che caratterizzano il contesto istituzionale attuale in Egitto. A tale proposito è bene sottolineare che il project agreeement è stato firmato nell’aprile 2012, ovvero dopo la rivoluzione, ma comunque prima delle elezioni presidenziali e della formazione del governo, successivamente sottoposto a innumerevoli rimpasti. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 97 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Efficienza 11. Ad oggi, le attività previste dal progetto non sono ancora iniziate; questa situazione può essere attribuita in primo luogo al lungo processo che ha portato alla firma dell’Agreement (siglato nel mese di aprile 2012) e, in seguito a tale data, a ritardi nella fase di start up del progetto riconducibili a processi interministeriali e di trasferimento dei fondi. TABELLA17: DURATA E DATI FINANZIARI DEL PROGETTO GTI Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion 19/04/2012 01/02/2013 31/01/2016 ? Total project budget $9.830.314,51 Date of transfer of the first installment to Implementing Agency Total amount transferred to the project at 31/12/2012 % of amount transferred out of the total project budget ? $0,00 0% Source: TechnicalSupport Unit 12. Ad influire sul processo di formulazione del progetto e negoziazione dell’Agreement è stata senza dubbio anche la difficile situazione politica, sociale ed economica affrontata dal paese a partire dal 2011; se prima della “Primavera araba” le autorità erano fortemente interessate al progetto e ad una sua veloce realizzazione, in seguito alla Rivoluzione è iniziato un periodo di instabilità istituzionale caratterizzata dai continui turnover. A tale situazione, che ha naturalmente rallentato il processo, si deve aggiungere un generale diverso atteggiamento delle autorità caratterizzato, in tutti gli ambiti, da un attendismo diffuso e dalla riluttanza a prendere decisioni, in un clima di generale insicurezza e sfiducia; non ha inoltre giovato al processo l’inesperienza di molti dei nuovi attori istituzionali coinvolti, soprattutto in considerazione della particolare complessità del progetto, che vede il coinvolgimento di tre differenti Ministeri senza che a ciò corrisponda, in molti casi, una certa attribuzione delle diverse competenze140. 13. A tale situazione si è aggiunto il lungo processo interministeriale che ha coinvolto il MIFT e il Ministero della Pianificazione, necessario al fine di garantire l’iscrizione in bilancio del progetto approvato; l’intero processo fin qui descritto ha occupato più di un anno di tempo, influendo quindi in maniera significativa sulla possibilità di portare a termine il progetto (la cui durata prevista è di tre anni) entro la data stabilita. 14. Le procedure finanziarie del Programma stabiliscono che il trasferimento dei fondi debba avvenire, a seguito dell’approvazione del budget, sul conto del Ministero applicant, che dovrà in seguito provvedere al trasferimento degli stessi sul conto dell’implementing agency per permettere lo svolgimento delle attività. Nel caso della GTI, il trasferimento della prima tranche di fondi dal CPF nella Banca Centrale sul conto riservato al progetto è avvenuto il 30 gennaio 2013; in base all’articolo 9 dell’Implementing Agreement, la data di inizio delle attività del progetto è quindi il 1 febbraio 2013, primo giorno del mese successivo alla data di accreditamento della prima tranche dei fondi da parte della Banca Centrale. 15. Tuttavia, ad oggi i fondi non sono ancora stati trasferiti dal MIFT all’UNIDO per permettere l’avvio delle attività, nonostante il progetto sia ormai operativo da più di tre mesi. UNIDO è comunque fiducioso sulla possibilità che la situazione si sblocchi rapidamente, tanto da aver di recente aperto le posizioni per assistenza tecnica, pubblicando sul proprio sito i profili richiesti141. 140 141 Intervista alla dott.ssa Giovanna Ceglie, UNIDO Representative and Director, Regional Office, 16/05/2013. Intervista alla dott.ssa Giovanna Ceglie, UNIDO Representative and Director, Regional Office, 16/05/2013. Pag. 98 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 16. Da parte dell’UNIDO vengono tuttavia avanzate alcune perplessità sull’operato del MIFT, definito un partner “complicato” a causa del già citato atteggiamento attendista e dell’inesperienza dei referenti142..E’ tuttavia doveroso sottolineare che questa affermazione, come anche le precedenti, sono frutto dell’analisi dei documenti di progetto e delle interviste condotte con alcuni degli attori coinvolti143, tra cui non figura alcun rappresentante del MIFT, con il quale non è stato possibile fissare un appuntamento durante il periodo di missione al Cairo del team di valutazione. Efficacia 17. Come già specificato, L’UNIDO è subentrata solo in un periodo successivo alla formulazione ed approvazione del documento di progetto, che è stato sviluppato a partire da una prima bozza elaborata nel corso del progetto “Green Corridor” nella I fase del Programma, e che tuttavia presenta nella sua forma definitiva numerose differenze rispetto al disegno originario; per tale motivo, L’UNIDO ha intenzione di proporre, in seguito al trasferimento della prima rata del finanziamento (come stabilito dalle procedure del Programma), alcune modifiche al documento di progetto. 18. Le modifiche proposte discendono essenzialmente dall’esigenza, avvertita dall’agenzia implementatrice, di rendere il progetto maggiormente aderente alla situazione di contesto e alla realtà istituzionale del paese, tenendo allo stesso tempo più in considerazione gli esiti e le lezioni apprese dalle esperienze precedentemente condotte. In particolare, i punti controversi riguardano il focus sulla logistica e gli incentivi alle imprese. 19. La particolare attenzione riservata agli aspetti legati a trasporti e logistica (che, come si è già sottolineato, discende da un’esigenza diffusa nell’ambito della produzione di prodotti deperibili), unita alla vaghezza con cui tale fondamentale componente delle attività viene analizzata e descritta all’interno del documento di progetto, potrebbe secondo UNIDO144 rendere difficile la gestione dell’intervento: si tratta infatti di un tema estremamente complesso e dagli alti costi associati, che necessiterebbe di interventi specifici e che non dovrebbe essere trattato all’interno di un progetto di sviluppo, soprattutto in considerazione della scarsa esperienza nel paese rispetto alla gestione della catena del freddo. 20. Sempre secondo UNIDO la previsione di sussidi ai produttori allo scopo di incentivare le analisi di qualità non sembra essere la soluzione ottimale al fine di favorire la sostenibilità dei risultati che verranno raggiunti; sarebbe in effetti maggiormente auspicabile che il sostegno assumesse invece la forma di incentivi imprenditoriali, allo scopo di stimolare la responsabilità e l’azione diretta dei produttori coinvolti. In base a questa condivisibile impostazione, i nuovi standard di qualità non dovranno essere imposti da una normativa, almeno in questa fase iniziale caratterizzata a una situazione di contesto e di partenza troppo sfavorevole; lo scopo dell’intervento dovrà quindi essere quello di stimolare l’adesione su base volontaria. 21. Queste ultime tra le modifiche proposte potrebbero in effetti rendere la logica dell’intervento maggiormente coerente con gli obiettivi generali e specifici del Programma, soprattutto stimolando la responsabilità e l’iniziativa del settore privato e concorrendo in tal modo al rafforzamento delle capacità delle istituzioni e degli attori economici rispetto a pianificazione, programmazione e governance dei processi di produzione e commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, grazie alla previsione di piattaforme integrate che favoriscano il dialogo e la partecipazione di tutti gli attori interessati dai processi. 142 Ibidem. Oltre alla già citata intervista alla dott.ssa Ceglie, si fa riferimento all’intervista con l’Ing. Magdy Shabaka, Direttore Generale dell’Ufficio per le Relazioni con l’Estero, Ministero dell’Agricoltura (che ha preferito non esprimere alcun giudizio sull’operato degli altri Ministeri coinvolti nel Programma) e alle discussioni avute con i componenti della TSU. 144 Intervista alla dott.ssa Giovanna Ceglie, UNIDO Representative and Director, Regional Office , 16/05/2013 143 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 99 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 22. Considerando la complessità delle procedure interne ai singoli Ministeri, che si sommano all’iter procedurale da seguire con la TSU e il MC, è tuttavia da tenere in considerazione la possibilità che tali modifiche ritardino ulteriormente e in modo considerevole l’avvio delle attività. 23. Da parte di UNIDO arrivano anche altre interessanti considerazioni rispetto al valore aggiunto apportato dal Programma, e proposte per una ulteriore valorizzazione di tali aspetti positivi nel corso della fase successiva, valorizzazione legata essenzialmente all’esaltazione del ruolo del Programma quale catalizzatore del rafforzamento dei rapporti bilaterali tra i due paesi non solo in campo istituzionale, ma anche dal punto di vista delle relazioni economiche. In una tale ottica, sarebbe auspicabile un maggior coinvolgimento attivo della controparte italiana, da esplicarsi su due fronti: in primo luogo, con un rafforzamento delle proprie posizioni nell’ambito dei processi di negoziazione con la controparte egiziana del Programma; in secondo luogo, con un più attivo sostegno alla partecipazione del settore privato italiano alle attività del Programma145. 24. Tale differente approccio al tema dell’integrazione del settore privato dovrebbe essere rispecchiato anche da una revisione della struttura e delle funzioni dello SC, che ha oggi funzioni esclusivamente di controllo finanziario e di gestione, mentre non viene utilizzato come strumento propositivo, di indirizzo strategico e finalizzato a favorire il coinvolgimento degli attori interessati dai processi; tale revisione dovrebbe quindi necessariamente determinare l’apertura anche ad attori altri rispetto a quelli del settore pubblico146. 25. In riferimento all’interessante tema del coinvolgimento italiano nell’orientare l’andamento del Programma, è evidente che un approccio poco flessibile e fortemente incentrato sulla promozione di interessi ed orientamenti italiani agirebbe in contrapposizione al principio di ownership che pure rappresenta indiscutibilmente uno dei punti di forza del Programma, soprattutto se comparato alla maggioranza degli altri interventi di cooperazione bilaterale “tradizionale” nel Paese; è tuttavia sicuramente importante, anche in vista della sostenibilità futura degli interventi, favorire la partecipazione dell’imprenditoria, in modo da rendere in Programma un efficace catalizzatore attorno al quale possano strutturarsi e crescere processi di dialogo e scambio, economico e non. 145 146 Ibidem. Ibidem. Pag. 100 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.3 Una rete di piccoli produttori per il riconoscimento dei diritti socio-economici Rilevanza 1. Il progetto ha promosso la creazione di una rete nazionale di piccole imprese del settore agricolo e artigianale per favorire il riconoscimento dei diritti socio-economici di queste categorie, rafforzando le capacità di rappresentanza e negoziazione in tema di sicurezza sociale e assistenza sanitaria, nonché di marketing e commercializzazione dei prodotti agroalimentari e di artigianato locale per incrementarne la vendita sul mercato interno e all'estero. 2. Questa iniziativa è stata concepita per far fronte a problematiche che sono state riscontrate in Egitto tanto a livello di artigiani che di agricoltori, e che sono principalmente legate a: La loro povertà e marginalizzazione crescente; L’assenza di meccanismi di protezione sociale in grado di tutelarli; La scarsa alfabetizzazione e consapevolezza dei diritti con conseguente incapacità di rivendicarli di fronte alle istituzioni. 3. Il progetto, di cui è stata promotrice l’ONG italiana COSPE, rappresenta la prosecuzione di un progetto che è stato realizzato dall’ONG a partire dal 1998. Il “Marketing Link Program”, articolato in tre fasi successive (box sottostante), ha avuto come obiettivo principale quello di contribuire a ridurre la povertà di gruppi di artigiani egiziani attraverso due canali: (i) sostenendo e rafforzando le capacità produttive e imprenditoriali, in particolar modo rivitalizzando le tecniche di produzione e gli oggetti tradizionali nell’intento di preservare la ricchezza culturale egiziana ; (ii) fornendo un canale di marketing per la promozione e la vendita dei prodotti, in Egitto e all'estero, nel rispetto dei principi del commercio equo e solidale. TABELLA 18 -LE TRE FASI DEL MARKETING LINK PROGRAM “Commercial and institutional support to Producers’ Associations in Egypt” Periodo: ottobre 1998 - settembre 2001 Fonte del finanziamento: Ministero degli Affari Esteri italiano “Linking Craft Producers in Marginal Communities to Fair National and International Markets” Periodo: aprile 2003 - luglio 2004 Fonte del finanziamento: Programma di Conversione del Debito italo-egiziano (I fase) “Community, Crafts Producers & Markets” Periodo: dicembre 2003 – novembre 2007 Fonte del finanziamento: Ministero degli Affari Esteri italiano 4. Pur in una logica di continuità, il progetto SER è stato innovativo rispetto al “Marketing Link” perché ha introdotti elementi nuovi, in particolare: L’attenzione alla dimensione dei diritti; Un ambito di intervento a più ampio raggio a livello di target (al quale si sono aggiunti gli agricoltori); Il riconoscimento delle individualità: se prima i beneficiari del progetto erano associazioni, a partire dal progetto SER il lavoro è stato impostato e plasmato su base individuale. 5. Gli obiettivi del progetto sono ben allineati con: ill primo asse del Sesto Piano Nazionale Quinquennale egiziano 2007-2012: “Developing the Egyptian individual”, asse che comprende gli obiettivi seguenti: (i) “raising income and living standards; (ii) improving the quality of life; (iii) realizing a qualitative leap in education and providing a comprehensive health insurance coverage; (iv) developing abilities and productive Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 101 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN capabilities, training and habilitation; (v) preserving the cultural identity and confirming the national belonging”; Uno dei cinque settori identificati come prioritari per il Programma di Conversione italo-egiziano: la “dimensione sociale” che coinvolge attività volte ad alleviare la povertà per i gruppi più vulnerabili della popolazione e a creare nuove opportunità di impiego. 6. Nel contesto del paese il diritto per tutti di accedere ai servizi sociali di base trova una conferma nel dettato costituzionale, nonché il determinate leggi egiziane (ad es. la legge n. 112 del 1980 sull’assicurazione sociale e la legge n. 139 of 1981 in materia di istruzione), e nelle Convenzioni internazionali sui diritti socio-economici di cui l’Egitto è paese firmatario, ma questi presupposti normativi non sono stati una condizione sufficiente per garantire un accesso effettivo ai servizi di base da parte di tutta la popolazione. Manca inoltre un programma nazionale o locale volto a promuovere forme di assistenza, assicurazione, pensione e sicurezza sociale per le categorie più vulnerabili, come i lavoratori del settore informale. Alcuni servizi sono offerti da ONG ad associazioni dei produttori, ma la copertura è molto limitata se paragonata con i bisogni esistenti. Efficienza (del progetto e del programma di conversione) 7. Il SER rientra tra i progetti con un ammontare inferiore a 1 milione di dollari (749.176 mila dollari). 8. Il progetto è stato approvato dal Comitato di Gestione nella quinta riunione tenutasi il 14 maggio 2009 e l’accordo di esecuzione è stato firmato dal COSPE, dall’Ambasciatore d'Italia in Egitto e dal Ministro egiziano della Cooperazione Internazionale [adesso Ministro della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale] il 24 dicembre 2009. 9. A fine dicembre 2012 l’ammontare erogato è stato pari all’91% dell’ammontare complessivo stanziato, a testimonianza di un sostanziale rispetto della tempistica delle attività. Difatti, l’estensione che è stata approvata per la conclusione progetto da fine gennaio a fine luglio 2013147 si giustifica con l’esigenza di garantire il completamento di una nuova attività che è stata individuata nel corso dell’implementazione del progetto: l’essiccamento di datteri nell’oasi di Siwa. TABELLA 19 - IL PROGETTO SER: LA DURATA E I DATI FINANZIARI Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion Total project budget Date of transfer of the first installment to Implementing Agency 24-Dec-09 1-Feb-10 31-Jan-13 31-Jul-13 $749.176,48 13-Jan-10 Total amount transferred to the project at 31/12/2012 $685.115,81 % of amount transferred out of the total project budget 91% Source: TechnicalSupport Unit 10. Ai fini dell’implementazione del progetto l’ONG COSPE non ha risentito delle difficoltà riscontrate da altre ONG italiane e che riguardano la registrazione nel paese (o il rinnovo della registrazione che ha una durata triennale) e l’ottenimento della licenza necessaria per realizzare qualsiasi progetto, entrambe subordinate al vaglio del Ministero della Solidarietà Sociale148. Da questo punto di vista sono 3 le ONG che hanno incontrato le criticità maggiori nella II fase del Programma di Conversione del Debito, come riportato qui sotto: 147 L’estensione (non onerosa) è stata approvata dal Comitato di Gestione nella riunione del 17 febbraio 2013. La licenza per la realizzazione del progetto viene data dal Ministero della Solidarietà Sociale una volta sentito il parere del Ministero direttamente interessato dall’azione del progetto. 148 Pag. 102 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN L’ONG MAIS per il progetto “BRAVO: Building Rural Assets with Valuable Opportunities” Questo progetto è stato selezionato dal MC nel 2011 a seguito di una call for proposals che è stata pubblicata a favore di ONG italiane per rimpiazzare un’iniziativa precedentemente selezionata, ma decaduta a causa 149 dell’interruzione delle attività da parte dell’ONG proponente Movimondo . Ad oggi il progetto non è ancora partito perché l’ONG MAIS, seppur regolarmente registrata, ha appena ottenuto l'autorizzazione del Ministero della Solidarietà Sociale a realizzare il progetto (maggio 2013). L’ONG Progetto Sud per il progetto “Verso un impiego sostenibile: formazione professionale nel settore delle costruzioni” Il progetto si trova formalmente in fase di formulazione, ma di fatto è in una situazione di stallo perché l’ente promotore, l’ONG Progetto Sud, è ancora in attesa, dopo cinque anni dalla presentazione della richiesta, della 150 registrazione per poter operare nel paese . La TSU sta cercando una soluzione alternativa, un’ipotesi in fase di esplorazione è quella di accodare il progetto di formazione all’iniziativa dell’ILO “Sostegno all'impiego giovanile” 151 avviata nel 2012 . L’ONG CIERA per il progetto “Scuola di Arti e Mestieri” Si tratta di un progetto rivolto alla creazione di una Scuola di Arti e Mestieri nel campo della conservazione e del restauro presso il complesso dei Dervisci Mevlevi, dove da oltre venti anni opera il Centro Italo-Egiziano per il Restauro e l'Architettura (CIERA). E’ uno dei primi progetti ad aver ottenuto l’approvazione del CdG nella fase preliminare di identificazione (29 marzo 2008), tuttavia l’incapacità per l’ONG CIERA di ottenere l’accreditamento 152 nel paese pone seri dubbi sulla fattibilità dell’iniziativa . 11. Si tratta diun problema che non ha interessato solo le ONG italiane, ma anche le ONG egiziane. Un caso che possiamo ricordare concerne il progetto “Improvement of Operational Capacities and Health Care Services Delivery for Disabled Community". Seppur approvato dal Management Committee il 29 marzo 2010, il progetto è rimasto per più di un anno sospeso a causa del mancato accreditamento dell’ente proponente, El Rowad Association, che non ha reso possibile la conclusione dell’accordo esecutivo. La situazione di incertezza ha portato il MC a lanciare una call for proposals per selezionare un’ONG egiziana che potesse realizzare l’intervento al posto di El Rowad Association153. 12. Da uno sguardo più generale al Programma è possibile mettere in evidenza alcuni aspetti che, ad avviso dell’ONG COSPE, qualificano positivamente il funzionamento del Programma: La tipologia del finanziamento e l’erogazione dei fondi Il finanziamento offerto dal Programma consente di ottenere il 100% delle spese eleggibili, questo significa che l’ONG 154 proponente non deve contribuire con risorse finanziarie proprie . Inoltre la gestione dei fondi in loco, con versamenti diretti dal Fondo di Contropartita ai conti correnti appositamente dedicati al progetto senza transitare 155 per i conti delle ONG in Italia, agevola le operazioni relative ai pagamenti . A tale proposito è stato peraltro riscontrato un miglioramento nel passaggio dalla I alla II fase del Programma: nella II fase la richiesta di trasferimento 149 Il progetto in questione era intitolato “Community Based Actions to Reduce Poverty and Promote Social Inclusion in Tel El Kibir District – Ismailia Governorate”. Nella sesta riunione il CdG ha approvato il lancio di una call sulla stessa tematica (azioni comunitarie per la riduzione della povertà), ma indirizzata ad un’altra area geografica (l’Alto Egitto). Alla call for proposals, indetta dall’UST, hanno partecipato due ONG: l’ONG CISS e l’ONG MAIS ed è stata la proposta progettuale di quest’ultima ad essere selezionata dal CDG nell’ottava riunione che si è tenuta l’11 aprile 2011 . Successivamente, nell’XI riunione del dicembre 2011 il CdG ha approvato il documento di progetto 150 Una situazione che ha portato il CdG a richiedere l’assistenza del Ministero della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale nel concedere la registrazione all’ONG italiana (riunione del CdG del 29/03/2012). 151 Intervista al direttore dell’UST, Valeria Mazzacane. 152 Dopo la riunione del 14 novermbre 2011 nel quale è stata sollecitata la finalizzazione dell’iniziativa, il CdG non si è più pronunciato in merito. 153 La decisione è stata presa durante la riunione del CdG dell’11 aprile 2011. A seguito della call for proposals indetta dall’UST sono state presentate tre proposte progettuali fra le quali è stato selezionato il progetto “Psychosocial Rehabilitation for Mental Disability (REMEDY)” di Alex Work Shop Centre. 154 Intervista a Maria Donata Rinaldi, Direttrice dell’ONG COSPE, e Daniela Palermo, referente per il paese Egitto presso l’ONG COSPE. 155 Intervista al direttore dell’UST, Valeria Mazzacane, e al project manager del progetto SER (ONG COSPE), Bassem Saroufim. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 103 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN sottoscritta dal Management Committee a favore dei progetti gestiti dalle ONG non è più sottoposta all’approvazione da parte del Ministero delle Finanze; l’eliminazione di questo passaggio ha notevolmente migliorato la performance e 156 la puntualità nei pagamenti che avvengono nel rispetto delle scadenze predefinite . Il monitoraggio e i rapporti con la TSU La redazione di rapporti di avanzamento su base semestrale rappresenta uno strumento che agevola la gestione del progetto, consentendo di fronteggiare tempestivamente problematiche che possono sorgere in fase di implementazione, ma anche un importante strumento con valenza formativa tanto per le ONG italiane che per le 157 controparti egiziane . I rapporti con la TSU sono stati improntati a una fruttuosa collaborazione che ha consentito di 158 risolvere insieme e costruttivamente le difficoltà incontrate . La cadenza delle riunioni è stata semestrale, contestualmente alla presentazione dei rapporti di avanzamento tecnico, riunioni ulteriori sono state organizzate in caso di necessità. Il confronto rispetto ad altri Programmi di Conversione Il COSPE ha riscontrato un’esperienza positiva rispetto ad altri programmi sottoscritti dall’Italia, ovvero i programmi 159 con il Marocco e l’Albania . Nel primo caso il COSPE ha realizzato un progetto nel quadro del “Programma di 160 conversione del debito in favore di iniziative di lotta alla povertà” (2009-2012) e la sua implementazione ha risentito di difficoltà nell’interlocuzione con le autorità marocchine, uniche responsabili nella gestione dei fondi. Nel caso dell’Albania gli unici enti ammissibili a presentare progetti sono istituzioni pubbliche albanesi, condizione che preclude a monte la partecipazione in qualità di promotori di progetti da parte di ONG sia italiane che albanesi. 13. Oltre ai giudizi positivi sono stati segnalati161 aspetti che meriterebbero una maggiore attenzione in vista della III fase del Programma, ovvero: L’opportunità di annunciare pubblicamente il lancio del Programma pubblicando call for proposals con linee guida chiare per tutti (ONG e istituzioni pubbliche) al fine di garantire una maggior trasparenza nel processo di selezione. Dare maggior spazio alla visibilità del Programma e allo scambio di esperienza tra i progetti ammessi al finanziamento. Efficacia 14. Relativamente all’efficacia del progetto SER, i suoi esiti appaiono in linea con i risultati attesi, in particolare il progetto ha previsto interventi rivolti al rafforzamento di Ayadi Masreya, la Fondazione egiziana di Commercio Equo e Solidale con la quale il COSPE collabora nell’implementazione del progetto. Ayadi Masreya Foundation La Fondazione Ayadi Masreya, precedentemente conosciuta come Fair Trade Egypt Foundation, è nata nel contesto delle iniziative intraprese dall’ONG COSPE per introdurre i principi del commercio equo e solidale e della responsabilità sociale in Egitto. La sua registrazione da parte del Ministero della Solidarietà sociale è avvenuta il 3 gennaio 2007 nel corso dell’implementazione della III fase del progetto Marketing Link quando si è reso necessario rafforzare il sostegno al numero crescente di organizzazioni di produttori raggiunte dal progetto: se nel 1998, anno di lancio del progetto Marketing Link, le organizzazioni coinvolte erano 8, nel 2007 il numero è cresciuto a 40 organizzazioni che abbracciano 3500 artigiani. La missione di Ayadi Masreya è quella di servire come “umbrella organization” per i piccoli produttori (artigiani e agricoltori) offrendo loro una piattaforma dove poter esprimere i loro bisogni e le loro necessità nonché 156 Intervista al direttore dell’UST, Valeria Mazzacane. Intervista a Maria Donata Rinaldi e Daniela Palermo, vedi sopra. 158 Intervista a Bassem Saroufim, vedi sopra 159 Intervista a Maria Donata Rinaldi e Daniela Palermo, vedi sopra. 160 Il progetto in questione riguarda la promozione del patrimonio culturale e ambientale di Tangeri e della sua Medina. 161 Intervista a Bassem Saroufim, vedi sopra. 157 Pag. 104 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN servizi di sostegno al capacity building, attività di sensibilizzazione e campagne diadvocacy sul fair trade. http://www.amfegypt.org/ 15. Il rafforzamento della Fondazione Ayadi Masreya è passato attraverso interventi di formazione e capacity building, ed ha incluso l’attivazione delle seguenti unità: L’Unità “Membership and Representation”: la Fondazione conta 241 membri162 (singoli produttori e associazioni) che sono registrati in un database appositamente costituito; in questo modo è stato istituito un meccanismo per rappresentare gli interessi dei produttori e per incanalare i loro bisogni attraverso un approccio partecipativo. L’Unità “Social Welfare Services”: 64 produttori membri della Fondazione beneficiano di un’assicurazione sanitaria che copre le spese di medicinali e visite a fronte del pagamento di una cifra simbolica da parte di ciascun iscritto163; sono stati inoltre organizzati seminari di awareness raising sui diritti sociali. L’Unità “Business Development Services”: la micro-impresa è stata promossa attraverso vari canali: (i) corsi di formazione per migliorare la qualità dei prodotti; (ii) corsi di marketing per incrementare la vendita e di design per introdurre prodotti nuovi; (iii) micro-crediti (per un ammontare complessivo di 520,000 sterline egiziane); (iv) iniziative per allargare le opportunità di mercato attraverso mostre e showroom per la promozione e la vendita dei prodotti nel mercato interno (ad esempio nell’ottobre 2012 si sono tenute la Fahr El Baher Exhibition ad Alessandria e la Wadu Degla Club Exhibition a Madei), accordi con compagnie turistiche in loco (ad es. con la compagnia “Welcome Tours” in Mathrouh per organizzare visite allo showroom di Siwa), o ancora, nell’ottica di favorire l’esportazione dei prodotti, i contatti presi in Italia e negli Stati Uniti (la relazione con gli Stati Uniti ha portato a maturare un ordine per un ammontare pari a 16,545 sterline egiziane nel periodo agosto 2012-gennaio 2013); (vi) la creazione di un sito internet che include un database dei prodotti suddivisi per categoria e un catalogo per la vendita on-line; (vii) l’elaborazione di manuali, tra i quali “Export Readiness Audit Report”, uno studio indirizzato a valutare la capacità di esportazione da parte di un’impresa o di un settore164. Impatto e sostenibilità 16. Il progetto ha avuto un esito importante sotto il profilo dell’empowerment dei beneficiari (3500 artigiani e 500 agricoltori). Gli elementi principali sono riscontrabili in: Migliori condizioni di vita lavorative per i produttori economicamente svantaggiati, con un’attenzione che va oltre un approccio strettamente economico per comprendere la sfera dei diritti socio-economici, un ambito non ancora esplorato a livello di programmi nazionali o locali. Il coinvolgimento dei beneficiari come soggetti attivi dell’intervento, capaci di manifestare i propri bisogni e rivendicare i propri diritti attraverso il tramite della Fondazione Ayadi Masreya. Maggiori opportunità economiche con iniziative di formazione, di marketing, di micro-credito, di estensione dei mercati sia all’interno che all’estero, che si sono tradotti in un incremento delle vendite e del guadagno per i beneficiari. 17. Il progetto ha inoltre posto delle basi importanti per il futuro dell’iniziativa, fra le quali emerge, innanzitutto, la presenza di una fondazione egiziana alla guida della rete delle piccole imprese del settore agricolo e artigianale. Anche l’elevato grado di appropriazione del progetto da parte dei 162 ONG COSPE, Technical Report for January 2013, p. 2. Ibid., p. 3. 164 ExpoFront (2013), Export Readiness Audit Report on Hand-Made Blankets and Bed covers. 163 Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 105 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN beneficiari nonché i rapporti positivi instaurati con lo staff del progetto giocano a favore della sua sostenibilità, come pure la forte motivazione data dagli esiti positivi conseguiti grazie allo stesso165. 18. Accanto a questo vi sono tuttavia delle sfide importanti che possono mettere in discussione la prosecuzione di alcune attività, fra le quali166: L’esigenza di trovare una nuova fonte di sostegno finanziario poiché molte delle attività attualmente in corso sono fortemente dipendenti dai finanziamenti ricevuti; L’ampio raggio di azione dell’intervento, sia dal punto di vista della gamma delle attività che dell’ambito geografico; il fatto che siano coinvolte aree dislocate in diversi governatorati (Aswan, Qena, Sohag, Assiut, Minia, Fayoum, Cairo, Giza, Sharkya, Beheira, North Sinai, South Sinai, Matrouh e Mar Rosso) pone indubbiamente delle problematiche logistiche; La situazione di incertezza nel paese, con ricadute negative sulla situazione economica e sul flusso del turismo; Il basso grado di apprezzamento dei prodotti artigianali da parte degli egiziani (mercato interno), coniugato con una continuo declino del potere di acquisto. 165 Dati emersi da focus group con tre gruppi di beneficiari del progetto al Cairo e a Fayoum che sono stati condotti da parte della società di consulenza North South Consultants Exchange per conto di DRN. 166 Le considerazioni indicate di seguito emergono dai findings dei focus group poc’anzi menzionati come pure dall’intervista al project manager del progetto SER (ONG COSPE), Bassem Saroufim. Pag. 106 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.4 Modello sostenibile di sicurezza alimentare 1. Il progetto si concentra sulla riduzione delle insufficienze alimentari e sulla frequenza scolastica attraverso la fornitura di merende con contributo nutritivo arricchito a bambini dell’asilo e delle scuole non formali. Le merende apportano elementi nutritivi rilevanti di cui sono carenti i bambini delle aree d’intervento del progetto. Inoltre fornisce razioni da portare a domicilio (take-home ratios), contribuendo alla sicurezza alimentare delle famiglie e alla motivazione per inviare a scuola i figli. 2. La popolazione mirata è pari a 185 mila persone nei Governatorati di Fayoum, Beni Suef e Menia, così divise: 67.300 bambini e bambine dell’asilo (ECE), 19.700 ragazze delle scuole non formali “Iniziativa per l’educazione delle bambine (GEI)” e 98.500 persone tra le loro famiglie in stato di necessità. 3. Il progetto mira anche ad aumentare il tasso di frequenza e allungare la permanenza a scuola delle bambine che frequentano le scuole gestite dal programma “Iniziativa per l’educazione delle bambine (GEI)”. Le bambine che frequentano le scuole informali sono generalmente tra le più povere, perché queste scuole accettano anche le bambine che non sono in possesso di certificato di nascita, situazione comune tra le famiglie rurali, in particolare per le femmine. In queste famiglie, il fatto di tenere una femmina a scuola è spesso considerato un costo insostenibile, perché si sottraggono braccia al lavoro domestico. Inoltre vi sono motivazioni culturali che fanno sì che le famiglie preferiscano tenere le giovani a casa. In questi casi, la possibilità di ricevere una razione di alimenti che è legata alla frequenza scolastica della bambina (meccanismo del conditioned cash transfer in forma di apporto alimentare) rappresenta un incentivo per mantenere questa più a lungo a scuola. 4. Il progetto si propone di aumentare le capacità del Ministero dell’Educazione aiutandolo a rivedere la sua strategia di alimentazione scolastica e di affermare modelli di partenariato innovativo tra pubblico e privato. 5. Tra i risultati attesi c’è anche il contributo a instaurare abitudini alimentari e sistemi di vita sani attraverso informazioni e programmi educativi sull’alimentazione per migliorare le conoscenze degli insegnanti, allievi e delle loro famiglie su questioni nutrizionali, sanitarie e d’igiene. 6. Infine il progetto fa il monitoraggio dello stato nutrizionale dei bambini e realizza programmi di eliminazione dei parassiti intestinali per eliminare la malnutrizione acutizzata dalle infezioni intestinali, in collaborazione con il Ministero della Sanità e con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Rilevanza 7. Questo progetto s’inserisce in una politica di appoggio al Governo egiziano condotto da WFP. Il programma di nutrizione scolare egiziano riguarda circa il 44% dei bambini in età scolare. In un periodo di peggioramento delle condizioni economiche della popolazione167 il programma di nutrizione scolare ha assicurato la frequenza scolare a buona parte dei bambini e soprattutto delle bambine che frequentano le scuole informali gestite dalla GEI168. 8. Il progetto intende anche contribuire alla formazione dei funzionari del Ministero dell’Istruzione e dell’amministrazione pubblica per migliorare il modo di individuare i beneficiari delle reti sociali. Si calcola che dei circa 64 milioni di egiziani che beneficiano di qualche tipo di sussidio, tra 15 e 20%, non ne abbia bisogno mentre un 20% che ne avrebbe bisogno non ne beneficia169. La percentuale di sussidio 167 Il tasso di malnutrizione è aumentato da 29% a 31% nel periodo dal 2009-10 al 2010-11; il 25% delle famiglie sono sotto la linea di povertà e 45% vicino alla stessa linea. In queste condizioni le famiglie povere non possono permettersi di dare ai figli un’istruzione formale. Dati raccolti in occasione dell'incontro con Giampiero Bordignon, WFP Country Director, Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, Rukia Yacoub, Deputy Director Egypt Country office, Shereen Nasef, Monitoring and Evaluation Officer, Food for Education Unit. 168 WFP, ProgrammeMonitoring Report: Egypt, Food for Education Unit, 2010-2011 e 2011-2012. 169 Incontro con Giampiero Bordignon, WFP Country Director, Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, Rukia Yacoub, Deputy Director Egypt Country office, Shereen Nasef, Monitoring and Evaluation Officer, Food for Education Unit. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 107 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN agli alimenti sul bilancio totale del Governo egiziano è aumentata da 5.5% nel 1996/97170a 9.5% nel 2006/07171. Efficienza TABELLA 20 -IL PROGETTO: LA DURATA E I DATI FINANZIARI Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion Total project budget(1) 11-Mar-09 1-Apr-09 31-Dec-10 31-Jan-14 $8.309.900,48 Date of transfer of the first installment to Implementing Agency 31-Mar-09 Total amount transferred to the project at 31/12/2012 $4.908.152,45 % of amount transferred out of the total project budget 74,81% Source: Technical Support Unit (1): L’ammontare originale del progetto è di circa 20, 8 milioni di sterline egiziane, a cui si sono aggiunti, con due successivi addendum, circa 7,8 milioni di sterline egiziane rimaste dall’esecuzione della prima fase e circa 25,6 milioni per una seconda estensione, portando il bilancio totale del progetto a circa 54,3 milioni. 9. Il progetto ha risentito solo parzialmente nei risultati degli avvenimenti seguiti alla Primavera Araba, malgrado la forte rotazione istituzionale che l’ha seguita172. Il rapporto di monitoraggio interno del programma mostra per il 2011 dati più bassi nella puntualità della consegna delle merende alimentari e delle razioni da asporto (take-home ratios)173. Si deve comunque all’ottima organizzazione del WFP se queste disfunzioni sono rimaste sostanzialmente contenute. 10. La struttura operativa del progetto è ben rodata e non vi sono indizi di possibili problemi a terminare il progetto entro la data limite di marzo 2014 indicata dal Secondo Addendum174. 11. Il progetto non ha aperto un conto separato a nome del programma EIDS, ma ha comunque adattato i propri rapporti finanziari al formato del Programma. I funzionari incontrati dal team di valutazione dubitano che nel futuro gli uffici finanziari del WFP possano continuare a dare il loro accordo per diffondere i dati in un formato diverso dallo standard di quest’organizzazione.175 I funzionari della TSU sono ben coscienti del problema e sostengono che gli addendum sono giustificati dal fatto che l’approvazione di un nuovo progetto incontrerebbe il problema di dover derogare alle procedure del Programma, permettendo al WFP d’utilizzare le proprie procedure finanziarie. Efficacia 12. Il progetto contratta delle ONG per la distribuzione degli alimenti scolastici. Il WFP organizza corsi di formazione per i membri delle ONG impegnati in quest’attività e assicura un monitoraggio regolare. 13. Secondo i dati del monitoraggio condotto dal WFP durante il periodo 2010/2011, vi è una leggera differenza tra gli allievi delle scuole statali e di quelle informali (GEI). Mentre per la maggioranza degli insegnanti delle scuole statali gli allievi portano cibo da casa a complemento delle barre di datteri distribuiti dal programma, nel caso delle scuole GEI solo la metà degli insegnanti ha riportato questo fatto. La percentuale scende a 30% nelle zone molto povere di Beni Suef. Il dipendere interamente dalle barre distribuite è un indice di estrema povertà. Una grande maggioranza degli insegnanti indica che gli 170 Lofgren, H. and M. El-Said (2001). Food Subsidies in Egypt: Reform Options, Distribution and Welfare. Elsevier Science. Central Bank of Egypt (2008). Monthly Statistical Bulletin (October). WWW.CBE.ORG.EG 172 Nel giro di pochi mesi sono cambiati 5 ministri dell’agricoltura e 4 ministri dell’istruzione. 173 Questo è dovuto in parte ai problemi causati dalla situazione istituzionale del paese e in parte da un peggioramento dei servizi fornita dalla ONG responsabile per la distribuzione delle razioni a Fadyoum, che è stata sostituita. (WFP, Programme Monitoring Report: Egypt, Food for Education Unit, 2010-2011 e 2011-2012. Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, comunicazione). 174 Incontro con Giampiero Bordignon, WFP Country Director, Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, Rukia Yacoub, Deputy Director Egypt Country office, Shereen Nasef, Monitoring and Evaluation Officer, Food for Education Unit. 175 Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit. 171 Pag. 108 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN allievi apprezzano le barre distribuite dal WFP e circa la metà degli insegnanti nota una maggiore concentrazione dopo che gli studenti hanno mangiato le barre per la prima colazione. Questa percentuale è un poco più bassa per gli insegnanti delle scuole GEI, ma alcuni di questi aggiungono di aver notato che nella loro situazione, la concentrazione delle alunne aumenta di molto. Do students bring other food from home? Students like WFP date bars? Do student better concentrate in class after eating date bars for breakfast? Formal School >60%(1) >90% 50%(2) (3) GEI >50% 85% 40%(4) (1) In poor areas, e.g. Beni Suef, 30% of surveyed teachers report they bring food from home sometimes, 2% reported they rarely do it. (2) 28% of surveyed teachers noticed students have better concentration to a great extent, 8% respond either don’t notice or they did not notice a great difference; (3) 43% reported they do sometime, 22% reported they rarely do (4) To some or great extent, 31% don’t know, 20% do no notice difference 14. Il progetto sta riscontrando difficoltà nell’esplorare modelli di partenariato tra pubblico e privato, a cause della resistenza del settore privato a entrare in partenariato con l’amministrazione pubblica.176 Questo è dovuto alle lunghe pratiche burocratiche che comporta il rapporto con le istituzioni dello stato, la non puntualità nei pagamenti e altre cause che possono demotivare i fornitori. Lavorare con un'organizzazione internazionale rappresenta un'opzione favorita per il settore privato. Impatto e sostenibilità 15. I dati del monitoraggio condotto dal WFP confermano l’impatto positivo della distribuzione delle merende scolastiche con contenuto rafforzato. La distribuzione di razioni alimentari da asporto si è effettivamente dimostrata un importante incentivo per le famiglie a inviare i figli a scuola177, confermato dalla comparazione secondo logica controfattuale tra tasso di frequenza in scuole in cui viene distribuito questo sussidio rispetto a quelle dove non viene distribuito.178 16. Il Governo ha dichiarato che in futuro non sosterrà più la distribuzione di razioni alimentari nel sistema di scuole che non siano gestiti dalla GEI. Il Governo potrà probabilmente accettare questo aiuto per gli asili appartenenti al sistema formale.179 17. La sostenibilità delle azioni del progetto quindi non sarà assicurata in futuro in assenza di donatori. Il WFP intende esplorare nuovi sistemi che riducano i costi della logistica, sostituendo la distribuzione di cibo con quella di voucher, come già sta sperimentando con i rifugiati siriani180. 176 Incontro con Giampiero Bordignon, WFP Country Director, Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, Rukia Yacoub, Deputy DirectorEgypt Country office, Shereen Nasef, Monitoring and Evaluation Officer, Food for Education Unit. 177 Per l’88% degli insegnanti intervistati questo aumenta la frequenza in modo molto significativo e per il 7% solo in modo significativo. 178 Questo è dovuto in parte ai problemi causati dalla situazione istituzionale del paese e in parte a un peggioramento dei servizi fornita dalla ONG responsabile per la distribuzione delle razioni a Fadyoum, che è stata sostituita. (WFP, Programme Monitoring Report: Egypt, Food for Education Unit, 2010-2011 e 2011-2012. Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, comunicazione). 179 Incontro con Giampiero Bordignon, WFP Country Director, Amani Gamal El Din, Head of Food for Education Unit, Rukia Yacoub, Deputy Director Egypt Country office, Shereen Nasef, Monitoring and Evaluation Officer, Food for Education Unit. 180 Giampiero Bordignon, WFP Country Director. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 109 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.5 IL PROGETTO REMEDY 1. L’obiettivo del progetto REMEDY è quello promuovere la riabilitazione psicosociale delle persone con disordini mentali mediante l’utilizzo di arte e lavoro, importanti veicoli di empowerment e socializzazione nella loro duplice veste di strumenti atti a favorire la riabilitazione psicosociale e a promuovere un processo di sensibilizzazione sul tema, che permetta di lottare efficacemente contro lo stigma sociale e la discriminazione che ancora accompagnano i malati psichici in Egitto. 2. L’iniziativa ha lo scopo di consolidare i positivi risultati raggiunti nel periodo 2011- 2012 nell’ambito del progetto Mehenet (Mental Health Network), finalizzato a favorire lo sviluppo di servizi di salute mentale di comunità nel distretto rurale di Kafr El Dawar. Il progetto, finanziato nell’ambito del programma APQ di cooperazione regionale dal Ministero Affari Esteri e dalle Regioni Lazio e Puglia, è stato implementato da Laziosanità-ASP e da ARES Puglia in partenariato con il Ministero della Sanità Egiziano (Mental Health Secretariat, MHS, la divisione del Ministero che si occupa di salute mentale, e il Dipartimento per la Primary Health Care) e con l’ufficio regionale dell’OMS (WHO/EMRO). 3. Nell’ambito del progetto Mehenet, un’esperienza dimostrativa basata sull’esperienza italiana in tema di riforma psichiatrica e di de-istituzionalizzazione, è stato creato il primo centro di salute mentale di comunità in Egitto, intitolato a Franco Basaglia, che rappresenta anche uno dei luoghi in cui intende svilupparsi l’azione del progetto REMEDY. Rilevanza 4. Il progetto REMEDY (così come Mehenet) assume particolare rilevanza in quanto si configura come un utile strumento allo scopo di applicare e rendere operativa la nuova legislazione egiziana in tema di salute mentale, in un periodo in cui la domanda per il miglioramento dei servizi sanitari psichiatrici è ormai altissima in tutto il mondo arabo, ed emerge come nuova priorità181; in una tale ottica, i due progetti hanno lo scopo di accompagnare il paese nell’adeguamento del sistema basato attualmente sulla restrizione negli ospedali, per spostare l’assistenza all’interno della comunità. 5. I partner del progetto sono stati tutti coinvolti, in qualità di enti implementatori o di beneficiari, nelle attività di Mehenet; l’applicant è la ONG egiziana Alex Work Shop Centre (AWSC), che era stata precedentemente coinvolta nelle attività di training di Mehenet e che ha risposto ad una call organizzata per finanziare progetti nell’area tematica della social inclusion mediante i fondi del Programma di Conversione del Debito. I partner di AWSC in REMEDY sono il Segretariato di Salute Mentale (ente autonomo del Ministero della Salute svincolato dagli altri dipartimenti, che risponde direttamente al Ministro), Laziosanità e Ares Puglia, tutti precedentemente coinvolti nell’implementazione delle attività di Mehenet. LA RIFORMA DELLA SALUTE MENTALE IN EGITTO In Egitto, come in altri Paesi del Mediterraneo orientale, la salute mentale rappresenta una priorità negletta e il gap di trattamento, derivante dalla sproporzione esistente tra prevalenza delle malattie mentali e risorse disponibili, è molto elevato. Il 17% della popolazione soffre di disturbi mentali (Ghanem etal., 2009), mentre la spesa per la salute mentale è pari solo a circa 0,1 USD per persona (World Health Organisation, 2010) ed è complessivamente inferioreal 2% della spesa sanitaria totale (World Health Organisation, 2006). L’assistenza si svolge prevalentemente nei grandi ospedali psichiatrici, in prevalenza pubblici, in assenza di servizi territoriali, di piattaforme riabilitative e di sistemi di protezione sociale. Il personale che opera nei centri di cure primarie non riceve formazione adeguata per affrontare con efficacia i problemi psicosociali e, soprattutto nelle aree rurali, le famiglie ricorrono ai guaritori tradizionali o religiosi che svolgono il ruolo di operatori privati di prima linea. 181 Intervista Al dott. Enrico Materia ed Emanuela Forcella, Laziosanità, 24/04/2013; intervista alla dott.ssa Iman Sorur, 16/05/2013. Pag. 110 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Ciò nondimeno, l’Egitto ha intrapreso un processo di riforma della legislazione sulla salute mentale con l’emanazione di una nuova legge «per la protezione dei pazienti psichiatrici» (legge n. 71, maggio 2009) che riconosce i diritti delle persone con disturbi mentali e istituisce la Commissione nazionale e quelle regionali per la supervisione dei ricoveri negli ospedali psichiatrici, fornendo tutela per i ricoveri involontari. La legge non affronta il tema della riorganizzazione dei servizi di assistenza per la salute mentale, ma eviterà ilripetersi di casi come quello di un paziente sudanese segregato per venti anni in ospedale perché ritenuto erroneamente infetto da HIV e privo di supporto familiare (Saleh, 2007). O quelli delle giovani donne recluse su richiesta delle famiglie per voler sposare uomini di un’altra religione. Fonte:Enrico Materia e il team italiano del progetto Mehenet: “Il progetto Mehenet per la salute mentaledi comunità in Egitto”, Tendenze nuove - 1-2/2012 nuova serie Efficienza ed efficacia 6. L’obiettivo generale del progetto è quello di migliorare la qualità di vita e le risorse psicosociali delle persone affette da disordini psichiatrici nel Governatorato di Behera; gli obiettivi specifici sono: Il miglioramento delle capacità di auto-aiuto, autosufficienza, autonomia e dignità; La creazione di opportunità per l’autorealizzazione e l’inclusione sociale attraverso l’arte terapia; L’incoraggiamento a potenziare le abilità individuali per prevenire o contrastare la disabilità mentale attraverso l’impiego e l’attività lavorativa; L’aumento della consapevolezza nella comunità per combattere la discriminazione verso i malati psichici. 7. I risultati attesi sono la creazione di laboratori artistici all’interno del centro Franco Basaglia, la creazione di un camper-laboratorio mobile per le azioni di sensibilizzazione della comunità, la creazione di gruppi di auto mutuo aiuto, e il rafforzamento delle abilità lavorative e dell’impiego dei pazienti psichiatrici del Centro. 8. La logica del progetto e gli obiettivi individuati sono quindi coerenti con gli obiettivi generale e specifico del Programma: in particolare, si segnala il lavoro continuo di capacity building e di accompagnamento delle istituzioni verso una riforma del sistema nazionale di salute mentale, urgente in seguito alla promulgazione nel 2009 del nuovo Mental Health Bill; anche la creazione di un partenariato esteso, che coinvolge enti italiani, istituzioni e una ONG egiziana nel ruolo di applicant potrebbe agire positivamente in tal senso, spingendo alla ricerca di nuove forme di collaborazione tra le istituzioni e la società civile, e contribuendo quindi alla crescita delle capacità di relazione tra i diversi attori del territorio. 9. Tuttavia, il progetto ha sofferto e soffre a causa del particolare periodo che l’Egitto sta attraversando; la Rivoluzione ha portato ad un generale rallentamento istituzionale, a cui si è affiancato secondo molti 182 un nuovo approccio politico e ideologico alla realtà, meno centrato sull’attenzione ai diritti umani e con una conseguente minore sensibilità rispetto al tema della salute psichiatrica. Di conseguenza, i ritardi nell’avvio delle attività del progetto, che ad oggi non sono ancora iniziate, sono da ricercarsi, più che in motivi legati all’efficienza delle procedure istituzionali egiziane e di quelle interne al Programma, in una generale situazione di contesto sfavorevole, che ha verosimilmente influenzato le relazioni tra i partner di Programma. TABELLA 21 -IL PROGETTO REMEDY: LA DURATA E I DATI FINANZIARI Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion Total project budget Date of transfer of the first installment to Implementing Agency Total amount transferred to the project at 31/12/2012 % of the work plan implemented at 31/12/2012 182 Intervista al dotto. Enrico Materia e alla dott.ssa Emanuela Forcella (laziosanità), 26/04/2013; intervista con la dott.ssa Ginevra letizia (MAE – DGCS), 15/03/2013; discussioni con i membri della TSU durante il periodo di missione in Egitto (7-17/05/2013) Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 111 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 19/06/2012 01/08/2012 31/07/2014 $456.229,89 17/07/2012 $179.049,09 1,58% Source: TechnicalSupport Unit 10. Il progetto ha ricevuto, a luglio 2012, la prima tranche dei fondi, che ammontava a 1.000.000 EGP di cui sono stati spesi solo 15.000 EGP per spese correnti (personale e consumi energetici), corrispondenti all’1,58% del budget totale del progetto; i ritardi nell’avvio delle attività sono dovuti alle nuove attività suggerite dal MHS in aggiunta a quelle già previste dal documento di progetto; il Ministero ha rivendicato la necessità di un suo maggiore coinvolgimento e di un ruolo specifico all’interno delle attività, chiedendo e ottenendo delle modifiche al documento di progetto, con la previsione di una nuova attività di ricerca, finalizzata a valutare l’efficacia reale del vocational training artistico, allo scopo di raccogliere dati, anche in previsione di valutare l’opportunità di una eventuale estensione ad altri Centri di salute mentale dello stesso approccio. 11. La TSU e il MC hanno approvato la modifica del progetto con l’introduzione dell’attività aggiuntiva di ricerca, pur non autorizzando l’acquisto del materiale necessario all’avvio dell’attività prima della firma del nuovo Protocol Agreement. 12. La negoziazione e definizione di questa nuova attività ha occupato diversi mesi, e si è conclusa con l’invio del nuovo Agreement al MHS nel mese di marzo 2013; tuttavia, il turnover interno alle istituzioni e l’arrivo di un nuovo Segretario Generale hanno ritardato la firma dell’Agreement. 13. Ad oggi, il nuovo Agreement del marzo 2013 non è stato ancora firmato; inoltre, ulteriori perplessità sul progetto sono state sollevate dal nuovo referente del MHS, con la conseguente richiesta di nuove importanti modifiche al documento di progetto, che ne renderebbe difficile l’implementazione per AWSC a causa del diverso approccio proposto. 14. E’ possibile ipotizzare che ai problemi di natura istituzionale e politico-strategica incontrati dal progetto, si sommino in qualche modo incomprensioni di carattere personale, che hanno condotto la referente del MHS per Mehenet ad abbandonare la sua posizione in seno al Ministero e a proseguire la sua collaborazione attiva con l’ONG AWSC, applicant del progetto REMEDY. Si assiste quindi a tre diversi livelli dialettici: individuale, istituzionale (attribuzione di competenze) e di visione (contrapposizione tra due diversi modelli di cura), che interagiscono rendendo difficile l’avvio delle attività. 15. In effetti, le modifiche proposte mettono in evidenza la necessità avvertita da parte del MHS di rendere l’intervento maggiormente rispondente alle proprie priorità, sollevando una questione di rilevanza dell’intervento, nonostante la coerenza di quest’ultimo rispetto al precedente intervento Mehenet e rispetto alla necessità oggettiva di elaborare strumenti di accompagnamento all’introduzione della nuova normativa del 2009; tuttavia, in una situazione di estrema fluidità istituzionale e di continui avvicendamenti all’interno delle istituzioni, la definizione di strategie univoche e condivise rimane un processo difficilmente realizzabile nel breve periodo. Attualmente, le priorità del MHS sembra essere quella di replicare l’esperienza di integrazione dei servizi di salute mentale all’interno dei servizi di base alla comunità (proposta dal Centro Franco Basaglia) in altre aree del Paese, piuttosto che procedere alla sperimentazione di approcci innovativi (come i laboratori d’arte) per la cura dei disordini mentali, che potrebbero non essere gli strumenti più adatti per operare nella realtà rurale egiziana183. 16. A tali perplessità espresse rispetto alla logica dell’intervento se ne sommano altre relative al budget proposto (considerato tropo alto rispetto alle attività da realizzare) e alla percentuale di risorse destinate a finanziare la partnership italiana (35% del budget totale). 183 Intervista al Dott. Yasser A. Elsayed (Mental Health Secretariat, 13/05/2013. Pag. 112 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.6 Centro per il Coordinamento, Monitoraggio e Supporto al Contratto Sociale 1. Il Social Contract Advisory, Monitoring and Coordination Center (SCC), è stato creato nel 2007 in seguito alla raccomandazione dell’EHDR 2005, allo scopo di promuovere le idee e la visione contenute nel Rapporto e per occuparsi del monitoraggio dell’implementazione delle raccomandazioni in esso contenute. E’ interno all’ Information and Decision Support Center (IDSC), organo che fa capo all’Ufficio del Primo Ministro. Il SCC lavora in sinergia con altre unità dell’IDSC con lo scopo di offrire policy advise alle istituzioni ai differenti livelli, e di monitorare l’implementazione del Piano d’Azione per l’eradicazione della povertà e il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, proposto nell’ Egypt Human Development Report dello UNDP del 2005 e adottato dal Governo egiziano quale Piano di sviluppo nazionale. L’ENTE IMPLEMENTATORE: IDSC L’Information and Decision Support Center è il think tank del Governo egiziano; la sua missione è quella di supportare in maniera imparziale l’operato governativo attraverso la predisposizione di indicazioni e ricerche analitiche, allo scopo di contribuire al miglioramento delle condizioni socio-economiche della società egiziana nel suo complesso. I principali obiettivi dell’IDSC sono: Identificare opportunità e sfide strategicamente rilevanti con cui il Governo egiziano deve confrontarsi nell’implementare piani e agenda; Sviluppare partnership e network a livello regionale e internazionale, allo scopo di scambiare know-how e ricerche, integrando in tal modo le best practices internazionali all’interno della pianificazione governativa. Supportare i decisori politici conducendo ricerche e proponendo soluzioni alle sfide di sviluppo che il paese deve affrontare; Disseminare i risultati delle ricerche attraverso un flusso regolare di pubblicazioni ed eventi pubblici. 2. Durante il periodo 2007 – 2009 il Centro è stato finanziato dal Governo egiziano e dallo UNDP, mentre dal 2009 è diventato uno degli interventi finanziati dalla II fase del Programma italo-egiziano di Conversione delDebito. L’obiettivo generale dell’intervento è quello di supportare la partecipazione della società civile ai processi decisionali e il conseguimento lo sviluppo umano in Egitto; l’obiettivo specifico è quello di costruire un consenso condiviso intorno al significato e alle implicazioni di un nuovo contratto sociale, ricostruendo la fiducia tra cittadini ed istituzioni, e supportando l’empowerment della società civile e le azioni volte alla riduzione della povertà, oltre che quello di monitorare i progressi conseguiti nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio e dei 55 programmi socio-economici promossi dall’EHDR del 2005184. 3. Più specificamente, il Centro ha lo scopo di coordinare i vari stakeholder per definire, sviluppare ed articolare una nuova visione del contratto sociale che contribuisca alla ridefinizione delle relazioni tra Stato e cittadini, e che si basi sui principi della governance democratica e su un concetto di cittadinanza moderno e inclusivo. Due sono le principali aree di intervento: lotta alla povertà e lotta alla corruzione, da perseguire promuovendo l’interscambio e colmando il gap tra la società civile e gli attori istituzionali grazie ad attività di ricerca, comunicazionee capacity building dello staff del SCC e dei suoi partner istituzionali. In una tale ottica, i beneficiari diretti individuabili sono le autorità governative e l’insieme della società egiziana nelle sue multiformi articolazioni (mondo della ricerca, settore privato, media, organizzazioni della società civile), oltre ai donor internazionali che agiscono nel paese. 184 Egypt Human Development Report 2005 “Choosing our Future: Towards a New Social Contract” Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 113 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN FIGURA8:LA STRUTTURA DEL SOCIAL CONTRACT CENTER Fonte: SCC project document Rilevanza 4. Già nel 2005, l’Egypt Human Development Report aveva individuato e portato all’attenzione delle istituzioni egiziane alcuni delle principali debolezze con cui gli attori istituzionali avrebbero dovuto confrontarsi, preconizzando la possibilità di un sollevamento popolare185. Proprio su questi temi di grande rilevanza a livello nazionale il SCC ha concentrato la propria azione nel corso del periodo prerivoluzione; in seguito alla cosiddetta “Primavera araba” l’agenda del SCC ha subito delle trasformazioni, acquisendo sempre maggiore rilevanza in ambito nazionale, alla luce della particolare situazione sociale, economica e di fluidità istituzionale che il paese sta attraversando. 5. Infatti, ai fini dell’analisi della rilevanza dell’intervento, è importante sottolineare che sono state alcune importanti istituzioni e organi egiziani a richiedere direttamente il supporto del SCC, a conferma dell’importanza e dell’autorevolezza acquisite da di questa istituzione nella percezione comune a livello nazionale. Efficacia 6. Dall’analisi degli obiettivi del progetto e della logica dell’intervento è possibile dedurre un alto grado di coerenza delle caratteristiche dell’intervento rispetto agli obiettivi (espliciti e impliciti) del Programma nel suo complesso186: in particolare, l’estesa azione di capacity building portata avanti a partire dall’enfasi posta sul processo di partecipazione della società civile a tutti i livelli. 7. L’analisi degli obiettivi generale e specifico del progetto, delle azioni condotte, dei risultati attesi e di quelli raggiunti permette di affermare che l’obiettivo specifico che il progetto si proponeva, ossia il contributo alla creazione di un nuovo contratto sociale tra Stato e cittadini è stato in gran parte raggiunto. 185 Egypt Human Development Report 2005 “Choosing our Future: Towards a New Social Contract”, p.5. Occorre ricordare che, al momento dell’avvio della seconda fase del Programma, il progetto SCC era già operativo e le attività e gli scopi erano già stati delineati in precedenza da UNDP e IDSC, senza alcun apporto del Programma nella fase di formulazione dell’intervento e delle attività. 186 Pag. 114 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 8. In generale, il progetto sembra aver raggiunto risultati più significativi di quelli inizialmente previsti dagli implementatori e dai beneficiari187, creando una piattaforma di dialogo tra le parti sociali, oltre a condurre studi e ricerche la cui validità è riconosciuta da partner nazionali e internazionali; si cita ad esempio l’elaborazione di un sistema di monitoraggio e valutazione per il più grande intervento a finanziamento nazionale per la riduzione della povertà ( the Government Initiative to Develop the Poorest 1000 Villages) e la contestuale elaborazione di una need assessment map per favorire la diffusione della social responsibility e il finanziamento, anche da parte del settore privato, di progetti rilevanti a livello nazionale. Inoltre, è stata portata avanti una importante azione di capacity building alle istituzioni, il cui riconoscimento è avvenuto anche a livello regionale, con alcuni paesi limitrofi che hanno inviato delle persone da formare. Impatto e Sostenibilità 9. Il progetto ha avuto un esito importante anche nell’orientamento della legislazione e della programmazione nazionali, con effetti che saranno probabilmente valutabili nella loro totalità solo nel medio-lungo periodo. Il SCC è stato inizialmente contattato dall’Assemblea Costituente ed ha partecipato attivamente alla stesura due articoli della nuova Costituzione, che sono tra i pochi non controversi e unanimemente accettati: si tratta dell’articolo 204 relativo all’istituzione della Commissione Anti Corruzione, e dell’articolo 207 sul Consiglio Nazionale Economico e Sociale. 10. Dopo il referendum del 2012 il SCC è stato nuovamente contattato dal Ministero dellaGiustizia e coinvolto nel processo di preparazione del corpus normativo necessario a rendere operativo il Consiglio Economico e Sociale e le altre riforme introdotte dalla Costituzione: si tratta di otto disegni di legge, tra i più importanti si possono citare quelli relativi al diritto all’informazione, al conflitto di interessi, alle organizzazioni non governative. 11. Il Ministero della Pianificazione ha inoltre coinvolto il SCC nell’elaborazione del Piano Nazionale per il periodo 2013-2014, con il compito in particolare di occuparsi di una parte dell’agenda sulla giustizia sociale, specificamente dell’organizzazione e gestione delle consultazioni organizzate con i diversi stakeholder e le espressioni della società civile, allo scopo di raccogliere i loro contributi per l’elaborazione del draft. Il SCC ha inoltre avviato e gestito una serie di consultazioni con il settore privato, i sindacati e le ONG, per integrare il disegno di legge per l’attuazione del Consiglio Economico e sociale. 12. Il SCC è stato aggiunto all’interno dell’organigramma ufficiale dell’IDSC, allo scopo di assicurare il coordinamento con le altre unità e dipartimenti dell’IDSC; ciò rappresenta un forte segnale dell’impegno a sostenere il Centro anche dopo la chiusura del progetto; molti degli strumenti elaborati dal SCC sono in via di istituzionalizzazione e saranno quindi oggetto di una raccolta dati su base annuale (per esempio, il social policy index e un set di indicatori sulla governance).Data la grade rilevanza del lavoro svolto e i positivi risultati raggiunti, è verosimile ipotizzare inoltre una sostenibilità futura grazie alla possibilità di una progressiva istituzionalizzazione del Centro, che potrebbe trasformarsi nel Segretariato del Consiglio Nazionale Economico e Sociale che con il suo contributo è stato creato188. Efficienza 13. Ad oggi, il progetto è nella sua fase finale; l’intero ammontare dei fondi previsti è già stato trasferito, mentre il work plan è stato implementato al 90%; la data prevista per il termine delle attività è la fine del mese di giungo 2013. Il progetto ha sperimentato, come quasi tutti gli interventi del Programma, un ritardo imputabile in gran parte alla situazione di stallo istituzionale che ha accompagnato la “Primavera araba” e i suoi successivi sviluppi; conseguentemente, sono state richieste due estensioni 187 Interviste al dott. Marcello Giordani (Consulente UNDP responsabile del Progetto), 22/04/2013; intervista alla dott.ssa Sahar El Tawila, direttrice del SCC , 12/05/2013. 188 Intervista alla dott.ssa Sahar El Tawila, direttrice del SCC , 12/05/2013. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 115 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN non onerose, la prima che ha posticipato la data di chiusura delle attività da giugno a dicembre 2012, la seconda di altri sei mesi fino al giugno 2013. TABELLA22:DURATA E DATI FINANZIARI DEL PROGETTO SCC Date of Project Agreement 11/03/2009 Date of project Planned date of beginning (when conclusion different from the according to the one of Agreement Agreement) 01/07/2009 30/06/2012 Actual estimated date of conclusion Total project budget Date of transfer of the first installment to Implementing Agency Total amount transferred to the project at 31/12/2012 % of the work plan implemented at 31/12/2012 30/06/2013 $4.770.723,34 29/06/2009 $4.770.723,34 88,85% Source: TechnicalSupport Unit 14. Come già accennato l’applicant del progetto è UNDP, che lavora in partenariato con l’IDSC, ente implementatore dell’intervento. La particolare natura di organizzazione internazionale dell’applicant ha comportato alcune eccezioni alle procedure finanziarie stabilite dal Programma; in particolare, la gestione finanziaria è stata considerevolmente facilitata dalla possibilità per UNDP di ricevere i fondi direttamente sul proprio conto bancario, come previsto da un accordo precedente all’implementazione della II fase del Programma, e siglato da UNDP e Ministero egiziano degli Affari Esteri. In base a tale accordo, per ogni progetto co-gestito da UNDP e Governo egiziano, tutte le risorse finanziarie mobilizzate devono essere canalizzate sul conto di UNDP in base alle sue norme e regolamenti. Il progetto ha comunque adattato i propri rapporti finanziari al formato indicato dal Programma, tuttavia la possibilità di avvalersi di un sistema contabile maggiormente snello e flessibile rispetto a quello previsto dal Programma189 ha permesso di ovviare ai ritardi nell’erogazione delle diverse tranche di fondi grazie alla possibilità di prelevare una somma corrispondente dal conto UNDP e di re-immetterla successivamente una volta ricevuti i finanziamenti. 15. In considerazione anche della possibilità di avvalersi di procedure finanziare semplificate, dalle interviste190 emerge come la fase maggiormente impegnativa sia stata quella iniziale, relativa alla elaborazione e presentazione della proposta progettuale. Ai potenziali applicant è stata richiesta la presentazione, oltre che di un budget particolareggiato, di un work plan anch’esso molto specifico. La natura del progetto ha reso difficile tradurre in attività concrete e capitoli di spesa un intervento che si configura in realtà come contributo alle attività del Centro, e che ha obiettivi ampi e non facilmente misurabili, riassumibili nel contributo alla costruzione di un Contratto Sociale tra cittadinie Stato basato su good governance, democrazia e partecipazione. 16. I numerosi elementi di complessità e di interrelazione con la realtà istituzionale ed altri elementi di contesto non del tutto prevedibili, soprattutto data la situazione politica e socio-economica del paese, hanno inoltre reso ancora più difficile la preparazione del piano di lavoro191. E’ stato quindi necessario un’azione continua da parte degli operatori del progetto, supportati dalla TSU, allo scopo di adattare l’intervento alla luce dei numerosi cambiamenti che, nella situazione specifica di questo progetto già di per se' complesso, la Rivoluzione ha apportato. Il Centro ha infatti dovuto adattare le proprie attività e i propri programmi al nuovo contesto e alle nuove esigenze, ed è stato necessario tradurre tali modifiche in termini di variazioni di attività e di spesa. 189 Intervista a Sameh Samir, Senior Financial Officer del SCC, 12/05/2013. In particolare, dal colloquio con il responsabile amministrativo del progetto è emersa la proposta di prevedere in futuro un vero e proprio sistema di rendicontazione in seno alla TSU, che si avvalga di software specifici, allo scopo di semplificare le procedure amministrative. 190 Intervista a Sahar el Tawila, Direttrice del SCC; Intervista a Valeria Mazzacane, Direttrice della Unità di Supporto Tecnico. 191 La questione è emersa nel corso dell’intervista condotta con la dott.ssa Sahar El Tawila: grazie ai risultati estremamente positivi della formazione il SCC ha avuto sempre meno bisogno di avvalersi del contributo di esperti esterni, contributo che pure era stato preventivato nel budget e nel work plan elaborati al momento della formulazione dell’intervento. Il SCC ha quindi inoltrato formale richiesta al fine di poter riallocare i fondi precedentemente destinati agli esperti esterni, chiedendo di poterli utilizzare per finanziare le attività dell’ultimo semestre. Pag. 116 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 17. Dal colloquio con gli operatori del Centro è infine emersa la proposta di prevedere un meccanismo maggiormente partecipativo, che coinvolga i soggetti che operano a livello di progetto anche nella fase di indirizzo strategico del Programma. Nell’impossibilità di partecipare alle riunioni del MC, questa richiesta può essere ricondotta all’esigenza, avvertita anche da interlocutori di altri progetti, di un organo di coordinamento e pianificazione condivisa tra tutti gli attori a livello di Programma e quelli a livello di progetto, che si ponga come struttura intermedia tra i progetti e il Management Committee. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 117 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.7 Il Polo Integrato per la Formazione Tecnica e Professionale nel Settore della Meccanica 1. La disoccupazione, in particolare quella giovanile, è una delle massime cause della povertà in Egitto. I giovani hanno poche possibilità di trovare un’occupazione al termine del ciclo d’istruzione. Circa due milioni di studenti frequentano corsi di formazione tecnica e professionale, che è considerata lo strumento per il rapido inserimento nel mercato del lavoro, rappresentando circa il 30% degli studenti delle scuole secondarie. 2. Malgrado questa offerta di forza di lavoro numericamente importante, la qualità dell’istruzione è bassa e non soddisfa le esigenze dei datori di lavoro. La ricerca di manodopera qualificata rappresenta un problema per le imprese in Egitto, sia nazionali che straniere. Secondo l’inchiesta nelle imprese del 2007, il 31% delle imprese identificava nel livello di competenza dei lavoratori il maggiore limite a investire in Egitto. 3. Il progetto è stato identificato nel 2008. Prima della sua formulazione, l’esecuzione di uno studio di fattibilità è stata affidata a Formaper, società di consulenza della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano. Lo studio di fattibilità si proponeva di capitalizzare l’esperienza italiana nel campo della formazione tecnica e professionale e adattarla all’Egitto, considerando la somiglianza tra le strutture industriali egiziana e italiana, laddove in entrambi i casi la meccanica e il tessile rappresentano settori trainanti. Lo studio di fattibilità ha analizzato la domanda di lavoro qualificato presso aziende egiziane e aziende italiane presenti in Egitto. Lo studio contiene anche proposte per l’organizzazione di corsi in vari sotto-settori della meccanica e del tessile, oltre ad includere la formulazione di uno strumento per stabilire uno stretto collegamento con le richieste provenienti dal mercato del lavoro e un business plan per assicurare la sostenibilità della struttura prodotta dal progetto. 4. L’istituzione candidata è EDF (Fondo per lo Sviluppo dell’Istruzione), istituita come autorità autonoma presso il Consiglio dei Ministri dipendente dal Primo Ministro, con lo scopo di migliorare l’istruzione preuniversitaria e superiore fornendo modelli pilota educativi per soddisfare le richieste del mercato del lavoro con risorse umane autorevoli. L’Education Development Fund (EDF) è stata istituito nel 2005. La sua missione consiste nel promuovere progetti e sviluppare istituzioni scolastiche non previste nella pianificazione dei Ministeri di riferimento per farne modelli per Ministeri, istituzioni e società civile. Gli obiettivi sono fornire modelli scolastici d’eccellenza e favorire il trasferimento e lo sviluppo di tecnologie avanzate. Per raggiungere questi obiettivi, EDF prevede la partecipazione e il coinvolgimento di partner e cooperazione internazionale. Tra i progetti promossi, “e-learning university”, “universities development funding”e“integrated technical education clusters” (ITEC). 5. L’obiettivo è di contribuire allo sviluppo di un Distretto per la formazione tecnica e professionale (clusters) nel campo della meccanica, che fornisca istruzione tecnologica avanzata, formazione e indirizzo con un livello di qualità tale da soddisfare le necessità del mercato del lavoro e della società. 6. Il progetto è stato approvato il 15 luglio 2010 ma il suo inizio effettivo non è avvenuto che il novembre dello stesso anno. All’inizio del 2012 il Programma ha avvertito la TSU che il diretto beneficiario del progetto, l’Università di Beni Swaif, aveva rifiutato d’istituire un gruppo integrato d’istruzione tecnica (ITEC) nel proprio campus. Il team di progetto ha identificato un sito alternativo per la realizzazione del complesso ITEC in Demo, Governatorato di El Fayoum. 7. Il primo corso di formazione professionale di tre anni è iniziato a settembre 2012 con cinque classi di elettrotecnica. Il team di progetto si avvale di tre esperti italiani a tempo pieno più un esperto a tempo parziale, professore all’istituto Don Bosco del Cairo, un’istituzione d’eccellenza nel campo della Pag. 118 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN formazione professionale. Il lavoro particolarmente significativo di questi esperti ha permesso in breve tempo d’iniziare i corsi, definire il modello educativo, definire il curriculum e realizzare il sistema di gestione della qualità. 8. In questo periodo il progetto ha anche definito un sistema per permettere il riconoscimento del titolo da parte dell’Assessorato alla formazione della Regione Emilia Romagna (Tecnico Professionale, 3 anni) ed ha iniziato il processo per ottenere il riconoscimento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca italiano (MIUR) del titolo rilasciato al termine dell’Istituto tecnico secondario (6 anni) e dell’istruzione tecnica superiore (2 anni di istruzione superiore). 9. Il Management Committee ha approvato l’estensione del progetto fino al 30 ottobre 2013. Rilevanza 10. Dopo aver passato le fasi di formulazione e approvazione, questo progetto ha scoperto che il partner principale e beneficiario (l’Università di Beni Swaif) non era d’accordo con l'impostazione data. Lo studio di fattibilità si è rivelato insufficiente, malgrado sia stato lo studio di fattibilità più caro tra quelli finanziati come assistenza tecnica dal CPF. Al momento dell’inizio del progetto, i cambi di localizzazione oltre che quelli istituzionali avvenuti in Egitto e in Italia (dove è entrata in vigore la riforma del sistema scolastico) avevano reso obsolete proposte dello studio, tra le quali la costituzione di corsi per il tessile, non coerente con la caratteristica industriale di Fayoum. 11. La durata di due anni prevista per il progetto è irrealistica. Anche se il progetto fosse iniziato alla data prevista, le attività programmate avrebbero comunque richiesto un periodo più lungo. 12. A parte quanto riportato sopra, il progetto risponde a una reale esigenza del paese. Lo stato dell’istruzione in Egitto e in particolare l’istruzione tecnica e professionale è fonte di preoccupazione per politici, imprenditori e famiglie. È generalmente riconosciuto che per potenziare questo settore occorrerebbe migliorare i curricula, la formazione degli insegnanti e le infrastrutture, in particolare per quanto riguarda i laboratori. La mancanza di tecnici e di manodopera qualificata rappresenta un freno agli investimenti e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Lo stesso Presidente della Repubblica aveva raccomandato ai politici di porre come priorità la risoluzione di questo problema. 13. Il progetto è coerente con gli obiettivi del Programma di finanziare progetti che contribuiscano allo sviluppo socio-economico sostenibile del paese. Inoltre rientra pienamente in una delle cinque aree indicate nellaDichiarazione Congiunta, quella dello Sviluppo Umano. Nello stesso documento è affermato che l’istruzione tecnica e professionale costituisce la pietra angolare della partnership ItaloEgiziana. Efficienza TABELLA 23 -IL PROGETTO ITEC: LA DURATA E I DATI FINANZIARI Date of Project Agreement Date of project Planned date of beginning (when conclusion different from the according to the one of Agreement) Agreement 15-Jul-2010 01-nov-2010 31-Oct-2012 Actual estimated date of conclusion Total project budget 31-Oct-2013 $15.118.163,02 Date of transfer of the first installment to Implementing Agency 05-Oct-2010 Total amount transferred to the project at 31/12/2012 $6.462.855,22 % of amount transferred out of the total project budget 17,56% Source: Technical Support Unit 14. Il progetto è in forte ritardo, considerando che è stato approvato in luglio 2010 per una durata di due anni. Le cause del ritardo sono in parte dovute ai cambiamenti istituzionali seguiti agli avvenimenti del 2011. EDF è collocato ad un alto livello istituzionale e quindi ha subito i contraccolpi dei cambi di Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 119 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN referenti politici avvenuti in quel periodo. Un ulteriore ritardo è stato causato dal rifiuto dell’università beneficiaria di Beni Swaif del progetto e dalla conseguente necessità di trovare un’alternativa. In questo caso, il pronto intervento della TSU e l’atteggiamento proattivo della UTL192 hanno permesso di ridurre i ritardi. 15. Alla fine del quarto trimestre, il progetto aveva speso 7,69% del budget previsto193. La tendenza di spesa dovrebbe aumentare nei prossimi due trimestri, dopo l’esito dei bandi per la fornitura dei laboratori, bandi che però non erano ancora stati assegnati al momento della missione del team di valutazione. 16. Malgrado il progetto abbia già ottenuto un’estensione fino a ottobre 2013, è intenzione del progetto richiedere un’ulteriore estensione fino a ottobre 2015 per completare il primo ciclo del triennio194. Una simile estensione potrebbe richiedere variazioni significative tra le linee di budget, in particolare per l’aumento delle risorse per l’assistenza tecnica che potrebbe essere finanziata con i risparmi ottenuti per le ristrutturazioni infrastrutturali. 17. Lo sviluppo dei curricula e la formazione degli insegnanti avvengono con regolarità in accordo al programma di lavoro. L’attività svolta dall’assistenza tecnica ha ricevuto apprezzamenti sia dall’EDF sia dalla TSU195. Efficacia 18. L’incongruenza tra i costi previsti nello studio di fattibilità e i fondi effettivamente disponibili ha richiesto dei cambiamenti sostanziali che non trovano riscontro nel Documento di progetto. Vi sono ancora forti differenze tra i risultati previsti dal progetto e le risorse disponibili. Il programma di lavoro deve essere aggiornato, così come le attività e i risultati del quadro logico. Il progetto ha proposto d’istallare linee di produzione usando i fondi che erano inizialmente previsti per la ristrutturazione delle infrastrutture dell’università di Beni Swaif, considerando che questo avrebbe permesso d’assicurare la sostenibilità finanziaria del progetto196. Questa proposta non è però sostenuta da alcuna analisi di fattibilità. Questa situazione rende più difficile per la TSU monitorare tecnicamente la realizzazione del progetto197. 19. La selezione degli allievi ha risentito della fretta con la quale è stato lanciato il primo corso. Le difficoltà più grosse sono legate alla comprensione e all’espressione della lingua italiana198. La dotazione tecnologica potrebbe attualmente rappresentare un problema per la certificazione da parte della Regione Emilia Romagna, non essendo ancora terminata la costruzione e la dotazione dei laboratori199. 20. Gli insegnanti dell’ITEC hanno migliori condizioni di lavoro dei loro colleghi negli istituti tecnici statali ma è richiesto loro un maggiore impegno e ricevono un bonus economico per questo. Quelli incontrati dal team di valutazione sul luogo del progetto200 hanno espresso la soddisfazione per un lavoro che fornisce più motivazioni ma anche preoccupazione per una maggiore trasparenza nell’attribuzione del bonus e per la sostenibilità di questo reddito. Il perdurare di queste preoccupazioni potrebbe mettere a rischio la continuità e la qualità dell’insegnamento. 192 intervista al direttore italiano della TSU, Valeria Mazzacane. TSU: Financial Review Report, 11 febbraio 2013, HeshamKotb,Capo Settore Amministrazione 194 Intervista al Prof. Abdel Latif Elshafei, Segretario Generale EDF e alDr. Mohamed Megahed, Direttore di Progetto 195 Intervista al Prof. Abdel Latif Elshafei, Segretario Generale EDF e alDr. Mohamed Megahed, Direttore di Progetto; intervista al direttore italiano della TSU, Valeria Mazzacane. 196 Project Progress Report, maggio 2012. 197 Il seguito tecnico della realizzazione tecnica del progetto è in gran parte reso possibile dalla presenza dell’assistenza tecnica italiana; intervista al direttore italiano della TSU, Valeria Mazzacane. 198 Intervista telefonica con Dott.ssa Patrizia Vaccari, Assessorato Formazione, Regione Emilia Romagna. Intervista al Dott. Enzo Sciolla, Co-team leader AT e Dott. Carlo Russo, Educational Expert, Demo. 199 Intervista telefonica con Dott.ssa Patrizia Vaccari, Assessorato Formazione, Regione Emilia Romagna. 200 Missione di valutazione, visita di campo a Demo, 13-14 maggio e inchiesta con focus group della ONG North South Exchange. 193 Pag. 120 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 21. Il sistema d’insegnamento è ritenuto dagli stakeholder consultati qualitativamente superiore a quello di altre simili istituzioni scolastiche. Il curriculum è più moderno e adattato al mercato del lavoro, il metodo d’insegnamento adottato è in linea con i moderni approcci educativi, i mezzi tecnologici a disposizione delle classi sono tra quanto di più aggiornato si possa avere. L’insegnamento in lingue straniere rende più interessante il processo d’apprendimento e accresce la motivazione degli allievi. 22. A seguito di domande dirette a allievi, familiari e professori, emerge un cambio di percezione e forse anche di status di questo insegnamento tecnico e professionale rispetto ad altri tipi d’insegnamento. La scuola tecnica e professionale era tradizionalmente accompagnata da una percezione di status inferiore a quelle che danno accesso agli studi superiori. Il poter studiare in lingue straniere (italiano e inglese), avere consulenti internazionali integrati nel corpo docenti, poter accedere a degli strumenti didattici tecnologici che non sono presenti negli istituti scolastici tradizionali, costituiscono tutti fattori che danno uno status più elevato e rendono questa scuola più appetibile. Risposte di studenti, familiari e docenti nei focus group. Demo ITEC è un sistema educativo migliore se comparato con le altre scuole; I risultati hanno superato le attese: si pensava di migliorare il sistema attuale ma è stato scoperto un sistema totalmente differente ed integrato; L’immagine degli studenti in istruzione tecnica, associata ad un basso livello sociale e di capacità, ha cambiato rapidamente attraendo studenti in possesso di maggiori capacità; Il progetto ha avuto successo nell’introdurre nuove tecnologie in un efficace sistema d’insegnamento accettato da professori e studenti. 23. Il progetto ha stabilito degli accordi con imprese della zona per assicurare degli stage agli studenti che si confrontano così con il lavoro e possono mettere in pratica quanto appreso a scuola201. Gli imprenditori intervistati nel corso della missione hanno espresso apprezzamento per l’organizzazione degli stage, che permette loro di poter contare su un'offerta di lavoro qualificato e già familiare con il tipo di lavoro che vi si svolge. Effetto e impatto 24. Solo ora ITEC sta terminando il primo anno di corso del primo triennio ed è quindi prematuro stimare l’impatto del progetto. Ciononostante, dai colloqui con gli imprenditori della zona202, con i genitori degli studenti e con gli educatori, il team ha potuto verificare l’apprezzamento e l’opportunità di quest’iniziativa. 25. Le risposte dei diretti beneficiari nei focus group (studenti e famigliari, oltre agli insegnanti) hanno messo in evidenza come gli allievi di questo corso di studio rappresentino gli strati più poveri, quelli che non possono ambire a continuare gli studi. La buona reputazione che questo Distretto educativo sta acquistando permetterà loro di trovare probabilmente impieghi meglio retribuiti. Inoltre, la stessa buona reputazione di questa istituzione scolastica costituirà una spinta per l’ascensione sociale di coloro che l’avranno frequentata. 201 202 Esempio l’impresa United Nails di Fayoum. Visita all’ l’impresa United Nails di Fayoum. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 121 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Sostenibilità 26. La sostenibilità delle attività del progetto nel breve periodo dipende dalla possibilità di estendere l’assistenza tecnica. È opinione delle persone coinvolte nel progetto intervistate a Demo203 che le attività dipendano ancora in gran parte dall’assistenza tecnica italiana. È importante che si rafforzi il meccanismo di trasferimento delle capacità dall’assistenza tecnica italiana alle controparti locali di EDF. 27. La sostenibilità finanziaria delle attività dipende per la maggior parte dalla capacità di EDF di assicurare le risorse necessarie alla continuazione del funzionamento di ITEC Demo attraverso il finanziamento governativo. 28. Un altro aspetto che può assicurare la sostenibilità è l’interessante legame che il progetto sta saldando con gli imprenditori locali, i quali si spendono per assicurare la sostenibilità del progetto e dei servizi ricevuti. Iniziative da parte del settore privato locale: Il proprietario di UnitedNails, una fabbrica di chiodi situata nella zona industriale dove parte degli studenti dell’ITEC stanno eseguendo il loro stage, essendo molto soddisfatto dei servizi di questo progetto, sta verificando con il Ministro dell’Industria la possibilità che in futuro questo Ministero possa appoggiare finanziariamente il progetto. Inoltre è in contatto con Masterhead, una ONG che invia studenti meritevoli in Calabria (Italia) per completarvi gli studi, allo scopo di promuovere un accordo per permettere a quegli studenti che per varie ragioni non possono completare lì gli studi, di completarli presso l’ITEC di Demo. 29. La sostenibilità costituisce una forte preoccupazione espressa dai partecipanti ai focus group. Le debolezze espresse riguardo alla sostenibilità riguardano l’incapacità di mantenere il supporto finanziario e, in genere, l’interesse che si è creato attorno alla scuola. Risposte di studenti, familiari e docenti nei focus group (debolezze). C’è preoccupazione che non vengano messi a disposizioni i fondi necessari per la continuazione del Distretto dopo la fine del progetto; Manca un piano finanziario per il mantenimento dell'attrezzatura; Mancanza di capacità/interesse da parte delle istituzioni egiziane ad assicurare il mantenimento e la continuazione dei progetti realizzati; Rischio di ritornare al livello degli altri istituti tecnici se non si mantiene la reputazione positiva di cui gode il progetto. 30. D’altra pare gli stessi partecipanti ai focus group hanno indicato nell'entusiasmo e l'ownership mobilitati dal progetto le risorse per assicurare la sostenibilità del Distretto. Risposte di studenti, familiari e docenti nei focus group (punti di forza). L’argomento del progetto è molto rilevante per l’agenda politica del paese; Ha rafforzato la capacità degli insegnanti del settore pubblico; Entusiasmo e appropriazione degli studenti; Possibilità di coinvolgimento di differenti istituzioni e agenzie governative; Flessibilità del progetto alle esigenze che si presentano; Riconoscimento da parte della società locale, che vede un nuovo strumento di promozione sociale ed è motivata ad inviare anche gli studenti più capaci, cosa che a sua volta aumenta la reputazione dell’istituto. 203 Professori, parenti degli allievi, responsabili del progetto. Pag. 122 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.8 Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione Rilevanza 1. L’iniziativa, realizzata tra febbraio 2010 e gennaio 2013, è stata concepita per migliorare la qualità della formazione tecnico-professionale attraverso l’introduzione dell’uso delle tecnologie informatiche nella gestione amministrativa e nei curricula didattici. I beneficiari dell’iniziativa sono stati gli insegnanti e gli studenti di dieci istituti tecnico-professionali situati in vari governatorati egiziani (Kafr El Sheikh, Menufeya, Dakahleya, Sharkeya, Minya, Qena, Aswan, Kalyubeya, Alexandria, Suez). Gli istituti selezionati hanno svolto anche la funzione di Vocational Community Learning Centres attraverso l’organizzazione di corsi di formazione tecnico-professionale al di fuori dell'orario scolastico per le comunità che vivono nei dintorni delle scuole. 2. Si tratta di un progetto in linea con le priorità del paese conformemente all’Egyptian Educational Initiative204, nata nell’intento di riformare il sistema educativo egiziano e che vede nell’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione uno dei principali strumenti per migliorare la qualità dell’istruzione e le opportunità lavorative per gli studenti. L’obiettivo principale è quello di far fronte a una delle emergenze principali del paese: la disoccupazione giovanile caratterizzata da una discrepanza tra offerta e domanda nel mercato del lavoro. Se nel passato gli sforzi del governo sono andati nella direzione di rafforzare le opportunità per gli studenti di accedere alle università, non ci sono stati pari incentivi a favore del settore della formazione tecnico-professionale, e ciò ha portato ad un eccesso di offerta di giovani laureati e un deficit di manodopera specializzata, una situazione alla quale i nuovi orientamenti governativi intendono porre rimedio. 3. La valorizzazione delle risorse umane rappresenta una priorità indiscussa per il Programma italoegiziano di Conversione del Debito tanto che nella Dichiarazione Congiunta del 12 maggio 2009 si legge che: «The Parties agree that technical education and vocational training will constitute the cornerstone of the Italian-Egyptian partnership, to be enhanced through the 2nd Debt Swap Programme» (art.2). 4. In questo contesto l’Italia è considerata in Egitto come un paese leader grazie ad un partenariato che rivolge molta attenzione allo sviluppo del capitale umano, con un programma integrato di istruzione e formazione articolato su attività che forniscono supporto alle riforme egiziane in materia di sistema educativo secondario, universitario e di formazione. L’impegno italiano è stato recentemente ribadito con la firma, il 13.09.2012, di una Dichiarazione Congiunta su “Strengthening the Cooperation in the Sector of Technical and Vocational Education and Training”. Tra le iniziative finanziate dal MAE/DGCS si possono ricordare: 204 − Il “Programma di Cooperazione per lo Sviluppo dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica” (dono pari a 675.000 euro), originato dai positivi riscontri del 2009 Anno Italo-Egiziano della Scienza e della Tecnologia e volto a promuovere la cooperazione tra Università e Centri di Ricerca; − La “Scuola Infermieristica di Port Said” per lo sviluppo di una scuola tecnica, centro di eccellenza nel settore dell’istruzione in ambito infermieristico. − Il rinnovamento strutturale e l’aggiornamento del sistema educativo della Fayoum Advanced Tourism School realizzato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) grazie al contributo del Governo Italiano (2,4 milioni di euro dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali). − Il “Programma di Orientamento al Lavoro per l’Impiego Giovanile”, finanziato dal MAE per un valore di 700.000 euro, ed eseguito dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), in http://www.eei.gov.eg/default.aspx Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 123 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN collaborazione con il Ministero egiziano del Lavoro e della Migrazione, in cinque Governatorati pilota. − 5. 6. A inizio 2012 è stata avviata dall’ONG italiana VIS una nuova iniziativa - che segue un primo intervento concluso nel 2011, realizzato dalla medesima ONG in collaborazione con l’Istituto Salesiano Don Bosco, rinomato per la consolidata esperienza nella formazione tecnicoprofessionale. La “Promozione dell’occupabilità e sviluppo delle competenze per i giovani – Fase I”, del valore di circa 580.000 Euro, intende promuovere l’occupabilità e l’inserimento sociale dei giovani, rivolgendo una particolare attenzione a quelli più vulnerabili, a rischio di esclusione sociale, o appartenenti a minoranze etniche o religiose. L’intervento si propone, infatti, di aumentare la qualità dell’offerta formativa, favorire la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale fra i due Paesi coinvolti, e potenziare i legami tra formazione tecnica e professionale e mercato del lavoro attraverso specifiche azioni di collegamento e messa in rete del mondo scolastico con quello delle imprese. Oltre ai progetti promossi dalla cooperazione bilaterale, vi sono altre iniziative che si inquadrano nella cornice finanziaria del Programma di Conversione del Debito accanto al progetto ”Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione”: − La creazione, in collaborazione con il Fondo per lo Sviluppo dell’Istruzione, di un “Polo Integrato per la Formazione Tecnica” nel settore della meccanica industriale nel Governatorato del Fayoum, (Technical Educational Clusters for Employment – ITEC) che punta a trasferire le migliori esperienze italiane nel collegamento tra scuola-formazione e mondo del lavoro; si tratta, peraltro, del progetto finanziariamente più importante del Programma perché ha impegnato circa 15 milioni di dollari. − Il “Sostegno all’occupazione giovanile”, realizzato dall’OIL per un ammontare di un milione di dollari. Si tratta di un’estensione del Programma di Orientamento al Lavoro per l’Impiego Giovanile, finanziato dalla DGCS per un valore di 700.000 euro e realizzato dalla stessa OIL in collaborazione con il Ministero egiziano del Lavoro e della Migrazione, in cinque Governatorati. L’intervento prevede il rafforzamento degli Uffici Pubblici all’Impiego dotandoli di strumenti adeguati per poter operare e fornire servizi a misura di giovane, migliorando e aggiornando le competenze del personale, creando collegamenti con le scuole, gli istituti di istruzione tecnica, i media, le iniziative in corso nel settore dell’istruzione e della formazione professionale. Il progetto infatti, non solo garantisce sostegno al Ministero del Lavoro e della Migrazione, ma collabora anche con stakeholder chiave come il Ministero dell’Educazione e le Associazioni di Lavoratori e Imprenditori La “Modernizzazione degli Istituti professionali attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione” non si pone come la continuazione di un’iniziativa precedente, tuttavia l’ente esecutore del progetto, l’ICT Trust Fund, ha beneficiato di finanziamenti a titolo della I fase del Programma italo-egiziano di Conversione nel settore dell’ICT. Il riquadro sottostante offre una piccola introduzione per inquadrare l’ICT Trust Fund e la sua esperienza nel contesto del Programma di Conversione. ITC TRUST FUND: MANDATE AND EXPERIENCE DURING THE ITALIAN EGYPTIAN DEBT FOR DEVELOPMENT SWAP –PHASE 1 In 2002, Egypt ICT Trust Fund was established as a partnership between the Ministry of Communication and Information Technology (MCIT) and the UNDPto assist Egypt in its socio-economic development program through a) establishing public-private partnerships, b) using ICT to further development, (c) increasing awareness of the developmental potential of ICT; and, (d) making ICT more accessible and affordable to all citizens. Under the umbrella of the ICT Trust Fund and through the collaboration with the Italian government, the “ICT to foster Egypt’s sustainable human development program” was formulated and funded by the Italian Debt for Development Swap Program, covering 5% of the total debt swap agreement between Egypt and Italy with a total value of 48.5 million Egyptian pounds. The program has a triple motto: “Awareness, Access, Affordability,” and it includes a set of Pag. 124 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN projects that demonstrates the commitment of the Italian government to support Egypt in promoting multi-sector development. The ICT Trust Fund to foster Egypt’s sustainable human development program is a structured initiative aimed at fighting poverty through the use of ICT. The program consists of five interrelated and complementary projects that are divided into two main categories. The first category comprises two projects and provides ICT access points to the local communities; the Smart Schools Network Project (SSNP) and the Mobile IT Clubs project (MITC). The second category comprises three projects and provides applications support to the beneficiaries; the Community Knowledge Generation and Electronic Library project (CKGeL), the Illiteracy Eradication project (IE) and the Community Portal Development project (CDP). The five projects have a common objective: to use ICT to foster Egypt’s sustainable human development program. All projects complement each other with a supply chain of services and activities that, combined together, provide added value to the community of beneficiaries. For example, in the case of the ICT for illiteracy eradication, mobile IT clubs and the community learning centers (CLC) of the SSN provide the CDROMs in an electronic library available to the community All five projects of the program are formulated to provide a set of benefits to the community and to contribute to the socio-economic development of Egypt. The goals are: a) exposure to emerging ICT, b) community development, c) documentation and dissemination of local knowledge, d) development of research capacities, and e) illiteracy eradication. These benefits are intended to reach a wide variety of stakeholders in rural areas to help minimize and close the digital gap within Egypt’s societal structure. Such stakeholders and beneficiaries are students, youth groups accessing IT clubs, local entrepreneurs, community groups, and illiterate citizens. Fonte: Citazione tratta dal documento “Exchanging Debt for Development: Lessons from the Egyptian Debt-for-Development Swap Experience”, Sherif Kamel and Eskandar A.Tooma, Economic Research Forum (ERF) with support from The Ministry of Communications and Information Technology (MCIT) and the Ministry of International Cooperation (MIC), 2005, p. 28-29, 31 Efficacia 7. L’accordo esecutivo del progetto è stato firmato il 24 dicembre 2009 dall’Ambasciatore d'Italia in Egitto, dal Ministro egiziano della Cooperazione Internazionale [adesso Ministro della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale], dal Ministro delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'Informazione (ente promotore) e dall’UNDP/ITC Trust Fund (ente esecutore), successivamente all’adozione del documento di progetto da parte del Comitato di Gestione nel corso della quinta riunione del 14 maggio 2009. 8. Il costo complessivo del progetto è pari a 16.527.058 sterline egiziane, in parte finanziato dal Programma (8.263.690) e in parte dal Ministero egiziano delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'Informazione (8.263.368). 9. Le attività sono state avviate nel febbraio 2010 e il pagamento delle rate finanziarie è avvenuta con cadenza regolare, a partire dalla prima tranche del gennaio 2010 fino alla conclusione del progetto che ha rispettato l’iter dei 3 anni inizialmente stabilito. TABELLA 24 - IL PROGETTO ITC: LA DURATA E I DATI FINANZIARI Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion Total project budget Date of transfer of the first installment to Implementing Agency 24-Dec-09 1-Feb-10 31-Jan-13 31-Jan-13 $1.477.992,24 11-Jan-10 Total amount transferred to the project at 31/12/2012 $1.477.992,24 % of amount transferred out of the total project budget 100% Source: TechnicalSupport Unit Efficacia 10. Il progetto ha raggiunto in maniera soddisfacente i risultati attesi: (i) innovare gli istituti professionali beneficiari; (ii) rendere agli insegnanti e agli amministratori in grado di utilizzare le tecnologie Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 125 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN informatiche; (iii) dotare di servizi di supporto e-learning l’istituto Don Bosco, con il quale l’ICT Trust Fund ha collaborato nell’esecuzione del progetto; (iv) promuovere Vocational Community Learning Centres presso lo stesso istituto Don Bosco. 11. Ciò è stato raggiunto attraverso una gamma variegata di attività che ha coompreso quanto segue: − − − − − A ciascuna delle 10 scuole selezionate sono state fornite attrezzature informatiche (computer, programmi, software AutoCAD e Autodesk per la progettazione in 3D, materiale didattico, laboratori virtuali); Sono stati realizzati corsi di formazione per gli insegnanti e sovrintendenti del Ministero dell'Educazione con il quale il Ministero delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'Informazione collabora per la revisione dei curricula, con l'obiettivo di fare del progetto un modello da estendere per migliorare il sistema di istruzione tecnica e professionale; E’ stato creato presso il Ministero dell'Educazione un Centro di e-learning per la raccolta e la diffusione dei dati su curricula e tecnologie ICT; Sono stati organizzati corsi di formazione professionale per 110 i insegnanti presso l'Istituto Don Bosco e sviluppati "e-curricula" per i corsi in meccanica ed elettronica; È stato creato il primo canale digitale in lingua araba sul sito di Youtube che presenta corsi e lezioni sulla formazione professionale. Impatto e sostenibilità 12. Attraverso l’uso di tecnologie ICT il progetto intende formare gli studenti con abilità professionali che consentano loro di essere maggiormente qualificati per il mercato di lavoro e, in questo modo, ridurre il divario tra il sistema educativo e il mondo del lavoro, migliorando le opportunità di impiego dei giovani. Ulteriori obiettivi perseguiti sono: (i) favorire un’esperienza di eccellenza che può essere replicata su scala nazionale e promuovere l’impegno politico del governo; (ii) sostenere il partenariato tra le autorità egiziane e il settore privato, (iii) migliorare la competitività delle imprese e il reddito dei giovani. 13. Il progetto è stato concluso nel rispetto della tempistica, delle attività e dei risultati attesi previsti. E’ tuttavia difficile valutare il suo impatto sul piano macro dal momento che ha interessato gli studenti di 10 istituti professionali e che non sono state condotte indagini per verificare i risvolti occupazionali degli studenti formati. 14. Un aspetto sicuramente positivo è legato alla dinamicità dell’ICT Trust Fund, una realtà che ha relazioni molto positive sia a livello governativo (tanto a livello ministeriale che dei governatorati interessati dalle attività del progetto) sia con aziende private nel settore ICT e che può favorire la ricerca di ulteriori finanziamenti per la continuazione/l’estensione del progetto nel futuro. Pag. 126 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.9 Il Distretto conciario di Robbiki Rilevanza 1. Il progetto “Distretto conciario di Robbiki Impianto di trattamento delle acque reflue205” rappresenta uno dei progetti più rilevanti della II fase del Programma italo-egiziano di Conversione del Debito, secondo in termini finanziari solo al “Polo per la formazione tecnica professionale” (15.118.163 dollari contro i 11.446.642 dollari stanziati per Robbiki). 2. Il progetto contribuisce alla creazione di un impianto di trattamento delle acque reflue ed è parte di un progetto di più ampia portata destinato a realizzare un distretto industriale specializzato nella concia delle pelli, dotato di sistemi di produzione innovativi e tecnologie compatibili con la tutela dell’ambiente. 3. Robbiki, l’area prescelta per il distretto a circa 50 km dal Cairo206, è destinata ad accogliere circa 484 concerie attualmente localizzate nella vecchia Cairo (Magra El-Eion), una zone che soffre per la mancanza di infrastrutture adeguate e per un tasso di inquinamento elevato con gravi ripercussioni sulla salute degli abitanti e sull’ambiente circostante. 4. L’idea del trasferimento si pone quindi in un logica di miglioramento del benessere sociale, eliminando una delle principali fonti di inquinamento al Cairo e garantendo ai lavoratori di Magra El-Eion e alle loro famiglie condizioni di vita più dignitose, ma anche di crescita economica perché Robbiki sarà la base di un sistema produttivo articolato in piccole e medie imprese, integrato da numerose altre realtà imprenditoriali che produrranno un consistente indotto in termini di dimensione occupazionale: aziende produttrici di prodotti chimici, macchine per conceria, trasporti, servizi, logistica, impiantistica. 5. Per i motivi appena menzionati il progetto è sostenuto da una forte volontà politica da parte delle autorità egiziane che lo considerano come una priorità del programma di modernizzazione industriale del paese207. 6. Anche l’Italia ha svolto un ruolo importante nell’avvio e nella realizzazione del progetto. L’interesse dell’Italia a collaborare con l’Egitto su questo progetto trova una conferma nel “Piano di Azione 20092012”, lo strumento programmatico della cooperazione economica e finanziaria italo-egiziana firmato nel marzo 2009 dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola e dal suo omologo egiziano Rachid Mohammed Rachid208. In questo documento e nel suo seguito operativo, la “Dichiarazione Congiunta sul sostegno e lo sviluppo della cooperazione commerciale ed industriale”209, viene promossala collaborazione tra imprese italiane ed egiziane per lo sviluppo di centri tecnologici e di poli logistici a sostegno della commercializzazione, del trasporto e della gestione di beni, nello stesso documento e l’Italia si impegna a proseguire nell'azione di assistenza alla riqualificazione e all'ammodernamento tecnologico dei distretti produttivi egiziani, fra i quali, appunto, il distretto di Robbiki, e ad incentivare ulteriori investimenti a suo favore210. 205 Nella dicitura inglese “Robbiki Industrial Leather and Tanneries Cyty (RLC) - General Effluent Treatment Plan and Solid Waste Selectiona nd Disposal System” (GETP&SWSDS). 206 L’area si trova sulla Cairo-Suez Road, a 54 km di distanza dal Cairo, 60 km da Suez, e 5 km rispettivamente da Badr City e 10thRamadan-City. 207 Interviste a Valeria Mazzacane (Direttore dell’UST), Nadia Fathalla (Ministero della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale), Said Abdel-Latif Othman (coordinatore del progetto Robbiki per conto del Ministero dell’Industri e del Commercio), Kamal Naguib Aziz (Consulente del Presidente IDA), Carlo Milone (esperto PISIE e membro della PMU del progetto Robbiki). Le interviste hanno confermato l’inclusione del distretto di Robbiki nei documenti programmatici del governo. 208 Il Piano d’azione 2009-2012 rinnova il piano precedente siglato nel 2005. 209 La Dichiarazione è stata firmata in occasione del III vertice italo-egiziano (19 maggio 2009) da parte del Viceministro dello Sviluppo Economico, con delega al commercio estero, Adolfo Urso, e dal Ministro dell’Industria e Commercio, Rachid Mohammed Rachid. 210 In particolare sia SIMEST che la Cooperazione si sono dichiarate disponibili a catalizzare e supportare ulteriori investimenti italiani nell'area. La creazione del distretto di Robbiki ha aperto la strada ad accordi di cooperazione con i distretti di Santa Croce, Arzignano, e Solfora. Un’altra importante istituzione, attratta dal nascente cluster, Bank of Alex –Intesa San Paolo, ha messo a Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 127 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 7. Il rafforzamento dei legami delle imprese italiane con il mercato egiziano è motivato dalle opportunità di investimento che collocano l’Egitto tra i paesi di spicco dell'area mediterranea. Per quanto riguarda specificamente l’industria conciaria l'Egitto rappresenta un mercato di approvvigionamento di materie prime per le imprese italiane, inoltre il processo di creazione e riqualificazione dei centri tecnologici promosso dal Ministero dell'Industria e del Commercio ha aperto spazi per il coinvolgimento di aziende o associazioni di categoria e per il trasferimento di know-how, consulenza e tecnologia, finalizzato all'upgrading del settore del cuoio, così come di altri settori dell'industria locale (legno, marmo, plastiche ed agro-industria/agroalimentare). Si tratta pertanto di uno scenario favorevole per l'instaurazione di nuove sinergie tra aziende italiane ed egiziane che consentano di consolidare il processo di integrazione economica tra i due sistemi produttivi. 8. I primi passi per la collaborazione tra Italia ed Egitto nel progetto Robbiki sono stati presi nel 1997 quando l’Industrial and Mining Centre (IMC) del Ministero dell’Industria e del Commercio ha sottoscritto un accordo con l’Associazione dei Produttori Italiani di macchinari e tecnologie per il cuoio e la pelle (ASSOMAC) per ottenere assistenza tecnica nella realizzazione del progetto. 9. In questo contesto ASSOMAC ha adottato nel 1998 uno studio di fattibilità che ha segnato l’avvio dei lavori per la creazione del distretto conciario211. A partire dal 2004 il governo italiano è intervenuto finanziariamente; in quello stesso anno il Comitato di Gestione del Programma di Conversione del Debito (I fase) ha stanziato un contributo pari a 162 milioni di sterline egiziane a favore del progetto “Relocation and Development of Old Cairo Tanneries to Robaiki area”, successivamente rinominato con emendamento all’accordo esecutivo “Robaiki Industrial Leather and Tanneries City”212. 10. Il progetto, realizzato nel periodo 2004-2008213, è stata guidato da un piano articolato attorno a tre temi: (i) la costruzione delle opere infrastrutturali necessarie per la creazione del distretto (strade e connessioni per energia elettrica, gas, acqua, telefono); (ii) la creazione, tramite Memorandum of Understanding tra il Ministero dell’industria e del Commercio e il Governatorato del Cairo, dell’Ownership Management Company per gestire il distretto industriale; (iii) la predisposizione di un piano per il trasferimento delle concerie dalla vecchia Cairo a Robbiki. 11. Alla fine del 2008 è rimasta tuttavia incompiuta una delle opere inizialmente previste, l’impianto per il trattamento delle acque di scarico214, e il lancio delle II fase del Programma di Conversione del debito rappresenta un’occasione per il suo finanziamento. Il nuovo progetto è inquadrabile in una delle priorità tematiche del Programma, “trasferimento di tecnologia e modernizzazione dell’industria nei settori ad alto impatto sociale”. Efficienza 12. Il progetto è stato approvato dal Management Committeenella settima riunione che si è svolta il 13 agosto 2010, anche se già nel corso della seconda riunione (del 27 agosto 2008) il MComitato ha disposizione dello sviluppo del nuovo distretto la sua expertise finanziaria per la promozione di nuovi investimenti industriali da parte di imprese italiane in Egitto. 211 Lo studio ha analizzato le conseguenze socio-economiche del trasferimento delle imprenditori di Magra El-Eouin e delle loro famiglie a Robbiki. 212 Amendment n. 1 to: PROJECT IMPLEMENTING AGREEMENT Signed in Cairo on August 3rd 2004 between the MANAGEMENT COMMITTEE Of the Debt-for-Development-Swap and MINISTRY OF TRADE AND INDUSTRY (The Applicant). Si tratta del progetto n. 39 della I fase del Programma di conversione del debito italo-egiziano. 213 Inizialmente per il triennio 2004-2007, questa prima fase del progetto è stato estesa al 2008. 214 Il principale motivo è legato alla mancanza di finanziamenti che sono stati assorbiti nella realizzazione delle opere infrastrutturali del distretto. Pag. 128 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN impegnato a favore del progetto 22 milioni di sterline egiziane, una somma pari al 72% dei residui derivanti dalla I fase215. 13. L’Accordo di esecuzione è stato firmato il 23 novembre 2010 dall’Ambasciatore d'Italia in Egitto, dal Ministro egiziano della Cooperazione Internazionale [adesso Ministro della Pianificazione e della Cooperazione Internazionale+, dal Ministro dell’Industria e del Commercio (ente promotore) e dell’Organizzazione Generale per lo Sviluppo Industriale (ente esecutore216). 14. A fronte di un finanziamento di 86 milioni di sterline egiziane (pari ai 64 milioni definiti nell’accordo esecutivo al quale si sommano i 22 milioni a titolo di residuo dalla prima fase), il Ministero egiziano dell’Industria e del Commercio si è impegnato a stanziare 59,9 milioni di sterline egiziane per un ammontare complessivo pari a 145,5 milioni. 15. L’andamento finanziario iniziale ha risentito del ritardo217 nella realizzazione dello studio di impatto ambientale, la cui approvazione da parte dell'Egyptian Environmental Affairs Agency (EEAA) del Ministero egiziano dell’Ambiente si configurava come un presupposto necessario per l'erogazione della seconda tranche del finanziamento (art. 6.1 dell’Implementing Agreement). Lo studio è stato finalizzato nel giugno 2012 e approvato dall’Agenzia Ambientale nel settembre 2012, a distanza di quasi due anni dall’avvio del progetto (01/01/2011), e ciò ha influito negativamente sulla tempistica per il versamento della seconda tranche, ma anche sull’andamento del progetto dal momento che i lavori per la costruzione dell’impianto sono stati nel frattempo sospesi218. 16. Successivamente i versamenti hanno seguito un ritmo più regolare. A gennaio 2013 è stata versata la quarta tranche dei finanziamenti in base alla quale l’ammontare erogato ha raggiunto il 98% dell’ammontare complessivo stanziato219. 17. I lavori per la finalizzazione dell’impianto hanno subito uno slittamento da dicembre 2012 a giugno 2013. A conclusione del progetto, con l’inaugurazione del distretto attualmente prevista per fine anno220. Efficacia 18. Gli obiettivi, così come concepiti nell’accordo esecutivo del progetto, sono molto ambiziosi ed hanno una portata più ampia rispetto all’azione specifica del progetto poiché riguardano il miglioramento della qualità e della produttività dell’industria conciaria egiziana, delle condizioni di vita dei lavoratori di Magra El Eion, offrendo loro condizioni di vita più dignitose e redditizie, e della situazione ambientale al Cairo, grazie alla riqualificazione urbana dell’area più inquinata della città221. Alla luce dell’evoluzione attuale del progetto non è possibile esprimere un giudizio sugli stessi. 215 L'importo residuo sul conto della Fase 1 è stato pari a 29.838.825,57, oltre a Robbiki una parte dei soldi (EGP 7.838.825,57) sono stati erogatiper estendere il programma di alimentazione scolastica, realizzato dal WFP nei Governatorati di Bani Swaif e Minya, al Governatorato del Fayoum. 216 La General Organization for the Industrial and Mining Projects (IMC). Nel corso dell’esecuzione del progetto l'Industrial Development Authority (IDA) del Ministero dell'Industria ha assunto la responsabilità sull'intero progetto con Decreto Presidenziale. 217 Ritardo in parte legato ai cambiamenti a livello istituzionale che hanno interessato il Ministero del Commercio e dell’Industria e l’IDA. 218 La preoccupazione per le ripercussioni negative ai fini dell’erogazione della II tranche e dell’andamento del progetto sono chiaramente manifestate in una lettera indirizzata dall’UST all’attenzione dell’ingegnere Isamail Nagdy, Presidente dell’IDA, in data 16/11/2011. 219 Italia-Egitto Programma di Conversione del Debito, Rapporto trimestrale di avanzamento, gennaio 2013. 220 Intervista a Said Abdel-Latif Othman (coordinatore del progetto Robbiki per conto del Ministero dell’Industri e del Commercio), Kamal Naguib Aziz (Consulente del Presidente IDA). 221 Gli obiettivi indicati nell’accordo Annesso I del documento di progetto, p. 5) sono i seguenti: (i) Improvement of the environmental, health and social conditions of Cairo Governorate; (ii) Improvement of the quality and increase of the production of tanned leather with the target of 250 million sq ft/year in 2017, for the export market; (iii) Allowing the Egyptian leather industry to become competitive in the world market; (iv) treatment of the polluting effluent and reuse of treated waters for irrigation purposes. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 129 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 19. Facendo riferimento alle attività realizzate, al di là delle attività tecniche legate alla realizzazione dell’impianto per il trattamento delle acque di scarico, è possibile segnalare delle novità rispetto a quanto era stato fatto negli anni precedenti conformemente alle decisioni prese dallo Steering Committee (SC) del progetto all’indomani della firma dell’accordo esecutivo222; queste decisioni riguardano, in particolare, la ridefinizione della struttura di gestione e il lancio di una nuova strategia e una nuova relazione con i beneficiari nell’intento di garantire un approccio win-win per tutte le parti coinvolte. 20. Sotto il primo profilo lo Steering Committee stabilisce: La costituzione, tramite decreto del Primo Ministro, di un National Coordination Committee (NCC) con il ruolo di coordinamento dei vari Ministeri e autorità egiziane coinvolte e di facilitatore per l’esecuzione del progetto attraverso l’adozione delle politiche e delle autorizzazioni necessarie. Il ripristino della struttura mista della Project Management Unit (PMU). Se la PMU era stata concepita come una struttura congiunta, negli anni 2006-2009 il controllo e la gestione sono stati assunti in toto dall’IMC. Per garantire l’indipendenza della stessa viene deciso di tornare allo spirito iniziale attraverso un co-management italiano che viene affidato a un esperto proveniente da un’associazione specializzata in formazione e assistenza tecnica nel settore della pelle e dei prodotti in pelle, il Politecnico Internazionale per lo Sviluppo Industriale ed Economico (PISIE). La creazione di un Technical Office (TO) per sostenere le funzioni della PMU e coordinare le attività dello SC, del NCC e della PMU. La struttura di gestione del progetto è riepilogata nel prospetto qui sotto: FIGURE 9 – LA GESTIONE DEL PROGETTO IL DISTRETTO CONCIARIO DI ROBBIKI Steering (SC) Committee • Technical Office: liaising PMU, SC & NCC • National Coordination Committee • (NCC) • Project Unit (PMU) Management • • Composition: Ministry of Trade and Industry, Ministry of International Cooperation, Italian Development Cooperation Office of the Italian Embassy and a representative of the Italian Embassy. Mandate: it is the Board in charge of conceiving the strategic orientation and guidelines of the project. It will approve the work plans, actions and budgets issued by the Project Management Unit and monitor the implementation of the project and all multi-institutional aspects related to it. Composition: Ministry of Trade and Industry, Ministry of the State for Economic Development, Industrial development Authority, National Investment Bank, Ministry of Finance, Ministry of Culture, Ministry of International Cooperation, Ministry of Housing, Ministry of Local Authorities, Ministry of Environment, Chamber of Tanneries, Chamber of Leather, Governorate of Cairo, Industrial Modernization Center. Mandate: to coordinate the different Ministries and Authorities involved in the project and play a role of facilitator of the implementation of the project by issuing the necessary policies and authorizations. Composition: an Italian and an Egyptian Coordinator and their staff, in charge of Italian/Egyptian co-management and an Executive Staff. Mandate: to manage the implementation of policies and strategies approved by the Steering Committee, by contracting and supervising implementing agencies, the subcontractors and the service providers and submitting a periodical work plan and a budget (on three months basis) for approval of the Steering Committee as well as periodical progress reports 21. Rispetto al secondo aspetto le parti coinvolte, l’IDA in primis, adottano un approccio conforme al nuovo studio socio-economico realizzato nel 2006 dal joint team Assomac e IMC, nato per aggiornare e ricalibrare le considerazioni e le previsioni finanziarie del rapporto iniziale di Assomac del 1998 223. L’approccio in questione rivolge una particolare attenzione al trasferimento dei lavoratori da Magra El- 222 Riunione dello SC del 30 novembre 2010. Project of relocation and development of tanneries at Robikki Area, Authors: Joint Technical Team (JTT) Team of Experts of ASSOMAC SERVIZI SRL & IMC (tech.), May 2006 223 Pag. 130 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Eouim a Robbiki, che negli anni 2007-2010 era stato “reduced in the scale of priorities down to collateral activity to the construction plan of an industrial zone in Robbiki224”. 22. A partire dal 2011 il trasferimento assume una valenza più significativa ed è in quest’ottica che l’IDA decide di promuovere una partecipazione attiva dei lavoratori di Magra El-Eion che da un lato punta a sensibilizzarli nei confronti del progetto e dall’altro a sollecitare il loro trasferimento su base volontaria e concertata per poter soddisfare adeguatamente i loro bisogni. 23. Il coinvolgimento attivo degli imprenditori prende forma con l’istituzione del “One Stop Shop”, un apposito sportello presso la PMU incaricato di occuparsi specificamente dei rapporti con i lavoratori e delle questioni inerenti al loro trasferimento, e con l’attivazione di un meccanismo premiale per sollecitare i lavoratori ad abbandonare Magra El-Eion. 24. Il meccanismo premiale, approvato con un decreto ministeriale, è stato definito alla luce di un questionario indirizzato all’attenzione dei lavoratori e dei relativi responsi e prevede diverse opzioni ed incentivi, fra i quali compensazioni di carattere pecuniario, il riconoscimento del diritto ad acquisire terreni e macchinari nuovi, agevolazioni per alloggio e trasporto. 25. Recentemente la PMU ha inoltre distribuito e ricevuto i moduli di domanda per il trasferimento che consentono di identificare esattamente chi si trasferirà a Robbiki. Attualmente è in fase di preparazione un manuale che definisce le regole e le procedure per il trasferimento225. Impatto e sostenibilità 26. Il distretto conciario di Robbiki rappresenta un progetto molto ambizioso e ciò riguarda tanto l’insieme delle attività volte alle finalizzazione del complesso quanto l’importo finanziario previsto, che complessivamente impegna 5.5 miliardi di sterline egiziane. 27. Il distretto non è ancora attivo e per questo, come precedentemente menzionato, non è possibile valutare l’impatto sulla crescita economica e sul benessere sociale del paese. 28. Indipendentemente dagli esiti futuri è possibile affermare che il progetto, grazie alla sua valenza strategica, ha rappresentato un’occasione per rinsaldare la partnership istituzionale tra Italia ed Egitto. La decisione di appoggiarlo è perfettamente in linea con i principi ispiratori del Programma di Conversione del Debito che, da un lato, intendono sostenere le priorità di sviluppo del governo egiziano e, dall’altro lato, rafforzare i legami tra i due paesi in un’ottica di reciprocità di interessi e mutui benefici. 29. Per l’Egitto ciò si concretizza nella possibilità di beneficiare e trarre ispirazione da un’esperienza di successo dell’Italia, il modello del distretto industriale, che viene messo a disposizione attraverso il trasferimento di tecnologia e know-how (l’assistenza tecnica di ASSOMAC e PISIE, gli accordi di cooperazione con distretti industriali italiani). Nei mesi futuri è inoltre previsto che l'ufficio ICE del Cairo organizzerà seminari per promuovere contatti tra associazioni di categoria italiane e imprese conciarie egiziane, favorire gli acquisti di attrezzature e tecnologie moderne (assicurazioni, mutui con SACE e Alex Bank-Gruppo San Paolo) e scambi di competenze: a tali seminari potranno partecipare anche esperti italiani del settore per diffondere le best practices italiane in tema di tecnologie per la gestione ambientale, con particolare riferimento alla gestione e smaltimento delle acque reflue. Oltre alla 224 rapporto di Carlo Milone Assessment of “Robbiki Industrial Leather & Tanneries City", August 08, 2011, PISIE Ref. 11018, Report Code n° 1108081600/11018/cm, p. 8. 225 A p. 7 del rapport si legge quanto segue: “A Handbook for the relocation of tanneries from Megra Eloioun to the new site at Robbiki Leather City is being prepared to help tanners during the relocation process. The manual answers the most common questions of tanners. It gives them information about their needs and how to satisfy the demands of moving to new place. It points also to responsible persons to help. The manual concerns with the following items: 1- Credits for machinery and credits for operation. 2- Housing: new apartments for workers. 3- Public Transportation. 4- Technical Assistance. 5- Feasibility Studies for new tanners. 6- Business plans. 7- Suggested Layout for new tanneries. 8- Training: for trainers as well as for workers. 9- List of Machines and updated price list. 10- List of Manufacturers and suppliers”. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 131 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN possibilità di trarre benefici dai vantaggi comparativi dell’Italia, il governo egiziano ha potuto contare su investimenti provenienti non solo dal Programma di Conversione, ma anche da parte di altre istituzioni che sono state attratte dalla realtà di Robbiki; ad esempio la Bank of Alex – Intesa San Paolo, ha messo a disposizione dello sviluppo del nuovo distretto la sua expertise finanziaria per la promozione di nuovi investimenti industriali da parte di imprese italiane in Egitto. 30. Da parte italiana, le iniziative sono state intraprese tenendo conto degli interessi e dei potenziali ritorni per il Sistema Italia: la creazione di legami produttivi tra la realtà industriale egiziana e quella italiana offrono opportunità importanti non solo sul piano economico, ma anche su quello politico, tanto è vero che la valenza del distretto e la volontà di sostenere questa nuova realtà è stata riconosciuta più volte negli incontri interministeriali italo-egiziani (un esempio è stato riportato nel par.6). 31. Il distretto di Robbiki, una volta operativo, rappresenterà un’applicazione dell’ecologia industriale e un esempio di gestione sostenibile di un’area produttiva. La forte volontà delle autorità politiche egiziane, le relazioni stabilite con controparti italiane ed il consenso raggiunto con imprese di Magra El-Eoiun rappresentano una base importante per il futuro del distretto. Un ruolo altrettanto importante per la sua sostenibilità riguarda le relazioni socio-economiche a livello locale e, in quest’ottica, la capacità di offrire non solo opportunità lavorative, ma anche servizi di base a tutti i lavoratori che si trasferiranno a Robbiki e alle loro famiglie. Il Governatorato del Cairo ha iniziato a realizzare gli alloggi, con la costruzione di 10.000 appartamenti che saranno messi in vendita o dati in affitto, e a predisporre una linea di autobus Cairo – distretto di Robbiki che sarà incrementata al momento dell’avvio della produzione, prevista nel gennaio 2014. Pag. 132 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 11.10 Il Sostegno alle Aree Protette 1. Il progetto si pone come continuazione di un complesso programma finanziato dalla Cooperazione italiana sul bilaterale implementato in due fasi, EIECP Egyptian Italian Environmental Cooperation Programme, fase I e II, per assicurare la sostenibilità dei risultati in attesa della prevista fase III. In questo senso può essere considerato come un progetto ponte, con obiettivi definiti ma limitati e soprattutto strettamente connessi alle fasi precedenti e successive del programma EIECP. 2. Il progetto SEPA è stato anche concepito per avere attività sinergiche e complementari al progetto UNDP-GEF “Rafforzamento del finanziamento e della gestione delle aree protette”. Quest’ultimo progetto è però iniziato nel 2011, quindi al suo inizio SEPA dovrà accertare se si sono verificati sfasamenti tra le attività complementari. 3. Il progetto UNDP SEPA fornirà i mezzi alla EEAA (Egyptian Environment Affair Agency), l’agenzia all’interno del Ministero dell’Ambiente egiziano per gestire effettivamente le seguenti aree protette: Siwa, Salloum, Wadi el Rayan, i parchi nazionali Gilf Kebire Wadi Gamal. La strategia del progetto è soprattutto basata sull’assistenza a queste cinque aree per garantire una gestione adeguata. Gli obiettivi generali sono: consolidare i risultati ottenuti con i programmi EIECP fase I e II; costruire sulle esperienze e sulle lezioni apprese; promuovere la complementarità e la sinergia con altre esperienze condotte nel settore. Gli obiettivi specifici sono: migliorare la capacità di gestione nelle cinque aree selezionate; contribuire alla protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale, oltre che allo sviluppo sostenibile delle comunità locali; potenziare le strutture d’accoglienza delle cinque aree protette portandole a livello di strutture di prima classe. Rilevanza, efficienza, efficacia e sostenibilità TABELLA 25 -IL PROGETTO SEPA: LA DURATA E I DATI FINANZIARI Date of Project Agreement Date of project beginning (when different from the one of Agreement) Planned date of conclusion according to the Agreement Actual estimated date of conclusion Total project budget 1-Sep-12 1-Dec-12 30-Nov-14 30-Nov-14 $1.967.391,64 Date of transfer of Total amount % of amount the first transferred to the transferred out installment to project at of the total Implementing 31/12/2012 project budget Agency 12-Nov-12(1) $264.044,35(1) 17,56%(1) Source: TechnicalSupport Unit (1): The first installmentwastransferred to EEAA of the Ministry of Environment (Applicant) butasat 17 May 2013 itwasnotyetreceived bythe Implementing Agency (UNDP) 4. Il settore dell’ambiente riveste grande importanza per il Governo egiziano e per lo sviluppo del paese. Il programma EIECP finanziato dalla Cooperazione italiana in questo settore è stato di grande importanza ed ha riguardato numerosi aspetti: legale, organizzazione amministrativa, gestione del patrimonio culturale, creazione di capacità nella gestione ambientale. In particolare, adottando i principi di Capacity Development for Environment (CDE) resi noti in ambito internazionale da UNDP e cooperazione inglese durante gli anni Novanta, l’Italia si è impegnata a sostegno del rafforzamento dell’EEAA e al suo interno il settore per la conservazione della natura (NCS)226. Dal 2005, UNDP in partnership con EIECP ha assistito l'EEAA nell’istituzione di varie aree protette, preparando e applicando i piani di gestione. È quindi opportuno e tempestivo assicurare la sostenibilità dei risultati delle precedenti iniziative condotte sul bilaterale col proposito di appoggiare l'Egitto negli sforzi per dotarsi di una strategia nazionale di sviluppo sostenibile (obiettivo che, a livello internazionale doveva essere raggiunto entro il 2005, così come richiesto dal Capitolo 8 dell'Agenda 21 concordata a Rio nel 1992). 226 Nature Conservation Sector, uno dei cinque settori della EEAA, è l’istituzione responsabile per la gestione delle aree protette (PA), la realizzazione di misure per la conservazione e l’applicazione della legge ambientale nelle PA. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 133 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 5. Questo progetto è stato approvato il primo settembre 2012 e il suo inizio era previsto il 1 dicembre 2012, a seguito del trasferimento della prima rata avvenuto il 12 novembre sul conto aperto dal Ministero dell’Ambiente. 6. Malgrado siano passati quasi sei mesi dal versamento, il Ministero dell’Ambiente non ha ancora trasferito la somma all’UNDP come previsto nell’accordo. Il team di valutazione ha ricevuto informazioni contraddittorie per quanto riguarda la ragione del mancato trasferimento. Il Ministero dell’Ambiente ha indicato la causa nell’errore nel numero di conto sul quale è avvenuto il trasferimento da parte di EIDS227, circostanza curiosa perché quest’ultimo esegue il trasferimento solo dopo aver ricevuto dal beneficiario l’indicazione del numero di conto. UNDP suppone che il ritardo sia dovuto alla complessa situazione istituzionale e di sicurezza che riguarda le aree protette, per le quali vi sono responsabilità di varie agenzie e ministeri, e dove per intervenire è necessario l’accordo della Sicurezza Nazionale228. La forte rotazione dei responsabili dei Ministeri che ha caratterizzato la politica egiziana dopo gli avvenimenti del 2011 ha una parte di responsabilità nel ritardato trasferimento dei fondi da parte dei Ministeri229. 7. Questo ritardo nel trasferimento, comune ad altri progetti aventi OOII come implementing agency230, pone un interrogativo sulla efficienza del sistema quando l’applicant è un Ministero e soprattutto solleva il problema della fattibilità d’utilizzare un simile meccanismo (applicant il Ministero, implementing agencyl’OI) nel corso della III fase del Programma. 8. Dopo esser stata in condizione di iniziare le attività del progetto, UNDP dovrà rivedere il programma di lavoro e adattare le attività che prevedono sinergie e complementarità con il progetto implementato in partenariato con il GEF, che è già iniziato nel 2011. 9. La sostenibilità delle azioni del progetto rimane dipendente dal finanziamento del progetto EIECP III fase da parte della Cooperazione italiana. La possibilità di autofinanziamento della gestione delle aree protette, obiettivo del progetto UNDP-GEF, resta una possibilità lontana nel tempo, comunque successiva alla data della fine del progetto SEPA. 227 Intervista al Gen. Hany, Capo del Dipartimento Centrale per la Cooperazione Internazionale. Intervista a Amany Nakhla, UNDP Programme Analyst. 229 Intervista a Direttore italiano TSU, Valeria Mazzacane. Durante la permanenza della missione si è verificato un ulteriore cambio dei ministri del Governo. 230 Green Trade Initiative (implementing agency: UNIDO), Integrated Migration Information System (IMIS) III (implementing agency: IOM). 228 Pag. 134 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 12. Indicazioni di tipo comparativo derivanti da altre esperienze di conversione del debito 12.1 Il confronto con la conversione del debito in Ecuador DOMANDE VALUTATIVE In termini di efficacia, impatto e sostenibilità del meccanismo di conversione (in termini di architettura finanziaria, istituzionale, procedure, implementazione, risultati), quali indicazioni di tipo comparativo si possono trarre dall'esperienza dell'Italia in altri paesi (il caso dell'Ecuador)? Quali indicazioni dall'esperienza di altri creditori (Francia, Germania, Svizzera) in Egitto? 1. Il box 7 riporta un esempio di programma di conversione del debito, quello con l’Ecuador (Fondo Italo Ecuadoriano, FIE) implementato dalla DGCS. In questo caso la comparazione con il Programma italo-egiziano di Conversione del Debito è difficile, anzitutto, perché l'ammontare del debito convertito è, nel caso dell'Ecuador, meno di un decimo di quanto registrato in Egitto. 2. Gli obiettivi del FIE sono esplicitati già nell’Accordo, i progetti sono stati selezionati per mezzo di call for proposals in base alla loro rispondenza agli obiettivi del FIE, oltre che per efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità. Il monitoraggio è stato molto efficace, e si è basato su una struttura della Segreteria Tecnica, simile alla TSU del EIDS ma che poteva contare nel momento di massima espansione fino a otto esperti tecnici con adeguati supporti logistici. 3. Una differenza profonda è nel fatto che, diversamente da quanto avvenuto in Egitto, nel caso dell'Ecuador i beneficiari ammissibili sono stati i governi locali, le comunità, le ONG e fondazioni locali, ONG internazionali e OOII, coerentemente con la politica di decentramento amministrativo e politico dello stato perseguita al momento della formulazione del FIE e che quest’ultimo mirava a sostenere. Per un verso, quindi, le istituzioni dell’amministrazione centrale dell’Ecuador non sono risultate ammissibili al finanziamento, ma soprattutto si è voluto dare un forte segnale a favore del decentramento. Nel caso dell'Egitto, che pure è stato interessato contemporaneamente al Programma da un innovativo Programma di cooperazione allo sviluppo e internazionalizzazione economica che si è caratterizzato proprio per la centralità del sostegno alla governance a livello locale e per il coinvolgimento diretto delle amministrazioni regionali e degli Enti locali italiani (il Programma APQ Balcani e Mediterraneo), il processo di decentramento non è molto avanzato, rispetto a quello per esempio del Marocco. Si tratta, in effetti più di una forma di deconcentrazione, dove i governi locali - governatorati, distretti (Markaz), villaggi, città e, nel caso delle città maggiori come Il Cairo, Giza e Alessandria, i quartieri - sono, in sostanza, unità amministrative espressione del governo centrale e dei singoli Ministeri, e la cui capacità di intervento risulta, altresì, limitata dalle insufficienti risorse finanziarie231. 4. Ciò premesso, Il ruolo fondamentale della cooperazione decentrata a sostegno delle politiche che contrastino le diseguaglianze sociali è uno specifico approccio che l'Italia ha cercato di promuovere e con cui distinguersi negli ultimi anni, come recita il paragrafo 3.6 sulla Cooperazione decentrata o “territoriale” delle Linee-guida e indirizzi di programmazione della cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2013–2015232 e come ha ricordato il vice Ministro degli Esteri con delega alla Cooperazione, Lapo Pistelli, nel corso del dibattito tematico sul post2015 in seno alla riunione del Consiglio economico e sociale (Ecosoc) delle Nazioni Unite a Ginevra 231 B. Cugusi e A. Stocchiero (2004), "Decentramento e governance democratica a livello locale nella politica di prossimità", CeSPI, Roma; J. Boex (2011), " Democratization in Egypt: The Potential Role of Decentralization", Policy Brief, Urban Institute Center on International Development and Governance, Washington D.C., febbraio. 232 DGCS-MAE (2012), Linee-guida e indirizzi di programmazione della cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2013– 2015, Roma, dicembre. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 135 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN il 6 luglio 2013: “Il decentramento democratico può essere un potente strumento per contrastare la povertà e promuovere lo sviluppo locale”. Sul piano strategico, va dunque sottolineata come assenza importante dal quadro del partenariato sancito dal Programma nella II fase (come anche nella I fase) proprio l'opzione specifica a favore del coinvolgimento prioritario delle amministrazioni regionali e degli enti locali italiani. 5. Sul piano operativo, poi, i progetti, implementati da governi locali, comunità locali, spesso indigene, ONG e fondazioni, erano tenuti in Ecuador a darsi delle strutture direttive e di gestione nelle quali erano presenti i beneficiari ultimi. 6. La strategia del FIE, originariamente improntata a un approccio teso a favorire il decentramento, ha risentito dell’avvento di un governo che ha condotto una politica di forte centralizzazione. A livello di direzione del Programma c’è stata una divergenza di tipo procedurale e politico, che ha finito col bloccare l’erogazione del saldo prevista attraverso una quarta call for proposals233. Questa divergenza ha raffreddato i rapporti all’interno del FIE e ne ha diminuito la rilevanza per il Governo dell’Ecuador. 7. Il FIE ha comunque favorito la creazione di capacità a livello locale per la pianificazione, il lavoro con approccio basato sui risultati e il monitoraggio di progetto, ma al momento non ci sono indicazioni che tali capacità siano state assunte direttamente da parte del Governo quale strumento ordinario di lavoro nella gestione ordinaria delle attività. Il metodo operativo e la strategia del FIE sono molto simili a quello di Programmi prioritari per il Governo, quali Plan Ecuador, ma questo non favorisce scambi di buone pratiche per le critiche di tipo politico che avanza nei confronti del FIE. 8. La sostenibilità delle azioni del Programma in Ecuador è considerata elevata, sia per il forte radicamento – dovuto anche all’approccio partecipativo realizzato già nella fase di formulazione – sia per il senso d’appartenenza al Programma, che è comune ai partner dei progetti e che ha facilitato la condivisione d’esperienze. La sostenibilità dell’approccio del Programma all’interno della programmazione nazionale potrebbe tuttavia non essere assicurata visto il poco interesse mostrato dell’attuale Governo. 9. Dall’analisi comparativa di FIEeIEDSemerge la sensibilità di questo strumento alla politica del governo partner e la necessità di radicare le azioni realizzate nella struttura amministrativa e sociale del paese per assicurarne la sostenibilità. Box 7 - Il Fondo Italo Ecuadoriano L’Accordo per il Fondo Italo Ecuadoriano (FIE) è stato firmato il 22 marzo 2003. L’Accordo stabilisce l’ammontare del Fondo, pari a $30 milioni, gli obiettivi, la struttura direttiva, la struttura di gestione, i tipi di progetto e il controllo finanziario. L’obiettivo generale del FIE è la riduzione della povertà. L’obiettivo specifico è partecipare allo sviluppo produttivo e l’accesso ai servizi di base per la popolazione più povera in modo sostenibile. I progetti sono co-finanziati fino a un massimo di $ 700.000. La cancellazione del debito avviene quando le rate del debito, principale e interessi, sono depositati su un fondo di contropartita (CF) presso una banca commerciale internazionale. Le procedure sono demandate a un Regolamento del FIE firmato il 30 maggio 2005. La struttura direttiva è rappresentata da un Comitato nel quale siedono il Ministro degli Esteri dell’Ecuador e l’Ambasciatore italiano. La struttura di gestione è composta da un Comitato Tecnico (CT) nel quale siedono il 233 Il governo dell’Ecuador richiedeva che il saldo del Fondo andasse a un progetto presentato da Plan Ecuador per la zona della Frontiera Nord ai confini della Colombia, zona politicamente molto sensibile e il cui sviluppo era prioritario per il Governo, senza organizzare una quarta call for proposals. La Cooperazione italiana si era opposta perché Plan Ecuador era organizzazione governativa centrale, quindi non ammissibile; inoltre il budget del progetto proposto superava la soglia massima di finanziamento di $ 700.000. Pag. 136 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Direttore dell’Agenzia ecuadoriana di cooperazione e il rappresentante della DGCS e i rappresentanti di quattro ministeri, dell’organizzazione che rappresenta i governi locali e di due organizzazioni della società civile di cui una rappresentante delle comunità indigene. Il CT è assistito da una Segreteria co-diretta da un direttore ecuadoriano e da uno italiano. La Segreteria del FIE è composta da due unità, una tecnica e una finanziaria. I costi degli esperti nazionali tecnici, quelli finanziari e i costi logistici sono a carico del fondo di contropartita, il direttore italiano e gli esperti italiani sono pagati dalla DGCS attraverso un finanziamento a dono. I costi della Segreteria rappresentavano nel 2012 11% del CF, pagati con gli interessi maturati dal CF. La selezione dei progetti avviene tramite call for proposals. Le procedure tecniche, finanziarie e di gestione del FIE sono regolate da un Manuale che definisce anche la struttura gestionale dei progetti. I beneficiari sono i governi locali, le comunità e le ONG e fondazioni locali, ONG internazionali e OOII (anche se queste ultime non hanno presentato progetti). I disegni progettuali valutati da esperti indipendenti sono posti in una lista di priorità e sono selezionati quelli che hanno ottenuto un punteggio maggiore fino a esaurimento dei fondi previsti per la call. I progetti selezionati hanno poi sei mesi di tempo per preparare un documento di progetto definitivo, con lo studio socio-economico e di fattibilità. Nel quarto bando è anche previsto il finanziamento di progetti di formulazione per gli applicant che abbiano difficoltà a predisporre un documento di progetto della necessaria qualità, con studi condotti con approccio partecipativo per l’identificazione dei beneficiari e l’analisi del potenziale effetto, studi tecnici di fattibilità, definizione degli indicatori. La Segreteria del CT suggerisce o esegue un controllo molto minuzioso sulla qualità dei consulenti richiesti per queste attività. I documenti di progetto così prodotti sono di nuovo valutati da esperti indipendenti sulla base di criteri di pertinenza e rilevanza, efficienza, efficacia, risultato, impatto e sostenibilità. Alla conclusione del processo di selezione, i responsabilidei progetti selezionati (tecnici e finanziari) partecipano a un seminario organizzato dalla Segreteria Tecnica del Programma dove viene loro illustrato il Programma, si presentano i responsabili della ST e vengono spiegate le procedure tecniche e finanziarie. Gli esperti della Segreteria sono responsabili del monitoraggio tecnico e finanziario. Per condurre il monitoraggio, gli esperti tecnici devono visitare tutti i progetti almeno una volta ogni tre mesi e compilare un questionario in cui verificano l’avanzamento del piano di lavoro, la qualità delle opere, l’effetto sui beneficiari (ogni progetto ha una struttura di rappresentanza dei beneficiari nei propri Comitati di gestione e direttivo), i problemi sorti e le raccomandazioni per superarle. I formati di monitoraggio finanziario sono molto simili a quelli usati per il Programma di Conversione del Debito con l’Egitto. Sono state promosse riunioni di scambio d’esperienze per aree tematiche (es. produttori di cacao che riguardano una buona percentuale dei progetti produttivi in foresta, produttori di caffè, commercio equosolidale, micro-credito.) e il FIE ha predisposto l’organizzazione di eventi, da svolgersi in province contigue, dove i progetti espongono le loro esperienze e i loro prodotti, anche all’interno di stand, con lo scopo di facilitare gli scambi d’esperienze. Si tratta di meccanismi di coordinamento tra progetti all’interno del programma di cui si nota la mancanza all'interno del Programma italo-egiziano. 12.2 Il confronto con altri programmi di conversione del debito in Egitto 10.Al di là dell’esperienza dei programmi italiani di conversione debitoria, è utile confrontare il modello delDebt Swap italo-egiziano con quello seguito da altri paesi europei creditori che hanno ugualmente guardato con favore alla conversione del debito in Egitto. In particolare, come già ricordato nel par. 4.1, sono quattro i paesi che hanno concordato accordi bilaterali in tale senso: il Belgio, la Francia, la Germania e la Svizzera. L’esperienza belga è in fase di negoziazione con le autorità egiziane, non è quindi possibile trarre elementi utili ai fini di un’analisi comparata. 11.Nel caso della Francia, sono stati conclusi due accordi. Il primo accordo è stato firmato il 30/3/1994 per la somma di 58 milioni di franchi francesi che rappresentavano l’ammontare del servizio del debito dovuto dall’Egitto alla Francia dal 1/4/1994 al 1/1/1998 e il cui equivalente è stato versato, in valuta locale, nel Fondo di Sviluppo Sociale per il finanziamento di progetti di sviluppo. Il secondo accordo è stato firmato il 1/5/1999 e ha avuto come oggetto 300 milioni di franchi (45 milioni di euro). Recentemente (marzo 2013) quest’accordo è stato utilizzato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze del governo francese per lanciare un invito a presentare Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 137 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN proposte per la realizzazione di progetti di investimento che devono aver ricevuto l’accordo preliminare da parte delle autorità egiziane; l’ammontare allocato è pari a 39,8 milioni di euro 234. 12.La Germania ha firmato un accordo bilaterale di conversione del debito con l’Egitto il 15/11/2001 per un ammontare parti a 204,5 milioni di euro corrispondenti alla rate del debito dovute dall’Egitto negli anni 2002-2016235. Questo importo è stato utilizzato, per una somma pari al 50%, per finanziare progetti di riduzione della povertà e, per il restante 50%, per sostenere il bilancio dello stato ed è quindi stato versato direttamente nelle case del Ministero delle Finanze. L’accordo è stato realizzato attraverso 8 accordi esecutivi siglati tra il 2002 ed il 2011; ad esempio nell’ultimo accordo circa 3,3 milioni di euro sono stati destinati al Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria. Nel 2011 il governo tedesco ha annunciato l’intenzione di finanziare un nuovo accordo di Debt Swap che si differenzia dal precedente poiché non prevede la componente di budget support236. Ad oggi l’accordo non è stato tuttavia ancora firmato. 13.L’esperienza svizzera237ha avuto inizio nel 1996 ed è terminata nel 2009. L’ammontare del debito cancellato, pari a 150 milioni di franchi svizzeri (al cambio attuale pari a 121 milioni di euro e 155 milioni di dollari), un importo comparabile a quello della Fase II del Programma. Tale ammontare è stato destinato, per un 40%, a favore del Ministero delle Finanze come sostegno alla bilancia dei pagamenti, per un 60% a favore dell’Egyptian Swiss Development Fund. In quest’ultimo caso i fondi, pari a 90 milioni di franchi svizzeri o 265 milioni di sterline egiziane, sono stati accreditati in una banca commerciale che ha consentito di maturare interessi, portando la cifra iniziale da 265 a 665 milioni di sterline egiziane. 14.Tra le varie esperienze menzionate quella svizzera presenta tratti più similari rispetto al Programma di Conversione italiano. Fra gli aspetti in comune figurano, ad esempio, l’apertura di un Fondo di Contropartita e la costituzione di un’apposita struttura di gestione e di supervisione dei fondi. Quest’ultima era composta da un Comitato Bilaterale e da un Comitato Tecnico, assistito da un Segretariato Esecutivo (SE) del Fondo che fungeva da Unità di Coordinamento per i progetti. Il Comitato Bilaterale, analogamente a quello istituito nel caso del Ptogramma di Conversioneitalo-egiziano, è il principali organo decisionale composto dal Ministero della Cooperazione internazionale per la parte egiziana e dall’Ambasciatore per conto del governo svizzero. Il Comitato Tecnico è un organo consultivo i cui membri comprendono rappresentanti di 7 enti: il Ministero egiziano della Cooperazione internazionale, l’Ambasciata svizzera, nonché organizzazioni scelte in funzione dell’ambito tematico di intervento del Programma di Conversione: il National Council for Childhood and Motherhood, il Fondo Sociale per lo Sviluppo, l’Egyptian Environment Federation e l’Alexandria Business Association. 15.Accanto a questi organi il SE ha svolto sostanzialmente compiti simili a quelli della TSU del Programma italo-egiziano, coadiuvando il Comitato Bilaterale nella funzione di istruttoria delle proposte progettuali, selezione e monitoraggio dei progetti ammessi a finanziamento e gestione di assistenza tecnica a favore degli enti promotori. I costi operativi hanno rappresentato il 12.5% del CF, parte di questi essendo rappresentati dai costi di valutazione e audit. Ogni progetto doveva includere nel proprio budget i costi per la valutazione a metà percorso e la valutazione finale. Lo staff del SE, inizialmente limitato a 8 persone, è stato incrementato a 42 persone in corso di realizzazione dei progetti (con 15 project managers, 7 analisi finanziari e 20 234 http://www.tresor.economie.gouv.fr/File/382669 Sito del Ministero delle Finanze egiziano. 236 Intervista con Hans Hammann (Capo della cooperazione presso l’Ambasciata tedesca al Cairo) e Jens Mackensen (Direttore della banca tedesca di sviluppo, la KfW, presso la sede del Cairo). 237 Le informazioni sono state riprese dai testi: S. Kamel and E. A. Tooma (2005), Exchanging Debt for Development: Lessons from the Egyptian Debt-for-Development Swap Experience, Economic Research Forum (ERF) with support from The Ministry of Communications and Information Technology (MCIT) and the Ministry of International Cooperation (MIC); ESDF (2010), Change is Possible, Egyptian Swiss Development Fund, 1996-2009, nonché dall’intervista condotta con Iman Radwan, Senior Programme Officer presso la Swiss Agency for Development & Cooperation. 235 Pag. 138 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN amministrativi), con un staff finale pari a 37 nella fase conclusiva del progetto238; si tratta, quindi, di una composizione ben diversa rispetto a quella dell’organo omologo nel Programma italo-egiziano. 16.Un’ulteriore differenza concerne gli attori che, nel caso del Programma svizzero, sono stati circoscritti a rappresentanti della società civile, i soli candidati eleggibili a ricevere finanziamenti. In questo contesto, il Programma ha promosso la creazione di gruppi di organizzazioni, con una ONG o organizzazione della società civile come organizzazione ombrello, attorno alla quale si radunavano organizzazioni più piccole che ne beneficiavano anche per la formazione sul lavoro. Il ruolo riconosciuto alle ONG giustifica, peraltro, la partecipazione di rappresentanze della società civile all’interno dell’organo consultivo del Programma poc’anzi menzionato. 17.L’Egyptian Swiss Development Fund ha finanziato 91 progetti in 21 Governatorati e beneficiato più di 700 mila individui e 265 mila famiglie. I progetti hanno interessato ambiti settoriali in quattro aree: (i) l’ambiente (51%) - incluso trattamento delle acque reflue, adduzione d’acqua, gestione dei rifiuti, sensibilità ambientale; (ii) la creazione di lavoro e di attività generatrici di reddito (24%); (iii) l’istruzione di base (12%); (iv) la sanità di base (10%), con la creazione di capacità nelle ONG e organizzazioni della società civile come attività trasversale (3%). 18.La tabella sottostante offre un quadro riassuntivo sui principali elementi condivisi e sulle principali differenze tra i Programma di Conversione italiano e svizzero. TABELLA 26:IL CONFRONTO TRA DEBT SWAP ITALIANO SVIZZERO Elementi in comune L’apertura di un Fondo di Contropartita in cui sono state accreditate, in valuta locale, le rate del debito oggetto dell’accordo bilaterale con l’Egitto La costituzione di un’apposita struttura di gestione e di supervisione dei fondi, con un Comitato bilaterale paritetico come principale istanza decisionale ed un organo di supporto (il Segretariato Esecutivo nel caso svizzero, l’Unità di Supporto Tecnico nel caso italiano) Il processo di selezione articolato in due fasi (identificazione delle proposte progettuali e approvazione del documento di progetto) Differenze La componente di budget support Svizzera: un parte dei fondi oggetto dell’accordo bilaterale (40%) è stata versata direttamente nelle casse del Ministero delle Finanze egiziane come sostegno al bilancio pubblico. La banca di riferimento > Svizzera: Il Fondo è stato aperto presso una banca commerciale (la Commercial International Bank) che ha consentito di aumentare l’ammontare iniziale, attraverso ilpagamento di interessi maturati(da 265 a 665 milioni di sterline egiziane). Italia: Il Fondo è stato aperto presso la Banca Centrale Egiziana per garantire la supervisione governativa e l’attribuzione di somme certe ai progetti. La presenza di un organo consultivo > Svizzera: accanto al Comitato bilaterale è stata prevista la costituzione di un Comitato Tecnico dotato di funzioni consultive e del ruolo di facilitatore tra BC e SE. Il Comitato Tecnico ha previsto la partecipazione di rappresentanti della società civile egiziana. La composizione dell’organo di supporto > Svizzera: il Segretariato Esecutivo, inizialmente composto da 8 unità, ha potuto contare, nella fase di dei progetti, su uno staff di 42 persone. Il budget del SE è pari al 12,5% del CF (peso relativo molto maggiore rispetto al Programma italo-egiziano). Gli enti eleggibili> Svizzera: ONG (sia egiziane che non) Italia: enti pubblici egiziani, organizzazioni interazionali, 238 ESDF (2010), Change is Possible, Egyptian Swiss Development Fund, 1996-2009, Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 139 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN ONG egiziane e italiane (I e II fase del Programma); enti pubblici egiziani, ONG egiziane e italiane (III fase) La destinazione dei versamenti nel Fondo di contropartita a favore di progetti di sviluppi in ambiti tematici predefiniti. 19.Le lezioni dal Programma svizzero apprese includono: l’efficacia di questo strumento (debt swap) per finanziare attività per lo sviluppo; la necessità di mantenere la flessibilità; la necessità d’includere l’assistenza tecnica e di investire su di essa; l’importanza della partecipazione dei beneficiari e dei partner associati alla realizzazione nella fase d’identificazione e formulazione; l'adattamento della tecnologia e dell’approccio allo specifico ambiente della comunità interessata; l'importanza del cofinanziamento e di assegnare un costo finanziario ai servizi che il progetto fornisce per assicurare l’appropriazione da parte dei beneficiari; l'identificazione del micro credito come solo uno degli strumenti per promuovere la generazione di reddito, al pari della formazione professionale, e che necessita d’assistenza tecnica per massimizzare l’impatto; l'opportunità di far leva sul deposito del controvalore in valuta locale presso una banca commerciale che, per tutta la durata della locazione, produce interessi permettendo di pagare l’assistenza tecnica fornita dal SE. Avere, infine, scelto come ammissibili al finanziamento, nel caso svizzero, progetti direttamente legati alla riduzione della povertà ha semplificato la valutazione dell’impatto del Programma su questa. 20.Di converso, il Programma italo-egiziano ha evidenziato maggiore empowerment e ownership del partner, un impatto positivo sulle relazioni bilaterali, una migliore possibilità di replicabilità delle azioni dei progetti all’interno dell’amministrazione egiziana (per l’ammontare del budget dei progetti e per il loro inserimento diretto nelle strategie dei inisteri egiziani). 12.3 L'evoluzione dalla I alla II fase del Programma italo-egiziano di Conversione del debito DOMANDE VALUTATIVE Quali indicazioni dalla prima fase della conversione italiana in Egitto? La seconda fase del Programma di conversione è migliorativa rispetto alla prima e in cosa e perché (meccanismo)? 21. Al pari di indicazioni ricavabili da esperienze comparabili di conversione del debito estero sperimentate dall'Italia in altri contesti o da altri creditori in Egitto, utili indicazioni di tipo valutativo derivano dal confronto con la precedente fase del Programma. Nella sua Fase I, infatti, il Programma di Conversione del Debito ha gettato le fondamenta per un approccio innovativo di sostegno allo sviluppo che ha consentito di intensificare le relazioni tra Italia ed Egitto. Oltre ai risultati ed ai benefici diretti legati alla riduzione del peso del debito e alla realizzazione di iniziative di sviluppo, l’esecuzione della I Fase ha generato significative esternalità positive tanto a livello politico ed istituzionale, quanto a livello tecnico239. 22. Tra le principali esternalità politico-istituzionali possiamo ricordare gli aspetti seguenti: Un forte senso di appropriazione del Programma da parte egiziana garantito da una partecipazione attiva che trova espressione su due livelli: (i) il contributo diretto nel 239 Le considerazioni sono tratte dai testi: Nuove prospettive per la cooperazione allo sviluppo, Una storia di successo: il Programma italo-egiziano di Conversione del Debito, SamirRadwan e Giovanna Santaniello, Dina Shaaban, 2008 e ItalianEgyptianDebt for Development Swap Program, Second Mid-TermReview, Final Report, 26 April 2006. Pag. 140 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN finanziamento del Programma (le risorse finanziarie corrispondenti alle rate del debito cancellate dall’Italia escono dalla Banca centrale egiziana e sono accreditate in valuta locale, la sterlina egiziana, su un Fondo di Contropartita (CPF) appositamente dedicato al Programma); (ii) il coinvolgimento negli organi di governo e di controllo del Programma: il Comitato di Gestione (Management Committee, MC) e l’Unità di Supporto Tecnico (Technical Support Unit, TSU). Il Programma ha attirato l’attenzione del governo egiziano su ambiti che prima di allora non avevano ricevuto adeguata considerazione, ad esempio, il ruolo dell’ICT nello sviluppo rurale, l'enfasi sulle tematiche ambientali e, in particolare, la gestione delle risorse idriche. Il Programma ha cercato di favorire il dialogo inter-istituzionale, l’organizzazione di contatti tra le ONG italiane e egiziane, il dialogo strumentale alla formazione potenziale di partenariati tra differenti attori (agenzie governative, Organizzazioni Internazionali, ONG, interlocutori istituzionali, istituzioni e organizzazioni italiane, cooperazione italiana). Il successo di alcune iniziative ha incoraggiato la partecipazione di altri donatori e aperto il fronte ad investimenti governativi. La Pubblica Amministrazione e la società civile hanno beneficiato del trasferimento di competenze, attraverso interventi di capacity building, mentre il settore privato ha tratto solo in minima parte vantaggio in termini di accresciute opportunità e migliore accesso al mercato delle esportazioni. E’ stata realizzata una vera e propria partnership italo-egiziana nella selezione e gestione congiunta dei progetti. Il ruolo della Cooperazione italiana è cresciuto, proponendosi come catalizzatore e facilitatore di interventi dall’Italia che, in assenza del Programma, avrebbero drasticamente risentito di un ridimensionamento delle risorse, laddove valga il principio sancito internazionalmente (da ultimo in seno alle iniziative Heavily Indebted Poor Countries -HIPCdel 1996 e 1999 e Multilateral Debt Relief Initiative -MDRI- del 2005) della addizionalità delle risorse finanziarie legate alle misure di riduzione del debito estero. 23. In materia di esternalità tecniche le più rilevanti riguardano: La flessibilità del Programma, dove viene dato ampio spazio al dialogo e al processo di negoziazione sia in fase di selezione dei progetti, dove il MCassieme alla TSUdiscutono sulle proposte più interessanti nell’intento di migliorarle e di orientarle verso la loro approvazione, nell’affrontare i problemi dei singoli progetti con uno sforzo di reazione costruttiva. La flessibilità riguarda anche il lato della gestione amministrativa del Fondo di Contropartita: la sua gestione in loco garantisce, infatti, una maggiore snellezza rispetto alle procedure che si applicano per progetti e programmi che passano attraverso il canale della cooperazione bilaterale. Il Programma ha offerto l’opportunità di promuovere un contributo importante in termini di capacity building degli enti esecutori, soprattutto a livello dei Ministeri, delle istituzioni governative e delle organizzazioni non governative; a tale proposito i miglioramenti sono stati evidenziati al livello della formazione dei capi-progetto, del miglioramento delle procedure di gestione dei progetti e di una migliore comprensione ed applicazione della gestione per obiettivi. 24. Accanto agli effetti positivi la realizzazione del Programma nella sua I fase ha messo in luce anche alcune criticità e quelle maggiormente rilevanti possono essere riassunte come segue240: 240 Autori? Italian-Egyptian Debt for Development Swap Program, Second Mid-Term Review, Final Report, 26 April 2006, p. 13. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 141 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Una formulazione dei progetti caratterizzata da carenze a livello di design complessivo, di elaborazione del logframe e dell’identificazione di indicatori SMART. Nella fase iniziale del Programma si è verificata una selezione talvolta frettolosa dei progetti che non ha prestato un’attenzione sufficiente alla loro qualità; nel corso dell’implementazione ciò ha determinato l’insorgere di problematiche non facilmente gestibili, soprattutto a causa dell’esigenza di mantenere una coerenza complessiva rispetto alla proposta originaria. L’assenza di linee guida, capaci di dare una visione strategica al Programma ed un orientamento sui criteri di eleggibilità e di selezione dei progetti. La presenza di disfunzioni e rallentamenti nei trasferimenti dal Fondo di Contropartita ai progetti a causa di lungaggini nelle procedure amministrative e dell’approvazione che deve essere ottenuta da parte del Ministero delle Finanze e /o della Pianificazione. Frequenti ritardi delle attività progettuali rispetto al calendario inizialmente stabilito. Una procedura di cancellazione del debito che ha influito negativamente sull’efficienza complessiva del programma e ciò è dovuto al fatto che la cancellazione è formalizzata quando la Banca Centrale egiziana attribuisce i finanziamenti nel Fondo di Contropartita e non quando i finanziamenti sono effettivamente trasferiti sui conti correnti dei progetti e spesi a favore dei beneficiari dei progetti. Un ulteriore limite, stavolta in materia di efficacia del Programma, ha riguardato la sua diversificazione tanto a livello di aree tematiche che geografiche, che arrivando a determinare una situazione di frammentazione e dispersione delle risorse non ha consentito di realizzare la massa critica necessaria per poter avere un impatto significativo sulle condizioni generali del paese con riferimento ad una specifica tematica d'intervento. 25. Già nel corso della realizzazione della I fase del Programma è stato raggiunto un netto miglioramento, principalmente grazie alla costituzione della Techinical Support Unit, prevista nel regolamento d’attuazione dell’Accordo bilaterale italo-egiziano con il compito di sostenere l’azione del Management Committeee diventata operativa a partire da luglio 2003. Con l’istituzione della TSU è stata attivata un’assistenza tecnica a favore dei progetti e sono state definite regole procedurali per l’istruttoria delle proposte progettuali e per il monitoraggio tecnico-finanziario dei progetti ammessi a finanziamento. 26. L’Accordo per la II fase del Programma, pur mantenendo sostanzialmente inalterati l’impianto, la logica e gli obiettivi perseguiti dall’intervento, ha provveduto ad affrontare alcune delle criticità che erano emerse nel corso della I fase. 27. In primo luogo, ha recepito i miglioramenti nell’organizzazione della gestione del Programma: il riconoscimento formale del ruolo della TSU (art. 3), l’articolazione delle procedure in materia di selezione dei progetti, di verifica del loro stadio di avanzamento edi erogazione dei fondi (art. 5), la possibilità di nominare esperti per l’assistenza tecnica e per attività di capacity building a favore della formulazione dei progetti (art. 4.2) hanno costituito indubbiamente un avanzamento nella direzione di una maggiore strutturazione del Programma.241 28. La conferma del ruolo di controllo e di monitoraggio della TSU si è evoluto anche nel ruolo d’accompagnamento e di stimolo dei progetti; ciò ha significato un miglioramento dell’efficienza e della efficacia del Programma, anche se permangono importanti ritardi da parte di alcuni progetti che sono spesso la conseguenza di ragioni esterne al Programma o di insufficienze nella formulazione. 241 Come ricordato nel capitolo sul quadro logico del Programma Pag. 142 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 29. Il processo di strutturazione del Programma ha conosciuto un brusco arresto tra la fine del 2009 e il 2010, in coincidenza con i rilevanti tagli ai fondi di gestione della DGCS. Non sono stati finanziati un sistematico piano di monitoraggio del Programma formulato dalla TSU e una strategia di comunicazione affidata a un consulente esterno. Inoltre, per sei mesi non è stato rinnovato il posto di direttore italiano della TSU. 30. Ulteriori modifiche nel passaggio dalla I alla II fase hanno riguardato la modalità di erogazione dei fondi e il meccanismo di cancellazione del debito. Con riferimento al primo aspetto, nella II fase del Programma il mandato di pagamento sottoscritto dal MC a favore dei progetti non è più sottoposto all’approvazione da parte del Ministero delle Finanze; l’eliminazione di questo passaggio ha notevolmente migliorato la performance e la puntualità nei pagamenti che avvengono nel rispetto delle scadenze predefinite242. Inoltre, sempre al fine di agevolare la celerità dei trasferimenti, l’Agreement ha definito una tempistica precisa per l’erogazione della prima tranche che deve avvenire entro 30 gg dalla firma dell’accordo esecutivo del progetto (art. 5.5). 31. Per quanto riguarda il meccanismo di cancellazione, il debito è sospeso dal Ministero dell'Economia e delle Finanze quando i finanziamenti sono trasferiti nel Fondo di Contropartita e cancellato quando i fondi sono trasferiti effettivamente nei conti correnti dei progetti. 242 Intervista al direttore della TSU, Valeria Mazzacane. Questa considerazione è stata confermata nel corso di interviste che hanno interessato project managers di singoli progetti, ad esempio Bassem Saroufim project manager del progetto SER per l’ONG COSPE. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 143 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 13. Conclusioni 1. Sulla base dei risultati dell'analisi valutativa, si offre di seguito una sintesi conclusiva che, in particolare, descrive in modo succinto le caratteristiche intrinseche del Programma, raccogliendo in forma di matrice i punti di forza e quelli di debolezza specifici del Programma stesso, con riferimento ai criteri di valutazione adottati. 2. In particolare, si fa riferimento a un focus particolare sull'esplicitazione del quadro logico sottostante alla dimensione di Programma, ai cinque criteri canonici (efficienza, efficacia, impatto, sostenibilità e rilevanza/pertinenza), all'esplicitazione specifica del criterio di sostenibilità del meccanismo istituzionale perno della dimensione di programma, al criterio di coerenza del Programma rispetto alla politica italiana ed internazionale di cooperazione allo sviluppo e alle strategie e politiche egiziane, al tessuto reticolare della comunità degli attori del Programma, alle lezioni ricavabili da un'analisi comparata del Programma. 3. Tali conclusioni mirano a evidenziare quello che serve al Programma per rafforzarsi, sintetizzando i risultati dell'analisi in termini di punti di forza e di debolezza sulla cui base poter impostare la strategia futura per assicurare uno sviluppo del Programma che risponda per impostazione, organizzazione e competenze, a ciò che il contesto richiede. In tal senso, sono conclusioni che traducono i risultati derivanti dallo svolgimento della II Fase del Programma in termini di apprendimento e indicazioni validi per il Programma stesso, senza poter assicurare invece un grado elevato di generalizzazione dei risultati della valutazione ad altri programmi e ad altre situazioni che non siano l'Egitto (cosiddetta validità esterna). 13.1 Punti di forza Coerenza della logica interna del Programma a livello di obiettivi specifici e generali; Continuità degli obiettivi perseguiti nelle tre fasi; Negoziato e reciprocità quali basi fondanti della logica e dei meccanismi operativi del Programma; Maggiore strutturazione e complessità dell’architettura istituzionale nella seconda fase con previsione di una TSU; Attenzione primaria all’ownership egiziana in tutte le fasi; L’Accordo sulla III fase del Programma accentua ancora di più il ruolo determinate dell’ownership egiziana. 13.2 Quadro Logico Punti di debolezza Non tutti gli interventi sono pienamente coerenti con gli obiettivi e la logica proposti a livello di Programma; Mancanza di una struttura incaricata del monitoraggio tecnico e della capitalizzazione; Manca un qualsiasi sistema di coordinamento, scambio e informazione tra i progetti, con conseguenze sulla coerenza interna dell’intervento; Non è prevista alcuna forma di raccordo e partecipazione, ai livelli decisionali, delle Assemblee elette e della società civile egiziana; Il programma sembra evolvere nella sua III fase verso una ridimensionata architettura istituzionale e verso l’abbandono della gestione congiunta del Programma, a favore di una maggiore ownership egiziana. Rilevanza Punti di forza Il processo negoziale e su base paritaria ha consentito la creazione di un intervento che risponde alle priorità strategiche individuate dalla programmazione nazionale; Gli obiettivi generali e specifici del Programma tengono conto in misura elevata delle problematiche legate allo sviluppo e Pag. 144 Punti di debolezza In alcuni casi si è verificato un ridimensionamento notevole della rilevanza rispetto ad alcuni interventi, attribuibile alla mutevole situazione economica ed istituzionale, cui il Programma non può rispondere con strumenti specifici; Non esiste un vero e proprio meccanismo di Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN allapovertà declinate all’interno del contesto specifico di riferimento; Il Programma ha dimostrato una buona adattabilità al difficile contesto nazionale attuale, in continuo mutamento, mantenendo nel complesso un'alta rilevanza a livello nazionale; Il grado di coerenza, coordinamento e complementarità con gli altri interventi dellaCooperazione Italiana è alto, molte delle altre iniziative italiane in corso nel Paese sono state in qualche modo “legate” al Programma, lavorando in parallelo o all’interno di esso. 13.3 coordinamento con gli altri interventi della Cooperazione Italiana; il raccordo avviene per mezzo di soli canali informali, come anche in riferimento al coordinamento con le attività portate avanti nel paese dalle altre Cooperazioni, il che espone il Programma a una vulnerabilità e a rischi di non sostenibilità. Efficienza Punti di forza Processo negoziale all’interno del MC che permette al Governo egiziano di approvare i progetti prioritari e alla Cooperazione italiana di tenere in conto le sue aree prioritarie d’intervento; Ownership del processo di selezione da parte del partner egiziano; Flessibilità nella selezione dei progetti; Contributo alle relazioni bilaterali; Capacità d’adattamento potenziale nel tempo alle mutate esigenze del Governo egiziano e della Cooperazione italiana; Il Programma ha la capacità di mobilitare l’assistenza tecnica, attraverso la TSU, per assistere i candidati a formulare il documento di progetto; Capacità di appoggiare i candidati durante la formulazione e l’adattamento dei progetti da parte della TSU; Monitoraggio e controllo finanziari dei progetti. Rapporto finale Punti di debolezza La selezione dei progetti non avviene in base alla classificazione competitiva che consideri l’importanza del loro contributo per raggiungere gli obiettivi del Programma, l’innovazione proposta, l’efficienza, l’efficacia e la sostenibilità; né in base a predefiniti criteri; Insufficiente capacità di formulazione dei progetti da parte delle istituzioni e degli enti dell’amministrazione egiziana; La formulazione dei progetti non prevede l’obbligo di condurre l’esercizio in modo partecipativo con i beneficiari finali e i partner; Mancanza di coinvolgimento dei partner in fase di formulazione porta a incomprensioni/perdita d’interesse per il progetto che causano ritardi; Ruolo indispensabile della TSU nella fase di formulazione dei progetti per appoggiare i candidati, soprattutto i ministeri e gli enti governativi egiziani; Dispersione dei progetti che rende difficile la valutazione dell’impatto del Programma; Ritardi nell’implementazione dei progetti e quindi nell’erogazione finanziaria, che a aprile 2013 era giunta al 49%; Mancanza di un sistema di monitoraggio tecnico strutturato che permetta di prevenire i problemi e i ritardi; Lunghe procedure amministrative, che coinvolgono altri ministeri (Ministero delle Finanze, Ministero della Sicurezza Sciale) che ritardano il trasferimento dei fondi dal Programma al progetto e provocano ritardi nell’esecuzione. Novembre 2013 Pag. 145 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 13.4 Efficacia Punti di forza Il Programma identifica i suoi obiettivi con quelli del sesto Piano Quinquennale 2007-2012 e con l’agenda di riforme del Governo egiziano, rafforzando l'ownership delle istituzioni egiziane; Più del 90% dei progetti iniziati non presenta problemi tali da impedire di raggiungere la totalità degli obiettivi; Il ruolo della TSU è stato efficace nell’appoggiare i progetti nel richiedere estensioni, riformulare alcune attività, inserire dell’assistenza tecnica; La TSU ha ben chiara la dimensione di programma, ne conosce gli obiettivi e dà un appoggio mirato ai progetti per il loro raggiungimento; Miglioramento dei rapporti e della cooperazione tra i partnerpubblici e privati egiziani e italiani. 13.5 Punti di debolezza Obiettivi del Programma non specificati e non resi espliciti a beneficio di tutti i partner; Forte dipendenza dal cambiamento delle politiche e dal turnover dei funzionari responsabili nei ministeri; Difficoltà di stabilire i collegamenti degli obiettivi dei progetti a quelli del Programma; Due progetti presentano problemi tali da mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi. Tre progetti non ancora approvati definitivamente dovranno essere sostanzialmente riformulati; I progetti hanno dovuto richiedere spesso l’assistenza della TSU per superare problemi attraverso l’estensione o la parziale modifica del progetto; La dimensione di programma è debole. I progetti non si sentono coinvolti per raggiungimento degli obiettivi del Programma e in pratica hanno rapporti solo con la TSU. Le iniziative intraprese per mettere in collegamento i progetti non hanno avuto seguito per la carenza d’interesse dimostrato dai progetti stessi. Impatto Punti di forza Contributo significativo al rafforzamento delle relazioni bilaterali, grande visibilità per l'Italia, capacità e possibilità di coerenza, allineamento e coordinamento con le politiche e strategie egiziane e dei donor; Positiva azione di capacitybuilding con buoni risultati a livello dipartimentale nelle istituzioni pubbliche, presso la società civile, le ONG implementatrici e gli attori economici coinvolti negli interventi. Pag. 146 Novembre 2013 Punti di debolezza Dispersione a livello tematico e geografico degli interventi, con conseguente scarsa visibilità e misurabilità di impatto/ cambiamenti rispetto alla promozione dello sviluppo socio-economico sostenibile e alla riduzione della povertà; Il Programma non ha valorizzato l'ampia rete relazionale costruita e consolidata coi referenti di progetto e di Programma; Non è stata favorita l’emersione di una visione e di una cultura di Programma presso tutti i soggetti coinvolti nei progetti finanziati; Il perseguimento dell’obiettivo del rafforzamento delle capacità istituzionali è stato limitato dalla mancanza di coordinamentoe capitalizzazione tra i vari progetti. Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 13.6 13.7 13.8 Sostenibilità Punti di forza La sostenibilità è favorita dall’alto grado di coerenza e rilevanza rispetto alle politiche e alla programmazione nazionale da un lato, e dall’altro dalla coerenza, coordinamento e dalla complementarità del Programma rispetto al resto della Cooperazione italiana nel Paese e anche ad alcune azioni finanziate e gestite da altri donor; Altro fattore di sostenibilità è la frequente integrazione dei progetti finanziati nell’amministrazione egiziana e nelle comunità; Generale apprezzamento del Programma da parte dei partner. Punti di debolezza La carenza della dimensione di programma fa sì che il Programma sia percepito come uno strumento finanziario e non come un programma con suoi propri obiettivi; Rischio per la sostenibilità degli interventi al termine del finanziamento esterno, con possibile accentuazione della polverizzazione; La forte dipendenza del Programma dai cambiamenti della politica nazionale in termini di sostenibilità politico-istituzionale, socioeconomica, tecnologica; Sostenibilità bassa del meccanismo istituzionale predisposto, su cui si è retta la dimensione di programma. Valorizzazione della comunità di attori Punti di forza Il Programma ha permesso la creazione di un sistema complesso e articolato di istituzioni, società civile organizzata e singole persone che sono diventati portatori (consapevolmente o, spesso, inconsapevolmente) dei valori, degli obiettivi e della cultura del Programma; L’ownership egiziana garantita dal ruolo delle autorità egiziane come enti promotori di proposte progettuali (51%), dalla partecipazione del MIC nella decisione sull’allocazione dei fondi (attraverso il Management Committee) e dalla partecipazione di ministeri interessati nella gestione di specifici progetti per il tramite degli Steering Committee; Il ruolo garantito a enti operativi (OOII ed enti pubblici egiziane) nell’esecuzione di progetti predisposti dai Ministeri egiziani L’apertura alle istanze della società civile (ONG sia italiane che egiziane). Punti di debolezza Disattenzione rispetto alla messa a sistema della “Comunità professionale” degli operatori (pubblici e privati, italiani, egiziani e delle Organizzazioni Internazionali) che di fatto si è determinata, non sviluppando una reale coesione di sistema. Lezioni ricavabili dall'analisi comparata Punti di forza L’Elevato grado di empowerment e ownershipè garantito al partnerattraverso vari canali: (i) la partecipazione dei beneficiari e dei partner associati alla realizzazione nella fase d’identificazione e di formulazione dei progetti; (ii) la presenza di una struttura decisionale e di gestione Rapporto finale Punti di debolezza L'opportunità di far leva sul deposito del controvalore in valuta locale presso una banca commerciale che, per tutta la durata della locazione, produce interessi (es. Programma svizzero e Programma italiano in Ecuador); Limitata attenzione a rappresentanze territoriali (come nel caso del Programma italiano in Novembre 2013 Pag. 147 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN Pag. 148 congiunta; (iii) il cofinanziamento e l’assegnazione di un costo finanziario ai servizi che il progetto fornisce per assicurare l’appropriazione da parte dei beneficiari; La gestione in loco delle risorse finanziariegioca a favore della flessibilità delle procedure; L’importanza dell’assistenza tecnica; La buona possibilità di replicabilità delle azioni dei progetti all’interno dell’amministrazione egiziana (per l’ammontare del budget dei progetti e per il loro inserimento diretto nelle strategie dei ministeri egiziani). Ecuador); La mancanza di un organo consultivo dove siedono rappresentanti della società civile egiziana (esempio del Programma di Conversione svizzero); Il peso contenuto della TSU (il personale nel Programma svizzero è stato pari a 42 unità nel periodo di realizzazione delle iniziative). Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 14. Raccomandazioni 1. L'esame, da parte del team di valutazione, della II fase del Programma porta alla formulazione di alcune raccomandazioni finali, che derivano dall'analisi presentata e dalle conclusioni sintetiche illustrate, raccogliendo indicazioni e suggestioni provenienti anche da esperienze comparabili prese in considerazione nel corso del lavoro. Si tratta di raccomandazioni che mirano a rafforzare i punti di forza e a correggere gli elementi di debolezza del Programma, offrendo indicazioni per la sua prosecuzione, sintetizzabili come segue, ovviamente coeteris paribus (nelle more anzitutto della creazione di un governo egiziano legittimo e pienamente operativo). 2. Per migliorare l’efficienza, che è mediamente valutata come abbastanza positiva dalle fonti (persone e documenti) consultate, si suggerisce che il Programma intraprenda alcune azioni puntuali: i. Per la formulazione dei tre progetti non ancora approvati dal MC, la TSU dovrebbe raccomandare fortemente alle istituzioni candidate che facciano ricorso a esperti per accelerare la fase di design progettuale, eventualmente con un profilo orientato a utilizzare l’approccio partecipativo in modo da coinvolgere nella definizione del documento di progetto tutti i partner e anche i beneficiari finali. Particolare attenzione va data, nel sistema vigente, alla creazione del Quadro Logico con la definizione degli indicatori oggettivamente verificabili (OVI) e le fonti di verifica per gli indicatori. Questi indicatori devono permettere la costituzione di un sistema di monitoraggio dei risultati del progetto. ii. Può risultare utile, alla luce delle lezioni apprese in programmi comparabili come quello della Svizzera in Egitto e dell'Italia in Ecuador, esplorare la fattibilità del ricorso a meccanismi e strumenti di impiego temporaneo (su base semestrale, in coincidenza con la tempistica del processo decisionale del MC) delle risorse trasferite sul Fondo di contropartita e non erogate immediatamente ai Progetti a favore di un investimento sicuro (collegato per esempio ai titoli di stato) che assicuri un rendimento finanziario con cui poter coprire, senza obblighi di copertura della spesa a valere sul capitale convertito, le necessarie attività di assistenza tecnica. In questo modo si agirebbe direttamente su uno dei problemi riscontrati, legato all'efficienza in termini di rispetto dei tempi previsti di preparazione, esecuzione e completamento delle iniziative finanziate (un miglioramento, dunque, del rapporto costo-efficacia). iii. La TSU si deve dotare di un sistema di monitoraggio tecnico che permetta di anticipare i problemi e i conseguenti ritardi e dia suggerimenti al management (del progetto e del Programma) per prendere tempestivamente i necessari rimedi. Può essere adottato il piano di monitoraggio proposto dalla TSU nel 2010 ma si suggerisce di estendere la raccolta di dati con questionario a tutti i progetti ancora aperti e non limitarlo a un campione, almeno fino al termine della II fase e alla conclusione di tutti i progetti approvati. Si suggerisce anche la creazione di un base dati dove far confluire i dati del monitoraggio di ogni progetto per condurre analisi a livello di Programma. iv. Includere nelle strutture di coordinamento (Steering Committees) all’interno di ogni progetto dei rappresentanti dei Ministeri dai quali il progetto dipende per approvazioni o permessi perché, conoscendo il progetto e il Programma da un lato ed essendo familiari con le procedure del proprio ministero dall’altro, facilitino il rapido rilascio di queste autorizzazioni o permessi. v. Predisporre un’ulteriore estensione con una data che sia realistica ma definitiva, per motivare i gestori dei progetti a rispettare i tempi prefissati, convenendo in sede di MC sulle decisioni da intraprendere in caso di mancato rispetto delle scadenze concordate (trasferimento dei fondi residui su altri progetti "virtuosi", impiego di parte delle risorse Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 149 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN per attività di assistenza tecnica dedicata al rafforzamento delle capacità progettuali delle amministrazioni interessate, riassegnazione delle risorse ad attività di capitalizzazione del Programma, ...). 3. Per migliorare l’efficacia del Programma, si suggerisce di promuovere azioni per passare dalla dimensione progetto alla dimensione di programma. I partner dei progetti devono affiancare all’attenzione volta al buon esito del proprio progetto la consapevolezza d’appartenere a un Programma più vasto, con propri obiettivi, strategie d’implementazione e partner. i. A questo scopo, traendo insegnamento dalle lezioni apprese in seno ad altri Programmi realizzati dall'Italia nella stessa regione come l'APQ nel Mediterraneo, ma anche programmi Europei come Med, si possono affiancare azioni di capitalizzazione della II fase del Programma, ovvero un programma di visibilità con la produzione di materiale informativo, già formulato dalla TSU, l’organizzazione d’eventi e occasioni di convegno, ponendo particolare attenzione a creare occasioni d’incontro, scambio e dialogo tra i progetti. ii. Possono, in particolare, essere organizzati eventi, come l'esperienza in Ecuador insegna, dove ogni progetto attrezza uno stand e illustra le sue attività a chi è interessato, oppure incontri tematici, o altre attività sempre con lo stesso scopo, il tutto preceduto da una ricognizione a livello centrale che raccolga informazioni circa le percezioni della "comunità degli operatori" del Programma sugli elementi di forza e debolezza delle iniziative svolte e del raccordo col Programma, in funzione dell'individuazione di condivise lezioni apprese. iii. L'azione di capitalizzazione mira, al contempo, a cementare legami di appartenenza al Programma e coesione tra i partecipanti che compongono la "comunità degli operatori" del Programma stesso, asset potenziale capace di rafforzare la sostenibilità del Programma stesso e di contaminare spazi di politiche non direttamente interessati dal Programma ma attraversati da competenze, istituzioni e personale coinvolto dal Programma. iv. La raccolta sistematica, l'analisi e la disseminazione di conoscenza circa le pratiche e quel che ha e non ha funzionato è un fattore decisivo per la messa a patrimonio delle esperienze acquisite in termini di indicazioni per la politica nazionale e la cooperazione italiana. Si tratta di un processo che rende visibili i risultati effettivamente conseguiti e fa delle esperienze un patrimonio comune. v. Si tratta di favorire un esercizio collettivo per generare lezioni apprese, buone pratiche, innovazione di processo (approcci, metodologie di lavoro, assetti organizzativi, strumenti di lavoro) che si traducono poi in cambiamenti positivi in sede di progetto, programmi e politiche egiziane ed italiane. 4. Per quanto riguarda la continuazione del Programma attraverso una III fase per la quale è stato già firmato l’Accordo il 10 maggio 2012, si sottolinea che una maggiore coerenza interna del Programma, e in particolare dei progetti in relazione alle finalità perseguite dall’intervento del suo complesso, può essere individuata, pur nella differenziazione delle aree tematiche (e quindi dei Ministeri conseguentemente individuati quali referenti principali della III fase) nella definizione di linee guida chiare e condivise a cui tutti gli interventi dovrebbero uniformarsi, con particolare riferimento agli obiettivi generali e specifici a livello di Programma (prioritaria dovrebbe rimanere in tal senso l’attenzione al perseguimento della riduzione della povertà) e ai meccanismi, che dovrebbero essere incentrati sui principi di partecipazione della società civile e del mondo imprenditoriale, eventualmente assegnando un maggiore attenzione al processo del decentramento politico, amministrativo e finanziario in corso in Egitto, quale leva di sviluppo e partecipazione democratica ai processi decisionali. Pag. 150 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN 5. I meccanismi di monitoraggio finanziario e tecnico dovrebbero essere potenziati ed associati a strumenti che permettano il coordinamento, la conoscenza reciproca e lo scambio di informazioni tra tutti i progetti, allo scopo di valorizzare la dimensione di Programma e di favorire in tal modo un ulteriore rafforzamento istituzionale in seno agli enti coinvolti nella formulazione e implementazione delle attività. Occorrerebbe, in altri termini, esplicitare l'obiettivo latente di rafforzamento della capacità di programmare in modo concertato strategie di sviluppo per la riduzione della povertà e assicurare, al contempo, un orientamento condiviso a favore di approcci partecipativi guidati dalla logica multi-stakeholder (multi-attoriale e multilivello), precondizioni per favorire un efficace e credibile aiuto al bilancio, eventualmente di tipo settoriale. 6. Un miglioramento dei meccanismi di monitoraggio è funzionale anche allo svolgimento di più compiute e sistematiche azioni di valutazione che possano offrire indicazioni precise circa il raggiungimento dei risultati e dell'impatto atteso. La valutazione di interventi complessi amplifica, infatti, la difficoltà di risolvere il problema dell’attribuzione, al contributo dell’iniziativa, dei cambiamenti riscontrati e riferibili, cioè di determinare un nesso di causalità fra iniziativa e variazioni delle variabili risultato in assenza di dati sperimentali. Questo aspetto affianca il tema centrale - riconosciuto come tale nel dibattito internazionale odierno sulla valutazione - della qualità, attendibilità e completezza dei dati necessari a conferire efficacia alla attività di valutazione, alle considerazioni già evidenziate sulla necessità di prevedere la raccolta di informazioni e dati riferiti alle variabili strategiche di interesse fin dalle fasi di avvio dell’iniziativa. In particolare: i. con riferimento alla logica controfattuale – che porta a confrontare quel che è avvenuto con quel che sarebbe stato senza il progetto – essa presuppone di qualificare la base dati in senso sia diacronico sia sincronico; è quindi importante poter disporre di dati che comprendano almeno un periodo antecedente e un periodo sufficientemente distante nel tempo dal momento dell’implementazione delle azioni rispetto alle quali si intende misurare l’attribuzione della variazione delle variabili, dati relativi alle stesse variabili misurate su popolazioni, sistemi, istituzioni o territori (o campioni di esse/essi) che beneficiano in misura diversa o in tempi diversi delle dette azioni; anche nella scelta delle variabili di interesse occorre definire e disporre di dati su due gruppi distinti di variabili che comprendono le variabili che misurano l’impatto da individuarsi in funzione degli obiettivi identificati nel disegno di valutazione, il gruppo delle variabili di controllo, cioè delle variabili che, sulla base della teoria sottostante, vengono messe in relazione con le variabili di impatto e che comprendono sia variabili osservabili sia eventuali proxy di variabili latenti non osservabili. La condizione ideale - come indicano i lavori più recenti in ambito internazionale che adottano il metodo sperimentale per realizzare valutazioni d'impatto - è rappresentata dalla disponibilità di serie storiche per la realtà su cui l’iniziativa intende incidere e la realtà utilizzabile come area di controllo. ii. L’innesto di attività di rilevazione nelle attività del Programma, rappresenta una possibilità di abbattere i costi della valutazione, riducendo il bisogno di rilevazioni ad hoc e, in particolare, attività di raccolta ex post di dati relativi alla cosiddetta linea di base, attraverso diverse tecniche di raccolta di dati secondari (RECALL, Participatory Rapid Assessment, interviste qualitative a osservatori privilegiati). iii. La raccolta di dati presso gruppi di controllo rappresenta un ulteriore elemento di raccomandazione. Anche per questo aspetto, risulta altamente opportuno prevedere, già nella fase della raccolta delle informazioni e dei dati utili allo studio di prefattibilità, l’allargamento dell’universo di riferimento anche a gruppi di controllo. iv. Trattandosi di un Programma con componenti di institution building si presentano interessanti opportunità di collegare le attività di valutazione alle iniziative di Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 151 Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN institutionalcapacity building, coinvolgendo gli organismi statistici presenti in Egitto. Allo stesso modo, un notevole salto di qualità si potrebbe ottenere collegandosi ad altre iniziative di assistenza tecnica e capacity building nelle stesse aree allo scopo di creare una rete di consulenza e scambio di informazioni e dati. v. La mappatura e la tracciabilità del percorso individuale del personale che è stato coinvolto, a diverso titolo, dal Programma, in una fase breve o lunga del proprio percorso professionale sono elementi di grande importanza ai fini della valutazione strategica del Programma. Parallelamente, occorrerebbe rilevare sistematicamente l'eventuale creazione di nuovi servizi o innovazione di quelli esistenti all'interno della struttura delle autorità nazionali/locali, in particolare per quanto riguarda le linee del Programma e, in generale, le attività di partenariato italo-egiziano che il Programma ha sviluppato o rafforzato. 7. Al fine di conservare la continuità di intenti e i positivi risultati raggiunti dal Programma, è importante continuare a valorizzare l’importante contributo che l’intervento apporta al consolidamento delle relazioni bilaterali tra Italia ed Egitto. Ciò, al netto dei cambiamenti sul fronte egiziano al momento imprevedibili e seguiti con apprensione come anche di un eventuale maggiore impegno sul fronte bilaterale della politica italiana di cooperazione allo sviluppo, può essere fatto individuando meccanismi che, pure all’interno di una più destrutturata III fase, garantiscano la prosecuzione del dialogo tra le parti, che si è dimostrato utile anche nell’orientare indirettamente il resto dell’azione italiana nel Paese, con conseguenti positive ricadute in termini di efficacia e di allineamento alle strategie egiziane. 8. Al fine di massimizzare l’impatto e la sostenibilità del Programma, su cui peraltro in sede di raccolta di opinioni e documenti si sono registrati i giudizi meno positivi tra i diversi criteri di valutazione adottati e su cui evidentemente pesa la difficoltà di prevedere al momento gli sviluppi di contesto (e quindi la conformità degli impatti attesi con i bisogni che il nuovo contesto farà emergere, come pure il profilo favorevole o problematico che il contesto determinerà in termini di sostenibilità politico-istituzionale, oltre che economico-finanziaria) è importante limitare la dispersione e la polverizzazione degli interventi che ha sinora caratterizzato il Programma. A tale proposito: i. Sarebbe consigliabile individuare, nella futura fase, all’interno di ciascuna linea tematica/di Ministero, pochi temi settori ed aree prioritarie che saranno oggetto di intervento. ii. Sarebbe importante assicurare la capacità di mainstreaming, ovvero che le diverse iniziative non siano soltanto inserite nel quadro della programmazione nazionale, ma che siano volano di cambiamenti nella cultura generale di programmazione del Paese. iii. Al punto precedente si lega la necessità che tutti i Progetti della III fase siano approvati in base al loro contributo all’ottenimento degli obiettivi specifici e generali del Programma. iv. In ragione del profilo tematico che caratterizza i progetti, sarebbe importante assicurare una forma di coordinamento, ancorché leggero (cioè in forma di semplice consultazione e scambio di informazioni sullo stato di avanzamento) tra i progetti afferenti alla medesima linea tematica, definendo una sorta di clusterizzazione del Programma, al fine di contribuire a creare maggiore massa critica e coerenza tra gli interventi e con le priorità nazionali, oltre che per consolidare un senso di comunità d'appartenenza al Programma. I reali cambiamenti iche un Programma provoca nella collettività, infatti, risentono moltissimo della scala e frammentazione d'intervento; allo stesso modo la capacità del Programma di produrre e riprodurre i benefici nel tempo è fortemente Pag. 152 Novembre 2013 Rapporto finale Valutazione indipendente del Programma di Conversione del Debito – II fase (Egitto) DRN influenzata negativamente dalla dispersione a livello micro degli interventi e dal rischio di divario progetti-Programma. v. Un delicato equilibrio è pertanto raccomandabile, in sede di ingegneria istituzionale di meccanismo di gestione del Programma, tra un orientamento a favore del sostegno al bilancio (sposato dalla III fase) e l'opportunità di mantenere il carattere bi-nazionale della TSU, una condizione che ,oltre ad essersi dimostrata efficace per lo sviluppo delle relazioni bilaterali (asse portante dell'impatto del Programma), ha provato di essere anche fondamentale per mantenere l’efficienza e l’efficacia del Programma. Ciò è vero soprattutto se la gran maggioranza dei progetti sarà presentata e realizzata da Ministeri ed enti governativi egiziani. 9. Per quanto attiene al criterio della rilevanza/pertinenza, le modifiche in corso nel contesto di riferimento sono sotto gli occhi di tutti e sono così profonde e al contempo non assestate, dallo sconsigliare specifiche indicazioni, se non quella di ricercare il più elevato grado di raccordo con la politica dell'Unione Europea, al fine di cogliere indicazioni circa la coerenza con le priorità nazionali (tutt'altro che chiare al momento), ma anche con quelle internazionali, oltre che con quelle - sostanzialmente assicurate, alla luce della valutazione condotta - dell'azione complessiva della DGCS in Egitto. 10. Pertanto, in linea generale, al di là di specifiche raccomandazioni collegate ai cinque criteri canonici di valutazione (efficienza, efficacia, impatto e sostenibilità, oltre che rilevanza/pertinenza) e degli associati criteri di coerenza - tra i progetti all'interno del Programma e con le politiche esterne prevalenti in Egitto -, sostenibilità specifica del meccanismo di gestione del Programma e miglioramento rispetto alla I fase del Programma stesso, non si può non convenire sull'opportunità di: i. Assicurare la qualità dei documenti di progetto, imponendo che la formulazione sia eseguita con la partecipazione attiva dei partner e dei beneficiari finali, che vengano condotti studi socio-economici, ambientali e tecnologici accanto agli studi di fattibilità tecnici, e che vengano utilizzati esperti con buona conoscenza del Quadro Logico,meglio ancora se favorendo la costituzione di team misti italo-egiziani; ii. Organizzare presso la TSU una sezione per il monitoraggio tecnico dei progetti e reclutare/formare esperti egiziani in monitoraggio e valutazione a questo scopo; iii. Organizzare, subito dopo l’approvazione di un gruppo di progetti, un seminario nel quale è presentato il Programma, gli obiettivi, i risultati e la strategia, e sono spiegate le procedure e il sistema di monitoraggio; iv. Nel caso sia confermata la forma di finanziamento, che prevede quasi un supporto di budget ai Ministeri dell’Educazione, Agricoltura, Commercio e Antichità, predisporre gli indicatori, l’audit indipendente e concordare il sistema di monitoraggio e soprattutto la valutazione strategica in forma congiunta; v. Organizzare eventi che permettano il prevalere della dimensione di programma nella percezione dei partner dei progetti e tra le istituzioni interessate. Organizzare una base di dati che includa tutti i partner e tutti gli attori che sono coinvolti a diverso titolo nell’esecuzione di ogni progetto per costituire una rete. Rapporto finale Novembre 2013 Pag. 153
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