Rassegna stampa 18 - 25 luglio 2014

Dal 18 al 25 luglio 2014
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da BRESCIA OGGI
da L’ARENA
da L’ADIGE
dal TRENTINO
dal CORRIERE DELLA SERA
da BRESCIA OGGI
giovedì 24 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 10
BREBEMI, LE CATEGORIE. Mattinzoli: «I costi di pedaggio sono ripagati dal tempo risparmiato»
Artigiani: «Un miracolo
senza denaro pubblico»
Agliardi: «Per portare a Milano merci dalla Valgobbia il trasporto spesso è più caro delle materie prime: ora si
cambia e si inverte il trend di delocalizzazione»
Se la burocrazia non l´avesse frenata, una Brebemi nata prima avrebbe neutralizzato la delocalizzazione di tante
aziende nella fascia padana. Ne è assolutamente convinto Bortolo Agliardi, vicepresidente dell´Associazione Artigiani
di Brescia, realtà che non ha nessun tentennamento nel definire l´apertura della A35 un «piccolo grande miracolo»
Per spiegare perché, Agliardi snocciola esempi brescianissimi: «Per la gente di Valgobbia e Valtrompia - piccoli artigiani
e imprenditori - il trasporto dei beni finiti da Lumezzane a Malpensa aveva un costo superiore a quello delle materie
prime. Un paradosso simile legava le mani a tutti: non era più competitivo un modello del genere, in un mercato
globale. Ora si cambia. Basta pensare a come anche i 5 chilometri di tangenziale a tre corsie abbiano mutato il volto di
Brescia».
Il fatto che questa nuova autostrada a tre corsie per direzione di marcia sia scaturita da un piano di project financing è
uno degli elementi che più soddisfa Enrico Mattinzoli, direttore dell´Associazine Artigiani: «È la dimostrazione di come
senza spendere un euro pubblico siamo riusciti a ottenere grandi risultati. Quanto farà di margine non lo so, ma la
Direttissima ha seminato sul territorio i frutti di un investimento immaginato dalle camere di commercio. Grazie allo
straordinario impegno di Franco Bettoni».
Che la «vecchia» strada, la A4, in questi anni abbia in parte cambiato aspetto e criticità, i rappresentanti del mondo
artigiano non hanno problemi ad ammetterlo: «Certo, diciott´anni fa», senza la terza corsia in alcuni punti e la quarta
negli altri tratti, «la situazione era incandescente. Ma anche oggi la nascita di un´alternativa più veloce e comoda crea
una valvola di sfogo per la A4 che era sacrosanto e urgente costruire, per i settori produttivi, gli utenti semplici e i
pendolari», spiega Mattinzoli.
Ma la domanda di mobilità c´è? Le aziende saranno in grado di sfruttare la chance, nonostante le ristrettezze? «La crisi
non andrà avanti in eterno» sottolinea il direttore di Assoartigiani. E proprio nessuno si lamenta dei costi di pedaggio?
«No, perché il minor tempo di consegna al cliente finale ripaga ampiamente il leggero costo in partenza».
«PER L´ENNESIMA volta il privato ha dimostrato qualità e rispetto dei costi, nonostante la valanga di modifiche
richieste e le grandi difficoltà che ha dovuto superare la variante alla fine realizzata, legata a vari limiti di natura
geologica» prosegue il vicepresidente Agliardi. «Siamo in ritardo: la strada doveva essere fatta 15 anni fa. La cecità dei
burocrati nazionali e le lobby che detenevano il potere delle concessioni autostradali hanno frenato. Il ritardo lo
scontiamo ma è ancora possibile creare una realtà vivace, sfruttando questo volano. Viviamo immersi nei messaggi, di
tablet e telefonini, ma la gente ha ancora grandi esigenze di muoversi».
giovedì 24 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 10
Lupi: «Le infrastrutture
sono un volano anti-crisi»
«La ragione per cui siamo qui non può essere solo legata alla Lombardia. È un segnale di successo e positività per tutto
il Paese». Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi ha preso esempio da Brebemi per dare una scossa
all´intero paese e lo ha fatto citando papa Giovanni XXIII e la teoria per cui «gli ostacoli, i limiti e le difficoltà
dell´opera» possano essere superati con determinazione. «Le infrastrutture - ha aggiunto Lupi - sono un elemento
indispensabile di sviluppo per il territorio e le imprese nel nostro Paese. Le risorse investite in infrastrutture sono un
volano per la crescita e il futuro del Paese».
Intanto in casa del Pd hanno sottolineato come con l´inaugurazione di Brebemi ha cominciato a prendere forma quel
«grande progetto di nuova viabilità autostradale che vede coinvolta la Lombardia ma che porterà benefici a tutto il
Nord».
QUANDO INFATTI anche Teem e Pedemontana entreranno in piena funzionalità la Lombardia sarà dotata di un
sistema di infrastrutture che abbatterà i tempi di percorrenza e faciliterà gli spostamenti di persone e merci nella
regione più dinamica del Paese. «Per noi democratici che abbiamo creduto nel progetto fin dalle sue origini è una
giornata importante - ha dichiara il Segretario del Pd Lombardo Alessandro Alfieri - E per questo ringraziamo il
Governo, e in particolare il Presidente Renzi, che ha voluto dare un segnale partecipando all´inaugurazione di
stamattina. Ora si va verso il provvedimento di defiscalizzazione di Pedemontana, necessaria premessa per portare a
termine l´opera». Alfieri guarda oltre: «Si va verso la defiscalizzazione dell´autostrada Pedemontana che verrà
affrontata in una riunione dal Cipe nei prossimi giorni. Questa è la conferma dell´impegno che come Pd abbiamo
portato avanti in tutti questi mesi. Grazie al contributo fondamentale del Governo finalmente vedremo realizzata
un´infrastruttura strategica per i nostri territori su cui abbiamo lavorato fin dall´inizio dell´iter».
giovedì 24 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 13
L´OTTIMISMO DEL SINDACO. Il primo cittadino pensa a una nuova mobilità sovracomunale veloce («Faccio il tifo per
i tram») e si spinge fino ai confini di Montichiari
Del Bono «lega» Tav, Brebemi e aeroporto
«I tre miliardi e mezzo arrivati o in arrivo, sommati al miliardo del metrò, rendono la nostra l´area la meglio
infrastrutturata d´Italia»
Brebemi, certo. Ma non solo. Nel grande giorno della «direttissima», Emilio Del Bono guarda il panorama nell´insieme
e trova grandi motivi di ottimismo per il futuro della città. «Fra A35 e Tav sul nostro territorio sono arrivati o stanno
per arrivare investimenti per 3 miliardi e mezzo di euro, che sommati al miliardo della metropolitana leggera ne fanno
l´area meglio infrastrutturata d´Italia e fra le migliori d´Europa. Ora - suggerisce il sindaco di Brescia - sta a noi
prendere consapevolezza di questa nuova realtà e sfruttarla nel migliore dei modi».
DEL BONO PENSA a una nuova mobilità sovracomunale veloce («Tutti sanno che faccio il tifo per i tram: verso Ovest,
certo, ma non solo») e si spinge fino ai confini di Montichiari, area da sempre individuata come crocevia del sistema
che comprede Corda Molle, Brebemi, Tav e aeroporto. «Proprio di questo ho parlato la scorsa settimana a Roma con il
ministro Lupi - rivela il sindaco -. A breve apriremo un tavolo di lavoro fra tutti i soggetti interessati: Italferr, Rfi,
Ministero, Comune. Il primo nodo da sciogliere sarà la stazione dell´Alta velocità a Montichiari, perché è chiaro che
non avrebbe senso prevederla se il D´Annunzio non dovesse allargare la sua attività al trasporto passeggeri, restando
limitato alle merci. Tocca al Governo sbrogliare la matassa, con il riordino del sistema aeroportuale di tutto il Nord
Italia».
«In cambio» di nuove prospettive per l´aeroporto, Del Bono non avrebbe problemi a ridimensionare l´importanza
della stazione Tav in città. «Perché ormai bisogna ragionare come Londra e Parigi, prevedendo connessioni veloci da e
con le periferie», spiega. In gioco c´è anche l´«uscita» della linea ferroviaria dell´Alta Velocità da Brescia. «Se la
stazione di Montichiari non si farà, bisognerà ripensare l´uscita a Sud, che dovrà per forza essere in galleria perché non
si può certo pensare di abbattere le case - ricorda -. Il ferro va battuto adesso perché è vero che la tratta Brescia Verona non è stata ancora finanziata, ma questa è la fase della progettazione definitiva. E non possiamo mancare al
tavolo in cui si prendono decisioni che ci riguardano così da vicino». In ogni caso, sostiene Del Bono, Brescia sarà
sempre pià un grande nodo infrastrutturale, al centro del sistema e non periferica come Bergamo, Cremona e
Mantova, «città che rischiano di restare fuori da tutto, mentre noi puntiamo a diventare il secondo polo lombardo
dopo Milano».
Quanto a Brebemi, «le auguro tutto il bene possibile - sottolinea Del Bono -. Ora che è realtà, speriamo vinca anche la
grande scommessa della sostenibilità finanziaria».
mercoledì 23 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 27
AMBIENTE. Cessata emergenza per gli episodi di domenica
Manerba, tolti i divieti
dopo i casi di grattarola
Maria Lisa Piaterra
L´Asl autorizza la balneazione ed esclude pericoli «Dermatite transitoria dovuta a fenomeni naturali»
È stato revocato ieri mattina il divieto di balneazione nella spiaggia di via Seselle a Manerba. L´ordinanza era stata
emessa domenica in via precauzionale, a seguito di una trentina di casi di dermatite che si erano verificati tra i
bagnanti, poi ricorsi a cure mediche.
L´ASL DI BRESCIA ha comunicato che gli esiti dei prelievi eseguiti nelle acque antistanti le spiagge di Manerba e
Desenzano, dove si era manifestata un´altra decina di episodi allergici sempre nella mattinata di domenica, hanno
confermato la balneabilità.
«I valori dei dati microbiologici - riporta una nota dell´Azienda sanitaria - sono nettamente inferiori ai limiti previsti
dalla normativa vigente».
Già ieri l´Asl aveva dichiarato che il fenomeno accaduto nelle spiagge del lago di Garda è del tutto naturale e la causa è
da ricercarsi in un parassita degli uccelli acquatici che, in caso di caldo intenso, colpisce anche l´uomo, provocando la
cosiddetta «dermatite del bagnante»: un´irritazione cutanea transitoria che si manifesta con prurito ed eritema, che
regredisce spontaneamente o con l´applicazione di creme a base di cortisone.
Emergenza rientrata dunque e via libera ai bagni.
martedì 22 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 8
ASSEMBLEA A VERONA. Bilancio positivo dell´ultimo trimestre a Montichiari. Decisivo il trasferimento di voli da
Orio al Serio
D´Annunzio, aumenta il traffico merci: +29%
E nei primi sei mesi crescita del 38% per i passeggeri Ricorso Sacbo: il Consiglio di Stato rinvia a novembre
L´aeroporto di Montichiari chiude il semestre con un aumento dell´11% delle merci gestite, anche in seguito al
trasferimento di voli durante la chiusura temporanea dell´aeroporto di Orio al Serio, lo scorso maggio. Fa ben sperare
il dato diffuso ieri in occasione dell´assemblea dei soci della Catullo, la holding che gestisce lo scalo bresciano.
Solo nel secondo trimestre dell´anno - fanno sapere da Verona - il D´Annunzio ha movimentato oltre 13,5 mila
tonnellate di merci, registrando un forte incremento rispetto allo stesso periodo del 2013 (+28,9%) grazie soprattutto
al considerevole aumento di traffico gestito a maggio, in concomitanza con la chiusura della pista dello scalo
bergamasco. In quel mese infatti il D´Annunzio ha ospitato oltre 500 voli cargo. I risultati del trimestre hanno
contribuito alla crescita del traffico merci registrato nella prima metà dell´anno, pari all´11% (22,4 mila tonnellate)
Quanto ai passeggeri, nel trimestre aprile - giugno l´aeroporto me ha movimentato 7 mila passeggeri,
prevalentemente voli executive e voli charter, che nei primi sei mesi dell´anno hanno raggiunto quota 11,2 mila, con
una crescita del 38% rispetto al primo semestre dell´anno passato.
L´appuntamento societario di ieri ha però soprattutto spianato la strada al processo di integrazione tra Catullo e Save
Spa che gestisce l´aeroporto veneziano: è stato espresso il benestare alla cessione di quote a Save da parte del
Comune di Villafranca e al conferimento delle quote alla newco Aerogest Srl.
LE OPERAZIONI - si legge in una nota della Catullo - rappresentano due passaggi significativi per la creazione del
sistema aeroportuale del Nord-Est. «La costituzione del polo aeroportuale - continua la holding - contribuirà
all´integrazione degli aeroporti di Verona e Brescia con quelli di Venezia e Treviso in un sistema competitivo da un
punto di vista economico– finanziario, in accordo con le prospettive di crescita definite nel piano industriale di Catullo
e in linea con il piano nazionale degli aeroporti, che auspica la creazione di reti gestite in modo coordinato».
Il destino del D´Annunzio resta comunque in sospeso. Bisognerà aspettare il 25 novembre per sapere come finirà il
ricorso della Catullo contro la sentenza del Tar bresciano che, accogliendo il ricorso di Sacbo, ha annullato
l´affidamento della concessione quarantennale ai veronesi. Il Consiglio di Stato nei giorni scorsi ha rinviato al merito la
discussione della vicenda. Può anche essere che, nel frattempo, le società trovino un´intesa tale da evitare la gara
europea. Gara che anche il ministero vorrebbe scongiurare, per evitare un effetto domino sulle altre concessioni.
NA.DA.
martedì 22 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 15
DUE INCONTRI. In via Dalmazia il sottosegretario regionale alle Riforme istituzionali Nava, con Beccalossi e Parolini
La nuova Provincia tiene banco
Mauro Zappa
Molgora all´attacco: «Il rischio vero per noi sarà l´ingovernabilità» L´ultimo presidente del Broletto accusa: «Legge
pressapochista»
Due appuntamenti, uno con un´impronta prettamente istituzionale, l´altro più strettamente politico, sul medesimo
tema: l´applicazione della legge Delrio, l´insieme di disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e
sulle fusioni di Comuni, in vigore dal 7 aprile. Entrambi gli incontri hanno lo scopo di aggiornare i rappresentanti degli
enti locali sui vari aspetti e le implicazioni che la ridefinizione dell´assetto delle Province porta con sé, cercando di fare
luce sulla futura attribuzione delle competenze in carico ai vecchi organismi.
NEL POMERIGGIO la sede decentrata della Regione, in via Dalmazia, ha ospitato il sottosegretario regionale alle
riforme istituzionali, enti locali, sedi territoriali e programmazione, Daniele Nava, giunto a Brescia per raccogliere
osservazioni e proposte. «Il nostro timore è che il legislatore abbia voluto assecondare il sentimento generalizzato
dell´antipolitica. La motivazione del provvedimento è nobile, ma rischia di avere conseguenze nefaste se alla sua
adozione seguirà il caos organizzativo e un deficit per i cittadini in termine di servizi», ha premesso Viviana Beccalossi.
All´assessore regionale al Territorio e all´Urbanistica ha fatto eco il collega Mauro Parolini, a cui Roberto Maroni ha
conferito le deleghe al Commercio e al Turismo: «Serve una responsabilità comune, muovendoci nell´ambito di una
legge che, pur non piacendomi, lascia tuttavia margini di discrezionalità sufficienti perché alla fine ne possa uscire
qualcosa di buono».
Forti perplessità, focalizzate sull´ambito bresciano, sono state espresse dall´ultimo presidente del Broletto espresso
dal voto popolare. Secondo Daniele Molgora, «il rischio vero per la nostra provincia sarà l´ingovernabilità, 206 sindaci
sono tanti, non potranno vantare una visione trasversale e ciò porterà a uno stallo sulle decisioni di assumere». «La
legge - ha insistito - è stata scritta con un´abbondante dose di pressapochismo e non prevede il destino di alcune
competenze, vedasi le funzioni sociali dell´Ente (trasporto dei disabili e sostegno), poste in un sorta di limbo. Lo stesso
dicasi per le politiche di promozione del territorio e sorte identica spetta agli Uffici del lavoro, dei quali si ignora a chi
resteranno in capo». Decisamente poco convinto è apparso Nava: «Limitandoci a ragionare sulle poche funzioni
lasciate alle Province, è evidente che lo Stato dovrà iniettare denaro, altrimenti sarà il corto circuito totale. Sulle altre,
numerosissime, che sono state tolte, come andranno trattate e da chi?».
Se le elezioni si terranno veramente il 28 settembre, ha proseguito il sottosegretario, «avremo dei volonterosi che non
avranno certezze sulla materie di cui andranno a occuparsi a titolo gratuito».
«Il vero protagonismo dei territori nella ridefinizione del nuovo Ente» era invece il titolo del convegno svoltosi in
serata all´hotel Vittoria, organizzato su iniziativa di «Brescia cambia verso» (consesso composto in larga parte da
Democratici di stretta osservanza renziana) e premiato da una folta affluenza di amministratori locali, non solo targati
Pd. Claudio Lamberti, sindaco di Capriano del Colle e presidente dell´associazione, ha esordito in veste di coordinatore
dei lavori: «Abbiamo riscontrato un forte bisogno di informazione sulla trasformazione delle Province e avvertito la
necessità di colmarlo».
LAMBERTI HA contestato la negatività che sta accompagnando il cambiamento, rimarcandone invece l´aspetto di
novità e le opportunità positive che «la politica, quella vera, è destinata a cogliere».
Squisitamente tecnico-didattica, quasi del tutto priva di giudizi di merito e davvero capace di sciogliere i tanti dubbi
che serpeggiavano in platea, è stata la relazione tenuta da Mario Gorlani, docente di diritto pubblico all´Università
degli Studi di Brescia. «La 56/2014 è una legge transitoria, ma darei per scontato che ci accompagnerà per almeno
dieci anni - ha chiarito -: il nascituro organismo si trasformerà in continuazione, tant´è vero che il Consiglio sarà
rinnovato ogni due anni a differenza del presidente, nominato ogni quattro anni. Questa sfasatura temporale è la
ragione della non sussistenza del rapporto fiduciario tra le due entità».
martedì 22 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 25
AMBIENTE. Tutte «guarite» le 25 persone colte dall´eritema. Oggi attesa la revoca del divieto di balneazione a
Manerba
Bagni e grattarola, «fenomeno naturale»
Nessuna conseguenza per i 25 bagnanti che domenica si sono rivolti agli ospedali di Desenzano e Gavardo per una
dermatite, comparsa dopo una nuotata al lago nelle spiagge del Desenzanino e di via Seselle a Manerba.
Nessuno dei colpiti dalla fastidiosa irritazione della pelle è stato trattenuto in ospedale. Alcuni si sono autodimessi,
poiché durante l´attesa in pronto soccorso la sintomatologia è regredita spontaneamente; altri invece hanno
aspettato di essere visitati per ricevere indicazioni terapeutiche, a base di pomate al cortisone e antistaminici.
Che cosa è successo? Lo spiega l´Asl, con un comunicato diffuso ieri: «I bagnanti, immergendosi nel lago, si sono
inseriti all´interno di un fenomeno naturale, fastidioso ma del tutto benigno e transitorio, conosciuto sin dagli anni 90.
Il fenomeno è presente nell´ecosistema lago di Garda con dinamiche e periodicità del tutto simili a quelle degli altri
laghi europei».
Il colpevole è un parassita delle lumachine di lago e degli uccelli acquatici, che diventa «aggressivo» (ma alla fin fine
innocuo) solo in caso di caldo intenso. Precauzioni: evitare i bagni «durante le ore più calde e luminose» e la normale
igiene (doccia subito dopo).
Oggi l´Asl diffonderà i risultati ufficiali degli accertamenti sanitari, Intanto permane il divieto precauzionale di
balneazione per la spiaggia di Manerba. Divieto che potrebbe essere revocato oggi stesso su comunicazione
dell´Asl.M.L.P.
domenica 20 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 10
INCARICHI. Il questore De Matteo a Roma, lo sostituisce Esposito
Vertice della Questura
cambio della guardia
Come nel calciomercato, i trasferimenti di prestigio si effettuano in piena estate.
Il questore Luigi De Matteo, 62enne casertano giunto a Brescia 14 mesi fa, è stato destinato a Roma. La promozione lo
porta all´Ufficio centrale ispettivo. Prima di Brescia ha prestato servizio a Palermo, Piacenza, Bologna, Cesena, Trento,
Rovigo e Pavia. Durante la breve permanenza a Brescia si è impegnato a rinforzare il numero di pattuglie sul territorio
nonostante la carenza di mezzi e i risultati si sono visti: sono in calo i reati denunciati dal bresciani. Ad eccezione dei i
furti in casa che, in città come in provincia, restano una piaga.
Al suo posto è già pronto ad arrivare Carmine Esposito, 57enne, nato a Napoli, a capo della questura di Trapani dopo
aver a lungo lavorato al sud. Notevole l´esperienza accumulata anche sul fronte della lotta alla criminalità organizzata
legata alla mafia e alla camorra. Un questore operativo, così viene descritto Esposito che tra il 1988 e il 1994 è stato in
forza alla Criminalpol Campania.
TROVERÀ a Brescia una realtà ben diversa da quella del sud, an che se per certi aspetti solo sulla carta: la malavita
organizzata si è ormai insinuata anche qui, in città, come nel basso lago di Garda. In passato sono stati già individuati
appartenenti alla camorra e alla ´ndrangheta. Tra le realtà da tenere monitorate, quelle degli appalti nel campo
dell´edilizia legati ad Expo 2015 e ai subappalti per i lavori legati alla Tav. Da tempo il Bresciano è «sorvegliato
speciale» dalla Procura, dalla Guardia di finanza, dai Carabinieri e dalla Polizia.
L´avvicendamento è fissato per il primo di agosto. Ieri sono iniziati i saluti alle autorità e agli amici bresciani. Il
Dipartimento della Pubblica sicurezza ha disposto altri trasferimenti a livello nazionale. Sandro Lombardi, per anni a
capo della Scuola di polizia di Brescia, è il nuovo dirigente dell´Ispettorato di Pubblica sicurezza al Viminale. Un incarico
di prestigio. E ancora. Riccardo Tumminia, sino ad un anno fa a capo della squadra Mobile di Brescia sarà a capo della
Mobile di Venezia.F.MO.
sabato 19 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 19
IL NUOVO BROLETTO. Il vice presidente uscente, deputato di Forza Italia, invita i partiti a non «alzare inutili
steccati»
Provincia, l´appello di Romele
«Larghe intese per il territorio»
Giuseppe Spatola
Il leader degli azzurri bresciani: «La Lega vorrebbe andare sola, ma sarebbe un grande errore» A settembre le liste
per il board
Il tema è caldo, quanto la stagione estiva che va ad aprirsi verso agosto. Così, aspettando che i partiti facciano sintesi,
a prendere parola e dare consigli è stato il vice presidente uscente del Broletto, l´onorevole Giuseppe Romele.
L´intervento del deputato di Forzxa Italia, però, assomiglia più a un appello del «buon padre di famiglia» che del
navigato politico. «Immagino che non sia opportuno che le forze politiche alzino gli steccati per fare liste contrapposte
- precisa Romele auspicando un accordo di ampie intese -. Ci dovrà essere una lista condivisa di sedici consiglieri e un
presidente candidato unico per amministrare con una condivisione di intenti. Perchè questo? Perchè si dovrà
governare con lungimiranza mettendosi al servizio dei Comuni. Lo scontro politico deve stare fuori dalla nuova
provincia. Sul presidente è solo una questione di posizioni, ma è unitaria la condivisione della gestione comune del
nuovo ente, indipendente dai nomi in corsa. Io non mi pronuncio sulle persone perchè è prematuro parlare del
timoniere. Oggi è necessario trovare la forza e la volontà di trovarsi intorno a un tavolo con tutti».
NON SOLO. A chi come la Lega vorrebbe correre sola, avverte: «La Lega Nord potrebbe distinguersi. Da qui il mio
appello a trovare il punto di sintesi. L´esempio che si può lavorare nello stesso senso per il bene del territorio è tutto
nel voto unanime al piano di programma licenziato dalla Provincia prima della sua chiusura. Abbiamo già una storia
che guarda all´area bipartisan. Il bene comune è quello di lasciare da parte le tensioni e le conflittualità. Non ci
misureremo sul numero dei consiglieri del board ma sui risultati di gestione. La politica si dovrà fare da parte e trovare
buonsenso. Come dire che le logiche milanesi dovranno rimanere a casa...». Insomma, l´accordo è possibile, anche se i
tempi stringono. «Le liste dovranno essere presentate la prima settimana di settembre, venti giorni prima delle
elezioni previste per il 28 - ha aggiunto Romele -. Ma penso che si potrà verificare un rinvio, una proroga di un mese.
Sarà una estate calda. Ma la politica deve fare un passo indietro per il bene della comunità e sono convinto che verrà
individuato un presidente unico, magari con delle staffette adeguate, e con i consiglieri scelti con un manuale che
preveda l´equilibrio delle parti. E ricordiamoci che i sindaci valgono un voto, tanto quanto gli ultimi consiglieri
comunali d´opposizione. La conta è impropria senza un accordo. Fondamentale sarà lo statuto, che dovrà essere
approvato e votato prima di ogni altra scelta. E i partiti dovranno stare fuori». Intanto lunedì sera all´Hotel Vittoria,
ore 20.30, Mario Gorlani, Professore associato di Diritto Pubblico all´Università degli Studi di Brescia, in un incontro
organizzato dall´associazione Brescia Cambia Verso farà comprendere al meglio la legge Delrio. A condurre sarà il
Presidente Claudio Lamberti: «Ci siamo resi conto che a due mesi circa dalla configurazione della nuova Provincia
abbiamo sentito parlare solo ed esclusivamente di nomi da assegnare alle varie cariche. La cosa che più colpisce è
questa totale assenza di informazione su quali siano i contenuti della nuova legge».
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da L’ARENA
venerdì 25 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 13
AEROPORTO. Il deputato del Pd D'Arienzo invita a procedere con Save
Catullo, «la scelta è fatta: basta liti, servono accordi»
Per l'aeroporto Catullo è giunto il momento di guardare al futuro e mettere da parte le recriminazioni, i «se» e i «ma».
Il deputato Vincenzo D'Arienzo sposta l'attenzione del Pd sulle scelte da prendere e invita a cambiare passo perché
ormai «il matrimonio per costrizione con Save, che prima di tutto salva i disastri di chi ci ha governato, è un dato di
fatto ineludibile. Avrei preferito altro, una gara internazionale, essere un grande aeroporto dell'area del Garda, ma
oggi è così. Fermarsi solo alle critiche con la testa all'indietro significa escludersi dal dibattito. E una forza di governo
come il Pd non può farlo. Il fatto nuovo, quindi, obbliga tutti a cambiare passo, evitando le ipocrisie del passato. E le
beghe da cortile».
«A questo punto», aggiunge D'Arienzo, «sarà determinante il piano industriale. Se l'obiettivo è unire gli aeroporti di
Brescia, Verona, Venezia e Treviso, ripartendo funzioni e ruoli e ampliando la capacità di coprire un mercato vasto di
merci e persone, in che modo si intende farlo? Dove e quando se ne parla? Nel futuro e nel nuovo assetto societario,
Verona deve essere in grado di portare risultati a casa. Per Catullo e d'Annunzio non può essere previsto solo il
turismo ma anche ruolo logistico strategico». L'importante però «è che il rapporto burrascoso con Brescia e Bergamo
va risolto. Quelle aree devono gravitare positivamente sul D'Annunzio. Per favorirlo penso sia utile coinvolgere quei
sistemi nella gestione operativa dello scalo di Montichiari. Basta con i litigi è ora di accordi. Qui spero che il
management sia in grado di superare le astiosità del passato. Se così non fosse, il danno per Verona continuerebbe e,
quindi, una riflessione la farei su eventuali riconferme. Per integrare il sistema occorre la metropolitana di superficie in
merito alla quale il Governo deve fare la sua parte e i soci impegnarsi fino in fondo. Una parola per il personale in
cassa integrazione fino a dicembre: va rimesso nel ciclo produttivo, ma non ne sento parlare».
venerdì 25 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 33
MALCESINE. Durante la pubblica assemblea i cittadini hanno chiesto di modificare il tracciato
Ciclabile della discordia
I residenti la bocciano
Emanuele Zanini
Critiche al progetto: «Si cambi» Intanto Brancher avverte: «Se il Comune non rispetta i tempi rischia di perdere i
soldi dell'Odi»
C'è chi lo contesta e critica apertamente, chi non lo boccia in toto pur rimanendo scettico, chi infine lo promuove. Il
progetto della pista ciclopedonale del Garda, che collegherà Brenzone con Limone, continua a far discutere. Il piano,
suddiviso nella parte veronese in tre lotti - Brenzone, Malcesine sud e Malcesine nord - e finanziato dall'Odi con 17
milioni di euro, è stato al centro di un'assemblea pubblica organizzata mercoledì sera in municipio a Malcesine, con
particolare riferimento al secondo tratto, quello che passa per il centro del paese, da Cassone a Navene. Il sindaco
Benamati ha illustrato ai cittadini l'iter del progetto, seguito dall'ingegner Pierangelo Lombardi, che ha spiegato i
dettagli del secondo lotto. I punti cruciali del piano sono tre: la zona di Paina, dove il tragitto per i pedoni verrà
spostato verso il lago e i ciclisti su corsia riservata; viale Roma, con il discusso progetto di estirpare le 45 magnolie per
far posto a una corsia per i ciclisti a fianco di un passaggio pedonale; il lungolago, che per buona parte verrebbe
allargato sul lato del Garda con passerelle sospese, in legno, mentre le bici transiterebbero sull'attuale passeggiata.
Manuel Cavazza, tecnico forestale, ha spiegato che le magnolie di viale Roma sono piante che non si adattano bene
all'ambiente gardesano e che andranno sostituite con il leccio, pianta più idonea.
Gli interventi del pubblico sono stati per la maggior parte critici al progetto, anche se non è mancato qualche
sostenitore. «Avete chiesto alla gente se era d'accordo?», ha domandato un cittadino. «La stragrande maggioranza dei
negozianti è contro l'opera. In questo modo vendiamo il paese ai ciclisti», ha commentato un'altra residente. Qualcun
altro ha suggerito un sondaggio «per far esprimere anche la cittadinanza su un progetto così importante». Altri hanno
chiesto di modificare parte del piano «per non stravolgere dal punto di vista paesaggistico e ambientale il paese e il
suo lungolago». «Siamo vincolati al progetto iniziale», ha replicato Benemati, «non abbiamo alternative. O si fa così o
si perde il finanziamento. Lasciarsi sfuggire quest'occasione però sarebbe un errore».
C'è inoltre un'altra questione: le tempistiche di realizzazione. L'amministrazione ha ottenuto dall'Odi la proroga di tre
mesi – scadenza 28 ottobre – per la presentazione del progetto definitivo del lotto 2 corredato dalle varie
autorizzazioni. Ma sui tempi previsti l'organo di collaudo all'Odi, il 20 giugno scorso, dieci giorni prima della
soppressione del fondo, aveva bocciato il crono-programma del Comune che prevede la conclusione delle prime due
fasi (progettazione e inizio lavori) entro 18 mesi dalla stipula della convenzione avvenuta nell'ottobre del 2013,
osservando che dalle procedure avviate dall'amministrazione «non si trova specifico riferimento alla tempistica
prevista per le approvazioni del progetto definitivo necessarie per legge da parte degli enti competenti (Regione,
Sovrintendenza, Via, etc)». Per il lotto 2 inoltre «i tempi per realizzare e approvare il progetto definitivo non tengono
in considerazione le tempistiche necessarie per la verifica e validazione».
La commissione inoltre, si legge nel documento, «si riserva di valutare la sussistenza di possibili frazionamenti
artificiosi», riferendosi alla suddivisione dell'opera in tre stralci. Quattro giorni dopo, il 24 giugno, Aldo Brancher, ex
presidente dell'Odi, constatava in una lettera al Comune che «la commissione ha verificato che la tempistica prevista
non è sufficiente» e che «c'è il rischio di revoca del finanziamento».
giovedì 24 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 34
IL PROGETTO. Dopo l'incontro delle amministrazioni veronesi ora De Beni dovrà presentare una proposta ai colleghi
Tassa di soggiorno uniforme
Comuni decisi ad accordarsi
Valeria Zanetti
Troppe le disparità su importi e durata dell'imposta: in alcuni paesi è spalmata su tutto l'anno in altri solo nel
periodo turistico
Un'imposta di soggiorno omogenea, magari spalmata su tutto l'anno, non applicata solo sui mesi della stagione
turistica. Con importi riveduti all'insù di qualche centesimo, ma il più possibile uniformi per tutta la sponda veronese
del Garda.
È questo l'obiettivo a cui lavora il tavolo di amministrazioni comunali che si sono date appuntamento due settimane fa
sotto il coordinamento del sindaco di Bardolino, Ivan De Beni. Il quale dovrà ora articolare una proposta da sottoporre
ai colleghi entro la prima metà di agosto, per ipotizzare una soluzione condivisa su cui coinvolgere anche gli enti locali
del Bresciano e Trentino.
«L'obiettivo di lungo termine, ma non facile da centrare, sarebbe quello di concertare importi e durata della tassa su
tutto il bacino del Garda per vendere il «prodotto lago» in maniera il più possibile uniforme», commenta. «Coordinare
l'offerta e promuovere il lago insieme aiuterebbe a cogliere anche tutte le opportunità che si affacciano con
l'avvicinarsi dell'Expo, che porterà sulla direttrice Milano-Verona-Venezia milioni di turisti», aggiunge Angelo Tosoni,
sindaco di Valeggio.
Urgente, comunque, trovare al più presto una soluzione almeno per il litorale scaligero e per l'immediato entroterra. I
comuni devono infatti comunicare eventuali variazioni agli operatori entro l'autunno, in tempo per consentire la
predisposizione di offerte e pacchetti per la primavera-estate 2015. La situazione per ora è molto segmentata.
Al tavolo, aperto anche ad altri aderenti, partecipano le amministrazioni di Malcesine, Brenzone, Torri del Benaco,
Garda Costermano, Bardolino, Castelnuovo, Peschiera, Lazise, San Zeno di Montagna, Valeggio, Affi, Bussolengo.
«Nonostante gli sforzi di ragionare in termini di comprensorio fin dalla prima applicazione dell'imposta», introduce De
Beni, «le differenze tra Comuni restano, anche perché le delibere sono state approvate in tempi diversi».
Bardolino, solo per fare alcuni esempi, conteggia la tassa da maggio al 30 settembre, Garda da aprile a inizio ottobre,
Bussolengo per 12 mesi, come pure Malcesine, Valeggio per nove mesi, esclusi gennaio, febbraio e marzo. Anche sugli
importi ci sono differenze, generalmente in termini di centesimi al giorno per persona: in un hotel quattro stelle si
paga un euro, a Garda; 1,50 euro a Lazise.
Per i tre stelle si oscilla in genere dagli 80 centesimi all'euro. Altre piccole disparità di prezzo riguardano le tariffe per
le strutture ricettive extralberghiere.
«Il punto è che ci sono differenze macroscopiche di gettito tra Comuni, derivanti dal numero delle presenze in hotel e
dei pernottamenti nel campeggi: a fine anno ci sono enti locali che incassano intorno ai 150mila euro, e che dunque
sarebbero disposti a rivedere all'insù le tariffe, altri che superano gli 800mila e che quindi sono più cauti», argomenta
Antonio Pasotti, sindaco di Garda, che nel 2013, grazie all'imposta ha incamerato intorno ai 500mila euro e che infatti
non sente la necessità di «prolungare il periodo di riscossione e neppure gli importi». Le entrate garantite dalla tassa
sono ancora superiori per Bardolino, oltre 800mila euro nel 2013 e si prospettano di tutto rispetto per Lazise, che ha
appena istituito l'imposta e che nei soli mesi di maggio e giugno avrebbe incassato già 300mila euro.
«Il punto è che due anni fa su indicazione degli operatori, ci preoccupavamo della reazione dell'imposta sui clienti.
Abbiamo invece appurato che i turisti non badano a pochi euro sui costi complessivi di una vacanza», commenta
Michele Benamati, sindaco di Malcesine, dove la tassa viene sperimentata in questi mesi. «Noi abbiamo comunque
puntato su tariffe bassissime», precisa (le stesse di Bussolengo, con punte inferiori per i due stelle: 50 centesimi al
giorno a persona a Malcesine; 60 nel paese dell'entroterra, ndr), «che non avremo intenzione di ritoccare finché non
saremo in grado di tirare le fila degli esiti della sperimentazione».
martedì 22 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 12
RIVOLUZIONE AL CATULLO. L'assemblea degli azionisti approva l'operazione Polo del Nordest, con l'entrata della
società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso
Aeroporto, i soci danno il via libera a Save
Enrico Santi
Pareri positivi anche sul bilancio 2013, chiuso in perdita per 3,2 milioni, e sulla newco Rinviato a settembre il voto
sull'azione di responsabilità nei confronti dell'ex Cda
Gli azionisti del Catullo spianano la strada all'entrata nell'assetto societario di Save, società di gestione degli aeroporti
di Venezia e Treviso. L'obiettivo è la creazione del sistema aeroportuale del Nord Est. L'assemblea dei soci ha infatti
dato il benestare alla cessione delle quote alla società presieduta da Enrico Marchi da parte del Comune di
Villafranca.L'assemblea ordinaria degli azionisti ha approvato all'unanimità anche il bilancio d'esercizio 2013, chiuso
con una perdita di 3,2 milioni di euro, ma in miglioramento per 8,4 milioni rispetto all'esercizio precedente. E, sempre
all'unanimità, ha espresso parere positivo al conferimento delle quote alla newco Aerogest Srl, nella quale entreranno
a far parte i soci fondatori (Camera di Commercio di Verona, Provincia e Comune di Verona) e la Provincia di Trento. È
stato rinviato, invece, in attesa dell'assemblea straordinaria del 30 luglio che varerà l'aumento di capitale per 47
milioni e 250mila euro (al quale parteciperà anche Save che ha già dato la propria disponibilità a rilevare anche le
cosiddette quote inoptate), il rinnovo del Consiglio di amministrazione. Sarà l'attuale, quindi, con il presidente Paolo
Arena, a guidare il processo di integrazione con Save. Il nuovo Cda verrà nominato dall'assemblea ordinaria degli
azionisti che sarà convocata agli inizi di settembre.
Il direttore generale Carmine Bassetti ha inoltre fornito i dati del secondo trimestre di quest'anno che registrano un
aumento del traffico aeroportuale del cinque per cento nel periodo aprile-giugno, con un incremento del 10 per cento
del traffico di linea, grazie soprattutto ai nuovi collegamenti attivi da aprile. Nello stesso periodo lo scalo di BresciaMontichiari segna un aumento dell'11 per cento delle merci gestite, anche in seguito al trasferimento di voli durante
la chiusura temporanea dell'aeroporto di Orio al Serio.
«L'obiettivo dell'integrazione strategica tra Catullo e Save», evidenziano i vertici del Catullo, «è promuovere una
gestione coordinata e sinergica degli aeroporti e dotare il sistema del Nord-Est, attraverso l'apporto di soci privati,
delle risorse e della massa critica necessarie per competere sul mercato internazionale».
È stata rinviata alla prossima assemblea ordinaria anche la decisione sull'azione di responsabilità nei confronti del
passato Consiglio di amministrazione del Catullo. «È un tema delicato», spiega Arena, «i legali stanno lavorando
all'esame della documentazione. Da parte nostra abbiamo comunicato all'ex direttore generale l'avvio di questa
procedura il cui significato è verificare se i poteri a lui conferiti dal Cda sono stati utilizzati in modo personalistico,
creando danni alla società. Ma non si vuole sparare nel mucchio a prescindere, per questo i soci hanno chiesto tempo
per un ulteriore approfondimento, alla luce anche degli accertamenti fiscali della Guardia di Finanza sulla precedente
gestione».
Arena, al termine del suo mandato, parla di «missione compiuta». E aggiunge: «Fino a tre anni fa, con 26 milioni di
euro di perdita, il risanamento dei bilanci del Catullo era ritenuto una missione impossibile. Ora, pur non essendo
riusciti a portare la società in utile per le note problematiche internazionali, le prospettive future vedono un unico
sistema aeroportuale in grado di dare risposte a un territorio fortemente industrializzato, di grande richiamo turistico.
Ora abbiamo una progettualità e una visione e i soci ci hanno seguito in questa impresa».
Per il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, «si apre una stagione nuova, e la costituzione di Aerogest è
l'obiettivo a cui ho sempre lavorato, convinto della sua validità. Con il nuovo slancio che i soci hanno deciso di
conferire al Catullo, ci saranno anche maggiori possibilità di salvare i posti di lavoro».
martedì 22 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 12
In tre mesi trasportati 760mila passeggeri Attivati 17 nuovi voli
«Abbiamo finalmente una struttura societaria solida, ma soprattutto adesso abbiamo un'anima». È a dir poco
entusiastico il quadro che il direttore generale Carmine Bassetti ha tracciato ai soci del Catullo sulle strategie di
ristrutturazione della socoetà aeroportuale. Per Bassetti l'operazione di integrazione con Save «a supporto della
macroregione del Nordest, diventerà un modello da seguire per tutto il settore del trasporto aereo». E assicura che «il
piano industriale sta dando i risultati sperati».
Nel mese di giugno, con oltre 330 mila passeggeri trasportati, l'aeroporto di Verona ha registrato un incremento del
traffico pari al 2 per cento rispetto allo stesso mese del 2013, proseguendo il trend positivo avviato ad aprile (più
8,8%) e confermato a maggio (più 6,7%).
Il secondo trimestre si chiude con una movimentazione di oltre 760 mila passeggeri, in crescita del 4,9 per cento.
Nel trimestre i voli di linea hanno movimentato 609 mila passeggeri, con un crescita del 10,4 per cento. A tale risultato
hanno contribuito in modo significativo i 17 nuovi voli nazionali e internazionali che, a partire dall'avvio della stagione
estiva, hanno ampliato l'offerta dell'aeroporto di Verona. In particolare, nel mese di giugno sono entrate in servizio sei
nuove tratte (Barcellona, Crotone, Edimburgo, Ginevra, Leeds e Zurigo); il quadro si è appena completato con l'avvio
dei collegamenti con Zante e Mostar. Continua invece la flessione del segmento charter (meno 24,8% a giugno; meno
11,2% nel trimestre), che sconta il risultato negativo dei collegamenti con l'Egitto (meno 46% nel mese di giugno) a
causa della persistente instabilità del Paese.
La sospensione dello sconsiglio della Farnesina del 17 luglio scorso potrebbe ora consentire la ripresa del traffico, che
movimenta circa 300mila passeggeri, per l'Egitto e la Tunisia e in particolare dei charter per il Mar Rosso.
Per quanto riguarda le destinazioni, la maggior parte del traffico passeggeri si è concentrato su voli internazionali
(oltre il 70% del totale), che hanno registrato una crescita superiore al 9 per cento, più che compensando la flessione
registrata dai collegamenti nazionali (meno 3,2%). Con 1.267.084 passeggeri movimentati, i primi sei mesi del 2014 si
chiudono invece in leggera flessione (meno 1,7%) rispetto allo stesso periodo del 2013.
Fra i dati negativi ci sono i voli cancellati a causa della crisi ucraina, che ha mandato a monte gli sforzi compiuti per la
conquista di un mercato emergente e dei voli charter con Tel Aviv, che equivalgono a circa 100mila passeggeri.
martedì 22 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 31
PESCHIERA. Colpo di scena anche nella regata del gruppo B: il team di Garda ha rimediato un deludente quinto
posto
Tra i due litiganti il terzo gode
Sant'Ercolano sconfigge tutti
Luca Belligoli
«Bruciata» Carmagnola e la sua contendente Berengario, giunte seconda e terza: la virata finale ha tenuto tutti con
il fiato sospeso
Nella regata dello spareggio per il primato tra Berengario di Torri e Carmagnola di Clusane d'Iseo vince Sant'Ercolano
di Toscolano Maderno. È avvenuto a Peschiera dove si è disputata la quinta tappa del Campionato delle bisse che
assegna l'ambita Bandiera del lago. La competizione ha impegnato 25 imbarcazioni 88 rematori e 12 rematrici.
Proprio le vogatrici in gonnella hanno iniziato a scaldare il pubblico assiepato tra il porto e lungolago Marconi. Andre
di Bardolino ha conquistato la sua quarta vittoria consecutiva e viaggia con quattro lunghezze di vantaggio, in classifica
generale su Birba di Lazise, sempre seconda. Terza è l'esordiente Tulles di Torri.
Nella prima regata maschile della serata, quella del gruppo D, i più incitati sono stati i ragazzi di Ichtya, la bissa di casa,
che pur avendo iniziato solo quest'anno a gareggiare hanno ottenuto il quarto posto davanti ai più esperti colleghi di
Gioia di Gargnano. Al primo posto si è piazzata Sebina che ha preceduto San Vili di Garda e Sant'Angela Merici di
Desenzano. Nella successiva gara del gruppo C Torricella di Cassone ha ottenuto una storica e limpida vittoria
staccando gli avversari. Nella sua scia si sono piazzate nell'ordine: Monte Isola, San Filippo di Torri, Paratico e Lacisium
di Lazise. Il primo colpo di scena è avvenuto nella regata del gruppo B. Era atteso il riscatto di Garda, equipaggio
detentore della Bandiera del lago, ma la regata ha avuto esito diverso. I campioni in carica avevano dato l'impressione
di essere partiti bene e sino al terzo passaggio di boa sono rimasti appaiati ai loro migliori avversari. Nel finale però
sono andati fuori giri rimediando un deludente quinto posto.
La vittoria è andata a Foscarina di Gardone Riviera. Piazza d'onore per la rinfrancata Aries di Lazise che ha staccato le
emergenti e velocissime Cà da Mosto di Sirmione e Villanella di Gargnano. Garda è quinta e buon per lei che Ariel di
Gardone Riviera ha ceduto già nella prima parte della regata. Altrimenti si sarebbe aperto il baratro della
retrocessione nel gruppo C. La gara più attesa, quella del gruppo A, è iniziata con la partenza anticipata dell'equipaggio
di Berengario, tradito dall'emozione. Ricomposto l'allineamento, Sant'Ercolano in prima corsia brucia tutti alla
partenza incalzato da Preonda di Bardolino entrata di prepotenza nella massima serie della voga alla veneta.
Berengario partita con cautela duella prua a prua con la comprimaria Carmagnola che gira a mille. Pure Gardonese e la
gloriosa Clusanina tengono danno spettacolo. Nello spazio di un secondo le sei imbarcazioni in gara effettuano la
virata del primo lato del percorso. La stessa magistrale manovra avviene negli altri due passaggi di boa. La volata finale
è un esempio di alta scuola remiera e atletismo e si risolve solo all'ultima remata.
Quella vincente la mettono a segno i rematori di Sant'Ercolano che per una manciata di centesimi di secondo battono
Carmagnola, seconda e Berengario, terza. Gardonese chiude in quarta posizione davanti a Preonda.
Sesta e ultima è Clusanina che, per la prossima regata, subisce l'onta della retrocessione nel gruppo B. Ora in classifica
generale Carmagnola occupa il primo posto con un solo punto di vantaggio su Berengario. La lotta per la Bandiera del
lago è più aperta che mai. La chiosa è della sindaca rematrice di Peschiera Maria Orietta Gaiulli, vincitrice, la scorsa
settimana a Cremona della tappa di Coppa Italia di Voga in piedi: «È stata una splendida serata di sport. Sono contenta
anche perché i nostri giovanissimi rematori di Ichtya si sono fatti onore.
L'anno prossimo Peschiera avrà pure un equipaggio femminile», ha assicurato la Gaiulli e lei stessa farà parte
dell'equipaggio.
domenica 20 luglio 2014 – CRONACA – Pagina 11
REPORT E POLEMICHE. Dopo la pubblicazione dell'Osservatorio che parla di «offerta culturale poco innovativa e
stagnante»
Sul turismo ora è scontro politico
Alessandra Galetto
Il Pd: «Il Comune parla ma investe solo lo 0,01% del bilancio». Corsi: «Con noi cresciuti gli arrivi»
Nella relazione programmatica è indicato come la risorsa principale per lo sviluppo della città, ma poi, in cifre, nel
bilancio comunale di previsione per il 2014 gli è riservato lo 0,098 per cento delle spese correnti. Tanto per fare un
esempio, a Venezia per il turismo è prevista una spesa di 8 euro a cittadino, a Verona di un euro. E così, numeri alla
mano, la questione turismo diventa oggetto di dibattito - e scontro - politico.
A rilanciare è il Partito Democratico, rifacendosi al Report realizzato dall'Osservatorio sul turismo culturale e
presentato l'altro giorno a Palazzo Barbieri. Nel delineare «luci e ombre» dell'andamento del turismo a Verona negli
ultimi cinque anni, il professor Silvino Salgaro, docente dell'ateneo veronese, che firma l'introduzione dell'indagine,
striglia pesantemente la poltica comunale sul turismo parlando di musei usati come rifugio in caso di maltempo,
offerta culturale «poco innovativa e stagnante sulla tradizione», mancanza di sinergia tra fiera e manifestazioni
culturali, turismo sempre più «mordi e fuggi» che lascia poco o nulla al commercio al dettaglio.
INVESTIRE. «Il quadro disegnato dal rapporto per l'Unesco che lo stesso Comune ha commissionato all'ateneo
scaligero indica un ulteriore scadimento delle potenzialità per la città che ormai non vive più di rendita ma di vera e
propria inerzia», ha osservato Orietta Salemi, segretario cittadino del Pd. «Appare chiaro come l'amministrazione non
abbia consapevolezza del peso del turismo sull'economia scaligera: lo sviluppo di questo comparto infatti significa una
ricaduta virtuosa in tutti i settori legati al turismo. Emerge anche l'incapacità di investire su Verona come sistema
integrato: oltre all'Arena e alla Casa di Giulietta, mete più gettonate, andrebbe valorizzata la straordinaria potenzialità
di tante singole realtà che sono stelle che non formano però una costellazione. Ricordiamo una indagine realizzata
sempre dall'Università nel 2007 sui dati del 2004-5: i dati sono rimasti pressochè uguali, a testimoniare che
l'amministrazione non ha saputo individuare alcuna politica di rilancio. Anzi allora la permanenza media dei turisti era
di 2,5 giorni, oggi di meno di 2. E del resto nel bilancio 2014 per il turismo è previsto un investimento dello 0,098%
delle spese correnti, cioè un investimento molto scarso».
«Vanno pensate nuove proposte, al di là della visita di anfiteatro e Casa di Giulietta. Per esempio a un turismo verde
che nel Parco delle mura e dell'Adige potrebbe trovare il luogo più adatto, Verona potrebbe davvero diventare una
capitale del turismo verde», ha proseguito il capogruppo del Pd in consiglio comunale Michele Bertucco. E sulla
necessità di un coordinamento con le altre città del Veneto, sulla scia di quanto sta facendo la mostra di Paolo
Veronese, ha insistito il consigliere Vallani. Tra le altre proposte del Pd, quella di pensare ad una apertura serale e
notturna dei musei, ma anche, secondo il consigliere Fabio Segattini, di «liberare Castelvecchio dal Circolo Ufficiali in
modo da farne un luogo aperto anche la notte che tutti i turisti possano vedere». E l'invito ad una collaborazione tra
realtà culturali (conservatorio, Accademia di Belle arti) e imprese per creare iniziative e programmi di vero appeal.
«Per i quali», aggiungono i consiglieri del Pd, «non serve una nuova Agenzia del turismo, ma la volontà politica».
FATTI NON PAROLE. «Tante parole, ma a noi interessano i fatti», ribatte l'assessore al Turismo Enrico Corsi. «In questi
anni i dati dicono che i turisti sono cresciuti e quello che conta sono i numeri. Abbiamo creato un sito turistico che ha
oltre 400 contatti al giorno, stiamo mettendo a punto una app con l'Università, abbiamo fatto accordi con Catullo e
fiera per la promozione degli eventi cittadini». Corsi torna anche sul discorso Agenzia: «Una nuova legge regionale,
che pure, purtroppo, ci toglie i finanziamenti, ci consente di creare una Agenzia per il turismo che sarà fondamentale
per la promozione. Prima questa possibilità spettava alla Regione. Mi viene da dire che criticare è facile. E al Pd lascio
le critiche, a noi interessano i fatti».
domenica 20 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 34
MALCESINE. Regolarizzata la situazione
Il Consiglio veneto
ha riconosciuto
due riserve naturali
Si tratta di «Lastoni Selva Pezzi» e «Gardesana Orientale»: finora era mancata una legge ad hoc
Le due riserve naturali «Lastoni Selva Pezzi» e «Gardesana Orientale», entrambe nel Comune di Malcesine, sono state
istituite con legge regionale approvata all'unanimità dal consiglio veneto.
Di proprietà della Regione dal 1990, le aree protette non erano ancora state formalmente riconosciute con una legge,
come prevede la stessa normativa regionale. Con questo provvedimento, presentato dal consigliere della Lega Nord,
Andrea Bassi e recepito dall'aula di palazzo Ferro Fini, si regolarizza una situazione, già contemplata dal ministero per
l'Agricoltura e le Foreste nel 1971, per una maggiore tutela, conservazione e fruibilità dei due ecosistemi.
Si tratta di due aree, situate sul Baldo, di grande valenza ecologica ed ambientale per la presenza di molte specie di
interesse botanico e faunistico rare ed endemiche. Previste anche alcune zone a regime di riserva naturale speciale,
con vincoli meno rigidi rispetto agli attuali - di riserva integrale - fissati al momento della costituzione dal ministero. Si
tratta di aree interessate dalla presenza di impianti a fune e di opere semipermanenti, con fortificazioni della Prima
guerra mondiale. Il provvedimento consente da ora la definizione del regolamento di disciplina degli interventi e delle
attività ammissibili in tempo utile, non solo per l'avvio dell'attività sciistica, ma anche per poter valorizzare e rendere
fruibili i percorsi della Prima guerra mondiale in occasione del centenario. «La legge colma una lacuna di cui ci si è
accorti solo a fine inverno scorso», spiega Bassi. Il regolamento dovrà essere poi ratificato dalla Giunta veneta, sentito
il parere del Comune di Malcesine e della seconda commissione consiliare, competente anche in materia di parchi e
presieduta proprio da Bassi. Poi occorrerà completare l'iter con la Via (valutazione d'impatto ambientale). Il tutto
entro dicembre. VA.ZA.
domenica 20 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 35
IL PRIMATO. Una ricerca ha evidenziato che il paese è una delle località preferite in Italia
Garda tra le venti mete
dei turisti stranieri
Francesca Lorandi
Zeuch: «Il motivo? Offre molto, escursioni e un bellissimo lago» Pasotti: «Abbiamo un prodotto “cucito su misura”
per i nordici»
«Garda non offre solo un bellissimo lago, ma anche un ricco patrimonio culturale e numerosi luoghi e percorsi
interessanti, adatti alle persone che amano fare escursioni a piedi. E poi è una località ottima dal punto di vista
logistico: i tedeschi che vivono nella parte meridionale della Germania possono arrivarci con la propria automobile,
mentre altre regioni tedesche godono di ottimi collegamenti con le ferrovie e di molti voli per il nord Italia».
Bellezza, varietà dell'offerta e comodità: per Sibylle Zeuch, responsabile della comunicazione di Drv, l'associazione
delle agenzie di viaggio tedesche, sono questi i tre motivi che hanno fatto guadagnare a Garda la ventesima posizione
nella classifica delle località italiane più ricercate dai turisti stranieri. La ricerca è stata realizzata da Hotel Price Index di
Hotels.com, che ha analizzato le mete predilette dai viaggiatori internazionali nella prima metà dell'anno. E se la città
di Verona ha guadagnato l'ottava posizione, il comune di Garda festeggia un ottimo piazzamento che il sindaco
Antonio Pasotti spiega così: «Abbiamo un prodotto commerciale cucito su misura per il mercato nordico, non solo
tedesco, ma anche olandese, svedese, norvegese, inglese. Dall'arredo urbano», elenca Pasotti, «alle attrezzature a
disposizione dei turisti, alle strutture alberghiere, 110 tra hotel e b&b, che si mantengono di medie dimensioni e
rispecchiano il gusto nordico. Questo spiega perché, secondo i dati a nostra disposizione, il 70 per cento circa dei
turisti sono stranieri, e la maggior parte di loro per ragioni storiche proviene dalla Germania».
Sulla stessa linea Riccardo Giammaroni, direttore del camping La Rocca, che si trova al confine tra Garda e Bardolino:
«Il paese ha grande appeal», commenta, «è molto curato e la sorveglianza serale e notturna è alta: i turisti prestano
molta attenzione anche alla sicurezza, che permette loro di muoversi tranquillamente. Poi sono affascinati dalla
posizione: Garda nasce ai piedi della rocca, è affacciata al lago, e gode di una bella passeggiata che consente di
abbandonare l'auto per tutto il tempo del soggiorno».
Si discosta da questa linea Roberto Ginami, presidente dell'associazione albergatori del Garda, che replica ai risultati
della ricerca con altri numeri. E con una polemica nemmeno tanto sottile. «Secondo i dati a disposizione di Gardapass,
il servizio realizzato da Federalberghi che permette di prenotare soggiorni nelle strutture ricettive del lago, Garda è al
quinto posto delle mete più ricercate, dopo Bardolino, Lazise, Malcesine e Peschiera. C'è un problema di visibilità»,
sottolinea Ginami, «soprattutto da quando altri comuni che si affacciano sul lago hanno voluto aggiungere al loro
nome la dicitura “del Garda”, allo scopo di sfruttarlo nei motori di ricerca». Resta fuori dai toni polemici Corrado
Bertoncelli, presidente di Federalberghi Garda Veneto, ed elogia il risultato ottenuto grazie a una dozzina di anni di
lavoro finalizzato a migliorare il servizio di vendita delle strutture alberghiere. «Oltre a Gardapass», spiega, «abbiamo
stretto accordi commerciali con Trivago e Tripadvisor, allo scopo di promuovere i nostri associati. Negli ultimi anni si è
assistito anche a un livellamento e quindi a una contrazione dei prezzi: inevitabile che anche questo aspetto abbia
contribuito al successo degli alberghi di Garda».
venerdì 18 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 37
LA DENUNCIA. I professionisti gardesani si sono riuniti in assemblea all'incubatoio per cercare soluzioni al problema
Pescatori contro bracconieri
«Sono orde di devastatori»
Luca Belligoli
Denunciano: «Vendono in nero anche trenta chili di lucci al giorno danneggiando noi e l'ecosistema E i motoscafi di
notte distruggono le “cavre”»
I pescatori professionisti si scagliano contro i dilettanti disonesti e bracconieri.
È successo nella sede dell'incubatoio di Desenzano dove i pescatori gardesani si sono riuniti in assemblea.
Su tutto il Garda sono circa un centinaio i pescatori professionisti. Tra loro Alberto Malfer, che sottolinea: «I
bracconieri sono orde di barbari devastatori, non hanno rispetto dell'ambiente e di noi pescatori». Il nodo del
contendere sono i pescatori dilettanti che non rispettano le regole e sono sempre più numerosi.
Questi pescano senza limiti, anche trenta chili di lucci o sardine al giorno che magari poi rivendono «in nero»
danneggiando l'ecosistema lacustre e i pescatori professionisti.
C'è anche chi piazza reti abusive e ci sono pure subacquei che se ne infischiano del limite legale di cinque chili al
giorno. Eppure l'anno scorso è stato approvato il nuovo regolamento della pesca sul Garda dopo oltre da due anni di
gestazione. Il nuovo regolamento, se fatto rispettare, potrà portare grandissimi benefici all'ecosistema del lago.
Ogni provincia che si affaccia sul Garda, però, dovrebbe avere una pattuglia di guardiapesca sempre presente anche
perché il declino biologico del lago sta continuando in modo inesorabile.
C'è da combattere l'inquinamento - è stato evidenziato dai pescatori professionisti e da quelli dilettanti che con le loro
associazioni si occupano del ripopolamento - ma anche le pratiche e i comportamenti non corretti. L'alborella meglio
conosciuta come aola o agola, un tempo pesce simbolo del Garda, è oggi quasi completamente scomparsa.
È in vigore una moratoria che scadrà nel 2014 e che sarà però opportuno prolungare.
Il carpione, re del lago per antonomasia, è ormai ridotto al lumicino tanto che è stato addirittura inserito nella lista
degli animali a forte rischio di estinzione. L'anguilla ha subito il divieto assoluto di pesca e successiva
commercializzazione a causa dei policlorobifenili (simildiossina) di cui è risultata essere pesantemente contaminata, al
punto che il Ministero della Salute ne ha vietato l'uso a scopi alimentari.
La trota, poi, è in fortissimo declino e solo le continue semine da parte delle Provincie che si affacciano sul Garda e le
associazioni sportive ne mantengono un limitato numero nel lago. La lista «nera» procede con il luccio di ceppo
nostrano che è sempre più in difficoltà ed anche il pesce Persico sta soffrendo.
Solo il lavarello sembra godere di ottima salute anche grazie all'opera degli incubatoi che tutti gli anni immettono
decine di milioni di avannotti nel lago.
Altri nemici dei pescatori professionisti sono poi i «piloti da corsa» che scorazzano di sera e di notte con i motoscafi
quando le motovedette di polizia, guardia di finanza, carabinieri e guardia costiera,tornano in porto. Succede quindi
che i pescatori professionisti, al mattino trovino le «cavre» distrutte, ovvero si ritrovino senza alcun pesce nella rete.
Le «cavre», sono infatti delle piccole zattere dotate di un faro alle quali sono appese le reti e ne segnalano la presenza.
Parecchi motoscafi le centrano in pieno e chi ne è alla guida non si accorge per nulla, della loro presenza segnata pure
da apposite luci. Infine a rendere la vita dura a chi vive di pesca c'è anche il clima.
I frequenti temporali e le burrasche riducono di molto il pescato e se a questo fenomeno si aggiunge la concorrenza
dei pescatori bracconieri la situazione assume connotati davvero preoccupanti.
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Rossi: Non avrete due teatri nella Busa
L'ospite d'eccezione, l'altra sera al Casinò di Arco, era niente meno che il presidente della Provincia Ugo Rossi, a
disposizione della gente per un momento di confronto e dialogo.
L'invito è giunto dal gruppo consiliare del partito autonomista e in particolare dal consigliere Luca Giuliani, che ha
portato il presidente in territorio altogardesano dopo la campagna elettorale dell'anno scorso. Presenti all'iniziativa
anche l'onorevole Mauro Ottobre e i sindaci di Arco e Ledro, Alessandro Betta e Achille Brigà.
«È fondamentale essere presenti sul territorio - ha esordito Luca Giuliani - non solo nei mesi delle elezioni, governare
significa fare scelte, anche difficili».
«L'Alto Garda è un territorio che ha dei temi importanti sul tavolo - ha commentato Ottobre - noi, e lo dico da
rappresentante di partito, ragioneremo con i sindaci di questo territorio per arrivare all'unione dei comuni. Il nostro
obiettivo è ridurli a tre entro il 2020, imposteremo un discorso di grande responsabilità e serietà».
Svariate quindi le tematiche affrontate dal presidente Rossi nel suo lungo intervento, a cominciare dai rapporti
istituzionali della Provincia con il governo Renzi: «Fino a qualche anno fa non c'erano particolari problemi per la nostra
autonomia - ha affermato il presidente - ma ora tutto è cambiato. Da una parte c'è un'idea culturale generale secondo
cui "accentrare" è sinonimo di controllo dei costi e spese minori. La cosiddetta riforma del Senato e del Titolo quinto è
di per sé accentratrice, anche se non si applicherà al Trentino proprio in virtù di un accordo con il governo, che tutela
le regioni a statuto speciale. Anche se - prosegue Rossi - siamo tutelati sotto il profilo costituzionale, è palese il
tentativo della legislazione nazionale di entrare in questioni che sarebbero interamente di nostra competenza».
Il presidente, facendo un bilancio di questi primi sette mesi effettivi di governo provinciale, ha poi parlato anche di
turismo, tema di vitale importanza per l'Alto Garda: «Siamo assolutamente favorevoli - ha affermato - all'introduzione
della tassa di soggiorno e le risorse ricavate andranno sul territorio».
Senza dimenticare le opere, tra tutte quelle che suscita maggiore interesse e attenzione da molti anni nella nostra
zona, ovvero il tanto discusso tunnel "Loppio-Busa": «So che alcuni si sono preoccupati ma la programmazione in
realtà era già stata fatta e le risorse sono state già impiegate, sul tunnel si va avanti. È un'opera che andrà in porto,
non si tocca». Stimolato poi da una domanda di un consigliere comunale rivano, Ugo Rossi fornisce altre rassicurazioni
in merito ad un'altra opera largamente attesa; il polo congressuale in fascia lago. Sul tema il presidente è molto
schietto: «Siamo in fase di realizzazione progettuale - ha spiegato Rossi - i finanziamenti sono garantiti, sia per la
Baltera e Variante ovest che per il polo congressuale. Siamo assolutamente convinti che questo sia il posto adatto e
strategico dove sviluppare questo tipo d'impresa, la zona "fiera" del Trentino deve essere ubicata qui». Tra i vari punti
toccati dal presidente c'è stato anche quello relativo alla riforma della Comunità di valle e dell'unione dei comuni: «Le
Comunità di valle avranno delle assemblee notevolmente ridotte rispetto a quelle attuali - ha chiarito - con persone
non più elette ma di provenienza comunale. Sarà una sorta di associazione di comuni, la quale obbligherà le varie
amministrazioni a dialogare; i più virtuosi opteranno per la fusione, che oramai è un processo sdoganato. Anche se
non entro in merito alla discussione in atto qui nell'Alto Garda. Va detto - ha proseguito Rossi, lanciando una piccola
"stoccata" tra le righe agli amministratori locali - che non è ovviamente pensabile avere due "super" teatri in due
comuni diversi, a pochi chilometri di distanza. Non si può avere tutto nel proprio comune, bisogna ragionare in
maniera diversa».
Infine non poteva mancare, vista l'attualità del tema che ha tenuto banco per parecchi mesi sulla stampa locale, anche
una digressione sulla "scottante" questione vitalizi: «La realtà dei fatti è che siamo intervenuti, nei limiti del possibile,
sui diritti acquisiti di legislature passate, riducendo un buon 30% di quelle mostruose cifre apparse sui giornali. Oggi ha annotato Rossi - guadagno come un consigliere regionale dell'Abruzzo, pur avendo responsabilità notevolmente
superiori». 20/07/14
San Nicolò, taglio del nastro alla nuova palazzina servizi
Quasi 200 metri quadrati calpestabili complessivi, suddivisi in locali dedicati a spogliatoi per donne, uomini e disabili,
con docce e servizi igienici, ad un ampio magazzino-deposito e un ufficio per la direzione portuale. Una struttura
certificata di classe energetica «B+», con cappotto esterno spesso 15 centimetri, isolata ed aerata anche nelle
fondamenta, dotata di pannelli solari per la produzione di tre chilowatt di energia elettrica e pompa di calore per il
riscaldamento e l'acqua calda, di un sistema di ingresso con chiavi elettroniche. Interamente riservata all'utenza e ai
servizi dell'area portuale rivana.
È stata inaugurata ieri mattina la nuovissima palazzina di San Nicolò, una costruzione ideata dall'architetto Giorgio
Losi, costata 500mila euro per la parte edilizia e altri 50mila euro per l'arredo, finanziato tramite una concessione
trentennale del Comune a favore della «Lido srl», ultimo atto del terzo mandato del presidente uscente Marco Tanas.
«È grande la soddisfazione per aver portato a termine in tempi ristretti un'opera pubblica tanto attesa - ha detto
Tanas poco prima della cerimonia del taglio del nastro - e che d'ora in avanti verrà destinata ai servizi che ruotano
attorno alla vita del porto di Riva. Un'opera che in un primo momento era stata individuata accanto al Residence
Cristina ma che, essendo decentrata, aveva poi visto l'esame di una nuova localizzazione da destinare alla costruzione.
Alla fine è stato scelto lo spazio meno invasivo, quello con minor impatto visivo».
«Si tratta di un edificio che nella sua forma architettonica richiama il paesaggio e l'ambiente in cui è inserito - ha fatto
osservare Losi -, con linee curve che seguono l'andamento del monte Brione alle sue spalle, che guarda al lago, alla
città, alla Rocchetta. È vero che chi esce dalla galleria avrà d'ora in poi la vista sulla struttura anziché sulle barche
ormeggiate, ma è anche vero che il belvedere sovrastante rappresenterà in futuro un nuovo punto panoramico sul
lungolago. Nessun cipresso è stato toccato, mentre la vecchia fontana presente nel porto è stata spostata di qualche
metro verso il forte, lungo la passeggiata, ripulita e riportata all'antico splendore, così come sono stati ricollocati gli
olivi presenti prima dell'intervento nell'area interessata dai lavori».
Lavori cominciati ad inizio febbraio e terminati nei giorni scorsi, giusto in tempo per le ultime battute di Tanas. «Ci
sarebbe piaciuto poter restituire alla città anche un nuovo parcheggio - ha concluso - ma per questo dovremo
attendere la realizzazione della nuova rotatoria di ingresso alla zona del Brione. Tuttavia, con questa palazzina, l'avvio
del concorso di idee per il futuro della Miralago e la ristrutturazione della Spiaggia degli Olivi, stiamo ora guardando
oltre». Ossia? «Dopo aver riscosso l'interesse dell'amministrazione comunale - conclude Tanas - un paio di settimane
fa il sindaco Adalberto Mosaner ci ha dato il via libera per una valutazione tecnica e di fattibilità relativa alla mobilità
su fune sul Bastione. Ovvero, a quel progetto di cui a lungo si è parlato ma che finora è rimasto chiuso nel cassetto.
Con il vecchio cda in scadenza (l'assemblea dei soci è prevista per oggi, ndr.) è però giusto che si vada a chiudere un
ciclo di idee e persone, per dare spazio alle novità». 25/07/14
Navigazione a motore, Giovanazzi ci riprova
Che tornino le barche a motore nell'Alto Garda. Motore elettrico, non superiore a 6 kw, dimensioni minime quindi e a
zero impatto ambientale. A proporlo è Nerio Giovanazzi, consigliere provinciale di opposizione. La terza Commissione
permanente, presieduta da Mario Tonina, ha esaminato ieri il disegno di legge numero 9 di Giovanazzi. Il consigliere
di Amministrare il Trentino ha illustrato l'unico articolo, che propone di autorizzare nel Garda trentino la navigazione
di imbarcazioni minime, alimentate da una batteria elettrica di massimo 6 Kw, prodotti da pannelli solari. Il testo risale
alla scorsa legislatura ma non riuscì a completare l'iter, anche perché associato a un testo di Mauro Ottobre verso cui
furono sollevate diverse obiezioni. Ora Giovanazzi torna all'attacco, chiarendo che le imbarcazioni in questione
sarebbero poco più che pedalò, senza inquinamento e con un interessante indotto turistico, come dimostrerebbe «il
loro successo su altri laghi. «L'assessore Alberto Pacher allora mi diede il via libera», ha detto il consigliere di
Pietramurata, «ora spero sia la volta buona».
Il presidente Tonina ha ricordato che la scorsa legislatura ci furono molti pareri contrari, in particolare delle
associazioni velistiche. L'assessore Mauro Gilmozzi oggi ha chiesto tempo per capire quante imbarcazioni verrebbero
di fatto riversate nello specchio d'acqua trentino, ricordando che il divieto di navigazione a motore nel Garda trentino
si giustifica non solo per evitare l'inquinamento, ma anche per impedire eccessivo traffico di natanti. Anche Claudio
Civettini s'è espresso pro Giovanazzi, aggiungendo che – se serve – si possono prevedere percorsi segnati di accesso
delle imbarcazioni ai porti.
L'esame del disegno di legge riprenderà in settembre. 25/07/14
Aeroporto Catullo, il fisco batte cassa
Gli azionisti dell'Aeroporto Catullo varano il nuovo assetto societario che vedrà come partner la Aerogest dei soci
pubblici, compresa Trento, e la Save di Venezia, avviando il percorso per la costituzione del sistema aeroportuale del
Nord Est. Ma le ombre della gestione precedente continuano ad allungarsi sul nuovo corso. Quindici giorni fa, ha
riferito il presidente Paolo Arena in assemblea ieri a Verona, la Guardia di Finanza ha consegnato il verbale di un
accertamento fiscale sulla società, che non ha rilevato nulla sull'attuale gestione ma ha trovato anomalie negli anni
della gestione precedente. Il fisco batte cassa per più di 1 milione di euro.
Si tratterebbe di tasse comunali e aeroportuali non pagate, ma di cui sarebbe stato controverso il pagamento.
L'accertamento peraltro non è connesso con le indagini in corso da parte della procura di Verona. Arena ne ha parlato
al momento della votazione, prevista dall'ordine del giorno, sull'eventuale azione di responsabilità verso i precedenti
amministratori, tra i quali l'ex presidente Fabio Bortolazzi e il vicepresidente trentino Pierluigi Angeli . Il presidente
ha suggerito, dati questi nuovi elementi da valutare, di rinviare la votazione alla prossima assemblea.
Finora il cda del Catullo, sulla base di una verifica affidata alla società di consulenza Prometeia sui conti dell'aeroporto
per il biennio 2010-2011, aveva deciso di procedere contro l'ex direttore generale Massimo Soppani . Per quanto
riguarda gli amministratori, invece, la decisione spetta ai soci anche sulla base del parere dell'esperto, l'avvocato
veronese Candido Fois , che ha ritenuto non esserci le condizioni per un'azione contro il cda. Tuttavia nei giorni scorsi
il socio Comune di Verona si era espresso per procedere contro tutto il cda dell'epoca, Angeli compreso, mentre
Trento ( l'Adige di ieri) si è detta contraria ad un'azione generalizzata.
L'assemblea del Catullo, intanto, ha deliberato il conferimento delle quote dei soci veronesi e trentini alla newco
Aerogest, che diventerà il socio di maggioranza con il 49% del capitale, e ha dato il benestare alla vendita della
partecipazione del Comune di Villafranca a Save, primo passo per l'ingresso nel Catullo, con il 35% del capitale, della
società guidata da Enrico Marchi che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso.
L'assemblea di Aerogest ha dato poi mandato all'amministratore unico Giuseppe Riello per i prossimi passaggi.
L'appuntamento è per il 30 luglio in assemblea straordinaria, quando verrà completata la procedura dell'aumento di
capitale di 47,8 milioni di euro a servizio dell'ingresso di Save, che sottoscriverà la sua quota, con un impegno
finanziario di 32 milioni, dopo la rinuncia dei soci all'opzione.
Per quanto riguarda invece il cda che sarà espresso dalla nuova compagine societaria, se ne parlerà a settembre. Si sa
però che Aerogest avrà 4 consiglieri, tra cui il presidente, e di essi uno solo sarà trentino. E non sarà Angeli, come lui
stesso dichiara (vedi sopra). Save avrà 3 consiglieri, tra cui probabilmente l'amministratore delegato, e 2 andranno agli
altri soci, tra cui banche e fondazioni. L'assemblea del Catullo ha anche approvato all'unanimità il bilancio
dell'esercizio 2013, chiuso con una perdita di 3,2 milioni, in miglioramento di 8,4 milioni rispetto al risultato
dell'esercizio precedente. 22/07/14
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dal TRENTINO
Pronte le prime liste per il consiglio: oggi scade il termine. Confcommercio determinante ma manca un progetto
d’alleanze
Camera di commercio, ognuno per sé
LA QUOTA DA RAGGIUNGERE Sfida a chi sarà più furbo nel manovrare il proprio pacchetto di voti per arrivare a quota
25 su 48, i voti necessari per ottenere la presidenza
di Roberto Colletti wTRENTO Tutti sulla linea di partenza in ordine che più sparso non si può. I buoni propositi delle
scorse settimane per costruire un progetto capace di dare nuovo slancio alla Camera di commercio e, dopo
l'annunciato ribaltone di Renzi, di elaborare un'idea di riforma prima di pensare all'occupazione delle poltrone,
ebbene tutte queste belle cose sono rimaste nel cassetto delle occasioni perdute. La sola strategia che s'intravvede è
quella dell'ognuno per sé e vinca il più furbo nel manovrare il proprio pacchetto di voti per raggiungere quota 25 su
48, la maggioranza necessaria per conquistare la presidenza e, a seguire, la giunta e al momento giusto qualche
incarico qua e là. E' l'impressione che si ha oggi, termine entro il quale le organizzazioni produttive debbono
presentare i nomi dei loro rappresentanti nel nuovo consiglio camerale. Una descrizione cruda. Ma sinora nessuno ha
fornito ragioni per delineare panorami diversi. Qualche mese fa un progetto unitario pareva scaturire dalle
associazioni - Confcommercio, Assoartigiani e Confesercenti - che dovrebbero far parte della Rete Imprese trentina
che, tuttavia, dalle elezioni provinciali in poi, si è squagliata tutte le volte che avrebbe dovuto presentarsi unita. In
assenza di idee originali, poi, tutti hanno detto la loro sui progetti di riforma seguiti alla “minaccia” di Renzi di chiudere
le Camere d'Italia, lasciandone solamente una per regione. Il più sfrenato in quest'esercizio il presidente degli
industriali il quale, dopo aver dato implicitamente dei bugiardi ai colleghi delle altre categorie con il ricorso, finito nel
nulla, contro la ripartizione dei seggi camerali, predica la “rivoluzione” confindustriale che in pochi mesi dovrà
trasformare la Camera in un ente senza altri compiti se non la tenuta (forse) del Registro delle imprese, con organismi
asciutti ed amministratori a titolo gratuito. I colleghi di Paolo Mazzalai, per cortesia e quieto vivere, hanno lasciato
perdere. Solamente Roberto De Laurentis - 11 rappresentanti nel nuovo consiglio - alla ricerca di qualche voto per
l'eventuale sua candidatura alla presidenza di via Calepina, gli ha detto «belle idee, ma le cariche gratuite proprio no. E
soprattutto non ci si dimette una volta fatta la rivoluzione: si governa». Non c'è stato niente da fare: Palazzo Stella
punta sulla sua pattuglia di 8 consiglieri con l'ordine di conquistare la presidenza per ribaltare la Camera trentina,
quando si sa che spetta, semmai, alla Regione farlo e solo una volta varata la riforma nazionale, le cui parti più
spigolose lo stesso Renzi sta già smussando. Ieri sera, comunque, la giunta straordinaria degli industriali definiva nomi
e regole d'ingaggio per la battaglia di Palazzo Stella contro il resto del mondo. In tutta quest'agitazione Coldiretti,
Cooperazione e Confcommercio, invece, si sono mosse con molta prudenza. Gabriele Calliari, vice presidente uscente
e «senza personali ambizioni di conferme», osserva e bada a mantenere con i suoi 4 consiglieri la visibilità
dell'agricoltura. Diego Schelfi, ecumenico, dice di essere tormentato dall'incertezza delle prospettive e spera in un
progetto condiviso. Entrambi pronti a far pesare, quando la battaglia si farà dura, i loro voti. Infine Gianni Bort, il più
silenzioso, lascia capire che, dopo 15 anni di presidenza affidata agli Artigiani, il testimone deve andare
all'organizzazione più numerosa e rappresentativa, la sua. Con buona pace degli amici artigiani di Rete Imprese e degli
industriali che si sono messi contro tutto e tutti. Confcommercio, insomma, con i suoi 13 voti sarà il baricentro dei
futuri equilibri camerali. Domani le squadre saranno tutte in campo e Natale Rigotti, consigliere anziano, presto
fischierà l'inizio della partita. 24/07/14
Il comitato ha pronta una soluzione che il 29 luglio illustrerà al sindaco Betta
Per completare il tracciato mancano 1.100 metri. Riva ha già detto «sì»
Ciclabile Riva-Arco,
il progetto di Bike no stop
ARCO I cicloamatori della Busa tornano alla carica. Dopo aver convinto Comune e Provincia della necessità di
realizzare la ciclabile a sbalzo sul Sarca, nel tratto fra il ponte di Arco e l'ex oratorio, ora puntano a portare a casa un
altro risultato storico, ovvero il completamento del collegamento nord-sud fra Arco e Riva, sull'asse nevralgico di via
S.Caterina. Il comitato Bikenostop – formato da cittadini che lottano ormai da anni per i diritti dei ciclisti: sono stati i
promotori del referendum per la ciclabile sul Sarca – ha messo nero su bianco una proposta progettuale per la
realizzazione, a costi contenuti, del percorso compreso fra l'abitato di S.Tomaso e la rotatoria di S.Andrea, all'altezza
dei vivai Angelini, tracciato che l'amministrazione comunale arcense ha sempre detto di non essere nella facoltà di
eseguire. L'illustrazione al sindaco dell'ipotesi tecnica, e quindi il tentativo di convincimento da parte del comitato nei
confronti dell'amministratore, è in programma martedì prossimo: il 29 luglio, infatti, si terrà un vertice in municipio fra
il primo cittadino e Bike no stop, durante il quale verranno presentate le planimetrie e le sezioni della strada statale 45
bis sulle quali i promotori hanno disegnato lo la nuova ciclabile. «La larghezza del sedime della strada esistente –
spiegano quelli del comitato – consente, con una semplice rimodulazione delle corsie stradali, di ricavare sul lato est
una pista ciclabile protetta e di larghezza regolamentare. La spesa per eliminare la frammentazione del percorso RivaArco, dunque, si presenta piuttosto modesta ed affrontabile, a breve termine, dalle due amministrazioni comunali.
D'ora in avanti ci proponiamo di tenere continuamente aggiornati i ciclisti e i residenti sull’evolversi della situazione,
con il proposito di continuare a stimolare le due amministrazioni a non procrastinare i tempi per risolvere la
problematica». Il comitato ha anche calcolato quanti metri di ciclabile sono necessari per completare l’asse Arco-Riva:
un chilometro e cento metri quelli sufficienti a mettere in completa sicurezza il traffico ciclabile sulla principale strada
della Busa e dove sono già avvenuti diversi incidenti, anche mortali, che hanno coinvolto dei ciclisti. Una parte di
questo chilometro (e rotti) ricade sul territorio rivano ma il comune di Riva, tramite l'assessore ai lavori pubblici
Zanoni, ha già manifestato l'intenzione di provvedere alla realizzazione – nei prossimi mesi – del tratto di ciclabile tra il
campo sportivo di Rione Degasperi e il Liberty Center; l'intervento è inserito nel progetto di sistemazione di viale
Trento. Diverso, invece, è il discorso per la parte di competenza arcense che l'amministrazione non è nella facoltà di
realizzare per questioni economiche e anche viabilistiche. Il 29 luglio si cercherà una possibile soluzione. (gl.m.) –
24/07/14
Duto atto di accusa di Mirandola, presidente della Fraglia rivana: «Con le regate
80.000 persone nella Busa, da politica e imprenditoria nessun aiuto»
«La vela porta tanti soldi,
ma ci snobbano tutti»
E’ arcinoto che l’attività della vela agonistica altogardesana è ai vertici mondiali ma è palese che questo importante
settore sportivo con notevoli ricadute economiche locali, non solo nell’ambito turistico, è snobbato dalle istituzioni e
da quei settori imprenditoriali che traggono i più consistenti benefici. E’ l’amara constatazione di Giancarlo Mirandola,
da pochi mesi presidente della dannunziana Fraglia Vela Riva (nel precedente quadriennio era componente del
direttivo), che si sente “isolato”, per non definirsi abbandonato. Questo nonostante da molto tempo la Fraglia (che ieri
ha ricevuto la visita del presidente del Coni Malagò) sia sulla cresta dell’onda, con l’organizzazione a getto continuo di
importanti eventi compresi campionati iridati ed europei (quest’anno ben 80 giorni effettivi di regate internazionali e
sempre molto partecipate) che sono seguiti dal mondo della grande vela dei cinque continenti, tramite i vari canali
dell’informazione, ma in regione sono ignorati. Oltre all’aspetto mediatico della propria attività e di quella molto
intensa degli altri club nautici del Garda trentino, in primis il Circolo Vela Torbole, il presidente Mirandola punta il dito
sul mancato apporto di coloro che dovrebbero essere i naturali interlocutori della Fraglia: la politica locale e
provinciale e il mondo imprenditoriale della Busa. «La Fraglia Vela rivana possiede una collaudata esperienza
pluridecennale di prim’ordine – commenta Giancarlo Mirandola - con personale specializzato nelle non facili mansioni
delle regate e in quelle di supporto a terra con a disposizione una funzionale sede ai Giardini di Porta Orientale e
l’annesso l’ampio porto con la possibilità di ormeggio di un centinaio di imbarcazioni di ogni tipo. Finora il nostro
operato è sempre stato basato sul volontariato del direttivo e dei soci ma quanto durerà la buona volontà dei
fragliotti? Il futuro operativo è “controvento”, ossia è irto di ostacoli sempre maggiori nell’affrontare l’enorme
impegno organizzativo caratterizzato dalla lievitazione delle spese, dalla crescente concorrenza di altri circoli velici
anche gardesani, come Malcesine, e soprattutto Campione, in progressiva ascesa. Per non parlare della mancanza di
un coordinamento sull’ospitalità delle circa 80 mila persone, tra regatanti, familiari ed accompagnatori, che le nostre
regate richiamano a Riva. Rammento che solo al Meeting giovanile di Pasqua partecipano oltre mille concorrenti.
Rivolgo un invito ai nostri naturali interlocutori, cioè ente pubblico ed operatori turistici ad un urgente incontro
chiarificatore: desiderate che la Fraglia continui sulla attuale “rotta” vincente ed allora “rimbocchiamo assieme le
maniche”. All’ente pubblico rammento che un Circolo a livello mondiale non può essere trattato alla stregua di una
bocciofila di paese, agli imprenditori dell’industria turistica della zona chiedo di collaborare e trasformare i regatanti in
turisti a tutti gli effetti offrendo un’ospitalità degna della tradizione rivana. Se la proposta non avrà il necessario
riscontro siamo pronti a mollare la nostra attività ed i club come Malcesine e Campione ed altri sodalizi saranno ben
lieti di ereditarla». – 19/07/14
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dal CORRIERE DELLA SERA
Venerdì 25 Luglio, 2014 - CORRIERE DEL TRENTINO - TRENTO
Turisti, dalla tassa 12 milioni
Dallapiccola: la linea è di ridurre l'imposizione fiscale
TRENTO — Dalla tassa di soggiorno la Provincia di Trento conta di ricavare 12 milioni di euro. Lo ha detto l'assessore al
turismo Michele Dallapiccola ieri alla seconda commissione del consiglio provinciale.
A dispetto dei timori serpeggiati nei giorni scorsi, con i sindacati agitati perché pareva che Piazza Dante volesse fare un
passo indietro sulla tassa, ieri si è chiarito che la giunta Rossi ha deciso che la tassa di soggiorno per il turismo «è
necessaria e va introdotta». Non con la riforma della legge provinciale sulla promozione turistica — che è già pronta e
arriverà in consiglio provinciale il prossimo ottobre —, ma con la legge finanziaria 2015 collegata al bilancio, destinata
al voto prima di Natale. L'ha puntualizzato ieri Dallapiccola, relazionando proprio sul ddl 38/2014 che propone in 12
articoli una serie di innovazioni nella politica turistica provinciale.
L'assessore autonomista ha spiegato che la tassa potrebbe «pesare» per 12 milioni di euro, preziosi in una fase di
contrazione delle risorse dell'autonomia. «Non c'è del resto alternativa — ha detto — posto che la linea è quella di
ridurre l'imposizione fiscale generale e quindi non è opportuna nemmeno una tassa di scopo».
L'assessore poi ha riassunto i principi contenuti nel ddl sulla promozione. Le Apt «si dedicheranno a commercializzare
il prodotto turistico locale e faranno ancora promozione del territorio, ma attraverso piani operativi concordati con la
promozione centrale disegnata a Trento». Lo scopo, da tanti anni perseguito, è quello di «evitare sovrapposizioni» e
«innescare sinergie che oggi invece non si attivano». Si vuole anche «prestare attenzione alle Pro Loco, che
continuano a crescere di numero (sono 180, due nuove sono nate nei giorni scorsi) e funzionano molto bene».
Gli altri provvedimenti del ddl sono la «guest card, che serve soprattutto ad "agganciare" la clientela per profilarla
(aspetto che ha un forte valore economico)». La carta per l'ospite, secondo l'assessore, è riuscita ad esempio a far
aumentare del 300% gli ingressi al museo storico di Rovereto. Poi la regolamentazione dell'accesso con motoslitte agli
esercizi e rifugi sulle piste, fuori dall'orario di apertura degli impianti, servirà «ad aumentare la redditività di locali».
Infine arriverà «l'omologazione delle insegne sui sentieri di montagna», chiodo fisso di Dallapiccola.
Enrico Orfano
Martedì 22 Luglio, 2014 – BRESCIA
Dermatiti dopo il bagno: sotto accusa caldo e anatre
Un tuffo nel lago di Garda? Può sembrare un paradosso, ma sarebbe meglio evitarlo durante le ore più luminose e
calde della giornata. È proprio in questa fascia che le larve di un verme parassita (Trichobilharzia ocellata) vengono a
maturazione e vanno in cerca di un ospite. Un ospite di solito rappresentato da anatre, cigni e uccelli acquatici, che a
volte, per errore, può anche essere la pelle di un bagnante. È questo il fenomeno che domenica ha colpito 39 persone
che nuotavano al largo, tra la spiaggia del Desenzanino e quella di via Seselle, a Manerba. Questi microorganismi, che
hanno vita breve, fanno parte di «un fenomeno naturale, fastidioso – chiariscono gli esperti dell’Asl –, ma del tutto
benigno». Insomma, il prurito e le bolle comparse sulla pelle degli sfortunati bagnanti hanno sì rovinato la loro
domenica di relax, ma senza conseguenze permanenti per la salute. Si tratta di un «un fenomeno naturale già noto
anche in altri laghi alpini, caratterizzato – spiegano dall’Asl – da un’irritazione cutanea locale del tutto transitoria, con
prurito ed eritema variabile a seconda della sensibilità individuale e comunque con evoluzione autolimitante e
benigna». Tradotto, i tuffi si possono continuare a fare e non a caso domenica, a Desenzano e Manerba, molta gente
ha continuato ad entrare e uscire dall’acqua senza riportare alcun prurito o arrossamento. Delle 39 persone colpite
dalla dermatite, solo 14 si erano recate al pronto soccorso.
«Nessuna di loro è stata ricoverata», confermano dall’ospedale della cittadina gardesana. Alcuni hanno curato con
una pomata il rossore, altri si sono fatti medicare dai medici, ma c’è anche chi è salito al pronto soccorso e poi, visto
che il prurito è scomparso da solo, è tornato a casa senza farsi nemmeno visitare. Domenica, a scopo precauzionale, il
sindaco di Manerba aveva comunque deciso di vietare i tuffi nelle acque di fronte alla spiaggia di via Seselle, a sud di
porto Dusano. Dopo gli accertamenti dell’Asl il primo cittadino ha però scelto di revocare il divieto e da stamattina
tutta Manerba torna ad essere balneabile. L’allarme dermatiti, insomma, sembra rientrato, ma in realtà si tratta di un
fenomeno che potrebbe ripetersi perché «è connesso all’equilibrio biologico dell’ecosistema lacustre». Infatti queste
larve, dopo essersi schiuse, colonizzano come ospite intermedio delle piccole chiocciole di lago che vivono adese alle
canne lacustri. Fare il bagno vicino ai canneti, dove vivono diversi animali acquatici, può essere un rischio, soprattutto
nelle ore più calde. Eppure questo fenomeno naturale non è un enigma: è conosciuto da almeno vent’anni, ma quasi
nessuno lo sa. O, meglio, i sanitari hanno sempre informato le amministrazioni, invitando i comuni ad esporre una
serie di cartelli multilingue lungo le spiagge in modo da chiarire ai bagnanti la natura di questo processo naturale.
L’obiettivo, infatti, era quello di prevenire questo problema, facendo capire che era meglio «non immergersi in acqua
nelle ore più luminose e calde della giornata». Non si tratta di un divieto, ma di un invito. Rivolto in primis a tutte
quelle persone con la pelle sensibile. Un consiglio che in tanti forse avrebbero seguito, se solo fossero stati informati.
Mancano i cartelli, ma l’ultima volta che l’Asl ha invitato i comuni ad affiggerli era il 26 giugno scorso. Ora tocca alle
amministrazioni.
Matteo Trebeschi
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18 Luglio 2014, 08.00
Bach e Händel, l'assoluto e il quotidiano
“I Suoni del Garda” fanno tappa sabato sera a Vesio di Tremosine con protagonisti l’rganista e clavicembalista
Marcello Rossi, i violini solisti Kaori Ogarasawa e Igor Della Corte e la Brixia Symphony Orchestra diretta da
Giovanna Sorbi
Sabato 19 luglio, alle 21,15, nella Chiesa Parrocchiale di Vesio di Tremosine, appuntamento ad ingresso libero con
l’ottavo concerto de “I Suoni del Garda”, rassegna itinerante organizzata dall’Associazione Brixia Symphony Orchestra
in collaborazione con la Comunità del Garda e il Comune di Tremosine: l’evento vuole essere un omaggio all’antico e
pregiatissimo organo Gaetano Callido (1768) della parrocchiale di Vesio.
Interessante la proposta musicale che offre al pubblico un confronto fra due autori fra i più rappresentativi del
periodo Barocco, Johann Sebastian Bach e Georg Friedrich Händel, massima espressione in sintesi dei suoi valori e dei
suoi contrasti. Mentre Bach rappresenta l’anima mistica del barocco, raccolta in una pietà devota, volta a perfezionare
fino all’estremo, attraverso un lavoro paziente, tenace e silenzioso l’arte e le forme del passato, Handel rappresenta
invece l’anima realistica, esuberante, affacciata nel presente e avida di novità.
Nel concerto di Vesio si contrappongono e si completano: si inizia con la trascrizione di Bach per organo del concerto
per oboe di Alessandro Marcello, proseguendo con Haendel (Concerto in re minore op. 7 n. 4), ritornando a Bach con
il Concerto per due violini in re minore BWV 1043, e per concludere con Concerto per clavicembalo e orchestra in re
minore n. 1 BWV 1052.
Organista e clavicembalista Marcello Rossi, violini solisti Kaori Ogarasawa e Igor Della Corte, Brixia Symphony
Orchestra diretta da Giovanna Sorbi. Marcello Rossi, diplomato nel 2002 in Organo con Forni, nel 2007 in
Clavicembalo con Vartolo e nel 2008 in Composizione con Mannucci, presso il Conservatorio di Verona, è specializzato
in musica barocca perfezionandosi in clavicembalo con G. Murray, presso l Universität für Musik und Darstellende
Kunst di Vienna. Oltre a concerti solistici su organi storici del nord-Italia, ha collaborato con ensemble da camera come
“Ensemble Concerto” di Gini con cui ha eseguito l’“Orfeo” di Monteverdi in occasione del quarto centenario dalla
prima rappresentazione e “Delitiae Musicae” di Longhini, con cui ha inciso l’Ottavo libro dei madrigali di Monteverdi
per Naxos. Con l’ensemble “Dulcis in Fundo” ha recentemente vinto il concorso di musica da camera European
Recorder Teachers’ Association e registrato un CD con musica di Roman, padre del barocco svedese. Ha partecipato in
qualità di maestro al cembalo al progetto “Il viaggio del principe Ladislao”, nell’ambito della rassegna il “Banchetto
musicale”, svoltasi a Vilnius (Lituania) e trasmessa in diretta per Euroradio. Ha svolto il ruolo di continuista
nell’orchestra “I Virtuosi Italiani”, con i quali si è anche esibito davanti al Papa in diretta radio–televisiva, eseguendo il
“Salve Regina” di Pergolesi nell’anno del tricentenario dalla nascita.