1-2014 Genova Alpina

GENOVA
n u o v a
PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA
Anno II – N. 1 – Gennaio - Aprile 2014
Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova – Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Genova
Genova
Assemblea dei Delegati
Staglieno
Messa per i Caduti
Graffiti alpini
della Grande Guerra
(parte seconda)
Livio Marabello M.O.V.M
sul Fronte Francese
Museo degli Alpini
Rifugio Regina Elena
Vittorio Bulla, fotografo
ufficiale della 4ª Divisione
Alpina Cuneense
Attività della Sezione
Attività dei Settori
In Famiglia
EDITORIALE
CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI 2014
GRUPPO
B
ene, con questo numero inizia il secondo anno
della nostra “nuova” rivista sezionale. Il primo anno, come tutti i primi anni di qualsiasi
attività, è andato avanti con qualche scossone, qualche sbaglio da parte mia, qualche mugugno da parte
dei lettori (tenuto conto che gli alpini e i liguri hanno il mugugno nel loro DNA, mi aspettavo di peggio). Abbiate pazienza, si cerca di accontentare tutti, prima o poi.
Questo periodico deve essere lo specchio della
vita della Sezione di Genova e dell’attività dei
Gruppi, che meritano di vedere riconosciuti i loro
sforzi per mantenere viva la tradizione e lo spirito
di noi Alpini.
Ma anche il nostro passato non va dimenticato :
quest’anno ricorrono i cento anni dello scoppio della
Grande Guerra, che iniziò nell’estate del 1914, anche se l’ Italia entrò in guerra l’anno dopo.
Sono in programma manifestazioni a livello europeo e nazionale, ed anche la sezione di Genova, nel
suo piccolo, vuol fare la sua parte.
Per questo, rinnovo l’invito a tutti i soci e amici
degli alpini che avessero in casa ricordi, fotografie o
cimeli di quel periodo a farli pervenire alla redazione, per poterli pubblicare come omaggio alla memoria di chi ci ha preceduto lungo la strada e magari ci
guarda dal Paradiso di Cantore ( SI !!! Esiste !!!).
E adesso, zaino in spalla per un altro anno !
IL DIRETTORE
SETTORE
> 1-2 GIUGNO FESTA DEL SETTORE GENOVA
A PIEVE LIGURE (IN CORNUA)
> 8 GIUGNO FESTA DEL SETTORE SOPRA LA
CROCE A PRATO SOPRA LA CROCE
> 29 AGOSTO FESTA DEL SETTORE
VALPOLCEVERA A SERRA RICCÒ
SEZIONALI
> 27 APRILE PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO
DI N.S. DELLA GUARDIA
> 07 SETTEMBRE FESTA DELLA SEZIONE
A BARGAGLI
> 09 NOVEMBRE RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO
PRESSO LA SEDE SEZIONALE
INTERSEZIONALI
> 15 GIUGNO RADUNO INTERSEZIONALE
A CAPANNETTE DI PEJ
RAGGRUPPAMENTO
> 27- 28 SETTEMBRE RADUNO DEL I°
RAGGRUPPAMENTO AD OMEGNA
NAZIONALI
> 9-10-11 MAGGIO ADUNATA NAZIONALE
A PORDENONE
> 29 GIUGNO 31° PELLEGRINAGGIO AL RIFUGIO
CONTRIN
> 06 LUGLIO COL DI NAVA 65° RADUNO
Fotografie, CD ed altro materiale grafico sono conservate
presso la Segreteria della Sezione fino a 12 mesi dopo la pubblicazione. Trascorso questo termine, verranno cestinate. Testi
e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
G E N O VA
n u o v a
NAZIONALE AL SACRARIO DELLA DIVISIONE
CUNEENSE
> 13 LUGLIO PELLEGRINAGGIO ALL’ ORTIGARA
> 19-20 LUGLIO PREMIO FEDELTÀ
ALLA MONTAGNA
> 27 LUGLIO PELLEGRINAGGIO ALL’ADAMELLO
> 27 LUGLIO RADUNO DELLA PACE A POSÌNA
PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA
Direttore responsabile:
Nicola Pellegrino
Comitato di redazione
Presidente: PIETRO FIRPO
Membri:
FRANCO BAGNASCO - PIERO BONICELLI - ROBERTO MARTINELLI
GIANCARLO MILITELLO - GIORGIO PRETELLI - LORENZO SANTAGATA
MAURO TIMOSSI - FRANCESCO TUO
PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA
Direzione e Amministrazione:
Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova - Tel.: 010 587236 - Fax: 010 5709480
mail: [email protected]
Autorizzazione: Trib. di Genova N. 4-2013 del 17/05/2013
> 07 SETTEMBRE PELLEGRINAGGIO
AL PASUBIO
> 12 OTTOBRE FESTA DELLA MADONNA
DEL DON A MESTRE
> 16 NOVEMBRE A MILANO SANTA MESSA
A RICORDO DEI CADUTI
SI RAMMENTA AI CAPIGRUPPO CHE LE DATE DEI RADUNI
DI GRUPPO VANNO COMUNICATE ALLA REDAZIONE CON
ALMENO QUATTRO MESI DI ANTICIPO, O NON SARÀ
POSSIBILE PUBBLICARE IN TEMPO.
Stampa: ESSEGRAPH S.r.l. - Via Riboli, 20 - 16145 Genova
IN COPERTINA: Staglieno – Cerimonia per i caduti: Le Autorità – Le Corone – Il Coro Soreghina.
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A PROPOSITO DI CANTORE
E DEL SUO PARADISO
L'
alpino Magalotti da Cesena si domanda: "Ma
gli alpini sanno chi fu veramente Cantore?" E
bolla il burbero generale sampierdarenese (genovese), come una "testa calda" che si riteneva "spavaldamente immortale" rimanendone ... fregato; ben gli
sta, sembra concludere. Ma lui, il Magalotti, lo sa chi fu
veramente Cantore? E soprattutto: conosce l'origine
della "sentimentaloide espressione" - PARADISO DI
CANTORE - che tanto lo disgusta?
Anche noi del "Gruppo Sampierdarena Gen. Antonio Cantore", quando - durante la sfilata dell'Adunata
Nazionale - abbiamo l'onore di far precedere il blocco
degli Alpini della Sezione di Genova dallo striscione
PASSANO GLI ALPINI DI CANTORE, ci poniamo la
stessa domanda: probabilmente non molti iscritti e simpatizzanti saprebbero rispondere con cognizione di causa. Oppure risponderebbero con quello che si raccatta
su "wikipedia", che è l'unica fonte del sapere di oggigiorno! Un vero peccato, perché così si moltiplicano i
Malagotti Tommaso: che, purtroppo, supponiamo essere
il capofila di un notevole schieramento di iscritti ANA.
Che dire? Cantore era noto per un certo caratteraccio
che non disdegnava, all'occorrenza, la bestemmia ... ma
che ai soldati non dispiaceva. "Per piacere al soldato egli
aveva tutto: il coraggio fatto di gesti temerari e di noncuranze al freddo, la parlata rude salace ed efficace, il pugno di ferro e la fortuna sfacciata" sono parole dell'alpino-giornalista Maso Bisi nella biografia del gen. Cantore
scritta negli anni '20. In seguito, secondo lo spirito dei
tempi, fiorì una fastidiosa retorica ... Ma è inutile dilungarsi: prima di esprimere qualsiasi opinione invitiamo a
leggere, almeno, questi due libri, di evidente obiettività e
con un'estesa bibliografia: "Oreste Bruno Ongaro - ANTONIO CANTORE" e "Claudia De Marco - IL MITO
DEGLI ALPINI", entrambi "Gaspari Editore" .
... Non sarebbe male se L'ALPINO provvedesse, ogni tanto, a rinfrescare la memoria a tuttr, vecchi e giovani, su Cantore e il suo Paradiso ...
Per quanto riguarda IL PARADISO DI CANTORE ha
già risposto concisamente ed efficacemente il direttore.
Invitiamo a leggere il "pezzo" di Maso Bisi, che fu pubblicato anche su L'ALPINO negli anni '20; e a cercare di
contestualizzare fatti e personaggi, come si dovrebbe
sempre fare quando si giudicano periodi storici lontani.
Asserragliati nella nostra "ridotta" di San Pier d'Arena, dove è nata la "testa calda" - ancora "caldi" per le
celebrazioni del 90° di fondazione del Gruppo ed in attesa di salire alla Forcella di Fontananegra nel 2015 per
calcare per l'ennesima volta le rocce che videro il sacrificio di Cantore e di migliaia di soldati italiani ed austroungarici - ci rendiamo conto che oggi viviamo tempi
di "rottamazione"; ciononostante coltiveremo finché
potremo la nostra "sentimentaloide" retorica alpina,
fondata su valori come lo spirito di sacrificio, il coraggio,
il senso del dovere, che furono i "valori" di Antonio
Cantore, nonostante il suo "caratterino": una retorica
che ci fa credere - bambini sentimentali - a un paradiso
anomalo, dove speriamo ci accolga, al momento "giusto", il nostro burbero "testa-calda-cantore" attorniato
dalle schiere di Coloro che lo hanno già raggiunto dalle
sabbie e dalle montagne africane, dalle Alpi, dalle montagne dell'Albania, dalle steppe russe, dalle lande afgane o dalle loro case.
Siamo certi che lassù - o laggiù come si preferisce "il vecio" non ha più occasione di "cristare" ....
Angelo Grossi
"Gruppo Sampierdarena - Gen. Antonio Cantore"
18 febbraio 2014
UN NUOVO GRUPPO
QUARTO DEI MILLE
urante l’assemblea dei delegati del
9/3/2014, è stata ufficialmente annunciata la costituzione del nuovo Gruppo “Quarto dei
Mille” del Settore Genova. In attesa di notizie
più complete, facciamo i migliori auguri a questo nuovo punto di aggregazione, sperando che
serva a come stimolo per risvegliare qualche
socio “dormiente”.
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Verbale dell’Assemblea dei Delegati 2014
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omenica 9 Marzo 2014 alle ore 8,00 in prima chiamata ed alle ore 9,30 in seconda chiamata, nella Sede Sezionale di Mura delle Cappuccine di Genova, preceduta dalla S. Messa celebrata da Padre Francesco Rossi Cappellano Sezionale, si è tenuta l’annuale Assemblea dei Delegati della Sezione di Genova, con il seguente ordine del giorno:
1 - Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea.
2 - Lettura ed approvazione del verbale dell’Assemblea del 10 Marzo 2013.
3 - Relazione morale del Presidente sull’attività 2013 – programma 2014.
4 - Relazione finanziaria del Tesoriere e Conto Consuntivo 2013 – Relazione dei Revisori dei Conti – Rifugio Regina Elena – Protezione Civile – Coro Soreghina – Museo degli Alpini.
5 - Discussione sui punti 3 e 4 – delibere relative.
6 - Nomina/conferma dei Delegati all’Assemblea Nazionale di Milano.
7 - Varie ed eventuali.
NOMINA DEL PRESIDENTE E SEGRETARIO DELL’ASSEMBLEA
Subito dopo il saluto alla Bandiera, il Presidente Sezionale Pietro Firpo ricorda i soci andati avanti; procede all’appello dei Gruppi presenti ( sono presenti 48 Gruppi sui 56 convocati di cui 7 non giustificati e giustificato il Gruppo di Torriglia per problemi di salute del Capogruppo), alla nomina del Presidente dell’Assemblea il socio Piero Bonicelli Capogruppo Gruppo di Lavagna, e del Segretario dell’Assemblea il Consigliere Sezionale Emilio Zappaterra. L’assemblea approva all’unanimità le nomine proposte.
LETTURA ED APPROVAZIONE DEL VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEL 10/03/2013
Il Presidente dell’Assemblea, prima di dare inizio ai lavori, invita i presenti ad alzarsi in piedi nel rispetto del valore del saluto
che conviene alle persone riunite in una assemblea, quindi invita ad approvare il verbale della precedente assemblea del 10/03/2013
proponendo di darlo per letto. Il verbale viene quindi dato per letto e approvato all’unanimità.
RELAZIONE MORALE DEL PRESIDENTE SULL’ATTIVITA’ 2013- PROGRAMMA 2014
Viene data la parola al Presidente Pietro Firpo che espone la sua relazione morale inerente l’attività del 2013:
“Cari Capigruppo e soci delegati, in data odierna si conclude il secondo anno di lavoro dell’attuale Consiglio Direttivo ed è questo
il momento in cui potete esprimere il vostro consenso o le vostre critiche all’operato dei responsabili sezionali. I Consiglieri, presenti
almeno una volta al mese in Sede per il Consiglio, hanno presenziato alle assemblee dei Gruppi coadiuvati dai Coordinatori di Settore per realizzare quel collegamento Gruppo-Sezione che giudico vitale per la vita dell’Associazione. A questo riguardo mi permetto di
far notare che alcuni Consiglieri abitano fuori città e la presenza in Sede costituisce ulteriore sacrificio al quale comunque si sottopongono volentieri. Ai Coordinatori di Settore esistenti è stato aggiunto quello che copre il Settore “Centro” con i Gruppi di Ge-Centro,
Ge-Monte, Molassana, Pieve Ligure Sori e Nervi nella persona dell’alpino Francesco Cassieri. Farà parte di questo Settore il costituendo nuovo Gruppo di Quarto dei Mille ancora in fasce,al quale ovviamente auguriamo di crescere e funzionare al meglio.
Le notizie relative alle altre attività che la Sezione persegue vi verranno comunicate dai vari responsabili, ma anticipo che abbiamo stipulato un contratto pluriennale con il Comune che ci ha concesso l’uso dei locali in Via Canevari per farne la Sede della
nostra Protezione Civile. Sempre la Protezione Civile dispone adesso di una unità cinofila propria, non più in collaborazione con la
Sezione di Alessandria.
Del Rifugio Regina Elena parlerà Andrea Villa mentre comunico che dopo tanti anni di onorato servizio abbiamo messo a riposo il Suzuki di base a S. Anna di Valdieri. E’ stato acquistato un automezzo Dacia Duster che verrà utilizzato per otto mesi a Genova per la Sezione o i Gruppi che ne chiedessero la disponibilità e sarà data dotazione del Rifugio durante i mesi da maggio a settembre. Capitolo gilet: avremo modo di parlarne, se lo desiderate, ma voglio anticipare che la scelta fatta è a parere nostro quella
che può mettere d’accordo tutti. Dalle assemblee fatte è risultato un deciso consenso a quanto proposto anche se con qualche distinguo. Sappiamo che esistono altre scelte più economiche ma la fattura e il materiale ci hanno fatto propendere per una spesa più
alta con un prodotto decisamente valido.
La Sezione si accolla una parte consistente della spesa (sono sempre soldi vostri) ma siamo convinti che sfilare con un capo che
identifichi la Sezione costituisca il raggiungimento di un obbiettivo perseguito da anni. Va da sè, e tengo a dirlo forte e chiaro, che
chi non vuole indossare il gilet è libero di farlo ma dovrà sfilare nel corteo dopo coloro che ne sono provvisti e in base alle direttive emanate dal Servizio d’Ordine Sezionale. A questo proposito chiedo ai Capigruppo di cercare, possibilmente fra i giovani,o meno vecchi, la disponibilità a rimpinguare le file di tale Servizio anche a livello Nazionale. Dopo tanto tempo abbiamo finalmente
messo mano al rifacimento del Sito Sezionale, speriamo presto di renderlo operativo e valido così come è ormai operativo l’uso del
sistema informatico che il nostro Segretario Sezionale Ezio Derqui gestisce. Parlando di informatica mi corre l’obbligo di ringraziare chi ha fornito gratis alla Sezione ben quattro computer, due per la Sede della Protezione Civile e due disponibili per la Sezione
e per il Museo. Come potete constatare sono pressoché ultimati i lavori di sistemazione del salone anche se è necessario sostituire
lo stucco alle finestre e sistemare le tapparelle. Purtroppo il tempo inclemente del passato inverno ha provocato un’infiltrazione
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d’acqua dal soffitto che è difficile da individuare. Con l’arrivo della buona stagione confidiamo risolvere il problema acuito dalla forma del tetto che è senza grondaie e con due soli fori di spurgo oltre che senza pendenze in grado di favorire lo
scarico dell’acqua piovana. Continua l’impegno del mercoledì pomeriggio del
gruppo che ha ripreso la storia della Sezione e del cui lavoro parlerà Bruno Molfino. Prima di elencare le tante e buone cose fatte e quelle previste in calendario,
vorrei soffermarmi un poco sulla difficoltà che incontriamo per la ricostruzione di
un Gruppo Sportivo, un tempo non troppo lontano in grado di organizzare anche
manifestazioni importanti. Non abbiamo perso la speranza di riuscirci, chiediamo
a tutti voi Capigruppo di aiutarci a scovare qualcuno che possa farne parte; possiamo partire con poco e poi crescere, ma se non cominciamo… Quest’anno abbiamo anche iniziato a far sul serio con le scuole; siamo riusciti a coinvolgere parecchi istituti scolastici che hanno dimostrato interesse per quanto andiamo a proporre. Gli argomenti, richiesti dagli stessi insegnanti, sono gli Alpini e la Protezione Civile, e la collaborazione fra il Vicepresidente Giancarlo Militello e la nostra
Protezione Civile in vari plessi scolastici ha già dato buoni frutti. Verrà incrementata usufruendo anche dei cani del gruppo cinofilo che con i relativi istruttori attira facilmente l’interesse degli studenti; l’impegno
con le scuole non sarà qualcosa di estemporaneo ma continuerà negli anni futuri con un maggior impegno e adesione di scuole.
Bisogna dare atto del lavoro compiuto e dei risultati a molti Capigruppo e ai Coordinatori di Settore. Porto anche a conoscenza che
Onor Caduti ci ha chiesto di utilizzare le cartine del libro di Padre Generoso per cercare in Grecia i soldati, alpini e non, colà sepolti. Commemorazione Guerra 1915-1918: è intenzione del Consiglio ricordare la ricorrenza dell’inizio e della fine della Grande Guerra con tre eventi. I primi due si svolgeranno il prossimo anno con un “incontro della Pace” a Genova presumibilmente a fine Maggio, l’altro a Forcella di Fontananegra zona Tofane a fine Luglio per celebrare i cento anni della morte del Generale Antonio Cantore. C’è poi l’intenzione di organizzare una mostra sulla Grande Guerra sul tipo di quella fatta nel 2008 al Palazzo della Borsa. Abbiamo istituito un comitato di lavoro, fatto alcune riunioni, ma siamo in attesa di ciò che ci verrà comunicato il 12 e 13 Aprile nell’apposita riunione che la Sede Nazionale ha indetto a Marostica, questo per non creare dualismi e sovrapposizioni. Passo adesso
ad elencare le manifestazioni svolte durante l’anno 2013 e a quelle previste per il 2014:
- 27/01/2013 Cimitero di Staglieno (GE): commemorazione di Nikolajewka e di tutti i caduti.
- 14/04/2013 Pellegrinaggio Sezionale alla Madonna della Guardia
- 17/04/2013 Precetto Pasquale nel Duomo di S. Lorenzo.
- 20-21/04/2013 Mondovì riunione Presidenti 1° Raggruppamento-C.I.S.A
- 20/01-28/04-24/11 S. Messa in Cripta.
- Adunata Nazionale a Piacenza con 54 Gruppi presenti.
- Milano: Assemblea dei Delegati con votazione nuovo Presidente Nazionale.
- 16/06/2013 Capennette di Pej
- 21/06/2013 C.S.A. a Costalovara (BZ)
- 23/06/2013 Varazze (SV) Premio Alpino dell’anno.
- 07/07/2013 Colle di Nava con posa di una targa a Padre Vallarino
- 11-12-13-14/07/2013 Esercitazione TT.AA. a Passo Falzarego e Pellegrinaggio Ortigara.
- Canelli (AT): funerale Consigliere Nazionale.
- 16/08/2013 Rocca la Meja (CN) commemorazione Caduti Alpini.
- 01/09/2013 Premio Fedeltà alla Montagna.
- 3-4-5-6-/09/2013 Riunione I.F.M.S.S.
- 7-8/09/2013 Ivrea: riunione Presidenti 1° Raggruppamento.
- 28-29/09/2013 Cornigliano (GE) Festa Sezionale e del Settore Ponente.
- 13/10/2013 Sampierdarena (GE) festa della Madonna del Don
- 09/11/2013 Susa (TO) riunione Presidenti 1° Raggruppamento per Assicurazioni
- 10/11/2013 Presso la Sede Sezionale Assemblea Capigruppo
- 17/11/2013 Milano: assemblea Presidenti Sezionali.
- 15/12/2013 Milano: S. Messa in Duomo.
- 01/02/2014 Domodossola (VB) riunione Presidenti 1° Raggruppamento.
Un dato relativo alle Assemblee di Gruppo: sono state effettuate ad oggi 49 Assemblee mancano quindi all’appello ancora 7 Gruppi.
Nell’elenco appena descritto va ringraziato da tutti noi il nostro Consigliere, Tesoriere e Consigliere Nazionale Massimo Curasì per l’abnegazione che spende per adempiere a tutte le incombenze che gli derivano dalle cariche e che non di rado compie
anche come rappresentante della Sezione e soprattutto quando la distanza da Genova è notevole e non è coperta dai Consiglieri Sezionali.
ATTIVITA’ FUTURE
- 22/03/2014 Motta di Livenza (TV) Riunione Presidenti e Responsabili P.C.
- 12-13/04/2014 Marostica (VI) Assemblea Presidenti e C.I.S.A. per commemorazione 1^ Guerra mondiale.
- 27/04/2014 Pellegrinaggio Sezionale alla Madonna della Guardia.
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9-10-11/05/2014 Pordenone: Adunata Nazionale.
25/05/2014 Milano: Assemblea dei Delegati
15/06/2014 Capannette di Pej
06/07/2014 Pellegrinaggio al Colle di Nava
19-20/07/2014 Premio Fedeltà alla Montagna
07/09/2014 Bargagli (GE) Festa Sezionale
27-28/09/2014 Omegna (VB) Raduno del 1° Raggruppamento
12/10/2014 Sampierdarena (GE) Festa della Madonna del Don
09/11/2014 Presso la Sede Sezionale assemblea dei Capigruppo.
14/12/2014 Milano: S. Messa in Duomo.
Ho quasi concluso la mia relazione ma prima di lasciare la parola al Tesoriere e ai vari responsabili vorrei ancora comunicare che
sempre più numerosi sono gli alpini che versano in difficoltà economiche. A questo proposito il C.D.S ha ripristinato il Fondo di
Solidarietà già esistente in tempi non lontani. I Gruppi che, in condizione e desiderosi di farlo, vogliono contribuire, sappiano che
la Sezione sta già operando in merito. Ho notizia di Gruppi che destinano una percentuale sugli introiti di certe attività a questo
scopo. E’ un argomento un poco particolare del quale ovviamente siamo pronti a dare chiarimenti a chiunque voglia approfondirlo
in separata sede. Ancora porto a conoscenza che nel corso dell’ultima riunione di C.D.S. è stato discusso l’argomento “Feste di Settore”. Non si vuole impedire a nessuno di organizzare la Festa di Settore ma viene chiarito che tali manifestazioni saranno organizzate non su input dei Coordinatori di Settore ma su iniziativa dei Capigruppo e senza obbligo alcuno per quest’ultimi non consenzienti. Va da sè che l’aiuto concreto dei Coordinatori di Settore ove si renda utile sarà essenziale alla riuscita e non disconosciuto dalla Sezione.
Mi fermo per ora, lascio il posto ad altre relazioni e pronto a rispondere in seguito a quanto mi vorrete chiedere e chiarire. Il mio
ringraziamento va a tutti voi indistintamente per la comprensione e l’aiuto che anche quest’anno non mi avete fatto mancare e conto ancora per il prossimo anno di goderne i frutti.
Il Presidente Pietro Firpo
RELAZIONE FINANZIARIA DEL TESORIERE E CONTO CONSUNTIVO 2013 - RELAZIONE DEI REVISORI DEI CONTI.
Il Tesoriere Massimo Curasì procede alla lettura della relazione finanziaria, delle singole posizioni in termini di attività e passività, delle voci significative.
“Alpini, Capigruppo, Delegati, Consiglieri Sezionali e Presidente della Sezione di Genova, ancora una volta è mio compito presentare a questa Assemblea il rendiconto finanziario relativo al trascorso anno 2013. Come previsto dallo Statuto tutta la relativa
documentazione contabile è depositata presso la Segreteria a disposizione di chi ne volesse prendere visione.
Desidero esprimere il mio personale ringraziamento nei confronti dei soci appartenenti al Collegio dei Revisori dei Conti che
come di consueto hanno fornito puntuale, preziosa assistenza e valido aiuto nello svolgimento della mansione di Tesoriere della Sezione da parte del sottoscritto.
Porto a conoscenza che la Sede Nazionale ha stipulato un’assicurazione sugli infortuni per tutti i soci che partecipano alla manifestazioni indette dalla Sede Nazionale stessa, e che nell’ambito della Sezione si è coperti per una manifestazione all’anno scelta
dalla Sezione stessa.
Pensiamo di inserire il Raduno del 1° Raggruppamento di Omegna preventivamente comunicandolo alla Sede Nazionale.
Nel confermarmi a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti ringrazio per l’attenzione e colgo l’occasione per un cordiale saluto alpino.
Il Tesoriere Massimo Curasì
Il Revisore dei Conti Luigi Vassallo ringrazia il Tesoriere Massimo Curasì e dà lettura della relazione dei Revisori dei Conti. Così come dai controlli effettuati in collaborazione con i Revisori Marco Cavagnaro e Vittorio Ferrante evidenzia la perfezione con cui
è tenuta la contabilità e dai controlli effettuati riscontra la corretta corrispondenza della documentazione presentata dal Tesoriere
confermando la correttezza del conto consuntivo 2013.
Con cordialità alpina Luigi Vassallo
RIFUGIO REGINA ELENA
Prende la parola il Responsabile Andrea Villa che espone quanto segue:
- è stato sostituito il vecchio impianto telefonico a ponte radio con un sistema satellitare che ci permette di avere anche il collegamento internet. Il numero di telefono è rimasto lo stesso. A tal proposito si dovrà potenziare l’impianto elettrico mediante altri pannelli per sopportare il maggior assorbimento del nuovo impianto.
- come anticipato dal Presidente Pietro Firpo verrà sostituto il vecchio Suzuki con un nuovo mezzo Dacia Duster ad uso polivalente, ossia Rifugio nei mesi di apertura (Giugno-Settembre) e Sezionale nei rimanenti mesi dell’anno.
- Il Rifugio aprirà ufficialmente il 14 di giugno per chiudere il 13 di settembre con due turni in più rispetto agli anni precedenti
questo grazie all’impegno dei custodi volontari.
- Nel censimento dei Rifugi A.N.A. siamo apparsi su un numero de l’Alpino.
Con cordialità alpina Andrea Villa
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PROTEZIONE CIVILE
Prende la parola il Responsabile Franco Sensi che espone quanto segue:
- Come preannunciato dal Presidente Pietro Firpo abbiamo una nuova Sede presso i locali della ex Enel di Via Canevari (uffici, magazzino, posti auto) concessi in affitto dal Comune di Genova. Si devono eseguire diversi lavori (impianto elettrico, idraulico,
bagni) e grazie all’operato dei volontari, al materiale necessario acquistato a prezzi di favore e a volte donato dagli stessi volontari, le spese al momento risultano contenute.
- Quest’anno fortunatamente gli interventi non hanno riguardato eventi gravi ma le chiamate sono arrivate per lo più dai Comuni per lavori di manutenzione.
- E’ stata costituita una unità cinofila propria (ci si è staccati da Alessandria) formata da sette cani per ricerca in superficie di cui
cinque già addestrati. E’ stato individuato un campo di addestramento a Bargagli. Costituita squadra sanitaria e trasmissione radio, mentre è in cantiere il progetto di una squadra alpinistica (sicurezza per interventi su tetti a togliere la neve, etc..)
- Abbiamo la squadra di Molinari sul “ponente” formata da dodici elementi completamente autonomi, e si cerca di fare la stessa
cosa sul centro e levante.
- Vengono organizzate presso il Gruppo Ge-Centro delle cene per tirar su un po’ di soldi.
Ringrazio il Presidente Pietro Firpo per averci concesso di partecipare a manifestazioni Sezionali come reparto di P.C. e faccio
appello alla segnalazione di volontari.
Con cordialità alpina Franco Sensi
CORO SOREGHINA
Prende la parola il Responsabile Marco Cavagnaro che espone quanto segue:
“Il nostro Coro da marzo 2013 a febbraio 2014 ha partecipato tra concerti e Sante Messe a 30 eventi di cui 13 per conto A.N.A.
Tra i più importanti a particolari voglio ricordare l’Adunata di Piacenza a maggio, l’Intersezionale di Capannette di Pej a giugno,
raduni di Borzonasca a giugno, Cogoleto a luglio, Cornigliano e Rivarolo a settembre, il concerto a Palazzo Ducale di Genova “Cantamigrantes” a novembre, il concerto a San Maurizio a Novara in novembre, a Luino in dicembre e il giorno 8 dicembre nella Chiesa di S. Donato a Genova. In questi ultimi due concerti è stata fatta una raccolta benefica il cui ricavato è stato devoluto alle popolazioni alluvionate della Sardegna, inviando direttamente la cifra raccolta al Presidente A.N.A. della Sardegna.
Per chi fosse interessato abbiamo i nostri CD e anche un DVD da acquistare a prezzi di favore per poi rivenderli presso i vostri
Gruppi.
Per qualunque chiarimento a disposizione.
Con cordialità alpina Marco Cavagnaro
MUSEO DEGLI ALPINI
Il Responsabile Mauro Timossi rinuncia alla sua relazione in quanto il Museo è in fase di inventario e rimanderà il tutto ad un
articolo su Genova Alpina Nuova.
Al momento sono stati inventariati circa 850 pezzi e si è ancora in attesa del benestare delle Belle Arti per il rifacimento della
terrazza della Sede Museale.
Con cordialità alpina Il segretario Emilio Zappaterra
DISCUSSIONE SUI PUNTI 3 E 4 – DELIBERE RELATIVE
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Vengono fatti alcuni interventi sulla relazione morale del Presidente Pietro Firpo.
G. MILITELLO (Vicepresidente Sezionale):per il “progetto scuole” dice che si deve fare di più. Mentre elogia il grande lavoro svolto dal Coordinatore V. Lazzari sulle scuole di Chiavari, siamo praticamente assenti nel centro della città, dispiacendosi del fatto che
alla riunione con le Istituzioni mancava il Coordinatore del Centro. Molto contento di andare nelle scuole, ma purtroppo è da solo, a volte aiutato dal Presidente Pietro Firpo.
B. MOLFINO (Giunta di Scrutinio): rende noto all’assemblea che al mercoledì un gruppo di volontari (di cui fa parte) si vede in
Sezione per riordinare il materiale giacente per portare avanti il lavoro sulla storia della Sezione e dei Gruppi che era ferma agli
anni duemila. Con i libri presenti in Sezione (catalogati da G. Militello) e con quelli donati da alcuni soci e loro famigliari ( A.
Sulfaro, Fiammetta Less, etc..) è stata allestita una libreria, che necessita però di una persona che faccia da bibliotecario, da referente per il magazzino di documentazione. Questo gruppo di lavoro sta creando una storia fotografica della Sezione dal 1920
fino ai giorni d’oggi, e un elenco delle persone che hanno dato un contributo forte alla storia della Sezione stessa. Chiede ai
Gruppi di fornire più materiale possibile per portare avanti il lavoro intrapreso.
G. BELGRANO (ex Presidente Sezionale Capogruppo Busalla): per quanto riguarda il gilet è sempre stato contrario ad una divisa Sezionale (ma ammette di avere comunque prenotato il gilet) e se si voleva dare una caratterizzazione alla Sezione era meglio scegliere un colore più sgargiante che ci distinguesse dagli altri e non il solito blue. Per la nuova Sede della P.C. chiede se
i locali sono stati dati a titolo gratuito o quanto eventualmente ci costa l’affitto e la manutenzione ordinaria.
A. ALBERANI: (Capogruppo Cogoleto): parla del Raduno del Settore Ponente cominciato nel 2007 che allora contava quattro
Gruppi (Cogoleto, Cornigliano, Sestri P., Voltri) Ora il Settore ne conta otto con l’aggiunta di Arenzano, Campoligure, Masone,
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Rossiglione; a Cogoleto sarebbe toccata a “giro” l’edizione del 2013 ma è stata fatta a Cornigliano per l’inaugurazione del nuovo
giardino e quindi spostata a quest’anno in data 5/6 aprile. Ora lo sforzo degli otto Gruppi è notevole per lo svolgersi di questa
manifestazione e lamenta il fatto che il Presidente non ne abbia parlato nella sua relazione.
- M. PREDASSO (Sampierdarena): la Festa di Settore non deve essere un obbligo, se un Gruppo non ha le forze non la fa anche
se tocca a lui.
- G. FUSCO (Capogruppo Ge-Centro): chiede che alle nostre Assemblee (Capigruppo e Delegati) venga portato e indossato il
cappello alpino.
Risponde il Presidente Pietro Firpo
- In risposta al socio G. Belgrano: per quanto riguarda i gilet, la scelta ricadeva nei colori beige, blue o nero colori standard su questo modello, altre colorazioni più sgargianti non sono previste dal fornitore. Il blue è stato votato dal C.D.S come colore più opportuno. Per quanto riguarda la P.C. i locali sono in affitto, con un contratto di cinque anni, al costo di 1145,00 annuo. Non si
tratta di una grossa cifra in virtù del fatto che abbiamo usufruito di un abbattimento del 90% in quanto locali ad uso P.C. I lavori e la manutenzione vengono eseguiti volontariamente da soci che forniscono materiale anche a buon prezzo.
- In risposta al socio A. Alberani: non ha parlato della Festa di Settore a Cogoleto semplicemente perché nel frattempo ce ne sono delle altre (2 giugno Cornua Pieve L. Sori, 8 giugno Sopralacroce, 24 agosto Serra Riccò) che egualmente non sono state menzionate. Niente contro la Festa di Settore, elogia il rapporto tra il Gruppo di Cogoleto e le Istituzioni, e ringrazia chi lavora in
questo senso. A livello Sezionale si tenderà per tutti a non darne grande risalto, se il Gruppo è nelle condizioni può andare avanti in questo senso.
- Da parte del Presidente non viene data risposta alla proposta del socio Fusco in quanto l’argomento cappello alpino era gia’ stato definito senza un seguito in altre Assemblee.
Al termine della discussione, il Presidente dell’Assemblea mette in votazione la Relazione Morale del Presidente e la Relazione Finanziaria del Tesoriere – Conto Consuntivo 2013; si procede per alzata di mano , votano a favore tutti i presenti, nessun contrario, nessun
astenuto, per cui le Relazioni vengono approvate all’unanimità.
NOMINA/CONFERMA DELEGATI ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE
In base al numero dei nostri Soci, dalla Sede di Milano sono giunte cinque deleghe ( il Presidente più quattro Delegati). Il
Presidente chiede all’Assemblea la conferma dei Delegati: Giovanni Belgrano, Stefano Pansini, Saverio Tripodi, Emilio Zappaterra. L’Assemblea approva.
VARIE ED EVENTUALI
- N. PELLEGRINO (Direttore Genova Alpina Nuova): chiusa la vecchia Genova Alpina e aperta quella nuova; questa la causa del
ritardo dell’uscita del primo numero. Evidenzia problemi di comunicazione con i soci che portano articoli in formato cartaceo,
meglio mandare documentazione e foto via e-mail, perché la carta può passare in secondo piano con il rischio che gli articoli
non vengano pubblicati.
- O. BELLATTI (Consigliere Sezionale): ringrazia tutti gli alpini che si adoperano nel prestare la loro collaborazione alle Associazioni di beneficenza a cui aderiamo (Banco Alimentare, A.I.L. ,A.I.S.M.,etc..)
- M.CURASI’ (Consigliere Sezionale e Nazionale): porta i saluti del C.D.N. Si riallaccia a quanto proposto dal socio G. Fusco e nel
suo intervento indossa il cappello alpino, motivando che, anche se non siamo in una manifestazione alpina, è bello indossarlo
visto che ne abbiamo pieno titolo. Come suggerito dal Consigliere O. Bellatti, deve prevalere la voglia e la volontà di fare qualcosa per gli altri, per chi ne ha più bisogno, come soci e come Sezione.
- P.A. FASSONE (Consigliere Sezionale): come responsabile del S.O.S. informa che è intenzionato ad organizzare una cena presso il Gruppo Ge-Centro prima dell’Adunata Nazionale per i componenti del S.O.S.
- P .FIRPO (PRESIDENTE SEZIONALE): ringrazia il Cappellano Sezionale Padre Rossi che ha celebrato la S.Messa sempre presente e disponibile. Ricorda Monsignor Luigi Zorzi che è “andato avanti”.
- LUCIANI (Bolzaneto): chiede informazioni in merito al fondo di solidarietà, così come da richiesta scaturita durante la riunione
di Consiglio del Gruppo di Bolzaneto. Risponde il Presidente P. Firpo dando indicazione sull’aiuto che la Sezione sta dando in
questo momento ad un alpino in difficoltà economica. I Capigruppo, a conoscenza di situazioni difficili di soci, possono rivolgersi alla Sezione, devolvendo una somma ricavata da cene organizzate nei loro Gruppi.
Non essendoci altri interventi il Presidente dell’Assemblea ringrazia tutti i partecipanti e alle ore 11,30 dichiara chiusa la seduta.
Il Segretario Emilio Zappaterra
Il Presidente Piero Bonicelli
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GENOVA 26 gennaio 2014
MESSA PER I CADUTI
A STAGLIENO
uest’anno san Sereno non ha fatto scherzi. La
cerimonia della commemorazione dei Caduti di
Nikolajewka, presso il cimitero Monumentale di Staglieno si è svolta in una fredda ma bella mattinata.
Domenica 26 gennaio decine di Alpini, schierati davanti al vessillo della sezione di Genova e a tanti gagliardetti dei Gruppi, insieme alle Associazioni d’Arma e alle autorità civili e militari della provincia di Genova, hanno reso omaggio al sacrificio tutti i Caduti.
Dopo la consueta deposizione di corone al monumento all’Alpino e a quelli dei Caduti in Russia e dei
Morti senza Croce, gli alpini si sono radunati per ascoltare la Santa Messa celebrata da Don Novara, in
sostituzione del Cappellano Sezionale Padre Rossi,
purtroppo indisposto.
Il Coro Soreghina ha accompagnato la funzione
con i nostri tradizionali canti.
La Preghiera dell’Alpino ha concluso la cerimonia.
Q
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NOTIZIE dal RIFUGIO
R
icordate la serie televisiva
tutti gli uomini del presidente? Bene esistono anche tutti gli uomini del Rifugio!
Di diverso hanno che invece di
recitare una parte fanno sul serio.
Un gruppo di persone, alpini e
no, uomini e donne con la passione per la montagna, che grazie
al Rifugio ,sono diventati amici e
collaborano al mantenimento della
struttura.
Esistono da quando esiste il rifugio, naturalmente in oltre trent’anni
c’è stato un naturale avvicendamento,
ma in primavera tutto ricomincia.
Chi sono? Ora ve lo dico, ma non
so da chi incominciare…ok cominciamo dai custodi, quelli che a turni settimanali, da metà giugno a metà settembre, vi accolgono al rifugio.
Sono 2 per turno, amici, coniugi,
che per sette giorni sono lì, a fare tutto ciò che è necessario. Un breve periodo, ma talmente particolare che
per molti è diventato irrinunciabile.
Sono parecchi, una ventina, solitamente cordiali, spesso indaffarati, talvolta in“vacanza”comunque lì se serve, sempre pronti.
Gli Amici di Sant’Anna, che piacere vederli. Arrivi in paese e sono lì,
una stretta di mano e vai a chiacchierare. Ci sono sempre un sacco di cose
dà dire. Loro abitano quasi tutti lì, a
Sant’Anna appunto, il numero preci-
so non lo so, ma non importa, tutta
brava gente, che, se necessario, da
sempre una mano. E quando non ci
siamo noi, sono loro che curano il rifugio, che lo preparano per il“letargo”
invernale, e a volte percorrono molti
chilometri nella neve per vedere che
tutto sia a posto. Un lavoro tanto sconosciuto quanto importante.
Restiamo in valle.
il malgaro e famiglia: che, come
noi, in estate sale in montagna…loro
però si portano dietro più di duecento vacche! Gente tosta, apparentemente burberi, sono invece molto
cordiali e simpatici. È bello, al mattino, sentire le campane i fischi le grida, vedere i cani al lavoro. Spesso
siamo i soli lassù, e sapere che ci sono fa molto piacere. Ho passato con
loro momenti veramente speciali.
I ragazzi di San Remo, inizialmente erano ospiti, ora boh…ma...
sono al rifugio a fine giugno, in numero variabile tre, sei, comunque
simpaticissimi e laboriosi, con loro
non ti annoi mai, e neanche perdi
peso! Schietti e sinceri li ritrovi ad ogni estate, indimenticabile l’abbraccio del macellaio! In questi anni hanno fatto molto per il rifugio.
Per ultimi ci sono loro: responsabile e commissione rifugio, misteriosi personaggi, che governano la baracca. Un lavoro lungo un anno, in
inverno si pianifica, e in primavera si
fa. In estate si ripara e l’autunno si
discute. Cercando di migliorare ma
nella tradizione perchè le radici…
I suddetti individui sono aiutati
nei lavori da alcuni amici, aggiungerei carissimi, provenienti dalle località di Masone e Bavari.
Sebbene alcuni siano presenti in
diversi gruppi sono molte persone,
talvolta strane eccezionali, fuori dall’ordinario. Non perfette ma determinate a fare del loro meglio,sempre. Stringetegli la mano se li incontrate gli farà piacere.
Ciao a tutti e alla prossima
Il Narratore
SI PARLA DEL RIFUGIO SULLA STAMPA NAZIONALE
Il “nostro” Rifugio Regina Elena ha avuto l’onore di essere citato come esempio sulla rivista “L’ALPINO” :
…Gli interventi sono tanti anche in un luogo naturale per gli alpini come la montagna. Un bell'esempio è quello della sezione di Genova e del rifugio Regina Elena, a 1.850 metri nel parco naturale delle Alpi Marittime. Costruito dagli alpini all'inizio degli anni Ottanta con tante ore di volontariato e numerose donazioni, è aperto ogni
anno da metà giugno a metà settembre grazie a due soci della Sezione che a turni settimanali accolgono escursionisti italiani, francesi, tedeschi e addirittura giapponesi! Ci sono 14 posti letto, bagni, cucina e l'impianto satellitare. Costo del soggiorno? A offerta libera, ovvero impagabile.
E quando chiedi: "Ma ci saranno dei costi di mantenimento da sostenere?". Ti senti rispondere che l'unica
cosa che conta è lo spirito con cui è stato creato, ben riassunto dalle parole che il giorno dell'inaugurazione furono per prime scritte sul libro dei visitatori: "Che questo rifugio accolga con amore, grande almeno quanto
quello con il quale è stato costruito da pochi volenterosi e disinteressati alpini genovesi, tutti gli alpinisti che qui
si fermeranno".
(dall’articolo “Alpini braccia e cuore” L’ALPINO, n. 10/2013)
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MILANO 15 dicembre 2013
INCONTRO PER RICORDARE I CADUTI
veglia prima del solito per gli innumerevoli irriducibili dell'appuntamento prenatalizio in piazza Duomo:
questa volta oltre ai momenti tradizionali c'è una parentesi festosa alle h 8, presso l'abside della Cattedrale, per l'omaggio alla statua dell'alpino beato don Carlo Gnocchi, opera dello scalpellino Gianni Gussoni di Viggiù e dello scultore Mauro Baldessari, in marmo di Candoglia (lo stesso di tutto il Duomo), del
peso di circa 800 Kg. Facile individuarla pure tra oltre 3000 sculture collocate su muri, pinnacoli e guglie,
nonostante l'ubicazione un po' nascosta, direi "umile": il biancore del marmo appena scolpito sul colore
più antico la rende difatti facilmente visibile (abside, lato Arcivescovado, a metà altezza, mensola 211).
Il canto di "Stelutis Alpinis" da parte del coro A.N.A. di Milano, le brevi parole del presidente della
Fondazione Don Gnocchi mons. Angelo Bazzari, quindi "Il ponte di Perati" ed il Silenzio: questa la semplice, intima cerimonia.
Dopo in corteo attraverso piazza Duomo e la Galleria fino a piazza la Scala e di qui alle ore 9 sfilata
al sagrato, con gli onori al Labaro nazionale scortato dal presidente Favero e dal consiglio nazionale, l'Alzabandiera con l'Inno di Mameli cantato da tutta una piazza con tanti alpini e non.
Ha guidato poi nella Cattedrale la concelebrazione della S. Messa il vescovo ausiliare mons. Luigi
Stucchi che nell'omelia ha sottolineato il dare che unisce gli alpini all'esempio del beato don Gnocchi trasportato nei problemi grossi dell'oggi. Tra i concelebranti mons. Bazzari e mons. Fasani, direttore de'
"l'Alpino".
A seguire, dopo le brevi allocuzioni sul sagrato, la sfilata fino a piazza Sant'Ambrogio per l'omaggio al Sacrario dei Caduti.
Pur tra uno stuolo di gonfaloni e fasce tricolori erano stranamente
tutti assenti i pezzi più grossi delle istituzioni milanesi e lombarde che
hanno evidentemente privilegiato altri appuntamenti (avrei volentieri
sentito qualcuno dei commenti "storici" di Peppino Prisco, come quando in analoga circostanza ebbe a dire " ... ce ne ricordereno nell'urna elettorale!"). Era presente il nostro vessillo Sezionale scortato dal presidente Firpo e nello schieramento sempre numeroso dei gagliardetti le
rappresentanze di vari gruppi genovesi.
Nella Milano prenatalizia che di anno in anno pare perdere per strada un po' della calda festosità tipica del periodo, sempre bene accolti
gli alpini che con questi brevi momenti "diversi" sanno portare un po' di
calore umano, una ventata d'aria sempre nuova, pulita ed è con orgoglio alpino che ho memorizzato di tra la folla le parole di una donna" ...
bisognerebbe dare l'Italia in mano a gente così...".
Carlo Fontana
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Il Vessillo Sezionale in trasferta
GRUPPO ALPINI DI DEIVA MARINA, SEZIONE DI LA SPEZIA.
I
l 25 Gennaio ultimo scorso, il nostro Vessillo Sezionale unitamente
anche ai Gagliardetti dei Gruppi
di Moneglia, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese e Favale di Malvaro,
ha partecipato alla commemorazione
della battaglia di Nicolajewka, a memoria dei Caduti della Campagna di
Russia, operata dal Gruppo Alpini di
Deiva Marina di concerto con la Presidenza della Sezione spezzina, alla
presenza delle Autorità Cittadine,
rappresentate dal Dott. Maurizio
Zangrandi facente funzione di Sindaco, dai locali Comandanti sia della
Guardia di Finanza che dell’Arma dei
Carabinieri, dal Parroco cittadino Don
Giacinto e da una rappresentanza
dell’Associazione Marinai e della
Croce d’Oro Deivese.
La cerimonia ha avuto luogo nella piazzetta antistante il locale Municipio e davanti al Monumento all’Alpino, luogo simbolo della memoria
“per non dimenticare”.
La commemorazione, in un bel
gesto di fratellanza alpina, ha riguar-
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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dato sia Caduti del Deivese e Comprensorio spezzino, nel numero di
nove, sia Caduti della zona di Moneglia e quindi parte del territorio genovese, nel numero di tre.
Nella commemorazione hanno
preso la parola alternativamente; il
Dott. Zangrandi per la cittadinanza,
Il Presidente della Sezione Alpini di
La Spezia, Alfredo Ponticelli, il Capo
Gruppo locale, Piero Bertucci ed il
sottoscritto che in rappresentanza
della Sezione di Genova ha portato i
saluti degli Alpini di tutti i nostri
Gruppi ed ha ricordato sinteticamente l’estremo sacrificio compiuto
dai Caduti Spezzini e Genovesi. Al
monumento è stata posta una corona di alloro appositamente benedetta da Don Giacinto.
Ci pare doveroso, con l’occasione, ricordare ai nostri lettori che Deiva Marina vanta un grande merito
storico verso l’intero Paese e che,
per la logica connessione storica dei
fatti occorsi, senz’altro c’è stata
un’influenza sugli eventi successivi
che hanno poi portato al compimen-
to del processo dell’Unità d’Italia e
poi anche, in parte, alla creazione
delle Truppe Alpine, sei anni dopo la
terza guerra d’indipendenza.
Il merito storico di Deiva Marina
verso il Paese è che la Cittadina diede i natali, nel 1804, a Luigi Carniglia, eroe garibaldino che fu tra i primi ad accorrere tra le file dell’Eroe
dei due Mondi, diventandone anche
intimo amico, allorquando Garibaldi
fece suo l’ideale d’ indipendenza della provincia del Rio Grande do Sul
contro l’Impero brasiliano di Pedro II
di Alcantara, l’aspirazione a Repubblica di una piccola Provincia contro
un grande Impero!
Ma il merito storico per il nostromo Luigi Carniglia, non riviene solo
dal aver militato nelle file garibaldine, bensì dal aver salvato la vita
stessa di Garibaldi, allora appena
trentenne nel giugno 1837, ferito al
collo, nel corso di un combattimento
navale a bordo della goletta “Mazzini” nei pressi della Punta Jesus y Maria della costa atlantica dell’Uruguay.
Dalle memorie di Garibaldi leg-
giamo “Povero Luigi! Cura di madre ei
m’ebbe tutto il tempo che durò il nostro
viaggio sino a Gualeguay e nei tremendi patimenti miei, che non furono pochi,
io non avevo altro sollievo che nella
vista e nelle attenzioni di quell’anima
mandatami da Dio.” Ed ancora, “nel
proteggermi, nel custodirmi come un
suo bambino, quand’io incapace di
muovermi, languente, nel punto di essere abbandonato da tutti, delirando nel
delirio della morte, mi si sedeva accanto Luigi, coll’assiduità, la pazienza d’un
angiolo e questa vita tu la salvasti o
mio Luigi!”
Ma il destino avverso volle poi
che Luigi perisse sfortunatamente
nel luglio dell’anno successivo, il
1838, quando l’imbarcazione Rio Pardo dei garibaldini, nell’oceano
Atlantico in tempesta,
si rovesciò ed affondò
davanti alla costa uruguaiana di Taramanday.
Metà dell’equipaggio
perì tra i flutti compreso
il fido timoniere e amico
Luigi. Il suo corpo non
venne più ritrovato e
Garibaldi ebbe per tutta
la vita il rimorso di non
aver potuto salvare a sua
volta l’amico e neppure
comunque avergli dato
una cristiana sepoltura:
“ed io ti vidi in preda
della morte e invano
porsi aita al salvator della mia vita! Il mio robusto e prode benefattor
sparìa nell’onde e più nol vidi!
Oh Luigi, le tue ossa sparse negli
abissi dell’Oceano meritavano un
monumento ove il proscritto riconoscente potesse un giorno contraccambiarti d’una lacrima.”
Quindi un filo sottile ma tenace
lega Deiva ed il suo figlio Luigi ai processi ed ai moti che portarono all’Unità d’Italia. Sì, perché se non avesse
salvato la vita all’amico Eroe dei due
mondi, una parte importante della
nostra Storia sarebbe conseguentemente venuta meno o comunque si
sarebbe svolta in altri tempi.
In un certo qual modo, anche la
stessa costituzione del Corpo degli
Alpini avrebbe forse avuto tempi e
modalità diverse dato che, almeno allo stato embrionale, l’idea di truppe
legate allo specifico territorio montano, riviene da una geniale intuizione
dello stesso Garibaldi allorquando,
nel corso della terza guerra d’indipendenza del 1866, si trovò per la prima volta in difficoltà ed in svantaggio
nei combattimenti ai Passi dello Stelvio e del Tonale, in ambiente montano, contro truppe nemiche, tirolesi,
invece ben use alla montagna.
Come sappiamo, tale intuizione
attecchì e germogliò sei anni dopo
nel 1872, nella fervida mente del Capitano Domenico Perrucchetti il quale anche partecipò alla predetta guerra e che oggi è comunemente riconosciuto come il Papà di noi Alpini.
Un bel monumento, opera del
noto scultore Carlo Nicoli di Carrara,
tratto da un unico blocco di marmo
bianco delle Apuane, raffigurante l’eroico concittadino nell’atto di portare
soccorso all’amico Garibaldi, ha fatto,
fin dalla sua inaugurazione nel 1968,
bella figura di sé nel pregevole lungomare cittadino di Deiva; ora da
qualche tempo, causa lavori stradali,
il monumento è allocato in un magazzino comunale e speriamo che
quanto prima possa riprendere la sua
precedente adeguata collocazione.
Valter Lazzari
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Linea Cadorna – La batteria di Cardina
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ul precedente numero di Maggio – Agosto 2013 un articolo era intitolato “La Batteria di Cardina” riguardante la nostra partecipazione alla cerimonia di inaugurazione del recupero e valorizzazione di due postazioni di artiglieria facenti parte delle opere, di fortificazione della “Linea Cadorna” situate in zona Cardina sulle colline del paese di Monte Olimpino, in provincia di Como.
Per dare il giusto risalto a queste opere riportate alla luce grazie all’impegno completamente volontario di numerosi Gruppi Alpini della Sezione di Como, è doveroso fare un accenno storico su cosa è la
“Linea Cadorna” con le sue fortificazioni.
manufatti….Il tutto trasportato a braccia, a dorso di mulo, con
carri a traino animale o con i pochissimi autocarri disponibili
Il tratto della Linea Cadorna ubicato nel territorio comasco, che
si estende da Como all’Alto Lago, rappresentava uno dei settori più
importanti dell’intera linea difensiva. Infatti esso insisteva nel punto di maggior vicinanza del confine svizzero a Milano e alla pianura
lombarda.
Si prevedeva che proprio in questo settore, ricco di vie di comunicazione stradali e ferroviarie, il nemico avrebbe esercitato una forte pressione. Da qui la necessità di allestire appropriate infrastrutture difensive.
LA LINEA CADORNA
La prevista dichiarazione di guerra alla Germania (28 agosto 1916)
impose al comandante in capo italiano Gen.le Cadorna, di considerare
una possibile offensiva tedesca attraverso la Svizzera, e, di conseguenza, l’aggiramento del fronte principale. Sotto l’incombere di tale minaccia, il Comando Supremo elaborò un progetto di linea difensiva, a ridosso del confine italo-svizzero, che fu realizzato, a tappe forzate, in circa un anno di lavoro. Il temuto attacco non ci fu, e quindi, la linea fu totalmente abbandonata. Essa inizia ad est del massiccio del Monte Bianco e termina, dopo aver attraversato tutte le località intermedie, nelle
vicinanze del Pizzo dei tre Signori, nelle Alpi Orobiche. L’imponenza
dell’infrastruttura realizzata è dimostrata dai seguenti dati: 70 km di
trincea, 88 postazioni di artiglieria, 25.000 mq di baraccamenti, 300 km
di strade, 400 km di mulattiere, gallerie, postazioni per armi leggere,
magazzini, accantonamenti…..
Questa è la Linea Cadorna, sistema difensivo che ha preso il nome del Generale italiano che ne fu il promotore e che, nella terminologia militare dell’epoca, era denominata “Occupazione Avanzata
Frontiera Nord.” La realizzazione dell’opera richiese il contributo di
20.000 operai civili, regolarmente assunti dalle autorità militari, operanti alle dipendenze del corpo del Genio, All’inizio del secolo, nelle
valli alpine, vi erano poche industrie e la misera agricoltura montana
forniva a malapena di che vivere. Così, l’offerta fatta agli abitanti da
parte del Ministero della Guerra di un lavoro fisso per un certo periodo
di tempo venne accettata di buon grado. Inoltre, l’assunzione esonerava gli uomini dalla presenza al fronte. Un lavoro enorme era compiuto
dalle donne, che, data la situazione bellica, sopperivano alla scarsità di
manodopera maschile. Le donne erano prevalentemente addette a trasportare con le gerle i materiali da costruzione, dal fondovalle al luogo
di utilizzo. E’ inoltre da ricordare il contributo dato dai ragazzi, in molti
casi ancora bambini, anche se la normativa vigente vietava l’assunzione
di soggetti di età inferiore a 17 anni. Essi venivano utilizzati come aiuto
agli operai adulti, nella custodia e pulizia di immobili, nella sorveglianza di macchinari, etc…
Per quanto riguarda i lavori di costruzione, data la scarsità di mezzi, specie di quelli di trasporto, il criterio era quello di utilizzare al meglio le risorse locali. Pertanto i materiali occorrenti erano reperiti od
acquistati sul posto: pietre, legname, cemento, ferro, attrezzature,
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LA BATTERIA DI CARDINA
La Batteria di Cardina è costituita da quattro postazioni per cannoni, disposte in linea di fila, situate ad una certa distanza l’una dall’altra per disperdere il più possibile gli effetti del tiro nemico. Due
di esse, oggetto del recupero, sono visitabili.
Ogni postazione ha forma di semicerchio con la parte convessa
orientata verso il confine svizzero.
La necessità di proteggere pezzi e personale addetto dal tiro avversario ha imposto di installare ogni bocca da fuoco ad un livello inferiore a quello del piano di campagna circostante, mediante l’esecuzione di lavori di scavo della sede della bocca da fuoco stessa.
Pertanto i cannoni erano pressoché invisibili dalle posizioni occupate dal nemico ed il terrapieno che li circondava assicurava loro una
certa protezione, inferiore, comunque, a quella fornita da una caverna
o da una cupola corazzata. Solo la volata della canna sporgeva lievemente dal livello del suolo. Tale tipo di sistemazione viene definito,
con gergo tecnico“in barbetta”.
Il nome deriverebbe dal fatto che la canna del cannone, sporgendo oltre il parapetto,“faceva la barba” al terreno sottostante.
Un muro perimetrale che segue la pianta semicircolare della postazione, realizzato in pietra a vista ed alto circa 2 mt nel tratto più elevato, fa da contenimento al terreno di fronte e ai lati del cannone e
contribuisce alla protezione dell’insieme. Nella parte interna del
muro sono ricavate delle nicchie per il deposito delle munizioni di
immediato impiego. Il fondo è pavimentato in pietra.
Nelle immediate vicinanze esistono dei locali, sempre interrati
utilizzabili come deposito e ricovero dei serventi. Le dimensioni di
una postazione sono, compreso lo spessore del muro perimetrale,
pari a circa 10 mt sia in lunghezza che in larghezza.
Tali rilevanti dimensioni inducono a pensare che le postazioni
fossero destinate ai più potenti pezzi d’artiglieria dell’intera zona: i
cannoni da 149.
Compito dei cannoni di Cardina era quello di battere il territorio
del Mendrisiotto, in Canton Ticino, specialmente il ponte di Melide,
che consente l’attraversamento del Lago di Lugano.
Emilio Zappaterra
“Le pietre parlano”, iscrizioni e
graffiti alpini della Grande Guerra
(parte seconda)
C
ome anticipato ai lettori nella prima parte dell’articolo “Le pietre parlano”, in tutte le iscrizioni e
graffiti esaminati, sorprendentemente mai si colgono parole di odio verso l’allora nemico ma addirittura
nella sconcertante iscrizione che presentiamo per prima,
in questa seconda parte della disamina, si legge un’accorata richiesta di.... pace! proprio lì in mezzo a quelle trincee devastate dalla sciagura immane della guerra!
Foto n °1 - Carso Monte Sei Busi, Quota 118
3
1
Piccola incisione rinvenuta in
un angolo remoto di una trincea
posta sulla prima linea italiana del
1916, ove si erano avvicendati reparti di vari reggimenti alpini nel
corso di una delle tante offensive
Cadorniane.
Iscrizione molto piccola ed artisticamente modesta ma di grande e sofferta richiesta ed anelito
spirituale... W la pace!
La scritta è attorniata da varie
un po’ maldestre e non ben distinte forme, le quali probabilmente nell’intento dell’autore volevano tratteggiare dei cuori che,
nell’umano sentire, rappresentano da sempre simbolicamente l’amore, l’amicizia e la fratellanza.
La sigla dell’autore, D.G, rimane anonima, ma a distanza di
quasi un secolo l’incisione soprastante“W la pace”ci parla autorevolmente ed in modo universale
per lo straziante messaggio lanciato al mondo ed ai posteri, al di
là del tempo e dello spazio.
Foto n° 2 - Alpi Carniche,
Gruppo del monte Coglians
Grande fregio del 3° reggimento alpini, battaglione Pinerolo, inciso su di una roccia posta sulla sella
immediatamente sovrastante il rifugio Marinelli (1900 m.), nel gruppo del monte Coglians.
L’iscrizione ricorda i reparti alpini che presidiarono queste postazioni nel 1916.
Foto n° 3 e 4, - Alpi Giulie,
Val Dogna, monte Jof di
Somdogna (1899 m.)
8° Reggimento alpini, 71a com-
2
pagnia, Tomba del Mago 21 Maggio 1916.
Lungo la prima linea italiana,
poco sottostante la sommità del Jof
di Somdogna, si trova l’ingresso
blindato di una “ridotta” fortificata
con feritoie.
La curiosa denominazione di
“Tomba del Mago”è forse dovuta alla particolare struttura interna molto
stretta e dalla forma a “V” rovesciata.
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
Sull’ingresso come si nota nella foto storica - n° 3 –
del 1917 era riprodotta l’aquila, simbolo degli alpini, che
però è andata perduta - foto n°4 -. La struttura fu costruita, con una vista superba sulla parete nord del Jof di Montasio (2753 m.), dalla 71a compagnia del battaglione Gemona.
Foto n° 5 - Alpi Giulie, Cresta Vrsic, monte Vrata, Cocuzzolo “Camperi” (1700 m.) gruppo del
monte Nero (Krn) Slovenia.
5° Reggimento Alpini“Questo ridotto propu4
gnacolo avansato nella sacra conquista strenuamente vittoriosamente tenne
contro furioso attacco nemico soverchiante il 25-26
maggio 1916 presidiò con
immutato valore sereno
d’abnegazione dal 5.05 al
10.8.1916 la invitta compagnia alpina Battaglione
Stelvio”
Nei primi anni 90 è
stata riportata completamente alla luce,dopo parziale scavo,questa grande
lastra in cemento situata
nella parte terminale della
cresta del monte Vrsic denominata dagli alpini “Cocuzzolo Camperi” (1700
m.) in onore del loro Capitano lì caduto.
Luogo impervio ma di
grande importanza strategica a poco più di 2000 metri di
quota.
In un tratto della linea sulla cresta le due trincee distavano da dieci a quindici passi e penosa e molto difficile era
la vita per i due reparti contrapposti che la presidiavano.
Nonostante una serie di tentativi di attacco da parte
nemica e di relativi contrassalti da parte nostra, i quali costarono molto sangue ad entrambe le parti, le posizioni di
partenza, di fatto, per un beffardo destino, rimasero sempre immutate dopo i lunghi combattimenti.
Il cippo venne eretto
dalla 137a compagnia del
Battaglione Stelvio a ricordo dell’evento bellico avvenuto nel maggio 1916.
Il cippo, sul terreno, è
sovrastato a distanza ed in
prospettiva dalle cime del
monte Vrata e del monte
Nero.
Foto n° 6 - Alpi Carniche, passo di monte
Croce Carnico, mulattiera di guerra.
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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6
Eccezionale l’opera di
scultura eseguita dai reparti alpini del 3° reggimento
lungo la mulattiera di
guerra di Rio Monumenz.
L’abilità dello scultore,
che ha anche firmato la sua
opera (Cerutti di Milano)
per quanto la scritta visibile solo da vicino, ha fatto sì
che l’aquila sembri quasi involarsi dalla parete
rocciosa che sorregge il fregio del 3° reggimento Alpini con il fucile e la piccozza incrociati.
A distanza ravvicinata è ancor più possibile
apprezzare il fine lavoro di scultura e rifinitura
dell’opera, che esperti maestri scalpellini hanno
dichiarato essere frutto di almeno due mesi di
duro lavoro, peraltro in parete.
Tale opera rappresenta una delle testimonianze più pregevoli ed artisticamente di valore che insiste sulla parte di fronte che percorreva la regione
Friuli Venezia Giulia, dal mare alle Alpi.
Il valico di monte Croce Carnico (1360 m.), all’inizio delle ostilità, venne occupato dal battaglione alpino Tolmezzo e dal 30° reggimento fanteria;
gli austriaci, a loro volta si attestarono sui sovrastanti Cellon e Pal Piccolo nonché sul vicino costone“Nase”.
I più rilevanti fatti d’arme nella zona del Passo si
verificarono nei mesi di marzo e maggio del 1917.
Il primo ebbe luogo nella notte fra il 26 ed il 27
marzo,quando gli austriaci, mimetizzati con camici
bianchi e muniti di lanciafiamme, tentarono di occupare la casermetta della Guardia di Finanza ubicata al
Passo, ma scoperti in tempo, furono costretti a desistere lasciando sul terreno numerosi morti.
7
Foto n° 7 - Alpi Carniche, abitato di Rigolato, incisione per abbeveratoio quadrupedi 1916
“Sua Eccellenza il Generale Clemente Lequio ordinò”
In un piccolo spiazzo lungo la strada che attraversa il
paese di Rigolato, posto nelle retrovie del fronte, si trova
una grande fontana del 1916 che fungeva, come da scritta nel muro sovrastante, da “Abbeveratoio Quadrupedi”.
Una piccola targa posta sul lato destro della vasca-con
incisione di aquila dell’artiglieria alpina
purtroppo molto deteriorata- ricorda che la
fontana fu voluta da “Sua Eccellenza il Generale Clemente Lequio” che in quel periodo era il Comandante della Zona Carnia come Generale di Corpo d’Armata.
Si rammenta che detto Generale, nel corso della guerra Italo-Turca era, in qualità di
Tenente Generale, Comandante della Divisione Lequio che comprendeva la Brigata mista del Maggiore Generale Montuori nell’ambito della quale operava il reggimento “Cantore”all’epoca della vittoria alpina della battaglia di Assaba del giorno di Pasqua 1913.
Foto n° 8 - Alpi Giulie, fronte dell’Alto Isonzo, monte Cukla (1767m.) Slovenia
8
25 giugno 1917- 2° Alpini, Battaglione
Saluzzo, 23a Compagnia, 1° plotone, 2a
squadra
Un secondo tentativo, anch’esso andato a vuoto, fu effettuato il 23 maggio,
quando la neve era ancora alta alcuni metri.
Gli austriaci, dopo aver percorso una
galleria di circa 800 metri scavata nella neve, cercarono di irrompere all’interno della medesima casermetta ove però il plotone alpino che vi era acquartierato non si
fece sorprendere, ma anzi contrattaccò decisamente ingaggiando con gli austriaci un
violento corpo a corpo.
Questi si ritirarono attraverso la galleria, che venne poi fatta crollare per impedire l’inseguimento da parte italiana.
9
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Postazioni alle falde del monte Cukla in una località
denominata “Colletta del Cukla”.
Ingresso di una caverna ricovero, chiusa da un muro
in cemento su cui spiccano diverse iscrizioni con a lato
parte anche di decorazione floreale.
A causa di una forte scossa di terremoto avvenuto nella zona, la parete e parte della caverna sono crollati.
Foto n° 9 - Alpi Giulie, Fronte dell’Alto Isonzo,
monte Cukla, settore del Sacro Cuore (1767 m.)
Slovenia. Regione Bes.chid?
Battaglione Speciale Bes, 8a Compagnia, Villaggio di
Guera Sacro Cuore dal 12 al 19..?
Il Maggiore Celestino Bes fu per lungo tempo il Comandante di questo Settore e il 27 e 28 agosto 1915 si tentò
per la prima volta, da queste postazioni, di conquistare il
monte Rombon. L’attacco fu condotto dal nucleo di arditi
denominati “battaglione speciale” o “gruppo Bes” dal nome
del loro Comandante Celestino Bes, che sarebbe poi stato
anche Comandante dal 14.1.1916 al 27.5.1917 del battaglione alpini Val Tanaro.
Per i suoi alti meriti, fu insignito della nomina a
Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e della medaglia d’argento al valore militare e successivamente arrivò al grado di Colonnello. Il battaglione speciale Bes
era formato da due compagnie del btg. Ceva e da due
compagnie del btg.Pieve di Teco.
Dei piccoli nuclei riuscirono a raggiungere la vetta
del Rombon, ma la violenta reazione avversaria ed il
fuoco dell’artiglieria, impedirono il successo dell’azione.
Foto n° 10 e commento
Alpi Carniche, Gruppo del Pal Piccolo, mulattiera di guerra fondo valle monte Pal Grande1916- 145° fanteria
Concludendo questa tornata di incisioni, ci sia
benevolmente concessa una deroga alle sole scritte
ed incisioni alpine a tema, presentando questa suggestiva incisione ad opera di un anonimo fante del
145° Rgt. di fanteria della Brigata Catania (ricordiamo peraltro doverosamente, come ben noto, al di là
di ogni possibile distinguo e goliardia, che gli Alpini
sono comunque una delle due specialità della grande Arma della Fanteria).
Ci è corso pertanto obbligo presentarvi questo
graffito, quale ultima immagine di questa seconda
parte dell’argomento trattato, che sa trasmettere con
semplici parole, quasi una preghiera, il desiderio
struggente di un ritorno a casa per ritrovare la persona più cara, quella amatissima mamma il cui nome è invocato, in ogni lingua, da qualsiasi soldato
nel momento del pericolo, della sofferenza e della
morte!
Questa accorata invocazione “MAMMA RITORNERO’” è la tangibile disperata speranza di un semplice figlio qualunque che nel pericolo di perdere la
vita anela al bene più caro, a Colei che quella vita
gliela ha donata.
Questo inno alla vita ed all’amore travalica il
tempo e come un’eco profonda e duratura raggiunge i nostri cuori e ci accomuna tutti ad ogni soldato,
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di qualsiasi ordine, grado e specialità che ha patito, sofferto ed è morto su questi monti e tra queste pietraie.
L’iscrizione, che ormai è incisa anche nei nostri cuori
oltre che sulla nuda pietra, è stata riportata alla luce lungo la mulattiera di guerra che sale da Timau- Stavoli Roner verso il Pal Grande ed è del 1916.
Chissà mai poi quale sorte avrà riservato il destino a
quell’anonimo fante!
Ci piace pensare che il Signore misericordioso abbia
concesso a quel fante speranzoso di essere tra i non molti che, dopo immani sofferenze, hanno potuto poi comunque riabbracciare la propria Mamma ed i propri Cari.
Valter Lazzari
Bibliografia:
Salvare la memoria di C.Gattera e R.Greselin, Ed.Rossato
Le pietre parlano di A. e F. Scrimali, Ed.Uff. Storico S.M.E
parole dal grappa di A.Burbello, Ed. E.L.D
10
MUSEO DEGLI ALPINI
BATTAGLIONE ALPINI “PIEVE DI TECO”. ESERCITAZIONI ESTIVE IN VALLE AURINA NEL 1935.
N
ella catalogazione dei libri della biblioteca, sotto la voce manoscritti del Museo, ho trovato un albun fotografico
con una dozzina di foto donate al Museo (certamente mai pubblicate) inerenti al btg. Pieve di Teco, durante le sue
esercitazioni estive; le foto sono in ottimo stato ed ognuna ha la sua didascalia. La zona interessata alle esercitazioni è
la Valle Aurina, il punto più a nord d’Italia.
Le esercitazioni estive del Battaglione alpini Pieve di Teco nell’anno 1935 si svolsero in Valle Aurina, nell’anfiteatro
di montagne che si incunea in territorio austriaco, alle spalle di Campo Tures (alpi Orientali/Noriche).
Le piccole foto scattate dall’alpino Cella Emilio cl.1914 da Prato Sopralacroce (Borzonasca), ora defunto, riguardano le ascensioni sul ghiacciaio di Neves, Vetta d’Italia e
Picco dei Tre Signori.
Storicamente lo spostamento del“Pieve di Teco”nell’estrema zona del confine Italo-Austriaco aveva una ragione ben precisa. Tutte le truppe alpine, nell’anno 1935,
svolsero esercitazioni estive e manovre combinate al
confine Orientale per dare una manifestazione di forza,
onde contrastare politicamente le le mire di Hitler che
nel luglio 1934, dopo l’uccisione del primo ministro austriaco Dollfuss, voleva impadronirsi dell’Austria, cosa
che poi fece nel 1938, con l’Anschluss.
Mauro Timossi
1
Le foto scattate dall’alpino Cella Emilio cl. 1914 sono state
riordinate dall’alpino A. Costa.
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foto
1) In marcia verso la
Forcella del Picco
estate 1935.
2) Ghiacciaio di
Neves,
superamento di un
crepaccio estate
1935.
3) In marcia verso il
ghiacciaio di
Neves. Estate
1935.
4) Postazione radio
sullo sfondo la
vetta d’Italia. Estate 1935.
5) Rifugio Porro, presso il Lago di Neves.
6) foto di gruppo presso il Rifugio Vetta d’Italia.
7) In marcia verso il Rifugio Giogo Lungo. Estate
del 1935.
8) Il Sergente Maggiore alla Forcella del Picco.
9) Verso il Pizzo dei Tre Signori; a sinistra della
foto le drappelle, dei reparti.
10) Fronte Occidentale Col Maurin Giugno 1940.
Ma questa è un’altra storia.
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ALPINI E FANTI NEL GELO
SUL FRONTE OCCIDENTALE
N
el giugno 1940 a Bardonecchia arriva il 3° gruppo alpini composto dai battaglioni
Val Dora, Val Fassa ed Esille rafforzato dalla divisione di fanteria Superga
in attesa di ordini per partecipare alle azioni contro la Francia.
In questo settore di operazioni,
dopo la dichiarazione di guerra, i
Francesi non hanno dato segni di vita. Il 20 giugno una pioggia insistente e grossi nuvoloni accompagnano
il movimento delle colonne di autocarri che trasportano i rifornimenti e
apparentemente nessuno, neanche
gli altolocati generali, fa attenzione
alle condizioni atmosferiche. I piani
d’attacco prevedono la facile conquista di Modane passando dai colli di
frontiera che in questo tratto delle
Alpi sono tutti posti fra i 2500 e i
2900 metri e che nel giugno del ‘40
presentavano un innevamento
straordinario. La convinzione che
oramai la Francia fosse costretta a
capitolare da un momento all’altro
per via della fulminea invasione delle truppe tedesche provoca dei comportamenti al limite del grottesco.
I reparti della divisione Superga
ricevono l’ordine di attaccare improvvisamente a mezzogiorno del
giorno 21 giugno mentre c’è la distribuzione del rancio: i soldati vengono raccolti talmente in fretta che
molti lasciano nelle tende cappotti e
giacche a vento sotto gli occhi poco
attenti degli ufficiali convinti di cenare a Modane. Il colonnello Enrico
Muttini comandante del 92° reggimento fanteria della divisione Superga ordina ai fanti di lucidare bene
gli elmetti perché «…quando sfileremo a Modane dobbiamo fare belle
figura!» ignorando che al frangente
comico molto spesso si passa alla situazione tragica. Così il 21 giugno i
battaglioni alpini Esille, Val Fassa e il
III battaglione del 92° fanteria oltrepassano la frontiera a fatica per il notevole innevamento aggirando il
monte Tabor entrando in contatto
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con pattuglie francesi e incappando
sotto il fuoco di mitragliatrici poste
in piccole opere Maginot. Si muove
anche il battaglione Val Dora al comando del capitano Leopoldo Notari che prima di oltrepassare il confine
fa schierare la forza e in un eccitato
discorso raccomanda agli alpini di
comportarsi bene con le ragazze di
Modane! La coltre di neve in questa
zona è talmente alta che il trasporto
delle munizioni e dei viveri in alta
quota è affidato alle solide spalle degli alpini e dei fanti.
I reparti Val Dora e III battaglione del 91° fanteria della divisione
Superga oltrepassano il Col de Pelouse (2798 m) e superando difficili
passaggi su roccia coperta dal ghiaccio raggiungono la cresta rocciosa di
Belle Plinier al Mont Rond (2772 m).
Durante questa fase della battaglia
viene ferito alla testa l’alpino Livio
Marabello al quale verrà concessa la
medaglia d’oro al valor militare alla
memoria. A sera la situazione è già
insostenibile: ai reparti privi di rifornimenti non resta che attendere la
notte. All’alba del 22 giugno gli alpini e i fanti esausti vedono Modane
dall’alto…. sembra a portata di mano ma è impossibile da conquistare.
La presenza degli alpini in prossimità del Mont Rond è subito rilevata
dagli osservatori francesi che in pochi minuti scagliano una tempesta di
fuoco sugli alpini. In questi ore il capitano Notari comandante del Val
Dora viene ferito ma dalla barella
continua a dare ordini.
Il Val Dora rimane completamente isolato per via dei guasti alle radio:
il reparto è tragicamente nelle mani
dei barellieri che portando i feriti dopo 16 ore di marcia massacrante con
la neve alta fino al petto riescono a
dare notizie del battaglione. Ma la
tragedia si doveva ancora compiere:
a sera la temperatura scende fino a
meno 15 gradi causando gravi sofferenze ai soldati costretti all’immobilità nelle buche privi di viveri e di ve-
1
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3
Foto
1) Monte Rond: i soldati, stremati dalle basse
temperature, escono dalle buche come
fantasmi in attesa dei soccorsi. (da “Vincere” coll. L. Santagata).
2) Alpini del battaglione Val di Fassa accompagnano due vittime di congelamento. Da
notare l’inadeguatezza del vestiario (Archivio provincia autonoma di Trento).
3) Alpini del Val Dora nei pressi della Belle
Plinier il 25 giugno: l’ufficiale al centro e il
sergente sulla desta sono protetti dalla sola giubba estiva. (archivio privato G. Vaudano-Torino).
stiario adeguato. Nella giornata del
23 giugno la situazione appare
drammatica: i fanti e gli alpini hanno
passato la notte al gelo unicamente
protetti dai teli tenda o da poche coperte; sono sempre più numerosi i
casi di congelamento o di dissenteria. I soldati diventano oggetto di
una accanita caccia al bersaglio da
parte dell’artiglieria e delle mitragliatrici francesi ed è una fortuna che
la tormenta di neve li nasconda e che
il grande innevamento non faccia
esplodere le granate.
La notte fra il 23 e 24 giugno è
ancora peggiore con la tormenta che
imperversa da più di 24 ore e con la
temperatura oltre i meno 15 gradi
sottozero. Al mattino del 24 il capitano Notari invia una staffetta al colle
della Pelouse presidiata dagli alpini
della 231ª compagnia del Val Dora
del capitano Martin: il testo della lettera, trascritto nel riquadro a parte,
descrive la reale situazione ed è una
denuncia di come i soldati furono
mandati allo sbaraglio.
Per tutta la giornata del 24 giugno i reparti rimangono immobilizzati nelle buche nella neve da raffiche di mitragliatrici che provocano
altri morti e feriti. A sera giunge una
staffetta con gli ordini dal comando
divisionale che fa inorridire capitano
Notari: il battaglione deve proseguire l’attacco su Modane. Saranno gli
stessi francesi che all’alba del 25 giugno avvertono gli italiani del sopraggiunto armistizio e che impietositi
forniranno i primi soccorsi ai congelati. Il bilancio finale della divisione
Superga conta 1290 congelati; a questi vanno aggiunti oltre 300 alpini del
Val Dora e 35 del Val Fassa.
A queste perdite, dovute esclusivamente al freddo e al vestiario non
CONTENUTO
consono, vanno aggiunte quelle di
40 caduti, 220 feriti gravi e di 19 prigionieri. Le fotografie che ho potuto
reperire dalla stampa dell’epoca o da
archivi privati mostrano gruppi di
soldati stremati che si coprono malamente con coperte…. sembrano le
foto della campagna di Russia… ma
quella è un’ altra tragedia italiana.
Lorenzo Santagata
DELLA LETTERA * DEL CAPITANO
LEOPOLDO NOTARI
INDIRIZZATA AL CAPITANO MARTIN COMANDANTE DELLA 231ª COMPAGNIA:
Caro Martin,
la situazione del battaglione [Battaglione Val Dora n.d.r.] è sempre tragica. Gli uomini sono quasi tutti afflitti da dissenteria. Vi sono parecchi casi di
congelamento e assideramento. Siamo in mezzo a bufere di neve. Viveri,
scatolette e gallette quasi terminati. Non posso collegarmi con nessuno, dato che tutte le radio sono guaste. Ho dei feriti da sgomberare e non so come
fare, dato che ho appena tre barelle. Io, poi, ho quattro ferite. Il battaglione,
sia come uomini, sia come materiali, è al limite della sua resistenza, dato
che è da 24 ore in mezzo alla neve. Occorre far ben comprendere, e subito,
al comando della divisione che il battaglione venga rilevato, sulle posizioni,
da un altro battaglione. Un’altra notte, in simili condizioni, è difficile poterla
passare. A ogni modo mandare cognac, zucchero e cioccolato. Ti prego di
parlare in termini molto chiari al comando divisione. Ho potuto prendere collegamento con il 91° fanteria, che è ostacolato fortemente nell’avanzata da
fuoco di artiglieria e mitragliatrici. Attendo una pronta risposta dal comando
divisione a mezzo pattuglia.
Mont Rond, 24 giugno XVIII, ore 8,45.
* conservata come allegato al diario storico della divisione Superga – SME,
ufficio storico.
Motivazione della medaglia d’oro al valor militare
conferita all’alpino Livio Marabello di Pontestura (Al)
Sempre primo ove era maggiore il rischio, durante un aspro attacco, con generoso impeto e fiero disprezzo del pericolo, si lanciava, di iniziativa, in terreno scoperto per raggiungere la postazione avanzata di un fucile mitragliatore, nel nobile intento di sostituire il tiratore caduto. Per meglio utilizzare l’arma, non esitava a portarsi in luogo più esposto da dove
batteva efficacemente le postazioni nemiche, suscitando
l’ammirazione dei compagni. Gravemente ferito alla testa,
conteneva, con grande forza d’animo, il suo dolore e pregava
l’ufficiale medico di curare per primi gli altri feriti. Medicato,
chiedeva insistentemente di essere lasciato al suo posto di
combattimento: ai superiori, che lo costringevano a partire
per luogo di cura, esprimeva il suo disappunto ed il desiderio
vivissimo di tornare, al più presto, alla battaglia per partecipare alla immancabile vittoria. Si spegneva in luogo di cura dopo circa un mese di atroci sofferenze, sopportate
con animo virile e mirabile stoicismo. Fulgido esempio di elette virtù militari e di cosciente, sublime eroismo.
La Belle Plinier, 21 giugno – 18 luglio 1940 XVIII
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VITTORIO BULLA, fotografo ufficiale
della 4ª Divisione Alpina Cuneense
1
I
l Gruppo Alpini di Moneglia,
nell’attuale Sede inaugurata
nel 1995, è intitolato al Caporalmaggiore Vittorio Bulla, classe
1915.
Il graduato, caduto in Russia
nel Marzo 1943 per malattia intervenuta in stato di prigionia, gestiva prima della guerra un negozio
di fotografia a Genova ed assolse
il servizio di leva negli alpini nel
1936 a Mondovì e poi venne richiamato alle armi nel 1940, lasciando così l’adorata moglie Maria, originaria di Moneglia, e la
piccola figlia Carla, attuale Madrina del Gruppo.
Data la sua competenza professionale, venne inquadrato nella
Compagnia Reggimentale del 1°
Rgt alpini ed adibito al Servizio
Fotografico della 4a Divisione al-
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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pina Cuneense, nell’ambito della
quale operò prima in Albania e
Grecia nel 1940/41 e poi nella
campagna di Russia nel 1942/43,
fino al tragico epilogo.
Foto n° 1, Vittorio è a cavallo,
con la macchina fotografica a tracolla, sul fronte greco albanese
nella primavera del 1941.
Parte del materiale fotografico,
in prevalenza inerente il fronte
greco-albanese, è già nota ed in
alcuni casi ha conseguito anche
dei prestigiosi riconoscimenti e
premi in concorsi fotografici, ad
esempio il primo premio nel 1995
al concorso “Muli con le stellette”
ad Altomonte in provincia di Cosenza.
Foto n°2, mulo rovesciato, foto
n°3, mulo nel fango, foto n°4, mulo e conducente, usciti dal fango.
Foto questa già apparsa singola
nel mitico numero unico di Genova alpina di tredici anni fa, edito in
occasione dell’ultima adunata cittadina, e che ora per continuità
concettuale alle due precedenti
istantanee mostratevi, qui vi riproponiamo; da recenti informazioni, l’alpino ha un nome: Francesco Costa di Carasco.
Queste istantanee, scattate
dall’autunno 1940 alla primavera
del 1941 nel fango del fronte greco-albanese, prima causato dalle
piogge e poi dal disgelo della coltre nevosa, ritraggono, con toccante realismo, poveri muli rovesciati che non riescono più a procedere o immersi completamente
nel fango con il solo capo fuori
(questa foto compare anche tra
quelle utilizzate a fini didattici
2
nelle proiezioni che avvengono
nell’ambito del progetto “Scuole”
da parte della nostra Sezione) e
l’affannoso sforzo dei loro conducenti (gli sconci nel gergo della
naja alpina) che pazientemente
sottraggono alla morsa della mota
i loro “fratelli di naja”!
Ebbene sì, fratelli, poiché a tale proposito ricordiamo che al termine della campagna di Grecia il
Comando di Divisione indisse un
concorso per la migliore decorazione di tenda o gruppo di tende.
Vinsero tale concorso i conducenti artiglieri alpini del 5° reggimento che decorarono il terreno
prospiciente le loro tende con la
scritta, in pietruzze candide: “W il
mulo mio fratelo che sopra gli altri come aquila vola”.
Gli “sconci” vincitori avevano,
di fatto, mutuato la seconda parte
della scritta vincente dal motto
stesso del loro 5° reggimento
d’artiglieria alpina, ”sopra gli altri
come aquila vola” peraltro tratto
da Dante, Inferno, canto IV, verso
96.
Quindi il fedele compagno di
fatiche, con cui si divideva tutto
come con un familiare, nell’immaginario semplice di quei conducenti, mio“fratelo”, da quadrupede terreno diventava moralmente il nobile rapace che si libra
in cielo più in alto di tutte le altre
creature!
Le foto n° 5, 6 e 7, tutte scattate dal bravo fotografo reggimentale nella tarda estate del 1940 sul
fronte greco-albanese, ritraggono
rispettivamente: un simpatico
momento di abluzioni del reparto
nelle limpide acque di torrenti
montani, con il nostro Vittorio in
pantaloncini corti, a seguire un
animato bivacco alpino nelle pietraie assolate dei rilievi del fronte
ed infine una bella inquadratura
delle salmerie in marcia sui brulli
rilievi al confine greco.
Di recente un’importante novità: a memoria perenne dei nostri “Veci”, la Signora Carla, Madrina del Gruppo e figlia del Caduto, ha reperito ulteriore materiale del Papà, in parte inedito,
inerente la Campagna di Russia,
materiale che era “dormiente” tra
altri oggetti datati ed in disuso, in
specie dopo la scomparsa della
cara mamma Maria, vedova di Vittorio.
Ho intervistato la gentile Signora Carla ed ho avuto accesso
25
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3
agli importanti nuovi reperti,
istantanee inedite di grande realismo e fedele testimonianza del
fronte russo, spesso con puntuali
e precise annotazioni nel retro su
località, data, persone, eventi.
E’ con grande piacere e gentile
concessione della Signora Carla
che condividiamo con Voi questi
momenti unici di storia alpina vissuta e ci piace pensare che tutti gli
alpini e le persone note o sconosciute ritratte, come se il tempo si
fosse fermato, possano ora rivivere tramite nostro e come rianimarsi allo scorrere dei nostri occhi
sulle loro immagini!
La didascalia delle varie foto
mai visionate e che ora presenteremo, laddove presente, sarà
quella originale annotata sul retro.
Foto n°8, tradotta che porta in
Russia gli alpini, si nota, sulla parte destra in basso del vagone, la
dicitura a gesso, 4 alpini Divisione
Cuneense e, ritratta centralmente,
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una delle “madrine di guerra” che,
nell’euforia di Regime dell’estate
del 1942 con l’invasione della
Russia progettata sulla carta e con
avventatezza, alle varie soste in
territorio nazionale consegnavano
ai soldati destinati al fronte una
copia di un noto periodico del
Partito, dal nome significativo
“Passo Romano”. (spesso resti di
quei giornali, al di là dei relativi
modesti benefici della lettura,
avranno poi insperatamente una
grande utilità pratica poiché serviranno, a guisa d’imbottitura di
rinforzo, nel terribile inverno del
1942, alle sentinelle alpine stremate dal freddo nelle lunghe
guardie all’addiaccio.
Foto n° 9, timbro ufficiale ed
annotazione a mano, “Passaggio
del Donez”, gli alpini della Cuneense attraversano il Donez, in
una bella giornata estiva, su un
ponte di barche costruito dal Genio militare, sotto lo sguardo attento di un Ufficiale anonimo.
Foto n°10, annotazione a mano, ” 28 Ottobre XX in linea, i russi hanno sentito i nostri inni”. La
bella istantanea ritrae la fanfara
reggimentale in opera, diretta da
un sottufficiale in posizione sovrastante i vari addetti. (questa foto, già nota ma senza le annotazioni di pugno dell’autore a tergo,
è mostrata nelle proiezioni didattiche nel programma sezionale
“Scuole”).
Foto n° 11, il reparto in sosta e
di “corvè” attorno ad un’isba russa.
Foto n°12, il nostro Vittorio
con gli ospitali abitanti di un’isba
con i quali aveva scambiato cibo
in scatolame e preconfezionato
con viveri freschi, latte, uova, verdure etc.
Foto n°13, una bella bambina
russa, dai grandi occhioni, la quale fuori da un’isba e per niente timorosa, ha un pezzo di dolciume
in una manina e nell’altra stringe
gelosamente una confezione di
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carta che reca la scritta“MOTTA”l’italianissima e nota Ditta di dolciumi!
Riteniamo doveroso, traendo spunto da questa eccezionale istantanea, tratteggiare ancora una volta, oltre le
qualità alpine universalmente riconosciute quali il senso
del dovere, sacrificio e solidarietà, anche il grande senso di
umanità che molto spesso gli alpini hanno dimostrato verso qualsiasi popolazione, anche formalmente nemica, con
cui sono venuti in contatto.
Sicuramente il nostro Vittorio avrà rivisto negli occhioni profondi di questa bambina la sua piccola amatissima
Carla, all’incirca della stessa età, con la quale aveva potuto passare solo qualche fugace licenza tra il ritorno dal
fronte greco-albanese e la partenza per la Russia.
Foto n° 14, annotazione a mano, “donne ebree russe
adibite ai lavori manuali”: tale foto ritrae donne impegnate in lavori pesanti a ridosso della ferrovia durante il passaggio di una colonna alpina, e tra le scarne righe di Vittorio intuiamo quasi come un senso di sgomento per questa
situazione così contraria e inusuale alla mente ed alle convinzioni di qualsiasi alpino.
Con tutta probabilità tali donne erano state adibite ai
duri lavori forzati sulla linea ferroviaria, nevralgica per i
rifornimenti, dall’allora alleato germanico che ci aveva
preceduto in quelle località, lasciando poi alcuni presìdi ai
lavori, e certamente non si era ”distinto” per correttezza di
comportamenti verso le misere popolazioni locali.
Foto n° 15, il nostro Vittorio, in completo assetto di
marcia, a fianco di un aereo russo abbattuto.
Foto n°16, il retro della precedente foto n° 15, con il
timbro in rilievo “servizio fotografico 4a Divisione Alpina
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Cuneense” e l’annotazione a mano “apparecchio russo (rata) abbattuto dalla nostra contraerea.
Fronte del Don 30.X.42 XXI. L’indicazione fra parentesi, “rata” (=
“topo” in spagnolo, a ricordo del
primo impiego bellico di tale velivolo nella guerra civile spagnola
del 1936), si riferisce al tipo di apparecchio, ovvero il famoso caccia
monoposto ad ala sbalzata, velivolo di base, all’epoca, dell’Aeronautica sovietica.
Foto n°17, POLIKARPOV I
16 “RATA” tipo 24, con motore
stellare SHVETSOV M-63 da 1100
CV, velocità massima 520 km/h ed
armato con 2 mitraglie SKAS da
7,62 mm, 2 cannoni SVAK da 20
mm e 6 razzi RS-82.
Tale velivolo, il primo in assoluto con il carrello retrattile, era
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però piuttosto impegnativo nella
guida, causa una scarsa stabilità
longitudinale che costringeva il pilota a tenere sempre le mani sui
comandi ed il carrello poco elastico, sia in fase di decollo che di atterraggio.
Il modello della nostra foto
presenta sulla fusoliera la scritta,
in caratteri cirillici, “per l’Unione
Sovietica quali “Per Stalin”,“per la
Patria”, “per Leningrado” etc..
Secondo fonti storiche sovietiche, nel corso del conflitto, vennero create pattuglie suicide dotate
di tali velivoli, guidati da giovani
piloti che si gettavano contro i
massicci bombardieri tedeschi cercando di danneggiare con le eliche
blindate le superfici di governo di
tali pesanti aerei nemici.
Foto n°18, postazioni alpine,
annotazione sul retro, con timbro
ufficiale, “fronte del Don 29-X-42
XXI”, gli alpini sono di vedetta sul
grande fiume ed hanno issato un
drappo da segnalazione su una
postazione di fortuna.
Foto n° 19, sentinella in trincea, annotazione a mano sul retro,
sempre con timbro ufficiale e stessa data della foto precedente, “Vedetta sul Don 29-X-42 XXI”, l’alpino di vedetta scruta pensieroso oltre il maestoso fiume, già è presente la prima neve ed il camminamento scavato appare brinato
dal ghiaccio.
Foto n°20, slitta di rifornimenti
per gli alpini trainata da muli nella neve, timbro ufficiale ed annotazione a mano sul retro “fronte
del Don 22-XI-XXI”.
Foto n°21, il nostro Vittorio sorridente ed in tenuta invernale con
l’immancabile tracolla della sua
macchina fotografica.
L’istantanea di pochi giorni
prima dell’inizio della tragica ritirata, reca l’annotazione a mano
sul retro che recita:“fronte del Don
9-1-43
a Maria (la moglie)
con.........” e poi dolci parole affettuose ed intime che un alpino lontano ed in guerra invia alla propria
amatissima moglie e che per giusto rispetto del Caduto, della sua
memoria e dei suoi affetti più intimi, ci sentiamo di dover tutelare al
di là del tempo e dello spazio e che
comunque ogni cuore alpino potrà
facilmente immaginare...
Foto n°22, l’attestato-concessione n°1798- rilasciato al C.M
Vittorio Bulla, nato a Genova, classe 1915, del 1° Rgt. Alpini, per aver
partecipato ai fatti d’arme della
guerra 40/43 per i quali le bandiere dei Reggimenti della Divisione
Alpina Cuneense vennero decorate di medaglia d’oro al valore militare. L’attestato che riporta anche
il logo della nostra Associazione,
reca la firma del Generale Emilio
Battisti, Comandante della Divisione Cuneense il quale ritornerà
in Patria dalla prigionia, di ben otto anni, solo nel 1951, e la data
convenzionale del 9 Marzo 1949,
presumibile periodo nel quale erano pervenute le notizie relative al
Caduto.
Foto n° 23, comunicazione del
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il pensiero e la preghiera di tutti
gli alpini è costantemente con te
e siamo certi che ora tu, vittima
incolpevole di quella sciagurata
campagna di guerra, sei beato
nel Paradiso di nostro Papà
Cantore assieme ai tanti tuoi
sventurati compagni della Cuneense, da te spesso sapientemente ritratti nelle foto che ci
hai tramandato, anche loro, in
gran parte, insepolti nella sterminata steppa russa.
Il tuo esempio ed estremo
sacrificio non è stato comunque
del tutto vano nella misura in
cui ci hai insegnato quei valori
di dovere, sacrificio, solidarietà e
pacifica convivenza tra i popoli,
(a tale particolare proposito, a
significativo esempio le tue foto
n°12, 13 e 14) valori di cui noi
ora cerchiamo di essere degni e
che ci sforziamo di trasmettere
alle nuove generazioni.
Onori al sacrificio della Divisione martire Cuneense nella
quale così tanti Liguri e Genovesi hanno militato!
Onori al Caporalmaggiore
Vittorio Bulla del Servizio Fotografico della quarta Divisione
Alpina!
Vittorio, non ti dimenticheremo mai poiché sei e sarai
sempre nei cuori di tutti noi alpini!
Valter Lazzari
25/5/1949 - a mezzo espresso
raccomandato - alla vedova Bulla
da parte del Distretto militare di
Genova, ufficio Ricerca Dispersi,
che il C.M alpino Vittorio Bulla del
1°Rgt. Alpini è deceduto “in Russia,
in prigionia per malattia, il...Marzo
1943”.
E’ curioso notare la stampigliatura burocratica, quasi a scusa ed
improponibile consolazione dei
Cari del Caduto, ”Comunicazione ritardata per tardiva segnalazione”.
Caro Vittorio, anche se non possiamo dire una preghiera sulla tua
tomba poiché le tue spoglie, mai
individuate, hanno avuto anche la
cattiva sorte di non trovare sepoltura in Patria tra i tuoi Cari, sappi che
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
Notizie dai Settori
SETTORE STURA-PONENTE - Gruppo di Arenzano
Celebrazione della S. Messa in ricordo di Padre Eugenio Vallarino M.A.V.M. e dei
Caduti di Arenzano e Celle Ligure presso il Santuario del Gesù Bambino di Praga
Il giorno 26 Ottobre 2013, presso il Santuario di Gesù Bambino di Praga in Arenzano,
in una cerimonia è stata celebrata una
Santa Messa in ricordo di Padre Eugenio
Vallarino, nel 70° della morte, di tutti i caduti di Arenzano e Celle Ligure e di tutti i
Caduti dell’ ARMIR nella tragica Guerra del
42-43 in Russia.
La cerimonia, organizzata dai Gruppi ANA
di Arenzano e Celle Ligure, è strettamente
collegata con lo scoprimento della Lapide
al Col di Nava nel Luglio scorso a ricordo
della MAVM Padre Eugenio Vallarino, Cappellano del Btg “Pieve di Teco” della Cuneense, e chiude le manifestazioni a ricordo del Padre francescano, di famiglia arenzanese ma vissuto a Celle Ligure, deceduto
nel Campo 74 di Oranki durate la prigionia
dopo la ritirata.
Alla Santa Messa hanno partecipato le Autorità cittadine e quelle dei comuni limitrofi; oltre ai Vessilli Sezionali di Genova e Savona scortati dal Vice-Presidente Militello e
dal Presidente savonese G.D. Gervasoni
erano presenti molti Gagliardetti dei
Gruppi genovesi e savonesi con un folto
numero di Alpini.
La Santa Messa accompagnata dai canti
del Coro Monte Greppino della Sezione
ANA di Savona, è stata celebrata presso il
Santuario di Gesù Bambino in Arenzano
da Padre Davide dei Carmelitani; nell’omelia è stata ricordato dal celebrante la figura
di religioso di Padre Eugenio Vallarino; alla
conclusione il nostro Vice Presidente Militello ha recitato la preghiera dell’ Alpino.
E’ seguita nell’Auditorium del Santuario
una rappresentazione di diapositive curate
e commentate da Militello sulla storia del-
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l’ARMIR inquadrata nel contesto bellico
dall’ estate ‘42 alla tragica ritirata del Gennaio ‘43.
Oltre ai canti dedicati dal Coro Monte
Greppino, la rappresentazione ha avuto
momenti veramente coinvolgenti con l’ascolto delle letture di brani letterari a cura
dell’ attore arenzanese Lazzaro Calcagno .
I brani, tratti da pagine di Mario Rigoni
Stern, di Giulio Bedeschi, dai diari di“Padre
Generoso”, Cappellano del Btg “Gemona” e da memorie di altri Cappellani, hanno creato una particolare atmosfera sia per la recitazione intensa
dell’ attore e sia per il collegamento
immediato nel contesto visivo delle
diapositive storiche proiettate. Il
pubblico ha molto apprezzato sia i
commenti storici di Militello che i
canti del Coro e la recitazione dell’attore .
Al termine della rappresentazione si
è svolta la premiazione di alcuni re-
duci accompagnati dal Capogruppo di Celle Ligure L.Fassone ( che ha contribuito alla organizzazione) e dal Presidente della
Sezione di Savona.
Sono stati ricordati sia i parenti arenzanesi
della famiglia Vallarino che i nipoti ancora
viventi Celle Ligure. La premiazione delle
autorità presenti e di quanti hanno collaborato, da parte del Gruppo di Arenzano,
ha concluso la serata.
SETTORE GENOVA – Gruppo di Nervi
Storia della sede del Gruppo
Il Gruppo Alpini di Nervi ha la sua sede nella prestigiosa Torre Gropallo, sulla passeggiata Anita Garibaldi di Nervi. Dallo scorso ottobre la sede è aperta tutte le domeniche, dalle 15 sino al tramonto e, accompagnati da un alpino, può essere visitata. Un depliant in italiano e uno in inglese aiutano il visitatore a conoscere la storia di questa torre cosiddetta “saracena” o “torre del fieno” che risale addirittura al XVI secolo. Vogliamo riproporne la storia anche ai lettori di Genova Alpina.
La Torre Gropallo a Nervi
detta anche Torre del fieno
La Torre Gropallo ha una storia antica, che
ci riporta alla prima metà del ‘500. In quegli
anni le popolazioni della riviera vivevano
sotto la continua minaccia di incursioni da
parte dei cosiddetti Corsari Barbareschi.
Essi provenivano dalle terre del Nord Africa, ed erano dediti a scorribande e saccheggi lungo le spiagge di tutta la costa tirrenica. Le comunità rivierasche chiesero più
volte aiuto e protezione alla Repubblica genovese, la quale tuttavia, si limitò ad autorizzare i progetti per la costruzione di torri
di avvistamento lungo le coste, senza però
aiutare economicamente queste popolazioni nelle opere di costruzione. Fu così che
nel 1547 la Comunità di Nervi iniziò la costruzione di una torre di segnalazione. Un
documento conservato in “Archivio di Stato” ci dice come nel 1549 essa, pur iniziata
da due anni, per mancanza di soldi non era
ancora ultimata. Cinque anni dopo la Torre
era finita ma non poteva essere completata
con i necessari armamenti per la scarsa disponibilità di denaro. In quest’ultimo documento si proponeva che le autorità della
Repubblica imponessero ai Sindaci delle
comunità costiere di destinare i frutti delle
“comunaglie” (appezzamenti di terreno
comune sulle colline dei paesi rivieraschi,
utilizzati soprattutto per le fienagione che
fornivano un buon reddito) per finanziare il
completamento di questa ed altre torri che
stavano sorgendo in riviera. La Repubblica
rispose imponendo un’apposita tassa agli
abitanti di Nervi per finanziare la costruzione della Torre. Essa fu comunque ultimata nel 1561, dopo che un bando della
Repubblica di Genova imponeva il pagamento della suddetta tassa entro il mese di
agosto senza tollerare ulteriori dilazioni. Il
bando ottenne il suo effetto e la Torre fu così ultimata. Riguardo al progettista, molti
hanno pensato all’ingegnere militare Gian
Maria Olgiate, un lombardo che progettò
all’epoca diverse fortificazioni a Genova.
Certamente l’aspetto della Torre non era allora quello di oggi. Essa fu trasformata nella forma attuale agli inizi del Novecento,
quando era di gran moda riportare allo stile medievale tanti edifici storici di Genova.
All’epoca della sua costruzione sembra che
la base della Torre fosse completamente
riempita di pietrame, per renderla più massiccia e resistente a eventuali assalti. Al locale superiore si accedeva con una scala
esterna, quindi con una scala a chiocciola,
ancor oggi percorribile, si saliva alla terrazza, circondata di muro merlato. Era su questa terrazza, il posto di sorveglianza, dove
stavano ininterrottamente guardiani che a
turno prestavano servizio. Il loro compito
consisteva nel segnalare ogni pericolo, vale
a dire ogni nave sconosciuta, che essi avvistavano. Di giorno la segnalazione era fatta
con fasci di erica, di fieno, o di ginestra, ben
bagnati, che erano bruciati emettendo fumo bianco. Di notte la segnalazione si faceva analogamente impregnando con olio o
di pece i fasci onde renderne appariscente
e duratura la fiamma. E’ da questa particolarità che la Torre fu comunemente chiamata Torre del Fieno. Occorre precisare
che questo tipo di segnalazione era in
grado di far pervenire velocemente la
notizia di un pericolo dal mare, anche
nelle località dell’entroterra e più oltre
ancora. Infatti, i fumi o i fuochi della
Torre erano visti da un osservatorio posto sul monte Moro e da qui, sempre attraverso segnali di fuoco o di fumo, di
altura in altura, sino ai monti dell’Appennino, del Monferrato e quindi in
Piemonte e Lombardia. Cessato nel
XVIII secolo il pericolo delle invasioni
barbaresche, della Torre non conoscia-
mo altre vicende nei secoli successivi, se
non l’uso che ne venne fatto come presidio
sanitario con apposite guardie che sorvegliavano sull’approdo di imbarcazioni provenienti da regioni nelle quali si sospettasse la presenza di malattie contagiose quali
la peste ed il colera. Nel 1845 la Torre fu
venduta dall’allora Comune di Nervi al
marchese Gaetano Gropallo, proprietario
della villa e degli adiacenti parchi. Egli la
fece restaurare e fece pure costruire la passerella, ancor oggi visibile, che collega la
Torre al parco, mantenendo la proprietà
della Torre sino al 1918, quando essa fu
venduta ad una società immobiliare milanese. Nel 1927 l’allora Podestà di Nervi Eugenio Broccardi, la acquistava per conto del
Comune e da allora la Torre è tornata a essere patrimonio pubblico dei Nerviesi.
Pier Luigi Gardella
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
Notizie dai Settori
SETTORE TIGULLIO - Gruppo di Chiavari
Undicesimo Concorso annuale di narrativa patrocinato dalla sezione UNUCI Di Chiavari
In data 29 Ottobre 2013 ha avuto luogo,
presso i locali del Comando Scuola di Telecomunicazioni di Caperana, la premiazione dell’undicesimo Concorso annuale
di Narrativa patrocinato dalla Sezione
UNUCI di Chiavari, alla presenza delle
principali Associazioni d’Arma sia cittadine che del comprensorio, ospiti d’onore:
Guardia di Finanza, Carabinieri, Marina,
A.N.A., Bersaglieri, Aeronautica, Autieri,
Trasmissioni, Nastro Azzurro, Croce Rossa
Italiana.
Il sottoscritto, invitato per l’occasione, è
intervenuto con piacere, in rappresentanza di tutti i Gruppi del Settore Tigullio della nostra Sezione.
Tale Concorso per l’anno 2013 era dedicato alla memoria della Medaglia d’Oro al
valore della Marina Nicola Fele.
La partecipazione, come di prassi, era riservata a tutti i cittadini, di qualunque grado, che prestano o hanno prestato servizio
nelle Forze Armate di ogni tipologia e nei
vari Corpi dello Stato anche non militarizzati, ed inoltre alle vedove e agli orfani dei
cittadini sopra menzionati ed infine anche
agli alunni delle scuole medie superiori.
Il tema, a titolo determinato annualmente,
per l’anno 2013 era il seguente:
“L’intervento delle nostre Forze Armate è
improntato a solidarietà ed umanità: episodio vissuto o conosciuto.”
L’elaborato primo classificato, premiato
dal Comandante della Scuola TLC, Capitano di Vascello Vincenzo Luigi Ciriello e
dal Prof. Alessandro Viggiani, Presidente
dell’U.N.U.C.I. di Chiavari, è stato quello del Ten. Colonnello Medico Ulrico
Coppola del Corpo Militare della Croce
Rossa Italiana relativo al periodo d’impiego in Iraq, a Nassirya e Tallil negli anni 2004 e 2005.
Con piacere riportiamo il bel testo premiato, intitolato “Shukran” (grazie in arabo):
“Sono stato in Iraq e ho visto la guerra...la
guerra e la fame, la sete, le sofferenze, la povertà, la malattia e la morte. Sguardi torvi,
sospettosi, sfuggenti sotto veli neri. Uomini
armati dovunque che manifestavano la propria rabbia sventolando bandiere di 40 colori diversi. E soldati, tanti soldati di lingue
diverse. Villaggi di tende strappate e case di
fango all’ombra delle quali pochi vecchi rimangono(selezione naturale, la chiamano).
Il sole che spacca la terra in pezzi, come le
tessere di un mosaico monocromatico mentre gli asini curvi si illudono di trovare del-
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l’erba dove tutto è secco. Lontano le palme
che segnano un’oasi da cui attingere acqua.
Non si direbbe che sono 12 chilometri da
percorrere ogni giorno per arrivarci e 12 al
ritorno. Minuscole macchie di colori sgargianti ci corrono incontro; niente può fermare quei bambini dai grandi occhi. Ne accorrono tanti, da tutti i lati, scalzi e festanti. Si accalcano intorno fino a quasi a sommergerti. Prima che ti travolgano del tutto,
il frustino improvvisato di un anziano li fa
arretrare, ma solo di poco.
Gridano, ridono, si spintonano a vicenda e
sgomitano l’un l’altro e chiedono senza pudore. Chiedono qualcosa che tu non riesci a
capire. Ma non importa, qualunque cosa:
una caramella, un biscotto, dell’acqua...qualunque cosa chiedono e accettano perché non
hanno niente e tu sei la novità del
giorno(forse dell’anno) e per loro è una festa. E quegli occhi la dicono lunga sulla
gioia di vivere che li muove e di come le miserie e gli odi dei “grandi” non riescono ad
intaccarla, quella gioia.
Allora capisci che quel poco che fai, e che a te
non basta, per loro è tanto da ringraziarti
con la mano destra sul cuore: “shukran” urlano, “shukran” e corrono felici e ritornano
a chiedere e nei loro sguardi c’è il vero senso
della vita,la sicurezza della speranza e la
grandezza dell’umiltà.”
Eccezionalmente, per la prima volta, la
Commissione per la valutazione degli elaborati vincenti, in totale tre, ha ritenuto di
premiare, ex aequo, sempre dello stesso
vincitore del primo premio anche la successiva rielaborazione, in forma poetica,
del testo che vi abbiamo appena riportato.
Tale bella e suggestiva rielaborazione poetica del precedente testo“Shukran”ha il titolo “Occhi parlanti” e decisamente merita
tutta la nostra attenzione e, sono certo,
toccherà i sensibili cuori alpini di noi tutti.
“Piccole mani sporche e agitate
E piedi induriti dai sassi.
Denti anneriti
Sorridono
E occhi parlanti.
Colori di stracci
Mai visti più belli
Su sfondi di sabbia e di fango.
Dov’è che li ho visti
Quegli occhi?
Non posseggono giochi
Ma corrono e ridono
E così il tempo passa
e diventano grandi.
Niente dolci né acqua
Ma la sete e la fame
Non sanno cos’è
E le donne vestite di nero
Li stanno a guardare,
Da lontano li spiano
Mentre crescono in fretta.
Quei bambini già grandi,
Mentre corrono e ridono
con quegli occhi parlanti.
E non sanno che i grandi decidono.
Ma dov’è che li ho visti
Quegli occhi?
Torno a casa tra un giorno
O forse tra un mese
E li porto con me
Quei bambini.
Ai miei figli,
Che corrono e ridono
E crescono in fretta,
Dirò cose scontate mai dette.
Stringendoli forte dirò:
Questi occhi parlanti
Li ho visti ogni giorno,
Dove c’era la guerra,
Li ho portati con me
E li ritrovo
Dove non me lo aspetto “
Valter Lazzari
SETTORE TIGULLIO - Gruppo di Rapallo
Festa solenne per i Soci Anziani
In data 29 settembre 2013, il Gruppo di Rapallo, nella suggestiva cornice naturale di S.
Maurizio di Monti, ha festeggiato solennemente i propri soci anziani.
Difatti erano svariati anni che detta premiazione non aveva luogo e si è pertanto deciso, con l’occasione del nuovo Capo Gruppo,
Dante Radice, eletto nell’anno, di raggruppare per il 2013 tutti i soci che avevano raggiunto il ragguardevole traguardo del distintivo d’oro e d’argento, rispettivamente due e
ventitré soci.
La frazione di S. Maurizio di Monti è situata
sulle pendici della conca che dal fossato di
Monti giunge al Santuario di Montallegro.
Detta frazione si è sviluppata lungo la strada provinciale che nei suoi pressi si biforca
per raggiungere, da una parte, il predetto
Santuario e dall’altra il passo della Crocetta,
valico collinare che immette nella Fontanabuona, da cui peraltro inizia il sentiero che
sale al Rifugio Margherita dello stesso
Gruppo di Rapallo sul monte Pegge.
Dopo l’arrivo del Vessillo Sezionale e del
Gagliardetto del Gruppo, la cerimonia solenne è avvenuta, al termine della funzione
religiosa officiata da Padre Emilio Arata, all’interno stesso della bella Chiesa Parrocchiale intitolata a San Maurizio la quale
conserva un dipinto, olio su tela, di grandissimo pregio artistico del pittore genovese
Bernardo Strozzi raffigurante l’Apparizione
della Madonna Odigitria (dal greco,“che indica la via”) o Panaghìa (dal greco, “totalmente Santa”) .
Tale prezioso dipinto, riscoperto nel 1992
grazie ad un intervento di restauro, appartiene ad un tipo di iconografia cristiana diffusa in particolare nell’arte bizantina e russa
del periodo medioevale che mostra la Madonna con in braccio il Bambino Gesù seduto in atto benedicente.
L’opera venne dipinta intorno al 1610 probabilmente commissionata dalla locale famiglia nobiliare Molfino.
Proseguendo con la bella cerimonia di premiazione, il Generale degli Alpini Modesto
Marchio, uno degli ormai pochi Ufficiali Alpini reduci di guerra nonché neo nostro
consocio della Sezione, invitato per l’occasione, ha consegnato i distintivi d’Oro ai
due Soci interessati a tale tipo di premio.
Segnaliamo in particolare, a tale proposito, il
momento di grande ed intensa commozione alla consegna del bel premio al reduce di
Russia, con la sua croce al merito di guerra
orgogliosamente al petto, Stefano Augusto
Arata, detto Gustìn, ma si sa... tra reduci che
ne hanno viste di tutti i colori ci si intende!
Altro gradito ospite Padre Apollinaire, sacerdote congolese, spiritualmente molto vicino
al Gruppo di Rapallo, che l’estate scorsa
aveva celebrato la messa al campo preso il
Rifugio Margherita.
La bella giornata è proseguita poi convivialmente al vicino rinomato Ristorante Paolin,
monopolizzato per l’evento, ove gli alpini ed
i loro familiari hanno gustato, in grande e fraterna allegria, svariati gustosissimi manicaretti della cucina casalinga locale.
Il reduce Gustìn, classe 1919, ottima forchetta, forse in reminiscenza delle terribili
privazioni del tempo di guerra, con grande
gioia di tutti noi, ha addirittura fatto il bis di
diverse portate.... Sic! Come si usa dire, che
il Signore ce lo conservi!
Forse la nostra Sezione, per qualche bel caso del genere che ci rallegra tutti, potrebbe
cominciare a pensare, dopo l’argento e l’oro,
magari anche al platino.....
Certamente sarebbe bene augurante per
tutti gli Alpini della nostra Sezione!
Valter Lazzari
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Foto
1) Vessillo e gagliardetto.
2) In Chiesa
3) La Madonna Odigitria
4) Il Generale Marchio con Sergio Crovetto segretario del Gruppo
5) Don Apollinaire con Sergio Crovetto
6) Il Reduce Gustin
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Notizie dai Settori
SETTORE VALLESCRIVIA - Gruppo di Busalla
Consegna del piastrino dell’artigliere Francesco Tamagno
Il giorno 18 gennaio 2014 alla famiglia di Francesco Tamagno, Artigliere Alpino conducente, classe 1915, caduto durante la ritirata in Russia nel gennaio 1943,
viene consegnato il piastrino di
riconoscimento, rinvenuto in
Russia recentemente (foto 1).
Ricevono detto piastrino il figlio
Giancarlo, la figlia Rita, la vedova del figlio Aurelio, Clotilde durante la cerimonia celebrata
presso la Parrocchia di Sarissola.
Presenti autorità del Comune di Busalla, l’Associazione Carabinieri, Protezione Civile e numerosi gruppi Alpini.
Il piastrino viene consegnato dal Presidente di Sezione Pietro Firpo e dal Capogruppo di Busalla Giovanni Belgrano al figlio Giancarlo, visibilmente emozionato
(foto 2).
Di seguito riportiamo una sintesi di quanto viene trascritto sul Foglio Matricolare
dell’Artigliere Alpino Francesco Tamagno.
18 aprile 1936: Chiamato alle armi ed assegnato al 4° Reg. Art. Alpina in Savigliano, Gruppo Pinerolo 7a Batteria.
23 agosto 1939: Dopo il congedo illimitato viene richiamato alle armi per istruzione ed assegnato al Gruppo Val Po 73a Batteria.
30 maggio 1940: Dopo breve licenza viene inviato presso il Deposito del 4° Reg. Art. Alpina Gruppo Val Po 73a Btr., e mobilitato.
28 ottobre 1940: Parte per l’Albania dalla quale rientra nel giugno 1942.
4 agosto 1942: Parte per la Russia con il 4° Reg. Art. Alpina Gruppo Val Po 73a btr., al comando del Capitano Giuseppe Rossi.
15 gennaio 1943: Viene dichiarato disperso durante la ritirata del gennaio 1943
16 gennaio 1950: Il Tribunale Civile di Genova rilascia la dichiarazione di morte presunta.
Breve nota storica sul 4° Reggimento Artiglieria da Montagna
La nascita del 4° Reggimento Artiglieria da Montagna avviene per effetto
della legge 473 del 19 ottobre 1933. Si
costituisce a Cuneo il 1 gennaio 1934
con due gruppi ceduti dal 1° Reggimento Artiglieria; i gruppi Pinerolo
(batterie 7-8-9) e Mondovì (batterie
10-11-12). Il 4 giugno 1934 assume la
denominazione di 4° Reggimento Artiglieria Alpina alla quale aggiunge l’11
ottobre successivo quella di Cuneense.
A seguito delle esigenze di mobilitazione per la campagna contro l’Etiopia, il gruppo Mondovì cede l’11a btr al
gruppo Belluno di nuova costituzione,
che viene inquadrato nel 5° rgt art.
mont. divisione Pusteria.
La batteria rientra nel gruppo Mondovì il 14 aprile 1937 al termine della
campagna africana.
Nell’agosto 1939 si costituiscono i
gruppi Val Tanaro (reparto comando,
batterie 25-26-27, reparto munizioni e
viveri) e Val Po (reparto comando, btr
72-73-74, reparto munizioni e viveri).
Il 1 giugno 1940 il gruppo Val Tanaro è
assegnato al 6° gruppo alpini valle; il
gruppo Val Po al 5° gruppo alpini valle.
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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Nel novembre i due gruppi sbarcano a
Valona e vengono assegnati al 3° rgt.
art. alpina Julia per la campagna grecoalbanese.
Il 10 marzo 1942 le batterie 72 e 73 del
gruppo Val Po vengono dotate dell’obice 105/11. La 74 btr. diventa batteria
addestramento.
Nel luglio 1942 partenza per il fronte
russo: comando di reggimento, reparto
comando, 64 e 116 btr mitragliere contraeree da 20 mm (dal dep. del 3° rgt.
art. motorizzata Pistoia), gruppo Pinerolo, gruppo Mondovì con obici da
75/13, gruppo Val Po obici da 105/11;
14a cp controcarro da 47/32 (dalla divisione di fanteria Isonzo); 84a cp cannoni controcarro da 47/32.
Nel settembre 1942 viene costituita
presso il gruppo Val Po la 78a btr controcarri armata di obici da 75/38 preda
bellica francese, ceduti dall’alleato tedesco.
Il 16 dicembre 1942, con un pezzo di
ciascuna batteria del gruppo Mondovì,
viene costituita la batteria Villanova che
viene assegnata in appoggio al btg alpini Pieve di Teco.
Il Reggimento subisce nella campagna
di Russia perdite terribili in uomini e
materiali; rientrano in Italia circa 400
soldati sui 3600 partiti.
Nel settembre 1943 il 4° rgt è in fase di
ricostituzione in Alto Adige ma le truppe a seguito dell’armistizio si sbandano.
Il Reggimento viene ricostituito nel
1975 col gruppo Pinerolo (btr 7-8-40)
per cambio di denominazione del
gruppo Aosta. Il 23 marzo 1991 viene
definitivamente sciolto.
Motto:
“Su tutte l’erte e sopra
ogni cima”
Decorazioni
alla Bandiera:
Medaglia d’Oro al V.M.
Fronte Russo 20/9/1942-27/1/1943.
Medaglia di Bronzo al V.M.
Val Shushica - Val Tomorezza - Dibra
(Fronte Greco) 15/12/1940 - 14/4/1941.
SETTORE VALLESCRIVIA - Gruppo di Busalla
Gli alpini del Gruppo di Busalla alla Colletta
Alimentare del 30 novembre 2013
SETTORE VALPETRONIO - Gruppo di Sestri Levante
“Ancora e ... direttamente 2”
Facendo seguito e a completamento di quanto abbiamo fatto in occasione della Santa
Pasqua del 2013, alcuni. di noi hanno consegnato il secondo “lotto” di derrate alimentari per la mensa dei poveri sita presso il convento dei Frati Cappuccini della nostra
città.
Il Santo Natale ci ha visti impegnali a donare ancora una “goccia nell’oceano della sofferenza” e della solidarietà.
Vittorio “Rino “ Biggi
SETTORE
STURLA-AVETO
Gruppo
di Sopralacroce
Domenica 12 gennaio 2014 è stata una
giornata di aggregazione, di allegria ma
anche di raccoglimento per il Gruppo
alpini di Sopralacroce.
L’occasione era la riunione annuale alla
quale hanno partecipato gli alpini egli
aggregati del nostro Gruppo e il Coordinatore di Settore Vittorio Marchetti;
molto gradita è stata la presenza dell’amico capogruppo di Busalla Gianni Belgrano.
La giornata è iniziata con la commemorazione dei Caduti, deponendo fiori ai
monumenti del paese, verso i quali gli
alpini hanno sfilato in un silenzio commosso, per poi rimanere in raccoglimento alcuni istanti.
Successivamente c’è stata la partecipazione alla Santa Messa, officiata da don
Ones, che ha elogiato l’attività del Corpo degli Alpini presenti con la loro solidarietà in qualsiasi occasione lo richieda.
Suggestiva la posizione degli Alpini, allineati a lato dell’altare, che indossavano con orgoglio il loro cappello e mostravano il loro vessillo.
La celebrazione è terminata con la preghiera dell’Alpino, compostamente recitata da Gianni Belgrano.
Tutti i partecipanti sono stati poi invitati a pranzo nella sede del gruppo, e infine nel pomeriggio ha avuto luogo la
riunione nel corso della quale il capogruppo ha illustrato il programma delle
attività per l’anno appena iniziato.
L’incontro è terminato con il tesseramento per il 2014 … e con una allegra
merenda!
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
Notizie dai Settori
SETTORE VALPOLCEVERA – Gruppo di Bolzaneto
Un rancio alpino con il Cardinale
Sperando che non sia stata l’unica, pur nella sua eccezionale rarità, quella di sabato 8
febbraio 2014 è stata una giornata veramente speciale per l’onore che ci ha concesso S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco Arcivescovo di Genova. Approfittando della
Sua presenza in mattinata al vicino e soprastante Santuario di N.S. della Guardia, S.E.
ha fatto visita, in forma assolutamente e
strettamente privata, agli Alpini di Bolzaneto che già anni orsono avevano invitato il
Cardinale a partecipare al loro “rancio alpino”. Invito recentemente rinnovato (ed in
quella sede accettato) da parte dei soci/coristi il 5 gennaio u.s. in occasione del concerto che il Coro Monte Bianco ha tenuto in
Arcivescovado.
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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Menù a base di trippe e canti (le trippe
splendidamente preparate da Luciano Gavazza e dal suo staff ed i canti intonati dai
nostri soci/coristi).
Ore 13.00 benvenuto al Nostro Vescovo nel
chiostro di San Francesco con “picchetto
d’onore” schierato; quindi visita e benedizione alla nostra adiacente sede e tradizionale scambio di doni. S.E. ha fatto omaggio
agli Alpini di una splendida immagine di
Madonna con il Bambino che, da subito, ha
fatto bella mostra di sé nella sede del Gruppo. Gli Alpini hanno consegnato una targa
con lo stemma del Gruppo e la data a ricordo dell’evento. Particolarmente gradita da
S.E. una copia con dedica del libro “Padre
Generoso stammi vicino….muoio”, che il
mitico Vicenzino Chiesa, capogruppo di Altavalpolcevera, ha voluto far consegnare al nostro illustre ospite per il tramite del socio/corista Eugenio Bruzzone.
E poi … benedizione del cibo e
tutti a tavola per mangiare e per
cantare. Antipasto: insalata di
trippe con le tradizionali fagiolane; primo: “sbira”; secondo: trippe
in umido (… o meglio “accomodè”) il tutto accompagnato da
ottimo vino ed inframezzato da
canti della tradizione alpina che
hanno coinvolto tutti i commensali…..
nessuno escluso.
Per dessert, una torta della quale è praticamente impossibile stabilire se fosse più
buona al gusto o più bella alla vista. Sulla
copertura era raffigurato uno scorcio della
facciata della Cattedrale di S. Lorenzo con il
leone, al quale, per l’occasione, è stato
messo il nostro cappello alpino. Il dolce è
stato accompagnato da un magnum di finissimo brut offerto da S.E., a seguire caffè
e per finire un immancabile giro di grappa
al miele, anche questa gentilmente offerta
dal nostro illustre commensale.
Una esperienza che noi Alpini Bolzanetesi
non dimenticheremo mai. Sua Eminenza
ha pranzato e cantato con noi, si è informato sulle nostre attività incoraggiando le nostre iniziative ed è stata per noi una gradita
sorpresa scoprire un uomo affabile, dolce e
soprattutto dotato di umorismo. Chi lo descrive come “troppo severo” non lo ha evidentemente conosciuto.
Ancora grazie al nostro Arcivescovo per la
disponibilità dimostrata e per il sorriso che
ci ha fin da subito regalato, rassicurandoci
che tutto sarebbe andato bene. Se è stato
così, è anche merito della forza e della serenità che S.E. ci ha dato.
Grazie Eminenza e … arrivederci !
Bolza Group
SETTORE VALPOLCEVERA – Gruppo di Rivarolo
9° Trofeo Divisione Alpina Cuneense ad Argentera (CN)
Sabato 1° marzo 2014 il socio del Gruppo
di Rivarolo, Danilo Dellacasagrande, ha
preso parte alla 9° edizione del Trofeo Divisione Alpina Cuneense, gara di slalom gigante per i soci ANA, anche quest’anno
magnificamente organizzata dalla Sezione
di Cuneo e dai Gruppi Alpini di Pietraporzio, Vinadio, Aisone, Demonte e Gaiola
che, sulle piste di Bersezio-Argentera (CN),
ha visto la partecipazione di
50 concorrenti su 65 iscritti,
divisi nelle categorie Seniores, Master A, Master B, Amici e Lady.
Ottimi i tempi di gara di molti concorrenti e non solo tra i
più giovani. Il 1932 la classe
del concorrente più anziano,
Renato Roà del Gruppo di
Pietraporzio.
A dispetto delle previsioni
meteorologiche una mattinata di sole ha accompagnato lo
svolgimento delle gare, la sfilata per le strade del paese
per la deposizione di una corona e gli onori ai caduti e la premiazione finale a fondo
pista.
Alla gara e alla premiazione hanno assistito il Col. Andrea Monti, comandante del 2°
Reggimento Alpini di Cuneo, i sindaci di
Argentera e Demonte e l’assessore alla
Cultura di Pietraporzio che vi hanno anche
partecipato.
Calorosa l’accoglienza che tutti i presenti
hanno riservato a uno degli ultimi reduci di
Russia della Valle Stura, Angelo Giavelli
detto “Angiulin”, residente a Bersezio,
classe 1919, nella foto insieme al Presidente della Sezione di Cuneo, Cav. Antonio
Franza, al colonnello Fabbri del Gruppo di
Borgo S. Dalmazzo e a Dellacasagrande.
Anche quest’anno il Trofeo, che si assegna
alla Sezione 1° classificata, è
stato vinto dalla Sezione di
Cuneo. Il Gruppo di Rivarolo
è stato premiato in quanto
proveniente dalla località più
lontana.
Per la decima edizione del
Trofeo, in programma l’anno
prossimo, un invito agli alpini genovesi ad essere numerosi per condividere la partecipazione ad una iniziativa
bellissima e ad una coinvolgente manifestazione agonistica.
Danilo Dellacasagrande
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
Notizie dai Settori
SETTORE VALPOLCEVERA – Gruppo Valverde
Gli Alpini visitano gli ospiti della Casa di riposo “Pizzorni”
Un sabato diverso, di festa ed allegria, per gli ospiti della casa di riposo “Pizzorni”.
Come è ormai tradizione, il gruppo VALVERDE sabato 15
febbraio 2014 ha organizzato un pomeriggio di intrattenimento ed animazione con canti alpini e balli per gli ospiti
della struttura.
Un ruolo di primo piano nella giornata è stato ricoperto dal
fisarmonicista Tiziano.
L'augurio è che quest'iniziativa possa diventare un appuntamento fisso anche nei prossimi anni, e con la partecipazione, questo il desiderio espresso dagli anziani ospiti, che
anche i parenti partecipino numerosi.
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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I
SCARPONCINI
BUSALLA - Giorgia figlia di Stefania e Paolo Famea, nipote
del Socio Girolamo Percivale.
CARASCO - Cesare, figlio del signor Riccardo e della signora
Samanta, nipote del socio
Giancarlo Boretto.
COGORNO - Matteo Raggio nipote del Socio Davide Giuffra.
COGORNO - Matteo La Rosa nipote del Socio Dario Panesi.
CORNIGLIANO - Francesco, terzo nipote del socio Giorgio Cavaliere (nonno).
CROCEFIESCHI - Giacomo, nipote dell'amico degli alpini signora Maria Vittoria Moizo.
FAVALE DI MALVARO - Sebastian e Sveva, nipoti del socio
aggregato Lino Crino.
FAVALE DI MALVARO - Leonardo, nipote del socio aggregato
Giovanni Boitano.
LAVAGNA - Anna, nipote del socio Agostino Ginocchio (nonno).
MEZZANEGO - Mario, bisnipote
del socio Luigi Chiesa (reduce
del Btg. Pieve di Teco) e della
signora Anna.
NE - Melissa Fulle, nipote del
socio Luciano Ginepro (nonno).
NERVI - Chiara, figlia di giuseppe e Micaela Gardella, nipote
del socio Pier Luigi Gardella
(nonno)
RAPALLO - Rebecca, nipote del
socio Sergio Crovetto.
REZZOAGLIO - Giulia, nipote
del socio Claudio Rocco.
SAN COLOMBANO CERTENOLI
- Sandy e Siria, figlie del socio
Fabio Gnecco e nipoti del socio
Aurelio Podestà.
SERRA RICCO’ - Matteo nipote
del socio Michele Ronco.
SERRA RICCO’ - Luca Rebizzo
nipote del socio PierLuigi Salvietti
SERRA RICCO’ - Riccardo nipote del socio Gianni Parodi.
SERRA RICCO’ - Marco nipote
del socio Benedetto Ghiglione.
SERRA RICCO’ - Emanuele nipote del socio Sergio Pertica.
SESTRI LEVANTE - Greta e Riccardo, nipoti del socio Sandro
Giannini.
SESTRI PONENTE - Simone, figlio dell'amico degli Alpini Nicolino Zoncheddu e nipote dei
Soci Franco Zoncheddu e Maurizio Mantero.
TORRIGLIA - Luca Baccarani,
nipote del socio Zeno Baccarani.
VALVERDE- Eva, nipote del socio Giorgio Montemartini.
VALVERDE – Davide, nipote del
socio Mario Timossi.
Ai genitori i più vivi rallegramenti e gli affettuosi auguri
da parte della famiglia alpina.
***
ALPINIFICI
ALTAVALPOLCEVERA – Il signor Simone Scotto, figlio del
socio Silvio Scotto, con la
gentile signorina Sonia Tuo.
ALTAVALPOLCEVERA – la gentile signorina Silvia Repetto,
figlia del socio Giorgio Repetto, con il signor Enrico Testa.
COGOLETO - il socio Stefano
Piazza con la gentile signorina
Alessandra Roccatagliata.
FAVALE DI MALVARO - Il socio
Daniele Dominioni con la gentile signorina Michela Crino.
SANTO STEFANO D’AVETO - il
signor Riccardo Fugazzi, fratello del socio Silvano, con la
gentile signorina Carola Pareti, figlia del socio Roberto Pareti.
***
Da tutti gli alpini auguri di
tanta felicità ai novelli sposi e
… tanti bocia.
***
LUTTI
SOCI
ALTAVALPOLCEVERA - il socio
Alberto Verri, classe 1946, redattore e collaboratore del
giornale del gruppo “Il Gavettone”.
ALTAVALPOLCEVERA – il socio
Alberto Moncigoli.
BARGAGLI - il socio Luigi Musso, classe 1938
BOLZANETO - il socio Emilio
Ghersi, classe 1937.
BUSALLA - il socio Francesco
Repetto (Franco del Pian dei
grilli).
CASARZA LIGURE - il socio
Bruno Muzio, classe 1918, reduce di guerra.
CASARZA LIGURE - il socio Giuseppe Stagnaro.
CASTIGLIONE CHIAVARESE - il
socio Banchero Luigi (Gigi),
classe 1940.
CHIAVARI - il socio Antonio
N
F
Troilo, classe 1927.
CHIAVARI - il socio Ferdinando
Truffaldi, classe 1933.
GENOVA CENTRO - il socio Antonio Sulfaro, classe 1922
GENOVA CENTRO - il socio
Santino Passarella.
GENOVA CENTRO - il socio
Marco Dinale, classe 1932
MASONE - il socio Massimiliano Giordano.
MASONE - il socio Domenico
Pastorino (Miche Garia), classe 1936
MEZZANEGO - il socio Ludovico Ginocchio, classe 1935.
NERVI - il socio Ercole Franceschi, classe 1941.
RAPALLO - Il socio Orazio Silvano già segretario del Gruppo.
REZZOAGLIO - il socio Giuseppe Fulle , classe 1947.
REZZOAGLIO - il socio Pier Luigi Agosti, classe 1961.
REZZOAGLIO - il socio Alfredo
Brizzolara, classe 1928.
REZZOAGLIO - il socio Fiorenzo
Dalfarra, classe 1943.
REZZOAGLIO - il socio Stefano
Sbertoli, classe 1926.
REZZOAGLIO - il socio Massimo Smaniotto, classe 1968.
ROSSIGLIONE - il socio Alfredo
Pignone, classe 1932.
SAVIGNONE - il socio amico
degli Alpini Pierluigi Bocca
(Piero), padre del socio Enrico
Bocca.
SERRA RICCO’ - il socio Francesco Torazza
SESTRI LEVANTE - il socio Gino Delucchi cl. 1938
TORRIGLIA - il socio Pietro Avanzino (Pierin), classe 1925.
TORRIGLIA - il socio Sergio
Baccarani, classe 1952.
VALBRUGNETO - il socio Virgilio Fraguglia.
VALBRUGNETO - il socio Giovanni Garbarini.
FAMILIARI
ALTAVALPOLCEVERA - I signori Gaetano e Francesco Scotto, fratelli del socio Silvio
Scotto e zii del socio Simone
Scotto.
BOLZANETO - la signora Maria Risso suocera del socio
Andrea Pasini.
BOLZANETO - la signora Teresa Zai vedova Poirè, madre
dei soci Claudio Poirè e Osvaldo Poirè.
A
M
I
G
L
I
A
CASARZA LIGURE - la signora
Palmina Canfori, figlia del socio Carlo canfori.
CASARZA LIGURE - il signorDante Pessagno (di 101 anni)
zio del socio Walter Petrelli.
CASARZA LIGURE - la signora
Rita Corradi, moglie del socio
Luigi Cafferata.
CHIAVARI - il signor Placido
Moras, fratello del socio Luifgi Moras.
COGOLETO - il sig. Lucio Delfino (Lilly) consuocero del Socio Angelo Parodi (Felice).
COGORNO - il signor Stefano
La Rizza, figlio del socio Andrea.
CROCEFIESCHI - la signora Filomena Cavo (Mina), suocera
del socio Luciano Schenone.
FAVALE DI MALVARO - la signora Maria Giuseppina Boitano, moglie del socio Vittorio
Cereghino.
GENOVA CENTRO - la signora
Lorenza Metelliano, figlia del
Socio - andato avanti - Mario
Metelliano già segretario della Sezione di Genova.
GENOVA CENTRO - la signora
Rosanna Paita suocera del
capogruppo Giusppe Fusco
MASONE - la signora Giuseppina Vigo suocera del socio
Giacomo Vigo.
MASONE - il signor Carlo Bruzzone, cognato del socio Michele Ottonello.
MASONE - il signor Giobatta
Pastorino, cognato del socio
Adriano Pastorino.
MASONE - il signor Andrea Ottonello, cognato del socio Domenico Pastorino.
MASONE - il signor Pietro Ottonello, zio del socio Adamo
Travo.
MASONE - la signora Savina
Pastorino, zia del socio Sebastiano Pastorino.
MASONE Il signor Giuseppe
Pastorino, padre dell’amico
degli alpini GB Pastorino e cognato del socio Ubaldo Ottonello.
MEZZANEGO - la signora Maria Levaggi, cugina del socio
Giuliano Levaggi.
RAPALLO - la socia aggregata
Anna Maria Martini, moglie
del socio Maurizio Nigris della
sez. di Brescia.
RAPALLO - il signor Alberto
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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N
F
A
M
I
Ventura, fratello del socio Carlo Ventura.
RAPALLO - La signora Vincenza Rinaldo suocera del socio
Mario Valentino.
RAPALLO - Il signor Antonio
Camisa fratello del socio Gino
Camisa.
RIVAROLO - la signora Almerina
Quattaini , madre dell'amico
degli Alpini Gino Polastro.
SANTA MARGHERITA - la signora Adele Torre, madre del
socio Marco Spadoni.
SANTOLCESE - la signora Luisa Ferrinando suocera del socio Mauro Crocco.
SANT’OLCESE - la signora angela Campanella, di 101 anni,
madre del socio Davide Medicina.
SANTO STEFANO D’AVETO - la
signora Angela Malvina Raggi,
suocera del socio Battista Tosi.
SANTO STEFANO D’AVETO Giovanni Raggi zio del socio
Giorgio Raggi.
SANTO STEFANO D’AVETO - il
signor Giovanni Cereghini, fratello del socio Albino Cereghini.
SANTO STEFANO D’AVETO - la
signora RAZZETTI PAOLA zia
dei soci Mauro Fontana , Stefano Razzetti e Giulio Campomenosi.
SAVIGNONE -la signora Mariuccia, madre del socio Fabio
Garré.
SERRA RICCO’ - il signor Giorgio Orsi zio dei soci Sergio Pertica e Sandro Petrozzi.
SESTRI LEVANTE - il signor Lucio Vaccarella, zio del socio
Albino Sivori.
TORRIGLIA - la signora Luisa
Croce suocera del Capogruppo Roberto Balzarini.
TORRIGLIA - la signora Alma
Ricci, suocera del segre tario
del gruppo Claudio Garbarino.
TORRIGLIA - La signora Ermide
Baccarani, sorella del socio
Zeno Baccarani.
TORRIGLIA - la signora Rita
Garbarino, madre del socio
Guido Garbarino.
TORRIGLIA - la signora Stefania Carraro, sorella del socio
Fabrizio Carraro.
VALBRUGNETO - la signora Silvana Consoli, compagna del
socio Giovanni Garbarini.
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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A
VALVERDE - la signora Teresa
Merlo suocera del socio Giorgio Montemartini.
ZOAGLI - la signora Emilia Vaccaro, madre del socio Andrea
Peirano.
***
A tutti i familiari l’espressione
del più vivo cordoglio da parte
delle penne nere genovesi.
GRUPPO DI CASARZA LIGURE
16 Novembre 2013. Gli alpini del Gruppo di Casarza Ligure festeggiano tutti insieme i 98 anni del reduce Gino
Depaoli.
***
NOZZE D’ORO
(50 anni)
ARENZANO – Il socio Francesco Damonte Moizo con la
gentile consorte signora Irene Calcagno
ARENZANO – il socio Enrico
Castello con la gentile consorte signora Silvana Ottonelli
ARENZANO – il socio Giovannni Battista Vallarino con
la gentile consorte signora
Anna Maria Erculiani.
CROCEFIESCHI – il socio Alberto Federigi con la gentile consorte signora Maria Perosio.
GRUPPO DI CROCEFIESCHI
Il socio Alberto Federigi e la gentile consorte signora Maria Perosio nel giorno del 50° anniversario di matrimonio.
***
Agli sposi le nostre sincere
congratulazioni.
***
CENTENARI
NERVI – la signora Natalina
Agnetti nata il 25 dicembre
1910 madre dei soci del
Gruppo di Nervi Carlo e Giuseppe Consigli.
***
Auguri, nonna
***
LAUREE
ALTAVALFONTANABUONA – il
signor Enrico Montaldo, figlio
del socio Franco, si è laureato in architettura.
***
Congratulazioni, Architetto
VOLTRI – la signorina Roberta Fassone, nipote del Maggiore Gino Parodi, già Presidente Sezionale e figlia del
Consigliere Sezionale Pier
Angelo, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza.
***
Congratulazioni, Dottoressa
GRUPPO DI FAVALE DI MALVARO
Il socio Daniele Dominioni e la gentile signorina Daniela
Crino nel giorno del matrimonio.
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A
GRUPPO DI NE
GRUPPO DI BUSALLA
La scarponcina Melissa Fulle in braccio al
nonno Luciano Ginepro (a fianco il cane
Milù).
Francesco Repetto
GRUPPO DI
SAN COLOMBANO CERTENOLI
Le scarponcine Sandy e Syria, figlie del socio Fabio
Gnecco e nipoti del socio Aurelio Podestà.
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L’alpino Francesco Repetto – da tutti conosciuto come
Franco del Pian dei Grilli – ultimo socio reduce del nostro
Gruppo, è andato avanti.
Franco, classe 1922, ha preso parte alla campagna in
Montenegro con il Btg. Ivrea della Divisione Taurinense.
Rientrato poi in Patria con il proprio reparto dopo l’ 8 settembre 1943, inquadrato nella divisione Garibaldi del
Corpo Italiano di Liberazione, ha combattuto insieme agli
Alleati per cacciare dall’Italia l’invasore tedesco, partecipando alle famose battaglie di Monte Lungo e Monte
Marrone.
In quest’ultimo periodo di servizio militare fu stretto collaboratore (o attendente) del Ten. Gino Parodi di Sestri
Ponenete, che divenne poi Presidente della Sezione
A.N.A. di genova.
Ci ha sorpresi e ci ha lasciati sgomenti la celerità con cui
Franco ha intrapreso l’ultima tappa per avviarsi al paradiso di papà Cantore.
Alla moglie, alla figlia ed ai familiari tutti la nostra affettuosa vicinanza e la più sincera e cordiale compartecipazione al dolore del distacco.
Il Capogruppo
Gianni Belgrano
GRUPPO DI SANTO STEFANO D'AVETO
Trentino Focacci
Il Capo Gruppo ed i
soci tutti fanno gli
auguri per i 99 anni e le prossime
100 candeline al
socio più anziano
del gruppo di Santo
Stefano
d'Aveto
Trentino Focacci
del 13.08.1915 Alpino del Batt.Pieve
di Teco.
GRUPPO DI CASARZA LIGURE
Bruno Muzio
Poco prima di compiere il suo novantaseiesimo genetliaco Bruno Muzio è andato avanti per la sua ultima marcia
verso il Paradiso di nostro Papà Cantore.
Bruno è stato, per tutta la sua lunga esistenza, un uomo
probo e lavoratore, un padre esemplare ed un alpino dalla testa ai piedi e tutto d'un pezzo.
L'anteguerra dell'ultimo conflitto l'aveva visto “bocia” a
Cuneo e Mondovì, inquadrato nel Battaglione Mondovì
ove poi ritroverà tanti liguri come lui.
Uomo attivo e propenso al fare non al dire, proteso sempre a migliorare e “salire”, racchiudeva in sé lo spirito
proprio dello stesso motto dell'amato battaglione Mondovì “Nostri i silenzi e le Cime” .
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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Com'era fiero del suo cappello alpino dalla nappina verde!
(Il Mondovì anteguerra aveva la nappina verde e non
bianca come sarà nel periodo dal 1945 in poi).
Bruno, alpino del Primo Reggimento Alpini inquadrato
nella mitica Quarta Divisione Alpina Cuneense, come
dalla foto sopra riportata, porta un atipico numero 4 in
rosso nel tondino del fregio anziché l'uno del reggimento, poiché nel primissimo dopoguerra, per un breve periodo, pare sia valso l'uso di ricordare il sacrificio della
quarta divisione alpina martire, la Cuneense, proprio con
il numero quattro in rosso.
Dopo il periodo di leva ed i lunghi anni di richiamo in servizio nel periodo bellico, rientrato a casa, militò fra i primi nel neo costituito Gruppo alpini di Casarza, venendo
anche ad esserne alternativamente Capo Gruppo, Consigliere e Segretario.
Fu sempre propositivo ed artefice di eventi e manifestazioni che ponessero a contatto il “suo” Gruppo con la
cittadinanza dell'amata Casarza e ricordassero le gesta degli alpini cercando di tramandarne i valori alle
nuove generazioni.
Grazie Bruno per
tutto quello che ci
hai insegnato, grazie per l'esempio
che ci hai dato,
cercheremo sempre di proseguire
diritti il cammino
da te tracciato.
Gli alpini
di Casarza Ligure
GRUPPO DI COGORNO
Stefano La Rizza
Normalmente non pubblichiamo necrologi per i familiari,
ma in questo caso penso che la tragicità dell’evento meriti una menzione. Aggiungo le mie condoglianze personali
a quelle di tutti gli altri alpini.
Il Direttore.
Il 9 marzo scorso Stefano La Rizza, vigile urbano del Comune di Portofino, figlio del nostro socio del gruppo di
Cogorno, Andrea La Rizza, è stato travolto ed ucciso da
un pirata della strada, senza patente e drogato.
Al funerale c'erano un po’ tutti i Vigili della Riviera, che
gli hanno reso gli onori, e da parte nostra, come alpini,
Valter Lazzari, Piero Bonicelli, tutto il Gruppo di Cogorno
e gran parte degli alpini dei Gruppi Rivieraschi.
Tutti gli alpini della Sezione di Genova si stringono con
grande affetto attorno al comune amico Andrea del gruppo di Cogorno e alla sua famiglia, così duramente colpiti
da una immane tragedia, certi che ora il caro Stefano,
che il Signore ha voluto chiamare a sè, è sicuramente
beato nella luce eterna.
GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
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GRUPPO DI CHIAVARI
Ferdinando
Truffaldi
Il Gruppo di Chiavari partecipa al
dolore della famiglia e comunica
che il socio Ferdinando Truffaldi è
andato avanti e ci
aspetta nel Paradiso di papà Cantore.
Ferdinando,
che era nato a
Montale (PT) il
08/03/1933, è
stato per lunghi
anni socio e consigliere del Gruppo.
GRUPPO GENOVA CENTRO
Avvocato Antonio Sulfaro (Pedro)
E' mancato in data 6 gennaio a Pelago in provincia di Firenze, l'avvocato Antonio Sulfàro (Pedro).
L'avvocato Sulfàro era figlio del comandante Sulfàro (
anche lui Antonio) famoso ali' epoca del dopoguerra del
1918 per l'eroico evento patriottico compiuto con il piroscafo Persia a favore dei legionari di D'Annunzio che
dopo averla conquistata resistevano nella città di Fiume.
Forse anche questo fatto contribuì a sviluppare il sentimento di indubbio patriottismo che, unita mente agli innati concetti di correttezza, lealtà, onestà ed amicizia
emergevano nel corso delle conversazioni con l'avvocato e che hanno improntato la sua attività. Nella sua lunga vita di lavoro ebbe mansioni ed importanti incarichi e
nell'ambiente alpino sicuramente verrà ricordato anche
per il senso di Alpinità con il quale generosamente esaminava i problemi che gli venivano sottoposti per avere
consigli o per studiare aspetti legali o cause di questo tipo. Sovente gli veniva richiesto di essere oratore ufficiale in incontri e raduni Alpini e mai il suo discorso cadeva in banalità e
stonature.
L'amico
Sulfàro lascia una traccia indelebile della sua
Alpinità e dello spirito di
amicizia e correttezza
che la deve contraddistinguere. Con viva e
sincera commozione
porgiamo le condoglianze nostre e di tutta la
sezione di Genova alla
famiglia e in particolare
alla figlia presso la quale nell'ultimo periodo
era andato ad abitare.
I
GRUPPO GENOVA-CENTRO
Santino Passarella
Caro Santino, sei "andato avanti".
Hai preso parte attiva a tutte le attività della Sezione e
certo vai ricordato per la tua passione nella partecipazione ai tanti impegni di Protezione Civile ... quelli di una
volta, alle stagioni di
lavoro per la costruzione del Rifugio Regina Elena ed ai primi passi del Coro
Sezionale.
In tutte le attività hai
trasfuso grande impegno con profondo
spirito alpino.
La foto ti ritrae a fine
giornata di lavoro nel
terremotato paese
di Pescopagano nell’anno 1982.
Il tuo sorriso ci accompagna.
Buon riposo!
GRUPPO DI NERVI
N
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nizioni a disposizione ed infine a mani nude contro i carri armati inglesi nel disperato tentativo di procurarsi acqua, cibo e la benzina che consentiva di confezionare
bottiglie incendiarie per fermare altri carri armati nemici.
E tennero testa in poche centinaia di uomini ad intere divisioni corazzate nemiche coprendo le spalle della ritirata ad italiani e tedeschi. I superstiti della battaglia, catturati senza mai alzare una sola bandiera bianca, ricevettero dagli inglesi l'onore delle armi. Vittorio scontò
con la massima dignità la prigionia nei campi POW (Prisoner of War= Prigionieri di guerra) del Nord Africa rifiutando ogni forma di collaborazione col nemico. Raccontava che tornato a casa a Genova, quando bussò alla
porta di casa sua madre, subito non lo riconobbe per le
condizioni fisiche a cui lo avevano ridotto guerra e prigionia.
Andrea Leoncini
GRUPPO DI ROSSIGLIONE
Alfredo Pignone
E' andato avanti Alfredo Pignone, classe 1932, ”Furmia“
per gli amici e per tutti gli alpini.
Consigliere del Gruppo Alpini Rossiglione, Segretario dello stesso Gruppo per anni, membro del Coro “Rocce Nere “ sempre attivo, disponibile per tutti, così lo ricorderemo per sempre nei nostri cuori.
Ciao Alfredo.
Vittorio Pasquario
Si è spento il 16
marzo Vittorio Pasquario.
Era nato a Genova il
6 Giugno 1917.
Mentre assolveva i
suoi obblighi di leva
in qualità di Sergente maggiore degli Alpini, venivano costituiti a Tarquinia i primi reparti di Paracadustisti italiani e Vittorio nel 1941 aderì
volontario alla nuova Specialità dell'esercito. Fu inquadrato con il grado di Sergente Maggiore nel IV Btg. del I Rgt.
Paracadutisti, si brevettò nel Luglio del 1941, e fu inviato in Africa Settentrionale. In quel contesto i paracadutisti capirono presto che non sarebbero stati impiegati in azioni aviolancistiche, ma avrebbero dovuto sopportare una dura guerra nel deserto. Dovettero togliere dalle divise le loro insegne e i brevetti (che custodirono gelosamente e si ricucirono con orgoglio al momento della
battaglia) ed assunsero il nome come truppe d'assalto
di Cacciatori d'Africa. Confluirono quindi nel 185° Rgt.
dando vita alla leggendaria Divisione Folgore.
Vittorio ha combattuto ad El Alamein ove ha vissuto con
i commilitoni momenti di autentico eroismo combattendo nel clima ostile del deserto con le poche armi e mu-
GRUPPO DI SAVIGNONE
Pierluigi Bocca (Piero)
Giovedì 20 febbraio 2014, Pierluigi "Piero" Bocca è tornato alla casa del Padre.
Piero, un carrista che è diventato un "Amico degli Alpini", un nostro Amico.
Non farò qui un elenco delle attività in cui era impegnato, sarebbe troppo lungo e riduttivo, ma sono convinto
che questo 20 febbraio diventerà per tante persone uno
"spartiacque", il prima quando c’era Piero e il dopo Piero.
A noi del Gruppo Alpini Savignone non rimane che porgere a sua moglie Rosalba ai figli Paolo ed Enrico nostro
socio, le più sentite condoglianze.
Arrivederci Piero, che il Signore delle cime sia con te.
Franco Navone
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GENOVA ALPINA NUOVA 1/2014
Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone:
non dimentichiamoli
Purtroppo a situazione non
è cambiata: un mucchio di
chiacchiere, tante buone intenzioni e tanti annunci da
parte di tanti politici italiani
ed europei, ma i nostri due
fucilieri sono sempre laggiù,
senza che sia ancora stata
formulata nei loro confronti una accusa precisa da parte delle autorità indiane, le quali evidentemente non
sanno più come uscire da questa situazione senza perdere la faccia.
Non lasciamo che questa storia cada
nel dimenticatoio.
Continuiamo a tenere viva l’attenzione per i nostri marò, finché non torneranno in Patria definitivamente.
Foto in basso: Il vessillo della Sezione
di Genova, portato dal Caporale VFP1
Michele Barbieri in servizio al 3° Rgt.
Alpini, alla manifestazione organizzata dalle famiglie dei due marò prigionieri in India, tenutasi a Roma il 23
novembre 2013.
Foto in alto: Milano, 15 dicembre
2013, Messa per i caduti: striscione
portato in sfilata dagli alpini.