Primo trimestre 2014

UBS Outlook Svizzera
CIO WM Research
Febbraio 2014
Analisi della congiuntura Svizzera
Gli scenari per l’anno corrente
ab
Per il 2014 prevediamo una crescita economica
equilibrata in Svizzera. La crescita in Svizzera
dovrebbe salire al 2,1%.
UBS Outlook Svizzera
Primo trimestre 2014
La presente pubblicazione è stata redatta da UBS SA.
Le performance del passato non sono garanzia
di risultati e valori futuri. I prezzi di mercato
riportati corrispondono ai corsi di chiusura della
rispettiva borsa principale. Ciò vale per tutti
i grafici e le tabelle relativi alla performance.
Responsabile Economic & Swiss Research
Dr Daniel Kalt
Editore
UBS SA, CIO WM Research,
casella postale, CH-8098 Zurigo
Caporedattore
Pierre Weill
E-mail: [email protected]
Responsabile progetto sondaggio settoriale
Sibille Duss
Contatto
[email protected]
Chiusura editoriale
27 gennaio 2014
Ordinazioni
UBS SA, Printed & Branded Products R4RG,
casella postale, CH-8098 Zurigo,
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Stampa
galledia ag, Flawil, Svizzera
Lingue
Pubblicato in italiano, tedesco e francese
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di indirizzo:
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o telefono: +41 44 238 50 15
* Per ragioni legali, solo la clientela residente
in Svizzera può ricevere l’allegato «Investire in
Svizzera».
UBS homepage: www.ubs.com
SAP no 80428D-1401
2
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
EditorialE
Daniel Kalt
Daniel Kalt
Capo economista Svizzera,
UBS SA
Cara lettrice,
Caro lettore,
l’inizio dell’anno si presta a una riflessione sui mesi futuri
e alla delineazione di diversi scenari previsionali. Nonostante tutte le analisi e gli studi, nessuno può tuttavia
­prevedere esattamente che cosa succederà a livello politico e­ d economico nel 2014, e meno ancora quali effetti
avranno sui mercati finanziari e sull’economia possibili
eventi inattesi. Nel presente UBS Outlook Svizzera i nostri
analisti illustrano pertanto il loro scenario di base e gli
­scenari rialzista e ribassista precisandone la rispettiva probabilità di concretizzazione. Tale struttura vuole fornire ­
a voi in qualità di imprenditori o investitori una base decisionale; con riferimento alle argomentazioni presentate
potrete decidere in prima persona su quale scenario
­puntare e quali misure attuare.
finale dell’UBS Outlook Svizzera troverete le nostre analisi
sull’andamento degli affari nei diversi settori dell’industria
e dei servizi.
Oltre agli scenari congiunturali globali e svizzeri, vi proponiamo anche l’andamento a livello politico. Proprio nel
contesto attuale, infatti, oltre alle tendenze congiunturali,
anche gli sviluppi politici e normativi influenzano sempre
più le nostre decisioni. Come di consueto nella parte
Buona lettura!
Per la Svizzera in generale prevediamo per quest’anno
una crescita economica del 2,1 per cento, dopo il 2 per
cento circa registrato nel 2013. Le esportazioni dovrebbero
riprendere vigore grazie al miglioramento della situazione
congiunturale nell’Eurozona. La ripresa in Svizzera ne risulterà ampiamente supportata. Per l’economia mondiale ci
aspettiamo che la crescita reale registrerà un incremento
degno di nota per la prima volta da quattro anni, passando
dal 2,5 per cento dello scorso anno al
3,4 per cento.
In sintesi
Lentamente, ma sempre avanti
Dollaro debole, euro più forte
La crescita economica mondiale dovrebbe accelerare
ulteriormente quest’anno. Prevediamo una congiuntura
decisa soprattutto negli Stati Uniti. Questo potrebbe
incoraggiare anche l’Europa e i paesi emergenti.
In Eurozona, la situazione economica torna lentamente
alla normalità. Si inizia così a considerare l’abolizione del
limite minimo di cambio EURCHF. Riteniamo che la Banca
nazionale svizzera manterrà il limite minimo di cambio
almeno fino al 2015.
06
Vigorosa crescita delle esportazioni
Prevediamo che la moderata ripresa economica dell’Eurozona continuerà, stimolando le esportazioni svizzere.
Per l’anno in corso prevediamo un’accelerazione della
crescita delle esportazioni in Svizzera di circa il 5%.
08
Rischio di inflazione o di deflazione?
Nei decenni passati, a un incremento della massa monetaria delle banche centrali seguiva, con due o tre anni di
ritardo, un rialzo dei prezzi al consumo. Da anni questa
correlazione vacilla. Dalla crisi del mercato finanziario
sembra essere definitivamente svanita. Alcuni specialisti
paventano un rischio di deflazione più che di inflazione.
4
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
10
14
Piccoli balzelli dei rendimenti
Da fine novembre, i rendimenti sui titoli della Confede­
razione a lungo termine seguono più lentamente i rendimenti statunitensi. Questa dinamica dovrebbe essere
confermata nel primo trimestre 2014.
16
Prezzi massimi nel mercato
delle proprietà di abitazione
I valori sul mercato delle proprietà di abitazione hanno
raggiunto il culmine. Nel corso dell’anno prevediamo
un’ampia correzione, visto che i principali fattori trainanti
potrebbero indebolirsi, pur senza flessioni.
18
Elezioni europee: l’avanzata
degli antieuropeisti
Industria e terziario robusti
In occasione delle elezioni del prossimo mese di maggio,
i politici antieuropeisti dovrebbero guadagnare posti
al Parlamento Europeo. Ciò potrebbe paradossalmente
consolidare le forze pro-europeiste.
20
Immigrazione e salari
Anche quest’anno la Svizzera farà i conti con immigrazione e questioni salariali.
I risultati del sondaggio settoriale mostrano una
sostanziale solidità dell’economia interna. Sul fronte delle
esportazioni, le imprese continuano a subire la scarsa
dinamica congiunturale in Eurozona. Nell’industria
i segnali indicano una ripresa sostenibile.
30
î Panorama industriale
î Panorama dei servizi
34
36
22
Riforma dell’imposizione delle imprese
Su pressione internazionale, la Svizzera rivede la propria
imposizione delle imprese. In estate si aprirà la fase di
consultazione. La riforma dovrebbe favorire le piccole
e medie imprese.
24
Casse pensione: chi guadagna e chi
perde in caso di inflazione e deflazione
Tranne rare eccezioni, le rendite della previdenza di
­vecchiaia professionale non vengono adeguate all’inflazione. Un’inflazione elevata e prolungata potrebbe
quindi erodere sensibilmente il valore reale della rendita.
Ma una deflazione non implica automaticamente una
­rendita reale superiore per i pensionati.
26
«Investire in Svizzera»
Per più di due anni, fino a maggio 2013, la performance
delle mid cap svizzere è stata inferiore a quella del mercato complessivo svizzero. Ma ora si volta pagina. Sul
mercato azionario svizzero preferiamo quindi, in ordine,
società a media capitalizzazione (mid cap) e a grande
capitalizzazione (large cap) a quelle più piccole (small
cap). Definiamo «mid cap» azioni contenute nell’indice
Swiss Market Index Mid (SMIM), quindi le 30 maggiori
azioni che non si qualificano come blue chip nell’indice
Swiss Market Index (SMI).
Allegato*.
*Per motivi legali l’allegato «Investire in Svizzera» è destinato solo ai clienti con domicilio in Svizzera.
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
5
Congiuntura
L’economia mondiale ingrana la marcia
SCENARIO DI BASE
Probabilità: 75%
si ridimensionerà ulteriormente scendendo sotto il 6,5%
entro la fine del 2014. Nonostante l’enorme espansione
della massa monetaria da parte dell’istituto di emissione
statunitense, l’inflazione resta molto bassa, e a novembre
2013 era ferma all’1,2%. Dopo una media annuale
dell’1,9% per il 2014, solo nel 2015 prevediamo un incremento dell’inflazione oltre il 2%. La maggiore sfida per
gli Stati Uniti continuerà a svolgersi sul piano della politica
fiscale e monetaria. Nella politica fiscale occorrono
riforme strutturali per ridurre i disavanzi di bilancio. Nella
politica monetaria, al successore di Ben Bernanke alla presidenza della Fed, Janet Yellen, si chiede di agire con il
massimo tatto per normalizzare la politica monetaria
ultra-espansiva. Prevediamo i primi interventi di rialzo dei
tassi solo nella seconda metà del 2015.
Daniel Kalt
Capo economista Svizzera,
UBS SA
L’Europa riparte
L’Europa fatica ancora a tenere il passo degli Stati Uniti
e nel 2014 dovrebbe lentamente uscire dalla seconda
recessione dopo la crisi finanziaria, crescendo però complessivamente non più dell’1,1%. I deficit delle bilance
delle partite correnti e della competitività dei paesi periferici si sono per lo meno ridotti. Non prevediamo alcun
Il prodotto interno lordo dell’economia statunitense ha
drastico peggioramento della situazione nelle regioni crisuperato il livello pre-crisi già un anno e mezzo fa e
avanza a passo deciso. La riduzione del debito di banche e tiche e riteniamo possibili graduali progressi nell’abbattimento del deficit e del livello di indebitamento. Nonoprivati è in fase avanzata, il mercato immobiliare residenstante la forza trainante della Germania, l’andamento
ziale recupera e ogni mese vengono creati circa 200 000
nuovi posti di lavoro. Dalla fine del 2009, il tasso di disoc- congiunturale in grandi paesi come Italia, Spagna e Francupazione è sceso dal 10% al 7%. Il paese è inoltre attra- cia è però ancora troppo irrisorio per riuscire ad abbassare sensibilmente l­’elevato tasso di disoccupazione,
versato da un lento ma inarrestabile processo di reindustrializzazione, sostenuto dalla debolezza del dollaro e dal attualmente attorno al 12%. Alla luce di questa eccessiva
offerta di capacità produttive non sorprende che il tasso
boom dell’estrazione di gas di scisto.
d’inflazione sia sceso sotto l’1% e che la Banca Centrale
Europea (BCE) s­ i preoccupi addirittura di una possibile
Visto il contesto favorevole, prevediamo che l’economia
deflazione nell’Unione monetaria europea. Crediamo
statunitense crescerà di un convincente 3% sia nel 2014
quindi che la BCE confermerà una politica monetaria
sia nel 2015. In tal caso, anche il tasso di disoccupazione
espansiva e che aspetterà i primi rialzi della Fed prima di
alzare a sua volta i tassi guida.
Crescita PIL in %
Cinque anni dopo la crisi finanziaria si intravede un
graduale ritorno alla normalità economica negli
Stati Uniti, che potrebbero diventare la locomotiva
della congiuntura globale. Ma la ripresa internazionale dovrebbe però essere piuttosto moderata.
2011
2012
2013 P
2014 P
2015 P
Svizzera
1,8
1,0
1,9
2,1
2,4
UME
1,6
–0,6
–0,4
1,1
1,5
Germania
3,4
0,9
0,5
1,6
1,9
Francia
2,0
0,0
0,2
0,9
1,5
Italia
0,6
–2,6
–1,8
0,4
0,7
1,1
0,3
1,9
2,5
2,5
Gran Bretagna
USA
1,8
2,8
1,9
3,0
3,0
–0,6
1,4
1,7
1,6
1,1
Cina
9,3
7,7
7,6
7,8
7,2
Asia1
6,7
5,7
5,5
6,0
5,6
America Latina
4,4
2,8
2,6
3,1
2,7
Giappone
1
6
Giappone escluso
Fonte: Reuters EcoWin; previsioni UBS (dati al 6.1.2014)
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Paesi emergenti: l’Asia cresce con il passo più rapido
Nel 2014 riteniamo che l’Asia registrerà il ritmo di crescita
più veloce, oltre il 6%. Questa crescita dipende fortemente dallo sviluppo in Cina. La crescita tendenziale del
paese di quasi il 10% negli ultimi decenni ha già rallentato. Per il 2014 prevediamo una crescita del PIL del 7,8%.
La crescita del secondo tra i maggiori paesi emergenti,
l’India, dovrebbe accelerare portandosi al 5,7% nel 2014.
Stimiamo che la crescita dell’America Latina salirà leggermente dello 0,5%, raggiungendo il 4% nel 2014. Prevediamo un robusto recupero in Messico, dove il tasso di
crescita stimato del 3,4% per il 2014 sarà più del doppio
rispetto al dato dell’anno precedente.
Congiuntura


SCENARIO RIALZISTA
Probabilità: 10%
SCENARIO RIBASSISTA
Probabilità: 15%
La fiducia recupera rapidamente
Fallimento della politica
Al di là del moderato ottimismo del nostro scenario di
base, che indica una ripresa congiunturale relativamente
modesta, non sono escluse piacevoli sorprese da parte
della dinamica economica mondiale. Ciò accadrebbe se
consumatori e imprese delle grandi economie ritrovassero
velocemente piena fiducia nel futuro, vivacizzando notevolmente i propri comportamenti di spesa e di investimento. Proprio negli Stati Uniti, negli ultimi anni di crisi
molte aziende hanno rimandato ingenti investimenti in
nuove capacità produttive o in ristrutturazioni. Allo stesso
tempo però, grazie allo sviluppo molto favorevole degli
utili negli ultimi anni, dispongono di ingente liquidità.
Le imprese aspettano solo di investire in nuovi progetti
appena se ne presenterà l’occasione. Una maggiore propensione a investire da parte delle imprese produrrebbe
un netto incremento dell’occupazione, facendo lievitare
i consumi. Anche in altri paesi industrializzati ed emergenti
esiste un consistente potenziale di recupero in termini di
investimenti che, se sfruttato rapidamente, condurrebbe
a una ripresa economica molto più rapida e accelererebbe
la normalizzazione della politica monetaria da parte delle
grandi banche centrali.
Se rapide soluzioni politiche ai problemi di fondo della crisi
del debito, descritte nel nostro scenario rialzista, sosterrebbero uno sviluppo positivo nell’economia globale, nell’ipotesi contraria un fallimento dei decisori in materia politicoeconomica si ripercuoterebbe negativamente sui mercati
finanziari e da ultimo sull’economia reale.
In Europa, la situazione della crisi del debito si è tranquillizzata, grazie alla promessa della BCE di acquistare illimitatamente, se necessario, titoli di Stato a rischio, che ha dato
ai governi più tempo per implementare i programmi di
riforma. Tuttavia, le elezioni europee di maggio, in occasione delle quali i partiti critici verso l’Europa potrebbero
fare incetta di voti, minacciano di diffondere un nuovo
clima di incertezza. Anche la verifica dei bilanci e lo stress
test della BCE condotto nelle circa 130 maggiori banche
d’Europa potrebbero riservare sgradite sorprese in alcuni
paesi e mettere così a rischio la debole ripresa in Europa.
Negli Stati Uniti, i continui litigi nel Congresso per il risanamento dei deficit del bilancio pubblico rappresentano il
rischio maggiore di nuovi scossoni per i mercati finanziari.
Il tiro alla fune su manovre di tagli alla spesa e aumenti
Per riconquistare velocemente la fiducia di consumatori
dell’imposizione fiscale spinge continuamente gli Stati
e imprese servono innanzitutto soluzioni politiche tempe- Uniti, il più grande debitore mondiale, sull’orlo del fallistive ai sostanziali problemi dell’economia mondiale.
mento. Anche se siamo convinti che tutti i partiti siano
Citiamo a questo proposito il perenne dibattito giunto
consapevoli dell’enorme destabilizzazione che produrrebbe
ormai a uno stallo sul risanamento dei bilanci pubblici
un fallimento degli Stati Uniti, i mercati potrebbero reagire
strutturalmente in deficit negli Stati Uniti. Anche la fiducia di nuovo con un certo nervosismo nell’autunno del 2014,
di consumatori e imprese europei può essere riconquistata quando si riaccenderà il dibattito sul budget. Ma riteniamo
solo con rapide soluzioni sostenibili alla crisi del debito
altamente improbabile un fallimento.
pubblico. Senza dimenticare i paesi emergenti, come
­Brasile, Cina o India, dove una decisa attuazione delle
I paesi emergenti non sono immuni ai rischi. In Asia, ad
tanto attese riforme strutturali potrebbe contribuire a
esempio, giocano un ruolo rilevante le tensioni territoriali
una ripresa più sostenibile.
tra Cina e Giappone e altri Stati limitrofi. In Cina si teme
anche che il fragile sistema bancario possa finire in serie
difficoltà e che tassi maggiori e più volatili possano rallentare l’attività di investimento.
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
7
Congiuntura
La ripresa economica prende piede
SCENARIO DI BASE
Probabilità: >80%
parte del 2013. Prevediamo che la moderata ripresa economica dell’Eurozona continuerà, conferendo nuovi stimoli alle esportazioni svizzere. Per l’anno in corso prevediamo un’accelerazione della crescita delle esportazioni in
Svizzera di circa il 5%. Anche le importazioni dovrebbero
crescere con la stessa decisione. Ma poiché la Svizzera
esporta più di quanto non importi, le esportazioni nette
cresceranno comunque, contribuendo alla crescita del
prodotto interno lordo 2014 per una percentuale stimata
dello 0,6%.
Bernd Aumann
Economista, UBS SA
La ripresa economica in Europa stimola le esportazioni svizzere. Nel 2014, maggiori esportazioni di
merci, unite a un aumento degli investimenti,
potrebbero aiutare a bilanciare meglio la crescita
economica elvetica rispetto allo scorso anno.
Nel 2013 i consumi privati hanno trainato l’economia
­elvetica e, con la loro corsa, hanno contribuito per tre
quarti alla crescita del prodotto interno lordo. Gli investimenti e il commercio con l’estero, invece, hanno regalato
contributi solo modesti alla crescita nel 2013. La debole
domanda estera, soprattutto dal principale mercato di
sbocco, l’Europa, ha dato filo da torcere alle esportazioni
svizzere. I settori prevalentemente orientati all’economia
interna hanno quindi chiuso il 2013 con risultati decisamente migliori rispetto alle controparti orientate all’export. Lo scorso anno, la crescita è stata sostenuta in particolare dal settore salute e servizi sociali, così come da
assicurazioni, servizi finanziari e di altro tipo, mentre il
settore manifatturiero segnava una contrazione e quello
alberghiero e della ristorazione una stagnazione.
La ripresa in Europa è positiva per la Svizzera
Diversamente dallo scorso anno, per il 2014 prevediamo
una crescita economica equilibrata in Svizzera. Al florido
settore interno dovrebbe unirsi un’accelerazione del settore delle esportazioni. Circa il 55% delle esportazioni di
beni svizzere sono destinate all’Unione Europa, di cui
quasi il 20% solo alla Germania (cfr. figura 1). Le esportazioni sono molto sensibili all’andamento economico nei
paesi di destinazione: se la crescita economica prendesse
piede nei paesi di sbocco, le esportazioni svizzere in questi
mercati si moltiplicherebbero (cfr. figura 2). La fine di una
lunga recessione nell’Eurozona ha già comportato una
leggera ripresa delle esportazioni svizzere nella seconda
8
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Esportazioni e investimenti di pari passo
Se la domanda estera di beni svizzeri aumenta, le società
svizzere estendono le proprie capacità produttive e
aumentano gli investimenti. Ecco perché l’andamento
delle esportazioni e quello degli investimenti sono strettamente legati (cfr. fig. 2). A fronte di una ripresa economica in Europa e di una solida domanda di beni svizzeri,
nel 2014 le imprese dovrebbero investire di più. Un
aumento degli investimenti in nuove attrezzature
potrebbe rasserenare la situazione di molte imprese industriali, particolarmente penalizzate negli ultimi anni.
Grazie alla dinamica di crescita dell’economia svizzera, ­
il gap di produzione tra potenziale produttivo e prodotto
interno lordo realizzato dovrebbe chiudersi gradualmente.
E in questo modo, anche l’incremento della disoccupazione degli ultimi due anni e mezzo e il calo dei prezzi
al consumo dovrebbero fermarsi. Prevediamo che
quest’anno la disoccupazione si stabilizzerà al 3,3% e
che i prezzi al consumo saliranno dello 0,3%. Nel 2014,
la politica monetaria della Banca Nazionale Svizzera
potrebbe rimanere molto espansiva, con tassi a lungo
­termine attorno allo zero e la conferma del limite minimo
di cambio del franco, sostenendo così la crescita economica.
Congiuntura


Scenario rialzista
Probabilità: <10%
Scenario ribassista
Probabilità: <10%
Boom economico
Recessione
In caso di marcata ripresa dell’economia mondiale, per la
Svizzera non si esclude un boom economico con tassi di
crescita superiori al 3%. Un forte recupero in Europa e
una crescente propensione al rischio degli investitori muoverebbero il tasso di cambio EURCHF verso quota 1.30.
La domanda di esportazioni svizzere lieviterebbe e le
imprese amplierebbero le proprie capacità produttive.
La disoccupazione scenderebbe e un mercato del lavoro
con minore disponibilità di manodopera consentirebbe di
aumentare gli stipendi. Con un tasso di cambio di 1.30,
sarebbe ormai inutile mantenere il limite minimo. La BNS
venderebbe una parte delle proprie riserve monetarie e
concederebbe a Confederazione e Cantoni una distribuzione degli utili di diversi miliardi dopo l’esiguo 1 miliardo
di franchi del 2013.
Un crollo economico e un nuovo scivolone in recessione
in Svizzera potrebbero verificarsi solo in caso di gravi
risvolti economici negativi a livello globale. Ad esempio un
tracollo delle borse mondiali, una perdita di fiducia nella
solvibilità dei paesi sviluppati, come Giappone, Stati Uniti
o Eurozona, il divampare di timori inflazionistici, un acuto
incremento dei rendimenti e il conseguente crollo delle
quotazioni sul mercato obbligazionario, nonché un rapido
incremento degli interessi a debito dell’economia privata
o lo scoppio della bolla del credito e immobiliare in Cina.
Il crollo delle esportazioni trascinerebbe in basso anche
l’economia svizzera e le perdite di corso sui mercati finanziari indebolirebbero la propensione ai consumi anche in
Svizzera.
Riteniamo tuttavia molto improbabile questo scenario, per
via dell’elevato indebitamento che continua a opprimere le
nazioni industrializzate e di una ripresa piuttosto faticosa
in Europa. Nel secondo trimestre 2013 l’Eurozona è riuscita
a uscire dalla recessione, ma la crescita da allora si affaccia
solo timidamente in territorio positivo.
Il rischio di un simile retroscena globale ci pare piuttosto
esiguo al momento. La situazione nell’Eurozona si è tranquillizzata, la ripresa economica in Europa e negli Stati
Uniti si è consolidata. Le banche centrali restano fermamente intenzionate a stabilizzare la ripresa economica
con una politica monetaria non convenzionale.
Fig. 1: Europa – Principale mercato di sbocco delle
esportazioni svizzere
Fig. 2: Dipendenza: crescita in Europa, esportazioni e
investimenti svizzeri
Esportazioni mensili svizzere di beni, in mld. di franchi, ripartite su 12 mesi
Crescita annua, in %
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
15
10
5
0
–5
–10
–15
1993
1995
1997
1999
2001
UE senza Germania
Germania
Asia senza Giappone, Cina, India
Fonti: Reuters Ecowin, UBS
2003
2005
2007
2009
2011
NAFTA (USA, Canada, Messico)
BRIC (Brasile, Russia, India, Cina)
Altri
2013
96 97 98 99 00 01 01 03 04 05 06 07 08 09 10 11
12
Investimenti reali della Svizzera
SEsportazioni svizzere nell’UE
PIL reale dell’UE
Fonti: Reuters Ecowin, UBS
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
9
Congiuntura
Deflazione o inflazione?
SCENARIO DI BASE
Probabilità: >80%
bassi e stabili dagli anni Novanta. I tassi d’inflazione oggi
sono sostanzialmente dettati dagli sviluppi globali, in particolare dal ciclo congiunturale globale e dai prezzi delle
materie prime. Poiché la congiuntura globale zoppica
ancora mentre i prezzi delle materie prime registrano una
stagnazione, per ora non si ravvisa alcun incremento
dell’inflazione.
Caesar Lack
Economista, UBS SA
Continua l’allarmismo su un possibile aumento
dell’inflazione come conseguenza della politica
monetaria esageratamente espansiva a livello globale. Finora, tuttavia, il rischio è stato scongiurato.
E l’inflazione dovrebbe rimanere bassa almeno
nell’immediato futuro. La deflazione potrebbe
essere innescata da un crollo in borsa, l’inflazione
da un’inattesa rapida ripresa congiunturale o da
una perdita di fiducia nella carta moneta.
Globalizzazione e basse aspettative inflazionistiche
tengono bassa l’inflazione
Perché la correlazione a lungo termine tra la congiuntura
nazionale e i prezzi al consumo interni è praticamente
scomparsa? Il primo motivo sta nella globalizzazione, che
ha eliminato confini e barriere. I mercati delle merci e del
lavoro locali e nazionali, che finivano per essere rapidamente surriscaldati in caso di incremento della domanda,
sono diventati mercati globali con potenziale praticamente
inesauribile. Il secondo motivo è ascrivibile agli istituti di
emissione stessi, segnatamente all’elevata credibilità della
loro politica anti-inflazionistica. In altre parole: visto che la
gente ha fiducia nel fatto che le banche centrali possano
evitare l’inflazione, (per ora) non esiste alcuna inflazione.
Diversamente dai prezzi dei beni di consumo, la massiccia
inflazione globale delle masse monetarie degli ultimi anni
ha però notevoli conseguenze sui prezzi dei beni di inveNonostante la politica monetaria espansiva …
In risposta alla crisi del mercato finanziario del 2008/2009 stimento. L’allentamento quantitativo di Stati Uniti e Giape alla conseguente debolezza economica, molti grandi isti- pone sostiene i mercati azionari e i prezzi immobiliari in
tutto il mondo. Tuttavia, né azioni né immobili sono eletuti di emissione praticano una politica monetaria ultraespansiva. Dopo avere praticamente portato a zero i tassi menti costitutivi diretti del paniere dei beni di consumo,
guida ed esaurito così il margine d’azione, alcuni istituti di così che un incremento dei loro prezzi non influisce diretemissione hanno avviato misure cosiddette «poco conven- tamente sull’inflazione dei beni di consumo.
zionali» per allentare ulteriormente la politica monetaria.
Bassi tassi d’inflazione, per ora
Acquistano infatti titoli ricorrendo alla stampa di denaro.
Da due anni, l’economia globale è ferma e presenta
Sebbene questi programmi di allentamento abbiano perlopiù provocato un’esplosione delle masse monetarie delle sovraccapacità, frenando i prezzi a livello mondiale. Non
vi è nemmeno alcuna forza a sostegno di un incremento
banche centrali, finora non si avverte alcuna pressione
inflazionistica. Al contrario: i tassi d’inflazione globali sono dei prezzi delle materie prime, che potrebbe spingere l’inflazione globale. Nel mondo, quindi, i tassi d’inflazione
bassi e talvolta anche in flessione.
dovrebbero rimanere bassi quest’anno. In Svizzera prevediamo un leggero incremento, tuttavia principalmente
…nessuna pressione inflazionistica
riconducibile al lento esaurirsi dell’effetto frenante sui
Nei decenni passati, a un incremento della massa mone­
prezzi all’importazione dato dall’apprezzamento del franco
taria delle banche centrali seguiva, con due o tre anni
dal 2007 al 2011. Per la Svizzera, ci aspettiamo una crescita
di ritardo, un rialzo dei prezzi al consumo. Già da circa
dei prezzi media annua dello 0,5% per quest’anno e
15 anni, questa correlazione è andata affievolendosi,
dell’1,1% per il 2015.
e dalla crisi del mercato finanziario sembra definitivamente svanita. Anche la correlazione tra le masse mone­
tarie delle banche d’affari, quindi M1, M2 e M3, da un
lato, e l’inflazione, dall’altro, si è indebolita nei paesi industrializzati occidentali. Quasi a prescindere dalla politica
monetaria praticata e dagli sviluppi della massa monetaria, i tassi d’inflazione in Occidente sono relativamente
10
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Congiuntura


Scenario rialzista
Probabilità: <10%
Scenario ribassista
Probabilità: <10%
Rischio d’inflazione
Rischio di deflazione
Una ripresa sostenibile della congiuntura globale può gradualmente condurre a un incremento dei tassi d’inflazione.
Tuttavia, molti paesi subiscono ancora le ripercussioni della
crisi del debito e presentano grandi sovraccapacità. Benché
prevediamo una moderata ripresa della congiuntura globale, un surriscaldamento e un conseguente rapido incremento dell’inflazione ci sembrano improbabili nell’immediato futuro.
La deflazione è una flessione costante dei prezzi su ampia
scala. Nonostante i bassi tassi d’inflazione a livello globale,
siamo ben lontani da questo scenario, che potrebbe palesarsi solo in caso di un crollo in borsa. I prezzi al consumo
scenderebbero innanzitutto per effetto della flessione dei
prezzi delle materie prime e poi a causa di un crollo della
domanda su ampia scala prodotto dalla recessione. Riteniamo tuttavia improbabile uno sviluppo simile. In primo
luogo le grandi crisi di borsa sono rare. In secondo luogo,
le banche centrali negli ultimi anni hanno dimostrato di
avere la volontà e la capacità di contrastare simili crisi ed
evitare una deflazione. In caso di deflazione, gli istituti di
emissione aumenterebbero immediatamente la stampa di
denaro, alzando in definitiva anche il rischio di inflazione.
Accanto alla ripresa congiunturale, esiste anche una
seconda fonte di inflazione: la perdita di fiducia nella carta
moneta di una delle principali valute. La politica monetaria
influenza l’inflazione soprattutto attraverso le aspettative.
È una fortuna, quando si riesce a stabilizzare su un basso
livello aspettative inflazionistiche elevate e instabili. Ma se
aspettative basse e stabili diventano instabili e aumentano,
allora il rischio è quello di una fuga. Se, per via dell’ingente
disponibilità di liquidità, la popolazione perdesse fiducia
nella stabilità del potere d’acquisto della propria moneta,
allora buona parte del nuovo denaro stampato diventerebbe letteralmente carta straccia, di cui tutti cercherebbero di liberarsi il più rapidamente possibile. La velocità di
circolazione del denaro aumenterebbe precipitosamente
portando alle stelle i prezzi dei valori reali e dei beni di
consumo. Se una perdita di fiducia non venisse prontamente arginata con una risoluta stretta monetaria, allora si
svilupperebbe il rischio di iperinflazione. Per ora però riteniamo esigua anche la probabilità di iperinflazione in una
delle principali monete mondiali.
Inflazione globale molto bassa
Barometro dell’inflazione globale
Inflazione globale rispetto all’anno precedente
7
6
5
4
3
2
1
0
UBS CIO Research segue le tendenze inflazionistiche globali nella
serie «Barometro dell’inflazione globale». Tale strumento segue
l’inflazione globale e quantifica gli attuali rischi di deflazione e
inflazione. UBS prevede rischi di deflazione e inflazione molto bassi
su un orizzonte di un anno (probabilità inferiore al 10 per cento).
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
I clienti UBS possono scaricare il barometro dell’inflazione globale
dal portale Research o richiederlo al loro consulente alla clientela.
Fonti: FMI, UBS
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
11
Congiuntura
Uno sguardo d’insieme sull’economia
La crescita economica prende piede
Anni difficili per gli esportatori svizzeri
Contributi alla crescita, in punti percentuali, rispetto allo scorso anno
Esportazioni nominali, ripartite su 12 mesi, indice novembre 2009 = 100
6
4
2
0
–2
–4
–6
2003
2004
2005
2006
Consumo privato
Consumo pubblico
2007
2008
2009
2010
2011
Esportazioni nette
Investimenti
2012
2013
Depositi
PIL A/A
250
10
86
200
84
150
82
100
5
0
–5
80
–10
78
–15
2008
2009
Investimenti in nuove attrezzature (sinistra)
2010
2011
2012
2013
76
50
0
–50
Lug. 09
Utilizzo della capacità (destra)
Fonti: Reuters EcoWin, KOF, UBS
Apr. 13
Ott. 13
Lug. 10
Lug. 11
Lug. 12
Lug. 13
Altri
Servizi alle imprese
Salute e servizi sociali
Edilizia
Settore pubblico
Commercio all’ingrosso
Logistica
Industria MEM
Commercio al dettaglio
Banche e assicurazioni
Turismo
Totale
Fonti: UST, UBS
î Nel 2014, gli investimenti dovrebbero tornare in territorio positivo.
î L’occupazione è aumentata soprattutto nei settori orientati al mercato interno.
Esportazioni svizzere e commercio mondiale
Indicatori economici Svizzera
Esportazioni svizzere, destagionalizzate, in mld. di franchi, a prezzi del 2000, e commercio
mondiale, indice 2005 = 100
140
65
120
55
100
45
80
35
60
1992
1995
1998
Esportazioni svizzere (sinistra)
2001
2004
2007
2010
Commercio mondiale (destra)
2013
Previsioni UBS
Variazioni reali rispetto all’anno precedente in %
75
25
40
Livello*
2011
2012
2013P
2014P
2015P
Prodotto interno lordo
591,9
1,8
1,0
1,9
2,1
2,4
Consumi privati
339,8
1,1
2,4
2,2
1,7
2,0
Consumi pubblici
66,1
1,2
3,2
2,1
1,0
0,3
Investimenti
119,0
4,5
–0,4
1,3
3,3
4,3
Edilizia
53,2
2,5
–2,9
2,9
1,9
1,9
Beni strumentali
65,8
6,1
1,7
0,1
4,3
6,0
Esportazioni
309,5
3,8
2,5
1,9
4,6
5,5
Importazioni
247,8
4,2
3,1
0,7
4,3
5,9
Fonti: Seco, Reuters EcoWin, UBS
*Anno 2012 (in miliardi di CHF a prezzi correnti); P: previsioni UBS
î Le esportazioni svizzere sono strettamente correlate all’andamento del
Nell’elaborare le previsioni economiche UBS CIO WM Research, gli economisti UBS CIO WM Research
hanno lavorato in collaborazione con alcuni economisti impiegati presso UBS Investment Research.
Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare
senza preavviso.
commercio mondiale.
Sul sito www.ubs.com/wmr-swiss-research trovate previsioni aggiornate per l’economia svizzera.
12
Ott. 12
Variazione del livello occupazionale per settori, in termini assoluti dal 2009, in migliaia
88
2007
Apr. 12
Forte crescita occupazionale
15
2006
Ott. 11
esportazioni svizzere.
Investimenti in nuove attrezzature, media ripartita su 4 trimestri, in % rispetto allo scorso
anno e utilizzo della capacità in %
2005
Apr. 11
Germania
î L’apprezzamento del franco dal 2009 al 2010 ostacola la crescita delle
Prevista ripresa degli investimenti in nuove attrezzature
2004
Ott. 10
Fonti: Reuters EcoWin, UBS
Oltre alla vivace crescita dei consumi, anche le esportazioni nette tornano a
contribuire positivamente alla crescita.
–20
Apr. 10
Svizzera
Fonti: Seco, Reuters EcoWin, UBS
î
140
135
130
125
120
115
110
105
100
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Fonti: seco, UBS
Congiuntura
Crescita Variazioni reali del PIL in % rispetto all’anno precedente 1
2010
2011
2012
2013 P
2014 P
2015 P
Svizzera
3,0
1,8
1,0
1,9
2,1
2,4
UME
1,9
1,6
–0,6
–0,4
1,1
1,5
Germania
3,9
3,4
0,9
0,5
1,6
1,9
Francia
1,6
2,0
0,0
0,2
0,9
1,5
Italia
1,7
0,6
–2,6
–1,8
0,4
0,7
Gran Bretagna
1,7
1,1
0,3
1,9
2,5
2,5
USA
2,5
1,8
2,8
1,9
3,0
3,0
Giappone
4,7
–0,6
1,4
1,7
1,6
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
–2,0
–4,0
–6,0
–8,0
–10,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Svizzera
1,1
Germania
USA
Giappone
Inflazione Variazioni dei prezzi al consumo in % rispetto all’anno precedente: media annuale (tabella) 1 e valori mensili (grafico)
2010
2011
2012
2013 P
2014 P
2015 P
6,0
Svizzera
0,7
0,2
–0,7
–0,2
0,5
1,1
4,0
UME
1,6
2,7
2,5
1,4
1,2
1,4
Germania
1,2
2,5
2,1
1,6
1,3
1,5
Francia
1,7
2,3
2,2
1,1
1,0
1,0
Italia
1,6
2,9
3,3
1,4
1,6
1,6
–2,0
Gran Bretagna
3,3
4,5
2,8
2,6
2,0
2,1
–4,0
USA
1,6
3,1
2,1
1,5
1,9
2,4
–0,7
–0,3
–0,1
0,3
2,4
1,6
Giappone
2,0
0,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Svizzera
UME
USA
Giappone
Tasso di disoccupazione in %: media annuale (tabella) 1 e valori mensili (grafico)
2010
2011
2012
2013 P
2014 P
2015 P
3,5
2,8
2,9
3,2
3,3
3,2
11,8
10,1
10,3
11,5
12,0
12,0
Germania
7,7
7,1
6,8
6,8
6,6
6,5
Francia
9,3
9,2
9,8
10,6
11,0
10,8
Italia
8,4
8,4
10,7
12,2
12,8
12,8
14,0
12,0
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
Gran Bretagna
7,9
8,3
7,8
7,3
7,1
6,9
0
USA
9,6
8,9
8,1
7,4
6,7
6,1
Giappone
5,0
4,6
4,4
4,0
3,6
3,4
Svizzera
UME
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Svizzera
UME
USA
Giappone
Tassi di rendimento di obbligazioni della Confederazione a 10 anni in % a fine anno (tabella) e medie mensili (grafico)
2009
2010
2011
2012
2013
2014 P
6,0
Svizzera
1,9
1,7
0,7
0,5
1,1
1,5
5,0
Germania
3,4
3,0
1,8
1,3
1,9
2,3
4,0
Francia
3,6
3,4
3,1
2,0
2,6
2,9
3,0
Italia
4,1
4,8
7,1
4,5
4,1
4,6
2,0
Gran Bretagna
4,0
3,4
2,0
1,8
3,0
3,3
1,0
USA
3,8
3,3
1,9
1,8
3,0
3,4
0
Giappone
1,3
1,1
1,0
0,8
0,7
1,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Svizzera
Germania
USA
GB
Corsi di cambio CHF a fine anno (tabella) e medie mensili (grafico)
2010
2011
2012
2013
2014P
PPA*
EUR
1.25
1.21
1.21
1.23
1.23
1.30
USD
0.93
0.94
0.92
0.89
0.92
1.00
GBP
1.46
1.45
1.48
1.47
1.52
1.67
JPY
1.16
1.21
1.05
0.85
0.83
1.24
Fonti: Reuters EcoWin, Thomson Financial; P = previsioni UBS 1 e UBS; *parità del potere di acquisto
Nell’elaborare le previsioni economiche UBS CIO WM Research, gli economisti UBS CIO WM Research
hanno lavorato in collaborazione con alcuni economisti impiegati presso UBS Investment Research.
Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare
senza preavviso (dati al 7 gennaio 2014).
1
1,8
1,6
1,4
1,2
1,0
0,8
0,6
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
EURCHF
USDCHF
JPYCHF
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
13
Valute
Il limite minimo di cambio è agli sgoccioli
SCENARIO DI BASE
Probabilità: 80%
seguire azioni concrete. Nel 2014 si potrebbe iniziare a
parlare dei primi rialzi dei tassi, quindi di una normalizzazione del corso della politica monetaria. Anche se non si
prevedono manovre in questo senso prima del 2015. Visto
che dovremo aspettare ancora molto prima di veder salire
i tassi d’interesse, non prevediamo un incremento di
USDCHF oltre quota 0.96. La parità potrebbe essere superata solo dopo che la Fed avrà alzato i tassi.
Thomas Flury
Analista, UBS SA
Il termine finanziario dell’anno 2013 è «taper». Il significato è «rastremare», «affusolare» o «assottigliare». Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha mutuato questo termine dalla tecnica per reinterpretarlo nella finanza. Voleva
in questo modo descrivere come la Fed intende porre fine
all’espansione della massa monetaria: la stretta monetaria
deve essere moderata e prudente. Bisogna assolutamente
evitare di generare scossoni. Ma molti operatori del mercato hanno confuso «taper» con «tightening» (contrazione della massa monetaria) e sono dell’idea che la
manovra sosterrà concretamente il dollaro USA.
Finora questa convinzione è stata totalmente smentita.
A poco più di 90 centesimi di franco per dollaro USA,
la valuta americana è ancora molto debole. Il prossimo
anno qualcosa potrebbe cambiare e il dollaro apprezzarsi
leggermente, visto che ai discorsi sul tapering potrebbero
schlierner | fotolia.com
14
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
La Banca Centrale Europea (BCE) è già più avanti della Fed
nel processo di normalizzazione. Mentre la Fed continua a
stampare denaro, il bilancio della BCE è già un terzo sotto
il picco della crisi. Questo spiega anche perché il cambio
EURUSD è relativamente elevato a inizio anno mentre
USDCHF relativamente basso. Il dollaro USA è debole perché la Fed stampa denaro anche se l’economia statunitense riferisce dati di crescita migliori rispetto all’Europa.
Con la normalizzazione, bisognerebbe considerare più
concretamente il ritiro del limite minimo di cambio EURCHF. Il nostro scenario di base (probabilità dell’80%)
indica che la Banca Nazionale Svizzera (BNS) confermerà
il limite minimo di cambio almeno fino al 2015, finché
la BCE inizierà ad alzare i tassi, segnalando la definitiva
uscita dalla crisi dell’euro. Questo dovrebbe incoraggiare
la domanda di euro. L’inflazione non dovrebbe giocare
alcun ruolo in questo scenario. Per questo anche il nostro
calcolo di equilibrio per EURCHF indica ancora 1.30.
istockphoto.com
Valute


Scenario rialzista
Probabilità: 15%
Scenario ribassista
Probabilità: 5%
Rapida ripresa dell’Eurozona
Inflazione in Europa
L’Eurozona recupera molto velocemente, lasciando apprezzare significativamente l’euro sul franco già quest’anno. I­n
questo caso la BNS potrebbe ridurre la massa monetaria in
franchi e allo stesso tempo il proprio bilancio. L’economia
verrebbe favorita da una maggiore domanda dall’Europa
e anche dall’indebolimento del franco.
Se nell’Eurozona l’inflazione aumentasse drammaticamente, la BNS sarebbe costretta a decidere se mantenere
o meno il limite minimo di cambio. Se lo confermasse,
anche la Svizzera sarebbe interessata dal rincaro dei
prezzi. Se lo abbandonasse dovrebbe fare i conti con un
consistente apprezzamento del franco. Questa scelta trascinerebbe la BNS, con i suoi obiettivi di stabilità, in un
difficile dilemma. Un significativo aumento dell’inflazione
europea è il tallone d’Achille del limite minimo di cambio.
Consigliamo a imprese e investitori di provvedere già oggi
a una protezione almeno parziale contro un simile scenario negativo.
Franco svizzero stabile
Andamento dei corsi euro e dollaro USA
Stima
1,60
1,40
1,20
1,00
0,80
0,60
Gen. 09
EURCHF
Gen. 10
Gen. 11
Gen. 12
Gen. 13
Gen. 14
Gen. 15
USDCHF
Fonti: Thomson Reuters, UBS situazione al 10 gennaio 2014
Christian Müller | fotolia.com
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
15
Tassi d’interesse
Preferire durate brevi nonostante
una curva dei rendimenti più ripida
SCENARIO DI BASE
Probabilità: 80%
Secondo l’opinione del CIO, nel 2014 potremmo assistere ­
a un ritorno sostenibile in territorio positivo dei prezzi
al consumo svizzeri nel confronto annuale. Grazie anche
all’accelerazione della dinamica congiunturale globale, ­
i rendimenti a due anni dovrebbero assumere finalmente ­
il segno positivo. Ma crediamo che i rialzi dei rendimenti
sull’estremità corta siano limitati. Prevediamo un primo
rialzo dei tassi da parte della BNS nel secondo semestre del
2015. Storicamente, i rendimenti a breve anticipano mediamente i primi rialzi dei tassi di nove mesi.
Daniela Steinbrink Mattei
Economista, UBS SA
Da fine novembre, i rendimenti sui titoli della Confederazione a lungo termine seguono più lentamente
i rendimenti statunitensi. Questa dinamica dovrebbe
essere confermata nel primo trimestre 2014. I rendimenti statunitensi dettano il senso di marcia e quelli
svizzeri seguono a piccoli passi.
I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni spingono sull’acceleratore da fine ottobre, passando dal 2,5%
al 3% di fine dicembre. A loro volta, le controparti svizzere
sono salite dallo 0,85% all’1,2%. Il miglioramento dei dati
congiunturali globali, l’accordo sul budget tra Repubblicani
e Democratici e l’avvio della riduzione degli acquisti obbligazionari da parte della Federal Reserve hanno spinto i rendimenti a lungo termine. Allo stesso tempo, la conferma
della politica monetaria (forward rate guidance) ha tenuto
fermi i rendimenti a breve termine.
L’estremità corta resta ferma per ora
I rendimenti del mercato monetario e dei titoli della
­Confederazione a breve termine dipendono dalla poli­tica monetaria della Banca Nazionale Svizzera (BNS). L’intenzione della Fed di «mantenere il tasso guida attorno
allo zero ancora per molto tempo» erode il margine di
rialzo dei tassi a breve termine. In occasione della sua
ultima valutazione della situazione della politica monetaria di metà dicembre, anche la BNS ha confermato la
politica del tasso zero nonostante la robusta crescita
economica e le migliorate prospettive congiunturali.
Mantiene inoltre il limite minimo di cambio EURCHF.
La libertà di ­movimento sull’estremità corta resta quindi
limitata. Dal 2012, i rendimenti dei titoli della Confederazione a due anni sono negativi e nel corso dell’anno si
sono avvicinati allo zero. Verso fine anno, la fascia di
oscillazione si è allargata, con estremi da –0,27% a
–0,09% a fine dicembre.
16
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Ancora potenziale per l’estremità lunga
La crescita svizzera è stata sorprendente nel 2013 nel confronto internazionale. Ma questa crescita decisa ha lasciato
quasi imperturbati i rendimenti a lungo termine. I rendimenti dei titoli della Confederazione a dieci anni sono,
diversamente da quelli a breve termine, più sensibili ai dati
provenienti dagli Stati Uniti e riflettono solo in minima
parte l’economia interna. Ciò significa che i rendimenti
­statunitensi guideranno i rendimenti svizzeri nei prossimi
mesi. Il segnale di riduzione degli acquisti obbligazionari
è stato lanciato e ora i rendimenti dovrebbero tornare a
essere più reattivi ai classici fattori di crescita e inflazione.
Ipotizzando la relativa stabilità dei tassi a breve prevediamo una curva dei rendimenti svizzera più ripida nei
prossimi dodici mesi, curva che storicamente raggiunge la
sua massima pendenza nove mesi prima del rialzo dei tassi
da parte della Banca nazionale.
Condizioni di finanziamento e opportunità
di investimento
I debitori, diversamente dagli investitori obbligazionari,
dovrebbero continuare a beneficiare di favorevoli condizioni di finanziamento. Una svolta nella politica dei tassi
della BNS è ancora lontana. In ragione del limitato rischio
di cambio e di rendimenti a scadenza superiori, i titoli
dell’Eurozona di pari qualità (perlopiù paesi «core» nordici)
sono un’interessante alternativa alle obbligazioni in franchi
svizzeri. Nella sua ultima valutazione della situazione della
politica monetaria, il 12 dicembre 2013, la BNS ha confermato il limite minimo di cambio per EURCHF a 1.20. Riteniamo verosimile un cambio vicino alla soglia minima.
In generale, consigliamo a investitori conservativi alternative
ai titoli di Stato, come organizzazioni sovranazionali, obbligazioni fondiarie o societarie di multinazionali solide. A
investitori più propensi al rischio consigliamo obbligazioni
societarie low investment grade o, a seconda del profilo
rischio/rendimento, obbligazioni high yield statunitensi. Per
quanto riguarda la durata, nonostante una curva dei rendimenti più ripida, consigliamo durate brevi da 1 a 5 anni.
Tassi d’interesse


Scenario rialzista
Probabilità: 10%
Scenario ribassista
Probabilità: 10%
Forte vivacità dell’economia
mondiale
Divampare della crisi del debito
in Eurozona e conflitto sul budget
statunitense
Uno scenario positivo, scarsamente probabile, sarebbe
contraddistinto da una rapida crescita dell’economia
­mondiale. Questa crescita verrebbe sostenuta da approcci
risolutivi sostenibili per la crisi internazionale del debito
su entrambe le sponde dell’Atlantico e da una stretta dei
tassi d’interesse anticipata da parte delle banche centrali.
Il calo della domanda di investimenti sicuri non solo indebolirebbe il franco ma farebbe anche aumentare i tassi
nominali.
Benché poco probabile, lo scenario negativo avrebbe conseguenze devastanti per l’economia mondiale e la Svizzera. In uno scenario negativo, una nuova escalation della
crisi del debito in Europa e nuovi accesi dibattiti al Congresso sul risanamento dei deficit di bilancio e/o una
recessione globale scatenerebbero un’elevata avversione
al rischio. La maggiore avversione al rischio rafforzerebbe
la corsa verso titoli di Stato di riferimento. Aumenterebbe
così lo sconto di rischio di investimenti sicuri e i tassi
­nominali delle obbligazioni di riferimento scenderebbero
sotto il minimo storico del 2012. Per i rendimenti dei titoli
della Confederazione ciò implicherebbe una prosecuzione
dell’andamento negativo sull’estremità breve mentre
­l’estremità lunga si approssimerebbe pericolosamente
allo zero. A quel punto non si potrebbero escludere tassi
a 10 anni sotto lo 0,5%. Di contro, nei paesi periferici
i rendimenti salirebbero.
Insieme a una maggiore propensione ai consumi delle
famiglie a livello globale e a un incremento dell’attività
di investimento delle imprese, ciò dovrebbe alimentare
una vigorosa crescita delle esportazioni e stimolare ulteriormente la già solida congiuntura interna svizzera,
Ciò porterebbe a un più rapido incremento dei tassi
a lungo termine a livello globale. Inoltre, un aumento
dell’inflazione spingerebbe la BNS a contrastare eventuali
timori inflazionistici con un’accelerazione sulla stretta alla
politica monetaria favorendo un rialzo più ripido ma
anche uno spostamento parallelo dell’intera curva dei
­rendimenti dei titoli della Confederazione.
Per l’economia reale, la lenta ripresa in Eurozona potrebbe
essere frenata da un crollo della crescita statunitense. In
questo caso, gli interessi reali scenderebbero a livello globale. La Svizzera, quale piccola economia nazionale aperta,
non potrebbe sottrarsi al vortice negativo e registrerebbe
una forte riduzione delle esportazioni. La conseguenza
sarebbe un calo degli interessi reali a livello mondiale, a
eccezione della Svizzera, dove potrebbero persino crescere
in quanto nel confronto annuale i prezzi al consumo tornerebbero in territorio negativo, e non si potrebbe escludere
una deflazione. Per contrastare i rischi di deflazione, la
Banca Nazionale Svizzera seguirebbe l’esempio della banca
nazionale danese e non solo introdurrebbe tassi negativi
sulle riserve eccedenti ma forse porterebbe persino la
fascia target per il tasso Libor a 3 mesi dall’attuale 0% a
una cifra negativa. Ciò spingerebbe al ribasso la curva dei
rendimenti dei titoli della Confederazione e le durate fino a
5 anni scenderebbero ancora più in basso mentre le durate
lunghe resisterebbero sopra lo zero solo a grande fatica.
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
17
Immobili
Scenario di rischio di tracollo dei prezzi
SCENARIO DI BASE
Probabilità: 65%
Innanzitutto, quest’anno i titoli della Confederazione a
10 anni dovrebbero tornare sopra il livello dell’1,5%. Nel
confronto storico, le condizioni di finanziamento restano
convenienti. Allo stesso tempo, prevediamo una crescita
economica accelerata del 2% per il 2014. Grazie all’aumento dei redditi, il calcolo medio della sostenibilità non
dovrebbe peggiorare molto, anche in caso di leggero
incremento dei tassi a lungo termine.
Come seconda cosa, nonostante la vivace attività edilizia,
non si prevede un incremento significativo delle superfici
sfitte. Nel 2014 ci aspettiamo certamente un record di
Matthias Holzhey
Economista, UBS SA
nuove costruzioni residenziali, pari a 55 000 nuove unità.
Se la situazione sul mercato del lavoro europeo non
migliorerà in modo sorprendente e la congiuntura svizzera
rimarrà robusta, il volume delle costruzioni verrà assorbito
Nonostante la dinamica indebolita, le valutazioni
grazie agli elevati tassi di immigrazione. Ipotizzando una
sul mercato delle proprietà di abitazione hanno
crescita demografica di circa 95 000 persone e conside­toccato punte massime. Se la domanda resisterà,
il mercato immobiliare dovrebbe ricevere una spinta rando la domanda aggiuntiva da parte di nuclei familiari
più piccoli, quest’anno l’espansione del rapporto
sufficiente a evitare una correzione. In caso di contrazione del credito, però, i prezzi rischiano il tracollo. domanda/offerta dovrebbe essere più o meno equilibrata.
Visto che dal 2008 si sarebbe riusciti a vendere quasi
un’ulteriore intera produzione annua di abitazioni, la presTassi d’interesse a lungo termine raddoppiati, il cuscinetto
sione sul prezzo non sparirà del tutto.
anticiclico di capitale e standard minimi più severi nella
concessione di ipoteche hanno reso più caro il finanziaTutto sommato, prevediamo che le forze negative – rincaro
mento della proprietà di abitazione. Per la prima volta dal
dei crediti, elevati volumi di costruzione – aumenteranno
2006, l’anno scorso l’offerta residenziale aggiuntiva è riuscita a soddisfare la domanda. Si è registrata una flessione sul mercato svizzero delle abitazioni di proprietà, ma
quelle positive – crescita demografica e dei redditi – contidella crescita dei prezzi per immobili residenziali. Nel
nueranno ad avere la meglio. Per il 2014 prevediamo una
secondo semestre, il 55% di tutti i comuni, addirittura 73
debole crescita dei prezzi del 2% sia per le case unifamitra i 100 comuni più cari, indicavano un calo dei prezzi
offerti per abitazioni di proprietà. La situazione per il 2014 liari sia per gli appartamenti di proprietà. Tuttavia, i­ prezzi
in Svizzera potrebbero evidenziare andamenti differenti.
sul mercato elvetico delle proprietà di abitazioni è quindi
Proprio nei comuni più cari, i prezzi resteranno sotto presradicalmente mutata dall’anno precedente. L’indebolisione. Ma nei centri di medie dimensioni, come Lucerna,
mento della dinamica non deve però far distogliere lo
San Gallo, Friburgo, Berna o Coira, gli immobili residenziali
sguardo dai rischi diventati più minacciosi. I prezzi immo­
dovrebbero aumentare con percentuali superiori alla
biliari reali sono mediamente solo di circa il 5% sotto il
media anche nel 2014. Ma anche qui, tassi di crescita
livello del 1989, quando in Svizzera scoppiò l’ultima bolla
immobiliare. I prezzi immobiliari salgono ancora più veloce- vicini al 10% potrebbero essere ormai solo un ricordo.
Per capire se il momentaneo leggero rallentamento del
mente rispetto al reddito delle famiglie, alle pigioni e
mercato sfocerà a medio termine in una fase di correzione,
ai prezzi al consumo. E l’indebitamento ipotecario dei
bisogna guardare alle decisioni politiche in materia di
­privati svizzeri ammonta attualmente a quasi il 110% del
prodotto interno lordo. In Svizzera si delinea quindi il tipico immigrazione, all’andamento dei tassi e alle condizioni
del credito. Se il quadro macroeconomico non mutasse,
scenario di rischio di tracollo dei prezzi.
il mercato svizzero delle proprietà di abitazioni dovrebbe
comunque ricevere ancora sufficiente stimolo per evitare
Non ci aspettiamo però un’ampia correzione dei prezzi ­
una correzione.
nel corso dell’anno. I principali fattori di mercato si indeboliranno un poco, ma non crolleranno.
18
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Immobili


Scenario rialzista
Probabilità: 25%
Scenario ribassista
Probabilità: 10%
Supercompensazione spinta
dalla crescita
La contrazione del credito conduce
a una svalutazione calda
Se i tassi a lungo termine si aggirassero attorno all’1%
e la macroeconomia svizzera crescesse ancora più delle
aspettative, una correzione sarebbe improbabile. Il crescente ottimismo degli operatori di mercato dovrebbe
innescare una nuova spirale positiva dei prezzi. Il leggero
indebolimento momentaneo è seguito direttamente da
una fase di ripresa, cosiddetta supercompensazione, che
può tradursi in un livello di prezzo nettamente superiore.
Se la domanda rimanesse elevata, gli immobili potrebbero
restare sopravvalutati per un periodo più lungo; i prezzi
potrebbero raggiungere livelli molto elevati. Dal 1996, ad
esempio, in Australia i prezzi reali delle case seguono una
tendenza rialzista e sono cresciuti del 120%. In Norvegia
l’aumento dal 1993 è addirittura del 185%. Come questi
mercati, anche la Svizzera ha beneficiato di una continua
immigrazione e una politica monetaria eccessivamente
espansiva. Visto che i prezzi delle abitazioni di proprietà in
Svizzera sono aumentati «solo» del 50% circa in termini
reali dall’ultimo punto minimo raggiunto nel 2000, lo scenario di una supercompensazione appare tutt’altro che
improbabile. Il temporaneo indebolimento sarebbe quindi
solo una flessione provvisoria. Ma nel lungo periodo il
potenziale di rischio per l’economia sarebbe imponente.
Una drastica contrazione del credito o un calo dell’immigrazione causato dalla politica comporterebbero un calo
dei prezzi immobiliari. Una correzione può assumere le
sembianze di una svalutazione «calda» o «fredda». La svalutazione calda è il tipico scoppio di una bolla immobiliare:
a un rincaro esponenziale segue un brusco atterraggio con
gravi conseguenze sull’economia reale. Diversamente, la
svalutazione fredda è una graduale normalizzazione delle
valutazioni, con stagnazione dei prezzi delle abitazioni di
proprietà in un contesto di crescita economica e inflazione
dei prezzi al consumo.
I prezzi saliranno ancora?
Prezzi delle abitazioni di proprietà (al netto dell’inflazione, indicizzati 1980 = 100)
350
300
Svalutazione
calda
1996–2007: +120%
250
1993–2013: +184%
200
Supercompensazione
150
2000–2013: +50%
100
50
Il graduale rientro da una valutazione eccessiva conosce
rari esempi nella storia. Uno di questi è la svalutazione
fredda verificatasi in Germania tra il 1995 e il 2010, con
stagnazione dei prezzi nominali. In quel periodo, gli immobili persero circa il 18% del loro valore. Solo una netta
flessione dell’immigrazione con contestuale vivace attività
edilizia e debole crescita economica potrebbero generare
una stagnazione pluriennale dei prezzi in Svizzera. Il
modello di una svalutazione calda è invece più frequente,
come dimostrano le crisi immobiliari in Spagna, Irlanda e
Stati Uniti. Gli indicatori di rischio tipici sono un aumento
dei volumi di credito, un’attività edilizia molto aumentata
e un elevato numero di acquisti speculativi. Così, ad esempio, la percentuale del volume ipotecario delle famiglie sul
prodotto interno lordo (PIL) in questi Stati era aumentata
mediamente di circa 30 punti percentuali nei dieci anni
prima dell’inizio della correzione. La Svizzera mostra un
quadro simile: se nel 2000 la quota di volumi ipotecari era
ancora pari all’80% del PIL, questa è salita al livello record
del 107% nel 2012. Una marcata correzione dei prezzi in
Svizzera con gravi conseguenze sull’economia nazionale
verrebbe anticipata innanzitutto da un netto rincaro o da
una contrazione dei crediti ipotecari.
Svalutazione fredda
80
82
Svizzera
84
86
88
Spagna
90
92
94
96
Norvegia
98
00
02
04
06
08
10
12
Germania
Fonti: Federal Reserve Bank of Dallas, Wüest & Partner, UST, UBS
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
19
Politica globale
Le elezioni europee verso nuove tendenze
Due tendenze politiche in Europa
Con la crisi dell’euro, tuttavia, movimenti politici critici
verso l’integrazione europea hanno guadagnato consensi.
A un primo sguardo, questa tendenza rischia di compromettere la futura stabilità del Parlamento Europeo e
quindi di ostacolare lo sviluppo della politica economica
europea. Ma a noi pare di scorgere due tendenze nella
politica europea in grado di contrastare questo antago­
nismo.
Jürg de Spindler
Analista politico, UBS SA
Anti-establishment piuttosto che antieuropeismo
Non condividiamo l’assunto secondo il quale la popolazione europea sarebbe diventata più critica nei confronti
dell’UE. I classici partiti di centro sinistra e centro destra
sono certamente esposti a maggiori pressioni dall’inizio
della crisi dell’euro, essendosi fatti carico dei problemi
politici ed economici. E ne hanno pagato le conseguenze
in occasione delle rispettive elezioni nazionali, perdendo
quote di consenso (cfr. grafico 1).
Vana Müller
Economista, UBS SA
A maggio 2014 si terranno le prossime elezioni
­europee. Dall’ultima tornata elettorale del 2009,
la crisi dell’euro ha minacciato la credibilità non solo
dell’unione monetaria ma anche della stessa Unione
europea (UE). La costituzione di un nuovo Parlamento Europeo potrebbe però aiutare ad arginare
i rischi politici della crisi per i mercati finanziari.
Paradossalmente, le accese discussioni sulle opportunità e
sui rischi dell’unione monetaria hanno accelerato, anziché
ostacolare, l’integrazione politico-economica negli ultimi
anni. L’istituzione di meccanismi di stabilità (EFSF, ESM), le
previste tappe verso l’unione bancaria e il potenziamento
istituzionale dell’Eurozona e dell’UE ne danno testimonianza.
L’insoddisfazione degli elettori però è rivolta all’attuale
offerta politica a livello nazionale più che al modello di
architettura europea proposto. La maggiore domanda
di alternative politiche quali «Alternative für Deutschland»
in Germania, «Syriza» in Grecia e «Movimento 5 Stelle»
in Italia ci sembra innanzitutto dettata da un sentimento
di anti-establishment nel panorama nazionale e non da
un genuino antieuropeismo.
Matrimonio di scopo piuttosto che radicalizzazione
Da una prospettiva ideologica, si potrebbe credere che
uno spettro sempre più fitto di partiti conduca a una maggioranza politica basata innanzitutto su orientamenti politici rispettivamente di sinistra e di destra. I partiti anticonformisti emergenti, quindi, radicalizzerebbero la politica.
Fig. 1: Guadagni e perdite dei partiti tradizionali1 rispetto alle ultime elezioni nazionali (2011–2013)
In %
5
1 Partiti
0
GRE Grecia (PASOK, ND)
IRL Irlanda (Fine Gael, Fianna Fáil)
FIN Finlandia (SDP, Kok., Kesk.)
ITA Italia (PD, PdL)
ESP Spagna (PSOE, PP)
FRA Francia (PS, UMP)
NED Paesi Bassi (PvdA, CDA, D66, VVD)
AUT Austria (SPÖ, ÖVP)
LUX Lussemburgo (LSAP, CSV, DP)
GER Germania (SPD, Union, FDP, Grüne)
MLT Malta (MLP, PN)
POR Portogallo (PS, CDS-PP, PSD)
CYP Cipro (AKEL, DIKO, DISY, EDEK)
–5
–10
–15
–20
–25
–30
–35
–40
GRE*
IRL*
FIN*
ITA*
ESP
FRA
NED*
* Paesi in cui attualmente esiste un cosiddetto matrimonio di convenienza.
Fonti: Pubblicazioni ufficiali, UBS
20
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
AUT*
LUX*
GER*
MLT
POR*
CYP*
considerati:
Politica globale
Tuttavia, la realtà nei paesi europei è ben diversa, infatti si
creano piuttosto sempre più coalizioni che valicano i solchi
ideologici.
I partiti tradizionali, che nel tempo hanno stabilito solidi
contatti con le sfere dell’economia e della società, sembrano disposti a difendere il proprio status alleandosi con
gli avversari ideologici storici anziché con nuovi soggetti
politici ideologicamente più affini, che invece condannano
violentemente simili intrecci.
Previsioni per le elezioni al Parlamento europeo
Se le tendenze politiche nazionali si riflettessero nelle
­prossime elezioni europee, potrebbe emergere il seguente
scenario:
in termini quantitativi, aumenterebbe la rilevanza dell’antiestablishment e dei partiti antieuropeisti in Parlamento.
I gruppi socialista (S&D) e conservatore (PPE) perderebbero
voti proprio come accaduto ai partiti tradizionali nazionali
(cfr. grafico 2). Questi potrebbero allora aspirare a una collaborazione più stretta che in passato. La conseguente
maggioranza politica sarebbe sufficientemente ampia per
portare avanti una politica economica «moderata» e conferire nuova spinta all’integrazione europea.
Implicazioni per i mercati finanziari
Per i mercati finanziari saranno interessanti soprattutto le
possibili conseguenze politico-economiche e finanziarie
delle elezioni.
A livello europeo
Una «grande coalizione» a livello europeo aiuterebbe a
contrastare la crisi dell’euro. A fronte della grande frammentazione politica, crediamo che si tenderà a tollerare un
eventuale ammorbidimento o rinvio delle necessarie misure
politiche in materia economica e fiscale dovuto all’opposizione delle rispettive lobby. Un simile alleggerimento dei
principi potrebbe verificarsi anche nel quadro di un ulteriore sviluppo di strumenti di salvataggio a livello europeo
e di una loro applicazione in singoli paesi.
In sostanza, la politica si barcamenerebbe portando avanti
a piccoli passi il progetto di coordinamento della politica
economica a livello europeo, senza grandi sorprese ma
anche senza drastici scossoni. Se i mercati finanziari si sono
ormai abituati a una minore volatilità dei premi di rischio
politico, i rischi di una radicalizzazione della politica
potrebbero essere ancora sopravvalutati. Se dopo le elezioni si formasse realmente una grande coalizione, il premio di rischio politico potrebbe scendere ulteriormente a
breve termine. Nel lungo periodo, il rinvio di riforme strutturali e fiscali fondamentali, tuttavia, peserebbe sulla competitività e non consentirebbe la riduzione del livello di
debito necessaria a diminuire la vulnerabilità di tali paesi.
A livello nazionale
Riteniamo che le elezioni europee possano sortire effetti
sulla politica dei singoli paesi solo nei casi in cui siano previste elezioni nazionali nel giro di un anno o di formazione
di una grande coalizione. Se l’esito elettorale europeo mettesse in luce sostanziali variazioni di consenso per i singoli
partiti politici, allora i contrasti per il posizionamento
potrebbero acuirsi o potremmo assistere a scioglimenti di
coalizioni con conseguenti nuove elezioni. Altrimenti giudichiamo scarsamente rilevanti le elezioni europee per il
panorama politico nazionale.
Fig. 2: Gruppi politici al Parlamento Europeo (7ma legislatura 2009–2014)
Come da ordine di disposizione nell’aula plenaria
ALDE
85
Verts/ALE
PPE
275
GUE/NL Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica
S&D Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo
58
S&D
194
56
32
31
GUE/NL
ECR
EFD
NI
Verts/ALE Gruppo Verde / Alleanza libera europea
ALDE Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa
PPE Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico Cristiano)
ECR Conservatori e Riformisti europei
EFD Gruppo «Europa della Libertà e della Democrazia»
NI Senza gruppo
34
Le elezioni europee si terranno tra il 22 e il 25 maggio 2014 per l’ottava volta. Dopo il Trattato di Lisbona il numero totale dei membri al Parlamento Europeo sarà di 751 (precedentemente: 765).
La Germania è il paese più grande e rappresentato con 96 deputati, Estonia, Lussemburgo, Malta e Cipro inviano solo 6 deputati. In quasi tutti i paesi è in vigore una soglia di sbarramento
dal 3 al 5% e in sei paesi (Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Polonia, Regno Unito) il territorio nazionale è suddiviso in circoscrizioni. Nel corso dell’attuale legislatura, i deputati europei si sono
organizzati in sette gruppi ideologici e un gruppo di deputati (non Iscritti NI). Un gruppo può inglobare anche diversi partiti europei ma deve contare almeno 25 deputati rappresentativi di almeno
un quarto degli Stati membri.
Fonte: Parlamento Europeo
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
21
Politica svizzera
Immigrazione e salari nell’agenda politica
La limitazione dell’immigrazione e la parità salariale chiameranno di nuovo
alle urne gli elettori svizzeri.
zera permanente, cioè a circa 16 000 persone. Questa iniziativa però va anche oltre: Ecopop chiede alla Svizzera di
investire ogni anno il dieci per cento della spesa per la cooperazione allo sviluppo e precisamente in misure per promuovere la pianificazione famigliare volontaria. L’obiettivo
è frenare la crescita demografica e nel lungo termine
garantire in tal modo le basi naturali e la qualità della vita.
Sibille Duss
Economista, UBS SA
Un tema che continua ad animare la politica e la popolazione è l’immigrazione. Dall’abolizione dei contingenti nel
2007, l’immigrazione netta degli stranieri ha contato ogni
anno in media quasi 74 000 unità. Solo nei primi undici
mesi del 2013 sono immigrate in Svizzera 78 487 persone.
In ragione dell’elevato tasso di immigrazione negli ultimi
anni la percentuale di stranieri tra la popolazione permanente ha visto un costante incremento e due anni fa, con il
23,3%, ha raggiunto un valore record nel confronto internazionale.
Il mercato del lavoro svizzero finora è riuscito ad assorbire
bene il flusso migratorio, infatti la disoccupazione in Svizzera è bassa. Nonostante un tasso di disoccupazione
ridotto nel confronto internazionale, il sostenuto ritmo
immigratorio risveglia sempre più spesso tra la popolazione
timori per la sicurezza del posto di lavoro. Anche gli effetti
dell’immigrazione sul livello dei salari e sull’ambiente sono
sempre più spesso oggetto di dibattito. Per queste ragioni
la richiesta di una limitazione si fa sempre più energica.
Dopo aver già votato, a febbraio, sull’immigrazione, con
riferimento all’iniziativa del partito popolare svizzero
(UDC), con l’iniziativa dell’organizzazione ambientalista
«Stop alla sovrappopolazione – sì alla conservazione delle
basi naturali della vita», tra breve si tornerà alle urne. A
fine anno o nel corso del prossimo anno, gli elettori
potranno quindi esprimere la loro opinione in merito a
questa tematica. L’iniziativa di Ecopop vuole limitare l’immigrazione netta annua allo 0,2% della popolazione sviz22
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Aumento dell’immigrazione dagli Stati periferici
L’immigrazione è governata sia da fattori legati alla
domanda, quindi la richiesta di manodopera da parte delle
aziende svizzere, sia da fattori legati all’offerta. Se la situazione economica nei paesi di origine è piuttosto fosca,
saranno più numerose le persone che decideranno di emigrare. I dati recenti mostrano ad esempio che l’immigrazione da Spagna e Portogallo nel corso dell’ultimo anno è
cresciuta più di quella da Germania o Gran Bretagna. Negli
Stati europei periferici la disoccupazione è molto aumentata dallo scoppio della crisi finanziaria e gli abitanti di
questi Stati cercano con sempre maggiore frequenza
lavoro in paesi economicamente più stabili (vedi riquadro).
La limitazione dell’immigrazione non è conciliabile con i
contratti bilaterali con l’UE. I contratti bilaterali sono stati
ratificati con una cosiddetta clausola-ghigliottina che stabilisce che in caso di disdetta di uno dei sette accordi settoriali risulteranno nulli anche tutti gli altri accordi. Ed elimina
impulsi positivi per l’economia svizzera. Secondo uno studio dell’università di Basilea, l’economia svizzera è cresciuta
in termini pro capite grazie alla libertà di circolazione delle
persone e anche la produttività sul lavoro ne ha tratto
beneficio1.
1
Can, Ensar; Ramel, Nathalie, Sheldon, George (2013): Effetti della
libertà di circolazione delle persone sullo sviluppo economico della
Svizzera, Forschungsstelle für Arbeitsmarkt- und Industrieökonomik,
Università di Basilea, Basilea
Politica svizzera
Altre iniziative relative al mercato del lavoro
Un altro tema presente nell’agenda politica è la disuguaglianza dei salari. Lo scorso anno, con l’iniziativa Minder e
l’iniziativa 1:12, sono state sottoposte al vaglio del popolo
svizzero due proposte finalizzate a limitare i salari più alti.
Anche quest’anno i cittadini svizzeri esprimeranno il loro
voto sullo stesso tema, questa volta nello specifico sull’introduzione di un salario minimo. L’iniziativa Mindestlohn
propone di fissare il salario minimo orario in ogni settore a
CHF 22, per un salario mensile di circa CHF 4000. Questa
indicazione centralizzata dei salari minimi farebbe vacillare
una delle più importanti conquiste del mercato del lavoro
liberale svizzero.
In Svizzera le trattative sui salari vengono gestite singolarmente per settore e/o Cantone e permettono così un
migliore adeguamento alle condizioni specifiche nelle
diverse regioni e settori.
Le conseguenze di un aumento dei gruppi salariali più
bassi sarebbero estremamente diversificate, a seconda dei
settori. Mentre nel settore «Fornitura di altri servizi primariamente alla persona» (p. es. parrucchiere) la quota degli
equivalenti a tempo pieno che guadagnano meno di CHF
4000 al mese è superiore al 60%, nell’industria metallurgica tale percentuale si riduce al solo 7%. I settori con la
maggiore quota di occupati con salari inferiori alla soglia
minima sono, oltre ai citati servizi alla persona, anche la
gastronomia e il settore alberghiero, i servizi di pulizia per
edifici, giardinaggio e cura del paesaggio, commercio al
dettaglio e industria alimentare. In totale in Svizzera circa
l’11% degli occupati beneficerebbe di un incremento della
soglia salariale minima.
Nel confronto internazionale tale salario minimo misurato
sullo standard di vita è elevato. Infatti l’importo proposto
dall’iniziativa corrisponde al 67% del salario mediano svizzero. In altri paesi, a eccezione della Turchia, il salario
minimo è molto più basso rispetto al salario mediano.
Un salario minimo di tale entità rappresenterebbe un notevole freno alla competitività svizzera in alcuni settori, ad
esempio nel turismo orientato all’esportazione. In questo
settore molte aziende già alle attuali condizioni lottano
con margini ridottissimi e un incremento dei salari più bassi
acuirebbe ulteriormente il problema.
Secondo l’inchiesta salariale UBS vi sono più candidature dall’UE
Recentemente sono aumentate le candidature dall’area
UE. È ciò che rivela l’ultima inchiesta salariale UBS.
La crescita economica dei paesi UE ha rallentato dal
2010 e la disoccupazione negli Stati periferici ha registrato un forte incremento. Di fatto la maggioranza delle
aziende intervistate nell’inchiesta salariale UBS 2012 ha
affermato di avere ricevuto un maggior numero di candidature dall’area UE rispetto all’anno precedente.
Secondo il nostro sondaggio le candidature sono state
maggiori per il settore terziario rispetto a quello secondario. Nel 2013 la maggioranza delle aziende intervistate
in Svizzera ha indicato di avere ricevuto all’incirca lo
stesso numero di candidature rispetto all’anno precedente. È interessante notare che i partecipanti all’inchiesta 2013 hanno ricevuto più candidature dai paesi periferici che dai paesi core, nell’anno precedente la situazione
era esattamente l’opposto. Tale variazione potrebbe
dipendere dal fatto che la Germania e i paesi scandinavi
si sono ripresi più velocemente dalla crisi rispetto agli
Stati periferici e godono di una situazione sul mercato
del lavoro migliore.
Mentre l’aumento dell’offerta di forza lavoro straniera nel
2012 per la maggior parte delle aziende intervistate ha
ancora condotto a un incremento delle assunzioni da tale
area, al maggior numero di candidati del 2013 è seguito
un maggior numero di assunzioni solo in pochi casi.
Dal 1989 UBS svolge un’inchiesta salariale annuale.
All’ultima inchiesta, condotta dal 18 settembre al 15
ottobre 2013, hanno partecipato 353 imprese e associazioni di imprenditori e di rappresentanti dei lavoratori
provenienti da 22 settori.
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
23
Politica svizzera
La riforma fiscale favorisce le PMI
La pressione internazionale invoca una riforma dell’imposizione delle
imprese in Svizzera. Si chiede l’abolizione degli statuti fiscali cantonali.
A beneficiare della riforma sarebbero le PMI, per le quali le imposte
sull’utile si ridurrebbero.
conomia nazionale, queste aziende creano anche posti di
lavoro ben retribuiti e domanda per subfornitori nazionali,
che a loro volta generano sostanza fiscale.
Elias Hafner
Economista, UBS SA
L’imposizione svizzera delle imprese è bersaglio di forti
­critiche internazionali. L’oggetto del contendere sta soprattutto nell’imposizione agevolata dei ricavi realizzati all’estero rispetto a quelli in Svizzera. Ora gli altri Stati premono
sulla Confederazione affinché introduca regole e condizioni
più severe per le imprese in Svizzera. Questo aumenta l’incertezza del diritto e della pianificazione per le aziende
domiciliate nella Confederazione, incitandole a emigrare.
Gamma di provvedimenti
Per conseguire gli obiettivi della riforma si propongono tre
orientamenti politico-fiscali. Primo: l’introduzione di misure
sostitutive dirette per l’attuale imposizione agevolata. Non
si farebbe più distinzione tra ricavi nazionali ed esteri, tuttavia si concederebbero agevolazioni fiscali che andrebbero a
vantaggio soprattutto di società mobili a livello internazionale. Il modello è quello della cosiddetta «licence box».
Secondo: la competitività fiscale dovrebbe essere garantita
da riduzioni dell’imposta sull’utile cantonale. E da ultimo, si
propone un arsenale di agevolazioni fiscali per potenziare
l’attrattiva della Svizzera in generale.
Una licence box garantisce un’imposizione agevolata dei
ricavi derivanti da diritti su beni immateriali (PI). Quello di
proprietà intellettuale è un concetto che può estendersi da
un brevetto al know-how commerciale interno all’azienda.
Pari trattamento di ricavi svizzeri ed esteri
Il principio di fondo è che: quanto più estesa è la definiTrattenere le imprese in Svizzera è l’obiettivo della Riforma
III dell’imposizione delle imprese. Dovrebbe ripristinare l’ac- zione del concetto, tante più aziende possono beneficiare
cettazione internazionale del sistema fiscale federale, tute- di un’agevolazione fiscale. In questo modo, però, diminuirebbero anche l’accettazione internazionale di questa impolando allo stesso tempo la competitività fiscale della Svizsizione e il gettito fiscale. Il Consiglio federale, quindi, non
zera. Stando al Rapporto all’attenzione del Dipartimento
auspica l’introduzione di un «super box» universale e consifederale delle finanze (DFF), il sistema riformato dovrebbe
glia di rifarsi unicamente alle prassi vigenti in altri Paesi.
soddisfare due punti centrali: come prima cosa, nessuna
discriminazione tra ricavi realizzati internamente e all’estero; Oltre al Liechtenstein, gli Stati del Benelux e il Regno Unito,
in secondo luogo, le nuove misure devono essere giustifica- la licence box esiste anche in Spagna e Francia. Proprio i
bili dal punto di vista della sistematica fiscale o applicate in Cantoni maggiormente colpiti non potrebbero evitare di
ridurre le loro imposte sull’utile. Per rimanere competitivi a
almeno in uno Stato membro dell’OCSE. Le holding, le
società di domicilio e miste, che finora godono di un’impo- livello internazionale, la letteratura propone un limite massimo dell’aliquota effettiva del 14%. Al momento, solo cinsizione agevolata, dovrebbero essere abolite.
que Cantoni offrono aliquote inferiori (cfr. figura).
Se in seguito all’abolizione di questo regime si verificasse
Sgravio per aziende innovative
una fuga delle imprese, le ripercussioni sarebbero ingenti.
Per sapere chi saranno i beneficiari e le vittime della riforma
A livello federale, queste società pagano 3,6 miliardi di
franchi, pari alla metà di tutte le imposte sull’utile. Sebbene III dell’imposizione delle imprese, bisogna attendere la conl’aliquota sull’utile sia più bassa a livello cantonale e comu- figurazione definitiva della stessa. L’economia svizzera e gli
enti di diritto pubblico hanno a lungo beneficiato del
nale, anche in questa prospettiva circa il 20% del gettito
proviene da imprese a fiscalità agevolata. Ancora più deva- sistema vigente. In retrospettiva, la Svizzera ha molto da
perdere con la riforma, l’estero da guadagnare. Ma il Consistanti potrebbero essere le conseguenze indirette. Infatti,
accanto al loro substrato fiscale diretto e al contributo all’e- glio federale e i Cantoni ritengono che, qualora venisse
24
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Politica svizzera
vincitorI
Sfavoriti
Aziende favorite
• Imprese finora soggette al regime ordinario, che beneficerebbero di aliquote inferiori
• Imprese con attività e ricavi da attività «innovative» e/o
che beneficerebbero di ulteriori agevolazioni
Aziende
• Imprese finora soggette a regime agevolato che dovrebbero pagare più tasse
• Aziende colpite direttamente dall’espatrio di imprese
internazionali
Enti di diritto pubblico
• Cantoni con elevata attrattiva per motivi diversi da quelli
fiscali
• Cantoni con bassa imposizione ordinaria
• Cantoni con elevato margine finanziario
Enti di diritto pubblico
• Confederazione, per via di un gettito minore e pagamenti
di compensazione
• Cantoni maggiormente dipendenti da società a statuto
particolare
• Cantoni con prestazioni aggiuntive o gettito minore dalla
Nuova perequazione finanziaria (NPC)
mantenuto il sistema attuale, gli eventuali svantaggi di possibili rappresaglie potrebbero essere anche maggiori. Anche
all’interno della Svizzera stessa c’è chi guadagna e chi perde
(riquadro). Nei Cantoni dove l’aliquota verrebbe ridotta, le
imprese finora soggette al regime ordinario potrebbero
beneficiare di sgravi. Si tratta in gran parte di piccole e
medie imprese (PMI). Invece, le imprese direttamente colpite da possibili dislocazioni all’estero subirebbero pesanti
perdite.
La futura attrattiva fiscale in questi casi dipende da eventuali possibilità di compensazione, pagamenti di compensazione e dalla configurazione delle licence box. Quanto più
stretto è il legame tra ricavi e «innovazione» tanto più questi possono essere tassati nel regime privilegiato della
licence box. Per capire il livello di innovazione si può guardare alla concentrazione dei brevetti. A Basilea, Neuchâtel e
Vaud si contano relativamente molte richieste di brevetto, il
che potrebbe consentire una distinzione anche in un box
«ristretto». La concentrazione di brevetti a Ginevra è tuttavia sotto la media di tutti i Cantoni. Per via del limitato margine finanziario, di aliquote ordinarie più alte e dell’elevata
dipendenza dal commercio di materie prime, la riforma
potrebbe rappresentare una grande sfida proprio in questi
Cantoni.
Per i Cantoni e i Comuni vale che: quanto maggiore è l’attrattiva dell’ubicazione sotto profili diversi da quelli fiscali,
quanto minore è l’imposizione ordinaria e quanto maggiore
è il margine finanziario, tanto meglio. Al contrario, se la
dipendenza da società a statuto particolare è rilevante e la
possibilità di fare distinzione tra ricavi nazionali ed esteri in
virtù delle nuove regole è bassa, la riforma può avere
pesanti ripercussioni. In alto a destra nel grafico sono indicati i Cantoni fortemente dipendenti da società a statuto
particolare e con aliquote attuali relativamente elevate.
Zugo e Sciaffusa, con riduzioni fiscali di 2–3 punti percentuali potrebbero tornare a essere competitivi. Una riduzione
dell’imposta sull’utile di quest’ordine potrebbe non essere
sostenibile per i rimanenti cinque Cantoni.
C’è ancora molto da chiarire
In estate si aprirà la procedura di consultazione. Fino all’entrata in vigore prevista per il 2018, resta ancora molto da
chiarire. La Svizzera fa bene a vagliare le sue possibilità nel
quadro delle prassi fiscali adottate nelle ubicazioni concorrenti. Anche lì, infatti, non è garantita la certezza del diritto
e della pianificazione.
Sfide ambiziose per i centri finanziari
Aliquota effettiva di imposta sugli
utili di persone giuridiche, in %
26
24
22
20
SO
VS
AG
18
TG
16
FR
SG
NE
SH
AI
AR
OW
12
BS
BL
GL
UR
14
10
TI
ZH JU
GR
GE
VD
BE
0
LU
SZ
NW
10
ZG
20
30
40
50
60
Percentuale di entrate da imposte sugli utili di imprese a fiscalità agevolata, in %
Concentrazione di brevetti, numero di brevetti pro capite
molto elevato
elevato
medio
sotto la media
basso
Fonti: UST, Hinny, EFD, OCDE, UBS
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
25
Politica svizzera
Inflazione e deflazione – determinanti
per i pensionati di oggi e di domani
Le rendite di vecchiaia da casse pensione solitamente non sono indicizzate
all’andamento dei prezzi: l’inflazione riduce quindi il potere d’acquisto
dei pensionati. La deflazione, invece, implica un rischio minore per il singolo
pensionato e il suo capitale di previdenza. Sebbene l’AVS venga finanziata
con il principio di ripartizione, anche in questo caso l’andamento dei prezzi
e dei salari assume un ruolo chiave.
Veronica Weisser
Economista, UBS SA
Spesso il pensiero dell’inflazione o della deflazione mette
un senso di disagio, talvolta di timore. Questi fenomeni
sono sostanzialmente una questione di redistribuzione.
L’inflazione svaluta i risparmi, ma anche i debiti, e redistribuisce quindi in generale le risorse dai risparmiatori ai
debitori. La deflazione fa il contrario, aumenta il potere
d’acquisto dei risparmi ma anche l’indebitamento reale.
Visto che il sistema della previdenza di vecchiaia è il più
grande bacino di risparmio della Svizzera, vale la pena di
interrogarsi su come inflazione e deflazione incidono sui
tre pilastri della nostra previdenza di vecchiaia.
Le rendite di vecchiaia da casse pensione non vengono adeguate all’inflazione
Quasi la metà dei risparmi dei privati svizzeri, circa l’8%
del reddito disponibile, confluisce ogni anno nel 2° pilastro. Il capitale ndelle casse pensione e nelle fondazioni di
libero passaggio, superiore a 800 miliardi di franchi, supera
addirittura il prodotto interno lordo svizzero (cfr. figura 1).
Poiché le casse pensione devono investire il proprio capitale con approccio relativamente conservativo, la componente obbligazionaria nei loro portafogli è elevata, solitamente attorno al 75%. Le obbligazioni di solito non
26
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
proteggono contro l’inflazione e un aumento dei tassi d’inflazione minaccia quindi il potere d’acquisto del capitale.
La perdita di potere d’acquisto ricade direttamente sui
pensionati, visto che le casse pensione non prevedono
un’indicizzazione all’inflazione per le rendite di vecchiaia.
Chi a 65 anni riceve una rendita di vecchiaia fissa da cassa
pensione, all’età di 90 anni disporrà ancora solo del 60%
del potere d’acquisto originario, in caso di inflazione media
del 2% (cfr. figura 2). Il potere d’acquisto scende addirittura al 28% in caso di inflazione media del 5%. Anche l’avere di vecchiaia nella cassa pensione dei lavoratori attivi
subisce una riduzione se la remunerazione dell’avere di
vecchiaia non riesce a stare al passo con l’inflazione.
L’inflazione non è solo una sventura
Lavoratori e pensionati sono i classici risparmiatori nel
2° pilastro e quindi le potenziali vittime in caso di inflazione. Per i lavoratori e i loro figli, però, un aumento
del costo della vita può essere anche una benedizione.
Fig. 1: Il sistema di previdenza è il più grande bacino
di risparmio della Svizzera
Attivo in casse pensione e da contratti assicurativi (in mld. di CHF)
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
2004
2005
2006
Patrimonio di previdenza totale
Attivi da contratti assicurativi
Fonti: UST, UBS
2007
2008
2009
Attivi in casse pensione
2010
2011
2012
Politica svizzera
Non avendo tenuto sufficientemente conto della migliorata
aspettativa di vita degli attuali pensionati nel calcolo
dell’importo della loro rendita, in passato le casse pensione
hanno conferito rendite fisse troppo elevate. Negli anni
scorsi si tendeva a colmare le carenze così venutesi a creare
nel capitale delle casse pensione abbassando la remunerazione sul capitale dei lavoratori attivi anziché sul capitale
dei pensionati. Quasi certamente anche in futuro saranno
i lavoratori attivi a finanziare simili risanamenti, ma l’inflazione potrebbe alleviare questa redistribuzione dai lavoratori ai pensionati attraverso due effetti. Se i tassi d’interesse
aumentano a fronte di una maggiore inflazione, le casse
pensione subiscono dapprima una perdita nel proprio portafoglio obbligazionario. A lungo termine, però, i maggiori
interessi/rendimenti potrebbero finanziare meglio le rendite
fisse già concesse. Non bisogna poi dimenticare che anche
i salari aumentano con l’inflazione. In questo caso, i contributi nominali dei lavoratori alle casse pensione aumenterebbero. Le carenze nel capitale delle casse pensione
potrebbero così essere finanziate attraverso una più ampia
base salariale e contributiva, abbassando la redistribuzione
percentuale a carico del capitale dei lavoratori.
r­ ilevante. La perdita del potere d’acquisto potrebbe essere
scongiurata solo se i rendimenti del mercato monetario e
degli investimenti obbligazionari nei conti 3a e 3b superassero l’inflazione, o se la componente azionaria nei conti
del 3° pilastro compensasse per le perdite obbligazionarie
dovute all’inflazione.
La deflazione, invece, manterrebbe a lungo termine e addirittura aumenterebbe il potere d’acquisto degli investimenti
nel mercato monetario e obbligazionario del 3° pilastro.
Al contrario, in caso di deflazione sono prevedibili perdite
su investimenti azionari.
AVS: i salari tengono il passo dei prezzi al consumo?
Nel fondo di compensazione AVS restano 30 miliardi di
franchi di capitale di previdenza svizzero. Ma nel 1° pilastro
del sistema previdenziale, il finanziamento tramite risparmi
ha un ruolo secondario. Nel principio di ripartizione si utilizzano invece gli attuali contributi dei lavoratori per finanziare
le attuali prestazioni del 1° pilastro. Il finanziamento
dell’AVS è quindi sostanzialmente una questione demografica. Gli ultimi calcoli rivelano che, per effetto delle dinamiche demografiche, il fondo di compensazione AVS verrà
completamente svuotato nel giro dei prossimi dieci –
Le tendenze deflazionistiche aumenterebbero il potere
vent’anni. Ma inflazione e deflazione possono certamente
d’acquisto dei pensionati e degli averi di vecchiaia, inasprendo però la redistribuzione tra lavoratori e pensionati. influire sulla solidità del 1° pilastro. Le rendite AVS e AI,
infatti, vengono solitamente esaminate ogni due anni e adeSe salari e tassi d’interesse diminuiscono, i lavoratori
devono cedere una percentuale maggiore dei propri redditi guate all’indice misto dell’evoluzione dei prezzi e dei salari.
per colmare le carenze nelle casse pensione.
Diversi fattori determinano le entrate e le uscite
dell’AVS
La deflazione protegge il potere d’acquisto delle
Se l’indice misto influenza l’andamento delle uscite dell’AVS,
obbligazioni nel 3° pilastro
le entrate dipendono essenzialmente dallo sviluppo delle
Anche per le diverse centinaia di miliardi di franchi di
risparmi nel 3° pilastro della previdenza privata il rischio di masse salariali. La massa salariale aumenta se aumentano
i salari, ma anche se sale l’occupazione, spesso a braccetto
una perdita del potere d’acquisto dovuta a inflazione è
con una maggiore immigrazione. Se la massa salariale
avanza in linea con i prezzi al consumo, allora anche gli
aumenti di spese ed entrate del 1° pilastro sarebbero grosFig. 2: Nessuna indicizzazione all’inflazione delle rendite
somodo equivalenti. Tuttavia, appena la massa salariale
di vecchiaia da cassa pensione
­rallenta rispetto ai prezzi al consumo, l’indice misto crea
Andamento del potere d’acquisto di una rendita di vecchiaia da cassa pensione fissa con
inflazione del 2 e 5% e con deflazione del 2%
un’ulteriore carenza di finanziamento indipendente dall’andamento demografico. A causa della difficile situazione
180
economica, in Gran Bretagna i salari sono aumentati media160
140
mente solo dell’1,5% all’anno negli ultimi cinque anni, men120
tre l’inflazione media è stata del 3,1%. Un simile scenario in
100
Svizzera provocherebbe una carenza di finanziamento di
80
60
oltre 1 miliardo di franchi nell’AVS nel giro di cinque anni.
40
20
0
1965
1970
Inflazione del 5%
Fonte: UBS
1975
Inflazione del 2%
1980
1985
Deflazione del 2%
1990
Il finanziamento dell’AVS è agevolato se la massa salariale
cresce più velocemente dei prezzi al consumo, solitamente
in fasi di forte crescita economica unita a inflazione e
immigrazione. Per agevolare il finanziamento dell’AVS
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
27
Politica svizzera
anche in caso di deflazione, bisognerebbe abbassare le
rendite AVS più velocemente rispetto al calo della massa
salariale. Dubitiamo che la politica sia disposta a farlo.
Il probabile scenario in caso di deflazione, quindi, non
può escludere una carenza di finanziamento nell’AVS,
con un calo delle rendite AVS inferiore a quello della
massa salariale.
Limitata protezione contro l’inflazione attraverso
immobili residenziali
Gli immobili residenziali, la soluzione preferita per la
­previdenza di vecchiaia, offrono una protezione relativamente buona in fasi di elevata inflazione. Ciò è vero
soprattutto se, grazie all’inflazione, il proprietario beneficia della svalutazione reale dell’ipoteca a tasso fisso stipulata per il finanziamento dell’abitazione. Altrimenti, questa relazione non è sempre vera in caso di moderata
inflazione. A determinate condizioni, i prezzi immobiliari
possono evidenziare una stagnazione o addirittura scendere nonostante l’inflazione. Ciò
accade in particolare se i costi di
finanziamento salgono con l’inflazione e la domanda di immobili residenziali diminuisce di conseguenza.
flazione. Le obbligazioni non sono adatte a questo scopo.
La deflazione implica un rischio minore per il singolo pensionato e il suo capitale di previdenza.
La redistribuzione tra risparmiatori e debitori risultante da
scenari inflazionistici e deflazionistici influenzerà il potere
d’acquisto dei pensionati attuali e futuri. Queste redistribuzioni avvengono solitamente in modo lento e poco trasparente, suscitando malumori tra risparmiatori e debitori.
Interazione di demografia e inflazione
Nel caso della previdenza di vecchiaia si aggiunge un altro
elemento di redistribuzione, perché qui non si tratta solo
della perdita di potere d’acquisto del capitale di previdenza
risparmiato in caso di inflazione. Inflazione e deflazione
sono decisive anche per stabilire chi si fa carico dei costi
della maggiore durata di riscossione delle rendite dovuta
alla più lunga aspettativa di vita.
E infine è anche una questione
di redistribuzione. Il carico sull’attuale generazione di lavoratori,
scarsamente popolata, e sui loro
figli, potrà essere alleggerito semplicemente dall’assenza di indicizzazione all’inflazione delle rendite
AVS concesse alla generazione del
baby boom, che dal 2010 sta gradualmente raggiungendo l’età
della pensione? Per le rendite di
vecchiaia da cassa pensione non è
solitamente prevista un’indicizzazione all’inflazione: in caso
di aumento dell’inflazione, la politica eserciterà maggiore
pressione sulle casse pensione, a danno dei giovani lavoratori e dei loro figli, per spingerle a concedere determinati
adeguamenti all’inflazione? La sfida sarà quella di garantire
pari trattamento anche alle generazioni future, nonostante
la forte dominanza della vecchia generazione nel bacino
elettorale.
« In caso di inflazione,
i proprietari immobiliari
beneficiano della svaluta­
zione reale della propria
ipoteca a tasso fisso. In caso di deflazione, occorre
inoltre considerare l’aumento
dell’indebitamento reale da ipoteca. Se i salari scendono insieme
ai prezzi al consumo, allora si è costretti a onorare gli
obblighi ipotecari con una disponibilità di reddito inferiore. Gli immobili possono quindi regalare un netto vantaggio nella previdenza di vecchiaia solo in pochi scenari
inflazionistici.
Nella previdenza di vecchiaia è indispensabile
provvedere in modo autonomo
Gli attuali e i futuri pensionati dovrebbero considerare
che, in caso di inflazione, le loro rendite di vecchiaia da
cassa pensione perdono continuamente potere d’acquisto
nel corso degli anni. Anche in caso di inflazione contenuta o moderata. I lavoratori attivi farebbero quindi bene
ad accantonare risparmi supplementari per i successivi
anni di pensione, da investire in classi d’investimento quali
azioni, immobili e materie prime (ad esempio l’oro), che
garantiscono almeno una protezione parziale contro l’in-
28
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
»
Settori
Settori
Indomita tendenza rialzista nell’industria
I risultati del sondaggio nell’industria confermano la svolta in positivo.
Gli ordinativi aumentano mentre gli affari e il livello di produzione restano
stabili nel confronto annuale. Le imprese del terziario giudicano ancora
­positivamente il proprio andamento degli affari, sostenuto anche da una
domanda in crescita.
la prima volta da giugno 2011 gli ordinativi sono tornati in
territorio positivo, e quindi a fine anno questo indicatore è
aumentato rispetto all’anno prima. Purtroppo non si può
dire lo stesso per gli ordinativi dall’estero, per i quali non
sembra neppure imminente una svolta. Ma grazie al buon
flusso di ordinativi dalla Svizzera, il livello di produzione è
aumentato e quasi tutti gli intervistati giudicano positivamente la situazione generale degli affari.
Sibille Duss
Economista, UBS SA
I risultati del sondaggio rivelano che l’economia interna è
sostanzialmente solida. Le imprese lamentano ancora una
certa vulnerabilità delle esportazioni di fronte alla mediocre
congiuntura nell’UE. Nell’industria si moltiplicano i segnali
di una ripresa sostenibile. Per la prima volta da giugno
2011, infatti, quasi tutte le imprese riferiscono un miglioramento nella situazione degli ordinativi, anche se la
domanda dall’estero resta in calo. Ma anche qui si inizia ad
avvertire la svolta, visto che per molte imprese la situazione
è in continuo miglioramento dal mese di agosto dello
scorso anno. A dicembre la produzione e il generale andamento degli affari nell’industria si sono stabilizzati sul livello
dello scorso anno. Il numero di occupati presso le società
industriali è giudicato ancora troppo elevato, benché anche
per questo indicatore sia possibile parlare di una svolta
imminente. Al capitolo utili restano le difficoltà per l’industria, visto che questo indicatore non è più riuscito a portarsi in territorio positivo dallo scoppio della crisi nel 2008.
Nell’elettrotecnica, settore al quale ascriviamo anche l’orologeria e la produzione di strumenti di precisione e attrezzature medicali, la ripresa negli ultimi mesi dell’anno è stata
piuttosto fiacca. Gli ordinativi hanno registrato una nuova
leggera flessione nell’ultimo trimestre 2013 e anche il livello
di produzione è peggiorato ancora nella maggior parte dei
casi. In generale, le imprese lamentano ancora una compressione dei margini, dovuta tra le altre cose anche al calo
dei prezzi. Come per l’industria meccanica, anche per
quella metallurgica la situazione degli utili non è così rosea
e gran parte degli intervistati riferisce ancora difficoltà.
Nel settore chimico le cose vanno bene. Gli ordinativi sono
aumentati, anche se la domanda dall’estero resta in flessione. Il livello di produzione è migliorato quasi per tutti e
Ordinativi in ingresso nel settore industriale
Dati ripartiti a livello stagionale
50
40
30
30
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
20
10
0
Andamento negli ultimi tre mesi
Fonti: KOF, UBS
Prodotti
intermedi
Beni di
consumo
Materiali
Generi
alimentari
Chimica
Metalli
Elettrotecnica
–20
Macchinari
–10
Industria
Le industrie meccanica, elettrotecnica e metallurgica
vedono la luce in fondo al tunnel
La situazione economica è eterogenea nell’industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica. Nel settore meccanico, quasi tutte le imprese riferiscono una situazione
migliore rispetto a un anno fa. Gli ordinativi sono aumentati nella maggioranza dei casi e anche il giudizio sugli
affari è generalmente positivo. La situazione è migliorata
negli ultimi mesi anche per le imprese metallurgiche. Per
Andamento atteso nei prossimi tre mesi
Settori
anche l’andamento degli affari viene giudicato soddisfacente già dal mese di marzo dello scorso anno. Gli utili
sono l’unica cosa rimasta invariata nell’ultimo trimestre in
questo settore e anche la situazione occupazionale si è
risollevata negli ultimi mesi.
Buon andamento degli affari per i produttori
di generi alimentari
Anche le imprese dell’industria alimentare giudicano posi­
tivamente la situazione generale degli affari e riferiscono
un modesto miglioramento degli ordinativi nel confronto
annuale. Il livello di produzione, invece, e quello degli
ordinativi dall’estero sembrano non voler migliorare, e
negli ultimi tre mesi dello scorso anno nemmeno gli utili
hanno regalato sorprese positive ai produttori di generi
alimentari.
Per i produttori di materiali (tessili, carta e legno) le
chance di una ripresa sostenibile restano negative. Negli
ordinativi dall’estero non si scorge alcuna svolta e anche
la situazione degli affari ottiene un giudizio negativo da
luglio 2011. Se la situazione sul mercato del lavoro si era
un po’ tranquillizzata a metà dello scorso anno, negli
ultimi mesi molte imprese del settore tornano a segnalare
un eccessivo numero di collaboratori. E certamente il settore non può trovare serenità nel continuo calo dei prezzi
che lo affligge dal terzo trimestre 2008.
Ripresa degli utili nell’edilizia
Gli utili nell’edilizia sono migliorati nel secondo semestre
rispetto al trimestre precedente. Era accaduto solo una
volta dal secondo trimestre 2011. Se si esclude questa
compressione dei margini, l’edilizia continua a prosperare.
Il porta­foglio ordini delle imprese indicava il tutto esaurito
a fine anno e anche lo sfruttamento delle capacità è
molto elevato ormai da anni. Grazie a ottimi dati per tutti
gli indicatori, a fine anno le imprese hanno espresso soddisfazione per i propri affari.
Mentre gli utili per le imprese di costruzione sono passati
in territorio positivo solo nella seconda metà dell’anno,
quelli degli studi di architettura e ingegneria, che annoveriamo nel settore dei servizi, migliorano continuamente già
dal secondo trimestre 2011. Come nell’edilizia, la situazione è ottima anche in questo settore. La domanda è
inarrestabile da anni, anche se negli ultimi mesi dello
scorso anno si è registrato un leggero rallentamento, probabilmente riconducibile a effetti stagionali. Nonostante la
fiorente situazione, la maggior parte degli studi ritiene che
i propri organici siano troppo folti. Diversa invece la percezione delle imprese di costruzione, che nel sondaggio
hanno comunicato l’intenzione di assumere nuovo personale.
Dinamica ancora vigorosa per le società di servizi
Per le società di servizi la domanda è aumentata di nuovo
nel quarto trimestre, dopo la leggera flessione a metà
anno. In generale, la domanda di servizi è in continuo
aumento dal quarto trimestre 2009 in Svizzera. Per la prima
volta dal secondo trimestre 2012, le società riferiscono un
aumento degli utili. Questi dati positivi si riflettono anche
nel giudizio sugli affari, incoraggiante per la maggioranza
delle imprese. La ricerca di collaboratori da parte delle
aziende è testimoniata anche dai dati occupazionali dell’Ufficio federale di statistica. Nel terziario si è verificato il maggiore aumento di forza lavoro negli ultimi anni.
Per le imprese che offrono servizi economici, la domanda è
nuovamente cresciuta nel secondo semestre. Ma questo
non è stato l’unico indicatore a migliorare. Le imprese riferiscono un miglioramento anche nella propria situazione
economica e negli utili rispetto al trimestre precedente.
L’unica preoccupazione va alla continua compressione dei
prezzi dal primo semestre 2011.
Domanda nel settore dei servizi
Andamento negli ultimi tre mesi
Fonti: KOF, UBS
Turismo
Commercio
all’ingrosso
Trasporti e
comunicazione
Servizi
personali
Servizi
economici
20
15
10
5
0
–5
–10
–15
Servizi
Dati ripartiti a livello stagionale
Andamento atteso nei prossimi tre mesi
Per le imprese che offrono servizi alla persona, la situazione degli affari a fine anno è rimasta eccellente, benché
l’indice, a quota 50 punti, sia inferiore rispetto alla media
di lungo periodo. Anche gli utili di queste imprese sono
migliorati per il secondo trimestre consecutivo. Anche in
questo settore, come per quasi tutte le società di servizi, le
imprese sono alla ricerca di nuovi collaboratori e giudicano
l’attuale livello occupazionale troppo scarso.
Domanda in aumento nel commercio all’ingrosso
Negli ultimi mesi dell’anno, più società del commercio
all’ingrosso hanno riferito un incremento della domanda di
servizi. Allo stesso tempo, però, sono aumentate anche ­
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
31
Bergstation Caischavedra, Disentis | SchweizFotos.com
Settori
L’industria svizzera prende sempre più velocità e la ripresa
sembra sostenibile. È ciò che emerge dai dati recentemente pubblicati dell’indice svizzero dei direttori d’acquisto
per l’industria. A gennaio i dati hanno subito una nuova
leggera flessione ma l’indice sopra i 50 punti indica
comunque un’economia in espansione per i prossimi sei
mesi. La situazione economica non è però migliorata per
Nonostante la buona situazione degli utili nell’ultimo trimestre, i servizi del trasporto e delle comunicazioni devono tutti i segmenti dell’industria negli ultimi mesi, anche se in
linea generale è possibile parlare di una svolta imminente.
fare i conti con un calo della domanda, che pesa anche ­
Gli affari continuano ad andare a gonfie vele soprattutto
sul livello occupazionale, giudicato generalmente troppo
nel settore alimentare e chimico. Al momento l’elettrotecelevato. Ma nonostante l’indebolimento della domanda,
nica, uno dei segmenti industriali più virtuosi degli ultimi
il giudizio sulla propria situazione economica nell’ultimo
anni, fatica un poco, anche a causa della minore dinamica
trimestre resta eccellente e superiore alla media di lungo
nell’orologeria. Nel terziario la domanda è cresciuta
periodo.
ancora, motivando il giudizio molto positivo sugli affari in
questo settore. Tendenzialmente, grazie a una ripresa
Il miglioramento degli utili nel turismo conferma
soprattutto in Europa, per quest’anno prevediamo un
la ripresa
aumento delle esportazioni dell’industria. Ciò potrebbe
Nel turismo si conferma la tendenza rialzista degli ultimi
mesi. Negli ultimi mesi dell’anno i fatturati sono aumentati dare ulteriore impulso all’industria e tramutare la svolta in
rispetto a un anno prima per quasi tutte le aziende. Anche una ripresa sostenibile.
gli utili sono aumentati per la prima volta dal quarto trimestre 2008.
le scorte, come conseguenza della maggiore domanda.
Tuttavia, nel quarto trimestre le imprese giudicano positivamente la propria situazione degli affari, molto probabilmente anche grazie alla stabilizzazione degli utili. È la
prima volta che accade dal secondo trimestre 2011.
32
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Settori
Attrattiva di mercato e competitività
UBS, con l’ausilio di dati salariali, previsioni settoriali di lungo periodo e dei risultati del sondaggio redige un posizionamento settoriale
dell’economia svizzera. Gli assi mostrano la
media settoriale. L’industria chimica registra il
migliore posizionamento tra i settori per
quanto riguarda attrattiva di mercato e competitività. Anche le assicurazioni vantano una
buona posizione competitiva. Questo quadrante del grafico annovera anche il commercio all’ingrosso, i servizi economici, le banche,
così come l’industria elettrotecnica, meccanica
e il settore alimentare. Alimentari ed elettrotecnica sono riusciti ad aumentare le esporta-
zioni lo scorso anno. Ma questo incremento
nell’export non è l’unico fattore alla base della
loro elevata competitività. Nel 2013, anche il
settore metallurgico ha esportato più prodotti
rispetto all’anno precedente, e tuttavia la sua
competitività è ancora inferiore alla media. La
capacità competitiva e l’attrattiva di mercato
del turismo sono ancora sotto la media generale dell’economia svizzera, ma la distanza dal
valore medio è stata ridotta. Nello stesso quadrante del turismo e della metallurgia si trovano anche i settori tessile, abbigliamento e
calzature nonché carta, stampa ed editoria,
commercio al dettaglio e servizi alla persona.
alta
Posizionamento settoriale a lungo termine
Prestazioni preliminari
Intermediari
Chimica
Commercio all’ingrosso
Servizi economici
Trasporti, comunicazione
e informazione
Attrattività di mercato
Studi di architettura
e di ingegneria
Elettrotecnia Alimentari
Legno, altri prodotti diversi
dai metalli
Assicurazioni
Banche
Commercio al dettaglio
Turismo
Carta, stampa
ed editoria
Macchinari
Edilizia
Servizi alla
persona
Metalli
bassa
Creazione di valore
nominale lordo 2013
Tessile, abbigliamento,
pellame, calzature
debole
CHF 40 mld
CHF 20 mld
CHF 10 mld
CHF 5 mld
forte
Competitività
Fonti: BAK Basel, KOF, UST, UBS
È possibile rappresentare schematicamente le prospettive a lungo termine dei settori svizzeri in un’ottica bidimensionale.
Il potenziale della domanda (sull’asse verticale, rappresentato come attrattività del mercato) viene valutato in base alla
­crescita di mercato attesa nel lungo termine. Sul livello orizzontale si valuta come si presenta la posizione concorrenziale di
ciascuna azienda del settore dal punto di vista dell’offerta. A riguardo, tra gli altri fattori, vengono presi in considerazione
redditività e andamento della produttività. La dimensione del cerchio nel diagramma simboleggia la creazione di valore nel
2012 dei singoli settori. In linea di massima occorre ricordare che il posizionamento rappresentato nel grafico costituisce una
media del settore (rispetto alla media svizzera indicata dalle due linee nere). I singoli sottosettori e in particolare le singole
aziende potrebbero discostarsi nettamente dal valore medio fornito.
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
33
Settori
Panorama industriale
Dati ripartiti a livello stagionale
Industria
Ordinativi in
ingresso 1
2008
2010
Industrie
2012
Maschinen
Macchinari
2014
2008
2010
2012
2014
Elektrotechnik
Elettrotecnica
2008
2010
2012
2014
Metall
Metalli
2008
2010
2012
2014
Chemie
Chimica
2008
2010
2012
2014
superiore
invariato
inferiore
Portafoglio
ordini
dall’estero 2
superiore
invariato
inferiore
Produzione 1
superiore
invariato
inferiore
Situazione
degli affari 2
superiore
invariato
inferiore
Numero di
occupati 2
superiore
invariato
inferiore
Ricavi 3
superiore
invariato
inferiore
Prezzi di
vendita 3
superiore
invariato
inferiore
Dati strutturali
Posti a tempo pieno in 1000 4
Quota di addetti in PMI 5
Quota di addetti in grandi
aziende 5
Quota dell’export: 6
– negli USA
– nell’UE
– in Germania
– in Francia
– in Italia
– in Cina
Creazione di valore lordo reale
in CHF mld (2013) 7
Creazione di valore per posto a
tempo pieno in 1000 CHF 7
973,9
84%
97,2
65%
139,2
54%
95,6
88%
104,6
35%
16%
35%
46%
12%
65%
10,1%
58,5%
29,6%
7,8%
8,0%
3,7%
8,3%
53,4%
23,0%
6,9%
4,4%
9,4%
11,4%
49,6%
17,1%
6,6%
4,9%
5,4%
6,3%
76,9%
37,4%
7,5%
8,5%
3,0%
12,0%
57,3%
13,9%
7,2%
9,0%
1,7%
120,8
13,5
22,9
11,0
29,6
122,7
116,3
144,9
113,4
281,3
Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare senza preavviso.
Nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente
Valutazione soggettiva
3
Andamento negli ultimi tre mesi
34
Occupati medi in equivalenti a tempo pieno nel 2012, fonte: UST
5Numero di occupati in equivalenti a tempo pieno secondo STATENT 2011, fonte: UST
6
Fonti: Statistica del commercio esterno 2012 (aggiornata a maggio 2013)
1
4
2
5
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Settori
Nahrungsmittel
Ordinativi in
ingresso 1
Materialien
Generi alimentari
Materiali 10
2008
2008
2010
2012
2014
2010
2012
Bau
Gebrauchsgüter
Edilizia
2014
2008
2010
2012
2014
Vorleistung
Beni di consumo 9
Prodotti intermedi 9
2008
2008
2010
2012
2014
2010
2012
2014
Portafoglio ordini
superiore
invariato
inferiore
Portafoglio
ordini
dall’estero 2
Portafoglio ordini
edilizia principale
superiore
invariato
inferiore
Produzione 1
Situazione degli affari
superiore
invariato
inferiore
Situazione
degli affari 2
Aspettativa per
occupazione
superiore
invariato
inferiore
Numero di
occupati 2
Aspettativa
su prezzi
superiore
invariato
inferiore
Ricavi 3
superiore
invariato
inferiore
Prezzi di
vendita 3
superiore
Livello di sfruttamento
delle capacità in %
invariato
inferiore
Dati strutturali
Posti a tempo pieno in 1000 4
Quota di addetti in PMI 5
Quota di addetti in grandi
aziende 5
Quota dell’export: 6
– negli USA
– nell’UE
– in Germania
– in Francia
– in Italia
– in Cina
Creazione di valore lordo reale
in CHF mld (2013) 7
Creazione di valore per posto a
tempo pieno in 1000 CHF 7
59,8
70%
83,0
87%
301,6
96%
30%
13%
4%
10,2%
67,5%
16,6%
10,6%
7,1%
0,6%
4,7%
75,7%
30,3%
8,3%
9,7%
2,4%
12,7
7,8
31,5
209,4
96,9
102,5
Fonti: BAK Basel, UBS
Dati mensili, senza edilizia
9
Gruppi di beni; a livello intersettoriale
7
8
Fonti: KOF, UBS
10
Materiali comprende i settori legno e altri prodotti non metallici; carta, stampa ed
editoria; tessili, abbigliamento, pelletteria e calzature; ponderato secondo il censimento
aziendale 2008
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
35
Settori
Panorama dei servizi
Dati ripartiti a livello stagionale
Durchschn. Dienstl.
Media Servizi
2008
Domanda 1
2010
2012
2014
Servizi economici
Servizi personali
Trasporti eMedien
comunicazione
2008
2008
2008
Dienstl. für Untern.
2010
2012
IT
2014
2010
2012
2014
2010
2012
Commercio
Grosshandel
all’ingrosso
2014
2008
2010
2012
2014
superiore
invariato
inferiore
Posizione
concorrenziale 1
Situazione delle scorte 2
superiore
invariato
inferiore
Situazione
degli affari 2
superiore
invariato
inferiore
Occupazione 2
superiore
invariato
inferiore
Ricavi 1
superiore
invariato
inferiore
Aspettativa
su prezzi 3
superiore
invariato
inferiore
Dati strutturali
Posti a tempo pieno in 1000 5
2440,5
406,1
604,4
220,2
189,9
Quota di addetti in PMI 86%
87%
80%
77%
91%
Quota di addetti in grandi
aziende 6
14%
13%
20%
23%
9%
Creazione di valore lordo reale
in CHF mld (2013) 4
350,4
99,2
48,4
22,4
55,4
Creazione di val. lordo per posto
a tempo pieno in 1000 CHF 4
141,1
165,5
77,8
97,8
289,3
5
Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare senza preavviso.
Andamento negli ultimi tre mesi
Valutazione soggettiva
3
Andamento atteso nei prossimi tre mesi
4
Fonti: BAK Basel, UBS
1
2
36
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
Numero medio di occupati in equivalenti a tempo pieno nel 2012, fonte: UST
Numero di occupati in equivalenti a tempo pieno secondo STATENT 2011, fonte: UST
5
6
Settori
Tourismus
Detailhandel
Commercio
al dettaglio
Turismo
2008
Domanda 1
2010
2012
superiore
2014
2008
2010
2012
Finanz
2014
Servizi finanziari
Immobili Architektur
e studi
di architettura
2008
2008
2010
2012
2014
2010
2012
2014
Situazione delle scorte 2
invariato
inferiore
Fatturato
superiore
Fatturato
atteso 3
Situazione degli
affari 2
Occupazione 2
invariato
inferiore
Situazione
degli affari 2
Occupazione 2
superiore
invariato
inferiore
Occupazione 2
Aspettativa
su prezzi 3
troppo bassa
Prestazione 1
sufficiente
troppo
Ricavi 1
superiore
invariato
inferiore
Aspettativa
su prezzi 3
Reddito aziendale
superiore
invariato
inferiore
Dati strutturali
Posti a tempo pieno in 1000 5
175,7
330,8
211,5
92,5
98%
98%
67%
97%
2%
2%
33%
3%
Creazione di valore lordo reale
in CHF mld (2013) 4
11,1
33,2
63,5
37,2
Creazione di val. lordo per posto
a tempo pieno in 1000 CHF 4
63,9
100,2
300,7
389,4
Quota di addetti in PMI 5
Quota di addetti in grandi
aziende 6
Fonti: KOF, UBS
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
37
Selezione di pubblicazioni UBS
CIO
Year Ahead
CIO Wealth Management
2014
CIO Year ahead
Pubblicato una volta l’anno,
CIO Year Ahead decifra il contesto
economico e offre consigli
d’investimento strategici per
un portafoglio di successo nel
lungo periodo.
58 pagine A4; italiano, inglese, tedesco,
francese, spagnolo, portoghese, cinese
(tradizionale e semplificato) e russo;
dicembre 2013.
CIO Weekly
Italia
CIO WM Global Investment Office | 31 gennaio 2014
Ancora più a fondo
I punti di nostro interesse
Quali sono le conseguenze della
recente volatilità dei mercati
emergenti?
02
Valute dei mercati emergenti
Correlazioni tra mercati
emergenti e sviluppati
Indicatori anticipatori
03
Questa settimana sul podcast di CIO research
• Le monete dei mercati emergenti
registrano un crollo – Si prospetta
un’altra crisi?
• Incertezza sulle obbligazioni dei mercati
emergenti – Quanto rischio è adeguato
assumersi?
www.ubs.com/research-podcast
«7,0%.»
Quello che dovete sapere
1 La Federal Reserve statunitense ha ridotto di USD 10
miliardi il ritmo degli acquisti mensili di titoli, portandoli a
USD 65 miliardi. Gli acquisti di Treasury sono ora pari a USD 35
miliardi (da USD 40 miliardi), mentre gli acquisti di MBS si attestano
a USD 30 miliardi (da USD 35 miliardi). La reazione dei mercati è stata
curiosa. Durante la seduta, l'S&P500 ha accusato una flessione superiore all'1%, mentre i
Treasury sono stati protagonisti di un rally, con
un calo di 8 pb dei rendimenti a dieci anni
(2,68%). La debolezza degli ultimi dati relativi
alle buste paga o agli ordini dei beni durevoli
non sembra preoccupare la Fed che non ha
fatto accenno alla recente volatilità dei mercati
emergenti nell'assumere la propria decisione.
Ci attendiamo che il graduale ridimensionamento degli acquisti continui per tutto l’anno a un ritmo tale da mantenere l’economia statunitense sul percorso di crescita. Confermiamo perciò la sovraponderazione nelle azioni e nelle obbligazioni high yield statunitensi.
Oscillazione infragiornaliera della lira turca di mercoledì, la
maggiore da maggio 2006
default che avrebbe indebolito anche la fiducia dei risparmiatori nei
prodotti emessi dai trust in termini più generali. Nel frattempo, il
capodanno cinese si avvicina e la volatilità del tasso di prestito interbancario è rimasta elevata, anche se la People's Bank of China è
riuscita a mantenere sotto controllo la situazione grazie a ripetute
iniezioni di liquidità. I tassi repo a sette giorni si
attestano ora al 5,0%, dopo aver raggiunto
livelli vicini al 7% la scorsa settimana. Continua
il deterioramento dei dati economici, con l'indice PMI manifatturiero HSBC in calo a 49,5
(50,5 lo scorso mese).
«In Turchia le dinamiche macro rimangono
difficili.»
2 Si è chiusa una settimana molto volatile per la lira turca.
Lunedì, dopo una flessione infragiornaliera del 3% circa sul dollaro
statunitense, la banca centrale ha convocato una riunione d'emergenza nel tentativo di arginare la fuga dei capitali. L'attesa della riunione e di un aumento dei tassi di interesse sorprendentemente
aggressivo da 425 a 475 pb hanno aiutato la lira a recuperare quasi
il 10% dal suo minimo storico. L’euforia iniziale è stata però di breve
durata. L'effetto combinato di una domanda di copertura inferiore a
USDTRY 2.20 da parte delle aziende, l'apertura di nuove posizioni
short da parte degli hedge fund e un segnale dalla banca centrale
che l'aumento effettivo sarebbe stato limitato a 280 pb ha determinato una nuova flessione della lira del 6%. Le dinamiche macro
rimangono difficili. I tassi di inflazione elevati, il disavanzo estero
elevato e le tensioni politiche ostacolano infatti la crescita dell’economia. Tra gli attivi dei mercati emergenti, le azioni e la lira turca
rimangono i least preferred.
3
La saga del credit trust della Industrial and Commercial
Bank of China (ICBC) sembra essere giunta alla conclusione
grazie all'accordo circa il rimborso concluso con gli investitori. Gli
investitori nel trust da USD 500m sono stati esposti al rischio di un
4 Le ultime due settimane sono state
tumultuose per i mercati emergenti. In
aggiunta a quanto avvenuto in Turchia e Cina, l’Argentina ha svalutato il peso, l’India ha aumentato i tassi di interesse di 25 pb nel
tentativo di contenere il deflusso di capitali, frenare l’inflazione e
sostenere la rupia. Il Sudafrica ha aumentato i tassi di 50 pb, mentre
in Ucraina il conflitto politico è continuato. Nelle ultime due settimane il peso argentino ha perso il 12%, il rublo russo il 5,3%, il rand
sudafricano il 3,9% e il fiorino ungherese il 3,3%. I livelli di volatilità
sono stati sufficienti per determinare una flessione delle azioni globali, scese del 4% circa dai rispettivi massimi nella più importante
ondata di vendite dopo quella del giugno 2013, provocata dai timori
circa la revoca degli stimoli monetari da parte della Fed.
I movimenti del mercato
Livello
Settimanale
USDTRY
Nikkei 225
US Natural Gas
2.248
15,007
USD 5.14/mbtu
–4.4%
–4.4%
+12.3%
S&P 500
Eurostoxx 50
MSCI EM
Gold
Brent crude oil
US 10-year yield
VIX
1,774
3,021
937
USD 1,243/oz
USD 107.8/bbl
2.702%
17.40
–3.8%
–3.1%
–4.1%
–1.7%
+0.2%
–8bps
+4.5pts
Fonte: Bloomberg, situazione al 30 gennaio 2014
L’editoriale di questa settimana I benefici
della diversificazione…soprattutto ora
ab
Loris Centola, European Investment Office
04
Questo report è stato redatto da UBS SA. Vi preghiamo di leggere i commenti di natura legale in coda al documento. I rendimenti del
passato non sono una garanzia per l’evoluzione futura. I prezzi di mercato riportati corrispondono ai prezzi di chiusura della rispettiva
borsa principale. Ciò vale per tutti i grafici e le tabelle relativi alla performance della presente pubblicazione.
UBS outlook
«Successione aziendale»
Quasi 80 000 imprenditori svizzeri
devono pianificare nei prossimi cinque
anni la successione: «Successione aziendale» si rivolge a imprenditori, consiglieri
d’amministrazione e azionisti di famiglia
e mostra perché e come la successione
finanziaria e operativa debba essere
avviata a tempo debito. Allo stesso
tempo questa pubblicazione offre spunti
di riflessione per poter discutere aperta­
mente e concretamente all’interno del
consiglio di famiglia e di amministrazione
questo argomento spesso psicologicamente spinoso.
CIO Weekly
Questo aggiornamento settimanale vi
aiuta a tenervi informati sui mercati
volatili, fornendo informazioni tempestive sugli ultimi sviluppi e sul loro signifi­
cato per i vostri investimenti. Oltre alle
analisi dello UBS Global Investment
Office, ogni edizione fornisce contenuto
localizzato proveniente dai CIO regionali
in base alle opportunità e ai rischi presenti nella loro parte del mondo.
CIO Weekly esce il giovedì in inglese e il venerdì
in tedesco, francese, italiano e spagnolo.
UBS impulse per le PMI
Pianificare la successione in famiglia
è come camminare sul filo del rasoio:
come si conciliano esigenze di famiglia
e interessi aziendali? Ecco l’esempio
di due PMI. In un altro highlight della
nuova edizione del magazine per i clienti
UBS impulse, Christine Novakovic discute
con due imprenditori di franco forte,
outsourcing e incombente deindustrializzazione. Maggiori informazioni su
www.ubs.com/pmi­impulse.
28 pagine A4; italiano, tedesco, francese;
dicembre 2013.
SaP nº 80440i-1303
56 pagine A4, tedesco e francese; ottobre 2010.
SaP nº 81976d o 81976f
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38
UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
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esistenti e potenziali. UBS (France) S.A. è un provider di servizi d’investimento debitamente autorizzato ai sensi del «Code Monétaire et Financier» e regolato dalle autorità bancarie e
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financial adviser» ai sensi del «Singapore Financial Advisers Act» (Cap. 110) e banca autorizzata in base al «Singapore Banking Act» (Cap. 19) sottoposta alla vigilanza della Monetary
Authority of Singapore. Spagna: Questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS Bank, S.A. da UBS Bank, S.A., banca registrata presso la «Banca di Spagna». Taiwan: Questo
documento è distribuito ai clienti qualificati di UBS Securities Pte. Ltd., Taipei Branch. Esso è suscettibile di essere stato modificato o può eventualmente recare contributi da parte di
affiliate di UBS Securities Pte. Ltd., Taipei Branch. USA: Questa pubblicazione non potrà essere diffusa nel territorio degli Stati Uniti d’America, né potrà essere distribuita a persone di
nazionalità statunitense. UBS Securities LLC è una succursale di UBS AG e un’affiliata di UBS Financial Services Inc. UBS Financial Services è una succursale di UBS AG.
Versione Gennaio 2014.
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UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014
39
Pianificazione della successione / M&A
venduta a
venduta a
Mercato dei capitali
venduta a
CHF 152 milioni
Aumento di capitale
con diritto di opzione
CHF 350 milioni
Emissione obbligazionaria
in due tranche a 5 e 9 anni
CHF 200 milioni
Emissione obbligazionaria
in due tranche a 5 e 10 anni
Consulenza al venditore
Joint Bookrunner
Joint Bookrunner
Joint Bookrunner
venduta a
venduta a
CHF 73 milioni
Emissione di titoli
di partecipazione
CHF 200 milioni
Emissione obbligazionaria
a 10 anni
CHF 100 milioni
Emissione obbligazionaria
a 5 anni
Consulenza al venditore
Consulenza al venditore
Mandated Bank
Joint Bookrunner
Sole Bookrunner
UBS Real Estate Portfolio
Strategy & Management
Caisse de Pensions
Nordmann Fribourg
«Asset-Share-Swap»
di un portfolio immobiliare
con
Vendita di un immobile
ad uso ufficio a Basilea
a
UBS Fondazione
d’investimento
immobiliare
Fondazione
d’investimento
Rimmobas
«Asset-Share-Swap»
parziale di un immobile
residenziale
con
Consulenza al venditore
Consulenza al venditore
Consulenza al venditore
Investore privato
UBS Real Estate Portfolio
Strategy & Management
Wyatt Estates II Ltd.
«Sale & Rent-back»
di due immobili
a
Finanziamento di acquisizione
di un immobile commerciale
a Ginevra
Consulenza al venditore
Arranger e creditore
Management Team
(MBO)
Consulenza al venditore
Consulenza al venditore
GB Minerals AG
venduta a
Management Team
(MBI)
Consulenza al venditore
Finanziamenti
Immobiliare
Finanziamento consorziale
della sostanza circolante
di CHF 60 milioni
Finanziamento consorziale
d’acquisizione e della
sostanza circolante
Finanziamento consorziale
della sostanza circolante
di USD 250 milioni
Arranger e agente
Arranger e agente
Arranger
Vendita di un immobile nel
centro di Zurigo a
Finanziamento consorziale
d’acquisizione e della
sostanza circolante
di CHF 56 milioni
Finanziamento consorziale
della sostanza circolante
di EUR 200 milioni
Finanziamento consorziale
(ricapitalizzazione)
Arranger e agente
Arranger e agente
Arranger e agente
Seidencity AG
in collaborazione con
Granite Group
Consulenza al venditore
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Frank Höner, UBS Corporate Finance Svizzera
Tel. +41-44-237 20 58, [email protected]
Best Bank in
Switzerland
Non ci fermeremo
ab
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