UBS Outlook Svizzera CIO WM Research Febbraio 2014 Analisi della congiuntura Svizzera Gli scenari per l’anno corrente ab Per il 2014 prevediamo una crescita economica equilibrata in Svizzera. La crescita in Svizzera dovrebbe salire al 2,1%. UBS Outlook Svizzera Primo trimestre 2014 La presente pubblicazione è stata redatta da UBS SA. Le performance del passato non sono garanzia di risultati e valori futuri. I prezzi di mercato riportati corrispondono ai corsi di chiusura della rispettiva borsa principale. Ciò vale per tutti i grafici e le tabelle relativi alla performance. Responsabile Economic & Swiss Research Dr Daniel Kalt Editore UBS SA, CIO WM Research, casella postale, CH-8098 Zurigo Caporedattore Pierre Weill E-mail: [email protected] Responsabile progetto sondaggio settoriale Sibille Duss Contatto [email protected] Chiusura editoriale 27 gennaio 2014 Ordinazioni UBS SA, Printed & Branded Products R4RG, casella postale, CH-8098 Zurigo, fax: +41 44 238 50 21, e-mail: [email protected] Gestione progetto Alexandre Bonelli Desktop CIO digital & print publishing Foto di copertina Michael Galliker Stampa galledia ag, Flawil, Svizzera Lingue Pubblicato in italiano, tedesco e francese Per modifiche degli abbonamenti e variazioni di indirizzo: [email protected] o telefono: +41 44 238 50 15 * Per ragioni legali, solo la clientela residente in Svizzera può ricevere l’allegato «Investire in Svizzera». UBS homepage: www.ubs.com SAP no 80428D-1401 2 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 EditorialE Daniel Kalt Daniel Kalt Capo economista Svizzera, UBS SA Cara lettrice, Caro lettore, l’inizio dell’anno si presta a una riflessione sui mesi futuri e alla delineazione di diversi scenari previsionali. Nonostante tutte le analisi e gli studi, nessuno può tuttavia prevedere esattamente che cosa succederà a livello politico e d economico nel 2014, e meno ancora quali effetti avranno sui mercati finanziari e sull’economia possibili eventi inattesi. Nel presente UBS Outlook Svizzera i nostri analisti illustrano pertanto il loro scenario di base e gli scenari rialzista e ribassista precisandone la rispettiva probabilità di concretizzazione. Tale struttura vuole fornire a voi in qualità di imprenditori o investitori una base decisionale; con riferimento alle argomentazioni presentate potrete decidere in prima persona su quale scenario puntare e quali misure attuare. finale dell’UBS Outlook Svizzera troverete le nostre analisi sull’andamento degli affari nei diversi settori dell’industria e dei servizi. Oltre agli scenari congiunturali globali e svizzeri, vi proponiamo anche l’andamento a livello politico. Proprio nel contesto attuale, infatti, oltre alle tendenze congiunturali, anche gli sviluppi politici e normativi influenzano sempre più le nostre decisioni. Come di consueto nella parte Buona lettura! Per la Svizzera in generale prevediamo per quest’anno una crescita economica del 2,1 per cento, dopo il 2 per cento circa registrato nel 2013. Le esportazioni dovrebbero riprendere vigore grazie al miglioramento della situazione congiunturale nell’Eurozona. La ripresa in Svizzera ne risulterà ampiamente supportata. Per l’economia mondiale ci aspettiamo che la crescita reale registrerà un incremento degno di nota per la prima volta da quattro anni, passando dal 2,5 per cento dello scorso anno al 3,4 per cento. In sintesi Lentamente, ma sempre avanti Dollaro debole, euro più forte La crescita economica mondiale dovrebbe accelerare ulteriormente quest’anno. Prevediamo una congiuntura decisa soprattutto negli Stati Uniti. Questo potrebbe incoraggiare anche l’Europa e i paesi emergenti. In Eurozona, la situazione economica torna lentamente alla normalità. Si inizia così a considerare l’abolizione del limite minimo di cambio EURCHF. Riteniamo che la Banca nazionale svizzera manterrà il limite minimo di cambio almeno fino al 2015. 06 Vigorosa crescita delle esportazioni Prevediamo che la moderata ripresa economica dell’Eurozona continuerà, stimolando le esportazioni svizzere. Per l’anno in corso prevediamo un’accelerazione della crescita delle esportazioni in Svizzera di circa il 5%. 08 Rischio di inflazione o di deflazione? Nei decenni passati, a un incremento della massa monetaria delle banche centrali seguiva, con due o tre anni di ritardo, un rialzo dei prezzi al consumo. Da anni questa correlazione vacilla. Dalla crisi del mercato finanziario sembra essere definitivamente svanita. Alcuni specialisti paventano un rischio di deflazione più che di inflazione. 4 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 10 14 Piccoli balzelli dei rendimenti Da fine novembre, i rendimenti sui titoli della Confede razione a lungo termine seguono più lentamente i rendimenti statunitensi. Questa dinamica dovrebbe essere confermata nel primo trimestre 2014. 16 Prezzi massimi nel mercato delle proprietà di abitazione I valori sul mercato delle proprietà di abitazione hanno raggiunto il culmine. Nel corso dell’anno prevediamo un’ampia correzione, visto che i principali fattori trainanti potrebbero indebolirsi, pur senza flessioni. 18 Elezioni europee: l’avanzata degli antieuropeisti Industria e terziario robusti In occasione delle elezioni del prossimo mese di maggio, i politici antieuropeisti dovrebbero guadagnare posti al Parlamento Europeo. Ciò potrebbe paradossalmente consolidare le forze pro-europeiste. 20 Immigrazione e salari Anche quest’anno la Svizzera farà i conti con immigrazione e questioni salariali. I risultati del sondaggio settoriale mostrano una sostanziale solidità dell’economia interna. Sul fronte delle esportazioni, le imprese continuano a subire la scarsa dinamica congiunturale in Eurozona. Nell’industria i segnali indicano una ripresa sostenibile. 30 î Panorama industriale î Panorama dei servizi 34 36 22 Riforma dell’imposizione delle imprese Su pressione internazionale, la Svizzera rivede la propria imposizione delle imprese. In estate si aprirà la fase di consultazione. La riforma dovrebbe favorire le piccole e medie imprese. 24 Casse pensione: chi guadagna e chi perde in caso di inflazione e deflazione Tranne rare eccezioni, le rendite della previdenza di vecchiaia professionale non vengono adeguate all’inflazione. Un’inflazione elevata e prolungata potrebbe quindi erodere sensibilmente il valore reale della rendita. Ma una deflazione non implica automaticamente una rendita reale superiore per i pensionati. 26 «Investire in Svizzera» Per più di due anni, fino a maggio 2013, la performance delle mid cap svizzere è stata inferiore a quella del mercato complessivo svizzero. Ma ora si volta pagina. Sul mercato azionario svizzero preferiamo quindi, in ordine, società a media capitalizzazione (mid cap) e a grande capitalizzazione (large cap) a quelle più piccole (small cap). Definiamo «mid cap» azioni contenute nell’indice Swiss Market Index Mid (SMIM), quindi le 30 maggiori azioni che non si qualificano come blue chip nell’indice Swiss Market Index (SMI). Allegato*. *Per motivi legali l’allegato «Investire in Svizzera» è destinato solo ai clienti con domicilio in Svizzera. UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 5 Congiuntura L’economia mondiale ingrana la marcia SCENARIO DI BASE Probabilità: 75% si ridimensionerà ulteriormente scendendo sotto il 6,5% entro la fine del 2014. Nonostante l’enorme espansione della massa monetaria da parte dell’istituto di emissione statunitense, l’inflazione resta molto bassa, e a novembre 2013 era ferma all’1,2%. Dopo una media annuale dell’1,9% per il 2014, solo nel 2015 prevediamo un incremento dell’inflazione oltre il 2%. La maggiore sfida per gli Stati Uniti continuerà a svolgersi sul piano della politica fiscale e monetaria. Nella politica fiscale occorrono riforme strutturali per ridurre i disavanzi di bilancio. Nella politica monetaria, al successore di Ben Bernanke alla presidenza della Fed, Janet Yellen, si chiede di agire con il massimo tatto per normalizzare la politica monetaria ultra-espansiva. Prevediamo i primi interventi di rialzo dei tassi solo nella seconda metà del 2015. Daniel Kalt Capo economista Svizzera, UBS SA L’Europa riparte L’Europa fatica ancora a tenere il passo degli Stati Uniti e nel 2014 dovrebbe lentamente uscire dalla seconda recessione dopo la crisi finanziaria, crescendo però complessivamente non più dell’1,1%. I deficit delle bilance delle partite correnti e della competitività dei paesi periferici si sono per lo meno ridotti. Non prevediamo alcun Il prodotto interno lordo dell’economia statunitense ha drastico peggioramento della situazione nelle regioni crisuperato il livello pre-crisi già un anno e mezzo fa e avanza a passo deciso. La riduzione del debito di banche e tiche e riteniamo possibili graduali progressi nell’abbattimento del deficit e del livello di indebitamento. Nonoprivati è in fase avanzata, il mercato immobiliare residenstante la forza trainante della Germania, l’andamento ziale recupera e ogni mese vengono creati circa 200 000 nuovi posti di lavoro. Dalla fine del 2009, il tasso di disoc- congiunturale in grandi paesi come Italia, Spagna e Francupazione è sceso dal 10% al 7%. Il paese è inoltre attra- cia è però ancora troppo irrisorio per riuscire ad abbassare sensibilmente l’elevato tasso di disoccupazione, versato da un lento ma inarrestabile processo di reindustrializzazione, sostenuto dalla debolezza del dollaro e dal attualmente attorno al 12%. Alla luce di questa eccessiva offerta di capacità produttive non sorprende che il tasso boom dell’estrazione di gas di scisto. d’inflazione sia sceso sotto l’1% e che la Banca Centrale Europea (BCE) s i preoccupi addirittura di una possibile Visto il contesto favorevole, prevediamo che l’economia deflazione nell’Unione monetaria europea. Crediamo statunitense crescerà di un convincente 3% sia nel 2014 quindi che la BCE confermerà una politica monetaria sia nel 2015. In tal caso, anche il tasso di disoccupazione espansiva e che aspetterà i primi rialzi della Fed prima di alzare a sua volta i tassi guida. Crescita PIL in % Cinque anni dopo la crisi finanziaria si intravede un graduale ritorno alla normalità economica negli Stati Uniti, che potrebbero diventare la locomotiva della congiuntura globale. Ma la ripresa internazionale dovrebbe però essere piuttosto moderata. 2011 2012 2013 P 2014 P 2015 P Svizzera 1,8 1,0 1,9 2,1 2,4 UME 1,6 –0,6 –0,4 1,1 1,5 Germania 3,4 0,9 0,5 1,6 1,9 Francia 2,0 0,0 0,2 0,9 1,5 Italia 0,6 –2,6 –1,8 0,4 0,7 1,1 0,3 1,9 2,5 2,5 Gran Bretagna USA 1,8 2,8 1,9 3,0 3,0 –0,6 1,4 1,7 1,6 1,1 Cina 9,3 7,7 7,6 7,8 7,2 Asia1 6,7 5,7 5,5 6,0 5,6 America Latina 4,4 2,8 2,6 3,1 2,7 Giappone 1 6 Giappone escluso Fonte: Reuters EcoWin; previsioni UBS (dati al 6.1.2014) UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Paesi emergenti: l’Asia cresce con il passo più rapido Nel 2014 riteniamo che l’Asia registrerà il ritmo di crescita più veloce, oltre il 6%. Questa crescita dipende fortemente dallo sviluppo in Cina. La crescita tendenziale del paese di quasi il 10% negli ultimi decenni ha già rallentato. Per il 2014 prevediamo una crescita del PIL del 7,8%. La crescita del secondo tra i maggiori paesi emergenti, l’India, dovrebbe accelerare portandosi al 5,7% nel 2014. Stimiamo che la crescita dell’America Latina salirà leggermente dello 0,5%, raggiungendo il 4% nel 2014. Prevediamo un robusto recupero in Messico, dove il tasso di crescita stimato del 3,4% per il 2014 sarà più del doppio rispetto al dato dell’anno precedente. Congiuntura SCENARIO RIALZISTA Probabilità: 10% SCENARIO RIBASSISTA Probabilità: 15% La fiducia recupera rapidamente Fallimento della politica Al di là del moderato ottimismo del nostro scenario di base, che indica una ripresa congiunturale relativamente modesta, non sono escluse piacevoli sorprese da parte della dinamica economica mondiale. Ciò accadrebbe se consumatori e imprese delle grandi economie ritrovassero velocemente piena fiducia nel futuro, vivacizzando notevolmente i propri comportamenti di spesa e di investimento. Proprio negli Stati Uniti, negli ultimi anni di crisi molte aziende hanno rimandato ingenti investimenti in nuove capacità produttive o in ristrutturazioni. Allo stesso tempo però, grazie allo sviluppo molto favorevole degli utili negli ultimi anni, dispongono di ingente liquidità. Le imprese aspettano solo di investire in nuovi progetti appena se ne presenterà l’occasione. Una maggiore propensione a investire da parte delle imprese produrrebbe un netto incremento dell’occupazione, facendo lievitare i consumi. Anche in altri paesi industrializzati ed emergenti esiste un consistente potenziale di recupero in termini di investimenti che, se sfruttato rapidamente, condurrebbe a una ripresa economica molto più rapida e accelererebbe la normalizzazione della politica monetaria da parte delle grandi banche centrali. Se rapide soluzioni politiche ai problemi di fondo della crisi del debito, descritte nel nostro scenario rialzista, sosterrebbero uno sviluppo positivo nell’economia globale, nell’ipotesi contraria un fallimento dei decisori in materia politicoeconomica si ripercuoterebbe negativamente sui mercati finanziari e da ultimo sull’economia reale. In Europa, la situazione della crisi del debito si è tranquillizzata, grazie alla promessa della BCE di acquistare illimitatamente, se necessario, titoli di Stato a rischio, che ha dato ai governi più tempo per implementare i programmi di riforma. Tuttavia, le elezioni europee di maggio, in occasione delle quali i partiti critici verso l’Europa potrebbero fare incetta di voti, minacciano di diffondere un nuovo clima di incertezza. Anche la verifica dei bilanci e lo stress test della BCE condotto nelle circa 130 maggiori banche d’Europa potrebbero riservare sgradite sorprese in alcuni paesi e mettere così a rischio la debole ripresa in Europa. Negli Stati Uniti, i continui litigi nel Congresso per il risanamento dei deficit del bilancio pubblico rappresentano il rischio maggiore di nuovi scossoni per i mercati finanziari. Il tiro alla fune su manovre di tagli alla spesa e aumenti Per riconquistare velocemente la fiducia di consumatori dell’imposizione fiscale spinge continuamente gli Stati e imprese servono innanzitutto soluzioni politiche tempe- Uniti, il più grande debitore mondiale, sull’orlo del fallistive ai sostanziali problemi dell’economia mondiale. mento. Anche se siamo convinti che tutti i partiti siano Citiamo a questo proposito il perenne dibattito giunto consapevoli dell’enorme destabilizzazione che produrrebbe ormai a uno stallo sul risanamento dei bilanci pubblici un fallimento degli Stati Uniti, i mercati potrebbero reagire strutturalmente in deficit negli Stati Uniti. Anche la fiducia di nuovo con un certo nervosismo nell’autunno del 2014, di consumatori e imprese europei può essere riconquistata quando si riaccenderà il dibattito sul budget. Ma riteniamo solo con rapide soluzioni sostenibili alla crisi del debito altamente improbabile un fallimento. pubblico. Senza dimenticare i paesi emergenti, come Brasile, Cina o India, dove una decisa attuazione delle I paesi emergenti non sono immuni ai rischi. In Asia, ad tanto attese riforme strutturali potrebbe contribuire a esempio, giocano un ruolo rilevante le tensioni territoriali una ripresa più sostenibile. tra Cina e Giappone e altri Stati limitrofi. In Cina si teme anche che il fragile sistema bancario possa finire in serie difficoltà e che tassi maggiori e più volatili possano rallentare l’attività di investimento. UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 7 Congiuntura La ripresa economica prende piede SCENARIO DI BASE Probabilità: >80% parte del 2013. Prevediamo che la moderata ripresa economica dell’Eurozona continuerà, conferendo nuovi stimoli alle esportazioni svizzere. Per l’anno in corso prevediamo un’accelerazione della crescita delle esportazioni in Svizzera di circa il 5%. Anche le importazioni dovrebbero crescere con la stessa decisione. Ma poiché la Svizzera esporta più di quanto non importi, le esportazioni nette cresceranno comunque, contribuendo alla crescita del prodotto interno lordo 2014 per una percentuale stimata dello 0,6%. Bernd Aumann Economista, UBS SA La ripresa economica in Europa stimola le esportazioni svizzere. Nel 2014, maggiori esportazioni di merci, unite a un aumento degli investimenti, potrebbero aiutare a bilanciare meglio la crescita economica elvetica rispetto allo scorso anno. Nel 2013 i consumi privati hanno trainato l’economia elvetica e, con la loro corsa, hanno contribuito per tre quarti alla crescita del prodotto interno lordo. Gli investimenti e il commercio con l’estero, invece, hanno regalato contributi solo modesti alla crescita nel 2013. La debole domanda estera, soprattutto dal principale mercato di sbocco, l’Europa, ha dato filo da torcere alle esportazioni svizzere. I settori prevalentemente orientati all’economia interna hanno quindi chiuso il 2013 con risultati decisamente migliori rispetto alle controparti orientate all’export. Lo scorso anno, la crescita è stata sostenuta in particolare dal settore salute e servizi sociali, così come da assicurazioni, servizi finanziari e di altro tipo, mentre il settore manifatturiero segnava una contrazione e quello alberghiero e della ristorazione una stagnazione. La ripresa in Europa è positiva per la Svizzera Diversamente dallo scorso anno, per il 2014 prevediamo una crescita economica equilibrata in Svizzera. Al florido settore interno dovrebbe unirsi un’accelerazione del settore delle esportazioni. Circa il 55% delle esportazioni di beni svizzere sono destinate all’Unione Europa, di cui quasi il 20% solo alla Germania (cfr. figura 1). Le esportazioni sono molto sensibili all’andamento economico nei paesi di destinazione: se la crescita economica prendesse piede nei paesi di sbocco, le esportazioni svizzere in questi mercati si moltiplicherebbero (cfr. figura 2). La fine di una lunga recessione nell’Eurozona ha già comportato una leggera ripresa delle esportazioni svizzere nella seconda 8 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Esportazioni e investimenti di pari passo Se la domanda estera di beni svizzeri aumenta, le società svizzere estendono le proprie capacità produttive e aumentano gli investimenti. Ecco perché l’andamento delle esportazioni e quello degli investimenti sono strettamente legati (cfr. fig. 2). A fronte di una ripresa economica in Europa e di una solida domanda di beni svizzeri, nel 2014 le imprese dovrebbero investire di più. Un aumento degli investimenti in nuove attrezzature potrebbe rasserenare la situazione di molte imprese industriali, particolarmente penalizzate negli ultimi anni. Grazie alla dinamica di crescita dell’economia svizzera, il gap di produzione tra potenziale produttivo e prodotto interno lordo realizzato dovrebbe chiudersi gradualmente. E in questo modo, anche l’incremento della disoccupazione degli ultimi due anni e mezzo e il calo dei prezzi al consumo dovrebbero fermarsi. Prevediamo che quest’anno la disoccupazione si stabilizzerà al 3,3% e che i prezzi al consumo saliranno dello 0,3%. Nel 2014, la politica monetaria della Banca Nazionale Svizzera potrebbe rimanere molto espansiva, con tassi a lungo termine attorno allo zero e la conferma del limite minimo di cambio del franco, sostenendo così la crescita economica. Congiuntura Scenario rialzista Probabilità: <10% Scenario ribassista Probabilità: <10% Boom economico Recessione In caso di marcata ripresa dell’economia mondiale, per la Svizzera non si esclude un boom economico con tassi di crescita superiori al 3%. Un forte recupero in Europa e una crescente propensione al rischio degli investitori muoverebbero il tasso di cambio EURCHF verso quota 1.30. La domanda di esportazioni svizzere lieviterebbe e le imprese amplierebbero le proprie capacità produttive. La disoccupazione scenderebbe e un mercato del lavoro con minore disponibilità di manodopera consentirebbe di aumentare gli stipendi. Con un tasso di cambio di 1.30, sarebbe ormai inutile mantenere il limite minimo. La BNS venderebbe una parte delle proprie riserve monetarie e concederebbe a Confederazione e Cantoni una distribuzione degli utili di diversi miliardi dopo l’esiguo 1 miliardo di franchi del 2013. Un crollo economico e un nuovo scivolone in recessione in Svizzera potrebbero verificarsi solo in caso di gravi risvolti economici negativi a livello globale. Ad esempio un tracollo delle borse mondiali, una perdita di fiducia nella solvibilità dei paesi sviluppati, come Giappone, Stati Uniti o Eurozona, il divampare di timori inflazionistici, un acuto incremento dei rendimenti e il conseguente crollo delle quotazioni sul mercato obbligazionario, nonché un rapido incremento degli interessi a debito dell’economia privata o lo scoppio della bolla del credito e immobiliare in Cina. Il crollo delle esportazioni trascinerebbe in basso anche l’economia svizzera e le perdite di corso sui mercati finanziari indebolirebbero la propensione ai consumi anche in Svizzera. Riteniamo tuttavia molto improbabile questo scenario, per via dell’elevato indebitamento che continua a opprimere le nazioni industrializzate e di una ripresa piuttosto faticosa in Europa. Nel secondo trimestre 2013 l’Eurozona è riuscita a uscire dalla recessione, ma la crescita da allora si affaccia solo timidamente in territorio positivo. Il rischio di un simile retroscena globale ci pare piuttosto esiguo al momento. La situazione nell’Eurozona si è tranquillizzata, la ripresa economica in Europa e negli Stati Uniti si è consolidata. Le banche centrali restano fermamente intenzionate a stabilizzare la ripresa economica con una politica monetaria non convenzionale. Fig. 1: Europa – Principale mercato di sbocco delle esportazioni svizzere Fig. 2: Dipendenza: crescita in Europa, esportazioni e investimenti svizzeri Esportazioni mensili svizzere di beni, in mld. di franchi, ripartite su 12 mesi Crescita annua, in % 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 15 10 5 0 –5 –10 –15 1993 1995 1997 1999 2001 UE senza Germania Germania Asia senza Giappone, Cina, India Fonti: Reuters Ecowin, UBS 2003 2005 2007 2009 2011 NAFTA (USA, Canada, Messico) BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) Altri 2013 96 97 98 99 00 01 01 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 Investimenti reali della Svizzera SEsportazioni svizzere nell’UE PIL reale dell’UE Fonti: Reuters Ecowin, UBS UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 9 Congiuntura Deflazione o inflazione? SCENARIO DI BASE Probabilità: >80% bassi e stabili dagli anni Novanta. I tassi d’inflazione oggi sono sostanzialmente dettati dagli sviluppi globali, in particolare dal ciclo congiunturale globale e dai prezzi delle materie prime. Poiché la congiuntura globale zoppica ancora mentre i prezzi delle materie prime registrano una stagnazione, per ora non si ravvisa alcun incremento dell’inflazione. Caesar Lack Economista, UBS SA Continua l’allarmismo su un possibile aumento dell’inflazione come conseguenza della politica monetaria esageratamente espansiva a livello globale. Finora, tuttavia, il rischio è stato scongiurato. E l’inflazione dovrebbe rimanere bassa almeno nell’immediato futuro. La deflazione potrebbe essere innescata da un crollo in borsa, l’inflazione da un’inattesa rapida ripresa congiunturale o da una perdita di fiducia nella carta moneta. Globalizzazione e basse aspettative inflazionistiche tengono bassa l’inflazione Perché la correlazione a lungo termine tra la congiuntura nazionale e i prezzi al consumo interni è praticamente scomparsa? Il primo motivo sta nella globalizzazione, che ha eliminato confini e barriere. I mercati delle merci e del lavoro locali e nazionali, che finivano per essere rapidamente surriscaldati in caso di incremento della domanda, sono diventati mercati globali con potenziale praticamente inesauribile. Il secondo motivo è ascrivibile agli istituti di emissione stessi, segnatamente all’elevata credibilità della loro politica anti-inflazionistica. In altre parole: visto che la gente ha fiducia nel fatto che le banche centrali possano evitare l’inflazione, (per ora) non esiste alcuna inflazione. Diversamente dai prezzi dei beni di consumo, la massiccia inflazione globale delle masse monetarie degli ultimi anni ha però notevoli conseguenze sui prezzi dei beni di inveNonostante la politica monetaria espansiva … In risposta alla crisi del mercato finanziario del 2008/2009 stimento. L’allentamento quantitativo di Stati Uniti e Giape alla conseguente debolezza economica, molti grandi isti- pone sostiene i mercati azionari e i prezzi immobiliari in tutto il mondo. Tuttavia, né azioni né immobili sono eletuti di emissione praticano una politica monetaria ultraespansiva. Dopo avere praticamente portato a zero i tassi menti costitutivi diretti del paniere dei beni di consumo, guida ed esaurito così il margine d’azione, alcuni istituti di così che un incremento dei loro prezzi non influisce diretemissione hanno avviato misure cosiddette «poco conven- tamente sull’inflazione dei beni di consumo. zionali» per allentare ulteriormente la politica monetaria. Bassi tassi d’inflazione, per ora Acquistano infatti titoli ricorrendo alla stampa di denaro. Da due anni, l’economia globale è ferma e presenta Sebbene questi programmi di allentamento abbiano perlopiù provocato un’esplosione delle masse monetarie delle sovraccapacità, frenando i prezzi a livello mondiale. Non vi è nemmeno alcuna forza a sostegno di un incremento banche centrali, finora non si avverte alcuna pressione inflazionistica. Al contrario: i tassi d’inflazione globali sono dei prezzi delle materie prime, che potrebbe spingere l’inflazione globale. Nel mondo, quindi, i tassi d’inflazione bassi e talvolta anche in flessione. dovrebbero rimanere bassi quest’anno. In Svizzera prevediamo un leggero incremento, tuttavia principalmente …nessuna pressione inflazionistica riconducibile al lento esaurirsi dell’effetto frenante sui Nei decenni passati, a un incremento della massa mone prezzi all’importazione dato dall’apprezzamento del franco taria delle banche centrali seguiva, con due o tre anni dal 2007 al 2011. Per la Svizzera, ci aspettiamo una crescita di ritardo, un rialzo dei prezzi al consumo. Già da circa dei prezzi media annua dello 0,5% per quest’anno e 15 anni, questa correlazione è andata affievolendosi, dell’1,1% per il 2015. e dalla crisi del mercato finanziario sembra definitivamente svanita. Anche la correlazione tra le masse mone tarie delle banche d’affari, quindi M1, M2 e M3, da un lato, e l’inflazione, dall’altro, si è indebolita nei paesi industrializzati occidentali. Quasi a prescindere dalla politica monetaria praticata e dagli sviluppi della massa monetaria, i tassi d’inflazione in Occidente sono relativamente 10 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Congiuntura Scenario rialzista Probabilità: <10% Scenario ribassista Probabilità: <10% Rischio d’inflazione Rischio di deflazione Una ripresa sostenibile della congiuntura globale può gradualmente condurre a un incremento dei tassi d’inflazione. Tuttavia, molti paesi subiscono ancora le ripercussioni della crisi del debito e presentano grandi sovraccapacità. Benché prevediamo una moderata ripresa della congiuntura globale, un surriscaldamento e un conseguente rapido incremento dell’inflazione ci sembrano improbabili nell’immediato futuro. La deflazione è una flessione costante dei prezzi su ampia scala. Nonostante i bassi tassi d’inflazione a livello globale, siamo ben lontani da questo scenario, che potrebbe palesarsi solo in caso di un crollo in borsa. I prezzi al consumo scenderebbero innanzitutto per effetto della flessione dei prezzi delle materie prime e poi a causa di un crollo della domanda su ampia scala prodotto dalla recessione. Riteniamo tuttavia improbabile uno sviluppo simile. In primo luogo le grandi crisi di borsa sono rare. In secondo luogo, le banche centrali negli ultimi anni hanno dimostrato di avere la volontà e la capacità di contrastare simili crisi ed evitare una deflazione. In caso di deflazione, gli istituti di emissione aumenterebbero immediatamente la stampa di denaro, alzando in definitiva anche il rischio di inflazione. Accanto alla ripresa congiunturale, esiste anche una seconda fonte di inflazione: la perdita di fiducia nella carta moneta di una delle principali valute. La politica monetaria influenza l’inflazione soprattutto attraverso le aspettative. È una fortuna, quando si riesce a stabilizzare su un basso livello aspettative inflazionistiche elevate e instabili. Ma se aspettative basse e stabili diventano instabili e aumentano, allora il rischio è quello di una fuga. Se, per via dell’ingente disponibilità di liquidità, la popolazione perdesse fiducia nella stabilità del potere d’acquisto della propria moneta, allora buona parte del nuovo denaro stampato diventerebbe letteralmente carta straccia, di cui tutti cercherebbero di liberarsi il più rapidamente possibile. La velocità di circolazione del denaro aumenterebbe precipitosamente portando alle stelle i prezzi dei valori reali e dei beni di consumo. Se una perdita di fiducia non venisse prontamente arginata con una risoluta stretta monetaria, allora si svilupperebbe il rischio di iperinflazione. Per ora però riteniamo esigua anche la probabilità di iperinflazione in una delle principali monete mondiali. Inflazione globale molto bassa Barometro dell’inflazione globale Inflazione globale rispetto all’anno precedente 7 6 5 4 3 2 1 0 UBS CIO Research segue le tendenze inflazionistiche globali nella serie «Barometro dell’inflazione globale». Tale strumento segue l’inflazione globale e quantifica gli attuali rischi di deflazione e inflazione. UBS prevede rischi di deflazione e inflazione molto bassi su un orizzonte di un anno (probabilità inferiore al 10 per cento). 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 I clienti UBS possono scaricare il barometro dell’inflazione globale dal portale Research o richiederlo al loro consulente alla clientela. Fonti: FMI, UBS UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 11 Congiuntura Uno sguardo d’insieme sull’economia La crescita economica prende piede Anni difficili per gli esportatori svizzeri Contributi alla crescita, in punti percentuali, rispetto allo scorso anno Esportazioni nominali, ripartite su 12 mesi, indice novembre 2009 = 100 6 4 2 0 –2 –4 –6 2003 2004 2005 2006 Consumo privato Consumo pubblico 2007 2008 2009 2010 2011 Esportazioni nette Investimenti 2012 2013 Depositi PIL A/A 250 10 86 200 84 150 82 100 5 0 –5 80 –10 78 –15 2008 2009 Investimenti in nuove attrezzature (sinistra) 2010 2011 2012 2013 76 50 0 –50 Lug. 09 Utilizzo della capacità (destra) Fonti: Reuters EcoWin, KOF, UBS Apr. 13 Ott. 13 Lug. 10 Lug. 11 Lug. 12 Lug. 13 Altri Servizi alle imprese Salute e servizi sociali Edilizia Settore pubblico Commercio all’ingrosso Logistica Industria MEM Commercio al dettaglio Banche e assicurazioni Turismo Totale Fonti: UST, UBS î Nel 2014, gli investimenti dovrebbero tornare in territorio positivo. î L’occupazione è aumentata soprattutto nei settori orientati al mercato interno. Esportazioni svizzere e commercio mondiale Indicatori economici Svizzera Esportazioni svizzere, destagionalizzate, in mld. di franchi, a prezzi del 2000, e commercio mondiale, indice 2005 = 100 140 65 120 55 100 45 80 35 60 1992 1995 1998 Esportazioni svizzere (sinistra) 2001 2004 2007 2010 Commercio mondiale (destra) 2013 Previsioni UBS Variazioni reali rispetto all’anno precedente in % 75 25 40 Livello* 2011 2012 2013P 2014P 2015P Prodotto interno lordo 591,9 1,8 1,0 1,9 2,1 2,4 Consumi privati 339,8 1,1 2,4 2,2 1,7 2,0 Consumi pubblici 66,1 1,2 3,2 2,1 1,0 0,3 Investimenti 119,0 4,5 –0,4 1,3 3,3 4,3 Edilizia 53,2 2,5 –2,9 2,9 1,9 1,9 Beni strumentali 65,8 6,1 1,7 0,1 4,3 6,0 Esportazioni 309,5 3,8 2,5 1,9 4,6 5,5 Importazioni 247,8 4,2 3,1 0,7 4,3 5,9 Fonti: Seco, Reuters EcoWin, UBS *Anno 2012 (in miliardi di CHF a prezzi correnti); P: previsioni UBS î Le esportazioni svizzere sono strettamente correlate all’andamento del Nell’elaborare le previsioni economiche UBS CIO WM Research, gli economisti UBS CIO WM Research hanno lavorato in collaborazione con alcuni economisti impiegati presso UBS Investment Research. Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare senza preavviso. commercio mondiale. Sul sito www.ubs.com/wmr-swiss-research trovate previsioni aggiornate per l’economia svizzera. 12 Ott. 12 Variazione del livello occupazionale per settori, in termini assoluti dal 2009, in migliaia 88 2007 Apr. 12 Forte crescita occupazionale 15 2006 Ott. 11 esportazioni svizzere. Investimenti in nuove attrezzature, media ripartita su 4 trimestri, in % rispetto allo scorso anno e utilizzo della capacità in % 2005 Apr. 11 Germania î L’apprezzamento del franco dal 2009 al 2010 ostacola la crescita delle Prevista ripresa degli investimenti in nuove attrezzature 2004 Ott. 10 Fonti: Reuters EcoWin, UBS Oltre alla vivace crescita dei consumi, anche le esportazioni nette tornano a contribuire positivamente alla crescita. –20 Apr. 10 Svizzera Fonti: Seco, Reuters EcoWin, UBS î 140 135 130 125 120 115 110 105 100 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Fonti: seco, UBS Congiuntura Crescita Variazioni reali del PIL in % rispetto all’anno precedente 1 2010 2011 2012 2013 P 2014 P 2015 P Svizzera 3,0 1,8 1,0 1,9 2,1 2,4 UME 1,9 1,6 –0,6 –0,4 1,1 1,5 Germania 3,9 3,4 0,9 0,5 1,6 1,9 Francia 1,6 2,0 0,0 0,2 0,9 1,5 Italia 1,7 0,6 –2,6 –1,8 0,4 0,7 Gran Bretagna 1,7 1,1 0,3 1,9 2,5 2,5 USA 2,5 1,8 2,8 1,9 3,0 3,0 Giappone 4,7 –0,6 1,4 1,7 1,6 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 –2,0 –4,0 –6,0 –8,0 –10,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Svizzera 1,1 Germania USA Giappone Inflazione Variazioni dei prezzi al consumo in % rispetto all’anno precedente: media annuale (tabella) 1 e valori mensili (grafico) 2010 2011 2012 2013 P 2014 P 2015 P 6,0 Svizzera 0,7 0,2 –0,7 –0,2 0,5 1,1 4,0 UME 1,6 2,7 2,5 1,4 1,2 1,4 Germania 1,2 2,5 2,1 1,6 1,3 1,5 Francia 1,7 2,3 2,2 1,1 1,0 1,0 Italia 1,6 2,9 3,3 1,4 1,6 1,6 –2,0 Gran Bretagna 3,3 4,5 2,8 2,6 2,0 2,1 –4,0 USA 1,6 3,1 2,1 1,5 1,9 2,4 –0,7 –0,3 –0,1 0,3 2,4 1,6 Giappone 2,0 0,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Svizzera UME USA Giappone Tasso di disoccupazione in %: media annuale (tabella) 1 e valori mensili (grafico) 2010 2011 2012 2013 P 2014 P 2015 P 3,5 2,8 2,9 3,2 3,3 3,2 11,8 10,1 10,3 11,5 12,0 12,0 Germania 7,7 7,1 6,8 6,8 6,6 6,5 Francia 9,3 9,2 9,8 10,6 11,0 10,8 Italia 8,4 8,4 10,7 12,2 12,8 12,8 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 Gran Bretagna 7,9 8,3 7,8 7,3 7,1 6,9 0 USA 9,6 8,9 8,1 7,4 6,7 6,1 Giappone 5,0 4,6 4,4 4,0 3,6 3,4 Svizzera UME 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Svizzera UME USA Giappone Tassi di rendimento di obbligazioni della Confederazione a 10 anni in % a fine anno (tabella) e medie mensili (grafico) 2009 2010 2011 2012 2013 2014 P 6,0 Svizzera 1,9 1,7 0,7 0,5 1,1 1,5 5,0 Germania 3,4 3,0 1,8 1,3 1,9 2,3 4,0 Francia 3,6 3,4 3,1 2,0 2,6 2,9 3,0 Italia 4,1 4,8 7,1 4,5 4,1 4,6 2,0 Gran Bretagna 4,0 3,4 2,0 1,8 3,0 3,3 1,0 USA 3,8 3,3 1,9 1,8 3,0 3,4 0 Giappone 1,3 1,1 1,0 0,8 0,7 1,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Svizzera Germania USA GB Corsi di cambio CHF a fine anno (tabella) e medie mensili (grafico) 2010 2011 2012 2013 2014P PPA* EUR 1.25 1.21 1.21 1.23 1.23 1.30 USD 0.93 0.94 0.92 0.89 0.92 1.00 GBP 1.46 1.45 1.48 1.47 1.52 1.67 JPY 1.16 1.21 1.05 0.85 0.83 1.24 Fonti: Reuters EcoWin, Thomson Financial; P = previsioni UBS 1 e UBS; *parità del potere di acquisto Nell’elaborare le previsioni economiche UBS CIO WM Research, gli economisti UBS CIO WM Research hanno lavorato in collaborazione con alcuni economisti impiegati presso UBS Investment Research. Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare senza preavviso (dati al 7 gennaio 2014). 1 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 EURCHF USDCHF JPYCHF UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 13 Valute Il limite minimo di cambio è agli sgoccioli SCENARIO DI BASE Probabilità: 80% seguire azioni concrete. Nel 2014 si potrebbe iniziare a parlare dei primi rialzi dei tassi, quindi di una normalizzazione del corso della politica monetaria. Anche se non si prevedono manovre in questo senso prima del 2015. Visto che dovremo aspettare ancora molto prima di veder salire i tassi d’interesse, non prevediamo un incremento di USDCHF oltre quota 0.96. La parità potrebbe essere superata solo dopo che la Fed avrà alzato i tassi. Thomas Flury Analista, UBS SA Il termine finanziario dell’anno 2013 è «taper». Il significato è «rastremare», «affusolare» o «assottigliare». Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha mutuato questo termine dalla tecnica per reinterpretarlo nella finanza. Voleva in questo modo descrivere come la Fed intende porre fine all’espansione della massa monetaria: la stretta monetaria deve essere moderata e prudente. Bisogna assolutamente evitare di generare scossoni. Ma molti operatori del mercato hanno confuso «taper» con «tightening» (contrazione della massa monetaria) e sono dell’idea che la manovra sosterrà concretamente il dollaro USA. Finora questa convinzione è stata totalmente smentita. A poco più di 90 centesimi di franco per dollaro USA, la valuta americana è ancora molto debole. Il prossimo anno qualcosa potrebbe cambiare e il dollaro apprezzarsi leggermente, visto che ai discorsi sul tapering potrebbero schlierner | fotolia.com 14 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 La Banca Centrale Europea (BCE) è già più avanti della Fed nel processo di normalizzazione. Mentre la Fed continua a stampare denaro, il bilancio della BCE è già un terzo sotto il picco della crisi. Questo spiega anche perché il cambio EURUSD è relativamente elevato a inizio anno mentre USDCHF relativamente basso. Il dollaro USA è debole perché la Fed stampa denaro anche se l’economia statunitense riferisce dati di crescita migliori rispetto all’Europa. Con la normalizzazione, bisognerebbe considerare più concretamente il ritiro del limite minimo di cambio EURCHF. Il nostro scenario di base (probabilità dell’80%) indica che la Banca Nazionale Svizzera (BNS) confermerà il limite minimo di cambio almeno fino al 2015, finché la BCE inizierà ad alzare i tassi, segnalando la definitiva uscita dalla crisi dell’euro. Questo dovrebbe incoraggiare la domanda di euro. L’inflazione non dovrebbe giocare alcun ruolo in questo scenario. Per questo anche il nostro calcolo di equilibrio per EURCHF indica ancora 1.30. istockphoto.com Valute Scenario rialzista Probabilità: 15% Scenario ribassista Probabilità: 5% Rapida ripresa dell’Eurozona Inflazione in Europa L’Eurozona recupera molto velocemente, lasciando apprezzare significativamente l’euro sul franco già quest’anno. In questo caso la BNS potrebbe ridurre la massa monetaria in franchi e allo stesso tempo il proprio bilancio. L’economia verrebbe favorita da una maggiore domanda dall’Europa e anche dall’indebolimento del franco. Se nell’Eurozona l’inflazione aumentasse drammaticamente, la BNS sarebbe costretta a decidere se mantenere o meno il limite minimo di cambio. Se lo confermasse, anche la Svizzera sarebbe interessata dal rincaro dei prezzi. Se lo abbandonasse dovrebbe fare i conti con un consistente apprezzamento del franco. Questa scelta trascinerebbe la BNS, con i suoi obiettivi di stabilità, in un difficile dilemma. Un significativo aumento dell’inflazione europea è il tallone d’Achille del limite minimo di cambio. Consigliamo a imprese e investitori di provvedere già oggi a una protezione almeno parziale contro un simile scenario negativo. Franco svizzero stabile Andamento dei corsi euro e dollaro USA Stima 1,60 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 Gen. 09 EURCHF Gen. 10 Gen. 11 Gen. 12 Gen. 13 Gen. 14 Gen. 15 USDCHF Fonti: Thomson Reuters, UBS situazione al 10 gennaio 2014 Christian Müller | fotolia.com UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 15 Tassi d’interesse Preferire durate brevi nonostante una curva dei rendimenti più ripida SCENARIO DI BASE Probabilità: 80% Secondo l’opinione del CIO, nel 2014 potremmo assistere a un ritorno sostenibile in territorio positivo dei prezzi al consumo svizzeri nel confronto annuale. Grazie anche all’accelerazione della dinamica congiunturale globale, i rendimenti a due anni dovrebbero assumere finalmente il segno positivo. Ma crediamo che i rialzi dei rendimenti sull’estremità corta siano limitati. Prevediamo un primo rialzo dei tassi da parte della BNS nel secondo semestre del 2015. Storicamente, i rendimenti a breve anticipano mediamente i primi rialzi dei tassi di nove mesi. Daniela Steinbrink Mattei Economista, UBS SA Da fine novembre, i rendimenti sui titoli della Confederazione a lungo termine seguono più lentamente i rendimenti statunitensi. Questa dinamica dovrebbe essere confermata nel primo trimestre 2014. I rendimenti statunitensi dettano il senso di marcia e quelli svizzeri seguono a piccoli passi. I rendimenti dei titoli di Stato statunitensi a 10 anni spingono sull’acceleratore da fine ottobre, passando dal 2,5% al 3% di fine dicembre. A loro volta, le controparti svizzere sono salite dallo 0,85% all’1,2%. Il miglioramento dei dati congiunturali globali, l’accordo sul budget tra Repubblicani e Democratici e l’avvio della riduzione degli acquisti obbligazionari da parte della Federal Reserve hanno spinto i rendimenti a lungo termine. Allo stesso tempo, la conferma della politica monetaria (forward rate guidance) ha tenuto fermi i rendimenti a breve termine. L’estremità corta resta ferma per ora I rendimenti del mercato monetario e dei titoli della Confederazione a breve termine dipendono dalla politica monetaria della Banca Nazionale Svizzera (BNS). L’intenzione della Fed di «mantenere il tasso guida attorno allo zero ancora per molto tempo» erode il margine di rialzo dei tassi a breve termine. In occasione della sua ultima valutazione della situazione della politica monetaria di metà dicembre, anche la BNS ha confermato la politica del tasso zero nonostante la robusta crescita economica e le migliorate prospettive congiunturali. Mantiene inoltre il limite minimo di cambio EURCHF. La libertà di movimento sull’estremità corta resta quindi limitata. Dal 2012, i rendimenti dei titoli della Confederazione a due anni sono negativi e nel corso dell’anno si sono avvicinati allo zero. Verso fine anno, la fascia di oscillazione si è allargata, con estremi da –0,27% a –0,09% a fine dicembre. 16 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Ancora potenziale per l’estremità lunga La crescita svizzera è stata sorprendente nel 2013 nel confronto internazionale. Ma questa crescita decisa ha lasciato quasi imperturbati i rendimenti a lungo termine. I rendimenti dei titoli della Confederazione a dieci anni sono, diversamente da quelli a breve termine, più sensibili ai dati provenienti dagli Stati Uniti e riflettono solo in minima parte l’economia interna. Ciò significa che i rendimenti statunitensi guideranno i rendimenti svizzeri nei prossimi mesi. Il segnale di riduzione degli acquisti obbligazionari è stato lanciato e ora i rendimenti dovrebbero tornare a essere più reattivi ai classici fattori di crescita e inflazione. Ipotizzando la relativa stabilità dei tassi a breve prevediamo una curva dei rendimenti svizzera più ripida nei prossimi dodici mesi, curva che storicamente raggiunge la sua massima pendenza nove mesi prima del rialzo dei tassi da parte della Banca nazionale. Condizioni di finanziamento e opportunità di investimento I debitori, diversamente dagli investitori obbligazionari, dovrebbero continuare a beneficiare di favorevoli condizioni di finanziamento. Una svolta nella politica dei tassi della BNS è ancora lontana. In ragione del limitato rischio di cambio e di rendimenti a scadenza superiori, i titoli dell’Eurozona di pari qualità (perlopiù paesi «core» nordici) sono un’interessante alternativa alle obbligazioni in franchi svizzeri. Nella sua ultima valutazione della situazione della politica monetaria, il 12 dicembre 2013, la BNS ha confermato il limite minimo di cambio per EURCHF a 1.20. Riteniamo verosimile un cambio vicino alla soglia minima. In generale, consigliamo a investitori conservativi alternative ai titoli di Stato, come organizzazioni sovranazionali, obbligazioni fondiarie o societarie di multinazionali solide. A investitori più propensi al rischio consigliamo obbligazioni societarie low investment grade o, a seconda del profilo rischio/rendimento, obbligazioni high yield statunitensi. Per quanto riguarda la durata, nonostante una curva dei rendimenti più ripida, consigliamo durate brevi da 1 a 5 anni. Tassi d’interesse Scenario rialzista Probabilità: 10% Scenario ribassista Probabilità: 10% Forte vivacità dell’economia mondiale Divampare della crisi del debito in Eurozona e conflitto sul budget statunitense Uno scenario positivo, scarsamente probabile, sarebbe contraddistinto da una rapida crescita dell’economia mondiale. Questa crescita verrebbe sostenuta da approcci risolutivi sostenibili per la crisi internazionale del debito su entrambe le sponde dell’Atlantico e da una stretta dei tassi d’interesse anticipata da parte delle banche centrali. Il calo della domanda di investimenti sicuri non solo indebolirebbe il franco ma farebbe anche aumentare i tassi nominali. Benché poco probabile, lo scenario negativo avrebbe conseguenze devastanti per l’economia mondiale e la Svizzera. In uno scenario negativo, una nuova escalation della crisi del debito in Europa e nuovi accesi dibattiti al Congresso sul risanamento dei deficit di bilancio e/o una recessione globale scatenerebbero un’elevata avversione al rischio. La maggiore avversione al rischio rafforzerebbe la corsa verso titoli di Stato di riferimento. Aumenterebbe così lo sconto di rischio di investimenti sicuri e i tassi nominali delle obbligazioni di riferimento scenderebbero sotto il minimo storico del 2012. Per i rendimenti dei titoli della Confederazione ciò implicherebbe una prosecuzione dell’andamento negativo sull’estremità breve mentre l’estremità lunga si approssimerebbe pericolosamente allo zero. A quel punto non si potrebbero escludere tassi a 10 anni sotto lo 0,5%. Di contro, nei paesi periferici i rendimenti salirebbero. Insieme a una maggiore propensione ai consumi delle famiglie a livello globale e a un incremento dell’attività di investimento delle imprese, ciò dovrebbe alimentare una vigorosa crescita delle esportazioni e stimolare ulteriormente la già solida congiuntura interna svizzera, Ciò porterebbe a un più rapido incremento dei tassi a lungo termine a livello globale. Inoltre, un aumento dell’inflazione spingerebbe la BNS a contrastare eventuali timori inflazionistici con un’accelerazione sulla stretta alla politica monetaria favorendo un rialzo più ripido ma anche uno spostamento parallelo dell’intera curva dei rendimenti dei titoli della Confederazione. Per l’economia reale, la lenta ripresa in Eurozona potrebbe essere frenata da un crollo della crescita statunitense. In questo caso, gli interessi reali scenderebbero a livello globale. La Svizzera, quale piccola economia nazionale aperta, non potrebbe sottrarsi al vortice negativo e registrerebbe una forte riduzione delle esportazioni. La conseguenza sarebbe un calo degli interessi reali a livello mondiale, a eccezione della Svizzera, dove potrebbero persino crescere in quanto nel confronto annuale i prezzi al consumo tornerebbero in territorio negativo, e non si potrebbe escludere una deflazione. Per contrastare i rischi di deflazione, la Banca Nazionale Svizzera seguirebbe l’esempio della banca nazionale danese e non solo introdurrebbe tassi negativi sulle riserve eccedenti ma forse porterebbe persino la fascia target per il tasso Libor a 3 mesi dall’attuale 0% a una cifra negativa. Ciò spingerebbe al ribasso la curva dei rendimenti dei titoli della Confederazione e le durate fino a 5 anni scenderebbero ancora più in basso mentre le durate lunghe resisterebbero sopra lo zero solo a grande fatica. UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 17 Immobili Scenario di rischio di tracollo dei prezzi SCENARIO DI BASE Probabilità: 65% Innanzitutto, quest’anno i titoli della Confederazione a 10 anni dovrebbero tornare sopra il livello dell’1,5%. Nel confronto storico, le condizioni di finanziamento restano convenienti. Allo stesso tempo, prevediamo una crescita economica accelerata del 2% per il 2014. Grazie all’aumento dei redditi, il calcolo medio della sostenibilità non dovrebbe peggiorare molto, anche in caso di leggero incremento dei tassi a lungo termine. Come seconda cosa, nonostante la vivace attività edilizia, non si prevede un incremento significativo delle superfici sfitte. Nel 2014 ci aspettiamo certamente un record di Matthias Holzhey Economista, UBS SA nuove costruzioni residenziali, pari a 55 000 nuove unità. Se la situazione sul mercato del lavoro europeo non migliorerà in modo sorprendente e la congiuntura svizzera rimarrà robusta, il volume delle costruzioni verrà assorbito Nonostante la dinamica indebolita, le valutazioni grazie agli elevati tassi di immigrazione. Ipotizzando una sul mercato delle proprietà di abitazione hanno crescita demografica di circa 95 000 persone e considetoccato punte massime. Se la domanda resisterà, il mercato immobiliare dovrebbe ricevere una spinta rando la domanda aggiuntiva da parte di nuclei familiari più piccoli, quest’anno l’espansione del rapporto sufficiente a evitare una correzione. In caso di contrazione del credito, però, i prezzi rischiano il tracollo. domanda/offerta dovrebbe essere più o meno equilibrata. Visto che dal 2008 si sarebbe riusciti a vendere quasi un’ulteriore intera produzione annua di abitazioni, la presTassi d’interesse a lungo termine raddoppiati, il cuscinetto sione sul prezzo non sparirà del tutto. anticiclico di capitale e standard minimi più severi nella concessione di ipoteche hanno reso più caro il finanziaTutto sommato, prevediamo che le forze negative – rincaro mento della proprietà di abitazione. Per la prima volta dal dei crediti, elevati volumi di costruzione – aumenteranno 2006, l’anno scorso l’offerta residenziale aggiuntiva è riuscita a soddisfare la domanda. Si è registrata una flessione sul mercato svizzero delle abitazioni di proprietà, ma quelle positive – crescita demografica e dei redditi – contidella crescita dei prezzi per immobili residenziali. Nel nueranno ad avere la meglio. Per il 2014 prevediamo una secondo semestre, il 55% di tutti i comuni, addirittura 73 debole crescita dei prezzi del 2% sia per le case unifamitra i 100 comuni più cari, indicavano un calo dei prezzi offerti per abitazioni di proprietà. La situazione per il 2014 liari sia per gli appartamenti di proprietà. Tuttavia, i prezzi in Svizzera potrebbero evidenziare andamenti differenti. sul mercato elvetico delle proprietà di abitazioni è quindi Proprio nei comuni più cari, i prezzi resteranno sotto presradicalmente mutata dall’anno precedente. L’indebolisione. Ma nei centri di medie dimensioni, come Lucerna, mento della dinamica non deve però far distogliere lo San Gallo, Friburgo, Berna o Coira, gli immobili residenziali sguardo dai rischi diventati più minacciosi. I prezzi immo dovrebbero aumentare con percentuali superiori alla biliari reali sono mediamente solo di circa il 5% sotto il media anche nel 2014. Ma anche qui, tassi di crescita livello del 1989, quando in Svizzera scoppiò l’ultima bolla immobiliare. I prezzi immobiliari salgono ancora più veloce- vicini al 10% potrebbero essere ormai solo un ricordo. Per capire se il momentaneo leggero rallentamento del mente rispetto al reddito delle famiglie, alle pigioni e mercato sfocerà a medio termine in una fase di correzione, ai prezzi al consumo. E l’indebitamento ipotecario dei bisogna guardare alle decisioni politiche in materia di privati svizzeri ammonta attualmente a quasi il 110% del prodotto interno lordo. In Svizzera si delinea quindi il tipico immigrazione, all’andamento dei tassi e alle condizioni del credito. Se il quadro macroeconomico non mutasse, scenario di rischio di tracollo dei prezzi. il mercato svizzero delle proprietà di abitazioni dovrebbe comunque ricevere ancora sufficiente stimolo per evitare Non ci aspettiamo però un’ampia correzione dei prezzi una correzione. nel corso dell’anno. I principali fattori di mercato si indeboliranno un poco, ma non crolleranno. 18 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Immobili Scenario rialzista Probabilità: 25% Scenario ribassista Probabilità: 10% Supercompensazione spinta dalla crescita La contrazione del credito conduce a una svalutazione calda Se i tassi a lungo termine si aggirassero attorno all’1% e la macroeconomia svizzera crescesse ancora più delle aspettative, una correzione sarebbe improbabile. Il crescente ottimismo degli operatori di mercato dovrebbe innescare una nuova spirale positiva dei prezzi. Il leggero indebolimento momentaneo è seguito direttamente da una fase di ripresa, cosiddetta supercompensazione, che può tradursi in un livello di prezzo nettamente superiore. Se la domanda rimanesse elevata, gli immobili potrebbero restare sopravvalutati per un periodo più lungo; i prezzi potrebbero raggiungere livelli molto elevati. Dal 1996, ad esempio, in Australia i prezzi reali delle case seguono una tendenza rialzista e sono cresciuti del 120%. In Norvegia l’aumento dal 1993 è addirittura del 185%. Come questi mercati, anche la Svizzera ha beneficiato di una continua immigrazione e una politica monetaria eccessivamente espansiva. Visto che i prezzi delle abitazioni di proprietà in Svizzera sono aumentati «solo» del 50% circa in termini reali dall’ultimo punto minimo raggiunto nel 2000, lo scenario di una supercompensazione appare tutt’altro che improbabile. Il temporaneo indebolimento sarebbe quindi solo una flessione provvisoria. Ma nel lungo periodo il potenziale di rischio per l’economia sarebbe imponente. Una drastica contrazione del credito o un calo dell’immigrazione causato dalla politica comporterebbero un calo dei prezzi immobiliari. Una correzione può assumere le sembianze di una svalutazione «calda» o «fredda». La svalutazione calda è il tipico scoppio di una bolla immobiliare: a un rincaro esponenziale segue un brusco atterraggio con gravi conseguenze sull’economia reale. Diversamente, la svalutazione fredda è una graduale normalizzazione delle valutazioni, con stagnazione dei prezzi delle abitazioni di proprietà in un contesto di crescita economica e inflazione dei prezzi al consumo. I prezzi saliranno ancora? Prezzi delle abitazioni di proprietà (al netto dell’inflazione, indicizzati 1980 = 100) 350 300 Svalutazione calda 1996–2007: +120% 250 1993–2013: +184% 200 Supercompensazione 150 2000–2013: +50% 100 50 Il graduale rientro da una valutazione eccessiva conosce rari esempi nella storia. Uno di questi è la svalutazione fredda verificatasi in Germania tra il 1995 e il 2010, con stagnazione dei prezzi nominali. In quel periodo, gli immobili persero circa il 18% del loro valore. Solo una netta flessione dell’immigrazione con contestuale vivace attività edilizia e debole crescita economica potrebbero generare una stagnazione pluriennale dei prezzi in Svizzera. Il modello di una svalutazione calda è invece più frequente, come dimostrano le crisi immobiliari in Spagna, Irlanda e Stati Uniti. Gli indicatori di rischio tipici sono un aumento dei volumi di credito, un’attività edilizia molto aumentata e un elevato numero di acquisti speculativi. Così, ad esempio, la percentuale del volume ipotecario delle famiglie sul prodotto interno lordo (PIL) in questi Stati era aumentata mediamente di circa 30 punti percentuali nei dieci anni prima dell’inizio della correzione. La Svizzera mostra un quadro simile: se nel 2000 la quota di volumi ipotecari era ancora pari all’80% del PIL, questa è salita al livello record del 107% nel 2012. Una marcata correzione dei prezzi in Svizzera con gravi conseguenze sull’economia nazionale verrebbe anticipata innanzitutto da un netto rincaro o da una contrazione dei crediti ipotecari. Svalutazione fredda 80 82 Svizzera 84 86 88 Spagna 90 92 94 96 Norvegia 98 00 02 04 06 08 10 12 Germania Fonti: Federal Reserve Bank of Dallas, Wüest & Partner, UST, UBS UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 19 Politica globale Le elezioni europee verso nuove tendenze Due tendenze politiche in Europa Con la crisi dell’euro, tuttavia, movimenti politici critici verso l’integrazione europea hanno guadagnato consensi. A un primo sguardo, questa tendenza rischia di compromettere la futura stabilità del Parlamento Europeo e quindi di ostacolare lo sviluppo della politica economica europea. Ma a noi pare di scorgere due tendenze nella politica europea in grado di contrastare questo antago nismo. Jürg de Spindler Analista politico, UBS SA Anti-establishment piuttosto che antieuropeismo Non condividiamo l’assunto secondo il quale la popolazione europea sarebbe diventata più critica nei confronti dell’UE. I classici partiti di centro sinistra e centro destra sono certamente esposti a maggiori pressioni dall’inizio della crisi dell’euro, essendosi fatti carico dei problemi politici ed economici. E ne hanno pagato le conseguenze in occasione delle rispettive elezioni nazionali, perdendo quote di consenso (cfr. grafico 1). Vana Müller Economista, UBS SA A maggio 2014 si terranno le prossime elezioni europee. Dall’ultima tornata elettorale del 2009, la crisi dell’euro ha minacciato la credibilità non solo dell’unione monetaria ma anche della stessa Unione europea (UE). La costituzione di un nuovo Parlamento Europeo potrebbe però aiutare ad arginare i rischi politici della crisi per i mercati finanziari. Paradossalmente, le accese discussioni sulle opportunità e sui rischi dell’unione monetaria hanno accelerato, anziché ostacolare, l’integrazione politico-economica negli ultimi anni. L’istituzione di meccanismi di stabilità (EFSF, ESM), le previste tappe verso l’unione bancaria e il potenziamento istituzionale dell’Eurozona e dell’UE ne danno testimonianza. L’insoddisfazione degli elettori però è rivolta all’attuale offerta politica a livello nazionale più che al modello di architettura europea proposto. La maggiore domanda di alternative politiche quali «Alternative für Deutschland» in Germania, «Syriza» in Grecia e «Movimento 5 Stelle» in Italia ci sembra innanzitutto dettata da un sentimento di anti-establishment nel panorama nazionale e non da un genuino antieuropeismo. Matrimonio di scopo piuttosto che radicalizzazione Da una prospettiva ideologica, si potrebbe credere che uno spettro sempre più fitto di partiti conduca a una maggioranza politica basata innanzitutto su orientamenti politici rispettivamente di sinistra e di destra. I partiti anticonformisti emergenti, quindi, radicalizzerebbero la politica. Fig. 1: Guadagni e perdite dei partiti tradizionali1 rispetto alle ultime elezioni nazionali (2011–2013) In % 5 1 Partiti 0 GRE Grecia (PASOK, ND) IRL Irlanda (Fine Gael, Fianna Fáil) FIN Finlandia (SDP, Kok., Kesk.) ITA Italia (PD, PdL) ESP Spagna (PSOE, PP) FRA Francia (PS, UMP) NED Paesi Bassi (PvdA, CDA, D66, VVD) AUT Austria (SPÖ, ÖVP) LUX Lussemburgo (LSAP, CSV, DP) GER Germania (SPD, Union, FDP, Grüne) MLT Malta (MLP, PN) POR Portogallo (PS, CDS-PP, PSD) CYP Cipro (AKEL, DIKO, DISY, EDEK) –5 –10 –15 –20 –25 –30 –35 –40 GRE* IRL* FIN* ITA* ESP FRA NED* * Paesi in cui attualmente esiste un cosiddetto matrimonio di convenienza. Fonti: Pubblicazioni ufficiali, UBS 20 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 AUT* LUX* GER* MLT POR* CYP* considerati: Politica globale Tuttavia, la realtà nei paesi europei è ben diversa, infatti si creano piuttosto sempre più coalizioni che valicano i solchi ideologici. I partiti tradizionali, che nel tempo hanno stabilito solidi contatti con le sfere dell’economia e della società, sembrano disposti a difendere il proprio status alleandosi con gli avversari ideologici storici anziché con nuovi soggetti politici ideologicamente più affini, che invece condannano violentemente simili intrecci. Previsioni per le elezioni al Parlamento europeo Se le tendenze politiche nazionali si riflettessero nelle prossime elezioni europee, potrebbe emergere il seguente scenario: in termini quantitativi, aumenterebbe la rilevanza dell’antiestablishment e dei partiti antieuropeisti in Parlamento. I gruppi socialista (S&D) e conservatore (PPE) perderebbero voti proprio come accaduto ai partiti tradizionali nazionali (cfr. grafico 2). Questi potrebbero allora aspirare a una collaborazione più stretta che in passato. La conseguente maggioranza politica sarebbe sufficientemente ampia per portare avanti una politica economica «moderata» e conferire nuova spinta all’integrazione europea. Implicazioni per i mercati finanziari Per i mercati finanziari saranno interessanti soprattutto le possibili conseguenze politico-economiche e finanziarie delle elezioni. A livello europeo Una «grande coalizione» a livello europeo aiuterebbe a contrastare la crisi dell’euro. A fronte della grande frammentazione politica, crediamo che si tenderà a tollerare un eventuale ammorbidimento o rinvio delle necessarie misure politiche in materia economica e fiscale dovuto all’opposizione delle rispettive lobby. Un simile alleggerimento dei principi potrebbe verificarsi anche nel quadro di un ulteriore sviluppo di strumenti di salvataggio a livello europeo e di una loro applicazione in singoli paesi. In sostanza, la politica si barcamenerebbe portando avanti a piccoli passi il progetto di coordinamento della politica economica a livello europeo, senza grandi sorprese ma anche senza drastici scossoni. Se i mercati finanziari si sono ormai abituati a una minore volatilità dei premi di rischio politico, i rischi di una radicalizzazione della politica potrebbero essere ancora sopravvalutati. Se dopo le elezioni si formasse realmente una grande coalizione, il premio di rischio politico potrebbe scendere ulteriormente a breve termine. Nel lungo periodo, il rinvio di riforme strutturali e fiscali fondamentali, tuttavia, peserebbe sulla competitività e non consentirebbe la riduzione del livello di debito necessaria a diminuire la vulnerabilità di tali paesi. A livello nazionale Riteniamo che le elezioni europee possano sortire effetti sulla politica dei singoli paesi solo nei casi in cui siano previste elezioni nazionali nel giro di un anno o di formazione di una grande coalizione. Se l’esito elettorale europeo mettesse in luce sostanziali variazioni di consenso per i singoli partiti politici, allora i contrasti per il posizionamento potrebbero acuirsi o potremmo assistere a scioglimenti di coalizioni con conseguenti nuove elezioni. Altrimenti giudichiamo scarsamente rilevanti le elezioni europee per il panorama politico nazionale. Fig. 2: Gruppi politici al Parlamento Europeo (7ma legislatura 2009–2014) Come da ordine di disposizione nell’aula plenaria ALDE 85 Verts/ALE PPE 275 GUE/NL Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica S&D Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo 58 S&D 194 56 32 31 GUE/NL ECR EFD NI Verts/ALE Gruppo Verde / Alleanza libera europea ALDE Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa PPE Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico Cristiano) ECR Conservatori e Riformisti europei EFD Gruppo «Europa della Libertà e della Democrazia» NI Senza gruppo 34 Le elezioni europee si terranno tra il 22 e il 25 maggio 2014 per l’ottava volta. Dopo il Trattato di Lisbona il numero totale dei membri al Parlamento Europeo sarà di 751 (precedentemente: 765). La Germania è il paese più grande e rappresentato con 96 deputati, Estonia, Lussemburgo, Malta e Cipro inviano solo 6 deputati. In quasi tutti i paesi è in vigore una soglia di sbarramento dal 3 al 5% e in sei paesi (Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Polonia, Regno Unito) il territorio nazionale è suddiviso in circoscrizioni. Nel corso dell’attuale legislatura, i deputati europei si sono organizzati in sette gruppi ideologici e un gruppo di deputati (non Iscritti NI). Un gruppo può inglobare anche diversi partiti europei ma deve contare almeno 25 deputati rappresentativi di almeno un quarto degli Stati membri. Fonte: Parlamento Europeo UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 21 Politica svizzera Immigrazione e salari nell’agenda politica La limitazione dell’immigrazione e la parità salariale chiameranno di nuovo alle urne gli elettori svizzeri. zera permanente, cioè a circa 16 000 persone. Questa iniziativa però va anche oltre: Ecopop chiede alla Svizzera di investire ogni anno il dieci per cento della spesa per la cooperazione allo sviluppo e precisamente in misure per promuovere la pianificazione famigliare volontaria. L’obiettivo è frenare la crescita demografica e nel lungo termine garantire in tal modo le basi naturali e la qualità della vita. Sibille Duss Economista, UBS SA Un tema che continua ad animare la politica e la popolazione è l’immigrazione. Dall’abolizione dei contingenti nel 2007, l’immigrazione netta degli stranieri ha contato ogni anno in media quasi 74 000 unità. Solo nei primi undici mesi del 2013 sono immigrate in Svizzera 78 487 persone. In ragione dell’elevato tasso di immigrazione negli ultimi anni la percentuale di stranieri tra la popolazione permanente ha visto un costante incremento e due anni fa, con il 23,3%, ha raggiunto un valore record nel confronto internazionale. Il mercato del lavoro svizzero finora è riuscito ad assorbire bene il flusso migratorio, infatti la disoccupazione in Svizzera è bassa. Nonostante un tasso di disoccupazione ridotto nel confronto internazionale, il sostenuto ritmo immigratorio risveglia sempre più spesso tra la popolazione timori per la sicurezza del posto di lavoro. Anche gli effetti dell’immigrazione sul livello dei salari e sull’ambiente sono sempre più spesso oggetto di dibattito. Per queste ragioni la richiesta di una limitazione si fa sempre più energica. Dopo aver già votato, a febbraio, sull’immigrazione, con riferimento all’iniziativa del partito popolare svizzero (UDC), con l’iniziativa dell’organizzazione ambientalista «Stop alla sovrappopolazione – sì alla conservazione delle basi naturali della vita», tra breve si tornerà alle urne. A fine anno o nel corso del prossimo anno, gli elettori potranno quindi esprimere la loro opinione in merito a questa tematica. L’iniziativa di Ecopop vuole limitare l’immigrazione netta annua allo 0,2% della popolazione sviz22 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Aumento dell’immigrazione dagli Stati periferici L’immigrazione è governata sia da fattori legati alla domanda, quindi la richiesta di manodopera da parte delle aziende svizzere, sia da fattori legati all’offerta. Se la situazione economica nei paesi di origine è piuttosto fosca, saranno più numerose le persone che decideranno di emigrare. I dati recenti mostrano ad esempio che l’immigrazione da Spagna e Portogallo nel corso dell’ultimo anno è cresciuta più di quella da Germania o Gran Bretagna. Negli Stati europei periferici la disoccupazione è molto aumentata dallo scoppio della crisi finanziaria e gli abitanti di questi Stati cercano con sempre maggiore frequenza lavoro in paesi economicamente più stabili (vedi riquadro). La limitazione dell’immigrazione non è conciliabile con i contratti bilaterali con l’UE. I contratti bilaterali sono stati ratificati con una cosiddetta clausola-ghigliottina che stabilisce che in caso di disdetta di uno dei sette accordi settoriali risulteranno nulli anche tutti gli altri accordi. Ed elimina impulsi positivi per l’economia svizzera. Secondo uno studio dell’università di Basilea, l’economia svizzera è cresciuta in termini pro capite grazie alla libertà di circolazione delle persone e anche la produttività sul lavoro ne ha tratto beneficio1. 1 Can, Ensar; Ramel, Nathalie, Sheldon, George (2013): Effetti della libertà di circolazione delle persone sullo sviluppo economico della Svizzera, Forschungsstelle für Arbeitsmarkt- und Industrieökonomik, Università di Basilea, Basilea Politica svizzera Altre iniziative relative al mercato del lavoro Un altro tema presente nell’agenda politica è la disuguaglianza dei salari. Lo scorso anno, con l’iniziativa Minder e l’iniziativa 1:12, sono state sottoposte al vaglio del popolo svizzero due proposte finalizzate a limitare i salari più alti. Anche quest’anno i cittadini svizzeri esprimeranno il loro voto sullo stesso tema, questa volta nello specifico sull’introduzione di un salario minimo. L’iniziativa Mindestlohn propone di fissare il salario minimo orario in ogni settore a CHF 22, per un salario mensile di circa CHF 4000. Questa indicazione centralizzata dei salari minimi farebbe vacillare una delle più importanti conquiste del mercato del lavoro liberale svizzero. In Svizzera le trattative sui salari vengono gestite singolarmente per settore e/o Cantone e permettono così un migliore adeguamento alle condizioni specifiche nelle diverse regioni e settori. Le conseguenze di un aumento dei gruppi salariali più bassi sarebbero estremamente diversificate, a seconda dei settori. Mentre nel settore «Fornitura di altri servizi primariamente alla persona» (p. es. parrucchiere) la quota degli equivalenti a tempo pieno che guadagnano meno di CHF 4000 al mese è superiore al 60%, nell’industria metallurgica tale percentuale si riduce al solo 7%. I settori con la maggiore quota di occupati con salari inferiori alla soglia minima sono, oltre ai citati servizi alla persona, anche la gastronomia e il settore alberghiero, i servizi di pulizia per edifici, giardinaggio e cura del paesaggio, commercio al dettaglio e industria alimentare. In totale in Svizzera circa l’11% degli occupati beneficerebbe di un incremento della soglia salariale minima. Nel confronto internazionale tale salario minimo misurato sullo standard di vita è elevato. Infatti l’importo proposto dall’iniziativa corrisponde al 67% del salario mediano svizzero. In altri paesi, a eccezione della Turchia, il salario minimo è molto più basso rispetto al salario mediano. Un salario minimo di tale entità rappresenterebbe un notevole freno alla competitività svizzera in alcuni settori, ad esempio nel turismo orientato all’esportazione. In questo settore molte aziende già alle attuali condizioni lottano con margini ridottissimi e un incremento dei salari più bassi acuirebbe ulteriormente il problema. Secondo l’inchiesta salariale UBS vi sono più candidature dall’UE Recentemente sono aumentate le candidature dall’area UE. È ciò che rivela l’ultima inchiesta salariale UBS. La crescita economica dei paesi UE ha rallentato dal 2010 e la disoccupazione negli Stati periferici ha registrato un forte incremento. Di fatto la maggioranza delle aziende intervistate nell’inchiesta salariale UBS 2012 ha affermato di avere ricevuto un maggior numero di candidature dall’area UE rispetto all’anno precedente. Secondo il nostro sondaggio le candidature sono state maggiori per il settore terziario rispetto a quello secondario. Nel 2013 la maggioranza delle aziende intervistate in Svizzera ha indicato di avere ricevuto all’incirca lo stesso numero di candidature rispetto all’anno precedente. È interessante notare che i partecipanti all’inchiesta 2013 hanno ricevuto più candidature dai paesi periferici che dai paesi core, nell’anno precedente la situazione era esattamente l’opposto. Tale variazione potrebbe dipendere dal fatto che la Germania e i paesi scandinavi si sono ripresi più velocemente dalla crisi rispetto agli Stati periferici e godono di una situazione sul mercato del lavoro migliore. Mentre l’aumento dell’offerta di forza lavoro straniera nel 2012 per la maggior parte delle aziende intervistate ha ancora condotto a un incremento delle assunzioni da tale area, al maggior numero di candidati del 2013 è seguito un maggior numero di assunzioni solo in pochi casi. Dal 1989 UBS svolge un’inchiesta salariale annuale. All’ultima inchiesta, condotta dal 18 settembre al 15 ottobre 2013, hanno partecipato 353 imprese e associazioni di imprenditori e di rappresentanti dei lavoratori provenienti da 22 settori. UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 23 Politica svizzera La riforma fiscale favorisce le PMI La pressione internazionale invoca una riforma dell’imposizione delle imprese in Svizzera. Si chiede l’abolizione degli statuti fiscali cantonali. A beneficiare della riforma sarebbero le PMI, per le quali le imposte sull’utile si ridurrebbero. conomia nazionale, queste aziende creano anche posti di lavoro ben retribuiti e domanda per subfornitori nazionali, che a loro volta generano sostanza fiscale. Elias Hafner Economista, UBS SA L’imposizione svizzera delle imprese è bersaglio di forti critiche internazionali. L’oggetto del contendere sta soprattutto nell’imposizione agevolata dei ricavi realizzati all’estero rispetto a quelli in Svizzera. Ora gli altri Stati premono sulla Confederazione affinché introduca regole e condizioni più severe per le imprese in Svizzera. Questo aumenta l’incertezza del diritto e della pianificazione per le aziende domiciliate nella Confederazione, incitandole a emigrare. Gamma di provvedimenti Per conseguire gli obiettivi della riforma si propongono tre orientamenti politico-fiscali. Primo: l’introduzione di misure sostitutive dirette per l’attuale imposizione agevolata. Non si farebbe più distinzione tra ricavi nazionali ed esteri, tuttavia si concederebbero agevolazioni fiscali che andrebbero a vantaggio soprattutto di società mobili a livello internazionale. Il modello è quello della cosiddetta «licence box». Secondo: la competitività fiscale dovrebbe essere garantita da riduzioni dell’imposta sull’utile cantonale. E da ultimo, si propone un arsenale di agevolazioni fiscali per potenziare l’attrattiva della Svizzera in generale. Una licence box garantisce un’imposizione agevolata dei ricavi derivanti da diritti su beni immateriali (PI). Quello di proprietà intellettuale è un concetto che può estendersi da un brevetto al know-how commerciale interno all’azienda. Pari trattamento di ricavi svizzeri ed esteri Il principio di fondo è che: quanto più estesa è la definiTrattenere le imprese in Svizzera è l’obiettivo della Riforma III dell’imposizione delle imprese. Dovrebbe ripristinare l’ac- zione del concetto, tante più aziende possono beneficiare cettazione internazionale del sistema fiscale federale, tute- di un’agevolazione fiscale. In questo modo, però, diminuirebbero anche l’accettazione internazionale di questa impolando allo stesso tempo la competitività fiscale della Svizsizione e il gettito fiscale. Il Consiglio federale, quindi, non zera. Stando al Rapporto all’attenzione del Dipartimento auspica l’introduzione di un «super box» universale e consifederale delle finanze (DFF), il sistema riformato dovrebbe glia di rifarsi unicamente alle prassi vigenti in altri Paesi. soddisfare due punti centrali: come prima cosa, nessuna discriminazione tra ricavi realizzati internamente e all’estero; Oltre al Liechtenstein, gli Stati del Benelux e il Regno Unito, in secondo luogo, le nuove misure devono essere giustifica- la licence box esiste anche in Spagna e Francia. Proprio i bili dal punto di vista della sistematica fiscale o applicate in Cantoni maggiormente colpiti non potrebbero evitare di ridurre le loro imposte sull’utile. Per rimanere competitivi a almeno in uno Stato membro dell’OCSE. Le holding, le società di domicilio e miste, che finora godono di un’impo- livello internazionale, la letteratura propone un limite massimo dell’aliquota effettiva del 14%. Al momento, solo cinsizione agevolata, dovrebbero essere abolite. que Cantoni offrono aliquote inferiori (cfr. figura). Se in seguito all’abolizione di questo regime si verificasse Sgravio per aziende innovative una fuga delle imprese, le ripercussioni sarebbero ingenti. Per sapere chi saranno i beneficiari e le vittime della riforma A livello federale, queste società pagano 3,6 miliardi di franchi, pari alla metà di tutte le imposte sull’utile. Sebbene III dell’imposizione delle imprese, bisogna attendere la conl’aliquota sull’utile sia più bassa a livello cantonale e comu- figurazione definitiva della stessa. L’economia svizzera e gli enti di diritto pubblico hanno a lungo beneficiato del nale, anche in questa prospettiva circa il 20% del gettito proviene da imprese a fiscalità agevolata. Ancora più deva- sistema vigente. In retrospettiva, la Svizzera ha molto da perdere con la riforma, l’estero da guadagnare. Ma il Consistanti potrebbero essere le conseguenze indirette. Infatti, accanto al loro substrato fiscale diretto e al contributo all’e- glio federale e i Cantoni ritengono che, qualora venisse 24 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Politica svizzera vincitorI Sfavoriti Aziende favorite • Imprese finora soggette al regime ordinario, che beneficerebbero di aliquote inferiori • Imprese con attività e ricavi da attività «innovative» e/o che beneficerebbero di ulteriori agevolazioni Aziende • Imprese finora soggette a regime agevolato che dovrebbero pagare più tasse • Aziende colpite direttamente dall’espatrio di imprese internazionali Enti di diritto pubblico • Cantoni con elevata attrattiva per motivi diversi da quelli fiscali • Cantoni con bassa imposizione ordinaria • Cantoni con elevato margine finanziario Enti di diritto pubblico • Confederazione, per via di un gettito minore e pagamenti di compensazione • Cantoni maggiormente dipendenti da società a statuto particolare • Cantoni con prestazioni aggiuntive o gettito minore dalla Nuova perequazione finanziaria (NPC) mantenuto il sistema attuale, gli eventuali svantaggi di possibili rappresaglie potrebbero essere anche maggiori. Anche all’interno della Svizzera stessa c’è chi guadagna e chi perde (riquadro). Nei Cantoni dove l’aliquota verrebbe ridotta, le imprese finora soggette al regime ordinario potrebbero beneficiare di sgravi. Si tratta in gran parte di piccole e medie imprese (PMI). Invece, le imprese direttamente colpite da possibili dislocazioni all’estero subirebbero pesanti perdite. La futura attrattiva fiscale in questi casi dipende da eventuali possibilità di compensazione, pagamenti di compensazione e dalla configurazione delle licence box. Quanto più stretto è il legame tra ricavi e «innovazione» tanto più questi possono essere tassati nel regime privilegiato della licence box. Per capire il livello di innovazione si può guardare alla concentrazione dei brevetti. A Basilea, Neuchâtel e Vaud si contano relativamente molte richieste di brevetto, il che potrebbe consentire una distinzione anche in un box «ristretto». La concentrazione di brevetti a Ginevra è tuttavia sotto la media di tutti i Cantoni. Per via del limitato margine finanziario, di aliquote ordinarie più alte e dell’elevata dipendenza dal commercio di materie prime, la riforma potrebbe rappresentare una grande sfida proprio in questi Cantoni. Per i Cantoni e i Comuni vale che: quanto maggiore è l’attrattiva dell’ubicazione sotto profili diversi da quelli fiscali, quanto minore è l’imposizione ordinaria e quanto maggiore è il margine finanziario, tanto meglio. Al contrario, se la dipendenza da società a statuto particolare è rilevante e la possibilità di fare distinzione tra ricavi nazionali ed esteri in virtù delle nuove regole è bassa, la riforma può avere pesanti ripercussioni. In alto a destra nel grafico sono indicati i Cantoni fortemente dipendenti da società a statuto particolare e con aliquote attuali relativamente elevate. Zugo e Sciaffusa, con riduzioni fiscali di 2–3 punti percentuali potrebbero tornare a essere competitivi. Una riduzione dell’imposta sull’utile di quest’ordine potrebbe non essere sostenibile per i rimanenti cinque Cantoni. C’è ancora molto da chiarire In estate si aprirà la procedura di consultazione. Fino all’entrata in vigore prevista per il 2018, resta ancora molto da chiarire. La Svizzera fa bene a vagliare le sue possibilità nel quadro delle prassi fiscali adottate nelle ubicazioni concorrenti. Anche lì, infatti, non è garantita la certezza del diritto e della pianificazione. Sfide ambiziose per i centri finanziari Aliquota effettiva di imposta sugli utili di persone giuridiche, in % 26 24 22 20 SO VS AG 18 TG 16 FR SG NE SH AI AR OW 12 BS BL GL UR 14 10 TI ZH JU GR GE VD BE 0 LU SZ NW 10 ZG 20 30 40 50 60 Percentuale di entrate da imposte sugli utili di imprese a fiscalità agevolata, in % Concentrazione di brevetti, numero di brevetti pro capite molto elevato elevato medio sotto la media basso Fonti: UST, Hinny, EFD, OCDE, UBS UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 25 Politica svizzera Inflazione e deflazione – determinanti per i pensionati di oggi e di domani Le rendite di vecchiaia da casse pensione solitamente non sono indicizzate all’andamento dei prezzi: l’inflazione riduce quindi il potere d’acquisto dei pensionati. La deflazione, invece, implica un rischio minore per il singolo pensionato e il suo capitale di previdenza. Sebbene l’AVS venga finanziata con il principio di ripartizione, anche in questo caso l’andamento dei prezzi e dei salari assume un ruolo chiave. Veronica Weisser Economista, UBS SA Spesso il pensiero dell’inflazione o della deflazione mette un senso di disagio, talvolta di timore. Questi fenomeni sono sostanzialmente una questione di redistribuzione. L’inflazione svaluta i risparmi, ma anche i debiti, e redistribuisce quindi in generale le risorse dai risparmiatori ai debitori. La deflazione fa il contrario, aumenta il potere d’acquisto dei risparmi ma anche l’indebitamento reale. Visto che il sistema della previdenza di vecchiaia è il più grande bacino di risparmio della Svizzera, vale la pena di interrogarsi su come inflazione e deflazione incidono sui tre pilastri della nostra previdenza di vecchiaia. Le rendite di vecchiaia da casse pensione non vengono adeguate all’inflazione Quasi la metà dei risparmi dei privati svizzeri, circa l’8% del reddito disponibile, confluisce ogni anno nel 2° pilastro. Il capitale ndelle casse pensione e nelle fondazioni di libero passaggio, superiore a 800 miliardi di franchi, supera addirittura il prodotto interno lordo svizzero (cfr. figura 1). Poiché le casse pensione devono investire il proprio capitale con approccio relativamente conservativo, la componente obbligazionaria nei loro portafogli è elevata, solitamente attorno al 75%. Le obbligazioni di solito non 26 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 proteggono contro l’inflazione e un aumento dei tassi d’inflazione minaccia quindi il potere d’acquisto del capitale. La perdita di potere d’acquisto ricade direttamente sui pensionati, visto che le casse pensione non prevedono un’indicizzazione all’inflazione per le rendite di vecchiaia. Chi a 65 anni riceve una rendita di vecchiaia fissa da cassa pensione, all’età di 90 anni disporrà ancora solo del 60% del potere d’acquisto originario, in caso di inflazione media del 2% (cfr. figura 2). Il potere d’acquisto scende addirittura al 28% in caso di inflazione media del 5%. Anche l’avere di vecchiaia nella cassa pensione dei lavoratori attivi subisce una riduzione se la remunerazione dell’avere di vecchiaia non riesce a stare al passo con l’inflazione. L’inflazione non è solo una sventura Lavoratori e pensionati sono i classici risparmiatori nel 2° pilastro e quindi le potenziali vittime in caso di inflazione. Per i lavoratori e i loro figli, però, un aumento del costo della vita può essere anche una benedizione. Fig. 1: Il sistema di previdenza è il più grande bacino di risparmio della Svizzera Attivo in casse pensione e da contratti assicurativi (in mld. di CHF) 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 2004 2005 2006 Patrimonio di previdenza totale Attivi da contratti assicurativi Fonti: UST, UBS 2007 2008 2009 Attivi in casse pensione 2010 2011 2012 Politica svizzera Non avendo tenuto sufficientemente conto della migliorata aspettativa di vita degli attuali pensionati nel calcolo dell’importo della loro rendita, in passato le casse pensione hanno conferito rendite fisse troppo elevate. Negli anni scorsi si tendeva a colmare le carenze così venutesi a creare nel capitale delle casse pensione abbassando la remunerazione sul capitale dei lavoratori attivi anziché sul capitale dei pensionati. Quasi certamente anche in futuro saranno i lavoratori attivi a finanziare simili risanamenti, ma l’inflazione potrebbe alleviare questa redistribuzione dai lavoratori ai pensionati attraverso due effetti. Se i tassi d’interesse aumentano a fronte di una maggiore inflazione, le casse pensione subiscono dapprima una perdita nel proprio portafoglio obbligazionario. A lungo termine, però, i maggiori interessi/rendimenti potrebbero finanziare meglio le rendite fisse già concesse. Non bisogna poi dimenticare che anche i salari aumentano con l’inflazione. In questo caso, i contributi nominali dei lavoratori alle casse pensione aumenterebbero. Le carenze nel capitale delle casse pensione potrebbero così essere finanziate attraverso una più ampia base salariale e contributiva, abbassando la redistribuzione percentuale a carico del capitale dei lavoratori. r ilevante. La perdita del potere d’acquisto potrebbe essere scongiurata solo se i rendimenti del mercato monetario e degli investimenti obbligazionari nei conti 3a e 3b superassero l’inflazione, o se la componente azionaria nei conti del 3° pilastro compensasse per le perdite obbligazionarie dovute all’inflazione. La deflazione, invece, manterrebbe a lungo termine e addirittura aumenterebbe il potere d’acquisto degli investimenti nel mercato monetario e obbligazionario del 3° pilastro. Al contrario, in caso di deflazione sono prevedibili perdite su investimenti azionari. AVS: i salari tengono il passo dei prezzi al consumo? Nel fondo di compensazione AVS restano 30 miliardi di franchi di capitale di previdenza svizzero. Ma nel 1° pilastro del sistema previdenziale, il finanziamento tramite risparmi ha un ruolo secondario. Nel principio di ripartizione si utilizzano invece gli attuali contributi dei lavoratori per finanziare le attuali prestazioni del 1° pilastro. Il finanziamento dell’AVS è quindi sostanzialmente una questione demografica. Gli ultimi calcoli rivelano che, per effetto delle dinamiche demografiche, il fondo di compensazione AVS verrà completamente svuotato nel giro dei prossimi dieci – Le tendenze deflazionistiche aumenterebbero il potere vent’anni. Ma inflazione e deflazione possono certamente d’acquisto dei pensionati e degli averi di vecchiaia, inasprendo però la redistribuzione tra lavoratori e pensionati. influire sulla solidità del 1° pilastro. Le rendite AVS e AI, infatti, vengono solitamente esaminate ogni due anni e adeSe salari e tassi d’interesse diminuiscono, i lavoratori devono cedere una percentuale maggiore dei propri redditi guate all’indice misto dell’evoluzione dei prezzi e dei salari. per colmare le carenze nelle casse pensione. Diversi fattori determinano le entrate e le uscite dell’AVS La deflazione protegge il potere d’acquisto delle Se l’indice misto influenza l’andamento delle uscite dell’AVS, obbligazioni nel 3° pilastro le entrate dipendono essenzialmente dallo sviluppo delle Anche per le diverse centinaia di miliardi di franchi di risparmi nel 3° pilastro della previdenza privata il rischio di masse salariali. La massa salariale aumenta se aumentano i salari, ma anche se sale l’occupazione, spesso a braccetto una perdita del potere d’acquisto dovuta a inflazione è con una maggiore immigrazione. Se la massa salariale avanza in linea con i prezzi al consumo, allora anche gli aumenti di spese ed entrate del 1° pilastro sarebbero grosFig. 2: Nessuna indicizzazione all’inflazione delle rendite somodo equivalenti. Tuttavia, appena la massa salariale di vecchiaia da cassa pensione rallenta rispetto ai prezzi al consumo, l’indice misto crea Andamento del potere d’acquisto di una rendita di vecchiaia da cassa pensione fissa con inflazione del 2 e 5% e con deflazione del 2% un’ulteriore carenza di finanziamento indipendente dall’andamento demografico. A causa della difficile situazione 180 economica, in Gran Bretagna i salari sono aumentati media160 140 mente solo dell’1,5% all’anno negli ultimi cinque anni, men120 tre l’inflazione media è stata del 3,1%. Un simile scenario in 100 Svizzera provocherebbe una carenza di finanziamento di 80 60 oltre 1 miliardo di franchi nell’AVS nel giro di cinque anni. 40 20 0 1965 1970 Inflazione del 5% Fonte: UBS 1975 Inflazione del 2% 1980 1985 Deflazione del 2% 1990 Il finanziamento dell’AVS è agevolato se la massa salariale cresce più velocemente dei prezzi al consumo, solitamente in fasi di forte crescita economica unita a inflazione e immigrazione. Per agevolare il finanziamento dell’AVS UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 27 Politica svizzera anche in caso di deflazione, bisognerebbe abbassare le rendite AVS più velocemente rispetto al calo della massa salariale. Dubitiamo che la politica sia disposta a farlo. Il probabile scenario in caso di deflazione, quindi, non può escludere una carenza di finanziamento nell’AVS, con un calo delle rendite AVS inferiore a quello della massa salariale. Limitata protezione contro l’inflazione attraverso immobili residenziali Gli immobili residenziali, la soluzione preferita per la previdenza di vecchiaia, offrono una protezione relativamente buona in fasi di elevata inflazione. Ciò è vero soprattutto se, grazie all’inflazione, il proprietario beneficia della svalutazione reale dell’ipoteca a tasso fisso stipulata per il finanziamento dell’abitazione. Altrimenti, questa relazione non è sempre vera in caso di moderata inflazione. A determinate condizioni, i prezzi immobiliari possono evidenziare una stagnazione o addirittura scendere nonostante l’inflazione. Ciò accade in particolare se i costi di finanziamento salgono con l’inflazione e la domanda di immobili residenziali diminuisce di conseguenza. flazione. Le obbligazioni non sono adatte a questo scopo. La deflazione implica un rischio minore per il singolo pensionato e il suo capitale di previdenza. La redistribuzione tra risparmiatori e debitori risultante da scenari inflazionistici e deflazionistici influenzerà il potere d’acquisto dei pensionati attuali e futuri. Queste redistribuzioni avvengono solitamente in modo lento e poco trasparente, suscitando malumori tra risparmiatori e debitori. Interazione di demografia e inflazione Nel caso della previdenza di vecchiaia si aggiunge un altro elemento di redistribuzione, perché qui non si tratta solo della perdita di potere d’acquisto del capitale di previdenza risparmiato in caso di inflazione. Inflazione e deflazione sono decisive anche per stabilire chi si fa carico dei costi della maggiore durata di riscossione delle rendite dovuta alla più lunga aspettativa di vita. E infine è anche una questione di redistribuzione. Il carico sull’attuale generazione di lavoratori, scarsamente popolata, e sui loro figli, potrà essere alleggerito semplicemente dall’assenza di indicizzazione all’inflazione delle rendite AVS concesse alla generazione del baby boom, che dal 2010 sta gradualmente raggiungendo l’età della pensione? Per le rendite di vecchiaia da cassa pensione non è solitamente prevista un’indicizzazione all’inflazione: in caso di aumento dell’inflazione, la politica eserciterà maggiore pressione sulle casse pensione, a danno dei giovani lavoratori e dei loro figli, per spingerle a concedere determinati adeguamenti all’inflazione? La sfida sarà quella di garantire pari trattamento anche alle generazioni future, nonostante la forte dominanza della vecchia generazione nel bacino elettorale. « In caso di inflazione, i proprietari immobiliari beneficiano della svaluta zione reale della propria ipoteca a tasso fisso. In caso di deflazione, occorre inoltre considerare l’aumento dell’indebitamento reale da ipoteca. Se i salari scendono insieme ai prezzi al consumo, allora si è costretti a onorare gli obblighi ipotecari con una disponibilità di reddito inferiore. Gli immobili possono quindi regalare un netto vantaggio nella previdenza di vecchiaia solo in pochi scenari inflazionistici. Nella previdenza di vecchiaia è indispensabile provvedere in modo autonomo Gli attuali e i futuri pensionati dovrebbero considerare che, in caso di inflazione, le loro rendite di vecchiaia da cassa pensione perdono continuamente potere d’acquisto nel corso degli anni. Anche in caso di inflazione contenuta o moderata. I lavoratori attivi farebbero quindi bene ad accantonare risparmi supplementari per i successivi anni di pensione, da investire in classi d’investimento quali azioni, immobili e materie prime (ad esempio l’oro), che garantiscono almeno una protezione parziale contro l’in- 28 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 » Settori Settori Indomita tendenza rialzista nell’industria I risultati del sondaggio nell’industria confermano la svolta in positivo. Gli ordinativi aumentano mentre gli affari e il livello di produzione restano stabili nel confronto annuale. Le imprese del terziario giudicano ancora positivamente il proprio andamento degli affari, sostenuto anche da una domanda in crescita. la prima volta da giugno 2011 gli ordinativi sono tornati in territorio positivo, e quindi a fine anno questo indicatore è aumentato rispetto all’anno prima. Purtroppo non si può dire lo stesso per gli ordinativi dall’estero, per i quali non sembra neppure imminente una svolta. Ma grazie al buon flusso di ordinativi dalla Svizzera, il livello di produzione è aumentato e quasi tutti gli intervistati giudicano positivamente la situazione generale degli affari. Sibille Duss Economista, UBS SA I risultati del sondaggio rivelano che l’economia interna è sostanzialmente solida. Le imprese lamentano ancora una certa vulnerabilità delle esportazioni di fronte alla mediocre congiuntura nell’UE. Nell’industria si moltiplicano i segnali di una ripresa sostenibile. Per la prima volta da giugno 2011, infatti, quasi tutte le imprese riferiscono un miglioramento nella situazione degli ordinativi, anche se la domanda dall’estero resta in calo. Ma anche qui si inizia ad avvertire la svolta, visto che per molte imprese la situazione è in continuo miglioramento dal mese di agosto dello scorso anno. A dicembre la produzione e il generale andamento degli affari nell’industria si sono stabilizzati sul livello dello scorso anno. Il numero di occupati presso le società industriali è giudicato ancora troppo elevato, benché anche per questo indicatore sia possibile parlare di una svolta imminente. Al capitolo utili restano le difficoltà per l’industria, visto che questo indicatore non è più riuscito a portarsi in territorio positivo dallo scoppio della crisi nel 2008. Nell’elettrotecnica, settore al quale ascriviamo anche l’orologeria e la produzione di strumenti di precisione e attrezzature medicali, la ripresa negli ultimi mesi dell’anno è stata piuttosto fiacca. Gli ordinativi hanno registrato una nuova leggera flessione nell’ultimo trimestre 2013 e anche il livello di produzione è peggiorato ancora nella maggior parte dei casi. In generale, le imprese lamentano ancora una compressione dei margini, dovuta tra le altre cose anche al calo dei prezzi. Come per l’industria meccanica, anche per quella metallurgica la situazione degli utili non è così rosea e gran parte degli intervistati riferisce ancora difficoltà. Nel settore chimico le cose vanno bene. Gli ordinativi sono aumentati, anche se la domanda dall’estero resta in flessione. Il livello di produzione è migliorato quasi per tutti e Ordinativi in ingresso nel settore industriale Dati ripartiti a livello stagionale 50 40 30 30 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 20 10 0 Andamento negli ultimi tre mesi Fonti: KOF, UBS Prodotti intermedi Beni di consumo Materiali Generi alimentari Chimica Metalli Elettrotecnica –20 Macchinari –10 Industria Le industrie meccanica, elettrotecnica e metallurgica vedono la luce in fondo al tunnel La situazione economica è eterogenea nell’industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica. Nel settore meccanico, quasi tutte le imprese riferiscono una situazione migliore rispetto a un anno fa. Gli ordinativi sono aumentati nella maggioranza dei casi e anche il giudizio sugli affari è generalmente positivo. La situazione è migliorata negli ultimi mesi anche per le imprese metallurgiche. Per Andamento atteso nei prossimi tre mesi Settori anche l’andamento degli affari viene giudicato soddisfacente già dal mese di marzo dello scorso anno. Gli utili sono l’unica cosa rimasta invariata nell’ultimo trimestre in questo settore e anche la situazione occupazionale si è risollevata negli ultimi mesi. Buon andamento degli affari per i produttori di generi alimentari Anche le imprese dell’industria alimentare giudicano posi tivamente la situazione generale degli affari e riferiscono un modesto miglioramento degli ordinativi nel confronto annuale. Il livello di produzione, invece, e quello degli ordinativi dall’estero sembrano non voler migliorare, e negli ultimi tre mesi dello scorso anno nemmeno gli utili hanno regalato sorprese positive ai produttori di generi alimentari. Per i produttori di materiali (tessili, carta e legno) le chance di una ripresa sostenibile restano negative. Negli ordinativi dall’estero non si scorge alcuna svolta e anche la situazione degli affari ottiene un giudizio negativo da luglio 2011. Se la situazione sul mercato del lavoro si era un po’ tranquillizzata a metà dello scorso anno, negli ultimi mesi molte imprese del settore tornano a segnalare un eccessivo numero di collaboratori. E certamente il settore non può trovare serenità nel continuo calo dei prezzi che lo affligge dal terzo trimestre 2008. Ripresa degli utili nell’edilizia Gli utili nell’edilizia sono migliorati nel secondo semestre rispetto al trimestre precedente. Era accaduto solo una volta dal secondo trimestre 2011. Se si esclude questa compressione dei margini, l’edilizia continua a prosperare. Il portafoglio ordini delle imprese indicava il tutto esaurito a fine anno e anche lo sfruttamento delle capacità è molto elevato ormai da anni. Grazie a ottimi dati per tutti gli indicatori, a fine anno le imprese hanno espresso soddisfazione per i propri affari. Mentre gli utili per le imprese di costruzione sono passati in territorio positivo solo nella seconda metà dell’anno, quelli degli studi di architettura e ingegneria, che annoveriamo nel settore dei servizi, migliorano continuamente già dal secondo trimestre 2011. Come nell’edilizia, la situazione è ottima anche in questo settore. La domanda è inarrestabile da anni, anche se negli ultimi mesi dello scorso anno si è registrato un leggero rallentamento, probabilmente riconducibile a effetti stagionali. Nonostante la fiorente situazione, la maggior parte degli studi ritiene che i propri organici siano troppo folti. Diversa invece la percezione delle imprese di costruzione, che nel sondaggio hanno comunicato l’intenzione di assumere nuovo personale. Dinamica ancora vigorosa per le società di servizi Per le società di servizi la domanda è aumentata di nuovo nel quarto trimestre, dopo la leggera flessione a metà anno. In generale, la domanda di servizi è in continuo aumento dal quarto trimestre 2009 in Svizzera. Per la prima volta dal secondo trimestre 2012, le società riferiscono un aumento degli utili. Questi dati positivi si riflettono anche nel giudizio sugli affari, incoraggiante per la maggioranza delle imprese. La ricerca di collaboratori da parte delle aziende è testimoniata anche dai dati occupazionali dell’Ufficio federale di statistica. Nel terziario si è verificato il maggiore aumento di forza lavoro negli ultimi anni. Per le imprese che offrono servizi economici, la domanda è nuovamente cresciuta nel secondo semestre. Ma questo non è stato l’unico indicatore a migliorare. Le imprese riferiscono un miglioramento anche nella propria situazione economica e negli utili rispetto al trimestre precedente. L’unica preoccupazione va alla continua compressione dei prezzi dal primo semestre 2011. Domanda nel settore dei servizi Andamento negli ultimi tre mesi Fonti: KOF, UBS Turismo Commercio all’ingrosso Trasporti e comunicazione Servizi personali Servizi economici 20 15 10 5 0 –5 –10 –15 Servizi Dati ripartiti a livello stagionale Andamento atteso nei prossimi tre mesi Per le imprese che offrono servizi alla persona, la situazione degli affari a fine anno è rimasta eccellente, benché l’indice, a quota 50 punti, sia inferiore rispetto alla media di lungo periodo. Anche gli utili di queste imprese sono migliorati per il secondo trimestre consecutivo. Anche in questo settore, come per quasi tutte le società di servizi, le imprese sono alla ricerca di nuovi collaboratori e giudicano l’attuale livello occupazionale troppo scarso. Domanda in aumento nel commercio all’ingrosso Negli ultimi mesi dell’anno, più società del commercio all’ingrosso hanno riferito un incremento della domanda di servizi. Allo stesso tempo, però, sono aumentate anche UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 31 Bergstation Caischavedra, Disentis | SchweizFotos.com Settori L’industria svizzera prende sempre più velocità e la ripresa sembra sostenibile. È ciò che emerge dai dati recentemente pubblicati dell’indice svizzero dei direttori d’acquisto per l’industria. A gennaio i dati hanno subito una nuova leggera flessione ma l’indice sopra i 50 punti indica comunque un’economia in espansione per i prossimi sei mesi. La situazione economica non è però migliorata per Nonostante la buona situazione degli utili nell’ultimo trimestre, i servizi del trasporto e delle comunicazioni devono tutti i segmenti dell’industria negli ultimi mesi, anche se in linea generale è possibile parlare di una svolta imminente. fare i conti con un calo della domanda, che pesa anche Gli affari continuano ad andare a gonfie vele soprattutto sul livello occupazionale, giudicato generalmente troppo nel settore alimentare e chimico. Al momento l’elettrotecelevato. Ma nonostante l’indebolimento della domanda, nica, uno dei segmenti industriali più virtuosi degli ultimi il giudizio sulla propria situazione economica nell’ultimo anni, fatica un poco, anche a causa della minore dinamica trimestre resta eccellente e superiore alla media di lungo nell’orologeria. Nel terziario la domanda è cresciuta periodo. ancora, motivando il giudizio molto positivo sugli affari in questo settore. Tendenzialmente, grazie a una ripresa Il miglioramento degli utili nel turismo conferma soprattutto in Europa, per quest’anno prevediamo un la ripresa aumento delle esportazioni dell’industria. Ciò potrebbe Nel turismo si conferma la tendenza rialzista degli ultimi mesi. Negli ultimi mesi dell’anno i fatturati sono aumentati dare ulteriore impulso all’industria e tramutare la svolta in rispetto a un anno prima per quasi tutte le aziende. Anche una ripresa sostenibile. gli utili sono aumentati per la prima volta dal quarto trimestre 2008. le scorte, come conseguenza della maggiore domanda. Tuttavia, nel quarto trimestre le imprese giudicano positivamente la propria situazione degli affari, molto probabilmente anche grazie alla stabilizzazione degli utili. È la prima volta che accade dal secondo trimestre 2011. 32 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Settori Attrattiva di mercato e competitività UBS, con l’ausilio di dati salariali, previsioni settoriali di lungo periodo e dei risultati del sondaggio redige un posizionamento settoriale dell’economia svizzera. Gli assi mostrano la media settoriale. L’industria chimica registra il migliore posizionamento tra i settori per quanto riguarda attrattiva di mercato e competitività. Anche le assicurazioni vantano una buona posizione competitiva. Questo quadrante del grafico annovera anche il commercio all’ingrosso, i servizi economici, le banche, così come l’industria elettrotecnica, meccanica e il settore alimentare. Alimentari ed elettrotecnica sono riusciti ad aumentare le esporta- zioni lo scorso anno. Ma questo incremento nell’export non è l’unico fattore alla base della loro elevata competitività. Nel 2013, anche il settore metallurgico ha esportato più prodotti rispetto all’anno precedente, e tuttavia la sua competitività è ancora inferiore alla media. La capacità competitiva e l’attrattiva di mercato del turismo sono ancora sotto la media generale dell’economia svizzera, ma la distanza dal valore medio è stata ridotta. Nello stesso quadrante del turismo e della metallurgia si trovano anche i settori tessile, abbigliamento e calzature nonché carta, stampa ed editoria, commercio al dettaglio e servizi alla persona. alta Posizionamento settoriale a lungo termine Prestazioni preliminari Intermediari Chimica Commercio all’ingrosso Servizi economici Trasporti, comunicazione e informazione Attrattività di mercato Studi di architettura e di ingegneria Elettrotecnia Alimentari Legno, altri prodotti diversi dai metalli Assicurazioni Banche Commercio al dettaglio Turismo Carta, stampa ed editoria Macchinari Edilizia Servizi alla persona Metalli bassa Creazione di valore nominale lordo 2013 Tessile, abbigliamento, pellame, calzature debole CHF 40 mld CHF 20 mld CHF 10 mld CHF 5 mld forte Competitività Fonti: BAK Basel, KOF, UST, UBS È possibile rappresentare schematicamente le prospettive a lungo termine dei settori svizzeri in un’ottica bidimensionale. Il potenziale della domanda (sull’asse verticale, rappresentato come attrattività del mercato) viene valutato in base alla crescita di mercato attesa nel lungo termine. Sul livello orizzontale si valuta come si presenta la posizione concorrenziale di ciascuna azienda del settore dal punto di vista dell’offerta. A riguardo, tra gli altri fattori, vengono presi in considerazione redditività e andamento della produttività. La dimensione del cerchio nel diagramma simboleggia la creazione di valore nel 2012 dei singoli settori. In linea di massima occorre ricordare che il posizionamento rappresentato nel grafico costituisce una media del settore (rispetto alla media svizzera indicata dalle due linee nere). I singoli sottosettori e in particolare le singole aziende potrebbero discostarsi nettamente dal valore medio fornito. UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 33 Settori Panorama industriale Dati ripartiti a livello stagionale Industria Ordinativi in ingresso 1 2008 2010 Industrie 2012 Maschinen Macchinari 2014 2008 2010 2012 2014 Elektrotechnik Elettrotecnica 2008 2010 2012 2014 Metall Metalli 2008 2010 2012 2014 Chemie Chimica 2008 2010 2012 2014 superiore invariato inferiore Portafoglio ordini dall’estero 2 superiore invariato inferiore Produzione 1 superiore invariato inferiore Situazione degli affari 2 superiore invariato inferiore Numero di occupati 2 superiore invariato inferiore Ricavi 3 superiore invariato inferiore Prezzi di vendita 3 superiore invariato inferiore Dati strutturali Posti a tempo pieno in 1000 4 Quota di addetti in PMI 5 Quota di addetti in grandi aziende 5 Quota dell’export: 6 – negli USA – nell’UE – in Germania – in Francia – in Italia – in Cina Creazione di valore lordo reale in CHF mld (2013) 7 Creazione di valore per posto a tempo pieno in 1000 CHF 7 973,9 84% 97,2 65% 139,2 54% 95,6 88% 104,6 35% 16% 35% 46% 12% 65% 10,1% 58,5% 29,6% 7,8% 8,0% 3,7% 8,3% 53,4% 23,0% 6,9% 4,4% 9,4% 11,4% 49,6% 17,1% 6,6% 4,9% 5,4% 6,3% 76,9% 37,4% 7,5% 8,5% 3,0% 12,0% 57,3% 13,9% 7,2% 9,0% 1,7% 120,8 13,5 22,9 11,0 29,6 122,7 116,3 144,9 113,4 281,3 Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare senza preavviso. Nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente Valutazione soggettiva 3 Andamento negli ultimi tre mesi 34 Occupati medi in equivalenti a tempo pieno nel 2012, fonte: UST 5Numero di occupati in equivalenti a tempo pieno secondo STATENT 2011, fonte: UST 6 Fonti: Statistica del commercio esterno 2012 (aggiornata a maggio 2013) 1 4 2 5 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Settori Nahrungsmittel Ordinativi in ingresso 1 Materialien Generi alimentari Materiali 10 2008 2008 2010 2012 2014 2010 2012 Bau Gebrauchsgüter Edilizia 2014 2008 2010 2012 2014 Vorleistung Beni di consumo 9 Prodotti intermedi 9 2008 2008 2010 2012 2014 2010 2012 2014 Portafoglio ordini superiore invariato inferiore Portafoglio ordini dall’estero 2 Portafoglio ordini edilizia principale superiore invariato inferiore Produzione 1 Situazione degli affari superiore invariato inferiore Situazione degli affari 2 Aspettativa per occupazione superiore invariato inferiore Numero di occupati 2 Aspettativa su prezzi superiore invariato inferiore Ricavi 3 superiore invariato inferiore Prezzi di vendita 3 superiore Livello di sfruttamento delle capacità in % invariato inferiore Dati strutturali Posti a tempo pieno in 1000 4 Quota di addetti in PMI 5 Quota di addetti in grandi aziende 5 Quota dell’export: 6 – negli USA – nell’UE – in Germania – in Francia – in Italia – in Cina Creazione di valore lordo reale in CHF mld (2013) 7 Creazione di valore per posto a tempo pieno in 1000 CHF 7 59,8 70% 83,0 87% 301,6 96% 30% 13% 4% 10,2% 67,5% 16,6% 10,6% 7,1% 0,6% 4,7% 75,7% 30,3% 8,3% 9,7% 2,4% 12,7 7,8 31,5 209,4 96,9 102,5 Fonti: BAK Basel, UBS Dati mensili, senza edilizia 9 Gruppi di beni; a livello intersettoriale 7 8 Fonti: KOF, UBS 10 Materiali comprende i settori legno e altri prodotti non metallici; carta, stampa ed editoria; tessili, abbigliamento, pelletteria e calzature; ponderato secondo il censimento aziendale 2008 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 35 Settori Panorama dei servizi Dati ripartiti a livello stagionale Durchschn. Dienstl. Media Servizi 2008 Domanda 1 2010 2012 2014 Servizi economici Servizi personali Trasporti eMedien comunicazione 2008 2008 2008 Dienstl. für Untern. 2010 2012 IT 2014 2010 2012 2014 2010 2012 Commercio Grosshandel all’ingrosso 2014 2008 2010 2012 2014 superiore invariato inferiore Posizione concorrenziale 1 Situazione delle scorte 2 superiore invariato inferiore Situazione degli affari 2 superiore invariato inferiore Occupazione 2 superiore invariato inferiore Ricavi 1 superiore invariato inferiore Aspettativa su prezzi 3 superiore invariato inferiore Dati strutturali Posti a tempo pieno in 1000 5 2440,5 406,1 604,4 220,2 189,9 Quota di addetti in PMI 86% 87% 80% 77% 91% Quota di addetti in grandi aziende 6 14% 13% 20% 23% 9% Creazione di valore lordo reale in CHF mld (2013) 4 350,4 99,2 48,4 22,4 55,4 Creazione di val. lordo per posto a tempo pieno in 1000 CHF 4 141,1 165,5 77,8 97,8 289,3 5 Le previsioni e le stime sono attuali solo alla data della presente pubblicazione e potrebbero variare senza preavviso. Andamento negli ultimi tre mesi Valutazione soggettiva 3 Andamento atteso nei prossimi tre mesi 4 Fonti: BAK Basel, UBS 1 2 36 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 Numero medio di occupati in equivalenti a tempo pieno nel 2012, fonte: UST Numero di occupati in equivalenti a tempo pieno secondo STATENT 2011, fonte: UST 5 6 Settori Tourismus Detailhandel Commercio al dettaglio Turismo 2008 Domanda 1 2010 2012 superiore 2014 2008 2010 2012 Finanz 2014 Servizi finanziari Immobili Architektur e studi di architettura 2008 2008 2010 2012 2014 2010 2012 2014 Situazione delle scorte 2 invariato inferiore Fatturato superiore Fatturato atteso 3 Situazione degli affari 2 Occupazione 2 invariato inferiore Situazione degli affari 2 Occupazione 2 superiore invariato inferiore Occupazione 2 Aspettativa su prezzi 3 troppo bassa Prestazione 1 sufficiente troppo Ricavi 1 superiore invariato inferiore Aspettativa su prezzi 3 Reddito aziendale superiore invariato inferiore Dati strutturali Posti a tempo pieno in 1000 5 175,7 330,8 211,5 92,5 98% 98% 67% 97% 2% 2% 33% 3% Creazione di valore lordo reale in CHF mld (2013) 4 11,1 33,2 63,5 37,2 Creazione di val. lordo per posto a tempo pieno in 1000 CHF 4 63,9 100,2 300,7 389,4 Quota di addetti in PMI 5 Quota di addetti in grandi aziende 6 Fonti: KOF, UBS UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 37 Selezione di pubblicazioni UBS CIO Year Ahead CIO Wealth Management 2014 CIO Year ahead Pubblicato una volta l’anno, CIO Year Ahead decifra il contesto economico e offre consigli d’investimento strategici per un portafoglio di successo nel lungo periodo. 58 pagine A4; italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, cinese (tradizionale e semplificato) e russo; dicembre 2013. CIO Weekly Italia CIO WM Global Investment Office | 31 gennaio 2014 Ancora più a fondo I punti di nostro interesse Quali sono le conseguenze della recente volatilità dei mercati emergenti? 02 Valute dei mercati emergenti Correlazioni tra mercati emergenti e sviluppati Indicatori anticipatori 03 Questa settimana sul podcast di CIO research • Le monete dei mercati emergenti registrano un crollo – Si prospetta un’altra crisi? • Incertezza sulle obbligazioni dei mercati emergenti – Quanto rischio è adeguato assumersi? www.ubs.com/research-podcast «7,0%.» Quello che dovete sapere 1 La Federal Reserve statunitense ha ridotto di USD 10 miliardi il ritmo degli acquisti mensili di titoli, portandoli a USD 65 miliardi. Gli acquisti di Treasury sono ora pari a USD 35 miliardi (da USD 40 miliardi), mentre gli acquisti di MBS si attestano a USD 30 miliardi (da USD 35 miliardi). La reazione dei mercati è stata curiosa. Durante la seduta, l'S&P500 ha accusato una flessione superiore all'1%, mentre i Treasury sono stati protagonisti di un rally, con un calo di 8 pb dei rendimenti a dieci anni (2,68%). La debolezza degli ultimi dati relativi alle buste paga o agli ordini dei beni durevoli non sembra preoccupare la Fed che non ha fatto accenno alla recente volatilità dei mercati emergenti nell'assumere la propria decisione. Ci attendiamo che il graduale ridimensionamento degli acquisti continui per tutto l’anno a un ritmo tale da mantenere l’economia statunitense sul percorso di crescita. Confermiamo perciò la sovraponderazione nelle azioni e nelle obbligazioni high yield statunitensi. Oscillazione infragiornaliera della lira turca di mercoledì, la maggiore da maggio 2006 default che avrebbe indebolito anche la fiducia dei risparmiatori nei prodotti emessi dai trust in termini più generali. Nel frattempo, il capodanno cinese si avvicina e la volatilità del tasso di prestito interbancario è rimasta elevata, anche se la People's Bank of China è riuscita a mantenere sotto controllo la situazione grazie a ripetute iniezioni di liquidità. I tassi repo a sette giorni si attestano ora al 5,0%, dopo aver raggiunto livelli vicini al 7% la scorsa settimana. Continua il deterioramento dei dati economici, con l'indice PMI manifatturiero HSBC in calo a 49,5 (50,5 lo scorso mese). «In Turchia le dinamiche macro rimangono difficili.» 2 Si è chiusa una settimana molto volatile per la lira turca. Lunedì, dopo una flessione infragiornaliera del 3% circa sul dollaro statunitense, la banca centrale ha convocato una riunione d'emergenza nel tentativo di arginare la fuga dei capitali. L'attesa della riunione e di un aumento dei tassi di interesse sorprendentemente aggressivo da 425 a 475 pb hanno aiutato la lira a recuperare quasi il 10% dal suo minimo storico. L’euforia iniziale è stata però di breve durata. L'effetto combinato di una domanda di copertura inferiore a USDTRY 2.20 da parte delle aziende, l'apertura di nuove posizioni short da parte degli hedge fund e un segnale dalla banca centrale che l'aumento effettivo sarebbe stato limitato a 280 pb ha determinato una nuova flessione della lira del 6%. Le dinamiche macro rimangono difficili. I tassi di inflazione elevati, il disavanzo estero elevato e le tensioni politiche ostacolano infatti la crescita dell’economia. Tra gli attivi dei mercati emergenti, le azioni e la lira turca rimangono i least preferred. 3 La saga del credit trust della Industrial and Commercial Bank of China (ICBC) sembra essere giunta alla conclusione grazie all'accordo circa il rimborso concluso con gli investitori. Gli investitori nel trust da USD 500m sono stati esposti al rischio di un 4 Le ultime due settimane sono state tumultuose per i mercati emergenti. In aggiunta a quanto avvenuto in Turchia e Cina, l’Argentina ha svalutato il peso, l’India ha aumentato i tassi di interesse di 25 pb nel tentativo di contenere il deflusso di capitali, frenare l’inflazione e sostenere la rupia. Il Sudafrica ha aumentato i tassi di 50 pb, mentre in Ucraina il conflitto politico è continuato. Nelle ultime due settimane il peso argentino ha perso il 12%, il rublo russo il 5,3%, il rand sudafricano il 3,9% e il fiorino ungherese il 3,3%. I livelli di volatilità sono stati sufficienti per determinare una flessione delle azioni globali, scese del 4% circa dai rispettivi massimi nella più importante ondata di vendite dopo quella del giugno 2013, provocata dai timori circa la revoca degli stimoli monetari da parte della Fed. I movimenti del mercato Livello Settimanale USDTRY Nikkei 225 US Natural Gas 2.248 15,007 USD 5.14/mbtu –4.4% –4.4% +12.3% S&P 500 Eurostoxx 50 MSCI EM Gold Brent crude oil US 10-year yield VIX 1,774 3,021 937 USD 1,243/oz USD 107.8/bbl 2.702% 17.40 –3.8% –3.1% –4.1% –1.7% +0.2% –8bps +4.5pts Fonte: Bloomberg, situazione al 30 gennaio 2014 L’editoriale di questa settimana I benefici della diversificazione…soprattutto ora ab Loris Centola, European Investment Office 04 Questo report è stato redatto da UBS SA. Vi preghiamo di leggere i commenti di natura legale in coda al documento. I rendimenti del passato non sono una garanzia per l’evoluzione futura. I prezzi di mercato riportati corrispondono ai prezzi di chiusura della rispettiva borsa principale. Ciò vale per tutti i grafici e le tabelle relativi alla performance della presente pubblicazione. UBS outlook «Successione aziendale» Quasi 80 000 imprenditori svizzeri devono pianificare nei prossimi cinque anni la successione: «Successione aziendale» si rivolge a imprenditori, consiglieri d’amministrazione e azionisti di famiglia e mostra perché e come la successione finanziaria e operativa debba essere avviata a tempo debito. Allo stesso tempo questa pubblicazione offre spunti di riflessione per poter discutere aperta mente e concretamente all’interno del consiglio di famiglia e di amministrazione questo argomento spesso psicologicamente spinoso. CIO Weekly Questo aggiornamento settimanale vi aiuta a tenervi informati sui mercati volatili, fornendo informazioni tempestive sugli ultimi sviluppi e sul loro signifi cato per i vostri investimenti. Oltre alle analisi dello UBS Global Investment Office, ogni edizione fornisce contenuto localizzato proveniente dai CIO regionali in base alle opportunità e ai rischi presenti nella loro parte del mondo. CIO Weekly esce il giovedì in inglese e il venerdì in tedesco, francese, italiano e spagnolo. UBS impulse per le PMI Pianificare la successione in famiglia è come camminare sul filo del rasoio: come si conciliano esigenze di famiglia e interessi aziendali? Ecco l’esempio di due PMI. In un altro highlight della nuova edizione del magazine per i clienti UBS impulse, Christine Novakovic discute con due imprenditori di franco forte, outsourcing e incombente deindustrializzazione. Maggiori informazioni su www.ubs.com/pmiimpulse. 28 pagine A4; italiano, tedesco, francese; dicembre 2013. SaP nº 80440i-1303 56 pagine A4, tedesco e francese; ottobre 2010. SaP nº 81976d o 81976f Ordinazioni e abbonamenti Come clienti UBS potete ordinare le pubblicazioni qui presentate o richiederne l’abbonamento. Per riceverle rivolgetevi al vostro consulente o inviate una mail all’indirizzo: [email protected]. Le pubblicazioni a disposizione del pubblico sono inoltre consultabili al sito http://www.ubs.com/research (contenuti liberamente accessibili). Si prega di tenere presente che, per motivi legali, certe pubblicazioni non sono disponibili per la distribuzione in tutti i paesi. 38 UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 UBS CIO WM Research è pubblicato da Wealth Management e Retail & Corporate e Wealth Management Americas, Divisioni d’affari di UBS AG (UBS) o da una sua affiliata. In alcuni paesi, UBS AG viene indicata come UBS SA. Questa pubblicazione viene distribuita al solo fine informativo e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione di offerta diretta alla compravendita di prodotti di investimento o di altri prodotti specifici. L’analisi contenuta nella presente pubblicazione si basa su numerosi presupposti. Presupposti diversi potrebbero dare risultati sostanzialmente diversi. Alcuni prodotti e servizi sono soggetti a restrizioni legali e non possono essere offerti in tutto il mondo in modo incondizionato e/o potrebbero non essere idonei alla vendita a tutti gli investitori. Tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento sono state ottenute da fonti ritenute attendibili e in buona fede, tuttavia si declina qualsiasi responsabilità, contrattuale o tacita per mancanza di accuratezza o completezza (a eccezione delle divulgazioni d’informazione relative a UBS e alle sue affiliate). Tutte le informazioni e le opinioni così come i prezzi indicati si riferiscono unicamente alla data della presente pubblicazione e sono soggetti a cambiamenti senza preavviso. Le opinioni qui espresse possono discostarsi o essere contrarie alle opinioni espresse da altre aree di attività o divisioni di UBS a seguito dell’utilizzo di presupposti e/o criteri diversi. In ogni momento UBS AG e altre società del gruppo UBS (o dipendenti di queste società) possono avere posizioni lunghe o corte in questi strumenti finanziari o effettuare operazioni in conto proprio o in conto terzi o fornire consulenza o altri servizi all’emittente di questi strumenti finanziari o a un’altra società collegata all’emittente. Alcuni investimenti possono non essere immediatamente realizzabili, dal momento che lo specifico mercato può essere illiquido, e di conseguenza la valutazione dell’investimento e la determinazione del rischio possono essere difficili da quantificare. UBS fa affidamento su ostacoli all’informazione per controllare il flusso di informazioni contenute in una o più aree in seno a UBS o in altre aree, unità, divisioni o affiliate di UBS. Operazioni su futures e opzioni sono particolarmente rischiose. Il risultato passato di un investimento non rappresenta alcuna garanzia della sua futura evoluzione. Alcuni investimenti possono essere soggetti a improvvise e consistenti perdite di valore e allo smobilizzo dell’investimento è anche possibile ricevere una somma inferiore a quella inizialmente investita o dover effettuare un versamento integrativo. Le variazioni dei corsi di cambio possono avere un effetto negativo sul prezzo, sul valore o sul rendimento di un investimento. Considerata la nostra impossibilità di tenere conto degli obiettivi d’investimento, della situazione finanziaria e delle esigenze particolari di ogni singolo cliente, vi raccomandiamo di rivolgervi a un consulente finanziario e/o fiscale per discutere le implicazioni, comprese quelle fiscali, dell’investimento in uno qualunque dei prodotti menzionati nel presente documento. Questo documento non può essere riprodotto e copie di questo documento non possono essere distribuite senza la preventiva autorizzazione di UBS o di un’associata di UBS. UBS proibisce espressamente la distribuzione e il trasferimento per qualsiasi ragione di questo documento a parti terze. UBS non si riterrà responsabile per reclami o azioni legali di parti terze derivanti dall’uso o dalla distribuzione di questo documento. Questo documento è destinato alla distribuzione solo secondo le circostanze permesse dal diritto applicabile. Per lo sviluppo delle previsioni economiche di Chief Investment Office,, gli economisti CIO hanno collaborato con gli economisti impiegati presso UBS Investment Research. Tutte le previsioni e stime si riferiscono unicamente alla data della presente pubblicazione e sono soggette a cambiamenti senza preavviso. Gestori patrimoniali esterni/consulenti finanziari esterni: qualora la presente ricerca o pubblicazione sia fornita a un gestore patrimoniale esterno o a un consulente finanziario esterno, UBS vieta espressamente che questa sia ridistribuita dal gestore patrimoniale esperto o dal consulente finanziario esterno e che sia resa disponibile ai rispettivi clienti e/o terzi. Australia: 1) Clienti di UBS Wealth Management Australia Ltd: Il presente avviso viene distribuito ai clienti di UBS Wealth Management Australia Ltd ABN 50 005 311 937 (titolare della Australian Financial Services Licence n. 231127), Chifley Tower. 2 Chifley Square, Sydney, New South Wales, NSW 2000, da UBS Wealth Management Australia Ltd. Il presente Documento contiene informazioni e/o raccomandazioni di carattere generale e non costituisce una consulenza personale in materia di prodotti finanziari. Il contenuto del Documento è stato pertanto preparato senza tenere conto degli obiettivi, della situazione finanziaria o delle esigenza di alcun destinatario specifico. Prima di qualsiasi decisione di investimento, un destinatario dovrebbe richiedere consulenza personale sui prodotti finanziari a un consulente indipendente e prendere in considerazione qualsiasi documento di offerta pertinente (compresa qualsiasi informativa sul prodotto), qualora venga presa in considerazione l’acquisizione di prodotti finanziari. 2) Clienti di UBS AG: Il presente avviso viene emesso da UBS AG ABN 47 088 129 613 (titolare della Australian Financial Services Licence n. 231087): il presente Documento viene emesso e distribuito da UBS AG, nonostante eventuali indicazioni diverse nel Documento. Il Documento è destinato all’utilizzo esclusivo da parte di «Clienti Wholesale» secondo la definizione della Sezione 761G («Wholesale Clients») del Corporation Act 2001 (Cth) («Corporations Act»). In nessun caso UBS AG potrà mettere il Documento a disposizione di un «Client Retail» secondo la definizione della Sezione 761G del Corporations Act. I servizi di ricerca di UBS AG sono offerti unicamente ai Clienti Wholesale. Il Documento è costituito da informazioni di carattere generale e non tiene conto degli obiettivi di investimento, finanziari né della situazione fiscale o di particolari esigenze di alcuna persona. Austria: Questa pubblicazione non costituisce né un’offerta pubblica né una sollecitazione di offerta ai sensi del diritto austriaco e sarà utilizzata esclusivamente in situazioni non equivalenti a quelle di un’offerta pubblica di titoli in Austria. Il documento può essere utilizzato esclusivamente dal destinatario diretto di tali informazioni e non può essere ceduto in alcun caso ad altri investitori. Bahamas: Questa pubblicazione é distribuita ai clienti privati di UBS (Bahamas) Ltd e non può essere distribuita a persone definite come cittadini bahamensi o residenti dalle «Bahamas Exchange Control Regulations». Bahrain: UBS SA è una banca svizzera non autorizzata, né sottoposta a vigilanza o regolamentata nel Bahrain dalla Banca Centrale del Bahrain e non intrattiene attività bancarie o di investimento nel Bahrain. Per questo motivo, i Clienti non godono di alcuna protezione relativamente alle leggi e ai regolamenti locali sui servizi bancari e di investimento. Belgio: Questa pubblicazione non costituisce né un’offerta pubblica né una sollecitazione di offerta ai sensi del diritto belga ma può, a scopo informativo, essere messa a disposizione dei clienti di UBS Belgium, filiale di UBS (Luxembourg) SA, registrata presso la Banca nazionale del Belgio e autorizzata dalla «Financial Services and Markets Authority», alla quale la presente pubblicazione non è stata sottoposta per l’approvazione. Brasile: Redatta da UBS Brasil Administradora de Valores Mobiliários Ltda, entità regolata dalla Comissão de Valores Mobiliários («CVM»). Canada: In Canada, la presente pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS Wealth Management Canada da UBS Investment Management Canada Inc.. Dubai: Research è pubblicato da UBS AG Dubai Branch all’interno del DIFC; è inteso unicamente per clienti professionali e non per un’ulteriore distribuzione negli Emirati Arabi Uniti. EAU: Il presente rapporto di ricerca non costituisce un’offerta, una vendita o una consegna di azioni o altri titoli ai sensi della legislazione degli Emirati Arabi Uniti (EAU). Il contenuto di questo rapporto non è stato e non sarà approvato da alcuna autorità degli Emirati Arabi Uniti, ivi compresa la Banca Centrale degli EAU oppure la «Dubai Financial Services Authority», la «Emirates Securities and Commodities Authority», il «Dubai Financial Market», l’«Abu Dhabi Securities Market» o qualsiasi altra borsa degli EAU. Francia: Questa pubblicazione è distribuita da UBS (France) S.A., «société anonyme» francese con un capitale sociale di € 125.726.944, 69, boulevard Haussmann F-75008 Parigi, R.C.S. Paris B 421 255 670, ai clienti esistenti e potenziali. UBS (France) S.A. è un provider di servizi d’investimento debitamente autorizzato ai sensi del «Code Monétaire et Financier» e regolato dalle autorità bancarie e finanziarie francesi come l’«Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution». Germania: La presente pubblicazione è distribuita ai sensi della legge tedesca da UBS Deutschland AG, Bockenheimer Landstrasse 2–4, 60306 Frankfurt am Main. UBS Deutschland AG è autorizzata e regolata dalla «Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht». Hong Kong: Questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS AG Filiale di Hong Kong da UBS AG Filiale di Hong Kong, banca autorizzata ai sensi della «Hong Kong Banking Ordinance» e istituto registrato ai sensi della «Securities and Futures Ordinance». India: Distribuito da UBS Securities India Private Ltd. 2/F, 2 North Avenue, Maker Maxity, Bandra Kurla Complex, Bandra (East), Mumbai (India) 400051. Telefono: +912261556000. Numeri di registrazione SEBI: NSE (segmento del mercato dei capitali): INB230951431, NSE (segmento di F&O) INF230951431, BSE (segmento del mercato dei capitali) INB010951437. Indonesia: La presente ricerca o pubblicazione non è intesa come offerta pubblica di titoli ai sensi della Legge indonesiana sui mercati dei capitali e delle sue disposizioni esecutive. I titoli menzionati in questo materiale non sono stati e non saranno registrati secondo la Legge indonesiana sui mercati dei capitali e le sue disposizioni. Italia: Questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS (Italia) S.p.A.. Via del vecchio politecnico 3 – Milano, banca debitamente autorizzata alla prestazione dei servizi di investimento dalla «Banca d’Italia» e sottoposta alla supervisione della «Consob» e della «Banca d’Italia». UBS Italia non ha partecipato alla produzione della pubblicazione e della ricerca sugli investimenti né all’analisi finanziaria qui riportata. Jersey: UBS SA, filiale di Jersey, è regolata e autorizzata dalla Commissione per i servizi finanziari di Jersey al fine di svolgere attività bancarie, di investimento e di gestione di fondi. Lussemburgo: La presente pubblicazione non deve essere intesa come un’offerta pubblica ai sensi del diritto del Lussemburgo, ma può essere messa a disposizione a scopo informativo ai clienti di UBS (Luxembourg) S.A., una banca regolata e sotto la supervisione della «Commission de Surveillance du Secteur Financier» (CSSF), alla quale la presente pubblicazione non è stata sottoposta per l’approvazione. Messico: Questo documento è stato distribuito da UBS Asesores México, S.A. de C.V., ente non soggetto alla supervisione della Commissione Nazionale per la Banca e la Borsa Valori. UBS Grupo Financiero, S.A. de C.V. non fa parte di nessun altro gruppo finanziario messicano e le proprie obbligazioni non sono garantite da nessuna terza parte. UBS Asesores México, S.A. de C.V. non garantisce nessun rendimento. Regno Unito: Approvata da UBS AG, autorizzata e regolata dalla Financial Market Supervisory Authority in Svizzera. Nel Regno Unito, UBS AG è autorizzata dalla Prudential Regulation Authority ed è soggetta alla vigilanza della Financial Conduct Authority e alla vigilanza limitata della Prudential Regulation Authority. I dettagli riguardanti la portata della vigilanza da parte della Prudential Regulation Authority sono disponibili su richiesta. Membro della Borsa Valori di Londra. Questa pubblicazione è distribuita ai clienti di UBS Londra nel territorio del Regno Unito. Laddove i prodotti o i servizi forniti provengano da paesi esterni al Regno Unito, gli stessi non saranno coperti dalla legislazione del Regno Unito o dal Financial Services Compensation Scheme. 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UBS Securities LLC è una succursale di UBS AG e un’affiliata di UBS Financial Services Inc. UBS Financial Services è una succursale di UBS AG. Versione Gennaio 2014. © UBS 2014. Il simbolo della chiave e UBS figurano tra i marchi registrati e non registrati di UBS. Tutti i diritti riservati. UBS Outlook Svizzera 1o trimestre 2014 39 Pianificazione della successione / M&A venduta a venduta a Mercato dei capitali venduta a CHF 152 milioni Aumento di capitale con diritto di opzione CHF 350 milioni Emissione obbligazionaria in due tranche a 5 e 9 anni CHF 200 milioni Emissione obbligazionaria in due tranche a 5 e 10 anni Consulenza al venditore Joint Bookrunner Joint Bookrunner Joint Bookrunner venduta a venduta a CHF 73 milioni Emissione di titoli di partecipazione CHF 200 milioni Emissione obbligazionaria a 10 anni CHF 100 milioni Emissione obbligazionaria a 5 anni Consulenza al venditore Consulenza al venditore Mandated Bank Joint Bookrunner Sole Bookrunner UBS Real Estate Portfolio Strategy & Management Caisse de Pensions Nordmann Fribourg «Asset-Share-Swap» di un portfolio immobiliare con Vendita di un immobile ad uso ufficio a Basilea a UBS Fondazione d’investimento immobiliare Fondazione d’investimento Rimmobas «Asset-Share-Swap» parziale di un immobile residenziale con Consulenza al venditore Consulenza al venditore Consulenza al venditore Investore privato UBS Real Estate Portfolio Strategy & Management Wyatt Estates II Ltd. «Sale & Rent-back» di due immobili a Finanziamento di acquisizione di un immobile commerciale a Ginevra Consulenza al venditore Arranger e creditore Management Team (MBO) Consulenza al venditore Consulenza al venditore GB Minerals AG venduta a Management Team (MBI) Consulenza al venditore Finanziamenti Immobiliare Finanziamento consorziale della sostanza circolante di CHF 60 milioni Finanziamento consorziale d’acquisizione e della sostanza circolante Finanziamento consorziale della sostanza circolante di USD 250 milioni Arranger e agente Arranger e agente Arranger Vendita di un immobile nel centro di Zurigo a Finanziamento consorziale d’acquisizione e della sostanza circolante di CHF 56 milioni Finanziamento consorziale della sostanza circolante di EUR 200 milioni Finanziamento consorziale (ricapitalizzazione) Arranger e agente Arranger e agente Arranger e agente Seidencity AG in collaborazione con Granite Group Consulenza al venditore Il vostro partner per le soluzioni di Corporate Finance Offriamo alla vostra impresa soluzioni su misura per la pianificazione della successione, operazioni M&A, mercato dei capitali, finanziamenti consorziali e per le tematiche immobiliari. 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