La grande serra d’Europa Candela, il modello Ciccolella da esportare Foggia Candela Bari Vittorio Marzi Giacomo Scarascia Mugnozza La grande serra d’Europa Candela, il modello Ciccolella da esportare prefazione di Massimo Bartolelli Mario Adda Editore Ringraziamenti dott. Leonardo Verdini prof. Giuseppe Bozzo dott. Felice de Sanctis tecnici, ingegneri e agronomi del Gruppo Ciccolella nella preparazione del volume ISBN 9788867171088 © Copyright 2014 Mario Adda Editore - via Tanzi, 59 - Bari Tel. e Fax +39 080 5539502 Web: www.addaeditore.it e-mail: [email protected] Tutti i diritti riservati. Impaginazione: Sabina Coratelli 5 La pubblicazione di questo interessante volume sul complesso serricolo dell’azienda Ciccolella in agro di Candela è un prezioso contributo alla conoscenza dell’evoluzione del settore della produzione floricola in Puglia, per merito di capaci operatori agricoli, affermatisi a livello internazionale. Dalle timide iniziative degli anni Sessanta, il florovivaismo, favorito da continue innovazioni tecnologiche nei diversi settori produttivi, in particolar modo nella coltivazione in serre climatizzate, ha conseguito lusinghieri risultati sul piano commerciale a livello internazionale, pur operando in condizioni di mercato non facili non solo per gli aspetti concorrenziali, ma anche per le insite caratteristiche dei beni voluttuari, più soggetti a risentire delle situazioni di crisi economiche, che in tempi recenti colpiscono anche i Paesi industrializzati. La realizzazione del complesso serricolo di Candela, per l’ampia superficie coperta da serre, uno dei complessi più estesi a livello mondiale, è stato il grande merito della famiglia Ciccolella, pioniera del settore, che ha visto nascere la floricoltura pugliese, contribuendo ad esaltarne le caratteristiche qualitative, indispensabili per l’affermazione sui mercati internazionali, attraverso un continuo aggiornamento delle agrotecniche, in stretta collaborazione con docenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari nella formazione dei propri tecnici laureati e nella necessaria sperimentazione per la soluzioni dei quotidiani problemi tecnici della produzione. 6 Il volume, illustrato da un’ampia documentazione fotografica, è la testimonianza di un decennio di forte impegno della Società Ciccolella, che con l’accordo siglato con la Società Edison per l’approvvigionamento della fonte di calore per il riscaldamento delle serre ha conseguito un notevole risparmio energetico. L’accordo, impostato sull’utilizzo di un sistema di cogenerazione può considerarsi una novità assoluta nel settore floricolo. Il complesso serricolo di Candela può definirsi un ottimo modello di agricoltura sostenibile, per tutte le innovazioni tecnologiche adottate nel processo produttivo delle diverse specie. La stretta collaborazione con docenti dell’Università di Bari e la presenza di personale tecnico altamente qualificato hanno permesso di conseguire risultati molto lusinghieri. Nell’esprimere le più sentite congratulazione alla Società Ciccolella per l’opera realizzata di alto prestigio internazionale, desidero rivolgere il vivo apprezzamento ai docenti della nostra Università per la continua disponibilità ed operosità a favore dello sviluppo del territorio. Prof. Antonio Felice Uricchio Magnifico Rettore Università ‘Aldo Moro’ di Bari 7 Sommario Prefazione .........................................................................................................9 di Massimo Bartolelli Premessa ......................................................................................................... 15 L’azienda del gruppo Ciccolella a Candela ....................................................... 27 Dotazione di impianti aziendali per la gestione dell’insediamento serricolo ...... 33 Tipologia delle strutture portanti e di copertura .............................................. 41 Dotazioni di impianti di climatizzazione delle serre e di gestione delle colture .... 45 Le colture floricole extrastagionali di fiori recisi e in vaso ................................ 71 Raccolta, selezione, confezionamento, commercializzazione dei prodotti floricoli ...................................................................................... 133 8 Sostenibilità ambientale, ruolo del complesso serricolo nel territorio, valutazione economica del progetto................................................................ 161 Considerazioni conclusive.............................................................................. 177 Risparmio energetico, innovazione vincente................................................... 181 9 Prefazione Il Mezzogiorno, nonostante i lunghi sforzi fatti in tanti anni (spesso da molti palesemente od occultamente ostacolati), è sempre restato il territorio più svantaggiato – geopedologicamente e climaticamente – d’Italia, mentre dal canto suo, economicamente e socialmente l’agricoltura non ha quasi mai abbandonato l’ultimo posto tra i settori di Paese. Dal che la conseguente conclusione che gli agricoltori meridionali sono i più sfortunati tra tutti i cittadini: forse perché – argomentava un noto economista - in tempi biblici essi avevano commesso molti peccati ed Iddio Onnipotente aveva deciso di punirli. Il motivo dell’attuale ulteriore aggravamento della loro situazione non è invece dovuto alla Divinità offesa (anche se il termine che ora useremo può quasi richiamarla) e cioè all’effetto “domino” che, innescato nella enormemente squilibrata economia statunitense, in tempi brevissimi ha determinato nel mondo intero il più terribile crollo che si sia manifestato nella storia umana, abbattendosi anche sulla già debole struttura economico-sociale italiana ed in particolare sulla sua Cenerentola, l’agricoltura meridionale. È sembrato allora che ogni speranza si stesse perdendo e che ogni futuro positivo si stesse precludendo per tanti giovani, nelle città come nelle campagne, ampliando sempre più lo scoraggiamento e la sfiducia che come temibili virus avevano “infettato” tanti imprenditori, piegatisi sotto il peso delle difficoltà. *** Questi pensieri non possono che stringere il cuore ad ogni viandante che stia percorrendo da una costa all’altra il Mezzogiorno, attraverso 10 le colline impervie ed i monti dell’Appennino, tra paesetti ad essi abbarbicati, tra torrenti asciutti ma capaci di arrecare improvvisi danni ed ove le coltivazioni sono poche, povere rade e senza alternative. Eppure, a qualcuno dei viandanti può accadere che, superata una collina od un torrente di una strada maltenuta, appaia d’improvviso un paesaggio del tutto diverso, è come se – per incantesimo – sia stato trasportato altrove, ad esempio nel cuore della floricoltura olandese. Davanti agli occhi si estende un grande complesso di serre modernissime che protegge una colorata ed allegra moltitudine di fiori, ci sono uomini e donne indaffarati, c’è vita, c’è lavoro. Ma non è Olanda: un semplice cartello stradale reca scritto: Candela (Foggia), km. 5. Ma allora, nel profondo Sud non è morta la speranza, c’è ancora un futuro, la crisi può essere superata e le soluzioni possono essere analizzate, ripetute, diffuse, e la fiducia può rinascere, visto che ci sono persone capaci di realizzare tutto questo. Ma come? Con chi? Con quali effetti? In un certo senso si potrebbe quasi fare a meno di conoscere il nome degli attuatori di questa realtà produttiva così incoraggiante, se non fosse perché è invece più necessario apprendere bene cosa sono il coraggio, la fiducia, la strategia, le tecnologie, l’organizzazione ed i rapporti con le istituzioni, con il mercato, con il mondo del lavoro, cioè gli elementi che hanno ispirato tali pionieri. Occorre cercare di acquisire la “capacità imprenditoriale” e cioè - in breve sintesi – il saper delimitare gli obiettivi e le problematiche, acquisire dalle migliori fonti possibili le informazioni necessarie ad applicare tecnologie e fattori produttivi, effettuare scelte razionali coerenti con gli obiettivi ed i vincoli di vario genere, assumere il rischio e le relative responsabilità. Quando crebbe la citata crisi negli Stati Uniti, il Presidente Obama in un famoso discorso alla nazione incoraggiò gli imprenditori ad avere fiducia nonostante i problemi e le difficoltà: fiducia in sé stessi, nel Paese, nei supremi principi che fanno forte un popolo. Non è noto se i Ciccolella (questo è il cognome della coraggiosa Famiglia) ebbero modo di ascoltare il Presidente Obama (o quello Italiano che fece la stessa esortazione, ma che fu deriso) ma, in ogni caso essi – evidentemente avendo 11 avuto dentro di sé i cromosomi della imprenditorialità e del lavoro consapevole – hanno deciso di esplicitarli, realizzando una impresa degna di tal nome e modello da adottare. È del tutto evidente che questo “modello” non può essere replicato sic et simpliciter e che occorrono molte condizioni per farlo: quel che può farsi – e qui è esplicitabile a pieno la funzione di Maestri dei Ciccolella – è studiare attentamente la strategia imprenditoriale da questi messa a punto e sistematicamente applicata. Il presente volume ha questo come obiettivo principale: indicare le linee strategiche e dare gli elementi conoscitivi di base sulle singole soluzioni adottate, al duplice scopo di essere da un lato il racconto di una lodevolissima iniziativa di cui il Mezzogiorno aveva bisogno e, dall’altro, quasi il suggeritore delle soluzioni per i tanti problemi da affrontare. Alla base della strategia messa a punto ci sono stati il non lasciare mai nulla al caso ed all’improvvisazione (come spesso accade nel Mezzogiorno) e l’acquisire conoscenze ed esperienze anche attraverso qualificate collaborazioni scientifiche, industriali, commerciali, gestionali. Da qui il continuo sodalizio con le Università (in particolare Bari), l’accordo operativo realizzato con la più antica società europea nel settore dell’energia (la Edison), la collaborazione prima e la acquisizione poi di operatori olandesi leader europei nel trading di fiori e piante sia per la grande distribuzione organizzata che per il canale “cash and carry”, mentre la gestione del complesso integrato venutosi a formare è affidata ad un gruppo specularmente integrato e cioè ai Fratelli Ciccolella, (Vincenzo, Corrado, Francesco e Antonio) ciascuno responsabile di uno specifico settore e nel quale si esplicita l’esperienza iniziata nel primo nucleo aziendale nato a Molfetta e maturata con società estere di successo. Le scelte relative: - al settore, il floricolo, con la possibilità di passare da certe piante (es. rose e anthurium) ad altre a seconda dell’andamento dei mercati; - alle strutture di protezione delle piante, con serre in acciaio e coperture con doppio film plastico in polietilene; - agli impianti di climatizzazione e gestione delle colture; - al riscaldamento delle serre, con l’eccellente 12 soluzione di utilizzare l’acqua calda residua della Centrale termoelettrica della Edison a Candela e trasportata al complesso serricolo con rete di distribuzione interrata a 3 metri; - ai sistemi di coltivazione e di difesa; - alla commercializzazione dei prodotti ed alla rete di trasporti; - alla formazione della manodopera locale che viene professionalmente molto elevata ed agli accordi atipici, molto opportuni ma non sempre semplici con i sindacati; sono tutti aspetti – ed altri ve ne sono – di notevole rilievo in una strategia efficiente. Ma di questo si scrive ampiamente nelle successive pagine. Cosa si può aggiungere, brevemente, a conclusione di questo invito alla lettura? Un cenno ai benefici privati e pubblici che sono derivati. Che l’iniziativa dei Ciccolella merita successo lo dimostra a pieno il fatto che l’estensione delle serre da loro costruite in agro di Candela ha quasi raggiunto i 90 ettari coperti; non male come seguito per la prima piccola serra in agro di Molfetta! A fianco del beneficio – sudato e meritato – che hanno tratto i Fratelli citati, va sottolineato che, dal punto di vista della collettività i benefici ricevuti sono di ben maggior momento. Senza stabilire un ordine di importanza, si possono ricordare: - l’incremento dell’occupazione – in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi, con una forte partecipazione femminile – espandentesi in un’ampia area intorno a Candela ed interessante non solo gli addetti all’agricoltura in senso stretto bensì anche quelli dell’indotto. Basti solo pensare che si è passati dalle 3.000 ore per 1.000 m2 in serra, cioè 30.000 ore/ha! moltiplicate per 100 ettari ed il risultato è eclatante; - la utilizzazione dei reflui caldi della Centrale di Candela consente vantaggi plurimi, che vanno dalla minore immissione dei CO2 e di calore nell’ambiente, alla intensificazione dei cicli produttivi (2 cicli l’anno in più per le rose) alla riduzione delle patologie fungine e quindi all’uso di antiparassitari, ecc.; - la possibilità di compiere o meno una serie di operazioni colturali che sarebbero altri- 13 - - - menti impossibili o molto costose; l’aumento del valore di mercato dei terreni in un’ampia area nelle vicinanze degli impianti; l’incremento dei redditi degli addetti alle varie parti di questo rilevante progetto, con il conseguente aumento del gettito contributivo e fiscale, ed un globale vantaggio per il pubblico e per il privato; la maggiore elasticità nei rapporti sindacali, che si rende necessaria data la diversità nella tipologia e nei calendari di lavoro, e che determina migliori rapporti e minori eventuali conflitti tra impresa e lavoro e cioè una più diffusa pace sociale. *** Ed ora basta con la prefazione, o, come direbbe il compositore Ruggero Leoncavallo nell’opera “I Pagliacci” con il “Prologo”: «Il concetto vi dissi; ora ascoltate com’egli è svolto…». Massimo Bartolelli 15 Premessa Agli inizi degli anni Sessanta su iniziativa di solerti agricoltori, che avevano conseguito una notevole esperienza pratica nel settore della floricoltura dei fiori recisi nelle aree di antica tradizione della coltivazione di queste specie in Toscana e Liguria, furono realizzate con discreto successo le prime coltivazioni di garofano nel nord-est della provincia di Bari. Fu una prima premessa per il rilancio di un nuovo settore produttivo, in alternativa alla tradizionale diffusa presenza della coltura dell’olivo e del mandorlo. Con il trascorrere degli anni, l’iniziativa è andata sempre più concretizzandosi, come è testimoniato dall’ampia diffusione di complessi serricoli, tecnologicamente di avanguardia e da un’ampia diversificazione delle specie coltivate. Tra questi primi solerti agricoltori, Mariantonia e Paolo Ciccolella, con lungimiranza, tenacia ed impegno hanno creato un settore del fiore reciso nell’agro di Molfetta, specializzandosi presto nella coltivazione della rosa, in considerazione dell’universale riconoscimento della incontrastata bellezza di questo fiore nelle diverse tonalità di colore e, quindi, sulle buone prospettive di mercato. A partire dal 1968, fu un crescente incremento della costruzione di serre, con un continuo aggiornamento nelle tecniche più avanzate di coltivazione. Con la stessa attenzione a essere pronti a variare l’offerta, nel 2000 fu introdotta la coltivazione dell’anthurium, specie sempreverde di origine tropicale da serra riscaldata, caratterizzata da una infiorescenza molto vistosa con grande spata in varie gradazioni di rosso, rosa, verde, bianco, con spadice giallastro lungo una decina di cm, fiore molto apprezzato per le decorazioni e gli allestimenti floreali. Le rose e gli anthurium sono stati i capisaldi della produzione dei fiori recisi della azienda 16 Ciccolella in continua espansione, avendo conseguito unanimi riconoscimenti sui mercati internazionali. Il primo decennio del terzo millennio, sulla base degli incoraggianti risultati conseguiti, vede il consolidamento dell’azienda con una politica di espansione a Candela in provincia di Foggia, a Melfi in provincia di Potenza. Nel settembre 2009, fu firmato l’accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la Società Agricola G.C. Partecipazione a.r.l. del Gruppo Ciccolella, alla presenza del Ministro Scajola, del Direttore generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali Gianluca Esposito e dell’amministratore unico della Società Corrado Ciccolella. Si dava inizio alla realizzazione del più grande impianto d’Europa di coltivazioni floricole in serra, con la contribuzione finanziaria del Ministero. Nell’interessante rubrica del SOLE 24 Ore “Campioni del mondo, storie di uomini, storie di imprese” a cura di Mauro Castelli, così ha inizio la presentazione dell’azienda, ora gestita dai quattro fratelli, eredi dei pionieri Mariantonietta e Paolo Ciccolella. «Quattro fratelli per quasi 300 milioni di rose e 14 di anthurium, un bel fiore rubato dalle foreste tropicali dell’America centro-meridionale, che reciso dura sino a 40 giorni. Tutto questo entro il 2010, quando le produzioni in divenire saranno entrate a regime. Numero che fanno impallidire quelli dello scorso anno, legati ad una raccolta indicativa sui 17 milioni di rose prodotte in 80 diverse varietà e in circa 3 milioni di anthurium allargati a 25 tipologie». Un’altra importante e fondamentale tappa nella rapida crescita dell’azienda si conferma nel 2004, in seguito all’accordo siglato con la Società EDISON S.p.A per l’approvvigionamento della fonte di calore, necessario per il riscaldamento delle serre. È noto, infatti, che uno dei costi più onerosi per la climatizzazione delle serre è divenuta la fonte dell’energia calorica, tanto che la ricerca di energie alternative è divenuto un problema di attualità, che richiede urgenti soluzioni, in considerazione dei prevedibili continui aumenti del costo del petrolio. La Edison, fondata nel 1884, è la più antica società europea, che opera nel settore dell’energia. Oggi, fa parte del gruppo EDF (Electricitè 17 Accordo Ciccolella-Ministero per la più grande serra d’Europa, La Gazzetta del Mezzogiorno, 25 settembre 2009 Alla pagina seguente: struttura commerciale Ciccolella ad Aalsmeer in Olanda adiacente alla più grande asta dei fiori del mondo 20 de France) ed è una azienda leader nei settori dell’approvvigionamento, della produzione e della vendita di energia elettrica, gas e olio grezzo. Nel settore dell’energia elettrica Edison possiede un parco produttivo altamente efficiente con un mix produttivo diversificato, che comprende impianti a ciclo combinato a gas (CCGT), idroelettrici, eolici, solari e a biomasse. Nel settore idrocarburi, Edison si occupa di esplorazioni e produzione di idrocarburi in Medio Oriente e Africa ed è impegnata nella realizzazione di infrastrutture europee per l’import di gas. L’accordo tra il gruppo Ciccolella ed Edison, stipulato il 9 settembre 2004 ha dato inizio ai processi di cogenerazione, grazie ai quali si conseguiranno un risparmio energetico e una maggiore competitività della produzione serricola, per la riduzione dei costi gestionali, insieme ad una significativa favorevole azione a difesa dell’ambiente. L’accordo, infatti, prevede la fornitura di energia termica dalla centrali termoelettriche di Candela ai vicini grandi complessi di serre, realizzati dal gruppo Ciccolella, per utilizzare l’energia termica in eccesso prodotta dalle centrali termoelettriche, per mantenere le condizioni ottimali di riscaldamento delle serre. L’accordo per l’utilizzo di un sistema di cogenerazione, come è stato realizzato, può considerarsi una novità assoluta nel settore floricolo; fino ad oggi tali sistemi sono stati utilizzati prevalentemente in ambito civile e industriale. La cogenerazione consiste nella produzione combinata di energia elettrica e calore e consente di ottenere da una singola unità produttiva sia energia elettrica sia energia termica. Con i sistemi cogenerativi si possono raggiungere rendimenti globali nell’utilizzo del combustibile fino a circa l’80% più elevati di qualsiasi altro tipo di impianto alimentato da fonte energetica convenzionale, dando luogo a una sensibile riduzione dei consumi di combustibili fossili, a parità di energia fornita all’utente e, quindi, a una riduzione dei costi di produzione. Inoltre la cogenerazione permette di ridurre anche le emissioni di inquinanti nell’atmosfera, tra cui i cosiddetti gas serra e, soprattutto, la CO2. La tecnica cogenerativa è applicabile in svariati settori dall’industria, all’agricoltura, al residenziale, purché vi sia una richiesta contempo- 21 ranea di energia termica ed elettrica, come nel caso delle colture orto-floro-vivaistiche in serra. La disponibilità di energia termica a basso costo da parte della Società Edison ha consentito di adottare una serie di tecniche di coltivazioni e di gestione dell’impianto serricolo a basso impatto ambientale, illustrate nel corso del volume, che possono essere così sintetizzate: 1) intensificazione ed anticipi dei cicli produttivi; 2) rigoroso controllo dei livelli in umidità relativa in serra; 3) regolazione uniforme della temperatura in serra in relazione alle differenti esigenze della colture; 4) controllo della ventilazione e dei ricambi d’aria attraverso l’impianto di apertura; 5) controllo delle malattie fungine; 6) solarizzazione; 7) riduzione dei sovraccarichi accidentali in caso di nevicate; 8) modello produttivo “Green production”; 9) sostenibilità ambientale; 10) contributo allo sviluppo socio-economico del territorio collinare di Candela. Partendo da questo accordo di collaborazione con la Edison, insieme ai continui interventi di innovazioni tecnologiche nelle filiere produttive introdotte dallo staff di valenti tecnici, nel 2006 per il gruppo Ciccolella ha inizio il processo di affermazione ed espansione a livello internazionale, con l’acquisizione dell’olandese Zurel Group B.V., tra i primi cinque operatori europei nel trading di fiori e piante. L’anno successivo, il 2007, vede infine un altro fondamentale tassello; il Gruppo Ciccolella rileva il Leliveld Group e la FPP, entrambi leader rispettivamente nelle forniture alla grande distribuzione organizzata e al canale “cash and carry”. Sono state due scelte importanti e decisive, che hanno sancito la nascita di uno dei primi operatori floricoli integrati in Europa, capace di gestire il controllo dell’intera filiera. Con immensa soddisfazione i coniugi Mariantonia e Paolo Ciccolella, i solerti e lungimiranti protagonisti della nascita della floricoltura pugliese hanno affidato ai quattro figli la progressiva ed affermata espansione a livello internazionale del Gruppo Ciccolella, oggi guidato dai fratelli Vincenzo primogenito respon- Alla pagina seguente: il complesso serricolo del Gruppo Ciccolella a Candela 22 23 24 sabile delle relazioni istituzionali e delle nuove iniziative, Corrado, Amministratore Delegato e Presidente della Ciccolella S.p.A la società quotata al vertice del gruppo, Francesco laureato in Sociologia con esperienze di livello nelle società danesi Lego e Bang § Olufsen, deputato alle acquisizioni e agli aspetti manageriali, Antonio addetto alla produzione e alle vendite. Una perfetta organizzazione di famiglia fortemente impegnata nei diversi settori della produzione floricola e vivaistica in continua evoluzione, per essere pronti a soddisfare le mutevoli richieste di un mercato, alquanto complesso e differenziato nella domanda dei prodotti floreali. Nell’allegato schema è riportato l’organigramma del gruppo serricolo Ciccolella, che cura i vari settori della produzione, della commercializzazione e della gestione degli impianti. Nel complesso, operano 2 esperti con funzione dirigenziali, di cui uno agronomo, 2 responsabili di settore, di cui uno agronomo e 12 impiegati, di cui tre agronomi. Inoltre, l’azienda si avvale delle prestazioni di lavoro di ben 169 operai agricoli per la conduzione delle diverse colture in serra. 25 Organigramma aziendale 26 La centrale elettrica Edison a Candela 27 L’azienda del gruppo Ciccolella a Candela L’azienda floricola si estende su una superficie di circa 250 ha nell’agro di Candela (474 m s.l.m), paese agricolo della provincia di Foggia, nella bassa collina interna, facente parte della Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali, confinante con la regione Basilicata. In base agli accordi di programma con la Società Edison, in una prima fase di attuazione degli impianti serricoli, si è provveduto a realizzare una superficie coperta di circa 67 ha, di cui circa 62 coltivabili. Attualmente, è in corso la seconda fase di ulteriori impianti di copertura, ormai in fase di ultimazione, su circa 32 ha, di cui 28 coltivabili, per un complesso di serre di ben circa 100 ha. Al primo semestre 2013, risultano ultimate serre per 81,27 ha, di cui 76,34 coltivabili. La superficie di circa 5 ha definita non coltivabile è destinata a zone di prima lavorazione dei prodotti floricoli (avanserre), a centrali termiche per riscaldamento in back-up delle serre stesse, a locali uffici e alla viabilità interna. 1.1) Le caratteristiche pedoclimatiche del territorio Il comprensorio serricolo sorge sui pianori, che bordano le pendici orientali di Serro Montecalvo (466 m. s.l.m.), degradanti dolcemente verso oriente, raccordandosi con l’ampia vallata del torrente Carapelle. Il territorio è tipicamente collinare si estende nella parte più orientale dei Monti Dauni a confine con la pianura della Capitanata. La giacitura dei terreni del complesso serricolo, localizzato, tra la Masseria Pozzo Salito, Masseria Valle Comune, Masseria Fontana Rubino, è in leggero declivio, un esteso pianoro con quote altimetriche, che variano tra 270 e 240 m.s.l.m con pendenze medie del 2-3%, nel complesso un 28 andamento collinare molto più attenuato rispetto al territorio circostante. Tutta l’area è interessata dalla presenza di numerose linee di impluvio, ricadenti all’interno del bacino idrografico del Fosso Viticone; generalmente hanno un regime effimero caratterizzato da lunghi periodi estivi di asciutta alternati a periodi, in particolare nei mesi invernali, in cui presentano modeste portate. Pertanto, le caratteristiche dimensionali di tali impluvi sono stati oggetto di un articolato studio idrologico ed idraulico, al fine della salvaguardia del complesso serricolo da fenomeni di allagamento a seguito di eventi meteorici di forte intensità. Lo studio, redatto dal Prof. Ing. Piccinni ha previsto una serie di interventi di sistemazione idraulica approvati dall’Autorità di Bacino della Regione Puglia. Le notizie sulle caratteristiche geologiche del territorio sono state ricavate dalla Carta Geologica d’Italia (Foglio164 Cerignola), da cui si evidenzia che i litotipi affioranti sono riconducibili essenzialmente alle argille subappennine (PQ4) e (QT3), del tipo argille marnose grigio-azzurrognole, che si ritrovano estesamente in affioramenti di forma irregolari in tutto il territorio, dove non sono coperte dai depositi alluvionali. Questi ultimi terrazzati e recenti costituiti da coltri di depositi limo-argillosi e terre nere sono generalmente di modesto spessore, ma variabile da pochi metri a 6-7. In base a queste caratteristiche, la situazione idrogeologica è influenzata dalla sovrapposizione di litotipi a differente permeabilità. I terreni superficiali, costituiti dai depositi alluvionali limo-argillosi presentano una permeabilità medio-bassa, con una modesta circolazione idrica sotterranea, interrotta in profondità dal basamento impermeabile delle argille subappennine, presente a una profondità di circa 10-15 m dal piano di campagna. Si è venuta così a costituire una debole falda alla profondità di 2-3 m, di limitato interesse idrologico. Nel complesso, sotto l’aspetto agronomico, sono terreni prevalentemente argillosi o argillosilimosi, di medio impasto e di buona fertilità chimica, da integrare con opportuni fertilizzanti, in funzione delle colture praticate in pieno campo. 1.2) Il clima È noto che il clima della provincia di Fog- Liberamente tratto da Guide Geologiche Regionali n.9 “Puglia e Monte Vulture” prima parte BE-MA editrice – 1999 Stralcio della Carta Geologica d’Italia 1:100000 Foglio 174 “Ariano Irpino”; delimitata dal cerchio l’area Ciccolella 30 gia ha un carattere più continentale rispetto alle zone della Puglia litoranea per la presenza del promontorio del Gargano con un inverno più freddo ed estate più calda, spesso con giornate torride, per lo spirare del favonio, vento molto caldo, persistente per alcuni giorni. La temperatura media del foggiano è sensibilmente variabile in relazione all’altimetria e si caratterizza per le forti escursioni diurne. Nel comprensorio delle serre il periodo più freddo è nel trimestre dicembre-febbraio, spesso con venti di tramontana, con temperature notturne frequentemente inferiori allo 0 °C, per cui il salto termico, la differenza tra la temperatura interna delle serre e quella esterna, può raggiungere valori elevati, tanto da richiedere un periodo molto ampio di riscaldamento. Nel periodo estivo, il trimestre più caldo è giugnoagosto, con temperatura massima intorno ai 35 °C, ma con punte che possono superare i 40 °C. Ne consegue la necessità di provvedere nelle serre alla dotazione di impianti di raffreddamento. Per quanto riguarda la piovosità, essa oscilla tra i 450 e i 600 mm/anno, con variazioni estreme che possono oscillare tra minimi di 350 mm, in annate particolarmen- te siccitose e 700 in annate molto piovose. Dall’andamento della distribuzione mensile della piovosità, si rileva che il periodo meno piovoso è il trimestre giugno-agosto, a cui seguono l’autunno e parte dell’inverno abbastanza piovosi, mentre da marzo a maggio la tendenza è a diminuire. In media, nell’autunno-inverno la piovosità mensile si aggira intorno a 40-60 mm, in primavera intorno ai 30-40 mm, in estate intorno ai 15-25 mm. Dal diagramma imbrotermico della zona, si deduce che il periodo siccitoso ha inizio in maggio e perdura fino a tutto settembre. Nelle annate molto siccitose da marzo a ottobre. La radiazione solare, come si evince dalla mappa della radiazione solare globale dell’Italia, nell’area di Candela è di circa 1400 kWh/m2/anno, dato confermato dalle rilevazioni registrate dalla stazione meteo in uso presso l’azienda. La conoscenza della situazione climatica, definita dalla elaborazione dei dati pluriannuali di temperatura e di precipitazioni di stazioni meteorologiche presenti nel territorio della bassa collina interna è stata di fondamentale importanza per la progettazione degli impianti gestionali del grande complesso serricolo. 31 Diagramma imbrotermico ottenuto dai dati medi mensili di temperatura e pioggia di un decennio Diagramma imbrotermico ottenuto dai dati delle temperature medie mensili massime e dalle precipitazioni mensili minime verificatesi con una probabilità del 75% 33 Dotazione di impianti aziendali per la gestione dell’impianto serricolo La completa filiera produttiva del complesso serricolo ha richiesto la realizzazione di una serie di opere nella fase di coltivazione e nella fase successiva di post-raccolta per il confezionamento e la commercializzazione della produzione floricola. I parametri bioclimatici interni alle serre possono essere controllati, regolati e ottimizzati attraverso molteplici tipologie di impianti che consistono, essenzialmente, nei sistemi di riscaldamento, di raffrescamento, di illuminazione, di controllo della CO2 e di distribuzione dei nutrienti. Il grado di installazione impiantistica dipende dalle esigenze delle colture, dall’impegno finanziario programmato, dal reddito conseguibile, dalla tipologia strutturale e del sistema di rivestimento. Le specie macroterme, quali le colture vivaistiche, le floricole pregiate e le piante ornamentali, esigono una programmazione produttiva in serre dotate di sistemi impiantistici complessi per il controllo dei parametri ambientali interni. Le esigenze energetiche maggiori degli impianti coincidono, nel periodo caldo, con i picchi diurni di radiazione solare incidente, mentre nel periodo invernale l’assorbimento energetico è massimo nel periodo notturno. 2.1) Vasche di raccolta delle acque piovane Gli elevati emungimenti idrici per uso irriguo in serra provocano uno sfruttamento eccessivo e a volte indiscriminato delle falde. Di conseguenza si registrano sensibili abbassamenti del livello della superficie piezometrica e un aumento della salinità degli acquiferi e del 34 suolo, con danni alle colture e alla produttività. È necessario, quindi, il ricorso a serbatoi di stoccaggio delle acque piovane raccolte dai canali di gronda delle serre per soddisfare, anche parzialmente, il fabbisogno idrico delle colture protette. L’azienda è dotata di n. 5 vasche di raccolta delle acque di pioggia, che vengono utilizzate per l’irrigazione delle colture floreali. Le vasche sono state realizzate in terra con scarpa 3/2 di forma e dimensione diverse, in funzione delle pendenze naturali del terreno, dove vengono convogliate e raccolte le acque battenti sulle coperture delle serre. L’impermeabilizzazione delle vasche è stata realizzata con teli in PVC, ancorati al fondo e sul bordo lungo il perimetro; per sicurezza le vasche sono fornite di recinzioni metalliche e di cancelli di apertura muniti di serrature. La capacità totale d’invaso dei cinque bacini è pari a 219.000 m3 e ciascuna vasca è stata progettata con un franco di sicurezza non inferiore ai 50 cm, calcolato in base agli eventi piovosi eccezionali. 2.2) Pozzi Malgrado l’adeguato dimensionamento delle vasche di raccolta delle acque piovane, effettuato sulla base della piovosità annua più probabile e tale da garantire il necessario fabbisogno idrico delle colture floricole in atto, l’azienda Ciccolella ha ritenuto opportuno di dotarsi di cinque pozzi artesiani, al fine di sopperire alle esigenze colturali, in caso di annate particolarmente siccitose. I cinque pozzi, dislocati a pochi km di distanza dal centro aziendale hanno una discreta portata, stimata intorno ai 5 l/s per ciascuno; purtroppo, l’acqua è caratterizzata da una elevata salinità (conducibilità elettrica circa 1000 m.s/ cm), non idonea per le colture floreali, se non opportunamente miscelata con le acque piovane o sottoposta a un trattamento in impianti di osmosi. È noto, infatti, che l’effetto negativo del sodio è in relazione al contenuto di calcio e magnesio nell’acqua irrigua. L’indice S.A.R (Sodium Absorption Ratio), il più utilizzato nella valutazione delle acque per uso irriguo, varia tra 0 e 30, e per le acque irrigue di buona qualità deve avere un valore <10. Il controllo della qualità delle acque irrigue assu- 35 Vasche di raccolta delle acque piovane 36 me particolare importanza in serra, per evitare fenomeni di salinizzazione dei terreni. Il monitoraggio dell’acqua dei cinque pozzi è sempre una operazione preliminare al loro utilizzo. 2.3) Impianto per la fornitura di energia elettrica Nel progetto è prevista la fornitura di energia elettrica direttamente dalla vicina centrale termoelettrica dell’Edison, da cui far dipartire due reti di alimentazione principali, confluenti in due cabine di smistamento, denominate “ovest” e “est” in base alla loro posizione nell’ambito del complesso serricolo. Come da progetto, da ciascuna cabina, con una distribuzione radiale, si dipartono le linee di media tensione per l’alimentazione delle singole cabine di trasformazione, previste in numero totale di 14, ognuna destinata alla fornitura di energia elettrica per il funzionamento degli impianti (ventilazione, fertirrigazione, raffrescamento, ombreggiamento, ecc.). Il completamento del progetto dell’impianto elettrico, molto complesso per l’ampiezza e le tipologie delle utenze servite, è attualmente in fase di realizzazione. 2.4) Impianto per il trasferimento dell’energia termica fornita dalla Società Edison A seguito degli accordi intrapresi tra la Società Edison ed il Gruppo Ciccolella SPA è stato realizzato il progetto riguardante la fornitura di acqua calda per il riscaldamento delle serre, sfruttando il calore latente di condensazione del vapore allo scarico della turbina a vapore della centrale a ciclo combinato. Il progetto è un concreto esempio di sviluppo sostenibile di un ambiente ad attività agricola intensiva, in attuazione degli obiettivi delle politiche nazionali in materia di risparmio energetico nella gestione di impianti serricoli e, allo stesso tempo, finalizzato allo sviluppo socio-economico di un territorio suscettibile di crescita. Infatti, prima dell’entrata in servizio della rete di cogenerazione, il calore residuo della centrale Edison, derivante dalla condensazione del vapore esausto, veniva smaltito dagli 37 Impianto di distribuzione dell’energia termica 38 Vista interna di una serra 39 Veduta interna di una serra di rose 40 aerocondensatori (Air Cooler Condenser). In prossimità degli aerocondensatori, la Edison ha installato due condensatori ad acqua (Water Cooler Condenser), in modo da condensare il vapore esausto dalla turbina, cedendo calore all’acqua (essendo la condensazione un processo esotermico che sviluppa 585 kcal/kg di acqua condensata). In questo modo, dalla centrale termoelettrica Edison, sono disponibili circa 28.000 m3/h di acqua calda a 35 °C, che viene pompata ad una pressione di circa 7 bar e attraverso la rete di teleriscaldamento, costituita da tubazioni in vetroresina (PRFV) di dimen- sioni variabili da 400 a 1500 mm, raggiunge gli impianti di riscaldamento presenti all’interno delle serre. Tutta la rete di distribuzione, che si estende per una lunghezza di circa 4 km, è stata interrata ad una profondità di circa 3 m. Dopo aver ceduto il calore alle serre, l’acqua ritorna nella centrale Edison, chiudendo così il circuito di distribuzione ad una temperatura di circa 28 °C, ottenendo un ∆T, tra la mandata ed il ritorno di 7 °C. In questa maniera, pertanto, le serre svolgono il ruolo di scambiatore di calore, assorbendo circa 225 MW di potenza termica. 41 Tipologia delle strutture portanti e di copertura Il complesso serricolo di Candela, realizzato dalla Ditta ArtigianFer, modello “Termolux”, è costituito da moduli rettangolari di serre tunnel con campate aventi luce di 9,60 m, passo colonne 5.0 m (2,50 sui lati). Si tratta serre tunnel aventi strutture portanti in acciaio zincato costituite da pilastri verticali ed archi con capriate rinforzate con opportuni diagonali tra arco e tirante, a garanzia di una maggiore portanza della struttura nei confronti delle azioni climatiche (neve e vento) e di quelle generate dai carichi sospesi. I calcoli statici rispettano le normative UNI-EN 13031-1. 3.1) La struttura portante La tipologia strutturale adottata soddisfa i requisiti a cui le strutture portanti degli apprestamenti per colture protette devono rispondere: resistenza alle sollecitazioni genera- te dai carichi; leggerezza e facilità di trasporto, di montaggio e di smontaggio; forme idonee per ottimizzare la captazione della radiazione solare; flessibilità, componibilità, modularità e prefabbricabilità degli elementi; dimensioni in pianta e in altezza adeguate alle esigenze agronomiche e impiantistiche; sezioni resistenti degli elementi strutturali di ridotte dimensioni per limitare l’ombreggiamento; buona durata, riferita al periodo di vita di servizio della struttura, in un ambiente aggressivo quale l’atmosfera interna delle serre; bassi costi di investimento e di manutenzione. In virtù dell’elevata resistenza unitaria, delle minime sezioni resistenti e della buona durata le strutture in acciaio zincato risultano attualmente, per tutte le tipologie serricole, le più idonee a soddisfare i requisiti elencati e sono le più diffuse in ambito nazionale ed europeo. 42 Tipologia delle strutture portanti e di copertura 43 Infatti, la struttura portante modulare è stata realizzata in profilati e tubi di acciaio, zincati a caldo per la protezione anticorrosiva, assemblati in elementi pronti per il montaggio. L’altezza in gronda varia da 3,0-5,0 m in funzione della pendenza del terreno, ai fini del normale deflusso delle acque di drenaggio della soluzione nutritiva e dell’inclinazione della gronda per l’allontanamento delle acque meteoriche. Le porte di accesso con struttura di acciaio zincato o di alluminio hanno una larghezza di 2,5 m e una altezza maggiore di 3,0 m. Le strutture sono inoltre dotate di aperture di aerazione sul tetto incernierate sul colmo e battente a mezza falda, con movimentazione motorizzata automatica. 3.2) La copertura Il materiale di copertura costituisce l’elemento costruttivo più importante negli apprestamenti per colture protette ai fini del raggiungimento degli obiettivi agronomici, nella duplice funzione da esso svolta: meccanica, di protezione delle colture dagli agenti atmosferici avversi e fisica, per la trasmissione della radiazione solare incidente e la modifica dei parametri microclimatici interni per mezzo dell’effetto serra. I requisiti dei materiali di copertura sono: elevata trasmittanza alla radiazione solare (da 300 a 3000 nm di lunghezza d’onda), costituita da ultravioletto UVA e UVB (300-380 nm), visibile (380-760 nm) che comprende il PAR (radiazione fotosinteticamente attiva da 400-700 nm), IR corto e medio, 760-3000 nm; bassa trasmittanza alle radiazioni IR lunghe, oltre i 3000 nm di lunghezza d’onda; buone caratteristiche meccaniche di resistenza alle sollecitazioni; leggerezza e facilità di montaggio; stabilità delle caratteristiche meccaniche e radiometriche durante il periodo di vita utile previsto; grandi dimensioni e basso costo. I materiali plastici, in particolare i laminati flessibili, comunemente chiamati film, costituiscono la tipologia dei materiali di rivestimento più diffusa sia nel bacino mediterraneo sia a livello mondiale. Al fine di aumentare l’efficienza energetica, con risparmio del 25-30% rispetto agli ap- 44 prestamenti con film plastico singolo, si è fatto ricorso a una tipologia di copertura costituita da un doppio strato di film, con interposta intercapedine d’aria mantenuta in pressione da ventilatori che insufflano l’aria interna nell’intercapedine. Pertanto, la copertura del complesso serricolo Ciccolella è stata realizzata con doppio film di polietilene (PE bd) additivato di 200 micron di spessore, mentre il rivestimento delle pareti e delle testate laterali è in PVC ondulato di spessore pari a 1,0 mm. 45 Dotazioni di impianti di climatizzazione e di gestione delle colture Il condizionamento climatico delle serre richiede una notevole dotazione impiantistica, per ottimizzare il processo extrastagionale di produzione delle specie floricole per rispondere alle varie esigenze della domanda del mercato internazionale. Tra questi, il controllo della temperatura e dell’umidità relativa dell’aria, della luminosità nelle diverse ore del giorno, della concentrazione di CO2 nell’aria sono fondamentali per le esigenze biologiche delle piante. La crescente affermazione delle colture “fuori suolo” ha richiesto la dotazione di particolari strutture, tecnologicamente avanzate. Le colture fuori-suolo consentono di ovviare ai problemi della stanchezza dei terreni e di ridurre l’eccessivo impiego di agrofarmaci e di fertilizzanti; è una tecnica eco-compatibile, che permette di ottimizzare le produzioni sia sotto l’aspetto produttivo sia qualitativo. Il complesso serricolo è dotato dei seguenti impianti: - riscaldamento a termosifone; - raffrescamento a pannelli umidificatori; - ventilazione mediante regolazione delle aperture laterali e di colmo; - ombreggiamento e controllo della luminosità e delle ore di luce; - sistemi di coltivazione fuori suolo; - irrigazione e fertirrigazione; - recupero delle acque di drenaggio della soluzione nutritiva; - difesa antiparassitaria con solforatori e destratificatori. 46 4.1) L’impianto di riscaldamento a termosifone La rete principale di distribuzione del fluido termovettore a bassa entalpia (acqua a 35 C°), proveniente dalla centrale Edison, come precedentemente descritta, raggiunge le singole utenze fino ai cosiddetti “punti di consegna”, che rappresentano vere e proprie centrali termiche, con il compito di ripartire la portata del fluido a gruppi di serre afferenti a ciascuna di esse. Il ruolo di queste centrali termiche è di intervenire nei casi in cui, a causa di una programmata o accidentata fermata della centrale termoelettrica dell’Edison e conseguente sospensione della fornitura di calore, possano crearsi difficoltà per il normale svolgimento dei cicli colturali delle specie floricole in atto, tenendo ben presenti le loro differenti esigenze termiche, non solo per ottimizzare le rese in fiori recisi, ma anche per rispettare la puntualità dei tempi nelle richieste stagionali, per cui è necessario mantenere nelle serre un livello termico dell’aria non inferiore ai 20 °C. Pertanto, in ogni ettaro di serra, l’acqua calda scorre attraverso ben 200 km di fasci di tubazioni in P.E. hd del diametro di 25 mm, cedendo calore all’interno delle serre. Le suddette tubazioni sono distribuite longitudinalmente all’interno di ciascuna navata delle serre in maniera da garantire una uniformità di distribuzione dell’energia termica, evitando così la dannosa stratificazione delle temperature e garantendo l’equilibrato apporto calorico alle colture. L’impiego di un numero elevato di tubazioni di piccolo diametro (25 mm), rispetto all’utilizzo di un numero inferiore di tubi di diametro maggiore, consente di avere una superficie di scambio termico più estesa e, pertanto, una migliore uniformità della temperatura dell’aria. La distribuzione delle tubazioni in serra prevede due differenti schemi, a seconda della coltivazione in atto: riscaldamento basale con tubazioni appoggiate sul terreno e lungo le pareti delle strutture fuori suolo, unitamente al riscaldamento aereo con tubazioni disposte sia a 1,80 m di altezza sia a livello della linea di gronda; il secondo schema prevede il solo riscaldamento aereo con tubazioni disposte in verticale al disotto della linea di gronda (per piante in vaso). Pertanto nella prima tipologia la trasmissione di Impianto di riscaldamento 48 calore avviene mediante i meccanismi di scambio termico per conduzione con il substrato, convezione con l’aria ed irraggiamento verso le piante, nel secondo caso la trasmissione del calore avviene soprattutto per irraggiamento e, in parte, attraverso la convezione. Quindi le tubazioni sono disposte in maniera da distribuire uniformemente il calore sia sulla parte epigea della pianta sia su quella ipogea, al fine di garantire un omogeneo accrescimento delle piante. Tale disposizione dell’impianto di riscaldamento ha effetti mitiganti ai fini della protezione delle coltivazioni da abbassamenti repentini di temperatura dell’aria, in caso di danneggiamento del sistema di copertura delle serre per effetto di violente raffiche di vento, fenomeno che si può verificare nelle giornate particolarmente ventose. 4.2) Raffrescamento a pannelli umidificatori “Cooling System” È noto che l’effetto serra è il risultato della combinazione dei due meccanismi di trasmis- sione del calore per irraggiamento e per convezione producendo un aumento della temperatura dell’aria interna alla serra grazie all’irraggiamento solare durante le ore diurne, a cui fa riscontro, generalmente, una diminuzione dell’umidità relativa. L’effetto serra sarà tanto più elevato quanto più il materiale di rivestimento è trasparente ai raggi solari in ingresso e quanto più è opaco alla radiazione infrarosso lunga in uscita. Di qui, la necessità di intervenire nei mesi estivi per ottenere un significativo raffrescamento all’interno delle serre, allorché non è sufficiente la ventilazione naturale, con le aperture di colmo e laterali, o con l’ombreggiamento per contenere i picchi di temperatura dell’aria. Infatti, in virtù dell’effetto serra, nei periodi di intensa radiazione solare la temperatura interna assume valori molto elevati che possono risultare nocivi per i processi fisiologici delle colture. Gli impianti installati per il controllo dei valori massimi di temperatura dell’aria interna sono l’ombreggiamento, la ventilazione e il raffrescamento per evaporazione d’acqua, quest’ultimo basato sul processo termodinamico adia- 49 Sistemi di riscaldamento in serra 50 batico e iso-entalpico di sottrazione all’aria, che si raffredda, del calore latente di evaporazione dell’acqua. Nella stagione estiva bisogna ricorrere al raffrescamento evaporativo poiché sia l’ombreggiamento sia la ventilazione non sono in grado di ridurre la temperatura interna a valori inferiori a quella esterna. Sulla base delle collaudate esperienze a livello internazionale il “Cooling system” è considerato tra i più efficienti ed è stato utilizzato per il complesso serricolo di Candela. L’impianto è costituito da una serie di pannelli umidificatori dell’aria, montati con continuità lungo una testata delle serre e da una serie di ventilatori estrattori, posti lungo la testata opposta. I pannelli umidificatori sono imbibiti continuamente con acqua prelevata dalle vasche di stocaggio che circola in tubazioni per mezzo di pompe collocate in serbatoi ubicati nella parte esterna delle serre, nei quali si recupera l’acqua non evaporata e percolata dai pannelli. I ventilatori estrattori provocano una depressione interna con ingresso di aria umida e fresca, proveniente dai pannelli umidificati, favorendo l’ab- bassamento della temperatura all’interno delle serre in misura di 8-10 °C rispetto all’esterno. In casi particolari di giornate con temperatura dell’aria prossima ai 40 °C e umidità relativa del 20%, il cooling system ha permesso di conseguire in serra valori di temperatura di 27-28 °C e di umidità relativa del 60%, ottimali per garantire produzioni di qualità dell’ Anthurium anche per tutto il periodo estivo. 4.3) La ventilazione mediante regolazione delle aperture delle finestre laterali e di colmo La ventilazione naturale è la forma più semplice ed economica di aerazione di una serra: essa avviene tramite le sportellature laterali e di colmo per innesco dell’effetto camino prodotto dalle differenze di pressione determinate dall’azione del vento e dalla variazione di temperatura tra aria interna e esterna, consentendo di controllare oltre la temperatura anche la sua umidità relativa e la concentrazione di CO2. Per effettuare un corretto numero di ricambi d’aria, al fine di garantire il mantenimento della 51 Il Cooling-system Alla pagina seguente: veduta interna di una serra di anthurium 56 temperatura, dell’umidità e della concentrazione ottimale della CO2 all’interno delle strutture serricole nel corso dell’intero ciclo produttivo, è necessaria la regolazione dell’apertura delle finestre di colmo. È noto che la concentrazione di CO2 dell’aria in serra non dovrebbe scendere al di sotto dei valori dell’aria esterna (390 ppm), per non alterare il normale processo fotosintetico. Molte ricerche hanno confermato l’utilità dell’arrichimento carbonico ai fini dell’aumento della produttività in serra, anche se i fattori che influenzano il processo fotosintetico, oltre al tenore di CO2, sono l’umidità relativa, la luminosità, la temperatura, l’apporto idrico e dei nutrienti , il tipo di pianta e la sua fase fenologica, che interagiscono fra di loro. Il buon livello di umidità relativa è favorevole all’apertura stomatica, necessaria per l’assorbimento della CO2, ma una umidità eccessiva può essere causa di diffusione di patologie diverse (muffe, batteri, marciumi ecc.), mentre la scarsa ventilazione può essere causa di condensa. Pertanto, si consigliano livelli di ventilazione minimi con 15-20 ricambi d’aria per ora, variabili anche in funzione del periodo stagionale. Alla pagina precedente: veduta interna di una serra di rose L’apertura delle finestre del colmo è movimentata da motori elettrici di piccola potenza (0,5 kW), che tramite un semplice sistema di aste e cremagliere provvedono automaticamente all’apertura e chiusura. La regolazione è determinata in maniera corretta da un’adeguata strumentazione di sensori, collegati ad unità centrali su cui è installato un particolare software di gestione e controllo. L’impianto permette il monitoraggio continuo delle condizioni climatiche sia all’interno delle serre che all’esterno attraverso il controllo della velocità e direzione del vento oltre che dell’evento pioggia, regolando automaticamente il livello di chiusura e di apertura degli sportelli, in modo da mantenere costanti i valori ottimali di temperatura, umidità e ricambio d’aria, stabiliti per le colture in atto. Il controllo dell’umidità relativa in serra, attivato in particolare attraverso il sistema di ventilazione quando i valori superano l’80%, comporta un maggiore consumo energetico, stimato intorno al 15%, che inciderebbe ulteriormente sui costi di produzione, in considerazione dell’alto costo dell’energia termica. 57 In questi casi, disponendo di calore cogenerato dalla centrale, si mantiene una ridotta apertura delle finestrature delle serre, intervenendo con il corretto apporto di calore, in modo di conseguire valori di temperatura e di umidità relativa compresi nei parametri ottimali per le colture. 4.4) L’ombreggiamento e il controllo della luminosità e delle ore di luce L’ombreggiamento riveste un ruolo fondamentale specialmente per la coltivazione di specie ombrofile e sciafile, che richiedono una riduzione della luminosità interna fino al 75% durante gli orari di massimo irraggiamento. I sistemi ombreggianti possono essere fissi o mobili, posti all’interno o all’esterno della serra. Gli impianti ombreggianti esterni, anche con funzione antigrandine, sono preferibili a quelli interni perché questi consentono l’ingresso della radiazione solare causando comunque un innalzamento di temperatura, tuttavia l’ombreggiamento interno è una buona soluzione nelle zone con elevata ventosità e provoca una minore usura del materiale ombreggiante. In particolare, le serre coltivate ad Anthurium, specie tipicamente da ambiente ombroso e caldo-umido, sono dotate di un impianto con schermo ombreggiante interno, a maglia aperta con il 65% di ombreggiamento, sostenuto da un sistema di fili in PVC disposti lungo la linea di colmo delle serre. Tramite un meccanismo a cremagliera lo schermo si apre e si chiude a fisarmonica, in maniera automatica, per regolare la luminosità interna ottimale durante le ore di sole, secondo i parametri relativi al fabbisogno luminoso della coltivazione dell’Anthurium, programmato mediante computer. Nel periodo estivo, quando la intensità luminosa è più elevata si provvede pure ad imbiancare le coperture delle serre, con latte di calce, ad integrazione dell’impianto di ombreggiamento. Al contrario, le specie eliofile richiedono condizioni di luminosità non inferiori a 30.000 lux, come le specie mediterranee; la luminosità può influenzare l’induzione alla fioritura, come nel caso della Sundaville, che per fiorire ha bisogno di una luminosità superiore a 25.000 lux. 58 59 Veduta interna di una serra 60 4.5) Le strutture fuori suolo e i substrati utilizzati La coltivazione fuori-suolo, affermatesi nella serricoltura sia orticola sia floricola e per specie ornamentali, per una serie di vantaggi nel controllo delle fitopatie degli apparati radicali e nella gestione della fertirrigazione, è impostata sull’impiego di substrati inerti di varia natura, con caratteristiche fisico-meccaniche di adeguata porosità del mezzo per permettere lo sviluppo delle radici, e per favorire gli scambi gassosi e la circolazione della soluzione nutritiva. I substrati più diffusi sono a base di perlite, fibre di cocco secco, lana di roccia, argilla espansa, pomice ed altre rocce vulcaniche, spesso in miscele. I substrati sono generalmente contenuti in sacchetti di polietilene, forniti anche di accessori, canalette di sgrondo per il recupero delle acque di drenaggio, e di sostegni. In particolare, il complesso serricolo di Candela utilizza perlite, substrato di origine vulcanica sottoposto a trattamento termico fino a 800 °C per favorire il processo di espansione. Le colture floricole sono allevate in canalette di polipropilene, opportunamente sagomate a seconda della specie, di sezione triangolare per l’Anthurium e rettangolare per la rosa. Le canalette sono sorrette da una struttura di sostegno opportunamente sagomata, costituita da rete in acciaio elettrosaldata di diametro di 8 mm, con una opportuna lieve pendenza al fine di garantire il normale deflusso delle acque di drenaggio, che confluiscono in vasche di raccolta per essere riutilizzate negli interventi di fertirrigazione. 4.6) L’impianto di irrigazione e di fertirrigazione L’impianto di irrigazione ha una duplice funzione: soddisfare i fabbisogni idrici delle colture in funzione dell’andamento evapotraspirativo e, allo stesso tempo, fornire alle piante gli elementi nutritivi, in relazione al ritmo di accrescimento, che in ambiente climaticamente controllato è più regolare e precoce. L’impianto di irrigazione è per infiltrazione localizzata in pressione, comunemente detta “a goccia” mediante l’impiego di ali gocciolanti. Nel suo insieme comprende il gruppo di pompaggio dell’acqua, il gruppo di filtraggio, il 61 collettore primario, la tubazione in polietilene, i riduttori/regolatori di pressione, le testate, le elettrovalvole, le ali gocciolanti autocompensanti, i gocciolatori autocompensanti, le valvole quadrivie, gli spaghetti gocciolatori, le valvole, i raccordi e gli accessori vari, l’impianto elettrico. Le ali gocciolanti sono fornite di gocciolatori di polietilene del diametro di 16-20 mm con pressione nominale a 4 bar, posti ad intervalli di 20 cm. La fuoruscita dell’acqua o della soluzione avviene direttamente dal gocciolatore o da un’asta collegata ad esso mediante un microtubulo di materiale plastico. Internamente all’erogatore è montato un labirinto molto fine che riduce la pressione nel condotto; la portata è di 1,5 l/h, con oscillazioni in funzione della pressione all’interno dell’impianto. L’impianto di irrigazione a goccia viene utilizzato per la periodica distribuzione dei fertilizzanti, somministrati alle colture attraverso un sistema computerizzato di controllo, il quale in base alla regolazione climatica delle serre crea le condizioni ottimali per la programmazione degli interventi di fertirrigazione. La soluzione nutritiva circolante è prodotta a monte mediante un sistema computerizzato per il dosaggio e la miscelazione dei fertilizzanti. Il sistema fuori suolo può essere sia aperto che chiuso; in quello aperto la soluzione nutritiva drenata non viene riutilizzata, in quello chiuso la soluzione drenata viene corretta in base alla EC e pH e rimessa in circolo. Si sconsiglia il sistema chiuso, quando si dispone di acqua irrigua di scarsa qualità per una presenza di cloruro di sodio elevata per le specie floreali, generalmente meno resistenti alla salinità. Nella seguente figura è schematizzato un tipico sistema a ciclo chiuso, che comprende: Il fertirrigatore, che sulla base del controllo in linea del pH e dell’EC, prepara la soluzione nutritiva e la distribuisce alla coltura mediante un timer stabilito a priori o sulla base di un regime irriguo definito o sulla stima dell’evapotraspirazione della coltura (usando un piranometro, come nella figura). I contalitri, posti a valle (VD) o a monte (VI) della coltura, per stimare dal rapporto dei valori registrati la percentuale di drenaggio; un altro contalitri rileva il consumo effettivo di acqua della coltura (VETE). 62 Un sistema di valvole per la miscelazione (EV1), dell’acqua irrigua fresca e della soluzione di recupero, controllata dal fertirrigatore, per l’attivazione dell’irrigazione (EV2), eventualmente per lo scarico del drenato raccolto, quando il valore di EC è troppo alto (EV3). Le sonde di pH e EC nella vasca di recupero del drenato. Il sistema può essere dotato di impianto di disinfezione e vasca di stoccaggio dell’acqua trattata. La perfetta regolazione dell’apporto di nutrienti alle colture in un ambiente climatizzato contribuisce alla realizzazione delle migliori condizioni di crescita. Infatti, il sistema sincronizzato prevede automaticamente il riscaldamento o il raffrescamento, l’apertura delle finestrature insie- me alla fertirrigazione, al fine di assicurare i valori igrometrici ottimali per le colture. La soluzione nutritiva per le colture fuorisuolo contiene tutti i macroelementi (azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, zolfo) e microelementi (ferro, rame, manganese, zinco, molibdeno, boro). I valori ottimali di pH oscillano tra 5,5 e 6,5, poiché in questo intervallo tutti i nutrienti sono solubili ed è ottimale l’assorbimento da parte dell’apparato radicale. Insieme alla composizione di nutrienti importante è la concentrazione salina che viene espressa con la conducibilità elettrica (EC). Nel seguente prospetto sono riportati i fabbisogni standard di macro e microelementi per le due colture praticate nel complesso di serre di Candela. 63 Schematizzazione dell’impianto di fertirrigazione 64 Fabbisogno di elementi nutritivi per la rosa e l’anthurium. Fabbisogno Anthurium Macroel. Ca K Mg N-NO3 N-NH4 P-H2PO4 S-SO4 Microel. Fe Mn B Zn Cu Mo mg/l 92,18 164,22 36,45 84,06 14,01 38,71 48,11 mg/l 1,95 0,44 0,32 0,26 0,05 0,07 mmol/l 2,3 4,2 1,5 6 1 1,25 1,5 µmol/L 35 8 30 4 0,75 0,75 La soluzione nutritiva è somministrata tramite l’impianto di fertirrigazione, per un numero di cicli variabile per le due specie, fino ad un massimo di 15 per la rosa e di 8 per l’Anthurium, con intervalli regolati dall’insieme dei Fabbisogno Rose Macroel. Ca K Mg N-NO3 N-NH4 P-H2PO4 S-SO4 Microel. Fe Mn B Zn Cu Mo mg/l 164,33 207,23 48,60 168,12 15,41 37,16 64,14 mg/l 2,23 0,55 0,35 0,26 0,07 0,07 mmol/l 4,1 5,3 2 12 1,1 1,2 2 µmol/L 40 10 32,38 4 1,18 0,73 fattori di crescita programmati, temperatura, luminosità, umidità ecc. L’apporto della soluzione nutritiva, attraverso l’irrigazione a goccia, si effettua fino a 10-12 volte al giorno. La soluzione nutritiva è 65 preparata in un sofisticato sistema di vasche di miscelazione, in modo da ottenere un corretto rapporto tra macroelementi e microelementi. I principali fertilizzanti utilizzati sono: nitrato di calcio, nitrato di ammonio, nitrato di potassio, fosfato di potassio, solfato di potassio, solfato di magnesio, solfato di zinco, solfato di rame, molibdato di sodio, ferro chelato, borace. 4.7) Il recupero delle acque di drenaggio Con il sistema a ciclo chiuso, si provvede al recupero della soluzione drenata, dopo la correzione del pH e della concentrazione dei nutrienti. Il riutilizzo totale dell’acqua di drenaggio nel sistema chiuso è possibile solo quando la concentrazione degli ioni nell’acqua di irrigazione è uguale o inferiore alla concentrazione di assorbimento, derivante dal rapporto tra i nutrienti assorbiti e l’acqua assorbita dalla coltura. In pratica, quando l’acqua irrigua non è del tutto buona, la soluzione nutritiva è ricircolata fino a quando la sua composizione e la EC rimangono nei limiti ottimali per la crescita della specie in coltura fuori-suolo, dopo deve essere sostituita del tutto o parzialmente (sistema semi-chiuso). Pertanto, il controllo della soluzione nutritiva è una operazione costante; nella figura della pagina seguente è riportata la rappresentazione schematica delle differenti opzioni della soluzione ricircolante nel sistema fuori suolo a ciclo chiuso, a EC costante, a EC variabile. Nel primo caso, il reintegro della soluzione nutritiva viene effettuata con apporto di acqua e elementi fertilizzanti, in proporzioni tali da mantenere costante la EC della soluzione ricircolante. Nel secondo caso, il reintegro della soluzione nutritiva viene eseguito con l’apporto di nuova soluzione “fresca” preparata nel fertirrigatore, mantenendo più o meno costante la concentrazione dei nutrienti, ma con una “EC crescente”, per la presenza di ioni non essenziali, dovuta all’impiego di acque un po’ saline. Ovviamente non si deve superare la soglia massima di tolleranza della coltura (ECmax). In sintesi, i controlli necessari da effettuare nella gestione di una coltura fuori-suolo riguardano la verifica dei volumi di soluzione nutri- 66 Rappresentazione schematica delle differenti opzioni per la reintegrazione della soluzione nutritiva nel sistema fuori-suolo a ciclo chiuso; a sinistra EC costante, a destra EC variabile 67 tiva distribuita direttamente dagli erogatori e di quella di drenaggio confluita nel deposito di raccolta, sulla quale determinare il pH e la EC. Per quanto riguarda i valori chimici, l’EC del drenato non dovrebbe discostarsi di 0,5 punti da quelli stabiliti per la soluzione in entrata, mentre il pH dovrebbe rimanere nei valori ottimali, tra 5,0 e 7,0. L’aumento dell’alcalinità è dovuto sia alla presenza di carbonati nelle acque irrigue, sia ad una maggiore velocità di assorbimento degli anioni, in particolare dai nitrati, da parte degli apparati radicali. Particolare attenzione è da porre nell’evitare un progressivo accumulo di salinità nel substrato e nella soluzione circolante. 4.8) La difesa antiparassitaria solforatori e destratificatori I solforatori o sublimatori sono utilizzati per il controllo dell’oidio o mal bianco della rosa hanno una forma cilindrica tubolare, dove nella parte superiore è inserita una piastra poggiante su una resistenza elettrica. Sulla piastra si colloca lo zolfo in scaglie, che dal momento in cui si riscalda la resistenza per effetto del calore sublima con la formazione di anidride solforosa, un ottimo inibitore della formazione dei conidi. Un solforatore è sufficiente per 100 m2 di coltivazione di rose. È stato realizzato un impianto di destratificazione dell’aria, per meglio uniformare le condizioni climatiche all’interno delle serre sia nei riguardi della temperatura, sia per il controllo del fenomeno della condensa senza alterare il livello ottimale di umidità. Per ogni 400 m2 di superficie di serra coperta sono stati installati ventilatori, collegati alla struttura portante delle serre mediante catenelle zincate, in modo da poter regolare la loro altezza dal terreno. Nelle serre il rigoroso controllo dei parametri climatici, in particolare l’umidità relativa, può ridurre gli attacchi di numerosi parassiti fungini, di cui sono ben note in letteratura i fattori ambientali, che ne favoriscono lo sviluppo, come è indicato dalla seguente tabella (da pubblicazione di Matta e Garibaldi), utilizzata dai tecnici dell’azienda Ciccolella. 68 TEMPERATURE °C OTTIMALI LIMITANTI min max PARASSITI PARTE AEREA bremia spp alternaria aschochita spp botrytis cladosporium pseudomonas oidio ruggine phytophtora infestans scleotinia sclerotiorum RADICI E COLLETTO rhizoctonia solani pythium spp phytophtora capsici phytophtora cryptogea phialophora cinerescens fusarium oxysporum verticillium dahliae pseudomonas caryophylli virosi TMV CMV UMIDITà RELATIVA % 10-15 20-40 13-18 20 22 18-28 22-26 24 16-24 10 10 < 10 12 6 5 10 30 35 > 27 39 33 28 30 80-95 80-95 60-80 80-95 90 (4h) 90 U.R. bassa di notte ed alta di giorno U.R. elevata e pellicola di acqua U.R. elevata 15-25 - - 80-95 > 20 12-20 28 20-25 10 4 35 30 elevata umidità nel substrato elevata umidità nel substrato elevata umidità nel substrato elevata umidità nel substrato 15-23 10 30 indifferente 26-27 20 35 indifferente 20-40 25-30 < 20 > 30 - indifferente indifferente 26-28 25-30 - - indifferente indifferente 69 In serra tra i più temuti parassiti fungini trovano le loro ideali condizioni di sviluppo: la cladosporiosi (Cladosporium spp.), le macchie angolari (Pseudomonas spp.), peronospore (Peronospora spp. e pseudoperonospora spp.), alternariosi (Alternaria spp.), ruggini (Uromyces spp.) ed anche la Botrytis ed anche molti altri funghi che richiedono elevata umidità per la germinazione delle spore e la sporulazione. Le infezioni di Phoma spp. ad esempio sono favorite da temperature del substrato relativamente basse (inferiori ai 15 °C). Altro patogeno molto favorito da basse temperature è certamente la peronospora, che richiede 4-5 °C per la germinazione delle spore - in condizioni di umidità persistente sulle foglie- e 10-15 °C per l’infezione, risulta pertanto particolarmente dannosa in serra fredda; la difesa risulta difficoltosa in quanto in questo periodo la ventilazione non è in grado di abbassare la UR ed il riscaldamento è antieconomico, Nelle serre riscaldate i problemi risultano sempre minori che nelle serre fredde: nelle serre di Candela la presenza del teleriscaldamento limita anche la possibile diffusione delle spore, poiché non si è soggetti a moti di turbolenza dell’aria calda. Di conseguenza, per mezzo del teleriscaldamento, che permette nelle serre di Candela un continuo apporto di calore è stato possibile un drastico impiego di agrofarmaci, perché si è ridotta sensibilmente la presenza di parassiti fungini, grazie alle tecniche di condizionamento delle serre. 4.9) Solarizzazione Durante il periodo estivo si utilizza il trattamento termico per sanificare i terreni delle serre prima del cambio di coltivazione. Pertanto il substrato si sottopone ad un vero e proprio trattamento termico che elimina la maggior parte dei microorganismi esistenti nel suolo. Nelle aziende tradizionali spesso si ricorre a trattamenti chimici che in questo caso si possono ridurre. Nelle serre sottoposte ad agricoltura intensiva la ripetuta coltivazione con la stessa specie (monosuccessione) o con specie della stessa famiglia determina una proliferazione di agenti 70 patologici e, quindi, un peggioramento della produzione. Il fenomeno è accentuato nelle colture protette, in particolare con i patogeni fungini, i nematodi e le infestanti responsabili dei principali decrementi produttivi. Per contenere i danni provocati dai patogeni ipogei si può intervenire oltre che con mezzi chimici, anche con mezzi fisici, agronomici e biologici. I mezzi fisici quali solarizzazione e vapore, sono tra quelli maggiormente rispettosi dell’ambiente ed altamente sostenibili. Con il teleriscaldamento nelle serre di Candela viene attuato il termo-condizionamento degli ambienti di coltivazione in maniera del tutto sostenibile e nell’ottica del massimo rispetto dell’ambiente. La solarizzazione consiste nel sottoporre il suolo opportunamente lavorato, bagnato e pacciamato all’azione efficace della radiazione solare per un cospicuo numero di giorni nella stagione calda. L’innalzamento termico dovuto all’effetto serra è responsabile di una serie di fenomeni positivi per le coltivazioni successive. La solarizzazione è un’agrotecnica economica e di facile esecuzione. La riuscita del trattamento dipende soprattutto dalle temperature raggiunte oltre che dall’attenta esecuzione di tutte le fasi che lo compongono. Il terreno deve essere bagnato abbondantemente per consentire la trasmissione del calore dagli strati più superficiali a quelli più profondi e per stimolare le attività vitali di organi di resistenza di funghi, parassiti animali e semi di piante infestanti, rendendoli così più vulnerabili. Per ottenere risultati apprezzabili la copertura deve essere tenuta per almeno 35-40 giorni nella stagione di massima insolazione (fine giugno - prima metà di agosto). È stato dimostrato che la solarizzazione è efficace se la temperatura del terreno supera per un periodo di tempo sufficientemente lungo il valore di 37-40 °C, generalmente riconosciuto come soglia termica minima per una significativa riduzione del carico dei microrganismi dannosi. Nelle serre di Candela la solarizzazione è integrata dal teleriscaldamento, al fine di ridurre il numero di giorni di inattività delle serre, indispensabile per la messa in atto dei programmi produttivi. 71 Le colture floricole extrastagionali di fiori recisi e in vaso L’organizzazione produttiva del complesso serricolo di Candela è stata impostata sulla prospettiva di realizzare un’ampia scelta di specie floricole, in funzione delle mutevoli esigenze del mercato. La tempestiva capacità di attuare le scelte culturali in funzione della domanda internazionale è resa possibile dalle continue indagini di mercato e dalla perfetta progettazione delle strutture adattabili alle differenti esigenze delle colture, realizzate in maniera programmata. 5.1) I calendari delle produzioni floricole extrastagionali È noto che il mercato floricolo è fortemente influenzato da particolari ricorrenze nel corso dell’anno, in occasione delle quali la domanda di prodotto è molto alto, per cui buono è l’andamento delle quotazioni. Le ricorrenze più interessanti sono: - San Valentino 14 febbraio, festa degli innamorati; - Festa della donna, 8 marzo; - Festivitàpa squali; - Festa della mamma, maggio; - Ricorrenza dei defunti in novembre - Festivitàna talizie. Nel periodo vernino-primaverile fino all’inizio delle produzioni in serre fredde, le quotazioni di mercato si mantengono soddisfacenti, in seguito si ha una flessione per tutto il periodo estivo, tranne in occasione di onomastici di santi più festeggiati. La produzione floricola extrastagionale comprende specie da fiore reciso, specie da fiore in vaso, specie ornamentali da appartamento, piante grasse. Ovviamente, la programmazione 72 è impostata sulla conoscenza delle esigenze fisiologiche delle diverse specie. Le tropicali, per esempio, necessitano di ambienti serricoli caldo-umidi più o meno costanti in tutto il periodo colturale e mal sopportano escursioni termiche elevate, causa contrazione della produzione. Le mediterranee richiedono ambienti temperati intorno ai 18-25 °C, abbastanza resistenti a basse temperature vicine allo 0 °C, ovviamente necessarie di riscaldamento in serra per le produzioni extrastagionali. Le piante grasse e succulente, tipiche delle zone desertiche, tollerano le forti escursioni termiche, ma richiedono il riscaldamento in serra per ottimizzare i cicli di crescita. Rosa ed anthurium sono tra le principali specie da fiore reciso praticate nelle serre a produzione continua o programmata; le specie da fiore in vaso sono prodotte in primavera, con circa un mese di anticipo dall’epoca normale in campo; alcune come le stelle di Natale e i ciclamini sono programmate per il periodo autunno-vernino. Le piante verdi da appartamento hanno un consumo costante durante tutto l’anno e hanno una produzione di tipo continuo. 5.2) Le colture del programma iniziale nel complesso di serre di Candela L’approfondita ricerca di mercato, prioritaria nella fase di progettazione di un complesso serricolo di cosi ampie proporzioni, aveva evidenziato le buone prospettive per due specie da fiore reciso, la rosa, già di antica tradizione per la diffusa presenza nell’arte del giardinaggio e l’anthurium, di recente introduzione, di origine tropicale e, pertanto, necessariamente da ambiente protetto. Entrambe caratterizzate sia dalla bellezza del fiore reciso, sia dal rilevante ruolo nelle composizioni floreali. Il costante aggiornamento sulla domanda del mercato floricolo, spesso influenzato dalle particolari situazioni economiche non solo dei Paesi, che fanno parte della Comunità Europea, ma anche a livello mondiale, e allo stesso tempo mutabile per nuove esigenze del consumatore, ha suggerito un maggiore ampliamento dell’offerta floricola, con la produzione di piante in vaso, il cui consumo è in continuo aumento per l’utilizzo in giardini pubblici e privati. In particolare, a partire dal 2009 ha avuto inizio una contrazione delle vendite dei prodot- 73 ti florovivaistici, soprattutto di fiori recisi, più avvertita in Italia, a causa di un diffuso stato di disagio economico, che è stato causa di riduzione di consumi anche dei prodotti alimentari. Secondo dati dell’ISMEA le vendite sulle aste olandesi sono state in lieve crescita, ma con prezzi bassi, che penalizzano il prodotto italiano di migliore qualità per freschezza e resistenza. Pertanto, a partire dal 2011, l’Azienda Ciccolella ha sensibilmente ridotto la produzione di fiori recisi di rosa ed anthurium, sostituendola con la coltivazione di piante fiorite in vaso. L’ampliamento del programma colturale ha permesso una migliore utilizzazione degli impianti serricoli e una più efficiente organizzazione del settore commerciale. 5.2.1) La coltivazione della rosa Nessun altro fiore, come la rosa, ha una storia cosi antica, che risale all’alba della civiltà e ancora più lontana sfuma nelle mitiche leggende del mondo ellenico. Il fascino di questo fiore nell’essere umano è universale. Alla ricerca della perfezione del fiore, intenso e continuo è stato il lavoro di miglioramento genetico, per ottenere varietà di particolare bellezza, i cui nomi spesso sono legati al fascino di donne famose dell’alta società. Dai semplici esemplari di cinque petali a quelli a fiori stradoppi con oltre quaranta petali, come la leggendaria rosa di re Mida con oltre sessanta, forma, aspetto, colore, epoca di fioritura sono stati combinati da abili ibridatori, per ottenere un inestimabile patrimonio varietale. Il genere Rosa, facente parte della famiglia delle Rosacee, comprende numerose specie, circa 150, ma vastissimo è il numero delle varietà stimato intorno a 1.500, ma di molte altre non si hanno più tracce. I cataloghi dei vivaisti le classificano prevalentemente in base al portamento, ovviamente per esigenze di mercato, lillipuziane coprisuolo per bordure o in vaso, arbustive da pieno campo in aiuole, ad alberetto per viali fioriti, sarmentose o rampicanti (climbing) a sviluppo eretto con ramificazioni rigide per pareti, rampicanti a sviluppo morbido adatte a superfici curve. Nell’ambito di ciascun gruppo il tipo di fioritura a fiore singolo o a panicolo, rifiorente o non, forma colore e numero dei pe- 74 tali sono i caratteri varietali a piacimento degli acquirenti. Nel caso specifico del complesso serricolo Ciccolella la coltivazione riguarda varietà a portamento cespuglioso, a fiore singolo da recidere, che deve rispondere a rigorosi parametri qualitativi, di gradimento da parte del fruitore finale. La scelta varietale è alla base dei programmi colturali, impostati sulla necessità di una maggiore disponibilità di fiori recisi, in occasione delle già citate ricorrenze festive, ma anche di una continua regolare raccolta nel periodo autunno-primaverile, per rispondere alle esigenze di un mercato internazionale differenziato. La gamma dei colori dei petali è una esigenza del mercato non disgiunta alla dimensione ottimale e compattezza del bocciolo, alla lunghezza dello stelo, alla resistenza dei petali alle ammaccature durante la fase di confezionamento e trasporto, freschezza e durata del fiore reciso in vaso. Insieme alla perfezione del fiore, il numero di steli per m2x anno, la precocità di fioritura, la resistenza alle malattie sono le caratteristiche agronomiche indispensabili nella formazione del reddito. Nel corso di questi anni sono state coltivate una trentina di varietà, le cui caratteristiche sono riportate nel testo. Ampia è stata la scelta dei colori, dal bianco puro, al giallo limone, giallo crema, giallo ramato, arancione, albicocca, rosa crema, rosa carico, rosa magenta, ciliegia, salmone, rosso brillante, rosso screziato di giallo, bianco screziato di rosso. In base al numero di steli fioriti per pianta, la produzione oscilla da un minimo di 150 ad un massimo di 350 rose/ m2x anno. 75 ALOHA Fiore di taglia media di colore giallo con margini tendente al rossastro Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno Durata in vaso 12 giorni circa Eccellente capacità di resistere al trasporto BALLERINA Fiore di taglia media di colore rosa carico Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 180-260 steli a m² per anno. Durata in vaso 14 giorni circa. Notevole numero di petali Eccellente capacità di resistere al trasporto BORDEAUX Fiore di taglia grande di colore rosso bordeaux Altezza stelo: 70 cm circa La produzione è di circa 180-220 steli a m² per anno Durata in vaso 15 giorni circa. Lenta apertura Eccellente capacità di resistere al trasporto 76 BUGATTI Fiore di taglia grande di colore rosso magenta Altezza stelo: 70 cm circa La produzione è di circa 150-190 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Stabilità della colorazione Buona capacità di resistere al trasporto CHERRY LIPS Fiore di taglia media bicolore crema/rosa Altezza stelo: 50-60 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli al m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente capacità di resistere al trasporto GOLDEN GATE Fiore di taglia media di colore giallo intenso Altezza stelo: 50 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente capacità di resistere al trasporto Varietà molto produttiva con colore stabile 77 GRANDE AMORE Fiore di taglia grande di colore rosso brillante Altezza stelo: 70-90 cm circa La produzione è di circa 140-180 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Buona capacità di resistere al trasporto LA BELLE Fiore di taglia media di colore rosa con bordi verdi Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 160-230 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Buona capacità di resistere al trasporto Fogliame eccellente perfetta per climi temperati MERCI Fiore di taglia piccola di colore rosso Altezza stelo: 40-50 cm circa La produzione è di circa 350-400 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente capacità di resistere al trasporto 78 RED GIANT Fiore di taglia grande di colore rosso Altezza stelo: 80 cm circa La produzione è di circa 170-250 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente capacità di resistere al trasporto Non mostra fenomeni di blackening o browning RED RIBBON Fiore di taglia grande di colore rosso brillante Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 160-220 steli al m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Buona capacità di resistere al trasporto REVUE Fiore di taglia media bicolore bianco/rosa Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 180-260 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Eccellente capacità di resistere al trasporto 79 TORERO Fiore di taglia media di colore rosso Altezza stelo: 40-70 cm circa La produzione è di circa 220-260 steli a m² per anno. Durata in vaso 12-14 giorni circa KIWI Fiore di taglia media di colore giallo con sfumature rosate Altezza stelo: 40-70 cm circa La produzione è di circa 180-240 steli a m² per anno Durata in vaso 10-12 giorni circa VENDELA Fiore di taglia grande di colore bianco Altezza stelo: 70-90 cm circa La produzione è molto buona Buona durata in vaso 80 JUPITER Fiore di taglia media di colore giallo Altezza stelo: 50-70cm circa La produzione è molto buona Buona durata in vaso LEONESSA Fiore di taglia grande di colore giallo Altezza stelo: 70-100 cm circa La produzione è di circa 180-200 steli a m² per anno Durata in vaso 12-14 giorni circa MARIE CLAIRE Fiore di taglia media di colore arancio Altezza stelo: 60-80 cm circa La produzione è di circa 220-260 steli a m² per anno Durata in vaso 10-12 giorni circa 81 MARIYO Fiore di taglia media di colore arancio Altezza stelo: 60-80 cm circa La produzione è di circa 240-280 steli a m² per anno Durata in vaso 10-12 giorni circa MAROUSSIA Fiore di taglia grande di colore bianco Altezza stelo: 70-100 cm circa La produzione è di circa 240-280 steli a m² per anno Durata in vaso 12-14 giorni circa ABRACADABRA Fiore di taglia piccola di colore rosso/giallo screziato Altezza stelo: 40 cm circa La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Interessante screziatura 82 SUNBEAM Fiore di taglia media di colore giallo ramato Altezza stelo: 55 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto CASSIS Fiore di taglia media di colore ciliegia Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 210-280 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto CHERRY LADY Fiore di taglia grande di colore rosa carico Altezza stelo: 55 cm circa La produzione è di circa 180-250 steli a m² per anno Durata in vaso 11 giorni circa Buona adattabilità al trasporto 83 CHIC Fiore di taglia piccola di colore rosa magenta Altezza stelo: 45 cm circa La produzione è di circa 250-350 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto Mutazione della Merci CIRCUS Fiore di taglia media di colore giallo intenso con sfumature rosse al bordo del petalo Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 210-230 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto Interessante contrasto cromatico ESCIMO Fiore di taglia piccola di colore bianco Altezza stelo: 50 cm circa La produzione è di circa 210-350 steli a m² per anno Durata in vaso 11 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto 84 FIDIBUS Fiore di taglia piccola di colore rosso con screziature gialle Altezza stelo: 40 cm circa La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto FLASHBACK Fiore di taglia grande bicolore rosa/crema Altezza stelo: 65 cm circa La produzione è di circa 170-240 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Buona adattabilità al trasporto BONANZA Fiore di taglia media color albicocca Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno Durata in vaso 18 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto 85 FRISCO Fiore di taglia media color giallo limone Altezza stelo: 40 cm circa La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto HARLEQUIN Fiore di taglia media color bianco screziato rosso Altezza stelo: 70 cm circa La produzione è di circa 160-200 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto HOCUS POCUS Fiore di taglia piccola color rosso screziato bianco Altezza stelo: 40 cm circa La produzione è di circa 220-350 steli a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto 86 ICEBERG Fiore di taglia grande color bianco Altezza stelo: 70 cm circa La produzione è di circa 180-240 steli a m² per anno Durata in vaso 13 giorni circa Buona adattabilità al trasporto IMPALA Fiore di taglia media color arancio Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 180-240 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Buona adattabilità al trasporto LADY KILLER Fiore di taglia grande color rosso brillante Altezza stelo: 65 cm circa La produzione è di circa 150-190 steli a m² per anno Durata in vaso 12 giorni circa Buona adattabilità al trasporto 87 LOLLIPOP Fiore di taglia grande color salmone Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 180-250 steli a m² per anno Durata in vaso 13 giorni circa Buona adattabilità al trasporto PITAHAYA Fiore di taglia grande color rosa Altezza stelo: 65 cm circa La produzione è di circa 140-180 a m² per anno Durata in vaso 16 giorni circa Buona adattabilità al trasporto PONDEROSA Fiore di taglia media color crema Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto Spot della Sioux 88 SIOUX Fiore di taglia grande color rosa salmone Altezza stelo: 60 cm circa La produzione è di circa 200-300 steli a m² per anno Durata in vaso 18 giorni circa Eccellente adattabilità al trasporto VANILLA SKY Fiore di taglia grande color crema Altezza stelo: 70 cm circa La produzione è di circa 190-260 steli a m² per anno Durata in vaso 14 giorni circa Buona adattabilità al trasporto 89 Il condizionamento climatico delle serre e la programmazione degli interventi di potatura sono fondamentali nell’ottimizzare i periodi della fioritura. Soprattutto nei mesi invernali carenti condizioni termiche e luminose possono provocare l’aborto dei boccioli, i cosiddetti steli ciechi con fiori malformati (bullhead). La rosa è notoriamente adattabile a situazioni climatiche molte diverse, perché è abbastanza resistente alle basse temperature invernali con valori sensibilmente inferiori allo 0 °C in fase di riposo e alle alte temperature estive fino a 4050 °C. la temperatura minima biologica a cui si arresta la crescita è intorno a 8-10 °C quelle ottimali intorno ai 15-16 °C la notte, 21-24 °C il giorno. Sulla base di queste esigenze, per ottenere in serra una produzione continua, la temperatura notturna è da mantenere nei valori non inferiori ai 14-16 °C, quella diurna intorno ai 21-24 °C. La rosa richiede, specialmente al momento della ripresa vegetativa e durante le prime fasi della crescita una elevata U.R. intorno al 8085%. Una fisiologica defogliazione basale della pianta con caratteristiche allessature sui lembi fogliari si manifesta in condizioni di bassa umidità relativa (<60%). Il ritmo di produzione degli steli fiorali è influenzato dall’intensità luminosa ed è crescente in primavera. La qualità dei fiori tende a peggiorare nei mesi estivi a causa delle elevate temperature, al di sopra dei 30 °C risulta inibita la pigmentazione dei petali. Per migliorare la qualità dei fiori durante i mesi estivi si fa ricorso al “cooling system” e all’ombreggiamento, per abbassare le temperature. Per programmare le epoche di fioritura un ruolo rilevante rivestono gli interventi di potatura, che vengono eseguiti in relazione al tipo di coltivazione con raccolta continua o discontinua. Dopo l’impianto della coltura si provvede alla cimatura dei primi germogli, per favorire la formazione di steli fiorali robusti e commercialmente validi. L’altezza del taglio dello stelo è regolato dalle caratteristiche varietali, la cui lunghezza oscilla più frequentemente tra 40-70 cm. Per ottenere la fioritura in dicembre si devono prevedere 8 settimane di crescita a partire dalla potatura; le stesse piante producono un al- 90 tro fiore in febbraio per S. Valentino. La produzione per Pasqua richiede mediamente 7 settimane, mentre per quella estiva sono sufficienti 5 settimane. Per programmare la produzione primaverile-autunnale, la potatura va eseguita dalla fine di dicembre a gennaio. La potatura di ringiovanimento viene realizzata nei mesi estivi (giugno-settembre), in un periodo di minore richiesta di fiori recisi. Le operazioni di potatura richiedono particolare attenzione e cura, per evitare la formazione di steli deboli e l’aborto dei boccioli. 5.2.2) La coltivazione dell’Anthurium L’Anthurium, genere della famiglia delle Araceae originaria delle aree tropicali e sub- tropicali dell’America centro-meridionale, di recente introduzione, si è rapidamente affermato per la magnificenza del fogliame e la bellezza della tipica infiorescenza, costituita da una spata (arum), che sottende lo spadice fiorale a forma di cornetto (dal greco anthos= fiore, oura= coda). Le specie del genere Anthurium si distinguono in due gruppi in base al valore ornamentale delle foglie o delle infiorescenze. Al primo gruppo di particolare pregio è l’Anthurium crystallinum con grandi foglie cordate vellutate, verde-scuro o verde rossastro, pianta da appartamento; al secondo gruppo appartiene, l’Anthurium andreanum a foglie cordiformi di colore verde brillante con il grande fiore reciso spata ovale-arrotondata bollosa di colore rosso scarlatto vivo di circa 10-15 cm di diametro, 91 portata da un lungo peduncolo; lo spadice è ricurvo lungo 8-12 cm di colore giallo alla base. In commercio sono disponibili molte varietà con colori diversi della spata. L’Anthurium scherzerianum da fiore, ha un portamento ridotto e compatto e si presta più per vaso fiorito. Nel corso di questi anni, per venire incontro alle esigenze di mercato, nelle serre di Candela sono state messe in coltura ben 25 varietà, caratterizzate dalle varie tonalità di colore della spata, dal bianco, al bianco con bordino rosa, al bianco con punta verde, al crema, al bianco crema e giallo, al rosa, all’arancione, al rosso intenso, al rosso splendente, al marrone scuro, al verde chiaro e intenso. Anche variazioni di colore dal bianco, al giallo, al rosa, al verde caratterizzano lo spadice. Le dimensioni della spata sono più frequentemente intorno ai 13- 15 cm, con alcune eccezion la minore intorno a 7-9 cm (cv Xavia), la maggiore 20-22 cm (Simba, Spice). La produzione di fiori recisi è oscillata tra 60-90 / m2xanno, con massimi fino a 120-140/m2xanno (Manaka. Feska); sembrerebbe che il numero di fiori sia correlato al diametro della spata, le varietà a spata più piccola sono state più produttive. Interessanti alcune differenze nella durata del fiore reciso in vaso da una media di 30-40 giorni si giunge a massimi fino a 50 giorni (cv Manaka, Feska). Acropolis con spata di colore bianco e spadice bianco per la lunghezza tranne che per l’apice giallo. Il calibro del fiore va dai 13 ai 15 cm; si è stimata una produzione media annua per m2 di 85 fiori. 92 Calisto con spata di coloro rosso matto, e spadice bianco con punta verde. Il calibro del fiore va dai 15 ai 17 cm e la produzione media per m2 è di 85 fiori. La durata in vaso è di 29 giorni. Calore è una varietà dal colore della spata rosso intenso con spadice bianco e punta gialla. Il calibro del fiore va dai 14 ai 17 cm e produzione media di 85 fiori per m2 per anno. La durante in vaso è di circa 30 giorni. Carnaval è di colore bianco con un bordino rosa intenso che lo rende molto caratteristico; lo spadice di colore bianco diventa giallo arancio all’apice. La media di produzione è di 70 fiori per m2 per anno e la durata in vaso di 25 giorni. 93 Casino ha una spata di colore arancio intenso con spadice bianco e alla punta giallo intenso. Il calibro del fiore varia dai 14 ai 16 cm, produzione media di 80 fiori all’anno per m2. La durata in vaso è di 14 giorni. Champagne spata di colore crema con spadice bianco a punta giallo arancio ha un calibro di 13-15 cm e produzione media di 70 fiori per m2 per anno. La durata in vaso è di 30 giorni. Cheers ha la spata di colore rosa molto delicato con spadice bianco a punta verde. Il calibro del fiore va dai 12 ai 14 cm. La produzione media annua è piuttosto alta raggiungendo i 90 fiori a m2. Anche la durata in vaso è notevole, superando abbondantemente i 30 giorni. 94 Choco ha una spata di colore marrone scuro e spadice bianco con punta verde. Il calibro del fiore è mediamente di 16 cm e la produzione media annua di 85 fiori a m2. La durata in vaso supera i 30 giorni. Feska di colore rosa e spadice bianco e verde in punta. Il calibro del fiore più piccolo da 11 a 13 cm, produce fino a 140 fiori per m2 per anno e ha una durata in vaso fino a 50 giorni. Fantasia si contraddistingue per il colore crema della spata e l’arancio scuro dello spadice. Il calibro del fiore è di 13-14 cm e la durata in vaso di 26 giorni. 95 Fire è una delle varietà più richieste dal mercato, per il caratteristico rosso della spata e bianco giallo dello spadice. Il calibro del fiore è di 13-15 cm con una produzione media annua di 75 fiori e una durata in vaso di almeno 23 giorni. Manaka colore verde chiaro della spata e bianco verde dello spadice presenta un calibro più piccolo fino a 12 cm con una notevole produzione media annua per m2 fino a 120 fiori. Si caratterizza anche per la notevole durata in vaso fino a 50 giorni. Marysia ha una colorazione dello spadice molto caratteristica, tra il bianco crema e giallo con colorazione dello spadice bianco e verde in punta. Il calibro del fiore è di 13-15 cm, con una produzione media annua di 75 fiori per m2 ed una durata in vaso fino a 41 giorni. 96 Midori: è tra le varietà a spata verde e spadice bianco e verde molto intenso tra le più produttive, con calibro del fiore di 14 ai 16 cm arriva a produrre fino a 90 fiori a m2 per anno. La durata in vaso è di quasi 30 giorni. Moments: colore della spata bianca candida e spadice di colore bianco con punta verde, calibro del fiore da 14 ai 16 cm arriva a produrre fino a 90 fiori a m2 per anno. La durata in vaso è di quasi 30 giorni. Nunzia è uno degli ibridi più caratteristici per il colore della spata rosa crema variegato di giallo ed il colore dello spadice rosa, con punta giallo-verde. Il calibro del fiore è di 13-15 cm con una produzione media annua di 75 fiori a m2 ed una durata in vaso di 23 giorni. 97 Pistache è una varietà con spata verde molto caratteristica grazie allo spadice rosa con punta verde intenso. Il calibro medio del fiore è di circa 15 cm con produzione media annua per m2 alta fino ad 85 fiori per anno e durata in vaso non inferiore a 30 giorni. Presence è tra le varietà a spata bianca candida e spadice bianco e verde in punta tra le più produttive arrivando a punte di 80 fiori per m2 per anno. La durata in vaso non è inferiore ai 35 giorni. Rosa presenta spata rosa e spadice bianco con punta gialloverde. Il calibro è di 14-16 cm e produce fino a 60 fiori a m2 per anno. La durata in vaso è di 30 giorni. 98 Simba è molto caratteristica per la forma ed il colore della spata bianco nella parte centrale e verde intenso nei lembi periferici, con spadice rosa che vira all’arancio sulla punta. Il calibro è maggiore fino a 20 cm e produzione media di 70 fiori per m2 per anno con una durata in vaso di 40 giorni. Spice ha un caratteristico colore rosso intenso sulla spata e spadice rosa e arancio-verde in punta. Raggiunge calibro di 22 cm e non supera una media di produzione di 55 fiori per m2 per anno. La durata in vaso è di 31 giorni. Terrasol di colore marrone nella spata e bianco con verde all’apice sullo spadice, ha un calibro dai 14 ai 17 cm con una media annua di produzione per m2 che tocca punte di 85 fiori. La durata in vaso è di 43 giorni. 99 Tropical è tra le varietà rosse più richieste per l’intensità della colorazione sia della spata che dello spadice. Ha una buona produttività fino a 90 fiori per m2 per anno e una durata in vaso di circa 23 giorni. Tropic night ha una spata marrone molto scuro e spadice bianco che vira verde da circa metà della sua lunghezza. Il calibro è di 15-17 cm con una produttività alta fino a 95 fiori a m2 per anno. La durata in vaso è di almeno 30 giorni. Xavia è una varietà molto caratteristica per la forma della spata e la colorazione rosa intensa; lo spadice è rosa matto molto intenso per l’intera lunghezza. Ha un calibro di 7-9 cm e produce fino a 95 fiori a m2 per anno. Alla pagina seguente: veduta interna di una serra di anthurium 102 Per la sua caratteristica di pianta di origine tropicale, la coltura in serra richiede particolari accorgimenti nel condizionamento climatico. I limiti termici sono compresi tra un minimo di 15 °C ed un massimo di 30-35 °C, ovviamente da regolare in funzione dell’umidità relativa, da mantenere elevata intorno ai 70-80%. Temperatura molto alta e bassa umidità sono causa di danni alle piante, L’anthurium richiede un ambiente semiombreggiato, una luminosità eccessiva provoca lo scolorimento dei fiori, specialmente delle varietà rosa, ma anche del fogliame, interferendo con l’attività clorofilliana. L’intensità luminosa consigliata è tra 18.000 e 25.000 lux. Per evitare scottature e mantenere ottimale il livello di luminosità le serre di Candela sono dotate di teline di ombreggiamento, regolate da automatismi impostati su il programma del sistema Priva, che tiene conto dei parametri climatici più idonei per la coltivazione. La presenza di due reti schermanti, una fornisce il 60% d’ombra e l’altra mobile il 40% permette di conseguire i migliori risultati. Quella mobile può essere chiusa a mezzogiorno, nelle ore di forte insolazione. Il materiale per l’impianto proviene da microtalee perfettamente uniforme e le piantine vengono fornite in vaso. La densità dell’impianto dipende dalle varietà, può oscillare tra 14 e 30 piante m2 e messe a dimora a distanza di 10-20 cm sulla fila. Il sistema adottato per l’anthurium da fiore reciso è in canaline a V. Considerando l’apparato radicale epifita si predilige un substrato ben arieggiato, inerte, come la perlite. Le piantine sono collocate ad una profondità di circa 15 cm, evitando di piantare o troppo in superficie o troppo in profondità, assicurando che l’apparato radicale sia a contatto del substrato e l’apice vegetativo in evidenza. La coltura è dotata di impianto irriguo con ali gocciolanti e sprinklers ogni 15 cm e di impianto di nebulizzazione. L’acqua per l’irrigazione viene costantemente controllata, per mantenere i livelli di cloruro di sodio al di sotto di 3 mml/litro e bassi di bicarbonati. Gli interventi irrigui variano in funzione dello stato vegetativo; di solito si calcola un fabbisogno tra 3-5 litri di acqua/m2 per giorno, 103 programmando cicli ad intervalli di 3-5 ore e controllando il drenaggio per evitare un substrato eccessivamente bagnato. Nel corso della coltivazione, come già precedentemente descritto il controllo e la distribuzione della soluzione fertilizzante richiedono continua attenzione, per la verifica del pH e della EC. È necessario il taglio periodico di alcune foglie, al fine di mantenere le piante aperte e ben arieggiate, per evitare la formazione di steli esili e talvolta piegati e favorire steli fiorali di alta qualità La raccolta viene eseguita quando lo spadice risulta essere per tre quarti maturo, ossia mutato nel colore. Durante la fase di maturazione lo spadice tende a scolorire diventa appuntito, mostrando alcuni fiori aperti: lo stelo deve presentarsi non più molle, ma duro e robusto. La coltivazione dell’anthurium ha una durata media di 5-6 anni. 5.3) La riconversione colturale e la produzione di piante fiorite in vaso Il continuo aggiornamento sulle vicende di mercato del settore floricolo, non solo lasciava intravedere una flessione della domanda, causata da una generale stasi economica e conseguente riduzione nel consumo di beni voluttuari, come i fiori, ma allo stesso tempo mostrava una significativa preferenza dei consumatori verso l’acquisto di piante annuali o poliannuali fiorite in vaso, che hanno un più ampio utilizzo sia per le diverse ricorrenze religiose, famigliari e sociali, sia per la decorazione di luoghi e giardini pubblici e privati. Insieme alle classiche ornamentali si prestano anche come piante fiorite da interni, ovviamente quelle specie adattabili a condizioni ambientali limitanti, di luminosità, temperatura e umidità. Con la massima tempestività, pertanto, l’azienda di Candela ha iniziato la fase di riconversione colturale verso le colture da fiore in vaso, a ciclo annuale e poliannuale e succulente. Prevalentemente, questa tipologia ha un mercato di inizio primavera fine febbraio-marzo, allorché hanno inizio i lavori di giardinaggio 104 all’aperto, ma la domanda per tutto l’anno tende ad ampliarsi per la crescente utilizzazione negli interni. La riconversione dell’azienda Ciccolella è un concreto esempio della cosiddetta “rivoluzione dei mercati e dei prodotti”, che sta ormai interessando tutta l’area della produzione vegetale, con particolare incidenza nei settori della floricoltura e vivaismo ornamentale, che molto risentono dell’influenza delle mode e dei gusti. L’azienda, pioniera e protagonista da sempre nel ruolo di leader del settore, si muove continuamente alla ricerca di novità ed innovazioni, testimoniando esigenze di aggiornamenti produttivi, indispensabili per rispondere all’interesse dei mercati verso nuovi prodotti. In sintesi, gli obiettivi da perseguire possono cosi sintetizzarsi: - ottimizzare l’utilizzazione degli impianti per consentire l’allargamento del periodo di produzione; - valorizzare la produzione, individuando i calendari di commercializzazione più idonei, regolando l’epoca di fioritura; - garantire la disponibilità di prodotti unifor- mi quanti-qualitativamente e costanti nel tempo. Sulla base di queste considerazioni, nel periodo 2010-2013 è stata condotta una approfondita attività di ricerca su quali specie da inserire con probabilità di successo nel programma di riconversione culturale. Il gruppo dei tecnici di Candela molto si avvalso della collaborazione con i ricercatori della facoltà di Agraria dell’Università di Bari e con esperti di fama internazionale, con la finalità di realizzare nell’azienda un settore sperimentale. Le conseguenti deduzioni hanno suggerito di operare su 4 macrogruppi di specie: - piante annuali fiorite in vaso; - piante poliennali fiorite in vaso; - piante ornamentali verdi; - piantes ucculente. L’approvvigionamento del materiale vegetale può essere realizzato nell’ambito aziendale o provvedendo all’acquisto di piantine in “plug” (piccolo cilindro compresso), piantate in vasi di 9-14 cm, riempiti con substrato organico, del tipo torba bionda e torba bruna mista a perlite e trasferite nelle serre di propagazione ben clima- 105 tizzate. Dopo circa 6 mesi possono essere vendute o ripiantate in vasi di diametro maggiore 17-21 cm, per continuare nell’accrescimento fino al raggiungimento delle dimensioni ottimali per la commercializzazione. Pertanto, l’organizzazione del complesso serricolo è stato programmato: 1. Serre per la propagazione (nursery) 2. Serre di accrescimento 3. Serre per piante fiorite in vaso, pronte per la vendita 4. Serre per piante ornamentali verdi per interni 5. Serre per piante succulenti. Si utilizzano vasi di plastica a sezione rotonda leggeri, facilmente maneggevoli, riempiti con un substrato costituito da 80% di torba bionda e 20% di perlite. Nella coltivazione in vaso viene di norma adottata la fertirrigazione; le manichette gocciolanti sono tubi in polietilene molto sottili (6-8 mm) con gocciolatore a labirinto a flusso turbolento che si sviluppa su tutta la sua lunghezza e dotato di fori d’uscita praticati con tecnologia laser a distanza di 40 cm. Su ogni gocciolatore è montato un manifold a diverse uscite (1-4) per collegare dei microtubi in polietilene, in modo di irrigare anche 4 vasi vicini. La pressione di esercizio è molto bassa pari a 0,7-1.0 Bar. Attualmente sono coltivate su larga scala due specie la Mandevilla sanderi e la Euphorbia pulcherrima. Diverse altre sono in fase di espansione. 5.3.1) La coltivazione della Mandevilla sanderi Sulla base dei risultati della ricerca di mercato, particolare interesse ha suscitato la Mandevilla sanderi, che si va affermando per le sue caratteristiche di vivace fioritura, in alternativa al geranio in vaso. Specie proveniente dall’America latina, nota anche sotto il nome di “gelsomino del Brasile o del Cile” per la fragranza dei suoi fiori appartiene alla famiglia delle Apocynaceae. Il genere Mandevilla prende il nome in onore di H. J. Mandeville, già ministro di Gran Bretagna in Argentina, che ebbe il merito di portare questa Panoramica di una serra di Mandevilla 108 pianta in Europa, dove si era accertata la possibilità di vivere all’aperto. Al genere Mandevilla appartengono numerose specie tutte con portamento cespuglioso o lianoso, tipiche della flora spontanea tropicale. Le più note sono la M.suavolens, a fiori bianchi profumati, la M. splendens, vincitrice del prestigioso AGM (Award of Garden Merit) con fiori rosa e con corolla imbutiforme gialla e fogliame verde intenso, la M. alice con abbondante fioritura primaverile-estiva, la M. amena con ampi fiori rosa ecc. In questi anni, notevole è stato il lavoro degli ibridatori per l’ottenimento di cultivar diffuse tra i più grandi produttori di piante in vaso. Sono da ricordare la serie “Parfait” siglata da A.Winners, la serie “Sundaville” del giapponese Santori, la serie “Perlavilla” della tedesca Neervenplant. Le Mandeville sono piante arbustive rampicanti, rigogliose, con foglie opposte penninervie, fiori medio-grandi in racemi con calice 5-partito, corolla imbutiforme 5-lobata di colore bianco, rosa rosso. Sono rifiorenti per lungo periodo dall’inizio della primavera all’autunno. Prediligono ambienti soleggiati e non sopravvivono a temperature inferiori ad 1 °C: Della serie “Sundaville” sono disponibili sul mercato ibridi di particolare pregio, molte in coltivazione nelle serre del complesso Ciccolella, di cui si riportano le caratteristiche dei fiori dai diversi colori dal bianco candido, al rosa, al rosso dalle diverse tonalità scarlatto, porpora, intenso,variegato di bianco. Le dimensioni dei fiori variano da 5 a 12 cm, molto lungo il periodo di fioritura. 109 Panoramica di pot plants var. Sundaville in coltivazione Panoramica di Mandevilla in coltivazione Panoramica di Mandevilla in coltivazione 114 Red La ramificazione parte dalla base della pianta, è una rampicante e mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è rosso scarlatto. La dimensione dei fiori va dai 5 agli 8 cm. Il portamento della pianta è eretto, dall’aspetto vigoroso e compatto, con ottima ramificazione; il ciclo colturale è mediamente precoce e il periodo di coltivazione va dai 3 ai 12 mesi. Dark red Ha le stesse caratteristiche di crescita della Red ed il colore dei fiori è rosso scuro, i fiori hanno dimensioni fino a 9 cm. È mediamente precoce e il periodo di coltivazione va dai 3 ai 12 mesi. 115 Pink Il colore dei fiori è rosa molto intenso e la dimensione dei fiori va dai 5 agli 7 cm. Portamento eretto con ottima ramificazione. È mediamente precoce e il periodo di coltivazione va dai 3 ai 12 mesi. Cream pink Mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è rosa chiaro, la dimensione dei fiori va dai 4 ai 7 cm. L’habitus di crescita è eretto, dall’aspetto compatto e con ottima ramificazione. Anche per questa varietà il periodo di crescita va dai 3 ai 12 mesi. 116 White È caratterizzata da spiccata robustezza e ottima ramificazione: anch’essa tipicamente rampicante ha mostrato eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è bianco candido con dimensione dai 5 agli 8 cm. Medio tardiva il periodo di coltivazione va dai 4 ai 13 mesi. Red star La ramificazione parte dalla base della pianta, è una rampicante e mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è rosso variegato con bianco, la dimensione dei fiori va dai 6 agli 10 cm. L’habitus di crescita è eretto, dall’aspetto compatto e con ottima ramificazione. È medio tardiva con il periodo di coltivazione dai 3 ai 12 mesi. 117 Purple La ramificazione parte dalla base della pianta, è una rampicante e mostra eccellenti performance come pianta da giardino. Il colore dei fiori è rosso porpora molto intenso, la dimensione dei fiori va dai 6 agli 10 cm. Il portamento della pianta è eretto dall’aspetto compatto e con ottima ramificazione. È medio tardiva e il periodo di coltivazione va dai 3 ai 12 mesi. Crimson king Questa varietà ha una crescita molto vigorosa. La dimensione dei fiori va da 9 a 12 cm. Il periodo di fioritura è leggermente più ritardato e la ramificazione è moderata. 118 Cosmos whyte Varietà a crescita molto vigorosa. La dimensione dei fiori va da 9 a 12 cm. Il periodo di fioritura è leggermente più ritardato rispetto al gruppo degli ibridi classici, la ramificazione è moderata. Pretty red Rispetto alle varietà precedentemente descritte questa si caratterizza per la ramificazione più alta, gli internodi più corti. La vigoria della pianta è buona sia in fase di accrescimento che di mantenimento. La dimensione dei fiori va dai 5 ai 9 cm ed il periodo di coltivazione dai 3 ai 12 mesi. Il colore dei fiori è rosso intenso. 119 Pretty rose Questa varietà si caratterizza per i suoi elevati standards qualitativi nel portamento dei rami e nella conformazione dei fiori. La dimensione dei fiori va dai 5 ai 10 cm e la colorazione è di un rosa intenso. Pretty white Anche per questa varietà la ramificazione parte più alta, gli internodi sono più stretti, concorrendo a mantenere un portamento particolarmente elegante. Si caratterizza per i suoi elevati standards. La dimensione dei fiori varia dai 5 ai 10 cm, la colorazione è di un bianco ghiaccio con parte centrale gialla. 120 In serra le temperature ideali sono intorno ai 15-18 °C, in inverno è necessario evitare temperature inferiori ai 10 °C e stati eccessivi di umidità del substrato. Sono richiesti buoni valori di luminosità, in particolar modo in inverno, mentre a partire dalla primavera è opportuno l’ombreggiamento delle serre. Nel corso degli interventi irrigui, evitare eccessi idrici, causa di marciumi radicali. Generalmente, i periodi di coltivano oscillano tra 3 mesi per vasi da 9-12 cm di diametro fino a 12 mesi per vasi più grandi fino a 30 cm. Nello schema seguente sono indicati i periodi di crescita e di fioritura e degli interventi culturali. La fioritura si presenta ogni 3 paia di foglie a partire dalla base oppure dal fiore precedente, a seconda dello stadio di crescita e di età della pianta. Tra le operazioni colturali in serra vi è la rimozione del germoglio immediatamente sotto il bottone fiorale, per evitare l’aborto. Il “pinching” consiste nella asportazione dei germogli fiorali e dei cirri per favorire un migliore accestimento e la conseguente la proliferazione dei germogli laterali per una abbon- dante fioritura. Si interviene anche con la somministrazione di brachizzanti per un più contenuto sviluppo della pianta, che viene sostenuta da supporti costituiti da canne o gabbiette. Il substrato ideale deve mantenere valori del pH tra 4 e 5, tendenzialmente acido, ben arieggiato e di buona ritenzione idrica. 5.3.2) La coltivazione della Euphorbia pulcherrima Tra le colture da vaso fiorito la poinsettia (Euphorbia pulcherrima) comunemente chiamata “Stella di Natale” è la caratteristica pianta legata alla ricorrenza delle festività natalizie per tutto il mese di dicembre, sia come classico addobbo sia come scambio augurale. Il genere Euphorbia comprende un vastissimo numero di specie, molto differenti fra di loro, erbacee annuali o perenni, arbustive, succulenti. La poinsettia è una specie arbustiva, che può raggiungere i 3 m. di altezza, ramificato, con foglie lobate, intere, con una corona apicale di brattee lanceolate, vistose, molto decorative, che circondano le infiorescenze speciali 121 a coppa, dette “ciazi” verdastri, che contengono fiori nudi apetali. Da un intenso lavoro di miglioramento sono state ottenute belle varietà commerciali di colori diversi dal rosso intenso al rosa, arancione e bianco. Si preferiscono le varietà tetraploidi per la maggiore resistenza e rigidità degli steli. La poinsettia è pianta a giorno corto e si adatta bene alla coltura programmata, per essere commercialmente pronta per novembredicembre. L’induzione alla fioritura e l’intensa colorazione delle brattee richiedono una durata del giorno non superiore a 10 ore con temperature ottimali tra 18-20 °C. Nelle serre la durata della coltivazione è di 7-8 settimane a partire da piante di 4-5 foglie. Pertanto, la programmazione per ottenere la fioritura per Natale ha inizio in settembre con il controllo della luminosità e delle temperature, per evitare inizio precoce o molto tardivo della fioritura. Nel caso di condizioni avverse, si ricorre all’illuminazione artificiale con lampade 15-25W/m2 (50-100 lux) dal 15 settembre al 5 ottobre. La coltivazione in serra ha inizio in agosto con la messa a dimora in vaso di diametro 14 cm delle talee, calcolando una densità di 7 vasi/m2, dopo due settimane si esegue una sola cimatura, per ottenere piante con 5-8 steli. Si interviene anche con trattamenti brachizzanti, quando i germogli hanno una lunghezza di 3-4 cm, allo stesso tempo per un migliore indurimento delle piante e pigmentazione delle brattee è consigliabile un abbassamento delle temperature medie notturne intorno a 14-15 °C nelle ultime tre settimane di coltura. Il substrato, costituito da torba e perlite, deve avere un pH tra 6-6,5 correggendo con carbonato di calcio. La poinsettia non tollera valori elevati di salinità ed eccessi di apporto di N, mantenendo un rapporto nutrizionale 1-0,5-1. I valori ottimali dell’umidità relativa si mantengono tra 60-70%, evitando una maggiore umidità nella fase finale della coltura, causa di imbrunimenti nella parte terminale degli steli e comparse di essudati zuccherini sulle brattee più piccole. Panoramica di una serra di stelle di Natale 124 125 5.3.3) La coltivazione del Ficus benjamina Al genere Ficus appartengono molte specie ornamentali da appartamento per l’eleganza del fogliame. Il F. beniamina, originario dell’India, arborescente, a portamento più o meno pendulo con larga chioma e foglie piccole, ovali, di colore verde intenso con apice acuminato è coltivabile anche all’aperto nei climi più miti dell’Italia meridionale. Come pianta da appartamento, viene coltivato in serra con temperature ottimali tra 16-20 °C durante la notte e 24-26 °C durante il giorno, in ambiente molto luminoso con intensità di luce tra 25.000 lux e 28.000 per ottenere un rapido accrescimento. Nei mesi primaverili-estivi da aprile a settembre è opportuno provvedere all’ombreggiamento. Per favorire uno crescita rigogliosa si richiede una U.R. intorno al 70%, anche se il ficus beniamina è tollerante ad ambienti meno umidi. Si adottano vasi di 19-21 cm. di diametro, con un investimento di 6-7 piante/m2. 5.4.4) La coltivazione dell’Hibiscus rosasinensis Specie da coltura in pieno campo e in vaso, originaria della Cina e del Giappone, adatta a clima invernale mite; non è resistente a temperature inferiori allo °C. Il genere comprende numerose specie con accentuato polimorfismo, con habitus erbaceo, arbustivo ed arboreo. L’H. rosa-sinensis è specie arbustiva con foglie grandi ovate, lucide ornamentali, fiori grandi e vistosi, campanulati con cinque petali con al centro un lungo stilo; si coltivano diverse varietà a fiori semplici o doppi e corolle di colore dal rosso intenso, al rosa, all’arancio, al bianco. 5.5.5) La coltivazione delle piante grasse Con il termine di piante “grasse” o “succulente” si indicano numerose specie con habitus xerofitico, che hanno la capacità di resistere a lunghi periodi di siccità, per la presenza di tessuti normalmente carnosi riserve di acqua, con epidermide spessa, foglie metamorfosate in spine o peli, in modo da ridurre la traspirazione, per la maggior parte provenienti da ambienti 126 Hibiscus 127 Hibiscus Hibiscus 130 caldo aridi, semidesertici dell’Africa e dell’America centro-meridionale. Numerose sono le famiglie botaniche, a cui appartengo molte piante grasse, tra le quali la più nota è quella delle Cactacae, denominazione dell’antica Grecia per indicare piante spinose. Presso il complesso di serre di Candela si coltivano in vaso oltre 100 specie, principalmente cactacee, (Phyllocactus, Zygocactus, Rhipsalis, Opunzia, Cereus, Mammillaria, Echinocactus), seguono Euphorbiaceae, (Euphorbia spp.) Crassulaceae, (Kalanchoe, Sedum, Echeveria, Crassula), Liliaceae (Gasteria, Aloe). Per le differenze esigenze fisiologiche, la coltivazione in serra richiede differenti modalità di condizioni climatiche. Ovviamente, sono specie ornamentali da appartamento, adattabili a condizioni di limitata luminosità e di umidità dell’aria e del substrato. Per quanto riguarda la temperatura, le minime invernali oscillano tra 5 e 10 °C, quelle del periodo di crescita primaverili, non inferiori ai 20 °C durante il giorno, e ai 14 °C durante la notte. Tutte prediligono condizioni di ridotta umidità. Per molte specie il condizionamento della luminosità è importante per l’induzione alla fioritura. Cactaceae del genere Mammillaria e Zygocactus richiedono giorno breve per la fioritura, quest’ultimo può essere sottoposto a forzatura a partire da settembre-ottobre riducendo ad 8-10 ore di luce giornaliera e portando la temperatura a 17-20°C. Nei riguardi della quantità di luce, si distinguono tre macrogruppi: • pieno sole, cactacee lanose a grosse spine, succulente vellutate; • mezza ombra, Phyllocallus, Euphorbiaceae, Aloe; • ombra, Haworthia spp, Zygocactus. Nelle serre di Candela durante il periodo estivo si procede ad un leggero ombreggiamento, anche per le specie eliofile, per evitare scottature. La propagazione si pratica per seme o talea, quest’ultima è preferita per una più rapida riproduzione e per moltiplicare cloni migliorati. Le talee si ottengono da getti laterali, non ancora in fase di fioritura. Nella cactacee dotate 131 Panoramica di Echinocactus grusonii in fase di accrescimento 132 di cladodi si scelgono talee con larga superficie di taglio, per favorire un vigoroso apparato radicale. Per la produzione di piante grasse in vaso si adotta un substrato sabbioso, misto a limo e torba (50:40:10), provvedendo ad apporti di fertilizzanti fosforo-potassici, ma poveri in azoto. Le irrigazioni, con acque prive di calcare, a temperatura di 15-20 °C sono da effettuare con volumi modesti ma frequenti nel corso del ciclo colturale e sospensione quando le temperature scendono al disotto di 12 °C, per evitare marciumi radicali. 133 Raccolta, selezione, confezionamento, commercializzazione dei prodotti floricoli L’ultima fase del processo produttivo si conclude con la commercializzazione, il momento più importante, perché la qualità dei fiori recisi e delle piante in vaso è una componente fondamentale nella definizioni delle quotazioni di mercato, ovviamente spesso oscillanti in funzione del rapporto domanda/offerta. La qualità è definita il grado di eccellenza o di superiorità di un prodotto, un insieme di parametri di valutazione, freschezza, assenza di difetti e di patogeni, dimensioni secondo gli standard di riferimento, colori, che dipendono non solo dai rigorosi interventi tecnici nella fase di coltivazione, ma anche della fase delicata di post-raccolta, nel saper mantenere a lungo ed elevati i parametri di qualità nel confezionamento ed invio sui mercati di consumo. Certamente, il momento della raccolta già prevede una attenta selezione in serra del prodotto floricolo, provvedendo allo scarto di quello che non presenta i parametri qualitativi richiesti dal mercato. Seguono le fasi della conservazione in ambiente controllato, del confezionamento e del trasporto ai mercati. 6.1) Raccolta e conservazione dei fiori recisi Definito il momento più opportuno per la raccolta, dopo il taglio bisogna evitare che il fiore reciso possa perdere i suoi parametri di bellezza, specialmente la perdita di umidità. Una necessaria precauzione è l’utilizzo di utensili e di acqua preventivamente sterilizzati per evitare contaminazioni batteriche. Pertanto, appena raccolti, i fiori vanno trasferiti in ambiente a bassa temperatura e alta umidità relativa. Le temperature di conserva- 134 Impianto di selezione automatica rose 135 Movimentazione interna rose 136 zione sono intorno allo 0 °C per molti fiori recisi, per la rosa intorno a 2-4 °C, per fiori di origine tropicali, come l’Anthurium, l’Heliconia, la Strelizia intorno a 7-13 °C per evitare danni da freddo. L’abbassamento delle temperature è necessario per rallentare i processi biologici, in particolar modo, la respirazione, che è causa di rapida senescenza e perdita di peso. Modificando l’ambiente di conservazione mediante l’aumento dell’anidride carbonica e/o la riduzione dell’ossigeno (atmosfera controllata), è possibile ridurre il processo respiratorio. Il controllo dell’umidità relativa nei locali di conservazione, in attesa del confezionamento per l’invio ai mercati serve ad evitare perdite di acqua per traspirazione e fenomeni di appassimento. L’elevato tasso di umidità può favorire l’insorgenza di funghi patogeni, come la Botrytis cinerea, a cui è suscettibile la rosa, per cui possono essere necessari trattamenti con prodotti antibotritici sui fiori recisi. La riduzione del tasso di assorbimento idrico può essere determinato dall’occlusione dei fasci vascolari degli steli. Il fenomeno, che di solito interessa la parte basale degli steli è dovuto a cicatrizzazione della superficie di taglio, con formazione di callo, ma anche ad altre cause, penetrazione di aria nei vasi conduttori, emissione di essudati dalla superficie di taglio, accumulo di lignina, tannini, e gomme all’interno dei fasci vascolari, formazione di colonie batteriche e prodotti del loro metabolismo. Anche la qualità dell’acqua dei contenitori dei fiori recisi può influenzare l’assorbimento. La rimozione degli ioni dall’acqua di rubinetto ha migliorato l’assorbimento idrico e ha ritardato l’appassimento dei fiori recisi di rosa. Per il mantenimento in ottime condizioni i fiori recisi sono disponibili una vasta gamma di trattamenti di post-raccolta; prodotti che rallentano lo sviluppo di etilene (1-MCP,STS), che favoriscono l’apertura del fiore stressato a base di zuccheri (saccaridi e polisaccaridi), che limitano l’occlusione vascolare a base di disinfettanti con cloro libero. Nello stoccaggio e trasporto di rose a secco, ovvero senza acqua sono disponibili i surfattanti, prodotti idratanti, in questo caso con mantenimento del freddo e 137 di un adeguato trattamento di idratazione subito dopo il taglio. Nelle allegate figure sono riportate le diverse fasi di raccolta e conservazione dei fiori recisi di rosa e di anthurium nel complesso di serre Ciccolella. 6.2) Requisiti di qualità Per quanto concerne il sistema di classificazione qualitativa per i fiori recisi e per le piante fiorite in vaso l’Azienda Ciccolella segue quello universalmente riconosciuto a livello internazionale e diffuso da VBN, con specifiche ben precise per tutte le specie soggette ad esportazione. Le specifiche sono: taglio, selezione, confezionamento, copertura, immagazzinamento e definizione delle condizioni di stoccaggio, trasporto. Il controllo sul prodotto riguarda: 1) Fiore e spadice (difetti, malformazioni) 2) Qualità interna (shelf life, pre-treatment, post-treatment) 3) Stelo (altezza, sottigliezza) 4) Foglia/spate (deformazione, danni) 5) Parassiti/danni 6) Confezionamento (numero di fiori, bar code, etichettatura) Generalmente la qualità del prodotto dipende da aspetti visibili (qualità esterna) aspetti non visibili (qualità interna). In base a queste valutazioni sono definite le classi VBN: A1, A2, B1, discharge (scarto) I difetti si distinguono in non visibile (A1), molto leggero (A2), leggero (B1), evidente (B2). Il sistema VBN prevede dei codici specifici numerati per quanto riguarda la tipologia del difetto: Codice bocciolo-fiore (inizia con 1) Deviant flower/inflorescence, damage flowers, blue flowers, flowers not in color, dropping of flowers, discolored flower edge, thumbing, browning, torn flowers, bursting, growing spots, green edges, some small inflorescence, shrinking, empty flowers, unripeness, irregular blossoming, ripeness, discolored flowers, double heart. Codice stelo (inizia con 4) 138 Deviant stems, damaged stem, double stem, thin stem, cracks due to growing, stretching, light stems. Codice foglia (inizia con 5) Damages leaves, leaf missing, leaf points, leaf spotting, multicoloured leaves, yellow leaves, residues on leaves, limp leaves, burnt leaves, dirty leaves, scorched leaves due to light. Codice parassiti (inizia con 6) Botrytis, aphids, mildew, leaf miner, sooty mould, rust spots, caterpillars, scale insect, mould, red spide mite damage, thrips damage, virus. Codice packaging (inizia con 7) Incorrect number per container, incorrect bundling, incorrect packaging, products protrudes from barrow, support materials too high. Codice selezione (inizia con 8) Unequal in diameter, unequal in volume, difference in length of bunch, not sorted, difference in length of branches, unequal, unequal in ripeness. 139 Stadi di maturazione della akito Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 Stadio 4 Stadio 5 Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 Stadio 4 Stadio 5 Stadio 1: sepali attaccati, mancanza di sboccio, bocciolo a punta Stadio 2: sepali distaccati, presenza di sboccio Stadio 3: sepali distaccati, sboccio visibile sul primo petalo aperto Stadio 4: sepali distaccati, sboccio evidente sui petali esterni aperti Stadio 5: sepali distaccati, sboccio maturo con tutti i petali aperti * non tagliare mai le rose nello stadio 1 140 Esempi di danno da freddo su rose. A2 B1 A1 A1 A2 A2 B2 141 Esempi di malformazione dei boccioli di rose. A1 A1: non visibile A2: molto leggero B1: leggero B2: evidente B1 B2 142 Stadi di maturazione del simba Stadio 1* Stadio 2 Stadio 3 Stadio 4 Stadio 1: meno del 25% dello spadice è bianco Stadio 2: 25% dello spadice è bianco Stadio 3: 50% dello spadice è bianco Stadio 4: 75% dello spadice è bianco Stadio 5: più del 75% dello spadice è bianco * non tagliare mai gli anthurium nello stadio di maturazione 1 Stadio 5 143 Esempi di danno da ragnetto su Anthurium. A1 A2 B1 A2 B1 A1: non percettibile A2: molto leggero B1: leggero Esempi di danno da freddo. A2 A2: gonfiore da freddo A2: imbrunimento molto leggero B1: leggero danno da freddo 144 A1 B1 A1: 2-3 punti necrotici sullo spadice B1: 2 macchie, una leggera e una marcata da freddo Punti necrotici su spadice A2 A2: 3 punti sullo spadice B1: punto nero sullo spadice B2: superiore a 6-7 punti sullo spadice B1 B2 145 Esempi di deformazine della spata in Anthurium. A1 A2 B1 B1 B1 B2 A1: non visibile A2: molto leggero B1: leggero B2: evidente B2 146 6.2.1) La commercializzazione dei fiori recisi di rosa La valutazione commerciale delle rose recise è determinata su tre parametri: • Dimensione del fiore (bocciolo), grande, medio, piccolo; • Lunghezza dello stelo, 30-100 cm; • Livello di freschezza: - extra fino a 24 ore; - I categoria fra 24 e 72 ore; - II categoria oltre 72 ore. Nell’ambito di questi parametri fattori di quotazioni possono essere la “varietà” e il colore. L’introduzione di nuove varietà è sempre stato una novità, che suggerisce nel tempo il rinnovamento, tanto che ogni 2-3 anni è opportuno diversificare l’offerta. Il colore del fiore è legato maggiormente a particolari ricorrenze. È noto il valore simbolico della rosa nel linguaggio dei fiori, per esempio il rosso intenso con il significato di amore ardente. Pertanto, le variazioni di prezzo fra le diverse tipologie sono spesso molto elevate, fino a valori del 200-300% e le rose più grandi alimentano il mercato delle ricorrenze, come il giorno di S. Valentino. Il mercato di riferimento è quello europeo, dominato dalle aste olandesi, dove la rosa è sempre stato il principale fiore reciso venduto. Normalmente, in un’asta di dimensione medio-grande, affluiscono settimanalmente 5-10 milioni di steli. Molto importante è il paese di provenienza, per la freschezza l’Italia è in ottima situazione, perché raggiunge le aste entro le 24 ore, rispetto alle 48 delle rose provenienti dal Sud America e 72 ore dall’Africa. Fino ad alcuni anni orsono, l’andamento dei prezzi della rosa si è mantenuto abbastanza stabile, con le citate oscillazione sulla qualità del fiore reciso e dell’ incidenza delle ricorrenze e festività. Da una quotazione media intorno a 0,45 euro per stelo, si passa da un minimo di 0,20 ad un massimo di 0,80 per rose rosse con stelo lungo 80 cm. 147 Interno di una serra di anthurium 148 6.2.2) La commercializzazione dei fiori recisi di Anthurium Come per la rosa, la selezione dell’anthurium avviene in tre fasi: selezione qualitativa, selezione per calibro, confezionamento. I requisiti minimi di qualità sono: • tuttelepartidelfioredevonoessereinteree fresche; • tutte le parti del fiore devono essere prive di parassiti di origine animale o vegetale ed esenti da danni da questi causati; • tutte le parti del fiore devono essere prive di residui di prodotti antiparassitari o altre sosanze estranee che deturpano, l’aspetto del prodotto; • tuttelepartidelfioredevonoessereprivedi ammaccature; • tuttelepartidelfioredevonoessereprivedi difetti di coltivazione, gli steli devono essere sufficientemente rigidi e solidi per portare il fiore; • sulla base di queste norme, come previste dai codici, la selezione degli anthurium è definita in 5 categorie o classi: I, IA, II, III, IV. Categoria I Il fiore deve corrispondere alla massima perfezione nella forma, nel colore, nella freschezza, come da caratteristica varietale, assenza di fumaggine e residui parassiti. Per la spata è tollerata la presenza di 1-2 macchioline puntiformi oppure di un graffio corto (fino a 2-3 mm sui fiori piccoli, fino a 5 sui fiori grandi). Non sono ammessi tagli sui bordi della spata. Sullo spadice è tollerata la presenza di macchie puntiformi. Categoria IA Sostanziamente ha le stesse caratteristiche della I, con 1-2 macchioline sulla spata un po’ più evidenti. I fiori di colore scuro non vengono differenziati dalla I. Categoria II I fiori presentano leggeri difetti nella forma tolleranza di 2 o più piccole macchie ben evidenti, piccoli tagli sul bordo, un piccolo graffio o una perforazione di 1-2 mm sulla spata. Lo spadice può essere deformato. 149 Categoria III I fiori non rispettano i canoni descritti, pur tuttavia si differenziano dallo scarto, perché ad una analisi grossolana appaiono commerciabili. Rientra nella categoria il fiore vecchio. Categoria IV Rientrano gli scarti, che per danni evidenti non possono essere commerciati. Per quanto riguarda il calibro viene misurato in base al diametro della spata misurato sotto lo spadice (s.w.), con l’ausilio del dima. Questo codice allo stesso tempo corrisponde al numero di fiori all’interno della scatola di confezionamento standard. Sono state individuate tre tipologie di fiori in base al rapporto larghezza/ lunghezza (s.w./s.l): • rapportos.w./s.l.<0,76; • rapportos.w./s.l.>0,76<0,84; • rapportos.w./s.l.>0,84. 6.2.3) La commercializzazione dei vasi di piante fiorite È stato definito un documento “Linee guida Pot Plants Olanda Ciccolella Candela” con le seguenti istruzioni per ottimizzare la resa quanti-qualitativa: • sceltadelleareedicoltivazioneconuniformi caratteristiche del prodotto pronto per essere commercializzato; • selezionedeivasifioritisullabasediapertura dei fiori da 2 a 5 (check visivo); • sanità della pianta con assenza di ingiallimenti, annerimenti, e presenza di residui animali e fungini; • assenzadipolvereecalcaresufoglieefiori; • coloredelfogliamevivo; • coloredelfioretipicodellavarietà; Le piante devono avere un buon apparato radicale in rapporto alla parte aerea e mostrare segni di accrescimento. Le piante devono essere vigorose e ben ancorate al substrato. 150 Stadi di fioritura per la commercializzazione 1 2 3 4 NO NO OK OK 1 2 3 4 NO NO OK OK 151 Fase di selezione di pot plants secondo gli elevati standards richiesti da Floraholland 152 6.3) Confezionamento Sulla base delle acquisite conoscenze, nella prima fase le operaie iniziano le raccolte dei fiori recisi con un taglio dello stelo a distanza dalla base in relazione alla lunghezza richiesta per il tipo di fiore. Successivamente, si provvede ad una prima sommaria selezione per eliminare gli scarti, inviando i fiori che hanno superato lo standard qualitativo alla selezione per categoria. I fiori vengono posti in contenitori riempiti di acqua, in modo che possono continuare ad assorbirne. Viene anche applicata per spray una soluzione preservante al fine di prolungare la shelf-life. I vasi vengono trasferiti su mezzo trasportatore nelle “packing hall” con una temperatura di 1520 °C per completare la preparazione Nella terza fase si provvede al confezionamento, operazione molto delicata per non sciupare i fiori. Per l’anthurium la spata viene sistemata in un sacchetto trasparente perforato e con lo stelo il fiore viene bloccato con uno scotch. A ciascun fiore viene applicato alla base dello stelo una provetta contenente acqua e ipoclorito (concentrazione circa 50ppm). Vi sono tre misure di provette da 5, 10, 20 ml in base alle misure del fiore. Il confezionamento dell’anthurium si completa in scatole con un numero variabile di fiori da 10, 12, 16, 20, 25, 30, 35. L’addetta al packaging annota sulla confezione di cartone tre codici di rintracciabilità, le proprie iniziali, un codice numerico che indica il numero dei fiori (corrisponde al calibro per gli imballi standard) ed un codice interno, che indica il giorno del taglio. Prima della consegna in magazzino l’addetta applica infine un’etichetta adesiva con codice a barra che identificherà inequivocabilmente le caratteristiche della confezione. Per quanto riguarda le piante fiorite in vaso, 48 ore dalla spedizione ha inizio il lavoro di selezione con il trasferimento dei vasi su bancali per lo schiacciamento della torba e l’apposizione della gabbietta e dell’etichetta. Entro 8 ore dalla partenza è opportuno intervenire con l’ultima irrigazione e un trattamento lucidante per ottimizzare il colore e la lucentezza delle foglie. Successivamente i vasi sono sistemati nei vassoi in numero 5 per pianale. Ogni 5 pianali vengono avvolti in un film di plastica e sono pronti per il trasferimento sui mercati. 153 Interno di una serra di anthurim e prima fase della raccolta 154 Reparto per il confezionamento Confezionamento rose 156 Linea confezionamento bouquet Interno serra anthurium Candela con sistema packaging Confezionamento flow-pack 158 6.4) Spedizioni e mercato di collocamento La globalizzazione dei mercati richiede, per essere competitivi, un continuo e rigoroso miglioramento degli standard qualitativi, che vanno intesi, non solo come fondamentale caratteristica del prodotto, ma anche come offerta di una serie di servizi aggiuntivi, atti a garantire le esigenze dei diversi livelli della catena distributiva e del consumatore finale. Il gruppo Ciccolella, sulla base di una pluriannuale esperienza, ha creato a Candela una efficiente organizzazione commerciale, in continuo aggiornamento, che le ha permesso di divenire in Europa uno dei più importanti produttori di fiori recisi di rose ed anthurium e, di recente, di piante fiorite e ornamentali da appartamento in vaso. La complessità del mercato floricolo richiede una continua e rapida capacità di aggiornamento, per essere pronti alle mutevoli richieste del mercato internazionale. Attualmente, le spedizioni vengono effettuate in Europa, principalmente sul mercato olandese a mezzo della società Floraholland, secondo i canali clock e connect, e sul mercato tedesco. Presso il complesso serricolo di Candela, il servizio commerciale provvede ad organizzare la spedizione seguendo le direttive della Floraholland sui requisiti delle partite delle diverse specie. L’obiettivo è, quindi, il consolidamento delle posizioni raggiunte e l’ulteriore esplorazione di nuovi sbocchi di mercato per il settore vivaistico ornamentale, per il quale ricerca ed innovazione sono i presupposti dei programmi del gruppo Ciccolella, finalizzati a conseguire risultati sempre migliori per il complesso serricolo di Candela, divenuto in questi anni un interessante modello di sviluppo sostenibile in aree marginali. 159 Panoramica carrelli Confezioni pronte per la spedizione sui mercati europei 161 Sostenibilità ambientale, ruolo del complesso serricolo nel territorio, valutazione economica del progetto Da diversi anni il modello di “Agricoltura sostenibile” è divenuto una sentita esigenza per limitare le conseguenze degli impatti negativi dei fattori produttivi a causa di una eccessiva azione di sfruttamento delle risorse naturali. È indubbio il benemerito ruolo svolto dalla ricerca agronomica nell’aumento delle disponibilità alimentari, almeno nei Paesi industrializzati, pur tuttavia per l’immediato futuro la sostenibilità del sistema agricolo è una impellente necessità. In un interessante, ma allarmante articolo “Risorse finite, da oggi la Terra va in rosso” (L. Mercalli, La Stampa, 20 agosto 2013) viene posto alla pubblica attenzione che in otto mesi dall’inizio dell’anno sono state consumate le risorse naturali e si intaccano le riserve. In realtà, circa l’80% della popolazione mondiale vive in Paesi che sono “debitori ecologici”, cioè usano più risorse ambientali di quello che producono. I 7,1 miliardi di esseri umani stanno consumando più di quanto il pianeta possa fornire e immettono rifiuti, inquinanti e gas ad effetto serra in quantità tale da attivare trasformazioni irreversibili alla scala dei millenni. Di qui, “la capacità di mantenere costante nel tempo l’equilibrio ambientale, sì da soddisfare le esigenze delle generazioni future non meno di quella attuale di essere approvvigionate di alimenti adeguati, sani e salubri e di vivere in un ambiente non degradato; si tratta quindi di sostenibilità economica e sociale non meno che ecologica. I modi di produrre dovranno essere impostati all’insegna della sostenibilità, per confutare l’accusa che viene fatta all’agricoltura di inquinare e degradare l’ambiente” (F. Bonciarelli, 1997). L’attuale scenario internazionale, caratterizzato dall’evoluzione economica e tecnologica 162 di grandi Paesi emergenti, soprattutto asiatici, insieme all’incremento dei consumi mondiali, sta portando a una spinta nella diffusione ed innovazione della serricoltura, settore produttivo che, senza dubbio, occuperà spazi crescenti nell’attività agricola. Infatti le coltivazioni in ambiente protetto costituiscono una delle espressioni più avanzate della moderna agricoltura in virtù dell’elevato controllo dei parametri microclimatici e della concentrazione e ottimizzazione dei sistemi tecnologici e bio-agronomici all’interno della serra, dove la produttività può raggiungere livelli fino a 20 volte superiori rispetto a quelli in pieno campo, ottenendo al contempo incrementi della qualità del prodotto e delle condizioni lavorative degli operatori. Il processo di innovazione tecnologica e produttiva che interessa il settore agro-alimentare ha riguardato, negli ultimi anni, anche il comparto serricolo dettato dall’esigenza dei serricoltori italiani di produzioni che siano competitive da un punto di vista economico e qualitativo dei prodotti, in un contesto di sostenibilità dell’attività serricola e di tutela del consumatore. La crescente sensibilità della pubblica opinione nei confronti delle problematiche ambientali e la preoccupazione di salvaguardare l’ecosistema interessano anche il settore serricolo poiché, pur occupando una porzione limitata di territorio rurale, si riscontra un elevato grado di input e di output dei flussi di materia ed energia. Nonostante il considerevole sviluppo serricolo raggiunto in Italia e, anche a causa dell’ingresso nel mercato di nuovi Paesi produttori, le aziende e gli operatori del settore serricolo nazionale e, in particolare, pugliese stanno affrontando una serie di difficoltà, le cui criticità riguardano, essenzialmente, gli aspetti energetico, ambientale e commerciale, con grave pregiudizio per la competitività del nostro sistema florovivaistico. Peraltro conciliare l’innovazione tecnologica con l’obiettivo di incrementare la sostenibilità ambientale e il contenimento del fabbisogno energetico delle serre, comporta un aumento dei costi di investimento per l’imprenditore agricolo in una prospettiva di breve periodo, mentre è ipotizzabile un notevole 163 beneficio economico, ambientale e sociale, a medio e a lungo termine, da parte di tutta la comunità. A tale riguardo appare indispensabile promuovere un’azione di sostegno tecnico ed economico presso i serricoltori, finalizzata alla diffusione delle tecnologie, dei materiali e degli impianti che consentano di coniugare la tutela dell’ambiente e la competitività del settore serricolo. 7.1) Considerazioni finali sul risparmio energetico All’inizio del terzo millennio, nell’ambito dei programmi di ricerca sull’agricoltura sostenibile, un primo interessante studio sulle coltivazioni floricole a basso impatto ambientale è stato realizzato in Puglia nel Comune di Terlizzi, tipica area a floricoltura intensiva, con risultati promettenti sul risparmio energetico (G. Scarascia Mugnozza 2007). Il progetto “Ecoflower” finanziato con il programma europeo “LifeAmbiente” è stato una significativa testimonianza di prevedere il risparmio energetico anche in un settore voluttuario, come il floricolo, tecno- logicamente avanzato, ma di rilevante dispendio energetico nelle serre climatizzate. Il progetto aveva lo scopo di definire le linee guida per l’elaborazione della Dichiarazione ambientale di prodotto (Dap) e per la definizione sia dei criteri ambientali sia del marchio locale dei fiori recisi e delle piante ornamentali, secondo le direttive della politica ambientale finalizzate al miglioramento delle prestazioni ambientali di prodotto, lungo tutto il ciclo di vita nell’ambito dell’approccio Ipp (Politiche integrali di prodotto). In un contesto più ampio, gli obiettivi principali della strategia europea per la crescita verso il 2020, volto all’innovazione industriale dell’Europa e allo sviluppo del suo ruolo guida in campo tecnologico, oltre a ridurre le emissioni di inquinanti e aumentare la sicurezza del nostro approvvigionamento energetico, sono stati stabiliti dalla Direttiva Europea del 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. La Direttiva ha fissato obiettivi di politica energetica nazionale obbligatori nel campo delle energie rinnovabili, nell’ottica di con- 164 seguire entro il 2020 l’obiettivo di una quota di energia da fonti rinnovabili pari, rispettivamente, al 20% del consumo finale di energia e al 10% dell’energia consumata nel settore dei trasporti, oltre alla produzione delle immissioni di CO2 e all’incremento dell’efficienza energetica. Grazie all’attuazione della Direttiva Europea, affiancata dalle politiche nazionali appositamente delineate per le energie rinnovabili, la maggior parte dei Paesi membri dell’Unione ha registrato una notevole crescita delle energie rinnovabili nel corso negli ultimi anni. Per quello che concerne l’Italia, lo sviluppo delle rinnovabili è una delle priorità della politica energetica nazionale, al fianco della promozione del tema dell’efficienza energetica. L’Italia, che nel medio-lungo periodo aspira a modificare il suo mix energetico, ha i seguenti obiettivi: sicurezza dell’approvvigionamento, riduzione del costo dell’energia, promozione della tecnologia e innovazione, protezione ambientale e sviluppo sostenibile. La direttiva Europea del 2009 stabilisce che entro il traguardo temporale del 2020, il 17% del consumo energetico finale dell’Italia debba essere coperto dalle energie rinnovabili. Ciò significherebbe che nel 2020 il consumo finale di rinnovabili dovrebbe ammontare a 22,63 Mtoe. Nel 2012 (dati Terna) le fonti rinnovabili hanno contribuito con il 15.1% ai consumi di energia elettrica nazionale (a fronte di un obiettivo al 2020 del 26 per cento), in crescita del 9% sul 2011. In ossequio alle direttive comunitarie, un concreto esempio di agricoltura a basso impatto ambientale è stato l’attuale gestione del complesso di serre di Candela, dove per il riscaldamento delle serre è stato utilizzato il calore della vicina centrale Edison. Una delle prioritarie finalità previste dal citato accordo tra Ministero dello Sviluppo Economico e il Gruppo Ciccolella prevedeva che la realizzazione del progetto delle serre riscaldate con l’energia termica della centrale elettrica di Candela avrebbe consentito di ridurre gli sprechi energetici della centrale ed allo stesso tempo il risparmio dell’elevato costo del riscaldamento delle serre con l’impiego dei tradizionali combustibili. Inoltre, la coltivazione 165 fuori suolo su canalette e substrato di perlite evitava l’apporto di fertilizzanti e agrofarmaci nel terreno. I risultati finora conseguiti sono stati molto incoraggianti, per diversi motivi; principalmente il notevole risparmio energetico per il riscaldamento delle serre, che ha favorito la loro ubicazione nella bassa collina foggiana, tipicamente cerealicola, con conseguente aumento del valore di mercato dei terreni e sensibile aumento di impiego di manodopera agricola, circa 110-130 unità lavorative per anno, un valido contributo al problema occupazionale delle aree interne marginali. È stato possibile ampliare le scelte colturali, anche verso quelle specie più esigenti nei fabbisogni di calore, per anticipare la produzione, per cui è aumentata una offerta differenziata di prodotti floreali nel corso dell’anno. Per esempio, nel caso della rosa, sono stati sono stati ottenuti 2 cicli in più all’anno, con maggiore disponibilità di fiori recisi, quando le condizioni di mercato sono più favorevoli; pertanto, sono stati ottenuti 7 cicli/anno, con un impatto di circa il 40% sui ricavi. Inoltre, è stata possibile una più facile riconversione colturale in base al mutare della domanda. L’azienda, infatti, con la massima tempestività ha provveduto a limitare drasticamente la produzione di fiori recisi di rose ed anthurium, alle prime difficoltà di collocamento sui mercati e ad orientarsi in breve tempo verso i vasi fioriti e le piante da appartamento. La disponibilità di energia termica ha permesso una migliore organizzazione della climatizzazione, attraverso un maggior numero di ricambi d’aria nel controllo dell’umidità relativa e della ottimale ventilazione per limitare le infezioni fungine, nella uniforme distribuzione del calore attraverso una rete di circa 200 km di tubazioni in PE del diametro di 25 mm per ciascun ettaro di serra. Durante il periodo estivo, il calore è stato utilizzato per il trattamento di solarizzazione, utili per il controllo di parassiti del terreno. Nell’ambito territoriale si è evitato l’immissione nell’atmosfera di elevate quantità di CO2, come nel caso di impiego di carburanti tradizionali. L’esperienza finora acquisita permette di affermare che il complesso serricolo di Candela, Alla pagina seguente: panoramica di una serra di rose 168 può considerarsi un modello di agricoltura sostenibile, principalmente per l’utilizzo del calore proveniente dalle acque di raffreddamento della centrale Edison, modello di utilizzo da realizzare anche presso altre centrali termiche. 7.2) Il contributo sociale del progetto sugli aspetti occupazionali e sulle attività collegate con il territorio. L’agro di Candela, piccolo centro montano agricolo della provincia di Foggia, come tutta l’area collinare interna risente fortemente di un preoccupante spopolamento. Secondo le recenti statistiche, la popolazione attuale è di circa 2.700 abitanti, mostrando una continua flessione da circa 7.500 dell’immediato dopoguerra ad oggi. Inoltre, una elevata percentuale di persone circa il 15-20% ha una età superiore ai 65 anni, ed appena circa il 15% è costituita da ragazzi. È evidente una forte tendenza all’esodo dei giovani nel recente passato, un poco attenuata a partire dall’inizio del terzo millennio. La prevalente attività agricola, caratterizzata da una spinta monocoltura cerealicola completamente mec- canizzata, non lascia prospettive occupazionali, se non si realizzano concrete alternative nella diversificazione produttiva. Rilevanti sono i rapporti di collaborazione scientifica con le istituzioni di ricerca, per aver concretizzato in questi anni programmi sperimentali collegiali impostati sulle innovazioni tecnologiche in ambiente climatizzato. La presenza di un polo florovivaistico di tale entità nel territorio di Candela ha avuto un buon risvolto sull’impiego di manodopera agricola locale, proveniente da un bacino di utenza di numerosi Comuni del subappennino dauno, Candela, Ascoli Satriano, Deliceto, Castelluccio, Bovino, Accadia, S. Agata di Puglia, Monteleone, Anzano, Troia, come anche della Bassa Daunia, Ortanova, Carapelle, Ordona. La presenza del complesso serricolo ha favorito l’incremento dei valori dei terreni della zona, le cui quotazioni sono paragonabili a quelle dei suoli industriali, come anche di attività commerciali e di servizio, connesse con il settore floricolo. 169 7.2.1) La realizzazione del giardino delle rose nel parco di Villa Larocca dell’Università di Bari Nello spirito della fattiva collaborazione con le istituzioni scientifiche operanti nel territorio pugliese è stato firmato nel febbraio 2008 con l’Università di Bari un protocollo d’intesa, per realizzare nel parco di Villa Larocca, sede dell’Accademia Pugliese delle Scienze e della Sezione Sud-Est dell’Accademia dei Georgofili una collezione di varietà di rose, con l’auspicio di costituire nella città di Bari un museo vivente della rosa e relativa raccolta di documentazione bibliografica. Molte città nel mondo ospitano roseti, dove sono raccolte migliaia di varietà ottenute nel tempo dagli ibridatori, sedi di mostre e di concorsi per la promozione della più bella rosa dell’anno, come nella consuetudine di villa Reale a Monza. Nessun altro fiore, come la rosa, ha una storia così antica, che risale ai primordi della civiltà e sfuma nelle mitiche leggende del mondo ellenico. La rosa ha un suo fascino particolare, che la distingue dagli altri fiori. È il simbolo della bellezza, ma anche della fugacità della vita. Nello stesso giorno in cui fiorisce, mostrando la sua splendida bellezza, sfiorisce e languisce. “Nascendo senescit”, idea inesorabile del fluire del tempo “espace d’un matin”. Nel suo lungo percorso storico, è il fiore universalmente preferito, che fa comprendere l’impegno umano nel migliorane la bellezza. L’idea di realizzare nel campo delle Facoltà scientifiche dell’Università di Bari, dove si estende il parco di villa Larocca fu lanciata, in occasione di una visita al complesso serricolo di Candela da parte della prestigiosa Accademia dei Georgofili, con l’auspicio di inserire la città di Bari in un circuito di sedi proposte a manifestazioni e mostre nel settore floricolo, che in Puglia ha conseguito una crescente affermazione per merito di capaci imprenditori. L’idea fu prontamente recepita dal Magnifico Rettore Prof. Corrado Petrocelli e dal Presidente Vincenzo Ciccolella, con la definizione di un protocollo d’intesa per la realizzazione di una collezione di rose a Villa Larocca, affidando la gestione e la cura alle due Accademie. 170 Nel corso di questi anni, la collezione è stata arricchita da una generosa donazione della Signora Maria Dessì, imprenditrice della Società AMC, socia sostenitrice dell’Accademia Pugliese delle Scienze. Attualmente, la collezione è costituita da circa 350 varietà di rose dalle molteplici caratteristiche del fiore, per grandezza, numero e colore dei petali, dal bianco puro, al giallo, al rosa, al rosso intenso, all’azzurro, e del portamento della pianta a cespuglio, rampicante, strisciante, rifiorenti a fiori singoli o a mazzi per fiori recisi o per la formazione di siepi e aiuole. Molte sono profumate con diverse fragranze. Il giardino delle rose è aperto al pubblico e nel periodo di maggiore fioritura in maggiogiugno si organizzano visite guidate, seminari, giornate di studio sulle tematiche del miglioramento della qualità della vita nei centri urbani, con la finalità di essere uno strumento propulsore per stimolare l’educazione e la cultura per la presenza di spazi verdi nelle città e l’amore per l’arte del giardinaggio. 7.2.2) Attività sper imentale Nel corso degli anni si sta intensificando l’attività sperimentale, necessaria per la messa a punto di itinerari tecnici a basso impatto ambientale, per una serie di specie, che appaiono promettenti per il collocamento sui mercati internazionali. Per queste fondamentali esigenze, i tecnici dell’azienda operano in stretta collaborazione con ricercatori ed esperti del settore, in particolare dell’Università di Bari. È stato creato, pertanto, un settore per la ricerca, riguardante le piante fiorite in vaso e le piante grasse, alle quali nel 2013 sono state aggiunte specie arboree da frutto. Le tematiche di ricerca riguardano un’ampia valutazione del patrimonio varietale, in continuo aggiornamento, e la messa a punto di agrotecniche miranti a definire i calendari di produzione più favorevoli per la commercializzazione. In particolare, per ogni specie sono valutati i parametri termici ottimali di crescita durante il periodo diurno e notturno e i fabbisogni irrigui, tenendo presente la necessità del risparmio idrico, in un ambiente dove l’acqua è un fattore limitante. Interessanti risultati sono stati ottenuti 171 172 Il giardino delle rose a Villa Larocca dell’Università di Bari 175 su alcune specie del genere Echeveria, succulente originarie del Messico, esigenti di luminosità, sensibili alle basse temperature e suscettibili ai marciumi da eccessi idrici, per le quali il tempo di coltivazione si è dimezzato rispetto alla durata di dodici mesi in normali condizioni di serra. Alle specie fruttifere sono stati destinati 17 ettari, mettendo a confronto portainnesti e varietà, controllo delle malattie senza impiego di agrofarmaci mediante regolazione del teleriscaldamento e oculata gestione dei ricambi d’aria, con la finalità di ottenere almeno un mese di anticipo della maturazione dei frutti rispetto all’epoca normale in pieno campo. 7.3) La valutazione economica La complessità del settore floricolo, fortemente influenzato sia da mutate esigenze dei consumatori e, in particolare, dal perdurare di uno stato di crisi economica, non permette una facile valutazione economica del complesso serricolo realizzato a Candela, nato da un progetto di collaborazione con la centrale elettrica della Società Edison per l’approvvigionamento della fonte di calore, fornita gratuitamente, per il riscaldamento delle serre. È noto che i beni voluttuari sono i primi a risentire la riduzione della domanda dal mercato, per cui da alcuni anni la flessione almeno per i fiori recisi è stata costante, tanto da richiedere la riconversione verso la produzione di piante fiorite in vaso, il cui impiego è molto vario nell’arredo casalingo, urbano e nella progettazione degli spazi verdi dei giardini. Pur tuttavia, il risparmio energetico nel riscaldamento del complesso serricolo è stato il principale aspetto positivo di questo decennio, perché ha permesso di mantenere i costi di produzione, notoriamente elevati per il riscaldamento delle serre, attuale fattore di sentita preoccupazione dei numerosi produttori di altre zone, che fanno ricorso alle fonti tradizionali di energia. A questo proposito, secondo dati dell’ISMEA (Il florovivaismo in Italia nel 2010) l’aumento del prezzo dei combustibili, il venire meno dell’esenzione delle accise per le coltivazioni florovivaistiche, la massiccia presenza di prodotto importato sul mercato europeo e il basso livello della domanda interna, hanno 176 indotto numerose aziende italiane ad abbandonare parzialmente o totalmente la coltura o ad affittare i terreni. In questa difficile situazione di crisi generale, acuitasi nell’ultimo triennio, auspicabile di breve durata per i primi sintomi di ripresa, si può affermare che il progetto serricolo di Candela ha conseguito risultati positivi. Sono evidenti gli aspetti già illustrati della ricaduta socioeconomico sul territorio e come modello di sostenibilità ambientale per un visibile miglioramento del tenore di vita dei residenti nel Comune di Candela e di quelli limitrofi, favorito sia dal maggior livello occupazionale di manodopera agricola in azienda, sia dall’incremento delle attività indotte. La gestione del complesso serricolo può definirsi un interessante modello di sostenibilità ambientale, come previsto dalla politica dell’Unione Europea nella definizione delle linee guida per la dichiarazione ambientale di prodotto (DAP). Nel complesso, in un decennio di attività produttiva, la valutazione economica può considerarsi soddisfacente, tenendo presente i buoni risultati della commercializzazione dei fiori recisi di rosa e anthurium fino al 2010, purtroppo a cui è seguito l’ ultimo triennio negativo per la sensibile riduzione delle quotazioni di mercato. La tempestiva e rapida riconversione culturale verso le piante fiorite in vaso ha mitigato l’incipiente stato di crisi ed ha favorito la rapida ripresa delle attività, evitando la negativa ripercussione sullo stato occupazionale. Certamente, le continue innovazioni tecnologiche contribuiscono a ridurre i costi di produzione, per essere più competitivi su un mercato globale sempre più agguerrito. Il gruppo serricolo, al massimo livello qualitativo della sua produzione floricola per la sua posizione e l’efficiente organizzazione dei trasporti sui principali mercati europei assicura la massima freschezza del prodotto, una prerogativa fondamentale di valutazione commerciale. 177 Considerazioni conclusive La realizzazione del grande complesso serricolo di Candela, progettato dal gruppo florovivaistico Ciccolella, per l’utilizzo dell’energia termica derivante dalla vicina centrale elettrica Edison, è prossimo a compiere nel 2014 il primo decennio di intensa attività. Il progetto, definito di rilevante importanza per il settore floricolo, è stato un primo esempio di sviluppo sostenibile delle coltivazioni in serra per l’impostazione tecnologica innovativa nel risparmio energetico, che ha permesso di operare con validi risultati tecnici ambientali e sociali in un ambiente ad agricoltura marginale, creando nella zona un indotto di particolare rilevanza per le numerose attività connesse alla produzione florovivaistica da parte di imprese di piccole dimensioni e aumento dell’occupazione della manodopera agricola. L’analisi economica del decennio è stata caratterizzata da un primo periodo molto po- sitivo per la crescente domanda di fiori recisi con quotazioni soddisfacenti, a cui sono seguiti momenti di difficoltà, in parte dovuto a cambiamenti nella domanda di prodotti floreali, notoriamente tipici e frequenti nel settore per mutate esigenze dei consumatori, in parte per una riduzione dei consumi voluttuari, a causa di una persistente crisi economica non solo italiana, ma anche nell’ambito europeo. Crisi che perdura per una carenza di adeguati interventi di politica economica, evidenziati da tutti i settori industriali, preoccupati della mancanza di capacità competitiva sui mercati internazionali. Le stesse preoccupazioni si riscontrano nelle quotazioni dei prodotti floricoli per l’importazione da Paesi in via di sviluppo dove il costo del lavoro è ancora basso. L’azienda Ciccolella, che in base alle indagini di mercato inizialmente aveva impostato il 178 programma produttivo sui fiori recisi in particolare rose ed anthurium, ha tempestivamente provveduto a partire dal 2011 alla riconversione colturale, orientando gli attuali indirizzi produttivi verso piante fiorite in vaso, piante verdi ornamentali da appartamento, piante grasse. La tempestiva riconversione è stata possibile in virtù della idonea e flessibile impostazione tecnica del complesso serricolo. La riconversione ha consentito per il momento un buon responso economico e il mantenimento dello stato occupazionale, ovviamente con l’auspicio della ripresa di tutto il settore floricolo, legato al rilancio di tutta l’economia italiana, purtroppo ancora in uno stato di crisi con lievi segnali di miglioramento. Le misure progettuali, gestionali e operative poste in essere dall’azienda corrispondono pienamente ai criteri guida alla base della sostenibilità delle produzioni serricole. Infatti esse hanno trovato applicazione nel complesso serricolo di Candela e consistono in: - impianti di riscaldamento basati su fonti energetiche non convenzionali, quale il sistema a cogenerazione da reflui termici - - - - della centrale elettrica, in considerazione delle esigenze termiche a basso contenuto entalpico, per la riduzione delle emissioni dei cosiddetti gas serra e, in particolare, della CO2, e per l’incremento dei cicli produttivi di specie floricole macroterme; sistemi di copertura in film plastico a doppio strato con intercapedine d’aria che, insieme agli schermi termici interni, consente elevati risparmi energetici in virtù della riduzione delle dispersioni di calore per conduzione, convezione e irraggiamento; sistemi di ventilazione naturale, con adeguate aperture e finestrature di parete e di colmo, per il controllo della temperatura, dell’umidità relativa e della concentrazione di CO2 dell’aria interna, allo scopo di incrementare sia l’efficienza fotosintetica sia la qualità delle produzioni e di ridurre gli agenti patogeni e i gradienti termici; sistemi di raffrescamento evaporativo e schermi ombreggianti per il controllo delle temperature massime diurne dell’aria nella stagione estiva; tecniche di coltivazione senza suolo, con 179 - - - riutilizzo della soluzione nutritiva drenata, per ovviare al fenomeno della stanchezza del terreno, dovuto all’intensivo sfruttamento monocolturale in apprestamento protetto, e per ridurre sensibilmente i consumi idrici, di fertilizzanti e di fitofarmaci ed il loro rilascio nell’ambiente; realizzazione di serbatoi di stoccaggio delle acque piovane raccolte nei canali di gronda delle serre per soddisfare, anche parzialmente, il fabbisogno idrico delle colture protette e ridurre gli emungimenti dalle falde; solarizzazione durante la stagione estiva per la sterilizzazione parziale del terreno, nel caso di coltivazioni praticate al suolo, e utilizzo di film di pacciamatura nelle serre con colture senza suolo, per il controllo dei patogeni terricoli e delle infestanti; diffusione delle tecniche di riciclaggio dei materiali e dei centri per la raccolta, selezione, stoccaggio e riciclo delle plastiche postconsumo, soprattutto dei film di copertura e pacciamatura, per il loro riutilizzo come materia prima secondaria; - applicazione dell’agricoltura di precisione mediante i computer climatici per il controllo e la regolazione del microclima interno e gli impianti automatizzati di distribuzione dei fitofarmaci; - ambiente di lavoro salubre e controllato per ottimizzare le condizioni di lavoro e tutelare la salute degli operatori. In questa cornice si inserisce la “Green vision” dell’azienda, tesa a minimizzare i consumi e le emissioni, nell’ottica della “zero emission”, che tiene conto, in un corretto approccio integrato, anche degli aspetti legati alla logistica del prodotto florovivaistico in una prospettiva di sistemi di trasporto alternativi sia a quello su gomma sia al trasporto aereo attualmente utilizzato per i fiori recisi prodotti in altri continenti e importati in Europa. Passando infatti al sistema su rotaia o via nave si possono abbattere non solo i costi ma, soprattutto, il carico ambientale per unità di prodotto trasportato, nell’ottica di un processo produttivo a basso impatto ambientale che permette sensibili riduzioni sia dei consumi di risorse sia delle immissioni di contaminanti nell’ambiente. 180 Tali soluzioni innovative di tipo bio-agronomico e tecnologico, sulle quali si incardina la certificazione ambientale, hanno come supporto analitico il metodo della LCA-Life Cycle Assessment, valutazione del ciclo di vita, quale strumento di analisi, valutazione e verifica dell’ecosostenibilità dell’intero processo. Sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale, il progetto per l’utilizzo di un sistema di cogenerazione in collaborazione con la Società Edison, ha conseguito risultati molto incoraggianti. Il notevole risparmio nell’impiego di combustibili fossili ha permesso di realizzare un’ampia scelta di colture su uno dei più grandi complessi serricoli, esistenti in Europa. Nel corso del decennio, il complesso serricolo di Candela è divenuto un modello di riferimento per studiosi e operatori del settore, partecipi al processo di rinnovamento tecnologico che caratterizzerà il futuro dell’agricoltura mondiale, impegnata all’aumento delle disponibilità alimentari, secondo criteri di sostenibilità ambientale. 181 Risparmio energetico, innovazione vincente La realizzazione del complesso serricolo in agro di Candela, con criteri progettuali fortemente innovativi, impostati sul rigoroso risparmio energetico ha richiesto una fase di preparazione di particolare complessità, per conseguire una gestione a basso impatto ambientale. Ne parliamo con Corrado Ciccolella, amministratore delegato della Ciccolella Spa. Il risparmio energetico è l’elemento fortemente innovativo che caratterizza il Gruppo? «È nota da tempo la necessità della valutazione dell’impatto ambientale, un’approfondita analisi tecnica-economica indispensabile per definire effetti negativi o positivi, che un progetto produttivo deve avere sul territorio in termini qualitativi e quantitativi, sia relativamente al dispendio di risorse, sia alla emissione di sostanze inquinanti, nonché nel contesto socioeconomico, in particolare nel favorire una mag- giore capacità occupazionale in aree svantaggiate, come nelle colline interne della Daunia». Quali risorse avete utilizzato per il vostro progetto? «Per la complessità del problema la Ciccolella si è avvalsa della fattiva collaborazione di tecnici laureati specializzati nel settore floricolo in ambiente climatizzato, in corsi di livello universitario». Che ruolo ha avuto l’Università di Bari? «Sin dall’inizio nel 2004, molto intensa è stata la collaborazione con le istituzioni scientifiche, in particolare con la Facoltà di Agraria di Bari, sia nella gestione degli impianti, sia nella messa a punto degli itinerari tecnici nella coltivazione di diverse specie floricole, con ampia disponibilità alle richieste di attività sperimentali. L’azienda, inoltre, nello spirito della piena collaborazione, ha organizzato visite di 182 studio, incontri con operatori del settore, permanenza in azienda per stage formativi, anche con protocolli d’intesa con scuole e università. L’esperienza di oltre un ventennio di attività può considerarsi un esempio di concreta collaborazione tra azienda privata e ricerca scientifica pubblica, che ha favorito il riconoscimento a livello europeo del complesso serricolo di Candela». In occasione della pubblicazione di questo volume, il gruppo Ciccolella ha voluto esprimere la più sentita gratitudine ai propri tecnici e personale amministrativo e a tutti coloro che hanno intensamente collaborato in que- sti anni alle attività aziendali, per risolvere le quotidiane difficoltà. «Un particolare ringraziamento – conclude Corrado Ciccolella – va rivolto all’Università di Bari e ai Proff.Vittorio Marzi, Massimo Bartolelli e Giacomo Scarascia Mugnozza, che hanno promosso la stesura di questa opera, che vuol essere la testimonianza di una interessante realtà produttiva nel settore floricolo, un ulteriore potenziamento di una iniziativa, timidamente iniziata negli anni Sessanta in Puglia, ma con crescenti affermazioni nel tempo, che hanno permesso di inserire la nostra regione nel contesto nazionale e internazionale».
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