Febbraio - Parrocchia di Sarnico Bergamo

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SOMMARIO
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ORARIO SANTE MESSE
Copertina: Il fiume Oglio - Foto San Marco Villongo
Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici
Il nuovo Diacono
Editoriale: Ti ringrazio perché mi hai fatto come una meraviglia
Calendario e numeri utili
Compiti svolti dal C.P.A.C.
Il Diacono: Sacramento di Cristo servo
Chiesa Universale e Diocesana
Liturgia: Ricevere
Beata famiglia
Riflettiamo: Infinito ed eterno
Non abbiate paura di essere generosi col Signore
Dinamismo di crescita nello spirito
Il Triduo all'inizio della Quaresima
La scomparsa del Prof. Lucio Parenzan ed il nostro Padre Antonio
La tentazione di chiudersi in se stessi
Il maestro Gian Carlo Corna
Fotocronaca
L'Arcobaleno
Costanzo Buelli
Rock'n Sarnek: primo lustro
Sei di Sarnico se...
AVIS: Convocazione assemblea
ADMO: Peperoncino Running - Gemellaggio in rosa
AIDO: Assemblea annuale
Rubrica Associazione Anziani e Pensionati
Riabilitazione logopedica
Francesco Nullo, un grande sconosciuto eroe per sempre
Le pagine del Comune
Il sorriso degli Angeli
Lagorà Teatro a Sarnico
Cancro io ti boccio
ASD Judo Sarnico
Come eravamo
Dalla Casa di Riposo
Diversamente abili e commercianti
Anagrafe
I due Monsignori
Festivo
ore 8.00 (Parrocchia) - 9.00 (Ospedale)
9.30 - 11.00 -18.00 - 20.00 (Parrocchia)
Feriale
8.00 - 16.00 - 20.00 (Parrocchia)
Vigilia di Festa
ore 18.00 - 20.00
Funerali
ore 15.15
Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da venerdì
28 Marzo 2014. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle
immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 17
Marzo 2014, a [email protected] o la consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale pervenuto oltre
il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese
successivo. Grazie per la collaborazione.
FEBBRAI0
2014
Direttore responsabile: Giuseppe Valli
Amministrazione: don Luciano Ravasio - Casa parrocchiale:
Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971
Stampa e inserzioni pubblicitarie:
Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292
Redazione: don L. Ravasio, don L. Fumagalli, don G. Fiorentini, M. Dometti (Civis), R. Gusmini e S. Marini.
Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G.Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina.
Progetto grafico: Studio Példy
Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel. 035 4262490
NUMERI TELEFONICI ED E-MAIL
Parrocchia
035 4262490
don Luciano
348 9049113
Oratorio
035 912 078
don Loris
328 3932361
don Giuseppe
347 2659420
Sacrista
339 2087660
Centro pr. ascolto 035 910916
Sala Giochi (Meulì) 035 912107
Cine Junior
035 910916
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Centro Quader 035 912420
Centro Famiglia 035 911252
Sito web: www.parrocchiasarnico.it
E-mail sito:
[email protected]
Sito C.SI.: www.csioratoriosarnico.it
E-mail C.S.I.: [email protected]
E-mail de “ilPorto:
[email protected]
E-mail parroco: [email protected]
E-mail don Loris: [email protected]
E-mail don Giuseppe: [email protected]
E-mail sacrista: [email protected]
c/c postale Parrocchia: 49089303
Sito web Oratorio:
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Giuseppe Lo Sardo "Diacono permanente" - foto San Marco
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EDITORIALE
a cura del parroco
don LUCIANO RAVASIO
TI RINGRAZIO PERCHÈ
MI HAI FATTO COME
UNA MERAVIGLIA
«Esistono solo due modi per vivere la vita
Il primo è come se niente fosse un miracolo
Il secondo è come se tutto fosse un miracolo»
Albert Einstein
Navigando nei vari “siti” mi ha affascinato questa frase del grande
Albert Einstein che mi ha richiamato alla memoria diversi autori
spirituali del nostro tempo, quando sottolineano che il gusto vero
delle cose consiste nel sapersi sempre meravigliare in modo nuovo
perché solo così ci si accorge che tutto è dono, la vita stessa è il
più grande regalo che uno può ricevere e anche quando è segnata dalla difficoltà non può essere vissuta come una realtà banale.
Questa frase sottolinea come tutti abbiamo una responsabilità nei
confronti della vita stessa che c’è in noi e attorno a noi.
Dobbiamo fare come se tutto dipendesse da noi! Ma sapendo
sempre che tutto in noi dipende da chi ci ha amati dall’eternità,
Dio, il quale mette in ciascuno di noi infinite possibilità di realizzare
qualcosa per cui vale la pena di stupirci. Per questo ogni giorno ha
qualcosa di “nuovamente bello”: noi abbiamo la responsabilità di
farlo risplendere.
Quando arriviamo alla cronaca e non sappiamo reagire con forza al
suicidio di una ragazzina di 14 anni che si toglie questo dono solo
perché i compagni la deridono (in modo grave e offensivo che andrebbe perseguito e punito con tutte le forze), mi fa pensare che
manca sempre di più questa capacità di meravigliarsi del bene a tal
punto che ci si lascia travolgere dal male.
È vero che bisogna sempre essere capaci di interrogarsi sulla realtà,
ma è vero anche che ognuno di noi è custode di un dono grandissimo
che va assaporato in tanti atteggiamenti ed emozioni che vanno oltre
il ragionamento.
È per me un dovere educarsi allo stupore.
Quante volte ci troviamo ad affrontare momenti di disagio, di problemi familiari, di situazioni difficili nelle relazioni con le persone, di
malattia!
La prima tentazione è quella di abbatterci e di cercare altre “luci ar-
tificiali” rincorrendo solo il bisogno che
abbiamo di star bene con noi stessi.
Cercando inebriati, rincorriamo cose
che al momento ci affascinano, ma non
hanno la consistenza di un progetto che
si elabora nella fatica e nella responsabilità.
Così molto più facilmente ci abbattiamo,
e sentiamo il terreno sgradevole e doloroso di ogni giorno. In questi momenti è
invece importante ricordare che, anche
nelle situazioni più buie, è sempre presente un raggio di sole e che dobbiamo
vedere il “tocco” di Dio per lo stupore
di quella giornata.
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EDITORIALE
...Anche nelle giornate più buie è
sempre presente un raggio di sole
far emergere attraverso lo Spirito Santo che ci è
stato donato.
Rendiamo la nostra presenza piacevole: in casa nostra, nel nostro paese e nella nostra chiesa.
Abbandoniamo ogni preoccupazione, mettiamo in
ogni Messa la nostra pena perché la comunione
che rinnova il patto d’amore tra noi, la comunità
e Dio, ci aiuti a realizzare il miracolo più bello che
siamo ciascuno.
Seguiamo la nostra strada che Dio ci indica ogni
giorno e troviamo sempre una meta piacevole da
raggiungere.
Ricordiamo sempre che qualcuno è felice semplicemente perché noi esistiamo.
Non perdiamo mai la capacità di sorridere e cerchiamo di avere uno sguardo sereno, limpido, luminoso e caldo, perché questo rispecchia il nostro cuore e diventa il riflesso più bello di ciò che
noi siamo.
L’altra tentazione è quella di mettersi in aspettativa in
attesa che cambino le circostanze: alziamoci con grinta,
preghiamo alzando lo sguardo e mettiamoci a inventare
qualcosa di bello per quella giornata con il nostro Dio,
lasciando che il nostro spirito si risvegli, e diventando noi
lo stupore per chi vive con noi o per chi incontriamo.
Bisogna sempre imparare a rinascere dalle situazioni difficili... dentro di noi c'è il vero miracolo che aspetta di
emergere perché lasciamo che la vita respiri; dobbiamo
uscire da noi stessi perché, se ci rinchiudiamo, finiamo
per lasciarci sopraffare e schiacciare dalle nostre sfortune o dalle nostre debolezze.
Non c’è più miracolo!
Crediamo che il vero miracolo è quella potenza di vita
che Dio ha messo dentro di noi e che siamo chiamati a
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Marzo 2014
DOM 02
CARNEVALE
MAR 04 ore 20.30 Incontro "La Casa" per separati divorziati
risposati a Villongo S. Filastro
MER 05
MAGRO E DIGIUNO
ore 16.30 Santa Messa dei ragazzi
GIO 06
Giornata vicariale con il Vescovo
VEN 07
SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI
ore 16.30 e ore 20.00 Via Crucis
SAB 08
SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI
Elezione Catecumeni in Cattedrale
DOM 09
SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI
ore 16.30 Vespri e Benedizione
LUN 10 ore 20.45 Consiglio Pastorale Parrocchiale
MAR 11 ore 20.30 Catechesi adulti
MER 12 ore 16.30 Catechesi adulti
ore 21.00 Genitori dei battezzandi
VEN 14 ore 16.30 e ore 20.00 Via Crucis
Scuola di preghiera in Seminario
SAB 15 ore 15.00 Ritiro catechisti
DOM 16
Family Day 1a Elementare
NUMERI UTILI
UFFICI COMUNALI
tel. 035 924111 - fax 035 924165
ore 16.30
LUN 17 ore 20.45
MAR 18 ore 20.30
MER 19 ore 16.30
ore 16.45
ore 20.00
GIO 20 ore 17.00
ore 20.30
VEN 21 ore 16.30
DOM 23 ore 15.00
ore 17.15
LUN 24 ore 20.30
MAR
MER
VEN
DOM
25 ore 20.30
26 ore 16.30
28 ore 16.30
30
ore 17.15
Battesimi comunitari
Incontro giovani coppie
Catechesi adulti
Catechesi adulti
Redazione de "il Porto"
Ufficio comunitario
Centro di primo ascolto
COnsiglio pastorale vicariale
e ore 20.00 Via Crucis
Associazione Santo Rosario
Vespri e Benedizione
Adorazione e preghiera per i Missionari
in San Rocco
Catechesi adulti
Catechesi adulti
e ore 20.00 Via Crucis
Raccolta Centro primo ascolto
Presentazione sussidi CER
Vespri e benedizione
PROTEZIONE CIVILE
Sede operativa: tel. 035 911893
Responsabile operativo: tel. 338 5467160
e.mail: [email protected]
Uffici Amministrativi (anagrafe)
tel. 035 924126
da lunedì a venerdì 9.00 -12.30
lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30
Ufficio Tecnico Comunale
Urbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145
Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 92414
Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00
Ufficio assistente sociale tel. 035 924152
lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30
Ufficio tributi tel. 035 924112
mercoledì
venerdì2014
9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30
6 lunedì
- IL PORTO
FEBBRAIO
EMERGENZA
Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112
Caserma Carbinieri: tel. 035 910031
Guardia medica: tel. 035 914553
Ospedale: 035 3062111
Farmacia: 035 910152
orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30
BIBLIOTECA COMUNALE
tel. 035 912134 lunedì chiuso
Martedì 14.30-19.00 Mercoledì 15.00-19.00
Giovedì 09.00-12.30 15.00-19.00 Venerdì 15.00-19.00
Sabato 09.00-12.30 / 15.00-17.00
Foto Aldo Gervasoni
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"CENTRO DI PRIMO ASCOLTO
COINVOLGIMENTO" ...IN PILLOLE
1200
1000
800
VISITE
BORSE
600
400
200
0
2010
2011
2012
Eccoci qua a fare il consuntivo del 2013. Prima di passare ai numeri vorrei citare la preziosa collaborazione con ii Servizi Sociali del
Comune che quest’anno più degli altri anni è stata fondamentale,
sia nella costruzione di una rete sia nell’unione delle risorse, dando
segno di una comunità viva e attenta al benessere di ciascuna persona. Rete allargata anche ai servizi sociali dell’Ambito per i casi un
po’ più particolari. Dai grafici allegati si nota l’esponenziale curva di
tutti gli interventi. Quest’anno sono state da noi 154 persone/famiglie
e di queste 88 nuove, per un totale di
1051 visite suddivise nell’orario
settimanale. Sono state distribuite più di 700 borse
alimentari; sono state pagate
più di
COMUNITÀ
a cura di
Carla Casati
20 bollette; pagato farmaci;
acquistato latte in polvere per
due neonati fino allo svezzamento; sono stati aiutati 10
bambini con il progetto “Adotta un bambino alla scuola materna”, in collaborazione con il
Laboratorio Famiglie Solidali. A
Natale due generosi benefattori ci hanno portato: uno 10
grandi pacchi di alimenti da donare a 10 famiglie con bambini
e l’altro sei buste con denaro
per altrettante famiglie, per far
sentire loro che era un momento particolare dell’anno.
Inoltre sono state aiutate 12 famiglie con il progetto Ikaros, in
2013
collaborazione con il Comune
e la Caritas vicariale di Villongo
e poi abbiamo inviato circa 20 famiglie al Fondo Famiglia Lavoro
istituito dalla Caritas Diocesana. Tutti gli interventi sono aumentati
quasi del doppio rispetto al 2012. Per essere stati in grado di far
fronte a tutto questo dobbiamo ringraziare, oltre al Comune, la
sensibilità cristiana tradotta in concretezza di tutta la comunità che
con le raccolte alimentari e i contributi monetari offerti durante
l’anno, hanno reso possibile tutto questo. Non abbiamo avuto la
pretesa di risolvere tutti i problemi di queste persone, ma abbiamo
dato loro un po’ di sollievo e soprattutto abbiamo fatto sentire loro
la vicinanza di tutta una comunità.
Concludo con gli ammonimenti che Papa Francesco ha pronunciato
nell’omelia della domenica delle Palme 2013:
«Questa è la prima parola che vorrei lasciarvi: gioia!
Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può
mai esserlo!
E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza!
…non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario;
Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione;
Non lasciamoci rubare la comunità;
non lasciamoci rubare il Vangelo»
E …quale modo migliore se non stare vicino ai poveri che abi
abitano la nostra comunità.
Ricordiamo infine che domenica 30 marzo faremo la raccolta
viveri per il CPAC Parrocchiale. Grazie a chi vuol contribuire.
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COMUNITÀ
a cura del Diacono
GIUSEPPE LO SARDO
IL DIACONO
SACRAMENTO DI CRISTO SERVO
Non ho fatto in tempo a scrivere questo articolo sul precedente numero de il Porto.
Mi sembrava giusto ringraziare tutta la comunità di Sarnico per avermi bene accolto.
Specialmente rinnovo il ringraziamento al nostro Sindaco Dometti per la sua testimonianza affettuosa. Grazie ai nostri amatissimi sacerdoti e rinnovo il grazie al nostro
Don Luciano Ravasio, uomo semplice, ma con una dottrina e un bagaglio teologicospirituale solido e pieno d'amore per Dio.
Grazie per aver accolto il dono di grazia che Dio ha voluto fare alla Chiesa di Sarnico
e alla Diocesi di Bergamo e cioè la presenza di un (ulteriore) Diacono. E come Diacono, per la prima e ultima volta vorrei dissertare sulla domanda: Chi è il diacono?,
e non sulla domanda: a cosa serve e cosa fa il diacono?. L'essere e non il fare,
del Diacono.
Sì! È proprio un dono di Dio perchè ci tengo a dirlo, precisarlo e ricordarlo al fedele,
i diaconi, come ci dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.1569 e ss: «...per
effetto del sacramento dell'Ordine imprime in loro un segno carattere che
nulla potrà cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto diacono,
cioè il servo di tutti». Continua il testo del Catechismo al n.1582: «Il sacramento
dell'ordine conferisce, anch'esso, un carattere spirituale indelebile e non può essere
ripetuto ne' essere conferito per tempo limitato». Al nr.1572 si dice che «...Le tre
ordinazioni, del vescovo, del presbitero e del diacono hanno la medesima
configurazione». Il loro posto é in seno alla liturgia eucaristica. Al nr.1574 si afferma la diversità nell’unità di questa configurazione e cioè : «....la consegna del libro dei vangeli, dell'anello, della mitra e del pastorale al vescovo, come segno della
sua missione apostolica di annunciare la Parola di Dio, della sua fedeltà alla Chiesa, sposa
di Cristo, del suo compito di pastore del gregge del Signore; la consegna, al sacerdote, della
patena e del calice, l'offerta del popolo santo, che egli è chiamato a presentare a Dio; la
consegna del libro dei Vangeli al diacono, che ha ricevuto la missione di annunziare il Vangelo di Cristo. Fino alla promulgazione del “Motu-
Proprio Omnium In Mentem” di
Papa Benedetto XVI il 26 ottobre 2009
il nr.1581 affermava che: «...Per mezzo
dell'ordinazione si viene abilitati ad
agire come rappresentanti di Cristo,
Capo della Chiesa, nella sua triplice
funzione di sacerdote, profeta e Re».
...Poiché in definitiva é Cristo che agisce e
opera la salvezza mediante il ministro ordinato.... ( cfr nr.1584 ). Il Motu Proprio
lo modificava precisando: ...Da lui (Cristo n.d.r.) i vescovi e i presbiteri ricevono
la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo capo della Chiesa, i diaconi
invece sono abilitati a servire il popolo
di Dio nella diaconia della liturgia, della
parola e della carità. Il Motu Proprio, al
canone 1009 del codice di diritto canonico, aggiungeva un terzo paragrafo per
precisare quanto sopra detto e il canone 1008 veniva modificato confermando
comunque che il sacramento dell'ordine,
quindi anche del diaconato, imprime il
carattere indelebile, costituendo anche il
diacono ministro sacro.
Tale carattere configura il diacono a
Cristo servo del Padre e dell’umanità. È
espressione personale della diakonia della Chiesa. Il carattere impresso dell'ordinazione, come ricorda la formula di consacrazione oggi, opera un cambiamento
di stato che tocca il suo stesso essere- un
cambiamento ontologico.
Vari teologi, ma sono una minoranza, ritengono che con l'ordinazione diaconale
non si imprime il carattere, ma è un puro
errore teologico oltre che dottrinale.
Precisare bene in cosa consiste il carattere spirituale diaconale è essenziale per
comprendere l'essere teologico del Diacono.
Il carattere impresso è di Cristo Signore
Servo. Questa preoccupazione di precisare il tipo di carattere impresso all'ordinazione diaconale nasce in Giovanni
Paolo II quando modificava pure il n. 875
del CCC con lettera apostolica del 15
agosto 1997, che promulgava l'edizione
latina riveduta e corretta del CCC (ca-
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COMUNITÀ
techismo della chiesa cattolica) per evitare di estendere al diaconato la facoltà di agire in persona Christi Capitis che invece
è riservata ai vescovi e ai presbiteri. Questo per impedire di
avere una erronea interpretazione affermando che l'ordinazione diaconale concedeva potestà sacerdotale, e non di servizio
del Cristo servo.
Come dice il nr.1585: La grazia dello Spirito Santo propria di
questo sacramento consiste in una configurazione a Cristo
Sacerdote, maestro e Pastore del quale l'ordinato è costituito
ministro. Diversamente dai Vescovi e dai presbiteri, si dice al
n.1588: Quanto ai diaconi la grazia sacramentale dà loro la fortezza necessaria per servire il popolo di Dio nella diaconia della
Liturgia, della Parola e della carità, in comunione con il vescovo
e il suo presbiterio.
Infatti il Diacono, cita il Direttorio per il ministero e la
vita dei diaconi permanenti, promulgato con le Norme
sotto indicate il 22 febbraio 1998 (data successiva alla modifica
citata del CCC), al Capitolo n.2 circa il Ministero del Diacono,
partecipando alla triade diaconia della liturgia, della parola e
della carità ... è maestro, santificatore e guida...
Nelle Norme fondamentali per la formazione dei
diaconi permanenti, a cura della Congregazione per L'educazione Cattolica e la Congregazione per Il Clero, promulgata
nella data predetta, al paragrafo intitolato al Carattere e grazia sacramentale specifica del Diacono al n.7 recita: In quanto
grado dell'ordine sacro il diaconato imprime il carattere e
comunica una grazia sacramentale specifica. Il carattere diaconale è il segno configurativo-distintivo impresso
indelebilmente nell'anima che configura chi è ordinato a Cristo, il quale si è fatto diacono, cioè Servo
di tutti. Al n.11 si dice che Dall’identità teologica del diacono, scaturiscono con chiarezza i lineamenti della sua spiritualità, che si presenta essenzialmente come spiritualità di servizio
...Egli, infatti, con la sacra ordinazione è costituito
nella Chiesa icona vivente di Cristo servo... Al n.46
del Direttorio citato si dice che :..L'Ordine sacro conferisce al diacono, mediante gli specifici doni sacramentali,
una speciale partecipazione alla consacrazione e missione di Colui che si é fatto servo del PADRE.... . Sempre
nelle NORME... citate all'Introduzione si dice :... Per mezzo dell'ordinazione si viene abilitati ad agire come
rappresentanti di Cristo, Capo della Chiesa, nella sua
triplice funzione di sacerdote, profeta e re. Quindi il Diacono
riceve il carattere nell'ordinazione e agisce nella persona
di Cristo Servo. Non riceve il carattere di Cristo seppure in modo speciale come ricevuto nel Battesimo
e nella Confermazione, non riceve neppure il carattere
sacerdotale ministeriale, ma riceve per la speciale consacrazione dell'Ordine sacro il carattere di Cristo Ser-
vo, Diacono del Padre e dell'Uomo. Il Diacono non è un
battezzato laico ma, come cita il Diritto canonico al canone
266: Uno diviene chierico con l'ordinazione diaconale.... Quindi
fa parte del clero, della gerarchia ecclesiastica e ha diritti e doveri dei chierici, salvo per alcune norme. Rimando alle pubblicazioni citate che in quanto Diacono è doveroso e obbligatorio
citarle. Il Diacono quando proclama il vangelo parla
come ministro sacro ossia a nome di Cristo Capo e
servo. Non parla con pareri personali e secondo sua dottrina,
non parla come battezzato e membra di Cristo, ma come ministro sacro. Egli è sacramento di Cristo Servo, che è
venuto per servire e non per essere servito. E in quanto Maestro il Diacono, non può non precisare quanto sopra
riferito perché il popolo di Dio sappia e non abbia confusione e
abbia a onore il Diacono; come diceva sant'Ignazio di Antiochia
in una delle sue lettere scritte nel 110 D.C. ...senza vescovo,
sacerdote e diacono non c'è Chiesa. Molte altre cose vorrei
dire a proposito del Diacono che è in comunione con Vescovo
e il suo presbiterio. Spero che il Diacono sia onorato per quello
che rappresenta nella Chiesa e non per quello che lui o altri
dice di rappresentare simbolicamente. Il suo specifico carattere è il servizio, caratteristica di tutta la Chiesa. Egli nella
celebrazione eucaristica è il ministro del Sangue ed infatti alza,
e solo lui, il calice della salvezza come ponte tra il popolo e Dio
a mezzo del sacerdote. Egli rappresenta anche il popolo di Dio
che si unisce all'offerta di Cristo, unico mediatore tra Dio e gli
uomini.
Tanta è la dottrina sul diaconato e tanti sono i documenti del
Magistero, dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI,
che ci vorrebbero ore a citarli.
Non abbiate paura di accogliere Cristo Servo nella persona
del Diacono che quando accarezza un povero, un ammalato,
benedice, agisce in nome di Cristo: è Lui che accarezza, che
visita l'ammalato, che benedice. Come potrebbe, altrimenti,
amministrare il battesimo, benedire il matrimonio, celebrare le
esequie e la sepoltura senza messa, i sacramentali e quant'altro
gli è conferito dalla Chiesa, come anche l'omelia, la lettura del
Vangelo? Al Diacono sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il servizio, ma a lui è impresso il carattere spirituale
specifico che è di Cristo Servo. Questa è la dottrina ufficiale
della Chiesa, tutte le altre argomentazioni sono personali e disquisitorie che procurano confusione nei fedeli. Tanti, infatti,
sono gli articoli e le pubblicazioni che girano anche in internet.
L'indegnità del Ministro, diceva Santa Caterina da Siena, non
impedisce la transustanziazione. Tuttavia la santità del ministro
sacro, quindi anche del Diacono, è essenziale come ministro dei
misteri di Cristo. Si dia lettura, infatti, della formula di consacrazione dei tre ministeri secondo il Pontificale Romano.
Il Signore Gesù vi faccia Santi e si ricordi dei suoi Diaconi.
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CHIESA UNIVERSALE
da AVVENIRE
PAPA FRANCESCO: NON DESISTERE
DALLO SFORZO ECUMENICO
L’udienza del Papa a una delegazione
finlandese
«Davanti ad alcune voci che non riconoscono più come obiettivo perseguibile la piena e visibile unità della Chiesa, siamo invitati a non desistere
nel nostro sforzo ecumenico, fedeli a quanto lo stesso Signore Gesù
ha invocato dal Padre: che “tutti siamo una sola cosa” Così ha detto il
Papa incontrando una delegazione ecumenica della Finlandia, composta
tra gli altri da Teemu Sippo, vescovo cattolico di Helsinki, Kari Mäkinen,
arcivescovo della Chiesa evangelica-luterana e dall’arcivescovo Leo della
Chiesa ortodossa in Finlandia. Dopo aver rivolto un caloroso benvenuto
ai presenti «come hanno fatto per oltre 25 anni i miei predecessori, il
Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI». Papa Francesco ha ricordato
le parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto, comunità segnata
dalle divisioni: «Cristo è stato forse diviso?». «Nel tempo attuale - ha
commentato il Pontefice - anche il cammino ecumenico e le relazioni tra
i cristiani stanno attraversando significativi cambiamenti, dovuti in primo
luogo al fatto che ci troviamo a professare la nostra fede nel contesto di
società e culture dove è sempre meno presente il riferimento a Dio e a
tutto ciò che richiama la dimensione trascendente della vita. Lo notiamo
soprattutto in Europa, ma non soltanto, Proprio per questo motivo, ha
continuato il Papa, «bisogna che la nostra testimonianza si concentri sul
centro della nostra fede, sull’annuncio dell’amore di Dio che si è manifes t a to
in Cristo suo Figlio. Troviamo qui spazio per crescere
nella comunione e nell’unità tra di noi, promuo
promuodi
vendo l’ecumenismo spirituale, che nasce direttamente dal comandamento dell’amore
lasciato da Gesù ai suoi discepoli». La stra
strada da seguire è quella tracciata dal Concilio
redintegratio
Vaticano II nel decreto Unitatis redintegratio,
che così recita: «Questa conversione del
cuore e questa santità di vita, insieme con
le preghiere private e pubbliche per l’unità dei
cristiani, devono essere considerate come l’ani
l’anima di tutto il movimento ecumenico
e si possono giustamente chiamare
ecumenismo
spirituale». Si
tratta di un processo
spirituale,
che, «si realizza
nell’obbedienza
fedele ai Padre,
nel compimento
della volontà di
Cristo e sotto la guida
dello Spirito Santo» che va quindi
introinvocato senza stancarsi perché «ci intro
duce nella verità tutta intera, portatrice di
riconciliazione e di comunione».
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L’ANNO DELLA VITA
CONSACRATA PER
«SVEGLIARE IL MONDO»
Nel 2015 l’itinerario di fede
voluto da Papa Francesco
C’è anche la promulgazione di una nuova Costituzione apostolica
firmata da Papa Francesco sulla vita Contemplativa - che prenderà il
posto della Sponsa Cristi di Pio XII risalente al 1950 - nel programma dell’anno dedicato alla vita consacrata che sarà il 2015. Lo hanno
rivelato i vertici della Congregazione per i religiosi, che hanno presentato in Vaticano l’evento che era stato annunciato dal Pontefice lo
scorso 26 novembre alla fine dell’incontro con 120 superiori generali
di istituti maschili. Il cardinale prefetto João de Aviz ha spiegato che
quest’anno della vita consacrata «è stato pensato nel contesto dei 50
anni del Concilio Vaticano II, e più in particolare nella ricorrenza dei
50 anni della pubblicazione del decreto conciliare Perfectae caritatis
sul rinnovamento della vita consacrata». «Riteniamo - ha continuato
- che il Concilio abbia rappresentato un soffio dello Spirito Santo non
soltanto per l’intera Chiesa ma, forse in modo particolare per la vita
consacrata». «Siamo pure convinti - ha aggiunto - che in questi 50 anni
la vita consacrata ha percorso un fecondo cammino di rinnovamento,
non esente certamente sa difficoltà e fatiche, nell’impegno di seguire
quanto il Concilio ha chiesto ai consacrati: fedeltà al Signore, alla Chiesa,
al proprio carisma e all’uomo di oggi»: Il porporato ha quindi illustrato
i tre obiettivi principali dell’Anno: «fare “memoria grata”» di questi 50
anni; «abbracciare il futuro con speranza», «vivere il presente con passione»: In particolare, ha sottolineato il cardinale brasiliano, i consacrati
«in questo Anno vogliono “svegliare il mondo” con la loro testimonianza profetica, particolarmente con la loro presenza nelle periferie
esistenziali della povertà e del pensiero, come il Papa Francesco ha
chiesto ai Superiori generali». Alla conferenza stampa, moderata da padre Federico Lombardi, è intervenuto anche il segretario del dicastero,
l’arcivescovo francescano José Rodriguez Carballo. Il presule spagnolo
ha illustrato il programma dell’Anno dedicato alla vita Consacrata 2015
che comunque è ancora in via di definizione. L’inizio per ora è previsto
per Novembre prossimo, Giornata Mondiale «pro orantibus» con la
solenne concelebrazione in San Pietro. La conclusione è poi ipotizzata
per il 21 Novembre 2015 a 50 anni della Perfectae caritatis.
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CHIESA UNIVERSALE
LE BEATITUDINI DI GESÙ
NOVITÀ RIVOLUZIONARIA
Papa Francesco: la povertà evangelica,
una benedizione
AL CUORE DELLA MISSIONE
SUI PASSI DEL CONCILIO
Il cardinal Filoni ai vescovi
brasiliani: formazione teologica,
chiave per l’annuncio ad gentes
Ritornare alle radici autentiche della missione ad gentes. Lo ha chiesto il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, nell’ampio intervento che ha aperto a Rio
de Janeiro il seminario, organizzato dai vescovi brasiliani su impegno
missionario e ministero episcopale, a 50 anni del Concilio Vaticano
II. «L’uso missionario della Parola di Dio è proverbialmente povero
nella Chiesa Cattolica», ha notato il porporato. «E in alcuni Paesi - ha
aggiunto - assistiamo anche alla facile attrattiva di alcuni cattolici per
le Chiese evangeliche o addirittura per le sette para-cristiane». Nel
suo intervento, il porporato ha inoltre insistito sul fatto che «l’insegnamento della teologia è poco orientato alla missione» mentre la situazione contemporanea, mondiale, dimostra che «abbiamo bisogno
di una visione chiara della missione di Dio nel mondo, del luogo del
dialogo, dell’inculturazione, dello sviluppo umano, della promozione
dei “valori del Regno”, dentro però una chiara teologia cristologia e
soteriologia». Infatti - ha continuato il cardinale Filoni - «il pentimento,
il perdono dei peccati e la riconciliazione con Dio e con il prossimo si
compiono in Gesù Cristo. Senza questa caratteristica la Chiesa sarebbe un’organizzazione umana come le altre». «È necessario conciliare
il pluralismo delle culture e delle espressioni del credere con l’unità
della fede. Questo è il lavoro dell’inculturazione del messaggio evangelico. Per raggiungere questo scopo, abbiamo bisogno d persone con
esperienza multiculturale nei diversi livelli della Chiesa. Ciò richiede
anche una adeguata formazione biblica, patristica, nella tradizione storica della Chiesa e teologica, che non si può ridurre alla semplice informazione dottrinale. Si richiede sempre di più conoscere anche bene la
complessa situazione pluriculturale del mondo attuale». In altre parole, sempre più la Chiesa deve essere «realtà in movimento» capace di
ascoltare le voci profetiche al suo interno, mettendo al centro il senso
dell’incontro con Cristo e della testimonianza autentica».
La forza rivoluzionaria delle Beatitudini. È questo il filo rosso che
guiderà il cammino dei giovani verso Cracovia 2016. Il Papa lo aveva
preannunciato pubblicando i temi delle Gmg del 2014 e dei due anni
seguenti. E ha cominciato a dipanare quel filo, con il Messaggio per
la Giornata che verrà celebrata su base diocesana nella prossima
Domenica delle Palme. «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
Regno dei cieli». Così ha intitolato il testo che giunge a qualche giorno di distanza del Messaggio per la Quaresima, in cui Papa Francesco
esorta ad aver cura di ogni forma di povertà: materiale, morale e
spirituale.
La sottolineatura è presente anche nelle parole che il Pontefice rivolge ai giovani. Ma il Messaggio della Gmg è ben più ampio e complessivo, poiché inserisce il discorso sulla povertà all’interno di un
orizzonte di felicità, che è poi quello delle Beatitudini.
Nella prima parte del Messaggio, infatti, Papa Francesco sottolinea
che esse «sono portatrici di una novità rivoluzionaria, di un modello
di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media,
dal pensiero dominante».
Per la mentalità mondana, scrive il Papa, «è uno scandalo che Dio
sia venuto a farsi uno di noi, che sia morto su una croce. Nella logica
di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati
“perdenti”, deboli.
Sono esaltati invece il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri» La vera felicità
invece, sta nel dire «no alla cultura del provvisorio, della superficialità e dello scarto», nello «smascherare e respingere le tante offerte
“a basso prezzo”» che i giovani trovano intorno a loro. E in questo
davvero le Beatitudini sono una bussola senza eguali. Ma che cosa
significa «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli?
Il Pontefice fa riferimento al «concetto ebraico di anawim, i “poveri
di Iahweh”, che evoca umiltà, consapevolezza dei propri limiti, della
propria condizione esistenziale di povertà.
Gli anawim si fidano del Signore, sanno di dipendere da Lui».
Ecco dunque che i poveri in spirito trasformano questa consapevolezza in uovo stile di vita. «Anche per superare la crisi economica
- annota il Papa - bisogna essere pronti a cambiare stile di vita, a
evitare i tanti sprechi.
Così come è necessario il coraggio della felicità, ci vuole anche il
coraggio della sobrietà». Infine un invito: «Abbiamo tutti bisogno di
conversione per quanto riguarda i poveri.
Dobbiamo imparare a stare» con loro. «Incontriamoli, guardiamoli
negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta
di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente».
Un invito che contiene la forza rivoluzionaria delle beatitudini.
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CHIESA DIOCESANA
da L'ECO DI BERGAMO
LE SUORE VITTIME DI EBOLA
«Hanno trasformato un
ospedale in un luogo di
speranza per i poveri»
Chiusa la fase diocesana della causa
di beatificazione
«Sono state martiri della carità. Avevano una competenza infermieristica elevata e riconosciuta. Ma la loro competenza più grande è stata
la capacità di trasformare un ospedale in un luogo di speranza e di bene
per le persone e per i poveri. Sta qui il loro contagio vero, più forte
della malattia che le ha colpite» Così il vescovo Francesco Beschi, nel
teatro della Casa Madre delle suore poverelle, durante la Messa con
la chiusura del processo diocesano di beatificazione, ha ricordato le
sei religiose morte tra l’aprile e il maggio del 1995, dopo essere state
contagiate dal virus Ebola mentre curavano gli ammalati nell’ospedale di
Kikwit, in Congo. Floranba Rondi, 71 anni di Pedrengo; Clarangela Ghilardi, 54 anni di Trescore; Danielangela Sorti, 47 anni, di Lallio; Dinarosa
Belleri, 59 anni, di Villacarcina (Brescia); Annelvira Ossoli, 58 anni, di
Orzivecchi (Brescia); Vitarosa Zorza, 51 anni, di Palosco. Una ventina
i sacerdoti con celebranti, Presenti anche parenti e conoscenti delle
sei Serve di Dio. «Tutte le poverelle del mando sono qui presenti con
il cuore - ha detto la madre generale suor Bakita Sertore -. Affidiamo
alle nostre consorelle le giovani vocazioni africane e i troppi poveri che
gridano dall’Africa». In queste sei vite - ha esordito il vescovo all’omelia
- vediamo entusiasmo e passione nella consacrazione alle missioni fino
alla donazione totale.
Tutti le cercavano e le chiamavano “mamme” o “nonne”. Hanno sempre ricercato il bene delle persone, rivendicato senza paura anche ricorrendo alle autorità.
Chi le ha conosciute ha affermato che erano sospinte dall’amore per
Dio e per i fratelli e che la sera passavano molto tempo a pregare tanto
da essere invitate a riposare. Tutto questo non è fantasia o sdolcinatura,
considerata la vita che conducevano». Monsignor Beschi ha ricordato
che il processo di beatificazione si fonda sull’eroicità delle virtù delle sei
religiose. «La carità verso i poveri è stata la loro regola di vita.
Hanno vissuto la vita religiosa nella fraternità, non esitando ad accorrere accanto alle consorelle che si erano ammalate. Avevano prese le
loro precauzioni essendo infermiere capaci. Ma sono accorse accanto
alle consorelle non per obbedienza od ostentazione, ma come atto di
fratellanza cristiana».
Al termine della Messa si è svolto il rito di chiusura del processo diocesano di beatificazione, avviato dalla diocesi di Kikwir dove le sei suore
sono morte.
Il vicario giudiziale monsignor Eugenio Zanetti ha spiegato l’iter della
causa a Bergamo, iniziato l’8 aprile dello scorso anno.
Durante la Messa, una poverella congolese ha accompagnato i canti
con il tamtam e con un grido caratteristico che esprime giubilo nella
cultura africana.
CATTOLICI, ORTODOSSI ED
EVANGELICI
«Imperativo pregare per l’unità»
«Pregare per l’unità dei cristiani non è un invito, ma un imperativo e una
necessità inderogabile». È un passo delle riflessioni del vescovo Francesco Beschi, nell’annuale celebrazione ecumenica della Parola, che è il
momento forte della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Traccia della serata era «In te è la sorgente della vita». Foltissima l’assemblea
presente, formata da cattolici, cristiani evangelici e cristiani ortodossi di
diverse nazioni residenti in Bergamasca. Oltre al vescovo sono intervenuti Winfrid Pfannkuche, da questo mese pastore cristiano evangelico di
Bergamo e padre Oleh Podryachyk, della Chiesa ortodossa russa. Salendo sull’altare hanno portato una brocca d’acqua, una Bibbia e un’icona
di Cristo. Lo schema della celebrazione è stato preparato quest’anno in
Canada, che significa «villaggio» nella lingua degli irochesi. «I cristiani nel
mondo abitano un villaggio - ha sottolineato monsignor Patrizio Rota
Scalabrini, delegato diocesano per l’ecumenismo -.
Il movimento ecumenico non è un fatto europeo, ma mondiale. In
questa ottica si sono scelti stili di preghiera a noi inconsueti». Infatti, i
presenti hanno pregato rivolti verso oriente, meridione, occidente, settentrione e infine guardando verso l’alto e il basso. «Viviamo il dramma
della divisione, ma insieme anche la gioia dell’avvicinamento e della riconciliazione - ha detto il vescovo Beschi -. I doni di Dio sono presenti in
ogni Chiesa e devono diventare comprensione reciproca, per imparare
gli uni dagli altri». Il vescovo ha ricordato la prossima canonizzazione
del Beato Papa Giovanni. «Preghiamo ogni giorno per il dono dell’unità
dei cristiani. Infatti, Papa Giovanni ha dato un contributo decisivo sulla
strada dell’ecumenismo». È stata poi proclamata la Parola di Dio (Isaia,
Salmo, Paolo, Marco), seguita dal commento del Vangelo del pastore
Pfannkuche, dalla professione di fede secondo il simbolo di Nicea-Costantinopoli, dallo scambio di simboli delle diverse Chiese cristiane e da
otto invocazioni di preghiera, scelte dalle Chiese canadesi: per i poveri e
gli affamati, per l’istruzione primaria per tutti, per la dignità umana, per i
malati, per le donne che portano una vita in grembo, per chi combatte
le malattie, per chi soffre a causa della malsana custodia del creato, e
infine per chi si impegni nella solidarietà internazionale.
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CHIESA DIOCESANA
LE MILLE VOCI DEL
PATRONATO PER
L’ABBRACCIO A
DON BOSCO
«SVEGLIATE IL MONDO E
SIATE TESTIMONI DI VITA
FRATERNA»
«Svegliate il mondo con una testimonianza profetica. Andate e partite dalle periferie geografiche ed esistenziali, soprattutto sofferenti,
emarginati e impegno educativo, che è sempre più urgente. Siate
testimoni di vita fraterna». Sono le «tre istanze» lanciate dal vescovo
Francesco Beschi a religiose, religiosi e persone consacrate in Cattedrale nei Vespri solenni per la XVIII Giornata mondiale della vita consacrata, alla presenza di una folta rappresentanza degli istituti religiosi
e scolari della diocesi e del vicario episcopale monsignor Alessandro
Assolari.
La celebrazione è iniziata nella chiesa del monastero di Santa Grata
con l’accensione delle candele attingendo al cero pasquale.
Quindi si è formata una processione al canto delle Litanie dei Santi,
che, percorrendo via Arena, è confluita in Cattedrale, che era avvolta nel buio, poi squarciato dalle candele e dalla successiva accensione
delle luci.
Le Sacra Scritture sono state portate all’altare mentre un gruppo di
religiose africane intonava un canto in lingua swahili ed eseguendo le
danze tipiche dell’Africa.
Una religiosa aveva sul capo un piccolo incensiere.
«Vi ringrazio per la vostra presenza numerosa e per quanto fate
nella nostra Chiesa», ha esordito il vescovo nelle riflessioni, che ha
messo in risalto tre immagini. «La prima è la luce.
Gesù Cristo è luce del mondo e delle genti. I voti e le promesse della
vostra consacrazione avvicinano al Signore e ai fratelli». La seconda
immagine «è la processione con le Litanie dei Santi, che sono luce
che camminano nella storia, di cui abbiamo sempre bisogno». La terza immagine «è la chiesa buia, che rimane buia e inospitale se la si
separa da Cristo».
Il vescovo ha infine ricordato che Papa Francesco dedicherà il prossimo anno alla vita consacrata.
È seguito il rinnovo dei voti davanti al vescovo, che ha donato un
portacandele con all’interno un cero alle religiose e ai religiosi che
festeggiano quest’anno il 25° e il 50° di consacrazione.
Come don Bepo: gioia, educazione e
sobrietà
Il Patronato apre ogni giorno le braccia per accogliere la vita di molti. È
stato un giorno speciale, perché a varcare quel cancello è stato don Bosco, il Santo dei ragazzi, delle braccia aperte sulle solitudini e sul disagio.
Don Bosco è il Padre dello spirito che ha animato l’opera a Bergamo
di don Bepo Vavassori.
Nella chiesa del Patronato San Vincenzo c’erano centinaia di bambini e
ragazzi provenienti dalle scuole della città ad accogliere l’urna di vetro.
Don Bosco ha attraversato il cortile del Patronato, una struttura che
in città è il cuore dell’accoglienza, dell’educazione e della prossimità.
L’urna del Santo è passata accanto agli studenti, agli educatori e agli
operatori, agli ospiti e ai volontari.
La voce dei bambini si è alzata nel canto e i fazzoletti gialli con riprodotti i volti di don Bosco e don Bepo hanno rallegrato il grigio del cielo.
«Don Bepo incontra Don Bosco» alla Casa del Giovane davanti a una
platea di catechisti, sacerdoti, allenatori, educatori.
La presenza dell’urna di San Giovanni Bosco è stata occasione per proporre una riflessione su «Oratorio, famiglia e scuola per una comunità
educativa» introdotta da monsignor Vittorio Nozza che ha ricordato il
ruolo educativo della struttura del Patronato San Vincenzo fondata da
Don Bepo Vavassori: «Sono stati entrambi sacerdoti e grandi educatori; Don Bepo e Don Bosco hanno tre tratti in comune: vita religiosa,
passione educativa, stile di vita sobria».
Il salesiano don Domenico Ricca, cappellano del carcere minorile di
Torino, ha raccontato attraverso scritti e aneddoti come don Bosco
sapesse stare tra i ragazzi. Raffaele Mantegazza, docente di pedagogia
alla Bicocca di Milano ha riflettuto sul ruolo della famiglia.
Di oratori bergamaschi ha parlato don Emanuele Poletti direttore
dell’ufficio diocesano della pastorale per l’età evolutiva: «Una ricerca
Ipsos ancora in corso mostra che nelle 389 parrocchie della diocesi ci
sono 297 oratori.
Gli oratori bergamaschi hanno una stria antica, e sono espressione della comunità che li ha voluti come luoghi di aggregazione e in cui opera,
poiché oltre 76 curati, sono migliaia i catechisti, allenatori formatori che
li rendono vivi».
L’Oratorio diviene una palestra di umanità, secondo una definizione
del Cardinale Carlo Maria Montini: «Un luogo - sottolinea don Poletti
- dove si sceglie di andare per allenarsi alla vita, un luogo che si occupa
di tutta la persona, che educa ad una vita migliore».
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LITURGIA
a cura di
DON GIUSEPPE FIORENTINI
RICEVERE
Come accogliere per diventare Figli di Dio
nella Liturgia, e non solo...
Nella liturgia, abbiamo detto negli scorsi
numeri, è più importante ricevere che
capire.
Per la verità, questo non solo non significa
che non sia importante capire, ma molto
di più, il vero capire" in realtà è solo un
ricevere.
Ripercorriamo brevemente quanto dice
san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo:
«In Lui (il Verbo) era la vita, e la vita è
la luce degli uomini. La luce splende nelle
tenebre, ma le tenebre non l'afferrarono»
(Gv 1, 5). Il verbo che l'Evangelista usa katèlaben - indica l'azione di afferrare, che
può significare cogliere, ma anche sopraffare, impadronirsi, tanto che nella nuova
traduzione italiana troviamo «le tenebre
non l'hanno vinta». Non è certamente
questo il modo in cui "cogliere" la Luce
di Dio: si tratta infatti di un "capire" quasi
violento, che squarta e sviscera l'oggetto
della sua conoscenza. Con un esempio
forte, potremmo dire che tale modo di
capire l'altra persona assomiglia a un'autopsia. Infatti, tale è l'approccio che hanno le tenebre (he skotìa, cioè "l'ombra")
nei confronti della Luce: non è un rifiuto,
tutt'altro, è l'atteggiamento di chi vuole
impadronirsi, e dunque vuole in certo
modo ridurre a sé l'Evento (la Luce) che
accade di fronte a lui.
Poco sotto, Giovanni continua dicendo
che il Verbo-Luce venne tra i suoi, che
«non l'accolsero (parèlabon)» (Gv 1, 12).
I «suoi» non l'hanno «ricevuto / preso
con sè», dunque nemmeno questi l'hanno capito, ma loro non perché volessero,
come i primi, violentarlo con i loro microscopi e bisturi, ma più tristemente perché
non gli hanno aperto la porta, non l'hanno
preso sotto braccio con sé, non si sono
lasciati incontrare. È desolante che si tratti dei «suoi», cioè di chi aveva una certa
familiarità con il Verbo: il rischio di non
aprirgli la porta è perciò quanto mai concreto anche per me, e per tutti noi che lo
"sentiamo" spesso.
«A quanti però lo presero (èlabon), diede
loro potere di divenire figli di Dio» (Gv
1, 1-13). L'ultima categoria è quella di chi
non mette nessuna preposizione accanto
al verbo «prendere», ma semplicemente
e naturalmente «prende» la Luce, così
come si prende il sole d'estate, lascian-
dosi scaldare da Lui, e così piano piano
colorare e cambiare dai Suoi raggi. E se
il sole d'estate rischia di bruciare la pelle,
di certo il Sole del Verbo sa bene come
approcciarsi a noi, non ci brucia perché
non è un banale corpo celeste senza cuore, ma la Persona del Figlio di Dio che si
accosta a me con amore. Quest'ultimo è
l'atteggiamento giusto di chi desidera vivere l'incontro d'amore che celebriamo
nei gesti liturgici: il semplice «prendere»,
con stupore, con disponibilità (anche a lasciarsi cambiare), aprendo le zone d'ombra della nostra vita perché siano colorate
dalla Luce.
Dunque, né violenta analisi microscopica,
né quel "cameratismo" con Dio che finisce per essere distratto e non ascoltare
davvero.
Lo dico in altri termini: è sbagliato vivere
la liturgia volendo capire tutto, ricordare
tutto, ripetere tutto, cogliere tutto, perché si finisce per fare quello che fanno
le tenebre, che vorrebbero sminuzzare
e analizzare la Luce, cosicché alla fine ne
possano "capire tutto".
Ecco perché è divino il silenzio, e persino quello spazio di non-conoscenza che
avvolge il "di più" che c'è sempre in ogni
celebrazione.
Ma è deleterio anche l'atteggiamento di
chi si convince che "tanto il Signore ci vuole bene, tanto Lui capisce tutto", perché
trasforma la bellezza di Cristo in un banale buonismo, che alla fine diventa incapace
di salvarti, perché non lo ascolti/accogli
davvero.
Se l'atteggiamento che ci permette di diventare Figli di Dio è quello del semplice «prendere», come si prende il Sole, il
primo passaggio è quello di chi il Sole lo
vede, lo nota, e un pochino lo desidera.
Vi suggerisco, perciò, di provare insieme
in questo mese a celebrare gli appuntamenti della nostra Comunione di Sarnico
preparandoci a "prendere il Sole", cioè
risvegliando il desiderio del Verbo-Luce
già da quando stiamo uscendo di casa per
recarci all'Assemblea.
Scommetto che scopriremo tutti quanto
sia calda questa Luce!
14 - IL PORTO FEBBRAIO 2014
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a cura della
COMMISSIONE VICARIALE DELLA FAMIGLIA
FAMIGLIA
BEATA LA FAMIGLIA
FAMIGLIE DEL VICARIATO IN FESTA
Ce l’abbiamo fatta! Anche quest’anno,
la vigilia della giornata per la vita, le famiglie del vicariato si sono riunite per
far festa. Ma non una festa a base di
costine e salame o torte e pasticcini;
una festa per ringraziare il Signore per
il dono della famiglia.
Le testimonianze che abbiamo ascoltato nel pomeriggio sono state forti,
ma soprattutto ci hanno dato speranza, ci hanno detto che famiglia è bello
e che famiglia con il Signore è ancora
meglio.
E allora prima ancora di dire “Beata la
famiglia che ha fede”, “beata la famiglia
che prega” o “beata la famiglia che ha
tanti figli” vogliamo dire: BEATA LA
FAMIGLIA! La famiglia in se stessa
è un dono di Dio, è l’ambiente in cui
nasce e cresce la vita, in cui si ritrovano grandi e piccoli per vivere la quotidianità, è il sostegno per ogni persona
che vuole vivere la comunione e imparare ad amare.
Se ne potrebbero dire mille di cose e
anche duemila…
Voglio riportare qui alcuni pensieri che
i partecipanti all’incontro di Paratico
hanno lasciato sul “quaderno rosso”.
Vorremmo davvero che l’eco di questo “inno alla gioia della famiglia” che
è stato il nostro incontro del 1 febbraio arrivasse a tutte le famiglie del
vicariato di Predore: abbiamo sempre
da imparare, ma soprattutto è bello
condividere le esperienze di ciascuno.
Non ci fa sentire soli o in pochi e ci da
la forza per affrontare le cose di tutti
i giorni con più responsabilità e speranza.
Auguriamo a tutte le famiglie di essere
come una mongolfiera: c’è chi punta
in alto e si fida ciecamente del Signore
(il pallone); chi invece è più terra terra,
magari con qualche peso (la zavorra)
ma l’importante che ci sia il fuoco dello Spirito Santo che la fa volare in alto,
molto in alto.
L’anno prossimo, sabato 31 gennaio, ci
troveremo a Foresto Sparso.
Ecco qui alcune piccole riflessioni.
- Beata la famiglia dove regna la gioia e
non ci si sente mai soli! Questo aiuta a
superare i momenti più difficili.
- Beata la famiglia che sa ascoltare e
accettare le scelte dei figli.
- Vivere nel matrimonio non significa
pretendere di cambiare l’altro ma di
amarsi così come si è perché il Signore
ci ama così.
- Il passato per la Misericordia, il futuro
alla Provvidenza…
- Beata la famiglia che nei temporali della vita non si chiude in casa ad
aspettare, ma stretta sotto un ombrello, esce ad affrontare le intemperie.
- Beata la famiglia che si affida completamente al Signore e sa trovare in Lui
la sua forza.
- Sentiamo che il Signore vive nei nostri cuori ma è presente anche in casa
nostra: in cucina, in camera da letto,
in ogni stanza Lui ci accompagna… In
ogni luogo, in ogni momento del giorno Lui è con noi e fa parte di noi.
- Beata la famiglia che condivide con
le altre la grande fiamma della fede,
non si sente mai arrivata ed è in continuo cammino per scoprire la bellezza
dell’amore di Dio.
- Beata la famiglia che, nonostante le
tante difficoltà, riesce a dire: “la vita è
bella”.
- Beata la famiglia che matura la capacità di riconoscere la presenza del
Signore nelle prove e negli eventi che
incontra sul sentiero della vita, non
solo quelli belli e piacevoli, ma anche
nelle difficoltà e negli ostacoli; e che
da ciascuno di essi sa trarre gli insegnamenti e gli stimoli per migliorare e
crescere insieme.
IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 15
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RIFLETTIAMO
a cura di
PIER LUIGI BILLI
RIFLETTIAMO
INFINITO ED ETERNO
Sono convinto che chi contempla tutto ciò che
ha davanti ai suoi occhi avverte dentro di sé il
senso dell’infinito, mentre colui che medita e riflette scopre l’eterno.
La capacità di comprendere l’infinito ci arriva dal mondo esterno, mentre la nozione dell’eternità esce dal
nostro mondo interiore. Infinito ed eterno sono due
aspetti essenziali di Dio.
L’infinito lo avverto guardando la creazione, riflettendo scopro Dio nella mia anima. Molti sono scettici
riguardo a queste verità; essi non sono malati nella
mente, sono malati nel cuore. Essere scettici per molti
è troppo facile, dimostrano incapacità di concludere
senza alcun impegno e dimostrazione.
Lo scettico ha una mente debole, indolente. Tutti sono
pronti ad una critica, ma pochi sono pronti a costruire.
Molti spiriti reclamano la libertà di nulla pensare, altri
di prendere in giro qualsiasi autorità ed ogni giusta tradizione, anime troppo meschine, deboli.
La vita non è fatta di sole preoccupazioni economiche, l’uomo non è questo, egli sarà tanto più se stesso
quanto sarà stato capace di risolvere i problemi assillanti che tormentano la sua interiorità; deve e può
risolverli, non deve adagiarsi.
Di fronte a questi problemi che sono argomenti eterni di menti meditative, io ho trovato due stati per lo
spirito: quello della fede, cioè della credenza in una
soluzione fornita da una rivelazione (quella di Gesù
Cristo), o quella del tormento dell’anima che dichiara
la nostra impotenza nella comprensione e nella conoscenza di questi misteri.
L’uomo di fede crede nella parola soprannaturale,
quella che un Galileo (Gesù) venne a rivelarci, per volontà del Padre Suo, duemila anni or sono.
Non possiamo dimostrare in maniera razionale il
grande amore di Dio Padre verso l’umanità e perché
ha voluto rivelarsi per mezzo di Gesù Cristo. Bisogna
convincerci che la ragione non è tutto, perché occorre
anche il sentimento e questo, per me, costituisce la
forza della mia convinzione di uomo di fede, perché la
fede è in armonia con gli slanci del mio cuore, mentre
il materialismo impone alla natura umana delle rinunce
che io sento di non poter accettare. Sento fortemente
che al capezzale di una persona amata, avverto una
voce che grida che l’anima è immortale. Il materialista
insulta il cuore dell’uomo quando dice che la morte è
il nulla. Poverino, Dio però aiuti anche lui.
Qualunque sia la nostra carriera su questa terra: operaio, impiegato, libero professionista, industriale più o
meno felice, quando saremo alla grande méta, quella cioè del passaggio definitivo da questa vita all’altra
ognuno potrà dire: «Ho fatto quello che potevo, usando tutti i mezzi che Dio mi ha dato per raggiungere
quella gioia alla quale ogni cuore aspira».
L’Infinito e l’Eterno è Dio, che ha amato tanto il mondo
da dare il Suo figlio unigenito (Giov. 3-16). Egli cancella
tutte le nostre colpe e ci dà la gioia di essere salvati.
Questa è la nostra fede che è più preziosa di qualsisia
ricchezza destinata a perire. Tutto ciò bisogna pensarlo ora e non soltanto in punto di morte. L’uomo anela
dunque verso la gioia, voglia il cielo che sia sempre
così, orientandosi verso quel momento con la forza
della perseveranza perché in poco tempo, come fece
San Pietro che rinnegò Cristo per tre volte, si può
distruggere tutto quello che con fatica un uomo ha
cercato di costruire durante il travagliato periodo della
sua vita.
Amici lettori, io ho sempre insistito sulla perseveranza
finale perché la SS. Trinità ce la deve offrire.
Noi insistiamo, perché è vitale.
Grazie SS. Trinità!
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a cura della
REDAZIONE
MISSIONARI
SERE
S
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I
D
A
R
U
A
P
«NON ABBIATE SIGNORE»
GENEROSI COL
Con queste parole pronunciate da papa Francesco vogliamo ricordare, attraverso le pagine de
"il Porto", due suore missionarie che ad un certo
punto della loro esistenza hanno sentito il desiderio di consacrare la loro vita per le Missioni.
Il Signore le ha chiamate a dare tutto e la loro
risposta è stata chiara. Ricordiamole:
Mutti suor Bartolomea (al secolo Giacomina) di Giacomo e di Polini Maria.
Nasce a Villongo S. Alessandro il 7 ottobre 1911, entra nell'Istituto a Bergamo il
3 marzo 1932, veste
l'abito religioso a Bergamo il 5 settembre
1933 ed emette i voti
religiosi a Buenos Aires il 2 febbraio 1936.
Muore a Buenos Aires il 26 giugno 1952.
Avvertì presto la vocazione
missionaria
sentendosi
attratta
dalla vita delle Sante di
Lovere.
Dopo una breve permanenza a Prasomaso
Suor Bartolomea
(Sondrio) venne scelta
per la missione di Buenos Aires (Argentina) dove giunse il 21 giugno 1935. Svolse il
suo servizio all'"Ospedale Italiano" prodigandosi per gli emigrati senza risparmiarsi fatiche, purché fossero ben curati e
avessero il necessario nutrimento.
E quando constatava incompatibilità con il clima, si adoperava
per ottenere loro il certificato per il rimpatrio.
Per il suo tratto buono e affettuoso si faceva amare dal personale di servizio: le infermiere trovavano in lei una saggia consigliera e i medici un'idonea collaboratrice.
La malattia la colse inaspettatamente in piena attività. Sottoposta a un intervento chirurgico non si riprese più.
Consapevole della gravità della sua situazione, offrì la vita per
la Chiesa, per l'Istituto, per la famiglia e per l'Ospedale.
Suor Paola in missione
Mutti suor Paola al secolo Alessandra di Giuseppe e di Valli Paola.
Nasce a Villongo il 28 febbraio 1911, entra nell'Istituto a Bergamo il 4 marzo 1933, veste l'abito religioso
a Bergamo il 5 settembre 1934, emette i voti religiosi
a Milano il 30 settembre 1936. Muore a Castegnato
il 19 ottobre 1982
Dopo la vestizione prestò il suo servizio nell'Ospedale di Clusone per breve tempo, poi passò nell'Ospedale Maggiore di Milano dove conseguì il diploma di
infermiera-caposala.
Nel 1938 incominciò la sua missione in India, che svolse in gran parte nell'Ospedale di Dibrugarh. Ritornò
in Italia nel 1979 e visse i suoi ultimi anni nell'infermeria di Castegnato, dove morì.
Suor Paola con Madre Teresa di Calcutta
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RIFLETTIAMO
a cura di
don VALENTINO SALVOLDI
DINAMISMO DI CRESCITA
NELLO SPIRITO
Il mattino della resurrezione
Dal dipinto di EUGENE BURNAND - Moudon (Svizzera) 1850 - 1921 Parigi, Musée d’Orsay Giovanni e Pietro corrono al sepolcro
La gioia di seguire il Maestro.
Paolo VI venne un giorno, inaspettato, al seminario di San Giovanni in Laterano, a
Roma. Era stanco e aveva un aspetto triste. Dopo una preghiera fatta in silenzio
si diresse all’ambone e, aperta la Bibbia, lesse l’appendice al Vangelo di Giovanni.
Dopo una lunga pausa di silenzio, il Papa improvvisò un discorso, parlando dell’amore che Pietro nutriva per Cristo e dell’amore che questi riservava a Giovanni, il
più giovane dei discepoli. Un amore non esclusivo, ma rivolto anche a Simone, che
lo seguiva con il peso delle sue contraddizioni, con entusiasmi e depressioni, con
alte intuizioni e tradimenti. A questo povero uomo, il Risorto ha fatto la proposta
di seguirlo, additandogli una croce. E a Giovanni?… Di nuovo Paolo VI fece una
lunga pausa e spiegò il senso della risposta di Cristo a Pietro: «Se io voglio che egli
resti fino a che io ritorni, che cosa t’importa? Tu, seguimi!».
Dopo di che, il Papa concretizzò il discorso per noi studenti di teologia, giovani
dai diciannove ai venticinque anni: «L’ultima volta che venni a voi, avevo un regalo per
ciascuno. Oggi vengo a mani vuote… Non solo, ma vi leggo un Vangelo in cui si parla
di una sequela che porta alla croce». Richiamandosi al testo evangelico, il Papa si
domandò come fosse possibile rivolgersi ai giovani con un: «Tu, seguimi» tanto
esigente. Quel “mondo”, che Giovanni
presentava come tenebra, era tutt'altro
che simbolo del male per dei ventenni,
testimoni del progresso della fine degli
anni Sessanta.
Il mondo offriva tante speranze alla
nostra giovane età e il Papa non aveva
nulla da offrirci?
Veramente veniva a noi a mani vuote?
«No, un regalo ce l’ho, e lo prendo dal mio
cuore: una croce. Io non mi rammarico
di proporre una croce ai seminaristi, agli
studenti teologi della mia diocesi, perché
legato alla croce c’è un enorme potenziale
di gioia.
Molte volte, sì, anch’io sono triste, ma la
mia tristezza è dovuta al fatto che non
riesco a comunicare agli altri la profonda
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RIFLETTIAMO
gioia che si prova a seguire Cristo, portando dignitosamente
la propria croce».
Oltre la spontaneità dei desideri. Un enorme potenziale di gioia, legato ad una croce! Possiamo crederci proprio
perché risuona come assurdo.
La morale evangelica lega il soddisfacimento del proprio
potenziale di felicità a un’esistenza che si realizza non nel
ricevere, ma nel dare, non nel vivere a livello istintuale, ma
nell’impegno costante di aiutare tutti a realizzarsi nel miglior
modo possibile.
Il messaggio evangelico è permeato da un invito molto esigente e proprio per questo affascinante: «Se qualcuno vuol
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni
giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita la perderà,
ma chi perderà la propria vita per me, la salverà» (Lc 9,23-24).
Sapeva, Cristo, di domandarci un sacrificio non indifferente
nel rivolgerci l’invito: «Tu seguimi!», ma lo ha detto con la
certezza che solamente nel mettere i nostri passi sulle sue
orme conosciamo noi stessi, amiamo in pienezza la vita, diventiamo propositivi per gli altri (cfr. Gaudium et Spes, n. 22).
E, cosciente della difficoltà che un credente può provare nel
seguire il suo messaggio tanto radicale, ci ha promesso di restare con noi fino alla fine dei tempi, affiancandoci lo Spirito
Santo: il Paraclito, il Consolatore, la Guida.
«Camminate nello Spirito» (Gal 5,16). Che dire dello Spirito Santo? Di Lui è stato detto che è impossibile parlare,
come è impossibile tacere. Non ne possiamo parlare perché
Dio è mistero, realtà inaccessibile, ineffabile: «L’uomo naturale
non comprende le cose dello Spirito di Dio» (1 Cor 2,14). È
troppo lo scarto tra la sublime ricchezza del mistero e la
povertà della mente umana.
È comunque impossibile tacere dello Spirito Santo: «Voi lo
conoscete perché egli dimora presso di voi e sarà in voi», ci ha
garantito Gesù (Gv 14,17). E San Paolo: «Noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato»
(1 Cor 2,12).
Lo Spirito è in noi. Ci abilita a parlare e ci dà forza per
testimoniare: è Lui la nuova legge di crescita del cristiano. È
Spirito, ma non si oppone al corpo. È Amore e butta nell’esistenza con entusiasmo. È Luce e dirada le nostre tenebre,
indicandoci un cammino sempre in salita e dandoci vitalità,
slancio e dinamismo per conformarci sempre più all’ideale
dell’Uomo perfetto: Cristo.
Lo Spirito è la nuova legge di crescita della nostra vita
morale. Inondati dallo Spirito, grazie al Battesimo, facciamo in
modo che la legge dell’amore si converta nell’amore per la
nuova legge, proclamata da Cristo sul monte delle Beatitudi-
ni. Legge non legata alla costrizione, ma all’attrazione, tipica
dell’amore. Lo Spirito Santo opera il miracolo di uniformare
la nostra volontà a quella di Dio, abbattendo in noi il desiderio malsano di onnipotenza (Prometeo), di autodistruzione
(Sisifo), di autocontemplazione asfissiante (Narciso).
La nuova legge non riguarda tanto il nostro sforzo per arrivare a Dio – mettendo in pratica leggi, precetti, comandamenti
– quanto piuttosto il nostro desiderio di accogliere in noi
lo Spirito d’Amore e di “amare nello Spirito”. Ciò significa:
accogliere l’amore, lasciare che l’Amore ami in noi, godere
d’essere amati e realizzarsi facendo circolare l’Amore.
Amiamo perché l’amore è stato infuso nei nostri cuori: Dio
ci ha amati per primo. Il suo amore ci rende amabili e amanti.
Una formazione permanente. Una formica era stanca
di lavorare per trasportare materiale da un formicaio all’altro. Era un insetto filosofo: si chiedeva se avrebbe trascorso tutta la sua vita lavorando e basta. Un giorno, uscendo
dal formicaio, vide il cielo. Era bellissimo! Ma non poteva
fermarsi a contemplarlo, perché tutte le altre compagne la
spingevano da ogni lato. Si coricò contenta al pensiero di
rivedere il cielo.
Il mattino seguente si ripeté la stessa situazione, così neppure quel giorno poté contemplare il cielo. Andando a dormire, disse a se stessa: «Domani, capiti quello che capiti, mi
fermerò a contemplare il cielo!» Così fece, incurante di venire
calpestata e schiacciata dalle altre formiche.
Quando, satura di cielo, volle rimettersi in moto, non ci riuscì.
Tutte e sei le zampette erano paralizzate, mutilate, schiacciate. Chiese aiuto. Venne la formica capo e le disse: «Disgraziata! Ti sei fermata. Non hai prodotto e hai ostacolato il cammino
delle tue compagne. Per te non chiamerò la formica infermiera.
Tu morirai». «Io morirò – sussurrò la formica – ma ho visto il
cielo».
Vedere il cielo. Contemplare il cielo. Anelare al cielo. Questa
è l’essenza della morale che mira ad educare le coscienze a
una permanente contemplazione della Verità e dell’Amore,
aiutandoci a scoprire in noi lo Spirito Santo che ci suggerisce la legge della santità, il cammino dell’autorealizzazione
(l’uomo si realizza nell’amore) e il privilegio di avere la legge
scritta nel nostro cuore. Il Paraclito ci aiuta a non sentire
i comandamenti come pesante fardello esterno, ma come
mezzo per rimuovere gli ostacoli che impediscono la corsa
verso la salvezza integrale del corpo e dello spirito, per raggiungere la verità.
E una volta scoperta la verità, occorre tradurla nella propria
vita, esercitandosi nel compiere il bene. Ciò produce la “virtù”, che è appunto la facilità nel praticare i dettami di una
coscienza retta. La facilità di fare il bene, attratti dalla bellezza
dell’ordine morale.
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LITURGIA
a cura del parroco
don LUCIANO RAVASIO
IL TRIDUO DEI DEFUNTI
ALL’INIZIO
DELLA QUARESIMA
«Iniziamo lietamente il sacro digiuno e facciamo
risplendere i raggi dei santi comandamenti di Cristo, nostro Dio: la magnificenza della carità, la
purezza della castità e la forza del coraggio.
Così illuminati, ci avvicineremo alla santa Risurrezione del terzo giorno che porta al mondo l'incorruttibilità».
A partire da questo caposaldo siamo invitati a compiere insieme con gioia, entusiasmo, impegno e serenità
quello che il teologo Alexander Schmemann chiama
“Il Viaggio quaresimale”: «La Grande Quaresima
- scrive - ...costituisce davvero una scuola di pentimento
a cui ogni cristiano deve andare ogni anno per approfondire la propria fede, per riconsiderare la propria vita
e, per quanto possibile, cambiarla. È un meraviglioso
pellegrinaggio alle fonti stesse della fede».
Da una parte, una quieta tristezza permea l’ufficio divino: gli abiti liturgici sono neri, l’ufficiatura è più lunga
del solito e più monotona, non c’è quasi movimento.
Letture e canti si alternano e tuttavia sembra che nulla
“accada”.
Ma ci rendiamo conto che proprio questa lunghezza e
monotonia sono necessarie. Poco a poco cominciamo
a comprendere o, meglio, a sentire che questa tristezza
è in realtà “radiosa” e che una misteriosa trasformazione si realizza in noi. È come se raggiungessimo un luogo
PROGRAMMA
Venerdi - Sabato e Domenica:
la RISURREZIONE È CELEBRATA DURANTE LE SS.
MESSE che rinnovano la Comunione con Cristo e i
nostri cari.
Per questo è bello anche dare bellezza alla nostra anima con il sacramento della Confessione.
Venerdi 7 ore 16.30:
VIA CRUCIS E ADORAZIONE FINO alle ore 20.00
a seguire Messa Solenne, Omelia e Benedizione Eucaristica.
Sabato 8 Ore 16.00: Adorazione con il Santo Rosa20 - IL PORTO FEBBRAIO 2014
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LITURGIA
in cui i rumori e la confusione della vita, della strada, di
tutto ciò che di solito riempie i nostri giorni ed anche le
notti, non possono arrivare, un luogo dove non hanno
alcun potere.
È una felicità profonda che non deriva da una causa singola e particolare, ma dalla nostra anima che, secondo
le parole di Dostojevskij, ha toccato “un altro mondo”.
ed è la radice di ogni peccato, poiché avvelena l’energia
spirituale alla sua prima sorgente. Il risultato della pigrizia è la fiacchezza.
Si tratta di uno stato di abbattimento che tutti i padri
spirituali considerano il più grave pericolo per l’anima.
L’abbattimento consiste nel non vedere alcunché di
buono o di positivo: è la riduzione di tutto alla negazione e al pessimismo.
PREGHIERA DI S. EFREM
È veramente un potere demoniaco che è in noi, poiché
Può essere considerata la preghiera tipica della Qua- il diavolo è fondamentalmente un mentitore.
resima:
Egli mente all’uomo sia riguardo a Dio che al mondo;
egli riempie la vita di tenebre e di negazioni. L’abbat«Signore e Sovrano della mia vita, allontana da me uno tersi è il suicidio dell’anima poiché, quando ci si lascia
spirito di ozio, di scoraggiamento, di brama di potere e di prendere da questo stato negativo, si diventa incapaci
loquacità.
di vedere la luce e di desiderarla.
La Quaresima che inizia con il SACRO TRIDUO
DEI DEFUNTI è, dunque, un ritorno all’amore, una
lotta contro una “vita rotta”, contro l’odio, l’ingiustizia,
l’invidia
La Quaresima è un viaggio spirituale e la sua destinazione è la Pasqua, “la Festa delle Feste”... la vita nuova
Il difetto fondamentale da combattere è la pigrizia. È che duemila anni fa è sgorgata dalla tomba, è stata data
quella strana pigrizia e passività del nostro io che sem- a noi, a tutti quelli che credono in Cristo. Viviamola
pre ci spinge in giù anziché all’insù, che costantemente con impegno sapendo che onorando i nostri defunti
ci convince che nessun mutamento è possibile e di con- troviamo in loro una forza rinnovata per vivere la vita
seguenza desiderabile. In realtà è una forma di cinismo con slancio e forza perché dobbiamo abituarci a respiche rende la nostra vita spirituale un tremendo deserto rare la bellezza e lo splendore del Paradiso.
Concedi invece a me tuo servo uno spirito di sapienza, di
umiltà, di pazienza e di amore.
Sì, Signore e Sovrano, fammi vedere le mie colpe e che non
giudichi il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei
secoli. Amin».
rio in suffragio dei defunti
Ore 18.00: in unità con la Cattedrale di Bergamo in
cui la nostra CATECUMENA MARIBEL sarà ACCOLTA E ISCRITTA DAL VESCOVO TRA I CATECUMENI DELLA DIOCESI che la notte del Sabato
Santo riceveranno il Battesimo, la S. Cresima e la Prima Comunione.
Domenica 9 Pomeriggio ore 17.00:
Esposizione - recita del Santo Rosario - Canto del Vespro. A seguire verranno chiamati per nome i defunti
dell’anno (a partire dal Triduo dello scorso anno). È
auspicabile che un familiare porti un lumino all’altare
affinché risplenda durante la Santa Messa conclusiva
delle ore 18.00
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COMUNITÀ
a cura di
GIAN FRANCO GASPARI
La scomparsa del Prof. Lucio Parenzan
ed il nostro Padre Antonio Giudici
Martedì 28 gennaio si è spento a Bergamo, presso l’ospedale Giovanni XXIII, il Prof. Lucio Parenzan.
Al cordoglio espresso da tutto il mondo non può mancare anche
il cordoglio del nostro mensile “Il Porto” per la scomparsa di una
persona così illustre, anche perchè essa è estremamente legata alla
figura del nostro concittadino Padre Antonio Giudici, prematuramente deceduto nel 2002. Il rapporto di amicizia fra Lucio Parenzan e Padre Antonio è cosa indimenticabile per tutti i sarnicesi e per
tutti coloro che li hanno conosciuti.
Erano entrambi legati da un’amicizia autentica, profonda e totalmente gratuita. È risaputo che grazie all’intervento provvidenziale di
Padre Antonio, oltre 200 bambini e alcuni adulti kenyoti sono stati
salvati dagli interventi al cuore del Prof. Parenzan.
Quello che ha fatto il Prof. Parenzan su sollecitazione di P.Antonio,
sia presso l’Ospedale di Bergamo sia presso il “Mater Misericordiae”
di Nairobi (dove il professore si recò più di una volta operando
gratuitamente), è stata cosa così grande che non ha bisogno di ulteriori commenti; tra l’altro è a tutti nota e rimarrà nella storia a lode
perpetua dei due insigni benefattori.
Di tutto ciò vi è ampiamente conferma nel libro: ”Lo chiamavano
Padre Cuore” scritto da P. Gaiga nell’agosto del 2002 subito dopo
la morte di P. Antonio.
P. Antonio Anna e il prof. Parenzan
A Dio spetta remunerarli ambedue con il premio eterno, a noi accomunarli con una grande riconoscenza innalzando al Signore un
grazie senza fine per averci donato entrambi: il Prof. Parenzan per le
vite restituite a tanti bambini e Padre Antonio quale provvidenziale
strumento di bene per tante famiglie. Alla moglie Laura Roncalli, ai
quattro figli ed a tutti i parenti vanno le nostre più sentite condoglianze.
ANNA GABABO – la prima bambina
Keniota operata dal prof. Parenzan
a cura di OLGA GIUDICI
Anna Gababo oggi
Sembra quasi un segno venuto dall’alto.
Due giorni prima della morte del Prof. Parenzan
è arrivata (dopo anni di silenzio) questa mail dal
Kenya: “Bambina salvata da operazione chirurgica
nell’ospedale di Bergamo ora è mamma di quattro
meravigliose bambine, per favore fatelo sapere”.
Allegata a conferma una bellissima foto delle bimbe. Un tuffo al cuore poiché chi scriveva era Anna
Gababo dal paese di Moyale, la prima bambina che
padre Antonio aveva portato a Sarnico nel 1974
per essere operata al cuore.
Allora aveva 16 mesi ed è stata ospite a Sarnico
dal Natale 1974 fino a Pasqua del 1975 quando
rientrò perfettamente guarita.
Con grande dispiacere abbiamo dovuto comuni-
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Sono certa che il professore e Padre Antonio riposano in pace ed ora sono protezione e guida per
me e le mie bimbe.
«È triste aver perso il Prof. Parenzan proprio quan- Li ricordiamo sempre nelle nostre preghiere quotido io cercavo di mettermi in contatto.
diane. Che Dio li benedica!».
Il Professore e il suo team mi diedero una nuova vita Anna Gababo
care che il Prof. Parenzan era morto e dopo pochi
giorni ci ha risposto con questa lettera:
quando avevo pochi mesi e così io ho potuto dare a
mia volta la vita a quattro bellissime bimbe che ora
hanno 13, 12, 10 e 8 anni.
Ringrazio Dio per il lavoro che ha fatto attraverso le
mani del professore e della sua squadra, che siano
tutti benedetti!
P.S. Il nome Anna le è stato dato da P. Antonio
quando l’ha battezzata volendo così tramandare il nome di sua mamma. In Kenya tante
persone battezzate da Padre Antonio portano
il suo nome, quello dei suoi genitori, dei familiari ed amici.
ANNO 1975
Anna Gababo sulla copertina da "il Porto"
Anche il Porto, nel maggio
1975, diede spazio alla vicenda
di Anna Gababo dedicandole
la copertina e le due pagine
dell'editoriale scritte dal parroco don Giovanni Ferraroli.
Il nostro Don John indirizzava
una lettera aperta al padre di
Anna facendo delle considerazioni che sono di straordinaria
attualità.
C'è un passo molto simpatico
quando, riferendo del poco
tempo avuto per conoscersi,
così scrive: «...Forse avremmo
potuto scambiarci qualche parola in più se quel "forsennato" di
padre Antonio fosse stato meno
dinamico e più riposante per quei
pochi giorni di permesso straordinario passati a Sarnico...»
a cura della REDAZIONE
da"il Porto" anno 1975
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TESTIMONIANZE
a cura della
ASSOCIAZIONE VEDOVE "SANTA FRANCESCA ROMANA"
LA TENTAZIONE DI CHIUDERSI IN SE STESSI
Santa Francesca Romana - G. Caccia 16° secolo
TV SAT 2000 di Roma è la TV della CEI,
molto sensibile a temi religiosi e della sfera dell'uomo.
La redazione ha sentito l'esigenza di trattare i "problemi della vedovanza" sotto aspetti diversi. Ha chiesto quindi alla
nostra Associazione "Santa Francesca
Romana Vedove Cattoliche Bergamasche" qualcuno che portasse le propria
esperienza. Questo è avvenuto due volte in pochi mesi, sia ad ottobre che il 14
gennaio scorso. La presidente ha ritenuto
di mandare me ed io ho accettato, non
senza qualche resistenza. Il tema della
trasmissione di ottobre era "la solitudine"
dopo un evento così drammatico come
la perdita del proprio marito e compagno
di vita.
Ci si chiedeva come vincere questa situazione. Le testimonianze sono state tante
e diverse, anche in diretta telefonica. In
studio c'era una psicologa molto brava
che aiutava a capire i diversi comportamenti e dava aiuto a chi ne aveva bisogno.
lo ho portato il mio percorso e il mio
pensiero.
Dopo i primi anni di dolore paralizzante
che tutte noi abbiamo provato, obbligata dalle esigenze della mia famiglia (3 figli
a carico, di cui una bimba di sette anni)
ho cominciato a reagire ed a pensare di
dare un nuovo senso alla mia vita: tutto
era cambiato, anche le relazioni con gli
altri. Ciò che si faceva a due non esisteva
più ed anche le amicizie della coppia si
diradavano. La tentazione era di chiudersi
in se stessi, di vivere di ricordi, sciupando l'unico tempo certo che abbiamo a
disposizione che è il presente. La Chiesa,
grande Maestra, ci insegna che la vita non
merita di essere vissuta solo per se stessi
ed insegna ad aprirsi agli altri; è qui che il
mio Parroco di allora (Don Oliviero) mi
ha indicato l'Associazione a cui noi tutte
apparteniamo. Non ho aderito subito
perché mi dava fastidio persino l'idea di
chiamarmi vedova, ma poi ho accettato
e devo dire che sono contenta: mi sono
sentita in famiglia al fianco di tante sorelle
che provano quello che provo io.
Ho elaborato il mio lutto offrendo aiuto
alle sorelle che ne hanno bisogno.
La trasmissione del 14 gennaio aveva
come tema "il desiderio di rifarsi una vita"
cercando un nuovo compagno.
Nessun giudizio morale, solo opinioni diverse, tutte legittime se frutto di una libera scelta, senza integralismi.
Anche questa volta ho portato la mia
esperienza che è stata quella di rimanere
sola, nonostante fossi ancora relativamente giovane. L'impronta di una famiglia, la
sua storia, la fa prevalentemente la madre
ed io, dopo la morte di mio marito, avevo la preoccupazione di mantenere vivo
il ricordo del padre, uomo retto e buono,
soprattutto per la figlia più piccola i cui
ricordi tendevano a sbiadire nel tempo.
Una volta cresciuti, ho pensato che fosse
diritto dei figli sentire in casa la mancanza
del padre: vivo il ricordo ma vuoto il suo
posto. Nessuno doveva sostituirlo. Non
che non sentissi la solitudine, la mancanza
di appoggio e di tenerezza, ma il mio primo pensiero erano e sono i figli. lo poi mi
sento ancora moglie di mio marito, solo
in un'altra dimensione: ho smesso di essere sua moglie nella storia, ma lo sono
diventata per l'eternità, so che lo rivedrò.
Sento che l'amore che ci ha uniti per anni
ci lega ancora. Ho l'abitudine di pregare
e tra le mie preghiere c'è sempre una richiesta di intercessione a mio marito che
immagino nella gloria di Dio: chi più di lui
può intercedere presso il Padre per i suoi
figli?
Naturalmente non sono mancate le testimonianze di altre signore che hanno
trovato un nuovo compagno, nonostante
la gelosia dei figli, e vivono una vecchiaia
felice.
Mi è stato possibile parlare anche della
nostra Associazione, di quanto sia radicata nel nostro territorio. Ha meravigliato
molto il numero delle iscritte (5.000).
Ho fatto presente che abbiamo un giovane assistente spirituale (Don Marco Peri
etti) che ci stimola nelle iniziative sotto
l'attenzione e la benevolenza del nostro
Vescovo Mons. Francesco Beschi.
Gloria V.
Attraverso le pagine de "il Porto" ricordiamo a tutte le associate che giovedì 20 marzo
alle ore 16.00 si celebrerà presso la notra chiesa parrocchiale una Messa in onore della
nostra protettrice Santa Francesca Romana.
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IL MAESTRO
GIAN CARLO CORNA
PERSONAGGI
a cura di
ALESSANDRO ARCANGELI
Ha insegnato a lungo al conservatorio di Brescia. Ha tenuto concerti anche in Europa.
Ho sempre avuto un rapporto amichevole e come lui sono un
“romantico” e non mi trovo bene col “moderno”.
Da sempre afferma che la musica non è proprietà privata, ma
patrimonio di tutti e da conservare per tutti.
Dal 1972 dirige il coro parrocchiale su incarico di don Giovanni
Ferraroli (mio amico fraterno!) al quale ha dedicato un’IMPROVVISAZIONE dal titolo “PRELUDIO PER IL PARROCO DON
GIOVANNI”.
Ora vanta una quarantennale attività come organista-titolare
della parrocchia di Sarnico. Scrivono di lui gli esperti di musica:
“CORNA è un abile improvvisatore all’organo e la sua conoscenza dello strumento gli consente di proporre un discorso
fluido e unitario che va dal melodioso all’intimo, utilizzando vari
registri ai fini di una continuità espressiva”.
Sono tutte parole difficili per me che sono più portato a gustare
“l’arte” da tagliare a fette e con la polenta, con un buon vino
il M° Corna co don Giovanni Mongodi
rosso di almeno 12 gradi. Ma…quando in Chiesa suona l’amico
Corna o dirige il coro, gioisco e ricordo con piacere quando dirigeva il “SAGGIO ALLIEVI PIANISTI” che vedeva impegnate le
Bergamasco puro-sangue, sarnicese di adozione. Ha onorato la mie figlie ed un cinquantina di partecipanti provenienti da vari
nostra cittadina col suo stile sobrio e con la passione smisura- paesi.
ta per il pianoforte. Ha un amore appassionato ed eterno per Giancarlo ha dato “valore aggiunto” al nostro splendido paese
la musica. Nell’altro secolo diceva alle mie figlie (sue allieve alla (CAPUT MUNDI) e tutti gli siamo grati.
scuola di pianoforte): “la musica è necessaria alla vita, può cam- Mentre Mozart suonava nelle stalle per far aumentare la produzione di latte, il nostro concittadino Corna riesce a farmi medibiarla e migliorarla… vi sarà compagna fedele per sempre”.
È patrimonio di Sarnico. Da sempre dedito alla divulgazione della tare meglio le prediche, sempre più lunghe, dell’amato parroco
cultura musicale, ma soprattutto ha valorizzato i giovani talenti. don Luciano!!!
LA BOTTEGA DEL LAVORO
DE "IL BATTELLO"
Si realizzano oggetti artistici in vetro su ordinazione per:
- bomboniere per matrimoni, cresime, comunioni...
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vostra fantasia.
PASSATE A TROVARCI!
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FOTOCRONACA
a cura della REDAZIONE
S. Messa con gli Alpini
Il coro "Emanuel" che ha animato la S.Messa della giornata della vita
Family Day Cresimandi
11 febbraio omaggio alla N.S. di Lourdes
Nino Grassi - sopravvissuto a Cefalonia
Ritorno al ...passato
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a cura della REDAZIONE
L'ARCOBALENO
KIWANIS CLUB DEL SEBINO
premio "WE BUILD 2014" all'ing. Carlo Riva
Il premio "We Build" (noi costruiamo) è massimo riconoscimento per chi costruisce a favore della comunità e dei suoi territori, è stato istituito qualche anno fa dal
Kiwanis International e viene conferito a chi opera per lo sviluppo culturale, sociale
ed economico del territorio. Per il 2014 il riconoscimento è stato consegnato all'ing.
Carlo Riva alla fine dello scorso mese di febbraio, durante l'incontro mensile dei
soci del sodalizio che ha sede nella nostra cittadina presso il "Cocca Hotel".
La motivazione dell'assegnazione del premio vuole testimoniare come, con l’eccelsa
qualità delle sue realizzazioni, Carlo Riva sia diventato negli anni un punto di riferimento della nautica mondiale e vanto della Comunità del Sebino.
...A SPASSO CON
L'ASSOCIAZIONE CULTURALE "SEBINIA"
L'Associazione culturale "Sebinia" organizza, per il 12 aprile
prossimo, una gita a Vigevano nel corso della quale ci sarà
l'incontro con il nostro concittadino Mons. Maurizio Gervasoni. Per informazioni ed iscrizioni telefonare ai numeri:
349 4702500 - 3289099028 - 328 9672395
COMUNICAZIONE DEL
GRUPPO ALPINI
L'87a Adunata Nazionale degli Alpini si svolgerà quest'anno in Friuli-Venezia Giulia a Pordenone dal 9 all'11 maggio prossimo.
Contrariamente al solito non organizzeremo pulman per
l'evento ma ci recheremo sul posto con mezzi privati.
Il Capogruppo e i consiglieri sono a disposizione per chiarimenti eventuali.
Sappiamo che i paesi vicini organizzano pulman (ad esempio Gandosso a cui fa capo Angelo Monieri - salumiere),
saremo più precisi il prossimo mese.
Stiamo preparando la chiesetta per la grande doppia festa: quella dell'85° di fondazione del Gruppo e del 45° di edificazione della chiesetta in programma nei giorni
10 -11-12 ottobre.
Per l'occasione abbiamo rinfrescato l'arredamento del salone.
Sollecitiamo i soci e gli amici disponibili ad essere vicini al Gruppo per darci una mano: le cose da fare sono
tante, fatevi sentire!
Il Capogruppo ed i consiglieri vi aspettano!
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COSTANZO BUELLI
Un uomo saggio, buono e semplice
Diceva un filosofo cinese: "Il saggio non si mette in mostra e perciò risplende. Non si afferma e perciò si manifesta. Non si vanta e perciò gli viene dato merito. Non si gloria e perciò viene esaltato".
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Luna Park - Un’esplosione di divertimento
Avete mai desiderato stappare un biglietto per il London Eye o per le famosissime montagne russe
Americane? Oppure provare strabilianti attrazioni che vi tolgano il fiato come non mai vi è successo?
Bene… stiamo per costruire ciò che fa per voi!
Come Reparto del Sarnico 1° quest’anno ci siamo posti l’impresa di creare un’area che richiami un
parco divertimenti particolare, costruito da zero esclusivamente con pali (e corde ovviamente).
Sarà una faticosa costruzione ma darà sicuramente un buon prodotto: ci stiamo lavorando da molto.
Dopo una prima fase di brainstorming riservata ai capi squadriglia, tutto il reparto è stato coinvolto.
I progetti e le idee sono numerose e strabilianti. Sulla sicurezza delle legature ed i nodi potete stare
tranquilli: per un’intera uscita di sabato e domenica ci siamo impegnati a perfezionarli e impararne di
nuovi. Abbiamo addirittura partecipato ad una gara a tempo! Tutto questo darà sicuramente i suoi frutti.
L’evento finale si terrà il 15 marzo dove passeremo in compagnia una fantastica avventura piena di
emozione e felicità.
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BUONA STRADA
a cura del Reparto - Gruppo Scout
Arriva un tempo in cui anche il cammino educativo dello scout finisce. E
quando arriva questo momento è un
periodo di grande gioia, non solo per
chi sente di essere giunto alla maturità ma anche per coloro che sono stati
suoi compagni durante il suo percorso di crescita e desiderano vederlo
spiccare il volo verso nuovi obiettivi.
È così che nella data del 25-26 gennaio il clan ha organizzato a Predore
la cerimonia di partenza per il suo
compagno Matteo. La serata è stata
animata da giochi atti a ripercorre i
momenti più ironici o significativi del
suo vissuto in clan, a ricordare tutte
le avventure vissute in sua compagnia. I capi hanno organizzato la veglia, il momento più intenso della serata,
proponendo letture e spunti di riflessione che dessero
modo di riflettere sui concetti di “partenza” e “crescita”.
C’è stata una dimensione quasi magica quando Matteo
ci ha porto i suoi saluti prima che noi ci coricassimo. A
quest’ultimo è toccato il gravoso impegno di rimanere
desto per tutta la serata, vegliando durante l’ultima notte passata come membro del clan.
Ed è così che la mattina dopo, con un saluto gioioso,
una stretta di mano accompagnata dal consueto “Buona strada” e quello che sembra l’ultimo sorriso condiviso insieme nella realtà del clan ci accingiamo a salutare
Matteo. Il nostro amico si è fatto uomo ed è pronto a percorrere l’ultimo tratto di strada che lo separa
dal diventare adulto con la sola compagnia di se stesso.
I momenti vissuti in clan sono ricordi, ricordi che in questo particolare momento bruciano come tizzoni ardenti
nella mente del nostro compagno che si allontana dal
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nostro cammino per imboccarne
uno tutto suo. I ricordi sono suoi
fedeli compagni di viaggio perché
gli rammentano come in questi anni
lo scoutismo gli abbia dato l’opportunità di migliorarsi e di maturare
come uomo.
Il clan ha infatti questo come scopo: aiutare ciascuno a trovare la propria dimensione
nel mondo. Sia che si decida di continuare a dedicare la
propria vita alla comunità scout, impegnando se stessi
nell’essere responsabile degli altri come educatore, sia
che si decida di prendere una strada diversa verso una
realtà nuova rispetto al mondo scout, gli insegnamenti
appresi negli anni che sono detti “di formazione della
persona” lo indurranno per sempre a comportarsi nel
rispetto delle vita.
Domandate a chiunque sia scout o che ancora risponde
al giuramento del gruppo che cosa l’essere scout rappresenti, egli risponderà che lo scoutismo non è uno
sport o un hobby ma piuttosto uno stile di vita.
Il giuramento fatto, seppure pronunciato da alcuni in giovane età, se nutrito negli anni, rimane vivo e vitale nella
persona. È un bagaglio culturale che la accompagnerà
per sempre nel sentiero che questo sceglierà di imboccare. Se nei lupetti si impara a condividere e nel reparto
ad applicarsi, nel clan si scopre che cosa significhi essere
membri attivi di una comunità. Salutiamo il nostro
amico oramai consapevole di se stesso ed entusiasta di mettersi in gioco nell’interesse degli altri!
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''Solo per oggi...''
CONTENTI DI CAMMINARE
CON GESÙ
Cammino di Quaresima 2014
La Diocesi di Bergamo presenta il Cammino di Quaresima che sarà idealmente una “continuazione” di
quello dell’Avvento: la strada segnata dalla scia della
stella fa continuare i passi delle donne e degli uomini
capaci di Vangelo sulla via della croce.
Il titolo richiama proprio questo: “contenti di camminare con Gesù”. La prima parte, invece,
“solo per oggi” è un chiaro riferimento alle famose
parole attribuite a Papa Giovanni XXIII: “Solo
per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler
risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.
Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto:
vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di
migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere
felice non solo nell’altro mondo, ma
anche in questo. Solo per oggi mi
adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino
ai miei desideri. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio
ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima. Solo per oggi,
compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo
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seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai
due malanni: la fretta e l’indecisione. Solo per oggi
saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come
nessun altro al mondo. Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di
ciò che è bello e di credere nell’Amore. Posso ben
fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita”.
La proposta, vedrà come protagonisti di ogni domenica i personaggi del Vangelo, alla luce delle Beatitudini come ci viene indicato dalla Lettera Pastorale del
Vescovo Francesco.
Concretamente per la nostra comunità:
• alle porte della chiesa parrocchiale sarà disponibile
per tutti il libretto della preghiera di Quaresima,
pensato per le famiglie e gli adulti; sarà in distribuzione dal 1 marzo.
• ai bambini delle elementari durante la catechesi
sarà consegnato il loro specifico percorso di Quaresima;
• i ragazzi delle medie sono attesi per il time out
nella chiesina dell’oratorio dalle 7.30 alle 7.45 da lunedì a venerdì a cominciare da lunedì 10 marzo;
• i bambini delle elementari sono attesi sempre
in chiesina dell’oratorio per il time out il mercoledì
dalle 8.00 alle 8.15;
• in chiesa parrocchiale settimana per settimana sarà
ben visibile l’immagine che accompagna il vangelo
della domenica;
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ASSOCIAZIONI
a cura di
LUCA BIRAGA
ROCK’N SARNEK
PRIMO LUSTRO!
Eh si. Siamo ormai giunti al quinto anno della nostra festa e del nostro
gruppo. Per chi ancora non ci conoscesse, ci ri-presentiamo.
Siamo un gruppo di giovani di Sarnico, autodefinitosi “Cicia Oe” (e in
che altro modo se no!), che per la quinta estate si accinge ad allestire la
“Rock’n Sarnek”, festa che ormai da tradizione apre la stagione più bella
della nostra cittadina, tenendosi sempre il terzo weekend di giugno. Un
gruppo che è nato per creare qualcosa di “giovane”, che a questo paese
era sempre mancato; un gruppo composto da ragazzi di varie età, che
negli anni è cresciuto (siamo ormai una cinquantina), per la maggior
parte lavoratori, che nonostante i vari impegni, dedicano il loro tempo
all’organizzazione della festa, che comporta un lavoro lungo mesi. Ovviamente a titolo assolutamente gratuito.
Un gruppo che ha anche aiutato, con la propria presenza fisica e non
solo, l’amministrazione comunale, la Pro-Loco, l’associazione commercianti e l’oratorio in alcune delle loro manifestazioni.
Il nostro scopo è quello di creare un momento di aggregazione, dove
tutti possano divertirsi in modo corretto e genuino, attraverso un intrattenimento che comprende musica, tornei, momenti di svago e la cucina
sempre aperta.
La festa in questi anni è riuscita a coinvolgere tanta gente di tutte le età,
sia di Sarnico che dei dintorni, e questo ci da la conferma che stiamo
facendo un buon lavoro, oltre che rendercene fieri.
E non lo facciamo certo per riempirci le tasche, anzi. Il fine più nobile
di questa manifestazione, infatti, è di riuscire ad aiutare chi ne ha bisogno: negli anni precedenti abbiamo donato grossa parte dei ricavati
a diverse associazioni (Avis Sarnico, Terremotati dell’Emilia, l’Istituto
Angelo Custode di Predore, l’Associazione "Aiutiamoli a Vivere"), ed
anche quest’anno non mancheremo di farlo.Tutto ciò ovviamente non
è realizzabile solo grazie al nostro impegno, che non ci stanchiamo mai
di mettere (alcuni di noi nel frattempo si sono sposati o hanno avuto
figli, ma non hanno fatto mancare il loro apporto!), ma necessitiamo
sempre di donazioni per far fronte ai tanti costi che si presentano nella
realizzazione di un evento di questo tipo; quindi, se qualcuno si sente di
darci un aiuto, accettiamo ben volentieri!
Che dire ancora, noi siamo già all’opera per preparare la prossima festa, che si dovrebbe tenere (con la burocrazia il condizionale è sempre
d’obbligo) nei giorni 20-21-22 giugno nella splendida cornice del nostro
Lido Nettuno, e invitiamo tutti a venirci a trovare, sicuri che non ne
rimarrete delusi!
P.S.
Se qualcuno volesse contattarci, può scrivere una mail all’indirizzo
[email protected] o mandarci un messaggio privato nella nostra
pagina “Rock’n Sarnek” su Facebook.
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COMUNITÀ
a cura di
CIVIS - foto di ALDO GERVASONI
SEI DI SARNICO SE...
Revivalmania su Facebook
"Sei di sarnico se..." - Questo è il nome del gruppo creato
su Facebook. Un eterogeneo gruppo di persone che dalla fine di
gennaio ha riscoperto la voglia di raccontare il proprio passato
e il proprio paese, con il piacere e il gusto di leggere fra le righe
ma anche di digitarvi con il sorriso, il sogghigno proprio di chi
ricorda, di chi a quei ricordi della propria infanzia o della propria gioventù - ma anche di momenti attuali - riserva un posto
speciale.
Il fenomeno mediatico del gruppo Facebook “Sei di Sarnico
se…”, in pochi giorni ha raggiunto quasi 800 iscritti e nella bacheca (per i pochi non esperti di social network è la home page
su cui fluiscono i pensieri di tutti) è un trionfo di aneddoti, filmati, fotografie, citazioni, ricordi …in lingua italiana ma anche in
dialetto bergamasco. Un divertimento leggerli e commentarli.
Un tuffo nel passato e un amarcord che allo stesso tempo è
affetto e memoria per il proprio paese.
Personalmente non amo molto Facebook, viviamo - diciamo
così - da “separati in casa”. Sono contro, in particolare, il mettere ininterrottamente in piazza senza vergogna i fatti propri, ammesso che possano interessare qualcuno. Mi ha comunque incuriosito il gruppo “Sei di Sarnico se…” probabilmente perché
l'autore, o come viene chiamato in gergo, “l’Amministratore” è
mio figlio Alessandro, sarnicese doc ma attualmente “emigrato”
a Gandosso con la speranza di tornare presto al suo paese natale. Forse nemmeno lui avrebbe potuto immaginarne il successo.
Un'idea messa in pratica dopo aver visto casualmente il profilo
di Scanzo ed intuendo che avrebbe avuto successo anche da
noi. E così è stato, i sarnicesi si sono scatenati dando il via ad
una corsa a chi ricorda di più e in modo migliore. Con poche
parole molti sintetizzano quanto, ieri e oggi, rappresenti il senso
di appartenenza a questa cittadina che forse non avrà nulla delle
città d’arte, … ma diciamolo chiaramente, a noi sarnicesi basta
guardare il campanile per commuoverci, più che ad altre cose.
Sulla bacheca sono arrivate alcune centinaia di foto, ritagli di
giornali, video e soprattutto migliaia di post (messaggi testuali,
con funzione di opinione o commento, inviati per essere pubblicati) che raccontano di tutto: curiosità, storie, ricordi della
propria generazione. Si riportano alla memoria personaggi tipici quasi dimenticati (uno dei più postato è il Gamèla), ma non
sono da meno le figure del “Batista dèla Forsèla”, dell’Otello
Marini con la canna in mano, dell’Abramino col suo carrettino
che bloccava il traffico e poi le suore dell’Asilo. Molto nominati
la Maria Magiona, il commendator Colombo, ol Castelì che suonava la chitarra, il muratore Lampo, ol Cesèr Penta che metteva
tutti orizzontali, i maestri delle elementari, …gli insegnanti della
mitica media Donadoni, i bidelli: Marini, Cesare e Ugo Belussi,
l’Onorina e la Margherita; e poi ancora la Vincensa e 'l Bertino,
venditori di leccornie “in séma al Terài”, la Caégia con la sua gelateria ambulante, gli invidiati allenatori del calcio femminile... E
poi rispuntano i profumi delle vecchie salumerie, del “trepì” del
Russo al giovedì, del pane fresco dei panettieri della contrada,
le fragranti “spongadine” dèla Magiona, le zügade ai “Bagn dè
sul” cola Nuscia, i campi scuola col don Vico, i tuffi dalla ruota
delle chiatte e l’emozione di infilare la mano nella paraffina del
braciere al cimitero nel periodo dei morti. Luoghi che parevano dimenticati vengono quasi per magia riscoperti e ricordati:
Ol Büsù dove si facevano i bagni, qualcuno ha citato persino
il “vespasiano”, l’inquietante piccolo ambiente in cemento che
si trovava tra la Mej e la Gatta (gli aristocratici lo chiamavamo
“amico” perché, l’amico lo si vede …nel momento del bisogno),
la manifattura “Ravasio”, il mitico ritrovo estivo che tutti chiamano CRE ma che per noi sarnicesi era il CER (così dice uno
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dei post), i “Teèdei” con le due varianti sull’origine del nome, le
Doàne, l’Hotel Cantiere e i pomeriggi passati ad aspettare che
uscissero i calciatori dell’Atalanta, il Colorificio Sebino in piazza
XX settembre che ai tempi si chiama “la Brillante”, con le indimenticabili figure del Ferruccio Buelli e del Ceco Rossi.
Si potrebbe riempire non uno ma dieci numeri de "il Porto"
interi a raccontarle tutte. Il passaparola creato da “Sei di Sarnico
se…” ha coinvolto tantissimi cittadini che hanno contribuito a
raccontare la storia del paese sul social network.
Una “revivalmania” scoppiata in tutta Italia e che si sta allargando in forma altamente epidemica anche tra tanti sarnicesi che
di fronte a smartphone, tablet e computer ridono, copiano, incollano, scrivono, si commuovono e pubblicano foto. Il tentativo
di utilizzare il profilo per fare polemiche o considerazioni personali (pochi per altro) viene immediatamente “bacchettato”
con la minaccia di essere cancellato dal gruppo. Non sono per
nulla graditi riferimenti alla politica e qualsiasi forma di pubblicità.
Il gruppo è stato creato al solo scopo di divertire, fare alcune
riflessioni sul passato storico di Sarnico, ridare emozioni e trasmettere ricordi. Il messaggio è chiaro: chi da poco tempo, chi
da una vita è sarnicese e lo spirito dei sarnicesi è basato sull’ironia, sulla spensieratezza e sulla volontà di passare qualche ora
della giornata tra ciciarade, ö bicer dè chèl bù e öna bèla maiada.
Venite in pace o "stì ala osta cà!"
La cosa più straordinaria di questo gruppo, al di là delle storie che si raccontano, è proprio l'incontro di più generazioni
che ora, dopo aver raccontato il proprio passato sulle pagine di
Facebook, potrebbero davvero …incontrarsi, perché qualcuno
ha azzardato l’ipotesi, per nulla impossibile da realizzarsi, di preparare un mega raduno all'insegna della voglia di ritrovarsi e di
ricordare il paese di ieri e di oggi, con tanto di maglietta celebrativa. E il simbolo potrebbe essere lui, il più postato dai sarnicesi,
"il marinaio sbarcato a Verona" che tornando a casa, di fronte
alla vista del suo lago esclamò: «Ma cos'è questa ...possanghera?!».
E questo è bellissimo!
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ASSOCIAZIONI
a cura del Presidente
VITTORIO MARCONISONI
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA
Gli avisini sono tutti invitati all’assemblea annuale che si terrà presso l’Auditorium Comunale di Sarnico a partirte dalle
ore 10.00.
Il Presidente, oltre a informare sull’operato dell’anno precedente, presenterà il nuovo programma del 2014 (approvato
dal Consiglio Direttivo e dal Gruppo Giovani) che è molto
ricco di appuntamenti, oltre alle classiche donazioni di tutti
i venerdì, dei sabati e delle domeniche come da calendario.
In realtà il 2014 è già avviato per quanto riguarda la presenza
nelle scuole del territorio per l’anno 2013/2014. Infatti i primi incontri sono avvenuti a Villongo ad ottobre e ad Adrara
San Martino a novembre.
Questa attività rappresenta il fiore all’occhiello dell’Avis di
Sarnico e Basso Sebino, che porta ogni anno a conoscenza
dei bambini delle scuole primarie, secondarie e ai giovani
delle superiori (più di 800 alunni) il tema della solidarietà e
il dono di se stessi per salvare vite umane. Tutto questo ha
determinato negli anni risultati lusinghieri; infatti più di 350
Assemblea Avis 1999
donatori su un totale di 730 hanno tra i 18 e i 35 anni e le
donazioni sono passate in meno di 10 anni da 400 a 1200.
Anche quest’anno si consegneranno le borse di studio a uso
didattico per le scuole primarie e secondarie, mentre per le
superiori sarà consegnata al singolo o al gruppo di lavoro. Le
borse di studio avranno un valore totale di circa € 6.000,00.
I titoli dei temi del concorso sono i seguenti:
• Scuole primarie: “Piccole gocce donate con serenità possono riempire un mare di gioia”.
• Scuole secondarie di I° grado: “Come lo studio responsabile genera frutto, così il dono responsabile
crea un frutteto”.
• Scuole superiori: “AVIS: Amore che Valorizza Il tuo
Sangue”.
Le borse di studio verranno distribuite alla fine di maggioinizio giugno presso il Cinema Junior per il comprensorio di
Sarnico, mentre per il comprensorio di Villongo verranno
consegnate presso il Palazzetto dello Sport di Villongo.
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a cura del Presidente
ERNESTO FRETII
ASSOCIAZIONI
ADMO PEPERONCINO RUNNING
CORRERE VERSO LA SOLIDARIETÀ
ADMO Piemonte e Lombardia e PEPERONCINO Team hanno scelto di correre insieme dando vita ad ADMO PEPERONCINO
RUNNING, società sportiva dilettantistica con una marcata finalità
sociale.
Un sogno che unisce due mondi, quello della salute e quello della
malattia, quello dello sport e quello delle gravi patologie del sangue.
Peperoncino Team sogna tutti i giorni: è la passione che muove tutto
da 14 stagioni, che spinge a fare fatica, ad andare oltre i propri limiti.
Admo, l’associazione donatori midollo osseo, sogna dal 1990: vede
un mondo che considera guaribili malattie quali leucemia, linfoma,
GEMELLAGGIO
IN ROSA di Sara Cossu
Domenica 9 marzo 2014
Il gruppo Kayak Sarnico del CsiOratorioSarnico si è lasciato
coinvolgere in una nuova iniziativa, lanciata dai gruppi Kayak dell’Adda e ottima opportunità per conoscersi fra associazioni che condividono la stessa nostra passione.
Si tratta di radunare più Canoa Club possibili per una pagaiata sul
lago d’Iseo dando la priorità, oltre a tutti gli associati, soprattutto
alla “quota rosa”che mai come quest’anno ha vivacizzato le nostre
attività!
A tale proposito è stato scelto proprio il fine settimana dedicato alla
festa della donna.
mielodisplasia, talassemia; un sogno che sembra sempre più realizzabile grazie ai volontari donatori, passati da 2000 a 340 mila.
Il contatto tra i due mondi, Peperoncino e Admo, ha molteplici
obiettivi tra cui diffondere la cultura della donazione e informare
sull’argomento in modo chiaro
e completo, e l’intenzione di aumentare il numero dei potenziali
donatori anche mediante l’organizzazione di eventi.
Per info ed iscrizioni rivolgersi a:
Ernesto Freti 348 2333402 - Fax: 1782288197
Il programma della pagaiata è il seguente:
- Ritrovo ore 9.30 alla base “La Calchera” di Sarnico.
Scarico Kayak e parcheggio auto.
- Percorso: ci si imbarca davanti alla base e si parte
alle 11.00 in direzione della diga di Sarnico costeggiando il lungolago, si risale facendo tappa al bosco
dei tassodi; scorcio affascinante per chi viene sul lago
d’Iseo per la prima volta. Si procede verso Clusane
d’Iseo e si attraversa fino alla prestigiosa Villa Surre, si
passa davanti ai rinomati Cantieri Riva e si rientra alla
base “La Calchera”.
Tempo di percorrenza previsto, pagaiando con tranquillità e considerata la presenza di principianti, tre
ore circa.
- Ogni partecipante verrà informato dal proprio
Canoa Club circa l’abbigliamento e l’occorrente per
sostenere una buona pagaiata, facendo si che ci si ricordi della gita e non del freddo o della fatica.
- Al rientro, previsto per le ore 14.00, recupero auto
e carico Kayak con destinazione al campo sportivo
“Quader” per parcheggio e docce calde.
Quindi tutti a piedi all’Oratorio dove ci aspetta pastasciutta per tutti
e divisione dei viveri (salame, torte salate e dolci, pane, bibite…)
che ognuno avrà portato, con vero spirito di condivisione comunitaria!
L’invito è aperto a tutti i Canoa Club che credono che la
condivisione fortifichi la struttura!
L’obiettivo del gemellaggio è la promozione dell'attività in canoa/
kayak sia sul lago che nel mare e sui fiumi e la condivisione di alcuni
appuntamenti è senz’altro un'occasione positiva di conoscenza ed
esperienza comune fra i Club. Perciò perché no?!
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ASSOCIAZIONI
a cura del Presidente
LEANDRO MORA
ASSEMBLEA
ANNUALE
Si è tenuta domenica 26 gennaio scorso
presso l’Auditorium del comune, l’Assemblea Ordinaria Annuale del nostro
Gruppo Pluricomunale A.I.D.O. di Sarnico.
Un incontro che solo in apparenza potrebbe essere inteso come un qualcosa
di “ripetitivo”, ma che in realtà rappresenta invece un importante momento
associativo, non solo per portare a conoscenza di iscritti e officers di livello
superiore tutte le iniziative intraprese
nel corso del 2013 e presentare quello
che si vuol fare nell’anno in corso, ma
soprattutto per dar modo a noi del
Direttivo di relazionarci con i soci con
i quali condividiamo i medesimi ideali di
solidarietà e dono.
Sentire i pareri, positivi o negativi, sul
nostro operato è certamente un modo
utile per crescere, per migliorare il
modo di “sensibilizzare” ed “informare”
quella parte della popolazione che manifesta ancora poca attenzione al problema della donazione degli organi.
Un momento quindi di riflessione supportato da alcuni dati seri e drammatici:
a fronte dei circa 3.000 trapianti eseguiti
con successo ci sono oltre 9.000 persone in lista d’attesa e 500 di esse, purtroppo, ogni anno muoiono per scarsa
disponibilità di organi ma anche per pigrizia, paura, superficialità, indisponibilità di tempo e diffidenza da parte di tanta gente che manifesta indifferenza ed
egoismo. Ed è proprio leggendo questi
dati che il nostro agire associativo non
diventa ripetitivo, ma un incentivo a raggiungere quel traguardo al quale miriamo da oltre quarant’anni: “Dare vita e
gioia di vivere a chi non ha più speranza”.
Stiamo attraversando un periodo molto
difficile ma è in momenti come questi
che dobbiamo aumentare la consapevolezza che la vera ricchezza è dentro i
nostri cuori e viene arricchita da ciò che
facciamo per il prossimo e cresce ogni
volta che allontaniamo ipocrisia ed egoismo. Nel corso dell’assemblea abbiamo
voluto ringraziare chi, condividendo
i nostri ideali, ci aiuta a raggiungere il
nostro traguardo: Il Consiglio Direttivo
e il sindaco Franco Dometti, sempre
sensibile alle nostre richieste. Grazie al
personale dell’Ufficio Anagrafe, pronto
a darci una mano per l’aggiornamento
dei nostri tabulati e per l’inoltro di permessi ed autorizzazioni. Grazie anche al
comandante della Polizia Locale Marco
Zerbini e ai suoi collaboratori per l’attenzione rivolta alla sicurezza nel corso
dei nostri eventi, al parroco don Luciano
Ravasio per le parole preziose sul valore
dell’altruismo e della solidarietà, tema
ricorrente nelle sue omelie.
Un caloroso ringraziamento alla consorella AVIS, al suo presidente Vittorio
Marconi e al Consiglio Direttivo per la
concessione dell’accogliente sede, al
gruppo Protezione Civile ANA nelle
persone dei presidenti Andrea Bellini
e Paolo Ravelli, sempre pronti ad aderire alle nostre richieste nel corso delle
manifestazioni. Un grazie infine a tutti gli
iscritti e non che con il loro appoggio
materiale e finanziario ci permettono di
realizzare tutte le iniziative di sensibilizzazione, informazione e cultura alla donazione attuate specialmente all’interno
di tutte le scuole di ogni ordine e grado,
primo passo a favore di chi ha diritto ad
una vita migliore.
Segnaliamo con piacere la costituzione
del gruppo AIDO di Adrara San Rocco.
Un altro mattone nel grande muro della
solidarietà.
L’anno da poco iniziato sarà particolarmente importante in quanto il 10 e 11
maggio prossimi festeggeremo il 40° di
fondazione del nostro gruppo Pluricomunale che, oltre a Sarnico, comprende
anche i comuni di Adrara San Martino e
San Rocco, Foresto Sparso e Gandosso.
Presenteremo su “il Porto” del numero
di aprile il programma dettagliato degli
eventi.
Concludo con le parole che il nostro
fondatore Giorgio Brumat disse all’assemblea nazionale di Fiuggi nel 2001:
«…Aumentare l’entusiasmo, ricordatevi
che qualunque discorso anche il più bello
e il più forbito, se non ha una carica di
entusiasmo, di forza, di volontà, di desiderio di fare sempre più e sempre meglio,
non ottiene risultati. Dobbiamo ricordarci
che non abbiamo mai lavorato per noi,
ma che lavoriamo per gli altri, per gli ammalati in particolare. Questo è un modo
vincente per raggiungere gli obiettivi che
ci siamo prefissato».
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ASSOCIAZIONI
a cura di
GIANFRANCO GASPARI
RUBRICA DEL MESE DI GENNAIO 2014
Inaugurazione Anno Accademico
Mercoledì 5 Febbraio, alla presenza di oltre un centinaio di iscritti, nell’auditorium comunale è stato
inaugurato il 17° Corso dell’Università per Anziani.
Fra le Autorità erano presenti: il Sindaco Dometti
con la vice Romy Gusmini il Prevosto Don Luciano il Maresciallo Giuseppe Lo Sardo, comandante
della Stazione Carabinieri il Dr. Mario Fiorendi con
il Dr. Giacomo Anfuso per l’Anteas la presidente
Emy Ruggeri con il Presidente onorario Gianfranco Gaspari per l’Associazione Anziani e Pensionati,
oltre al relatore ufficiale Claudio Cecchinelli che ha
svolto magistralmente la prima lezione dal titolo:
”Le Esposizioni Universali - storia ed ambientazione”.
Durante il saluto le varie autorità hanno espresso
il loro compiacimento per l’iniziativa sempre molto
seguita dagli iscritti, che sono stati invitati a condurre sempre così le loro attività per preparare un
degno futuro alle nuove generazioni.
Particolare il saluto del Comm. Gaspari, cofondatore dell’Università di Sarnico, che ha ringraziato
sia gli iscritti presenti e futuri che la locale Associazione Anziani, promotrice entusiasta dell’iniziativa.
Seguiremo passo passo lo svolgersi di questo Corso tanto interessante per il tema proposto dai dirigenti provinciali: Expo Milano 2015 - Nutrire
il pianeta, energia per la vita (temi e spunti
per la terra di Bergamo).
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a cura di
FRANCESCA PESENTI
SALUTE
LA RIABILITAZIONE
LOGOPEDICA
L’ambulatorio di Logopedia di Habilita- Ospedale di Sarnico, posto all’interno del servizio di Neuropsicologia, è
rivolto alla riabilitazione di disturbi del linguaggio, dell’eloquio e della deglutizione conseguenti a patologie vascolari
e neurodegenerative. I pazienti colpiti da ictus non necessitano infatti soltanto di una riabilitazione volta al recupero
della mobilità degli arti, ma spesso hanno bisogno anche
di un percorso riabilitativo che consenta loro di riprendere a parlare in maniera comprensibile e di alimentarsi
in sicurezza. La disfagia, il disturbo della deglutizione che
è spesso diretta conseguenza di un danno vascolare, sta
ottenendo un sempre maggior interesse in ambito clinico.
L’alterazione del meccanismo deglutitorio può infatti portare all’inalazione di sostanze alimentari nelle vie respiratorie con conseguenze potenzialmente letali per il paziente.
“In questi casi – introduce Giacomo Spada, Logopedista di
Habilita Sarnico - un’attenta valutazione della deglutizione
costituisce la premessa indispensabile di qualsiasi percorso riabilitativo. Soltanto quando avremo messo il paziente nella condizione di alimentarsi in sicurezza, evitando il
rischio di polmoniti, egli sarà in grado di intraprendere
anche il percorso di riabilitazione fisioterapico. Oltre che
ad una corretta diagnosi, l’intervento logopedico mira là
dove possibile al ripristino di una deglutizione fisiologica;
se le condizioni del paziente non lo consentono si punta
all’instaurazione di una deglutizione funzionale in cui, con
particolari tecniche di compenso, il paziente possa ripren-
dere a deglutire in sicurezza”.
Per quanto riguarda i disturbi della parola, possiamo distinguere l’afasia dalla disartria. Entrambe possono essere
conseguenza di insulti vascolari, patologie neurodegenerative o tumorali che colpiscano le aree cerebrali della parola. Mentre però il paziente afasico non “trova” le parole
o incontra difficoltà nella formulazione e nella comprensione di frasi, il paziente disartrico ha un disturbo del linguaggio di tipo motorio, in quanto i suoi organi fonatori (la
lingua, le labbra, le guance), non si muovono con la giusta
rapidità e precisione. In entrambi i casi l’intervento logopedico può rivelarsi decisivo: nel caso di danni vascolari
favorendo un buon recupero funzionale, nel caso di malattie neurodegenerative (è il caso ad esempio della SLA
o del morbo di Parkinson) rallentando il decorso della
malattia ed addestrando il paziente all’uso di strumenti
alternativi di comunicazione.
“Tra le patologie neurodegenerative che possono trarre
maggior beneficio dall’intervento logopedico, c’è senza
dubbio il morbo di Parkinson – conclude Giacomo Spada- La rigidità e il tremore caratteristici della malattia non
interessano soltanto l’apparato muscolo-scheletrico del
paziente, ma ne compromettono anche l’eloquio e la deglutizione, peggiorandone sensibilmente la qualità della
vita. Presso l’Ospedale di Sarnico i pazienti parkinsoniani
possono beneficiare del metodo Lee Silverman Voice Treatment, che attraverso semplici esercizi vocali è in grado
di migliorare in maniera significativa la loro condizione”.
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STORIA
a cura di
GIUSI DOSSI
FRANCESCO NULLO, UN GRANDE SCONOSCIUTO
EROE PER SEMPRE
SECONDA PARTE
Con la seconda parte di questo articolo, termina il contributo
del giornalista di origine sarnicese Giusi Dossi sulle vicende
dell'eroe bergamasco Francesco Nullo. Lo ringraziamo per la
collaborazione offerta al "Porto", la sua cultura storica ci ha aiutato a capire meglio alcuni fatti che sono avvenuti sul nostro
territorio nel periodo risorgimentale.
Terminano questi due articoli ma non finisce però la collaborazione con il nostro concittadino. Il Risorgimento italiano
rappresenta uno dei periodi più significativi per la storia e la
tradizione del nostro popolo che non deve essere dimenticato.
- Oltre le posizioni politiche, quali altri aspetti salienti
emergono dal libro?
Per sviluppare nuove ricerche, si è pensato di scrivere, anziché
un'ulteriore biografia, un saggio a più mani. Solo così riteniamo di
aver sottratto il Nullo dall'oblio in cui era caduto, scandagliando
la sua personalità al di là dei suoi atti coraggiosi. Alcuni esempi: lo
stretto rapporto di amicizia che ebbe con Giuseppe Garibaldi, e
ovviamente la comunione di idee, viene affrontato dalla studiosa
dell'esule di Caprera, Anna Tola.
Nullo, che è sempre stato tramandato accanto ai Camozzi e al
Cucchi, in questo caso Paolo Merla e Franco Nicefori lo avvicinano ad altri garibaldini bergamaschi, rispettivamente ai fratelli
Dall'Ovo e a Daniele Piccinini. Umberto Zanetti ha approfondito
il richiamo del personaggio all'uso frequente del dialetto e al toccante amore che nutriva per la sua città.
Il Nullo imprenditore tessile di successo è l'argomento affrontato
da Mario Sigismondi, anche sotto l'aspetto patriottico. L'affetto e il
sentimento che Papa Giovanni aveva verso il conterraneo famoso
viene ricordato dal suo Segretario, mons. Loris F. Capovilla. Silverio Signorelli ha svolto un'accurata indagine, ormai introvabile, sui
maggiori monumenti dedicati all'eroe, mentre Francesco Ghidotti
fa emergere i particolari del suo arresto a Palazzolo S.O. nel corso
dei “fatti di Sarnico”.
La spedizione della "banda Nullo" in Polonia e l'odissea dei volontari bergamaschi in Siberia, rivivono nelle ricerche di Rosanna
Casari e nelle testimonianze in terra polacca di Andrea Trovesi ".
nuovo, semplicemente finora si è volutamente dimenticato il vero
Nullo o per lo meno il Nullo completo. Mi auguro che altri prima o
poi portino alla luce nuovi particolari di colui che Garibaldi descrisse così bene: “ ... e l'eroico figlio di Bergamo, Nullo, sollevando
la marziale sua fronte e tendendo orizzontalmente la palma della
destra, disse colla potente ed eccitata sua favella: io giuro, sino
all'ultimo respiro, di sostener la causa dei popoli oppressi!”. Ciò
premesso, bisogna dire che la sorte toccata al nostro protagonista
è purtroppo la stessa che la storia ufficiale ha riservato agli altri volontari garibaldini; cioè sono stati dimenticati, insieme ai valori che
incarnavano. Ha scritto il giornalista Romano Bracalini: “Oggi agli
studenti bergamaschi il nome di Francesco Nullo probabilmente
dice poco o nulla .... Tra i tanti eroi fasulli che affollano il nostro
Olimpo, Nullo è il più genuino e il più semplice. Andò come a cer- Perché secondo lei i bergamaschi, con quest'opera, care la morte quando si avvide che il suo ideale era stato tradito.
La storia di Nullo piacerebbe ai giovani. Ma non viene raccontata
possono conoscere il vero Nullo?
Intanto va precisato che la nostra indagine non scopre niente di perché non fornisce l'alibi di cui la storia ufficiale, quella autorizza38 - IL PORTO FEBBRAIO 2014
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STORIA
ta, ha bisogno”.
- Si arriverà un giorno ad avere, secondo lei, un'identità
comune, una memoria condivisa, di quello che è stato il
Risorgimento?
Ho i miei dubbi e non solo perché gli armadi degli archivi di Stato
sono ancora pieni di scheletri, ma perché anche in molti casi non ci
sono più gli armadi stessi. Sono stati letteralmente fatti scomparire
e non sono solo gli storici revisionisti a sostenerlo, ma autorità intellettuali insospettabili, come il presidente del Comitato di Torino
dell'Istituto per la storia del Risorgimento, Umberto Levra. Senza
farla troppo lunga, basti pensare all'interrogatorio nella fortezza di
Alessandria, dove il Nullo era stato tratto in arresto dopo i fatti
di Sarnico del maggio 1862. Ebbene, chi ha letto i fascicoli dei 132
detenuti, ad un certo punto scrive che “manca il seguito dell'interrogatorio del Nullo che, in base alla numerazione degli atti, doveva
essere su quasi due pagine”. Dove è finito? E soprattutto perché
non si è voluto far conoscere integralmente la testimonianza del
luogotenente di Garibaldi, cioè il Nullo, in quell'impresa fallita per
gli intrighi della corte sabauda?
Ha scritto il giornalista bergamasco Marco Nozza nel 1982: “Fra
le non poche colpe dei Savoia c'è anche quella di aver sempre
preteso che la storia fosse scritta a maggior gloria del trono. Questa inclinazione savoiarda a “orientare” il lavoro degli storici ha
determinato un lungo e sistematico lavoro di lucchetto, di sigilli,
di omissis”.
Nel 1912 Giovanni Giolitti raccomandava "molta prudenza nell'aprire gli archivi del nostro Risorgimento", perché "non è bene sfatare leggende che sono belle". Imbarazzante, non è vero, per il
Presidente del Consiglio allora in carica?
Nell'agiografia nazionale Nullo è una figura che ha un posto ben
definito. Basta leggere le belle pagine della “Camicia Rossa” di Alberto Mario per rendersene conto quando lo chiama «il più temerario fra i fedelissimi» perché gli "piacevano" le azioni più pericolose.
La storiografia degli ultimi cinquant'anni non lo ha tirato giù da
quel piedistallo, noi abbiamo solo arricchito la sua figura di una
quantità di sfumature e interpretazioni, eliminando molte semplificazioni, dandogli una dimensione umana, culturale e politica più
ricca. L'abbiamo tirato fuori dalla mitologia e collocato in modo
più giusto dentro il suo periodo storico.
(Fine)
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DAL COMUNE
a cura della
AMMINISTRAZIONE COMUNALE
DI SARNICO
FORZA! IL PIEDIBUS VI ASPETTA
PER PARTIRE
Siamo arrivati al 4° anno di Piedibus a Sarnico e il numero di bambini e genitori fino ad ora coinvolto è stato alto. Viste le numerose richieste pervenute, il
nuovo Comitato Genitori ha deciso di continuare questa buona abitudine, ma
senza l’aiuto di genitori e nonni questo servizio non può funzionare. Aspettiamo
numerose adesioni per far ripartire il Piedibus questa primavera. Significativo il
sostegno dell’Amministrazione Comunale che mette a disposizione attrezzature e segnaletica per il corretto
svolgimento dell’iniziativa. «È davvero un’idea e una realtà ormai geniale per molti aspetti» afferma l’Assessore
all’Istruzione Romy Gusmini «è educativo, aggregativo, fa sentire protagonisti sia i ragazzi che i genitori coinvolti,
non inquina, è anche festoso. So di alcuni genitori che si attivano anche ler lo spuntino lungo il percorso. Come si
può dire no a un’inziativa così positiva?! Fin dal suo inizio l’amministrazione ha promosso e sostenuto il Piedibus e
ora, che cammina davvero da solo, fa la sua parte nel condividerlo».
COS'È IL PIEDIBUS
Il Piedibus è un vero e proprio AUTOBUS che va a piedi ed è formato da una carovana di bambini che vanno a scuola in
gruppo, accompagnati da due adulti, un “autista” davanti ed un “controllore” che chiude la fila.
Come un vero autobus, il Piedibus parte da un CAPOLINEA e seguendo un percorso stabilito raccoglie i passeggeri alle
“fermate” predisposte sul percorso, agli orari stabiliti. Il servizio Piedibus è attivo nella mattina del Sabato.
Il servizio è completamente gratuito e i genitori/nonni accompagnatori prestano la loro opera a titolo di volontariato.
Sono esonerati da ogni responsabilità e coperti, così come i bambini, da polizza assicurativa scolastica nel percorso casascuola-casa.
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DAL COMUNE
Orari del piedibus
ANDATA
CAPOLINEA partenza ore
1° FERMATA passaggio ore
2° FERMATA passaggio ore
3° FERMATA passaggio ore
4° FERMATA passaggio ore
ARRIVO PREVISTO A SCUOLA
RITORNO
PARTENZA SCUOLA
1° FERMATA passaggio ore
2° FERMATA passaggio ore
3° FERMATA passaggio ore
4° FERMATA passaggio ore
CAPOLINEA
LINEA AZZURRA
8,10
8,13
8,15
8,17
8,21
8,25
LINEA AZZURRA
12,30
12,34
12,38
12,40
12,42
12,45
LINEA GIALLA
8,00
8,05
8,10
8,15
8,18
8,25
LINEA GIALLA
12,30
12,37
12,40
12,45
12,50
12,55
LINEA VERDE
LINEA ROSSA
8,02
8,09
8,17
8,15
8,18
8,25
8,25
LINEA VERDE
LINEA ROSSA
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12,40
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DAL COMUNE
a cura della
AMMINISTRAZIONE COMUNALE
DI SARNICO
ALL AROUND
THE TABLE
Per il secondo anno l’Istituto Serafino Riva di Sarnico ospiterà "ALL
AROUND THE TABLE, (Tutti intorno alla tavola) l'International
Food Seminar ESN, un’iniziativa del Progetto Comenius che prevede
scambi culturali per diversi paesi europei.
Dal 10 al 15 marzo 2014 l’Istituto accoglierà studenti e docenti provenienti da diverse nazioni europee per uno scambio culturale che
avrà come tema conduttore quello del "Fair Food", il cibo giusto.
Come ci rapportiamo al cibo quotidiano? Siamo consapevoli del valore non solo materiale ma anche culturale di ciò che mangiamo?
Queste sono solo alcune delle piste di riflessione su cui i partecipanti
al seminario lavoreranno. In particolare, l’Istituto rifletterà sul tema
della “cucina degli avanzi”. Tutto avrà inizio appunto con la mattinata
di accoglienza del 10 marzo, prima giornata che si concluderà con
la cena di benvenuto presso la sala pranzo dell’Istituto Alberghiero.
Seguiranno incontri tutti in lingua inglese, presentazione dei progetti, allestimento di stand ed anche visite guidate a Bergamo Alta e
a Milano. È un’iniziativa dell'Assessore all’Istruzione Romy Gusmini:
«Potersi confrontare con studenti della stessa età e di culture diverse
è senza dubbio un’esperienza che
favorisce le conoscenze e allarga
gli orizzonti.
Desidero complimentarmi con il
corpo docente, i dirigenti, la segreteria, tutto il personale del nostro Istituto: in loro non c’è solo
il senso del dovere nell’esercitare
una professione, ma anche una
grande passione e la consapevolezza di svolgere un ruolo importante nel processo conoscitivo ed
educativo dei ragazzi, passione
premiata dai risultati che in questi ultimi anni il Serafino Riva sta
ottenendo. Non è da tutti avere
un consenso così alto: le iscrizioni
negli ultimi due anni sono notevolmente aumentate.Certo, ciò
comporta il potenziamento delle strutture e degli ambienti. Ma
proprio nei giorni scorsi un funzionario del settore mi diceva che
è meglio avere il problema di trovare nuovi spazi che avere spazi
esistenti da riempire.
Questo è il nostro impegno».
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DAL COMUNE
INVITO ALL'HAPPY HOUR
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COMUNITÀ
a cura di
CRISTINA VOLPI
UN SORRISO PER
GLI ANGELI
conto di un sogno ad occhi aperti all’interno di una
Una serata a favore
dell'Istituto "Angelo Custode" fabbrica occupata, diventa per un operaio l’occasioL’associazione "Il Sorriso di Monica ONLUS" organizza l’annuale serata benefica che quest’anno è in
favore del progetto UN SORRISO PER GLI ANGELI. Il ricavato della serata verrà infatti utilizzato per
attrezzare un’unità didattica multimediale per bambini e operatori presso l’Istituto di Riabilitazione
“Angelo Custode” di Predore.
Domenica 13 Aprile 2014 presso il Cine Teatro Junior si terrà lo Spettacolo Teatrale “Da le ses a le
dò, da le dò a le des” di Silvio Gandellini e Enrico Re,
spettacolo in atto unico in dialetto bresciano. Il rac-
ne per ricordare spaccati di vita degli anni trascorsi
nel luogo di lavoro e nel paese: vicende quotidiane
di uomini che hanno vissuto cambiamenti storici,
conquiste e disillusioni, in un mondo del lavoro in
continuo e attuale divenire.
Lavoro, territorio, lingua; sono gli elementi inscindibili che hanno dato origine alla “nostra Storia”.
L’Associazione ringrazia fin da ora quanti, venendo
ad assistere allo spettacolo, daranno il loro sostegno
al progetto e un grazie al Porto che ci aiuta a divulgare le iniziative.
Per informazioni [email protected]
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Teatro a Sarnico
Sabato 29 marzo
NOVECENTO
dal testo di Alessandro Baricco, estratti della storia di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento
Voce e musica si incontrano per raccontare la storia del pianista
sull'oceano…una storia che contiene storie di un mondo rinchiuso
tra la prua e la poppa di una nave
con Walter Tiraboschi e la musica dal vivo di Michele Mutti
organizzazione Teatro Piroscafo
Scendere da una nave per salire sul mondo che invece pare non avere limiti e confini; la voglia di crescere e la paura di farlo… questo è
Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista che
Sabato 8 marzo
abbia mai suonato sull’oceano. Una musica la sua, che accompagna e
AMORE MIO?
dà vita a racconti di emigrazione, di speranze, di incontri e solitudini.
Un’accozzaglia spiritosa di passioni e tradimenti, reading musicale Storie che fanno ridere e fanno riflettere.
con Alberto Salvi e Matilde Facheris, Claudio Fabbrini alla chitarra e Come se noi tutti fossimo fermi su una scaletta a guardare il futuro
Stefano Armati al contrabbasso
possibile davanti a noi, con la facoltà di tornare indietro, restando
Organizzazione Teatro Piroscafo
comunque fermi.
Un amore cantato e un altro narrato in un montaggio divertente
e al tempo stesso struggente. La lettura si inerpica tra episodi spi- Teatro-Cine Junior
ritosi e liti furibonde. Chi mai non si è occupato di amore? Quale Inizio spettacoli: ore 21.00
cantautore non si è mai soffermato a raccontare le sue e altrui pene Biglietto ingresso
amorose? Quale scrittore non si è mai inoltrato negli oscuri meandri Intero € 7,00 - Bambini € 5,00
della passione? Nessuno. Mai. Ed è perciò che il materiale è vastis- Info:
simo. Dal principio di ogni cosa di Adamo ed Eva, fino agli amori Iat Basso Sebino/ Pro-Loco Sarnico
difficili di Arturo ed Elide, passando da gioie inaudite fino a malinco- tel 035.910900 - www.prolocosarnico.it
nici rimpianti. Sempre e comunque cantando; perché se canti, quasi
sempre, ti passa.
IL NODO TEATRO
Sabato 22 marzo
L’associazione culturale “Il Nodo” nasce nel 1996 per volontà di
Il GIRO del MONDO in OTTANTA GIORNI
attori ed operatori del settore teatrale, nonché di studenti di scuole
Il romanzo di avventura per antonomasia, scritto da Jules Verne nel d’arte e di storia del teatro uniti da un’esperienza formativa. Oggi é
1872, trasformato in una brillante e colorata commedia.
strutturata come centro di produzione stabile ed é fra le più attive
regia e riduzione di Francesco Buffoli e Daniele Bottini
della provincia di Brescia con più di 1.500 repliche in tutta Italia. Dal
produzione e realizzazione Il Nodo Teatro
2004 è attivo anche “il nodo bimbi” che si occupa di produzioni
Una corsa vorticosa contro il tempo che porta Phileas Fogg e il teatrali, corsi e stage per bambini. info: www.ilnodo.com
suo fido Passepartout attraverso quattro continenti e innumerevoli
peripezie.
TEATRO PIROSCAFO
La fantasia di Verne ci porta in un mondo da percorrere con treni e Il neonato Teatro Piroscafo è un laboratorio di teatro permanente
navi a vapore in un lasso di tempo allora impensabile.
attivo a Sarnico dal settembre 2013. Alla guida Walter Tiraboschi,
Quello che da allora non è cambiato è la curiosità della scoperta, un bergamasco che del teatro ha fatto la sua vita. Dopo aver lavol’interesse tutto anglosassone per i popoli stranieri e le loro usanze. rato per anni con studenti e giovani ma anche persone detenute
Un viaggio alla scoperta della diversità e particolarità dei vari popoli nelle carceri, ha deciso di fondare una scuola di teatro, punto di
della terra che rendono questo nostro ormai “piccolo mondo” una riferimento per tutti coloro che nutrono il desiderio di avvicinarsi
fonte straordinaria di caratteri umani, di usi e di costumi. IL VIAG- a questa forma d’arte con serietà e allo stesso tempo entusiasmo.
GIO come scoperta, conoscenza e accettazione dell’altro.
info: [email protected] – cellulare 338.6332224.
IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 45
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SCUOLA
a cura di CIVIS
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Vendita delle arance a scuola
“Cancro, Io ti boccio!”. Con questo slogan i ragazzi delle
scuole elementari e medie di Sarnico e Credaro - dell’Istituto Comprensivo "Eugenio Donadoni" - hanno aderito al
progetto dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro
(AIRC), rivolto a studenti e docenti di ogni ordine e grado.
Fare della propria scuola una piazza: dalle scuole dell'infanzia fino alle secondarie di II grado. Un’opportunità di “dare
una lezione al cancro”, è stata quella attuata dai ragazzi di
distribuire, lo scorso mese di gennaio all’esterno dell’Istituto, le
“Arance della salute”.
«Una doppia finalità condivisa anche dal comitato genitori conferma la professoressa Francesca Zanella, referente dell’Istituto sull’Educazione alla Salute - quella della raccolta fondi (e
quindi beneficenza) e quella altrettanto importante di divulgare
il discorso su una corretta alimentazione, basata soprattutto su
frutta e verdura, con l’obiettivo di creare nei ragazzi la cultura
alla salute e al benessere, consapevoli che il futuro della ricerca
inizia proprio all’interno delle classi scolastiche.
Per una settimana i ragazzi sono stati invitati a portare frutta e
verdura, da consumare nel corso dell’intervallo, per abituarli a
una dieta sana e questo è stato un modo per coinvolgere anche
i genitori».
L’AIRC arriva nelle classi per rendere il cancro sempre più curabile; nasce così il progetto “AIRC nelle scuole”.
Inaugurato nel 2011 con attività rivolte al triennio della scuola
secondaria di II grado, che integravano quanto AIRC svolgeva
già da anni nelle scuole, ha rinnovato nel tempo l'offerta formativa con proposte per ogni ordine e grado, a partire dall'infanzia. Il progetto vede la collaborazione del MIUR (Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca), con programmi e
azioni condivise.
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a cura di
GIOVANNI CADEI
Partecipanti al Meeting giovanile di Capriate S. G.
L’attività sportiva, dopo la pausa natalizia è ripresa a pieno ritmo; per
alcuni lo stop non c’è addirittura stato perché, approfittando della
chiusura scolastica, un atleta ha colto l’occasione per partecipare ad
un’opportunità di allenamento di altissimo livello. Stiamo parlando
di Francesco Cadei che ha deciso di dedicare al Judo alcuni giorni
di inizio gennaio; in particolare Francesco ha scelto di partecipare
alla 14° edizione del Winter Camp di Judo che si svolge da ormai
diversi anni a Lignano Sabbiadoro. Anche quest'anno la partecipazione massiccia da parte di judoka italiani e stranieri ha confermato il
WINTER CAMP quale uno dei più importanti e numerosi stages
d'Europa, superando per il secondo anno consecutivo la quota di
1.000 presenze provenienti da 16 Paesi. Gli allenamenti sono stati
condotti dall’olimpionico, ora coach della nazionale russa, Ezio Gamba, coadiuvato da altre figure di altissimo livello del judo mondiale.
Per Francesco è stata una ottima occasione per conoscere atleti di
alto livello ed, allenandosi con loro, di affinare la sua tecnica judoistica e la tattica di combattimento.
Domenica 26 Gennaio si è svolta a Capriate S. Gervasio la XXIII
edizione del Meeting Giovanile CSI di Judo a cui hanno partecipato
gli atleti più piccoli. Buoni i risultati raccolti riportati di seguito in
dettaglio:
Medaglia d’oro: Emma Bellini e Luca Trapletti
Medaglia d’argento: Lorenzo Valente, Ivan Bettoni, Sigi Arcangeli e Ilenia Bettoni
Medaglia di bronzo: Andrea Piantoni, Angelica Fenaroli e Filippo
Cancelli
Francesco Cadei sul podio alla fase regionale dei Campionati Italiani Cadetti
ASSOCIAZIONI
A.S.D.
JUDO SARNICO
Nel pomeriggio sono scesi sul tatami gli atleti agonisti nel 23° Trofeo
Judo Coral; anche qui buoni risultati:
Francesco Cadei: medaglia d’oro nella categoria 81 kg
Arianna Valente: medaglia d’argento nella categoria 63 kg
Brian Morandi: quinta posizione nei 60 kg
Sabato 8 Febbraio si sono svolte infine a Ciserano le fasi regionali di qualificazione al Campionato Italiano Cadetti. Quattro gli atleti a
difendere i colori della nostra associazione.
Braian Morandi e Giulio Panza hanno purtroppo perso il primo incontro rispettivamente con C. Tognazzi e con F. Malinverno; non
avendo usufruito del ripescaggio, hanno entrambi concluso subito
la loro gara. Più soddisfacente la partecipazione di Francesco Cadei
negli 81 kg: due gli incontri vinti al suo attivo, prima contro O. Manzoni delle Energy Mediglia Palestre e poi con M. Kledi del Judo Club
Brugherio. In finale per il 1° posto Francesco, forse combattendo
con troppa irruenza, ha subito un’azione di contrattacco che lo ha
messo a tappeto. Buona comunque la seconda posizione nella classifica finale che gli dà il diritto di prendere parte, sabato 22 febbraio,
alla fase finale che si svolgerà al palazzetto federale di Lido di Ostia.
Anche Arianna Valente ha strappato la qualificazione per la fase
finale di Lido di Ostia giungendo 3° nella categoria 63 kg; Arianna
perde il primo incontro con la bresciana A. Bellandi; accede però al
girone di recupero ed infila tre vittorie consecutive rispettivamente
con R. Ambrogi, S. Gnappa ed A. Bonfanti.
Complimenti vivissimi ad Arianna e Francesco ed in bocca al lupo
per la finale.
Arianna Valente sul podio alla fase regionale dei Campionati Italiani Cadetti
IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 47
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COME ERAVAMO
a cura della
REDAZIONE
Ci viene sempre più spesso richiesta la modalità per poter pubblicare delle vecchie foto.
Semplice: o le portate presso la casa parrocchiale oppure le inviate in formato
digitale a: [email protected]
FAMIGLIE STORICHE
La famiglia Dossi. Una bellissima istantanea del fotografo Sbardolini, in una
classica posa molto in voga a quei tempi. Da sinistra Rodolfo, il papà Angelo, la
mamma Rosa Besenzoni con in braccio la piccola Giusy
La famiglia Mutti Bonardi.
Sotto da sinistra: Mons. Alberto Giuseppe Scola, Vescovo di Norcia e nativo di Calolziocorte, Il Beato
papa Giovanni
XXIII e Mons.
Giovanni Mutti figlio di Giuseppe e Valli Paola (mamma dei Bonardi: Piero, Ernesto,
Bruno ,Teresina ecc.).
Sotto a Sinistra: "Vestivamo alla marinara".
Costantino (Tino) Mutti gran tenore del coro parrocchiale di Sarnico
e fratello di Mons. Giovanni Mutti con Piero Bonardi (foto datata 15
gennaio 1945).
Sotto al centro: Suor Paola (Alessandra Mutti) 40 anni in India con le
Suore di Maria Bambina.
In basso a destra: ancora Mons. Giovanni Mutti con il Vescovo S.E. Mons.
Giuseppe Piazzi.
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GITA A
FATIMA
Una gita indimenticabile con destinazione
Fatima (1 - 6 settembre 1997) da parte di
un gruppo di pellegrini
(presumiamo tutti sarnicesi) guidati da don
Giovanni Ferraroli, ai
tempi parroco della
nostra cittadina.
Non ci è stato possibile identificarli tutti, lasciamo quindi ai lettori
il compito di trovare
parenti e amici. Citiamo solo la mitica Rosi
Sagrestana (al centro).
LA SFILATA
Una foto fine anni '50 "rubata" da Facebook e
pubblicata sul blog del gruppo "Se sei di Sarnico...". Di coloro che sfilano riconosciamo solamente il terzo da sinistra: il mitico bidello Marini.
Il signor Mario Bellini - Talgià - (storico barcaiolo
con postazione al ponte), ha ritenuto più comodo sfilare ...in bicicletta portando sul seggiolino la
figlia Rosiliana.
MONACO - MONTECARLO
Una fotografia datata 1960 (avuta tramite il signor Alberto Sacella) che ritrae un gruppo di sarnicesi nel
corso della costruzione della stazione di servizio "Boat
Service Riva" a Montecarlo.
Da sinistra i tre in piedi:
Taboni, sconosciuto e Virgilio Buelli. In ginocchio: sconosciuto, Gian Franco Rossi, Alberto Sacella e Fausto
(Gianni) Rossi.
Seduti:
Giovanni Venturelli e Giovanni Vigani. In piedi davanti
(con le braccia incrociate) Carlo Rossi.
Di spalle Tarcisio Savoldi.
Sconosciuti gli operai sulla gru.
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COMUNITÀ
a cura di
FRANCESCA GALLI
Dalla Casa di Riposo
DOVE LE PAROLE
FINISCONO
INIZIA LA MUSICA
"È meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall'irrigidimento, dalle convenzioni
a cui tutti andiamo incontro e farci tornare uno
stupore incantato nei confronti delle cose''.
È alle parole di uno straordinario musicista e pianista
quale Giovanni Allevi che mi voglio ispirare per questa
nuova 'aria musicale' che si respira nella nostra “Casa” in
quest'ultimo periodo.
La musica arriva. A tutti ed indistintamente.
Forse è magìa, ma resta un mistero meraviglioso...
Per me e'emozione...vedere i nonni che ballano allegramente, che muovono questi piccoli strumenti, o che semplicemente osservano e sorridono dalle loro carrozzine...
vedere Saverio che picchia sul pianoforte...
allora mi dico 'È arrivata'.
L'idea di portare quella che forse ci piace chiamare 'musicoterapia' ai nostri nonni è nata dall'idea congiunta di noi
animatrici con Alessia, una specialista del settore e che
per un po' ha portato avanti questa attività.
Ora la nostra Anna è diventata davvero brava e in questo
momento sta riscuotendo parecchio consenso.
Grazie all'Associazione Anziani che ci ha fatto dono di
strumenti quali nacchere, tamburelli, sonagli etc.., i nostri
nonni, mentre ascoltano un cd con canzoni dei loro tempi,
ballano e muovono gli strumenti a ritmo di musica.
E ci sono sorrisi ed allegria in queste due ore...
Ci sono gli sguardi stupiti di parenti e volontari che spesso
si uniscono a queste coreografie improvvisate.
Ma soprattutto ci sono loro...i nostri nonni, a cantare, a
suonare tornando per un po’ a tempi dove queste canzoni
coloravano di spensieratezza le loro giornate.
E arrivano anche i ricordi ad arricchire questo momento...
io e Anna ci guardiamo e senza parlare...è la musica che
parla al cuore.
E parla a coloro che magari troppe volte faticano a trovarle quelle parole, vinte dalla malattia..
Parla al loro silenzio.
E a noi non resta che ascoltare...
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a cura di
SERGIO MAFFI
ASSOCIAZIONI
DIVERSAMENTE ABILI
& COMMERCIANTI
Un reciproco affetto
È ormai un "must", qualcosa che bisogna fare assolutamente,
che Commercianti e disabili della "Cooperativa - Il Battello"
celebrino insieme San Mauro.
Ritrovarsi a pranzo per scambiare quattro allegre chiacchiere fa bene ad entrambi. È sempre emozionante vedere l'entusiasmo di queste persone che si sentono al centro
dell'attenzione.
L'atmosfera è quella amichevole tra vecchi compagni di
"merende". E poi quello scambio di piccoli regali è un segno
di reciproco affetto: quest'anno ai commercianti hanno regalato un bellissimo calendario che documenta tutte le attività a cui partecipano nel corso dell'anno. Sono davvero tante e tutte stimolanti grazie alla competenza degli operatori
che riescono sempre a creare forti motivazioni. Altrettanta
contentezza dei disabili nel ricevere l'ombrello e l'agenda
dei commercianti. Insomma San Mauro è un appuntamento
molto atteso che riserva ogni anno gradite sorprese. Guai se
non ci fosse! Appena rientrati dalle vacanze natalizie, iniziano subito a domandare quando arriva San Mauro.
Allora Benedetto, te, San Mauro, non solo mercante d'inverno, ma anche dispensatore di gioia. E benedetti voi commercianti di Sarnico che da anni siete al nostro fianco.
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ANAGRAFE
NELLA CASA DEL
PADRE
a cura dI
ROSALIA MODINA
DEFUNTI DI GENNAIO
1 Giupponi Rosa Elisabetta
di anni 100
Deceduta il 02.01.2014
2 Fedrighini Giacomo
di anni 93
Deceduto il 07.01.2014
Rosa Elisabetta
Giacomo
Luigia
3 Citterio Luigia
di anni 84
Deceduta il 07.01.2014
4 Boni Iole
di anni 82
Deceduta il 07.01.2014
5 Quaranta Carla
di anni 88
Deceduta l'11.01.2014
6 Colosio Orietta
di anni 47
Deceduta l’11.01.2014
Iole
Rosa
Carla
Orietta
Ministrini Rosa
di anni 83
Deceduta il 13.01.2014
È trascorso un anno dalla morte di Ulisse Belometti
(foto San Marco). La famiglia lo vuole ricordare attraverso le pagine de “il Porto” del quale è stato un
attivo collaboratore, contribuendo con i suoi scatti ad
impreziosire il nostro mensile.
Il ricordo dei nostri cari è il patrimonio più ricco che
ognuno di noi possiede. È difficile spiegare il vuoto che
Ulisse ha lasciato nei suoi famigliari e in coloro che
hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
Ci sono persone che trasmettono stima, affetto e ammirazione con il loro decoro e la misurata intelligenza
di chi sa fare anche senza doverlo dimostrare.
Rosa Ministrini sorella di
don Gian Pietro Ministrini.
Deceduta presso la casa di
Riposo Faccanoni
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ANAGRAFE
RINATI ALLA VITA
DELLA GRAZIA
1 Belotti Isaia
di Oscar e di Corsini Maria
Nato a Iseo (BS) il 13.10.2013
Battezzato in questa Parrocchia il 02.02.2014
Padrino: Belotti Elia
Madrina: Belussi Delia
3 Ayed Mahdi Francesco
Nato il 09.11.2003
Battezzato in questa Parrocchia
il 02.02.2014
2 Neè Massimiliano
di Luca e di Belotti Francesca
Nato a Brescia il 10.09.2013
Battezzato in questa Parrocchia il 02.02.2014
Padrino: Neè Gianluigi
Madrina: Belotti Angela Maria
4 Ayed Meniar Maria
Nata il 29.05.2005
Battezzata in questa Parrocchia il
02.02.2014
Capoferri Giulia e Federico
di Stefano e Belotti Alessandra
Nati a Brescia il 03.07.2013
Battezzati nella Parrocchia di Villongo S.A.
il 20.10.2013
Padrini: Capoferri Paolo e
Capoferri Maria Vittoria (per Federico)
Madrine: Belotti Andrea e Belotti Laura
(per Giulia)
Nipoti di Riccardo Belotti
«Tu sei il mio figlio prediletto, in te
mi sono compiaciuto»
(Lc 3,22): le parole che il Padre
rivolge a Gesù al momento di
ricevere il battesimo al Giordano da Giovanni Battista... queste parole, se le abbiamo udite
o no, sono state dette a ciascuno di noi nel giorno del suo battesimo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
Isaia
Francesco e Maria
Massimiliano
Giulia e Federico
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ANAGRAFE
50° di matrimonio
GIUSEPPE CAPRETTI
con
PIERINA GHIRARDELLI
Quanta pazienza, quanta dedizione, ma quanta gioia e
quanto affetto!
Siete stati formidabili.
Tanti auguri per il vostro 50° anno di vita insieme.
Un abbraccio da Gianmario, Sara, Domenico, Mauro, Paola
e parenti tutti.
Il vedervi ancora così uniti dopo tanti anni di vita coniugale, ci insegna quanto sia importante il valore sacro del matrimonio e della famiglia. Vi giungano i nostri più sentiti auguri e quelli di tutta la comunità
La redazione de "il Porto"
TE LO DOVEVO
ti abbia aspettato e che abbiate fatto la strada
insieme: lui atleta abituato alle non competitive, davanti e tu, magari brontolando come a
volte ti capitava, dietro, in cammino per raggiungere il luogo in cui sogni e speranze si avverano, senza se e senza ma.
L’articolo scritto allora, l’ho custodito gelosamente nella memoria del computer così come
la foto che ti ritrae accanto ad una delle tue
opere. È bastato un click ed eccolo qui. Non ho
Gino Feni
toccato una virgola.
«Sì, Gino, questo articolo te lo dovevo! Te l’a- Ed ora riposa in pace Gino, con la tua semplivevo promesso una mattina di settembre del cità e la tua creatività che ha reso le tue opere
2012 quando ci incontrammo al “Circolo”. immortali. Che la comunità trovi il modo di renSiamo andati a casa tua e con entusiasmo mi derti merito per quello che sei stato. E riposa
hai mostrato le tue bellissime “opere d’arte” in in pace anche tu Vanni! Tanta gente ti voleva
miniatura. L’articolo per l’Eco lo avevo anche bene e te ne vorrà per sempre».
scritto e pure spedito in redazione ma poi, per
motivi penso legati al poco spazio disponibile, Sarnico
non venne mai pubblicato. Avrei dovuto insiste- Eugenio Feni, 83 anni, 33 dei quali passati alla
re di più? Può darsi, ma certe azioni credimi, “Riva” come costruttore di prototipi in legno dei
sono semplici a dirsi ma a volte, difficili da farsi. motoscafi più famosi al mondo, con il pensionamento e senza più cartellini da timbrare, ha
Spero tanto che tu mi abbia scusato.
Te ne sei andato pochi giorni fa in una domeni- utilizzato il tempo libero, oltre che per la musica uggiosa, resa ancora più triste dalla notizia ca bandistica che è sempre stata la sua grande
che un altro nostro amico, il “Vanni”, ti aveva passione, per il modellismo, navale ovviamente,
preceduto di poche ore e mi piace pensare che quello vero senza pezzi preconfezionati.
a cura dI
CIVIS
«Per realizzare un modello – dice Eugenio,
“Gino” come lo chiamano tutti - occorrono
passione, pazienza sia nel montaggio sia nella
verniciatura, documentazione storica affidabile
e una buona interpretazione del soggetto». Ha
realizzato più di cinquanta modelli e fra essi
rimorchiatori, battelli, naècc, barche da caccia
ed anche alcuni sommergibili.
Quelli di cui va più fiero sono però i modellini
dei Riva “Summertime” e il “Superamerica”,
prodotti dal cantiere di Sarnico negli anni ’70
e da lui realizzati con dovizia di particolari, in
vetroresina con finiture in teak e mogano. «Ho
imparato il mio lavoro di artigiano - conclude
Gino – giovanissimo in un piccolo cantiere di
Paratico, da un grande maestro: Gerolamo
Caviglia, zio acquisito dell’Ing Carlo Riva». Gino
Feni ha un sogno nel cassetto, che il suo ex
datore di lavoro possa, un giorno, vedere le sue
creazioni.
Se la passione per il modellismo occupa grande
spazio nel suo cuore, Gino Feni nutre il medesimo affetto anche per la musica bandistica.
Di fatto i suoi strumenti sono la tromba, il trombone e la tuba ma ne conosce anche altri ed è
riuscito a trasmettere questa passione a tanti
allievi che ancor oggi lo ricordano con affetto.
Il presidente Alessandro Bellini e tutto il Corpo Musicale Cittadino di Sarnico sono vicini alla famiglia Feni per la scomparsa dell'amico
Gino. Lo ricorderemo come un uomo sempre disponibile ed attivo che ha insegnato la musica ad intere generazioni riuscendo, proprio
per il suo naturale entusiasmo, anche a farla amare. Alla moglie Liliana e ai figli Emilio, Giovanna e Sonia, auguriamo che il dolore lasci
presto il posto alla dolcezza di un ricordo che porteranno sempre nel loro cuore.
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I due Monsignori
Due sacerdoti molto amati a Sarnico in una foto
degli anni '60: Mons. Giovanni Mutti e il Parroco
Monsignor Pietro Bonassi
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