Porto Febbraio 2014.indd 1 21/02/2014 13.34.29 SOMMARIO 1 2 3 4 6 7 8 10 14 15 16 17 18 20 22 24 25 26 27 28 29 30 32 33 34 36 37 38 40 44 45 46 47 48 50 51 53 56 ORARIO SANTE MESSE Copertina: Il fiume Oglio - Foto San Marco Villongo Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici Il nuovo Diacono Editoriale: Ti ringrazio perché mi hai fatto come una meraviglia Calendario e numeri utili Compiti svolti dal C.P.A.C. Il Diacono: Sacramento di Cristo servo Chiesa Universale e Diocesana Liturgia: Ricevere Beata famiglia Riflettiamo: Infinito ed eterno Non abbiate paura di essere generosi col Signore Dinamismo di crescita nello spirito Il Triduo all'inizio della Quaresima La scomparsa del Prof. Lucio Parenzan ed il nostro Padre Antonio La tentazione di chiudersi in se stessi Il maestro Gian Carlo Corna Fotocronaca L'Arcobaleno Costanzo Buelli Rock'n Sarnek: primo lustro Sei di Sarnico se... AVIS: Convocazione assemblea ADMO: Peperoncino Running - Gemellaggio in rosa AIDO: Assemblea annuale Rubrica Associazione Anziani e Pensionati Riabilitazione logopedica Francesco Nullo, un grande sconosciuto eroe per sempre Le pagine del Comune Il sorriso degli Angeli Lagorà Teatro a Sarnico Cancro io ti boccio ASD Judo Sarnico Come eravamo Dalla Casa di Riposo Diversamente abili e commercianti Anagrafe I due Monsignori Festivo ore 8.00 (Parrocchia) - 9.00 (Ospedale) 9.30 - 11.00 -18.00 - 20.00 (Parrocchia) Feriale 8.00 - 16.00 - 20.00 (Parrocchia) Vigilia di Festa ore 18.00 - 20.00 Funerali ore 15.15 Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da venerdì 28 Marzo 2014. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 17 Marzo 2014, a [email protected] o la consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione. FEBBRAI0 2014 Direttore responsabile: Giuseppe Valli Amministrazione: don Luciano Ravasio - Casa parrocchiale: Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971 Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292 Redazione: don L. Ravasio, don L. Fumagalli, don G. Fiorentini, M. Dometti (Civis), R. Gusmini e S. Marini. Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G.Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina. Progetto grafico: Studio Példy Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel. 035 4262490 NUMERI TELEFONICI ED E-MAIL Parrocchia 035 4262490 don Luciano 348 9049113 Oratorio 035 912 078 don Loris 328 3932361 don Giuseppe 347 2659420 Sacrista 339 2087660 Centro pr. ascolto 035 910916 Sala Giochi (Meulì) 035 912107 Cine Junior 035 910916 Porto Febbraio 2014.indd 2 Centro Quader 035 912420 Centro Famiglia 035 911252 Sito web: www.parrocchiasarnico.it E-mail sito: [email protected] Sito C.SI.: www.csioratoriosarnico.it E-mail C.S.I.: [email protected] E-mail de “ilPorto: [email protected] E-mail parroco: [email protected] E-mail don Loris: [email protected] E-mail don Giuseppe: [email protected] E-mail sacrista: [email protected] c/c postale Parrocchia: 49089303 Sito web Oratorio: http://oratorio.parrocchiasarnico.it 21/02/2014 13.34.30 Giuseppe Lo Sardo "Diacono permanente" - foto San Marco Porto Febbraio 2014.indd 3 21/02/2014 13.34.31 EDITORIALE a cura del parroco don LUCIANO RAVASIO TI RINGRAZIO PERCHÈ MI HAI FATTO COME UNA MERAVIGLIA «Esistono solo due modi per vivere la vita Il primo è come se niente fosse un miracolo Il secondo è come se tutto fosse un miracolo» Albert Einstein Navigando nei vari “siti” mi ha affascinato questa frase del grande Albert Einstein che mi ha richiamato alla memoria diversi autori spirituali del nostro tempo, quando sottolineano che il gusto vero delle cose consiste nel sapersi sempre meravigliare in modo nuovo perché solo così ci si accorge che tutto è dono, la vita stessa è il più grande regalo che uno può ricevere e anche quando è segnata dalla difficoltà non può essere vissuta come una realtà banale. Questa frase sottolinea come tutti abbiamo una responsabilità nei confronti della vita stessa che c’è in noi e attorno a noi. Dobbiamo fare come se tutto dipendesse da noi! Ma sapendo sempre che tutto in noi dipende da chi ci ha amati dall’eternità, Dio, il quale mette in ciascuno di noi infinite possibilità di realizzare qualcosa per cui vale la pena di stupirci. Per questo ogni giorno ha qualcosa di “nuovamente bello”: noi abbiamo la responsabilità di farlo risplendere. Quando arriviamo alla cronaca e non sappiamo reagire con forza al suicidio di una ragazzina di 14 anni che si toglie questo dono solo perché i compagni la deridono (in modo grave e offensivo che andrebbe perseguito e punito con tutte le forze), mi fa pensare che manca sempre di più questa capacità di meravigliarsi del bene a tal punto che ci si lascia travolgere dal male. È vero che bisogna sempre essere capaci di interrogarsi sulla realtà, ma è vero anche che ognuno di noi è custode di un dono grandissimo che va assaporato in tanti atteggiamenti ed emozioni che vanno oltre il ragionamento. È per me un dovere educarsi allo stupore. Quante volte ci troviamo ad affrontare momenti di disagio, di problemi familiari, di situazioni difficili nelle relazioni con le persone, di malattia! La prima tentazione è quella di abbatterci e di cercare altre “luci ar- tificiali” rincorrendo solo il bisogno che abbiamo di star bene con noi stessi. Cercando inebriati, rincorriamo cose che al momento ci affascinano, ma non hanno la consistenza di un progetto che si elabora nella fatica e nella responsabilità. Così molto più facilmente ci abbattiamo, e sentiamo il terreno sgradevole e doloroso di ogni giorno. In questi momenti è invece importante ricordare che, anche nelle situazioni più buie, è sempre presente un raggio di sole e che dobbiamo vedere il “tocco” di Dio per lo stupore di quella giornata. 4 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 4 21/02/2014 13.34.31 EDITORIALE ...Anche nelle giornate più buie è sempre presente un raggio di sole far emergere attraverso lo Spirito Santo che ci è stato donato. Rendiamo la nostra presenza piacevole: in casa nostra, nel nostro paese e nella nostra chiesa. Abbandoniamo ogni preoccupazione, mettiamo in ogni Messa la nostra pena perché la comunione che rinnova il patto d’amore tra noi, la comunità e Dio, ci aiuti a realizzare il miracolo più bello che siamo ciascuno. Seguiamo la nostra strada che Dio ci indica ogni giorno e troviamo sempre una meta piacevole da raggiungere. Ricordiamo sempre che qualcuno è felice semplicemente perché noi esistiamo. Non perdiamo mai la capacità di sorridere e cerchiamo di avere uno sguardo sereno, limpido, luminoso e caldo, perché questo rispecchia il nostro cuore e diventa il riflesso più bello di ciò che noi siamo. L’altra tentazione è quella di mettersi in aspettativa in attesa che cambino le circostanze: alziamoci con grinta, preghiamo alzando lo sguardo e mettiamoci a inventare qualcosa di bello per quella giornata con il nostro Dio, lasciando che il nostro spirito si risvegli, e diventando noi lo stupore per chi vive con noi o per chi incontriamo. Bisogna sempre imparare a rinascere dalle situazioni difficili... dentro di noi c'è il vero miracolo che aspetta di emergere perché lasciamo che la vita respiri; dobbiamo uscire da noi stessi perché, se ci rinchiudiamo, finiamo per lasciarci sopraffare e schiacciare dalle nostre sfortune o dalle nostre debolezze. Non c’è più miracolo! Crediamo che il vero miracolo è quella potenza di vita che Dio ha messo dentro di noi e che siamo chiamati a IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 5 Porto Febbraio 2014.indd 5 21/02/2014 13.34.32 Marzo 2014 DOM 02 CARNEVALE MAR 04 ore 20.30 Incontro "La Casa" per separati divorziati risposati a Villongo S. Filastro MER 05 MAGRO E DIGIUNO ore 16.30 Santa Messa dei ragazzi GIO 06 Giornata vicariale con il Vescovo VEN 07 SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI ore 16.30 e ore 20.00 Via Crucis SAB 08 SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI Elezione Catecumeni in Cattedrale DOM 09 SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI ore 16.30 Vespri e Benedizione LUN 10 ore 20.45 Consiglio Pastorale Parrocchiale MAR 11 ore 20.30 Catechesi adulti MER 12 ore 16.30 Catechesi adulti ore 21.00 Genitori dei battezzandi VEN 14 ore 16.30 e ore 20.00 Via Crucis Scuola di preghiera in Seminario SAB 15 ore 15.00 Ritiro catechisti DOM 16 Family Day 1a Elementare NUMERI UTILI UFFICI COMUNALI tel. 035 924111 - fax 035 924165 ore 16.30 LUN 17 ore 20.45 MAR 18 ore 20.30 MER 19 ore 16.30 ore 16.45 ore 20.00 GIO 20 ore 17.00 ore 20.30 VEN 21 ore 16.30 DOM 23 ore 15.00 ore 17.15 LUN 24 ore 20.30 MAR MER VEN DOM 25 ore 20.30 26 ore 16.30 28 ore 16.30 30 ore 17.15 Battesimi comunitari Incontro giovani coppie Catechesi adulti Catechesi adulti Redazione de "il Porto" Ufficio comunitario Centro di primo ascolto COnsiglio pastorale vicariale e ore 20.00 Via Crucis Associazione Santo Rosario Vespri e Benedizione Adorazione e preghiera per i Missionari in San Rocco Catechesi adulti Catechesi adulti e ore 20.00 Via Crucis Raccolta Centro primo ascolto Presentazione sussidi CER Vespri e benedizione PROTEZIONE CIVILE Sede operativa: tel. 035 911893 Responsabile operativo: tel. 338 5467160 e.mail: [email protected] Uffici Amministrativi (anagrafe) tel. 035 924126 da lunedì a venerdì 9.00 -12.30 lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30 Ufficio Tecnico Comunale Urbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145 Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 92414 Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846 da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00 Ufficio assistente sociale tel. 035 924152 lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30 Ufficio tributi tel. 035 924112 mercoledì venerdì2014 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30 6 lunedì - IL PORTO FEBBRAIO EMERGENZA Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112 Caserma Carbinieri: tel. 035 910031 Guardia medica: tel. 035 914553 Ospedale: 035 3062111 Farmacia: 035 910152 orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30 BIBLIOTECA COMUNALE tel. 035 912134 lunedì chiuso Martedì 14.30-19.00 Mercoledì 15.00-19.00 Giovedì 09.00-12.30 15.00-19.00 Venerdì 15.00-19.00 Sabato 09.00-12.30 / 15.00-17.00 Foto Aldo Gervasoni Porto Febbraio 2014.indd 6 21/02/2014 13.34.33 "CENTRO DI PRIMO ASCOLTO COINVOLGIMENTO" ...IN PILLOLE 1200 1000 800 VISITE BORSE 600 400 200 0 2010 2011 2012 Eccoci qua a fare il consuntivo del 2013. Prima di passare ai numeri vorrei citare la preziosa collaborazione con ii Servizi Sociali del Comune che quest’anno più degli altri anni è stata fondamentale, sia nella costruzione di una rete sia nell’unione delle risorse, dando segno di una comunità viva e attenta al benessere di ciascuna persona. Rete allargata anche ai servizi sociali dell’Ambito per i casi un po’ più particolari. Dai grafici allegati si nota l’esponenziale curva di tutti gli interventi. Quest’anno sono state da noi 154 persone/famiglie e di queste 88 nuove, per un totale di 1051 visite suddivise nell’orario settimanale. Sono state distribuite più di 700 borse alimentari; sono state pagate più di COMUNITÀ a cura di Carla Casati 20 bollette; pagato farmaci; acquistato latte in polvere per due neonati fino allo svezzamento; sono stati aiutati 10 bambini con il progetto “Adotta un bambino alla scuola materna”, in collaborazione con il Laboratorio Famiglie Solidali. A Natale due generosi benefattori ci hanno portato: uno 10 grandi pacchi di alimenti da donare a 10 famiglie con bambini e l’altro sei buste con denaro per altrettante famiglie, per far sentire loro che era un momento particolare dell’anno. Inoltre sono state aiutate 12 famiglie con il progetto Ikaros, in 2013 collaborazione con il Comune e la Caritas vicariale di Villongo e poi abbiamo inviato circa 20 famiglie al Fondo Famiglia Lavoro istituito dalla Caritas Diocesana. Tutti gli interventi sono aumentati quasi del doppio rispetto al 2012. Per essere stati in grado di far fronte a tutto questo dobbiamo ringraziare, oltre al Comune, la sensibilità cristiana tradotta in concretezza di tutta la comunità che con le raccolte alimentari e i contributi monetari offerti durante l’anno, hanno reso possibile tutto questo. Non abbiamo avuto la pretesa di risolvere tutti i problemi di queste persone, ma abbiamo dato loro un po’ di sollievo e soprattutto abbiamo fatto sentire loro la vicinanza di tutta una comunità. Concludo con gli ammonimenti che Papa Francesco ha pronunciato nell’omelia della domenica delle Palme 2013: «Questa è la prima parola che vorrei lasciarvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! …non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario; Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione; Non lasciamoci rubare la comunità; non lasciamoci rubare il Vangelo» E …quale modo migliore se non stare vicino ai poveri che abi abitano la nostra comunità. Ricordiamo infine che domenica 30 marzo faremo la raccolta viveri per il CPAC Parrocchiale. Grazie a chi vuol contribuire. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 7 Porto Febbraio 2014.indd 7 21/02/2014 13.34.35 COMUNITÀ a cura del Diacono GIUSEPPE LO SARDO IL DIACONO SACRAMENTO DI CRISTO SERVO Non ho fatto in tempo a scrivere questo articolo sul precedente numero de il Porto. Mi sembrava giusto ringraziare tutta la comunità di Sarnico per avermi bene accolto. Specialmente rinnovo il ringraziamento al nostro Sindaco Dometti per la sua testimonianza affettuosa. Grazie ai nostri amatissimi sacerdoti e rinnovo il grazie al nostro Don Luciano Ravasio, uomo semplice, ma con una dottrina e un bagaglio teologicospirituale solido e pieno d'amore per Dio. Grazie per aver accolto il dono di grazia che Dio ha voluto fare alla Chiesa di Sarnico e alla Diocesi di Bergamo e cioè la presenza di un (ulteriore) Diacono. E come Diacono, per la prima e ultima volta vorrei dissertare sulla domanda: Chi è il diacono?, e non sulla domanda: a cosa serve e cosa fa il diacono?. L'essere e non il fare, del Diacono. Sì! È proprio un dono di Dio perchè ci tengo a dirlo, precisarlo e ricordarlo al fedele, i diaconi, come ci dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.1569 e ss: «...per effetto del sacramento dell'Ordine imprime in loro un segno carattere che nulla potrà cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto diacono, cioè il servo di tutti». Continua il testo del Catechismo al n.1582: «Il sacramento dell'ordine conferisce, anch'esso, un carattere spirituale indelebile e non può essere ripetuto ne' essere conferito per tempo limitato». Al nr.1572 si dice che «...Le tre ordinazioni, del vescovo, del presbitero e del diacono hanno la medesima configurazione». Il loro posto é in seno alla liturgia eucaristica. Al nr.1574 si afferma la diversità nell’unità di questa configurazione e cioè : «....la consegna del libro dei vangeli, dell'anello, della mitra e del pastorale al vescovo, come segno della sua missione apostolica di annunciare la Parola di Dio, della sua fedeltà alla Chiesa, sposa di Cristo, del suo compito di pastore del gregge del Signore; la consegna, al sacerdote, della patena e del calice, l'offerta del popolo santo, che egli è chiamato a presentare a Dio; la consegna del libro dei Vangeli al diacono, che ha ricevuto la missione di annunziare il Vangelo di Cristo. Fino alla promulgazione del “Motu- Proprio Omnium In Mentem” di Papa Benedetto XVI il 26 ottobre 2009 il nr.1581 affermava che: «...Per mezzo dell'ordinazione si viene abilitati ad agire come rappresentanti di Cristo, Capo della Chiesa, nella sua triplice funzione di sacerdote, profeta e Re». ...Poiché in definitiva é Cristo che agisce e opera la salvezza mediante il ministro ordinato.... ( cfr nr.1584 ). Il Motu Proprio lo modificava precisando: ...Da lui (Cristo n.d.r.) i vescovi e i presbiteri ricevono la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo capo della Chiesa, i diaconi invece sono abilitati a servire il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della parola e della carità. Il Motu Proprio, al canone 1009 del codice di diritto canonico, aggiungeva un terzo paragrafo per precisare quanto sopra detto e il canone 1008 veniva modificato confermando comunque che il sacramento dell'ordine, quindi anche del diaconato, imprime il carattere indelebile, costituendo anche il diacono ministro sacro. Tale carattere configura il diacono a Cristo servo del Padre e dell’umanità. È espressione personale della diakonia della Chiesa. Il carattere impresso dell'ordinazione, come ricorda la formula di consacrazione oggi, opera un cambiamento di stato che tocca il suo stesso essere- un cambiamento ontologico. Vari teologi, ma sono una minoranza, ritengono che con l'ordinazione diaconale non si imprime il carattere, ma è un puro errore teologico oltre che dottrinale. Precisare bene in cosa consiste il carattere spirituale diaconale è essenziale per comprendere l'essere teologico del Diacono. Il carattere impresso è di Cristo Signore Servo. Questa preoccupazione di precisare il tipo di carattere impresso all'ordinazione diaconale nasce in Giovanni Paolo II quando modificava pure il n. 875 del CCC con lettera apostolica del 15 agosto 1997, che promulgava l'edizione latina riveduta e corretta del CCC (ca- 8 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 8 21/02/2014 13.34.35 COMUNITÀ techismo della chiesa cattolica) per evitare di estendere al diaconato la facoltà di agire in persona Christi Capitis che invece è riservata ai vescovi e ai presbiteri. Questo per impedire di avere una erronea interpretazione affermando che l'ordinazione diaconale concedeva potestà sacerdotale, e non di servizio del Cristo servo. Come dice il nr.1585: La grazia dello Spirito Santo propria di questo sacramento consiste in una configurazione a Cristo Sacerdote, maestro e Pastore del quale l'ordinato è costituito ministro. Diversamente dai Vescovi e dai presbiteri, si dice al n.1588: Quanto ai diaconi la grazia sacramentale dà loro la fortezza necessaria per servire il popolo di Dio nella diaconia della Liturgia, della Parola e della carità, in comunione con il vescovo e il suo presbiterio. Infatti il Diacono, cita il Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti, promulgato con le Norme sotto indicate il 22 febbraio 1998 (data successiva alla modifica citata del CCC), al Capitolo n.2 circa il Ministero del Diacono, partecipando alla triade diaconia della liturgia, della parola e della carità ... è maestro, santificatore e guida... Nelle Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti, a cura della Congregazione per L'educazione Cattolica e la Congregazione per Il Clero, promulgata nella data predetta, al paragrafo intitolato al Carattere e grazia sacramentale specifica del Diacono al n.7 recita: In quanto grado dell'ordine sacro il diaconato imprime il carattere e comunica una grazia sacramentale specifica. Il carattere diaconale è il segno configurativo-distintivo impresso indelebilmente nell'anima che configura chi è ordinato a Cristo, il quale si è fatto diacono, cioè Servo di tutti. Al n.11 si dice che Dall’identità teologica del diacono, scaturiscono con chiarezza i lineamenti della sua spiritualità, che si presenta essenzialmente come spiritualità di servizio ...Egli, infatti, con la sacra ordinazione è costituito nella Chiesa icona vivente di Cristo servo... Al n.46 del Direttorio citato si dice che :..L'Ordine sacro conferisce al diacono, mediante gli specifici doni sacramentali, una speciale partecipazione alla consacrazione e missione di Colui che si é fatto servo del PADRE.... . Sempre nelle NORME... citate all'Introduzione si dice :... Per mezzo dell'ordinazione si viene abilitati ad agire come rappresentanti di Cristo, Capo della Chiesa, nella sua triplice funzione di sacerdote, profeta e re. Quindi il Diacono riceve il carattere nell'ordinazione e agisce nella persona di Cristo Servo. Non riceve il carattere di Cristo seppure in modo speciale come ricevuto nel Battesimo e nella Confermazione, non riceve neppure il carattere sacerdotale ministeriale, ma riceve per la speciale consacrazione dell'Ordine sacro il carattere di Cristo Ser- vo, Diacono del Padre e dell'Uomo. Il Diacono non è un battezzato laico ma, come cita il Diritto canonico al canone 266: Uno diviene chierico con l'ordinazione diaconale.... Quindi fa parte del clero, della gerarchia ecclesiastica e ha diritti e doveri dei chierici, salvo per alcune norme. Rimando alle pubblicazioni citate che in quanto Diacono è doveroso e obbligatorio citarle. Il Diacono quando proclama il vangelo parla come ministro sacro ossia a nome di Cristo Capo e servo. Non parla con pareri personali e secondo sua dottrina, non parla come battezzato e membra di Cristo, ma come ministro sacro. Egli è sacramento di Cristo Servo, che è venuto per servire e non per essere servito. E in quanto Maestro il Diacono, non può non precisare quanto sopra riferito perché il popolo di Dio sappia e non abbia confusione e abbia a onore il Diacono; come diceva sant'Ignazio di Antiochia in una delle sue lettere scritte nel 110 D.C. ...senza vescovo, sacerdote e diacono non c'è Chiesa. Molte altre cose vorrei dire a proposito del Diacono che è in comunione con Vescovo e il suo presbiterio. Spero che il Diacono sia onorato per quello che rappresenta nella Chiesa e non per quello che lui o altri dice di rappresentare simbolicamente. Il suo specifico carattere è il servizio, caratteristica di tutta la Chiesa. Egli nella celebrazione eucaristica è il ministro del Sangue ed infatti alza, e solo lui, il calice della salvezza come ponte tra il popolo e Dio a mezzo del sacerdote. Egli rappresenta anche il popolo di Dio che si unisce all'offerta di Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini. Tanta è la dottrina sul diaconato e tanti sono i documenti del Magistero, dei Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, che ci vorrebbero ore a citarli. Non abbiate paura di accogliere Cristo Servo nella persona del Diacono che quando accarezza un povero, un ammalato, benedice, agisce in nome di Cristo: è Lui che accarezza, che visita l'ammalato, che benedice. Come potrebbe, altrimenti, amministrare il battesimo, benedire il matrimonio, celebrare le esequie e la sepoltura senza messa, i sacramentali e quant'altro gli è conferito dalla Chiesa, come anche l'omelia, la lettura del Vangelo? Al Diacono sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il servizio, ma a lui è impresso il carattere spirituale specifico che è di Cristo Servo. Questa è la dottrina ufficiale della Chiesa, tutte le altre argomentazioni sono personali e disquisitorie che procurano confusione nei fedeli. Tanti, infatti, sono gli articoli e le pubblicazioni che girano anche in internet. L'indegnità del Ministro, diceva Santa Caterina da Siena, non impedisce la transustanziazione. Tuttavia la santità del ministro sacro, quindi anche del Diacono, è essenziale come ministro dei misteri di Cristo. Si dia lettura, infatti, della formula di consacrazione dei tre ministeri secondo il Pontificale Romano. Il Signore Gesù vi faccia Santi e si ricordi dei suoi Diaconi. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 9 Porto Febbraio 2014.indd 9 21/02/2014 13.34.36 CHIESA UNIVERSALE da AVVENIRE PAPA FRANCESCO: NON DESISTERE DALLO SFORZO ECUMENICO L’udienza del Papa a una delegazione finlandese «Davanti ad alcune voci che non riconoscono più come obiettivo perseguibile la piena e visibile unità della Chiesa, siamo invitati a non desistere nel nostro sforzo ecumenico, fedeli a quanto lo stesso Signore Gesù ha invocato dal Padre: che “tutti siamo una sola cosa” Così ha detto il Papa incontrando una delegazione ecumenica della Finlandia, composta tra gli altri da Teemu Sippo, vescovo cattolico di Helsinki, Kari Mäkinen, arcivescovo della Chiesa evangelica-luterana e dall’arcivescovo Leo della Chiesa ortodossa in Finlandia. Dopo aver rivolto un caloroso benvenuto ai presenti «come hanno fatto per oltre 25 anni i miei predecessori, il Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI». Papa Francesco ha ricordato le parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto, comunità segnata dalle divisioni: «Cristo è stato forse diviso?». «Nel tempo attuale - ha commentato il Pontefice - anche il cammino ecumenico e le relazioni tra i cristiani stanno attraversando significativi cambiamenti, dovuti in primo luogo al fatto che ci troviamo a professare la nostra fede nel contesto di società e culture dove è sempre meno presente il riferimento a Dio e a tutto ciò che richiama la dimensione trascendente della vita. Lo notiamo soprattutto in Europa, ma non soltanto, Proprio per questo motivo, ha continuato il Papa, «bisogna che la nostra testimonianza si concentri sul centro della nostra fede, sull’annuncio dell’amore di Dio che si è manifes t a to in Cristo suo Figlio. Troviamo qui spazio per crescere nella comunione e nell’unità tra di noi, promuo promuodi vendo l’ecumenismo spirituale, che nasce direttamente dal comandamento dell’amore lasciato da Gesù ai suoi discepoli». La stra strada da seguire è quella tracciata dal Concilio redintegratio Vaticano II nel decreto Unitatis redintegratio, che così recita: «Questa conversione del cuore e questa santità di vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l’unità dei cristiani, devono essere considerate come l’ani l’anima di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale». Si tratta di un processo spirituale, che, «si realizza nell’obbedienza fedele ai Padre, nel compimento della volontà di Cristo e sotto la guida dello Spirito Santo» che va quindi introinvocato senza stancarsi perché «ci intro duce nella verità tutta intera, portatrice di riconciliazione e di comunione». 10 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 10 L’ANNO DELLA VITA CONSACRATA PER «SVEGLIARE IL MONDO» Nel 2015 l’itinerario di fede voluto da Papa Francesco C’è anche la promulgazione di una nuova Costituzione apostolica firmata da Papa Francesco sulla vita Contemplativa - che prenderà il posto della Sponsa Cristi di Pio XII risalente al 1950 - nel programma dell’anno dedicato alla vita consacrata che sarà il 2015. Lo hanno rivelato i vertici della Congregazione per i religiosi, che hanno presentato in Vaticano l’evento che era stato annunciato dal Pontefice lo scorso 26 novembre alla fine dell’incontro con 120 superiori generali di istituti maschili. Il cardinale prefetto João de Aviz ha spiegato che quest’anno della vita consacrata «è stato pensato nel contesto dei 50 anni del Concilio Vaticano II, e più in particolare nella ricorrenza dei 50 anni della pubblicazione del decreto conciliare Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita consacrata». «Riteniamo - ha continuato - che il Concilio abbia rappresentato un soffio dello Spirito Santo non soltanto per l’intera Chiesa ma, forse in modo particolare per la vita consacrata». «Siamo pure convinti - ha aggiunto - che in questi 50 anni la vita consacrata ha percorso un fecondo cammino di rinnovamento, non esente certamente sa difficoltà e fatiche, nell’impegno di seguire quanto il Concilio ha chiesto ai consacrati: fedeltà al Signore, alla Chiesa, al proprio carisma e all’uomo di oggi»: Il porporato ha quindi illustrato i tre obiettivi principali dell’Anno: «fare “memoria grata”» di questi 50 anni; «abbracciare il futuro con speranza», «vivere il presente con passione»: In particolare, ha sottolineato il cardinale brasiliano, i consacrati «in questo Anno vogliono “svegliare il mondo” con la loro testimonianza profetica, particolarmente con la loro presenza nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, come il Papa Francesco ha chiesto ai Superiori generali». Alla conferenza stampa, moderata da padre Federico Lombardi, è intervenuto anche il segretario del dicastero, l’arcivescovo francescano José Rodriguez Carballo. Il presule spagnolo ha illustrato il programma dell’Anno dedicato alla vita Consacrata 2015 che comunque è ancora in via di definizione. L’inizio per ora è previsto per Novembre prossimo, Giornata Mondiale «pro orantibus» con la solenne concelebrazione in San Pietro. La conclusione è poi ipotizzata per il 21 Novembre 2015 a 50 anni della Perfectae caritatis. 21/02/2014 13.34.36 CHIESA UNIVERSALE LE BEATITUDINI DI GESÙ NOVITÀ RIVOLUZIONARIA Papa Francesco: la povertà evangelica, una benedizione AL CUORE DELLA MISSIONE SUI PASSI DEL CONCILIO Il cardinal Filoni ai vescovi brasiliani: formazione teologica, chiave per l’annuncio ad gentes Ritornare alle radici autentiche della missione ad gentes. Lo ha chiesto il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, nell’ampio intervento che ha aperto a Rio de Janeiro il seminario, organizzato dai vescovi brasiliani su impegno missionario e ministero episcopale, a 50 anni del Concilio Vaticano II. «L’uso missionario della Parola di Dio è proverbialmente povero nella Chiesa Cattolica», ha notato il porporato. «E in alcuni Paesi - ha aggiunto - assistiamo anche alla facile attrattiva di alcuni cattolici per le Chiese evangeliche o addirittura per le sette para-cristiane». Nel suo intervento, il porporato ha inoltre insistito sul fatto che «l’insegnamento della teologia è poco orientato alla missione» mentre la situazione contemporanea, mondiale, dimostra che «abbiamo bisogno di una visione chiara della missione di Dio nel mondo, del luogo del dialogo, dell’inculturazione, dello sviluppo umano, della promozione dei “valori del Regno”, dentro però una chiara teologia cristologia e soteriologia». Infatti - ha continuato il cardinale Filoni - «il pentimento, il perdono dei peccati e la riconciliazione con Dio e con il prossimo si compiono in Gesù Cristo. Senza questa caratteristica la Chiesa sarebbe un’organizzazione umana come le altre». «È necessario conciliare il pluralismo delle culture e delle espressioni del credere con l’unità della fede. Questo è il lavoro dell’inculturazione del messaggio evangelico. Per raggiungere questo scopo, abbiamo bisogno d persone con esperienza multiculturale nei diversi livelli della Chiesa. Ciò richiede anche una adeguata formazione biblica, patristica, nella tradizione storica della Chiesa e teologica, che non si può ridurre alla semplice informazione dottrinale. Si richiede sempre di più conoscere anche bene la complessa situazione pluriculturale del mondo attuale». In altre parole, sempre più la Chiesa deve essere «realtà in movimento» capace di ascoltare le voci profetiche al suo interno, mettendo al centro il senso dell’incontro con Cristo e della testimonianza autentica». La forza rivoluzionaria delle Beatitudini. È questo il filo rosso che guiderà il cammino dei giovani verso Cracovia 2016. Il Papa lo aveva preannunciato pubblicando i temi delle Gmg del 2014 e dei due anni seguenti. E ha cominciato a dipanare quel filo, con il Messaggio per la Giornata che verrà celebrata su base diocesana nella prossima Domenica delle Palme. «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli». Così ha intitolato il testo che giunge a qualche giorno di distanza del Messaggio per la Quaresima, in cui Papa Francesco esorta ad aver cura di ogni forma di povertà: materiale, morale e spirituale. La sottolineatura è presente anche nelle parole che il Pontefice rivolge ai giovani. Ma il Messaggio della Gmg è ben più ampio e complessivo, poiché inserisce il discorso sulla povertà all’interno di un orizzonte di felicità, che è poi quello delle Beatitudini. Nella prima parte del Messaggio, infatti, Papa Francesco sottolinea che esse «sono portatrici di una novità rivoluzionaria, di un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante». Per la mentalità mondana, scrive il Papa, «è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi, che sia morto su una croce. Nella logica di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati “perdenti”, deboli. Sono esaltati invece il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri» La vera felicità invece, sta nel dire «no alla cultura del provvisorio, della superficialità e dello scarto», nello «smascherare e respingere le tante offerte “a basso prezzo”» che i giovani trovano intorno a loro. E in questo davvero le Beatitudini sono una bussola senza eguali. Ma che cosa significa «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli? Il Pontefice fa riferimento al «concetto ebraico di anawim, i “poveri di Iahweh”, che evoca umiltà, consapevolezza dei propri limiti, della propria condizione esistenziale di povertà. Gli anawim si fidano del Signore, sanno di dipendere da Lui». Ecco dunque che i poveri in spirito trasformano questa consapevolezza in uovo stile di vita. «Anche per superare la crisi economica - annota il Papa - bisogna essere pronti a cambiare stile di vita, a evitare i tanti sprechi. Così come è necessario il coraggio della felicità, ci vuole anche il coraggio della sobrietà». Infine un invito: «Abbiamo tutti bisogno di conversione per quanto riguarda i poveri. Dobbiamo imparare a stare» con loro. «Incontriamoli, guardiamoli negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente». Un invito che contiene la forza rivoluzionaria delle beatitudini. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 11 Porto Febbraio 2014.indd 11 21/02/2014 13.34.37 CHIESA DIOCESANA da L'ECO DI BERGAMO LE SUORE VITTIME DI EBOLA «Hanno trasformato un ospedale in un luogo di speranza per i poveri» Chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione «Sono state martiri della carità. Avevano una competenza infermieristica elevata e riconosciuta. Ma la loro competenza più grande è stata la capacità di trasformare un ospedale in un luogo di speranza e di bene per le persone e per i poveri. Sta qui il loro contagio vero, più forte della malattia che le ha colpite» Così il vescovo Francesco Beschi, nel teatro della Casa Madre delle suore poverelle, durante la Messa con la chiusura del processo diocesano di beatificazione, ha ricordato le sei religiose morte tra l’aprile e il maggio del 1995, dopo essere state contagiate dal virus Ebola mentre curavano gli ammalati nell’ospedale di Kikwit, in Congo. Floranba Rondi, 71 anni di Pedrengo; Clarangela Ghilardi, 54 anni di Trescore; Danielangela Sorti, 47 anni, di Lallio; Dinarosa Belleri, 59 anni, di Villacarcina (Brescia); Annelvira Ossoli, 58 anni, di Orzivecchi (Brescia); Vitarosa Zorza, 51 anni, di Palosco. Una ventina i sacerdoti con celebranti, Presenti anche parenti e conoscenti delle sei Serve di Dio. «Tutte le poverelle del mando sono qui presenti con il cuore - ha detto la madre generale suor Bakita Sertore -. Affidiamo alle nostre consorelle le giovani vocazioni africane e i troppi poveri che gridano dall’Africa». In queste sei vite - ha esordito il vescovo all’omelia - vediamo entusiasmo e passione nella consacrazione alle missioni fino alla donazione totale. Tutti le cercavano e le chiamavano “mamme” o “nonne”. Hanno sempre ricercato il bene delle persone, rivendicato senza paura anche ricorrendo alle autorità. Chi le ha conosciute ha affermato che erano sospinte dall’amore per Dio e per i fratelli e che la sera passavano molto tempo a pregare tanto da essere invitate a riposare. Tutto questo non è fantasia o sdolcinatura, considerata la vita che conducevano». Monsignor Beschi ha ricordato che il processo di beatificazione si fonda sull’eroicità delle virtù delle sei religiose. «La carità verso i poveri è stata la loro regola di vita. Hanno vissuto la vita religiosa nella fraternità, non esitando ad accorrere accanto alle consorelle che si erano ammalate. Avevano prese le loro precauzioni essendo infermiere capaci. Ma sono accorse accanto alle consorelle non per obbedienza od ostentazione, ma come atto di fratellanza cristiana». Al termine della Messa si è svolto il rito di chiusura del processo diocesano di beatificazione, avviato dalla diocesi di Kikwir dove le sei suore sono morte. Il vicario giudiziale monsignor Eugenio Zanetti ha spiegato l’iter della causa a Bergamo, iniziato l’8 aprile dello scorso anno. Durante la Messa, una poverella congolese ha accompagnato i canti con il tamtam e con un grido caratteristico che esprime giubilo nella cultura africana. CATTOLICI, ORTODOSSI ED EVANGELICI «Imperativo pregare per l’unità» «Pregare per l’unità dei cristiani non è un invito, ma un imperativo e una necessità inderogabile». È un passo delle riflessioni del vescovo Francesco Beschi, nell’annuale celebrazione ecumenica della Parola, che è il momento forte della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Traccia della serata era «In te è la sorgente della vita». Foltissima l’assemblea presente, formata da cattolici, cristiani evangelici e cristiani ortodossi di diverse nazioni residenti in Bergamasca. Oltre al vescovo sono intervenuti Winfrid Pfannkuche, da questo mese pastore cristiano evangelico di Bergamo e padre Oleh Podryachyk, della Chiesa ortodossa russa. Salendo sull’altare hanno portato una brocca d’acqua, una Bibbia e un’icona di Cristo. Lo schema della celebrazione è stato preparato quest’anno in Canada, che significa «villaggio» nella lingua degli irochesi. «I cristiani nel mondo abitano un villaggio - ha sottolineato monsignor Patrizio Rota Scalabrini, delegato diocesano per l’ecumenismo -. Il movimento ecumenico non è un fatto europeo, ma mondiale. In questa ottica si sono scelti stili di preghiera a noi inconsueti». Infatti, i presenti hanno pregato rivolti verso oriente, meridione, occidente, settentrione e infine guardando verso l’alto e il basso. «Viviamo il dramma della divisione, ma insieme anche la gioia dell’avvicinamento e della riconciliazione - ha detto il vescovo Beschi -. I doni di Dio sono presenti in ogni Chiesa e devono diventare comprensione reciproca, per imparare gli uni dagli altri». Il vescovo ha ricordato la prossima canonizzazione del Beato Papa Giovanni. «Preghiamo ogni giorno per il dono dell’unità dei cristiani. Infatti, Papa Giovanni ha dato un contributo decisivo sulla strada dell’ecumenismo». È stata poi proclamata la Parola di Dio (Isaia, Salmo, Paolo, Marco), seguita dal commento del Vangelo del pastore Pfannkuche, dalla professione di fede secondo il simbolo di Nicea-Costantinopoli, dallo scambio di simboli delle diverse Chiese cristiane e da otto invocazioni di preghiera, scelte dalle Chiese canadesi: per i poveri e gli affamati, per l’istruzione primaria per tutti, per la dignità umana, per i malati, per le donne che portano una vita in grembo, per chi combatte le malattie, per chi soffre a causa della malsana custodia del creato, e infine per chi si impegni nella solidarietà internazionale. 12 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 12 21/02/2014 13.34.37 CHIESA DIOCESANA LE MILLE VOCI DEL PATRONATO PER L’ABBRACCIO A DON BOSCO «SVEGLIATE IL MONDO E SIATE TESTIMONI DI VITA FRATERNA» «Svegliate il mondo con una testimonianza profetica. Andate e partite dalle periferie geografiche ed esistenziali, soprattutto sofferenti, emarginati e impegno educativo, che è sempre più urgente. Siate testimoni di vita fraterna». Sono le «tre istanze» lanciate dal vescovo Francesco Beschi a religiose, religiosi e persone consacrate in Cattedrale nei Vespri solenni per la XVIII Giornata mondiale della vita consacrata, alla presenza di una folta rappresentanza degli istituti religiosi e scolari della diocesi e del vicario episcopale monsignor Alessandro Assolari. La celebrazione è iniziata nella chiesa del monastero di Santa Grata con l’accensione delle candele attingendo al cero pasquale. Quindi si è formata una processione al canto delle Litanie dei Santi, che, percorrendo via Arena, è confluita in Cattedrale, che era avvolta nel buio, poi squarciato dalle candele e dalla successiva accensione delle luci. Le Sacra Scritture sono state portate all’altare mentre un gruppo di religiose africane intonava un canto in lingua swahili ed eseguendo le danze tipiche dell’Africa. Una religiosa aveva sul capo un piccolo incensiere. «Vi ringrazio per la vostra presenza numerosa e per quanto fate nella nostra Chiesa», ha esordito il vescovo nelle riflessioni, che ha messo in risalto tre immagini. «La prima è la luce. Gesù Cristo è luce del mondo e delle genti. I voti e le promesse della vostra consacrazione avvicinano al Signore e ai fratelli». La seconda immagine «è la processione con le Litanie dei Santi, che sono luce che camminano nella storia, di cui abbiamo sempre bisogno». La terza immagine «è la chiesa buia, che rimane buia e inospitale se la si separa da Cristo». Il vescovo ha infine ricordato che Papa Francesco dedicherà il prossimo anno alla vita consacrata. È seguito il rinnovo dei voti davanti al vescovo, che ha donato un portacandele con all’interno un cero alle religiose e ai religiosi che festeggiano quest’anno il 25° e il 50° di consacrazione. Come don Bepo: gioia, educazione e sobrietà Il Patronato apre ogni giorno le braccia per accogliere la vita di molti. È stato un giorno speciale, perché a varcare quel cancello è stato don Bosco, il Santo dei ragazzi, delle braccia aperte sulle solitudini e sul disagio. Don Bosco è il Padre dello spirito che ha animato l’opera a Bergamo di don Bepo Vavassori. Nella chiesa del Patronato San Vincenzo c’erano centinaia di bambini e ragazzi provenienti dalle scuole della città ad accogliere l’urna di vetro. Don Bosco ha attraversato il cortile del Patronato, una struttura che in città è il cuore dell’accoglienza, dell’educazione e della prossimità. L’urna del Santo è passata accanto agli studenti, agli educatori e agli operatori, agli ospiti e ai volontari. La voce dei bambini si è alzata nel canto e i fazzoletti gialli con riprodotti i volti di don Bosco e don Bepo hanno rallegrato il grigio del cielo. «Don Bepo incontra Don Bosco» alla Casa del Giovane davanti a una platea di catechisti, sacerdoti, allenatori, educatori. La presenza dell’urna di San Giovanni Bosco è stata occasione per proporre una riflessione su «Oratorio, famiglia e scuola per una comunità educativa» introdotta da monsignor Vittorio Nozza che ha ricordato il ruolo educativo della struttura del Patronato San Vincenzo fondata da Don Bepo Vavassori: «Sono stati entrambi sacerdoti e grandi educatori; Don Bepo e Don Bosco hanno tre tratti in comune: vita religiosa, passione educativa, stile di vita sobria». Il salesiano don Domenico Ricca, cappellano del carcere minorile di Torino, ha raccontato attraverso scritti e aneddoti come don Bosco sapesse stare tra i ragazzi. Raffaele Mantegazza, docente di pedagogia alla Bicocca di Milano ha riflettuto sul ruolo della famiglia. Di oratori bergamaschi ha parlato don Emanuele Poletti direttore dell’ufficio diocesano della pastorale per l’età evolutiva: «Una ricerca Ipsos ancora in corso mostra che nelle 389 parrocchie della diocesi ci sono 297 oratori. Gli oratori bergamaschi hanno una stria antica, e sono espressione della comunità che li ha voluti come luoghi di aggregazione e in cui opera, poiché oltre 76 curati, sono migliaia i catechisti, allenatori formatori che li rendono vivi». L’Oratorio diviene una palestra di umanità, secondo una definizione del Cardinale Carlo Maria Montini: «Un luogo - sottolinea don Poletti - dove si sceglie di andare per allenarsi alla vita, un luogo che si occupa di tutta la persona, che educa ad una vita migliore». IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 13 Porto Febbraio 2014.indd 13 21/02/2014 13.34.37 LITURGIA a cura di DON GIUSEPPE FIORENTINI RICEVERE Come accogliere per diventare Figli di Dio nella Liturgia, e non solo... Nella liturgia, abbiamo detto negli scorsi numeri, è più importante ricevere che capire. Per la verità, questo non solo non significa che non sia importante capire, ma molto di più, il vero capire" in realtà è solo un ricevere. Ripercorriamo brevemente quanto dice san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: «In Lui (il Verbo) era la vita, e la vita è la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'afferrarono» (Gv 1, 5). Il verbo che l'Evangelista usa katèlaben - indica l'azione di afferrare, che può significare cogliere, ma anche sopraffare, impadronirsi, tanto che nella nuova traduzione italiana troviamo «le tenebre non l'hanno vinta». Non è certamente questo il modo in cui "cogliere" la Luce di Dio: si tratta infatti di un "capire" quasi violento, che squarta e sviscera l'oggetto della sua conoscenza. Con un esempio forte, potremmo dire che tale modo di capire l'altra persona assomiglia a un'autopsia. Infatti, tale è l'approccio che hanno le tenebre (he skotìa, cioè "l'ombra") nei confronti della Luce: non è un rifiuto, tutt'altro, è l'atteggiamento di chi vuole impadronirsi, e dunque vuole in certo modo ridurre a sé l'Evento (la Luce) che accade di fronte a lui. Poco sotto, Giovanni continua dicendo che il Verbo-Luce venne tra i suoi, che «non l'accolsero (parèlabon)» (Gv 1, 12). I «suoi» non l'hanno «ricevuto / preso con sè», dunque nemmeno questi l'hanno capito, ma loro non perché volessero, come i primi, violentarlo con i loro microscopi e bisturi, ma più tristemente perché non gli hanno aperto la porta, non l'hanno preso sotto braccio con sé, non si sono lasciati incontrare. È desolante che si tratti dei «suoi», cioè di chi aveva una certa familiarità con il Verbo: il rischio di non aprirgli la porta è perciò quanto mai concreto anche per me, e per tutti noi che lo "sentiamo" spesso. «A quanti però lo presero (èlabon), diede loro potere di divenire figli di Dio» (Gv 1, 1-13). L'ultima categoria è quella di chi non mette nessuna preposizione accanto al verbo «prendere», ma semplicemente e naturalmente «prende» la Luce, così come si prende il sole d'estate, lascian- dosi scaldare da Lui, e così piano piano colorare e cambiare dai Suoi raggi. E se il sole d'estate rischia di bruciare la pelle, di certo il Sole del Verbo sa bene come approcciarsi a noi, non ci brucia perché non è un banale corpo celeste senza cuore, ma la Persona del Figlio di Dio che si accosta a me con amore. Quest'ultimo è l'atteggiamento giusto di chi desidera vivere l'incontro d'amore che celebriamo nei gesti liturgici: il semplice «prendere», con stupore, con disponibilità (anche a lasciarsi cambiare), aprendo le zone d'ombra della nostra vita perché siano colorate dalla Luce. Dunque, né violenta analisi microscopica, né quel "cameratismo" con Dio che finisce per essere distratto e non ascoltare davvero. Lo dico in altri termini: è sbagliato vivere la liturgia volendo capire tutto, ricordare tutto, ripetere tutto, cogliere tutto, perché si finisce per fare quello che fanno le tenebre, che vorrebbero sminuzzare e analizzare la Luce, cosicché alla fine ne possano "capire tutto". Ecco perché è divino il silenzio, e persino quello spazio di non-conoscenza che avvolge il "di più" che c'è sempre in ogni celebrazione. Ma è deleterio anche l'atteggiamento di chi si convince che "tanto il Signore ci vuole bene, tanto Lui capisce tutto", perché trasforma la bellezza di Cristo in un banale buonismo, che alla fine diventa incapace di salvarti, perché non lo ascolti/accogli davvero. Se l'atteggiamento che ci permette di diventare Figli di Dio è quello del semplice «prendere», come si prende il Sole, il primo passaggio è quello di chi il Sole lo vede, lo nota, e un pochino lo desidera. Vi suggerisco, perciò, di provare insieme in questo mese a celebrare gli appuntamenti della nostra Comunione di Sarnico preparandoci a "prendere il Sole", cioè risvegliando il desiderio del Verbo-Luce già da quando stiamo uscendo di casa per recarci all'Assemblea. Scommetto che scopriremo tutti quanto sia calda questa Luce! 14 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 14 21/02/2014 13.34.38 a cura della COMMISSIONE VICARIALE DELLA FAMIGLIA FAMIGLIA BEATA LA FAMIGLIA FAMIGLIE DEL VICARIATO IN FESTA Ce l’abbiamo fatta! Anche quest’anno, la vigilia della giornata per la vita, le famiglie del vicariato si sono riunite per far festa. Ma non una festa a base di costine e salame o torte e pasticcini; una festa per ringraziare il Signore per il dono della famiglia. Le testimonianze che abbiamo ascoltato nel pomeriggio sono state forti, ma soprattutto ci hanno dato speranza, ci hanno detto che famiglia è bello e che famiglia con il Signore è ancora meglio. E allora prima ancora di dire “Beata la famiglia che ha fede”, “beata la famiglia che prega” o “beata la famiglia che ha tanti figli” vogliamo dire: BEATA LA FAMIGLIA! La famiglia in se stessa è un dono di Dio, è l’ambiente in cui nasce e cresce la vita, in cui si ritrovano grandi e piccoli per vivere la quotidianità, è il sostegno per ogni persona che vuole vivere la comunione e imparare ad amare. Se ne potrebbero dire mille di cose e anche duemila… Voglio riportare qui alcuni pensieri che i partecipanti all’incontro di Paratico hanno lasciato sul “quaderno rosso”. Vorremmo davvero che l’eco di questo “inno alla gioia della famiglia” che è stato il nostro incontro del 1 febbraio arrivasse a tutte le famiglie del vicariato di Predore: abbiamo sempre da imparare, ma soprattutto è bello condividere le esperienze di ciascuno. Non ci fa sentire soli o in pochi e ci da la forza per affrontare le cose di tutti i giorni con più responsabilità e speranza. Auguriamo a tutte le famiglie di essere come una mongolfiera: c’è chi punta in alto e si fida ciecamente del Signore (il pallone); chi invece è più terra terra, magari con qualche peso (la zavorra) ma l’importante che ci sia il fuoco dello Spirito Santo che la fa volare in alto, molto in alto. L’anno prossimo, sabato 31 gennaio, ci troveremo a Foresto Sparso. Ecco qui alcune piccole riflessioni. - Beata la famiglia dove regna la gioia e non ci si sente mai soli! Questo aiuta a superare i momenti più difficili. - Beata la famiglia che sa ascoltare e accettare le scelte dei figli. - Vivere nel matrimonio non significa pretendere di cambiare l’altro ma di amarsi così come si è perché il Signore ci ama così. - Il passato per la Misericordia, il futuro alla Provvidenza… - Beata la famiglia che nei temporali della vita non si chiude in casa ad aspettare, ma stretta sotto un ombrello, esce ad affrontare le intemperie. - Beata la famiglia che si affida completamente al Signore e sa trovare in Lui la sua forza. - Sentiamo che il Signore vive nei nostri cuori ma è presente anche in casa nostra: in cucina, in camera da letto, in ogni stanza Lui ci accompagna… In ogni luogo, in ogni momento del giorno Lui è con noi e fa parte di noi. - Beata la famiglia che condivide con le altre la grande fiamma della fede, non si sente mai arrivata ed è in continuo cammino per scoprire la bellezza dell’amore di Dio. - Beata la famiglia che, nonostante le tante difficoltà, riesce a dire: “la vita è bella”. - Beata la famiglia che matura la capacità di riconoscere la presenza del Signore nelle prove e negli eventi che incontra sul sentiero della vita, non solo quelli belli e piacevoli, ma anche nelle difficoltà e negli ostacoli; e che da ciascuno di essi sa trarre gli insegnamenti e gli stimoli per migliorare e crescere insieme. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 15 Porto Febbraio 2014.indd 15 21/02/2014 13.34.39 RIFLETTIAMO a cura di PIER LUIGI BILLI RIFLETTIAMO INFINITO ED ETERNO Sono convinto che chi contempla tutto ciò che ha davanti ai suoi occhi avverte dentro di sé il senso dell’infinito, mentre colui che medita e riflette scopre l’eterno. La capacità di comprendere l’infinito ci arriva dal mondo esterno, mentre la nozione dell’eternità esce dal nostro mondo interiore. Infinito ed eterno sono due aspetti essenziali di Dio. L’infinito lo avverto guardando la creazione, riflettendo scopro Dio nella mia anima. Molti sono scettici riguardo a queste verità; essi non sono malati nella mente, sono malati nel cuore. Essere scettici per molti è troppo facile, dimostrano incapacità di concludere senza alcun impegno e dimostrazione. Lo scettico ha una mente debole, indolente. Tutti sono pronti ad una critica, ma pochi sono pronti a costruire. Molti spiriti reclamano la libertà di nulla pensare, altri di prendere in giro qualsiasi autorità ed ogni giusta tradizione, anime troppo meschine, deboli. La vita non è fatta di sole preoccupazioni economiche, l’uomo non è questo, egli sarà tanto più se stesso quanto sarà stato capace di risolvere i problemi assillanti che tormentano la sua interiorità; deve e può risolverli, non deve adagiarsi. Di fronte a questi problemi che sono argomenti eterni di menti meditative, io ho trovato due stati per lo spirito: quello della fede, cioè della credenza in una soluzione fornita da una rivelazione (quella di Gesù Cristo), o quella del tormento dell’anima che dichiara la nostra impotenza nella comprensione e nella conoscenza di questi misteri. L’uomo di fede crede nella parola soprannaturale, quella che un Galileo (Gesù) venne a rivelarci, per volontà del Padre Suo, duemila anni or sono. Non possiamo dimostrare in maniera razionale il grande amore di Dio Padre verso l’umanità e perché ha voluto rivelarsi per mezzo di Gesù Cristo. Bisogna convincerci che la ragione non è tutto, perché occorre anche il sentimento e questo, per me, costituisce la forza della mia convinzione di uomo di fede, perché la fede è in armonia con gli slanci del mio cuore, mentre il materialismo impone alla natura umana delle rinunce che io sento di non poter accettare. Sento fortemente che al capezzale di una persona amata, avverto una voce che grida che l’anima è immortale. Il materialista insulta il cuore dell’uomo quando dice che la morte è il nulla. Poverino, Dio però aiuti anche lui. Qualunque sia la nostra carriera su questa terra: operaio, impiegato, libero professionista, industriale più o meno felice, quando saremo alla grande méta, quella cioè del passaggio definitivo da questa vita all’altra ognuno potrà dire: «Ho fatto quello che potevo, usando tutti i mezzi che Dio mi ha dato per raggiungere quella gioia alla quale ogni cuore aspira». L’Infinito e l’Eterno è Dio, che ha amato tanto il mondo da dare il Suo figlio unigenito (Giov. 3-16). Egli cancella tutte le nostre colpe e ci dà la gioia di essere salvati. Questa è la nostra fede che è più preziosa di qualsisia ricchezza destinata a perire. Tutto ciò bisogna pensarlo ora e non soltanto in punto di morte. L’uomo anela dunque verso la gioia, voglia il cielo che sia sempre così, orientandosi verso quel momento con la forza della perseveranza perché in poco tempo, come fece San Pietro che rinnegò Cristo per tre volte, si può distruggere tutto quello che con fatica un uomo ha cercato di costruire durante il travagliato periodo della sua vita. Amici lettori, io ho sempre insistito sulla perseveranza finale perché la SS. Trinità ce la deve offrire. Noi insistiamo, perché è vitale. Grazie SS. Trinità! 16 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 16 21/02/2014 13.34.39 a cura della REDAZIONE MISSIONARI SERE S E I D A R U A P «NON ABBIATE SIGNORE» GENEROSI COL Con queste parole pronunciate da papa Francesco vogliamo ricordare, attraverso le pagine de "il Porto", due suore missionarie che ad un certo punto della loro esistenza hanno sentito il desiderio di consacrare la loro vita per le Missioni. Il Signore le ha chiamate a dare tutto e la loro risposta è stata chiara. Ricordiamole: Mutti suor Bartolomea (al secolo Giacomina) di Giacomo e di Polini Maria. Nasce a Villongo S. Alessandro il 7 ottobre 1911, entra nell'Istituto a Bergamo il 3 marzo 1932, veste l'abito religioso a Bergamo il 5 settembre 1933 ed emette i voti religiosi a Buenos Aires il 2 febbraio 1936. Muore a Buenos Aires il 26 giugno 1952. Avvertì presto la vocazione missionaria sentendosi attratta dalla vita delle Sante di Lovere. Dopo una breve permanenza a Prasomaso Suor Bartolomea (Sondrio) venne scelta per la missione di Buenos Aires (Argentina) dove giunse il 21 giugno 1935. Svolse il suo servizio all'"Ospedale Italiano" prodigandosi per gli emigrati senza risparmiarsi fatiche, purché fossero ben curati e avessero il necessario nutrimento. E quando constatava incompatibilità con il clima, si adoperava per ottenere loro il certificato per il rimpatrio. Per il suo tratto buono e affettuoso si faceva amare dal personale di servizio: le infermiere trovavano in lei una saggia consigliera e i medici un'idonea collaboratrice. La malattia la colse inaspettatamente in piena attività. Sottoposta a un intervento chirurgico non si riprese più. Consapevole della gravità della sua situazione, offrì la vita per la Chiesa, per l'Istituto, per la famiglia e per l'Ospedale. Suor Paola in missione Mutti suor Paola al secolo Alessandra di Giuseppe e di Valli Paola. Nasce a Villongo il 28 febbraio 1911, entra nell'Istituto a Bergamo il 4 marzo 1933, veste l'abito religioso a Bergamo il 5 settembre 1934, emette i voti religiosi a Milano il 30 settembre 1936. Muore a Castegnato il 19 ottobre 1982 Dopo la vestizione prestò il suo servizio nell'Ospedale di Clusone per breve tempo, poi passò nell'Ospedale Maggiore di Milano dove conseguì il diploma di infermiera-caposala. Nel 1938 incominciò la sua missione in India, che svolse in gran parte nell'Ospedale di Dibrugarh. Ritornò in Italia nel 1979 e visse i suoi ultimi anni nell'infermeria di Castegnato, dove morì. Suor Paola con Madre Teresa di Calcutta IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 17 Porto Febbraio 2014.indd 17 21/02/2014 13.34.40 RIFLETTIAMO a cura di don VALENTINO SALVOLDI DINAMISMO DI CRESCITA NELLO SPIRITO Il mattino della resurrezione Dal dipinto di EUGENE BURNAND - Moudon (Svizzera) 1850 - 1921 Parigi, Musée d’Orsay Giovanni e Pietro corrono al sepolcro La gioia di seguire il Maestro. Paolo VI venne un giorno, inaspettato, al seminario di San Giovanni in Laterano, a Roma. Era stanco e aveva un aspetto triste. Dopo una preghiera fatta in silenzio si diresse all’ambone e, aperta la Bibbia, lesse l’appendice al Vangelo di Giovanni. Dopo una lunga pausa di silenzio, il Papa improvvisò un discorso, parlando dell’amore che Pietro nutriva per Cristo e dell’amore che questi riservava a Giovanni, il più giovane dei discepoli. Un amore non esclusivo, ma rivolto anche a Simone, che lo seguiva con il peso delle sue contraddizioni, con entusiasmi e depressioni, con alte intuizioni e tradimenti. A questo povero uomo, il Risorto ha fatto la proposta di seguirlo, additandogli una croce. E a Giovanni?… Di nuovo Paolo VI fece una lunga pausa e spiegò il senso della risposta di Cristo a Pietro: «Se io voglio che egli resti fino a che io ritorni, che cosa t’importa? Tu, seguimi!». Dopo di che, il Papa concretizzò il discorso per noi studenti di teologia, giovani dai diciannove ai venticinque anni: «L’ultima volta che venni a voi, avevo un regalo per ciascuno. Oggi vengo a mani vuote… Non solo, ma vi leggo un Vangelo in cui si parla di una sequela che porta alla croce». Richiamandosi al testo evangelico, il Papa si domandò come fosse possibile rivolgersi ai giovani con un: «Tu, seguimi» tanto esigente. Quel “mondo”, che Giovanni presentava come tenebra, era tutt'altro che simbolo del male per dei ventenni, testimoni del progresso della fine degli anni Sessanta. Il mondo offriva tante speranze alla nostra giovane età e il Papa non aveva nulla da offrirci? Veramente veniva a noi a mani vuote? «No, un regalo ce l’ho, e lo prendo dal mio cuore: una croce. Io non mi rammarico di proporre una croce ai seminaristi, agli studenti teologi della mia diocesi, perché legato alla croce c’è un enorme potenziale di gioia. Molte volte, sì, anch’io sono triste, ma la mia tristezza è dovuta al fatto che non riesco a comunicare agli altri la profonda 18 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 18 21/02/2014 13.34.40 RIFLETTIAMO gioia che si prova a seguire Cristo, portando dignitosamente la propria croce». Oltre la spontaneità dei desideri. Un enorme potenziale di gioia, legato ad una croce! Possiamo crederci proprio perché risuona come assurdo. La morale evangelica lega il soddisfacimento del proprio potenziale di felicità a un’esistenza che si realizza non nel ricevere, ma nel dare, non nel vivere a livello istintuale, ma nell’impegno costante di aiutare tutti a realizzarsi nel miglior modo possibile. Il messaggio evangelico è permeato da un invito molto esigente e proprio per questo affascinante: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà» (Lc 9,23-24). Sapeva, Cristo, di domandarci un sacrificio non indifferente nel rivolgerci l’invito: «Tu seguimi!», ma lo ha detto con la certezza che solamente nel mettere i nostri passi sulle sue orme conosciamo noi stessi, amiamo in pienezza la vita, diventiamo propositivi per gli altri (cfr. Gaudium et Spes, n. 22). E, cosciente della difficoltà che un credente può provare nel seguire il suo messaggio tanto radicale, ci ha promesso di restare con noi fino alla fine dei tempi, affiancandoci lo Spirito Santo: il Paraclito, il Consolatore, la Guida. «Camminate nello Spirito» (Gal 5,16). Che dire dello Spirito Santo? Di Lui è stato detto che è impossibile parlare, come è impossibile tacere. Non ne possiamo parlare perché Dio è mistero, realtà inaccessibile, ineffabile: «L’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio» (1 Cor 2,14). È troppo lo scarto tra la sublime ricchezza del mistero e la povertà della mente umana. È comunque impossibile tacere dello Spirito Santo: «Voi lo conoscete perché egli dimora presso di voi e sarà in voi», ci ha garantito Gesù (Gv 14,17). E San Paolo: «Noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato» (1 Cor 2,12). Lo Spirito è in noi. Ci abilita a parlare e ci dà forza per testimoniare: è Lui la nuova legge di crescita del cristiano. È Spirito, ma non si oppone al corpo. È Amore e butta nell’esistenza con entusiasmo. È Luce e dirada le nostre tenebre, indicandoci un cammino sempre in salita e dandoci vitalità, slancio e dinamismo per conformarci sempre più all’ideale dell’Uomo perfetto: Cristo. Lo Spirito è la nuova legge di crescita della nostra vita morale. Inondati dallo Spirito, grazie al Battesimo, facciamo in modo che la legge dell’amore si converta nell’amore per la nuova legge, proclamata da Cristo sul monte delle Beatitudi- ni. Legge non legata alla costrizione, ma all’attrazione, tipica dell’amore. Lo Spirito Santo opera il miracolo di uniformare la nostra volontà a quella di Dio, abbattendo in noi il desiderio malsano di onnipotenza (Prometeo), di autodistruzione (Sisifo), di autocontemplazione asfissiante (Narciso). La nuova legge non riguarda tanto il nostro sforzo per arrivare a Dio – mettendo in pratica leggi, precetti, comandamenti – quanto piuttosto il nostro desiderio di accogliere in noi lo Spirito d’Amore e di “amare nello Spirito”. Ciò significa: accogliere l’amore, lasciare che l’Amore ami in noi, godere d’essere amati e realizzarsi facendo circolare l’Amore. Amiamo perché l’amore è stato infuso nei nostri cuori: Dio ci ha amati per primo. Il suo amore ci rende amabili e amanti. Una formazione permanente. Una formica era stanca di lavorare per trasportare materiale da un formicaio all’altro. Era un insetto filosofo: si chiedeva se avrebbe trascorso tutta la sua vita lavorando e basta. Un giorno, uscendo dal formicaio, vide il cielo. Era bellissimo! Ma non poteva fermarsi a contemplarlo, perché tutte le altre compagne la spingevano da ogni lato. Si coricò contenta al pensiero di rivedere il cielo. Il mattino seguente si ripeté la stessa situazione, così neppure quel giorno poté contemplare il cielo. Andando a dormire, disse a se stessa: «Domani, capiti quello che capiti, mi fermerò a contemplare il cielo!» Così fece, incurante di venire calpestata e schiacciata dalle altre formiche. Quando, satura di cielo, volle rimettersi in moto, non ci riuscì. Tutte e sei le zampette erano paralizzate, mutilate, schiacciate. Chiese aiuto. Venne la formica capo e le disse: «Disgraziata! Ti sei fermata. Non hai prodotto e hai ostacolato il cammino delle tue compagne. Per te non chiamerò la formica infermiera. Tu morirai». «Io morirò – sussurrò la formica – ma ho visto il cielo». Vedere il cielo. Contemplare il cielo. Anelare al cielo. Questa è l’essenza della morale che mira ad educare le coscienze a una permanente contemplazione della Verità e dell’Amore, aiutandoci a scoprire in noi lo Spirito Santo che ci suggerisce la legge della santità, il cammino dell’autorealizzazione (l’uomo si realizza nell’amore) e il privilegio di avere la legge scritta nel nostro cuore. Il Paraclito ci aiuta a non sentire i comandamenti come pesante fardello esterno, ma come mezzo per rimuovere gli ostacoli che impediscono la corsa verso la salvezza integrale del corpo e dello spirito, per raggiungere la verità. E una volta scoperta la verità, occorre tradurla nella propria vita, esercitandosi nel compiere il bene. Ciò produce la “virtù”, che è appunto la facilità nel praticare i dettami di una coscienza retta. La facilità di fare il bene, attratti dalla bellezza dell’ordine morale. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 19 Porto Febbraio 2014.indd 19 21/02/2014 13.34.40 LITURGIA a cura del parroco don LUCIANO RAVASIO IL TRIDUO DEI DEFUNTI ALL’INIZIO DELLA QUARESIMA «Iniziamo lietamente il sacro digiuno e facciamo risplendere i raggi dei santi comandamenti di Cristo, nostro Dio: la magnificenza della carità, la purezza della castità e la forza del coraggio. Così illuminati, ci avvicineremo alla santa Risurrezione del terzo giorno che porta al mondo l'incorruttibilità». A partire da questo caposaldo siamo invitati a compiere insieme con gioia, entusiasmo, impegno e serenità quello che il teologo Alexander Schmemann chiama “Il Viaggio quaresimale”: «La Grande Quaresima - scrive - ...costituisce davvero una scuola di pentimento a cui ogni cristiano deve andare ogni anno per approfondire la propria fede, per riconsiderare la propria vita e, per quanto possibile, cambiarla. È un meraviglioso pellegrinaggio alle fonti stesse della fede». Da una parte, una quieta tristezza permea l’ufficio divino: gli abiti liturgici sono neri, l’ufficiatura è più lunga del solito e più monotona, non c’è quasi movimento. Letture e canti si alternano e tuttavia sembra che nulla “accada”. Ma ci rendiamo conto che proprio questa lunghezza e monotonia sono necessarie. Poco a poco cominciamo a comprendere o, meglio, a sentire che questa tristezza è in realtà “radiosa” e che una misteriosa trasformazione si realizza in noi. È come se raggiungessimo un luogo PROGRAMMA Venerdi - Sabato e Domenica: la RISURREZIONE È CELEBRATA DURANTE LE SS. MESSE che rinnovano la Comunione con Cristo e i nostri cari. Per questo è bello anche dare bellezza alla nostra anima con il sacramento della Confessione. Venerdi 7 ore 16.30: VIA CRUCIS E ADORAZIONE FINO alle ore 20.00 a seguire Messa Solenne, Omelia e Benedizione Eucaristica. Sabato 8 Ore 16.00: Adorazione con il Santo Rosa20 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 20 21/02/2014 13.34.41 LITURGIA in cui i rumori e la confusione della vita, della strada, di tutto ciò che di solito riempie i nostri giorni ed anche le notti, non possono arrivare, un luogo dove non hanno alcun potere. È una felicità profonda che non deriva da una causa singola e particolare, ma dalla nostra anima che, secondo le parole di Dostojevskij, ha toccato “un altro mondo”. ed è la radice di ogni peccato, poiché avvelena l’energia spirituale alla sua prima sorgente. Il risultato della pigrizia è la fiacchezza. Si tratta di uno stato di abbattimento che tutti i padri spirituali considerano il più grave pericolo per l’anima. L’abbattimento consiste nel non vedere alcunché di buono o di positivo: è la riduzione di tutto alla negazione e al pessimismo. PREGHIERA DI S. EFREM È veramente un potere demoniaco che è in noi, poiché Può essere considerata la preghiera tipica della Qua- il diavolo è fondamentalmente un mentitore. resima: Egli mente all’uomo sia riguardo a Dio che al mondo; egli riempie la vita di tenebre e di negazioni. L’abbat«Signore e Sovrano della mia vita, allontana da me uno tersi è il suicidio dell’anima poiché, quando ci si lascia spirito di ozio, di scoraggiamento, di brama di potere e di prendere da questo stato negativo, si diventa incapaci loquacità. di vedere la luce e di desiderarla. La Quaresima che inizia con il SACRO TRIDUO DEI DEFUNTI è, dunque, un ritorno all’amore, una lotta contro una “vita rotta”, contro l’odio, l’ingiustizia, l’invidia La Quaresima è un viaggio spirituale e la sua destinazione è la Pasqua, “la Festa delle Feste”... la vita nuova Il difetto fondamentale da combattere è la pigrizia. È che duemila anni fa è sgorgata dalla tomba, è stata data quella strana pigrizia e passività del nostro io che sem- a noi, a tutti quelli che credono in Cristo. Viviamola pre ci spinge in giù anziché all’insù, che costantemente con impegno sapendo che onorando i nostri defunti ci convince che nessun mutamento è possibile e di con- troviamo in loro una forza rinnovata per vivere la vita seguenza desiderabile. In realtà è una forma di cinismo con slancio e forza perché dobbiamo abituarci a respiche rende la nostra vita spirituale un tremendo deserto rare la bellezza e lo splendore del Paradiso. Concedi invece a me tuo servo uno spirito di sapienza, di umiltà, di pazienza e di amore. Sì, Signore e Sovrano, fammi vedere le mie colpe e che non giudichi il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amin». rio in suffragio dei defunti Ore 18.00: in unità con la Cattedrale di Bergamo in cui la nostra CATECUMENA MARIBEL sarà ACCOLTA E ISCRITTA DAL VESCOVO TRA I CATECUMENI DELLA DIOCESI che la notte del Sabato Santo riceveranno il Battesimo, la S. Cresima e la Prima Comunione. Domenica 9 Pomeriggio ore 17.00: Esposizione - recita del Santo Rosario - Canto del Vespro. A seguire verranno chiamati per nome i defunti dell’anno (a partire dal Triduo dello scorso anno). È auspicabile che un familiare porti un lumino all’altare affinché risplenda durante la Santa Messa conclusiva delle ore 18.00 IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 21 Porto Febbraio 2014.indd 21 21/02/2014 13.34.41 COMUNITÀ a cura di GIAN FRANCO GASPARI La scomparsa del Prof. Lucio Parenzan ed il nostro Padre Antonio Giudici Martedì 28 gennaio si è spento a Bergamo, presso l’ospedale Giovanni XXIII, il Prof. Lucio Parenzan. Al cordoglio espresso da tutto il mondo non può mancare anche il cordoglio del nostro mensile “Il Porto” per la scomparsa di una persona così illustre, anche perchè essa è estremamente legata alla figura del nostro concittadino Padre Antonio Giudici, prematuramente deceduto nel 2002. Il rapporto di amicizia fra Lucio Parenzan e Padre Antonio è cosa indimenticabile per tutti i sarnicesi e per tutti coloro che li hanno conosciuti. Erano entrambi legati da un’amicizia autentica, profonda e totalmente gratuita. È risaputo che grazie all’intervento provvidenziale di Padre Antonio, oltre 200 bambini e alcuni adulti kenyoti sono stati salvati dagli interventi al cuore del Prof. Parenzan. Quello che ha fatto il Prof. Parenzan su sollecitazione di P.Antonio, sia presso l’Ospedale di Bergamo sia presso il “Mater Misericordiae” di Nairobi (dove il professore si recò più di una volta operando gratuitamente), è stata cosa così grande che non ha bisogno di ulteriori commenti; tra l’altro è a tutti nota e rimarrà nella storia a lode perpetua dei due insigni benefattori. Di tutto ciò vi è ampiamente conferma nel libro: ”Lo chiamavano Padre Cuore” scritto da P. Gaiga nell’agosto del 2002 subito dopo la morte di P. Antonio. P. Antonio Anna e il prof. Parenzan A Dio spetta remunerarli ambedue con il premio eterno, a noi accomunarli con una grande riconoscenza innalzando al Signore un grazie senza fine per averci donato entrambi: il Prof. Parenzan per le vite restituite a tanti bambini e Padre Antonio quale provvidenziale strumento di bene per tante famiglie. Alla moglie Laura Roncalli, ai quattro figli ed a tutti i parenti vanno le nostre più sentite condoglianze. ANNA GABABO – la prima bambina Keniota operata dal prof. Parenzan a cura di OLGA GIUDICI Anna Gababo oggi Sembra quasi un segno venuto dall’alto. Due giorni prima della morte del Prof. Parenzan è arrivata (dopo anni di silenzio) questa mail dal Kenya: “Bambina salvata da operazione chirurgica nell’ospedale di Bergamo ora è mamma di quattro meravigliose bambine, per favore fatelo sapere”. Allegata a conferma una bellissima foto delle bimbe. Un tuffo al cuore poiché chi scriveva era Anna Gababo dal paese di Moyale, la prima bambina che padre Antonio aveva portato a Sarnico nel 1974 per essere operata al cuore. Allora aveva 16 mesi ed è stata ospite a Sarnico dal Natale 1974 fino a Pasqua del 1975 quando rientrò perfettamente guarita. Con grande dispiacere abbiamo dovuto comuni- 22 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 22 21/02/2014 13.34.42 Sono certa che il professore e Padre Antonio riposano in pace ed ora sono protezione e guida per me e le mie bimbe. «È triste aver perso il Prof. Parenzan proprio quan- Li ricordiamo sempre nelle nostre preghiere quotido io cercavo di mettermi in contatto. diane. Che Dio li benedica!». Il Professore e il suo team mi diedero una nuova vita Anna Gababo care che il Prof. Parenzan era morto e dopo pochi giorni ci ha risposto con questa lettera: quando avevo pochi mesi e così io ho potuto dare a mia volta la vita a quattro bellissime bimbe che ora hanno 13, 12, 10 e 8 anni. Ringrazio Dio per il lavoro che ha fatto attraverso le mani del professore e della sua squadra, che siano tutti benedetti! P.S. Il nome Anna le è stato dato da P. Antonio quando l’ha battezzata volendo così tramandare il nome di sua mamma. In Kenya tante persone battezzate da Padre Antonio portano il suo nome, quello dei suoi genitori, dei familiari ed amici. ANNO 1975 Anna Gababo sulla copertina da "il Porto" Anche il Porto, nel maggio 1975, diede spazio alla vicenda di Anna Gababo dedicandole la copertina e le due pagine dell'editoriale scritte dal parroco don Giovanni Ferraroli. Il nostro Don John indirizzava una lettera aperta al padre di Anna facendo delle considerazioni che sono di straordinaria attualità. C'è un passo molto simpatico quando, riferendo del poco tempo avuto per conoscersi, così scrive: «...Forse avremmo potuto scambiarci qualche parola in più se quel "forsennato" di padre Antonio fosse stato meno dinamico e più riposante per quei pochi giorni di permesso straordinario passati a Sarnico...» a cura della REDAZIONE da"il Porto" anno 1975 IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 23 Porto Febbraio 2014.indd 23 21/02/2014 13.34.43 TESTIMONIANZE a cura della ASSOCIAZIONE VEDOVE "SANTA FRANCESCA ROMANA" LA TENTAZIONE DI CHIUDERSI IN SE STESSI Santa Francesca Romana - G. Caccia 16° secolo TV SAT 2000 di Roma è la TV della CEI, molto sensibile a temi religiosi e della sfera dell'uomo. La redazione ha sentito l'esigenza di trattare i "problemi della vedovanza" sotto aspetti diversi. Ha chiesto quindi alla nostra Associazione "Santa Francesca Romana Vedove Cattoliche Bergamasche" qualcuno che portasse le propria esperienza. Questo è avvenuto due volte in pochi mesi, sia ad ottobre che il 14 gennaio scorso. La presidente ha ritenuto di mandare me ed io ho accettato, non senza qualche resistenza. Il tema della trasmissione di ottobre era "la solitudine" dopo un evento così drammatico come la perdita del proprio marito e compagno di vita. Ci si chiedeva come vincere questa situazione. Le testimonianze sono state tante e diverse, anche in diretta telefonica. In studio c'era una psicologa molto brava che aiutava a capire i diversi comportamenti e dava aiuto a chi ne aveva bisogno. lo ho portato il mio percorso e il mio pensiero. Dopo i primi anni di dolore paralizzante che tutte noi abbiamo provato, obbligata dalle esigenze della mia famiglia (3 figli a carico, di cui una bimba di sette anni) ho cominciato a reagire ed a pensare di dare un nuovo senso alla mia vita: tutto era cambiato, anche le relazioni con gli altri. Ciò che si faceva a due non esisteva più ed anche le amicizie della coppia si diradavano. La tentazione era di chiudersi in se stessi, di vivere di ricordi, sciupando l'unico tempo certo che abbiamo a disposizione che è il presente. La Chiesa, grande Maestra, ci insegna che la vita non merita di essere vissuta solo per se stessi ed insegna ad aprirsi agli altri; è qui che il mio Parroco di allora (Don Oliviero) mi ha indicato l'Associazione a cui noi tutte apparteniamo. Non ho aderito subito perché mi dava fastidio persino l'idea di chiamarmi vedova, ma poi ho accettato e devo dire che sono contenta: mi sono sentita in famiglia al fianco di tante sorelle che provano quello che provo io. Ho elaborato il mio lutto offrendo aiuto alle sorelle che ne hanno bisogno. La trasmissione del 14 gennaio aveva come tema "il desiderio di rifarsi una vita" cercando un nuovo compagno. Nessun giudizio morale, solo opinioni diverse, tutte legittime se frutto di una libera scelta, senza integralismi. Anche questa volta ho portato la mia esperienza che è stata quella di rimanere sola, nonostante fossi ancora relativamente giovane. L'impronta di una famiglia, la sua storia, la fa prevalentemente la madre ed io, dopo la morte di mio marito, avevo la preoccupazione di mantenere vivo il ricordo del padre, uomo retto e buono, soprattutto per la figlia più piccola i cui ricordi tendevano a sbiadire nel tempo. Una volta cresciuti, ho pensato che fosse diritto dei figli sentire in casa la mancanza del padre: vivo il ricordo ma vuoto il suo posto. Nessuno doveva sostituirlo. Non che non sentissi la solitudine, la mancanza di appoggio e di tenerezza, ma il mio primo pensiero erano e sono i figli. lo poi mi sento ancora moglie di mio marito, solo in un'altra dimensione: ho smesso di essere sua moglie nella storia, ma lo sono diventata per l'eternità, so che lo rivedrò. Sento che l'amore che ci ha uniti per anni ci lega ancora. Ho l'abitudine di pregare e tra le mie preghiere c'è sempre una richiesta di intercessione a mio marito che immagino nella gloria di Dio: chi più di lui può intercedere presso il Padre per i suoi figli? Naturalmente non sono mancate le testimonianze di altre signore che hanno trovato un nuovo compagno, nonostante la gelosia dei figli, e vivono una vecchiaia felice. Mi è stato possibile parlare anche della nostra Associazione, di quanto sia radicata nel nostro territorio. Ha meravigliato molto il numero delle iscritte (5.000). Ho fatto presente che abbiamo un giovane assistente spirituale (Don Marco Peri etti) che ci stimola nelle iniziative sotto l'attenzione e la benevolenza del nostro Vescovo Mons. Francesco Beschi. Gloria V. Attraverso le pagine de "il Porto" ricordiamo a tutte le associate che giovedì 20 marzo alle ore 16.00 si celebrerà presso la notra chiesa parrocchiale una Messa in onore della nostra protettrice Santa Francesca Romana. 24 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 24 21/02/2014 13.34.43 IL MAESTRO GIAN CARLO CORNA PERSONAGGI a cura di ALESSANDRO ARCANGELI Ha insegnato a lungo al conservatorio di Brescia. Ha tenuto concerti anche in Europa. Ho sempre avuto un rapporto amichevole e come lui sono un “romantico” e non mi trovo bene col “moderno”. Da sempre afferma che la musica non è proprietà privata, ma patrimonio di tutti e da conservare per tutti. Dal 1972 dirige il coro parrocchiale su incarico di don Giovanni Ferraroli (mio amico fraterno!) al quale ha dedicato un’IMPROVVISAZIONE dal titolo “PRELUDIO PER IL PARROCO DON GIOVANNI”. Ora vanta una quarantennale attività come organista-titolare della parrocchia di Sarnico. Scrivono di lui gli esperti di musica: “CORNA è un abile improvvisatore all’organo e la sua conoscenza dello strumento gli consente di proporre un discorso fluido e unitario che va dal melodioso all’intimo, utilizzando vari registri ai fini di una continuità espressiva”. Sono tutte parole difficili per me che sono più portato a gustare “l’arte” da tagliare a fette e con la polenta, con un buon vino il M° Corna co don Giovanni Mongodi rosso di almeno 12 gradi. Ma…quando in Chiesa suona l’amico Corna o dirige il coro, gioisco e ricordo con piacere quando dirigeva il “SAGGIO ALLIEVI PIANISTI” che vedeva impegnate le Bergamasco puro-sangue, sarnicese di adozione. Ha onorato la mie figlie ed un cinquantina di partecipanti provenienti da vari nostra cittadina col suo stile sobrio e con la passione smisura- paesi. ta per il pianoforte. Ha un amore appassionato ed eterno per Giancarlo ha dato “valore aggiunto” al nostro splendido paese la musica. Nell’altro secolo diceva alle mie figlie (sue allieve alla (CAPUT MUNDI) e tutti gli siamo grati. scuola di pianoforte): “la musica è necessaria alla vita, può cam- Mentre Mozart suonava nelle stalle per far aumentare la produzione di latte, il nostro concittadino Corna riesce a farmi medibiarla e migliorarla… vi sarà compagna fedele per sempre”. È patrimonio di Sarnico. Da sempre dedito alla divulgazione della tare meglio le prediche, sempre più lunghe, dell’amato parroco cultura musicale, ma soprattutto ha valorizzato i giovani talenti. don Luciano!!! LA BOTTEGA DEL LAVORO DE "IL BATTELLO" Si realizzano oggetti artistici in vetro su ordinazione per: - bomboniere per matrimoni, cresime, comunioni... - gadgets aziendali - oggettistica negozi - regali personalizzati - specchi, cornici, orologi, svuotatasche, posacenere - crocefissi, bijoux ed anche oggetti che soddisfano la vostra fantasia. PASSATE A TROVARCI! IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 25 Porto Febbraio 2014.indd 25 21/02/2014 13.34.44 FOTOCRONACA a cura della REDAZIONE S. Messa con gli Alpini Il coro "Emanuel" che ha animato la S.Messa della giornata della vita Family Day Cresimandi 11 febbraio omaggio alla N.S. di Lourdes Nino Grassi - sopravvissuto a Cefalonia Ritorno al ...passato 26 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 26 21/02/2014 13.34.45 a cura della REDAZIONE L'ARCOBALENO KIWANIS CLUB DEL SEBINO premio "WE BUILD 2014" all'ing. Carlo Riva Il premio "We Build" (noi costruiamo) è massimo riconoscimento per chi costruisce a favore della comunità e dei suoi territori, è stato istituito qualche anno fa dal Kiwanis International e viene conferito a chi opera per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. Per il 2014 il riconoscimento è stato consegnato all'ing. Carlo Riva alla fine dello scorso mese di febbraio, durante l'incontro mensile dei soci del sodalizio che ha sede nella nostra cittadina presso il "Cocca Hotel". La motivazione dell'assegnazione del premio vuole testimoniare come, con l’eccelsa qualità delle sue realizzazioni, Carlo Riva sia diventato negli anni un punto di riferimento della nautica mondiale e vanto della Comunità del Sebino. ...A SPASSO CON L'ASSOCIAZIONE CULTURALE "SEBINIA" L'Associazione culturale "Sebinia" organizza, per il 12 aprile prossimo, una gita a Vigevano nel corso della quale ci sarà l'incontro con il nostro concittadino Mons. Maurizio Gervasoni. Per informazioni ed iscrizioni telefonare ai numeri: 349 4702500 - 3289099028 - 328 9672395 COMUNICAZIONE DEL GRUPPO ALPINI L'87a Adunata Nazionale degli Alpini si svolgerà quest'anno in Friuli-Venezia Giulia a Pordenone dal 9 all'11 maggio prossimo. Contrariamente al solito non organizzeremo pulman per l'evento ma ci recheremo sul posto con mezzi privati. Il Capogruppo e i consiglieri sono a disposizione per chiarimenti eventuali. Sappiamo che i paesi vicini organizzano pulman (ad esempio Gandosso a cui fa capo Angelo Monieri - salumiere), saremo più precisi il prossimo mese. Stiamo preparando la chiesetta per la grande doppia festa: quella dell'85° di fondazione del Gruppo e del 45° di edificazione della chiesetta in programma nei giorni 10 -11-12 ottobre. Per l'occasione abbiamo rinfrescato l'arredamento del salone. Sollecitiamo i soci e gli amici disponibili ad essere vicini al Gruppo per darci una mano: le cose da fare sono tante, fatevi sentire! Il Capogruppo ed i consiglieri vi aspettano! IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 27 Porto Febbraio 2014.indd 27 21/02/2014 13.34.46 COSTANZO BUELLI Un uomo saggio, buono e semplice Diceva un filosofo cinese: "Il saggio non si mette in mostra e perciò risplende. Non si afferma e perciò si manifesta. Non si vanta e perciò gli viene dato merito. Non si gloria e perciò viene esaltato". Porto Febbraio 2014.indd 28 21/02/2014 13.34.47 Luna Park - Un’esplosione di divertimento Avete mai desiderato stappare un biglietto per il London Eye o per le famosissime montagne russe Americane? Oppure provare strabilianti attrazioni che vi tolgano il fiato come non mai vi è successo? Bene… stiamo per costruire ciò che fa per voi! Come Reparto del Sarnico 1° quest’anno ci siamo posti l’impresa di creare un’area che richiami un parco divertimenti particolare, costruito da zero esclusivamente con pali (e corde ovviamente). Sarà una faticosa costruzione ma darà sicuramente un buon prodotto: ci stiamo lavorando da molto. Dopo una prima fase di brainstorming riservata ai capi squadriglia, tutto il reparto è stato coinvolto. I progetti e le idee sono numerose e strabilianti. Sulla sicurezza delle legature ed i nodi potete stare tranquilli: per un’intera uscita di sabato e domenica ci siamo impegnati a perfezionarli e impararne di nuovi. Abbiamo addirittura partecipato ad una gara a tempo! Tutto questo darà sicuramente i suoi frutti. L’evento finale si terrà il 15 marzo dove passeremo in compagnia una fantastica avventura piena di emozione e felicità. Inserto Febbraio 2014.indd 1 21/02/2014 13.40.49 Inserto Febbraio 2014.indd 2 21/02/2014 13.40.56 BUONA STRADA a cura del Reparto - Gruppo Scout Arriva un tempo in cui anche il cammino educativo dello scout finisce. E quando arriva questo momento è un periodo di grande gioia, non solo per chi sente di essere giunto alla maturità ma anche per coloro che sono stati suoi compagni durante il suo percorso di crescita e desiderano vederlo spiccare il volo verso nuovi obiettivi. È così che nella data del 25-26 gennaio il clan ha organizzato a Predore la cerimonia di partenza per il suo compagno Matteo. La serata è stata animata da giochi atti a ripercorre i momenti più ironici o significativi del suo vissuto in clan, a ricordare tutte le avventure vissute in sua compagnia. I capi hanno organizzato la veglia, il momento più intenso della serata, proponendo letture e spunti di riflessione che dessero modo di riflettere sui concetti di “partenza” e “crescita”. C’è stata una dimensione quasi magica quando Matteo ci ha porto i suoi saluti prima che noi ci coricassimo. A quest’ultimo è toccato il gravoso impegno di rimanere desto per tutta la serata, vegliando durante l’ultima notte passata come membro del clan. Ed è così che la mattina dopo, con un saluto gioioso, una stretta di mano accompagnata dal consueto “Buona strada” e quello che sembra l’ultimo sorriso condiviso insieme nella realtà del clan ci accingiamo a salutare Matteo. Il nostro amico si è fatto uomo ed è pronto a percorrere l’ultimo tratto di strada che lo separa dal diventare adulto con la sola compagnia di se stesso. I momenti vissuti in clan sono ricordi, ricordi che in questo particolare momento bruciano come tizzoni ardenti nella mente del nostro compagno che si allontana dal Inserto Febbraio 2014.indd 3 nostro cammino per imboccarne uno tutto suo. I ricordi sono suoi fedeli compagni di viaggio perché gli rammentano come in questi anni lo scoutismo gli abbia dato l’opportunità di migliorarsi e di maturare come uomo. Il clan ha infatti questo come scopo: aiutare ciascuno a trovare la propria dimensione nel mondo. Sia che si decida di continuare a dedicare la propria vita alla comunità scout, impegnando se stessi nell’essere responsabile degli altri come educatore, sia che si decida di prendere una strada diversa verso una realtà nuova rispetto al mondo scout, gli insegnamenti appresi negli anni che sono detti “di formazione della persona” lo indurranno per sempre a comportarsi nel rispetto delle vita. Domandate a chiunque sia scout o che ancora risponde al giuramento del gruppo che cosa l’essere scout rappresenti, egli risponderà che lo scoutismo non è uno sport o un hobby ma piuttosto uno stile di vita. Il giuramento fatto, seppure pronunciato da alcuni in giovane età, se nutrito negli anni, rimane vivo e vitale nella persona. È un bagaglio culturale che la accompagnerà per sempre nel sentiero che questo sceglierà di imboccare. Se nei lupetti si impara a condividere e nel reparto ad applicarsi, nel clan si scopre che cosa significhi essere membri attivi di una comunità. Salutiamo il nostro amico oramai consapevole di se stesso ed entusiasta di mettersi in gioco nell’interesse degli altri! 21/02/2014 13.40.57 ''Solo per oggi...'' CONTENTI DI CAMMINARE CON GESÙ Cammino di Quaresima 2014 La Diocesi di Bergamo presenta il Cammino di Quaresima che sarà idealmente una “continuazione” di quello dell’Avvento: la strada segnata dalla scia della stella fa continuare i passi delle donne e degli uomini capaci di Vangelo sulla via della croce. Il titolo richiama proprio questo: “contenti di camminare con Gesù”. La prima parte, invece, “solo per oggi” è un chiaro riferimento alle famose parole attribuite a Papa Giovanni XXIII: “Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta. Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso. Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo. Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima. Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo Inserto Febbraio 2014.indd 4 seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione. Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo. Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell’Amore. Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita”. La proposta, vedrà come protagonisti di ogni domenica i personaggi del Vangelo, alla luce delle Beatitudini come ci viene indicato dalla Lettera Pastorale del Vescovo Francesco. Concretamente per la nostra comunità: • alle porte della chiesa parrocchiale sarà disponibile per tutti il libretto della preghiera di Quaresima, pensato per le famiglie e gli adulti; sarà in distribuzione dal 1 marzo. • ai bambini delle elementari durante la catechesi sarà consegnato il loro specifico percorso di Quaresima; • i ragazzi delle medie sono attesi per il time out nella chiesina dell’oratorio dalle 7.30 alle 7.45 da lunedì a venerdì a cominciare da lunedì 10 marzo; • i bambini delle elementari sono attesi sempre in chiesina dell’oratorio per il time out il mercoledì dalle 8.00 alle 8.15; • in chiesa parrocchiale settimana per settimana sarà ben visibile l’immagine che accompagna il vangelo della domenica; 21/02/2014 13.40.59 ASSOCIAZIONI a cura di LUCA BIRAGA ROCK’N SARNEK PRIMO LUSTRO! Eh si. Siamo ormai giunti al quinto anno della nostra festa e del nostro gruppo. Per chi ancora non ci conoscesse, ci ri-presentiamo. Siamo un gruppo di giovani di Sarnico, autodefinitosi “Cicia Oe” (e in che altro modo se no!), che per la quinta estate si accinge ad allestire la “Rock’n Sarnek”, festa che ormai da tradizione apre la stagione più bella della nostra cittadina, tenendosi sempre il terzo weekend di giugno. Un gruppo che è nato per creare qualcosa di “giovane”, che a questo paese era sempre mancato; un gruppo composto da ragazzi di varie età, che negli anni è cresciuto (siamo ormai una cinquantina), per la maggior parte lavoratori, che nonostante i vari impegni, dedicano il loro tempo all’organizzazione della festa, che comporta un lavoro lungo mesi. Ovviamente a titolo assolutamente gratuito. Un gruppo che ha anche aiutato, con la propria presenza fisica e non solo, l’amministrazione comunale, la Pro-Loco, l’associazione commercianti e l’oratorio in alcune delle loro manifestazioni. Il nostro scopo è quello di creare un momento di aggregazione, dove tutti possano divertirsi in modo corretto e genuino, attraverso un intrattenimento che comprende musica, tornei, momenti di svago e la cucina sempre aperta. La festa in questi anni è riuscita a coinvolgere tanta gente di tutte le età, sia di Sarnico che dei dintorni, e questo ci da la conferma che stiamo facendo un buon lavoro, oltre che rendercene fieri. E non lo facciamo certo per riempirci le tasche, anzi. Il fine più nobile di questa manifestazione, infatti, è di riuscire ad aiutare chi ne ha bisogno: negli anni precedenti abbiamo donato grossa parte dei ricavati a diverse associazioni (Avis Sarnico, Terremotati dell’Emilia, l’Istituto Angelo Custode di Predore, l’Associazione "Aiutiamoli a Vivere"), ed anche quest’anno non mancheremo di farlo.Tutto ciò ovviamente non è realizzabile solo grazie al nostro impegno, che non ci stanchiamo mai di mettere (alcuni di noi nel frattempo si sono sposati o hanno avuto figli, ma non hanno fatto mancare il loro apporto!), ma necessitiamo sempre di donazioni per far fronte ai tanti costi che si presentano nella realizzazione di un evento di questo tipo; quindi, se qualcuno si sente di darci un aiuto, accettiamo ben volentieri! Che dire ancora, noi siamo già all’opera per preparare la prossima festa, che si dovrebbe tenere (con la burocrazia il condizionale è sempre d’obbligo) nei giorni 20-21-22 giugno nella splendida cornice del nostro Lido Nettuno, e invitiamo tutti a venirci a trovare, sicuri che non ne rimarrete delusi! P.S. Se qualcuno volesse contattarci, può scrivere una mail all’indirizzo [email protected] o mandarci un messaggio privato nella nostra pagina “Rock’n Sarnek” su Facebook. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 29 Porto Febbraio 2014.indd 29 21/02/2014 13.34.48 COMUNITÀ a cura di CIVIS - foto di ALDO GERVASONI SEI DI SARNICO SE... Revivalmania su Facebook "Sei di sarnico se..." - Questo è il nome del gruppo creato su Facebook. Un eterogeneo gruppo di persone che dalla fine di gennaio ha riscoperto la voglia di raccontare il proprio passato e il proprio paese, con il piacere e il gusto di leggere fra le righe ma anche di digitarvi con il sorriso, il sogghigno proprio di chi ricorda, di chi a quei ricordi della propria infanzia o della propria gioventù - ma anche di momenti attuali - riserva un posto speciale. Il fenomeno mediatico del gruppo Facebook “Sei di Sarnico se…”, in pochi giorni ha raggiunto quasi 800 iscritti e nella bacheca (per i pochi non esperti di social network è la home page su cui fluiscono i pensieri di tutti) è un trionfo di aneddoti, filmati, fotografie, citazioni, ricordi …in lingua italiana ma anche in dialetto bergamasco. Un divertimento leggerli e commentarli. Un tuffo nel passato e un amarcord che allo stesso tempo è affetto e memoria per il proprio paese. Personalmente non amo molto Facebook, viviamo - diciamo così - da “separati in casa”. Sono contro, in particolare, il mettere ininterrottamente in piazza senza vergogna i fatti propri, ammesso che possano interessare qualcuno. Mi ha comunque incuriosito il gruppo “Sei di Sarnico se…” probabilmente perché l'autore, o come viene chiamato in gergo, “l’Amministratore” è mio figlio Alessandro, sarnicese doc ma attualmente “emigrato” a Gandosso con la speranza di tornare presto al suo paese natale. Forse nemmeno lui avrebbe potuto immaginarne il successo. Un'idea messa in pratica dopo aver visto casualmente il profilo di Scanzo ed intuendo che avrebbe avuto successo anche da noi. E così è stato, i sarnicesi si sono scatenati dando il via ad una corsa a chi ricorda di più e in modo migliore. Con poche parole molti sintetizzano quanto, ieri e oggi, rappresenti il senso di appartenenza a questa cittadina che forse non avrà nulla delle città d’arte, … ma diciamolo chiaramente, a noi sarnicesi basta guardare il campanile per commuoverci, più che ad altre cose. Sulla bacheca sono arrivate alcune centinaia di foto, ritagli di giornali, video e soprattutto migliaia di post (messaggi testuali, con funzione di opinione o commento, inviati per essere pubblicati) che raccontano di tutto: curiosità, storie, ricordi della propria generazione. Si riportano alla memoria personaggi tipici quasi dimenticati (uno dei più postato è il Gamèla), ma non sono da meno le figure del “Batista dèla Forsèla”, dell’Otello Marini con la canna in mano, dell’Abramino col suo carrettino che bloccava il traffico e poi le suore dell’Asilo. Molto nominati la Maria Magiona, il commendator Colombo, ol Castelì che suonava la chitarra, il muratore Lampo, ol Cesèr Penta che metteva tutti orizzontali, i maestri delle elementari, …gli insegnanti della mitica media Donadoni, i bidelli: Marini, Cesare e Ugo Belussi, l’Onorina e la Margherita; e poi ancora la Vincensa e 'l Bertino, venditori di leccornie “in séma al Terài”, la Caégia con la sua gelateria ambulante, gli invidiati allenatori del calcio femminile... E poi rispuntano i profumi delle vecchie salumerie, del “trepì” del Russo al giovedì, del pane fresco dei panettieri della contrada, le fragranti “spongadine” dèla Magiona, le zügade ai “Bagn dè sul” cola Nuscia, i campi scuola col don Vico, i tuffi dalla ruota delle chiatte e l’emozione di infilare la mano nella paraffina del braciere al cimitero nel periodo dei morti. Luoghi che parevano dimenticati vengono quasi per magia riscoperti e ricordati: Ol Büsù dove si facevano i bagni, qualcuno ha citato persino il “vespasiano”, l’inquietante piccolo ambiente in cemento che si trovava tra la Mej e la Gatta (gli aristocratici lo chiamavamo “amico” perché, l’amico lo si vede …nel momento del bisogno), la manifattura “Ravasio”, il mitico ritrovo estivo che tutti chiamano CRE ma che per noi sarnicesi era il CER (così dice uno 30 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 30 21/02/2014 13.34.49 dei post), i “Teèdei” con le due varianti sull’origine del nome, le Doàne, l’Hotel Cantiere e i pomeriggi passati ad aspettare che uscissero i calciatori dell’Atalanta, il Colorificio Sebino in piazza XX settembre che ai tempi si chiama “la Brillante”, con le indimenticabili figure del Ferruccio Buelli e del Ceco Rossi. Si potrebbe riempire non uno ma dieci numeri de "il Porto" interi a raccontarle tutte. Il passaparola creato da “Sei di Sarnico se…” ha coinvolto tantissimi cittadini che hanno contribuito a raccontare la storia del paese sul social network. Una “revivalmania” scoppiata in tutta Italia e che si sta allargando in forma altamente epidemica anche tra tanti sarnicesi che di fronte a smartphone, tablet e computer ridono, copiano, incollano, scrivono, si commuovono e pubblicano foto. Il tentativo di utilizzare il profilo per fare polemiche o considerazioni personali (pochi per altro) viene immediatamente “bacchettato” con la minaccia di essere cancellato dal gruppo. Non sono per nulla graditi riferimenti alla politica e qualsiasi forma di pubblicità. Il gruppo è stato creato al solo scopo di divertire, fare alcune riflessioni sul passato storico di Sarnico, ridare emozioni e trasmettere ricordi. Il messaggio è chiaro: chi da poco tempo, chi da una vita è sarnicese e lo spirito dei sarnicesi è basato sull’ironia, sulla spensieratezza e sulla volontà di passare qualche ora della giornata tra ciciarade, ö bicer dè chèl bù e öna bèla maiada. Venite in pace o "stì ala osta cà!" La cosa più straordinaria di questo gruppo, al di là delle storie che si raccontano, è proprio l'incontro di più generazioni che ora, dopo aver raccontato il proprio passato sulle pagine di Facebook, potrebbero davvero …incontrarsi, perché qualcuno ha azzardato l’ipotesi, per nulla impossibile da realizzarsi, di preparare un mega raduno all'insegna della voglia di ritrovarsi e di ricordare il paese di ieri e di oggi, con tanto di maglietta celebrativa. E il simbolo potrebbe essere lui, il più postato dai sarnicesi, "il marinaio sbarcato a Verona" che tornando a casa, di fronte alla vista del suo lago esclamò: «Ma cos'è questa ...possanghera?!». E questo è bellissimo! IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 31 Porto Febbraio 2014.indd 31 21/02/2014 13.34.51 ASSOCIAZIONI a cura del Presidente VITTORIO MARCONISONI CONVOCAZIONE ASSEMBLEA Gli avisini sono tutti invitati all’assemblea annuale che si terrà presso l’Auditorium Comunale di Sarnico a partirte dalle ore 10.00. Il Presidente, oltre a informare sull’operato dell’anno precedente, presenterà il nuovo programma del 2014 (approvato dal Consiglio Direttivo e dal Gruppo Giovani) che è molto ricco di appuntamenti, oltre alle classiche donazioni di tutti i venerdì, dei sabati e delle domeniche come da calendario. In realtà il 2014 è già avviato per quanto riguarda la presenza nelle scuole del territorio per l’anno 2013/2014. Infatti i primi incontri sono avvenuti a Villongo ad ottobre e ad Adrara San Martino a novembre. Questa attività rappresenta il fiore all’occhiello dell’Avis di Sarnico e Basso Sebino, che porta ogni anno a conoscenza dei bambini delle scuole primarie, secondarie e ai giovani delle superiori (più di 800 alunni) il tema della solidarietà e il dono di se stessi per salvare vite umane. Tutto questo ha determinato negli anni risultati lusinghieri; infatti più di 350 Assemblea Avis 1999 donatori su un totale di 730 hanno tra i 18 e i 35 anni e le donazioni sono passate in meno di 10 anni da 400 a 1200. Anche quest’anno si consegneranno le borse di studio a uso didattico per le scuole primarie e secondarie, mentre per le superiori sarà consegnata al singolo o al gruppo di lavoro. Le borse di studio avranno un valore totale di circa € 6.000,00. I titoli dei temi del concorso sono i seguenti: • Scuole primarie: “Piccole gocce donate con serenità possono riempire un mare di gioia”. • Scuole secondarie di I° grado: “Come lo studio responsabile genera frutto, così il dono responsabile crea un frutteto”. • Scuole superiori: “AVIS: Amore che Valorizza Il tuo Sangue”. Le borse di studio verranno distribuite alla fine di maggioinizio giugno presso il Cinema Junior per il comprensorio di Sarnico, mentre per il comprensorio di Villongo verranno consegnate presso il Palazzetto dello Sport di Villongo. 32 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 32 21/02/2014 13.34.52 a cura del Presidente ERNESTO FRETII ASSOCIAZIONI ADMO PEPERONCINO RUNNING CORRERE VERSO LA SOLIDARIETÀ ADMO Piemonte e Lombardia e PEPERONCINO Team hanno scelto di correre insieme dando vita ad ADMO PEPERONCINO RUNNING, società sportiva dilettantistica con una marcata finalità sociale. Un sogno che unisce due mondi, quello della salute e quello della malattia, quello dello sport e quello delle gravi patologie del sangue. Peperoncino Team sogna tutti i giorni: è la passione che muove tutto da 14 stagioni, che spinge a fare fatica, ad andare oltre i propri limiti. Admo, l’associazione donatori midollo osseo, sogna dal 1990: vede un mondo che considera guaribili malattie quali leucemia, linfoma, GEMELLAGGIO IN ROSA di Sara Cossu Domenica 9 marzo 2014 Il gruppo Kayak Sarnico del CsiOratorioSarnico si è lasciato coinvolgere in una nuova iniziativa, lanciata dai gruppi Kayak dell’Adda e ottima opportunità per conoscersi fra associazioni che condividono la stessa nostra passione. Si tratta di radunare più Canoa Club possibili per una pagaiata sul lago d’Iseo dando la priorità, oltre a tutti gli associati, soprattutto alla “quota rosa”che mai come quest’anno ha vivacizzato le nostre attività! A tale proposito è stato scelto proprio il fine settimana dedicato alla festa della donna. mielodisplasia, talassemia; un sogno che sembra sempre più realizzabile grazie ai volontari donatori, passati da 2000 a 340 mila. Il contatto tra i due mondi, Peperoncino e Admo, ha molteplici obiettivi tra cui diffondere la cultura della donazione e informare sull’argomento in modo chiaro e completo, e l’intenzione di aumentare il numero dei potenziali donatori anche mediante l’organizzazione di eventi. Per info ed iscrizioni rivolgersi a: Ernesto Freti 348 2333402 - Fax: 1782288197 Il programma della pagaiata è il seguente: - Ritrovo ore 9.30 alla base “La Calchera” di Sarnico. Scarico Kayak e parcheggio auto. - Percorso: ci si imbarca davanti alla base e si parte alle 11.00 in direzione della diga di Sarnico costeggiando il lungolago, si risale facendo tappa al bosco dei tassodi; scorcio affascinante per chi viene sul lago d’Iseo per la prima volta. Si procede verso Clusane d’Iseo e si attraversa fino alla prestigiosa Villa Surre, si passa davanti ai rinomati Cantieri Riva e si rientra alla base “La Calchera”. Tempo di percorrenza previsto, pagaiando con tranquillità e considerata la presenza di principianti, tre ore circa. - Ogni partecipante verrà informato dal proprio Canoa Club circa l’abbigliamento e l’occorrente per sostenere una buona pagaiata, facendo si che ci si ricordi della gita e non del freddo o della fatica. - Al rientro, previsto per le ore 14.00, recupero auto e carico Kayak con destinazione al campo sportivo “Quader” per parcheggio e docce calde. Quindi tutti a piedi all’Oratorio dove ci aspetta pastasciutta per tutti e divisione dei viveri (salame, torte salate e dolci, pane, bibite…) che ognuno avrà portato, con vero spirito di condivisione comunitaria! L’invito è aperto a tutti i Canoa Club che credono che la condivisione fortifichi la struttura! L’obiettivo del gemellaggio è la promozione dell'attività in canoa/ kayak sia sul lago che nel mare e sui fiumi e la condivisione di alcuni appuntamenti è senz’altro un'occasione positiva di conoscenza ed esperienza comune fra i Club. Perciò perché no?! IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 33 Porto Febbraio 2014.indd 33 21/02/2014 13.34.53 ASSOCIAZIONI a cura del Presidente LEANDRO MORA ASSEMBLEA ANNUALE Si è tenuta domenica 26 gennaio scorso presso l’Auditorium del comune, l’Assemblea Ordinaria Annuale del nostro Gruppo Pluricomunale A.I.D.O. di Sarnico. Un incontro che solo in apparenza potrebbe essere inteso come un qualcosa di “ripetitivo”, ma che in realtà rappresenta invece un importante momento associativo, non solo per portare a conoscenza di iscritti e officers di livello superiore tutte le iniziative intraprese nel corso del 2013 e presentare quello che si vuol fare nell’anno in corso, ma soprattutto per dar modo a noi del Direttivo di relazionarci con i soci con i quali condividiamo i medesimi ideali di solidarietà e dono. Sentire i pareri, positivi o negativi, sul nostro operato è certamente un modo utile per crescere, per migliorare il modo di “sensibilizzare” ed “informare” quella parte della popolazione che manifesta ancora poca attenzione al problema della donazione degli organi. Un momento quindi di riflessione supportato da alcuni dati seri e drammatici: a fronte dei circa 3.000 trapianti eseguiti con successo ci sono oltre 9.000 persone in lista d’attesa e 500 di esse, purtroppo, ogni anno muoiono per scarsa disponibilità di organi ma anche per pigrizia, paura, superficialità, indisponibilità di tempo e diffidenza da parte di tanta gente che manifesta indifferenza ed egoismo. Ed è proprio leggendo questi dati che il nostro agire associativo non diventa ripetitivo, ma un incentivo a raggiungere quel traguardo al quale miriamo da oltre quarant’anni: “Dare vita e gioia di vivere a chi non ha più speranza”. Stiamo attraversando un periodo molto difficile ma è in momenti come questi che dobbiamo aumentare la consapevolezza che la vera ricchezza è dentro i nostri cuori e viene arricchita da ciò che facciamo per il prossimo e cresce ogni volta che allontaniamo ipocrisia ed egoismo. Nel corso dell’assemblea abbiamo voluto ringraziare chi, condividendo i nostri ideali, ci aiuta a raggiungere il nostro traguardo: Il Consiglio Direttivo e il sindaco Franco Dometti, sempre sensibile alle nostre richieste. Grazie al personale dell’Ufficio Anagrafe, pronto a darci una mano per l’aggiornamento dei nostri tabulati e per l’inoltro di permessi ed autorizzazioni. Grazie anche al comandante della Polizia Locale Marco Zerbini e ai suoi collaboratori per l’attenzione rivolta alla sicurezza nel corso dei nostri eventi, al parroco don Luciano Ravasio per le parole preziose sul valore dell’altruismo e della solidarietà, tema ricorrente nelle sue omelie. Un caloroso ringraziamento alla consorella AVIS, al suo presidente Vittorio Marconi e al Consiglio Direttivo per la concessione dell’accogliente sede, al gruppo Protezione Civile ANA nelle persone dei presidenti Andrea Bellini e Paolo Ravelli, sempre pronti ad aderire alle nostre richieste nel corso delle manifestazioni. Un grazie infine a tutti gli iscritti e non che con il loro appoggio materiale e finanziario ci permettono di realizzare tutte le iniziative di sensibilizzazione, informazione e cultura alla donazione attuate specialmente all’interno di tutte le scuole di ogni ordine e grado, primo passo a favore di chi ha diritto ad una vita migliore. Segnaliamo con piacere la costituzione del gruppo AIDO di Adrara San Rocco. Un altro mattone nel grande muro della solidarietà. L’anno da poco iniziato sarà particolarmente importante in quanto il 10 e 11 maggio prossimi festeggeremo il 40° di fondazione del nostro gruppo Pluricomunale che, oltre a Sarnico, comprende anche i comuni di Adrara San Martino e San Rocco, Foresto Sparso e Gandosso. Presenteremo su “il Porto” del numero di aprile il programma dettagliato degli eventi. Concludo con le parole che il nostro fondatore Giorgio Brumat disse all’assemblea nazionale di Fiuggi nel 2001: «…Aumentare l’entusiasmo, ricordatevi che qualunque discorso anche il più bello e il più forbito, se non ha una carica di entusiasmo, di forza, di volontà, di desiderio di fare sempre più e sempre meglio, non ottiene risultati. Dobbiamo ricordarci che non abbiamo mai lavorato per noi, ma che lavoriamo per gli altri, per gli ammalati in particolare. Questo è un modo vincente per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissato». 34 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 34 21/02/2014 13.34.54 Porto Febbraio 2014.indd 35 21/02/2014 13.34.55 ASSOCIAZIONI a cura di GIANFRANCO GASPARI RUBRICA DEL MESE DI GENNAIO 2014 Inaugurazione Anno Accademico Mercoledì 5 Febbraio, alla presenza di oltre un centinaio di iscritti, nell’auditorium comunale è stato inaugurato il 17° Corso dell’Università per Anziani. Fra le Autorità erano presenti: il Sindaco Dometti con la vice Romy Gusmini il Prevosto Don Luciano il Maresciallo Giuseppe Lo Sardo, comandante della Stazione Carabinieri il Dr. Mario Fiorendi con il Dr. Giacomo Anfuso per l’Anteas la presidente Emy Ruggeri con il Presidente onorario Gianfranco Gaspari per l’Associazione Anziani e Pensionati, oltre al relatore ufficiale Claudio Cecchinelli che ha svolto magistralmente la prima lezione dal titolo: ”Le Esposizioni Universali - storia ed ambientazione”. Durante il saluto le varie autorità hanno espresso il loro compiacimento per l’iniziativa sempre molto seguita dagli iscritti, che sono stati invitati a condurre sempre così le loro attività per preparare un degno futuro alle nuove generazioni. Particolare il saluto del Comm. Gaspari, cofondatore dell’Università di Sarnico, che ha ringraziato sia gli iscritti presenti e futuri che la locale Associazione Anziani, promotrice entusiasta dell’iniziativa. Seguiremo passo passo lo svolgersi di questo Corso tanto interessante per il tema proposto dai dirigenti provinciali: Expo Milano 2015 - Nutrire il pianeta, energia per la vita (temi e spunti per la terra di Bergamo). 36 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 36 21/02/2014 13.34.56 a cura di FRANCESCA PESENTI SALUTE LA RIABILITAZIONE LOGOPEDICA L’ambulatorio di Logopedia di Habilita- Ospedale di Sarnico, posto all’interno del servizio di Neuropsicologia, è rivolto alla riabilitazione di disturbi del linguaggio, dell’eloquio e della deglutizione conseguenti a patologie vascolari e neurodegenerative. I pazienti colpiti da ictus non necessitano infatti soltanto di una riabilitazione volta al recupero della mobilità degli arti, ma spesso hanno bisogno anche di un percorso riabilitativo che consenta loro di riprendere a parlare in maniera comprensibile e di alimentarsi in sicurezza. La disfagia, il disturbo della deglutizione che è spesso diretta conseguenza di un danno vascolare, sta ottenendo un sempre maggior interesse in ambito clinico. L’alterazione del meccanismo deglutitorio può infatti portare all’inalazione di sostanze alimentari nelle vie respiratorie con conseguenze potenzialmente letali per il paziente. “In questi casi – introduce Giacomo Spada, Logopedista di Habilita Sarnico - un’attenta valutazione della deglutizione costituisce la premessa indispensabile di qualsiasi percorso riabilitativo. Soltanto quando avremo messo il paziente nella condizione di alimentarsi in sicurezza, evitando il rischio di polmoniti, egli sarà in grado di intraprendere anche il percorso di riabilitazione fisioterapico. Oltre che ad una corretta diagnosi, l’intervento logopedico mira là dove possibile al ripristino di una deglutizione fisiologica; se le condizioni del paziente non lo consentono si punta all’instaurazione di una deglutizione funzionale in cui, con particolari tecniche di compenso, il paziente possa ripren- dere a deglutire in sicurezza”. Per quanto riguarda i disturbi della parola, possiamo distinguere l’afasia dalla disartria. Entrambe possono essere conseguenza di insulti vascolari, patologie neurodegenerative o tumorali che colpiscano le aree cerebrali della parola. Mentre però il paziente afasico non “trova” le parole o incontra difficoltà nella formulazione e nella comprensione di frasi, il paziente disartrico ha un disturbo del linguaggio di tipo motorio, in quanto i suoi organi fonatori (la lingua, le labbra, le guance), non si muovono con la giusta rapidità e precisione. In entrambi i casi l’intervento logopedico può rivelarsi decisivo: nel caso di danni vascolari favorendo un buon recupero funzionale, nel caso di malattie neurodegenerative (è il caso ad esempio della SLA o del morbo di Parkinson) rallentando il decorso della malattia ed addestrando il paziente all’uso di strumenti alternativi di comunicazione. “Tra le patologie neurodegenerative che possono trarre maggior beneficio dall’intervento logopedico, c’è senza dubbio il morbo di Parkinson – conclude Giacomo Spada- La rigidità e il tremore caratteristici della malattia non interessano soltanto l’apparato muscolo-scheletrico del paziente, ma ne compromettono anche l’eloquio e la deglutizione, peggiorandone sensibilmente la qualità della vita. Presso l’Ospedale di Sarnico i pazienti parkinsoniani possono beneficiare del metodo Lee Silverman Voice Treatment, che attraverso semplici esercizi vocali è in grado di migliorare in maniera significativa la loro condizione”. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 37 Porto Febbraio 2014.indd 37 21/02/2014 13.34.56 STORIA a cura di GIUSI DOSSI FRANCESCO NULLO, UN GRANDE SCONOSCIUTO EROE PER SEMPRE SECONDA PARTE Con la seconda parte di questo articolo, termina il contributo del giornalista di origine sarnicese Giusi Dossi sulle vicende dell'eroe bergamasco Francesco Nullo. Lo ringraziamo per la collaborazione offerta al "Porto", la sua cultura storica ci ha aiutato a capire meglio alcuni fatti che sono avvenuti sul nostro territorio nel periodo risorgimentale. Terminano questi due articoli ma non finisce però la collaborazione con il nostro concittadino. Il Risorgimento italiano rappresenta uno dei periodi più significativi per la storia e la tradizione del nostro popolo che non deve essere dimenticato. - Oltre le posizioni politiche, quali altri aspetti salienti emergono dal libro? Per sviluppare nuove ricerche, si è pensato di scrivere, anziché un'ulteriore biografia, un saggio a più mani. Solo così riteniamo di aver sottratto il Nullo dall'oblio in cui era caduto, scandagliando la sua personalità al di là dei suoi atti coraggiosi. Alcuni esempi: lo stretto rapporto di amicizia che ebbe con Giuseppe Garibaldi, e ovviamente la comunione di idee, viene affrontato dalla studiosa dell'esule di Caprera, Anna Tola. Nullo, che è sempre stato tramandato accanto ai Camozzi e al Cucchi, in questo caso Paolo Merla e Franco Nicefori lo avvicinano ad altri garibaldini bergamaschi, rispettivamente ai fratelli Dall'Ovo e a Daniele Piccinini. Umberto Zanetti ha approfondito il richiamo del personaggio all'uso frequente del dialetto e al toccante amore che nutriva per la sua città. Il Nullo imprenditore tessile di successo è l'argomento affrontato da Mario Sigismondi, anche sotto l'aspetto patriottico. L'affetto e il sentimento che Papa Giovanni aveva verso il conterraneo famoso viene ricordato dal suo Segretario, mons. Loris F. Capovilla. Silverio Signorelli ha svolto un'accurata indagine, ormai introvabile, sui maggiori monumenti dedicati all'eroe, mentre Francesco Ghidotti fa emergere i particolari del suo arresto a Palazzolo S.O. nel corso dei “fatti di Sarnico”. La spedizione della "banda Nullo" in Polonia e l'odissea dei volontari bergamaschi in Siberia, rivivono nelle ricerche di Rosanna Casari e nelle testimonianze in terra polacca di Andrea Trovesi ". nuovo, semplicemente finora si è volutamente dimenticato il vero Nullo o per lo meno il Nullo completo. Mi auguro che altri prima o poi portino alla luce nuovi particolari di colui che Garibaldi descrisse così bene: “ ... e l'eroico figlio di Bergamo, Nullo, sollevando la marziale sua fronte e tendendo orizzontalmente la palma della destra, disse colla potente ed eccitata sua favella: io giuro, sino all'ultimo respiro, di sostener la causa dei popoli oppressi!”. Ciò premesso, bisogna dire che la sorte toccata al nostro protagonista è purtroppo la stessa che la storia ufficiale ha riservato agli altri volontari garibaldini; cioè sono stati dimenticati, insieme ai valori che incarnavano. Ha scritto il giornalista Romano Bracalini: “Oggi agli studenti bergamaschi il nome di Francesco Nullo probabilmente dice poco o nulla .... Tra i tanti eroi fasulli che affollano il nostro Olimpo, Nullo è il più genuino e il più semplice. Andò come a cer- Perché secondo lei i bergamaschi, con quest'opera, care la morte quando si avvide che il suo ideale era stato tradito. La storia di Nullo piacerebbe ai giovani. Ma non viene raccontata possono conoscere il vero Nullo? Intanto va precisato che la nostra indagine non scopre niente di perché non fornisce l'alibi di cui la storia ufficiale, quella autorizza38 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 38 21/02/2014 13.34.56 STORIA ta, ha bisogno”. - Si arriverà un giorno ad avere, secondo lei, un'identità comune, una memoria condivisa, di quello che è stato il Risorgimento? Ho i miei dubbi e non solo perché gli armadi degli archivi di Stato sono ancora pieni di scheletri, ma perché anche in molti casi non ci sono più gli armadi stessi. Sono stati letteralmente fatti scomparire e non sono solo gli storici revisionisti a sostenerlo, ma autorità intellettuali insospettabili, come il presidente del Comitato di Torino dell'Istituto per la storia del Risorgimento, Umberto Levra. Senza farla troppo lunga, basti pensare all'interrogatorio nella fortezza di Alessandria, dove il Nullo era stato tratto in arresto dopo i fatti di Sarnico del maggio 1862. Ebbene, chi ha letto i fascicoli dei 132 detenuti, ad un certo punto scrive che “manca il seguito dell'interrogatorio del Nullo che, in base alla numerazione degli atti, doveva essere su quasi due pagine”. Dove è finito? E soprattutto perché non si è voluto far conoscere integralmente la testimonianza del luogotenente di Garibaldi, cioè il Nullo, in quell'impresa fallita per gli intrighi della corte sabauda? Ha scritto il giornalista bergamasco Marco Nozza nel 1982: “Fra le non poche colpe dei Savoia c'è anche quella di aver sempre preteso che la storia fosse scritta a maggior gloria del trono. Questa inclinazione savoiarda a “orientare” il lavoro degli storici ha determinato un lungo e sistematico lavoro di lucchetto, di sigilli, di omissis”. Nel 1912 Giovanni Giolitti raccomandava "molta prudenza nell'aprire gli archivi del nostro Risorgimento", perché "non è bene sfatare leggende che sono belle". Imbarazzante, non è vero, per il Presidente del Consiglio allora in carica? Nell'agiografia nazionale Nullo è una figura che ha un posto ben definito. Basta leggere le belle pagine della “Camicia Rossa” di Alberto Mario per rendersene conto quando lo chiama «il più temerario fra i fedelissimi» perché gli "piacevano" le azioni più pericolose. La storiografia degli ultimi cinquant'anni non lo ha tirato giù da quel piedistallo, noi abbiamo solo arricchito la sua figura di una quantità di sfumature e interpretazioni, eliminando molte semplificazioni, dandogli una dimensione umana, culturale e politica più ricca. L'abbiamo tirato fuori dalla mitologia e collocato in modo più giusto dentro il suo periodo storico. (Fine) IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 39 Porto Febbraio 2014.indd 39 21/02/2014 13.34.57 DAL COMUNE a cura della AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SARNICO FORZA! IL PIEDIBUS VI ASPETTA PER PARTIRE Siamo arrivati al 4° anno di Piedibus a Sarnico e il numero di bambini e genitori fino ad ora coinvolto è stato alto. Viste le numerose richieste pervenute, il nuovo Comitato Genitori ha deciso di continuare questa buona abitudine, ma senza l’aiuto di genitori e nonni questo servizio non può funzionare. Aspettiamo numerose adesioni per far ripartire il Piedibus questa primavera. Significativo il sostegno dell’Amministrazione Comunale che mette a disposizione attrezzature e segnaletica per il corretto svolgimento dell’iniziativa. «È davvero un’idea e una realtà ormai geniale per molti aspetti» afferma l’Assessore all’Istruzione Romy Gusmini «è educativo, aggregativo, fa sentire protagonisti sia i ragazzi che i genitori coinvolti, non inquina, è anche festoso. So di alcuni genitori che si attivano anche ler lo spuntino lungo il percorso. Come si può dire no a un’inziativa così positiva?! Fin dal suo inizio l’amministrazione ha promosso e sostenuto il Piedibus e ora, che cammina davvero da solo, fa la sua parte nel condividerlo». COS'È IL PIEDIBUS Il Piedibus è un vero e proprio AUTOBUS che va a piedi ed è formato da una carovana di bambini che vanno a scuola in gruppo, accompagnati da due adulti, un “autista” davanti ed un “controllore” che chiude la fila. Come un vero autobus, il Piedibus parte da un CAPOLINEA e seguendo un percorso stabilito raccoglie i passeggeri alle “fermate” predisposte sul percorso, agli orari stabiliti. Il servizio Piedibus è attivo nella mattina del Sabato. Il servizio è completamente gratuito e i genitori/nonni accompagnatori prestano la loro opera a titolo di volontariato. Sono esonerati da ogni responsabilità e coperti, così come i bambini, da polizza assicurativa scolastica nel percorso casascuola-casa. 40 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 40 21/02/2014 13.34.58 DAL COMUNE Orari del piedibus ANDATA CAPOLINEA partenza ore 1° FERMATA passaggio ore 2° FERMATA passaggio ore 3° FERMATA passaggio ore 4° FERMATA passaggio ore ARRIVO PREVISTO A SCUOLA RITORNO PARTENZA SCUOLA 1° FERMATA passaggio ore 2° FERMATA passaggio ore 3° FERMATA passaggio ore 4° FERMATA passaggio ore CAPOLINEA LINEA AZZURRA 8,10 8,13 8,15 8,17 8,21 8,25 LINEA AZZURRA 12,30 12,34 12,38 12,40 12,42 12,45 LINEA GIALLA 8,00 8,05 8,10 8,15 8,18 8,25 LINEA GIALLA 12,30 12,37 12,40 12,45 12,50 12,55 LINEA VERDE LINEA ROSSA 8,02 8,09 8,17 8,15 8,18 8,25 8,25 LINEA VERDE LINEA ROSSA 12,30 12,38 12,46 12,30 12,37 12,53 12,40 IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 41 Porto Febbraio 2014.indd 41 21/02/2014 13.34.58 DAL COMUNE a cura della AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SARNICO ALL AROUND THE TABLE Per il secondo anno l’Istituto Serafino Riva di Sarnico ospiterà "ALL AROUND THE TABLE, (Tutti intorno alla tavola) l'International Food Seminar ESN, un’iniziativa del Progetto Comenius che prevede scambi culturali per diversi paesi europei. Dal 10 al 15 marzo 2014 l’Istituto accoglierà studenti e docenti provenienti da diverse nazioni europee per uno scambio culturale che avrà come tema conduttore quello del "Fair Food", il cibo giusto. Come ci rapportiamo al cibo quotidiano? Siamo consapevoli del valore non solo materiale ma anche culturale di ciò che mangiamo? Queste sono solo alcune delle piste di riflessione su cui i partecipanti al seminario lavoreranno. In particolare, l’Istituto rifletterà sul tema della “cucina degli avanzi”. Tutto avrà inizio appunto con la mattinata di accoglienza del 10 marzo, prima giornata che si concluderà con la cena di benvenuto presso la sala pranzo dell’Istituto Alberghiero. Seguiranno incontri tutti in lingua inglese, presentazione dei progetti, allestimento di stand ed anche visite guidate a Bergamo Alta e a Milano. È un’iniziativa dell'Assessore all’Istruzione Romy Gusmini: «Potersi confrontare con studenti della stessa età e di culture diverse è senza dubbio un’esperienza che favorisce le conoscenze e allarga gli orizzonti. Desidero complimentarmi con il corpo docente, i dirigenti, la segreteria, tutto il personale del nostro Istituto: in loro non c’è solo il senso del dovere nell’esercitare una professione, ma anche una grande passione e la consapevolezza di svolgere un ruolo importante nel processo conoscitivo ed educativo dei ragazzi, passione premiata dai risultati che in questi ultimi anni il Serafino Riva sta ottenendo. Non è da tutti avere un consenso così alto: le iscrizioni negli ultimi due anni sono notevolmente aumentate.Certo, ciò comporta il potenziamento delle strutture e degli ambienti. Ma proprio nei giorni scorsi un funzionario del settore mi diceva che è meglio avere il problema di trovare nuovi spazi che avere spazi esistenti da riempire. Questo è il nostro impegno». 42 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 42 21/02/2014 13.34.59 DAL COMUNE INVITO ALL'HAPPY HOUR IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 43 Porto Febbraio 2014.indd 43 21/02/2014 13.35.00 COMUNITÀ a cura di CRISTINA VOLPI UN SORRISO PER GLI ANGELI conto di un sogno ad occhi aperti all’interno di una Una serata a favore dell'Istituto "Angelo Custode" fabbrica occupata, diventa per un operaio l’occasioL’associazione "Il Sorriso di Monica ONLUS" organizza l’annuale serata benefica che quest’anno è in favore del progetto UN SORRISO PER GLI ANGELI. Il ricavato della serata verrà infatti utilizzato per attrezzare un’unità didattica multimediale per bambini e operatori presso l’Istituto di Riabilitazione “Angelo Custode” di Predore. Domenica 13 Aprile 2014 presso il Cine Teatro Junior si terrà lo Spettacolo Teatrale “Da le ses a le dò, da le dò a le des” di Silvio Gandellini e Enrico Re, spettacolo in atto unico in dialetto bresciano. Il rac- ne per ricordare spaccati di vita degli anni trascorsi nel luogo di lavoro e nel paese: vicende quotidiane di uomini che hanno vissuto cambiamenti storici, conquiste e disillusioni, in un mondo del lavoro in continuo e attuale divenire. Lavoro, territorio, lingua; sono gli elementi inscindibili che hanno dato origine alla “nostra Storia”. L’Associazione ringrazia fin da ora quanti, venendo ad assistere allo spettacolo, daranno il loro sostegno al progetto e un grazie al Porto che ci aiuta a divulgare le iniziative. Per informazioni [email protected] 44 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 44 21/02/2014 13.35.01 Teatro a Sarnico Sabato 29 marzo NOVECENTO dal testo di Alessandro Baricco, estratti della storia di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento Voce e musica si incontrano per raccontare la storia del pianista sull'oceano…una storia che contiene storie di un mondo rinchiuso tra la prua e la poppa di una nave con Walter Tiraboschi e la musica dal vivo di Michele Mutti organizzazione Teatro Piroscafo Scendere da una nave per salire sul mondo che invece pare non avere limiti e confini; la voglia di crescere e la paura di farlo… questo è Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista che Sabato 8 marzo abbia mai suonato sull’oceano. Una musica la sua, che accompagna e AMORE MIO? dà vita a racconti di emigrazione, di speranze, di incontri e solitudini. Un’accozzaglia spiritosa di passioni e tradimenti, reading musicale Storie che fanno ridere e fanno riflettere. con Alberto Salvi e Matilde Facheris, Claudio Fabbrini alla chitarra e Come se noi tutti fossimo fermi su una scaletta a guardare il futuro Stefano Armati al contrabbasso possibile davanti a noi, con la facoltà di tornare indietro, restando Organizzazione Teatro Piroscafo comunque fermi. Un amore cantato e un altro narrato in un montaggio divertente e al tempo stesso struggente. La lettura si inerpica tra episodi spi- Teatro-Cine Junior ritosi e liti furibonde. Chi mai non si è occupato di amore? Quale Inizio spettacoli: ore 21.00 cantautore non si è mai soffermato a raccontare le sue e altrui pene Biglietto ingresso amorose? Quale scrittore non si è mai inoltrato negli oscuri meandri Intero € 7,00 - Bambini € 5,00 della passione? Nessuno. Mai. Ed è perciò che il materiale è vastis- Info: simo. Dal principio di ogni cosa di Adamo ed Eva, fino agli amori Iat Basso Sebino/ Pro-Loco Sarnico difficili di Arturo ed Elide, passando da gioie inaudite fino a malinco- tel 035.910900 - www.prolocosarnico.it nici rimpianti. Sempre e comunque cantando; perché se canti, quasi sempre, ti passa. IL NODO TEATRO Sabato 22 marzo L’associazione culturale “Il Nodo” nasce nel 1996 per volontà di Il GIRO del MONDO in OTTANTA GIORNI attori ed operatori del settore teatrale, nonché di studenti di scuole Il romanzo di avventura per antonomasia, scritto da Jules Verne nel d’arte e di storia del teatro uniti da un’esperienza formativa. Oggi é 1872, trasformato in una brillante e colorata commedia. strutturata come centro di produzione stabile ed é fra le più attive regia e riduzione di Francesco Buffoli e Daniele Bottini della provincia di Brescia con più di 1.500 repliche in tutta Italia. Dal produzione e realizzazione Il Nodo Teatro 2004 è attivo anche “il nodo bimbi” che si occupa di produzioni Una corsa vorticosa contro il tempo che porta Phileas Fogg e il teatrali, corsi e stage per bambini. info: www.ilnodo.com suo fido Passepartout attraverso quattro continenti e innumerevoli peripezie. TEATRO PIROSCAFO La fantasia di Verne ci porta in un mondo da percorrere con treni e Il neonato Teatro Piroscafo è un laboratorio di teatro permanente navi a vapore in un lasso di tempo allora impensabile. attivo a Sarnico dal settembre 2013. Alla guida Walter Tiraboschi, Quello che da allora non è cambiato è la curiosità della scoperta, un bergamasco che del teatro ha fatto la sua vita. Dopo aver lavol’interesse tutto anglosassone per i popoli stranieri e le loro usanze. rato per anni con studenti e giovani ma anche persone detenute Un viaggio alla scoperta della diversità e particolarità dei vari popoli nelle carceri, ha deciso di fondare una scuola di teatro, punto di della terra che rendono questo nostro ormai “piccolo mondo” una riferimento per tutti coloro che nutrono il desiderio di avvicinarsi fonte straordinaria di caratteri umani, di usi e di costumi. IL VIAG- a questa forma d’arte con serietà e allo stesso tempo entusiasmo. GIO come scoperta, conoscenza e accettazione dell’altro. info: [email protected] – cellulare 338.6332224. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 45 Porto Febbraio 2014.indd 45 21/02/2014 13.35.01 SCUOLA a cura di CIVIS TO ISTITU I ADON N O D E. : IO O R C CAN O I C C O TI B Vendita delle arance a scuola “Cancro, Io ti boccio!”. Con questo slogan i ragazzi delle scuole elementari e medie di Sarnico e Credaro - dell’Istituto Comprensivo "Eugenio Donadoni" - hanno aderito al progetto dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), rivolto a studenti e docenti di ogni ordine e grado. Fare della propria scuola una piazza: dalle scuole dell'infanzia fino alle secondarie di II grado. Un’opportunità di “dare una lezione al cancro”, è stata quella attuata dai ragazzi di distribuire, lo scorso mese di gennaio all’esterno dell’Istituto, le “Arance della salute”. «Una doppia finalità condivisa anche dal comitato genitori conferma la professoressa Francesca Zanella, referente dell’Istituto sull’Educazione alla Salute - quella della raccolta fondi (e quindi beneficenza) e quella altrettanto importante di divulgare il discorso su una corretta alimentazione, basata soprattutto su frutta e verdura, con l’obiettivo di creare nei ragazzi la cultura alla salute e al benessere, consapevoli che il futuro della ricerca inizia proprio all’interno delle classi scolastiche. Per una settimana i ragazzi sono stati invitati a portare frutta e verdura, da consumare nel corso dell’intervallo, per abituarli a una dieta sana e questo è stato un modo per coinvolgere anche i genitori». L’AIRC arriva nelle classi per rendere il cancro sempre più curabile; nasce così il progetto “AIRC nelle scuole”. Inaugurato nel 2011 con attività rivolte al triennio della scuola secondaria di II grado, che integravano quanto AIRC svolgeva già da anni nelle scuole, ha rinnovato nel tempo l'offerta formativa con proposte per ogni ordine e grado, a partire dall'infanzia. Il progetto vede la collaborazione del MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca), con programmi e azioni condivise. 46 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 46 21/02/2014 13.35.04 a cura di GIOVANNI CADEI Partecipanti al Meeting giovanile di Capriate S. G. L’attività sportiva, dopo la pausa natalizia è ripresa a pieno ritmo; per alcuni lo stop non c’è addirittura stato perché, approfittando della chiusura scolastica, un atleta ha colto l’occasione per partecipare ad un’opportunità di allenamento di altissimo livello. Stiamo parlando di Francesco Cadei che ha deciso di dedicare al Judo alcuni giorni di inizio gennaio; in particolare Francesco ha scelto di partecipare alla 14° edizione del Winter Camp di Judo che si svolge da ormai diversi anni a Lignano Sabbiadoro. Anche quest'anno la partecipazione massiccia da parte di judoka italiani e stranieri ha confermato il WINTER CAMP quale uno dei più importanti e numerosi stages d'Europa, superando per il secondo anno consecutivo la quota di 1.000 presenze provenienti da 16 Paesi. Gli allenamenti sono stati condotti dall’olimpionico, ora coach della nazionale russa, Ezio Gamba, coadiuvato da altre figure di altissimo livello del judo mondiale. Per Francesco è stata una ottima occasione per conoscere atleti di alto livello ed, allenandosi con loro, di affinare la sua tecnica judoistica e la tattica di combattimento. Domenica 26 Gennaio si è svolta a Capriate S. Gervasio la XXIII edizione del Meeting Giovanile CSI di Judo a cui hanno partecipato gli atleti più piccoli. Buoni i risultati raccolti riportati di seguito in dettaglio: Medaglia d’oro: Emma Bellini e Luca Trapletti Medaglia d’argento: Lorenzo Valente, Ivan Bettoni, Sigi Arcangeli e Ilenia Bettoni Medaglia di bronzo: Andrea Piantoni, Angelica Fenaroli e Filippo Cancelli Francesco Cadei sul podio alla fase regionale dei Campionati Italiani Cadetti ASSOCIAZIONI A.S.D. JUDO SARNICO Nel pomeriggio sono scesi sul tatami gli atleti agonisti nel 23° Trofeo Judo Coral; anche qui buoni risultati: Francesco Cadei: medaglia d’oro nella categoria 81 kg Arianna Valente: medaglia d’argento nella categoria 63 kg Brian Morandi: quinta posizione nei 60 kg Sabato 8 Febbraio si sono svolte infine a Ciserano le fasi regionali di qualificazione al Campionato Italiano Cadetti. Quattro gli atleti a difendere i colori della nostra associazione. Braian Morandi e Giulio Panza hanno purtroppo perso il primo incontro rispettivamente con C. Tognazzi e con F. Malinverno; non avendo usufruito del ripescaggio, hanno entrambi concluso subito la loro gara. Più soddisfacente la partecipazione di Francesco Cadei negli 81 kg: due gli incontri vinti al suo attivo, prima contro O. Manzoni delle Energy Mediglia Palestre e poi con M. Kledi del Judo Club Brugherio. In finale per il 1° posto Francesco, forse combattendo con troppa irruenza, ha subito un’azione di contrattacco che lo ha messo a tappeto. Buona comunque la seconda posizione nella classifica finale che gli dà il diritto di prendere parte, sabato 22 febbraio, alla fase finale che si svolgerà al palazzetto federale di Lido di Ostia. Anche Arianna Valente ha strappato la qualificazione per la fase finale di Lido di Ostia giungendo 3° nella categoria 63 kg; Arianna perde il primo incontro con la bresciana A. Bellandi; accede però al girone di recupero ed infila tre vittorie consecutive rispettivamente con R. Ambrogi, S. Gnappa ed A. Bonfanti. Complimenti vivissimi ad Arianna e Francesco ed in bocca al lupo per la finale. Arianna Valente sul podio alla fase regionale dei Campionati Italiani Cadetti IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 47 Porto Febbraio 2014.indd 47 21/02/2014 13.35.05 COME ERAVAMO a cura della REDAZIONE Ci viene sempre più spesso richiesta la modalità per poter pubblicare delle vecchie foto. Semplice: o le portate presso la casa parrocchiale oppure le inviate in formato digitale a: [email protected] FAMIGLIE STORICHE La famiglia Dossi. Una bellissima istantanea del fotografo Sbardolini, in una classica posa molto in voga a quei tempi. Da sinistra Rodolfo, il papà Angelo, la mamma Rosa Besenzoni con in braccio la piccola Giusy La famiglia Mutti Bonardi. Sotto da sinistra: Mons. Alberto Giuseppe Scola, Vescovo di Norcia e nativo di Calolziocorte, Il Beato papa Giovanni XXIII e Mons. Giovanni Mutti figlio di Giuseppe e Valli Paola (mamma dei Bonardi: Piero, Ernesto, Bruno ,Teresina ecc.). Sotto a Sinistra: "Vestivamo alla marinara". Costantino (Tino) Mutti gran tenore del coro parrocchiale di Sarnico e fratello di Mons. Giovanni Mutti con Piero Bonardi (foto datata 15 gennaio 1945). Sotto al centro: Suor Paola (Alessandra Mutti) 40 anni in India con le Suore di Maria Bambina. In basso a destra: ancora Mons. Giovanni Mutti con il Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Piazzi. 48 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 48 21/02/2014 13.35.06 GITA A FATIMA Una gita indimenticabile con destinazione Fatima (1 - 6 settembre 1997) da parte di un gruppo di pellegrini (presumiamo tutti sarnicesi) guidati da don Giovanni Ferraroli, ai tempi parroco della nostra cittadina. Non ci è stato possibile identificarli tutti, lasciamo quindi ai lettori il compito di trovare parenti e amici. Citiamo solo la mitica Rosi Sagrestana (al centro). LA SFILATA Una foto fine anni '50 "rubata" da Facebook e pubblicata sul blog del gruppo "Se sei di Sarnico...". Di coloro che sfilano riconosciamo solamente il terzo da sinistra: il mitico bidello Marini. Il signor Mario Bellini - Talgià - (storico barcaiolo con postazione al ponte), ha ritenuto più comodo sfilare ...in bicicletta portando sul seggiolino la figlia Rosiliana. MONACO - MONTECARLO Una fotografia datata 1960 (avuta tramite il signor Alberto Sacella) che ritrae un gruppo di sarnicesi nel corso della costruzione della stazione di servizio "Boat Service Riva" a Montecarlo. Da sinistra i tre in piedi: Taboni, sconosciuto e Virgilio Buelli. In ginocchio: sconosciuto, Gian Franco Rossi, Alberto Sacella e Fausto (Gianni) Rossi. Seduti: Giovanni Venturelli e Giovanni Vigani. In piedi davanti (con le braccia incrociate) Carlo Rossi. Di spalle Tarcisio Savoldi. Sconosciuti gli operai sulla gru. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 49 Porto Febbraio 2014.indd 49 21/02/2014 13.35.06 COMUNITÀ a cura di FRANCESCA GALLI Dalla Casa di Riposo DOVE LE PAROLE FINISCONO INIZIA LA MUSICA "È meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall'irrigidimento, dalle convenzioni a cui tutti andiamo incontro e farci tornare uno stupore incantato nei confronti delle cose''. È alle parole di uno straordinario musicista e pianista quale Giovanni Allevi che mi voglio ispirare per questa nuova 'aria musicale' che si respira nella nostra “Casa” in quest'ultimo periodo. La musica arriva. A tutti ed indistintamente. Forse è magìa, ma resta un mistero meraviglioso... Per me e'emozione...vedere i nonni che ballano allegramente, che muovono questi piccoli strumenti, o che semplicemente osservano e sorridono dalle loro carrozzine... vedere Saverio che picchia sul pianoforte... allora mi dico 'È arrivata'. L'idea di portare quella che forse ci piace chiamare 'musicoterapia' ai nostri nonni è nata dall'idea congiunta di noi animatrici con Alessia, una specialista del settore e che per un po' ha portato avanti questa attività. Ora la nostra Anna è diventata davvero brava e in questo momento sta riscuotendo parecchio consenso. Grazie all'Associazione Anziani che ci ha fatto dono di strumenti quali nacchere, tamburelli, sonagli etc.., i nostri nonni, mentre ascoltano un cd con canzoni dei loro tempi, ballano e muovono gli strumenti a ritmo di musica. E ci sono sorrisi ed allegria in queste due ore... Ci sono gli sguardi stupiti di parenti e volontari che spesso si uniscono a queste coreografie improvvisate. Ma soprattutto ci sono loro...i nostri nonni, a cantare, a suonare tornando per un po’ a tempi dove queste canzoni coloravano di spensieratezza le loro giornate. E arrivano anche i ricordi ad arricchire questo momento... io e Anna ci guardiamo e senza parlare...è la musica che parla al cuore. E parla a coloro che magari troppe volte faticano a trovarle quelle parole, vinte dalla malattia.. Parla al loro silenzio. E a noi non resta che ascoltare... 50 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 50 21/02/2014 13.35.07 a cura di SERGIO MAFFI ASSOCIAZIONI DIVERSAMENTE ABILI & COMMERCIANTI Un reciproco affetto È ormai un "must", qualcosa che bisogna fare assolutamente, che Commercianti e disabili della "Cooperativa - Il Battello" celebrino insieme San Mauro. Ritrovarsi a pranzo per scambiare quattro allegre chiacchiere fa bene ad entrambi. È sempre emozionante vedere l'entusiasmo di queste persone che si sentono al centro dell'attenzione. L'atmosfera è quella amichevole tra vecchi compagni di "merende". E poi quello scambio di piccoli regali è un segno di reciproco affetto: quest'anno ai commercianti hanno regalato un bellissimo calendario che documenta tutte le attività a cui partecipano nel corso dell'anno. Sono davvero tante e tutte stimolanti grazie alla competenza degli operatori che riescono sempre a creare forti motivazioni. Altrettanta contentezza dei disabili nel ricevere l'ombrello e l'agenda dei commercianti. Insomma San Mauro è un appuntamento molto atteso che riserva ogni anno gradite sorprese. Guai se non ci fosse! Appena rientrati dalle vacanze natalizie, iniziano subito a domandare quando arriva San Mauro. Allora Benedetto, te, San Mauro, non solo mercante d'inverno, ma anche dispensatore di gioia. E benedetti voi commercianti di Sarnico che da anni siete al nostro fianco. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 51 Porto Febbraio 2014.indd 51 21/02/2014 13.35.08 52 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 52 21/02/2014 13.35.09 ANAGRAFE NELLA CASA DEL PADRE a cura dI ROSALIA MODINA DEFUNTI DI GENNAIO 1 Giupponi Rosa Elisabetta di anni 100 Deceduta il 02.01.2014 2 Fedrighini Giacomo di anni 93 Deceduto il 07.01.2014 Rosa Elisabetta Giacomo Luigia 3 Citterio Luigia di anni 84 Deceduta il 07.01.2014 4 Boni Iole di anni 82 Deceduta il 07.01.2014 5 Quaranta Carla di anni 88 Deceduta l'11.01.2014 6 Colosio Orietta di anni 47 Deceduta l’11.01.2014 Iole Rosa Carla Orietta Ministrini Rosa di anni 83 Deceduta il 13.01.2014 È trascorso un anno dalla morte di Ulisse Belometti (foto San Marco). La famiglia lo vuole ricordare attraverso le pagine de “il Porto” del quale è stato un attivo collaboratore, contribuendo con i suoi scatti ad impreziosire il nostro mensile. Il ricordo dei nostri cari è il patrimonio più ricco che ognuno di noi possiede. È difficile spiegare il vuoto che Ulisse ha lasciato nei suoi famigliari e in coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Ci sono persone che trasmettono stima, affetto e ammirazione con il loro decoro e la misurata intelligenza di chi sa fare anche senza doverlo dimostrare. Rosa Ministrini sorella di don Gian Pietro Ministrini. Deceduta presso la casa di Riposo Faccanoni IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 53 Porto Febbraio 2014.indd 53 21/02/2014 13.35.10 In q «No in D Pad dett sarò nerò voi Gio ANAGRAFE RINATI ALLA VITA DELLA GRAZIA 1 Belotti Isaia di Oscar e di Corsini Maria Nato a Iseo (BS) il 13.10.2013 Battezzato in questa Parrocchia il 02.02.2014 Padrino: Belotti Elia Madrina: Belussi Delia 3 Ayed Mahdi Francesco Nato il 09.11.2003 Battezzato in questa Parrocchia il 02.02.2014 2 Neè Massimiliano di Luca e di Belotti Francesca Nato a Brescia il 10.09.2013 Battezzato in questa Parrocchia il 02.02.2014 Padrino: Neè Gianluigi Madrina: Belotti Angela Maria 4 Ayed Meniar Maria Nata il 29.05.2005 Battezzata in questa Parrocchia il 02.02.2014 Capoferri Giulia e Federico di Stefano e Belotti Alessandra Nati a Brescia il 03.07.2013 Battezzati nella Parrocchia di Villongo S.A. il 20.10.2013 Padrini: Capoferri Paolo e Capoferri Maria Vittoria (per Federico) Madrine: Belotti Andrea e Belotti Laura (per Giulia) Nipoti di Riccardo Belotti «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Lc 3,22): le parole che il Padre rivolge a Gesù al momento di ricevere il battesimo al Giordano da Giovanni Battista... queste parole, se le abbiamo udite o no, sono state dette a ciascuno di noi nel giorno del suo battesimo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Isaia Francesco e Maria Massimiliano Giulia e Federico 54 - IL PORTO FEBBRAIO 2014 Porto Febbraio 2014.indd 54 21/02/2014 13.35.12 ANAGRAFE 50° di matrimonio GIUSEPPE CAPRETTI con PIERINA GHIRARDELLI Quanta pazienza, quanta dedizione, ma quanta gioia e quanto affetto! Siete stati formidabili. Tanti auguri per il vostro 50° anno di vita insieme. Un abbraccio da Gianmario, Sara, Domenico, Mauro, Paola e parenti tutti. Il vedervi ancora così uniti dopo tanti anni di vita coniugale, ci insegna quanto sia importante il valore sacro del matrimonio e della famiglia. Vi giungano i nostri più sentiti auguri e quelli di tutta la comunità La redazione de "il Porto" TE LO DOVEVO ti abbia aspettato e che abbiate fatto la strada insieme: lui atleta abituato alle non competitive, davanti e tu, magari brontolando come a volte ti capitava, dietro, in cammino per raggiungere il luogo in cui sogni e speranze si avverano, senza se e senza ma. L’articolo scritto allora, l’ho custodito gelosamente nella memoria del computer così come la foto che ti ritrae accanto ad una delle tue opere. È bastato un click ed eccolo qui. Non ho Gino Feni toccato una virgola. «Sì, Gino, questo articolo te lo dovevo! Te l’a- Ed ora riposa in pace Gino, con la tua semplivevo promesso una mattina di settembre del cità e la tua creatività che ha reso le tue opere 2012 quando ci incontrammo al “Circolo”. immortali. Che la comunità trovi il modo di renSiamo andati a casa tua e con entusiasmo mi derti merito per quello che sei stato. E riposa hai mostrato le tue bellissime “opere d’arte” in in pace anche tu Vanni! Tanta gente ti voleva miniatura. L’articolo per l’Eco lo avevo anche bene e te ne vorrà per sempre». scritto e pure spedito in redazione ma poi, per motivi penso legati al poco spazio disponibile, Sarnico non venne mai pubblicato. Avrei dovuto insiste- Eugenio Feni, 83 anni, 33 dei quali passati alla re di più? Può darsi, ma certe azioni credimi, “Riva” come costruttore di prototipi in legno dei sono semplici a dirsi ma a volte, difficili da farsi. motoscafi più famosi al mondo, con il pensionamento e senza più cartellini da timbrare, ha Spero tanto che tu mi abbia scusato. Te ne sei andato pochi giorni fa in una domeni- utilizzato il tempo libero, oltre che per la musica uggiosa, resa ancora più triste dalla notizia ca bandistica che è sempre stata la sua grande che un altro nostro amico, il “Vanni”, ti aveva passione, per il modellismo, navale ovviamente, preceduto di poche ore e mi piace pensare che quello vero senza pezzi preconfezionati. a cura dI CIVIS «Per realizzare un modello – dice Eugenio, “Gino” come lo chiamano tutti - occorrono passione, pazienza sia nel montaggio sia nella verniciatura, documentazione storica affidabile e una buona interpretazione del soggetto». Ha realizzato più di cinquanta modelli e fra essi rimorchiatori, battelli, naècc, barche da caccia ed anche alcuni sommergibili. Quelli di cui va più fiero sono però i modellini dei Riva “Summertime” e il “Superamerica”, prodotti dal cantiere di Sarnico negli anni ’70 e da lui realizzati con dovizia di particolari, in vetroresina con finiture in teak e mogano. «Ho imparato il mio lavoro di artigiano - conclude Gino – giovanissimo in un piccolo cantiere di Paratico, da un grande maestro: Gerolamo Caviglia, zio acquisito dell’Ing Carlo Riva». Gino Feni ha un sogno nel cassetto, che il suo ex datore di lavoro possa, un giorno, vedere le sue creazioni. Se la passione per il modellismo occupa grande spazio nel suo cuore, Gino Feni nutre il medesimo affetto anche per la musica bandistica. Di fatto i suoi strumenti sono la tromba, il trombone e la tuba ma ne conosce anche altri ed è riuscito a trasmettere questa passione a tanti allievi che ancor oggi lo ricordano con affetto. Il presidente Alessandro Bellini e tutto il Corpo Musicale Cittadino di Sarnico sono vicini alla famiglia Feni per la scomparsa dell'amico Gino. Lo ricorderemo come un uomo sempre disponibile ed attivo che ha insegnato la musica ad intere generazioni riuscendo, proprio per il suo naturale entusiasmo, anche a farla amare. Alla moglie Liliana e ai figli Emilio, Giovanna e Sonia, auguriamo che il dolore lasci presto il posto alla dolcezza di un ricordo che porteranno sempre nel loro cuore. IL PORTO FEBBRAIO 2014 - 55 Porto Febbraio 2014.indd 55 21/02/2014 13.35.12 I due Monsignori Due sacerdoti molto amati a Sarnico in una foto degli anni '60: Mons. Giovanni Mutti e il Parroco Monsignor Pietro Bonassi Porto Febbraio 2014.indd 56 21/02/2014 13.35.13
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