L'AGRICOLTORE Periodico di Confagricoltura Treviso Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/09/2011 TREVISANO Anno LXVI - N. 5 | Settembre 2014 #campolibero? IL DECRETO "COMPETITIVITÀ" È STATO APPROVATO CON UNA SERIE DI DISPOSIZIONI PER IL RILANCIO DEL SETTORE AGRICOLO. SCOPRIAMO COSA VA PER IL VERSO GIUSTO E COSA INVECE NO. Il decreto Competitività #CAMPOLIBERO Il progettto "Veneto: TERRA e SAPORI" Novità per il settore energetico Azienda Bresciani: Troticoltura all'avanguardia 2 L'agricoltore trevisano COSTRUITI PER DURARE – SEMPLICI DA UTILIZZARE – COMODI DA ACQUISTARE Finanziamento in 36 mesi a tasso 0% in Leasing e Credito Agrario con canoni e rate semestrali anticipati. Promozione Finanziaria dedicata a tutte le trattrici NEW HOLLAND di prima immatricolazione, mod.TD5.85/95/105/115;T4040/50 DS;T5060/70. 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Il complesso normativo che riguarda direttamente il comparto agricolo e agroalimentare, chiamato "Campolibero", è stato variamente definito come svolta epocale nella politica agricola nazionale o come pietra miliare del nuovo corso agricolo italiano. Alle entusiastiche presentazioni della normativa da parte dei rappresentanti del governo si è unito un coro di rappresentanti, a vario titolo, del mondo agricolo, che hanno sottolineato gli aspetti positivi in tema di semplificazione amministrativa, di incentivo al lavoro giovanile, di aiuto agli investimenti, di sostegno del Made in Italy e infine di lotta dura contro l'utilizzo di sementi OGM. A mio modesto parere si è eccessivamente enfatizzata la portata innovativa della nuova normativa e si è sottaciuto il fatto, non certo irrilevante nel nostro Paese, che nella maggioranza dei casi, l'operatività delle nuove norme è demandata a futuri decreti ministeriali, a volte sottoposta all'autorizzazione della Comunità Europea o, più banalmente, condizionata da provvedimenti di Enti ed Istituti pubblici. Va invece riconosciuto al Governo e al Ministro Martina in particolare, il merito di aver finalmente riportato in primo piano, nelle decisioni politiche del Paese, i settori agricolo e agroalimentare riconoscendo agli stessi l'importanza strategica che rivestono nell'economia e nella società italiana. Non è certo questa la sede per entrare nel dettaglio delle singole disposizioni contenute nel decreto competitività/Campolibero ma, per evitare che il mio pensiero sia qualificato come espressione di un generico scetticismo nei confronti della politica, mi sento obbligato ad evidenziare alcune constatazione di fatto e ad esporre brevissime considerazioni. - Il prospettato coordinamento dei controlli a carico delle aziende agricole non è affatto una novità, essendo stato previsto in numerose precedenti disposizioni di legge, peraltro mai attuate; l'operatività del registro unico è affidata ad un futuro DM; - L'istituto della diffida era già previsto in precedenti normative; era stato successivamente ridimensionato e ora viene nuovamente recuperato; - La semplificazione per le pratiche di prevenzione incendi riguarda depositi fino a 6 mc. mentre quelli mobili, regolamentati dal DM 19.3.90, comunemente in uso presso le aziende agricole, hanno capacità fino a 9 mc.; - L'informatizzazione dei registri vitivinicoli è demandata ad un futuro DM; la sperimentazione probabilmente partirà proprio dalla nostra provincia; - L'esclusione della tenuta dei registri vitivinicoli riguarda solo le aziende con capacità complessiva fino a 50 ettolitri; - L'incentivo per l'assunzione di giovani (18- 35 anni) come lavoratori a tempo determinato è riservato a contratti triennali con garanzia di un minimo di 102 giornate di lavoro/anno. Attualmente la normativa che regolamenta le assunzioni di OTD non consente l'assunzione triennale. Il beneficio previsto è teoricamente pari a un terzo della retribuzione lorda per 18 mesi ma, in sede di conversione in legge è stato introdotto il limite di 3.000 euro. Continua a pagina 11 4 L'agricoltore trevisano FOCUS: IL DECRETO COMPETITIVITÀ (#CAMPOLIBERO) Il decreto competitività (#CAMPOLIBERO) Il decreto, convertito in legge n° 116 dell’11 agosto 2014, contiene, tra l’altro, una serie di disposizioni per il rilancio del settore agricolo. Ecco le principali novità Registro unico dei controlli sulle imprese agricole (art. 1, commi 1 e 2) I controlli ispettivi nei confronti delle imprese agricole saranno effettuati in modo coordinato, evitando sovrapposizioni. I controlli saranno verbalizzati e notificati anche nei casi di constatata regolarità. Con successivo Decreto interministeriale sarà istituito il registro unico dei controlli presso il MIPAF. Rafforzamento dell’istituto della diffida (art. 1, commi 3 e 4) Per le violazioni in materia agroalimentare (per le quali è prevista la sola sanzione amministrativa pecuniaria) l’organo di controllo diffida l’interessato ad adempiere le prescrizioni violate entro il termine di 20 giorni. Prevenzione incendi (art. 1bis, comma 1) Gli imprenditori agricoli che utilizzano depositi di prodotti petroliferi di capienza non superiore a 6 mc. (circa 50 q.li di gasolio), anche muniti di erogatore, non sono tenuti agli adempimenti previsti dal DPR 1.8.2011 n° 151. Negli altri casi è confermata la scadenza del 7.10.2014. Registri di prodotti vitivinicoli (art. 1bis, comma 5) I registri dei prodotti vitivinicoli sono dematerializzati e realizzati nell’ambito del sistema informativo agricolo nazionale. L’attuazione della disposi- zione è demandata ad un futuro D.M. Servizi di consulenza per la circolazione delle macchine agricole (art. 1bis, comma 14) Le organizzazioni professionali agricole, nell’esercizio dell’attività di consulenza sull’argomento, possono attivare le procedure di collegamento al sistema operativo di prenotazione del Ministero dei Trasporti ai fini dell’immatricolazione e della gestione relativa la proprietà di macchine agricole. L’operatività è demandata ad un futuro D.M. Sistema di consulenza aziendale in agricoltura (art. 1 – Ter) Viene istituito un sistema di consulenza aziendale alle imprese agricole che deve essere chiaramente separato dallo svolgimento dell’attività di controllo dei procedimenti amministrativi e tecnici per l’erogazione dei finanziamenti pubblici in agricoltura. I criteri da adottare sono demandati ad un futuro D.M. Disposizioni per il rilancio del settore vitivinicolo (art. 2) Vengono introdotte semplificazioni per le pratiche enologiche. Per i titolari di stabilimenti enologici con capacità complessiva inferiore a 50 ettolitri l’obbligo della tenuta dei registri si considera assolto con la presentazione della dichiarazione di produzione e della dichiarazione di giacenza. Incentivo per l’assunzione di giovani lavoratori agricoli (art. 5) E’ previsto un incentivo per i datori di lavoro agricoli che assumano, con contratto O.T.I. o contratto O.T.D. triennale con minimo 102 giornate di lavoro annuo, giovani di età compresa tra i 18 e 35 anni privi di impiego da almeno 6 mesi o privi di diploma di secondo grado. Le assunzioni devono essere effettuate tra il 1° luglio 2014 e il 30 giugno 2015 e devono comportare un incremento occupazionale netto. L’incentivo è pari a 1/3 della retribuzione lorda per un periodo di 18 mesi, e comunque non può essere superiore a 3.000€ per O.T.D. e 5.000€ per O.T.I.. Il comma 13 prevede l’estensione della deduzione IRAP al lavoro determinato, a condizione che i contratti abbiano una durata triennale e il lavoratore abbia lavorato per almeno 150 giornate/anno. L’importo base della detrazione è in questo caso di 3.750 € e di 6.750 € per donne e giovani. L’operatività dell’incentivo all’assunzione è condizionata all’emanazione da parte dell’INPS della circolare applicativa. L’operatività della deduzione IRAP è condizionata all’autorizzazione della Commissione europea. Disposizioni per i contratti di rete (art. 6-bis) Le imprese agricole e agroalimentari che partecipano ad un contratto di rete possono accedere ai finanziamenti agevolati di cui all’art. 1 L. n° 311/2004 per investimenti in ricerca e innovazione tecnologica. La partecipazione di una impresa ad un contratto di rete, a parità delle altre condizioni, fa acquisire alla stessa priorità nell’accesso alle misure PSR. Detrazioni per l’affitto di terreni agricoli ai giovani (art. 7) Ai CD e IAP, iscritti all’INPS, di età inferiore ai 35 anni, spetta, nel rispetto delle norme sugli aiuti “de minimis”, una detrazione del 19% delle spese sostenute per il pagamento dei canoni di affitto dei terreni agricoli, diversi da quelli di proprietà dei genitori, entro il limite di 80€ per ettaro e fino ad un massimo di 1.200 € annui, a partire dal 2014. Maggiorazione del R.D. e R.A. ai fini IRPEF (art. 7, comma 4) Ai soli fini della determinazione delle imposte sui redditi, per i periodi di imposte 2013, 2014, 2015, nonché a decorrere dal periodo d’imposta 2016, i RD e RA sono rivalutati del 15% per il 2013 e 2014 e del 30% per il 2015, nonché del 7% a decorrere dal 2016. Per i terreni agricoli posseduti e condotti dai CD e IAP iscritti all’INPS, la rivalutazione è del 5% per il 2013 e 2014 e del 10% per il 2015. Interventi a sostegno delle imprese agricole condotte dai giovani (art. 7 – bis) 5 www.confagricolturatreviso.it FOCUS: IL DECRETO COMPETITIVITÀ (#CAMPOLIBERO) Le agevolazioni consistono nella concessione di mutui agevolati per gli investimenti nei settori della produzione e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (per investimenti non superiori 1,5 milioni di €), a un tasso pari a 0, della durata massima di 10 anni comprensiva del periodo di preammortamento, e di importo non superiore al 75% della spesa ammissibile. Per le iniziative nel settore della produzione agricola il mutuo ha una durata non superiore a 15 anni. Soggetti beneficiari: le imprese, in qualsiasi forma costituita, che subentrino nella conduzione di un intera azienda agricola, esercitante attività esclusivamente agricola ai sensi dell’art. 2135 Cod. Civ. da almeno due anni alla data di presentazione della domanda di agevolazione e che presentino progetti di sviluppo o consolidamento. Le imprese subentranti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: a) siano costituite da non più di 6 mesi alla data di presentazione della domanda; b) esercitano esclusivamente attività agricola; c) siano amministrate e condotte da un giovane imprenditore agricolo di età compresa tra i 18 e 40 anni ovvero, nel caso di società, siano composte per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione, da giovani imprenditori agricoli di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Diritto di prelazione agraria esteso alle cooperative agricole (art. 7 Ter) L’esercizio del diritto di prelazione agraria o di riscatto è esteso alle cooperative agricole qualora almeno la metà degli amministratori e dei soci siano in possesso della qualifica di CD. SISTRI (art. 10 comma 12 bis e art. 14, commi 2 bis e 8 bis) • viene prorogato il termine ultimo – dal 3 marzo al 31 dicembre 2014 – per l’approvazione del decreto di semplificazione del Sistri previsto dal comma 8 del DL 101/2013, convertito nella Legge 125/2014; • viene data la possibilità agli imprenditori agricoli di sostituire il registro di carico e scarico con la conservazione delle schede SISTRI in formato fotografico digitale inoltrata dal destinatario. L’archivio informatico è accessibile on line sul portale del destinatario, in apposita sezione, con nome dell’utente e password dedicati; tale misura integra, con l’introduzione del comma 1 quinques all’art. 190 del d.lgs. 152/06 le semplificazioni sulla tenuta del registro di carico e scarico già previste dal comma 1 ter del suddetto articolo; BENI in Polietilene (art. 14, comma 8) In sede di conversione è stata introdotta la lettera b-quinques al comma 8 dell’articolo 14, relativa alla gestione dei rifiuti provenienti da beni in polietilene. La norma modifica l’articolo 234 del D.lgs n. 152/2006 relativo al Consorzio nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene, Polieco. In particolare viene fornita una definizione di beni in polietilene, ovvero beni composti interamente da polietilene – e non più a base di polietilene – individuati con apposito decreto e verificati con cadenza triennale. In fase di prima applicazione e fino all’emanazione del predetto decreto viene fornito un primo elenco di beni, che sono riconducibili prevalentemente al settore agricolo, ovvero: • film per copertura di serre e tunnel; • film per la copertura di vigneti e frutteti; • film per la pacciamatura; • film per insilaggio; • film per la protezione di attrezzi e prodotti agricoli; • film per pollai; • le reti ombreggianti di copertura e protezione. Allo stato attuale le imprese agricole rientrano fra gli obblighi consortili del Polieco in via principale in qualità di utilizzatori (categoria B) e in via residuale come importatori di beni in polietilene (categoria A). Da ciò ne scaturiscono obblighi di partecipazione diversi. Gli obblighi consortili riferiti alla categoria B possono essere così sintetizzati: • l’iscrizione obbligatoria che può essere anche fatta tramite le associazio- Il credito d'imposta in #CAMPOLIBERO Credito di imposta per le imprese agricole, agroalimentari e di agricoltura (art. 3) 1) Credito di imposta per il potenziamento del commercio elettronico (comma 1) Alle imprese che producono prodotti agricoli e di acquacoltura, nonché alle PMI che producono prodotti agroalimentari (compresi i prodotti ittici) è riconosciuto un credito di imposta nella misura del 40% delle spese per nuovi investimenti, e comunque non superiore a 50.000 €, nel periodo d’imposta 2014/15/16, per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche finalizzate al potenziamento del commercio elettronico. 2) credito di imposta per la creazione e/o potenziamento di reti di impresa (comma 3) Alle imprese individuate al precedente punto 1) al fine di incentivare la creazione o il potenziamento di reti d’impresa è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 40% delle spese per i nuovi investimenti sostenuti per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, nonché per la cooperazione di filiera, e comunque non superiore a 400.000 €, nel periodo d’imposta 2014-15-16. Per le imprese agricole l’aiuto è soggetto alla normativa in tema di “aiuti de minimis” (massimo 15.000 € nel triennio). L’operatività delle misure di cui sopra è demandata a futuri D.M. Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi (art. 18) Ai soggetti titolari di redditi d’impresa che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi compresi nella divisione 28 della tabella ATECO (2007), destinati a strutture produttive ubicate in Italia, a decorrere dalla data di entrata in vigore del D.L. 91/2014 e fino al 30 giugno 2015, è attribuito un credito d’imposta nella misura del 15% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali compresi nella suddetta tabella realizzati nei cinque periodi d’imposta precedenti, con facoltà di escludere dal calcolo della media il periodo in cui l’investimento è stato maggiore. Beneficiari: imprese individuali non agricole, snc, sas, srl (anche se agricole), spa, imprese agricole se produttive di reddito eccedente il R.A. limitatamente ad investimenti relativi alle attività eccedenti. Sono escluse le imprese individuali e le società semplici che svolgono attività di cui all’art. 2135 entro i limiti del R.A. 6 L'agricoltore trevisano FOCUS: IL DECRETO COMPETITIVITÀ(#CAMPOLIBERO) ni nazionali di categoria (in quest’ultimo caso è necessario acquisire dalle imprese la volontà di delegare l’associazione); • dichiarazione annuale, contenente l’elenco dei fornitori con i relativi quantitativi acquistati nel corso dell’anno, senza il versamento di alcun contributo se già assolto all’atto dell’acquisto del bene; in caso contrario dovranno essere versati contributi come per la categoria A. Per la categoria A (produttori/importatori), invece, è necessaria: • l’iscrizione singola per ogni aderente, il cui contributo di adesione si calcola in base all’entità del fatturato dell’anno precedente; • la presentazione della dichiarazione periodica e il pagamento di un contributo pari a 0.10 euro/Kg a cui si deve sommare un contributo per il riciclo (0.05 euro/kg) o per lo smaltimento (0.021 euro/kg). Novità per il settore energetico #CAMPOLIBERO introduce numerose novità che comunque non risolvono i problemi legati allo “spalma incentivi” Il provvedimento approvato in via definitiva conferma le disposizioni di cui all’articolo 23. Per cui i risparmi conseguenti alla riduzione di taluni oneri che gravano sulle bollette elettriche, vengono destinati ai consumatori di energia elettrica dotati di connessioni in media e bassa tensione con potenza disponibile a 16,5 kW, per utenze diverse dal residenziale e dall’illuminazione pubblica. All’articolo 24, comma 1, è poi stabilito il principio generale secondo cui i corrispettivi tariffari a copertura degli oneri generali di sistema, sono determinati facendo esclusivo riferimento al consumo di energia elettrica dei clienti finali o a parametri relativi al punto di connessione dei medesimi clienti finali, salvo le esenzioni disposte ai successivi commi. I commi successivi intervengono sulla disciplina dei consumatori connessi ai cosiddetti sistemi semplici di produzione e consumo – le reti interne di utenza (RIU), i sistemi efficienti di utenza (SEU) e i sistemi equiparati ai sistemi efficienti di utenza (SESEU) – che sono, ad oggi, completamente esentati dal pagamento degli oneri di sistema per la parte di energia autoprodotta o per le forniture gestite nell’ambito di questi sistemi. In particolare, il comma 2 stabilisce le modalità con cui anche tali consumatori contribuiscono agli oneri generali di sistema, chiarendo che il regime di esenzione si applica non a tutta ma una parte dell’energia consumata e non prelevata dalla rete (ovvero a quella quota di energia consumata proveniente da autoproduzione). Più precisamente, si stabilisce che ai predetti sistemi entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2014 i corrispettivi a copertura degli oneri generali di sistema si applicano sull’energia elettrica consumata e non prelevata dalla rete, in misura pari al 5% dei corrispondenti importi unitari dovuti sull’energia prelevata dalla rete. Con l’introduzione del comma 9 sono escluse dall’applicazione delle disposizioni dell’articolo 24 gli impianti a fonti rinnovabili di potenza non superiore a 20 kW in regime di scambio sul posto. Con l’articolo 25, gli oneri per lo svolgimento dell’attività del Gestore dei servizi energetici (GSE), inerente i meccanismi di incentivazione e sostegno alle imprese in materia di rinnovabili ed efficienza energetica, sono posti a carico dei beneficiari dell’attività della medesima società (attualmente tali oneri sono coperti solo in parte dai produttori). In sede di conversione in legge sono stati esclusi gli impianti destinati all’autoconsumo entro i 3 kW. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, le tariffe, determinate sulla base dei costi, della programmazione e delle previsioni di sviluppo delle attività, saranno proposte dal GSE e approvate dal Ministro dello sviluppo economico entro i successivi 60 giorni. Tali tariffe saranno aggiornate ogni tre anni. È stato introdotto l’art. 25 bis che prevede la revisione, a partire dal 1 gennaio 2015, della disciplina dello scambio sul posto sulla base di alcuni criteri direttivi: • la soglia di applicazione è elevata a 500 kW per gli impianti a fonti rinnovabili entrati in esercizio dal 1 gennaio 2015; • per gli impianti di potenza non superiore a 20 kW, inclusi quelli già in esercizio, non sono applicati i corrispettivi tariffari a copertura degli oneri generali di sistema sull’energia elettrica consumata e non prelevata dalla rete; • per gli impianti operanti in regime di scambio sul posto, diversi da quelli al punto precedente, si applicano i corrispettivi in misura del 5% dei corrispondenti importi unitari dovuti sull’energia prelevata dalla rete. L’articolo 26, che interviene sulle modalità e sulle tempistiche di erogazione degli incentivi per gli impianti fotovoltaici, è stato modificato in sede di conversione in legge, soprattutto per gli aspetti legati alla rimodulazione (comma 3). Il comma 2 ridefinisce le modalità con cui il Gestore dei Servizi Energetici SPA provvede all’erogazione degli incentivi prevedendo, già a partire dal secondo semestre 2014, la correspon- sione di un acconto, con rate mensili costanti, su base annua, pari al 90% della producibilità media annua stimata di ciascun impianto e un conguaglio riconosciuto entro il 30 giugno dell’anno successivo in relazione alla produzione effettiva. Le relative modalità operative dovranno essere rese note dal GSE entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto e approvate con decreto del MISE. Nel caso poi di impianti fotovoltaici di potenza maggiore di 200 kW, a tale misura si aggiunge l’ormai noto “spalma-incentivi” (comma 3) che stabilisce, con decorrenza dal 1° gennaio 2015, la rimodulazione degli incentivi sulla base delle seguenti opzioni: 1. la tariffa è erogata per un periodo www.confagricolturatreviso.it 7 FOCUS: IL DECRETO COMPETITIVITÀ (#CAMPOLIBERO) di 24 anni ed è «ricalcolata» in base alla percentuale di riduzione che va dal 25% con un periodo residuo di 12 anni fino al 17% oltre 19 anni; 2. la tariffa è rimodulata con un primo periodo di incentivi ridotti rispetto all’attuale e un secondo periodo di incentivi incrementati «in ugual misura»; le percentuale sono stabilite dal Mise entro il 1 ottobre 2014 così da consentire, in caso di adesione di tutti, «un risparmio di almeno 600 milioni di euro all’anno per il periodo 2015-2019» rispetto alle tariffe attuali; 3. fermo restando il periodo di erogazione ventennale la tariffa è ridotta del: - 6% per gli impianti da 200 kW a 500 kW; - 7% per gli impianti da 500 kW a 900 kW; - 8% per gli impianti di potenza nominale superiore. Quest’ultima opzione viene applicata automaticamente da parte del GSE in caso di mancata scelta dell’operatore entro il 30 novembre 2014. In caso di impianti incentivati mediante tariffe onnicomprensive introdotte dal DM 5 luglio 2012 (V conto energia) le riduzioni percentuali riguardano la sola componente incentivante della tariffa. Tale componente va calcolata come differenza tra la tariffa ed il prezzo zonale orario dell’energia. Per gli impianti oggetto di rimodula- zione, è prevista la possibilità per il produttore di energia di accedere a finanziamenti bancari, per un importo massimo pari alla differenza tra l’incentivo già spettante al 31 dicembre 2014 e l’incentivo rimodulato, sulla base di apposite convenzioni con il sistema bancario (ABI). Tali finanziamenti possono beneficiare, cumulativamente o alternativamente, di provvista dedicata e di garanzia concessa dalla Cassa depositi e prestiti SpA. La nuova stesura dell’articolo 26 con il comma 7 regola anche la possibilità per i beneficiari di incentivi pluriennali per il fotovoltaico di cedere una quota fino all’80% ad un «acquirente selezionato tra i primari operatori finanziari europei». Tali quote di incentivo non sono oggetto di rimodulazione. Inoltre i successivi commi 8-13 ne definiscono le modalità. L’articolo 30 modifica in particolare il D.Lgs. 28/2011, introducendo alcune semplificazioni amministrative all’art. 7 comma 5 dello stesso decreto e l’inserimento di due nuovi articoli: l’articolo 7 bis “Semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione di interventi di efficienza energetica e piccoli impianti a fonti rinnovabili“ e l’articolo 8 bis “Regimi di autorizzazione per la produzione di biometano“. Attraverso le modifiche all’art. 7 comma 5 viene prevista la semplice comunicazione al Comune per le pompe di calore. In particolare, l’articolo 7 bis stabilisce che la comunicazione per la realizzazione, connessione ed esercizio di impianti di produzione di energia elettrica soggetti a semplice comunicazione (attività edilizia libera ai sensi dell’articolo 6, comma 11, del D.Lgs. 28/11) e la comunicazione per l’installazione e l’esercizio di unità di micro cogenerazione sono effettuate utilizzando un modello unico approvato dal MISE sentita l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, e sono stabilite modalità semplificate per l’acquisizione degli atti di assenso eventualmente necessari. Tale disposizione dovrebbe dunque favorire una riduzione degli oneri per le pratiche di realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici collocati sugli edifici. Con l’articolo 8 bis sono, altresì, introdotte ulteriori misure di semplificazione per la realizzazione di impianti di produzione di biometano e per la conversione a biometano di impianti di produzione di energia elettrica da biogas, che dovrebbero consentire uno spostamento dalla produzione di energia elettrica a quella di biometano con una conseguente diminuzione degli oneri economici gravanti sulle bollette elettriche ed una riduzione dell’uso di biocarburanti diversi dal biometano. Il provvedimento, stabilisce che gli articoli 5 (Autorizzazione Unica) e 6 (Procedura abilitativa semplificata e comunicazione per gli impianti alimentati da energia rinnovabile) del d.lgs. 28/11 si applicano anche agli impianti di biometano. In particolare si applica la procedura abilitativa semplificata nel caso impianti di capacità produttiva fino a 500 standard metri cubi/ora (nel dl 9/14 era previsto 100 standard metri cubi/ora), nonché per le opere di modifica e per gli interventi di parziale o completa riconversione alla produzione di biometano di impianti di produzione di energia elettrica da biogas, che non comportano aumento e variazione delle matrici biologiche in ingresso. Negli altri casi si applica l’autorizzazione unica. Rispetto agli impianti a biogas che potranno essere riconvertiti a biometano così come previsto dall’articolo 6 (Riconversione di impianti a biogas, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione esistenti) del DM 18 dicembre 2013 (decreto Biometano) , si segnala che essendo il regime di incentivazione del biometano legato all’uso di particolari biomasse (materie di origine non alimentare, sottoprodotti in misura prevalente, ecc), diversamente da quanto richiesto per la produzione elettrica da biogas, nella maggior parte dei casi si dovrà ricorrere all’autorizzazione unica. Viene modificato il comma 4 bis, dell’articolo 12 del d.lgs. 387/03 prevedendo che in caso di realizzazione di impianti alimentati a biogas e a biometano di nuova costruzione, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse, il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell’autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l’impianto. In sede di conversione in legge nelle modifiche all’art. 30 sono stati inseriti una serie di commi aggiuntivi: • 2 bis che prevede la data del 31 ottobre 2014 come termine per le Regioni di prevedere specifiche semplificazioni per il procedimento di autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti di distribuzione di metano e di adeguamento di quelli esistenti ai fini della distribuzione del metano; • 2 ter viene fissata al 31 ottobre 2014 la data entro cui l’Autorità per l’energia elettrica e il gas emana specifiche direttive relativamente alle condizioni tecniche ed economiche per l’erogazione del servizio di connessione di impianti di produzione di biometano alle reti del gas naturale i cui gestori hanno obbligo di connessione di terzi; • 2 quater sono inseriti anche i gas di discarica tra le matrici che possono ottenere la maggiorazione del certificato di immissione nella produzione di biocarburanti; • 2 quinques prevede semplificazioni nella progettazione delle pompe di calore aventi potenza termica non superiori a 15 kW; • 2 sexies: viene prevista l’emanazione di un decreto per normare le emissioni in atmosfera delle bioraffinerie. Con l’art. 30 ter vengono previsti misure urgenti di semplificazione per l’utilizzo delle fonti rinnovabili nell’ambito della riconversione industriale del comparto bieticolo saccarifero. Infine l’art. 30 sexies fissa al 15 settembre 2014 la determinazione della quota minima dei biocarburanti che deve essere immessa in commercio. 8 L'agricoltore trevisano LE AZIENDE DI CONFAGRICOLTURA TREVISO TROTICOLTURA ALL'AVANGUARDIA Nell'azienda Bresciani LA STORIA DELLA FAMIGLIA BRESCIANI COINCIDE CON LA STORIA DELLA TROTICOLTURA NEL FIUME SILE E CON LA SALVAGUARDIA DI UNA VERA OASI AMBIENTALE ALLE PORTE DI TREVISO. Nota anche per aver introdotto l'allevamento dello storione da caviale, ha saputo diversificare l'attività e puntare sul controllo della filiera di produzione e sulla didattica. 'azienda Troticoltura Santa Cristina è la realtà trevigiana che per prima ha aderito al progetto “fattorie didattiche” della Regione Veneto. La famiglia Bresciani, in particolare la signora Marilena è davvero orgogliosa di aver aderito per prima, sensibile com'è alla filosofia L che sta alla base del progetto: la trasmissione di alcuni concetti chiave legati al proprio lavoro e all'ambiente. L'incontro con la signora Marilena si svolge all'interno del nuovo spazio dedicato al laboratorio e spaccio per la vendita dei prodotti e prosegue in azienda tra Sile, valli, vasche, canneti e tanti animali. Come nasce questa attività? La famiglia Bresciani, di origine polesana, opera nel settore ittico da ben quattro generazioni. Negli anni cinquanta la troticoltura, in Italia, era agli albori. Rosimbo Bresciani affiancò alla commercializzazione dei pesci di mare, la trota. Questa incontrò il favore del consumatore, al punto che la produzione non riuscì a soddisfare le richieste. Necessitava t ro va re un sito idoneo alla realizzazione di una grande troticoltura. Dopo un'attenta valutazione di vari luoghi e fiumi, decidemmo per un'area nei pressi delle sorgenti del Sile. Devo dire, a posteriori, che non poteva essere fatta scelta migliore. Siamo alle porte di Treviso. Perché proprio qui? A poca distanza da qui, sorge il fiume Sile, il più importante fiume di risorgiva d'Europa. Per l'attività che svolgiamo l'acqua è fondamentale e qui a poche centinaia di metri da dove sgorgano le prime acque del Sile, l'acqua è pulita ed ha tutte le caratteristiche ideali per far crescere le nostre specie. Inoltre grazie ai nostri 20 ettari di azienda, il contesto ambientale in cui questo tratto di Sile scorre, migliora perché c'è la fitodepurazione. Da quando noi siamo qui il contesto è solo migliorato, non siamo intervenuti impattando sull'ambiente, anzi abbiamo difficoltà nel tenere distanti gli uccelli, aironi in particolare. Noi siamo molto contenti di vivere e lavorare qui. E le scolaresche apprezzano il contesto? E' la cosa che più colpisce i ragazzi, i bambini, ma anche gli adulti. Troticoltura S. Cristina di F. Bresciani & C. s.n.c. Via Chiesa Vecchia, 14 S. Cristina QUINTO di TV telefono 0422 379142 troticolturascristinasnc @virgilio.it www.storionedelsile.com Apertura al pubblico: dal martedì al sabato dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 Siamo ormai circondati dal cemento, qui fortunatamente abbiamo tanti animali, asini, capre, cavalli, oche, galline padovane e tanto verde dove passeggiare. Accompagno personalmente i bambini in visita l'azienda e qui trascorrono una mattinata a contatto con la natura. Quali sono le caratteristiche del pesce di allevamento? Il pesce allevato è senz'altro più sicuro grazie ai numerosi controlli a cui sia l'azienda che alleva, che il pesce, sono sottoposti da parte delle ASL e di enti preposti. In tal senso sono molto attive le associazioni di categoria che ci assicurano una collaborazione costante grazie alla formazione continua. E' necessario che qualcuno ci aiuti a comprendere ed applicare le nuove leggi e le nuove disposizioni in materia. Quali specie di pesce allevate e che tipo di allevamento attuate? Oggi l'azienda si estende su una superficie di 20 ettari, di cui oltre la metà su specchio d'acqua, dove all'interno alleviamo oltre 20 specie di pesci d'acqua dolce in modo non intensivo. Siamo attrezzati con strutture ed impianti all'avanguardia con- 9 www.confagricolturatreviso.it A poca distanza da qui, sorge il fiume Sile, il più importante fiume di risorgiva d'Europa: l'acqua è pulita ed ha tutte le caratteristiche ideali per far crescere le nostre specie. trolliamo l'intero ciclo produttivo della riproduzione, schiusa, avannotteria, novellame, sino al preingrasso e al finissaggio. Alleviamo pesci che sono sempre stati presenti nei fiumi dell'Alto Adriatico, in particolare, trote iridee, trote iridee albine, trote fario, trote tigre, persico trota, salmerini, storioni, carpe comuni, carpe erbivore, pesci gatto, pesci gatto americani, carpe koi, pesci rossi, shubunkin, gambusie, gamberi di fiume, lucci, tinche, anguille. Alcune di queste specie sono destinate al ripopolamento di acque pubbliche, alla pesca sportiva, all'ornamentale e all'acquariofilia, altre al consumo alimentare, sia ad uso domestico, sia per la ristorazione. La trota, nelle diverse specie, costituisce il 50% della nostra attività, mentre 25% delle vasche è dedicato allo storione e il restante 25% alle altre specie. A cosa si deve l'allevamento dello storione da caviale? L'inizio del nostro allevamento di storioni, coincide con la nascita del Parco del Sile, circa 20 anni fa. Lo storione per crescere sano e produrre tante uova di elevata qualità ha bisogno di acqua pu- La Sig.ra Marilena: «Alleviamo pesci che sono sempre stati presenti nei fiumi dell'Alto Adriatico.» rissima, quindi di un ambiente incontaminato in cui vivere. I controlli dell'acqua ne garantiscono i parametri di salubrità e le regole che ci sono state imposte, ci hanno portato a rispettare un certo quantitativo di pesci a metro cubo. La nostra è una realtà che si inserisce in un contesto incontaminato che ci ha portato, nel tempo, ad avere anche storioni di 50 kg ed oltre. Come si arriva a lavorare per il ripopolamento dei fiumi e dei laghi pubblici? Abbiamo dovuto sottostare ad una trafila di analisi e permessi necessari per avviare questa attività. Oggi siamo orgogliosi di poter affermare che la nostra azienda è definita "indenne" da alcune malattie virali ai sensi del D.L. 148 /2008; tale certificazione ci abilita a fornire i pesci per le Province e le Associazioni Sportive concessionarie di acque pubbliche, per gare e ripopolamenti. Vendete anche al consumatore finale? Sì: abbiamo un locale autorizzato per la vendita diretta dei nostri pesci, puliti al momento, e di alcuni prodotti confezionati che facciamo lavorare e trasformare in un'azienda specializzata. Proponiamo trota salmonata affumicata sottovuoto, ragù di storione e saor di trota salmonata in vaschetta. Signora Bresciani parliamo della fattoria didattica. Abbiamo aderito alla Carta della Qualità che elencava alcuni requisiti necessari per iniziare questa attività, ossia la sicurezza per i ragazzi, dei locali per l'accoglienza adatti e l'igiene. La Carta della Qualità è elaborata dalla Regione Veneto. Dopo oltre 10 anni, siamo con- vinti che sia stata una scelta importante, crediamo che, chi come noi, vive con passione ed entusiasmo la propria attività, abbia il dovere di trasmetterla, di farla conoscere, di dare il nostro apporto nell'educazione alimentare dei nostri figli e nell'accrescere la cultura del proprio territorio. Siamo sempre in prima linea per parlare della filiera e della tracciabilità. Siamo andati oltre, perchè abbiamo aderito al progetto Europeo Tellus che ci ha visto impegnati nelle scuole a mostrare e spiegare il nostro lavoro. Inoltre, collaboriamo con Università francesi e spagnole, con le Scuole Alberghiere, con i Corsi professionali, ed accogliamo studenti e stagisti proprio perchè siamo tra i pochi in Veneto a fare acquacoltura. Quali possono essere le criticità nel vostro lavoro? Ci siamo trasferiti con l'abitazione all'interno dell'azienda agricola solo nel 2000 ma è stato un passaggio fondamentale. Ciò ci permette di monitorare costantemente l’ambiente ai fini di ottenere le condizioni migliori per il benessere dei nostri animali. La scheda Nutrizione: Farina di pesce Cicli di produzione Trota: vendibile ad 1/2 anni, da 300 gr. in su. Pesce Gatto e Carpa: vendibili dopo 3 estati perchè sono pesci letargici. Anguilla: vendibile a 5/600 gr. Storione: vendibile a 2/5 anni, peso minimo 2 kg. Caviale: da storioni di almeno 10 anni del peso di 10 kg. fino a 50 kg. (20 anni e più) 10 L'agricoltore trevisano A CONFRONTO CON I PRESIDENTI DELLE SEZIONI ECONOMICHE DI CONFAGRICOLTURA Intervista a Rudy Milani presidente della sezione suinicola provinciale e regionale Quanti suini sono destinati ogni anno ai distretti di Parma e San Daniele? La suinicoltura italiana ha senso di esistere proprio perché negli ultimi 30 anni è stata difesa dalle produzioni DOP ed i consorzi dei prosciuttifici di Parma e San Daniele sono stati i capofila di questa difesa. Infatti l’Italia, unico paese al mondo dove i maiali vengono destinati alla trasformazione ad un peso superiore ai 160 kg, detiene il primato di avere la DOP più grande del mondo. Con un areale di produzione che si estende in 10 regioni, nel 2013 sono stati prodotti 8.072.000 suini DOP, per un totale di 16.140.000 cosce di cui solo 13.900.000 hanno superato i primi controlli eseguiti al macello di rispetto dei disciplinari di produzione e sono poi state destinate 10 milioni alla DOP Parma, 2,5 milioni alla DOP San Daniele, le restanti alle DOP Euganeo Berico, Modena, Toscano e Zibello. Mi rendo conto che questi numeri per chi non è del settore possano sembrare una enormità, è però Rudy Milani presidente della Sezione Suinicola Provinciale e Regionale bene sapere che l’importazione di cosce di suino in Italia è oggi pari a 57 milioni di pezzi che uniti ai 24 milioni di pezzi prodotti in Italia (valore aggregato dei suini DOP e non DOP) dicono che consumiamo 81 milioni di cosce di maiale di cui solo il 42% di produzione nazionale. Cosa caratterizza la particolarità dei prosciutti e dei salumi DOP prodotti in Italia? Le produzioni DOP si caratterizzano per essere assoggettate a dei rigidi disciplinari di produzione a cui devono sottostare tutti gli attori che decidono di fare parte della filiera DOP. In questi disciplinari viene normato praticamente tutto, dalla nascita, alla trasformazione, alla stagionatura fin anche all’affettamento e confezionamento del prodotto (prosciutto o salume). Per quanto riguarda l’allevamento cito alcuni esempi: il maiale non può mangiare una razione che contenga più del 55% di mais, la stessa non può contenere più del 25% di frumento e suoi derivati, deve avere almeno 9 mesi di vita compiuti prima dell’avvio alla trasformazione ed il suo peso deve essere di 160 kg +/- il 10% (quindi dai 144 a 176 kg di peso vivo), le carcasse valutate al macello con un apposito strumento devono avere tra il 40 ed il 55% di carne magra. Tutti questi aspetti che possono sembrare assurdi ai profani, sono finalizzati al vero punto focale che contraddistingue i suini italiani da quelli esteri cioè la qualità del grasso e la maturità della carne. Mi spiego meglio: per il parametro maturità della carne il periodo di vita minimo di 9 mesi rispetto ai 6 mesi medi nelle altre nazioni è sufficiente a spiegare il fatto che la carne è più compatta e meno acquosa e meglio si adatta alla stagionatura, capitolo a parte merita la qualità del grasso, infatti, quello che tutte le massaie evitano come la peste quando si rivolgono al salumiere di fiducia mentre acquistano del prosciutto, è il vero valore aggiunto e la vera qualità dei nostri suini DOP. I limiti alimentari che gli allevatori sono tenuti a rispettare unitamente ai tipi genetici di animali allevati, sono volti a dare al grasso quel colore bianco candido e quella compattezza non untuosa, questo è il parametro che permette di stagionare i nostri prosciutti o i nostri insaccati. Diversamente, un grasso giallognolo che a temperatura ambiente cola, non compatto è soggetto immediatamente al fenomeno dell’irrancidimento e non ne permette la stagionatura. I parametri per misurare la qualità del grasso sono la quantità di acido linoleico ed il numero di iodio, per poter essere ammesso a stagionatura i valori limite di questi 2 parametri previsti dal disciplinare non devono essere superati. E' vero che gli allevamenti di maiali inquinano ? Dipende dai punti di vista. Dobbiamo prima di tutto distinguere “inquinamento” da “fastidio”. In merito all’inquinamento, le normative oggi vigenti sono volte ad evitare qualsiasi tipo di inquinamento che potrebbe derivare da un insediamento produttivo e ci sono enti preposti per il rispetto delle normative. Per quanto riguarda il fastidio di avere un allevamento di suini nelle vicinanze di casa entriamo in un altro aspetto che il più delle volte non dipende dall’allevatore che ha costruito la propria azienda in zona agricola (anche perché diversamente non avrebbe potuto fare), dipende mol- to di più da quelle amministrazioni locali che per portare a casa voti hanno concesso aree edificabili in zone dove, se non era la normativa a vietarlo, era il buon senso a sconsigliarlo. Ma come lei sa bene “buon senso” e “soldi/voti” sono 2 cose che non vanno d’accordo! Aggiungo per dovere di cronaca che i fautori del vero inquinamento siamo prima di tutto noi stessi con le nostre abitudini di spesa. Abbiamo mai pensato alla quantità di rifiuto che produciamo se andiamo al supermercato e acquistiamo le confezioni monodose che contengono magari 40 gr. di prosciutto (che a conti fatti paghiamo 80 €/kg), 4 grissini e un po’ di verdura? Se prestiamo attenzione una simile abitudine alimentare ci rendiamo conto della quantità di rifiuti che produce. Inoltre, giusto per dare un altro parametro, pensiamo che un camion può portare circa 300 quintali di prodotto, un camion pieno di confezioni monodose o di vaschette di prodotti affettati e confezionati non supera i 160 quintali. Ora mi chiedo: chi è che inquina? L’allevamento di maiali? Allevare suini è molto impegnativo? Le vere difficoltà oggi sono rappresentate dalla burocrazia diventata impossibile, inutile ed è ormai palese che viene usata per creare posti di lavoro e non per una vera esigenza di controllo. Altra difficoltà è oggi rappresentata dalla stretta al credito, anche su questo versante una crisi partita da settori che della speculazione hanno fatto una bandiera ha rovesciato anche sulle spalle degli agricoltori una situazione disastrosa di cui non avevano nessuna colpa. Gli allevamenti all’ingrasso con più www.confagricolturatreviso.it di 2000 capi e le scrofaie con più di 700 scrofe sono soggette all'A.I.A., Autorizzazione Integrata Ambientale che comporta il controllo delle risorse consumate in azienda come gasolio, acqua, cereali, energia, alla emissione di polveri, ammoniaca, alla produzione rifiuti etc. Questo genere di obblighi costringono le aziende ad avvalersi di professionisti esterni oltre che ad una contabilità parallela per gestire in modo puntuale le richieste che derivano dai vari enti preposti al controllo! Mi lasci dire che è un abominio! E le spiego il perché: secondo lei per una azienda, maggiori consumi implicano maggiori costi? Un bambino dell’asilo risponderebbe immediatamente SI. Bene, a questo punto le chiedo: qual è l’imprenditore che nell’esercizio della sua attività imprenditoriale non cerca di limitare al massimo i costi? Risposta altrettanto ovvia… ed aggiungo: serve che una legge regoli queste cose? O semplicemente serviva creare burocrazia per creare posti di lavoro? Non ne possiamo proprio più di questo modo di operare del legislatore! Che prospettive intravede per la suinicoltura? La crisi economica ha portato ad una selezione delle imprese suinicole, c'è stata una selezione che ha premiato la qualità produttiva. Ritengo che gli imprenditori di aziende suinicole debbano passare da essere allevato- ri di suini a venditori di carne, penso che potremo sopravvivere se ridurremo al massimo l'intermediazione tra noi ed il consumatore finale. Questo processo sta proprio in questi giorni diventando un'inevitabile realtà per una grossa parte di allevatori e che ci impegnerà moltissimo nei prossimi anni. Che impegno richiederebbe questa scelta? L’unico modo per attuare questa scelta è l’aggregazione degli allevatori in una organizzazione di prodotto. Solamente una aggregazione può generare un volume tale da poter sostenere la trasformazione e la vendita diretta alla grande distribuzione organizzata. E’ purtroppo finita l’era dell’allevatore singolo che va a vendere i propri maiali al macellatore. Gli allevatori sono storicamente diffidenti ed individualisti, queste caratteristiche dovranno per forza di cose cambiare se si vorrà sopravvivere. L’aggregazione degli allevatori ci permetterà di gestire al meglio non solo la vendita ma soprattutto ci darà una maggior forza contrattuale in acquisto, altro punto dove veramente l’aggregazione farà la differenza. Nel 2006 l’Italia contava un parco scrofe pari a 750 mila capi, oggi siamo a 450 mila, il tempo delle riflessioni è finito ora bisogna gettare il cuore al di là dell’ostacolo se vogliamo continuare ad avere un futuro. La crisi economica costringe a ridurre al massimo l'intermediazione tra noi allevatori ed il consumatore finale. L’unico modo per farlo è attraverso l’aggregazione degli allevatori in una organizzazione di prodotto. 11 Segue da pagina 3 CAMPOLIBERO: svolta epocale o montagna che partorisce un topolino? - La deduzione Irap anche per gli OTD è legata all'assunzione triennale per almeno 150 giornate/ anno: vale la considerazione di cui sopra. Quest'ultimo beneficio è inoltre condizionato alla autorizzazione della Commissione Europea; - Bene per quanto riguarda le detrazioni per l'affitto riservate ai CD e IAP giovani (fino a 35 anni); modesta però l'entità (80 euro/ettaro) col massimo di 1.200 euro; è comunque bene ricordare che l'aiuto rientra nella normativa de minimis; - Bene la concessione di mutui agevolati ai giovani che intendono subentrare nella gestione di un'intera azienda agricola; - Bene il credito d'imposta per investimenti per il commercio elettronico e per la creazione di reti d'impresa o loro potenziamento: va comunque ricordato che anche questa misura rientrata negli aiuti de minimis (massimo 15.000 euro nel triennio per le aziende agricole e massimo 200.000 euro nel triennio per le aziende di trasformazione dei prodotti); - Bene il credito d'imposta per beni strumentali nuovi: va però ricordato che la misura è riservata ai titolari di reddito d'impresa e sono pertanto escluse le aziende individuali e le società semplici che dichiarano redditi rientranti totalmente nel reddito agrario. - Non positivo per le aziende l'aumento, ai fini delle imposte sui redditi, del reddito dominicale e reddito agrario, anche se è stato introdotto un temperamento a favore dei CD e IAP; - Gravemente lesivo è l'intervento sugli impianti fotovoltaici anche in ragione della sua applicazione retroattiva; - Non commentabile l'introduzione di sanzioni penali per chi coltiva OGM. Alla luce delle considerazioni che ho sopra sommariamente esposte mi risulta sinceramente difficile pensare che questo decreto sarà ricordato negli anni futuri come un punto di svolta della nostra beneamata agricoltura. Un'ultima considerazione: qualcuno mi può spiegare perché secondo la Comunità Europea si è considerati giovani fino a 40 anni mentre per Campolibero si è giovani fino a 35 anni? Lodovico Giustiniani L'agricoltore trevisano 12 Veneto Terra e Sapori Nuovo interessante progetto aperto alle aziende associate a Confagricoltura in vista dell'Expo 2015. «Veneto: Terra e Sapori» è questo il nome scelto per il progetto di promozione e valorizzazione del turismo rurale in Veneto e dei prodotti agroalimentari di qualità, che va ad integrarsi ai progetti proposti dalla Confagricoltura Nazionale per il 2015. Gli stakeholder coinvolti saranno le aziende agricole con vendita diretta, gli agriturismi ed i siti rurali di interesse storico-artistico, con l'obiettivo di creare una rete coordinata ed integrata sul territorio per condividere percorsi di sviluppo comuni ed iniziative di co- marketing e collaborazione tra operatori dei vari settori di produzione. L'idea alla base del progetto è di 'ripensare il territorio' per presentare contenuti importanti in occasione dell'Expo, far crescere il territorio e il suo settore produttivo e offrire ai soci oltre che un 'valore aggiunto' anche occasioni di conoscenza e incontro. Le aziende che aderiranno (l'adesione è gratuita e volontaria) verranno inserite in un banca dati e sarà creato un sito web dedicato in cui il visitatore potrà ricercare informazioni utili per le vacanze in agriturismo, la ristorazione contadina, i prodotti tipici d'eccellenza, il cicloturismo, le fattorie didattiche e sociali, gli eventi e le manifestazioni. Il territorio veneto verrà diviso in macro-aree per facilitare la ricerca e la consultazione e saranno: Venezia e i suoi lidi, Verona e il Lago di Garda, le Dolomiti Bellunesi, le città d'arte e i colli, la Pianura e il Delta del Po. In questi giorni verrà attivata la raccolta delle adesioni e del materiale divulgativo. Per maggiori informazioni gli interessati potranno contattare gli uffici di Confagricoltura. Confagricoltura Treviso in collaborazione con ERAPRA del Veneto organizza anche per il periodo 2014-2015 i seguenti corsi di formazione: - Formazione RSPP - addetto antincendio - addetto primo soccorso (56 ore) - Aggiornamento RSPP - addetto antincendio - addetto primo soccorso (22 ore) - Sicurezza dipendenti agricoli (12 ore) - Rilascio e rinnovo patentini fitosanitari Per informazioni ed adesioni contattare l'Ufficio Sicurezza e Ambiente (0422 410135) oppure scrivere a [email protected] Direttore responsabile Edoardo Comiotto • Iscr. Tribunale di Treviso n. 4 del 28.07.1948 • Redazione: Confagricoltura Treviso, via Feltrina 56/b, loc. Castagnole 31038 Paese (Tv) • Tel. 0422 410135 • Fax 0422 950179 • Infomail: [email protected] • Gratuito per gli iscritti - • Stampa: Tipografia Piave Srl - BL • Chiuso in redazione il 02.09.2014
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