Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI BAGNOLO PIEMONTE DITTA RICHIEDENTE L.M.G. snc di Vottero P. & C. Via Cavour N. 84 12031 BAGNOLO P.TE (CN) Tecnico Agronomo: Dott. Antonello Virano Via Borgnini, 4 14100 ASTI N. 49 Ordine Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Asti 1 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 1. STUDIO DELLO STATO DI FATTO INIZIALE ......................................................................................... 3 1.1 Inquadramento territoriale. ................................................................................................................................ 3 1.2 Caratterstiche pedoclimatiche. ........................................................................................................................... 4 1.3 Caratteristiche della vegetazione ....................................................................................................................... 6 1.4 Caratteristiche della fauna ................................................................................................................................. 7 1.5 Uso del suolo ed ecosistemi presenti ............................................................................................................... 11 2. PROGETTO DI RECUPERO AMBIENTALE ............................................................................................ 13 2.1 Note preliminari............................................................................................................................................... 13 2.2 Descrizione degli interventi. ............................................................................................................................ 14 2.3 Nota tecnica per la quantificazione del materiale necessario al ritombamento del piazzale al termine della coltivazione ....................................................................................................................................................... 17 2.4 Tempi di realizzazione - cronoprogramma ...................................................................................................... 17 2.5 Computo metrico degli interventi .................................................................................................................... 17 2 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 STUDIO DELLO STATO DI FATTO INIZIALE 1.1 Inquadramento territoriale. Le cave Tube Medie – lotti 2, 1 e 1A – sono raggiungibili da Luserna, percorrendo la strada di fondovalle del Torrente omonimo, che è asfaltata per poco più di 5 km fino a case Ciabot e quindi sterrata, per quasi 3 km fino a Case Galiverga. Ad oriente di queste, dopo qualche centinaio di metri, in corrispondenza dei primi lotti delle Cave Ciafalco, si imbocca una strada d'accesso a quota inferiore, che arriva direttamente sui piazzali delle Cave Tube Medie; essa taglia a mezza costa il pendio in direzione approssimativamente Est-Ovest, passando attraverso le concessioni degli altri lotti dal n. 4 al n. 11 di altre ditte arriva al piazzale, prosegue sul gradone passando sul versante sinistro del torrente Luserna ed arriva sul piazzale delle Tube Medie davanti alle baracche di cantiere curva con ampio tornante e accede al piazzale in lavorazione. Il Comune di Bagnolo appartiene al settore pedemontano delle Alpi Cozie settentrionali e presenta uno sviluppo allungato in direzione Est-Ovest, corrispondente al bacino idrografico del corso d’acqua principare, il torrente Grana, territorio dalla complessa morfologia con grande varietà di ambienti ed ecosistemi. La cava in oggetto è inserita in una ampia zona di attività estrattive in concessione a diverse Ditte. L’altitudine di quest’area varia da 1.070 a circa 1.140 m s.l.m e il materiale ottenuto è la “pietra di Luserna”, nome indicativo di una delle varietà più conosciute di gneiss lamellare, roccia metamorfica composta da stratificazioni di quarzo, feldspato e mica, a struttura grossolana, ampiamente estratta nei comuni di Luserna San Giovanni, Rorà e Bagnolo. L’economia prevelente dei territori circostanti è riconducibile a: 1. Attività estrattive in cava; 2. Attività agricole-selvicolturali prettamente montane per la presenza di prati, pratopascoli e boschi. Nelle immediate vicinanze della cava possono essere descritte tre situazioni ambientali ricorrenti: 3 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 a) aree meno acclivi, dove la presenza di una minima coltre pedogenetica continua consente lo sviluppo della cotica erbosa normalmente destinata a pascoli e prati-pascoli con eventuale presenza di specie arbustive; b) pendici più acclivi parzialmente occupate da una copertura del bosco di latifoglie miste e di conifere, digradanti in pascoli verso le quote sovrastanti; c) ampie aree sterili con roccia affiorante e detrito di falda particolarmente grossolano, al di sopra del confine della vegetazione arborea, che non hanno consentito l’instaurarsi di condizioni pedologiche favorevoli alla colonizzazione vegetale. Tale situazione è la prevalente nell’area interessata dalle cave. 1.2 Caratterstiche pedoclimatiche. Regime pluviometrico e temperature Il settore montuoso è caratterizzato, dal punto di vista climatico, da ampie escursioni termiche sia giornaliere che annuali. Le precipitazioni piovose sono abbondanti sebbene le differenze tra bassa valle con medie di 1400 mm/anno per Bagnolo e alta valle con medie di 1090 mm siano piuttosto accentuate. La distribuzione delle piogge segue il regime sublitoraneo piemontese, con punte più elevate in autunno e primavera, con siccità invernale e livelli estivi di solito soddisfacenti. I mesi più piovosi sono aprile, maggio e giugno con punte di oltre 170 mm per maggio, mentre i meno piovosi sono dicembre, gennaio e febbraio con minimi attorno ai 50 mm per dicembre. Dall’analisi dei dati termo pluviometrici si può pertanto affermare che non vi è una vera e propria stagione secca, così come nessun mese dell’anno può essere considerato secco. L’umidità atmosferica è piuttosto elevata in estate, mentre i venti costanti sono pressoché assenti. Le precipitazioni nevose sono comprese tra 50 e 100 cm e per motivi di quota ed esposizione permangono su molte zone sul terreno anche per un lungo periodo. Le isoterme medie annuali si collocano tra i 7,5 °C e i 10 °C. 4 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Pedologia Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha estratto lo gneiss direttamente dalla sua sede naturale per impiegarlo principalmente in ambito edile. L’area Cave Tube Medie è stata interessata da decenni o secoli da tale attività, pertanto presenta il substrato pedologico derivante direttamente da depositi di materiale di risulta della coltivazione di cava. Tale orizzonte pedologico è quindi caratterizzato da scarsa coerenza dovuta anche alla natura stessa della roccia metamorfica, discontinuità ed estrema superficialità. Situazione analoga si verifica sugli affioramenti rocciosi non interessati dalle attività antropiche di lavorazione; pertanto, in fase di progettazione del recupero ambientale, bisognerà tener conto delle caratteristiche pedologiche del substrato parzialmente inadatto ad accogliere cotiche superficiali artificiali del resto scarsamente presenti nella zona attualmente. La quota media dell’area di cava è di circa 1.090 m, andando da un minimo di 1.080 a un massimo di 1.130. La carta dell’uso del suolo della Regione Piemonte comprende l’area nel piano montano e rientrano tra la V e VII classe di capacità d’uso, ovvero “suoli con forti limitazioni alla capacità d’uso, che ne restringono la limitazione al solo pascolo e bosco con limitazioni climatiche e pedologiche con forti pendenze, superficialità del suolo, pietrosità, rocciosità, clima generalmente poco o alquanto sfavorevole”. L’area di cava, a causa degli affioramenti rocciosi e alla esiguità o assenza di suolo colonizzabile è ancora più intensamente limitata nelle condizioni pedologiche, al punto da limitare fortemente la presenza di associazioni vegetali complesse. Infatti troviamo formazioni boschive alle quote inferiori a quelle interessate dalla cava. Le condizioni pedoclimatiche influiscono anche sulle attività agricole potenziali che si limitano a piccole aree con colture poco esigenti, mentre sono più estese e variegate nel fondovalle. 5 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Uso del suolo e attività economiche L’uso del suolo all’interno del territorio in cui è collocata l’area di interesse è piuttosto vario in funzione delle condizioni pedoclimatiche stazionali, dell’altitudine e degli insediamenti abitativi. La pianura bagnolese è densamente abitata e variegata di attività agricole ed artigianali, quest’ultime legate soprattutto alla lavorazione della pietra. La principale fonte di reddito dei comuni di Bagnolo Piemonte, Luserna San Giovanni ed i Comuni limitrofi proviene infatti dall’attività estrattiva che impiega manodopera locale ed extracomunitaria. Sin dall’origine ha rappresentato il più importante mezzo di sussistenza per le popolazioni valligiane con la sua influenza diretta sulle altre attività ad essa correlate quali il taglio, la preparazione e la posa in opera di materiale edilizio in pietra. Sul territorio sono dislocati laboratori gestiti spesso dalle stesse ditte d’escavazione, che generano occupazione anche nel settore terziario e di servizi garantendo l’assistenza tecnica per la riparazione e l’acquisto dei macchinari adeguati, l’attività di segreteria e di consulenza tecnica per le imprese del settore. Le tipiche attività zootecniche e/o silvo pastorali di montagna coinvolgono, invece, una quota secondaria d’addetti. Nel fondovalle, l’agricoltura con indirizzo cerealicolo-zootecnico e frutticolo, risulta pertanto come seconda fonte di reddito della zona, ma mostra particolare sensibilità all’impatto ecologico delle colture introdotte dal punto di vista dell’impiego di pesticidi, concimi chimici ed insetticidi, e ai metodi tradizionali locali di coltivazione. Infine si evidenzia una certa presenza di lavoratori pendolari, addetti prevalentemente nelle aziende industriali della provincia di Torino. 1.3 Caratteristiche della vegetazione La zona con presenza di vegetazione è prevalentemente sulla parte orientale della cava, sulla scarpata che scende verso la Comba Mora. Il sito considerato è costituito da una zona in cui è presente una vegetazione erbaceo-arbustiva-arborea. Essa è popolata da betulle e frassini, con scarsa presenza di larici ed aceri. Il sottobosco è costituito da rododendro, rovo, felci ed erica, con strato erboso di graminacee. 6 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 La superficie complessiva da coltivare è di circa 4170 mq, all’interno della quale vi sono spazi in cui non vi è vegetazione per l’affioramento di materiale detritico anche di dimensioni rilevanti. La restante superficie è occupata dalla strada d’accesso, posta più a valle della quota attuale di coltivazione, fino al confine con la ditta Vottero Riccardo dove si riprende la tipologia delle zone del sito di cava. Anche i restanti lati sud e ovest confinano rispettivamente con le cave Tube Superiori e con gli altri lotti delle cave Tube Medie in concessione alle ditte M.D. Pietre snc e Beltramo F.lli. 1.4 Caratteristiche della fauna L’attività antropica legata alla coltivazione delle cave costituisce un evidente disturbo alla fauna locale nelle immediate circostanze del sito. Gli ecosistemi naturali permangono e comunque consentono una certa ricchezza della fauna rilevabile nell’area. Soltanto per poche specie è stato possibile determinarne la presenza con l'osservazione diretta, mentre il quadro complessivo è stato completato con la comparazione e la ricerca bibliografica circa le osservazioni compiute nel territorio interessato. Si citano, pertanto quelle più frequenti e sicuramente presenti nel territorio. Elenco delle specie principali: MAMMIFERI: Carnivori: la volpe (Vulpes vulpes), risulta pressochè ubiquitaria in tutta l’area. Possibile la presenza del tasso (Meles meles); Altre specie probabili, ma legate alla presenza di ecosistemi boschivi, sono la faina (Martes foina) e la puzzola (Mustela putorius). Artiodattili: in zone in cui gli insediamenti boschivi hanno mantenuto una presenza significativa il cinghiale (Sus scrofa) è stato più volte segnalato. Chirotteri: la presenza di questi mammiferi volatili notturni è spesso associata alla presenza di ripari naturali come anfratti e grotte, ma anche di costruzioni che consentano loro di trovare rifugio, come sottotetti, case abbandonate, capanni ecc. Lagomorfi : Lepus europaeus Ungulati : C. capreolus capreolus Insettivori: quasi tutti ad abitudini notturne e pertanto di difficile individuazione: 7 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Clethrionomys glareolus (Campagnolo rossastro); Erinaceus eropaeus (riccio europeo); Suncus etruscus (mustiolo); Roditori: in genere sono facilmente adattabili all'ambiente agrario, sebbene ghiro e scoiattolo abbisognino di significativa presenza di boschi: Glis glis (ghiro); Sciurus vulgaris (scoiattolo); Muscardinus avellanarius; (moscardino); Arvicola terrestris (arvicola terrestre); Mus musculus; (topolino delle case); Rattus norvegicus; (ratto delle chiaviche o surmolotto); Apodemus sylvaticus (Topo selvatico); ANFIBI In zone ove la presenza dell'acqua è abbondante e piuttosto costante (torrente Luserna) possono essere presenti le specie più comuni quali: Rana viridis (rana verde); Bufo bufo (rospo); Salamandra pezzata (salamandra pezzata); RETTILI Tra i rettili vi sono specie estremamente adattabili a situazioni differenziate, riferibili sia ad ambienti umidi, che a quelli più secchi, riuscendo a svilupparsi in situazioni di forte degrado ed antropizzazione: Tra i sauri le specie più comuni sono: Lacerta muralis (lucertola dei muri); Lacerta campestris; Lacerta viridis (ramarro); Tra gli ofidi: Natrix natrix (natrice dal collare); Coluber viridiflavus (biacco); 8 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 UCCELLI La fauna avicola presente nella zona riguarda numerose specie, in alcuni casi anche piuttosto interessanti. Quelle che occupano stabilmente un habitat più fortemente antropizzato del fondo valle trovano ampie possibilità di adattamento e di proliferazione. Tra le specie più comuni e sicuramente presenti nell'area vi sono: Columba palumbus (colombaccio); Apus apus (rondone comune); Hirundo rustica (rondine); Sturnus vulgaris (storno); Passer domesticus (passera comune); Garrulus glandarius (Ghiandaia); Corvus corone corone (cornacchia nera); Corvus corone cornix (Cornacchia grigia); queste due specie sono particolarmente diffuse in areali fortemente antropizzati (seminativi e prati); Streptopelia turtur (tortora); S. decaocto (tortora del collare); Columba palumbus (colombaccio); Pica pica (Gazza); Turdus merula (Merlo). Altre specie che possono essere presenti nell'area, prediligono ambienti meno antropizzati e quindi riferibili agli habitat boschivi o di alta quota. Si tratta di specie riscontrate in habitat forestali di zone ecologicamente meno compromesse di quella in oggetto con la quale esse hanno notevole vicinanza. Le specie vengono elencate per famiglie di appartenenza: 9 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Sittidae: Motacillidae: Sitta europaea (picchio muratore); Motacilla alba (ballerina); Paridae: Motacilla flava (cutrettola); Parus palustris; (cincia bigia): Strigidae: Parus coeruleus (cinciarella); Athene noctua (civetta); Parus major (cinciallegra); Strix aluco (allocco); Phasianidae: Titonidae: Phasianus colchicus (fagiano); Tyto alba (barbagianni); Coturnix coturnix (quaglia); Picidae: Perdix perdix (starna); Picus viridis (picchio verde); Colinus virginianus (colino); Jynx torquilla (torcicollo); Tetrao tetrix (gallo forcello); Pocoides mayor (picchio rosso Falconidae: maggiore); Falco tinnunculus (gheppio); Turdidae: Accipitride: Saxicola torquata (saltimpalo); Pernis apivorus (falco pecchiaiolo); Erithacus rubecola (pettirosso); Accipiter nisus (sparviero); Luscinia megarhynchos (usignolo); Buteo buteo (Poiana); Phoenicurus phoenicurus (codirosso); Upupidae: Turdus merula (merlo); Upupa epops (upupa); Turdus philomelo (tordo bottaccio); Cuculidae: Sylviidae: Cuculus canorus (cuculo); Sylvia communis; (sterpazzola); Fringillidae: Sylvia atricapilla; (capinera); Fringilla coelebs (friguello); Sylvia cantillans; (sterpazzolina); Carduelis chloris; (verdone); Phylloscopus collybita; (luì piccolo); Carduelis carduelis; (cardellino); Phylloscopus bonelli; (luì bianco); Pyrrula pyrrula; (ciuffolotto) Troglodytidae: Alaudidae: Troglodytes troglodytes (scricciolo); Alauda arvensis (allodola); Corvidae: 10 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Corvus corone corone (cornacchia Sturnidae: nera); Sturnus vulgaris (storno); Corvus corone cornix (cornacchia Emberizidae: grigia); Emberiza citrinella (Zigolo giallo); Garrulus glandarius (Ghiandaia); Emberiza cirlus (Zigolo nero) Pica pica (Gazza); Hirundinidae: Passeridae: Hirundo rustica (rondine); Passer domesticus (passera comune); Delicon urbica (Balestruccio); Passer montanus (passera mattugia); Ptyonoprogne rupestris (Rondine montana); 1.5 Uso del suolo ed ecosistemi presenti L’area di progetto e il suo intorno presentano una evidente differenziazione nell’uso del suolo, pertanto gli ecosistemi presenti sono estremamente variabili in funzione del grado di influenza antropica esercitato su di essi. Se si considera l’area vasta, estendendo l’osservazione alle quote più basse fino alla pianura si può affermare un progressivo prevalere di ecosistemi a crescente influenza antropica, in cui prevale l’azienda agraria come unità territoriale e funzionale. L’uso del suolo prevalente in pianura è pertanto caratterizzato dalle produzione agricole e dall’allevamento. In particolare essendo prevalente l’indirizzo cerealicolo – zootecnico vi sono notevoli estensioni destinate alle produzioni foraggere per allevamenti prevalentemente bovini. Tali ecosistemi definibili “agroecosistemi” a relativamente bassa complessità, sono in una certa misura in equilibrio, essendo caratterizzati dalla ciclicità delle colture e della loro destinazione prevalente per l’alimentazione degli allevamenti; infatti si realizza una forma di restituzione al suolo agricolo di una parte della fertilità sottratta, mediante la concimazione organica e il pascolamento su superfici a prati pascolo. Questa situazione consente di mantenere il sistema in equilibrio con un apporto esterno di energia relativamente basso. In altri termini sono contenuti sia gli interventi di fertilizzazione chimica che di controllo chimico delle infestanti delle colture. Alle quote intermedie il suolo è caratterizzato da una copertura boschiva costituita da cedui per lo più di castagno, con ecosistema naturale, ma con una forte influenza antropica derivante dall’uso del bosco e dalla presenza di specie alloctone 11 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 introdotte dall’attività umana. A quote pressoché equivalenti a quelle del sito vi sono anche installazioni per l’utilizzo ricreativo e turistico della montagna con impianti di risalita della stazione di Rucas. Componenti ambientali Nello schema seguente sono riportate le principali componenti ambientali e i possibili effetti determinati dall’attività estrattiva Componente ambientale Paesaggio e morfologia Indicatore I. Elementi Quantificazione del paesaggio naturale II. Acclività; II. Morfologia III. Suolo I. I. Prevalenza di elementi verticali; III. Presena storica di aree estrattive Degrado Superficie interessata; I. II. Capacità d’uso del suolo; II. III. Vincoli di origine naturale III. Circa 0,85 ha; VII classe; Rocce affioranti e terreno poco profondo e povero Vegetazione I. II. III. Fauna I. II. Acque superficiali I. Specie autoctone Complessità delle cenosi Specie protette Specie rare Specie sensibili I. Scarsa vegetazione II. Cenosi poco evolute III. Assenza di specie rare I. Assenza di specie rare II. Idrografia naturale I. Non risutano specie sensibili Assenza di corsi d’acqua II. Idrografia artificiale II. Acque sotterranee I. Profondità di falda I. Falda profonda senza affioramenti Ecosistemi I. Classificazione ecosistemi I. II. I. Ecosistema antropizzato da attività estrattiva Ecosistema a bassa complessità Assenza di odori; II. Emissione di polveri; II. Salubrità I. Complessità degli ecosistemi Qualità dell’aria e rumore III. Presenza di canali di scolo Rumorosità dalle macchine operatrici ma lontane da centri sensibili 12 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Vi sono estese zone in cui l’accumulo di detriti ha determinato l’affermarsi di una minima vegetazione ruderale, arbustiva o erbacea, altre sono prive di vegetazione. In altre si è realizzata la ricostruzione del tessuto vegetale tipico con qualche segno d’alterazione negli stadi meno avanzati. Le operazioni di cava determinano un’azione diretta sulle componenti ambientali limitata alle aree che sono oggetto d’ampliamento, senza tuttavia causare alcuna riduzione di superficie coperta da vegetazione. L’azione indiretta che può essere determinata dalle operazioni di coltivazione, come produzione di rumori e polvere, agisce su un paesaggio che è stato, da tempo storico, adattato alle esigenze dell’attività estrattiva. In conseguenza di ciò esso é percorso da strade d’accesso ai vari siti di cava, costellato da muri a secco di massi e da costruzioni provvisorie adibite alle attività d’escavazione. In tale situazione è evidentemente problematico individuare interventi mitigatori degli effetti indotti, se non attraverso la corretta pianificazione e realizzazione delle infrastrutture di viabilità ed accesso alle cave e mediante la conduzione dell’attività estrattiva secondo le modalità previste dagli allegati progettuali. 2. PROGETTO DI RECUPERO AMBIENTALE 2.1 Note preliminari Ai fini del recupero ambientale del piazzale di cava si precisa quanto segue: 1. Il recupero è stato ipotizzato al termine di ogni fase di coltivazione prevista come da crono programma allegato. 2. La quantificazione dei volumi necessari al ritombamento è la seguente: Terreno sciolto agrario che verrà acquistato al momento dell’utilizzo = 1,5 m di altezza x 4170 mq di sup. di terreno = 6255 mc. Lo stato finale dell’utilizzo della cava presentato negli allegati grafici è caratterizzato dall’abbassamento dell’attuale piano di cava in seguito allo sfruttamento del materiale roccioso. Tale modo di operare determina l’interessamento di una zona definita come il piede dell’area di cava in cui è completamente assente la vegetazione, sia erbacea che arbustiva-arborea. 13 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 La modificazione morfologica del sito con lo stesso profilo del versante e l’incremento di altezza dei fronti di circa 2 m dovuto all’abbassamento del piano di cava, sarà ottenuto in due fasi di durata complessiva di 5 anni. Occorre comunque sottolineare come i lavori di recupero siano in genere incompatibili con l’attività estrattiva, sia per la salvaguardia delle opere eseguite, sia per la necessità di operare con mezzi meccanici sull’area. 2.2 Descrizione degli interventi. Al termine della coltivazione in I fase (di durata triennale) si identificherà un piazzale ribassato a valle in prossimità della pista che segue l’inclinazione dei banchi e va da quota 1064 a quota 1072 m circondato su due lati da bassi fronti di cava alti circa 10 – 14 m. A questo andrnno aggiunti una zona sotto il vecchio fronte dove sarà completata la cotivazione autorizzata nel 1998 e successivi rinnovi, nonché una piccola zona rettangolare presso il C.S. “croce su pietra” a quota 1106,84 sul gradone delle Tube Superiori II cantiere basso in concessione a Beltramo F.lli, che dovrà procedere di pari passo con il suo ribasso In II fase (di durata biennale) la coltivazione verrà arretrata con la stessa modalità verso monte. Alla fine di quest’ultima fase verrà ripristinata la pista attuale tramite la realizzazione di muri a secco e riporto. La superficie complessiva di piazzale da recuperare a fine cotivazione è circa 4170 mq. Il vecchio gradone soprastante il piazzale di cava non più raggiungibile nonchè il fronte (non oggetto di intervento), sono già rinverditi spontaneamente. Le soluzioni proposte per il recupero vegetazionale a fine coltivazione sono le seguenti: 1) ZONA IN PIANO O IN LIEVE PENDENZA (piazzale): costituita dal piano d’escavazione, sul quale possono essere attuati interventi di risistemazione di terreno e formazione di una cotica vegetale al termine del ciclo di coltivazione previsto. La zona in piano come il piazzale di cava è caratterizzata, al termine della coltivazione, da superficie da piana ad ondulata costituita da roccia in posto. Nella fase di recupero l’utilizzo di substrato vegetale consente di rimodellare la superficie e di ripristinare uno strato di terreno agrario in grado di consentire la rivegetazione delle superfici. Gli interventi su quest’area potranno essere così articolati: a) poiché sul piazzale l’attività di coltivazione determinerà la realizzazione di un piano lapideo continuo a quota ribassata rispetto all’attuale, l’intervento proposto tende a conferire una 14 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 maggiore naturalità alla superficie, utilizzando inerti ricoperti da uno strato di terreno vegetale. Lo scopo di questa sistemazione è quello di conferire all’area un aspetto il più possibile “naturaliforme” permettendo la formazione della cotica erbosa e la messa a dimora di arbusti e qualche esemplare arboreo di altezza contenuta. Circa la qualità del substrato da riportare dovrà essere eventualmente acquistato oppure provenienti da aree limitrofe in coltivazione. La ditta L.M.G. ha proposto di utilizzare lo sterile proveniente dalle Cave Ciafalco poco distanti, in sua concessione. Non sono previsti strati terrosi ricavati nell’esercizio di cava in quanto l’abbassamento avverrà interamente su roccia. In linea generale la terra da utilizzare sui piazzali deve essere esente da uno scheletro troppo ricco ed avere una tessitura normale, definibile come sabbiosa, sabbiosa franca o franca (di medio impasto). Sia lo sterile che il terreno agrario saranno da valutare alti circa 1,5 m mediamente, di cui lo sterile costituisce non più del 10% in quanto usato solo per regolarizzare le zone di intersezione fronte/piazzale. Per una migliore realizzazione dello strato di terreno vegetale è consigliabile l'utilizzo di torba (3 - 5%) e/o apporto di stallatico maturo, per aumentare la frazione organica, oppure, in fase di livellamento e preparazione del terreno è consigliabile una concimazione minerale o organica con complesso ternario. In alternativa è possibile l’aggiunta di concime alla miscela per idrosemina. b) ricostituzione della cotica erbosa con semina manuale di miscuglio erbaceo la cui composizione è riportata in tabella 1. (Tale miscuglio è da considerare indicativo prevedendo specie ben adattabili alle esigenze della situazione in oggetto). c) rinaturalizzazione con specie arbustive e arboree quali Alnus viridis, Betula pendula, Juniperus communis, Rosa sp. Corylus avellana, Salix caprea. Per l’effettuazione del recupero dell’area si propone, parallelamente alla messa a dimora di piante in zolla, circa 200 arbusti, anche l’idrosemina di un miscuglio contenente oltre alle specie erbacee anche semi di piante arbustive e arboree. In tal modo si possono evitare eventali problemi d’attecchimento e il substrato di terreno è consolidato contestualmente alla nascita e crescita delle varie specie componenti il miscuglio. Inoltre è possibile ottenere una sistemazione naturaliforme migliore rispetto a quanto ottenibile con la sola messa a dimora degli astoni radicati o delle piante in zolla. 15 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 L’unica controindicazione della semina è legata al ritardo, valutabile in 3 – 4 anni, dell’accrescimento delle piante; per questo motivo si propone anche la messa a dimora immediata di circa 200 piantine di specie arbustive. Nella tabella che segue sono riportati i dati dimensionali delle specie proposte, la capacità di consolidamento del substrato e di riedificazione ambientale nonché il sesto d’impianto minimo da rispettare per la loro messa a dimora o per il diradamento a nascita avvenuta. Specie arborea Altezza pianta Consolidamento Sesto d'impianto (m) Alnus viridis 3–4 + 2–3 Betula pendula 15 – 20 + 7–8 Specie arbustiva Altezza pianta (m.) Riedificazione N°piante/100mq Ambientale Corylus avellana 2-3 + 25 – 30 Rosa canina 2–3 + 20 – 25 Salix caprea 3–5 + 12 – 15 Juniperus com. 0,40 - 0,60 + 250 – 300 Specie erbacea Altezza pianta Riedificazione Kg./ha (cm) Ambientale Bromus inermis 100 –120 + 10 Poa alpina 15 – 40 + 8 Festuca alpina 10 – 20 0 9 Lotus corniculatus 8 – 15 + 15 Medicago lupulina 15 – 30 0 10 LEGENDA: nella colonna consolidamento e riedificazione ambientale il simbolo + indica un notevole effetto positivo, il simbolo 0 un moderato effetto positivo. Nella terza colonna per le piante erbacee è riportato il miscuglio da ottenersi con la somma dei Kg. per singola specie, riferito all'impiego su una superficie di un ettaro. 2) ZONE DI FRONTE DI CAVA con superficie verticale o subverticale. Sul fronte di cava si cercherà ove possibile di sfruttare le irregolarità della superficie costituite da nicchie nella roccia, 16 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 piccoli piani e anfratti irregolari che saranno riempiti con materiale terroso analogo a quello distribuito sul piazzale di cava. Potranno essere previste sistemazioni di sacche di terra e zolle, con miscuglio di essenze erbacee ed arboree in grado di affermarsi su terreni ruderali. Anche qui potrà essere adottata la tecnica dell’idrosemina di un miscuglio di specie erbacee ed arbustive. Di queste ultime, da aggiungere al miscuglio proposto nella tabella precedente, si suggeriscono le seguenti specie: Thymus serpillum, Sedum ssp.; Saxifraga ssp., Dianthus glacialis, Gentiana cochiana, Arabis coerulea, Artemisia petrosa, Juniperus communis, Vaccinium mirtillus. La distribuzione del miscuglio è preferibile effettuarla direttamente sulle sacche di terra sistemate in posto, mediante idrosemina, coadiuvandone la germinazione con adesivanti e fertilizzanti. 2.3 Nota tecnica per la quantificazione del materiale necessario al ritombamento del piazzale al termine della coltivazione I materiali necessari alla ricostruzione del substrato tramite materiale inerte, saranno reperiti in loco da sfridi di lavorazione e blocchi informi non lavorabili o provenienti dalle cave Ciafalco in funzione della disponibilità di materiale e spazi per poterli stoccare. Il terreno vegetale sarà acquistato al momento. 2.4 Tempi di realizzazione - cronoprogramma La realizzazione di quanto proposto è funzionale alla durata dell’autorizzazione richiesta, che è di 5 anni. In caso di interruzione prima del termine dei 5 anni, il crono programma delle operazioni di recupero potrà essere così schematizzato: da 1 a 3 anni I fase: zone di piazzale a monte e a valle vicino alle baracche da 3 a 5 anni II fase: coltivazione del piazzale Nel caso in cui la coltivazione venga protratta per 5 anni, tutto il recupero di cava deve essere completato con il rimodellamento del piazzale, dei fronti di cava e con il riposto dello sterile a ricostituire la pista di cava. 2.4 Computo metrico degli interventi Di seguito è riportato il computo metrico degli interventi di recupero basati sui prezzi del Prezzario Regionale di riferimento per le opere pubbliche edizione 2013 sezione 18: Sistemazione, Recupero e Gestione del Territorio e dell'Ambiente. 17 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 Sez. Codice Descrizione U.M. € Quan Totali tità Ricostruzione terreno vegetale 18 18.A02.A13 18.A02.A13.005 OPERAZIONI PRELIMINARI E FUNZIONALI ALLA RIVEGETAZIONE Preparazione speditiva del terreno per operazioni di inerbimento. …. 18 mq 0,22 4170 917,40 18 18.A02.B03.015 INERBIMENTI Realizzazione di un inerbimento su di una superficie piana o inclinata mediante la tecnica dell'idrosemina consistente nell'aspersione di una miscela formata da acqua, miscuglio di sementi di specie erbacee selezionate e idonee al sito, concime organico, collanti e sostanze miglioratrici del terreno; il tutto distribuito in un'unica soluzione con speciali macchine irroratrici a forte pressione (idroseminatrici), compresa anche la eventuale ripetizione dell'operazione ai fini del massimo inerbimento della superficie irrorata, esclusa solo la preparazione del piano di semina per superfici superiori a m² 3.000 mq 1,26 4170 5254,20 18 18.P07.A90 18 18.P07.A90.005 Concime organico, 6% N; 1-2% P; 1-2% K. Per idrosemina. Da dosare in ragione di 200 grammi di prodotto per metro quadro di superficie da seminare … kg 0,47 834 391,98 18 18.P06.B30 18 18.P06.B30.005 Cad. 1,57 200 314 18 18.P06.B10 Zolle erbose 18 18.P06.B10.005 … mq 8,91 200 1782 18 18.P06.A20 18 18.P06.A20.005 Fornitura, compreso il trasporto sul luogo della messa a dimora di specie arbustive autoctone di piccole dimensioni (altezza da 40 a 80 cm), da impiegarsi in operazioni di ricostruzione della vegetazione naturale potenziale del sito a radice nuda e/o con pane di terra Cad. 2,32 200 464 18 18.A02.B17 18 18.A02.B17.005 MESSA A DIMORE DEL MATERIALE VEGETALE Messa a dimora di arbusti in operazioni di forestazione urbana comprendente scavo della buca, carico e trasporto in discarica del materiale di risulta, provvista e distribuzione di g 50 di concime a lenta cessione, kg 10 di letame maturo nonché della terra vegetale necessaria, piantagione dei soggetti e due bagnamenti buca di cm 30 x 30 x 30 Cad. 5,82 400 2328 18 18.P07.A84 18 18.P07.A84.005 Marcatore liquido per idrosemina. Da dosare in ragione di 0,1 grammi di prodotto per metroquadro di superficie da seminare … kg 17,68 0,417 7,37 18 Fornitura compreso lo scarico ed il trasporto sul luogo della messa a dimora di piantine di qualunque altra specie di latifoglia arborea o arbustiva (escluse quelle nominate nelle precedenti voci) di altezza minima cm 25 18 Dott. Agr.Virano Antonello - Studio Tecnico Agrario Via Borgnini, 4 - 14100 ASTI Tel. e fax 0141/593338 19
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