UNA COPPIA INSEPARABILE Sonia Moron, 34 anni, di Giubiasco, e il figlio Kirian, 2 e mezzo. Il piccolo è affetto da una rarissima e grave patologia genetica che gli compromette lo sviluppo mentale e motorio. Per la mamma è un impegno 24 ore su 24 8 La storia IL CAFFÈ 22 giugno 2014 attualità Porta il nome di un asteroide. Kirian. Per i suoi genitori è simbolo di vigore e resistenza. Ma purtroppo sin dalla nascita il suo destino è stato segnato da una rarissima patologia genetica che gli causa crisi epilettiche e un ritardo psico-motorio. Le cure, costose e per ora sperimentali, sono possibili solo all’estero “Se un giorno mio figlio potesse sedersi, parlare, mangiare e sorridere...” PATRIZIA GUENZI T Ti-Press Ricordi e scatti dalla quotidianità Mamma Sonia e il piccolo Kirian appena nato, tutt’e due ancora ricoverati all’ospedale; sopra, il bambino, oggi 2 anni e mezzo, che siede in una speciale carrozzina che gli mantiene tronco e testa verticali anto forte e vigoroso durante il travaglio, quanto fragile e bisognoso di assistenza immediatamente dopo. E proprio la sua voglia di venire al mondo ha spinto i genitori a chiamarlo Kirian, come l’asteroide scoperto nel 2000. “Era un bimbo così robusto e resistente che appena nato non abbiamo più avuto dubbi - racconta la mamma, Sonia Moron, 34 anni, di Giubiasco -. Dei tanti nomi che ancora ci frullavano in capo, quello ci sembrava il più appropriato”. Già… invece, il piccolo Kirian, si è rivelato una creatura gracile, bisognosa di continue cure e terapie. “Mi sono accorta presto che qualcosa non andava in Kirian, ma ci è voluto un anno e mezzo prima di sapere che era affetto da una gravissima, quanto rara, mutazione nel gene Fox G1 - racconta mamma Sonia, la cui gravidanza non lasciava presagire nulla di tutto ciò -. Le conseguenze: attacchi epilettici, ritardo psicomotorio e impossibilità di deglutire”. L’unica speranza, per ora, sono le cure sperimentali, in Spagna e in America. Ma costano. Ecco perché i genitori di Kirian si sono rivolti all’Associazione Dona un sorriso per un sostegno finanziario che lo scorso aprile s’è trasformato in un assegno di ben 4mila franchi. A sua volta, l’associazione fa un appello a tutti i lettori del Caffè ([email protected]). Oggi Kirian è un bambino di 2 anni e mezzo. Non parla, non gattona né stà seduto. La mamma si occupa 24 ore su 24 di lui, con un aiuto infermieristico di dieci ore a settimana. “Almeno per darmi il cambio, così posso uscire per qualche commissione o andare dal medico”, dice Sonia le cui giornate, inutile sottolinearlo, sono interamente scandite dai bisogni del figlio. Ti-Press Le tappe La nascita Il sospetto La diagnosi I pasti LA GIOIA LA CRISI IL GENE LA DEGLUTIZIONE LE TERAPIE Il travaglio è andato veloce e il bimbo è stato molto forte. Appena nato sembrava non avere alcun problema di salute. A soli 15 giorni di vita Kirian ha la prima crisi epilettica. Immediatamente la mamma corre dal pediatra. Dopo un anno e mezzo è stato possibile fare una diagnosi precisa. Il bimbo è affetto da una grave mutazione genetica. Non avendo la deglutizione, i solidi Kirian li assume per bocca, mentre i liquidi attraverso un sondino gastrico più volte al giorno. Mamma e bimbo sono appena rientrati dalla Spagna. Kirian si è sottoposto a un’innovativa terapia motoria. Per ora tutto sommato abbastanza gestibile. “Pesa 15 chili e riesco ancora a sollevarlo. Certo, non so fino a quando, visto che il bambino non può sedersi, lo devo lavare, cambiare, imboccare e ha costantemente bisogno di assistenza”. Mentre Sonia racconta, Kirian la osserva con gli occhi spalancati. Non parla il bambino, ma la voce della mamma attira la sua attenzione. “Ci sono dei giorni in cui mi fissa di più, altri meno, ma in un modo o nell’altro sento che noi due interagiamo aggiunge Sonia -. E io non smetto di sperare che un domani mio figlio possa sedersi, mangiare, parlare e sorridermi”. Purtroppo contro le crisi epilettiche si può far poco, sono quotidiane, anche se meno forti, visto che Kirian è resistente ai farmaci. E proprio una di queste crisi è stata il primo segnale che ha messo sull’attenti i genitori. “Aveva solo 15 giorni - ricorda Sonia - e ho nota- “Con i 4mila franchi dell’Associazione Dona un sorriso siamo andati in Spagna per una terapia intensiva” to qualcosa di strano. Il bambino improvvisamente non respirava più, era diventato viola in volto... Sono corsa dal pediatra”. E da lì per i genitori di Kirian è iniziato il calvario. “Ci crolla il Il futuro mondo addosso, la malattia di Kirian, dicono i medici, oltre ad essere rara e?cronica ed altamente invalidante. Il piccolo entra ed esce dagli ospedali, subisce diverse operazioni, la sofferenza è tanta”. Il bambino non ha mai gattonato, mai fatto un passo, è completamente atonico e deve essere adagiato e legato su un passeggino speciale che gli mantiene la testa in posizione eretta. Da tempo Kirian non può più essere nutrito normalmente, ha perso la capacità di deglutire; la mamma ha imparato a preparare pasti speciali che gli dà più volte al giorno attraverso un sondino gastrico. E poi, fondamentale, è la terapia, che dev’essere quotidiana per evitare l’atrofia di …E LA LETTURA CONTINUA CON GLI EBOOK DEL CAFFÉ ONLINE. ADESSO. GRATIS. SU APP STORE E AMAZON 341/BIS Anonymous IL RACCONTO DELLA REALTÀ Anonymous COME FU CHE UN TUNISINO SPOSÒ UNA TICINESE Andrea Vitali LE PAROLE DEL 2013 Autori vari SAPORI E MITI Cenni Moro muscoli e nervi, ma che è comunque sempre troppo poca rispetto alla gravità della patologia. “Quando non ha appuntamento dal fisioterapista subentro io, non si può saltare un giorno”, sottolinea Sonia, che ha imparato a fare l’infermiera, la fisioterapista, il medico di pronto intervento. È la speranza, infinita, la benzina che permette a questa mamma di andare avanti, di affrontare fatiche ed eventi avversi. Sonia sa benissimo che il futuro di Kirian sarà costellato da continue visite mediche, ricoveri e terapie per riuscire a guadagnare scampoli di un’esistenza il più possibile dignitosa e di qualità. “Io mi batto e continuerò a farlo, costi quel che costi, affinché mio figlio possa avere garantite le migliori cure”, sottolinea Sonia che, proprio grazie all’assegno di 4mila franchi dell’Associazione Dona un sorriso, è potuta volare in Spagna dove Kirian è stato sottoposto a un mese di terapia intensiva. “Senza quei soldi non avrei certo potuto spostarmi da casa. È una cura che esiste anche in Italia, ma siccome ho molti parenti in Spagna ho preferito appoggiarmi a loro per praticità. E i risultati già si vedono. Kirian ha reagito bene, anche se rispetto a un bambino sano sono miglioramenti minimi. Ma bisogna insistere, perché queste cure, se effettuate in tenera età, danno risultati consistenti”. Un’altra speranza è un viaggio in America, per una full immersion di terapie varie. “Hanno messo a punto delle cure sperimentali. Niente di sicuro, certo, ma vale la pena tentare. Per questo tipo di sindromi, così rare, non ci sono ancora farmaci né terapie specifiche, quindi bisogna affidarsi anche a metodi alternativi. E io non voglio lasciar nulla di intentato”. Ovviamente Sonia e?consapevole che queste cure molto probabilmente non saranno mai risolutive per suo figlio, che rimarrà sempre un bimbo speciale. Ma a lei basterebbe che un giorno Kirian potesse nutrirsi come tutti gli altri bambini, mangiando, masticando e ingoiando, riuscisse a stare seduto autonomamente, rispondesse agli stimoli esterni e le sorridesse consapevolmente. [email protected] Q@PatriziaGuenzi
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