Rassegna stampa 17 settembre 2014

Cod.: PGA.GR.1-IO.2.M1
Via Fissiraga,15
26900 Lodi
RASSEGNA STAMPA
Ufficio Relazioni con
il Pubblico
Rev. 1
Data: 02-01-2014
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rassegna stampa
Data
17 Settembre 2014
IL CITTADINO
Lodi
• Sos per il caso sospetto di ebola: Lodi e Sant’Angelo si attrezzano
• Scala mobile ferma per un cavillo, ma tra un mese potrebbe
ripartire
Lettere & opinioni
• Per curarsi, ma mia madre si è ferita
Codogno
Casale
Sant’Angelo Lodigiano
IL GIORNO
Lodi
Codogno
Casale
Sant’Angelo Lodigiano
Responsabile del procedimento:
Referente del procedimento:
Dr. Davide Archi-℡ 2145
Maurizio Pancerasa –℡ 6627
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Sos per il caso sospetto di ebola: Lodi e Sant’Angelo si attrezzano
In fase di sperimentazione un farmaco antivirale e un vaccino
per contrastare il virus di ebola. L’annuncio è dello specialista di
Sant’Angelo Marco Tinelli. Il primario del reparto di malattie infettive del
Delmati interviene all’indomani della notizia di un caso sospetto di ebola
nel Lodigiano. Un paziente italiano, 30enne, residente nell’area cremasca,
al ritorno da un viaggio di lavoro in Nigeria, infatti, è stato portato
domenica mattina al Pronto soccorso del Maggiore con i sintomi del
pericoloso virus che ha già portato alla morte numerose persone.
«Alcune aziende farmaceutiche - spiega Tinelli - stanno mettendo in
campo due vaccini per tre ceppi diversi di ebola. A novembre dovrebbero
entrare nella fase più allargata della sperimentazione e coinvolgere più
pazienti. I risultati sembra siano efficaci. I ricercatori però stanno
lavorando anche alla realizzazione di farmaci antivirali contro ebola; a
breve saranno a disposizione». La presenza del reparto di malattie
infettive di Sant’Angelo ha fatto sì che l’Azienda ospedaliera di Lodi sia
considerata uno dei punti di riferimento lombardi per i casi sospetti di
ebola, mentre quelli probabili vengono inviati al Sacco. La direzione
sanitaria sta comunicando alla Regione il numero delle stanze a pressione
negativa, con filtri dell’aria ad hoc, che intende mettere a disposizione
presso il Delmati. A breve sarà realizzata anche una nuova stanza di
isolamento al Pronto soccorso di Lodi.
Cri. Ver.
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Dr. Davide Archi-℡ 2145
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Scala mobile ferma per un cavillo, ma tra un mese potrebbe ripartire
La scala mobile dell’ospedale Maggiore è ancora
ferma per un cavillo, ma l’amministrazione aziendale annuncia che nel giro
di un mese dovrebbe essere sbloccata. La vicenda è partita dal caso
drammatico del piccolo di 4 anni rimasto con il piede incastrato nella
rampa di discesa della scala mobile del padiglione di accoglienza il 22
gennaio scorso. A causa di questo incidente, il bambino ha perso quattro
dita del piede. «Per quanto ci riguarda - spiegano la direttrice sanitaria di
presidio Angela Bocconi e il responsabile dell’ufficio tecnico dell’Azienda
ospedaliera Maurizio Bracchi- potremo riaccendere subito la scala mobile.
Abbiamo eseguito le prescrizioni che ci aveva richiesto la procura». A
impedire il riavvio dell’impianto però è il mancato accordo tra i periti. «Il
nostro perito - spiega Bracchi - e quello dell’azienda produttrice non si
sono messi d’accordo sull’interpretazione della norma. Il manuale di
manutenzione è in inglese. Il dubbio è se sia o no necessario tradurlo in
italiano, visto che comunque i manutentori della scala mobile sono dei
tecnici che quindi non necessitano di manuali per intervenire». Il maggior
esperto nel settore era il dipendente dell’Asl Aristide Joli, scomparso
all’improvviso lo scorso giugno, mentre pedalava sulla pista ciclabile di
Montanaso.
«La sua scomparsa - precisa Bracchi - ha rallentato
ulteriormente le procedure. Ora, visto che il nostro perito non è
intenzionato a trovare l’accordo e che ormai conosco la materia, farò
personalmente da mediatore e spero che nel giro di un mese la situazione
sia risolta e la scala mobile riavviata».
Cri. Ver.
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Dr. Davide Archi-℡ 2145
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Lettere & opinioni
Per curarsi, ma mia madre si è ferita
Gentile direttore, consiglio agli utenti dell’ospedale di controllare
attentamente lo stato delle sedie nei corridoi all’ingresso e nella zona
ambulatori prima di sedersi. A mia madre, di 81 anni, è capitato infatti di
sedersi su una di queste sedie “colorate” e di ritrovarsi per terra perché il
seggiolino non era ben saldo e si è ribaltato in avanti. È andata al pronto
soccorso e le hanno dato cinque giorni di prognosi. Ma è possibile che una
persona vada in ospedale per curarsi e proprio lì si faccia male perché non
viene fatta la manutenzione alle sedie? Solo dopo che mia mamma si è
fatta male hanno messo il cartello “guasto”, un foglio poggiato sulla sedia
che chiunque (penso a qualche bambino che passa di lì) può togliere. Ma
non era meglio togliere il seggiolino del tutto e rimetterlo solo quando il
problema non era risolto? Mi auguro che chi è addetto alla manutenzione
la faccia sul serio, prima che la gente si faccia male. Cordiali saluti
Francesco Regorda
Lodi
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Dr. Davide Archi-℡ 2145
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