recupero, conservazione e valorizzazione del germoplasma

Progetto: “Recupero, conservazione e valorizzazione di ecotipi
di melo di presunta origine autoctona o di antica coltivazione
nell’ambiente marchigiano (1994 -2000).
(Ricerca coofinanziata con fondi a finalità strutturale previsti dal Reg. CEE 2081/93 Ob.
5b.)
Il germoplasma locale offre nuove opportunità nel comparto agroalimentare
Negli ultimi anni, il ritmo con cui la biodiversità agricola è stata minacciata di erosione ha
destato allarme e preoccupazione crescente per la qualità della vita e ancor più per il
futuro della stessa umanità. Infatti, la moderna agricoltura intensiva, basata
sull’allevamento di un limitato numero di specie e varietà, ha determinato una
diminuzione della diversità negli agroecosistemi, minando le basi per uno sviluppo nel
lungo periodo di una agricoltura rispettosa dell’ambiente.
La conservazione della biodiversità finalizzata all’uso sostenibile delle sue componenti e
all’equa ripartizione dei benefici che derivano dall’utilizzo delle risorse genetiche, ha
posto particolare attenzione alla salvaguardia dell’agrobiodiversità , dalla quale dipende
la sicurezza alimentare e la stabilità ambientale.
La coltivazione delle piante da frutto in collina e montagna assume oggi un ruolo
preminente nella protezione dell’ambiente e nella gestione sostenibile di ecosistemi misti
agro-silvo-pastorali, concorrendo a migliorare, mediante opportune sistemazioni
idrauliche e inerbimenti controllati, la regimazione delle acque in eccesso, la lisciviazione
dei nutrienti e l’erosione, estremamente pericolosa in terreni declivi.
Inoltre la coltivazione del melo in montagna può fornire prodotti pregiati, sempre più
richiesti per un’alimentazione sana, naturale ed equilibrata, in grado di esaltare sapori e
profumi tipici delle nostre tradizioni e al tempo stesso migliorare il valore nutrizionale
della dieta moderna, forse troppo sofisticata.
La riscoperta di antiche tradizioni alimentari ed di antichi sapori da parte dei consumatori,
ha ulteriormente rafforzato la necessità di diversificare le produzioni.
In particolare il recupero e la valorizzazione del germoplasma melo, contribuisce ad
assecondare le tendenze di mercato verso produzioni tipiche in aree marginali della
1
Regione, vocate per esaltare i requisiti intrinseci della qualità della frutta, in un ben
determinato contesto ambientale e con una specifica rintracciabilità.
Infatti, se nel recente passato la linea di tendenza adottata è stata quella di sostituire le
vecchie varietà, in gran parte ormai obsolete sotto il profilo agronomico e produttivo, con
materiale genetico di più moderna concezione, da qualche tempo si sta assistendo ad un
rinnovato interesse, teso alla rivalutazione e valorizzazione della “frutta antica”.
Cultivar dai nomi e dai sapori quasi dimenticati, ma soprattutto contraddistinte da
particolari caratteristiche organolettiche, dotate di estrema rusticità e resistenti alle più
diffuse avversità, rappresentano un patrimonio genetico di interesse ineguagliabile, in
grado di concorrere ad assecondare la crescente esigenza di maggiore naturalità delle
produzioni.
La “Mela Rosa” (All.to 1 GM – “La mela Rosa tipica marchigiana” ), la “Limoncella”, la
“Gelata”, la “Cerina”, la “Muso di Bue ”, ecc..., un tempo localmente diffuse ed
apprezzate, hanno ritrovato un interessante sbocco commerciale a livello di mercati locali
per alcune loro spiccate caratteristiche qualitative (sapore, serbevolezza, ecc..) e per gli
aspetti salutistici, legati alla zona di produzione e, in qualche modo, al metodo di
produzione.
La regione Marche presenta infatti un non trascurabile patrimonio genetico frutticolo,
perché caratterizzata da un territorio in gran parte collinare e montano con un’agricoltura
storicamente importante, fortemente frazionata e con una significativa presenza di aziende
in territori marginali.
In questo contesto, la tradizione e la cultura popolare locale si sono consolidate ed hanno
consentito, tra le altre cose, il preservarsi di alcune tipologie di coltivazione.
1. Attuazione del progetto
L'attività in realtà è stata avviata all’inizi degli anni ’80 ed ha consentito di individuare
una serie di biotipi di melo di antica coltivazione nel territorio marchigiano, i cui materiali
vegetali dalle Piante Madri sono stati recuperati per la conservazione.
Dal 1994 all’anno 2000 realizzati due frutteti sperimentali, in ambienti differenziati: uno
presso l’azienda agricola sperimentale dell’ASSAM a Carassai (AP) ed un altro in
ambiente collinare montano, in località Monte S. Martino in provincia di Marcerata, per la
conduzioni di una serie di indagini e valutazioni volte allo studio dei materiali, avendo
come obiettivi specifici:
• la valorizzazione per fini produttivi e commerciali, di varietà ed ecotipi locali;
• la caratterizzazione morfologica, comportamentale agronomica e pomologica;
• la verifica sanitaria dei materiali.
2. Obiettivi generali
Considerata la grande possibilità di ricaduta che questo lavoro poteva avere a livello
pratico – applicativo, si è scelto di sviluppare l’iniziativa con la possibilità di conseguire
altri interessanti obiettivi di carattere generale:
• trasferimento delle conoscenze acquisite sui materiali vegetali conservati, alcuni dei
quali idonei per una valorizzazione di aree pedemontane vocate alla produzione di
frutta di più elevato standard qualitativo e con la possibilità di ottenere un minor
impatto ambientale;
• diffusione di materiale vegetale selezionato e certificato;
2
•
•
•
•
graduale recupero di aree collinari interne all’estensivizzazione monocolturale,
attraverso la ricreazione di condizioni più sostenibili sfruttando la biodiversità
residuale;
trasferimento delle tecniche colturali innovative e di maggior tutela per la salute dei
produttori e dei consumatori, agli operatori frutticoli delle zone maggiormente
interessate.
incentivazione della coltivazione di frutta dotata di peculiari caratteristiche
organolettiche e di rusticità;
incentivazione della coltivazione di ecotipi locali in grado di contribuire alla miglior
tipicizzazione delle produzioni fruttifere locali.
3. Azioni di ricerca e sperimentazione svolte per la valorizzazione di alcuni biotipi
(Caratterizzazione agronomica, pomologica e sanitaria)
• Sulla produzione
- Epoca di raccolta, produzione, tipo di fruttificazione, tendenza all’alternanza.
• Sulla pianta
- Vigore, Habitus, resistenza alle fitopatie e alle fisiopatie, rusticità, verifica sanitaria
e risanamento dalle malattie virali.
• Sui frutti
(in ambiente condizionato e in ambiente naturale; alla raccolta, dopo un mese e dopo
quattro mesi)
-
peso medio dei frutti, durezza grado rifrattometrico, ph, amido, colore di fondo,
sopraccolore, rugginosità, caratterizzazione morfologica, caratterizzazione
morfologica, panel test, valore nutrizionale (presenza di antiossidanti nella polpa e
nella buccia; saccarosio, fruttosio, acido malico, acido ascorbico, umidità, nitrati,
pectine).
Pubblicazione: “Mela Rosa e mele antiche” ASSAM 2002
4. COLLEZIONE DEL GERMOPLASMA MELO ASSAM
Nome comune: Melo
Nome scientifico: Malus Pumila (M. Communis – M. domestica)
Curatore: Settimio Virgili
Istituto/Ente: Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche (ASSAM)
Riferimento scientifico: Dott. Davide Neri
Istituto: Dipartimento di Energetica – Università di Ancona
N° di accessioni totali: 90 (n° 5 ceppi/cv)
N° di accessioni di origine italiana: 90
Localizzazione della/e collezioni: Az. Agr. Sperimentale ASSAM – Località Aso di Carassai (AP)
Anno di costituzione: 1994/95/96
Esistenza di duplicazioni: SI (in parte)
Localizzazione della duplicazione: Az. Agr. Gobbi Umberto – Località M. S. Martino (MC)
Anno di costituzione: 1994/95/96
Tipo di conservazione: IN VIVO
3
LISTA DELLE ACCESSIONI
Collezione del Germoplasma melo presso l’ASSAM: Varietà ed ecotipi di antica coltivazione nelle
Marche.
Nome locale e presunti cloni o
N°
Nome locale e presunti cloni o
biotipi
biotipi
Cerina
3
Panaia rossa
Gelata
4
Rosa marchigiana (tipica)
Musetta
1
Rosa pianella
Limoncella
2
Rosa Gentile
Limone
1
Rosa Regina
Cannella
1
Rosa Principessa
Verdone
1
Rosa Stellata
Muso di Bue
1
Rosa Fragola
Culo di Somaro
1
Rosa in Pietra
Zucchina
2
Rosa Verdona
Musa?
1
Rosa Durella
Annurca simile
4
Rozza/Rugginosa
Altri (tipo varietale e denominazione sconosciuta)
N°
1
28
2
2
1
1
1
1
1
2
1
4
13
Utilizzazione materiale
• Miglioramento genetico (DISAPROV – Università Politecnica delle Marche - Ancona) – N° 2 Accessioni
• Valorizzazione per fini produttivi e commerciali di alcuni ecotipi (Mela Rosa, Gelata, ecc..)
Accertamento del comportamento agronomico dei biotipi raccolti, in due ambienti di osservazione.
Caratterizzazione biochimica e molecolare
(Isonzimi, RFRP, REPD, AFLP, Microsatelliti): NESSUNA AL MOMENTO
Stato sanitario (Virus, viroidi e micoplasmi)
(ACLSV; ApMV; ASPV)
• N° 4 biotipi di mela “Rosa Marchigiana”, n° 1 di mela “Rosa Fragola”, n° 1 di mela “Rosa Gentile”, n° 1
di “Gelata” e n° 1 di mela “Annurca delle Marche”;
Accertamento del valore nutrizionale:
• N° 4 biotipi di mela “Rosa Marchigiana”, n° 1 di mela “Rosa Fragola”, n° 1 di mela “Rosa Gentile”, n° 1
di “Gelata” e n° 1 di mela “Annurca delle Marche”;
Attitudine alla conservazione:
• N° 20 Varietà e/o biotipi (in ambiente condizionato e all’aperto)
Panel Tests:
• su tutte le accessioni
Disponibilità di materiale:
Materiale standard di varietà ed ecotipi (n° 90) presente nel campo collezione (n° 5 ceppi/cv);
Materiale virus esente
• Fonti Primarie, presso CAV (Centro Attività Vivaistiche) di Faenza
• Campo di PMM, presso l’ASSAM Az. Agr. Di Carassai (AP) (anno d’impianto 2005) (n° 7/10 ceppi/cv):
-
N° 4 biotipi di mela “Rosa Marchigiana”, n° 1 di mela “Rosa Fragola”, n° 1 di mela “Rosa Gentile”,
n° 1 di “Gelata” e n° 1 di mela “Annurca delle Marche”;
Partecipazione a progetti:
• Finanziamento Regione – U.E. – Reg. CEE 2081/93 – Ob. 5B – Misura 1.1.4
4
Profili di alcune tipiche accessioni
(All.to 2 GM – Mela rosa e mele antiche)
Gelata
Sinonimi: Diacciata, Diacciola (diffusa anche negli Abruzzi e in Emilia Romagna). Frutto medio di
forma rotondeggiante schiacciata, abbastanza simmetrica; buccia sottile liscia verde citrino; polpa
bianca fondente succosa, zuccherina, lievemente acidula, aromatica; matura da ottobre a dicembre;
dimostra un’ottima conservazione frigorifera e buona in ambiente naturale; abbastanza sensibile alla
ticchiolatura e tollerante l’oidio. Fruttifica presto ma poi alterna, molto produttiva; habitus di tipo
spur, compatto.
Cerina
Sinonimi: Oleata, Cera. E’ molo simile alla Gelata della quale potrebbe rappresentare un probabile
sinonimo; in passato era abbastanza diffusa e rinomata in alcune zone della provincia di Ascoli
Piceno, da dove provengono i biotipi recuperati.
Frutto medio di forma rotondeggiante, tronco-conica breve o leggermente schiacciata, asimmetrica;
buccia sottile, liscia, cerosa, di color verde virante al giallo citrino, a volte sfumata di rosa (nella
parte soleggiata); polpa tenera, fine, succosa, bianco crema, spesso vitrescente, leggermente acidula,
zuccherina, gradevole e mediamente aromatica; sensibile a ticchiolatura, butteratura. Fruttifica
presto ed è abbastanza produttiva; habitus vegetativo di tipo spur, compatto.
Limoncella
Sinonimo: Taffetà Bianca d’Autunno (?). Tipica del Molise, il suo areale tradizionale di
distribuzione della varietà risultava e risulta ancora oggi, anche nelle zone limitrofe di Abbruzzo,
Campania e Puglia.
Frutto medio, cilindrico-arrotondato, leggermente appuntito; buccia giallo dorata, marmorizzata
dalla parte del sole; polpa bianca, soda, succosa, zuccherina semi-acidula, profumata ed aromatica;
fioritura tardiva, resistente al freddo; rustica; matura in ottobre - novembre e si conserva senza
avvizzire fino a gennaio – febbraio.
Mela Pietra
Sinonimo: mela sasso; tipica delle Marche. Frutto medio-piccolo, poco regolare, rotondeggiante
alquanto schiacciato; buccia ruvida, sempre verde, con marezzature rosso-vinose; polpa biancoavorio, compatta non molto succosa, con gradevole aroma; molto rustica; fiorisce precocemente ma
resiste bene alle basse temperature; matura da gennaio ad aprile in fruttaio; produzione, come da
coltivazione tradizionale: biennale; resistente a vari parassiti compresa una certa resistenza alla
Carpocapsa, per via della propria durezza.
Mela Rosa
Sinonimi: Rosa, Rosetta, Appietta, Pianella, Durella.
E’ varietà –popolazione, per cui si diversificano tipologie di frutti e comportamenti.
E’ tradizionale di tutto l’areale della collina pedemontana dell’Italia centrale, ma anche di altre
zone; tipica, in esemplari sparsi, anche negli orti e nei giardini, costituiva il frutteto famigliare di
una volta.
Il biotipo più diffuso e tradizionale marchigiano, si individua perlopiù nell’area preappenninica dei
monti Sibillini ed è quello che viene comunemente denominato “mela rosa marchigiana”.
Frutto di medie dimensioni, irregolare, appiattito; buccia liscia di medio spessore od anche spessa,
di color verde intenso che vira al giallo, striato o soffuso di rosso-vinoso (comunemente detto rosa)
con area rugginosa localizzata nella zona peduncolare; peduncolo molto corto; polpa bianco
traslucido, soda croccante, di sapore zuccherino acidulo; fragrante, profumata.
5
L’albero di mela rosa è rustico e adatto alle zone montane, vigoroso con rami e portamento aperto,
resiste bene alle basse temperature. Produce frutti che presentano in genere una buona resistenza
alla ticchiolatura ed alle più comuni avversità biotiche: requisiti idonei per una coltivazione a basso
impatto ambientale.
La raccolta cade ad inizio autunno e varia a seconda dei biotipi e delle condizioni ambientali di
coltivazione.
Gli ambienti tradizionali di conservazione consistevano nei “fruttai” ricavati all’aperto nei pagliai e
nei fienili od anche nei cesti posti sulle biforcazioni degli alberi.
I frutti sono molto serbevoli, preferiscono ambienti di conservazione non condizionati, di tipo
tradizionale (“in fruttaio”), ove acquisiscono le peculiari caratteristiche organolettiche durante la
conservazione.
Inoltre elevato è l’apprezzamento per i requisiti salutistici legati all’alto potere antiossidante e
all’aspetto igienico che riguarda in qualche modo l’assenza dei residui antiparassitari e quindi il
metodo di produzione.
Il consumo avviene preferibilmente a cominciare dal tardo autunno ed anche dopo lunga
conservazione, fino ad inizio primavera dell’anno successivo.
Oltre al consumo fresco, i frutti venivano utilizzati anche per cottura sotto brace o al forno o per
confezionare vari tipi di dolci.
Da qualche tempo i frutti sono ricomparsi nei negozi di frutta e verdura e in alcune aziende
agrituristiche o di produttori della zona montana.
Rosa Gentile
Sinonimi: Rosa Romana.
Simile alla precedente per morfologia del frutto, differenzia per la colorazione (rosso arancio su
fondo giallo) e per alcune caratteristiche organolettiche e comportamentali.
Frutto medio-grande, sferoidale o appiattito, abbastanza regolare nei profili; buccia verde chiaro
(che a maturazione vira al giallo) soffusa di rosso vivo abbastanza esteso, molto attraente; polpa
bianca, fine, tenera, zuccherino-acidulo, leggermente profumata. Il sapore è molto gradevole fin
dalla raccolta, ma la conservazione è limitata in quanto la polpa è di consistenza tenera e va
incontro a butteratura e disfacimenti. Entra presto in produzione ed è anche abbastanza produttiva.
Verdone
Frutto di pezzatura media, di forma conica; buccia ruvida, di colore verde chiaro, giallognolo nella
parte soleggiata, cosparsa di lenticelle piccole bianche e grigie; polpa bianco traslucido, consistente,
compatta, a tessitura grossolana, astringente in prossimità della raccolta; si conserva a lungo e dopo
lunga conservazione acquisisce un sapore gradevole ed un aroma particolare. Si raccoglie a partire
dalla seconda metà di Ottobre, si conserva bene anche in “fruttaio”; rustica, entra in produzione
lentamente, ma poi produce costantemente ed anche abbondantemente.
Muso di Bue
Sinonimi: Musabò, Musone Verde, Culo di Somaro. Frutto grande e di forma tronco conica
oblunga, asimmetrica e leggermente costoluta; buccia spessa e leggermente ruvida di color verde
intenso, soffusa da un lato di rosso aranciato che assume solo in ambienti di coltivazione vocati;
polpa bianca, grossolana, compatta e soda, agrodolce, aromatica. Messa a frutto lenta; mediamente
produttiva, rustica e di lunga conservazione.
La sua area vocata per la coltivazione è quella montana, dove i frutti acquisiscono le peculiari
caratteristiche organolettiche e diventano particolarmente gradevoli, dopo lunga conservazione.
6
*
*
*
Nuova attività di recupero e conservazione estesa ad altre specie
frutticole (Pesco, susino, pero, albicocco)
Un impulso ulteriore all’attività di recupero e conservazione del germoplasma frutticolo è
derivato dalla opportunità di estendere l’attività anche ad altre specie frutticole che un
tempo caratterizzavano alcune aree vocate del territorio marchigiano o legate ad una
agricoltura tradizionale del passato.
In effetti relativamente alle specie pesco e susino, la possibilità di riscoprire vecchie
varietà si riscontra molto limitata, in quanto queste specie erano diffuse in zone
caratterizzate da un frutticoltura intensiva, in forma specializzata, ove il ricambio varietale
è avvenuto in modo vertiginoso per via della introduzione di nuove varietà che
certamente rispondono maggiormente a moderni requisiti di coltivazione e di esigenze di
commercializzazione, ma magari meno sotto l’aspetto della qualità organolettica.
L’attività di nuovo recupero ha avuto inizio nel 2005 e, al momento, ha consentito di
predisporre astoni innestati in vivaio che verranno destinati all’impianto nelle nuove
collezioni.
Specie
Melo
Pero
Pesco
Ciliegio
Susino
Albicocco
Cultivar o biotipo – n° accessioni
Mela del Papa, Con ventina n. 2, Cascina n. 2, Castellana, Fragonese, Appia
Aso rocca 1, Miro, Rasci, Pagona, Gentile, Minuta, Virgo, Tozza, Spadona,
Virrò, Galiffa, Poggiola, Coscia precoce, Guyot, Aso Rocca5, Aso Rocca 3,
Aso Rocca 4, Aso Rocca 2, Decana Comizio, Pera seduta, Barletta, Campana,
Garofano 1, Garofano 2, Pejo 5, Pejo 6, Curato, n. 2 ecotipi sconosciuti ,
Regina, Reginella, Spiccialosso, Hale
Cornetta, Maggiarola, Bianca di Maggio, Ciliegio albino
Regina Claudia,
7