Efficienza energetica e low carbon society dalla Direttiva Edifici ad Energia quasi Zero alla rigenerazione urbana in chiave climatica Roma, 4 giugno 2014 Acquario Romano Piazza Manfredo Fanti, 38 Alessandro Carettoni Le politiche per l’efficienza energetica: strumenti operativi Percorso logico delle slide • Gli obiettivi energetico-ambientali – Il ruolo dell’efficienza • Gli schemi dell’edilizia: di incentivazione – Il patrimonio pubblico – Gli edifici privati 2 attivi nel settore I documenti programmatici Poco più di un anno fa sono stati varati due importanti documenti programmatici nel settore-energetico ambientale: • Strategia Energetica Nazionale – Colloca le politiche verdi in un contesto energetico più ampio e traccia le linee di azione in un orizzonte temporale di mediolungo periodo (2020 e oltre). – Fissa 7 priorità di azione: dal comparto elettrico a quello del gas cercando benefici per imprese e consumatori. • Piano per la riduzione della CO2 – Individua un set di misure completo da mettere in campo per la decarbonizzazione. – È un documento “coordinato” alla SEN. 3 La SEN pone al 2020 target che superano quelli attualmente concordati in sede europea 4 Cosa è successo sino ad ora? • E’ ben noto che, negli ultimi anni, lo sforzo maggiore delle politiche verdi, almeno da un punto di vista finanziario, si è concentrato sulla produzione elettrica da rinnovabili. • Decisamente meno esplosiva è stata invece la crescita delle altre due “leve verdi” necessarie a centrare i target: quella dell’efficienza energetica e quella delle rinnovabili termiche. • Concentriamoci sul percorso atteso per l’efficienza – La Strategia Energetica Nazionale indica che da qui al 2020 possiamo arrivare a generare risparmi per circa 20 Milioni di Tep/anno circa 4 volte quello che abbiamo fatto fino al 2010. Questo obbiettivo è declinato in dettaglio nel nuovo Piano di azione per l’efficienza energetica predisposto dall’ENEA e attualmente in corso di elaborazione (PAEE). 5 Tendenze e Target • Per centrare questi target è necessario: – Proseguire lo sforzo nel comparto residenziale (circa i 2/3 del risparmio registrato sinora viene da quest’area di intervento). – Rafforzare il risparmio negli altri settori: industria, settore pubblico, trasporti. • Per dirla in estrema sintesi, è necessaria una “trasversalità settoriale” dei progressi, efficacemente rappresentata dalla prossima evidenza. 6 Il risparmio nei diversi settori al 2020 7 Guardiamo in particolare agli strumenti operativi per l’efficienza energetica degli edifici: • Oltre alla progressiva applicazione di standard più elevati e normative più stringenti (Direttiva 31/2010), da un punto di vista finanziario, il sostegno all’efficienza è affidato a diversi “schemi incentivanti”: – Gli interventi sul patrimonio pubblico: Piano PA Centrale e Conto termico. – Lo sgravio fiscale per l’edilizia privata. – Il nuovo Fondo Nazionale per l’efficienza (edilizia e non solo). 8 Il Piano per la PA Centrale: l’obbligo della direttiva 27/2012 • Da qui al 2020, ogni anno, deve essere ristrutturato almeno il 3% della superficie coperta utile degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale e da essa occupati che abbiano dimensione superiore ai 500 mq (dal 2015 questa soglia scende a 250 mq). Per ottemperare a questo target, è possibile procedere a ristrutturazioni “profonde” su superfici meno estese e incidere sul “comportamento energetico” degli occupanti, fermo restando che il risparmio complessivo al 2020 deve essere equivalente. • Secondo i dati forniti dall’Agenzia del Demanio, così come rielaborati dall’Enea, la superficie soggetta a obbligo di ristrutturazione è pari a circa 14 milioni di mq cui corrisponde un obiettivo di circa 2,5 milioni di mq da riqualificare entro il 2020. • Per procedere in questa direzione sono stati resi disponibili circa 55 mln/anno. • Operativamente, il MiSE di concerto con il MATTM, il MIT e l’Agenzia del Demanio deve predisporre un programma operativo di interventi. 9 Il Piano per la PA Centrale: criticità • Il programma di riqualificazione della PA centrale – deve dimostrare di essere praticamente efficace: ci sono diversi soggetti/amministrazioni coinvolte; – è necessario di incrementare strada facendo le risorse individuate: secondo le stime Enea servono circa 540 mln di euro (contro i circa 380 individuati); – copre in realtà solo una parte (piccola) della PA totale. 10 Il Conto Termico Il Conto termico, oltre alle rinnovabili, finanzia anche gli interventi di efficienza nella PA (tutta, non solo quella centrale): • L’incentivo copre il 40% dell’investimento in efficienza (isolamento, finestre, caldaie a condensazione). • L’incentivo è erogato in 5 rate annuali costanti. • Per ciascuna tipologia di intervento sono fissate soglie tecniche, un ammontare massimo dell’incentivo, prezzi unitari massimi di mercato. 11 Il Conto Termico: punti cruciali La preoccupazione principale è che il settore pubblico riesca effettivamente ad accedere ai fondi • Il ruolo chiave giocato dalle ESCO – E’ nessario che la “triangolazione” con le Esco entri a pieno regime. • I fondi attualmente disponibili rappresentano solo un primo step – Attualmente 200 milioni di spesa annua massima: se il meccanismo funziona dovranno salire. 12 Gli sgravi fiscali per gli edifici privati: criticità • L’attuale configurazione del cosiddetto “eco bonus” non è ottimale: oltre a rendere permanente il meccanismo, per renderlo efficace si deve intervenire sulle aliquote, sui limiti delle spese ammesse, sul perimetro degli interventi inclusi. • Operativamente, l’azione va portata avanti di concerto con l’Enea e il Mise. Lo scoglio principale è rappresentato dalla Ragioneria Generale con la quale deve essere aperto un tavolo per la valutazione dell’impatto sui conti pubblici. 13 Il nuovo Fondo nazionale per l’efficienza previsto dalla Direttiva 27/2012 • Il Fondo opererà offrendo garanzie, prestiti a tasso agevolato e altre forme di finanziamento ai soggetti pubblici e privati che puntano sull’efficienza: particolare riguardo sarà riservato ad alcune categorie di interventi come la riqualificazione globale degli edifici, l’edilizia popolare, le infrastrutture pubbliche, il teleriscaldamento. • Obbiettivo centrale è accelerare il coinvolgimento delle banche commerciali private nel finanziamento degli interventi di efficienza. Gli strumenti impiegati a tal fine possono essere mutuati da esperienze fatte in altri settori e/o maturate in ambito internazionale. • Il Fondo è alimentato con circa 65 mln/anno di “provenienza” nazionale ma potrà essere impiegato anche per l’utilizzo di risorse comunitarie. 14 Il nuovo Fondo nazionale: criticità • Per renderlo operativo deve essere predisposto il decreto MiSE –MATTM, di concerto con il MEF, che regola priorità, criteri di accesso e funzionamento del Fondo. • E’ uno strumento “nuovo” da testare: in particolare va verificata l’effettiva capacità di attivare le risorse finanziarie private. • Parte con una dotazione economica relativamente limitata (nella fase di preliminare del recepimento si pensava ad una dotazione maggiore). 15
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