veg Part time? - Rock me Vegan

23/04/2014
Donna Moderna - N.18 - 29 aprile 2014
Pag.144
(diffusione:457978, tiratura:556329)
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dm in forma
si può essere
veg Part time?
Sì, e con questa formula non elimini le
proteine animali (ma le riduci) e
aumenti la quota di frutta e verdura
(fino alle ore 18). Scopri una dieta
facile che ti spinge a fare scelte green
di valeria colavecchio scrivile a [email protected]
Tra i suoi fan conta vip come Gwyneth Paltrow e Beyoncé.
E negli Stati Uniti sta spopolando grazie al best seller
Eat vegan before 6. È la dieta semi-vegana. In pratica si
mangiano frutta, verdura, cereali e legumi fino alle 18
e poi si riprende l’alimentazione “normale”. È solo una
moda o funziona davvero? E può fare del bene all’ambiente
oltre che alla nostra salute? «Chi segue una dieta
vegana a tempo pieno ricava moltissimi benefici, dalla
prevenzione dell’obesità alla riduzione del rischio di
tumori e malattie cardiovascolari» spiega Patrizia
Bollo, docente di dietistica all’università Statale di Milano.
«Deve però compensare le carenze vitaminiche, per
esempio quella della B12, che non è quasi presente nei cibi
di origine vegetale. Se si sceglie la dieta veg part
time, invece, questo squilibrio non c’è».
Kika
L’attrice Olivia Wilde è
vegetariana dall’età di 12
anni. Quattro anni fa ha
deciso di passare alla dieta
vegana, che ha interrotto
durante la gravidanza,
confessando di concedersi
ogni tanto uova e latticini.
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PERCHÉ FA BENE A TE
«L’obiettivo di questa dieta è mangiare vegano
circa il 60-70 per cento della giornata» dice
Patrizia Bollo. Vediamo, con l’aiuto dell’esperta, quali sono i
vantaggi. E come adottarla in modo equilibrato.
È semplice da seguire Se si adotta una dieta vegana
full time, si dovrebbero considerare anche cibi particolari e il cui
gusto non piace a tutti, come le alghe e il tofu. «Mantenere
una percentuale non-veg nella dieta permette di fare
scorta di sostanze nutritive importantissime senza ricorrere a
integratori. Basta un uovo, ad esempio, per fare il pieno
di proteine, vitamine e ferro, mentre il pesce è ricco di omega 3
e omega 6, di iodio, calcio, selenio e fluoro. Carne, pesce,
uova e latte assicurano proteine, calcio e ferro, meglio
assorbibili dal nostro organismo rispetto a quelle che si trovano
nei cibi di origine vegetale» dice la dietista Bollo.
Ha un orario social Secondo il libro, smettere di
essere vegani dopo le 18 è comodo perché permette di uscire
fuori a cena con gli amici senza problemi. «Vero,
ma la dieta può funzionare anche scegliendo un’altra fascia
oraria, magari più adatta a noi. Se si adotta quella del
libro, attenzione a non trasformare la cena in un’abbuffata
compensativa» avverte Patrizia Bollo. «E occhio alle
proporzioni. La carne va benissimo 1 o 2 volte a settimana, il
pesce 2 o 3, puntando su salmone o pesce azzurro fra
cui sgombri, acciughe e sardine, ricchi di Omega 3» suggerisce
l’esperta . «Promosse anche le uova. Ma al massimo
2 alla settimana, per non esagerare con il colesterolo».
Puoi renderla flessibile «Se un mattino si è di corsa, a
colazione vanno benissimo il cappuccio e brioche
(non veg). Quando si ha più tempo, spazio a cereali, frutta e
mandorle» consiglia Bollo. «Applicarla in modo
flessibile aiuta a integrare il nuovo regime nella routine
quotidiana. All’inizio, per esempio, si potrebbero
fare due pasti su tre veg oppure cinque giorni su sette».
Kika
PERCHÉ FA BENE ALL’AMBIENTE
Scegliere una dieta di questo tipo ha ricadute significative che
vanno oltre la tavola. Privilegiando gli alimenti vegetali, riduci la
quota di carne, la cui lavorazione ha effetti pesanti sull’ambiente,
come ti spieghiamo nelle righe successive. Quanto al pesce,
tutto dipende da te e dalle scelte che fai. Basta non acquistare le
solite varietà e preferire quelle più sostenibili.
le ricette golose
di una mamma star
Può la cucina vegana essere gustosa, veloce
e anche a prova di bambino? Sì. Parola
di Paola Maugeri, giornalista e conduttrice tv,
vegana da 15 anni e autrice di Las Vegans,
nuovo libro di ricette rigorosamente
“plant-based”. «Il pregiudizio che voglio sfatare
è che non cucinare la carne significhi
mangiare piatti privi di gusto» dice. Noi le
abbiamo chiesto un po’ di consigli.
Qual è l’alimento che non manca mai nella tua
dispensa? «La quinoa. È uno pseudocereale
ma, al contrario del riso, si cucina in cinque
minuti e si può usare in mille modi: in insalata,
saltata, come piatto unico; io adoro il tortino
di quinoa e carciofi, ma per chi vuol fare bella
figura in tempi rapidi consiglio il seitan alle
mandorle con contorno di quinoa».
Spesso i bambini non amano le verdure.
Come fai con tuo figlio Timo di 6 anni? «In
realtà i bimbi imparano per imitazione:
Timo ha sempre visto noi mangiare tonnellate
di frutta e verdura e per lui è la cosa più
naturale del mondo! Ma ormai ho conquistato
anche i suoi amichetti. Come? Con il
“McTimo”, il mio hamburger di seitan, ma
anche con le “chips” di tempeh con sale
e verdure. Perfette per l’aperitivo».
Però verdure, alghe, seitan, tempeh e gli altri
cibi veg costano tanto. «In realtà con
una spesa consapevole e ragionata si spende
meno, non di più. Sul balcone ho ricavato
un piccolo orto: coltivo cavoli, melanzane e
zucchine. E poi tofu e seitan si possono
anche fare in casa. Per il seitan per esempio
bastano farina di manitoba, acqua e un
po’ di spezie. Online ci sono i video step by
step: con circa 2 euro prepari mezzo
chilo di seitan».
Abbassi la quota di CO2 «Una bistecca di manzo di
250 grammi, tra allevamento e produzione, provoca l’emissione
di quasi 3,4 kg di CO2, l’equivalente di un’auto che percorre
16 chilometri» spiega Eva Alessi, responsabile sostenibilità
del Wwf. Facendo due conti, sostituire anche solo un pasto a
settimana a base di carne di manzo con un piatto di pasta
al pomodoro e parmigiano fa risparmiare ben 180 kg di CO2
l’anno. «Ancora meglio se si sceglie la carne bianca»
aggiunge Alessi: «In questo caso la produzione di CO2 è 4 volte
più bassa e si consuma 5 volte meno acqua».
Salvi le specie a rischio «Puntare su alici, sardine e
sgombri» spiega Alessi «è un modo per non sfruttare le solite
specie, salvare quelle a rischio estinzione come spada,
baccalà, merluzzo e gamberoni tropicali, e tutelare in questo
modo la biodiversità». Non bisogna poi dimenticare che anche
il pesce, come la frutta e la verdura, ha la sua stagionalità.
Occhio all’olio di palma Non sempre “vegetale” vuol dire
“buono per l’ambiente”: «È il caso dell’olio di palma che
con la sua coltivazione massiccia mette a rischio la biodiversità
della foresta tropicale» dice Alessi. «No a prodotti che lo
contengono: dalle zuppe ai biscotti, alle creme spalmabili».
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Nel nuovo libro di Paola Maugeri Las
vegans (Mondadori) trovi tante ricette
Vegane che rispettano l’ambiente.