membro di CARTELLA STAMPA TROMBOSI... NELL’ARIA I DATI DELL’OMS E I RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SULLA TROMBOSI 5 febbraio 2014 h. 12.30 Assolombarda, Sala Falck, via Chiaravalle 8, Milano Contacts Ufficio Stampa e Comunicazione ALT- Associazione per la lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus Isabella Melchionda 333 3214726 - 02 58325028 [email protected] www.trombosi.org Claudia Rota 348 5100463 [email protected] Indice cartella stampa 1) 2) Programma Allarme inquinamento. Le istituzioni devono passare subito ai fatti. Cambiare stile di vita è un’urgenza – comunicato stampa 3) Cresce l'inquinamento, si accorcia la vita Lidia Rota Vender, presidente ALT 4) Dall’Europa l’impegno per una politica più efficace Roberto Bertollini, direttore di Ricerca e Rappresentante OMS presso l’Unione Europea 5) Inquinamento a Milano e nel mondo: luci e ombre - Smog e malattie cardiovascolari: cosa c’è di vero Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano 6) Inquinamento atmosferico e malattie polmonari Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell'Ospedale San Giuseppe di Milano. 7) Inquinamento e Ictus Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente ALT 8) Difendiamo i bambini dallo smog Anna Gerometta, presidente Associazione Genitori Antismog 9) “Mi curo di te”. Incontri ravvicinati con le malattie da Trombosi - La parola ai caregivers 10) Terza Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi 11) Profilo Relatori membro di Con il patrocinio di TROMBOSI... NELL’ARIA I DATI DELL’OMS E I RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SULLA TROMBOSI IL PROGRAMMA DELLA TAVOLA ROTONDA Apertura dei lavori Lidia Rota Vender, Presidente ALT Inquinamento a Milano e nel mondo: luci e ombre Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano Inquinamento atmosferico e malattie polmonari Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano Inquinamento e Ictus, Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente ALT Difendiamo i bambini dallo smog, Anna Gerometta, presidente Associazione Genitori Antismog “Mi curo di te”. Incontri ravvicinati con le malattie da Trombosi - La parola ai caregivers Terza Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi Daniele Redaelli (giornalista di La Gazzetta dello Sport) e Massimo Achini (presidente CSI, Centro Sportivo Italiano) Modera Nicoletta Carbone, giornalista di Radio 24 – Il Sole 24 Ore Contacts: Ufficio Stampa e Comunicazione ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus Isabella Melchionda 333 3214726 - 02 58325028 [email protected] www.trombosi.org Si ringrazia Assolombarda Claudia Rota 348 5100463 [email protected] Cresce l'inquinamento, si accorcia la vita Lidia Rota Vender, presidente ALT E pensare che il 2013 è stato dichiarato dall'Unione Europea “Anno dell'aria pulita”!!! I risultati finora raccolti sono terribili, e confermano le preoccupazioni più d'una volta espresse dalla OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità: l’inquinamento dell’aria causato dai veicoli a motore, dalle industrie, dall'agricoltura e dalle stesse abitazioni è un problema vasto, purtroppo ben lontano dall'essere risolto, e i cittadini intanto ne fanno le spese. Fra tutte le sostanze nocive che possono essere contenute nell’aria, due sono davvero letali: il particolato e l'ozono cosiddetto troposferico. Per questi due veleni esperti e studiosi, dopo accurate e approfondite analisi, concordano purtroppo su una conclusione drammatica: questi veleni causano gravi malattie non solo dei polmoni e dei bronchi ma anche del cuore, del cervello, delle arterie e delle vene. Il risultato è che ci si ammala e si muore precocemente: gli studi effettuati dimostrano che ogni cittadino europeo perde in media 8,6 mesi di vita per colpa dello smog, in particolare delle polveri sottili che esso contiene e diffonde . E dove si sta peggio? Nella Pianura Padana: qui si calcola che ogni abitante perda in media da 2 a 3 anni di vita, una cifra mostruosa, confermata da più fonti , che, considerando le diverse forme di malattia, addebita all'inquinamento la responsabilità diretta di almeno 1,3 milioni di europei i morti ogni anno, ma di almeno 3 milioni di nuovi malati!! Spostando l’analisi sui numeri di casa nostra , il superamento della soglia raccomandata dalla OMS ( il 20% ) causa in Lombardia 300 morti all’anno, 231 dei quali nella sola Milano. Qualcosa di tristemente nuovo sta accadendo: si sta allargando il ventaglio delle malattie con le quali questo avvelenamento continuo subdolo e progressivo si manifesta: oltre alle malattie dell’apparato respiratorio, come asma, raffreddore, bronchite, polmonite, enfisema, sono in aumento anche altre malattie fino a qualche anno fa non attribuibili allo smog, ma che costituiscono il big killer dei nostri tempi, presenti e futuri purtroppo: le malattie vascolari del cuore del cervello e del polmone. Il dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario regionale del Lazio ha diffuso i dati emersi da uno studio recente: a Roma un aumento di 5 micron per millimetro cubo di Pm 2,5 provoca un aumento degli infarti del 13%, mentre un aumento di 10 micron di PM 10 provoca un ulteriore aumento del 12%!! Fin qui le brutte, bruttissime notizie: le buone le ha pubblicate il Giornale Europeo di Epidemiologia: se riduciamo il Pm 2,5 risparmiamo 17mila vite ogni anno, cioè salviamo dall’infarto e dall’ictus 17mila persone!! Per tradurre i numeri rispetto alla città di Roma, ci potrebbero salvare 600 romani e risparmiare un milione di euro!! Vale la pena d riflettere su questi numeri , sono davvero imbarazzanti. Il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente pubblicato recentemente dal titolo significativo “La qualità dell’aria in Europa” attribuisce la responsabilità di questo fenomeno in particolare al cosiddetto “particolato” e all’ozono troposferico, riconoscendoli come responsabili diretti di questo aumento di eventi vascolari e della riduzione dell’aspettativa di vita. In Europa ci sono ovviamente differenze nei diversi Paesi: ma in generale oltre l'80% dei cittadini europei vive in città i cui livelli di polveri sottili superano gli standard stabiliti dalle linee guida dell'Oms!!!!!!! . E non illudiamoci, nessuna categoria è "immune" al rischio: tutti siamo egualmente esposti e a rischio, uomini, donne, di qualunque età, bambini e anziani inclusi. Lo studio Escape, pubblicato su Lancet Respiratory, ha calcolato che le donne europee hanno affermato la correlazione fra il parto di neonati sottopeso e la concentrazione di Pm 2,5!!! Ed esiste una relazione diretta tra l'inquinamento e aumento del numero di ricoveri e di decesso nei 23 milioni di persone che nel mondo oggi soffrono di scompenso cardiaco congestizio. E’ scientificamente evidente e incontestabile che l'esposizione prolungata al Pm 2,5 aumenta la probabilità di morte nella popolazione generale: per ogni aumento di 5 microgrammi per millimetro cubo di aria di Pm 2,5 si registra un aumento del rischio di mortalità del 7%. E quel che è peggio: non ci sono valori al di sotto dei quali il rischio è azzerato. Dall’Europa l’impegno per una politica più efficace Roberto Bertollini, direttore di Ricerca e Rappresentante OMS presso l’Unione europea Negli ultimi decenni, l'Unione europea ha messo in atto una vasta gamma di interventi legislativi per far ridurre l'inquinamento, ma persistono ancora molte sfide per la qualità dell’ambiente e la tutela della salute che devono essere affrontate da tutti i Paesi membri. Da gennaio è entrato in vigore il 7 ° Programma d'Azione Ambientale (PAA) che guiderà la politica ambientale europea fino al 2020. Lo scopo è di rendere l'Europa sostenibile entro il 2050, migliorando l'attuazione della legislazione e promuovendo una più attenta informazione. Il bilancio delle attività promosse e implementate presenta luci ed ombre. Nonostante le certezze scientifiche sulla relazione tra qualità dell'aria e salute, l'Unione europea non ha proposto una revisione degli standard di qualità dell’aria esistenti allo scopo di ridurre l’impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico. Le polveri sottili sono la causa di 3,1 milioni di decessi e in Europa si contano 430mila morti premature ogni anno, con picchi nelle zone più a rischio, come la Pianura Padana. Sarebbe importante che il Governo italiano utilizzasse la prossima presidenza per proporre una revisione degli standard europei di qualità dell’aria verso valori più efficaci alla difesa della salute nella consapevolezza che una riduzione dell’inquinamento ha ricadute positive non solo sulla salute della popolazione, ma anche in termini di costi sociali ed economici per l’insieme della società: per ogni 10 microgrammi di riduzione delle polveri sottili si ha un calo dell’incidenza di malattie indotte che comporterebbe notevoli risparmi sui costi sanitari. Solo a Roma, ad esempio, è stato calcolato che riducendo la concentrazione di Pm 2,5 diminuirebbe di 594 il numero di decessi da malattie correlate e si risparmierebbe quasi un milione di euro ogni 5 microgrammi di riduzione del particolato fine. I risultati sarebbero evidenti anche sulla morbosità: almeno 220 persone l’anno non verrebbero ricoverate in ospedale. La comunità scientifica e le associazioni chiedono una politica più decisa e aggressiva per contrastare l’inquinamento dell’aria. Nel corso degli ultimi vent’anni si è registrata una leggero riduzione dei livelli di Pm10 e Pm 2,5, ma negli ultimi anni si è assistito a una sostanziale stabilizzazione di questi valori su livelli ancora troppo alti per la difesa della salute. Le situazioni più preoccupanti non sono soltanto le grandi aree urbane, come Parigi, Roma o Bucarest, ma anche aree geografiche vaste come la Pianura Padana e il sud della Polonia dove si sommano condizioni climatiche a emissioni troppo alte. L'impegno dell'Europa deve essere più coraggioso e innovativo anche sul fronte della riduzione dei gas serra: la Commissione europea ha fissato l'obiettivo del 40% per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, mentre le rinnovabili dovranno coprire almeno il 27% dei consumi. Ancora troppo poco rispetto a quanto servirebbe, come denunciano la comunità scientifica internazionale e associazioni ambientaliste come Legambiente. La decisione definitiva su questi obiettivi dovrà essere assunta dai capi di Stato dell'Ue in occasione dei prossimi vertici. In particolare durante la presidenza di turno italiana, l’Ue dovrà definire le proprie strategie di lotta all'inquinamento in vista del summit sul cambiamento climatico voluto dall'ONU e fissato per settembre a New York. Smog e malattie cardiovascolari: cosa c’è di vero Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano Lo scorso anno le polveri sottili hanno sforato la soglia limite di 50 microgrammi per 80 giorni a Milano, che insieme a Torino è la capitale dell’inquinamento dell’aria in Italia. Apparentemente un buon risultato, se si paragonano questi valori con i 120 giorni del 2011 e i 100 del 2012! Non è però il caso di rallegrarsi troppo, perché valori simili erano stati già registrati nel 2010 (circa 80 giorni di sforamento), suggerendo che gli anni favorevoli siano legati alle condizioni atmosferiche (piovosità e vento) più che al reale miglioramento dell’altissimo livello di motorizzazione privata delle aree metropolitane della pianura padana. Va poi sottolineato che 80 giorni di polveri oltre i limiti consentiti dalle norme dell’Unione Europea (molto più generosi di quelli dell’OMS) sono pur sempre assai nocivi per la salute dell’uomo, perché i picchi d’inquinamento sono quelli pericolosi per lo sviluppo acuto di malattie cardiovascolari (infarti, ictus, aritmie) e respiratorie (polmoniti, asma). Cosa è stato fatto per migliorare Milano? A parte i tentativi ancora embrionali di favorire il car sharing e l’uso della bicicletta (troppo poche e poco sicure le piste ciclabili!) alcuni dati ottenuti dal compianto Giovanni Invernizzi indicano chiaramente l’utilità delle restrizioni del traffico automobilistico privato, introdotte prima con Ecopass e poi con Area C. Nel 2012 la diminuzione media del traffico automobilistico privato del 34% (46.133 veicoli in meno sono entrati nell’Area C) ha ridotto del 18% le concentrazioni di PM10, e del 10% quelle dagli ossidi d’azoto. Ma il dato più importante è il marcato miglioramento della qualità dell’aria attraverso la riduzione della componente del particolato chiamata black carbon, che è considerata la più nociva per la salute dell’uomo per la sua elevata capacità di superare la barriera polmonare ed entrare nella circolazione ematica. Anche durante le domeniche senza traffico, tanto criticate per la loro inefficacia nel ridurre le concentrazioni globali di PM10, è stata ottenuta una riduzione del black carbon del 78% in paragone a precedenti domeniche con traffico normale e simili per condizioni meteorologiche. Non esiste quindi alcun dubbio sull’utilità di zone a traffico limitato come Ecopass e Area C, che possono essere criticate solo per essere troppo limitate in estensione! Oltre ai dati riguardanti la derelitta città di Milano, quali novità scientifiche ha portato il 2013 riguardo gli effetti dell’inquinamento sulla salute dell’uomo? All’inizio dell’anno la rivista Lancet ha pubblicato sette poderosi studi epidemiologici finanziati dalla World Bank che hanno valutato la distribuzione delle malattie e delle cause di morte in 50 Paesi del mondo intero, compresi 26 Paesi in via di sviluppo. Nell’anno 2010, considerato dal Global Burden of Disease, sono state registrate 53 milioni di morti in tutto il pianeta, di cui ben 3,3 milioni causati dall’inquinamento dell’aria nell’ambiente esterno! Questi numeri impressionanti non sono sorprendenti, se si considera un altro recente studio sui fattori scatenanti l’infarto acuto del miocardio. Un gruppo di ricercatori del Belgio (una regione che rivaleggiava con la pianura padana per il grado di inquinamento, ma che ha recentemente registrato clamorosi miglioramenti) ha analizzato con elaborate tecniche statistiche 36 studi sulle cause scatenanti (trigger) dell’infarto acuto, calcolando la percentuale di casi che si sarebbero potuti evitare nella popolazione generale (population attributable fraction) se il corrispondente fattore scatenante fosse stato rimosso. La classifica mette in testa proprio l’inquinamento dell’aria, davanti all’attività fisica eccessiva, alcol, emozioni intense, pasti abbondanti, attività sessuale, infezioni respiratorie e assunzione di cocaina. Emerge chiaramente da questi dati che il peso di ciascun fattore di scatenamento dell’infarto cambia a livello di popolazione rispetto all’individuo in rapporto al numero di soggetti esposti al fattore di rischio. Per questo motivo la cocaina, ultima in classifica nella popolazione generale, ha un peso assai maggiore nell’individuo, mentre l’inquinamento ha un peso più elevato nella popolazione generale perché molto più individui sono esposti a questo fattore scatenante l’infarto. Un’altra importante (e sorprendente) osservazione dei ricercatori del Global Burden of Disease è che nel mondo un numero elevato di morti (3,6 milioni annui) è causato dall’inquinamento delle abitazioni domestiche, legato soprattutto alle polveri sottili e a gas generati da biomasse utilizzate per cucinare i cibi e riscaldare la casa (carbone, legna e residui dell’agricoltura e dell’allevamento). Anche se questo fenomeno è rilevante soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, anche in Lombardia vi sono più di un milione di caminetti a legna che riscaldano e rallegrano le case con le loro fiamme scoppiettanti, ma che sono una fonte importante di inquinamento domestico, generalmente ignorata. Nel 2013 sono stati inoltre pubblicati su Lancet Oncology dati conclusivi derivanti dallo studio Europeo ESCAPE (con contributi importanti del gruppo di Forastiere e Stafoggia di Roma) che dimostrano ciò che si sospettava da molti anni: l’inquinamento dell’aria ambiente causa tumori del polmone e probabilmente anche della vescica. Sulla base di questi dati, nell’ottobre 2013 l’OMS e l’International Agency for Research on Cancer (IARC) rilasciavano un comunicato stampa congiunto in cui per la prima volta l’inquinamento dell’aria, e in particolare il particolato, veniva incluso nel gruppo 1 delle condizioni carcinogeniche. Infine, sempre nel 2013 e ancora come frutto dello studio ESCAPE, è stato dimostrata un’associazione positiva tra l’esposizione di donne gravide a concentrazioni crescenti di particolato e la nascita di neonati di basso peso corporeo (Lancet Respiratory 2013). Con tutto ciò, cosa si può fare? Non ho nessuna particolare ricetta se non quella semplicistica, ma non semplice della riduzione del traffico automobilistico: che altre regioni altamente inquinate dell’Europa, come i Paesi Bassi, hanno implementato da tempo. E quella di considerare il ruolo non trascurabile dell’inquinamento nelle case di abitazione. Inquinamento atmosferico e malattie polmonari Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell'Ospedale San Giuseppe di Milano. Ogni giorno i nostri polmoni filtrano quasi 29mila litri d’aria. Attraverso oltre 300 milioni di alveoli polmonari sangue e polmoni si scambiano ossigeno e anidride carbonica. Ma respirando ogni giorno entra anche altro nei nostri polmoni, primi fra tutti inquinanti e polveri sottili. A fare da filtro sono proprio gli alveoli polmonari che, come una spugna, trattengono le particelle contenute nello smog. Qui possono depositarsi, oppure, attraverso i capillari, diffondersi nel sangue ed essere trasportate ovunque nel nostro organismo. L'inquinamento ha effetti piramidali sulla popolazione: in cima, per una cerchia più ristretta, c'è addirittura la morte prematura. A scendere, per fasce crescenti di cittadini, troviamo i ricoveri in ospedale, richieste d'interventi di emergenza, visite dal dottore, riduzione delle "performance" fino a tutta una serie di sintomatologie diffuse di varia entità. Cervello, cuore, polmoni, metabolismo, sistema vascolare, processi rigenerativi: niente nel nostro organismo sembra essere immune dai rischi dello smog. Se la lista dei disturbi è lunga e variegata, si va dalle riniti al diabete, da sofferenze ai reni a problemi di pressione, i polmoni sono i principali bersagli. «L’insieme dei componenti dello smog può determinare fenomeni irritativi e infiammatori, liberazione di sostanze pro-infiammatorie e pro-trombotiche e agire sui processi ossidativi cellulari – spiega Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano - Questi meccanismi patologici d’azione dello smog si traducono in aumento dei casi e della gravità di asma bronchiale; aumento dei casi e della gravità delle bronchioliti del bambino, delle bronchiti e in genere delle infezioni delle basse vie respiratorie, polmoniti in particolare; peggioramento dei sintomi asmatici come mancanza di fiato, tosse, affaticamento respiratorio e aumentata perdita nel tempo di funzionalità polmonare. Livelli elevati di alcuni inquinanti, come i particolati e l’ozono, sono responsabili di un significativo aumento dei ricoveri per malattie respiratorie e di morti». Per alcuni inquinanti, ad esempio il Benzo(a)pirene, e più recentemente anche per i particolati è stata provata un’associazione con forme tumorali e, in particolare, con carcinomi polmonari e, con minor frequenza, vescicali. Lo smog può poi aumentare il rischio di sviluppare polmoniti. In una ricerca americana gli studiosi hanno monitorato 36 città per 13 anni e valutato gli effetti dell’inquinamento da ozono e da particolati fini sui ricoveri per qualsiasi malattia respiratoria. Durante la stagione estiva l’aumento dei livelli dei due inquinanti era direttamente correlata all’incremento dei ricoveri ospedalieri per bronchiti croniche e polmoniti. Nelle città ove era più diffuso l’uso del condizionamento centralizzato, l’effetto dannoso dell’inquinamento era più basso. Un'altra ricerca condotta dall’Università Mc Master ha provato che chi ha 65 anni o più e viene prolungatamente esposto a livelli elevati di PM 2,5 o di biossido di azoto ha maggiori probabilità di sviluppare polmoniti gravi. Ma non c’è solo lo smog che respiriamo per strada, ma è altrettanto pericoloso l’inquinamento indoor, a casa come a scuola: «Spesso, a causa della scarsa ventilazione, i livelli di alcuni inquinanti possono essere maggiori all’interno che all’esterno - sottolinea Sergio Harari. Un recente studio ha valutato le correlazioni tra livelli di inquinamento nelle aule delle scuole di cinque diversi Paesi europei, tra i quali l’Italia, e l’incidenza di sintomi respiratori come tosse secca, rinite e respiro sibilante. Allo studio hanno partecipato 654 studenti, di età media 10 anni, 242 dei quali residenti in due città italiane, Udine e Siena. Gli altri Paesi coinvolti nell’indagine erano: Norvegia, Svezia, Danimarca e Francia. I livelli più alti di inquinanti, PM10 e anidride carbonica, sono stati registrati in Italia, Francia e Danimarca. Le scuole del nostro Paese erano anche quelle con il minor ricambio d’aria, e i sintomi respiratori valutati erano particolarmente frequenti nella popolazione studentesca italiana: 13,2% dei ragazzi ha riportato episodi di respiro sibilante, 47,1% di tosse secca, 35,4% di rinite. I disturbi inoltre erano più frequenti nei ragazzi che a casa erano esposti al fumo passivo dei genitori. Il numero di episodi di tosse, respiro sibilante e rinite erano correlati ai livelli degli inquinanti e allo scarso ricambio d’aria. I livelli di inquinanti sono risultati sempre più alti nelle aule scolastiche che all’aria aperta». Anche modesti miglioramenti nella qualità dell'aria, però, garantiscono una maggiore salute della popolazione con evidenti vantaggi e notevoli risparmi sui costi di assistenza sanitaria. Importanti studi suggeriscono che l'inquinamento atmosferico aggrava i quadri di asma, bronchite cronica, bronchioliti del bambino e favorisce l’insorgenza di polmoniti e broncopolmoniti, determina un incremento di visite mediche d’urgenza, accessi in pronto soccorso, ospedalizzazioni e mortalità.. Inoltre una recente ricerca europea dimostra come sia certo il nesso tra il cancro al polmone e alla vescica e l’esposizione a Pm10. Qualche buona notizia arriva dalla Cina dove il Governo ha presentato delle misure per diminuire l'inquinamento con un taglio netto del consumo di carbone entro il 2017 e accelerare la chiusura di impianti particolarmente vecchi e inquinanti. «Gli Stati Uniti e l'Europa dovrebbero abbassare i limiti regolamentari per le concentrazioni di particolato, che sono attualmente sopra le raccomandazioni dell'Oms – raccomanda Sergio Harari -. Anche piccole riduzioni di polveri sottili potrebbero conferire sostanziali benefici per la salute e avere un significativo impatto sulla riduzione dei costi socio-sanitari delle malattie da inquinamento». Il fumo di sigaretta colpisce molti organi e rimane la principale causa prevenibile di "morbidity" e di morte prematura. Il cancro ai polmoni è uno dei tumori più comuni e ha una scarsa prognosi: il fumo attivo rimane la sua causa principale, ma non è l’unica. «Nei Paesi sviluppati, i tassi complessivi di incidenza del cancro al polmone si sono stabilizzati nel corso degli ultimi decenni – conclude Harari - ma importanti cambiamenti sono stati registrati nelle frequenze dei diversi tipi istologici di tumore del polmone, con un aumento degli adenocarcinomi e una diminuzione nei carcinomi a cellule squamose. In questo quadro, l’inquinamento atmosferico è una delle principali cause prevenibili della malattia». Inquinamento e Ictus Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente ALT Non solo malattie polmonari, trombosi e malattie cardiovascolari in genere. Lo smog è responsabile anche dell’ictus. Una relazione che solo negli ultimi tempi è stata accertata, con il mondo scientifico che ha riscontrato, grazie a numerose ricerche, come l’inquinamento atmosferico rappresenti un fattore di rischio per l’ictus, con un’associazione positiva con il solo ictus ischemico, rispetto all’ictus di tipo emorragico. Sotto accusa soprattutto lo smog dovuto al traffico: «Tra gli inquinanti certamente responsabili si annoverano le polveri ultrasottili, quelle con diametro < 0.1 micrometri, generate dai tubi di scappamento delle auto – spiega Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente ALT -. È proprio la loro capacità di deposizione a livello polmonare e conseguente induzione di uno stato infiammatorio e di stress ossidativo che incide sull’insorgenza dell’ictus acuto di tipo ischemico». Gli studi internazionali sono allarmanti: secondo una serie di ricerche americane e nord europee, confermate dai dati provenienti dai Paesi asiatici interessati da un elevato impatto da inquinamento atmosferico, ad aumentati livelli di polveri sottili corrisponde un aumento di ricoveri ospedalieri per ictus. «Benché non sia possibile, sulla base di queste osservazioni, stabilire una relazione di causa ed effetto, tuttavia è verosimile che processi patogenetici acuti riguardanti il sistema cerebrovascolare siano indotti dall’inquinamento atmosferico che agirebbe come trigger per l’ictus ed in particolare l’ictus dovuto all’occlusione trombotica dei piccoli vasi cerebrali – sottolinea Santalucia -. Anche la mortalità per malattia cerebrovascolare sembrerebbe essere aumentata in relazione all’esposizione a elevati livelli di inquinanti atmosferici, ma una risposta univoca relativamente al quesito di un aumento di mortalità in soggetti già colpiti da ictus e di per sé categoria a rischio di morte o indipendentemente non l’abbiamo. Gli studi che supportano l’ipotesi di aumento di mortalità per malattia cerebrovascolare provengono per lo più dai paesi asiatici, Cina in particolare, dove il livello di inquinamento atmosferico è particolarmente elevato». Bambini e anziani sono la fascia di popolazione più a rischio ictus per inquinamento, con una particolare incidenza nelle donne anziane: «Una spiegazione plausibile, ma certamente da validare, risiede su differenze di genere anatomo-biologiche del sistema respiratorio – osserva Paola Santalucia -: le donne presenterebbero infatti una maggiore reattività a livello delle vie aeree, probabilmente anche perché di diametro inferiore. Inoltre anche la deposizione di polveri sottili sembrerebbe essere maggiore in tutto l’albero respiratorio della donna rispetto all’uomo, che può essere alla base della differenza di genere». L’attività di “Genitori Anti Smog” per una città vivibile. L'impegno delle famiglie di Milano per difendere i bambini dall'inquinamento Anna Gerometta, presidente Associazione Genitori Antismog I dati sugli effetti dell'inquinamento in Lombardia sono allarmanti. È facile immaginare la preoccupazione dei genitori che vedono i loro figli crescere tra traffico e smog. Basta pensare, come dimostrano i risultati del progetto di ricerca europeo Escape, che i bambini sotto i due anni esposti al traffico sono a maggior rischio polmonite rispetto ai bambini che respirano aria più pulita. L’associazione fra inquinanti e infezioni delle vie respiratorie è particolarmente robusta nel primo anno di vita, quando ogni aumento di 5 µg/m3 del PM2.5 moltiplica per 4 il rischio di polmonite. Per questo nel 2001, in un momento di particolare emergenza ambientale, è nata l'associazione "Mamme Antismog di Milano". Un'iniziativa che è cresciuta fino a trasformarsi nella nuova associazione "Genitori Antismog" che da 10 anni conduce una campagna di azione per spronare l’amministrazione a mettere in atto e perseguire una vera politica ambientale, e di cultura, per toccare quei luoghi che possano dare un contributo al miglioramento del traffico e dell'inquinamento attraverso iniziative e progetti (scuole, istituzioni comunali, aziende e attività commerciali). Nel corso degli anni l’associazione ha sostenuto moltissime iniziative per migliorare le condizioni ambientali della città; per sensibilizzare l’opinione pubblica; per spronare le istituzioni a rendere la città sempre più vivibile, “respirabile” e a misura d’uomo. E non sono pochi i risultati ottenuti, a cominciare dall'introduzione dell'Area C che rappresenta un tipo di provvedimento che va nella direzione che noi da sempre auspichiamo, ossia un cambio di cultura della mobilità. Area C è infatti una "congestion charge" , non una "pollution charge" basata su una quanto mai discutibile classifica dei veicoli più o meno inquinanti. Ciò significa che il principale obiettivo del provvedimento vuole essere quello di creare un deterrente all'uso massiccio e spesso indiscriminato dell'auto privata. Questo però non basta: servono più mezzi pubblici perché il trasporto pubblico è la principale risposta all'assedio del traffico e dello smog e i mezzi devono essere competitivi all’uso dell’auto privata, sia in termini economici che di rapidità ed efficienza. Serve un’adeguata viabilità ciclabile per valorizzare l'uso della bicicletta, infatti, significa portare un cambiamento radicale nel modo di spostarsi delle persone. Ma tutti noi possiamo fare qualcosa, cominciando con il cambiare lo stile di vita, lasciando più spesso l’auto a favore dei mezzi pubblici, rendendo la propria casa a maggiore efficienza energetica, imparando ad abbracciare una cultura attenta alla salute e all’ambiente. Il Forum “Mi curo di te” di ALT, un aiuto a chi aiuta Il forum “Mi Curo di te” www.altforum.it è dedicato a tutti coloro che vivono e assistono le persone che si curano con farmaci anticoagulanti perché hanno già avuto un evento vascolare da Trombosi (infarto, ictus cerebrale, trombosi, embolia) o perché hanno un alto rischio di subirne uno. Curare ogni giorno chi è minacciato o è stato colpito da infarto, ictus, embolia polmonare, trombosi venosa e arteriosa è difficile, impegnativo , quotidiano. A volte si pensa di non farcela, si è attaccati dai sensi di colpa perché si deve sottrarre tempo ai propri figli e a se stessi per dedicarlo alla cura di genitori fragili o di altri membri della famiglia colpiti e che hanno bisogno di noi, e che sena di noi on ce la farebbero. Un impegno continuo e responsabile come quello che si richiede al caregiver (letteralmente “colui/colei che presta le cure”: in italiano non esiste una parola sintetica e significativa come questa per esprimere questo concetto) in situazioni oggi molto frequenti può creare una grave situazione di ansia e di stress, protratta e soprattutto senza fine, che a volte pensiamo di non poter sostenere: ma non possiamo mollare. È stress inevitabile ma può alleggerirsi: cercare e trovare strumenti che ci aiutino a semplificare le cure che prestiamo e ci rassicurino che quello che stiamo facendo è giusto, trovare suggerimenti per risolvere con provvedimenti semplici situazioni e problemi che ci sembrano insormontabili, condividere esperienze con chi queste soluzioni le ha già trovare e sperimentate: è così che possiamo alleggerire e ridurre la nostra ansia e migliorare le cure che prestiamo ai nostri cari; è così che possiamo contribuire a non peggiorare lo stato di ansia e di senso di colpa che il paziente comunque prova quando sa di essere dipendente da noi, e si accorge di quanto la sua malattia ha cambiato la qualità della nostra vita, perché ci dobbiamo dividere fra i nostri figli e i nostri genitori. Per questo ALT ha pensato e creato uno strumento che semplifichi la vita dei caregiver e dei pazienti, che metta a disposizione di tanti informazioni semplici ma fondamentali che aiutino a rendere più lieve un compito di per sé impegnativo come l’occuparsi di chi è malato. Per questo è nato il forum “Mi Curo di te” , per aiutare a risolvere problemi grandi che possono diventare piccoli, e superabili. Chi vive la nostra stessa esperienza può darci suggerimenti preziosi: in questo caso per migliorare la qualità del’assistenza che prestiamo ai nostri cari che assumono terapie salvavita come gli anticoagulanti , per migliorare la qualità della loro vita ma anche la qualità della nostra. Non per aggiungere anni alla vita, ma per aggiungere vita agli anni: qualità, non quantità. Alcuni fanno da soli e non sbagliano: si preparano le pastiglie, sanno a che ora prenderle, quali cibi evitare, quando e perché e dove fare il controllo con il prelievo di sangue , come comunicare con il medico che segue il paziente se sono sopravvenute novità, come farmaci nuovi, malattie intercorrenti, disturbi intestinali, febbri. Alcuni sanno che cosa fare se si manifesta un’emorragia, dal naso, dall’intestino, o se si devono affrontare manovre diagnostiche o cure invasive, come le gastro e le colonscopie, le biopsie, i piccoli o grandi interventi chirurgici. Altri non lo sanno, non sanno a chi chiedere, improvvisano e spesso sbagliano, con le ricadute che seguono. Alcuni fortunati hanno accanto qualcuno che si dedica a loro, che li aiuta a non sbagliare, che sorveglia che tutto venga fatto come si deve. Un famigliare, un amico, un figlio, una figlia. Non tutti. Questo forum è dedicato a tutti coloro che prestano cure e assistenza a un paziente che prende farmaci anticoagulanti salvavita e che hanno bisogno di un riferimento e di qualche consiglio per gestire una responsabilità così grande. E noi di ALT tendiamo a tutti costoro una mano. L'ideazione strategica e la progettazione del forum è stata curata da Mosaicoon Viral Media Company - www.mosaicoon.com. ALT ringrazia Bayer per il contributo alla realizzazione del forum. PROFILO RELATORI CONFERENZA STAMPA TROMBOSI... NELL’ARIA I DATI DELL’OMS E I RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SULLA TROMBOSI 5 febbraio 2014 h. 12.30 Assolombarda, Sala Falck, via Chiaravalle 8, Milano LIDIA ROTA VENDER Responsabile del Centro Trombosi dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI). Nel 1987 a Milano fonda ALT con l'obiettivo di migliorare la conoscenza nel campo delle malattie cardiovascolari da Trombosi e di realizzare programmi di educazione della popolazione al controllo dei fattori di rischio modificabili, di promuovere un approccio multidisciplinare alle malattie cardiovascolari da Trombosi e di finanziare progetti di ricerca mirati a migliorare la conoscenza dei meccanismi fisiopatogenetici che generano Trombosi. In qualità di Presidente di ALT, è stata per tre anni Membro del consiglio direttivo di EHN - European Heart Network, federazione internazionale di 33 associazioni dedicate alla prevenzione delle malattie cardio e cerebrovascolari. E' membro del comitato scientifico di SPREAD, gruppo di lavoro responsabile della compilazione delle linee guida italiane per la prevenzione e la cura dell'Ictus cerebrale, e Socio Fondatore di Stroke Forum. E’ da anni professore a contratto per la scuola di specializzazione in medicina Interna dell’Università degli studi di Milano, e autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative sul tema dell’emostasi e della Trombosi PIER MANNUCCIO MANNUCCI Direttore Scientifico dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, il professor Mannucci è noto a livello internazionale non solo per i stato insignito di vari premi scientifici ricevuti, ma anche come Presidente della International Society for Thrombosis and Haemostasis (nel biennio 1996-1997) e dal come direttore giornale scientifico internazionale Journal of Thrombosis and Haemostasis (dal 1998 al 2006) e, dal 2009, del giornale European Journal of Internal Medicine. Autore di più di 1000 pubblicazioni originali su riviste scientifiche, i principali temi scientifici trattati sono nel campo dell’emofilia (soprattutto gli effetti collaterali della terapia), della malattia di von Willebrand (basi molecolari e terapia), della fisiopatologia e genetica della cardiopatia ischemica, del tromboembolismo venoso (fattori di rischio) e delle trombofilie ereditarie. Riconosciuto tra i primi 215 ricercatori mondiali maggiormente citati nella categoria Clinical Medicine. SERGIO HARARI Direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell'Ospedale San Giuseppe di Milano, Sergio Harari è stato uno dei primi medici a occuparsi di trapianti polmonari in Italia e ha attivamente contribuito all’avvio dell’attività di trapianto polmonare nel nostro Paese, rivestendo anche per numerosi anni il ruolo di coordinatore del Nord Italia Transplant. Nel 1999 ha fondato l’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, che è oggi un centro di riferimento per la diagnosi e la cura di malattie polmonari rare, riconosciuto internazionalmente con all’attivo importanti collaborazioni con centri di ricerca nazionali e esteri.. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alla ricerca clinica e all’assistenza nel campo delle malattie rare polmonari. Fa parte dell’editorial board di alcune importanti riviste scientifiche internazionali fra cui l’European Respiratory Review e l’European Respiratory Journal. Da numerosi anni si occupa anche dei temi relativi all’inquinamento atmosferico e delle sue ricadute socio-sanitarie. PAOLA SANTALUCIA Medico specialista in Neurologia e Cardiologia, è impegnata nella prevenzione e nella cura delle malattie cerebrovascolari. Lavora al Policlinico di Milano ed è coinvolta in progetti di ricerca relativi alla medicina di genere in ambito cardio-cerebrovascolare. È socio fondatore e presidente della Women Stroke Association (WSA) che si occupa appunto della malattia cardio-cerebrovascolare nella donna e vicepresidente ALT. GENITORI ANTISMOG L’associazione "Genitori Antismog" di Milano da 10 anni conduce una campagna di azione, per spronare l’amministrazione a mettere in atto e perseguire una vera politica ambientale, e di cultura, per toccare quei luoghi che possano dare un contributo al miglioramento del traffico e dell'inquinamento attraverso iniziative e progetti (scuole, istituzioni comunali, aziende e attività commerciali). L’associazione si muove su piani differenti: quello legale, con ricorsi al Tar per annullare delibere incoerenti con le politiche antinquinamento; educativo con progetti di educazione ambientale nelle scuole e della sensibilizzazione dell’opinione. Le risorse dell'Associazione sono costituite dal lavoro volontario, dalle quote associative e dalle donazioni. ANDREA MONTI Giornalista italiano, attuale direttore de La Gazzetta dello Sport. Negli anni Ottanta è negli Stati Uniti, dove svolge una lunga esperienza professionale, collaborando anche a diversi periodici italiani. Torna in Italia come vicedirettore de L'Europeo. Alla fine degli anni Ottanta è il primo direttore della neonata edizione italiana della rivista economica Fortune. Dal 1990 al 1996 è direttore del settimanale Panorama. Passato al Corriere della Sera nel 1997, dirige per circa un anno il supplemento settimanale Sette. Dall'ottobre 1999 dirige il mensile GQ, il primo giornale maschile italiano. Lascia nel 2002 e successivamente fonda una sua casa editrice, che lancia la versione italiana del periodico maschile Maxim. Durante gli anni 2004-2005 ha un'esperienza televisiva come conduttore del programma divulgativo Sfera su LA7. Nel novembre 2008 è nominato direttore del settimanale Oggi. Nel febbraio 2010 ha assunto la direzione del quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport. C.S.I. CENTRO SPORTIVO ITALIANO Il Centro Sportivo Italiano é un'associazione senza scopo di lucro, fondata sul volontariato, che promuove lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell'uomo e della storia nel servizio alle persone e al territorio. Tra le più antiche associazione di promozione sportiva del nostro Paese, il CSI risponde ad una domanda di sport non solo numerica ma qualificata sul piano culturale, umano e sociale. Educare attraverso lo sport è la missione del Centro Sportivo Italiano. Da sempre i giovani costituiscono il suo principale punto di riferimento, anche se le attività sportive promosse sono rivolte ad ogni fascia di età. NICOLETTACARBONE È un’affermata giornalista, laureata in scienze politiche con indirizzo sociologico, ha un'intensa esperienza di giornalismo divulgativo e scientifico. Ha collaborato a con numerose riveste settimanali, mensili e programmi radiofonici con rubriche di alimentazione, benessere e medicina. Ha curato con medici e nutrizionisti la realizzazione di appuntamenti e corsi su temi relativi allo stile alimentare. Consulente di progetti editoriali per case editrici scientifiche, dal 1999 ha collaborato all'ideazione e alla stesura di testi per il programma Essere e Benessere, programma di Radio 24, di cui è diventata anche conduttrice nel 2005.
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