«Uscire così fa male ma abbiamo tante risorse»

«Uscire così fa male
ma abbiamo tante risorse»
Il general manager Federico Pasquini invita il Banco a non fare drammi
Con il rientro di Brooks e un nuovo giocatore il gruppo avrà più qualità
di Roberto Sanna
» SASSARI
Il giorno dopo una grande delusione è sempre molto duro e
Federico Pasquini, general manager della Dinamo, cerca di
prenderla in maniera positiva:
«Certo che è brutto uscire in
questo modo - dice - ma io
provo sempre a non deprimermi per i risultati, è molto più
costruttivo ripartire e rimettersi al lavoro. Fai prima a smaltire la delusione». Certamente
non è stata una grande campagna d'Europa: fuori dall'Euroleague vincendo solo una partita, fuori anche dall'Eurocup e
risultando sempre la peggior
squadra italiana del gruppetto
incorsa.
Dai toni usati dal presidente Sardaia e dal coach Sacchetti è sembrato quasi che
questa eliminazione non sia
arrivata inaspettata.
«Sapevamo comunque che
in questo momento la nostra
squadra non è solidissima davanti alle difficoltà, in più alcuni elementi erano veramente
stanchi. Aggiungo anche che
volutamente abbiamo scelto
di ponderare i tempi della sostituzione di Miro Todic».
Come mai questa scelta?
«Deriva da due considerazioni. La prima è che in questa fase di mercato non è come in
estate, non puoi prendere chi
vuoi e quando vuoi. La seconda è che abbiamo pensato che
la rosa potesse comunque reggere una situazione di questo
tipo. Ci siamo presi una riflessione di tre settimane e onestamente non credo che questo ci
sia costato l'eliminazione
dall'Eurocup».
Che cosa è successo allora?
«La realtà è che la nostra resta sempre una squadra giovane e nuova e si porta dietro tut-
ta una serie di problemi che
hanno bisogno di tempo per
essere risolti. All'inizio dell'anno sembrava più semplice, abbiamo vinto tanto e questo ci
ha un po' illusi, invece ancora
abbiamo da fare. Credo che un
gruppo come questo, che ha
avviato un nuovo ciclo e nel
quale sono stati inseriti tanti
giocatori nuovi e tutti fondamentali, cominci a venir fuori
in primavera e che le valutazioni finali debbano essere fatte
alla fine dell'anno. In questo
senso, visto che abbiamo dovuto avviare un nuovo ciclo ritengo che possa essere una vittoria ritrovarsi voler confermare
per la prossima stagione due o
tre giocatori di questo gruppo.
Che poi è quello che abbiamo
sempre fatto».
Un'analisi del momento?
«In questo momento abbiamo una squadra con poca fiducia, legata troppo ai risultati.
Dobbiamo innanzitutto recuperare il miglior Sosa, uno che
per noi è stato fondamentale
perché con lui abbiamo sempre fatto i break importanti e ci
permette anche una turnazione ideale con Logan e Dyson.
Nel suo miglior momento segnava 25 punti di media, ora è
sceso a 6, contro Varese e Venezia ha messo dentro dei tiri
molto meno puliti di quelli che
ha sbagliato col Banvit. Arriverà un nuovo giocatore, presto
riavremo Brooks e questo ci
consentirà di chiedere ai giocatori un apporto di qualità dopo
aver chiesto molta quantità.
Questo ci consentirà di essere
più forti e solidi, dobbiamo
concentrarci e ripartire senza
far drammi per trovare un nostro equilibrio».
Il coach Sacchetti spesso fa
riferimenti a uomini che devono migliorare le letture di
gioco: facile pensare che stia
parlando di Dyson, Sosa e magari anche Sanders.
«Il basket moderno va in
questa direzione, si gioca con
guardie come loro. In Europa
l'unico playmaker realizzatore
che vedo con le caratteristiche
di Travis è Milos Teodosic ma
non credo proprio che ce lo
possiamo permettere. Dyson e
Sosa devono scremare il loro
gioco, capire che a volte devono coinvolgere i compagni per
il bene della squadra e anche
loro. Rakim si è infortunato nel
suo miglior momento, quando
è rientrato ha cercato, sbagliando, di fare tutto da solo. Ultimamente l'avevo visto più
coinvolto nel sistema, col Banvit ha sbagliato ad attendere
troppo all'inizio che la partita
andasse da lui, poi quando stava carburando ha avuto problemi di falli. Onestamente non
saprei valutarlo».
Chiudiamo il discorso una
volta per tutte: l'Europa non
era fatta per voi o voi non erevate fatti per l'Europa?
«La risposta è che in Europa
si gioca un basket totalmente
diverso da quello del nostro
campionato. In Europa trovi
squadre pesanti, lente, ma se
vai in quella direzione in campionato paghi perché si gioca
troppo con gli uno contro uno.
Noi siamo molto sbilanciati
verso il campionato, ci sposiamo meglio con le altre squadre
italiane. Se ci pensate in Europa fa molto bene Cantù, che ha
centri grossi e pesanti, e a Malaga un giocatore come Caleb
Green non ha mai giocato un
minuto da numero 5 mentre a
noi ha risolto tanti problemi in
quella posizione. In Euroleague uno come Samuels in certe
partite ti sembra anche piccolo, poi quando lo vedi al palazzetto ti chiedi come faccia a
passare dalla porta. D'altra par-
te se in Italia prendi Tavares fai
fatica a farlo rendere. Anche gli
arbtraggi sono diversi, merco-
ledi dopo 5' in tutto avevano fischiato ne falli, in Italia vai in
bonus molto prima. Credo che
in futuro dovremo essere bravi, costruendo la squadra, a trovare una viamediana».
Edgar Sosa in entrata va a sbattere sul muro della difesa del Banvit Bandirma. In basso a destra il general manager della Dinamo Federico Pasquini
Abbiamo scelto
noi di aspettare
un po'per
trovare il sostituto di
Todic perché avevamo
fiducia nel gruppo, non
credo che sia stata questa
lacausa dell'eliminazione
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