2 INDEX MANIFESTO PROGRAMMA LISTA COME SI VOTA PAG. 6 PAG. 21 PAG. 28 PAG. 34 MANIFESTO UN NUOVO PATTO DI CATEGORIA Era l’Italia di fine anni Settanta: gli anni della disco-music e di un papa “venuto da molto lontano”. Alcuni di noi erano appena laureati, altri erano solo dei bambini, altri ancora non erano nemmeno nati. Erano gli anni in cui il nostro Presidente del Consiglio pronunciava le sue prime parole… gli stessi anni in cui la farmacia romana vedeva l’ultimo avvicendamento alla propria presidenza. All’epoca parole come “distribuzione per conto”, “generici” e “parafarmacie” non esistevano nemmeno e la nostra categoria viveva ancora uno splendore che, di lì a poco, sarebbe inesorabilmente finito, perdendo una battaglia alla volta con la filosofia del “poteva andarci peggio”. In questo periodo non abbiamo saputo fare altro che subire il cambiamento, incapaci di abbozzare la benché minima reazione perché troppo impegnati ad assomigliare a noi stessi. E così, anno dopo anno, la Farmacia italiana è diventata la parente povera di quella di un tempo, della quale siamo riusciti a conservare unicamente l’odiosa nomea di “casta” e le medesime persone a rappresentarci. In un mondo che cambia sempre più rapidamente, abbiamo il dovere di proporre soluzioni al passo coi tempi, per gestire il cambiamento interpretandolo a nostro vantaggio, rimanendo fedeli alle nostre tradizioni, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Non possiamo permetterci di affrontare il mondo di oggi e le battaglie di domani con gli strumenti di ieri: abbiamo bisogno di nuove idee, nuovi progetti, nuove motivazioni. Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi e stringere un Nuovo Patto di Categoria, per rilanciarci con coraggio verso le sfide che verranno, con una nuova mentalità, un nuovo spirito, una nuova immagine, ma sempre con rispetto per il lavoro di chi ci ha preceduto e di chi verrà dopo di noi. 4 MANIFESTO LA PAROLA AL POPOLO SOVRANO Abbiamo davvero provato a conciliare le diverse posizioni in campo per il bene supremo della categoria, ma si sa che per fare un accordo e stringere un patto bisogna essere in due. Quando questo non è possibile, in ogni democrazia che si rispetti, la parola ritorna al popolo sovrano, che deciderà chi dovrà governarlo. Siamo comunque convinti che, se si rimarrà in un contesto di lealtà e correttezza tra colleghi anche durante la fase più intensa della campagna elettorale, la possibilità di scegliere sia sempre un dono in grado di arricchire chiunque, attraverso un confronto di idee e di progetti che può solo far bene ed essere da stimolo per tutti. In certi casi, privarsi di questa opportunità è un delitto in cui a farne le spese è sempre la nostra capacità di crescere e maturare come professionisti e come categoria. In fondo, in qualunque situazione della nostra vita, la presenza di una scelta e il perseguimento di una decisione è sempre un’occasione per sviluppare una consapevolezza di sé e un senso di appartenenza. Al contrario, invece, l’assenza di una scelta crea inevitabilmente indifferenza e disaffezione. Pertanto una nuova visione di interpretare il nostro Sindacato – e la nostra categoria in generale – non dovrà essere vista né come alternativa a qualcosa, né come contraria a qualcuno: sarà semplicemente un punto di vista diverso che potrà dare l’opportunità a tutti i colleghi di scegliere e di maturare un vero sentimento di appartenenza in grado di riaccendere quell’entusiasmo perduto che sarà fondamentale per vincere le battaglie del futuro. 5 MANIFESTO SENTIRSI PARTE DI QUALCOSA Crediamo fermamente che il perdurare negli anni di una situazione sempre uguale a se stessa, abbia inevitabilmente condotto i nostri “vertici” a rinchiudersi sempre più nelle stanze dei bottoni, provocando un incolmabile distacco con la cosiddetta “base”, ormai totalmente succube degli eventi e vittima della rassegnazione. Inoltre, il sempre minore coinvolgimento degli associati nei processi decisionali della nostra categoria, ha fatto sì che, nel tempo, venisse meno quella consapevolezza di sentirsi parte di “qualcosa più grande”, che dovrebbe essere la base di qualunque forma associativa. La mancanza di questo sentimento di appartenenza, sommato a una evidente assenza di dialogo, ci ha dunque trascinato verso una sorta di anarchia, in cui vige la legge del “tutti contro tutti”. In questo contesto anche una semplice liberalizzazione dei turni, invece di essere gestita come un’opportunità, è stata l’occasione per far emergere nuovi egoismi e nuovi personalismi, che hanno contribuito a danneggiare ulteriormente una categoria che non è mai stata considerata nel suo complesso, ma piuttosto come una somma di tanti individui distinti e distanti tra loro, e quindi più deboli e più facili da governare. Noi invece riteniamo sia assolutamente necessario riavvicinarci tutti alla vita associativa, ognuno partecipando e dando il proprio contributo, non solo in termini d’idee, ma anche (chi lo vorrà) lavorando concretamente per una causa comune. Dobbiamo tornare ad avere una visione d’insieme della Farmacia, e ambire a essere una categoria finalmente unita e in grado di determinare con forza le scelte dei Governi, consapevoli del nostro ruolo fondamentale nella società. 6 MANIFESTO UN MAGGIORE COINVOLGIMENTO La sempre maggiore autoreferenzialità dei nostri vertici ha portato, lentamente ma inesorabilmente, un’intera categoria a non sentirsi più utile. Questo, a nostro modo di vedere, è un errore gravissimo per chiunque abbia l’ambizione di rappresentare altre persone, in qualunque tipo di contesto. Noi siamo invece convinti che le decisioni più importanti debbano essere condivise con l’assemblea, e che gli associati debbano essere maggiormente chiamati a esprimere la propria opinione attraverso il loro voto, qualunque esso sia. In tal senso sarebbe ad esempio utile prevedere dei piccoli referendum on-line rivolti ai colleghi, per conoscere il loro parere sui vari momenti della nostra vita professionale e associativa. Inoltre, considerando che ognuno di noi dovrebbe essere chiamato a dare il proprio contributo attivo all’associazione, sarebbe importante chiedere a ciascun associato di avanzare idee o suggerimenti da fornire al Consiglio eletto, affinché si possa migliorare insieme, essendo tutti partecipi del rinnovamento. Siamo perfettamente consapevoli che in molti hanno perso la voglia di partecipare, che in molti hanno smarrito la speranza, che in molti non ci credono più: la nostra più grande ambizione è quella di riaccendere l’entusiasmo in questi colleghi, in nome di un progetto comune in cui ognuno dovrà essere protagonista. Siamo intimamente convinti che queste persone, indipendentemente dalla loro età, in fondo al loro cuore abbiano ancora voglia di lottare, di essere coinvolti, di dare il contributo e di gridare a gran voce tutta la loro voglia di rivalsa, con fermezza, determinazione e coraggio. Esattamente come due anni fa, quando, con un caldo torrido, eravamo insieme sotto il Parlamento per urlare, con tutto il fiato che avevamo in gola, il nostro diritto di sopravvivere. 7 MANIFESTO VALORIZZARE L’ESPERIENZA Rispetto a quel giorno di Luglio l’Italia è cambiata radicalmente: dopo il fallimento di Monti, gli italiani hanno deciso di pensionare la vecchia classe dirigente e di dare una chance a una nuova generazione di rappresentanti che hanno voglia e forza di crederci ancora. Diversamente però dai “rottamatori” nudi e crudi, per i quali l’età anagrafica sembra essere l’unico fattore dirimente riguardo l’epurazione o meno di questo o quel personaggio, noi siamo dell’idea che la vera discriminante di un’eventuale rottamazione debba essere la volontà o meno del soggetto in causa di mettere concretamente la propria esperienza a servizio del prossimo. A tal proposito pensiamo dunque che, nell’ambito di un naturale rinnovamento, le persone che avranno il desiderio e la voglia di condividere la propria esperienza non debbano essere escluse, ma al contrario, dovranno essere valorizzate e messe nelle condizioni di poter trasmettere il loro bagaglio di conoscenze, come una sorta di eredità da tramandare di padre in figlio. Coloro i quali, invece, vorranno tenere per sé le proprie competenze per tentare di mantenere uno status, evidentemente non potranno essere utili alla causa. Per queste persone la rottamazione è l’unica via possibile. 8 MANIFESTO DISTINGUERE GLI AMICI DAI NEMICI Siamo cresciuti facendoci la guerra tra di noi. A nostro parere, questa è la sconfitta più grande di coloro che, a tutti i livelli, ci hanno rappresentato in questi anni. Abbiamo vissuto in una continua lotta col vicino, tra scorrettezze e dispettucci per strapparci anche un solo cliente. Non siamo riusciti a vedere oltre i confini della nostra Pianta Organica e questo atteggiamento è talmente radicato in noi che a volte riesce a valicare le generazioni, come fosse un lascito ereditario. Nel momento in cui lo Stato, scaltramente, ha messo “la casta” alla prova, liberalizzando prezzi e turni, è venuta fuori tutta la nostra immaturità come categoria e siamo riusciti a dare il peggio di noi. Non siamo stati preparati a una situazione che andava gestita prima e che è ormai difficile da aggiustare. Dobbiamo metterci in testa, una volta per tutte, che i nostri nemici sono ben altri, certamente molto più forti e molto più strutturati del nostro vicino, il quale invece dovrà necessariamente diventare nostro alleato in questa battaglia in cui, solo se saremo uniti, potremo vincere. A tale scopo, crediamo si debba dare merito a chi in questi anni ha organizzato diversi eventi conviviali tra colleghi, creando l’occasione per ritrovare vecchi amici dell’università e per discutere insieme di come affrontare insieme le varie difficoltà del nostro lavoro. Durante queste serate, di fronte a un buon piatto di pasta e con un buon bicchiere di vino in mano, è certamente più facile riavvicinarsi, conoscersi meglio e magari anche appianare divergenze passate. Questa è la strada che necessariamente dovremo continuare a seguire, perché crediamo fermamente possa e debba essere il nostro più grande punto di forza: una categoria unita e affiatata, al di là degli individualismi, delle ambizioni personali e dei rancori che appartengono ad un passato che non tornerà più. 9 MANIFESTO UN NUOVO STATUTO Per evitare che questo nuovo patto di categoria rimanga un semplice slogan elettorale, una delle prime cose da fare sarà quella di tramutarlo in qualcosa di concreto. Per questo, dopo tanti anni, crediamo sia arrivato il momento di “mandare in pensione” l’attuale statuto di Federfarma Roma – ormai totalmente anacronistico e inadeguato – e redigerne uno nuovo che possa in qualche modo rappresentare la declinazione ufficiale di questo patto, naturalmente non prima di averlo ampiamente discusso e condiviso in assemblea. Vorremmo che la nuova Federfarma torni ad essere l’associazione di tutti e non la proprietà di pochi. Per questo motivo è fondamentale che la stesura del nuovo statuto possa essere un momento di grande partecipazione in cui ogni associato che lo vorrà, sarà chiamato a dare il proprio contributo per la redazione del testo definitivo, che si spera possa essere preso come esempio di modernità e innovazione in tutte le altre Federfarma provinciali italiane. Per fare un esempio, tra le varie cose da rivedere dell’attuale statuto, a nostro giudizio una delle più importanti è porre un limite alla rieleggibilità del Presidente oltre un certo numero di mandati. Si tratta, questa, di una prassi consolidata in qualsiasi moderna forma associativa affinché il Presidente col tempo non corra il rischio di considerarsi un primus-inter-pares e non dimentichi mai di essere un rappresentante eletto pro-tempore dall’assemblea elettiva. Inoltre stabilire un limite alla rieleggibilità del Presidente eviterà che si vengano a creare situazioni statiche, favorendo altresì lo sviluppo di un naturale ricambio in termini di uomini, idee ed energie. 10 MANIFESTO UN NUOVO MODO DI COMUNICARE Abbiamo assolutamente bisogno di un nuovo modo di comunicare, sia dal punto di vista della Forma che della Sostanza. Per quel che riguarda la Forma, viviamo ormai nell’era dei social network, in cui le giornate corrono sul telefonino tra la corsa a un Mi Piace e l’ansia del re-tweet. C’è da dire purtroppo che, a parte qualche goffo tentativo di approccio ai Social (non ci si può improvvisare: è più difficile di quanto sembri!), come categoria non abbiamo mai nemmeno provato a diventare degli opinion maker del villaggio virtuale. Di certo dunque non brilliamo nell’utilizzo dei nuovi media, per i quali c’è bisogno di un linguaggio e di una velocità che non appartengono a tutti. Ciò che è grave – e qui non ci sono scusanti – è che in tutti questi anni non siamo riusciti a essere mai protagonisti nemmeno sui media classici come televisione e carta stampata, per i quali è necessario lavorare di fino per tenere rapporti con i vari giornalisti, i vari reporter o, meglio ancora, i vari direttori. Ma se nella Forma andiamo maluccio, è nella Sostanza che diamo davvero il peggio di noi stessi. Purtroppo non abbiamo mai avuto il coraggio di ribattere pubblicamente ogniqualvolta (fin troppo spesso) i media ci dipingevano come la solita “casta” che gode di chissà quali privilegi. Siamo passati sopra a ingiurie e offese di ogni genere, riuscendo persino a lasciar correre (come se niente fosse) quando Maurizio Crozza ci ha attribuito un atteggiamento mafioso in prima serata TV. L’aver derubricato un episodio del genere a un semplice momento comico, ha creato inevitabilmente un precedente e lascia spazio a chicchessia di dirci qualunque cosa gli passi per la mente. Non possiamo più accettare nemmeno una parola fuori posto. Dovremo replicare in maniera astuta, ma con fermezza, alle tante falsità dette sul nostro conto, senza aver paura di raccontare a tutti le reali condizioni della Farmacia italiana, a un passo dal baratro come ogni onesta piccola impresa del nostro Paese. Sarà quindi fondamentale stravolgere sia la Forma che la Sostanza, riconsiderando radicalmente l’approccio comunicativo con ogni tipo di media (nuovo o classico che sia), all’interno di una fitta rete di pubbliche relazioni che dovrà necessariamente coinvolgere a 360° tutte le Istituzioni e tutte le forze politiche. 11 MANIFESTO UNA RIVISTA DI CATEGORIA Sempre allo scopo di sviluppare un nuovo modello di comunicazione, il nostro obiettivo è di realizzare una vera e propria rivista di categoria, che non si rivolga però agli stessi farmacisti, ma che sia pensata esclusivamente per i cittadini. Questo mensile sarà distribuito gratuitamente ai nostri clienti in tutte le farmacie del Lazio con una tiratura così importante (circa 100 copie a farmacia per circa 1000 farmacie, per un totale di 100.000 copie) da poter rappresentare, agli occhi del mondo politico, un elemento comunicativo influente e, come tale, potenzialmente appetibile ma al tempo stesso anche temibile (dipenderà da come si comporteranno con noi…). Per noi sarà un modo semplice, quanto innovativo, di divulgare la nostra professionalità, elargendo quei consigli che ogni giorno dispensiamo gratuitamente a centinaia di persone e che fanno di noi la figura professionale che, più di ogni altra, gode della fiducia degli italiani. Tra un articolo sulla dermocosmesi e uno sulla corretta alimentazione, tra un’intervista a un medico specialista e una pagina dedicata alle future mamme, avremo così modo di comunicare, attraverso specifici editoriali, i vari pensieri e le varie problematiche inerenti la Sanità in generale e la nostra categoria in particolare. Inoltre, allo scopo di costruire un rapporto sempre più stretto con le Istituzioni e gli Organi dei vari partiti, si potrebbe decidere di volta in volta di “ospitare” nella nostra rivista un intervento o un’intervista a personaggi politici di spicco, dando loro modo di arrivare direttamente nelle case degli italiani. Conoscendo bene il mondo della politica, siamo certi che questo progetto potrebbe finalmente ridarci quella forza contrattuale che ci è mancata in tutti questi anni, e che potrebbe ridare lustro e dignità alla nostra categoria. Peraltro una rivista del genere, oltre a rappresentare una forma ulteriore di coinvolgimento (magari dando la possibilità ai colleghi di scrivere articoli a turno) potrebbe addirittura risultare una fonte di guadagno per l’associazione stessa, attraverso la pubblicità di tutte quelle aziende che sono certo pagherebbero volentieri uno spazio in una rivista distribuita nelle farmacie direttamente ai consumatori finali. 12 MANIFESTO ABBASSARE LA QUOTA SINDACALE In un periodo storico di profonda crisi, tra farmacie che falliscono ed altre che fanno sempre più fatica a pagare i fornitori, troviamo a dir poco paradossale che il Sindacato, che dovrebbe essere il primo a comprendere la situazione dei colleghi, non abbia ancora ridotto una quota associativa già di per sé molto onerosa. Certamente non possiamo rinunciare ai fondi necessari a coprire i costi fissi e tutte quelle spese vive di cui l’associazione ha bisogno per svolgere al meglio il proprio lavoro, ma crediamo che di questi tempi si possa e si debba tirare la cinghia ed eliminare qualche consulenza e qualche collaborazione che non rientrano propriamente tra le priorità degli associati. Senza scendere nei dettagli e senza fare numeri, crediamo che il prossimo Consiglio abbia l’obbligo morale di prendere una decisione in tal senso, impegnandosi al contempo nella ricerca di risorse alternative, ad esempio attraverso la realizzazione di eventi sociali organizzati da aziende interessate, o magari attraverso la sopra citata rivista di categoria. In questo modo si unirebbe l’utile al dilettevole: raccogliere fondi e al tempo stesso creare momenti conviviali di partecipazione e coinvolgimento all’interno dei quali sarà possibile invitare rappresentanti delle Istituzioni ed esponenti dei vari partiti politici, al fine di espandere sempre più le nostre pubbliche relazioni e la nostra attività comunicativa a 360°. Non si tratta di un’impresa impossibile, sarà sufficiente riuscire a riunire tanti colleghi-amici per creare interesse nei confronti di moltissimi soggetti che sarebbero senz’altro intenzionati a partecipare attivamente pur di essere coinvolti. Come si vede, dunque, ci sono diversi modi per poter abbassare la quota sindacale, mantenendo – e forse incrementando – i servizi e l’attività dell’associazione. Per farlo però, serve la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, cosa possibile solo se si accorcerà drasticamente l’enorme distanza che c’è in questo momento tra i vertici e la base della nostra categoria. Non si tratta di idee geniali, ma solo di idee nuove portate avanti da persone nuove: non è altro che il naturale ordine delle cose. 13 MANIFESTO AIUTARE CHI È IN DIFFICOLTÀ In una situazione difficile come quella che stiamo vivendo, considerando inoltre l’imminente apertura di più di 100 farmacie solo su Roma, riteniamo ormai improcrastinabile l’istituzione di una vera e propria unità di crisi per aiutare concretamente gli associati in difficoltà finanziaria. Ciò che abbiamo in mente dovrà essere molto di più dell’attuale commissione, interna al Consiglio, la cui ambizione massima è quella di dare un’ideale “pacca sulla spalla” per alleviare momentaneamente le preoccupazioni del collega. L’obiettivo sarà invece quello di mettere in piedi una struttura permanente che possa rappresentare un punto di riferimento per chiunque abbia bisogno d’aiuto; una struttura che, forte della massa critica dell’associazione stessa, abbia margine per poter stipulare una serie di accordi con distributori intermedi, istituti di credito e studi commercialistici, studiati appositamente per le farmacie in emergenza. Non basta: pensiamo sia necessario avvalersi di tecnici e consulenti specifici del settore per offrire qualcosa di davvero concreto e risolutivo, qualcosa che possa concedere una vera opportunità di salvarsi e di rimettersi in carreggiata. Siamo perfettamente consapevoli che non tutti i casi sono uguali e certamente non possiamo diventare il salvagente di chi se ne approfitta, ma riteniamo sia comunque un dovere dell’associazione offrire una possibilità a quei colleghi che, pur lavorando duramente, non riescono a uscire dalle sabbie mobili e hanno semplicemente bisogno della giusta spinta per ripartire. 14 MANIFESTO DECENTRAMENTI I margini delle nostre aziende sono ridotti ai minimi termini e siamo ormai scivolati in prossimità del cosiddetto break even point, il punto di pareggio economico che delimita il confine tra utile e perdita di esercizio. In una situazione come questa, in cui siamo costretti a ridurre al massimo anche i costi più insignificanti, su molti colleghi del centro di Roma pende da anni la spada di Damocle di un affitto esorbitante. I proprietari di questi locali, una volta scaduto il contratto, cercano di recuperare gli effetti negativi della crisi aumentando a dismisura il canone di locazione ai nostri colleghi affittuari, immaginando ancora la Farmacia come quella prospera degli anni ’80 e ’90 (altro grave danno della comunicazione pressoché nulla di questi anni). Fino a qualche tempo fa, in questi casi, ai farmacisti romani era concessa la possibilità di “decentrarsi”, cioè trasferire la propria sede in una zona periferica ad alta espansione urbanistica, certamente con canoni di locazione più sostenibili. Questa opportunità, peraltro, forniva ai colleghi in affitto una certa possibilità di trattativa con il proprietario, in quanto si poteva “minacciare” di decentrarsi qualora il contratto di locazione fosse troppo oneroso. Da qualche anno invece i decentramenti sono scandalosamente bloccati e le sedi adibite a tale scopo sono state tutte destinate al maxi-concorso, provvedendo così a soddisfare la necessità di una sede farmaceutica nelle nuove zone periferiche ad alta espansione urbanistica. Molti titolari sono ormai intrappolati tra le maglie soffocanti della nostra burocrazia, sempre più oppressi da affitti eccessivi. Per questi colleghi, in attesa di ripristinare i decentramenti e che si vengano a creare nuovi nuclei urbani con un numero di abitanti sufficiente a mantenere l’economicità di una farmacia, sarà assolutamente prioritario studiare strumenti ad hoc per dare loro respiro, come ad esempio cercare di ottenere speciali sgravi fiscali relativi alle imposte comunali e regionali per le farmacie in difficoltà che hanno avanzato invano richiesta di decentramento. 15 MANIFESTO STARE VICINO ALLE FARMACIE RURALI L’atteggiamento usato nei confronti delle farmacie rurali è una delle cose, a nostro giudizio, più fastidiose. Esse vengono chiamate in causa ogniqualvolta ci sia bisogno di rimarcare la capillarità territoriale della Farmacia, salvo poi puntualmente essere dimenticate quando si tratta di affrontare i grandi problemi quotidiani che affliggono questi nostri colleghi, come se a un tratto diventassero colleghi di serie B. Conoscendo bene la realtà delle farmacie rurali della provincia di Roma, abbiamo coscienza di alcune situazioni davvero proibitive (sia dal punto di vista commerciale che logistico) in cui i nostri colleghi svolgono quotidianamente quel vero servizio sociale che rappresenta l’originale essenza della nostra professione. Molto spesso i titolari di queste sedi sono costretti a lavorare da soli e in maniera continuativa, senza neanche la possibilità di concedersi qualche ora di riposo. È comprensibile dunque che questi nostri colleghi abbiano davvero poche possibilità (e probabilmente anche poca voglia) di muoversi fino a Roma per partecipare alla vita di categoria. Per questo pensiamo sia nostro dovere cercare di coinvolgerli maggiormente calendarizzando, zona per zona, diversi incontri programmatici in loco al fine di poter toccare con mano le problematiche più cogenti e lottare insieme per il diritto di svolgere dignitosamente la professione. A tal riguardo, una delle questioni più sentite e alle quali bisognerebbe trovare una soluzione anche a livello nazionale, è quella di cercare il modo di stipulare una polizza assicurativa collettiva che possa rifondere i danni economici derivanti da un’eventuale malattia o infortunio che colpisca i titolari delle farmacie rurali senza dipendenti. Pensiamo sia davvero il minimo che si possa chiedere per questi nostri colleghi che svolgono da soli e in condizioni a dir poco disagevoli un servizio così importante per moltissimi italiani. 16 MANIFESTO MAGGIORE SICUREZZA IN FARMACIA Negli ultimi anni, solo su Roma, tra rapine denunciate e quelle non denunciate, possiamo vantare la triste media di più di un evento criminoso al giorno. Il problema della sicurezza in farmacia, oltre a rappresentare l’ennesima fonte di costi per le nostre aziende, è ormai diventato una vera priorità per tutti noi, in quanto condizione necessaria per poter svolgere serenamente la nostra professione. A tal proposito, per quanto riguarda le contromisure da adottare per difenderci quotidianamente dai malintenzionati, riteniamo che utilizzare unicamente la tecnologia come forma di deterrenza per questo genere di reato (commesso per lo più da tossici che si accontentano di rubare anche solo pochi euro nell’arco di mezzo minuto), sia indiscutibilmente d’aiuto, ma non possa rappresentare un fattore risolutivo. Inoltre pensiamo che, ancor più importanti delle azioni da intraprendere durante o dopo la rapina, siano le azioni da compiere prima, allo scopo di evitare che questa avvenga del tutto. Per ottenere risultati tangibili sarà quindi necessario mettere in atto nuove forme di collaborazione con le forze dell’ordine, sviluppando un sistema condiviso per garantire numerosi e costanti pattugliamenti davanti alle zone più a rischio e a quelle che di volta in volta ne avranno bisogno. Eliminare del tutto il problema delle rapine ovviamente non è possibile, ma siamo convinti si possa e si debba fare di più per ridurne sensibilmente l’incidenza. Siamo certi che non si tratta di un obiettivo irraggiungibile: basta avere la ferma intenzione di affrontare il problema senza paura una volta per tutte. Con meno proclami e più fatti. 17 MANIFESTO E INFINE… METTERSI AL SERVIZIO DI CHI VINCE! Non c’è più spazio per i giochi di poltrone, non c’è più spazio per le ambizioni personali: l’unica ambizione possibile è quella di crescere come categoria e siamo fermamente convinti che questo possa avvenire solo passando attraverso un sano e, ci auguriamo, corretto confronto elettorale in cui poter ritrovare quello spirito di appartenenza che rappresenta la forza di qualunque forma associativa, dalla più piccola alla più grande. In questo senso e in questo modo nessuno dei candidati uscirà veramente sconfitto, perché avrà contribuito con le sue idee e con il suo entusiasmo alla maturazione e a una maggior consapevolezza di tutti coloro che si recheranno alle urne per esprimere la propria preferenza. Gli unici possibili perdenti in questa situazione (ma vogliamo credere che non ce ne sarà nessuno) potranno essere solo coloro i quali, evidentemente privi di idee e di progetti, proveranno a farsi largo gettando fango nei confronti di altri colleghi candidati. A costoro andrebbe tutto il nostro disprezzo e il nostro compatimento per il fatto di non aver capito nulla di quello che serve alla nostra categoria. Per quanto riguarda invece il momento post-elettorale, riteniamo che coloro i quali non saranno scelti a rappresentare i colleghi nel Consiglio sindacale, dovranno avere il dovere morale di rispettare la volontà dell’assemblea elettiva, mettendosi sin da subito al servizio del Consiglio eletto e rendendosi disponibili, qualora fosse richiesto, a dare una mano. Questo, almeno per noi, è il minimo che si possa e si debba fare per onorare il risultato elettorale e per rendere merito a chi, in maniera democratica, è stato chiamato a rappresentare i colleghi. Speriamo che questa possa essere la ferma intenzione di tutti, perché solo con questo spirito, per una volta, a vincere, sarà la nostra categoria. 18 PROGRAMMA Dopo 37 anni senza ricambi al vertice, abbiamo bisogno di ripartire con forze fresche e persone motivate, abbiamo bisogno di nuovi contenuti e di una nuova immagine, abbiamo bisogno di ritrovare quella forza e quella passione che col tempo abbiamo perduto. Per fare questo è necessario “RESETTARE” la nostra Associazione e dare corso a un nuovo inizio, per ricordarci chi siamo e non rimanere indietro in un mondo che è cambiato. UN’ASSOCIAZIONE PIÙ TRASPARENTE Attraverso una parete è difficile parlare, ma è impossibile vedere. Mattone dopo mattone nel corso di quasi mezzo secolo è stato innalzato un vero e proprio muro dietro il quale i vertici della nostra categoria si sono sempre più trincerati, rimanendo ingabbiati nella loro stanza dei bottoni. E’ tempo di abbattere questo muro. E’ tempo che base e vertici dell’associazione lavorino insieme in un’unica grande “stanza”. Per farlo è necessario portare avanti una forte operazione trasparenza che coinvolga anche le società collegate come l’Assifar Servizi e che preveda tra le altre cose: 1) uno spesometro on-line consultabile dagli associati per sapere in tempo reale come vengono spesi i loro soldi; 2) resoconto on-line delle riunioni di Consiglio; 3) una sezione del sito di Federfarma-Roma in cui avanzare proposte, richieste e suggerimenti; 4) una sezione del sito in cui segnalare le criticità e poter esprimere una valutazione dei vari servizi offerti dall’associazione. Appare evidente che un associato a Federfarma Roma è per estensione anche un associato a Federfarma Lazio. Eppure consultare il bilancio e lo Statuto di quest’ultima, sembra essere la cosa più impossibile di questo mondo. 19 PROGRAMMA Molte volte li abbiamo richiesti, ma ci sono stati sempre inspiegabilmente negati. Se poi si considerano gli ingenti movimenti contabili in entrata e in uscita che naturalmente avvengono tra queste 2 istituzioni, presiedute peraltro dalla stessa persona, riteniamo che una vera operazione trasparenza non possa prescindere dalla: 1) Possibilità per gli associati di consultare liberamente i bilanci di Federfarma Lazio, comprensivi di Nota Integrativa; 2) Possibilità per gli associati di consultare lo Statuto di Federfarma Lazio. · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · UN’ASSOCIAZIONE PIÙ SOLIDALE In questo periodo di profonda crisi del nostro settore, riteniamo sia dovere di un’associazione aiutare i colleghi che stanno attraversando un momento di difficoltà, non necessariamente di natura economica. Si dovranno a tal fine sviluppare delle misure volte a supportare le categorie di farmacie più deboli come ad esempio quelle rurali, quelle da anni in attesa di decentramento, quelle in difficoltà economica e quelle più colpite dal fenomeno rapine. Per questo sarà necessario: 1) sostenere le farmacie rurali, con particolare attenzione per quelle senza collaboratori e cercare di stipulare per esse polizze assicurative che tutelino il titolare dai danni economici derivanti da malattie o infortuni; 2) cercare soluzioni con Roma Capitale per detassare le imposte comunali alle farmacie del Centro che sono nella vana attesa di decentramento; 3) costituire una vera Unità di Crisi, non composta da membri del consiglio, ma da consulenti d’aziende e professionisti del settore al fine di aiutare le farmacie in difficoltà, attraverso lo studio di un piano economico-finanziario personalizzato (taglio dei costi, riduzione inefficenze, valorizzazione risorse, piano di marketing ecc.); 4) incrementare la sicurezza all’interno delle farmacie, non solo attraverso strumenti tecnologici, ma anche e soprattutto tramite la stipulazione di accordi concreti con le varie forze dell’ordine per un maggiore e visibile controllo preventivo sul territorio. 20 PROGRAMMA UN’ASSOCIAZIONE PIÙ VANTAGGIOSA Purtroppo sempre più colleghi si chiedono a cosa serva ormai essere iscritti al nostro Sindacato. Quando si arriva a fare una domanda del genere, vuol dire che si è arrivati alla fine di un ciclo. In un’epoca in cui le informazioni sono alla portata di tutti, crediamo che l’iscrizione al Sindacato debba significare per gli associati evidenti vantaggi in termini professionali, sindacali, associativi ed economici, che vadano ben oltre il servizio di circolari informative e dei pur interessanti corsi ECM. In parole povere, essere iscritti all’Assiprofar, oltre a rappresentare un vero momento di crescita come categoria, deve convenire, sotto tutti i punti di vista. Sembra banale e scontato, ma dobbiamo sottolineare che un titolare associato, rispetto a un collega che non lo è, deve poter: 1) essere realmente tutelato dal Sindacato in caso di necessità, da un punto di vista burocratico, legale, amministrativo e politico; 2) usufruire di un numero importante di vantaggi, agevolazioni e convenzioni (molte più di adesso) non solo nei confronti della Pubblica Amministrazione, ma anche di tutte quelle aziende di beni e di servizi con cui le nostre farmacie (o anche i singoli titolari nella vita di tutti i giorni) vengono quotidianamente a contatto. 21 PROGRAMMA UN’ASSOCIAZIONE PIÙ MODERNA E’ necessario un cambio di passo per affrontare le sfide del futuro. Per farlo sarà necessario riscrivere insieme le regole dello stare insieme in un grande momento di condivisione che preveda la redazione di un “Nuovo Statuto di Federfarma Roma” all’interno del quale, tra le altre cose, inserire: 1) Un limite alla rieleggibilità del Presidente, oltre un determinato numero di mandati; 2) La formulazione di un “codice etico” da rispettare per chi avrà l’onore e l’onere di sedere in Consiglio di Federfarma Roma e che serva a identificare sin dall’inizio i requisiti di eleggibilità. Parlando di un’associazione più moderna, pensiamo sia il momento di rinnovarci anche dal punto di vista della tecnologia e dell’informatica. Ad esempio, crediamo sia possibile velocizzare da un punto di vista informatico e burocratico l’operatività delle piattaforme DPC e WEBCARE. Questo evidentemente ci consentirà di dedicare più tempo alla “cura” del cliente e, di conseguenza, avere la possibilità di accrescere la nostra professionalità e redditività. · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · UN’ASSOCIAZIONE PIÙ COINVOLGENTE Coinvolgimento, entusiasmo e partecipazione sono la forza di ogni categoria. Bisogna far tornare l’assemblea e i singoli soci al centro delle scelte e dei momenti più importanti della vita associativa. Per fare questo sarà necessario: 1) creare delle commissioni esterne al Consiglio, in costante contatto con esso, per includere nei processi decisionali tutti coloro che hanno voglia di dare il proprio contributo; 22 PROGRAMMA 2) effettuare periodicamente dei “Referendum on line” tra gli associati per condividere gli argomenti più importanti; 3) convocare più spesso l’assemblea dei soci per ascoltare suggerimenti e richieste dei colleghi; 4) organizzare eventi informali di aggregazione tra colleghi per rendere anche piacevole la vita associativa, con lo scopo di unire sempre più la nostra categoria. · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · UN’ASSOCIAZIONE PIÙ COMUNICATIVA La comunicazione è sempre stata il nostro tallone d’Achille. Il nostro modo di comunicare è antiquato come l’immagine che con esso diamo di noi, e questo non ci aiuta certamente a toglierci di dosso l’odiosa nomea di “casta”. In tal senso sarà necessaria una vera e propria rivoluzione che preveda: 1) operazioni simpatia con messaggi “virali” diffusi a larga scala su tutti i più importanti social media; 2) un utilizzo più dinamico di facebook e twitter, con una maggiore possibilità di interazione tra gli utenti; 3) una forte operazione di lobbying nei confronti di giornali e televisioni per evitare di essere quotidianamente “massacrati” dai media; 4) la realizzazione a costo zero di una rivista di categoria rivolta ai cittadini, attraverso cui – tra i vari articoli su salute, bellezza e cura del corpo – poter comunicare loro il nostro punto di vista. 23 PROGRAMMA UN’ASSOCIAZIONE PIÙ INFLUENTE Il problema della nostra categoria è che politicamente contiamo meno di zero. Soprattutto in questo momento storico in cui la classe politica è stata completamente rinnovata e siamo governati da persone non ancora quarantenni, è necessario un nuovo modo di comunicare con la politica. Avere buoni rapporti con tutti i partiti è senz’altro un buon punto di partenza da cui non si può prescindere, ma per essere rispettati in politica, bisogna mettersi nelle condizioni di essere influenti e dimostrare di poter incidere elettoralmente, socialmente e mediaticamente. A tal fine sarà fondamentale realizzare quanto prima, e con una tiratura molto importante, la sopra citata rivista di categoria per distribuirla diffusamente in tutto il Lazio. Al suo interno si potranno poi “ospitare” di volta in volta vari esponenti politici con i quali poter instaurare un rapporto paritetico e un dialogo costruttivo. Dal punto di vista, invece, della forza relativa di Federfarma Roma nell’ambito di Federfarma nazionale, c’è da dire che dopo anni di contrapposizione ininterrotta – che si fa fatica a non attribuire a motivazioni personali – la nostra associazione locale si trova completamente isolata ed estromessa da ogni ruolo di responsabilità e processo decisionale a livello nazionale. Sette lunghi anni in cui sono state spese risorse (anche economiche) per portare avanti una guerra fratricida che troppe volte ha valicato i confini di casa nostra, contravvenendo al famoso consiglio su dove sarebbe opportuno lavare i panni sporchi. Tutto questo ha contribuito a indebolire la nostra immagine al di fuori della nostra categoria, dando evidenza di essere deboli e divisi al nostro interno. E’ tempo che Roma sia nuovamente rappresentata a livello nazionale, nel Consiglio di Presidenza di Federfarma e non solo. Questo non vuol dire appiattirsi su linee politiche o metodi non condivisi, ma al contrario, significa portare avanti in maniera costruttiva le proprie battaglie internamente al Sindacato, guadagnando col tempo il consenso per poterle vincere. 24 PROGRAMMA E INFINE… UN’ASSOCIAZIONE MENO COSTOSA In questo momento di crisi è necessario eliminare il superfluo e stringere la cinghia. Questo deve valere anche per la nostra associazione. Senza andare a intaccare tutti quei costi fissi che consentono il buon funzionamento degli uffici e dei servizi, riteniamo sia il momento di una riduzione generalizzata della quota associativa, che sia progressivamente più cospicua per le farmacie più piccole e per quelle in difficoltà. Per ottenere questo sarà necessario: 1) effettuare risparmi su progetti non strategici e non impellenti per l’associazione; 2) ridurre drasticamente tutte quelle consulenze non propriamente indispensabili che, a fine anno, gravano non poco sul bilancio; 3) sfruttare maggiormente le competenze già presenti nella struttura Assiprofar e individuare sinergie con altre realtà di categoria presenti nel territorio; 4) pensare a metodi alternativi per raccogliere fondi che possano al tempo stesso diventare eventi partecipativi e di solidarietà tra colleghi. 25 LISTA MAURIZIO BISOZZI 1954 Consigliere dell’Ordine di Roma al quarto mandato e Membro di Commissione ispettiva,collabora con numerose riviste di settore. FILIPPO BUCCELLA 1961 Fondatore e Presidente di Parent Project Onlus, associazione nata per promuovere e finanziare la ricerca scientifica sulla Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker. FABIO CAMILLI 1954 Laureato in Farmacia presso l’Universita La Sapienza di Roma nel 1978. Titolare dell’omonima farmacia, sede n°125 del Comune di Roma dal 1991. FABRIZIO CARNOVALE 1963 Nell' Ottobre 1985 laurea in Farmacia presso l’Università Federico II di Napoli con 106/110. Da agosto 1989 titolare della Farmacia Carnovale a Roma. GIOVANNA CIDONIO 1966 Socio Direttore della Farmacia La Torraccia snc, sede n602 ex Caprifoglio. Gruppo di lavoro “la rete Cofarmit” 2011-2012, oggi Gruppo di lavoro “+bene”. 26 LISTA VITTORIO CONTARINA 1977 Presidente dei Probiviri dell’Agifar Roma e Membro del C.d.A. della coop. Sinfarma. Da anni organizza eventi con i colleghi al fine di favorire l’unione della categoria. EMILIA DE CESARIS 1961 Si pregia di appartenere ad una famiglia di antiche tradizioni ”speziali” e nel 1994 diventa titolare della farmacia paterna. Ha fatto parte del gruppo Fenagifar. LUCA DE MICHELE 1979 Esercita la professione nella Farmacia di famiglia, che gestisce insieme al padre, a Montecelio di Guidonia, in provincia di Roma. ROBERTO DOMINICI 1960 Numerose partecipazioni a progetti per l'’informatica in farmacia, tra cui gestionale Assifar Servizi, Banca Dati Federfarma e piattaforme WEBDPC e Webcare Lazio. ROBERTA ELETTI BIANCHI 1970 Laureata in farmacia nel 1995. Collaboratrice Farmacista fino al1998, quando diventa Titolare della Farmacia Eletti Bianchi di Roma. 27 LISTA SALVATORE INFANTINO 1980 Laureato in Farmacia a Roma nel 2006. Titolare della Farmacia rurale sussidiata di Gerano. EUGENIO LEOPARDI 1958 Fondatore del CESFI nel 1987. Fondatore del FENAGIFAR nel 1989 della quale è stato presidente fino al 1992. Dal 2008 presidente di UTIFAR. ANDREA MANCINI 1967 Vincitore del concorso per Ufficiali Farmacisti, viene nominato nel 1993 delegato sindacale per il Consiglio di Rappresentanza dell'Esercito Italiano COCER. MASSIMILIANO MATTEAZZI 1973 Titolare della Farmacia Matteazzi snc dal 2007. Referente della Asl Rm D per Ostia. Componente della commissione turni e ferie dell’ordine dei farmacisti di Roma dal 2010. MARIA GRAZIA MEDIATI 1969 Consigliere Nazionale di Federazione Sanità. Presidente della Cooperativa Sociale Sinfarma Sanità. Presidente Nazionale Rete CAP Italia. 28 LISTA PIETRO MINONZIO 1973 Docente per le scuole di omotossicologia della OTI. Volontario nei Pionieri della CRI (Croce Rossa Italiana). Revisore dei conti di Assiprofar –Federfarma Roma dal 2006. OSVALDO MOLTEDO 1960 E' stato Consigliere e Tesoriere dell'Ordine dei Farmacisti di Roma, presidente FENAGIFAR e AGIFAR Roma. Attualmente è Tesoriere di Federfarma Roma. VINCENZO NICOTRA 1973 Ha ricoperto il ruolo di: Guardamarina farmacista presso le infermerie autonome della Marina Militare, Consigliere Assiprofar Federfarma Roma e Assifar Servizi. UMBERTO PAOLUCCI 1973 È stato Consigliere e Segretario Agifar Roma. Consigliere FENAGIFAR e Coordinatore Corsi ECM in collaborazione con Comando CC Tutela per la Salute. CLAUDIA PASSALACQUA 1972 Presidente Agifar Roma dal 2001 al 2004. Revisore dei conti Fenagifar dal 2003 al 2006. Direttore della Farmacia Passalcqua S.a.s. 29 LISTA GAETANO PEDULLÀ 1967 Dal 2010 è titolare della Farmacia delle Valli a Roma. Dal 2007 è Direttore della Logistica della cooperativa Farla per la gestione dei due magazzini di Latina e Viterbo. RENZO POGGI 1947 Consigliere dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Roma per tre mandati. Direttore Generale dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata di Pomezia fino al 1985. ALFREDO PROCACCINI 1962 È stato Consigliere Ordine Farmacisti di Roma per tre mandati, presidente FENAGIFAR e Consigliere Federfarma Roma. Attualmente Presidente UNIFARO. RAFFAELLA RAMUNDO MONTARSOLO 1968 È stata Consigliere, Segretario e Presidente dell’Agifar Roma, Proboviro della FENAGIFAR per due mandati e Revisore dei Conti Dell’Ordine dei Farmacisti di Roma. FELICE RESTAINO 1958 Membro della Consulta di Federfarma Roma fino al 2007. Commissione Vigilanza Farmacie della ASL RM G. Vicesindaco del Comune di Guidonia dal 2007 al 2008. 30 LISTA ANDREA RIGANO 1965 Ha fatto parte del Consiglio Assiprofar dal 2000 al 2010. Componente Commissioni Vigilanza ASL RMA. Ad oggi Consigliere di Amministrazione della Coop. Sinfarma. STEFANO SIMEONI 1971 Laureato in Farmacia nel 1996. Collaboratore e socio presso la “Eredi Simeoni Luigi sas ” società titolare di due Farmacie nella provincia di Roma. FABRIZIO SQUARTI 1961 Consigliere Arca Farmaceutica dal 1996 al 2008. Consigliere Sinfarma dal 2008 ad oggi. Membro della Commissione Ispettiva Farmacie fino al 2008. NICOLA STRAMPELLI 1981 Vice-presidente Agifar Roma. Membro del Consiglio Regionale di FederazioneSanità – Confcooperative. Revisore dei conti di Assiprofar FederfarmaRoma dal 2011. WANDA VIGGIANI 1980 Laureata in Farmacia all’Università della Calabria. Fino al 2009 collaboratrice presso Farmacia con sede a Milano. Dal 2010 titolare della Farmacia Tor Millina di Roma. 31 COME SI VOTA COME SI VOTA L'assemblea elettiva per il rinnovo degli organi sociali per il triennio 2015/2017 si svolgerà secondo il seguente calendario: domenica 12 Aprile 2015 dalle ore 10:00 alle ore 19:00 lunedì 13 Aprile 2015 dalle ore 9:30 alle ore 19:00 martedì 14 Aprile 2015 dalle ore 8:00 alle ore 17:00 Sarà possibile votare per i 20 consiglieri, per i 5 membri della Consulta del Presidente e per i 5 membri del Collegio Sindacale. MOLTO IMPORTANTE: Affinchè la scheda sia valida, bisognerà scrivere il NOME e il COGNOME dei candidati. I 20 consiglieri più votati siederanno in Consiglio per i prossimi 3 anni e avranno il compito di eleggere le cariche sociali come il Presidente, il Vice Presidente urbano e Rurale, il Segretario e il Tesoriere. E’ evidente quindi che le suddette cariche, e in generale l’intera politica sindacale, sarà la naturale espressione della lista che riuscirà a far eleggere almeno 11 consiglieri su 20. Per questo motivo SARA’ FONDAMENTALE VOTARE TUTTA LA LISTA PER INTERO, in modo da permettere davvero la svolta di cui la nostra associazione e la nostra categoria hanno bisogno. Votare, ad esempio, solo qualche persona della nostra lista, di fatto equivale a non darci la possibilità di essere in maggioranza e quindi di dettare una nuova linea sindacale. 32 33
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