Con il Patrocinio di International University of Languages and Media Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 - Milano Venerdì, 13 Aprile 2015 - ore 21.00 Serie «FESTIVAL OMAGGIO A MILANO» 2015 Pianista STEPHEN HOUGH e un racconto di LUCA SCARLINI con letture da Monsieur Croche di Claude Debussy Programma CLAUDE DEBUSSY (1862-1918) FREDERIC CHOPIN (1810-1849) CLAUDE DEBUSSY - LA PLUS QUE LENTE Lent - Molto rubato con morbidezza (sol bemolle maggiore) - ESTAMPES 1. Pagodes; 2. La Soirée dans Grenade; 3. Jardins sous la pluie - BALLATA N. 2 IN FA MAGGIORE OP. 38 Andantino - BALLATA N. 1 IN SOL MINORE OP. 23 Introduzione - Largo - Moderato - Meno mosso - Scherzando Coda: Presto con fuoco - BALLATA N. 3 IN LA BEMOLLE MAGGIORE OP. 47 Allegretto - BALLATA N. 4 IN FA MINORE OP. 52 Andante con moto - CHILDREN'S CORNER Docteur Gradus ad Parnassum - Modérément animé (do maggiore) Jumbo's Lullaby (Ninnananna degli elefanti) - Assez modéré (si bemolle maggiore) Serenade for the doll (Serenata per la bambola) - Allegretto ma non troppo (mi maggiore) - The Snow is Dancing (La neve danza) - Modérément animé (re minore) - The Little Sheppherd (Il piccolo pastore) - Très modéré (la maggiore) - Golliwog's Cake Walk - Allegro giusto (mi bemolle maggiore) - L'ISLE JOYEUSE Si ringrazia STEPHEN HOUGH Grazie alle straordinarie doti di strumentista, compositore e scrittore, è considerato uno dei più importanti pianisti della sua generazione. The Economist lo ha incluso nella lista dei «Venti Sapienti» in vita. A riconoscimento dei traguardi raggiunti gli è stata conferita la ‘Borsa di Studio MacArthur’ (onorificenza per la prima volta data a un artista di musica classica) che lo fa entrare di diritto nel novero di scienziati, scrittori e personalità che si sono distinti per il loro contributo alla società contemporanea. Nel 2014 è stato nominato Commander Of The Order Of The British Empire nelle onorificenze assegnate nel Regno Unito nel 2014. Nato in Inghilterra, si è affermato nel panorama musicale internazionale quando, nel 1983, ha vinto il Primo Premio al Concorso Naumburg di New York. Da allora si è esibito con le più importanti orchestre e nelle sale concertistiche più prestigiose del mondo. È regolarmente ospite dei Festival di Salisburgo, Tanglewood ed Edimburgo, del Mostly Mozart e dei Proms della BBC, dove si è esibito per più di venti volte. Nel 2010 gli è stato assegnato il Royal Philharmonic Society Instrumentalist Award. Nel corso della stagione 2014/15 Hough ha registrato i Concerti di Schumann e Dvorˇák con la City of Birmingham Symphony Orchestra e Nelsons, mentre altri impegni della stagione comprendono recital alla Carnegie Hall, alla Jordan Hall di Boston, alla Royal Festival Hall di Londra nell'ambito dell'International Piano Series, alla Fundación Scherzo di Madrid, al Conservatorio di Milano per Serate Musicali e all'Auditorium di Castel Sant'Elmo a Napoli per l'Associazione Musicale Scarlatti. Hough, con oltre cinquanta incisioni, ha vinto premi come il ‘Diapason d’Or de l’Année’, diverse ‘nomination’ ai Grammy Awards e otto Gramophone Awards (tra cui due volte il Premio ‘Record of the Year’ e un ‘Gold Disc’). Future incisioni includono le registrazioni di entrambi i Concerti di Brahms, opere di Janácˇek e Scriabin e un album intitolato «In the Night» con le prime registrazioni del suo Concerto per pianoforte n. 2 (Notturno luminoso). La sua applicazione per i-Pad «The Liszt Sonata» è stata pubblicata dalla Touch Press nel 2013. Come compositore è rappresentato in esclusiva da Josef Weinberger. La Wigmore Hall, il Musée du Louvre, l’organizzazione australiana Musica Viva, i membri dei Berliner Philharmoniker, l’Orchestra Sinfonica di Indianapolis, la National Gallery, la Westminster Abbey e la Westminster Cathedral di Londra, gli hanno commissionato la composizione di alcune opere. Nel 2011 la BIS Records ha pubblicato una sua raccolta di composizioni dal titolo Broken Branches e l’incisione da parte del Prince Consort della sua opera intitolata Other Love Songs ha riscosso grande successo di critica e pubblico. Molto apprezzato anche come scrittore, Hough ha pubblicato per il Guardian, il Times e il Daily Telegraph, per il quale tiene uno dei blog culturali più popolari. Nell’ottobre del 2012 la Broadbent Gallery di Notting Hill (Londra) ha ospitato la sua prima mostra di dipinti. Dal 2012 è uno dei direttori delle Royal Ballet Companies; è inoltre un Membro Onorario dell'istituto benefico Music in Prisons. Residente a Londra, Stephen Hough è Professore Ospite alla Royal Academy of Music, detiene la Cattedra Internazionale di Pianoforte presso il Royal Northern College of Music di Manchester ed è nel corpo docente della Juilliard School di New York. È ospite memorabile di «Serate Musicali» dal 1987. LUCA SCARLINI Scrittore, drammaturgo, performance artist, laureato in storia dello spettacolo a Firenze, insegna tecniche narrative alla Scuola Holden di Torino e ha collaborato con numerose istituzioni teatrali italiane ed europee (National Theatre di Londra, Festival MITO, compagnia Lod a Ghent, Festival Opera XXI ad Anversa, La Batie a Ginevra). Scrive per la musica e per la danza; tra i suoi lavori recenti la drammaturgia per King Arthur di Dryden/Purcell per la messinscena ed esecuzione di Motus con Sezione Aurea. Dal 2004 al 2008 è consulente artistico del Festival MilanOltre al Teatro dell’Elfo di Milano. È stato direttore artistico di TTv a Bologna, ha coordinato le attività della Capitale Mondiale del Libro a Torino. Ha insegnato Storia della Moda all’Accademia di Brera e a IED Moda a Milano, Barcellona e Firenze. Ha collaborato alle mostre Ispirazioni e visioni e Marilyn al Museo Ferragamo di Firenze e ha ripubblicato La penultima moda di Alfredo Panzini. Ha scritto numerosi saggi sulla relazione tra la moda e le arti, pubblicati in italiano e inglese. Tra i suoi libri recenti: Lustrini per il regno dei cieli (Bollati Boringhieri), Sacre sfilate (Guanda), dedicato alla moda in Vaticano, Un paese in ginocchio (Guanda), La sindrome di Michael Jackson (Bompiani), Andy Warhol superstar (Johan and Levi), Siviero contro Hitler (Skira), Memorie di un’opera d'arte (Skira). È il coordinatore del programma «Museo Nazionale» di Radio3 attualmente in onda il sabato e domenica alle 13; lo scorso autunno ha condotto tre appuntamenti dedicati alla storia dell’Operetta, organizzati dagli Amici di Serate Musicali alla Società del Giardino e alla GAM di Milano. Si raccomanda di spegnere i telefoni cellulari. È vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’Organizzazione. CLAUDE DEBUSSY - LA PLUS QUE LENTE Il valzer lento – valse lente – è comunissimo nella musica di consumo degli anni a cavallo tra i due secoli. Massenet aveva scritto nel 1901 un valzer per pianoforte lentissimo (Valse très lente). Debussy scrive nel 1910 il valzer più che lento («La plus que lente». Valse pour piano). Non sembra improbabile che Debussy avesse preso di mira non solo un genere, il valzer, ma un individuo preciso, la Valse-Caprice op. 33 di Cécile Chaminade. Le intenzioni caricaturali di Debussy sono comunque evidenti, oltre che nel titolo, nella didascalia generale Lent (Molto rubato con morbidezza) e poi nella musica ansimante, esitante e sospirosa. Potrebbe persino darsi, visto l'uso spesso eccentrico dell'italiano in Debussy, che il con morbidezza fosse una traduzione approssimativa di avec morbidité, e che quindi significasse con morbosità (il che sarebbe in carattere). L'ironia non esclude però, a parer nostro, l'immedesimazione affettiva e la Plus que lente è un po' musica da caffè-concerto, un po' musica da cabaret e un pochino musique des familles. La composizione è in forma di Rondò. Si nota facilmente che il terzo tema annuncia il mondo delle Valses nobles et sentimentales di Ravel, di un anno posteriori. CLAUDE DEBUSSY - ESTAMPES La raccolta composta nel 1903, comprende tre deliziosi quadri musicali dal forte carattere descrittivo, frutto della notevole maturità compositiva raggiunta da Debussy. Pagodes richiama alla mente dell'ascoltatore l'immagine di meravigliose pagode che si stagliano su un incantevole paesaggio orientale; fa scala pentatonica e l'uso del pedale tonale, che garantisce un effetto percussivo agli accordi pianistici (sorta di discreto accenno alle percussioni del Gamelan giavanese), assicurano alla pagina un grande fascino sonoro. La prima parte del brano, da suonarsi dèlicatement et presque sans nuances, è una morbida «passeggiata» delle mani del pianista sui tasti neri dello strumento (la scala pentatonica, appunto), dal grave all'acuto; nella sezione centrale appare un nuovo timido motivo, che sembra emergere dalle nebbie di un sogno lontano. La ripresa della parte iniziale precede l'episodio finale, nel quale il tema principale (ora alla mano sinistra) si dilegua lentamente nei veloci ma delicati arpeggi pentatonici della mano destra. Con La soirée dans Grenade ci troviamo completamente immersi in una calda atmosfera spagnola fin dalle prime note, misteriose e lontane, che preparano il motivo principale; quattro battute ben ritmate, quasi un accenno piuttosto che un tema vero e proprio. Un secondo motivo, più marcato ritmicamente, viene esposto in ottave dalla mano destra ma va anch'esso esaurendosi in pianissimo. Sono accenni fugaci di melodie che si odono in lontananza, in una calda notte a Granada. Finalmente, avec plus d'abandon, appare un motivo di danza presentato su un ritmo regolare di habanera, che viene però presto spezzato dalle reminiscenze dei temi precedenti. Il brano si conclude così come era iniziato, in un pianissimo appena percepibile e a noi non resta che ricordare il commento di Manuel De Falla: «Non c'è nemmeno una nota tratta dal folclore spagnolo, ma l'intera composizione, fin nei minimi dettagli, esprime mirabilmente lo spirito di questo Paese». Jardins sous la pluie, forse la pagina pianistica più nota di Debussy, conclude la suite con la descrizione musicale di un acquazzone autunnale; nel tema principale (citazione della canzone popolare francese Dodo, l'enfant do) riconosciamo lo scroscio regolare della pioggia, gli zampilli allegri delle gocce d'acqua, l'infuriare del vento. La parte centrale è più tranquilla, la pioggia si è attenuata e l'autore si abbandona al ricordo nostalgico di vecchie melodie infantili, con la citazione di Nous n'irons plus au boit, mentre nel finale dominano le violente folate di vento e la pioggia che ora scende violenta e inesorabile. FREDERIC CHOPIN - BALLATA N.1 IN SOL MINORE OP. 23 Negli anni Venti e Trenta del XIX secolo, il repertorio del pianista virtuoso era abbondante di composizioni, tipiche del gusto Biedermeier, brevi e di grande effetto, fra le quali non mancavano pagine rapsodiche che, in qualche modo, potevano prefigurare quella che sarebbe divenuta la tipologia della ballata strumentale romantica. Tuttavia, prima che Chopin si accingesse, nel 1831, alla stesura della Prima Ballata, il genere che portava questo nome aveva trovato espressione, in ambito musicale, solamente in composizioni liederistiche, o all'interno di opere liriche; in sostanza in pagine che prevedevano l'impiego della voce umana e dunque di un testo poetico: Chopin fu dunque il primo ad attribuire il nome di «ballata» a un brano puramente strumentale. Ciò nonostante si pone ugualmente, per le sue quattro Ballate, il problema del rapporto con una fonte letteraria. Già Schumann nel 1841 affermava di aver appreso dallo stesso Chopin che questi «era stato ispirato per le sue Ballate da alcune poesie di Adam Mickiewicz», il sommo poeta romantico polacco; da qui ebbe origine quella tradizione critica, viva ancora nel nostro secolo, che si sforzò di stabilire una correlazione fra alcune delle Ballate e Romanze di Mickiewicz (pubblicate nel 1822) e le Ballate di Chopin, attribuendo perfino i titoli di alcune delle opere poetiche alle composizioni musicali. Certo Chopin avrebbe rifiutato questi titoli (come fece in altre occasioni), ma è indiscutibile che egli fosse affascinato dal carattere nazionalistico e insieme epico delle opere del poeta polacco. Il problema centrale della ballata pianistica, dunque, deve essere stato quello di attribuire un carattere narrativo a composizioni prive di un referente testuale, problema risolto da Chopin principalmente sul piano della forma. Le quattro Ballate, infatti, hanno in comune, oltre all'adozione del metro fluido di 6/8 o 6/4, il contrasto fra due principali idee tematiche; esse si riallacciano così alla dialettica propria della forma-sonata dell'età classica. Prive però di sviluppi tematici di tipo beethoveniano, reinterpretano l'opposizione bitematica in modo libero, originale e specifico per ciascuna ballata. Schumann preferiva la prima alla seconda Ballata, di cui pure era dedicatario. I quattro anni di gestazione della Ballata in sol minore op. 23, iniziata a Vienna nel 1831 e terminata a Parigi nel 1835, offrono testimonianza dell'interesse di Chopin per questo esperimento e della sua complessità. Brevemente introdotto da un Largo con un tema in ottava – la cui conclusione, aspramente dissonante, fu per lungo tempo corretta e impoverita da censori zelanti e ottusi – il brano presenta due gruppi tematici principali ben distinti, che si alternano con simmetria e senso delle proporzioni, con l'inserimento di brillanti elementi diversivi; l'aggressività della scrittura pianistica, specie nella Coda, e l'inquietudine dell'armonia impiegata, ben giustificano l'appellativo di «opera selvaggia e caratteristica» che ne diede Schumann. FREDERIC CHOPIN - BALLATA N. 2 IN FA MAGGIORE OP. 38 Composta nel 1838, la Ballata op. 38 accentua la contrapposizione fra i due gruppi tematici; questi infatti sono affidati a tempi diversi: Andantino per l'iniziale motivo pastorale, Allegro con fuoco per la drammaticità della seconda idea; l'alternanza di questi due movimenti avviene secondo uno schema efficacissimo nella sua semplicità, che, con una audace peregrinazione, porta il brano a concludersi in una tonalità (la minore) diversa da quella d'impianto (fa maggiore). FREDERIC CHOPIN - BALLATA N. 3 IN LA BEMOLLE MAGGIORE OP. 47 La Ballata op. 47, composta nel 1840-41, è un lavoro rivoluzionario in un modo tutto particolare, anche se sfrutta con estrema leggerezza e fantasia le ricerche formali delle precedenti Ballate. In questa Ballata, fluidissima, formalmente aerea, Chopin compie un mirabile lavoro di intarsio tematico perché, dopo il primo tema principale e dopo il primo tema secondario, modulante da la bemolle maggiore a do maggiore, riprende il primo tema in la bemolle maggiore. Il secondo tema viene esposto in do maggiore (la tonalità «giusta» sarebbe stata mi bemolle maggiore), sviluppato e ripreso; segue il secondo tema secondario, che viene sviluppato e ripreso, in modo tale che non si avverte più la netta scansione formale tra l'esposizione e lo sviluppo. Allo stesso modo non si avverte la scansione formale fra sviluppo e riesposizione. Ormai sappiamo che Chopin preferisce iniziare la riesposizione dal secondo tema principale. E infatti il secondo tema principale riemerge, in la bemolle maggiore, ma è seguito da un nuovo sviluppo, al culmine del quale compare, luminosissimo, trionfale, il primo tema principale. La Ballata si conclude con il secondo tema secondario. FREDERIC CHOPIN - BALLATA N. 4 IN FA MINORE OP. 52 La Ballata op. 52, scritta nel 1842, è quella, in fondo, più vicina allo schema classico perché i due temi principali vengono entrambi regolarmente riesposti. Dopo una breve introduzione Chopin espone il primo tema principale in fa minore, lo riespone variato, lo fa seguire da un tema secondario, da un breve sviluppo e da una seconda variazione. Vengono poi esposti il secondo tema principale, in si bemolle maggiore (la tonalità «giusta» sarebbe stata il la bemolle maggiore), e il secondo tema secondario che, come nella Ballata op. 47, scivola senza soluzioni di continuità nello sviluppo. Nella riesposizione il primo tema è di nuovo variato, manca il tema secondario, e il secondo tema principale viene esposto in re bemolle maggiore (invece che in fa maggiore). Il secondo tema secondario è nuovo, e non tematica è la coda, introdotta da cinque celebri accordi «magici», di spasmodica tensione nell'attesa di un evento terrificante. La Coda della Ballata op. 52 ha offerto lo spunto per il romanzo «Presto con fuoco» di Roberto Cotroneo. CLAUDE DEBUSSY - CHILDREN'S CORNER Dalla sua seconda moglie, Emma Bardac, Debussy ebbe una figlia, Emma-Claude, nata nel 1905 e ben presto chiamata Chouchou. Nel 1908 Debussy scrisse per Chouchou la Serenade for the Doll, Serenata per la bambola (nella prima edizione a stampa troviamo, curiosamente, «for the Doll» nel Programme e «of the Doll», della bambola, nel titolo). Nel 1908 vennero composti gli altri pezzi, e la raccolta venne pubblicata nello stesso anno con la dedica «A ma chère petite Chouchou, avec les tendres excuses de son Pére pour ce qui va suivre» (Alla mia cara piccola Chouchou, con le tenere scuse di suo padre per ciò che segue). Il titolo dei pezzi e della raccolta sono in inglese perché inglese era l'istitutrice di Chouchou, che già a tre anni imparava questa lingua. Al di là dell'occasione contingente, e al di là della squisita e da tutti riconosciutissima bellezza dell'opera, il Children's Corner rappresenta un importante momento nell'attività creativa di Debussy, che aveva iniziato a scrivere pezzi vari, sparsi, seguendo le indicazioni fornite dal mercato dei dilettanti di pianoforte. Con Children's Corner Debussy affronta il polittico, creato da Schumann come versione romantica della suite. E con Children's Corner si concludono gli esperimenti di Debussy sulle grandi forme: i due libri dei Preludi e i due libri degli Studi infatti saranno raccolte di pezzi, tra loro omogenei ma non articolati in un grande collegamento formale. Doctor Gradus ad Parnassum rappresenta la liberazione del bambino giunto alla fine della lezione con un insegnante dispotico. Jimbo's Lullaby è la ninna nanna dell'elefantino di pezza, e la dinamica è da luce notturna, con un solo mezzoforte ed una intera gamma di piano e pianissimo. Serenade for the Doll è la serenata per la bambola, con tanto di imitazione del mandolino. The Snow is dancing è una specie di delicata stampa giapponese: fiocchi di neve danzanti, che potrebbero anche essere, secondo la tradizionale simbologia sonora romantica, gocce d'acqua o, secondo i clavicembalisti francesi che fanno da sfondo alla poetica di Debussy, ticchettii d'orologio. The little shepard è la scenetta di un pastorello che suona il flauto. Golliwogg's cake-walk è la danza, americana, di un pupazzo. Nella parte centrale viene citato, non deformato e riconoscibilissimo, ma in un contesto caricaturale, l'inizio del Trìstano e Isotta di Wagner. Il Children's Corner è musica per l'infanzia, per Chouchou che compiva tre anni, ma è soprattutto musica sull'infanzia, musica che nasce dalla contemplazione dell'adulto sul misterioso sorgere di un rapporto tra il bimbo e gli oggetti. CLAUDE DEBUSSY - L'ISLE JOYEUSE Fu scritta da Debussy, nel settembre del 1904, a Dieppe dove il compositore si era recato in vacanza abbandonando la moglie, in compagnia della signora Emma Bardac che più tardi avrebbe sposato in seconde nozze. Il pezzo sarebbe ispirato a un celebre quadro di Watteau, L'embarquement pour Cythère, e perciò Debussy avrebbe impiegato la grafia antica di «isola», isle, in luogo del odierno ile. Pubblicata nel stesso 1904, senza dedica, la composizione fu eseguita per la prima volta il 18 febbraio 1905 alla Société Nationale da Ricardo Vines, ìnsieme con Masques, e divenne in breve tempo molto nota. Musica «all'aperto» come la rivoluzionaria dans Grenade dell'anno precedente, l'Isle joyeuse è però di concezione, di struttura e di scrittura strumentale più tradizionale. Si tratta, fatto raro in Debussy, di un pezzo da concerto calcolato in vista del rapporto con il pubblico di una grande sala. Lo «scenario» si richiama alla Fétes galantes di Verlaine e, attraverso questi, a Watteau, non senza un tocco – l'imbarco per l'isola dell'amore – di autobiografismo. Sono evidenti i simbolismi dell'acqua (nel primo tema) e dell'isola dell'amore (nel secondo tema, che arieggia il valzer lento), ma la scrittura è saldamente ancorata alla tradizione virtuosistica postlisztiana ed è di effetto brillantissimo nella sua sapiente mescolanza di dinamiche contrastanti, di rarefazioni e di accumulazioni. La forma, sebbene non legata ad uno schema, tiene però conto dell'impianto bitematico della sonata: esposizione di due temi, sviluppo, riesposizione abbreviata e coda. Il recupero della tradizione prevale quindi sulla sperimentazione che caratterizza le precedenti Estampes (1903) e che segnerà poi tutta l'opera di Debussy a partire dalla prima serie delle Images (1905). Si ringrazia INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI «SERATE MUSICALI», I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI. PROSSIMO CONCERTO Lunedì 20 aprile - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) KREMERATA BALTICA Direttore e Solista GIDON KREMER «Confrontations with two worlds» CG. PELECIS: «Flowering Jasmine» per violino, vibrafono e archi (Gidon Kremer violino; Andrei Pushkarev vibrafono; Kremerata Baltica) P. GLASS: Violin Concerto No.2 «The American Four seasons»* (Gidon Kremer violino solista; Kremerata Baltica; Jonas Mekas Progetto video) I. Prologue; II. Movement I; III. Song No.1; IV. Movement II; V. Song No.2; VI. Movement III; VII. Song No.3; VIII Movement IV *Durante il brano di P.Glass verrà proiettato un video contente filmati di: Jonas Mekas (1922), regista, poeta e artista di origini lituane che è stato spesso definito il «padre del cinema d’avanguardia Americano», Rimas Sakalauskas (1985), video-artista lituano dell’ultima generazione, Adam Magyar (1972), fotografo ungherese residente a Berlino e Pingo van der Brinkloev, video artista danese. «Confrontations with two worlds» Progetto video elaborato da Gidon Kremer, Maxim Kantor (pittore e scrittore) e la Kremerata Baltica su musiche di MODEST MUSSORGSKY Quadri di un’Esposizione (versione per archi di J. Cohen/A. Pushkarev) Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00 Amici Serate Musicali Presidente Onorario Hans Fazzari *** Soci Fondatori Carla Biancardi Franco Cesa Bianchi Giuseppe Ferreri Emilia Lodigiani Enrico Lodigiani Luisa Longhi Stefania Montani Gianfelice Rocca Luca Valtolina Amici Benemeriti Alvise Braga Illa Fondazione Rocca Ulla Gass Thierry le Tourneur d’Ison Erika Rottensteiner Società del Giardino ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» Amici Giovanni Astrua Testori Valeria Bonfante Isabella Bossi Fedrigotti Roberto Fedi Ugo Friedmann Camilla Guarneri Vincenzo Jorio Lucia Lodigiani Mario Lodigiani Paolo Lodigiani Maria Candida Morosini Rainera e Mario Morpurgo G.B. Origoni Della Croce Adriana Ragazzi Ferrari Giovanna e Antonio Riva Alessandro Silva Maria Giacinta Tolluto Maria Luisa Vaccari Marco Valtolina Beatrice Wehrlin Soci Antonio Belloni Carla Beretta Ricci Umberto Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Maria Brambilla Marmont Carlo e Angela Candiani Giancarlo Cason Nicoletta Colombo Egle Da Prat Piero De Martini Maya Eisner Federico ed Elisabetta Falck Silvana Fassati Carlo e Anna Ferrari Giuliana File Finzi Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Maria Luisa Motolese Eugenia Godani Ferruccio Hurle Giuliana e Vittorio Leoni Maurizia Leto di Priolo Giuseppe Lipari Gabriella Magistretti Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Lucia ed Enrico Morbelli Stefano Pessina Francesca Peterlongo Denise Petriccione Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Giustiniana Schweinberger Antonietta Scroce Paola e Angelo Sganzerla Maria Luisa Sotgiu Giuseppe Tedone Adelia Torti Graziella Villa Giuseppe Volonterio «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Cecilia Falck Gianfelice Rocca Vera e Fernanda Giulini Fondazione Rocca Emilia Lodigiani Carlo Sangalli Mediaset Maria Grazia Mazzocchi Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Fondazione Cariplo Conservatorio G. Verdi - Milano Luigi Venegoni Ugo Carnevali Francesca Colombo Giuseppe Ferreri Roberto De Silva Stefania Montani Banca Popolare di Milano Roberto Formigoni Cristina Muti Camera di Commercio di Gaetano Galeone Simonetta Puccini Milano Società del Giardino Rosanna Sangalli Publitalia Gianni Letta Elisso Virsaladze Mario Lodigiani Juana Zayas *** Roberto Mazzotta Flavia De Zigno Francesco Micheli Bianca Hoepli Diana Bracco Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Martha Argerich Robert Parienti Marina Berlusconi Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Fedele Confalonieri Carlo Maria Badini Alberto Falck Oscar Luigi Scalfaro Giovanni Spadolini Leonardo Mondadori Giuseppe Lodigiani Giancarlo Dal Verme Tino Buazzelli Peter Ustinov Franco Ferrara Franco Mannino Carlo Zecchi Shura Cherkassky
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