arte cibo per la mente

Castello di Roncade
PaRDeS Mirano
Art Factory di Tobia Ravà Venezia
Città di Roncade
Comune di Mirano
arte cibo per la mente
Arte cibo per la mente di Maria Luisa Trevisan
La mostra abbina due termini che fanno riferimento il primo al cibo, che va a soddisfare un
bisogno primario, ed il secondo relativo ad una sfera superiore, quella dell’intelletto, ma entrambi rappresentano nutrimento essenziale per l’essere umano, fatto di corpo e di sostanza
sottile: la mente. Si può così intraprendere un percorso stimolante, suggestivo, se non addirittura vivificante, fatto di parole, immagini, sensazioni che diventa riflessione sull’essere umano
e su quali siano realmente i suoi bisogni primari: il semplice cibarsi di alimenti per incamerare
energia da utilizzare per una quotidianità ripetitiva e banale, o vivere intensamente di sapori
e profumi inebrianti da assaporare non solo con le papille gustative ma attraverso ogni poro
della pelle? In mezzo a tutto ciò l’artista trova sempre spazio anche per l’ironia, che come
il cibo e l’arte è alimento di prima necessità per la vita, facilita la comprensione, solleva e
stimola la riflessione e l’immaginazione e rende flessibile il nostro cervello.
In questa nuova edizione, a tredici anni di distanza da “Alimentarte” (Mira, 2002), si può fare
un bilancio e registrare quanto l’argomento abbia coinvolto in una misura sempre crescente
gli artisti, che nelle scelte dei cibi si sono ispirati più volentieri a soggetti vegetali, allineandosi
e forse anche incidendo nell’orientare sempre più persone verso questo tipo di alimentazione.
Si può osservare quanto la cultura e l’arte siano sempre più un bisogno primario. Attraggono
sempre più persone ma trovano anche molti avversari, come hanno purtroppo dimostrato i
recenti tragici eventi accaduti contro la cultura e chi la ama: viaggiatori, turisti, giornalisti,
visitatori di città d’arte, musei e biblioteche.
Da tempo c’è un grande dibattito, interesse e discussione intorno al cibo. Nascono nuove università con corsi di enogastronomia. Proliferano scuole di sommelier e di cucina, che esportiamo anche all’estero, insieme alle nostre prelibate pietanze. Si parla molto di bravi chef che
diventano sempre più famosi tanto da essere considerati dei divi. Le nostre città sono sempre
più un melting pot di culture culinarie che riflettono i gusti e le ondate migratorie. Quello
del comparto alimentare sembra essere l’unico settore che non ha risentito più di tanto della
crisi, anzi si aprono ristoranti sempre più sofisticati, si moltiplicano i locali che offrono “piatti
esotici” (slow food, ristoranti sushi, disco kebab, locali kosher o con cucine mediorientali e
sudamericane, ecc). Il cibo dunque è non solo alimento ma filosofia di vita. E’ un argomento
di cui tutti sanno e possono parlare, sia di quello che c’è che di quello che manca, di quello
geneticamente modificato, transgenico, biologico, vegetariano, vegano, ecc. Il cibo dunque va
di moda. Disquisire di piatti, menù e prodotti a chilometro zero è quanto mai attuale, e specie,
da quando si è diffuso il titolo dell’Expo 2015: Nutrire il pianeta. Energie per la vita, è un fiorire
di iniziative culturali su questo argomento. Noi possiamo dire di essere stati un po’ profetici
quando nel 2002 proponemmo “AlimentArte. Arte come cibo per la mente” in varie ville della
Riviera del Brenta (Widmann, Foscari, Rezzonico, Villa Bembo, Valier, Corò e Parco di Villa
Valmarana a Mira), vale a dire in una zona particolarmente votata alla gastronomia, nota in
particolare per i tradizionali piatti di pesce, a cui fanno riferimento alcuni piatti “preparati” da
Tobia Ravà (anche se non sempre della tradizione veneziana): Bigoli in salsa dell’ammiraglio,
(spaghetti con le sarde), Carpe Diem gefilte fish (carpa ripiena, piatto della tradizione ebraica
askenazita), e Salmone Peloso, o di Franco Cimitan come Presagio (un pesce pronto per essere
lessato in pentola). Non a caso allora Alimentarte era stata allestita anche alla Pescheria Vecchia di Este (PD), riannodando un rapporto antico tra la Serenissima e la Terraferma non solo
veneziana. Ora coinvolgendo una nuova zona non meno importante in materia di tradizione
enogastronomica, il Castello di Roncade con la sua storia legata alla meravigliosa villa che
è stata motivo ispiratore per Palladio, la sua azienda agricola e una produzione vinicola di
tutto rispetto, si ripropone, “riveduta e corretta” un’esposizione sul tema con nuove opere ed
una compagine di artisti che è andata crescendo e rinnovandosi con l’inserimento di giovani
(Francesca Marina Costa, Pep Marchegiani, Elisabetta Di Sopra e Michela Bortolozzi), ma
anche di artisti che mostrano una loro raggiunta maturità e quale sia il grado di contaminazione culturale nell’arte come nel cibo. I più giovani sono accumunati dalla scelta di generi
che parlano un linguaggio più tecnologico: video, fotografia, performance. Elisabetta Di Sopra nel video Atto Primo parte dall’origine, dal bacio come prima forma di nutrimento della
madre verso il figlio. In Sugar dead invece fa riferimento alla fine. La fotografia riprende una
scultura effimera di un corpo fatto di zucchero, come ultima offerta di sé al mondo. Anche
Michela Bortolozzi in Enjoy Venice utilizza lo zucchero, ma colorato e in maniera più ironica
e sarcastica, creando un collegamento tra i grandi lecca lecca, in cui riprende le trifore dei
palazzi veneziani, e il consumo della città lagunare attuato da un turismo spesso affrettato
e poco rispettoso di questo patrimonio culturale. Tesori come la Ca’ d’Oro e Palazzo Ducale, i
cui meravigliosi trafori richiamano la leggerezza e l’eleganza del merletto di Burano e fanno
sembrare queste costruzioni levitanti dall’acqua, diventano colorate e com­mestibili architetture da passeggio, come nei Luna Park, tra consumismo e divertimento.
La passeggiata di Mei-Yuan Chen è un viaggio nella memoria, nella sua infanzia vissuta a
Taiwan in cui ritrova con un po’ di nostalgia un momento preciso, un profumo di calicantus, il
ticchettio del picchio, un sapore, un vociare caro e famigliare. L’installazione di mattonelle di
cemento The Walk è un tuffo nel passato, ognuna di queste mattonelle richiama alla memoria
episodi precisi ed indelebili, come le galline del cortile che facevano tante uova e scorazzavano felici per la campagna, insieme ai bambini che le inseguivano, ma poi un giorno d’agosto
vengono trovate morte. Idealmente questo lavoro prosegue nel video Quando torno ti porto
i dolci, che riprende una performance con oggetti di viaggio in Italia, Taiwan e Cina, dove è
evidente l’intento consolatorio attraverso il cibo che può aiutare a superare momenti tragici
come guerre, perdite di persone care e grandi catastrofi. Una sensazione di paura, disagio e
malessere che mostra anche l’uovo corazzato di aculei di Franco Cimitan. Di contro L’albero
delle uova di Fabio Stefan, prolifico e beneaugurante, ci appare nell’attuale contesto storico
un ottimistico segnale di ripresa ed evoca le preziose uova che Peter Carl Fabergé realizzò fra
il 1885 e il 1917 per lo zar in occasione delle festività pasquali. Un’atmosfera surreale pervade
le immagini di Silvano Braido, dove gli animali da cortile della tipica fattoria veneta sembrano
aver subito strane metamorfosi, così come i pesci della peschiera, dove improvvisamente ha
fatto irruzione una balena. Le tortone di Mirella Brugnerotto dai colori vivaci, con ciliegine e
canditi, illuminate da lampi gialli zigzaganti e quelle verticali in silicone simil Saint’Honorè
di Vittorio Valente ci proiettano in una dimensione di abbondanza, benessere, ma anche di
pinguedine, in cui regna l’artificio e una divertita ambiguità creativa. Non è da meno Carla
Viparelli, che con la sua oramai proverbiale ironia inventa piatti e menù esilaranti (Cerniera
al forno, Tacchino a spillo, Tonno subito, L’auto pasto, Cime di Rapa Nui, ecc.), o la giovane
illustratrice Francesca Marina Costa che propone un ritratto femminile con un’acconciatura
di spaghetti. Così il Telefunghino di Silvio De Campo ironizza sul proliferare delle tv commerciali, mentre il fungo dell’altoatesina Julia Bornefeld rievoca la neve e il loden e poi il
cavolo variegato che esplode in una miriade di forme e colori di Gigliola Bessega. Così gli altri
succulenti ortaggi da lei magistralmente dipinti quali Piume di fuoco, un omaggio al fiore
d’inverno del trevigiano, il radicchio rosso, soggetto proposto come icona trevigiana anche da
altri artisti, come Piergiuseppe Ocleppo, Pain Azyme e Tobia Ravà che sottolineano nelle loro
opere come la natura si esprima attraverso forme e colori strabilianti. Ravà lo interpreta come
una radice fatta di radici quadrate e numeri riferiti alla sequenza di Fibonacci. Appare assiso
in cielo, in gloria, come una santo, tanto per sottolineare la venerazione per questo frutto
della terra tanto prelibato e costoso. Come un frattale è realizzata anche la scultura in bronzo
del cavolo romano, dove natura e arte sembrano fare a gara nell’inventare forme straordinariamente creative. Nella Mela ghematrica riveste la scultura di terracotta con parole che
hanno lo stesso valore numerico. La mela di Amedeo Fontana ci riporta alla tentazione di Eva,
alla carnalità, alle rotondità di un corpo femminile, in un bel connubio cibo-erotismo come
sottolinea pure l’ironico titolo. Cesare Vignato enfatizza la superficie liscia e lucida della sua
Apple dipinta su pelle. Nel bicchiere di vino rosso, mezzo pieno e mezzo vuoto, dipinto con
grande realismo e un chiaroscuro che rievoca quello dei caravaggeschi, lascia allo spettatore
la scelta di quale parte vedere. Se questo lavoro si può considerare, in questo contesto, un
omaggio alla produzione vinicola dell’azienda (così come l’installazione Starfield con radici
e cerchi di rame di Carla Viparelli in riferimento alle viti del territorio), Bobo Ivancich con il
ritratto di un bicchiere di Bellini inventato nel 1948 da Giuseppe Cipriani, che lo chiamò con il
nome del famoso pittore veneziano perché gli ricordava il colore rosato della toga di un santo
da questi dipinto, ci riporta ai tempi di Hemingway e alle sue lunghe sedute all’Harry’s Bar di
Venezia. Un altro riferimento pittorico lo troviamo nell’opera di Jiri Kolar, un tagliere rivestito
di collage, dove tra le varie scene vi è il Banchetto di Nastasio degli Onesti tratto da un’opera
di Botticelli, narrato da Boccaccio e ambientato nella Pineta di Classe a Ravenna. L’albero di
limoni di Abdallah Khaled ci trasporta invece nel Nord Africa; qui descrive a memoria i suoi
limoni, quelli coltivati dalla madre in Algeria nella piccola Kabilia sull’Altopiano dell’Atlante. I
contenitori di cibi e bevante sono proposti nell’istallazione di Roberto Fontanella con anfore
e nei vasi di Vally Zacchello, ispirati a soggetti mediterranei, richiamando nelle forme e nei
colori storie e miti di questi luoghi. L’installazione ambientale Deca il raggio della creazione di
Fontanella è costituita da 10 anfore, disposte a cerchio sulla sabbia. I loro colori sono abbinati
a note musicali e ai segni +, - e = in relazione alle leggi cosmiche di creazione e alle tre forze:
affermativa= bianco, negativa= nero e di riconciliazione= argento. L’opera Earth realizzata
in un materiale che richiama il cemento rappresenta un monito in difesa del pianeta affinché
ci sia un’inversione di tendenza: meno cementificazione ed inquinamento e più rispetto per
la terra. Una interessante contaminazione culturale è quella proposta dall’artista libanese Ali
Hassoun, che come Khaled è italiano d’adozione; in Campbell’s Soup unisce l’Africa agli Usa,
la pop art al neorealismo, in un contrasto stridente tra consumismo e carenza di cibo di paesi
meno sviluppati. Le zucche colorate a pois rappresentano da un po’ di tempo un motivo ricorrente nella produzione dell’artista giapponese Yajoi Kusama, fanno parte delle sue ossessioni,
insieme ai pois, ai reticolati, al cibo e al sesso, s’immedesima in esse, e diventano una sorta di
alter ego. L’abbinamento cibo-erotismo coniugato al maschile è presente nel video ART-USI di
Sirio Luginbühl, dove il video-maker gioca sul nome del famoso scrittore, gastronomo, critico
letterario, e con le sottili allusioni evocate dalle attrici nella sovrapposizione dell’immagine del
fungo al pene. Ritroviamo ciò pure nella fotografia di Fontana, Boletus spinoso, e nel lavoro di
matrice warholiana di Pep Marchegiani, ma qui l’unione avviene tra una banana e una pistola,
Quando i ricchi si fanno la guerra sono i poveri che piangono, o tra un cervello e una ciliegia,
Cervello. Un Apparato col quale pensiamo di pensare, coinvolgendo anche altri aspetti: sociale,
psicologico e pubblicitario. Mentre Franco Cimitan in Passion Fruit collega una succulenta
fragola ad una sfera più spirituale.Il lavoro a stampa laser su alluminio di Luigi Viola parte da
azzime francese di Pesah dipinte con coloranti alimentari per realizzare delle bandiere: Belgio,
Danimarca e Francia, in riferimento alla libertà e ai tragici attentati accaduti in questi ultimi
mesi, che mettono continuamente in discussione il nostro modo di vivere e di pensare. L’opera
Bersaglio è un invito a ricordare e a riflettere.
Segnali di pericolo arrivano anche dall’installazione OGM di Aldo Pallaro, proposta come simulazione di un laboratorio di genetica, dove sono in corso esperimenti per modificare il DNA
di alcuni frutti e dove ognuno dei 7 elementi è dotato di un triangolino rosso di “pericolo”.
E su questo si allinea anche l’opera di Pain Azyme Nutrimento Olistico, in cui è importante
la psiche come dice Thich Nhat Hanh: “Ciò che si può offrire agli altri è solo il frutto della
propria pratica”.
Silvia Refatto e Riccardo Misto, nell’installazione sonora Fame: la tavola degli alimenti, propongono una tavola imbandita con diversi menù multimediali a base di poesia, musica, arte,
moda con la possibilità di sedersi e assaggiare i vari piatti digitali offerti in modo che tutti i
sensi siano soddisfatti, ma soprattutto la sete di conoscenza.
Arte cibo per la mente, dopo Roncade, dove è inserita all’interno di Primavera in Castello, a
cura di Ilaria Ciani Bassetti e Giovanna Poggi Marchesi, continua dal 17 maggio a 2 luglio
presso gli spazi di PaRDeS-Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, Mirano (VE), e presso
l’Art Factory di Tobia Ravà a Venezia, chiudendo un cerchio iniziato nel
2002 a Mira, con altri eventi culturali “a condimento” della mostra, al fine di sollecitare il
dibattito artistico e trasmettere al visitatore le conoscenze e i valori contenuti nelle opere.
Buona degustazione a tutti.
Gigliola Bessega
Cavolo esploso, 2007
Olio su tela
cm 70 x 70
Gigliola Bessega
Piume di fuoco, 2011 (part.)
Olio su velluto
cm 120 x 60
Julia Bornefeld
Senza titolo, 2003
Tecnica a stucco su feltro industriale
cm 50 x 55
Michela Bortolozzi
Enjoy Venice, 2014
Sculture di zucchero
cm 15x 30 x 3
In alto: foto dell’artista
Silvano Braido
La balena, 2011
Acrilico e olio su tavola
cm 40 x 110
Silvano Braido
La gallina, 2014
Tempera e olio su carta
cm 30 x 30
Francesca Marina Costa
Illustrazione 8 Minuti, 2015
Tecnica mista (acrilico, pastello, grafite), cm 32 x 24
Courtesy Spazio Open Bevacqua Panigai, Treviso
Mirella Brugnerotto
Vetrina, 2004
Acrilico su tavola, cm 112 x 104
Retrobottega, 2004
Acrilico su tavola, cm 112 x 104
Chen Mei-Yuan
The walk, 2014
Cemento
cm 33 x 82
Silvio De Campo
Telefunghino, 2006
Acrilico su tavola
cm 40 x 26
Franco Cimitan
Uovo spinoso, 2014
Cera, bitume,
ceramica, spine di rosa
cm 12 x 12 x 21
sotto:
Presagio, 1996
Olio e cera su tavola
cm 30 x 50
Elisabetta Di Sopra
Atto Primo, 2014
Video 16:9/durata 4’28”
Elisabetta Di Sopra
Sugar dead, 2015
Stampa Lambda, cm 70 x 50
Amedeo Fontana
Boletus spinoso, 2015
Stampa fotografica da elaborazione digitale
cm 40 x 40
Amedeo Fontana
Culinaria, 2015
Stampa fotografica
cm 70 x 70
Roberto Fontanella
Earth, 2011
Tecnica mista
(cemento e acrilici
su tavola)
cm 94 x 100 x 14
Roberto Fontanella
Deca, il raggio di creazione, 2006
Istallazione ambientale in esterno
con 10 anfore in terracotta colorata
e sabbia
Ali Hassoun
Campbell’s Soup n. 1 e n. 2, 2013
Olio su tela, cm 42 x 42
Courtesy Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, Milano
Abdallah Khaled
Albero di limoni, 2015
Acrilico su tela
cm 60 x 60
Bobo Ivancich
Bellini, 2014
Olio su tela
cm 43 x 27
Jiri Kolar
Senza titolo, 1961
(fronte e retro)
Chiasmage e collage su
tagliere di legno
cm 45 x 29 x 2,5
Yajoi Kusama
Set of 5 Pumpkins, 2002
Triangle shape. Limoges porcelain
cm 11 x 12 x 10.5
Sirio Luginbühl - Cinema & Video Indipendente, Padova
Videoframe da Art-Usi, 1987-2002. Video, 20’. Progetto di Sirio Luginbühl e Luca Luciani, con Simonetta Boranga e Francesca Cavallin.
Riprese e fotografie Edoardo Arengi. Aiuto regia Luca Luciani. Collaborazione Marika Giantin. Fotografo di scena Antonio Concolato. Prodotto
da Cinema e Video Indipendente Padova.
Pep Marchegiani
Cervello. Un Apparato col quale
pensiamo di pensare, 2012
Quando i ricchi si fanno la
guerra sono i poveri che
piangono, 2012
Stampa su carta con
intervento (acrilico)
cm 43 x 42 (tiratura: 8 pz. cu.)
Courtesy Spazio Open Bevacqua
Panigai, Treviso
Piergiuseppe Occleppo
Cavolo cappuccio, 2014-15
Olio su tela, cm 90 x 90
I melograni di Margherita, 2015
Olio su tela, cm 50 x 100
Radicchio, 2010-12
Olio su tela, cm 80 x 60
Aldo Pallaro
OGM (Organismi Geneticamente Modificati),
2002
Legno ciliegio, vetro e luce per 6 elementi.
L’uovo spinoso è stato realizzato con
washingtonia filifera, abete, spine di
azzeruolo, cm 40 x 40 cu.
Particolari dell’installazione con 7 elementi.
Payn Azyme (Guerrino Pain)
Radice trevigiana, 2013
Olio e terre su tavola, cm 59 x 43
Payn Azyme (Guerrino Pain)
Nutrimento Olistico, 2015
Olio su tela, cm 120 x 105
Silvia Refatto e Riccardo Misto
Fame: la tavola degli alimenti, 2015
Installazione con tavola, piatti, cuffia, monitor
e strumentazione digitale.
Payn Azyme (Guerrino Pain)
Teofania vegetale, 2005
Olio e combustione su tavola
cm 30 x 200
Tobia Ravà
Il valore della mela, 2013
Tempere acriliche su terracotta resinata
cm 28 ø
Tobia Ravà
Fiboradicchio tardivo, 2011
Resine e tempere acriliche su tela
cm 70x50
Tobia Ravà
Cruv-Cheruv, cherubino
romano, 2015
Bronzo da fusione a
cera persa, patinata e
lucidata
cm 18 x 38 ø
Fabio Stefan
L’albero delle uova, 2015
Fusione in bronzo a cera persa
cm 95 h. x 70 x 40
Vittorio Valente
Senza titolo, 2015
Silicone colorato
cm 30 x 30 x 20
Vittorio Valente
Griglie, 2010
Silicone colorato
cm 26 x 26 x 8
Cesare Vignato
Double mushrooms, 2006
Ink jet su carta
cm 39,5 x 100
Cesare Vignato
Mezzo pieno mezzo vuoto, 2015
Olio su tavola
cm 89 x 55
Luigi Viola
Bersaglio, 2015
Stampa laser su alluminio
cm 100 x 100
Apple, 2015
Olio su pelle
cm 25 x 25
Carla Viparelli
Starfield. Campo stellato, 2011
Legno, rame, 12 elementi
cm 70 x 40 cu.
Affogato al caffè, 2009
Olio su tavola e forex
cm 25 x 20
L’auto pasto, 2011
Olio e stucco su tavola
cm 40 x 30
Cerniera al forno, 2010
Olio su tavola
cm 40 x 30
Arte come alimento sociale di Antonio Costanzo
Già nelle raffigurazioni rupestri, il cibo è indicatore di categorie
sociali. Le scene di caccia stratificano gli uomini dai cacciatori ed
il potere che questi hanno grazie al cibo cacciato utile a sfamare
tutta la tribù. Così nei secoli fino ai giorni nostri, il cibo è sempre
stato segno inequivocabile di: Benessere – Potere – Conquista –
Simbolo della sessualità.
L’artista da sempre ha sviluppato il legame: Cibo – Espressione
artistica – Società.
Negli affreschi pompeiani, il cibo, è dimostrazione di opulenza, di
vita dedita al piacere sfrenato di pochi; affermazione della netta
divisione delle classi sociali (plebei-nobili patrizi).
Nel Rinascimento l’artista attento ai particolari userà il cibo come
abbellimento per indicare una società tesa al bello e al raffinato.
L’arte fiamminga con tavole imbandite a festa, raffigurate nelle
sue nature morte, e con il tripudio di ogni ben di Dio, esalta il cibo
quale indicatore di benessere.
In certi quadri però si intravede e si capta un senso di melanconia
indice, forse, che la felicità non si raggiunge attraverso un unico
senso. Il Post-impressionismo da parte sua, presterà attenzione
agli oggetti che contengono il cibo, a segnale d’una società
disattenta alle grosse problematiche, in quanto oppressa dai
problemi quotidiani di sussistenza, ma carica d’una sensibilità,
che darà una netta svolta sia all’arte che al mondo. Nell’arte
del ‘900 anche i surrogati del cibo diventano importanti: la
spazzatura opera d’arte con un duplice segnale: l’uomo che deve
dare importanza alla natura ed ai suoi messaggi di ribellione.
Immondizia che ci invade; metafora del nostro IO debole,
consumistico. La spazzatura è differenziazione tra: il ricco ed il
povero, le zone residenziali e le bidonville, la forza e la paura, il
potere del singolo sulle debolezze della massa. Ancora oggi per
molti paesi: africani, indiani, asiatici, “Il terzo mondo”, la cosa
più importante al risveglio è trovare da mangiare. Noi, “Il mondo
industrializzato - Sviluppato” ci svegliamo pensando a cosa
buttare e a come apparire. Un mondo disorganizzato in funzione
di una globalizzazione lungi da venire.
Il cibo quale mezzo di conquista del partner: dalla gola al
letto. Tutto questo è ben espresso negli spot pubblicitari che
visualizzano ed incentivano i nostri desideri, illusioni, passioni.
Spot che l’artista realizza attraverso immagini della vita “reale”
spesso più virtuale del reale. L’artista, quale essere sensibile e
attento ai cambiamenti, attraverso la sua interpretazione degli
alimenti, ci indica più chiaramente la direzione dello spirito della
società contemporanea. Questa sua capacità di interiorizzare
l’energia che lo circonda, trasformata in opere premonitorie, in
quanto anticipano fenomeni di massa, ci deve servire da segnale
per prendere coscienza dei bisogni vitali positivi della nostra
società.
Le opere degli artisti selezionati per Arte Cibo per la mente del
2015, a differenza di “Alimentarte” del 2002, mostrano una
propensione a considerare più volentieri le proteine non animali.
Questo a dimostrare il cambiamento epocale in atto, dove nel
mondo della cultura, atteggiamenti derivati da filosofie vegane e
vegetariane, hanno il sopravvento sul pensiero carnivoro. Tuttavia
gli artisti hanno espresso in modo chiaro ed esaustivo il rapporto
tra Società-Cibo-Mente-Illusione, dando la possibilità al visitatore
della mostra di interagire con il paradosso bulimia anoressia, ma
anche di gustare il piacere della tavola, la soddisfazione della
gola; tutto è possibile senza alcuna conseguenza fisica reale.
La forza dell’artista è la sua capacità di aggredire per influenzare,
di scioccare per constatare, di comunicare attraverso l’arte
messaggi d’attenzione a questa Società disattenta alle cose
importanti della vita.
Vally Zacchello
Egade, 2005
Ceramica Raku
cm 38 h. x 19 ø
Vulcano, 2005
Ceramica Raku
cm 22 h. x 14 ø
Cocciniglia, 2006
Ceramica Raku
cm 21 h. x 20 ø
Incontri, 2005
Ceramica Raku
cm 9 h. x 32 ø
mostra a cura di Maria Luisa Trevisan
arte cibo per la mente
Gigliola Bessega
Julia Bornefeld
Michela Bortolozzi
Silvano Braido
Mirella Brugnerotto
Silvio De Campo
Mei-Yuan Chen
Franco Cimitan
Francesca Marina Costa
Elisabetta Di Sopra
Amedeo Fontana
Roberto Fontanella
Ali Hassoun
Bobo Ivancich
Abdallah Khaled
Jiri Kolar
Yajoi Kusama
Sirio Luginbühl
Pep Marchegiani
Piergiuseppe Occleppo
Aldo Pallaro
Pain Azyme
Tobia Ravà
Silvia Refatto e Riccardo Misto
Fabio Stefan
Vittorio Valente
Cesare Vignato
Luigi Viola
Carla Viparelli
Vally Zacchello
mostra a cura di
Maria Luisa Trevisan
allestimenti e grafica
Tobia Ravà
testi di
Antonio Costanzo
Maria Luisa Trevisan
in collaborazione con Studio
Guastalla Arte Moderna e
Contemporanea, Milano; Spazio
Open Bevacqua Panigai, Treviso
grafica e stampa
Grafiche Turato, Rubano
www.graficheturato.it
Organizzazione
PaRDeS-Laboratorio di Ricerca d’Arte
Contemporanea, Via Miranese 42,
Mirano (VE), tel./fax 041-5728366;
3491240891; [email protected];
[email protected]; www.artepardes.org
Ingresso gratuito su prenotazione per
visite (da mercoledì a domenica dalle
ore 15 alle 19) incontri e workshop
(orari a seconda degli eventi in
programma).
Patrocini: Provincia di Treviso,
Comune di Roncade, Comune di
Mirano, Istituto Regionale Ville Venete,
Associazione Ville Venete, Grandi
Giardini Italiani, Istituto Italiano
dei Castelli, Castello di Roncade,
Confartigianato Imprese Treviso.
Castello di Roncade (TV)
11 aprile - 4 maggio 2015
PaRDeS-Laboratorio di Ricerca
d’Arte Contemporanea
Via Miranese 42 - Mirano (VE)
17 maggio - 12 luglio 2015
Art Factory di Tobia Ravà
Dorsoduro 2324 - Venezia
3 giugno - 12 luglio 2015
Sabato 11 aprile ore 18
inaugurazione Arte cibo per la
mente al Castello di Roncade
(TV). Orari Sabato 11 ore 10-20.
Domenica 12 aprile 10-19. Dal
13 al 4 maggio dalle ore 10 alle
12 e 14-18 su appuntamento.
Castello di Roncade (TV) Via
Roma 141 - 31056 Roncade (Tv)
[email protected]
0422708736 cell. 3383997644
Organizzazione Primavera in
Castello: Ilaria Ciani Bassetti
e Giovanna Poggi Marchesi. In
collaborazione con PaRDeS –
Laboratorio di Ricerca d’Arte
Contemporanea, in Via Miranese
42, Mirano (VE)
Si ringrazia la Baronessa Ilaria ed
il Barone Vincenzo Ciani Bassetti
Mercoledì 3 giugno
inaugurazione Arte cibo per
la mente ore 18 presso l’Art
Factory di Tobia Ravà, Dorsoduro
2324 a Venezia, aperta fino al 12
luglio da mercoledì a domenica
16.00-19.00
Mercoledì 17 giugno, ore 21
Maschio Alfa di Marco Perini
(Casa Editrice el squero). Incontro
con l’autore, a PaRDeS – Mirano.
Interverranno Donatella Cipolato
(voce recitante), Rosaria De
Filippis (pianista), Davide Livieri
(editore)
Giovedì 25 giugno, ore 21
Il Merito delle Donne di Moderata
Fonte, a PaRDeS – Mirano.
Lettura scenica della Compagnia
delle Smirne, a cura di Renata
Cibin. Con Marilè Angelini,
Federica Baldan, Karine Baldan,
Ilaria Morelli, Monica Niero,
Francesca Schiavon, Anna
Volpato. Assistenza tecnica di
Franco Bozzao
Giovedì 2 luglio, ore 21
Làtomàs, Cantori veneziani, a
PaRDeS, Mirano.
Eventi a Mirano e Venezia
Domenica 17 maggio
inaugurazione Arte cibo per
la mente ore 17 a PaRDeS –
Laboratorio di Ricerca d’Arte
Contemporanea, aperta fino al
12 luglio. Ingresso gratuito. Visite
su prenotazione da mercoledì a
domenica dalle ore 16 alle 19.
Domenica 24 maggio,
ore 10.30-16.00
Essere Pace, meditazione in
giardino, a PaRDeS – Mirano
ore 17.30
Guido Cingano Ensamble Classic
Sound diretto dal maestro Guido
Cingano, a PaRDeS – Mirano
studio grafico /
stampa offset e digitale /
casa editrice /
servizi per l’editoria /
refoli e sussurri
per un viaggio felice