titolazione

Dr. Giuseppe Cappelletti
Dipartimento di Chimica
http://users.unimi.it/interfasi/
Corso di Laurea in Biotecnologie Industriali e Ambientali
A.A. 2014/2015
DEFINIZIONI
La TITOLAZIONE è una procedura analitica volumetrica che serve per determinare il titolo
(ossia la concentrazione) di un analita per aggiunta di un titolante a concentrazione nota
Una quantità incognita del campione da analizzare viene sciolta in un opportuno solvente. A
questa soluzione vengono aggiunte gradualmente quantità di un secondo reagente (detto
titolante) in forma di soluzione a concentrazione rigorosamente nota, fino al punto finale
(End Point).
Il titolante viene generalmente dosato tramite una buretta.
Conoscendo la stechiometria della reazione chimica tra campione e titolante è possibile
risalire alla quantità del campione partendo dal volume esatto di titolante consumato.
Analita + Titolante → Prodotti
REQUISITI NECESSARI per una corretta titolazione:
1) Stechiometria di reazione fissa e nota
2) Reazione completamente spostata verso destra
3) Reazione rapida (pochi minuti)
4) Punto finale rilevabile
5) Assenza di reazioni secondarie
6) Titolante generalmente più concentrato dell’analita
(per minimizzare gli effetti di diluizione)
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DEFINIZIONI
PUNTO di EQUIVALENZA (Equivalence Point, VEQ): punto teorico di una titolazione
corrispondente alla quantità di titolante ESATTAMENTE EQUIVALENTE (in termini di moli)
alla quantità di ANALITA
SPERIMENTALMENTE il punto di equivalenza NON E’ RILEVABILE: possiamo solo stimare
la sua posizione attraverso l’osservazione di un cambiamento fisico associato alle condizioni
di equivalenza.
PUNTO FINALE (End Point, VEP): punto di una titolazione in cui avviene un cambiamento
fisico associato alle condizioni di equivalenza chimica. E’ DETERMINABILE
SPERIMENTALMENTE.
ERRORE DI TITOLAZIONE:
Et = VEP – VEQ
RETROTITOLAZIONE: quando la reazione non è sufficientemente veloce o il “punto finale”
non è di facile rilevamento, una tecnica usata è quella della retro-titolazione. Consiste
nell'aggiungere al campione una quantità nota di titolante che sia ben oltre quanta ne
occorra per completare la reazione. Il campione reagirà consumando parzialmente il
titolante aggiunto. L'eccesso di titolante viene quindi a sua volta titolato con un secondo
titolante a concentrazione nota con cui il primo titolante reagisce in modo veloce e
facilmente rilevabile.
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DETERMINAZIONE DEL PUNTO FINALE
Spesso si ricorre ad un indicatore (una sostanza che cambia colore in funzione dell'ambiente
chimico in cui si trova), ma si possono anche sfruttare altri tipi di rilevazione, ad esempio molto
utilizzate sono le tecniche elettroanalitiche (es. pH-metria, potenziometria, conduttimetria,
etc.) o spettrofotometriche.
Esistono diversi tipi di titolazione, classificati in funzione della reazione su cui si basano o della
tecnica adottata per il rilevamento del punto finale:
• titolazioni ACIDO-BASE basate sulla neutralizzazione di un acido da parte di una base o
viceversa
• titolazioni di OSSIDORIDUZIONE (o redox), basate sulla reazione tra un ossidante ed
un riducente
• titolazioni COMPLESSOMETRICHE, basate sulla reazione di formazione di composti di
coordinazione
• titolazioni per PRECIPITAZIONE, basate sulla reazione di formazione di sali poco
solubili (precipitati)
• titolazioni conduttimetriche, in cui il completamento della reazione viene rilevato
misurando la conducibilità elettrica della soluzione
• titolazioni spettrofotometriche
• titolazione radiochimiche, che sfruttano reattivi marcati o l'induzione di radioattività
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SOLUZIONI STANDARD E LORO STANDARDIZZAZIONE
•
NH2
HCl 0.1 M (a partire da quello al 37%)
Standardizzazione con TRIS [tris(idrossimetil)-amminometano]
•
HOH2C
HOH2C
NaOH 0.1 M (a partire da quella al 50 %: Na2CO3 insolubile)
CH2OH
COOH
Standardizzazione con KHPh (Idrogeno Ftalato di Potassio)
COOK
•
EDTA 0.01 M (a partire dal sale sodico diidrato, Na2H2Y2H2O [PM 372.24])
E’ uno standard primario, ma è meglio standardizzarlo con Zn sciolto in HCl o H2SO4
•
AgNO3 0.05 M (a partire dal sale)
Standardizzazione con KCl (standard primario NIST)
•
Sodio tiosolfato 0.1 M (a partire dal sale Na2S2O35H2O)
Standardizzazione con potassio iodato KIO3 (standard primario NIST)
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CALCOLI NELLE TITOLAZIONI
nanalita  ntitolante
M analitaVanalita  M titolanteVtitolante
Esaminiamo le seguenti reazioni tra acidi e basi:
1) HCl + NaOH = NaCl + H2O 1 mole di acido reagisce con 1mole di idrossido (1:1)
2) H2SO4 + 2 KOH = K2SO4 + 2 H2O 1 mole di acido reagisce con 2 moli di idrossido (1:2)
3) 2 HBr + Ca(OH)2= CaBr2 + 2 H2O 2 moli di acido reagiscono con 1 mole di idrossido (2:1)
4) 2 H3PO4 + 3 Ba(OH)2=Ba3(PO4)2+ 6 H2O 2 moli di acido reagiscono con 3 moli di idrossido (2:3)
Si nota che i rapporti di combinazione variano a seconda dei reagenti
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ALCUNE CONSIDERAZIONI
Al punto stechiometrico il pH non è necessariamente uguale a 7, in quanto dipende dagli ioni
derivanti dall’acido e dalla base utilizzati nella titolazione.
 Titolazione di un acido forte (es. HCl) con una base forte (es. NaOH) o viceversa: al punto
stechiometrico avremo presenza unicamente di ioni Na+ e Cl e, di conseguenza, pH = 7.
 Titolazione di un acido debole (CH3COOH) con una base forte (NaOH), oltre a Na+, avremo
presenza di ione acetato CH3COO, che dà luogo a fenomeni di idrolisi alcalina (pH > 7).
Titolazione di una base debole (NH3) con un acido forte (HCl): avremo idrolisi acida dello
ione ammonio NH4+ (pH < 7).
Le curve di titolazione permettono di visualizzare l’andamento del pH della soluzione titolata
in funzione del volume aggiunto di soluzione titolante: all’altezza del punto stechiometrico si
ha una brusca variazione del pH.
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: INDICATORI
Indicatore: composto (o un sistema di più composti) in grado di subire modifiche
facilmente osservabili (di solito il colore) in funzione dell'ambiente chimico in cui si
trova (acido o basico, ossidante o riducente, ricco o povero di un dato ione,...).
Gli indicatori vengono generalmente impiegati in soluzione per determinare il punto
finale di una titolazione o supportati su strisce di carta per rapide valutazioni (le
cosiddette "cartine indicatrici").
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: INDICATORI
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: INDICATORI
Titolazione di NaOH con HCl
usando la fenolftaleina
acidità
Il colore viola dell'indicatore deprotonato (pH > 8)
è dovuto alla estesa delocalizzazione degli
elettroni nel sistema  coniugato
OH
OH
C
O
O
O
9.0
9.9
O-
C
C
pH = 8 incolore
8.0
+ H3O+
O
C
O-
pH 8-12
rosso
pKa = 9.4 vira a pH 8-10 dall’incolore al rosso
pKa = 9,7 vira a pH 8-10 dall'incolore al rosso
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: INDICATORI
Titolazione di HCl con NaOH usando il
verde di bromocresolo
O
O
S
H3C
S
O
Br
O
O
O-
Br
H3C
+ H+
OH
Br
H3C
HO
O
Br
H3C
Br
HO
Br giallo
Br
Br
blu
pKa = 4.7 vira a pH 4.0-5.6 da giallo a blu
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: SCELTA DELL’INDICATORE
La transizione di colore è facilmente
individuabile quando una delle due
forme dell’indicatore è incolore
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: DETERMINAZIONE PUNTO FINALE
 durante una titolazione acido-base, l’indicatore agisce come acido o base debole addizionale
 l’indicatore deve essere una base o un acido più debole della specie che si sta determinando
(deve essere titolato DOPO l’analita)
 deve essere presente in concentrazioni relativamente basse, in modo da non interferire con la
curva di titolazione e punto di equivalenza normali
 deve offrire una variazione di colore netta e distinguibile
Il fenomeno di variazione del colore di un indicatore viene detto viraggio.
L'occhio umano lo recepisce quando una delle due forme colorate
dell'indicatore è presente in rapporto almeno 10 : 1 sull'altra
HIn + H2O ↔ In- + H3O+
KIn = [H3O+] [In-]/[HIn]
un indicatore assume una colorazione netta quando una forma è almeno circa
10 volte l’altra: [HIn]/[In-] >10
[H3O+] > 10 KIn
[H3O+] < 1/10 KIn
range pH (indicatore) = pKIn ± 1
Il pH di viraggio dell’indicatore (pKa ± 1) deve coincidere con il pH al punto di equivalenza o
sovrapporsi in maniera significativa alla variazione di pH che avviene al punto di equivalenza
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: SCELTA INDICATORE
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE
acido forte – base forte (HCl con NaOH, KOH con HNO3, etc.)
CONDIZIONI DI TITOLABILITA’
acido forte - base forte
(base forte - acido forte)
ca ≥ 10-4 M
Dopo il punto di equivalenza, il pH è determinato dall’eccesso
di ioni OH- nella soluzione
Al punto di equivalenza, OH- aggiunto è
esattamente sufficiente per reagire con
tutto H+. Il pH è determinato dalla
dissociazione dell’acqua
Prima di raggiungere il punto di equivalenza, il
pH è determinato dall’eccesso di ioni H+ nella
soluzione rispetto alla base aggiunta
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: EFFETTO DELLA CONCENTRAZIONE
acido forte – base forte
La figura riporta due curve di titolazione
ottenute titolando
 HCl 0.05 M con NaOH 0.1000 M  A
 HCl 0.0005 M con NaOH 0.0010(00) M  B
ATTENZIONE:
La regione del flesso si restringe in caso di
soluzioni più diluite
Nel caso A tutti e tre buoni (dello stesso ordine
di grandezza della lettura della buretta)
Nel caso B solo blu di bromotimolo ottimale
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE
acido debole – base forte (acetico, maleico, etc.)
CONDIZIONI DI TITOLABILITA’
acido debole - base forte
(base debole - acido forte)
Ka∙ca ≥ 10-8
La curva di titolazione di un acido debole con una base forte può essere suddivisa in 4
regioni distinte:
 all’inizio abbiamo in soluzione soltanto l’acido debole (pH determinato dalla
concentrazione e dalla Ka dell’acido stesso);
 dopo un’aggiunta limitata di base forte abbiamo contemporanea presenza di acido
debole e della sua base coniugata: il pH varia di poco per effetto del sistema tampone
formatosi all’interno della soluzione;
 al punto di equivalenza gli equivalenti di acido debole sono numericamente uguali
agli equivalenti di base forte; siamo però a pH basico per effetto dell’idrolisi della base
coniugata dell’acido debole titolato;
 superato il punto di equivalenza il pH sale bruscamente a causa dell’eccesso di ioni
idrossido derivanti dalla base forte, fino a stabilizzarsi per effetto della crescente
diluizione.
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE
acido debole – base forte (CH3COOH con NaOH)
pH
Man mano che si aggiunge la base forte, questa consuma un quantità stechiometrica di acido:
CH3COOH(aq) + NaOH(aq)  CH3COO-(aq) + H2O(l)
pH  pK a  log
Ca
n
 pK a  log a
Cb
nb
equazione di
Henderson-Hasselbalch
 effetto tampone è massimo quando ca = cb e quindi pH = pKa
 Regione tamponante è compresa nell’intervallo pKa±1
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: PROPRIETÀ DELLE SOLUZIONI TAMPONE
Capacità tampone
Effetto della diluizione sul pH
di una soluz. tampone (pKa =4),
di un ac. debole
di un acido forte
pH = pKa
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE: SCELTA INDICATORE
acido debole – base forte
ac. acetico 0.1M con NaOH 0.1000 M
ac. acetico 0.001M con NaOH 0.0010 M
non varia il pH nella zona tampone perché
questo non dipende dalla diluizione
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE
Il salto di pH si riduce sensibilmente al diminuire di Ka o Kb, cioè della
forza dell’acido o della base
acido debole – base forte
Tit. in ambiente
non acquoso
base debole – acido forte
Indicatore
strumentale
Indicatore
chimico
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE PER SISTEMI POLIPROTICI
Negli acidi poliprotici ogni protone dissocia gradualmente, dunque nella titolazione ci sono
n punti di equivalenza corrispondenti ad ogni protone ionizzabile
I flessi sono distinti se si verificano le due condizioni seguenti:
 ca·Ka1 e ca·Ka2 > 10-8
 Ka1 / Ka2 > 104
l’acido ossalico può
essere titolato invece
solo come monoprotico
H2SO3 può essere
titolato come acido
diprotico con due flessi
distinti solo se c > 0.2
M
Titolazione di
20 ml di H2A
0,1000 M
Ka1=1,00∙10-3
Ka2=1,00∙10-7
Miscela di un acido forte con un acido debole: 2 flessi distinti. Superato il punto di
equivalenza stechiometrica relativo all’acido forte, inizia la titolazione dell’acido debole
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TITOLAZIONI ACIDO-BASE PER SISTEMI POLIPROTICI
Nella titolazione di Na2CO3 con HCl ci sono due punti di equivalenza:
 uno per la formazione di HCO3
HCO3-  H+ + CO32K2 = 4.8 10-11
 uno per la formazione di H2CO3
H2CO3  H+ + HCO3K1 = 4.2 10-7
pH
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APPLICAZIONI PRINCIPALI DELLE TITOLAZIONI ACIDO-BASE
•
Acidi e basi in generale
•
Azoto organico (metodo di Kjeldahl) nei composti organici (alimenti)
1) mineralizzazione o digestione del campione in acido solforico con catalizzatore
N → NH4+
2) alcalinizzazione della soluzione con soda per liberare ammoniaca
NH4+ + OH- → NH3 + H2O
3) titolazione dell’ammoniaca
- con retrotitolazione dopo aver fatto gorgogliare ammoniaca in acido a
concentrazione nota
- NH3 + H3BO3 → (NH4)+ + H2BO3-
•
Nitrati e nitriti: vengono ridotti a NH4+ e poi sono trattati come la Kjeldahl
•
•
Zolfo: S + O2 → SO2
Carbonio: C + O2 → CO2
SO2 + H2O2 → H2SO4
CO2 + Ba(OH)2 → BaCO3 + H2O
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE
Sfruttano la capacità di determinati composti organici di formare complessi stabili con
ioni di metalli in soluzione
Complessi:
struttura generale
Leganti
polidentati:
hanno
a
disposizione più doppietti elettronici,
dunque possono formare più di un
legame coordinativo e formano dunque
complessi più stabili.
I complessi formati da leganti polidentati
vengono anche chiamati chelati
• etilendiammina (EN) (n = 2) H2N-CH2-CH2-NH2
• diammino-dietilammina (DEN) (n = 3) H2N-CH2-CH2-NH-CH2-CH2-NH2
• acido nitrilo-triacetico (NTA) (n = 4) (HOOC-CH2)3N
• acido etilen-diammino-tetra-acetico (EDTA) (n = 6)
(HOOC-CH2)2N -CH2-CH2-N(CH2-COOH)2
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE: EDTA
Acido etilenediamminotetracetico (EDTA) è uno dei complessanti più utilizzati:
• Forma complessi 1:1 con la maggior parte dei
metalli (eccetto del gruppo 1A), nonostante la
carica del catione
• Forma complessi stabili e solubili in acqua
• È uno standard primario.
• È normalmente usato come sale bisodico per
aumentarne la solubilità
• Presenta un’elevata costante di formazione
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE: EDTA
La forza e la stabilità dei complessi con l’EDTA dipendono dal pH
visto che è Y4- la specie che complessa il metallo, qualunque cosa alteri la sua
disponibilità, influenzerà la titolazione
Per ottenere punti finali molto netti, le
soluzioni sono normalmente tamponate
in condizioni basiche (attenzione alla
precipitazione del metallo stesso)
pH
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE: EDTA
Mn   Y4-  MY(n -4)


MY

M Y 
(n - 4) 
K MY
n
4-
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE: EDTA
pH = 10
Interazione
EDTA catione
pH = 6
Ruolo K
pH
minimo
necessario
per
titolazione vari cationi con EDTA
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE: INDICATORI
Nelle titolazioni complessometriche l'individuazione dell’end point viene effettuata mediante
l’uso di indicatori metallocromici
Essi sono acidi poliprotici in grado di formare chelati con l'analita in esame, e sono
caratterizzati dal fatto che, in opportune condizioni di pH, l'indicatore libero e quello
legato al metallo hanno diversa colorazione.
Devono ovviamente essere complessanti più deboli dell’EDTA. Dapprima l’EDTA reagisce
con il metallo non complessato, poi all’end-point l’EDTA sposta il complesso metalloindicatore, causando il viraggio di colore
M + Y’  MY
M-Ind + Y’  MY + Ind
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TITOLAZIONI COMPLESSOMETRICHE: INDICATORI
Nero di eriocromo T
(NECT o EBT, dall'inglese Erio-Black T)
È un acido triprotico: nell'intervallo di pH utile ai fini delle
titolazioni con EDTA (5 < pH < 13) esistono le specie H2In-,
HIn2- e In3-, di colore rosso, blu e arancione, rispettivamente.
Dato che il colore del complesso metallo-indicatore e' rosso
violaceo, e‘ evidente che il NECT deve essere utilizzato
nell'intervallo di pH tra 8 e 10.
Di solito lo si utilizza come miscela solida NET + NaCl 1:100.
M + Y’  MY
M-Ind + Y’  MY + Ind
Complessi sono ROSSI
Forma non complessa è BLU
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TITOLAZIONI PER PRECIPITAZIONE
Queste titolazioni si basano su reazioni di precipitazione cioè sulla formazione nell’ambiente
di reazione, di composti separabili in fase solida. Il titolante deve quindi reagire con l’analita
dando un composto poco solubile:
analita + titolante  precipitato
In genere una titolazione gravimetrica si considera completa
se il prodotto di solubilità Kps < 10-8
Le applicazioni più comuni dei metodi gravimetrici sono quelle degli alogenuri (Cl-, Br-,I-)
precipitabili come sali di argento per titolazione con AgNO3 (ARGENTIMETRICHE)
Si possono inoltre determinare i seguenti ioni:
- Zn2+ precipitabile con [Fe(CN)6]4- SO42- precipitabile con Pb2+ o con Ba2+
- SCN- precipitabile con Ag+ per titolazione diretta
- CN- , CrO42- , C2O42- , PO43- , S2- precipitabili con Ag+ per retrotitolazione
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TITOLAZIONI PER PRECIPITAZIONE
Le curve di titolazione gravimetriche si
presentano come delle sigmoidi crescenti
o decrescenti, ottenute riportando i valori
delle p-Ione
(pIone = -log[Ione] dell’analita da
dosare) in funzione dei volumi aggiunti
di reattivo titolante.
Il loro andamento dipende sia dalla
concentrazione dell’analita in esame sia dal
valore del prodotto di solubilità Kps
risultano tanto più ripide:
• quanto maggiori sono le concentrazioni e
• quanto minori i prodotti di solubilità
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TITOLAZIONI PER PRECIPITAZIONE
•
Cambio di colore
Ag+ + Cl-  AgCl (
•
)
Metodo di Fajans: adsorbimento di indicatore
Adsorbimento di fluoresceina ad Ag+(rosso)
•
Metodo di Mohr: Ione cromato
2Ag+ + CrO42-  Ag2CrO4 (rosso)
[CrO42-] < 6.6x10-3 M at pH 7-10
•
Metodo di Volhard: Ferro (III) e SCNAg+ + SCN-  AgSCN (
)
Fe3+ + SCN-  Fe(SCN)2+ (rosso)
•
Potenziometria
•
Amperometria
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TITOLAZIONI ARGENTIMETRICHE
Metodo di Fajans (titolazione diretta):
titolante: AgNO3
Ag+(aq) + Cl-(aq) → AgCl(s, bianco)
indicatore anionico: diclorofluoresceina (carica negativamente)
prima del punto finale: eccesso di Clche si adsorbono sulla superficie delle
particelle di AgCl
 Repulsione dell’indicatore anionico
dopo il punto finale: eccesso di Ag+
che si adsorbono sulla superficie delle
particelle di AgCl
 Attrazione dell’indicatore anionico
con relativo cambio di colore
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TITOLAZIONI ARGENTIMETRICHE
Metodo di Mohr (titolazione diretta ioni cloruro):
titolante: AgNO3
indicatore: soluzione al 5% p/v di K2CrO4
durante la titolazione precipita prima il meno solubile AgCl (bianco); dopo il punto di
equivalenza, l’eccesso di Ag+ fa precipitare Ag2CrO4 (rosso mattone)
Ag+(aq) + Cl-(aq) → AgCl(s, bianco)
2Ag+(aq) + CrO42-(aq, giallo) → Ag2CrO4(s, rosso)
CONDIZIONI:
6 < pH < 9
(a pH < 6.0 lo ione CrO42- passa a Cr2O72- mentre per pH > 9.0 tende a precipitare Ag2O)
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TITOLAZIONI ARGENTIMETRICHE
Metodo di Volhard (titolazione indiretta o retrotitolazione)
si aggiunge alla soluzione da titolare una quantità nota e in eccesso di AgNO3 per precipitare
quantitativamente AgX.
L’eccesso di Ag+ viene retrotitolato con una soluzione titolata di KSCN (tiocianato di potassio)
con indicatore solfato doppio di ferro(III) e ammonio.
All’equivalenza si forma il complesso [Fe(SCN)]2+ rosso intenso
Problema: durante la retrotitolazione, reazione di metatesi (scambio di due o più ioni fra
elementi e gruppi aventi la stessa valenza):
AgX (solido) + SCN-  AgSCN + Xcon conseguente maggior consumo del titolante KSCN. Se prima della retrotitolazione si
aggiungono piccole quantità di nitrobenzene, il precipitato di alogenuri si ricopre di uno strato
superficiale idrorepellente che impedisce il contatto con la soluzione di tiocianato e quindi la
metatesi.
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TITOLAZIONI REDOX
Sfruttano reazioni di ossidoriduzione tra l’analita e il titolante
Le sostanze ossidanti e le tecniche ossidimetriche più impiegate sono:
KMnO4
permanganometria
K2Cr2O7
dicromatometria
(NH4)2Ce(NO3)6 oppure (NH4)4Ce(SO4)4·2H2O
cerimetria
Sistema I2/Iiodimetria e iodometria
KBrO3
bromatometria
Altri ossidanti pur energici come acido nitrico, cloro, perossido di idrogeno,
etc. non vengono usati come titolanti
PERCHE’
non presentano caratteristiche di sufficiente stabilità
oppure non hanno il requisito indispensabile per una titolazione, cioè quello di
dare reazioni che decorrono secondo un unico rapporto stechiometrico
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TITOLAZIONI REDOX
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CASO 1
In permanganometria cioè nelle titolazioni che usano KMnO4 come titolante (ossidante),
non c’è bisogno di indicatori:
il reattivo titolante (viola) si decolora reagendo; all’equivalenza, la soluzione si colora
in rosa tenue per l’aggiunta di una goccia di permanganato in eccesso
CASO 2
TITOLAZIONI REDOX: INDICATORI
Nelle titolazioni dirette o indirette con iodio si usa come indicatore la “salda d’amido”:
l’amido solubile forma con lo iodio (I2 o I3-), un composto di adsorbimento avente un’intensa
colorazione blu.
In generale, il punto di equivalenza viene rivelato facendo uso di indicatori redox, cioè
composti organici che nella loro forma ossidata, presentano una colorazione diversa da
quella assunta nella forma ridotta:
Indossidato + n e-  Indridotto
colore A
colore B
Come tutte le semicoppie redox, anche tale coppia è reversibile e caratterizzata da un
potenziale standard.
Il valore del potenziale corrispondente alla condizione [Indossidato ] = [Indridotto] si dice
potenziale di transizione dell’indicatore
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TITOLAZIONI REDOX
Un indicatore va quindi scelto in modo che il suo potenziale di transizione E°capiti al
centro del flesso della curva di titolazione.
Definito il pH del mezzo, il potenziale di transizione si può considerare costante, poichè negli
equilibri di alcuni indicatori compaiono ioni H+
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Si raccomanda di fare ESERCIZI
di stechiometria per le titolazioni
Si veda a tal proposito il materiale fornito
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