Direttore Ezio Mauro Fondatore Eugenio Scalfari NZ ANNO 39 - N. 248 ALVOHXEBbahaajA CSDFDEDQDF 9 770390 107009 www.repubblica.it PD-1F IN ITALIA € 1,40 CON “MICHAEL JACKSON” € 11,30 (PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE R2/ LA COPERTINA MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 R2/ LA CULTURA IN REGALO CON REPUBBLICA IL SUPPLEMENTO “AUTO” 48 PAGINE A COLORI SULLE NOVITÀ DEL MERCATO Londra è sempre più italiana ormai siamo mezzo milione € 1,30) 41021 Il Papa che ama il dialogo e non l’imposizione della verità ENRICO FRANCESCHINI E MARIANA MAZZUCATO ZYGMUNT BAUMAN Espulsi i ribelli, rivolta tra i 5stelle Renzi: Pd aperto a tutti. È scontro IL REPORTAGE Gli incubi di Erdogan tra curdi e Stato > Sì al premio di lista nell’Italicum. Grillo: visita medica obbligatoria ai clandestini, e poi a casa Islamico L’ANALISI Che cosa vuol dire partito-nazione ROMA. Renzi alla direzione del Pd invita il partito ad «aprirsi a realtà diverse». Ed è scontro con la minoranza, invitata a partecipare alla Leopolda. L’ex presidente Cuperlo accusa il premier di farsi un «partito parallelo». Alfano dice sì al voto col premio di lista, anziché di coalizione. Sul fronte M5s ieri è stata la giornata dell’espulsione dei quattro con- testatori saliti sul palco del Circo Massimo. Sul blog Grillo scrive: “I profughi vanno accolti; i clandestini rispediti da dove venivano”, aggiungendo che servono visite mediche obbligatorie. Rinasce l’eurogruppo con l’Ukip grazie all’ingresso del parlamentare polacco Iwaszkiewicz. DA PAGINA 2 A PAGINA 9 PIERO IGNAZI ER ora il segretario Renzi non rottama il partito. Anzi. Demitizzando le primarie a strumento tra i tanti per scegliere candidati e dirigenti il segretario re-introduce un elemento cardine di qualsiasi organizzazione politica che si voglia stabile: il ruolo centrale della classe dirigente. Ora che Matteo Renzi e la sua corrente (del resto, che cosa è la Leopolda se non una classica riunione di corrente, per quanto smart e cool nella forma) sono alla barra del timone si rendono conto che più un partito è “liquido”, più è contendibile. P BERNARDO VALLI ISTANBUL È SEGUE A PAGINA 34 LA POLEMICA Il cerchio rosso sui dissidenti SEBASTIANO MESSINA EPPE Grillo ha decapitato la dissidenza del Circo Massimo segnando su Facebook le teste dei colpevoli con un cerchio rosso, e Gianroberto Casaleggio ha risposto a quei quattro che gli chiedevano dal palco un po’ più di trasparenza espellendoli in un post scriptum. Ormai la realtà supera la satira, nel M5s, e gli stessi militanti restano senza fiato assistendo alla degenerazione farsesca di quella democrazia del web dove tutto doveva essere meraviglioso. B SEGUE A PAGINA 35 califfato immaginario quello proclamato il 29 giugno nella valle del Tigri e dell’Eufrate. Nella sua traduzione pratica è invece una macchina infernale. È immaginario perché risveglia il ricordo della città islamica nell’età classica, spesso associata all’idea di un’epoca d’oro dell’Islam, al paradiso perduto, alla potenza svanita, alla comunità dei credenti ancora unita. Insomma un messianismo emblematico della crisi che attraversa il mondo arabo. E al tempo stesso in concreto, oggi, è un’entità cosmopolita con confini instabili e ambizioni sterminate, composta da fanatici religiosi, giovani in cerca d’avventura, tagliagole, stupratori, mercenari e buoni combattenti. Un’internazionale formatasi in prossimità dei luoghi dove furono ambientate alcune delle bellissime pagine di Mille e una notte. Dunque accende fantasie e paure. Sogni e incubi. Le grandi istituzioni sunnite e ancor meno quelle sciite non gli riconoscono la minima autenticità. UN La foto dei contestatori saliti sul palco del Circo Massimo, pubblicata su Facebook da Grillo, con i loro volti cerchiati in rosso RESPINTA L’ARCHIVIAZIONE: TRA GLI ACCUSATI IL VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE E IL SEGRETARIO PD Rimborsi in Piemonte, il gip vuole il processo La Ue e la manovra Barroso insiste: “Tagliate 8 miliardi” TORINO.Nella rimborsopoli del Consiglio del Piemonte rinviati a giudizio 2 assessori della giunta Chiamparino e il segretario regionale Pd. ALBERTO D’ARGENIO E ROBERTO PETRINI ALLE PAGINE 10 E 11 SERVIZI ALLE PAGINE 12 E 13 LA STORIA RSALUTE I fondi per il turismo A 60 anni assunti come apprendisti DANIELE AUTERI E ROBERTA REI A PAGINA 23 R2/ IL CASO Il viaggio impossibile verso Matera capitale della cultura senza una stazione La democrazia estetica reclama leader giovani e belli DAL NOSTRO INVIATO GABRIELE ROMAGNOLI FABIO TONACCI ER le Ferrovie dello Stato Matera non esiste. Cancellata. Il nome della futura capitale europea della cultura non appare in nessun tabellone delle partenze. Non viene mai pronunciato dalla voce metallica degli speaker nelle stazioni. P A PAGINA 25 IOVANI, carini, molto occupati: a governare. Si afferma in occidente una nuova generazione: il macho democratico. Leader accomunati nell’apparenza, ancor prima che nella sostanza. L’ultimo in ordine di tempo è Gabriel Wikstrom, svedese, definito «il ministro bello». G MATERA Ecco la classifica degli ospedali: i migliori quelli che operano di più BOCCI ALLE PAGINE 44 E 45 ALLE PAGINE 14 E 15 CON UN ARTICOLO DI VAN BUREN roma n z o IL RITORNO DI PADRE MATTEO A PAGINA 39 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. ■CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. 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Dobbiamo LA essere chiari, se tu costruisci e rafforzi GIOR un partito parallelo scegli un particolare NA modello, la locomotiva si avvia in quella TA direzione e si porta appresso tutti gli altri vagoni. A quel punto andremo verso una confederazione». Verso una deriva. Non il solo attacco. Alfredo D’Attorre afferma che «il partitofederazione non reggerebbe una settimana». Francesco Boccia chiede «si costruisca un’idea paese da sinistra». Pippo Civati vuole un referendum tra gli iscritti sul Jobs Act. Una pioggia di critiche. Il segretario-premier assicura: «Prendo un impegno: mai e poi mai ci sarà la strutturazione di una organizzazione parallela sul territorio da parte mia, niente correnti». La sua idea di Pd è nella scommessa di allargare le maglie del partito, che includa perciò dalla sinistra di Gennaro Migliore a Scelta civica di Andrea Romano a Italia Popolare. Un Partito interclassista, maggioritario: il Partito della Nazione. Un paio di «puntini sulle i», Renzi vuole metterli. Sulla fiducia, non si può fare come pare: la fiducia si vota, «dobbiamo darci delle regole», su questo non c’è libertà di coscienza. E’ l’avviso ai dissidenti. Poi rispetto reciproco. «Il rapporto tra di noi deve superare le tensioni che ci sono state - insiste - Per questo dico che così come non ci sono Flintstones contro innovatori non ci sono usurpatori contro legittimi detentori». D’altra parte la politica è cambiata. Ora la parola di sinistra è «opportunità». E soprattutto è ormai «finito il voto a tempo indeterminato, è finito l’articolo 18 del voto. Non è che la gente continui a votare sempre gli stessi, comunque vada, gli elettori fanno zapping», ironizza. In questo nuovo paesaggio non c’è nessun Pd-confederazione. La Leopolda è uno spazio di libertà e bellezza della politica. Ci sarebbe molto da dire sul finanziamento del partito. Renzi il 6 a Milano e il 7 a Roma sarà alle cene di autofinanziamento. «Non è che si vuole bene solo al Pd ma anche al paese». E c’è la questione degli iscritti. Una polemica «fuori luogo» per Renzi che fa un raffronto con gli altri partiti di sinistra europei e però ammette che serve una riflessione. (g.c.) Il premier punta al 51%. Le simulazioni “ LA CGIL C’è rispetto ogni volta che un’organizzazione importante affronta una prova di piazza MOVIMENTO 5S È imbarazzante che il M5S abbia espulso qualcuno, non per una linea contraria ma perché chiedeva dell’organigramma OPPORTUNITA’ Se dovessi dire cosa significa essere di sinistra nel 2014 userei l’espressione pari opportunità per tutti ” IL RETROSCENA I CASI GOFFREDO DE MARCHIS ROMA. Puntare al 51 per cento. O avvicinarsi molto, che avrebbe lo stesso effetto. Uno studio che gira tra i corridoi del Senato ha testato le proiezioni di un voto con la legge elettorale attualmente in vigore, ovvero il Consultellum: proporzionale puro con le preferenze e sbarramenti piuttosto alti. I risultati sono sorprendenti. Basterebbe ottenere un risultato intorno al 44-45 per cento (che gli sbarramenti favorirebbero) per avere la maggioranza sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama. Il Pd, grazie al 40,8 delle Europee, è già abbastanza vicino. Un allargamento ai pezzi della sinistra di Sel e ai centristi di Scelta civica lo lancerebbe verso il traguardo. «Quei numeri sono alla nostra portata», ripete Renzi ai fedelissimi. Da questo punto di vista e ascoltate le parole del premier-segretario, molti degli esponenti della direzione Pd si sono convinti che tutto sembra muoversi verso le elezioni anticipate la prossima primavera. Su questo il premier avrebbe sondato il terreno presso Forza Italia. Ma è un’aria che viene annusata in tutto il Parlamento. Dal Pd ai berlusconiani. E non solo. Da giorni Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello stanno ri- JOBS ACT L’articolo 18 e il reintegro per i licenziamenti disciplinari sono al centro dello scontro tra Renzi e la minoranza flettendo su una exit strategy per non trovarsi schiacciati tra Largo del Nazareno e Arcore. I sondaggi descrivono una situazione pericolosa per i transfughi dell’ex Pdl. «Dobbiamo cambiare nome al partito», dicono. Solo un inizio, anche se il traguardo è chiaro. Un’alleanza con il Partito democratico nel caso dovesse essere confermato il premio di maggioranza alla coalizione. Un ingresso sotto le ali renziane se invece prevalesse la linea di un bonus alla singola lista. Oppure, se alla fine il voto venisse consumato con il sistema uscito dalla Corte costituzionale, con il 2,5 per cento dei sondaggisti, l’adesione al Pd sarebbe inevitabile. È un percorso, quello immaginato dai vertici dell’Ncd, che non si può certo fare al- TESSERAMENTO Altro punto di contesa è il tesseramento. Così come la forma partito dei democratici l’insegna del “centrodestra”. Da qui il lavorìo sulla modifica della ragione sociale. Premessa obbligata al dialogo con il premier. Renzi definisce questo modello aperto a tutti, realizzatore di una vera vocazione maggioritaria nei numeri, il Partito della Nazione. Una forza politica capace di parlare a diversi strati della società, di farsi votare trasversalmente: dai giovani e dagli anziani, dai datori di lavoro e dai lavoratori, dagli uomini e dalle donne. Assomiglia in modo impressionante a come è stata costruito l’appuntamento della Leopolda, negli ultimi 4 anni. Una kermesse dove, da Nord a Sud, si possono sentire protagonisti persone molto diverse fra loro. Negli Stati uniti si chiama catch all party ossia il “partito pi- LA LEOPOLDA La raccolta fondi della fondazione di Renzi in vista della Leopolda ha riacceso lo scontro nelle ultime ore gliatutto”. Uno studio molto simile a quello che passa di mano in mano al Senato è contenuto in una cartellina che Denis Verdini si porta sempre dietro. In una riunione l’ha anche mostrato al presidente del consiglio. Ed è l’argomento forte che il plenipotenziario fiorentino usa per convincere Silvio Berlusconi ad aprire alle modifiche dell’Italicum suggerite da Renzi. «Senza di te che sei incandidabile e con le preferenze, Forza Italia rischia seriamente di sparire», sussurra Verdini nell’orecchio dell’ex Cavaliere. «E Matteo può avere la maggioranza comunque». Dunque, da Arcore la proposta è accelerare sull’Italicum, anche con le modifiche. Compresa l’idea di cancellare dal testo l’articolo 2. Quell’articolo è la clausola di salvaguardia pretesa dalla minoranza del Pd e da Forza Italia (quattro mesi fa): prevede che la nuova legge elettorale sia valida solo per la Camera, in attesa della definitiva cancellazione del Senato. Un norma anti-elezioni anticipate. Ma se Verdini e Renzi cominciano a lavorare sull’annullamento della clausola, la prova di una voglia elettorale che coinvolge sia Largo del Nazareno sia Arcore diventerebbe certa. Come le impronte digitali o il Dna. Allora nel Pd la scissione non sarebbe più solo una chiacchiera. Andrea Romano è solo l’apripista di Scelta civica. Lo hanno preceduto Gregorio Gitti e Lorenzo Dellai, transitando senza clamori nel gruppo Pd alla Camera. Ma so- la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 3 PER SAPERNE DI PIU’ www.repubblica.it www.partitodemocratico.it L’INTERVISTA/STEFANO FASSINA, DELLA MINORANZA DEM “L’acchiappatutto non mi piace dobbiamo stare con chi lavora” GIOVANNA CASADIO “ Molti iscritti e elettori sono smarriti Bisogna dare priorità al Pd in una fase in cui la discussione politica è rattrappita SEGRETARIO Matteo Renzi mentre in serata lascia la direzione del Pd al Nazareno del voto anticipato no pronti a seguirlo i senatori Linda Lanzillotta, Pietro Ichino e Alessandro Maran. Tre ex Pd che finalmente si riconoscerebbero nella linea di Largo del Nazareno dopo aver sbattuto la porta ai tempi di Bersani. Quindi, un’intera storia verrebbe rinnegata. Una stagione passerebbe agli archivi e il partito cambierebbe davvero verso o meglio natura. Stefano Fassina si sfogava ieri alla fine della direzione: «Il punto è: su quale asse di cultura politica e di programma il Pd si allarga e diventa altro? Dietro l'abbraccio a tutti porta avanti gli interessi dei più forti?». Gianni Cuperlo ironizza, ma a modo suo, dicendo la sua verità: «Finchè non arrivano Razzi e Scilipoti, io resisto». Però dall’ex sfidante è arrivato l’attacco più sottile ieri pomeriggio. Quando parla di “partito parallelo” Cuperlo parla di un partito diverso, non quello che hanno costruito i Ds, anche i Ds. Ma Renzi vuole smontare il tabù identitario del Pd, stravolgerlo, consegnarlo alla storia e passare oltre. «Manca Verdini - sibila Pippo Civati citando Bennato -. Poi si parte. Prima stella a destra, questo è il cammino...». Anche se, almeno all’apparenza, sono gli altri a seguire il cammino di Renzi, a essere ipnotizzati dal leader del Pd, dalla sua forza e dai suoi consensi. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INTERVISTA/ ANDREA ROMANO “Matteo fa quel che non fece D’Alema i nostri elettori votano tutti per lui” TOMMASO CIRIACO DEPUTATO Andrea Romano ex Scelta civica ROMA.Matteo Renzi chiama, Andrea Romano risponde: «La mia è un’adesione convinta. Renzi indica il modello del New Labour di Blair, quella “grande tenda” nella quale ospitare i valori e il ceto politico liberale. Un partito anche culturalmente più ampio, quello che sta costruendo il premier». E Scelta civica che fine fa, Romano? «È nata con Bersani alleato di Vendola. Berlusconi era in rimonta. Poi è successo un cataclisma, sembra passata un’era geologica. Alle Europee il 90% dei nostri elettori ha votato per il Pd: loro hanno già scelto». E il ministro di Sc, Stefania Giannini, cosa farà? «Ha lavorato molto bene. I ragionamenti sul governo sono diversi da quelli sul partito. Sarà comunque Renzi a fare le sue valutazioni». Lei collaborava con D’Alema. Ora finisce nel Pd di Renzi, con D’Alema all’opposizione... «Sono stato vicino a D’Alema quando parlava di rivoluzione liberale. Purtroppo quella rivoluzione è rimasta solo sulla carta, mentre Renzi la sta facendo per davvero. Ecco, stupisce e dispiace un po’ che adesso D’Alema sia all’opposizione interna, ma sono le vicende della politica...». © RIPRODUZIONE RISERVATA ” ROMA. «Se il Partito Nazione è un partito “acchiappatutto” che in realtà porta avanti gli interessi dei più forti, allora non mi convince, non mi piace». Stefano Fassina, leader della sinistra dem, alla fine della direzione del Pd, rincara le critiche. Fassina, il Pd sarà un Partito Nazione? «Questa espressione si presta a una interpretazione ambigua. Il partito è parte, non un contenitore indifferenziato. Per me deve stare dalla parte delle persone che lavorano, dalla parte di chi nel mercato del lavoro è più debole». Questa trasformazione in Partito Nazione non le piace? «Parlare di Partito Nazione come fa Alfredo Reichlin è un conto, vuol dire un partito che si fa carico dell’interesse generale in una determinata fase storica. Ma se il Partito Nazione è un partito “acchiappatutto” che in realtà porta aventi gli interessi dei più forti, allora non mi convince». Accetta l’invito di Renzi di andare alla Leopolda o preferisce sabato la manifestazione della Cgil? «Beh, la Leopolda c’è per tutto il week end... Comunque ho apprezzato l’invito del segretario e anche la chiacchierata cortese fatta con Maria Elena Boschi. Devo però mantenere l’impegno con i miei bimbi domenica per lo zoo». Perché questo attacco alla Leopolda? Lei e la sinistra dem la giudicate il partito personale di Renzi? «Non è un attacco alla Leopolda. Abbiamo rimarcato l’importanza di dare priorità al Pd in una fase in cui c’è un rattrappimento della discussione politica nel partito. C’è un senso di smarrimento di una parte significativa dei nostri iscritti e elettori. Renzi, che è il segretario nazionale, avrebbe dovuto dare piuttosto importanza a un’assemblea nazionale con i coordinatori dei circoli». Non vi vanno giù neppure i finanziamenti per la Fondazione renziana Open? «Tutta la nostra capacità di mobi- litazione di risorse dovrebbe avere come priorità il Pd. Purtroppo girando sui territori capita spesso di vedere circoli che chiudono, perché non ce la fanno a pagare l’affitto e hanno difficoltà a fare iniziativa politica per carenza di risorse. Di questo il segretario deve farsene carico». Chi come lei è stato sostenitore della “ditta” bersaniana, considera Renzi e i renziani degli usurpatori? «Nessuno mai ha utilizzato quell’espressione. Non è il mio sentimento. Considero il segretario del Pd, chi gli è vicino, come parte del partito e non da ora. Posso avere posizioni diverse, ma assolutamente nel Pd». Qual è il rimprovero a Renzi, di volere poco bene al Pd? «Abbiamo visioni diverse di come deve essere e deve funzionare un partito. Ripeto, chi ha la responsabilità della segreteria concentri tutte le sue energie sul Pd». Un Pd “allargato” che vada dalla sinistra di Gennaro Migliore ai centristi di Scelta civica e Italia Popolare, può funzionare? «Il punto è qual è l’asse di programma e politico-culturale del partito. Non mi basta identificare il Pd con le pari opportunità. Nel XXI secolo è difficile trovare una forza politica che sia per le opportunità impari. Ritengo che la nostra forza e la nostra missione sia quella di essere il partito della persona che lavora, per valorizzarne l’identità, il protagonismo sociale e politico». Teme che il Pd smetta di essere un partito di sinistra? «Un partito, soprattutto quando svolge funzioni di governo, è quello che fa. Dobbiamo stare attenti a che la necessaria ricerca del consenso non comporti la subalternità a un’agenda politica che continua a svalutare il lavoro». Ha ragione Renzi però quando dice che è finito l’articolo 18 del voto. I consensi bisogna conquistarseli volta per volta? «Questo è vero da almeno mezzo secolo. Il consenso si conquista elezioni dopo elezioni, e le rendite non esistono più da tempo». © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 LE SCELTE DEI PARTITI PER SAPERNE DI PIÙ www.forzaitalia.it www.governo.it La riforma elettorale I PUNTI AL NAZARENO È il 18 gennaio 2014: l’incontro tra Silvio Berlusconi (e Gianni Letta) con Matteo Renzi nella sede del Pd sancisce il patto per le riforme PRIMO SÌ A MARZO La nuova legge elettorale ha avuto in marzo l’ok della Camera. Ora è in attesa di essere votata dal Senato PREMIO CON IL 37% Chi arriva al 37%, coalizione o lista, ottiene il premio di maggioranza. Altrimenti si va al ballottaggio IL RETROSCENA LE MOSSE DI FI Berlusconi valuta la svolta “Accetto l’azzardo di Matteo se mi assicura che non si vota” COALIZIONE O LISTA Renzi propone ora di dare il premio alla lista più votata: un modo per spingere il sistema al bipartitismo CARMELO LOPAPA Italicum addio, arriva il Renzellum “Premio alla lista e bipartitismo” ROMA. «Dobbiamo semplificare tutto, anche il sistema politico», è il dogma di Renzi. Primo turno: si presentano i singoli partiti, addio alle coalizioni. Secondo turno: l’elettore sceglie fra le prime due liste chi deve governare. Un premio di maggioranza spinge il vincitore fino al 55 per cento dei seggi. Una leva potente verso un sistema imperniato su due grandi partiti. È questo il modello su cui stanno lavorando, su indicazione del premier, Lorenzo Guerini e Maria Elena Boschi. Berlusconi, attraverso Verdini, ne è stato informato e non ha detto di no. Anzi. Ma il sistema, anticipato nei giorni scorsi da Repubblica e confermato ieri da Renzi in Direzione, è molto distante dal vecchio Italicum concordato nel patto del Nazareno. Quello si basava su due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, che avrebbero marginalizzato il M5S. Il nuovo Renzellum invece è figlio dei tempi nuovi, prende atto della li- Col nuovo sistema ci sarebbe un’unica soglia di sbarramento al 3 per cento e questo piace molto ai piccoli partiti, Alfano in testa quefazione del centrodestra e della nuova “vocazione maggioritaria” del Pd. Come rivela il professor Roberto D’Alimonte, uno degli architetti di quel lontano accordo, «nessuno allora sollevò mai l’idea di dare un premio alla lista, sempre si parlò di coalizioni. I problemi con Berlusconi riguardarono semmai le soglie di sbarramento e quella per aggiudicarsi il premio di maggioranza». Insomma, la novità del premio di lista si è materializzata successivamente, circa un mese fa, nell’ultima riunione a palazzo Chigi tra Berlusconi e Renzi (con Guerini e Verdini). E il Cavaliere, parlando davanti all’ufficio di presidenza di Forza Italia, ha fatto intendere sorprendentemente di considerarla ormai come cosa fatta: «Renzi chiederà una modifica all’Italicum e noi probabilmente gliela dovremo votare». Una frase a cui lì per lì pochi diedero importanza, distratti dall’epico scontro tra il leader e Raffaele Fitto. Ma intanto il progetto continuava a crescere e a fare proseliti. Da ultimo anche Angelino Alfano. Apparentemente l’Ncd avrebbe tutto da perdere da una modifica che premia i primi due grandi partiti. E tuttavia gli sherpa renziani hanno spiegato agli esperti Ncd che anche i piccoli avrebbero una convenienza dal nuovo sistema. È vero che non sarebbe prevista la possibilità di apparentarsi fra il primo e il secondo turno e quindi di partecipare alla spartizione LA CURIOSITÀ D’URSO: RENZI PER ME HA UN SOLO DIFETTO, È SPOSATO... “Bello, simpatico, intelligente. Ha un solo difetto, per me: è sposato e ha tre bambini”. Barbara D’Urso parla così di Matteo Renzi dopo l’intervista a Canale 5. “Se non fosse sposato sarebbe bello andarci al cinema. Ma fortunatamente ha una moglie, che credo sia anche molto fica, che ha sempre il sorriso” del premio di maggioranza. Ma i “piccoli” si gioverebbero di un drastico abbassamento delle soglie di sbarramento. Il Renzellum non avrebbe più bisogno di quel complicato groviglio di tagliole - 12%, 8%, 4,5% - previste nell’Italicum e sarebbe introdotta un’unica soglia di ingresso al 3% per impedire un’eccessiva frammentazione. Tutti contenti quindi? Non proprio. Dentro Forza Italia, dietro a Raffaele Fitto, cresce l’opposizione di quanti vedono in questo passaggio l’ennesima conferma di un partito in liquidazione. Che Berlusconi vuole mantenere solo come lobby per tutelare gli interessi Mediaset anche in futuro, lasciando che Renzi si prenda i suoi elettori. Ma anche nel Pd molti temono una legge che potrebbe dare potere assoluto al segretario. «Parlare di premio di lista - ha twittato ieri la forzista Laura Ravetto - significa parlare di Lista Renzi e di morte del PD. Che lui davvero riesca dove noi solo parzialmente riuscimmo?». “ FRANCESCO BEI ROMA. «Noi sull’azzardo del premio alla lista possiamo anche starci. Ma Matteo deve dire a che gioco sta giocando e garantirci che non vuole trascinarci tutti al voto». Silvio Berlusconi rigira tra le mani il suo mazzo di carte, non si sbilancia sull’improvvisa accelerazione del premier, ma il timore di fondo resta. La partita a poker della legge elettorale si fa complessa, delicata, ne può andare della stessa sopravvivenza politica di Forza Italia e del suo leader. L’ex premier ritorna questa mattina a Roma dopo due settimane di volontaria assenza. In tanti tra i dirigenti forzisti hanno preferito non sbilanciarsi dopo la direzione Pd, prevale la linea della prudenza. Anche perché, chi ha sentito Berlusconi ha tratto la sensazione che il capo non abbia deciso realmente che fare. Premio al primo partito vorrebbe dire per la terza forza tagliarsi fuori dai giochi. Ma al leader di Forza Italia interessano davvero i destini del partito? O sono stati ormai scalzati dalla tenuta delle aziende, dalla ripresa economica dell’impero Mediaset? «A me ormai sta a cuore la salute, la famiglia, le imprese che ho costruito in una vita» raccontava appena qualche sera fa, in uno slancio di serenità, a un commensale di casa ad Arcore. L’ultima delusione è di questi giorni. La rivolta del gruppo al Senato ha costretto Berlusconi a congelare la kermesse con i 100 giovani under 35 a Villa Gernetto, stop ai volti nuovi, per ora. La voglia di sradicare e rifondare Forza Italia si fa sempre più forte. La concessione al presidente del Consiglio allora potrebbe anche starci. A patto però che non porti dritto al voto in primavera, il leader forzista non può permetterselo. Gli indizi, letti da Villa San Martino in questi giorni, ci sarebbero tutti: le uscite tv in sequenza di Renzi, il bonus bebé dopo gli 80 euro ai redditi più bassi, gli sgravi fiscali e il taglio dell’Irap per le imprese. «Dobbiamo stare con gli occhi aperti, non possiamo GIOVANNI TOTI escludere nulla — avverEURODEPUTATO FI te Maurizio Gasparri — L’opzione elettorale dobbiamo tenerla in considerazione, non bisogna fare troppe concessioni a un interlocutore inaffidabile». La linea ufficiale è infatti quella di criticare l’accelerazione renziana, non concordata. «La proposta mi lascia perplesso nel metodo e nel merito», dice il consigliere Giovanni Toti: «Forza Italia dialoga, ma perché dovremmo volere il premio alla lista?» In effetti a loro non converrebbe. Salvo poi tornare a quanto sostenuto domenica dall’ex Cavaliere, quando ha accennato proprio alla «follia di una Forza Italia che governi da sola, senza alleati», come se ci fosse un sistema bipartitico. I capigruppo in ogni caso protestano, «imposizioni inaccettabili, così non si va da nessuna parte», protesta Brunetta, «ogni modifica, anche migliorativa, deve essere concordata» aggiunge Romani. Ma nessuno erige barricate. Angelino Alfano dall’Ncd apre del tutto, «assolutamente favorevole» al premio alla lista, del resto, «il centrodestra è frammentato e non ricomponibile, allora è più rappresentativo del Paese un premio al primo partito». © RIPRODUZIONE RISERVATA Io sono perplesso. Forza Italia dialoga, ma perché mai dovremmo preferire il premio alla lista? “ © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 LE SCELTE DEI PARTITI Il Movimento 5 Stelle Grillo ora espelle i militanti che chiedono democrazia “Clandestini? Spedirli a casa” Via i quattro che occuparono il palco al Circo Massimo Attacco sugli immigrati. E alla Ue un estremista salva il gruppo TOMMASO CIRIACO “PICCHIARE LE MOGLI” Robert Iwaszkiewicz entra nel gruppo M5SUkip. “Picchiare le mogli - ha detto - può aiutare a fargli tenere i piedi per terra” IL TWEET CON GLI ESPULSI Trasparenza e dissidenti... io sto con i ragazzi di #occupypalco Antonella Maldone SOLIDARIETÀ Che dire? Solidarietà agli amici di #occupypalco, chiedevano solo più trasparenza Tancredi Turco E GLI ALTRI? @beppe_grillo così non va. Concordo... E tutti gli altri? Tra TISA, TTIP, NOEURO e SfasciaItalia, pensiamo a occupypalco Claudio @schumyno ASCOLTATELI Questa degli espulsi per protesta al Circo Massimo mi pare una bella cazzata. Non potevano essere ascoltati? Furio @Giangiagainst ROMA.Quattro epurazioni e un patto di ferro con chi invita a picchiare le mogli. È il bilancio di una confusa giornata a cinquestelle, iniziata con il post scriptum sul blog con cui Beppe Grillo butta fuori - senza processo né votazione on line - i quattro dissidenti che occuparono il palco del Circo Massimo. Le foto dei malcapitati Giorgio Filosto, Orazio Ciccozzi, Pierfrancesco Rosselli e Daniele Lombardi, cerchiati di rosso, fanno da sfondo alla sentenza: «Hanno disatteso ai loro compiti di responsabili della sicurezza. Sono fuori dal Movimento». La colpa della pattuglia di “occupypalco”? Aver chiesto trasparenza sul portale e sul ruolo della Casaleggio associati. La nuova cacciata appare sproporzionata a molti frequentatori del blog. Ed è accolta con compostezza dai diretti interessati. L’esclusione dal portale «non ci fa né caldo, né freddo», ma «siamo addolorati nel vedere i danni causati al M5S da questi abusi continui». Il dito è puntato contro le «persone invisibili» che dominano la galassia grillina: «Chi ha emesso la condanna e chi l'ha eseguita? - domandano - Beppe, Gianroberto, il famoso staff?». A sera, rintracciato telefonicamente, Filosto annuncia: «Mercoledì, durante un evento, spiegheremo perché abbiamo occupato il palco. Daremo la nostra versione. Troppo tardi? Dipende...». Non è chiaro, però, se si appelleranno contro la decisione: «Decideremo assieme. Siamo un gruppo» Non solo di espulsioni vive però la giornata pentastellata. Con una decisa virata a destra, il comico genovese fronteggia le difficoltà all’Europarlamento. E per far rinascere il gruppo euroscettico Efdd esploso a causa della defezione di una parlamentare lettone - abbraccia con Nigel Farage il polacco Robert Jaros Iwaszkiewicz. Per inil personaggio basta ciLA quadrare tare un’intervista di maggio. «PicGIOR chiare la moglie in certi casi la aiuNA terebbe a tornare con i piedi per TA terra», diceva, difendendo anche il leader negazionista del suo partito: «Ha semplicemente detto che non ci sono prove che Hitler fosse a conoscenza dell’Olocausto». I toni di Grillo sull’immigrazione, poi, fanno concorrenza al Carroccio: «Chi entra in Italia con i barconi è un perfetto sconosciuto. Va identificato immediatamente. I profughi vanno accolti - distingue - gli altri, i cosiddetti clandestini, rispediti da dove venivano». Infine la ciliegina: «Chi entra sia sottoposto a visita medica obbligatoria per tutelare la salute sua e degli italiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA Base in rivolta, cresce la voglia di scissione Pizzarotti: “Inaccettabile il reato di opinione” IL RETROSCENA ELLEKAPPA I PRECEDENTI ANNALISA CUZZOCREA ROMA. «Parma sta vivendo un momento difficile e di emergenza, io ho altre priorità, ma me l’hanno detto, e non posso far finta di nulla». Federico Pizzarotti risponde dal quartier generale della Protezione Civile in una Parma ferita dall’alluvione: la prima conta dei danni è arrivata a 100milioni, i volontari hanno lavorato giorno e notte per ripulire le strade dopo lo straripamento del torrente Baganza. E però, la cacciata dei 4 attivisti che avevano occupato il palco del Circo Massimo - arrivata dopo quelle del consigliere regionale emiliano Defranceschi e del sindaco di Comacchio Marco Fabbri - lo spinge ad abbandonare la cautela delle ultime settimane: «”Odio l'indifferenza” - cita Gramsci - è un concetto che mi appartiene e che ci deve appartenere: di fronte a una richiesta di trasparenza non si può rispondere con l’indifferenza». Non ne fa una questione di palco, il sindaco di Parma, nonostante quella fosse una delle richieste degli espulsi: «La mia assenza non era assolutamente un problema, io sono andato al Circo Massimo per confrontarmi con gli attivisti. Quello che conta sono i princi- 12 10 PARLAMENTARI Nei venti mesi dall’inizio della legislatura sono stati espulsi 11 senatori e 1 deputato. Tra i primi epurati Adele Gambaro (foto) COMUNI E REGIONI Sono almeno una decina gli eletti espulsi in Comuni e Regioni. Nella foto, Federica Salsi, cacciata per essere andata in televisione pi, le regole, le idee». In nome di tutto questo, scandisce chiaro: «Non credo che in una comunità di cittadini sia tollerabile il reato d’opinione. Tanto più che la richiesta era appunto sulla trasparenza, un nostro valore fondante». E così, è a Parma e al suo sindaco che guardano gli attivisti cacciati da Grillo e Casaleggio: «Aiutateci a riportare il Movimento nelle mani dei cittadini», dicono nei messaggi che si scambiano con chi - da dentro - crede che le cose debbano cambiare. Non si tratta più di una ventina di dissidenti. Cominciano a es- sere tanti - attivisti, consiglieri comunali, deputati - a pretendere che il potere decisionale scenda dalla gru su cui si è issato Beppe Grillo a Roma, e torni nelle mani di chi è entrato nei 5 stelle inseguendo la promessa della democrazia diretta, dell’uno vale uno. «Si dovrebbero fugare i dubbi, non allontana- Stasera in assemblea probabile la richiesta di mandar via anche Artini, Bechis, Rizzetto, Currò re gli attivisti che li hanno espressi», ha twittato ieri l’onorevole Tancredi Turco. «Siamo davanti a un momento molto preciso - dice infuriato un altro deputato - ma non siamo noi che dobbiamo uscire, devono farlo loro, è lo staff che deve farsi da parte». Il fantasma della scissione è più attuale che mai. Stasera - alla riunione per eleggere il nuovo capogruppo a Montecitorio - qualcuno chiederà la cacciata di Massimo Artini, Eleonora Bechis, Walter Rizzetto, Tommaso Currò. Un inseguimento di purezza e fedeltà alla linea che pretende di celare, senza riuscirci, dissidi profondi. L’Adnkronos ieri mattina dava notizia di uno scontro acceso tra Grillo e Casaleggio sulla delegazione europea: il guru ha accelerato al massimo con Nigel Farage per la ricostituzione di un gruppo, a costo di tenere dentro l’estrema destra polacca. Grillo voleva consultare gli europarlamentari, e magari la base. La delegazione a Strasburgo smentisce tutto in una nota, quel che è certo, però, è che non sono stati loro a decidere. E che molti avrebbero preferito finire tra le braccia la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 7 PER SAPERNE DI PIÙ www.europarl.europa.eu www.beppegrillo.it L’INTERVISTA/MARCO FABBRI, ESPULSO DAL M5S “Anche questa cacciata è suicida come la mia Beppe non decide più” L’OCCUPAZIONE Il palco del Circo Massimo occupato da dissidenti grillini. Nella foto sul blog di Grillo i volti dei militanti appaiono cerchiati in rosso IL TWEET LORO NO dei Verdi. Non solo: la vicenda del gruppo di comunicazione sciolto di imperio rischia di finire in tribunale. Messora e i suoi stanno sentendo gli avvocati per capire se procedere per mobbing. Nel frattempo, il Parlamento Europeo li ha convocati perché possano dare la loro versione dei fatti. Non è una procedura standard, ma non lo sono neanche 15 licenziati a Bruxelles. Tornando alla base, a guardare il blog la cacciata dei 4 non l’ha presa bene: «Sono abbastanza perplessa, ok sulla stronzata di occupare il palco ma comunque chi ha votato l’espulsione?», chiede Manuela. «Svegliarmi al mattino e sapere che qualcuno ha deciso per me mi ricorda la realtà che già stiamo vivendo impotenti», aggiunge Pietro da Torino. E Vincenzo: «Si possono conoscere i nomi degli appartenenti allo staff, oppure gli attivisti non hanno questo diritto? Mi sto preoccupando seriamente dell’andazzo che stiamo prendendo». Claudio, infine, centra un punto importante: «Grillo e Casaleggio parlano di Internet come strumento di dialogo diretto con i cittadini, come rottura rispetto alla comunicazione unidirezionale della tv. Il problema è che non rispondono mai a nessuno, né su Twitter, né su Facebook, né sul blog». © RIPRODUZIONE RISERVATA #Orellana&C. sono da sbattere fuori a calci in culo, NON i 4di #occupypalco,che hanno chiesto solo trasparenza Paola Bassarelli VENDUTI 4venduti ke avevano tempo&modo di chiedere CM funziona organigramma nei loro #Meetup o sul blog Sabina Bianchi UN ERRORE @beppe_grillo un errore grave espellere #occupypalco Questo gesto non è piaciuto né a me, né a molti Gianmaria @jxt81 TRASPARENZA hanno fatto benissimo. Come vedi non c'era altro modo per far parlare di #trasparenza in m5s. #occupypalco L’Aristopazzo ROMA.Aveva parlato di deriva fascista e autoritaria, il sindaco di Comacchio Marco Fabbri, espulso la settimana scorsa dal Movimento 5 stelle per aver partecipato alle elezioni provinciali di Ferrara. La notizia della cacciata dei 4 attivisti di Occupypalco, però, non se l’aspettava: «Hanno chiesto il permesso di parlare, non hanno usato violenza, a questo punto devo pensare che il problema sia quello che chiedono. Pretendere trasparenza da Grillo e Casaleggio, oggi, è vietato». Cosa pensa di questa nuova espulsione? «Sono un po’ triste, perché quei ragazzi hanno fatto solo tre domande: chi c’è nello staff? Perché il sindaco di Parma Pizzarotti è stato tenuto lontano dal palco? Si possono ancora cambiare le cose nel Movimento? Espellerli è stato un atto gratuito, immotivato». L’ha sorpresa? «Mi ha sorpreso perché quello non doveva essere un palco con una comunicazione unidirezionale. Credevamo tutti che il Circo Massimo avrebbe potuto essere un’occasione di confronto. Se non lì, dov’era che avremmo dovuto aprirci al dibattito tra di noi, alla condivisione delle esperienze? Dov’era che andavano poste le domande che ci facciamo Credevamo tutti che il Circo Massimo avrebbe potuto essere un’occasione di confronto “ MARCO FABBRI SINDACO DI COMACCHIO da mesi? Del resto, già l’esclusione di Pizzarotti dal palco mi aveva lasciato molte perplessità». Anche in questo caso, come nel suo, non c’è stata alcuna votazione online. Sta diventando un’abitudine? «Mi piacerebbe sapere almeno chi ha scritto la sentenza, e quali sono i motivi. Resto convinto che non sia Grillo a occuparsi di queste cose, che chi purtroppo gli sta intorno abbia un peso non irrilevante. Quanto a me, sto ancora aspettando la comunicazione ufficiale della mia cacciata: dopo la scarna e mail della settimana scorsa, nessuno mi ha scritto nulla. Per l’uso del simbolo avevo ricevuto una raccomandata, stavolta Grillo non ha voluto spendere neanche i 5 euro. E sul blog Comacchio è ancora in lista insieme agli altri comuni a 5 stelle». Cosa pensa che accadrà? «Credo che questa mossa sia un suicidio mediatico dal punto di vista della strategia. Davvero non li capisco». E lei? «Ho un programma da portare avanti, con o senza simbolo. Se riuscirò a mantenere le promesse che ho fatto alla mia città, ne sarà valsa la pena. Altrimenti, vorrà dire che non ne ero capace». (a.cuz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 POLITICA E GIUSTIZIA 9 PER SAPERNE DI PIÙ www.cortecostituzionale.it www.camera.it La Consulta Il Pd archivia Violante “Stallo colpa anche nostra” Fi, summit sul candidato Il premier: “Camere bloccate e noi siamo corresponsabili” Tesauro: “Fare presto”. Ma il nuovo voto non è ancora fissato LE TAPPE LIANA MILELLA 1 LE 20 SEDUTE A VUOTO Tra luglio e settembre le Camere hanno votato per 20 volte per la Consulta, senza mai raggiungere il quorum di 570 voti necessario per eleggere un giudice costituzionale LA STOCCATA DEL COLLE Con 22 giorni di anticipo rispetto alla scadenza del presidente Tesauro e di Cassese (il 9 novembre), Napolitano sabato ha nominato i giudici Zanon e De Petris 2 I CANDIDATI BRUCIATI Finora Forza Italia ha “bruciato” tre candidati, i tecnici Catricalà e Caramazza e il senatore Bruno. Il Pd invece è sempre rimasto sull’ex presidente della Camera Luciano Violante 3 ROMA. Andare oltre Violante per superare lo stallo della Consulta. Per evitare, come dice Matteo Renzi, di essere ancora «corresponsabili» di un ritardo nella nomina dei due giudici costituzionali di nomina parlamentare che ormai ha superato i 115 giorni. Il premier apprezza Napolitano, che «ha sfidato le Camere in una situazione di stallo», per la scelta dei sostituti del presidente Giuseppe Tesauro e di Sabino Cassese con 22 giorni di anticipo rispetto al- fatto cadere le preclusioni contro di lui in quanto ex capo del partito dei giudici. La partita per la Corte riparte daccapo. Mentre l’attuale presidente Tesauro ripete ancora quanto ha già detto una settimana fa, invitando il Parlamento a fare «una buona riflessione, magari un po’ più rapida di quanto è stato programmato». Ma proprio i tempi potrebbero essere non come li auspica Tesauro. Intanto un dato, è improbabile che la presidente della Camera Laura Boldrini convochi una seduta in settimana. Il Il premier incontrerà domani i capigruppo Zanda e Speranza per trovare una soluzione la naturale scadenza del 9 novembre. Ma adesso tocca alla politica darsi una scossa. Il segretario del Pd ci metterà del suo (finora era stato descritto come «assente» dalla partita della Corte) e domani vedrà i capogruppo di Senato e Camera Luigi Zanda e Roberto Speranza. Ma nelle sue parole, pronunciate durante la direzione Pd, i suoi già vedono un’archiviazione della candidatura di Luciano Violante, l’ex presidente della Camera che ha sfiorato i 550 voti, senza raggiungere il quorum richiesto di 570. Forza Italia accusa il Pd di non votarlo in modo compatto. Il Pd di rimando accusa Forza Italia di non aver mai > BELPAESE competenza, soprattutto dopo i flop di nomi giunti da palazzo Grazioli, come l’ex Antitrust Antonio Catricalà e l’ex avvocato generale dello Stato Ignazio Francesco Caramazza. Sarà la volta del costituzionalista Giovanni Guzzetta, sponsorizzato dal capogruppo Renato Brunetta, di cui è stato capo di gabinetto quando era alla Funzione pubblica? Oppure di Francesco Paolo Sisto, il presidente della commissione Affari costituzionali, avvocato barese vicino a Raffaele Fitto? È più probabile che possa toccare a un outsider. ALESSANDRA LONGO Il Marzemino di Bossi AN mano che Matteo Salvini si afferma nel suo ruolo di nuovo leader del centrodestra impallidisce la figura di Umberto Bossi. E’ ormai tempo di affrancarsi dai gadget della prima Lega. Su Ebay scoprirete una lista che parla da sola. Per 15 euro (comunque tanti) un signore di Verbania si libera dell’autografo che Umberto Bossi gli concesse a Domodossola nel novembre del ‘93. Ancora: una cravatta di seta bianca e blu del vecchio Senatùr è finita, non si sa come, nel Nottinghamshire. E’ «in buone condizioni». Chi fosse interessato la può avere per otto euro, costi di spedizione esclusi. Per 10 euro e 92 centesimi, da una soffitta privata esce la maschera «Umberto Bossi Uomo Carnevale». E’ conservata a Corato, provincia di Bari. Vale invece un po’ di più — venti euro — la bottiglia delle collezione di «vino padano», etichetta con l’effigie dell’Umberto. Ma è Marzemino, ancora buono da bere. M EX PRESIDENTE DELLA CAMERA Luciano Violante, esponente del Pd. In alto, Piero Grasso e LauraBoldrini LA LEGGE Conflitto di interessi, forzisti contro i 5 Stelle attaccano i dem: “È inciucio” testo al nostro esame non garantiscano appieno questo tipo di tutela». I grillini, invece, puntano il dito sull’accordo fra ROMA. Dieci anni dopo l’approvazione della legge Frattini sul conflitto di interessi, l’aula di Monteci- Pd e Forza Italia, accusano i democratici di «inciutorio torna a discutere del tema che ha segnato cio» e di essere vittime di un «processo psichiatrico un’intera epoca della vita politica italiana. Ieri, in- di rimozione». I 5Stelle vogliono definire il concetto fatti, è iniziata, ma si è velocemente conclusa, la di- di conflitto di interessi, applicarlo anche ai parlascussione di un progetto di legge varato dalla com- mentari, affidare la vigilanza all’Antitrust e inserire nel testo sanzioni effettive. Una missione Affari costituzionali. Ma posizione che trova una sponda l’iter sembra veramente in salita. GIANLUCA LUZI nel democratico Pippo Civati che In primis perché sta per iniziare la ha presentato degli emendamensessione di bilancio. Ma soprattut- > BREVIARIO ti. Chiede per esempio che il conto perché il testo sembra non aveflitto di interessi si applichi anche re una paternità, o una maternità, “Renzi dice al presidente della Repubblica, si certa. L’articolato è stato infatti che mi scelga la via del blind trust, si metscritto dal forzista Francesco Paota mano al regime delle incompalo Sisto, presidente della Affari coapprezza? tibilità e il controllo si estenda anstituzionale, che però non lo conFatti suoi” che a dopo la fine del mandato podivide per niente. E ieri lo ha detto chiaro e tondo in aula. Francesco Guccini litico. Civati vuole anche che la legge si faccia in fretta, prima della «In qualità di relatore, — ha detriforma costituzionale. to Sisto — ho elaborato questo teCritiche al testo Sisto sono arrivate anche da un sto svolgendo un mero lavoro di sintesi e di “assemblaggio” delle diverse proposte di legge, senza altro democratico: Francesco Sanna. «L’approccio che questo costituisca la mia opinione politica». Si- del Pd — ha detto il deputato — è diverso: il testo basto riflette l’avversione di Forza Italia che non vor- se è un buon testo compilativo, ma ha bisogno di alrebbe toccare la legge Frattini. Come ha spiegato ie- cune correzioni. Alcune correzioni, profonde e neri il deputato Rocco Palese: «Il diritto all’accesso al- cessarie, sono nei nostri emendamenti che riprola carica pubblica, al pari di quello di libera iniziati- pongono le proposte di legge di origine democrativa economica privata, va tutelato appieno - ha det- ca e quelle venute fuori dalla discussione». to - Il timore è che norme come quelle contenute nel © RIPRODUZIONE RISERVATA SILVIO BUZZANCA presidente del Senato Piero Grasso torna giovedì mattina da un viaggio di rappresentanza in Argentina e sconsiglia, via filo, altre votazioni a oltranza che finiscano con un nulla di fatto. Si risolvono in un danno. È realistico pensare che la seduta “buona” si possa tenere la prossima settimana, magari martedì, a candidati già individuati e con buone chance di riuscita. Oggi Berlusconi, di nuovo a Roma, potrebbe indicare un nuovo nome per la Corte, anche se il gruppo parlamentare aveva deciso che la scelta era di sua © RIPRODUZIONE RISERVATA Ma Berlusconi deve fare i conti con un gruppo frastagliato che rivendica la sua indipendenza. Dice Brunetta: «Chapeau a Napolitano che da solo ha scelto i suoi giudici, ma qui bisogna mettere d’accordo 950 persone». Non si respira aria migliore nel Pd. Dove superare la candidatura di Violante sta comportando più di una preoccupazione. Innanzitutto lo sgarbo di sostituire un esponente di spicco del partito, tra i saggi del Quirinale, ex responsabile per le Riforme. Ma ostinarsi sul suo Nella rosa dei candidati Luciani per i democratici, Guzzetta e Sisto per gli azzurri nome rischia ormai di far portare al Pd «la responsabilità» della mancata elezione dei giudici. Lo sanno bene Zanda e Speranza, che però temono la reazione di chi ha sostenuto Violante contro qualsiasi altro candidato per la Corte. Un tecnico puro, a questo punto. Il nome che ricorre con maggiore insistenza è quello del costituzionalista della Sapienza Massimo Luciani, che nella sua veste di avvocato è un volto già molto noto nelle stanze della Consulta. Non resta che superare gli indugi e parlare con Forza Italia augurandosi che abbia e voti un nuovo nome. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 IL GOVERNO ALLA PROVA La manovra Il presidente della Commissione Ue uscentevuolechiedereal nostro governo una modifica del disavanzo strutturale di 0,5 punti per evitarci la bocciatura Padoanhaprevistoinvece una riduzione di 1,6 miliardi più una riserva di altri 3,4 in caso di emergenze Più morbida la posizione di Juncker Dubbi sullecopertureper il bonus bebè Deficit, Barroso insiste “L’Italia tagli 8 miliardi” Ultime correzioni alla legge di Stabilità IL RETROSCENA ALBERTO D’ARGENIO ROBERTO PETRINI ROMA. La legge di Stabilità 2015 arriva al Quirinale con una buona dose di “suspense”. Attesa ieri, come aveva annunciato lo stesso ministro per l’Economia Pier Carlo Padoan, arriverà con tutta probabilità solo oggi. Ma per l’intera giornata si sono rincorsi interrogativi sulle motivazioni del ritardo. “Aggiustamenti tecnici”, hanno spiegato fonti del Tesoro. La chiave del “giallo” va cercata tuttavia Bruxelles. Il negoziato con la Ue, infatti, sembra tornare a complicarsi. Nelle prossime ore, come anticipato ieri da Repubblica, è attesa una lettera nella quale la Commissione europea esprimerà i propri dubbi sulla manovra italiana. Nel mirino la scelta di tagliare il deficit strutturale di un solo decimo di punto nel 2015, in violazione del Fiscal Compact. E secondo fonti europee citate dall’Ansa il presidente uscente della Commissione, Josè Manuel Barroso, resterebbe fermo sulla richiesta di chiedere una correzione dello 0,5%, pari a 8 miliardi. Il governo risponderà alla missiva dicendosi dispo- Il governo risponderà alla missiva dicendo di essere disposto a un massimo di 0,35 punti, non di più nibile ad aumentare il risanamento allo 0,25%, al massimo allo 0,35 dando fondo alla “riserva” da 3,4 miliardi inserita nella manovra proprio in caso di irrigidimento da parte di Barroso, che punta a una terza vita politica in patria e non può fare sconti ai big dopo che i portoghesi hanno subito le rudi attenzioni della Troika. Il governo confida però sul suo successore, Jean Claude Juncker, che sarebbe pronto a un accordo che tenga conto della flessibilità, quindi in linea con le cifre indicate La classifica europea del debito pubblico In % del Pil, primo trimestre 2014 174,1 GRECIA ITALIA 135,6 PORTOGALLO 132,9 112,2 CIPRO 105,1 BELGIO SPAGNA 96,8 FRANCIA 96,6 EUROZONA 93,9 REGNO UNITO 91,1 75,1 AUSTRIA 58,6 FINLANDIA 44,3 DANIMARCA ESTONIA Borse, un altro giorno in negativo lo spread torna sopra i 170 punti 77,3 GERMANIA LUSSEMBURGO I MERCATI 88,0 UE 28 SVEZIA I LEADER Renzi, Merkel e Barroso. I governi di Eurolandia e la Commissione alla ricerca di un accordo sui conti pubblici 40,4 22,8 10,0 dal governo. La partita si giocherà tutta nei prossimi sette giorni: se Barroso deciderà, il 29 ottobre, di bocciare comunque la Legge di Stabilità, il governo cercherà un accordo successivo con Juncker, che appena tre giorni dopo prenderà le redini della Commissione. Ma Roma vorrebbe evitare la bocciatura pubblica che potrebbe avere serie conseguenze sui mercati. Per questo sono in corso contatti ai massimi livelli istituzionali per indurre Barroso a passare la mano, esprimendo pure i suoi dub- FONTE EUROSTAT bi nella lettera in gestazione ma evitando poi di rimandare platealmente la manovra e lasciando che sia Juncker a gestire il dossier. E la sensazione dei nuovi malumori di Bruxelles ha consigliato, anche sulla base di considerazioni che sono state fatte in Italia, di lasciare “libera” la riserva di 3,4 miliardi, pari a circa lo 0,2 per cento del Pil. Il “tesoretto” non sarà dunque utilizzato, neppure temporaneamente, per coprire altri sgravi o interventi di spesa. Ma ci sono anche altre questio- MILANO. Forte volatilità e nervosismo sui mercati nel giorno in cui è scattato il piano Bce di acquisti di covered bond (obbligazioni garantite). I listini europei dopo aver altalenato tra rialzi e ribassi hanno bruciato il rimbalzo di venerdì scorso. La peggiore è stata Francoforte (1,50%) seguita da Parigi (-1%), Milano (0,86%), Londra (-0,68%) e Madrid (0,42%). Ad appesantire i listini si aggiunge la tensione sul comparto bancario per l’incertezza sui risultati degli esami Bce, con Piazza Affari che ha scontato i ribassi di Mps (-1,88); Unicredit (-0,90%) e Intesa (0,82%). Stando alle indiscrezioni, gli acquisti si sarebbero concentrati su covered bond francesi a breve termine in capo a Bnp Paribas e Societè Generale e su quelli di alcuni istituti spagnoli. Lo spread Btp e Bund intanto è tornato sopra i 170 punti base (174,5 la chiusura) dai 164 di venerdì. stro Lorenzin, dovrebbero essere erogati con «un assegno per l’anno 2015 non inferiore a 900 euro». L’altra questione sul tavolo è quella delle Regioni: se, come fatto filtrare dai protagonisti della trattativa, il taglio di 4 miliardi sarà ammorbidito con il ricorso a prestiti della Cassa Depositi e prestiti, c’è da cambiare la norma. Ma l’accordo tarda ad arrivare e l’incontro potrebbe esserci solo la prossima settimana, mentre le Regioni lamentano anche la perdita di 450 milioni di taglio dell’Irap. Infine le critiche, che il governo, per ora, non sembra intenzionato raccogliere: aumento delle tasse sui Fondi pensione, neutralità fiscale dell’anticipo del Tfr, sblocco dei contratti per gli statali, senza Giornata febbrile al Tesoro mentre la Finanziaria slitta. Oggi la firma di Napolitano © RIPRODUZIONE RISERVATA ni da definire sul fronte italiano e nelle ultime ore i maldipancia salgono. Le partite ancora aperte nelle ultime ore riguardano la definizione dei meccanismi del bonus da 80 euro da 9,5 miliardi reiterato per il prossimo anno i cui criteri contabili cambieranno: lo sconto diventerà una vera e propria detrazione fiscale, passando contabilmente da maggiore spesa a minore entrata: dunque la necessità di far quadrare le cifre. C’è poi l’ultima sortita sul bonus-bebè che, secondo le intenzioni di Palazzo Chigi dovrebbe funzionare con il criterio degli 80 euro a mamma dove il reddito familiare è inferiore ai 90 mila euro con la deroga oltre questa soglia per i nuclei dove si supera il terzo figlio: anche in questo caso il meccanismo fiscale è di complessa realizzazione. La Cgil tuttavia contesta: «Meglio aprire con le stesse somme 1.000 asili nido». Secondo alcuni (ad esempio il gruppo di Forza Italia alla Camera) non ci sarebbero le coperture economiche necessarie per i fondi alle neomamme che, per il mini- contare la richiesta di un aumento delle risorse per le assunzioni a contributi-zero che riguarderebbero solo stipendi fino a 1.200 euro al mese. Troppo pochi si dice e si chiede un aumento delle risorse. Dubbi e polemiche arrivano anche sull’entità dello sconto Irap sul costo del lavoro: per il prossimo anno sarà di 5 miliardi ma bisogna tenere conto che viene abrogato lo sconto dell’aprile scorso del 10 per cento sull’aliquota e che in questo modo il beneficio si riduce. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 11 PER SAPERNE DI PIÙ www.palazzochigi.it www.elysee.fr Investimenti, piano comune franco-tedesco Al vertice tra i due governi, la Germania si impegna a spendere circa 50 miliardi, la stessa cifra chiesta da Parigi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO. Francia e Germania lanceranno, entro l’inizio di dicembre, un piano comune per aumentare gli investimenti in Europa. E alla richiesta – insieme provocatoria e negoziale – dei francesi, che la Bundesrepublik investa 50 miliardi in cambio di 50 miliardi di tagli di Parigi, il governo federale risponde con un sì indiretto. Vogliamo accrescere gli investimenti complessivi dal 17 al 20% del Pil, ha affermato il vicecancelliere e ministro dell’Economia, Sigmar Gabriel. Così, con impegni almeno di facciata e il segnale politico di una grosse Koalition contraria a procedure di infrazione europee verso la seconda potenza dell’eurozona, si è concluso ieri a Berlino il difficile vertice dei ministri di Finanze ed Economia dei due Paesi, cioè Wolfgang Schaeuble, lo stesso Gabriel, Michel Sapin ed Emmanuel Macron. I due ospiti non tornano a Parigi a mani vuote. Angela Merkel conferma la richiesta di rigore e riforme, ma fa capire di non voler abbandonare la Francia al suo destino. La manovra da 36 miliardi (in miliardi di euro) entrate 11,0 Aumento deficit 15,0 Spending review 3,8 Lotta all’evasione 0,6 Banda larga 1,0 Tassa slot machine 3,6 Rendite finanziarie 1,0 Riprogrammazione uscite L’ITALIA PICCOLA CORREZIONE AL DEFICIT Il governo italiano ha previsto finora una correzione al deficit strutturale di 0,1 punti di Pil, pari a 1,6 miliardi. In più, nella legge di Stabilità ha lasciato un tesoretto di riserva di 3,4 miliardi in caso di emergenze LA UE 9,5 Bonus 80 euro 5,0 Irap 1,9 0,8 Sconti per partite Iva 0,5 Detrazioni famiglie 0,3 Ricerca e sviluppo 3,0 Eliminazione nuove tasse 6,9 Spese inderogabili 1,5 Ammortizzatori 0,5 Scuola/precari 1,0 CORREZIONE PIÙ FORTE Nella Ue le posizioni sono diversificate: il presidente uscente della Commissione Barroso ci chiede una correzione al deficit di 0,5 punti (8 miliardi) mentre il commissario Katainen si accontenterebbe di 0,3 (5 miliardi) Contratto a tempo indeterminato Allentamento patto Stabilità Comuni 0,25 Giustizia 0,15 Roma e Milano 0,1 1,2 3,4 Tfr Cofinanziamento Per riserva FONTE PALAZZO CHIGI 20% INVESTIMENTI Il governo tedesco, nel corso del vertice tra i ministri di Germania e Francia, si è impegnato a fare in modo che gli investimenti nel loro complesso (privati e pubblici) crescano dal 17 al 20 per cento del prodotto interno lordo Quel 3% di Pil di investimenti tedeschi in più, notano qui gli economisti, equivale grosso modo proprio ai 50 miliardi auspicati da Parigi. Il summit aveva creato molte attese sui mercati, in concomitanza con l’inizio dell’operazione di acquisto di covered bonds da parte della Bce. Macron, in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine anticipata domenica, aveva appunto suggerito uno scambio: 50 miliardi d’investimenti tedeschi per 50 di tagli francesi. Molti esponenti della Cdu, il partito della Cancelliera Angela Merkel, avevano gridato allo scandalo, all’attentato alla sovranità tedesca, ma erano stati poi richiamati all’ordine. «Io non ho espresso richieste ultimative, ci mancherebbe», ha detto Macron alla conferenza stampa finale, «ma quanto a investimenti la Germania ha meno capacità di noi». Macron e Sapin hanno esposto a Schaeuble e Gabriel sia i piani di riforme del governo Valls, sia il difficile, pericoloso contesto interno tra economia debole e sfida montante del Front National estremista e antieuropeo. Da Schaeuble e da Gabriel (che è anche leader della Spd) i francesi hanno ottenuto risposte di di- sponibilità, sebbene in buona parte vaghe. «Le riforme funzionano solo con la crescita, fuochi di paglia di aumenti di spesa non servono», ha detto Gabriel. E Schaeuble ha sottolineato: «L’economia dell’eurozona si sta indebolendo», per cui «siamo decisi a fare insieme tutto il possibile per rafforzare gli investimenti sia privati sia pubblici nei nostri due Paesi». Naturalmente, solo “entro i limiti consentiti” da Patto di stabilità e fiscal compact. Il piano comune per investimenti e riforme verrà presentato entro inizio dicembre, quando si terrà il periodico vertice economico intergovernativo franco-tedesco. Resta ora l’incognita delle scelte dell’esecutivo europeo: il pressing politico tedesco contro procedure punitive per la Francia è trasparente, ma istituzionalmente la scelta non compete a Berlino. «Le regole europee si applicano a tutti e spetta alla Commissione decidere sul deficit francese», ha avvertito Schaeuble. I problemi strutturali di Parigi, hanno ammesso Sapin e Macron, restano. La piccola dose di benevolenza tedesca li allevia appena. © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 I COSTI DELLA POLITICA Lo scandalo Rimborsopoli in Piemonte Il gip contro il pm: “Processate vicepresidente e assessore” Coinvolti nove consiglieri regionali (sei di centro-sinistra, tra loro segretario Pd) Chiamparino: “Fiducia immutata”. Lega, FI e 5 Stelle: “Si dimettano subito” OTTAVIA GIUSTETTI TORINO.«L’abbuffatina» del centro-sinistra va di traverso alla giunta regionale di Sergio Chiamparino e decine di coppette gelato, cappuccini e brioche, tramezzini e cibi da fast food obbligano il governatore a cambiare i suoi intenti. «Attendiamo il primo grado di giudizio»: dice adesso che il gip di Torino ha chiesto l’imputazione coatta per due suoi assessori, Aldo IL GOVERNATORE Sergio Chiamparino, 66 anni, presidente Regione Piemonte L’accusa è di peculato per aver utilizzato impropriamente i fondi dei gruppi. L’inchiesta è quella che travolse la giunta di centro-destra Reschigna (Pd) al Bilancio, e Monica Cerutti (Sel) alle Pari opportunità. Mentre in campagna elettorale diceva: «Nessun rinviato a giudizio nella mia giunta». L’accusa per loro è di peculato per aver utilizzato impropriamente i fondi dei gruppi re- I PERSONAGGI IL VICE Aldo Reschigna (Pd), 58 anni, è il vice presidente e assessore al Bilancio della Regione Piemonte: “Non sono dottor Jekyll e mister Hyde” gionali, e l’inchiesta è la stessa che due anni fa travolse la Regione in mano al centro-destra guidato dal leghista Roberto Cota. Nel fascicolo dove per il presidente del Carroccio c’era lo scontrino delle “mutande verdi”, e per i suoi colleghi della maggioranza fiumi di cene a ba- IL SEGRETARIO Davide Gariglio, 47 anni, è il segretario piemontese del Pd, consigliere regionale: “Ho agito nel rispetto della legge, piena fiducia nei giudici” se di tartufo e borse di Louis Vuitton, il giudice, alle prese con le richieste di archiviazione, ha rispolverato le note spese di chi allora stava all’opposizione e adesso governa. E ha emesso un’ordinanza di imputazione coatta per nove politici, tre del centro-destra e sei del centrosi- nistra, mentre la procura li voleva archiviati. Rischiano ora il processo anche il segretario regionale del Pd e vicepresidente del Consiglio regionale, Davide Gariglio, e il senatore Pd Stefano Lepri. «Mangiare è un bisogno personale non un’e- la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 13 PER SAPERNE DI PIÙ www.regionepiemonte.it torino.repubblica.it L’INTERVISTA / MONICA CERUTTI (SEL) “Ho pianto per la rabbia non sono Wonder Woman pagavo solo i collaboratori” Assessore Monica Cerutti, ieri a fianco di Sergio Chiamparino non è riuscita a trattenere le lacrime. Rabbia per un verdetto che ritiene ingiusto, o tensione? «Tensione e dispiacere. Ho fatto di tutto per cercare di controllarmi ma non ce l’ho fatta. Per me è un momento durissimo perché per una persona che fa politica sentire che viene messa in dubbio la sua correttezza fa male». Qualcuno ha richiamato le lacrime del ministro Elsa Fornero. Le donne piemontesi sigenza della politica», scrive il gip Roberto Ruscello nella sua ordinanza. E poi spunta idealmente uno a uno dai bilanci del Partito democratico, dal 2008 al 2010, decine di piccole spese ricorrenti, quelle per i pasti veloci tra una riunione e l’altra, per le colazioni al bar prima di entrare in Consiglio, la scatola di praline e il pandoro, le bottiglie di spumante per i regali di Natale. Chiamarla abbuffata è troppo. Ma l’elenco alla fine si fa lungo lo stesso. E sono di nuovo migliaia di euro di denaro pubblico. «La fiducia nei confronti dei miei assessori resta immutata», dice il governatore Sergio Chiamparino. E le dimissioni formali di Reschigna e Cerutti non fanno neppure in tempo a toccare la scrivania del presidente: «Appena appresa la notizia i due assessori hanno subito messo a disposizione le loro deleghe che io ho respinto nel modo più netto». «Siamo di fronte a due livelli della magistratura — aggiunge — il pm che aveva chiesto l’archiviazione e il gip che ha dato valutazioni opposte. Se la magistratura ha dato due interpretazioni diverse sarebbe bizzarro che io dessi la ragione a uno o all’altro. Chi ha la titolarità per decidere de- “Mangiare è un bisogno personale non un’esigenza della politica”, scrive il gup nell’ordinanza in cui chiede l’imputazione coatta ciderà, noi intendiamo attendere quel giudizio». Adesso la procura dovrà scrivere il capo d’accusa per gli indagati, poi sarà fissata un’udienza preliminare, durante la quale un altro giudice deciderà se processare o proscioglierli. Chiamparino sottolinea che «al momento non c’è nessun rinvio a giudizio». E sottolinea che nulla cambierà nella trattativa sulla legge di stabilità con il governo dove, nei giorni scorsi, da numero uno della Conferenza delle Regioni, ha preso posizione contro il premier Matteo Renzi. Dimissioni respinte anche per Davide Gariglio, cui la segreteria regionale del Pd, riunitasi ieri sera, ha rinnovato la fiducia. Ma l’apparente sicurezza di Chiamparino e del suo partito non fermano il treno delle reazioni del centro-destra che, nell’ambito della stessa inchiesta, si prepara a fronteggiare questa mattina la prima udienza del processo dove è imputato Roberto Cota insieme a 24 consiglieri. «La sinistra è specializzata nel fabbricare a suo uso e consumo una doppia morale e nell’utilizzo sistematico della strumentalizzazione», commenta il presidente del gruppo regionale della Lega Nord, Gianna Gancia. «Chiamparino sia coerente e ritiri le deleghe agli assessori Reschigna e Cerutti»: chiede il Movimento 5 Stelle. E il capogruppo di Forza Italia in regione, Gilberto Pichetto: «Ora misureremo la coerenza del governatore e del Partito democratico che hanno utilizzato il tema di rimborsopoli in campagna elettorale». © RIPRODUZIONE RISERVATA LE TAPPE 20 NOVEMBRE 2013 Peculato, truffa, finanziamento illecito ai partiti: sono le accuse per i 44 consiglieri regionali del Piemonte indagati in “Rimborsopoli” 16 GENNAIO 2014 La procura di Torino chiede il rinvio a giudizio per 39 consiglieri e per il presidente Roberto Cota, per altri 17 politici chiede invece l’archiviazione 20 OTTOBRE 2014 Il gip torinese respinge 9 su 15 (i due grillini sono stralciati) richieste di archiviazione e dispone per loro l’imputazione coatta piangono? «Mi pare una situazione molto diversa. Le mie lacrime però non erano per altri, ma per me. Perché nella trasparenza e correttezza ho sempre creduto. Nella passata legislatura sono stata la prima a chiedere l’anagrafe degli eletti, massima trasparenza a disposizione dei cittadini». Nelle spese che le vengono contestate ci sono anche fondi del gruppo utilizzati per pagare il personale. Un errore? «Guardi, il mio era un monogruppo, ero l’unica consigliera di Sel nella passata legislatura. A meno che mi si consideri Won- “ SARA STRIPPOLI Il mio era un monogruppo: essendo da sola, devo retribuire chi lavora per me Le lacrime? Ho provato a trattenerle ma ero troppo tesa e dispiaciuta MONICA CERUTTI (SEL) ASSESSORE REGIONALE ALLE PARI OPPORTUNITÀ “ der Woman, credo si possa immaginare che per fare l’attività avessi bisogno di aiuto, dipendenti e collaboratori». Come giudica questa vicenda dei rimborsi? «Penso che si stia costruendo una giurisprudenza sulla nostre spalle. Al di là di alcuni casi, credo che questa dovesse essere materia della Corte dei Conti». Chiamparino dice che testimonierebbe sulla vostra correttezza e onestà. Ha avuto la tentazione di dimettersi? «L’assessore al Bilancio ed io abbiamo rimesso le deleghe al presidente. Mi ha detto di tenere duro, lo farò. Rispiegherò tutto». Non si può dire che lei non abbia fatto la gavetta in politica. Da dove viene Monica Cerutti? «PDS, Ds, Sinistra democratica e ora Sinistra e libertà. Sono nata politicamente come consigliera di circoscrizione e nei comitati Prodi del ’95. Vado avanti facendomi forza grazie ai messaggi di colleghi ed elettori». © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 ALLARME TERRORISMO Il reportage La feroce internazionale dei jihadisti dell’Is accende sogni nei Paesi arabi. Ma anche la paura in Occidente che la guerra possa provocare un terremoto geopolitico. Il presidente turco non muove i tank alla la frontiera per non rafforzare i ribelli del Pkk Avvantaggiando così il nemico storico Assad Califfi immaginari, tagliagole e curdi ISTANBUL califfato immaginario quello proclamato il 29 giugno nella valle del Tigri e dell’Eufrate. Nella sua traduzione pratica è invece una macchina infernale. E’ immaginario perché risveglia il ricordo della città islamica nell’età classica, spesso associata all’idea di un’epoca d’oro dell’Islam, al paradiso perduto, alla potenza svanita, alla comunità dei credenti ancora unita. Insomma un messianismo emblematico della crisi che attraversa il mondo arabo. E al tempo stesso in concreto, oggi, è un’entità cosmopolita con confini instabili e ambizioni sterminate, composta da fanatici religiosi, giovani in cerca d’avventura, tagliagole, stupratori, mercenari e buoni combattenti. Un’internazionale formatasi in prossimità dei luoghi dove furono ambientate alcune delle bellissime pagine di Mille e una notte. Dunque accende fantasie e paure. Sogni e incubi. Le grandi istituzioni sunnite e ancor meno quelle sciite non gli riconoscono la minima autenticità. Secondo i grandi lettori del Corano, il testo sacro dettato Il Medio Oriente è una vasta Dio a Maometto, sabbia mobile, da cui emerge una da tramite l’Arcangelo nazione frantumata e sommersa: Gabriele, non parla mai di istituzione poil Kurdistan litica con quel termine. La parola «khalifa» al singolare appare soltanto due volte a proposito di Adamo e di Davide. E il suo significato si avvicina a «luogotenenza». Per questo i primi successori del Profeta adottarono il titolo di califfo. La storia ha fatto il resto fino all’abolizione del califfato decretata (1924) da Ataturk allo scioglimento dell’Impero ottomano. Questo preambolo spiega, almeno in parte, la complessità e le contraddizioni della guerra del califfato immaginario. I fronti caldi, in cui si combatte, si decapita e si violenta, sono due: quello siriano e quello iracheno. Ma il conflitto può estendersi in modo più o meno cruento in altre regioni del mondo musulmano. Dove la jihad, intesa all’origine come mobilitazione spirituale, rischia di diventare per emulazione violenta. Sul piano geopolitico è un autentico terremoto, perché è esploso in un’area in cui i confini tracciati dagli occidentali un secolo fa, sulle spo- È UN Gli aiuti in arrivo Linea di confine Secondo fonti curde il passaggio è già cominciato attraverso l’unico varco accessibile MURSITPINAR Campo minato TURCHIA Campo minato Campo minato Zona rappresentata nel disegno Distanza di circa 2 chilometri SIRIA Carri turchi (presidiano il confine) KOBANE Fronte dell’Is N bombardamenti Usa e alleati glie dell’Impero ottomano, frantumano gruppi etnici e religiosi e spaccano nazioni ansiose di nascere o rinascere. Senza i richiami messianici che rimbalzano in comunità frustrate alla ricerca di un rifugio nel remoto passato religioso, l’impatto militare del califfato immaginario sarebbe più modesto di quel che appare. Nelle città del Kurdistan turco, a Diyarbakir, sulle rive del Tigri, a Batman, a Bingol, a Van, all’inizio del mese almeno trenta manifestanti sono stati uccisi, e più di cento feriti, mentre esprimevano solidarietà ai curdi siriani impegnati a difendere Kobane dai jihadisti del califfato. Era anche una protesta contro la passività delle truppe turche schierate lungo la frontiera con il solo non nobile compito di impedire il passaggio degli aiuti alla città aggredita e a portata di mano. Senza l’autorevole invito alla calma di Abdullah Ocalan, il leader curdo imprigionato da anni, la situazione si sarebbe aggravata in Turchia. Questo è l’aspetto etnico del conflitto che trabocca dal campo di battaglia siro — iracheno. In questo caso la religione non c’entra: si tratta infatti di uno scontro tra sunniti alimentato dal patriottismo represso. La posizione turca appare ambigua. «Zero 1 km [email protected] BERNARDO VALLI Ankara ha dato il via libera al passaggio di guerriglieri curdi attraverso il territorio turco per raggiungere Kobane problemi con i vicini» era la formula riassuntiva della dottrina del ministro degli affari esteri Ahmet Davutoðlu. Il quale nel frattempo è diventato capo del governo all’ombra di Recep Tayyip Erdoðan, eletto presidente. In quanto alla formula del ministro filosofo (Davutoglu si è definito kantiano) adesso appare non solo superata ma ridicola. I problemi con i vicini infatti non si contano. Da quando lo Stato islamico, o califfato, si è impegnato in un’offensiva contro Kobane, diventata una città simbolo, il governo turco si è chiuso in un rifiuto non sempre decifrabile. E paradossalmente la posizione potrebbe appesantirsi se i jihadisti dovessero perdere terreno e i curdi finissero col vincere la battaglia. Se Kobane resterà nelle mani dei suoi naturali abitanti e gli aggressori subiranno una sconfitta e dovranno abbandonare i sobborghi che occupano, per Erdoðan sarebbe una scommessa perduta. Pur moltiplicando gli appelli a un intervento terrestre oltre che aereo, Erdoðan è rimasto immobile per sei settimane. E fermi, silenziosi sono rimasti i suoi carri armati sulle colline turche dominanti la città siriana assediata. Rivelandosi operativi soltanto per impedire ai curdi di Turchia di soccorrere i loro amici oltre confine. Nelle ultime ore c’è T C UR HIA stata tuttavia una svolta. In seguito a una lunga e pare tempestosa telefonata di Barack Obama a Erdoðan avvenuta domenica, il ministro degli Esteri, Mevlut Çavuþoðlu, ha annunciato che i curdi iracheni, i peshmerga, potranno raggiungere Kobane per battersi a fianco dei curdi siriani contro i jihadisti del califfato. Erdðan ha dovuto cedere, almeno in parte, alle richieste del presidente americano, e tener conto dei severi giudizi internazionali per il suo comportamento davanti a quel che accade appena al di là della sua frontiera. E ha messo sul tappeto, come un abile giocatore, i curdi iracheni, con i quali ha buoni rapporti, perché non minacciano l’integrità della Turchia e gli vendono direttamente il petrolio, senza passare per Bagdad. Per queste loro virtù e perché buoni combattenti i peshmerga sono autorizzati a raggiungere Kobane. Diversa la posizione dei curdi di Turchia, ai quali non è concesso di soccorrere i fratelli siriani. Erdogan si augura il crollo del regime di Bashar al Assad ed anche la sconfitta di Daesh (acronimo arabo di Stato islamico), ma al tempo stesso non vuole rafforzare troppo i combattenti curdi di Kobane, molti dei quali sono affiliati al Partito di unione democratica (PYD), sezione siriana del Partito dei la- la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 15 PER SAPERNE DI PIÙ www.centcom.mil www.todayszaman.com Kobane, la svolta di Ankara Sì al passaggio dei peshmerga dopo il pressing americano ALIX VAN BUREN IN PRIMA FILA Kobane dista pochi chilometri dal confine turco, dove la gente si ferma per osservare i combattimenti LA TURCHIA di Erdogan, costretta all’angolo da una bufera di critiche internazionali, apre a sorpresa il passaggio ai curdi iracheni, autorizzandoli a soccorrere i curdi siriani assediati a Kobane dallo Stato islamico (Is). Il ripensamento di Ankara, accusata di inerzia se non di “complicità” con l’Is per il rifiuto di intervenire a sostegno di Kobane malgrado l’insistenza degli alleati, e di sigillare le frontiere al passaggio dei jihadisti, avviene dopo un formidabile pressing americano. Nella notte fra domenica e lunedì, tre C-130 Usa paracadutano LA ai curdi siriani 27 carichi di GIOR armi, munizioni e farmaci. È risposta di Washington a NA la Erdogan, il quale aveva TA appena escluso ogni aiuto all’Ypg, l’esercito del Kurdistan siriano, definito da Ankara «terrorista». L’intervento Usa è preceduto da una «aspra» conversazione telefonica fra il presidente Obama e il turco. Il segretario di Stato Kerry lancia un’altra stoccata: «Sarebbe difficile sotto il profilo morale» negare sostegno «ai valorosi curdi», dice. È allora che Ankara inverte la rotta: come, però, e da dove passeranno i peshmerga è tutto da stabilire: «I colloqui sono ancora in corso», è vago il ministro degli Esteri Çavuþoðlu. Washington opera una scelta di campo: i combattenti dell’Ypg siriano stanno rivelandosi le più efficaci “forze di terra” nella guerra della Coalizione contro l’Is. In 36 giorni, hanno pressoché respinto l’offensiva dei jihadisti nonostante i rinforzi che questi hanno ricevuto da Raqqa, la “capitale” siriana dell’autoproclamatosi “califfato”. Ieri i curdi siriani costringono l’Is ad arretrare nel quartiere di Kaniye Kurda vicino al valico di confine a Kobane; lo stesso accade sui fronti meridionale e orientale. Catturano mitra, munizioni e lanciagranate. Per il secondo giorno di fila, da Kobane non arriva l’eco assordante delle armi. L’Is sarebbe stato allontanato da gran parte della città: alle spalle ha il deserto, dov’è facile bersaglio dei raid aerei Usa. Di fronte ha le vie del centro di Kobane, dove sono appostati uomini e donne dell’Ypg. L’avanzata jihadista ora sembra arenarsi. Da Roma papa Francesco al termine di un Concistoro dedicato al Medio Oriente descrive «un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili»; denuncia orrori e persecuzioni «purtroppo nell’indifferenza dei più». E ammonisce: «Non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù». Ecco gli incubi del “sultano” Erdogan Kobane a Sud della città avanza l’Is RD NO I curdi chiedono l’apertura di corridoi di sicurezza all’interno della Siria S per collegare Kobane con Afrin e la regione di Hasake, a maggioranza curda A IRI Gli Stati Uniti hanno paracadutato ieri 27 carichi di armi, munizioni e medicinali a Kobane con tre C-130 La coalizione anti-Is guidata dagli Usa ha condotto nelle ultime ore sei raid nella zona di Kobane (135 in tutto dall’inizio dell’assedio) TURCHIA IRAN Kobane SIRIA Bayji Damasco Bagdad Fallujah GIORDANIA IRAQ ARABIA SAUDITA e altri sei raid nei pressi di Fallujah e Bayji con l’aiuto di Francia e Gb MORTE SOSPETTA Serena Shim, giornalista Usa, origini libanesi, lavorava in Turchia per l’iraniana Press Tv. È morta in un incidente d’auto: l’Iran sospetta l’omicidio voratori curdi (PKK) di Turchia, il quale è fuori legge e schedato come movimento terrorista dopo decenni di lotta contro il governo di Ankara. Da qui la preferenza data ai curdi dell’Iraq, estranei alle vicende turche. Anche sui curdi siriani pesano forti sospetti. Hanno legami con i fratelli turchi e soprattutto usufruiscono già di una larga autonomia. Un loro successo sul campo di battaglia equivarrebbe alla prima pietra di un futuro Kurdistan indipendente, capace di esercitare una forte attrazione su tutte le comunità disperse nei vari Paesi del Medio Oriente. Non esclusi i circa dodici milioni che vivono in Turchia. Affiancati alla città di Kobane ci sono altri due centri curdi autoamministrati, Afrin e Diezireh. L’insieme del territorio semi indipendente è chiamato Rojava. Per Ankara è un grosso fastidio. Questo spiegherebbe l’atteggiamento di Erdoðan. Nel passato recente il suo governo ha aiutato i gruppi jihadisti impegnati contro il regime di Damasco e simultaneamente contro i curdi. Con lo scoppio della guerra civile siriana la sua politica è diventata zigzagante. A tratti ambigua. Di recente non ha neppure esitato a rifiutare, almeno per ora, l’uso della base aerea di Incirlik agli Stati Uniti che la chiedevano per poter intervenire più facilmente a Kobane. E ha suggerito invano agli americani di creare una “no-fly zone” per privare Bashar al Assad della superiorità aerea che gli consente di bombardare senza rischio i ribelli risparmiati dalle incursioni americane. Washington ha deciso che la “no-fly zone” è troppo costosa. È una strana guerra quella del califfato immaginario: Bashar al Assad e Barack Obama, avversari dichiarati, si spartiscono il compito di attaccare dal cielo i ribelli che a terra si combattono tra di loro, trascurando spesso il nemico originario, il regime di Damasco. Il quale per ora esce abbastanza bene dalla mischia, poiché controlla metà del Paese e la maggioranza della popolazione. Il caso della Turchia è bizzarro ma non è l’unico. È senz’altro particolare e decisivo per la forza militare di cui dispone il paese. Il quale è membro della Nato ma rifiuta agli alleati americani l’uso di una base aerea che faciliterebbe le loro incursioni in Siria. Autorizzato dal Parlamento a intervenire in Siria, il presidente Erdoðan rimane immobile lungo il confine siriano con i suoi carri armati. Con il risultato che a trarre vantaggio della situazione è proprio Bashar al Assad, che Erdoðan considera il suo principale avversario. Essendo lui, Erdoðan, un sunnita fervente, e Assad un alawita, quindi dell’area religiosa sciita. Ma a prevalere in questo caso è soprattutto la realpolitik. La religione c’entra poco. Il Medio Oriente è come una vasta sabbia mobile, da cui emerge una nazione frantumata e sommersa: il Kurdistan. Erdoðan se lo sogna di notte, anche se per adesso è uno dei tanti fantasmi della regione. Dai Paesi arabi, come del resto dalla Turchia, sono partiti i primi aiuti ai numerosi gruppi islamisti armati avversari del regime di Damasco. I sunniti dell’Arabia saudita, degli Emirati del Golfo e del Qatar, spesso in competizione, hanno aiutato i gruppi islamisti armati per colpire il regime di Assad, alleato degli ayatollah di Teheran, capitale sciita alla quale si è affiancata Bagdad, dopo l’invasione americana, da cui è spuntato un governo sciita. In tre anni di guerra civile i movimenti islamisti hanno neutralizzato la vera forza moderata d’opposizione (il Libero esercito siriano) e si sono immersi in una rissa senza fine tra di loro, favorendo di fatto il loro nemico dichiarato, il regime di Assad. Non è poi tanto azzardato sostenere che Daesh, ossia il califfato, sia un alleato obiettivo di Bashar al Assad. La notte dei lunghi coltelli islamisti oppone i Fratelli musulmani ai salafiti (musulmani integralisti), e la vecchia Al Qaeda ai discepoli infedeli di Daesch. Se sul terreno, in Siria e in Iraq, è in corso una mischia non sempre decifrabile, le coscienze di molti musulmani sono in tumulto. Stando a un sondaggio la stragrande maggioranza dei sauditi, appartenenti a un Paese che partecipa alla coalizione guidata dagli americani, giudica il califfato «conforme ai valori dell’Islam e alla legge islamica». Le famiglie dei giovani sauditi morti combattendo nelle file jihadiste li considerano martiri e quindi ne sono fiere, e invece di esprimere dolore non esitano a manifestare l’orgoglio per quei figli destinati al paradiso riservato a chi muore per l’Islam. Nonostante la condanna delle autorità religiose la vendita di indumenti con scritte inneggianti al califfato e invitanti alla jihad hanno un notevole successo, anche perché pubblicizzati sugli website. Enfatizzato da generazioni di teologi e di letterati come un «paradiso perduto», il califfato sia pur immaginario sollecita le fantasie. Favorisce il fenomeno la difficoltà intellettuale e politica a pensare o a creare dei modelli alternativi, e quindi la naturale propensio- Le famiglie dei giovani sauditi ne a ricorrere a movimorti combattendo con lo Stato menti messianici riislamico li considerano martiri volti al passato. Gli Stati Uniti non e quindi ne sono orgogliose hanno mai partecipato a una guerra del genere. Si tratta di bonificare politicamente e di ridisegnare una regione, che va da Bagdad, dove muoiono per attentati una trentina di persone al giorno, a Raqqa, dove un califfato immaginario è retto da un chierico che si ispira al Settimo secolo, ma che è un esperto o quasi in comunicazione di massa. Spegnere questo conflitto sorvolando e bombardando il campo di battaglia, senza mettere piede a terra. Questo è il quesito posto agli strateghi del Pentagono. Ma una politica condotta Paese per Paese, tesa ad isolare quella che gli storici hanno battezzato la Mezzaluna fertile, la curva striscia di terra adesso insanguinata che taglia il Tigri e l’Eufrate, è probabilmente la strada più intelligente da seguire per arrivare col tempo a un risultato. Che non sarà comunque una vittoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 IL DRAMMA EBOLA 17 PER SAPERNE DI PIÙ www.punchng.com www.medicisenzafrontiere.it L’emergenza Ebola, la Nigeria ora è libera dal contagio L’epidemia dichiarata ufficialmente debellata nel paese. Guarita la dottoressa norvegese che si era ammalata in Sierra Leone Lussemburgo, sì alla nomina di un coordinatore europeo contro la malattia. Cameron: “Un miliardo di euro in aiuti” PAOLO G. BRERA L’UOMO DI OBAMA Ron Klain, lo “zar” anti-Ebola insieme a Barack Obama nella Casa Bianca ROMA. Uno “zar” anti Ebola targato Ue per evitare passi falsi e scoordinati inciampi: il Consiglio dei ministri degli Esteri riunito ieri in Lussemburgo ha deciso di nominare l’alter ego europeo dell’avvocato Ron Klain, scelto da Obama per dirigere la battaglia al virus oltreoceano. Il nome sarà scelto nei prossimi giorni, e l’incarico verrà probabilmente affidato giovedì o venerdì durante il prossimo Consiglio europeo: «Abbiamo deciso di istituire la figura del coordinatore o coordinatrice Ue per Ebola — dice il ministro degli Esteri, Federica Mogherini — in modo da individuare qualcuno in grado di raccordare gli sforzi europei al lavoro dell’Onu e del G7. Si tratta di intervenire non solo sul fronte medico e sociale ma anche economico, con un lavoro di lungo periodo nelle zone colpite». Intanto sul tavolo piove mezzo miliardo di euro, un passo lungo la strada del «maggiore impegno» chiesto dal presidente Usa e dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Il premier britannico David Cameron chiede che si arrivi a un miliardo di euro, se ne discuterà al Consiglio europeo. Per ora, la cifra messa a disposizione è di 330 milioni dagli Stati membri (compresi i 5 già stanziati, e i 50 annunciati, dall’Italia); più altri 180 impegnati direttamente dalla Commissione europea. Serviranno a rafforzare i centri specialistici di cura, a formare il personale sanitario e a definire uno standard comune per il rimpatrio dei contagiati, in prima misura i medici e gli operatori che rischiano la vita in Africa occidentale. Nel frattempo, il mondo prende lezioni dalla Nigeria. Il virus che aveva fatto capolino nel Paese contagiando 20 persone, nove delle quali uccise dalla malattia, è stato arginato e sconfitto: da ieri, la Nigeria è ufficialmente dichiarata libera da Ebola. Un risultato persino incredibile in un Paese con 160 milioni di abitanti, devastato dal terrorismo e dalla corruzione: il 20 luglio, quando il “paziente zero” Patrick Sawyer, un diplomatico liberiano, svenne nell’aeroporto internazionale di Lagos, una metropoli da 21 milioni di abitanti, il mondo cominciò a temere l’ecatombe inarrestabile. E invece dopo 42 giorni trascorsi senza nuovi contagi il periodo finestra ha richiuso i battenti, e Rui Gama Vaz dell’Oms può brindare ad Abuja alla «spettacolare storia di successo», una «dimostrazione che Ebola può essere contenuta» anche se «la guerra non sarà finita finché l’intera Africa occidenta- le non sarà libera dalla malattia». È una storia di eroismo, decisione e prontezza che merita un film: dalla forza con cui la dottoressa Ameyo Adadevoh, contagiata e uccisa, lo fece ricoverare impedendogli di lasciare l’ospedale nonostante le proteste sue e della Liberia; all’infermiera che lo placcò mentre fuggiva dopo essersi strappato le flebo, quando già era estremamente contagioso: anche lei è tra le vittime, il suo sacrificio ha evitato un massacro. Trecento persone entrate in contatto con Sawyer sono state isolate, e 26 mila abitazioni sono state contattate e visitate da ufficiali e volontari. In Europa, ieri è stata dichiarata guarita la dottoressa norvegese di Msf che aveva contratto il virus in Sierra Leone, e oggi saranno ripetuti i test definitivi per confermare la guarigione dell’infermiera spagnola Teresa Romero. Dalla Sierra Leone arriva invece la notizia della morte un’operatrice di Un Women, terzo membro dell’Onu ucciso da Ebola. Negli Usa, intanto, altre 43 persone che avevano avuto contatti con Thomas Eric Duncan sono uscite dalla quarantena, e ne restano 120 sotto controllo: se tutti saranno negativi, il 7 novembre gli Usa potranno tirare un gran sospiro di sollievo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le epidemie di Ebola Algeria Egitto Libia Arabia Saudita Mali Sudan Burkina Faso Ciad Niger Gambia Guinea Bissau Guinea Benin Gibuti Nigeria Sud Sudan Togo Sierra Liberia Leone Gabon “Il virus risveglia paure ancestrali Ma medici e fondi possono fermarlo” 50 Somalia Uganda Guinea Equatoriale Congo Numero di infezioni per ogni epidemia 250 Etiopia Camerun Ghana Costa d’Avorio 1.000 Yemen Eritrea Senegal 2014 (attuale) Rep. Dem. delCongo Congo Ruanda D.R. Burundi 8.2 Kenya [email protected] Mauritania Tanzania 1976-2013 Habitat dei pipistrelli della frutta Angola Malawi Mozambico Zambia Epidemia attuale (dati Oms aggiornati al 17 ottobre) Rep. Dem. del Congo Senegal Nigeria Guinea Sierra Leone 68 49 1 20 8 Zimbabwe Madagascar Namibia Botswana LEGENDA casi , di cui Swaziland morti Lesotho 862 1.519 Sudafrica 3.410 1.200 Liberia 4.262 2.484 ANNA LOMBARDI CENARIO numero uno, il peggiore: Ebola durerà a lungo e ucciderà un milione di persone. Scenario numero due, il migliore: fermiamo Ebola entro tre mesi, moriranno ancora circa 20 mila persone. Tutto dipende da come agiremo. Ma anche da come evolverà il virus». Rony Brauman, esperto di malattie tropicali e cofondatore di Medici senza Frontiere — l’ong in prima fila nella lotta all’epidemia che è anche la più duramente colpita da Ebola, con 9 volontari morti — non azzarda previsioni. «La mobilitazione c’è: ma sul campo si vede ancora poco. Dovevano esserci 17 nuovi ospedali sul campo e non ci sono. E solo un decimo dei soldati promessi da Obama è già arrivato» Cosa resta da fare? «La risposta ritardata è stata fatale, ha permesso all’epidemia di estendersi. Non possiamo correggere il passato ma dobbiamo lavorare per tradurre in fatti le tante cose dette, le strategie elaborate. Tutto è ancora troppo lento. Certo, i «S STRATEGIE I ritardi sono stati fatali, però il focus deve restare l’Africa, altrove il rischio è quasi inesistente RONY BRAUMAN Cofondatore di Msf governi stanno affrontando terrorismo, guerre, crisi economica. Ma serve uno sforzo di risorse e mobilitazione» I governi sono impegnati affinché il virus non si propaghi in Occidente... «Il focus deve restare l’Africa Occidentale: il rischio di avere casi di Ebola altrove è limitato. Il rischio di una epidemia in Europa o Stati Uniti è vicina allo zero. E pensare che da noi migliaia di persone muoiono ogni anno di altri mali — L’IN come la tubercolosi — TER e nessuno se ne preocVI cupa» Perché Ebola fa STA così paura? «Spaventa per la sua forma esplosiva. Uccide in pochi giorni, provoca dolori atroci, sanguinamenti. Risveglia paure bibliche di disastri estremi, punizioni divine. Amplificate dall’immaginario cinematografico, film come Contagion o 28 giorni dopo. Certo, nel passato la peste ha ucciso due terzi degli europei e la malattia è diventata una paura ancestrale. Ancora nel Novecento la spagnola ha colpito milioni di persone. Il nostro dovere è capire la paura senza alimentarla. Dobbiamo aiutare la gente a razionalizzare». C’è chi sostiene che Ebola fa così paura perché viene dall’Africa: non c’è in questo una forma di razzismo? «Anche questo non è nuovo. Quando nell’Ottocento il colera uccise migliaia di persone in Europa la gente attaccava i medici ritenendoli responsabili. Qui interviene la paura dell’altro, lo straniero, il virus che viene da oltre confine. Noi guardiamo agli africani. Ma fra loro c’è chi pensa sia un virus portato dai bianchi». Sappiamo cosa sta succedendo davvero? «Conosciamo il trend con cui Ebola si espande. Sappiamo che cresce in Liberia e Sierra Leone, che è controllata in Guinea e sconfitta in Nigeria. Questi ultimi 500 km dati sono incoraggianti, vuol dire che in Africa ci sono governi capaci di controllare e invertire il corso dell’epidemia. Quanto ai numeri, al momento parliamo di oltre 4000 morti certe: ma crediamo siano almeno il doppio. E potrebbero essere ancora di più». Quali sono le cause remote del virus? «La deforestazione, l’urbanizzazione selvaggia, la crescita demografica hanno portato la gente a stretto contatto con animali contaminati e permesso al virus di propagarsi più velocemente che in passato» A che punto è la ricerca? «Bisogna investire di più: perché Ebola è solo un campanello d’allarme. Ci sono altri virus pronti a trasformarsi in epidemie e per gli stessi motivi. Non voglio spaventare nessuno, non sto dicendo che siamo di fronte a nuove potenziali catastrofi. Ma che è una questione seria e per affrontarla serve più ricerca». © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 MONDO PER SAPERNE DI PIÙ www.asahi.com/english http://english.kyodonews.jp Giappone NEL MIRINO A destra, Yuko Obuchi si inchina al termine della conferenza stampa in cui ha annunciato le dimissioni da ministro dell’Economia. A sinistra, la collega Midori Matsushima, ex ministra della Giustizia Stop al “governo rosa” due ministre lasciano tra scandali e sessismo Spese pazze e regali sospetti: 246 mila dollari in cosmetici Ma dietro al rimpasto anche machismo e polemica sul nucleare FOTO: ANSA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPAOLO VISETTI PECHINO. Il premier giapponese Shinzo Abe ha già problemi con le donne. Dopo averne volute cinque nel suo governo-bis, in meno di due mesi ne ha perse due e rischia di dover fare a meno anche della terza. Per Tokyo è un «terremoto rosa» e quello che era stato esaltato come il «nuovo potere delle donne» rischia di franare sotto i colpi del più conservatore dei maschilismi. La grande fuga ieri in meno di due ore. L’astro nascente della politica giapponese, Yuko Obuchi, si è dimessa dal potente ministero dell’Economia, che controlla Commercio e Industria. L’ha seguita Midori Matsushima, ministra della Giustizia. I problemi, per Abe, non sembrano finiti: ad un passo dal- sa però il sospetto di un pregiudizio maschilista. Il 3 ottobre era stata al centro di uno scandalo alla Camera Alta. La sua colpa era stata di aver indossato un foulard rosso, vezzo vietato dal codice di abbigliamento risalente all’epoca imperiale, che impedisce anche di portare in aula cappelli e cappotti. Il neonato “governo rosa” in pezzi è un duro colpo sia per Shinzo Abe che per le possibilità di ripresa economica di Tokyo. Il padre dell’”Abenomics”, crollato nei sondaggi dopo l’aumento dell’Iva in aprile, il 3 settembre aveva giocato la carta femmini- le per rilanciare immagine e consenso. Il rimpasto aveva assegnato a donne cinque ministeri su diciotto, eguagliando il primato del 2001. Il premier aveva detto che «il coinvolgimento delle donne è fondamentale per costruire una nazione in cui anch’esse brillino e per stimolare la crescita». Abe ieri si è assunto «la responsabilità dei problemi» e si è scusato «profondamente per la situazione». Subito riassegnate, a due laureati ad Harward, le poltrone vuote: all’Economia è arrivato Yoichi Miyazawa, 64 anni, nipote di un ex premier, mentre alla Giustizia è stata chiamata un’altra donna, Yuko Kamikawa, 61 anni, già alle Pari opportunità. Le ministre dimissionarie non hanno però ammesso reati, lasciando intendere che il genere sessuale abbia avuto un ruolo nell’addio. Yuko Obuchi, fino a ieri in corsa per la successione ad Abe, si è limitata a esprimere rammarico «per non essere riuscita a contribuire alla ripresa economica e ad una società più a misura di donna». Dietro la sua esclusione per eccesso di cosmetici a carico di associazioni pub- Yuko Obuchi, alla guida dell’Economia, doveva gestire il controverso riavvio delle centrali Via anche la titolare della Giustizia, in passato accusata per un foulard rosso in Parlamento l’addio sembra anche Eriko Yamatami, responsabile per gli Affari dei giapponesi rapiti in Corea del Nord, incastrata da una serie di fotografie ad un raduno di ultranazionalisti, noti per incitare all’odio razziale contro i coreani residenti in Giappone. Yuko Obuchi ha 40 anni, è figlia dell’ex premier Keizo Obuchi, è madre di due figli e fino a ieri era il simbolo del riscatto delle donne in uno dei Paesi più maschilisti del mondo. Elegante, star del centrodestra nei talkshow in tivù, è accusata di aver ceduto alla passione per i prodotti di bellezza. Tra il 2007 e il 2012, quando era parlamentare, secondo l’opposizione democratica avrebbe speso l’equivalente di circa 246 mila dollari di donazioni in cosmetici e per doni ai suoi fans. Nella borsa della spesa, creme, rossetti e fondotinta, acquistati negli shopping centre più lussuosi della capitale. Midori Matsushima, 58 anni, è sotto accusa invece di aver violato la legge elettorale facendo regali ai sostenitori. Sempre secondo l’opposizione, avrebbe distribuito ventagli di carta con impressa la propria immagine durante una festa nella propria circoscrizione. Anche su di lei pe- bliche, peserebbe lo stallo sulla questione nucleare. La sua immagine glamour di madre di famiglia avrebbe dovuto facilitare il riavvio dei cinquanta reattori atomici, spenti dopo il disastro di Fukushima del marzo 2011. Oltre metà dei giapponesi resta però contraria e la prossima campagna elettorale si annuncia centrata sui temi di sicurezza e sostenibilità dell’energia. «Non posso permettere — ha detto ieri Yuko Obuchi — che la politica economica ed energetica ristagni per colpa dei miei problemi». Silenzio invece da parte di Midori Matsushima, uscita livida dall’ufficio del premier che non ha fatto nulla per difenderla dopo averla scelta per «dare impulso al ruolo femminile anche nel mercato del lavoro». Dopo il “sisma rosa” nel governo, temperato solo in parte da una delle due sostituzionilampo, il Giappone ora si chiede se l’ascesa delle donne al potere sia una conquista reale del Paese, oppure solo uno strumento di propaganda del premier. Un sondaggio della tivù pubblica ieri sera è risultato impietoso: per il 78% dei giapponesi la risposta esatta è la seconda. © RIPRODUZIONE RISERVATA STATI UNITI/1 Inchiesta shock “Pagate pensioni agli ex nazisti” NEW YORK. Decine di criminali di guerra nazisti hanno sottratto milioni di dollari alle casse degli Stati Uniti, continuando a ricevere la pensione a spese dei contribuenti americani dopo aver lasciato gli Usa. Un’inchiesta dell’Associated Press, durata due anni, ha rivelato che il Dipartimento alla Giustizia aveva usato le pensioni come merce di scambio per i nazisti che accettavano di andarsene. Tra le persone che hanno ricevuto i benefici ci sono ufficiali e militari sospettati di essersi macchiati di crimini di guerra, membri delle SS, guardie dei campi di sterminio. La pensione sarebbe stata pagata anche ai soldati tedeschi che parteciparono allo sterminio del ghetto di Varsavia. STATI UNITI/2 Smacco a Obama parla in Maryland e la gente se ne va NEW YORK. Tempi difficili per Barack Obama. Quando mancano due settimane alle elezioni di medio termine, con i repubblicani sempre più favoriti, il presidente americano è protagonista di un episodio emblematico del suo momento di crisi: la platea di sostenitori democratici si svuota mentre lui sta ancora parlando. E' accaduto in Maryland. Obama stava partecipando ad un comizio per sostenere il candidato democratico alla carica di governatore, Anthony Brown, quando una parte del pubblico, apparsa poco soddisfatta del suo intervento, è uscita in anticipo dalla sala in segno di disappunto. la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 MONDO 19 PER SAPERNE DI PIÙ http://www.nytimes.com/ jornada.unam.mx/ultimas Messico Il reportage. Iguala, nello stato di Guerrero, è sconvolta dalla violenza. Da settimane non si sa nulla di 43 universitari che protestavano contro i tagli del governo. E durante le loro ricerche i contadini hanno scoperto i resti di decine di corpi. Probabilmente le vittime della guerra tra i clan Studenti scomparsi e fosse comuni nella città delle lacrime controllata dai narcos RANDAL C. ARCHIBOLD IGUALA. Armati di pale e picconi, a LE TAPPE IL SEQUESTRO Dopo una giornata di scontri duri con la polizia, il 26 settembre 43 studenti spariscono a Iguala, nello stato messicano di Guerrero L’INCHIESTA La sparizione dei giovani ha spinto le autorità ad aprire un’inchiesta, con l’arresto di almeno 36 poliziotti e 27 membri della gang dei “Guerreros Unidos” IL BOSS La polizia ha fermato Sidronio Casarrubias Salgado, leader della gang dei Guerreros, e ricerca il sindaco di Iguala, Jose Luis Abarca bordo di pick-up ammaccati, i contadini vanno verso una serie di radure sospette in campagna, saltano giù e iniziano a scavare. «Ehi, ecco una costola!», esclama uno degli uomini, parte di una ronda dei cittadini: estrae quel che sembra un pezzo di colonna vertebrale. Presto emergono altri frammenti: una costola? Una rotula? Cinque fosse comuni sono state già scoperte nella ricerca dei 43 studenti scomparsi un mese fa dopo scontri con la polizia locale; e altrettante fosse segrete come questa sono allo studio per determinare l’origine dei resti che esse contengono. Malgrado l’impegno di centinaia di soldati, funzionari federali, dipendenti statali e abitanti locali, la sorte degli studenti resta un mistero. Piuttosto, la caccia ha rivelato qualcosa di altrettanto agghiacciante: una moltitudine di tombe clandestine con cadaveri ignoti alla periferia della città nasconde a stento il pesante scotto imposto al Messico dalla criminalità organizzata. I giovani sono scomparsi dopo che la polizia locale — accusata di collaborare con una banda di narcotrafficanti — ha aperto il fuoco e ucciso sei persone il 26 settembre. Stando al procuratore di Stato, gli agenti avrebbero rapito un gran numero di studenti per consegnarli a una banda. Il presidente Enrique Peña Nieto assicura che la ricerca dei ragazzi è la priorità assoluta del governo. In realtà, le ricerche confermano che la crisi del crimine organizzato in Messico — con decine di migliaia di morti negli ultimi anni nelle guerre dei narcotrafficanti — è ben più grave di quanto finora pubblicamente ammesso. I familiari dei giovani, che frequentavano la facoltà di Magistero e stavano organizzando una protesta contro i tagli all’università, si tormentano al ritrovamento di ogni nuova fossa comune. Alcuni hanno rinunciato alle ricerche, convinti che una mafia di criminali e politici sappia dove siano i giovani, però non lo riveli. Molti continuano a credere che gli studenti siano vivi, come i parenti di migliaia di altre persone sparite nella guerra messicana della droga. Poco prima che spuntassero le nuove tombe, María Oliveras, madre di Antonio Santana, uno degli studenti scomparsi, aveva acceso una candela e pregato nel campus dove le famiglie conducono una veglia costante. «Voglio soltanto sapere come sta, dov’è e che cosa fa», dice. «Quando trovano resti umani, non voglio credere che sia lui. Devo credere che è vivo, e che per qualche motivo non l’hanno rilasciato». Nel primo biennio del mandato, LA MARCIA Amici e familiari dei 43 studenti spariti in Messico marciano per chiederne la liberazione e per sollecitare il governo a indagare di più FOTO: ANSA Peña Nieto s’è impegnato a ridare slancio all’economia e ad attirare investitori stranieri, guadagnandosi il plauso di alcuni economisti speranzosi in una crescita futura. Stando ai detrattori, però, Nieto ha trascurato l’espandersi dell’illegalità in cittadine come questa. «È l’impunità il primo motivo delle scomparse», dice Alejandro Hope, ex agente dell’Intelligence messicana. «In Messico, soltanto un caso di omicidio su cinque viene risolto. È colpa dell’impunità, delle istituzioni deboli, e delle ricerche decentralizzate». Alcuni contadini delle brigate che cercano gli studenti — auto- proclamatesi “polizia comunitaria” nel vuoto di autorità del Messico meridionale — contano sulle soffiate degli abitanti, che, a sentir loro, non si fidano delle forze dell’ordine. Chino sulla vanga, Miguel Ángel Jiménez, un capo della polizia comunitaria, dubita che lì siano se- polti gli studenti, infatti l’erba è troppo alta per essere cresciuta in poche settimane. «Anche se non sono loro, non possiamo lasciare irrisolto l’enigma di queste tombe», dice. «Appena troviamo delle ossa ci fermiamo, e cediamo il campo ai periti giudiziari». Ci vorrà qualche settimana per analizzare i resti scoperti di recente. Gli inquirenti confermano: le cinque fosse comuni contengono resti umani, ma per ora non c’è alcun legame con gli studenti. Le squadre di contadini, ricevute nuove soffiate dagli abitanti, ora battono un sentiero in collina: cercano alcune grotte dove si dice siano stati lasciati dei cadaveri. Per ora scovano quel che sembra il rifugio di una banda, disseminato di bottiglie, vestiti usati, candele e un ritratto di Jesús Malverde, un’icona delle gang. Al ritorno dalla caverna, una guida locale riceve una telefonata minatoria: «Non andar- I familiari dei ragazzi accusano il governo “Cercateli, diteci dove sono finiti, e perché” ci più», gli ripete una voce prima di attaccare. Gli studenti frequentavano l’Escuela Normal Rural Raúl Isidro Burgos, un’università imbevuta di fermenti e slogan rivoluzionari. Le famiglie degli scomparsi aspettano lì, bevendo caffè, chiacchierando in piccoli gruppi e dormendo su materassi sistemati nelle classi e un po’ ovunque. Secondo alcuni attivisti dei diritti umani, gli studenti stavano organizzando una protesta il 2 ottobre contro i tagli all’università statale, ma pare che si siano scontrati con la polizia quando hanno cercato di rubare degli autobus per recarsi alla manifestazione. «A volte non riesco a star seduta e pensare», dice una madre. Serra in pugno un pezzo di carta con la preghiera per “la Protezione del Prezioso Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo”. Il marito se la prende con la farsa delle autorità: «Noi non possiamo cercare, non conosciamo la zona, e invece loro sanno dove si trovano. Che ci ridiano nostro figlio». Ha collaborato Paulina Villegas (©The New York Times La Repubblica traduzione Anna Bissanti) © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 CRONACA PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it La polemica “Mettiti a dieta” bufera su Gasparri per il cinguettio alla fan di Fedez IL CASO In tv col maiale Littizzetto indagata “È maltrattamento” Il vicepresidente del Senato contro il rapper: “Coso dipinto”. E alla ragazzina che difende il cantante: “Sei messa male” SILVIA FUMAROLA ROMA. Il concetto di “rappresentante delle istituzioni” sfugge al vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che ha ingaggiato una guerra via Twitter col rapper Fedez, idolo degli adolescenti e giudice di X Factor. Uno scontro che diventa caso politico: il cantante si schiera contro la manifestazione antiimmigrati di Matteo Salvini a Milano. Mostra il cartello «#Stopinvasione della Lega NORD! Io accolgo migranti in casa. Gratis!». Gasparri twitta: «Cioè questo coso dipinto ha avuto qualcosa da ridire?», alludendo ai tatuaggi del rapper. «Indubbiamente quel #cosodipinto ispira pena, si fa orrore e si nasconde a se stesso», e ancora: «Uno che tratta così il suo corpo chissà come ha trattato il cervello, credo sia già una gioia non essere ridotti come lui». La fan Maria Pia (foto con Fedez) difende il rapper: «Gasparri, quel “coso colorato” è una persona pulita, a differenza tua che sei sporco e te la credi perché sei un deputato». Con rara sensibilità — pochi giorni fa un ragazzino obeso è stato seviziato a Napoli — il senatore replica colpendola sul fisico: «Meno droga, più dieta, messa male». I social network impazziscono. Roberto Saviano: «Che Corrado Guzzanti avesse ragione l’ho sempre saputo. Oggi abbiamo le prove. Fuga di cervelli all’estero: Gasparri si scorda il corpo qui». Fedez su Facebook scrive che aiuterà economicamen- LITE SU TWITTER Sopra, Fedez. A sinistra, lo scambio di tweet tra Gasparri e la fan del rapper te la ragazza se denuncerà il politico. «Gasparri ha visto che era minorenne, allora possono farti tutto, anche sputarti addosso. Questa è la mania di onnipotenza e la mancanza di senso di colpa che affligge taluni tristi per- sonaggi. Mi sarei aspettato un passo indietro». Gasparri, che su Twitter ha dimostrato squisito senso della misura (durante i Mondiali cinguettò: «Fa piacere mandare a fare… gli inglesi, boriosi e coglioni»), non fa mezzo passo indietro. Anzi. «Mi ha offeso, sono io che querelo lei». «Sarebbe logico chiedere le dimissioni, no?» incalza Fedez, «un uomo dello Stato può agire con questa arroganza? Che insulti me, poco importa. Che usi gli stessi metodi nei confronti di una ragazzina non l’accetto. Abbiamo visto dare della “negra” alla Kyenge, i cori contro i napoletani, ma attaccare una minorenne mai. In una società civile paghi le conseguenze, Gasparri non pagherà. Non valgono le campagne anti-bullismo se un’istituzione può agire così. Se come haters ho i politici significa che quello che dico arriva. Li avviso: state attenti, i vostri figli mi ascoltano e il nemico ce l’avete in casa». MILANO. Luciana Littizzetto è indagata per maltrattamento di animali per aver portato a Che tempo che fa — lo scorso 8 dicembre — un maialino nero in un carrello. L’iscrizione nel registro degli indagati è stata disposta dal pm Ferdinando Esposito, della procura di Milano, a seguito di un esposto della onlus romana Animalisti italiani. L’associazione cita nell’esposto le Linee guida per la tutela degli animali in tv, firmate anche dalla Rai. «Il maiale era immobile e terrorizzata: nonostante il carrello fosse aperto, non scappava», ricorda il presidente della onlus, Walter Caporale. (s. d. r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 CRONACA PER SAPERNE DI PIÙ milano.repubblica.it en.auschwitz.org L’omicidio di Yara “Bossetti ancora pericoloso perché non ha freni inibitori” E lui: sono già condannato IL CASO Via da Auschwitz l’opera d’arte italiana “Non è in sintonia con il museo” L’installazione rimpatriata entro la fine di novembre Si tratta sulla destinazione Il Tribunale del Riesame: prova del Dna inconfutabile, deve restare in carcere Lo sfogo del muratore: se la pensano così è inutile che mi facciano il processo DAL NOSTRO INVIATO GABRIELE ISMAN AGLI ARRESTI Sopra, Massimo Giuseppe Bossetti. A sinistra Yara Gambirasio, la 13ene uccisa a Brembate. Sotto, l’ordinanza del Tribunale del Riesame DAI NOSTRI INVIATI PAOLO BERIZZI PIERO COLAPRICO BRESCIA. «Se ritengono che quello è il mio Dna — diceva ieri Massimo Giuseppe Bossetti in carcere — è inutile che mi facciano il processo». Forse comincia a rendersi conto della situazione grazie a un’ordinanza lunga 23 pagine, che sembra un anticipo di ergastolo. Ne basterebbe una sola frase: «Se il prevenuto fosse messo in libertà potrebbe, assai facilmente, aggredire altre giovani con la stessa disinvoltura già manifestata». Resta dunque dentro Bossetti, unico indiziato dell’omicidio di Yara Gambirasio. L’ha deciso ieri il tribunale del riesame di Brescia, confermando le prime valutazioni del gip di Bergamo, Ezia Maccora. Per i difensori, «Bossetti perde le speranze in un processo giusto, questo lo sta uccidendo giorno dopo giorno». Ma ecco i punti principali dell’ordinanza. I legali della difesa: sta perdendo la speranza, lo stanno uccidendo giorno dopo giorno PRIVO DI SCRUPOLI Il tribunale ritiene che «persista il rischio di recidiva», considerate le «crudeli modalità» dell’omicidio: «Non solo l’autore del delitto agiva in orario serale, approfittando del buio e del percorso solitario di ritorno a casa di una tredicenne inerme, ma anche si accaniva sulla vittima con plurime coltellate e la abbandonava agonizzante in area sterrata, tanto che la morte sopraggiungeva per l’effetto congiunto delle numerose lesioni da taglio e dell’ipotermia. L’indifferenza alla sorte dell’offesa dimostra un dolo intenso e mancanza del benché minimo scrupolo, qualunque fosse la ragione per cui aveva condotto Yara Gambirasio nello sterrato di Chignolo d’Isola». E il fatto di essere un padre di famiglia, con un lavoro, «svela ancor di più la sua mancanza di freni inibitori, in quanto, pur godendo delle migliori condizioni per condurre un’esistenza nel rispetto della legge, non aveva remore — scrivono i giudici — nell’infierire su una minorenne indifesa. Si staglia quindi evidentissima una carenza di capacità di autocontrollo». LA PROVA REGINA «Il dato essenziale» mai smontato dalla difesa, nonostante i tentativi di parlare di epistassi o di complotto ai danni del carpentiere, «è costituito dal rintraccio sul cadavere dell’offesa di materiale biologico, diffuso sugli slip e sui leggins». Si tratta di un profilo genotipico «straordinariamente di ottima qualità». E siccome Bossetti nei suoi interrogatori «aveva negato qualsiasi conoscenza o contatto con la vittima», l’unico momento del «contatto tra i due soggetti» è «avvenuto al momento dell’aggressione». SLIP E LEGGINS A dare questa certezza ai giudici è anche la procedura scientifica certosina adottata dai carabinieri del Ris. Hanno fatto 52 prelievi, «fino a isolare nell’area anteriore destra limitrofa al lembo tagliato» degli slip, «una diffusa presenza di materiale biologico di un individuo di sesso maschile, commisto al Dna della parte lesa. Analogamente sui leggins erano campionate alcune tracce vicino all’inguine destro costituite da materiale biologico misto (12 prelievi) in cui emergeva (...) un contributo predominante maschile». E — attenzione — il «profilo genetico estrapolato dai due reperti era il medesimo: “Ignoto 1”». Sottolineano i giudici: «La modalità prescelta» dal sostituto procuratore Letizia Ruggeri «per gli accertamenti tecnici su campioni biologici non è sindacabile», perché è il pm che dirige l’indagine. APPRODI INCONFUTABILI L’importante è che gli accertamenti siano regolari e, nonostante le contestazioni dei difensori, «non è dato dubitare — scrive il tribunale — dell’attribuibilità a Massimo Giuseppe Bossetti dell’omicidio di Yara per le risultanze, allo stato incontrovertibili, evidenziate a suo carico GLI INDIZI fin dal provvedimento genetico». Il test ha individuato 21 marcatori sovrapponibili tra Bossetti e «Ignoto 1», e «questi approdi sono limpidi e inconfutabili». IL CELLULARE E LE ALTRE TRACCE C’è di più. In base alle celle telefoniche, recita l’ordinanza, «non sono smentiti gli assunti per cui il giorno del delitto l’indagato gravitava nei pressi ed era in condizione di avvicinare la IL PROFILO GENETICO A quattro mesi dall’arresto di Bossetti, la prova del Dna resta ancora la più solida in mano alla procura. “Tracce di ottima qualità” sottolinea il giudice LE CELLE TELEFONICHE L’analisi delle tracce lasciate dal cellulare di Bossetti durante i suoi spostamenti, certifica che “il giorno del delitto gravitava nei pressi” di Yara LA POLVERE DI CALCE Bossetti fa il muratore e sul corpo, sui vestiti e nelle vie respiratorie di Yara sono state individuate polveri riconducibili alla calce Il 18 ottobre si è serenamente spenta la Dott.ssa Anna Maria Gioffrè di 88 anni Ne dà il triste annuncio la figlia Ludovica. I funerali avranno luogo in Roma il 21 c.m. alle ore 16 nella Chiesa Cristo Re in Viale Mazzini. Roma, 21 ottobre 2014 Il Presidente Paolo Astaldi, il Presidente Onorario Vittorio Di Paola, i Vice Presidenti Giuseppe Cafiero ed Ernesto Monti, l’Amministratore Delegato Stefano Cerri, i Direttori Generali, i Dirigenti ed il personale tutto di Astaldi Spa si uniscono al dolore del Dott. Elio Dell’Erario per la scomparsa della cara mamma, signora Pasqualina Carrabs Roma, 21 ottobre 2014 Paolo e Marina Astaldi sono vicini con affetto all’amico Elio Dell’Erario per la perdita della cara mamma, signora Pasqualina Carrabs Roma, 21 ottobre 2014 21/10/2011 21/10/2014 “Non c’è immensità che valga quanto abbiamo già vissuto” (Pablo Neruda) Alla memoria del pittore Ignazio Spinedi dalla moglie Lilli, con amore. Roma, 21 ottobre 2014 Ciao Giulio mi mancherai. Francesca Nussio Milano, 21 ottobre 2014 Young & Rubicam e il suo Direttore Creativo Esecutivo apprendono con dolore la notizia della scomparsa di Giulio Romieri persona cara e professionista indimenticabile nel mondo della pubblicità italiana. Milano, 21 ottobre 2014 Ciao Giulio Massimo Costa e gli amici di WPP si stringono attorno ai familiari. Milano, 21 ottobre 2014 21 parte lesa». Così come le tracce di polvere “da cantiere” portano a pensare a un altro tassello che va a posto. Ma questi sono elementi di contorno e anche le dichiarazione del fratellino di Yara, su un uomo con il pizzetto che seguiva la sorella, «suggeriscono prudenza ed esigono conferme ulteriori», anche per «le incoerenze del narrato». Insomma, il Dna basta e avanza come prova pesantissima. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ciao Giulio Grande Uomo. Sei sempre stato nel mio cuore e lo sarai per sempre. Federico Fasolino Milano, 21 ottobre 2014 Il marito Luciano, i figli Stefania con Gino e Luca con Carlotta annunciano la incolmabile perdita della cara Clara Susini in Nesi I funerali partiranno da via della Certosa 16, oggi, 21 ottobre alle ore 13.45 per la Chiesa di San Bartolomeo della Beverara dove, alle ore 14.15, sarà celebrata la Santa Messa di commiato. Bologna, 21 ottobre 2014 O.F. Tarozzi-Armaroli Tel 051-432193 Bologna Norina con Fabrizio, Jacopo e Chiara partecipa al dolore per la perdita della sorella Clara Firenze, 21 ottobre 2014 Maurizio con Antonietta e le figlie Cristiana, Sarah e Valentina sono vicini nel dolore a Luciano, Stefania e Luca per la perdita di Clara Firenze, 21 ottobre 2014 O.F. Tarozzi -Armaroli Tel 051-432193 Bologna Dopo una breve malattia è spirato serenamente l’ingegnere Giampiero Tassinario Ne danno il triste annuncio a tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato, la moglie AGNESE CINI, le figlie GINEVRA con il marito PIETRO NICCOLI, CHIARA con il marito, LUIGI DI TONDO e il figlio FRANCESCO. Un saluto in memoria si terrà presso le Cappelle del Commiato di Careggi via delle Gore 60 - Firenze, mercoledì 22 ottobre, alle ore 14.00. Firenze, 21 ottobre 2014 Ofisa Viale Milton 89 (FI) 055/489802 Tomaso Tommasi improvvisamente ci ha lasciati il giorno 18 ottobre 2014. La mamma, i fratelli, i nipoti non ti dimenticheranno mai e sono affettuosamente vicini alla cara Gabriella. Firenze, 21 ottobre 2014 La moglie BILLI e i figli MARCO e TEO con le loro famiglie annunciano con profondo dolore la morte del Prof. Arch. Piero Paoli Bagno a Ripoli, 21 ottobre 2014 Spagnoli Grassina 055/640061 Mirella Savorelli con Lorenzo, Pietro, Annarita ed Elena piangono con i familiari la perdita di Piero Paoli un uomo coraggioso, un intellettuale, un carissimo amico. Firenze, 21 ottobre 2014 Loris, Valeria, Raffaella partecipano al dolore di Billie e famiglia per la perdita del collega e amico Professor Piero Paoli Firenze, 21 ottobre 2014 “Lungo la notte continuo a cercare l’amore dell’anima mia” Palma Francesco Malfatti Deputato al Parlamento 2009 - 21 Ottobre - 2014 AUSCHWITZ. Via l’installazione italiana da Auschwitz perché non corrisponde ai criteri pedagogici e illustrativi indicati negli ultimi anni dalla direzione del museo dell’ex campo di concentramento polacco. Entro il 30 novembre l’Associazione nazionale ex deportati rimpatrierà l’installazione che fu inaugurata nel 1980 e a cui lavorarono su richiesta dell’Aned tra gli altri Primo Levi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Nelo Risi, Luigi Nono e Pupino Samonà: troppo opera d’arte quella spirale, con simboli politici come la falce e il martello non graditi nemmeno al governo polacco che ha avallato la scelta della direzione per rimuoverla. E mentre l’Aned, come conferma anche la consigliera Grazia Di Veroli, è già in trattative per portare altrove l’installazione (la Regione Toscana e le città di Torino e Bergamo la vorrebbero), sarà Palazzo Chigi a indicare come procedere per non perdere quelle stanze nel blocco 21 che altri Paesi (l’Ucraina, per esempio) vorrebbero all’interno del museo di Auschwitz. Dalla Polonia — dove ha accompagnato il sindaco Ignazio Marino e 144 studenti romani nel tradizionale Viaggio della Memoria organizzato dal Campidoglio — è stato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, a ringraziare il sottosegretario Graziano Del Rio, incaricato di risolvere il problema. «Con la mediazione del governo — ha detto Pacifici — si è trovata la soluzione per quel memoriale che, a parte una scritta di Primo Levi, nulla racconta della deportazione italiana. Ora sarà possibile costruire un comitato con l’Unione delle comunità ebraiche italiane per sviluppare un’opera di narrazione sul modello di quelle che vediamo qui per altri Paesi come la Francia». E anche Marino ha chiesto che il museo della Shoah che nascerà a Villa Torlonia tragga ispirazione da quel padiglione, magari anche con i contributi degli studenti che in 20 anni hanno partecipato ai Viaggi della Memoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Viareggio, 21 ottobre 2014 800.700.800 ACCETTAZIONE TELEFONICA NECROLOGIE IL SERVIZIO È OPERATIVO TUTTI I GIORNI COMPRESI I FESTIVI DALLE 10 ALLE 19:30 Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.) PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ A.MANZONI&C. IL TUNNEL L’installazione a spirale che introduce al blocco 21 di Auschwitz: presto riportata in Italia la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 CRONACA 23 PER SAPERNE DI PIÙ inchieste.repubblica.it www.promuovitalia.it L’inchiestaFinanziamenti destinati alle Regioni per investire in mestieri innovativi e sui giovani. Gestiti da Promuovitalia e finiti in parte I fondi Ue per nelle tasche di imprese amiche che usavano la formazione nel turismo manodopera a basso costo. Nel mirino il braccio operativo dell’Enit, in liquidazione, al centro di tre indagini della procura di Roma AFFITTI PAZZI I fondi del progetto "Formazione&Sviluppo" sono veicolati attraverso la società Promuovitalia Sessantenni assunti come apprendisti lo spreco da 90 milioni dei fondi per il turismo DANIELE AUTIERI ROBERTA REI ROMA. Antonio ha 62 anni e fa il cameriere d’albergo a Pompei. Svetlana, una signora russa di 57 anni, lavora in un grosso centro turistico di Reggio Calabria. Maria, raggiunti i 60, è stata arruolata in un ristorante nel cuore di Napoli. A 63 anni, Giuseppe ha realizzato il suo sogno: “studiare” da pasticcere in un bar del comune di San Rufo, in provincia di Napoli. Nomi di fantasia, storie vere che raccontano come sono stati spesi i soldi comunitari destinati alla formazione di professioni innovative nel settore del turismo. Non giovani con una prospettiva di Invece di start up e portali la selezione delle aziende ha privilegiato centri estetici e ristoranti crescita e inserimento lavorativo, ma ex-massaie, disoccupati o pensionati ai quali è stata data una seconda opportunità. La loro è una partita che vale 90 milioni di euro, gestita da Promuovitalia (società pubblica controllata al 100 per cento dall’Enit) e iniziata nel 2005 sotto il cappello del progetto “Sviluppo&Formazione” che prevedeva lo stanziamento di fondi comunitari e dello Stato italiano (ripartiti al 50 per cento) per inserire nel mondo del lavoro le categorie più svantaggiate del Sud. Ma negli anni i propositi sono naufragati, alimentando una fucina di manodopera a basso costo, sfruttata per far girare gli ingranaggi di imprese amiche. Solo nel 2014 sono oltre 1.000 i tirocinanti impegnati nel progetto e per ciascuno di loro è prevista un’indennità di partecipazione di 750 euro lordi pagata dalla Ue e dallo Stato. L’impresa, da parte sua, non tira fuori un euro, anzi riceve un’indennità di 300 euro come rimborso per il tutoraggio. A beneficiare di questa manodopera sono quindi le aziende, per la mag- gior parte grosse catene alberghiere del Sud, come il Grand Hotel Baia Verde di Acicastello, in Sicilia, che grazie al progetto ha arruolato ben 7 camerieri. E così, invece di start up, produttori di contenuti digitali, portali web, la selezione delle imprese ha privilegiato bowling, centri estetici, bar, pasticcerie, hotel, ristoranti. Tutti ufficialmente impegnati a formare “figure innovative” così come deve aver fatto l’Istituto superiore di scienze religiose di Reggio Calabria dove, tra volumi in latino e immagini di santi, sono finiti due tirocinanti, un archivista e un addetto al museo, beneficiari dei fondi distribuiti a pioggia dalla generosità di Promuovitalia. IL SISTEMA Quello di Reggio è solo un caso su mille, e forse il meno eclatante, pescato all’interno di una giostra di sprechi, clientele e prebende che va avanti da anni e che non accenna a diminuire neanche oggi, dopo che il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha commissariato l’Enit e messo in li- APPROFONDIMENTI Disponibili oggi su “Re- Le inchieste” tutti i materiali e i video esclusivi su Promuovitalia quidazione Promuovitalia, suo braccio operativo. Tutta la storia è scritta in un documento riservato (di cui Repubblica è in possesso) che certifica come negli ultimi anni sono stati spesi i soldi dell’Unione europea per circa 10.000 tirocini formativi. Denari che arrivano a Promuovitalia insieme ai fondi dello Stato italiano e che vengono poi dirottati a beneficio dei tirocinanti, scelti insieme all’azienda che li formerà. Questo solo in teoria. Perché oggi, a fronte dell’errato utilizzo dei fondi, è reale il rischio che l’Unione decertifichi la spesa e che si sfili dalla concessione della sua parte, lasciando allo Stato italiano l’intero peso finanziario dello stanziamento. Sono destinati alla formazione di figure professionali innovative: esperti di ecommerce, sviluppatori di app, energy manager nel settore del turismo La società, controllata da Enit, individua i tirocinanti e le aziende beneficiarie del progetto Il tirocinante ottiene un contributo condiviso al 50% dall'Unione europea e dallo Stato italiano In caso di tirocinio al di fuori della provincia di nascita, il progetto prevede anche l'assegnazione di un alloggio I numeri 90 milioni Il costo dei corsi di formazione dal 2005 finanziati con i Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr) 10 mila euro Il costo del singolo tirocinante 300 euro Il rimborso a ciascuna azienda per tirocinante 750 euro lordi al mese l'indennità di partecipazione per tirocinante 6000 I percorsi formativi previsti dal 2009 a oggi 2500 I tirocini oggi in corso che si concluderanno entro giugno 2015 1000 I tirocinanti coinvolti nei progetti nel 2014. Provengono da 4 regioni sostenute dall'Ue: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia Il business degli affitti 360 mila euro Gli affitti pilotati a Piacenza per le abitazioni dei tirocinanti oggetto di un'inchiesta I soldi dell’Ue sono finiti in tanti rivoli e il ventaglio degli sprechi e delle clientele ha coinvolto ogni voce di spesa, compresi gli affitti per i tirocinanti fuorisede. Nella gestione tutta personale dei soldi pubblici accade infatti che un dirigente di Promuovitalia dirotti un piccolo esercito di tirocinanti nella sua Piacenza riuscendo a farli alloggiare nelle case intestate a sua madre. Un gioco facile, in parte continuato anche dopo il decesso della signora, che funziona in questo modo: lo Stato e l’Ue pagano l’alloggio ai giovani provenienti da altre province per essere formati, e ad incassare c’è lo stesso dirigente che gestisce il progetto. L’uomo si chiama Antonino Bussandri ed è oggi indagato nell’ambito di uno dei filoni d’inchiesta aperto su Promuovitalia. Il dirigente dovrà giustificare agli uomini della Guardia di Finanza i circa 360mila euro guadagnati negli anni grazie all’affitto degli appartamenti. La strana vicenda è stata peraltro denunciata oltre un anno fa al consiglio di amministrazione dell’azienda, senza però che questo sia intervenuto per prendere provvedimenti o sanzionare il manager. Anzi, il dirigente che aveva sporto denuncia è stato prima ridimensionato nei poteri e in seconda battuta licenziato. GIOCHI DI POTERE Lo scontro tra i manager, il buco di bilancio, i tanti casi di sprechi più o meno certificati hanno portato due settimane fa gli uomini della Guardia di Finanza negli uffici di Promuovitalia a largo Chigi per raccogliere carte e documenti utili alle tre inchieste aperte dalla Procura di Roma sulle vicende interne all’azienda. Al centro delle indagini c’è sia il caso degli affitti pazzi che quello più generale dell’utilizzo dei fondi europei nelle regioni del Sud, oltre alla verifica di un potenziale buco di bilancio da 11 milioni di euro. Il pentolone comincia a bollire e giovedì scorso l’onorevole Francesco Ferrara di Sel ha presentato un’interrogazione parlamentare diretta al ministro Franceschini per chiedere Sperperi e clientele hanno coinvolto ogni voce di spesa compresi gli affitti dei fuorisede chiarezza su tutte le criticità emerse, dai fondi spesi fino al mancato pagamento dei lavoratori di Unicity, l’azienda che per conto di Promuovitalia si occupa della gestione del sito Italia.it, dal quale ieri si è dimesso il direttore Arturo Di Corinto, in polemica per il mancato pagamento degli stipendi. Tutto questo ha contribuito ad alimentare le faide interne che da anni minano i rapporti tra ministero, Enit e Promuovitalia. L’attuale liquidatore di Promuovitalia, il commercialista Antonio Venturini, deve infatti far luce sull’ultima gestione dell’azienda, quella che ha visto come protagonisti l’ex-presidente Costanzo Iannotti Pecci, presidente di Federterme e nominato in quota Confindustria, e il suo vice Massimo Ostilio, già portavoce di Clemente Mastella e assessore al Turismo della Regione Puglia. Oltre a loro, però, lo scontro tra i manager e lo scarico delle responsabilità è ai massimi livelli, ma saranno solo le indagini giudiziarie a mettere la parola fine alla vicenda. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 CRONACA PER SAPERNE DI PIÙ www.comune.matera.it ferrovieappulolucane.it La storia epitaffio: «Per questo progetto al momento tutti i lavori sono sospesi». Matera non avrà i convogli di Trenitalia entro il 2019, quando vestirà i panni della capitale europea della cultura. Forse non li avrà mai. «Non ci interessa nemmeno più quel rudere di stazione — sbotta Nino Paternoster del comitato Matera2019 — abbiamo in programma 600 milioni di euro di investimenti in infrastrutture, raddoppieremo le corsie della strada che porta a Bari, allargheremo le due statali che vanno a Gioia del Colle e Ferrandina. Le navette con l’aeroporto Bari Palese al momento sono tre, ma le faremo diventare quindici, copriranno la distanza in 50 minuti. E poi i treni, Matera, ce li ha già». È vero. Sono i vecchi Fiat diesel a due e quattro vagoni delle Fal, le Ferrovie Appulo Lucane (di proprietà del ministero dei Trasporti) che arrancano fino al capoluogo, tra olivi e mandorli, su un binario a scartamento ridotto, uno dei pochi che non è stato smantellato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Fu inaugurato nel 1915. Difficile immaginare che la gran massa di turisti arriverà a bordo di quei trenini, se non cambieranno le cose. Attualmente ce ne sono solo 13 che, nell’arco della giornata, servono Bari e Matera. Ci mettono un’ora e 40 per fare una settantina di chilometri, fanno 15 fermate, nelle ore di punta molti passeggeri devono stare seduti a terra o in piedi nel corridoio. E c’è da sperare pure di trovarsi nella parte giusta del convoglio, perché ad Altamura il trenino si divide in due, la testa va a Matera, la coda a Gravina. Al- I treni perduti di Matera capitale della cultura senza la stazione La città dei Sassi è l’unico capoluogo tagliato fuori dalla rete Fs Dal 1986, data di inizio dei lavori, si sono sprecati 270 milioni LA NOMINA DAL NOSTRO INVIATO FABIO TONACCI MATERA. Per le Ferrovie dello Stato Matera non esiste. Cancellata. Il nome della futura capitale europea della cultura non appare in nessun tabellone delle partenze. Non viene mai pronunciato dalla voce metallica degli speaker nelle stazioni. Inutile pure cercarlo tra le destinazioni sul sito di Trenitalia dove si comprano i biglietti online: “Nessuna soluzione trovata”. La città dei Sassi, il patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco, è l’unico capoluogo d’Italia tagliato fuori dalla rete ferroviaria nazionale. Benvenuti a Matera, dove il binario che non c’è porta alla stazione mai aperta. Questa che da altre parti suonerebbe come un paradosso, una fra- IL RISCATTO Il sindaco di Matera Salvatore Adduce stringe la mano al ministro Franceschini dopo la designazione di Matera a capitale europea della cultura nel 2019 A funzionare qui è solo un trenino per i pendolari che fa 60 km in quasi due ore se ad effetto, qui è la realtà. Perché uno scalo targato Fs, Matera, ce l’ha. Basta scendere in località “la Martella”, a pochi minuti dal centro, per goderselo in tutta la sua incompletezza. Centinaia e centinaia di metri quadrati di piazzale, l’ipotetico parcheggio, nel mezzo del quale si erge la stazione rivestita in pietra: le porte sono murate, le pensiline cadono a pezzi, nei due solchi per i binari crescono sterpaglie alte due metri. Abbandonata e in rovina. Presenza ormai accettata dai 60mila materani, che tra cinque anni vedranno arrivare, quasi tutti in macchina o in pullman, almeno 5 milioni di turisti. Già così, fa male. E però dallo scalo mai aperto si allunga una lingua di cemento di 29 chilometri, che passa davanti alla Cripta del Peccato Originale sfregiandone la bellezza, attraversa colline su pon- 25 ti con pilastri di trenta metri e campate di acciaio, taglia tutta la valle del Basento con una cicatrice di calcestruzzo, si infila in una galleria lunga 11 chilometri sotto il bosco della Manferrana fino a sbucare a Ferrandina. Un vilipendio alla Basilicata che rimarrà tale, perché dal 1986, data di inizio lavori, le Fs non sono state in grado di completare l’opera con rotaie e cavi elettrificati. Dunque la linea che doveva collegare Matera e creare un corridoio fino a Napoli, è rimasta incompiuta. «Un progetto nato male e finito peggio», sostiene Pio Acito, architetto di Legambiente, che ha seguito la storia maldestra della Ferrandina-Matera fin dalla sua genesi. «Già allora pareva inutile, perché poco fruibile. Sarebbe stato meglio seguire un percorso diverso, collegare Metaponto sullo Ionio allo snodo di Foggia, passando per Matera». I lavori sono andati avanti a passo di lumaca: le aziende ingaggiate fallivano una dopo l’altra, per colpa degli eccessivi ribassi nelle gare d’appalto. La costruzione della galleria Miglionico, scavata nel terreno argilloso e resa fragile da gas sotterranei, fu un disastro e comportò un incremento di spesa di decine di miliardi di lire e il giorno del varo del ponte di ferro sul fiume Bradano la struttura si piegò. «Costò alle casse pubbliche 115 miliardi di vecchie lire», ricorda Acito. Secondo altri calcoli, la spesa complessiva della Ferrandina-Matera ammonta a 530 miliardi di lire (270 milioni di euro). Nel 2007 la ferrovia morta sembrò risorgere, ma fu un fuoco di paglia. La regione Basilicata e il ministero delle Infrastrutture conclusero un accordo per completarla, «entro il 31 dicembre 2008» con i fondi delle aree sottosviluppate. Non si è mossa una ruspa. Ormai era evidente a tutti che fosse un affare in perdita. Le Fs hanno recentemente dichiarato che per completare l’opera servirebbero altri 150 milioni di euro, che non hanno. Aggiungendo una frase che sa di Ma il comitato promotore della candidatura promette 600 milioni in infrastrutture L’INCOMPIUTA Matera. In alto, il ponte della ferrovia dove dovevano passare i binari delle Fs e la rete elettrica aerea. Qui sopra, le sterpaglie che crescono dove avrebbero dovuto sorgere i binari e ancora la stazione di Matera mai completata ormai in abbandono le biglietterie è vietato pagare con carte di credito e bancomat: accettano solo i contanti (9,80 euro andata e ritorno). «È la ferrovia calabro-lumaca — scherza Giuseppe Appella, creatore e direttore del Musma, il museo della scultura contemporanea — abbiamo un problema di accessibilità, è vero. Ma mancano ancora cinque anni, e non è il caso di lamentarsi per la stazione delle Fs mai aperta. Le Fal, ad esempio, possono diventare una sorta di “metropolitana” molto efficiente, se aumenteranno le corse». Intanto però non fanno servizio su rotaia di domenica e nei festivi. Suppliscono con i pullman. Quello da Potenza delle 14.24, per dire, ci mette 3 ore e 55 per arrivare a Matera e prevede 4 cambi. Insomma, la capitale europea è fatta, il problema ora è portarci l’Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 28 Economia CONTATTI [email protected] WWW.REPUBBLICA.IT FINANZA&MERCATI FTSE MIB -0,86% ▼ DOW JONES + 0,11% ▲ EURO DOLLARO 1,2796 ▲ PETROLIO BRENT 85,47 $ AL BARILE ▼ TASSI ITALIANI A 10 ANNI 2,59% ▲ IL PUNTO VITTORIA PULEDDA Il Btp Italia “tirchio” non scalda il popolo dei risparmiatori solo con l’inflazione diventerà attraente Nel primo giorno di collocamento sono stati raccolti 3 miliardi, la metà della precedente emissione al 2020 MILANO. Non è un affare, anche se con i tassi che ci sono in giro non si tratta nemmeno di una fregatura. Però con questo nuovo Btp Italia il Tesoro non è stato davvero generoso (la cedola minima reale, lorda, è dell’1,15%) e ieri, a chiusura di mercato, in quella fascia di durata si trovavano anche rendimenti un po’ più alti: lo stesso Btp Italia (legato all’inflazione domestica) emesso nell’aprile scorso - con scadenza 2020 - offriva un rendimento pari all’1,131%. Per non parlare dei Btp “semplici” (senza legami con l’andamento dei prezzi): la scadenza settembre 2020 aveva un rendimento dell’1,572% mentre quello che scade qualche mese prima, nel marzo 2020, rendeva l’1,414%. E’ vero, questi ultimi due in caso di inflazione sono destinati a perdere terreno in termini di prezzo e, in sei anni (tanto dura il Btp Italia) qualche ripresa dei prezzi è ragionevole attendersela (oltre che Mps torna nella bufera la Borsa teme i test Bce “Voci senza riscontro” Il titolo cede il 16 per cento in una settimana Cda il 28 per i rimedi: pronta la vendita di Consum.it MILANO. Il nervosismo sale. Mancano due giorni alla comunicazione degli esami della Bce e dell’Eba ai primi 128 istituti europei, cinque alla loro diffusione pubblica. Tra le banche più attese c’è Monte dei Paschi, reduce da quasi tre anni di dura ristrutturazione dopo i guasti della gestione 2006-2011 di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Ma la banca senese, dopo un maxi aumento da 5 miliardi a luglio per rimborsare 3,5 miliardi di prestito del Tesoro, sembra tornata nella bufera. Almeno a giudicare dalla quotazione, in caduta da giorni e ieri scesa a 0,835 euro (-1,88%), dopo una sospensione mattutina al ribasso. La capitalizzazione è ormai di 4,27 miliardi. A spaventare i venditori è l’ipotesi che Mps possa accusare un deficit patrimoniale dopo i test sovrapposti, sulla qualità degli attivi e sugli scenari di crisi. L’incertezza è grande: gli operatori stimano una forchetta tra mezzo miliardo e 1,7 miliardi di deficit di carenze. «Ammontari I PUNTI AL TESORO Maria Cannata, direttore generale del ministero del Tesoro per il debito pubblico auspicabile) e in questo caso il Btp Italia offre protezione e rendimento aggiuntivo. Inoltre, è vero che un potenziale investitore che avesse voluto ieri sfruttare la leggera convenienza del Btp Italia di aprile si sarebbe trovato a pagare le commissioni bancarie (o postali) per la sottoscrizione mentre il nuovo titolo non le ha (in fase di sottoscrizione) annullando così lo scarto di rendimento (nel breve termine); infine, così facendo avrebbe rinunciato al piccolo extra-guadagno (il premio di fedeltà del quattro per mille, a scadenza, per chi tiene i titoli fino all’ultimo momento). Però resta il fatto che questo Btp Italia non scalda il cuore ed evidentemente nemmeno il portafoglio, se è vero che nella prima giornata sono stati prenotati titoli per 3 miliardi, la metà di quanto era stato richiesto nell’altra emissione. Ma difficilmente il Tesoro, a fine periodo, alzerà la cedola fissa: ha già collocato circa il 90% del budget annuale di finanziamento, dunque non ha bisogno di far cassa. Del resto, per il risparmiatore prudente l’1,15% di cedola minima può essere una scommessa interessante sul futuro andamento dell’inflazione (che come obiettivo Bce resta al 2% annuo). © RIPRODUZIONE RISERVATA che non trovano riscontro nella documentazione parziale e comunque preliminare finora ricevuta», ha dichiarato la banca. Ma è un fatto la convocazione di un cda a Rocca Salimbeni martedì prossimo il 28. Ed è una conferma che, quando domenica 26 saranno diffusi i dati dei LA due test di vigilanza, la banca potrebbe avere GIOR cose rilevanti da comunicare, e in fretta, al Tra queste, è in rampa di lancio la NA mercato. cessione di Consum.it, società senese di TA credito al consumo. Una piattaforma con annessi 2-3 miliardi di crediti in bonis per cui si profila la concessione dell’esclusiva alla cordata tra Deutsche Bank e fondo High Bridge. (a.gr.) A Siena i derivati fanno ancora danni Rischio nuovo salasso da 600 milioni IL RETROSCENA ANDREA GRECO LA VIGILANZA A Pasqua 2014 Bankitalia (in foto Ignazio Visco, governatore) ha suggerito a Mps di ampliare l’aumento da 3 a 5 miliardi, prima del rimborso dei Monti bond LA COMMISSIONE Nell’autunno 2013 la Commissione europea (in foto il commissario Joaquin Almunia) chiese a Mps di raddoppiare la ricapitalizzazione a 2,5 miliardi © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO. A Siena il passato è un film che non passa mai. Non solo per le strette viuzze e le contrade attorno al Campo. La persecuzione del passato pervade la banca cittadina, che fatica a voltare pagina dopo il decennio di dissipazioni finito in dramma nel 2011. Quasi tre ne sono passati, sotto la guida dei due “foresti” Fabrizio Viola e Alessandro Profumo. Ma né il risanamento, né la dieta di rischi e impieghi hanno ridato all’istituto reddito e solidità patrimoniale. Ora in città, come sul mercato, si teme che tra pochi giorni la vigilanza bancaria europea possa infierire ancora, come fece un anno fa la Commissione europea. Emblema del passato che non passa sono anche i derivati Alexandria e Santorini, micidiali strumenti appiccicati a 5 miliardi di Btp con cui l’ex gestione occultò perdite che ne avrebbero anticipato la cacciata. È bene ricordare che quei contratti restano tuttora aperti per 3 miliardi: nel febbraio 2013 il nuovo management li ha solo svalutati e depurati da “errori” (così crebbe di 500 milioni la richiesta di Monti bond). Da allora stanno nei conti della banca, sminati dal rientro del rischio sovrano italiano. È bene ricordare, poi, che Mps ha sostenuto una diatriba tecnico-contabile per appostare quei miliardi di derivati come crediti, in virtù di effettive linee di finanziamento che quei prodotti incorporano. Un’impostazione accettata da Bankitalia e Consob, ma rifiutata da Tribunale del Riesame di Siena, Commissione europea, Ifrs e Bafin tedesca. Come sa Deutsche Bank, costretta a contabilizzare Santorini come derivato. In questi giorni, negli ambienti bancari di Francoforte, si dice che dal 4 novembre la vigilanza unica della Bce potrebbe chiudere la diatriba chiedendo a Mps di portare a conto economico il valore di mercato di quei derivati, con ciò facendo emergere circa mezzo miliardo di nuove perdite. Dalla banca senese non è stato possibile avere commenti a riguardo. Al 30 giugno 2014 l’ammanco di capitale di quei derivati era circa 500 mi- lioni, che diventerebbero quasi 600 per il peggiorato differenziale Btp-Bund. Una buona fetta dell’ipotetico deficit patrimoniale che fa tremare Mps potrebbe, dunque, celarsi qui. Proprio dei derivati si è tornati parlare al foro di Siena il 10 ottobre, quando la difesa di Antonio Vigni ha fatto emergere nuovi, sinistri dettagli sul dossier. L’ex dg del Monte è accusato, con l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex capo area finanza Gianluca Baldassarri, di ostacolo alla vigilanza per avere occultato il mandate agreement, contratto stipulato da Mps con Nomura che “associava” in un quadro unico le operazioni in derivati (su cui Siena guadagnava) e i Btp le cui ricche cedole erano retrocesse ai giapponesi. Da un’ispezione di Bankitalia dell’11 maggio 2010, depositata dalle difese di Vigni e finora inedita, si legge in sette pagine che la vigilanza aveva già da allora individuato le operazioni anomale in Btp/Repo con Deutsche Bank e Nomura, ma anche che Via Nazionale aveva individuato come l’operazione fatta con i tedeschi servisse a compensare perdite di Santorini. «Il Btp/Repo di dicembre 2008 era contemporaneo a un altro di pari importo intercorso tra Deutsche Bank e la controllata Santorini, Molto dipenderà da come l’Eurotower farà contabilizzare i contratti Santorini e Alexandria con funding ancorato a fattori in gran parte antitetici. Il positivo esito finale della 2° operazione compensava le perdite allora in formazione di un collar equity swap tra i due soggetti». Quel verbale gli ispettori lo consegnarono a Mps, a disposizione degli amministratori. Perché quindi il nuovo management affermò di avere “scoperto” Santorini solo dopo aver rinvenuto (il 10 ottobre 2012) nella cassaforte murata di Vigni il mandate agreement su Alexandria? La prima sentenza su Alexandria è attesa il 31 ottobre, quattro giorni dopo gli esiti degli stress test, quattro giorni prima l’avvio della vigilanza Bce. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 I PEGGIORI IERI FTSE MIB..........................18540,10 FTSE IT ALL .....................19611,88 FTSE IT STAR..................16779,58 FTSE IT MID ....................23865,99 COMIT .................................1006,26 FUTURE ............................18517 (-0,86%) (-0,82%) (+0,41%) (-0,31%) (+0,75%) (-0,81%) FTSE MIB Var.% MEDIASET.........................................................-4,29 WORLD DUTY FREE .......................................-3,98 UNIPOLSAI .......................................................-3,09 PRYSMIAN ........................................................-2,90 SAIPEM ..............................................................-2,88 TITOLI DI STATO RENDIMENTO BTP (10 ANNI) ........................................2,59 SPREAD SUL BUND ...............................174 I MIGLIORI FTSE MIB Var.% POP.EMILIA ROMAGNA.................................1,44 BANCO POPOLARE .........................................0,98 MEDIOBANCA ..................................................0,87 AUTOGRILL........................................................0,64 TELECOM IT .......................................................0,58 PRINCIPALI TITOLI DEL MERCATO AZIONARIO TITOLO A2A.....................................................................0,724 ATLANTIA......................................................17,590 AUTOGRILL......................................................5,465 AZIMUT ..........................................................17,440 BANCA GENERALI.......................................19,300 BANCO POPOLARE.....................................11,390 BCA POP.MILANO..........................................0,575 BUZZI UNICEM.............................................10,280 CAMPARI ..........................................................5,335 CNH INDUSTRIAL...........................................6,080 ENEL...................................................................3,662 ENEL GREEN PW .............................................1,819 ENI....................................................................15,990 EXOR ...............................................................28,020 FCA-FIAT CHRYSLER AUT............................7,230 FERRAGAMO ................................................18,560 FINMECCANICA .............................................6,865 GENERALI ......................................................15,160 GTECH ............................................................18,400 INTESA SANPAOLO.......................................2,174 LUXOTTICA ...................................................36,920 MEDIASET ........................................................2,544 PR. RIF € -1,70 -0,57 0,64 0,52 -1,03 0,98 -0,09 0,19 0,28 -2,72 0,33 -0,82 -2,26 -1,06 0,35 -0,91 0,44 -0,26 -0,54 -0,82 -0,75 -4,29 TITOLO MEDIOBANCA ................................................6,355 MEDIOLANUM................................................5,040 MONCLER......................................................10,410 MONTE PASCHI SI..........................................0,836 PIRELLI & C.....................................................10,570 POP.EMILIA ROMAGNA...............................5,980 PRYSMIAN.....................................................13,060 RCS MEDIAGROUP ........................................0,901 SAIPEM...........................................................15,200 SNAM.................................................................4,050 STMICROELECTR............................................5,245 TELECOM IT .....................................................0,787 TENARIS .........................................................14,740 TERNA ...............................................................3,768 TOD'S..............................................................70,900 UBI BANCA.......................................................5,815 UNICREDIT.......................................................5,500 UNIPOLSAI.......................................................2,004 WORLD DUTY FREE.......................................6,385 YOOX ..............................................................15,660 BORSE EUROPEE PR. RIF € 0,87 -2,70 -1,89 -1,88 0,48 1,44 -2,90 -2,86 -2,88 -0,93 -0,94 0,58 -1,67 -0,11 -2,07 -0,26 -0,90 -3,09 -3,98 -1,76 PAESE/INDICE 20-10 VAR.% AMSTERDAM (AEX)....................................384,40 BRUXELLES-BEL 20 ..................................2969,96 FRANCOFORTE (XET DAX) ....................8717,76 FTSE EUROTRACK 100 ............................2590,41 LONDRA (FTSE 100).................................6267,07 MADRID IBEX35........................................9915,20 OSLO TOP 25 ................................................500,36 PARIGI (CAC 40) ........................................3991,24 VIENNA (ATX) ............................................2080,88 ZURIGO (SMI).............................................8283,31 -0,69 -0,60 -1,50 -0,61 -0,68 -0,42 -1,09 -1,04 +0,11 +0,40 BORSE INTERNAZIONALI PAESE/INDICE 20-10 VAR.% DJ STOXX EURO...........................................294,60 HONG KONG HS.....................................23070,26 JOHANNESBURG...................................44588,18 NEW YORK (S&P 500) ..............................1904,00 NEW YORK (DJ IND.) .............................16398,26 NASDAQ COMP. .......................................4316,07 SINGAPORE ST ..........................................3181,05 SYDNEY (ALL ORDS)................................5307,32 TOKIO (NIKKEI) .......................................15111,23 -0,88 +0,20 +0,10 +0,90 +0,11 +1,35 +0,42 +0,90 +3,98 VALUTE CORONA DK ...................................................7,4470 CORONA N......................................................8,3900 CORONA S.......................................................9,1969 DOLLARO AUS...............................................1,4560 DOLLARO CDN ..............................................1,4381 DOLLARO USA...............................................1,2773 FRANCO CH ....................................................1,2064 STERLINA UK ..................................................0,7914 YEN J ............................................................136,6200 ORO E MONETE AUREE 20 OTTOBRE ORO MILANO (EURO/GR.) ORO LONDRA (USD/ONCIA) ARGENTO MILANO (EURO/KG.) PLATINO MILANO (EURO/GR.) PALLADIO MILANO (EURO/GR.) 20 OTTOBRE STERLINA (V.C) STERLINA (N.C) STERLINA (POST.74) KRUGERRAND MARENGO ITALIANO +0,013 +0,101 +0,477 -0,253 -0,243 -0,390 -0,083 -0,515 +0,125 MATTINO SERA 31,58 31,63 1.241,00 1.244,50 464,41 33,57 20,02 DENARO LETTERA 221,56 242,69 223,68 250,27 223,68 250,27 929,61 1.030,56 174,84 199,27 La Ue contro lo Sblocca Italia Verso la procedura di infrazione per le modifiche dei contratti sulle concessioni autostradali AL VERTICE Alessandro Profumo, presidente di Mps e l’ad Fabrizio Viola attendono i risultati degli stress test Bce MILANO. Dopo che già l’Antitrust aveva sollevato dubbi e la Commissione europea aveva manifestato un certo disappunto, ora la norma sulle concessioni autostradali contenuta nello Sblocca Italia del governo di Matteo Renzi finisce ufficialmente nel mirino dell’Unione europea. Bruxelles, infatti, dal 17 ottobre, ha aperto la fase preliminare della procedura di infrazione, la cosiddetta “Eu-pilot”, chiedendo all’Italia di fornire maggiori chiarimenti sull’articolo 5 del decreto legge, che disciplina appunto la questione. Tale disposizione, come si sottolinea nella missiva inviata alle autorità italiane dalla direzione generale Mercato interno e servizi della Commissione europea, «prevede la possibilità che, su proposta dei concessionari autostradali, possano essere stipulati atti per la modifica dei rapporti esistenti, sulla base di nuovi piani economico finanziari». Modifiche che possono essere realizzate anche tra- Agli occhi di Bruxelles, però, «la disposizione legislativa in questione sembra consentire la realizzazione di significative modifiche a contratti di concessione esistenti», senza contare che «da notizie di stampa, risulta che modifiche contrattuali potrebbero consistere altresì in proroghe significative della durata» delle concessioni stesse. Aperta il 17 ottobre la fase preliminare. Anche l’Antitrust aveva espresso dubbi Maurizio Lupi mite «l’unificazione di tratte interconnesse, contigue o complementari, ai fini della loro gestione unitaria». Proprio nell’ottica di unire le forze per prolungare le concessioni, di recente erano state ipotizzate collaborazioni, se non veri e propri matrimoni, tra gli operatori del settore (ad esempio tra Sias e Autovie Venete). Peccato soltanto che, in base alle direttive comunitarie, «lavori complementari non previsti nel contratto di concessione» possono essere aggiudicati a un concessionario esistente solo se «necessari, a seguito di una circostanza imprevista». Non solo: «Modifiche apportate alle disposizioni di un contratto pubblico in corso di validità co- stituiscono una nuova aggiudicazione quando presentino caratteristiche sostanzialmente diverse» da quelle iniziali. In altri termini - è il senso delle obiezioni della Commissione Ue per prorogare le concessioni è necessaria una nuova gara. Un aspetto che nei giorni scorsi era già stato sottolineato dall’Antitrust, che aveva fatto notare che lo Sblocca Italia eliminano un fattore concorrenziale del settore. Sulla base di queste considerazioni, Bruxelles chiede così alle autorità italiane di trasmettere ulteriori informazioni sugli effetti dell’entrata in vigore dell’articolo 5 del decreto, gli ambiti di applicazione, più alcuni chiarimenti su come si intende garantire la compatibilità con il diritto europeo dei contratti pubblici e sul significato «della disposizione nella parte in cui fa riferimento al rispetto dei principi dell’Ue». Ora la parola passa di nuovo al governo Renzi. (ca.sco.) © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 ECONOMIA 31 PER SAPERNE DI PIÙ www.sky.it www.alitalia.it La televisione Le notizie di Sky in chiaro sul digitale “Ma non riduciamo l’offerta a pagamento” I PERSONAGGI RUPERT MURDOCH Sky ha già lanciato in Italia (oltre Cielo sul digitale) un servizio di streaming online delle sue trasmissioni e ha un’intesa con Telecom FEDELE CONFALONIERI Mediaset ha già predisposto con Infiniti una buona piattaforma anti-Netflix e sta cercando soci per Premium MILANO. Sky si prepara a portare dalla pay-tv al digitale terrestre in chiaro i suoi canali di informazione. Il network italiano di Rupert Murdoch ha però ribadito ieri che la sua strategia «è focalizzata sul core business» del satellite, ragion per cui non è previsto (SkyNews24 a parte) «il lancio di un pacchetto di canali gratuiti in chiaro». Mossa che romperebbe la fragile pax televisiva raggiunta negli ultimi anni tra Mediaset e la controllata di News Corp. Qualcosa, a dire il vero, si muove, visto che lo stesso ad di Sky Italia Andrea Zappia ammette «la possibilità del trasloco alla televisione gratuita» (tempi e modi sarebbero ancora da definire) dei canali di notizie del gruppo. Santa Giulia però getta acqua sul fuoco: «La presenza di Sky sulla televisione free continuerà a essere garantita da Cielo — scrive in una nota — il canale in chiaro che nel mese di settembre ha toccato l’1,35% di share medio e che nel corso del 2014 è il canale nativo digitale cresciuto maggiormente rispetto allo stesso periodo del 2013: +74%». Nessuno di stupisce, comunque delle fibrillazioni del settore tv in Italia. La crisi economica e quella degli spot hanno messo in seria difficoltà i conti dei due grandi player del settore e della Rai. I tagli ai costi sono ormai stati fatti quasi tutti. E in attesa che ripartano pil e spot, il Biscione e le reti satellitari di Murdoch si stanno preparando da tempo ad affrontare la competizione di Netflix & C. («Netflix non ci preoccupa» è però il mantra di Zappia) che dopo aver sbancato l’etere americano si stanno preparando alla conquista dell’Europa. Sky e Mediaset, non a caso, hanno già iniziato a diversificare i loro business. Anche a costo di cannibalizzare un po’ di audience e di L’audience Rai 50% Servizi media, andamento degli ascolti tv Mediaset Sky + altri 40% 30% 20% 10% 0% 1993 1997 2001 2005 2009 2013 Fonte Elaborazioni autorita’ su dati auditel ricavi delle loro attività principali. Cologno ha lanciato Infiniti, un supercatalogo di 5mila film da acquistare online più ricco di quello di Netflix. E per un attimo — quando con Al Jazeera sperava di mettere le mani sia sui diritti della Serie A che su quelli della Champions — aveva accarezzato l’idea di sbarcare sul satellite. Sky, come già fa BSkyB a Londra, ha un listino che oltre a un po’ di digitale terrestre gratuito (mai spinto davvero commercialmente proprio per non fare le scarpe al satellite) prevede già la vendita online di trasmissioni e film. La velocità dei cambiamenti tecnologici e la convergenza tra media e tlc sta rimescolando le carte del mondo delle tv in una partita dove le armi a disposizione sono due (il controllo dei diritti sui grandi eventi e la banda per distribuirli) e l’obiettivo finale è il cliente cui vendere il prodotto. Una situazione fluida in cui tutti stanno imparando obtorto collo a fare di tutto. In vista, dicono in molti, di un’offerta finale unica in cui si acquisteranno telefonia, tv e banda per navigare su internet. British Telecom ha sfidato Murdoch comprando i diritti del calcio inglese. Telefonica (forse anche per salvare Prisa causa moral suasion del Governo di Madrid) ha comprato a peso d’oro Digital + e una quota di Mediaset Premium. Sky ha stretto un accordo commerciale con Telecom Italia — «è la nostra scommessa per il futuro assieme a Sky online» per Zappia — mentre il Biscione continua a sognare un accordo con l’azienda guidata da Marco Patuano, magari sempre su Premium, per ammortizzare i soldi (1,1 miliardi) pagati per vincere l’asta Champions del triennio 2015-2018 e “salvare” i diritti della Serie A. Un salasso importante in un momento difficile per la pubblicità tv in Italia, specie per il Biscione che ha già fatti quasi tutti i tagli ai costi fattibili. Il futuro dell’etere (in campo ci sono pure Amazon, Apple e Google) è ancora tutto da scrivere. Ma nel timore di perdere il treno giusto tutti, dal satellite al digitale, dallo streaming alla pay, stanno imparando a fare tutto. (e. l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA GARA N. 290/CTP/14- ESTRATTO BANDO Ente Appaltante: CTP SpA - NAPOLI - Unità Complessa Approvvigionamenti Via Ponte dei Francesi, 37/E 80146 Napoli; tel 0817005081; fax 0817005235 e-mail [email protected]; www.ctp.na.it. Denominazione: Gara n. 290/CTP/14 - CIG 5913351B9B. Oggetto: Servizio di revisione legale dei conti per il triennio 2014 2016. Valore: L’importo complessivo dell'appalto è pari ad Euro 100.000,00 oltre IVA. Durata: n. 3 anni. Procedura di aggiudicazione: Aperta ai sensi degli artt. 220 e 55, comma 5 del D. Lgs. 163/06. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art.. 83 del D. Lgs. 163/06. Requisiti di partecipazione: sono indicati nella documentazione. Documentazione: è visionabile e scaricabile dal sito internet www.ctp.na.it. Offerta: dovrà pervenire al Protocollo della CTP entro il termine perentorio delle ore 14.00 del giomo 03/11/2014. AMMINISTRATORE UNICO (dott. Gaetano Ratto) MARCO PATUANO Telecom Italia ha già un accordo commerciale con Sky e nelle scorse settimane avrebbe esaminato il dossier della pay-tv Mediaset TRIBUNALE DI TERAMO ESTRATTO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE GARA L’Università degli Studi di Chieti/Pescara “G. d’Annunzio” rende noto che la “Procedura aperta per l’acquisizione del servizio di assistenza a favore di studenti diversamente abili dell’Università degli Studi “G.d’Annunzio” di Chieti/Pescara – CIG. 57417734F8, è stata aggiudicata con criterio di aggiudicazione del prezzo più basso, alla seguente società: Girasole Società Cooperativa Sociale – Pescara – con un ribasso percentuale dell’ 1% sugli importi posti a base di gara, che si intende comprensivo degli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, questi ultimi pari allo 0,5% degli imposti unitari posti a base d’asta. L’avviso di aggiudicazione è stato pubblicato sulla G.U.R.I. L’avviso è, altresì, pubblicato sul sito di Ateneo (www.unich.it) 15.10.2014 F.to Direttore Generale (Dott. Filippo DEL VECCHIO) MINISTERO DELLA DIFESA - TELEDIFE AVVISO DI RETTIFICA A parziale modifica di quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - parte prima (5ª Serie Speciale - Contratti Pubblici) - n. 115 del 08.10.2014, inerente l’avviso di gara relativo all’integrazione, ingegnerizzazione e certificazione del SWS-SW (Standard Weather Station Software), si rettifica quanto segue: - Sezione IV.3.4) Termine per il ricevimento delle domande di partecipazione anziché 13.10.2014 leggi 27.10.2014; Sezione IV.3.5) Data di spedizione ai candidati prescelti degli inviti a presentare offerte o a partecipare azinché 17.10.2014 leggi 31.10.2014; Sezione IV.3.8) Modalità di apertura delle offerte anziché 30.10.2014 leggi 12.11.2014. IL VICE DIRETTORE AMMINISTRATIVO Dir. MARZULLO D.ssa MARIA GIOIA PROCEDURA FALLIMENTARE N° 63/2008 Complesso Immobiliare in ROMA CAPITALE (RM) - Località Romanina- Angolo Via E. Ferri/Via T. Canonico Lotto Unico: Complesso immobiliare costituito da vari corpi di fabbrica “Capannoni, Palazzina uffici, Tettoie, aree e parcheggio/viabilità” su un’area di mq 22.990 catastali (di cui superficie coperta di circa mq 10.000,00 e la restante parte sistemata a parcheggi, viabilità interna). Il compendio aziendale è situato, in una zona di recente espansione posto nel punto di congiunzione fra la diramazione Roma Sud dell’autostrada Roma-Napoli ed il Grande Raccordo Anulare. Per il presente lotto si fa riferimento al progetto di lottizzazione urbanistica approvato da Roma Capitale con atto deliberativo di Giunta Capitolina n. 373 del 21/12/2012, all'Atto d'Obbligo con Roma Capitale e al progetto esecutivo di demolizione. Per la più corretta definizione, individuazione e descrizione del Lotto in vendita si rinvia alla documentazione in atti depositata presso la Cancelleria fallimentare del Tribunale di Teramo e riportata sul sito web www.fallimentieaste.it. Prezzo base lotto unico Euro 4.000.000,00 MODALITA DI PARTECIPAZIONE: Le offerte per l’acquisto dovranno essere presentate presso la Cancelleria del Tribunale di Teramo, entro le ore 13:00 del giorno 01/12/2014. L’offerta dovrà essere depositata in busta chiusa. Tutte le buste saranno aperte il giorno 04/12/2014 ore 10:00 presso le aule del Tribunale di Teramo, alla presenza degli offerenti; Le offerte inoltre, dovranno necessariamente essere accompagnate, pena l’esclusione dalla gara, da un deposito cauzionale pari al 10% da effettuarsi attraverso bonifico sul conto corrente bancario intestato alla procedura fallimentare acceso presso la BPER-Banca popolare dell’Emilia Romagna – filiale di Roseto degli Abruzzi, IBAN: IT64V0538777020000000561699. Ulteriori e più dettagliate informazioni potranno essere reperite presso i curatori: - Dott. Tiberio Alosi, e-mail: [email protected], tel/fax 085.8941921; - Avv. Lino Nisii, e-mail: [email protected], tel. 0861.241748. - Coadiutore: Geom. Osvaldo Reginelli - e-mail: [email protected], tel. 0861.587190 fax 0861/232773 - cell. 3398575170. Il decreto di vendita, la documentazione peritale, fotografica e planimetrica nonché il contratto di locazione in essere sono consultabili in formato file, al sito internet www.fallimentieaste.it. IL PROGETTO Alitalia-Etihad via al piano Expo “Ok Ue a fine anno” MILANO.L’asse Alitalia-Etihad inizia a muovere i suoi primi passi da Milano, in attesa del via libera della Ue all’intesa «atteso entro fine anno», ha detto ieri James Hogan, numero uno della compagnia di Abu Dhabi. Sinergie, network e nuove rotte decolleranno così solo dopo la benedizione di Bruxelles «con l’obiettivo di arrivare al pareggio nel 2017». Le due aerolinee però hanno avviato la cooperazione da Expo 2015, di cui saranno entrambe partner ufficiale a livello mondiale, mettendo una bella ipoteca su un po’ dei 7 milioni di persone (su 20 milioni di arrivi previsti) che nei sei mesi dell’esposizione dovrebbero sbarcare in aereo a Milano. «Questa storia sarà un grande successo – ha detto ieri il presidente Roberto Colaninno –. Il futuro non è così nero come lo dipingono e nessuno cinque anni fa si sarebbe immaginato oggi di trovare Alitalia in grado di fare operazioni di questo tipo». I cantieri aperti sono molti. Obiettivo: «Costruire una aerolinea di segmento alto che porti con sé i valori del brand Italia», ha ribadito Hogan presentando il primo prodotto della collaborazione, due Airbus A330 con la livrea comune dedicata a Expo 2015. La vera rivoluzione riguarderà però le rotte. Alitalia aumenterà la propria connettività intercontinentale, trasformando Roma Fiumicino nella testa di ponte per trasferire i passeggeri asiatici verso Sud e Nord America. «Noi puntiamo molto anche sul mercato del Nord Italia – ha ribadito ieri l’ad di Etihad –. Linate garantirà i collegamenti con l’Europa, Malpensa quelli punto a punto a lungo raggio». Qualcosa, su questo fronte, ha già iniziato a muoversi: Air Berlin, altro partner del network partecipato dagli emiri, ha trasferito i suoi voli dall’ex hub Alitalia al city airport meneghino assieme a FlyNiki. Otto voli al giorno trasferiti al Forlanini. Alitalia potrebbe chiudere da Malpensa anche una serie di collegamenti domestici. «In vista dell’Expo però apriremo una rotta da Malpensa a Shanghai e una su Abu Dhabi e rafforzeremo le frequenze su Tokio». Durante l’esposizione i voli di Alitalia e partner da Milano dovrebbero essere circa 100 al giorno verso 560 destinazioni. I prossimi mesi saranno dedicati però al riposizionamento della compagnia, che decollerà dopo il via libera della Ue assieme alle nuove scatole di controllo societarie e al nuovo vertice. Silvano Cassano, ex manager del gruppo Benetton, prenderà il posto dell’attuale ad Gabriele Del Torchio. Per la presidenza al posto di Colaninno si è fatto il nome di Luca Cordero di Montezemolo, da sempre in ottimi rapporti con le famiglie regnanti de Golfo. «È una persona meravigliosa – ha ammesso ieri Hogan – ma è presto per decidere». (e.l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 IMPRESE&MERCATI TITOLO Chiu € ieri A A.S. ROMA 0,646 A2A 0,724 ACEA 9,120 ACOTEL GROUP 15,750 ACQUE POTABILI 1,025 ACSM-AGAM 1,065 ADF-AEROP.FIRENZE 12,950 AEDES 0,017 AEFFE 1,925 AIÒN RENEWABLES 0,621 ALBA PRIVATE EQ. 2,240 ALERION 2,870 AMBIENTHESIS 0,440 AMPLIFON 4,300 ANIMA HOLDING 4,030 ANSALDO STS 8,770 ARENA 0,005 ASCOPIAVE 1,782 ASTALDI 5,670 ASTM 9,550 ATLANTIA 17,590 AUTOGRILL 5,465 AUTOSTRADE MER. 15,140 AZIMUT 17,440 B B&C SPEAKERS 5,830 BANCA GENERALI 19,300 BANCA IFIS 13,510 BASICNET 2,140 BASTOGI 2,028 BB BIOTECH 150,300 BCA CARIGE 0,093 BCA CARIGE R 1,229 BCA FINNAT 0,418 BCA INTERMOBILIARE 3,488 BCA P.ETRURIA E LAZIO 0,537 BCA P.MILANO 0,575 BCA P.SPOLETO 1,794 BCA PROFILO 0,310 BCO DESIO-BRIANZA 2,436 BCO DESIO-BRIANZA RNC 2,272 BCO POPOLARE 11,390 BCO SANTANDER 6,990 BCO SARDEGNA RNC 10,900 BE 0,487 BEGHELLI 0,399 BENI STABILI 0,536 BEST UNION CO. 1,899 BIALETTI INDUSTRIE 0,452 BIANCAMANO 0,537 BIESSE 6,730 BIOERA 0,251 BOERO BART. 19,000 BOLZONI 2,946 BON.FERRARESI 28,960 BORGOSESIA 0,844 BORGOSESIA RNC 0,860 BREMBO 24,070 BRIOSCHI 0,090 BRUNELLO CUCINELLI 15,720 BUZZI UNICEM 10,280 BUZZI UNICEM RNC 6,070 C CAD IT 3,670 CAIRO COMM. 4,962 CALEFFI 1,391 CALTAGIRONE 1,966 CALTAGIRONE ED. 0,987 CAMPARI 5,335 CARRARO 1,716 CATTOLICA AS 12,340 CEMBRE 9,970 CEMENTIR HOLD 4,210 CENT. LATTE TORINO 2,704 CERAM. RICCHETTI 0,253 CERVED 4,500 CHL 0,040 CIA 0,245 CICCOLELLA 0,257 CIR 0,839 CLASS EDITORI 0,310 CNH INDUSTRIAL 6,080 COFIDE 0,385 COGEME SET 0,048 CONAFI PRESTITO' 0,276 CRED. ARTIGIANO - Var % inizio ieri anno Cap. in mil. di € 2013- 2014 min € max € 2,46 -1,70 -1,94 1,94 -3,39 -1,75 0,08 3,11 0,90 1,63 2,42 2,08 0,86 0,39 -1,99 -1,44 -0,57 0,64 0,26 0,52 -5,19 -13,40 10,01 -21,13 35,58 1,43 34,48 -56,75 140,63 25,00 -14,07 -11,29 5,65 -0,49 25,65 -7,27 0,06 -26,03 -16,96 6,48 -10,70 -4,18 -9,21 0,266 0,392 4,095 13,774 0,734 0,618 8,880 0,017 0,524 0,521 1,491 2,810 0,244 3,595 3,681 5,336 0,003 1,101 5,088 7,820 12,028 3,826 14,681 10,219 1,005 1,016 11,171 27,564 1,447 1,369 13,859 0,071 1,964 0,795 2,644 4,069 0,687 4,890 4,592 9,073 0,007 2,331 8,372 12,839 21,298 7,666 17,266 25,586 257 2273 1953 65 37 83 113 19 205 11 23 125 41 968 1206 1762 9 415 567 840 14568 1375 65 2476 -1,03 -0,66 5,08 5,85 -1,28 4,51 0,94 -0,06 -0,74 -0,09 1,54 1,00 -0,26 0,98 0,50 1,11 0,91 -0,25 1,04 3,72 0,19 -3,51 1,66 1,59 -2,82 5,44 -1,03 -2,07 3,08 0,19 -0,49 -10,17 -15,20 5,88 -7,68 146,42 30,13 -49,71 24,77 4,60 12,08 5,29 44,23 54,08 10,73 11,48 -14,14 8,37 10,44 86,31 -6,29 11,25 27,54 101,47 7,73 24,28 -33,66 -5,00 -0,14 -18,10 -6,17 -10,32 18,69 15,51 -40,11 -21,59 -14,99 3,005 12,856 5,515 1,342 0,750 72,897 0,087 0,904 0,242 1,763 0,481 0,274 1,623 0,200 1,823 1,731 6,642 4,865 3,768 0,165 0,315 0,435 0,870 0,187 0,429 2,394 0,142 18,618 2,017 28,169 0,727 0,860 9,689 0,075 13,408 9,618 5,109 8,612 25,136 16,383 2,586 3,718 153,508 0,361 1,975 0,585 3,675 1,809 0,723 3,017 0,479 3,395 3,135 15,631 7,889 11,914 0,647 0,619 0,666 2,241 0,845 0,837 9,609 0,468 23,750 4,081 40,841 0,972 1,291 29,592 0,147 26,279 15,134 7,987 64 2231 741 130 36 949 3 151 544 118 2526 53 211 287 30 4115 72 65 81 1024 18 33 18 187 9 82 76 165 31 1 1620 71 1057 1706 248 -1,25 -1,14 -5,93 0,71 0,28 1,00 0,73 1,73 -3,35 7,30 -0,98 0,45 -0,74 -8,16 2,43 -0,12 0,75 -2,72 0,26 4,67 - -21,24 -15,90 -2,66 -3,25 -6,00 -12,04 -45,00 -36,59 10,96 -0,94 56,11 36,05 -10,00 -9,09 -3,81 -14,73 -26,58 72,11 -25,76 -30,44 -54,82 - 3,666 2,465 1,274 1,144 0,706 5,132 1,717 11,638 6,306 1,630 1,247 0,163 4,413 0,037 0,201 0,246 0,743 0,150 5,954 0,367 0,049 0,260 - 5,299 7,745 1,674 2,996 1,359 6,622 3,385 20,471 12,298 7,237 5,897 0,389 5,011 0,072 0,311 0,436 1,256 0,402 9,658 0,606 0,049 0,750 - 33 389 17 239 122 3090 79 672 168 676 27 21 874 10 23 46 663 86 8266 277 3 13 - www.finanza.repubblica.it > IL PUNTO In rialzo Bper e Banco Popolare, male World Duty Free MILANO. Dopo il rimbalzo di venerdì, torna a dominare il rosso a Piazza Affari, che ha chiuso il lunedì con l’indice Ftse Mib in ribasso dello 0,86 per cento, mentre l’All Share ha ceduto lo 0,72 per cento. Al centro dell’attenzione, Mps, giù dell’1,88% dopo la TITOLO CRED. EMILIANO CRED. VALTELLINESE CRESPI CSP CTI BIOPHARMA D D'AMICO DADA DAMIANI DANIELI DANIELI RNC DATALOGIC DE'LONGHI DEA CAPITAL DELCLIMA DIASORIN DIGITAL BROS DMAIL GROUP E EDISON R EEMS EI TOWERS EL.EN. ELICA EMAK ENEL ENEL GREEN PW ENERVIT ENGINEERING ENI ERG ERGY CAPITAL ESPRINET EUKEDOS EUROTECH EXOR EXPRIVIA F FALCK RENEWABLES FCA-FIAT CHRYSLER AUT. FERRAGAMO FIDIA FIERA MILANO FINCANTIERI FINECOBANK FINMECCANICA FNM FULLSIX G GABETTI PRO.SOL. GAS PLUS GEFRAN GENERALI GEOX GRUPPO ED.L'ESPRESSO GTECH H HERA I I GRANDI VIAGGI IGD IL SOLE 24 ORE IMA IMMSI INDESIT Chiu € ieri ieri Var % inizio anno 5,975 0,790 0,026 1,420 1,815 2,31 1,41 1,21 0,83 3,28 -15,00 8,40 -12,99 3,497 0,590 0,025 0,957 0,783 7,670 1,225 0,044 2,021 3,101 1981 869 4 47 - 0,351 2,664 1,240 17,760 13,850 8,420 14,710 1,403 1,453 27,690 2,980 2,374 -0,90 -4,52 3,33 -3,69 -3,01 4,47 0,94 2,47 -2,36 0,68 -5,04 -45,36 -22,56 0,08 -28,59 -13,87 1,45 23,51 12,69 14,41 -20,91 34,84 -40,05 0,319 2,756 0,934 17,697 11,585 5,601 10,845 1,204 0,659 26,472 1,071 2,009 0,733 4,221 1,780 26,687 17,992 9,964 16,933 1,504 1,580 35,923 3,740 5,465 150 46 99 723 556 497 2176 431 216 1561 42 4 0,841 0,193 37,960 20,600 1,432 0,613 3,662 1,819 3,900 37,700 15,990 8,640 0,095 5,800 0,954 1,617 28,020 0,670 -0,12 -0,98 -1,89 -0,43 0,85 0,16 0,33 -0,82 0,11 -2,26 -2,37 -1,96 2,56 1,17 -0,06 -1,06 0,37 -13,88 -37,24 11,35 29,32 -15,22 -25,52 16,85 -1,41 21,19 -14,12 -7,68 -9,10 -45,34 10,16 50,83 -12,31 -7,22 -19,95 0,828 0,171 20,487 14,016 0,999 0,526 2,305 1,369 1,856 25,474 15,380 6,484 0,094 3,172 0,457 1,088 19,001 0,612 1,435 0,539 43,537 25,139 2,033 1,058 4,454 2,154 5,848 53,806 20,365 12,045 0,331 8,712 1,132 2,639 33,070 0,998 93 9 1085 100 91 101 34479 9072 69 471 58442 1307 16 304 17 57 6897 35 0,946 7,230 18,560 2,950 5,450 0,632 4,000 6,865 0,558 1,799 -0,47 0,35 -0,91 3,29 -1,80 -0,78 0,50 0,44 0,81 1,18 -29,23 2,92 -32,80 21,90 -24,83 -18,97 26,08 14,20 -31,44 0,795 6,769 16,749 2,260 3,916 0,613 3,788 3,569 0,169 1,678 1,487 7,176 29,614 3,579 8,759 0,780 4,268 7,766 0,690 3,158 277 8627 3170 15 233 1075 2430 3981 239 20 0,980 3,850 3,100 15,160 2,280 0,926 18,400 5,08 -0,77 -0,26 -2,48 0,43 -0,54 -38,75 -17,81 10,71 -10,40 -15,99 -31,60 -17,34 0,953 3,517 2,327 11,941 1,837 0,697 15,605 2,716 5,061 4,228 17,523 3,408 1,962 24,030 42 171 45 23648 600 385 3229 1,940 0,10 19,02 1,208 2,167 2890 0,500 0,587 0,622 26,440 0,488 10,940 0,56 2,26 -3,27 -3,01 0,62 - 31,48 -8,12 2,05 -7,23 5,33 10,12 0,327 0,549 0,475 13,760 0,402 5,334 0,858 1,085 1,307 39,275 0,793 11,386 22 213 27 999 166 1249 2013- 2014 min € max € Cap. in mil. di € FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 17 OTTOBRE 2014 TITOLI Val. € oggi Val. € ieri Diff.% 12 mesi tel.02-72206431(EX L)/800-893989 ACOMEA AMERICA A1 .........................16,648 ACOMEA AMERICA A2 .........................17,256 ACOMEA ASIA PAC. A2 ...........................4,335 ACOMEA ASIA PACIFICO A1..................4,198 ACOMEA BREVE TERM. A1...................14,639 ACOMEA BREVE TERM. A2...................14,816 ACOMEA ETF ATTIVO A1........................4,286 ACOMEA ETF ATTIVO A2........................4,407 ACOMEA EUROBB. A1 ..........................17,189 ACOMEA EUROBB. A2 ..........................17,415 ACOMEA EUROPA A1...........................12,083 ACOMEA EUROPA A2...........................12,450 ACOMEA GLOBALE A1.........................11,007 ACOMEA GLOBALE A2.........................11,468 ACOMEA ITALIA A1...............................17,952 ACOMEA ITALIA A2...............................18,515 ACOMEA LIQUIDITA' A1 .........................8,929 ACOMEA LIQUIDITA' A2 .........................8,930 ACOMEA PAESI EM. A1 ...........................6,471 ACOMEA PAESI EM. A2 ...........................6,683 ACOMEA PATR. AGGR. A2......................4,029 ACOMEA PATR. AGGR.A1.......................3,894 ACOMEA PATR. DINAM.A1....................5,252 ACOMEA PATR. DINAM.A2....................5,377 ACOMEA PATR. PRUD. A1 ......................6,305 ACOMEA PATR. PRUD. A2 ......................6,461 ACOMEA PERFORM. A1 .......................22,141 ACOMEA PERFORM. A2 .......................22,519 16,599 17,204 4,379 4,241 14,600 14,777 4,185 4,303 17,115 17,339 11,729 12,084 10,934 11,391 17,352 17,896 8,925 8,926 6,416 6,626 4,010 3,875 5,226 5,350 6,260 6,415 21,988 22,364 9,32 10,52 1,40 0,33 4,12 4,43 -3,19 -2,33 5,39 5,81 -0,07 0,88 3,81 4,86 1,19 2,22 1,29 1,29 -0,34 0,68 3,92 2,80 3,98 4,79 5,90 6,51 5,99 6,56 (*) Valori al 03/07/2014 tel.800-388876 ACTIVE DISCOVERY FLEX .......................5,085 ACTIVE GLOBAL FLEX..............................5,085 ACTIVE INCOME FLEX .............................5,302 ACTIVE OPPORT. FLEX ............................5,085 ANIMA CED. AL.POT. 2021 .....................9,685 ANIMA CED.AL.POT.2021 II....................9,829 ANIMA EVOLUZIONE 2017 I ..................4,978 ANIMA EVOLUZIONE 2017 II(*).............5,000 ANIMA EVOLUZIONE 2019 II .................5,014 ANIMA EVOLUZIONE 2019 III ................4,977 ANIMA EVOLUZIONE 2019 IV................4,986 ANIMA FIX EMERGENTI A ....................15,152 ANIMA FIX EMERGENTI Y.....................16,151 ANIMA FIX EURO A...................................8,740 ANIMA FIX EURO Y...................................8,934 ANIMA FIX HIGH YELD Y ......................11,149 ANIMA FIX HIGH YIELD A.....................10,481 ANIMA FIX IMPRESE A.............................8,178 ANIMA FIX IMPRESE Y .............................8,517 ANIMA FIX MONETARIO I .......................8,927 ANIMA FIX OBBL. BT..............................10,774 ANIMA FIX OBBL. BT Y...........................10,999 ANIMA FIX OBBL. GLOB........................10,025 ANIMA FIX OBBL. GLOB. Y....................10,398 ANIMA FIX OBBL. MLT.............................6,891 ANIMA FIX OBBL. MLT Y..........................7,082 ANIMA FORZA 1 A....................................5,609 ANIMA FORZA 1 B ....................................5,611 ANIMA FORZA 1 BOND Y........................5,731 ANIMA FORZA 2 A....................................5,382 ANIMA FORZA 2 B ....................................5,385 ANIMA FORZA 2 Y ....................................5,530 ANIMA FORZA 3 B ....................................5,820 ANIMA FORZA 3 CL.A..............................5,819 ANIMA FORZA 3 CL.Y ..............................6,059 ANIMA FORZA 4 B ....................................5,481 ANIMA FORZA 4 CL.A..............................5,482 ANIMA FORZA 4 CL.Y ..............................5,745 ANIMA FORZA 5 B ....................................4,931 ANIMA FORZA 5 CL.A..............................4,934 ANIMA FORZA 5 CL.Y ..............................5,214 ANIMA GEO AMERICA A .........................6,729 ANIMA GEO AMERICA Y .........................7,386 ANIMA GEO ASIA A..................................7,057 ANIMA GEO ASIA Y ..................................7,782 ANIMA GEO EURO PMI A......................28,620 ANIMA GEO EURO PMI Y......................31,436 ANIMA GEO EUROPA A ........................14,339 ANIMA GEO EUROPA Y ........................15,763 ANIMA GEO GLOBALE A ......................35,506 ANIMA GEO GLOBALE Y.......................39,042 ANIMA GEO ITALIA A ............................15,511 ANIMA GEO ITALIA Y ............................16,999 ANIMA GEO PAESIEM. A .........................5,487 ANIMA GEO PAESIEM. Y..........................6,044 ANIMA PROG.EUROPA 21 CED .............4,944 ANIMA REND.ASS. MODERATO A ........5,633 ANIMA REND.ASS. MODERATO Y.........5,794 ANIMA RISERVA DOLLARO A ................4,941 ANIMA RISERVA DOLLARO F.................4,967 ANIMA RISERVA DOLLARO I ..................4,964 ANIMA RISPARMIO A...............................7,383 ANIMA RUSSELL MULTI-ASSET.............5,041 ANIMA SELECTION ..................................4,973 ANIMA STAR IT ALTOPOT YD ................6,173 5,079 5,079 5,296 5,079 9,803 9,905 4,992 5,000 5,033 5,003 5,000 15,107 16,102 8,738 8,932 11,073 10,410 8,167 8,505 8,924 10,755 10,979 10,043 10,417 6,874 7,064 5,617 5,618 5,739 5,390 5,393 5,538 5,821 5,821 6,060 5,470 5,470 5,733 4,919 4,922 5,202 6,643 7,291 7,097 7,826 27,855 30,595 13,969 15,356 35,109 38,604 15,033 16,475 5,440 5,992 4,997 5,615 5,775 4,936 4,962 4,959 7,373 5,055 4,998 6,104 4,57 4,57 4,66 4,57 0,64 1,67 0,02 0,26 5,80 4,74 6,39 7,08 0,26 1,28 1,75 9,07 9,93 8,61 9,04 2,37 2,37 2,71 4,61 4,60 4,97 3,97 3,97 4,54 4,60 4,62 5,28 3,68 3,74 4,61 16,94 18,69 -1,02 0,46 -2,30 -0,85 0,27 1,77 7,01 8,62 0,23 1,74 -1,49 4,31 5,04 - TITOLI TITOLO Val. € oggi Val. € ieri Diff.% 12 mesi ANIMA STRAT.EUR. ALTO POT A...........2,650 2,624 ANIMA STRAT.EUR. ALTO POT Y...........2,775 2,748 ANIMA STRAT.ITA ALTO POT A .............5,943 5,877 ANIMA STRAT.ITA ALTO POT Y .............6,184 6,114 ANIMA TR. 18 IT.AL.POT.II.......................5,293 5,319 ANIMA TR. 21 GLOBALE..........................5,026 5,076 ANIMA TR.18 EU.AL.POT.II .....................5,211 5,250 ANIMA TR.18 EU.AL.POT.III ....................5,271 5,312 ANIMA TR.18 IT.AL.POT.III ......................5,278 5,305 ANIMA TR.19 CRE.SOST. II.......................5,452 5,501 ANIMA TR.19 CRES.SOST........................5,462 5,511 ANIMA TR.19 GLOBALE ..........................5,200 5,239 ANIMA TRAG 18 ALTO POT....................5,176 5,218 ANIMA TRAG 18 EU.AL.POT...................5,176 5,214 ANIMA TRAG 18 ITA.AL.POT. .................5,307 5,336 ANIMA TRAG 2019 GLOB II.....................5,043 5,081 ANIMA TRAG CED. AMERICA.................5,064 5,127 ANIMA TRAG. 19 FLEX II..........................5,258 5,298 ANIMA TRAG. 19 PLUS II .........................5,367 5,413 ANIMA TRAG. 2019 FLEX........................5,324 5,364 ANIMA TRAG. CRESCITA ITA..................4,912 4,974 ANIMA TRAG. DINAMICO.......................5,262 5,303 ANIMA TRAG.19 PLUS.............................5,378 5,420 ANM ACTIVE CURRENCY FLEX..............5,080 5,074 ANM ANIMA ALTO POT.GLOB. F........15,502 15,356 ANM ANIMA ALTO POT. GLOBALE CL.A15,34915,204 ANM ANIMA AMERICA CL.A................14,465 14,276 ANM ANIMA AMERICA F......................14,698 14,494 ANM ANIMA CAP.PIÙ 15 F......................5,907 5,920 ANM ANIMA CAP.PIÙ 15 N.....................5,813 5,827 ANM ANIMA CAP.PIÙ 30 F......................5,734 5,743 ANM ANIMA CAP.PIÙ 30 N.....................5,625 5,634 ANM ANIMA CAPIT. PIÙ 70N..................5,948 5,966 ANM ANIMA CAPIT.70 PIÙ F ..................6,088 6,106 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 15 CL.A......5,818 5,831 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 30 CL.A......5,627 5,637 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 70 CL.A......5,955 5,973 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ OBB. CL.A .5,982 6,002 ANM ANIMA EMERGENTI CL.A..............9,943 9,854 ANM ANIMA EMERGENTI F .................10,120 10,030 ANM ANIMA EUROPA CL.A....................4,937 4,805 ANM ANIMA EUROPA F ..........................5,016 4,882 ANM ANIMA FONDO TRADING CL.A 14,611 14,456 ANM ANIMA FONDO TRADING F.......14,912 14,755 ANM ANIMA INIZIATIVA EU F ................8,984 8,746 ANM ANIMA INIZIATIVA EUROPA CL.A8,839 8,605 ANM ANIMA ITALIA CL.A .....................16,582 16,077 ANM ANIMA ITALIA F............................16,812 16,300 ANM ANIMA LIQ. EURO CL.A .................6,920 6,919 ANM ANIMA LIQ. EURO F........................6,954 6,952 ANM ANIMA LIQUIDITÀ EURO CL.I ......6,945 6,944 ANM ANIMA OB HIGH YIELD AD........19,778 19,643 ANM ANIMA OB HIGH YIELD F............21,038 20,894 ANM ANIMA OBB. CORP. AD .................8,871 8,864 ANM ANIMA OBB. CORPOR. F ...............9,087 9,076 ANM ANIMA OBB. EMERG AD ...............7,201 7,184 ANM ANIMA OBB. EMERG. F..................7,347 7,331 ANM ANIMA OBBL.EURO CL.A..............7,641 7,627 ANM ANIMA OBBL.EURO F ....................7,677 7,664 ANM ANIMA OBBLIGAZ. HY CL.A.......20,648 20,507 ANM ANIMA OBBLIG. CORPORATE CL.A8,990 8,980 ANM ANIMA OBBLIG. EMERGENTE CL.A7,286 7,270 ANM ANIMA PACIFICO CL.A..................5,722 5,752 ANM ANIMA PACIFICO F ........................5,820 5,850 ANM ANIMA PIANETA CL.A.................10,910 10,924 ANM ANIMA PIANETA F.......................11,004 11,018 ANM ANIMA RISERVA EMER. CL.A........5,126 5,099 ANM ANIMA RISERVA EMER. F ..............5,163 5,135 ANM ANIMA RISERVA GLOB. CL.A........4,957 4,952 ANM ANIMA RISERVA GLOB. F..............4,982 4,977 ANM ANIMA RISPARMIO CL.A ..............7,392 7,380 ANM ANIMA RISPARMIO F.....................7,386 7,375 ANM ANIMA SALVADANAIO CL.A.....12,190 12,182 ANM ANIMA SALVADANAIO F...........12,259 12,252 ANM ANIMA SFORZESCO CL.A ..........11,666 11,618 ANM ANIMA SFORZESCO F.................11,803 11,755 ANM ANIMA TR. 18 M.CEDII...................5,237 5,262 ANM ANIMA TRAG 17 CED4 3 ...............5,416 5,440 ANM ANIMA TRAG 19 MUL-ASS...........5,165 5,206 ANM ANIMA TRAG 2016 CED3..............5,888 5,900 ANM ANIMA TRAG 2017 CED4..............5,313 5,327 ANM ANIMA TRAG 2017 CED4 II...........5,684 5,700 ANM ANIMA TRAG 2017 M.CED ...........5,385 5,409 ANM ANIMA TRAG 2018 CED6..............5,168 5,197 ANM ANIMA TRAG 2018 T.CED.............5,406 5,433 ANM ANIMA TRAG CED.EUROPA.........5,104 5,145 ANM ANIMA TRAG EVOL 19 I.................5,077 5,100 ANM ANIMA TRAG II 2016......................5,801 5,818 ANM ANIMA TRAGUARDO 2016..........5,561 5,570 ANM ANIMA TRAGUARDO 2018..........5,956 5,986 ANM ANIMA TRICOLORE CL.A ..............6,106 6,059 ANM ANIMA TRICOLORE F.....................6,136 6,089 ANM ANIMA VALORE GLOB. F............29,465 29,109 ANM ANIMA VALORE GLOBALE CL.A29,230 28,878 ANM ANIMA VISCONTEO CL.A...........40,544 40,101 ANM ANIMA VISCONTEO F .................40,930 40,482 ANM CAPITALE PIÙ OBBL. F...................6,058 6,078 ANM CAPITALE PIÙ OBBL. N ..................5,975 5,995 -0,79 0,14 3,14 4,09 5,74 5,12 5,33 5,75 8,26 8,03 5,60 5,17 5,76 5,16 6,17 5,99 5,24 6,03 0,30 -0,80 17,16 18,22 3,16 2,09 3,13 1,94 4,10 5,64 2,20 2,01 4,20 4,09 -0,71 0,41 0,63 1,64 -2,33 -0,96 0,09 -1,05 0,59 1,45 0,16 0,46 0,35 4,41 5,62 10,22 1,74 4,44 4,69 4,40 7,47 1,24 -0,47 0,64 8,64 9,20 4,04 4,51 1,58 1,80 2,00 2,03 0,87 1,22 4,47 5,27 6,85 5,66 -0,14 3,80 4,97 5,48 6,79 6,48 3,37 2,94 6,15 11,12 11,43 9,24 8,52 3,35 4,01 4,92 4,00 tel.02-88981 AZIMUT DINAMICO ..............................25,677 25,323 AZIMUT GARANZIA ..............................12,846 12,838 AZIMUT REDDITO EURO......................17,512 17,469 AZIMUT REDDITO USA ...........................6,418 6,419 AZIMUT SCUDO .......................................8,797 8,810 -0,71 -0,09 3,57 6,58 4,59 Val. € ieri Diff.% 12 mesi AZIMUT SOLIDITY....................................9,053 AZIMUT STR. TREND................................6,317 AZIMUT TREND......................................28,883 AZIMUT TREND AMERICA ...................13,018 AZIMUT TREND EUROPA.....................12,661 AZIMUT TREND ITALIA.........................16,270 AZIMUT TREND PACIFICO......................6,925 AZIMUT TREND TASSI ..........................10,160 FORMULA 1 ABSOLUTE..........................6,568 FORMULA 1 CONSERVATIVE.................6,802 FORMULA 1 TARGET 2013 .....................6,960 FORMULA 1 TARGET 2014 .....................6,707 9,011 6,305 28,760 12,937 12,363 15,593 7,016 10,151 6,461 6,765 6,943 6,690 7,03 3,00 10,34 9,74 0,36 -0,93 -2,41 2,25 -6,12 -0,32 0,68 0,22 tel.800-551-552 PION. EUR GOV BT (EX MON.) CL.A ....14,015 PION. EUR GOV BT B.................................5,118 PIONEER AZ. CRESCITA CL.A ..............13,127 PIONEER AZ AREA PACIFICO CL.A........3,650 PIONEER AZ VALORE EUR DIS CL.A ......8,576 PIONEER AZ. AM. B...................................6,909 PIONEER AZ. AM. CL.A..........................11,046 PIONEER AZ. AREA PACIF B....................5,410 PIONEER AZ. CRESCITA B........................6,917 PIONEER AZ. EUROPA B..........................5,951 PIONEER AZ. EUROPA CL.A .................16,713 PIONEER AZ. PAESI EM. B........................5,247 PIONEER AZ. PAESI EM. CL.A...............10,768 PIONEER AZ. VAL. EUROPA DIS B..........6,475 PIONEER CIM EUROFIXINCOME.........19,778 PIONEER CIM GLOBALEQUITY ...........45,556 PIONEER EU GOV MT DIS A ....................5,562 PIONEER EU GOV MT DIS B.....................5,539 PIONEER LIQUIDITA' EURO ....................5,234 PIONEER O.EURO C.ET. DIS B .................5,661 PIONEER O.EURO C.ET. DIS CL.A ...........5,262 PIONEER OB CO AM DIS A ......................5,306 PIONEER OB CO AM DIS B.......................5,292 PIONEER OB. PIU' A DISTRIB. B...............5,390 PIONEER OB. SIST. ITALIA CL.A ..............6,037 PIONEER OB.SIST.ITA.DIS B ....................5,997 PIONEER OBB GLO HY DIS A ..................5,568 PIONEER OBB GLO HY DIS B...................5,571 PIONEER OBB. EURO DIS CL.A ...............7,397 PIONEER OBB. PAESI E. DIS B..................5,496 PIONEER OBB. PAESI E. DIS CL.A.........11,092 PIONEER OBB. PIÙ DIS CL.A....................9,035 PIONEER OBB.EURO DISTR B .................5,671 PIONEER TARGET CONTROLLO B.........5,294 PIONEER TARGET CONTROLLO CL.A...5,367 UNICREDIT ECO REALE A........................5,175 UNICREDIT ECO REALE B ........................5,142 UNICREDIT REDDITO A ...........................5,209 UNICREDIT REDDITO B............................5,183 UNICREDIT SOL. PA. EM. A......................5,024 UNICREDIT SOL. PA. EM. B......................4,953 UNICREDIT SOLUZIONE 20A .................5,404 UNICREDIT SOLUZIONE 20B .................5,321 UNICREDIT SOLUZIONE 40A .................5,587 UNICREDIT SOLUZIONE 40B .................5,491 UNICREDIT SOLUZIONE 70A .................5,751 UNICREDIT SOLUZIONE 70B .................5,644 UNICREDIT SOLUZIONE BTA .................5,127 UNICREDIT SOLUZIONE BTB .................5,040 UNICREDIT TREND A ...............................5,171 UNICREDIT TREND B................................5,138 14,010 5,116 12,755 3,671 8,345 6,826 10,918 5,443 6,721 5,773 16,213 5,188 10,641 6,300 19,775 44,996 5,562 5,539 5,234 5,659 5,260 5,299 5,285 5,371 6,028 5,988 5,523 5,526 7,402 5,479 11,058 9,002 5,675 5,283 5,356 5,143 5,110 5,200 5,174 5,014 4,943 5,401 5,318 5,560 5,465 5,688 5,582 5,127 5,040 5,160 5,127 -0,04 -0,16 -4,22 -1,88 3,33 16,96 16,89 -1,94 -4,46 0,73 0,98 7,39 6,93 3,30 7,20 7,15 9,23 9,09 0,06 5,86 6,01 12,71 13,76 3,79 10,47 10,31 11,51 11,30 7,58 11,17 11,32 3,94 7,43 2,76 2,92 4,19 3,77 7,74 7,30 1,52 0,96 2,64 2,19 2,87 2,35 3,49 2,94 0,23 -0,26 3,42 3,01 tel.800-614614 SYMP. OBBLIG. CORPORATE .................6,675 6,670 SYMP. OBBLIG. RENDITA ........................8,380 8,366 SYMPHONIA ASIA FLESSIBILE...............7,896 7,829 SYMPHONIA AZIONARIO EURO ...........6,434 6,268 SYMPHONIA AZIONARIO USA..............9,546 9,464 SYMPHONIA FORTISSIMO .....................3,169 3,132 SYMPHONIA MULTIMAN.EMER.FLESS.13,266 13,192 SYMPHONIA OBB. ALTO POT. ...............5,406 5,394 SYMPHONIA OBB.BREVE TERM. ...........7,096 7,088 SYMPHONIA OBB.DINAMICO VALUTE6,216 6,204 SYMPHONIA OBB.EURO.........................8,221 8,218 SYMPHONIA PATRIMONIO ATTIVO..24,938 24,692 SYMPHONIA PATRIONIO REDDITO .....8,300 8,277 SYMPHONIA SELEZIONE ITALIA...........7,503 7,296 SYMPHONIA TEMATICO.........................3,921 3,922 SYNERGIA AZ. EUROPA ..........................6,609 6,450 SYNERGIA AZ. GLOBALE.........................7,288 7,172 SYNERGIA AZ. ITALIA ..............................6,059 5,889 SYNERGIA AZ. SM.CAP IT........................6,305 6,146 SYNERGIA AZIONARIO USA...................9,264 9,169 SYNERGIA BILANCIATO 15.....................5,957 5,931 SYNERGIA BILANCIATO 30.....................6,201 6,156 SYNERGIA BILANCIATO 50.....................6,456 6,377 SYNERGIA BOND FLESSIB. .....................5,293 5,279 SYNERGIA OBBL CORPORATE...............6,495 6,492 SYNERGIA OBBL. EURO BT .....................5,428 5,422 SYNERGIA OBBL. EURO MT ....................6,144 6,139 SYNERGIA OBBLIGAZ.RENDITA............5,714 5,701 SYNERGIA TESORERIA.............................5,225 5,224 SYNERGIA TOTAL RETURN.....................5,893 5,865 5,33 1,70 8,49 1,13 15,71 8,38 4,16 2,44 1,46 2,51 6,52 2,84 3,61 -6,53 -7,46 3,61 8,05 -6,55 -2,35 15,99 3,80 3,73 3,20 1,71 4,88 1,17 5,93 2,86 0,23 3,35 TITOLI Val. € oggi smentita di un possibile nuovo deficit di capitale fino a 1,7 miliardi. Bene Bper (+1,44%) e Banco Popolare (+0,98%). In forte flessione World Duty Free (-3,98%) e Mediaset (-4,29%), dopo un report di Bernstein. TITOLO INDUSTRIA E INN INTEK GROUP INTEK GROUP RNC INTERPUMP INTESA SANPAOLO INTESA SANPAOLO RNC INVEST E SVILUPPO IRCE IREN ISAGRO ISAGRO AZIONI SVILUPPO IT WAY ITALCEMENTI ITALMOBILIARE ITALMOBILIARE RNC IVS GROUP J JUVENTUS FC K K.R.ENERGY KINEXIA L LA DORIA LANDI RENZO LAZIO LUXOTTICA LVENTURE GROUP M M&C MAIRE TECNIMONT MARR MEDIACONTECH MEDIASET MEDIOBANCA MEDIOLANUM MERIDIE MID INDUSTRY CAP MITTEL MOLESKINE MOLMED MONCLER MONDADORI MONDO TV MONRIF MONTE PASCHI SI. MOVIEMAX MUTUIONLINE N NICE NOEMALIFE NOVARE O OLIDATA P PANARIAGROUP PARMALAT PIAGGIO PIERREL PININFARINA PIQUADRO PIRELLI & C. PIRELLI & C. RNC POLIGR. S.FAUSTINO POLIGRAFICI EDITORIALE POP.EMILIA ROMAGNA ieri Var % inizio anno 0,517 0,342 0,597 9,500 2,174 1,940 0,500 1,790 0,908 1,565 1,300 1,526 4,398 18,140 12,170 8,000 0,58 -2,23 0,51 1,60 -0,82 -0,67 -0,60 -0,98 -0,82 0,39 -2,61 -1,09 -0,98 - -22,26 6,34 44,75 8,32 21,93 33,15 -25,60 6,55 -17,35 -8,93 -30,11 2,48 -20,03 -27,73 -17,10 10,34 0,453 0,267 0,310 5,585 1,118 0,975 0,473 1,358 0,457 1,429 1,229 1,186 3,656 12,776 7,973 6,272 1,650 0,490 0,661 11,196 2,626 2,234 1,004 2,248 1,343 2,312 1,789 2,094 8,618 34,475 22,828 9,341 12 120 29 1037 33991 1823 3 49 1079 39 18 12 1553 407 202 312 0,216 -0,55 -3,75 0,188 0,343 219 0,805 1,280 1,13 2,65 -57,47 -40,80 0,779 1,000 2,441 2,525 26 73 5,870 1,019 0,520 36,920 0,649 2,98 -1,64 2,26 -0,75 -1,67 49,59 -19,26 6,73 -5,38 -39,53 1,673 0,896 0,401 31,098 0,341 6,770 1,646 0,941 43,036 3,049 182 115 35 17816 12 0,098 1,658 11,470 0,906 2,544 6,355 5,040 0,108 1,340 1,071 0,479 10,410 0,663 1,588 0,305 0,836 0,041 4,604 -0,20 0,67 -1,12 -3,51 -4,29 0,87 -2,70 2,94 -3,08 -0,21 -1,89 -2,00 2,12 -1,55 -1,88 14,89 1,01 -38,30 -0,12 -5,28 -46,33 -26,56 0,71 -20,06 37,22 -20,62 -31,83 -35,45 -35,42 -52,30 214,14 -30,93 -45,91 -35,08 11,96 0,091 0,577 7,857 0,901 1,490 3,825 3,841 0,073 1,271 1,081 0,400 10,224 0,646 0,382 0,252 0,825 0,033 0,162 0,182 2,884 14,403 4,562 4,363 8,394 7,128 0,183 2,042 2,302 0,849 16,314 1,600 2,225 0,605 2,558 0,100 5,319 45 505 767 17 3054 5481 3773 5 121 232 112 2628 177 42 47 4258 3 182 2,744 4,586 0,850 -0,22 3,06 - -0,36 27,53 18,06 2,352 2,911 0,695 3,599 6,054 0,998 320 35 11 Chiu € ieri 2013- 2014 min € max € Cap. in mil. di € 0,333 4,09 -15,41 0,239 0,534 11 1,172 2,402 2,052 0,672 3,106 1,572 10,570 9,640 5,545 0,243 5,980 -0,68 -0,25 -2,56 -0,52 1,04 -2,30 0,48 1,31 0,82 -0,45 1,44 -10,53 -2,99 -14,71 29,98 -3,96 -12,67 -15,24 0,94 -8,72 -17,72 -3,98 1,028 1,735 1,849 0,491 2,648 1,343 7,175 5,669 3,854 0,199 3,845 1,606 2,612 2,969 0,853 5,043 2,355 12,717 10,927 8,131 0,456 8,726 52 4396 753 32 92 79 5043 118 47 32 2848 POP.SONDRIO PRELIOS PREMUDA PRIMA INDUSTRIE PRYSMIAN R R. DE MEDICI RATTI RCS MEDIAGROUP RECORDATI REPLY RETELIT RISANAMENTO ROSSS S SABAF S.P.A. SAES SAES RNC SAFILO GROUP SAIPEM SAIPEM RISP SALINI IMPREGILO SALINI IMPREGILO RNC SARAS SAT SAVE SCREEN SERVICE BT SEAT PG SEAT PG R SERVIZI ITALIA SESA SIAS SINTESI SNAI SNAM SOGEFI SOL SORIN SPACE STEFANEL STEFANEL RISP STMICROELECTR. T TAMBURI TAS TELECOM IT TELECOM IT MEDIA TELECOM IT MEDIA RNC TELECOM IT RNC TENARIS TERNA TERNIENERGIA TESMEC TISCALI TOD'S TREVI FIN.IND. TXT E-SOLUTION U UBI BANCA UNICREDIT UNICREDIT RISP UNIPOL UNIPOL PR UNIPOLSAI UNIPOLSAI RISP UNIPOLSAI RISP B V VALSOIA VIANINI INDUSTRIA VIANINI LAVORI VITTORIA ASS. W WORLD DUTY FREE Y YOOX Z ZIGNAGO VETRO ZUCCHI ZUCCHI RNC 33 Var % inizio ieri anno 2013- 2014 min € max € 3,256 0,312 0,268 12,340 13,060 0,62 0,32 3,32 0,82 -2,90 -5,14 -45,48 -6,72 31,91 -29,82 3,042 0,298 0,205 8,518 12,647 4,484 0,931 0,413 15,715 19,565 1473 159 48 130 2849 0,260 2,490 0,901 11,980 58,100 0,630 0,123 1,294 -2,08 5,06 -2,86 0,08 2,65 2,44 -3,22 -4,71 -3,35 13,49 -30,19 15,97 -0,85 13,82 -41,93 -2,63 0,105 1,915 0,867 6,904 20,971 0,432 0,124 0,966 0,361 2,721 4,428 13,196 66,064 0,781 0,253 1,604 100 68 480 2528 546 103 227 16 12,900 5,790 4,664 9,905 15,200 18,200 2,556 11,200 0,780 13,030 12,860 0,038 0,001 0,660 4,178 11,740 7,470 0,078 1,080 4,050 2,398 5,950 1,674 9,800 0,262 146,000 5,245 -1,00 -0,17 0,30 -2,80 -2,88 -1,31 -2,95 0,78 1,80 0,31 -7,69 -1,14 -0,42 -0,99 1,97 -1,82 -0,93 3,72 -0,92 -2,50 3,69 -0,94 0,55 -17,29 -30,70 -44,29 -1,55 6,43 -46,97 -11,39 -6,31 20,54 4,13 -37,19 -33,33 -28,26 2,40 -1,26 3,03 -28,24 -20,53 0,15 -43,95 3,75 -21,78 -0,41 -28,33 -8,38 8,726 5,700 4,596 6,615 12,595 16,000 2,367 10,322 0,717 8,148 6,964 0,034 0,001 0,480 3,199 11,397 6,080 0,074 0,542 3,394 1,929 4,010 1,667 9,643 0,223 146,000 5,148 15,496 8,844 7,824 19,075 32,181 35,000 5,065 15,330 1,290 14,256 14,276 0,180 0,006 1,295 5,649 14,123 9,753 0,136 2,277 4,554 4,961 7,194 2,300 11,056 0,457 167,500 7,570 149 85 34 626 6871 2 1276 18 736 128 712 5 21 118 183 1714 3 127 13696 284 545 799 127 23 - 2,426 0,470 0,787 0,998 0,614 0,627 14,740 3,768 1,544 0,612 0,043 70,900 2,940 7,560 2,71 0,58 0,71 -0,08 0,97 -1,67 -0,11 2,25 0,66 -2,07 -2,07 -9,13 0,53 7,73 -4,06 11,01 -39,55 223,33 11,17 -6,29 4,20 -29,50 -22,55 0,24 -40,62 -30,68 -16,88 1,482 0,401 0,475 0,992 0,150 0,378 14,759 3,010 1,416 0,457 0,036 68,712 2,737 3,144 2,810 0,626 1,000 2,514 0,921 0,784 18,328 4,124 2,372 0,904 0,080 144,651 5,723 11,972 343 20 10523 103 3 3739 7584 58 67 79 2201 210 89 5,815 5,500 7,650 3,548 3,230 2,004 210,500 1,981 -0,26 -0,90 -1,99 -2,26 -3,29 -3,09 -2,41 -2,61 20,14 2,14 -2,61 -18,44 -11,94 -12,68 15,73 -0,38 2,676 3,241 7,290 1,511 1,333 0,897 79,089 0,635 7,420 6,834 9,435 5,700 5,043 2,701 279,317 2,645 5264 32545 19 1585 899 4601 268 757 12,120 1,079 4,834 8,840 2,71 -2,79 0,71 -0,67 13,27 -10,08 -6,41 1,38 3,703 0,857 3,042 4,835 15,526 1,541 6,440 10,749 124 33 210 595 Chiu € ieri Cap. in mil. di € 6,385 -3,98 -31,34 6,291 10,905 1648 15,660 -1,76 -53,50 11,880 34,569 949 5,090 0,054 0,173 1,39 -1,09 -3,35 1,19 -24,76 -6,49 4,184 0,053 0,165 6,389 0,143 0,294 447 21 1 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 34 Lettere Commenti &Idee Quel che resta di Leopardi dopo la scuola entile Augias, ho letto la lettera nella quale il signor Roffi si dichiara sofferto “denigratore” di Leopardi. “Melenso” è l’aggettivo usato per descriverne le poesie. Melensa è la vita, se solo ci si ferma a rifletterci sopra, a meno che non si voglia andar dietro a quel “gioismo” che ci viene proposto fin in situazioni tristi. Niente prima, niente dopo, solo alcuni decenni. Non è forse una melensa assurdità? Leopardi ne prende atto e fissa momenti di vita che soli ci distinguono gli uni dagli altri come individui di una specie. Un passero e una torre, una campagna e una ragazza, un volto di donna che mai si volterà a guardarti, una luna silenziosa ma capace di parlarci se solo la si ascolta. ”Nasce l’uomo a fatica, ed è rischio di morte il nascimento”. Così cominciamo e, se la si scampa, va trovato il tempo di volgere lo sguardo intorno, di scoprire il mondo. E Leopardi. G Giovanni Moschini — [email protected] Augias, finisce il film senza accorgersi che sono passate due ore e mezzo senza intervallo. Si esce con il rimorso di aver trattato Leopardi come un compito d’italiano da fare. E la voglia di ritrovarlo come un grande italiano da amare. Massimo Marnetto — Roma CORRADO AUGIAS [email protected] Twitter @corradoaugias Lettere: Via Cristoforo Colombo, 90 00147 Roma Fax: 06/49822923 Internet: rubrica.lettere @repubblica.it enerdì scorso abbiamo pubblicato la lettera di un signore che chiedeva scusa al “giovane favoloso” per non averlo capito quand’era a scuola. Pensava che Leopardi fosse il passato: «Ero lo studente impegnato politicamente; stavo costruendo il mondo nuovo. Ero io che sceglievo cosa studiare. Il poeta non aveva nulla da dirmi. Stupido, quant’ero stupido!». Sì a vent’anni si può essere stupidi, scambiare per un “compito” il privilegio di conoscere un genio. La fortuna di avere un insegnante giusto facilita, ovviamente. Ho visto il film di Martone, m’è parso bellissimo, struggente e illuminante. Quel tipo di divulgazione non superficiale che è forse la migliore forma d’in- V troduzione alla conoscenza, lo stimolo a proseguire. Alcuni aspetti sono rimasti fuori, per esempio la corda “patriottica” del poeta — ma Leopardi è un universum, difficile abbracciarlo tutto. Quello che c’è basta comunque a illuminare la figura fragile e poderosa di un immenso lirico e di un grande pensatore che più s’allontana nel tempo più giganteggia. Due esempi tra i molti: l’elogio del dubbio come sola verità umana possibile; la sconfinata visione contenuta nella Ginestra che anticipa di decenni tanta filosofia europea fino all’esistenzialismo. Elio Germano magistrale. Chissà a che pensavano i giurati di Venezia durante la proiezione. Gli spari vicino a casa di bracconieri indisturbati Io, prof severo guasto le statistiche Valerio Zoja [email protected] Gustavo Mezzetti [email protected] SABATO sera ho udito forti spari vicino al cancello di casa mia. Abito in campagna, in Toscana, e non è un fatto inusuale quando la caccia è aperta. Inusuale però il fatto che si sparasse al buio, a notte fonda. Sono uscito con una torcia per allontanare i delinquenti e per cercare il mio cane che era fuggito terrorizzato. Ho telefonato al 112 che mi ha passato il Corpo delle Guardie Forestali. Peccato che mi abbia risposto il centralino di Roma, comunicandomi che in Toscana non sono a disposizione pattuglie notturne. I bracconieri possono gioire, i cittadini un po’ meno. INSEGNO matematica e fisica nelle scuole superiori da dieci anni, e diffido quando il ministro Giannini parla di poter licenziare gli insegnanti: quali verranno considerati “incapaci”? Mi permetto di sottoporre il mio caso. Laurea con lode, dottorato di ricerca, pubblicazioni scientifiche. Nemmeno un giorno da precario: vinsi il concorso pubblico, fui assunto in ruolo. La fatica per insegnare le mie materie, con orari sottodimensionati per risparmiare, è notevole, non devo sprecare nemmeno un minuto e ancora non basta. È tipico avere sei classi, in ciascuna faccio al- meno otto scritti all’anno. Per impedire che i miei alunni copino, preparo versioni diverse del compito. Lavoro bene? Per presidi e genitori no: sono troppo severo, do troppe insufficienze, non scherzo con gli studenti. Vengo richiamato per questo dai dirigenti: è che rovino le statistiche. Attorno a me vedo altri insegnanti: non danno insufficienze (ottimo per le statistiche) e, anziché fare lezione, proiettano filmati o invitano “esperti”. Il merito sul lavoro e i criteri che mancano Elisabetta Galigani [email protected] SONO un’insegnante di scuola media statale con 40 anni di servizio. Vorrei sapere qual è il parametro per valutare quali insegnanti non sanno fare il proprio mestiere. Vale per tutta la Pubblica amministrazione e per Camera e Senato? Se si passasse a licenziamenti in base ai meriti si risolverebbe il problema dei giovani disoccupati. Salviamo l’Erasmus per i giovani europei Stefano Fabroni Olevano Romano (Roma) APPRENDO con rammarico che quest’anno il progetto Erasmus, della Ue, rischia di non essere rifinanziato. Ma come, prima si dice che Erasmus è un vettore di cultura fondamentale per i giovani europei, e che grazie ad esso gli studenti aumentano le chance lavorative, poi il finanziamento sarà sospeso. Perché, se è lecito saperlo, visto che noi cittadini paghiamo le tasse che finanziano questi progetti? Stiamo tornando a una situazione nella quale chi ha i mezzi garantirà ai propri figli un grado d’istruzione superiore. Bonus bebè non a tutti serve Attilio Albergati [email protected] MI fa piacere che ci sia in previsione un bonus bebè per le neomamme. Non sono d’accordo, però, con l’idea di prendere 90mila euro come tetto massimo per averne diritto. Quando si hanno certi redditi non ci dovrebbero essere difficoltà a mantenere un figlio, se non di più. Io abbasserei il tetto di reddito distribuendo i soldi risparmiati a più persone che hanno redditi molto più bassi. CHE COSA VUOL DIRE PARTITO-NAZIONE <SEGUE DALLA PRIMA PAGINA PIERO IGNAZI P “ Ritornare ai fondamentali organizzativi di ogni grande partito europeo è cosa saggia e prudente Poi lo spazio per le innovazioni è enorme ro di porsi obiettivi così ambiziosi: solo una catastrofe economica — come auspica Grillo — può cambiare radicalmente le prospettive. Un partito della nazione recluta a destra e a sinistra, attrae imprenditori e operai, laici e cattolici, dipendenti pubblici e partite Iva. Proprio come voleva fare il Berlusconi del 2001 quando incombendo da quei manifesti giganti con il suo migliore sorriso a 32 carati si rivolgeva a tutte le categorie sociali. Forza Italia non aveva problemi a porsi come un partito “pigliatutti” perché il suo moderatismo (appa- ERCHÉ oggi non ci sono competitor al segretario, ma se domani le cose dovessero andare male tutto può succedere. Come ricordava domenica Eugenio Scalfari, nessuno è insostituibile: non per nulla, anche dopo De Gaulle non ci fu il paventato diluvio. Quindi, seguendo il motto degli antichi romani, meglio essere pronti ad ogni evenienza. E se si dispone di una organizzazione, ramificata, efficiente e coesa, i momenti critici si attraversano indenni. Ricordino i dirigenti Pd che intonano ossessivamente il mantra salvifico e beneaugurante del risultato elettorale delle elezioni europee di giugno che, in ogni paese e per tutte le elezioni per il parlamento di Strasburgo, la relazione tra voto europeo e nazionale è assai labile… Del resto, cosa rimase del primato conquistato dal Pci alle europee nel 1984? Nulla. Per questo, ritornare ai fondamentali organizzativi di ogni grande partito europeo è cosa saggia e prudente. Poi, lo spazio per le innovazioni è enorme, tanto che, in Europa, le formazioni politiche più importanti studiano e sperimentano nuove forme di partecipaMICHELE SERRA zione interna, di trasmissione delle domande dal basso all’alto, di coinvolgimento dei cittadini, di responsabilizzazione e A “profezia” di Casaleggio sulla scomparsa dei giornali di carta non è inedita. È reitegratificazione dei dirigenti locali, e così via. rata (anche su carta) da parecchi anni, rimandando di lustro in lustro la data esiziaAnche il Pd deve rinnovarsi e ripensarsi able, perché è buon profeta chi si concede sempre una seconda possibilità. Ma essenbandonando alcune velleità inserite al momento della sua fondazione, e affrontando do la carta solamente un supporto (rimpiazza la pietra, il legno, il papiro, e precede i soprattutto il problema del buon uso della pixel), ci si domanda come mai Casaleggio trascuri la vera questione. Che è la qualità delrete (quello cattivo lo fa già Beppe Grillo). l’informazione, ovvero la qualità dell’opinione pubblica. Leggere il blog di Grillo (lo dico Il segretario ha rimandato la discussione per fare un esempio noto a Casaleggio) significa trovare, se possibile peggiorata, la stessu questo punto ad un momento di mag- sa superficialità “strillata” che si imputa alla stampa più corriva: non è dunque questione giore approfondimento. Segno che il tema di supporto. merita riflessione. Ma alcune indicazioni Faccio anche io la mia piccola “profezia”. Il mito della gratuità è destinato a peggiorare il sono già emerse anche perché ogni partito livello medio dell’informazione in rete, e anzi lo sta già facendo. Si ricostituiranno anche si struttura in rapporto agli obiettivi che si in rete un livello “alto”, a pagamento, e uno “basso”, apparentemente gratuito ma pagapropone. Il Pd, oggi, ama definirsi “partito to, se non dalla pubblicità, dalla febbrile compravendita di contatti che è il grande vero della nazione”, sul modello britannico: un business di internet. Il rischio è che il livello “alto” spetti a una élite più ristretta di quella, partito che rappresenta interessi e valori piuttosto vasta, che legge la carta stampata. E il livello “basso” discrimini, come è sempre trasversali al punto da ambire, potenzial- accaduto, l’opinione pubblica popolare. La sola “rivoluzione democratica” possibile è almente, alla maggioranza assoluta dei con- zare il livello medio della cultura di massa: su carta o in video, conta pochissimo. sensi. In effetti, il vuoto politico che attual© RIPRODUZIONE RISERVATA mente circonda i democratici consente lo- > L’amaca L “ Direzione Ezio Mauro DIRETTORE RESPONSABILE FONDATORE EUGENIO SCALFARI VICEDIRETTORI Angelo Aquaro, Gregorio Botta Dario Cresto-Dina Angelo Rinaldi (ART DIRECTOR) CAPOREDATTORE CENTRALE Fabio Bogo CAPOREDATTORE VICARIO Enzo D’Antona CAPOREDATTORE INTERNET Giuseppe Smorto Gruppo Editoriale L’Espresso Spa CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE: Carlo De Benedetti AMMINISTRATORE DELEGATO: Monica Mondardini CONSIGLIERI: Agar Brugiavini, Rodolfo De Benedetti Giorgio Di Giorgio, Francesco Dini, Maurizio Martinetti, Silvia Merlo Elisabetta Oliveri, Michael Zaoui, Tiziano Onesti, Luca Paravicini Crespi Direttori centrali Pierangelo Calegari (PRODUZIONE E SISTEMI INFORMATIVI) Stefano Mignanego (RELAZIONI ESTERNE) Roberto Moro (RISORSE UMANE) Divisione Stampa Nazionale VIA CRISTOFORO COLOMBO, 98 - 00147 ROMA DIRETTORE GENERALE: Corrado Corradi VICEDIRETTORE: Giorgio Martelli rente) e il suo benpensantismo condito da qualche fremito anti-establishment si riassumevano nella figura del leader. Il Pd è (ancora) refrattario a ridursi interamente ad un PdR, ad un “Partito di Renzi” secondo il brillante conio di Ilvo Diamanti. Per quanto il segretario-premier domini la scena, il partito sul territorio esiste ancora; e se i circoli languono, le feste dell’Unità resistono bene, a riprova che qualcosa nell’organizzazione politica tradizionale va cambiato. Il “partito” per quanto un po’ ammaccato — ma non è reponsabilità di Renzi — (r) esiste ancora ed i suoi riferimenti ideali si rifanno tuttora alla tradizione della sinistra di classe e del cattolicesimo democratico. Non è emerso ancora nulla di nuovo e di trasversale, al di là di alcune provocazioni e battute. Non esiste un profilo ideologico del partito della nazione. La stessa debolezza progettuale del partito a vocazione maggioritaria veltroniano rischia di riverberarsi sul progetto renziano. Tra l’altro, le ricerche effettuate dopo le primarie del dicembre 2013 indicano una divaricazione tra iscritti, votanti alle primarie ed eletti all’Assemblea nazionale: gli iscritti sono più sinistra dei votanti che, a loro volta, sono più sinistra dei delegati. Cosa cementa allora questa “comunità” politica, come la chiama il segretario? Su quali valori si fonda per attrarre sostegno da ogni dove? O è solo il profumo del potere che oggi seduce e domani, una volta svanito, allontana? Un grande partito seduce per la forza delle sue idee, dei suoi progetti, delle sue convinzioni. Il resto è contorno, utile per vincere (come accadde a Berlusconi), inutile per costruire. © RIPRODUZIONE RISERVATA Certificato ADS n. 7745 del 18-12-2013 RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DATI (D. 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POSTA) EURO 403,00 (SETTE NUMERI), EURO 357,00 (SEI NUMERI), EURO 279,00 (CINQUE NUMERI). TEL. 199 787 278 (0864.256266 DA TELEFONI PUBBLICI O CELLULARI). E-MAIL: [email protected] ARRETRATI E SERVIZIO CLIENTI: WWW.SERVIZIOCLIENTI.REPUBBLICA.IT, E-MAIL: [email protected], TEL. 199 787 278 (0864.256266 DA TELEFONI PUBBLICI O CELLULARI) GLI ORARI SONO 9-18 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ, IL COSTO MASSIMO DELLA TELEFONATA DA RETE FISSA È DI 14,26 CENT. AL MINUTO + 6,19 CENT. DI EURO ALLA RISPOSTA, IVA INCLUSA. la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 Lettere Commenti &Idee PER SAPERNE DI PIÙ www.whitehouse.gov www.beppegrillo.it IL BIVIO DELLE ELEZIONI DI MIDTERM ALEXANDER STILLE ECONDO gli ultimi sondaggi il partito repubblicano americano dovrebbe mantenere e rinforzare la maggioranza alla Camera e sembra destinato a ottenere la maggioranza anche al Senato. Con tutto il Congresso contro, il presidente Barack Obama dovrà affrontare un’opposizione ancora più dura. Opposizione che renderà qualsiasi sua iniziativa, già ora molto difficile, pressoché impossibile. Questo risultato è per molti versi paradossale: il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso quest’autunno al 5,3 per cento, quasi la metà del livello ereditato da Obama dall’amministrazione Bush nel momento più buio della crisi finanziaria del 2008-2009 (risultati del genere renderebbero molti leader europei dei veri eroi in paesi dove il tasso di disoccupazione rimane più del doppio). In più, circa 15 milioni di americani senza assicurazione sanitaria l’hanno ottenuta grazie alla criticatissima legge sanitaria di Obama, ribattezzata Obamacare. Il numero avrebbe potuto essere ancora maggiore (di circa 6 milioni di persone) se 24 dei 50 stati americani, in mano ai repubblicani, non avessero rifiutato di adottare elementi della riforma. Per contro, cos’ha fatto il partito che a quanto pare sarà premiato nelle elezioni di novembre? Il partito repubblicano si è dedicato ossessivamente all’idea di impedire BUCCHI ad Obama di governare, nella speranza di limitarne l’elezione a un unico mandato. Neanche un singolo deputato repubblicano ha votato per il piano di stimolo economico di Obama nel 2009, quando l’economia americana e quella mondiale stavano precipitando nella crisi più grande dalla Grande Depressione. E quando tutti gli economisti, compresi quelli conservatori, insistevano che un certo livello di stimolo da parte del governo centrale fosse necessario per evitare la catastrofe. I repubblicani, durante la recessione, hanno rifiutato di votare sostegni economici ai singoli stati americani che così sono stati costretti per legge ad equilibrare i loro conti fiscali. E in recessione, quando le entrate calano gli Stati sono costretti a licenziare il personale e a tagliare i servizi anche quando questo comporti un aggravio di di- S “ Il partito repubblicano si è dedicato all’idea di impedire a Obama di governare nella speranza di limitarne la presidenza a un unico mandato “ IL CERCHIO ROSSO SUI DISSIDENTI <SEGUE DALLA PRIMA PAGINA SEBASTIANO MESSINA OGNI decisione sarebbe stata fantastica, e invece si scopre a poco a poco che tutti possono scrivere un post, non tutti possono parlare, pochi possono votare ma solo due persone possono decidere: uno si chiama Beppe e l’altro Gianroberto. Chi ha votato — per restare alle ultime 48 ore — la nuova linea dura dei Cinquestelle sull’immigrazione, con quel post para-leghista di Grillo che annuncia che «i cosiddetti clandestini vanno rispediti da dove venivano», dopo che la base del partito — la Rete! — si era chiarissimamente schierata con un referendum per l’abolizione del reato di clandestinità? Chi ha discusso, sull’Europa, lo scivolamento sempre più a destra del Movimento, che dopo essersi affidato alla leadership dell’ultra-conservatore Farage — per il quale «le donne che lavorano e hanno figli valgono meno ed è giusto che guadagnino meno degli uomini» — ha aperto ieri le porte persino al polacco Iwaszkiewicz, eletto nel Partito della Nuova Destra e autore della teoria secondo cui picchiare le mogli «aiuterebbe molte di loro a tornare con i piedi per terra»? E chi ha emesso la sentenza di espulsione immediata del sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, colpevole di essersi candidato alla Provincia per difendere gli interessi dei suoi concittadini, cacciato su due piedi con una tale brutalità da trasformare un appassionato militante in un cittadino così amareggiato, così deluso da arrivare a parlare di «una deriva squadrista e fascista»? Ma il capolavoro del tandem Beppe&Gianroberto è stata ieri la radiazione dei quattro militanti, subito degradati a dissidenti perché avevano osato interrompere la liturgia del Circo Massimo salendo sul palco per domandare con parole semplici che le votazioni sul portale grillino fossero almeno verificabili, «e soprattutto vorremmo sapere qualcosa di questo “staff” col quale tutti ci interfacciamo ma nessuno lo conosce». Chiedevano, in una parola, solo un po’ di quella trasparenza E “ Come può una forza che si candida a governare il paese dare di sé l’immagine di una setta nella quale il potere è nelle mani di un’eminenza grigia 35 che i cinquestelle reclamano dagli altri ma non applicano mai in casa propria. E sono subito diventati un bersaglio che Grillo ha appeso su Facebook cerchiando di rosso le loro teste, e Casaleggio ha centrato in pieno con un colpo secco: un post scriptum in coda a una delle sue allegre profezie, «Press Obituary”, necrologio della stampa: «I quattro sono fuori dal M5S». È difficile capire perché un abilissimo stratega della comunicazione e un formidabile comunicatore siano scivolati nella trappola di rispondere a un’accusa di scarsa trasparenza con una sentenza assolutamente priva di trasparenza. Perché anche nella non-democrazia inventata dai grillini, Casaleggio non avrebbe in teoria alcun potere: non ha incarichi, non è stato eletto, non è stato nominato. Tutti sappiamo, per carità, del suo ruolo fondamentale nella nascita e nella crescita del Movimento, ma come può una forza politica che si candida a governare il Paese dare di sé l’immagine di una setta nella quale il potere massimo — quello di decidere chi è dentro e chi è fuori — è nelle mani di un’eminenza grigia che non risponde a nessuno se non al suo socio? Grillo invece — che non si è mai candidato alle elezioni perché una vecchia condanna lo priva di uno dei requisiti che lui stesso pretende dagli altri — una carica ce l’avrebbe: quella di presidente del Movimento. Se l’assegnò da solo, una sera di dicembre di due anni fa, davanti al notaio di Cogoleto nominando vicepresidente suo nipote Enrico e segretario il suo commercialista. Una carica che lui non ostenta, e che gli serve solo per decidere chi è candidabile e chi no, quale meetup avrà il simbolo e quale no, e soprattutto chi va cacciato e chi può rimanere. Purché stia buono, canti in coro la canzoncina che lui ha scritto e non si azzardi a fare mai una domanda indiscreta sulla trasparenza di un movimento dove tutto è sempre magnifico, incredibile e stupendo, un luogo magico dove comandano finalmente i cittadini, i militanti, la Rete, mentre lui e Casaleggio prendono solo le decisioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA soccupazione. Questa politica ha comportato che mezzo milione di posti di lavoro sono andati persi inutilmente e nel momento peggiore. È stato fatto di tutto per sabotare il piano sanitario di Obama, negando ai cittadini e a molti elettori repubblicani la possibilità di ottenere un’assicurazione sanitaria. Il tutto pur di impedire al “nemico Obama” di portare a casa un successo — e lasciamo perdere l’impatto sui poveri disgraziati rimasti senza assicurazione. Il ragionamento dei repubblicani si è basato sul calcolo cinico secondo il quale creando più malessere possibile nel paese l’elettorato avrebbe finito per punire più il presidente dell’ostruzionismo dei repubblicani. Va anche detto che i repubblicani nutrono una vera e propria ossessione per Obama, considerato da molti elettori conservatori evangelici una sorta di anticristo. Come si spiega quindi che l’elettorato starebbe per punire Obama — che nonostante tutto ha governato decentemente (diamogli almeno un 7 su 10) — mentre i repubblicani al Congresso sono in testa in tutti i sondaggi? Le ragioni sono diverse. 1) Nelle elezioni cosiddette di “Midterm,” il partito al potere perde quasi sempre e le urne diventano, per un’opposizione frustrata, l’opportunità di prendersi una rivincita mentre una forte percentuale di elettori rimane a casa. 2) In realtà nei sondaggi i democratici rimangono in testa nel voto popolare, ma grazie al sistema elettorale americano perdono la maggioranza dei distretti elettorali. Questo, in parte, accade grazie al sistema marcio del cosiddetto Gerrymandering, un vecchio trucco della politica americana attraverso il quale nei singoli Stati il partito al potere riscrive la mappa dei distretti elettorali maggioritari per vincere il numero maggiore di seggi. È un vecchio malcostume praticato storicamente dai due partiti ma dopo il 2010 i repubblicani l’hanno utilizzato con particolare aggressività. Così, secondo alcuni studi, i democratici dovrebbero vincere con un margine del 54% contro il 46% nel voto popolare per poter riconquistare il controllo della Camera. Siamo quindi molto lontani dalla democrazia pura. 3) Obama e i Democratici hanno mal gestito la presentazione di Obamacare. Hanno lasciato senza risposta per diversi mesi le critiche dei repubblicani sul presunto disastro della legge. In più hanno sbagliato pesantemente il lancio del nuovo sistema con un’inadeguatezza paurosa dei siti web bloccati nelle prime settimane. E tutto questo ha creato l’impressione di un tonfo totale. In realtà, corretti i problemi informatici iniziali, il sistema ha cominciato a funzionare più o meno come i suoi realizzatori avevano immaginato, ma l’impressione di un fallimento è rimasta impressa nell’elettorato e i democratici e sostenitori di Obama sono stati troppo timidi nel rivendicare uno dei loro successi maggiori: milioni di persone che ora hanno un’assicurazione e costi medici complessivi che cominciano a diminuire, o a crescere meno, rispetto al passato recente. 4) Il quadro internazionale violento e pieno di incertezze non aiuta il presidente. La guerra civile in Siria, la quasi guerra civile in Libia, l’inatteso successo del gruppo estremista Is in Iraq e in Siria, danno l’impressione di un mondo fuori controllo. La politica estera di Obama spiegata dal presidente in termini molto semplici — “Non fare delle cose stupide” — sembra troppo poco di fronte a situazioni così drammatiche. Agire, e con forza, piace di più, almeno per un po’, all’elettorato, anche se intervenire in situazioni immensamente complesse, come dimostra la nostra storia recente, spesso è controproducente. Non fare delle cose stupide non è poi una bussola così malvagia. Così, il gradimento di Obama ha raggiunto il punto più basso della sua presidenza, 40 per cento. La percentuale di americani con una buona opinione del Congresso è ancora più ridotta: circa 15 per cento. E, sembra, che saranno il presidente e il suo partito a pagare il prezzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA “ 36 MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 Fanno i barbieri o i medici, gli avvocati o i camerieri. C’è chi sfonda, nel mondo della ricerca o lanciando startup. È un esodo inarrestabile: nella capitale britannica vivono oltre 500mila connazionali Attirati dall’economia che vola, dall’inglese. Da una città sempre più trendy DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI LONDRA L MIO barbiere è un italia- I no, il mio avvocato è un italiano, il mio medico di famiglia è un italiano, la mia libraia di fiducia è un’italiana, l’insegnante di scuola guida di mio figlio è italiano, è italiana la segretaria della sua facoltà universitaria, è italiano il mio dentista, è italiana la ragazza che mi prepara il caffè al bar, sono italiani la cameriera del ristorante giapponese sotto casa, il cameriere del ristorante di hamburger all’angolo, il commesso del negozio dove compro jeans e magliette, il gelataio dove compro il gelato (anche quello di produzione italiana) e la maggioranza degli amici e amiche con cui mi ritrovo una volta al mese in una pizzeria di Camden, naturalmente italiana, dove lavorano soltanto camerieri e cuochi italiani. Vivo a Londra da un decennio, ma per certi versi è come se fossi in Italia: dovunque vado, sono circondato di connazionali. Non è soltanto un’impressione personale. Secondo i dati del Consolato d’Italia, nella capitale britannica siamo in 250mila ad avere il passaporto del Bel Paese, ma questi sono solo gli iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, cioè coloro che hanno ufficialmente spostato la propria residenza nel Regno Unito. Il Consolato calcola che il nu- Londra, Italia mero reale, includendo gli italiani che la residenza la tengono in Italia, sia almeno il doppio. Mezzo milione, una Little Italy londinese grande come Bologna o Firenze, la cui crescita continua, anzi si espande a dismisura: 2 mila in più al mese, soltanto per quanto riguarda gli iscritti all’Aire, con un aumento complessivo nell’ultimo anno del 71 per cento della nostra immigrazione in Inghilterra rispetto al 2013. Oggi la Gran Bretagna è il paese del mondo che accoglie più immigrati italiani. Ormai è un esodo. O una grande fuga. Per questo dall’inizio del 2014 il Consolato ha creato un apposito “sportello” per i nostri nuovi immigrati: si chiama “Primo approdo”, è una serata in cui avvocati, fi- Dal Bel Paese arrivano più di duemila persone al mese: con un incremento del 70% rispetto al 2013 scalisti, medici, esperti di servizi sociali, siedono a un tavolo offrendo gratuitamente consulenze agli italiani appena sbarcati sotto il Big Ben. Gli argomenti sono lavoro, casa, salute e mondo accademico. «Lo facciamo per essere vicini ai nostri cittadini, per rispondere a un’esigenza che abbiamo sentito diventare più ampia ed urgente», dice Pasquale Terracciano, l’ambasciatore d’Italia a Londra, che ha promosso l’iniziativa, coordinata dal Console Generale Massimiliano Mazzanti e dal console Sarah Castellani. «Finora abbiamo organizzato dieci serate, di cui tre dedicate a come preparare il curriculum giu- sto per cercare lavoro in questo paese», spiega l’ambasciatore. «In tutto hanno partecipato 650 persone, per lo più giovani. Il 57 per cento sono laureati, ma alcuni finiscono per accettare, almeno come primo impiego, anche lavori in cui la laurea non è necessaria». Luca Vullo, giovane cineasta italiano (a sua volta immigrato a Londra), sta girando un documentario sul progetto. I “seminari per immigrati” si svolgono in un luogo simbolicamente appropriato: il nostro Consolato è a Farringdon road, a due passi da Clerkenwell, la strada della prima immigrazione italiana in Inghilterra, dove sorge St. Peter’s Church, più antica parrocchia italiana di Londra, in cui tutte le domeniche dice messa (in italiano) padre Carmelo di Giovanni. In questa che fu la prima “Little Italy” londinese vissero Giuseppe Mazzini in esilio e Giuseppe Garibaldi come suo ospite, quindi ci sono arrivati generazioni di immigrati. Ma adesso la “Piccola Italia” di Londra non è più tanto piccola: è un fiume in piena. Gli italiani d’oggi vengono per fare di tutto: il banchiere, l’avvocato, il manager, l’architetto, il medico, l’ingegnere, il barista, il cameriere, il cuoco, il commesso, la nanny, il traduttore, l’assistente fotografo, il gallerista d’arte, l’insegnante, l’artigiano. In pratica tutti i mestieri. Il motivo è semplice: qui, magari dopo qualche settimana o mese di ricerche, il lavoro si trova. Attirano indubbiamente anche altri fattori, il desiderio di imparare l’inglese, fare un’esperienza all’estero, vivere in una megalopoli globalizzata e trendy, ma la chiave è che l’occupazione a Londra non è una chimera. Merito dell’economia che 37 MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 ALL’INTERNO LA STORIA Una mappa della luce per salvare il mondo ALESSANDRO OPPES LA CULTURA Intrighi e rivalità tutte le mele avvelenate dello Strega RAFFAELLA DE SANTIS GLI SPETTACOLI Amsterdam regno della dance “L’elettronica s’impara a scuola” { LA RESIDENZA Sono in 250mila gli italiani iscritti all’Aire, che quindi hanno spostato la residenza nel Regno Unito. Ma sono mezzo milione i connazionali che realmente vivono a Londra LO SPORTELLO Il nostro consolato ha creato “Primo approdo”, uno sportello dove avvocati, medici e esperti offrono consulenze gratuite a chi sbarca a Londra I SITI Londranews.com, ItalianiaLondra.com, Italiansoflondon: sono alcuni dei siti per gli italiani che a Londra cercano offerte di lavoro o case da affittare vola, con il pil che cresce del 3 per cento, l’espansione più forte d’Europa, e la disoccupazione al 6 per cento, la più bassa dal 2008. Merito di una normativa più semplice e anche più neo-liberale: si viene licenziati su due piedi, se le cose vanno male, così come si è assunti facilmente se vanno bene. Ma basta consultare Londranews.com, uno dei tanti siti per gli italiani di Londra, per trovare offerte di lavoro in ogni categoria. Certo non tutto è così luccicante come sembra da lontano: gli affitti sono esorbitanti, i trasporti costano due o tre volte più che in Italia, le distanze sono immense, il ritmo è frenetico. «Bisogna imparare a fare la coda, arrivare in orario, essere sempre cortesi e rispettosi», scrive Cristina Carducci, sociologa e immigrata anche lei da quattro anni, sul suo blog “Londra chiama Italia”. Ma se vengono in tanti significa che ne vale la pena. Racconta il mio barbiere, che poi è una parrucchiera, Marcella, 26 anni, di Alessandria: «In Italia mi facevano fare la stagista a 400 euro al mese per tre mesi e poi dovevo cercarmi un altro posto. Qui mi assumono e guadagno abbastanza per vivere». Paga 400 sterline al mese per un letto in una stanza con un’amica in una casa con dieci coinquilini (tutti italiani), ma è più contenta e realizzata di prima. Antonia, 24 anni, di Pescara, cameriera al mio ristorante giapponese preferito, è ancora più entusiasta: «Con le mance prendo 500 sterline alla settimana, 2 mila sterline al mese. Guadagno più io di mio padre». Molti lavorano mentre fanno l’università: un compagno di studi italiano di mio figlio è stato assunto come centralinista in un albergo. Ci sono quelli che devono accontentarsi di 7 sterline l’ora per preparare caffè e cappuccini da Starbucks o Caffè Nero, due CARLO MORETTI delle grandi catene di caffetterie (all’italiana) della città. Bisogna adattarsi, comunicare con famiglia e amici via Skype, tornarli a trovare ogni tanto con i voli a basso costo di Easyjet e Ryan Air. Ma ci sono pure quelli che hanno fatto centro ad alto livello: come Ferdinando Giugliano, laurea e Phd in economia a Oxford, ora redattore del Financial Times, o Giandomenico Iannetti, anche lui uscito da Oxford, adesso docente di neurologia alla Ucl (University College London), dove ha ricevuto 2 milioni di sterline di finanziamenti per le sue ricerche. E poi ci sono gli italiani che il lavoro se lo sono creati qui da soli, in ogni campo: uno per tutti Riccardo Zacconi, l’inventore di Candy Crush, il giochino per telefonini con utenti in tutto il mondo, titolare di una fortuna di 700 milioni di sterline partita come start-up e approdata in Borsa. I business italiani o rivolti agli italiani di Londra sono così tanti, in effetti, che sono nate anche le pagine gialle tricolori, sul web, The Italian Community London, con più di 2 mila inserzionisti (peraltro gratuiti) – e anche questa è una start-up italiana. Insomma, “gli italiani non sono pigri” , come afferma fin dal titolo il libro di Barbara Serra, conduttrice dagli studi di Londra di Al Jazeera, la tivù di news araba, anche lei un’immigrata italiana che si è affermata lungo le rive del Tamigi. Non è questione di pigrizia, bensì di opportunità e merito, verrebbe da concludere. Beninteso, non tutti pensano di trasferirsi a Londra per sempre: un conto è vivere in due in una stanza, un altro metter su famiglia. Ma intanto la “Piccola Italia” cresce, lavora e produce. London calling, Italy risponde. © RIPRODUZIONE RISERVATA Questa terra attrae il talento e con gli stranieri è più ricca MARIANA MAZZUCATO LI effetti dell’immigrazione in Gran Bretagna sono stati positivi non solo dal punto di vista culturale ma anche da quello economico. Uno studioso di questi temi, Jonathan Portes, ha recentemente elencato ben nove motivi per cui l’apporto degli stranieri, che tra l’altro pagano più tasse dei benefit che ricevono, fa bene all’economia: smontando le tesi oggi di moda per cui gli immigrati sfrutterebbero e rovinerebbero il nostro welfare riducendo al contempo paghe e stipendi. LO La verità è appunto un’altra. SCE Londra, per esempio, ha attratto i NA talenti migliori grazie alla sua podelle porte aperte. Se decide RIO litica di chiudere queste porte, c’è chi preferirà andare altrove, e Londra si ritroverà irrimediabilmente indietro. L’inversione può avvenire molto rapidamente. Appena sono state chiuse le porte per la ricerca forense, nella quale la Gran Bretagna da sempre eccelle, il Paese ha cominciato a soffrirne: gli studiosi hanno scelto di andare all’estero. Io stessa sono venuta a Londra attirata dalla struttura meritocratica dell’accademia. Qui la carriera scientifica è strutturata in modo che più pubblicazioni fai, e più rilevanti sono (vengono misurate, per esempio, in base alle loro citazioni) più avanzamenti di carriera ottieni. Non è insomma importante chi conosci o “chi ti protegge”: è la meritocrazia che determina il tuo successo. Questo significa, per esempio, poter disporre, qui, dei più bravi tra i dottorandi: e come G insegnante io voglio poter scegliere nel miglior bacino di studenti. Per la scienza e la cultura è un vantaggio enorme. L’ha sostenuto anche un neuroscienziato, John O’ Keefe, fresco del premio Nobel. La scienza parla una lingua internazionale, ha cercato di spiegare O’ Keefe, premiato per i suoi studi che hanno portato alla scoperta del cosiddetto “Gps” del cervello: «Gli scienziati migliori possono provenire da ogni dove: dalla porta accanto o dal più piccolo e sperduto villaggio nel mondo». Non abbiamo bisogno di irrigidire la legge: dobbiamo anzi rendere più facile l’arrivo degli stranieri. Non è un caso che lo stesso O’ Keefe è uno straniero: nato negli Stati Uniti, a New York, e non certo quindi nel posto più sperduto del mondo, il professore oggi 74enne ha confessato di essersi trasferito in Gran Bretagna cinquant’anni fa proprio perché «attratto dalla cultura inglese». Altra classe: altri tempi. Purtroppo oggi il governo di David Cameron sta semplicemente facendo il gioco dell’Ukip. Non riuscendo a fornire una diversa interpretazione sugli effetti netti (positivi!) dell’immigrazione — il National Institute of Economicand Social Resarch stima per esempio che la riduzione di decine di migliaia di arrivi porterebbe nel lungo termine perfino a un aumento delle tasse — sta in pratica esaltando l’abilità politica del partito di Nigel Farage: aiutandolo a vincere le prossime elezioni. L’autrice è docente di Scienza e tecnologia all’Università del Sussex © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 38 LA SCHEDA R2 IL PROGETTO “Cities at Night” punta ad analizzare 300 mila foto di astronauti della stazione spaziale Iss La storia Addio alle città sfavillanti. I neon fanno male e un team di esperti corre ai ripari I DANNI L’esposizione notturna alla luce colpisce i cicli del sonno, favorisce alcuni tipi di cancro e fa danni alla biodiversità Una mappa della luce per salvare il mondo Dalla Spagna uno studio per ridurre la luminosità usando foto scattate dallo spazio REPTV-LAEFFE Alle 13.45 su RNews (canale 50 del digitale terrestre e 139 di Sky) il racconto ALESSANDRO OPPES MADRID IMMI quanto ti illu- D mini e ti dirò come potrai danneggiare la nostra salute, l’ecosistema e i delicati equilibri del pianeta. Addio al mito delle città sfavillanti di colori e luci al neon, che erano viste come sinonimo di opulenza e di progresso. Se il mondo fosse una gigantesca Las Vegas, una Times Square estesa all’infinito, saremmo spacciati. Ma ora la soluzione — in tempi che sono di ristrettezze ener- getiche e di coscienza ambientale insieme — viene dal cielo. C’è un serbatoio formidabile di foto — 300mila almeno — scattate dagli astronauti della stazione spaziale internazionale Iss, disponibili nell’archivio pubblico del Johnson Space Center. Si tratta solo di analizzarle, confrontarle, catalogarle, per poter trarre le somme. Immagini notturne di un pianeta malato di eccesso d’illuminazione. A tentare la monumentale impresa, un progetto spagnolo, “Cities at Night”, che arrancò con qualche lentezza e difficoltà tre anni fa, ma che ora ha avuto uno straordi- nario impulso sia per la pubblicità che gli ha fatto la Nasa, sia per la trovata di un giovane astrofisico della Universidad Complutense di Madrid: ingaggiare un piccolo esercito di volontari che si prestino a realizzare l’opera di classificazione delle foto. In premio, né più né meno, l’orgoglio di poter dire di aver contribuito ad attenuare gli effetti nefasti della contaminazione luminosa. Ammesso che la radiografia che ne verrà fuori induca i politici a rettificare in modo saggio l’amministrazione del territorio. Soluzioni drastiche, in realtà, si impor- rebbero se è vero — come sostengono i promotori dell’iniziativa — che l’esposizione notturna alla luce colpisce i cicli del sonno, favorisce lo sviluppo di alcuni tipi di cancro, danneggia la biodiversità, mette in pericolo la sicurezza del traffico, ha conseguenze sullo spreco di energia e di risorse, è un tipo di contaminazione che si ripercuote anche su quella atmosferica. Una vera catastrofe del nostro tempo. Alla quale i “volontari digitali”, ingaggiati a migliaia attraverso la piattaforma crowdcrafting.org, cercano di porre rimedio con il loro paziente lavoro di classificazio- ne delle immagini dell’Iss. Un compito che può essere svolto solo, con pazienza certosina, da persone perché i computer — per quanto sofisticati — non sono in grado di distinguere correttamente nelle immagini le stelle dalle luci artificiali di una città. E non solo: per ridurre al minimo le possibilità di errore, la stessa foto viene esaminata da diversi volontari. Insomma, per completare l’opera, e poter quindi emettere una diagnosi sullo stato di salute della Terra malata di troppa luce, ci vorrà ancora almeno un anno di tempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 R2 Il personaggio 39 L’ultimo caso è il ministro svedese Wikstrom Ecco la carica del macho dem TORMENTONE WEB Giovani, decisi e in carriera benvenuti nell’era dei leader belli Il socialdemocratico Gabriel Wikstrom, 29 anni, è il nuovo ministro della Sanità della Svezia: da qualche tempo il suo profilo Twitter è bombardato con messaggi romantici. In particolare in Turchia è diventato un tormentone del web, dopo che una fan ha postato la sua foto con la scritta “Il bel ministro”, poi condivisa decine di migliaia di volte GABRIELE ROMAGNOLI chia, resta abbagliata. Al contrario la sobrietà, dopo un iniziale senso di familiarità, genera noia e distacco. Occorre una terza modalità, quella che l’editoria dedita al lifestyle definisce con un aggettivo: aspirazionale. Il modello da proporre è quello che tu vorresti essere, o avere. Non il sogno impossibile, ma quello realizzabile. Il “macho dem” impersona quell’idea. Il suo codice è lo “slim fit”, nel vestire, come nel parlare: un abito leggermente sfiancato, un tablet di nuova generazione (ultrasottile) e un documento di poche pagine che batte su un numero limitato di concetti, chiari e sottolineati. Dal suo guardaroba sono banditi gli accessori non indispensabili: gemelli, bretelle, fermacravatta. Anche questa, se proprio necessaria, tende a essere slim, sottile, in contrasto con quella tradizionale, larga, con disegnini, che suggeriva governi simili a circoli di potere. L’eleganza viene sempre contaminata, destrutturata da un tocco di seconda classe. Serve a far pensare che il politico bello non è uscito da una festa o dal centro massaggi. Sosteneva Harold Hayes, storico direttore della rivista maschile Esquire: «Un uomo non dovrebbe mai I VOLTI G IO V A N I , carini, molto occupati: a governare. Si afferma in occidente una nuova generazione: il macho democratico. Leader accomunati nell’apparenza, ancor prima che nella sostanza. Comunicano con l’impatto, segnalano con il dress code. La politica, certificato il divorzio dall’etica, si concede all’estetica. E a questi che ne sono gli alfieri. L’ultimo in ordine di tempo è Gabriel Wikstrom, svedese, definito «il ministro bello» in un tweet che ha scatenato le donne turche e poi quelle di mezza Europa, procurandogli in poche ore 23 mila fan virtuali. Il padre di tutti i “macho dem” resta indiscutibilmente Barack Obama, che fu capace di sottrarre consensi femminili alla prima donna davvero in corsa per la Casa Bianca, Hillary Clinton, e ha sedotto l’America, l’accademia dei Nobel e il mondo intero più che per quanto ha fatto, per quel che ha rappresentato: una storia personale, certo, ma anche un modo di porgerla. Con stile. Al “Prez-a-porter” e al “ministro bello” vanno aggiunti lo spagnolo Pedro Sanchez, i francesi Manuel Valls e Emmanuel Il fisico e il pensiero sono sempre “light”, così come il tablet sottobraccio e l’abito sfiancato Macron, l’olandese Diederik Samson e l’argentino Axel Kicillof. Accosciati, più in grado di alludere che di incarnare: l’italiano Matteo Renzi e il tedesco Achim Post. A metterli tutti in fila (e quasi ci riuscì la storica foto d’inizio settembre alla Festa dell’Unità di Bologna) si ricavano denominatori comuni di atteggiamento e abbigliamento. Sono tutti quanti light nella struttura: fisica e di pensiero. Hanno eletto a parola chiave: «flessibile». Nei modi, nell’orientamento, nel ragionamento. Predicano società in evoluzione, condizioni fluide, velocità e si presentano in continuo movi- AXEL KICILLOF Economista, figlio di due psicanalisti, Axel Kicillof (43 anni)è stato nominato ministro delll’Economia in Argentina nel novembre dell’anno scorso PEDRO SANCHEZ Nato nel 1972, non è ancora ministro: ma dal luglio scorso è segretario del partito socialista spagnolo, che promette di rinnovare drasticamente MANUEL VALLS Figlio del pittore catalano Xavier Valls e dell’insegnante ticinese Luisangela Galfetti, il socialista Manuel Valls è primo ministro francese EMMANUEL MACRON Nato nel 1977, studi presso i gesuiti, è il più giovane ministro all’Economia francese dal 1962, con Giscard nel primo governo Pompidou mento: da un polo all’altro, dall’ora al quando, dal sì al no passando per il forse. Dove sono e che cosa sostengono oggi è spesso diverso da ieri e certamente da domani. Corrono. Fanno sport. O almeno si fanno vedere o fotografare con chi ne fa. Sorridono e per farlo usano strumenti di prima mano: denti loro. Si ha un bel dire che la gioventù è un vicolo cieco e la maturità il futuro: in quell’avvenire dominano il rimpianto, la scelleratezza fuori tempo massimo e la propaganda a base di dentiere. Non guardano in telecamera, ma oltre: cercano gli occhi dell’elettrice. È a lei che parlano, sapendo che, pure in cabina, la donna è mobile. E, da tempo, post-ideologica. Il “macho dem” la va a cercare nel suo territorio: le riviste di moda e i programmi tv del pomeriggio. Le dà appuntamento in luoghi e orari che le sono familiari e si presenta come si deve per con- quistarla. Di nuovo, con stile. Il maestro assoluto di questo concetto, Glenn O’Brien, ha scritto nel suo saggio Essere uomo: «Lo stile è ciò che distingue un uomo dalla massa o che attrae le masse». Il vero capolavoro è trasformare l’alternativa in endiadi, la «o» in «e»: trovare il modo di distinguersi affascinando. L’eccentrico o l’eccessivo sballano come un 22 al black jack. La massa è attirata dal luccichio, ma poi si ritrae perché non ci si spec- Cercano l’occhio dell’elettrice: per questo frequentano tanto la tv del pomeriggio dare l’impressione di essere appena stato dal parrucchiere o di averne bisogno». Il politico bello deve dare quella di essere appena uscito da una riunione o di stare per rientrarci: per questo ha una penna nel taschino, o una cartelletta in mano, o le maniche arrotolate. Della camicia bianca, ovviamente. Come da foto di settembre, quello è il capo uniforme del nuovo leader “macho dem”. Scrisse Herman Melville: «La bianchezza non è un colore quanto l’assenza visibile di ogni colore e nello stesso tempo l’amalgama di tutti i colori». Ovvero: un progetto politico. © RIPRODUZIONE RISERVATA RSalute LA REPUBBLICA MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014/NUMERO 850 La sessualità. Maschi poco protetti, Sos degli andrologi Le lettere. Ebola, alitosi, basalioma, ginocchio: gli esperti rispondono La cura della speranza ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA DI NINA CUNEO L’emergenza depressione tra tecniche di psicoterapia, nuovi farmaci, test avanzati In aumento tra gli adolescenti Dolore. Troppo spesso è sottovalutato. Una buona legge non basta, servono diagnosi corrette per un buon uso degli oppiacei ■ Indagine.Il Piano Nazionale Esiti boccia i piccoli ospedali per efficienza, sicurezza, qualità. Toscana anche quest’anno al top ■ Alimentazione. Sul reflusso gastroesofageo alcuni consigli sui cibi da preferire ■ Chirurgia. Gli urologi e le recenti procedure operatorie e di ricostruzione per le disfunzioni nell’uomo ■ L’erba voglio. Le pale di fico d’India per il controllo del colesterolo ■ > NOI & VOI GUGLIELMO PEPE Addio al Patto per la salute A SANITÀ è una sanguisuga. E anche una specie di bancomat. Dei 112 miliardi di euro stanziati tanti se ne vanno in sprechi, corruzione, inefficienza. Ecco perché funziona da sportello bancario: ci sono tesoretti ai quali attingere. Ma questa “operazione” richiede tempo e volontà politica. Adesso le Regioni insorgono contro la Legge di stabilità perché si dichiarano al collasso economico. Invece secondo Renzi c’è ancora da tagliare. Non ha torto: i costi amministrativi locali sono alti e gli sprechi sanitari una voragine. Però tra ministro e presidenti regionali è stato siglato un “Patto per la salute” sugli stanziamenti al Ssn da qui al 2016. E Lorenzin si è impegnata a non farlo toccare. Ora che dice? Il rischio è che il Patto salti e che le Regioni più virtuose si ribellino. Perché meno soldi, meno servizi. Parafrasando, non si può avere una Sanità ubriaca e, al tempo stesso, piena. [email protected] L © RIPRODUZIONE RISERVATA RSALUTE/ IN PRIMO PIANO la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 42 Depressione. Tra gli adolescenti è la patologia più diffusa per l’Oms Un disturbo che colpisce 2,6 milioni di italiani. La psicoterapia anche nei casi autolesivi. Intreccio con l’alcol e nuovi farmaci. Ricerca su biomarcatori nel sangue IL CASO La speranza che cura il “male oscuro” Sos teen-ager Effetto crisi FRANCESCO CRO * Almeno diecimila suicidi verificatisi in Europa, Canada e Stati Uniti tra il 2008 e il 2010 sarebbero da attribuire alle conseguenze della crisi economica. L’incremento della disoccupazione sembra colpire, dal punto di vista psicologico, soprattutto i quarantacinquantenni: un’indagine coordinata da Caroline Coope, infermiera ricercatrice presso la Scuola di medicina sociale dell’Università di Bristol (Regno Unito), ha dimostrato che rimanere a lungo senza lavoro è un fattore di rischio particolarmente incisivo per le persone appartenenti alla fascia d’età compresa tra i trentacinque e i quarantacinque anni, mentre sui più giovani peserebbero maggiormente i debiti e le difficoltà abitative. Gli effetti negativi sulla salute mentale sono più evidenti nei primi cinque anni di disoccupazione, ma persistono anche a lungo termine. Anche nel nostro Paese la crisi ha colpito duramente: secondo i dati diffusi dalla Link Campus University di Roma i suicidi per motivi economici sono cresciuti, dal 2012 al 2013, del 67% soprattutto tra gli imprenditori e i disoccupati. Il sociologo Aaron Reeves e i suoi collaboratori (Oxford) hanno registrato notevoli differenze nel tasso di suicidi tra i diversi Paesi colpiti dalla crisi giungendo alla conclusione che le decisioni operate in materia di politiche sociali dai singoli Stati possono risultare cruciali. In Svezia e in Finlandia i suicidi non sono aumentati e in Austria il tasso di suicidi è addirittura sceso. (f. c.) OMS ha stimato che la depressione è la prima causa di malattia tra gli adolescenti e stima che nel 2020 diventerà la seconda causa di malattia nel mondo. Nel nostro Paese (2,6 milioni di malati, prevalenze doppie tra le donne, indagine Istat) il rischio di ammalarsi di depressione nel corso della vita è del 10%; i maschi sono più inclini all’abuso di alcol, spesso associato ai disturbi dell’umore. Ma come prevenire l’effetto più tragico di una forte depressione, cioè il suicidio (circa 4000 in Italia, uno dei tassi più bassi nel mondo)? «Grazie all’uso di strategie mirate, con le tecniche psicoterapeutiche cognitivo-comportamentali»: è l’opinione della psicologa Marjan Ghahramanlou-Holloway, direttrice del Laboratorio per il trattamento dei comportamenti suicidi di Bethesda, che ha messo a punto un intervento breve (10 sedute in ambulatorio, 6-8 in ricovero) partendo dalla convinzione che la sindrome suicida debba essere affrontata direttamente, non solo come sintomo di altre patologie psichiatriche. Il terapeuta costruisce un’alleanza con il paziente, invitandolo a raccontare il suo tentativo di suicidio come una storia compiuta (inizio, svolgimento, fine) sottolineando circostanze, pensieri, sentimenti e azioni che lo hanno portato a cercare di togliersi la vita; così la persona viene aiutata a comprendere e a conoscere i processi mentali alla base del suo comportamento. Si identificano i problemi e le possibili risorse da mettere in campo; possono essere utili le “scatole della speranza”, da aprire in caso di necessità, contenenti materiale affettivamente significativo come foto, poesie, immagini o preghiere, o le “carte di resistenza”, nelle quali riportare da un lato i pensieri o le convinzioni che si associano alla perdita di speranza e dall’altro le possibili strategie nei momenti di sconforto. Infine vanno potenziate le abilità acquisite al fine di prevenire le ricadute: il paziente dovrà rac- © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ contare di nuovo la storia del suo tentativo di suicidio, ma questa volta con un finale diverso. Secondo lo studio dell’Ufficio di Statistica Cnesps-Iss il suicidio in Italia riguarda, al contrario della depressione, soprattutto i maschi (8 su 10, uno su tre over 70) e rappresenta la seconda causa di morte più frequente tra gli uomini di 15-29 anni, simile ai dati dei tumori (13% del totale di morti) e inferiore solo agli incidenti stradali (35% del totale). Sulla depressione in generale il sistema di sorveglianza Passi segnala per il 2013 «un andamento in diminuzione dei sintomi di depres- Tipologie I disturbi depressivi fanno parte dei disturbi dell’umore e includono il disturbo depressivo maggiore (episodio singolo o disturbo depressivo maggiore ricorrente), la distimia e il NAS (disturbo depressivo Non Altrimenti Specificato). sione...più significativo se si confronta il 2008 con il 2013». Ma il recente convegno delle Società di Psichiatria su bisogni e pratica clinica parla di casi in aumento, 6 su 10 evidenti già in adolescenza, cronicità, cure in ritardo e interruzioni nei trattamenti con troppe ricadute. La psicoterapia (di vario orientamento) è uno degli strumenti da utilizzare anche in situazioni cliniche complesse. Sul fronte farmaci un recente filone di ricerca riguarda sia depressione che impulsività e tendenza al bere: è il caso dell’amitifadina, che potenzia l’attività nel cervello dei tre neurotrasmettitori chiave coinvolti: noradrenalina, serotonina e dopamina. La cariprazina agirebbe invece selettivamente sulla dopamina (mancanza di piacere e iniziativa), mentre il brexpiprazolo sembra riuscire a modulare l’attività dei neurotrasmettitori, inibendola o stimolandola. Infine sono allo studio farmaci regolatori del recettore per l’aminoacido eccitatorio glutammato, come la ketamina, anestetico noto come sostanza d’abuso per le sue proprietà dissociative, ma con effetto antidepressivo rapido e potente. Sia gli interventi psicoterapeutici che quel- la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 43 PER SAPERNE DI PIÙ www.epicentro.iss.it www.who.int/topics/depression/ POST PARTUM. “Rebecca blues” rete protettiva per le mamme senza alcun aiuto EPRESSIONE prima e dopo il parto: molte donne non sanno cosa fare, altre hanno problemi ad ammetterlo e la rete dell’assistenza sociale non ha sempre maglie così ramificate da contenere il problema. E i dati, fa notare Antonio Picano, psichiatra dell’ospedale “San Camillo” di Roma parlano chiaro: «In Italia una mamma su sette si ammala di depressione e in genere solo un quarto chiede aiuto perché la vergogna è parte strutturale della patologia ma le strategie più semplici per affrontare il problema si sono rivelate falli- li farmacologici potranno giovarsi dei progressi nella conoscenza dei meccanismi neurofisiologici della depressione: negli Usa la neurobiologa Alla Karpova ha dimostrato che è possibile ripristinare i processi decisionali bloccando il rilascio di noradrenalina nella corteccia cingolata anteriore, mentre la biochimica Eva Redei ha evidenziato 9 molecole di RNA presenti nel sangue dei depressi, “marcatori biologici” della malattia e possibili predittori della risposta alla psicoterapia. * Psichiatra, Dip. Salute Mentale, Viterbo © RIPRODUZIONE RISERVATA INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI D mentari in tutto il mondo». Per questo Picano, con la sua associazione “Strade onlus” ha creato il social network “Rebecca Blues”, il primo progetto che si avvale di un’app e di una piattaforma «pensata per aiutare le donne rispettandone l’intimità e valorizzando il loro rapporto con il medico di fiducia». E se da un lato l’applicazione - pensata per gli smartphone - permetterà l’autodiagnosi attraverso la compilazione online di un test, dall’altro fornirà l’aiuto di un medico in caso di bisogno. In più la piattaforma avrà una chat e filmati informativi. In molti casi l’intervento del medico di fiducia sarà sufficiente altrimenti la paziente sarà indirizzata verso un trattamento specialistico. «Il progetto parte da Roma dove verrà attivato al San Camillo anche uno sportello di consulenza sulla maternità», dice Picano. Ma l’idea è di allargare i confini e di esportare il tutto oltre la Capitale. «Siamo già stati contattati da dieci strutture tra cui l’ospedale pediatrico Bambino Gesù», aggiunge lo psichiatra «ovviamente il nostro intento è di arrivare in più città possibili perché questo disagio colpisce molte persone e produce danni strutturali anche ai figli delle mamme depresse». A riprova c’è anche la teoria della psichiatra Tricia Bowering, esperta di disturbi d’ansia nel periodo perinatale e istruttrice clinica al Dipartimento di psichiatria dell’Università della British Columbia a Vancouver per la quale la gravidanza il parto e il puerperio rappresentano momenti di vulnerabilità psicologica della donna, anche per l’ansia: ad esempio, il rischio di sviluppare un disturbo ossessivo-compulsivo, con timori ricorrenti, intrusivi e irrazionali di poter fare male al bambino, raddoppia nel primo anno dopo il parto. Un punto quello d’ansia sul quale c’è ancora molto lavoro da fare in Italia come nel resto del mondo. (anna rita cillis e f. cro) © RIPRODUZIONE RISERVATA Sintomi Tristezza, perdita di interesse, stanchezza, senso di colpa, disturbi di sonno, poco appetito, scarsa concentrazione. Malati Secondo l’Oms sarebbero 350milioni le persone di ogni età a soffrire di depressione nel mondo. la Repubblica RSALUTE/LA MEDICINA MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 44 > A TAVOLA EUGENIO DEL TOMA REFLUSSO CONSIGLI SUI CIBI Il perfezionamento dei mezzi di indagine clinica non ha creato una nuova malattia ma ha permesso di documentare la frequenza del reflusso gastroesofageo. Molti lamentano, soprattutto di notte e dopo pasti copiosi, rigurgiti acidi, bruciore alla bocca dello stomaco, talvolta con dolori retro-sternali che ingigantiscono i timori per il possibile equivoco diagnostico con uno spasmo coronarico. Questi sintomi, sgradevoli e spesso dolorosi, dipendono dalla risalita del succo gastrico oltre la valvola (cardias) interposta tra la fine dell’esofago e l’inizio dello stomaco. La mucosa dell’esofago non è in grado di tamponare l’aggressione dell’acido cloridrico e ne risente con l’infiammazione (esofagite) o con la formazione di piccole erosioni (ulcere esofagee). Che fare, allora! Per prima cosa bisognerà evitare di accentrare sulla cena gran parte di ciò che un tempo veniva suddiviso fra più pasti. Altra indicazione è quella di non mettersi in poltrona o a letto subito dopo cena perché la posizione facilita il reflusso. Infine, esistono cibi da considerare a rischio, come i cibi molto grassi (quindi i dolciumi ricchi di crema, di panna, di cioccolato) e i piatti troppo conditi o speziati (aglio, cipolla, menta, ecc.). Tra i cibi “a rischio” vanno citate le fritture, il caffè (compreso il decaffeinato), i succhi di agrumi e le bevande alcoliche. Comunque, bisognerà ricorrere al gastroenterologo per una diagnosi certa e una terapia più mirata del “fai da te”. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Indagine. Presentati i risultati delle valutazioni 2013 del Piano Nazionale Esiti relativo all’efficienza e qualità dei nosocomi. I dati su tumori, cuore, fratture, parti. Meglio i centri più attivi. Dal 2015 “pagelle” ai chirurghi Ospedali insicuri dove si opera poco MICHELE BOCCI LI italiani si operano di tumore in ospedali dove vengono fatti troppo pochi interventi. E quindi dove i pazienti, a sentire le stesse società scientifi- G che dei medici, non vengono seguiti bene. Tra i dati più eclatanti del Pne, il Piano nazionale esiti che valuta la riuscita delle cure ospedaliere in tutto il paese, ci sono quelli sull’attività troppo scarsa di alcune chirurgie. Il lavoro di Agenas (l’agenzia sanitaria delle Regioni) riferito al 2013 è stato presentato ieri. I dati sui ricoveri oncologici fanno riflettere su quanta strada debba ancora fare il sistema sanitario italiano per concentrare le attività di alta specialità in pochi centri. E di conseguenza migliorare l’assistenza. I reparti che lavorano troppo poco stanno un po’ in tutte le regioni, non sono quindi una caratteristica dei soli sistemi sanitari che funzionano peggio, principalmente quelli del Sud. Tra le chirurgie che hanno operato il tumore polmone, ad esempio, solo 36 su 231 hanno fatto almeno 100 interventi annui. Una novantina di strutture vanno depennate dalla lista di chi ha lavorato poco perché hanno fatto pochissimo, cioè meno di 10 operazioni, un dato quindi irrilevante statisticamente. Ma resta il fatto che la maggior parte degli ospedali non lavori abbastanza perché il servizio in quella specialità meriti di restare aperto. Tra l’altro secondo alcune società scientifiche bisognerebbe prendere in considerazione più di 100 casi all’anno come limite minimo. E c’è un’altra cosa da sottolineare. Ormai si tende a prendere in considerazione quanto lavora il singolo chirurgo per essere sicuri che abbia abbastanza esperienza, quindi dietro al dato anche positivo di tutto il reparto si potrebbe nascondere la presenza di professionisti poco efficaci. Va da sé che la mortalità per questo intervento diminuisce nelle strutture che lavorano di più. Per il tumore alla mammella si parla di uno standard minimo di 150 interventi all’anno. Solo il 13% delle strutture che operano questo tipo di cancro (98 in tutto) rispettano il dato, le altre 663 stanno sotto. In questo caso ce ne sono 286 che stanno sotto le 10 operazioni. Sono simili le percentuale per il tumore al colon e allo stomaco. Razionalizzare l’offerta in questo campo vorrebbe dire curare meglio e pure risparmiare, perché verrebbero chiusi o accorpati reparti che fanno troppo poco. Il tema dell’attività troppo bassa riguarda altri settori, ad esempio quello cardiologico. In Italia si fanno meno di 250 procedure di angioplastica all’anno, considerate il minimo per funzionare bene, in 211 ospedali su 441. Anche qui è meglio non tenere conto di un’ottantina di ospedali che ne ha fatto meno di 10, perché si tratta di casualità o errori di comunicazione di dati dalle Regioni a Agenas. Le cardiochirurgie dovrebbero fare almeno 200 bypass aor- tocoronarici all’anno. Nel 2013 in Italia 86 strutture non hanno raggiunto il risultato e 26 sì. C’è poi il tema dei parti. Sono la bellezza di 133 gli ospedali che nel nostro Paese non arrivano alla soglia minima di 500 prevista dall’Oms. Più volte si è detto che quelle sale parto dovevano essere chiuse. I cesarei sono il 26% del totale, con un forte sbilanciamento tra il nord, dove si arriva al 20% e il sud, dove si tocca il 40% con punte del 50% in Campania. Sempre parlando a livello generale, solo il 45,7% delle fratture di femore l’anno scorso sono state operate entro il limite considerato accettabile, cioè 48 ore. Se si interviene dopo aumenta la mortalità. Il dato comunque è molto migliorato rispetto ad alcuni anni fa, quando era sotto il 30%. Il direttore di Agenas, Francesco Bevere, sottolinea come entro il 2015 il monitoraggio dell’efficacia dell’attività sanitaria potrà riguardare i singoli professionisti, non solo gli interi reparti. «Aspettiamo il via libera del garante della privacy». Il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin ha spiegato che i direttori generali della Asl dovranno adeguarsi «ai parametri del Pne non è optional, ma un dovere. Questo non è uno strumento punitivo, ma ha l’obiettivo di intervenire per modificare le anomalie». Il presidente della federazione delle Asl (Fiaso), Francesco Ripa di Meana, spiega che «il miglioramento delle performance ospedaliere è anche frutto della continua azione di miglioramento quali-quantitativo condotta in questi anni di magra dalle Aziende sanitarie». © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 45 PER SAPERNE DI PIÙ http://95.110.213.190/PNEed13/ www.agenas.it Regioni.La hit degli indicatori Progressi a Prato e Montepulciano. Balzo in avanti della Sicilia nelle ortopedie La Toscana al top anche quest’anno con la Val d’Aosta Il Sud in ritardo AL report del Piano degli esiti come già l’anno scorso, la Toscana risulta la Regione con la più bassa percentuale di indicatori negativi (9%) e tra quelle con la più alta percentuale di indicatori migliori rispetto alla media nazionale (27%, seconda solo alla Valle d’Aosta, che ha il 29%). «E siamo migliorati anche negli aspetti che l’anno scorso risultavano problematici, come per esempio il tumore al polmone», commenta l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni. Dal Pne 2014 emerge che in Toscana nel 2013 sono stati ricoverati pazienti più complessi che nelle altre regioni, e che per curare questi pazienti sono stati necessari meno giorni di ricovero che nelle altre regioni. Negli ospedali toscani in cui erano D emerse criticità e dove sono stati condotti audit a supporto del miglioramento, la mortalità si è ridotta in maniera consistente: a Montepulciano dal 30,8% al 7,3%; al S. Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, dal 7,6% a 0%; a Prato dal 25,4% all’8,3%. A livello nazionale per quanto riguarda le fratture del femore, la proporzione di pazienti sopra i 65 anni operati entro due giorni è passata dal 28,7% del 2008 al 45,7% del 2013, restando ancora al di sotto dello standard atteso, superiore all’80%. Confrontando i dati del 2013 con quelli del 2011, si osserva che, mentre nel 2011 tutte le regioni del Sud avevano valori di media e mediana inferiori ai valori nazionali, nel 2013, la Sicilia ha valori medi superiori a quelli nazionali, mentre la Basilicata e il Lazio raggiungono i valori medi nazionali, paragonabili a Lombardia e Umbria. La Provincia Autonoma di Bolzano mantiene livelli alti, mentre Emilia Romagna, Veneto e Toscana migliorano ulteriormente pur partendo già da valori alti, riducendo anche l’eterogeneità interna. Per quanto riguarda i punti nascita che effettuano meno di 500 parti l’anno il report ne segnala ben 133. Dovevano già essere chiusi. Questa la suddivisione, regione per regione: Abruzzo (4); Basilicata (2); Calabria (1); Campania (20); Emilia Romagna (8); Friuli (3); Lazio (12); Lombardia (8); Marche (1); Molise (1); Piemonte (6); Bolzano (4); Trento (4); Puglia (9); Sarde- Casi limite nei punti nascita di Trapani ma anche in Emilia gna (10); Sicilia (18); Toscana (8); Umbria (6); Veneto (8). Analizzando nel dettaglio la tabella, balza agli occhi la modesta attività di alcune strutture che effettuano ad esempio 35 parti l’anno, come Villa Regina in provincia di Bologna, oppure 21 parti come l’ospedale Nagar in provincia di Trapani. Ma si tratta di dati da prendere con le molle. Come spiegano gli esperti dell’Agenas: sono infatti incluse anche le case di cura private non accreditate. © RIPRODUZIONE RISERVATA PER SAPER NE DI PIÙ Indicatori Il Pne ne prende in considerazione 50 riguardo agli esiti delle cure, 50 sui volumi di attività e 23 sull’ospedalizzazione . Vengono analizzati i dati delle varie strutture ma non valutati quelli regionali. Praticamente tutti gli ospedali italiani vengono valutati nei vari settori, indicando l’attività che fanno e l’esito delle cure, cioè in certi casi la mortalità dei pazienti dopo un certo numero di giorni. A che serve È considerato uno strumento operativo a disposizione delle regioni, delle Asl e dei medici. L’intento di Agenas è quelli di migliorare le performance degli ospedali ma anche dell’assistenza territoriale. «Non vogliamo fare classifiche», sottolineano i ricercatori. In generale i sistemi regionali possono valutare come lavorano e prendere decisioni di politica sanitaria in base ai dati. Categorie I settori presi in considerazione sono quello cardiovascolare, chirurgico, cerebrovascolare, dell’apparato digerente, il muscoloscheletrico, il perinatale, il respiratorio, l’urogenitale, le malattie infettive e l’ospedalizzazione. INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI Oncologia In questo settore, in particolare nella chirurgia, si registra una eccessiva presenza di strutture che lavorano troppo poco per essere efficienti. Solo un numero di chirurgie compreso tra il 13 e il 20%, a seconda dei settori, in un anno fa un numero di interventi adeguato. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica RSALUTE/ LE TERAPIE 46 MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 PER SAPERNE DI PIÙ www.viveresenzadolore.it www.fedcp.org Dolore. A 4 anni dalla normativa d’avanguardia su cure palliative LIBRI e terapie con oppioidi e anti-infiammatori sembrano carenti le corrette diagnosi e il conseguente uso dei farmaci. 13 milioni gli italiani con problemi di cronicità FLASH Sofferenza sottovalutata la buona legge non basta Fibrosi Negli Usa l’Fda ha approvato per la fibrosi polmonare idiopatica (progressiva cicatrizzazione dei polmoni) il farmaco orale Esbriet (pirfenidone della Roche). Rallenta la progressione della malattia. TU CHIAMALE (SE VUOI) SENSAZIONI Thalma Lobel 288 pagine 12,90 euro De Agostini Obesità Vaccini L’agenzia del farmaco (Aifa) rende noto che la causa del ritiro di lotti del vaccino Meningitec (Nuron Biotech BV) è “dovuto alla presesnza di micro residui metallici in siringhe”. Non risulta emergere “evidenza di reazioni avverse ricollegabili allo specifico difetto”. Psicologia MARIAPAOLA SALMI L DOLORE cronico, non oncologico, è un problema socio-economico oltre che sanitario. A quattro anni dalla legge 38/2010, per ora la sola in ambito europeo a garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, manca ancora l’appropriatezza diagnostica e terapeutica e i medici necessitano di informazione e formazione. Questo lo scenario tratteggiato nel Libro Bianco, edito da AboutPharma con il sostegno incondizionato di Mundipharma, presentato nei giorni scorsi a Roma durante il convegno “HOPE Health Over Pain Experience”. Negli Stati Uniti la spesa del dolore cronico è superiore a quella di diabete, ipertensione e cancro insieme. In Europa il 20% della popolazione ha a che fare con un’esperienza di dolore prolungato nel tempo, mentre uno recente studio italiano stima la prevalenza del dolore cronico come pari al 21,7% della popolazione, circa 13 milioni di italiani il 41% dei quali I dichiara di non aver ricevuto un trattamento adeguato. Nel complesso il costo sociale del dolore cronico in Italia ammonta a 36,4 miliardi di euro all’anno (circa 4.557 euro a paziente). «Su 13 milioni di pazienti si può ritenere che un terzo non si curi o lo faccia di tasca propria», dice Carlo Lucioni, senior Health Economist di Health Publishing and Services. Il mercato dei farmaci per il dolore (FANS, oppioidi deboli e forti) è cresciuto, sdoganando gli oppioidi ma nel confronto con gli antinfiammatori non steroidei (FANS), questi ultimi rimangono i farmaci più utilizzati con una spesa nel 2013 che ha toccato i 240 milioni di euro contro i 179 degli oppioidi di cui 101 per quelli forti. L’Italia rimane ancora il Paese con la minore attenzione al problema dolore, ultima tra i top5 paesi europei per consumo di oppioidi e al primo posto per utilizzo di FANS. «La parte normativa è fatta, non c’è niente da aggiungere, è perfetta tanto da tutelare rispetto al dolore anche i bambini, quel che manca è l’informazione e la prepa- razione dei medici – osserva il professor Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale Terapia del dolore e Cure palliative. Tornando ai dati nel Libro Bianco, i FANS sono prescritti soprattutto per il dolore osteoarticolare, in genere da parte del medico di medicina generale, questo nonostante si conoscano bene gli effetti collaterali sull’apparato gastrointestina- P(R)ESO DI MIRA Francesco Baggiani 190 pagine 18 euro Edizioni Clichy Pedagogia MANUALE ANTI CAPRICCI Elisabeth Pantley 300 pagine 16 euro Erickson I Fans restano ancora i medicinali più utilizzati ma spesso sbagliando Attenzione agli effetti collaterali le e sul sistema cardiocircolatorio e in controtendenza rispetto alle linee guida, all’allarme delle autorità e ai dati scientifici. Gli oppioidi sono utilizzati in ambito ospedaliero nella maggior parte dei casi e prescritti in modo inappropriato, fatto che genera la tendenza, tipica del nostro paese, all’autoprescrizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Estetica LA CHIRURGIA PLASTICA IN 600 RISPOSTE M. Klinger, R. Colarizi 222 pagine 16 euro Sperling&Kupfer la Repubblica RSALUTE/ LA SESSUALITÀ MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 47 PER SAPERNE DI PIÙ www.siu.it associazioneandrologi.it Andrologia. Le ultime indagini presentate ai congressi di urologi e andrologi confermano un uomo a rischio in tutte le età. Ma i giovani si proteggono di più Maschi in trappola tra sesso virtuale e ansia da misure ROBERTA GIOMMI CORAGGIO E DIALOGO CON I FIGLI Negli incontri con i genitori verifichiamo che alla disinvoltura dei figli nel fare esperienze, come bere, assumere sostanze, guidare in stato di eccitazione, corrisponde una impotenza educativa degli adulti. I ragazzi trasformano tutto in ironia: è divertente fare cose sciocche, perseguitare a parole, offendere come fosse uno scherzo, poi quando arrivano i problemi chiudersi e non saper chiedere aiuto. Solo il 2% dei ragazzi e delle ragazze che hanno consapevolezza di aver incontrato un problema dichiara di averne parlato con i genitori. Nelle riunioni con i genitori chiedo che abbiano il coraggio di parlare, di bussare alla porta chiusa, di chiedere spiegazioni, di dare divieti. Oggi parliamo di una incompetenza dei ragazzi e delle ragazze a proteggersi non solo dalle gravidanze, ma anche dai rapporti a rischio e le mamme hanno difficoltà a parlare alle figlie del preservativo come fosse un tabù. Sta crescendo una generazione che ha sempre più la tendenza al qui e ora, al tratto impulsivo e dimostra una incompetenza alla difesa, incapace di chiedere agli adulti di intervenire. Ma i genitori sono a loro volta adolescenti spaventati. A loro chiediamo di assumere una responsabilità educativa senza farsi sconfiggere dalle difficoltà e dalla paura. www.irf-sessuologia.it © RIPRODUZIONE RISERVATA V sono più friabili e favoriscono l’attacco delle infezioni». Gli over 40 — inoltre — hanno anche difficoltà sessuali. Al congresso Siu sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta su mille over40 dal nuovo osservatorio Pianeta Uomo, per studiare il rapporto tra stili di vita e sessualità. Un circolo vizioso difficile da controllare e interrompere, perché i cattivi stili di vita fanno male alla sessualità e la cattiva sessualità ha un impatto negativo sulla qualità della vita. Ecco che l'insonnia, per esempio, può essere una conseguenza diretta della disfunzione erettile: il 60 per cento degli over40 con disfunzione erettile dorme male, si sveglia in media un paio di volte a notte per quattro notti su sette, tutte le not- Nei nati dopo il ‘95 è salita l’età del primo rapporto ma solamente per i ragazzi ti se la prostata è ingrossata. Ammettono di essere stressati e ansiosi per come il loro disturbo influenza la vita di relazione. «Ma solo un uomo su quattro - osserva Mirone - sa che la disfunzione erettile è una vera malattia. Gli altri pensano piuttosto che sia una normale conseguenza dell’età, e quindi non ne parlano col medico e non si curano». (e. nas. e lucia zambelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI > LUI & LEI ANNO poco dal medico, si preoccupano quasi soltanto delle dimensioni del loro pene, si “nascondono” dietro uno schermo per il sesso virtuale e si proteggono poco dalle malattie sessualmente trasmissibili. Il ritratto di adolescenti e uomini — disegnato nei recenti congressi della Società italiana di urologia a Firenze e degli andrologi della società Assai a Palermo — è a dir poco sconfortante. E torna il tema — ribadito dai presidenti delle due società, Vincenzo Mirone e Aldo Franco De Rose — dell’educazione sessuale nelle scuole. Promessa tante volte ma mai cominciata. «Abbiamo fatto tante iniziative in molte scuole — precisa De Rose — ma non è facile, perché spesso i genitori protestano e i presidi non rischiano». Per questo è particolarmente interessante l’iniziativa degli studenti di Medicina, riuniti nella Sism, che offrono gratuitamente tempo e competenze per andare nelle scuole di tutta Italia e trattare gli argomenti cari ai ragazzi — dalla contraccezione alle malattie sessualmente trasmesse — da pari, se non altro per questioni anagrafiche. Con risultati lusinghieri. La scarsa conoscenza e la paura influiscono negativamente sulla sessualità dei ragazzi, che accusano disfunzioni erettili e incapacità di relazionarsi con l’altro sesso. «Per i nati dal ‘95 in poi — spiega Mirone — l’età del primo rapporto si è spostata in avanti. Mentre per le ragazze è rimasta stabile intorno ai 16 anni, per i ragazzi è salita a 18. Hanno paura, sono preoccupati per misure e prestazioni, e preferiscono masturbarsi davanti a internet». Il cybersex, dunque. «Per molti aspetti è vantaggioso, poiché è anonimo, accessibile, economico, luogo di nuove identità e per nulla ansiogeno dal punto di vista sessuale e relazionale — ha precisato a Palermo Raffaella Longo, tecnica della riabilitazione psichiatrica — può però diventare addiction e avere risvolti inaspettati per chi è introverso, ha disturbi sessuali, di umore o di personalità. Una categoria particolarmente esposta e vulnerabile è quella dei preadolescenti e adolescenti perché più fragili, immaturi psicologicamente e sessualmente e fortemente condizionabili». Quanto ai comportamenti sessuali, secondo un’indagine Assai, i giovani sarebbero più attenti degli adulti. Dall’indagine, svolta a Genova, Lecce e Palermo su un campione di 2872 maschi e 982 donne, viene fuori che oltre la metà degli uomini e il 27,5% delle donne aveva avuto rapporti occasionali, di questi il 38% (15% donne e 23 uomini) senza profilattico. Dividendo per fasce d’età — però — nella fascia 18-30 anni il 72% dei maschi e l’80 delle femmine aveva preteso il condom nei rapporti occasionali. Quindi i più giovani hanno comportamenti più responsabili e attenti degli adulti. Secondo Francesco De Seta (univ. di Trieste, membro Società Contraccezione, Sic) «gli over 40enni sono fisiologicamente più a rischio: i tessuti, soprattutto nelle donne in fase perimenopausale, ELVIRA NASELLI CHIRURGIA. Quella “curva” che deforma e impedisce il piacere nell’alcova In video Maschi e sessualità anche su Rnews (ore 13,45 e 19,45) sia su Repubblica.it, che su canale 50 del digitale terrestre e 139 di Sky. I CHIAMA Induratio penis plastica (Ipp) ed è una malattia abbastanza diffusa - anche nei giovani, nei quali è anche più aggressiva - che deforma il pene, deviandolo dal suo asse, tanto da rendere impossibili i rapporti sessuali. Una malattia improvvisa e senza sintomi per la quasi totalità degli uomini, visto che solo in un quarto dei casi i pazienti lamentano dolore anche in situazione di riposo. La causa di questo incurvamento è dovuta ad una placca fibrotica, spesso calcifica, che incurva il pene verso la pancia. Nel 30 per cento dei casi chi soffre di Ipp ha anche la malattia di Dupuytren, che - sempre per la presenza di placca - fa contrarre le dita delle mani. L’unica soluzione dell’Ipp è chirurgica e l’intervento più comune è la corporoplastica semplice che permette il riallineamento del pene. Non è però un’operazione adatta a tutti e nei casi in cui la placca, oltre che fibrotica, è anche calcifica, si deve ricorrere ad un altro intervento che prevede l’utilizzo di un patch dermico, un vero e proprio “rattoppo” con pelle prelevata in genere dall’addome, che si impianta sul pene. «È un inter- S vento complesso e lungo circa tre ore - racconta Aldo Franco De Rose, urologo e andrologo al San Martino di Genova e presidente Assai - e si utilizza solo in situazioni complesse. I risultati sono però molto buoni, non solo perché il derma attecchisce quasi sempre ma perché si distende e si allunga proprio come la tunica albuginea del pene, e il risultato è provato ecograficamente». A Palermo sono stati presentati i risultati a lungo termine (18 anni) di questa tecnica di ricostruzione che consente di ottenere un pene perfettamente funzionante e senza curvatura, con ottimi risultati anche sulle recidive. E, soprattutto, evitando al paziente l’impianto di protesi e con una cicatrice che è quella di una circoncisione. Il rischio usuale di queste tecniche è che il derma si retragga provocando un nuovo incurvamento. «Cosa che può essere evitata - conclude De Rose - con accorgimenti particolari, come le linee di scarico laterali sulla tunica albuginea e la preparazione del patch almeno un terzo in più rispetto a quello che serve dopo aver rimosso la placca fibrotica o calcifica. Grazie ai patch elastici possiamo evitare l’incurvamento recidivo». © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica RSALUTE/ LETTERE & RUBRICHE MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 48 MANDATE LE VOSTRE DOMANDE A: [email protected] RSalute, via C. Colombo 90, Roma A CURA DI ELVIRA NASELLI ■ Infettivologia Quanto sopravvive Ebola all’aperto? Rino Lombardo e-mail Quanto tempo sopravvive il virus di Ebola nei luoghi pubblici? Sul sito del ministero c’è un’indicazione tanto generica quanto irritante: il virus sopravvive solo per breve tempo su superfici esposte alla luce solare o secche. Bene, e se si trova all’ombra o all’umido? E che vuol dire breve tempo? ■ DOTT. NICOLA PETROSILLO Direttore U. O. C. Infezioni Sistemiche e dell’Immunodepresso, Istituto Naz. Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani — IRCCS — Roma Uno studio di laboratorio sulla sopravvivenza ambientale del virus Ebola ha portato alla conclusione che il virus può sopravvivere nell’ambiente per sei giorni in “condizioni ideali”, cioè in presenza di liquidi biologici. Tali condizioni sono difficilmente realizzabili nella realtà. Il virus viene distrutto dai raggi ultravioletti della luce solare e dal calore in poche ore, ed è pertanto improbabile che luoghi pubblici come aeroporti, mezzi pubblici, ecc …, abbiano le condizioni ideali per una sopravvivenza di giorni del virus. Il virus non sopravvive a detergenti e soluzioni a base di cloro, pertanto la normale pulizia e disinfezione in ospedale è sufficiente a distruggerne l’eventuale presenza nell’ambiente. ■ Gastroenterologia Afflitta dall’alitosi come posso risolvere? lettera firmata e-mail Sono una signora di 68 anni curata e sana. Da sempre, però, sono afflitta da un problema che crea imbarazzo. Nonostante abbia denti curati e un’igiene accurata, qualsiasi cosa mangi (soprattutto dopo latte e derivati, banana e uova) mi provoca alitosi. Da quali specialisti andare? ■ PROF. GIOVANNI CAMMAROTA Gastroenterologo, Policlinico univ. Gemelli, Roma Premesso che, a volte, il “problema alitosi” è soltanto frutto di una errata percezione di offrire un alito cattivo al nostro interlocutore, nella maggior parte dei casi questo fastidioso disturbo può essere effettivamente legato a problemi Il medico risponde del cavo orale, quali: presenza di carie dentali, gengiviti, protesi dentali realizzate in modi errati, scarsa igiene orale, patina biancastra sulla lingua, tonsilliti croniche. Altre volte ancora, alitosi transitorie possono dipendere dal consumo di cibi e bevande che ne favoriscono l’insorgenza (aglio, cipolla, ecc.) o all’uso di farmaci che riducono la produzione di saliva e quindi impediscono una naturale detersione del cavo orale (diuretici, ansiolitici, ecc). Poi ci sono casi di alitosi legate a patologie croniche (patologie del fegato, diabete, insufficienza renale cronica, gastroenteriti). L’approccio terapeutico prevede ovviamente l’individuazione della causa predisponente e la sua eliminazione. Nell’ordine, le consiglio di consultare un dentista, un otorinolaringoiatra, un gastroenterologo, un internista. ■ Dermatologia Dopo il basalioma non serve la chemio? lettera firmata e-mail A mia figlia (32 anni) è stato diagnosticato ed asportato un basalioma sul décolleté di dimensioni cm.1.8 x 0.8 contenente neoformazione di colore grigio a contorni sfumati di cm.1.0x0.7. La diagnosi: carcinoma a cellule basali, superficiale, contenuto nei margini di resezione. Dopo l’intervento non le è stata prescritto alcuna terapia oncologica. È corretto? ■ DOTT. SSA LAURA EIBENSCHUTZ Dip. Dermatologia Oncologica Ist. San Gallicano — IRCCS — Roma Il basalioma, più correttamente detto carcinoma basocellulare (BCC), è la forma di tumore della pelle più frequente e più diffuso nella popolazione di pelle bianca. È un tumore a malignità locale che origina dalle cellule di uno degli strati della cute ed è localizzato prevalentemente nelle zone esposte al sole, nei soggetti di carnagione chiara e di età superiore a 60 anni. Il BCC si manifesta nella fase iniziale come una piccola ulcerazione cutanea, rossastra o bruno-rossastra, con margini di poco in rilievo oppure, nella forma nodulare, come una escrescenza di consistenza duroelastica, rosa a lenta crescita. Il trattamento di scelta è l’asportazione chirurgica, che permette peraltro di eseguire un esame istologico di conferma. Altri trattamenti comprendono l’uso di creme applicate localmente (Imiquimod), la terapia fotodinamica (PDT) e la crioterapia. Dopo l’asportazione completa del BCC non è necessaria la chemioterapia e/o esami diagnostici a distanza (ecografie o rx). Sono però necessarie visite di follow up che monitorino le eventuali recidive locali o la comparsa di nuove lesioni in altri distretti cutanei. Nel caso di sua figlia consiglio uno stretto follow up clinico (3 mesi) perché nella descrizione dell’intervento è riportato che un margine di asportazione lambisce la neoformazione. ■ Ortopedia Smetto di correre per la gonartrosi? Giacomo D’Alonzo e-mail Dieci anni fa ho subito l’intervento al menisco del ginocchio destro. Ora, a 62 anni, mi è stata diagnosticata la gonartrosi bilaterale. Escluse al momento le infiltrazioni di acido ialuronico, mi sono stati prescritti amedial plus e arcoxia 60 mg che hanno fatto scomparire il dolore che non è mai stato troppo forte. Corro 3 volte a settimana per 10 Km. a volta da anni, posso continuare? ■ DOTT. ROCCO PAPALIA Ortopedia, Pol. Univ. Campus BioMedico, Roma L’artrosi è una patologia ad eziopatogenesi multifattoriale, dunque ci possono essere molti altri fattori in grado di determinarla. In generale, la corsa ha molteplici effetti benefici su tutto l’organismo, soprattutto quando fatta assiduamente. Nel suo caso particolare, il ginocchio è sottoposto a un sovraccarico funzionale, accentuato dal fatto che in passato ha subito l’asportazione dei menischi. Questi ultimi sono strutture che hanno una funzione “cuscinetto” sulla cartilagine articolare e la loro assenza è uno dei fattori che contribuisce allo sviluppo dell’artrosi. Tuttavia, proprio per gli effetti benefici sistemici della corsa, non mi sentirei di sconsigliargliela; piuttosto vorrei suggerirle di diminuire le distanze percorse a 5-7 km, e affiancare uno sport con minore carico e meno traumatico, come il nuoto. In questo modo i microtraumi che necessariamente si verificano durante la corsa verranno eliminati, senza tuttavia rinunciare all’attività fisica e al rinforzo muscolare, che senza dubbio contribuiscono al benessere dell’organismo in toto. ■ Cardiologia I problemi ai piedi causati dalle statine? > CAMICI & PIGIAMI PAOLO CORNAGLIA FERRARIS CARRIERE IN OSPEDALE LE SCELTE SOSPETTE DELLE ASL ALL’OSPEDALE di Arezzo il Direttore Generale (DG) ha scelto dalla terna dei chirurghi idonei a ricoprire il posto di maggiore responsabilità, il dottor Graziano Ceccarelli, secondo classificato per titoli. Può farlo per legge, motivando la bocciatura del primo con la peculiare competenza del prescelto. L’assessore della Regione Toscana, Vincenzo Ceccarelli (PD), incaricato di infrastrutture e cave, sarebbe parente solo in quinto grado del neo primario. Richiesto di chiarire se ci potrebbero essere state ragioni familistiche o di partito ad aver condizionato la scelta, non ha risposto. Ha invece risposto l’Ufficio Stampa Asl 8 di Arezzo, smentendo illazioni e minacciando querela. Che le motivazioni di chi sceglie i medici siano diverse da quelle dichiarate in verbale dai DG è dubbio suffragato dai tanti scandali. Per far carriera in ospedale, spesso, conta di più essere parente di qualcuno e frequentare partiti, massoneria o clero? Dite la vostra. [email protected] Pietro Chiaro Rovereto Da anni ho problemi ai piedi, prima solo alle dita, adesso a tutto il piede (entrambi). Non ho dolore, ma quando cammino, ed ancor di più ovviamente quando corro, è come se camminassi sulle pietre. Forse è l’effetto della situazione cardiovascolare generale (ipertensione, ipercolesterolemia, ablazione per fibrillazioni, 2 stent coronarici, angioplastica per stenosi renale) ma non potrebbe essere un effetto avverso della statina che assumo da più di venti anni? ■ DOTT. GIUSEPPE FERLITO Dirigente Medico U.O. di Cardiologia Ospedale Ascalesi, Napoli «Come se camminassi sulle pietre» è un modo molto colorito ed efficace per descrivere un’alterazione nella percezione dei segnali che comunemente ci giungono dalla «periferia» sensoriale del nostro corpo (parestesie). Anche se, nel suo caso, la genesi di tale alterazione resta oscura (anche i medici dove è stato non hanno potuto trovare una risposta), quello che mi sento di poterle dire è che ben difficilmente quella sintomatologia si può correlare alla condizione cardiovascolare complessiva. Resta comunque da dire che, per quanto ascrivibili a «rari» (da più di 1/10.000 a meno di 1/1.000) effetti avversi, le parestesie sono reazioni avverse segnalate in scheda tecnica di diverse statine. Immagino che la più semplice delle prove per escludere tale evenienza le sia già stata prospettata dai medici che si sono presi cura del suo caso. Nel caso contrario, sospenda per almeno 4/6 settimane statina ed ezetimibe ed osservi quello che succede ai suoi sintomi. > L’ALTRA MEDICINA ELIO ROSSI UN AIUTO CONTRO LA DIPENDENZA DA NUX VOMICA E AVENA SATIVA ESISTONO rimedi omeopatici che possono aiutare chi ha problemi di intossicazione e assuefazione a farmaci, alcol o droghe varie. Il più importante è Nux vomica, utile quando l’abuso riguarda farmaci, in particolare gli psicofarmaci, ma anche caffè, alcol e tabacco. È usato spesso in omeopatia anche per contrastare gli effetti avversi della chemioterapia, in particolare se i sintomi sono a livello gastro-intestinale. Indicata Avena sativa in caso di percorso disintossicante da stupefacenti (oppiacei, cocaina) e psicofarmaci. È un tonico che può favorire il rilassamento, anche muscolare, e quindi aiuta a ridurre i disturbi della fase disintossicante, come mal di testa, stanchezza, nausea, ecc. Infine Arsenicum album, che si può considerare quasi un rimedio specifico della disassuefazione da alcol, soprattutto se i sintomi prevalenti ansia, irrequietezza, insonnia e si accompagnano a disturbi dell’apparato intestinale. [email protected] > L’ERBA VOGLIO ROBERTO SUOZZI PALE DEL FICO D’INDIA DA MANGIARE E PER CONTRASTARE IL COLESTEROLO IL FICO d’india, che la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite ha dichiarato “cibo” fondamentale, in Sicilia è oggetto di vaste coltivazioni specializzate. Le “pale”, che sarebbero le foglie, (cladodi o nopales), vengono usate dalla cucina messicana e, tolte le spine, si preparano con uova, carne, insalate e tortillas. Le “pale” hanno già dimostrato di contrastare diabete e colesterolo “cattivo” LDL e di prevenire l’osteoporosi. Le betalaine del fico d’india sono pigmenti rossi, e/o anche gialli, antiossidanti e antinfiammatori. Il Journal Academy of Nutrition and Dietetics pubblica uno studio sugli effetti delle nopales del fico d’india sul diabete 2; dopo una colazione con molti carboidrati, sembra esserci una riduzione dei livelli di glucosio postprandiale, di insulina sierica e dei picchi del GIP (Glucose-dependent insulinotropic peptide); può invece aumentare l’attività antiossidante in persone sane e quelle con diabete 2. [email protected] la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 53 R2Cultura CONTATTI [email protected] WWW.REPUBBLICA.IT Dagli Aztechi alla “religione” del Pil, il pensiero unico attraversa da sempre la storia. Zygmunt Bauman individua in Francesco un potente antidoto Se il Papa ama il dialogo vero più della verità ZYGMUNT BAUMAN ACIEJ Zieba adopera il concetto di “società veritale” per significare quella forma di coesistenza umana in cui «l’intera vita individuale, dalla culla alla tomba, così come la vita collettiva» sono imperniate su «una verità trascendente universalmente riconosciuta». E per chiarire che forma ha in mente, Zieba si affretta ad aggiungere che «questo vale non solo per gli Aztechi e i Masai ma anche per i seguaci di Marx e Mao, e per chi nutre una fiducia acritica e quasi-religiosa nella fisica e nella genetica». Aggiungerei i credenti quasi religiosi nel Pil, nel commercio, nell’informatica. In tutti questi casi la divinità è una; questo tratto comune relega ai margini le differenze tra un caso e un altro. M Nell’idea di “verità”, non importa se associata o no al termine “uno”, c’è dal principio un suggerimento arduo da togliere che qualcosa di “unico” ci sia o almeno vada presupposto. Quella di verità è un’idea agnostica per la sua origine e la sua natura. È infatti un concetto che può emergere solo dall’incontro col suo contrario, con un antagonista. La necessità del concetto di verità è avvertita dal momento in cui l’affermazione «è quel che è» diventa insufficiente e occorre aggiungere «e non è quel che dicono alcuni (chiunque siano)». “Verità” è a suo agio in un lessico del monoteismo, e, in ultima analisi, in un monologo. Ed effettivamente, usare “verità” al logo che Francesco guarda, né nelle conversazioni a cui partecipa di persona né nella teoria del dialogo che, tenacemente, promuove da anni. In un articolo pubblicato in origine nel 1990, riproposto nel 2005 solo con modifiche minori, egli considerava il finto dialogo un segno di corruzione, la corruzione essendo, diversamente dal peccato (che si può perdonare), imperdonabile; la corruzione, lungi dall’andar perdonata, «andrebbe curata». Il marchio dell’individuo corrotto, secondo Jorge Mario Bergoglio, sta nel «prender male qualunque critica. [Un individuo così] svaluta chi lo giudica negativamente, e vorrebbe disfarsi di qualsiasi autorità Il monoteismo produce solo monologhi ma il nostro è un mondo polifonico singolare in un mondo polifonico è come voler applaudire con una mano sola... Con una mano si può dare un ceffone, ma non applaudire. Ecco perché le parole di papa Francesco sull’aprire le porte e andare incontro a tutti, pronunciate ad Assisi, e più ancora le sue parole sul comunicare non per far proseliti ma per capirsi, mi hanno così toccato; soprattutto perché pronunciate conversando con un agnostico dichiarato e direttore di un autorevole giornale anticlericale, che stampa regolarmente nelle sue colonne punti di vista mal deglutiti dai cardinali. Mi hanno commosso perché succede molto di rado, per non dire mai, nei monologhi a puntate spacciati per “dialoghi”. Non è a queste forme molto comuni di finto dia- morale atta a disapprovare qualche aspetto della sua condotta; giudica gli altri e disdegna chi è di parere diverso. Il loro [dei corrotti] modo di perseguitare è imporre un sistema di terrore a chiunque li ostacola; si vendicano rimuovendo [gli oppositori] dalla vita sociale». «Il corrotto non riconosce la fratellanza né l’amicizia, solo la collaborazione. L’amore verso i nemici per lui conta nulla, al pari della distinzione di amico e nemico su cui si basava il diritto antico. Piuttosto, egli si muove nell’ottica dell’opposizione collaboratore-nemico. Così un corrotto con un incarico pubblico finisce sempre per coinvolgere altri nella propria corruzione. Li abbasserà al suo livello e li farà complici della scelta». Inoltre ala persona corrotta non vede la sua corruzio- ne. È come con l’alito cattivo: chi ne soffre non se ne accorge». Tirando le somme, è possibile indicare un’emozione tipica del corrotto e del suo comportamento: l’odio, l’opposto dell’amore. Quell’amore che Henryk Elzenberg, un importante filosofo etico polacco, ha definito come «la gioia dell’esistenza di qualcun altro». In particolare, il corrotto odia chi non collabora, chi si sente in diritto di pensare diversamente, chi fa resistenza. Chiudo gli occhi, mi turo le orecchie... mi affretto a premere “cancella” quando sul monitor mi imbatto in un’idea in disaccordo con le mie. Hic, davanti al portatile, all’i-Pad o allo schermo L’IMMAGINE “San Francesco con Malek-Kamel” di Gustave Doré dell’i-Phone; e nunc, nelle circa sette ore che l’uomo medio di oggi passa a guardarli. Questo hic et nunc che abbiamo avuto in dono dall’intelligenza artificiale, è una “comfort zone”; uno spazio al riparo dalle controversie, dalla stancante necessità di portare prove e argomenti a sostegno di ciò che diciamo, e dal pericolo di esser smentiti in uno scambio dialettico. Hic et nunc, in un mondo sempre più affollato e congestionato in cui chiese cattoliche, luterane e ortodosse, moschee, sinagoghe e luoghi di culto metodisti, battisti e dei Testimoni di Geova, si contendono lo spazio disponibile a volte nella medesima strada, ignorarsi a vicenda è sempre meno possibile. Come Jorge Bergoglio prima di lui, papa Francesco non solo predica la necessità del dialogo, ma la pratica. Di un dialogo vero, tra persone con punti di vista esplicitamente diversi, che comunicano per comprendersi. Non di un dialogo all’insegna dell’elogio reciproco, pensato dall’inizio per concludersi con una standing ovation; né un “dialogo” (solo in apparenza di tipo opposto) che sia in realtà una mera giustapposizione di monologhi. È stata una decisione molto significativa da parte di Francesco concedere la prima intervista alla stampa del suo pon- LE CELEBRAZIONI INCONTRI A MILANO Per celebrare i cent’anni della rivista “Vita e Pensiero”, da domani a venerdì alla Cattolica il convegno dal titolo “Dieci parole. Perché la nostra epoca ha bisogno di Dio”. Tra gli ospiti Zygmunt Bauman, di cui qui anticipiamo il testo tificato all’apertamente anticlericale La Repubblica, rappresentata, con Eugenio Scalfari, da un decano del giornalismo che non fa mistero di non essere credente. Di sicuro l’arte che papa Francesco predica, e pratica lui stesso ogni giorno, è difficile da imparare e, più ancora, da attuare quotidianamente. La sua meno rischiosa alternativa è molto più allettante. Dopo tutto, in un dialogo degno del nome si deve mettere in conto anche l’insuccesso; la possibilità che il nostro punto di vista, ciò in cui crediamo, risulti errato, o che il nostro interlocutore risulti più nel giusto di noi... Simili timori tendono ad aggravarsi e moltiplicarsi, perché meno ci confrontiamo con persone e punti di vista diversi dai nostri, più si indebolisce la nostra capacità di provare i meriti della nostra posizione (che è tutt’altro, naturalmente, dal cercare di aver la meglio alzando la voce, o dal turarsi le orecchie per non sentire le ragioni di chi consideriamo nient’altro che un nemico) e aumentano i nostri motivi di temere il confronto. Ma non lasciamoci indurre in tentazione! Sottrarci al dialogo, voltare le spalle al dovere di confrontarci con la varietà delle umane ricette per una vita decente, ci darà forse la pace mentale (benché, senza dubbio, solo per un po’) ma non risolverà nessuno dei problemi che minacciano il pianeta di estinzione e avvelenano la vita dei suoi abitanti. Per il futuro dell’umanità in un mondo irreversibilmente multiculturale e multicentrico, l’accettazione del dialogo è una questione di vita o di morte. © RIPRODUZIONE RISERVATA 54 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 R2 CULTURA Il caso Intrighi, segreti, rivalità e qualche nota thriller i retroscena del premio sotto forma di romanzo Tutte le mele avvelenate dello Strega RAFFAELLA DE SANTIS S E un romanzo sul Premio Strega s’intitola La polverie- ra qualcosa vorrà dire. Intrighi, veleni, amicizie rotte e nuove alleanze, tradimenti, schede bianche e franchi tiratori: tutto vero. C’è persino la morte dell’organizzatrice Anna Maria Rimoaldi presentata come “sospetta” agli occhi di chi rinviene il corpo nella casa dell’Elba, in un tardo pomeriggio dell’agosto 2007. IL LIBRO La stanza appare in uno “strano diLa polveriera di Stefano sordine”. Vederlo nero su bianco fa Petrocchi un certo effetto. L’autore però è un (Mondadori pagg. 204 prudente e insospettabile “insider”: euro 17) Stefano Petrocchi, il direttore della Fondazione Bellonci. Petrocchi ha raccolto l’aneddotica intorno al premio e l’ha abilmente trasformata in un romanzo memoir che esce oggi per Mondadori e che è basato su lettere, carteggi, documenti e cronache giornalistiche. Dentro c’è materia a sufficienza per dire che lo Strega è l’istituzione più gattopardesca che abbiamo, perché è cambiata per rimanere in fondo sempre uguale. Nessuno è passato indenne nel suo tritacarne: da Italo Calvino a Pier Paolo Pasolini, che nel 1968 si scaglia contro gli editori “padroni”. Così come le dimissioni di Moravia e Garboli anticipano solo di qualche anno quelle di Emanuele Trevi. L’io narrante, l’alter ego dell’autore, è il “segretario fidato” di Anna Maria Rimoaldi, alla reggenza del premio per vent’anni dal 1987 al 2007, chiamata dal suo collaboratore semplicemente “il Capo”. Figura mitica, capace di creare intorno a sé e ai suoi modi bruschi quel tipo di venerazionechesiaccordaalledivinità.Scopriamo il backstage del premio grazie ai racconti fatti da chi narra a tre personaggi estranei alla società letteraria: un maresciallo, una giovane giornalista freelanceeunragazzochegestisceun blog. La narrazione restituisce le atmosfere,idocumentiifatti.«Intorno allo Strega – scrive Petrocchi – si muove una giostra di predatori». D’altra parte la stessa Maria Bellonci aveva scritto nel suo memoir sul premio (Come un racconto. Gli anni del premio Strega) di possedere ben chiara «la percezione di aver architettato una polveriera». È negli anni Sessanta che la polveriera diventa pericolosa. L’edizione del 1961 è epica. Si conclude con la vittoria per un voto di Raffaele la Capria (Ferito a morte, Bompiani) sull’ex aequo di FaustaCialenteeGiovanniArpino:96 a 95. La Capria era un outsider: «Ricordo lo sconcerto di tutto lo staff dello Strega quando uscì il mio nome, nessuno se lo aspettava». Accade inoltre che una scheda in favore di Ballata levantina di Cialente (Feltrinelli) arrivi fuori tempo massimo. Pochi giorni primaAlbertoMondadoriavevaspedito un telegramma alla Bellonci per perorare la causa di Arpino in gara con Un delitto d’onore: «Fac- ciopiùchemaiassegnamentosuo prezioso e incondizionato determinante appoggio et di Goffredo stop Sono sicuro che nei limiti di onesta propaganda ella potrà aiutarci validamente raggiungere quota voti necessaria onde evitarmi grosso smacco nel riconoscimento editoriale stop». Nel 1966 inizia invece la Calvino Story. Nella ventesima edizione Calvino paga il fatto di essere il superfavorito e le Cosmicomiche (Einaudi) sono battute da Una spirale di nebbia di Michele Prisco, edito da Rizzoli, casa editrice che in quindici anni si aggiudica il premio ben sette volte. Mentre la Mondadori, dal ‘67 al ‘78, porta a casa cinque Strega e dieci Campiello.Calvinovorrebberitentare nell’84 con Palomar, ma quell’anno la Longanesi candida Pietro Citati, autore di Tolstoj. In no- me dell’amicizia Calvino si ritira. Moriràl’annodopo.LaZarina(così veniva chiamata la Rimoaldi) pensa allora di candidare postumo Lezioni americane, ma desiste perché il premio due anni prima era andato a Rinascimento privato della Bellonci: «Due defunti premiati in tre edizioni sembrarono decisamente troppi». Il Sessantotto arriva anche allo Strega. Scoppia l’affaire Pasolini, checonTeorema(Garzanti)sivede soffiare la semifinale da Alberto Bevilacqua (L’occhio del gatto, Rizzoli). Una breve nota ne testimonia la rabbia: «L’ultima votazione ha accentuato in modo incontrovertibile il deterioramento, verificatosi negli ultimi anni, del gioco democratico». Poi sul Giorno scriverà contro gli editori diventati “padroni”, che «sia pure addolciti dal nuovo corso, sono capaci di tutto». Alla fine vince Bevilacqua ma si registrano 117 sche- de bianche. È Pasolini a parlare per la prima volta del “pacchetto di voti” (almeno 40) amministrato dalla Bellonci, «arbitra assoluta dei destini del premio». La protesta ha conseguenze pesanti: Moravia dà le dimissioni dal comitato direttivo. Vent’anni dopo sarà la volta di Cesare Garboli per aver tentato invano di far passare una modifica «per ridurre l’ingerenza degli editori». LoStregaèstatoalungounpremio a reggenza matriarcale. Petrocchi, arrivato nel 1999 alla Fondazione grazie a una borsa di studio per lavorare all’inventario del carteggio Bellonci, restituisce un bel ritratto del loro rapporto e soprattutto della Rimoaldi, che con il suo senso pragmatico sarà un costante supporto per l’amica. Non solo compilerà per lei riassunti delle fonti storiche indispensabili per il suo lavoro ma l’aiuterà anche a far quadrare i LE IMMAGINI L’edizione del Premio del 1959: a sinistra, in nero, Maria Bellonci In alto, Villa Giulia negli anni ’50 la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 55 PER SAPERNE DI PIÙ www.vitaepensiero.it www.librimondadori.it SHO RT STO RIES Burri, lo scatto che rese umano Che Guevara L’APPUNTAMENTO “Future Forum”, la rassegna raddoppia Udine e Napoli per capire il domani UDINE. Come saranno l’economia, la società e gli stili di vita di domani? Tenta di rispondere a queste domande la seconda edizione di Future Forum, la rassegna dedicata al futuro e all’innovazione. Per l’occasione gli appuntamenti si sdoppiano in due programmi in due città italiane: a Udine si inaugura oggi e si va avanti fino al 15 novembre, mentre contemporaneamente a Napoli dal 22 al 28 ottobre si svolge il Forum parallelo. Sette i macrotemi degli oltre cento eventi, tra conferenze, dibattiti, workshop, laboratori che cercheranno di delineare la vita nei prossimi venti anni, ospitati dal Teatro San Carlo di Napoli e dal Palazzo della Camera di Commercio di Udine: “Scenari di futuro”, per capire come sarà l’homo novus del 2034; “Lavoro e impresa”, per leggere la crisi come una possibile quarta rivoluzione industriale; “Città” sulle metropoli del futuro; e poi “Salute, cibo e nutrizione, e scienza” sull’innovazione tecnologica applicata al corpo umano, “Turismo e industrie creative”, “Trasmissione dei saperi”, “Mare”. Il programma completo - con la lista dei tanti protagonisti, da Peter Marsh del Financial Times a Antonello Pasini del CNR a Debora Serracchiani - è consultabile su www.futureforum.it. LA MOSTRA “Vivere o scrivere”, tra gulag e libri la storia di Varlam Salamov a Brescia BRESCIA. “Vivere o scrivere”: è questo il titolo della mostra conti. E una volta prese in mano le chiavi della polveriera si considererà sempre una semplice amministratrice, naturalmente alle sue regole: ricerca del duello, attenzione agli “equilibri editoriali”, capacita di dire “no” (nel 2005 riuscì a convincere Segrate a bloccare la candidatura de Le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno). L’esercizio del potere era per lei una pratica ascetica: «Non fare sapere mai a nessuno le tue intenzioni. Mai cedere alla vanità di rivendicare il proprio ruolo». Raramente perdeva le sue battaglie. Non mandò giù la vittoria nel 1989 de La grande sera di Giuseppe Pontiggia contro Le nozze di Cadmo e armonia di Roberto Calasso. Da allora nessun autore Adelphi ha più concorso al premio. Gli ultimi anni nel romanzo sono meno approfonditi ma ricchi di curiosità: dopo l’edizione del 2009 che vede trionfare Scarpa su Scurati arrivano tre schede in ritardo. Nel romanzo il segretario apre le buste. Ci sono tre voti: “Scarpa”, “Scarpa” “Scarpa”. L’intera storia dello Strega è dominata dal duopolio MondadoriRizzoli: Mondadori (come sigla editoriale singola) ha vinto 23 edizioni su 68, (il 33,8%, una ogni tre). Il romanzo finisce nel “mistero”: un manoscritto inedito di Maria Bellonci che sbuca da una panca e la morte “sospetta” della Rimoaldi. In quella stanza disordinata, dove in apparenza «sembrava fosse accaduto qualcosa». «Si scelse di non dare seguito alle indagini, anche per tenere lontana l’attenzione dei media». Che intorno a quella signora anziana e potente sarebbe stata tanta. Tra veleni e ombre lo Strega è da sempre «un formidabile contenitore di storie, perlopiù a sfondo giallo». © RIPRODUZIONE RISERVATA dedicata a Varlam Salamov a Brescia da mercoledì 22 ottobre al 7 novembre. Ospitata dal Corridoio Montini dell’Università Cattolica e promossa dall’associazione Memorial Italia con Literaturhaus Berlin con la Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura, la retrospettiva punta i riflettori sulla figura del grande scrittore russo, scomparso nel 1982 a 74 anni, e già nel titolo sottolinea il grande dramma di Salamov, che della sua vita fece scrittura dedicandosi per vent’anni alla realizzazione della sua opera più celebre. I racconti di Kolyma sono la testimonianza dettagliata e poetica della vita da forzato dello scrittore, che passò in tutto diciassette anni della sua esistenza prigioniero all’interno dei gulag, da cui uscì solamente nel novembre del 1953, otto mesi dopo la morte di Stalin. In occasione dell’inaugurazione della mostra sono previsti una lettura da I libri della mia vita a cura di Antonio Palazzo e gli interventi di Sergio Rapetti, traduttore dell’edizione italiana Einaudi dei Racconti di Kolyma e studioso di Salamov, Francesca Gori, presidente di Memorial Italia, e Alberto Franchi, presidente del Ccdc. LA CURIOSITÀ Arrestato Banksy e svelata la sua identità ma è solo una bufala del National Report PER un momento il mistero sembrava risolto. E nel modo più impensabile, con un colpo di teatro che avrebbe fatto piacere ai suoi sceneggiatori: Banksy arrestato e smascherato. Peccato che fosse una bufala. Il sito americano National Report ha pubblicato un falso scoop che per qualche ora ha mandato in fibrillazione i media ed è rimbalzata su tutti i social network. In un articolo sosteneva che l’identità del re della Street Art era stata rivelata dall’arresto da parte di Scotland Yard «per vandalismo, associazione a delinquere e falsificazione di banconote per migliaia di dollari». Attribuiva al re dei graffiti il nome di Paul Homer, 35enne di Liverpool e citava la BBC a testimonianza della veridicità dell’arresto. Una rivelazione in grande stile: da anni critici, galleristi, appassionati e giornalisti danno la caccia all’artista più imprendibile della Gran Bretagna. Non era vero nulla. Il National Report è un sito di “bufale”: sempre ieri ha annunciato che 17 bambini in Texas avevano contratto Ebola dopo esser entrati in contatto con uno studente liberiano. È morto a 81 anni a Zurigo il fotografo ed ex presidente della Magnum Una vita dal Vietnam a Picasso MICHELE SMARGIASSI U UN marciapiede di New York, ferma al semaforo, René Burri riconobbe Greta Garbo. Già lontana dalle scene, fuggiva il mondo, divina auto-esiliata dietro enormi occhiali scuri, che proprio in quel momento si tolse. Qualunque fotografo avrebbe agito d’istinto. Lui non portò la Leica all’occhio. «Sarebbe stata una fotografia troppo ovvia», raccontò poi, senza rimpianti. Cavaliere di un ordine religioso chiamato fotografia, l’infaticabile monaco errante Burri, scomparso ieri a 81 anni nella sua Zurigo, sapeva rispettare il sacro. Andava più fiero delle foto mai fatte che delle trentamila (donate al museo dell’Elysée di Losanna) che lo hanno reso celebre come uno degli occhi più penetranti del Novecento. Ebbe un giorno nel mirino l’anziano Fidel Castro sotto l’insegna “uscita” di un albergo: non scattò. Nei suoi servizi dal Vietnam è difficile trovare un cadavere. Diceva: «Un giorno farò un libro con tutte le foto che non ho mai scattato, sarà un enorme successo». Così, è piuttosto difficile pensare che la sua immagine più famosa, quella per la quale oggi verrà ricordato in tutto il mondo, il ritratto di Che Guevara con quel sigaro issato all’angolo destro della bocca come una bandiera, o come un cannone puntato (d’accordo: anche come un simbolo fallico, se volete), sia stata per lui un’icona premeditata. Icona lo fu certamente, virale e travolgente: l’unica in grado di fare concorrenza a quell’altra più fortunata ancora, il Che-Cristo con basco e la stella che Giangiacomo Feltrinelli portò via al fotografo Cubano Alberto Korda, posterizzò e incollò sulla copertina del diario boliviano del Comandante, proiettandola nell’immaginario ribelle di ogni adolescenza, e di ogni ideologia. Anche il Che di Burri si vendette a milioni di esemplari su poster, cartoline, magliette, anche il suo santo Guevara dal sigaro immacolato diventò più famoso del suo autore. Ma a differenza dell’altra, non ha mai smesso di essere una fotografia. Non è diventata un arazzo come tanti ritratti del rivoluzionario vivente (e morente). Perché era una fotografia fin dall’inizio: perché Burri era un fotografo, da cima a fondo. Svizzero, come tanti grandi fotografi del Novecento, da Werner Bischof a Robert Frank. Nel 1959 fu proprio Bischof, amico mito e guru (quando morì in un incidente in Perù, ne sposò la moglie), a presentare a Magnum, confraternita del fotogiornalismo indipendente, S quel ragazzino promettente e molto timido che aveva studiato design, e che all’inizio amava forse il cinema più della fotografia, ma a 13 anni aveva fatto un piccolo scoop fotografando Churchill in visita a Zurigo. Il suo primo reportage, su una scuola di bambini sordomuti, passò a pieni voti l’esame dei sacerdoti dell’obiettivo, Capa e Cartier-Bresson. E Magnum (di cui diventerà presidente nel 1982) cominciò a spedirlo in giro per i due emisferi a caccia di immagini da vendere a Life o a Du, Medio Oriente, Indocina, Brasile... Finì così, quella mattina del gennaio del 1963, in un ufficio del ministero dell’Industria di un’Avana ancora scossa dalla crisi dei missili, dove la giornalista Laura Bergquist di Look aveva ottenuto un’intervista esclusiva con un giovane barbudo spettinato, in tuta verde militare e anfibi, quasi incredulo di essere proprio lui il ministro. «Due ore di grande tensione», che Burri sfruttò per farsi invi- Rimase con il Comandante due ore facendosi invisibile sibile e cogliere il comandate con la guardia abbassata, fuori posa. Scattò otto rullini. Sono tutti da guardare, come un film, quei provini presi in stato di grazia di un Che non ancora imbalsamato dall’Hasta siempre!, che si lascia sfuggire sorrisi da bimbo, che prova pose davanti alla carta geografia di Cuba, che si stropiccia gli occhi sfinito dal duello con l’intervistatrice. Anche Burri sfuggì al monumento di quella foto troppo famosa che poteva schiacciarlo. Come solo i grandi sanno fare, cambiò continuamente direzione. Appassionato di architettura, conquistò la fiducia di Le Corbusier di cui documentò tutto il lavoro maturo, culmine la chiesa di Ronchamp; girò documentari (anche per la Disney), espugnò la diffidenza di Picasso, e il suo primo libro ebbe una prefazione di Baudrillard. Visse la sua «doppia vita», forse quadrupla, sestupla, di reporter in bianco e nero e a colori, di fotografo e cineasta, di giornalista e di artista, «e questo mi ha difeso dal diventare cinico». La fama mondiale della sua fotografia-icona, più potente di lui, lo divertiva. Anni dopo, di nuovo a Cuba, ne scovò una gigantografia appesa nell’androne di una banca dell’Avana. Provò a rifotografarla. Fu prontamente arrestato. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 56 R2Spettacoli & TELEVISIONE CONTATTI SEGRETERIA_SPETTACOLI @REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT Campioni di incassi con “Quasi amici” nel 2012, ora raccontano la storia di un immigrato e una borghese PROTAGONISTI Sopra, Omar Sy (a destra) con Tahar Rahim in “Samba”. A destra, Charlotte Gainsbourg e i registi Olivier Nakache e Eric Toledano IN ONDA Alle 13.45 in RNews (dtt 50, Sky 139) il servizio con il video del film LAURA PUTTI PARIGI Q UESTA volta c’è poco da ride- re. La premiatissima ditta Toledano&Nakache, registi da cinquantuno milioni di spettatori nel mondo con Quasi amici, cambiano rotta. Sempre commedia sociale, ma si ride a denti stretti. Uscito in 732 sale francesi (in Italia nel 2015), il loro nuovo film si chiama Samba e lascia allo spettatore due possibilità: scivolare nella pelle di un africano sans-papier (ancora una volta Omar Sy, il badante di Quasi amici), o in quella di una dirigente in pieno burnout, una ragazza lunare, vinta da un lavoro che l’ha strizzata come un limone (Charlotte Gainsbourg). Il clandestino e la scoppiata, figure tipiche dei nostri tempi: una storia ben più reale di quella della strana coppia “badante nerotetraplegico milionario”. Lo spunto viene ancora una volta da un libro. I due registi si sono liberamente ispirati al romanzo di Delphine Coulin (diventata cosceneggiatrice del film) Samba pour la France. E il Samba IL RECORD “Quasi amici” (2012) della coppia Toledano-Nakache è il film francese più visto nel mondo Toledano & Nakache re Mida di Francia “Largo al modello italiano” film è illuminato da una colonna sonora firmata da Ludovico Einaudi. Al loro quinto film insieme in dieci anni — e al quarto con Omar Sy — Eric Toledano e Olivier Nakache fanno sul serio. Samba inizia come La grande bellezza: con l’esplosione musicale di una festa, un matrimonio. Al seguito della torta nuziale arriviamo nelle cucine del ristorante. Samba Cissé, senegalese da dieci anni clandestino in Francia, fa il lavapiatti. Lo ritroveremo in stato di fermo in un centro per clandestini vicino all’aeroporto di Parigi. La polizia lo ha arrestato e due ragazze di un’associazione d’aiuto agli emigranti sono venute a parlargli per cercare di risolvere il suo problema. Sono Alice (Gainsbourg), in anno sabbatico di volontariato dopo il burnout, e Manu (Izia Higelin), studentessa in legge. Da questo momento per Samba la lotta per la sopravvivenza si fa più dura: all’associazione, agli uffici di collocamento e anche in casa, l’appartamento di una stanza che divide con l’anziano zio. Insieme hanno un sogno: vivere, dopo aver lavorato in Francia, in una casa su un lago in Senegal. Ma se Samba si fa beccare, se si veste da immigrato, se si innamora di una francese nevrotica, allora il sogno va a farsi benedire: lo zio è la voce della coscienza, della tradizione, è la nostalgia del paese. Sempre sereno, gentile e pieno di energia, Eric Toledano parla al telefono da un treno in direzione Lione. Centoquarantamila entrate il primo giorno di programmazione: come ha reagito il pubblico nelle sale? «Come ci attendevamo: la gente rideva al momento giusto. Nei mesi scorsi abbiamo accompagnato il film in quaranta sale di provincia. Abbiamo visto duemila persone a sera, e ci è rimasta una sensazione di tristezza: i francesi non stanno bene, sono depressi. E questo nostro film non unisce la gente come Quasi amici. In certi casi la divide». Samba è molto più “sociale” che “commedia”. Perché questo cambio di registro? «Perché volevamo esplorare due temi. Uno è la perdita di senso. Alice ha un burnout perché si sveglia la mattina e non sa più a cosa serve. Va volontaria in un’associazione per trovare un senso alla sua vita. Samba non si pone problemi di senso, sa a cosa serve. Lui deve sopravvivere e fare sopravvivere la famiglia in Senegal». È davvero possibile un incontro sentimentale tra un clandestino africano e una manager parigina depressa? «Abbiamo un po’ sognato per fare sognare, è il ruolo degli artisti. Ma per me sì, potrebbe accadere. Nonostante le difficoltà, Samba è semplice. Alice ha la patologia della nostra civilizzazione. Malattia che non attacca il singolo, ma l’intero sistema. Si può curare solo pensando agli altri. Che cosa ha fatto Bill Gates quando ha lasciato la sua azienda? Ha creato una fondazione». Dopo una sequenza tragica ce n’è spesso una comica, come la liberazione di Samba dal centro di detenzione — quando corre dietro a un aereo per partire per il Senegal come gli ha detto la poliziotta — o la scena del ballo del falso brasiliano Wilson (Tahar Rahim). Avete scelto un ritmo cinematografico? «È il ritmo della commedia italiana, il nostro modello. Ma in Francia non tutti capiscono come si possa mischiare il tragico con il comico. È per questo che il film non ha messo d’accordo neanche la stampa. Ma è anche la nostra storia. Sia la mia che quella di Olivier Nakache sono famiglie immigrate in Francia da luoghi lontani». Samba deve usare vari permessi di soggiorno, tutti con nomi diversi dal suo. Alice perde una parte importante di sé, quella professionale. È un film sull’identità? «Certo che lo è. Il libro di Delphine Coulin parla proprio di questo. Un africano che arriva in Francia non sa più chi è, come si chiama, a quale cultura appartiene. E, tranne che con altri africani, non può condividere con nessuno». Come si sentiranno Toledano&Nakache se non arriveranno a cinquantuno milioni di spettatori? «Siamo già sicuri di non arrivarci. Ma, anche se Quasi amici è entrato nella storia come il film francese più visto nel mondo, non abbiamo record da battere. Quel film ci ha dato la libertà per raccontare quello che veramente ci interessa. Ecco, l’abbiamo fatto». © RIPRODUZIONE RISERVATA OPERA DI ROMA DOPO UNA CADUTA BERLINER: CHE VERGOGNA I LICENZIAMENTI «I Berliner Philharmoniker sono sgomenti per il licenziamento pianificato dei componenti dell’Orchestra e del Coro del Teatro dell’Opera di Roma». E aggiungono in una lettera: «Questo licenziamento è una vergogna per la nobile tradizione italiana». BOX OFFICE In 174mila per Leopardi di Martone giovane favoloso: in soli quattro giorni ha superato di molto il milione di euro di incassi con 174mila spettatori. Un risultato in pillole sorprendente per il film di Mario Martone dedicato a Giacomo Leopardi, interpretato da Elio Germano (foto). «Gli spettatori hanno fame di bellezza, pensiero, emozioni profonde» ha detto il regista. News FILM Coldplay esce “Ghost stories live” I COLDPLAY annunciano che il 24 novembre verrà pubblicato Ghost Stories Live 2014, il film di Paul Dugdale del concerto di Los Angeles e l’album live su cd+dvd, cd+Blu-ray e in digitale; è disponibile in pre-order su Coldplay.com e su iTunes. Il trailer del live si vede solo su Coldplay.com. FESTIVAL Spandau: nuovo tour in Italia «L’ITALIA è il paese che ci ha amato di più». Parola di Gary Kemp, il chitarrista degli Spandau Ballet. La band pop adorata dalle adolescenti negli anni 80 è stata al Festival di Roma per accompagnare il documentario Soul boys of the western world. E intanto i musicisti capitanati da Tony Hadley annunciano cinque tappe italiane nel tour 2015: Milano, Torino, Padova, Firenze e Roma. 57 Amsterdam, capitale della “dance” “Qui l’elettronica s’impara a scuola” DAL NOSTRO INVIATO CARLO MORETTI AMSTERDAM SUCCESSO clamoroso per Il NUTI RICOVERATO IN OSPEDALE L’attore e regista pratese Francesco Nuti (foto) è stato ricoverato in ospedale per una caduta. Dall’ospedale di Prato, è stato poi trasferito all’ospedale fiorentino di Careggi. La decisione è stata presa dai medici e dal fratello dell’artista, Giovanni, date le complesse condizioni pregresse. un cuore techno che batte in Europa. E’ una melodia semplice, una linea di basso che fa tremare la terra come un terremoto profondo. 350 mila giovani provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento per cinque giorni ad Amsterdam diventata così la capitale della musica elettronica, con i circa cento locali sparsi per la città, alle cui consolle si alternano ogni notte duemila tra i dj più famosi della dance: David Guetta, Armin Van Buuren, Hardwell, Martin Garrix, solo per citarne alcuni. L’Amsterdam Dance Event è il festival in cui la grande industria del Nord Europa, in particolare quella che si è sviluppata in questi ultimi dieci anni nei Paesi Bassi, si incontra e si celebra. E si è appena concluso con una serata di fronte a 50 mila spettatori, organizzata in collaborazione con il “Music Festival” nello stadio della squadra di calcio dell’Ajax, con la nomina del nuovo Numero 1 tra i dj, la classifica della rivista Dj Mag che ha visto per il secondo anno consecutivo la vittoria dell’olandese Hardwell. Che ha 26 anni, è nato a Breda come dj Tiësto ed era già milionario prima di questa sua ennesima vittoria. Hardwell ha appena tenuto il suo dj set all’Amsterdam Arena e ora lo attende un volo privato che lo porterà a Londra dove celebrerà la sua vittoria suonando alla 02 Arena. Ecco come spiega il successo della dance elettronica in Olanda: «Da noi la dance è sempre intorno: da una parte viene sostenuta finanziariamente dal governo e ci sono scuole di produzione e per la crescita artistica dei deejay, ma allo stesso tempo questa musica si ascolta ovunque, nei supermercati, nelle radio, nelle pubblicità in televisione. La differenza con il resto del mondo è che abbiamo cominciato prima, in America l’hanno scoperta solo tre anni fa, noi da venti anni abbiamo i nostri dj di successo, Tiësto, Armin van Buuren. E penso che insieme ai dj inglesi come Coco e Sasha, oggi rappresentiamo la punta di diamante della scena dance mondiale». Hardwell, alias Robbert van de Corput, è lo stesso che qualche ora prima, nel palazzo delle conferenze Felix Meritis di Amsterdam, ha tenuto un workshop con giovani aspiranti produttori e dj svelando molti dei “segreti” del suo lavoro. Massima disponibilità da parte di un artista che è diventato un fenomeno mondiale, uno dei produttori e dj più richiesti, con hit da classifica come “Spaceman” e “Countdown”. Nel prossimo album, in uscita a gennaio, sarà più decisamente pop: «Sono pop un paio di tracce e certamente lo è “Young again”, il singolo cantato da Chris Jones. Ma per il 70 per cento l’album con- C’ È tiene brani duri, deep house, progressive, electro, trance. Anche David Guetta ha cercato un bilanciamento tra deep house e commerciale, e forse ci ha mostrato una strada. In futuro voglio tornare a suonare strumenti veri in consolle insieme ai computer, lo faccio per me stesso, non credo ci sia una tendenza o almeno non ne sono consapevole. Da quando avevo 4 anni studio pianoforte e dopo 12 anni da dj voglio fare altre cose, raggiungere un nuovo livello». Il governo olandese e l’industria della musica elettronica, fatta anche di etichette di successo come Spinnin’ e di festival come Misteryland, Sensation, Awakenings e Dance Valley, tutti con una media di 50 mila spettatori, investono sui giovani: Martin Garrix ha 18 anni, ha Un momento dell’esibizione a Amsterdam del deejay Hardwell studiato alla “Herman Brood Academy”, una scuola speciale per i produttori a Utrecht, ed è uno dei dj più lanciati del momento, primo nella classifica inglese con il singolo “Animals”, «ma io voglio rimanere con i piedi per terra, per il momento non mi pongo obiettivi», ha detto in un incontro. Forse ha ragione Daniel Miller, a sua volta dj, fondatore dell’etichetta inglese Mute e scopritore dei Depeche Mode, ospite d’onore all’ADE. Una risposta sul successo olandese non c’è: «La rete di strutture che sostiene la dance ha i suoi vantaggi ma non spiega tutto. Dunque perché gli artisti olandesi vanno forte nella dance elettronica? E perché gli svedesi nel pop? Difficile da dire, forse è semplicemente perché fa parte della loro cultura. Del resto i primi dj techno e house erano olandesi e questo ha senz’altro influenzato, e continua ad influenzare, gli artisti più giovani». © RIPRODUZIONE RISERVATA REPUBBLICA.IT E stasera Webnotte si trasferisce a casa Arbore ROMA. Webnotte esce dalla redazione di Repubblica e, per la sua seconda puntata, si trasferisce a casa di Renzo Arbore. Ernesto Assante e Gino Castaldo “invaderanno” il salotto di casa dello showman per una puntata specialissima, tutta dedicata alla sua musica e alle sue passioni. A garantire la colonna sonora della serata sarà la band di Gegè Telesforo, mentre l’ospite sarà Tosca, che viene a presentare il suo nuovo progetto discografico, Il suono della voce. Sorprese, divertimento, grande musica, saranno gli ingredienti di una serata dedicata a chi vuole passare un paio d’ore in allegria e al foltissimo esercito degli “arborigeni”, che seguono Arbore con affetto da molti anni, applaudendo soprattutto le performance della sua Orchestra Italiana. La trasmissione sarà online su Repubblica.it, ma anche sul Renzo Arbore Channel (www.renzoarborechann el.tv) e, come sempre, sul digitale terrestre di Radio Capital Tv. © RIPRODUZIONE RISERVATA Renzo Arbore la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 58 R2Sport CONTATTI [email protected] WWW.REPUBBLICA.IT Stasera all’Olimpico Record d’incasso per la sfida di Champions tra giallorossi e tedeschi Garcia: “Il campo dirà la verità, noi avremo i nostri momenti e dovremo sfruttarli” SEI GOL IN DUE PARTITE La Roma (sotto Astori e Totti in allenamento) nelle prime due partite di Champions League ha segnato sei gol subendone due La Roma pensa da grande “Giochiamo senza paura anche se loro sono il Bayern” oggi E Gruppo CSKA-Manch. City Roma-Bayern classifica Pt G V N P Gf Gs Bayern 6 2 2 0 0 2 0 Roma 4 2 1 1 0 6 2 Manchester C. 1 2 0 1 1 1 2 CSKA Mosca 0 2 0 0 2 1 6 F Gruppo Apoel N.-Psg Barcellona-Ajax classifica Pt G V N P Gf Gs Psg Barcellona 4 2 1 1 0 4 3 3 2 1 0 1 3 3 Ajax 2 2 0 2 0 2 2 Apoel N. 1 2 0 1 1 1 2 G Gruppo Schalke-Sporting Lisb. Chelsea-Maribor classifica Pt G V N P Gf Gs Chelsea 4 2 1 1 0 2 1 Schalke 04 2 2 0 2 0 2 2 Maribor 2 2 0 2 0 2 2 Sporting Lisb. 1 2 0 1 1 1 2 H Gruppo Bate Borisov-Shakhtar Porto-Athl.Bilbao classifica Pt G V N P Gf Gs Porto 4 2 1 1 0 8 2 Bate Borisov 3 2 1 0 1 2 7 Shakhtar 2 2 0 2 0 2 2 Athletic Bilbao 1 2 0 1 1 1 2 ENRICO SISTI ROMA toccatela. È così attraente, così perfetta di suo, nei lineamenti tattici e nel racconto preliminare dei protagonisti, Garcia, Guardiola, De Rossi, Xabi Alonso, così legittimamente agognata da una parte e così correttamente rispettata dall’altra, che forse la “partita zen” sarebbe quasi meglio non giocarla, lasciarla così com’è nell’immaginario del popolo giallorosso, abituato alle delusioni, allenato a soffrire, quasi viziato dalla dark side del pallone. Roma e Bayern sono N ON Gervinho e Iturbe, così Thomas Müller e Lewandowski. Persino Destro nega spesso l’evidenza partendo da sinistra. Guardiola e Garcia non conoscono limiti alla creatività, spendono i loro giocatori in ogni zona del campo, insegnando loro l’arte del sacrificio che paga, dell’universalità consapevole. Iturbe difende, Alaba fa anche la punta, De Rossi diventa un ottimo centrale difensivo, almeno quanto lo fu Yaya Touré nella finale di Champions che Guardiola vinse, proprio all’Olimpico, nel 2009. La Roma è una stanza dalle pareti coloratissime in cui dei robusti altopartlanti diffondono la can- Iturbe e Gervinho in attacco accanto a Totti “Siamo outsider che non hanno nulla da perdere” zone degli “underdog”: «Siamo gli outsider, il Bayern è straordinario ma noi non abbiamo nulla da perdere, dovremo sfruttare le nostre occasioni». Il mantra di Rudi si lega all’altro ritornello: «Le partite di Champions si preparano da sole, non c’è bisogno di richiamare concentrazione, motivazioni, spirito di squadra, qualità». Fluisce tutto naturalmente, come vien l’acqua al cavo della mano. Se il Bayern non può avere paura, la Roma non deve. In campo le due tenderanno a somigliarsi mentre fuori bacheche e trascorsi rimandano sensazioni fatalmente opposte, il Bayern con i suoi 11 scudetti Roma (4-3-3) Bayern (4-2-3-1) 35 10 Arbitro 4 27 Lahm 2 Yanga-Mbiwa 16 10 De Sanctis De Rossi Totti 9 19 1 Götze Neuer 4 Manolas 13 17 Boateng Lewandowski 26 44 Rafinha 21 Nainggolan Gervinho due versioni simili del “piacere” invocato ieri da Garcia, della gioia (sono sempre parole di Garcia) di praticare uno sport collettivo che comincia da identità sparse, chiunque giochi, e che quindi conserva un suo cuore individuale, infantile: «È l’armonica somma delle soluzioni dei singoli a far nascere un’orchestra», disse Guardiola quand’era ancora al Barcellona. Analogie spontanee. Per gli scommettitori ogni risultato è possibile. De Rossi accetterebbe il pari, Garcia modifica leggermente il concetto: «Solo se non facciamo gli spettatori della loro grandezza». Secondo il ct dell’U21 Di Biagio la Roma è la squadra più europea che l’Italia possa esibire. Le movenze dei giallorossi gli ricordano l’imprevedibilità della Germania campione: «Non è un caso che contro la Roma le avversarie sembrano sempre fuori partita». Strategie che accomunano. Proprio ripercorrendo il sentiero tattico del Bayern di Guardiola, il ct tedesco Joachim Löw ha vinto il mondiale scuotendo dalle fondamenta il calcio tedesco, per decenni aggrappato a Gerd Müller e Hrubesch, per decenni incarnato nel panzer. Löw ha usato Klose solo in casi d’emergenza e con compiti allargati. Nessuno, in Roma e Bayern, rimane fermo, né sopra né sotto. Così è Totti, che oggi dovrebbe giocare tra 13 Eriksson (Svezia) Robben Torosidis Dante 15 7 Pjanic Iturbe Maicon 3 Xabi Alonso 25 27 Müller Alaba Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Calcio 1 negli ultimi 20 anni e le sue 3 finali di Champions negli ultimi 5, la Roma con la sua affannosa e spesso vana, ma non per questo meno meritevole di essere vissuta, ricerca della felicità. Saranno aperte o sfacciate? Se prevalesse la prudenza si potrebbe rischiare la paralisi tattica, con conseguente contrazione dell’auspicato belvedere (ci starebbe). Come oggi, nel 2010 Roma Più di 1100 agenti impegnati stasera allo stadio: attesi oltre 5000 tifosi bavaresi e Bayern s’incontrarono nei gironi. Tre punti a testa. Si qualificarono entrambe. Poi l’anno si guastò. Ranieri e Van Gaal furono esonerati. Nel sold out dell’Olimpico, con 5000 tifosi bavaresi, nella speranza di una notte senza scontri (1100 agenti impegnati), nell’autorevolezza dell’arbitro (il “ricco” svedese Eriksson) si riconoscono le cornici ideali. È ancora presto, chi sbaglia potrebbe non pagarla carissima. Ma se fosse la Roma a non sbagliare, la canzone degli “underdog” finirà nella playlist dei sogni. © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI AVVERSARI/IL TECNICO SPAGNOLO, UN EX, ELOGIA ANCHE RENZI: “ITALIA STRAORDINARIA CON LUI PREMIER” Il dolce Guardiola: “Che bravi Totti e Garcia” FRANCESCO SAVERIO INTORCIA TANTI FISCHI PER L’EX Mehdi Benatia, passato dalla Roma al Bayern in estate, è stato fischiato ieri all’arrivo al Parco dei Principi, l’hotel dove sono in ritiro i bavaresi ROMA. «Con questo Presidente del consiglio che avete adesso, Matteo Renzi, l’Italia è un paese straordinario». Se la ride, Pep Guardiola, mentre gira uno spot gratuito per l’amico premier — con cui ha pranzato più volte a Firenze — e rinverdisce i suoi trascorsi nel Belpaese. «Vengo spesso qui, mi piace da morire. Il vostro modo di fare e di pensare è molto vicino alla cultura della Catalogna. Sono stato benissimo nei due anni a Brescia, Mazzone mi ha colpito e dato tanto, l’ho sentito via sms. A Roma ho giocato solo mezzo anno, già non correvo più. La testa andava ancora veloce, ma Fabio (Ca- pello, ndr) chiedeva tanta gamba e le mie non giravano. Però ho un bellissimo ricordo della gente, della città, di come abbiamo vissuto io e la mia famiglia». All’arrivo al Parco dei Principi, il pullman rosso del Bayern si è fatto largo come un’astronave fra la folla romanista: i tifosi hanno accolto Benatia, core ‘ngrato, con fischi e lunghi buu, più di disapprovazione che di tono razzista. «I fischi? Ah, erano per me? Io non ho sentito proprio nulla», ha tagliato corto il difensore, intercettato nella hall. Domani il Bayern sarà ricevuto dal Papa, la delegazione è emozionata («Siamo una squadra cattolica»), ma è un altro Francesco a catalizzare i pensieri bava- resi. Sentite Thomas Müller: «Totti è una leggenda mondiale, importantissima per il calcio. Io vorrei proprio diventare Francesco Totti, ma per riuscirci potrei solo farmi cambiare il nome sui documenti...». Guardiola, invece, precisa che «non ho giocato, mi sono solo allenato con lui. Normalmente quando uno ha 38 anni, un conto in banca che straborda ed è stato incoronato ottavo re di Roma, rimane a casa. Se lui è ancora qui è perché ama il calcio follemente, e penso che giocare in questa squadra, con questi compagni e in questo sistema, lo aiuti a conservare la voglia: l’ispirazione non ti viene se non hai il pallone fra i piedi. È in grandissima for- LEGA CALCIO OLIMPIADI 2024 A MP&SILVA L’ASTA DEI DIRITTI TV ALL’ESTERO Sarà ancora Mp&Silva l’advisor della Lega di A per i diritti internazionali dei campionati 2015-2018. L’assemblea dei club ha confermato l’attuale advisor, la cui offerta è di 186 milioni di euro in media a stagione (contro i 117 di oggi): un aumento nel triennio di 207 milioni. DELRIO: «CREDO NELLA CANDIDATURA DI ROMA» «Credo nella candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024». Così Graziano Del Rio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, a Raisport1: «Roma sarebbe una cornice incredibile per le gare. Obiettivo raggiungibile? Con fatica e applicazione”. 59 Parola di arbitro Rocchi rompe il tabù “È vero, ho sbagliato” L’ammissione due settimane dopo Juve-Roma “Sul rigore di Maicon la mia gestione è stata anomala” 41 ANNI L’arbitro Gianluca Rocchi, 41 anni FULVIO BIANCHI ROMA Ì, ho sbagliato: l’arbitro fio- S rentino Gianluca Rocchi ammette per la prima volta i suoi errori nella velenosissima sfida fra Juventus e Roma. Lo fa al “Processo del Lunedì”, condotto da Enrico Varriale. Un evento quello di arbitro che fa mea culpa, forse il segno di una svolta. «La mia gestione dell’episodio del rigore di Maicon è stata anomala: diciamo che una gestione non equilibrata della situazione ha creato tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro», spiega Rocchi. Una gara che dopo l’errore iniziale, è diventata un calvario per Rocchi, che pure è il miglior arbitro italiano dopo Rizzoli: tre rigori, tre espulsioni, la posizione di Vidal nel gol di Bonucci che ha risolto (3-2) la sfida e quelle polemiche che dopo due setti- Smentito anche Nicchi, che lo aveva giudicato perfetto: “Credo di avere delle responsabilità” “ ma, mi fa molto piacere ritrovarlo: io in panchina, lui in campo, sarà proprio come quand’ero alla Roma...». Guardiola replica a chi sottolinea la scarsa concorrenza in Bundesliga («Venite voi a giocare in Germania, se siete bravi provate a vincere a Mönchengladbach o a Leverkusen») ed elogia Garcia: «È dura per un tecnico straniero imporre le proprie idee, lui ci è riuscito. Veder giocare la Roma è una gioia, come spettatore: spero di non soffrirla troppo in campo. Sarà impossibile, anzi, molto difficile vincere all’Olimpico senza una grande prestazione. Non affrontiamo mica quattro scarsi...». © RIPRODUZIONE RISERVATA Un pareggio può andare bene solo se giochiamo senza essere spettatori della loro grandezza RUDI GARCIA ALLENATORE DELLA ROMA Da spettatore vedere giocare la Roma è una gioia per il calcio Mi auguro di non soffrirla da avversario PEP GUARDIOLA ALLENATORE DEL BAYERN MONACO “ mane non sono ancora finite e chissà mai quando finiranno. Spiega ancora l’arbitro: «Dopo aver rivisto la partita, l’analisi più dura è stata proprio su quell’episodio. Diciamo che una gestione non equilibrata della situazione probabilmente ha creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, quindi potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte. È chiaro che poi quando prendi delle decisioni puoi creare tra i calciatori e nell’ambiente un clima di tensione o comunque un clima di non accettazione. Da questo punto di vista una responsabilità credo di averla». Non sono stati giorni semplici per Rocchi: gli è spiaciuto sentir dire, dopo, che la designazione era stata sbagliata ed elogia Pallotta («perché ha chiesto di abbassare i toni e credo che sia l’atteggiamento giusto») mentre il gesto del violino di Garcia non lo condivide per niente («mi spiace, ho dovuto espellerlo ma è una cosa che non possiamo tollerare»). Nega che ci sia sudditanza («quando arbitro la Juventus, arbitro una squadra come tutte le altre») e sulla moviola non si pronuncia. «Non ce l’ho con me stesso ma mi sono reso conto che potevo fare meglio». Una lettura della gara che sicuramente sarà condivisa dal neodesignatore Domenico Messina: è stato proprio il rigore assegnato alla Juventus per quel braccio di Maicon (rigore che non c’era e conta poco che l’intervento del brasiliano sia stato in area o fuori) che il capo degli arbitri ha contestato subito a caldo a Rocchi. Sugli altri episodi invece, Messina lo ha assolto col beneficio del dubbio, considerandoli tutti al limite. Il designatore aveva deciso quindi un periodo di stop per Rocchi, che tornerà ad arbitrare solo a novembre: e di sicuro questa stagione non ritroverà né la Juve né la Roma per motivi di opportunità e per non suscitare nuove polemiche. Strano, però, che fra Messina e Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, ci sia stata scarsa sintonia, almeno in questa occasione. Tanto che Nicchi aveva spiegato come «questa gara all’estero sarebbe stata considerata normale e le immagini direbbero che non ha sbagliato niente». Rocchi non la pensa così. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO/INCIDENTE DEL GIOCATORE DELLA LAZIO Keita, schianto in Lamborghini illeso dopo il rientro all’alba L TALENTO del calciatore per scapicollarsi in auto. Brutta I associazione, le conseguenze per fortuna no: manco un graffio per Keita, la sua Lamborghini Gallardo gialla da 200 mila euro, invece un cartoccio. Incidente e nottataccia per l’attaccante spagnolo della Lazio, 19 anni, 500mila euro di stipendio, (quasi) sobrio e, si dice, non proprio un pilota provetto. Dopo un concerto a Roma del rapper Snoop Dogg, rientrando verso l’alba a Formello dove abita, la sua supercar si è schiantata nel viadotto di corso Francia a nord della capitale e boom: la macchina così malridotta che non si è rimessa in moto, strada sgombrata dai detriti. Lui, nemmeno un livido. E una goccia di alcol nelle vene, dicono che bere non gli piaccia, comunque al test un valore di 0.34, inferiore al limite di legge che è di 0.5 ma sempre più alto del dovuto per un neopatentato. Ha rimediato solo una multa. L’agente del calciatore, Ulisse Savini: «Nessuna lesione, l’incidente è solo dovuto all’inesperienza del ragazzo alla guida». Forse ha ferite altrove, il ragazzo? Preso nel 2011 con un indennizzo al Barcellona di 400mila euro dal club laziale, nella Primavera ha vinto uno scudetto poi la stagione scorsa in A la fioritura: 5 gol. Quest’anno, missing: ha giocato solo le prime due giornate e 15 minuti contro l’Udinese. Poi si è fatto male a un polpaccio (20 giorni di stop). Non è un Balotelli che cresce però l’auto ce l’ha, ce l’aveva, bella grossa. © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 R2 SPORT 60 DOMENICA SFIDA A CESENA 8ª giornata: l’Inter giocherà domenica prossima a Cesena Calcio Inter, 5 anni per tornare grande Posizioni al momento della battuta di Palombo Blocco Sampdoria Barriera Cagliari Gabbiadini Sampdoria Cagliari Arbitro Ieri assemblea dei soci, il passivo è da record: 100 milioni. “Ma siamo sulla strada giusta” Palombo Come funziona il blocco I NUMERI MILANO NTERISTI di tutto il mondo, pa- I zientate. Non perdete la speranza ma soprattutto non abbiate fretta, sarebbe inutile. Per tornare a essere ciò che era, l’Inter dovrà attendere «un piano quinquennale» di rilancio, e in ogni caso «prima di 2-3 anni», come ribadisce Erick Thohir, sarà difficile riproporsi a grandi livelli in un calcio che premia solo chi ottiene ricavi a otto zeri. Troppo gravoso il fardello lasciato in eredità dalla precedente gestione. L’ultimo bilancio, per dire, approvato ieri dall’assemblea dei soci, racconta in modo illusorio che Fc Inter è in utile per 33,2 milioni, ma solo a causa di proventi straordinari per 139 milioni causati da uno spostamento del debito in altre società del gruppo dopo il finanziamento da 230 milioni di Unicredit e Goldman Sachs; in realtà il vero passivo è dato dalla differenza tra valore della produzione e costi, per la mostruosa cifra di 103 milioni, record mondiale, dopo che gli ultimi tre esercizi si erano chiusi con passivi da 80 milioni. Come ripartire? Tagliando i costi, e l’Inter lo ha fatto nell’ultimo anno, anche se poi l’Uefa ha invitato a frenare i tagli e aumentare i ricavi, altrimenti il LA CLASSIFICA JUVENTUS ROMA SAMPDORIA MILAN UDINESE LAZIO VERONA NAPOLI FIORENTINA INTER 19 18 15 14 13 12 11 11 9 9 GENOA TORINO ATALANTA EMPOLI PALERMO CESENA CAGLIARI CHIEVO SASSUOLO PARMA 9 8 7 7 6 6 5 4 4 3 POSTICIPO/GENOA-EMPOLI 1-1 Segna Bertolacci poi il pari di mano Gasperini furioso GENOA 1 EMPOLI 1 14’ PT BERTOLACCI 32’ ST TONELLI GENOVA. Finisce 1-1 con un gol di Bertolacci e un discusso pari dell’Empoli con un colpo di mano di Tonelli. Nel dopo partita Gasperini si scaglia contro gli ultrà che fischiavano: «Gente incompetente: chi vuole bene al Genoa si deve far sentire. C’è una minoranza che sa solo distruggere, non tifa per nessuno. Hanno dimenticato che il Genoa era diventato un club conosciuto solo per le magliette consegnate, non giocava anticipi o posticipi. Abbiamo gli stessi punti dell’Inter: così non si può giocare a Marassi». (g.a.) GENOA (4-3-3) Perin 6 — Edenilson 5.5, De Maio 5.5, Burdisso 6, Marchese 6 — Rincon 6.5 (8’ st Antonini 6), Bertolacci 6.5, Antonelli 5 (34’ st Greco sv) — Perotti 6.5, Matri 5, Falque 5.5 (18’ st Lestienne 6). EMPOLI (4-3-1-2) Bassi 6 — Hysaj 6.5, Tonelli 6.5, Rugani 7, Mario Rui 7 — Vecino 6, Valdifiori 6.5, Croce 6.5 — Verdi 5.5 (24’ st Zielinski 6) — Pucciarelli 5 (14’ st Tavano 6), Maccarone 5 (39’ st Mchedlidze sv). Arbitro: Cervellara 5.5. Note: ammoniti Antonini, Croce e Perotti. 80 IL PASSIVO DEGLI ULTIMI TRE ANNI I tre esercizi prima di questo avevano 80 mln di passivo 5 LA POSSIBILE MULTA L’Inter rischia dalla Uefa una multa di almeno 5 milioni 46% DI VITTORIE Mazzarri, 53 anni, alla seconda stagione alla guida dell’Inter: con i nerazzurri il tecnico ha ottenuto una media del 46% di vittorie club non avrebbe più le risorse per rilanciarsi sul piano tecnico. Ma ormai Thohir e i suoi manager fanno notare la questione del passivo monstre, col sorriso e con gelida soavità, e il destinatario della missiva è noto: «Ormai i club non possono più essere un giocattolo nelle mani di alcune persone, è un rischio che ne mette a repentaglio l’immagine», allude mister Thohir, mentre il Ceo Michael Bolingbroke annota: «Negli ultimi anni l’Inter è uscita dalle linee guida dell’Uefa. Ora esistono norme che non permettono di gestire i club come in passato. A noi spetta solo guardare al futuro ed è su quello che garantiremo la nostra trasparenza». Parole che fanno fischiare le orecchie di Massimo Moratti ma che sono anche indirizzate all’Uefa, chiamata a esaminare la posizione dell’Inter il 7 novembre, poi con una decisione attesa per febbraio: difficile che il club sfugga alle sanzioni, da quella pecuniaria (almeno 5 milioni) a quella tecnica, con la rosa per le competizioni europee portata a 21 giocatori. Ma intanto Thohir è fiducioso: «Siamo sulla strada giusta. Credo fortemente nel nostro lavoro, nella squadra e nell’allenatore». E un po’ stride il fatto che l’altra anima, cioè Moratti, uscendo dall’assemblea parli di Mazzarri in modo sibillino: «È una persona seria, ma nel calcio si dipende dai risultati e se la crescita non dovesse continuare allora sarebbero guai». Thohir rigetta la critiche di chi non vede investimenti: «Non è vero che non spendiamo: a gennaio Hernanes è stato il più caro del calciomercato, in estate abbiamo aggiunto giocatori. Inoltre il nostro percorso dovrà essere seguito da tutto il calcio italiano, che di questo passo rischia di diventare la nona lega del mondo: attenzione, alcuni club di A affronteranno nei prossimi anni difficoltà serissime, se non intervengono», e la sensazione è che si riferisca a Juventus e Roma, la cui situazione debitoria è allarmante. © RIPRODUZIONE RISERVATA samarelli ANDREA SORRENTINO Gli attaccanti si posizionano dietro la barriera dei difensori. Contemporaneamente alla battuta del compagno Okaka rientrano dal fuorigioco e vanno a ostacolare i difensori. 1 11 Avelar Gabbiadini E segna solo davanti al portiere 2 11 11 Okaka Avelar Gabbiadini In questo caso Okaka punta l'uomo più vicino a Gabbiadini che corre verso il pallone 3 IL CASO/L’EVOLUZIONE DEL CALCIO PIAZZATO Laboratorio punizioni ossessioni e fantasia da Müller a Gabbiadini ANGELO CAROTENUTO HE la situazione stesse precipitando, si cominciò a capire nell’afa del 30 giugno, quando un uomo dal nome, dall’aspetto e dall’indole assai tedesca si ritrovò senza motivo apparente con le ginocchia a terra e il muso quasi nell’erba. Faceva caldo a Porto Alegre, la sera in cui Thomas Müller mise in scena il più avanzato fra gli schemi pensati per un calcio di punizione. Özil borbotta qualcosa, Schweinsteiger parte e finge di calciare, passando invece sul pallone a gambe larghe. A questo punto la fantasia si fa carne, penetra nel corpo di Müller ma esagera, un passo e mezzo e durante la rincorsa quello va giù, s’affloscia, più simile a un figlio di Benny Hill che a un nipotino di Beckenbauer. Sconcerto al Mondiale: possibile mai che sia caduto? Avendo gli allenatori riempito i loro staff di tattici e strateghi armati di gps, trattandosi poi di uomo di Germania, il nostro senso di inferiorità ci spinse a pensare che no, ma dai, era tutto studiato. Uno stratagemma per distrarre gli algerini, di questo si tratta, per forza. Eppure in principio tutto era più semplice, tutto retto da un senso quasi primitivo. Rincorsa e tiro, spesso una bomba cieca alla barriera, di qui la consuetudine di portare le mani in basso, a conchiglia, proprio lì. Calcio di punizione voleva dire una cosa sola. Parto, chiudo gli occhi e vediamo che succede. Così calciavano Antognoni e Di Bartolomei da noi, così Rainer Bonhof in Germania, gesto che ha poi avuto la sua evoluzione con Ronald Koeman e Roberto Carlos. L’artista era semmai Mariolino Corso, un’eccezione, il più mancino dei tiri, a foglia morta. Ma i tempi cambiano, e quando la foglia morta è diventata la maledetUn gesto semplice ta, la fantasia ci ha preso la mano e non ce l’ha lasciata più. Per trasformato in show da credere, basta guardare oggi teorici e specialisti del cos’è la Sampdoria. Non un lapassato come Mihajlovic boratorio qualsiasi, considerato che in panchina ha il più grande specialista nella storia della serie A, Sinisa Mihajlovic, 28 gol da fermo, più di Baggio, di Del Piero, di Zola, di Maradona, più di tutti. Sei delle nove reti con cui la squadra si è arrampicata al terzo posto sono venute da fermo. L’ultima al Cagliari domenica. Mihajlovic le studia di notte. Ha il vizio di impastare i suoi schemi con princìpi di basket, altro grande frutto sportivo della sua terra. Funziona così. Alle spalle della barriera in quattro si piazzano in fuorigioco, finché dalla porta si allontanano in fretta, meglio ancora se scontrandosi casualmente lungo il tragitto con i difensori avversari. Lo chiamano blocco. Confusione, spintarelle e ops, Gabbiadini è libero in area, colpetto al pallone e gol. Detto così pare finanche facile. Sono nati teorici e specialisti. Stramaccioni disegna i suoi schemi su un quaderno segreto. Montella ha un nutrito gruppo di collaboratori che a questo si dedica, come s’è visto due giorni fa contro la Lazio: Pizarro scucchiaia sopra la barriera, Aquilani là dietro raccoglie e calcia in rovesciata: palo. Le punizioni sono diventate uno show nella partita, uno sfoggio di ingegno, figurarsi adesso che lo spray tiene ferme le barriere. Magari più in là nel tempo, prigionieri del manierismo, scopriremo che sofisticare fino all’eccesso non rende più e allora forse torneremo all’antico. Vado, la piazzo all’incrocio e buona notte. Ma nell’attesa, diciamolo, Müller era caduto. C © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 R2 SPORT 61 N.15 DELLA CLASSIFICA WTA Flavia Pennetta, 32 anni, è n.15 della classifica mondiale Gli altri sport Pozzecco, allegria in panchina “È un gioco, non un carcere” SPORT IN BREVE SERIE B COLPO ENTELLA A CITTADELLA 42 ANNI Gianmarco Pozzecco, a Varese ha già vinto uno scudetto e una Supercoppa italiana da giocatore nella stagione 1998/99 Ha esordito da coach nel 2012 a Capo d’Orlando In nazionale è stato argento ai Giochi del 2004 di Atene Due vittorie su due per Varese, allenata dalla star azzurra argento ad Atene Genio e follia in campo, il “Poz” insegna il suo basket libero anche da coach L’INTERVISTA WALTER FUOCHI OZZECCO, giocate due, vinte due, alla guida di Varese. A 42 anni si diventa saggi, e buoni per la panchina, o si può fare l’allenatore anche col sorriso, o la risata sulle labbra? «Mi sforzo, anzi mi sforzo poco, di continuare a sorridere. Perché la mia pallacanestro è quella lì, da sempre. Posso partire da lontano?». Prego. Trieste, se non erro. «Sì, iniziando nei campetti, e non nel settore giovanile d’un grande club. Dove sei già professionista da bimbo. Io no, e così non lo sono mai diventato, neppure in serie A. Ho identificato il basket col gioco, quel senso ludico l’ho nel Dna. Non se ne andrà mai». Il professionismo è la malattia? «Non dico questo, dico certi aspetti, di facciata, del professionismo. Che condizionano il giocatore. Esempio: la regola è esser seri. Meglio, mostrarlo. La faccia seria garantisce la vittoria? No. E allora, giocando, pensavo pure a divertirmi. Poi, c’era chi lo concedeva di più, come a Varese. E chi di meno, come a Bologna, dove i paraculi facevano la faccia contrita quando si perdeva, così nessuno li attaccava». Arriviamo a oggi. Saltata la barricata, coach Poz concede o non concede? «Concedo. Perché so che le molle giuste son altre. Passione, voglia di migliorarsi, stimoli. E allora domenica sera, dopo aver vinto a Pesaro, ha lasciato aprire sul pullman qualche birra in più. Stavamo bene, era giusto. Ma ho tanti colleghi che pensano solo alle due ore d’allenamento, o a imporre una vita da carcerati, e di quella vera dei ragazzi non sanno nulla. Io cerco di far loro capire quand’è l’ora del cazzeggio e quando no. Se una volta lascio fare, quella dopo potrò chiedere di non farlo. E la goliardia non è sinonimo di scarsa professionalità. Dino Meneghin, giocatore feroce, fuori era un allegrone. Contano i rapporti veri e i giocatori, cioè quei ragazzi di 25 anni simili a tanti coetanei, credo di conoscerli. Domenica a Pesaro Rautins ci ha fatto vincere la partita. Viene da un lungo infortunio, era giù, l’altra sera ho portato il sushi e abbiamo cenato a casa sua. Domenica l’ho visto felice. Il massimo, per chi allena». E in campo, che pallacanestro vuole o può fare? Alla Poz, genio e follie, o agli antipodi del Poz? «Un basket con principi e regole in difesa e più libero in attacco, dove un Poz non ce l’ho, chiedendo però ai giocatori che mi mostrino loro la via. Per me il coach è decisivo al mercato, quando costruisce la squadra. Lì deve saper scegliere». Intanto, a quasi 95 punti a partita, Varese pare votata a farne uno in più. P “ Nasco sui campetti, è il mio Dna. Se vinco concedo scherzi e una birra in più Non vorrei mai dire ad un giocatore: “Sei fuori”. Non temo il casinista, ma il falso GIANMARCO POZZECCO ALLENATORE DI VARESE BASKET “ «Sbagliato. Vorrei giocare a prenderne uno in meno. I 95 non durano». Che modelli ha in testa? «Non dico Messina, troppo facile, e cos’ho oggi io, per confrontarmi con lui? Copio e incollo cose da chi m’ha allenato. Rusconi, Repesa, Tanjevic. Boscia una volta mi disse: devi dare ai giocatori l’idea di faticare più di loro. Vero, in panca era una iena. Mai fermo. E mi agito anch’io, se capisco che serve». Ci si aspetta, fra i debiti, Recalcati: ci ha vinto scudetto e argento olimpico. «Charlie è il numero uno. Fossi un presidente, ingaggerei lui. Non ha difetti, e così forse non gli si notano i picchi. Il più equilibrato, non è un caso abbia vinto dappertutto». Eppure, la escluse dagli Europei di Svezia 2003. E Tanjevic da quelli vinti in Francia nel ’99. E Repesa dall’ultima Fortitudo da scudetto. Lei, ai suoi, come lo dirà: sei fuori? «Vorrei non dirlo mai, o anche rinunciare a vincere, se il passaggio fosse quello. Tanti però colpiscono uno perché la squadra vinca. A Bologna con Repesa, magari, lo scu- detto sarebbe arrivato anche con me, ma è innegabile che lui, così, riprese leadership davanti alla squadra. Io non l’avrei fatto, non lo farei, spero di non doverlo mai fare. Non butterei mai un giocatore, penso che li perderei tutti. Ripeto: non devi sbagliare al mercato. Né il giocatore, né la persona. Non temo il casinista. Temo il falso». Pozzecco l’avrebbe preso? «Sì, perché coi compagni andavo d’accordo, e continuo a sentirmi uno di loro. Uno che s’incazza a chiamarlo coach». A Pesaro ha usato 8 giocatori, 7 stranieri e l’italiano, Balanzoni, 7 minuti. Petrucci se la segna. «Mi spiace di come va questo basket, da giocatore ci feci battaglie. Volevo due stranieri e 8 italiani, la formula con cui eravamo stati grandi. Oggi non si può, e se la società mi dice che il budget è basso, che Polonara ci costa troppo e andrà via, che avremo più stranieri, io quelli faccio giocare. Ma tornerei indietro domattina. 7 italiani e 3 stranieri, okay? Legge uguale per tutti, e io, il Poz, me la gioco con chiunque». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel posticipo della 9ª giornata, CittadellaEntella 0-1. Flavia Pennetta, 32 anni MANNONE TENNIS/NEL 2015 IN HOPMAN CUP “8-0: RIMBORSO PER I TIFOSI” I grandi progetti firmati Flavia “Con Fognini pure in campo” PAOLO ROSSI ROMA ARÀ stato il trofeo di Mosca, o la prospet- S tiva delle vacanze vicine, ma Flavia Pennetta è in gran forma, anche dialettica. «Perché avete scelto me?» chiede allo sponsor (Car Server) che le ha donato un’auto. Ha appena vinto il doppio in Russia, con Martina Hingis. «Una bella coppia di vecchiette, ma gliela facciamo vedere...». E come se non gliela fanno vedere, alle giovanissime: in quattro mesi di tornei insieme hanno raccolto tanti di quei punti da sfiorare il Master. Chissà che succederà l’anno prossimo... «E vediamo, e vediamo...». Certo che vedi Flavia Pennetta e non puoi pensare a Fabio Fognini. In platea anche mamma Concetta: «Ma le partecipazioni sono pronte?». E lei glissa. «Ormai so come farmi scivolare addosso le cose». Però il buon Fognini ne sta combinando di cose, in questo periodo: «Ma è un istintivo. E comunque succede in campo». Sarebbe a dire che lei è più attenta al dietro le quinte. «Lì è adorabile, affettuoso e pieno d’amore». E grazie. «Con tutti, non solo con me». E dai, parliamone di questa relationship. «Ma no, son cose priDopo gli scatti vate...». Ma belle, e poi sta male, fuori il selfie lo avete fatto è adorabile. Il voi, mica noi: «Appunera per dirvelo. Poi bouquet? Per 2 to, stop». No, non funzioanni gioco. Le na proprio così. «Voi scommesse? dovete capire che FaTra le donne bio sta male, malissimai... mo dopo i suoi... scatti. Davvero. E vi sfugge una cosa». Ahia... «che la sua è stata una stagione da dio, e i risultati sono lì a dirlo». Passato l’esame Fognini, passiamo alle scommesse: «Eh no, che devo dire? Da noi donne non s’è mai verificato». Perché non scommettete? Ride: «Ma c’erano stati già altri casi, in passato. Comunque non so niente dei nostri ragazzi, e non mi mettete in mezzo». Meglio pensare al prossimo Master B: «Ne ho perso qualcuno per la Fed Cup, ora ci vado». E poi basta: «17 giorni di vacanza, non vedo l’ora: sono tanti per noi tennisti, sapete». Ma ancora non c’è l’accordo con Fabio... Il futuro può attendere, il 2015 comincerà insieme al fiancé, a Perth con la Hopman Cup. «Saremo coppia in campo». Spunta un mazzo di fiori: «Ecco il bouquet... ancora? Smettetela, tanto gioco ancora un paio d’anni». Martina Hingis la sta già aspettando in Spagna. «Ci alleneremo a... cavalcare. Eh, sì: ci accomuna la passione, e lei è tostissima». Ma in che lingua parlate? «Boh: italiano, inglese, spagnolo, francese. Non si capisce niente...». E ride ancora. «Martina è incredibile: ha vinto tutto troppo presto, mi ha detto di sentirsi come una di cinquant’anni, per le cose che ha provato». Meglio formarsi prima come persona, e passare dalle batoste imparando le lezioni. A proposito, ma il fidanzato Fognini è un collega: non arriva dopo altre due liaisons, finite anche dolorosamente?. Non ci sarà ricascata? «No, ogni storia è diversa». Forse Flavia è diversa: non si vede, ma ha l’elmetto in testa. “ Proposta singolare di Vito Mannone, n.1 del Sunderland battuto 8-0 dal Southampton sabato scorso in Premier: «Parlerò con la squadra, rimborseremo ai tifosi viaggio e biglietto». COVERCIANO HALL OF FAME C’È MARADONA Nella Hall of Fame del calcio italiano entrano Maradona, Ancelotti, Cannavaro, Marotta, Braschi, Sandro Mazzola, Carcano, Novo e Bulgarelli. BASKET VINCE MILANO SASSARI VOLA Posticipi della 2ª giornata: MilanoTrento 90-75, PistoiaSassari 81-84. INCIDENTE BIANCHI BRAWN INDAGA CON DOMENICALI ” © RIPRODUZIONE RISERVATA Stefano Domenicali e Ross Brawn inseriti dalla Fia nel panel che indaga sull’incidente di Jules Bianchi a Sukuza, il 5 ottobre. TENNIS MASTERS, BENE SERENA E HALEP Singapore, Wta Finals: Serena Williams (Usa) b. Ivanovic (Ser) 6-4 64; Halep (Rom) b. Bouchard (Can) 6-2 63. Oggi SharapovaWozniacki e KvitovaRadwanska. la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014 R2 PROGRAMMI 62 ANTONIO DIPOLLINA CANAL GRANDE DA NON PERDERE Troppe quattro ore sotto il Kilimangiaro È UN problemino e riguarda la durata (quattro ore di contenitore non le affronta più nessuno, e giustamente). Ma il ritorno di Kilimangiaro, la domenica alle 15 su Raitre, presenta novità e continuità in curiosa abbinata. Entra Camila Raznovich in conduzione — con Dario Vergassola — a gestire la chilometrica sarabanda di servizi su luoghi esotici — e spesso vitalissimi — personaggi che viaggiano, benemerite iniziative, ospiti che hanno magari qualcosa da dire oltre che da C’ BALLARÒ Tra gli ospiti di Massimo Giannini l’ex leader del Pd Pierluigi Bersani, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti (fondatore di Scelta civica), il sindaco di Firenze Dario Nardella e Paolo Mieli (Rcs libri). RaiTre — 21.10 10.00 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 16.15 17.00 17.45 17.55 18.00 18.20 18.50 19.40 20.30 21.00 21.10 23.45 0.00 1.00 1.50 1.55 2.00 3.35 4.15 CANALE 5 Detto fatto Heartland - Tf Le sorelle McLeod - Tf Spaziolibero Meteo 2 Tg2 Insieme I fatti vostri Tg2 Giorno Tg2 Costume e Società Tg2 Medicina 33 Detto fatto Castle - Tf SuperMax Tv Rai Parlamento Telegiornale Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Rai Tg Sport Tg2 N.C.I.S. Los Angeles - Tf N.C.I.S. - Tf Tg2 20.30 Impazienti Made in Sud Tg2 2Next Economia e futuro Party People Ibiza Meteo2 Appuntamento al cinema Zodiaco. Con A. Liskova, M. Poggio Videocomic SuperMax 6.00 6.30 7.00 7.30 8.00 10.00 11.00 11.55 12.00 12.25 12.45 13.10 14.00 14.20 14.50 15.00 15.05 15.10 15.55 16.40 18.00 18.10 19.00 19.30 20.00 20.15 20.35 21.05 23.50 0.00 0.10 1.00 1.05 1.15 1.45 2.00 RaiNew Morning New Rassegna stampa Tgr Buongiorno Italia Tgr Buongiorno Regione Agorà Mi manda RaiTre Elisir. All’interno: 11.10 Tg2 Minuti Meteo3 Tg3 Tg3 Fuori Tg Pane quotidiano Il tempo e la Storia Tg Regione / Tg Reg. Meteo Tg3 / Meteo3 Tgr Leonardo Tg3 Lis Tgr Piazza Affari Terra nostra 2 - Tf Aspettando Geo Aspettando Geo Geo Meteo3 Tg3 Tg Regione / Tg Reg.Meteo Blob Sconosciuti Un poste al sole Ballarò - con M. Giannini Il candidato Tg3 Linea notte Tg Regione Meteo3 Rai Parlamento Telegiornale Zettel 3 - La Filosofia in movimento Fuori Orario. Cose (mai) viste Rainews IN TV Camila Raznovich presenta “Kilimangiaro” ITALIA 1 6.00 Prima pagina 7.55 Traffico / Meteo5 /Borse e Monete 8.00 Tg5 Mattina 8.45 Mattino Cinque 11.00 Forum 13.00 Tg5 / Meteo5 13.40 Beautiful - Soap 14.15 Centovetrine 14.45 Uomini e donne 16.15 Il segreto - Telenovela 17.00 Pomeriggio Cinque 18.00 Tg 5 minuti 18.45 Avanti un altro! 20.00 Tg5 Meteo5 20.40 Striscia la notizia - La voce dell’indecenza 21.10 Aspettando Soap Opera 21.15 Film: Femmine contro maschi - di F. Brizzi, con C. Bisio, N. Brilli 23.30 Speciale Champions League 0.30 Aspettando Soap Opera 0.35 Tg5 Notte Rassegna stampa Meteo.it 1.05 Striscia la notizia - La voce dell’indecenza 1.40 Uomini e donne 3.10 Mercy - Tf 5.00 Media Shopping 5.15 Tg5 Rassegna stampa Meteo.it 7.05 7.30 8.25 10.25 12.25 13.00 14.05 14.35 15.00 15.50 16.45 18.15 18.30 19.20 21.10 23.05 1.45 2.10 2.25 2.40 4.00 4.15 5.30 RETE 4 La vita secondo Jim - Tf Mike e Molly - Tf The Closer - Tf Person of Interest - Tf Studio aperto Meteo.it Sport Mediaset I Simpson - Cartoni Futurama - Tf 2 Broke Girls - Sitcom Big Bang Theory - Sitcom Chuck - Tf Love Bugs - Sitcom Studio Aperto Meteo.it C.S. I. New York - Tf C.S. I. - Scena del crimine Tf The Following - Tf Sport Mediaset Studio Aperto - La giornata Media Shopping Transformat Media Shopping Film: Borderline - di G. La Rosa, con M. Rocher, U. Barberini Media Shopping 6.20 6.50 7.10 8.05 9.30 10.35 10.45 11.30 12.00 13.00 14.00 15.30 16.35 17.00 18.55 19.35 20.30 21.15 23.20 1.40 2.00 2.35 4.15 4.35 5.55 LA SETTE Media Shopping Zorro - Tf Hunter - Tf Cuore ribelle - Tf Carabinieri - Tf Sai cosa mangi? Ricette all’italiana Tg4. All’interno: Meteo 4 Detective in corsia - Tf La signora in giallo - Tf Lo sportello di Forum Hamburg Distretto 21 - Tf Zorro - Tf Film: La guida indiana - di G. Douglas, con C. Walker, E. Byrners Tg4. All’interno: Meteo Il segreto - Telenovela Tempesta d’amore - Telenovela Film: Rambo 3 - di P. McDonald, con S. Stallone, R. Anthony Crenna I Bellissimi di R4 Film: Driven - di R. Harlin, con S. Stallone, B. Reynolds Tg4 Night News Modamania Film: La cosa buffa - di A. Lado, con O. Piccolo, G. Morandi Media Shopping Film: Senza ragione - di S. Narizzano, con T. Savalas, B. Clary Zig Zag 7.00 Omnibus - Rassegna stampa 7.30 Tg La7 7.55 Omnibus 9.45 Coffee Break 11.00 L’aria che tira - con M. Merlino 13.30 Tg La7 14.00 Tg La7 Cronache 14.40 Il commissario Maigret Serie Tv 16.30 McBride - Serie Tv 18.10 Il commissario Cordier Serie Tv 20.00 Tg La7 20.30 Otto e mezzo 21.10 diMartedì - con G. Floris 0.00 Tg La7 Night Desk 0.30 Coffee Break 1.45 Otto e mezzo (r) 2.35 L’aria che tira 5.20 Omnibus DEEJAY TV 15.00 Occupy Deejay 16.00 Fuori Frigo 16.30 Via Massena 2 16.55 Deejay Tg 17.00 Deejay Hits 18.20 Perfetti... ma non troppo 18.55 Deejay Tg 19.00 Le strade di Max 2 19.50 Miami Ink 20.40 Dimmi quando 22.00 Deejay chiama Italia 23.00 Breaking Bad - Tf 0.00 Prison Break - Tf 1.30 Occupy Deejay LA EFFE 15.50 16.45 17.05 17.10 18.05 18.55 19.45 19.55 20.10 20.15 21.10 23.00 0.40 Grand Designs Dalla A a laeffe Al cinema con laeffe RED - Racconti dalle città di mare RED - Jamie Oliver in USA RED - Bourdain: Cucine segrete RNews Dalla A a laeffe Al cinema con laeffe RED - Racconti dalle città di mare Luci nella notte I Love Movies La leggenda del re pescatore RAI ■ PREMIUM ■ RAI 4 6.15 6.30 6.55 7.20 8.05 8.50 9.35 10.20 11.20 12.05 12.50 13.35 14.20 15.05 15.50 16.35 17.20 17.25 18.10 18.55 19.40 20.25 21.10 23.30 23.45 1.30 1.35 3.00 3.05 Serial Webbers Mainstream 2013 Wonderland Sanctuary La spada della verità Robin Hood Heroes Being Human Numbers La Vita Segreta di una Teenager Americana Joan of Arcadia Heroes Beauty and the Beast Streghe One Tree Hill La Vita Segreta di una Teenager Americana Rai News - Giorno Joan of Arcadia Robin Hood La spada della verità Streghe Beauty and the Beast Film: Call Girl - di M. Marcimain, conS. Karemyr Wonderland 2014 Film: Pusher 1 - di N. Winding Refn, con K. Bodnia, Z. Buric Anica Appuntamento al Cinema Film: Valhalla Rising - di N. Windingt Refn, con M. Mikkelsen Rai News - Notte I Soprano 11.10 12.25 13.00 13.55 15.40 15.45 15.55 17.35 17.40 18.25 19.15 20.10 21.10 0.40 1.30 Un posto al sole Betty La Fea - Telenovela Terra nostra - Telenovela Un ciclone in convento - Serie Tv Appuntamento al cinema Rai 54-14 Il commissario Rex - Serie Tv Rai News Giorno Pasion Prohibida- Soap Topazio- Telenovela Terra nostra - Telenovela Un medico in famiglia - Serie Tv Ballando con le stelle - Show Squadra Speciale Vienna - Serie Tv Rai News Notte ■ MOVIE 9.15 Film: La scala a chiocciola - di R. Siodmak, con D. McGuire 10.40 Film: Mezzanotte d’amore - di Ettore M. Fizzarotti, con Al Bano, R. Power 12.15 Film: I carabbinieri - di F. Massaro, con D. Abatantuono 13.50 Roma Daily 14.05 Film: Una vita tranquilla - di C. Cupellini, con T. Servillo, M. D’Amore 15.50 Film: Il club delle vedove - di B. Duke, con E. Burstyn, con O. Dukakis 17.45 Rai News Giorno ■ CINEMA Premium Cinema Emotion 17.35 Una notte da leoni 3 - di T. Phillips Premium Cinema 19.05 Il fuggitivo - di A. Davis Premium Energy 21.15 Quello che so sull’amore - di G. Muccino Premium Cinema 21.15 Biutiful - di A. Gonzalez Inarritu Premium Cinema Emotion 21.15 Ocean’s Thirteen - di S. Soderbergh Premium Cinema Energy 21.15 The Guardian - di A. Davis Studio Universal 23.00 Homefront - di G. Fleder Premium Cinema 23.20 The River Wild - di C. Hanson Premium Cinema Energy 23.40 Identità sospette - di S. Brand Studio Universal 23.40 Miral - di J. Schnabel Premium Cinema Emotion 1.10 Gone Baby Gone - di B. Affleck Studio Universal 9.00 Il pianista - di R. Polanski Premium Cinema 10.25 Disco - di F. Onteniente Premium Cinema Emotion 11.20 Serpico - di S. Lumet Studio Universal 11.30 Trainspotting - di D. Boyle Premium Cinema Energy 13.20 The Prestige - di C. Nolan Premium Cinema Energy 14.10 I Give it a Year - di D. Mazer Premium Cinema 15.35 Il presidente - Una storia d’amore di R. Reiner Studio Universal 15.35 Nigthwatch - Il guardiano di notte di O. Bornedal Premium Cinema Energy 15.55 Harry a pezzi - di W. Allen Premium Cinema Emotion 17.30 Balla coi lupi - di K. Costner Studio Universal 17.35 Carnage - di R. Polanski 13.30 14.20 15.10 16.00 16.50 17.45 18.40 19.30 20.25 21.15 22.05 23.00 Come è fatto L'invasione degli squali Jeff Corwin: visti da vicino Crescere... A caccia di miti Alla conquista di Marte Megacostruzioni Viaggio al centro della Terra Marchio di fabbrica Alieni: incontri ravvicinati Alieni: nuove rivelazioni Inquisizione: racconti del terrore 23.50 Il veleno più pericoloso del mondo ■ RAI 5 14.35 15.30 15.35 15.40 17.40 17.45 18.35 19.30 20.35 21.15 22.50 23.15 0.05 0.10 Earth la potenza del pianeta Appuntamento al cinema Petruska presenta Coup Fatal Rai News Giorno David Letterman Show Il giro del mondo in 80 meraviglie America tra le righe - New England Passepartout Film: I due della Nouvelle Vague - di E. Laurent Scaramouche Scaramouche David Letterman Show Ghiaccio bollente sommario Rai News Notte GIALLO MEDIASET PREMIUM FOCUS 17.50 Film: E’ arrivato mio fratello - di F. Castellano, G. Moccia, con R. Pozzetto 19.25 Film: Sesso e volentieri - di D. Risi, con J. Dorelli, L. Antonelli 21.15 Film: A piedi nudi nel parco - di G. Saks, con R. Redford, J. Fonda 23.05 Roma Daily 23.20 Film: La bestia nel cuore - di C. Comencini, con G. Mezzogiorno, L. Lo Cascio 1.15 Roma Daily 1.30 Rai News Notte 1.35 Appuntamento al cinema CIELO 13.00 13.30 14.30 15.15 15.30 16.30 17.30 18.30 19.15 20.15 21.10 23.15 MasterChef Magazine 3 Buying & Selling MasterChef USA SkyTg24 mezzogiorno MasterChef USA Fratelli in affari Buying & Selling Fratelli in affari Affari al buio Affari di famiglia MasterChef Italia 3 Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? 1.00 Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda 06.00 06.40 07.25 08.10 09.00 09.50 10.50 11.40 12.30 13.30 14.20 15.15 16.10 17.00 17.50 18.30 19.25 20.15 21.05 21.55 22.45 23.35 00.30 TV2000 6.55 Rosario dal Santuario di Pompei 10.55 Quel che passa il convento 12.00 Il punto del giorno 12.05 Missioni nelle periferie del mondo 17.30 Il diario di Papa Francesco 19.00 L' Ispettore Derrick 20.00 Rosario da Lourdes 20.30 TGtg 21.00 Che è più felice di me di E. De Filippo 22.45 Speciale Retroscena Quincy Quincy Matlock Matlock Wolff, un poliziotto a Berlino Wolff, un poliziotto a Berlino Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Giudice Amy Giudice Amy Matlock Matlock Matlock Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Solved Solved Bones Bones Bones REAL TIME 9.30 10.30 11.25 12.20 13.20 14.20 15.15 15.45 17.15 18.10 19.10 21.10 22.10 23.05 0.05 Il mio gatto è indemoniato Sepolti in casa Long Island Medium Io e la mia ossessione Cucine da incubo USA Il nostro piccolo grande amore Abito da sposa cercasi Abito da sposa cercasi: OutletV Quattro matrimoni - Australia Case da incubo Cucine da incubo USA Hotel da incubo Food Fighters Bake Off Italia: dolci in forno Malattie misteriose SATELLITE DIGITALE TERRESTRE 6.00 7.00 8.25 9.50 © RIPRODUZIONE RISERVATA RAI 3 RAI 2 RAI 1 6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità / CCISS Viaggiare informati 6.45 Unomattina. 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A patto di ridurre la durata (succederà) si può essere anche un po’ più ambiziosi nel puntare dritti e meglio su un certo tipo di pubblico. E magari un giorno Renzi deciderà che è più fico andare ad ammaliare anche loro. SKY [servizio a pagamento] ■ CINEMA MATTINA 9.30 L'amore è imperfetto - di F. Muci Sky Cinema Passion 9.55 The Last Station - di M. Hoffman Sky Cinema Hits HD 10.25 Water Horse - di J. Russel Sky Cinema Family HD 10.40 Unbreakable - di M. Night Shyamalan Sky Cinema Max HD 11.10 Royal Affair - di N. Arcel Sky Cinema Passion 11.45 The Normal Heart - di R. Murphy Sky Cinema 1 HD 12.20 Cuccioli - Il Codice di Marco Polo di S. Manfio Sky Cinema Family HD 13.00 Sta' zitto... non rompere - di F. Veber Sky Cinema Comedy ■ CINEMA POMERIGGIO ■ CINEMA SERA ■ CINEMA NOTTE 14.30 Fatal Instinct - di C. Reiner Sky Cinema Comedy 15.10 So che ci sei - di N. Tass Sky Cinema Hits HD 15.50 Ragazzo tuttofare - di J. Lewis Sky Cinema Classics 16.45 La terrazza sul lago - di N. LaBute Sky Cinema Max HD 16.55 Lincoln - di S. Spielberg Sky Cinema Hits HD 17.00 Come ti ammazzo l'ex - di J. Inwood Sky Cinema Passion 17.40 Amiche da morire - di G. Farina Sky Cinema Comedy 18.35 Seabiscuit - Un mito senza tempo di G. Ross Sky Cinema Passion 21.00 Prendi i soldi e scappa di W. Allen Sky Cinema Classics 21.00 Ecco a voi Lola - di F. Buch Sky Cinema Family HD 21.00 Highwaymen - I banditi della strada di R. Harmon Sky Cinema Max HD 21.00 20 anni di meno - di D. Moreau Sky Cinema Passion 21.00 Natale a New York - di N. Parenti Sky Cinema Comedy 21.10 Che fine hanno fatto i Morgan? di M. Lawrence Sky Cinema 1 HD 21.10 7 psicopatici - di M. McDonagh Sky Cinema Hits HD 22.30 Il risolutore - A Man Apart - di F. Gray Sky Cinema Max HD 22.35 Mussolini ultimo atto - di C. Lizzani Sky Cinema Classics 22.40 Hardball - di B. Robbins Sky Cinema Passion 22.45 ViceVersa - Due vite scambiate di B. Gilbert Sky Cinema Family HD 23.00 Redemption - Identità nascoste di S. Knight Sky Cinema 1 HD 23.00 La ragazza del mio migliore amico di H. Deutch Sky Cinema Comedy 23.05 The Last Station - di M. Hoffman Sky Cinema Hits HD 20.45 Calcio. Diretta Gol Champions League Sky Supercalcio HD 21.00 Freccette. Top of Ghent Replica EuroSport HD 21.30 Lorenzo I Signori della Moto Replica Sky Sport 2 HD 22.00 Speciale Ettore Messina Replica Sky Sport 2 HD 22.30 Speciale Volvo Ocean Race Replica Sky Sport 2 HD 22.45 Calcio. Barcellona - Ajax Uefa Youth League ReplicaEurosport 2 22.45 Champions League Postpartita Sky Sport 1 HD 22.45 Calcio. CSKA Mosca - Manchester City UEFA Champions League Replica Sky Sport 3 HD 22.45 Champions League Postpartita Sky Supercalcio HD 23.00 Wrestling. Ep. 17 WWE Superstars Replica Sky Sport 2 HD 23.05 Motori. GT Academy Masterclass Differita EuroSport HD 23.20 Automobilismo. Blancpain Sprint Series Differita EuroSport HD 23.30 Freccette. 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