Storia di una matita

Direttore Ezio Mauro
Fondatore Eugenio Scalfari
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ANNO 39 - N. 248
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PD-1F
IN ITALIA € 1,40 CON “MICHAEL JACKSON” € 11,30
(PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE
R2/ LA COPERTINA
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
R2/ LA CULTURA
IN REGALO CON REPUBBLICA
IL SUPPLEMENTO “AUTO”
48 PAGINE A COLORI
SULLE NOVITÀ DEL MERCATO
Londra è sempre più italiana
ormai siamo mezzo milione
€ 1,30)
41021
Il Papa che ama il dialogo
e non l’imposizione della verità
ENRICO FRANCESCHINI E MARIANA MAZZUCATO
ZYGMUNT BAUMAN
Espulsi i ribelli, rivolta tra i 5stelle
Renzi: Pd aperto a tutti. È scontro
IL REPORTAGE
Gli incubi
di Erdogan
tra curdi
e Stato
> Sì al premio di lista nell’Italicum. Grillo: visita medica obbligatoria ai clandestini, e poi a casa Islamico
L’ANALISI
Che cosa vuol dire
partito-nazione
ROMA. Renzi alla direzione del Pd invita il partito ad «aprirsi a realtà
diverse». Ed è scontro con la minoranza, invitata a partecipare alla Leopolda. L’ex presidente Cuperlo accusa il premier di farsi un «partito parallelo». Alfano dice sì al voto col premio di lista, anziché di coalizione.
Sul fronte M5s ieri è stata la giornata dell’espulsione dei quattro con-
testatori saliti sul palco del Circo Massimo. Sul blog Grillo scrive: “I profughi vanno accolti; i clandestini rispediti da dove venivano”, aggiungendo che servono visite mediche obbligatorie. Rinasce l’eurogruppo
con l’Ukip grazie all’ingresso del parlamentare polacco Iwaszkiewicz.
DA PAGINA 2 A PAGINA 9
PIERO IGNAZI
ER ora il segretario Renzi
non rottama il partito. Anzi. Demitizzando le primarie a strumento tra i tanti per scegliere candidati e dirigenti il segretario re-introduce un elemento cardine di qualsiasi organizzazione politica che si voglia
stabile: il ruolo centrale della
classe dirigente. Ora che Matteo
Renzi e la sua corrente (del resto,
che cosa è la Leopolda se non una
classica riunione di corrente, per
quanto smart e cool nella forma)
sono alla barra del timone si rendono conto che più un partito è
“liquido”, più è contendibile.
P
BERNARDO VALLI
ISTANBUL
È
SEGUE A PAGINA 34
LA POLEMICA
Il cerchio rosso
sui dissidenti
SEBASTIANO MESSINA
EPPE Grillo ha decapitato la
dissidenza del Circo Massimo segnando su Facebook
le teste dei colpevoli con un cerchio rosso, e Gianroberto Casaleggio ha risposto a quei quattro
che gli chiedevano dal palco un
po’ più di trasparenza espellendoli in un post scriptum. Ormai la
realtà supera la satira, nel M5s, e
gli stessi militanti restano senza
fiato assistendo alla degenerazione farsesca di quella democrazia del web dove tutto doveva
essere meraviglioso.
B
SEGUE A PAGINA 35
califfato immaginario
quello proclamato il 29
giugno nella valle del Tigri e dell’Eufrate. Nella sua traduzione pratica è invece una
macchina infernale. È immaginario perché risveglia il ricordo
della città islamica nell’età
classica, spesso associata all’idea di un’epoca d’oro dell’Islam, al paradiso perduto, alla
potenza svanita, alla comunità
dei credenti ancora unita. Insomma un messianismo emblematico della crisi che attraversa il mondo arabo. E al tempo stesso in concreto, oggi, è
un’entità cosmopolita con confini instabili e ambizioni sterminate, composta da fanatici
religiosi, giovani in cerca d’avventura, tagliagole, stupratori, mercenari e buoni combattenti. Un’internazionale formatasi in prossimità dei luoghi
dove furono ambientate alcune delle bellissime pagine di
Mille e una notte. Dunque accende fantasie e paure. Sogni e
incubi. Le grandi istituzioni
sunnite e ancor meno quelle
sciite non gli riconoscono la minima autenticità.
UN
La foto dei contestatori saliti sul palco del Circo Massimo, pubblicata su Facebook da Grillo, con i loro volti cerchiati in rosso
RESPINTA L’ARCHIVIAZIONE: TRA GLI ACCUSATI IL VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE E IL SEGRETARIO PD
Rimborsi in Piemonte, il gip vuole il processo
La Ue e la manovra
Barroso insiste: “Tagliate 8 miliardi”
TORINO.Nella rimborsopoli
del Consiglio del Piemonte
rinviati a giudizio 2 assessori della giunta Chiamparino
e il segretario regionale Pd.
ALBERTO D’ARGENIO E ROBERTO PETRINI ALLE PAGINE 10 E 11
SERVIZI ALLE PAGINE 12 E 13
LA STORIA
RSALUTE
I fondi per il turismo
A 60 anni assunti come apprendisti
DANIELE AUTERI E ROBERTA REI A PAGINA 23
R2/ IL CASO
Il viaggio impossibile
verso Matera
capitale della cultura
senza una stazione
La democrazia
estetica
reclama leader
giovani e belli
DAL NOSTRO INVIATO
GABRIELE ROMAGNOLI
FABIO TONACCI
ER le Ferrovie dello Stato
Matera non esiste. Cancellata. Il nome della futura capitale europea della
cultura non appare in nessun
tabellone delle partenze. Non
viene mai pronunciato dalla
voce metallica degli speaker
nelle stazioni.
P
A PAGINA 25
IOVANI, carini, molto occupati: a governare. Si
afferma in occidente
una nuova generazione: il
macho democratico. Leader
accomunati nell’apparenza,
ancor prima che nella sostanza. L’ultimo in ordine di
tempo è Gabriel Wikstrom,
svedese, definito «il ministro
bello».
G
MATERA
Ecco la classifica
degli ospedali:
i migliori quelli
che operano di più
BOCCI ALLE PAGINE 44 E 45
ALLE PAGINE 14 E 15
CON UN ARTICOLO DI VAN BUREN
roma n z o
IL RITORNO DI PADRE MATTEO
A PAGINA 39
00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. ■CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. ■PREZZI DI VENDITA: AUSTRIA ■ BELGIO ■ FRANCIA
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SEDE:
2
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
LE SCELTE DEI PARTITI
Il Partito democratico
Renzi vuole un nuovo Pd
“Il partito della nazione
con gli ex Sel e Scelta civica”
La minoranza attacca: “La Leopolda è un movimento parallelo”
Il segretario nega: “Niente correnti e io non sono un usurpatore”
ROMA. «’Sta Leopolda, veniteci. La drammatizzazione è
stata un po’ un autogol... fa perdere». Renzi
contrattacca alla fine di una direzione che deve
parlare del futuro del Pd ma diventa subito un match
con la minoranza dem su chi vuole veramente bene al
partito. Gianni Cuperlo denuncia: «Matteo, con la
Leopolda cosa stai facendo? Dobbiamo
LA essere chiari, se tu costruisci e rafforzi
GIOR un partito parallelo scegli un particolare
NA modello, la locomotiva si avvia in quella
TA direzione e si porta appresso tutti gli
altri vagoni. A quel punto andremo
verso una confederazione». Verso una deriva. Non il
solo attacco. Alfredo D’Attorre afferma che «il partitofederazione non reggerebbe una settimana».
Francesco Boccia chiede «si costruisca un’idea paese
da sinistra». Pippo Civati vuole un referendum tra gli
iscritti sul Jobs Act. Una pioggia di critiche.
Il segretario-premier assicura: «Prendo un impegno:
mai e poi mai ci sarà la strutturazione di una
organizzazione parallela sul territorio da parte mia,
niente correnti». La sua idea di Pd è nella scommessa
di allargare le maglie del partito, che includa perciò
dalla sinistra di Gennaro Migliore a Scelta civica di
Andrea Romano a Italia Popolare. Un Partito
interclassista, maggioritario: il Partito della Nazione.
Un paio di «puntini sulle i», Renzi vuole metterli. Sulla
fiducia, non si può fare come pare: la fiducia si vota,
«dobbiamo darci delle regole», su questo non c’è
libertà di coscienza. E’ l’avviso ai dissidenti. Poi
rispetto reciproco. «Il rapporto tra di noi deve superare
le tensioni che ci sono state - insiste - Per questo dico
che così come non ci sono Flintstones contro
innovatori non ci sono usurpatori contro legittimi
detentori».
D’altra parte la politica è cambiata. Ora la parola di
sinistra è «opportunità». E soprattutto è ormai «finito il
voto a tempo indeterminato, è finito l’articolo 18 del
voto. Non è che la gente continui a votare sempre gli
stessi, comunque vada, gli elettori fanno zapping»,
ironizza. In questo nuovo paesaggio non c’è nessun
Pd-confederazione. La Leopolda è uno spazio di libertà
e bellezza della politica. Ci sarebbe molto da dire sul
finanziamento del partito. Renzi il 6 a Milano e il 7 a
Roma sarà alle cene di autofinanziamento. «Non è che
si vuole bene solo al Pd ma anche al paese». E c’è la
questione degli iscritti. Una polemica «fuori luogo» per
Renzi che fa un raffronto con gli altri partiti di sinistra
europei e però ammette che serve una riflessione.
(g.c.)
Il premier punta al 51%. Le simulazioni
“
LA CGIL
C’è rispetto ogni
volta che
un’organizzazione
importante affronta
una prova di piazza
MOVIMENTO 5S
È imbarazzante che
il M5S abbia espulso
qualcuno, non per
una linea contraria
ma perché chiedeva
dell’organigramma
OPPORTUNITA’
Se dovessi dire
cosa significa essere
di sinistra nel 2014
userei l’espressione
pari opportunità
per tutti
”
IL RETROSCENA
I CASI
GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA. Puntare al 51 per cento. O
avvicinarsi molto, che avrebbe lo
stesso effetto. Uno studio che gira
tra i corridoi del Senato ha testato
le proiezioni di un voto con la legge elettorale attualmente in vigore, ovvero il Consultellum: proporzionale puro con le preferenze
e sbarramenti piuttosto alti. I risultati sono sorprendenti. Basterebbe ottenere un risultato intorno al 44-45 per cento (che gli sbarramenti favorirebbero) per avere la maggioranza sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama. Il Pd,
grazie al 40,8 delle Europee, è già
abbastanza vicino. Un allargamento ai pezzi della sinistra di Sel
e ai centristi di Scelta civica lo lancerebbe verso il traguardo. «Quei
numeri sono alla nostra portata»,
ripete Renzi ai fedelissimi.
Da questo punto di vista e ascoltate le parole del premier-segretario, molti degli esponenti della
direzione Pd si sono convinti che
tutto sembra muoversi verso le
elezioni anticipate la prossima
primavera. Su questo il premier
avrebbe sondato il terreno presso
Forza Italia. Ma è un’aria che viene annusata in tutto il Parlamento. Dal Pd ai berlusconiani. E non
solo. Da giorni Angelino Alfano e
Gaetano Quagliariello stanno ri-
JOBS ACT
L’articolo 18 e il reintegro per i
licenziamenti disciplinari sono al centro
dello scontro tra Renzi e la minoranza
flettendo su una exit strategy per
non trovarsi schiacciati tra Largo
del Nazareno e Arcore. I sondaggi
descrivono una situazione pericolosa per i transfughi dell’ex Pdl.
«Dobbiamo cambiare nome al
partito», dicono. Solo un inizio,
anche se il traguardo è chiaro.
Un’alleanza con il Partito democratico nel caso dovesse essere
confermato il premio di maggioranza alla coalizione. Un ingresso
sotto le ali renziane se invece prevalesse la linea di un bonus alla
singola lista. Oppure, se alla fine il
voto venisse consumato con il sistema uscito dalla Corte costituzionale, con il 2,5 per cento dei
sondaggisti, l’adesione al Pd sarebbe inevitabile. È un percorso,
quello immaginato dai vertici dell’Ncd, che non si può certo fare al-
TESSERAMENTO
Altro punto di contesa è il
tesseramento. Così come la
forma partito dei democratici
l’insegna del “centrodestra”. Da
qui il lavorìo sulla modifica della
ragione sociale. Premessa obbligata al dialogo con il premier.
Renzi definisce questo modello
aperto a tutti, realizzatore di una
vera vocazione maggioritaria nei
numeri, il Partito della Nazione.
Una forza politica capace di parlare a diversi strati della società,
di farsi votare trasversalmente:
dai giovani e dagli anziani, dai datori di lavoro e dai lavoratori, dagli uomini e dalle donne. Assomiglia in modo impressionante a come è stata costruito l’appuntamento della Leopolda, negli ultimi 4 anni. Una kermesse dove, da
Nord a Sud, si possono sentire protagonisti persone molto diverse
fra loro. Negli Stati uniti si chiama
catch all party ossia il “partito pi-
LA LEOPOLDA
La raccolta fondi della fondazione di
Renzi in vista della Leopolda ha
riacceso lo scontro nelle ultime ore
gliatutto”.
Uno studio molto simile a quello che passa di mano in mano al Senato è contenuto in una cartellina
che Denis Verdini si porta sempre
dietro. In una riunione l’ha anche
mostrato al presidente del consiglio. Ed è l’argomento forte che il
plenipotenziario fiorentino usa
per convincere Silvio Berlusconi
ad aprire alle modifiche dell’Italicum suggerite da Renzi. «Senza
di te che sei incandidabile e con le
preferenze, Forza Italia rischia
seriamente di sparire», sussurra
Verdini nell’orecchio dell’ex Cavaliere. «E Matteo può avere la
maggioranza comunque».
Dunque, da Arcore la proposta
è accelerare sull’Italicum, anche
con le modifiche. Compresa l’idea
di cancellare dal testo l’articolo 2.
Quell’articolo è la clausola di salvaguardia pretesa dalla minoranza del Pd e da Forza Italia (quattro
mesi fa): prevede che la nuova
legge elettorale sia valida solo per
la Camera, in attesa della definitiva cancellazione del Senato. Un
norma anti-elezioni anticipate.
Ma se Verdini e Renzi cominciano
a lavorare sull’annullamento della clausola, la prova di una voglia
elettorale che coinvolge sia Largo
del Nazareno sia Arcore diventerebbe certa. Come le impronte digitali o il Dna. Allora nel Pd la scissione non sarebbe più solo una
chiacchiera.
Andrea Romano è solo l’apripista di Scelta civica. Lo hanno preceduto Gregorio Gitti e Lorenzo
Dellai, transitando senza clamori
nel gruppo Pd alla Camera. Ma so-
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
3
PER SAPERNE DI PIU’
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www.partitodemocratico.it
L’INTERVISTA/STEFANO FASSINA, DELLA MINORANZA DEM
“L’acchiappatutto non mi piace
dobbiamo stare con chi lavora”
GIOVANNA CASADIO
“
Molti iscritti
e elettori
sono smarriti
Bisogna dare
priorità al Pd
in una fase
in cui la
discussione
politica è
rattrappita
SEGRETARIO
Matteo Renzi
mentre in serata
lascia la direzione
del Pd al Nazareno
del voto anticipato
no pronti a seguirlo i senatori Linda Lanzillotta, Pietro Ichino e
Alessandro Maran. Tre ex Pd che
finalmente si riconoscerebbero
nella linea di Largo del Nazareno
dopo aver sbattuto la porta ai
tempi di Bersani. Quindi, un’intera storia verrebbe rinnegata. Una
stagione passerebbe agli archivi
e il partito cambierebbe davvero
verso o meglio natura. Stefano
Fassina si sfogava ieri alla fine della direzione: «Il punto è: su quale
asse di cultura politica e di programma il Pd si allarga e diventa
altro? Dietro l'abbraccio a tutti
porta avanti gli interessi dei più
forti?». Gianni Cuperlo ironizza,
ma a modo suo, dicendo la sua verità: «Finchè non arrivano Razzi e
Scilipoti, io resisto». Però dall’ex
sfidante è arrivato l’attacco più
sottile ieri pomeriggio. Quando
parla di “partito parallelo” Cuperlo parla di un partito diverso, non
quello che hanno costruito i Ds,
anche i Ds.
Ma Renzi vuole smontare il
tabù identitario del Pd, stravolgerlo, consegnarlo alla storia e
passare oltre. «Manca Verdini - sibila Pippo Civati citando Bennato
-. Poi si parte. Prima stella a destra, questo è il cammino...». Anche se, almeno all’apparenza, sono gli altri a seguire il cammino di
Renzi, a essere ipnotizzati dal leader del Pd, dalla sua forza e dai
suoi consensi.
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L’INTERVISTA/ ANDREA ROMANO
“Matteo fa quel che non fece D’Alema
i nostri elettori votano tutti per lui”
TOMMASO CIRIACO
DEPUTATO
Andrea
Romano
ex Scelta civica
ROMA.Matteo Renzi chiama, Andrea Romano
risponde: «La mia è un’adesione convinta.
Renzi indica il modello del New Labour di
Blair, quella “grande tenda” nella quale ospitare i valori e il ceto politico liberale. Un partito anche culturalmente più ampio, quello che
sta costruendo il premier».
E Scelta civica che fine fa, Romano?
«È nata con Bersani alleato di Vendola. Berlusconi era in rimonta. Poi è successo un cataclisma, sembra passata un’era geologica. Alle
Europee il 90% dei nostri elettori ha votato per
il Pd: loro hanno già scelto».
E il ministro di Sc, Stefania Giannini, cosa
farà?
«Ha lavorato molto bene. I ragionamenti sul
governo sono diversi da quelli sul partito. Sarà
comunque Renzi a fare le sue valutazioni».
Lei collaborava con D’Alema. Ora finisce
nel Pd di Renzi, con D’Alema all’opposizione...
«Sono stato vicino a D’Alema quando parlava di rivoluzione liberale. Purtroppo quella
rivoluzione è rimasta solo sulla carta, mentre
Renzi la sta facendo per davvero. Ecco, stupisce e dispiace un po’ che adesso D’Alema sia all’opposizione interna, ma sono le vicende della politica...».
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”
ROMA. «Se il Partito Nazione è un
partito “acchiappatutto” che in
realtà porta avanti gli interessi dei
più forti, allora non mi convince, non
mi piace». Stefano Fassina, leader
della sinistra dem, alla fine della direzione del Pd, rincara le critiche.
Fassina, il Pd sarà un Partito Nazione?
«Questa espressione si presta a
una interpretazione ambigua. Il partito è parte, non un contenitore indifferenziato. Per me deve stare dalla parte delle persone che lavorano,
dalla parte di chi nel mercato del lavoro è più debole».
Questa trasformazione in Partito
Nazione non le piace?
«Parlare di Partito Nazione come
fa Alfredo Reichlin è un conto, vuol
dire un partito che si fa carico dell’interesse generale in una determinata fase storica. Ma se il Partito Nazione è un partito “acchiappatutto”
che in realtà porta aventi gli interessi dei più forti, allora non mi convince».
Accetta l’invito di Renzi di andare
alla Leopolda o preferisce sabato la
manifestazione della Cgil?
«Beh, la Leopolda c’è per tutto il
week end... Comunque ho apprezzato l’invito del segretario e anche la
chiacchierata cortese fatta con Maria Elena Boschi. Devo però mantenere l’impegno con i miei bimbi domenica per lo zoo».
Perché questo attacco alla Leopolda? Lei e la sinistra dem la giudicate il partito personale di Renzi?
«Non è un attacco alla Leopolda.
Abbiamo rimarcato l’importanza di
dare priorità al Pd in una fase in cui
c’è un rattrappimento della discussione politica nel partito. C’è un senso di smarrimento di una parte significativa dei nostri iscritti e elettori. Renzi, che è il segretario nazionale, avrebbe dovuto dare piuttosto
importanza a un’assemblea nazionale con i coordinatori dei circoli».
Non vi vanno giù neppure i finanziamenti per la Fondazione renziana Open?
«Tutta la nostra capacità di mobi-
litazione di risorse dovrebbe avere
come priorità il Pd. Purtroppo girando sui territori capita spesso di vedere circoli che chiudono, perché non
ce la fanno a pagare l’affitto e hanno
difficoltà a fare iniziativa politica per
carenza di risorse. Di questo il segretario deve farsene carico».
Chi come lei è stato sostenitore della “ditta” bersaniana, considera
Renzi e i renziani degli usurpatori?
«Nessuno mai ha utilizzato quell’espressione. Non è il mio sentimento. Considero il segretario del Pd, chi
gli è vicino, come parte del partito e
non da ora. Posso avere posizioni diverse, ma assolutamente nel Pd».
Qual è il rimprovero a Renzi, di volere poco bene al Pd?
«Abbiamo visioni diverse di come
deve essere e deve funzionare un
partito. Ripeto, chi ha la responsabilità della segreteria concentri tutte
le sue energie sul Pd».
Un Pd “allargato” che vada dalla sinistra di Gennaro Migliore ai centristi di Scelta civica e Italia Popolare, può funzionare?
«Il punto è qual è l’asse di programma e politico-culturale del partito. Non mi basta identificare il Pd
con le pari opportunità. Nel XXI secolo è difficile trovare una forza politica che sia per le opportunità impari. Ritengo che la nostra forza e la nostra missione sia quella di essere il
partito della persona che lavora, per
valorizzarne l’identità, il protagonismo sociale e politico».
Teme che il Pd smetta di essere un
partito di sinistra?
«Un partito, soprattutto quando
svolge funzioni di governo, è quello
che fa. Dobbiamo stare attenti a che
la necessaria ricerca del consenso
non comporti la subalternità a un’agenda politica che continua a svalutare il lavoro».
Ha ragione Renzi però quando dice
che è finito l’articolo 18 del voto. I
consensi bisogna conquistarseli
volta per volta?
«Questo è vero da almeno mezzo
secolo. Il consenso si conquista elezioni dopo elezioni, e le rendite non
esistono più da tempo».
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
LE SCELTE DEI PARTITI
PER SAPERNE DI PIÙ
www.forzaitalia.it
www.governo.it
La riforma elettorale
I PUNTI
AL NAZARENO
È il 18 gennaio 2014:
l’incontro tra Silvio
Berlusconi (e Gianni
Letta) con Matteo Renzi
nella sede del Pd
sancisce il patto
per le riforme
PRIMO SÌ A MARZO
La nuova legge
elettorale ha avuto
in marzo l’ok della
Camera. Ora è in
attesa di essere
votata dal Senato
PREMIO CON IL 37%
Chi arriva al 37%,
coalizione o lista,
ottiene il premio
di maggioranza.
Altrimenti si va
al ballottaggio
IL RETROSCENA LE MOSSE DI FI
Berlusconi valuta la svolta
“Accetto l’azzardo di Matteo
se mi assicura che non si vota”
COALIZIONE O LISTA
Renzi propone ora
di dare il premio
alla lista più votata:
un modo per
spingere il sistema
al bipartitismo
CARMELO LOPAPA
Italicum addio, arriva il Renzellum
“Premio alla lista e bipartitismo”
ROMA. «Dobbiamo semplificare tutto, anche il sistema politico», è il dogma di Renzi.
Primo turno: si presentano i singoli partiti,
addio alle coalizioni. Secondo turno: l’elettore sceglie fra le prime due liste chi deve governare. Un premio di maggioranza spinge
il vincitore fino al 55 per cento dei seggi. Una
leva potente verso un sistema imperniato su
due grandi partiti. È questo il modello su cui
stanno lavorando, su indicazione del premier, Lorenzo Guerini e Maria Elena Boschi.
Berlusconi, attraverso Verdini, ne è stato
informato e non ha detto di no. Anzi.
Ma il sistema, anticipato nei giorni scorsi
da Repubblica e confermato ieri da Renzi in
Direzione, è molto distante dal vecchio Italicum concordato nel patto del Nazareno.
Quello si basava su due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, che avrebbero marginalizzato il M5S. Il nuovo Renzellum invece
è figlio dei tempi nuovi, prende atto della li-
Col nuovo sistema ci sarebbe
un’unica soglia di sbarramento al 3
per cento e questo piace molto ai
piccoli partiti, Alfano in testa
quefazione del centrodestra e della nuova
“vocazione maggioritaria” del Pd. Come rivela il professor Roberto D’Alimonte, uno
degli architetti di quel lontano accordo,
«nessuno allora sollevò mai l’idea di dare un
premio alla lista, sempre si parlò di coalizioni. I problemi con Berlusconi riguardarono
semmai le soglie di sbarramento e quella
per aggiudicarsi il premio di maggioranza».
Insomma, la novità del premio di lista si è
materializzata successivamente, circa un
mese fa, nell’ultima riunione a palazzo Chigi tra Berlusconi e Renzi (con Guerini e Verdini). E il Cavaliere, parlando davanti all’ufficio di presidenza di Forza Italia, ha fatto intendere sorprendentemente di considerarla ormai come cosa fatta: «Renzi chiederà
una modifica all’Italicum e noi probabilmente gliela dovremo votare». Una frase a
cui lì per lì pochi diedero importanza, distratti dall’epico scontro tra il leader e Raffaele Fitto. Ma intanto il progetto continuava a crescere e a fare proseliti. Da ultimo anche Angelino Alfano. Apparentemente
l’Ncd avrebbe tutto da perdere da una modifica che premia i primi due grandi partiti.
E tuttavia gli sherpa renziani hanno spiegato agli esperti Ncd che anche i piccoli avrebbero una convenienza dal nuovo sistema. È
vero che non sarebbe prevista la possibilità
di apparentarsi fra il primo e il secondo turno e quindi di partecipare alla spartizione
LA CURIOSITÀ
D’URSO: RENZI PER ME HA UN SOLO DIFETTO, È SPOSATO...
“Bello, simpatico, intelligente. Ha un solo difetto,
per me: è sposato e ha tre bambini”. Barbara D’Urso
parla così di Matteo Renzi dopo l’intervista a Canale
5. “Se non fosse sposato sarebbe bello andarci
al cinema. Ma fortunatamente ha una moglie, che
credo sia anche molto fica, che ha sempre il sorriso”
del premio di maggioranza. Ma i “piccoli” si
gioverebbero di un drastico abbassamento
delle soglie di sbarramento. Il Renzellum
non avrebbe più bisogno di quel complicato
groviglio di tagliole - 12%, 8%, 4,5% - previste nell’Italicum e sarebbe introdotta un’unica soglia di ingresso al 3% per impedire
un’eccessiva frammentazione. Tutti contenti quindi? Non proprio. Dentro Forza Italia, dietro a Raffaele Fitto, cresce l’opposizione di quanti vedono in questo passaggio
l’ennesima conferma di un partito in liquidazione. Che Berlusconi vuole mantenere
solo come lobby per tutelare gli interessi Mediaset anche in futuro, lasciando che Renzi
si prenda i suoi elettori. Ma anche nel Pd molti temono una legge che potrebbe dare potere assoluto al segretario. «Parlare di premio di lista - ha twittato ieri la forzista Laura
Ravetto - significa parlare di Lista Renzi e di
morte del PD. Che lui davvero riesca dove noi
solo parzialmente riuscimmo?».
“
FRANCESCO BEI
ROMA. «Noi sull’azzardo del premio alla lista
possiamo anche starci. Ma Matteo deve dire a
che gioco sta giocando e garantirci che non
vuole trascinarci tutti al voto». Silvio Berlusconi rigira tra le mani il suo mazzo di carte,
non si sbilancia sull’improvvisa accelerazione
del premier, ma il timore di fondo resta.
La partita a poker della legge elettorale si fa
complessa, delicata, ne può andare della stessa sopravvivenza politica di Forza Italia e del
suo leader. L’ex premier ritorna questa mattina a Roma dopo due settimane di volontaria
assenza. In tanti tra i dirigenti forzisti hanno
preferito non sbilanciarsi dopo la direzione Pd,
prevale la linea della prudenza. Anche perché,
chi ha sentito Berlusconi ha tratto la sensazione che il capo non abbia deciso realmente che
fare. Premio al primo partito vorrebbe dire per
la terza forza tagliarsi fuori dai giochi. Ma al
leader di Forza Italia interessano davvero i destini del partito? O sono stati
ormai scalzati dalla tenuta delle aziende, dalla ripresa economica dell’impero Mediaset? «A me ormai sta a cuore
la salute, la famiglia, le imprese che ho costruito in una vita» raccontava appena qualche sera fa, in uno slancio di
serenità, a un commensale
di casa ad Arcore. L’ultima
delusione è di questi giorni.
La rivolta del gruppo al Senato ha costretto Berlusconi a congelare la kermesse
con i 100 giovani under 35 a
Villa Gernetto, stop ai volti
nuovi, per ora. La voglia di
sradicare e rifondare Forza
Italia si fa sempre più forte.
La concessione al presidente del Consiglio allora potrebbe
anche starci. A patto però che
non porti dritto al voto in
primavera, il leader forzista non può permetterselo. Gli indizi, letti da
Villa San Martino in questi giorni, ci sarebbero
tutti: le uscite tv in sequenza di Renzi, il bonus
bebé dopo gli 80 euro ai
redditi più bassi, gli sgravi fiscali e il taglio dell’Irap per le imprese. «Dobbiamo stare con gli occhi
aperti, non possiamo
GIOVANNI TOTI
escludere nulla — avverEURODEPUTATO FI
te Maurizio Gasparri —
L’opzione elettorale dobbiamo tenerla in considerazione, non bisogna fare troppe concessioni a un interlocutore inaffidabile». La linea
ufficiale è infatti quella di criticare l’accelerazione renziana, non concordata. «La proposta
mi lascia perplesso nel metodo e nel merito»,
dice il consigliere Giovanni Toti: «Forza Italia
dialoga, ma perché dovremmo volere il premio alla lista?» In effetti a loro non converrebbe. Salvo poi tornare a quanto sostenuto domenica dall’ex Cavaliere, quando ha accennato proprio alla «follia di una Forza Italia che governi da sola, senza alleati», come se ci fosse un
sistema bipartitico. I capigruppo in ogni caso
protestano, «imposizioni inaccettabili, così
non si va da nessuna parte», protesta Brunetta, «ogni modifica, anche migliorativa, deve
essere concordata» aggiunge Romani. Ma
nessuno erige barricate. Angelino Alfano dall’Ncd apre del tutto, «assolutamente favorevole» al premio alla lista, del resto, «il centrodestra è frammentato e non ricomponibile, allora è più rappresentativo del Paese un premio
al primo partito».
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Io sono perplesso.
Forza Italia dialoga,
ma perché mai
dovremmo preferire
il premio alla lista?
“
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6
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
LE SCELTE DEI PARTITI
Il Movimento 5 Stelle
Grillo ora espelle i militanti
che chiedono democrazia
“Clandestini? Spedirli a casa”
Via i quattro che occuparono il palco al Circo Massimo
Attacco sugli immigrati. E alla Ue un estremista salva il gruppo
TOMMASO CIRIACO
“PICCHIARE LE MOGLI”
Robert Iwaszkiewicz
entra nel gruppo M5SUkip. “Picchiare le
mogli - ha detto - può
aiutare a fargli tenere
i piedi per terra”
IL TWEET
CON GLI ESPULSI
Trasparenza
e dissidenti...
io sto
con i ragazzi
di #occupypalco
Antonella Maldone
SOLIDARIETÀ
Che dire? Solidarietà
agli amici di
#occupypalco,
chiedevano solo
più trasparenza
Tancredi Turco
E GLI ALTRI?
@beppe_grillo così non
va. Concordo... E tutti gli
altri? Tra TISA, TTIP,
NOEURO e SfasciaItalia,
pensiamo a occupypalco
Claudio @schumyno
ASCOLTATELI
Questa degli espulsi per
protesta al Circo Massimo
mi pare una bella
cazzata. Non potevano
essere ascoltati?
Furio @Giangiagainst
ROMA.Quattro epurazioni e un patto di ferro con chi
invita a picchiare le mogli. È il bilancio di una confusa giornata a cinquestelle, iniziata con il post scriptum sul blog con cui Beppe Grillo butta fuori - senza
processo né votazione on line - i quattro dissidenti
che occuparono il palco del Circo Massimo. Le foto
dei malcapitati Giorgio Filosto, Orazio Ciccozzi,
Pierfrancesco Rosselli e Daniele Lombardi, cerchiati di rosso, fanno da sfondo alla sentenza: «Hanno disatteso ai loro compiti di responsabili della sicurezza. Sono fuori dal Movimento». La colpa della pattuglia di “occupypalco”? Aver chiesto trasparenza sul
portale e sul ruolo della Casaleggio associati. La nuova cacciata appare sproporzionata a molti frequentatori del blog. Ed è accolta con compostezza dai diretti interessati. L’esclusione dal portale «non ci fa
né caldo, né freddo», ma «siamo addolorati nel vedere i danni causati al M5S da questi abusi continui». Il dito è puntato contro le «persone invisibili»
che dominano la galassia grillina: «Chi ha emesso la
condanna e chi l'ha eseguita? - domandano - Beppe,
Gianroberto, il famoso staff?». A sera, rintracciato
telefonicamente, Filosto annuncia: «Mercoledì, durante un evento, spiegheremo perché abbiamo occupato il palco. Daremo la nostra versione. Troppo
tardi? Dipende...». Non è chiaro, però, se si appelleranno contro la decisione: «Decideremo assieme.
Siamo un gruppo»
Non solo di espulsioni vive però la giornata pentastellata. Con una decisa virata a destra, il comico
genovese fronteggia le difficoltà all’Europarlamento. E per far rinascere il gruppo euroscettico Efdd esploso a causa della defezione di una parlamentare lettone - abbraccia con Nigel Farage il polacco Robert Jaros Iwaszkiewicz. Per inil personaggio basta ciLA quadrare
tare un’intervista di maggio. «PicGIOR chiare la moglie in certi casi la aiuNA terebbe a tornare con i piedi per
TA terra», diceva, difendendo anche
il leader negazionista del suo partito: «Ha semplicemente detto
che non ci sono prove che Hitler fosse a conoscenza
dell’Olocausto». I toni di Grillo sull’immigrazione,
poi, fanno concorrenza al Carroccio: «Chi entra in
Italia con i barconi è un perfetto sconosciuto. Va
identificato immediatamente. I profughi vanno accolti - distingue - gli altri, i cosiddetti clandestini, rispediti da dove venivano». Infine la ciliegina: «Chi
entra sia sottoposto a visita medica obbligatoria per
tutelare la salute sua e degli italiani».
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Base in rivolta, cresce la voglia di scissione
Pizzarotti: “Inaccettabile il reato di opinione”
IL RETROSCENA
ELLEKAPPA
I PRECEDENTI
ANNALISA CUZZOCREA
ROMA. «Parma sta vivendo un
momento difficile e di emergenza, io ho altre priorità, ma
me l’hanno detto, e non posso
far finta di nulla». Federico Pizzarotti risponde dal quartier
generale della Protezione Civile in una Parma ferita dall’alluvione: la prima conta dei danni
è arrivata a 100milioni, i volontari hanno lavorato giorno e
notte per ripulire le strade dopo lo straripamento del torrente Baganza. E però, la cacciata
dei 4 attivisti che avevano occupato il palco del Circo Massimo - arrivata dopo quelle del
consigliere regionale emiliano
Defranceschi e del sindaco di
Comacchio Marco Fabbri - lo
spinge ad abbandonare la cautela delle ultime settimane:
«”Odio l'indifferenza” - cita
Gramsci - è un concetto che mi
appartiene e che ci deve appartenere: di fronte a una richiesta di trasparenza non si
può rispondere con l’indifferenza». Non ne fa una questione di palco, il sindaco di Parma,
nonostante quella fosse una
delle richieste degli espulsi:
«La mia assenza non era assolutamente un problema, io sono andato al Circo Massimo per
confrontarmi con gli attivisti.
Quello che conta sono i princi-
12
10
PARLAMENTARI
Nei venti mesi dall’inizio della
legislatura sono stati espulsi 11
senatori e 1 deputato. Tra i primi
epurati Adele Gambaro (foto)
COMUNI E REGIONI
Sono almeno una decina gli eletti
espulsi in Comuni e Regioni.
Nella foto, Federica Salsi, cacciata
per essere andata in televisione
pi, le regole, le idee». In nome
di tutto questo, scandisce chiaro: «Non credo che in una comunità di cittadini sia tollerabile il reato d’opinione. Tanto
più che la richiesta era appunto sulla trasparenza, un nostro
valore fondante». E così, è a
Parma e al suo sindaco che
guardano gli attivisti cacciati
da Grillo e Casaleggio: «Aiutateci a riportare il Movimento
nelle mani dei cittadini», dicono nei messaggi che si scambiano con chi - da dentro - crede
che le cose debbano cambiare.
Non si tratta più di una ventina
di dissidenti. Cominciano a es-
sere tanti - attivisti, consiglieri
comunali, deputati - a pretendere che il potere decisionale
scenda dalla gru su cui si è issato Beppe Grillo a Roma, e torni
nelle mani di chi è entrato nei 5
stelle inseguendo la promessa
della democrazia diretta, dell’uno vale uno. «Si dovrebbero
fugare i dubbi, non allontana-
Stasera in assemblea
probabile la richiesta di
mandar via anche Artini,
Bechis, Rizzetto, Currò
re gli attivisti che li hanno
espressi», ha twittato ieri l’onorevole Tancredi Turco. «Siamo davanti a un momento molto preciso - dice infuriato un altro deputato - ma non siamo noi
che dobbiamo uscire, devono
farlo loro, è lo staff che deve farsi da parte».
Il fantasma della scissione è
più attuale che mai. Stasera - alla riunione per eleggere il nuovo capogruppo a Montecitorio
- qualcuno chiederà la cacciata
di Massimo Artini, Eleonora
Bechis, Walter Rizzetto, Tommaso Currò. Un inseguimento
di purezza e fedeltà alla linea
che pretende di celare, senza
riuscirci, dissidi profondi.
L’Adnkronos ieri mattina dava
notizia di uno scontro acceso
tra Grillo e Casaleggio sulla delegazione europea: il guru ha
accelerato al massimo con Nigel Farage per la ricostituzione
di un gruppo, a costo di tenere
dentro l’estrema destra polacca. Grillo voleva consultare gli
europarlamentari, e magari la
base. La delegazione a Strasburgo smentisce tutto in una
nota, quel che è certo, però, è
che non sono stati loro a decidere. E che molti avrebbero
preferito finire tra le braccia
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
7
PER SAPERNE DI PIÙ
www.europarl.europa.eu
www.beppegrillo.it
L’INTERVISTA/MARCO FABBRI, ESPULSO DAL M5S
“Anche questa cacciata
è suicida come la mia
Beppe non decide più”
L’OCCUPAZIONE
Il palco del Circo
Massimo occupato
da dissidenti grillini.
Nella foto sul blog
di Grillo i volti dei
militanti appaiono
cerchiati in rosso
IL TWEET
LORO NO
dei Verdi. Non solo: la vicenda
del gruppo di comunicazione
sciolto di imperio rischia di finire in tribunale. Messora e i
suoi stanno sentendo gli avvocati per capire se procedere per
mobbing. Nel frattempo, il Parlamento Europeo li ha convocati perché possano dare la loro versione dei fatti. Non è una
procedura standard, ma non lo
sono neanche 15 licenziati a
Bruxelles.
Tornando alla base, a guardare il blog la cacciata dei 4 non
l’ha presa bene: «Sono abbastanza perplessa, ok sulla
stronzata di occupare il palco
ma comunque chi ha votato l’espulsione?», chiede Manuela.
«Svegliarmi al mattino e sapere che qualcuno ha deciso per
me mi ricorda la realtà che già
stiamo vivendo impotenti»,
aggiunge Pietro da Torino. E
Vincenzo: «Si possono conoscere i nomi degli appartenenti allo staff, oppure gli attivisti non
hanno questo diritto? Mi sto
preoccupando seriamente dell’andazzo che stiamo prendendo». Claudio, infine, centra un
punto importante: «Grillo e Casaleggio parlano di Internet come strumento di dialogo diretto con i cittadini, come rottura
rispetto alla comunicazione
unidirezionale della tv. Il problema è che non rispondono
mai a nessuno, né su Twitter,
né su Facebook, né sul blog».
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#Orellana&C. sono da
sbattere fuori a calci in
culo, NON i 4di
#occupypalco,che hanno
chiesto solo trasparenza
Paola Bassarelli
VENDUTI
4venduti ke avevano
tempo&modo di
chiedere CM funziona
organigramma nei loro
#Meetup o sul blog
Sabina Bianchi
UN ERRORE
@beppe_grillo un errore
grave espellere
#occupypalco Questo
gesto non è piaciuto
né a me, né a molti
Gianmaria @jxt81
TRASPARENZA
hanno fatto benissimo.
Come vedi non c'era
altro modo per far
parlare di #trasparenza
in m5s. #occupypalco
L’Aristopazzo
ROMA.Aveva parlato di deriva fascista e autoritaria, il sindaco di
Comacchio Marco Fabbri, espulso la settimana scorsa dal Movimento 5 stelle per aver partecipato alle elezioni provinciali di
Ferrara. La notizia della cacciata
dei 4 attivisti di Occupypalco,
però, non se l’aspettava: «Hanno
chiesto il permesso di parlare,
non hanno usato violenza, a questo punto devo pensare che il problema sia quello che chiedono.
Pretendere trasparenza da Grillo e Casaleggio, oggi, è vietato».
Cosa pensa di questa nuova
espulsione?
«Sono un po’ triste, perché
quei ragazzi hanno fatto solo tre
domande: chi c’è nello staff? Perché il sindaco di Parma Pizzarotti è stato tenuto lontano dal palco? Si possono ancora cambiare
le cose nel Movimento? Espellerli è stato un atto gratuito, immotivato».
L’ha sorpresa?
«Mi ha sorpreso perché quello
non doveva essere un palco con
una comunicazione unidirezionale. Credevamo tutti che il Circo Massimo avrebbe potuto essere un’occasione di confronto.
Se non lì, dov’era che avremmo
dovuto aprirci al dibattito tra di
noi, alla condivisione delle esperienze? Dov’era che andavano
poste le domande che ci facciamo
Credevamo tutti
che il Circo Massimo
avrebbe potuto
essere un’occasione
di confronto
“
MARCO FABBRI
SINDACO DI COMACCHIO
da mesi? Del resto, già l’esclusione di Pizzarotti dal palco mi aveva lasciato molte perplessità».
Anche in questo caso, come
nel suo, non c’è stata alcuna
votazione online. Sta diventando un’abitudine?
«Mi piacerebbe sapere almeno chi ha scritto la sentenza, e
quali sono i motivi. Resto convinto che non sia Grillo a occuparsi di
queste cose, che chi purtroppo
gli sta intorno abbia un peso non
irrilevante. Quanto a me, sto ancora aspettando la comunicazione ufficiale della mia cacciata: dopo la scarna e mail della settimana scorsa, nessuno mi ha scritto
nulla. Per l’uso del simbolo avevo
ricevuto una raccomandata, stavolta Grillo non ha voluto spendere neanche i 5 euro. E sul blog
Comacchio è ancora in lista insieme agli altri comuni a 5 stelle».
Cosa pensa che accadrà?
«Credo che questa mossa sia
un suicidio mediatico dal punto
di vista della strategia. Davvero
non li capisco».
E lei?
«Ho un programma da portare
avanti, con o senza simbolo. Se
riuscirò a mantenere le promesse che ho fatto alla mia città, ne
sarà valsa la pena. Altrimenti,
vorrà dire che non ne ero capace».
(a.cuz.)
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
POLITICA E GIUSTIZIA
9
PER SAPERNE DI PIÙ
www.cortecostituzionale.it
www.camera.it
La Consulta
Il Pd archivia Violante
“Stallo colpa anche nostra”
Fi, summit sul candidato
Il premier: “Camere bloccate e noi siamo corresponsabili”
Tesauro: “Fare presto”. Ma il nuovo voto non è ancora fissato
LE TAPPE
LIANA MILELLA
1
LE 20 SEDUTE A VUOTO
Tra luglio e
settembre
le Camere hanno
votato per 20 volte
per la Consulta,
senza mai
raggiungere
il quorum di 570 voti
necessario per
eleggere un giudice
costituzionale
LA STOCCATA DEL COLLE
Con 22 giorni di
anticipo rispetto alla
scadenza del
presidente Tesauro
e di Cassese (il 9
novembre),
Napolitano sabato
ha nominato
i giudici Zanon
e De Petris
2
I CANDIDATI BRUCIATI
Finora Forza Italia
ha “bruciato” tre
candidati, i tecnici
Catricalà
e Caramazza
e il senatore Bruno.
Il Pd invece è
sempre rimasto
sull’ex presidente
della Camera
Luciano Violante
3
ROMA. Andare oltre Violante
per superare lo stallo della Consulta. Per evitare, come dice
Matteo Renzi, di essere ancora
«corresponsabili» di un ritardo
nella nomina dei due giudici costituzionali di nomina parlamentare che ormai ha superato
i 115 giorni. Il premier apprezza Napolitano, che «ha sfidato
le Camere in una situazione di
stallo», per la scelta dei sostituti del presidente Giuseppe Tesauro e di Sabino Cassese con
22 giorni di anticipo rispetto al-
fatto cadere le preclusioni contro di lui in quanto ex capo del
partito dei giudici.
La partita per la Corte riparte
daccapo. Mentre l’attuale presidente Tesauro ripete ancora
quanto ha già detto una settimana fa, invitando il Parlamento a fare «una buona riflessione,
magari un po’ più rapida di
quanto è stato programmato».
Ma proprio i tempi potrebbero
essere non come li auspica Tesauro. Intanto un dato, è improbabile che la presidente della
Camera Laura Boldrini convochi una seduta in settimana. Il
Il premier incontrerà
domani i capigruppo
Zanda e Speranza per
trovare una soluzione
la naturale scadenza del 9 novembre. Ma adesso tocca alla
politica darsi una scossa. Il segretario del Pd ci metterà del
suo (finora era stato descritto
come «assente» dalla partita
della Corte) e domani vedrà i capogruppo di Senato e Camera
Luigi Zanda e Roberto Speranza. Ma nelle sue parole, pronunciate durante la direzione Pd, i
suoi già vedono un’archiviazione della candidatura di Luciano
Violante, l’ex presidente della
Camera che ha sfiorato i 550 voti, senza raggiungere il quorum
richiesto di 570. Forza Italia accusa il Pd di non votarlo in modo
compatto. Il Pd di rimando accusa Forza Italia di non aver mai
>
BELPAESE
competenza, soprattutto dopo
i flop di nomi giunti da palazzo
Grazioli, come l’ex Antitrust
Antonio Catricalà e l’ex avvocato generale dello Stato Ignazio
Francesco Caramazza. Sarà la
volta del costituzionalista Giovanni Guzzetta, sponsorizzato
dal capogruppo Renato Brunetta, di cui è stato capo di gabinetto quando era alla Funzione
pubblica? Oppure di Francesco
Paolo Sisto, il presidente della
commissione Affari costituzionali, avvocato barese vicino a
Raffaele Fitto? È più probabile
che possa toccare a un outsider.
ALESSANDRA LONGO
Il Marzemino di Bossi
AN mano che Matteo Salvini si afferma nel suo
ruolo di nuovo leader del centrodestra impallidisce la figura di Umberto Bossi. E’ ormai tempo di
affrancarsi dai gadget della prima Lega. Su Ebay scoprirete una lista che parla da sola. Per 15 euro (comunque tanti)
un signore di Verbania si libera dell’autografo che Umberto Bossi gli concesse a Domodossola nel novembre del ‘93.
Ancora: una cravatta di seta bianca e blu del vecchio Senatùr è finita, non si sa come, nel Nottinghamshire. E’ «in
buone condizioni». Chi fosse interessato la può avere per
otto euro, costi di spedizione esclusi. Per 10 euro e 92 centesimi, da una soffitta privata esce la maschera «Umberto
Bossi Uomo Carnevale». E’ conservata a Corato, provincia
di Bari. Vale invece un po’ di più — venti euro — la bottiglia
delle collezione di «vino padano», etichetta con l’effigie
dell’Umberto. Ma è Marzemino, ancora buono da bere.
M
EX PRESIDENTE
DELLA CAMERA
Luciano Violante,
esponente del Pd.
In alto, Piero Grasso
e LauraBoldrini
LA LEGGE
Conflitto di interessi, forzisti contro
i 5 Stelle attaccano i dem: “È inciucio”
testo al nostro esame non garantiscano appieno
questo tipo di tutela».
I grillini, invece, puntano il dito sull’accordo fra
ROMA. Dieci anni dopo l’approvazione della legge
Frattini sul conflitto di interessi, l’aula di Monteci- Pd e Forza Italia, accusano i democratici di «inciutorio torna a discutere del tema che ha segnato cio» e di essere vittime di un «processo psichiatrico
un’intera epoca della vita politica italiana. Ieri, in- di rimozione». I 5Stelle vogliono definire il concetto
fatti, è iniziata, ma si è velocemente conclusa, la di- di conflitto di interessi, applicarlo anche ai parlascussione di un progetto di legge varato dalla com- mentari, affidare la vigilanza all’Antitrust e inserire nel testo sanzioni effettive. Una
missione Affari costituzionali. Ma
posizione che trova una sponda
l’iter sembra veramente in salita.
GIANLUCA LUZI
nel democratico Pippo Civati che
In primis perché sta per iniziare la
ha presentato degli emendamensessione di bilancio. Ma soprattut- > BREVIARIO
ti. Chiede per esempio che il conto perché il testo sembra non aveflitto di interessi si applichi anche
re una paternità, o una maternità,
“Renzi dice
al presidente della Repubblica, si
certa. L’articolato è stato infatti
che mi
scelga la via del blind trust, si metscritto dal forzista Francesco Paota mano al regime delle incompalo Sisto, presidente della Affari coapprezza?
tibilità e il controllo si estenda anstituzionale, che però non lo conFatti suoi”
che a dopo la fine del mandato podivide per niente. E ieri lo ha detto
chiaro e tondo in aula.
Francesco Guccini litico. Civati vuole anche che la legge si faccia in fretta, prima della
«In qualità di relatore, — ha detriforma costituzionale.
to Sisto — ho elaborato questo teCritiche al testo Sisto sono arrivate anche da un
sto svolgendo un mero lavoro di sintesi e di “assemblaggio” delle diverse proposte di legge, senza altro democratico: Francesco Sanna. «L’approccio
che questo costituisca la mia opinione politica». Si- del Pd — ha detto il deputato — è diverso: il testo basto riflette l’avversione di Forza Italia che non vor- se è un buon testo compilativo, ma ha bisogno di alrebbe toccare la legge Frattini. Come ha spiegato ie- cune correzioni. Alcune correzioni, profonde e neri il deputato Rocco Palese: «Il diritto all’accesso al- cessarie, sono nei nostri emendamenti che riprola carica pubblica, al pari di quello di libera iniziati- pongono le proposte di legge di origine democrativa economica privata, va tutelato appieno - ha det- ca e quelle venute fuori dalla discussione».
to - Il timore è che norme come quelle contenute nel
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SILVIO BUZZANCA
presidente del Senato Piero
Grasso torna giovedì mattina
da un viaggio di rappresentanza in Argentina e sconsiglia, via
filo, altre votazioni a oltranza
che finiscano con un nulla di fatto. Si risolvono in un danno. È
realistico pensare che la seduta
“buona” si possa tenere la prossima settimana, magari martedì, a candidati già individuati
e con buone chance di riuscita.
Oggi Berlusconi, di nuovo a
Roma, potrebbe indicare un
nuovo nome per la Corte, anche
se il gruppo parlamentare aveva deciso che la scelta era di sua
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Ma Berlusconi deve fare i conti
con un gruppo frastagliato che
rivendica la sua indipendenza.
Dice Brunetta: «Chapeau a Napolitano che da solo ha scelto i
suoi giudici, ma qui bisogna
mettere d’accordo 950 persone».
Non si respira aria migliore
nel Pd. Dove superare la candidatura di Violante sta comportando più di una preoccupazione. Innanzitutto lo sgarbo di sostituire un esponente di spicco
del partito, tra i saggi del Quirinale, ex responsabile per le
Riforme. Ma ostinarsi sul suo
Nella rosa dei candidati
Luciani per i
democratici, Guzzetta e
Sisto per gli azzurri
nome rischia ormai di far portare al Pd «la responsabilità» della mancata elezione dei giudici.
Lo sanno bene Zanda e Speranza, che però temono la reazione
di chi ha sostenuto Violante
contro qualsiasi altro candidato per la Corte. Un tecnico puro,
a questo punto. Il nome che ricorre con maggiore insistenza è
quello del costituzionalista della Sapienza Massimo Luciani,
che nella sua veste di avvocato
è un volto già molto noto nelle
stanze della Consulta. Non resta che superare gli indugi e
parlare con Forza Italia augurandosi che abbia e voti un nuovo nome.
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10
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
IL GOVERNO ALLA PROVA
La manovra
Il presidente della Commissione Ue
uscentevuolechiedereal nostro governo
una modifica del disavanzo strutturale
di 0,5 punti per evitarci la bocciatura
Padoanhaprevistoinvece una riduzione
di 1,6 miliardi più una riserva di altri 3,4
in caso di emergenze
Più morbida la posizione di Juncker
Dubbi sullecopertureper il bonus bebè
Deficit, Barroso insiste
“L’Italia tagli 8 miliardi”
Ultime correzioni
alla legge di Stabilità
IL RETROSCENA
ALBERTO D’ARGENIO
ROBERTO PETRINI
ROMA. La legge di Stabilità 2015
arriva al Quirinale con una buona
dose di “suspense”. Attesa ieri, come aveva annunciato lo stesso ministro per l’Economia Pier Carlo
Padoan, arriverà con tutta probabilità solo oggi. Ma per l’intera
giornata si sono rincorsi interrogativi sulle motivazioni del ritardo. “Aggiustamenti tecnici”, hanno spiegato fonti del Tesoro. La
chiave del “giallo” va cercata tuttavia Bruxelles.
Il negoziato con la Ue, infatti,
sembra tornare a complicarsi. Nelle prossime ore, come anticipato
ieri da Repubblica, è attesa una
lettera nella quale la Commissione europea esprimerà i propri
dubbi sulla manovra italiana. Nel
mirino la scelta di tagliare il deficit
strutturale di un solo decimo di
punto nel 2015, in violazione del
Fiscal Compact. E secondo fonti
europee citate dall’Ansa il presidente uscente della Commissione, Josè Manuel Barroso, resterebbe fermo sulla richiesta di chiedere una correzione dello 0,5%,
pari a 8 miliardi. Il governo risponderà alla missiva dicendosi dispo-
Il governo risponderà alla
missiva dicendo di essere
disposto a un massimo di
0,35 punti, non di più
nibile ad aumentare il risanamento allo 0,25%, al massimo allo 0,35
dando fondo alla “riserva” da 3,4
miliardi inserita nella manovra
proprio in caso di irrigidimento da
parte di Barroso, che punta a una
terza vita politica in patria e non
può fare sconti ai big dopo che i
portoghesi hanno subito le rudi attenzioni della Troika.
Il governo confida però sul suo
successore, Jean Claude Juncker,
che sarebbe pronto a un accordo
che tenga conto della flessibilità,
quindi in linea con le cifre indicate
La classifica europea del debito pubblico
In % del Pil, primo trimestre 2014
174,1
GRECIA
ITALIA
135,6
PORTOGALLO
132,9
112,2
CIPRO
105,1
BELGIO
SPAGNA
96,8
FRANCIA
96,6
EUROZONA
93,9
REGNO UNITO
91,1
75,1
AUSTRIA
58,6
FINLANDIA
44,3
DANIMARCA
ESTONIA
Borse, un altro giorno in negativo
lo spread torna sopra i 170 punti
77,3
GERMANIA
LUSSEMBURGO
I MERCATI
88,0
UE 28
SVEZIA
I LEADER
Renzi, Merkel e Barroso.
I governi di Eurolandia e la
Commissione alla ricerca di
un accordo sui conti
pubblici
40,4
22,8
10,0
dal governo. La partita si giocherà
tutta nei prossimi sette giorni: se
Barroso deciderà, il 29 ottobre, di
bocciare comunque la Legge di
Stabilità, il governo cercherà un
accordo successivo con Juncker,
che appena tre giorni dopo prenderà le redini della Commissione.
Ma Roma vorrebbe evitare la bocciatura pubblica che potrebbe
avere serie conseguenze sui mercati. Per questo sono in corso contatti ai massimi livelli istituzionali per indurre Barroso a passare la
mano, esprimendo pure i suoi dub-
FONTE EUROSTAT
bi nella lettera in gestazione ma
evitando poi di rimandare platealmente la manovra e lasciando che
sia Juncker a gestire il dossier.
E la sensazione dei nuovi malumori di Bruxelles ha consigliato,
anche sulla base di considerazioni
che sono state fatte in Italia, di lasciare “libera” la riserva di 3,4 miliardi, pari a circa lo 0,2 per cento
del Pil. Il “tesoretto” non sarà dunque utilizzato, neppure temporaneamente, per coprire altri sgravi
o interventi di spesa.
Ma ci sono anche altre questio-
MILANO. Forte volatilità e nervosismo sui
mercati nel giorno in cui è scattato il piano
Bce di acquisti di covered bond
(obbligazioni garantite). I listini europei dopo aver altalenato tra rialzi e ribassi hanno bruciato il rimbalzo di venerdì
scorso. La peggiore è stata Francoforte (1,50%) seguita da Parigi (-1%), Milano (0,86%), Londra (-0,68%) e Madrid (0,42%). Ad appesantire i listini si aggiunge
la tensione sul comparto bancario per
l’incertezza sui risultati degli esami Bce,
con Piazza Affari che ha scontato i ribassi di
Mps (-1,88); Unicredit (-0,90%) e Intesa (0,82%). Stando alle indiscrezioni, gli
acquisti si sarebbero concentrati su covered
bond francesi a breve termine in capo a Bnp
Paribas e Societè Generale e su quelli di
alcuni istituti spagnoli. Lo spread Btp e
Bund intanto è tornato sopra i 170 punti
base (174,5 la chiusura) dai 164 di venerdì.
stro Lorenzin, dovrebbero essere
erogati con «un assegno per l’anno
2015 non inferiore a 900 euro».
L’altra questione sul tavolo è
quella delle Regioni: se, come fatto filtrare dai protagonisti della
trattativa, il taglio di 4 miliardi
sarà ammorbidito con il ricorso a
prestiti della Cassa Depositi e prestiti, c’è da cambiare la norma. Ma
l’accordo tarda ad arrivare e l’incontro potrebbe esserci solo la
prossima settimana, mentre le
Regioni lamentano anche la perdita di 450 milioni di taglio dell’Irap.
Infine le critiche, che il governo,
per ora, non sembra intenzionato
raccogliere: aumento delle tasse
sui Fondi pensione, neutralità fiscale dell’anticipo del Tfr, sblocco
dei contratti per gli statali, senza
Giornata febbrile
al Tesoro mentre la
Finanziaria slitta. Oggi
la firma di Napolitano
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ni da definire sul fronte italiano e
nelle ultime ore i maldipancia salgono. Le partite ancora aperte nelle ultime ore riguardano la definizione dei meccanismi del bonus da
80 euro da 9,5 miliardi reiterato
per il prossimo anno i cui criteri
contabili cambieranno: lo sconto
diventerà una vera e propria detrazione fiscale, passando contabilmente da maggiore spesa a minore entrata: dunque la necessità
di far quadrare le cifre. C’è poi l’ultima sortita sul bonus-bebè che,
secondo le intenzioni di Palazzo
Chigi dovrebbe funzionare con il
criterio degli 80 euro a mamma dove il reddito familiare è inferiore ai
90 mila euro con la deroga oltre
questa soglia per i nuclei dove si
supera il terzo figlio: anche in questo caso il meccanismo fiscale è di
complessa realizzazione. La Cgil
tuttavia contesta: «Meglio aprire
con le stesse somme 1.000 asili nido». Secondo alcuni (ad esempio il
gruppo di Forza Italia alla Camera) non ci sarebbero le coperture
economiche necessarie per i fondi
alle neomamme che, per il mini-
contare la richiesta di un aumento
delle risorse per le assunzioni a
contributi-zero che riguarderebbero solo stipendi fino a 1.200 euro al mese. Troppo pochi si dice e si
chiede un aumento delle risorse.
Dubbi e polemiche arrivano anche
sull’entità dello sconto Irap sul costo del lavoro: per il prossimo anno
sarà di 5 miliardi ma bisogna tenere conto che viene abrogato lo
sconto dell’aprile scorso del 10 per
cento sull’aliquota e che in questo
modo il beneficio si riduce.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
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PER SAPERNE DI PIÙ
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www.elysee.fr
Investimenti, piano comune franco-tedesco
Al vertice tra i due governi, la Germania si impegna a spendere circa 50 miliardi, la stessa cifra chiesta da Parigi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ANDREA TARQUINI
BERLINO. Francia e Germania lanceranno, entro
l’inizio di dicembre, un piano comune per aumentare gli investimenti in Europa. E alla richiesta –
insieme provocatoria e negoziale – dei francesi,
che la Bundesrepublik investa 50 miliardi in cambio di 50 miliardi di tagli di Parigi, il governo federale risponde con un sì indiretto. Vogliamo accrescere gli investimenti complessivi dal 17 al 20%
del Pil, ha affermato il vicecancelliere e ministro
dell’Economia, Sigmar Gabriel. Così, con impegni
almeno di facciata e il segnale politico di una grosse Koalition contraria a procedure di infrazione
europee verso la seconda potenza dell’eurozona,
si è concluso ieri a Berlino il difficile vertice dei ministri di Finanze ed Economia dei due Paesi, cioè
Wolfgang Schaeuble, lo stesso Gabriel, Michel Sapin ed Emmanuel Macron. I due ospiti non tornano a Parigi a mani vuote. Angela Merkel conferma
la richiesta di rigore e riforme, ma fa capire di non
voler abbandonare la Francia al suo destino.
La manovra
da 36 miliardi
(in miliardi di euro)
entrate
11,0
Aumento deficit
15,0
Spending review
3,8
Lotta all’evasione
0,6
Banda larga
1,0
Tassa slot machine
3,6
Rendite finanziarie
1,0
Riprogrammazione
uscite
L’ITALIA
PICCOLA CORREZIONE AL DEFICIT
Il governo italiano ha previsto
finora una correzione al deficit
strutturale di 0,1 punti di Pil,
pari a 1,6 miliardi. In più, nella
legge di Stabilità ha lasciato un
tesoretto di riserva di 3,4
miliardi in caso di emergenze
LA UE
9,5
Bonus 80 euro
5,0
Irap
1,9
0,8
Sconti per partite Iva
0,5
Detrazioni famiglie
0,3
Ricerca e sviluppo
3,0
Eliminazione
nuove tasse
6,9
Spese inderogabili
1,5
Ammortizzatori
0,5
Scuola/precari
1,0
CORREZIONE PIÙ FORTE
Nella Ue le posizioni sono
diversificate: il presidente
uscente della Commissione
Barroso ci chiede una
correzione al deficit di 0,5
punti (8 miliardi) mentre il
commissario Katainen si
accontenterebbe di 0,3 (5
miliardi)
Contratto a tempo
indeterminato
Allentamento patto
Stabilità Comuni
0,25
Giustizia
0,15
Roma e Milano
0,1
1,2
3,4
Tfr
Cofinanziamento
Per riserva
FONTE PALAZZO CHIGI
20%
INVESTIMENTI
Il governo tedesco,
nel corso del vertice
tra i ministri di
Germania e Francia,
si è impegnato a fare
in modo che gli
investimenti nel loro
complesso
(privati e pubblici)
crescano dal 17
al 20 per cento del
prodotto interno
lordo
Quel 3% di Pil di investimenti tedeschi in più,
notano qui gli economisti, equivale grosso modo
proprio ai 50 miliardi auspicati da Parigi. Il summit aveva creato molte attese sui mercati, in concomitanza con l’inizio dell’operazione di acquisto
di covered bonds da parte della Bce. Macron, in
un’intervista alla Frankfurter Allgemeine anticipata domenica, aveva appunto suggerito uno
scambio: 50 miliardi d’investimenti tedeschi per
50 di tagli francesi. Molti esponenti della Cdu, il
partito della Cancelliera Angela Merkel, avevano
gridato allo scandalo, all’attentato alla sovranità
tedesca, ma erano stati poi richiamati all’ordine.
«Io non ho espresso richieste ultimative, ci mancherebbe», ha detto Macron alla conferenza stampa finale, «ma quanto a investimenti la Germania
ha meno capacità di noi». Macron e Sapin hanno
esposto a Schaeuble e Gabriel sia i piani di riforme
del governo Valls, sia il difficile, pericoloso contesto interno tra economia debole e sfida montante
del Front National estremista e antieuropeo.
Da Schaeuble e da Gabriel (che è anche leader
della Spd) i francesi hanno ottenuto risposte di di-
sponibilità, sebbene in buona parte vaghe. «Le
riforme funzionano solo con la crescita, fuochi di
paglia di aumenti di spesa non servono», ha detto
Gabriel. E Schaeuble ha sottolineato: «L’economia dell’eurozona si sta indebolendo», per cui
«siamo decisi a fare insieme tutto il possibile per
rafforzare gli investimenti sia privati sia pubblici
nei nostri due Paesi». Naturalmente, solo “entro i
limiti consentiti” da Patto di stabilità e fiscal compact. Il piano comune per investimenti e riforme
verrà presentato entro inizio dicembre, quando si
terrà il periodico vertice economico intergovernativo franco-tedesco. Resta ora l’incognita delle
scelte dell’esecutivo europeo: il pressing politico
tedesco contro procedure punitive per la Francia
è trasparente, ma istituzionalmente la scelta non
compete a Berlino. «Le regole europee si applicano a tutti e spetta alla Commissione decidere sul
deficit francese», ha avvertito Schaeuble. I problemi strutturali di Parigi, hanno ammesso Sapin
e Macron, restano. La piccola dose di benevolenza
tedesca li allevia appena.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
I COSTI DELLA POLITICA
Lo scandalo
Rimborsopoli in Piemonte
Il gip contro il pm: “Processate
vicepresidente e assessore”
Coinvolti nove consiglieri regionali (sei di centro-sinistra, tra loro segretario Pd)
Chiamparino: “Fiducia immutata”. Lega, FI e 5 Stelle: “Si dimettano subito”
OTTAVIA GIUSTETTI
TORINO.«L’abbuffatina» del centro-sinistra va
di traverso alla giunta regionale di Sergio
Chiamparino e decine di coppette gelato, cappuccini e brioche, tramezzini e cibi da fast food
obbligano il governatore a cambiare i suoi intenti. «Attendiamo il primo grado di giudizio»:
dice adesso che il gip di Torino ha chiesto l’imputazione coatta per due suoi assessori, Aldo
IL GOVERNATORE
Sergio
Chiamparino, 66
anni, presidente
Regione Piemonte
L’accusa è di peculato per aver
utilizzato impropriamente i fondi
dei gruppi. L’inchiesta è quella che
travolse la giunta di centro-destra
Reschigna (Pd) al Bilancio, e Monica Cerutti
(Sel) alle Pari opportunità. Mentre in campagna elettorale diceva: «Nessun rinviato a giudizio nella mia giunta».
L’accusa per loro è di peculato per aver utilizzato impropriamente i fondi dei gruppi re-
I PERSONAGGI
IL VICE
Aldo
Reschigna
(Pd), 58 anni,
è il vice
presidente
e assessore
al Bilancio
della Regione
Piemonte:
“Non sono
dottor Jekyll
e mister
Hyde”
gionali, e l’inchiesta è la stessa che due anni fa
travolse la Regione in mano al centro-destra
guidato dal leghista Roberto Cota. Nel fascicolo dove per il presidente del Carroccio c’era lo
scontrino delle “mutande verdi”, e per i suoi
colleghi della maggioranza fiumi di cene a ba-
IL SEGRETARIO
Davide
Gariglio, 47
anni, è il
segretario
piemontese
del Pd,
consigliere
regionale:
“Ho agito nel
rispetto della
legge, piena
fiducia
nei giudici”
se di tartufo e borse di Louis Vuitton, il giudice, alle prese con le richieste di archiviazione,
ha rispolverato le note spese di chi allora stava
all’opposizione e adesso governa. E ha emesso
un’ordinanza di imputazione coatta per nove
politici, tre del centro-destra e sei del centrosi-
nistra, mentre la procura li voleva archiviati.
Rischiano ora il processo anche il segretario regionale del Pd e vicepresidente del Consiglio
regionale, Davide Gariglio, e il senatore Pd
Stefano Lepri.
«Mangiare è un bisogno personale non un’e-
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
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PER SAPERNE DI PIÙ
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torino.repubblica.it
L’INTERVISTA / MONICA CERUTTI (SEL)
“Ho pianto per la rabbia
non sono Wonder Woman
pagavo solo i collaboratori”
Assessore Monica Cerutti, ieri a fianco di Sergio Chiamparino non è riuscita a trattenere le lacrime. Rabbia per un
verdetto che ritiene ingiusto,
o tensione?
«Tensione e dispiacere. Ho
fatto di tutto per cercare di controllarmi ma non ce l’ho fatta.
Per me è un momento durissimo perché per una persona che
fa politica sentire che viene
messa in dubbio la sua correttezza fa male».
Qualcuno ha richiamato le lacrime del ministro Elsa Fornero. Le donne piemontesi
sigenza della politica», scrive il gip Roberto Ruscello nella sua ordinanza. E poi spunta idealmente uno a uno dai bilanci del Partito democratico, dal 2008 al 2010, decine di piccole spese ricorrenti, quelle per i pasti veloci tra una
riunione e l’altra, per le colazioni al bar prima
di entrare in Consiglio, la scatola di praline e il
pandoro, le bottiglie di spumante per i regali
di Natale. Chiamarla abbuffata è troppo. Ma
l’elenco alla fine si fa lungo lo stesso. E sono di
nuovo migliaia di euro di denaro pubblico.
«La fiducia nei confronti dei miei assessori
resta immutata», dice il governatore Sergio
Chiamparino. E le dimissioni formali di Reschigna e Cerutti non fanno neppure in tempo
a toccare la scrivania del presidente: «Appena
appresa la notizia i due assessori hanno subito
messo a disposizione le loro deleghe che io ho
respinto nel modo più netto». «Siamo di fronte a due livelli della magistratura — aggiunge
— il pm che aveva chiesto l’archiviazione e il
gip che ha dato valutazioni opposte. Se la magistratura ha dato due interpretazioni diverse
sarebbe bizzarro che io dessi la ragione a uno
o all’altro. Chi ha la titolarità per decidere de-
“Mangiare è un bisogno personale
non un’esigenza della politica”,
scrive il gup nell’ordinanza in cui
chiede l’imputazione coatta
ciderà, noi intendiamo attendere quel giudizio». Adesso la procura dovrà scrivere il capo
d’accusa per gli indagati, poi sarà fissata un’udienza preliminare, durante la quale un altro
giudice deciderà se processare o proscioglierli. Chiamparino sottolinea che «al momento
non c’è nessun rinvio a giudizio». E sottolinea
che nulla cambierà nella trattativa sulla legge
di stabilità con il governo dove, nei giorni scorsi, da numero uno della Conferenza delle Regioni, ha preso posizione contro il premier
Matteo Renzi. Dimissioni respinte anche per
Davide Gariglio, cui la segreteria regionale del
Pd, riunitasi ieri sera, ha rinnovato la fiducia.
Ma l’apparente sicurezza di Chiamparino e
del suo partito non fermano il treno delle reazioni del centro-destra che, nell’ambito della
stessa inchiesta, si prepara a fronteggiare
questa mattina la prima udienza del processo
dove è imputato Roberto Cota insieme a 24
consiglieri. «La sinistra è specializzata nel fabbricare a suo uso e consumo una doppia morale e nell’utilizzo sistematico della strumentalizzazione», commenta il presidente del gruppo regionale della Lega Nord, Gianna Gancia.
«Chiamparino sia coerente e ritiri le deleghe
agli assessori Reschigna e Cerutti»: chiede il
Movimento 5 Stelle. E il capogruppo di Forza
Italia in regione, Gilberto Pichetto: «Ora misureremo la coerenza del governatore e del
Partito democratico che hanno utilizzato il tema di rimborsopoli in campagna elettorale».
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LE TAPPE
20 NOVEMBRE 2013
Peculato, truffa,
finanziamento
illecito ai
partiti: sono le
accuse per i 44
consiglieri regionali
del Piemonte
indagati in
“Rimborsopoli”
16 GENNAIO 2014
La procura di
Torino chiede il
rinvio a giudizio
per 39 consiglieri
e per il presidente
Roberto Cota, per
altri 17 politici
chiede invece
l’archiviazione
20 OTTOBRE 2014
Il gip torinese
respinge 9 su
15 (i due grillini
sono stralciati)
richieste di
archiviazione
e dispone per loro
l’imputazione
coatta
piangono?
«Mi pare una situazione molto diversa. Le mie lacrime però
non erano per altri, ma per me.
Perché nella trasparenza e correttezza ho sempre creduto.
Nella passata legislatura sono
stata la prima a chiedere l’anagrafe degli eletti, massima trasparenza a disposizione dei cittadini».
Nelle spese che le vengono
contestate ci sono anche fondi del gruppo utilizzati per pagare il personale. Un errore?
«Guardi, il mio era un monogruppo, ero l’unica consigliera
di Sel nella passata legislatura.
A meno che mi si consideri Won-
“
SARA STRIPPOLI
Il mio era un monogruppo: essendo da
sola, devo retribuire
chi lavora per me
Le lacrime? Ho
provato a trattenerle
ma ero troppo
tesa e dispiaciuta
MONICA CERUTTI (SEL)
ASSESSORE REGIONALE ALLE PARI OPPORTUNITÀ
“
der Woman, credo si possa immaginare che per fare l’attività
avessi bisogno di aiuto, dipendenti e collaboratori».
Come giudica questa vicenda
dei rimborsi?
«Penso che si stia costruendo
una giurisprudenza sulla nostre spalle. Al di là di alcuni casi,
credo che questa dovesse essere materia della Corte dei Conti».
Chiamparino dice che testimonierebbe sulla vostra correttezza e onestà. Ha avuto la
tentazione di dimettersi?
«L’assessore al Bilancio ed io
abbiamo rimesso le deleghe al
presidente. Mi ha detto di tenere duro, lo farò. Rispiegherò tutto».
Non si può dire che lei non abbia fatto la gavetta in politica.
Da dove viene Monica Cerutti?
«PDS, Ds, Sinistra democratica e ora Sinistra e libertà. Sono
nata politicamente come consigliera di circoscrizione e nei comitati Prodi del ’95. Vado avanti facendomi forza grazie ai messaggi di colleghi ed elettori».
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
ALLARME TERRORISMO
Il reportage
La feroce internazionale dei jihadisti dell’Is
accende sogni nei Paesi arabi. Ma anche
la paura in Occidente che la guerra possa
provocare un terremoto geopolitico. Il
presidente turco non muove i tank alla
la frontiera per non rafforzare i ribelli del Pkk
Avvantaggiando così il nemico storico Assad
Califfi immaginari, tagliagole e curdi
ISTANBUL
califfato immaginario quello proclamato il 29 giugno nella valle del Tigri e dell’Eufrate. Nella sua traduzione pratica è invece una macchina infernale. E’ immaginario perché risveglia il ricordo della città islamica nell’età classica,
spesso associata all’idea di un’epoca d’oro
dell’Islam, al paradiso perduto, alla potenza svanita, alla comunità dei credenti ancora unita. Insomma un messianismo emblematico della crisi che attraversa il mondo arabo. E al tempo stesso in concreto, oggi, è un’entità cosmopolita con confini instabili e ambizioni sterminate, composta
da fanatici religiosi, giovani in cerca d’avventura, tagliagole, stupratori, mercenari
e buoni combattenti. Un’internazionale
formatasi in prossimità dei luoghi dove furono ambientate alcune delle bellissime pagine di Mille e una notte. Dunque accende
fantasie e paure. Sogni e incubi. Le grandi
istituzioni sunnite e ancor meno quelle sciite non gli riconoscono la minima autenticità. Secondo i grandi lettori del Corano,
il testo sacro dettato
Il Medio Oriente è una vasta
Dio a Maometto,
sabbia mobile, da cui emerge una da
tramite l’Arcangelo
nazione frantumata e sommersa: Gabriele, non parla
mai di istituzione poil Kurdistan
litica con quel termine. La parola «khalifa» al singolare appare soltanto due volte a
proposito di Adamo e di Davide. E il suo significato si avvicina a «luogotenenza». Per
questo i primi successori del Profeta adottarono il titolo di califfo. La storia ha fatto il
resto fino all’abolizione del califfato decretata (1924) da Ataturk allo scioglimento
dell’Impero ottomano.
Questo preambolo spiega, almeno in parte, la complessità e le contraddizioni della
guerra del califfato immaginario. I fronti caldi, in cui si combatte, si decapita e si violenta, sono due: quello siriano e quello iracheno.
Ma il conflitto può estendersi in modo più o
meno cruento in altre regioni del mondo musulmano. Dove la jihad, intesa all’origine come mobilitazione spirituale, rischia di diventare per emulazione violenta. Sul piano
geopolitico è un autentico terremoto, perché è esploso in un’area in cui i confini tracciati dagli occidentali un secolo fa, sulle spo-
È
UN
Gli aiuti in arrivo
Linea di confine
Secondo fonti curde il passaggio è già cominciato attraverso l’unico varco accessibile
MURSITPINAR
Campo minato
TURCHIA
Campo minato
Campo minato
Zona rappresentata
nel disegno
Distanza di circa
2 chilometri
SIRIA
Carri turchi
(presidiano il confine)
KOBANE
Fronte dell’Is
N
bombardamenti
Usa e alleati
glie dell’Impero ottomano, frantumano
gruppi etnici e religiosi e spaccano nazioni
ansiose di nascere o rinascere. Senza i richiami messianici che rimbalzano in comunità frustrate alla ricerca di un rifugio nel remoto passato religioso, l’impatto militare
del califfato immaginario sarebbe più modesto di quel che appare.
Nelle città del Kurdistan turco, a Diyarbakir, sulle rive del Tigri, a Batman, a Bingol,
a Van, all’inizio del mese almeno trenta manifestanti sono stati uccisi, e più di cento feriti, mentre esprimevano solidarietà ai curdi siriani impegnati a difendere Kobane dai
jihadisti del califfato. Era anche una protesta
contro la passività delle truppe turche schierate lungo la frontiera con il solo non nobile
compito di impedire il passaggio degli aiuti
alla città aggredita e a portata di mano. Senza l’autorevole invito alla calma di Abdullah
Ocalan, il leader curdo imprigionato da anni, la situazione si sarebbe aggravata in Turchia. Questo è l’aspetto etnico del conflitto
che trabocca dal campo di battaglia siro —
iracheno. In questo caso la religione non
c’entra: si tratta infatti di uno scontro tra
sunniti alimentato dal patriottismo represso.
La posizione turca appare ambigua. «Zero
1 km
[email protected]
BERNARDO VALLI
Ankara
ha dato il via libera
al passaggio
di guerriglieri curdi
attraverso il territorio turco
per raggiungere Kobane
problemi con i vicini» era la formula riassuntiva della dottrina del ministro degli affari
esteri Ahmet Davutoðlu. Il quale nel frattempo è diventato capo del governo all’ombra di Recep Tayyip Erdoðan, eletto presidente. In quanto alla formula del ministro filosofo (Davutoglu si è definito kantiano)
adesso appare non solo superata ma ridicola. I problemi con i vicini infatti non si contano. Da quando lo Stato islamico, o califfato,
si è impegnato in un’offensiva contro Kobane, diventata una città simbolo, il governo
turco si è chiuso in un rifiuto non sempre decifrabile. E paradossalmente la posizione potrebbe appesantirsi se i jihadisti dovessero
perdere terreno e i curdi finissero col vincere la battaglia. Se Kobane resterà nelle mani
dei suoi naturali abitanti e gli aggressori subiranno una sconfitta e dovranno abbandonare i sobborghi che occupano, per Erdoðan
sarebbe una scommessa perduta.
Pur moltiplicando gli appelli a un intervento terrestre oltre che aereo, Erdoðan è rimasto immobile per sei settimane. E fermi,
silenziosi sono rimasti i suoi carri armati sulle colline turche dominanti la città siriana assediata. Rivelandosi operativi soltanto per
impedire ai curdi di Turchia di soccorrere i loro amici oltre confine. Nelle ultime ore c’è
T
C
UR
HIA
stata tuttavia una svolta. In seguito a una
lunga e pare tempestosa telefonata di Barack Obama a Erdoðan avvenuta domenica,
il ministro degli Esteri, Mevlut Çavuþoðlu,
ha annunciato che i curdi iracheni, i peshmerga, potranno raggiungere Kobane per
battersi a fianco dei curdi siriani contro i jihadisti del califfato. Erdðan ha dovuto cedere,
almeno in parte, alle richieste del presidente americano, e tener conto dei severi giudizi internazionali per il suo comportamento
davanti a quel che accade appena al di là della sua frontiera. E ha messo sul tappeto, come un abile giocatore, i curdi iracheni, con i
quali ha buoni rapporti, perché non minacciano l’integrità della Turchia e gli vendono
direttamente il petrolio, senza passare per
Bagdad. Per queste loro virtù e perché buoni
combattenti i peshmerga sono autorizzati a
raggiungere Kobane. Diversa la posizione
dei curdi di Turchia, ai quali non è concesso
di soccorrere i fratelli siriani.
Erdogan si augura il crollo del regime di
Bashar al Assad ed anche la sconfitta di Daesh (acronimo arabo di Stato islamico), ma al
tempo stesso non vuole rafforzare troppo i
combattenti curdi di Kobane, molti dei quali sono affiliati al Partito di unione democratica (PYD), sezione siriana del Partito dei la-
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
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PER SAPERNE DI PIÙ
www.centcom.mil
www.todayszaman.com
Kobane, la svolta di Ankara
Sì al passaggio dei peshmerga
dopo il pressing americano
ALIX VAN BUREN
IN PRIMA FILA
Kobane dista pochi
chilometri dal confine
turco, dove la gente si
ferma per osservare i
combattimenti
LA TURCHIA di Erdogan, costretta all’angolo da
una bufera di critiche internazionali, apre a
sorpresa il passaggio ai curdi iracheni,
autorizzandoli a soccorrere i curdi siriani
assediati a Kobane dallo Stato islamico (Is). Il
ripensamento di Ankara, accusata di inerzia se
non di “complicità” con l’Is per il rifiuto di
intervenire a sostegno di Kobane malgrado
l’insistenza degli alleati, e di sigillare le
frontiere al passaggio dei jihadisti, avviene
dopo un formidabile pressing americano. Nella
notte fra domenica e lunedì,
tre C-130 Usa paracadutano
LA ai curdi siriani 27 carichi di
GIOR armi, munizioni e farmaci. È
risposta di Washington a
NA la
Erdogan, il quale aveva
TA appena escluso ogni aiuto
all’Ypg, l’esercito del
Kurdistan siriano, definito da Ankara
«terrorista». L’intervento Usa è preceduto da
una «aspra» conversazione telefonica fra il
presidente Obama e il turco. Il segretario di
Stato Kerry lancia un’altra stoccata: «Sarebbe
difficile sotto il profilo morale» negare
sostegno «ai valorosi curdi», dice. È allora che
Ankara inverte la rotta: come, però, e da dove
passeranno i peshmerga è tutto da stabilire: «I
colloqui sono ancora in corso», è vago il
ministro degli Esteri Çavuþoðlu.
Washington opera una scelta di campo: i
combattenti dell’Ypg siriano stanno
rivelandosi le più efficaci “forze di terra” nella
guerra della Coalizione contro l’Is. In 36 giorni,
hanno pressoché respinto l’offensiva dei
jihadisti nonostante i rinforzi che questi hanno
ricevuto da Raqqa, la “capitale” siriana
dell’autoproclamatosi “califfato”. Ieri i curdi
siriani costringono l’Is ad arretrare nel
quartiere di Kaniye Kurda vicino al valico di
confine a Kobane; lo stesso accade sui fronti
meridionale e orientale. Catturano mitra,
munizioni e lanciagranate. Per il secondo
giorno di fila, da Kobane non arriva l’eco
assordante delle armi. L’Is sarebbe stato
allontanato da gran parte della città: alle spalle
ha il deserto, dov’è facile bersaglio dei raid
aerei Usa. Di fronte ha le vie del centro di
Kobane, dove sono appostati uomini e donne
dell’Ypg. L’avanzata jihadista ora sembra
arenarsi.
Da Roma papa Francesco al termine di un
Concistoro dedicato al Medio Oriente descrive
«un fenomeno di terrorismo di dimensioni
prima inimmaginabili»; denuncia orrori e
persecuzioni «purtroppo nell’indifferenza dei
più». E ammonisce: «Non possiamo
rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i
cristiani, che da duemila anni vi confessano il
nome di Gesù».
Ecco gli incubi del “sultano” Erdogan
Kobane
a Sud della città
avanza l’Is
RD
NO
I curdi chiedono
l’apertura di corridoi
di sicurezza all’interno della Siria
S
per collegare Kobane con Afrin
e la regione di Hasake, a maggioranza curda
A
IRI
Gli Stati Uniti hanno paracadutato ieri
27 carichi di armi, munizioni e medicinali
a Kobane con tre C-130
La coalizione anti-Is guidata dagli Usa
ha condotto nelle ultime ore sei raid
nella zona di Kobane
(135 in tutto dall’inizio dell’assedio)
TURCHIA
IRAN
Kobane
SIRIA
Bayji
Damasco
Bagdad
Fallujah
GIORDANIA
IRAQ
ARABIA SAUDITA
e altri sei raid nei pressi di Fallujah
e Bayji con l’aiuto di Francia e Gb
MORTE SOSPETTA
Serena Shim, giornalista Usa,
origini libanesi, lavorava in
Turchia per l’iraniana Press Tv.
È morta in un incidente d’auto:
l’Iran sospetta l’omicidio
voratori curdi (PKK) di Turchia, il quale è
fuori legge e schedato come movimento terrorista dopo decenni di lotta contro il governo di Ankara. Da qui la preferenza data ai
curdi dell’Iraq, estranei alle vicende turche.
Anche sui curdi siriani pesano forti sospetti.
Hanno legami con i fratelli turchi e soprattutto usufruiscono già di una larga autonomia. Un loro successo sul campo di battaglia
equivarrebbe alla prima pietra di un futuro
Kurdistan indipendente, capace di esercitare una forte attrazione su tutte le comunità
disperse nei vari Paesi del Medio Oriente.
Non esclusi i circa dodici milioni che vivono
in Turchia. Affiancati alla città di Kobane ci
sono altri due centri curdi autoamministrati, Afrin e Diezireh. L’insieme del territorio
semi indipendente è chiamato Rojava. Per
Ankara è un grosso fastidio.
Questo spiegherebbe l’atteggiamento di
Erdoðan. Nel passato recente il suo governo
ha aiutato i gruppi jihadisti impegnati contro il regime di Damasco e simultaneamente contro i curdi. Con lo scoppio della guerra
civile siriana la sua politica è diventata zigzagante. A tratti ambigua. Di recente non ha
neppure esitato a rifiutare, almeno per ora,
l’uso della base aerea di Incirlik agli Stati
Uniti che la chiedevano per poter intervenire più facilmente a Kobane. E ha suggerito
invano agli americani di creare una “no-fly
zone” per privare Bashar al Assad della superiorità aerea che gli consente di bombardare senza rischio i ribelli risparmiati dalle
incursioni americane. Washington ha deciso che la “no-fly zone” è troppo costosa. È una
strana guerra quella del califfato immaginario: Bashar al Assad e Barack Obama, avversari dichiarati, si spartiscono il compito
di attaccare dal cielo i ribelli che a terra si
combattono tra di loro, trascurando spesso
il nemico originario, il regime di Damasco. Il
quale per ora esce abbastanza bene dalla
mischia, poiché controlla metà del Paese e la
maggioranza della popolazione.
Il caso della Turchia è bizzarro ma non è
l’unico. È senz’altro particolare e decisivo
per la forza militare di cui dispone il paese. Il
quale è membro della Nato ma rifiuta agli alleati americani l’uso di una base aerea che faciliterebbe le loro incursioni in Siria. Autorizzato dal Parlamento a intervenire in Siria,
il presidente Erdoðan rimane immobile lungo il confine siriano con i suoi carri armati.
Con il risultato che a trarre vantaggio della
situazione è proprio Bashar al Assad, che Erdoðan considera il suo principale avversario.
Essendo lui, Erdoðan, un sunnita fervente, e
Assad un alawita, quindi dell’area religiosa
sciita. Ma a prevalere in questo caso è soprattutto la realpolitik. La religione c’entra
poco. Il Medio Oriente è come una vasta sabbia mobile, da cui emerge una nazione frantumata e sommersa: il Kurdistan. Erdoðan
se lo sogna di notte, anche se per adesso è uno
dei tanti fantasmi della regione.
Dai Paesi arabi, come del resto dalla Turchia, sono partiti i primi aiuti ai numerosi
gruppi islamisti armati avversari del regime
di Damasco. I sunniti dell’Arabia saudita, degli Emirati del Golfo e del Qatar, spesso in
competizione, hanno aiutato i gruppi islamisti armati per colpire il regime di Assad,
alleato degli ayatollah di Teheran, capitale
sciita alla quale si è affiancata Bagdad, dopo
l’invasione americana, da cui è spuntato un
governo sciita. In tre anni di guerra civile i
movimenti islamisti hanno neutralizzato la
vera forza moderata d’opposizione (il Libero esercito siriano) e si sono immersi in una
rissa senza fine tra di loro, favorendo di fatto
il loro nemico dichiarato, il regime di Assad.
Non è poi tanto azzardato sostenere che Daesh, ossia il califfato, sia un alleato obiettivo di
Bashar al Assad. La notte dei lunghi coltelli
islamisti oppone i Fratelli musulmani ai salafiti (musulmani integralisti), e la vecchia
Al Qaeda ai discepoli infedeli di Daesch.
Se sul terreno, in Siria e in Iraq, è in corso
una mischia non sempre decifrabile, le coscienze di molti musulmani sono in tumulto.
Stando a un sondaggio la stragrande maggioranza dei sauditi, appartenenti a un Paese che partecipa alla coalizione guidata dagli
americani, giudica il califfato «conforme ai
valori dell’Islam e alla legge islamica». Le famiglie dei giovani sauditi morti combattendo nelle file jihadiste li considerano martiri e
quindi ne sono fiere, e invece di esprimere
dolore non esitano a manifestare l’orgoglio
per quei figli destinati al paradiso riservato
a chi muore per l’Islam. Nonostante la condanna delle autorità religiose la vendita di
indumenti con scritte inneggianti al califfato e invitanti alla jihad hanno un notevole
successo, anche perché pubblicizzati sugli
website. Enfatizzato da generazioni di teologi e di letterati come un «paradiso perduto», il califfato sia pur immaginario sollecita
le fantasie. Favorisce il fenomeno la difficoltà intellettuale e politica a pensare o a
creare dei modelli alternativi, e quindi la
naturale propensio- Le famiglie dei giovani sauditi
ne a ricorrere a movimorti combattendo con lo Stato
menti messianici riislamico li considerano martiri
volti al passato.
Gli Stati Uniti non e quindi ne sono orgogliose
hanno mai partecipato a una guerra del genere. Si tratta di bonificare politicamente e
di ridisegnare una regione, che va da Bagdad, dove muoiono per attentati una trentina di persone al giorno, a Raqqa, dove un califfato immaginario è retto da un chierico
che si ispira al Settimo secolo, ma che è un
esperto o quasi in comunicazione di massa.
Spegnere questo conflitto sorvolando e
bombardando il campo di battaglia, senza
mettere piede a terra. Questo è il quesito posto agli strateghi del Pentagono. Ma una politica condotta Paese per Paese, tesa ad isolare quella che gli storici hanno battezzato la
Mezzaluna fertile, la curva striscia di terra
adesso insanguinata che taglia il Tigri e l’Eufrate, è probabilmente la strada più intelligente da seguire per arrivare col tempo a un
risultato. Che non sarà comunque una vittoria.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
IL DRAMMA EBOLA
17
PER SAPERNE DI PIÙ
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www.medicisenzafrontiere.it
L’emergenza
Ebola, la Nigeria ora è libera dal contagio
L’epidemia dichiarata ufficialmente debellata nel paese. Guarita la dottoressa norvegese che si era ammalata in Sierra Leone
Lussemburgo, sì alla nomina di un coordinatore europeo contro la malattia. Cameron: “Un miliardo di euro in aiuti”
PAOLO G. BRERA
L’UOMO DI OBAMA
Ron Klain, lo “zar” anti-Ebola
insieme a Barack Obama
nella Casa Bianca
ROMA. Uno “zar” anti Ebola targato Ue per evitare passi falsi e scoordinati inciampi: il Consiglio dei ministri degli Esteri riunito ieri in Lussemburgo ha deciso di nominare l’alter
ego europeo dell’avvocato Ron Klain, scelto da Obama per
dirigere la battaglia al virus oltreoceano. Il nome sarà scelto
nei prossimi giorni, e l’incarico verrà probabilmente affidato giovedì o venerdì durante il prossimo Consiglio europeo:
«Abbiamo deciso di istituire la figura del coordinatore o coordinatrice Ue per Ebola — dice il ministro degli Esteri, Federica Mogherini — in modo da individuare qualcuno in grado
di raccordare gli sforzi europei al lavoro dell’Onu e del G7. Si
tratta di intervenire non solo sul fronte medico e sociale ma
anche economico, con un lavoro di lungo periodo nelle zone
colpite».
Intanto sul tavolo piove mezzo miliardo di euro, un passo
lungo la strada del «maggiore impegno» chiesto dal presidente Usa e dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
Il premier britannico David Cameron chiede che si arrivi a
un miliardo di euro, se ne discuterà al Consiglio europeo. Per
ora, la cifra messa a disposizione è di 330 milioni dagli Stati
membri (compresi i 5 già stanziati, e i 50 annunciati, dall’Italia); più altri 180 impegnati direttamente dalla Commissione europea. Serviranno a rafforzare i centri specialistici
di cura, a formare il personale sanitario e a definire uno standard comune per il rimpatrio dei contagiati, in prima misura i medici e gli operatori che rischiano la vita in Africa occidentale.
Nel frattempo, il mondo prende lezioni dalla Nigeria. Il virus che aveva fatto capolino nel Paese contagiando 20 persone, nove delle quali uccise dalla malattia, è stato arginato
e sconfitto: da ieri, la Nigeria è ufficialmente dichiarata libera da Ebola. Un risultato persino incredibile in un Paese con
160 milioni di abitanti, devastato dal terrorismo e dalla corruzione: il 20 luglio, quando il “paziente zero” Patrick
Sawyer, un diplomatico liberiano, svenne nell’aeroporto internazionale di Lagos, una metropoli da 21 milioni di abitanti, il mondo cominciò a temere l’ecatombe inarrestabile.
E invece dopo 42 giorni trascorsi senza nuovi contagi il periodo finestra ha richiuso i battenti, e Rui Gama Vaz dell’Oms
può brindare ad Abuja alla «spettacolare storia di successo»,
una «dimostrazione che Ebola può essere contenuta» anche
se «la guerra non sarà finita finché l’intera Africa occidenta-
le non sarà libera dalla malattia».
È una storia di eroismo, decisione e prontezza che merita
un film: dalla forza con cui la dottoressa Ameyo Adadevoh,
contagiata e uccisa, lo fece ricoverare impedendogli di lasciare l’ospedale nonostante le proteste sue e della Liberia;
all’infermiera che lo placcò mentre fuggiva dopo essersi
strappato le flebo, quando già era estremamente contagioso: anche lei è tra le vittime, il suo sacrificio ha evitato un massacro. Trecento persone entrate in contatto con Sawyer sono state isolate, e 26 mila abitazioni sono state contattate e
visitate da ufficiali e volontari.
In Europa, ieri è stata dichiarata guarita la dottoressa norvegese di Msf che aveva contratto il virus in Sierra Leone, e
oggi saranno ripetuti i test definitivi per confermare la guarigione dell’infermiera spagnola Teresa Romero. Dalla Sierra Leone arriva invece la notizia della morte un’operatrice di
Un Women, terzo membro dell’Onu ucciso da Ebola. Negli
Usa, intanto, altre 43 persone che avevano avuto contatti
con Thomas Eric Duncan sono uscite dalla quarantena, e ne
restano 120 sotto controllo: se tutti saranno negativi, il 7 novembre gli Usa potranno tirare un gran sospiro di sollievo.
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Le epidemie di Ebola
Algeria
Egitto
Libia
Arabia
Saudita
Mali
Sudan
Burkina
Faso
Ciad
Niger
Gambia
Guinea Bissau
Guinea
Benin
Gibuti
Nigeria
Sud
Sudan
Togo
Sierra Liberia
Leone
Gabon
“Il virus risveglia
paure ancestrali
Ma medici e fondi
possono fermarlo”
50
Somalia
Uganda
Guinea Equatoriale
Congo
Numero di infezioni per ogni epidemia
250
Etiopia
Camerun
Ghana
Costa d’Avorio
1.000
Yemen
Eritrea
Senegal
2014 (attuale)
Rep. Dem.
delCongo
Congo Ruanda
D.R.
Burundi
8.2
Kenya
[email protected]
Mauritania
Tanzania
1976-2013
Habitat
dei pipistrelli
della frutta
Angola
Malawi
Mozambico
Zambia
Epidemia attuale
(dati Oms aggiornati al 17 ottobre)
Rep. Dem.
del Congo
Senegal
Nigeria
Guinea
Sierra Leone
68
49
1
20
8
Zimbabwe
Madagascar
Namibia
Botswana
LEGENDA
casi , di cui
Swaziland
morti
Lesotho
862
1.519
Sudafrica
3.410
1.200
Liberia
4.262
2.484
ANNA LOMBARDI
CENARIO numero uno, il peggiore: Ebola durerà a lungo e
ucciderà un milione di persone. Scenario numero due, il
migliore: fermiamo Ebola entro tre mesi,
moriranno ancora circa 20 mila persone.
Tutto dipende da come agiremo. Ma anche da come evolverà il virus». Rony
Brauman, esperto di malattie tropicali e
cofondatore di Medici senza Frontiere —
l’ong in prima fila nella lotta all’epidemia
che è anche la più duramente colpita da
Ebola, con 9 volontari morti — non azzarda previsioni. «La mobilitazione c’è:
ma sul campo si vede ancora poco. Dovevano esserci 17 nuovi ospedali sul campo
e non ci sono. E solo un decimo dei soldati promessi da Obama è già arrivato»
Cosa resta da fare?
«La risposta ritardata è stata fatale, ha
permesso all’epidemia di estendersi.
Non possiamo correggere il passato ma
dobbiamo lavorare per tradurre in fatti
le tante cose dette, le strategie elaborate. Tutto è ancora troppo lento. Certo, i
«S
STRATEGIE
I ritardi sono stati
fatali, però il focus
deve restare l’Africa,
altrove il rischio è
quasi inesistente
RONY BRAUMAN
Cofondatore di Msf
governi stanno affrontando terrorismo,
guerre, crisi economica. Ma serve uno
sforzo di risorse e mobilitazione»
I governi sono impegnati affinché il
virus non si propaghi in Occidente...
«Il focus deve restare l’Africa Occidentale: il rischio di avere casi di Ebola altrove è limitato. Il rischio di una epidemia in Europa o Stati Uniti è vicina allo zero. E pensare che da noi migliaia di persone muoiono ogni
anno di altri mali —
L’IN come la tubercolosi —
TER e nessuno se ne preocVI cupa»
Perché Ebola fa
STA
così paura?
«Spaventa per la
sua forma esplosiva. Uccide in pochi giorni, provoca dolori atroci, sanguinamenti. Risveglia paure bibliche di disastri
estremi, punizioni divine. Amplificate
dall’immaginario cinematografico, film
come Contagion o 28 giorni dopo. Certo,
nel passato la peste ha ucciso due terzi
degli europei e la malattia è diventata
una paura ancestrale. Ancora nel Novecento la spagnola ha colpito milioni di
persone. Il nostro dovere è capire la paura senza alimentarla. Dobbiamo aiutare
la gente a razionalizzare».
C’è chi sostiene che Ebola fa così
paura perché viene dall’Africa: non
c’è in questo una forma di razzismo?
«Anche questo non è nuovo. Quando
nell’Ottocento il colera uccise migliaia di
persone in Europa la gente attaccava i
medici ritenendoli responsabili. Qui interviene la paura dell’altro, lo straniero,
il virus che viene da oltre confine. Noi
guardiamo agli africani. Ma fra loro c’è
chi pensa sia un virus portato dai bianchi».
Sappiamo cosa sta succedendo davvero?
«Conosciamo il trend con cui Ebola si
espande. Sappiamo che cresce in Liberia
e Sierra Leone, che è controllata in Guinea e sconfitta in Nigeria. Questi ultimi
500 km
dati sono incoraggianti, vuol dire che in
Africa ci sono governi capaci di controllare e invertire il corso dell’epidemia.
Quanto ai numeri, al momento parliamo
di oltre 4000 morti certe: ma crediamo
siano almeno il doppio. E potrebbero essere ancora di più».
Quali sono le cause remote del virus?
«La deforestazione, l’urbanizzazione
selvaggia, la crescita demografica hanno portato la gente a stretto contatto con
animali contaminati e permesso al virus
di propagarsi più velocemente che in
passato»
A che punto è la ricerca?
«Bisogna investire di più: perché Ebola è solo un campanello d’allarme. Ci sono altri virus pronti a trasformarsi in
epidemie e per gli stessi motivi. Non voglio spaventare nessuno, non sto dicendo che siamo di fronte a nuove potenziali catastrofi. Ma che è una questione seria e per affrontarla serve più ricerca».
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
MONDO
PER SAPERNE DI PIÙ
www.asahi.com/english
http://english.kyodonews.jp
Giappone
NEL MIRINO
A destra, Yuko
Obuchi si inchina
al termine della
conferenza
stampa in cui ha
annunciato le
dimissioni da
ministro
dell’Economia. A
sinistra, la collega
Midori
Matsushima,
ex ministra della
Giustizia
Stop al “governo rosa”
due ministre lasciano
tra scandali e sessismo
Spese pazze e regali sospetti: 246 mila dollari in cosmetici
Ma dietro al rimpasto anche machismo e polemica sul nucleare
FOTO: ANSA
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GIAMPAOLO VISETTI
PECHINO. Il premier giapponese
Shinzo Abe ha già problemi con
le donne. Dopo averne volute
cinque nel suo governo-bis, in
meno di due mesi ne ha perse
due e rischia di dover fare a meno anche della terza. Per Tokyo
è un «terremoto rosa» e quello
che era stato esaltato come il
«nuovo potere delle donne» rischia di franare sotto i colpi del
più conservatore dei maschilismi. La grande fuga ieri in meno
di due ore. L’astro nascente della politica giapponese, Yuko
Obuchi, si è dimessa dal potente
ministero dell’Economia, che
controlla Commercio e Industria. L’ha seguita Midori Matsushima, ministra della Giustizia. I problemi, per Abe, non
sembrano finiti: ad un passo dal-
sa però il sospetto di un pregiudizio maschilista. Il 3 ottobre era
stata al centro di uno scandalo
alla Camera Alta. La sua colpa
era stata di aver indossato un
foulard rosso, vezzo vietato dal
codice di abbigliamento risalente all’epoca imperiale, che impedisce anche di portare in aula
cappelli e cappotti.
Il neonato “governo rosa” in
pezzi è un duro colpo sia per
Shinzo Abe che per le possibilità
di ripresa economica di Tokyo. Il
padre dell’”Abenomics”, crollato nei sondaggi dopo l’aumento
dell’Iva in aprile, il 3 settembre
aveva giocato la carta femmini-
le per rilanciare immagine e consenso. Il rimpasto aveva assegnato a donne cinque ministeri
su diciotto, eguagliando il primato del 2001. Il premier aveva
detto che «il coinvolgimento delle donne è fondamentale per costruire una nazione in cui anch’esse brillino e per stimolare
la crescita». Abe ieri si è assunto
«la responsabilità dei problemi»
e si è scusato «profondamente
per la situazione». Subito riassegnate, a due laureati ad
Harward, le poltrone vuote: all’Economia è arrivato Yoichi
Miyazawa, 64 anni, nipote di un
ex premier, mentre alla Giustizia è stata chiamata un’altra
donna, Yuko Kamikawa, 61 anni, già alle Pari opportunità.
Le ministre dimissionarie
non hanno però ammesso reati,
lasciando intendere che il genere sessuale abbia avuto un ruolo
nell’addio. Yuko Obuchi, fino a
ieri in corsa per la successione ad
Abe, si è limitata a esprimere
rammarico «per non essere riuscita a contribuire alla ripresa
economica e ad una società più a
misura di donna». Dietro la sua
esclusione per eccesso di cosmetici a carico di associazioni pub-
Yuko Obuchi, alla guida
dell’Economia, doveva
gestire il controverso
riavvio delle centrali
Via anche la titolare della
Giustizia, in passato
accusata per un foulard
rosso in Parlamento
l’addio sembra anche Eriko Yamatami, responsabile per gli Affari dei giapponesi rapiti in Corea del Nord, incastrata da una
serie di fotografie ad un raduno
di ultranazionalisti, noti per incitare all’odio razziale contro i
coreani residenti in Giappone.
Yuko Obuchi ha 40 anni, è figlia dell’ex premier Keizo Obuchi, è madre di due figli e fino a
ieri era il simbolo del riscatto delle donne in uno dei Paesi più maschilisti del mondo. Elegante,
star del centrodestra nei talkshow in tivù, è accusata di aver
ceduto alla passione per i prodotti di bellezza. Tra il 2007 e il
2012, quando era parlamentare, secondo l’opposizione democratica avrebbe speso l’equivalente di circa 246 mila dollari di
donazioni in cosmetici e per doni ai suoi fans. Nella borsa della
spesa, creme, rossetti e fondotinta, acquistati negli shopping
centre più lussuosi della capitale. Midori Matsushima, 58 anni,
è sotto accusa invece di aver violato la legge elettorale facendo
regali ai sostenitori. Sempre secondo l’opposizione, avrebbe distribuito ventagli di carta con
impressa la propria immagine
durante una festa nella propria
circoscrizione. Anche su di lei pe-
bliche, peserebbe lo stallo sulla
questione nucleare. La sua immagine glamour di madre di famiglia avrebbe dovuto facilitare
il riavvio dei cinquanta reattori
atomici, spenti dopo il disastro
di Fukushima del marzo 2011.
Oltre metà dei giapponesi resta
però contraria e la prossima
campagna elettorale si annuncia centrata sui temi di sicurezza e sostenibilità dell’energia.
«Non posso permettere — ha
detto ieri Yuko Obuchi — che la
politica economica ed energetica ristagni per colpa dei miei problemi». Silenzio invece da parte
di Midori Matsushima, uscita livida dall’ufficio del premier che
non ha fatto nulla per difenderla
dopo averla scelta per «dare impulso al ruolo femminile anche
nel mercato del lavoro».
Dopo il “sisma rosa” nel governo, temperato solo in parte
da una delle due sostituzionilampo, il Giappone ora si chiede
se l’ascesa delle donne al potere
sia una conquista reale del Paese, oppure solo uno strumento di
propaganda del premier. Un
sondaggio della tivù pubblica ieri sera è risultato impietoso: per
il 78% dei giapponesi la risposta
esatta è la seconda.
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STATI UNITI/1
Inchiesta shock
“Pagate pensioni
agli ex nazisti”
NEW YORK. Decine di criminali di
guerra nazisti hanno sottratto
milioni di dollari alle casse degli
Stati Uniti, continuando a
ricevere la pensione a spese dei
contribuenti americani dopo
aver lasciato gli Usa.
Un’inchiesta dell’Associated
Press, durata due anni, ha
rivelato che il Dipartimento alla
Giustizia aveva usato le
pensioni come merce di scambio
per i nazisti che accettavano di
andarsene. Tra le persone che
hanno ricevuto i benefici ci sono
ufficiali e militari sospettati di
essersi macchiati di crimini di
guerra, membri delle SS,
guardie dei campi di sterminio.
La pensione sarebbe stata
pagata anche ai soldati tedeschi
che parteciparono allo
sterminio del ghetto di
Varsavia.
STATI UNITI/2
Smacco a Obama
parla in Maryland
e la gente se ne va
NEW YORK. Tempi difficili per
Barack Obama. Quando
mancano due settimane alle
elezioni di medio termine,
con i repubblicani sempre
più favoriti, il presidente
americano è protagonista di
un episodio emblematico del
suo momento di crisi: la
platea di sostenitori
democratici si svuota
mentre lui sta ancora
parlando. E' accaduto in
Maryland. Obama stava
partecipando ad un comizio
per sostenere il candidato
democratico alla carica di
governatore, Anthony
Brown, quando una parte del
pubblico, apparsa poco
soddisfatta del suo
intervento, è uscita in
anticipo dalla sala in segno di
disappunto.
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
MONDO
19
PER SAPERNE DI PIÙ
http://www.nytimes.com/
jornada.unam.mx/ultimas
Messico
Il reportage. Iguala, nello stato di Guerrero, è sconvolta dalla violenza. Da settimane
non si sa nulla di 43 universitari che protestavano contro i tagli del governo. E durante le loro ricerche
i contadini hanno scoperto i resti di decine di corpi. Probabilmente le vittime della guerra tra i clan
Studenti scomparsi
e fosse comuni
nella città delle lacrime
controllata dai narcos
RANDAL C. ARCHIBOLD
IGUALA. Armati di pale e picconi, a
LE TAPPE
IL SEQUESTRO
Dopo una giornata
di scontri duri con
la polizia, il 26
settembre 43
studenti
spariscono a
Iguala, nello stato
messicano
di Guerrero
L’INCHIESTA
La sparizione dei
giovani ha spinto le
autorità ad aprire
un’inchiesta, con
l’arresto di almeno
36 poliziotti e 27
membri della gang
dei “Guerreros
Unidos”
IL BOSS
La polizia ha
fermato Sidronio
Casarrubias
Salgado, leader
della gang dei
Guerreros, e ricerca
il sindaco di Iguala,
Jose Luis Abarca
bordo di pick-up ammaccati, i contadini vanno verso una serie di radure sospette in campagna, saltano giù e iniziano a scavare. «Ehi, ecco una costola!», esclama uno degli
uomini, parte di una ronda dei cittadini: estrae quel che sembra un
pezzo di colonna vertebrale. Presto emergono altri frammenti: una
costola? Una rotula? Cinque fosse
comuni sono state già scoperte nella ricerca dei 43 studenti scomparsi un mese fa dopo scontri con la polizia locale; e altrettante fosse segrete come questa sono allo studio
per determinare l’origine dei resti
che esse contengono. Malgrado
l’impegno di centinaia di soldati,
funzionari federali, dipendenti
statali e abitanti locali, la sorte degli studenti resta un mistero. Piuttosto, la caccia ha rivelato qualcosa di altrettanto agghiacciante:
una moltitudine di tombe clandestine con cadaveri ignoti alla periferia della città nasconde a stento
il pesante scotto imposto al Messico dalla criminalità organizzata.
I giovani sono scomparsi dopo
che la polizia locale — accusata di
collaborare con una banda di narcotrafficanti — ha aperto il fuoco e
ucciso sei persone il 26 settembre.
Stando al procuratore di Stato, gli
agenti avrebbero rapito un gran
numero di studenti per consegnarli a una banda. Il presidente
Enrique Peña Nieto assicura che la
ricerca dei ragazzi è la priorità assoluta del governo. In realtà, le ricerche confermano che la crisi del
crimine organizzato in Messico —
con decine di migliaia di morti negli ultimi anni nelle guerre dei narcotrafficanti — è ben più grave di
quanto finora pubblicamente ammesso.
I familiari dei giovani, che frequentavano la facoltà di Magistero e stavano organizzando una protesta contro i tagli all’università, si
tormentano al ritrovamento di
ogni nuova fossa comune. Alcuni
hanno rinunciato alle ricerche,
convinti che una mafia di criminali e politici sappia dove siano i giovani, però non lo riveli. Molti continuano a credere che gli studenti
siano vivi, come i parenti di migliaia di altre persone sparite nella
guerra messicana della droga.
Poco prima che spuntassero le
nuove tombe, María Oliveras, madre di Antonio Santana, uno degli
studenti scomparsi, aveva acceso
una candela e pregato nel campus
dove le famiglie conducono una
veglia costante. «Voglio soltanto
sapere come sta, dov’è e che cosa
fa», dice. «Quando trovano resti
umani, non voglio credere che sia
lui. Devo credere che è vivo, e che
per qualche motivo non l’hanno rilasciato».
Nel primo biennio del mandato,
LA MARCIA
Amici e familiari dei 43
studenti spariti in Messico
marciano per chiederne la
liberazione e per sollecitare
il governo a indagare di più
FOTO: ANSA
Peña Nieto s’è impegnato a ridare
slancio all’economia e ad attirare
investitori stranieri, guadagnandosi il plauso di alcuni economisti
speranzosi in una crescita futura.
Stando ai detrattori, però, Nieto
ha trascurato l’espandersi dell’illegalità in cittadine come questa.
«È l’impunità il primo motivo delle
scomparse», dice Alejandro Hope,
ex agente dell’Intelligence messicana. «In Messico, soltanto un caso
di omicidio su cinque viene risolto.
È colpa dell’impunità, delle istituzioni deboli, e delle ricerche decentralizzate».
Alcuni contadini delle brigate
che cercano gli studenti — auto-
proclamatesi “polizia comunitaria” nel vuoto di autorità del Messico meridionale — contano sulle
soffiate degli abitanti, che, a sentir
loro, non si fidano delle forze dell’ordine.
Chino sulla vanga, Miguel Ángel Jiménez, un capo della polizia
comunitaria, dubita che lì siano se-
polti gli studenti, infatti l’erba è
troppo alta per essere cresciuta in
poche settimane. «Anche se non
sono loro, non possiamo lasciare irrisolto l’enigma di queste tombe»,
dice. «Appena troviamo delle ossa
ci fermiamo, e cediamo il campo ai
periti giudiziari». Ci vorrà qualche
settimana per analizzare i resti
scoperti di recente. Gli inquirenti
confermano: le cinque fosse comuni contengono resti umani, ma per
ora non c’è alcun legame con gli
studenti.
Le squadre di contadini, ricevute nuove soffiate dagli abitanti, ora
battono un sentiero in collina: cercano alcune grotte dove si dice siano stati lasciati dei cadaveri. Per
ora scovano quel che sembra il rifugio di una banda, disseminato di
bottiglie, vestiti usati, candele e
un ritratto di Jesús Malverde, un’icona delle gang. Al ritorno dalla caverna, una guida locale riceve una
telefonata minatoria: «Non andar-
I familiari dei ragazzi
accusano il governo
“Cercateli, diteci dove
sono finiti, e perché”
ci più», gli ripete una voce prima di
attaccare.
Gli studenti frequentavano l’Escuela Normal Rural Raúl Isidro
Burgos, un’università imbevuta di
fermenti e slogan rivoluzionari. Le
famiglie degli scomparsi aspettano lì, bevendo caffè, chiacchierando in piccoli gruppi e dormendo su
materassi sistemati nelle classi e
un po’ ovunque. Secondo alcuni attivisti dei diritti umani, gli studenti stavano organizzando una protesta il 2 ottobre contro i tagli all’università statale, ma pare che si
siano scontrati con la polizia quando hanno cercato di rubare degli
autobus per recarsi alla manifestazione.
«A volte non riesco a star seduta
e pensare», dice una madre. Serra
in pugno un pezzo di carta con la
preghiera per “la Protezione del
Prezioso Sangue di Nostro Signore
Gesù Cristo”. Il marito se la prende
con la farsa delle autorità: «Noi non
possiamo cercare, non conosciamo la zona, e invece loro sanno dove si trovano. Che ci ridiano nostro
figlio».
Ha collaborato Paulina Villegas
(©The New York Times
La Repubblica
traduzione Anna Bissanti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ
www.repubblica.it
La polemica
“Mettiti a dieta”
bufera su Gasparri
per il cinguettio
alla fan di Fedez
IL CASO
In tv col maiale
Littizzetto indagata
“È maltrattamento”
Il vicepresidente del Senato contro il rapper:
“Coso dipinto”. E alla ragazzina
che difende il cantante: “Sei messa male”
SILVIA FUMAROLA
ROMA. Il concetto di “rappresentante delle istituzioni” sfugge al vicepresidente del Senato
Maurizio Gasparri, che ha ingaggiato una guerra via Twitter
col rapper Fedez, idolo degli
adolescenti e giudice di X Factor. Uno scontro che diventa caso politico: il cantante si schiera
contro la manifestazione antiimmigrati di Matteo Salvini a
Milano. Mostra il cartello «#Stopinvasione della Lega NORD! Io
accolgo migranti in casa. Gratis!». Gasparri twitta: «Cioè questo coso dipinto ha avuto qualcosa da ridire?», alludendo ai tatuaggi del rapper. «Indubbiamente quel #cosodipinto ispira
pena, si fa orrore e si nasconde a
se stesso», e ancora: «Uno che
tratta così il suo corpo chissà come ha trattato il cervello, credo
sia già una gioia non essere ridotti come lui». La fan Maria Pia
(foto con Fedez) difende il rapper: «Gasparri, quel “coso colorato” è una persona pulita, a differenza tua che sei sporco e te la
credi perché sei un deputato».
Con rara sensibilità — pochi
giorni fa un ragazzino obeso è
stato seviziato a Napoli — il senatore replica colpendola sul fisico: «Meno droga, più dieta,
messa male».
I social network impazziscono. Roberto Saviano: «Che Corrado Guzzanti avesse ragione
l’ho sempre saputo. Oggi abbiamo le prove. Fuga di cervelli all’estero: Gasparri si scorda il corpo qui». Fedez su Facebook scrive che aiuterà economicamen-
LITE SU TWITTER
Sopra, Fedez.
A sinistra,
lo scambio di tweet
tra Gasparri
e la fan del rapper
te la ragazza se denuncerà il politico. «Gasparri ha visto che era
minorenne, allora possono farti
tutto, anche sputarti addosso.
Questa è la mania di onnipotenza e la mancanza di senso di colpa che affligge taluni tristi per-
sonaggi. Mi sarei aspettato un
passo indietro». Gasparri, che
su Twitter ha dimostrato squisito senso della misura (durante i
Mondiali cinguettò: «Fa piacere
mandare a fare… gli inglesi, boriosi e coglioni»), non fa mezzo
passo indietro. Anzi. «Mi ha offeso, sono io che querelo lei».
«Sarebbe logico chiedere le
dimissioni, no?» incalza Fedez,
«un uomo dello Stato può agire
con questa arroganza? Che insulti me, poco importa. Che usi
gli stessi metodi nei confronti di
una ragazzina non l’accetto. Abbiamo visto dare della “negra”
alla Kyenge, i cori contro i napoletani, ma attaccare una minorenne mai. In una società civile
paghi le conseguenze, Gasparri
non pagherà. Non valgono le
campagne anti-bullismo se un’istituzione può agire così. Se come haters ho i politici significa
che quello che dico arriva. Li avviso: state attenti, i vostri figli
mi ascoltano e il nemico ce l’avete in casa».
MILANO. Luciana Littizzetto è
indagata per maltrattamento
di animali per aver portato a
Che tempo che fa — lo scorso 8
dicembre — un maialino nero
in un carrello. L’iscrizione nel
registro degli indagati è stata
disposta dal pm Ferdinando
Esposito, della procura di
Milano, a seguito di un esposto
della onlus romana Animalisti
italiani. L’associazione cita
nell’esposto le Linee guida per
la tutela degli animali in tv,
firmate anche dalla Rai. «Il
maiale era immobile e
terrorizzata: nonostante il
carrello fosse aperto, non
scappava», ricorda il
presidente della onlus, Walter
Caporale.
(s. d. r.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ
milano.repubblica.it
en.auschwitz.org
L’omicidio di Yara
“Bossetti ancora pericoloso
perché non ha freni inibitori”
E lui: sono già condannato
IL CASO
Via da Auschwitz
l’opera d’arte italiana
“Non è in sintonia
con il museo”
L’installazione rimpatriata
entro la fine di novembre
Si tratta sulla destinazione
Il Tribunale del Riesame: prova del Dna inconfutabile, deve restare in carcere
Lo sfogo del muratore: se la pensano così è inutile che mi facciano il processo
DAL NOSTRO INVIATO
GABRIELE ISMAN
AGLI ARRESTI
Sopra, Massimo Giuseppe
Bossetti. A sinistra Yara
Gambirasio, la 13ene uccisa a
Brembate. Sotto, l’ordinanza
del Tribunale del Riesame
DAI NOSTRI INVIATI
PAOLO BERIZZI
PIERO COLAPRICO
BRESCIA. «Se ritengono che quello è il mio Dna
— diceva ieri Massimo Giuseppe Bossetti in carcere — è inutile che mi facciano il processo». Forse comincia a rendersi conto della situazione
grazie a un’ordinanza lunga 23 pagine, che
sembra un anticipo di ergastolo. Ne basterebbe
una sola frase: «Se il prevenuto fosse messo in
libertà potrebbe, assai facilmente, aggredire
altre giovani con la stessa disinvoltura già manifestata». Resta dunque dentro Bossetti, unico indiziato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
L’ha deciso ieri il tribunale del riesame di Brescia, confermando le prime valutazioni del gip
di Bergamo, Ezia Maccora. Per i difensori, «Bossetti perde le speranze in un processo giusto,
questo lo sta uccidendo giorno dopo giorno».
Ma ecco i punti principali dell’ordinanza.
I legali della difesa:
sta perdendo la speranza,
lo stanno uccidendo
giorno dopo giorno
PRIVO DI SCRUPOLI
Il tribunale ritiene che «persista il rischio di
recidiva», considerate le «crudeli modalità»
dell’omicidio: «Non solo l’autore del delitto agiva in orario serale, approfittando del buio e del
percorso solitario di ritorno a casa di una tredicenne inerme, ma anche si accaniva sulla vittima con plurime coltellate e la abbandonava
agonizzante in area sterrata, tanto che la morte sopraggiungeva per l’effetto congiunto delle numerose lesioni da taglio e dell’ipotermia.
L’indifferenza alla sorte dell’offesa dimostra
un dolo intenso e mancanza del benché minimo
scrupolo, qualunque fosse la ragione per cui
aveva condotto Yara Gambirasio nello sterrato
di Chignolo d’Isola». E il fatto di essere un padre
di famiglia, con un lavoro, «svela ancor di più la
sua mancanza di freni inibitori, in quanto, pur
godendo delle migliori condizioni per condurre
un’esistenza nel rispetto della legge, non aveva remore — scrivono i giudici — nell’infierire
su una minorenne indifesa. Si staglia quindi evidentissima una carenza di capacità di autocontrollo».
LA PROVA REGINA
«Il dato essenziale» mai smontato dalla difesa, nonostante i tentativi di parlare di epistassi
o di complotto ai danni del carpentiere, «è costituito dal rintraccio sul cadavere dell’offesa di
materiale biologico, diffuso sugli slip e sui leggins». Si tratta di un profilo genotipico «straordinariamente di ottima qualità». E siccome Bossetti nei suoi interrogatori «aveva negato qualsiasi conoscenza o contatto con la vittima», l’unico momento del «contatto tra i due soggetti»
è «avvenuto al momento dell’aggressione».
SLIP E LEGGINS
A dare questa certezza ai giudici è anche la
procedura scientifica certosina adottata dai carabinieri del Ris. Hanno fatto 52 prelievi, «fino
a isolare nell’area anteriore destra limitrofa al
lembo tagliato» degli slip, «una diffusa presenza di materiale biologico di un individuo di sesso maschile, commisto al Dna della parte lesa.
Analogamente sui leggins erano campionate
alcune tracce vicino all’inguine destro costituite da materiale biologico misto (12 prelievi) in
cui emergeva (...) un contributo predominante
maschile». E — attenzione — il «profilo genetico estrapolato dai due reperti era il medesimo:
“Ignoto 1”». Sottolineano i giudici: «La modalità prescelta» dal sostituto procuratore Letizia
Ruggeri «per gli accertamenti tecnici su campioni biologici non è sindacabile», perché è il pm
che dirige l’indagine.
APPRODI INCONFUTABILI
L’importante è che gli accertamenti siano regolari e, nonostante le contestazioni dei difensori, «non è dato dubitare — scrive il tribunale
— dell’attribuibilità a Massimo Giuseppe Bossetti dell’omicidio di Yara per le risultanze, allo
stato incontrovertibili, evidenziate a suo carico
GLI INDIZI
fin dal provvedimento genetico». Il test ha individuato 21 marcatori sovrapponibili tra Bossetti e «Ignoto 1», e «questi approdi sono limpidi e inconfutabili».
IL CELLULARE E LE ALTRE TRACCE
C’è di più. In base alle celle telefoniche, recita l’ordinanza, «non sono smentiti gli assunti
per cui il giorno del delitto l’indagato gravitava
nei pressi ed era in condizione di avvicinare la
IL PROFILO GENETICO
A quattro mesi
dall’arresto di
Bossetti, la prova
del Dna resta
ancora la più solida
in mano alla
procura. “Tracce di
ottima qualità”
sottolinea il giudice
LE CELLE TELEFONICHE
L’analisi delle
tracce lasciate dal
cellulare di Bossetti
durante i suoi
spostamenti,
certifica che “il
giorno del delitto
gravitava nei
pressi” di Yara
LA POLVERE DI CALCE
Bossetti fa
il muratore e
sul corpo, sui
vestiti e nelle vie
respiratorie di
Yara sono state
individuate polveri
riconducibili
alla calce
Il 18 ottobre si è serenamente spenta la
Dott.ssa
Anna Maria Gioffrè
di 88 anni
Ne dà il triste annuncio la figlia Ludovica. I funerali avranno luogo in Roma il 21
c.m. alle ore 16 nella Chiesa Cristo Re in
Viale Mazzini.
Roma, 21 ottobre 2014
Il Presidente Paolo Astaldi, il Presidente
Onorario Vittorio Di Paola, i Vice Presidenti Giuseppe Cafiero ed Ernesto Monti, l’Amministratore Delegato Stefano
Cerri, i Direttori Generali, i Dirigenti ed il
personale tutto di Astaldi Spa si uniscono al dolore del Dott. Elio Dell’Erario per la
scomparsa della cara mamma, signora
Pasqualina Carrabs
Roma, 21 ottobre 2014
Paolo e Marina Astaldi sono vicini con
affetto all’amico Elio Dell’Erario per la
perdita della cara mamma, signora
Pasqualina Carrabs
Roma, 21 ottobre 2014
21/10/2011
21/10/2014
“Non c’è immensità
che valga
quanto abbiamo
già vissuto”
(Pablo Neruda)
Alla memoria del pittore
Ignazio Spinedi
dalla moglie Lilli, con amore.
Roma, 21 ottobre 2014
Ciao
Giulio
mi mancherai.
Francesca Nussio
Milano, 21 ottobre 2014
Young & Rubicam e il suo Direttore
Creativo Esecutivo apprendono con
dolore la notizia della scomparsa di
Giulio Romieri
persona cara e professionista indimenticabile nel mondo della pubblicità italiana.
Milano, 21 ottobre 2014
Ciao
Giulio
Massimo Costa e gli amici di WPP si
stringono attorno ai familiari.
Milano, 21 ottobre 2014
21
parte lesa». Così come le tracce di polvere “da
cantiere” portano a pensare a un altro tassello
che va a posto. Ma questi sono elementi di contorno e anche le dichiarazione del fratellino di
Yara, su un uomo con il pizzetto che seguiva la
sorella, «suggeriscono prudenza ed esigono
conferme ulteriori», anche per «le incoerenze
del narrato». Insomma, il Dna basta e avanza
come prova pesantissima.
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Ciao
Giulio
Grande Uomo. Sei sempre stato nel mio
cuore e lo sarai per sempre.
Federico Fasolino
Milano, 21 ottobre 2014
Il marito Luciano, i figli Stefania con Gino e Luca con Carlotta annunciano la incolmabile perdita della cara
Clara Susini
in Nesi
I funerali partiranno da via della Certosa
16, oggi, 21 ottobre alle ore 13.45 per la
Chiesa di San Bartolomeo della Beverara dove, alle ore 14.15, sarà celebrata
la Santa Messa di commiato.
Bologna, 21 ottobre 2014
O.F. Tarozzi-Armaroli Tel 051-432193
Bologna
Norina con Fabrizio, Jacopo e Chiara partecipa al dolore per la perdita della sorella
Clara
Firenze, 21 ottobre 2014
Maurizio con Antonietta e le figlie Cristiana, Sarah e Valentina sono vicini nel
dolore a Luciano, Stefania e Luca per la
perdita di
Clara
Firenze, 21 ottobre 2014
O.F. Tarozzi -Armaroli Tel 051-432193
Bologna
Dopo una breve malattia è spirato serenamente l’ingegnere
Giampiero Tassinario
Ne danno il triste annuncio a tutti coloro
che lo hanno conosciuto e stimato, la
moglie AGNESE CINI, le figlie GINEVRA
con il marito PIETRO NICCOLI, CHIARA
con il marito, LUIGI DI TONDO e il figlio
FRANCESCO. Un saluto in memoria si
terrà presso le Cappelle del Commiato
di Careggi via delle Gore 60 - Firenze,
mercoledì 22 ottobre, alle ore 14.00.
Firenze, 21 ottobre 2014
Ofisa Viale Milton 89 (FI)
055/489802
Tomaso Tommasi
improvvisamente ci ha lasciati il giorno
18 ottobre 2014.
La mamma, i fratelli, i nipoti non ti dimenticheranno mai e sono affettuosamente vicini alla cara Gabriella.
Firenze, 21 ottobre 2014
La moglie BILLI e i figli MARCO e TEO
con le loro famiglie annunciano con
profondo dolore la morte del
Prof. Arch.
Piero Paoli
Bagno a Ripoli, 21 ottobre 2014
Spagnoli Grassina
055/640061
Mirella Savorelli con Lorenzo, Pietro,
Annarita ed Elena piangono con i familiari la perdita di
Piero Paoli
un uomo coraggioso, un intellettuale, un
carissimo amico.
Firenze, 21 ottobre 2014
Loris, Valeria, Raffaella partecipano al
dolore di Billie e famiglia per la perdita
del collega e amico
Professor
Piero Paoli
Firenze, 21 ottobre 2014
“Lungo la notte continuo a cercare
l’amore dell’anima mia”
Palma
Francesco Malfatti
Deputato al Parlamento
2009 - 21 Ottobre - 2014
AUSCHWITZ. Via l’installazione
italiana da Auschwitz perché
non corrisponde ai criteri
pedagogici e illustrativi indicati
negli ultimi anni dalla direzione
del museo dell’ex campo di
concentramento polacco. Entro
il 30 novembre l’Associazione
nazionale ex deportati
rimpatrierà l’installazione che
fu inaugurata nel 1980 e a cui
lavorarono su richiesta
dell’Aned tra gli altri Primo
Levi, Lodovico Barbiano di
Belgiojoso, Nelo Risi, Luigi
Nono e Pupino Samonà: troppo
opera d’arte quella spirale, con
simboli politici come la falce e il
martello non graditi nemmeno
al governo polacco che ha
avallato la scelta della direzione
per rimuoverla. E mentre
l’Aned, come conferma anche
la consigliera Grazia Di Veroli, è
già in trattative per portare
altrove l’installazione (la
Regione Toscana e le città di
Torino e Bergamo la
vorrebbero), sarà Palazzo Chigi
a indicare come procedere per
non perdere quelle stanze nel
blocco 21 che altri Paesi
(l’Ucraina, per esempio)
vorrebbero all’interno del
museo di Auschwitz. Dalla
Polonia — dove ha
accompagnato il sindaco
Ignazio Marino e 144 studenti
romani nel tradizionale Viaggio
della Memoria organizzato dal
Campidoglio — è stato
Riccardo Pacifici, presidente
della comunità ebraica
romana, a ringraziare il
sottosegretario Graziano Del
Rio, incaricato di risolvere il
problema. «Con la mediazione
del governo — ha detto Pacifici
— si è trovata la soluzione per
quel memoriale che, a parte
una scritta di Primo Levi, nulla
racconta della deportazione
italiana. Ora sarà possibile
costruire un comitato con
l’Unione delle comunità
ebraiche italiane per
sviluppare un’opera di
narrazione sul modello di
quelle che vediamo qui per altri
Paesi come la Francia». E anche
Marino ha chiesto che il museo
della Shoah che nascerà a Villa
Torlonia tragga ispirazione da
quel padiglione, magari anche
con i contributi degli studenti
che in 20 anni hanno
partecipato ai Viaggi della
Memoria.
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Viareggio, 21 ottobre 2014
800.700.800
ACCETTAZIONE
TELEFONICA NECROLOGIE
IL SERVIZIO È OPERATIVO
TUTTI I GIORNI
COMPRESI I FESTIVI DALLE 10 ALLE 19:30
Operatori telefonici qualificati
saranno a disposizione
per la dettatura dei testi da pubblicare
Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere
pronto un documento di identificazione per poterne
dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)
PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO:
VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ
A.MANZONI&C.
IL TUNNEL
L’installazione a spirale
che introduce al blocco
21 di Auschwitz: presto
riportata in Italia
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
CRONACA
23
PER SAPERNE DI PIÙ
inchieste.repubblica.it
www.promuovitalia.it
L’inchiestaFinanziamenti destinati alle Regioni per investire
in mestieri innovativi e sui giovani. Gestiti da Promuovitalia e finiti in parte
I fondi Ue per
nelle tasche di imprese amiche che usavano la formazione
nel turismo
manodopera a basso costo. Nel mirino
il braccio operativo dell’Enit, in liquidazione,
al centro di tre indagini della procura di Roma
AFFITTI PAZZI
I fondi del progetto
"Formazione&Sviluppo"
sono veicolati attraverso
la società Promuovitalia
Sessantenni assunti
come apprendisti
lo spreco da 90 milioni
dei fondi per il turismo
DANIELE AUTIERI
ROBERTA REI
ROMA. Antonio ha 62 anni e fa il
cameriere d’albergo a Pompei.
Svetlana, una signora russa di 57
anni, lavora in un grosso centro
turistico di Reggio Calabria. Maria, raggiunti i 60, è stata arruolata in un ristorante nel cuore di Napoli. A 63 anni, Giuseppe ha realizzato il suo sogno: “studiare” da
pasticcere in un bar del comune di
San Rufo, in provincia di Napoli.
Nomi di fantasia, storie vere che
raccontano come sono stati spesi
i soldi comunitari destinati alla
formazione di professioni innovative nel settore del turismo. Non
giovani con una prospettiva di
Invece di start up e
portali la selezione delle
aziende ha privilegiato
centri estetici e ristoranti
crescita e inserimento lavorativo,
ma ex-massaie, disoccupati o pensionati ai quali è stata data una seconda opportunità. La loro è una
partita che vale 90 milioni di euro,
gestita da Promuovitalia (società
pubblica controllata al 100 per
cento dall’Enit) e iniziata nel
2005 sotto il cappello del progetto “Sviluppo&Formazione” che
prevedeva lo stanziamento di fondi comunitari e dello Stato italiano (ripartiti al 50 per cento) per
inserire nel mondo del lavoro le
categorie più svantaggiate del
Sud.
Ma negli anni i propositi sono
naufragati, alimentando una fucina di manodopera a basso costo,
sfruttata per far girare gli ingranaggi di imprese amiche. Solo nel
2014 sono oltre 1.000 i tirocinanti impegnati nel progetto e per
ciascuno di loro è prevista un’indennità di partecipazione di 750
euro lordi pagata dalla Ue e dallo
Stato. L’impresa, da parte sua,
non tira fuori un euro, anzi riceve
un’indennità di 300 euro come
rimborso per il tutoraggio. A beneficiare di questa manodopera
sono quindi le aziende, per la mag-
gior parte grosse catene alberghiere del Sud, come il Grand Hotel Baia Verde di Acicastello, in Sicilia, che grazie al progetto ha arruolato ben 7 camerieri. E così, invece di start up, produttori di contenuti digitali, portali web, la selezione delle imprese ha privilegiato
bowling, centri estetici, bar, pasticcerie, hotel, ristoranti. Tutti ufficialmente impegnati a formare
“figure innovative” così come deve aver fatto l’Istituto superiore di
scienze religiose di Reggio Calabria dove, tra volumi in latino e immagini di santi, sono finiti due tirocinanti, un archivista e un addetto al museo, beneficiari dei fondi distribuiti a pioggia dalla generosità di Promuovitalia.
IL SISTEMA
Quello di Reggio è solo un caso
su mille, e forse il meno eclatante,
pescato all’interno di una giostra
di sprechi, clientele e prebende
che va avanti da anni e che non accenna a diminuire neanche oggi,
dopo che il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha
commissariato l’Enit e messo in li-
APPROFONDIMENTI
Disponibili
oggi su
“Re- Le inchieste”
tutti i materiali
e i video
esclusivi su
Promuovitalia
quidazione Promuovitalia, suo
braccio operativo. Tutta la storia è
scritta in un documento riservato
(di cui Repubblica è in possesso)
che certifica come negli ultimi anni sono stati spesi i soldi dell’Unione europea per circa 10.000 tirocini formativi. Denari che arrivano
a Promuovitalia insieme ai fondi
dello Stato italiano e che vengono
poi dirottati a beneficio dei tirocinanti, scelti insieme all’azienda
che li formerà. Questo solo in teoria. Perché oggi, a fronte dell’errato utilizzo dei fondi, è reale il rischio che l’Unione decertifichi la
spesa e che si sfili dalla concessione della sua parte, lasciando allo
Stato italiano l’intero peso finanziario dello stanziamento.
Sono destinati alla formazione
di figure professionali
innovative: esperti di ecommerce,
sviluppatori di app, energy
manager nel settore del turismo
La società, controllata
da Enit, individua i tirocinanti
e le aziende beneficiarie del progetto
Il tirocinante
ottiene un contributo condiviso
al 50% dall'Unione europea
e dallo Stato italiano
In caso di tirocinio al di fuori
della provincia di nascita,
il progetto prevede anche
l'assegnazione di un alloggio
I numeri
90 milioni
Il costo dei corsi di formazione
dal 2005 finanziati con i Fondi
europei per lo sviluppo
regionale (Fesr)
10 mila euro
Il costo del singolo
tirocinante
300 euro
Il rimborso a ciascuna
azienda per tirocinante
750 euro lordi
al mese l'indennità
di partecipazione
per tirocinante
6000
I percorsi formativi previsti
dal 2009 a oggi
2500
I tirocini oggi in corso
che si concluderanno
entro giugno 2015
1000
I tirocinanti coinvolti
nei progetti nel 2014.
Provengono da 4 regioni
sostenute dall'Ue: Calabria,
Campania, Puglia, Sicilia
Il business degli affitti
360 mila euro
Gli affitti pilotati a Piacenza
per le abitazioni
dei tirocinanti
oggetto di un'inchiesta
I soldi dell’Ue sono finiti in tanti rivoli e il ventaglio degli sprechi
e delle clientele ha coinvolto ogni
voce di spesa, compresi gli affitti
per i tirocinanti fuorisede. Nella
gestione tutta personale dei soldi
pubblici accade infatti che un dirigente di Promuovitalia dirotti un
piccolo esercito di tirocinanti nella sua Piacenza riuscendo a farli alloggiare nelle case intestate a sua
madre. Un gioco facile, in parte
continuato anche dopo il decesso
della signora, che funziona in questo modo: lo Stato e l’Ue pagano
l’alloggio ai giovani provenienti
da altre province per essere formati, e ad incassare c’è lo stesso dirigente che gestisce il progetto.
L’uomo si chiama Antonino Bussandri ed è oggi indagato nell’ambito di uno dei filoni d’inchiesta
aperto su Promuovitalia. Il dirigente dovrà giustificare agli uomini della Guardia di Finanza i circa 360mila euro guadagnati negli
anni grazie all’affitto degli appartamenti. La strana vicenda è stata
peraltro denunciata oltre un anno
fa al consiglio di amministrazione
dell’azienda, senza però che questo sia intervenuto per prendere
provvedimenti o sanzionare il manager. Anzi, il dirigente che aveva
sporto denuncia è stato prima ridimensionato nei poteri e in seconda battuta licenziato.
GIOCHI DI POTERE
Lo scontro tra i manager, il buco di bilancio, i tanti casi di sprechi
più o meno certificati hanno portato due settimane fa gli uomini
della Guardia di Finanza negli uffici di Promuovitalia a largo Chigi
per raccogliere carte e documenti
utili alle tre inchieste aperte dalla
Procura di Roma sulle vicende interne all’azienda. Al centro delle
indagini c’è sia il caso degli affitti
pazzi che quello più generale dell’utilizzo dei fondi europei nelle regioni del Sud, oltre alla verifica di
un potenziale buco di bilancio da
11 milioni di euro. Il pentolone comincia a bollire e giovedì scorso
l’onorevole Francesco Ferrara di
Sel ha presentato un’interrogazione parlamentare diretta al ministro Franceschini per chiedere
Sperperi e clientele
hanno coinvolto ogni
voce di spesa compresi
gli affitti dei fuorisede
chiarezza su tutte le criticità
emerse, dai fondi spesi fino al
mancato pagamento dei lavoratori di Unicity, l’azienda che per conto di Promuovitalia si occupa della
gestione del sito Italia.it, dal quale ieri si è dimesso il direttore Arturo Di Corinto, in polemica per il
mancato pagamento degli stipendi. Tutto questo ha contribuito ad
alimentare le faide interne che da
anni minano i rapporti tra ministero, Enit e Promuovitalia. L’attuale liquidatore di Promuovitalia, il commercialista Antonio
Venturini, deve infatti far luce sull’ultima gestione dell’azienda,
quella che ha visto come protagonisti l’ex-presidente Costanzo
Iannotti Pecci, presidente di Federterme e nominato in quota
Confindustria, e il suo vice Massimo Ostilio, già portavoce di Clemente Mastella e assessore al Turismo della Regione Puglia. Oltre
a loro, però, lo scontro tra i manager e lo scarico delle responsabilità è ai massimi livelli, ma saranno solo le indagini giudiziarie a
mettere la parola fine alla vicenda.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ
www.comune.matera.it
ferrovieappulolucane.it
La storia
epitaffio: «Per questo progetto al
momento tutti i lavori sono sospesi».
Matera non avrà i convogli di
Trenitalia entro il 2019, quando
vestirà i panni della capitale europea della cultura. Forse non li avrà
mai. «Non ci interessa nemmeno
più quel rudere di stazione — sbotta Nino Paternoster del comitato
Matera2019 — abbiamo in programma 600 milioni di euro di investimenti in infrastrutture, raddoppieremo le corsie della strada
che porta a Bari, allargheremo le
due statali che vanno a Gioia del
Colle e Ferrandina. Le navette con
l’aeroporto Bari Palese al momento sono tre, ma le faremo diventare quindici, copriranno la distanza
in 50 minuti. E poi i treni, Matera,
ce li ha già».
È vero. Sono i vecchi Fiat diesel a
due e quattro vagoni delle Fal, le
Ferrovie Appulo Lucane (di proprietà del ministero dei Trasporti)
che arrancano fino al capoluogo,
tra olivi e mandorli, su un binario a
scartamento ridotto, uno dei pochi
che non è stato smantellato dopo la
Seconda Guerra Mondiale. Fu
inaugurato nel 1915. Difficile immaginare che la gran massa di turisti arriverà a bordo di quei trenini, se non cambieranno le cose.
Attualmente ce ne sono solo 13
che, nell’arco della giornata, servono Bari e Matera. Ci mettono
un’ora e 40 per fare una settantina
di chilometri, fanno 15 fermate,
nelle ore di punta molti passeggeri devono stare seduti a terra o in
piedi nel corridoio. E c’è da sperare
pure di trovarsi nella parte giusta
del convoglio, perché ad Altamura
il trenino si divide in due, la testa
va a Matera, la coda a Gravina. Al-
I treni perduti di Matera
capitale della cultura
senza la stazione
La città dei Sassi è l’unico capoluogo tagliato fuori dalla rete Fs
Dal 1986, data di inizio dei lavori, si sono sprecati 270 milioni
LA NOMINA
DAL NOSTRO INVIATO
FABIO TONACCI
MATERA. Per le Ferrovie dello Stato Matera non esiste. Cancellata. Il
nome della futura capitale europea della cultura non appare in
nessun tabellone delle partenze.
Non viene mai pronunciato dalla
voce metallica degli speaker nelle
stazioni. Inutile pure cercarlo tra le
destinazioni sul sito di Trenitalia
dove si comprano i biglietti online:
“Nessuna soluzione trovata”. La
città dei Sassi, il patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco,
è l’unico capoluogo d’Italia tagliato fuori dalla rete ferroviaria nazionale. Benvenuti a Matera, dove
il binario che non c’è porta alla stazione mai aperta.
Questa che da altre parti suonerebbe come un paradosso, una fra-
IL RISCATTO
Il sindaco di Matera Salvatore
Adduce stringe la mano al
ministro Franceschini dopo
la designazione di Matera a
capitale europea della cultura
nel 2019
A funzionare qui
è solo un trenino per
i pendolari che fa 60 km
in quasi due ore
se ad effetto, qui è la realtà. Perché
uno scalo targato Fs, Matera, ce
l’ha. Basta scendere in località “la
Martella”, a pochi minuti dal centro, per goderselo in tutta la sua incompletezza. Centinaia e centinaia di metri quadrati di piazzale,
l’ipotetico parcheggio, nel mezzo
del quale si erge la stazione rivestita in pietra: le porte sono murate, le pensiline cadono a pezzi, nei
due solchi per i binari crescono
sterpaglie alte due metri. Abbandonata e in rovina. Presenza ormai
accettata dai 60mila materani,
che tra cinque anni vedranno arrivare, quasi tutti in macchina o in
pullman, almeno 5 milioni di turisti.
Già così, fa male. E però dallo
scalo mai aperto si allunga una lingua di cemento di 29 chilometri,
che passa davanti alla Cripta del
Peccato Originale sfregiandone la
bellezza, attraversa colline su pon-
25
ti con pilastri di trenta metri e campate di acciaio, taglia tutta la valle
del Basento con una cicatrice di calcestruzzo, si infila in una galleria
lunga 11 chilometri sotto il bosco
della Manferrana fino a sbucare a
Ferrandina. Un vilipendio alla Basilicata che rimarrà tale, perché
dal 1986, data di inizio lavori, le Fs
non sono state in grado di completare l’opera con rotaie e cavi elettrificati. Dunque la linea che doveva collegare Matera e creare un
corridoio fino a Napoli, è rimasta
incompiuta.
«Un progetto nato male e finito
peggio», sostiene Pio Acito, architetto di Legambiente, che ha seguito la storia maldestra della Ferrandina-Matera fin dalla sua genesi. «Già allora pareva inutile, perché poco fruibile. Sarebbe stato
meglio seguire un percorso diverso, collegare Metaponto sullo Ionio
allo snodo di Foggia, passando per
Matera». I lavori sono andati avanti a passo di lumaca: le aziende ingaggiate fallivano una dopo l’altra, per colpa degli eccessivi ribassi nelle gare d’appalto. La costruzione della galleria Miglionico, scavata nel terreno argilloso e resa fragile da gas sotterranei, fu un
disastro e comportò un incremento di spesa di decine di miliardi di lire e il giorno del varo del ponte di
ferro sul fiume Bradano la struttura si piegò. «Costò alle casse pubbliche 115 miliardi di vecchie lire»,
ricorda Acito. Secondo altri calcoli,
la spesa complessiva della Ferrandina-Matera ammonta a 530 miliardi di lire (270 milioni di euro).
Nel 2007 la ferrovia morta sembrò risorgere, ma fu un fuoco di paglia. La regione Basilicata e il ministero delle Infrastrutture conclusero un accordo per completarla,
«entro il 31 dicembre 2008» con i
fondi delle aree sottosviluppate.
Non si è mossa una ruspa. Ormai
era evidente a tutti che fosse un affare in perdita. Le Fs hanno recentemente dichiarato che per completare l’opera servirebbero altri
150 milioni di euro, che non hanno.
Aggiungendo una frase che sa di
Ma il comitato promotore
della candidatura
promette 600 milioni
in infrastrutture
L’INCOMPIUTA
Matera. In alto, il ponte della ferrovia
dove dovevano passare i binari delle
Fs e la rete elettrica aerea. Qui sopra,
le sterpaglie che crescono dove
avrebbero dovuto sorgere
i binari e ancora la stazione di Matera
mai completata ormai in
abbandono
le biglietterie è vietato pagare con
carte di credito e bancomat: accettano solo i contanti (9,80 euro andata e ritorno). «È la ferrovia calabro-lumaca — scherza Giuseppe
Appella, creatore e direttore del
Musma, il museo della scultura
contemporanea — abbiamo un
problema di accessibilità, è vero.
Ma mancano ancora cinque anni, e
non è il caso di lamentarsi per la
stazione delle Fs mai aperta. Le
Fal, ad esempio, possono diventare una sorta di “metropolitana”
molto efficiente, se aumenteranno le corse». Intanto però non fanno servizio su rotaia di domenica e
nei festivi. Suppliscono con i pullman. Quello da Potenza delle
14.24, per dire, ci mette 3 ore e 55
per arrivare a Matera e prevede 4
cambi. Insomma, la capitale europea è fatta, il problema ora è portarci l’Europa.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
28
Economia
CONTATTI
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FINANZA&MERCATI
FTSE MIB -0,86% ▼ DOW JONES + 0,11% ▲ EURO DOLLARO 1,2796 ▲ PETROLIO BRENT 85,47 $ AL BARILE ▼ TASSI ITALIANI A 10 ANNI 2,59% ▲
IL PUNTO
VITTORIA PULEDDA
Il Btp Italia “tirchio”
non scalda il popolo
dei risparmiatori
solo con l’inflazione
diventerà attraente
Nel primo giorno di collocamento
sono stati raccolti 3 miliardi, la metà
della precedente emissione al 2020
MILANO. Non è un affare, anche
se con i tassi che ci sono in giro
non si tratta nemmeno di una
fregatura. Però con questo
nuovo Btp Italia il Tesoro non è
stato davvero generoso (la
cedola minima reale, lorda, è
dell’1,15%) e ieri, a chiusura di
mercato, in quella fascia di
durata si trovavano anche
rendimenti un po’ più alti: lo
stesso Btp Italia (legato
all’inflazione domestica) emesso
nell’aprile scorso - con scadenza
2020 - offriva un rendimento
pari all’1,131%. Per non parlare
dei Btp “semplici” (senza legami
con l’andamento dei prezzi): la
scadenza settembre 2020 aveva
un rendimento dell’1,572%
mentre quello che scade qualche
mese prima, nel marzo 2020,
rendeva l’1,414%. E’ vero, questi
ultimi due in caso di inflazione
sono destinati a perdere terreno
in termini di prezzo e, in sei anni
(tanto dura il Btp Italia) qualche
ripresa dei prezzi è ragionevole
attendersela (oltre che
Mps torna nella bufera
la Borsa teme i test Bce
“Voci senza riscontro”
Il titolo cede il 16 per cento in una settimana
Cda il 28 per i rimedi: pronta la vendita di Consum.it
MILANO. Il nervosismo sale. Mancano due giorni alla
comunicazione degli esami della Bce e dell’Eba ai primi 128
istituti europei, cinque alla loro diffusione pubblica. Tra le
banche più attese c’è Monte dei Paschi, reduce da quasi tre anni
di dura ristrutturazione dopo i guasti della gestione 2006-2011 di
Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Ma la banca senese, dopo un
maxi aumento da 5 miliardi a luglio per rimborsare 3,5 miliardi
di prestito del Tesoro, sembra tornata nella bufera. Almeno a
giudicare dalla quotazione, in caduta da giorni e ieri scesa a 0,835
euro (-1,88%), dopo una sospensione mattutina al ribasso. La
capitalizzazione è ormai di 4,27 miliardi. A spaventare i venditori
è l’ipotesi che Mps possa accusare un deficit patrimoniale dopo i
test sovrapposti, sulla qualità degli attivi e sugli scenari di crisi.
L’incertezza è grande: gli operatori stimano una forchetta tra
mezzo miliardo e 1,7 miliardi di deficit di carenze. «Ammontari
I PUNTI
AL TESORO
Maria
Cannata,
direttore
generale del
ministero
del Tesoro
per il debito
pubblico
auspicabile) e in questo caso il
Btp Italia offre protezione e
rendimento aggiuntivo. Inoltre,
è vero che un potenziale
investitore che avesse voluto ieri
sfruttare la leggera convenienza
del Btp Italia di aprile si sarebbe
trovato a pagare le commissioni
bancarie (o postali) per la
sottoscrizione mentre il nuovo
titolo non le ha (in fase di
sottoscrizione) annullando così
lo scarto di rendimento (nel
breve termine); infine, così
facendo avrebbe rinunciato al
piccolo extra-guadagno (il
premio di fedeltà del quattro per
mille, a scadenza, per chi tiene i
titoli fino all’ultimo momento).
Però resta il fatto che questo Btp
Italia non scalda il cuore ed
evidentemente nemmeno il
portafoglio, se è vero che nella
prima giornata sono stati
prenotati titoli per 3 miliardi, la
metà di quanto era stato
richiesto nell’altra emissione.
Ma difficilmente il Tesoro, a fine
periodo, alzerà la cedola fissa: ha
già collocato circa il 90% del
budget annuale di
finanziamento, dunque non ha
bisogno di far cassa. Del resto,
per il risparmiatore prudente
l’1,15% di cedola minima può
essere una scommessa
interessante sul futuro
andamento dell’inflazione (che
come obiettivo Bce resta al 2%
annuo).
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che non trovano riscontro nella documentazione parziale e
comunque preliminare finora ricevuta», ha dichiarato la banca.
Ma è un fatto la convocazione di un cda a Rocca Salimbeni
martedì prossimo il 28. Ed è una conferma che,
quando domenica 26 saranno diffusi i dati dei
LA due test di vigilanza, la banca potrebbe avere
GIOR cose rilevanti da comunicare, e in fretta, al
Tra queste, è in rampa di lancio la
NA mercato.
cessione di Consum.it, società senese di
TA credito al consumo. Una piattaforma con
annessi 2-3 miliardi di crediti in bonis per cui si
profila la concessione dell’esclusiva alla cordata tra Deutsche
Bank e fondo High Bridge.
(a.gr.)
A Siena i derivati fanno ancora danni
Rischio nuovo salasso da 600 milioni
IL RETROSCENA
ANDREA GRECO
LA VIGILANZA
A Pasqua 2014
Bankitalia (in foto
Ignazio Visco,
governatore) ha
suggerito a Mps di
ampliare l’aumento
da 3 a 5 miliardi,
prima del rimborso
dei Monti bond
LA COMMISSIONE
Nell’autunno 2013
la Commissione
europea (in foto il
commissario
Joaquin Almunia)
chiese a Mps di
raddoppiare
la ricapitalizzazione
a 2,5 miliardi
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MILANO. A Siena il passato è un
film che non passa mai. Non solo
per le strette viuzze e le contrade
attorno al Campo. La persecuzione del passato pervade la banca
cittadina, che fatica a voltare pagina dopo il decennio di dissipazioni finito in dramma nel 2011.
Quasi tre ne sono passati, sotto la
guida dei due “foresti” Fabrizio
Viola e Alessandro Profumo. Ma
né il risanamento, né la dieta di rischi e impieghi hanno ridato all’istituto reddito e solidità patrimoniale. Ora in città, come sul mercato, si teme che tra pochi giorni
la vigilanza bancaria europea
possa infierire ancora, come fece
un anno fa la Commissione europea.
Emblema del passato che non
passa sono anche i derivati
Alexandria e Santorini, micidiali
strumenti appiccicati a 5 miliardi
di Btp con cui l’ex gestione occultò perdite che ne avrebbero
anticipato la cacciata. È bene ricordare che quei contratti restano tuttora aperti per 3 miliardi:
nel febbraio 2013 il nuovo management li ha solo svalutati e depurati da “errori” (così crebbe di
500 milioni la richiesta di Monti
bond). Da allora stanno nei conti
della banca, sminati dal rientro
del rischio sovrano italiano. È bene ricordare, poi, che Mps ha sostenuto una diatriba tecnico-contabile per appostare quei miliardi di derivati come crediti, in virtù
di effettive linee di finanziamento che quei prodotti incorporano.
Un’impostazione accettata da
Bankitalia e Consob, ma rifiutata
da Tribunale del Riesame di Siena, Commissione europea, Ifrs e
Bafin tedesca. Come sa Deutsche
Bank, costretta a contabilizzare
Santorini come derivato. In questi giorni, negli ambienti bancari
di Francoforte, si dice che dal 4 novembre la vigilanza unica della
Bce potrebbe chiudere la diatriba
chiedendo a Mps di portare a conto economico il valore di mercato
di quei derivati, con ciò facendo
emergere circa mezzo miliardo di
nuove perdite. Dalla banca senese non è stato possibile avere
commenti a riguardo. Al 30 giugno 2014 l’ammanco di capitale
di quei derivati era circa 500 mi-
lioni, che diventerebbero quasi
600 per il peggiorato differenziale Btp-Bund. Una buona fetta dell’ipotetico deficit patrimoniale
che fa tremare Mps potrebbe,
dunque, celarsi qui.
Proprio dei derivati si è tornati
parlare al foro di Siena il 10 ottobre, quando la difesa di Antonio
Vigni ha fatto emergere nuovi, sinistri dettagli sul dossier. L’ex dg
del Monte è accusato, con l’ex
presidente Giuseppe Mussari e
l’ex capo area finanza Gianluca
Baldassarri, di ostacolo alla vigilanza per avere occultato il mandate agreement, contratto stipulato da Mps con Nomura che “associava” in un quadro unico le
operazioni in derivati (su cui Siena guadagnava) e i Btp le cui ricche cedole erano retrocesse ai
giapponesi. Da un’ispezione di
Bankitalia dell’11 maggio 2010,
depositata dalle difese di Vigni e
finora inedita, si legge in sette pagine che la vigilanza aveva già da
allora individuato le operazioni
anomale in Btp/Repo con Deutsche Bank e Nomura, ma anche
che Via Nazionale aveva individuato come l’operazione fatta
con i tedeschi servisse a compensare perdite di Santorini. «Il
Btp/Repo di dicembre 2008 era
contemporaneo a un altro di pari
importo intercorso tra Deutsche
Bank e la controllata Santorini,
Molto dipenderà da
come l’Eurotower farà
contabilizzare i contratti
Santorini e Alexandria
con funding ancorato a fattori in
gran parte antitetici. Il positivo
esito finale della 2° operazione
compensava le perdite allora in
formazione di un collar equity
swap tra i due soggetti». Quel verbale gli ispettori lo consegnarono
a Mps, a disposizione degli amministratori. Perché quindi il
nuovo management affermò di
avere “scoperto” Santorini solo
dopo aver rinvenuto (il 10 ottobre 2012) nella cassaforte murata di Vigni il mandate agreement
su Alexandria? La prima sentenza su Alexandria è attesa il 31 ottobre, quattro giorni dopo gli esiti degli stress test, quattro giorni
prima l’avvio della vigilanza Bce.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
I PEGGIORI
IERI
FTSE MIB..........................18540,10
FTSE IT ALL .....................19611,88
FTSE IT STAR..................16779,58
FTSE IT MID ....................23865,99
COMIT .................................1006,26
FUTURE ............................18517
(-0,86%)
(-0,82%)
(+0,41%)
(-0,31%)
(+0,75%)
(-0,81%)
FTSE MIB
Var.%
MEDIASET.........................................................-4,29
WORLD DUTY FREE .......................................-3,98
UNIPOLSAI .......................................................-3,09
PRYSMIAN ........................................................-2,90
SAIPEM ..............................................................-2,88
TITOLI DI STATO
RENDIMENTO
BTP (10 ANNI) ........................................2,59
SPREAD SUL BUND ...............................174
I MIGLIORI
FTSE MIB
Var.%
POP.EMILIA ROMAGNA.................................1,44
BANCO POPOLARE .........................................0,98
MEDIOBANCA ..................................................0,87
AUTOGRILL........................................................0,64
TELECOM IT .......................................................0,58
PRINCIPALI TITOLI DEL MERCATO AZIONARIO
TITOLO
A2A.....................................................................0,724
ATLANTIA......................................................17,590
AUTOGRILL......................................................5,465
AZIMUT ..........................................................17,440
BANCA GENERALI.......................................19,300
BANCO POPOLARE.....................................11,390
BCA POP.MILANO..........................................0,575
BUZZI UNICEM.............................................10,280
CAMPARI ..........................................................5,335
CNH INDUSTRIAL...........................................6,080
ENEL...................................................................3,662
ENEL GREEN PW .............................................1,819
ENI....................................................................15,990
EXOR ...............................................................28,020
FCA-FIAT CHRYSLER AUT............................7,230
FERRAGAMO ................................................18,560
FINMECCANICA .............................................6,865
GENERALI ......................................................15,160
GTECH ............................................................18,400
INTESA SANPAOLO.......................................2,174
LUXOTTICA ...................................................36,920
MEDIASET ........................................................2,544
PR. RIF €
-1,70
-0,57
0,64
0,52
-1,03
0,98
-0,09
0,19
0,28
-2,72
0,33
-0,82
-2,26
-1,06
0,35
-0,91
0,44
-0,26
-0,54
-0,82
-0,75
-4,29
TITOLO
MEDIOBANCA ................................................6,355
MEDIOLANUM................................................5,040
MONCLER......................................................10,410
MONTE PASCHI SI..........................................0,836
PIRELLI & C.....................................................10,570
POP.EMILIA ROMAGNA...............................5,980
PRYSMIAN.....................................................13,060
RCS MEDIAGROUP ........................................0,901
SAIPEM...........................................................15,200
SNAM.................................................................4,050
STMICROELECTR............................................5,245
TELECOM IT .....................................................0,787
TENARIS .........................................................14,740
TERNA ...............................................................3,768
TOD'S..............................................................70,900
UBI BANCA.......................................................5,815
UNICREDIT.......................................................5,500
UNIPOLSAI.......................................................2,004
WORLD DUTY FREE.......................................6,385
YOOX ..............................................................15,660
BORSE EUROPEE
PR. RIF €
0,87
-2,70
-1,89
-1,88
0,48
1,44
-2,90
-2,86
-2,88
-0,93
-0,94
0,58
-1,67
-0,11
-2,07
-0,26
-0,90
-3,09
-3,98
-1,76
PAESE/INDICE
20-10
VAR.%
AMSTERDAM (AEX)....................................384,40
BRUXELLES-BEL 20 ..................................2969,96
FRANCOFORTE (XET DAX) ....................8717,76
FTSE EUROTRACK 100 ............................2590,41
LONDRA (FTSE 100).................................6267,07
MADRID IBEX35........................................9915,20
OSLO TOP 25 ................................................500,36
PARIGI (CAC 40) ........................................3991,24
VIENNA (ATX) ............................................2080,88
ZURIGO (SMI).............................................8283,31
-0,69
-0,60
-1,50
-0,61
-0,68
-0,42
-1,09
-1,04
+0,11
+0,40
BORSE INTERNAZIONALI
PAESE/INDICE
20-10
VAR.%
DJ STOXX EURO...........................................294,60
HONG KONG HS.....................................23070,26
JOHANNESBURG...................................44588,18
NEW YORK (S&P 500) ..............................1904,00
NEW YORK (DJ IND.) .............................16398,26
NASDAQ COMP. .......................................4316,07
SINGAPORE ST ..........................................3181,05
SYDNEY (ALL ORDS)................................5307,32
TOKIO (NIKKEI) .......................................15111,23
-0,88
+0,20
+0,10
+0,90
+0,11
+1,35
+0,42
+0,90
+3,98
VALUTE
CORONA DK ...................................................7,4470
CORONA N......................................................8,3900
CORONA S.......................................................9,1969
DOLLARO AUS...............................................1,4560
DOLLARO CDN ..............................................1,4381
DOLLARO USA...............................................1,2773
FRANCO CH ....................................................1,2064
STERLINA UK ..................................................0,7914
YEN J ............................................................136,6200
ORO E MONETE AUREE
20 OTTOBRE
ORO MILANO (EURO/GR.)
ORO LONDRA (USD/ONCIA)
ARGENTO MILANO (EURO/KG.)
PLATINO MILANO (EURO/GR.)
PALLADIO MILANO (EURO/GR.)
20 OTTOBRE
STERLINA (V.C)
STERLINA (N.C)
STERLINA (POST.74)
KRUGERRAND
MARENGO ITALIANO
+0,013
+0,101
+0,477
-0,253
-0,243
-0,390
-0,083
-0,515
+0,125
MATTINO
SERA
31,58
31,63
1.241,00
1.244,50
464,41
33,57
20,02
DENARO LETTERA
221,56
242,69
223,68
250,27
223,68
250,27
929,61
1.030,56
174,84
199,27
La Ue contro lo Sblocca Italia
Verso la procedura di infrazione per le modifiche dei contratti sulle concessioni autostradali
AL VERTICE
Alessandro Profumo,
presidente di Mps e
l’ad Fabrizio Viola
attendono i risultati
degli stress test Bce
MILANO. Dopo che già l’Antitrust aveva sollevato dubbi e la
Commissione europea aveva
manifestato un certo disappunto, ora la norma sulle concessioni autostradali contenuta nello Sblocca Italia del governo di Matteo Renzi finisce
ufficialmente nel mirino dell’Unione europea. Bruxelles,
infatti, dal 17 ottobre, ha aperto la fase preliminare della procedura di infrazione, la cosiddetta “Eu-pilot”, chiedendo all’Italia di fornire maggiori chiarimenti sull’articolo 5 del decreto legge, che disciplina appunto la questione.
Tale disposizione, come si
sottolinea nella missiva inviata
alle autorità italiane dalla direzione generale Mercato interno
e servizi della Commissione europea, «prevede la possibilità
che, su proposta dei concessionari autostradali, possano essere stipulati atti per la modifica
dei rapporti esistenti, sulla base di nuovi piani economico finanziari». Modifiche che possono essere realizzate anche tra-
Agli occhi di Bruxelles, però,
«la disposizione legislativa in
questione sembra consentire la
realizzazione di significative
modifiche a contratti di concessione esistenti», senza contare
che «da notizie di stampa, risulta che modifiche contrattuali
potrebbero consistere altresì in
proroghe significative della durata» delle concessioni stesse.
Aperta il 17 ottobre la
fase preliminare. Anche
l’Antitrust aveva
espresso dubbi
Maurizio Lupi
mite «l’unificazione di tratte interconnesse, contigue o complementari, ai fini della loro gestione unitaria». Proprio nell’ottica di unire le forze per prolungare le concessioni, di recente erano state ipotizzate collaborazioni, se non veri e propri
matrimoni, tra gli operatori del
settore (ad esempio tra Sias e
Autovie Venete).
Peccato soltanto che, in base
alle direttive comunitarie, «lavori complementari non previsti nel contratto di concessione» possono essere aggiudicati
a un concessionario esistente
solo se «necessari, a seguito di
una circostanza imprevista».
Non solo: «Modifiche apportate
alle disposizioni di un contratto
pubblico in corso di validità co-
stituiscono una nuova aggiudicazione quando presentino caratteristiche sostanzialmente
diverse» da quelle iniziali. In altri termini - è il senso delle obiezioni della Commissione Ue per prorogare le concessioni è
necessaria una nuova gara. Un
aspetto che nei giorni scorsi era
già stato sottolineato dall’Antitrust, che aveva fatto notare
che lo Sblocca Italia eliminano
un fattore concorrenziale del
settore.
Sulla base di queste considerazioni, Bruxelles chiede così alle autorità italiane di trasmettere ulteriori informazioni sugli
effetti dell’entrata in vigore dell’articolo 5 del decreto, gli ambiti di applicazione, più alcuni
chiarimenti su come si intende
garantire la compatibilità con il
diritto europeo dei contratti
pubblici e sul significato «della
disposizione nella parte in cui fa
riferimento al rispetto dei principi dell’Ue». Ora la parola passa di nuovo al governo Renzi.
(ca.sco.)
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
ECONOMIA
31
PER SAPERNE DI PIÙ
www.sky.it
www.alitalia.it
La televisione
Le notizie di Sky in chiaro sul digitale
“Ma non riduciamo l’offerta a pagamento”
I PERSONAGGI
RUPERT MURDOCH
Sky ha già lanciato
in Italia (oltre Cielo
sul digitale) un
servizio di
streaming online
delle sue
trasmissioni e ha
un’intesa con
Telecom
FEDELE CONFALONIERI
Mediaset ha già
predisposto con
Infiniti una buona
piattaforma anti-Netflix e sta
cercando soci
per Premium
MILANO. Sky si prepara a portare dalla pay-tv
al digitale terrestre in chiaro i suoi canali di
informazione. Il network italiano di Rupert
Murdoch ha però ribadito ieri che la sua strategia «è focalizzata sul core business» del satellite, ragion per cui non è previsto (SkyNews24 a parte) «il lancio di un pacchetto di
canali gratuiti in chiaro». Mossa che romperebbe la fragile pax televisiva raggiunta negli ultimi anni tra Mediaset e la controllata di
News Corp.
Qualcosa, a dire il vero, si muove, visto che
lo stesso ad di Sky Italia Andrea Zappia ammette «la possibilità del trasloco alla televisione gratuita»
(tempi e modi sarebbero ancora da definire) dei canali di notizie del gruppo. Santa Giulia
però getta acqua sul fuoco: «La
presenza di Sky sulla televisione free continuerà a essere garantita da Cielo — scrive in una
nota — il canale in chiaro che
nel mese di settembre ha toccato l’1,35% di share medio e
che nel corso del 2014 è il canale nativo digitale cresciuto
maggiormente rispetto allo
stesso periodo del 2013:
+74%».
Nessuno di stupisce, comunque delle fibrillazioni del settore tv in Italia. La crisi economica e quella degli spot hanno
messo in seria difficoltà i conti
dei due grandi player del settore e della Rai. I tagli ai costi sono ormai stati fatti quasi tutti.
E in attesa che ripartano pil e
spot, il Biscione e le reti satellitari di Murdoch
si stanno preparando da tempo ad affrontare
la competizione di Netflix & C. («Netflix non
ci preoccupa» è però il mantra di Zappia) che
dopo aver sbancato l’etere americano si stanno preparando alla conquista dell’Europa.
Sky e Mediaset, non a caso, hanno già iniziato a diversificare i loro business. Anche a
costo di cannibalizzare un po’ di audience e di
L’audience
Rai
50%
Servizi media, andamento degli ascolti tv
Mediaset
Sky + altri
40%
30%
20%
10%
0%
1993
1997
2001
2005
2009
2013
Fonte Elaborazioni autorita’ su dati auditel
ricavi delle loro attività principali. Cologno ha
lanciato Infiniti, un supercatalogo di 5mila
film da acquistare online più ricco di quello di
Netflix. E per un attimo — quando con Al Jazeera sperava di mettere le mani sia sui diritti della Serie A che su quelli della Champions
— aveva accarezzato l’idea di sbarcare sul satellite. Sky, come già fa BSkyB a Londra, ha un
listino che oltre a un po’ di digitale terrestre
gratuito (mai spinto davvero commercialmente proprio per non fare le scarpe al satellite) prevede già la vendita online di trasmissioni e film.
La velocità dei cambiamenti tecnologici e
la convergenza tra media e tlc sta rimescolando le carte del mondo delle tv in una partita dove le armi a disposizione sono due (il controllo dei diritti sui grandi eventi e la banda
per distribuirli) e l’obiettivo finale è il cliente
cui vendere il prodotto. Una situazione fluida
in cui tutti stanno imparando obtorto collo a
fare di tutto. In vista, dicono in molti, di un’offerta finale unica in cui si acquisteranno telefonia, tv e
banda per navigare su internet. British Telecom ha sfidato
Murdoch comprando i diritti
del calcio inglese. Telefonica
(forse anche per salvare Prisa
causa moral suasion del Governo di Madrid) ha comprato
a peso d’oro Digital + e una quota di Mediaset Premium. Sky
ha stretto un accordo commerciale con Telecom Italia — «è la
nostra scommessa per il futuro
assieme a Sky online» per Zappia — mentre il Biscione continua a sognare un accordo con
l’azienda guidata da Marco Patuano, magari sempre su Premium, per ammortizzare i soldi (1,1 miliardi) pagati per vincere l’asta Champions del
triennio 2015-2018 e “salvare”
i diritti della Serie A. Un salasso importante in un momento
difficile per la pubblicità tv in
Italia, specie per il Biscione che ha già fatti
quasi tutti i tagli ai costi fattibili. Il futuro dell’etere (in campo ci sono pure Amazon, Apple
e Google) è ancora tutto da scrivere. Ma nel timore di perdere il treno giusto tutti, dal satellite al digitale, dallo streaming alla pay,
stanno imparando a fare tutto.
(e. l.)
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Ente Appaltante: CTP SpA - NAPOLI - Unità Complessa Approvvigionamenti Via Ponte dei Francesi, 37/E 80146 Napoli; tel 0817005081; fax 0817005235 e-mail
[email protected]; www.ctp.na.it. Denominazione: Gara n. 290/CTP/14 - CIG
5913351B9B. Oggetto: Servizio di revisione legale dei conti per il triennio 2014 2016. Valore: L’importo complessivo dell'appalto è pari ad Euro 100.000,00 oltre
IVA. Durata: n. 3 anni. Procedura di aggiudicazione: Aperta ai sensi degli artt.
220 e 55, comma 5 del D. Lgs. 163/06. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art.. 83 del D. Lgs. 163/06. Requisiti di
partecipazione: sono indicati nella documentazione. Documentazione: è visionabile e scaricabile dal sito internet www.ctp.na.it. Offerta: dovrà pervenire al Protocollo della CTP entro il termine perentorio delle ore 14.00 del giomo 03/11/2014.
AMMINISTRATORE UNICO (dott. Gaetano Ratto)
MARCO PATUANO
Telecom Italia ha
già un accordo
commerciale con
Sky e nelle scorse
settimane avrebbe
esaminato il
dossier della pay-tv
Mediaset
TRIBUNALE DI TERAMO
ESTRATTO AVVISO DI
AGGIUDICAZIONE GARA
L’Università degli Studi di Chieti/Pescara “G.
d’Annunzio” rende noto che la “Procedura aperta
per l’acquisizione del servizio di assistenza a favore
di studenti diversamente abili dell’Università degli
Studi “G.d’Annunzio” di Chieti/Pescara – CIG.
57417734F8, è stata aggiudicata con criterio di
aggiudicazione del prezzo più basso, alla seguente
società: Girasole Società Cooperativa Sociale –
Pescara – con un ribasso percentuale dell’ 1% sugli
importi posti a base di gara, che si intende comprensivo degli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, questi ultimi pari allo 0,5% degli imposti unitari
posti a base d’asta. L’avviso di aggiudicazione è
stato pubblicato sulla G.U.R.I. L’avviso è, altresì, pubblicato sul sito di Ateneo (www.unich.it) 15.10.2014
F.to Direttore Generale
(Dott. Filippo DEL VECCHIO)
MINISTERO DELLA DIFESA - TELEDIFE
AVVISO DI RETTIFICA
A parziale modifica di quanto pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana - parte prima (5ª Serie
Speciale - Contratti Pubblici) - n. 115 del 08.10.2014, inerente l’avviso di gara relativo all’integrazione, ingegnerizzazione e certificazione del SWS-SW (Standard Weather
Station Software), si rettifica quanto segue:
- Sezione IV.3.4) Termine per il ricevimento delle domande di partecipazione anziché 13.10.2014 leggi
27.10.2014; Sezione IV.3.5) Data di spedizione ai candidati prescelti degli inviti a presentare offerte o a partecipare azinché 17.10.2014 leggi 31.10.2014;
Sezione IV.3.8) Modalità di apertura delle offerte anziché 30.10.2014 leggi 12.11.2014.
IL VICE DIRETTORE AMMINISTRATIVO
Dir. MARZULLO D.ssa MARIA GIOIA
PROCEDURA FALLIMENTARE N° 63/2008
Complesso Immobiliare in ROMA CAPITALE (RM) - Località Romanina- Angolo Via E. Ferri/Via T. Canonico
Lotto Unico: Complesso immobiliare costituito da vari corpi di fabbrica “Capannoni, Palazzina uffici, Tettoie,
aree e parcheggio/viabilità” su un’area di mq 22.990 catastali (di cui superficie coperta di circa mq 10.000,00
e la restante parte sistemata a parcheggi, viabilità interna). Il compendio aziendale è situato, in una zona di
recente espansione posto nel punto di congiunzione fra la diramazione Roma Sud dell’autostrada Roma-Napoli ed
il Grande Raccordo Anulare. Per il presente lotto si fa riferimento al progetto di lottizzazione urbanistica
approvato da Roma Capitale con atto deliberativo di Giunta Capitolina n. 373 del 21/12/2012, all'Atto
d'Obbligo con Roma Capitale e al progetto esecutivo di demolizione. Per la più corretta definizione,
individuazione e descrizione del Lotto in vendita si rinvia alla documentazione in atti depositata presso la
Cancelleria fallimentare del Tribunale di Teramo e riportata sul sito web www.fallimentieaste.it.
Prezzo base lotto unico Euro 4.000.000,00
MODALITA DI PARTECIPAZIONE: Le offerte per l’acquisto dovranno essere presentate presso la Cancelleria del
Tribunale di Teramo, entro le ore 13:00 del giorno 01/12/2014. L’offerta dovrà essere depositata in busta chiusa.
Tutte le buste saranno aperte il giorno 04/12/2014 ore 10:00 presso le aule del Tribunale di Teramo, alla presenza degli offerenti; Le offerte inoltre, dovranno necessariamente essere accompagnate, pena l’esclusione dalla gara,
da un deposito cauzionale pari al 10% da effettuarsi attraverso bonifico sul conto corrente bancario intestato alla procedura fallimentare acceso presso la BPER-Banca popolare dell’Emilia Romagna – filiale di Roseto degli
Abruzzi, IBAN: IT64V0538777020000000561699. Ulteriori e più dettagliate informazioni potranno
essere reperite presso i curatori: - Dott. Tiberio Alosi, e-mail: [email protected], tel/fax 085.8941921;
- Avv. Lino Nisii, e-mail: [email protected], tel. 0861.241748. - Coadiutore: Geom. Osvaldo Reginelli - e-mail:
[email protected], tel. 0861.587190 fax 0861/232773 - cell. 3398575170.
Il decreto di vendita, la documentazione peritale, fotografica e planimetrica nonché il contratto di locazione in
essere sono consultabili in formato file, al sito internet www.fallimentieaste.it.
IL PROGETTO
Alitalia-Etihad
via al piano Expo
“Ok Ue a fine anno”
MILANO.L’asse Alitalia-Etihad inizia a muovere i suoi primi passi da Milano, in attesa
del via libera della Ue all’intesa «atteso entro fine anno», ha detto ieri James Hogan,
numero uno della compagnia di Abu Dhabi.
Sinergie, network e nuove rotte decolleranno così solo dopo la benedizione di Bruxelles
«con l’obiettivo di arrivare al pareggio nel
2017». Le due aerolinee però hanno avviato
la cooperazione da Expo 2015, di cui saranno entrambe partner ufficiale a livello mondiale, mettendo una bella ipoteca su un po’
dei 7 milioni di persone (su 20 milioni di arrivi previsti) che nei sei mesi dell’esposizione dovrebbero sbarcare in aereo a Milano.
«Questa storia sarà un grande successo –
ha detto ieri il presidente Roberto Colaninno –. Il futuro non è così nero come lo dipingono e nessuno cinque anni fa si sarebbe immaginato oggi di trovare Alitalia in grado di
fare operazioni di questo tipo». I cantieri
aperti sono molti. Obiettivo: «Costruire una
aerolinea di segmento alto che porti con sé i
valori del brand Italia», ha ribadito Hogan
presentando il primo prodotto della collaborazione, due Airbus A330 con la livrea comune dedicata a Expo 2015. La vera rivoluzione riguarderà però le rotte. Alitalia aumenterà la propria connettività intercontinentale, trasformando Roma Fiumicino
nella testa di ponte per trasferire i passeggeri asiatici verso Sud e Nord America.
«Noi puntiamo molto anche sul mercato
del Nord Italia – ha ribadito ieri l’ad di
Etihad –. Linate garantirà i collegamenti
con l’Europa, Malpensa quelli punto a punto a lungo raggio». Qualcosa, su questo fronte, ha già iniziato a muoversi: Air Berlin, altro partner del network partecipato dagli
emiri, ha trasferito i suoi voli dall’ex hub Alitalia al city airport meneghino assieme a
FlyNiki. Otto voli al giorno trasferiti al Forlanini. Alitalia potrebbe chiudere da Malpensa anche una serie di collegamenti domestici. «In vista dell’Expo però apriremo
una rotta da Malpensa a Shanghai e una su
Abu Dhabi e rafforzeremo le frequenze su
Tokio». Durante l’esposizione i voli di Alitalia e partner da Milano dovrebbero essere
circa 100 al giorno verso 560 destinazioni.
I prossimi mesi saranno dedicati però al
riposizionamento della compagnia, che decollerà dopo il via libera della Ue assieme alle nuove scatole di controllo societarie e al
nuovo vertice. Silvano Cassano, ex manager del gruppo Benetton, prenderà il posto
dell’attuale ad Gabriele Del Torchio. Per la
presidenza al posto di Colaninno si è fatto il
nome di Luca Cordero di Montezemolo, da
sempre in ottimi rapporti con le famiglie regnanti de Golfo. «È una persona meravigliosa – ha ammesso ieri Hogan – ma è presto per decidere».
(e.l.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
IMPRESE&MERCATI
TITOLO
Chiu €
ieri
A
A.S. ROMA
0,646
A2A
0,724
ACEA
9,120
ACOTEL GROUP
15,750
ACQUE POTABILI
1,025
ACSM-AGAM
1,065
ADF-AEROP.FIRENZE
12,950
AEDES
0,017
AEFFE
1,925
AIÒN RENEWABLES
0,621
ALBA PRIVATE EQ.
2,240
ALERION
2,870
AMBIENTHESIS
0,440
AMPLIFON
4,300
ANIMA HOLDING
4,030
ANSALDO STS
8,770
ARENA
0,005
ASCOPIAVE
1,782
ASTALDI
5,670
ASTM
9,550
ATLANTIA
17,590
AUTOGRILL
5,465
AUTOSTRADE MER.
15,140
AZIMUT
17,440
B
B&C SPEAKERS
5,830
BANCA GENERALI
19,300
BANCA IFIS
13,510
BASICNET
2,140
BASTOGI
2,028
BB BIOTECH
150,300
BCA CARIGE
0,093
BCA CARIGE R
1,229
BCA FINNAT
0,418
BCA INTERMOBILIARE
3,488
BCA P.ETRURIA E LAZIO
0,537
BCA P.MILANO
0,575
BCA P.SPOLETO
1,794
BCA PROFILO
0,310
BCO DESIO-BRIANZA
2,436
BCO DESIO-BRIANZA RNC
2,272
BCO POPOLARE
11,390
BCO SANTANDER
6,990
BCO SARDEGNA RNC
10,900
BE
0,487
BEGHELLI
0,399
BENI STABILI
0,536
BEST UNION CO.
1,899
BIALETTI INDUSTRIE
0,452
BIANCAMANO
0,537
BIESSE
6,730
BIOERA
0,251
BOERO BART.
19,000
BOLZONI
2,946
BON.FERRARESI
28,960
BORGOSESIA
0,844
BORGOSESIA RNC
0,860
BREMBO
24,070
BRIOSCHI
0,090
BRUNELLO CUCINELLI
15,720
BUZZI UNICEM
10,280
BUZZI UNICEM RNC
6,070
C
CAD IT
3,670
CAIRO COMM.
4,962
CALEFFI
1,391
CALTAGIRONE
1,966
CALTAGIRONE ED.
0,987
CAMPARI
5,335
CARRARO
1,716
CATTOLICA AS
12,340
CEMBRE
9,970
CEMENTIR HOLD
4,210
CENT. LATTE TORINO
2,704
CERAM. RICCHETTI
0,253
CERVED
4,500
CHL
0,040
CIA
0,245
CICCOLELLA
0,257
CIR
0,839
CLASS EDITORI
0,310
CNH INDUSTRIAL
6,080
COFIDE
0,385
COGEME SET
0,048
CONAFI PRESTITO'
0,276
CRED. ARTIGIANO
-
Var %
inizio
ieri
anno
Cap.
in mil.
di €
2013- 2014
min €
max €
2,46
-1,70
-1,94
1,94
-3,39
-1,75
0,08
3,11
0,90
1,63
2,42
2,08
0,86
0,39
-1,99
-1,44
-0,57
0,64
0,26
0,52
-5,19
-13,40
10,01
-21,13
35,58
1,43
34,48
-56,75
140,63
25,00
-14,07
-11,29
5,65
-0,49
25,65
-7,27
0,06
-26,03
-16,96
6,48
-10,70
-4,18
-9,21
0,266
0,392
4,095
13,774
0,734
0,618
8,880
0,017
0,524
0,521
1,491
2,810
0,244
3,595
3,681
5,336
0,003
1,101
5,088
7,820
12,028
3,826
14,681
10,219
1,005
1,016
11,171
27,564
1,447
1,369
13,859
0,071
1,964
0,795
2,644
4,069
0,687
4,890
4,592
9,073
0,007
2,331
8,372
12,839
21,298
7,666
17,266
25,586
257
2273
1953
65
37
83
113
19
205
11
23
125
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968
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1762
9
415
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840
14568
1375
65
2476
-1,03
-0,66
5,08
5,85
-1,28
4,51
0,94
-0,06
-0,74
-0,09
1,54
1,00
-0,26
0,98
0,50
1,11
0,91
-0,25
1,04
3,72
0,19
-3,51
1,66
1,59
-2,82
5,44
-1,03
-2,07
3,08
0,19
-0,49
-10,17
-15,20
5,88
-7,68
146,42
30,13
-49,71
24,77
4,60
12,08
5,29
44,23
54,08
10,73
11,48
-14,14
8,37
10,44
86,31
-6,29
11,25
27,54
101,47
7,73
24,28
-33,66
-5,00
-0,14
-18,10
-6,17
-10,32
18,69
15,51
-40,11
-21,59
-14,99
3,005
12,856
5,515
1,342
0,750
72,897
0,087
0,904
0,242
1,763
0,481
0,274
1,623
0,200
1,823
1,731
6,642
4,865
3,768
0,165
0,315
0,435
0,870
0,187
0,429
2,394
0,142
18,618
2,017
28,169
0,727
0,860
9,689
0,075
13,408
9,618
5,109
8,612
25,136
16,383
2,586
3,718
153,508
0,361
1,975
0,585
3,675
1,809
0,723
3,017
0,479
3,395
3,135
15,631
7,889
11,914
0,647
0,619
0,666
2,241
0,845
0,837
9,609
0,468
23,750
4,081
40,841
0,972
1,291
29,592
0,147
26,279
15,134
7,987
64
2231
741
130
36
949
3
151
544
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2526
53
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4115
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81
1024
18
33
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187
9
82
76
165
31
1
1620
71
1057
1706
248
-1,25
-1,14
-5,93
0,71
0,28
1,00
0,73
1,73
-3,35
7,30
-0,98
0,45
-0,74
-8,16
2,43
-0,12
0,75
-2,72
0,26
4,67
-
-21,24
-15,90
-2,66
-3,25
-6,00
-12,04
-45,00
-36,59
10,96
-0,94
56,11
36,05
-10,00
-9,09
-3,81
-14,73
-26,58
72,11
-25,76
-30,44
-54,82
-
3,666
2,465
1,274
1,144
0,706
5,132
1,717
11,638
6,306
1,630
1,247
0,163
4,413
0,037
0,201
0,246
0,743
0,150
5,954
0,367
0,049
0,260
-
5,299
7,745
1,674
2,996
1,359
6,622
3,385
20,471
12,298
7,237
5,897
0,389
5,011
0,072
0,311
0,436
1,256
0,402
9,658
0,606
0,049
0,750
-
33
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17
239
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3090
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27
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874
10
23
46
663
86
8266
277
3
13
-
www.finanza.repubblica.it
>
IL PUNTO
In rialzo Bper e Banco Popolare, male World Duty Free
MILANO. Dopo il rimbalzo di venerdì, torna a dominare il rosso a Piazza Affari, che ha chiuso il lunedì
con l’indice Ftse Mib in ribasso dello 0,86 per cento,
mentre l’All Share ha ceduto lo 0,72 per cento. Al
centro dell’attenzione, Mps, giù dell’1,88% dopo la
TITOLO
CRED. EMILIANO
CRED. VALTELLINESE
CRESPI
CSP
CTI BIOPHARMA
D
D'AMICO
DADA
DAMIANI
DANIELI
DANIELI RNC
DATALOGIC
DE'LONGHI
DEA CAPITAL
DELCLIMA
DIASORIN
DIGITAL BROS
DMAIL GROUP
E
EDISON R
EEMS
EI TOWERS
EL.EN.
ELICA
EMAK
ENEL
ENEL GREEN PW
ENERVIT
ENGINEERING
ENI
ERG
ERGY CAPITAL
ESPRINET
EUKEDOS
EUROTECH
EXOR
EXPRIVIA
F
FALCK RENEWABLES
FCA-FIAT CHRYSLER AUT.
FERRAGAMO
FIDIA
FIERA MILANO
FINCANTIERI
FINECOBANK
FINMECCANICA
FNM
FULLSIX
G
GABETTI PRO.SOL.
GAS PLUS
GEFRAN
GENERALI
GEOX
GRUPPO ED.L'ESPRESSO
GTECH
H
HERA
I
I GRANDI VIAGGI
IGD
IL SOLE 24 ORE
IMA
IMMSI
INDESIT
Chiu €
ieri
ieri
Var %
inizio
anno
5,975
0,790
0,026
1,420
1,815
2,31
1,41
1,21
0,83
3,28
-15,00
8,40
-12,99
3,497
0,590
0,025
0,957
0,783
7,670
1,225
0,044
2,021
3,101
1981
869
4
47
-
0,351
2,664
1,240
17,760
13,850
8,420
14,710
1,403
1,453
27,690
2,980
2,374
-0,90
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3,33
-3,69
-3,01
4,47
0,94
2,47
-2,36
0,68
-5,04
-45,36
-22,56
0,08
-28,59
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1,45
23,51
12,69
14,41
-20,91
34,84
-40,05
0,319
2,756
0,934
17,697
11,585
5,601
10,845
1,204
0,659
26,472
1,071
2,009
0,733
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1,780
26,687
17,992
9,964
16,933
1,504
1,580
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5,465
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99
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216
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20,600
1,432
0,613
3,662
1,819
3,900
37,700
15,990
8,640
0,095
5,800
0,954
1,617
28,020
0,670
-0,12
-0,98
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-0,43
0,85
0,16
0,33
-0,82
0,11
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22
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27
999
166
1249
2013- 2014
min €
max €
Cap.
in mil.
di €
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 17 OTTOBRE 2014
TITOLI
Val. €
oggi
Val. €
ieri
Diff.%
12 mesi
tel.02-72206431(EX L)/800-893989
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4,303
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4,010
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5,350
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1,40
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-0,07
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2,80
3,98
4,79
5,90
6,51
5,99
6,56
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tel.800-388876
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ANIMA EVOLUZIONE 2017 II(*).............5,000
ANIMA EVOLUZIONE 2019 II .................5,014
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5,000
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-1,49
4,31
5,04
-
TITOLI
TITOLO
Val. €
oggi
Val. €
ieri
Diff.%
12 mesi
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ANIMA TR.19 GLOBALE ..........................5,200 5,239
ANIMA TRAG 18 ALTO POT....................5,176 5,218
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ANIMA TRAG 18 ITA.AL.POT. .................5,307 5,336
ANIMA TRAG 2019 GLOB II.....................5,043 5,081
ANIMA TRAG CED. AMERICA.................5,064 5,127
ANIMA TRAG. 19 FLEX II..........................5,258 5,298
ANIMA TRAG. 19 PLUS II .........................5,367 5,413
ANIMA TRAG. 2019 FLEX........................5,324 5,364
ANIMA TRAG. CRESCITA ITA..................4,912 4,974
ANIMA TRAG. DINAMICO.......................5,262 5,303
ANIMA TRAG.19 PLUS.............................5,378 5,420
ANM ACTIVE CURRENCY FLEX..............5,080 5,074
ANM ANIMA ALTO POT.GLOB. F........15,502 15,356
ANM ANIMA ALTO POT. GLOBALE CL.A15,34915,204
ANM ANIMA AMERICA CL.A................14,465 14,276
ANM ANIMA AMERICA F......................14,698 14,494
ANM ANIMA CAP.PIÙ 15 F......................5,907 5,920
ANM ANIMA CAP.PIÙ 15 N.....................5,813 5,827
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ANM ANIMA CAP.PIÙ 30 N.....................5,625 5,634
ANM ANIMA CAPIT. PIÙ 70N..................5,948 5,966
ANM ANIMA CAPIT.70 PIÙ F ..................6,088 6,106
ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 15 CL.A......5,818 5,831
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ANM ANIMA CAPITALEPIÙ OBB. CL.A .5,982 6,002
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ANM ANIMA EUROPA CL.A....................4,937 4,805
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ANM ANIMA INIZIATIVA EU F ................8,984 8,746
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ANM ANIMA ITALIA CL.A .....................16,582 16,077
ANM ANIMA ITALIA F............................16,812 16,300
ANM ANIMA LIQ. EURO CL.A .................6,920 6,919
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ANM ANIMA LIQUIDITÀ EURO CL.I ......6,945 6,944
ANM ANIMA OB HIGH YIELD AD........19,778 19,643
ANM ANIMA OB HIGH YIELD F............21,038 20,894
ANM ANIMA OBB. CORP. AD .................8,871 8,864
ANM ANIMA OBB. CORPOR. F ...............9,087 9,076
ANM ANIMA OBB. EMERG AD ...............7,201 7,184
ANM ANIMA OBB. EMERG. F..................7,347 7,331
ANM ANIMA OBBL.EURO CL.A..............7,641 7,627
ANM ANIMA OBBL.EURO F ....................7,677 7,664
ANM ANIMA OBBLIGAZ. HY CL.A.......20,648 20,507
ANM ANIMA OBBLIG. CORPORATE CL.A8,990 8,980
ANM ANIMA OBBLIG. EMERGENTE CL.A7,286 7,270
ANM ANIMA PACIFICO CL.A..................5,722 5,752
ANM ANIMA PACIFICO F ........................5,820 5,850
ANM ANIMA PIANETA CL.A.................10,910 10,924
ANM ANIMA PIANETA F.......................11,004 11,018
ANM ANIMA RISERVA EMER. CL.A........5,126 5,099
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ANM ANIMA RISERVA GLOB. CL.A........4,957 4,952
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ANM ANIMA RISPARMIO CL.A ..............7,392 7,380
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ANM ANIMA SALVADANAIO CL.A.....12,190 12,182
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ANM ANIMA SFORZESCO F.................11,803 11,755
ANM ANIMA TR. 18 M.CEDII...................5,237 5,262
ANM ANIMA TRAG 17 CED4 3 ...............5,416 5,440
ANM ANIMA TRAG 19 MUL-ASS...........5,165 5,206
ANM ANIMA TRAG 2016 CED3..............5,888 5,900
ANM ANIMA TRAG 2017 CED4..............5,313 5,327
ANM ANIMA TRAG 2017 CED4 II...........5,684 5,700
ANM ANIMA TRAG 2017 M.CED ...........5,385 5,409
ANM ANIMA TRAG 2018 CED6..............5,168 5,197
ANM ANIMA TRAG 2018 T.CED.............5,406 5,433
ANM ANIMA TRAG CED.EUROPA.........5,104 5,145
ANM ANIMA TRAG EVOL 19 I.................5,077 5,100
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ANM ANIMA TRAGUARDO 2016..........5,561 5,570
ANM ANIMA TRAGUARDO 2018..........5,956 5,986
ANM ANIMA TRICOLORE CL.A ..............6,106 6,059
ANM ANIMA TRICOLORE F.....................6,136 6,089
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-0,79
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-0,80
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18,22
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tel.02-88981
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ieri
Diff.%
12 mesi
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AZIMUT STR. TREND................................6,317
AZIMUT TREND......................................28,883
AZIMUT TREND AMERICA ...................13,018
AZIMUT TREND EUROPA.....................12,661
AZIMUT TREND ITALIA.........................16,270
AZIMUT TREND PACIFICO......................6,925
AZIMUT TREND TASSI ..........................10,160
FORMULA 1 ABSOLUTE..........................6,568
FORMULA 1 CONSERVATIVE.................6,802
FORMULA 1 TARGET 2013 .....................6,960
FORMULA 1 TARGET 2014 .....................6,707
9,011
6,305
28,760
12,937
12,363
15,593
7,016
10,151
6,461
6,765
6,943
6,690
7,03
3,00
10,34
9,74
0,36
-0,93
-2,41
2,25
-6,12
-0,32
0,68
0,22
tel.800-551-552
PION. EUR GOV BT (EX MON.) CL.A ....14,015
PION. EUR GOV BT B.................................5,118
PIONEER AZ. CRESCITA CL.A ..............13,127
PIONEER AZ AREA PACIFICO CL.A........3,650
PIONEER AZ VALORE EUR DIS CL.A ......8,576
PIONEER AZ. AM. B...................................6,909
PIONEER AZ. AM. CL.A..........................11,046
PIONEER AZ. AREA PACIF B....................5,410
PIONEER AZ. CRESCITA B........................6,917
PIONEER AZ. EUROPA B..........................5,951
PIONEER AZ. EUROPA CL.A .................16,713
PIONEER AZ. PAESI EM. B........................5,247
PIONEER AZ. PAESI EM. CL.A...............10,768
PIONEER AZ. VAL. EUROPA DIS B..........6,475
PIONEER CIM EUROFIXINCOME.........19,778
PIONEER CIM GLOBALEQUITY ...........45,556
PIONEER EU GOV MT DIS A ....................5,562
PIONEER EU GOV MT DIS B.....................5,539
PIONEER LIQUIDITA' EURO ....................5,234
PIONEER O.EURO C.ET. DIS B .................5,661
PIONEER O.EURO C.ET. DIS CL.A ...........5,262
PIONEER OB CO AM DIS A ......................5,306
PIONEER OB CO AM DIS B.......................5,292
PIONEER OB. PIU' A DISTRIB. B...............5,390
PIONEER OB. SIST. ITALIA CL.A ..............6,037
PIONEER OB.SIST.ITA.DIS B ....................5,997
PIONEER OBB GLO HY DIS A ..................5,568
PIONEER OBB GLO HY DIS B...................5,571
PIONEER OBB. EURO DIS CL.A ...............7,397
PIONEER OBB. PAESI E. DIS B..................5,496
PIONEER OBB. PAESI E. DIS CL.A.........11,092
PIONEER OBB. PIÙ DIS CL.A....................9,035
PIONEER OBB.EURO DISTR B .................5,671
PIONEER TARGET CONTROLLO B.........5,294
PIONEER TARGET CONTROLLO CL.A...5,367
UNICREDIT ECO REALE A........................5,175
UNICREDIT ECO REALE B ........................5,142
UNICREDIT REDDITO A ...........................5,209
UNICREDIT REDDITO B............................5,183
UNICREDIT SOL. PA. EM. A......................5,024
UNICREDIT SOL. PA. EM. B......................4,953
UNICREDIT SOLUZIONE 20A .................5,404
UNICREDIT SOLUZIONE 20B .................5,321
UNICREDIT SOLUZIONE 40A .................5,587
UNICREDIT SOLUZIONE 40B .................5,491
UNICREDIT SOLUZIONE 70A .................5,751
UNICREDIT SOLUZIONE 70B .................5,644
UNICREDIT SOLUZIONE BTA .................5,127
UNICREDIT SOLUZIONE BTB .................5,040
UNICREDIT TREND A ...............................5,171
UNICREDIT TREND B................................5,138
14,010
5,116
12,755
3,671
8,345
6,826
10,918
5,443
6,721
5,773
16,213
5,188
10,641
6,300
19,775
44,996
5,562
5,539
5,234
5,659
5,260
5,299
5,285
5,371
6,028
5,988
5,523
5,526
7,402
5,479
11,058
9,002
5,675
5,283
5,356
5,143
5,110
5,200
5,174
5,014
4,943
5,401
5,318
5,560
5,465
5,688
5,582
5,127
5,040
5,160
5,127
-0,04
-0,16
-4,22
-1,88
3,33
16,96
16,89
-1,94
-4,46
0,73
0,98
7,39
6,93
3,30
7,20
7,15
9,23
9,09
0,06
5,86
6,01
12,71
13,76
3,79
10,47
10,31
11,51
11,30
7,58
11,17
11,32
3,94
7,43
2,76
2,92
4,19
3,77
7,74
7,30
1,52
0,96
2,64
2,19
2,87
2,35
3,49
2,94
0,23
-0,26
3,42
3,01
tel.800-614614
SYMP. OBBLIG. CORPORATE .................6,675 6,670
SYMP. OBBLIG. RENDITA ........................8,380 8,366
SYMPHONIA ASIA FLESSIBILE...............7,896 7,829
SYMPHONIA AZIONARIO EURO ...........6,434 6,268
SYMPHONIA AZIONARIO USA..............9,546 9,464
SYMPHONIA FORTISSIMO .....................3,169 3,132
SYMPHONIA MULTIMAN.EMER.FLESS.13,266 13,192
SYMPHONIA OBB. ALTO POT. ...............5,406 5,394
SYMPHONIA OBB.BREVE TERM. ...........7,096 7,088
SYMPHONIA OBB.DINAMICO VALUTE6,216 6,204
SYMPHONIA OBB.EURO.........................8,221 8,218
SYMPHONIA PATRIMONIO ATTIVO..24,938 24,692
SYMPHONIA PATRIONIO REDDITO .....8,300 8,277
SYMPHONIA SELEZIONE ITALIA...........7,503 7,296
SYMPHONIA TEMATICO.........................3,921 3,922
SYNERGIA AZ. EUROPA ..........................6,609 6,450
SYNERGIA AZ. GLOBALE.........................7,288 7,172
SYNERGIA AZ. ITALIA ..............................6,059 5,889
SYNERGIA AZ. SM.CAP IT........................6,305 6,146
SYNERGIA AZIONARIO USA...................9,264 9,169
SYNERGIA BILANCIATO 15.....................5,957 5,931
SYNERGIA BILANCIATO 30.....................6,201 6,156
SYNERGIA BILANCIATO 50.....................6,456 6,377
SYNERGIA BOND FLESSIB. .....................5,293 5,279
SYNERGIA OBBL CORPORATE...............6,495 6,492
SYNERGIA OBBL. EURO BT .....................5,428 5,422
SYNERGIA OBBL. EURO MT ....................6,144 6,139
SYNERGIA OBBLIGAZ.RENDITA............5,714 5,701
SYNERGIA TESORERIA.............................5,225 5,224
SYNERGIA TOTAL RETURN.....................5,893 5,865
5,33
1,70
8,49
1,13
15,71
8,38
4,16
2,44
1,46
2,51
6,52
2,84
3,61
-6,53
-7,46
3,61
8,05
-6,55
-2,35
15,99
3,80
3,73
3,20
1,71
4,88
1,17
5,93
2,86
0,23
3,35
TITOLI
Val. €
oggi
smentita di un possibile nuovo deficit di capitale fino a 1,7 miliardi.
Bene Bper (+1,44%) e Banco Popolare (+0,98%).
In forte flessione World Duty Free (-3,98%) e Mediaset (-4,29%), dopo un report di Bernstein.
TITOLO
INDUSTRIA E INN
INTEK GROUP
INTEK GROUP RNC
INTERPUMP
INTESA SANPAOLO
INTESA SANPAOLO RNC
INVEST E SVILUPPO
IRCE
IREN
ISAGRO
ISAGRO AZIONI SVILUPPO
IT WAY
ITALCEMENTI
ITALMOBILIARE
ITALMOBILIARE RNC
IVS GROUP
J
JUVENTUS FC
K
K.R.ENERGY
KINEXIA
L
LA DORIA
LANDI RENZO
LAZIO
LUXOTTICA
LVENTURE GROUP
M
M&C
MAIRE TECNIMONT
MARR
MEDIACONTECH
MEDIASET
MEDIOBANCA
MEDIOLANUM
MERIDIE
MID INDUSTRY CAP
MITTEL
MOLESKINE
MOLMED
MONCLER
MONDADORI
MONDO TV
MONRIF
MONTE PASCHI SI.
MOVIEMAX
MUTUIONLINE
N
NICE
NOEMALIFE
NOVARE
O
OLIDATA
P
PANARIAGROUP
PARMALAT
PIAGGIO
PIERREL
PININFARINA
PIQUADRO
PIRELLI & C.
PIRELLI & C. RNC
POLIGR. S.FAUSTINO
POLIGRAFICI EDITORIALE
POP.EMILIA ROMAGNA
ieri
Var %
inizio
anno
0,517
0,342
0,597
9,500
2,174
1,940
0,500
1,790
0,908
1,565
1,300
1,526
4,398
18,140
12,170
8,000
0,58
-2,23
0,51
1,60
-0,82
-0,67
-0,60
-0,98
-0,82
0,39
-2,61
-1,09
-0,98
-
-22,26
6,34
44,75
8,32
21,93
33,15
-25,60
6,55
-17,35
-8,93
-30,11
2,48
-20,03
-27,73
-17,10
10,34
0,453
0,267
0,310
5,585
1,118
0,975
0,473
1,358
0,457
1,429
1,229
1,186
3,656
12,776
7,973
6,272
1,650
0,490
0,661
11,196
2,626
2,234
1,004
2,248
1,343
2,312
1,789
2,094
8,618
34,475
22,828
9,341
12
120
29
1037
33991
1823
3
49
1079
39
18
12
1553
407
202
312
0,216
-0,55
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1,13
2,65
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1,000
2,441
2,525
26
73
5,870
1,019
0,520
36,920
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2,98
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-5,38
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0,896
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31,098
0,341
6,770
1,646
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182
115
35
17816
12
0,098
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11,470
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5,040
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1,071
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1,588
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4,604
-0,20
0,67
-1,12
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-2,00
2,12
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1,01
-38,30
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-26,56
0,71
-20,06
37,22
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-52,30
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-30,93
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11,96
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0,577
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0,901
1,490
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3,841
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1,271
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1,600
2,225
0,605
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5,319
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505
767
17
3054
5481
3773
5
121
232
112
2628
177
42
47
4258
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182
2,744
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-0,22
3,06
-
-0,36
27,53
18,06
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0,695
3,599
6,054
0,998
320
35
11
Chiu €
ieri
2013- 2014
min €
max €
Cap.
in mil.
di €
0,333
4,09
-15,41
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11
1,172
2,402
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10,570
9,640
5,545
0,243
5,980
-0,68
-0,25
-2,56
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1,04
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-14,71
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0,94
-8,72
-17,72
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1,849
0,491
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3,845
1,606
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2,969
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5,043
2,355
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10,927
8,131
0,456
8,726
52
4396
753
32
92
79
5043
118
47
32
2848
POP.SONDRIO
PRELIOS
PREMUDA
PRIMA INDUSTRIE
PRYSMIAN
R
R. DE MEDICI
RATTI
RCS MEDIAGROUP
RECORDATI
REPLY
RETELIT
RISANAMENTO
ROSSS
S
SABAF S.P.A.
SAES
SAES RNC
SAFILO GROUP
SAIPEM
SAIPEM RISP
SALINI IMPREGILO
SALINI IMPREGILO RNC
SARAS
SAT
SAVE
SCREEN SERVICE BT
SEAT PG
SEAT PG R
SERVIZI ITALIA
SESA
SIAS
SINTESI
SNAI
SNAM
SOGEFI
SOL
SORIN
SPACE
STEFANEL
STEFANEL RISP
STMICROELECTR.
T
TAMBURI
TAS
TELECOM IT
TELECOM IT MEDIA
TELECOM IT MEDIA RNC
TELECOM IT RNC
TENARIS
TERNA
TERNIENERGIA
TESMEC
TISCALI
TOD'S
TREVI FIN.IND.
TXT E-SOLUTION
U
UBI BANCA
UNICREDIT
UNICREDIT RISP
UNIPOL
UNIPOL PR
UNIPOLSAI
UNIPOLSAI RISP
UNIPOLSAI RISP B
V
VALSOIA
VIANINI INDUSTRIA
VIANINI LAVORI
VITTORIA ASS.
W
WORLD DUTY FREE
Y
YOOX
Z
ZIGNAGO VETRO
ZUCCHI
ZUCCHI RNC
33
Var %
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2013- 2014
min €
max €
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130
2849
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0,781
0,253
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100
68
480
2528
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103
227
16
12,900
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20,54
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4,010
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9,643
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146,000
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7,824
19,075
32,181
35,000
5,065
15,330
1,290
14,256
14,276
0,180
0,006
1,295
5,649
14,123
9,753
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7,194
2,300
11,056
0,457
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149
85
34
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6871
2
1276
18
736
128
712
5
21
118
183
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3,768
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0,612
0,043
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1
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
34
Lettere
Commenti
&Idee
Quel che resta di Leopardi dopo la scuola
entile Augias, ho letto la lettera nella quale il signor Roffi si dichiara sofferto “denigratore” di Leopardi. “Melenso” è
l’aggettivo usato per descriverne le poesie. Melensa è la vita, se solo ci si ferma a rifletterci sopra, a meno che non si voglia
andar dietro a quel “gioismo” che ci viene proposto fin in situazioni tristi. Niente prima, niente dopo, solo alcuni decenni.
Non è forse una melensa assurdità? Leopardi ne prende atto e fissa momenti di vita che soli ci distinguono gli uni dagli altri come
individui di una specie. Un passero e una torre, una campagna e una ragazza, un volto di donna che mai si volterà a guardarti, una
luna silenziosa ma capace di parlarci se solo la si ascolta. ”Nasce l’uomo a fatica, ed è rischio di morte il nascimento”. Così
cominciamo e, se la si scampa, va trovato il tempo di volgere lo sguardo intorno, di scoprire il mondo. E Leopardi.
G
Giovanni Moschini — [email protected]
Augias, finisce il film senza accorgersi che sono passate due ore e mezzo senza intervallo. Si esce con il rimorso di aver trattato
Leopardi come un compito d’italiano da fare. E la voglia di ritrovarlo come un grande italiano da amare.
Massimo Marnetto — Roma
CORRADO AUGIAS
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Lettere:
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enerdì scorso abbiamo pubblicato la lettera di un signore
che chiedeva scusa al “giovane favoloso” per non averlo capito quand’era a scuola. Pensava che Leopardi fosse il passato: «Ero lo studente impegnato politicamente; stavo costruendo il mondo nuovo. Ero io che sceglievo cosa studiare. Il
poeta non aveva nulla da dirmi. Stupido, quant’ero stupido!». Sì
a vent’anni si può essere stupidi, scambiare per un “compito” il
privilegio di conoscere un genio. La fortuna di avere un insegnante giusto facilita, ovviamente. Ho visto il film di Martone,
m’è parso bellissimo, struggente e illuminante. Quel tipo di divulgazione non superficiale che è forse la migliore forma d’in-
V
troduzione alla conoscenza, lo stimolo a proseguire. Alcuni
aspetti sono rimasti fuori, per esempio la corda “patriottica” del
poeta — ma Leopardi è un universum, difficile abbracciarlo tutto. Quello che c’è basta comunque a illuminare la figura fragile e
poderosa di un immenso lirico e di un grande pensatore che più
s’allontana nel tempo più giganteggia. Due esempi tra i molti:
l’elogio del dubbio come sola verità umana possibile; la sconfinata visione contenuta nella Ginestra che anticipa di decenni
tanta filosofia europea fino all’esistenzialismo. Elio Germano
magistrale. Chissà a che pensavano i giurati di Venezia durante
la proiezione.
Gli spari vicino a casa
di bracconieri indisturbati
Io, prof severo
guasto le statistiche
Valerio Zoja
[email protected]
Gustavo Mezzetti
[email protected]
SABATO sera ho udito forti spari vicino al
cancello di casa mia. Abito in campagna, in
Toscana, e non è un fatto inusuale quando la
caccia è aperta. Inusuale però il fatto che si
sparasse al buio, a notte fonda. Sono uscito
con una torcia per allontanare i delinquenti
e per cercare il mio cane che era fuggito terrorizzato. Ho telefonato al 112 che mi ha passato il Corpo delle Guardie Forestali. Peccato
che mi abbia risposto il centralino di Roma,
comunicandomi che in Toscana non sono a
disposizione pattuglie notturne. I bracconieri possono gioire, i cittadini un po’ meno.
INSEGNO matematica e fisica nelle scuole
superiori da dieci anni, e diffido quando il ministro Giannini parla di poter licenziare gli
insegnanti: quali verranno considerati “incapaci”? Mi permetto di sottoporre il mio caso. Laurea con lode, dottorato di ricerca, pubblicazioni scientifiche. Nemmeno un giorno
da precario: vinsi il concorso pubblico, fui assunto in ruolo. La fatica per insegnare le mie
materie, con orari sottodimensionati per risparmiare, è notevole, non devo sprecare
nemmeno un minuto e ancora non basta. È
tipico avere sei classi, in ciascuna faccio al-
meno otto scritti all’anno. Per impedire che i
miei alunni copino, preparo versioni diverse
del compito. Lavoro bene? Per presidi e genitori no: sono troppo severo, do troppe insufficienze, non scherzo con gli studenti.
Vengo richiamato per questo dai dirigenti: è
che rovino le statistiche. Attorno a me vedo
altri insegnanti: non danno insufficienze (ottimo per le statistiche) e, anziché fare lezione, proiettano filmati o invitano “esperti”.
Il merito sul lavoro
e i criteri che mancano
Elisabetta Galigani
[email protected]
SONO un’insegnante di scuola media statale con 40 anni di servizio. Vorrei sapere
qual è il parametro per valutare quali insegnanti non sanno fare il proprio mestiere. Vale per tutta la Pubblica amministrazione e per Camera e Senato? Se si passasse a licenziamenti in base ai meriti si risolverebbe il problema dei giovani disoccupati.
Salviamo l’Erasmus
per i giovani europei
Stefano Fabroni
Olevano Romano (Roma)
APPRENDO con rammarico che quest’anno il progetto Erasmus, della Ue, rischia di
non essere rifinanziato. Ma come, prima si
dice che Erasmus è un vettore di cultura
fondamentale per i giovani europei, e che
grazie ad esso gli studenti aumentano le
chance lavorative, poi il finanziamento
sarà sospeso. Perché, se è lecito saperlo, visto che noi cittadini paghiamo le tasse che
finanziano questi progetti? Stiamo tornando a una situazione nella quale chi ha i
mezzi garantirà ai propri figli un grado d’istruzione superiore.
Bonus bebè
non a tutti serve
Attilio Albergati
[email protected]
MI fa piacere che ci sia in previsione un bonus bebè per le neomamme. Non sono d’accordo, però, con l’idea di prendere 90mila
euro come tetto massimo per averne diritto. Quando si hanno certi redditi non ci dovrebbero essere difficoltà a mantenere un
figlio, se non di più. Io abbasserei il tetto di
reddito distribuendo i soldi risparmiati a
più persone che hanno redditi molto più
bassi.
CHE COSA VUOL DIRE PARTITO-NAZIONE
<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
PIERO IGNAZI
P
“
Ritornare ai
fondamentali
organizzativi
di ogni grande
partito
europeo è
cosa saggia e
prudente
Poi
lo spazio per
le innovazioni
è enorme
ro di porsi obiettivi così ambiziosi: solo una
catastrofe economica — come auspica Grillo — può cambiare radicalmente le prospettive. Un partito della nazione recluta a
destra e a sinistra, attrae imprenditori e
operai, laici e cattolici, dipendenti pubblici
e partite Iva. Proprio come voleva fare il
Berlusconi del 2001 quando incombendo
da quei manifesti giganti con il suo migliore sorriso a 32 carati si rivolgeva a tutte le
categorie sociali. Forza Italia non aveva
problemi a porsi come un partito “pigliatutti” perché il suo moderatismo (appa-
ERCHÉ oggi non ci sono competitor al segretario, ma se domani le cose dovessero
andare male tutto può succedere. Come ricordava domenica Eugenio Scalfari, nessuno è insostituibile: non per nulla, anche dopo De Gaulle non ci fu il paventato diluvio. Quindi, seguendo il motto degli antichi romani, meglio essere pronti ad ogni
evenienza. E se si dispone di una organizzazione, ramificata, efficiente e coesa, i momenti
critici si attraversano indenni. Ricordino i dirigenti Pd che intonano ossessivamente il
mantra salvifico e beneaugurante del risultato elettorale delle elezioni europee di giugno
che, in ogni paese e per tutte le elezioni per il parlamento di Strasburgo, la relazione tra
voto europeo e nazionale è assai labile… Del resto, cosa rimase del primato conquistato
dal Pci alle europee nel 1984? Nulla. Per questo, ritornare ai fondamentali organizzativi
di ogni grande partito europeo è cosa saggia e prudente. Poi, lo spazio per le innovazioni è enorme, tanto che, in Europa, le formazioni politiche più importanti studiano
e sperimentano nuove forme di partecipaMICHELE SERRA
zione interna, di trasmissione delle domande dal basso all’alto, di coinvolgimento dei cittadini, di responsabilizzazione e
A “profezia” di Casaleggio sulla scomparsa dei giornali di carta non è inedita. È reitegratificazione dei dirigenti locali, e così via.
rata (anche su carta) da parecchi anni, rimandando di lustro in lustro la data esiziaAnche il Pd deve rinnovarsi e ripensarsi able, perché è buon profeta chi si concede sempre una seconda possibilità. Ma essenbandonando alcune velleità inserite al momento della sua fondazione, e affrontando do la carta solamente un supporto (rimpiazza la pietra, il legno, il papiro, e precede i
soprattutto il problema del buon uso della pixel), ci si domanda come mai Casaleggio trascuri la vera questione. Che è la qualità delrete (quello cattivo lo fa già Beppe Grillo).
l’informazione, ovvero la qualità dell’opinione pubblica. Leggere il blog di Grillo (lo dico
Il segretario ha rimandato la discussione per fare un esempio noto a Casaleggio) significa trovare, se possibile peggiorata, la stessu questo punto ad un momento di mag- sa superficialità “strillata” che si imputa alla stampa più corriva: non è dunque questione
giore approfondimento. Segno che il tema di supporto.
merita riflessione. Ma alcune indicazioni Faccio anche io la mia piccola “profezia”. Il mito della gratuità è destinato a peggiorare il
sono già emerse anche perché ogni partito livello medio dell’informazione in rete, e anzi lo sta già facendo. Si ricostituiranno anche
si struttura in rapporto agli obiettivi che si in rete un livello “alto”, a pagamento, e uno “basso”, apparentemente gratuito ma pagapropone. Il Pd, oggi, ama definirsi “partito to, se non dalla pubblicità, dalla febbrile compravendita di contatti che è il grande vero
della nazione”, sul modello britannico: un business di internet. Il rischio è che il livello “alto” spetti a una élite più ristretta di quella,
partito che rappresenta interessi e valori piuttosto vasta, che legge la carta stampata. E il livello “basso” discrimini, come è sempre
trasversali al punto da ambire, potenzial- accaduto, l’opinione pubblica popolare. La sola “rivoluzione democratica” possibile è almente, alla maggioranza assoluta dei con- zare il livello medio della cultura di massa: su carta o in video, conta pochissimo.
sensi. In effetti, il vuoto politico che attual© RIPRODUZIONE RISERVATA
mente circonda i democratici consente lo-
> L’amaca
L
“
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rente) e il suo benpensantismo condito da
qualche fremito anti-establishment si riassumevano nella figura del leader. Il Pd è
(ancora) refrattario a ridursi interamente
ad un PdR, ad un “Partito di Renzi” secondo
il brillante conio di Ilvo Diamanti. Per quanto il segretario-premier domini la scena, il
partito sul territorio esiste ancora; e se i circoli languono, le feste dell’Unità resistono
bene, a riprova che qualcosa nell’organizzazione politica tradizionale va cambiato.
Il “partito” per quanto un po’ ammaccato — ma non è reponsabilità di Renzi — (r)
esiste ancora ed i suoi riferimenti ideali si
rifanno tuttora alla tradizione della sinistra di classe e del cattolicesimo democratico. Non è emerso ancora nulla di nuovo e
di trasversale, al di là di alcune provocazioni e battute. Non esiste un profilo ideologico del partito della nazione. La stessa debolezza progettuale del partito a vocazione
maggioritaria veltroniano rischia di riverberarsi sul progetto renziano. Tra l’altro, le
ricerche effettuate dopo le primarie del dicembre 2013 indicano una divaricazione
tra iscritti, votanti alle primarie ed eletti all’Assemblea nazionale: gli iscritti sono più
sinistra dei votanti che, a loro volta, sono
più sinistra dei delegati. Cosa cementa allora questa “comunità” politica, come la
chiama il segretario? Su quali valori si fonda per attrarre sostegno da ogni dove? O è
solo il profumo del potere che oggi seduce e
domani, una volta svanito, allontana? Un
grande partito seduce per la forza delle sue
idee, dei suoi progetti, delle sue convinzioni. Il resto è contorno, utile per vincere (come accadde a Berlusconi), inutile per costruire.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
Lettere
Commenti
&Idee
PER SAPERNE DI PIÙ
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IL BIVIO DELLE ELEZIONI
DI MIDTERM
ALEXANDER STILLE
ECONDO gli ultimi sondaggi il partito repubblicano americano dovrebbe mantenere e rinforzare la maggioranza alla Camera e sembra destinato a ottenere la maggioranza anche al
Senato. Con tutto il Congresso contro, il presidente Barack Obama dovrà affrontare un’opposizione ancora più dura. Opposizione che renderà qualsiasi sua iniziativa, già ora molto
difficile, pressoché impossibile.
Questo risultato è per molti versi paradossale: il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso quest’autunno al 5,3 per cento, quasi la metà del livello ereditato da Obama dall’amministrazione Bush nel momento più buio della crisi finanziaria del 2008-2009 (risultati del genere
renderebbero molti leader europei dei veri eroi in paesi dove il tasso di disoccupazione rimane
più del doppio). In più, circa 15 milioni di americani senza assicurazione sanitaria l’hanno ottenuta grazie alla criticatissima legge sanitaria di Obama, ribattezzata Obamacare. Il numero
avrebbe potuto essere ancora maggiore (di circa 6 milioni di persone) se 24 dei 50 stati americani, in mano ai repubblicani, non avessero rifiutato di adottare elementi della riforma.
Per contro, cos’ha fatto il partito che a quanto pare sarà premiato nelle elezioni di novembre?
Il partito repubblicano si è dedicato
ossessivamente all’idea di impedire
BUCCHI
ad Obama di governare, nella speranza di limitarne l’elezione a un
unico mandato. Neanche un singolo deputato repubblicano ha votato per il piano di stimolo economico di Obama nel 2009, quando
l’economia americana e quella
mondiale stavano precipitando
nella crisi più grande dalla Grande Depressione. E quando tutti gli
economisti, compresi quelli conservatori, insistevano che un certo livello di stimolo da parte del governo centrale fosse necessario
per evitare la catastrofe. I repubblicani, durante la recessione,
hanno rifiutato di votare sostegni
economici ai singoli stati americani che così sono stati costretti
per legge ad equilibrare i loro conti fiscali. E in recessione, quando le
entrate calano gli Stati sono costretti a licenziare il personale e a
tagliare i servizi anche quando
questo comporti un aggravio di di-
S
“
Il partito
repubblicano
si è dedicato
all’idea di
impedire a
Obama di
governare
nella speranza
di limitarne
la presidenza
a un unico
mandato
“
IL CERCHIO ROSSO
SUI DISSIDENTI
<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
SEBASTIANO MESSINA
OGNI decisione sarebbe stata
fantastica, e invece si scopre a
poco a poco che tutti possono
scrivere un post, non tutti possono parlare, pochi possono votare ma
solo due persone possono decidere: uno
si chiama Beppe e l’altro Gianroberto.
Chi ha votato — per restare alle ultime 48 ore — la nuova linea dura dei Cinquestelle sull’immigrazione, con quel
post para-leghista di Grillo che annuncia che «i cosiddetti clandestini vanno
rispediti da dove venivano», dopo che
la base del partito — la Rete! — si era
chiarissimamente schierata con un referendum per l’abolizione del reato di
clandestinità? Chi ha discusso, sull’Europa, lo scivolamento sempre più a destra del Movimento, che dopo essersi
affidato alla leadership dell’ultra-conservatore Farage — per il quale «le donne che lavorano e hanno figli valgono
meno ed è giusto che guadagnino meno degli uomini» — ha aperto ieri le porte persino al polacco Iwaszkiewicz,
eletto nel Partito della Nuova Destra e
autore della teoria secondo cui picchiare le mogli «aiuterebbe molte di loro a
tornare con i piedi per terra»? E chi ha
emesso la sentenza di espulsione immediata del sindaco di Comacchio,
Marco Fabbri, colpevole di essersi candidato alla Provincia per difendere gli
interessi dei suoi concittadini, cacciato
su due piedi con una tale brutalità da
trasformare un appassionato militante in un cittadino così amareggiato, così deluso da arrivare a parlare di «una
deriva squadrista e fascista»?
Ma il capolavoro del tandem Beppe&Gianroberto è stata ieri la radiazione dei quattro militanti, subito degradati a dissidenti perché avevano
osato interrompere la liturgia del Circo
Massimo salendo sul palco per domandare con parole semplici che le votazioni sul portale grillino fossero almeno
verificabili, «e soprattutto vorremmo
sapere qualcosa di questo “staff” col
quale tutti ci interfacciamo ma nessuno lo conosce». Chiedevano, in una parola, solo un po’ di quella trasparenza
E
“
Come può
una forza che
si candida a
governare il
paese dare di
sé l’immagine
di una setta
nella quale il
potere
è nelle mani
di un’eminenza
grigia
35
che i cinquestelle reclamano dagli altri
ma non applicano mai in casa propria.
E sono subito diventati un bersaglio
che Grillo ha appeso su Facebook cerchiando di rosso le loro teste, e Casaleggio ha centrato in pieno con un colpo secco: un post scriptum in coda a una
delle sue allegre profezie, «Press Obituary”, necrologio della stampa: «I
quattro sono fuori dal M5S».
È difficile capire perché un abilissimo stratega della comunicazione e un
formidabile comunicatore siano scivolati nella trappola di rispondere a un’accusa di scarsa trasparenza con una sentenza assolutamente priva di trasparenza. Perché anche nella non-democrazia inventata dai grillini, Casaleggio non avrebbe in teoria alcun potere:
non ha incarichi, non è stato eletto, non
è stato nominato. Tutti sappiamo, per
carità, del suo ruolo fondamentale nella nascita e nella crescita del Movimento, ma come può una forza politica che
si candida a governare il Paese dare di
sé l’immagine di una setta nella quale
il potere massimo — quello di decidere
chi è dentro e chi è fuori — è nelle mani
di un’eminenza grigia che non risponde a nessuno se non al suo socio?
Grillo invece — che non si è mai candidato alle elezioni perché una vecchia
condanna lo priva di uno dei requisiti
che lui stesso pretende dagli altri —
una carica ce l’avrebbe: quella di presidente del Movimento. Se l’assegnò da
solo, una sera di dicembre di due anni
fa, davanti al notaio di Cogoleto nominando vicepresidente suo nipote Enrico e segretario il suo commercialista.
Una carica che lui non ostenta, e che gli
serve solo per decidere chi è candidabile e chi no, quale meetup avrà il simbolo e quale no, e soprattutto chi va cacciato e chi può rimanere. Purché stia
buono, canti in coro la canzoncina che
lui ha scritto e non si azzardi a fare mai
una domanda indiscreta sulla trasparenza di un movimento dove tutto è
sempre magnifico, incredibile e stupendo, un luogo magico dove comandano finalmente i cittadini, i militanti,
la Rete, mentre lui e Casaleggio prendono solo le decisioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
soccupazione. Questa politica ha comportato
che mezzo milione di posti di lavoro sono andati persi inutilmente e nel momento peggiore.
È stato fatto di tutto per sabotare il piano sanitario di Obama, negando ai cittadini e a molti elettori repubblicani la possibilità di ottenere un’assicurazione sanitaria. Il tutto pur di impedire al “nemico Obama” di portare a casa un
successo — e lasciamo perdere l’impatto sui
poveri disgraziati rimasti senza assicurazione. Il ragionamento dei repubblicani si è basato sul calcolo cinico secondo il quale creando
più malessere possibile nel paese l’elettorato
avrebbe finito per punire più il presidente dell’ostruzionismo dei repubblicani. Va anche
detto che i repubblicani nutrono una vera e
propria ossessione per Obama, considerato da
molti elettori conservatori evangelici una sorta di anticristo.
Come si spiega quindi che l’elettorato starebbe per punire Obama — che nonostante
tutto ha governato decentemente
(diamogli almeno un 7 su 10) —
mentre i repubblicani al Congresso
sono in testa in tutti i sondaggi?
Le ragioni sono diverse.
1) Nelle elezioni cosiddette di
“Midterm,” il partito al potere perde
quasi sempre e le urne diventano,
per un’opposizione frustrata, l’opportunità di prendersi una rivincita
mentre una forte percentuale di
elettori rimane a casa.
2) In realtà nei sondaggi i democratici rimangono in testa nel voto
popolare, ma grazie al sistema elettorale americano perdono la maggioranza dei distretti elettorali.
Questo, in parte, accade grazie al sistema marcio del cosiddetto Gerrymandering, un vecchio trucco della
politica americana attraverso il quale nei singoli Stati il partito al potere
riscrive la mappa dei distretti elettorali maggioritari per vincere il numero maggiore di seggi. È un vecchio malcostume praticato storicamente dai due partiti ma dopo il
2010 i repubblicani l’hanno utilizzato con particolare aggressività. Così, secondo alcuni studi, i democratici dovrebbero vincere con un
margine del 54% contro il 46% nel voto popolare per poter riconquistare il controllo della
Camera. Siamo quindi molto lontani dalla democrazia pura.
3) Obama e i Democratici hanno mal gestito la presentazione di Obamacare. Hanno lasciato senza risposta per diversi mesi le critiche dei repubblicani sul presunto disastro della legge. In più hanno sbagliato pesantemente
il lancio del nuovo sistema con un’inadeguatezza paurosa dei siti web bloccati nelle prime
settimane. E tutto questo ha creato l’impressione di un tonfo totale. In realtà, corretti i problemi informatici iniziali, il sistema ha cominciato a funzionare più o meno come i suoi realizzatori avevano immaginato, ma l’impressione di un fallimento è rimasta impressa nell’elettorato e i democratici e sostenitori di Obama sono stati troppo timidi nel rivendicare uno
dei loro successi maggiori: milioni di persone
che ora hanno un’assicurazione e costi medici
complessivi che cominciano a diminuire, o a
crescere meno, rispetto al passato recente.
4) Il quadro internazionale violento e pieno
di incertezze non aiuta il presidente. La guerra civile in Siria, la quasi guerra civile in Libia,
l’inatteso successo del gruppo estremista Is in
Iraq e in Siria, danno l’impressione di un mondo fuori controllo. La politica estera di Obama
spiegata dal presidente in termini molto semplici — “Non fare delle cose stupide” — sembra
troppo poco di fronte a situazioni così drammatiche. Agire, e con forza, piace di più, almeno per un po’, all’elettorato, anche se intervenire in situazioni immensamente complesse,
come dimostra la nostra storia recente, spesso
è controproducente. Non fare delle cose stupide non è poi una bussola così malvagia.
Così, il gradimento di Obama ha raggiunto
il punto più basso della sua presidenza, 40 per
cento. La percentuale di americani con una
buona opinione del Congresso è ancora più ridotta: circa 15 per cento. E, sembra, che saranno il presidente e il suo partito a pagare il
prezzo.
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“
36
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
Fanno i barbieri o i
medici, gli avvocati o i
camerieri. C’è chi sfonda,
nel mondo della ricerca
o lanciando startup. È un
esodo inarrestabile: nella
capitale britannica vivono
oltre 500mila connazionali
Attirati dall’economia che
vola, dall’inglese. Da una
città sempre più trendy
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA
L MIO barbiere è un italia-
I
no, il mio avvocato è un
italiano, il mio medico di
famiglia è un italiano, la
mia libraia di fiducia è
un’italiana, l’insegnante di
scuola guida di mio figlio è italiano, è italiana la segretaria
della sua facoltà universitaria, è
italiano il mio dentista, è italiana la ragazza che mi prepara il
caffè al bar, sono italiani la cameriera del ristorante giapponese sotto casa, il cameriere del
ristorante di hamburger all’angolo, il commesso del negozio
dove compro jeans e magliette,
il gelataio dove compro il gelato
(anche quello di produzione italiana) e la maggioranza degli
amici e amiche con cui mi ritrovo una volta al mese in una pizzeria di Camden, naturalmente
italiana, dove lavorano soltanto
camerieri e cuochi italiani. Vivo
a Londra da un decennio, ma
per certi versi è come se fossi in
Italia: dovunque vado, sono circondato di connazionali.
Non è soltanto un’impressione
personale. Secondo i dati del Consolato d’Italia, nella capitale britannica siamo in 250mila ad avere il passaporto del Bel Paese, ma
questi sono solo gli iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, cioè coloro che
hanno ufficialmente spostato la
propria residenza nel Regno Unito. Il Consolato calcola che il nu-
Londra,
Italia
mero reale, includendo gli italiani
che la residenza la tengono in Italia, sia almeno il doppio. Mezzo
milione, una Little Italy londinese
grande come Bologna o Firenze,
la cui crescita continua, anzi si
espande a dismisura: 2 mila in più
al mese, soltanto per quanto riguarda gli iscritti all’Aire, con un
aumento complessivo nell’ultimo anno del 71 per cento della nostra immigrazione in Inghilterra
rispetto al 2013. Oggi la Gran Bretagna è il paese del mondo che accoglie più immigrati italiani. Ormai è un esodo. O una grande fuga.
Per questo dall’inizio del 2014
il Consolato ha creato un apposito
“sportello” per i nostri nuovi immigrati: si chiama “Primo approdo”, è una serata in cui avvocati, fi-
Dal Bel Paese arrivano
più di duemila persone al
mese: con un incremento
del 70% rispetto al 2013
scalisti, medici, esperti di servizi
sociali, siedono a un tavolo offrendo gratuitamente consulenze
agli italiani appena sbarcati sotto
il Big Ben. Gli argomenti sono lavoro, casa, salute e mondo accademico. «Lo facciamo per essere
vicini ai nostri cittadini, per rispondere a un’esigenza che abbiamo sentito diventare più ampia ed urgente», dice Pasquale
Terracciano, l’ambasciatore d’Italia a Londra, che ha promosso
l’iniziativa, coordinata dal Console Generale Massimiliano Mazzanti e dal console Sarah Castellani. «Finora abbiamo organizzato
dieci serate, di cui tre dedicate a
come preparare il curriculum giu-
sto per cercare lavoro in questo
paese», spiega l’ambasciatore.
«In tutto hanno partecipato 650
persone, per lo più giovani. Il 57
per cento sono laureati, ma alcuni
finiscono per accettare, almeno
come primo impiego, anche lavori in cui la laurea non è necessaria». Luca Vullo, giovane cineasta
italiano (a sua volta immigrato a
Londra), sta girando un documentario sul progetto.
I “seminari per immigrati” si
svolgono in un luogo simbolicamente appropriato: il nostro Consolato è a Farringdon road, a due
passi da Clerkenwell, la strada
della prima immigrazione italiana in Inghilterra, dove sorge St.
Peter’s Church, più antica parrocchia italiana di Londra, in cui tutte le domeniche dice messa (in
italiano) padre Carmelo di Giovanni. In questa che fu la prima
“Little Italy” londinese vissero
Giuseppe Mazzini in esilio e Giuseppe Garibaldi come suo ospite,
quindi ci sono arrivati generazioni di immigrati. Ma adesso la “Piccola Italia” di Londra non è più
tanto piccola: è un fiume in piena.
Gli italiani d’oggi vengono per fare di tutto: il banchiere, l’avvocato, il manager, l’architetto, il medico, l’ingegnere, il barista, il cameriere, il cuoco, il commesso, la
nanny, il traduttore, l’assistente
fotografo, il gallerista d’arte, l’insegnante, l’artigiano. In pratica
tutti i mestieri. Il motivo è semplice: qui, magari dopo qualche settimana o mese di ricerche, il lavoro si trova. Attirano indubbiamente anche altri fattori, il desiderio di imparare l’inglese, fare
un’esperienza all’estero, vivere
in una megalopoli globalizzata e
trendy, ma la chiave è che l’occupazione a Londra non è una chimera. Merito dell’economia che
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MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
ALL’INTERNO
LA STORIA
Una mappa
della luce
per salvare
il mondo
ALESSANDRO OPPES
LA CULTURA
Intrighi e rivalità
tutte le mele
avvelenate
dello Strega
RAFFAELLA DE SANTIS
GLI SPETTACOLI
Amsterdam
regno della dance
“L’elettronica
s’impara a scuola”
{
LA RESIDENZA
Sono in 250mila gli italiani iscritti
all’Aire, che quindi hanno spostato
la residenza nel Regno Unito. Ma
sono mezzo milione i connazionali
che realmente vivono a Londra
LO SPORTELLO
Il nostro consolato ha
creato “Primo
approdo”, uno sportello
dove avvocati, medici e
esperti offrono
consulenze gratuite a
chi sbarca a Londra
I SITI
Londranews.com,
ItalianiaLondra.com,
Italiansoflondon: sono alcuni dei siti
per gli italiani che a Londra cercano
offerte di lavoro o case da affittare
vola, con il pil che cresce del 3 per
cento, l’espansione più forte d’Europa, e la disoccupazione al 6 per
cento, la più bassa dal 2008. Merito di una normativa più semplice
e anche più neo-liberale: si viene
licenziati su due piedi, se le cose
vanno male, così come si è assunti facilmente se vanno bene. Ma
basta
consultare
Londranews.com, uno dei tanti siti per gli italiani di Londra, per trovare offerte di lavoro in ogni categoria. Certo non tutto è così luccicante come sembra da lontano:
gli affitti sono esorbitanti, i trasporti costano due o tre volte più
che in Italia, le distanze sono immense, il ritmo è frenetico. «Bisogna imparare a fare la coda, arrivare in orario, essere sempre cortesi e rispettosi», scrive Cristina
Carducci, sociologa e immigrata
anche lei da quattro anni, sul suo
blog “Londra chiama Italia”. Ma
se vengono in tanti significa che
ne vale la pena.
Racconta il mio barbiere, che
poi è una parrucchiera, Marcella,
26 anni, di Alessandria: «In Italia
mi facevano fare la stagista a 400
euro al mese per tre mesi e poi dovevo cercarmi un altro posto. Qui
mi assumono e guadagno abbastanza per vivere». Paga 400 sterline al mese per un letto in una
stanza con un’amica in una casa
con dieci coinquilini (tutti italiani), ma è più contenta e realizzata di prima. Antonia, 24 anni, di
Pescara, cameriera al mio ristorante giapponese preferito, è ancora più entusiasta: «Con le mance prendo 500 sterline alla settimana, 2 mila sterline al mese.
Guadagno più io di mio padre».
Molti lavorano mentre fanno l’università: un compagno di studi
italiano di mio figlio è stato assunto come centralinista in un albergo. Ci sono quelli che devono
accontentarsi di 7 sterline l’ora
per preparare caffè e cappuccini
da Starbucks o Caffè Nero, due
CARLO MORETTI
delle grandi catene di caffetterie
(all’italiana) della città. Bisogna
adattarsi, comunicare con famiglia e amici via Skype, tornarli a
trovare ogni tanto con i voli a basso costo di Easyjet e Ryan Air. Ma
ci sono pure quelli che hanno fatto centro ad alto livello: come Ferdinando Giugliano, laurea e Phd
in economia a Oxford, ora redattore del Financial Times, o Giandomenico Iannetti, anche lui uscito da Oxford, adesso docente di
neurologia alla Ucl (University
College London), dove ha ricevuto 2 milioni di sterline di finanziamenti per le sue ricerche. E poi ci
sono gli italiani che il lavoro se lo
sono creati qui da soli, in ogni campo: uno per tutti Riccardo Zacconi, l’inventore di Candy Crush, il
giochino per telefonini con utenti
in tutto il mondo, titolare di una
fortuna di 700 milioni di sterline
partita come start-up e approdata
in Borsa. I business italiani o rivolti agli italiani di Londra sono così
tanti, in effetti, che sono nate anche le pagine gialle tricolori, sul
web, The Italian Community London, con più di 2 mila inserzionisti
(peraltro gratuiti) – e anche questa è una start-up italiana. Insomma, “gli italiani non sono pigri” ,
come afferma fin dal titolo il libro
di Barbara Serra, conduttrice dagli studi di Londra di Al Jazeera, la
tivù di news araba, anche lei
un’immigrata italiana che si è affermata lungo le rive del Tamigi.
Non è questione di pigrizia, bensì
di opportunità e merito, verrebbe
da concludere. Beninteso, non
tutti pensano di trasferirsi a Londra per sempre: un conto è vivere
in due in una stanza, un altro metter su famiglia. Ma intanto la “Piccola Italia” cresce, lavora e produce. London calling, Italy risponde.
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Questa terra attrae il talento
e con gli stranieri è più ricca
MARIANA MAZZUCATO
LI effetti dell’immigrazione in Gran Bretagna sono
stati positivi non solo dal
punto di vista culturale ma
anche da quello economico. Uno studioso di questi temi, Jonathan Portes,
ha recentemente elencato ben nove
motivi per cui l’apporto degli stranieri, che tra l’altro pagano più tasse dei
benefit che ricevono, fa bene all’economia: smontando le tesi oggi di moda per cui gli immigrati sfrutterebbero e rovinerebbero il nostro welfare riducendo al contempo paghe e
stipendi.
LO
La verità è appunto un’altra.
SCE Londra, per esempio, ha attratto i
NA talenti migliori grazie alla sua podelle porte aperte. Se decide
RIO litica
di chiudere queste porte, c’è chi
preferirà andare altrove, e Londra
si ritroverà irrimediabilmente indietro.
L’inversione può avvenire molto rapidamente. Appena sono state chiuse le porte per la ricerca forense, nella quale la
Gran Bretagna da sempre eccelle, il Paese ha cominciato a soffrirne: gli studiosi
hanno scelto di andare all’estero.
Io stessa sono venuta a Londra attirata dalla struttura meritocratica dell’accademia. Qui la carriera scientifica è
strutturata in modo che più pubblicazioni fai, e più rilevanti sono (vengono misurate, per esempio, in base alle loro citazioni) più avanzamenti di carriera ottieni. Non è insomma importante chi conosci o “chi ti protegge”: è la meritocrazia che determina il tuo successo. Questo
significa, per esempio, poter disporre,
qui, dei più bravi tra i dottorandi: e come
G
insegnante io voglio poter scegliere nel
miglior bacino di studenti. Per la scienza
e la cultura è un vantaggio enorme. L’ha
sostenuto anche un neuroscienziato,
John O’ Keefe, fresco del premio Nobel.
La scienza parla una lingua internazionale, ha cercato di spiegare O’ Keefe, premiato per i suoi studi che hanno portato
alla scoperta del cosiddetto “Gps” del
cervello: «Gli scienziati migliori possono
provenire da ogni dove: dalla porta accanto o dal più piccolo e sperduto villaggio nel mondo». Non abbiamo bisogno di
irrigidire la legge: dobbiamo anzi rendere più facile l’arrivo degli stranieri. Non
è un caso che lo stesso O’ Keefe è uno straniero: nato negli Stati Uniti, a New York,
e non certo quindi nel posto più sperduto del mondo, il professore oggi 74enne
ha confessato di essersi trasferito in
Gran Bretagna cinquant’anni fa proprio
perché «attratto dalla cultura inglese».
Altra classe: altri tempi. Purtroppo oggi il governo di David Cameron sta semplicemente facendo il gioco dell’Ukip.
Non riuscendo a fornire una diversa interpretazione sugli effetti netti (positivi!) dell’immigrazione — il National Institute of Economicand Social Resarch
stima per esempio che la riduzione di decine di migliaia di arrivi porterebbe nel
lungo termine perfino a un aumento delle tasse — sta in pratica esaltando l’abilità politica del partito di Nigel Farage:
aiutandolo a vincere le prossime elezioni.
L’autrice è docente di Scienza
e tecnologia all’Università
del Sussex
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
38
LA SCHEDA
R2
IL PROGETTO
“Cities at Night”
punta ad
analizzare 300
mila foto di
astronauti
della stazione
spaziale Iss
La storia
Addio alle città
sfavillanti. I
neon fanno
male e un team
di esperti corre
ai ripari
I DANNI
L’esposizione
notturna alla luce
colpisce i cicli del
sonno, favorisce
alcuni tipi di
cancro e fa danni
alla biodiversità
Una mappa della luce per salvare il mondo
Dalla Spagna uno studio
per ridurre la luminosità
usando foto scattate
dallo spazio
REPTV-LAEFFE
Alle 13.45 su RNews
(canale 50 del digitale
terrestre e 139
di Sky) il racconto
ALESSANDRO OPPES
MADRID
IMMI quanto ti illu-
D
mini e ti dirò come
potrai danneggiare la nostra salute,
l’ecosistema e i
delicati equilibri del pianeta.
Addio al mito delle città sfavillanti di colori e luci al neon, che
erano viste come sinonimo di
opulenza e di progresso. Se il
mondo fosse una gigantesca
Las Vegas, una Times Square
estesa all’infinito, saremmo
spacciati.
Ma ora la soluzione — in tempi che sono di ristrettezze ener-
getiche e di coscienza ambientale insieme — viene dal cielo.
C’è un serbatoio formidabile di
foto — 300mila almeno — scattate dagli astronauti della stazione spaziale internazionale
Iss, disponibili nell’archivio
pubblico del Johnson Space
Center. Si tratta solo di analizzarle, confrontarle, catalogarle, per poter trarre le somme.
Immagini notturne di un pianeta malato di eccesso d’illuminazione. A tentare la monumentale impresa, un progetto
spagnolo, “Cities at Night”,
che arrancò con qualche lentezza e difficoltà tre anni fa, ma
che ora ha avuto uno straordi-
nario impulso sia per la pubblicità che gli ha fatto la Nasa, sia
per la trovata di un giovane
astrofisico della Universidad
Complutense di Madrid: ingaggiare un piccolo esercito di
volontari che si prestino a realizzare l’opera di classificazione delle foto.
In premio, né più né meno,
l’orgoglio di poter dire di aver
contribuito ad attenuare gli effetti nefasti della contaminazione luminosa. Ammesso che
la radiografia che ne verrà fuori induca i politici a rettificare
in modo saggio l’amministrazione del territorio. Soluzioni
drastiche, in realtà, si impor-
rebbero se è vero — come sostengono i promotori dell’iniziativa — che l’esposizione notturna alla luce colpisce i cicli del
sonno, favorisce lo sviluppo di
alcuni tipi di cancro, danneggia la biodiversità, mette in pericolo la sicurezza del traffico,
ha conseguenze sullo spreco di
energia e di risorse, è un tipo di
contaminazione che si ripercuote anche su quella atmosferica. Una vera catastrofe del nostro tempo. Alla quale i “volontari digitali”, ingaggiati a migliaia attraverso la piattaforma crowdcrafting.org, cercano di porre rimedio con il loro
paziente lavoro di classificazio-
ne delle immagini dell’Iss.
Un compito che può essere
svolto solo, con pazienza certosina, da persone perché i computer — per quanto sofisticati
— non sono in grado di distinguere correttamente nelle immagini le stelle dalle luci artificiali di una città. E non solo: per
ridurre al minimo le possibilità
di errore, la stessa foto viene
esaminata da diversi volontari. Insomma, per completare
l’opera, e poter quindi emettere una diagnosi sullo stato di salute della Terra malata di troppa luce, ci vorrà ancora almeno
un anno di tempo.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
R2
Il personaggio
39
L’ultimo caso
è il ministro
svedese
Wikstrom
Ecco la carica
del macho dem
TORMENTONE WEB
Giovani, decisi
e in carriera
benvenuti nell’era
dei leader belli
Il socialdemocratico
Gabriel Wikstrom, 29
anni, è il nuovo ministro
della Sanità della
Svezia: da qualche
tempo il suo profilo
Twitter è bombardato
con messaggi romantici.
In particolare in
Turchia è diventato
un tormentone del web,
dopo che una fan
ha postato la sua
foto con la scritta
“Il bel ministro”,
poi condivisa
decine di migliaia
di volte
GABRIELE ROMAGNOLI
chia, resta abbagliata. Al
contrario la sobrietà, dopo
un iniziale senso di familiarità, genera noia e distacco.
Occorre una terza modalità,
quella che l’editoria dedita
al lifestyle definisce con un
aggettivo: aspirazionale. Il
modello da proporre è quello che tu vorresti essere, o
avere. Non il sogno impossibile, ma quello realizzabile.
Il “macho dem” impersona quell’idea. Il suo codice è lo “slim fit”, nel vestire, come nel parlare:
un abito leggermente
sfiancato, un tablet di
nuova generazione (ultrasottile) e un documento di poche pagine che
batte su un numero limitato di concetti, chiari e
sottolineati. Dal suo guardaroba sono banditi gli accessori non indispensabili: gemelli, bretelle, fermacravatta.
Anche questa, se proprio
necessaria, tende a essere
slim, sottile, in contrasto
con quella tradizionale, larga, con disegnini, che suggeriva governi simili a circoli di
potere.
L’eleganza viene sempre
contaminata, destrutturata
da un tocco di seconda classe. Serve a far pensare che il
politico bello non è uscito da
una festa o dal centro massaggi. Sosteneva Harold
Hayes, storico direttore della rivista maschile Esquire:
«Un uomo non dovrebbe mai
I VOLTI
G
IO V A N I , carini,
molto occupati: a
governare. Si afferma in occidente una nuova generazione: il macho democratico. Leader accomunati nell’apparenza, ancor prima che
nella sostanza.
Comunicano con l’impatto, segnalano con il dress
code. La politica, certificato
il divorzio dall’etica, si concede all’estetica. E a questi
che ne sono gli alfieri. L’ultimo in ordine di tempo è Gabriel Wikstrom, svedese,
definito «il ministro bello»
in un tweet che ha scatenato le donne turche e poi
quelle di mezza Europa, procurandogli in poche ore 23
mila fan virtuali.
Il padre di tutti i “macho
dem” resta indiscutibilmente Barack Obama, che
fu capace di sottrarre consensi femminili alla prima
donna davvero in corsa
per la Casa Bianca, Hillary
Clinton, e ha sedotto l’America, l’accademia dei
Nobel e il mondo intero più
che per quanto ha fatto,
per quel che ha rappresentato: una storia personale,
certo, ma anche un modo
di porgerla. Con stile.
Al “Prez-a-porter” e al
“ministro bello” vanno aggiunti lo spagnolo Pedro
Sanchez, i francesi Manuel Valls e Emmanuel
Il fisico e il pensiero sono
sempre “light”, così come
il tablet sottobraccio
e l’abito sfiancato
Macron, l’olandese Diederik Samson e l’argentino
Axel Kicillof. Accosciati,
più in grado di alludere
che di incarnare: l’italiano
Matteo Renzi e il tedesco
Achim Post. A metterli tutti in fila (e quasi ci riuscì la
storica foto d’inizio settembre alla Festa dell’Unità di Bologna) si ricavano denominatori comuni
di atteggiamento e abbigliamento.
Sono tutti quanti light nella struttura: fisica e di pensiero. Hanno eletto a parola
chiave: «flessibile». Nei modi, nell’orientamento, nel
ragionamento. Predicano
società in evoluzione, condizioni fluide, velocità e si presentano in continuo movi-
AXEL KICILLOF
Economista, figlio di due
psicanalisti, Axel Kicillof
(43 anni)è stato nominato
ministro delll’Economia
in Argentina nel novembre
dell’anno scorso
PEDRO SANCHEZ
Nato nel 1972, non è ancora
ministro: ma dal
luglio scorso è segretario
del partito socialista
spagnolo, che promette di
rinnovare drasticamente
MANUEL VALLS
Figlio del pittore catalano
Xavier Valls e
dell’insegnante ticinese
Luisangela Galfetti,
il socialista Manuel Valls
è primo ministro francese
EMMANUEL MACRON
Nato nel 1977, studi presso
i gesuiti, è il più giovane
ministro all’Economia
francese dal 1962, con
Giscard nel primo governo
Pompidou
mento: da un polo all’altro,
dall’ora al quando, dal sì al
no passando per il forse. Dove sono e che cosa sostengono oggi è spesso diverso da
ieri e certamente da domani. Corrono.
Fanno sport. O almeno si
fanno vedere o fotografare
con chi ne fa.
Sorridono e per farlo usano strumenti di prima mano: denti loro.
Si ha un bel dire che la
gioventù è un vicolo cieco e
la maturità il futuro: in
quell’avvenire dominano il
rimpianto, la scelleratezza
fuori tempo massimo e la
propaganda a base di dentiere. Non guardano in telecamera, ma oltre: cercano gli occhi dell’elettrice.
È a lei che parlano, sapendo
che, pure in cabina, la donna è mobile. E, da tempo,
post-ideologica. Il “macho
dem” la va a cercare nel suo
territorio: le riviste di moda e i programmi tv del pomeriggio. Le dà appuntamento in luoghi e orari che
le sono familiari e si presenta come si deve per con-
quistarla. Di nuovo, con stile.
Il maestro assoluto di questo concetto, Glenn O’Brien,
ha scritto nel suo saggio Essere uomo: «Lo stile è ciò che
distingue un uomo dalla
massa o che attrae le masse». Il vero capolavoro è trasformare l’alternativa in endiadi, la «o» in «e»: trovare il
modo di distinguersi affascinando. L’eccentrico o l’eccessivo sballano come un 22
al black jack. La massa è attirata dal luccichio, ma poi si
ritrae perché non ci si spec-
Cercano l’occhio
dell’elettrice: per questo
frequentano tanto
la tv del pomeriggio
dare l’impressione di essere
appena stato dal parrucchiere o di averne bisogno». Il politico bello deve dare quella
di essere appena uscito da
una riunione o di stare per
rientrarci: per questo ha una
penna nel taschino, o una
cartelletta in mano, o le maniche arrotolate. Della camicia bianca, ovviamente. Come da foto di settembre,
quello è il capo uniforme del
nuovo leader “macho dem”.
Scrisse Herman Melville:
«La bianchezza non è un colore quanto l’assenza visibile di ogni colore e nello stesso tempo l’amalgama di tutti i colori».
Ovvero: un progetto politico.
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RSalute
LA REPUBBLICA
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014/NUMERO 850
La sessualità.
Maschi poco protetti, Sos degli andrologi
Le lettere. Ebola, alitosi, basalioma, ginocchio: gli esperti rispondono
La cura
della
speranza
ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA DI NINA CUNEO
L’emergenza depressione
tra tecniche di psicoterapia,
nuovi farmaci, test avanzati
In aumento tra gli adolescenti
Dolore. Troppo spesso è sottovalutato. Una buona legge non basta, servono diagnosi corrette per un buon uso degli oppiacei ■ Indagine.Il Piano Nazionale Esiti boccia
i piccoli ospedali per efficienza, sicurezza, qualità. Toscana anche quest’anno al top ■ Alimentazione. Sul reflusso gastroesofageo alcuni consigli sui cibi da preferire ■
Chirurgia. Gli urologi e le recenti procedure operatorie e di ricostruzione per le disfunzioni nell’uomo ■ L’erba voglio. Le pale di fico d’India per il controllo del colesterolo ■
> NOI & VOI
GUGLIELMO PEPE
Addio al Patto per la salute
A SANITÀ è una sanguisuga. E anche una specie di bancomat. Dei 112 miliardi di euro stanziati tanti se ne
vanno in sprechi, corruzione, inefficienza. Ecco perché funziona da sportello bancario: ci sono tesoretti ai quali attingere. Ma questa “operazione” richiede tempo e volontà politica. Adesso le Regioni insorgono contro la Legge
di stabilità perché si dichiarano al collasso economico. Invece secondo Renzi c’è ancora da tagliare. Non ha torto: i
costi amministrativi locali sono alti e gli sprechi sanitari
una voragine. Però tra ministro e presidenti regionali è stato siglato un “Patto per la salute” sugli stanziamenti al Ssn
da qui al 2016. E Lorenzin si è impegnata a non farlo toccare. Ora che dice? Il rischio è che il Patto salti e che le Regioni
più virtuose si ribellino. Perché meno soldi, meno servizi.
Parafrasando, non si può avere una Sanità ubriaca e, al
tempo stesso, piena.
[email protected]
L
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RSALUTE/ IN PRIMO PIANO
la Repubblica
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
42
Depressione. Tra gli adolescenti è la patologia più diffusa per l’Oms
Un disturbo che colpisce 2,6 milioni di italiani. La psicoterapia anche nei casi
autolesivi. Intreccio con l’alcol e nuovi farmaci. Ricerca su biomarcatori nel sangue
IL CASO
La speranza che cura
il “male oscuro”
Sos teen-ager
Effetto crisi
FRANCESCO CRO *
Almeno diecimila
suicidi verificatisi in
Europa, Canada e Stati
Uniti tra il 2008 e il
2010 sarebbero da
attribuire alle
conseguenze della
crisi economica.
L’incremento della
disoccupazione
sembra colpire, dal
punto di vista
psicologico,
soprattutto i quarantacinquantenni:
un’indagine
coordinata da Caroline
Coope, infermiera
ricercatrice presso la
Scuola di medicina
sociale dell’Università
di Bristol (Regno
Unito), ha dimostrato
che rimanere a lungo
senza lavoro è un
fattore di rischio
particolarmente
incisivo per le persone
appartenenti alla
fascia d’età compresa
tra i trentacinque e i
quarantacinque anni,
mentre sui più giovani
peserebbero
maggiormente i debiti
e le difficoltà abitative.
Gli effetti negativi sulla
salute mentale sono
più evidenti nei primi
cinque anni di
disoccupazione, ma
persistono anche a
lungo termine. Anche
nel nostro Paese la crisi
ha colpito duramente:
secondo i dati diffusi
dalla Link Campus
University di Roma i
suicidi per motivi
economici sono
cresciuti, dal 2012 al
2013, del 67%
soprattutto tra gli
imprenditori e i
disoccupati.
Il sociologo Aaron
Reeves e i suoi
collaboratori (Oxford)
hanno registrato
notevoli differenze nel
tasso di suicidi tra i
diversi Paesi colpiti
dalla crisi giungendo
alla conclusione che le
decisioni operate in
materia di politiche
sociali dai singoli Stati
possono risultare
cruciali. In Svezia e in
Finlandia i suicidi non
sono aumentati e in
Austria il tasso di
suicidi è addirittura
sceso.
(f. c.)
OMS ha stimato che la depressione è la prima causa di malattia tra gli adolescenti e stima che nel 2020 diventerà la
seconda causa di malattia nel
mondo. Nel nostro Paese (2,6 milioni di malati, prevalenze doppie tra le donne, indagine
Istat) il rischio di ammalarsi di depressione
nel corso della vita è del 10%; i maschi sono
più inclini all’abuso di alcol, spesso associato
ai disturbi dell’umore.
Ma come prevenire l’effetto più tragico di
una forte depressione, cioè il suicidio (circa
4000 in Italia, uno dei tassi più bassi nel mondo)? «Grazie all’uso di strategie mirate, con
le tecniche psicoterapeutiche cognitivo-comportamentali»: è l’opinione della psicologa
Marjan Ghahramanlou-Holloway, direttrice
del Laboratorio per il trattamento dei comportamenti suicidi di Bethesda, che ha messo a punto un intervento breve (10 sedute in
ambulatorio, 6-8 in ricovero) partendo dalla
convinzione che la sindrome suicida debba
essere affrontata direttamente, non solo come sintomo di altre patologie psichiatriche.
Il terapeuta costruisce un’alleanza con il paziente, invitandolo a raccontare il suo tentativo di suicidio come una storia compiuta (inizio, svolgimento, fine) sottolineando circostanze, pensieri, sentimenti e azioni che lo
hanno portato a cercare di togliersi la vita; così la persona viene aiutata a comprendere e a
conoscere i processi mentali alla base del suo
comportamento. Si identificano i problemi e
le possibili risorse da mettere in campo; possono essere utili le “scatole della speranza”,
da aprire in caso di necessità, contenenti materiale affettivamente significativo come foto, poesie, immagini o preghiere, o le “carte
di resistenza”, nelle quali riportare da un lato
i pensieri o le convinzioni che si associano alla perdita di speranza e dall’altro le possibili
strategie nei momenti di sconforto. Infine
vanno potenziate le abilità acquisite al fine di
prevenire le ricadute: il paziente dovrà rac-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’
contare di nuovo la storia del suo tentativo di
suicidio, ma questa volta con un finale diverso. Secondo lo studio dell’Ufficio di Statistica
Cnesps-Iss il suicidio in Italia riguarda, al contrario della depressione, soprattutto i maschi
(8 su 10, uno su tre over 70) e rappresenta la
seconda causa di morte più frequente tra gli
uomini di 15-29 anni, simile ai dati dei tumori (13% del totale di morti) e inferiore solo
agli incidenti stradali (35% del totale). Sulla
depressione in generale il sistema di sorveglianza Passi segnala per il 2013 «un andamento in diminuzione dei sintomi di depres-
Tipologie
I disturbi depressivi fanno parte
dei disturbi dell’umore e includono
il disturbo depressivo maggiore
(episodio singolo o disturbo depressivo
maggiore ricorrente), la distimia e il NAS
(disturbo depressivo Non Altrimenti
Specificato).
sione...più significativo se si confronta il 2008
con il 2013». Ma il recente convegno delle Società di Psichiatria su bisogni e pratica clinica
parla di casi in aumento, 6 su 10 evidenti già
in adolescenza, cronicità, cure in ritardo e interruzioni nei trattamenti con troppe ricadute. La psicoterapia (di vario orientamento) è
uno degli strumenti da utilizzare anche in situazioni cliniche complesse.
Sul fronte farmaci un recente filone di ricerca riguarda sia depressione che impulsività e tendenza al bere: è il caso dell’amitifadina, che potenzia l’attività nel cervello dei
tre neurotrasmettitori chiave coinvolti: noradrenalina, serotonina e dopamina. La cariprazina agirebbe invece selettivamente sulla dopamina (mancanza di piacere e iniziativa), mentre il brexpiprazolo sembra riuscire
a modulare l’attività dei neurotrasmettitori,
inibendola o stimolandola. Infine sono allo
studio farmaci regolatori del recettore per l’aminoacido eccitatorio glutammato, come la
ketamina, anestetico noto come sostanza
d’abuso per le sue proprietà dissociative, ma
con effetto antidepressivo rapido e potente.
Sia gli interventi psicoterapeutici che quel-
la Repubblica
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
43
PER SAPERNE DI PIÙ
www.epicentro.iss.it
www.who.int/topics/depression/
POST PARTUM.
“Rebecca blues”
rete protettiva
per le mamme
senza alcun aiuto
EPRESSIONE prima e dopo il parto: molte donne
non sanno cosa fare, altre hanno problemi ad ammetterlo e la rete dell’assistenza sociale non ha sempre maglie così ramificate da contenere il
problema. E i dati, fa notare Antonio Picano, psichiatra dell’ospedale “San Camillo” di Roma
parlano chiaro: «In Italia una
mamma su sette si ammala di
depressione e in genere solo un
quarto chiede aiuto perché la
vergogna è parte strutturale
della patologia ma le strategie
più semplici per affrontare il
problema si sono rivelate falli-
li farmacologici potranno giovarsi dei progressi nella conoscenza dei meccanismi neurofisiologici della depressione: negli Usa la
neurobiologa Alla Karpova ha dimostrato
che è possibile ripristinare i processi decisionali bloccando il rilascio di noradrenalina nella corteccia cingolata anteriore, mentre la
biochimica Eva Redei ha evidenziato 9 molecole di RNA presenti nel sangue dei depressi,
“marcatori biologici” della malattia e possibili predittori della risposta alla psicoterapia.
* Psichiatra, Dip. Salute Mentale, Viterbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI
D
mentari in tutto il mondo».
Per questo Picano, con la sua
associazione “Strade onlus” ha
creato il social network “Rebecca Blues”, il primo progetto
che si avvale di un’app e di una
piattaforma «pensata per aiutare le donne rispettandone
l’intimità e valorizzando il loro
rapporto con il medico di fiducia». E se da un lato l’applicazione - pensata per gli
smartphone - permetterà l’autodiagnosi attraverso la compilazione online di un test, dall’altro fornirà l’aiuto di un medico in caso di bisogno. In più la
piattaforma avrà una chat e filmati informativi. In molti casi
l’intervento del medico di fiducia sarà sufficiente altrimenti
la paziente sarà indirizzata
verso un trattamento specialistico.
«Il progetto parte da Roma
dove verrà attivato al San Camillo anche uno sportello di
consulenza sulla maternità»,
dice Picano. Ma l’idea è di allargare i confini e di esportare il
tutto oltre la Capitale. «Siamo
già stati contattati da dieci
strutture tra cui l’ospedale pediatrico Bambino Gesù», aggiunge lo psichiatra «ovviamente il nostro intento è di arrivare in più città possibili perché questo disagio colpisce
molte persone e produce danni
strutturali anche ai figli delle
mamme depresse». A riprova
c’è anche la teoria della psichiatra Tricia Bowering, esperta di disturbi d’ansia nel periodo perinatale e istruttrice clinica al Dipartimento di psichiatria dell’Università della British Columbia a Vancouver per la
quale la gravidanza il parto e il
puerperio rappresentano momenti di vulnerabilità psicologica della donna, anche per
l’ansia: ad esempio, il rischio di
sviluppare un disturbo ossessivo-compulsivo, con timori ricorrenti, intrusivi e irrazionali
di poter fare male al bambino,
raddoppia nel primo anno dopo il parto. Un punto quello
d’ansia sul quale c’è ancora
molto lavoro da fare in Italia come nel resto del mondo.
(anna rita cillis e f. cro)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sintomi
Tristezza, perdita
di interesse,
stanchezza, senso
di colpa, disturbi
di sonno, poco
appetito, scarsa
concentrazione.
Malati
Secondo l’Oms
sarebbero
350milioni
le persone di ogni età
a soffrire
di depressione
nel mondo.
la Repubblica
RSALUTE/LA MEDICINA
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
44
> A TAVOLA
EUGENIO DEL TOMA
REFLUSSO
CONSIGLI
SUI CIBI
Il perfezionamento
dei mezzi di indagine
clinica non ha creato
una nuova malattia
ma ha permesso di
documentare la
frequenza del
reflusso gastroesofageo. Molti
lamentano,
soprattutto di notte e
dopo pasti copiosi,
rigurgiti acidi,
bruciore alla bocca
dello stomaco,
talvolta con dolori
retro-sternali che
ingigantiscono i
timori per il possibile
equivoco diagnostico
con uno spasmo
coronarico.
Questi sintomi,
sgradevoli e spesso
dolorosi, dipendono
dalla risalita del succo
gastrico oltre la
valvola (cardias)
interposta tra la fine
dell’esofago e l’inizio
dello stomaco. La
mucosa dell’esofago
non è in grado di
tamponare
l’aggressione
dell’acido cloridrico e
ne risente con
l’infiammazione
(esofagite) o con la
formazione di piccole
erosioni (ulcere
esofagee). Che fare,
allora! Per prima cosa
bisognerà evitare di
accentrare sulla cena
gran parte di ciò che
un tempo veniva
suddiviso fra più pasti.
Altra indicazione è
quella di non mettersi
in poltrona o a letto
subito dopo cena
perché la posizione
facilita il reflusso.
Infine, esistono cibi da
considerare a rischio,
come i cibi molto
grassi (quindi i
dolciumi ricchi di
crema, di panna, di
cioccolato) e i piatti
troppo conditi o
speziati (aglio, cipolla,
menta, ecc.). Tra i cibi
“a rischio” vanno
citate le fritture, il
caffè (compreso il
decaffeinato), i succhi
di agrumi e le
bevande alcoliche.
Comunque,
bisognerà ricorrere al
gastroenterologo per
una diagnosi certa e
una terapia più mirata
del “fai da te”.
[email protected]
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Indagine. Presentati i risultati delle valutazioni 2013 del Piano
Nazionale Esiti relativo all’efficienza e qualità dei nosocomi. I dati su tumori,
cuore, fratture, parti. Meglio i centri più attivi. Dal 2015 “pagelle” ai chirurghi
Ospedali insicuri
dove si opera poco
MICHELE BOCCI
LI italiani si operano di tumore in ospedali dove vengono
fatti troppo pochi interventi.
E quindi dove i pazienti, a sentire le stesse società scientifi-
G
che dei medici, non vengono seguiti bene.
Tra i dati più eclatanti del Pne, il Piano nazionale esiti che valuta la riuscita delle cure ospedaliere in tutto il paese, ci sono quelli sull’attività troppo scarsa di alcune chirurgie. Il lavoro di Agenas (l’agenzia sanitaria delle Regioni) riferito al 2013 è stato
presentato ieri. I dati
sui ricoveri oncologici
fanno riflettere su
quanta strada debba ancora fare il sistema sanitario
italiano per
concentrare
le attività di
alta specialità in pochi centri. E di conseguenza migliorare l’assistenza. I reparti che
lavorano troppo poco stanno un
po’ in tutte le regioni, non sono
quindi una caratteristica dei soli sistemi sanitari che funzionano peggio, principalmente quelli del Sud.
Tra le chirurgie che
hanno operato il tumore polmone, ad esempio, solo 36 su 231
hanno fatto almeno 100 interventi
annui. Una novantina di strutture vanno
depennate dalla lista di chi ha lavorato poco perché hanno fatto pochissimo, cioè meno di 10 operazioni, un dato quindi irrilevante statisticamente. Ma resta il fatto che
la maggior parte degli ospedali non lavori
abbastanza perché il servizio in quella specialità meriti di restare aperto. Tra l’altro
secondo alcune società scientifiche bisognerebbe prendere in considerazione più
di 100 casi all’anno come limite minimo. E
c’è un’altra cosa da sottolineare. Ormai si
tende a prendere in considerazione quanto lavora il singolo chirurgo per essere sicuri che abbia abbastanza esperienza,
quindi dietro al dato anche positivo di tutto il reparto si potrebbe nascondere la presenza di professionisti poco efficaci. Va da
sé che la mortalità per questo intervento
diminuisce nelle strutture che lavorano di
più. Per il tumore alla mammella si parla di
uno standard minimo di 150 interventi all’anno. Solo il 13% delle strutture che operano questo tipo di cancro (98 in tutto) rispettano il dato, le altre 663 stanno sotto.
In questo caso ce ne sono 286 che stanno
sotto le 10 operazioni. Sono simili le percentuale per il tumore al colon e allo stomaco. Razionalizzare l’offerta in questo
campo vorrebbe dire curare meglio e pure
risparmiare, perché verrebbero chiusi o
accorpati reparti che fanno troppo poco.
Il tema dell’attività troppo bassa riguarda altri settori, ad esempio quello cardiologico. In Italia si fanno meno di 250 procedure di angioplastica all’anno, considerate il minimo per funzionare bene, in 211
ospedali su 441. Anche qui è meglio non tenere conto di un’ottantina di ospedali che
ne ha fatto meno di 10, perché si tratta di
casualità o errori di comunicazione di dati
dalle Regioni a Agenas. Le cardiochirurgie
dovrebbero fare almeno 200 bypass aor-
tocoronarici all’anno. Nel
2013 in Italia 86 strutture
non hanno raggiunto il risultato e 26 sì. C’è poi il tema dei parti. Sono la bellezza di 133 gli ospedali che
nel nostro Paese non arrivano alla soglia minima di 500 prevista
dall’Oms. Più volte
si è detto che quelle sale parto dovevano essere chiuse. I cesarei sono il 26% del totale,
con un forte sbilanciamento tra il nord, dove si arriva al 20% e il sud, dove si tocca il
40% con punte del 50% in Campania. Sempre parlando a livello generale, solo il
45,7% delle fratture di femore l’anno scorso sono state operate entro il limite considerato accettabile, cioè 48 ore. Se si interviene dopo aumenta la mortalità. Il dato comunque è molto migliorato rispetto ad alcuni anni fa, quando era sotto il 30%.
Il direttore di Agenas, Francesco Bevere, sottolinea come entro il 2015 il monitoraggio dell’efficacia dell’attività sanitaria
potrà riguardare i singoli professionisti,
non solo gli interi reparti. «Aspettiamo il
via libera del garante della privacy». Il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin ha
spiegato che i direttori generali della Asl
dovranno adeguarsi «ai parametri del Pne
non è optional, ma un dovere. Questo non
è uno strumento punitivo, ma ha l’obiettivo di intervenire per modificare le anomalie». Il presidente della federazione delle
Asl (Fiaso), Francesco Ripa di Meana, spiega che «il miglioramento delle performance ospedaliere è anche frutto della continua azione di miglioramento quali-quantitativo condotta in questi anni di magra dalle Aziende sanitarie».
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la Repubblica
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
45
PER SAPERNE DI PIÙ
http://95.110.213.190/PNEed13/
www.agenas.it
Regioni.La hit degli indicatori
Progressi a Prato e Montepulciano. Balzo
in avanti della Sicilia nelle ortopedie
La Toscana al top
anche quest’anno
con la Val d’Aosta
Il Sud in ritardo
AL report del Piano degli esiti come già l’anno
scorso, la Toscana risulta la Regione con la più bassa
percentuale di indicatori negativi (9%) e tra quelle con la più
alta percentuale di indicatori
migliori rispetto alla media nazionale (27%, seconda solo alla
Valle d’Aosta, che ha il 29%).
«E siamo migliorati anche negli
aspetti che l’anno scorso risultavano problematici, come per
esempio il tumore al polmone»,
commenta l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni. Dal
Pne 2014 emerge che in Toscana nel 2013 sono stati ricoverati pazienti più complessi che
nelle altre regioni, e che per curare questi pazienti sono stati
necessari meno giorni di ricovero che nelle altre regioni. Negli ospedali toscani in cui erano
D
emerse criticità e dove sono
stati condotti audit a supporto
del miglioramento, la mortalità si è ridotta in maniera consistente: a Montepulciano dal
30,8% al 7,3%; al S. Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, dal
7,6% a 0%; a Prato dal 25,4%
all’8,3%.
A livello nazionale per quanto riguarda le fratture del femore, la proporzione di pazienti sopra i 65 anni operati entro
due giorni è passata dal 28,7%
del 2008 al 45,7% del 2013, restando ancora al di sotto dello
standard atteso, superiore
all’80%. Confrontando i dati
del 2013 con quelli del 2011, si
osserva che, mentre nel 2011
tutte le regioni del Sud avevano
valori di media e mediana inferiori ai valori nazionali, nel
2013, la Sicilia ha valori medi
superiori a quelli nazionali,
mentre la Basilicata e il Lazio
raggiungono i valori medi nazionali, paragonabili a Lombardia e Umbria. La Provincia Autonoma di Bolzano mantiene livelli alti, mentre Emilia Romagna, Veneto e Toscana migliorano ulteriormente pur partendo già da valori alti, riducendo
anche l’eterogeneità interna.
Per quanto riguarda i punti
nascita che effettuano meno di
500 parti l’anno il report ne segnala ben 133. Dovevano già
essere chiusi. Questa la suddivisione, regione per regione:
Abruzzo (4); Basilicata (2); Calabria (1); Campania (20);
Emilia Romagna (8); Friuli
(3); Lazio (12); Lombardia
(8); Marche (1); Molise (1);
Piemonte (6); Bolzano (4);
Trento (4); Puglia (9); Sarde-
Casi limite nei punti
nascita di Trapani
ma anche in Emilia
gna (10); Sicilia (18); Toscana
(8); Umbria (6); Veneto (8).
Analizzando nel dettaglio la
tabella, balza agli occhi la modesta attività di alcune strutture che effettuano ad esempio
35 parti l’anno, come Villa Regina in provincia di Bologna,
oppure 21 parti come l’ospedale Nagar in provincia di Trapani. Ma si tratta di dati da prendere con le molle. Come spiegano gli esperti dell’Agenas: sono
infatti incluse anche le case di
cura private non accreditate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PER
SAPER
NE
DI PIÙ
Indicatori
Il Pne ne prende in
considerazione 50
riguardo agli esiti
delle cure, 50 sui
volumi di attività e 23
sull’ospedalizzazione
. Vengono analizzati i
dati delle varie
strutture ma non
valutati quelli
regionali.
Praticamente tutti gli
ospedali italiani
vengono valutati nei
vari settori, indicando
l’attività che fanno e
l’esito delle cure, cioè
in certi casi la
mortalità dei pazienti
dopo un certo
numero di giorni.
A che serve
È considerato uno
strumento operativo
a disposizione delle
regioni, delle Asl e dei
medici. L’intento di
Agenas è quelli di
migliorare le
performance degli
ospedali ma anche
dell’assistenza
territoriale. «Non
vogliamo fare
classifiche»,
sottolineano i
ricercatori. In
generale i sistemi
regionali possono
valutare come
lavorano e prendere
decisioni di politica
sanitaria in base ai
dati.
Categorie
I settori presi in
considerazione sono
quello
cardiovascolare,
chirurgico,
cerebrovascolare,
dell’apparato
digerente, il
muscoloscheletrico,
il perinatale, il
respiratorio,
l’urogenitale, le
malattie infettive e
l’ospedalizzazione.
INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI
Oncologia
In questo settore, in
particolare nella
chirurgia, si registra
una eccessiva
presenza di strutture
che lavorano troppo
poco per essere
efficienti. Solo un
numero di chirurgie
compreso tra il 13 e il
20%, a seconda dei
settori, in un anno fa
un numero di
interventi adeguato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
RSALUTE/ LE TERAPIE
46
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
PER SAPERNE DI PIÙ
www.viveresenzadolore.it
www.fedcp.org
Dolore. A 4 anni dalla normativa d’avanguardia su cure palliative
LIBRI
e terapie con oppioidi e anti-infiammatori sembrano carenti le corrette diagnosi
e il conseguente uso dei farmaci. 13 milioni gli italiani con problemi di cronicità
FLASH
Sofferenza sottovalutata
la buona legge non basta
Fibrosi
Negli Usa l’Fda ha
approvato per la
fibrosi polmonare
idiopatica
(progressiva
cicatrizzazione dei
polmoni) il farmaco
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progressione della
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Vaccini
L’agenzia del farmaco
(Aifa) rende noto che
la causa del ritiro di
lotti del vaccino
Meningitec (Nuron
Biotech BV) è “dovuto
alla presesnza di
micro residui
metallici in siringhe”.
Non risulta emergere
“evidenza di reazioni
avverse ricollegabili
allo specifico difetto”.
Psicologia
MARIAPAOLA SALMI
L DOLORE cronico, non oncologico, è un problema socio-economico oltre che sanitario. A quattro anni dalla legge 38/2010,
per ora la sola in ambito europeo a garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, manca
ancora l’appropriatezza diagnostica e
terapeutica e i medici necessitano di
informazione e formazione. Questo lo
scenario tratteggiato nel Libro Bianco,
edito da AboutPharma con il sostegno
incondizionato di Mundipharma, presentato nei giorni scorsi a Roma durante il convegno “HOPE Health Over
Pain Experience”. Negli Stati Uniti la
spesa del dolore cronico è superiore a
quella di diabete, ipertensione e cancro insieme. In Europa il 20% della popolazione ha a che fare con un’esperienza di dolore prolungato nel tempo,
mentre uno recente studio italiano stima la prevalenza del dolore cronico come pari al 21,7% della popolazione, circa 13 milioni di italiani il 41% dei quali
I
dichiara di non aver ricevuto un trattamento adeguato. Nel complesso il costo sociale del dolore cronico in Italia
ammonta a 36,4 miliardi di euro all’anno (circa 4.557 euro a paziente).
«Su 13 milioni di pazienti si può ritenere che un terzo non si curi o lo faccia
di tasca propria», dice Carlo Lucioni,
senior Health Economist di Health Publishing and Services. Il mercato dei
farmaci per il dolore (FANS, oppioidi
deboli e forti) è cresciuto, sdoganando
gli oppioidi ma nel confronto con gli antinfiammatori non steroidei (FANS),
questi ultimi rimangono i farmaci più
utilizzati con una spesa nel 2013 che ha
toccato i 240 milioni di euro contro i
179 degli oppioidi di cui 101 per quelli
forti. L’Italia rimane ancora il Paese
con la minore attenzione al problema
dolore, ultima tra i top5 paesi europei
per consumo di oppioidi e al primo posto per utilizzo di FANS. «La parte normativa è fatta, non c’è niente da aggiungere, è perfetta tanto da tutelare
rispetto al dolore anche i bambini, quel
che manca è l’informazione e la prepa-
razione dei medici – osserva il professor Guido Fanelli, presidente della
Commissione ministeriale Terapia del
dolore e Cure palliative. Tornando ai
dati nel Libro Bianco, i FANS sono prescritti soprattutto per il dolore osteoarticolare, in genere da parte del medico
di medicina generale, questo nonostante si conoscano bene gli effetti collaterali sull’apparato gastrointestina-
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I Fans restano ancora i medicinali
più utilizzati ma spesso sbagliando
Attenzione agli effetti collaterali
le e sul sistema cardiocircolatorio e in
controtendenza rispetto alle linee guida, all’allarme delle autorità e ai dati
scientifici. Gli oppioidi sono utilizzati
in ambito ospedaliero nella maggior
parte dei casi e prescritti in modo inappropriato, fatto che genera la tendenza, tipica del nostro paese, all’autoprescrizione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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la Repubblica
RSALUTE/ LA SESSUALITÀ
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
47
PER SAPERNE DI PIÙ
www.siu.it
associazioneandrologi.it
Andrologia. Le ultime indagini presentate
ai congressi di urologi e andrologi confermano un uomo
a rischio in tutte le età. Ma i giovani si proteggono di più
Maschi in trappola
tra sesso virtuale
e ansia da misure
ROBERTA GIOMMI
CORAGGIO
E DIALOGO
CON I FIGLI
Negli incontri con i
genitori verifichiamo
che alla disinvoltura
dei figli nel fare
esperienze, come
bere, assumere
sostanze, guidare in
stato di eccitazione,
corrisponde una
impotenza educativa
degli adulti. I ragazzi
trasformano tutto in
ironia: è divertente
fare cose sciocche,
perseguitare a parole,
offendere come fosse
uno scherzo, poi
quando arrivano i
problemi chiudersi e
non saper chiedere
aiuto. Solo il 2% dei
ragazzi e delle
ragazze che hanno
consapevolezza di
aver incontrato un
problema dichiara di
averne parlato con i
genitori. Nelle
riunioni con i genitori
chiedo che abbiano il
coraggio di parlare, di
bussare alla porta
chiusa, di chiedere
spiegazioni, di dare
divieti. Oggi parliamo
di una incompetenza
dei ragazzi e delle
ragazze a proteggersi
non solo dalle
gravidanze, ma anche
dai rapporti a rischio e
le mamme hanno
difficoltà a parlare alle
figlie del preservativo
come fosse un tabù.
Sta crescendo una
generazione che ha
sempre più la
tendenza al qui e ora,
al tratto impulsivo e
dimostra una
incompetenza alla
difesa, incapace di
chiedere agli adulti di
intervenire. Ma i
genitori sono a loro
volta adolescenti
spaventati. A loro
chiediamo di
assumere una
responsabilità
educativa senza farsi
sconfiggere dalle
difficoltà e dalla
paura.
www.irf-sessuologia.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
V
sono più friabili e favoriscono l’attacco delle
infezioni». Gli over 40 — inoltre — hanno anche difficoltà sessuali. Al congresso Siu sono
stati presentati i risultati di un’indagine condotta su mille over40 dal nuovo osservatorio
Pianeta Uomo, per studiare il rapporto tra
stili di vita e sessualità. Un circolo vizioso difficile da controllare e interrompere, perché i
cattivi stili di vita fanno male alla sessualità
e la cattiva sessualità ha un impatto negativo sulla qualità della vita. Ecco che l'insonnia,
per esempio, può essere una conseguenza diretta della disfunzione erettile: il 60 per cento degli over40 con disfunzione erettile dorme male, si sveglia in media un paio di volte
a notte per quattro notti su sette, tutte le not-
Nei nati dopo il ‘95 è salita
l’età del primo rapporto
ma solamente per i ragazzi
ti se la prostata è ingrossata.
Ammettono di essere stressati e ansiosi
per come il loro disturbo influenza la vita di
relazione. «Ma solo un uomo su quattro - osserva Mirone - sa che la disfunzione erettile è
una vera malattia. Gli altri pensano piuttosto che sia una normale conseguenza dell’età, e quindi non ne parlano col medico e
non si curano».
(e. nas. e lucia zambelli)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI
> LUI & LEI
ANNO poco dal medico, si preoccupano quasi soltanto delle dimensioni del loro pene, si “nascondono” dietro uno schermo
per il sesso virtuale e si proteggono poco dalle malattie sessualmente trasmissibili. Il ritratto di adolescenti e uomini
— disegnato nei recenti congressi della Società italiana di urologia a Firenze e degli andrologi della società Assai a Palermo — è a dir
poco sconfortante.
E torna il tema — ribadito dai presidenti
delle due società, Vincenzo Mirone e Aldo
Franco De Rose — dell’educazione sessuale
nelle scuole. Promessa tante volte ma mai cominciata. «Abbiamo fatto tante iniziative in
molte scuole — precisa De Rose — ma non è
facile, perché spesso i genitori protestano e i
presidi non rischiano». Per questo è particolarmente interessante l’iniziativa degli studenti di Medicina, riuniti nella Sism, che offrono gratuitamente tempo e competenze
per andare nelle scuole di tutta Italia e trattare gli argomenti cari ai ragazzi — dalla contraccezione alle malattie sessualmente trasmesse — da pari, se non altro per questioni
anagrafiche. Con risultati lusinghieri.
La scarsa conoscenza e la paura influiscono negativamente sulla sessualità dei ragazzi, che accusano disfunzioni erettili e incapacità di relazionarsi con l’altro sesso. «Per
i nati dal ‘95 in poi — spiega Mirone — l’età
del primo rapporto si è spostata in avanti.
Mentre per le ragazze è rimasta stabile intorno ai 16 anni, per i ragazzi è salita a 18.
Hanno paura, sono preoccupati per misure e
prestazioni, e preferiscono masturbarsi davanti a internet».
Il cybersex, dunque. «Per molti aspetti è
vantaggioso, poiché è anonimo, accessibile,
economico, luogo di nuove identità e per nulla ansiogeno dal punto di vista sessuale e relazionale — ha precisato a Palermo Raffaella
Longo, tecnica della riabilitazione psichiatrica — può però diventare addiction e avere
risvolti inaspettati per chi è introverso, ha disturbi sessuali, di umore o di personalità.
Una categoria particolarmente esposta e
vulnerabile è quella dei preadolescenti e adolescenti perché più fragili, immaturi psicologicamente e sessualmente e fortemente
condizionabili».
Quanto ai comportamenti sessuali, secondo un’indagine Assai, i giovani sarebbero più attenti degli adulti. Dall’indagine,
svolta a Genova, Lecce e Palermo su un campione di 2872 maschi e 982 donne, viene fuori che oltre la metà degli uomini e il 27,5% delle donne aveva avuto rapporti occasionali, di
questi il 38% (15% donne e 23 uomini) senza profilattico. Dividendo per fasce d’età —
però — nella fascia 18-30 anni il 72% dei maschi e l’80 delle femmine aveva preteso il condom nei rapporti occasionali. Quindi i più giovani hanno comportamenti più responsabili
e attenti degli adulti. Secondo Francesco De
Seta (univ. di Trieste, membro Società Contraccezione, Sic) «gli over 40enni sono fisiologicamente più a rischio: i tessuti, soprattutto nelle donne in fase perimenopausale,
ELVIRA NASELLI
CHIRURGIA.
Quella “curva”
che deforma
e impedisce
il piacere
nell’alcova
In video
Maschi e sessualità
anche su Rnews
(ore 13,45 e 19,45)
sia su Repubblica.it,
che su canale 50
del digitale terrestre
e 139 di Sky.
I CHIAMA Induratio penis plastica
(Ipp) ed è una malattia abbastanza diffusa - anche nei giovani, nei
quali è anche più aggressiva - che deforma il pene, deviandolo dal suo asse, tanto
da rendere impossibili i rapporti sessuali. Una malattia improvvisa e senza sintomi per la quasi totalità degli uomini, visto
che solo in un quarto dei casi i pazienti
lamentano dolore anche in situazione di riposo. La causa
di questo incurvamento è
dovuta ad una placca fibrotica, spesso calcifica,
che incurva il pene verso la pancia. Nel 30 per
cento dei casi chi soffre
di Ipp ha anche la malattia di Dupuytren, che
- sempre per la presenza
di placca - fa contrarre le dita delle mani.
L’unica soluzione dell’Ipp è
chirurgica e l’intervento più comune è
la corporoplastica semplice che permette
il riallineamento del pene. Non è però
un’operazione adatta a tutti e nei casi in
cui la placca, oltre che fibrotica, è anche
calcifica, si deve ricorrere ad un altro intervento che prevede l’utilizzo di un patch dermico, un vero e proprio “rattoppo”
con pelle prelevata in genere dall’addome, che si impianta sul pene. «È un inter-
S
vento complesso e lungo circa tre ore - racconta Aldo Franco De Rose, urologo e andrologo al San Martino di Genova e presidente Assai - e si utilizza solo in situazioni
complesse. I risultati sono però molto buoni, non solo perché il derma attecchisce
quasi sempre ma perché si distende e si allunga proprio come la tunica albuginea
del pene, e il risultato è provato ecograficamente».
A Palermo sono stati presentati i risultati a lungo termine (18 anni) di questa tecnica di ricostruzione che consente di
ottenere un pene perfettamente funzionante e
senza curvatura, con ottimi risultati anche sulle
recidive. E, soprattutto,
evitando al paziente
l’impianto di protesi e
con una cicatrice che è
quella di una circoncisione.
Il rischio usuale di queste
tecniche è che il derma si retragga provocando un nuovo incurvamento. «Cosa che può essere evitata - conclude
De Rose - con accorgimenti particolari, come le linee di scarico laterali sulla tunica
albuginea e la preparazione del patch almeno un terzo in più rispetto a quello che
serve dopo aver rimosso la placca fibrotica o calcifica. Grazie ai patch elastici possiamo evitare l’incurvamento recidivo».
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la Repubblica
RSALUTE/ LETTERE & RUBRICHE
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
48
MANDATE LE VOSTRE DOMANDE A:
[email protected]
RSalute, via C. Colombo 90, Roma
A CURA DI ELVIRA NASELLI
■ Infettivologia
Quanto sopravvive
Ebola all’aperto?
Rino Lombardo
e-mail
Quanto tempo sopravvive il virus di Ebola nei luoghi pubblici?
Sul sito del ministero c’è un’indicazione tanto generica quanto irritante: il virus sopravvive
solo per breve tempo su superfici esposte alla luce solare o secche. Bene, e se si trova all’ombra o all’umido? E che vuol dire
breve tempo?
■ DOTT. NICOLA PETROSILLO
Direttore U. O. C. Infezioni
Sistemiche e
dell’Immunodepresso, Istituto
Naz. Malattie Infettive Lazzaro
Spallanzani — IRCCS — Roma
Uno studio di laboratorio sulla
sopravvivenza ambientale del virus
Ebola ha portato alla conclusione
che il virus può sopravvivere
nell’ambiente per sei giorni in
“condizioni ideali”, cioè in presenza
di liquidi biologici. Tali condizioni
sono difficilmente realizzabili nella
realtà. Il virus viene distrutto dai
raggi ultravioletti della luce solare e
dal calore in poche ore, ed è
pertanto improbabile che luoghi
pubblici come aeroporti, mezzi
pubblici, ecc …, abbiano le
condizioni ideali per una
sopravvivenza di giorni del virus. Il
virus non sopravvive a detergenti e
soluzioni a base di cloro, pertanto la
normale pulizia e disinfezione in
ospedale è sufficiente a
distruggerne l’eventuale presenza
nell’ambiente.
■ Gastroenterologia
Afflitta dall’alitosi
come posso risolvere?
lettera firmata
e-mail
Sono una signora di 68 anni curata e sana. Da sempre, però, sono afflitta da un problema che
crea imbarazzo. Nonostante abbia denti curati e un’igiene accurata, qualsiasi cosa mangi
(soprattutto dopo latte e derivati, banana e uova) mi provoca alitosi. Da quali specialisti
andare?
■ PROF. GIOVANNI CAMMAROTA
Gastroenterologo, Policlinico
univ. Gemelli, Roma
Premesso che, a volte, il “problema
alitosi” è soltanto frutto di una
errata percezione di offrire un alito
cattivo al nostro interlocutore, nella
maggior parte dei casi questo
fastidioso disturbo può essere
effettivamente legato a problemi
Il medico
risponde
del cavo orale, quali: presenza di
carie dentali, gengiviti, protesi
dentali realizzate in modi errati,
scarsa igiene orale, patina
biancastra sulla lingua, tonsilliti
croniche. Altre volte ancora, alitosi
transitorie possono dipendere dal
consumo di cibi e bevande che ne
favoriscono l’insorgenza (aglio,
cipolla, ecc.) o all’uso di farmaci che
riducono la produzione di saliva e
quindi impediscono una naturale
detersione del cavo orale (diuretici,
ansiolitici, ecc). Poi ci sono casi di
alitosi legate a patologie croniche
(patologie del fegato, diabete,
insufficienza renale cronica,
gastroenteriti). L’approccio
terapeutico prevede ovviamente
l’individuazione della causa
predisponente e la sua
eliminazione. Nell’ordine, le
consiglio di consultare un dentista,
un otorinolaringoiatra, un
gastroenterologo, un internista.
■ Dermatologia
Dopo il basalioma
non serve la chemio?
lettera firmata
e-mail
A mia figlia (32 anni) è stato
diagnosticato ed asportato un
basalioma sul décolleté di dimensioni cm.1.8 x 0.8 contenente neoformazione di colore
grigio a contorni sfumati di
cm.1.0x0.7. La diagnosi: carcinoma a cellule basali, superficiale, contenuto nei margini di
resezione. Dopo l’intervento
non le è stata prescritto alcuna
terapia oncologica. È corretto?
■ DOTT. SSA LAURA EIBENSCHUTZ
Dip. Dermatologia Oncologica Ist.
San Gallicano — IRCCS — Roma
Il basalioma, più correttamente
detto carcinoma basocellulare
(BCC), è la forma di tumore della
pelle più frequente e più diffuso
nella popolazione di pelle bianca. È
un tumore a malignità locale che
origina dalle cellule di uno degli
strati della cute ed è localizzato
prevalentemente nelle zone
esposte al sole, nei soggetti di
carnagione chiara e di età
superiore a 60 anni. Il BCC si
manifesta nella fase iniziale come
una piccola ulcerazione cutanea,
rossastra o bruno-rossastra, con
margini di poco in rilievo oppure,
nella forma nodulare, come una
escrescenza di consistenza duroelastica, rosa a lenta crescita. Il
trattamento di scelta è
l’asportazione chirurgica, che
permette peraltro di eseguire un
esame istologico di conferma. Altri
trattamenti comprendono l’uso di
creme applicate localmente
(Imiquimod), la terapia
fotodinamica (PDT) e la crioterapia.
Dopo l’asportazione completa del
BCC non è necessaria la
chemioterapia e/o esami
diagnostici a distanza (ecografie o
rx). Sono però necessarie visite di
follow up che monitorino le
eventuali recidive locali o la
comparsa di nuove lesioni in altri
distretti cutanei. Nel caso di sua
figlia consiglio uno stretto follow
up clinico (3 mesi) perché nella
descrizione dell’intervento è
riportato che un margine di
asportazione lambisce la
neoformazione.
■ Ortopedia
Smetto di correre
per la gonartrosi?
Giacomo D’Alonzo
e-mail
Dieci anni fa ho subito l’intervento al menisco del ginocchio
destro. Ora, a 62 anni, mi è stata diagnosticata la gonartrosi
bilaterale. Escluse al momento
le infiltrazioni di acido ialuronico, mi sono stati prescritti amedial plus e arcoxia 60 mg che
hanno fatto scomparire il dolore che non è mai stato troppo forte. Corro 3 volte a settimana per
10 Km. a volta da anni, posso
continuare?
■ DOTT. ROCCO PAPALIA
Ortopedia, Pol. Univ. Campus
BioMedico, Roma
L’artrosi è una patologia ad
eziopatogenesi multifattoriale,
dunque ci possono essere molti
altri fattori in grado di determinarla.
In generale, la corsa ha molteplici
effetti benefici su tutto
l’organismo, soprattutto quando
fatta assiduamente. Nel suo caso
particolare, il ginocchio è
sottoposto a un sovraccarico
funzionale, accentuato dal fatto
che in passato ha subito
l’asportazione dei menischi. Questi
ultimi sono strutture che hanno
una funzione “cuscinetto” sulla
cartilagine articolare e la loro
assenza è uno dei fattori che
contribuisce allo sviluppo
dell’artrosi. Tuttavia, proprio per gli
effetti benefici sistemici della corsa,
non mi sentirei di sconsigliargliela;
piuttosto vorrei suggerirle di
diminuire le distanze percorse a 5-7
km, e affiancare uno sport con
minore carico e meno traumatico,
come il nuoto. In questo modo i
microtraumi che necessariamente
si verificano durante la corsa
verranno eliminati, senza tuttavia
rinunciare all’attività fisica e al
rinforzo muscolare, che senza
dubbio contribuiscono al
benessere dell’organismo in toto.
■ Cardiologia
I problemi ai piedi
causati dalle statine?
> CAMICI & PIGIAMI
PAOLO CORNAGLIA FERRARIS
CARRIERE IN OSPEDALE
LE SCELTE SOSPETTE DELLE ASL
ALL’OSPEDALE di Arezzo il Direttore Generale (DG) ha
scelto dalla terna dei chirurghi idonei a ricoprire il posto
di maggiore responsabilità, il dottor Graziano Ceccarelli, secondo classificato per titoli. Può farlo per legge, motivando la bocciatura del primo con la peculiare competenza del prescelto. L’assessore della Regione Toscana,
Vincenzo Ceccarelli (PD), incaricato di infrastrutture e
cave, sarebbe parente solo in quinto grado del neo primario. Richiesto di chiarire se ci potrebbero essere state
ragioni familistiche o di partito ad aver condizionato la
scelta, non ha risposto. Ha invece risposto l’Ufficio Stampa Asl 8 di Arezzo, smentendo illazioni e minacciando
querela. Che le motivazioni di chi sceglie i medici siano
diverse da quelle dichiarate in verbale dai DG è dubbio
suffragato dai tanti scandali. Per far carriera in ospedale, spesso, conta di più essere parente di qualcuno e frequentare partiti, massoneria o clero? Dite la vostra.
[email protected]
Pietro Chiaro
Rovereto
Da anni ho problemi ai piedi,
prima solo alle dita, adesso a
tutto il piede (entrambi). Non
ho dolore, ma quando cammino, ed ancor di più ovviamente
quando corro, è come se camminassi sulle pietre. Forse è l’effetto della situazione cardiovascolare generale (ipertensione,
ipercolesterolemia, ablazione
per fibrillazioni, 2 stent coronarici, angioplastica per stenosi
renale) ma non potrebbe essere
un effetto avverso della statina
che assumo da più di venti anni?
■ DOTT. GIUSEPPE FERLITO
Dirigente Medico U.O. di
Cardiologia Ospedale Ascalesi,
Napoli
«Come se camminassi sulle pietre»
è un modo molto colorito ed
efficace per descrivere
un’alterazione nella percezione dei
segnali che comunemente ci
giungono dalla «periferia»
sensoriale del nostro corpo
(parestesie). Anche se, nel suo caso,
la genesi di tale alterazione resta
oscura (anche i medici dove è stato
non hanno potuto trovare una
risposta), quello che mi sento di
poterle dire è che ben difficilmente
quella sintomatologia si può
correlare alla condizione
cardiovascolare complessiva. Resta
comunque da dire che, per quanto
ascrivibili a «rari» (da più di 1/10.000
a meno di 1/1.000) effetti avversi, le
parestesie sono reazioni avverse
segnalate in scheda tecnica di
diverse statine. Immagino che la
più semplice delle prove per
escludere tale evenienza le sia già
stata prospettata dai medici che si
sono presi cura del suo caso. Nel
caso contrario, sospenda per
almeno 4/6 settimane statina ed
ezetimibe ed osservi quello che
succede ai suoi sintomi.
> L’ALTRA MEDICINA
ELIO ROSSI
UN AIUTO CONTRO LA DIPENDENZA
DA NUX VOMICA E AVENA SATIVA
ESISTONO rimedi omeopatici che possono aiutare chi ha
problemi di intossicazione e assuefazione a farmaci, alcol o droghe varie. Il più importante è Nux vomica, utile
quando l’abuso riguarda farmaci, in particolare gli psicofarmaci, ma anche caffè, alcol e tabacco. È usato spesso in omeopatia anche per contrastare gli effetti avversi della chemioterapia, in particolare se i sintomi sono a
livello gastro-intestinale. Indicata Avena sativa in caso
di percorso disintossicante da stupefacenti (oppiacei,
cocaina) e psicofarmaci. È un tonico che può favorire il
rilassamento, anche muscolare, e quindi aiuta a ridurre
i disturbi della fase disintossicante, come mal di testa,
stanchezza, nausea, ecc. Infine Arsenicum album, che si
può considerare quasi un rimedio specifico della disassuefazione da alcol, soprattutto se i sintomi prevalenti
ansia, irrequietezza, insonnia e si accompagnano a disturbi dell’apparato intestinale.
[email protected]
> L’ERBA VOGLIO
ROBERTO SUOZZI
PALE DEL FICO D’INDIA DA MANGIARE
E PER CONTRASTARE IL COLESTEROLO
IL FICO d’india, che la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite ha dichiarato “cibo” fondamentale, in Sicilia è oggetto di vaste coltivazioni specializzate. Le “pale”, che sarebbero le foglie, (cladodi o nopales),
vengono usate dalla cucina messicana e, tolte le spine,
si preparano con uova, carne, insalate e tortillas. Le “pale” hanno già dimostrato di contrastare diabete e colesterolo “cattivo” LDL e di prevenire l’osteoporosi. Le betalaine del fico d’india sono pigmenti rossi, e/o anche
gialli, antiossidanti e antinfiammatori. Il Journal Academy of Nutrition and Dietetics pubblica uno studio sugli effetti delle nopales del fico d’india sul diabete 2; dopo una colazione con molti carboidrati, sembra esserci
una riduzione dei livelli di glucosio postprandiale, di insulina sierica e dei picchi del GIP (Glucose-dependent insulinotropic peptide); può invece aumentare l’attività
antiossidante in persone sane e quelle con diabete 2.
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la Repubblica
MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
53
R2Cultura
CONTATTI
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Dagli Aztechi alla “religione” del Pil, il pensiero unico attraversa da sempre
la storia. Zygmunt Bauman individua in Francesco un potente antidoto
Se il Papa ama
il dialogo vero
più della verità
ZYGMUNT BAUMAN
ACIEJ Zieba adopera il concetto di “società veritale” per significare quella forma di coesistenza
umana in cui «l’intera vita individuale, dalla culla alla tomba, così come la vita collettiva» sono
imperniate su «una verità trascendente universalmente riconosciuta». E per chiarire che forma ha in mente, Zieba si affretta ad aggiungere che «questo vale non solo per gli Aztechi e i Masai ma anche per i seguaci di Marx e Mao, e per chi nutre
una fiducia acritica e quasi-religiosa nella fisica e nella genetica».
Aggiungerei i credenti quasi religiosi nel Pil, nel commercio, nell’informatica. In tutti questi casi la divinità è una; questo tratto comune relega ai margini le differenze tra un caso e un altro.
M
Nell’idea di “verità”, non importa
se associata o no al termine “uno”,
c’è dal principio un suggerimento
arduo da togliere che qualcosa di
“unico” ci sia o almeno vada presupposto. Quella di verità è un’idea agnostica per la sua origine e
la sua natura. È infatti un concetto che può emergere solo dall’incontro col suo contrario, con un
antagonista. La necessità del concetto di verità è avvertita dal momento in cui l’affermazione «è
quel che è» diventa insufficiente e
occorre aggiungere «e non è quel
che dicono alcuni (chiunque siano)». “Verità” è a suo agio in un
lessico del monoteismo, e, in ultima analisi, in un monologo. Ed effettivamente, usare “verità” al
logo che Francesco guarda, né
nelle conversazioni a cui partecipa di persona né nella teoria del
dialogo che, tenacemente, promuove da anni. In un articolo pubblicato in origine nel 1990, riproposto nel 2005 solo con modifiche
minori, egli considerava il finto
dialogo un segno di corruzione, la
corruzione essendo, diversamente dal peccato (che si può perdonare), imperdonabile; la corruzione, lungi dall’andar perdonata, «andrebbe curata». Il marchio
dell’individuo corrotto, secondo
Jorge Mario Bergoglio, sta nel
«prender male qualunque critica.
[Un individuo così] svaluta chi lo
giudica negativamente, e vorrebbe disfarsi di qualsiasi autorità
Il monoteismo produce solo monologhi
ma il nostro è un mondo polifonico
singolare in un mondo polifonico
è come voler applaudire con una
mano sola... Con una mano si può
dare un ceffone, ma non applaudire.
Ecco perché le parole di papa
Francesco sull’aprire le porte e
andare incontro a tutti, pronunciate ad Assisi, e più ancora le sue
parole sul comunicare non per far
proseliti ma per capirsi, mi hanno
così toccato; soprattutto perché
pronunciate conversando con un
agnostico dichiarato e direttore
di un autorevole giornale anticlericale, che stampa regolarmente
nelle sue colonne punti di vista
mal deglutiti dai cardinali. Mi
hanno commosso perché succede
molto di rado, per non dire mai,
nei monologhi a puntate spacciati per “dialoghi”. Non è a queste
forme molto comuni di finto dia-
morale atta a disapprovare qualche aspetto della sua condotta;
giudica gli altri e disdegna chi è di
parere diverso. Il loro [dei corrotti] modo di perseguitare è imporre un sistema di terrore a chiunque li ostacola; si vendicano rimuovendo [gli oppositori] dalla
vita sociale». «Il corrotto non riconosce la fratellanza né l’amicizia,
solo la collaborazione. L’amore
verso i nemici per lui conta nulla,
al pari della distinzione di amico e
nemico su cui si basava il diritto
antico. Piuttosto, egli si muove
nell’ottica dell’opposizione collaboratore-nemico. Così un corrotto con un incarico pubblico finisce
sempre per coinvolgere altri nella propria corruzione. Li abbasserà al suo livello e li farà complici
della scelta». Inoltre ala persona
corrotta non vede la sua corruzio-
ne. È come con l’alito cattivo: chi
ne soffre non se ne accorge».
Tirando le somme, è possibile
indicare un’emozione tipica del
corrotto e del suo comportamento: l’odio, l’opposto dell’amore.
Quell’amore che Henryk Elzenberg, un importante filosofo etico
polacco, ha definito come «la gioia
dell’esistenza di qualcun altro».
In particolare, il corrotto odia chi
non collabora, chi si sente in diritto di pensare diversamente, chi fa
resistenza. Chiudo gli occhi, mi turo le orecchie... mi affretto a premere “cancella” quando sul monitor mi imbatto in un’idea in disaccordo con le mie. Hic, davanti al
portatile, all’i-Pad o allo schermo
L’IMMAGINE
“San Francesco
con Malek-Kamel”
di Gustave Doré
dell’i-Phone; e nunc, nelle circa
sette ore che l’uomo medio di oggi passa a guardarli. Questo hic et
nunc che abbiamo avuto in dono
dall’intelligenza artificiale, è una
“comfort zone”; uno spazio al riparo dalle controversie, dalla
stancante necessità di portare
prove e argomenti a sostegno di
ciò che diciamo, e dal pericolo di
esser smentiti in uno scambio dialettico. Hic et nunc, in un mondo
sempre più affollato e congestionato in cui chiese cattoliche, luterane e ortodosse, moschee, sinagoghe e luoghi di culto metodisti,
battisti e dei Testimoni di Geova,
si contendono lo spazio disponibile a volte nella medesima strada,
ignorarsi a vicenda è sempre meno possibile.
Come Jorge Bergoglio prima di
lui, papa Francesco non solo predica la necessità del dialogo, ma la
pratica. Di un dialogo vero, tra
persone con punti di vista esplicitamente diversi, che comunicano
per comprendersi. Non di un dialogo all’insegna dell’elogio reciproco, pensato dall’inizio per concludersi con una standing ovation; né un “dialogo” (solo in apparenza di tipo opposto) che sia in
realtà una mera giustapposizione di monologhi. È stata una decisione molto significativa da parte
di Francesco concedere la prima
intervista alla stampa del suo pon-
LE CELEBRAZIONI
INCONTRI A MILANO
Per celebrare i cent’anni
della rivista “Vita e
Pensiero”, da domani
a venerdì alla Cattolica
il convegno dal titolo
“Dieci parole. Perché la
nostra epoca ha bisogno
di Dio”. Tra gli ospiti
Zygmunt Bauman, di cui
qui anticipiamo il testo
tificato all’apertamente anticlericale La Repubblica, rappresentata, con Eugenio Scalfari, da un
decano del giornalismo che non fa
mistero di non essere credente.
Di sicuro l’arte che papa Francesco predica, e pratica lui stesso
ogni giorno, è difficile da imparare e, più ancora, da attuare quotidianamente. La sua meno rischiosa alternativa è molto più allettante. Dopo tutto, in un dialogo
degno del nome si deve mettere in
conto anche l’insuccesso; la possibilità che il nostro punto di vista,
ciò in cui crediamo, risulti errato,
o che il nostro interlocutore risulti più nel giusto di noi... Simili timori tendono ad aggravarsi e
moltiplicarsi, perché meno ci confrontiamo con persone e punti di
vista diversi dai nostri, più si indebolisce la nostra capacità di
provare i meriti della nostra posizione (che è tutt’altro, naturalmente, dal cercare di aver la meglio alzando la voce, o dal turarsi
le orecchie per non sentire le ragioni di chi consideriamo nient’altro che un nemico) e aumentano i
nostri motivi di temere il confronto. Ma non lasciamoci indurre in
tentazione! Sottrarci al dialogo,
voltare le spalle al dovere di confrontarci con la varietà delle umane ricette per una vita decente, ci
darà forse la pace mentale (benché, senza dubbio, solo per un po’)
ma non risolverà nessuno dei problemi che minacciano il pianeta di
estinzione e avvelenano la vita
dei suoi abitanti. Per il futuro dell’umanità in un mondo irreversibilmente multiculturale e multicentrico, l’accettazione del dialogo è una questione di vita o di morte.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
R2 CULTURA
Il caso
Intrighi, segreti, rivalità
e qualche nota thriller
i retroscena del premio
sotto forma di romanzo
Tutte le mele
avvelenate
dello Strega
RAFFAELLA DE SANTIS
S
E un romanzo sul Premio Strega s’intitola La polverie-
ra qualcosa vorrà dire. Intrighi, veleni, amicizie rotte e
nuove alleanze, tradimenti, schede bianche e franchi
tiratori: tutto vero. C’è persino la morte dell’organizzatrice Anna Maria Rimoaldi presentata come “sospetta” agli occhi di chi rinviene il corpo nella casa dell’Elba, in un
tardo pomeriggio dell’agosto 2007.
IL LIBRO
La stanza appare in uno “strano diLa polveriera
di Stefano
sordine”. Vederlo nero su bianco fa
Petrocchi
un certo effetto. L’autore però è un
(Mondadori
pagg. 204
prudente e insospettabile “insider”:
euro 17)
Stefano Petrocchi, il direttore della
Fondazione Bellonci.
Petrocchi ha raccolto l’aneddotica intorno al premio e l’ha abilmente trasformata in un romanzo memoir che esce oggi per Mondadori e che è basato su lettere,
carteggi, documenti e cronache
giornalistiche. Dentro c’è materia a sufficienza per dire che lo
Strega è l’istituzione più gattopardesca che abbiamo, perché è
cambiata per rimanere in fondo
sempre uguale. Nessuno è passato indenne nel suo tritacarne: da
Italo Calvino a Pier Paolo Pasolini,
che nel 1968 si scaglia contro gli
editori “padroni”. Così come le dimissioni di Moravia e Garboli anticipano solo di qualche anno
quelle di Emanuele Trevi.
L’io narrante, l’alter ego dell’autore, è il “segretario fidato” di
Anna Maria Rimoaldi, alla reggenza del premio per vent’anni
dal 1987 al 2007, chiamata dal
suo collaboratore semplicemente “il Capo”. Figura mitica, capace
di creare intorno a sé e ai suoi modi bruschi quel tipo di venerazionechesiaccordaalledivinità.Scopriamo il backstage del premio
grazie ai racconti fatti da chi narra a tre personaggi estranei alla
società letteraria: un maresciallo, una giovane giornalista freelanceeunragazzochegestisceun
blog. La narrazione restituisce le
atmosfere,idocumentiifatti.«Intorno allo Strega – scrive Petrocchi – si muove una giostra di predatori». D’altra parte la stessa
Maria Bellonci aveva scritto nel
suo memoir sul premio (Come un
racconto. Gli anni del premio
Strega) di possedere ben chiara
«la percezione di aver architettato una polveriera».
È negli anni Sessanta che la polveriera diventa pericolosa. L’edizione del 1961 è epica. Si conclude
con la vittoria per un voto di Raffaele la Capria (Ferito a morte,
Bompiani) sull’ex aequo di FaustaCialenteeGiovanniArpino:96
a 95. La Capria era un outsider:
«Ricordo lo sconcerto di tutto lo
staff dello Strega quando uscì il
mio nome, nessuno se lo aspettava». Accade inoltre che una scheda in favore di Ballata levantina di
Cialente (Feltrinelli) arrivi fuori
tempo massimo. Pochi giorni primaAlbertoMondadoriavevaspedito un telegramma alla Bellonci
per perorare la causa di Arpino in
gara con Un delitto d’onore: «Fac-
ciopiùchemaiassegnamentosuo
prezioso e incondizionato determinante appoggio et di Goffredo
stop Sono sicuro che nei limiti di
onesta propaganda ella potrà aiutarci validamente raggiungere
quota voti necessaria onde evitarmi grosso smacco nel riconoscimento editoriale stop».
Nel 1966 inizia invece la Calvino Story. Nella ventesima edizione Calvino paga il fatto di essere il
superfavorito e le Cosmicomiche
(Einaudi) sono battute da Una
spirale di nebbia di Michele Prisco, edito da Rizzoli, casa editrice
che in quindici anni si aggiudica il
premio ben sette volte. Mentre la
Mondadori, dal ‘67 al ‘78, porta a
casa cinque Strega e dieci Campiello.Calvinovorrebberitentare
nell’84 con Palomar, ma quell’anno la Longanesi candida Pietro Citati, autore di Tolstoj. In no-
me dell’amicizia Calvino si ritira.
Moriràl’annodopo.LaZarina(così veniva chiamata la Rimoaldi)
pensa allora di candidare postumo Lezioni americane, ma desiste perché il premio due anni prima era andato a Rinascimento
privato della Bellonci: «Due defunti premiati in tre edizioni sembrarono decisamente troppi».
Il Sessantotto arriva anche allo
Strega. Scoppia l’affaire Pasolini,
checonTeorema(Garzanti)sivede soffiare la semifinale da Alberto Bevilacqua (L’occhio del gatto,
Rizzoli). Una breve nota ne testimonia la rabbia: «L’ultima votazione ha accentuato in modo incontrovertibile il deterioramento, verificatosi negli ultimi anni,
del gioco democratico». Poi sul
Giorno scriverà contro gli editori
diventati “padroni”, che «sia pure
addolciti dal nuovo corso, sono capaci di tutto». Alla fine vince Bevilacqua ma si registrano 117 sche-
de bianche. È Pasolini a parlare
per la prima volta del “pacchetto
di voti” (almeno 40) amministrato dalla Bellonci, «arbitra assoluta dei destini del premio». La protesta ha conseguenze pesanti:
Moravia dà le dimissioni dal comitato direttivo. Vent’anni dopo
sarà la volta di Cesare Garboli per
aver tentato invano di far passare
una modifica «per ridurre l’ingerenza degli editori».
LoStregaèstatoalungounpremio a reggenza matriarcale. Petrocchi, arrivato nel 1999 alla
Fondazione grazie a una borsa di
studio per lavorare all’inventario
del carteggio Bellonci, restituisce
un bel ritratto del loro rapporto e
soprattutto della Rimoaldi, che
con il suo senso pragmatico sarà
un costante supporto per l’amica.
Non solo compilerà per lei riassunti delle fonti storiche indispensabili per il suo lavoro ma
l’aiuterà anche a far quadrare i
LE IMMAGINI
L’edizione del Premio del 1959:
a sinistra, in nero, Maria Bellonci
In alto, Villa Giulia negli anni ’50
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
55
PER SAPERNE DI PIÙ
www.vitaepensiero.it
www.librimondadori.it
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Burri, lo scatto
che rese umano
Che Guevara
L’APPUNTAMENTO
“Future Forum”, la rassegna raddoppia
Udine e Napoli per capire il domani
UDINE. Come saranno l’economia, la società e gli stili di vita
di domani? Tenta di rispondere a queste domande la
seconda edizione di Future Forum, la rassegna dedicata al
futuro e all’innovazione. Per l’occasione gli appuntamenti si
sdoppiano in due programmi in due città italiane: a Udine si
inaugura oggi e si va avanti fino al 15 novembre, mentre
contemporaneamente a Napoli dal 22 al 28 ottobre si
svolge il Forum parallelo. Sette i macrotemi degli oltre
cento eventi, tra conferenze, dibattiti, workshop, laboratori
che cercheranno di delineare la vita nei prossimi venti anni,
ospitati dal Teatro San Carlo di Napoli e dal Palazzo della
Camera di Commercio di Udine: “Scenari di futuro”, per
capire come sarà l’homo novus del 2034; “Lavoro e
impresa”, per leggere la crisi come una possibile quarta
rivoluzione industriale; “Città” sulle metropoli del futuro; e
poi “Salute, cibo e nutrizione, e scienza” sull’innovazione
tecnologica applicata al corpo umano, “Turismo e industrie
creative”, “Trasmissione dei saperi”, “Mare”. Il programma
completo - con la lista dei tanti protagonisti, da Peter Marsh
del Financial Times a Antonello Pasini del CNR a Debora
Serracchiani - è consultabile su www.futureforum.it.
LA MOSTRA
“Vivere o scrivere”, tra gulag e libri
la storia di Varlam Salamov a Brescia
BRESCIA. “Vivere o scrivere”: è questo il titolo della mostra
conti. E una volta prese in mano le
chiavi della polveriera si considererà sempre una semplice amministratrice, naturalmente alle
sue regole: ricerca del duello, attenzione agli “equilibri editoriali”, capacita di dire “no” (nel 2005
riuscì a convincere Segrate a
bloccare la candidatura de Le
peggiori intenzioni di Alessandro Piperno). L’esercizio del potere era per lei una pratica ascetica: «Non fare sapere mai a nessuno le tue intenzioni. Mai cedere alla vanità di rivendicare il
proprio ruolo». Raramente perdeva le sue battaglie. Non
mandò giù la vittoria nel 1989 de
La grande sera di Giuseppe Pontiggia contro Le nozze di Cadmo
e armonia di Roberto Calasso.
Da allora nessun autore Adelphi
ha più concorso al premio.
Gli ultimi anni nel romanzo sono meno approfonditi ma ricchi
di curiosità: dopo l’edizione del
2009 che vede trionfare Scarpa
su Scurati arrivano tre schede in
ritardo. Nel romanzo il segretario apre le buste. Ci sono tre voti:
“Scarpa”, “Scarpa” “Scarpa”.
L’intera storia dello Strega è dominata dal duopolio MondadoriRizzoli: Mondadori (come sigla
editoriale singola) ha vinto 23
edizioni su 68, (il 33,8%, una
ogni tre). Il romanzo finisce nel
“mistero”: un manoscritto inedito di Maria Bellonci che sbuca da
una panca e la morte “sospetta”
della Rimoaldi. In quella stanza
disordinata, dove in apparenza
«sembrava fosse accaduto qualcosa». «Si scelse di non dare seguito alle indagini, anche per tenere lontana l’attenzione dei
media». Che intorno a quella signora anziana e potente sarebbe
stata tanta. Tra veleni e ombre lo
Strega è da sempre «un formidabile contenitore di storie, perlopiù a sfondo giallo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
dedicata a Varlam Salamov a Brescia da mercoledì 22
ottobre al 7 novembre. Ospitata dal Corridoio Montini
dell’Università Cattolica e promossa dall’associazione
Memorial Italia con Literaturhaus Berlin con la Cooperativa
Cattolico-Democratica di Cultura, la retrospettiva punta i
riflettori sulla figura del grande scrittore russo, scomparso
nel 1982 a 74 anni, e già nel titolo sottolinea il grande
dramma di Salamov, che della sua vita fece scrittura
dedicandosi per vent’anni alla realizzazione della sua opera
più celebre. I racconti di Kolyma sono la testimonianza
dettagliata e poetica della vita da forzato dello scrittore, che
passò in tutto diciassette anni della sua esistenza
prigioniero all’interno dei gulag, da cui uscì solamente nel
novembre del 1953, otto mesi dopo la morte di Stalin. In
occasione dell’inaugurazione della mostra sono previsti una
lettura da I libri della mia vita a cura di Antonio Palazzo e gli
interventi di Sergio Rapetti, traduttore dell’edizione
italiana Einaudi dei Racconti di Kolyma e studioso di
Salamov, Francesca Gori, presidente di Memorial Italia, e
Alberto Franchi, presidente del Ccdc.
LA CURIOSITÀ
Arrestato Banksy e svelata la sua identità
ma è solo una bufala del National Report
PER un momento il mistero sembrava risolto. E nel modo
più impensabile, con un colpo di teatro che avrebbe fatto
piacere ai suoi sceneggiatori: Banksy arrestato e
smascherato. Peccato che fosse una bufala. Il sito
americano National Report ha pubblicato un falso scoop
che per qualche ora ha mandato in fibrillazione i media
ed è rimbalzata su tutti i social network. In un articolo
sosteneva che l’identità del re della Street Art era stata
rivelata dall’arresto da parte di Scotland Yard «per
vandalismo, associazione a delinquere e falsificazione di
banconote per migliaia di dollari». Attribuiva al re dei
graffiti il nome di Paul Homer, 35enne di Liverpool e
citava la BBC a testimonianza della veridicità
dell’arresto. Una rivelazione in grande stile: da anni
critici, galleristi, appassionati e giornalisti danno la
caccia all’artista più imprendibile della Gran Bretagna.
Non era vero nulla. Il National Report è un sito di
“bufale”: sempre ieri ha annunciato che 17 bambini in
Texas avevano contratto Ebola dopo esser entrati in
contatto con uno studente liberiano.
È morto a 81 anni a Zurigo il fotografo
ed ex presidente della Magnum
Una vita dal Vietnam a Picasso
MICHELE SMARGIASSI
U UN marciapiede di New York, ferma al
semaforo, René Burri riconobbe Greta
Garbo. Già lontana dalle scene, fuggiva il
mondo, divina auto-esiliata dietro enormi occhiali scuri, che proprio in quel momento si
tolse. Qualunque fotografo avrebbe agito d’istinto. Lui non portò la Leica all’occhio. «Sarebbe stata una fotografia troppo ovvia», raccontò poi, senza rimpianti. Cavaliere di un ordine religioso chiamato fotografia, l’infaticabile monaco errante
Burri, scomparso ieri a 81 anni nella sua Zurigo,
sapeva rispettare il sacro. Andava più fiero delle
foto mai fatte che delle trentamila (donate al museo dell’Elysée di Losanna) che lo hanno reso celebre come uno degli occhi più penetranti del Novecento. Ebbe un giorno nel mirino l’anziano Fidel Castro sotto l’insegna “uscita” di un albergo:
non scattò. Nei suoi servizi dal Vietnam è difficile
trovare un cadavere. Diceva: «Un giorno farò un
libro con tutte le foto che non ho mai scattato, sarà
un enorme successo».
Così, è piuttosto difficile pensare che la sua immagine più famosa, quella per la quale oggi verrà ricordato in tutto il mondo, il ritratto di Che Guevara con
quel sigaro issato all’angolo destro della bocca come
una bandiera, o come un cannone puntato (d’accordo: anche come un simbolo fallico, se volete), sia stata per lui un’icona premeditata. Icona lo fu certamente, virale e travolgente: l’unica in grado di fare
concorrenza a quell’altra più fortunata ancora, il
Che-Cristo con basco e la stella che Giangiacomo Feltrinelli portò via al fotografo Cubano Alberto Korda,
posterizzò e incollò sulla copertina del diario boliviano del Comandante, proiettandola nell’immaginario ribelle di ogni adolescenza, e di ogni ideologia.
Anche il Che di Burri si vendette a milioni di esemplari su poster, cartoline, magliette, anche il suo santo Guevara dal sigaro immacolato diventò più famoso del suo autore. Ma a differenza dell’altra, non ha
mai smesso di essere una fotografia. Non è diventata un arazzo come tanti ritratti del rivoluzionario vivente (e morente).
Perché era una fotografia fin dall’inizio: perché
Burri era un fotografo, da cima a fondo. Svizzero, come tanti grandi fotografi del Novecento, da Werner
Bischof a Robert Frank. Nel 1959 fu proprio Bischof,
amico mito e guru (quando morì in un incidente in
Perù, ne sposò la moglie), a presentare a Magnum,
confraternita del fotogiornalismo indipendente,
S
quel ragazzino promettente e molto timido che aveva studiato design, e che all’inizio amava forse il cinema più della fotografia, ma a 13 anni aveva fatto
un piccolo scoop fotografando Churchill in visita a Zurigo. Il suo primo reportage, su una scuola di bambini sordomuti, passò a pieni voti l’esame dei sacerdoti dell’obiettivo, Capa e Cartier-Bresson.
E Magnum (di cui diventerà presidente nel 1982)
cominciò a spedirlo in giro per i due emisferi a caccia
di immagini da vendere a Life o a Du, Medio Oriente,
Indocina, Brasile... Finì così, quella mattina del gennaio del 1963, in un ufficio del ministero dell’Industria di un’Avana ancora scossa dalla crisi dei missili, dove la giornalista Laura Bergquist di Look aveva
ottenuto un’intervista esclusiva con un giovane barbudo spettinato, in tuta verde militare e anfibi, quasi incredulo di essere proprio lui il ministro. «Due ore
di grande tensione», che Burri sfruttò per farsi invi-
Rimase con il Comandante
due ore facendosi invisibile
sibile e cogliere il comandate con la guardia abbassata, fuori posa. Scattò otto rullini. Sono tutti da guardare, come un film, quei provini presi in stato di grazia di un Che non ancora imbalsamato dall’Hasta
siempre!, che si lascia sfuggire sorrisi da bimbo, che
prova pose davanti alla carta geografia di Cuba, che
si stropiccia gli occhi sfinito dal duello con l’intervistatrice.
Anche Burri sfuggì al monumento di quella foto
troppo famosa che poteva schiacciarlo. Come solo i
grandi sanno fare, cambiò continuamente direzione. Appassionato di architettura, conquistò la fiducia di Le Corbusier di cui documentò tutto il lavoro
maturo, culmine la chiesa di Ronchamp; girò documentari (anche per la Disney), espugnò la diffidenza di Picasso, e il suo primo libro ebbe una prefazione
di Baudrillard. Visse la sua «doppia vita», forse quadrupla, sestupla, di reporter in bianco e nero e a colori, di fotografo e cineasta, di giornalista e di artista,
«e questo mi ha difeso dal diventare cinico». La fama
mondiale della sua fotografia-icona, più potente di
lui, lo divertiva. Anni dopo, di nuovo a Cuba, ne scovò
una gigantografia appesa nell’androne di una banca
dell’Avana. Provò a rifotografarla. Fu prontamente
arrestato.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
56
R2Spettacoli
& TELEVISIONE
CONTATTI
SEGRETERIA_SPETTACOLI
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Campioni di incassi con
“Quasi amici” nel 2012, ora
raccontano la storia di un
immigrato e una borghese
PROTAGONISTI
Sopra, Omar Sy (a destra)
con Tahar Rahim in
“Samba”. A destra,
Charlotte Gainsbourg
e i registi Olivier Nakache
e Eric Toledano
IN ONDA
Alle 13.45 in
RNews (dtt 50, Sky
139) il servizio
con il video del film
LAURA PUTTI
PARIGI
Q
UESTA volta c’è poco da ride-
re. La premiatissima ditta
Toledano&Nakache, registi da cinquantuno milioni
di spettatori nel mondo con
Quasi amici, cambiano rotta. Sempre commedia sociale, ma si ride a
denti stretti. Uscito in 732 sale francesi (in
Italia nel 2015), il loro nuovo film si chiama Samba e lascia allo spettatore due possibilità: scivolare nella pelle di un africano
sans-papier (ancora una volta Omar Sy, il
badante di Quasi amici), o in quella di una
dirigente in pieno burnout, una ragazza lunare, vinta da un lavoro che l’ha strizzata
come un limone (Charlotte Gainsbourg).
Il clandestino e la scoppiata, figure tipiche
dei nostri tempi: una storia ben più reale di
quella della strana coppia “badante nerotetraplegico milionario”. Lo spunto viene
ancora una volta da un libro. I due registi si
sono liberamente ispirati al romanzo di
Delphine Coulin (diventata cosceneggiatrice del film) Samba pour la France. E il
Samba
IL RECORD
“Quasi amici” (2012) della
coppia Toledano-Nakache
è il film francese più visto
nel mondo
Toledano & Nakache
re Mida di Francia
“Largo al modello italiano”
film è illuminato da una colonna sonora firmata da Ludovico Einaudi.
Al loro quinto film insieme in dieci anni
— e al quarto con Omar Sy — Eric Toledano e Olivier Nakache fanno sul serio. Samba inizia come La grande bellezza: con l’esplosione musicale di una festa, un matrimonio. Al seguito della torta nuziale arriviamo nelle cucine del ristorante. Samba
Cissé, senegalese da dieci anni clandestino in Francia, fa il lavapiatti. Lo ritroveremo in stato di fermo in un centro per clandestini vicino all’aeroporto di Parigi. La polizia lo ha arrestato e due ragazze di un’associazione d’aiuto agli emigranti sono venute a parlargli per cercare di risolvere il
suo problema. Sono Alice (Gainsbourg),
in anno sabbatico di volontariato dopo il
burnout, e Manu (Izia Higelin), studentessa in legge. Da questo momento per
Samba la lotta per la sopravvivenza si fa
più dura: all’associazione, agli uffici di collocamento e anche in casa, l’appartamento di una stanza che divide con l’anziano
zio. Insieme hanno un sogno: vivere, dopo
aver lavorato in Francia, in una casa su un
lago in Senegal. Ma se Samba si fa beccare,
se si veste da immigrato, se si innamora di
una francese nevrotica, allora il sogno va a
farsi benedire: lo zio è la voce della coscienza, della tradizione, è la nostalgia del
paese.
Sempre sereno, gentile e pieno di energia, Eric Toledano parla al telefono da un
treno in direzione Lione.
Centoquarantamila entrate il primo
giorno di programmazione: come ha
reagito il pubblico nelle sale?
«Come ci attendevamo: la gente rideva
al momento giusto. Nei mesi scorsi abbiamo accompagnato il film in quaranta sale
di provincia. Abbiamo visto duemila persone a sera, e ci è rimasta una sensazione
di tristezza: i francesi non stanno bene, sono depressi. E questo nostro film non unisce la gente come Quasi amici. In certi casi
la divide».
Samba è molto più “sociale” che “commedia”. Perché questo cambio di registro?
«Perché volevamo esplorare due temi.
Uno è la perdita di senso. Alice ha un burnout perché si sveglia la mattina e non sa
più a cosa serve. Va volontaria in un’associazione per trovare un senso alla sua vita.
Samba non si pone problemi di senso, sa a
cosa serve. Lui deve sopravvivere e fare sopravvivere la famiglia in Senegal».
È davvero possibile un incontro sentimentale tra un clandestino africano e
una manager parigina depressa?
«Abbiamo un po’ sognato per fare sognare, è il ruolo degli artisti. Ma per me sì,
potrebbe accadere. Nonostante le difficoltà, Samba è semplice. Alice ha la patologia della nostra civilizzazione. Malattia
che non attacca il singolo, ma l’intero sistema. Si può curare solo pensando agli altri. Che cosa ha fatto Bill Gates quando ha
lasciato la sua azienda? Ha creato una fondazione».
Dopo una sequenza tragica ce n’è spesso una comica, come la liberazione di Samba dal centro di detenzione — quando corre dietro a un aereo per partire per il Senegal come gli ha detto la poliziotta — o la scena del ballo del falso brasiliano Wilson
(Tahar Rahim).
Avete scelto un ritmo cinematografico?
«È il ritmo della commedia italiana, il nostro modello. Ma in Francia non tutti capiscono come si possa mischiare il tragico
con il comico. È per questo che il film non
ha messo d’accordo neanche la stampa.
Ma è anche la nostra storia. Sia la mia che
quella di Olivier Nakache sono famiglie immigrate in Francia da luoghi lontani».
Samba deve usare vari permessi di
soggiorno, tutti con nomi diversi dal
suo. Alice perde una parte importante
di sé, quella professionale. È un film sull’identità?
«Certo che lo è. Il libro di Delphine Coulin parla proprio di questo. Un africano che
arriva in Francia non sa più chi è, come si
chiama, a quale cultura appartiene. E,
tranne che con altri africani, non può condividere con nessuno».
Come si sentiranno Toledano&Nakache se non arriveranno a cinquantuno
milioni di spettatori?
«Siamo già sicuri di non arrivarci. Ma,
anche se Quasi amici è entrato nella storia
come il film francese più visto nel mondo,
non abbiamo record da battere. Quel film
ci ha dato la libertà per raccontare quello
che veramente ci interessa. Ecco, l’abbiamo fatto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
OPERA DI ROMA
DOPO UNA CADUTA
BERLINER: CHE VERGOGNA I LICENZIAMENTI
«I Berliner Philharmoniker sono sgomenti per il licenziamento
pianificato dei componenti dell’Orchestra e del Coro del Teatro
dell’Opera di Roma». E aggiungono in una lettera: «Questo
licenziamento è una vergogna per la nobile tradizione italiana».
BOX OFFICE
In 174mila
per Leopardi
di Martone
giovane favoloso: in soli
quattro giorni ha superato
di molto il milione di
euro di incassi con
174mila
spettatori. Un
risultato
in pillole sorprendente per
il film di Mario
Martone dedicato a
Giacomo Leopardi,
interpretato da Elio
Germano (foto). «Gli
spettatori hanno fame di
bellezza, pensiero, emozioni
profonde» ha detto il regista.
News
FILM
Coldplay
esce “Ghost
stories live”
I COLDPLAY annunciano che
il 24 novembre verrà
pubblicato Ghost Stories
Live 2014, il film di Paul
Dugdale del concerto di
Los Angeles e l’album live
su cd+dvd, cd+Blu-ray e in
digitale; è disponibile in
pre-order su Coldplay.com
e su iTunes. Il trailer del
live si vede solo su
Coldplay.com.
FESTIVAL
Spandau:
nuovo tour
in Italia
«L’ITALIA è il paese che ci
ha amato di più». Parola di
Gary Kemp, il chitarrista
degli Spandau Ballet. La
band pop adorata dalle
adolescenti negli anni 80
è stata al Festival di Roma
per accompagnare il
documentario Soul boys
of the western world. E
intanto i musicisti
capitanati da Tony
Hadley annunciano
cinque tappe italiane nel
tour 2015: Milano, Torino,
Padova, Firenze e Roma.
57
Amsterdam, capitale della “dance”
“Qui l’elettronica s’impara a scuola”
DAL NOSTRO INVIATO
CARLO MORETTI
AMSTERDAM
SUCCESSO clamoroso per Il
NUTI RICOVERATO IN OSPEDALE
L’attore e regista pratese Francesco Nuti (foto) è stato ricoverato in
ospedale per una caduta. Dall’ospedale di Prato, è stato poi trasferito
all’ospedale fiorentino di Careggi. La decisione è stata presa dai medici e
dal fratello dell’artista, Giovanni, date le complesse condizioni pregresse.
un cuore techno
che batte in Europa. E’ una melodia
semplice, una linea di basso che fa tremare la
terra come un terremoto
profondo. 350 mila giovani provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento per cinque giorni ad Amsterdam diventata così la capitale della
musica elettronica, con i circa
cento locali sparsi per la città, alle cui consolle si alternano ogni
notte duemila tra i dj più famosi della dance: David Guetta, Armin Van Buuren, Hardwell,
Martin Garrix, solo per citarne
alcuni. L’Amsterdam Dance
Event è il festival in cui la grande industria del Nord Europa, in
particolare quella che si è sviluppata in questi ultimi dieci
anni nei Paesi Bassi, si incontra
e si celebra. E si è appena concluso con una serata di fronte a
50 mila spettatori, organizzata
in collaborazione con il “Music
Festival” nello stadio della
squadra di calcio dell’Ajax, con
la nomina del nuovo Numero 1
tra i dj, la classifica della rivista
Dj Mag che ha visto per il secondo anno consecutivo la vittoria
dell’olandese Hardwell. Che ha
26 anni, è nato a Breda come dj
Tiësto ed era già milionario prima di questa sua ennesima vittoria.
Hardwell ha appena tenuto il
suo dj set all’Amsterdam Arena
e ora lo attende un volo privato
che lo porterà a Londra dove celebrerà la sua vittoria suonando
alla 02 Arena. Ecco come spiega
il successo della dance elettronica in Olanda: «Da noi la dance
è sempre intorno: da una parte
viene sostenuta finanziariamente dal governo e ci sono
scuole di produzione e per la crescita artistica dei deejay, ma allo stesso tempo questa musica
si ascolta ovunque, nei supermercati, nelle radio, nelle pubblicità in televisione. La differenza con il resto del mondo è
che abbiamo cominciato prima, in America l’hanno scoperta solo tre anni fa, noi da venti
anni abbiamo i nostri dj di successo, Tiësto, Armin van Buuren. E penso che insieme ai dj inglesi come Coco e Sasha, oggi
rappresentiamo la punta di diamante della scena dance mondiale».
Hardwell, alias Robbert van
de Corput, è lo stesso che qualche ora prima, nel palazzo delle
conferenze Felix Meritis di Amsterdam, ha tenuto un workshop con giovani aspiranti produttori e dj svelando molti dei
“segreti” del suo lavoro. Massima disponibilità da parte di un
artista che è diventato un fenomeno mondiale, uno dei produttori e dj più richiesti, con hit
da classifica come “Spaceman”
e “Countdown”. Nel prossimo
album, in uscita a gennaio, sarà
più decisamente pop: «Sono
pop un paio di tracce e certamente lo è “Young again”, il singolo cantato da Chris Jones. Ma
per il 70 per cento l’album con-
C’
È
tiene brani duri, deep house,
progressive, electro, trance.
Anche David Guetta ha cercato
un bilanciamento tra deep house e commerciale, e forse ci ha
mostrato una strada. In futuro
voglio tornare a suonare strumenti veri in consolle insieme ai
computer, lo faccio per me stesso, non credo ci sia una tendenza o almeno non ne sono consapevole. Da quando avevo 4 anni
studio pianoforte e dopo 12 anni da dj voglio fare altre cose,
raggiungere un nuovo livello».
Il governo olandese e l’industria della musica elettronica,
fatta anche di etichette di successo come Spinnin’ e di festival
come Misteryland, Sensation,
Awakenings e Dance Valley,
tutti con una media di 50 mila
spettatori, investono sui giovani: Martin Garrix ha 18 anni, ha
Un momento dell’esibizione a Amsterdam del deejay Hardwell
studiato alla “Herman Brood
Academy”, una scuola speciale
per i produttori a Utrecht, ed è
uno dei dj più lanciati del momento, primo nella classifica inglese con il singolo “Animals”,
«ma io voglio rimanere con i
piedi per terra, per il momento
non mi pongo obiettivi», ha detto in un incontro. Forse ha ragione Daniel Miller, a sua volta
dj, fondatore dell’etichetta inglese Mute e scopritore dei Depeche Mode, ospite d’onore all’ADE. Una risposta sul successo olandese non c’è: «La rete di
strutture che sostiene la dance
ha i suoi vantaggi ma non spiega tutto. Dunque perché gli artisti olandesi vanno forte nella
dance elettronica? E perché gli
svedesi nel pop? Difficile da dire, forse è semplicemente perché fa parte della loro cultura.
Del resto i primi dj techno e house erano olandesi e questo ha
senz’altro influenzato, e continua ad influenzare, gli artisti
più giovani».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
REPUBBLICA.IT
E stasera
Webnotte
si trasferisce
a casa Arbore
ROMA. Webnotte esce
dalla redazione di
Repubblica e, per la sua
seconda puntata, si
trasferisce a casa di Renzo
Arbore. Ernesto Assante e
Gino Castaldo
“invaderanno” il salotto di
casa dello showman per
una puntata specialissima,
tutta dedicata alla sua
musica e alle sue passioni.
A garantire la colonna
sonora della serata sarà la
band di Gegè Telesforo,
mentre l’ospite sarà Tosca,
che viene a presentare il
suo nuovo progetto
discografico, Il suono della
voce. Sorprese,
divertimento, grande
musica, saranno gli
ingredienti di una serata
dedicata a chi vuole
passare un paio d’ore in
allegria e al foltissimo
esercito degli
“arborigeni”, che seguono
Arbore con affetto da molti
anni, applaudendo
soprattutto le
performance della sua
Orchestra Italiana. La
trasmissione sarà online
su Repubblica.it, ma
anche sul Renzo Arbore
Channel
(www.renzoarborechann
el.tv) e, come sempre, sul
digitale terrestre di Radio
Capital Tv.
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Renzo
Arbore
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
58
R2Sport
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Stasera all’Olimpico
Record d’incasso per la sfida di Champions tra giallorossi e tedeschi
Garcia: “Il campo dirà la verità, noi avremo i nostri momenti e dovremo sfruttarli”
SEI GOL IN DUE PARTITE
La Roma (sotto Astori e Totti
in allenamento) nelle prime
due partite di Champions
League ha segnato sei gol
subendone due
La Roma pensa da grande
“Giochiamo senza paura
anche se loro sono il Bayern”
oggi
E
Gruppo
CSKA-Manch. City
Roma-Bayern
classifica
Pt G V N P Gf Gs
Bayern
6 2 2 0 0 2 0
Roma
4 2 1 1 0 6 2
Manchester C. 1 2 0 1 1 1 2
CSKA Mosca 0 2 0 0 2 1 6
F
Gruppo
Apoel N.-Psg
Barcellona-Ajax
classifica
Pt G V N P Gf Gs
Psg
Barcellona
4 2 1 1 0 4 3
3 2 1 0 1 3 3
Ajax
2 2 0 2 0 2 2
Apoel N.
1 2 0 1 1 1 2
G
Gruppo
Schalke-Sporting Lisb.
Chelsea-Maribor
classifica
Pt G V N P Gf Gs
Chelsea
4 2 1 1 0 2 1
Schalke 04
2 2 0 2 0 2 2
Maribor
2 2 0 2 0 2 2
Sporting Lisb. 1 2 0 1 1 1 2
H
Gruppo
Bate Borisov-Shakhtar
Porto-Athl.Bilbao
classifica
Pt G V N P Gf Gs
Porto
4 2 1 1 0 8 2
Bate Borisov 3 2 1 0 1 2 7
Shakhtar
2 2 0 2 0 2 2
Athletic Bilbao 1 2 0 1 1 1 2
ENRICO SISTI
ROMA
toccatela. È così attraente, così perfetta di
suo, nei lineamenti tattici
e nel racconto preliminare dei
protagonisti, Garcia, Guardiola,
De Rossi, Xabi Alonso, così legittimamente agognata da una
parte e così correttamente rispettata dall’altra, che forse la
“partita zen” sarebbe quasi meglio non giocarla, lasciarla così
com’è nell’immaginario del popolo giallorosso, abituato alle
delusioni, allenato a soffrire,
quasi viziato dalla dark side del
pallone. Roma e Bayern sono
N
ON
Gervinho e Iturbe, così Thomas
Müller e Lewandowski. Persino
Destro nega spesso l’evidenza
partendo da sinistra. Guardiola
e Garcia non conoscono limiti alla creatività, spendono i loro giocatori in ogni zona del campo, insegnando loro l’arte del sacrificio che paga, dell’universalità
consapevole. Iturbe difende,
Alaba fa anche la punta, De Rossi diventa un ottimo centrale difensivo, almeno quanto lo fu
Yaya Touré nella finale di Champions che Guardiola vinse, proprio all’Olimpico, nel 2009. La
Roma è una stanza dalle pareti
coloratissime in cui dei robusti
altopartlanti diffondono la can-
Iturbe e Gervinho in
attacco accanto a Totti
“Siamo outsider che non
hanno nulla da perdere”
zone degli “underdog”: «Siamo
gli outsider, il Bayern è straordinario ma noi non abbiamo nulla
da perdere, dovremo sfruttare
le nostre occasioni». Il mantra di
Rudi si lega all’altro ritornello:
«Le partite di Champions si preparano da sole, non c’è bisogno
di richiamare concentrazione,
motivazioni, spirito di squadra,
qualità». Fluisce tutto naturalmente, come vien l’acqua al cavo della mano. Se il Bayern non
può avere paura, la Roma non
deve. In campo le due tenderanno a somigliarsi mentre fuori bacheche e trascorsi rimandano
sensazioni fatalmente opposte,
il Bayern con i suoi 11 scudetti
Roma (4-3-3)
Bayern (4-2-3-1)
35
10
Arbitro
4
27
Lahm
2
Yanga-Mbiwa
16
10
De Sanctis
De Rossi
Totti
9
19
1
Götze
Neuer
4
Manolas
13
17
Boateng
Lewandowski
26
44
Rafinha
21
Nainggolan Gervinho
due versioni simili del “piacere”
invocato ieri da Garcia, della
gioia (sono sempre parole di
Garcia) di praticare uno sport
collettivo che comincia da identità sparse, chiunque giochi, e
che quindi conserva un suo cuore individuale, infantile: «È l’armonica somma delle soluzioni
dei singoli a far nascere un’orchestra», disse Guardiola
quand’era ancora al Barcellona.
Analogie spontanee. Per gli
scommettitori ogni risultato è
possibile. De Rossi accetterebbe
il pari, Garcia modifica leggermente il concetto: «Solo se non
facciamo gli spettatori della loro
grandezza». Secondo il ct dell’U21 Di Biagio la Roma è la squadra più europea che l’Italia possa esibire. Le movenze dei giallorossi gli ricordano l’imprevedibilità della Germania campione: «Non è un caso che contro la
Roma le avversarie sembrano
sempre fuori partita». Strategie
che accomunano. Proprio ripercorrendo il sentiero tattico del
Bayern di Guardiola, il ct tedesco Joachim Löw ha vinto il mondiale scuotendo dalle fondamenta il calcio tedesco, per decenni aggrappato a Gerd Müller
e Hrubesch, per decenni incarnato nel panzer. Löw ha usato
Klose solo in casi d’emergenza e
con compiti allargati. Nessuno,
in Roma e Bayern, rimane fermo, né sopra né sotto. Così è Totti, che oggi dovrebbe giocare tra
13
Eriksson (Svezia) Robben
Torosidis
Dante
15
7
Pjanic
Iturbe
Maicon
3
Xabi Alonso
25
27
Müller
Alaba
Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Calcio 1
negli ultimi 20 anni e le sue 3 finali di Champions negli ultimi 5,
la Roma con la sua affannosa e
spesso vana, ma non per questo
meno meritevole di essere vissuta, ricerca della felicità. Saranno aperte o sfacciate? Se prevalesse la prudenza si potrebbe
rischiare la paralisi tattica, con
conseguente contrazione dell’auspicato belvedere (ci starebbe). Come oggi, nel 2010 Roma
Più di 1100 agenti
impegnati stasera allo
stadio: attesi oltre
5000 tifosi bavaresi
e Bayern s’incontrarono nei gironi. Tre punti a testa. Si qualificarono entrambe. Poi l’anno si
guastò. Ranieri e Van Gaal furono esonerati. Nel sold out dell’Olimpico, con 5000 tifosi bavaresi, nella speranza di una notte
senza scontri (1100 agenti impegnati), nell’autorevolezza
dell’arbitro (il “ricco” svedese
Eriksson) si riconoscono le cornici ideali. È ancora presto, chi
sbaglia potrebbe non pagarla
carissima. Ma se fosse la Roma a
non sbagliare, la canzone degli
“underdog” finirà nella playlist
dei sogni.
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GLI AVVERSARI/IL TECNICO SPAGNOLO, UN EX, ELOGIA ANCHE RENZI: “ITALIA STRAORDINARIA CON LUI PREMIER”
Il dolce Guardiola: “Che bravi Totti e Garcia”
FRANCESCO SAVERIO INTORCIA
TANTI FISCHI PER L’EX
Mehdi Benatia, passato dalla
Roma al Bayern in estate, è
stato fischiato ieri all’arrivo al
Parco dei Principi, l’hotel dove
sono in ritiro i bavaresi
ROMA. «Con questo Presidente
del consiglio che avete adesso,
Matteo Renzi, l’Italia è un paese
straordinario». Se la ride, Pep
Guardiola, mentre gira uno spot
gratuito per l’amico premier —
con cui ha pranzato più volte a
Firenze — e rinverdisce i suoi
trascorsi nel Belpaese. «Vengo
spesso qui, mi piace da morire. Il
vostro modo di fare e di pensare
è molto vicino alla cultura della
Catalogna. Sono stato benissimo nei due anni a Brescia, Mazzone mi ha colpito e dato tanto,
l’ho sentito via sms. A Roma ho
giocato solo mezzo anno, già
non correvo più. La testa andava ancora veloce, ma Fabio (Ca-
pello, ndr) chiedeva tanta gamba e le mie non giravano. Però ho
un bellissimo ricordo della gente, della città, di come abbiamo
vissuto io e la mia famiglia».
All’arrivo al Parco dei Principi, il pullman rosso del Bayern si
è fatto largo come un’astronave
fra la folla romanista: i tifosi hanno accolto Benatia, core ‘ngrato, con fischi e lunghi buu, più di
disapprovazione che di tono
razzista. «I fischi? Ah, erano per
me? Io non ho sentito proprio
nulla», ha tagliato corto il difensore, intercettato nella hall. Domani il Bayern sarà ricevuto dal
Papa, la delegazione è emozionata («Siamo una squadra cattolica»), ma è un altro Francesco a catalizzare i pensieri bava-
resi. Sentite Thomas Müller:
«Totti è una leggenda mondiale, importantissima per il calcio.
Io vorrei proprio diventare
Francesco Totti, ma per riuscirci potrei solo farmi cambiare il
nome sui documenti...». Guardiola, invece, precisa che «non
ho giocato, mi sono solo allenato
con lui. Normalmente quando
uno ha 38 anni, un conto in banca che straborda ed è stato incoronato ottavo re di Roma, rimane a casa. Se lui è ancora qui è
perché ama il calcio follemente,
e penso che giocare in questa
squadra, con questi compagni e
in questo sistema, lo aiuti a conservare la voglia: l’ispirazione
non ti viene se non hai il pallone
fra i piedi. È in grandissima for-
LEGA CALCIO
OLIMPIADI 2024
A MP&SILVA L’ASTA DEI DIRITTI TV ALL’ESTERO
Sarà ancora Mp&Silva l’advisor della Lega di A per i diritti internazionali
dei campionati 2015-2018. L’assemblea dei club ha confermato
l’attuale advisor, la cui offerta è di 186 milioni di euro in media a
stagione (contro i 117 di oggi): un aumento nel triennio di 207 milioni.
DELRIO: «CREDO NELLA CANDIDATURA DI ROMA»
«Credo nella candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024». Così
Graziano Del Rio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con
delega allo sport, a Raisport1: «Roma sarebbe una cornice incredibile
per le gare. Obiettivo raggiungibile? Con fatica e applicazione”.
59
Parola di arbitro
Rocchi rompe il tabù
“È vero, ho sbagliato”
L’ammissione due settimane dopo Juve-Roma
“Sul rigore di Maicon la mia gestione è stata anomala”
41 ANNI
L’arbitro
Gianluca
Rocchi, 41 anni
FULVIO BIANCHI
ROMA
Ì, ho sbagliato: l’arbitro fio-
S
rentino Gianluca Rocchi
ammette per la prima volta i suoi errori nella velenosissima sfida fra Juventus e Roma.
Lo fa al “Processo del Lunedì”,
condotto da Enrico Varriale. Un
evento quello di arbitro che fa
mea culpa, forse il segno di una
svolta. «La mia gestione dell’episodio del rigore di Maicon è
stata anomala: diciamo che una
gestione non equilibrata della
situazione ha creato tensioni
tra i calciatori e nei confronti
dell’arbitro», spiega Rocchi.
Una gara che dopo l’errore iniziale, è diventata un calvario
per Rocchi, che pure è il miglior
arbitro italiano dopo Rizzoli: tre
rigori, tre espulsioni, la posizione di Vidal nel gol di Bonucci che
ha risolto (3-2) la sfida e quelle
polemiche che dopo due setti-
Smentito anche Nicchi,
che lo aveva giudicato
perfetto: “Credo di avere
delle responsabilità”
“
ma, mi fa molto piacere ritrovarlo: io in panchina, lui in campo, sarà proprio come quand’ero alla Roma...».
Guardiola replica a chi sottolinea la scarsa concorrenza in
Bundesliga («Venite voi a giocare in Germania, se siete bravi
provate a vincere a Mönchengladbach o a Leverkusen») ed
elogia Garcia: «È dura per un tecnico straniero imporre le proprie idee, lui ci è riuscito. Veder
giocare la Roma è una gioia, come spettatore: spero di non soffrirla troppo in campo. Sarà impossibile, anzi, molto difficile
vincere all’Olimpico senza una
grande prestazione. Non affrontiamo mica quattro scarsi...».
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Un pareggio può
andare bene solo se
giochiamo senza
essere spettatori della
loro grandezza
RUDI GARCIA
ALLENATORE DELLA ROMA
Da spettatore vedere
giocare la Roma è
una gioia per il calcio
Mi auguro di non
soffrirla da avversario
PEP GUARDIOLA
ALLENATORE DEL BAYERN MONACO
“
mane non sono ancora finite e
chissà mai quando finiranno.
Spiega ancora l’arbitro: «Dopo
aver rivisto la partita, l’analisi
più dura è stata proprio su quell’episodio. Diciamo che una gestione non equilibrata della situazione probabilmente ha
creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro,
quindi potrebbe essere questa
la chiave di lettura per capire
poi cos’è successo durante la
partita. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte. È
chiaro che poi quando prendi
delle decisioni puoi creare tra i
calciatori e nell’ambiente un
clima di tensione o comunque
un clima di non accettazione.
Da questo punto di vista una responsabilità credo di averla».
Non sono stati giorni semplici per Rocchi: gli è spiaciuto sentir dire, dopo, che la designazione era stata sbagliata ed elogia Pallotta («perché ha chiesto
di abbassare i toni e credo che
sia l’atteggiamento giusto»)
mentre il gesto del violino di
Garcia non lo condivide per
niente («mi spiace, ho dovuto
espellerlo ma è una cosa che
non possiamo tollerare»). Nega che ci sia sudditanza («quando arbitro la Juventus, arbitro
una squadra come tutte le altre») e sulla moviola non si pronuncia. «Non ce l’ho con me
stesso ma mi sono reso conto
che potevo fare meglio».
Una lettura della gara che sicuramente sarà condivisa dal
neodesignatore Domenico
Messina: è stato proprio il rigore assegnato alla Juventus per
quel braccio di Maicon (rigore
che non c’era e conta poco che
l’intervento del brasiliano sia
stato in area o fuori) che il capo
degli arbitri ha contestato subito a caldo a Rocchi. Sugli altri
episodi invece, Messina lo ha
assolto col beneficio del dubbio,
considerandoli tutti al limite. Il
designatore aveva deciso quindi un periodo di stop per Rocchi,
che tornerà ad arbitrare solo a
novembre: e di sicuro questa
stagione non ritroverà né la Juve né la Roma per motivi di opportunità e per non suscitare
nuove polemiche. Strano, però,
che fra Messina e Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, ci sia
stata scarsa sintonia, almeno in
questa occasione. Tanto che
Nicchi aveva spiegato come
«questa gara all’estero sarebbe
stata considerata normale e le
immagini direbbero che non ha
sbagliato niente». Rocchi non la
pensa così.
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IL CASO/INCIDENTE DEL GIOCATORE DELLA LAZIO
Keita, schianto in Lamborghini
illeso dopo il rientro all’alba
L TALENTO del calciatore per scapicollarsi in auto. Brutta
I
associazione, le conseguenze per fortuna no: manco un graffio
per Keita, la sua Lamborghini Gallardo gialla da 200 mila euro,
invece un cartoccio. Incidente e nottataccia per l’attaccante
spagnolo della Lazio, 19 anni, 500mila euro di stipendio, (quasi)
sobrio e, si dice, non proprio un pilota provetto. Dopo un concerto
a Roma del rapper Snoop Dogg, rientrando verso l’alba a Formello
dove abita, la sua supercar si è schiantata nel
viadotto di corso Francia a nord della capitale
e boom: la macchina così malridotta che non si
è rimessa in moto, strada sgombrata dai
detriti. Lui, nemmeno un livido.
E una goccia di alcol nelle vene, dicono che
bere non gli piaccia, comunque al test un
valore di 0.34, inferiore al limite di legge che è
di 0.5 ma sempre più alto del dovuto per un
neopatentato. Ha rimediato solo una multa.
L’agente del calciatore, Ulisse Savini:
«Nessuna lesione, l’incidente è solo dovuto
all’inesperienza del ragazzo alla guida». Forse
ha ferite altrove, il ragazzo? Preso nel 2011 con un indennizzo al
Barcellona di 400mila euro dal club laziale, nella Primavera ha
vinto uno scudetto poi la stagione scorsa in A la fioritura: 5 gol.
Quest’anno, missing: ha giocato solo le prime due giornate e 15
minuti contro l’Udinese. Poi si è fatto male a un polpaccio (20
giorni di stop). Non è un Balotelli che cresce però l’auto ce l’ha, ce
l’aveva, bella grossa.
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
R2 SPORT
60
DOMENICA SFIDA A CESENA
8ª giornata: l’Inter giocherà
domenica prossima a Cesena
Calcio
Inter, 5 anni per tornare grande
Posizioni al momento
della battuta di Palombo
Blocco Sampdoria
Barriera Cagliari
Gabbiadini
Sampdoria Cagliari
Arbitro
Ieri assemblea dei soci, il passivo è da record: 100 milioni. “Ma siamo sulla strada giusta”
Palombo
Come funziona il blocco
I NUMERI
MILANO
NTERISTI di tutto il mondo, pa-
I
zientate. Non perdete la speranza ma soprattutto non abbiate fretta, sarebbe inutile. Per
tornare a essere ciò che era, l’Inter dovrà attendere «un piano
quinquennale» di rilancio, e in
ogni caso «prima di 2-3 anni», come ribadisce Erick Thohir, sarà
difficile riproporsi a grandi livelli in un calcio che premia solo chi
ottiene ricavi a otto zeri. Troppo
gravoso il fardello lasciato in
eredità dalla precedente gestione. L’ultimo bilancio, per dire,
approvato ieri dall’assemblea
dei soci, racconta in modo illusorio che Fc Inter è in utile per
33,2 milioni, ma solo a causa di
proventi straordinari per 139
milioni causati da uno spostamento del debito in altre società
del gruppo dopo il finanziamento da 230 milioni di Unicredit e
Goldman Sachs; in realtà il vero
passivo è dato dalla differenza
tra valore della produzione e costi, per la mostruosa cifra di 103
milioni, record mondiale, dopo
che gli ultimi tre esercizi si erano chiusi con passivi da 80 milioni. Come ripartire? Tagliando i costi, e l’Inter lo ha fatto nell’ultimo anno, anche se poi l’Uefa ha invitato a frenare i tagli e
aumentare i ricavi, altrimenti il
LA CLASSIFICA
JUVENTUS
ROMA
SAMPDORIA
MILAN
UDINESE
LAZIO
VERONA
NAPOLI
FIORENTINA
INTER
19
18
15
14
13
12
11
11
9
9
GENOA
TORINO
ATALANTA
EMPOLI
PALERMO
CESENA
CAGLIARI
CHIEVO
SASSUOLO
PARMA
9
8
7
7
6
6
5
4
4
3
POSTICIPO/GENOA-EMPOLI 1-1
Segna Bertolacci
poi il pari di mano
Gasperini furioso
GENOA
1
EMPOLI
1
14’ PT BERTOLACCI
32’ ST TONELLI
GENOVA. Finisce 1-1 con un gol di
Bertolacci e un discusso pari dell’Empoli con un colpo di mano di
Tonelli. Nel dopo partita Gasperini si scaglia contro gli ultrà che fischiavano: «Gente incompetente: chi vuole bene al Genoa si deve far sentire. C’è una minoranza
che sa solo distruggere, non tifa
per nessuno. Hanno dimenticato
che il Genoa era diventato un
club conosciuto solo per le magliette consegnate, non giocava
anticipi o posticipi. Abbiamo gli
stessi punti dell’Inter: così non si
può giocare a Marassi». (g.a.)
GENOA (4-3-3)
Perin 6 — Edenilson 5.5, De Maio 5.5, Burdisso 6, Marchese 6 — Rincon 6.5 (8’ st Antonini 6), Bertolacci 6.5, Antonelli 5 (34’ st
Greco sv) — Perotti 6.5, Matri 5, Falque 5.5
(18’ st Lestienne 6).
EMPOLI (4-3-1-2)
Bassi 6 — Hysaj 6.5, Tonelli 6.5, Rugani 7,
Mario Rui 7 — Vecino 6, Valdifiori 6.5, Croce 6.5 — Verdi 5.5 (24’ st Zielinski 6) — Pucciarelli 5 (14’ st Tavano 6), Maccarone 5 (39’
st Mchedlidze sv).
Arbitro: Cervellara 5.5.
Note: ammoniti Antonini, Croce e Perotti.
80
IL PASSIVO DEGLI ULTIMI TRE ANNI
I tre esercizi prima di questo
avevano 80 mln di passivo
5
LA POSSIBILE MULTA
L’Inter rischia dalla Uefa una
multa di almeno 5 milioni
46% DI VITTORIE
Mazzarri, 53 anni, alla
seconda stagione alla guida
dell’Inter: con i nerazzurri il
tecnico ha ottenuto una
media del 46% di vittorie
club non avrebbe più le risorse
per rilanciarsi sul piano tecnico.
Ma ormai Thohir e i suoi manager fanno notare la questione
del passivo monstre, col sorriso
e con gelida soavità, e il destinatario della missiva è noto: «Ormai i club non possono più essere un giocattolo nelle mani di alcune persone, è un rischio che
ne mette a repentaglio l’immagine», allude mister Thohir,
mentre il Ceo Michael Bolingbroke annota: «Negli ultimi anni l’Inter è uscita dalle linee guida dell’Uefa. Ora esistono norme che non permettono di gestire i club come in passato. A noi
spetta solo guardare al futuro ed
è su quello che garantiremo la
nostra trasparenza». Parole che
fanno fischiare le orecchie di
Massimo Moratti ma che sono
anche indirizzate all’Uefa, chiamata a esaminare la posizione
dell’Inter il 7 novembre, poi con
una decisione attesa per febbraio: difficile che il club sfugga
alle sanzioni, da quella pecuniaria (almeno 5 milioni) a quella
tecnica, con la rosa per le competizioni europee portata a 21
giocatori. Ma intanto Thohir è fiducioso: «Siamo sulla strada
giusta. Credo fortemente nel
nostro lavoro, nella squadra e
nell’allenatore». E un po’ stride
il fatto che l’altra anima, cioè
Moratti, uscendo dall’assemblea parli di Mazzarri in modo sibillino: «È una persona seria, ma
nel calcio si dipende dai risultati e se la crescita non dovesse
continuare allora sarebbero
guai». Thohir rigetta la critiche
di chi non vede investimenti:
«Non è vero che non spendiamo:
a gennaio Hernanes è stato il più
caro del calciomercato, in estate
abbiamo aggiunto giocatori.
Inoltre il nostro percorso dovrà
essere seguito da tutto il calcio
italiano, che di questo passo rischia di diventare la nona lega
del mondo: attenzione, alcuni
club di A affronteranno nei prossimi anni difficoltà serissime, se
non intervengono», e la sensazione è che si riferisca a Juventus e Roma, la cui situazione debitoria è allarmante.
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samarelli
ANDREA SORRENTINO
Gli attaccanti si posizionano
dietro la barriera dei difensori.
Contemporaneamente
alla battuta del compagno
Okaka
rientrano dal fuorigioco
e vanno a ostacolare
i difensori.
1
11
Avelar
Gabbiadini
E segna solo davanti
al portiere
2
11
11
Okaka
Avelar
Gabbiadini
In questo caso Okaka
punta l'uomo
più vicino a Gabbiadini
che corre verso il pallone
3
IL CASO/L’EVOLUZIONE DEL CALCIO PIAZZATO
Laboratorio punizioni
ossessioni e fantasia
da Müller a Gabbiadini
ANGELO CAROTENUTO
HE la situazione stesse precipitando, si cominciò a capire nell’afa del 30 giugno, quando un uomo dal nome, dall’aspetto e dall’indole assai tedesca si ritrovò
senza motivo apparente con le ginocchia a terra e il muso
quasi nell’erba. Faceva caldo a Porto Alegre, la sera in cui
Thomas Müller mise in scena il più avanzato fra gli schemi pensati per un calcio di punizione. Özil borbotta qualcosa, Schweinsteiger parte e finge di calciare, passando
invece sul pallone a gambe larghe. A questo punto la fantasia si fa carne, penetra nel corpo di Müller ma esagera,
un passo e mezzo e durante la rincorsa quello va giù, s’affloscia, più simile a un figlio di Benny Hill che a un nipotino di Beckenbauer. Sconcerto al Mondiale: possibile mai
che sia caduto? Avendo gli allenatori riempito i loro staff
di tattici e strateghi armati di gps, trattandosi poi di uomo
di Germania, il nostro senso di inferiorità ci spinse a pensare che no, ma dai, era tutto studiato. Uno stratagemma
per distrarre gli algerini, di questo si tratta, per forza.
Eppure in principio tutto era più semplice, tutto retto
da un senso quasi primitivo. Rincorsa e tiro, spesso una
bomba cieca alla barriera, di qui la consuetudine di portare le mani in basso, a conchiglia, proprio lì. Calcio di punizione voleva dire una cosa sola. Parto, chiudo gli occhi e
vediamo che succede. Così calciavano Antognoni e Di Bartolomei da noi, così Rainer Bonhof in Germania, gesto che
ha poi avuto la sua evoluzione con Ronald Koeman e Roberto Carlos. L’artista era semmai Mariolino Corso, un’eccezione, il più mancino dei tiri, a foglia morta. Ma i tempi
cambiano, e quando la foglia
morta è diventata la maledetUn gesto semplice
ta, la fantasia ci ha preso la mano e non ce l’ha lasciata più. Per
trasformato in show da
credere, basta guardare oggi
teorici e specialisti del
cos’è la Sampdoria. Non un lapassato come Mihajlovic boratorio qualsiasi, considerato che in panchina ha il più grande specialista nella storia della
serie A, Sinisa Mihajlovic, 28 gol da fermo, più di Baggio,
di Del Piero, di Zola, di Maradona, più di tutti. Sei delle nove reti con cui la squadra si è arrampicata al terzo posto sono venute da fermo. L’ultima al Cagliari domenica. Mihajlovic le studia di notte. Ha il vizio di impastare i suoi schemi con princìpi di basket, altro grande frutto sportivo della sua terra. Funziona così. Alle spalle della barriera in
quattro si piazzano in fuorigioco, finché dalla porta si allontanano in fretta, meglio ancora se scontrandosi casualmente lungo il tragitto con i difensori avversari. Lo
chiamano blocco. Confusione, spintarelle e ops, Gabbiadini è libero in area, colpetto al pallone e gol. Detto così pare finanche facile.
Sono nati teorici e specialisti. Stramaccioni disegna i
suoi schemi su un quaderno segreto. Montella ha un nutrito gruppo di collaboratori che a questo si dedica, come
s’è visto due giorni fa contro la Lazio: Pizarro scucchiaia sopra la barriera, Aquilani là dietro raccoglie e calcia in rovesciata: palo. Le punizioni sono diventate uno show nella partita, uno sfoggio di ingegno, figurarsi adesso che lo
spray tiene ferme le barriere. Magari più in là nel tempo,
prigionieri del manierismo, scopriremo che sofisticare fino all’eccesso non rende più e allora forse torneremo all’antico. Vado, la piazzo all’incrocio e buona notte. Ma nell’attesa, diciamolo, Müller era caduto.
C
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la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
R2 SPORT
61
N.15 DELLA CLASSIFICA WTA
Flavia Pennetta, 32 anni, è n.15
della classifica mondiale
Gli altri sport
Pozzecco, allegria in panchina
“È un gioco, non un carcere”
SPORT
IN BREVE
SERIE B
COLPO ENTELLA
A CITTADELLA
42 ANNI
Gianmarco
Pozzecco, a
Varese ha già
vinto uno
scudetto e una
Supercoppa
italiana da
giocatore nella
stagione
1998/99
Ha esordito da
coach nel 2012 a
Capo d’Orlando
In nazionale è
stato argento ai
Giochi del 2004
di Atene
Due vittorie su due per
Varese, allenata dalla star
azzurra argento ad Atene
Genio e follia in campo, il
“Poz” insegna il suo basket
libero anche da coach
L’INTERVISTA
WALTER FUOCHI
OZZECCO,
giocate due,
vinte due, alla guida di
Varese. A 42 anni si diventa saggi, e buoni per la
panchina, o si può fare l’allenatore anche col sorriso, o la
risata sulle labbra?
«Mi sforzo, anzi mi sforzo poco,
di continuare a sorridere. Perché la
mia pallacanestro è quella lì, da
sempre. Posso partire da lontano?».
Prego. Trieste, se non erro.
«Sì, iniziando nei campetti, e
non nel settore giovanile d’un
grande club. Dove sei già professionista da bimbo. Io no, e così non
lo sono mai diventato, neppure in
serie A. Ho identificato il basket col
gioco, quel senso ludico l’ho nel
Dna. Non se ne andrà mai».
Il professionismo è la malattia?
«Non dico questo, dico certi
aspetti, di facciata, del professionismo. Che condizionano il giocatore. Esempio: la regola è esser seri. Meglio, mostrarlo. La faccia seria garantisce la vittoria? No. E allora, giocando, pensavo pure a divertirmi. Poi, c’era chi lo concedeva di più, come a Varese. E chi di
meno, come a Bologna, dove i paraculi facevano la faccia contrita
quando si perdeva, così nessuno li
attaccava».
Arriviamo a oggi. Saltata la
barricata, coach Poz concede
o non concede?
«Concedo. Perché so che le molle giuste son altre. Passione, voglia
di migliorarsi, stimoli. E allora domenica sera, dopo aver vinto a Pesaro, ha lasciato aprire sul pullman
qualche birra in più. Stavamo bene, era giusto. Ma ho tanti colleghi
che pensano solo alle due ore d’allenamento, o a imporre una vita da
carcerati, e di quella vera dei ragazzi non sanno nulla. Io cerco di
far loro capire quand’è l’ora del
cazzeggio e quando no. Se una volta lascio fare, quella dopo potrò
chiedere di non farlo. E la goliardia
non è sinonimo di scarsa professionalità. Dino Meneghin, giocatore
feroce, fuori era un allegrone. Contano i rapporti veri e i giocatori,
cioè quei ragazzi di 25 anni simili a
tanti coetanei, credo di conoscerli.
Domenica a Pesaro Rautins ci ha
fatto vincere la partita. Viene da un
lungo infortunio, era giù, l’altra sera ho portato il sushi e abbiamo cenato a casa sua. Domenica l’ho visto felice. Il massimo, per chi allena».
E in campo, che pallacanestro
vuole o può fare? Alla Poz, genio e follie, o agli antipodi del
Poz?
«Un basket con principi e regole
in difesa e più libero in attacco, dove un Poz non ce l’ho, chiedendo
però ai giocatori che mi mostrino
loro la via. Per me il coach è decisivo al mercato, quando costruisce la
squadra. Lì deve saper scegliere».
Intanto, a quasi 95 punti a
partita, Varese pare votata a
farne uno in più.
P
“
Nasco sui campetti, è
il mio Dna. Se vinco
concedo scherzi
e una birra in più
Non vorrei mai dire
ad un giocatore: “Sei
fuori”. Non temo il
casinista, ma il falso
GIANMARCO POZZECCO
ALLENATORE DI VARESE BASKET
“
«Sbagliato. Vorrei giocare a
prenderne uno in meno. I 95 non
durano».
Che modelli ha in testa?
«Non dico Messina, troppo facile, e cos’ho oggi io, per confrontarmi con lui? Copio e incollo cose da
chi m’ha allenato. Rusconi, Repesa, Tanjevic. Boscia una volta mi
disse: devi dare ai giocatori l’idea
di faticare più di loro. Vero, in panca era una iena. Mai fermo. E mi agito anch’io, se capisco che serve».
Ci si aspetta, fra i debiti, Recalcati: ci ha vinto scudetto e
argento olimpico.
«Charlie è il numero uno. Fossi
un presidente, ingaggerei lui. Non
ha difetti, e così forse non gli si notano i picchi. Il più equilibrato, non
è un caso abbia vinto dappertutto».
Eppure, la escluse dagli Europei di Svezia 2003. E Tanjevic
da quelli vinti in Francia nel
’99. E Repesa dall’ultima Fortitudo da scudetto. Lei, ai
suoi, come lo dirà: sei fuori?
«Vorrei non dirlo mai, o anche rinunciare a vincere, se il passaggio
fosse quello. Tanti però colpiscono
uno perché la squadra vinca. A Bologna con Repesa, magari, lo scu-
detto sarebbe arrivato anche con
me, ma è innegabile che lui, così, riprese leadership davanti alla squadra. Io non l’avrei fatto, non lo farei, spero di non doverlo mai fare.
Non butterei mai un giocatore,
penso che li perderei tutti. Ripeto:
non devi sbagliare al mercato. Né il
giocatore, né la persona. Non temo
il casinista. Temo il falso».
Pozzecco l’avrebbe preso?
«Sì, perché coi compagni andavo d’accordo, e continuo a sentirmi
uno di loro. Uno che s’incazza a
chiamarlo coach».
A Pesaro ha usato 8 giocatori,
7 stranieri e l’italiano, Balanzoni, 7 minuti. Petrucci se la
segna.
«Mi spiace di come va questo basket, da giocatore ci feci battaglie.
Volevo due stranieri e 8 italiani, la
formula con cui eravamo stati
grandi. Oggi non si può, e se la società mi dice che il budget è basso,
che Polonara ci costa troppo e andrà via, che avremo più stranieri,
io quelli faccio giocare. Ma tornerei
indietro domattina. 7 italiani e 3
stranieri, okay? Legge uguale per
tutti, e io, il Poz, me la gioco con
chiunque».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel posticipo della 9ª
giornata, CittadellaEntella 0-1.
Flavia Pennetta, 32 anni
MANNONE
TENNIS/NEL 2015 IN HOPMAN CUP
“8-0: RIMBORSO
PER I TIFOSI”
I grandi progetti
firmati Flavia
“Con Fognini
pure in campo”
PAOLO ROSSI
ROMA
ARÀ stato il trofeo di Mosca, o la prospet-
S
tiva delle vacanze vicine, ma Flavia Pennetta è in gran forma, anche dialettica.
«Perché avete scelto me?» chiede allo sponsor (Car Server) che le ha donato un’auto.
Ha appena vinto il doppio in Russia, con
Martina Hingis. «Una bella coppia di vecchiette, ma gliela facciamo vedere...». E come
se non gliela fanno vedere, alle giovanissime:
in quattro mesi di tornei insieme hanno raccolto tanti di quei punti da sfiorare il Master.
Chissà che succederà l’anno prossimo... «E
vediamo, e vediamo...».
Certo che vedi Flavia Pennetta e non puoi
pensare a Fabio Fognini. In platea anche
mamma Concetta: «Ma le partecipazioni sono pronte?». E lei glissa. «Ormai so come farmi scivolare addosso le cose». Però il buon Fognini ne sta combinando di cose, in questo periodo: «Ma è un istintivo. E comunque succede in campo». Sarebbe a dire che lei è più attenta al dietro le quinte. «Lì è adorabile, affettuoso e pieno d’amore». E grazie. «Con
tutti, non solo con me». E dai, parliamone di
questa relationship.
«Ma no, son cose priDopo gli scatti vate...». Ma belle, e poi
sta male, fuori il selfie lo avete fatto
è adorabile. Il voi, mica noi: «Appunera per dirvelo. Poi
bouquet? Per 2 to,
stop». No, non funzioanni gioco. Le na proprio così. «Voi
scommesse?
dovete capire che FaTra le donne
bio sta male, malissimai...
mo dopo i suoi... scatti.
Davvero. E vi sfugge
una cosa». Ahia...
«che la sua è stata una stagione da dio, e i risultati sono lì a dirlo».
Passato l’esame Fognini, passiamo alle
scommesse: «Eh no, che devo dire? Da noi
donne non s’è mai verificato». Perché non
scommettete? Ride: «Ma c’erano stati già altri casi, in passato. Comunque non so niente
dei nostri ragazzi, e non mi mettete in mezzo». Meglio pensare al prossimo Master B:
«Ne ho perso qualcuno per la Fed Cup, ora ci
vado». E poi basta: «17 giorni di vacanza, non
vedo l’ora: sono tanti per noi tennisti, sapete». Ma ancora non c’è l’accordo con Fabio...
Il futuro può attendere, il 2015 comincerà
insieme al fiancé, a Perth con la Hopman Cup.
«Saremo coppia in campo». Spunta un mazzo
di fiori: «Ecco il bouquet... ancora? Smettetela, tanto gioco ancora un paio d’anni». Martina Hingis la sta già aspettando in Spagna. «Ci
alleneremo a... cavalcare. Eh, sì: ci accomuna
la passione, e lei è tostissima». Ma in che lingua parlate? «Boh: italiano, inglese, spagnolo, francese. Non si capisce niente...». E ride
ancora. «Martina è incredibile: ha vinto tutto
troppo presto, mi ha detto di sentirsi come
una di cinquant’anni, per le cose che ha provato». Meglio formarsi prima come persona,
e passare dalle batoste imparando le lezioni.
A proposito, ma il fidanzato Fognini è un collega: non arriva dopo altre due liaisons, finite
anche dolorosamente?. Non ci sarà ricascata? «No, ogni storia è diversa». Forse Flavia è
diversa: non si vede, ma ha l’elmetto in testa.
“
Proposta singolare di
Vito Mannone, n.1 del
Sunderland battuto
8-0 dal Southampton
sabato scorso in
Premier: «Parlerò con
la squadra,
rimborseremo ai tifosi
viaggio e biglietto».
COVERCIANO
HALL OF FAME
C’È MARADONA
Nella Hall of Fame del
calcio italiano entrano
Maradona, Ancelotti,
Cannavaro, Marotta,
Braschi, Sandro
Mazzola, Carcano,
Novo e Bulgarelli.
BASKET
VINCE MILANO
SASSARI VOLA
Posticipi della 2ª
giornata: MilanoTrento 90-75, PistoiaSassari 81-84.
INCIDENTE BIANCHI
BRAWN INDAGA
CON DOMENICALI
”
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Stefano Domenicali e
Ross Brawn inseriti
dalla Fia nel panel che
indaga sull’incidente
di Jules Bianchi a
Sukuza, il 5 ottobre.
TENNIS
MASTERS, BENE
SERENA E HALEP
Singapore, Wta Finals:
Serena Williams (Usa)
b. Ivanovic (Ser) 6-4 64; Halep (Rom) b.
Bouchard (Can) 6-2 63. Oggi SharapovaWozniacki e KvitovaRadwanska.
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
R2 PROGRAMMI
62
ANTONIO DIPOLLINA
CANAL GRANDE
DA NON
PERDERE
Troppe quattro ore sotto il Kilimangiaro
È UN problemino e riguarda la durata (quattro ore di contenitore
non le affronta più nessuno, e giustamente). Ma il ritorno di Kilimangiaro, la
domenica alle 15 su Raitre, presenta novità e continuità in curiosa abbinata. Entra
Camila Raznovich in conduzione — con Dario Vergassola — a gestire la chilometrica
sarabanda di servizi su luoghi esotici — e
spesso vitalissimi — personaggi che viaggiano, benemerite iniziative, ospiti che
hanno magari qualcosa da dire oltre che da
C’
BALLARÒ
Tra gli ospiti di Massimo
Giannini l’ex leader del Pd
Pierluigi Bersani, l’ex
presidente del Consiglio
Mario Monti (fondatore di
Scelta civica), il sindaco di
Firenze Dario Nardella e
Paolo Mieli (Rcs libri).
RaiTre — 21.10
10.00
11.00
13.00
13.30
13.50
14.00
16.15
17.00
17.45
17.55
18.00
18.20
18.50
19.40
20.30
21.00
21.10
23.45
0.00
1.00
1.50
1.55
2.00
3.35
4.15
CANALE 5
Detto fatto
Heartland - Tf
Le sorelle McLeod - Tf
Spaziolibero
Meteo 2
Tg2 Insieme
I fatti vostri
Tg2 Giorno
Tg2 Costume e Società
Tg2 Medicina 33
Detto fatto
Castle - Tf
SuperMax Tv
Rai Parlamento
Telegiornale
Tg2 Flash L.I.S.
Meteo2
Rai Tg Sport
Tg2
N.C.I.S. Los Angeles - Tf
N.C.I.S. - Tf
Tg2 20.30
Impazienti
Made in Sud
Tg2
2Next Economia e futuro
Party People Ibiza
Meteo2
Appuntamento al cinema
Zodiaco. Con A. Liskova,
M. Poggio
Videocomic
SuperMax
6.00
6.30
7.00
7.30
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RaiNew Morning New
Rassegna stampa
Tgr Buongiorno Italia
Tgr Buongiorno Regione
Agorà
Mi manda RaiTre
Elisir. All’interno: 11.10
Tg2 Minuti
Meteo3
Tg3
Tg3 Fuori Tg
Pane quotidiano
Il tempo e la Storia
Tg Regione / Tg Reg. Meteo
Tg3 / Meteo3
Tgr Leonardo
Tg3 Lis
Tgr Piazza Affari
Terra nostra 2 - Tf
Aspettando Geo
Aspettando Geo
Geo
Meteo3
Tg3
Tg Regione / Tg Reg.Meteo
Blob
Sconosciuti
Un poste al sole
Ballarò - con M. Giannini
Il candidato
Tg3 Linea notte
Tg Regione
Meteo3
Rai Parlamento Telegiornale
Zettel 3 - La Filosofia in
movimento
Fuori Orario. Cose (mai) viste
Rainews
IN TV
Camila
Raznovich
presenta
“Kilimangiaro”
ITALIA 1
6.00 Prima pagina
7.55 Traffico / Meteo5 /Borse e
Monete
8.00 Tg5 Mattina
8.45 Mattino Cinque
11.00 Forum
13.00 Tg5 / Meteo5
13.40 Beautiful - Soap
14.15 Centovetrine
14.45 Uomini e donne
16.15 Il segreto - Telenovela
17.00 Pomeriggio Cinque
18.00 Tg 5 minuti
18.45 Avanti un altro!
20.00 Tg5
Meteo5
20.40 Striscia la notizia - La voce
dell’indecenza
21.10 Aspettando Soap Opera
21.15 Film: Femmine contro
maschi - di F. Brizzi, con C.
Bisio, N. Brilli
23.30 Speciale Champions League
0.30 Aspettando Soap Opera
0.35 Tg5 Notte
Rassegna stampa
Meteo.it
1.05 Striscia la notizia - La voce
dell’indecenza
1.40 Uomini e donne
3.10 Mercy - Tf
5.00 Media Shopping
5.15 Tg5
Rassegna stampa
Meteo.it
7.05
7.30
8.25
10.25
12.25
13.00
14.05
14.35
15.00
15.50
16.45
18.15
18.30
19.20
21.10
23.05
1.45
2.10
2.25
2.40
4.00
4.15
5.30
RETE 4
La vita secondo Jim - Tf
Mike e Molly - Tf
The Closer - Tf
Person of Interest - Tf
Studio aperto
Meteo.it
Sport Mediaset
I Simpson - Cartoni
Futurama - Tf
2 Broke Girls - Sitcom
Big Bang Theory - Sitcom
Chuck - Tf
Love Bugs - Sitcom
Studio Aperto
Meteo.it
C.S. I. New York - Tf
C.S. I. - Scena del crimine Tf
The Following - Tf
Sport Mediaset
Studio Aperto - La giornata
Media Shopping
Transformat
Media Shopping
Film: Borderline - di G.
La Rosa, con M. Rocher, U.
Barberini
Media Shopping
6.20
6.50
7.10
8.05
9.30
10.35
10.45
11.30
12.00
13.00
14.00
15.30
16.35
17.00
18.55
19.35
20.30
21.15
23.20
1.40
2.00
2.35
4.15
4.35
5.55
LA SETTE
Media Shopping
Zorro - Tf
Hunter - Tf
Cuore ribelle - Tf
Carabinieri - Tf
Sai cosa mangi?
Ricette all’italiana
Tg4. All’interno: Meteo 4
Detective in corsia - Tf
La signora in giallo - Tf
Lo sportello di Forum
Hamburg Distretto 21 - Tf
Zorro - Tf
Film: La guida indiana
- di G. Douglas, con C.
Walker, E. Byrners
Tg4. All’interno: Meteo
Il segreto - Telenovela
Tempesta d’amore - Telenovela
Film: Rambo 3 - di P. McDonald, con S. Stallone, R.
Anthony Crenna
I Bellissimi di R4
Film: Driven - di R. Harlin,
con S. Stallone, B. Reynolds
Tg4 Night News
Modamania
Film: La cosa buffa - di
A. Lado, con O. Piccolo, G.
Morandi
Media Shopping
Film: Senza ragione - di
S. Narizzano, con T. Savalas, B. Clary
Zig Zag
7.00 Omnibus - Rassegna
stampa
7.30 Tg La7
7.55 Omnibus
9.45 Coffee Break
11.00 L’aria che tira - con M.
Merlino
13.30 Tg La7
14.00 Tg La7 Cronache
14.40 Il commissario Maigret Serie Tv
16.30 McBride - Serie Tv
18.10 Il commissario Cordier Serie Tv
20.00 Tg La7
20.30 Otto e mezzo
21.10 diMartedì - con G. Floris
0.00 Tg La7 Night Desk
0.30 Coffee Break
1.45 Otto e mezzo (r)
2.35 L’aria che tira
5.20 Omnibus
DEEJAY TV
15.00 Occupy Deejay
16.00 Fuori Frigo
16.30 Via Massena 2
16.55 Deejay Tg
17.00 Deejay Hits
18.20 Perfetti... ma non troppo
18.55 Deejay Tg
19.00 Le strade di Max 2
19.50 Miami Ink
20.40 Dimmi quando
22.00 Deejay chiama Italia
23.00 Breaking Bad - Tf
0.00 Prison Break - Tf
1.30 Occupy Deejay
LA EFFE
15.50
16.45
17.05
17.10
18.05
18.55
19.45
19.55
20.10
20.15
21.10
23.00
0.40
Grand Designs
Dalla A a laeffe
Al cinema con laeffe
RED - Racconti dalle città
di mare
RED - Jamie Oliver in USA
RED - Bourdain: Cucine
segrete
RNews
Dalla A a laeffe
Al cinema con laeffe
RED - Racconti dalle città
di mare
Luci nella notte
I Love Movies
La leggenda del re
pescatore
RAI
■ PREMIUM
■ RAI 4
6.15
6.30
6.55
7.20
8.05
8.50
9.35
10.20
11.20
12.05
12.50
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14.20
15.05
15.50
16.35
17.20
17.25
18.10
18.55
19.40
20.25
21.10
23.30
23.45
1.30
1.35
3.00
3.05
Serial Webbers
Mainstream 2013
Wonderland
Sanctuary
La spada della verità
Robin Hood
Heroes
Being Human
Numbers
La Vita Segreta di una Teenager Americana
Joan of Arcadia
Heroes
Beauty and the Beast
Streghe
One Tree Hill
La Vita Segreta di una Teenager Americana
Rai News - Giorno
Joan of Arcadia
Robin Hood
La spada della verità
Streghe
Beauty and the Beast
Film: Call Girl - di M. Marcimain, conS.
Karemyr
Wonderland 2014
Film: Pusher 1 - di N. Winding Refn, con K.
Bodnia, Z. Buric
Anica Appuntamento al Cinema
Film: Valhalla Rising - di N. Windingt
Refn, con M. Mikkelsen
Rai News - Notte
I Soprano
11.10
12.25
13.00
13.55
15.40
15.45
15.55
17.35
17.40
18.25
19.15
20.10
21.10
0.40
1.30
Un posto al sole
Betty La Fea - Telenovela
Terra nostra - Telenovela
Un ciclone in convento - Serie Tv
Appuntamento al cinema
Rai 54-14
Il commissario Rex - Serie Tv
Rai News Giorno
Pasion Prohibida- Soap
Topazio- Telenovela
Terra nostra - Telenovela
Un medico in famiglia - Serie Tv
Ballando con le stelle - Show
Squadra Speciale Vienna - Serie Tv
Rai News Notte
■ MOVIE
9.15 Film: La scala a chiocciola - di R.
Siodmak, con D. McGuire
10.40 Film: Mezzanotte d’amore - di Ettore
M. Fizzarotti, con Al Bano, R. Power
12.15 Film: I carabbinieri - di F. Massaro, con
D. Abatantuono
13.50 Roma Daily
14.05 Film: Una vita tranquilla - di C.
Cupellini, con T. Servillo, M. D’Amore
15.50 Film: Il club delle vedove - di B. Duke,
con E. Burstyn, con O. Dukakis
17.45 Rai News Giorno
■ CINEMA
Premium Cinema Emotion
17.35 Una notte da leoni 3 - di T. Phillips
Premium Cinema
19.05 Il fuggitivo - di A. Davis
Premium Energy
21.15 Quello che so sull’amore - di G. Muccino
Premium Cinema
21.15 Biutiful - di A. Gonzalez Inarritu
Premium Cinema Emotion
21.15 Ocean’s Thirteen - di S. Soderbergh
Premium Cinema Energy
21.15 The Guardian - di A. Davis
Studio Universal
23.00 Homefront - di G. Fleder
Premium Cinema
23.20 The River Wild - di C. Hanson
Premium Cinema Energy
23.40 Identità sospette - di S. Brand
Studio Universal
23.40 Miral - di J. Schnabel
Premium Cinema Emotion
1.10 Gone Baby Gone - di B. Affleck
Studio Universal
9.00 Il pianista - di R. Polanski
Premium Cinema
10.25 Disco - di F. Onteniente
Premium Cinema Emotion
11.20 Serpico - di S. Lumet
Studio Universal
11.30 Trainspotting - di D. Boyle
Premium Cinema Energy
13.20 The Prestige - di C. Nolan
Premium Cinema Energy
14.10 I Give it a Year - di D. Mazer
Premium Cinema
15.35 Il presidente - Una storia d’amore
di R. Reiner
Studio Universal
15.35 Nigthwatch - Il guardiano di notte
di O. Bornedal
Premium Cinema Energy
15.55 Harry a pezzi - di W. Allen
Premium Cinema Emotion
17.30 Balla coi lupi - di K. Costner
Studio Universal
17.35 Carnage - di R. Polanski
13.30
14.20
15.10
16.00
16.50
17.45
18.40
19.30
20.25
21.15
22.05
23.00
Come è fatto
L'invasione degli squali
Jeff Corwin: visti da vicino
Crescere...
A caccia di miti
Alla conquista di Marte
Megacostruzioni
Viaggio al centro della Terra
Marchio di fabbrica
Alieni: incontri ravvicinati
Alieni: nuove rivelazioni
Inquisizione: racconti del
terrore
23.50 Il veleno più pericoloso del
mondo
■ RAI 5
14.35
15.30
15.35
15.40
17.40
17.45
18.35
19.30
20.35
21.15
22.50
23.15
0.05
0.10
Earth la potenza del pianeta
Appuntamento al cinema
Petruska presenta
Coup Fatal
Rai News Giorno
David Letterman Show
Il giro del mondo in 80 meraviglie
America tra le righe - New England
Passepartout
Film: I due della Nouvelle Vague - di E.
Laurent
Scaramouche Scaramouche
David Letterman Show
Ghiaccio bollente sommario
Rai News Notte
GIALLO
MEDIASET PREMIUM
FOCUS
17.50 Film: E’ arrivato mio fratello - di F.
Castellano, G. Moccia, con R. Pozzetto
19.25 Film: Sesso e volentieri - di D. Risi, con J.
Dorelli, L. Antonelli
21.15 Film: A piedi nudi nel parco - di G. Saks,
con R. Redford, J. Fonda
23.05 Roma Daily
23.20 Film: La bestia nel cuore - di C.
Comencini, con G. Mezzogiorno, L. Lo Cascio
1.15 Roma Daily
1.30 Rai News Notte
1.35 Appuntamento al cinema
CIELO
13.00
13.30
14.30
15.15
15.30
16.30
17.30
18.30
19.15
20.15
21.10
23.15
MasterChef Magazine 3
Buying & Selling
MasterChef USA
SkyTg24 mezzogiorno
MasterChef USA
Fratelli in affari
Buying & Selling
Fratelli in affari
Affari al buio
Affari di famiglia
MasterChef Italia 3
Perché quelle strane gocce di
sangue sul corpo di Jennifer?
1.00 Quel gran pezzo dell'Ubalda
tutta nuda e tutta calda
06.00
06.40
07.25
08.10
09.00
09.50
10.50
11.40
12.30
13.30
14.20
15.15
16.10
17.00
17.50
18.30
19.25
20.15
21.05
21.55
22.45
23.35
00.30
TV2000
6.55 Rosario dal Santuario di
Pompei
10.55 Quel che passa il convento
12.00 Il punto del giorno
12.05 Missioni nelle periferie del
mondo
17.30 Il diario di Papa Francesco
19.00 L' Ispettore Derrick
20.00 Rosario da Lourdes
20.30 TGtg
21.00 Che è più felice di me di E. De
Filippo
22.45 Speciale Retroscena
Quincy
Quincy
Matlock
Matlock
Wolff, un poliziotto a Berlino
Wolff, un poliziotto a Berlino
Law & Order - I due volti della giustizia
Law & Order - I due volti della giustizia
Law & Order - I due volti della giustizia
Giudice Amy
Giudice Amy
Matlock
Matlock
Matlock
Law & Order - I due volti della giustizia
Law & Order - I due volti della giustizia
Law & Order - I due volti della giustizia
Law & Order - I due volti della giustizia
Solved
Solved
Bones
Bones
Bones
REAL TIME
9.30
10.30
11.25
12.20
13.20
14.20
15.15
15.45
17.15
18.10
19.10
21.10
22.10
23.05
0.05
Il mio gatto è indemoniato
Sepolti in casa
Long Island Medium
Io e la mia ossessione
Cucine da incubo USA
Il nostro piccolo grande amore
Abito da sposa cercasi
Abito da sposa cercasi: OutletV
Quattro matrimoni - Australia
Case da incubo
Cucine da incubo USA
Hotel da incubo
Food Fighters
Bake Off Italia: dolci in forno
Malattie misteriose
SATELLITE
DIGITALE TERRESTRE
6.00
7.00
8.25
9.50
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RAI 3
RAI 2
RAI 1
6.30 Tg1
Previsioni sulla viabilità /
CCISS Viaggiare informati
6.45 Unomattina. All’interno:
6.55 Rai Parlamento/ 7.00
/ 8.00 / 9.00 Tg1; all’interno Che tempo fa; / 7.30 Tg1
L.I.S. / 9.30 Tg1 - Flash
10.00 Storie vere
11.00 Tg1
11.05 Che tempo fa
11.10 A conti fatti
12.00 La prova del cuoco
13.30 Telegiornale
14.00 Tg1 Economia
14.05 Dolci dopo il Tiggì
14.40 Torto o ragione?
16.00 La vita in diretta
Che tempo fa
16.30 Tg1
18.50 L’eredità - con C. Conti
20.00 Telegiornale
20.30 Affari tuoi
21.10 Carosello Reloaded
21.15 La strada dritta. Con E. Fantastichini, G. Marchesi
Tg1 60 secondi
23.35 Porta a Porta
1.10 Tg1 Notte
1.40 Che tempo fa
1.45 Cinematografo. Speciale
Festival Internazionale del
Film di Roma
2.15 A ruota libera
2.45 Mille e una notte - Memoria “Milleluci”
presentare. Sfida complicata, ma vale per
il telespettatore il richiamo a girare sul canale e farsi sorprendere dalla quantità “altra” di vita, suggestioni, richiami dal mondo, mentre sui canali principali passano le
solite cose glamour o i soliti premier. A patto di ridurre la durata (succederà) si può essere anche un po’ più ambiziosi nel puntare dritti e meglio su un certo tipo di pubblico. E magari un giorno Renzi deciderà che
è più fico andare ad ammaliare anche loro.
SKY
[servizio a pagamento]
■ CINEMA MATTINA
9.30 L'amore è imperfetto - di F. Muci
Sky Cinema Passion
9.55 The Last Station - di M. Hoffman
Sky Cinema Hits HD
10.25 Water Horse - di J. Russel
Sky Cinema Family HD
10.40 Unbreakable - di M. Night Shyamalan
Sky Cinema Max HD
11.10 Royal Affair - di N. Arcel
Sky Cinema Passion
11.45 The Normal Heart - di R. Murphy
Sky Cinema 1 HD
12.20 Cuccioli - Il Codice di Marco Polo
di S. Manfio
Sky Cinema Family HD
13.00 Sta' zitto... non rompere - di F. Veber
Sky Cinema Comedy
■ CINEMA POMERIGGIO
■ CINEMA SERA
■ CINEMA NOTTE
14.30 Fatal Instinct - di C. Reiner
Sky Cinema Comedy
15.10 So che ci sei - di N. Tass
Sky Cinema Hits HD
15.50 Ragazzo tuttofare - di J. Lewis
Sky Cinema Classics
16.45 La terrazza sul lago - di N. LaBute
Sky Cinema Max HD
16.55 Lincoln - di S. Spielberg
Sky Cinema Hits HD
17.00 Come ti ammazzo l'ex - di J. Inwood
Sky Cinema Passion
17.40 Amiche da morire - di G. Farina
Sky Cinema Comedy
18.35 Seabiscuit - Un mito senza tempo
di G. Ross
Sky Cinema Passion
21.00 Prendi i soldi e scappa
di W. Allen
Sky Cinema Classics
21.00 Ecco a voi Lola - di F. Buch
Sky Cinema Family HD
21.00 Highwaymen - I banditi della strada
di R. Harmon
Sky Cinema Max HD
21.00 20 anni di meno - di D. Moreau
Sky Cinema Passion
21.00 Natale a New York - di N. Parenti
Sky Cinema Comedy
21.10 Che fine hanno fatto i Morgan?
di M. Lawrence
Sky Cinema 1 HD
21.10 7 psicopatici - di M. McDonagh
Sky Cinema Hits HD
22.30 Il risolutore - A Man Apart - di F. Gray
Sky Cinema Max HD
22.35 Mussolini ultimo atto - di C. Lizzani
Sky Cinema Classics
22.40 Hardball - di B. Robbins
Sky Cinema Passion
22.45 ViceVersa - Due vite scambiate
di B. Gilbert
Sky Cinema Family HD
23.00 Redemption - Identità nascoste
di S. Knight
Sky Cinema 1 HD
23.00 La ragazza del mio migliore amico
di H. Deutch
Sky Cinema Comedy
23.05 The Last Station - di M. Hoffman
Sky Cinema Hits HD
20.45 Calcio. Diretta Gol Champions League
Sky Supercalcio HD
21.00 Freccette. Top of Ghent Replica
EuroSport HD
21.30 Lorenzo I Signori della Moto Replica
Sky Sport 2 HD
22.00 Speciale Ettore Messina Replica
Sky Sport 2 HD
22.30 Speciale Volvo Ocean Race Replica
Sky Sport 2 HD
22.45 Calcio. Barcellona - Ajax Uefa Youth
League ReplicaEurosport 2
22.45 Champions League Postpartita
Sky Sport 1 HD
22.45 Calcio. CSKA Mosca - Manchester City
UEFA Champions League Replica
Sky Sport 3 HD
22.45 Champions League Postpartita
Sky Supercalcio HD
23.00 Wrestling. Ep. 17 WWE Superstars
Replica Sky Sport 2 HD
23.05 Motori. GT Academy Masterclass
Differita EuroSport HD
23.20 Automobilismo. Blancpain Sprint Series
Differita EuroSport HD
23.30 Freccette. Top of Ghent Replica
Eurosport 2
23.30 Sky Football Night Sky Sport 1 HD
23.30 Sky Football Night
Sky Supercalcio HD
23.50 Automobilismo. World Series by
Renault Differita, Sintesi
EuroSport HD
0.00 Ep. 34 MotorSport Replica
Sky Sport 2 HD
0.20 Automobilismo. Campionato Europeo
F3 Differita EuroSport HD
0.30 Calcio. CSKA Mosca - Manchester City
UEFA Champions League Sintesi
Sky Sport 1 HD
0.30 Motonautica. Milano Mondiale
Acquabike ReplicaSky Sport 2 HD
■ SPORT
20.00 Best of Winter Sports Watts
EuroSport HD
20.00 Champions League Prepartita
Sky Sport 1 HD
20.00 Champions League Prepartita
Sky Sport 3 HD
20.00 Champions League Prepartita
Sky Supercalcio HD
20.30 Ciclismo. Track Championship
Eurosport 2
20.45 Calcio. Roma - Bayern Monaco UEFA
Champions League Sky Sport 1 HD
20.45 Calcio. Barcellona - Ajax UEFA
Champions League Sky Sport 3 HD
FOX
11.00
11.00
12.00
12.10
12.30
12.35
12.55
12.55
12.55
13.00
13.55
13.55
14.00
14.00
Cold CaseFox Crime HD
Mary Tyler MooreFox Retro
Tre cuori in affittoFox Retro
How I Met Your Mother Fox HD
Tre cuori in affitto Fox Retro
How I Met Your MotherFox HD
ProfilingFox Crime HD
Grey's Anatomy Fox Life
Alaska. Nelle terre estreme: la sfida
National Geographic Channel
I Jefferson Fox Retro
Project Runway All Stars Fox Life
Muoviti o muori National
Geographic Channel
I GriffinFox HD
Profiling Fox Crime HD
14.00 Strega per amoreFox Retro
15.15 Cumbia Ninja Fox HD
15.25 Car Strippers: le spoglio e ci guadagno
National Geographic Channel
15.30 I Jefferson Fox Retro
15.45 CSIFox Crime HD
15.45 The Good Wife Fox Life
16.10 Teen Wolf Fox HD
16.25 Lupi di mare National Geographic
Channel
16.30 I JeffersonFox Retro
16.35 CSI Miami Fox Crime HD
16.45 Project Runway All Stars Fox Life
17.05 I Simpson Fox HD
18.25 Strega per amore Fox Retro
18.25 Alaska. Nelle terre estreme: la sfida
18.30
18.40
19.00
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19.15
19.20
19.25
19.30
19.35
19.45
20.00
21.00
21.00
21.00
National Geographic Channel
How I Met Your Mother Fox HD
Grey’s Anatomy Fox Life
How I Met Your Mother Fox HD
La Tata Fox Retro
NCIS Fox Crime HD
I Simpson Fox HD
Megafabbriche National
Geographic Channel
La Tata Fox Retro
In cucina con GialloZafferano Fox Life
I Simpson Fox HD
I Jefferson Fox Retro
Perception Fox HD
CSI New YorkFox Crime HD
BonesFox Life
21.00
21.50
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Hazzard Fox Retro
True Blood Fox HD
CSI New YorkFox Crime HD
BonesFox Life
Area 51: X Files
National Geographic Channel
Hazzard Fox Retro
Homeland Fox HD
Sex Education Show Fox Life
Gli anni '90National Geographic
Channel
I JeffersonFox Retro
Grey’s Anatomy Fox Life
Cacciatori di gemme
National Geographic Channel
Tre cuori in affittoFox Retro
METEO
la Repubblica MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2014
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