dicembre 2014 / anno 7

ANNO 7 - NUMERO 12
1 DICEMBRE 2014
MENSILE DEL TERRITORIO DI LERICI
a cura dell’Istituto Comprensivo di Lerici
Amerigo Lupi, uomo di fede e d’impegno civile
Amerigo con Giovanni Paolo II (1982)
Laboratorio di
Giornalismo
delle scuole
medie F. Poggi
e P. Mantegazza
Lerici In… è un
allegato di Ameglia
Informa, registrato al
tribunale della Spezia
al n.2 del 4.2.1998
(stampato in proprio)
LERICI IN...
non ha alcun finanziamento pubblico e
si regge solo grazie
alla pubblicità degli
inserzionisti
che permettono la
DISTRIBUZIONE
GRATUITA
alla popolazione.
Diffuso in 2700 copie
Risata squillante, sguardo vivace e spesso scanzonato, battuta
pronta, modi amicali: chi non conosce Amerigo Lupi?
È un pezzo di storia recente,
una pietra per la ricostruzione del
nostro territorio nel secondo dopoguerra. Classe 1930, se ne è andato in punta di piedi, col suo sorriso
sornione, a celebrare Ognissanti
in paradiso. San Terenzo deve
molto a questo suo vivacissimo
figlio, che ha aderito al Movimento
Cristiano Lavoratori (MCL) fin dal
suo nascere (1972) arrivando ad
esserne prima presidente provinciale, poi regionale e infine consigliere nazionale e animandone da
Anno scolastico nuovo
… redazione nuova
Col nuovo anno scolastico si è
rinnovata la redazione. Abbiamo
iniziato con un bel gruppo di ragazzi interessati al giornalismo in
due redazioni: una a Lerici e una a
San Terenzo. All’interno sono riportati i nomi di nuovi e … vecchi
allora il Circolo santerenzino “Don
Castiglione”.
Dipendente per oltre trent’anni
dell’Usea (Gruppo Finmeccanica),
Lupi è stato attivo anche in Federacli e nel campo del sindacalismo
come fondatore della sezione provinciale spezzina della CISL.
Tantissime le iniziative culturali promosse dal vulcanico Amerigo, la più nota delle quali è forse
“La Marguttiana de Piassa Drento”, mostra collettiva di pittura,
scultura e antiquariato nel cuore
storico di San Terenzo, tenuta da
lui a battesimo nei primi Anni Ottanta. E poi l’appuntamento per
più di vent’anni a settembre con la
mostra fotografica “Golfo dei Poeti”, la tradizionale processione della “Madona do Lisso” a maggio con
rosario e Messa all’aperto, eventi
musicali, rassegne di prodotti artigianali, premi letterari aperti alle
nostre scuole, spettacoli.
Fra i tanti riconoscimenti ricevuti da Amerigo per la sua opera
nel sociale c’è il titolo di Cavaliere
al Merito della Repubblica Italiana.
Maria Luisa Eguez
redattori. Il nostro periodico, in
piccolo, ha le stesse caratteristiche
dei giornali che si acquistano, pagandoli, all’edicola e i ragazzi avranno una buona palestra di vita
per entrare nel mondo dei grandi.
Un grande ringraziamento voglio rivolgere agli sponsor che, an(Continua a pagina 2)
Cerca “Lerici In” con Google e lo puoi sfogliare su tablet o smartphone
Tutti i numeri di LERICI IN sono pubblicati in Internet sul sito del Comune
www.comune.lerici.sp.it e in quello della scuola www.istitutocomprensivo-lerici.it
(Continua da pagina 1)
che in questo periodo di crisi,
rendono possibile il portare
avanti questo progetto a favore di Lerici e dei suoi cittadini.
La nuova redazione dei ragazzi si è messa subito all’opera, affiancando degnamente i
nostri consueti collaboratori
adulti, con Marinela Omeri,
Francesco Tonelli, Riccardo
Sarti, Serena Elmazi, Martina
Bronzi e Valentina Bertolucci
mentre la redazione di Lerici
si è cimentata sul contenuto
educativo dei videogiochi.
Con l’occasione, a nome di
tutta la redazione, del dirigente scolastico Fabrizio Rozzi,
del corpo docente e degli ausiliari dell’Istituto Comprensivo
di Lerici, formulo per tutti i
lettori i migliori auguri di
buone feste e di un sereno
anno nuovo.
Sandro Fascinelli
La violenza domestica:
non sempre la casa è un luogo sicuro
Come avevamo preannunciato lo scorso numero, in concomitanza della Giornata
mondiale per l’eliminazione della violenza contro le
donne (25 novembre), è appena uscito il libro di Maria Luisa Eguez dall’eloquente titolo “Col fiato sul
collo – Quando l’amore diventa persecuzione”.
Non possiamo quindi non
ritornare su questo attuale
problema con un’intervista alla scrittrice, che è anche la nostra caporedattrice.
D. Perché c’è ancora tanta violenza nascosta dentro
le mura di casa?
R. Perché dietro c’è una
cultura della prevaricazione
vecchia di millenni. Agli albori
della storia le civiltà pacifiche,
che molto spesso erano anche
matriarcali, sono state sopraffatte da quelle guerrafondaie.
La donna è stata considerata
proprietà privata, come i figli,
gli schiavi, gli animali, i beni
materiali; e della proprietà
privata se ne dispone liberamente.
L’ideale classico, grecolatino, era la domiseda prolifica: tutta la vita chiusa in casa
a far da serva e da riproduttrice, possibilmente d’altri maschi. Al giorno d’oggi presso
vari popoli extraeuropei è ancora così: la donna è praticamente una schiava che passa
dalla giurisdizione del padre a
quella del marito; in tribunale
la sua testimonianza non vale
come quella di un uomo, spesso le viene impedito di studia-
(Continua a pagina 3)
Bussola in…
di Galantini Barbara & C. s.r.l.
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LERICI IN… - dicembre 2014
re: pensiamo al recente caso di
Malala, la più giovane vincitrice del premio Nobel, che è
sopravvissuta per miracolo ai
suoi sicari. O all’altrettanto
recente caso di Reyhaneh, impiccata per essersi ribellata ad
uno stupro: in qualunque tribunale occidentale le sarebbe
stata subito riconosciuta la
legittima difesa. Non c’è da
stupirsi se poi ci sono donne
umiliate, maltrattate o picchiate in famiglia.
D. Oggi, almeno nella
civiltà occidentale, le donne hanno acquisito gli stessi diritti degli uomini eppure, quasi tutti i giorni,
alla TV si sente parlare di
un femminicidio. C’è più
violenza di un tempo?
R. Secondo me, i fattori sono due. Il primo: probabilmente in passato tanti uxoricidi
venivano fatti passare per incidenti (la classica minaccia
infatti è: “ti butto giù dalle
scale”) o suicidi (l’altra minaccia: “ti butto giù dalla finestra”).
Basti osservare che il termine uxoricidio, sin dal latino,
indica l’assassinio della moglie; solo recentemente ha acquisito anche il valore di uccisione del marito e in effetti su
cento casi, in 99 la vittima è la
donna. Il secondo: molti uomi-
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nere, noto anche per il suo pesto, si è pubblicizzato con la
frase “Mia moglie parla, parla
e io pesto”, dove è evidente il
gioco di parole con “pestare”
nel senso di “picchiare”. Faceva ridere tanti maschietti, e
questo la dice lunga.
D. E il tuo libro?
R. È un mémoire, la voce di
una delle tante vittime. Te lo
dico con il suo incipit: “Questa
è la storia vera di una donna
che conosco molto bene. Questa
è una storia di abituale impotenza perché continua ancora
ad accadere, in occidente e non
solo in oriente, in questo preciso momento. Questa è una storia d’ordinaria, quotidiana
violenza. Questa è una storia
scritta per dar voce a chi non
ha mai avuto voce o non ce l’ha
più una voce o per prendere il
posto, in staffetta, di chi se l’è
consumata tutta nel gridare.
Questa è una storia disperatamente reale in un mondo in
cui c’è ancora fra noi chi nega
il cosiddetto femminicidio. Ma
naturalmente, per stare meglio, voi potete anche crederla
una semplice invenzione letteraria e così è, se vi pare”.
ni non hanno ancora accettato
il fatto che una donna possa
dir loro: “Basta!” perché, ancora più o meno inconsciamente,
la considerano di loro proprietà: l’uomo può tradire, abbandonare, ma non tollera d’essere lui quello lasciato.
È una questione di scarso
autocontrollo dei propri istinti,
d’orgoglio ferito, un delitto di
lesa maestà, da punire con una condanna capitale. Ma, oltre alle morti, ci sono le tante
violenze fisiche e psicologiche,
reiterate spesso per anni, che
preludono all’omicidio.
E, quando i maltrattamenti
sono di casa, oltre alla moglie
ci vanno di mezzo i figli.
D. Ma non tutti gli uomini sono così…
R. Certamente, e sono tanti
quelli che non lo sono! Anche
in Italia sono nate associazioni
come NoiNo (noino.org) formate da uomini che si schierano
a fianco delle donne “contro la
cultura del possesso e del controllo, contro il sessismo e le
giustificazioni”. Ma, dopo millenni di androcentrismo, altrettanti non sono ancora maturi per un rapporto veramenSF
te alla pari con la donna.
G U ARDI A M EDI C A
Ti faccio un piccolissimo
Ore
notturne
dalle ore 20 alle ore 8
esempio nostrano: qualche andei giorni feriali e nei giorni prefeno fa un ristorante di Portovestivi e festivi tel. 0187-026198
La redazione, a suo insindacabile giudizio, potrà modificare, rinviare o
rifiutare la pubblicazione di scritti e annunci se non conformi all’etica e
allo spirito della presente pubblicazione o per mancanza di spazio.
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preventivamente con il direttore responsabile.
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Si avverte che la pubblicazione non ha fine di lucro, quindi gli scritti,
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interessati prima dell’evento.
La tariffa mensile per ogni modulo di pubblicità è di euro 35 + IVA (gratis
una ogni 12). Per la pubblicità si può telefonare al 0187-601268
(anche segreteria tel.) o inviare una e-mail a [email protected] .
LERICI IN… - dicembre 2014
ORARIO SS. MESSE
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(ora solare)
18.00
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11.30, 18.00
(*8.30)
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Pozzuolo
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Direttore Responsabile
Sandro Fascinelli
capo-redazione
Maria Luisa Eguez
redattore docente
Gabriella Molli
Le redazioni:
Lerici: Valentina Bertolucci, Vittoria Bregante, Emanuele Carassale,
Nicolò Chifari, Margherita Gattoroncheri, Irene Gennaro, Nicolas
La Camera, Federico Randazzo,
Alice Sara, Matilde Scorza, Pierino
Simeone, Diego Tonelli, Fabio
Vassale, Gaia Verrillo, Alessandro
Muzi .
San Terenzo: Filippo Belviso,
Martina Bronzi, Margherita Buonanno, Sara Cacciamano, Salvatore Canale, Andra Cazan, Tommaso Conti, Barbara Damiano, Serena Elmazi, Alessandra Guariglia,
Marinela Omeri, Giacomo Passalacqua, Emanuele Purpi, Francesco Rolla, Riccardo Sarti, Gloria
Tassoni, Francesco Tonelli.
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Pagina 3
Un po’ di grammatica santerenzina... non guasta
“I m’an ossù die” (mi hanno
voluto dire) che un gruppo di giovani santerenzini si scrivono email in dialetto, non sono mai
voluto intervenire, ma da quando
un mio amico, che parla bene il
dialetto e ancor meglio l’italiano,
mi ha posto il quesito: “Se disa er
rampin o o rampin” mi è sembrato utile pubblicare queste piccole
regole.
In santerenzino gli articoli determinativi sono soltanto: er, o, l’,
a, i, e.
Er medego, o soe, a monega,
l’amigo e l’amiga, i perseghi, i
aansi e susenete
L’impiego di ‘er’ oppure ‘o’ è
una delle cose più difficili del santerenzino perché questa distinzione la facciamo solo noi fra tutti
i dialetti dei paesi limitrofi. Usiamo ‘o’ se seguito da consonante
dentale o palatale: o tecio, o tron,
o dido, o lensoo, o naso, o soe, o
zeo, o ciodo, o giorno, o rampin.
Usiamo ‘er’ se è seguito da
una consonante labiale o velare:
er pan, er bogno, er mae, er boco, er figo, er vaso, er can, er
coe, er colo, er gato, er gran.
In santerenzino gli articoli indeterminativi sono: en, na.
En bulaco de petua, na toa de
pin.
‘Uno’ e ‘una’ esistono solo
come pronomi numerali: a go
domandà quarche ciodo, ma i
me n’à dato solo un.
Le preposizioni semplici in
santerenzino sono: de, a, da, en,
con, per, tra, fra; fra quelle improprie: sorve, enter ...
Le preposizioni articolate si
ottengono come in italiano dalla
preposizione semplice più
l’articolo: der, do, ar, ao, dar, dao, ento, con er, con o, e quelle
Il 25° Natale subacqueo
di San Terenzo
ore 23.30 alle 0.30 della vigilia di Natale. Alle 23.30 i subacquei entrano in acqua dietro la scogliera posta davanti
al lungomare. Con le torce si
dirigono verso il centro della
baia dove si trova la stella illuminata da torce subacquee e
ricoperta da getti d'acqua.
A questo punto esce dall'acqua la conchiglia con il Bambin Gesù. Mentre trasportano
a riva la conchiglia con il
Bambin Gesù, altri subacquei
illuminano la spiaggia con le
torce accese. Intanto vengono
Quest'anno si svolgerà a
San Terenzo il 25° anno del
Natale Subacqueo che consiste nel portare fuori dall'acqua
il Bambin Gesù, posto dentro
a una conchiglia. I subacquei
impegnati nell’operazione sono: Stefano Pennacchi, Piero
Ianniello, Maurizio Bertolucci
che sono anche organizzatori
della manifestazione.
L’evento si svolgerà sulla
spiaggia di San Terenzo dalle
dal 1883
improprie: sorve er, sorve o, enter, ...
Naturalmente seguono la
stessa regola dell’impiego degli
articoli ‘er’ e ‘o’. Ad esempio:
Dame der pan, dame do sucheo,
ar mae, ao soe, dar medego, dao
naso, enter coe, ento lensoo.
Sio-Ca’ (Alfredo Lupi)
Un nuovo riconoscimento
per Maurizio Baldassari
Poco prima di andare in
stampa apprendiamo che il
Premio Eccellenza Italia 2014
è stato assegnato a Maurizio
Baldassari, il lericino che si è
distinto in tutto il mondo per la
moda maschile “Lerici line”.
Il “Premio Eccellenza Italia”
viene assegnato a quell’azienda italiana che meglio ha colto,
nel corso dell’anno, le opportunità del mercato cinese.
accesi razzi luminosi di colore
rosso.
Successivamente viene letta la preghiera del subacqueo
e infine, con una breve processione, si accompagna il Bambin Gesù in chiesa. Due chierichetti prendono la conchiglia e
la portano all'altare. Dopodiché l’evento si chiude con una
santa messa natalizia. È un
evento molto coreografico, da
non perdere.
Valentina Bertolucci
con l’aiuto del laboratorio
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Cento anni fa: l’Italia sta per entrare in guerra
Succede sempre così. Chi è
obbligato a rifornirsi di materie prime perché non ne ha,
deve aprire di più il borsellino,
ma le conseguenze le sente
maggiormente il lavoro dipendente che fa fatica a seguire la
curva dei prezzi che sale in
vertiginosa ascesa. Il costo del
carbone dalla cui distillazione
si ricava il gas, va alle stelle;
la farina fatica ad arrivare anche per la chiusura degli
Stretti operata dalla Turchia
che non fa passare il grano
ucraino; gli stabilimenti, privi
delle materie prime che lavorano, chiudono o riducono l'orario.
Così, al rincaro della vita si
aggiungono disoccupazione, miseria, fame ed è difficile trova-
Un secolo fa ci si apprestava a vivere l'ultimo Natale di pace.
L'atmosfera in tutto il territorio spezzino era malinconica,
e non solo perché il cannone
che rombava minaccioso in
tutto il resto d'Europa convinceva che la guerra era vicina.
Erano proprio le condizioni
della vita comune, di tutti i
giorni che s'erano modificate
di parecchio da quando il conflitto era iniziato.
Anche se ci si mantiene
neutrali (l'Italia, come noto, lo
resterà fino al maggio successivo) si subiscono egualmente
gli effetti della guerra. Alla
minima avvisaglia di uno
scontro, i mercati si chiudono
e i prezzi salgono.
S OS TA
E VI ABI LI T À
A LE RI CI
sino al
1° marzo 2015
L' Amministrazione Comunale di Lerici fino al
primo marzo 2015 ha disattivato le telecamere
poste all'ingresso dei centri storici di Lerici e San
Terenzo, quindi è consentito a tutti i veicoli di
transitare liberamente.
Ciò però non consente a chi non ha apposito pass
di sostare in zona ZTL ad esclusione del parcheggio a
pagamento in loc. Erbetta e lungomare Venere Azzurra. Sino al 30 aprile in loc. La Vallata il parcheggio è
re un Santo a cui votarsi. Per
questa somma di cose, è comprensibile che nella percezione
della gente la guerra sia il mostro da maledire, ma può anche diventare l'occasione da
non lasciarsi scappare.
Un'origine del crescente
interventismo che caratterizza
tutto il Paese, la ritroviamo
anche nel nostro territorio.
Oggi, tuttavia, viviamo tempi (speriamo) diversi:
auguri a tutti!
Alberto Scaramuccia
ANAGRAFE in ottobre 2014
abitanti al 30 settembre 10.342
abitanti al 31 ottobre
10.319
nati
8
morti
11
immigrati
11
emigrati
31
matrimoni
7
gratis dal lunedì al venerdì, esclusi i festivi.
Il sabato, la domenica e i festivi nelle Località La
Vallata e Bagnara (fuori dal centro abitato rispettivamente di Lerici e San Terenzo) la sosta dei veicoli è a
pagamento ma è previsto un servizio gratuito di bus
navetta che collega i parcheggi con i centri storici.
La sosta dei ciclomotori e motocicli è consentita liberamente in tutto il territorio solo negli appositi
spazi indicati dalla segnaletica.
L’Ufficio Viabilità è a disposizione dal lunedì al
sabato dalle ore 9 alle 12, tel. 0187-960309.
Informazioni turistiche In loc. Bellavista - La
Vallata aperto sabato, domenica e festivi ore 9-13 e
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Paolo Tassinari: secondo salvatore di Garibaldi
Carolina Fantoli,
nata in Alessandria di Piemonte
il 7 marzo 1820,
moglie di Paolo
Tassinari di Castel Bolognese,
professore di chimica in Pisa.
Morta in S. Terenzio il 15 luglio 1880…
Il mio amico Nello mi ha
segnalato questa lapide che si
trova nel cimitero di San Terenzo. A lui, che ha studiato
chimica, il nome di Paolo Tassinari era noto fin dai tempi
della scuola.
Tassinari è stato uno dei
più grandi chimici italiani
dell’Ottocento, contemporaneo
di Raffaele Piria e Stanislao
Cannizzaro più noti di lui al
grande pubblico. Nel 1862,
dopo aver insegnato in molte
università italiane, ottenne la
cattedra dell’Università di Pisa che conservò per quaranta
anni finché si ritirò nella sua
villa di Solarola, presso Castel
Bolognese, dove si spense serenamente il 16 aprile 1909.
Tassinari fu uno dei primi
in Italia a introdurre nell’insegnamento la teoria “atomica”, cioè la composizione dell’atomo e il suo comportamen-
to nelle reazioni chimiche, organizzò il laboratorio universitario su modello di quello tedesco ideato e usato dall’illustre
Robert Wilheim Bunsen, proprio l’inventore del “becco di
Bunsen”, che ancora oggi è un
bruciatore a gas usato nei laboratori.
Interessandomi di Paolo
Tassinari ho scoperto che la
sua vita si è incrociata con
quella di Garibaldi e la sua
professionalità gli ha permesso di salvare la gamba all’eroe
dei due mondi. La canzoncina
che cantavamo da ragazzi: Garibaldi fu ferito,/ fu ferito ad
una gamba/ Garibaldi che
comanda,/che comanda i suoi
solda! ci fa ricordare meglio la
storia.
Noi la intonavamo sull’aria
dell’inno dei bersaglieri non
sapendo che erano stati proprio i bersaglieri del novello
Regio Esercito Italiano a ferirlo sull’Aspromonte il 29 agosto
1862. Un anno dopo aver conquistato il Regno delle due Sicilie ed averlo consegnato al
Re d’Italia, Garibaldi aveva
attraversato lo stretto di Messina per arrivare a Roma e
annettere lo Stato Pontificio al
Regno sabaudo.
Questa volta però le cose
erano cambiate, deceduto Ca-
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vour si erano succeduti al governo prima Bettino Ricasoli e
poi Urbano Rattazzi che fu
costretto, per le rimostranze
dell’imperatore francese che
proteggeva il papa, a inviare
truppe regolari per fermare
Garibaldi. Durante lo scontro
in Aspromonte Garibaldi fu
ferito al piede destro, fatto prigioniero e rinchiuso nel Forte
del Varignano alla Spezia.
Molti medici specialisti visitarono il generale, ma non riuscivano a capire se la pallottola di piombo fosse ancora
all’interno del malleolo. Intanto le condizioni di Garibaldi
erano peggiorate, aveva una
febbre da cavallo e la gamba
sempre più gonfia, tanto che i
medici consigliavano di amputarla. Finalmente il 20 novembre Garibaldi fu trasportato a
Pisa dove il professor Tassinari riuscì a infilare nel modo
giusto lo “specillo”, che è uno
strumento chirurgico lungo e
sottile, e trovare tracce di
piombo.
Il 23 novembre, dopo tre
mesi, la palla venne individuata ed estratta durante una
lunga operazione senza anestesia dal professor Zanetti
dell’ospedale di Firenze.
Nel nostro piccolo cimitero,
dove riposa Paolo Azzarini,
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t r e gener azi oni di fi or ai
Pagina 6
Arriva il vocabolario del dialetto santerenzino
(Continua da pagina 6)
che salvò Garibaldi trasportandolo con la sua barca dalla
Maremma a Portovenere dopo
la disfatta della Repubblica
Romana del 1849, abbiamo
trovato tracce di un’altra persona che ha aiutato il nostro
grande Eroe e ci piace pensare
che si siano conosciuti e che l’illustre professore abbia chiacchierato amichevolmente con
l’umile pescatore.
Alcuni anni fa iniziai una raccolta di proverbi e modi di dire dialettali; lo feci per mia soddisfazione
personale ma anche per il timore
che, con l'andar del tempo, molte di
queste cose potessero essere dimenticate.
Poi decisi di raccogliere anche i
giochi della nostra infanzia, le preghiere che mi insegnarono mia madre e mia nonna e infine alcuni usi
e costumi che caratterizzavano la
nostra tradizione. E allora mi venne
l'idea di scrivere un vocabolario del
Sio-Ca’ (Alfredo Lupi) nostro dialetto da condividere con I
Un po’ di rafting vicino a noi in Val di Vara
Le classi prime medie di
Lerici e San Terenzo i giorni
21 e 22 ottobre 2014 sono andate in Val di Vara a praticare
l'attività di rafting. Questo
sport consiste nel pagaiare in
un fiume sopra a un gommone. Era una giornata serena,
ideale per questa attività, che
è stata organizzata dalla professoressa Stefania Maggetti
con la collaborazione degli esperti della società di rafting
di Brugnato. Per quasi tutti
gli alunni era la prima volta.
Indossavamo le mute, i caschi
e un giubbotto per il galleggiamento. La società di rafting
ligure è l'unica ad essere
aperta anche nel periodo
invernale grazie al clima mite della Val di Vara.
La mascotte del club è una
CINEMA ASTORIA
tellone di prosa ancora più ricco:
due testi classici (Pirandello e De
Filippo) riproposti come tradizione vuole; una interessante rilettura di Goldoni; una commedia attuale (Comencini) e un monologo
per ricordare alle donne la loro
potenzialità (Questa); due esilaranti spettacoli di grande comicità
su temi come la crisi attuale e
l’infedeltà (Catania e Guidi).
Conviene abbonarsi: l’abbo-
Il Teatro Astoria riapre con
spettacoli e cast di grande rilievo nel panorama teatrale nazionale. L’obiettivo è quello di
rilanciare l’Astoria, teatro e cinema, come polo dell’offerta culturale. Dopo aver raggiunto già da
anni una risposta di quasi totale
esaurimento dei posti, la proposta di quest’anno prevede un car-
miei compaesani.
Così mi sono gettata a capofitto
in questa impresa che mi ha impegnato molto, ma che mi ha divertito, perché grazie a questa ricerca
ho imparato tante cose.
Il vocabolario da dicembre si
potrà trovare presso la cartolibreria
"Punto e virgola" in via Trogu e
nelle edicole. Il Lions Club Lerici
Golfo Dei Poeti ha organizzato
una presentazione che si svolge-
rà in dicembre a data e luogo da
destinarsi.
Minetta Ubaldi Ratti
cagnolina di nome Futa, di
color miele, che andava scodinzolando da un gommone
all'altro. Su quasi tutti i canotti sono caduti uno o più ragazzi e alcuni più di due volte; si
tiravano su prima da soli tenendosi ai bordi del natante e
poi venivano aiutati tirandoli
su col giubbotto.
Marinela Omeri
Francesco Tonelli
Riccardo Sarti
namento costa 110 euro, mentre
il prezzo intero del singolo biglietto è di 22 e 20 euro e sono previsti sconti per altri spettacoli.
Chi sceglierà l’abbonamento,
avrà il diritto di prelazione per la
prossima stagione 2015/2016.
Per i ritardatari dal 1° dicembre è possibile rivolgersi allo IAT
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Pagina 7
Come sono il Natale e il Capodanno in Albania
Dopo il Natale in Germania di
Karl Horstmann, nel numero di
dicembre del 2011, abbiamo ora
l’opportunità di conoscere come
si trascorrono le feste in Albania
mettendo all’opera le nostre due
redattrici albanesi mentre Raimondo Pagano ci descrive le tradizioni natalizie lericine.
Il Natale è una festa vissuta
con molta partecipazione anche in Albania ma non ha la
stessa importanza come in Italia. L'Albania ha avuto 40 anni
di dittatura comunista e quindi
non è stato possibile seguire
una religione propria. I cristiani in Albania sono circa un terzo della popolazione, un terzo
sono musulmani e un terzo credono in un Dio senza però appartenere ad alcuna religione.
La cosa più importante è che
nessuno infastidisce l'altro per
il proprio credo e tutti si rispettano a vicenda.
Durante il mese di dicembre
le strade si abbelliscono, la
gente addobba gli alberi di Natale e si comprano i regali. Nel
giorno della vigilia si preparano molte cose per la cena, come
il pollo con le patate arrosto, il
"Byrek", un piatto tipico albanese fatto di pasta sfoglia e
ripieno di varie prelibatezze,
ad esempio ricotta, spinaci e
latte. Tutto questo accompagnato da insalate varie. Aspet-
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tando la mezzanotte, prima di
andare a pregare in chiesa, in
famiglia si scherza, si mangia e
si festeggia tutti insieme.
Il giorno di Natale si prepara il pranzo con i piatti tipici e
alla fine dei pasti si mangia la
"Bakllava", una torta fatta con
pasta sfoglia e noci e ricoperta
di sciroppo. Questo dolce viene
preparato due giorni prima del
Natale. Dopo aver pranzato è
tradizione andare a portare i
regali e a fare gli auguri ai propri familiari.
La festa vissuta con maggiore partecipazione in Albania è
però il Capodanno, che continua addirittura per tre giorni.
Ovviamente per un evento del
genere si preparano tanti piatti, dall'antipasto al dolce.
La cena della sera del 31
dicembre, quando le famiglie
rimangono a casa propria, inizia con formaggio,uovo sodo,
pomodori, cetrioli e olive, per
poi proseguire con i primi piatti, dal "Pershesh", fatto con la
farina di mais o grano duro;
svariati e deliziosi i secondi
piatti, dal tacchino in forno ripieno di verdure, al “Berxolla” (bistecche di maiale) fino al
“Qofte” (polpette). Tipica anche
una salsa di yogurt bianco.
Il tutto si conclude con i dolci tipici: “Bakllava”, “Shendetlie”, “Kadaif” e “Kabuni”. È
tradizione preparare il "Kulac", una specie di pane all'interno del quale si mette una
moneta. A mezzanotte si taglia
in parti uguali e ognuno ne
prende una parte: chi trova la
fetta con la moneta sarà fortunato per tutto l'anno. Con tutte
queste prelibatezze la nostra
tavola è davvero imbandita,
ma nulla può essere toccato
prima che arrivino gli ospiti. In
alcune case si aprono grandi
danze.
Il primo gennaio invece le
famiglie vanno a festeggiare il
Capodanno a casa di quelle
persone che hanno fatto l'invito
mentre il 2 gennaio le famiglie
si scambiano le visite, gli auguri e i regali dell'anno nuovo per
concludere tutti i festeggiamenti il 3 gennaio.
Serena Elmazi
Marinela Omeri
Presepi dal M ondo
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A partire dall’8 Dicembre
saranno visibili, nell’Oratorio di
San Bernardino, adiacente alla
chiesa di San Francesco in Lerici,
circa 80 presepi, che una signora
lericina ha raccolto in varie parti
del mondo e gentilmente messo a
disposizione della Parrocchia.
Sono esposte anche preziose
reliquie e artistiche tovaglie.
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prefestivi, con orari che saranno
affissi all’entrata delle chiese.
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il Natale e il Capodanno
appese alle antiche pareti di pietra
LERICI IN… - dicembre 2014
Pagina 8
Le tradizioni natalizie lericine del tempo che fu
Le tradizioni natalizie lericine non erano (usiamo l’imperfetto perché di esse oggi molto
si è perso) molto dissimili da
quelle in uso in altre parti
d’Italia. Sotto l’aspetto religioso occorre dire in primis che
non l’albero di Natale ma la
preparazione del presepe ha
sempre impegnato le famiglie .
Il muschio si andava a raccogliere sul monte Rocchetta o
“ar ponte scuo” lungo la strada
per Tellaro; per le casette, le
botteghe artigiane e la capanna il materiale d’elezione era
il sughero; i più abbienti compravano i personaggi mentre
gran parte delle famiglie li approntava, modellando la terracotta.
Nella tradizione lericina ci
dice Colombo Bongiovanni,
che abbiamo sentito in qualità
di esperto conoscitore di usi e
costumi locali, tutti i personaggi del presepe venivano
detti “remagi”,termine poi usato soltanto per i tre Re venuti dall’Oriente.
La novena di preparazione
al Natale veniva recitata in
latino ed era molto partecipata; in chiesa si cantavano le
lodi. Le feste natalizie erano
celebrate con entusiasmo anche come momenti conviviali
all’interno della famiglia.
Cena e pranzo rappresentavano un’occasione per liete
riunioni familiari e in essi erano d’obbligo alcune portate caratteristiche.
Il cenone della vigilia era
rigorosamente di magro: cavoli
bolliti (“coi bogì”), polenta di
farina di ceci fritta (“panissa
fritta”), frittelle di baccalà salate (“frissei de bacalà”), frittelle dolci con l’uva passa
(“frissei con l’ueta”) e l’immancabile focaccia lericina (“a fugassa de lerse”) ricca di pinoli,
uvetta e canditi.
La cena durava ore, sino a
quando si usciva da casa per
andare alla Messa di mezzanotte. Al termine della cena
qualcuno si alzava da tavola,
raccoglieva un po’ di cibo e lo
gettava sul fuoco dicendo a
voce alta “a Nadae fina ‘r fego
i vei mangiae” sottintendendo
che, almeno a Natale, a nessuno dovesse mancare da mangiare.
Il pranzo del giorno di Natale, anch’esso lungo e con
tante portate, prevedeva due
piatti caratteristici, i ravioli
(“raviei”) e il cappone lesso,
oltre ai soliti dolci.
Al pomeriggio la gente si
riversava in strada per una
passeggiata salutare.
Anche l’ultimo giorno del-
Ristorante
del Molo
CENONE DI
CAPODANNO
LERICI IN… - dicembre 2014
Raimondo Pagano
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giovedì 11 dicembre ore 17
e ore.21 - La grande Arte al
cinema - MATISSE - (C)
sabato 13 dicembre ore 21 VACANZE FORZATE - (L)
giovedì 18 dicembre ore 21
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del Lions Club (ingresso gratis) CONCERTO GOSPEL
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Stefano Magra) - (N)
sabato 20 dicembre ore 16
LETTERA A BABBO NATALE - (ingresso gratis)
spettacolo per bambini e famiglie - Recital di passi musica e parole - (N)
giovedì 1° gennaio ore 16:30
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l’anno la cena si ripeteva, prima del veglione di San Silvestro; poiché le sale da ballo
erano poche e non tutti potevano permettersele, era consuetudine riunirsi nei portoni
e negli atri, scendeva tutto il
“casamento” come si usava dire e si ballava al suono del
cembalo fino oltre la mezzanotte.
aperto tutto l’anno
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Pagina 9
Per non dimenticare Gio Batta “Vassallo”
Passando per i giardini
di Lerici rimane lecita una
domanda che il più delle volte
non riceve risposta. Chi è Vassallo e qual è il nome di questo
misterioso personaggio? I più
risponderanno che si tratta di
un luminare della scienza originario di Bonezzola, confondendolo con un eminente patologo. Non è questa la risposta
giusta. Vassallo a modo suo è
stato un eroe. Uno di quelli
che, forse, eroe non avrebbe
voluto esserlo. Un uomo cosciente delle proprie azioni ma
non del tragico finale.
Gio Batta, così si chiamava
il nostro uomo, nasce il 29 settembre 1895 da Paolo e da
Maria Lubrano; figlio, padre,
marito e disertore. Un infame,
in un’epoca dove l’unica fede
riconosciuta era quella del “credere, ubbidire, combattere”.
Gio Batta, non seguiva questa
o altre idee; l’unica volontà
che per lui rappresentava un
ideale, era quella di non combattere, di non dover imbrac-
ciare un fucile contro un altro
uomo; un anarchico, un uomo
che oggi, senza dubbio di
smentita, non esiteremo a definire un precursore degli obiettori di coscienza.
Questa era la ragione per la
quale si era dato alla macchia
ignorando la chiamata alle
armi. Nella sua difficile latitanza trovava rifugio nei boschi della Rocchetta, sfruttando la conoscenza dei luoghi e
probabilmente la complicità di
persone a lui vicine. Questo
durò per un certo tempo, ma
poi, crescendo la paura e il rischio di essere riconosciuto,
aveva cercato rifugio nella
campagna sarzanese, e forse
anche più in alto, sulle colline
che circondavano la città, dove
minore era la possibilità di
incontrare persone che avrebbero potuto riconoscerlo.
Riposava di giorno, Gio
Batta, ma durante la notte
attratto dagli affetti che aveva
dovuto abbandonare, lasciava
il rifugio e, guadando il fiume,
attraverso i boschi, scendeva
verso Lerici dove aveva lasciato la famiglia. Sempre consapevole del rischio che correva,
attraverso la campagna raggiungeva la casa della nonna
nel borgo vecchio di Lerici, e
da lì, travestito con abiti fem-
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LERICI IN… - dicembre 2014
minili, con paura e circospezione attraversava la piazza
per raggiungere l’abitazione,
all’attuale numero 4 di Via
Roma, dove si trovava la giovane moglie e la figlioletta
Maria. La cosa andò avanti
per parecchio tempo, finché
qualcuno non si accorse dei
movimenti del giovane.
Un delatore rimasto da allora ignoto, per soldi o per
chissà quale altra ragione, informò la locale stazione dei
Carabinieri sui movimenti del
giovane. Per i disertori, la legge non consentiva pietà comminando la pena di morte mediante la fucilazione.
Non sapremo mai quali furono le ragioni per le quali Gio
Batta non venne preso e arrestato. Sappiamo invece che il
giovane venne abbattuto da
un tiratore scelto dei Regi Carabinieri fatto venire appositamente per l’operazione, appostato nei pressi dell’attuale
pontile d’imbarco prospiciente
l’abitazione del Vassallo.
Lo colse alla finestra nel
mattino del 29 agosto del 1922
mentre sorseggiava una tazza
di caffè. Così lo ricorda la nipote Elda e il Comune di Lerici con una stele sul lato destro
a lato della Rotonda.
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Pagina 10
Il sillabario delle parole essenziali: accoglienza
Accogliere, saper accogliere,
come piccola grande virtù. Ricevere, accettare, ospitare, riunire. Ma anche accogliersi,
raccogliersi, riceversi, ospitarsi, accettarsi (un arcaico “accogliersi a qualcuno” stava a significare un bellissimo “farglisi vicino”).
Un verbo che, con il suo sostantivo “accoglienza”, pare
più di altri definire la più alta
esigenza del mondo di oggi.
Per un verso l’esigenza di
praticare la virtù dell’accoglienza degli altri (dal vicino
allo straniero che viene di lontano) per un altro verso l’esigenza non meno ardua di scavare nella parte più “straniera” di noi stessi per rendere
più domestiche le nostre attese. Il termine - Accoglienza è ricco di valori che coinvolgono i campi più disparati. Pensiamo al senso che aveva
l’accogliere nella nostra società contadina, un invito a entrare in casa, un bicchiere di
vino, una piccola conversazione, un patto.
In un mondo postmoderno e globalizzato come il
nostro la parola accoglienza, ci invita a una riflessione plurima e complessa.
Accogliere per turismo, per
convenienza economica o poli-
tica.
Il turismo è per noi, e lo
potrebbe diventare sempre di
più, fonte di accoglienza e di
buoni guadagni. Ma per ora la
nostra accoglienza è molto
“timida”, limitata a soddisfare
le necessità di alcuni di noi,
che altrimenti avrebbero più
difficoltà e imbarazzo.
Per convenienza economica ci sono le figure delle
“badanti”. Ci assistono, vivono
con noi, parlano la nostra lingua e si rendono utili con sollecitudine e modestia. Dura è
stata in patria la loro scuola di
vita e si adattano facilmente.
Per politica abbiamo gli
ambulanti, per lo più magrebini, che ci offrono mercanzie
varie, trascinandosi dietro sacchi voluminosi e pesanti, che
ci offrono con un sorriso. Prigionieri delle proprie frontiere:
frontiere che non sono luoghi o
che perlomeno non lo sono più.
Subdole frontiere capestro, che
incombono e ci schiacciano e
per le quali si muore.
Una categoria a parte sono
i “foresti”, un tempo molto bene accetti, che hanno comperato case qui, le hanno mantenute in bella forma ed esibite a
parenti e amici. Il paese li ha
accolti all’inizio con entusiasmo e curiosità, che però poi,
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Nero
con il passare del tempo, non
si sono radicati in un vero rapporto di scambio.
E si è rimasti foresti… per
sempre.
Manca la generosità del dono, quello che arriva senza
prescrizioni rituali, come lampo che ravviva l’esistenza, imprime un moto gioioso che certifica che qualcosa di buono
esiste ancora. Sintonia perfetta tra uomini.
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Pagina 11
Anche il castello di Lerici ha il suo fantasma?
di voile con le sfumature grigio-azzurrine del mare, con la
scritta “castello di Lerici”, che
ci rappresenterà in America.
Dopo aver visto “Ghost” e la
serie di tante storie sui fantasmi buoni, dolcemente innamorati (l’amore vince sempre
sulla morte), paranormale o
no, vista la storia dolcissima
di un bambino-fantasma nel
castello di Lerici, non ce la lasciamo scappare.
Quando sono arrivata a inizio anni Sessanta, rimasi
sconcertata dal freddo e dalla
solitudine della struttura della
fortezza. Nessun cenno di un
camino, di una vita normale:
solo il ricordo di soldataglie, e
Se
fossi
una signora americana
dello
stampo
di
quelle che arrivano nel Golfo con le grandi
navi, e mi raccontassero di un
“fantasma-bambino” che gioca
e corre nel castello di Lerici,
aprirei gli occhi per la meraviglia e vorrei vedere subito quel
luogo.
Un luogo si “vende” anche
così. Dunque “vendiamola”
questa dolce storia di un bambino-fantasma, arrivata con la
sua poesia sui giornali. Questo
bambino che non si mostra,
ma si gode di notte il panorama mozzafiato della fortezza e
si diverte a rincorrere i gabbiani, è degno di un libro per
bambini. Questo bambino che
non si mostra, ma accarezza
(quando nascono) i buffi gabbiani-bambini tutti zampe e
occhi, che ogni notte si addormenta con il rumore del mare,
muove emozioni e gente.
Questo bambino che parla
con le stelle è quella nota di
carattere poetico che aspettavamo. Ovviamente accompagnata da una bella serie di
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Non saprei: i manganelli me li ha già regalati Angelino, Agnese mi ha portato un
koala, a pensarci bene mi farebbe comodo una bacchetta magica.
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forse di prigionieri torturati.
Nessun romanticismo, insomma. Nessuna storia d’amore.
Di quelle che vedono la bellissima principessa innamorarsi
dello scudiero del re.
Ero già stata a vedere i castelli della Val d’Aosta e della
Toscana. Avevo già letto le romanze provenzali sull’amore,
ma se mi avessero chiesto: “Ti
è piaciuto?” Avrei risposto: si
gode il più bel panorama del
Mediterraneo. Punto.
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Il pane, a Natale, può essere anche un presepe
Nella religione cristiana il
Natale è la festa che celebra la
nascita di Gesù nella religione
cristiana e per tradizione, in
questo periodo, si prepara il
presepe.
Di presepi ne esistono di
tante forme e dimensioni, uno
particolare è quello in esposizione al circolo MCL intitolato
a don Ringressi a Falconara.
È un presepe interamente
realizzato in pane ed è stato
creato da Antonio Lucchesi.
Antonio ha 78 anni e fa ancora il panettiere col figlio nel
suo negozio di Romito.
Il presepe viene esposto da
quattro anni ed ogni anno è
Dopo la sospensione natalizia
le lezioni riprenderanno mercoledì 7 gennaio 2015.
Particolare della grotta
COME FUNZIONA
La farmacia di turno nelle ore
di
chiusura, e facoltativamente
IL SERVIZIO
dalle
ore 19.30 alle 21, garantisce
DELLE FARMACIE
Le farmacie sono aperte dalle ore 8.30 alle 12.30 e
dalle ore 15.30 alle 19.30 (sino
marzo); chiuse i festivi e lunedì
mattina. La farmacia di turno effettua il seguente orario di apertura:
dalle ore 8.30 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle 21.
Calendario lezioni di
sempre diverso. Antonio, per dicembre - Unitre Lerici
alcuni dei suoi personaggi, si
I corsi si terranno nell’aula di
ispira ai suoi amici (Vincenzo, piazza Bacigalupi 6 dalle ore 15.30
Alfio, Giorgio).
• Lunedi 1
dott. Petacco
Lo scorso Natale il presepe
Cineforum: BLU JASMINE
(nelle foto) era composto da • Martedi 2
dott.Vaira
Antonio, i suoi amici che gioProblematiche del tumore al
seno
cano a carte, da Luana che
gestisce il bar mentre lavora • Mercoledi 3 Giovanni Zucchini
Gioco degli scacchi e dama
ai ferri, da altre persone che
•
Venerdi
5
prof.Lazagna
frequentano il bar, dalla pista
Vocabolario
della
Filosofia
di skateboard di Falconara e,
• Martedi 9
prof.Calzolari
naturalmente, dalla capanna
Acque termali nella Preistoria
di Betlemme con tanto di stel- • Venerdi 12
dott. Del Santo
la cometa sul tetto e Maria,
Dalla Podesteria (1343) al ReGiuseppe e Gesù realizzati con
gio Arsenale
particolare cura.
• Martedi 16
prof. Benelli
Sem
Benelli
e
il
Golfo
dei PoeMartina Bronzi
ti
• Mercoledi 17 Giovanni Zucchini
Gioco degli scacchi e dama
• Venerdi 19
Prof.Lazagna
Vocabolario della Filosofia.
il servizio a battenti chiusi con il
farmacista presente in farmacia.
I turni delle farmacie iniziano alle ore 8.30 del lunedì per terminare
alle ore 8.30 del lunedì successivo.
Farmacie di turno a dicembre
•
Dal 24 - 11 al 1° dicembre e
dal 22 al 29 dicembre farmacia Giudici di Lerici,
• Dal 1° all’8 dicembre farmacia
Padre Pio di Tellaro,
• Dall’8 al 15 dicembre farmacia Bello di Lerici,
• Dal 15 al 22 dicembre farmacia Ghigliazza di S. Terenzo.
Le farmacie non di turno possono
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consegna a domicilio di prodotti per persone anziane o
con gravi problemi di salute; le richieste devono pervenire entro le ore 11, salvo urgenze
Quando non di turno
chiusa sabato pomeriggio e domenica
Pagina 13
Videogiocare con la morte e il sangue
Le iniziative del Lions Club
Lerici Golfo dei Poeti
Dopo aver trattato il mese violenti ai ragazzi dai 7 ai 18
scorso dei regali di “pelosi” con
l’ausilio di un’educatrice cinofila,
questo mese abbiamo discusso
dei regali di Natale più gettonati: i videogiochi, ma non sono
mancate critiche e riserve su
questa tendenza.
“Spesso nei giochi compare
il pregiudizio - sostiene Fabio
Vassale - come in Call of Duty
MW1, MW2, MW3, in cui tu
sei un americano e combatti
contro i russi: fa sembrare tutti i russi delle persone orribili”.
Federico Randazzo aggiunge: “I bambini sono condizionati dai giochi elettronici”;
lo stesso Pierino Simeone:
“Causano dipendenza e violenza”; e Alessandro Miri: “I
giochi violenti fanno male alla
salute”; vediamo quindi che c’è
la consapevolezza che esista
una salute mentale, psicologica, oltre che fisica, da tutelare.
Anche Diego Tonelli è su
questa linea: “Ogni volta che
ci gioco, mi chiedo se sia giusto uccidere per finta. Sarebbe
meglio se ci fossero videogiochi
creativi”; già, perché non insegnare il piacere di fare qualcosa di bello? Così Margherita
Gattoronchieri: “Dovrebbero
vietare la vendita di giochi
anni e inventare giochi più
adatti alla loro età, per non
influenzare le azioni dei minori”.
Nicolas La Camera è convinto: “La colpa della vendita
dei videogiochi va non solo ai
fabbricanti ma anche ai genitori che ce li acquistano. Tutti
i ragazzi ormai hanno almeno
una consolle o un videogioco. I
giochi possono essere più o
meno violenti a seconda delle
fasce d’età”.
Matilde Scorza incalza:
“A parte il fatto che i bambini
non possono usare giochi vietati ai minori di 18 anni, i produttori comunque dovrebbero
tener conto che ci sono persone influenzabili che potrebbero arrivare a uccidere sul serio
altre persone”, e con lei Valentina Bertolucci: “Mi domando: a cosa servono? Alla
fine, per sollecitare i ragazzi
alla violenza. Una responsabilità ce l’hanno anche i genitori
che li comprano ai propri figli”.
Alice Sara lancia uno slogan: “Volete bene ai vostri figli? Se li volete proteggere,
insegnate loro a voler bene
agli altri, anche se solo in un
videogioco!”.
Sede di LERICI
43 anni di esperienza
In qualità di presidente mi piace
condividere con Voi lettori le iniziative che si svolgono a Lerici con
l’aiuto di tutti i Soci e la collaborazione e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Lerici.
La prevenzione sul diabete e
l’educazione alimentare sono previsti venerdì 28 novembre alle ore
17.30 nella sala consiliare del Comune di Lerici. Relatori la dott.ssa
Patrizia Mazzella, medico psichiatra dell’ASL5 Spezzino e il dott.
Andrea Rosignoli, psicoterapeuta e
responsabile dell’associazione Cura Comportamento Alimentare di
Sarzana.
Sabato 29 novembre dalle ore
9.00 alle ore 12.30 in piazza Garibaldi a Lerici si svolge un presidio
medico durante il quale chiunque
potrà effettuare l’esame della glicemia e consultare i medici presenti
e ricevere materiale.
Giovedì 18 dicembre è previsto un concerto gospel del coro
San Leonardo di Santo Stefano
Magra per gli auguri natalizi, che
il Lions Club Lerici Golfo dei Poeti e il Comune di Lerici regaleranno alla cittadinanza al teatro
Astoria alle ore 21.00. Nel corso
della serata il Lions Club Lerici sarà presente con un punto vendita
di piantine di Natale, il cui ricavato
sarà devoluto in beneficenza.
Siete tutti invitati alle nostre
iniziative che proseguiranno anche
il prossimo anno e di cui vi informeremo nel prossimo numero.
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Intercettare i figli è reato? La Cassazione dice sì
cessità di preservare la prole
da un imprecisato pericolo di
cattiva influenza della madre
e ritenendo che i figli, perché
minori, non avessero una propria sfera di riservatezza, aveva deciso di registrare le conversazioni effettuate o ricevute tra madre e figli, avvisando
l’altro coniuge, certo che ciò lo
esentasse da ogni responsabilità penale.
I giudici ermellini, al contrario, hanno inequivocabilmente affermato che “i figli,
benché minori, sono soggetti
autonomi e come tali in grado
di opporre una propria sfera di
riservatezza al genitore”, esercente la responsabilità genitoriale (la vecchia potestà genitoriale) e il dovere di vigilanza, che da essa discende, e il
diritto/dovere di vigilare sulle
comunicazioni del minore da
parte del genitore non giustifica indiscriminatamente qualsiasi intrusione nella sfera di
riservatezza del primo, ma
solo quelle interferenze che
sono determinate da una effettiva necessità, “da valutare
secondo le concrete circostanze
e, comunque, nella costante
ottica di esclusiva tutela
dell’interesse preminente del
minore e non già quello del
genitore”.
I genitori hanno diritto di controllare il telefono o gli sms dei
figli minori?
Bisogna farlo con discrezione,
senza prevaricare il diritto alla
loro riservatezza e solo nell’interesse preminente del minore.
L’avv. Angela Spiezia ci illustra una sentenza della Cassazione che si è occupata di questo
problema.
Recentemente la Corte di
Cassazione
Penale
(Cass.
Pen., Sez. VI, sent. 3 ottobre
2014, n. 411192) si è occupata
dell’intercettazione delle telefonate dei figli minori da parte
dei genitori e come tale attività possa configurare, al di là
di un obbligo di vigilanza genitoriale nei confronti della prole, il reato di cui all’art. 617
c.p. (cognizione, interruzione o
impedimento illeciti di comunicazioni e conversazioni telegrafiche o telefoniche).
La Suprema Corte ha affrontato la questione esaminando il caso di due genitori
separati, i cui figli, affidati al
padre, avevano colloqui telefonici registrati con la madre,
benché nulla fosse stato deciso
in tal senso dal Tribunale dei
Minori al momento di stabilire
il regime di affidamento della
prole.
Il padre, asserendo la ne-
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Che cosa ci insegna questa
sentenza?
Riprendendo un famoso
proverbio napoletano, che sottolinea lo stretto legame che
unisce la famiglia, “e figl’ so’
ppiezz’ ‘e còre” (i figli sono pezzi di cuore), è bene ricordare
che questo importante vincolo
non deve far mai venir meno il
rispetto della persona e dei
diritti, che anche e soprattutto
i figli in generale, i minori in
particolare, hanno rispetto
alle conflittualità dei genitori,
che spesso, nel solo intento di
colpirsi uno con l’altra, camuffando o asserendo un presunto
diritto/dovere di tutela della
prole, non vedono più quale
sia il vero bene da proteggere,
i figli come persone.
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Arte e cultura all’hotel Shelley e delle Palme
Una singolare biblioteca, oltre le mostre
d’arte, sono da tempo a disposizione degli
ospiti
dell’hotel
Shelley e delle
Palme e dei cittadini di Lerici.
Il pregio della biblioteca,
come ci spiega la proprietaria
sig.ra Clelia, è che non ha regole: “I libri si possono leggere
nelle sale di lettura e, se qualcuno vi piace, ve lo potete portare a casa per continuare a
leggerlo. Riportarlo indietro,
tenervelo o portarne un altro
che non vi interessa.
Nessuno vi chiederà conto
di nulla. Potete semplicemente
leggere un libro, commentarne
il contenuto o conversare con i
vostri amici, darvi appuntamento per un tè, entrare e uscire quando volete”.
Non è una novità perché il
Book Sharing, è di questo che
si tratta, è un sistema di condivisione pubblica dei libri, un
modo per far circolare liberamente e gratuitamente la cultura.
Già in passato avevamo annunciato questa novità per
Lerici, che ha avuto molto successo con i clienti dell’hotel,
ma sarebbe bello vedere più
cittadini frequentare le calde e
accoglienti sale dello Shelley.
La biblioteca continuamente si arricchisce di ulteriori
volumi conferiti da volontari
donatori. Sono disponibili anche collane letterarie e l’enci-
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dal 1888
clopedia britannica, che naturalmente non sono asportabili
perché si rovinerebbe l’intera
serie.
Book sharing e Art hotel
sono due possibilità per passare, da soli o in compagnia,
qualche momento di relax e di
cultura in un ambiente storico
di Lerici guardando le mostre
di pittura o scultura che si alternano periodicamente o a
portarsi a casa un buon libro.
materiale per l’edilizia,
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