Gennaio 2014 n. 95

n. 95
Gennaio 2014
mensile di informazione in distribuzione gratuita
ROSSI E NERI
CONTRO
IL PD A RISCHIO
SCOMPARSA
DO NOT
DISTURB
pag. 9
pag. 13
LEZIONI
DI PIANTO
pag. 29
SOMMARIO
n. 95
3 Viva l’Italia
4 Teramo Culturale
6 La notte della Ragione
7 Nero e Rosso ai tempi di Piero Manucci
8 Al di là dei colori
9 Il Pd a rischio scomparsa
10 Cioccolato, Chicchere ed altro
12 Il banco alimentare
13 Do not disturb
14 Il libro del mese
15 Silenzio si sporca
15 Note linguistiche
16 Iacopo Pasqui
17 Coldireti informa
18Musica
19Musica
20 La disgrafia
21 Dura Lex sed Lex
21 Il Csi compie 70 anni
22 Calendari ed Agende in omaggio
23 Arco Consumatori informa
23 L’Oggetto del desiderio
24 In Giro
26Cinema
28Calcio
29 Lezioni di pianto
29 Marina Abramovic
30Pallamano
L’Editoriale
Viva
l’Italia
B
dalla
Redazione
ieraticamente che “qui c’è bisogno di
ricostruire quello che loro hanno sfasciato”
c’è dell’altro. Calma mio caro. A parte che la
“mia pardeners”, cioè la Guardiani, bisogna
vedere se accetta, ti posso elencare una
serie di motivi perché non valga la pena
di incazzarsi così tanto. Primis ed ultimis
(che c’è da ridere!? se si reinventa di sana
pianta l’inglese, io modestamente mi
permetto di farlo con la lingua dei miei avi,
ay bay Christian, oppure Bey bey,
oppure ancora bye bye, saluta come
cavolo ti pare, tanto Google traduttore
si è già suicidato in diretta dopo l’ultima
lettera della Manola Di Pasquale.
In tutta franchezza, che t’inchizze a fa’.
Sobbalzi tutto indignato dal tuo trespolo
per un frame di politica andato in onda in
che c’ho pure una certa confidenza), dicevo
una puntata di Tempo reale a Teleponte,
primis ed ultimis, l’esempio perché tu non
sketch che ritieni di “avanspettacolo”; ti
debba rischiare l’aritmia cardiaca ci viene
adiri per aver vissuto quello che tu ritieni
da vicino, da un talamo della Campania.
“un momento di alta televisione”, cioè
Se la Nunzia De Girolamo, alfaniana di
l’incontro-inciucio in diretta tra il candidato
ferro, quindi di centrodestra, dorme con
sindaco Manola Di Pasquale e la gattiana
suo marito Francesco Boccia, del Pd,
Eva Guardiani, con Paolo Gatti da spettatore,
scambiandosi tra l’altro oltre alle effusioni
nominata sul campo dall’avvocato teramano
da camera le pratiche dell’altra camera
vice-sindaco. Critichi con forza la sorellanza
(dei deputati), dimmi tu o mio caro che c’è
tra le due amiche per la pelle, ti irriti perché
di male nel patto teramano di sorellanza,
sono “pappa e ciccia”, l’una dell’ex Pdl,
quale imbarazzo può procurarti se abbiamo
l’altra del Pd, ti affanni a precisare che non
esempi così illuminanti, così disarmanti? E
Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli
Redattore Capo: Maurizio Di Biagio
potranno darsele di santa ragione, e quindi
poi, in tutta franchezza, come dice un nostro
non potrebbero denunciare le eventuali
caro corregionale, senti a me, fatti li cazza
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone,
Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio,
Maria Gabriella Di Flaviano, Massimo Di Giacomantonio,
Floriana Ferrari, Piergiorgio Greco, Maria Cristina Marroni,
Fabrizio Medori, Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone,
Leonardo Persia, Sirio Maria Pomante, Sergio Scacchia,
Alfio Scandurra, Yuri Tomassini, Massimiliano Volpone.
inadempienze in campagna elettorale.
tua, vedi che è meglio!!!
Christià, fa lu ‘bbone. Anche quando affermi
Ma qualcun altro direbbe “Viva l’Italia!!!” n
è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web
www.teramani.info
scriveteci a
[email protected]
Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione
di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione
né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo
parziale, sia degli articoli che delle foto.
Progetto grafico ed impaginazione: Antonio Campanella
Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco
Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930
per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele
Organo Ufficiale di informazione
dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele
Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930
Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004
Stampa: Gruppo Stampa Adriatico
Per la pubblicità: Tel. 0861 250930
347.4338004 - 333.8298738
Teramani è distribuito in proprio
3
di
4
n.95
Teramo culturale
Niccola
Palma
Sapere storico e storia come liturgia
Silvio
Paolini Merlo
[email protected]
vicenda di numerose altre figure vocate agli studi e presto, nel caso
dei Palma per antichissima tradizione tramandatasi di primogenitura
in primogenitura, destinate agli uffici canonici. E fin qui, nulla di strano. Ma a proseguire lo spoglio della sua Storia, oltre alla chiara intima
compenetrazione tra vita e culto, tra costumi e ritualismo religioso,
tra rappresentanze civili e autoritarismo pastorale, tra produzione
culturale e precettismo liturgico, un elemento mi sembra emergere
con particolare evidenza dal Quinto e ultimo tomo, dedicato, dopo
quelli sulle ere precristiane fino al 1833 e un Quarto sulle cronache
degli edifici sacri, alle biografie dei personaggi teramani illustri. La
materia viene dissezionata in tre parti: una prima su «Uomini illustri
erroneamente attribuiti alla Pretuziana Regione», una seconda sugli
«Uomini illustri, che ci appartengono soltanto in un senso, o dei quali
vi è dubbio se ci appartengono o no». E infine gli «Uomini illustri
sicuramente e affatto nostri». Sancita la necessaria distinzione, sulla
S
base di criteri neppure troppo vagamente etnocentrici e geneticodinastici, quantomai ambigui - non so se
correndo le pagine della monumen-
incuta più tenerezza che impressione il
tale Storia della Città e Diocesi di
passo in cui Palma non sa dire quanta
Teramo, già Storia ecclesiastica e ci-
teramanità possano vantare i De Filippis-
vile della Regione più Settentrionale
Delfico, frutto dell’unione di un’ultima di-
del Regno di Napoli, ossia l’opus magnum
scendente Delfico con una nobile famiglia
di colui che a tutt’oggi viene considerato
napoletana - vediamo di capire meglio chi
il maggiore storico teramano, peraltro
siano i teramani veraci e migliori.
sulle orme di quel Muzio Muzii che, già nel
La terza sezione si compone di 11 pa-
Cinquecento, caldeggiava l’introduzione
ragrafi. Ebbene, i primi 6 indicano santi,
di un ordine di frati predicatori in città, la
vescovi, monsignori, cappellani e via
prima cosa a tornarmi in mente - non so,
dicendo, elencati «per santità di costumi»
forse per un congenito istinto al con-
- alcuni tra i quali esempio di «prodigiosa
trappasso - sono le pagine di Max Weber
astinenza» - e ancora «per dignità ve-
sulla presunta “oggettività” delle scienze
scovili ed arcivescovili», «per altri distinti
storico-sociali, nelle quali si argomenta
eccelsiastici uffizj», «per gradi superiori
in modo parco e, ahinoi, chirurgicamente
negl’istituti regolari», leggasi monasteri,
ineludibile, che ogni storia non è che il
conventi e affini. Seguono, le magistra-
prodotto storico di una certa società e dei
ture e i giureconsulti canonici e civili e,
valori che essa promuove. E penso al ben
infine e nell’ordine, scienziati, letterati,
diverso Comune di Teramo edito a Roma
artisti, militari. In fondo alla casistica,
nel 1895 da Francesco Savini, che infatti
quasi un’appendice, alcune rappresen-
ha inizio con l’«Idea dell’opera» e una
tanze delle «donne illustri». Una a caso:
«Storia della medesima», a indicare come
Cinzia Forti, la cui figura «nobilmente ma
le idee di “valore”, di cui la conoscenza
modestamente vestita, veggiamo in atto
storica si serve nel delineare i propri
di pregare a piè del quadro dell’ultimo
“oggetti storici”, subiscono mutamenti
altare in cornu evangelii nella Chiesa di
a seconda dei parametri culturali che gli
S. Carlo», mostrando nella fisionomia «un
uomini pongono come guida, caso per caso, di epoca in epoca.
coraggio maschile, che incute soggezione e rispetto».
Annunciandone la ristampa nel 1930, l’editore Giovanni Fabbri si
Eredità nemmeno troppo indirette di queste pagine si avvertono in
diceva convinto che l’opera di Niccola Palma «sarà ricercata da tutti
quelle sulla Contemplazione della morte di D’Annunzio, o in quelle
gli abruzzesi, entro e fuori l’Abruzzo, desiderata in ogni casa, voluta
altre dell’Araldo Abruzzese dove, ancora nel 1962, leggiamo: «La cul-
dai giovani, dagli adulti, dalle biblioteche delle scuole, dai Municipi; e
tura è conoscenza della verità e la verità è una sola, quella rivelata
sarà letta da tutti gli uomini colti e del popolo».
da Dio mediante Cristo e affidata alla Chiesa.
Al di là del comprensibile zelo, quanti abbiano letto da cima a fondo
Ogni altra cultura è fallace, è un simulacro della verità». Siamo
la Storia di Palma, quanti giovani l’abbiano consultata, studiata,
sempre lì, in un caso come nell’altro: non conta il sapere, il capire, il
citata, teramani e abruzzesi inclusi, specie in epoca recente e anche
progredire, il valore e le capacità individuali, e, men che meno, la li-
dopo l’integrale pubblicazione in rete, sarebbe interessante accertar-
bertà delle coscienze. Quel che conta, sempre comunque e anzitutto,
lo. A giudicarne la cornice famigliare, quella del nostro somiglia alla
è l’appartenere. n
di
6
n.95
Accade a Teramo
La notte
della ragione
I rossi e neri degli anni ’70
a confronto con quelli di oggi
S
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
fortunatamente non ha nulla a che fare con la più nota e drammatica
notte dei cristalli e nemmeno con i fuochi dei rifiuti campani? Fu
chiamata così a posteriori quando si ricordò quel giorno a cavallo tra
gli anni ’70 e ’80, in cui diversi incendi furono appiccati a postazioni
sensibili della destra di quel tempo. Con delle taniche di benzina al
seguito, i rossi cercarono di mettere fuoco ai portoni della sede della
Cisnal in Via Duca D’Aosta, dell’associazione paracadutisti di Porta
Romana e della sede dell’Msi a Giulianova. Fu una sorta di operazione mordi e fuggi condotta prevalentemente da cosiddetti cani
sciolti molto critici verso i partiti tradizionali. Anche la redazione de Il
Tempo fu “visitata” da questa ratio incendiaria. Il fuoco voleva essere
purificatore ma annerì solo legno e campanelli.
Nel 1976, in occasione dell’arrivo a Teramo del presidente dell’Assemblea costituente, l’antifascista Umberto Elia Terracini, si verificarono qua e là della baruffe in pieno centro. Nel comizio di chiusura
di quella campagna elettorale, i toni sul piccolo palco s’innalzarono
pericolosamente e un po’ dappertutto in piazza la tensione sfociò in
qualche manata in faccia. Il questore Michele Capomacchia, che in
e vi divertite a digitare il termine “rossi e neri” su mamma
futuro avrà un ruolo preminente nei fatti della Uno bianca, cercò di
Google, il dizionario universale della I era tecnologica, molti dei
rabbonire gli animi: si ritrovò con una scritta ingiuriosa dipinta con
risultati che vi appariranno riguardano Teramo. Proprio negli ul-
vernice nera dalle parti dello stradone.
timi anni – non a caso gli algoritmi di Larry Page e Sergey Brin
Il 25 Aprile del 1970 l’autovettura di un consigliere comunale del-
hanno memoria corta - diciamo dal 2005 in poi, gli scontri tra le due
l’Msi, Elso Simone Serpentini fu bruciata dalle parti del Tribunale di
fazioni si sono moltiplicati e in pochi
Porta Romana. Si verificarono anche
mesi salite pericolosamente di tono,
alcuni lanci di pietre verso la stessa
fino al recente rendez-vous di Piazza
sede dell’Msi: “Ora però la situazio-
Dante dove si è temuto il peggio se
ne è molto più grave – rende noto
non fosse stato per il tempestivo in-
il giallista teramano e consigliere
tervento delle Forze dell’ordine che
per due legislature a Piazza Orsini
hanno congelato posizioni e uomini.
– e il perché è molto semplice: non
Come non ricordare, sempre nel
c’è più l’ideologia e i ragazzi sono
2005, la scazzottata della Notte
impreparati sotto questo punto di
bianca, ormai un must nella nostra
vista”. Eh sì le ideologie. Tutto ora è
città, che lasciò a terra un piccolo
scemato in una brodaglia fatta da
scalpo di un ragazzo fortunatamen-
social network, iperboli non control-
te scarmigliato lungo Via Paladini,
late, demagoghi con armi da terzo
l’evento che ha dato la stura a tutta
millennio e futuro fottuto. Prima l’or-
una serie piccata di cinghiate, botte,
todossia ferma, rigida, assoluta non
ammetteva ardimentose variazioni
pugni, bottigliate, accoltellamenti,
ammacchi vari, fino al countdown finale per il 2014 con tanto di
sul tema, chi ci provava non aveva tante chance di poter proseguire
terribile botta alle palle ad un povero ragazzo sotto al Liceo Delfico.
la sua esperienza. In provincia di Teramo la Val Vibrata era diventata
Un percorso che si è distinto tra club, discoteche e curve di stadi, ma
un territorio propizio nell’ospitare uomini di destra, probabilmente
anche sui muri dei palazzi del centro e perfino in Piazza Dante irreg-
per la vicinanza di Ascoli: si partiva dal semplice aspetto logistico
gimentati in fila per tre, teste rasate, jeans attillati e Dottor Martens
fino a qualcosa di più negli anni successivi. Ad Alba Adriatica avrebbe
ai piedi. Dall’altra parte invece, ragazzotti con il grunge nato a Seattle
trovato rifugio, anche se per pochi notti, Pierluigi Concutelli, uno dei
ma impiantato tra il Tordino e il Vezzola con proprie varianti. Proprio
capi di Ordine Nuovo.
come un tempo dove Ray-Ban, Lacoste e jeans ancora allora attillati
Quelli erano pure i tempi in cui Lotta Continua organizzava uscite a
si fronteggiavano contro polacchine, pantaloni di infima qualità, tipo
bordo di pullman antidiluviani: nel 1973 tutti a Bologna a manifestare
Carrera o altro, camicia con colletti alla coreana e sacco di tela.
contro la destituzione da parte degli Usa di Salvador Allende. Quelli
Negli anni Settanta a Teramo i rossi e neri non erano mai arrivati a
erano i giorni del fattore K., del Komunizm, per Alberto Ronchey l’ele-
tanto, come invece hanno fatto i loro scalmanati nipotini. Eppure la
mento diabolico che impediva, data l’anomalia di una forte presenza
lunga scia del ’68, della rivolta nata nelle università Iu-es-ei, delle
comunista in Italia, una compiuta alternanza delle forze di governo.
prime manifestazioni di piazza in Italia, delle prime bombe, di stato o
In provincia però rossi neri non sono più quelli di una volta. La notte
non, smosse la nostra pigra cittadina a quei tempi. Chi se lo ricorda
dei fuochi di un tempo si è trasformata in una spaventosa e allar-
ad esempio che a Teramo abbiamo avuto la Notte dei fuochi, che
mante notte della ragione.
n
di
Accade a Teramo
Nero e Rosso
ai tempi di
Piero Manucci
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
n.95
non debbano inquinare con la loro stanca saggezza l’entusiasmo dei
giovani, ma per quello che so, sono cambiati solo i luoghi: alla mia epoca
venivamo aggrediti nelle scuole, davanti alle fabbriche, durante i nostri
comizi, ora i giovani camerati vengono aggrediti per strada o davanti ai
pub... oggi come allora, quando aggrediti ci difendiamo”.
Come sono cambiati negli anni rituali e feticci?
“Credo che alla mia epoca i rituali fossero più cupi. Ci sentivamo reduci
di una guerra persa alla quale non avevamo avuto modo di partecipare
e il nostro orgoglio era il non firmare la resa. Oggi i giovani sono più
partecipi, più propositivi, vogliono sentirsi protagonisti del cambiamento
della realtà ed essere artefici del loro tempo, ed è giusto così.
Come ha vissuto il suo impegno politico?
“Il mio impegno politico fino ai 23 anni l’ho vissuto in modo viscerale,
non è stata la cosa più importante ma l’unica cosa importante. Poi il
nostro piccolo mondo è crollato, ci siamo accorti di quanta spazzatura
e di quanti avvoltoi ci fossero all’interno del nostro castello assediato
Negli anni ‘70 si guerreggiava tra comizi,
scuole e fabbriche ora nei pub
anche se le vite di molti di noi erano già state fortemente condizionate
da quello che avevamo vissuto”.
C’è stato qualche personaggio di quel tempo che le è rimasto
impresso nella sua mente?
“Mimì Foschini e Nicola Pepe hanno davvero segnato quegli anni; gentiluomo di altri tempi il Maggiore
Lotta e rispetto. Questo era un po’ il sentire
del teramano Piero Manucci durante gli anni ’70,
quelli veri tra rossi e neri, dove lui aderente al Msi
si sentiva ancora “reduce di una guerra persa”.
Allora gli scontri erano ai piedi di un comizio,
nelle scuole e nelle fabbriche e non nei pub o a
Capodanno. Odiava i fighetti che si atteggiavano a
marxisti e il rimpianto è quello di aver obbedito a
Rauti. Ora vive in Brasile.
Ecco il suo racconto di quegli anni.
7
Foschini, più semplice e popolano Nicola, entrambi erano le
presenze fisse all’interno della
federazione: esempi veri, giornalmente ci insegnavano con la
semplicità dell’esempio i valori
della dignità e della fierezza”.
Che idea aveva dei rossi di
allora?
“I Rossi all’epoca li dividevo
così: alcuni militanti erano
evidentemente in buona fede,
M
sinceramente credevano che il marxismo fosse l’alternativa al liberali-
del Msi, all’età di 17 anni, e non per motivi ideologici ma direi ambien-
“L’unica cosa che non rifarei è quella di aver creduto ed obbedito per
tali: nella scuola che frequentavo, come d’altronde dappertutto, i vari
molto tempo a Rauti, il quale ha avuto sì il merito di rendere chiara la
gruppi comunisti cercavano di imporre con violenza e prevaricazione
dottrina della Idea, ma che si è rivelato essere, nella pratica politica, un
la loro egemonia; a resistergli c’erano solo i fascisti e naturalmente
mistificatore ed un vile, un ciarlatano insomma. Mi dispiace molto aver
mi sentii attratto da costoro. Il mondo che presto sentii come mio era
dovuto troncare ogni rapporto con Nino Sospiri, che fu, per me ado-
molto variegato, c’era di tutto, ragazzi di estrazione borghese ed altri
lescente, una guida preziosa e col quale si era stabilito un rapporto di
seppur confusamente nazional-popolari, persone che invocavano l’ordi-
vera e profonda amicizia ma agli inizi degli anni ‘80 lui fece delle scelte
ne ed altri che già allora vedevano il vero nemico non nel marxismo ma
politiche contraddittorie, comunque l’ho sempre ritenuto un gigante
nel liberalismo; tutti però stavamo insieme ed eravamo tra noi solidali
rispetto a tutti i suoi adulatori e a quasi tutti i suoi detrattori”.
perché noi tutti venivamo attaccati, a volte con ferocia, dai comunisti.
La sua fiamma ideologica si è stemperata?
Passai gli anni della mia giovinezza diffondendo e servendo un’Idea che
“Dopo essere stato espulso dal Msi nell’’82, ho partecipato a vari
avevo avuto la buona sorte di conoscere, comprendere ed amare”.
tentativi di creare un movimento autenticamente antagonista senza
Che differenze ci sono tra gli scontri di oggi e quelli dei tuoi
alcun esito. Da molto tempo ho preso atto che il fallimento della mia
anni tra i rossi e neri a Teramo?
generazione è totale e l’unica cosa che possiamo fare è stare lontani dai
“Premetto di non conoscere l’odierna realtà, perché credo che i vecchi
giovani perché noi rischieremmo di contaminarli. n
smo, e ci vedevano come l’incarnazione del male, e rispettavo costoro,
anucci, ci rinfreschi un po’ la mente, ma com’erano
pur nelle dure contrapposizioni: c’erano poi gli atteggioni, i fighetti, i
questi anni ’70, per cominciare qual è stata la sua
borghesi nell’animo, coloro che giocavano a fare i rivoluzionari ma erano
esperienza di attivista politico negli anni Settanta?
solo dei conformisti che seguivano la moda di allora, e li disprezzavo”.
“Mi avvicinai al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile
Ha qualche rimpianto e qual è la cosa che non rifarebbe?
8
n.95
di
L’opinione di MaRio
Aldilà
dei
Colori...
MaRio
dal Mare
[email protected]
e parole di destra, affascinato dalla retorica di
messaggio di ri-nascita . Noi tutti teramani, noi
Tudini, arrivai in primo liceo a dire al professore
tutti italiani stiamo vivendo un periodo buio di
di filosofia Curini, dichiarato di sinistra: ”con la
crisi culturale civile e spirituale, non di certo
falce e col martello andate a lavorare”, e lui mi
materiale e questo si riflette proprio con quello
rispose ”ma tu non sai cosa dici, non sai cos’è
che è accaduto il giorno di Capodanno, ciò
il fascismo, comunismo e l’anarchia, studia,
è un auspicio per tutti a cercare l’incontro la
conosci se vuoi parlare“. Cosi intrapresi questa
reciprocità che in antichità generava sicurezza
ricerca e stimai molto la nascita dell’anarchia e
e solidarietà, cosa che si sta inverando in città.
il criterio EUdenistico per cui ogni individuo è li-
Siamo nel 2014 e grazie a Nio c’è l’Eusofia a
bero di ricercare la propria felicità, consideran-
TerrAmò la città che da Adesso ama la terra,
dosi parte dell’ universo quindi ispirandosi alle
cura le relazioni e riapre il dialogo nella agorà
sue leggi (Godwin- 1793). Nel 2013 l’l’Eusofia
sulla barca del tempo alla piazzetta del Sole
mette in pratica i diritti universali dell’Essere…
in questi spazi di condivisione lo strumento
Poiché tutto è in trasformazione nell’unico e ir-
comunicativo della Te-visione: riprendere la
ripetibile fluire, allora “se tu avessi più cervello
trasmissione orale nell’epoca virtuale. Ogni
capiresti quanto te ne manca“, si trasforma in
sguardo e contatto ci mette in diretta, supera il
”noi abbiamo più cervello, esplorarlo è il bello”.
contratto, elimina la fretta e siamo in un eterno
Per gli scienziati, noi usiamo solo il 10% del
atto, dalla protesta alla proposta quella di
nostro cervello: infatti entrando in ascolto del
partecipare a dialogare in Te-visione...
di via Carducci. Strano poiché se fosse un atto
mondo intorno a noi, possiamo capire quanto
il Dialogo è energia, genera un filo di
tribale da clan, i gruppi per responsabilità, si
poco ne usiamo e quanto ce ne sia ancora da
sensibilità ed empatia... allena l’ascolto
sarebbero dati appuntamento nelle campagne
usare; Già soltanto l’ esperienza quotidiana
Attivo la capacità a Rispondere e sciogliere
o nei boschi, come fanno gli Uligans per rego-
della Reciprocità, oramai trascurata dall’ef-
la rigidità mentale, riconoscendo l’altro
lare i conti. Ma c’è un inconscio protagonismo
fetto “tecnologico” dei monitor, se Ri-vissuta
come una prolunga di se stesso. Nella
Televisivo, che stimola rivolte e violenza:
in maniera responsabile genera valore ed entu-
pratica quotidiana dell‘incontro si esercita
basta vedere, e ascoltare un telegiornale per
siasmo, e attraverso il dialogo con l’altro, può
l’Elasticità di riequilibrare pensiero parola
aver vari effetti... inquinanti l’immaginario....
aumentare la capacità di espandere la propria
e azione per contribuire con U.V.A.(umano
CHE CI VOGLIAMO FARE... più telecamere? o
conoscenza “ogni informazione modifica la
valore aggiunto allo scambio di risorse e
maggior Ascolto e Educazione? “Se tu avessi
coscienza”. La stima Stimola la presenza nel
capacità) ai Beni Relazionali sui Beni Comu-
più cervello capiresti quanto te ne manca” cosi
viaggio relazionale. Il fiume scorre, l’umanità
ni (terra, aria, acqua, fuoco ) co-producendo
l’amico Giancarlo mi invita a scrivere sull’Ac-
fa il suo corso nel tempo e riprende il discorso
Cultura, il quinto Bene Comune illimitato e
caduto: rimembro che anch’io avevo questa
del Transito terrestre. Da un disaggio come
gratuito in quanto ri-conosce lo svolgersi
concezione bipolare. In quegli anni in cui non
quello dei rossi e dei neri riaffrontato in un
del percorso dell’Umanità, cosi la crisi
ero né carne né pesce, a fine del V ginnasio,
confronto costruttivo, si ri-crea un valore
diventa un opportunità che unisce i destini
iniziai a giocare con i simboli e le Parole, un po’
aggiunto per tutti nel dialogare il conflitto po-
eleva i cammini e fa degli incontri empatici,
in confusione tra un atteggiasento di sinistra
tenzialmente si risolve, può nascere un saggio
la viva ricchezza di tutti. n
Il Rinascisenso
M
eglio di così non si poteva iniziare
per far comprendere o ammirare il
nostro Umano disaggio Culturale.
Balli televisivi, botti, botte, bottiglie
Rotte per comprendere la violenza Radicata in
un agire istintivo bestiale.
Aldilà dei colori della Destra e della Sinistra,
ideali svaniti nella Realtà dei fatti. Aldilà dei
moventi occulti dell’Alcol e della droga, c’è
l’Ignoranza di chi ignora ciò che fa e poi lo
ritrova nelle cicatrici sulla pelle o meglio inciso
nella mente ogni istante nella coscienza. Che
strana coincidenza celebrare in piazza Martiri
con due personaggi televisivi che a mezzanotte hanno fatto il primo augurio dell’anno a
Matera e dopo poche ore, dei giovani Uligans
di partiti contemplati a squadre di calcio, folleggiano e se le suonano sotto le telecamere
di
“Politica teramana”
Il Pd a rischio
scomparsa
Dagli errori commessi non impara nulla
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
n.95
candidato sindaco (noi siamo ottimisti e diamo già per scontato che
per l’uscita del mensile ci sia già il nome, ma siamo pronti a tutto!
ndr). Il candidato Albi, nelle elezioni comunali 2009, non fu figlio del
Pd leader del centrosinistra, di una sua scelta a priori, ma di una
mancata affermazione dell’esprit della sua ala sinistra, o meglio del
tornaconto personale di chi incarnava quella strategia. Ora la storia
pare ripetersi e invece di porre sul piatto un candidato forte, che
combatta con le unghie un Brucchi inferocito e galvanizzato dalla
vicinanza del comandante Gatti, si stava rifacendo lo stesso errore
(o lucida strategia) di cinque anni prima, cercando di presentare
uomini Albizzati.
Con la carta Di Pasquale, che in questo caso pare la più ovvia, il Pd
potrebbe ritrovare se stesso in città, anche se per la verità l’avvocato teramano fino a poco tempo anelava ad uno scranno regio-
S
9
nale, e Piazza Orsini era relegata come opzione di secondo piano:
non vorremmo che vigesse il ragionamento del pur di starci, così da
comparirà anche il Pd. Una volta passata l’ondata euforica
accettare anche una legislatura da visibilità, perfino all’opposizione
renziana che surfa adamantino sui cocci di un partito che vo-
ma comunque sempre presente. Non penso sia nelle corde della
leva wecanizzare il mondo, la realtà dei fatti consumerà tutti.
terribile avvocatessa. Finora le colpe del Pd teramano si possono
Le due anime primor-
enumerare senza tema di smentite: congresso comunale rimandato
diali del partito Democra-
alle calende greche; candidatura a sindaco con una trama intricata,
tico non sono mai state
da libro giallo; poco aiuto concesso a Cavallari; alleanze buttate alle
digerite completamente:
ortiche; immobilismo su tutto: meritocrazia a tratti; veti incrociati. E
nell’inconscio di questa
non è tutto. Nel frattempo il Pd fa notizia anche sui social network.
figura molto complessa (un
All’accorata difesa di Manola Di Pasquale (“voi pensate che demo-
caso psichiatrico quasi), al
nizzando il Pd sempre e comunque Brucchi non rivinca?
limite della schizofrenia, Dc
Se continuate così voi
e Pci sono rimaste tesi e
sarete i suoi migliori alleati;
antitesi, senza quella dia-
Vediamo di fare squadra
lettica e sintesi hegeliana
per il bene di questa città”),
che Veltroni si era ripro-
il candidato sindaco dei
messo di voler imprimere
movimenti civici Gianluca
alla nuova figura politica.
Pomante, cui era rivolta la
Le condizioni dettate dal
frecciata, replica in questo
cinefilo romano furono che
modo: “Cara Manola, vi
i post democristiani non fossero costretti a dichiararsi socialisti,
auto-flagellate e portate
fu così infatti che l’inserimento del nome democratico rispose alla
avanti una politica suicida
bisogna. Ma il presupposto, implicito, era un altro, cioè che i post
e la colpa sarebbe mia?
comunisti e neo socialisti dominassero, mentre gli altri si aggregas-
Io vi avevo offerto una
sero in un’utile minoranza. Ma più che la divisione passata dei ruoli
soluzione più che onorevo-
ciò che frena il Pd è lo scontro tra quella severità tutta marxista,
le, paritetica ed auspicata
rigida e poco conciliante, e il laissez-faire dei fisiocratici democri-
da molti. Era tanto difficile
stiani, diatriba sociale che nelle incertezze e titubanze del rapporto
ricompattare il centrosinistra puntando su trasparenza e merito
frena costantemente le ambizioni decisionali del partito. Non vi è
nella scelta degli assessori e dei collaboratori? Era tanto difficile
stata una vera mistura, un vero annichilimento delle due fazioni in
mettere da parte gli interessi personali di pochi dirigenti di partito
un progetto comune, ma solo una prevalenza del vecchio apparato
e pensare al bene della città? Se predicate male e vi comportate
Pci che ogni giorno in maniera subliminale, inconsciamente, frena
peggio, non prendetevela con me ma spiegatelo ai vostri iscritti e
il futuro.
agli elettori. Noi cercheremo con tutte le forze di vincere e, credimi,
Che venga poi uno come Renzi, con la sua poca ortodossia, consi-
ce la faremo. Avete perso il treno anche stavolta.
derato addirittura di destra (quando il mondo sta già confondendo
Teramo non può più aspettare i vostri giochetti. Ci sono problemi
da un pezzo le posizioni storiche), c’era da aspettarselo. Il Pd soffre
gravissimi in città e servono risposte ed azioni forti ed immediate.
della sindrome di Tafazzi, il personaggio della Gialappa’s che amava
Per il bene di tutti, fatevi da parte e chiudiamo un’epoca”. Il Pd
percuotersi masochisticamente i testicoli con una bottiglia di
perde i treni, il Pd non vuole vincere, il Pd fa i soliti giochetti. Non
plastica, altrimenti non si spiega, tanto per restare tra il Tordino ed
c’è futuro per uno che commette sempre e sistematicamente gli
il Vezzola, perché ci abbia messo così tanto per partorire un’idea di
stessi errori. n
di
10
n.95
Eventi
Cioccolato,
“Chicchere”
...e altre storie!
L
Maurizio
Carbone
[email protected]
Castelli, è stata invitata ufficialmente alla manifestazione e, soprattutto al
Convegno: la dotta relazione è stata presentata con grande professionalità da Vincenzo De Pompeis, tanto da ‘incantare’ letteralmente gli astanti
nel bellissimo Palazzo Grimaldi, fra questi, il Presidente del Parlamento di
Malta, il Dott. Antonio Caprarica (corrispondente RAI-TV da Londra, autore
del recente libro “Il Romanzo dei Windsor”, amori, intrighi e tradimenti in
300 anni di favola reale), Ignazio Abbate, Sindaco di Modica...
La valenza di questo intervento, ha assunto maggiore autorevolezza
grazie alle relazioni di illustri Referenti, la Prof.ssa Clarissa Sirci, Direttrice
del Museo ‘Ubaldo Grazia’ di Deruta (PG), ha confermato come la città
umbra e, la stessa Faenza (RA), non hanno prodotto tazze e chicchere per
il cioccolato, prima del ‘900: l’unico centro a produrre questo particolare
‘contenitore’ nel periodo Barocco , è stato Castelli, appunto e, non solo
per il Regno di Napoli (o delle 2 Sicilie). L’intervento dello Studioso pescarese (discendente della famosa Famiglia castellana dei Pompei), ha sortito
e festività Natalizie appena trascorse, periodo di “gustose libagioni”’
l’effetto immediato del prossimo impegno come Relatore al Sàlon du
potrebbe avere un’appendice...scritta, cronaca di una Manifesta-
Chocolat a Bruxelles, il 07/08/09 febbraio 2014, bel risultato! Non è finita
zione/Evento importante e singolare denominato Chocomodica
qui, è vero che Castelli non ha prodotto il cioccolato ma... le chicchere
2013, “dolcissima” kermesse tenutasi nella splendida Modica
(stupende quelle con relativo piattello-porta chicchera di C.A. Grue), per-
(Ragusa) il 06/07/08 dicembre appena trascorso, il “Salone” della città
tanto la candidatura all’ammissione nell’Itinerario Europeo del Cioccolato,
Iblea, full immersion di eventi, concerti, degustazioni, convegni, spettacoli,
presentata opportunamente
presentazioni di libri e altro, ha avuto la cittadina di Castelli come pro-
con apposita Delibera di
tagonista. Una premessa per inquadrare l’argomento: uno dei primi atti
Giunta, è stata formalmente
dell’Amministrazione Comunale del Sindaco Enzo De Rosa, oltre due anni
ufficializzata dal Dott. Filippo
fa, è stato l’organizzazione del Convegno sul Cioccolato, presso il Liceo
Pinelli, responsabile del Con-
Artistico Design
sorzio medesimo. L’obbiettivo
“F.A. Grue” con
raggiunto è incredibile: Torino,
la partecipa-
Cuneo, Firenze, Perugia,
zione di illustri
Modica... Castelli e Malta!
Relatori, Dott.
A corollario di questo risultato, la ‘cronaca’
ssa Lucia Arbace,
si impone, riferendo di questi tre-giorni
Dott. Vincenzo
vissuti...intensamente, Modica è meraviglio-
De Pompeis,
sa, il centro ‘storico’ dispiegato in una tipica
Dott.ssa Mara
‘gravina’, case e palazzi che si affacciano su
Fabrizio, M°
Corso Umberto I, nelle piazze principali, gli
Cioccolatiere
eleganti gazebo dei maggiori produttori di cioccolato (anche stranieri),
Concezio Centi-
i negozi dei cioccolatieri locali come autentiche ‘boutique’ del “Nettare
ni. Le conclusioni
degli Dei”, città in festa, teatro e artisti da strada, la Fanfara dei Bersaglieri
del Convegno
(Caltanissetta) ha allietato la folla durante i tre giorni dell’evento con
stesso, furono
musiche ed esibizioni a... passo da corsa, di notte poi, lo spettacolo ha
sorprendenti:
assunto toni suggestivi: le splendide chiese di S. Giorgio, del Carmine e S.
il rinvenimento di documenti storici in occasione di alcuni inventari, a
Pietro, sapientemente ‘fasciate’ dalle proiezioni del Luminografo Gaspare
Palazzo D’Avalos /Vasto, CH) e, Palazzo Reale dei Savoia (Torino), effettuati
Di Caro, hanno ‘sublimato’ le facciate barocche, già di per sè bellissime.
dalla Arbace, attestarono la produzione, quasi esclusiva, nel famoso
Il cioccolato a Modica è stato ed è un fatto culturale, buonissimo, senza
centro della Valle Siciliana, delle ‘chicchere’ per servire il cioccolato (e, il
additivi, realizzato dalle migliori cioccolaterie che importano direttamente
caffè) sin dalla fine del ‘600, a tutto il ‘700. L’esito imprevisto in questi anni
il cacao dalle nazioni del centro-America, tantissimi aromi, per tutti i gusti,
ha portato il Sindaco de Rosa, ad allacciare rapporti sempre più stretti con
il cioccolato modicano è famoso in tutto il mondo, per l’occasione, le
le Associazioni che tutelano la produzione, promozione e salvaguardia
deliziose ‘barrette’, sono state confezionate anche con le immagini delle
del cioccolato - Made in Italy - The Chocolate Way, Euro Chocolate e Fine
‘chicchere’ di Castelli, instant-print! non c’è che dire. Altra oppurtunità,
Chocolate, delle città di Modica, Perugia, Firenze, Torino e Cuneo. Ancora
la visita alla Antica Dolceria Rizza, cioccolatieri da generazioni, dove la
una volta l’intuizione di de Rosa si è rivelata ‘geniale’. Torniamo ll’attualità,
produzione risponde a requisiti qualitativi e di igienicità elevatissimi. Infine
dopo qualche anno è stato riproposto il ChocoModica 2013, organizzato
un doveroso ringraziamento alle autorità locali, per la calda, squisita e
dal dinamico Dott. Antonino Scivoletto e, della Prof.ssa Grazia Dormiente,
proverbiale ospitalità siciliana, mai vista tanta premura, disponibilità,
rispettivamente, Direttore ed Presidentessa del Consorzio Tutela del Cioc-
organizzazione, attenzione e generosità, per i rappresentanti di Castelli:
colato della storica città, tra le più belle espressioni del Barocco Siciliano.
esperienza culturale e umana, unica e irripetibile!
n
di
12
n.95
Solidarietà
Il Banco
Alimentare
Contro lo spreco, contro la fame
Piergiorgio
Greco
[email protected]
Dal 2011, inoltre, il Banco dell’Abruzzo ha attivato a Pescara, Montesilvano e Termoli il progetto Siticibo, che permette la raccolta di cibo fresco
per donarlo immediatamente agli enti caritativi.
I numeri del Banco Alimentare dell’Abruzzo sono significativi: 1.521.000
i kg di prodotti raccolti nel 2012, 1.647.000 quelli distribuiti nel 2012 (la
differenza consiste nell’avanzo dell’anno precedente proveniente dalla
Colletta Alimentare di fine anno). Gli enti convenzionati sono 252 di cui
211 in Abruzzo (75 nella provincia di Chieti, 81 a Pescara, 19 a L’Aquila e
36 a Teramo), e 41 in Molise. Le persone assistite mediante questi enti
sono 44.432, di cui 38.254 in Abruzzo (12.419 nella provincia di Chieti,
15.513 Pescara, 3.789 L’Aquila, 6.533 Teramo), 6.178 in Molise. Grazie a
Siticibo, 20.038 kg sono stati raccolti e distribuiti nel 2012, mentre nel
corso della Colletta Alimentare che si è svolta lo scorso 30 novembre,
sono state raccolte 246 tonnellate di prodotti, di cui 204 in Abruzzo (a
C
Pescara e provincia 57 tonnellate, a Teramo 57, a Chieti 59 e a L’Aquila
le eccedenze
A06050 15402 CC0560010715 Carichieti Agenzia di Pescara, c/c postale
alimentari per
34849851 intestato a: Ass. Banco Alimentare Abruzzo onlus, via Celestino
distribuirle agli enti
V n. 4, 65129 Pescara): ricordiamo che grazie alla legge nota come “+ dai
convenzionati che
- versi” oggi le donazioni in favore di enti non profit sono completamente
3), 42 in Molise, grazie a circa 5 mila volontari in 350 punti vendita delle
ontro lo spreco, contro la fame. È questo lo slogan del Banco
due regioni. È possibile aiutare il Banco Alimentare dell’Abruzzo in vari
Alimentare, la realtà presente in tutte le regioni italiane con lo
mondi. Si possono donare, ovviamente, le eccedenze alimentari, con
scopo di
benefici economici (come il risparmio sullo smaltimento), logistici e
raccogliere
burocratici. Inoltre, si può dare un contributo economico (codice Iban IT26
assistono i poveri.
deducibili fino ad
Il Banco Alimen-
un massimo del
tare dell’Abruzzo,
10 per cento del
gestito dall’Asso-
reddito di chi dona
ciazione Banco Ali-
o per un importo
mentare Abruzzo
non superiore a 70
Onlus, è una delle
mila euro. Si può
ventuno sedi della Rete Nazionale del Banco Alimentare, coordinata dalla
pure devolvere il
Fondazione Banco Alimentare Onlus.
5 per mille della
In Italia questa esperienza nasce nel 1989 dall’incontro tra monsignor
dichiarazione dei
Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, e il cavalier Danilo
redditi inserendo
Fossati, titolare della Star. In Abruzzo e Molise il Banco arriva nel 1997,
il codice fiscale
in occasione della prima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, la
91048560683. In-
raccolta di fine novembre che rappresenta una delle attività del Banco,
fine, è possibile diventare volontario donando del tempo a questa grande
operativo tutto l’anno nella raccolta delle eccedenze, grazie a contributi
opera di carità. Per saperne di più, contattare il numero 085 4313975 o
pubblici e privati, e iniziative di autofinanziamento. Nel magazzino di 1000
visitare il sito www.bancoalimentare.it/abruzzo.
metri quadri in via Celestino V a Pescara lavorano un direttore, una segre-
Nel 2014, però, si rischia una situazione di emergenza, come spiega Luigi
taria e due operatori, insieme al supporto indispensabile di una trentina di
Nigliato, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo: “Purtroppo il 31
volontari, con una dotazione di un camion e di un furgone, oltre alle varie
dicembre 2013 è terminato il programma europeo di aiuti alimentari, ba-
attrezzature logistiche.
sato sul recupero delle eccedenze dell’agricoltura. Questo vuol dire che, a
Ogni giorno, il Banco raccoglie eccedenze alimentari – prodotti perfet-
livello regionale, metà dei prodotti che annualmente il Banco Alimentare
tamente commestibili ma destinati al macero perché non più adatti alla
dona agli oltre 38 mila poveri abruzzesi non ci saranno più. Si tratta di
commercializzazione per errori di etichettatura o promozioni terminate
una vera e propria emergenza nazionale, contro la qual la Rete Banco
ecc. – da imprese agroalimentari, grande distribuzione organizzata, Agea
Alimentare si sta muovendo già muovendo, e con risultati che iniziano
(Agenzia per le erogazioni in agricoltura), e le dona ai poveri mediante una
a vedersi: grazie alla nostra presenza a Bruxelles e al sostegno trasver-
rete di enti convenzionati (mense dei poveri, associazioni di volontariato,
sale di eurodeputati italiani, è stato stanziato un fondo europeo di 500
Caritas, case famiglia ecc.). A novembre, come detto, il Banco dell’Abruz-
milioni di euro contro l’indigenza, che però dovrà sommarsi ad un fondo
zo partecipa alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, il gesto di
nazionale. Poiché sicuramente si tratta di fondi non sufficienti - conclude
carità che si svolge l’ultimo sabato in centinaia di punti vendita, dove chi
Nigliato - invitiamo tutte le aziende che hanno eccedenze a contattarci:
va a fare la spesa viene invitato da migliaia di volontari a donare alcuni
saremo ben lieti di poter recuperare i loro prodotti, a vantaggio di chi vive
alimenti che vanno ad aggiungersi a quelli raccolti con l’attività ordinaria.
nel bisogno”. n
di
Satira
Do Not
Disturb
Un cameraman nella notte
F
Mimmo
Attanasii
13
[email protected]
n.95
un fugace jingle.
“Vattene!”, grida minaccioso il farmacista rivolto
a un tizio che gli tiene testa. “Mi devi sparare…
mi devi sparare!”, lo sfida ad alta voce l’uomo
disarmato e, forse, apparentemente più padrone
di se stesso, se valutato l’atteggiamento sopra le
righe del dottore. “Ti faccio un buco…”, continua
il farmacista con fare insidioso e la pistola puntata sulla fronte dello sfidante. La notte di Natale
è assai simile a quella del film “Parenti serpenti”
di Monicelli.
Le macchiette di avvocati impomatati, notai impettiti, si sfrangiano caratterizzate con sarcasmo
dal regista morto suicida nel vuoto di un precipizio voluto come lo scrittore praghese Bohumil
orse a chi legge, saranno già noti. Non a chi
Hrabal. Caricature quotidiane, in cui riconoscersi
scrive, giacché i fatti sono in divenire. Non è
impietosamente. Coscienti di se stessi, seppure
dato sapere al curatore di questo stralunato
immersi in un duello surreale tra uno speziale
almanacco di insoliti avvenimenti natalizi se
esasperato e un avventore scatenato e risoluto
lo spazio aereo nel cielo sopra Piazza Martiri sia
nel baccano contenuto di un paesone indolente
stato rimodulato nei propri corridoi e nelle proprie rotte da ridisegna-
anestetizzato dagli aperitivi cenati. Le serrande dei negozi non è as-
re al più presto per assicurare un giaciglio sonoro, la riservatezza, a
solutamente il caso di prenderle a calci. Basta bussare con cortesia.
sostegno delle preghiere affrancanti dal peccato e annunciate a Dio
Al farmacista sarebbe bastato alzare la cornetta per segnalare l’emer-
in coro allungando il collo fra le navate della cattedrale.
genza. Per la pistola, vera o giocattolo che fosse, sarebbe stato più
Non si conosce la strategia di Trenitalia sui nuovi orari delle tratte
opportuno lasciarla là, dov’era giudiziosamente custodita. Per ultimo:
di collegamento ferroviario fra la costa e l’interno della provincia,
“Chissà se quel cameraman, la mancata Iena di Italia 1, avrebbe
oggetto di riscrittura a causa del roboante segnale sonoro
dei convogli che si scambiano l’eco contro i muri
della chiesa di Cartecchio. Comunque, il
fatto teramano, quello che più di tutte
le storie del dopo Befana sia riuscito
ad accelerare l’attenzione dei
media, telesponde di notizie
ad personam finanziate con
i denari del consueto
Pigmalione Re di Cipro, è
uno solo. E di certo sarà
portato a termine il reportage se si fosse imbattuto in uno
stupro?”. In un racconto, l’apprensione, lo stato di
tensione, l’inquietudine, l’attesa ansiosa, la
trepidazione e quant’altro nella prospettiva drammaturgica sono uno specifico
segno di accostamento alla vita
quotidiana. Se nel finale di questa storia narrata, i personaggi
si fossero avventati contro
la persona che brandiva
l’arma da fuoco nell’in-
ricordato per molto
tento di scongiurare una
tempo ancora come lo
tragedia piuttosto che
squarcio peggiore di un
usare il telefonino per
borough newyorkese. Il
chiedere aiuto, si sa-
Bronx sotto i portici del
rebbero delineati chiari
Banco di Napoli. Una
i profili psicologici di
Gomorra alla Savia-
eroi metropolitani.
no. Una impensabile
In questo racconto, inve-
brodaglia, una epopea
ce, si tenderà a un epilo-
da Far West arricchita
con l’irrinunciabile cardone
teramano della Vigilia di
Natale. Una fiction anomala.
Un farmacista, un avventore notturno e lo smartphone con la sicura
tolta di quel qualcuno sempre pronto
a filmare, a fare prelievi di realtà calda da
servire poi fredda, quanto la vendetta, al ritmo di
go dissonante. Nel pieno
rispetto delle risonanze
ecclesiastiche, a cominciare
dal Natale a fatica archiviato,
nelle prospicienti aree deputate
al culto, si potrà sparare soltanto se
muniti di silenziatore montato e funzionante in canna alla rivoltella.
Orazione in corso: “Do Not Disturb”. n
di
14
n.95
Il libro del mese
Gli Indifferenti
Alberto Moravia
Maria Cristina
Marroni
[email protected]
cessita del suo aiuto. Michele, venuto a conoscenza del fatto, tenta
di ostacolare la relazione e di uccidere Leo. Ma la pistola è scarica.
Infine tutto si sistema: Leo sposerà Carla con il consenso della madre
e del fratello. Mariagrazia affogherà nella solitudine e nello squallore
quotidiano.
Il romanzo ebbe da subito enorme successo sia in Italia, che all’estero. “Raccordava innanzitutto, attorno al tema dell’indifferenza, le
molte coordinate della crisi decadente già tracciate dai contemporanei narratori europei: vale a dire l’incomunicabilità, il senso dell’inet-
A
titudine, la coscienza dello scacco”.
sottesa un’indagine di
di sincerità, si ripeteva riaggrappandosi alla sua vecchia idea fissa,
natura intellettuale e
“un po’ di fede… e avrei ucciso Leo… ma ora sarei limpido come una
morale, tesa a illuminare
goccia d’acqua.”
Si sentiva soffocare; guardò Lisa, pareva contenta:
il conflitto tra l’”essere”
“Come vivi?” avrebbe voluto gridarle: “Sinceramente? con fede?
e il “dover essere”, tra
Dimmi come riesci a vivere.” I suoi pensieri erano confusi, contraddit-
l’aspirazione ai valori
tori: “E ancora” pensava con un brusco, disperato ritorno alla realtà,
autentici e assoluti e
“Forse questo dipende soltanto dai miei nervi scossi… forse non è
l’apparenza vuota e
che una questione di denaro o di tempo o di circostanze.” Ma quanto
deprimente.
più si sforzava di ridurre, di semplificare il suo problema, tanto più
Si tratta di una lotta ser-
questo gli appariva difficile, spaventoso. “È impossibile andare avanti
rata, destinata a lungo a
così.” Avrebbe voluto piangere; la foresta della vita lo circondava da
restare irrisolta o a sfo-
tutte le parti, intricata, cieca; nessun lume splendeva nella lontanan-
ciare nella disfatta del
za: impossibile”.
soggetto stesso perché
Sul piano della struttura narrativa tali temi sono inseriti in un impian-
“la vita è quella che è” e
to di tipo naturalistico e si determinano attraverso un’osservazione
richiede spirito di adat-
minuziosa della realtà ambientale, sociale e psicologica attraverso
tamento e a volte scelta
uno stile alieno da ogni indulgenza al lirismo.
del compromesso.
In Italia il romanzo di Moravia si presentò come fortemente innova-
“Entrò Carla; aveva
tivo, rompendo bruscamente il rarefatto clima della letteratura del
indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta,
tempo ed evidenziando la crisi morale della classe dirigente borghe-
che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di
se, in contrasto con l’ottimismo culturale del regime fascista.
un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno
L’indifferenza assume nella narrazione connotazioni storiche. “Il con-
alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione
flitto che è all’origine dell’indifferenza può configurarsi infatti come
guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura;
la dissonanza eterna dell’uomo con la vita, ma è anche il conflitto
una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo sul
dell’individuo con una determinata società, come testimonia tutto
divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto”.
l’arco della narrativa di Moravia”. n
“Un disgusto opaco l’opprimeva; i suoi pensieri non erano che aridi-
ll’interno della
tà, deserto; nessuna fede, nessuna speranza alla cui ombra riposare
produzione com-
e rinfrescarsi; la falsità e l’abbiezione di cui aveva pieno l’animo egli
plessa e copiosa
le vedeva negli altri, sempre, impossibile strapparsi dagli occhi quello
di Moravia è
sguardo scoraggiato, impuro che si frapponeva tra lui e la vita; un po’
L’incipit del romanzo “Gli indifferenti” di Alberto Moravia è un esercizio di stile che mostra con chiarezza i tratti tipici della narrazione
moraviana, “solita a procedere con una minuziosità che sembra
costantemente sul punto di slittare nella pedanteria –se non si
riscattasse attraverso delle sottili intuizioni, dei guizzi dell’immaginazione, che inopinatamente rivelano le tensioni interne della realtà
rappresentata”. Così di seguito i “gingilli (…) morti e inconsistenti
nell’ombra del salotto” sembrano “costruire sensibilmente il tema
fisico dell’indifferenza”.
La storia si svolge in quarantott’ore ed è ambientata in un’elegante
casa romana del quartiere Parioli. I personaggi, Mariagrazia Ardengo
con i suoi due figli, Carla e Michele, e il suo amante, Leo Merumeci,
appartengono all’alta borghesia. Leo, ricco viveur si invaghisce di
Carla, approfittando dei problemi economici della famiglia, che ne-
di
Yuri
Tomassini
Accade in città
Silenzio
si sporca
Chi non lo fa,
merita tutto questo?
[email protected]
15
n.95
Migliaia di residenti capaci di scuotere il sedere e saltare scatenati la notte di San Silvestro alle note di canzoncine bifolk in stile
‘Rosina dammela’ di Vittorio il Fenomeno e
che per il resto dell’anno calpestano giulivi
la sporcizia che in alcuni punti ha trasformato il territorio in una quasi-discarica a
cielo aperto. Una sporcizia che non vedono
più, che neanche turba, neanche provoca il
minimo brivido nelle menti dopate
da una quotidianità piccola e meschina. Le
colpe dell’amministrazione sono innegabili
per molte ragioni, ma relative.
È l’incredibile collasso degli elementari
principi di buona educazione e rispetto dei
luoghi pubblici, di adulti, adolescenti, stu-
N
denti, professionisiti, pensionati, imbarbariti
centro, ricordano realtà degradate del più
to che ha ucciso 309 residenti e concittadini
triste e sconsolante Sud: rifiuti dappertutto,
esclama ‘che botta di culo’ riferendosi agli
cristallizati da mesi sui marciapiedi, nelle
affari milionari a portata di artiglio.’ O te li
grate dei tombini, tra le crepe dell’asfalto.
fai mo’ i soldi o hai finito’. Le parole regi-
Mozziconi, pacchetti di sigarette stinti, car-
strate dagli inquirenti sono di un pubblico
te unte, avanzi di colazioni bestiali, barattoli
amministartore, stipendiato dai cittadini,
e bottiglie di birra scadente.
Ermanno Lisi.
antropologia mostruosa’ anche l’ottimismo
Il declino, la morte indolore di un piccolo e
Di fronte al dilagare nelle istituzioni e nella
della volontà diventa faticoso.
inutile capoluogo di provincia prima ancora
vita civile di questi individui che Marco
Iniziano ad essere maggioranza, non più
di un Paese inebetito.
Travaglio ha definito ‘subumani, vampiri..
un’eccezione, una mostruosità irripetibile. n
e consustanziali ai disgustosi scarti che
ell’indifferenza generale, e, inspie-
abbandonano indifferenti all’aperto.
gabile, delle assosiciazioni pseudo-
Poi una mattina apri il giornale e leggi
culturali e della’mministrazione co-
l’intercettazione telefonica di un assessore
munale. Molte vie, appena fuori dal
aquilano che diciotto mesi dopo il terremo-
Note linguistiche
I nomi propri...
diventano
comuni
N
ma non si tratta di un errore ortografico; ciò accade perché sono
diventati dei nomi comuni, mentre in origine erano nomi propri. In
sostanza, alcuni nomi propri di luogo o di persona hanno dato denominazione a cibi, bevande, liquori o oggetti i cui nomi si scrivono
normalmente con l’iniziale maiuscola.
Ad esempio il chianti ha preso il nome
dalla zona della Toscana che lo produce, il
gorgonzola dalla cittadina lombarda e così
via. Questo fenomeno si verifica anche
in ambiti diversi da quello gastronomico:
basti pensare a “lavagna” (che deriva dalla
località ligure dove la materia è estratta): a
“savonarola”, un antico sedile a forbice di
antica origine toscana, (il cui nome deriva
dalla sedia di Gerolamo Savonarola in
el menù di un ristorante può accadere
San Marco a Firenze; a “biro” (dal nome
di leggere: tra i formaggi “gorgonzola”,
dell’inventore ungherese Birò); ad “avana”
tra i vini “chianti” o “bordeaux”, tra i
un sigaro aromatico (dal nome della città
liquori “cognac”, “grappa” o “porto” e, per
cubana); a “colonia”, il profumo (dalla città
concludere “champagne”. Spesso questi
tedesca che in origine produceva questa
nomi sono scritti con l’iniziale minuscola,
essenza), e così via. n
16
n.95
di
Sirio Maria
Pomante
La fotografia
Iacopo
Pasqui
[email protected]
tratto distintivo dei suoi scatti?
stimolare uno sguardo nuovo verso le realtà
Iacopo Pasqui è una giovane promessa
che ci circondano quotidianamente; è ciò
della fotografia, dedito al paesaggismo e
che abbiamo cercato di fare con la giornata
alla documentazione sociale. Lavora come
organizzata al Castello Della Monica, un
professionista dal 2008 e, sebbene non
bene di cui i cittadini hanno potuto usufrui-
abbia ancora trent’anni, ha già realiz-
re, anche se per un solo giorno.
zato progetti importanti con altrettanto
Emanuela, il FAI nasce per riaccendere
importanti committenti alle spalle; un
le luci sui luoghi trascurati del nostro
esempio è la mostra inaugurata a Teramo,
Paese. Quale sinergia può nascere tra
una documentazione innovativa dell’ultimo
la tutela e la valorizzazione di quella
Conclave commissionatagli dall’Istituto
peculiarità italiana che è il paesaggio e il
dell’Enciclopedia Italiana G. Treccani sul
mezzo espressivo fotografico?
quale vorremmo porre l’accento: questa
I progetti dei fotografi italiani di paesag-
mostra, che si accinge a fare il giro di musei
gio sono per lo più sconosciuti al grande
molto importanti, è passata a Teramo
pubblico e spesso sottovalutati dalla critica,
quasi in sordina e noi vorremmo partire
a causa della difficoltà nel catalogare
dalle opere ivi presentate per iniziare un
in maniera univoca tutte le esperienze
excursus del suo percorso artistico. Pasqui
compiute a partire dalla fine degli anni ‘60
indaga il paesaggio, naturale o artificiale
e nell’impossibilità di ridurle a una vera e
che sia, e ne scopre la bellezza e il fascino
propria scuola di pensiero. Barbieri, Castel-
attraverso uno sguardo lento e oculato. Le
la, Jodice, Basilico, ma soprattutto Ghirri,
“D
sue immagini sono, non solo ariose vedute
hanno profondamente innovato l’iconogra-
dell’ambiente, ma anche “visioni” di oggetti
fia del paesaggio italiano, disfacendosi dei
i visione in visione” è il titolo
quotidiani e quasi banali che manifestano
topoi della tradizione pittorica per dedicarsi
scelto dal gruppo FAI giovani
paradossalmente due dimensioni: quella del
all’impatto antropico sulla morfologia del
di Teramo per l’incontro con
trascorrere inesorabile del tempo e quella
Bel Paese, frutto del boom economico degli
Iacopo Pasqui, organizzato
della sua stasi acronica. È per questo che
anni Cinquanta. L’importanza attribuita
per sabato 18 gennaio, ore 18, a L’ARCA/
le sue fotografie preservano un alone di
alla banalità del quotidiano, alla periferia in
Laboratorio per le arti contemporanee. Il
ambiguità; a volte una luce diafana abbaglia
espansione, allo spazio vuoto e al dettaglio
lavoro del giovane fotografo che ha già
l’intero paesaggio cancellando ombre e con
nascosto è l’aspetto più innovativo della ri-
Di visione in visione.
Il gruppo FAI giovani Teramo
incontra il fotografo
Iacopo Pasqui
cerca fotografica intrapresa dai nuovi “paesaggisti” nella seconda metà del Novecento,
una ricerca che può e deve diventare fonte
primaria di uno studio contemporaneo del
paesaggio italiano. Spesso si parla di tutela,
conservazione e valorizzazione delle opere
d’arte, intese come singoli pezzi di un
grande puzzle che rappresenta il patrimonio
storico-artistico del paese, ma quasi mai si
pone l’accento sulla necessità di tutelare concretamente il paesaggio, peraltro
materia comprimaria del nostro codice dei
beni culturali. Credo che i fotografi possano
diventare gli interlocutori privilegiati accanesposto presso l’istituto musicale “Braga” e
esse qualsiasi riferimento temporale; altre
to a chi si occupa quotidianamente della
che presto tornerà a mostrare il suo lavoro
la stessa luce si focalizza su un particolare
gestione del nostro patrimonio culturale,
presso l’Università degli Studi di Teramo,
e si impregna della sua essenza, senza mai
proprio per la capacità intrinseca delle foto
è stato presentato da Umberto Palestini,
creare forti chiaroscuri.
di arrivare ad un gran numero di persone
direttore artistico de L’ARCA, e approfondito
Perché i giovani del FAI hanno voluto pro-
e di stimolare una maggiore attenzione su
da due membri del gruppo FAI che lavorano
porre alla città e non solo questo evento?
un territorio in continuo cambiamento. Il
nel campo dell’arte contemporanea e della
Per sensibilizzare gli animi verso la causa
vecchio adagio “conoscere per tutelare” è
fotografia, Martina Lolli ed Emanuela Ama-
del paesaggio italiano, per dischiudere le re-
l’unica via percorribile, in altre parole solo la
dio. A loro ci siamo rivolti per avere qualche
altà artistiche a noi prossime, ma soprattut-
consapevolezza dello spazio in cui viviamo
informazione.
to per portare linfa nuova alla città. Sarebbe
può garantire il rispetto e l’attenzione di
Martina, chi è Iacopo Pasqui e qual è il
bello (e forse alquanto utopistico) poter
tutti i cittadini. n
di
Coldiretti informa
Oscar Green
Un’impresa agricola su 3
è nata negli ultimi dieci anni
Massimiliano
Volpone
Direttore Coldiretti Teramo
n.95
meno di 35 anni ed è alla guida di 58663 aziende. Di queste circa il
70 per cento opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle
fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino
alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino,
delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura
cosmetici.
A conferma del trend ci sono anche i dati degli iscritti al primo anno
delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali: un nuovo
studente su quattro ha scelto per il 2013/2014
un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. Nell’anno scolastico 2013/2014 si
sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici
Q
e professionali della scuola secondaria di se-
35, con la campagna che si piazza sul podio tra i
Una tendenza che si sta accentuando negli
settori preferiti dai neoimprenditori.
ultimi anni nelle scuole superiori che è confer-
Sono alcuni dei numeri diffusi con il primo
mata anche dai livelli superiori di istruzione,
Dossier sulla “Svolta generazionale dell’econo-
secondo un’analisi della Coldiretti sulla base
condo grado, statali e paritarie 262716 giovani
uasi un’impresa agricola italiana su 3
e tra questi ben il 23 per cento ha optato per
è nata negli ultimi 10 anni, mentre nei
l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità
primi nove mesi del 2013 hanno aperto i
alberghiera, che complessivamente hanno
battenti 4.200 aziende condotte da under
registrato 60017 nuovi iscritti.
mia italiana” che è stato presentato dai Giovani
17
di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti
della Coldiretti in occasione della consegna dei premi “Oscar Green”
della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le
sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio
iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno
Ministero Politiche Agricole e di Expo 2015.
fatto registrare la crescita più’ alta nel periodo considerato con un
Nell’agricoltura italiana il 7,2 per cento dei titolari di impresa ha
aumento del 45 per cento. n
di
18
n.95
Fabrizio
Medori
Musica
Paul
is dead
Altre due o tre cose
sui Beatles
N
[email protected]
e almeno due libri (“Paul is dead?” di
la fantasia, nel 1969 Paul (quello vero…)
Glauco Cartocci e “Il codice McCartney”
aveva infatti 27 anni, quindi i conti non
di Andriola e Gigante), hanno “scienti-
tornano. Fra gli altri tantissimi indizi se-
ficamente” affrontato l’argomento, con
minati dai Beatles, qualcun altro è proprio
grande spiegamento di prove, molto poco
inconsistente, per esempio si è parlato
scientifiche.
spesso della mano sulla testa di McCart-
Già gli equivoci di partenza sono più che
ney sulla copertina del disco “Revolver”,
sufficienti a mettere in chiaro che si tratta
quest’immagine, che sarebbe simbolo
di una montatura mediatica che i Beatles,
di morte, si trova però sulla copertina di
e poi McCartney, hanno utilizzato come
un disco uscito nel 1965, prima cioè del
formidabile strumento pubblicitario. Se-
presunto incidente mortale.
condo questa leggenda, Paul McCartney
Un altro indizio inconfutabile è poi celato
sarebbe morto in seguito ad un incidente
in uno stemma cucito sulla giacca di
automobilistico avvenuto a Londra nel
McCartney, nel libretto interno di “Magical
1966, dopo una lunga sessione di registra-
mistery tour”, disco del 1967. In una foto,
zione negli studi di Abbey Road, culminata
sul braccio del nostro eroe, compare la
scritta OPD, che sarebbe l’acronimo di
“Officially Pronounced Dead”, dichiarato
el 1969, poco dopo l’uscita di “Ab-
ufficialmente morto. In realtà la scritta
bey Road” - penultimo Lp dei Beat-
significa Ontario Police Department.
les, sebbene sia stato l’ultimo ad
Qualcuno dice addirittura che la scrit-
essere registrato - negli Stati Uniti,
ta reale sia OPP e che la piega della
una radio di Detroit diffuse la notizia che
giacca trasformi la seconda P in una D. In
esistevano le prove della morte di Paul
periodi più recenti sono spuntate, qui in
McCartney. La cosa, per chiunque altro,
Italia, delle analisi antropometriche che
sarebbe rimasta uno scherzo di cattivo
mettono a confronto misurazioni di parti
gusto, per Paul invece, divenne una vera
anatomiche del volto di Paul prima del ’66
e del fantomatico “rimpiazzo”.
Appare molto discutibile mettere a con-
e propria leggenda planetaria, visto che
ancora oggi c’è qualcuno disposto a scrivere libri o mandare in onda interi special
televisivi sull’argomento, in qualsiasi parte
del mondo.
Anche in Italia, ad esempio, negli ultimi
anni tre o quattro trasmissioni televisive
con un violento litigio fra lo stesso Paul e
fronto foto scattate con macchine diverse,
gli altri tre membri del gruppo.
da angolazioni diverse e, evidentemente,
Il primo indizio comprensibile sarebbe
con obiettivi differenti. Probabilmente per
stato scovato nella foto di copertina del
un’analisi del genere avremmo bisogno
disco a cui accennavo all’inizio “Abbey
di foto scattate nello stesso posto, con lo
Road” (il quale prende il nome dagli studi
stesso apparecchio e ad un soggetto nella
di registrazione della EMI, siti sull’omoni-
stessa posizione.
ma via).
Sempre in Italia, una trasmissione tele-
Nella celeberrima foto, i quattro attra-
visiva di un paio di anni fa ha mostrato
versano la strada in fila, guidati da John
un’automobile, un’Aston Martin, che
Lennon vestito di bianco (come il sacerdo-
è stata presentata come la presunta
te di un rito funebre…), seguito da Ringo
macchina sulla quale Paul sarebbe morto.
in abito nero (l’impresario delle pompe
Il restauratore, italianissimo, ha spiegato
funebri?), poi viene Paul – senza scarpe
chiaramente ed inequivocabilmente che
(perché i morti si seppelliscono, non si sa
l’incidente subito dall’auto non potrebbe
bene dove, senza scarpe) ed a chiudere
aver avuto effetti gravi, meno che mai
la processione c’è George Harrison con il
mortali, sull’autista o sul passeggero.
suo completo jeans (non poteva mancare
Lo stesso bassista, nel 1993, ha voluto
il becchino, in tenuta da lavoro!).
scherzare su tutta la faccenda, pubblican-
Sullo sfondo c’è un’automobile, un mag-
do un disco dal vivo, dall’eloquente titolo,
giolone, targato 28IF. La leggenda nasce
“Paul is live”, che mostra in copertina lo
proprio da questa automobile. Il primo
stesso McCartney, sulle strisce pedonali
segnale comprensibile della morte della
di Abbey Road, con il suo cane, e con alle
star viene proprio da qui: 28 (anni) IF (se),
spalle il solito maggiolino Volkswagen, che
cioè Paul avrebbe 28 anni SE fosse ancora
stavolta è targato 51IS, perché all’epoca
vivo! Già su questo primo punto si arena
l’età dell’artista era di 51 anni, davvero. n
di
Write about... the records!
Fanfare
Jonathan
Wilson
format: cd - 2012
label: downtown records
distributors: red distribution/bella union/self distr. (italy)
Maurizio
Carbone
19
[email protected]
n.95
tastiere, vibrafono... oddio quanti, il suono (e che suono!), viaggia su
coordinate neo-hippie e/o West Coast revival, come dire: music from
the late sixties!
Concedetevi una pausa, come recitava lo spot di un famoso amaro
“contro il logorio della vita moderna”, staccate il telefono e, per 78 minuti e 40 secondi, ascoltate gente, ascoltate! Fanfare (title track), mostra
subito lo stile del CD: i tasti dello Steinway introducono il cantato evocativo, le tastiere (bentornato Mellotron!), creano la base ideale, unghiate
di sax, quasi free jazz, la concludono. Dalla 2a traccia, Dear Friend, l’asticella comincia ad alzarsi, di molto: cambi di ritmo e stacchi improvvisi,
pieni e vuoti, grande lavoro di chitarre e organo nella (lunga) coda finale.
Her Hair Is Growing Long, voce e chitarra acustica appena sfiorata, la
mente vola subito al grandissimo ‘If I Could Only Remember My Name’
(se solo potessi ricordare il mio nome, solo-album di David Crosby!).
Love To Love (4), emblematico, sostenuto e melodico al contempo, voce
e musica all’unisono. Traccia n° 5: Future Vision, grande lavoro alle harmony vocals (J. Tillman, lo stesso Jonathan), poi parte il ritmo, sincopato,
apporto strumentale notevolissimo, pieno, non ridondante, bellissima!
Moses Pain, siamo a 6, echi di sixties, cavalcate al sole della California,
Crosby, Nash e Jackson Browne ai cori, ottimo l’organo a ‘cucire’ il tutto.
Siamo arrivati a 7, Cecil Taylor, la magia del ‘solo’ di Crosby, si ripete
P
(ancora, di più), ascoltare la voce di Jonathan, soffusa, melodica, sarà
anche ‘dèja vu’ ma, che
rima recensione targata 2014, l’edizione però è del 2013, annun-
effetto, l’incanto dura 6’
ciata dalla cover con l’immagine ‘michelangiolesca’ della Crea-
e 30’’. Con Illumination, ci
zione di Adamo: nel dettaglio, le due mani che si sfiorano, come
prendiamo una... pausa
sfondo, cielo azzurro, nuvole e, grafica in gotico. L’approccio (con-
(diciamo così) per andare
fesso), è accattivante di per sé, l’autore poi, possiede tutti i requisiti per
nel Desert trip (9), song
risultare simpatico: physìque du role notevole, songwriter, compositore,
leggera e discreta, il
produttore, sound-engineering... Il cognome (o nome) Wilson, rimanda
‘solito’ volo under the
inevitabilmente ai personaggi dello star-system musicale: Brian, Carl e
sky of the California,
Dennis Wilson (Beach Boys), Wilson-Philips (Mama’s & Papa’s), Jackie
grande effetto! Fazon (n°
Wilson, Steven Wilson (K Scope Rec.), Wilson Pickett...ma, veniamo al
10), viene annunciata da
nostro: Mr.Jonathan, originario del North Carolina (Forest City, 1974),
svisate di sax, procede
sensibile al richiamo della West Coast, ha assunto una decisione impor-
poi tra stacchi, cori e
tante, rilevando i celeberrimi ‘Studios’ di Laurel Canyon (Joni Mitchell,
clarinetti. Dalla California
Crosby, Stills, Nash & Young...), conservando gli apparati tecnologici
al...New Mexico (11), il
‘vintage’ degli stessi, chiamandoli FiveStarStudios (il Movimento 5 Stelle,
passo è breve, suggesti-
non c’entra nulla!), ha convocato i suoi abituali accompagnatori-musi-
ve atmosfere di flauti, arpeggi di chitarre acustiche, cantato di grande
cisti, Velasco, Gowen, Borger, King, Noel, Sansone (Wilco) e, i mitici
intensità, fantastica jam di strumenti, quasi tutte le canzoni vanno oltre
D. Crosby, G. Nash, J. Browne, J. Tillman (Fleet Foxes), M. Campbell
i 5/6/7 minuti ma, giuro, volano in un attimo! Nei testi delle songs, c’è
& B. Tench ( Tom Petty & The Heartbreakers), Roy Harper (coautore
posto per l’amore (il sogno californiano non si è mai sopito), l’amore è
di 4 songs), ha piazzato il ‘Gran Piano’ STEINWAY al centro della sala di
forte: Lovestrong (12) appunto, inizio in sordina, il brano cresce notevol-
registrazione, disponendo tutti gli altri strumenti (tantissimi!) attorno e,
mente, tastiere (piano e organo) in evidenza, mentre l’amore si dissolve,
“ooops”, il capolavoro è compiuto. Jonathan Spencer Wilson, possiede
lentamente, arriviamo alla conclusione di questo fantastico ‘trip’ sonoro,
un talento naturale, dopo un’esordio discografico prescindibile, colla-
song n° 13: All The Way Down, chiude degnamente il viatico di sogni,
borazioni con gruppi minori, nel 2011 pubblica per la benemerita Bella
emozioni, visioni e illusioni, l’esperienza d’ascolto è stata/sarà irripetibi-
Union, “Gentle Spirit”, un disco con... i fiocchi, folk, indie-alternative,
le. Le mani fatate di Jonathan Wilson vanno in tutte le direzioni: suono
soft rock? Ottimo riscontro commerciale e...allora? Poteva fare la
(rigorosamente) ‘analogico’, produzione, editing, mixing impeccabili,
copia-carbone (ehm...), invece no, studia, compone, programma e, in
ancora una curiosità, dal ‘colto’ riferimento della cover, alla foto (4a di
sei mesi, realizza il progetto più ambizioso della sua carriera (almeno
copertina) del digipack, aprite lo stesso e...guardate che immagine,
per ora!). Il titolo (Fanfare) può sembrare pretenzioso, vi assicuro come
voglio sollecitare la vs. curiosità!
risponda pienamente a questa notevole ‘parata’ o rappresentazione
Voto: 8 pieno!
musicale specifica. Mr. Wilson dispensa copiosamente le grandi qualità
PS: unico rammarico, vista la qualità della registrazione, avrei dovuto
di cui dispone, incredibile polistrumentista: chitarre, basso, percussioni,
acquistare la vinyl version in luogo del CD, pazienza! n
di
20
n.95
Scuola
La disgrafia
Disturbi specifici di apprendimento (DSA):
un’emergenza educativa
Maria Gabriella
Del Papa
[email protected]
non rispetta i margini del foglio e lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra
le parole. La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata: a volte è troppo forte e il segno lascia un’impronta marcata anche
nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è troppo debole. Il tono
muscolare è spesso irrigidito o, al contrario eccessivamente rilasciato.
Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella copia e
nella produzione autonoma di figure geometriche e spesso il livello di
disegno è inadeguato all’età. Nella copia delle immagini i particolari
sono quasi assenti. La copia di parole e di frasi è scorretta e copiare
dalla lavagna è ancora più difficile, in quanto il bambino deve portare
avanti più compiti contemporaneamente: distinzione della parola dallo
L
sfondo, spostamento dello sguardo dalla lavagna al foglio, riproduzione
Disturbi evolutivi Specifici di Apprendi-
della condotta del tratto che si traduce in difficoltà di coordinamento,
mento ci si riferisce ai solo disturbi delle
irregolarità delle spaziature, malformazioni e discordanze di ogni tipo
abilità scolastiche e, in particolare a:
associate ad un tratto di pessima qualità.
dei grafemi.
a categoria dei Disturbi evolutivi
Spesso i bambini disgrafici faticano a capire la propria scrittura, per que-
Specifici di Apprendimento viene
sto difficilmente individuano gli errori anche in un secondo momento di
convenzionalmente identificata
verifica.
con l’acronimo DSA. Con il termine
La disgrafia è, infatti, definita un’anomalia del movimento corsivo e
• Disturbo della lettura (Dislessia)
Come si fa la diagnosi?
• Disturbo della scrittura (Disortogra-
L’accertamento diagnostico di uno specifico disturbo evolutivo dell’apprendimento avviene in
fia, Disgrafia)
due distinte fasi, rispet-
• Disturbo del calcolo (Discalculia)
La principale caratteristica di definizione di questa “categoria noso-
tivamente finalizzate
grafica” è quella della specificità, intesa come disturbo che interessa
all’esame dei criteri
uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto,
diagnostici prima di
lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.
inclusione e successi-
In questo senso il principale criterio necessario per stabilire la diagnosi
vamente di esclusione.
di DSA è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico
Nella prima fase si
interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe
somministrano, insie-
frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica).
me alla valutazione
del livello intellettivo,
La disgrafia, di cui ci occuperemo in maniera molto sintetica, è un
disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), non dovuto a deficit intel-
quelle prove necessarie per l’accertamento di un disturbo delle abilità
lettivi o neurologici. Si tratta di una difficoltà della scrittura, in particolare
comprese nei DSA. Nella seconda fase vengono disposte quelle indagini
nella riproduzione di segni alfabetici e numerici.
cliniche necessarie per la conferma diagnostica mediante l’esclusione
La disgrafia emerge nei bambini quando la scrittura inizia la sua fase di
della presenza di patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cogniti-
personalizzazione, indicativamente intorno alla terza elementare. Viene
ve e di gravi psicopatologie.
individuata solitamente dagli insegnanti in quanto si manifesta con scar-
Rieducazione.
sa leggibilità della scrittura, lentezza e stentatezza, disorganizzazione
La disgrafia può essere risolta rieducando il bambino attraverso un
delle forme e degli spazi grafici, scarso controllo del gesto, confusione e
intervento personalizzato.
disarmonia, rigidità ed eccessiva accuratezza, difficoltà nell’atto scritto-
Gli interventi sono generalmente suddivisi in due itinerari che si concen-
rio in presenza di crampi o dolori muscolari.
trano sulle competenze di base e su quelle specifiche per la scrittura.
La disgrafia tende a peggiorare nel tempo se non viene individuata e
Le abilità di base coinvolte sono la coordinazione nel movimento,
incide negativamente sul rendimento scolastico, portando il bambino
l’orientamento e l’organizzazione spazio-temporale, la coordinazione
che ne è affetto a scoraggiarsi e demotivarsi.
oculo-manuale, la consapevolezza dello schema corporeo, la memoria
Gli aspetti generalmente condivisi circa il Disturbo della Scrittura, riguar-
sequenziale, il linguaggio, il senso del ritmo (in genere immaturo), il
dano la sua suddivisione in due componenti: una di natura linguistica
processo di simbolizzazione (rallentato), la capacità di discriminazione
(deficit nei processi di cifratura) e una di natura motoria (deficit nei pro-
suoni-segni.
cessi di realizzazione grafica). La disortografia, invece, consiste nella
Prevenire la Disgrafia.
difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole, in
E’ possibile prevenire questo disturbo durante la scuola dell’infanzia,
simboli grafici.
attraverso l’esame della grafomotricità e la proposta di esercizi e attività
Disgrafia a Scuola.
ludiche preparatorie al gesto grafico, nonché durante il primo ciclo della
La mano dei bambini disgrafici scorre con fatica sul piano di scrittura
primaria attraverso un’adeguata modalità di insegnamento e consolida-
e l’impugnatura della penna è spesso scorretta, molte volte il bambino
mento della scrittura. n
di
Alfio
Scandurra
Dura Lex Sed Lex
Per... “Grazia”
del Presidente
N
[email protected]
n.95
presentata al magistrato di sorveglianza, il quale svolge una breve
acquisizione di elementi utili ad illustrare la posizione dell’aspirante
graziato, trasmettendo il tutto con osservazioni o quant’altro al ministro
della Giustizia, non prima però di avere ricevuto il giudizio del Procuratore
generale presso la Corte d’Appello del distretto ove ha sede il Giudice
cosidetto dell’esecuzione.
Viceversa, se il condannato (si è già detto che il presupposto è la sentenza passata in giudicato) non è detenuto o internato, la domanda deve
essere presentata al Procuratore Generale del distretto di Corte d’Appello
il quale, acquisiti tutti gli elementi di giudizio ed utili informazioni, la trasmette al Ministro competente per l’eventuale proposta.
Il provvedimento di clemenza può essere sottoposto a condizioni (artt.
el diritto penale vigente, per “Grazia” si intende un atto di
clemenza individuale, che viene concesso dal Presidente della
Repubblica (art. 87 comma 11 della Costituzione) e controfirmato
681 comma 5 e 672 comma 5 c.p.p.), che possono essere:
1.revoca dell’atto di clemenza se entro 5 anni viene commesso un
reato doloso (10 anni per ergastolani);
2.risarcimento alla persona offesa dal reato (con sentenza civile);
dal Ministro della Giustizia (art. 89 Cost.).
Presupposto della Grazia è il passaggio in giudicato della sentenza di
3.divieto (eventuale) di soggiorno in determinato luogo;
condanna, mentre la sua funzione, secondo i giuristi, sarebbe quello di
4.eventuale versamento di una somma di denaro alla Cassa delle
correggere eventuali errori od asprezze in cui fossero incorsi i magistrati,
Ammende.
sempre però entro limiti derivanti da circostanze sconosciute nel corso
Altre condizioni possono essere aggiunte a quelle sopra elencate.
dei dibattimenti ma verificatesi nel corso della espiazione della pena e
Il provvedimento di grazia può riguardare sia la pena principale che quella
tali da essere ritenute favorevoli per il condannato, meritevole della cle-
accessoria, sia la riduzione della pena principale sia la commutazione
menza. La Grazia può esere concessa su domanda del condannato, di un
della pena.
suo congiunto o da chi ne esercita la tutela ovvero da un avvocato; non è
È da sottolineare che la Corte Costituzionale, chiamata a dirimere un con-
escluso il convivente, e sempre su proposta del Presidente del Consiglio
flitto di attribuzione tra ipoteri dello Stato, ha confermato con sentenza il
di disciplina (art. 681 c.p.p.).
potere esclusivo del Presidente della Repubblica di concedere la grazia,
Nulla vieta che la Grazia possa essere concessa “motu proprio” dal Pre-
lasciando al Ministro della Giustizia solo il diritto di esprimere ragioni
sidente della Repubblica, cioè sostanzialmente, in assenza di domanda
negative alla concessione del provvedimento.
o proposta, d’ufficio (art. 681 c.p.p. comma 4) ad iniziativa dello stesso
Resta da dire, ma certo queste brevi note non esauriscono il panorama
Presidente della Repubblica o del Ministro della Giustizia.
giuridico del provvedimento di cui si è trattato, che la grazia si differenzia
Essa prescinde dal consenso dell’interessato. È chiaro che è prevista una
dall’indulto o dall’amnistia in quanto quest’ultimi si applicano ad una de-
fase istruttoria che ha i caratteri della non giurisdizionalità, con acquisizio-
terminata categoria di persone condannate o di reati, mentre la grazia è
ne di elementi di giudizio a sostegno della decisione.
un provvedimento individuale in quanto si riferisce ad un singolo soggetto
In conseguenza di ciò, la domanda del detenuto o internato deve essere
che si trovi in certe condizioni. n
Notizie da CSI
Il CSI compie
70 anni
L’abbraccio di Papa Francesco
G
21
vo dell’anno. L’opportunità è data dal Comitato
Regionale del CSI che, grazie alla collaborazione
dei Comitati Territoriali, coordinerà la visita
delle società della regione. Sarà un momento di
grande partecipazione e gioia da dividere con
il Pontefice. Le società interessate potranno
usufruire di pullman messi a disposizione dal
Comitato Regionale del CSI che partiranno da
ogni territorio della Regione. Per sopperire alle
spese organizzative, è stato stabilito un contributo a persona di 25,00 euro che comprende
anche la consegna di gadget a ciascun partecipante. Le prenotazioni, dei gruppi o dei singoli
rande appuntamento per celebrare i 70
atleti, potranno essere effettuate attraverso
anni del CSI (Centro Sportivo Italiano).
un’area accessibile sul sito istituzionale www.
Il Santo Padre, Papa Francesco, in Piazza
csiabruzzo.it fino al raggiungimento dei posti di-
San Pietro a Roma accoglierà il 7 Giugno pros-
sponibili. Il CSI invita tutti gli sportivi a prendere
simo tutte le società sportive affiliate e non, in
parte all’evento del 7 Giugno per non mancare
un incontro che si preannuncia evento sporti-
all’appuntamento più importante dell’anno. n
di
22
n.95
Ex consuetudini
Calendari
e agende
in omaggio
oggi sono diventate rarità
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
ten, scritta a penna, con Ancora tu di Lucio Battisti, Santana di
Santana, Bufalo Bill di Francesco De Gregori, Fragile degli Yes, Desirè
di Bob Dylan, Automobili di Lucio Dalla, e così via, in vinili larghi come
pneumatici di un Suv di oggi rumorosi come un soffritto sul gas. Non
avevi il tempo di distrarti un po’, di abbandonare l’agenda della tua
banca preferita sul banco, che ti ritrovavi pagine pagine infarcite
di ghirigori fallici di diverse forme e gamme: i cosiddetti virzilli, che
spesso assumevano forme surreali, dal momento che per mimetizzarli si cercavano di correggerli dandogli altre forme, come si fa ora
con i brutti tatuaggi. Smell it like it is era il motivo di allora che dalla
Florida o dalla California andava per la maggiore. Nella pagina del
3 gennaio notoriamente giorno di festa appare la formazione della
scuola, con Tarquini in porta e Francioni centravanti.
Non ci può essere una crisi la settimana prossima, la mia agenda è
già piena, scriveva Henry Kissinger. E a seguire il suo aforisma penso
che di guerre almeno qui da noi non ce ne saranno più. Perché
vi chiederete? Semplice, quei meravigliosi fogli color seppia da
riempire con i grandi numeri e nomi di santi in alto sono spariti dalla
circolazione, la crisi che doveva essere solo dei
U
derivati li ha spazzati via in un solo colpo. Poff.
sorta di eletto dinanzi ai tuoi amici, colleghi,
o abbozzo di mobbing, potreste trovare un
che continuavano ad annotare qualcosa di
dirigente, un colletto bianco, un impiegato,
sbrigativo e falsamente importante in taccuini
che magnanimamente vi possa porgere una
e semplici quaderni. Erano foderate in tessuto
busta bianca di carta in cui sono riposti agende,
beige, con i fusi orari, le diverse unità di misu-
agendine, calendari, penne e altre prelibatezze,
re e le famose distanze chilometriche mai usa-
relegate in qualche scaffale dell’ufficio con un
te da nessuno se non per capire quanta strada
post-it che reca la scritta solo in casi eccezio-
avresti dovuto percorrere, non per essere
nali e ai parenti del cda. Nella spending review
chiamato man, come cantava a quei tempi
di questi enti la voce regalie è stata definitiva-
Bob Dylan, ma per raggiungere idealmente la
mente cassata. Oggi le agende non te le regala
Marisa conosciuta l’estate prima al mare o al
più nessuno: chi le vuole se le deve andare
campeggio. Nel 1979 il presidente di quella
a comprare in cartoleria, pagandole cifre tutt’al-
Cassa di risparmio della Provincia di Teramo,
tro che simboliche: otto euro e cinquanta per
Vi sfido a trovare una banca, un’assicurazione,
n tempo le agende che regalavano le
una comunità montana, un Bim, che a fine
banche o le assicurazioni conservava-
anno regali in maniera spropositata agende e
no un che di speciale. Già solo perché
calendari come un tempo. Nada. Nada de nada.
le possedevi potevi ritenerti una
Solo su pressioni reiterate, minacce vaghe
una mini tascabile con pennina a supporto.
quando le banche erano amiche del cittadino
e non finanziavano amici dubbi che poi non ti ridavano i soldi, era
Tanto che su internet stanno fiorendo siti che propongono calendari,
Carino Gambacorta.
ed anche agende, a 19,90 euro, incalzati da vicini da fotografi che
E nell’ultima pagina, sulla copertina interna, resiste ancora al tempo
appendono in modelli personalizzati con bambini e cani.
quel lunedì con le ore segnate di biro rossa di Religione, Storia, Fran-
“A me è successo con i calendari: quando svolgevo la mia attività,
cese, Filosofia e Matematica. Ma nessuna ti poteva strizzare l’occhio
potevo privilegiarmi di un calendario in ogni stanza, compreso il ba-
come quella quinta ora di sabato, complice e liberatoria. Le mappe
gno. E tutti regalati” ci racconta un professionista, entusiasta come
stradali delle città italiane per la maggior parte strappate e ripiegate
se stesse parlando di un’altra era dell’oro. Le agende, ad ogni buon
nella tasca dei miei Jean’s West sono state a spasso per le strade
conto, non servono tanto a ricordarti quel che devi fare piuttosto a
dello stivale e per l’Europa: sono rimaste intonse quelle di Cagliari,
tenerti compagnia. Almeno nella maggioranza dei casi.
Palermo, Bari e Napoli, la Penisola lusitana e la Grecia.
Ci infili foglie secche, bigliettini che non riprenderai mai più in mano,
La rubrica di un ragazzo ha pochi indirizzi. In quel 1976 campeggia-
formazioni di calcio, parole al vento, numeri di telefono che poi non
va appena oltre la copertina il “remember when you were young,
ricordi più di chi. Ma loro se ne sono accorti: agenzie di assicurazioni,
you shine like the sun”, l’incipit generazionale dei Pink Floyd. Alla
filiali di banche.
terza facciata frizzi e lazzi di una molle mattinata di scuola assolata
Tanto per cambiare hanno capito che era ora si spezzare i sogni
respirata dentro le grandi vetrate: Per uscire dalla crisi abolire le
quotidiani degli Italiani. Ciao mia cara agenda.
strisce pedonali (aumentano gli investimenti) e subito dopo la top
Mi mancherai. n
di
Massimo
Di Giacomantonio
Arco Consumatori informa
Obblighi degli
istituti di credito
nei contratti
a distanza
gli istituti di credito, fornitori del servizio o del prodotto, sono tenuti ad
osservare all’inizio e nello svolgimento del rapporto contrattuale con il
consumatore.
Secondo l’art 67 sexies del Codice del Consumo, l’istituto professionista
deve informare il consumatore delle principali caratteristiche del servizio
finanziario; del prezzo totale che il consumatore dovrà corrispondere
al fornitore per il servizio finanziario, compresi tutti i relativi oneri, commissioni e spese e tutte le imposte
versate tramite il fornitore o, se non
e’ possibile indicare il prezzo esatto,
la base di calcolo del prezzo, che
consenta al consumatore di verificare quest’ultimo.
Inoltre, l’istituto dovrà rendere un
avviso indicante che il servizio finanziario è in rapporto con strumenti
che implicano particolari rischi dovuti
(trading on line)
A
[email protected]
a loro specifiche caratteristiche o
alle operazioni da effettuare, o il cui
prezzo dipenda dalle fluttuazioni dei mercati finanziari su cui il fornitore
non esercita alcuna influenza, e che i risultati ottenuti in passato non
i sensi dell’art 50 del codice del consumo, per contratto a di-
costituiscono elementi indicativi riguardo ai risultati futuri.
stanza si intende un contratto, avente per oggetto beni o servizi,
Ulteriori importanti e necessarie informazioni dovranno anche riguardare
stipulato tra un professionista e un consumatore nell’ambito di
l’indicazione dell’eventuale esistenza di altre imposte e costi non versati
un sistema di vendita o di prestazione di servizi a distanza, orga-
tramite il fornitore o non fatturati da quest’ultimo; il limite del perio-
nizzato dal professionista che, per tale contratto, impiega esclusivamen-
do durante il quale sono valide le informazioni fornite; le modalità di
te una o più tecniche di comunicazione a distanza fino alla conclusione
pagamento e di esecuzione, nonché le caratteristiche essenziali delle
del contratto, compresa la conclusione del contratto stesso.
condizioni di sicurezza delle operazioni di pagamento da effettuarsi
Ebbene, la commercializzazione, la promozione e il collocamento via
nell’ambito dei contratti a distanza; qualsiasi costo specifico aggiuntivo
internet di servizi e prodotti finanziari da parte di istituti di credito costi-
per il consumatore relativo all’utilizzazione della tecnica di comunicazio-
tuiscono chiari esempi di contratti negoziati a distanza.
ne a distanza, se addebitato; l’indicazione dell’esistenza di collegamenti
Il codice del consumo individua una serie di obblighi di informazione che
o connessioni con altri servizi. n
L’oggetto del desiderio
di
tuttavia diveniva un vero e proprio gioiello in
Carmine Goderecci
di Oro e Argento
oro e pietre preziose.
Come oggetto devozionale esso era considerato un efficace amuleto contro il maligno,
Il Rosario
così in epoca rinascimentale veniva comunemente indossato.
Il rosario era fra gli accessori caratteristici dell’abbigliamento della gentildonna
del tardo Rinascimento. Come tale esso
è documentato nei ritratti dal XV al XVII
Tra Moda e Devozione
I
secolo, oltre a comparire spesso nelle opere
a soggetto sacro sia in modo generico che
come attributo specifico di San Domenico e
di Santa Caterina da Siena.
l rosario moderno è diviso in quindici grup-
Espressione peculiare del culto della Vergine,
È l’arte orafa italiana che riscopre, oggi,
pi di dieci grani; ogni decade è preceduta
il rosario raggiunse una popolarità indiscussa
attraverso l’oro, l’argento e le gemme prezio-
da un Paternoster e seguita da un Gloria.
nel XV secolo e rappresenta simbolicamente
se, questo splendido oggetto di devozione
La sequenza delle preghiere si articola
il giardino di mistiche rose alla Madonna
e lo riporta alla ribalta, nelle vetrine delle
intorno a tre diversi temi detti “Misteri “,
riferito.
migliori gioiellerie. Un rinnovato interesse all’
corrispondenti a una serie di eventi della vita
Il rosario è simbolo dei pellegrini e come tale
insegna del rispetto per il sacro e del buon
di Cristo e della Vergine.
era spesso realizzato in umili materiali, talora
gusto inevitabilmente italiano. n
23
n.95
24
n.93
di
In giro
La Teramo
che non
conosciamo
Sergio
Scacchia
paesaggioteramano.blogspot.it
D
al prossimo numero Sergio non ci delizierà più con i suoi scritti e
con le sue straordinarie foto che da sole avrebbero potuto parlare dei luoghi che negli anni ha descritto con efficacia a noi ed
ai nostri lettori. È una decisione che noi rispettiamo fino in fondo
augurandogli, come lui ha fatto a noi una Buona Vita. Grazie Sergio!!!
Un particolare ringraziamento dal profondo del cuore alla Redazione di
Teramani per avermi ospitato nella rivista con articoli sul territorio. Un
grazie ancora più grande ai miei lettori di questo lunghi anni. Dal 2014
ho deciso di saltare all’altra sponda: da scrittore a lettore. Concludo,
dopo oltre 30 anni in cui ho esplorato ogni tipo di comunicazione, dalla
Tv alla radio e infine ai giornali, riviste e libri, la mia attività di reporter.
C’è un tempo per tutto e il mio tempo, ormai limitato data l’età che
incombe, lo voglio dedicare allo
studio e alla meditazione di Dio.
Un viaggio attraverso paesaggi di muri scalcinati,
di ombre, in una città che cambia, ingloba e
distrugge luoghi e ricordi.
Mi lascerò la finestra aperta del
mio Blog per i momenti in cui
la nostalgia sarà insopportabile.
Buona vita a tutti.
Sergio.
Una Teramo ipogea, underground.
Una Teramo invisibile, silenziosa.
Un inusuale museo naturale sotto le viscere di una città vivente
a imperitura testimonianza della
sua nascita.
Un’ipotesi affascinante, coinvolgente.
Teramo città millenaria sospesa
quasi per magia tra cielo e terra,
che svela un aspetto che la renderebbe unica ed eccezionale: un dedalo
di grotte nascosto nell’oscurità silenziosa del sottoterra del centro
storico.
Si tratterebbe di antiche vie, ripari dai bombardamenti in tempo di
guerra, fiumi sotterranei, ghiacciaie, cripte, persino labirinti che nasconderebbero mitici tesori.
Sotto la nostra città si celerebbe per alcuni, un mondo “parallelo”, non
facile da visitare, ma affascinante e misterioso.
Una vita sotterranea a pochi passi dalla superficie; un mondo fatto di
dedali e anfratti celati per anni agli occhi dell’uomo moderno.
D’altronde, alzi la mano chi è al corrente che sotto Milano corre una
fitta rete di canali, coperti per fare spazio alla città “di sopra”? Messi
tutti in fila, formerebbero un tunnel lungo almeno 200 km.
Oppure che a Palermo c’è una rete di acquedotti costruiti con antichissime tecniche persiane?
O ancora, che nel cuore di Napoli si trova il cimitero delle fontanelle,
creato nelle cave del rione Sanità in seguito alle epidemie che colpirono
la città a partire dal ’600?
Infine sapete forse che esiste un dedalo sotterraneo nella vicina Atri,
città d’arte teramana?
Il tutto a rendere l’antica “Petrut” un capolavoro millenario sospeso
quasi per magia tra cielo e terra.
Forse è un sogno dilatato dal mio amore per la città di Teramo che
Martiri, quando in quello slargo furono fatti
affiorano i fantasmi della città romana e
i lavori per la sistemazione della pavimenta-
medioevale.
zione.
Il cunicolo non sarebbe l’unico nel cuore
25
Era il lontano 1984, l’anno prima della visita
di Teramo. Un’altra galleria partirebbe dal
in città di Karol Wojtyla che dedicò il suo
santuario della Madonna delle Grazie. Il suo
n.93
52 esimo viaggio apostolico alla nostra città.
inizio si celerebbe sotto gli scavi del vecchio
In quell’occasione si ebbe modo di osservare
parcheggio tra gli alberi dove, da piccolo, chi
l’angusto cunicolo che, partito dal Duomo,
vi scrive giocava a pallone la domenica in
circa a metà piazza si diramava: un ramo pro-
interminabili sfide tra i quartieri Torre Bruciata
seguiva verso i Portici di Fumo in direzione
e Porta Madonna. Questo cunicolo addirittura
Sant’Agostino mentre l’altro proseguiva
collegherebbe la piazza con l’antica e affa-
verso il Palazzo della Sanità di via Oberdan.
scinante “fonte della Noce” di cui, racconti di
S’ipotizzò che fossero vie di fuga, quando an-
streghe e fattucchiere, ha permeato di misteri
ticamente la città e i suoi abitanti dovevano
le sue acque.
guardarsi da agguerriti nemici.
L’amico Lucio De Marcellis, entrando nei
Alla luce della notizia della galleria rinvenuta
meandri della storia, mi ricordò tempo fa che
sotto il presbiterio, non sembrò azzardo cre-
una sua parente raccontò di una grotta celata
dere all’ipotesi che un succedersi di cunicoli,
nella cantina di casa nei pressi del vecchio
apparentemente senza fine, potessero, in
stadio Comunale, dalla quale partiva una
epoche lontane, unire più chiese attraverso
galleria in direzione dell’anfiteatro di Teramo.
scale, passaggi inattesi, stanze sovrapposte
Il passaggio fu murato per evitare incidenti .
sulle cui pareti, magari, si può leggere oggi,
Credo che il tuffo nelle viscere di Teramo,
vorrei più bella delle altre.
in mille e mille piccole nicchie, la secolare
tra piccoli tesori ipogei da scoprire, sarebbe
Perché non sognare un dedalo di grotte na-
avventura di una piccola città eterna.
se possibile, un buon veicolo turistico. Basti
scoste nelle oscurità di un tortuoso percorso
Ricordo che il Melarangelo suggerì di rendere
pensare all’underground di Orvieto, vero
sotterraneo che corre parallelo al centro
visibile la galleria mediante una finestra rica-
catalizzatore di presenze in città.
storico? Per molto tempo si è sussurrato
vata nel sottopassaggio che esiste in piazza
Se la Sovrintendenza squarciasse la sorta di
dell’esistenza di una galleria che si diparte dal
(dove attualmente insistono dei negozi).
omertà culturale cui è tenuta, forse avremmo
Duomo per arrivare fino al fiume.
Sarebbero bastati un vetro e una discreta illu-
un insolito spaccato della vita millenaria
In effetti, un cunicolo fu rinvenuto, anni fa,
minazione della prima parte della grotta per
della capitale dei Pretuzi e degli usi di cavità
durante i lavori di restauro della Cattedrale.
far conoscere al mondo l’esistenza di questi
sotterranee.
Allora, personaggi illustri, come il prof. Sandro
passaggi sotterranei.
Un patrimonio di testimonianze riemergereb-
Melarangelo, ebbero modo di visitare parte
Echi misteriosi e affascinanti che raccontano
bero in un intreccio tra sopra e sotto terra, tra
della galleria che passerebbe sotto Piazza
storie millenarie mentre, dalle umide ombre
interno ed esterno. n
di
26
n.95
Cinema
I mille soli
dell’avvenire
Il bellissimo docu-fiction di Mati Diop
Leonardo
Persia
[email protected]
quasi autobiografico Snow Canon, 2011, bizzarra e semi-inespressa love
story di frammenti pop tra lolita francese e baby-sitter americana, con
inaspettato e perturbante bacio in bocca finale). La giovane autrice (31
anni) ha saputo assorbire pure la lezione irrequieta e ipnotica di Claire
Denis, altra ambasciatrice di liasons miste e forme-cinema sontuose
e spiazzanti, davanti alla cui macchina da presa ha esordito come
attrice (35 rhums, 2008, dove era la figlia di Alex Descas). Dichiara di
aver scoperto le radici africane non da parte del padre, troppo distratto
dalla Francia, piuttosto dal cinema a strati plurimi e subtestuali dello zio
genio, appena conosciuto da piccola.
Mille Soleils, quindici anni dopo la morte di Mambéty, quaranta dopo
Touki Bouki, è un ingegnoso, ruvido, poetico e sognante documentario
finto, un’estensione più articolata del precedente Atlantiques (2009),
che zoomava sull’ossessione di emigrare da parte dei senegalesi. Una
S
mania che lo zio considerava abbruttente, un’altra trappola schiavista. Se in tempi di
i chiama Mille Soleils, come fosse una teofania esagerata invece
globalizzazione, quel
che un tornado atomico, ma il sole, unico, tramonta già prima dei
desiderio attana-
titoli dei testa. Sul mare azzurro, il canale oltre il quale altre terre,
glia ormai ciascun
un nuovo mondo, ammaliano come sirene. A Dakar, vedere quelle
abitante del pianeta,
acque risolutrici, scorte dal finestrino di un tassì in corsa, sa di carne,
ognuno desideroso
sangue e pianto, di desiderio e rabbia indomiti. Mati Diop omaggia lo
di fuggire dal mondo,
zio Djibril Diop Mambéty (1945-1998), il più grande cineasta senega-
il mediometraggio
lese (o forse africano), proseguendo il formidabile viaggio-trip del suo
(45 minuti) della Diop
Touki Bouki (1973), storia dolente e ridente, da jena, di un’emigrazione
perlustra e rivive, a
molteplici livelli di
lettura, un sogno
perduto (nei ’70) che
oggi si rivela dappertutto ancor più disilluso. Colpisce che il concetto
lacerante venga espresso senza alcuna rassegnazione. Ogni immagine
trasuda furia e lucidità, mai soffocate dallo stupore di chi sembra filmare le cose per la prima volta. È un’opera che incanta e ipnotizza, senza
comunque sedurre per sedurre.
Apre con gli zebù di Touki Bouki, mentre attraversano il paesaggio
urbano, come le pecore milanesi de L’ultimo pastore (2012) di Marco
Bonfanti. La nostalgia di un mondo perduto è ricompresa all’interno di
un contesto bigger than life. Lo attesta la musica di Dimitri Tiomkin, The
Ballad of High Noon, la passione di Djibril, il cui sogno era un impossibile
remake africano di Mezzogiorno di fuoco (1952). Presente qualcosa del
western in tutti i suoi film, a cominciare dalle cavalcate baby di Badou
Boy (1970) o della scena d’apertura di Touki Bouki, con il pastorello Mory
sullo zebù. Animale divenuto, qualche fotogramma dopo, splendente
a metà. La protagonista femminile, Anta, cioè Mareme Niang, una
moto-appendice-cyborg, prefigurazione dei futuri innesti uomo/macchi-
delle presenze femminili più conturbanti e anticipatrici della storia del
na, di Vroom Vroom Vroom (1995) di Melvin van Peebles e, soprattutto,
cinema, riusciva a prendere la nave che l’avrebbe portata in Francia, al
delle proprie, successive eroine claudicanti e metal: la cyborg vendica-
contrario del suo ragazzo Mory, Magaye Niang, che arretrava all’ultimo
trice Ramatou di Hyènes e La petite vendeuse de soleil (1999).
istante. Trattenuto dalla visione vuota del mu e quindi preso dal blues
Mory, o Magaye Niang (abbattuta la distinzione fiction/realtà, si pre-
mambetiano, cifra stilistica ricorrente. Immagine-disincanto distillata da
suppone siano un unico personaggio), rimasto pastore, è invecchiato,
un plot preparatorio di viaggi ulteriori, verso la morte simbolica, quando
ingrigito, pur mantenendo il bel fisico asciutto di quando sognava di
non addirittura morte vera: rito esemplificato in Hyènes (1992), anomalo
scappare da Dakar per andare nella luccicante Paris Paris Paris evocata
sequel di quel capolavoro. Da Dürrenmatt, musica del fratello Wasis
da Josephine Baker. Subito gli è contrapposta una scena di macellazio-
Diop, rockstar africana, il papà di Mati.
ne, la stessa che, nel film del 1973, accedeva scura e violenta, opposta
Che dedica il suo film alla madre francese, svelando l’intimità raccolta e
alla luminosità bucolica delle prime immagini. Una specie di corri-
métisse del lavoro, già delineatasi nei precedenti, fulminanti, corti, tutti
spettivo estetico del taglio da circoncisione o infibulazione, più vicina
basati su identità fluttuanti e miste, in between persino sessualmente (il
a Fassbinder che non a Franju. Fa irrompere la brutalità dell’esistere,
svelando lo status permanente di vittima a
costanza, delle potenze del cielo. Abbiamo
ra in Alaska. «Dove ci sono gli esquimesi?»
cui gli esseri umani sono condannati. Il sogno,
davanti l’uomo che ha rinunciato a partire, al
chiede lui, consapevole della distanza. E in
il cinema, la rivolta ne sono l’antidoto. Subito
contrario di (quasi) tutti, confidando forse in
pochi minuti di cinema astratto, stilizzato
27
dopo, alle immagini en plein air relative alla
una lotta in loco purtroppo mancata. Adesso,
e onirico, si sente, fortissima, tutta la dura
preparazione della proiezione-evento di Touki
terminato l’incontro col pubblico, è il blu del
realtà dell’emigrazione forzata e di quella non
n.95
Bouki quarant’anni dopo, tra check-out del
mare, in un rigurgito di nostalgia e rimpianto,
realizzata o andata a male. Spunta il mede-
microfono, schermo da sistemare e pulitura
a chiamarlo di nuovo, mentre gli amici lo
simo, magico, touch ossimorico di Djibril, e
delle sedie, segue un interno di casa Niang,
trattengono dall’andare verso la spiaggia,
anche la sua visionarietà, quando lui, da quel
tutt’altro che da red carpet. La moglie stira
canzonandolo crudelmente. «Djibril voleva
buco nero, scorge la luce della mitica moto
gli abiti a Mory e si preoccupa di farlo vestire
che tu andassi a Hollywood, con John Wayne
di Touki Bouki, cavalcata da un suo doppio
decentemente. Gli rimprovera la trasanda-
e gli altri». Gli ricordano che in wolof touki
giovane, la testa avvolta dal turbante rosso.
tezza («Credi di essere Johnny Halliday?»), lui
significa viaggio e invece lui è «sur place».
La camera avanza lentamente verso la luce, il
si vede che non è una star, le chiede persino
Anche la jena lo è, pronta a far vittime. Touki
sogno, la fiction più vera del deserto del reale,
i soldi per prendere il tassì. Su una parete di
Bouki, ovvero Il viaggio della iena, era infatti
sintetizzato da quel gestore scontroso che fa
quel povero appartamento, la locandina del
un film statico e mosso, barocco e minimale,
cadere la linea e scaccia Mory, reo di essersi
film che lo ha reso famoso la si vede affissa
ottimista e pessimista insieme. «Touki Bouki
trattenuto al telefono più di quanto consen-
al rovescio, come riflessa da uno specchio.
è la mia storia. Non volevo partire e non sono
tisse il suo credito. Sono brevi pennellate
Il sogno è capovolto. Stavolta Mory viaggia
partito» si difende Mory. Tuttavia gli altri insi-
di grande cinema, dove la Diop mostra un
through the looking glass, oltre lo specchio
stono: «Quando Anta
della bruta realtà.
parte, avresti dovuto
Infatti anche fuori si respira un’aria caotica,
seguirla». Contro la
precaria e violenta, un mood in genere tenuto
mestizia, esplodono
a bada nel cinema senegalese, pungente ep-
i fuochi d’artificio
pur disteso. Il tassista, giovanissimo, ascolta
per l’evento, gli
il rap. Mory cerca di contrattare il prezzo e
stessi che, in Hyènes,
dentro l’auto avviene lo scontro generazio-
rappresentavano il
nale. «Abbassa il tuo hip-hop, mi fa male alle
carnevale incosciente
orecchie» implora l’anziano. Il ragazzo gli
e occidentalizzato
rinfaccia invece di non aver saputo cambiare
d’Africa e che Mati
il mondo. «Un sistema segue l’altro e nulla
aveva ripreso nell’ex-
cambia… Il vostro movimento era aria fritta!».
pédition giapponese
L’uomo si fa accompagnare a casa di amici,
di Île artificielle
per potersi sbronzare con loro in uno stanzo-
(2009). A proposito di
ne spoglio dove fanno il nido colorati uccelli
vuoto zen.
svolazzanti. Mati Diop innesta spunti lirici in
Trasferito in un night tutto in stile europeo,
talento ruggente. Da una scena come questa,
contesti crudi, evitando il tono contemplativo.
dove una donna sta facendo le pulizie, Mory
impensabile nelle opere dello zio (dolci anche
Ogni potenziale svolazzo viene ricondotto su-
sembra un griot estirpato dal suo mondo,
quando dure), viene fuori, con completezza
bito a terra e non c’è momento neorealistico
quando giustifica la propria sorte ad altre due
maggiore che in tanti lungometraggi, l’inca-
che non apra una porta all’oltre incantato. La
donne. «Racconto la mia storia, il mio primo
rognimento del Senegal, del mondo. Basta un
scena di Mory ubriaco, per strada, con il traf-
amore: Anta. Cosa andavo a fare in Francia?
istante per capire che la iena ha vinto.
fico che non nasconde la desolazione di una
Lei è partita. Io son rimasto». Una delle ragaz-
Gli occhi di Mory, in primo piano, incrociano
città che cade a pezzi, si alterna agli sguardi
ze trova triste la vicenda, l’altra, romantica.
quelli del motociclista. Qualcosa di magico sta
di giovani e bambini rapiti dallo schermo
Chiedono perché abbia mai rinunciato a
per accadere. Ed eccolo tra le nevi dell’Ala-
dove, in tutta la sua magnificenza di colore,
seguirla e se lei sia ancora in vita. L’immagine
ska, a cercare Anta. La quale appare come
suono e ritmo visivo, risplende Touki Bouki.
del mare, ben più minaccioso che in Touki
una dea. Nuda, distante, quasi incorporea. E
Quando lui arriva, barcollante, dice orgoglioso
Bouki, fa quasi straripare lo schermo. Un’eco
la domanda che sorge dalle labbra («Perché
ai bimbi «Quello sono io!» e loro ovviamente
nostalgica proviene dalla voce di Mado Robin,
non sei tornata a casa?») ha il tono mesto di
reagiscono scettici: «Svegliati! Stai sognando.
alle prese con la malinconica romanza di
una preghiera inaudita. Terminato il sogno ad
Non sei tu! ».
Martini, Plaisir d’amour (1785), che scandiva
occhi aperti, lo sguardo dell’uomo riempie di
Conclusa la proiezione, dinanzi al pubblico,
le tappe oscure dell’altro film, contrapposta
nuovo lo schermo. Siamo tornati in Senegal,
Wasis Diop inizia a commentare l’opera del
all’allegria della canzonetta di Josephine
la musica di High Noon ci accoglie di nuovo,
fratello. Mory viene prelevato con la forza
Baker.
per congedarci. Lo spettatore avverte molta
da qualcuno e portato sotto lo schermo.
Mory trova il coraggio di chiamare Anta, den-
tristezza, un oceano di frustrazione. Eppure il
Gli spettatori ridono quando si parla della
tro uno scuro bazar con servizio di telefonia
gelo si è sciolto, siamo ancora inondati dalla
bellezza (perduta) dell’attore. La luce blu del
internazionale. La vecchia fidanzata non lo
luce. Anche stavolta, come in Touki Bouki,
videoproiettore lo inonda, facendo risaltare
riconosce, chiede quasi seccata come abbia
la fine riavvolge l’inizio. Per ripeterci che la
ancor di più il volto invecchiato e stanco.
avuto il suo numero telefonico. Adesso fa
partita non è chiusa, né la Storia è terminata.
Però il blu è anche il colore della fedeltà della
l’agente di sicurezza in un’azienda petrolife-
Quando un sole annega, altri 999 restano. n
di
28
n.95
Antonio
Parnanzone
Calcio
I giovani
[email protected]
e di prospettiva. Montecchia e Di Egidio si allenano regolarmente con
la prima squadra. Altri giovani interessanti cominciano ad emergere dal
gruppo, di per se già buono quanto a qualità. Nel complesso la rosa di cui
dispongo si sta facendo rispettare per doti tecniche, tattiche e organizzative. Il paziente lavoro di formazione in alcuni casi è ormai in dirittura
di arrivo apprezzato anche da mister Vivarini. Il tempo poi dirà se alcuni o
C
tanti dei nostri giovani saranno in grado di ben figurare nella nostra prima
svolta. Tuttavia riveste grande importanza la qualità di giuoco espressa
è stato scelto dalla Società per curare la tecnica di base, individuale
squadra o in quelle di categorie superiori.”
on il nuovo anno la squadra Berretti del Teramo Calcio riparte
dalla vetta della classifica in coabitazione con l’Ascoli . Una prima
parte di campionato da incorniciare, almeno per quanto riguarda
i risultati. Nel settore giovanile il conto dei punti non è tutto visto
che subentrano altri elementi nella valutazione complessiva dell’attività
in campo e le finalizzazioni spesso anche di ottimo pregio. Vittorio Calabrese, nel recente passato tecnico del San Nicolò Calcio in serie D, guida
la giovane pattuglia biancorossa. Dai calciatori maturi a quelli alle prime
armi, è un salto che richiede una buona dose di esperienza e di adattamento, perché non è la stessa cosa gestire uomini nella piena maturità
psicofisica e calcistica rispetto ad altri che devono ancora entrare nel
vivo dello sport agonistico. Allena la seconda squadra del Teramo dalla
passata stagione e parla volentieri della esperienza maturata in questo
lasso di tempo.
“Stiamo andando molto bene” esordisce Vittorio Calabrese “con i giovani
classe 96 al cospetto
di altre squadre, Ascoli
compresa, che impiegano
Il lavoro di un tecnico apicale necessita di altre figure collaborative, spesso preziose per il lavoro di rifinitura, di base e di formazione specifica di
indirizzo verso un preciso ruolo. Da stimato e fidato giocatore del San
Nicolò quando Vittorio Calabrese guidava dalla panchina la formazione
biancazzurra, Marco Villa ora collabora con il suo ex mister. “Marco Villa
e di reparto. Un lavoro specifico diretto al singolo” continua il tecnico
“che durante gli allenamenti non possono fare in prima persona per
ovvi motivi. Figura importante e specifica voluta dalla Società, anche su
mia indicazione, per migliorare le qualità individuali. Oltre alla Berretti,
segue anche la squadra Allievi Nazionali. Cito anche un altro prezioso collaboratore Carlo Orsini, preparatore dei portieri. Il lavoro non si esaurisce
nell’insegnamento di elementi tecnici. Serve anche una preparazione
psicologica nell’insegnare alle giovani leve modestia, perseveranza e
rispetto verso gli altri facendo capire loro che è la strada giusta per
arrivare a centrare obiettivi importanti“.
La Federazione e la stessa Lega Pro incentivano l’impiego di giovani con
contributi economici ed altre forme di promozione. Da ciò ne consegue
Vittorio Calabrese
prevalentemente giovani
del 95,oltre ai cosiddetti
fuori quota del 94. Essere
più giovani significa concedere alle altre squadre
una maggiore prestanza
una politica di prospettiva ben delineata verso i giovani come risorsa da
valorizzare. Non a caso le norme federali concedono facoltà alle due serie
maggiori “A e B” di elargire contributi alle Società della Lega Pro (serie
C) in conto valorizzazione di giovani promettenti che le stesse reputano
valga al pena. In virtù di tale specifico indirizzo, anche il Teramo Calcio ha
giustamente ritenuto di perseguire la politica giovanile. Ne è dimostrazione al stretta collaborazione tra i due tecnici maggiori, Viavrini e Calabrese,
nel lavoro di program-
fisica che in questa cate-
mazione e di verifica
goria può fare anche la dif-
costante sul campo.
ferenza. Per controbilanciare l’handicap mettiamo in campo più qualità
“Con la prima squadra
tecniche e maggiore organizzazione che ci permettono di riequilibrare le
c’è un rapporto costante
sorti degli incontri e anche di ottenere qualcosa in più che va sicuramen-
e vivo” conclude Vittorio
te ad influire nell’economia delle prestazioni complessive”.
Calabrese ”settimanal-
Il tecnico biancorosso entra nel vivo della conversazione parlando degli
mente la squadra Berretti
obiettivi che la Società persegue nel delicato e importante settore
e quella Allievi Nazionali
giovanile. “Nel gruppo che sto guidando ci sono alcuni elementi di valore
si reca allo stadio comunale di Piano d’Accio per
una partitella amichevole in famiglia. Ciò permette di verificare se ci sono
o si intravedono elementi idonei da seguire per un eventuale inserimento futuro nell’organico della prima squadra. Il rapporto con Vivarini è
continuo e molto collaborativo. Da tecnico di squadra giovanile pongo
più attenzione alla prestazione, mentre da quello di prima squadra dove
sono stato (Eccellenza e serie D) il risultato aveva la priorità”.
Un settore giovanile ben avviato qualche anno or sono, non poteva non
avere un risultato così brillante. Alcuni giovani cresciuti nel vivaio, infatti,
già sono nel giro della prima squadra e probabilmente non c’è da attendere tanto per vederli sul sintetico del nuovo stadio di Piano d’Accio a
difendere i colori biancorossi. n
di
Mimmo
Attanasii
Satira
che scopo viviamo, se
non per essere presi in
giro dal nostro prossimo
e divertirci a nostra volta
alle sue spalle?”. Un piccolo aiuto per
indovinare l’autore della citazione: una
considerazione inconsueta del modo
di vivere manifestata da Mr. Bennet
nei confronti della figlia Elizabeth. Il
premio per chi dovesse imbroccare
la giusta risposta sarà una splendida copia a pagamento del periodico
gratuito “Teramani”. Una esclusiva imperdibile. Da fare girare la testa.
Volteggiare, saltellare sulle note del Waltz No.10 in B minor, Op.69
No.2 di Chopin, un’opera unica che risulterà sopportabile per la sua
fuggevolezza anche agli estimatori dell’indimenticabile filastrocca
naïf di “Rosina dammela”. Ma com’è possibile ascoltare musica
danzandoci appresso durante la lettura di un articoletto di costume
scritto su carta? Apriamo le danze, con passi rapidi in un’ininterrotta
giravolta. Tra un cestino dei rifiuti divelto da poco che pare ancora di
vederlo al suo posto e il manico rosso del carrello di un supermercato
che affiora da uno stagno prossimo a palude. L’abbaglio onirico della
Fonte della noce riporta alla memoria l’apparizione sull’altalena dello
Sceicco bianco di Fellini. Una polemica dalla teramanità scontata, per
una struttura realizzata per la comunità e con denaro pubblico. “Il
Arte
di
Floriana Ferrari
Il sogno
di Marina
Abramovic
M
29
n.95
Lezioni
di pianto
“A
[email protected]
parco fluviale”. Tenuto male e incustodito perché, al solito, i fondi per
gestirlo a disposizione dell’amministrazione pubblica non sarebbero
sufficienti. Questo l’errore di chi fa il passo più lungo della gamba.
Compri la Mercedes e poi non hai i soldi per mantenerla. Non era
meglio una Panda? Già detto e scritto su queste pagine sette anni fa,
sul numero 29 nel novembre del 2006. Dietro le tue spalle, lettore, se
ne sono accorti solo oggi. Smettila di pestarmi i piedi e fatti trasportare. Butta la testa all’indietro e scuoti i capelli. Sotto il gigantesco
mosaico di Ferdinando Savini, una banca. Se le tessere del puzzle di
Corso San Giorgio perdessero la loro compattezza cadrebbero giù tra
capo e collo sugli sprovveduti come
foglie secche dagli illusori colori
autunnali. D’altronde, a Teramo, non
si smuove foglia che l’avvocato non
voglia. Anche questo, tutto già scritto
sul numero 31 nel mese di gennaio
del 2007 e tu, lettore, ti stupisci delle
vicissitudini non proprio confortanti
che un istituto bancario sta, di questi
tempi magri, attraversando con tuo
periglio. Nel valzer, il casqué non è
previsto. In sottofondo, facciamo finta
che arrivi l’eco struggente di Carlos
Gardel. Ahi, che dolor! La caviglia. Per evitare la vista insopportabile di
ciò che affiora dal manto stradale di Piazza Garibaldi, imboccheremo
il sottopassaggio dalla parte degli scivoli: la mia Ginger Rogers sulla
sedia a rotelle per la slogatura e io, Fred Astaire, che non so più come
condurre il ballo visto che gli accessi liberi ai pedoni sono soltanto
quelli con gli scalini. La mia dama, sulla scena faceva tutto quello che
facevo io e per di più lo faceva all’indietro e sui tacchi alti. Adesso, la
debbo portare in braccio come una gigantesca bambola con il volto
arrossato nascosto fra il collo e la mia spalla. Nel trambusto del pianto
di una donna umiliata dall’incapacità di chi non sa che se hai quattro
buchi, due diversi dagli altri, non basta tapparli uno sì uno no per per
evitare un disagio, stacco qui la musica e me la vado a sentire per
conto mio. Per la Villa Comunale, non resta che fare un altro giro di
valzer. Quello della piazza. n
gnetismo. Nata a Bel-
Present”, realizzata nel 2010 al MOMA di New
grado il 30 novembre
York, ha sperimentato il coinvolgimento del
1946, vive da tempo a
pubblico in un’esperienza fisica ed emotiva.
New York sua città di
Nella sua ultima opera ideata per il PAC di
adozione. Nelle sue
Milano “The Abramović Method” ha riassunto
attività performative
la sua storia artistica , saldando l’arte alla
ha voluto esplorare
vita stessa. Una performance vicina alla me-
le relazioni tra artista
ditazione e all’ascolto del corpo, tendente al
e pubblico, i limiti del
raggiungimento del benessere psicofisico.
corpo e le potenzialità
Il sogno di Marina è creare sulle rive
della mente, inoltrandosi in un terreno estre-
dell’Hudson, nello Stato di New York il
mo superato grazie all’intervento del pubblico,
“Marina Abramović Institute”, un’accademia
parte integrante della performance. Premiata
“bottega d’arte” per artisti contemporanei
con il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del
arina Abramović è un’artista di spicco
dove condividere i segreti del suo “Abramović
1997, nelle sue ultime installazioni interattive
Method”. Un metodo in cui la performance
nell’ambito della performance art, una
ha voluto percepire il suo corpo in rapporto
diventi un intreccio tra le arti e un’accademia
donna dotata di grande fascino e ma-
al pubblico. Nella performance “The Artist is
filosofica. n
30
n.95
Sport
Pallamano
Maschile e femminile
dalla
Redazione
[email protected]
squadra che ora rischia anche l’accesso
ai play off.
Una particolare attenzione merita la Artrò
– Globo – Allianz Nuova Handball Femminile Teramo che non passa giornata che non
ne dica e faccia una di nuovo. Nel periodo
Natale-Epifania nei pacchi dono della
Società teramana che tanto ci aveva fatto
sperare, soprattutto dopo l’acquisizione
L
di tre sponsor di grosso calibro, ci ha
recapitato la novità dell’allontanamento del tecnico Franco Chionchio le
a pallamano teramana non attraversa certo un buon momento. E
cui motivazioni restano misteriose e le modalità quanto meno curiose.
questo stato di cose è testimoniato da quanto sta avvenendo da
Infatti si parlava di dimissioni dell’allenatore poi rientrate nel corso di un
qualche tempo a questa parte. La maschile, dopo aver condotto
successivo incontro con la dirigenza. Sembra invece che, stante Franco
un buon girone di andata dove ha toccato la vetta della classifica
Chionchio all’estero con la Nazionale Maschile, lo stesso abbia ricevuto
del suo girone e guadagnato con merito e largo anticipo le finali di Coppa
un Sms in cui gli si comunicava che le sue dimissioni (rientrate come
Italia che si svolgeranno a fine mese a Martinafranca, dove nel primo
detto sopra) erano state accettate. Conoscendo perfettamente Franco
turno eliminatorio sarà opposta al Fasano, una delle favorite nel torneo,
Chionchio, non abbiamo motivo alcuno di dubitare delle sue affermazio-
si vede costretta a rivedere i propri obiettivi. La situazione economica
ni, mentre altre fonti ci riferiscono che all’interno della società si agisca
generale ha pesato anche sulla Teknoelettronica che è stata costretta a
in maniera confusa. Questo, per esperienze maturate nel passato, ci
ridurre l’organico della squadra, rescindendo il contratto con i giocatori
consentono di affermare che tali comportamenti non favoriscono certo
Pagano e Lodato accasatisi rispettivamente a Fasano e Palermo. Certo è
il buon andamento societario e della squadra anzi, non dando la neces-
che le assenze dei due giocatori si ripercuoteranno sull’andamento della
saria tranquillità, la danneggiano irreparabilmente. n
È arrivata la tua
nuova vicina di casa.
Risparmia subito il 10%
sulla bolletta del gas metano.
JULIA SERVIZI PIÙ
gestione vendita gas metano
Il risparmio sul gas metano.
64021 Giulianova (Te) c.so Garibaldi, 65
64100 Teramo (Te) via Vincenzo Irelli, 31 - c/o Obiettivo Casa
Tel: 085 8001111 - 085 8007651 Fax: 085 8025783
[email protected] - www.juliaservizi.it