TERAMANI n. 106

n. 106
Gennaio 2015
mensile di informazione in distribuzione gratuita
Il Duomo:
prestigioso pannello pubblicitario
oltraggiare
questo Duomo
Padre
Abele Conigli
il cibo
nell’arte
pag. 7
pag. 12
pag. 24
Redazionale
I.T.C. Pascal-Comi
OPEN DAY
- per trarne un’indicazione di qualità sull’offerta formativa delle
scuole da cui essi provengono. I risultati universitari (esami,
voti, crediti) riflettono e danno informazioni anche sulla qualità
delle “basi” formative, la bontà del metodo di studio e l’utilità dei
suggerimenti orientativi acquisiti presso le scuole secondarie. In
altre parole, i risultati universitari ci permettono di formulare un
giudizio sulla qualità delle scuole secondarie superiori sulla base
R
di informazioni che provengono da enti – gli atenei – che sono
“terzi” rispetto alle scuole stesse, cioè imparziali, ma al tempo
ecentemente la Fondazione Giovanni Agnelli ha
stesso molto interessati alla qualità delle competenze e delle
pubblicato una classifica delle scuole superiori italiane
conoscenze degli studenti.” Analizzando i punteggi assegna-
secondo la quale l’Istituto Tecnico Commerciale “Pa-
ti dalla Fondazione Giovanni Agnelli alle scuole superiori
scal-Comi” di Teramo risulta al 1° posto in Abruzzo tra gli istituti
abruzzesi, si può constatare che l’Istituto Tecnico Commer-
tecnici del settore economico per la capacità di preparare i propri
ciale “Pascal-Comi” di Teramo risulta al 1° posto in Abruzzo
diplomati agli studi universitari.
tra gli istituti tecnici del settore economico con indice FGA
Il 27 novembre 2014 la Fondazione Giovanni Agnelli ha presenta-
pari a 57,55. Inoltre, in provincia di Teramo, il “Pascal-Comi” pri-
to il nuovo portale Eduscopio.it al fine di aiutare gli studenti delle
meggia anche rispetto agli istituti tecnici del settore tecnologico.
scuole medie inferiori e le loro famiglie a scegliere la scuola su-
Per visionare i punteggi assegnati alle scuole superiori abruzzesi
periore alla quale iscriversi. In proposito nel sito della Fondazione
e per ulteriori informazioni, visitare i siti: http://cf.datawrapper.de/
http://www.fga.it/news/tutte-le-news/dettaglio/article/522.
MUEw9/1/, www.fga.it e www.eduscopio.it
html#.VJCefWf... si legge testualmente: “Entro poche settimane
mezzo milione di studenti e le loro famiglie in Italia dovranno
Nell’ambito delle attività di Orientamento l’Istituto ha previsto c/o
scegliere a quale scuola superiore iscriversi. Per una ragazza o
la sede centrale un Open Day:
un ragazzo è la prima grande scelta della sua vita, un momen-
Sabato 31 Gennaio 2015
to importante e per molti aspetti decisivo per il suo futuro. Per
dalle ore 16,00 alle ore 19,00
aiutarli a scegliere la scuola migliore per ciascuno di essi, la
per presentare l’Offerta Formativa per l’anno 2015/16 a genitori
Fondazione Giovanni Agnelli ha creato un nuovo strumento, Edu-
ed alunni delle terze medie, che devono effettuare l’iscrizione
scopio.it. È un sito web a disposizione di tutti, gratuito e utile non
c/o una scuola media superiore.
solo per gli studenti e le loro famiglie, ma anche per i docenti e i
Inoltre i docenti dell’Istituto saranno a disposizione per far visitare
dirigenti scolastici, che permette di confrontare le scuole italiane,
a chi interverrà: laboratori di Informatica, laboratori di lingue,
a partire dal modo in cui hanno preparato i loro diplomati per il
laboratori di Scienze, Fisica, Chimica, aule speciali, palestra,
percorso universitario.” Le scuole superiori italiane sono state
auditorium.
confrontate sulla base della media dei voti conseguiti agli esami
universitari e della percentuale degli esami superati dai propri
diplomati mediante l’indice FGA (all’università è importante non
solo superare gli esami nei tempi previsti, ma anche farlo bene,
ossia con buoni voti) . Il suddetto indice mette insieme i due
aspetti, dando lo stesso peso alla media dei voti e alla percentuale degli esami superati (50-50). Nella descrizione del progetto
“Eduscopio”, la Fondazione Giovanni Agnelli fa presente quanto
segue: “Molto spesso ci si rende conto del reale valore dell’istruzione ricevuta a scuola quando ci si trova davanti alla complessità di un esame universitario o di una mansione da svolgere sul
lavoro. Non a caso, tra le missioni fondamentali dell’istruzione
secondaria, vi è quella di creare le condizioni per le quali gli
studenti possano intraprendere con successo il passo successivo nelle loro traiettorie di vita. L’idea di fondo del progetto
“Eduscopio” è proprio quella di valutare uno degli esiti successivi
della formazione secondaria - i risultati universitari degli studenti
ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE
“P A S C A L – C O M I” TERAMO
Sede Centrale
Via Bafile n. 39 – Sede Viale Bovio, n° 6
Sezione Staccata
Via Poliseo De Angelis, n° 30
Montorio al Vomano
SOMMARIO
n. 106
3
Sordi e badanti non vogliono più la Rai
4
Democrazia, aristocrazia, oligarchia
7
Com’è dolce oltraggiare questo Duomo
8
Tutto sul flop di Capodanno
10
Musica
12
Padre Abele Conigli
14
A Teramo le opere d’arte le teniamo nascoste!
16
Una password per lo scuolamat
17
Rei d’inconsistenza
18
Il libro del mese
20
Dura Lex sed Lex
21
Lettera al Sindaco di Teramo
22
Cinema
24
25
Dal ‘600 a de Chirico a Warhol,
il cibo nell’arte
L’Oggetto del desiderio
l’Editoriale
Sordi e badanti
non vogliono
più la Rai
N
di
Mimmo
Attanasii
to gli inserzionisti pubblicitari che all’idea di una
tv davvero pubblica, come capita in Inghilterra,
dove non c’è pubblicità, o in Germania e Francia,
che è limitata a venti minuti al giorno fino alle
otto di sera, non saprebbero più dove attraccare
i loro 12 metri. Forse l’unica categoria che sa-
essuno vuole fare a meno della Rai: i
rebbe davvero felice della scomparsa di mamma
politici perché possono continuare a
Rai, assieme chiaramente a Berlusconi che ci
perpetrare la loro malata influenza su
prova da decadi, sono proprio i sordi, o meglio
una parte sempre meno cospicua dell’universo
gli abbonati con disabilità uditiva. Lamentano
massmediologico del XXI secolo; i telespettatori
che nei tanti canali digitali a disposizione non si
ormai drogati e rincitrulliti da fiction, Uno matti-
garantiscano spazi per la sottotitolazione che
na e partite di calcio inutili di Coppa Italia ormai
non sono attivi nemmeno nei servizi on line.
per pochi intimi; gli artisti (o presunti tali) che
E poi ci sono le badanti. Sì, le badanti, avete
da mamma Rai anche in tempi di crisi riescono
capito bene. La Federconsumatori di Udine ha
ancora a mungerla; i catatonici che davanti ad
infatti segnalato il caso di lettere che sono state
uno schermo inespressivo conciliano il loro stato
inviate da Viale Mazzini proprio a loro perché pa-
di sonno e ripetizioni inutili, come Rambo XXXII
gassero il canone Tv. “È acclarato che esiste già
un cittadino che paga il canone e cioè la persona
25
Note linguistiche
o Rocky XXI. Non vogliono fare a meno della Rai
26
Santa Maria de Praedis a Castagneto
tv nemmeno quelle starlette di dubbio gusto che
assistita - spiega Vanni Ferrari - e chiaramente di
solo in quegli studi riescono ancora a meraviglia-
quel televisore usufruisce la stessa badante. La
28
Calcio
re il popolino con una sbadata perdita di tette
Rai sostiene che l’imposta è legata al possesso
29
Elezioni regionali
in diretta tv: Veronica Maya ci ha provato ma le
e che lei non fa parte di quel nucleo familiare.
30
Pallamano
ultime notizie la danno in partenza in Albania, ad
Questa è una persecuzione burocratica”. Infine
Agon Tv, lì la sorpresa sarà ancora più genuina e
il cavallo. Discorso a parte merita la scultura
spontanea e tutti capiranno meglio il suo talento.
dell’artista siciliano Francesco Messina. È lì dal
è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web
www.teramani.info
scriveteci a
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Redattore Capo: Maurizio Di Biagio
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone,
Maria Gabriella Del Papa, Maurizio Di Biagio, Maria
Gabriella Di Flaviano, Carmine Goderecci, Maria
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Parnanzone, Leonardo Persia, Sergio Scacchia,
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Teramani è distribuito in proprio
Non lo vuole il premier
1966 e ne ha viste tante in
Renzi che non vede l’ora di
quel palazzo. “Crediamo
far confluire il pagamento
soltanto a ciò che vediamo.
del canone tv sulla bolletta
Perciò, da quando c’è la te-
dell’Enel. Scacciano l’idea
levisione, crediamo a tutto”.
come si fa con un appesta-
Firmato: il cavallo.
3
di
4
n.106
Politica
Democrazia,
aristocrazia,
oligarchia
Dalle speranze tradite
alla nuova identità europea di una nazione
T
Silvio
Paolini Merlo
[email protected]
un gioco al massacro permanente, a temere un calo di credibilità
e per conseguenza di audience, inducendo a ergere nuovi invisibili
muri tra le persone e le istituzioni.
Che l’Italia oggi sia in Europa è un bene, ma questo in fondo va
taciuto. Che abbia molta più credibilità internazionale è un bene,
ma ci si continua a lamentare che oggi paghiamo più tasse di ieri.
Ma delle due l’una. Perché dinanzi alla povertà assoluta di enormi
masse di gente del terzo e quarto mondo, a fenomeni come le
ricorrenti recrudescenze degli integralismi islamici si dovrebbe dire
a chiare lettere che a prevalere in futuro dovranno essere sempre
più i valori della ragione kantiana, delle libertà universali dell’uomo
introdotte dalla Francia illuminista, valori laici, senza credo religioso ma capaci di conciliare tutto, anche ciò che conciliabile non è.
E cosa distanzi la fede di un musulmano da quella di un cristiano,
e questa da quella di un buddhista, che forse molti non ricordano
essere una religione atea, è tale da poter facilmente alimentare da
una parte quanto l’altra forme di odio e di intolleranza. Chiaro allora che in una società priva di questi valori la democrazia non la si
orno ancora una volta sul concetto di democrazia. Lo faccio
possa esercitare discutendo, dialogando, dissentendo, contropro-
conscio come sono che in questo meraviglioso concetto, e
ponendo, ma pervenendo a compromessi temporanei e inconclu-
nelle sue concrete possibilità di attuazione in un paese come
denti, oppure distruggendo, condannando senza appello, lapidan-
il nostro, con la storia che ha il nostro, considerata almeno
do, crocifiggendo, negando tutto il negabile. E se il male è ovunque,
dalle guerre di liberazione all’attuale fine delle tradizionali sovranità
ognuno può farsi portatore di verità. Il che naturalmente finisce per
nazionali, risieda la prima radice per comprendere il senso del no-
giustificare tutto. Perché, ed è appunto questa la contraddizione di
stro futuro e ogni possibilità di riscatto.
fondo, capita che l’italiano sia un popo-
Pare certo che se il nostro paese
lo che sogna la rivoluzione, la invoca,
avesse compreso cosa davvero sia la
talvolta la professa, pur essendo per
democrazia, e quale sia il prezzo che
sua natura moderato e conservatore.
ognuno di noi deve essere pronto a
Senza cioè sapere nulla né di ciò che
pagare per averla, forse non avrebbe
essa è né di ciò che essa non è. Ed essa
subìto tutto quanto gli è accaduto nella
naturalmente, e puntualmente, non
sua martoriata storia, e ancora in quella
arriva.
recente con l’ignominia del commissa-
Dunque, da queste e dalle passate con-
riamento di stato da parte dell’Europa,
siderazioni, un aspetto mi pare essere
avvenuto di fatto con il governo Monti.
chiaro: democrazia non è il contrario
E per venire a quello attuale, di gran
di rivoluzione, ma non è neppure il
lunga il migliore che ci potessimo
contrario di aristocrazia. È il contrario
augurare, e il migliore perché l’unico
di oligarchia, che Aristotele indicava
in grado di portarci sulla giusta strada,
come una forma in sé perfettamente
ci si è chiesti spesso se sia vero o
democratica, quanto l’aristocrazia, ma
meno che il premier Renzi sia uomo
in cui chi viene scelto dal popolo non
di sinistra piuttosto che di destra. Che
agisce per tutelare il popolo ma per
egli stia contribuendo a un generale
garantire se stesso, in violazione delle
ripensamento di entrambe le parti
leggi. Democrazia è notoriamente, per
politiche mi pare indubbio. Ma questo
sua stessa definizione, un potere che
non è forse un bene? Cosa sarà mai la
si oppone all’accentramento. Ma è
sinistra italiana futura senza una destra
anche un sistema basato sulle deleghe
degna di questo nome? Lamentarsi di
e sulle rappresentanze. Se chi delega
tutto quanto ci capiti è un nostro vizio antico perché, spiace dirlo,
vuole che l’altro faccia l’interesse proprio e non quello dei più, è
in tante occasioni l’ipocrisia offre enormi benefici. Si può passare
certo che il delegato difficilmente seguirà le regole. Ciò tuttavia
sopra a tutto, ma guai a chi parla bene di un capo di governo, guai
comporta che un leaderismo democratico non è un controsenso,
a mostrare fiducia, anche solo a delegarla per qualche tempo. Non
e che non ha proprio nulla a che vedere con l’autoritarismo. Se per
sta bene. Manifestare non dico ottimismo ma del sano realismo
«leader» si intende infatti una figura altamente rappresentativa
rende sospetti, almeno quanto disincentiva la stampa e i media,
per il perseguimento di un progetto comune, essa vale sempre,
ormai perversamente orientati a fare della libertà di espressione
per quanto forte sia, in funzione antitotalitaria e partecipativa.
Che questo alla sinistra vecchio stampo
garanzia persino di quanto di più distante
smo, la sterilità dei veti incrociati, in una
sembri una blasfemia, e che per questo
possa esserci dalla democrazia.
parola l’immobilismo. Si è più volte stigma-
abbia continuato ad autoflagellarsi come
Potrei ripartire dal mio ultimo precedente
tizzata la situazione della società italiana
in preda a un istinto espiatorio, è cosa
assunto, per cui ogni sistema democratico
come una forma di «appiattimento verso
che la dice lunga su quale sia il grado di
è intrinsecamente emendabile mentre tut-
il basso». Dimenticando spesso, temo, che
arretratezza culturale del nostro sociali-
ti gli altri lo sono meno o, come nel caso
questo appiattimento è nato da un’esigen-
smo. Se la democrazia intesa come uso
delle rivoluzioni, non lo sono affatto. Se è
za di allargamento della partecipazione
antiautoritario e antidinastico del potere
vero questo assunto, alla luce di quanto
popolare alla cosa pubblica. Questa critica
è un baluardo per i diritti di ognuno di
avvenuto nell’era repubblicana del nostro
tradisce in sé un’esigenza di combinare
potersi esprimere, è al tempo stesso,
paese, in Italia non vi è mai stata alcuna
la democrazia con l’aristocrazia, o meglio
e non può che essere, un principio di
democrazia, o, se vi è stata, essa non ha
di forgiare nel nostro paese una demo-
buonsenso e di equilibrio. Tanto l’equilibrio
mai saputo autoemendarsi e, al contrario,
crazia dei pochi nell’interesse di tutti. Ma
stabilito dai rapporti di forza e di controllo
ha favorito il prolificare di corruzione e
cos’è l’aristocrazia? In cosa si differenzia
tra maggioranza e minoranze, quanto i
spreco. La difficoltà attuali perciò, molto
dalla democrazia? Come classe sociale
diritti di una nazione e di una civiltà, vanno
prima che finanziarie o macroeconomi-
essa fu teorizzata e introdotta dalla civiltà
anteposti ai diritti personali, all’individua-
che, sono culturali. Noi dobbiamo oggi
greca. Secondo il pensiero aristotelico
lismo. Dinanzi a una democrazia di questo
essere europei quando non siamo ancora
quella aristocratica è una delle tre forme
tipo, il diritto personale resosi privo di
riusciti a essere italiani. Perché un conto
«sane» di governo, assieme a monarchia
realismo decade a comune egoismo, a pri-
è amministrare, un altro tutto diverso è
e politeia, mentre l’oligarchia ne è una
degenerazione. Essa
vilegio. Certo, come da
sempre si è detto, la
stabilisce che a gover-
democrazia andrebbe
nare debbano sempre
forse indicata come
essere i migliori, un
la meno difettosa più
principio difficilmente
che come la miglior
contestabile. E questi
forma di governo in
migliori sono i migliori
assoluto. Ma cosa ha
senz’altro, non tanto
a che vedere la vita
i migliori per censo
reale degli uomini con
ma coloro che sanno
la perfezione dell’as-
di più, che hanno
soluto? Al contrario,
maggiori capacità da
proprio la democrazia
mettere a disposizione
è in sé la prova che
degli altri. In Europa,
nessuna età dell’oro
di fatto, questa forma
è stata e sarà mai
di governo è stata per
possibile. È la stranota
lo più rappresentata
faccenda dell’intrin-
dalle monarchie. Essa
seca debolezza della
inoltre sancisce che
non tutti possono
democrazia rispetto
a ogni altra forma di governo. Questa
gestire. Ad amministrare dovrebbe essere
praticare spontaneamente la forma di
debolezza consiste nella sua ambiguità
la politica, a gestire dovremmo essere noi
governo migliore, ovvero dà per scontata
per così dire costitutiva, che comporta,
cittadini. E invece la politica italiana ha
la natura corruttibile della maggioranza
come abbiamo visto, un basare ogni cosa
finito col gestire (la finanza, il mercato, le
degli esseri umani. Da qui l’impossibilità di
e ogni decisione sul dialogo e dunque
aziende, l’istruzione e la ricerca, concorsi
praticare la democrazia come pura demo-
sulla convivenza tra esigenze diverse e
e appalti) senza amministrare nulla. E
crazia. Non è possibile trattare da uguali
potenzialmente in conflitto. Pur nascen-
questo perché il sistema delle deleghe
cose che uguali non sono, o per positivo
do per contrastarlo, ogni democrazia
ha avuto nel nostro paese un’evoluzio-
ciò che non lo è: ma questo è un principio
perciò presuppone il conflitto. Tra le più
ne perversa, del tipo «ti do mano libera,
assai più delicato e certamente opinabile,
celebri torsioni e illecite appropriazioni
purché tu mi consenta di fare la stessa
relativo per certi versi, tautologico per
si potrebbe citare Lenin, il quale da fiero
cosa». L’unica regola è stata quella di non
altri. Resta il principio delle regole che,
antidemocratico aveva per qualche tempo
averne. Ma non è precisamente così che
quelle sì, devono valere allo stesso modo
parlato di una «dittatura democratica del
funziona una società democratica, ovvero
per tutti. Da qui l’esigenza che la demo-
proletariato». Questo perché la democra-
libera e aperta.
crazia torni a farsi “aristocratica” senza
zia è per sua stessa natura un principio
La democrazia si oppone dunque anzi-
decadere a elitarismo.
inclusivo, senza confini, orizzontale e laico,
tutto all’oligarchia, ovvero a una visione
Allora vediamo meglio: la democrazia im-
perciò stesso assai più vasto di tutti gli
particolaristica del potere e della cultura,
plica tutto, anche il suo contrario. Anarchia
altri. Condizione di ogni valore al punto
che blocca il cambiamento e garantisce in
come aristocrazia, conservazione come
da poter risultare paradossalmente come
varia misura lo status quo ante, il favoriti-
rivoluzione possono essere «democrati-
5
n.106
6
segue da pag. 5
n.106
che» pur non essendo, di per se stesse,
democrazia. Ma allora siamo daccapo:
solo un sistema democratico tutela ogni
possibile esigenza del vivere collettivo.
Dunque il percorso delle riforme non può
venire interrotto, deve solo essere guidato
nel miglior modo possibile. Se il senso
di questa sfida viene visto, per via delle
nostre antiche stimmate storiche, come
male assoluto, come ritorno all’immagine
di un popolo incapace di disfarsi del proprio padre padrone, allora questo significa
non capire il senso della realtà. E la realtà
è che in natura nulla cambia mai per salto,
e tutto si rinnova spontaneamente secondo cicli periodici.
A ridirlo in sintesi: le democrazie sono
il potere dei più nell’interesse dei molti,
la aristocrazie sono il potere dei migliori
valutati come diritti universali. Ma se
della parte e non del tutto. Alimenta nuo-
nell’interesse dei molti, le rivoluzioni sono
democrazia è equilibrio, questo equilibrio
ve diseguaglianze e nuove burocrazie. Da
un contropotere nell’interesse di alcuni
non può essere indice di stagnazione. Al
questo discende anche il rispetto per le
a discapito di tutti gli altri, l’utopia un
contrario essa è soprattutto cambiamen-
decisioni della maggioranza al momen-
governo che curi l’interesse di tutti senza
to, e garanzia di cambiamento. Una demo-
to di far passare provvedimenti e leggi.
scontentare nessuno.
crazia che non garantisce cambiamento, e
Rispetto che non può essere garantito se
Da ciò si vede che realizzare compiuta-
non stimola la gente a un atteggiamento
qualcuno, inclusi tanti benpensanti della
mente una democrazia è prova della più
critico, a rivedere proprie convinzioni più
sinistra più dura e pura, continueranno a
grande maturità e del più grande impegno.
o meno di parte, non è vera democrazia.
ragionare come se il paese fosse fermo
Essa non nasce da sé, bisogna che nasca
È invece oligarchia, potere di caste o di
ancora al secondo dopoguerra, all’epoca
nelle coscienze. Gandhi affermava che per
logge, elitarismo delle minoranze. In questi
della guerra fredda e delle stragi, come
cambiare il mondo bisogna essere quel
casi, per quanto ci si possa sforzare, chi
se il paese non potesse che essere quello
cambiamento. E infatti, non a caso, una
ragiona in termini di tutela delle minoran-
che è stato quando questi signori si sono
democrazia comporta lievitazione delle
ze più che di stabilità delle maggioranze
intellettualmente formati e politicamente
idee, raggiungimento delle soluzioni più
non fa democrazia. Fa, obliquamente,
collocati.
giuste, la conquista dei diritti di ognuno
elitarismo. Difende interessi corporativi,
Se l’Italia non è cambiata, se le sue battaglie per la libertà non le ha completate, è
precisamente perché ha funzionato poco,
perché ha deciso poco. E se una democrazia non viene fatta funzionare vuol dire
che c’è senza esserci. Perciò amare o
violentare il proprio paese fa lo stesso, se
prima di esso non si ama la sua democrazia. Ma come si è visto la democrazia non
è un diritto, è un dovere. Non è un dato di
fatto, è un problema che non si finirà mai
di risolvere. La democrazia non si alimenta
da sé, si alimentano invece le diseguaglianze, le corporazioni, i nepotismi, i
clientelismi, le impunità mascherate da
garantismo. La democrazia va conquistata.
E conquistarla non è facile, occorre molto
lavoro, molta fatica. Occorre, soprattutto,
una vocazione interiore alla vita civile che
l’italiano medio, più incline a guardare i
problemi del mondo a partire dai propri,
non ha ancora conquistato.
di
Accade a Teramo
Com’è dolce
oltraggiare
questo duomo
Tutte le brutture che la cattedrale ha dovuto
subire: chiodi piantati, tir, parcheggi,
pecore, Miss Italia
N
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
n.106
notturni tra bottiglie di vino e lattine di birra che trovano spazio sulle
scalinate, dove fino al mattino, rimangono in ordine sparso. O anche
le bestemmie e parolacce inserite in una canzone natalizia di una
band inglese che qualche anno fa dagli altoparlanti la investì in pieno.
Ci fu pure una manifestazione di Miss Italia che fece tanto scalpore
perché la passerella allora parve entrare direttamente sul sagrato:
kermesse che fece dire al nostro primo cittadino: “Basta d’ora in poi
creeremo una zona di rispetto attorno al Duomo”. Peccato che dopo
qualche giro di lancetta apparvero due bagni chimici orribilmente
prossimi alla nostra cattedrale. Sì, uriniamo tutti, pisciamo sul monumento storico più rilevante della nostra storica città, svuotiamoci
come hanno fatto qualche giorno fa i nonnetti senza più il diurno,
nonnetti che hanno urinato sulle pietre millenarie. A renderlo noto è
stato il consigliere Alfonso Di Sabatino Martina che per l’occasione,
durante i lavori in aula, invoca l’apertura del diurno di Piazza Martiri
“sistematicamente chiuso quando ci sono le manifestazioni”. “I vecchietti non hanno, loro malgrado, il pavimento pelvico pronto come
l’abbiamo noi e quindi non riescono a trattenere la propria urina”. La
risposta del sindaco Brucchi è stata pronta ed è partita da una sua
on è saggio trovare dei simboli in tutto ciò che l’uomo vede
mezza ammissione di avere “qualche problemino di ipertrofia pro-
ma quello del nostro Duomo cittadino travalica ogni assen-
statica e quindi magari non ho più quella capacità che avevo qualche
natezza per noi che lo cavalchiamo giorno dopo giorno. È il
anno fa”. E pertanto invita, come fa lui, a cercare “il primo bar dispo-
nostro bianco feticcio, la nostra maglia, il nostro gonfalone,
nibile, invece di urinare sui muri del duomo”. Anche don Aldino, il
quello da esibire nelle battaglie morali per l’Abruzzo e oltre Tronto e
parroco dell’icona teramana, ha dovuto più volte tirare le orecchie ai
che rivendichiamo senza tentennamenti e senza schierarci in fazioni.
nostri amministratori, che avevano esagerato nella folle riproduzione
A volte si può pensare che per sontuosità sia anche troppo per la
delle manifestazioni senza alcun senso e senza alcun valore aggiunto.
nostra cittadina, soprattutto quando ci avvitiamo in sterili beghe da
Ma sulle due scalinate del duomo c’è stato un po’ di tutto: la nostra
cortile, da serve, che la religiosità del campanile pare pure troppo,
vita che scorre. La Juve che vince lo scudetto, la sciarpata del Teramo
un regalo che non meritiamo.
calcio, la premiazione mondiale
Ma come tutte le cose che si
della Coppa Interamnia, i violini
amano, non si vedono. Non si fa
del Liceo musicale, lo sciopero
caso più di tanto alle brutture
della Fiom, i ragazzini di qualche
cui giornalmente è sottoposto se
iniziativa, tutta la teramanità
non in quei casi dove viene giù
che vuole apparire, esserci, nello
un pezzo, come quando un tir
schermo medieval-mediatico. E
fece marcia indietro, chiaramente
dabbasso poi, uno sguardo, un
senza sonar, portandosi via un
cuore che batte, uno che smette
pezzo di storia. Ma le vicende
di battere, un clochard, Bruno,
della cattedrale sorta nel 1171
Vincenzo, la solitudine di Ferra-
sono costellate di eventi affini,
gosto, la neve, l’olmo, Biancone, il
di violenze propinate, di piccoli e
brusio della fontanella, gli anziani
grandi mali inflitti con sadismo a
sulle panchine, corride. Ma anche
quella che Mario Pomilio chiama
enormi gazebo, trattori degli
“una delle cose più singolari, più
agricoltori, mucche screziate, e
composite e insieme più schiette,
7
recentemente un alto tir addos-
che possegga l’arte italiana”. Dagli enormi chiodi piantati nelle stori-
sato pericolosamente in Via San Berardo, come del resto diverse altre
che mura per fissarci un tendone durante una manifestazione (tande
auto che non conoscono il rispetto per la nostra anima spirituale. Da
‘nghe tutte li busc che ci sta, une de ccchiù, une de mane!!!), alle
ultima una manifestazione dell’Uisp con tanto di striscioni “appic-
cabine Enel addossate con tanto di fili penzolanti, alle pecore, capre
cicati” come potete vedere (per l’amor del cielo) a eguale distanza
e vitellini legati nei pressi della scalinata posteriore durante una
dalla porta cieca del nostro Duomo. Il vescovo periodicamente chiede
festa di prodotti tipici locali di qualche anno fa. Va bene che il nostro
maggior “rispetto per le due scalinate, quella che dà su Piazza Martiri
duomo ha visto nel passato anche corride: nel 1530 gli Spagnoli ne
e l’altra su Piazza Orsini” la sera e la notte soprattutto meta di ragazzi
organizzarono una che i Teramani non apprezzarono, però continuare
che prendono possesso del monumento religioso. Monsignor Seccia
a vessare così un monumento storico è da gens che ama davvero chi
difende il suo arredo religioso a spada tratta e lo rivendica come
attacca l’asino…dove vuole il padrone. Non fanno più notizie i duelli
spazio dedito alla spiritualità teramana.
di
8
n.106
L’evento al vento
Tutto sul flop
di Capodanno
Genesi e svolgimento del momento
più chiacchierato degli ultimi anni
E
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
tre strike, tre big come Olivieri, Belli e Morselli, si rischiava di
fare flop: “Chiaramente – ha dichiarato in aula l’ex assessore ci voleva invece un nome di attrazione per far sì che la gente
potesse venire in piazza anche da fuori Teramo”. Tanto che era
venuto fuori il nome di Filippo Graziani che sapeva incarnare la
pancia di fine anno del Teramano medio e sarebbe venuto per
pochi sghei di cachet. “Ma ora è troppo tardi” si disse a fine
dicembre dal Comune.
Capitolo due: azz…che freddo!
Forse mai un’avversità meteo è stata così attesa, forse più della stessa glaciale Rei, che tanta moscitudine invece l’aveva riversata sui pochi ed eroici spettatori (trecento per la questura,
tremila secondo una foto che ritraeva una piazza piena come
ai tempi di Almirante e Bertinotti). In altre città si sono rinviati i
concerti di fine anno, qui invece e molto ostinatamente si sono
videntemente a Teramo la carica di assessore alla
voluti compiere i destini del flop. Il manager di Marina Rei rac-
cultura, sport e spettacolo, scotta come quella dell’In-
conta che la richiesta di spostare l’evento non è mai pervenuta
terno del governo italiano, rimessa storica di vecchie e
a nessuno dell’organizzazione dal Comune di Teramo, mal-
nuove porcherie, da Piazza Fontana in poi. Il testimone
grado il ghiaccio polare e i pinguini a bordo pista. Si è cercato
lasciato dal buon Guido Campana ha portato con sé la miccia
di difendere la scelta della giunta a denti stretti dapprima
di un detonatore che nessuno pensava esplodesse nelle mani
paventando un’insolita e stramba questione di sicurezza, con i
di Francesca Lucantoni, mais oui, je suis Charlie Lucantonì,
capodannari che una volta dentro ristoranti e hotel avrebbero
lasciata col cerino in mano a bruciarsi dita, braccio, corpo e
potuto seguire la Rei in piazza in totale messa in sicurezza,
mente per un capodanno flop annunciato, che rimarrà nella
aggiungendo pure che gli hotel erano pieni di turisti (consueta
storia della teramanità per quanti gialli e quesiti ha scatenato
bufala) che aspettavano trafelati l’evento. Chiaramente l’ardito
in sole poche ore, un trionfo di punti interrogativi, di depi-
pallone è stato subito sbugiardato da un giornalista che facen-
staggi, foto contraddittorie, sponsor senza soldi, di vaffanculo
dosi il giro telefonico dei pochissimi hotel ha annoverato solo
indirizzarti a giornalisti, di proposte di diffide, di interrogazioni
qualche coppia di anziani che per sbaglio erano tra il Tordino e
(al momento non parlamentari), di altri quesiti insoluti. Un
il Vezzola. Due volevano andare a Terni, l’altra a Termoli, ma si
florilegio di interventi in blog, in siti di informazioni, una ridda
sono ritrovati nella vecchia Petrut.
di servizi televisivi, di ospitate in studio e di litri di inchiostro su
magazine, quotidiani e chi più ne ha più ne metta. Mai Teramo,
Capitolo tre: tra palco, service e gelo.
dai tempi dei Mazzaclocchi e degli Spennati, s’era accapigliata
Perché, qualcuno si chiede, noleggiare una struttura sovradi-
su un argomento che può apparire futile e molto transitorio: il
mensionata a Campobasso solo per ospitare pochi fari, strut-
Capodanno, del resto, dura il battito delle ali di una farfalla, è
tura forse tecnicamente non proprio ineccepibile? Lievitazione
una terra di mezzo, una sottile membrana, un niente, ma che
dei costi per via dei giorni in più per il pre-montaggio? Sarebbe
in città ha trovato la cassa di risonanza della politica teramana,
potuto bastare un palco più contenuto, come ha fatto Pescara
dei suoi epigoni, dei suoi detrattori e degli amanti della terama-
con i Tiromancino che, proporzionalmente al loro palco, hanno
nità stufi ormai dell’allora attacca Bastià o dell’attacca l’asino
chiesto anche un cachet più basso della Rei. E poi non è così
dove vuole il padrone.
normale spendere di più per palco, copertura e service, che
per la stessa artista. È come dire che la carta della pizza costa
Capitolo uno: perché Marina Rei?
due euro. Si sono fatti i conti: con un montaggio di 8 mila euro
Ad onor del vero, si sentiva lontano un miglio la puzza del flop,
si poteva fare un evento da 40-50 mila euro, l’incidenza del
non che Marina Rei non fosse una valida artista, ma si sapeva
service in genere è di un quinto o di un sesto del costo dello
che prediligeva altri tipi di atmosfere, più compassate; ad
spettacolo, dicono i ben informati.
esempio negli ultimi periodi faceva spesso capolino nei club e
la piazza si sa palpita come un cuore popolano, vuole sentire
Capitolo quattro: allora quant’è costato Bastià?
l’afflato dell’ultimo dell’anno, il ritmo del trenino meu amigo
A molti è parso esagerato pagare 13 mila euro Marina Rei sen-
Charly, e non una languida Primavera, anzi una moscia Prima-
za service al seguito. Ma per molto tempo è rimasto in dubbio
vera. Senza contare che pochissimi mesi fa si era già esibita
il suo reale cachet: ma quanto è costata Marina Rei? è stato
a Teramo, dicono per molto ma molto meno, chiamata da un
il tormentone in città su cui tutti si sono scontrati: consiglieri
“Aspettando il 1° maggio” che in quell’occasione fu rimandato
comunali, semplici cittadini con l’uzzolo dei conti e citoyen che
per un minacciato maltempo. Nell’interrogazione al Comune
vogliono solo vederci chiaro. Le opposizioni hanno lamentato
l’ex Guido Campana aveva messo in guardia tutti perché dopo
l’eccessiva spesa per un evento che è stato chiaramente fal-
limentare: circa 40.000 euro. Il Comu-
forse l’avrà mandato su tutte le furie.
rapporti con il Comune. Mi sapete dire
ne, in difesa, ha replicato che il costo
Sarà stato pure che il suo documento in
quali? 1)Tercas - Popolare di Bari 2)
complessivo è stato di 37.800 euro e
cui si riepilogavano i costi della serata
Fondazione Tercas 3) Bim 4) Baltour 5)
non ha pesato sulle casse comunali,
è stato dato in pasto alla stampa, un A4
Dmp 6) Sanic srl 7) Iemme Costruzioni
ma interamente coperto dagli sponsor.
dove ad esempio l’uomo di Magnanella
8) Mastrilli 9) Falone Costruzioni 10)
È stato anche dichiarato che, all’in-
scriveva che Marina Rei ha incassato 16
Amadori 11) Di Sante 12) Savini Costru-
terno di questa spesa, il cachet della
mila euro, iva compresa al 22%, 1.830
zioni 13) Mastergrafica 14) Sapori Veri
cantante è stato di 16.000 euro, mentre
euro sono andati al gruppo musicale
15) Sirio 16) Neo Comunicazione 17) La
il resto è servito per i costi del concerto
Aura, 9.600 euro spesi per la struttura e
Cantina di Porta Romana 18) Viven-
(palco, impianto, staff, etc.). Arriva però
copertura palco, che qualcuno definisce
da. Vi do un aiuto. Baltour gestisce il
puntuale la smentita di un’indignata Rei
fin troppo obesa e grande, 8.000 euro
trasporto pubblico. Falone Costruzioni
che vuole pure farsi perdonare il mosci
invece vanno al personale tecnico, luci,
ha ultimato un parco pubblico di fronte
lanciato all’indirizzo dei pochi infred-
audio, fonici, ecc. Totale costi 37.800.
al Tribunale. Gli altri?” si chiede Ber-
doliti spettatori e minaccia querele alla
All’autore della stesura della specifica
nardini. Il sindaco Brucchi a fine anno
Lucantoni perché il suo compenso, dice,
gli facciamo rispondere dall’ex asses-
aveva dichiarato che “le poche risorse
è stato inferiore. Ma non specifica.
sore Guido Campana: “Mi sono divertito
che utilizzeremo per il Capodanno
anche a fare una specie di contabilità
sono tutte risorse che provengono da
Capitolo cinque: il pre-
sponsorizzazioni, non c’è
ventivo della A&W con
una lira di soldi pubblici”,
vaffa finale e lo spiffero
anche se poi quelli di
di Magnanella
Fondazione Tercas e Bim,
Nel blog I due punti Ma-
sono enti pubblici, quindi
riobici scrive un post: “Se
soldi nostri. E poi sono
il Comune, l’assessore,
curiosi i 300,00 euro
il sindaco avessero for-
devoluti da chi mesi fa
nito sin da subito (prima
fu destinatario di appalti
ancora che si facesse il
consistenti da parte della
concerto) un resoconto
pubblica amministra-
chiaro e dettagliato sulla
zione.
provenienza dei soldi,
pervenuto al Comune
Capitolo sette: la con-
il 5 gennaio (sponsor
clusione uno
pubblici e privati, entità
Il prossimo anno, carbo-
delle singole cifre offerte
ne ai service e chiama-
da ogni singolo sponsor)
te qualche agenzia di
ed un resoconto chiaro,
spettacoli e comprate un
univoco e dettagliato
artista. I Nomadi costano
della destinazione di tali
30-35 mila euro. Vogliono
cifre, probabilmente oggi
palco, corrente e Siae
non staremmo ancora a
da pagare. Al resto ci
parlare di questo, né un imprenditore
economica – ha riferito in aula alla fine
pensano loro. Ma a voi di questa par-
locale manderebbe a “fanculo un gior-
di dicembre scorso -; noi con circa
rocchia i Nomadi non piacciono! Allora
nalista né l’agente della Rei continue-
10.000-11.000 euro riusciamo a fare un
chiamate con 20-25 mila euro Umberto
rebbe ancora ad annunciare iniziative
capodanno degno a Teramo, compreso
Tozzi che la piazza ve la riempie. Patty
legali contro l’assessore Lucantoni”.
di service, copertura di led-wall e di
Pravo costava 15.000 compreso l’utile
Chi manda all’altro paese il giornalista
comunicazioni e di gruppi teramani,
dell’Agenzia. Non vi piace neanche
Antonio D’Amore di Vera Tv Abruzzo
compreso appunto l’artista”. Campa-
lei? Faciat na cos… archiamat william
è il titolare di A&W srl, servizi per lo
na!? Ma rivaffa…giunge uno spiffero da
e lu fenomen! Firmato: Titolare di una
spettacolo (pare iscritto alla Camera di
Magnanella.
società di service.
di attrezzature e non come agente di
Capitolo sei: lo sponsorao della
Capitolo otto: la conclusione due
spettacolo e quindi ancora non avrebbe
trasmissao
Una serata di capodanno non può
potuto fornire il resoconto dei costi
Fabio Berardini, consigliere comunale
essere il metro dell’operato di un as-
dell’artista), sede sociale a Magnanella,
del M5S, fa una proposta interessante
sessore. Firmato: Francesca Lucantoni
da dove proviene la famosa aria fredda
e irriverente. “Oggi – dice - facciamo
che s’incanala per il Corso. E sarà stato
un gioco. Scrivo qui gli sponsor di
Capitolo nove: la conclusione tre
proprio uno spiffero gelato, il suo coin-
Capodanno menzionati dall’Assesso-
Allora assessore attacca Bastià. Firma-
volgimento al Capodanno’s Story, che
re Lucantoni. Molti di questi hanno
to: Vittorio, sempre meno fenomeno.
Commercio come società di noleggio
9
n.106
di
10
Write about.. the records!
Maurizio
Carbone
[email protected]
n.106
The Go-betweens
“That striped
sunlight sound”
Banquet, Sire…, negli anni dal 1981 al 1987. Data importante
quest’ultima (ndr), vede la band esibirsi al Rock Roads Festival di…Giulianova! Lungomare nord, Parco ex Ospizio Marino,
serata memorabile con collegamenti in diretta su Radio Rai
(Pop Off), concerto bellissimo, indimenticabile per chi c’era.
Successivamente il gruppo vive un periodo interlocutorio, i due
leader intraprendono le rispettive carriere soliste, con alterne
fortune e albums non certo memorabili, nel 1996 si riformano
con Adele Pickvance al basso e Glenn Thompson alla batteria, riprendendo tour, concerti e dischi (The Friends of Rachel
Worth, Bright Yellow Bright Orange). Nel 2006, mentre Grant
è in casa, a Brisbane, un’infarto lo stronca inesorabilmente, a
soli 48 anni! Così, Robert, colpito dalla tragedia, decide di porre
fine all’attività della band. Questa lunga introduzione si è resa
2005 - DVD + audio CD - yep roc/red eye
(import).
P
necessaria per suggerire l’oggetto della recensione, se non
volete (o potete) acquistare le opere più significative, 18 titoli
fra studio-live-anthology, questa edizione fa per voi, a costo
veramente ‘stracciato’ (€ 6,51 + 2,90 di spese sp. – RoundMedia
UK by Amazon), potrete portare a casa la splendida edizione in
oggetto: non solo musica per le orecchie e la mente, anche per
gli occhi, il DVD + CD è fantastico, il Tivoli Theater la location,
rimo ‘volo’ discografico del 2015, è del 2005! Ennesimo
8/6/2005 la data, oltre 2 ore di grande creatività, 16 brani (DVD)
flashback rockistico, proveniente da uno dei luoghi ge-
tirati a lucido, incalzanti, secchi, nervosi, il sound dei Go-Betwe-
ografici più distanti dallo stivale: l’Australia! BRISBANE,
ens è pratico, scarno, diretto, essenziale, privo di orpelli, effetti,
1979, due studenti d’Arte s’incontrano e condividono
sovraincisioni e diavolerie da sound-engineering. Ritmi e me-
l’esperienza musicale e di vita: Robert Forster, alto e allam-
lodie con quel quid di sana ‘rozzezza’ rockistica che contaddi-
panato, Grant McLennan, piccolo, timido e gentile, entrambi
stingue i gruppi della cosiddetta aussie-scene, formazioni come
chitarristi, acustici/elettrici e…
Hoodoo Gurus, Harem Scarem,
bravissimi! Il nome del gruppo
Celibate Rifles, Triffids, Saints,
proviene dal titolo del romanzo
Paul Kelly & the Messengers…
dello scrittore L.P. Hartley, 1953,
Il CD audio replica esattamente
inizialmente reclutano diversi
i brani del DVD ma, niente dop-
drummers, un bassista e, un 3°
pioni, versioni alternate e ine-
chitarrista, Peter Milton Walsh il
dite, l’ascolto, una delizia, brani
quale, lascerà per formare The
2/3 minuti, secchi, decisi, stop
Apartments: formazione da riva-
& go! Gioiellini elettro-acustici,
lutare, titolare di un pregevole
le 2 chitarre, la simpatica Adele
album d’esordio The Evening
al basso e, l’essenziale Glenn ai
Visits, misterioso, oscuro e
tamburi. La ‘scaletta’ del live è
inquietante. Dopo alcuni 7” (45
formidabile, i maggiori succes-
giri), il duo con armi e bagagli
si ci sono tutti (e sono tanti):
si trasferisce in Gran Bretagna,
Black Mule (solo Grant), Clouds
Robert a Glasgow in Scozia,
(Robert & Grant solo), Boundary
Grant addirittura vola fino a New
Rider (corale), Born To Family
York, arricchendo le rispettive
(tesa e sottile, in miracoloso
coordinate musicali. Riunitisi a
equilibrio, sincopata, bastano
Londra, iniziano a registrare i
le chitarre, basso e batteria,
primi episodi discografici: “Send
niente più), Streets of Your Town
Me A Lullaby” con Lindy Mor-
(bello percorrere le strade della
rison dietro i tamburi, “Before
tua città), un’ovazione accoglie
Hollywood”, “Spring Hill Fair”,
questa song, nel suo incedere
“Liberty Belle and the Black Diamond Express” e “Tallulah”, (con
metronomico e regale, le chitarre s’intrecciano stupendamen-
l’ingresso della bionda Amanda Brown, violino e oboe), titoli
te come le voci dei due e il bv degli altri. La scaletta si fa più
degni di attenzione, incisi per etichette prestigiose della scena
nervosa e tesa, quasi alla Talking Heads (quelli migliori), sound
indie rock-jungle pop-alternative come Rough Trade, Beggars
secco, acuminato, tagliente, con Finding You l’intro acustico è
da manuale, prezioso, precede l’entrata
è parossistico, sale vertiginosamente,
meglio, acoustic stories – registrata nel
degli strumenti, le voci dei 4 all’unisono
cavalcata indomabile, stop e ripartenze,
salottino di casa, nel pomeriggio di un
e nella coda, brevi ‘a solo’ delle two
sino al concitato finale, irresistibile, inar-
giorno di festa: in 10 brani la storia dei
guitars. C’è l’acme del concerto, Was
restabile, implacabile, dopo 8:49 sublimi,
Go-Betweens, una sorta di unplugged,
There Anything I Could Do?, la platea
c’è la …resa, il concerto è finito ma, non
intimo, raccolto, confidenziale, discreto
non resiste, saltella a tempo, è la volta
il video che contiene un’altra sezione –
e genuino, dimensione umana e sincera,
di Too Much of One Thing,
godibile. Il tutto (DVD+CD),
atipico nella durata (6:29),
supera generosamente le
valzerone trascinante con
2 ore di goduria for eyes
tanto di coretti finali, Adele
& ears, la semplicità, la
lascia il basso e si cimenta
modestia e la timidezza di
con la deliziosa tastierina
Grant, il modo di porgersi
(Farfisa?) che fa tanto gara-
schietto e sincero ci pon-
ge, People Say, ci avvicina
gono l’interrogativo: si può
al termine, ancora The
morire a soli 48 anni a casa
Clock e, richiamati a gran
propria? La confezione del
voce, arriva l’hit Karen: è
supporto digitale è quanto
l’apoteosi, la band non si
di meglio si possa deside-
sottrae alla folla, siamo al
rare, booklet, foto, notes,
top, one two three four, l’e-
credits, il video sembra
lettrica di Robert parte alla
in HD, l’audio nitidissimo,
grande, autentiche rasoiate
il mix esplosivo! Come
alle corde, basso e batteria
dicevamo, Robert ha posto
pompano come stantuffi,
fine alla band e, allora?
Grant a ricamare con l’altra
Long live to Go-Betweens!
chitarra, il livello raggiunto
Voto: 8 1/2
11
n.106
di
12
n.106
Il Ricordo
Padre
Abele Conigli
N
Alberto
Di Dario
Segretario Provinciale CGIL Teramo
Abele Conigli il quale, in verità, non fece mai mancare il suo
appoggio a quella innovativa esperienza di un piccolo ma vivace
paese di montagna. Anche di questo periodo particolarmente
creativo ed effervescente, che testimonia la vicinanza di Padre
Abele al mondo giovanile e di periferia si parla e documenta
ampiamente nel libro “Padre Abele Conigli, la fede incarnata e le
sue sfide”. Ovviamente Don Enzo nel suo volume non dimentica
l’impegno missionario in Burundi con figure divenute leggendarie per impegno e passione sinceri: Mons. Michael Courtney,
Nunzio apostolico ucciso nel dicembre del 2003 in Burundi, e
il Cardinal Ersilio Tonini inviato dal Santo Padre per coordinare
egli anni ‘70 Don Enzo Chiarini a San Pietro di Isola del
azioni umanitarie, che ebbe la forza di fondare l’Università di
Gran Sasso arrivò come quei venti impetuosi, non troppo
agraria a Ngozi dove chiese a Don Enzo di insegnare. L’impegno
ricorrenti nelle nostre zone, in grado di penetrare in ogni
e il lavoro a favore delle popolazioni burundesi continua grazie
fessura e di scrostare la polvere sedimentata dal tempo,
anche al sostegno continuo e convinto degli amici tedeschi,
impossibile da ignorare. Per l’epoca, un prete “diverso”, coin-
bergamaschi e abruzzesi di ogni dove che in San Pietro hanno
volgente, difficile da contenere che però aprì le porte della sua
individuato e scoperto un luogo di incontro multiculturale e
casa a tutti noi che eravamo del luogo, altri ancora di altri luo-
aperto al confronto e alla crescita umana, culturale e sociale.
ghi, creando un punto certo di incontro. Tutto ciò non sempre fu
A pag 40 l’amico Norbert Kreuzkamp, importante dirigente te-
accettato e alcuni sollecitati, ambiguamente, da qualche politico
desco, descrive e testimonia questa opera di continuo scambio
locale, se ne lamentarono anche presso il Vescovo di Teramo
che a San Pietro hanno avuto una vera e propria consacrazione.
Dalla Segreteria
del Cardinal Vallini
Vicariato di Roma
Al Reverendo
Don Enzo Chiarini
Dal Vicariato, 4 novembre 2014
Caro Don Chiarini,
ho potuto leggere con vero piacere il Suo
libro di memorie su “Padre Abele Conigli –
La fede incarnata e le sue sfide”, che Ella
con amore di figlio ha voluto dedicare a
questo grande padre e pastore. La ringrazio
di cuore di avermene fatto dono.
Scorrendo le pagine del libro, ho ritrovato
tante persone, luoghi e avvenimenti che
hanno segnato anche la mia vita. Una
raccolta preziosa di testimonianze che
costituiscono materiale pregevole per una
futura e documentata biografia di Mons.
Conigli, Vescovo del Concilio, coraggioso e
intelligente testimone dell’amore di Dio tra
gli uomini.
Auguri a Lei di ogni bene. Mi ricordi al ignore; come io faccio volentieri di Lei.
Suo devotissimo
Agostino Card. Vallini
App iCorecom Abruzzo
Un vero e proprio
strumento operativo
il cui obiettivo è quello
di rendere sempre più
agevole il contatto
tra il cittadino
ed il Corecom Abruzzo.
Quattro utili aree operative.
Area 1 Co.Re.Com Abruzzo: qui è possibile conoscere il Corecom Abruzzo, tutti i servizi da esso erogati e i contatti per richiedere qualsiasi tipo di informazione o assistenza.
Area 2 Segnalazioni: in quest’area è possibile inviare direttamente al Corecom Abruzzo, sempre tramite l’app, alcune importanti segnalazioni in merito al diritto di rettifica, a violazioni della par condicio e
tutela dei minori nel sistema radiotelevisivo. Ogni segnalazione potrà essere arricchita da descrizione,
foto e coordinate per la geolocalizzazione al fine di facilitare al Corecom qualsiasi tipo di verifica. Inoltre per ogni segnalazione sarà disponibile un link per monitorarne lo stato di avanzamento.
Area 3 Informativa: dove è possibile consultare la guida dell’Agcom suddivisa in capitoli sul mercato dei servizi di comunicazione elettronica, la trasparenza dell’offerta, i servizi di comunicazione da
postazione fissa, i servizi di comunicazione mobili e personali, la televisione a pagamento e i diritti e
tutela dell’utenza. In questo modo ogni utente potrà agevolmente individuare l’argomento di proprio
interesse ed esaminare le informazioni specifiche. Inoltre sempre in quest’area sono presenti sia il
decalogo per un utilizzo responsabile dei servizi di comunicazione elettronica e sia tutti contatti con
l’Agcom e con i Corecom nazionali.
Area 4 Notizie: ci sono tutte le ultime notizie inerenti il Corecom Abruzzo.
SCARICALA SUL TUO SMARTPHONE GRATUITAMENTE!
di
14
In giro
Sergio
Scacchia
http://paesaggioteramano.blogspot.it
n.106
A Teramo le
opere d’arte le
teniamo nascoste!
I
...e anche bene.
alla Grecia. Da noi, le opere rappresentano infinite civiltà che
si sono susseguite senza sosta, nel nostro territorio.
Sono partito da lontano per raccontarvi cosa di brutto accade
in una città, la nostra Teramo, dove la cultura a volte viene negata alla sua naturale funzione che è quella di essere diffusa.
Alla non fruibilità di un mosaico pregiato come quello del
Leone, chiuso all’interno di Palazzo Savini, si aggiunge un altro
“delitto culturale”.
Pochi sanno, infatti, dell’esistenza di un’opera d’arte insigne,
celata al popolo teramano e ai turisti che si avventurano fino
in città.
Parliamo di un affresco sacro di notevole importanza documentaria e storica, non accessibile a cittadini e visitatori,
quasi nascosta nell’ex convento di San Francesco, adiacente
alla chiesa di S. Antonio, nel centro di Teramo.
I locali di proprietà demaniale, per molti anni occupati dall’In-
beni culturali ecclesiastici in Italia, eredità di popoli e mil-
tendenza di Finanza, oggi sono utilizzati, guarda caso, dalla
lenni, costituiscono almeno i due terzi dell’intero patrimo-
Soprintendenza Archeologica ai Monumenti. Questo è l’ente
nio nazionale.
deputato alla salvaguardia dei Beni Culturali, quello cioè che
Non potrebbe essere altrimenti se guardiamo alle cifre:
tutela e favorisce le opere d’arte di cui sono proprietari unica-
su 95 mila chiese, 30 mila di esse sono ai massimi livelli della
mente i cittadini.
storia, i santuari si avvicinano al numero duemila, i monasteri
toccano le cinquecento unità, così come le abbazie.
Si tratta di una lunetta dipinta, ubicata in un ex passaggio
Numeri impressionanti elaborati qualche tempo fa dal Censis.
di comunicazione tra il chiostro e la chiesa, chiuso anterior-
La massima diffusione di “loca sacra” è nel centro nord.
mente al 1448 e decorato.
E queste emergenze religiose, storiche e culturali non raccon-
È un dipinto sacro, due finestre di bifore del Trecento che,
tano di un’unica civiltà come accade ad esempio all’Egitto o
in antica epoca, faceva parte del portico, lato nord del
convento dei Padri Francescani.
Il Cristo esce dal sepolcro col
Oggi questo luogo è usato per
cartello INRI, tra la Madonna in
un ufficio, dopo che l’utilizzo per
preghiera e San Francesco, munito
molti anni era stato di deposito
di piccola croce, intento alla sua
materiali di risulta.
famosa preghiera al Crocifisso.
Attorno a Gesù ruotano, come in
L’opera sarebbe stata realizzata
un unico filo narrativo, i simboli
da un monaco della seconda metà
della Passione:
del ‘400 e rappresenta l’immagine
la lancia, la pertica con la spu-
della “Pietà”.
gna, il flagello, le dita incrociate a
Il dipinto è solo uno di altri affre-
scherno, la canna scettro, la scala
schi esistenti lungo il perimetro
e la tunica rossa coi dadi.
del portico, ma ha una peculiarità
Ci sono anche delle incongruen-
che lo rende ancor più importante.
ze nell’opera che di certo non
Le due iscrizioni, in basso la-
L’altra scritta, alla base della lunetta, è
teralmente, testimoniano la grande
una profonda preghiera al Santissimo
importanza devozionale: chi ammira
appeso alla croce, incoronato di spine.
San Giovanni Battista non è rappresen-
e prega davanti all’opera può lucrare
Si chiede di essere liberati dall’angelo
tato come di consueto, vestito di pelli
un’indulgenza antichissima.
del male che porta con sé il peccato.
e con torso nudo, al contrario ha una
Il testo latino, infatti, recita più o
Al Cristo abbeverato di fiele e aceto
tunica rossa e in mano un libro, così
meno:
si chiede la liberazione dalle piaghe
da poter essere scambiato per l’altro
“San Gregorio e altri Sommi Pontefici
dell’anima. L’incisione in latino, termi-
Giovanni, l’Evangelista.
e tutti coloro che, veramente pentiti
na con l’eloquente frase: “Che la Tua
Inoltre un qualcosa di incomprensibile
e confessati, s’inginocchiano davanti
morte sia la mia vita!”.
la propone la figura di S. Antonio da
sviliscono l’importanza ma che è
interessante rimarcare:
Padova che, anziché il giglio, porta con
all’immagine della Pietà e pregheranno, avranno ventimila e sette anni
Al valore devozionale di questa bellissi-
se una palma, simbolo del martirio.
giorni di piena indulgenza e questo è
ma catechesi muraria sul peccato e la
Infine, nella lunetta,l’autore attribuisce
confermato dal Papa Nicolò V, anno
misericordia di Dio, si aggiunge anche
la famosa frase :”Ego sum lux mundi”
Domini 03.01.1448”.
la pregevole rappresentazione.
al Padre anziché al Figlio!
15
n.106
di
16
n.106
Mimmo
Attanasii
Satira
Una password
per lo scuolamat
N
[email protected]
eventi sportivi, gite scolastiche e altre
prestazioni a corredo accademico. Social-fantapolica? No, semplicemente le
linee guida dettate non propriamente
da uno dei governi più democratici di
questo mondo. La Emirates Transport
riassume alcuni benefici finalizzati
a fornire comfort e sicurezza con
semplici esempi. Disposizioni di legge
sul trasporto scolastico sono state
approvate in Dubai al fine di chiarire
le responsabilità delle parti coinvolte
el nostro Paese è facile menti-
di fine anno in piazza ha attratto poca
e garantire un pendolarismo sicuro
re: basta dire la verità. Vivere
gente, la seconda calamità sociale che
dentro e intorno allo scuolabus. Di
nel ricatto. Costretti a chiamare
incombe sui contribuenti è l’alter-
seguito, alcuni suggerimenti che per
saggezza l’arroganza; impegno
nanza consumatasi tra due fornitori
i nostri amministratori suonerebbero
l’attivismo; l’opportunismo intelli-
di servizi per il trasporto scolastico
in arabo. Pericolo! I bambini devono
genza. Gli scontri culturali seducono
comunale”. Chissà se la ditta Angelino
essere istruiti circa la cosiddetta zona
incomprensioni originate dall’inter-
di pericolo. 6 piedi da entrambi i lati e
secarsi di tradizioni. A volte, tutto si
10 metri davanti allo scuolabus sono
trasforma in un metodo per sorvolare
considerati a rischio in quanto è diffi-
problematiche scaturite da diverse
cile scorgere i bambini entro queste
esperienze etniche, sociali, politiche e
dimensioni. Non basta attraversare.
linguistiche. Le discordanze intellet-
Al fine di evitare di entrare nell’angolo
tuali stanno diventando sempre più
cieco del conducente, il bambino deve
comuni nella crescente mobilità del
camminare al bordo del marciapiede
lavoro, nel flusso dei profughi. Indu-
fino a raggiungere il punto in cui può
bitabilmente, è bello essere di nuovo
essere visto dal conducente. Attesa
soggetti in causa nella socializzazione
del genitore. Gli scolari, così eccitati
in nuove comunità, dopo che si è
di rivedere il papà o la mamma dopo
attraversato sterminate valli all’ombra
la scuola, potrebbero commettere
della morte. E se ci si ritrova dispersi
imprudenze. Quindi, bisognerà atten-
in una cittadina declinante alla marina
dere in un luogo sicuro. Allacciare le
con gli Appennini alle spalle cosa mai
cinture. Il bus deve avere le cinture di
potrebbe confutare l’immaginazione
sicurezza su tutti i sedili anteriori. Non
di un esule assorto nella speranza di
disturbare il conducente. Ai bambini
un mondo migliore? Le traversate nei
deve essere insegnata l’importan-
deserti, i valichi. Dal Marocco alla Spa-
za di non diventare una distrazione
gna per lo stretto di Gibilterra. Dalle
per l’autista. Parlare senza urlare ed
coste libiche dritti verso Lampedusa.
eseguire le istruzioni del conducen-
Pescherecci che giungono in Calabria
te. Il sorpasso. Per tutti vale che lo
mollati dagli ormeggi egiziani piutto-
scuolabus non può essere superato. E
sto che esuli Curdi salpati da coste
nei pressi della scuola, lo stesso bus
turche. Un giro di disperati che si
non può superare gli altri veicoli, né
compie fino a rotolare all’ombra di un
effettuare il cambi di corsia. Il bambi-
campanile simile non già al minareto
no incustodito. Anche se non è chiaro
fino a che età si debba applicare que-
di una moschea, piuttosto metamorfosato in un simbolo interrogativo
di Napoli riuscirà a fare meglio della
sta regola, per i bambini più piccoli
della punteggiatura. Un balzo dalle
Fratarcangeli? Di certo, una società di
è obbligatorio essere assistiti da un
persecuzioni alle prosecuzioni di
trasporto dovrebbe sforzarsi di sod-
genitore sia all’andata che al ritorno.
servizi basilari attende il ramingo, il
disfare i bisogni dei propri clienti. A
Se un bimbo viene lasciato incustodito
trafelato da civiltà balie divenute culla
parte il servizio giornaliero casa-scuo-
per qualsiasi motivo sarà utile tenere
matrigna. Un dilemma come appretto:
la-casa, non si dovrebbe lesinare sul
pronta all’uso una parola in codice.
“Posto che il problema principale per
comportamento da tenere a bordo
Una password per lo Scuolamat tera-
la città di Teramo è che lo spettacolo
o contribuire negli spostamenti per
mano.
di
Mimmo
Attanasii
Satira
Rei
d’inconsistenza
“l’uomo nasce sano, la sanità lo corrompe”
[email protected]
n.106
a intuire e un giorno o l’altro farà
da sé. All’articolo a tre colonne che
annunciava il suo declino, Oscar
Wilde replicò osservando che se per
avvertire di un fallimento si scriveva
appunto un articolo a tre colonne
allora non esisteva alcuna differenza tra la fama e l’oblio. “If it took
Labouchere three columns to prove
that I was forgotten, then there is no
difference between fame and obscurity”. Nell’ardore delle arti del dire
di grammatici distanti, le gozzoviglie
A
canterine dell’ultimo dell’anno a costo quasi zero per le casse dei contricacca pestata, la speranza
la tranquillità della vacca grassa”
buenti sono offerte con magnanimità
è che porti fortuna. Imper-
(L’adolescente). Il cavaliere d’Arcore
a tutti coloro i quali non possono
territi nel raschiare merda
ha affinato il concetto di Dostoevskij
collaborare a riempire i locali la sera
dalle suole, i revisionisti del
affinché si potesse così contrapporre
del tradizionale cenone, fatti salvi gli
fato negano la buona sorte messa in
una frase immaginifica alla cultura
infermi e quelli in prossimità di fine
posta dal destino almanaccando con
della lamentazione, alla retorica del
vita. Indispensabile, la sobrietà. A
irriverenza tutti i santi del calendario
declino: “I ristoranti sono tutti pieni”.
ubriacare la mente ci penserà il fia-
persino insieme ai nomi degli sponsor
Quando Berlusconi si affaccia la mat-
schetto di spumante nell’AperiStreet
stampati a fondo pagina. Così, giusto
tina sul golfo estasiandosi alla vista di
genericamente mutante in On the
per sdrammatizzare, poiché alla fine
panfili, yacht e gusci di noce, soltanto
Road, fra bancali per muletti, ombrel-
non si sa mai chi è che comanda
per il puro plagiare gli emuli tapini
loni e balle di fieno. A ricordare i tanti
davvero nell’aldilà.
politicanti di provincia si arrabattano
sofferenti esulati dai divertimenti
per spararla, la cazzata, sempre più
istituzionalmente imposti sarebbe
fine anno del 2014 è stato migliore di
grossa del loro psicopompo. Dall’Alpe
assai sconveniente riportare e travi-
quello del 2015. Con circa 836 euro
agli Appennini, i borgomastri armeg-
sare la comprensibile recriminazione
mensili, le fonti ISTAT li hanno col-
giano per ricostituire come insulsi Dr.
resa ai media dandone un significa-
locati tra chi ha ancora gli occhi per
Jekyll ciò che nella tenebra Mr. Hyde
to inopportuno e diffamatorio nei
piangere. Non è la stessa cosa per i
ha disfatto. Ma ricostruire che cosa?
confronti dei devoti a San Silvestro
disoccupati e per quelli che hanno
I partiti, di certo. Più verosimilmen-
ammalati pazienti imbacuccati che,
perso il posto di lavoro. “Predicare
te, se stessi. Il popolo lo comincia
nonostante le temperature e situazio-
Per 3 milioni di precari, il veglione di
17
ni al limite della sopravvivenza, sono
rimasti impassibili in una evocativa
postura fetale nel gelido giaciglio di
un ospedale. A loro va comprensione e solidarietà per essere così mal
considerati e mal accuditi (Vedi foto,
“La Città” del 4 gennaio 2015). Nella
profilassi dialettica, le opinioni fino
qui arrischiate potrebbero sembrare
inopportune se non già avventate.
Benché considerato il contesto satirico, la provenienza della sarcastica
caricatura retorica, in cui la si è proposta, nella tessitura dell’intreccio,
a dire poco, diviene azzardata nelle
conclusioni. E comunque, di tutto ciò
si è consapevoli. Anche di non essere
mai stati chiamati a interferire.
“L’uomo nasce sano, la sanità lo corrompe” (Attanasii e Rousseau).
di
18
n.106
Maria Cristina
Marroni
Il libro del mese
“La noia”
di Alberto
Moravia
D
[email protected]
nemmeno più una distrazione.
Dino allora instaura una relazione con Cecilia, con la quale crede di
poter percorrere una via che conduca ad un senso, specie attraverso la conoscenza carnale.
Ma il terreno frana sotto i piedi, la suggestione tende a svanire e
Cecilia si trasforma in un buco nero che inghiotte qualsiasi cosa in
modo enigmatico e inafferrabile, compresi i sentimenti e le emozioni.
Il potere del denaro si rivela infausto e le esplorazioni psicologiche
di Dino non riescono a rompere il muro di incomunicabilità con la
donna, distante e indifferente come una ceramica, lontana anni luce
dalla dimensione autentica che il protagonista persegue per dare
una ragione alla propria vita.
Dino si trova dinanzi ad un baratro dove la morte sembra la soluzione meno disperata, e una sera decide di andarsi a schiantare
contro un platano con l’automobile. L’esperienza non lo uccide e lo
induce a ricostruire la dimensione dell’accettazione, dove il ritorno
i Alberto Moravia si è parlato molto come scrittore, ma forse
alla realtà e al contatto esterno divengono meno traumatici per il
le sue opere non hanno ricevuto tutto l’apprezzamento che
protagonista.
meriterebbero. Con il tempo la sua fama si accresce, man
Romanzo complesso, sebbene essenziale, “La noia” instaura due
mano che l’allontanarsi della sua morte lascia emergere
collegamenti evidenti: con “La nausea” di Sartre (del 1938) e con
i libri e fa scolorire il
il primo romanzo dello stesso Moravia, “Gli indifferenti” (del 1929).
personaggio, ancora vivo
Tuttavia, la distanza temporale trasforma la visione esistenziali-
in moltissimi, dato che lo
sta e la adatta alla società contemporanea del 1960, laddove ad
scrittore è scomparso nel
emergere prepotentemente sono l’incomunicabilità, l’alienazione
1990.
e il possesso, declinati secondo le categorie della borghesia che si
“La noia” è il suo romanzo
viene disfacendo.
più significativo, pubblicato
Libro dai toni freddi e a tratti urticanti, riesce proprio per questo a
nel 1960, di una caratura e
fotografare il disagio di una classe sociale la cui cifra narrativa tende
un livello europei. Merita di
a svaporare assai più che ne “Gli indifferenti”, dove la struttura
essere letto e meditato, so-
realistica era preminente e
prattutto per come riesce
la vita interiore molto meno
a fotografare la miseria
analizzata.
psicologica del protagoni-
Eppure, la scrittura di Moravia
sta, figura modernissima
sembra prediligere una visione
ed emblematica del disagio
bidimensionale della vita e dei
mentale causato dall’età
personaggi, quasi a voler scan-
del benessere.
dagliare una profondità che non
Dino è un ragazzo ricco,
c’è, che si cerca in ogni modo
di nobile famiglia romana,
ma che non si trova, che si pro-
che non riesce a trovare la sua dimensione, non sa darsi un senso,
va ad inventare ma in un deficit
non è capace di accettarsi. Spera che dipingere gli consenta di tro-
di fantasia che è figlio dei tempi
vare una chiave di lettura dell’esistenza, di fargli trovare se stesso,
e del contesto sociale.
poiché è costantemente schiacciato da una noia inarginabile che lo
Alla fine, sotto alla schiuma,
emargina dalla società.
sotto al vestito, sotto alla bor-
Il disprezzo di Dino per i valori borghesi che gli derivano dalla
ghesia, sotto al neocapitalismo
propria famiglia, unito all’incapacità di approdare ad una visione
industriale, sotto la superficie
sua, lo tengono in un limbo dove la crisi personale è la dimensione
della società, non c’è niente. E
permanente e la cifra psicologica del suo essere al mondo.
se il rischio di mistificare le per-
Il lungo travaglio interiore sembra trovare un esito nell’atto di rom-
cezioni, i rapporti, i meccanismi
pere il quadro al quale stava lavorando: “distruggere la tela voleva
reali e psicologici, è alto, la sensazione che resta è che sia la vita
dire essere arrivato alla conclusione di un lungo discorso che tene-
ad essere apocrifa, mentre la macchina fotografica della letteratu-
vo con me stesso da chissà quanto tempo. Voleva dire aver messo
ra funziona benissimo e legge la realtà per come si presenta: non
finalmente il piede sul terreno solido”.
autentica, spuria, inutilizzabile. Un refolo di vento che spettina ma
Ma la pittura non si rivela un buon metodo, né una cura, e purtroppo
non scuote.
Redazionale
Fibromialgia
una malattia
difficile da
diagnosticare
È
una malattia subdola ed occulta: si presenta con
una vasta sintomatologia, ma spesso non viene
riconosciuta dagli stessi medici, che hanno difficoltà a diagnosticarla. Spesso le persone malate quando
si lamentano non vengono credute. Sono per lo più donne
(in rapporto di 4 a 1). Vagano da un ambulatorio all’altro
per sentirsi dire: “ lei non ha niente”.
In famiglia le cose non vanno meglio, passano per simulatrici, suscitando l’indifferenza del coniuge, mentre a lavoro,
nella migliore delle ipotesi,
vengono considerate assenteiste croniche.
Sono le vittime della Fibromialgia, patologia con
un’incidenza di circa il 5%
sull’intera popolazione. Il
suo biglietto da visita è il
dolore, diffuso su muscoli,
articolazioni e tendini di tutto
il corpo. Una condanna per
i pazienti, genera insonnia
e a lungo andare, ansia e
depressione. Ma è soprattutto il numero e la varietà
dei sintomi a confondere
le idee: rigidità, bruciore e
torpore, astenia, disturbi
viscerali, cefalea, perturbazioni climatiche (l’influenza
del tempo sul corpo).
Oggi sappiamo che il
problema va interpretato sul piano funzionale, decodificando la risultante sintomatica attraverso una valutazione
della bio-dinamica dei sistemi, linea guida che Il Metodo Solère® segue da numerosi anni proponendo una
metodologia in grado di chiarire alcune zone d’ombra in
medicina: nel caso della fibromialgia, l’apporto di un’espe-
rienza differente, mirata al trattamento di una sindrome
dolorosa particolarmente ribelle alle cure, sta portando i
primi risultati dal punto di vista scientifico.
I risultati preliminari sono confortanti e lo studio prosegue
in collaborazione con gli operatori abilitati al Metodo (fisioterapisti e medici). In Italia gli operatori abilitati ad applicare il Metodo Solère - Reequilibration fonctionnelle® nel
trattamento della fibromialgia non sono ancora numerosi,
ma il programma di cura rapido ed originale permette
eventualmente di seguire il trattamento anche se non si
risiede vicino ad un centro.
In estrema sintesi i modelli terapeutici non farmacologici (quindi privi di qualsiasi effetto collaterale) utilizzati
nel Metodo Solère per il trattamento della fibromialgia,
o meglio dei pazienti fibromialgici, si avvalgono della
stimolazione di determinate aree reflessogene codificate
anche nella cartografia della medicina tradizionale cinese:
l’apparecchio appositamente studiato è denominato AMPi.
sm® e, senza presentare particolari controindicazioni,
permette il massaggio puntiforme inverso di aree cutanee
utilizzate anche in agopuntura.
Pur ispirandosi ai concetti dell’agopuntura, la tecnica e
la logica insite nel trattamento di cura per la fibromialgia,
sono molto differenti da quanto comunemente conosciuto attraverso la medicina tradizionale cinese.
Normalmente sono sufficienti 6 sedute per apportare un
sensibile miglioramento al polimorfo quadro clinico che
i numerosi pazienti fibromialgici accusano, con sintomi
apparentemente anche bizzarri ma analizzabili con criteri
logici se inquadrati in un terreno al di fuori dei comuni
disturbi della meccanica articolare.
Per ulteriori informazioni sulle caratteristiche (e tempi di
cura) della terapia per la fibromialgia proposta dal Metodo
Solère - Reequilibration fonctionnelle® scrivete a: [email protected]
Dott. Domenico Teseo • fisioterapista
Specialista in: Osteopatia Metodo Solére®
Medicina agopunturale (con A.M.P.I.)
Rieducazione posturale globale
Via C. Colombo, 274 San Nicolò a Tordino (Te)
Info: 347 0744455
di
20
Dura Lex Sed Lex
Rossella
Scandurra
[email protected]
n.106
Usucapione
quindici anni nel caso di beni situati nei comuni classificati
dalla legge come comunità montane e infine dieci anni in
caso di acquisto in buona fede in base a titolo idoneo trascritto proveniente a non domino.
Bisogna precisare che quando la legge usa il termine pacifi-
I
co si fa riferimento ad un acquisto che non sia avvenuto in
modo violento o clandestino.
l termine “usucapione” deriva dal latino usu-capere
Le prove necessarie alla dimostrazione dell’usucapione,
che letteralmente significa prendere con l’uso ed è uno
ovviamente in giudizio, sono la prova per testimoni e per
degli istituti del diritto italiano con radici più antiche, con
presunzioni.
ovvie differenze rispetto alla disciplina attuale, in quanto
Per quanto riguarda la prima, si può dire che per testimoni
era già previsto nel diritto romano dalla Legge delle XII
si devono intendere coloro che sono rimasti a contatto con
Tavole.
il bene e con il soggetto
In questa sede tratte-
che intende usucapire,
remo dell’usucapione
ed in quanto tali posso-
di beni immobili e degli
no fornire elementi utili
elementi che servono
e validi a far accertare
in giudizio per poter
l’usucapione.
dimostrare l’avvenuta
Per quanto riguarda la
usucapione.
prova per presunzioni,
L’usucapione è un modo
si può invece dire che si
di acquisto a titolo
fonda su elementi di fat-
originario della proprietà
to propri della fattispecie
o di un diritto reale ed
corrispondente.
è disciplinato agli artt.
Infine, perché si possa
1158 – 1167 del codice
parlare di possesso ad
civile; essa si realizza
usucapionem, è anche
con il possesso del bene
necessario che vi sia, tra
continuo ed ininterrotto
le altre cose richieste,
per un certo periodo di
la caratteristica della
tempo.
continuità, nel senso che
Ma tale continuità non è
il possesso dovrà essere
esercitato con regolarità
solamente l’unico requisito che si richiede affinché si possa realizzare l’usucapio-
e non in modo solamente occasionale.
ne, in quanto il possesso deve essere anche inequivoco e
Deve essere precisato che non tutti i beni possono essere
pacifico; ciò significa che il comportamento, messo in atto
usucapiti, come ad esempio i beni che appartengono al
dal soggetto che intende usucapire, non dovrà generare
Demanio Pubblico o ad altri Enti territoriali.
in altri soggetti alcun dubbio circa l’effettiva intenzione di
Affinché il possesso si trasformi in proprietà riconosciu-
esercitare sul bene una signoria di fatto, corrispondente al
ta dall’ordinamento, è necessario che intervenga una
diritto di proprietà.
sentenza del Giudice che dichiari l’avvenuta usucapione,
ovviamente dopo aver
Quindi, perché si possa dire che sia intervenuta una usucapione ordinaria della proprietà di un immobile, è necessario
iniziato una vera e pro-
che sussistano due elementi necessari e cioè l’elemento
pria causa.
psicologico del possesso, che consiste nell’intenzione del
Dato che non esiste al-
possessore di comportarsi come proprietario del bene; e
cun atto o contratto da
l’elemento oggettivo che viene determinato dalla legge e
registrare nei pubblici
che predeter-
registri, sarà proprio
mina il periodo
la sentenza ad essere
di tempo
trascritta.
necessario
Naturalmente, tutto
quanto sopra detto, è da
per usucapire:
vent’anni con
ritenere non esaustivo delle tesi dottrinarie e giurispruden-
riguardo ai
ziali in quanto l’argomento dell’usucapione è molto ampio e
beni immobili
presenta punti controversi che non possono essere affron-
(art. 1158 c.c.),
tati in questa sede.
Lettera
organismo che non avrebbe comportato alcun onere a carico dell’Ente, in
al sindaco di Teramo
quanto la partecipazione dei componenti era a titolo gratuito. Lo scrivente
Riceviamo e pubblichiamo una lettera
pervenutaci dal Sig. Domenico Bucciarelli,
già Assessore del Comune di Teramo
nella Giunta Angelo Sperandio,
indirizzata al Sindaco di Teramo,
dottor Maurizio Brucchi.
per un eventuale controllo, in considerazione soprattutto della difformità
S
venne nominato nell’organismo insieme ad altri quattro componenti, compreso il Presidente. Si iniziò con entusiasmo a lavorare con la predisposizione di elenchi di contribuenti, residenti in Teramo, da segnalare all’A.F.
tra il loro tenore di vita ed i redditi dichiarati negli anni (cd. Redditometro).
Con il D.L.6/12/2012 n.201 venne meno l’obbligo da parte dei Comuni
di istituire i Consigli Tributari, mentre si concesse ad essi la facoltà di
tenere in vita quelli già istituiti. Il Comune di Teramo, diversamene da altri
capoluoghi di provincia abruzzesi, decise di abolire il Consiglio Tributario,
rinunciando così di fatto sia al contrasto dell’evasione che alla automatica
attribuzione di somme erariali, derivanti dalle rettifiche a carico di alcuni
concittadini infedeli con il Fisco.
Leggo dai giornali ripetute dichiarazioni del Sindaco di Teramo (Comune
che ha applicato le più alte aliquote dei tributi
locali) con le quali si lamentava della insuffi-
ignor Sindaco,
l’evasione fiscale è uno dei tanti mali atavici della società
italiana. Essa ha raggiunto i 140 mld ed insieme alla corruzione
(80 mld)costituisce un tema dominante della politica.
Il legislatore nell’anno 2010 (L.122 del 30/07/2010), allo scopo di limitare
il “fiume senza fine” dell’evasione fiscale e contributiva, fece obbligo ai
Comuni di istituire i Consigli Tributari, così da permettere agli Enti di partecipare all’attività di accertamento ed al contrasto dell’evasione. Quale
premio agli Enti locali venne riconosciuto dapprima il 33% e successivamente il 100% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo afferenti i
controlli fiscali operati dall’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate.
Anche il Comune di Teramo fu “costretto” ad istituire questo importante
cienza dei trasferimenti erariali a vantaggio
del Comune. Allora sorge spontanea una
domanda: ammesso che le sue considerazioni
siano oggettivamente riscontrabili, perché
mai con l’abolizione del Consiglio Tributario lei
ha rinunciato ad acquisire importanti somme
da un’attività di accertamento che, peraltro,
sarebbe stata esperita dall’Agenzia delle
Entrate?
A mio giudizio il grado di apprezzamento di un
Sindaco si misura da queste problematiche,
perché il compito della politica (con la P maiuscola)è quello di favorire
una equa redistribuzione dei redditi a vantaggio dei ceti più sfortunati.
di
22
n.106
Cinema
Alyssa, Attrice,
Angélique
e Altro...
Il film breve di Stefano Odoardi
N
Leonardo
Persia
[email protected]
In un inarrestabile cortocircuito dell’io che svela il meccanismo di ogni messa in scena e lo estende ulteriormente a un
gioco delle parti relativo non solamente allo spettacolo. Anche
al proiettare/proiettarsi continuo nella e della realtà, dentro
lo scambio tra io e l’altro, tra me/io che è sempre un altro.
Nell’amore.
Il cinema di Stefano Odoardi si manifesta nel segno degli specchi, delle superfici riflettenti. Si guarda spesso dalla finestra
nei suoi film, corti e lunghi, si tirano le tende, si scruta e si
riprende dall’alto. La macchina da presa è l’occhio del volatile,
del cielo, del falco di Tunnel Vision e della cicogna di Una ballata bianca che evolvono nell’Angelo (e in Angélique Cavallari) di
Mancanza-Inferno. Uno sguardo che si (con)fonde nello sguardo dell’altro, che è l’Altro finalmente realizzato e rappresentato in altro. In alto. Rivelazione divina nel/del proprio umano.
Quattro, infatti, era il numero preferito dal marchese de Sade,
così come di Ingmar Bergman. Evocazione dell’Inferno e anche
del Paradiso. Eric Rohmer, primo fra tutti, aveva riconosciuto
on c’è due senza tre e non c’è quattro senza cinque,
una qualità paradisiaca negli inferni esistenziali di Bergman e
sei, sette, dieci. Angélique Cavallari interpreta quattro
Dino De Laurentiis, sognando un trittico religioso mai realiz-
personaggi ne La pluie: Koltes, Alyssa, l’Attrice e la Folle.
zato, voleva affidare proprio al maestro svedese la messa in
E come il Damba buddista, albero della vita ramifican-
immagini dell’Eden. Negli anni ’60, del divin marchese furono
te anche i quattro fiumi sacri, le quattro direzioni del cuore,
messe invece in luce la mitezza, il desiderio di un mondo
questi quattro ruoli, questo quattro, proliferano evocando altri
opposto a quello da lui descritto, persino un furore moralistico.
caratteri (l’innamorata/o, l’altro/a, il doppio, la copia, la coppia)
Esatte intuizioni. Il quattro è il numero della Terra: della Terra
per cercare l’Uno. Quell’unità ri-rappresentata dalla stessa
nel cielo (titolo di un corto di Odoardi, The Earth in the Sky), la
Angélique Cavallari, persona e personaggio, inizio e motore
quale naturalmente è pure nell’Inferno. O, meglio, appare La
primo di ogni molteplice, che torna all’unità finale. Cioè iniziale.
terra che non c’è (altro suo titolo), invocata dall’Inferno.
Anche per questo, le immagini odoardia-
suo personaggio? La parrucca bianca,
primo personaggio visto nel film è Koltes
ne si inscrivono in uno spazio dell’attesa.
che diventa dorata a contatto con le
quando si sentono i passi di «qualcuno
Attesa che qualcuno torni o si sveli,
luci di Parigi, il trucco, lo sdoppiarsi, il
che corre e poi arriva» (esattamente
attesa del realizzarsi stesso di un’imma-
mescolarsi rimandano alla coppia osmo-
come prima aveva fatto irruzione Alyssa)
gine, di un’ispirazione, di un copione (pur
tica Rita/Betty di Mulholland Drive e la
e la voce di chi narra lo identifica come
attraverso un cinema spesso non scritto,
musica di Georges Delerue (Le désespoir
tale. L’Attrice indossa la parrucca di Alys-
com’è noto). Uno spazio della metamor-
de Muriel, da Le due inglesi di Truffaut)
sa e ha un controcampo finto con Koltes
fosi e della trasformazione, del passaggio
catapultano il pur evidente omaggio alla
posto di fronte a lei, sintesi degli stessi
(da cui i ponti) e delle immagini (ancora)
nouvelle vague in una quarta dimensio-
elementi linguistici addensati in una sola
indefinite in prossimità di boschi e luoghi
ne di Tempo psicologico, intermittenza
immagine e in un solo corpo. «Di volta
naturali shakespeariani (che preludo-
di cuore e Proust, ricordando, oltre alla
in volta da diversi angoli vediamo Alyssa
no al cambiamento, al mescolamento
Muriel di Resnais, gli orologi di Into Our
e Koltes nella stanza. Fuori continua a
di identità e di amori: Il Sogno di una
First World, le pietre sbriciolate come i
piovere. Entrambi appartengono allo
notte di mezza estate, naturalmente
grani del tempo in Esilio della bellezza.
spazio». Ugualmente, il suono esterno pe-
parafrasato da
netra in quello
Bergman, oltre
interno, proprio
che da Woody
all’identica ma-
Allen, una volta
niera del no hay
di più nel suo
banda di Lynch.
ultimo Magic in
La voce (sempre
the Moonlight,
la stessa) si
e in gran parte
moltiplica, l’urlo
della commedia
della Folle viene
sofisticata hol-
udito da Alyssa
lywoodiana dei
nel giardino. La
’30 e ’40, non
voce narrante
soltanto quella
racconta sul
del ri-matrimo-
volto di chi è
nio individuata
narrato, appena
da Stanley Ca-
quest’ultimo ha
vell). Immagini
smesso di parla-
mescolate nelle
re. L’espressione
dissolvenze
piena di ambi-
liquide (7.14) e
guità di Alyssa
nell’incrocio dei
(una serie di
formati e degli
smorfie) fa pen-
stili (videoarte,
dant con il volto
digitale e pel-
deformato della
licola). Un cinema eclettico e variegato,
L’esercito napoleonico in miniatura di
Folle. Ognuno è intriso dell’altro. Quattro
sempre diverso, eppure matematicamen-
Koltes, granello di Tempo affine al soldati-
è uno e uno è quattro.
te coerente al suo interno.
no del Paradiso/Jauja di Lisandro Alonso,
viene raccolto dal pavimento allo stesso
Ma cosa c’entra la pioggia del titolo,
Di tale eclettismo sono testimoni anche
modo in cui sarà carpita l’erba (la propria
manifesta nell’acqua del bicchiere rove-
i dieci, densissimi minuti de La pluie. Ci
terra, il proprio io) da Alyssa, trasformata
sciato sul tavolo, che sgocciola sul pa-
sono gli interni minimalisti e in potenza,
poi in pietruzze (la stabilità, l’individua-
vimento? È una «pioggia interiore», dice
a camera fissa, qualche volta legger-
lità: eppur sbriciolate) sul suo volto in
il regista. Quella stessa pioggia, che nei
mente traballante, scarni e desaturati
un’immagine successiva.
film di William A. Wellman infastidiva e
purificava. La Pioggia, racconto di William
(non fotograficamente) che ri-pensano e
ripercorrono immagini mentali, invisibili,
Il gioco identitario trova un corrispetti-
S. Maugham, che faceva scontrare, incro-
accendendo il regista nascosto in ogni
vo pieno nella forma del film. Koltes di
ciare, dividere unire e di nuovo dividere,
spettatore. E c’è una scena colorata e
spalle, la nuca coperta da un berretto
due (o anche quattro, o una) individualità.
lussureggiante come quella di Alyssa in
nero (azzeramento duplice, totale, del
Di fede e ragione, lucidità e follia, maschi-
fuga giocosa sul ponte. Da chi fugge e
viso) è parlato probabilmente dall’Attrice,
le e femminile. Verità e recita. Reale e fi-
con chi gioca? È inseguita da sé stessa,
rivelata attraverso l’entrata in quadro di
ction. Ognuno di noi, dentro di sé, se non
dal suo doppio? Dalla macchina da presa,
Alyssa, trasformata in Attrice, mediante
ne ha paura ed è disposto ad ascoltarla,
da Stefano Odoardi? O si tratta ancora di
la voce over di quest’ultima. Divisione e
la sente sgocciolare. Feconda, penetra. Ci
Alyssa che scappa dall’Attrice che narra
ri-comprensione delle componenti diege-
separa e ci unisce. Rende folli, ma anche
(e da Angélique Cavallari che interpreta)
tiche: voce (in e off), personaggio, narra-
attori. Innamorati o/e pure isolati. Unici e
o da Angélique Cavallari posseduta dal
tore, attore (Attrice). Ci accorgiamo che il
indivisibili. Molteplici e collegati.
23
n.106
24
n.106
di
La Scuola all’expo 2015
Dal ‘600 a de
Chirico a Warhol,
il cibo nell’arte
Art is food. Food is art, quando la storia
dell’arte e il cibo si incontrano
B
Maria Gabriella
Del Papa
[email protected]
avvalso della collaborazione di un comitato scientifico internazionale
per selezionare opere significative, capaci di ricostruire un lungo ed
emozionante viaggio attraverso le diverse correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo, dal Barocco al Rococò, dal Romanticismo
ottocentesco alle avanguardie del ‘900. Lo scopo è quello di far apprezzare al largo pubblico degli appassionati le varie iconografie correlate
alla rappresentazione del cibo che movimenti e singoli artisti hanno
affrontato con estro e originalità.
Il percorso espositivo, ordinato secondo criteri iconografici e cronologici, intende, infatti, rivelare quanto i pittori attivi tra XVII e XIX secolo
amassero dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, e di
conseguenza far scoprire pietanze e alimenti oggi completamente
scomparsi, di cui è difficile immaginare anche il sapore. Inoltre, grazie
alla collaborazione con alcuni dipartimenti di Scienze Alimentari di
atenei nazionali, che per l’occasione hanno analizzato in maniera scientifica le tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e
‘700, è possibile attingere a preziose informazioni sull’alimentazione e
sui gusti dell’epoca.
rescia gennaio- giugno 2015 - La mostra vuole essere una rifles-
Le sezioni tematiche della mostra saranno dieci: l’allegoria dei cinque
sione sul tema della presenza del cibo nell’arte contemporanea,
sensi, mercati dispense e cucine, la frutta, la verdura, pesci e crostacei,
raccontata attraverso tutti i mezzi espressivi conosciuti, dalla
selvaggina da pelo e da penna, carne salumi e formaggi, dolci vino e
pittura alla fotografia, dal video alla performance, dall’happening
liquori, tavole imbandite, per finire con il cibo nell’arte del XX secolo.
all’installazione. L’esposizione si basa sul lavoro di 35 artisti che sono
Tra i capolavori allestiti, provenienti dalle meravigliose collezioni
stati selezionati per il loro lavoro a cavallo tra arte e cibo.
bresciane, si potranno vedere i “Mangiatori di ricotta” di Vincenzo
Campi e il “Piatto di pesche” di Ambrogio Figino, considerata la prima
Il cibo ancora una volta diventa protagonista delle mostre italiane
natura morta della storia dell’arte italiana, dipinta circa un lustro prima
durante questo 2015: dopo Food - Il Futuro del Cibo in collaborazione
della “Canestra” di
con il National Geographic, a Brescia si parla dei temi dell’Expo Milano
Caravaggio. Ecco
2015 con Il Cibo nell’Arte, espo-
quindi lo strepitoso
sizione collettiva che raccoglie
pendant di nature
grandi opere d’arte dal 1600 ai
morte, mai esposto
giorni nostri che hanno parlato o
prima d’ora, di
rappresentato il cibo.
Giacomo Ceruti
Dal 24 gennaio al 14 giugno
detto Pitocchetto,
2015 presso il Palazzo Martinen-
ma anche il “Tavolo
go della città lombarda saranno
con angurie” del
esposti oltre 100 dipinti scelti
pittore divisionista
dal curatore Davide Dotti: dalla
Emilio Longoni e
famosa lattina Campbell di Andy
l”’Ultima Cena”
Warhol a Magritte, Fontana,
di Andy Warhol,
La Chapelle andando anche
appartenente alla
indietro nel tempo con Guercino,
famosa serie in cui
Campi e Salini.
il padre della Pop
Il cibo invade i palcoscenici dei
Art ha reinterpreta-
teatri, è fotografato come una star, compare come protagonista nelle
to il “Cenacolo” di
Leonardo. A chiude-
pellicole cinematografiche, diventa il soggetto di curiosi giochi percettivi e anche la materia prima di vere e proprie performance artistiche. Il
re idealmente il percorso, ci sarà la spettacolare Piramide alimentare,
termine food art, infatti, è utilizzato per indicare lavori molto diffe-
installazione appositamente realizzata da Paola Nizzoli.
renti tra loro, dalle opere di David Robinson in cui veri e propri funghi
“Il Cibo nell’Arte” offrirà anche un ricco apparato didattico per tutte
formano paesaggi, alla graphic art di Marco Bollati che indaga il tema
classi di ogni ordine e grado. Nei laboratori didattici, per i più piccoli, si
alimentazione utilizzando gli strumenti del disegno e del collage, fino
potranno sperimentare esperienze multisensoriali sul riconoscimento
alle performance più propriamente artistiche come i lavori di Andrea
non convenzionale di gusti, odori, colori e consistenze di vari cibi. E
Salvetti.
si potrà mettere a punto un elaborato, simulando e reinterpretando il
Intitolata ‘Il Cibo nell’Arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento
a Andy Warhol’, la rassegna è stata curata da Davide Dotti, che si è
processo creativo dell’artista, utilizzando i materiali messi a disposizione tra cui pasta, frutta secca, legumi, riso.
di
Carmine
Goderecci
L’oggetto del desiderio
il premio che Paride le attribuì per la vittoria
della contesa contro Giunone e Minerva. Venere vestita e ingioiellata rappresenta la natura terrena dell’amore, invece la stessa dea
nuda rappresenta l’amore celeste. Le sono
associati gioielli nell’iconografia della toletta
ove le ancelle della dea, le Grazie, la aiutano
a ornarsi degli strumenti della seduzione
ea greca dell’amore, della bellezza
marina. L’arte la raffigura spesso accompa-
femminile. Sempre corredata di attributi e gio-
e dell’arte, Afrodite corrisponde alla
gnata da animali come colombe, cigni, delfini,
ielli è la Venere in trionfo, un tema ricorrente
Venere dei romani, ed è considerata
da conchiglie che ricordano la spuma delle
nell’arte rinascimentale. Tuttavia nell’arte la
da tutti, divini e mortali, la più bella
onde da cui emerge, da piante come la rosa e
dea appare spesso svincolata da riferimenti
tra le Dee, la più irresistibile ed attraente,
il mirto oppure oggetti come la cintola magica
precisi a episodi del suo mito e anche dai suoi
vero simbolo dell’amore, di cui non solo si fa
e la torcia accesa, simbolo del fuoco d’amore.
attributi più espliciti, restandole solamente la
portatrice, ma che incarna e rappresenta.
Nel mito greco ad Afrodite sono attribuiti
divina nudità di quando in quando spezzata
Emersa dal mare, Venere è rappresentata
numerosi titoli come la dea del dolce sorriso,
dalla presenza di gioielli. Questi, evidenziando
spesso ornata di gioielli a sottolineare la sua
dagli occhi folgoranti di bellezza, dalle belle
la sensualità, che traspare nella raffigurazione
seduttiva femminilità. Le perle hanno un
corone. Fra gli oggetti preziosi spesso pre-
della femminilità senza veli, sembrano dichia-
posto d’onore come rimandi alla sua nascita
senti nella sua iconografia vi è la mela d’oro,
rare esplicitamente un intento erotico.
Note Linguistiche
I
di Maria Gabriella Di Flaviano
Verbi in-ere
verbi della seconda coniugazione si dividono in due gruppi:
- quelli con la terminazione accentata come temére;
- quelli con la terminazione non accentata come vìvere.
Molti verbi della seconda coniugazione hanno al passato remoto
doppia forma per la prima e la terza persona singolare (-etti, ette, ei, è) e
per la terza plurale (-ettero, -erano). Solo la pratica, però, e il vocabolario
potranno dirci quali verbi ammettono le due forme. Appartengono alla se-
25
n.106
Amore tra i gioielli
le rose e il mirto
D
[email protected]
conda coniugazione anche i verbi fare e dire (contrazioni del latino fačere
e dičere) e i verbi in -arre, -orre ed -urre come trarre, porre, condurre ecc.
ecc….(anch’essi contrazione del latino trahĕre, ponĕre, conducĕre) i verbi
in -cere, in -gere e in -scere, mantengono la -cla, la -g dolci o palatali davanti ad -e ed -i; le mutano invece in -c e -g - dure o gutturali davanti ad -a
e -o. Solo cuocere, nuocere e i verbi con l’accento sulla -e di -cére (tacere,
piacere, giacere ecc…) mantengono la -c sempre dolce, per cui inseriscono
una -i davanti alle desinenze comincianti per -a, -o, e -u e raddoppiano
la -c davanti alla -i: taccio. Anche i verbi in -niere si comportano come
quelli in -niare e fanno spegniamo, che voi spegniate. Attenzione! La terza
persona plurale del congiuntivo presente termina sempre in -ano e non
in -ine: credano, mettano e non credino, termino, e mettino, come spesso
capita di leggere e di sentire.
di
26
n.106
Sergio
Scacchia
In giro
Santa Maria
de Praedis
a Castagneto
Il gioiello Campestre
A
http://paesaggioteramano.blogspot.it
l’altro di nubi, compare la cresta del Gran Sasso e le montagne suddite
intorno a corolla.
Tutto molto bello, tra colli con pochissime fasce di cemento che non
inghiottiscono ancora le piccole cascine storiche e i campi coltivati.
A volte capita che il nostro piccolo e caotico mondo si fermi anche
pochi chilometri dal centro storico di Teramo ci sono dei piccoli
per un solo attimo. È allora che la bellezza si svela e il sacro silenzio ti
tesori da riscoprire o da conoscere!
parla.
Il silenzio è avvolgente.
Le ginocchia traballano un pochino per la fatica, ma non mollo.
Il profumo delle colline boscose pare penetrare nei polmoni.
La chiesina campestre di Santa Maria de Praedis non è lontana.
La passeggiata sul Colle Piadino, tra
In questi luoghi, che i teramani diser-
Pantaneto, Colle Caruno, Fonte del Lat-
tano, c’è più di una chiesa che vale la
te, si snoda lungo la strada, ma di auto
pena visitare: San Pietro ad Azzano in
circolanti neanche l’ombra.
località Costumi o la famosa San Barto-
Qui è un susseguirsi di minuscoli agglo-
lomeo di Villa Popolo di Torricella.
merati del suburbio teramano dei quali
il più importante è Castagneto, il cui
Distante e di molto dalle grandi vie di
toponimo prometterebbe tanti alberi di
traffico, questo luogo sacro di Santa
castagno che oggi non ci sono più.
Maria meriterebbe ben altra attenzione,
La storia ricorda l’avvenimento più
quella che non le dà quasi nessuno.
importante, in piena dominazione spa-
Eppure possiede valori immensi sia re-
gnola, sul finire del XVII secolo. A causa
ligiosi sia archeologici, storici e perché
delle ciurmaglie dei briganti celebri
no, ambientali di alta collina.
come Santuccio da Froscia e Titta Colranieri, il borgo fu bruciato, insieme alla
All’ultima curva un cane pastore si
vicina Ioannella, da parte del capitano
avvicina a brutto muso e per un attimo
Gaspare Zunica.
temo l’assalto rabbioso. All’improvviso,
provvidenziale, si palesa un contadino
Ho incontrato nel mio cammino solo un
di alta statura che sta risalendo il picco-
trattore con sopra un vecchio che non
lo fosso verso il suo casolare.
so perché ha sghignazzato evidente-
Sembra Mauro Corona, canotta nera,
mente divertito, prima di scomparire
bandana di ordinanza, capelli grigi che
dai miei occhi col suo cigolante mezzo,
sicuramente cadrebbero sul volto se
antico più del padrone.
non fosse che appare incipiente la
Qua e là si aprono, improvvisamente,
calvizie.
prati quasi tumefatti dalle ombre del
Dal ciglio della strada urla qualcosa
primo pomeriggio e casolari dal tetto
d’incomprensibile ma la bestia pare
fumante.
aver capito perché si allontana subito
Poi, in fondo alla valle, lo sguardo
dalla mia figura.
s’impossessa di una Teramo un tantino
Ed eccomi finalmente davanti all’ogget-
caliginosa mentre, tra un sipario e
to dei miei desideri.
Santa Maria è un piccolo tempio in stile ro-
Ora sono qui, ad ammirare questa che è una
lato destro che penzola arrugginito e scric-
manico a tre navate, edificato nella notte dei
delle chiese più antiche del teramano, sorta
chiolante al vento.
tempi sui resti di una villa romana, dicono,
nel secolo X, le cui pietre sembrano prove-
anche se alcuni studiosi ipotizzano che qui ci
nire dall’antico castello medievale che un
Ripenso alla frase latina che trovai su di un
fosse un sito dedicato alla dea Feronia.
tempo dominava la valle sopra Pantaneto!
piccolo cimitero in Alto Adige.
In epoche ancora precedenti pare che l’anti-
Mi stupii di questa locuzione:
co insediamento fosse il “villaggio Praedis”,
Immagino cocci e pietrame sconvolti dai
“Hic est locus ubi mors gaudet succurrere
luogo molto frequentato sin dall’età del
vomeri profondi. Penso con dolore, a cosa
vitae”,
ferro.
possa essere accaduto a tanti reperti, sta-
che tradotta significa che “questo il luogo
Come dimenticare che qui furono rivenuti
tuine o altro, disseppelliti sui campi dinanzi
dove la morte gode di soccorrere la vita”.
mirabili frammenti di ceramica del tempo
casa e rivenduti forse per pochi soldi.
Un’amara riflessione sulla caducità delle
dei Pretuzi, travertini o ancora rimasugli di
Butto l’occhio su alcune tombe del cimite-
cose.
statue romane e anche reperti medievali?
ro. Mi pare che fosse mutuata da una lapide
Sono affascinato nel guardare questo
Una di esse ha la croce che ha perso il suo
sulla porta d’ingresso dell’Ospedale degli
piccolo edificio sul ciglio della strada con il
Incurabili a Napoli, prima che arrivasse il
suo mini cimitero dall’inferriata del fianco
santo dottor Giuseppe Moscati a portare
destro.
speranza ai poveri.
Ho sempre creduto che l’arte sia l’ombra di
Meglio concentrarsi sulla chiesa che ha una
Dio sulla terra.
storia sontuosa che pare partire dal 1153
Ricordo che più di una volta il grande e indi-
quando il vescovo Guido II annesse ai beni
menticabile Giammario Sgattoni, mi parlò di
teramani la piccola pieve.
quest’antico luogo denominato “Praedis”.
Questo tempio ha visto la sua ultima ristrut-
Con la sua voce baritonale e il suo largo
turazione da parte della Soprintendenza ai
sorriso, mi sorprendeva sempre con la sua
Beni Architettonici nel 1977 e oggi si presen-
immensa cultura.
ta in perfetto ordine.
di
28
Calcio
n.106
I
Il Teramo
Antonio
Parnanzone
[email protected]
sopra citati, molto professionali che danno il loro contributo decisivo
anche con pochi minuti giocati. Il Diavolo non conosce timori reverenziali e tantomeno le insidie dei campi avversi. Sicuro di se entro e
fuori casa, riesce a tenere alto ritmo e qualità di gioco indipendentemente dal campo di gara. Vincere o perdere può capitare in qualsiasi
momento e talvolta la sconfitta, per come sono andate le cose in
campo, vale più di una vittoria acciuffata per un episodio favorevole.
l Teramo è una realtà. Il buon avvio e la fase successiva avevano
Teramo, quindi, sempre a testa alta in ogni occasione. La sfida del
evidenziato una squadra in grado di fare risultato ovunque. Il
futuro è sulla tenuta fisico - atletica, ma soprattutto mentale. A ciò si
finale della prima parte del campionato è andato ancora meglio,
aggiungono i rinnovati organici delle squadre avversarie per effetto
consacrando la formazione biancorossa una delle big del girone.
delle movimentazioni del secondo periodo trasferimenti. Gennaio,
Misurarsi con i blasonati Ascoli e Pisa e giocare alla pari, se non
pertanto, rappresenta un momento cruciale del campionato in corso.
addirittura meglio, vuol dire proprio che il Teramo è forte. È forte
Gli arrivi e le partenze saranno determinanti per le squadre di vertice
in tutti i reparti, dalla difesa all’attacco. Soprattutto è davanti che il
e anche per quelle che mirano solo alla permanenza nella categoria.
Teramo ha costruito la sua maggiore fortuna con la coppia più pro-
Non tutte le Società riusciranno nell’intento di migliorare qualitativa-
lifica del girone Lapadula-Donnarumma in bella mostra. I due arieti
mente il proprio organico, ma per la maggior parte di esse sicura-
biancorossi, infatti, si sono rivelati determinanti mettendo a segno
mente gli effetti saranno positivi. Da qui inizia un nuovo corso del
un buon numero di reti e permettendo alla formazione guidata da
campionato e proprio in questo periodo inizia anche per il Teramo
Vivarini di agganciare le prime posizioni della graduatoria generale.
una nuova fase. Fare bene adesso vuol dire proseguire il cammino
Il ritrovato Bucchi, poi, quando è stato chiamato in campo si è fatto
con lo stesso ritmo, intensità e determinazione. D’ora in avanti potrà
trovare sempre pronto. Insomma un trio che incanta e che molti
succedere di tutto in quanto non c’è una squadra leader. Per un
invidiano a Vivarini che ha la fortuna di gestirlo. Da non dimenticare,
certo periodo di tempo era sembrata quella dell’Ascoli la squadra
ovviamente, il forte centrocampo che sorregge magistralmente il
più regolare, ma con il passare del tempo una evidente flessione ha
reparto più avanzato. Amadio, Cenciarelli e Di Matteo controllano
permesso alle inseguitrici di riagganciarla formando un trenino di
con abilità la parte mediana del campo offrendo un ottimo supporto
testa. Un gruppo di cinque-sei squadre, Teramo compresa, sembra
alle punte. Il sempre più sicuro Tonti e i giganti Caidi, Speranza e
procedere con passo diverso e distinto dalle altre e molto probabil-
Diakitè controllano e respingono sempre con più efficacia gli attacchi
mente saranno loro a contendersi l’accesso alla serie B. Teramo sta
degli avversari. Anche quest’ultimo reparto gode di ottima salute,
vivendo uno dei momenti più belli della sua centenaria storia calcisti-
superando brillantemente un periodo poco fortunato per i troppi
ca. Se sarà serie B vuol dire che avrà compiuto un miracolo. In caso
infortuni. Una squadra in salute e un gruppo di atleti, oltre a quelli
contrario avrà vissuto ugualmente un’altra grande annata.
Foto Vincenzo Ranalli
di
Politica
Il Ritorno
del Censo
analisi del voto delle regionali
di novembre
A
Maurizio
Di Biagio
29
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
n.106
del contribuente, e perfino il noleggio di una limousine. Occasione ghiotta per l’astensionismo, per tenere lontano anche il più
volenteroso degli elettori. La puzza è troppa e i cittadini vanno alla
ricerca di qualche nuova fragranza nel caleidoscopico panorama
politico nazionale, sempre in sommovimento alla ricerca del nuovo
partito o del nuovo uomo. Un altro tassello che s’aggiunge agli
altri per definire un fenomeno molto complesso è quello della fine
dell’ideologia e del relativo avvento dell’uomo-partito: da Berlusconi, a Di Pietro, fino a tanti loro emuli; la politica si è infatti nutrita
negli ultimi anni di facce, di volti, di one man show, di capataz de
cargadores, a discapito di disciplinati portatori di acque in polverose segreterie sempre meno calcate da tutti. E dentro la caduta
rovinosa del dio antropomorfo, il vuoto può creare scompensi
democratici, visto che a sopperire alla mancanza del leader non
c’è più la sapiente e tenace ragnatela dei partiti. La sfiducia nella
classe politica ha raggiunto il top. Oltretutto è venuto a mancare
stenersi o partecipare. Gli Emiliani, i Romagnoli, i Calabresi
nella regione rossa l’apporto contributivo dei filo-sindacati e degli
hanno scelto di disertare in massa le elezioni regionali
ortodossi del Pd, in chiaro contrasto con la linea politica dettata da
del 23 novembre scorso. Le ragioni sono molteplici e non
Renzi. Lo strappo della Fiom, di Camusso, ha il suo peso e mostra
è nemmeno facile buttarla in aforismi che sì, tante volte
un partito sempre più in affanno malgrado gli 80 euro che fanno il
aiutano a compendiare un fenomeno astruso e variegato ma che
41% alle Europee. Ma più in genere il fenomeno dell’astensionismo
questa volta è meglio evitare. Scrivere dunque che “le elezioni
in Italia è iniziato storicamente con gli anni ’70 e con la questione
favoriscono i chiacchieroni” è fuorviante ma ha un suo fondo di
morale messa in luce da Enrico Berlinguer, segretario del Partito
verità: anche se in queste hanno concorso grigi personaggi di ap-
Comunista. Si
parato, mettiamo che il chiacchierone sia sempre lui, il Fonzie, lo
partì con un
scout, il figliol prodigo, il Renzie, quello che da Roma ha aleggiato
astensionismo
nella competizione elettorale, di certo avrebbe avuto una sfida più
del 6,6% alle
allettante se come sfidante ce ne fosse stato un altro di…chiac-
politiche del
chierone. Invece questa volta, almeno nel panorama nazionale, è
1976, anche
sparito d’incanto l’anti-Renzie, svilendo di contenuti e passione
se la sfiducia
l’appuntamen-
cominciò a
to elettorale. E
manifestarsi
di pari passo
con una certa
anche la parte-
incidenza negli
cipazione degli
anni ’80 e ’90,
elettori è ca-
con l’attenua-
lato drastica-
zione delle
mente: solo il
ideologie e con
37% di elettori
l’aumento del
sulla Via Emilia
disimpegno politico. E se fino a qualche tempo fa alcuni commen-
ha apposto
tatori potevano pure esprimere qualche compiacimento perché
una croce sulla
paragonavano il fenomeno a quello delle democrazie più compiu-
scheda. Ma
te, ora però questa completezza sta facendo rima piuttosto con
questa può
menefreghismo totale. Infine si possono annoverare altre forme di
considerarsi
astensionismo: da quello demografico, soprattutto nella brutta sta-
solo una lettura parziale dell’astensionismo. Poche settimane fa, il
gione, quando alcune categorie, come gli anziani, sono più restie
governatore della Campania, il forzista Stefano Caldoro, nella sua
ad uscire di casa; a quello tecnico-elettorale causato dalla difficol-
disanima post-voto, ha riferito dell’eutanasia di un ente. “Basta con
tà di comprensione della materia politica o dalla stessa modalità di
le Regioni – dichiarava a piè sospinto – basta a sanità, traspor-
voto. Accade pure questo. C’è poi l’astensionismo apatico, come
ti, gestione dei servizi: l’attuale regionalismo è finito domenica
abbiamo già riferito, e quello di sfiducia-protesta, caratteristico
scorsa, tenerlo in piedi con il 37% dei voti è accanimento”. Caldoro
dalla fine della prima repubblica in poi. Cos’altro dire? Che per la
prospettava le macroregioni all’orizzonte della prossima Italia.
prossima tornata elettorale non vinca il 15% degli aventi diritto,
Per di più nell’Emilia-Romagna, terra rossa per eccellenza, si sono
perché se continua così, è davvero il ritorno del censo, di quella
registrati prima della sfida elettorale scandali a gogò: a partire
limitata casta che nei secoli bui si arrogava il diritto a decretare la
dal vibratore inserito nei rimborsi, cene pazze fatte con i soldi
vita politica e sociale di tutti.
dalla
30
n.106
Sport
Pallamano
D
Redazione
[email protected]
l’impressione di poter prevalere conducendo la gara per larghi tratti.
Nel secondo tempo la compagine della Lion mostrava maggior carattere e di conseguenza quella determinazione che gli ha consentito di
portare in porto il risultato. Nel complesso possiamo tranquillamente
affermare che si è assistito ad un incontro di categoria superiore ed a
giocatori che possono assicurare un futuro all’altezza della tradizione
opo la pausa natalizia, sono ripresi i vari campionati delle diver-
della Pallamano teramana.
se categorie. L’evento clou del mese di gennaio è sicuramente
Per quanto concerne la Pallamano femminile, la Nuova H.F. Teramo
il derby cittadino tra l’H.C. Team Teramo e la Lion Teramo nel
nel campionato di Serie A1 non sta ripetendo le prestazioni messe in
campionato maschile di serie B. La partita si è giocata sabato
mostra nel girone di andata. Pur assicurandosi, nonostante la sconfitta
18 presso il Palacquaviva che ha visto prevalere la Lion di Marcello
di sabato a Salerno, la disputa dei play off per la conquista dello scu-
Fonti con il punteggio
detto e la partecipazione
di 21 a 20 davanti ad un
nella prossima stagione ad
numerosissimo pubblico
una coppa europea.
che ha fatto registrare il
Nel campionato di A2 fem-
tutto esaurito. L’anda-
minile continua la marcia
mento della gara ha visto
dell’H.C. Team Teramo di
nel primo tempo l’H.C.
Serafino Labrecciosa che
Team Teramo di Franco
nell’ultima gara vinta a Ci-
Chionchio ribattere colpo
vitavecchia ha confermato
su colpo le giocate degli
la propria superiorità nel
avversari, dando anzi
girone di appartenenza.
Redazionale
Torsioni del busto
utili o dannose?
rachide e del tronco in generale.
Il movimento che si effettua svolgendo
questo esercizio di torsione del busto
avviene quasi esclusivamente a livello della
gabbia toracica e non della vita (Sharmann,
2005) e richiede al rachide lombare un
movimento che per sua morfologia non è in
Q
grado di effettuare con efficacia, sottoponendolo ad una forza di taglio potenuesto esercizio utilizzato per
zialmente rischiosa specie se l’ esecuzione avviene con carico
“snellire il punto vita e tonifica-
maggiorato (bilanciere o macchinario specifico) o con bacino
re gli obliqui” è purtroppo una
bloccato da seduti.
pratica inefficace ed anche dannosa.
Le vertebre hanno una componente minima di rotazione di 1 grado
Quasi certamente molti continueranno ad
per ognuna di essa e di 5 gradi in tutto il tratto lombare.
eseguirlo comunque perché ormai da anni fa
Quindi il movimento meccanico che si esercita ripetutamente può
parte del loro allenamento quindi certi della
sfociare nel tempo in seri danni alla schiena.
sua efficacia e sicuramente ignari delle problematiche che ne possono conseguire.
Si dovrebbe riflettere e infrangere il sogno
di chi crede che fare tante torsioni servano a snellire il punto vita,
SPECIALIZZATO IN
Fitness generale - Tonificazione muscolare
Dimagrimento - Ipertrofia muscolare
Allenamento aerobico - Preparazione sport
allora eseguire tanti addominali farebbero sparire la pancia!?
Sono purtroppo credenze e dicerie senza fondamenta scientifiche.
Inoltre ci sono anche alcune aziende leader del settore che hanno
inventato alcuni macchinari per eseguire torsioni con carico
aggiuntivo, quindi aumentando i rischi di danneggiamento del
Renato Gentile Personal Fitness Trainer
Certificato ISSA (International Sports Sciences Association)
Iscritto nel Registro Europeo dei Professionisti dell’Attività Fisica (EREPS)
Accreditato dall’Associazione Europea per la Salute e per il Fitness (EHFA)
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