(L-LIN/01-Glottologia e Linguistica) Linguistica generale 1a a.a.2013-2014 Anna Pompei LESSICO Anche se il lessico è dato dall’insieme delle parole di una lingua, corredate dalle informazioni loro associate, l’unità del lessico non può essere la parola, a causa della sua problematicità. NOZIONE DI PAROLA Problemi esterni e interni alla singola lingua - Criterio grafico: parola = ciò che è compreso tra due spazi bianchi - Criterio pragmatico: parola = ciò che da solo costituisce enunciato - Parola fonologica vs. morfologica vs. sintattica <telefonami> [ kapostat'tsjone] <ferro da stiro> NOZIONE DI PAROLA Criteri di individuazione (matrice di tratti): 1. 2. 3. 4. 5. 6. Separabilità nella scrittura Presenza di un solo accento primario Ordine fisso dei morfemi Non interrompibilità Posizione mobile nella frase Enunciabilità in isolamento Le parole che presentano tutti questi tratti sono parole prototipiche NOZIONE DI PAROLA Classificazione delle parole: Parole semplici vs. parole complesse (comprese le parole costruzionali: ferro da stiro, buttar giù; talora con univerbazione: perlopiù, alltogether) variabili vs. invariabili piene (classe aperta) vs. vuote (classe chiusa NOZIONE DI PAROLA Struttura della parola semplice variabile: radice vocale tematica tema NOZIONE DI PAROLA Criteri sintattici di individuazione di una parola: problemi per le parole polirematiche (o multi-word expressions, o parole costruzionali, che rispondono a determinati formati) Non separabilità - tavola rotonda cibo per cani andare fuori fare una passeggiata vuotare il sacco stare male * una tavola molto rotonda ? un cibo nuovo per cani andare spesso fuori fare spesso una passeggiata ha vuotato rapidamente il sacco sta sempre male / *sta per ore male NOZIONE DI PAROLA Criteri sintattici di individuazione di una parola: problemi per le parole polirematiche (o multiword expressions, o parole costruzionali) Posizione mobile nella frase - tavola rotonda cibo per cani andare fuori fare una passeggiata vuotare il sacco stare male * è rotonda la tavola? ? è per cani il cibo di cui parli? * è fuori che vado * è una passeggiata che faccio * è il sacco che ha vuotato è male che sta NOZIONE DI PAROLA Lessico= insieme di parole di una lingua. Lessico mentale (→lessicologia). Unità: lessema. Dizionario = descrizione del lessico (→lessicografia). Unità: lemma, entrata o forma di citazione. Lessico > dizionario Lessico < dizionario Vocabolario: dizionario impiegabile sia per lessico, sia per NOZIONE DI PAROLA Importanti diversità nella struttura: Lessico: organizzazione su base morfologica, semantica e sintattica Dizionario: organizzazione (monolingue, bilingue, enciclopedico, analogico) a seconda etimologico, del tipo dell’uso, NOZIONE DI PAROLA Parole contenuto: verbi – nomi – aggettivi – (avverbi) →insieme aperto Parole funzione: pronomi – articoli – preposizioni – congiunzioni →insieme chiuso Ma: avverbi, preposizioni e anche verbi possono appartenere a entrambi gli insiemi. Lessico classi di parole = parti del discorso = categorie lessicali Problema dell’inventario: le classi di parole variano da lingua a lingua e (forse) solo il nome e il verbo possono essere considerate universali. LESSICO Problemi di individuazione È difficile trovare dei criteri universali per individuare le classi di parole. Nelle lingue fusive e agglutinanti possono valere i criteri morfologici, mentre nelle lingue polisintetiche l’individuazione è molto difficile e nelle lingue isolanti il criterio più utile è quello sintattico, ossia distributivo. I criteri morfosintattici valgono per le singole lingue (language internal). I criteri semantici (language external) hanno una portata più ampia e sono adottati in tipologia, ossia nella comparazione tra lingue. LESSICO Problemi di individuazione ●Distribuzione Sottocategorizzazione stretta: [+Det__]N [-Det__]N [ __ SN ]V F LESSICO • Distribuzione Restrizioni selettive Leggere [V] [ __ SN ]V F Il bambino legge il libro *Il cane legge il libro *La bontà legge il libro SN__ [+UM] LESSICO Problemi di individuazione • Distribuzione Il medico dice che guarirò presto Il corpo medico di quell’ospedale è molto valido La ferita la medico domani mattina Sottocategorizzazione stretta: [Det__]N [SN__]A [__SN ]V LESSICO Problemi di individuazione • Distribuzione Modificazione? (=funzione sintattica) correre velocemente vs corsa veloce Ma correre veloce? LESSICO Problemi di individuazione ●Criteri semantico-pragmatici (language external) Semantici (Lyons 1977): Categorie ontologiche Categorie linguistiche entità N stati di cose (relazioni tra entità) V proprietà Agg LESSICO Verbo: codifica quanto si dice circa un referente; descrive (stati o) eventi; (= forza predicativa) di solito ha una valenza > 0; è prototipicamente caratterizzato da tempo, modo, aspetto, diatesi, polarità, numero e persona; è testa di un SV. LESSICO Nome: classifica un referente assegnandolo ad una classe di oggetti; (= forza designativa) funge da Tema del discorso, ossia opera da capo-catena nelle relazioni anaforiche è prototipicamente caratterizzato da caso, genere, numero; è testa di un SN. LESSICO Aggettivo: attribuisce una proprietà ad un referente; modificando una testa nominale in funzione attributiva o predicativa può essere caratterizzato da accordo; può essere caratterizzato da graduabilità; è testa di un SA. LESSICO Avverbio: modifica altre categorie; non è caratterizzato da accordo; è testa di un SAvv. LESSICO Tipologicamente si hanno diversi sistemi di lingue: Sistemi differenziati 1 lessema:1funzione La ragazza bionda balla benissimo Sistemi flessibili samoano Ua mālosi INGR forte Ua lā INGR sole 1 lessema:>funzione le ART le ART lā sole aso giorno ‘il sole forteggia > è forte’ ‘il giorno soleggia > è soleggiato’ LESSICO: NOMI Categorie ontologiche entità Categorie linguistiche I ordine (persone, luoghi, cose) II ordine (azioni, eventi, processi, situazioni) =nomi di processo Nomi ‘leggeri’ Nomi ‘puri’ Nomina actionis, agentis LESSICO: NOMI Categorie ontologiche entità Categorie linguistiche II ordine (azioni, eventi, processi, situazioni) Nomina actionis, =nomi di processo agentis Nominalizzazioni ►morfologiche ►sintattiche LESSICO: NOMI Nominalizzazioni ►morfologiche derivate da verbi: camminata, costruzione, fioritura, deroga; infinito nominale Non derivati da verbi (pranzo > pranzare, temporale) Valenza Aktionsart LESSICO: NOMI Valenza (anche nel caso dei nomi di primo ordine, per il possessore o per l’argomento generico: il libro di Luca) Nomi zeroargomentali (temporale) Nomi monoargomentali (nascita) Nomi biargomentali (parto) Nomi triargomentali (rinvio) La realizzazione degli argomenti dei nomi non è obbligatoria LESSICO: NOMI Aktionsart N. di stato N. di proc. indef. N. di proc. def. N. istantanei Dinam. + + + Durata + + + - Telicità ± + paura, stanchezza il bere, costruzione camminata, bevuta partenza, colpo Diacronicamente le nominalizzazioni morfologiche tendono a diventare dei nomi risultato. In questo caso non possono reggere argomenti: La costruzione della casa durò tre mesi vs La costruzione è alta due piani LESSICO: NOMI Nominalizzazioni ►sintattiche A differenza delle nominalizzazioni morfologiche non creano nuove entrate nel lessico. Possono essere marcate da nominalizzatori. Ess.: [(il fatto) che Mario si sia laureato]N rende felici i genitori cin. [wǒ mài de]N shì zhōng guó huò ‘quello che vendo è merce cinese’ LESSICO: NOMI Nomi ‘leggeri’ Sono nomi non designativi che ricorrono in SN del tipo N1 + di + N2 Ess. →approssimatori: una specie di amico →nomi di quantità: un chicco di grano →nomi supporto (semelfattività): un colpo di tosse LESSICO: VERBI Criteri di classificazione: Significato predicativo Valenza Transitività LESSICO: VERBI Criteri di classificazione: Significato predicativo Verbi di moto, verbi di percezione (=verba sentiendi vedere, sentire, ecc.), verbi di cognizione (=verba putandi pensare, capire, ecc.), verbi di dire (=verba dicendi dire, affermare, ecc.), verbi di maniera (tagliuzzare), verbi di misura (costare, pesare), ecc… LESSICO: VERBI Criteri di classificazione: Significato predicativo ►La forza predicativa di un verbo decresce nelle seguenti costruzioni (verbi ‘leggeri’): Verbi perifrastici: formano sintagmi complessi con un verbo predicativo (=pieno o lessicale); in molti casi hanno subito una grammaticalizzazione: Ess: stare + gerundio Verbi seriali (farsi dârad mikonad ‘lit. tiene fa = sta facendo) Verbi fasali: finire di, iniziare a, mettersi a, ecc. LESSICO: VERBI Criteri di classificazione: Significato predicativo ►La forza predicativa di un verbo decresce nelle seguenti costruzioni (verbi ‘leggeri’): Verbi supporto: nei verbi supporto il verbo ha un significato generico (fare, dare, prendere, avere, mettere) e il suo contributo semantico alla combinazione può limitarsi all’Aktionsart. Si ha quindi uno sbilanciamento verso la base (=nome), che è sede della predicazione. I verbi supporto, sono, infine, lessicalizzazioni analitiche: fare una telefonata = telefonare fare una passeggiata = passeggiare fare una nuotata = nuotare dare un aiuto = aiutare prendere una decisione = decidere Interlinguisticamente: fare una doccia = prendre une douche = duchar(se) LESSICO: VERBI Criteri di classificazione: Significato predicativo ►La forza predicativa di un verbo decresce nelle seguenti costruzioni (verbi ‘leggeri’): Verbi ausiliari: Forniscono esclusivamente informazioni grammaticali; possono drivare da verbi lessicali che hanno subito un processo di grammaticalizzazione (avere ‘possedere’). Verbi copulativi: si limitano a stabilire un collegamento tra il soggetto (=Tema) e il predicato (Rema), che può essere costituito da un nome o un aggettivo. Nelle frasi nominali la copula non risulta necessaria (più che essere elisa). LESSICO: VERBI Criteri di classificazione: Valenza (valida per i verbi predicativi) Verbi avalenti/zerovalenti (verbi atmosferici) Verbi monovalenti (morire, svenire, arrivare) Verbi bivalenti (uccidere, tagliare, mangiare, spazzolare) Verbi trivalenti (dare, ricevere, mettere) Sottoclassi di parole: verbo Criteri di classificazione: Transitività (reggenza di un oggetto diretto) Intransitività Lingue ergativo-assolutive: Ikit da vedere 3PL.ERG ‘Loro ti hanno visto’ Tinerak ka balalre 2ABS ‘Tu ballavi’ ka 2ABS soggetto oggetto transitivo Erg Ass intransitivo Ass --- Sottoclassi di parole: verbo Criteri di classificazione: Transitività (reggenza di un oggetto diretto) Intransitività ergativo-assolutive: Estensione: da marca nominale a categoria verbale da questione sintattica a questione semantico-sintattica Il dirigibile affonda la nave La nave affonda Maria apre la finestra La finestra si apre Sottoclassi di parole: verbo Criteri di classificazione: Transitività (reggenza di un oggetto diretto) Intransitività ergativo-assolutive: Estensione: Burzio (1986): intransitivi ergativi vs. transitivi / inergativi Perlmutter (1978): inaccusativi Sottoclassi di parole: verbo Criteri di classificazione: Transitività (reggenza di un oggetto diretto) Intransitività ergativo-assolutive: Estensione (verbi intransitivi inaccusativi vs inergativi): Sono arrivati molti ragazzi Molte persone hanno telefonato Ne sono arrivati molti *Ne hanno telefonato molti Uno studente arrivato poco fa *Uno studente parlato poco fa Entrato Gianni, Maria uscì immediatamente dalla stanza *telefonato Gianni, Maria uscì immediatamente dalla stanza SEMANTICA La semantica è quella branca della linguistica che ha come oggetto di indagine il significato. La riflessione su questa nozione ha attraversato tutta la storia del pensiero occidentale a partire dalla filosofia greca e ancora oggi interessa moltissime discipline, dalla semiotica alla logica, alla filosofia del linguaggio, alle scienze cognitive, fino allo studio dell’intelligenza artificiale. SEMANTICA Semantica lessicale = studia il significato dei singoli lessemi, che costituiscono il lessico. Semantica frasale = studia il significato di intere frasi SEMANTICA Triangolo semiotico (Ogden & Richards 1923) contenuto (B) espressione (A) referente (C) SEMANTICA Concezioni: Mentalistica: C= entità o stato di cose presenti nella realtà B = concetto, situato nella mente A = "segno" linguistico che l’uomo utilizza per riferirsi a quella entità o a quello stato di cose. Es.: il significato espresso dalla parola cane è costituito da un mammifero della famiglia dei canidi, di cui noi abbiamo una rappresentazione nella mente. →Cfr. Aristotele vs. Locke SEMANTICA Concezioni: Referenzialistica pura: C = entità o stato di cose presenti nella realtà A(/B) = ‘segno’ Es.: per "etichettare" con la parola cane l’animale a quattro zampe, con la coda, che abbaia e può mordere, non è necessaria un’operazione cognitiva, ossia la mediazione di un concetto, in quanto il significato è dato dalla relazione diretta di una parola con il suo referente. In questo caso i vertici del triangolo si riducono a due (A e C) o si devono intendere i vertici B e A in modo unitario, ossia l’"espressione" come manifestazione grafico/acustica del "contenuto", all’interno del segno linguistico. La concezione "referenzialistica pura“ è quella tradizionale della logica e della filosofia del linguaggio. SEMANTICA Concezioni: significato = "sistema di relazioni" B = significante A = significato Es.: lo stesso significato espresso dal francese bois e dall’inglese wood è ripartito in tedesco tra le parole Wald (= bosco) e Holz (= legno/legna). Si tratta della concezione propria dello strutturalismo, secondo la quale il significato è un fenomeno tutto interno alla lingua, ossia coincidente con il "contenuto", che è indissolubile dall’"espressione" nella costituzione del segno linguistico. SEMANTICA Significato estensione vs. intensione estensione: parte del mondo extralinguistico che un segno linguistico identifica intensione: insieme di proprietà sulla base delle quali si può stabilire se un certo oggetto fa parte o meno di una certa estensione SEMANTICA ‘bicicletta’ estensione: tutti i veicoli designabili con il significante bicicletta intensione: avere un telaio avere due ruote avere una forcella avere un manubrio SEMANTICA estensione variabile = stessa intensione io intensione estensione = = chi parla X intensione variabile = stessa estensione intensione = estensione = successore di Papa Albini unico papa italiano del ‘900 primo santo deciso dalla televisione Papa Giovanni Paolo II SEMANTICA Significato denotazione vs. connotazione denotazione : consiste nell’identificazione di un referente da parte di un segno linguistico connotazione : si ha quando l’attenzione è posta sugli “attributi” di quanto denotato SEMANTICA volpe denotazione : connotazione : mammifero dei canidi, con testa piccola, muso lungo e appuntito, ecc . idea accessoria di furbizia (Quell’uomo è una volpe!) Espressioni diverse possono connotare positivamente o negativamente un referente : il tiranno vs. l’imperatore (Napoleone Bonaparte) sbobba vs. cibo scarpinare vs. camminare moccioso vs. bambino SEMANTICA Significato significato: senso : significato vs. senso consiste nel valore semantico oggettivo è l’insieme di associazioni di significato occasionali e quindi irriproducibili legate alle esperienze dell’emittente e del ricevente SEMANTICA Che ora è? significato: senso: Richiesta dell’ora da parte dell’emittente al ricevente diverse disposizioni d’animo dell’emittente, ad ansia, in relazione a un possibile ritardo; impazienza, perché si ha appuntamento a cui si desidera recarsi quanto prima; indifferenza, perché ci si sta annoiando e si vuole solo trovare una scusa per iniziare una conversazion e poter così passare il tempo SEMANTICA Significato significato collocazionale Si tratta della parte di significato determinata dalla collocazione del lessema sull’asse sintagmatico, quindi legata anche alle relazioni sintagmatiche tra lessemi. Qui si innesta la conoscenza enciclopedica. Ess.: pioggia battente – caloroso saluto – lanciare messaggio – collo di bottiglia un SEMANTICA Significato significato collocazionale Il significato collocazionale è strettamente legato al contesto. SEMANTICA Scomposizione in morfemi Primo approccio al problema in senso cronologico. Oggetto di analisi è l’unità minima dotata di significato, il morfema, con particolare riguardo ai morfemi lessicali. In questa prospettiva si realizza un’interfaccia tra semantica e morfologia. Tra i morfemi grammaticali, rivestono un certo interesse per la semantica quelli derivativi. La derivazione, infatti, determina cambiamenti non solo di categoria, ma anche di significato, per di più in maniera prevedibile, perché composizionale. Ciò significa che in lava-bile, per esempio, anche il suffisso -bile, pur essendo un morfema grammaticale, ha un proprio contenuto semantico, che è quello di "che può essere V + ato (V = lavare)“. SEMANTICA Scomposizione in morfemi [[mangi(a)]v+bile]A [[lav(a)]v+bile]A [[osserv(a)]v+bile]A -bile = “che può essere V+ato (V=mangiare, lavare, osservare)” SEMANTICA Scomposizione in morfemi La derivazione, insieme alla composizione, inoltre, ha un certo rilievo per la semantica in quanto permette l’innovazione del lessico di una lingua dall’interno. La scomposizione in morfemi si può applicare in maniera abbastanza agevole alle lingue a prevalente morfologia concatenativa – basata, appunto, sulla concatenazione di segmenti morfemici – mentre risulta problematica in altre tipologie morfologiche come, ad esempio, nella cosiddetta morfologia introflessiva, o nei processi di "morfologia minore", come, ad esempio, quella "sottrattiva“. Da qui nasce l’obiezione di non considerare come unità dell’analisi semantica il morfema, ma la parola. SEMANTICA Analisi componenziale (o scomposizione in tratti) L’analisi componenziale si basa sull’ipotesi che il significato dei lessemi non sia "atomistico", ma sia, piuttosto, scomponibile in elementi più piccoli di significato: i "componenti semantici". L’approccio componenziale nasce nell’ambito dello strutturalismo, con la proposta di Hjelmslev di applicare al lessico la stessa metodica di analisi sviluppata in ambito fonologico, cioè mediante l’utilizzo di tratti distintivi. Per questo i componenti semantici possono anche essere definiti "tratti". SEMANTICA Tratti semantici I componenti semantici o tratti risultano almeno in parte organizzati secondo gerarchie che dovrebbero essere rispettate nella matrice di un lessema. [± maschio] [± enumerabile] [± animato] [± concreto] [± adulto] [± animale] [± vivente] [± umano] SEMANTICA La relazione di gerarchia è quella che lega i tratti, espressi nel loro valore positivo, da sinistra verso destra, mentre quella di implicazione va letta da destra verso sinistra, considerando il percorso indicato da frecce e parentesi graffe. Il componente [+ UMANO] dunque, implica tutti quelli gerarchicamente più ampi, ossia [+ ANIMALE], [+ ANIMATO] e [+ ENUMERABILE], che è il tratto semantico che accomuna tutti i lessemi relativi ad entità che si possono contare e pluralizzare, come in tre gatti vs. tre latti. I tratti sono di norma binari. Un tratto che può avere tre valori è quello della penetrabilità, che varia a seconda dello stato fisico di un’entità. SEMANTICA Analisi componenziale Scomposizione del significato di un lessema in‘componenti semantici’ o ‘tratti distintivi’. gatto gatta [+ maschio] [- maschio] [- femmina] [+ femmina] gatto gatta uomo maschio + - + umano - - + SEMANTICA Analisi componenziale gatto gatta uomo bambina maschio + - + - umano - - + + adulto ± ± + - gatto gatta uomo bambin a madre maschio + - + - - umano - - + + + adulto ± ± + - + ascendente ± ± ± - + SEMANTICA L’introduzione di un nuovo lessema può comportare il ricorso a un nuovo componente, per cui il numero di tratti impiegati non è certo limitato come nel caso della fonologia, dato che il lessico, almeno per quanto concerne le parole piene, costituisce una classe aperta. Non è sempre facile, inoltre, estrarre da un lessema i tratti pertinenti. Nonostante questi demeriti, l’analisi componenziale rimane ancora oggi la metodica più adottata per cercare di cogliere il significato di una parola. Essa si rivela particolarmente conveniente quando è applicata all’interno di uno stesso campo semantico. SEMANTICA L’ambito di applicazione dei tratti può essere esteso a quelli che possiamo definire “tratti pragmatici”, senza preoccuparsi troppo di distinguere tra livello propriamente pragmatico e sociolinguistica. I tratti pragmatici sono fondamentali nello studio della sinonimia: lessemi come rabbit e bunny in inglese, ad esempio, presentano un significato identico, tranne per il fatto che il secondo si usa solo se il parlante o l’ascoltatore è un bambino, ragion per cui la sua selezione è determinata dal registro. SEMANTICA Per quanto riguarda l’analisi componenziale applicata ai verbi, i tratti utilizzati non sono necessariamente binari e si impiegano delle variabili (X,Y, ecc.): Es.: uccidere /(XCAUSA)((YDIVENTA)(-VIVENTE))/ =‘qualcuno (X=Agente) fa sì che qualcun altro (Y=Paziente) diventi non vivente’ SEMANTICA All’interno del lessico è possibile ravvisare delle relazioni di somiglianza o diversità fra parole. Esse possono essere classificate in sintagmatiche o paradigmatiche. Parliamo di relazioni paradigmatiche quando l’impiego di un lessema esclude la presenza nella frase di un’altra parola riconducibile a uno stesso gruppo, identificabile o sulla base di una somiglianza – nel caso dell’"omonimia", della "polisemia“, della "sinonimia“, dell’"iponimia“, e dei "sottosistemi lessicali"– o di rapporti oppositivi – nel caso dell’"antonimia", della "complementarità" e dell’"inversione". SEMANTICA Iponimia (e iperonimia) Relazione di inclusione semantica. (gr. hypó “sotto” / hypér “sopra”+ ónoma "nome“) L’opposizione terminologica “iponimia” vs. “iperonomia” è stata introdotta in particolare da Lyons (1963) e indica il fatto che il significato di un lessema – ad esempio armadio – rientra in quello di un altro – mobile –, definibile anche come arcilessema: armadio sarà in questo caso l’iponimo mentre l’arcilessema coincide con l’iperonimo. Due parole che siano iponime di uno stesso lessema si definiscono “co-iponime”: bracco, mastino, pechinese, barboncino, spinone, setter, etc., ad esempio, sono co-iponimi rispetto a cane; essi costituiscono, peraltro, un campo semantico. SEMANTICA Iponimia (e iperonimia) Nei termini dell’opposizione intensione-estensione, gli iperonimi presentano un’estensione maggiore degli iponimi, ma una minore intensione. Nell’ottica dell’analisi in componenti, ciò significa che il lessema mastino presenta tutti i tratti semantici di cane più alcuni che lo contraddistinguono dai co-iponimi. Dal punto di vista della teoria dei prototipi si può mettere in evidenza che la relazione che lega i co-iponimi all’iperonimo non è sempre ugualmente stretta. SEMANTICA Iponimia (e iperonimia) Simone (1995: 486-491) sottolinea che tra le relazioni che i lessemi instaurano, quella di iponimia – che sembra essere universalmente diffusa – ha un rendimento molto alto, perché mediante la sinergia della co-iponimia e delle serie iponimiche organizza moltissimi lessemi. Si potrebbe pensare, allora, che tutto il lessico di una lingua sia strutturato in una grande rete di relazioni iponimiche. Se così è, però, questa rete presenta zone in cui le maglie si addensano – corrispondenti ad esempio, ai campi semantici – e zone in cui, invece, ci sono delle lacune, come quelle presenti nella visualizzazione che segue. SEMANTICA Iponimia e iperonimia: mobile tavolo tavolo scrivania sedia cattedra … sedia scanno ? … armadio guardaroba … SEMANTICA Iponimia (e iperonimia) I nodi vuoti, tuttavia, possono essere riempiti. Nel caso dei co-iponimi armadio e guardaroba, per esempio, si può delegare a occupare il posto dell’iperonimo una parola ‘generale’, magari collocata in un sintagma, come mobile per riporre. La parola delegata può anche provenire da uno spostamento metaforico, come nel caso dello spagnolo matrimonio, che da un significato analogo a quello dell’italiano diventa iperonimo di marido (”marito”) e mujer (”moglie”). Lo spostamento, infine, può essere locale, con assunzione della funzione di iperonimo da parte di uno degli iponimi, come nell’italiano figli rispetto a figlio e figlia o nello spagnolo padres rispetto a padre e madre. Attraverso queste strategie la struttura del lessico diventa quasi-continua. Relazioni paradigmatiche tra lessemi Iponimia e iperonimia: mobile tavolo tavolo scrivania sedia cattedra … sedia scanno (mobile per riporre) … armadio guardaroba … Relazioni paradigmatiche tra lessemi Iponimia e iperonimia: marido matrimonio mujer figlio figli figlia padre padres madre SEMANTICA Serie iponimica Insiemi lessicali. Si tratta di una relazione gerarchica successiva, tale per cui ogni lessema è iperonimo rispetto a quello che lo precede e iponimo rispetto a quello che lo segue. Nella serie ogni lessema sovraordinato ha una minore intensione rispetto a quello incluso e una maggiore estensione, come visualizzato da Berruto (1977: 76) nella maniera di seguito riportata. SEMANTICA Serie iponimica i n t e n s i o n e imbarcazione nave veliero galeone e s t e n s i o n e SEMANTICA Sinonimia Stesso significato, diversi significanti. (gr. sýn ‘insieme’ + ónyma "nome“) Si tratta di un fenomeno riconducibile al fatto che la relazione istituita all’interno del segno linguistico tra significato e significante non è biunivoca, di 1:1, a causa dell’arbitrarietà del codice verbale. In questo caso, si tratta di due lessemi con stessa estensione e stessa intensione. Relazioni paradigmatiche tra lessemi Sinonimia Ess.: ingl. quick/swift/rapid franc. bâtiment/construction, it. raffreddore/rinite lavandino/lavabo padre/babbo/papà mettere/porre/collocare Relazioni paradigmatiche tra lessemi Quasi-sinonimia Non esiste di norma una perfetta interscambiabilità di tutti i significanti in tutti i contesti possibili, dal momento che tra i due significati cambiano dei tratti pragmatici: Es.: raffreddore/rinite ≠ diafasica lavandino/lavabo ≠ diatopica ("geosinonimi”) padre/babbo/papà: padre vs. babbo/papà ≠ diafasica papà vs. babbo ≠ diatopica ("geosinonimi”) padre vs. babbo vs. papà ≠ contestuali (sintagmatiche) Santo Padre vs. Babbo Natale vs. Papa Noël ≈ mettersi seduto vs. *porsi/collocarsi seduto (salvo tra/fra: ma espressioni come tra trapezi o fra fratelli si evitano). SEMANTICA Omonimia Stesso significante, diversi significati. (gr. homōnymos "stesso nome“ > "stessa etichetta“ > "stesso significante") Come nel caso della sinonimia, Si tratta di un fenomeno riconducibile al fatto che la relazione istituita all’interno del segno linguistico tra significato e significante non è biunivoca, di 1:1, a causa dell’arbitrarietà del codice verbale. Es.: riso ("atto del ridere") vs. riso ("pianta delle graminacee"). Il primo significante è riconducibile al nome latino risus e il secondo al latino tardo oryza, calco dal greco. Sulla base di motivi di appartenenza a una diversa categoria lessicale si può anche individuare un terzo omonimo riso, participio passato del verbo ridere. SEMANTICA Omonimia cavo ("concavità": il cavo della mano, dal latino cavus) vs. cavo ("corda", dal genovese cavo "estremità della corda", riconducibile al latino caput = testa) vs. aggettivo cavo ("che presenta una concavità all’esterno o uno spazio vuoto all’interno"). thought (= pensiero) vs. thought (simple past e past participle del verbo to think = pensare). All’interno dell’omonimia è possibile distinguere fenomeni di "omografia" e fenomeni di "omofonia", cioè di omonimia nello scritto e nel parlato. Le parole viste finora sono sia omografe, sia omofone. Le parole pèsca ("frutto del pesco") vs. pésca ("cattura di pesci"), fóro ("apertura") vs. fòro ("centro della città romana") o capíto (participio passato del verbo capire) vs. cápito (1 persona singolare del presente indicativo attivo del verbo capitare), invece, sono solo omografe, visto che in italiano gli accenti fonici e tonici normalmente non si scrivono. SEMANTICA Polisemia (= cumulo semantico) Stesso significante, diversi significati. (gr. polýsēmos "dai molti significati“; "sema" è spesso utilizzato in semantica con l’accezione di "tratto" o "componente semantico") A differenza di quanto accade per l’omonimia, nel caso della polisemia motivi etimologici e grammaticali inducono a pensare ad uno stesso lessema con più significati. Es.: collo (< lt. COLLU(M)) "parte anatomica del corpo umano“ "parte assottigliata di alcuni recipienti" (collo di bottiglia) "unità di un carico di merci“ (per spostamento metonimico, da un valore di "ciò che si porta sul collo“). SEMANTICA Polisemia La polisemia consiste propriamente in un "cumulo di significati" associati via via ad uno stesso significante. Es.: *pet-sna > penna ‘piuma’ → penna ‘strumento per scrivere’ Spesso non è affatto semplice decidere se si sia in presenza di due significati davvero diversi o se le diversità siano riconducibili al contesto, ad esempio al fatto di essere collo una testa modificata dal sintagma preposizionale (SP) di bottiglia ("polisemia contestuale“), sulla base di un uso metaforico autorizzato dalla proporzione x: bottiglia = collo: corpo umano. Alla base della polisemia ci sono, in effetti, anche meccanismi di spostamento di significato (= traslati, figure retoriche) come la metafora e la metonimia. SEMANTICA Polisemia Omonimia vs polisemia Es.: vite "arbusto delle vitacee” vs. vite "organo meccanico di collegamento” Il secondo significato si è sviluppato in diacronia dal primo, ma in sincronia l’intuizione del parlante è senz’altro quella di non collegare le due parole, legate ormai soltanto dal tratto che ha determinato lo spostamento, vale a dire "che si avvolge a spirale". SEMANTICA Antonimia (gr. antōnymía “nome opposto“) Tra le relazioni di opposizione, è quella in cui i due lessemi costituiscono i due poli di una “gradazione”: gelido freddo tiepido caldo bollente Questo requisito fa sì che la negazione di uno dei due antonimi non implichi necessariamente l’affermazione dell’altro: non gelido non comporta per forza bollente, data l’esistenza di gradini intermedi. Il continuum individuato può essere anche ulteriormente suddiviso mediante la modificazione degli aggettivi: si può dire abbastanza freddo, piuttosto tiepido, etc.. Esiste, comunque, un tratto [±freddo] che va specificato, anche se il suo valore non sembra essere semplicemente binario. Altri esempi classici di antonimi sono le coppie alto/basso, lungo/corto, buono/cattivo, giovane/vecchio. SEMANTICA Complementarità In questa relazione di opposizione, la negazione di un lessema comporta l’affermazione dell’altro. Es.: vivo vs. morto - entrare vs. uscire - parlare vs. tacere Simmetria In questa relazione di opposizione, infine, la stessa relazione semantica è vista da due prospettive opposte Es.: dare/ricevere - comperare/vendere - genero/suocero - marito/moglie SEMANTICA Meronimia (o partonimia) (gr. méros “parte” + ónoma "nome“) Si tratta di una relazione semantica di inclusione secondo il rapporto tutto (olonimo) – parte (meronimo). corpo braccio testa orecchie naso tronco occhi bocca labbra denti palato SEMANTICA Campo semantico Relazione di inclusione semantica. La teoria del campo semantico (Trier, 1934) costituisce la prima proposta di individuazione dell’unità semantica non nel morfema, ma nel lessema. La nozione di campo semantico si basa su una concezione del lessico come ordinato in sottosistemi, ossia in insiemi di lessemi che coprono ciascuno una porzione di una certa area di significato (visione strutturalistica) : Ess.: - campo semantico degli aggettivi di età - campo semantico dei nomi di parentela - campo semantico dei colori -ecc… SEMANTICA Sfera semantica (= famiglie semantiche, nel testo) Insiemi lessicali. Si tratta di un insieme di lessemi che presentano una parentela più referenziale che linguistica. Es.: sfera semantica del “cucinare” pentola, tegamino, bollire, uova, olio, sale, forno, ecc. I legami tra questi termini sono molto meno sistematici di quelli che si instaurano tra i lessemi di un campo semantico e possono istituirsi anche a livello sintagmatico: Far bollire due uova in un tegamino. In una sfera semantica possono confluire più campi: in questa frase notiamo la cooccorrenza di lessemi appartenenti rispettivamente al campo dei “verbi relativi alla cucina” o, più specificatamente, “ai modi di cottura”, al campo degli “alimenti” e a quello degli “strumenti per cucinare”. SEMANTICA Famiglia semantica Insiemi lessicali. È una nozione legata alla scomposizione in morfemi ed è relativa al sottosistema di lessemi che presentano relazioni di significato in presenza di una parentela etimologica del significante, cioè aventi in comune uno stesso morfema lessicale. Es.: lessemi riconducibili alla base ordine, come disordine, ordinare, disordinato, ordinazione, ordinamento, ecc.. SEMANTICA Parliamo di relazioni sintagmatiche quando due o più lessemi si combinano sull’asse sintagmatico, influenzandosi reciprocamente. Le relazioni sintagmatiche sono di vario tipo. La distinzione fondamentale è tra solidarietà semantica (o lessicale) e collocazioni. SEMANTICA Solidarietà semantica Si tratta della cooccorrenza obbligatoria, o fortemente preferenziale, di un lessema in presenza di un altro lessema, che lo seleziona: Es.: miagolare > gatto vs abbaiare > cane leccare > lingua biondi > capelli / biondo > pelo / Tevere raffermo > pane rancido > burro Si tratta di cooccorrenze semanticamente determinate. SEMANTICA Collocazioni Si tratta della cooccorrenza regolare di lessemi, spesso legata a idiosincrasie della lingua. Si determina quando due o più parole mostrano una particolare tendenza a formare insieme dei sintagmi, come nel caso del nome scelta con il verbo fare o operare. Es.: VERBO + NOME fare/operare una scelta - dare l’impressione (inglese make an impression) respingere l’accusa - fare attenzione (inglese pay attention) – indire/bandire un concorso, fare una passeggiata, dare/rassegnare le dimissioni, ecc. NOME + AGGETTIVO disco rigido (inglese Hard disk, spagnolo disco duro) – cordiali saluti, ecc. SEMANTICA NOME + VERBO le bombe esplodono - il sole splende - la tempesta infuria - il telefono squilla/suona, ecc. NOME + di + NOME tubetto di dentifricio - pacchetto di sigarette - scatoletta di tonno gregge di pecore - mandria di bufali, ecc. VERBO + AVVERBIO discutere animatamente - salutare cordialmente - ancorare saldamente, ecc. Il termine collocazione è spesso usato in senso lato, per indicare anche entità (multiword expressions) meglio individuate in linguistica, come i verbi supporto (fare una scelta, fare una passeggiata, dare le dimissioni), i binomi (bianco e nero), le parole polirematiche (ferro da stiro), talora persino i proverbi (chi la fa l’aspetti). SEMANTICA FRASALE Semantica composizionale La "composizionalità" è una proprietà fondamentale del codice lingua, che permette di ottenere un infinito numero di combinazioni a partire da un numero finito di elementi. Questo principio è valido sia a livello fonologico, sia a livello morfologico, sia a livello sintattico, per cui dovrebbe esserlo anche a livello semantico. Ciò significa che, data una frase, il suo significato globale dovrebbe essere dato dalla somma dei significati delle singole parti. Questo è possibile per frasi semplici come Il ragazzo uccide il coniglio. SEMANTICA FRASALE Un esempio (principio di composizione del significato) Il ragazzo categoria lessicale [+ N] tratti inerenti [+ UM][+ AD][+ COM][+ M][+ SG] sottocategorizzazione [DET___]SN stretta restrizioni selettive uccide [+ V] [XAcausa[XP cambia in[VIVENTE]]] [+ TRASF][- REG][2° CON] [+__SN]SV SN____SN [± AN] [+ AN] il coniglio [+ N] [+ AN] [- UM] [+ COM] [+ M] [+ SG] SEMANTICA FRASALE Semantica composizionale La semantica composizionale a livello frasale incontra vari ostacoli, anzitutto nell’impossibilità di calcolare il significato delle lessicalizzazioni, ossia delle espressioni idiomatiche (I colletti bianchi hanno tirato troppo la corda). Semantica vero-condizionale La semantica composizionale è molto legata alla logica e alla filosofia del linguaggio, in cui il significato si cerca nelle ‘condizioni di verità’: Es.: La frase Maria ama Carlo è vera se il riferimento di Maria si trova nella relazione di amare con l’oggetto denotato da Carlo; è falsa in caso contrario. SEMANTICA FRASALE Presupposizioni Le presupposizioni costituiscono un caso particolare di nesso semantico (Strawson 1952). Si tratta di una condizione che un enunciato suppone sia realizzata, ma senza asserirlo esplicitamente. SEMANTICA FRASALE Presupposizioni Casi standard di presupposizioni si hanno con le seguenti strutture: Frasi scisse: È stata Giulia che ha telefonato Presupposizione: Qualcuno ha telefonato Predicati fattivi: Mario ha scoperto che Luigi si è licenziato È strano che Luigi si sia licenziato Presupposizione: Luigi si è licenziato Articolo determinativo: ll direttore del museo è in ritardo Presupposizione: C’è un (unico) direttore del museo Predicato aspettuale Michele ha smesso di viaggiare per il mondo Presupposizione: Michele viaggiava per il mondo SEMANTICA FRASALE Presupposizioni La presupposizione costituisce una strategia che utilizziamo quotidianamente nelle interazioni comunicative. Essa non va confusa, però, con altre informazioni "implicite", di natura pragmatica. PRAGMATICA Livello di analisi inserito nella linguistica abbastanza recentemente e fortemente legato alla filosofia e alla semiotica. La pragmatica si occupa dello studio: • degli aspetti del significato che sfuggono alla teoria semantica (enunciato vs. proposizione) • delle relazioni tra lingua e contesto d’uso • della lingua in prospettiva funzionale PRAGMATICA Macropragmatica Studia gli enunciati della lingua considerati nella loro interezza, come unità funzionali. vs Micropragmatica Studia gli enunciati considerati nella diversa funzione che assolvono le loro parti. PRAGMATICA Macropragmatica Teoria degli atti linguistici Teoria delle implicature conversazionali (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Vs. semantica vero-condizionale: il significato consiste nelle ‘condizioni di verità’ di un enunciato (enunciati assertivi o constatativi). Maria ama Carlo ‘Condizioni di verità’ esiste un’entità designata da Maria essa si trova nella relazione di amare con l’entità designata da Carlo esiste un’entità designata da Carlo Chiudi la porta! A che ora torni a casa? Scommetto €100 che la data dell’esame slitterà Vi dichiaro marito e moglie ‘Condizioni di verità’ ??? (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici •Un enunciato ha sempre un significato come atto, dunque legato al suo contesto d’uso. •Come atto, ha degli scopi e degli effetti, oltre a delle condizioni di ‘buona riuscita (‘condizioni di felicità’). (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Vi dichiaro marito e moglie • Condizioni di buona riuscita esiste l’istituzione del matrimonio il matrimonio è celebrato secondo determinate regole il matrimonio è celebrato secondo un certo rito il rito è officiato da qualcuno ufficialmente prepostovi il rito è officiato mediante la recitazione di certe formule il rito è officiato alla presenza di testimoni, ecc. • Scopo dichiarazione (asserzione) • Effetto stipulazione di un contratto (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Chiudi la porta! • Scopo ordine • Effetto esecuzione (o mancata esecuzione) dell’ordine A che ora torni a casa? • Scopo domanda • Effetto risposta (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Scopo atto illocutivo (intenzione con cui l’enunciato viene prodotto: asserzione, domanda, richiesta, ordine, esclamazione, promessa, ecc.) Effetto atto perlocutivo (conseguenza extralinguistica, che la produzione dell’enunciato determina). (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Atto locutivo (forma locutiva) produzione dell’enunciato a livello fonetico, morfosintattico e semantico Atto illocutivo (forza illocutiva) capacità che l’enunciato ha di trasmettere l’intenzione del parlante Atto perlocutivo (effetto perlocutivo) conseguenze concrete dell’enunciato (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Performativi diretti (= atti linguistici diretti) (Controllano in maniera diretta l’effetto perlocutivo dell’enunciato) • • • • • Scommetto €100 che la data dell’esame slitterà Vi dichiaro marito e moglie Mi scuso Ti nomino Alfiere del lavoro La condanno al pagamento di una multa (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Performativi impliciti (= atti linguistici diretti) Chiudi la porta! (Ti ordino) A che ora torni a casa? (Ti domando) Mi presteresti il tuo ombrello? (Ti chiedo) (MACRO)PRAGMATICA Teoria degli atti linguistici Atti linguistici diretti Un atto linguistico diretto si ha quando c’è congruenza tra verbo performativo o indicatori di forza illocutiva (IFI) e forza illocutiva indicata. Gli IFI possono essere costituiti dal modo del verbo, dall’intonazione, ecc. Se questo non accade parliamo di Atti linguistici indiretti Vuole uscire? Le consiglio di uscire. (= Esca immediatamente!) Suona il telefono! (= Ti dispiacerebbe rispondere?) Fa caldo (= Puoi aprire la finestra?)
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