lessico - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

(L-LIN/01-Glottologia e
Linguistica)
Linguistica generale 1a
a.a.2013-2014
Anna Pompei
LESSICO
Anche se il lessico è dato dall’insieme delle parole di una
lingua, corredate dalle informazioni loro associate, l’unità
del lessico non può essere la parola, a causa della sua
problematicità.
NOZIONE DI PAROLA
Problemi esterni e interni alla singola lingua
- Criterio grafico:
parola = ciò che è
compreso tra due spazi bianchi
- Criterio pragmatico:
parola = ciò che da
solo costituisce enunciato
- Parola fonologica vs. morfologica vs.
sintattica
<telefonami> [ kapostat'tsjone] <ferro da
stiro>
NOZIONE DI PAROLA
Criteri di individuazione (matrice di tratti):
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Separabilità nella scrittura
Presenza di un solo accento primario
Ordine fisso dei morfemi
Non interrompibilità
Posizione mobile nella frase
Enunciabilità in isolamento
Le parole che presentano tutti questi tratti sono parole
prototipiche
NOZIONE DI PAROLA
Classificazione delle parole:
Parole semplici vs. parole complesse
(comprese le parole costruzionali: ferro da
stiro, buttar giù; talora con univerbazione:
perlopiù, alltogether)
variabili vs. invariabili
piene (classe aperta) vs. vuote (classe
chiusa
NOZIONE DI PAROLA
Struttura della parola semplice variabile:
radice
vocale tematica tema
NOZIONE DI PAROLA
Criteri sintattici di individuazione di una parola: problemi per le
parole polirematiche (o multi-word expressions, o parole
costruzionali, che rispondono a determinati formati)
Non separabilità
-
tavola rotonda
cibo per cani
andare fuori
fare una passeggiata
vuotare il sacco
stare male
* una tavola molto rotonda
? un cibo nuovo per cani
andare spesso fuori
fare spesso una passeggiata
ha vuotato rapidamente il sacco
sta sempre male / *sta per ore
male
NOZIONE DI PAROLA
Criteri sintattici di individuazione di una parola: problemi per le
parole polirematiche (o multiword expressions, o parole
costruzionali)
Posizione mobile nella frase
-
tavola rotonda
cibo per cani
andare fuori
fare una passeggiata
vuotare il sacco
stare male
* è rotonda la tavola?
? è per cani il cibo di cui parli?
* è fuori che vado
* è una passeggiata che faccio
* è il sacco che ha vuotato
è male che sta
NOZIONE DI PAROLA
Lessico= insieme di parole di una lingua. Lessico mentale
(→lessicologia). Unità: lessema.
Dizionario = descrizione del lessico (→lessicografia).
Unità: lemma, entrata o forma di citazione.
Lessico > dizionario
Lessico < dizionario
Vocabolario:
dizionario
impiegabile
sia
per
lessico,
sia
per
NOZIONE DI PAROLA
Importanti diversità nella struttura:
Lessico: organizzazione su base morfologica, semantica
e sintattica
Dizionario: organizzazione
(monolingue,
bilingue,
enciclopedico, analogico)
a seconda
etimologico,
del tipo
dell’uso,
NOZIONE DI PAROLA
Parole contenuto:
verbi – nomi – aggettivi – (avverbi)
→insieme aperto
Parole funzione:
pronomi – articoli – preposizioni – congiunzioni
→insieme chiuso
Ma: avverbi, preposizioni e anche verbi possono
appartenere a entrambi gli insiemi.
Lessico
classi di parole = parti del discorso =
categorie lessicali
Problema dell’inventario: le classi di parole
variano da lingua a lingua e (forse) solo il
nome e il verbo possono essere
considerate universali.
LESSICO
Problemi di individuazione
È difficile trovare dei criteri universali per individuare le
classi di parole. Nelle lingue fusive e agglutinanti possono
valere i criteri morfologici, mentre nelle lingue polisintetiche
l’individuazione è molto difficile e nelle lingue isolanti il
criterio più utile è quello sintattico, ossia distributivo. I criteri
morfosintattici valgono per le singole lingue (language
internal). I criteri semantici (language external) hanno una
portata più ampia e sono adottati in tipologia, ossia nella
comparazione tra lingue.
LESSICO
Problemi di individuazione
●Distribuzione
Sottocategorizzazione stretta: [+Det__]N
[-Det__]N
[ __ SN ]V
F
LESSICO
• Distribuzione
Restrizioni selettive
Leggere [V] [ __
SN ]V
F
Il bambino legge il libro
*Il cane legge il libro
*La bontà legge il libro
SN__
[+UM]
LESSICO
Problemi di individuazione
• Distribuzione
Il medico dice che guarirò presto
Il corpo medico di quell’ospedale è molto valido
La ferita la medico domani mattina
Sottocategorizzazione stretta: [Det__]N
[SN__]A
[__SN ]V
LESSICO
Problemi di individuazione
• Distribuzione
Modificazione? (=funzione sintattica)
correre velocemente
vs
corsa veloce
Ma
correre veloce?
LESSICO
Problemi di individuazione
●Criteri semantico-pragmatici (language external)
Semantici (Lyons 1977):
Categorie ontologiche
Categorie linguistiche
entità
N
stati di cose (relazioni tra entità) V
proprietà
Agg
LESSICO
Verbo:
codifica quanto si dice circa un
referente; descrive (stati o)
eventi; (= forza predicativa)
di solito ha una valenza > 0;
è prototipicamente caratterizzato da
tempo, modo, aspetto, diatesi, polarità,
numero e persona;
è testa di un SV.
LESSICO
Nome:
classifica un referente assegnandolo
ad una classe di oggetti; (= forza
designativa)
funge da Tema del discorso, ossia
opera da capo-catena nelle relazioni
anaforiche
è prototipicamente caratterizzato da
caso, genere, numero;
è testa di un SN.
LESSICO
Aggettivo:
attribuisce una proprietà ad un referente;
modificando una testa nominale in funzione
attributiva o predicativa può essere
caratterizzato da accordo;
può essere caratterizzato da graduabilità;
è testa di un SA.
LESSICO
Avverbio: modifica altre categorie;
non è caratterizzato da accordo;
è testa di un SAvv.
LESSICO
Tipologicamente si hanno diversi sistemi di lingue:
Sistemi differenziati 1 lessema:1funzione
La ragazza bionda balla benissimo
Sistemi flessibili
samoano
Ua
mālosi
INGR
forte
Ua
lā
INGR
sole
1 lessema:>funzione
le
ART
le
ART
lā
sole
aso
giorno
‘il sole forteggia > è forte’
‘il giorno soleggia > è soleggiato’
LESSICO: NOMI
Categorie ontologiche
entità
Categorie linguistiche
I ordine (persone, luoghi, cose)
II ordine (azioni, eventi, processi,
situazioni) =nomi di processo
Nomi ‘leggeri’
Nomi ‘puri’
Nomina actionis,
agentis
LESSICO: NOMI
Categorie ontologiche
entità
Categorie linguistiche
II ordine (azioni, eventi, processi, situazioni)
Nomina actionis,
=nomi di processo
agentis
Nominalizzazioni
►morfologiche
►sintattiche
LESSICO: NOMI
Nominalizzazioni
►morfologiche
derivate da verbi: camminata, costruzione, fioritura,
deroga; infinito nominale
Non derivati da verbi (pranzo > pranzare, temporale)
Valenza
Aktionsart
LESSICO: NOMI
Valenza (anche nel caso dei nomi di primo ordine, per il possessore o
per l’argomento generico: il libro di Luca)
Nomi zeroargomentali (temporale)
Nomi monoargomentali (nascita)
Nomi biargomentali (parto)
Nomi triargomentali (rinvio)
La realizzazione degli argomenti dei nomi non è obbligatoria
LESSICO: NOMI
Aktionsart
N. di stato
N. di proc. indef.
N. di proc. def.
N. istantanei
Dinam.
+
+
+
Durata
+
+
+
-
Telicità
±
+
paura, stanchezza
il bere, costruzione
camminata, bevuta
partenza, colpo
Diacronicamente le nominalizzazioni morfologiche tendono a
diventare dei nomi risultato. In questo caso non possono reggere
argomenti:
La costruzione della casa durò tre mesi
vs
La costruzione è alta due piani
LESSICO: NOMI
Nominalizzazioni
►sintattiche
A differenza delle nominalizzazioni morfologiche non
creano nuove entrate nel lessico. Possono essere
marcate da nominalizzatori.
Ess.:
[(il fatto) che Mario si sia laureato]N rende felici i genitori
cin.
[wǒ mài de]N shì zhōng guó huò
‘quello che vendo è merce cinese’
LESSICO: NOMI
Nomi ‘leggeri’
Sono nomi non designativi che ricorrono in SN del tipo
N1 + di + N2
Ess.
→approssimatori: una specie di amico
→nomi di quantità: un chicco di grano
→nomi supporto (semelfattività): un colpo di tosse
LESSICO: VERBI
Criteri di classificazione:
Significato predicativo
Valenza
Transitività
LESSICO: VERBI
Criteri di classificazione:
Significato predicativo
Verbi di moto, verbi di percezione (=verba sentiendi
vedere, sentire, ecc.), verbi di cognizione (=verba
putandi pensare, capire, ecc.), verbi di dire (=verba
dicendi dire, affermare, ecc.), verbi di maniera
(tagliuzzare), verbi di misura (costare, pesare), ecc…
LESSICO: VERBI
Criteri di classificazione:
Significato predicativo
►La forza predicativa di un verbo decresce nelle seguenti
costruzioni (verbi ‘leggeri’):
Verbi perifrastici: formano sintagmi complessi con un
verbo predicativo (=pieno o lessicale); in molti casi hanno
subito una grammaticalizzazione:
Ess:
stare + gerundio
Verbi seriali (farsi dârad mikonad ‘lit. tiene fa = sta facendo)
Verbi fasali: finire di, iniziare a, mettersi a, ecc.
LESSICO: VERBI
Criteri di classificazione:
Significato predicativo
►La forza predicativa di un verbo decresce nelle seguenti costruzioni (verbi
‘leggeri’):
Verbi supporto: nei verbi supporto il verbo ha un significato generico (fare,
dare, prendere, avere, mettere) e il suo contributo semantico alla
combinazione può limitarsi all’Aktionsart. Si ha quindi uno sbilanciamento
verso la base (=nome), che è sede della predicazione.
I verbi supporto, sono, infine, lessicalizzazioni analitiche:
fare una telefonata = telefonare
fare una passeggiata = passeggiare
fare una nuotata = nuotare
dare un aiuto = aiutare
prendere una decisione = decidere
Interlinguisticamente: fare una doccia = prendre une douche = duchar(se)
LESSICO: VERBI
Criteri di classificazione:
Significato predicativo
►La forza predicativa di un verbo decresce nelle seguenti costruzioni
(verbi ‘leggeri’):
Verbi ausiliari: Forniscono esclusivamente informazioni grammaticali;
possono drivare da verbi lessicali che hanno subito un processo di
grammaticalizzazione (avere ‘possedere’).
Verbi copulativi: si limitano a stabilire un collegamento tra il soggetto
(=Tema) e il predicato (Rema), che può essere costituito da un
nome o un aggettivo. Nelle frasi nominali la copula non risulta
necessaria (più che essere elisa).
LESSICO: VERBI
Criteri di classificazione:
Valenza
(valida per i verbi predicativi)
Verbi avalenti/zerovalenti (verbi atmosferici)
Verbi monovalenti
(morire, svenire, arrivare)
Verbi bivalenti
(uccidere, tagliare, mangiare,
spazzolare)
Verbi trivalenti
(dare, ricevere, mettere)
Sottoclassi di parole: verbo
Criteri di classificazione:
Transitività (reggenza di un oggetto diretto)
Intransitività
Lingue ergativo-assolutive:
Ikit
da
vedere 3PL.ERG
‘Loro ti hanno visto’
Tinerak ka
balalre
2ABS
‘Tu ballavi’
ka
2ABS
soggetto oggetto
transitivo
Erg
Ass
intransitivo
Ass
---
Sottoclassi di parole: verbo
Criteri di classificazione:
Transitività (reggenza di un oggetto diretto)
Intransitività
ergativo-assolutive:
Estensione:
da marca nominale a categoria verbale
da questione sintattica a questione semantico-sintattica
Il dirigibile affonda la nave
La nave affonda
Maria apre la finestra
La finestra si apre
Sottoclassi di parole: verbo
Criteri di classificazione:
Transitività (reggenza di un oggetto diretto)
Intransitività
ergativo-assolutive:
Estensione:
Burzio (1986): intransitivi ergativi vs. transitivi / inergativi
Perlmutter (1978): inaccusativi
Sottoclassi di parole: verbo
Criteri di classificazione:
Transitività (reggenza di un oggetto diretto)
Intransitività
ergativo-assolutive:
Estensione (verbi intransitivi inaccusativi vs inergativi):
Sono arrivati molti ragazzi
Molte persone hanno telefonato
Ne sono arrivati molti
*Ne hanno telefonato molti
Uno studente arrivato poco fa
*Uno studente parlato poco fa
Entrato Gianni, Maria uscì immediatamente dalla stanza
*telefonato Gianni, Maria uscì immediatamente dalla stanza
SEMANTICA
La semantica è quella branca della linguistica
che ha come oggetto di indagine il significato.
La riflessione su questa nozione ha attraversato
tutta la storia del pensiero occidentale a partire
dalla filosofia greca e ancora oggi interessa
moltissime discipline, dalla semiotica alla logica,
alla filosofia del linguaggio, alle scienze
cognitive, fino allo studio dell’intelligenza
artificiale.
SEMANTICA
Semantica lessicale = studia il significato dei singoli
lessemi, che costituiscono il lessico.
Semantica frasale = studia il significato di intere frasi
SEMANTICA
Triangolo semiotico
(Ogden & Richards 1923)
contenuto (B)
espressione (A)
referente (C)
SEMANTICA
Concezioni:
Mentalistica:
C= entità o stato di cose presenti nella realtà
B = concetto, situato nella mente
A = "segno" linguistico che l’uomo utilizza per riferirsi a quella entità
o a quello stato di cose.
Es.: il significato espresso dalla parola cane è costituito da un
mammifero della famiglia dei canidi, di cui noi abbiamo una
rappresentazione nella mente.
→Cfr. Aristotele vs. Locke
SEMANTICA
Concezioni:
Referenzialistica pura:
C = entità o stato di cose presenti nella realtà
A(/B) = ‘segno’
Es.: per "etichettare" con la parola cane l’animale a quattro zampe, con la
coda, che abbaia e può mordere, non è necessaria un’operazione cognitiva,
ossia la mediazione di un concetto, in quanto il significato è dato dalla
relazione diretta di una parola con il suo referente. In questo caso i vertici
del triangolo si riducono a due (A e C) o si devono intendere i vertici B e A
in modo unitario, ossia l’"espressione" come manifestazione
grafico/acustica del "contenuto", all’interno del segno linguistico.
La concezione "referenzialistica pura“ è quella tradizionale della logica e
della filosofia del linguaggio.
SEMANTICA
Concezioni:
significato = "sistema di relazioni"
B = significante
A = significato
Es.: lo stesso significato espresso dal francese bois e dall’inglese
wood è ripartito in tedesco tra le parole Wald (= bosco) e Holz (=
legno/legna).
Si tratta della concezione propria dello strutturalismo, secondo la
quale il significato è un fenomeno tutto interno alla lingua, ossia
coincidente con il "contenuto", che è indissolubile dall’"espressione"
nella costituzione del segno linguistico.
SEMANTICA
Significato
estensione vs. intensione
estensione:
parte del mondo
extralinguistico che un segno
linguistico identifica
intensione:
insieme di proprietà sulla
base delle quali si può
stabilire se un certo oggetto
fa parte o meno di una certa
estensione
SEMANTICA
‘bicicletta’
estensione:
tutti i veicoli designabili con il
significante bicicletta
intensione:
avere un telaio
avere due ruote
avere una forcella
avere un manubrio
SEMANTICA
estensione variabile = stessa intensione
io
intensione
estensione
=
=
chi parla
X
intensione variabile = stessa estensione
intensione
=
estensione
=
successore di Papa Albini
unico papa italiano del ‘900
primo santo deciso dalla televisione
Papa Giovanni Paolo II
SEMANTICA
Significato
denotazione vs. connotazione
denotazione :
consiste nell’identificazione
di un referente da parte di
un segno linguistico
connotazione :
si ha quando l’attenzione è
posta sugli “attributi” di
quanto denotato
SEMANTICA
volpe
denotazione :
connotazione :
mammifero dei canidi,
con testa piccola, muso
lungo e appuntito, ecc .
idea accessoria di furbizia
(Quell’uomo è una volpe!)
Espressioni diverse possono connotare positivamente o negativamente
un referente :
il tiranno vs. l’imperatore (Napoleone Bonaparte)
sbobba vs. cibo
scarpinare vs. camminare
moccioso vs. bambino
SEMANTICA
Significato
significato:
senso :
significato vs. senso
consiste nel valore semantico
oggettivo
è l’insieme di associazioni di
significato occasionali e quindi
irriproducibili legate alle
esperienze dell’emittente e del
ricevente
SEMANTICA
Che ora è?
significato:
senso:
Richiesta dell’ora da parte dell’emittente al
ricevente
diverse disposizioni d’animo dell’emittente, ad
ansia, in relazione a un possibile ritardo;
impazienza, perché si ha appuntamento a cui
si desidera recarsi quanto prima; indifferenza,
perché ci si sta annoiando e si vuole solo
trovare una scusa per iniziare una
conversazion e poter così passare il tempo
SEMANTICA
Significato
significato collocazionale
Si tratta della parte di significato determinata dalla
collocazione del lessema sull’asse sintagmatico, quindi
legata anche alle relazioni sintagmatiche tra lessemi.
Qui si innesta la conoscenza enciclopedica.
Ess.: pioggia battente – caloroso saluto – lanciare
messaggio – collo di bottiglia
un
SEMANTICA
Significato
significato collocazionale
Il significato collocazionale è strettamente legato
al contesto.
SEMANTICA
Scomposizione in morfemi
Primo approccio al problema in senso cronologico.
Oggetto di analisi è l’unità minima dotata di significato, il morfema,
con particolare riguardo ai morfemi lessicali. In questa prospettiva si
realizza un’interfaccia tra semantica e morfologia.
Tra i morfemi grammaticali, rivestono un certo interesse per la
semantica quelli derivativi. La derivazione, infatti, determina
cambiamenti non solo di categoria, ma anche di significato, per di
più in maniera prevedibile, perché composizionale. Ciò significa che
in lava-bile, per esempio, anche il suffisso -bile, pur essendo un
morfema grammaticale, ha un proprio contenuto semantico, che è
quello di "che può essere V + ato (V = lavare)“.
SEMANTICA
Scomposizione in morfemi
[[mangi(a)]v+bile]A
[[lav(a)]v+bile]A
[[osserv(a)]v+bile]A
-bile = “che può essere V+ato
(V=mangiare, lavare, osservare)”
SEMANTICA
Scomposizione in morfemi
La derivazione, insieme alla composizione, inoltre, ha un certo
rilievo per la semantica in quanto permette l’innovazione del lessico
di una lingua dall’interno.
La scomposizione in morfemi si può applicare in maniera
abbastanza agevole alle lingue a prevalente morfologia
concatenativa – basata, appunto, sulla concatenazione di segmenti
morfemici – mentre risulta problematica in altre tipologie
morfologiche come, ad esempio, nella cosiddetta morfologia
introflessiva, o nei processi di "morfologia minore", come, ad
esempio, quella "sottrattiva“. Da qui nasce l’obiezione di non
considerare come unità dell’analisi semantica il morfema, ma la
parola.
SEMANTICA
Analisi componenziale (o scomposizione in tratti)
L’analisi componenziale si basa sull’ipotesi che il significato dei
lessemi non sia "atomistico", ma sia, piuttosto, scomponibile in
elementi più piccoli di significato: i "componenti semantici".
L’approccio componenziale nasce nell’ambito dello strutturalismo,
con la proposta di Hjelmslev di applicare al lessico la stessa
metodica di analisi sviluppata in ambito fonologico, cioè mediante
l’utilizzo di tratti distintivi. Per questo i componenti semantici
possono anche essere definiti "tratti".
SEMANTICA
Tratti semantici
I componenti semantici o tratti risultano almeno in parte organizzati secondo
gerarchie che dovrebbero essere rispettate nella matrice di un lessema.
[± maschio]
[± enumerabile]
[± animato]
[± concreto]
[± adulto]
[± animale]
[± vivente]
[± umano]
SEMANTICA
La relazione di gerarchia è quella che lega i tratti, espressi nel loro
valore positivo, da sinistra verso destra, mentre quella di
implicazione va letta da destra verso sinistra, considerando il
percorso indicato da frecce e parentesi graffe. Il componente [+
UMANO] dunque, implica tutti quelli gerarchicamente più ampi, ossia
[+ ANIMALE], [+ ANIMATO] e [+ ENUMERABILE], che è il tratto semantico
che accomuna tutti i lessemi relativi ad entità che si possono
contare e pluralizzare, come in tre gatti vs. tre latti. I tratti sono di
norma binari. Un tratto che può avere tre valori è quello della
penetrabilità, che varia a seconda dello stato fisico di un’entità.
SEMANTICA
Analisi componenziale
Scomposizione del significato di un lessema in‘componenti semantici’ o ‘tratti distintivi’.
gatto
gatta
[+ maschio]
[- maschio]
[- femmina]
[+ femmina]
gatto
gatta
uomo
maschio
+
-
+
umano
-
-
+
SEMANTICA
Analisi componenziale
gatto
gatta
uomo
bambina
maschio
+
-
+
-
umano
-
-
+
+
adulto
±
±
+
-
gatto
gatta
uomo
bambin
a
madre
maschio
+
-
+
-
-
umano
-
-
+
+
+
adulto
±
±
+
-
+
ascendente
±
±
±
-
+
SEMANTICA
L’introduzione di un nuovo lessema può comportare il ricorso a un
nuovo componente, per cui il numero di tratti impiegati non è certo
limitato come nel caso della fonologia, dato che il lessico, almeno
per quanto concerne le parole piene, costituisce una classe aperta.
Non è sempre facile, inoltre, estrarre da un lessema i tratti pertinenti.
Nonostante questi demeriti, l’analisi componenziale rimane ancora
oggi la metodica più adottata per cercare di cogliere il significato di
una parola. Essa si rivela particolarmente conveniente quando è
applicata all’interno di uno stesso campo semantico.
SEMANTICA
L’ambito di applicazione dei tratti può essere esteso a quelli che
possiamo definire “tratti pragmatici”, senza preoccuparsi troppo di
distinguere tra livello propriamente pragmatico e sociolinguistica. I
tratti pragmatici sono fondamentali nello studio della sinonimia:
lessemi come rabbit e bunny in inglese, ad esempio, presentano un
significato identico, tranne per il fatto che il secondo si usa solo se il
parlante o l’ascoltatore è un bambino, ragion per cui la sua
selezione è determinata dal registro.
SEMANTICA
Per quanto riguarda l’analisi componenziale applicata ai verbi, i tratti
utilizzati non sono necessariamente binari e si impiegano delle variabili
(X,Y, ecc.):
Es.: uccidere
/(XCAUSA)((YDIVENTA)(-VIVENTE))/
=‘qualcuno (X=Agente) fa sì che qualcun altro (Y=Paziente) diventi non
vivente’
SEMANTICA
All’interno del lessico è possibile ravvisare delle relazioni
di somiglianza o diversità fra parole. Esse possono
essere classificate in sintagmatiche o paradigmatiche.
Parliamo di relazioni paradigmatiche quando l’impiego di un lessema
esclude la presenza nella frase di un’altra parola riconducibile a uno
stesso gruppo, identificabile o sulla base di una somiglianza – nel
caso dell’"omonimia", della "polisemia“, della "sinonimia“,
dell’"iponimia“, e dei "sottosistemi lessicali"– o di rapporti oppositivi
– nel caso dell’"antonimia", della "complementarità" e
dell’"inversione".
SEMANTICA
Iponimia (e iperonimia)
Relazione di inclusione semantica.
(gr. hypó “sotto” / hypér “sopra”+ ónoma "nome“)
L’opposizione terminologica “iponimia” vs. “iperonomia” è stata introdotta in
particolare da Lyons (1963) e indica il fatto che il significato di un lessema –
ad esempio armadio – rientra in quello di un altro – mobile –, definibile
anche come arcilessema: armadio sarà in questo caso l’iponimo mentre
l’arcilessema coincide con l’iperonimo. Due parole che siano iponime di uno
stesso lessema si definiscono “co-iponime”: bracco, mastino, pechinese,
barboncino, spinone, setter, etc., ad esempio, sono co-iponimi rispetto a
cane; essi costituiscono, peraltro, un campo semantico.
SEMANTICA
Iponimia (e iperonimia)
Nei termini dell’opposizione intensione-estensione, gli iperonimi presentano
un’estensione maggiore degli iponimi, ma una minore intensione.
Nell’ottica dell’analisi in componenti, ciò significa che il lessema mastino
presenta tutti i tratti semantici di cane più alcuni che lo contraddistinguono
dai co-iponimi.
Dal punto di vista della teoria dei prototipi si può mettere in evidenza che la
relazione che lega i co-iponimi all’iperonimo non è sempre ugualmente
stretta.
SEMANTICA
Iponimia (e iperonimia)
Simone (1995: 486-491) sottolinea che tra le relazioni che i lessemi
instaurano, quella di iponimia – che sembra essere universalmente diffusa –
ha un rendimento molto alto, perché mediante la sinergia della co-iponimia
e delle serie iponimiche organizza moltissimi lessemi.
Si potrebbe pensare, allora, che tutto il lessico di una lingua sia strutturato
in una grande rete di relazioni iponimiche. Se così è, però, questa rete
presenta zone in cui le maglie si addensano – corrispondenti ad esempio, ai
campi semantici – e zone in cui, invece, ci sono delle lacune, come quelle
presenti nella visualizzazione che segue.
SEMANTICA
Iponimia e iperonimia:
mobile
tavolo
tavolo
scrivania
sedia
cattedra
…
sedia scanno
?
…
armadio
guardaroba
…
SEMANTICA
Iponimia (e iperonimia)
I nodi vuoti, tuttavia, possono essere riempiti. Nel caso dei co-iponimi
armadio e guardaroba, per esempio, si può delegare a occupare il posto
dell’iperonimo una parola ‘generale’, magari collocata in un sintagma, come
mobile per riporre.
La parola delegata può anche provenire da uno spostamento metaforico,
come nel caso dello spagnolo matrimonio, che da un significato analogo a
quello dell’italiano diventa iperonimo di marido (”marito”) e mujer (”moglie”).
Lo spostamento, infine, può essere locale, con assunzione della funzione di
iperonimo da parte di uno degli iponimi, come nell’italiano figli rispetto a
figlio e figlia o nello spagnolo padres rispetto a padre e madre. Attraverso
queste strategie la struttura del lessico diventa quasi-continua.
Relazioni paradigmatiche tra lessemi
Iponimia e iperonimia:
mobile
tavolo
tavolo
scrivania
sedia
cattedra
…
sedia scanno
(mobile per riporre)
…
armadio
guardaroba
…
Relazioni paradigmatiche tra lessemi
Iponimia e iperonimia:
marido
matrimonio
mujer
figlio
figli
figlia
padre
padres
madre
SEMANTICA
Serie iponimica
Insiemi lessicali.
Si tratta di una relazione gerarchica successiva, tale per cui ogni lessema è
iperonimo rispetto a quello che lo precede e iponimo rispetto a quello che lo
segue. Nella serie ogni lessema sovraordinato ha una minore intensione
rispetto a quello incluso e una maggiore estensione, come visualizzato da
Berruto (1977: 76) nella maniera di seguito riportata.
SEMANTICA
Serie iponimica
i
n
t
e
n
s
i
o
n
e
imbarcazione
nave
veliero
galeone
e
s
t
e
n
s
i
o
n
e
SEMANTICA
Sinonimia
Stesso significato, diversi significanti.
(gr. sýn ‘insieme’ + ónyma "nome“)
Si tratta di un fenomeno riconducibile al fatto che la relazione istituita
all’interno del segno linguistico tra significato e significante non è biunivoca,
di 1:1, a causa dell’arbitrarietà del codice verbale.
In questo caso, si tratta di due lessemi con stessa estensione e stessa
intensione.
Relazioni paradigmatiche tra lessemi
Sinonimia
Ess.:
ingl. quick/swift/rapid
franc. bâtiment/construction,
it. raffreddore/rinite
lavandino/lavabo
padre/babbo/papà
mettere/porre/collocare
Relazioni paradigmatiche tra lessemi
Quasi-sinonimia
Non esiste di norma una perfetta interscambiabilità di tutti i significanti in
tutti i contesti possibili, dal momento che tra i due significati cambiano dei
tratti pragmatici:
Es.:
raffreddore/rinite
≠ diafasica
lavandino/lavabo
≠ diatopica ("geosinonimi”)
padre/babbo/papà:
padre vs. babbo/papà
≠ diafasica
papà vs. babbo
≠ diatopica ("geosinonimi”)
padre vs. babbo vs. papà ≠ contestuali (sintagmatiche) Santo Padre vs.
Babbo Natale vs. Papa Noël
≈ mettersi seduto vs. *porsi/collocarsi seduto
(salvo tra/fra: ma espressioni come tra trapezi o fra fratelli si evitano).
SEMANTICA
Omonimia
Stesso significante, diversi significati.
(gr. homōnymos "stesso nome“ > "stessa etichetta“ > "stesso significante")
Come nel caso della sinonimia, Si tratta di un fenomeno riconducibile al
fatto che la relazione istituita all’interno del segno linguistico tra significato e
significante non è biunivoca, di 1:1, a causa dell’arbitrarietà del codice
verbale.
Es.: riso ("atto del ridere") vs. riso ("pianta delle graminacee").
Il primo significante è riconducibile al nome latino risus e il secondo al latino
tardo oryza, calco dal greco.
Sulla base di motivi di appartenenza a una diversa categoria lessicale si
può anche individuare un terzo omonimo riso, participio passato del verbo
ridere.
SEMANTICA
Omonimia
cavo ("concavità": il cavo della mano, dal latino cavus) vs. cavo ("corda", dal
genovese cavo "estremità della corda", riconducibile al latino caput = testa)
vs. aggettivo cavo ("che presenta una concavità all’esterno o uno spazio
vuoto all’interno").
thought (= pensiero) vs. thought (simple past e past participle del verbo to
think = pensare).
All’interno dell’omonimia è possibile distinguere fenomeni di "omografia" e
fenomeni di "omofonia", cioè di omonimia nello scritto e nel parlato. Le
parole viste finora sono sia omografe, sia omofone. Le parole pèsca ("frutto
del pesco") vs. pésca ("cattura di pesci"), fóro ("apertura") vs. fòro ("centro
della città romana") o capíto (participio passato del verbo capire) vs. cápito
(1 persona singolare del presente indicativo attivo del verbo capitare),
invece, sono solo omografe, visto che in italiano gli accenti fonici e tonici
normalmente non si scrivono.
SEMANTICA
Polisemia (= cumulo semantico)
Stesso significante, diversi significati.
(gr. polýsēmos "dai molti significati“; "sema" è spesso utilizzato in semantica
con l’accezione di "tratto" o "componente semantico")
A differenza di quanto accade per l’omonimia, nel caso della polisemia
motivi etimologici e grammaticali inducono a pensare ad uno stesso
lessema con più significati.
Es.:
collo (< lt. COLLU(M))
"parte anatomica del corpo umano“
"parte assottigliata di alcuni recipienti" (collo di bottiglia)
"unità di un carico di merci“ (per spostamento metonimico, da un
valore di "ciò che si porta sul collo“).
SEMANTICA
Polisemia
La polisemia consiste propriamente in un "cumulo di significati" associati
via via ad uno stesso significante.
Es.: *pet-sna > penna ‘piuma’
→ penna ‘strumento per scrivere’
Spesso non è affatto semplice decidere se si sia in presenza di due
significati davvero diversi o se le diversità siano riconducibili al contesto, ad
esempio al fatto di essere collo una testa modificata dal sintagma
preposizionale (SP) di bottiglia ("polisemia contestuale“), sulla base di un
uso metaforico autorizzato dalla proporzione x: bottiglia = collo: corpo
umano.
Alla base della polisemia ci sono, in effetti, anche meccanismi di
spostamento di significato (= traslati, figure retoriche) come la metafora e la
metonimia.
SEMANTICA
Polisemia
Omonimia vs polisemia
Es.:
vite "arbusto delle vitacee” vs. vite "organo meccanico di
collegamento”
Il secondo significato si è sviluppato in diacronia dal primo, ma in sincronia
l’intuizione del parlante è senz’altro quella di non collegare le due parole,
legate ormai soltanto dal tratto che ha determinato lo spostamento, vale a
dire "che si avvolge a spirale".
SEMANTICA
Antonimia
(gr. antōnymía “nome opposto“)
Tra le relazioni di opposizione, è quella in cui i due lessemi costituiscono i
due poli di una “gradazione”:
gelido
freddo
tiepido
caldo
bollente
Questo requisito fa sì che la negazione di uno dei due antonimi non implichi
necessariamente l’affermazione dell’altro: non gelido non comporta per forza
bollente, data l’esistenza di gradini intermedi. Il continuum individuato può essere
anche ulteriormente suddiviso mediante la modificazione degli aggettivi: si può dire
abbastanza freddo, piuttosto tiepido, etc.. Esiste, comunque, un tratto [±freddo] che
va specificato, anche se il suo valore non sembra essere semplicemente binario. Altri
esempi classici di antonimi sono le coppie alto/basso, lungo/corto, buono/cattivo,
giovane/vecchio.
SEMANTICA
Complementarità
In questa relazione di opposizione, la negazione di un lessema comporta
l’affermazione dell’altro.
Es.: vivo vs. morto - entrare vs. uscire - parlare vs. tacere
Simmetria
In questa relazione di opposizione, infine, la stessa relazione semantica è
vista da due prospettive opposte
Es.: dare/ricevere - comperare/vendere - genero/suocero - marito/moglie
SEMANTICA
Meronimia (o partonimia)
(gr. méros “parte” + ónoma "nome“)
Si tratta di una relazione semantica di inclusione secondo il rapporto tutto (olonimo) –
parte (meronimo).
corpo
braccio
testa
orecchie
naso
tronco
occhi
bocca
labbra
denti
palato
SEMANTICA
Campo semantico
Relazione di inclusione semantica.
La teoria del campo semantico (Trier, 1934) costituisce la prima proposta di
individuazione dell’unità semantica non nel morfema, ma nel lessema.
La nozione di campo semantico si basa su una concezione del lessico come
ordinato in sottosistemi, ossia in insiemi di lessemi che coprono ciascuno una
porzione di una certa area di significato (visione strutturalistica) :
Ess.:
- campo semantico degli aggettivi di età
- campo semantico dei nomi di parentela
- campo semantico dei colori
-ecc…
SEMANTICA
Sfera semantica (= famiglie semantiche, nel
testo)
Insiemi lessicali.
Si tratta di un insieme di lessemi che presentano una parentela più
referenziale che linguistica.
Es.: sfera semantica del “cucinare”
pentola, tegamino, bollire, uova, olio, sale, forno, ecc.
I legami tra questi termini sono molto meno sistematici di quelli che si
instaurano tra i lessemi di un campo semantico e possono istituirsi anche a
livello sintagmatico: Far bollire due uova in un tegamino.
In una sfera semantica possono confluire più campi: in questa frase
notiamo la cooccorrenza di lessemi appartenenti rispettivamente al campo
dei “verbi relativi alla cucina” o, più specificatamente, “ai modi di cottura”, al
campo degli “alimenti” e a quello degli “strumenti per cucinare”.
SEMANTICA
Famiglia semantica
Insiemi lessicali.
È una nozione legata alla scomposizione in morfemi ed è relativa al
sottosistema di lessemi che presentano relazioni di significato in presenza
di una parentela etimologica del significante, cioè aventi in comune uno
stesso morfema lessicale.
Es.:
lessemi riconducibili alla base ordine, come disordine, ordinare,
disordinato, ordinazione, ordinamento, ecc..
SEMANTICA
Parliamo di relazioni sintagmatiche quando due o più lessemi si
combinano sull’asse sintagmatico, influenzandosi reciprocamente.
Le relazioni sintagmatiche sono di vario tipo. La distinzione
fondamentale è tra solidarietà semantica (o lessicale) e collocazioni.
SEMANTICA
Solidarietà semantica
Si tratta della cooccorrenza obbligatoria, o fortemente preferenziale,
di un lessema in presenza di un altro lessema, che lo seleziona:
Es.:
miagolare > gatto vs abbaiare > cane
leccare > lingua
biondi > capelli / biondo > pelo / Tevere
raffermo > pane
rancido > burro
Si tratta di cooccorrenze semanticamente determinate.
SEMANTICA
Collocazioni
Si tratta della cooccorrenza regolare di lessemi, spesso legata a
idiosincrasie della lingua. Si determina quando due o più parole
mostrano una particolare tendenza a formare insieme dei sintagmi,
come nel caso del nome scelta con il verbo fare o operare.
Es.:
VERBO + NOME
fare/operare una scelta - dare l’impressione (inglese make an impression) respingere l’accusa - fare attenzione (inglese pay attention) – indire/bandire
un concorso, fare una passeggiata, dare/rassegnare le dimissioni, ecc.
NOME + AGGETTIVO
disco rigido (inglese Hard disk, spagnolo disco duro) – cordiali saluti, ecc.
SEMANTICA
NOME + VERBO
le bombe esplodono - il sole splende - la tempesta infuria - il
telefono squilla/suona, ecc.
NOME + di + NOME
tubetto di dentifricio - pacchetto di sigarette - scatoletta di tonno gregge di pecore - mandria di bufali, ecc.
VERBO + AVVERBIO
discutere animatamente - salutare cordialmente - ancorare
saldamente, ecc.
Il termine collocazione è spesso usato in senso lato, per indicare anche
entità (multiword expressions) meglio individuate in linguistica, come i verbi
supporto (fare una scelta, fare una passeggiata, dare le dimissioni), i binomi
(bianco e nero), le parole polirematiche (ferro da stiro), talora persino i
proverbi (chi la fa l’aspetti).
SEMANTICA FRASALE
Semantica composizionale
La "composizionalità" è una proprietà fondamentale del
codice lingua, che permette di ottenere un infinito
numero di combinazioni a partire da un numero finito di
elementi. Questo principio è valido sia a livello
fonologico, sia a livello morfologico, sia a livello
sintattico, per cui dovrebbe esserlo anche a livello
semantico. Ciò significa che, data una frase, il suo
significato globale dovrebbe essere dato dalla somma
dei significati delle singole parti. Questo è possibile per
frasi semplici come Il ragazzo uccide il coniglio.
SEMANTICA FRASALE
Un esempio (principio di composizione del significato)
Il ragazzo
categoria lessicale
[+ N]
tratti inerenti
[+ UM][+ AD][+
COM][+ M][+ SG]
sottocategorizzazione [DET___]SN
stretta
restrizioni selettive
uccide
[+ V]
[XAcausa[XP cambia in[VIVENTE]]] [+
TRASF][- REG][2° CON]
[+__SN]SV
SN____SN
[± AN] [+ AN]
il coniglio
[+ N]
[+ AN] [- UM] [+ COM]
[+ M] [+ SG]
SEMANTICA FRASALE
Semantica composizionale
La semantica composizionale a livello frasale incontra vari ostacoli,
anzitutto nell’impossibilità di calcolare il significato delle
lessicalizzazioni, ossia delle espressioni idiomatiche (I colletti bianchi
hanno tirato troppo la corda).
Semantica vero-condizionale
La semantica composizionale è molto legata alla logica e alla
filosofia del linguaggio, in cui il significato si cerca nelle ‘condizioni di
verità’:
Es.:
La frase Maria ama Carlo è vera se il riferimento di Maria si trova nella relazione di
amare con l’oggetto denotato da Carlo; è falsa in caso contrario.
SEMANTICA FRASALE
Presupposizioni
Le presupposizioni costituiscono un caso particolare di
nesso semantico (Strawson 1952). Si tratta di una
condizione che un enunciato suppone sia realizzata, ma
senza asserirlo esplicitamente.
SEMANTICA FRASALE
Presupposizioni
Casi standard di presupposizioni si hanno con le seguenti strutture:
Frasi scisse:
È stata Giulia che ha telefonato
Presupposizione: Qualcuno ha telefonato
Predicati fattivi:
Mario ha scoperto che Luigi si è licenziato
È strano che Luigi si sia licenziato
Presupposizione: Luigi si è licenziato
Articolo determinativo:
ll direttore del museo è in ritardo
Presupposizione: C’è un (unico) direttore del museo
Predicato aspettuale
Michele ha smesso di viaggiare per il mondo
Presupposizione: Michele viaggiava per il mondo
SEMANTICA FRASALE
Presupposizioni
La presupposizione costituisce una strategia che
utilizziamo
quotidianamente
nelle
interazioni
comunicative. Essa non va confusa, però, con altre
informazioni "implicite", di natura pragmatica.
PRAGMATICA
Livello di analisi inserito nella linguistica
abbastanza recentemente e fortemente legato alla
filosofia e alla semiotica.
La pragmatica si occupa dello studio:
• degli aspetti del significato che sfuggono alla
teoria semantica (enunciato vs. proposizione)
• delle relazioni tra lingua e contesto d’uso
• della lingua in prospettiva funzionale
PRAGMATICA
Macropragmatica
Studia gli enunciati della lingua considerati nella loro
interezza, come unità funzionali.
vs
Micropragmatica
Studia gli enunciati considerati nella diversa funzione
che assolvono le loro parti.
PRAGMATICA
Macropragmatica
Teoria degli atti linguistici
Teoria delle implicature conversazionali
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Vs. semantica vero-condizionale:
il significato consiste nelle ‘condizioni di verità’ di un enunciato
(enunciati assertivi o constatativi).
Maria ama Carlo
‘Condizioni di verità’
esiste un’entità designata da Maria
essa si trova nella relazione di amare con
l’entità designata da Carlo
esiste un’entità designata da Carlo
Chiudi la porta!
A che ora torni a casa?
Scommetto €100 che la data dell’esame slitterà
Vi dichiaro marito e moglie
‘Condizioni di verità’ ???
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
•Un enunciato ha sempre un significato
come atto, dunque legato al suo
contesto d’uso.
•Come atto, ha degli scopi e degli
effetti, oltre a delle condizioni di ‘buona
riuscita (‘condizioni di felicità’).
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Vi dichiaro marito e moglie
•
Condizioni di buona riuscita
esiste l’istituzione del matrimonio
il matrimonio è celebrato secondo determinate
regole
il matrimonio è celebrato secondo un certo rito
il rito è officiato da qualcuno ufficialmente
prepostovi
il rito è officiato mediante la recitazione di certe
formule
il rito è officiato alla presenza di testimoni, ecc.
•
Scopo
dichiarazione (asserzione)
•
Effetto
stipulazione di un contratto
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Chiudi la porta!
• Scopo
ordine
• Effetto
esecuzione (o mancata esecuzione)
dell’ordine
A che ora torni a casa?
• Scopo
domanda
• Effetto
risposta
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Scopo
atto illocutivo (intenzione
con cui l’enunciato viene
prodotto: asserzione, domanda,
richiesta,
ordine, esclamazione,
promessa, ecc.)
Effetto
atto perlocutivo (conseguenza
extralinguistica, che la produzione
dell’enunciato determina).
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Atto locutivo
(forma locutiva)
produzione dell’enunciato a livello
fonetico, morfosintattico e
semantico
Atto illocutivo
(forza illocutiva)
capacità che l’enunciato ha di
trasmettere l’intenzione del parlante
Atto perlocutivo
(effetto perlocutivo)
conseguenze concrete dell’enunciato
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Performativi diretti (= atti linguistici diretti)
(Controllano in maniera diretta l’effetto perlocutivo
dell’enunciato)
•
•
•
•
•
Scommetto €100 che la data dell’esame slitterà
Vi dichiaro marito e moglie
Mi scuso
Ti nomino Alfiere del lavoro
La condanno al pagamento di una multa
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Performativi impliciti (= atti linguistici diretti)
Chiudi la porta! (Ti ordino)
A che ora torni a casa? (Ti domando)
Mi presteresti il tuo ombrello? (Ti chiedo)
(MACRO)PRAGMATICA
Teoria degli atti linguistici
Atti linguistici diretti
Un atto linguistico diretto si ha quando c’è congruenza tra
verbo performativo o indicatori di forza illocutiva (IFI) e
forza illocutiva indicata. Gli IFI possono essere costituiti dal
modo del verbo, dall’intonazione, ecc.
Se questo non accade parliamo di
Atti linguistici indiretti
Vuole uscire? Le consiglio di uscire. (= Esca immediatamente!)
Suona il telefono! (= Ti dispiacerebbe rispondere?)
Fa caldo (= Puoi aprire la finestra?)