Leggi la Rassegna - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
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30 gennaio 2014
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Giovedì 30 gennaio 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 29e 1,20
in abbinata obbligatoria con Italia Oggi
Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466
Un peso frutto di malagestione. Ma si possono recuperare? Ecco come hanno fatto altrove
Quei capannoni vuoti dell’Asi
Così fallisce la politica industriale
I capannoni del consorzio Asi a Tito Scalo
ANTONELLA GIACUMMO a pagina 18
Il presidente annulla la procedura di ammissione dei candidati
già espletata e riapre l’avviso
PER UN PATTO
Marcello
CHE NON SIA
Pittella e
Matteo
UN PACCO
Renzi
Centrale unica
per gli appalti
nella sanità
Pittella brucia
tutti gli ammessi
di LUCIA SERINO
Dice bene Chicco Testa, proviamo a semplificare. Siamo bombardati da autoenunciazioni, pensieri vaganti, parole che si accavallano, chiacchiere che accompagnano
ogni virgola che scappa a qualcuno.
Ma, al dunque, molti
restano muti.
segue a pagina 8
La nomina del direttore rimasta incagliata negli scontri Folino-De Filippo
Spese di mandato, Romaniello propone: «Con il 50% si attivino collaborazioni»
LA LITE PER UN POSTO IN CONSIGLIO
Cupparo - Pace: il Tar acquisisce le schede
POTENZA
Corruzione:
rinvio a giudizio
per Muscaridola
e 6 imprenditori
AMATO a pagina 17
Betty Williams
all’Alberghiero
Anche il cibo
può unire i popoli
Angela Salvatore a pag. 19
L’erosione
costiera che
sta rovinando
il turismo
Psicosi crollo a Matera, un freno
allo sforzo in corso per il 2019
CIERVO a pagina 9
a pagina 25
300 alloggi, Valvano vs Navazio: attacco infondato
Laviano a pag. 23
POLICORO
L’incendio al Barhchic, il titolare: lo ricostruirò
LAURIA
Diciotto gli sfollati per i danni del maltempo
Elia a pagina 31
a pagina 24
40130
9
771128
022069
Erosione nel
Metapontino
MATERA
Ma il comandante dei vigili rassicura:«Tutto nella norma»
MARGHERITA AGATA alle pagine 42 e 43
Betty Williams
all’Alberghiero
SCANZANO
Anticorruzione
e trasparenza
Adduce presenta
il piano
Con Sebastiano Somma
a spasso
per Matera
Muscaridola
POTENZA
Musacchio a pagina 31
LABANCA e AMATO alle pagine 6,7 e 8
MELFI
VI SEGNALIAMO:
Il sindaco
Adduce
POTENZA
Così è nata
una storia
di innovazione
lucana
LORUSSO a pagina 12
Giovanni
Setaro
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Giovedì 30 gennaio 2014
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
Con il primo volume Mille Usi A 5,10
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
DELLE
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PUGLIE
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 29
REGIONE AUMENTO AUTOMATICO NASCOSTO IN UNA NORMA DEL 2010
«CORRUZIONE» ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE
Vitalizi, una beffa in Puglia
Scatta pure la rivalutazione
Potenza, «Lady fisco»
rinviata a giudizio
All’ex assessore al lavoro Barbieri un assegno
di 3200 euro al mese per soli 4 anni in giunta
Alla sbarra con altre otto persone
AMENDOLARA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA V >>
GIUDIZIO Il palazzo di giustizia di Potenza
SCAGLIARINI A PAGINA 24 >>
RIFORME OK DA PD E FORZA ITALIA ALLE MODIFICHE AL TESTO ORIGINARIO, DELEGA AL GOVERNO PER DISEGNARE I COLLEGI ENTRO 45 GIORNI ADDIO TORINO DOPO LA FUSIONE CON CHRYSLER. CADUTA IN BORSA
Fiat cambia pelle
Matteo e Silvio, avanti tutta LaIl nuovo
nome è FCA
L’intesa sulla legge elettorale: soglia al 37% e sbarramento al 4,5%
Contrarietà dalla minoranza Pd e Sel. Renzi: adesso tocca al lavoro
LA LEGGE PASSA A FATICA
SOLO L’ELEZIONE
DIRETTA AIUTA
BIPOLARISMO
E GOVERNABILITÀ
Rissa alla Camera
su Imu-Bankitalia
La Boldrini «stoppa» i grillini
di GIUSEPPE DE TOMASO
A
llora. L’esperienza
insegna che nulla è
più imprevedibile
della politica italiana. Figuriamoci quali sorprese
potrebbe riservare un mega-accordo sulla legge elettorale. Certo, la riforma-bis partorita ieri può vantare il sostegno di Matteo Renzi, Silvio
Berlusconi e Angelino Alfano,
il che non è poco. Ma la storia
parlamentare italica è costellata da tali imboscate e tranelli,
dietrofront e colpi di scena, da
rendere incerto l’esito di una
gara politica persino a un metro dal traguardo. Anche il cosiddetto Italicum, nome di battesimo sgradito ai più tanto è
vero che è scattato quasi un
concorso per premiare una definizione più felice, è candidato
a subire il medesimo calvario,
con buona pace dei facili ottimismi proclamati in questi
gior ni.
SEGUE A PAGINA 33 >>
Sede legale in Olanda, fiscale a Londra
Melfi: l’importante è che rispetti gli impegni
l Bagarre in Aula alla Camera, dove l’ostruzionismo del M5s al decreto Imu-Bankitalia è
stato stoppato in extremis dalla presidente Laura
Boldrini, che per la prima nella storia repubblicana ha fatto ricorso alla cosiddetta «ghigliottina». Immediata la rezione del M5s, con Loredana
Lupo che in lacrime ha detto di essere stata schiaffeggiata da un deputato questore, il barese Stefano
Dambruoso. Solo un «contatto fisico», la replica.
SERVIZI ALLE PAGINE 2,3,4,5,6 E 7 >>
NUOVO LOGO La Fiat-Chrysler Automobiles diventa FCA
SERVIZI A PAGINA 6 >>
RUSSO E SERVIZI ALLE PAGINE 8 E 9 >>
MONITO DEL PAPA: ALL’UDIENZA LE FONDAZIONI ANTI-USURA
«Le famiglie
non mangiano
per pagare
gli usurai»
IN BASILICATA VEDONO
IL BICCHIERE MEZZO PIENO
di MASSIMO BRANCATI
U
n cambio epocale. A partire dal nome Fiat che diventa Fca
(Fiat Chrysler Automobiles), acronimo già “manipolato” dalla
satira che gioca sul sex-appeal della nuova denominazione.
Sorrisi e buon auspicio per il futuro della più importante
industria italiana, alle prese con un processo di internazionalizzazione
su cui l'ad Marchionne ha battuto il chiodo fin dal suo insediamento.
FLAVETTA A PAGINA 11 >>
SEGUE A PAGINA 33 >>
IN PRIMA LINEA Il barese mons. D’Urso (Consulta nazionale) col Papa
CASO MARÒ
La Ue si schiera
a sostegno dell’Italia
SERVIZIO A PAGINA 10 >>
IN APPELLO
Omicidio Meredith
il giorno del verdetto
SERVIZIO A PAGINA 27 >>
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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
Giovedì 30 gennaio 2014
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POTENZA LA FUNZIONARIA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE DEL CAPOLUOGO, LUCIA MUSCARIDOLA, ACCUSATA DI CORRUZIONE
Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina,
Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri
POTENZA IL «RADICALE« SI SOTTOPONE ALL’ESAME DELL’IMPUTATO
«Lady fisco» alla sbarra Sos Pertusillo
a giudizio i big del mattone In aula la difesa
Costruttori e albergatori così sfuggivano ai controlli
Tra le nove persone a
giudizio gli imprenditori
potentini De Vivo, Albini,
Giubileo e Pomarico
di Bolognetti
«Ho reso pubblico LA STORIA
l’inquinamento della
diga per tutelare la
salute dei cittadini»
LA FIAT CAMBIA IN FCA E SE NE VA IN OLANDA
l Lucia Muscaridola, la «lady
fisco», funzionaria dell'Agenzia
delle Entrate del capoluogo accusata di corruzione, è stata rinviata a giudizio. Alla sbarra anche altre otto persone tra le quali gli imprenditori edili Albini e
De Vivo. Secondo l'accusa Muscaridola controllava i contribuenti che avevano problemi fiscali tramite la banca dati
dell’Agenzia, poi convocava i
commercialisti amici e li avvisava che c’erano problemi. E alla fine arrivava «il ringraziamento»: dalla ricarica telefonica al supersconto sull’automobile o sull’appartamento. «Protocollo Muscaridola» lo definisce il sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini.
l «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo perché era
di interesse pub blico far sapere
alla popolazione che la diga era
inquinata». Maurizio Bolognetti,
leader dei Radicali, giornalista,
imputato per rivelazione del segreto d’ufficio, lo dice in aula ai
giudici del collegio dei Tribunale
di Potenza. Bolognetti - secondo
l’accusa - ha ricevuto una mail e
reso pubblico l’inquinamento del
lago Pertusillo, svolgendo la sua
funzione di giornalista. Ma per la
Procura «in questo caso l’inquinamento non c’entra. In questo
processo - ha detto ai giudici nel
corso della scorsa udienza il pm
Renato Arminio - bisogna ri portare l’attenzione sulla violazione
del segreto istruttorio».
AMENDOLARA A PAGINA V >>
SERVIZIO A PAGINA III >>
VILLA D’AGRI
Neonata morta
I medici
si difendono
l Sarà l’autopsia, in programma sabato prossimo, a
svelare le cause del decesso
della neonata nell’ospedale di
Villa d’Agri. I due medici indagati, intanto, rigettano ogni
accusa: «Nessun errore, è stato
fatto tutto secondo il protocollo».
DENUNCIATO
Il Lingotto tra i tulipani
l La Fiat cambia nome in Fca, sposta la
sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran
Bretagna, ma i lavoratori dello stabilimento di
Melfi non hanno nulla da temere. Dal Lingotto
(ormai trasformato in tulipano) fanno sapere
che proseguiranno come previsto i programmi produttivi per tutti i siti italiani, compreso
quello melfitano che sarà strategico per il
futuro dell’azienda con i suoi due nuovi
modelli, il mini-Suv e la 500x. I sindacati, con
qualche immancabile distinguo, invitano
all’ottimismo le tute blu che operano nella
fabbrica integrata, alle prese con la cassa
integrazione prolungata proprio per mettere
a punto gli impianti in vista delle nuove
auto.
SERVIZI IN NAZIONALE
NELLE PAGINE 8 E 9 >>
PERCIANTE A PAGINA IX >>
BELLA UCCISO DURANTE UN TENTATIVO DI RAPINA IN UMBRIA
MIOLLA A PAGINA II >>
POTENZA
i vigili
Intimidazione Autodifesa,
come gli agenti
al sindaco
segreti israeliani
di Pietrapertosa
SERVIZIO A PAGINA V >>
l Un grosso petardo, accompagnato da un biglietto con minacce di morte, è stato fatto
esplodere la notte tra lunedì e
martedì scorsi nel garage di proprietà del sindaco di Pietrapertosa, Pasquale Stasi, danneggiando la sua auto. I carabinieri
denunciano il responsabile.
SERVIZIO A PAGINA VIII >>
MATERA RISCHIO DI CROLLO PER LA SAN NICOLA ALL’OFRA
Valbasento
gli agricoltori
penalizzati
dai «veleni»
RIONERO
Alla Coca-Cola
porte aperte
ogni giovedì
SERVIZIO A PAGINA VIII >>
POTENZA PIATTI MULTIETNICI ALL’ISTITUTO ALBERGHIERO
Chiesa rupestre in frantumi Il ricordo di Fezzuoglio Il Nobel Betty Williams
un «tesoro» da salvare
carabiniere eroe lucano al pranzo della fratellanza
SOS
Serve una
nuova opera
di messa in
sicurezza. Il
muro di
contenimento
è troppo
fragile
.
DORIA A PAGINA X >>
CARABINIERI Donato Fezzuoglio
l Oggi il Comune di Bella e
l’istituto Nastro Azzurro hanno organizzato una cerimonia
commemorativa in onore di
Donato Fezzuoglio in occasione dell’anniversario della
scomparsa. Il carabinieri lucano fu ucciso a colpi di kalashnikov nell’adempimento del
proprio dovere il 30 gennaio
2006 ad Umbertide, paese della
provincia umbra, nel corso di
un tragico tentativo di rapina.
D’AMBROSIO A PAGINA IX >>
EVENTO Betty Williams in primo piano durante l’iniziativa [foto T. Vece]
COLICIGNO A PAGINA VI >>
RASSEGNASTAMPA
Di fatto, il vero conflitto
che si è aperto in Italia
è tra democrazia
e populismo,
che non possono
essere compatibili.
Giuseppe De Rita e Antonio Galdo
«Il popolo e gli dei»
1,30 Anno 91 n. 28
Giovedì 30 Gennaio 2014
U:
Respinto l’assalto di Grillo
New York,
addio alla
libreria italiana
Pasquini pag. 17
Rubens Tedeschi
100 anni in musica
Pivetta Petazzi pag. 19
Nocerina
fuori dal
campionato
Bucciantini pag. 23
Contro l’ostruzionismo sull’Imu usata per la prima volta la norma «taglia dibattito» ● Grillini scatenati:
scontri in aula ● I deputati Pd cantano «Bella ciao» ● Il M5S minaccia: sarà guerra in piazza
●
LOMBARDO A PAG. 4
L’ipoteca
dell’estremismo
Cosa manca
allo sviluppo
CLAUDIO SARDO
IL COMMENTO
●
PATRIZIO BIANCHI
LA«TAGLIOLA»FINORANONERA MAI
STATA USATAIN PARLAMENTO. I gril-
lini hanno deciso di farla scattare, spingendo il loro ostruzionismo fino al limite estremo: se Laura Boldrini non vi
avesse fatto ricorso, gli italiani sarebbe
stati costretti a pagare anche la seconda rata dell’Imu, dopo aver già pagato
il conto del pasticcio voluto da Berlusconi e troppo supinamente accettato
SEGUE A PAG. 15
dal governo.
L’INTERVISTA
Kyenge: basta
con le aggressioni
è la mia battaglia
GONNELLI A PAG. 5
Fiat se ne va, resta la cassa integrazione
Nasce la Fiat Chrysler Automobiles: sede legale in Olanda, tasse pagate in Gran Bretagna
L’Electrolux insiste col «modello Polonia», ora si tratta DIGIOVANNIMATTEUCCIVESPOBONZIFRANCHI APAG.6-8
Renzi porta a casa l’Italicum corretto
Per difendere
il bipolarismo
L’ANALISI
● Alzata al 37% la soglia
per il premio, abbassato
al 4,5 lo sbarramento
● «Rotto l’incantesimo»
Fiat ha presentato il suo nuovo
profilo internazionale; giocando
sulle diverse regolazioni nazionali,
Fiat-Chrysler delinea un’azione, nei
cui confronti ogni dimensione
nazionale sembra comunque
troppo limitata. Come la vicenda
Electrolux, anche la nuova
Fiat-Chrysler richiama il tema della
politica industriale del governo o
meglio di quale sia la visione dello
sviluppo produttivo del Paese nei
prossimi dieci anni. Certo è difficile
parlare di visioni a dieci anni
quando mordono emergenze come
quelle della Fiat ieri e della
Electrolux oggi, ma bisogna
riprendere la barra di un disegno di
crescita rispetto al quale calibrare
anche le azioni nel breve periodo.
SEGUE A PAG.15
L’INTERVISTA
Staino
FANTOZZI FUSANI A PAG. 2-3
MICHELE CILIBERTO
In Italia si sta svolgendo una
battaglia decisiva perché è in
discussione l’assetto del nostro
Paese nei prossimi anni. A
seconda della legge elettorale
che sarà approvata, l’Italia avrà
un differente futuro.
SEGUE A PAG. 15
LA STORIA
L’INTERVISTA
Schulz: l’Europa
deve prendere
esempio da Obama
Cuperlo: bene Matteo
ora correggiamo
quel che non va
MONGIELLO A PAG. 9
ZEGARELLI A PAG. 3
SIRIA
Il sindaco della cannabis L’inferno
● Donato Metallo, primo
cittadino di Racale e la sfida
della coltura «medicinale»
Dietro la legge approvata ieri dalla Puglia, quarta regione in Italia a dire sì
all’uso terapeutico della marijuana, c’è
la battaglia di un piccolo paese del leccese, Recale, e del suo sindaco, il pd Donato Metallo. Con un un progetto che trova il favore di tutte le forze politiche.
TARQUINI A PAG. 11
di Yarmouk
il campo
della fame
● Allarme per i ventimila
profughi a sud di Damasco
DE GIOVANNANGELI A PAG. 12
FRONTE DEL VIDEO
MARIA NOVELLA OPPO
L’intelligenza operaia
A proposito di intelligenza, non si può
proprio evitare di citare il dramma del de●
dei vari tg, che, giusta- putato grillino Giorgio Sorial, che ha da-
I CANCELLI DELLA ELECTROLUX SONO PRESIDIATI DALLE INVIATE (TUTTE
DONNE,CISEMBRA)
mente, cercano di far dire ai lavoratori
quello che non dicono molte delle autorità preposte o dei massimi dirigenti politici, Francesca Pascale compresa. Peccato
che in questa stagione manchi in tv un
programma di Gad Lerner, il più «operaista» dei conduttori e sicuramente quello
capace di far esprimere, oltre al dolore e
la rabbia, anche l’intelligenza organizzata dei lavoratori.
to del «boia» a Napolitano, forse perché
non sa quello che dice, ma soprattutto
perché non ha trovato altro modo di farsi
notare, nel bailamme assordante del suo
partito checopre ogni ragionamento politico. In effetti, il suo numero, replicato da
tutti i tg, è stato forse il momento più visto della tv nazionale. Per un partito la
cui struttura teorica è basata sul vaffanculo, un risultato notevolissimo.
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2 PRIMO PIANO
LEGGE ELETTORALE
PASSO IN AVANTI
Giovedì 30 gennaio 2014
Letta: «Le riforme sono fondamentali per
la stabilità e per mandare avanti il nostro
Paese. Una buona notizia se le facciamo»
Intesa Renzi-Berlusconi
l’Italicum prende il volo
Il segretario Pd: rotto l’incantesimo della politica inconcludente
l ROMA. Si chiami «Renzellum», come lo battezza Casini, o
«Caimanum», come protesta
Vendola, la sostanza non cambia. Il patto tra Matteo Renzi e
Silvio Berlusconi regge ed i due,
con una trattativa fino all’ultimo, correggono d’intesa la riforma elettorale, che da oggi approda in Aula. «Avanti così, ora mai
più larghe intese e ricatti dei piccoli", esulta il leader Pd che concede al Cavaliere il "Salva-Lega"
ma porta a casa la soglia al 37%
per il premio e una minima discesa al 4,5% dello sbarramento.
Ma la riforma, per diventare legge, dovrà passare le forche caudine del voto segreto, chiesto da
M5S, e la protesta dei partiti minori e della minoranza Pd.
Non si sono mai interrotti i
contatti tra Renzi e Berlusconi
per chiudere l’accordo prima
dell’arrivo in Aula. Superato il
niet di Fi, complice anche la moral suasion del Quirinale, all’innalzamento della soglia per il
premio di maggioranza, l'ultimo
scoglio, sul quale i due contraenti si sono confrontati fino all’ultimo, è stato l’abbassamento della soglia per i partiti in coalizione, richiesta sia da Ncd sia da
ASSE Silvio Berlusconi e, nella foto centrale, Matteo Renzi. Sotto, Alfano
Sel. Alla fine la mediazione è stata scendere dal 5 al 4,5%, una
correzione che suona come
un’offesa e fa infuriare Nichi
Vendola. Angelino Alfano strappa, invece, la possibilità di qualche candidatura multipla ma
rinvia all’Aula, come anche Scelta Civica e Popolari per l’Italia,
nuove correzioni sia sulle soglie
sia sulle preferenze.
Nelle ore decisive per la trattativa si affaccia, nella sede del
Pd, dove il segretario Pd è riunito con capigruppo e fedelissimi, anche il ministro Dario
Franceschini. E la benedizione
del governo – che ora in 45 giorni
ha la delega di ridisegnare i collegi elettorali – al passo avanti
alle riforme arriva, da Bruxelles,
direttamente dal premier Enrico
Letta: «Le riforme sono fondamentali per la stabilità e per
mandare avanti il nostro paese.
È una buona notizia per l’Italia
se riusciamo a farle».
E mostra di non temere tradimenti anche il sindaco di Firenze: «Sarebbe il colmo che chi
per 20 anni non è riuscito a fare
la legge ora si nasconde dietro il
LE REAZIONI IL FRONTE DI COLORO CHE CRITICANO L’ACCORDO TRA BERLUSCONI E RENZI
Vendola: Caimanun
voto segreto». E aggiunge: «Rotto
l’incantesimo della politica inconcludente». Poi annuncia che
il Paese deve tornare a volare,
che adesso tocca alle riforme del
lavoro e alla scuola.
Timori o meno, per Renzi il
dado è tratto e oggi si è raggiunta
la migliore riforma possibile
che, a suo avviso, può essere approvata
«rapidissimamente».
Soddisfatto anche Silvio Berlusconi che, attraverso il suo neoconsigliere Giovanni Toti, gli
rende l’onore delle armi al rottamatore: «Ha dimostrato di avere le palle, questa è una buona
legge elettorale per tutta Forza
Italia». Il paradosso, però, è che,
nonostante l’impegno del Cav,
Matteo Salvini giudica «ad occhio, una porcheria» l'intesa raggiunta. E la battaglia si sposta
ora in Aula, probabilmente saltando anche il voto notturno degli emendamenti in commissione, dove i M5S puntano a far
emergere con il voto segreto le
divisioni interne ai partiti, a partire dalle pregiudiziali di incostituzionalità, che saranno presentate anche da Sel, Lega e altri
partiti minori.
Cristina Ferrulli
Riforma elettorale
PRIMA BOZZA
COSA CAMBIA
SOGLIE SBARRAMENTO
SOGLIE SBARRAMENTO
Coalizioni
12%
12%
Coalizioni
Partiti in coalizione
5%
Partiti in coalizione
4,5%
Partiti non coalizzati
8%
Partiti non coalizzati
8%
LISTE
LISTE
Niente candidature
multiple nei collegi
plurinominali
Concesse solo per alcuni
collegi
PREMIO DI MAGGIORANZA
PREMIO DI MAGGIORANZA
Soglia al 35% per far
scattare il premio di
maggioranza di 18 punti
percentuali
Soglia al 37% per un
premio di maggioranza
di massimo 15 punti
percentuali
35% e oltre + 18% = max 55%
37% e oltre + 15% = max 55%
617
SEGGI*
617
SEGGI*
*Escluse circoscrizioni estere
ANSA
SONDAGGIO EFFETTUATO DALL’ISTITUTO ISPO DI RENATO MANNHEIMER
Il 52 per cento degli italiani
Anche la sinistra Pd attacca e chiede chiarimenti vuole di nuovo le preferenze
l ROMA. La sinistra Pd protesta e si spacca
«Leggo dichiarazioni fatte a nome della misulla legge elettorale.
noranza. Immagino si intenda la minoranza
Chi, invece, deve decidere se riprendere la della minoranza". Così, su twitter, Matteo Orfini,
battaglia, dopo aver ritirato in commissione gli dopo le critiche espresse da esponenti della
emendamenti per l’aut aut di Renzi, è la mi- sinistra del Pd alla legge elettorale.stituzionale
noranza del Pd. «Restano i nodi delle liste e, ancor prima, un rinvio della legge alle Camere
bloccate e delle soglie. È una legge troppo da parte del Presidente della Repubblica.
sbilanciata a favore di Berlusconi e di Forza
Il pugliese Michele Bordo afferma: «Leggo che
Italia, attacca il bersaniano Alfredo D’Attorre, l’accordo sulla legge elettorale raggiunto in
che chiede nuove correzioni ma esclude "im- queste ore contiene anche la cosiddetta norma
boscate" nel segreto
“Salva-Lega”, cioè queldell’urna in Aula.
la che consente ai partiti
Stefano Fassina dcie
che ottengono il 9% dei
che «tutto il Pd sta lavoti in almeno tre revorando insieme al raggioni di entrare comungiungimento dell’obietque in Parlamento. Mi
tivo che è superare i dipermetto di nutrire seri
fetti di questa legge e
dubbi sulla legittimità
dare al Paese una gocostituzionale di una sivernabilità. Oggi sono
mile disposizione».
stati fatti passi impor"Significherebbe pretanti. Innalzamento sovedere per legge che i
glia è passo importante
voti ottenuti solo in alcome il ritocco alla socune regioni hanno più
glia sbarramento, mandignità di quelli raccolti
cano due punti non marin tutta Italia. Rischiaginali: il primo è quello
mo di ritrovarci di fronte
delle liste bloccate e poi
ad una disparità assurda
la rappresentanza feme quindi incostituzionaminile».
le.
Poi aggiunge che «non SEL Il leader Nichi Vendola
Protesta anche Sel:
sono sicuro le abbia solo
«Ecco la nuova legge
lui, magari anche altri non partito. Non c'è elettorale: dal #Porcellum al #Caimanum». Cosi
nessuno scontro ma consapevolezza che c'è una Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia
minoranza che vuole dare un contributo a raf- Libertà, su twitter.
forzare il Pd. Sottolinea che «in questa fase non
Sel presenterà pregiudiziale per bloccare
avrei portati Berlusconi a Nazareno. A no- l’esame della legge elettorale in aula. "E' di tutta
vembre abbiamo votato la sua decadenza e se evidenza che una riedizione del "Porcellum",
l’approccio e di realpolitik dovevamo fare un’al- palesemente illegittima, possa provocare in temtra scelta. Dovevamo trattare con i capigrup- pi più o meno lunghi una nuova pronuncia di
po».
illegittimità da parte della Corte.
l FIRENZE. Il 52% degli italiani pensa i listini
bloccati della bozza di legge elettorale Renzi-Berlusconi siano da cambiare dando agli elettori la possibilità di indicare la preferenza; e per
il 73% sarebbe «opportuno» che tutti gli schieramenti scegliessero i propri candidati a sindaco delle grandi città attraverso primarie. E'
quanto emerge da un sondaggio effettuato
dall’istituto Ispo diretto da Renato Mannheimer,
commissionato dal consigliere comunale a Firenze della Lega Nord Mario Razzanelli e presentato oggi in Palazzo Vecchio. Il sondaggio è
stato effettuato su un campione di 800 persone
scelto per essere rappresentativo di popolazione
italiana maggiorenne per genere, età, professione, titoli di studio e area geografica di residenza, esaminato con apposito questionario
da intervistatori professionisti. Quanto alla proposta di riforma della legge elettorale messa a
punto dal segretario del Pd e dal leader di Forza
Italia, se il 52% vorrebbe veder sostituite le
listine bloccate con le preferenze, c'è un 18% che
ritiene giusto mantenere la legge così com'è.
Il 24% invece vorrebbe veder modificata la
legge con l'introduzione di primarie in ogni
partito, da tenersi prima delle elezioni vere e
proprie. il 6% non sa. Scomponendo le varie
voci, risulta che ta il 52% dei favorevoli alle
preferenze nella proposta Renzi-Berlusconi, il
50% sono di area Pd, il 44% Fi, il 52% Ncd, il 60%
M5s. Tra chi vorrebbe le primarie obbligatorie
in ciascun partito prima delle elezioni vere e
proprie il 27% sono di area Pd, il 22% Fi, il 24
Ncd, il 29% Grillo. Tra coloro che infine vorrebbero lasciare la legge così com'è il 23% sono
di area Pd, il 30% Fi, il 15% Ncd, l’8% Grillo.
Relativamente alla domanda sulle primarie
per la scelta dei sindaci delle maggiori città, tra
gli elettori di area Pd l'85% è favorevole, l’11
contrario il 4 non sa; tra quelli di Fi il 70% è
favorevole, il 27 contrario, il 3 non sa; tra gli
elettori Ncd il 70% è favorevole, il 21 contrario, il
9% non sa; tra quelli dell’M5s il 66% è favorevole,
il 27% contrario, il 7% non sa. Dell’accordo sulla
riforma della legge elettorale tra Renzi e Berlusconi in termini di gradimento e popolarità,
«hanno tratto vantaggio tutti e due; ma probabilmente, in fin dei conti, a Renzi è giovato di
più che a Berlusconi» dice Renato Mannheimer,
in videocollegamento con Firenze, dove è stato
presentato l’esito di alcuni sondaggi dell’istituto
Ispo diretto dallo stesso Mannheimer e com-
missionati dal consigliere della Lega Nord Mario Razzanelli. "La popolarità del segretario del
Pd è cresciuta molto nelle ultime settimane, e
questo è avvenuto anche grazie a questo accordo. In particolare, è aumentata la popolarità
di Renzi tra i simpatizzanti di Forza Italia, dato
tutt'altro che irrilevante". Quanto a Berlusconi,
ha poi aggiunto Mannheimer, «come molti hanno detto e scritto, con l’accordo elettorale è tornato al centro dello scenario politico. Non che in
realtà, a guardar bene i fatti, se ne fosse mai
andato».
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Giovedì 30 gennaio 2014
Le liste dei candidati dovranno garantire la
presenza paritaria di uomini e donne: 50%
e 50%. Listini e candidature plurime
LA DIRETTA
l . Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Istruzioni a pagina 32
Soglia per il premio al 37%
lo sbarramento dal 5 al 4,5%
Norma «salva-Lega» e delega al governo per disegnare la mappa dei collegi
l ROMA. Soglia più alta per
ottenere il premio di maggioranza, sbarramento meno severo per i piccoli partiti che entrano in coalizione. È l'Italicum
"2.0", la versione aggiornata
della legge elettorale frutto del
nuovo accordo tra Renzi e Berlusconi.
- PREMIO MAGGIORANZA.La nuova legge, come il Porcellum, è un sistema proporzionale con un premio di governabilità che assicura la maggioranza assoluta al partito o
alla coalizione vincente. Ma diversamente dalla vecchia legge,
per ottenere il premio bisognerà aver superato una soglia minima: il 37% dei voti (nella prima versione dell’Italicum bastava il 35%). Il premio di maggioranza è fissato al 15% dei
seggi (non più al 18%). Ma c'è un
limite: il «bonus» concesso ai
vincitori non potrà far superare
il tetto dei 340 seggi, pari al
55%.
- DOPPIO TURNO. Che succede se nessuno supera la soglia
del 37%? I primi due partiti o
coalizioni di partiti si sfidano in
un doppio turno per l’assegnazione del premio. Il vincitore
ottiene 327 seggi, i restanti 290
vanno agli altri partiti (restano
fuori dal conteggio i deputati
eletti all’estero).
SBARRAMENTI. L’ingresso in Parlamento viene precluso a chi non supera un minimo
di voti. Per i partiti che si presentano al di fuori delle coalizioni (come ha fatto il M5s nelle ultime elezioni), c'è una soglia molto alta, l’otto per cento.
Per i partiti che si presentano
nell’ambito di un’alleanza con
altre forze politiche, la nuova
versione dell’Italicum abbassa
ulteriormente lo sbarramento
portandolo dal 5 al 4,5%. Anche
le coalizioni dovranno superare
una soglia minima di consensi:
la percentuale stabilita è del
12%. Per i rappresentanti delle
minoranze linguistiche sono
previsti meccanismi che garantiscono la loro rappresentanza.
- SALVA-LEGA. La tagliola
degli sbarramenti viene alleggerita per i partiti a forte vocazione regionale, come la Lega
Nord. Chi si presenta in non più
di sette regioni non deve raggiungere le percentuali previste per i partiti nazionali: per
entrare in parlamento basterà
SENATO
Il presidente
Pietro Grasso:
la questione
di Palazzo
Madana resta
un rubus da
risolvere per
cercare di
garantire la
governabilità
.
aver ottenuto il nove per cento
in tre circoscrizioni.
- CANDIDATI. Gli elettori
non potranno mettere il voto di
preferenza. Ogni partito presenta una lista con tanti candidati quanti sono quelli da
eleggere nel collegio (si va da un
minimo di tre a un massimo di
sei). I seggi vengono assegnati
seguendo l'ordine delle liste: ad
esempio, se un partito ottiene
tre seggi vengono eletti i primi
tre candidati della lista. - PARITA' UOMO-DONNA. Le liste dei candidati dovranno garantire la presenza paritaria di
uomini e donne: 50% e 50%, ma
senza alternanza obbligatoria
(che avrebbe portato in Parlamento una "valanga rosa"). Le
liste potranno avere anche due
uomini uno di seguito all’altro,
ma non di più.
- CANDIDATURE IN PIU'
COLLEGI: La prima versione
vietava ai candidati di presentarsi in più di un collegio, la
nuova concede questa possibilità. Si discute ancora se ci si
potrà candidare in 3 o in 5 collegi.
- IL NODO DEI COLLEGI.
L’Italicum prevede una delega
al governo per il ridisegno dei
collegi elettorali in cui sarà divisa l’Italia: l’esecutivo dovrà
farlo in 45 giorni, un periodo di
tempo che rende possibili eventuali elezioni anticipate prima
dell’estate.
- NO PRIMARIE. Nulla dice
il nuovo Italicum sulle primarie
per la scelta dei candidati da
mettere in lista. Se farle o no, e
con quali regole, resterà una
scelta autonoma dei singoli partiti.
- IL SENATO. ALla base
dell’accordo tra Renzi e Berlusconi c'è l’idea di abolire il Senato. Ma se il progetto dovesse
fallire? L’Italicum prevede una
clausola che rende applicabile il
nuovo sistema anche per l’elezione del Senato: percentuali,
soglie e premio di maggioranza
sono le stesse della Camera e
vengono assegnati su base nazionale, con riparto regionale.
GIUDICA LA RIFORMA IN LINEA CON LA SENTENZA CON CUI LA CORTE COSTITUZIONALE HA BOCCIATO IL PORCELLUM
SISTEMA DI
VOTO
Nuova legge
elettorale sulla
rampa di
lancio: ora però
è attesa dal
giudizio del
Parlamento
.
«Il sistema di voto merita di essere approvato con lode»
Il parere di Marini, presidente emerito della Consulta: «Ma al Senato prevedo una dura battaglia»
l ROMA. «Un sistema che merita di essere
approvato con lode». Il presidente emerito della Consulta Annibale Marini, ora componente
laico del Consiglio superiore della magistratura, promuove a pieni voti la riforma elettorale frutto del nuovo accordo tra Pd e Forza
Italia. E la giudica in linea con la sentenza con
cui la Corte costituzionale ha bocciato il Porcellum, al punto da dirsi certo che l’Italicum
uscirebbe indenne da un eventuale esame della Consulta: «può reggere il vaglio di una
pronuncia di costituzionalità», assicura senza
alcun dubbio. Tuttavia Marini ha una «riserva
di fondo». «Non so se questa riforma, che
sembra un vestito cucito sulla Camera, si attagli al Senato, che ha già un sistema diverso,
su questo c'è una sorta silenzio»; ma cambiare
la legge elettorale senza aver prima modificato
il ruolo del Senato, eliminando il bicameralismo perfetto, può mettere a rischio lo stesso
Italicum: «Ho qualche dubbio che il Senato lo
approvi. Si è mai visto un parlamentare che
vota per andarsene a casa? Ferma restando la
riserva di fondo ("io avrei fatto il contrario:
prima avrei modificato il Senato,stabilendo
che non sia più una seconda Camera deliberante, e poi sarei intervenuto sul sistema
elettorale"), "la riforma mi convince sotto tutti
gli aspetti, anche se come tutti i sistemi può
prestarsi a critiche", afferma il presidente
emerito della Consulta. Innanzitutto aver portato al 37% la soglia per attribuire il premio di
maggioranza "è una soluzione ragionevole:
certo il premio in sè lascia sempre l’amaro in
bocca, ma lo scopo è assicurare stabilità e nel
nostro Paese questa è un’esigenza fondata»
Resta il rebus del futuro del Senato
Sì o no alla fine del bicameralismo perfetto. Se resterà elettivo, non scongiurata l’ingovernabilità
l ROMA. L'effettiva realizzazione dell’intesa
sulla legge elettorale passa anche dalla riforma
del Senato. E non solo per la volontà a più riprese
ribadita dal leader del Pd Matteo Renzi di dare una
svolta alle istituzioni con i conseguenti risparmi,
ma anche per un fatto tecnico.
Se il Senato resterà elettivo non sarà, infatti, in
alcun modo sventata la possibilità di maggioranze
diverse tra le due Camere e, dunque, di ingovernabilità. Il problema è che finchè non verrà
cambiata la Costituzione resterà una discrepanza
tra i corpi elettorali di Montecitorio e Palazzo
Madama, dal momento che per il Senato si può
votare solo al compimento dei 25 anni e dunque il
numero degli elettori è inferiore. E manca una
fascia importante di elettori giovani. Questo nodo
non può essere risolto dalla riforma elettorale. Nel
testo che andrà in Aula oggi il sistema di voto e di
ripartizione dei seggi è infatti praticamente identico tra le due Camere. Ma se si andasse a votare
con questa legge, con due diversi corpi elettorali
(oltre che un assetto sostanzialmente tripolare)
potrebbe capitare che la coalizione vincente alla
Camera non sia la stessa che conquista il Senato.
O addirittura che al ballottaggio (per entrambe le
Camere previsto su base nazionale) accedessero
due 'coppiè di coalizioni diverse.
Un nodo che non può essere risolto, a maggior
ragione, da un eventuale scorporo della parte
riguardante il Senato dalla riforma (come chiede
ad esempio Sc). Se ciò avvenisse e si dovesse
andare a votare il rischio di maggioranze diverse
sarebbe ancora più alto. Infatti si voterebbe con
l’Italicum per la Camera e il «Consultellum» (proporzionale con preferenza unica su circoscrizioni
regionali) a Palazzo Madama. Un’ipotesi consentita (e che ha già precedenti) ma che porterebbe
molto probabilmente a risultati discrepanti.
Tutto questo al netto dei possibili problemi
legati al fatto che il premio del Senato nell’Ita-
licum, viene calcolato su base nazionale e questo
potrebbe contrastare con la previsione costituzionale del Senato eletto su base regionale. Il
«Porcellum» prevedeva, infatti, venti premi regionali, proprio per questo motivo. Ma si tratta
comunque di un punto controverso visto che, tra
l’altro, nelle motivazioni della Consulta c'è un
rilievo proprio su questo punto. La legge – si legge
nella sentenza – «stabilendo che l’attribuzione del
premio di maggioranza è su scala regionale, produce l’effetto che la maggioranza in seno all’assemblea del Senato sia il risultato casuale di una
somma di premi regionali, che può finire per
rovesciare il risultato ottenuto dalle liste o coalizioni di liste su base nazionale, favorendo la
formazione di maggioranze parlamentari non
coincidenti nei due rami del Parlamento, pur in
presenza di una distribuzione del voto nell’insieme sostanzialmente omogenea.
Alessandra Chini
SENATO L’assemblea di Palazzo Madama
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Giovedì 30 gennaio 2014
PARTITI E GOVERNO
Il Movimento depositerà il primo atto
formale per procedere alla richiesta di
messa in stato di accusa del Presidente
LO SCONTRO SUL QUIRINALE
Grillo non cede su Napolitano
«Suddito di poteri stranieri»
E sul web sondaggio sugli «errori» del Quirinale. Rodotà prende le distanze
l ROMA. L'hanno annunciata, gridata, evocata più o meno
da quando sono in Parlamento:
ora il M5S ha deciso di passare ai
fatti e di sferrare l’attacco finale
nei confronti del Capo dello Stato. Oggi il Movimento depositerà
il primo atto formale per procedere alla richiesta di messa in
stato di accusa del Presidente. Il
cosiddetto «impeachment» tanto urlato da Grillo nelle piazze.
Un atto formale che avrà tuttavia un valore esclusivamente
politico: servirà ai Cinque Stelle
per mirare ad alzo zero nei confronti del Presidente Napolitano, solo ieri
giudicato da
un deputato
un «Boia» nei
confronti delle opposizioni.
L'atto verrà
formalizzato e
presumibilmente si fonderà su accuse che prenderanno
spunto dal coinvolgimento del
Presidente nelle intercettazioni
sul caso Stato-mafia. Anche per
preparare l’affondo finale verso
Napolitano i Cinque Stelle hanno lanciato on-line un nuovo
sondaggio, proprio per «testare»
gli umori della base nei confronti del Capo dello Stato. Quattro le
domande a risposta multipla sottoposte liberamente alla Rete a
cui hanno risposto circa 20 mila
persone. Per il 61% circa, pari a
oltre 12 mila voti, l’atto più grave
imputato al Presidente è rappresentato appunto dalla «richiesta
di distruzione delle intercettazioni tra il Presidente della Repubblica e Nicola Mancino
nell’ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia». Una «colpa»
quasi pari a quella per cui, secondo i Cinque Stelle, il Presi-
dente quando era ministro
dell’Interno «non mosse un dito»
per denunciare quanto avveniva
nella Terra dei Fuochi. Quesito,
questo, votato dal 59% dei partecipati al «sondaggio».
"Napolitano non è esente da
errori, anche gravissimi, che inficiano la credibilità e la fiducia
dei cittadini. Errori che non possono essere consentiti, in particolare quando rappresentano
sudditanza a poteri stranieri, pesanti ingerenze sul Governo, occultamento fonti giudiziarie,
scrivano i parlamentari M5S sul
blog di Grillo.
Per preparare il tutto ieri Gianroberto Casaleggio
è tornato a Roma per incontrare deputati
e senatori. Il
solito
rendez-vous per
«tematiche»
tra le quali ci sarebbe stata anche la questione «impeachment». «Arriverà e presto» si
limita a commentare il cofondatore del Movimento lasciando
la Camera.
Casaleggio, ci tiene a precisare il M5S, non avrebbe invece
voluto partecipare all’assemblea dei deputati convocata per
pianificare il piano di azione in
Aula dove si stava discutendo il
decreto Imu-Bankitalia con la
'ghigliottinà che gli pendeva sul
capo. Ma sulla questione ha mostrato di essere ben informato:
«La tagliola non esiste: sarebbe
una decisione extraprocedurale» avverte lasciando Montecitorio. Nessuna strigliata ci sarebbe stata invece nei confronti
di Giorgio Sorial, il deputato finito sulle prime pagine di tutti i
giornali per l’insulto al Capo del-
STATO-MAFIA
Il 61% contrario alla
distruzione delle
intercettazioni
IL CASO
Il presidente
dell’Inps
si difende
lo Stato. Un colpo di testa poco
gradito dai compagni di partito
ma del tutto funzionale, anche se
non previsto, a preparare il terreno «mediatico» per la richiesta di messa in stato d’accusa del
Movimento.
Un affondo che rischia a questo punto di venire però messo in
sordina dal can can provocato
sul dl Imu-Bankitalia. Toni e
animi dei Cinque Stelle sono
surriscaldati e già minacciano
guerriglie in Aula, anche in vista della discussione sulla legge
elettorale. E come se Napolitano
non bastasse c'è la guerra dichia-
rata alla Presidente Boldrini: è
«una serva del Potere» la accusa
Manlio Di Stefano. «Si deve dimettere» urla il vicepresidente
grillino Luigi Di Maio.
Intanto Stefano Rodotà afferma che «le parole dal M5S su
Giorgio Napolitano sono assolutamente inammissibili. Le critiche sono sempre legittime;
questo è un Paese in cui la critica
è sempre stata esercitata ma ci
vuole rispetto per le persone,
prima ancora che per l’autorità
del Presidente della Repubblica».
Francesca Chiri
La strada difficoltosa
per lo stato d’accusa
L'articolo 90 della Costituzione afferma che
"il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti
compiuti nell'esercizio delle sue funzioni" tranne in due casi
Chi può
metterlo
in stato
d'accusa
Chi può
disporne
la sospensione
dalla carica
Quando
è stata
attivata
la procedura
.
LA SCHEDA ECCO COME SI PUÒ CHIEDERE L’IMPEACHMENT
L'impeachment
Le due cause
di rimozione
del Capo
dello Stato
M5S
Beppe Grillo,
leader del
Movimento:
prosegue
l’offensiva contro
il Capo dello
Stato
ALTO TRADIMENTO
ATTENTATO
ALLA COSTITUZIONE
Il Parlamento,
in seduta comune
di Camera e Senato,
a maggioranza assoluta
La Corte Costituzionale
in una composizione speciale:
15 giudici ordinari
16 giudici sorteggiati*
Una sola volta, nel 1991
quando il Pci e altre forze d'opposizione
accusarono Cossiga
*da un elenco di cittadini eleggibili a senatore, che il Parlamento compila ogni nove
anni con le stesse modalità della nomina dei giudici ordinari
ANSA
l ROMA. Anche in Italia viene ormai comunemente usata
la parola «impeachment», ma la Costituzione codifica invece
la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica e
il verdetto finale non spetta neanche al Parlamento (che in
ogni caso dovrebbe far avanzare l’iter a maggioranza assoluta) bensì alla Corte Costituzionale.
Innanzitutto deve essere presentata una richiesta di
messa in stato d’accusa al presidente della Camera, corredata da tutto il materiale probatorio a sostegno dell’accusa. Il presidente della Camera trasmette poi il dossier a un
apposito comitato, formato dai componenti della giunta del
Senato e da quelli della giunta della Camera competenti per
le autorizzazioni a procedere (i cui membri sono nominati
dai presidenti delle Camere, e devono rappresentare tutte le
forze politiche). Ha il compito di decidere sulla legittimità
dell’accusa, e dopo aver raggiunto un verdetto – votato a
maggioranza – presenta una relazione al Parlamento riunito
in seduta comune.
Il rapporto esposto al Parlamento contiene le decisioni del
comitato, che può scegliere di archiviare il caso se ritiene
che le accuse sono diverse da quelle stabilite dall’art. 90 della
Costituzione, oppure di deliberare la votazione in aula della
messa in stato d’accusa. Se il Parlamento dà l’autorizzazione
a procedere, la questione passa alla Corte Costituzionale.
Mastrapasqua, il governo
spinge per le dimissioni
l ROMA. Cresce il pressing sul Governo per accelerare la riforma della
governance dell’Inps e sul presidente
dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua perchè rassegni le dimissioni. Ma se appare
molto difficile un passo indietro spontaneo di Mastrapasqua (ieri i suoi avvocati hanno presentato una seconda
memoria difensiva contro l’accusa di
truffa
aggravata
come
direttore
dell’Ospedale israelitico) sembra invece
percorribile la strada dell’accelerazione
sulla riforma della governance.
Mastrapasqua, comunque, secondo
quanto riferisce chi gli ha parlato in
questi giorni, è sereno e convinto che la
questione giudiziaria si risolverà a breve.
Resta l’amarezza per il fatto che nessuno
nella politica l’abbia difeso. Ieri ha incontrato i vertici sanitari e amministrativi dell’Ospedale israelitico ribadendo la sua correttezza e la convinzione che
la vicenda giudiziaria sarà rapidamente
definita con una archiviazione.
L'Inps inoltre fa sapere che non c'è
alcun audit interno sul presidente ma
solo una valutazione sulle strutture che si
occupano della cessione dei crediti e
relative compensazioni autorizzate alle
strutture sanitarie di carattere religioso.
Il presidente della Commissione lavoro
della Camera (ed ex ministro del Lavoro),
Cesare Damiano si è detto favorevole a
una velocizzazione della revisione del
sistema di governance dell’Inps anche
attraverso un periodo di commissariamento dell’Istituto. Su questo punto sono
intervenuti più volte i sindacati convinti
della necessità di riequilibrare i poteri
nell’Ente dando più spazi di controllo al
Civ.
Sulla necessità di riformare la Governance si era era espressa anche nei
mesi scorsi la Corte dei Conti sottolineando che il prolungamento oltre la
naturale scadenza del Presidente e la
devoluzione dei poteri del Cda soppresso
avevano «aperto spazi di interferenza con
le attribuzioni riservate al Direttore generale, alla dirigenza e al Civ». Pur nella
ribadita esigenza di una profonda e ampia riforma – scriveva la Corte a novembre - «appare quindi ineludibile
quantomeno l’anticipata adozione di singoli correttivi, volti a ripristinare un
assetto di migliore equilibrio e di maggiore chiarezza nel riparto delle competenze».
Sulla vicenda infine la Uil pubblica
amministrazione chiama in causa il segretario del Pd, Matteo Renzi. «Se la
politica deve dare l’esempio e deve essere
al di sopra di ogni sospetto come la
moglie di Cesare – dice il segretario
generale Benedetto Attili -, chiediamo a
Matteo Renzi di assumere una posizione
chiara e netta rispetto alla vicenda Mastrapasqua».
CONCORSO ENOLOGICO NAZIONALE
PREMIO “DOUJA D’OR”
La Camera di Commercio di Asti, avvalendosi della sua Azienda Speciale
e d’intesa con l’O.N.A.V. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino)
indice il 42° Concorso Enologico
Nazionale Vini a d.o.c. e a d.o.c.g.
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Il regolamento è disponibile sul sito
www.doujador.it. Segreteria del Concorso c/o C.C.I.A.A. - P.za Medici 8 Palazzo Borello - 14100 ASTI (Tel.
0141/535241 [email protected]). Termine ultimo per la presentazione dei campioni di vino alla
Camera di Commercio di Asti: 15
aprile 2014.
IL PRESIDENTE - Mario Sacco
Per la pubblicità su
BARI: 080/5485111 - BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982 - POTENZA: 0971/418536
BUFERA
Antonio
Mastrapasqua
presidente
dell’Inps
.
ACQUEDOTTO
PUGLIESE S.p.A.
Via Cognetti, 36 - BARI
Tel. n. 080/5723491 - Telefax n. 080/5723018
Procedura aperta, suddivisa in due
lotti, per l’appalto della fornitura di
energia elettrica nonchè dei relativi
servizi connessi al fine di alimentare
i propri siti di consumo oltre al punto
di prelievo della controllata ASECO
S.p.A. per il periodo compreso dal
01.01.2014 al 31.12.2015. Lotto n.
1: Importo presunto a base d’appalto: E 44.100.000,00. Soggetto
aggiudicatario: EDISON ENERGIA
SpA. Importo presunto di aggiudicazione: E 42.456.000,00. Lotto n. 2:
Importo presunto a base d’appalto:
E 21.215.000,00. Soggetto aggiudicatario: EDISON ENERGIA SpA.
Importo presunto di aggiudicazione:
E 21.065.641,00. L’Avviso integrale è
stato pubblicato sulla G.U.R.I. V° serie
speciale n. 8 del 22/01/2014, sul sito
internet www.aqp.it e sul sito internet del Ministero delle Infrastrutture.
IL DIRETTORE AFFARI GENERALI
Avv. Maurizio Cianci
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Giovedì 30 gennaio 2014
Il giornalista rasserena gli animi
L'ultima parola spetta al Cavaliere
elogiando i dirigenti azzurri, definendoli dopo il via libera definitivo all’accordo
la «spina dorsale» di Forza Italia
raggiunto sulla legge elettorale
Toti: Silvio numero 1
poi tanti numeri 2
Ma Fitto non demorde: vertice con Berlusconi sul partito
Lo scontro tra Pascale e De Girolamo
L’esperto: raro il perdono tra donne
Una vicenda politica in cui gli aspetti psicologici non sono
secondari. Soprattutto considerando che coinvolge due donne, «entrambe campane, molto passionali». Per “l’altra metà
del cielo”, infatti, perdonare una donna è più difficile che perdonare un uomo. Non solo. Il tradimento politico, in questo
caso, è vissuto anche come tradimento 'privatò, ancora più
inaccettabile. E’ l’analisi che lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, docente di psichiatria all’università di Chieti, fa del
veto posto da Francesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlusconi, all’ipotetico rientro in 'Forza Italià di Nunzia De Girolamo
l ROMA. Il pomeriggio lo trascorre a
palazzo Grazioli ad incontrare imprenditori e rappresentanti di categorie fino
al debutto Tv nel salotto di Porta a
Porta. Giovanni Toti usa toni soft e cautela ribadendo più e più volte di non
essere un «rottamatore» nè tantomeno il
numero due di Forza Italia. Certa ormai
è la presenza fissa accanto al Cavaliere
in tutte le riunioni e numerose le interviste in cui insiste nella necessità di
rinnovare il partito, gettando così scompiglio nelle file azzurre. Ecco perchè
nelle stesse ore in cui l’ormai ex direttore del Tg4 era a registrare la trasmissione televisiva a via del Plebiscito
il Cavaliere è stato impegnato in un
vertice fiume (circa tre ore) con i big di
Fi, Fitto in testa, cercando di placare gli
umori e soprattutto chiarendo ancora
una volta di non voler escludere nessuno dagli assetti del suo partito. Una
strategia, quella di rasserenare gli animi, a cui Toti fa da sponda elogiando i
dirigenti azzurri,definendoli la «spina
dorsale» di Forza Italia, smentendo «contrapposizioni», ma soprattutto ricordando che in Fi non esistono numeri due:
«C'è un numero uno che è Silvio Berlusconi – dice – poi ci sono infiniti
numeri due». E' chiaro però che il Cavaliere investe molto su di lui, non è un
caso che sia Toti a commentare in televisione a nome di tutto il partito l’ac-
FINANZIAMENTO PROPOSTA DI SEL DEFINITA «ANTI-GRILLO». E SCATTA LA PROTESTA DEL M5S
«Stop alla pubblicità
sui blog gestiti da politici»
l ROMA. Approderà quasi certamente martedì
nell’Aula del Senato il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Ma sarà tutta una corsa
ad ostacoli. Il testo, infatti, già approvato dalla Camera, è ancora all’esame della commissione Affari
Costituzionali, "sommerso" da quasi 200 emendamenti presentati da tutte le forze politiche. E senza
nessun accordo in vista.
La commissione, insieme alla relatrice Isabella De
Monte del Pd, si è riunita nel pomeriggio a Palazzo
Madama per fare il punto. Ma senza il parere della
commissione Bilancio e senza l'intesa su molte proposte di modifica si è preferito far slittare tutto almeno di un giorno. Cioè oggi 30 gennaio.
E tra le questioni destinate a far discutere c'è
senz'altro la norma, subito ribattezzata «anti-Grillo»,
messa a punto da Sel e presentata dal capogruppo
Loredana De Petris. Si tratta di una proposta di
modifica che vieta «la pubblicazione di annunci di
carattere commerciale o pubblicitario sui siti internet, anche presentati sotto forma di blog di chiunque ricopra un incarico istituzionale anche non elettivo». «Nel caso di inadempimento – si legge – è
comminata all’intestatario una sanzione amministrativa pari a 5.000 euro per ciascun giorno di permanenza dei suddetti annunci successivamente al
termine intimato».
La protesta dei 5 Stelle è assicurata. Anche perchè,
si commenta, se passasse una logica del genere, allora
"dovrebbero essere vietate le sponsorizzazioni di tutte le feste di partito...".
Al momento, i partiti leggono le carte e affilano le
armi recependo il parere del governo, conforme a
quello della relatrice De Monte, che invita tutti ad
accorpare gli emendamenti e ad indicare solo quelli
più «sensibili».
Pochi problemi dovrebbero esserci per i primi
quattro articoli del ddl che regolamentano «trasparenza» e «democrazia interna ai partiti» anche se ci
sono norme che introducono l'obbligo di «Statuto» e
«l'istituzione del registro dei partiti politici che pos-
sono accedere ai benefici previsti dal presente decreto».
Si dovrà mediare, invece, e molto, sulla seconda
parte del provvedimento: quella che dispone le soglie
massime per le donazioni private e le modalità di
detrazione per i donatori. Il Pd ha presentato una
serie di proposte di modifica: alcune per abbassare il
tetto massimo delle donazioni private. Percorso inverso rispetto a Forza Italia che chiede l’opposto, cioè
l'innalzamento. Entrambi i partiti, seppur con le
dovute differenze, tentano di trovare un’intesa sul
regime di detrazioni fiscali.
Non sembra troppo predisposto al «compromesso»
il M5S che chiede con forza l’abolizione di qualsiasi
intervento di natura statale. I cinque stelle vogliono
un meccanismo di restituzione dei contributi intascati dai partiti negli anni scorsi e non ancora
rendicontati. L’esecutivo presenta due nuovi emendamenti: il primo relativo alle commissioni bancarie
sulle donazioni ed il secondo per consentire l'applicazione del dispositivo del 2 per mille già nel 2014.
Potrebbe saltare, la possibilità di finanziamento pubblico per le «scuole di partito».
FORZA ITALIA Giovanni Toti
cordo raggiunto sulla legge elettorale
ripercorrendo le tappe dell’intesa tra il
Cavaliere e Matteo Renzi. Il consigliere
dell’ex premier sa perfettamente però
che la partita è un’altra e che riguarda
gli assetti di Fi: «Io non so che tipo di
organizzazione voglia dare Berluconi –
spiega - non nego ci sia l’ipotesi di un
ufficio politico ristretto così come un’ufficio di presidenza allargato». L'ultima
parola insomma spetta al Cavaliere che
avendo dato il via libera definitivo all’accordo raggiunto sulla legge elettorale è
stato «costretto» a rimettere la testa sul
partito. L’argomento non lo entusiasma:
quasi quasi faccio chiudere il portone,
ha confidato ad alcuni amici che erano
andati a salutarlo nel primo pomeriggio.
Il Cavaliere però sa perfettamente che
una soluzione va trovata soprattutto con
quei dirigenti (e Fitto è uno di questi)
che possono contare su un forte radicamento nel territorio. L’ex ministro che
non ha mai pensato di lasciare Forza
Italia insiste nel chiedere rispetto per la
classe dirigente del partito. Argomento
affrontato con l’ex premier nel corso
dell’incontro in cui i dirigenti azzurri
sono tornati a chiedere a gran voce il
rispetto del regolamento e quindi la nomina al più presto di un ufficio di presidenza allargato ribadendo piena lealtà
ma una maggiore collegialità e coinvolgimento nelle decisioni. Tutte le altre
ipotesi messe sul campo sono state rispedite al mittente compresa la proposta
studiata da Toti di creare un tavolo politico per la scrittura del programma.
Bocciata anche l’idea di procedere con
un comitato ristretto e poi con l’ufficio
di presidenza. I piani del Cavaliere sono
altri tant' è che con i fedelissimi sarebbe
tornata in auge l’ipotesi di nominare
entro pochi giorni un esecutivo ristretto:
Io – avrebbe messo in chiaro – non
voglio escludere nessuno ma sono convinto che forze nuove possano dare nuovi impulsi.
Yasmin Inangiray
RASSEGNASTAMPA
6 PRIMO PIANO
Giovedì 30 gennaio 2014
la rissa con i deputati del Pd che
IL FRONTE ECONOMICO Sfiorata
urlano «Fascisti!» rivolgendosi ai 5 Stelle e
LE QUESTIONI PIÙ CALDE
quelli di Sel che cantano «Bella Ciao»
BAGARRE A destra, la
presidente della Camera,
Laura Boldrini. In basso,
col bavaglio, la deputata
M5s, Loredana Lupo
Boldrini usa la «ghigliottina»
Salvo il decreto Imu-Bankitalia
La presidente della Camera ferma l’ostruzionismo del M5S. Bagarre in Aula
l ROMA. Il decreto Imu-Bankitalia passa
Interventi a raffica e voti a singhiozzo, ma
definitivamente alla Camera con la «ghigliotsoprattutto appelli a Laura Boldrini a non
tina», applicata per la prima volta nella storia
applicare la «ghigliottina», l’espediente in base
repubblicana dalla presidente Laura Boldrini.
a cui la presidenza dell’Assemblea può deIl rischio di dover pagare la seconda rata
cidere di porre in votazione un decreto legge
dell’Imu del 2013 è scongiurato; ma in aula è
nell’imminenza della scadenza anche se non si
bagarre, con i deputati M5S che, fermati nel
è ancora esaurito l’esame ordinario. Se ci si
loro ostruzionismo, occupano i banchi del gofosse arrivati, il decreto sarebbe decaduto e,
verno, i colleghi di Fdi lanciano monetine di
sostengono dal governo, i proprietari di prime
cioccolata, quelli del Pd urlano «fascisti!» e, dai
case avrebbero dovuto pagare la seconda rata
banchi di Sel si canta "Bella Ciao".
dell’Imu.
Una scena di protesta vioBoldrini prova in ogni
lenta da piazza quella che si
modo ad esercitare una
consuma ad ora di cena
«moral suasion» sui M5S
nell’Emiciclo di Montecitoappellandosi al loro «senso
rio, con una virulenza che
di responsabilità» perché
sorprende anche i commesdesistano dall’ostruzionisi ed i funzionari più ansmo. Parte una mediazione,
ziani. E che lascerà strascima non sortisce effetto. E
chi: a partire dalla denuncia
allora, una volta consentito
dei M5S contro il deputato
a tutti i gruppi parlamenquestore Stefano Dambroutari di tenere una dichiaso, accusato di aver schiafrazione di voto, a sera la
feggiato una loro collega.
presidente della Camera
«Da domani è escluso che
convoca i capigruppo e, dotorneremo in Aula a discupo un dibattito acceso a portere pacificamente», annun- DAMBRUSO Deputato questore te chiuse, decide di appliciano i Cinque Stelle, lacare la «ghigliottina»: per la
sciando presagire una guerriglia parlamenprima volta nella storia repubblicana. Lei si
tare sull'imminente esame della legge elettosente la coscienza a posto: «Tutte le fasi del
rale.
procedimento si sono svolte, e tutti i gruppi
L'ostruzionismo dei M5S sul decreto, conhanno potuto esprimersi», dice.
testato soprattutto nella parte relativa alla
Parte la votazione, e in un attimo è putiferio.
Banca d’Italia, va avanti per l’intera giornata.
I M5S prima urlano; poi indossano dei bavagli
improvvisati, si fiondano come treni sui banchi del governo e li occupano nella bagarre più
assoluta, con spintoni e qualche pugno per i
commessi. Alla protesta si associa Fdi: pure
Fabio Rampelli occupa i banchi del governo
sventolando un Tricolore che nessuno riuscirà
mai sfilargli mentre i suoi colleghi lanciano
monetine di cioccolata e pesanti fascicoli degli
emendamenti che per fortuna non colpiscono
nessuno. Dai banchi del Pd si urla «Fascisti,
fascisti!»; da quelli di Sel si canta «Bella Ciao» e
i M5S rispondono con l’Inno di Mameli. Nel
frattempo Boldrini dà il risultato del voto e si
affretta a togliere la seduta.
Ma la bagarre continua. Loredana Lupo di
M5S denuncia in lacrime ai cronisti di aver
ricevuto un forte schiaffo dal deputato questore Stefano Dambruoso, il quale ammette
solo un «contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini». La storia
finirà in tribunale: i M5S annunciano che lo
denunceranno. Intanto alcuni commessi vanno a farsi medicare in infermeria. «Una violenza così qui non l’ho vista in 30 anni», racconta uno dei più anziani assistenti parlamentari, da sempre in Aula.
Il decreto passa. Ma non finirà qui. M5S che
chiede le dimissioni di Laura Boldrini da presidente della Camera ed annuncia un Vietnam
parlamentare. «Da domani è escluso che torneremo in Aula a discutere pacificamente. Immaginate quale sarà la qualità dei lavori
dell’Aula quando discuteremo della legge elettorale», promette Giuseppe Brescia.
LO SCONTRO
Lupo (M5s): «Dambruoso
mi ha dato uno schiaffo»
La replica: «Solo contatto fisico»
l ROMA. Finirà in tribunale lo scontro tutt’altro che verbale tra
la parlamentare del M5S, Loredana Lupo, e il deputato questore di
Scelta civica, il magistrato barese Stefano Dambruoso.
«Mi ha dato uno schiaffo», ha detto ai cronisti, uscendo dall’Aula
in lacrime Loredana Lupo. «Occupare i banchi del governo - ha
aggiunto - era l’unica cosa che potessimo fare. I commessi hanno
giustamente il diritto di provare a fermarci. Ma mai avrei pensato
che un deputato questore, che è alto 2 metri, mi desse uno schiaffo
in faccia facendomi saltare una lente a contatto. Invece lo ha fatto
e non mi ha mai chiesto scusa, ha mirato su di me per darmi lo
schiaffo». Di tutt’altro tenore la «difesa» di Dambruoso. «Escludo
assolutamente lo schiaffo», dice, ammettendo soltando il «contatto
fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini». «Ho
visto tre persone avventarsi verso la Boldrini e ho cercato di dare
una mano, ho fatto opera di blocco ma – ha spiegato Dambruoso in
Transatlantico – non c'è stato nessuno schiaffo. Solo un contatto
fisico». Secondo il questore il loro «diritto politico a protestare è
sconfinato in una forte violenza e c'è stato in aula molto più che
solo spintoni. Sono stato letteralmente aggredito». Infine a chi gli
faceva osservare che M5s vuole denunciarlo, Dambruoso ha replicato: «Siamo in Paese democratico e bisogna credere alla giustizia, se lo ritengono chiedano tutti gli accertamenti possibili».
IL DOSSIER OGGI A BERNA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA INCONTRA EVELINE WIDMER-SCHLUMPF
L’ANNUNCIO DI LEGA COOP, CONFCOOPERATIVE E AGCI
Fisco, si tratta con la Svizzera
ma resta il nodo anonimato
Saccomanni: «Mi aspetto ulteriori passi avanti»
In tre anni nascerà
la Centrale unica
delle cooperative
l ROMA. Il dossier principale – ha detto Saccomanni – mi aspetriguarda l'emersione dei capitali to ulteriori passi avanti nel neesportati in Svizzera in barba al goziato».
fisco italiano. E il nodo riguarda
I due ministri si sono visti meno
l’anonimato degli investitori, di una settimana fa tra le nevi di
escluso tassativamente dall’ulti- Davos, e Saccomanni aveva detto
mo decreto varato dal governo ita- ottimisticamente che un’intesa
liano
per
appariva vicil’emersione dei
na. Ma il varo
capitali espordel decreto sultati attraverso
la volontary dila volontary disclosure, sui
sclosure. Ma
capitali detesul tappeto del
nuti
illegalconfronto tra
mente all’esteItalia e Svizzero, non sembra
ra ci sono anaver spianato
che molti altri
la strada, anzi.
nodi, di tipo fiAnche se il miscale e finannistro
nega.
ziario, che la
«Le misure itaLA MINISTRA Widmer-Schlumpf
confederazioliane non sono
ne ha avanzato:
d’ostacolo», soil trattamento tributario dei lavo- stiene. «Stiamo andando avanti
ratori trasfrontalieri, una maggio- nella trattativa - afferma - abbiare libertà di accesso al mercato mo preso le misure italiane che
finanziario italiano, l’accordo per avevo già indicato al ministro svizevitare le restrizioni dei Paesi zero sarebbero state il presuppoBlack List.
sto per la continuazione dei neIl ministro dell’Economia Fa- goziati».
brizio Saccomanni sarà per queIl decreto italiano, che dopo il
sto oggi a Berna, dove in occasione varo di venerdì dovrebbe presto
del secondo Forum bilaterale tra i arrivare in Gazzetta Ufficiale, ha
due Paesi incontrerà la sua col- previsto esplicitamente che per relega svizzera, la consigliera fede- golarizzare la posizione bisognerà
rale Eveline Widmer-Schlumpf. versare tutto il dovuto, senza le
«Sarò a Berna per discutere tutte sanzioni e con una sanatoria pele questioni aperte dal lato fiscale nale, ma indicando chiaramente
l ROMA. Entro 2 o 3 anni nascerà un’unica Centrale
cooperativa di rappresentanza. È l'impegno assunto ieri da Agci,
Confcooperative e Legacoop che tre anni fa avevano dato vita ad
un coordinamento stabile, l’Alleanza delle cooperative italiane.
Lo strumento operativo che dovrà definire regole e condizioni per
l’unificazione, è l’associazione «Verso la centrale cooperativa
unica Alleanza delle Cooperative italiane». Giuliano Poletti,
presidente di Legacoop guiderà questo processo in collaborazione con Maurizio Gardini di Confcooperative e Rosario
Altieri di Agci. La nuova associazione assumerà anche le
funzioni finora esercitate dal coordinamento. Le tre centrali
hanno confermato l’impegno a completare entro il prossimo 30
giugno i coordinamenti regionali. Tra le prime attività dell’associazione da realizzare in vista dell’obiettivo di unificazione,
verrà fatta un’analisi su statuti, modelli di governance e
organizzativi ma anche su situazioni economiche e patrimoniali,
questo perché la Centrale unica avrà un’autonomia finanziaria.
Compito della nuova associazione è assumere anche le funzioni
esercitate dal coordinamento dell’Alleanza delle cooperative,
dall’azione di rappresentanza nei confronti delle istituzioni
politiche e del sindacato, all’elaborazione di proposte, alla
valorizzazione delle coop in campi economici e sociali. Soddisfatti i presidenti, pronti a lavorare sul processo di integrazione
a 360 gradi. «Costruire a tutti gli effetti un’unica Centrale –
afferma Giuliano Poletti di Legacoop – farà vincere in Italia
l’economia sociale e solidale che oggi non è riuscita ancora a
trovare un’adeguata rappresentanza; ma i presupposti ci sono
tutti: in tre anni di lavoro comune abbiamo avuto sempre una
posizione unica». L’obiettivo per il prossimo futuro, ha detto
Rosario Altieri di Agci, è continuare a costruire questa unità di
intenti e progettare una nuova associazione che non sia la somma
delle tre. Maurizio Gardini riconosce che il percorso intrapreso è
difficile ma le organizzazioni sono determinate a portarlo avanti.
«È l’unico esempio concreto di riorganizzazione della rappresentanza oggi in Italia – conclude Gardini – questo Paese ha
bisogno di cose nuove, non ne vedo molte, quindi con orgoglio
diciamo che questo è uno dei casi più eclatanti».
nome e cognome. Invece la segretezza bancaria per la Svizzera è da
sempre un tabù, anche se gli accordi di scambi informativi fatti
con diversi Paesi, tra cui gli Usa,
hanno certamente allentato un poco le maglie.
IL MINISTRO Fabrizio Saccomanni
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 7
Giovedì 30 gennaio 2014
Da Bruxelles, il Presidente del Consiglio
giudica una «buona notizia» l’accordo tra
Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale
Il premier: ora che la tempesta finanziaria e
più lontana si possono prendere
finalmente decisioni a lungo termine
Letta rassicura l’Europa
«Nel 2014 crescita dell’1%»
Barroso: ma persistono i dubbi negativi, serve una stabilità strutturale
l BRUXELLES. «La stabilità è essenziale per la negativi» sul paese da parte di investitori e cittadini tutto dedicato all’occupazione giovanile. Ma un’altra
competitività», soprattutto ora che «la tempesta «persistono»: serve una «stabilità strutturale», dice, «importantissima» occasione per «creare posti di
dell’emergenza finanziaria» è più lontana e final- da raggiungere «con misure a lungo termine perché lavoro» e «mostrare l’Italia al mondo» sarà l’Expo di
mente si possono prendere decisioni «a medio e gli altri partner ritrovino la fiducia».
Milano 2015 che, ha precisato Letta, sarà un Expo
lungo termine». Il premier Enrico Letta gioca d’anInsomma l’Italia deve andare avanti senza mo- europeo e non solo italiano.
ticipo e a quell'Europa che negli ultimi tre anni ha strare «tentennamenti» e lo deve fare in modo serio,
I riconoscimenti al lavoro svolto da Letta non
visto arrivare da Roma tre diversi presidenti del costante e a lungo termine perchè, Barroso ne è mancano: il presidente del consiglio europeo Herconsiglio, sempre rimproveman Van Rompuy gli ha fatto
rati per la carenza di riforme
i complimenti per la sua leastrutturali, sottolinea l’imdership e lo stesso Barroso ha
portanza della stabilità e di
riconosciuto che l’Italia «ha
una legge elettorale in grado
fatto grandi passi sul fronte
di garantirla. Tanto che lo
della crescita grazie alle ristesso patto di coalizione può
forme che cominciano a dare
essere siglato solo quando safrutti, al lavoro sulla garanrà chiaro e senza nubi l’iter
zia dei giovani, al pagamento
della riforma elettorale. Letta
dei debiti della pubblica amrassicura così i partner euministrazione, alle privatizropei, incontrati a Bruxelles a
zazioni e alla spending repochi giorni dalle dimissioni
view». Ma se il paese vuole di
di un suo ministro, mentre da
mostrare di poter guidare al
Roma arriva la «buona notimeglio l’Ue, in occasione del
zia» dell’accordo raggiunto
semestre italiano, deve avere,
tra Renzi e Berlusconi sulla
come ha detto lo stesso Letta,
legge elettorale. E ostenta si«conti in ordine, infrazioni in
curezza sul futuro del suo ese- BRUXELLES Il premier Enrico Letta e il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso
via di soluzione e, ancora una
cutivo, assicurando che nel
volta, stabilità».
2014, anche grazie alla stabilità, la crescita ci sarà e convinto, «è ancora vulnerabile». Il «tallone di AchilAggiunge che «i dubbi negativi sull'Italia persarà «almeno dell’1%».
le», come l’ha definito lo stesso Letta, è la disoc- sistono, di investitori e cittadini», e per questo «l'IDel resto, come le turbolenze politiche italiane che cupazione, problema che resta la priorità non solo in talia deve raggiungere la stabilità strutturale con
rallentano le riforme vengano viste a Bruxelles, lo Italia ma in tutta Europa dove, secondo l’allarme misure a lungo termine perché gli altri partner
chiariscono le parole del presidente della Commis- lanciato l’altro ieri da Christine Lagarde, ci sono 20 ritrovino la fiducia»: lo ha detto il presidente della
sione Ue Josè Manuel Barroso, che pur elogiando milioni di disoccupati. Tema che verrà affrontato a Commissione Ue Josè Barroso.
Paola Tamborlini
l’Italia per i progressi fatti, assicura che «i dubbi luglio a Roma dove verrà organizzato un summit
IL NUOVO TESTO INVIATO ALLA CAMERA DOPO IL VOTO DELLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO
Dal decreto milleproroghe
salta tassazione delle rendite
Supertassa del 58% sulle sigarette elettroniche
MOZZARELLA – I produttori da luglio dovranno
l ROMA. Salta la tassazione delle rendite finanziarie al 27%. La commissione Bilancio del Senato ha avere a disposizione stabilimenti ad hoc per la proinfatti cassato la norma, utilizzata a copertura del duzione.
LAVORATORI IN CIG – Anche per il 2014 chi è in
rinvio della megatassazione delle sigarette elettroniche. Per le e-cig dunque nulla da fare, almeno cassa integrazione potrà svolgere lavori occasionali,
nell’immediato, e marcia indietro anche sull'obbligo fermo restando il tetto di 3mila euro all’anno.
APPALTI PUBBLICI – Rinvio al primo luglio
di uso di Bancomat per professionisti e commercianti
dell’obbligo di utilizzare solo la
che saranno costretti a accetbanca dati nazionale per tutto
tare la moneta elettronica dal
ciò che riguarda i contratti
prossimo luglio, un anno pripubblici.
ma di quanto inizialmente preUNIVERSITA' – L'idoneità
visto. Il Senato approva dunper diventare professori varrà
que il decreto legge Milleprosette anni e non più cinque.
roghe (134 sì, 60 no e 36 asteTAXI – Sei mesi di tempo in
nuti) con un pacchetto di nopiù, fino a giugno, per le norme
vità e ora il testo passa alla
contro l’esercizio abusivo del
Camera. Ecco le novità.
servizio taxi e del servizio di
RENDITE – Salta la tassanoleggio con conducente abuzione sulle rendite speculative,
sivo.
prevista da un emendamento
AIFA e AGENZIA ENTRAdella Lega, inizialmente apTE- L’Agenzia italiana del farprovato.
maco potrà prorogare, in manBANCOMAT – Commercanza di professionalità intercianti e professionisti avranno
ne, fino al 31 marzo 2015 i contempo fino a giugno prima di
tratti per i dirigenti. Prorogate
essere obbligati a accettare il SUPERTASSA Sulle sigarette elettroniche
al 30 giugno 2015 le graduatorie
Bancomat.
E-CIG – Niente da fare per il rinvio della me- del personale che nel 2009 è risultato idoneo al congatassazione al 58,5% per le sigarette elettroniche. corso per funzionari dell’Agenzia delle entrate.
SISMA IRPINIA – Proroga solo fino a maggio 2014
Arriva però l’impegno del governo a intervenire con
dei poteri del commissario ad acta. Scadenza che
la delega fiscale sul tema.
COMMERCIALISTI – Sancita l’equiparazione tra i potrà essere aggirata unicamente se le commissioni
commercialisti e i revisori contabili, fermo restando parlamentari dovessero dare l’ok a una relazione
dello stesso commissario.
l’obbligo di tirocinio.
RIFIUTI PALERMO E ACQUA PUGLIA – ProroRINNOVABILI – Rinvio di un anno per l’adeguamento ai nuovi parametri di utilizzo di fonti rin- gati al 30 giugno i poteri del commissario per i rifiuti
novabili in caso di edifici nuovi o che devono subire a Palermo. Proroga invece per l’intero anno
dell’emergenza per l’acqua in Puglia.
ristrutturazioni.
RASSEGNASTAMPA
8 PRIMO PIANO
SVOLTA EPOCALE
ADDIO ITALIA
Giovedì 30 gennaio 2014
IL PREMIER
Per Letta, che martedì aveva incontrato i vertici
aziendali, «la sede legale è una questione
secondaria, contano i posti di lavoro»
Nuovo nome per la Fiat
con Chrysler sarà «FCA»
Elkann e Marchionne: un’altra pagina di storia. Scivolone in Borsa: -4,11%
MA NON LASCERÀ PIAZZA AFFARI
Verso l’esordio
a Wall Street
AL VERTICE Sergio Marchionne (a sinistra) e John Elkann
l MILANO. Fiat-Chrysler
sceglie Wall Street per la
quotazione del nuovo
gruppo post-fusione, dove
punta a debuttare entro il
primo ottobre ma non lascia Piazza Affari, dove il
titolo Fiat verrà ritirato
dal listino per fare posto,
in un secondo tempo, alle
nuove azioni di Fca.
È lo scenario proposto
dal Cda di Fiat per il dopo
fusione con Chrysler. Il
piano riserva agli azionisti del Lingotto «un’azione di Fca di nuova emissione per ogni azione Fiat
posseduta» e le azioni poi
«saranno quotate al Nyse,
con un’ulteriore quotazione sull'Mta di Milano».
Un termine, quello di «ulteriore quotazione», che
secondo un responsabile
di sala operativa non dà
adito a dubbi: si tratta –
secondo l’operatore – di
una quotazione secondaria e la prova starebbe nel
fatto che la nota ufficiale
di Fiat definisce la «quotazione al Nyse», come
una delle condizioni determinanti per il completamento della fusione,
mentre non fa altrettanto
per l’approdo sull'Mta di
Milano che «avverrà dopo
l'inizio della quotazione
al Nyse».
Comunque «Speriamo di
arrivare alla quotazione a
New York entro il primo
ottobre, stiamo lavorando», ha detto l’ad Sergio
Marchionne durante la
conference call.
Il percorso è diverso da
quello compiuto a suo
tempo da Fiat Industrial e
Cnh, sfociato nella quotazione lo scorso 30 settembre sia in Piazza Affari
che a Wall Street. In quel
caso si era trattato di una
quotazione è paritetica –
spiega un operatore – sul
modello di Stm, quotata a
Milano, Parigi e New
York, oppure di Luxottica,
presente sia a Milano che
a New York. Cnh – ricordano nella sala operativa
– ha debuttato lo stesso
giorno sia a Milano che a
Wall Street, mentre Fca
sarà quotata prima solo a
New York e in un secondo
tempo anche in Piazza Affari.
Il piano di Sergio Marchionne prevede poi la distribuzione di «azioni speciali con diritto di voto»
riservate agli azionisti di
Fca che «avranno detenuto le loro azioni ordinarie
per tre anni», ma che vengono azzerate nell’ipotesi
in cui si proceda alla vendita dei titoli.
l TORINO. Dopo oltre un secolo Fiat
cambia nome e lascia Torino. La nuova
holding che controlla la casa di Torino e
quella di Detroit, si chiamerà Fiat
Chrysler Automobiles, avrà un nuovo
logo con l’acronimo FCA, la sede legale
sarà in Olanda, la residenza fiscale in
Gran Bretagna. La società sarà quotata a
New York, forse già entro il primo
ottobre e a Milano. Il consiglio di amministrazione alza il velo sul nuovo
gruppo e vara una riorganizzazione che
«non avrà alcun impatto sull'occupazione», in attesa del piano industriale
che sarà presentato a maggio negli Usa.
«La nascita di Fiat Chrysler Automobiles segna l’inizio di un nuovo capitolo
della nostra storia», commenta il presidente John Elkann. «Il giorno più
importante della mia carriera», afferma
l'amministratore delegato Sergio Marchionne, che ribadisce l'intenzione di
restare per altri tre anni e di scegliere il
successore all’interno del gruppo. Per il
premier Enrico Letta, che già martedì
aveva incontrato i vertici Fiat, «la sede
legale è una questione secondaria, contano i posti di lavoro, il numero di auto
vendute, la competitività e la globalità».
La Fiom parla, invece, di «disimpegno
sull'Italia» e la leader della Cgil, Susanna
Camusso, esprime preoccupazione per la
scelta di pagare le tasse in Gran Bretagna. Un punto questo che aveva già
suscitato polemiche per l’analoga scelta
di Cnh Industrial ma come in quel caso
la Fiat spiega che «non ci saranno effetti
sull'imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del
gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno
le loro attività». Per quanto riguarda
invece lo spostamento della sede legale
in Olanda la decisione è dovuta alla
possibilità di adottare un sistema che
assegna diritti di voto doppi ai soci
stabili, agevolando il mantenimento del
controllo da parte di Exor, holding della
famiglia Agnelli che ha circa il 30% di
Fiat.
Ai segretari generali della Cisl, Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi Angeletti
e della Ugl, Giovanni Centrella, e dei
sindacati metalmeccanici, che vede in
serata al Lingotto, Marchionne assicura
che gli impegni in Italia saranno mantenuti, ma non dà le attese indicazioni su
Cassino e Mirafiori. Il cda approva anche
i conti dell’esercizio 2013, chiuso con un
utile netto di 1,9 miliardi di euro, un utile
di gestione a 3,4 miliardi contro i 3,8 del
2012 e i 3,6 previsti dagli analisti, mentre
il fatturato cresce da 84 a 86,6 miliardi.
L'indebitamento è pari a 6,6 miliardi, ma
è destinato a salire fra 9,8 e 10,3 miliardi
a fine 2014 per l’acquisizione del 41,5% di
Chrysler dal fondo Veba. Per conservare
la liquidità agli azionisti non sarà distribuito dividendo, una decisione che
con i dati al di sotto delle attese fa
perdere al titolo, sospeso per eccesso di
volatilità e poi rientrato alle contrattazioni, il 4,11% a 7,23 euro.
E' Chrysler, che vara un’operazione di
rifinanziamento per 4,7 miliardi di dollari per rimborsare integralmente il
prestito obbligazionario non convertibile emesso a favore del Veba trust il 10
giugno 2009, a registrare anche nel 2013
la maggior parte dei profitti: oltre 3
miliardi di utile della gestione ordinaria
e ricavi in crescita del 10% a 72 miliardi
di dollari. Diminuiscono le perdite del
gruppo in Europa (da 737 a 520 milioni),
cala l’utile operativo in America Latina.
Positivi i riscontri per la strategia pre-
mium del gruppo: Maserati in Particolare consegna 15.400 vetture (+148%) e
chiude con ricavi pari a 1,65 miliardi, più
che raddoppiati. A Torino, dove la Fiat
ha sempre avuto sede nei suoi 115 anni di
vita, le decisioni assunte dal cda suscitano preoccupazione senza un eccessivo allarme. «Adesso mi auguro che il
bravo capitano sia anche coraggioso, e
faccia subito ripartire Mirafiori», afferma il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, mentre per il sindaco di Torino, Piero Fassino, «la sede
fiscale a Londra o la sede legale in
Olanda non corrispondono ad alcun investimento produttivo del gruppo in quei
Paesi. Quel che conta è che siano confermate le scelte di investimento e, in
particolare, che Torino e l’Italia continuino a essere l’headquarter europeo
del gruppo». Anche per l'arcivescovo di
Torino, Cesare Nosiglia, «l'importante è
che a Torino rimangano i centri di
progettazione e ricerca che hanno maturato, in oltre un secolo, una cultura
dell’automotive di livello mondiale».
Amalia Angotti
Gli stabilimenti 158, i marchi 16
I dipendenti.del colosso saranno 215mila
TORINO – Il nuovo gruppo
si colloca al settimo posto nella
top ten dei costruttori d’auto
nel mondo con 4,4 milioni di
vetture vendute. Ha un giro
d’affari 2012 di 84 miliardi di
euro, un utile della gestione ordinaria di circa 3,8 miliardi di
euro e destina quasi 3,3 miliardi
alle attività di ricerca e sviluppo. Realizza il 54% dei ricavi
nell’area Nafta (Usa, Canada e
Messico), il 14% in America Latina, il 9% in Italia, il 15% in Europa (esclusa Italia) e l’8% nel
resto del mondo.
Il gruppo, che opera anche nel
settore dei componenti con
Magneti Marelli e Teksid e nel
comparto dei sistemi di produzione con Comau, conta 158
stabilimenti: 48 nel Nord America, Canada e Messico, 19 in
America Latina, 44 in Italia, 33
in Europa (esclusa Italia) e 14
nel resto del mondo. I dipen-
denti sono 215.000, il 34%
nell’area Nafta, il 29% in Italia, il
22% in America Latina. il 12%
in Europa, il 3% nel resto del
mondo. Sono 77 i centri di ricerca, la maggior parte (37) in
Italia), seguita da Nafta (16), Europa (15), America Latina (5) e
resto del mondo (4).
I brand sono 16: i marchi generalisti Fiat, Alfa Romeo, Lancia,
Abarth e Fiat Professional,
quelli Ferrari e Maserati per le
automobili di lusso e sportive.
La gamma prodotti include vetture dei marchi Chrysler, Jeep,
Dodge, Ram, Street and Racing
Technology e i servizi aftersales di Mopar. Ci sono poi i marchi del business dei Componenti e dei Sistemi di Produzione: Magneti Marelli, Teksid e
Comau.
Il gruppo ha accordi commerciali con 140 Paesi.
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 9
Giovedì 30 gennaio 2014
UILM BASILICATA
Il segretarioTortorelli: «I dipendenti della
Sata non hanno nulla da temere
e pertanto non devono allarmarsi»
FIM-CISL
Il segretario generale Farina: «L’idea che
il Gruppo debba mantenere il quartier
generale in Piemonte è illusoria»
Melfi: ma Torino
rispetti gli impegni
I sindacati: l’importante è che proseguano i programmi
L’AUGURIO
La Fiat
cambia nome,
ma le
organizzazioni
di categoria
lucane
sperano che
non mutino
anche il volto
e le
prospettive
di sviluppo
nei confronti
dello
stabilimento
Sata di Melfi.
In alto il logo
del nuovo
Gruppo frutto
della fusione
Fiat-Chrysler
.
FRANCESCO RUSSO
l MELFI (POTENZA). La Fiat cambia
nome, ma le organizzazioni di categoria lucane sperano che non mutino anche il volto e le prospettive di sviluppo
nei confronti dello stabilimento Sata di
Melfi.
Ma c'è chi crede che la questione sia
comunque marginale. Il nuovo gruppo
nato dall’unione della casa torinese con
quella di Detroit è Fiat Chrysler Automobiles: il soggetto avrà sede legale
in Olanda e residenza a fini fiscali in
Inghilterra. Il segretario generale della
Fim-Cisl Giuseppe Farina «l’idea che
la Fiat debba investire comunque in
Italia e mantenere, a prescindere, il
quartier generale a Torino in ragione
delle sue origini e della sua storia, è
semplicemente illusoria. Prima lo capiamo - aggiunge - e meglio è: quello che
conta è che nel quartier generale della
nuova società abbiano ascolto le voci
dei lavoratori di Fiat e Chrysler in qualsiasi parte del mondo si trovino e che il
sindacato sappia costruirsi e concepirsi come interlocutore globale e come
tale autorevole dell’azienda. L’Italia
possiede impianti, tecnologie e presenze industriali in tutti i settori e in tutti i
mercati più importanti del mondo, a
cui si aggiungono cultura, competenze
e saperi industriali, che hanno fatto
scuola in Europa e nel mondo. E’ da qui
- conclude - che bisogna ripartire per
rimettere in moto il Paese». «Non ci
appassiona - sostiene il segretario della
Basilicata della Uilm, Vincenzo Tortorelli - il nuovo acronimo del Gruppo
(Fca), né la scelta della sede legale e di
quella fiscale e tanto meno l’individuazione delle Borse di quotazione delle
azioni (New York e Milano). A noi interessa il proseguimento dei programmi per Melfi e per gli altri stabilimenti
italiani che restano questi, a differenza
di tutto il resto, immutati. I dipendenti
della Sata - prosegue - non hanno nulla
da temere dalle decisioni, sicuramente
epocali, del consiglio di amministrazione del gruppo, e pertanto non devono
allarmarsi. La sfida - dice ancora - non
deve allarmare nessuno, perché Fiat
negli ultimi anni ha mutato la propria
fisionomia e noi come parti sociali più
responsabili abbiamo contributo a questa trasformazione. Mentre fino a prima Fiat aveva solo dei modelli di fascia
A e B, con qualche problema sulle gamme alte adesso si è meglio strutturata
su due grandi segmenti che vedono tra
l’altro in Melfi l’avamposto italiano del
mercato che non può che essere quello
europeo e mondiale, non italiano. Non
dimentichiamo - conclude - che il solo
bacino europeo è insufficiente per le
produzioni dei nostri stabilimenti,
quello mondiale invece può dare la possibilità di poter produrre nei poli Fiat
sia eccellenze che fasce medio basse».
«Gli impegni siano mantenuti e siano mantenuti gli stabilimenti e gli investimenti per l’occupazione in Italia»,
sostiene il leader della Fiom-Cgil lucana, Emanuele De Nicola. «Per il resto - aggiunge il sindacalista - si tratta di
un’operazione che ha un aspetto prettamente finanziario e societario. Riteniamo che i benefici di tutto questo
andranno alla proprietà, al management e agli azionisti. L’auspicio - continua - è che qualche ricaduta positiva
tocchi anche ai lavoratori, che contribuiscono alla produttività. Si provveda
quindi - dice ancora De Nicola - a lanciare al più presto i nuovi modelli sul
mercato».
L’ATMOSFERA «SPERIAMO SOLTANTO CHE I PRODOTTI REALIZZATI A TORINO BASTINO PER FAR LAVORARE TUTTI»
Grugliasco, timori e speranze
fra gli operai per il neo-gruppo
l GRUGLIASCO (TORINO). Attraversano i cancelli della fabbrica
a passo svelto. Un saluto al collega
accanto e via verso la fermata
dell’autobus, come se non sapes-
sero che nelle «stanze dei bottoni»
stanno decidendo i loro destini.
«Non vedo perchè preoccuparsi,
che differenza farebbe?», si chiede
un giovane. «Io invece sì che mi
preoccupo», ribatte un’operaia che
indossa un piumino rosso per ripararsi dalla neve. «Sono mamma
di due bambini - sottolinea - e ho il
mutuo da pagare. Se perdo il lavoro
è finita...».
Timori e speranze si mescolano
all’uscita dello stabilimento «Giovanni Agnelli» di Grugliasco. Da
pochi minuti la Fiat è entrata nella
storia per lasciare posto a Fiat
Chrysler Automobiles, il nuovo
gruppo nato dalla fusione tra le due
case automobilistiche. Una tappa
annunciata, ma che non lascia indifferente chi è nato è cresciuto con
la convinzione che Torino fosse
sinonimo di automobile.
«Come si chiama? Fiat Chrysler?
Ah, bene... Almeno questo lo abbiamo portato a casa», dice Giacomo Zulianello, che nello stabilimento Maserati è anche delegato
sindacale. «Poteva anche essere il
contrario – dice sorridendo – anche
se quello che conta è il mantenimento della produzione negli stabilimenti italiani. E io dico che
vicino al polo del lusso serve quello
dell’utilità».
Che la sede legale sia in Olanda, o
quella fiscale in Gran Bretagna,
poco importa. È il lavoro che conta
per questi operai, tornati a vivere
da quando, lo scorso anno, lo stabilimento ha iniziato a sfornare
Quattroporte e Ghibli. «Speriamo
soltanto che i prodotti realizzati qui
a Torino bastino per far lavorare
tutti», commenta Massimo Russo.
«E speriamo anche arrivino nuove
commesse – aggiunge – per gli altri
stabilimenti italiani, a cominciare
da quello di Mirafiori».
Qui, dove tutto è nato, interessa
poco la tanto sbandierata globalizzazione. «L'importante è che non
ci porti via il posto e lo stipendio»,
commenta Enrico Carbonello, mentre Domenico Grasso, suo collega
alla catena di montaggio, si preoccupa che «l'Italia, al di là della sede,
mantenga una sua rappresentanza
nel mondo. Con tutto quello che
stiamo perdendo negli altri settori
– sostiene – ci manca solo che lo
stile italiano sparisca dalle auto.
Per il resto non ci resta che sperare...».
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 33
Giovedì 30 gennaio 2014
DE TOMASO
Solo l’elezione diretta aiuta...
>> CONTINUA DALLA PRIMA
C
erto, l’ultimo compromesso,
siglato al novantesimo minuto, somiglia a una specie di
definitiva quadratura del cerchio. Inoltre, va messa sul piatto della
bilancia la moral suasion che eserciterà
il Presidente della Repubblica, il principale tifoso delle modifiche elettorali e
istituzionali. Ma il clima politico rimane più insidioso di un tuffo in un
mare di squali.
Matteo Renzi è il giocatore che rischia
di più nella partita per le riforme. Non
solo dorme insieme col telefonino, tanto
è coinvolto nell’azione di pressing per il
raggiungimento dell’obiettivo. Ma è convinto che solo grazie a un sistema
istituzionale-politico rinnovato sarà più
semplice approvare quelle leggi in grado di dare ossigeno all’economia, semplificare il mercato del lavoro e sburocratizzare la vita di imprese e cittadini. Renzi è persuaso che una buona
legge elettorale valga più di una decente
legge finanziaria. Il che è verosimile. A
patto però che davvero il legislatore vari
regole del voto migliori di quelle precedenti. Il che non è automatico. Anzi.
Riavvolgiamo il nastro. Le leggi elettorali sono un concentrato di contraddizioni. Soprattutto in materia di votazioni non esiste una legge perfetta,
tanto che sembra scritta oggi quella
massima del cancelliere tedesco Otto
von Bismarck (1815-1898), secondo cui le
leggi sono come le salsicce, nessuno sa
cosa c’è dentro. Ci si salva scegliendo il
male minore, essendo impossibile ambire all’ottimo. Il male minore, ad esempio, può essere il collegio uninominale
all’inglese, che consente di scegliere il
proprio rappresentante senza dover ricorrere alla lotteria delle preferenze,
sconsigliate dagli economisti attenti al
rigore della spesa pubblica e da tutte le
commissioni d’indagine e di studio sui
fenomeni mafiosi. Ma l’Italia è l’Italia,
una nazione autocondannata a complicarsi l’esistenza.
Il testo che suggella la «profonda
sintonia» tra Renzi e Berlusconi si fonda
sulla convinzione che la stabilità e la
PALAZZO CHIGI Sede del governo
governabilità di un Paese dipendano
dalla forma del voto, non già dalla forma
di governo. In altri termini: una legge
elettorale orientata al bipolarismo genera simmetricamente un sistema politico, in buona sostanza, bipolare. Ma è
davvero così?
Il caso italiano sta a testimoniare che
il bipolarismo non deriva dal modello di
voto, semmai dal modello di governo.
Anche il Mattarellum (sperimentato nelle politiche1994, 1996 e 2001) era un
meccanismo elettorale maggioritario-bipolare, eppure la navigazione dei
governi in quella fascia temporale era
più accidentata dell’ultimo miglio del
Titanic (senza considerare poi l’elevato
numero di scambisti tra uno schieramento e un altro). Infatti, nonostante
l’avvento di videoleadership in grado di
calamitare su di sé l’attenzione dei
votanti, gli inquilini di Palazzo Chigi
trascorrevano più tempo a schivare gli
sgambetti da parte dei vicini di posto
che a portare avanti il programma della
maggioranza. La debolezza istituzionale
del presidente del Consiglio era e ri-
mane troppo intrinseca al sistema per
essere superata da una legge elettorale
teoricamente adatta a favorire la governabilità. Infatti, i governi cadevano
ugualmente, anche se non con la frequenza registrata durante la Prima Repubblica.
Ora. I sistemi elettorali e istituzionali
di Regioni, Comuni e Province sono
diversi tra loro. Ma condividono un
elemento: l’elezione diretta del governatore, del presidente e del sindaco. Non
a caso, pur con modelli differenti, nelle
Regioni, nei Comuni e nelle Province, il
bipolarismo è assicurato e nessuno rimpiange, prima e dopo il voto, la frammentazione della rappresentanza, che
sarebbe una peculiarità del Belpaese,
come le Alpi, il Colosseo e Sophia Loren.
Ecco perché anche un’anima semplice
potrebbe chiedersi (e darsi marzullianamente la risposta) per quale ragione,
o per quale contraddizione, il bipolarismo funzioni negli enti locali e non a
livello nazionale. Già, come mai succede, visto che gli italiani chiamati alle
urne sono sempre gli stessi? Accade
perchè il bipolarismo è legato, appunto,
più alla forma di governo che alla forma
di voto. Altro che vocazione italica al
multipartitismo compulsivo.
L’impressione è che il tandem Renzi-Berlusconi (soprattutto il primo) pagherà cara la priorità data alla forma di
voto rispetto alla forma di governo. La
pagherà cara perché nulla potrà ostacolare, all’indomani delle eventuali
prossime elezioni, fissate secondo le
regole dell’Italicum, il viavai di parlamentari e la formazione di gruppi e
sottogruppi intenti a minare il bipolarismo. Naturalmente, dopo il flop, si
tornerà a ripetere che il bipolarismo è
un disastro, che l’Italia è una terra
multicolore, e che tanto vale tornare alla
proporzionale pura, già sdoganata dalla
Corte Costituzionale.
Ma nessuno risponderà alla domanda
chiave: perché non estendere anche a
livello centrale la forma di governo in
auge nelle amministrazioni locali? Già,
perché? Un mistero.
Giuseppe De Tomaso
[email protected]
BRANCATI
Basilicata, bicchiere mezzo pieno
>> CONTINUA DALLA PRIMA
D
opo il matrimonio con Chrysler, d'altra parte, era
nell'aria che qualcosa sarebbe cambiato anche nell'assetto storico dell'azienda. E così è stato: la residenza, ai fini fiscali, sarà nel Regno Unito, mentre la
sede legale del gruppo troverà casa in Olanda. Addio Lingotto,
benvenuto tulipano. Nessuna indicazione, per ora, sul futuro
quartier generale, ma ormai nessuno più si scandalizzerà se in
questo babilonico scacchiere il presidente John Elkann puntasse
su Scandinavia, Romania o Zanzibar.
Ma se la testa della casa automobilistica si allontana dall'Italia
per aggredire il mercato in ottica globale, il cuore resterà qui. Lo
stabilimento di Melfi, la cosiddetta “fabbrica integrata”, continuerà ad avere un ruolo strategico per l'intero gruppo,
aspettando i due nuovi modelli da produrre, il mini-Suv Jeep e
la 500x. Attesa “condita al lime” da due anni di cassa integrazione per i circa cinquemila dipendenti, chiamati a
sacrificarsi (ancora una volta) in vista di scenari mondiali in cui
saranno catapultati con la speranza di rilanciare il “made in
Italy” delle quattroruote. “Mi piego ma non mi spezzo” (Jean de
La Fontaine docet) sembra essere il motto dei lavoratori Sata,
reduci da turbolenze e rivoluzioni come e più di tutti i loro
colleghi del gruppo: dall'uscita della Fiat da Confindustria al
referendum di fabbrica (manco fosse uno Stato a sè) con
l’abrogazione di alcuni sostanziali punti del contratto nazionale,
dalle tensioni, approdate in un'aula di tribunale, per l'espulsione
di tre operai fino alla Cig prolungata, imposta per ragioni
“tecniche”. Temprati da tutte queste difficoltà, oggi a Melfi
nessuno ha voglia di arrovellarsi nei cattivi pensieri. C'è
ottimismo. E sono gli stessi sindacati, a parte la solita Fiom, a
professarlo. “Quella della Fiat – dice il segretario dei metalmeccanici Uil di Basilicata, Vincenzo Tortorelli - è una sfida
che non deve allarmare, anche perché siamo di fronte ad una
trasformazione societaria a cui hanno contribuito pure le parti
sociali”. Risultato per chi vede il bicchiere mezzo pieno: in
passato la Fiat aveva solo dei modelli di fascia A e B, con qualche
problema sulle gamme alte (tranne quelle altissime come la
Ferrari). Adesso si è meglio strutturata su due grandi segmenti
che vedono tra l’altro in Melfi l’avamposto italiano di un mercato
non europeo, ma mondiale.
La fabbrica lucana, insomma, può stare tranquilla. Forte del
suo nuovo dna tecnologico, ma anche del suo passato in qualche
modo profetico: quando nacque nel 1993 si pensò – fatto inedito
fino a quel momento - di affiancare, con un ruolo spesso
predominante, al tradizionale marchio Fiat la dicitura Sata
(Società automobilistica tecnologica avanzata), quasi a voler
presagire una futura metamorfosi aziendale partendo dal nome.
Ciò che sta accadendo ventuno anni dopo.
Ma fuori dagli steccati dello stabilimento cosa determinerà la
globalizzazione della neonata Fca? Quali riflessi potranno
esserci sulla scia di un processo industriale pensato anche per
attenuare l'impatto del fisco? Nel 2013 la Fiat ha versato qualcosa
come 244 milioni di euro di tasse, cifre che con l'escamotage della
residenza nel Regno Unito non entreranno più nelle casse statali.
Figuriamoci se la Basilicata potrà ambire a vedere un solo
euro.
Massimo Brancati
LA NUOVA FRONTIERA
DEVE FARE RIMA
CON IL SETTORE HI-TECH
di VITO SPADA
I
l tema dell’importanza del settore manifatturiero italiano è da tempo uno dei punti più discussi ed enfatizzati della nostra economia reale. Sono state queste
imprese negli anni scorsi a cavalcare la crescita dei
Paesi emergenti su quei mercati. E sono soprattutto le piccole
e medie imprese ad avvertire di più le conseguenze della crisi
in corso. Prezzi in calo, margini in contrazione, costi non in
linea con la produttività e una più limitata offerta di credito
da parte del settore bancario, sono i problemi essenziali oggi.
I dati aggregati del settore manifatturiero italiano confermano tuttavia che il nostro settore in Europa è secondo solo
alla Germania. Secondo i dati dell’International Trade Centre
(Itc), l’Italia ha mantenuto il primo posto su 3 dei 14 macrosettori del commercio mondiale nel 2012. Siamo i primi
per il commercio mondiale nel settore tessile, prodotti in
cuoio, ed abbigliamento e siamo secondi nel settore della
automazione meccanica, nei manufatti di base ( metalli e
ceramiche) ed in quelli diversi come design arredo, mobili,
prodotti dell’edilizia. Nel periodo 2010-2011 siamo risultati
terzi nel settore dei materiali elettrici ed elettronici. L’attività
in questi settori, e specialmente quella nella meccanica non
elettronica, ha contribuito notevolmente ai nostri conti con
l’estero. Dati non altrettanto brillanti non sono però registrati nel settore manifatturiero dell’high-tech. In questo settore che dovrebbe rappresentare la nuova e più qualificata
domanda per il futuro del sistema economico, il problema
non è nei numeri delle aziende impegnate. Abbiamo circa
6.600 aziende hi-tech contro le 8.900 circa della Germania e le
6.800 dell’Inghilterra. Sono le loro dimensioni e la creazione
del valore aggiunto globale che difettano nel confronto, rimarcando le nostre debolezze nazionali. Infatti, il fatturato
delle aziende tedesche hi-tech è il doppio delle nostre ( 109
mld contro 49 mld), ed anche maggiore è quello delle aziende
francesi che hanno un numero minore di imprese in questo
settore. Il fatturato più alto lo registrano quelle britanniche
con 209 miliardi circa. Conseguentemente, il valore aggiunto
di queste aziende italiane è pari a 15 mld contro i 38 mld della
Germania e 21 miliardi della Francia.
CONCORRENTI -L’occupazione è anche più bassa nelle
nostre aziende rispetto alle loro concorrenti europee, e questo
minore valore lo si riscontra anche negli investimenti. Insomma, il settore hi-tech che dovrebbe rappresentare il futuro della domanda con il maggiore valore aggiunto e con le
nuove frontiere della produzione tecnologica , non cresce per
i problemi strutturali e generali della nostra economia che
sono quelli della dimensione ottimale aziendale, della organizzazione, della produttività e degli investimenti. Sembra in
definitiva, che in Italia all’intuizione non segua la necessaria
ed efficiente gestione aziendale. A questo scenario di deficit
strutturale delle piccole e medie aziende, si deve aggiungere
poi che le nostre grandi imprese multinazionali non svettano
nel panorama economico internazionale. Nelle prime 10
aziende multinazionali non c’è nessuna azienda italiana.
L’Eni è al dodicesimo posto, ed il peso complessivo delle
aziende multinazionali italiane rappresenta sul totale europeo, solo il 7% del totale. Anche nel settore della grande
dimensione internazionale, le aziende italiane mostrano minore redditività, minore solidità finanziaria e minore produttività rispetto alle altre. Il “sistema Italia” quindi non
funziona come dovrebbe, anche a causa di una Stato frastagliato da una inefficiente burocrazia poco incline a comprendere le ragioni dell’impresa, dalla elevata pressione fiscale che deprime la redditività e dalla eccessiva rilevanza
degli aspetti giuridico-amministrativi a scapito delle valutazioni economiche, con la conseguenza di un pervasivo immobilismo che frustra l’ottimismo e l’operare complessivo. Se
a questa analisi si aggiunge poi l’osservazione che tutto il
sistema economico è bancocentrico, senza la presenza di un
mercato finanziario come quello di altri Paesi focalizzato sul
sostegno degli investimenti, dei progetti e della cura del rafforzamento patrimoniale, contro la pratica riduttiva del finanziamento della singola transazione economica, si comprende meglio la necessità di superare il cosiddetto “ capitalismo relazionale”. Abbiamo bisogno infatti da una parte,
di un sistema che accompagni le imprese verso il mercato
superando il canale oggi impervio del finanziamento bancario, e dall’altra di una profonda revisione del comportamento aziendale con la necessità di procedere ai necessari
accorpamenti e alle fusioni, alla pratica di una migliore organizzazione aziendale e alla ricerca di una ripresa della
produttività complessiva. È verso le nuove frontiere dell’hi-tech che bisognerebbe poi puntare e non solo sui tradizionali
settori del passato, che vedono ogni giorno un aumento della
competizione capace di erodere le posizioni raggiunte. Se non
vogliamo ridurre il Paese ad un enorme museo turistico senza una base industriale, bisognerebbe operare pensando al
futuro e non al passato.
RASSEGNASTAMPA
2
giovedì 30 gennaio 2014
LE RIFORME
Italicum, l’accordo regge
Renzi: «Rotto l’incantesimo»
● La legge elettorale approderà in aula oggi
pomeriggio ● Il segretario Pd: «Adesso possiamo
passare al superamento di Senato e al Jobs Act»
● Boschi: «Il partito resterà unito e compatto»
M. ZE.
ROMA
L’Italicum è decollato, «adesso bisogna
accertarsi che riesca ad arrivare a destinazione, senza scossoni in volo». Roberto Speranza ha appena lasciato il Nazareno dopo un lungo «conclave» con il
segretario Pd, Matteo Renzi, Lorenzo
Guerini, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e i ministri Dario Franceschini e Graziano Delrio. «È come se si fosse rotto
l’incantesimo», commenta Renzi al
Tg1, l’aver scritto «le regole tutti insieme». E non poteva che accadere con Silvio Berlusconi perché sarà anche decaduto, «ma dalla scena politica non è
mai andato via, è il capo dell’alleanza di
centrodestra» eletto da milioni di cittadini. Difende l’accordo Renzi e non teme imboscate in Aula, «sarebbe il colmo che quelli che non sono riusciti a
fare la legge fino ad oggi adesso si nascondessero dietro il voto segreto». E lo
difende Giovanni Toti, da Fi, dicendo
che piccoli aggiustamenti a parte, «l’accordo è blindato».
Una trattativa condotta sul filo del telefono, Denis Verdini, Angelino Alfano,
Mario Mauro, Silvio Berlusconi, una,
due, tre volte per tutta la mattina. Tutte
quelle necessarie per arrivare ad un
punto di caduta. Matteo Renzi lo annuncia sul web, via twitter e facebook per
dire «mai più larghe intese grazie al ballottaggio, mai più potere di ricatti dei
piccoli partiti, mai più inciuci alle spalle degli elettori, mai più mega circoscrizioni». Ma in tarda serata Angelino Alfano sembra rialzare la posta e rilancia
su preferenze e SalvaLega, indegiribile
per il Ncd.
37% la soglia al primo turno e premio di maggioranza non oltre il 55% dei
seggi (dura da far digerire a Berlusconi
e c’è voluta tutta la pazienza di Verdini
per ottenere l’ok, auspicato per altro
dal Quirinale); sbarramento al 4,5% anzichè al 5, e qui più di qualunque altro
argomento è valso ricordare a Fi che
l’unico modo per il Pd per mandare giù
il boccone amaro del salva-Lega (entrano i partiti che raggiungono il 9% in almeno 3 regioni) era quello di abbassare
il tetto per i partiti che si presentano in
coalizione; delega al governo che entro
45 giorni dovrà disegnare i collegi; candidature plurime (in tre o quattro collegi). Stop. Oltre non si può andare. Sarà
il relatore Francesco Paolo Sisto, fi, a
presentare sotto forma di emendamenti i nuovi aggiustamenti nel corso della
.. .
«Mai più larghe intese
grazie al ballottaggio,
mai più inciuci, mai più
mega-circoscrizioni»
riunione della Commissione Affati costituzionali che si riunisce solo a tarda
serata. La legge approderà in Aula oggi
pomeriggio, «spero venga approvata in
tempi rapidissimi», asupica Renzi che
intende passare oltre. «Adesso possiamo passare al superamento del Senato
e delle Province, all’eliminazione dei
rimborsi ai consiglieri regionali e alla
semplificazione delle competenze - dice - ma soprattutto al Jobs Act, il piano
per il lavoro. Stiamo semplicemente
mantendendo gli impegni presi con le
primarie dell’8 dicembre. Senza paura,
a viso aperto». E a viso aperto la minoranza Pd annuncia che continuerà la
sua battaglia, perché, come spiega il
bersaniano Alfredo D’Attorre, «ci sono
stati notevoli passi in avanti, dalla soglia al 37% al premio di maggioranza al
15, all’abbassamento del tetto per i partiti coalizzati, ma ci sono ancora alcuni
aspetti che dovranno essere modificati
e noi continueremo dentro il Pd a cercare di migliorare la legge». E di punti,
secondo la minoranza, ce ne sono parecchi che ancora non vanno. Le liste
bloccate, anzitutto, «avevamo proposto
per legge, collegi uninominali, possibilità di esprimere due preferenze all’interno del listino»; rappresentanza di genere. D’Attorre è convinto che questa sia
una legge cucita come un vestito addosso a Fi: se i partiti in coalizione non raggiungono il 4,5% loro restano fuori ma
Fi si becca tutto il premio di maggioranza. Sul piede di guerra anche i partitini,
da Sel, ai Popolari per l’Italia, (Fratelli
d’Italia ci sta seriamente pensando)
che si preparano a presentare alla Camera due pregiudiziali di costituzionalità: con le quali si contesta appunto la
soglia per i partiti piccoli, «esiste solo in
Paesi come la Moldavia, la Russia e la
Turchia», dicono, il premio di maggioranza, perché «squilibrato» e i listini
bloccati. Nichi Vendola bolla L’Italicum come un vero e proprio «Caimanum». Un modo ci sarebbe per uscire
dall’impasse almeno sulla soglia l 4,5%:
reinserire l’emendamento che premia
il «miglior perdente», ed è questo probabilmente uno dei punti su cui ancora
si sta lavorando. Ieri sera Guerini ha
avuto un altro incontro con Fi per cercare di mettere a punto possibili aggiustamenti. «È una buona notizia per l'Italia
se riusciamo a fare le riforme», commenta il premier Enrico Letta, mentre
lo stesso José Manuel Barroso, dalla
Commissione europea la benedice perché porterebbe quella «stabilità sistemica» di cui l’Italia ha bisogno. Ma la cautela è d’obbligo perché se Renzi sa che
stavolta è davvero a un passo, che è «lavoltabuona», non sottovaluta i rischi
che si annidano nel percorso della Commissione prima e dell’Aula poi. Certo,
avendo convinto il suo partito a ritirare
gli emendamenti, di fatto ha passato il
cerino in mano a Fi: se adesso l’accordo
salta non è certo a causa del Pd. Almeno si spera. Maria Elena Boschi avverte: «Il Pd resterà unito e compatto, anche se ci sono sensibilità diverse. Le liste bloccate non piacciono a molti, ma
sarebbe difficile spiegare che si fa saltare tutto per un singolo punto».
Il segretario del Pd e sindaco
di Firenze Matteo Renzi
in una foto di repertorio
FOTO LAPRESSE
LA PROPOSTA
Nardella: «Abolire
il Cnel, costa più
di quanto produce»
Sopprimere il Cnel che in quasi 57 anni
di attività «ha dimostrato di non
produrre tanto quanto costa». È la
proposta che sta studiando e si
accinge a presentare il deputato del Pd
Dario Nardella. «Sto lavorando a un
testo, che sarà confrontato con i
colleghi del Pd, che riguarda la
soppressione dell’articolo 99 della
Costituzione che riguarda il Cnel spiega intervenendo a una tavola
rotonda sulla spending review alla
Stampa Estera - penso che dal 1957 a
oggi sia doveroso fare un bilancio di
questo organo che a fronte dei costi
che comporta, che ammontano a circa
20 milioni di euro all’anno, ha prodotto
appena 14 disegni di legge, nessuno
dei quali è stato approvato dal
Parlamento. Se vogliamo fare una
coraggiosa semplificazione
istituzionale - aggiunge - oltre alle
Province e al Senato elettivo, bisogna
anche mettere mano a certi organi di
rilievo costituzionale che hanno
dimostrato di non produrre tanto
quanto costano alla comunità e ai
cittadini». Pronta (e stizzita) la replica
dei capigruppo di Ncd in Prima
commissione Dorina Bianchi e Andrea
Augello: «Ci fa piacere che l’onorevole
Nardella si stia applicando
sull’abolizione del Cnel. La sua
proposta potrà proficuamente
congiungersi all’iter parlamentare del
testo di legge del Nuovo Centrodestra
in materia che è già pronto e proprio
domani sarà depositato alla Camera e
al Senato».
Soglia al 37 e sbarramento al 4,5. I punti dell’accordo
C
’è chi lo chiama «il patto del pizzicagnolo» (Augello, Ncd). Chi
lo definisce «la tabella degli indici Istat» (Lattuca, Pd). Mazziotti (Scelta civica) sfoggia consueto british style:
«Stanno forse trattando il tasso leasing
per l’auto?». L’ex pitonessa Daniela
Santanchè, da tempo nei panni della
statista, va invece in brodo di giuggiole: «Hanno chiuso al 4,5%, ma ti rendi
conto? Dei geni». La notizia dell’accordo fatto, anzi, addirittura «cotto e mangiato», sulla legge elettorale irrompe a
Montecitorio intorno alle due e mezzo
del pomeriggio. Ma dura lo spazio di
qualche minuto, un’ora e poco più. Il
presidente della prima Commissione
Francesco Paolo Sisto tira un lungo sospiro e poi emette la sua sentenza: «È
stato raggiunto un accordo politico tra
due leader che hanno mostrato senso
di responsabilità e hanno abbandonato
le contrapposizioni per il bene del paese. Ora la parola passa al Parlamento e
alla responsabilità dei singoli parlamentari». Il senso della giornata e dei
giorni che verranno è tutta qua: Renzi
e Berlusconi hanno chiuso, questa volta veramente, il patto elettorale facendo ognuno un piccolo passo indietro
ma entrambi tenendo fermo il principio cardine, fuori dal Parlamento i partiti piccoli. Ma i malumori sono tanti e
diffusi e figurati, suggerisce deputata
forzista, «se in aula, complice il voto segreto, non ci sarà chi tirerà un calcetto
L’ANALISI
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Alzata di due punti
la percentuale necessaria
a ottenere il premio
di maggioranza. Abbassata
di mezzo punto l’asticella
per i partiti non coalizzati
a Berlusconi che ha nominato Toti o
chi cercherà di fare sgambetto a Renzi
che fa il bello e il cattivo tempo».
Insomma i toni trionfalistici che pure viaggiano al tempo di un clic via twitter e facebook sono destinati a fare ben
presto i conti con la realtà dei numeri
dell’aula. Già oggi quando il testo della
legge lascerà la Commissione e arriverà nell’emiciclo. Già, ma quale testo?
Il nuovo accordo ha alcuni punti fermi. Si alza dal 35 al 37 per cento la
soglia per accedere al premio di maggioranza (15%) al primo turno. Resta
fermo il secondo turno nel caso nessuno - nè coalizione nè partito - conquisti
la soglia. Si abbassa dal 5 al 4,5% - e
qui sono si sono scatenate le ironie più
taglienti - lo sbarramento per ogni partito che si presenta in coalizione per
entrare in Parlamento. Intoccate le altre soglie: 8 per cento per il partito che
corre da solo; 12 per cento per la coalizione. Novità decisiva del nuovo accordo è la delega al governo perchè disegni i confini delle circoscrizioni. «Delega con un mandato preciso e inderogabile» precisa Sisto: «Il governo dovrà
dare esecuzione alla delega in 45 giorni». Non è un dettaglio: è questa una
sorte di clausola di garanzia per blindare la legislatura almeno fino all’autunno. Un mese e mezzo, infatti, a partire
dall’approvazione della legge (fine
marzo), significa avere i collegi pronti
non prima di metà aprile quando la fi-
nestra per l’election day del 25 maggio
sarà già chiusa. È, questa, da una parte la più grande delle concessioni fatte
ai piccoli partiti e al Nuovo centro destra per primo che sanno di avere più
tempo davanti per organizzarsi per le
politiche. Dall’altra, la più forte concessione fatta da Denis Verdini, plenipotenziario del Cavaliere nella trattativa, all’arci nemico Angelino Alfano.
Sarà il ministro dell’Interno, infatti, il
titolare della geografia dei nuovi collegi.
Il partito di Alfano vince su alcuni
punti ma perde la partita più grande: il
ritorno all’ovile azzurro per legge. Ncd
ottiene i collegi, una soglia più bassa
(4,5%), e le multicandidature (almeno
in cinque collegi). Deve ingoiare anche
il salva-Lega: entra in Parlamento anche il partito che ottiene il 9 per cento
in almeno tre regioni. Non sarà facile,
per il Carroccio, che ieri rimuginava
nei capannelli con o senza Bossi sul suo
destino. Ma è sempre qualcosa. Furibondo lo stato maggiore di Sel. Correva voce, con sponsor di alto livello, che
tra le correzioni dell’ultima ora ci sa-
.. .
La vera battaglia
comincia ora, con la
discussione in aula
e i rischi del voto segreto
rebbe stata la clausola per salvare «i migliori perdenti di ogni coalizione». Non
è andata così. Almeno per ora. «E noi
gliela faremo pagare al Pd» sibilavano
alcuni deputati del partito di Vendola,
«a cominciare dalle elezioni per il governatore del Piemonte». Il comunicato del responsabile della segreteria Ciccio Ferrara è stato ancora più esplicito:
«Daremo battaglia». Così come la battaglia continuerà sull’alternanza uomo-donna nelle liste bloccate e in favore delle preferenze.
«È l’accordo migliore nelle condizioni date» dice Emanuele Fiano, capogruppo del pd in Commissione, «non si
chiude ai partiti piccoli e si dà rappresentanza ai partiti con forte radicamento territoriale».
Ma la vera battaglia, come si diceva,
comincia ora. Ieri sera la Commissione
si è riunita in seduta notturna. I partiti
di maggioranza (Pd, Fi, Ncd) si sono accordati per bocciare gli emendamenti
di minoranza (circa 200) e approvare i
cinque su cui è stato trovato l’accordo
ieri.
Questo è l’Italicum che oggi il presidente Sisto porterà in aula per la discussione generale. Ma i piccoli, e non
solo loro, restano in agguato. A cominciare da subito. Sel e i Popolari infatti
presenteranno le pregiudiziali di costituzionalità che saranno votate oggi. Anche Fratelli d’Italia potrebbe sottoscriverle.
RASSEGNASTAMPA
3
giovedì 30 gennaio 2014
E in Forza Italia
cresce l’allarme
franchi tiratori
IL RETROSCENA
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
Paura tra i parlamentari che chiedono
«garanzie» al leader. Il problema Fitto
ma anche campani e siciliani minacciano
di non votare l’Italicum
L
«Passo avanti, Matteo è stato bravo
Correggiamo i punti che non vanno»
MARIA ZEGARELLI
ROMA
Non intende fare muro contro muro,
Gianni Cuperlo, né attaccarsi alla bandierina delle preferenze, ma resta convinto che aggiustamenti da fare ce ne
siano ancora all’Italicum “seconda versione”. Dunque, minoranza non pregiudizialmente ostile, disponibilità verso il
segretario, ma per l’ex presidente Pd un
problema c’è: il rischio di un’omologazione del pensiero.
Accordopraticamentechiuso:37%alprimoturno e sbarramentoal 4,5% per i partitiincoalizione.EpoiilsalvaLega.Cuperlo è accettabile questo punto di caduta?
«Rispetto al testo base è un passo nella direzione giusta. Merito della trattativa condotta da Renzi e anche della richiesta di alcuni miglioramenti di sostanza che avevamo motivato già alla Direzione. I dubbi sulla costituzionalità di
alcune norme, del resto, sono stati sollevati da più parti. E se non vogliamo una
legge che incorra nuovamente nella scure dei ricorsi è bene farsene carico. Lo
dico così: votare una nuova legge è vitale per la credibilità della politica. Farla
bene è una necessità per la democrazia
italiana. Adesso restano dei punti aperti
e dobbiamo lavorare assieme per correggerli. Il Parlamento serve a questo».
Il salva Lega non presenta dubbi di costituzionalitàancheallalucedelfattochealtripartiti, pur con un numero maggiore di
voti su scala nazionale, restano fuori dal
Parlamento?
«Certo è una delle questioni critiche.
Parliamoci chiaro: la soglia per il premio di maggioranza alzata al 37 e una
riduzione della soglia di sbarramento
per le forze coalizzate dal 5 al 4, 5% sono miglioramenti apprezzabili che premiano il lavoro del Pd. E vanno rivendicati. I punti non ancora risolti sono altri. Ad esempio quello che riguarda la
possibilità per le liste che non superano
la soglia del 4,5% di concorrere comunque al premio di maggioranza ma senza
eleggere un solo deputato. Si può rivedere quella soglia abbassandola, oppure
prevedere una norma di tutela per la prima forza che risulti sotto la soglia o ancora – il che sarebbe più coerente col
principio – si devono escludere quei voti
dal conteggio complessivo che fa scattare il premio. Aggiungo che è possibile
che una coalizione che raccoglie molti
milioni di voti, o paradossalmente arrivi
prima, se formata da forze che rimango-
no tutte sotto il 4,5% non entri neppure
in Parlamento. Questo non funziona.
Così come è indispensabile chiarire che
la legge è parte coerente di un pacchetto di riforme che prevede anche il superamento del Senato attuale».
Resta il nodo delle preferenze, della rappresentanza di genere. Per la minoranza
Pdbisognacontinuareacercarelamediazione?
«Sulla norma antidiscriminatoria il
Pd deve essere netto. In gioco sono gli
articoli 3 e 51 della Costituzione. Sulle
liste bloccate io non pianto la bandiera
delle preferenze. Dico però che le liste
bloccate non si possono riproporre perché quella è stata per noi una battaglia
di principio. Le alternative esistono. I
collegi uninominali, una ripartizione
del 50% di eletti in collegi uninominali e
l’altra metà in liste proporzionali. O l’introduzione di una preferenza e la seconda di genere, fino alle primarie per la
selezione dei candidati. Continuiamo a
discutere e a cercare la risposta più in
grado di allargare il consenso restituendo ai cittadini il diritto a scegliere il proprio rappresentante».
L’INTERVISTA
Gianni Cuperlo
Il leader della sinistra Pd:
«Votare una nuova legge
è vitale per la credibilità
della politica. Farla bene
è una necessità
per la democrazia italiana»
FI blinda il patto, voi che fate?
«Non ragiono così. L’iniziativa di
Renzi ha cambiato il quadro. Adesso la
riforma è incardinata in Aula e il traguardo è più vicino. È un risultato importante. A questo punto tagliare quel
traguardo è interesse di tutti. Questo
vuol dire che non ci sarà nessuno sgambetto o volontà di rallentare il passo.
Noi vogliamo che la riforma si faccia e la
vogliamo migliorare con tutto il Pd segnalando i punti che ancora si possono
e si devono correggere. Questo dovrebbe essere anche l’interesse degli altri».
Fatta la riforma elettorale che succede, si
va al rimpasto di governo?
«Ho detto che il logoramento che vive l'esecutivo non serve a nessuno, non
al Pd e meno che mai al Paese. Si prenda atto che è cambiato tutto e si scelga
una ripartenza con un nuovo governo,
un nuovo impegno per il 2014, dove servono nuovi volti a garanzia della sterzata necessaria a cominciare da una redistribuzione di risorse e diritti, come ci
.. .
«Nel Pd ciò che preoccupa
non sono le differenze ma
la delegittimazione di chi
la pensa diversamente»
’accordo politico c’è, Berlusconi e Renzi lo hanno cesellato sia nell’ultima telefonata di ieri
mattina sia attraverso la mediazione di Verdini, Sisto e Romani. «Andiamo avanti» ha sentenziato alla fine il Cavaliere. Ha ceduto qualcosina sul tetto per il premio di maggioranza e
soprattutto ha abbassato di mezzo punto la soglia per i partitini dentro le coalizioni. Un risultato a cui era contrarissima
l’ala dura, verdiniani in testa, ma per il quale hanno spinto
le colombe, da Gianni Letta a Giovanni Toti, con l’intento di
lasciare aperto un canale di dialogo con Alfano e gli altri. A
spese dei mal di pancia interni, dove il tasto delle cortesie ai
secessionisti è molto dolente. «Indebolirli sì, ucciderli no
perché ci andremmo di mezzo anche noi» hanno ripetuto i
pontieri alle orecchie del leader.
PAURA E MALUMORI
Alla fine, la «profonda sintonia» tra Berlusconi e Renzi sulla
carta ha tenuto. Quota 37 è stato un «sacrificio» necessario
a tenere salda l’intesa. Una clausola di salvaguardia per
«Matteo». Resta la prova dell’aula, dove il testo approderà
oggi per le pregiudiziali di costituzionalità, ma non sarà approvato - o bocciato - prima della prossima settimana. E
dove la strettoia del voto segreto non preoccupa soltanto il
segretario del Pd. Berlusconi dovrà farci i conti, e Verdini ha
già messo mano al pallottoliere. «Con il doppio turno che da
eventuale diventa strutturale - ragiona un azzurro - Rischiamo di perdere le prossime elezioni e consegnare il sistema
al Pd. Va bene diventare il modernizzatore dell’Italia, ma
riflettiamo se il prezzo da pagare è troppo alto». Molta paura anche per le liste bloccate: «Entreranno soltanto i capolista?» si chiedono molti sgomenti. Dipenderà dalle regioni,
l’Emilia e la Toscana non sono uguali alla Lombardia. Per
non parlare delle candidature multiple, che offrendo ad Alfano cinque circoscrizioni, gli regalano un salvagente per il
prossimo Parlamento. Un segnale «personale» che a piazza
in Lucina è risuonato come uno schiaffo e come una minaccia per il futuro. La domanda inespressa è. se poi il Ncd
torna a casa e il delfino torna a farlo proprio “Angelino”?
La verità è che è presto per saperlo, come è prematuro
valutare il funzionamento della nuova legge elettorale. Con
i collegi ancora da disegnare. La paura però fa 90. Ieri a
Montecitorio i malumori erano diffusi. Lo spettro dei franchi tiratori evocato in più di un capannello. E molti dirigenti
e parlamentari storici chiedono «garanzie» al Cavaliere:
non ci stanno a fare la fine dei tacchini a Natale (soprattutto
i senatori), consegnati dalle liste bloccate alle mani di forbice del «rinnovatore» Toti, prossimo numero due operativo
di piazza in Lucina. Così, ieri la fronda di quelli che, sintentizzando, «vogliono essere valorizzati coniugando novità ed
esperienza» - Galati, Romano, Capezzone, buona parte degli ex lealisti che hanno combattuto Alfano guidati da Fitto è uscita allo scoperto. Per barattare il via libera all’Italicum
con un organigramma di partito degno di questo nome.
LA FRONDA DEGLI EX LEALISTI
conferma la drammatica vicenda dell'
Electrolux».
Renzi che ruolo dovrà avere?
«Quello di leader del Pd. Sul resto deciderà lui».
È vero che non riconosce più il suo partito?
«No, non è così. Io voglio bene al mio
partito e rispetto profondamente le scelte del nostro popolo. Ma credo si debba
riscoprire il valore di una comunità. A
me non preoccupano le differenze e le
discussioni, anche le più accese. Mi spaventano l’omologazione o la delegittimazione di chi la pensa diversamente.
Perché se passa questa logica un partito
diventa una giungla e io mi batterò con
ogni energia perché questo non accada».
Berlusconi, si sa, non ama negoziare. E dicono che non abbia gradito nemmeno la seconda intervista di fitto dopo il
grande gelo, stavolta a «Repubblica», in cui insisteva che
Toti è un valido giornalista ma «non il capo di Fi». Ancora
più pungente in una nota: «L’aria nuova va bene, quella condizionata no». Così mentre il Cavaliere si rallegra all’idea di
trasformarsi nel «salvatore della patria» trascinata fuori dalla palude del Porcellum (che peraltro volle il centrodestra in
beata solitudine) i suoi si scannano (anche) sul clima.
Alla fine, ieri sera, l’ex premier si è rassegnato. Nella sua
residenza romana erano attesi Fitto e altri scontenti, Gasparri, Matteoli, Capezzone, per ascoltarne le lamentele.
L’ex governatore pugliese ha smentito i sospetti di scissione
(«Chi lo dice mi offende») ma tra gli azzurri c’è chi insinua
che sia lui stesso a far circolare le voci di una prossima Forza Puglia, mentre altri mettono l’accento sugli antichi (e per
ora interrotti) rapporti con il vicepremier. «Veleni, Raffaele
è persona leale» taglia corto un parlamentare a lui vicino.
Eppure, la maretta non si placa. Fitto non è intenzionato a
votare la legge elettorale, e non è solo. Scalpitano anche i
siciliani, i campani vicini a Cosentino, gli ex An rimasti nella
“ditta”. Michalea Biancofiore si lancia in un appello all’unità. Circola un mini-documento «uniti intorno a Silvio» per
ricucire ex lealisti e totiani. Per il Cavaliere, finite le trattative con Renzi, cominciano quelle all’interno del suo partito.
Che è sempre più sbandato, incerto e preoccupato. Argomento scottante: la «rottamazione» che Toti continua a
smentire.
RASSEGNASTAMPA
4
giovedì 30 gennaio 2014
POLITICA
Imu, respinto attacco
grillino. È bagarre
Il presidente del Consiglio Enrico Letta FOTO DI LAURENT DUBRULE/REUTERS
Letta ottimista:
«Dopo l’Italicum
le riforme nel 2014»
Il premier
da Bruxelles: «Ora
con il contratto
di programma
marceremo spediti»
●
GIUSEPPE VITTORI
«La legge elettorale sta concentrando
giustamente le attenzioni di tutti» ricorda Letta, «subito dopo, il contratto
di programma ci consentirà di marciare più speditamente di come facciamo
adesso». I tempi del patto di maggioranza slittano ed il presidente del Consiglio ne prende atto da Bruxelles. Il
premier non si è presentato come
avrebbe voluto all’esame della Commissione Ue. Forte, cioè, di un’intesa
per il 2014 siglata da tutti i partiti che
sostengono l’esecutivo. Con Van Rompuy, Barroso e gli altri membri della
Commissione Ue incontrati ieri, tuttavia, il premier ha messo in evidenza i
benefici che potrà apportare al sistema Italia il processo di riforme istituzionali messo in campo su input del segretario del Pd, Matteo Renzi e ha illustrato i provvedimenti varati dal governo sulle privatizzazioni, il rientro dei
capitali esteri, ecc. «Sono ottimista ha spiegato il premier - Le riforme istituzionali, una legge elettorale che funziona e la fine del bicameralismo paritario, sono essenziali per la stabilità e
per far funzionare il Paese».
Una «buona notizia per l'Italia»
quindi «se riusciamo a farle e se contemporaneamente riusciamo a fare le
riforme per il rilancio dell'economia».
Una volta incardinata la legge elettorale, in sostanza, bisognerà far viaggiare
il convoglio delle decisioni utili al Paese sul doppio binario delle modifiche
istituzionali e delle scelte di governo
che spettano a Palazzo Chigi. Un avvertimento legato alle emergenze degli
italiani.
Letta ha approfittato del viaggio a
Bruxelles, dove ha anche incontrato
gli europarlamentari italiani, per ricapitolare anche i risultati ottenuti
dall’esecutivo. «In questi ultimi tre anni l'Italia ha cominciato l'anno sotto la
tempesta dell'emergenza finanziaria ha ricordato - Il 2014 inizia con la possibilità di fare scelte di lungo periodo
per essere più competitivi». E alla vigilia dell’avvio del semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo il premier garantisce che il nostro Paese «dimostrerà di saper guidare bene l'Unio-
ne». Per farlo, aggiunge, oltre ai «conti
in ordine», e alle «infrazioni alle normative europee risolte o in via di risoluzione», bisognerà puntare sulla «stabilità». Altro richiamo alla necessità di
rilanciare in fretta il patto di maggioranza, quello del premier. Che sfodera
ottimismo annunciando che nel 2014
il Pil crescerà dell'1% e nel 2015 del 2%.
Quest'anno e per la prima volta «dopo
sei anni di crescita ininterrotta - aggiunge - anche i debito non aumenterà
e il rapporto deficit/Pil sarà pari al
2,5%.
STOP UE SUGLI INVESTIMENTI
Tutto bene, quindi? Letta per primo invita a evitare autocompiacimenti finché «non diminuisce la disoccupazione, vero tallone di Achille del nostro
Paese». E questo mentre Barroso, pur
riconoscendo «gli sforzi enormi» compiuti dall’Italia, smorza gli entusiasmi
sottolineando che il nostro resta un
Paese «vulnerabile». Proseguire «in
fretta sul percorso delle riforme» quindi, questo l’invito dei vertici di Bruxelles che rimarcano come «debito alto e
competitività bassa» minino il campo.
Le parole di Barroso, però, vanno lette
anche da un’ottica poco entusiasmante per le attese del governo.
«L'aggiustamento strutturale deve
proseguire», ha ripetuto il presidente
Ue con un richiamo implicito a non abbassare la linea del rigore. Richiamo
che va legato al rinvio sostanziale di
risposte positive alla richiesta italiana
di usufruire della clausola sugli investimenti pubblici, in modo che questi vengano scomputati dal deficit. «Aspettiamo le stime di fine febbraio» ha affermato Barroso riferendosi alle flessibilità nella valutazione del percorso di
consolidamento del deficit verso il pareggio di bilancio che potrebbe in teoria concedere all'Italia 0,3-0,4% in più
di deficit pubblico rispetto all'obiettivo del 2,5% nel 2014. Bruxelles aspetta
di conoscere i risultati della spending
review avviata da Roma prima di decidere. Prudenza nel frattempo. Al momento però la Commissione non apre
alcun varco. Una doccia fredda per
Letta? Il premier ostenta fiducia. E si
dichiara sicuro che ci saranno le condizioni per avere «ulteriori spazi di manovra perché la direzione di marcia é
giusta».
.. .
Barroso gela le speranze
italiane su possibili
aperture per gli
investimenti pubblici
● La presidente
della Camera fa ricorso
alla «tagliola» contro
l’ostruzionismo. Evitato
il pagamento della
seconda rata della tassa
● Grillo ancora contro
Napolitano. E annuncia:
«Oggi l’impeachment»
NATALIA LOMBARDO
ROMA
Non è decaduto per un soffio il decreto
Imu-Bankitalia, sventato all’ultimo minuto il rischio di dover pagare la tassa
sulla casa. È andato avanti ieri fino a sera l’ostruzionismo grillino che stava per
far saltare il «pacchetto» di governo,
con l’effetto di far pagare la seconda rata Imu 201. Bloccata l’aula di Montecitorio dal fuoco di fila di interventi sugli
ordini del giorno presentati dai Cinquestelle come escamotage per dilazionare
i tempi, oltre che come opposizione al
rifinanziamento di Bankitalia.
Un vero braccio di ferro, anzi una sfida intrapresa con la presidente della Camera, Laura Boldrini. Alla fine, nonostante sul profilo Facebook avesse annunciato di volerla evitare a tutti i costi,
la presidente ha dovuto mettere la «tagliola» al dibattito per evitare che il decreto finisse nel cestino, tanto più che il
Capo dello Stato doveva firmarlo entro
mezzanotte.
In ogni caso è stato un obiettivo raggiunto per i deputati grillini, che insieme ai senatori oggi sembra che depositeranno la richiesta di apertura del procedimento di messa in stato d'accusa del
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In base al risultato del «sondaggio» lanciato sul blog di Grillo: «qual
è stato l’atto più grave del presidente?
Vota». In 20mila hanno votato, in poche
ore l’annuncio: «La Rete sfiducia Napolitano: per il 60,96% pari a 12.217 voti»,
l’atto più grave «la richiesta di distruzione delle intercettazioni tra il Presidente
della Repubblica e Nicola Mancino
nell’ambito della cosiddetta trattativa
Stato-Mafia». Decisa dalla Consulta.
Insomma, ormai è guerra aperta. In
serata Giuditta Pini, Pd, denuncia su
Twitter: «de rosa #M5S entra in commissione e brandendo un casco dice che le
donne del pd sono qui perché hanno fatto dei p... un gentleman».
Per tutto il giorno i 5 stelle hanno gridato allo scandalo perché «la tagliola
non è mai stata usata nella storia della
Repubblica», facendo cadere su Boldrini tutto il peso di questo battesimo delle
maniere forti in Parlamento. In realtà la
cosiddetta «ghigliottina», mai usata dal
‘90, (forse è capitato prima con Nilde
Iotti) è stata sempre minacciata dai presidenti della Camera in questi casi, lo ha
fatto per due volte Violante, lo paventarono Casini e Fini. Ma chi faceva ostruzionismo si è sempre fermato un attimo
prima, compresi i leghisti che ieri si sono associati. I grillini no, sono andati
avanti. Il regolamento di Montecitorio
non prevede tempi contingentati per i
decreti, secondo la norma transitoria
del ‘97, per lasciar discutere il Parlamento senza limiti sul massimo atto normativo del governo.
I deputati del M5S hanno iniziato
l’ostruzionismo da lunedì, nel mirino il
rifinanziamento di Bankitalia con l’accusa di «fare un regalo alle banche», spe-
IL CASO
E il 5 Stelle gridò
il motto fascista:
«Bolla chi molla»
«Boia chi molla, presidente Boldrini.
Boia chi molla, e noi non mollermo
fino alla fine»: lo ha urlato in aula
Angelo Tofalo, deputato 5 stelle,
nella foga ostruzionistica sul decreto
Imu-Bankitalia. Una cupa evocazione
del motto della rivolta fascista a
Reggio Calabria nel 1970. Certo
Tofalo, membro del Copasir, non era
neppure nato (è dell’81) quando il
missino Ciccio Franco lo coniò. Però
si è documentato e precisa: è sì
famoso per essere un motto fascista,
ma fu coniato «da Eleonora Pimentel
Fonseca durante le barricate della
Repubblica Partenopea nel 1799 e
utilizzata anche nelle Cinque
giornate di Milano del 1848».
rando di far ricadere sul governo il ritorno dell’Imu. Cosa che preoccupava i Comuni riuniti ieri a Roma. Anche sei i renziani sospettano che sia stato gestito male «non per caso» da Letta, «perché la
settimana scorsa ci ha fatto discutere
del decreto Terra dei fuochi che scade il
9 e ora ci fa correre con questo».
Dopo un fiume di interventi, i 5 stelle
in tarda mattinata hanno chiesto la sospensione di un’ora. Riuniti in assemblea con Gian Roberto Casaleggio (che
ora fa visite di routine a Montecitorio e
ieri ha preparato il terreno per la richiesta di impeachment) hanno deciso di andare avanti, coprendosi con la proposta
di approvare in commissione in sede deliberante una leggina lampo per cancellare l’Imu, oppure di stralciare Bankitalia. Ma il governo, rappresentato dal ministro dei Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini, ha respinto la proposta «impraticabile».
Così fino alle 18 vanno avanti gli interventi grillini, mentre al Nazareno si infittivano le trattative sulla legge elettorale. Laura Boldrini sperava di evitare la
tagliola, così ha concesso che si illustrassero gli odg e poi ha permesso le dichiarazioni di voto finali (dieci minuti), ma
solo uno per gruppo. 173 gli iscritti a parlare, più di cento dei 5 stelle, poi i Fratelli d’Italia, con La Russa che tira fuori un
«conflitto d’interessi» di Saccomanni.
Insomma, si sarebbe andati avanti per
quasi 30 ore. Così la presidente ha riunito la capigruppo ed è stata deciso di
adottare la «tagliola», mentre i senatori
pentastellati raggiungevano Montecitorio. La bagarre in aula era scontata, allertati i deputati con sms «correte in aula». Alle 19,45 scatta la «ghigliottina»
che Boldrini è «costretta» a mettere tra
fischi e urla. I grillini imbavagliati si buttano sui banchi del governo, urlano «fascisti» mentre i post post fascisti di Fratelli d’Italia issavano il tricolore. I Pd
camntano Bella Ciao. Il decreto passa
con i voti Pd, Ncd, Sc, Psi e il Cd di un
perplesso (su Bankitalia) Tabacci. Lo
spettro dell’Imu si allontana, il motociclista di Montecitorio corre verso il Quirinale. «Tutte le fasi del procedimento si
sono svolte e anche i gruppi hanno potuto svolgere le loro posizioni in dichiarazioni di voto», ha detto Boldrini. Ma ha
voluto attraversare il Transatlantico se
pur sconsigliata: «Voglio passare da qui,
non dalla via laterale. Non devo mica
scappare, ci mancherebbe altro».
Sul web insulti alla deputata Pd
che ha denunciato Sorial
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per il reato di «vilipendio contro il Capo dello Stato» contestato a
Giorgio Sorial, il deputato Cinque Stelle che ha dato del «boia» al presidente
Napolitano in una conferenza stampa.
Tutto da vedere se sarà davvero incriminato, visto che è un deputato e ci vorrebbe l’autorizzazione. Ma la violenza
verbale si continua a manifestare sul
web. Sul profilo Facebook della deputata Pd Stella Bianchi, che martedì ha denunciato Sorial alla Polizia di Montecitori, si è riversata una valanga di insulti
e di minacce. Più una serie di accuse
varie al presidente Napolitano.
«Sguattera», «Maledetta, quando si
ammazzano le persone perchè nn riescono a pagare le tasse state tutti zitti,
ora vi indignate per questo, VERGOGNATEVI SIETE LA ROVINA DELL'
ITALIA» sono alcuni dei commenti pesantissimi contro la deputata.
E ancora: «ma non ti vergogni?? denuncia anche napolitano per le mi-
Stella Bianchi
gliaia di morti di cancro in sud italia».
I toni sono sempre luttuosi e grevi,
Napolitano in molti link viene visto come una sorta di «assassino» perchè
all’epoca delle dichiarazioni di Schiavone sulla Terra dei fuochi era ministro
dell’Interno. Quindi giù una pioggia di
accuse di aver provocato «migliaia di
morti di cancro e migliaia di ammalati
di cancro». Altro tema, la trattativa Stato Mafia. Non solo Napolitano è ritratto con degli occhiali in stile capo-famiglia di Cosa Nostra, ma molti link rimandano alle parole di Salvatore Borsellino che, in un dibattito con Travaglio, accusa il presidente di essere «il
garante» della trattativa stessa e per
questo «ha avuto il secondo mandato»,
è la macchinazione.
Insomma, l’accanimento è feroce:
c’è chi ritrae il Capo dello Stato come
«l’uomo di Kissinger», chi come «criminale», o «inseguito» di una tv tedesca,
o, addirittura, spunta fuori un video:
1984, quando il Pci salvò Berlusconi...
RASSEGNASTAMPA
5
giovedì 30 gennaio 2014
«La mia è una battaglia di civiltà
e la porterò avanti fino in fondo»
RACHELE GONNELLI
ROMA
Altro che dimissioni, la ministra per l’Integrazione Cècile Kyenge non ci pensa
proprio e anzi rilancia. «La mia battaglia
- dice, smentendo recisamente voci infondate diffuse per errore dall’agenzia Reuters ieri - è una battaglia di civiltà e sono
determinata a portarla in fondo». Tanto
più che oltre al contrasto a ogni forma di
discrinazione - fa notare - «è sempre più
urgente identificare strumenti e azioni
per arginare una degenerazione culturale che è anche imbarbarimento del linguaggio politico».
L’INTERVISTA
Cécile Kyenge
La ministra smentisce voci
di dimissioni e rilancia:
«Con l’attacco al Colle
la politica dell’insulto
è giunta al culmine
Fermiamo l’escalation»
SiriferisceagliinsultialPresidenteNapolitano,ripetutiancheieridaunaltroesponente del Movimento Cinque Stelle?
«Sì, penso che con questo episodio la politica dell’insulto abbia raggiunto il culmine. In questo caso tutti si sono indignati,
com’è giusto. Ma vorrei dire che non si
può sottovalutare le offese che bersagliano quotidianamente tutti quelli che vengono percepiti come l’altro da sè. Perchè
a forza di tollerare un linguaggio violento
fatto di insulti è chiaro che poi le persone
che utilizzano questa modalità si sentono
autorizzate ad alzare il livello. Non si devono assolutamente sottovalutare le discriminazioni e gli attacchi verso tutti
quelli che la pensano diversamente e verso tutti quelli che, dal colore della pelle,
dalle tendenze culturali, dai comportamenti o dalla religione, possono essere ridotti a stereotipi. Lo so bene io che da
nove mesi sono sotto oggetto di ogni sorta di volgarità e attacco solo perchè come
prima ministra nera sono vista come un
simbolo. Siamo di fronte a un’escalation,
è evidente».
Sui social network la comunicazione è
spesso semplificata e aggressiva. È lì
chesigenerailvelenodelleparole?Qual
è l’antidoto?
La presidente della Camera
dei deputati Laura Boldrini
FOTO DI MAURO SCROBOGNA/LAPRESSE
«Quello sul web è un discorso delicato su
cui stiamo approntando un progetto specifico insieme al Consiglio d’Europa ma
non è l’unica questione. Si tratta più in
generale di attivare una campagna di sensibilizzazione e di educazione civica. È
tutto nel mio piano triennale di contrasto
a tutte le forme di discriminazione e razzismo, che contiene diverse campagne di
educazione mirate per la scuola, lo sport,
le politiche abitative e il welfare, la comunicazione, il mercato del lavoro. E insieme si pone l’obiettivo di rafforzare le leggi che già abbiamo, dalla legge Mancino
alla Carta europea dei diritti umani, e le
azioni di monitoraggio e di informazione. È un lavoro capillare su cui stiamo investendo tutte le risorse umane in colla-
E Santoro mette in onda
la «telefonata dei veleni»
L
e telefonate tra l’ex ministro Nicola Mancino e il consigliere giuridico del presidente della Repubblica, Loris D’Ambrosio, che sono
state registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra lo
Stato e la mafia datata all’inizio degli
anni Novanta e compaiono negli atti
del processo, sembravano non avere
più segreti. E non ne hanno se si tiene
conto che le parole dette in quelle occasioni sono state rese pubbliche nei
modi e nelle forme più diverse che la
pubblicistica prevede. Ampi stralci,
ricchi virgolettati, e, per quanto riguarda le trasmissioni tv, è stata usata
a piene mani anche la tecnica del disegno con recitato.
Eppure questa sera nel corso del
programma di Michele Santoro, ServizioPubblico, quelle conversazioni ci saranno riproposte in originale, «una
esclusiva», attraverso le voci originali
dei due interlocutori, proposte con
adeguata scritta per evitare che nessu-
IL CASO
MARCELLA CIARNELLI
@marciarnelli
Oggi a «Servizio Pubblico»
l’audio della conversazione
tra D’Ambrosio e Mancino
In coincidenza
con la guerra aperta
da Grillo contro il Quirinale
na parola e nessuna sfumatura vada
persa. Con le facce di chi ha parlato lì,
sbattute in prima pagine se la televisione ne avesse una. Quella dell’ex ministro che parla in preda ad una evidente tensione. Quella assorta di Loris
D’Ambrosio che visse sulla sua pelle
l’evolversi di una vicenda nella quale
si è cercato in tutti i modi di coinvolgere il presidente della Repubblica e
che, prima presentò le dimissioni
dall’incarico immediatamente respinte, e poi pagò con la vita, stroncato un
infarto, la terribile tensione.
UNA STAGIONE AVVELENATA
Il documento che questa sera andrà in
onda su La7, e che già si può vedere
sul sito della trasmissione nell’anticipazione affidata a Sandro Ruotolo,
non aggiunge niente a quanto è più
che noto. Non toglie, non mette. In più
la diffusione dell’audio viola l’articolo
684 del codice penale anche se è sanzionata con un’ammenda da 51 a 258
borazione con l’Unar e le Pari Opportunità».
Un tempo nella politica c’era uno sforzo
ditrovare valori condivisi,oggi lospazio
èspessooccupatodasfoghirisentitieindividuali.La mancanzadi solidarietàe di
democrazianonèunadellecausedeipopulismi più beceri?
«Certo. L’articolo 21 della nostra Costituzione dà a tutti i cittadini il diritto di esprimersi ma se il diritto di critica anche di
chi è nelle istituzioni non è accompagnato da responsabilità e consapevolezza
nell’uso delle parole, si cade nella volgarità, nella mancanza di rispetto. E questo è
tanto più grave perchè chi è eletto e vive
nelle istituzioni dovrebbe avere anche
una funzione educativa. Bisogna fermare
quest’ondata di populismi. Il problema
non è solo italiano. Per questo tengo molto a ciò che abbiamo scritto nella Dichiarazione di Roma per il patto 2014-2020
ora sottoscritto da 23 Paesi dell’Unione
che si pone l’obiettivo di ridare consapevolezza del proprio ruolo a chi sta nelle
istituzioni e nei partiti».
l’odio, disarmare il linguaggio politico?
Senza risposte concrete è chiaro che
monta la rabbia degli esclusi.
«Credo che nell’opera di educazione civica si debba iniziare dai giovani e quindi
dalla scuola e dal web, un luogo dove è
facile nascondersi dietro l’anonimato e
sentirsi impuniti nello scrivere cose che
non si avrebbe il coraggio di dire. Credo
anche che alcuni comportamenti possono e devono essere sanzionati, le norme
ci sono, vanno solo rafforzate. Ma è chiaro che poi la sensibilizzazione deve toccare tutta la società. È vero che ora c’è molta rabbia. È una rabbia che ha cause diverse, penso per prima alla crisi economica. Penso al disagio di chi non trovando
risposte alla propria condizione finisce
per scagliarsi contro la politica tutta, contro le istituzioni. La politica deve cercare
di avvicinarsi di più al popolo, favorire la
partecipazione, in modo che le persone
riescano a trasformare quello che oggi è
solo rancore e violenza verbale in una carica più positiva, che ci consenta di migliorare. Bisogna stare attenti che questa rabbia non degeneri, si sa che la violenza chiama violenza. Per questo voglio
tornare agli attacchi al Presidente Napolitano a cui va tutta la mia solidarietà e
ripetere che urge un cambiamento culturale della politica, una maggiore consapevolezza del proprio ruolo che è quello
di trasmettere messaggi positivi e non
violenti, dare risposte e abbassare il disagio, lo stress che può diventare pericoloso. Noi intanto abbiamo pronto un disegno di legge che cancella tutte le norme
discriminatorie che ancora persistevano
nel nostro ordinamento. Da indicazioni
sulla razza all’appartenenza al partito nazionale fascista fino al divieto per le testate giornalistiche di avere direttori stranieri. È stata un’opera di pulizia già inviata in bozza a tutti i ministeri il 20 che
sarà a breve sottoposta al Consiglio dei
ministri».
A Lampedusa dal 31 al 2 febbraio oltre
60associazioninonsoloitalianemanordafricane e europee si riuniranno per
unasortadinuovoManifestodiVentotene, per un’Europa solidale e dei diritti di
cittadinanza. Manderà un messaggio?
In pratica come si può disinnescare
«Sto seguendo attentamente questo percorso, che è molto interessante soprattutto perché viene dal basso e chiede un approccio di integrazione e accoglienza. Ho
letto i loro primi documenti che rivendicano un’Europa che metta al centro i diritti umani. Finora l’immigrazione è stata associata solo a una categoria, quella
del clandestino sceso dal barcone. Finalmente si comincia ad inquadrare il tema
nella sua complessità».
euro. Per quanto non segreta, la
maggiore diffusione e propagazione
dell’atto di fatto condiziona e può
pregiudicare il procedimento giudiziario.
Non serve, dunque, ad una più approfondita conoscenza di una stagione di troppi veleni e non riesce a dare le risposte che ancora troppi attendono siano date. Alimenta, se possibile ancora di più, un clima di sospetto nei confronti dell’operato del presidente della Repubblica che pure la
sentenza della Corte Costituzionale
ha escluso da qualunque strumentale coinvolgimento, ordinando la distruzione delle conversazioni, anch’esse intercettate, tra Mancino e
Napolitano. Che, peraltro i magistrati di Palermo potranno a tempo debito ascoltare anche se il presidente ha
già spiegato che poco o nulla può aggiungere su quello che potrebbe essere il solo argomento del colloquio.
Lo sfogo di D’Ambrosio che temeva
nello svolgimento delle sue funzioni
di magistrato nel periodo a cavallo
degli anni Novanta di essere stato
«un ingenuo e utile scriba». Anni
quelli in cui tra Napolitano e D’Ambrosio non c’era alcuna collaborazione. Appare quindi difficile poter riferire su stati d’animo di tempi così lontani e che possono essere stati argo-
mento di un eventuale scambio tra
persone che si rispettavano.
Serve, questo sì, un’iniziativa di
questo genere a riportare nel dolore
più acuto i familiari del consigliere
del presidente che risentiranno la voce del loro caro che hanno tanto prematuramente perso. E non certo in
nome di un diritto d’informazione
che mai come questa volta è stato
espresso in tutte le sue forme e modi.
Sintesi e trascrizioni accurate che siano state ce ne sono state tante.
C’è invece una questione di clima
politico che deve allarmare. Sarà un
caso ma l’iniziativa di Servizio pubblico sembra andarsi a saldare con quelle multiformi di Grillo che tace davanti ad uno dei suoi che accusa Napolitano di essere un boia e poi lancia sul suo blog un sondaggio per stilare la singolare classifica su quale
sia la peggiore nefandezza di un presidente di cui si vuole chiedere l’impeachment anche per le sue intercettazioni che la Corte Costituzionale
nella sentenza sul conflitto di attribuzione sollevato da Napolitano nei
confronti della Procura di Palermo,
ha ordinato venissero mandate al macero.
C’è una voglia di tenere alta la tensione, di farla risalire se solo si avverte un calo. C’è da preoccuparsi.
RASSEGNASTAMPA
6
giovedì 30 gennaio 2014
IL MATRIMONIO DELL’AUTO
Fiat se ne va, ci lascia
la cassa integrazione
Nasce Fiat Chrysler Automobiles, la sede
legale sarà in Olanda, quella fiscale in Gran
Bretagna ● Bilancio sotto le attese, il Lingotto
sospeso in Borsa ● Letta: contano i posti di lavoro
●
GIUSEPPE VESPO
MILANO
Torino, 11 luglio 1899 - 29 gennaio 2014.
Dopo 115 anni il marchio Fiat va in pensione. «Inizia un nuovo capitolo della nostra storia», dice John Elkann. Che non
verrà più scritta sotto la Mole. Fca - Fiat
Chrysler Automobiles sarà una società
di diritto olandese con sede fiscale in
Gran Bretagna, quotata in Borsa a New
York e a Milano. La rivoluzione sarà
completa entro la fine dell’anno, mentre
a maggio verrà presentato un piano strategico di lungo termine alla comunità finanziaria.
È quanto ha deciso ieri il cda di Fiat
Spa, l’ultimo del gruppo così come si conosceva fino a oggi. L’organizzazione resterà la stessa, dice l’azienda, divisa in
«quattro regioni operative. Tutte le attività che confluiranno in Fca proseguiranno la propria missione, compresi naturalmente gli impianti produttivi in Italia e nel resto del mondo, e non ci sarà
nessun impatto sui livelli occupazionali».
Possono dunque stare tranquilli sindacati e operai, tra i quali i circa tremila
cassintegrati (su cinquemila) di Mirafiori e i lavoratori di Cassino, che aspettano
nuovi modelli da produrre? «Abbiamo lavorato caparbiamente e senza sosta a
questo progetto per trasformare le differenze in punti di forza e per abbattere
gli steccati nazionalistici e culturali»,
scrive Marchionne nel comunicato redatto al termine del cda.
«OTTIMI RISULTATI»
Quindi il manager si è confrontato con
la comunità finanziaria per l’illustrazione dei conti del gruppo, che sono sotto le
attese e che neanche quest’anno permetteranno agli azionisti di incassare dividendi. L’utile della gestione ordinaria,
nel 2013, è sceso a oltre 3,39 miliardi,
rispetto ad attese per circa 3,6 miliardi;
l’utile netto è salito a 1,95 miliardi (da
896 milioni nel 2012). Mentre il debito è
di 6,6 miliardi, «piuttosto elevato», ammette lo stesso Marchionne, che si ripro-
mette di «rafforzare la base di capitale»
appena terminato il trasferimento in
Olanda.
TONFO
Numeri che hanno fatto scivolare il titolo a Piazza Affari, tanto che per un po’
Fiat è rimasta sospesa, prima di chiudere la sessione in calo del 4,11 per cento.
Marchionne si ritiene comunque soddisfatto: «Abbiamo avuto i primi segnali
incoraggianti della nostra strategia premium con ottimi risultati nel quarto trimestre 2013, speriamo di mantenere gli
stessi margini nel 2014».
Poi annuncia gli investimenti, che ammonteranno a otto miliardi di euro, mezzo milione in più dell’anno passato.
L’obiettivo è scalare la topten dei produttori di auto, dall’attuale settimo posto,
vendendo già da quest’anno 4,5 - 4,6 milioni di automobili, di cui un milione tra
Europa, Africa e Medio Oriente, circa
2,4 tra Canada, Messico e Stati Uniti -
CAMUSSO
Le scelte del gruppo
impoveriscono
ancora il Paese
«Preoccupa che un gruppo come
Fiat decida di andare a pagare le
tasse in un altro Paese facendo
un’operazione anche qui di
impoverimento». Così la leader della
Cgil, Susanna Camusso, sul
trasferimento del domicilio fiscale
del nuovo gruppo nato dalla fusione
di Fiat e Chrysler. Anche ieri
Camusso è tornata a lamentare
l’assenza di un tavolo nazionale sul
settore dell’automotive. «In molte
occasioni abbiamo detto che serve
capire le dinamiche del sistema
automobilistico nel nostro paese»,
ma «non c'è un luogo di
discussione».
dove il gruppo realizza il 54 per cento
dei suoi ricavi - un milione in America
Latina e duecento mila nell’Asia Pacifico.
Attenzione, però: «Il 2014 è ancora
un anno di transizione», i miglioramenti
veri si vedranno solo dal 2015, che sarà
anche il penultimo anno della gestione
del manager alla guida del gruppo italo
americano. Ancora tre anni, dunque,
poi il timone passerà di mano, verosimilmente all’interno della cerchia dei suoi
collaboratori. «Mi sono circondato di
persone molto valide e credo che da questo gruppo emergerà il mio successore.
Non sarebbe corretto, vista la forza di
questi manager, affidare il compito a
qualcuno di esterno».
STORIA DI UN’IMPRESA, STORIA DI UN PAESE
La società anonima
Fabbrica automobili
Dal biennio rosso
a Mussolini
L’11 luglio 1899 viene fondata la
Società anonima Fabbrica italiana
automobili Torino. Tra i fondatori c’è
Giovanni Agnelli, che all’inizio è solo
un azionista di minoranza. Ma presto
assumerà il controllo della società
Torino è teatro delle prime lotte operaie
all’inizio del secolo. La prima officina
Fiat è in corso Dante, con un centinaio
di dipendenti. Nel 1924 parte il
leggendario Lingotto, Mussolini nel
1939 inaugura la grande Mirafiori
GLOBALITÀ
Parole pronunciate poco prima dell’incontro previsto con i sindacati metalmeccanici, ai quali in serata sono stati
illustrati conti e prospettive, che hanno
occupato il dibattito della giornata al pari dell’accordo sulla legge elettorale. Da
Bruxelles è intervenuto pure il premier
Enrico Letta, con il quale Marchionne si
è visto martedì. Dal presidente del Consiglio, sono arrivate rassicurazioni sul fatto che non conta poi così tanto la sede
legale del nuovo gruppo - «una questione assolutamente secondaria» - «contano i posti di lavoro, il numero di auto
vendute, la competitività e la globalità».
Sulla stessa linea Raffaele Bonanni, segretario Cisl, che si dice «tranquillo, perché gli investimenti vanno avanti e siamo lontani dalle difficoltà del passato».
La questione delle tasse all’estero viene ripresa in un passaggio del comunicato emesso dal gruppo automobilistico:
«Questa scelta non avrà effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei
vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività». La decisione è presa. A poco più di
un secolo dalla nascita, Fiat cambia pelle, lascia la sua città natale per Olanda e
Gran Bretagna. Entro ottobre la quotazione a New York, poi quella secondaria
a Piazza Affari.
.. .
Nuovi investimenti
per otto miliardi, nel 2014
l’obiettivo è vendere
4,6 milioni di automobili
Il nuovo logo? Freddo e pulito, segno di discontinuità
LAURA MATTEUCCI
MILANO
«La I di Italia certo non l’avrebbero potuta inserire, per evidenti motivi...».
Ma non si tratta solo di evitare acronimi suggestivi. Annamaria Testa, pubblicitaria, docente in vari atenei (negli
ultimi anni in Bocconi) di Scienze della
comunicazione, fondatrice e titolare
della società Progetti Nuovi di Milano,
commenta il nuovo logo - FCA stilizzato e colorato di un azzurro cielo - della
società che fu solo la Fiat di Torino e a
cui ora si è aggiunta, con pari dignità,
la Chrysler di Detroit. «È normale che
sia sparito il riferimento all’Italia: non
corrisponderebbe più alla realtà di
un’azienda internazionale che cerca
mercati globali», spiega.
L’INTERVISTA
Annamaria Testa
Per l’esperta di
comunicazione «durerà nel
tempo». E comunque «era
giusto cambiare identità:
la Fiat come l’abbiamo
conosciuta non esiste più»
Che ne dice, le piace? Le sembra efficace?
«Parlando di questi temi, la logica del
mi piace/non mi piace è parecchio scivolosa. Ormai l’esercizio di chiacchiere sui loghi aziendali è il corrispettivo
di quello fatto sul calcio al bar, dove
tutti si sentono ct nazionali. Direi che è
un logo in grande discontinuità con il
Il marchio del nuovo gruppo automobilistico
precedente, il che corrisponde ad una
reale, marcata discontinuità aziendale: Fiat non esiste più così come l’abbiamo conosciuta, è giusto cercare un’altra identità o, come si dice, un’altra corporate identity. È molto semplice, ben
costruito, anche il colore non è male. Si
vede che è il frutto del lavoro di professionisti, che dietro ci sono studi e ricerca. Inoltre, mi sembra abbia l’ambizione di essere internazionale e di durare
nel tempo, elementi importanti per un
logo».
Non le pare un po’ freddo?
«Certo, per noi risulta poco emozionale se paragonato al vecchio, che però in
realtà siamo noi a caricare di ricordi e
di vissuto. E poi, mica è il logo di una
marca di profumi...Questa è un’impresa industriale che fa automobili, deve
comunicare solidità, contemporaneità, tecnologia. Deve competere con
Bmw, Toyota, Honda, Audi, i cui loghi
non mi sembrano affatto più caldi.
Quello precedente obbediva a tutt’altre logiche, e peraltro ha subito negli
anni numerosi restyling: il penultimo,
radicale, verso la fine del secolo scorso.
L’ultimo, con un parziale ritorno al pas-
sato, solo una manciata di anni fa. Ma
soprattutto, ripeto, siamo noi che carichiamo i loghi di emozioni che appartengono al nostro modo di interagire
coi prodotti. Quando è uscito per la prima volta il baffo della Nike era solo un
segno sul foglio, negli anni invece si è
colmato di significati: sfida, coraggio,
epica del corpo.... I loghi sono collettori di emozioni che aggiungiamo noi,
col tempo».
Insomma, lo promuove?
«Non mi fa strappare le vesti dall’entusiasmo, cosa che in effetti capita raramente. Comunque è contemporaneo,
cosmopolita, semplice, ben disegnato.
Non nasce zoppo, poi certo dovrà correre insieme alle sue automobili, e lo
dovrà fare anche tra dieci, vent’anni.
Nel 2030 potrà ancora avere un senso?
Questo è il genere di domande che si
pongono i professionisti nel momento
dell’ideazione e della realizzazione di
un logo».
Lei che risposta darebbe?
«A me sembra capace di durare. Ma
una cosa è sicura: il migliore dei loghi
senza prodotto non va proprio da nessuna parte».
RASSEGNASTAMPA
7
giovedì 30 gennaio 2014
La stagione di Valletta
e il giovane Avvocato
Nel dopoguerra il capoazienda
incontrastato è Vittorio Valletta che
governa la Fiat con estrema durezza. Gli
anni Cinquanta sono quelli dei reparti
confino per gli iscritti alla Cgil e al Pci.
Inizia la carriera Gianni Agnelli
La cattedrale operaia e l’autunno caldo
La Fiat è protagonista del boom
economico degli anni Sessanta. La
produzione di auto diventa di massa,
milioni di lavoratori lasciano il Sud e si
trasferiscono nelle fabbriche del Nord.
Nel 1969 inizia la riscossa operaia, il
lavoro rivendica diritti e salari dignitosi.
Nel 1970 nasce lo Statuto dei lavoratori
Crisi, licenziamenti
e la marcia dei quadri
Ghidella e Romiti,
il potere ai manager
Il 1980 è l’anno della crisi industriale,
dopo due shok petroliferi. La Fiat
decide migliaia di licenziamenti, gli
operai bloccano le fabbriche. La marcia
dei quadri segna la restaurazione del
potere aziendale. Altre crisi arriveranno
Vittorio Ghidella e Cesare Romiti sono
stati i manager di maggior peso, prima
di Marchionne, della Fiat nell’ultimo
ventennio del secolo scorso. Ghidella
è stato il padre di modelli di successo,
Romiti è stato un uomo di potere.
Il fisco italiano rischia
una doppia perdita
La scelta di Olanda e Gran Bretagna come
sedi del nuovo gruppo consentono forti risparmi
per Marchionne ● Il caso precedente di Cnh
e l’assenza di interventi delle autorità italiane
●
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Sergio Marchionne
e John Elkann
FOTO LAPRESSE
Era una fine annunciata, e quello che
stupisce tra gli esperti fiscali è che nessuno abbia mosso un dito finora. Che
Fiat avrebbe trasferito la propria sede
all’estero lo si era capito già nel 2011.
Certo, molti pensarono allora agli Stati
Uniti: ma andare fuori dall’Europa
comporterebbe degli oneri aggiuntivi
che il Lingotto ha voluto evidentemente «risparmiarsi». Per questo si scelgono ben due sedi europee: quella legale
in Olanda, quella fiscale in Gran Bretagna. La legislazione olandese consente
infatti la doppia residenza, che da noi
sarebbe vietata. Se l’Olanda conviene
dal punto di vista di diritto societario,
perché consente ai soci stabili diritti di
voto doppi (lo stesso è stato fatto per
Cnh Industrial) con un indubbio vantaggio per il socio di controllo Exor, il
Regno Unito garantisce un fisco ultraleggero proprio per le aziende di questo tipo.
REDDITI D’IMPRESA
L’imposta sui redditi d’impresa (la nostra Ires) è fissata oggi al 21% (contro il
nostro 27,5%) e calerà al 20 nel 2015.
Ma c’è da scommettere che i consulenti del Lingotto non hanno certo organizzato tutto questo moltiplicatore di
sedi per risparmiare 6-7 punti di Ires.
Lo sconto è molto maggiore. Dal 2013
infatti è entrato in vigore il cosiddetto
«patent box» che garantisce a chi porta
marchi e brevetti una tassazione sui
profitti che ne derivano al 10%. Le isole
britanniche in questo modo hanno attivato una sorta di calamita per le multinazionali straniere. Dopo la fusione e
l’«espatrio» della sede fiscale all’Italia
resterà l’imposizione sulla produzione
degli stabilimenti italiani. Ma il valore
aggiunto portato dal marchio, dalla ricerca, dalla capacità organizzativa, insomma tutta la parte più qualificata
dell’attività sarà persa. Il valore di una
società, infatti, non è meramente la
somma della produzione dei singoli siti
produttivi. Gli stessi fiscalisti sostengono che la perdita maggiore per il Paese
non va ricercata nel fisco, ma proprio
nell’impoverimento della struttura industriale. l’Italia diventa il luogo di produzione di modelli pensati altrove, in
stabilimenti la cui organizzazione sarà
decisa da una «testa» ormai lontana
dal cuore storico dell’azienda. Questo
consentirà un domani di chiudere e
spostare le produzioni con maggiore facilità di quanto non sia stato possibile
in passato.
Per il fisco italiano, tuttavia, potrebbe annunciarsi una doppia perdita. Già
due anni fa, infatti l’amministrazione
avrebbe dovuto muoversi per cercare
.. .
Resta l’imposizione sulla
produzione in Italia,
ma col trasloco se ne va
la torta più ricca
di intercettare i piani di Sergio Marchionne e creare delle condizioni per
farlo restare sotto le Alpi. Invece nessuno se n’è interessato: l’azienda si è mossa da sola. E naturalmente si è mossa
nel momento più vantaggioso. Gli oneri dovuti all’Erario per l’espatrio, infatti, rischiano di venire assorbiti quasi
completamente dalle perdite che
l’azienda ha registrato negli stabilimenti italiani. Nessun politico, nessun esponente dell’alta dirigenza si è preso la
briga di chiarire questa strategia con il
management.
LE NORME
Quando un’azienda decide di espatriare, infatti, deve chiudere la partita con
il fisco del Paese che lascia rivalutando
tutti gli asset e pagando le tasse dovute
come se stesse liquidando. Vengono assoggettati a tassazione tutti i plusvalori
cosiddetti «latenti», compresi quelli relativi alla tecnologia, ai marchi, all’avviamento. Questa è la regola aurea, ma
una fitta rete di eccezioni ha modificato questo regime, rendendolo sempre
meno oneroso. Tutto in nome della libera circolazione delle imprese, equiparata nell’Ue a quella delle persone. Il
primo dato da stabilire, in questo caso,
è il momento preciso in cui la residenza è trasferita, perché il tempo modifica parecchio i valori dei beni materiali
e immateriali (si pensi agli andamenti
di Borsa). In ogni caso le continue revisioni della normativa hanno stabilito
che si definisce certamente il valore da
tassare, ma poi si rimanda il pagamento al momento futuro in cui si cederà
effettivamente quel bene. Per il momento Fiat non verserebbe nulla.
Da cronista a sindaco: così ho visto la Fiat dentro Torino
IL RICORDO
DIEGO NOVELLI
●
l'acronimo Fiat ricorda qualcosa di
NEL FILM DELLA MEMORIA DI OGNI
TORINESE DOC O D'ADOZIONE
vissuto e di ascoltato dal padre o dai
nonni. Due note di storia che i cantori
dell'azienda non ricordano mai. Nel
quadro del pittore Lorenzo Delleani
(1899) dove sono raffigurati i fondatori
della Fabbrica Italiana Automobili
Torino, Giovanni Agnelli (il bisnonno
di John Elkann) è in piedi sulla destra
attorniato dagli amici che entravano
nel primo consiglio d'amministrazione.
Al tavolo della presidenza troviamo
seduto il conte Biscaretti di Ruffia. Nel
giro di pochi anni l'ex ufficiale di
Cavalleria si sbarazzava degli amici soci
per diventare “l'uomo solo al
comando”. Tante sono le traversie del
giovane Agnelli nella veste di capo
assoluto, ma su tutte va ricordato un
famoso processo per aggiotaggio. Tra
un rinvio e l'altro delle udienze e con la
benedizione del ministro Vittorio
Emanuele Orlando, l'imputato riuscì a
convincere il perito finanziario della
parte lesa a saltare il banco del
tribunale diventando il suo consulente.
Quel ragioniere si chiamava Vittorio
Valletta che legò tutta la sua vita alla
Fiat.
Ho avuto, come giovane cronista de
“L'Unità”, la fortuna di sentire
raccontare la storia dell'occupazione
delle fabbriche (1922) come quella
dell'inaugurazione del Lingotto, la
prima fabbrica in Italia sul modello
fordista, soprannominata dagli operai
Portolongone. Con il regime fascista
Giovanni Agnelli – fatto senatore del re
– aderì senza esitazione e come ai bei
tempi (per lui) della Prima Guerra
Mondiale diventò grande fornitore di
materiale bellico per lo Stato per le
guerre in Africa, in Spagna e per la
Seconda Guerra Mondiale.
Il nome Fiat è stato per decenni il
mito per milioni di uomini e donne che
sognavano di trovare un lavoro
soprattutto quelli provenienti dal sud.
Tutto era Fiat: le colonie Fiat, la mutua
Fiat, le case Fiat, i treni per i
pellegrinaggi a Lourdes pagati dalla
Fiat (aboliti dall'arcivescovo Michele
Pellegrino, il quale disse: «Agnelli pensi
costruire belle automobili, noi
pensiamo alle anime»). L'egemonia
della Fiat sulla città è stata esercitata
per anni dal quotidiano “LaStampa” di
proprietà della famiglia Agnelli. Non
posso non ricordare la collaborazione
con i tedeschi e con i fascisti durante la
guerra mantenendo però contatti con
uomini della Resistenza. Gli anni della
Guerra Fredda sono stati i più feroci
per la repressione nei confronti dei
lavoratori iscritti al Pci o al sindacato di
classe, la Fiom. Licenziamenti, reparti
confino, schedature illegali erano
all'ordine del giorno. Oltre i cancelli
degli stabilimenti Fiat le leggi dello
Stato italiano non esistevano a partire
dalla Costituzione. Per trenta e più
anni alla Fiat è stato “vietato” morire in
fabbrica anche per le vittime di atroci
infortuni sul lavoro. Tre righe il giorno
dopo su “LaStampa” informavano «il
poveretto è morto mentre lo stavano
trasferendo all'ospedale». Anche
pagare la tasse non è mai stato nelle
priorità della famiglia Agnelli. Nel 1964
ho scoperto che il nipote di Giovanni
Agnelli, conosciuto come “l'avvocato”
(anche se non lo era perché non diede
mai l'esame di procuratore legale) da
cinque anni non pagava l'imposta di
famiglia a quei tempi in vigore. Nei
dieci anni che sono stato sindaco della
città ricordo quello che scrisse il giorno
dopo alla mia elezione Gianpaolo
Pansa sul “Corriere della Sera” che mi
aveva chiesto quali erano le linee guida
per i rapporti con la Fiat: «Eserciterò il
mio ruolo di primo cittadino senza
intrusioni o particolari contrasti con la
grande azienda» e così fu. Ebbi modo
di conoscere da vicino i due fratelli
Gianni e Umberto e sono convinto che
la storia avrà modo di ricordare la
profonda differenza tra i due e come
“Umbertino” (come lo chiavano gli
amici) sia in forte credito con la città. I
nostri rapporti si fecero aspri dopo la
richiesta di quindicimila licenziamenti
(1980) e la famosa marcia dei
quarantamila presentata come
un'iniziativa spontanea di quadri e di
impiegati. Molti anni dopo Carlo
Callieri, capo del personale di Mirafiori,
confessava di essere stato lui
l'inventore e l'organizzatore della
marcia.
Sulle notizie di questi giorni posso
dire che i trasferimenti in Olanda e in
Inghilterra sono una perdita per
Torino anche se l'aspetto più
importante è il mantenimento della
produzione nella “Company Town”
come Torino veniva chiamata dai
giornalisti stranieri. Sinceramente sono
preoccupato perché le promesse di
Marchionne sinora sono state molto
aleatorie. Aveva annunciato un «piano
con investimenti per venti miliardi di
euro». Su quelle promesse fu fatto un
accordo con i sindacati e un
referendum. Vinse il sì, sostenuto da
Bonanni, Angeletti e soci: la Fiom votò
no. Quel piano non si è mai visto così
come i venti miliardi promessi.
RASSEGNASTAMPA
8
giovedì 30 gennaio 2014
IL CASO ELECTROLUX
Porcia a rischio, ma ora si tratta
●
●
Parte il tavolo sul piano Electrolux, fronte comune di Regioni e sindacati
L’amministratore italiano Ferrario verrà sostituito dai capi svedesi
MASSIMO FRANCHI
ROMA
«Se facciamo riferimento agli stipendi
polacchi, dovremmo chiudere tutte le industrie italiane». Partendo da questo
presupposto Flavio Zanonato ha finalmente mostrato le unghie. E, dopo aver
saggiamente ricostruito il rapporto con
i presidenti di Regione (prima fra tutti
quella Debora Serracchiani che ne aveva chiesto le dimissioni proprio sulla
questione Electrolux) in mattinata, è riuscito a ribaltare la situazione. Ora sarà
l’azienda - e precisamente i vertici svedesi - a dover presentare un Piano strategico sul futuro in Italia, sapendo che governo nazionale, territori, sindacati e opinione pubblica non accetteranno la chiusura di Porcia e il taglio indiscriminato
dei salari 5mila lavoratori.
Scesi in conferenza stampa, i toni sono rimasti sopra le righe con frasi effettivamente esagerate: «Il tavolo è stata
una pietra miliare», declama trionfante
il presidente veneto Luca Zaia. Più misurate le parole del ministro Zanonato: «L'
azienda non ci ha convinto ma ha accettato l’apertura di un tavolo negoziale
senza pregiudiziali, il confronto non deve avvenire sul costo del lavoro, vogliamo un piano industriale. Abbiamo chiarito - ha precisato - che non esiste soluzione senza che si salvi lo stabilimento
di Porcia». Parole misurate anche da Vasco Errani, vero regista della pax Serracchiani-Zanonato: «Abbiamo fatto un passo avanti: il piano strategico sarà su tutti
gli stabilimenti e la discussione non parte dal costo del lavoro ma dalla strategia
dell’azienda». Per Debora Serracchiani che ha glissato sui tre mesi di tempo persi dalla sua richiesta di un tavolo dello
stesso tipo tenuto ieri - «per la prima volta al tavolo della trattativa era seduto un
rappresentante della presidenza del
Consiglio (il consigliere economico
Franco Sanna, ndr), la compattezza dimostrata dal governo e dalle Regioni è
stata certamente importante per chiarire all’azienda che Porcia non si tocca».
Dopo l’incontro con i vertici svedesi,
il tavolo tripartito si riunirà il 17 febbraio. Nel frattempo il ministero si metterà al lavoro per preparare «tutti i possi-
bili interventi» che convincano Electrolux a rimanere in Italia. Su un piano di
investimenti annunciato dall’azienda di
circa 70 milioni (su 3 stabilimenti, senza
Porcia), il governo punta a trovare circa
50 milioni di «incentivi».
I sindacati intanto continuano ad essere molto critici con l’azienda. Se il segretario generale della Fiom Maurizio
Landini (non presente alla riunione) ha
scritto al premier Enrico Letta ribadendo la «necessità» della sua presenza al
tavolo, Fim Cisl («serve un piano industriale di prospettiva per tutti gli stabilimenti, ma siamo contenti dell’alto livello istituzionale riservato alla vertenza»,
commenta Anna Trovò) e Uilm («chiediamo il ritiro del piano che così non dà
possibilità di discussione», attacca Rocco Palombella). I sindacati intanto convocano il coordinamento dei delegati
Electrolux per il 3 febbraio a Mestre.
LA FIGURACCIA DEL MANAGER
Il vero sconfitto del tavolo al ministero
dello Sviluppo di ieri pomeriggio è stato
dunque Ernesto Ferrario. L’ad di
Electrolux Italia (e Europa) ha tentato il
colpo ad effetto. Dopo aver sostanzialmente ribadito il “modello Polonia” e la
quasi certa chiusura di Porcia con 600
altri esuberi, già illustrato ai sindacati,
ha mostrato a tutti gli interlocutori un
volantino pubblicitario di un grande magazzino con offerta di lavatrici a 199 euro: «Come vedete anche voi sulle lavatrici il margine di guadagno è bassissimo,
roba da magazzino; fatto 100 il costo per
noi di una lavatrice, 80 per cento è materiale, il restante 20 è costo del lavoro».
La sparata ha avuto un effetto boomerang. I toni dei vari Zaia, Errani, Serracchiani, Aprea, dei sindacati e dei tecnici
del ministero si sono alzati: «È una concezione inaccettabile», è stata l’espressione più gettonata.
Così Ferrario è stato costretto sulla
difensiva. Il ministro Zanonato ha avuto
buon gioco a definire «irricevibile» il piano e a chiedere un incontro immediato
(«fra due o tre giorni», forse assieme a
Letta) con i massimi vertici del gruppo
svedese. Saranno loro - e non Ferrario a trattare con il governo. E il nuovo piano strategico dovrà fissare gli obiettivi
per l’Italia, senza distinguere fra stabilimenti e quindi mantenendo Porcia.
Il blocco dei cancelli allo stabilimento di Susegana
«Gli investimenti? Li fanno coi nostri soldi»
A
Conegliano l’Electrolux
ha lasciato un cratere.
Dietro la stazione c’è
un’area in totale degrado di 10 ettari, grande
come 12 campi da calcio. I pochi pezzi della fabbrica Zoppas
attorno alla quale girava l’economia
dell’intero comprensorio, con qualcosa
come 6.000 assunti («E se non eri amico
dei preti entrare era durissima...»), sono
ormai fatiscenti, semidistrutti, spettrali.
Un alto recinto di lamiera circonda
una grande porzione della zona, su cui in
parte si è costruito, «ma molti degli appartamenti dei palazzi laggiù sono vuoti, e la
speculazione si è fermata, perché non
conveniva». A parlare è Alessandro Bortoluzzi, consigliere comunale Pd di Conegliano, che insieme a due colleghi è appena passato da Susegana, dove gli operai
presidiano l’azienda a seguito dell’annuncio del piano draconiano della società svedese. La smobilitazione dell’area era già
iniziata, ma l’Electrolux ha dato il colpo
di grazia: gli ultimi uffici sono stati svuotati nel 1994. «È un altro aspetto del problema, il lascito di una multinazionale», osserva Bortoluzzi. Da allora il degrado, a
due passi dal centro, non se n’è più andato.
Di passi bisogna farne qualcuno in più
per raggiungere Susegana. «Sì, per
l’Electrolux si va di qui. Ma guardi che è
tutto chiuso. Oggi non passa nessuno...».
IL REPORTAGE
ANDREA BONZI
INVIATO A SUSEGANA (TV)
Nella fabbrica veneta:
«Per 800 euro, ci conviene
trasformarci in una coop»
E a Conegliano il degrado
ha preso il posto
del vecchio sito Zoppas
Le tre operaie filano via svelte lungo la
passerella che collega il grande parcheggio all’entrata principale della fabbrica. Il
tempo di un caffé, e sono di nuovo ai cancelli. Lo scenario è simile a quello di Porcia, nel Friulano: una macchina è stata
parcheggiata di traverso all’ingresso. Eloquente il cartello infilato nel finestrino:
«Sciopero tutto il giorno». «Non è entrato
neanche il direttore del personale - racconta Augustin Bruno Breda, delegato
Fiom -. Ci ha visto, e fa: “Magari torno nel
pomeriggio...”». Nel Veneto, i 1.000 operai (più circa 200 tra impiegati e reparto
progettazione) producono frigoriferi da
incasso: il sogno di una fabbrica automatizzata, progetto nato attorno agli anni
‘80, si è scontrato con la mancanza di liquidità. Al contrario di Porcia, qui gli svedesi non vogliono chiudere (anche perché l’azienda fa profitti), ma ridurre i costi con la modalità già sentita per gli altri
stabilimenti di Forlì (dove ieri sono iniziati gli scioperi a scacchiera) e Solaro: o vi
abbassate gli stipendi a livelli concorrenziali con la Polonia, o addio a una parte
degli investimenti.
Su 22 milioni messi teoricamente sul
piatto dall’Electrolux, a rischio sarebbero 5 milioni. «Fai un po’ di conti, e vedrai
che quei 5 milioni lì coincidono con il risparmio sulle nostre buste paga. In pratica gli investimenti li fanno con i nostri soldi, perché il resto avrebbero dovuto spenderli ugualmene», insiste Antonella Piccin, da 25 anni in azienda. «Faccio le nozze d’argento», ci scherza su. La matematica non può essere un’opinione. Ne è convinto anche Breda: «Lo stipendio medio è
di 1.200-1.300 euro al mese, se anche tagliassero “solo” 130 euro non sarebbe comunque accettabile, ma vogliono di più.
A un livello salariale di 800 euro, ci conviene fare una cooperativa. Almeno il
10% di profitti che pretende l’azienda ce
lo teniamo noi». In più, non ci sono grandi certezze per i prossimi anni. «Stiamo
riaggiornando la gamma dei prodotti - fa
sapere Giuseppe Bolzan, che rappresenta gli impiegati -. Ci sono tre step: due li
abbiamo sviluppati qui, ma il terzo ha preso la strada dell’Ungheria. Perdere quei
150mila pezzi, su circa 740mila che facciamo ogni anno (a metà anni 2000 eravamo arrivati a un milione e mezzo), è un
brutto viatico per il futuro». «Se la multinazionale l’avrà vinta - osserva Gabriele
Manfrin, che prima di parlare si raccomanda di chiamarlo “compagno” - si innescherà un meccanismo di dumping,
perché anche le altre aziende si sentiranno autorizzate a pagare meno i dipendenti. È una vertenza che ha una grande valenza politica». E riguarda quindi anche i
circa 1.600 lavoratori dell’indotto.
Di sicuro, i lavoratori non staranno a
guardare, anche perché il primo round
del tavolo aperto dal governo («In ritardo, l’azienda ha iniziato le indagini sui siti
italiani a ottobre...», lamentano a Susegana) non ha portato a una svolta. Dopo gli
scioperi di otto ore martedì (con corteo) e
ieri e l’approvazione di un documento
unitario Fiom-Fim e Uilm, l’obiettivo di
fare rumore proseguirà. «Vorremmo organizzare una marcia con le auto a passo
d’uomo, da qui a Porcia, al mattino - spiega Breda, adesso vediamo se venerdì o la
prossima settimana». Non mancherà neppure Sarr Hamidou, senegalese ma in Italia da vent’anni (e all’Electrolux da 10).
«Bisogna far muovere le cose. Le mie figlie sono nate qui, il mio futuro è qui, questo Paese è la mia seconda patria. Basta
incertezze».
La competitività
non si difende col
dumping sociale
L’INTERVENTO
SERGIO COFFERATI
ANTONIO PANZERI
●
LA QUALITÀ DELLA PRODUZIONE
DI ELETTRODOMESTICI E LA
PRESENZA di un indotto distribuito
rappresentano uno dei punti di forza
del settore e il distretto del "bianco"
rappresenta un comparto storico
dell'industria manifatturiera italiana.
Ha pertanto destato grave
preoccupazione la decisione della
Electrolux di minacciare la
delocalizzazione produttiva senza un
drastico abbassamento del costo del
lavoro della manodopera. Il gruppo
sarebbe intenzionato a spostare la
produzione in parte in Polonia, in
parte fuori dall’Europa. Una posizione
che appare strumentale poiché non
pone il tema del rilancio e della
qualità della produzione, ma si
concentra solo sul taglio dei costi. La
via di uscita proposta dall'azienda di
parificare i costi del lavoro in Italia a
quelli di altri Paesi dove le tutele
sociali e sindacali sono inferiori è
pericolosa, perché pone le basi per
forme di dumping sociale che
potrebbero estendersi a tutti i settori
delle economie più sviluppate. Da
tempo abbiamo segnalato come
all'interno dei confini europei la
competizione non possa avvenire sul
piano dei diritti. Per un corretto
funzionamento del mercato unico
dobbiamo concentrarci sulla
definizione di un pacchetto minimo di
diritti che renda difficile, se non
impossibile, ricorrere al dumping
sociale. Ma questo potrebbe non
essere sufficiente. Il rischio è di
assistere a una delocalizzazione fuori
dai confini europei, verso economie come quella asiatica - dove il costo del
lavoro è mantenuto più basso a
discapito delle condizioni di vita dei
lavoratori. Da questa contraddizione
riteniamo si possa uscire in due modi.
In prima istanza, creando un quadro
normativo europeo che risponda alle
sfide poste dall'integrazione e che
scoraggi il dumping sociale, facendo
prevalere con determinazione la
Carta dei Diritti Fondamentali. In
secondo luogo, creando un ambiente
attrattivo per le imprese, che le
incentivi a operare sul territorio
europeo non in base al costo del
lavoro, ma in virtù di una
collaborazione sempre più stretta fra
settore manifatturiero ed economia
della conoscenza. L'incontro tra
sindacato ed azienda al Ministero
dello Sviluppo Economico é stato il
difficile prologo alla ricerca
di politiche che favoriscano il
mantenimento degli insediamenti
produttivi, l'occupazione e un salario
dignitoso. Gli Stati Uniti stanno
intraprendendo un grande rilancio
dell’ economia proprio basandosi sul
rafforzamento dell'industria, grazie a
investimenti pubblici e alla
valorizzazione dei fattori competitivi
ancora non replicabili nelle economie
emergenti. Anche l'Europa deve far
valere le sue eccellenze: centri di
ricerca tecnologica di livello mondiale,
rete logistica efficiente, crescente
accesso alla formazione professionale
e qualità della produzione. Allo stesso
tempo va alleggerito il peso della
burocrazia, potenziato il mercato
energetico comune per rispondere
alle esigenze del manifatturiero a
costi accessibili e sostenuta la crescita
sostenibile. Abbiamo chiesto perciò
alla Commissione europea di fornire
risposte credibili. Del resto, è soltanto
ponendoci obiettivi comuni che
possiamo far fronte, con equilibrio e
lungimiranza, a una crisi dalla quale
molti Paesi dell'eurozona faticano a
uscire. Ricordando, in ultima istanza,
che l'erosione dei diritti non è una
strategia che porta lontano.
RASSEGNASTAMPA
15
giovedì 30 gennaio 2014
COMUNITÀ
L’analisi
L’editoriale
La vera sfida è difendere il bipolarismo
L’ipoteca
dell’estremismo
Michele
Ciliberto
SEGUE DALLA PRIMA
Naturalmente è necessario verificare con attenzione il contenuto della riforma e le sue singole
parti, alcune persuasive, altre meno. Ieri è stato raggiunto un accordo tra le due forze maggiori, e questo è un fatto positivo. Naturalmente, bisogna vedere come si svolgerà il dibattito
parlamentare e quale sarà l’esito finale del confronto: così avviene nelle democrazie parlamentari. Ma la discussione va fatta sulla base di
una domanda precisa: questa legge, nel complesso, va in direzione del bipolarismo oppure
no? Questo è il problema principale; il resto è
importante, ma viene dopo e può essere discusso o modificato, a patto di salvaguardare la configurazione bipolare del nostro Paese.
Dico questo per una serie di considerazioni
in cui si intrecciano elementi politici e argomenti storici. La mancanza di una forte dinamica bipolare favorisce nel nostro Paese il crescere e l’affermarsi di politiche di «centro» e una
frammentazione del sistema politico, che non
sono elementi positivi per lo sviluppo dell'Italia. Può sembrare un’affermazione apodittica,
ma basterebbe il governo delle larghe intese di
questo ultimo anno per provare questa tesi.
Non è riuscito a dare alcun deciso contributo
per portare l'Italia fuori della crisi. Siamo rimasti in una palude, dalla quale non riusciamo a
venir fuori, mentre l'Italia continua a decadere
e le diseguaglianze diventano sempre più forti.
E dico questo senza alcun pregiudizio nei confronti di Letta, un uomo politico che personalmente stimo.
L’errore è stato compiuto quando si è deciso
di dare vita a questo tipo di governo, arrivando
addirittura a paragonarlo alla politica della «solidarietà nazionale» (nella quale erano impegnati, in prima persona, uomini del Pci come
Berlinguer e Chiaromonte). Si sarebbe dovuto
invece dar vita a un «governo di scopo» affrontando alcuni essenziali problemi, a cominciare
da una nuova legge elettorale senza pensare,
ovviamente, che essa fosse la panacea per tutti
i mali. Ma di qui bisognava, e tuttora bisogna,
passare se si vuole aprire una nuova stagione
nella politica italiana. Molti si sono scandalizzati perché il segretario del Pd ha trovato una
«sintonia» con il fondatore di Forza Italia su
questo punto e sulla prospettiva di una legge
elettorale di tipo bipolare. Curiosa reazione, in
verità. Sorprendente era l’adesione di Berlusconi al governo delle «larghe intese», fatta strumentalmente in nome di una presunta «pacifi-
Il commento
Per lo sviluppo servono
formazione e innovazione
Patrizio
Bianchi
SEGUE DALLA PRIMA
Tanto Fiat quanto Electrolux pongono sul tavolo del governo e sulle spalle dei lavoratori
tutte le contraddizioni dell'Europa di Barroso. Proprio la mancanza di una politica comune di crescita determina le condizioni di conflitto fra Paesi. Il primo tavolo su cui porre la
questione è dunque quello europeo, tavolo di
cui l'Italia a breve avrà la presidenza e del
resto già aperto, perché nel prossimo Consiglio europeo si porrà esplicitamente il problema del rilancio della manifattura come punto di partenza per parlare di rilancio economico dell'intera Europa. I dati sul costo del
lavoro diffusi in questi giorni ci confermano
che il costo del lavoro in Italia rimane il più
basso fra i Paesi europei più avanzati, meno
della Germania, meno della Francia, sotto la
media dell'Europa a 17, ma più alto della media dell'Europa a 27, cioè sopra i Paesi del
Sud e dell'Est. Quindi il primo problema è di
quale Europa vogliamo far parte, serie A o
cazione» che avrebbe dovuto salvaguardare la
sua persona e i suoi interessi; meno sorprendente è invece il suo convergere su una legge
elettorale di tipo bipolare. Certo, si può discutere il modo, la sede in cui questa convergenza è
avvenuta, ma non la sostanza che è questa: Berlusconi ha dato in venti anni un solo effettivo
contributo allo sviluppo della democrazia italiana, ed è stata la scelta bipolare.
Lo so: nelle sue mani il bipolarismo si è ridotto a puro trasformismo tipico della storia italiana, ridando forza anche alle forze di centro che
hanno prodotto nuovi partiti aumentando la
frammentazione del sistema politico e i problemi della governabilità. Ma, sul piano storico,
tra le immani macerie che ha lasciato, il bipolarismo è la sola eredità del ventennio berlusconiano che merita di essere salvata. Per il futuro
dell'Italia, ma anche per quello del Pd, il quale
può avere una prospettiva strategica solo se
riafferma con intransigenza la sua vocazione
maggioritaria, e riesce ad imporla nella vita del
Paese. Altrimenti è destinato a non avere più
un’effettiva funzione nazionale .
Lo so che l 'Italia è il Paese delle cento città.
È così almeno dal Rinascimento: da noi non c'è
stata una capitale come Parigi o Londra o Madrid, e non c'è stato lo Stato nazionale moderno sognato da Machiavelli. Nella nostra storia
ci sono Roma, Napoli, Firenze, Milano, Venezia, Mantova, Verona, Ferrara, Urbino, Palermo: tutte capitali di piccoli e grandi Stati, di Regni e di Repubbliche. Ma questa struttura poli-
centrica è stata la forza e, al tempo stesso, il
limite del nostro Paese: la sua tarda unificazione come Stato nazionale è stata un effetto anche di questa sua «grandezza», non solo delle
sue «miserie».
Il nostro problema è quello di valorizzare
questa pluralità e di inserirla in un quadro unitario, costruendo un principio in cui essa si riconosca e si potenzi. Noi abbiamo bisogno di individuare un principio di direzione e di governo
che, costituendo un nuovo rapporto fra governanti e governati, consenta di uscire da questa
situazione di stallo e di dirigere il Paese attraverso l’alternanza delle forze in campo - sulla
base, s'intende, del riconoscimento di valori
condivisi. È questa la ragione per cui il bipolarismo può essere uno strumento (e sottolineo:
strumento) utile. Se si fa un’analisi spregiudicata della nostra storia, per ragioni etiche oltre
che civili e politiche, questa è la strada che oggi
bisogna imboccare con decisione, anche se possono esserci dei prezzi da pagare.
Certo, non è con una legge elettorale che si
risolvono tutti i nodi in cui è oggi aggrovigliata
la vita dell'Italia. Ma è altrettanto sicuro che le
politiche delle larghe intese li aggravano. Ovviamente occorre vedere in concreto come questa esigenza venga realizzata sul piano legislativo, e perciò è strategica la battaglia dei prossimi giorni. Si facciano pure tutte le modifiche
utili, ma a patto di salvare la sostanza della «cosa»: una dinamica bipolare per la democrazia
italiana.
Maramotti
serie B, oppure sempre in zona retrocessione. Il vero problema che ha messo in evidenza una recente ricerca di Mediobanca è che confrontando proprio i dati delle multinazionali aventi impianti in Paesi diversi - il costo
del lavoro in Italia è più basso che altrove,
ma anche il valore aggiunto prodotto è più
basso e quindi la scelta sta fra tagliare il costo del lavoro, immiserendo salari ed impoverendo ulteriormente la popolazione, oppure
far crescere il valore aggiunto delle nostre
produzioni, facendo aumentare una produttività basata sui contenuti di valore dei beni
realizzati in Italia. Le nostre imprese, che nonostante la crisi hanno continuato ad esportare, hanno scelto questa seconda via. Ma
questa via richiede investimenti sulle persone, sia in scuole che in formazione, ed anche
in formazione mirata alle competenze necessarie per crescere in economia aperta.
La ricerca presentata ieri da McKinsey ci
ricorda che molte imprese cercano competenze per la loro crescita e non le trovano.
D'altra parte, proprio la Germania riesce a
mantenere produzioni manifatturiere e specialmente meccaniche, nonostante un maggiore costo del lavoro, perché quel lavoro è
maggiormente valorizzato e quindi genera
maggior valore aggiunto. Il nostro Paese, ricordiamolo, è quello che non solo investe meno in istruzione, ma anche in formazione in
fabbrica. La via per sfuggire alla rincorsa senza fine ad un possibile taglio dei salari sta in
una politica di rafforzamento della formazione e della innovazione, cioè della valorizzazione delle capacità delle persone realizzata
come azione di sistema-Paese.
Le stesse multinazionali che hanno deciso
di investire in Italia, e specificatamente in
Emilia Romagna sono state attratte dalla disponibilità di strutture formative che hanno
fortemente sostenuto processi di investimento o di riorganizzazione interna. I casi di Vuitton per produrre le scarpe di fascia altissima,
di VM acquisita totalmente da Fiat-Chrysler
per produrre motori diesel, della stessa
Volkswagen-Audi, che ha acquisito Lamborghini e Ducati, di Philipp Morris, che investe
a Bologna anziché a Monaco, oppure di Thyssen, che dopo una vertenza durissima, decide di non uscire, ma di riorganizzare gli impianti, ci parlano di una politica industriale
alla tedesca, quella che si fa e non si dice, e
che accompagna le imprese portando la formazione fin dentro la fabbrica, in una intesa
con le istituzioni che si realizza prima delle
possibili fratture, non dopo. Questi casi dimostrano che investendo sulle persone si ha con
le stesse imprese una relazione continua che
rafforza tutto il territorioe quindi tutto il tessuto di subfornitura e quindi le stesse imprese. Ritenere che una tale azione politica possa essere condotta solo a livello nazionale è
pura illusione, perché le realtà territoriali sono fra loro più divaricate di quanto non siano
mai state prima e perdere la dimensione territoriale, così come quella europea, vuol dire
consegnarsi ad una politica solo di inseguimento dei casi più disastrosi. Il governo riprenda la funzione di guida di un aggiustamento di lungo respiro e, con realismo, supporti la soluzione di problemi che debbono
essere radicate nel territorio. Si sfugga dal
fare di ogni singolo caso per quanto rilevante
il paradigma della nuova fase. Si torni a governare lo sviluppo.
Claudio
Sardo
SEGUE DALLA PRIMA
La «tagliola» è una norma estrema del regolamento
della Camera, introdotta nel ’97 dopo la famosa sentenza della Consulta che vietò la reiterazione dei decreti-legge, divenuta una scandalosa consuetudine
incostituzionale. L’effetto della tagliola è lo stop
all’ostruzionismo parlamentare e la messa in votazione del decreto, un attimo prima che scada il termine e ne decadano tutti gli effetti giuridici.
Le opposizioni, ovviamente, hanno il diritto di
usare ogni strumento legale a loro disposizione per
contrastare i provvedimenti che non condividono,
ma non hanno il diritto di impedire alla maggioranza (e al Parlamento) di pronunciarsi su un decreto.
Finora, anche nelle battaglie politiche più aspre,
non si era mai arrivati al punto di costringere il presidente della Camera ad applicare una norma che contrasta con lo spirito del parlamentarismo. Ma l’estremismo grillino voleva raggiungere proprio questo
risultato. E voleva mettere in scena quella rabbiosa
e plateale protesta nei banchi di Montecitorio, che
aveva lo scopo di delegittimare il Parlamento, di avvelenare il clima, di sovrastare con le grida le altre
questioni all’ordine del giorno.
Tutto si può dire tranne che il Movimento 5 stelle
sia stato vittima della tagliola. I grillini hanno cercato l’obiettivo per rafforzare, anche simbolicamente,
la loro opposizione di sistema. L’efficacia che cercano non è quella di emendare, di migliorare le condizioni dei cittadini che li hanno votati, ma quella di
produrre l’esito il più possibile negativo, in modo da
far risaltare l’antagonismo radicale. Piuttosto che
correggere un testo, è meglio che questo esca nella
versione peggiore. Qualche tempo fa, il M5s spinse
l’ostruzionismo contro un altro decreto-legge fino a
mettere a repentaglio i fondi per la ricostruzione
dopo il terremoto in Emilia: per fortuna, anche in
quell’occasione i grillini furono sconfitti.
Va detto, a onore del vero, che non tutti gli argomenti usati dai deputati di Grillo contro il decreto
sono da disprezzare: lasciano dubbi le modalità con
le quali - attraverso una rivalutazione delle quote
delle banche - si è realizzata una maggiore autonomia di Bankitalia dal Tesoro, e dunque dallo Stato.
Tuttavia, la fondatezza di alcuni argomenti non giustifica l’oltranzismo e la violenza verbale, anzi rende ancora più colpevole il comportamento adottato.
È inaccettabile che la denuncia faccia premio su qualunque tentativo di mediazione o di correzione. Una
forza politica fa opposizione e marca la propria diversità per costringere la controparte ad una posizione più avanzata, per ottenere qualche risultato
anche parziale. Questo è il confronto parlamentare
che incide sul Paese. Ieri invece lo scopo della contestazione era la sua teatralità, il fare una cosa che
non si era mai fatta: così la «tagliola» è diventata un
po’ come la risalita sul tetto di Montecitorio. Il nichilismo eretto a filosofia politica e il Vaffa gridato nel
Palazzo per rappresentare così un’opposizione sempre più «di sistema».
Grillo e Casaleggio stanno lanciando la campagna elettorale per le europee: hanno bisogno di allargare le distanze. Avevano scommesso su nuove elezioni politiche nel 2014, ma potrebbero aver perso
la scommessa. Così hanno programmato un’escalation della loro protesta. Gli insulti al Capo dello Stato non sono frutto del caso o del delirio di un singolo
deputato: sono anch’essi programmati. Il rifiuto di
partecipare in alcun modo alla riforma elettorale è
l’altra scelta strategica che prepara l’offensiva anti-europea. Prepariamoci ad un Grillo che farà impallidire Le Pen, e che tenterà di soffiare alla Lega il
primato anche della violenza verbale.
Sono le scelte politiche del Movimento 5 stelle.
Che condizioneranno la vita del Parlamento e il confronto politico nel Paese. Se i grillini decidessero di
partecipare al lavoro sulle riforme elettorali e costituzionali, potrebbero anche portare a casa dei risultati. Ma l’autonomia del politico per Grillo si fonda
sul tanto peggio per l’Italia. Tra l’altro, le riforme
dovranno toccare anche i regolamenti parlamentari. Bisogna prevedere tempi certi per le votazioni,
non solo dei decreti, ma anche dei disegni di legge
che il governo considera essenziali e (pro-quota) di
quelli che le opposizioni intendono sottoporre al giudizio dell’aula. Non si tratta di un modo per strangolare il dibattito: fare buone leggi richiede tempo, e
da noi il tempo serve anche per cambiare il modo
con cui si scrivono le leggi. Troppe norme sovrapposte, pochi testi unici e poca semplificazione. Ma per
cambiare il costume legislativo serve certezza sui
tempi di decisione. Confronto, contrapposizione,
mediazione, poi alla fine decisione. Altrimenti la democrazia muore. Purtroppo, c’è chi vuole l’impotenza della politica per trarne vantaggio.
RASSEGNASTAMPA
16
giovedì 30 gennaio 2014
COMUNITÀ
Dialoghi
Meglio le primarie
delle preferenze
La mafia non si tiene lontano con i
nominati, ma con la legalità. La
corruzione elettorale e il voto di
scambio hanno aggirato qualsiasi
sistema elettorale, alzando muri di
privilegi e barriere alla trasparenza,
contro la legalità. C'è anche chi
ricorda che le preferenze vennero
abolite con un referendum negli anni
90. Giusto, ma siamo nel 2014. E sono
successe tante cose.
MASSIMO MARNETTO
Luigi
Cancrini
psichiatra
e psicoterapeuta
Quello che dovremmo ricordare
mentre si discute di preferenze sì o no
è il modo in cui andavano le cose in
Italia nel tempo in cui gli elettori
erano chiamati ad esprimerle. Dopo
quei trent’anni, infatti, in cui quella
che veniva garantita agli elettori era
soprattutto la loro libertà di scelta ed
in cui era positivo ed importante, per i
partiti politici, acquisire alle liste le
simpatie (e i voti) di persone note e
perbene in grado di riscuotere la stima
e la simpatia degli elettori il gioco
delle preferenze si legò sempre di più
ai pacchetti di voti che il candidato si
procurava in modo più o meno legale
utilizzando i contatti che aveva o che
era in grado di comprare. Dai successi
di persone note si passò, in modo
sempre più chiaro a quello dei furbi
e/o degli ammanicati e dei compagni
di cordata fino ad arrivare, ai tempi
del Caf di Craxi, Andreotti e Forlani,
al mercato delle vacche contro cui fu
impostata e vinta una battaglia
referendaria. Tornarci ora avrebbe un
senso? Davvero sono cambiati, i tempi,
nella direzione giusta? Il mio parere su
questo punto è che la scelta dei
candidati dovrebbe avvenire
soprattutto in sede di primarie:
affidandola agli iscritti ed ai
simpatizzanti del singolo partito.
Obbligatoriamente e per tutti se ci si
riesce ma anche volontariamente, se il
Parlamento non prenderà questa
decisione, per i partiti che
dimostreranno in questo modo di voler
ascoltare davvero la voce di chi li vota.
CaraUnità
Per i beni culturali di Roma
Con la conclusione, nell’estate del
2013, delle procedure concorsuali per
14 archeologi, 20 storici dell’arte e 3
restauratori, Roma Capitale dispone
delle graduatorie da cui attingere per
garantire in futuro la conservazione e
la valorizzazione dei beni culturali
della città eterna. L’articolo 1 dello
Statuto identifica proprio
conservazione e valorizzazione del
patrimonio storico, artistico e
monumentale come funzioni
fondamentali dell’amministrazione
capitolina. Nel prossimo biennio gli
inevitabili pensionamenti del
personale in servizio alla
Sovrintendenza capitolina
provocheranno una drastica
diminuzione degli organici.
Nonostante tutto, la delibera 441 del
20/12/2013, con cui la giunta
capitolina ha pianificato l’assunzione
di 47 vincitori di concorso, non
prevede il reclutamento di nessuna
figura professionale specifica nel
settore dei beni culturali.
Sembra, inoltre, che l’amministrazione
non sia intenzionata neanche in futuro
ad assumere le figure professionali che
Via Ostiense,131/L 00154 Roma
[email protected]
garantirebbero la competenza
necessaria per la gestione del
patrimonio culturale della città. I
segnali provenienti da Roma Capitale
sono scoraggianti: da mesi si attende
la nomina del sovrintendente e sono
finora caduti nel vuoto gli appelli per
la cultura lanciati dal personale della
Sovrintendenza capitolina e, più
recentemente, dall’International
Council of Museums che ha
esplicitamente chiesto a Roma
Capitale di favorire l’occupazione di
personale qualificato.
Signor sindaco, le chiediamo un
segnale di attenzione per la cultura e
un impegno concreto per la futura
assunzione di archeologi, storici
dell’arte e restauratori, che hanno
superato una procedura molto
selettiva per titoli ed esami e non
chiedono altro che poter mettere la
propria competenza professionale al
servizio della collettività. La gestione
del patrimonio storico, artistico e
monumentale non può essere
improvvisata o delegata al personale
amministrativo: richiede
pianificazione, professionalità e
competenza.
L’intervento
Temi etici, il coraggio
di leggi avanzate
Maurizio
Mori
Presidente Consulta
di Bioetica
EUGENIO MAZZARELLA HA RAGIONE QUANDO OSSERVA CHE SUI «TEMI ETICI, SE SI VUOLE, SI PUÒ FARE SUBITO» (L’UNITÀ, 27 GENNAIO, P. 5) visto che queste leggi
non hanno costi, e si possono varare anche in tempo
di crisi come il nostro. Non solo: se quelle in materia
sono buone leggi, tutelano la dignità delle persone,
rafforzano la fiducia nelle istituzioni e hanno positivi
ritorni economici. Per questo non si dovrebbe esitare un istante a vararle. Ma per elaborare una legge si
deve partire da una visione generale della situazione. Per il collega Mazzarella il punto di partenza è il
fatto che quelli etici sarebbero «gli unici temi che
godono, nel Paese reale, di “larghe intese” naturali,
per soluzioni affidate al buon senso, a un diffuso sentire comune».
Su questo, dissento, perché a volte il «buon senso» o il «sentire comune» sono in contrasto con l’eti-
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
Signor sindaco, dimostri di voler
premiare il merito e garantisca un
futuro ai beni culturali di Roma che
Lei stesso ha posto al centro del suo
programma politico.
Archeologi, Storici dell'Arte e Restauratori
per Roma Capitale
La gravidanza delle disoccupate
involontarie
Attualmente in Italia ci sono due leggi
che finanziano la donna incinta. La
lavoratrice gode giustamente di
assenze remunerate giustificate dalla
gravidanza e alla donna che decide di
abortire lo Stato copre i costi di tale
aborto procurato volontariamente. Le
donne gravide che non lavorano
vengono dunque discriminate dal
nostro ordinamento giuridico senza
nemmeno distinguere tra inoccupate
per scelta e disoccupate involontarie.
Giustizia esige che ogni donna incinta
che non abortisca volontariamente
riceva dalla Repubblica un reddito di
sostegno per tutta la durata della
gravidanza e magari anche per i
successivi costi di cura della prole
minorenne.
Matteo Maria Martinoli
ca, ed è sbagliato credere che l’etica coincida col
«sentire comune». Fino al 1975 il sentire comune di
larga parte degli italiani era contrario alla «parità
dei coniugi», la cui introduzione suscitò aspre controversie: allora era una norma «avanzata». Ben presto ci si accorse che aveva colto il verso della storia e
ebbe positivi effetti sociali per tutti, inclusi i conservatori sessisti che rivorrebbero il capofamiglia maschio.
Oggi, con molta sorpresa, apprendo che Mazzarella ritiene che il ddl Calabrò proposto nel marzo
2009 offra una soluzione «socialmente condivisa».
Dimentica però che fu presentato in fretta e furia dal
governo Berlusconi per contrastare il caso Englaro,
e che i medici giudicarono quel testo del tutto inadeguato e inaccettabile (a dir poco). Anche qui, rilevo
che come minimo il «buon senso» di Mazzarella è in
netto contrasto con le indicazioni deontologiche dei
medici. Può darsi che per alcuni (i conservatori) queste indicazioni siano «avanzate», ma è facile che presto risultino benefiche per tutti.
Discorso simile sui i gay, ai quali il «comune sentire» riconoscerebbe il diritto alla «unione civile» ma
non al «matrimonio», la cui pretesa sarebbe frutto di
«un’omologazione ideologica». È troppo comodo,
caro Mazzarella, relegare nel calderone delle vecchie «trincee ideologiche» tutte le opinioni difformi
da ciò che presumi essere il «buon senso» o il «comune sentire». Basta leggere l’articolata sentenza Windsor vs Usa (26 giugno 2013) della Corte Suprema
americana per vedere che l’esclusione dei gay dal
matrimonio lungi dall’essere razionale è un’iniqua
discriminazione frutto del pregiudizio etero-sessi-
sta, neologismo con cui indico chi crede che i sessi
siano solo due (senza tenere conto delle più recenti
conoscenze scientifiche). Anche qui, può darsi che
per alcuni quest’idea sia «avanzata»: ma è forse un
delitto avere idee innovative? Non è meglio che le
buone leggi precedano e indirizzino la vita sociale? Il
legislatore, cioè il Parlamento eletto dal popolo perché rappresenta (dovrebbe rappresentare) la miglior parte della società, fa come il bravo urbanista
progettatore di territori: prevede in anticipo i flussi
di traffico e progetta le strade in modo da favorire la
viabilità e prevenire le file e gli ingorghi, senza restare ancorato al «comune sentire» che spesso è sordo
alle esigenze emergenti e chiuso al futuro.
Per elaborare buone leggi sui temi etici occorre
partire dalla considerazione che la rivoluzione biomedica ha già cambiato e sta sempre più cambiando
alcuni parametri tradizionali. Non bisogna avere
paura della scienza e pensare che debba essere messa subito al guinzaglio: la scienza è la cosa migliore
prodotta dall’uomo negli ultimi 4 secoli. L’etica,
quella vera e razionale, ci impone di individuare le
regole che – tenuto conto dei progressi scientifici e
della rivoluzione biomedica – favoriscono la dignità
e il benessere di tutti nelle nuove condizioni storiche
che già sono in essere e si verranno sempre più a
creare. Non è sempre facile scorgere quali esse siano, e per questo non sempre il «comune sentire» è
adeguato. Forse gli esperti sanno vedere meglio: come il bravo urbanista prevedendo i flussi di traffico
sa favorire lo sviluppo del territorio, così il legislatore accorto prevedendo le dinamiche sociali sa come
favorire la dignità delle persone e aumentare il be-
La tiratura del 29 gennaio 2014
è stata di 65.476 copie
La lettera
I bravi ricercatori
e le debolezze dell’Italia
Piergiorgio
Strata
Professore Emerito
Università di Torino
●
lCARO DIRETTORE,
HO LETTO CON INTERESSE LA BRILLANTE ANALISI
CHEPIETRO GRECOHA FATTO SUI RECENTI RISULTATI RELATIVI ALL’ASSEGNAZIONE di finanziamenti per la ri-
cerca da parte dello European Research Council. Come riportato anche da altri media ci rallegriamo del
fatto che in termini di numero di assegnazioni gli
italiani siano al secondo posto in Europa. Purtroppo
siamo di gran lunga in prima linea nella classifica di
coloro che spenderanno i loro soldi all’estero: Italia
26, Germania 15, e gli altri al di sotto di 5.
Si tratta di un’esportazione legale di capitali, in
quanto le regole vogliono, giustamente, che il finanziamento sia della persona che può portarlo con sé
ovunque. Questa regola introduce il concetto di mercato dei cervelli e in questo mercato gli inglesi traggono il maggior profitto.
Con questa emorragia di cervelli, se calcoliamo il
numero di italiani che spenderanno i fondi lavorando nel nostro Paese, la classifica ci vede al sesto posto. Questo ci potrebbe rallegrare. In fondo un sesto
posto non appare così male. La brutta notizia, che è
quella più importante, è che se calcoliamo il numero
dei nostri finanziamenti per milioni di abitanti, la
classifica ci vede al numero 11. Davanti a noi a vediamo prima in classifica la Germania con un coefficiente (rapporto fra finanziamenti e popolazione) di 2,5.
Seguono Israele (2,1), Olanda (1,4), Belgio (1,3) Svizzera (1,0), Cipro (1,0) Finlandia (0,7), Svezia (0,6),
Francia (0,5) Regno Unito (0,4) e Italia (0,3).
Questo score on size dimostra la nostra vera debolezza. Essa non è soltanto legata alla carenza di investimenti pubblici della ricerca che in percentuale
del Pil non è così lontana dagli altri Paesi, ma alla
scarsa presenza della ricerca industriale che in percentuale del Pil è quasi la metà di quella degli altri
Paesi. Non dimentichiamo che nel 1980 una ope legis mascherata ha inserito nei ruoli universitari ben
30.000 docenti.
Siccome la ricerca è competizione come il calcio,
non si può vincere un mondiale con una squadra
nella quale i giocatori sono stati reclutati come si è
fatto per l’università. E questa squadra non troverebbe degli sponsor che vi investano. I problemi da risolvere sono molti e alcuni a costo zero. Ma il problema
principale sta nella debolezza delle nostre infrastrutture che sono costose, frammentate, burocratizzate
e soprattutto con scarsa indipendenza dei giovani i
quali sono praticamente privi di quella mobilità che
è alla base del mercato dei cervelli.
nessere di tutti.
In Italia, dopo la stagione delle grandi (e benefiche) riforme sociali degli anni ’70 (statuto dei lavoratori, riforma psichiatrica, sanità pubblica, aborto,
ecc.) sui temi etici ha prevalso l’atteggiamento conservatore. Solo la magistratura ha contenuto il possibile catastrofico arretramento contrario ai principi
della Costituzione (si pensi alla legge 40). Per i partiti della sinistra, che promettono di innovare il Paese,
è forse giunto il tempo di rompere gli indugi e pensare a leggi «avanzate» che sappiano favorire le dinamiche sociali, e non intasarle in omaggio a tradizioni
ataviche ormai obsolete o a un «sentire comune» informato a queste.
In questo senso, oltre riconoscere presto il matrimonio gay, c’è da ripensare la legge sulla fecondazione assistita in sostituzione della assurda legge
40/2004, c’è la legge sulla ricerca scientifica con le
cellule staminali, embrionali e non, c’è la legge sul
fine vita che garantisca l’autodeterminazione nel rifiuto delle cure e non impedisca l’eutanasia già in
discussione in tutti i Paesi avanzati (Gran Bretagna,
Francia, ecc.), c’è da pensare a un Comitato Nazionale per la Bioetica più pluralista e meno succube alle
prospettive cattoliche, e via dicendo.
L’elenco è incompleto e l’agenda sul tema è densa: se si vuole far ripartire il Paese si devono fare
leggi che aggiornino le modalità di convivenza civile
circa i cosiddetti «temi etici» sulla scorta di un’etica
che non abbia paura della scienza e sappia guardare
avanti anche abbandonando quel «sentire comune»
che spesso dipende da un passato che ormai non macina più.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Mercoledì 29 gennaio 2014
www.ilquotidianoweb.it
GOVERNO E PARTITI
Lettera dei partiti minori alla Boldrini per far
slittare l’esame a febbraio. Il Cavaliere al bivio
Legge elettorale
Pd e FI trattano
La discussione in Aula spostata al 30 gennaio
Il nodo più spinoso da risolvere sono le soglie
di SERENELLA MATTERA
ROMA- Continua a viaggiare
sull’asse Renzi-Berlusconi la legge
elettorale. Diversi contatti tra il segretario del Pd e il leader di FI scandiscono la trattativa su alcune modifiche da apportare al testo dell’Italicum, senza tradire l’accordo siglato due settimane fa al Nazareno. Intanto, alla Camera entrano in azione i piccoli partiti, che fanno asse e
cercano di rinviare a febbraio l’approdo in Aula della legge ma non ci
riescono perchè lo slittamento è solo di 24 ore, al 30 gennaio.
La commissione Affari costituzionali dovrebbe dunque chiudere
la legge elettorale, perchè si possa
iniziare la discussione generale con
il rischio che non si faccia in tempo a
concludere il voto di tutti gli emendamenti, soprattutto se dovesse
mancare l’atteso accordo tra Pd e FI
su alcune modifiche concordate. In
quel caso, però, viene spiegato da
fonti della maggioranza, si porterebbe comunque in Aula il testo base per evitare ulteriori slittamenti.
Dalle Aule parlamentari si guarda dunque con attenzione alla trattativa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che si sono sentiti più volte
nei giorni scorsi. Da loro si attende
il via libera alle modifiche al testo. A
partire dal nodo più spinoso, quello
delle soglie. Si discute infatti innanzitutto della percentuale necessaria
per aggiudicarsi il premio di maggioranza al primo turno, con l’ipotesi è che salga dal 35 al 37%. Anche il
Quirinale nutrirebbe infatti perplessità sulla soglia al 35%, che rischia - si spiega in ambienti della
maggioranza - di essere considerata troppo bassa (e perciò incostituzionale) dalla Consulta.
In parallelo, il sindaco e il Cavaliere starebbero anche discutendo della possibilità di agevolare l’accesso
al Parlamento ai piccoli partiti. E allora il meccanismo salva Lega voluto da un emendamento di Forza Italia, potrebbe abbinarsi a un leggero
calo delle soglie di sbarramento.
Anche perchè Angelino Alfano, terzo contraente dell’accordo, avverte
che “sarebbe un’ingiustizia” far entrare in Parlamento “chi ha preso
600 mila voti” e tenere fuori “chi ha
preso 1,5 milione di voti“: le 2 cose
devono andare insieme.
Blindare l’accordo con Berlusconi anche sugli emendamenti all’Italicum è indispensabile a Renzi per
evitare lo stallo in Parlamento e
sminare possibili intese trasversali
tra i piccoli partiti per cambiare il testo. “Se qualcuno vuole far saltare
tutto, lo faccia a viso aperto“, sfida il
sindaco, che punta a non farsi “ingabbiare” e a chiudere presto l’accordo col Cavaliere per poi, se necessario, andare anche a “litigare”con i
“piccoli.”“Berlusconi è ad un bivio“,
aggiunge il segretario Pd.
Intanto, in commissione alla Camera c’è da superare il voto di 250
emendamenti. Il Pd ha ritirato i suoi
tranne tre (sulla soglia del 35%, sulle primarie facoltative per legge e
sulla delega al governo per i collegi)
per agevolare la trattativa con Berlusconi. Ma gli altri partiti sono battaglieri, a partire dal M5S, pronto
ad allungare i tempi dibattendo
norma su norma.
Con una lettera alla presidente
della Camera Laura Boldrini i “piccoli” provano a fare fronte comune:
gruppo Misto, PI, Sel, Fdi e Lega
chiedono di spostare a febbraio l’approdo in Aula della legge elettorale,
per consentire un dibattito in commissione con tempi congrui. Pd e FI
vogliono portare il testo in Aula entro gennaio, per sfruttare la regola
che gli garantisce in questo caso
tempi contingentati a febbraio. E
non cedono: giovedì pomeriggio
inizierà il dibattito dell’Assemblea.
Intanto, i “piccoli”il primo segnale l’hanno lanciato. Giocheranno la
loro partita fino in fondo. Consapevoli che ad aiutarli in Aula arriverà
il voto segreto.
Il segretario del Pd
Matteo Renzi
|
L’INCHIESTA
|
De Girolamo indagata?
«Io non ne so nulla»
BENEVENTO - Non si ferma e
promette nuovi sviluppi a breve
l’inchiesta sull’Asl di Benevento
che ieri ha visto l’esecuzione di
una nuova misura cautelare nei
confronti dell’amministratore
di fatto di due società accusato
di aver emesso fatture irregolari per oltre 400 mila euro. Contestualmente i pm vanno avanti
Nunzia De Girolamo con Silvio Berlusconi
anche con le indagini sul cosiddetto direttorio partitico-politico che avrebbe gestito la sanità
nel Sannio e di cui avrebbe fatto
parte l’ex ministro Nunzia De
Girolamo. I magistrati hanno
inviato in serata un invito a
comparire a Michele Rossi, direttore generale della Asl che
dovrà presentarsi, in qualità di
persona indagata, in procura il
4 febbraio prossimo.
Sebbene la procura non confermi le indiscrezioni di stampa
circa una sua iscrizione nel registro degli indagati, le attività
di indagine mirate sul direttorio e sulle registrazioni delle
riunioni a casa del padre del ministro, nonchè l’emissione del
provvedimento nei confronti di
Rossi (uno dei partecipanti alle
riunioni e indicato come persona vicina al ministro) portano a
dedurre che l’onorevole del
Nuovo Centrodestra sia effettivamente sotto inchiesta. Del resto se l’ex ministro è iscritta al
cosiddetto modello 21 (registro
degli indagati) di tale informa-
zione ne sono a conoscenza i soli
magistrati titolari del fascicolo,
ovvero il procuratore e i tre sostituti che lavorano al caso.
Fonti della procura si limitano a dire che la circostanza “non
può essere confermata, ma
neanche negata”, lasciando insoluto il quesito ma in ogni caso
rafforzando il convincimento
che l’ex ministro sia finito sotto
inchiesta. “Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia, nè un invito a comparire”la replica della
De Girolamo. Cui fa eco il suo avvocato, Angelo Leone: “Ribadisco che allo stato non abbiamo
ricevuto alcuna comunicazione
dalla procura. Ma c’è chi continua a volere a tutti i costi indagata la mia assistita.”
Oggi Leone sarà in procura
per un contatto con i pm titolari
dell’inchiesta. La nuova ordinanza di custodia ai domiciliari
è stata eseguita nei confronti di
Giovanni Cirocco. Per lui la procura aveva chiesto l’arresto già
in occasione della prima tornata
di provvedimenti restrittivi.
IL CONFLITTO Nervi tesi con l’ex ministra dell’Agricoltura su un probabile rientro
La Pascale detta legge in FI: «Da noi non torna»
Le deputate azzurre condividono la posizione
e ci pensa anche Toti ad agitare il partito
ROMA- Impegnato nella trattativa
sulla legge elettorale con Matteo
Renzi, Silvio Berlusconi si chiama
fuori per una volta dalle polemiche
che tengono banco dentro Forza Italia. La scena infatti è tutta per Francesca Pascale, fidanzata del Cavaliere i cui giudizi politici sembrano essere ogni giorno più influenti ad
Arcore come a palazzo Grazioli. Di
fronte al silenzio dell’ex premier
all’ipotesi che Nunzia De Girolamo
(berlusconiana della prima ora poi
passata con Angelino Alfano) possa
far ritorno tra gli azzurri, è proprio
la Pascale a dettare la linea facendo
trapelare la sua contrarietà ad un
eventuale ritorno dell’ex ministro
dell’Agricoltura in Fi. Una presa di
posizione subito accompagnata da
una serie di dichiarazioni concordi
da parte delle parlamentari azzurre.
La levata di scudi a sostegno della
Pascale però non preoccupa per
niente l’ex ministro dell’Agricoltura: “Da politico ammetto di provare
tristezza verso coloro che si affrettano a commentare il nulla solo per
guadagnarsi un posto in Paradiso“,
è la frecciata rivolta alle ex colleghe
di partito. Quanto alla Pascale, la De
Girolamo si limita ad osservare: “Da
donna che ama posso capire le scelte
e le reazioni di una compagna, anche quando non nascono da fatti
reali”. Ma, al di là della replica
dell’ex ministro, a destare attenzione sono le prese di posizione a sostegno della fidanzata del Cavaliere da
parte delle deputate azzurre che affiancano la Pascale.
Insomma, una ribalta mediatica
per la fidanzata di Berlusconi che
deve concedere un pò di spazio sotto
i riflettori a Giovanni Toti, consigliere per il programma. La pax interna al partito dopo la decisione di
Berlusconi di non affidargli un incarico di peso al vertice azzurro è già
finita perché c’è già qualche malumore tra la vecchia guardia.
Francesca Pascale
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Giovedì 30 gennaio 2014
www.ilquotidianoweb.it
GOVERNO E PARTITI
Esulta il segretario dei Democratici: «Mai più
larghe intese e ricatti da parte dei piccoli partiti»
Legge elettorale
L’accordo regge
Renzi e Berlusconi rivedono insieme la riforma
Ora la prova dell’Aula. Protesta la minoranza Pd
DI CRISTINA FERRULLI
ROMA - Si chiami “Renzellum“,
come lo battezza Casini, o “Caimanum“, come protesta Vendola, la
sostanza non cambia. Il patto tra
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi
regge ed i due, con una trattativa
fino all’ultimo, correggono d’intesa la riforma elettorale, che da
oggi approda in Aula.
“Avanti così, ora mai più larghe intese e ricatti dei piccoli“,
esulta il leader Pd che concede al
Cavaliere il “Salva-Lega” ma porta a casa la soglia al 37% per il premio e una minima discesa al 4,5%
dello sbarramento. Ma la riforma, per diventare
legge, dovrà passare le forche caudine del voto segreto, chiesto da
M5S, e la protesta
dei partiti minori e
della minoranza
Pd.
Non si sono mai
interrotti i contatti tra Renzi e Berlusconi per chiudere l’accordo prima dell’arrivo
in Aula. Superato il niet di Fi,
complice anche la moral suasion
del Quirinale, all’innalzamento
della soglia per il premio di maggioranza, l’ultimo scoglio, sul
quale i due contraenti si sono confrontati fino all’ultimo, è stato
l’abbassamento della soglia per i
partiti in coalizione, richiesta sia
da Ncd sia da Sel. Alla fine la mediazione è stata scendere dal 5 al
4,5%, una correzione che suona
come un’offesa e fa infuriare Nichi Vendola. Angelino Alfano
Restano
i nodi
delle liste
bloccate e
le soglie
strappa, invece, la possibilità di
qualche candidatura multipla
ma rinvia all’Aula, come anche
Scelta Civica e Popolari per l’Italia, nuove correzioni sia sulle soglie sia sulle preferenze.
Nelle ore decisive per la trattativa si affaccia, nella sede del Pd, dove il segretario Pd è riunito con
capigruppo e fedelissimi, anche il
ministro Dario Franceschini. E la
benedizione del governo - che ora
in 45 giorni ha la delega di ridisegnare i collegi elettorali - al passo
avanti alle riforme arriva, da Bruxelles, direttamente dal premier
Enrico Letta: “Le riforme sono
fondamentali per la stabilità e per
mandare avanti il nostro paese. E’
una buona notizia per l’Italia se
riusciamo a farle.”
Chi, invece, deve decidere se riprendere la battaglia, dopo aver
ritirato in commissione gli emendamenti per l’aut aut di Renzi, è la
minoranza del Pd. “Restano i nodi delle liste bloccate e delle soglie.
E’ una legge troppo sbilanciata a
favore di Berlusconi e di Forza
Italia“, attacca il bersaniano Alfredo D’Attorre, che chiede nuove
correzioni ma esclude “imboscate” nel segreto dell’urna in Aula.
E mostra di non temere tradimenti anche il sindaco di Firenze: “Sarebbe il colmo che chi per 20 anni
non è riuscito a fare la legge ora si
nasconde dietro il voto segreto.”
Timori o meno, per Renzi il dado è tratto e ieri si è raggiunta la
migliore riforma possibile che, a
suo avviso, può essere approvata
“rapidissimamente.”
Soddisfatto anche Silvio Berlusconi che, attraverso il suo neoconsigliere Giovanni Toti, gli
rende l’onore delle armi al rottamatore: “Ha dimostrato di avere
le palle, questa è una buona legge
elettorale per tutta Forza Italia.”
Il paradosso, però, è che, nonostante l’impegno del Cavaliere,
Matteo Salvini giudica “ad occhio, una porcheria” l’intesa raggiunta.
E la battaglia si sposta ora in
Aula, probabilmente saltando anche il voto notturno degli emendamenti in commissione, dove i
Movimento 5 Stelle puntano a far
emergere con il voto segreto le divisioni interne ai partiti, a partire
dalle pregiudiziali di incostituzionalità, che saranno presentate
anche da Sel, Lega e altri partiti
minori.
Ma l’effettiva realizzazione
dell’intesa sulla legge elettorale
passa anche dalla riforma del Senato. E non solo per la volontà a
più riprese ribadita dal leader del
Pd Matteo Renzi di dare una svolta alle istituzioni con i conseguenti risparmi, ma anche per un
fatto tecnico.
Se il Senato resterà elettivo non
sarà, infatti, in alcun modo sventata la possibilità di maggioranze
diverse tra le due Camere e, dunque, di ingovernabilità.
Il problema è che finchè non
verrà cambiata la Costituzione resterà una discrepanza tra i corpi
elettorali di Montecitorio e Palazzo Madama, dal momento che per
il Senato si può votare solo al compimento dei 25 anni e dunque il
numero degli elettori è inferiore.
E manca una fascia importante di
elettori giovani. Questo nodo non
può essere risolto dalla riforma
elettorale.
FOCUS Vertice fiume del Cavaliere per tranquillizzare i suoi
Toti in tv e FI sul piede di guerra
ROMA - Il pomeriggio lo trascorre a
palazzo Grazioli ad incontrare imprenditori e rappresentanti di categorie fino al debutto Tv nel salotto
di Porta a Porta. Giovanni Toti usa
toni soft e cautela ribadendo più e
più volte di non essere un “rottamatore” nè tantomeno il numero due
di Forza Italia. Certa ormai è la presenza fissa accanto al Cavaliere in
tutte le riunioni e numerose le interviste in cui insiste nella necessità di rinnovare il partito, gettando
così scompiglio nelle file azzurre.
Ecco perchè nelle stesse ore in cui
l’ormai ex direttore del Tg4 era a registrare la trasmissione televisiva
a via del Plebiscito il Cavaliere è stato impegnato in un vertice fiume
(circa tre ore) con i big di Fi, Fitto in
testa, cercando di placare gli umori
e soprattutto chiarendo ancora una
volta di non voler escludere nessu-
Giovanni Toti a “Porta a porta”
no dagli assetti del suo partito.
Una strategia, quella di rasserenare gli animi, a cui Toti fa da sponda elogiando i dirigenti azzurri,definendoli la “spina dorsale” di Forza Italia, smentendo “contrapposizioni”, ma soprattutto ricordando
che in Fi non esistono numeri due:
“C’è un numero uno che è Silvio Berlusconi - dice - poi ci sono infiniti numeri due”. E’ chiaro però che il Cavaliere investe molto su di lui, non è
un caso che sia Toti a commentare
in televisione a nome di tutto il partito l’accordo raggiunto sulla legge
elettorale ripercorrendo le tappe
dell’intesa tra il Cavaliere e Matteo
Renzi. Il consigliere dell’ex premier
sa perfettamente però che la partita
è un’altra e che riguarda gli assetti
di Fi: “Io non so che tipo di organizzazione voglia dare Berluconi spiega - non nego ci sia l’ipotesi di
un ufficio politico ristretto così come un’ufficio di presidenza allargato.”L’ultima parola insomma
spetta al Cavaliere che avendo dato
il via libera definitivo all’accordo
raggiunto sulla legge elettorale è
stato costretto a rimettere la testa
sul partito.
|
L’OPPOSIZIONE
|
Sotto accusa
il “Salva-Lega”
ROMA - La rinnovata intesa tra
Renzi e Berlusconi lascia l’amaro in bocca alla minoranza del
Pd, che però, a questo punto, dopo aver spinto il leader Pd a tornare al tavolo della trattativa, si
trova con le armi spuntate.
Troppo grandi i rischi, facendo
fallire la riforma nel voto segreto in Aula, di arrivare al redde rationem nel partito e di essere additati per quelli che hanno fermato la riforma attesa da anni.
D’altra parte per il leader Pd la
partita è chiusa: “Ho trattato fino alla fine, ora sarebbe il colmo
se chi non ha fatto nulla per 20
anni, si nasconda dietro al voto
per affossare la
legge elettorale“,
attacca il rottamatore. Nell’intesa elettorale c’è
molto poco delle
richieste avanzate dalla sinistra del Pd: tranne il
37%, nessun superamento delle
liste bloccate, nemmeno le primarie facoltative per legge, nessun abbassamento delle soglie
per i partiti in coalizione o singoli. E per di più la norma “SalvaLega” che prova, secondo il bersaniano Alfredo D’Attorre, che
“la riforma è troppo sbilanciata
su Berlusconi e Forza Italia.” In
nome di possibili miglioramenti, la minoranza aveva accettato
l’aut aut di Renzi di ritirare tutti
gli emendamenti. L’unico che ha
disobbedito è Giuseppe Lauricella che ha presentato un emendamento, poi firmato anche da Rosy Bindi e altri membri della minoranza, per chiedere che la riforma elettorale entri in vigore
dopo il superamento del bicameralismo perfetto.
A questo punto, nella riunione serale, Gianni Cuperlo e altri
membri della minoranza hanno
chiesto di continuare lo sforzo
per un ulteriore miglioramento
della legge in Aula, dimostrando come alcune prese di posizione hanno finora giovato. Ma
Renzi non ne vuol sapere: adesso, è la sua posizione, la legge va
approvata “rapidissimamente“,
altro che ulteriori lungaggini. E
ieri sostituendo Chiara Geloni
con Filippo Sensi alla guida di
YouDem, il segretario Pd ha mostrato una volta di più i muscoli
all’opposizione
interna.
Perchè a questo punto per il
leader Pd la partita si deve spostare su temi più
vicini ai cittadini, il piano per il
taglio di 1 miliardo dei costi
della politica e il Jobs act, che
Renzi vuole approvare la prossima settimana e mettere sul piatto del nuovo patto di coalizione.
D’altra parte, il segretario Pd
confida anche nelle divisioni
della minoranza. Dove pochissimi, e nascosti, meditano il fuoco
amico in Aula. I giovani turchi,
per voce di Matteo Orfini, da
tempo in scia al rottamatore,
prendono le distanze dall’attacco dei bersaniani: “Leggo dichiarazioni fatte a nome della
minoranza. Immagino si intenda la minoranza della minoranza”. E anche Cuperlo è convinto
che si deve arrivare “a viso scoperto” fino dove è possibile per
migliorare la legge. E poi, ad un
certo punto, va messo un punto
perchè boicottare la riforma è
inimmaginabile.
In pochi
meditano
di affossare
la legge
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Mercoledì 29 gennaio 2014
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5
IL CASO L’insulto dal parlamentare Sorial
L’M5s contro il Colle
«Napolitano un boia»
L’indignazione di Letta
di FRANCESCA CHIRI
Il parlamentare Girgis Giorgio Sorial del Movimento 5 Stelle
|
L’ISTRUTTORIA
|
Mastrapasqua, in bilico
la presidenza dell’Inps
ROMA - L’istruttoria sul caso
Mastrapasqua dopo le accuse
sulle fatture gonfiate dell’ospedale israelitico, avrà bisogno ancora di qualche giorno per essere
chiusa e perchè il Governo prenda una decisione. Ma il presidente dell’Inps conferma che non intende dimettersi. In un’intervista a La Repubblica ha infatti ribadito di non essere il “mostro” e
che i fatti che gli sono contestati
dovranno essere accertati dai tribunali, non dai Nas. “Mi dicono
che la procura stia chiudendo la
cosa - ha detto - ecco perchè sono
sereno. Sono mite e moderato,
taccio, sto fermo e aspetto”.
“L’obiettivo nostro - ha detto invece il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini - è l’analisi del caso. Stiamo raccogliendo i documenti e fino a che non è terminata l’istruttoria non intendo rilasciare altre dichiarazioni su questo aspetto”. Nei prossimi giorni
quindi il Governo deciderà come
procedere dato che il mandato di
Mastrapasqua scadrà a fine
2014. Tra le ipotesi c’è, ma molto
Antonio Mastrapasqua
debole, quella del commissariamento dell’Istituto (circola il nome dell’ex ministro del Lavoro,
Tiziano Treu ma appare complicato sia per l’età che per estrazione che sarebbe la stessa del presidente del Civ), mentre resta la
possibilità di accelerare il cammino della riforma della governance dell’Istituto impantanata
da tempo in Parlamento. Se la riforma della Governance dovesse
andare in porto, il passo indietro
dell’attuale presidente sarebbe
naturale. Mastrapasqua comunque continua a difendere il pro-
prio operato dicendo di non ricoprire alcuna carica incompatibile con la presidenza Inps. Quanto
all’accusa di richieste di rimborso alla Regione gonfiate, Mastrapasqua ricorda che il direttore
generale dell’ospedale israelitico non visiona le cartelle cliniche
nè le schede di dimissione e quindi non ne conosce il
contenuto. Tra i difensori del presidente dell’Inps c’è
chi ventila che le notizie sull’indagine
siano legate al tentativo di stoppare la
possibile candidatura di Mastrapasqua al vertice di
Poste questa primavera quando si
aprirà la tornata di nomine.
A difesa di Mastrapasqua è intervenuto anche Giuliano Cazzola ex parlamentare Pdl e esperto
di previdenza. “Se nell’esercizio
dei suoi numerosi incarichi, ha
violato la legge lo accerteranno”.
L’OSTRUZIONE Il Decreto legge potrebbe decadere
Imu-Bankitalia a rischio
ROMA - Il duro ostruzionismo del M5S sul decreto legge Imu-Bankitalia pone il testo a serio rischio di decadenza. Il decreto, che contiene il blocco dell’Imu sulla prima casa ma anche le modifiche dello statuto dell’Istituto di
Via Nazionale, scade mercoledì. Tuttavia,
malgrado il governo abbia incassato venerdì
scorso la fiducia a Montecitorio, non è stato
ancora convertito in legge, per il “filubustering” dei Cinque Stelle: iniziato in mattinata,
non accenna a fermarsi.
I deputati M5S ieri hanno fatto slittare per
un pò la ripresa dell’esame del testo intervenendo in massa sul verbale della seduta precedente. Dopodichè, sono intervenuti a raffica
per tutto il giorno sui 168 ordini del giorno, di
cui sono per la maggior parte firmatari, utilizzando fino alla fine tutti i tempi previsti dal
regolamento per questa fase, dando vita ad
una maratona oratoria alla quale i parlamen-
tari degli altri gruppi non possono che assistere inermi. Teoricamente, il gruppo M5S ha
i numeri per portare il decreto Imu-Bankitalia alla decadenza: ciascuno di loro può intervenire per dieci minuti su ogni ordine del
giorno e per altri dieci in dichiarazione di voto
finale. Ore ed ore di parole che, in mancanza
di un accordo, porrebbero seriamente a rischio la conversione.
Capire se un’intesa sia possibile si saprà solo oggi, quando Laura Boldrini incontrerà i
capigruppo; tuttavia M5S chiude ogni porta
al dialogo, e continua a tenere l’Aula sotto
scacco, con i suoi deputati che espongono in
continuazione il cartello con la scritta “Giù le
mani dalla Banca d’Italia“, venendo puntualmente richiamati all’ordine dalla presidenza.
Uno di loro, Diego De Lorenzis, quel messaggio se lo è addirittura cucito sulla maglietta
suscitando le ire della presidente Boldrini.
«Non sono
un mostro
Prima
accertate
i fatti»
frequente. ” Il Parlamento è
esautorato del suo lavoro da un
ROMA- Il M5S di nuovo contro il gran numero di decreti e siamo
Capo dello Stato. I Cinque Stelle certi che parte della responsabirilanciano l’intenzione di pre- lità sia da addebitare al Capo
sentare una loro richiesta di dello Stato, a cui sta a cuore non
messa in stato di accusa del Pre- un Parlamento svuotato ma il
sidente e lo accusano di proteg- duo Renzi-Berlusconi. Per quegere solo la maggioranza, di sto chiediamo che Napolitano
avallare “una tagliola contro non sia solo il garante di un gol’opposizione”. Ma non si ferma- verno che cade a pezzi ma il gano lì. Di perifrasi in similitudi- rante di tutti”. In quest’ottica
ne arrivano a definire il Capo sta anche il rinnovato annuncio
dello Stato un “boia” che “cuce la dell’intenzione di presentare
bocca e taglia la testa alle oppo- una richiesta di messa in stato
sizioni”. Un insulto che fa salta- d’accusa da parte del M5S.
re sulla sedia
Un’intenzione
per la sua crumai
chiarita
dezza e che pronelle reali possivoca l’immediabilità ma che
ta indignazione
Beppe
Grillo
di tutte le forze
evoca da mesi ed
politiche, Lega
ha riconfermacompresa. Che
to nei giorni
porta la Procuscorsi. “E’ una
ra di Roma a vacosa che vedrete
lutare se procepresto“, assicudere per vilipenra Sorial. “Ci ladio. E induce il
voriamo da tempremier Enrico
po, non escluLetta ad intervediamo a breve
nire in difesa del
una formalizzaPresidente:
zione”, confer“L’indegno at- Giorgio Napolitano ed Enrico Letta
ma Santangelo.
tacco M5S è un
La richiesta di
punto di non ritorno di deriva messa in stato di accusa del Preestremista inaccettabile per sidente sarà una cosa che “prochiunque pratichi i principi de- cederà parallelamente” alle inimocratici”.
ziative di denuncia di violazione
L’irriverente paragone esce della legge e dei regolamenti
dalla bocca del deputato Gior- sull’approvazione dei decreti
gio Sorial: uno scivolone che gli che i Cinque Stelle hanno avviaviene fatto notare ma che lui to con una prima lettera inviata
conferma. Anche perchè il rife- a Napolitano e illustrata ieri alrimento sottinteso sta nel timo- la stampa.
re che sul dl Bankitalia, su cui i
L’indignazione e l’irritazione
Cinque Stelle fanno ostruzioni- per l’oltraggio al Capo dello Stasmo, possa calare, appunto, la to è stata bipartisan. Hanno
“tagliola“, ovvero la facoltà del- espresso sconcerto ministri, la
la Presidente della Camera di presidente Boldrini e i leader di
mettere subito in votazione fi- tutte le forze politiche, da Renzi
nale il provvedimento in que- ad Alfano, passando per Salvini
stione.
e Vendola. Addirittura quando
Una possibilità evocata in oc- Sorial è tornato in Aula per incasione di una capigruppo di fi- tervenire tutti i deputati del Pd
ne mattina e solo successiva- hanno abbandonato l’emiciclo.
mente superata in una seconda Ma è su Renzi, che ha definito di
riunione pomeridiana. Per So- una “stupidità senza eguali”
rial, il Capo dello Stato potrebbe l’offesa al Presidente che i Cinintervenire per impedirlo se que Stelle si scagliano in rete e
non fosse che “troppo spesso ha sui social network difendendo
dimostrato di non essere garan- Sorial.
te delle opposizioni. Anzi, più di
Tra questi il deputato M5s
una volta ha mostrato di essere Manlio Di Stefano: “di cosa docontro di noi”. Sottoscrive il ca- vrebbe scusarsi il M5S Girgis
pogruppo del Senato, Maurizio Sorial?” chiede. E rilancia: “se
Santangelo che lamenta una si- boia vi sembra eccessivo allora
tuazione che si ripete troppo di trovate voi un aggettivo”.
LA SPACCATURA La maggioranza esce divisa
Passa il voto di scambio
ROMA- L’unanimità raggiunta alla Camera è
solo un lontano ricordo: sul disegno di legge
che contrasta il voto di scambio politico mafioso la maggioranza si divide. Pd, Scelta Civica e PI votano a favore, mentre Ncd si astiene.
E l’astensione al Senato vale voto contrario.
Il testo, che prevede una condanna da 7 a 12
anni per chi chiede voti alla mafia e per chi li
promette o li fa arrivare, passa nell’Aula di Palazzo Madama con 168 sì, 4 no e 66 astenuti. E
ora dovrà tornare alla Camera.
Il fronte del “sì”al provvedimento è formato
da Pd, Sc, PI, M5S e Lega. Anche se alcuni senatori del Carroccio dichiarano ai cronisti, fino all’ultimo momento, che l’intenzione del
gruppo sarebbe quella di astenersi. Mentre il
capogruppo Massimo Bitonci smentisce:
“Siamo da sempre per il sì al testo”. Gal invece
annuncia il “no“, ma in molti si astengono o
non votano.
“E’ stato il Pd ad aver rotto l’unità che si era
raggiunta alla Camera“, assicura il capogruppo di Ncd al Senato Maurizio Sacconi.
Sono stati i Democratici, aggiunge, a dire sì
alla cancellazione dell’avverbio “consapevolmente”che invece a Montecitorio, come ricorda Carlo Giovanardi (Ncd), aveva ottenuto il
“plauso unanime”.
Ma non è solo il “no” all’inserimento della
“consapevolezza” nella fattispecie del reato
che fa storcere la bocca al centrodestra. Il “rischio” più grosso della norma, sottolinea il
presidente della commissione Giustizia,
Francesco Nitto Palma, è che di fatto si sarebbe “normato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa” (finora esistito solo nella
giurisprudenza e non sui codici) ma in modo
estremamente “limitato“, cioè prevedendolo
solo se finalizzato “al voto di scambio” tra mafia e politica.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Giovedì 30 gennaio 2014
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5
PROVA DI FORZA La Boldrini blocca l’ostruzionismo dell’M5s
L’Imu-Bankitalia passa
grazie alla “ghigliottina”
di FRANCESCO BONGARRÀ
Bagarre
alla Camera
da parte dei
parlamentari
dell’M5s
IL CASO GIUDIZIARIO
Mastrapasqua, pressing
per avere le dimissioni
CRESCE il pressing sul Governo per accelerare la riforma della governance dell’Inps e sul presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua perchè rassegni le dimissioni.
Ma se appare molto difficile un passo indietro spontaneo
di Mastrapasqua sembra invece percorribile la strada
dell’accelerazione sulla riforma della governance.
Mastrapasqua, comunque, è sereno e convinto che la
questione giudiziaria si risolverà a breve.
IL NODO Quasi duecento gli emendamenti presentati
ROMA - Il decreto Imu-Bankitalia passa definitivamente alla Camera con la “ghigliottina“, applicata per la prima volta nella storia
repubblicana dalla presidente Laura Boldrini. Il rischio di dover pagare la seconda rata
dell’Imu del 2013 è scongiurato; ma in aula è
bagarre, con i deputati M5S che, fermati nel
loro ostruzionismo, occupano i banchi del governo, i colleghi di Fdi lanciano monetine di
cioccolata, quelli del Pd urlano “fascisti!” e,
dai banchi di Sel si canta “Bella Ciao.”
Una scena di protesta violenta da piazza
quella che si consuma ad ora di cena nell’Emiciclo di Montecitorio, con una virulenza che
sorprende anche i commessi
ed i funzionari più anziani. E
che lascerà strascichi: a partire dalla denuncia dei M5S contro il deputato questore Stefano Dambrouso, accusato di
aver schiaffeggiato una loro
collega. “Da domani è escluso
che torneremo in Aula a discutere pacificamente“, annunciano i Cinque Stelle, lasciando presagire una guerriglia parlamentare
sull’imminente esame della legge elettorale.
L’ostruzionismo dei M5S sul decreto, contestato soprattutto nella parte relativa alla
Banca d’Italia, va avanti per l’intera giornata.
Interventi a raffica e voti a singhiozzo, ma soprattutto appelli a Laura Boldrini a non applicare la”ghigliottina”, l’espediente in base a
cui la presidenza dell’Assemblea può decidere
di porre in votazione un decreto legge nell’imminenza della scadenza anche se non si è ancora esaurito l’esame ordinario. Se ci si fosse
arrivati, il decreto sarebbe decaduto e, sostengono dal governo, i proprietari di prime case
avrebbero dovuto pagare la seconda rata
dell’Imu.
Boldrini prova in ogni modo ad esercitare
una “moral suasion” sui M5S appellandosi al
loro “senso di responsabilità” perchè desistano dall’ostruzionismo. Parte una mediazione, ma non sortisce effetto. E allora, una volta
consentito a tutti i gruppi parlamentari di tenere una dichiarazione di voto, a sera la presidente della Camera convoca i capigruppo e,
dopo un dibattito acceso a porte chiuse, decide
di applicare la “ghigliottina”: per la prima
volta nella storia repubblicana. Lei si sente la
coscienza a posto: “Tutte le fasi del procedimento si sono svolte, e tutti i gruppi hanno potuto esprimersi“, dice.
Parte la votazione, e in un attimo è putiferio. I M5S prima urlano; poi indossano dei bavagli improvvisati, si fiondano come treni sui
banchi del governo e li occupano nella bagarre più assoluta, con spintoni e qualche pugno
per i commessi. Alla protesta si associa Fdi:
pure Fabio Rampelli occupa i banchi del governo sventolando un Tricolore che nessuno riuscirà mai a
sfilargli mentre i suoi colleghi
lanciano monetine di cioccolata e pesanti fascicoli degli
emendamenti che per fortuna
non colpiscono nessuno. Dai
banchi del Pd si urla “Fascisti,
fascisti!”; da quelli di Sel si
canta “Bella Ciao” e i M5S rispondono con l’Inno di Mameli. Nel frattempo Boldrini dà il risultato del voto e si affretta a togliere la seduta.
Ma la bagarre continua. Loredana Lupo di
M5S denuncia in lacrime ai cronisti di aver ricevuto un forte schiaffo dal deputato questore Stefano Dambruoso, il quale ammette solo
un “contatto fisico per bloccare una aggressione alla presidente Boldrini”. La storia finirà in tribunale: i M5S annunciano che lo denunceranno. Intanto alcuni commessi vanno
a farsi medicare in infermeria. “Una violenza
così qui non l’ho vista in 30 anni“, racconta
uno dei più anziani assistenti parlamentari,
da sempre in Aula. Il decreto passa. Ma non finirà qui. M5S chiede le dimissioni di Laura
Boldrini da presidente della Camera ed annuncia un Vietnam parlamentare. “Da domani è escluso che torneremo in Aula a discutere
pacificamente. Immaginate quale sarà la
qualità dei lavori dell’Aula quando discuteremo della legge elettorale“, promette Brescia.
Scongiurato
il rischio
del pagamento
della II rata
MILLEPROROGHE Obbligo di Bancomat negli studi
Finanziamento ai partiti Rendite: salta la tassazione
spunta la norma anti-Grillo Primo ok al decreto legge
di TEODORO FULGIONE
di CHIARA SCALISE
ROMA - Approderà quasi
certamente martedì nell’Aula del Senato il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Ma sarà tutta
una corsa ad ostacoli. Il testo,
infatti, già approvato dalla
Camera, è ancora all’esame
della commissione Affari Costituzionali, “sommerso” da
quasi 200 emendamenti presentati da tutte le forze politiche. E senza nessun accordo
in vista.
La commissione, insieme
alla relatrice Isabella De
Monte del Pd, si è riunita nel
pomeriggio di ieri a Palazzo
Madama per fare il punto. Ma
senza il parere della commissione Bilancio e senza l’intesa
su molte proposte di modifica
si è preferito far slittare tutto
almeno di un giorno. Cioè a
oggi, giovedì 30 gennaio.
E tra le questioni destinate
a far discutere c’è senz’altro
la norma, subito ribattezzata
“anti-Grillo“, messa a punto
da Sel e presentata dal capogruppo Loredana De Petris.
Si tratta di una proposta di
modifica che vieta “la pubblicazione di annunci di carattere commerciale o pubblicitario sui siti internet, anche
ROMA - Salta la tassazione delle rendite finanziarie al 27%. La commissione Bilancio
del Senato ha infatti cassato la norma, utilizzata a copertura del rinvio della megatassazione delle sigarette elettroniche. Per le e-cig
dunque nulla da fare, almeno nell’immediato, e marcia indietro anche sull’obbligo di uso
di Bancomat per professionisti e commercianti che saranno costretti a accettare la moneta elettronica dal prossimo luglio, un anno
prima di quanto inizialmente previsto. Il Senato approva dunque il decreto legge Milleproroghe (134 sì, 60 no e 36 astenuti) con un
pacchetto di novità e ora il testo passa alla Camera. Ecco le novità.
RENDITE - Salta la tassazione sulle rendite
speculative, prevista da un emendamento
della Lega, inizialmente approvato.
BANCOMAT - Commercianti e professionisti avranno tempo fino a giugno prima di essere obbligati a accettare il Bancomat.
E-CIG - Niente da fare per il rinvio della megatassazione al 58,5% per le sigarette elettroniche. Arriva però l’impegno del governo a intervenire con la delega fiscale sul tema.
COMMERCIALISTI - Sancita l’equiparazione tra i commercialisti e i revisori contabili, fermo restando l’obbligo di tirocinio.
RINNOVABILI - Rinvio di un anno per
l’adeguamento ai nuovi parametri di utilizzo
di fonti rinnovabili in caso di edifici nuovi o
che devono subire ristrutturazioni.
MOZZARELLA - I produttori da luglio dovranno avere a disposizione stabilimenti ad
hoc per la produzione.
LAVORATORI IN CIG - Anche per il 2014
Il leader del Movimento 5 Stelle all’uscita dal Parlamento
presentati sotto forma di
blog di chiunque ricopra un
incarico istituzionale anche
non elettivo”.“Nel caso di inadempimento - si legge - è comminata all’intestatario una
sanzione amministrativa pari a 5.000 euro per ciascun
giorno di permanenza dei
suddetti annunci successivamente al termine intimato.”
La protesta dei 5 Stelle è assicurata. Anche perchè, si
commenta, se passasse una
logica del genere, allora “dovrebbero essere vietate le
sponsorizzazioni di tutte le
feste di partito....”
Al momento, i partiti leggono le carte e affilano le armi recependo il parere del governo, conforme a quello della relatrice De Monte, che invita tutti ad accorpare gli
emendamenti e ad indicare
solo quelli più “sensibili.”
Pochi problemi dovrebbero
esserci per i primi quattro articoli del ddl che regolamentano “trasparenza” e “democrazia interna ai partiti” anche se ci sono norme che introducono l’obbligo di “Statuto” e “l’istituzione del registro dei partiti politici che
possono accedere ai benefici.
chi è in cassa integrazione potrà svolgere lavori occasionali, fermo restando il tetto di
3mila euro all’anno.
APPALTI PUBBLICI - Rinvio al primo luglio dell’obbligo di utilizzare solo la banca dati
nazionale per tutto ciò che riguarda i contratti pubblici.
UNIVERSITA’ - L’idoneità per diventare
professori varrà sette anni e non più cinque.
TAXI - Sei mesi di tempo in più, fino a giugno, per le norme contro l’esercizio abusivo
del servizio taxi e del servizio di noleggio con
conducente abusivo.
AIFA e AGENZIA ENTRATE- L’Agenzia
italiana del farmaco potrà prorogare, in mancanza di professionalità interne, fino al 31
marzo 2015 i contratti per i dirigenti. Prorogate al 30 giugno 2015 le graduatorie del personale che nel 2009 è risultato idoneo al concorso per funzionari dell’Agenzia delle entrate.
PICCOLI COMUNI - Slitta al 30 giugno l’obbligo per i comuni con popolazione inferiore
ai 5.000 abitanti dell’utilizzo della centrale
unica di committenza.
COLLABORATORI MINISTRI - Salta la
norma che prevede che i regolamenti di organizzazione dei ministeri possano modificare
la disciplina relativa ai collaboratori dei ministri.
ACCREDITI SANITA’ - Le Regioni dovranno far cessare dal 31 ottobre gli accreditamenti provvisori di strutture sanitarie.
GIUDICI E TRIBUNALI - Giudici onorari e
di pace possono ottenere una proroga fino alla riforma della magistratura onoraria, non
oltre il 31 dicembre 2015. Rinviato poi di tre
anni l’accorpamento dei tribunali abruzzesi.
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6
Primo piano
Giovedì 30 gennaio 2014
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POLITICA
La nomina del direttore
rimasta incagliata
negli scontri politici
del dualismo
De Filippo-Folino
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - E’ una nomina che scotta,
molto più delle altre, perché chi riceverà
l’incarico dovrà gestire gli appalti di tutto il sistema sanitario lucano, ovvero
quello dietro al quale gira la gran parte
dei soldi pubblici.
Intorno ad essa si sono catalizzati
scontri di potere, che hanno avuto per
protagonisti, non solo le diverse fazioni
politiche interne al “Partito regione”,
ma pure le stesse associazioni datoriali,
molto sensibili al flusso di risorse in ballo.
Non è certo un caso se a distanza di
quasi due anni dalla legge regionale che
la istituiva, datata agosto 2012, la centrale unica di committenza della spesa
del sistema sanitario rimane ancora solo sulla carta.
Eppure, a nessuno può sfuggire la
grande valenza che l’istituzione del dipartimento interaziendale avrebbe in
termini di riduzione della spesa pubblica.
Soprattutto per un comparto come la
Sanità che negli ultimi anni ha dovuto
fare i salti mortali per riportare i conti in
equilibrio e svincolarsi dalla dipendenza annuale dalle royalty del petrolio.
La politica non aveva certo sottovalutato la portata dell’intuizione, almeno in
termini d’immagine.
Era stato l’ex assessore al ramo, Attilio
Martorano, a presentarla, già a giugno
del 2012, come un progetto rivoluzionario in termini di spending review.
La logica conseguenza
sarebbe stata procedere il
più speditamente possibile a rendere operativo il dipartimento.
Ma, fatta la legge, bisognava fare il direttore. E
proprio qui viene il bello.
Nei difficili equilibri di
potere politico, ancora un
anno fa carattarizzati dalla contrapposizione Folino-De Filippo, è rimasta a
lungo incagliata la nomina.
Eppure, così come prevedeva la legge
regionale che ha istituito la centrale, era
stata anche avviata la procedura di ammissione dei candidati ritenuti idonei.
Una lista di undici nomi, molti dei quali riconducibili a influenti esponenti del
Partito democratico lucano.
Il Quotidiano dava la notizia dei candidati ammessi già lo scorso maggio. Ma
evidentemente gli equilibri fortemente
minati dagli scontri fra i democratici
non hanno consentito di trovare la quadra intorno a una nomina che vale oro. A
dispetto del carattere dell’urgenza che
doveva avere il provvedimento.
Risultato: tutto da rifare.
Lo ha deciso il presidente Pittella. La
nuova Giunta, con delibera numero 65
dello scorso 21 gennaio, ha riaperto i termini per la presentazione delle domande.
Ufficialmente la motivazione è questa:
non è stato possibile individuare il candidato maggiormente idoneo perché “la
Giunta, a seguito delle dimissioni del
suo presidente - si legge nella delibera non si è trovata nella pienezza dei poteri
conferiti dalla legge”.
Ma la ragione addotta trova poca corrispondenza nella realtà: la stessa Giunta delegittimata dalla recente delibera
ha proceduto alle nomine di Raffaele
Ricciuti a Sviluppo Basilicata e Antonio
Triani ad Acqua spa, quando l’ex governatore aveva rassegnato le sue dimissioni già da un pezzo.
E che non ci siano semplici motivazioni “tecniche” alla base della scelta del
nuovo governatore lo dice anche un’altra circostanza: invece di riprendere la
matassa dal filo lasciato pendente dal
La delibera
delegittima
l’ex Giunta:
«Non poteva
nominarlo»
Centrale unica, Pittella
“confisca” la pratica
Sanità, il presidente annulla la procedura di ammissione
dei candidati già espletata e riapre l’avviso pubblico
suo predecessore, Pittella ha scelto di
annullare il precedente elenco di candidati e riaprire l’avviso pubblico.
Lasciando quindi la porta aperta a
nuovi aspiranti direttori. “Al fine di consentire - si legge ancora nella delibera una più ampia facoltà di scelta tra un
maggior numero di candidati per la co-
pertura di tale importante ruolo all’interno del sistema sanitario regionale”.
Segno che l’elenco dei nomi precedentemente individuati stesse evidentemente
stretto al nuovo governatore.
Ma il presidente che entra a gamba tesa in uno scontro che fino a ora ha visto
contrapporsi i due maggiori detentori
di potere politico in Basilicata, ovvero i
due ex presidenti, ha anche una chiara
valenza politica: aggiungere un altro
tassello nella pratica d’archiviazione
dello storico dualismo De Filippo-Folino.
m.labanca@luedi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Con la riapertura dei termini dovranno rifare tutto daccapo
Ecco chi erano gli aspiranti ritenuti idonei
UNDICI i nomi, che erano risultati
idonei per la carica di direttore del
dipartimento interaziendale del sistema sanitario regionale: “Centrale di committenza”, e che ora invece,
con la riapertura dell’avviso pubblico, dovranno rifare tutto daccapo.
Tra gli aspiranti selezionati, i due
defilippiani Pasquale Monea e Ennio Vito Galella. Il primo molto vicino al direttore generale della presidenza della Giunta, Angelo Nardozza, che dopo le Risorse umane l’ha
confermato come direttore esterno a
capo dell’Ufficio autonomie locali.
L’altro, direttore in pensione
dell’Ufficio Provveditorato e patrimonio della Regione Basilicata. Riconducibile all’ex governatore anche Raffaele Giordano, prima componente del Nucleo di valutazione
degli investimenti pubblici, successivamente dirigente responsabile
della Uo Provveditorato ed Economato dell’azienda ospedaliera San
Carlo.
Appartiene all’area dell’ex presidente del Consiglio regionale, oggi
deputato, Vincenzo Folino, l’altro
candidato, Giuseppe Spera. Che in
caso di nomina non dovrebbe fare
nemmeno troppa strada visto che il
suo ufficio al San Carlo già ce l’ha,
tra l’altro in qualità di dirigente
dell’Economato. In corsa anche il
già direttore generale di Acqua Spa,
il margiottiano di ferro, Giovanni Di
Bello, che solo qualche mese fa è stato anche nominato (anche se il meccanismo è stato quello della selezione) presidente della Commissione
chiamata a valutare le offerte più
vantaggiose per il maxi appalto
“Schema idrico - Attrezzamento settore G”. In passato è stato, invece, in
quota Pittella, Edmondo Iannicelli, originario di Sala Consilina, per
oltre otto anni direttore generale
dell’Asl di Lagonegro e poi di quella
di Venosa, che dal 2011 ha assunto il
coordinamento delle attività istituzionali della ex Asl di Salerno a cui
fanno capo le strutture del Vallo di
Diano. Si era candidato anche alla
direzione generale del San Carlo, ma
gli è stato preferito Gianpiero Maruggi. Nella lista anche Maurizio
Greco, responsabile del dipartimento economico dell’Azienda sanitaria
numero 4 di Chiavari; Giuseppe Illiano, consulente di Giugliano, in
Campania; il già direttore generale
dell’Asl di Forlì, Claudio Mazzone,
finito nell’inchiesta sul buco nelle
casse dell’azienda sanitaria. Viene
da Chieti, dov’è dirigente del personale al Comune, dopo essere stato dirigente amministrativo dell’ufficio
Contabilità e bilancio dell’Autorità
portuale di Olbia, Francesco Palumbo. Lucano, invece, Antonio
Pennacchio che è stato direttore
dell’Economato della ex Asl1.
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Rimborsi dei consiglieri, in I commissione la proposta di Romaniello
L’azienda ospedaliera
San Carlo di Potenza
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L’INTERVENTO
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Un fondo regionale
per studi associati
di giovani professionisti
di MARIO POLESE*
CONDIVIDO pienamente le parole del neo coordinatore
dei giovani imprenditori di Confesercenti della provincia di Potenza, Angelo Tepedino, sulla necessità di costituire, al più presto, dei veri e propri incubatori di idee,
iniziative e innovazioni tecnologiche in regione promuovendo e sostenendo azioni di formazione imprenditoriale, manageriale e culturale e rivedendo alcune delle priorità quali il contratto di sito in Val D'Agri. Bisogna costituire una tavola rotonda permanente sulle opportunità dei centri di aggregazione professionale dove far convergere idee, valori e senso di partecipazione
vera. Bene, quindi, è promuovere e stimolare l’autoimprenditorialità e l’indipendenza professionale cercando di non scoraggiare il giovane imprenditore ma aiutarlo tanto nelle pratiche burocratiche che nella tassazione. L' impegno è quindi quello di ascoltare, creare opportunità e cercare di tessere una rete improntata
sull’eccellenza e sul lavoro nella nostra regione.
Come già annunciato durante la mia campagna elettorale, in parte in linea con quanto proposto dallo stesso
Tepedino, vi è da parte mia la forte volontà di costituire
un fondo regionale destinato ai giovani professionisti
che intendono aprire uno studio associato al fine di partecipare ai tanti bandi offerti dalla Comunità Europea.
*Consigliere regionale
Spese di mandato, «con il 50%
si attivino collaborazioni»
POTENZA - Sarà la prima commissione consiliare permanente (Affari
Istituzionali) a esaminare la proposta di legge presentata dal consigliere regionale Sel, Giannino Romaniello, in fatto di riduzione del
compenso ai consiglieri regionali.
Una proposta che mira a modificare
la legge regionale numero 8 del
1998 “Nuova
disciplina
delle strutture di assistenza agli
organi di direzione politica e ai gruppi consiliari
della Regione Basilicata”.
E’ lo stesso
Romaniello a
spigare
in
cosa consiste: l’obiettivo è quello di ridurre del
50 per cento l’importo assegnato a
ciascun consigliere regionale per le
spese di esercizio del mandato con
l’intento di finanziare, con le conseguenti economie, l’attivazione di
uno o più collaborazioni attestate ai
gruppi consiliari e a disposizione di
ciascun consigliere per lo svolgimento dell’attività politica.
«In tal modo - spiega Romaniello l’utilizzo delle risorse pubbliche
messe a disposizione per garantire
l’attività politica è vincolato all’attivazione di contratti di lavoro, nel ri-
Il Palazzo del Consiglio regionale e al lato il consigliere Sel, Giannino Romaniello
spetto di norme e leggi vigenti in
materia».
Quindi, se la proposta diventasse
legge, una parte dell’indennità assegnata per spese di mandato sarebbe vincolata a contratti di collaborazione per quelli che generalmente
vengono definiti “portaborse”.
Il consigliere di Sinistra ecologia
e libertà, nella proposta all’esame
della prima commissione, chiarisce
pure che tali contratti di collaborazione «pur se in capo direttamente
all’amministrazione, fatto che garantisce una maggiore trasparenza
rispetto al passato, non danno né
possono far maturare alcun diritto
all’inquadramento nei ruoli pubblici, cosa che può avvenire solo tramite concorso pubblico».
Crisi e ingovernabilità, l’associazione Ande rivolge un appello ai partiti
«Ridare stabilità e credibilità al Paese»
IN occasione della premiazione di martedì sorso
delle donne dell’anno,
l’Ande, l’associazione politica e non partitica che
si batte per il riconoscimento dei diritti delle
donne, dal palco del teatro
Stabile di Potenza ha lanciato un appello ai partiti
politici per il riequilibrio
della rappresentnza di
genere. Una lettera che
pubblichiamo di seguito:
L’Ande, l’associazione nazionale donne elettrici, da
sempre impegnata a promuovere la partecipazione
politica e la cittadinanza at-
tiva, fortemente preoccupata dalle difficoltà della situazione politica attual e dello
stallo dovuto all’ingovernabilità, considerata la grave
crisi economica che sta investendo il nostro Paese,
che è a rischio paralisi, ritiene fondamentale e impellente che i partiti ricerchino
le strategie e rapidamente e
con ogni mezzo trovino l’accordo affinché il nostro paese raggiunga governabilità
e rappresentatività che ci
permetteranno di riportare
l’Italia al ruolo che le spetta
per garantire ai cittadini i
diritti fondamentali.
La presidente dell’Ande Basilicata, Anna Maria Fanelli
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IL CASO
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Il Tar acquisisce le schede della sezione Dragonetti di Filiano
Chiesto il riconteggio nella sezione “di casa” di Aurelio Pace
Due voti per Cupparo in Consiglio
Udienza il 17 aprile. Se accolto il ricorso porterebbe all’avvicendamento tra i candidati Pdl
POTENZA - Il 17 aprile si
terrà l’udienza per decidere
se riconteggiare a o meno i
voti. Intanto gli scatoloni
con le schede della sezione
Dragonetti di Filiano verranno trasferiti negli uffici
di via Rosica. Se poi il sospetto di Romano Cupparo
verrà confermato ci sarà
ben poco da fare. Anche se
per solo due voti prenderà il
posto di Aurelio Pace in
Consiglio regionale.
E’ di martedì sera il decreto con cui il presidente del
Tar Basilicata ha disposto
di procedere in via urgente
sul ricorso presentato due
settimane fa dal vicepresidente del consiglio provinciale, nonché proprietario
del Francavilla calcio.
Al centro della contesa ci
sono alcune anomalie venute alla luce all'indomani
dello scrutinio delle votazioni dello scorso 17/18 novembre. All’inizio nella III
sezione del Comune di Filiano, che corrisponde alla
contrada dov’è nato e cresciuto Aurelio Pace, risul-
A sinistra Romano Cupparo, a destra Aurelio Pace
tavano più preferenze per sidenti di sezione a Potenlui che per tutto il Pdl. Per za.
questo l’ufficio circoscriPace (il giovane presidenzionale elettorale ha deciso te) ha ammesso di essersi
di sentire il presidente della dimenticato di assegnare le
sezione, Domenico Pace, preferenze anche alla lista
trentenne omonimo del di riferimento di fronte alle
candidato e da tempo tra- schede che non riportavano
sferitosi a Roma, ma anco- altri segni oltre al nome del
ra iscritto nell’albo dei pre- candidato prescelto. A quel
|
punto però lo stesso ufficio
circoscrizionale ha provveduto a rettificare i dati, e il
risultato ha evidenziato un
ulteriore problema dovuto
al fatto che adesso risultano più voti che votanti. Motivo per cui i verbali sono
stati inviati in Corte d’appello perché valutino il da
L’EDITORIALE
farsi nei suoi confronti.
In cifre si parla di 38 voti
al candidato Pace in più di
quelli attribuiti alla lista del
Pdl. Se si considera che
quelli che lo separano da
Cupparo sono solo 36 è
chiaro perché il suo legale,
l’avvocato Felice Pali ha
chiesto di annullare anche
il verbale della commissione circoscrizionale che ha
rettificato lo scrutinio pareggiando il numero più
basso dei voti assegnati alla
lista Pdl alla somma di quelli attribuiti al candidato Pace e gli altri.
Al Quotidiano, che si era
occupato della vicenda, il
giovane presidente di sezione ha replicato spiegando
che “gli errori che sono stati
commessi riguardano mera inesperienza (dato che
sia io che gli altri componenti del seggio ci trovavamo per la prima volta ad effettuare un lavoro simile)”.
Inoltre non avrebbe “alcun
interesse alla politica lucana”, nonostante l’adesione
a un gruppo su facebook di
sostegno all’elezione del
suo omonimo compaesano.
In più da maggio avrebbe
anche interrotto la collaborazione con il gruppo del
Pdl al Comune di Roma, dopo essere stato candidato a
sua volta con il Pdl nel IX e il
X municipio della capitale.
[email protected]
|
Per un patto che non sia un pacco (Renzi docet)
di LUCIA SERINO
senso. Al di là delle visioni sul lavoro, la fatica di ogni azione sta non nell’avvio, nella
posa della prima pietra, ma nell’ultima.
Quanti progetti sono stati annunciati? Allora, facciamo una prova, provate a invertire la comunicazione: informateci non delle
cose avviate, ma di quelle terminate.
segue dalla prima
1) Sorprende, ad esempio, che tutti coloro
che di solito ci inondano di commenti sul petrolio siano decisamente distratti sui meccanismi in corso in Italia.Il presidente del
Consiglio, Lacorazza, ha avuto uno scatto
d’orgoglio istituzionale. Il petrolio rimarrà
nella disponibilità delle autonomie locali,
sarà attratta dalle competenze statali? Il
punto, a ben guardare, non è questo. Il punto fondamentale, come ribadisce Testa, è: il
petrolio è o non è una ricchezza per i lucani?
Non una parola dalle caste locali, a iniziare
dai sindaci dei territori interessati, pronti a
intercettare i “tavoli”di confronto istituzionale e il flusso di royalty. Ma per farne cosa?
Contratti di settore, certo. Ma non dimentichiamo Corleto, solo l’ultimo caso.
2) Il governatore è assediato. Stanza affollata e stazionamenti permanenti, forse
un corno in tasca per il carico di lavoro
(chissà, lo faceva uno come Bassolino,
all’inizio gli è andata bene), centinaia di
pressioni per le cose da fare, con gli assessori esterni dai quali, proprio perché esterni,
passa poca mediazione (un bene essere lontani dalle promiscuità, un rallentamento se
si pensa alla macchina che deve girare in assenza dei direttori). Siamo alla vigilia delle
dichiarazioni programmatiche, che si uniranno al programma elettorale, alle dichiarazioni fatte all’assemblea degli industriali, a quelle riferite all’inaugurazione
dell’anno accademico, alle lettere inviate
agli assessori. Proviamo a semplificare, a
sintetizzare: occuparsi di tutto l’universo
non è possibile. Ci vuole uno sforzo di sintesi e una scrematura degli eccessi parassitari. Per stare al lavoro: Lsu, Copes, precari.
Se da una parte non è né credibile né sufficiente continuare a comunicare «soldi di
qua e soldi di là» che escono miracolosamente sotto la spinta delle marce sotto il Pa-
Sopra Cosimo Latronico, sotto Gianni Rosa
lazzo neppure è più immaginabile soccombere all’assedio senza avere il coraggio di dire: signori: un contratto a termine (soprattutto nella pubblica amministrazione) non
può trasformarsi in precariato con aspettativa di assunzione a tempo indeterminato.
E su tutta “la pubblica utilità”si può cercare
di mappare la produttività, i bisogni reali, il
sottobanco di lavoro nero? Nelle aziende
private c’è una regola semplice semplice: ti
pago se tu mi dai e se puoi svolgere una funzione che serve allo sviluppo di un obiettivo.
Una regione trasformata in ufficio di collocamento (a cominciare dalla politica, per il
90 per cento sono tutti dipendenti regionali) è frutto di una concezione del bene pubblico parassitaria e insostenibile. Anche il
sindacato deve fare uno sforzo in questo
3) Pittella dalle larghe intese. Qualche
settimana fa, in un’intervista di Gianni Rosa mi pare di ricordare alla Nuova Tv, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia (cito lui
perchè è il più assiduo nel martellamento),
interrogato sul suo rapporto con gli avversari, a proposito di Santarsiero (forse anche
di Lacorazza, ma qui interessa la posizione
non i nomi) si esprimeva più o meno così: ho
stima per gli uomini, non per i politici. Ecco, una posizione del genere stento a capirla. O avvertiamo che il momento è quello
che è, per cui vale la pena misurarsi tutti insieme sulle cose da fare (se riteniamo che il
consiglio regionale è fatto da uomini perbene), altrimenti diventa un esercizio retorico
qualificare il valore degli uomini a prescindere dalle loro azioni. La rilegittimazione di
un Berlusconi condannato da parte di Renzi sarà anche una necessità strategica, ma è
decisamente inaccettabile. Ma non butterei
a mare la collaborazione che può venire da
un uomo come Latronico che non mi pare riscaldi la sedia al Senato. Non è più questione di appartenenze, ma di reputazione personale. Se passa il principio che un condannato per frode fiscale (per non parlare delle
papponerie) può continuare a decidere il destino del Paese, il passo prossimo sarà far
sedere al tavolo delle decisioni un po’ di mafia intelligente e meritocratica. Loro sanno
come far fruttare gli investimenti, no? Se il
consiglio della Basilicata è composto da
persone perbene ci aspettiamo una sola cosa da destra, sinistra, centro, avanti e indietro: un po’ di sudore da fatica. E meno opposizione di principio. Facciamo volentieri a
meno della lezione che Ottati dà a Rosa, perchè tanto se ci muoviamo nel campo delle
norme c’è sempre qualcuno che ne sa di più.
Ma il punto vero, per tutto il consiglio regionale, è decidere da che parte stare. Dalla
parte di se stessi o della Basilicata? Assediate il governatore chiedendo di farvi delegare a fare, non aspettando soltanto che faccia. Quante belle parole sul confronto, la
compartecipazione, gli obiettivi da condividere. Pittella ha una paura di fondo: rimanere ingabbiato dal suo stesso partito, come
nella migliore delle tradizioni. E cerca
sponde. Ma per evitare che il patto si trasformi in pacco (come teme Renzi del Cavaliere) quel palazzo aperto così freneticamente twittato dallo staff del presidente diventi innanzitutto un patto chiaro di legislatura. Vediamo l’effetto che fa. Poche cose, tutte da concludere, con un monitoraggio del percorso, come si fa per i pacchi in
spedizione: dov’è che si inceppa il cammino? Spesso nella burocrazia. A proposito,
Pittella non doveva convocare tutti gli amministrativi?
4) L’imminenza del voto nel capoluogo. Ci
sarà una donna sulla quale vale scommettere per le prossime elezioni comunali a Potenza? Quanto siamo bravi e brave a teorizzare l’equilibrio di genere nelle istituzioni.
Allora: c’è una grande opportunità ed è anche imminente. E’ una grande prova di riscatto dopo l’abbuffata maschile delle elezioni regionali e l’imposizione di capilista
alle scorse politiche. Non ci basta la Franconi assessore nominata e non eletta. Occorre
un passo indietro dei famelici, però. E una
convergenza unitaria delle forze politiche
esperte di meccanismi di compensazione
ma solo in una geografia interna di postazioni da offrire a chi è rimasto fuori di qua e
fuori di là. E serve lo sforzo di un unico sentire da parte di tutti i circoli femminili. Le
donne sono le prime che devono mettersi alla prova. E’il momento buono per dimostrare che non si fanno chiacchiere. Ci siete?...
Non odo augelli far festa
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SICUREZZA IN CITTA’
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La sindrome da crollo dopo l’11 gennaio
non ha provocato effetti incontrollati
La psicosi non abita più qui
Il comandante dei vigili del fuoco: «I materani non cedono alla paura ingiustificata»
di ANTONELLA CIERVO
MATERA - Qualcuno teme
che le transenne, abitualmente utilizzate durante la
festa patronale il 2 luglio,
diventino l’oggetto più richiesto dei prossimi giorni.
I materani, invece, stanno dimostrando di non farsi coinvolgere dalla psicosi
del crollo.
Poche ore dopo la tragedia di vico Piave, l’11 gennaio scorso, il timore che
quell’orrore si potesse ripetere non ha preso il sopravvento ma ha lasciato
spazio, invece ad altri sentimenti, come quello della
solidarietà.
A 19 giorni di distanza,
la situazione resta sotto
controllo in tutta la città
senza, però, segnalare esagerazioni singolari.
Lo conferma il comandante provinciale dei Vigili
del fuoco, Eugenio Barisano.
«In realtà - spiega - ci
aspettavamo un effetto legato a quella vicenda e
dunque
un aumento
spropositato di
richieste di intervento e controllo.
Non è
stato così: la media di chiamate quotidiane
va dalle 2 alle 4 telefonate».
Nessun quartiere della
città supera l’altro in quanto a “sindrome da crollo”.
«In genere - spiega ancora Barisano - sono gli amministratori dei condomini che si rivolgono a noi con
comunicazioni scritte e inviate con posta ordinaria,
per chiederci di controllare
gli stabili. Questo dimostra che non si tratta di situazioni di emergenza. Naturalmente il nostro compito è intervenire nei casi
urgenti e per questo, ogni
giorno, ci rechiamo a svolgere controlli laddove ci
viene chiesto. Operazioni
che svolgiamo sempre insieme all’Ufficio tecnico del
Comune, per muoverci con
attività organiche».
Il ricordo di quelle macerie è ancora molto forte nella memoria di tutti i materani e in particolare tra chi
ha scavato senza sosta fra
mattoni e detriti.
La città, che tenta di tornare alla normalità con
questo peso emotivo incredibile, non dimentica ma
cerca per quanto possibile
di fare in modo che quella
terribile vicenda possa insegnare qualcosa.
Per farlo, però, non usa
la tensione e la paura ma lo
sguardo attento alla realtà.
[email protected]
Ogni
giorno
arrivano
da 2 a 4
chiamate
A sinistra i vigili del fuoco in vico Piave e la cartina della città in cui sono indicate via Piave e via Casalnuovo,dove il Comune ha previsto sgomberi e provvedimenti di messa in sicurezza
|
L’INTERVENTO
|
LARGO PASSARELLI
«Massimo rispetto per le istituzioni»
C’è un muro
che preoccupa
L’ing. Raffaele Padrone chiarisce alcune sue dichiarazioni
In riferimento all’articolo pubblicato nell’edizione di ieri,
sull’ordinanza di sgombero
dell’edifico di via Casalnuovo e di
VICO PIAVE
Conclusa la messa
in sicurezza
SI sono conclusi ieri i lavori di messa in sicurezza nell’area del crollo della palazzina di vico Piave. Gli interventi, eseguiti dai Vigili del fuoco con
l’apporto di tecnici del Comune, hanno portato
alla rimozione e alla demolizione di alcune strutture pericolanti. Le macerie sono state trasportate in un luogo per la custodia giudiziaria. La
Procura ha nominato nei giorni scorsi come consulenti l'ingegner strutturista Michele Colella e il
geotecnico dell’Università della Basilicata Caterina Di Maio. Sabato prossimo è previsto un sopralluogo congiunto in vico Piave.
chiusura della strada sottostante, riceviamo e pubblichiamo la
seguente rettifica inviata da uno
dei proprietari dello stabile:
L'espressione apparsa nell'articolo ("quella di oggi è una buffonata") è riferita ad alcuni atteggiamenti assunti da alcuni
cittadini non appartenenti alle
istituzioni, e riguarda aspetti
assolutamente marginali della
vicenda.
Non era mia intenzione esprimere con tale espressione un
giudizio sulla situazione globale contingente, che, al contrario,
è degna della massima attenzione.
Confermo il mio massimo rispetto per le Istituzioni, con le
quali sto collaborando fattivamente al fine di dare piena attuazione a tutto quanto ordinato dal
Sindaco ( nell'ordinanza del 25
gennaio 2014), anche alla luce
di quanto emerso negli ultimi
sopralluoghi effettuati con i tecnici comunali ed il corpo dei vigili del fuoco; ciò al fine di consentire l'individuazione e l'eliminazione di qualunque pericolo per la pubblica e privata incolumità e per restituire quanto
prima alla città, ed in particolare
ai fruitori del quartiere dei Sassi, la viabilità del tratto tra le
strade di via Casalnuovo e via
Buozzi, nella massima sicurezza.
Ringraziando per la collaborazione e per l'attenzione dal Quotidiano posta al problema, e restando a disposizione per ogni
ulteriore chiarimento, porgo distinti saluti.
Ing. Raffaele Padrone
Le vicende recenti lo hanno allontanato da temi come Matera 2019
Adduce concentrato sul destino della città
MATERA - Il progetto Italia 2019,
che coinvolge le città candidate a diventare capitale europea della Cultura è stato avviato, ma Salvatore
Adduce da più di due settimane è
concentrato su altri temi. Le due ali
delle palazzine di vico Piave, sbriciolate in pochi secondi, non si dimenticano e richiedono impegno, attenzione, valutazione di tutti gli elementi legati alle emergenze. Nel
frattempo i cittadini chiedono, indagano, vogliono sapere. E il sindaco
deve rispondere, confrontarsi e non
abbassare la guardia. Gestire una
città è anche questo, ma quando la
città è una delle sei candidate ad essere capitale europea della cultura nel
2019, il compito è molto più delicato.
Non sono ore semplici per Salvatore
L’accesso ai Sassi appena chiuso rischierà
di costringere le comitive di turisti a itinerari alternativi
Adduce che deve anche affrontare le
vicende giudiziarie che coinvolgono
esponenti della sua
amministrazione e
che dovranno essere chiarite. In queste ore l’emergenza
riguarda via Casalnuovo, ingresso ai
Sassi che costringeranno le comitive di
turisti i cui bus parcheggiano nei dintorni di quella strada, a modificare traiettoria, a visitare San Pietro Caveoso e le Malve alla
fine di un percorso completamente
diverso rispetto a qualche giorno fa.
La chiusura di quella strada, d’altronde, era necessaria
ma è stata la sconfitta più bruciante di
queste ore per il sindaco che, ora, spera,
di ripristinare quella via al più presto,
pena uno sguardo
ridotto, dimezzato
sui rioni più antichi
di Matera.
[email protected]
Transenne a Largo Passarelli
MATERA - ATTIMI di paura ieri mattina per la segnalazione di un condomino di uno dei palazzi che si
affacciano su Largo Passarelli. La condizione precaria di un muro di cinta
che si affaccia su un’area
sottostante, ha preoccupato non poco e così è stato chiesto l’intervento dei
vigili del fuoco, dagli agenti
della Polizia Municipale e
degli operatori dell’Ufficio
tecnico del Comune.
L’area è stata transennata per sicurezza. Le
chiamate per segnalare
edifici o appartamenti nei
quali si teme possano verificarsi crolli, si stanno
susseguendo dal giorno in
cui sono crollate le due ali
delle palazzine di vico Piave.
I materani, però, dimostrano di essere meno ansiosi di quanto si temesse
come spiega nell’articolo
in pagina il comandante
dei vigili del Fuoco, Eugenio Barisano.
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ORO NERO
Michele Marsiglia
«La compagnia
non voleva rendere
pubblico quanto
si voleva fare in zona»
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Nella questione dei pozzi e dei
permessi di ricerca a confine tra Basilicata
e Campania adesso rientra Michele Marsiglia, presidente nazionale della Federpetroli, citato pochi giorni fa in occasione
della questione “Pergola 1” il pozzo che
l’Eni vorrebbe scavare nel comune di Marsico Nuovo, dove si è parlato anche del permesso di ricerca della Shell nell’area di
Monte Cavallo, sempre tra Basilicata e
Campania. Una risposta che arriva proprio in relazione al fatto che, grazie a quella che Federpetroli chiama “operazione
trasparenza” e che,stando a quanto dice
Marsiglia, serve proprio per comunicare
ai cittadini «cosa vuol dire petrolo e gas e
quali i rischi, i vantaggi e gli sviluppi occupazionali». In sostanza la Federpetroli era
stata chiamata in causa dal comitato “No
trivelle nel Vallo di Diano”
ma si tratta comunque di un
dibattito chiuso due anni fa.
In sostanza alla notizia di
una richiesta di permesso di
ricerca gli imprenditori della zona, soprattutto di Atena Lucana, mandarono una
lettera alla Federpetroli per
chiedere chiarimenti e delucidazioni su una possibile
installazione di un posso
nell’area di Monte Cavallo
da parte della Shell. Ma stando a quanto dice Marsiglia la federazione «non diede nessun aiuto e nessun ruolo svolse nella vicenda Monte Cavallo», anzi. «Il 6 Marzo 2012 scrive Marsiglia - Federpetroli Italia a mia
firma invia una missiva all’amministratore delegato della Shell Italia Spa – Marco
Brun, in merito al coinvolgimento della
Federpetroli Italia nella vicenda Monte Cavallo, da parte di cittadini ed imprenditori
che nella zona della Regione Campania
avevano da più tempo interpellato la Federazione per avere delucidazioni ed altro al
fine di una corretta valutazione del futuro
cantiere e per le attività di Esplorazione,
Ricerca e Produzione di idrocarburi.
L’oggetto della missiva era quello di poter riunire Federpetroli Italia, cittadini,
Shell, Comuni interessati del Vallo di Diano ed altre parti coinvolte, in diversi incontri e, poterci confrontare tutti liberamente
su perplessità ed altre informazioni di carattere tecnico ed operativo». Ed è qui che
si consuma la divisione tra Shell e la fede-
«Bisogna
rispettare
e chiarire
i dubbi
dei residenti»
«I cittadini devono
partecipare»
Il presidente della Federpetroli racconta i “retroscena”
dietro la richiesta di ricerca della Shell su Monte Cavallo
razione petrolifera. A marzo del 2012 infatti la Shell inviò una lettera a Marsiglia
proprio sulla richiesta di istanza ri esplorazione nell’area Monte Cavallo.
La lettera, riportata da Marsiglia, comunicava «che la richiesta di istanza presentata da Shell Italia spa prevede in questa fase solamente la rielaborazione di dati già
esistenti, che verranno semplicemente riprocessati negli uffici di Roma. La Sua richiesta risulta essere quindi prematura
trattandosi di attività preliminari e non es-
sendo prevista al momento nessuna attività sul territorio». Lettera interpretata da
Marsiglia come se la Shell non avesse «poi
tanta intenzione di voler dare spiegazioni
o altro ai cittadini, ai Comuni, alle aziende e
al Vallo di Diano».
La questione ovviamente ha sollevato un
polverno che interessa anche la Basilicata,
visto che il permesso di ricerca della Shell
prevedeva anche “incursioni” sul territorio lucano, con annessa possibilità di innestare nuovi pozzi. Ma la posizione della fe-
derazione è alquanto chiara nei confronti
della stessa compagnia. «L’umiltà ed il rispetto - scrive Marsiglia - per gli altri deve
essere sovrano, in particolar modo in casa
di altri e, se l’idrocarburi è una risorsa dello Stato italiano, chi come noi è deputato ad
esplorarlo e coltivarlo in diversi giacimenti, deve ben spiegare a tutti cosa vuol dire
petrolio e gas, come tante aziende dell’indotto di Federpetroli Italia hanno scelto di
fare e stanno facendo in diverse zone del
territorio italiano».
Il sindaco interviene ancora: «Questo pozzo ha già tutte le autorizzazioni necessarie»
Vita continua la disputa sul Pergola 1
Il primo febbraio l’assemblea pubblica dei comitati del no a Marsico Nuovo
L’area dove
dovrebbe
sorgere il
pozzo Pergola
1 dell’Eni a
Marsico
Nuovo
POTENZA - Il sindaco
di Marsico Nuovo, DomeniCo Vita, non si arrende e continua a difendere la sua posizione a distanza di qualche giorno dal consiglio comunale indetto proprio per discutere della questione pozzo. E in una replica, pubblicata ieri da Quotidiano, la posizione di
Vita è uscita in tutta la sua chiarezza:
«Le autorizzazioni a Marsico Nuovo
saranno soltanto per questo pozzo,
poi basta». Cosa che nonostante le ripetute dichiarazioni su «una rappresentazione distorta della seduta di
Consiglio» da parte della stampa viene ripetuta anche in questo secondo
comunicato. «Il pozzo da realizzare scrive Vita - è munito da tempo di tutte
le autorizzazioni ministeriali e regionali e compete al Comune unicamente
il rilascio, all’accertamento delle con-
dizioni tecniche e giuridiche necessarie, dei permessi di costruire degli immobili da insediare». Non c’è via di fuga, quindi, nonostante si è deciso che
entro il 10 febbraio si dovranno inviare delle osservazioni sulla
possibile costruzione del
pozzo.
«Va subito detto, per dare
una informazione veritiera
e puntuale, - sottolinea Vita
- che nessuno, al di là della
singola funzione propria,
poteva e ha potuto nutrire e
dichiarare l’interesse a favorire l’Eni laddove è in gioco la salute di tutto l’ecosistema, come
nessuno si poteva e si è potuto dichiarare soddisfatto di ciò che le estrazioni
hanno fino ad ora portato alle comunità. Nelle mie conclusioni, agli atti della seduta, ho voluto, anzitutto, considerare che la Val d’Agri è da anni inte-
ressata dalle estrazioni, che di certo
hanno modificato negativamente le
condizioni di complessivo contesto,
quando pure si possa continuare a dimostrare che sono stati rispettati i valori legali di soglia delle
emissioni tollerabili e si voglia badare pure all’interesse nazionale nel settore
energetico. Ciò posto, aggiungo che sarebbe illusorio e inutile sostenere, ora,
che le estrazioni non dovevano giammai interessare
la Val d’Agri, come personalmente avrei di sicuro
preferito, al pari di non pochi altri amministratori e cittadini, per non dire
degli imprenditori agricoli e turistici
che più degli altri hanno subito conseguenze».
«Sul petrolio occorre voltare pagina, mettendo a frutto analisi, preoc-
«Sul petrolio
è necessaria
una nuova
concertazione»
cupazioni e prospettive possibili e
questo si richiede alla classe dirigente
ora indifferibilmente; la questione
centrale, da riassumere con forza, è
quella della tutela dell’ecosistema e
della salute delle persone. In tal senso,
da tempo, la Regione deve potenziare
e rendere penetrante la funzione
dell’Osservatorio Ambientale istituito da anni a Marsiconuovo».
Intanto però il primo febbraio si terrà una discussione pubblica intitolata
“Due regioni un solo bacino idrografico”. Alla quale parteciperanno sia i comitati lucani (blocchiamo il pozzo Pergola 1) che quello del no trivelle Vallo
di Diano. All’incontro dovrebbero partecipare anche Pittella e Caldoro ma
proprio ieri su twitter ha annunciato
la sua partecipazione anche il senatore lucano dei 5 Stelle Vito Petrocelli.
v. p.
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Dopo l’avviso assunzioni, le royalties usate per il risparmio energetico
Nuovi bandi a Viggiano
Pioggia di milioni per coibentare le abitazioni dei residenti
di ANGELA PEPE
A sinsitra la mappa dell’area Monte Cavallo (via Ola). In alto il centro
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Tutto
ancora fermo
e paralizzato
in Val d’Agri
Giannino Romaniello
Alessandro Genovesi
POTENZA - Ripresentata dal consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel)
la proposta di legge che detta norme per
la rimozione e lo smaltimento di piccoli
quantitativi di materiali o rifiuti contenenti amianto. «Il progetto di legge –
precisa Romaniello -, era stato già esaminato nella scorsa legislatura dalla
terza Commissione consiliare (Attività
Produttive – Territorio) con un orientamento favorevole di tutte le forze politiche e attendeva il parere del dipartimento di competenza sulle risorse finanziarie da impegnare per poi passare in Aula per l’approvazione definitiva. Passaggio che non si è consumato a causa
dello scioglimento anticipato della legislatura».
«La misura proposta – precisa il capogruppo di Sel – si rivolge a quei soggetti
privati che hanno presso la loro abitazione o attività artigianale piccoli manufatti contenenti amianto, dunque potenzialmente molto dannosi per la salute, ma che non hanno la capacità finanziaria o comunque non sono disposti a
sostenere le spese per procedere ad una
corretta rimozione e smaltimento dello
stesso. La concessione di un contributo
finanziario –conclude Romaniello –può
costituire un incentivo per il privato ad
intraprendere un’opera di rimozione».
POTENZA - «Dopo gli impegni presi positivamente dal Presidente Pittella di
accelerare sull'attuazione di diversi
importanti interventi in attuazione del
Contratto di Settore per la Val d'Agri, i
prossimi giorni saranno decisivi. Le risorse furono a suo tempo individuate
sia per il 118 che per l'Osservatorio Paritetico per la Sicurezza che per l'aggiornamento e la formazione dei lavoratori dell'indotto e soprattutto di disoccupati della zona, eppure tutto è ancora fermo e paralizzato e certamente
non per responsabilità dei sindacati e
dei lavoratori della zona». Così dichiara
in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Cgil Basilicata.
«Così come mancano ancora all'appello alcuni punti su come realizzare il
presidio dei Vigili del Fuoco e come attrezzare l'ospedale di Villa d'Agri di un
reparto specifico dedicato alla medicina dell'ambiente, con un primo centro
antitossicologico e anti veleni pronto
per ogni evenienza a tutela di lavoratori e cittadini. E' essenziale che il tutto si
sblocchi prima di convocare il Tavolo
della Trasparenza con Eni, per dimostrare che – come Basilicata – da tutti i
punti di vista si è con le “carte in regola”
per chiedere conto alla multinazionale
della sua parte di impegni».
gli interventi nei condomini, potranno
accedere al contributo anche coloro che,
VIGGIANO – Al via i bandi per il rispar- pur non essendo residenti o domiciliati
mio energetico predisposti dallo Sportel- nel Comune di Viggiano, sono proprietalo per lo Sviluppo del Comune di Viggia- ri di unità abitative facenti parte di condono, l’Unità di progetto, le cui attività sono mini dove la maggioranza ha titolo a preinteramente finanziate con le royalties sentare la domanda. Tra gli interventi
del petrolio Il bando è per la “concessione ammissibili: coibentazione degli elemendi contributi per gli edifici residenziali ti opachi dell’involucro edilizio che sepaesistenti” ed è parte integrante del pro- rano il volume riscaldato dall’esterno o da
gramma “Risparmio energetico”. La do- vani non riscaldati: le strutture opache
tazione delle risorse destinate è pari a verticali (pareti); strutture opache oriz4.850.000,00 euro, ripartite tra gli inter- zontali o inclinate (pavimenti, soffitti, coventi di: “Coibentazione degli elementi perture). Sostituzione di serramenti esiopachi dell’involucro edilizio” (1.500.000 stenti con serramenti ad elevate prestaeuro); Sostituzione di serramenti esterni zioni termiche.
esistenti con serramenti ad elevate preInterventi combinati che comprendono
stazioni termiche (1.000.000 euro); In- contemporaneamente le tipologie di riterventi combiqualificazione
nati 2.350.000
energetica globaeuro. La finalità
le dell’involucro
del bando è queledilizio”.
la di incentivare
Il secondo ban“il
migliorado che rientra
mento del livello
sempre nel prodi
efficienza
gramma di “Rienergetica del
sparmio energepatrimonio editico” è per gli
lizio privato del
“edifici residenComune di Vigziali di nuova cogiano”.
struzione”.
Tra gli obiettiLa finalità del
vi, quello “di
bando è quella di
sensibilizzare –
incentivare
la
si legge nel banrealizzazione,
do - i cittadini ed
nel Comune di
il personale tecViggiano,
di
nico (progettisti
nuovi edifici resied artigiani) ridenziali con prespetto ai temi restazioni energelativi all’edilizia
tiche superiori a
a basso consumo
quelle richieste
energetico; prodalle normative
muovere l’utilizvigenti. La dotazo di tecniche e
zione delle risortecnologie nuose destinate al
ve di produzione
presente bando è
e costruzione; Un pozzo in trivellazione nell’area di Tempa Rossa
pari a 645.000
introdurre
euro.
l’adozione sistePossono benematica dei parametri energetici nelle co- ficiare del contributo i titolari di concesstruzioni civili; promuovere la realizza- sioni edilizie, nuove o in corso di validità,
zione di edifici energeticamente sosteni- che intendono realizzare o stanno realizbili e far diventare Viggiano un esempio zando edifici di tipo residenziale destinati
di Comune sostenibile”.
a propria prima abitazione nel territorio
Possono presentare domanda di contri- comunale di Viggiano. La domanda di
buto i residenti e i domiciliati nel Comune ammissione a contributo, dovrà essere
di Viggiano che, alla data di presentazio- inoltrata, in busta chiusa, a mezzo di racne della domanda, siano proprietari/com- comandata al Comune di Viggiano - Sporproprietari, eredi/coeredi di un’unità abi- tello per lo sviluppo o consegnata direttatativa collocata sul territorio di Viggia- mente all’Ufficio Protocollo del Comune
no. Al fine di consentire l’esecuzione de- di Viggiano.
L’intervento di Gianni Rosa sulla vertenza Teknosolar
«Pittella fa soltanto gli interessi
delle società private»
«Le recenti prese di posizione delle popolazioni del Vulture-Alto Bradano
contro la realizzazione di un impianto
solare termodinamico dimostrano
ancora una volta la distanza tra una politica di governo regionale, incline a
tutelare gli interessi delle
società private che vogliono accaparrarsi il territorio e i lucani. Nessuna considerazione ai danni ambientali e alla salute dei cittadini». E’quanto dichiara
il consigliere regionale
Gianni Rosa.
«Gli errori passati si ripetono – prosegue Rosa. L’idea di sottrarre al nostro territorio agricolo,
nel bel mezzo di un’area come l’Alto
Bradano, preziosissimi ettari di terreno all’uso agricolo per destinarlo ad
ospitare un campo a tecnologia solare
«Nessuna
attenzione
ai danni
ambientali
e alla salute»
termodinamica di potenza di 50 megawatt, è l'ennesimo esempio della
programmazione cieca e autolesionistica messa in campo dal Governo regionale in Basilicata.
Fratelli d’Italia Basilicata esprime
la sua posizione fermamente contraria alla localizzazione dell’impianto
Teknosolar che sottrarrebbe oltre
200 ettari di prezioso terreno agricolo
al suo uso per “occuparlo” con un mega impianto solare che potrebbe trovare la sua giusta collocazione in
un’area già destinata ad usi industriali, aree che, in Basilicata, non
mancano.
Per queste ragioni – conclude Rosa e visto il silenzio del “Presidente rivoluzionario” Marcello Pittella è stata
presentata un’interrogazione con la
quale si chiede di conoscere la posizione della Regione Basilicata in merito».
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Giovedì 30 gennaio 2014
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FARE IMPRESA
Una piattaforma per l’organizzazione di viaggi
Tecnologia e modello economico nati a Potenza
Benvenuta
Waway
Una storia tutta lucana di innovazione
«Startup? È più giusto parlare di impresa»
di SARA LORUSSO
POTENZA - «Porte in faccia? A bizzeffe».
Ma il segreto, raccontano, è stato proprio
quello, «andare avanti». Che magari suona un po’ come luogo comune, un po’ come
la favola da raccontare. «Lo sappiamo, ma
è andata proprio così». È andata così
l’esperienza di innovazione tutta lucana e
che il prossimo 5 febbraio ha appuntamento con il rilascio della versione beta.
Si chiama Waway, è una piattaforma dedicata all’organizzazione di viaggi, con un
modello di business articolato, un bel po’di
entusiasmo dentro e tempo - tanto - passato a costruire. La squadra è fatta a tre: Giovanni Setaro, Paolo Lanzalone, Barbara
Pesce. Lo sviluppo del software, la grafica,
il marketing, gli investitori, la pazienza, i
contatti, la ricerca fondi, le idee. Un po’ per
uno, ciascuno secondo vocazione e competenze. Poi, attorno, parecchi amici e tecnici, chi di più chi per meno tempo, qualcuno
è andato via, e allora è stato necessario ricominciare daccapo a sviluppare tecnologia e modello, altri sono
arrivati. «Poi ci sono
quelli come Sergio che
sono amici e sono sempre qui a sostenere e anche a raccontare in giro
cos’è. O Francesco attuale sviluppatore». Giovanni la racconta così,
senza formalità. Ché un
po’ è anche quello che accade quando passi da Cubox, l’agenzia di comunicazione dove tutti loro lavorano con altri professionisti. «Caffè?»,
mentre giri tra computer, pin e stampe, e
un distributore automatico che dispensa
caffeina per le nottate di lavoro. Primo piano di una palazzina recente a Potenza Est,
ambiente bianco e nero marchiato Ikea,
moderno lo spazio, alla mano tutti loro. È
lì, nelle stanze di Cubox che Waway sta superando gli ultimi test prima della messa
online.
Lunedì prossimo la conferenza stampa sarà l’occasione per il lancio ufficiale. Appuntamento alle 10.30 a
Potenza nella sede di Basilicata
Innovazione, la struttura nata
da un accordo tra Regione
Basilicata e Area Science
Park, per sostenere la nascita di imprese «ad alto
tasso di innovazione». Waway è passata anche da lì.
L’idea era venuta in testa
a Giovanni che si era trovato alle prese con un gruppo
di amici e un addio al celibato all’estero. Sperimentata in
prima persona la difficoltà di
organizzare la trasferta ha pensato di costruire qualcosa che
riempisse quel vuoto di servizi.
Cominciano così i «no», le porte in faccia, le adesioni, gli addi, «mica facile credere a un progetto simile». Il podio e un primo sostegno economico ottenuti alla selezione TechGarage (un concorso organizzato da Basilicata Innovazione) hanno dato una
spinta. Tempo dopo la stessa Basilicata Innovazione
ha voluto investire ancora
in questa idea, finanziando
alcuni servizi. Ma per un
progetto ad alto contenuto
tecnologico e di business
non poteva bastare.
In un paio di anni sono
serviti anche parecchi
viaggi, soprattutto verso
Milano e dintorni. Per incontrare gli attori del settore, imprese del
turismo, gruppi, ma anche sviluppatori,
imprenditori, possibili investitori. «Difficile spiegare senza il prodotto in mano».
Soprattutto, però, difficile ogni volta capire che «qui in Basilicata viaggiamo non
solo con numeri diversi». Questione di velocità. «Abbiamo dovuto correre il doppio.
Ma abbiamo anche imparato che se sei costretto a farlo, poi succede che magari ar-
«È ai nostri imprenditori
che dobbiamo
far capire quanto
sia importante
investire in know how»
Da sinistra Paolo Lanzalone, Barbara Pesce, Giovanni Setaro
rivi prima». Sorridono, e sanno che mica è
finita.
La piattaforma è pronta, ma solo per la
prima fase. Waway non è TripAdvisor o
Booking, né il portale di un agenzia viaggi. Waway sviluppa un sistema complesso
che costruisce pacchetti completi a partire
da un evento, (concerti, mostre, partite):
viaggio, pernottamento e biglietto. Proprio l’evento è il “pezzo” attorno a cui si costruisce la soluzione migliore. «Offriamo
in servizi: comodità, risparmio». Per adesso - dopo il via - sarà dedicata a cittadini,
gruppi, aziende. La seconda fase del progetto - che servirà anche a costruire la parte forte della sostenibilità economica di impresa - è nell’apertura del servizio a piccoli
e grandi player del settore, dal cral che organizza la gita, all’agenzia di viaggi che
può lavorare su pacchetti completi. Con alcune partnership ancora in via di definizione e altre importanti già chiuse (come
per TicketOne o Expedia).
In Basilicata hanno dovuto faticare un
po’ per trovare chi avesse in questi anni il
know-how tecnologico adeguato. Ma andare via, «no. Ci abbiamo pensato e ci siamo
detti no. Magari avremmo fatto prima, ma
non è detto che avremmo fatto meglio».
Ora che la beta di Waway è pronta per il
lancio hanno voglia di dirlo più volte. «Nel
frattempo abbiamo imparato tante cose,
anche che in Basilicata c’è chi ha idee e voglia. Ma dovremmo smetterla di inseguire
“nomi” ed esperienze fuori, inseguire i
venture capitalist di grido».
Il che significa compiere un ulteriore
passaggio: «Abbiamo parlato troppo di
startup senza capirne il senso. In Italia
dobbiamo fare impresa. A proposito, che
fine ha fatto l’agenda digitale?». Bisogna,
questo il senso, costruire un modello che
sappia tenere conto anche del territorio.
«Il confronto è importante, guai a non
averne con chi ne sa di più, con altri numeri, con altre grandezze. Ma poi è ai nostri
imprenditori che dobbiamo far capire
quanto sia importante investire sulle competenze tecnologiche, di innovazione». Il
circolo, giurano, si farebbe virtuoso.
AMBIENTE
di ALESSANDRA MAGLIARO
Riciclare, ridurre, riutilizzare.
Soprattutto ripensare. Alle tre R
del movimento ambientalista si fa
strada da qualche anno questa
quarta R, non meno fondamentale. Ri-Indirizzare il proprio stile di
vita, provare a correggerlo in modo critico, distinguere le necessità
basiche da quelle superflue.
Non significa “sacrificarsi” o
“rinunciare” ma cambiare sapendo che la qualità della vita migliorerà invece che peggiorare. Da oltre 10 anni, ma con la crisi economica negli ultimi anni ha avuto
una spinta ulteriore, il movimento per la decrescita felice discute e
promuove una vita piena al di fuori dello stile di vita consumista,
mettendo in discussione l’attuale
modello di sviluppo. L’obiettivo è
una società equa, partecipata, sostenibile superando un modello
Tecnologia sì, ma sostenibile
Si moltiplicano nel Paese le esperienze di consumo critico
che oltre che economico - il consumismo e i derivati del liberismo - è
anche culturale e investe la pratica della vita. L’Italia con tante iniziative spontanee, è anche un cantiere di decrescita, in cui la cittadinanza sperimenta continuamente e attivamente un’economia alternativa.
Gli spunti di riflessioni sono vari: le risorse limitate del nostro
pianeta dovrebbero indurci a non
immaginare una crescita infinita.
E il benessere di un Paese, calcolato con il Pil, vale a dire sommando
la produzione di merci e servizi,
per quanto dato convenzionale,
non sembra più essere un indicatore adeguato, visto che non sia-
mo necessariamente più felici se
consumiamo più beni o servizi,
senza contare che tante azioni di
condivisione, gratuità, autoproduzione che cittadini con un consapevole consumo critico sempre
più mettono in atto, non sono affatto conteggiate.
Spiega Alessandro Pilo nel manuale del giovane eco-attivista La
Strategia del Colibrì edito da Sonda, il movimento per la decrescita
felice, che si ispira al pensiero di
Ivan Illich e Serge Latouche, non è
ostile alla tecnologia ma è per
un’altra tecnologia, sostenibile,
durevole, funzionale: una casa
ben coibentata, per citare un esempio, ridurrà i consumi energetici.
La riduzione del tempo dedicato
al lavoro salariato a favore dell’aumento del tempo dedicato alle relazioni interpersonali, all’autoproduzione e alla coltivazione delle dimensioni dell’esistenza “rimosse”
(sociale, politica, culturale, artistica, spirituale, etc.) sono alcuni
punti fondanti del movimento che
in Italia, con l’attività portata
avanti da Maurizio Pallante e dai
circoli Mdf sparsi su tutto il territorio, sta diventando popolare.
Gli esempi sono molti, le cicloofficine, i laboratori di riparazione dei computer, anche una libreria recentemente aperta a Torino,
e poi la banca del tempo, l’autoproduzione di cibo, i Gas gruppi di ac-
quisto solidali, il compostaggio
per il riciclo in casa dei rifiuti, il
cohousing, le monete alternative,
ma non solo: è in tanti piccoli nuovi gesti che nella nostra cultura si
sta facendo largo la convinzione
che il consumo non sia la felicità.
«Raggiungere un benessere
materiale sufficiente, avere reti di
amici e persone con cui aiutarsi a
vicenda e trascorrere del tempo di
qualità, partecipare alla vita sociale del proprio quartiere, della
propria città o paese, sembrano
piuttosto questi alcuni fattori che
determinano la felicità», dice Pilo.
C’è anche una rete in Italia, collegata ai circoli, di industriali e
professionisti che producono, installano e commercializzano tecnologie in grado di ridurre gli
sprechi di energia e l’inquinamento ambientale, e di recuperare le
materie prime secondarie contenute negli oggetti dismessi.
RASSEGNASTAMPA
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Economia Italia / Mondo
Giovedì 30 gennaio 2014
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POVERTÀ, PENSIONI, SICUREZZA SUL LAVORO Poveri in aumento e assegni bassi
Strasburgo boccia l’Italia su tutto
Per il Comitato dei diritti sociali non garantite condizioni di vita dignitose
di SAMANTHA AGRÒ
STRASBURGO - Lotta alla
povertà, pensioni minime
adeguate e sicurezza sul
posto di lavoro: questi i tre
fronti principali sui quali
l’Italia non è riuscita a mettere in atto politiche in grado di garantire condizioni
di vita dignitose. A esprimere l’impietoso giudizio è
il rapporto del Comitato europeo dei diritti sociali del
Consiglio d’Europa reso
noto ieri. Un documento
che ha esaminato come
l’Italia ha, tra il 2008 e il
2011, salvaguardato il diritto dei suoi cittadini alla
salute, alla sicurezza e alla protezione sociale
in base alla garanzie sancite
dalla Carta sociale europea.
Il
risultato
dall’analisi condotta è la sostanziale bocciatura, in molti casi, delle
situazioni riscontrate. Le
principali violazioni dei
principi della Carta sociale
‘certificatè dal rapporto si
riferiscono all’inadeguatezza delle politiche messe
in atto per gli anziani, per
combattere l’esclusione sociale e per garantire di non
restare vittime di incidenti
sul lavoro.
Secondo il Comitato, infatti, l’Italia non ha leggi
specifiche che assicurino
agli anziani di non essere
discriminati, a causa della
loro età, rispetto agli altri
cittadini quando si tratta
per esempio dell’accesso a
servizi bancari o sanitari,
oppure alla possibilità di
continuare a fare scelte in
piena autonomia, o non essere vittime di abusi. E chi
tra loro vive con la pensione
minima sta messo ancora
peggio. Perchè il livello
dell’assegno è stato giudicato inadeguato da Strasburgo, visto che nel 2011
ammontava ad appena 520
euro al mese contro i 666
euro (cioè il 50% del reddito
medio calcolato da Eurostat) ritenuti il minimo indispensabile dal Comitato.
Ma l’Italia non riesce a garantire bene neanche i diritti dei lavoratori. Il Comitato denuncia, come fece
nel rapporto del 2009, la
mancanza di una politica
nazionale coerente in materia di sicurezza, come purtroppo sembra
indicare anche
la frequenza degli
incidenti.
Questa politica
andrebbe definita, attuata e riesaminata periodicamente consultando le organizzazioni
patronali e sindacali. E
sempre sul piano della sicurezza, il Comitato sottolinea che in Italia manca anche un adeguato sistema di
organizzazione per la prevenzione dei rischi.
Quanto alla lotta alla povertà, «le informazioni fornite dal governo - si legge
nel documento - non sono
sufficienti ad alterare il
giudizio di non conformità
alla Carta già espresso nelle precedenti conclusioni»
pubblicate nel 2009. Soprattutto, ztenendo in considerazione l’aumento della povertà nel Paese, i relativamente bassi sforzi di spesa per disoccupazione ed
esclusione sociale, oltre che
i moderati effetti ottenuti
con i trasferimenti sociali».
Inaccettabile
il numero
degli incidenti
LA SVOLTA Il Lingotto avrà sede legale in Olanda e fiscale a Londra
Nasce Fca Fiat Chrysler Automobiles
Dopo cento anni l’azienda cambia nome
Letta: «Basta che non licenzino nessuno». Marchione
rassicura i sindacati che manterrà tutti gli impegni
di AMALIA ANGOTTI
TORINO - Dopo oltre un secolo
Fiat cambia nome e lascia Torino.
La nuova holding che controlla la
casa di Torino e quella di Detroit,
si chiamerà Fiat Chrysler Automobiles, avrà un nuovo logo con
l’acronimo Fca, la sede legale sarà
in Olanda, la residenza fiscale in
Gran Bretagna. La società sarà quotata a
New York, forse già entro il primo ottobre e a
Milano. Il consiglio di
amministrazione alza
il velo sul nuovo gruppo e vara una riorganizzazione che «non avrà
alcun impatto sull’occupazione», in attesa
del piano industriale
che sarà presentato a
maggio negli Usa.
«La nascita di Fiat
Chrysler Automobiles
segna l’inizio di un nuovo capitolo della nostra
storia», commenta il
presidente John Elkann. «Il giorno più importante della mia carriera», afferma l’amministratore
delegato
Sergio
Marchionne,
che ribadisce l’intenzione di restare per altri
tre anni e di scegliere il
successore all’interno
del gruppo. Per il premier Enrico Letta, che
già martedì aveva incontrato i vertici Fiat,
«la sede legale è una
questione secondaria, contano i
posti di lavoro, il numero di auto
vendute, la competitività e la globalità». La Fiom parla, invece, di
«disimpegno sull’Italia» e la leader della Cgil, Susanna Camusso,
esprime preoccupazione per la
scelta di pagare le tasse in Gran
Bretagna. Un punto questo che
aveva già suscitato polemiche per
l’analoga scelta di Cnh Industrial
ma come in quel caso la Fiat spiega
che «non ci saranno effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del
gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività». Per
quanto riguarda invece lo spostamento della sede legale in Olanda
la decisione è dovuta alla possibilità di adottare un sistema che assegna diritti di voto doppi ai soci stabili, agevolando il mantenimento
del controllo da parte di Exor, holding della famiglia Agnelli che ha
circa il 30% di Fiat.
Ai segretari generali della Cisl,
Raffaele Bonanni, della Uil, Luigi
Angeletti e della Ugl, Giovanni
Centrella, e dei sindacati metalmeccanici, che ha visto ieri in serata al Lingotto, Marchionne assicura che gli impegni in Italia saranno mantenuti, ma non dà le attese indicazioni su Cassino e Mirafiori.
Il cda approva anche i conti
dell’esercizio 2013, chiuso con un
utile netto di 1,9 miliardi di euro,
un utile di gestione a 3,4 miliardi
contro i 3,8 del 2012 e i 3,6 previsti
dagli analisti, mentre il fatturato
cresce da 84 a 86,6 miliardi.
IL CASO ELECTROLUX Delocalizzazione e licenziamenti
Nessuna soluzione individuata
ma l’azienda aprirà un tavolo
ROMA - Il piano presentato da Electrolux
non convince governo, sindacati e presidenti delle Regioni in cui si trovano gli stabilimenti. L’ha detto senza mezzi termini il
ministro Flavio Zanonato al termine
dell’incontro sulla crisi del gruppo di elettrodomestici, un incontro in cui non sono
state individuate soluzioni, ma da cui è
uscita la disponibilità da parte dell’azienda
ad aprire un negoziato che, con tutta probabilità, vedrà impegnato anche Palazzo
Chigi.
Le dichiarazioni distensive che l’ad in Italia del gruppo svedese, Ernesto Ferrario,
ha fatto al tavolo del ministero, dove ha assicurato che non c’è l’intenzione di abbandonare l’Italia, non sono state evidentemente considerate sufficienti a spegnere
l’allarme. «La proposta di riorganizzazione che ci ha illustrato Electrolux non ci ha
convinto», ha infatti dichiarato il ministro
in un’improvvisata conferenza stampa. Il
problema, ha spiegato, sta nel fatto che lo
scenario descritto da Electrolux punta
«tutto sul costo del lavoro» (con una riduzione sulla cui entità però ancora non c’è
chiarezza), mentre istituzioni e sindacati,
come dichiarato più volte, vogliono «parlare del piano industriale».
Le posizioni, dunque, non si sono avvici-
nate, l’azienda non ha annunciato l’intenzione di rivedere o ritirare il piano, anzi ha
ribadito di voler andare avanti con l’analisi
e la riduzione del costo del lavoro, ma il ministro, da più parti accusato di aver sottostimato il problema, porta a casa un risultato: l’apertura di un tavolo negoziale con
Electrolux che si concretizzerà già «nei
prossimi due-tre giorni» con un nuovo incontro. Non solo: la vicenda sembra destinata a essere “promossa” a crisi di maggiore rilevanza, dal momento che Zanonato ha
annunciato un incontro, chiesto da molti,
anche con il premier Enrico Letta.
L’obiettivo è quello di «salvaguardare
l’integrità dell’azienda», cioè di tenere in
piedi tutti e quattro gli stabilimenti, Porcia
compresa, in merito a cui però allarma «la
mancanza di proposte». Una strategia pienamente condivisa dai governatori delle
quattro regioni coinvolte, che infatti hanno mostrato una certa soddisfazione: affrontare la questione in questo modo, per la
presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, è un «risultato straordinario, perchè è stato messo un paletto imprescindibile all’azienda», Luca Zaia (Veneto) ha parlato di «pietra miliare», Vasco
Errani (Emilia Romagna) di «passo avanti».
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Giovedì 30 gennaio 2014
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Il segretario della Uilm Basilicata, Tortorelli, rassicura i dipendenti Fiat sul nuovo gruppo Fca
«Nulla da temere per la Sata»
«A noi interessa il proseguimento dei programmi per Melfi e gli altri stabilimenti»
POTENZA - “Non ci appassiona il nuovo acronimo del
Gruppo (Fca), né la scelta
della sede legale (Olanda) e
di quella fiscale (Gran Bretagna) e tanto meno l’individuazione delle Borse di quotazione delle azioni (New
York e Milano). A noi interessa il proseguimento dei
programmi per Melfi e gli altri stabilimenti italiani che
restano questi, a differenza
di tutto il resto, immutati”.
Ad affermarlo è Vincenzo
Tortorelli, segretario regionale Uilm Basilicata, per il
quale “i dipendenti della Sata non hanno nulla da temere dalle decisioni, sicuramente epocali, del consiglio
di amministrazione del
gruppo presieduto da Jonh
Elkann e guidato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne e pertanto
non devono allarmarsi. Lo
abbiamo detto già in occasione della fusione con Crysler:
si offre una dimensione altra ad un’azienda che, oltre
ad avere una dimensione nazionale, si apre al mondo. Un
passaggio che dal punto di
vista dell’economia di scala e
delle produzioni di autovetture non può che essere un
fatto positivo. La sfida non
deve allarmare nessuno per-
Gioco d’azzardo
Cantisani ( Idv) e Messina
a Roma per consegna firme
Cantisani a Roma
Marchionne ed Elkan presentano il nuovo gruppo Fca e nel riquadro Tortorelli
ché non so se qualcuno se ne
è accorto, ma Fiat negli ultimi anni ha mutato la propria fisionomia e noi come
parti sociali più responsabili abbiamo contributo a questa trasformazione. Mentre
fino a prima Fiat aveva solo
dei modelli di fascia A e B,
con qualche problema sulle
gamme alte (tranne quelle
altissime come la Ferrari),
adesso si è meglio strutturata su due grandi segmenti
che vedono tra l’altro in Melfi l’avamposto italiano del
mercato che non può che essere quello europeo e mon-
diale, non italiano. Non dimentichiamo che il solo bacino europeo è insufficiente
per le produzioni dei nostri
stabilimenti, quello mondiale invece può dare la possibilità di poter produrre nei
poli Fiat sia eccellenze che
fasce medio basse”.
L'azienda dichiara un centinaio di esuberi .Oggi l'intesa in Confindustria
Indotto Fiat: crisi alla Johnson
Per un anno i contratti di solidarietà
POTENZA - Arrivano i contratti di
solidarietà per i dipendenti della
Johnson Controls Interiors,
azienda metalmeccanica dell'indotto Fiat di Melfi. Lo ha reso noto
il dirigenti della Fim Cisl, Giovanni Ottomano, che in mattinata ha
partecipato al tavolo di confronto
tenutosi in Confindustria tra una
delegazione aziendale e i rappresentanti dei sindacati di categoria
Fim, Fiom, Uilm e Fismic. La
Johnson ha dichiarato “un profondo stato di crisi che ha fatto
emergere un'eccedenza di personale”. Gli esuberi dichiarati sono
94 su un totale di 158 addetti.
Per scongiurare i licenziamenti
e la mobilità le parti hanno concordato il ricorso ai contratti di solidarietà difensivi per tutti i dipendenti dal prossimo 11 febbraio
per una durata complessiva di un
anno. La riduzione dell'orario di
lavoro settimanale – si legge nel
verbale siglato al termine dell'incontro – sarà diversificata per reparto e specializzazione in ragione dei flussi produttivi. Azienda e
sindacati hanno infine concordato la possibilità di realizzare specifici programmi formativi sul world class manufacturing.
“Il ricorso ai contratti di solidarietà è la soluzione meno dolorosa
per evitare i licenziamenti e mantenere gli attuali livelli occupazio-
nali in attesa che la ripresa del
mercato possa far rientrare la situazione di crisi aziendale”, spiegano Giovanni Ottomano e Salvatore Troiano, sottolineando che
“si tratta del primo caso di contratti di solidarietà tra le aziende
dell'indotto Fiat, una soluzione
che andrebbe estesa anche ad altre realtà per evitare soluzioni più
traumatiche in caso di crisi aziendale”.
I contratti di solidarietà difensivi sono accordi stipulati tra azien-
da e sindacati che prevedono la diminuzione dell'orario di lavoro al
fine di mantenere l’occupazione
in caso di crisi aziendale e quindi
evitare la riduzione del personale.
È a carico dell'Inps l'integrazione
fino all'70 per cento della retribuzione persa.
I contratti di solidarietà possono essere stipulati per un massimo di 24 mesi, prorogabili per altri 24 mesi (36 mesi per i lavoratori occupati nelle aree del Mezzogiorno).
TICKET
CONFERENZA STAMPA
Esenzioni
per gli aventi diritto
in tutto il 2014
Presentazione film
“Zio Angelo e i tempi
moderni”
LE CERTIFICAZIONI di esenzione della compartecipazione alla
spesa sanitaria in base al reddito,
autocertificate dal cittadino, sono
automaticamente prorogate al 31
dicembre 2014 .
I cittadini possono pertanto evitare di recarsi agli sportelli dei rispettivi Distretti di appartenenza
per rinnovare l’esenzione, fintanto
che non avvengano delle variazioni delle proprie condizioni personali e di reddito.
DOMANI alle ore 11, presso la Sala
Inguscio della Regione Basilicata a
Potenza, si terrà la conferenza stampa di presentazione del film "Zio Angelo e i tempi moderni", film girato tra
Basilicata e Campania e che sarà
nelle sale dal 6 febbraio. Alla conferenza stampa parteciperanno Paride
Leporace direttore della Lucana Film
Commission, il sindaco di Brienza, il
regista Daniele Chiariello, rappresentanti della produzione Zork e della Cinemò che ne cura la distribuzione.
L’Italia dei Valori ha fatto oggi un primo importante passo verso l’abolizione del gioco
d’azzardo nel nostro Paese”: lo afferma Maria Luisa Cantisani, Segretario IDV Basilicata, che insieme al segretario Nazionale
Ignazio Messina, ha presentato questa mattina, guidando una delegazione della Basilicata, oltre 100mila firme contro il gioco
d'azzardo di Stato.Un risultato importante
ottenuto anche grazie alla Basilicata, dove
sono state raccolte circa 3mila firme, attraverso i numerosi banchetti realizzati nei
due capoluoghi e in centri piccoli e grandi
del Potentino e del Materano. Nel ricordare
che il Presidente Marcello Pittella è stato
promotore nella precedente legislatura regionale di una specifica iniziativa legislativa, Cantisani riferisce che all’iniziativa hanno aderito anche numerosi sindaci, assessori ed amministratori locali che si sono impegnati a sostenere proposte a favore degli
esercizi che decidano di non installare apparecchi da gioco, l’inserimento di un piano
triennale per il contrasto e la prevenzione
della ludopatia a cui si deve aggiungere la
delega, alla Regione, delle funzioni di osservatorio sulle eventuali problematiche di carattere socio-sanitario.
“La campagna contro il gioco d’azzardo
può essere vista come una forma di tutela
dell’essere umano e della globalità delle sue
interazioni sociali da un fenomeno che interferisce con la sanità dell’ambiente in senso ampio.La nostra battaglia – aggiunge non finisce qui ma riuscirà con successo
quando il Parlamento la discuterà ed accetterà di considerarla un valido strumento
immediatamente applicabile su tutto il territorio”.
“E’ incoraggiante lo sforzo compiuto da
alcune regioni italiane, compresa la Basilicata – sottolinea Ignazio Messina, segretario nazionale IdV - . Per noi la migliore prevenzione e il miglior deterrente a questo male che rovina le famiglie e ingrassa la criminalità organizzata, è l’eliminazione completa del gioco d’azzardo. Per questo l’IDV ha
raccolto migliaia di firme e la testimonianza
che il tema sia molto sentito soprattutto al
Sud viene dal numero di adesioni dei cittadini delle regioni meridionali. No allo Stato biscazziere – afferma Messina - partendo da
questo chiaro messaggio Italia dei Valori si
è rivolta a tutti i cittadini per informare e
sensibilizzare sulle problematiche relative
alla ludopatia, la malattia da gioco che fattura circa 100 miliardi di euro l’anno, impoverisce i cittadini e fa cassa. Una distorsione
che in uno Stato che non porta avanti una seria lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, ma tassa il gioco, non è più tollerabile per
una platea di oltre 800mila dipendenti e di
oltre 2milioni di soggetti a rischio patologico”.
RASSEGNASTAMPA
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Basilicata
Giovedì 30 gennaio 2014
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17
Corruzione all’Agenzia delle entrate: rinvio a giudizio per l’ex capo degli ispettori del fisco
Il gup non crede alla Muscaridola
Con lei anche gli imprenditori potentini De Vivo, Albini, Pomarico e Giubileo
POTENZA - Dovranno comparire il
prossimo 5 maggio davanti al collegio del Tribunale di Potenza l’ex capo
dell’ufficio accertamenti e controlli
dell’Agenzia delle entrate di Basilicata, Lucia Muscaridola, gli imprenditori potentini Antonio Giubileo,
Maria Antonietta Albini, Michele
Pergola, Domenico De Vivo, Antonio
Pomarico, Gaetano Tucci, e il commercialista Rocco Tramutola, accusato “soltanto” di millantato credito.
Lo ha deciso ieri pomeriggio il gup
Tiziana Petrocelli accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata
dal pm Francesco Basentini, che ha
coordinato l’indagine delle Fiamme
gialle sulle presunte corruttele tra il
capo degli ispettori
del fisco e alcuni
grandi contribuenti
lucani. Unica eccezione, Luciano Olita, per
cui le accuse sono cadute e il gup ha disposto il non luogo a procedere.
Tutto è iniziato
dall’inchiesta
sul
Consorzio industriale
di Potenza dove la Finanza stava mettendo
a fuoco un presunto
sistema di favoretti
per gli imprenditori
amici, e in particolare
i clienti di uno studio
di commercialisti del
capoluogo. L’idea era
Lucia Muscaridola
pressapoco questa: se
uno andava da loro
era più facile ottenere
un lotto nell’area industriale per il proprio capannone. Allora i militari hanno avviato le intercettazioni, e tra le altre cose
hanno scoperto che
esisteva un’altra strana relazione con un
impiegato dell’Agenzia delle entrate, un
impiegato
facente
funzioni di dirigente
per l’esattezza, capo
del settore “accertamenti e controlli della
direzione provinciale
di Potenza. Quello che
ne è uscito fuori è un
sistema, soprannominato “protocollo Muscaridola”, dove l’unica legge riconosciuta
sarebbe stata quelle del “do ut des”.
I soggetti finiti sotto la lente dei
militari del Gico di Potenza ai comandi del tenente colonnello Roberto Maniscalco, sono decine. Il punto è
che muovendosi tra la Puglia e la Basilicata con incursioni in Campania
e altrove, l’inchiesta si è divisa per
questioni di competenza territoriale.
A luglio del 2011, nell’ambito di
questa stessa inchiesta, Lucia Muscaridola è stata raggiunta anche da
un’ordinanza di arresti, poi annullata dal Tribunale del riesame per
mancanza di gravi indizi. In precedenza anche il sequesto di tutti i suoi
beni era stato annullato dopo che gli
avvocati Tuccino Pace e Francesco
Paolo Sisto avevano spiegato che le
varie operazioni immobiliari compiute dalla loro assistita negli ultimi
anni sarebbero state da ricondurre
in massima parte a una ricca eredità.
Una tesi sostenuta anche dalla relazione di un perito di parte incaricato
in proposito, che ha dimostrato la
correttezza e la compatibilità delle
stesse con la capacità economica della dottoressa.
lama
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Per il solo
Luciano Olita
sentenza
di «non luogo
a procedere»
LA BIMBA NATA MORTA A VILLA D’AGRI
La dottoressa Orlando replica
«Ho visitato Simona Caso
soltanto il giorno del parto»
IN nome e per conto della dottoressa Mariateresa Orlando, con riferimento all'articolo pubblicato il 29 novembre a pagina 9
del Quotidiano dal titolo “Villa D'Agri, due
medici indagati”, relativo alla vicenda del
tragico parto della signora Simona Caso,
preciso quanto segue:
L'articolo pubblicato individua nella persona della dottoressa Orlando la ginecologa che “qualche giorno prima aveva visitato Simona e l'aveva fatta tornare a casa”
nonostante avesse “riscontrato qualche
problema”. Attribuisce, poi, alla stessa ginecologa la paternità del referto pubblicato
a margine datato 23 gennaio 2014 (“E sul
referto “che pubblichiamo a lato” scriveva:...”).
Dette notizie non sono corrispondenti al
vero, giacché la dottoressa Mariateresa
Orlando mai ha visitato la donna “qualche
giorno prima” del parto, mai ha “fatto tornare a casa” la donna né il referto detto è attribuibile alla predetta Orlando. La dottoressa Orlando ha avuto modo di valutare la
situazione della signora Caso la mattina
del 27 gennaio, al momento del ricovero,
allorquando ha prestato la sua opera professionale secondo scienza e coscienza e
nel pieno rispetto di ogni regola medica e
deontologica.
Avvocato Antonio Casalaro
Il Palazzo di giustizia di Potenza
|
LE RIVELAZIONI SULLO STATO DEGLI INVASI LUCANI
|
I dati e lo scontro col portavoce del presidente
Bolognetti interrogato in udienza a Potenza
UN articolo a firma dell'attuale portavoce del presidente della giunta regionale in cui veniva rivelata l'origine delle notizie sullo stato degli invasi lucani che erano state diffuse qualche giorno prima, agli inizi di gennaio del 2010.
E' quello su cui ieri mattina, a Potenza, si è concentrata l'attenzione
del presidente del collegio del Tribunale, Aldo Gubitosi, durante l'esame
del segretario dei radicali lucani.
Maurizio Bolognetti è imputato
per rivelazione dei contenuti in
un’informativa della Polizia provinciale a firma del tenente Giuseppe Di
Bello sullo stato dei principali invasi
lucani. Una vicenda per cui quest’ultimo a novembre è stato già condannato in appello a 3 mesi di reclusione
con la pena sospesa.
Di fronte ai magistrati che dovranno giudicarlo, Bolognetti ha spiegato che quanto riportato nell'articolo
in questione, ovvero che i dati erano
riconducibili alla polizia, sarebbe
corrisposto a quello che egli stesso
aveva riferito al collega, dopo essere
stato accusato “in un'editoriale di
fuoco” di allarmismo e persino aggiotaggio a favore delle compagnie
delle acque minerali.
Bolognetti, che è un giornalista
iscritto all'albo dei pubblicisti, ha
quindi ha ribadito che la sua unica
intenzione era di divulgare i contenuti delle analisi dell'Arpab sull'acqua dei principali invasi lucani.
“Per come la vedo io erano analisi
che dovevano essere pubbliche. Erano analisi dalle quali emergeva il decadimento delle acque nei principali
invasi lucani. La Camastra, Monte
Cotugno e in particolare il Pertusillo,
dati che mai fino in quel momento
erano stati portate a conoscenza dei
lucani”.
Maurizio Bolognetti. Sullo sfondo il Pertusillo
Il segretario dei radicali lucani ha
spiegato di aver ricevuto quell'informativa via email dal tenente Di Bello
che aveva conosciuto nel 2008 occupandosi del caso del sito d'interesse
nazionale di Tito scalo. Ma a domanda esplicita prima del pm Gerardo
Salvia, poi del presidente Gubitosi,
ha negato di averla richiesta, come
pure di essere stato al corrente dell'esistenza di un'attività investigativa
in corso.
“Ero al corrente del fatto che in
quell'email c'erano notizie attinenti
lo stato ambientale delle acque e che
da quelle analisi emergeva a mio avviso uno stato di contaminazione e
decadimento delle acque in Basilicata e un rischio potenziale per una co-
munità”. Motivo per cui ha deciso di
divulgarne il contenuto.
Interrogato dal suo avvocato Vincenzo Montagna, Bolognetti ha evidenziato di aver reso pubblici dati che
secondo una convenzione internazionale ratificata anche dall'Italia
andavano diffusi senza esitazione. In
più il suo legale ha anticipato l'intenzione di appellarsi all'onere che ha
un giornalista rispetto alla pubblicazione di una notizia, a prescindere di
come ne sia entrato in possesso.
“Ho ritenuto di supplire all'assenza di informazioni da parte degli enti
preposti”. Ha ribadito Bolognetti.
L'udienza è stata rinviata al 14
maggio per la decisione.
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Benvenuti
al cimitero
industriale
VOLETE avere un’idea di cosa hanno prodotto le politiche industriali
nella nostra regione? Andate a farvi un giro nella zona industriale di
Tito scalo.
Un giorno qualsiasi di gennaio:
decine di capannoni vuoti. Sulle
strade un numero di macchine e camion che si possono contare sulle
dita. E poi case abbandonate espropriate in nome dello sviluppo
- sporcizia, silenzio e la desolante
sensazione di trovarsi in un luogo
ormai senza senso e fuori dal tempo.
La descrizione del deserto, quello di un’area destinata all’industrializzazione e all’occupazione,
ma che oggi è l’emblema del fallimento degli ultimi trent’anni di
programmazione. Di cosa, viene
da chiedersi davanti all’ennesima
manifestazione davanti alla Regione di lavoratori che in uno di quei
Sopra i locali (ovviamente vuoti) dell’ex Salumificio. All’ingresso ancora qualche striscione di una manifestazione
capannoni ha lavorato qualche medi qualche anno fa (Tutte le foto sono di Andrea Mattiacci)
se e poi è stato mandato a casa. Cosa si
è programmato in
più di trent’anni, il
fallimento? Solo
così si spiega la situazione debitoria
del Consorzio Asi,
la disperazione dei
lavoratori del Depuratore di Potenza che regolarmente manifestano perchè i loro stipendi
non vengono pagati. Solo così si spiega la situazione di
pericolosità dell’intera area, per la
A sinistra l’area su cui sorgeva l’ex Liquichimica. In lontananza si vede lo stabilimento della Daramic. Anche quello è
quale da anni si parla inutilmente
stato smantellato. Accanto la Metaltecno, vuota per l’80%. Alcuni spazi vengono usati come deposito
di bonifica. Mentre attorno le pecore continuano a brucare e noi continuiamo ad ammalarci.
«Qui - racconta uno dei pochi lavoratori rimasti - siamo tutti ammalati. Ognuno di noi ha avuto un
problema, in tanti un tumore».
E’ questo che si è programmato?
La distruzione del territorio, ma
anche quella del lavoro e della dignità che da esso nasce.
Se le cose fossero andate nel verso giusto - ed è evidente che non è
andata così - quest’area avrebbe dovuto dare lavoro almeno a 3.000
persone. E invece in questi immensi spazi che ormai cominciano anche a mostrare segni di cedimento
non c’è più nessuno.
Resistono ancora in poche: la
Ansaldo, che dà lavoro a 114 persone, la Pcc Giochi e servizi (95 addet- Sopra la Idal, che avrebbe dovuto occupare 31 persone e produrre merendine. Tutto vuoto
ti), la PerSud (45 dipendenti). Poi chi stiamo assistendo alla morte le storie dietro ognuno di questi ca- proprio i miliardi li dobbiamo butuna decina di altre aziende che im- dell’intera regione. E non si tratta pannoni vuoti. Quante persone do- tare, regaliamoli a chi ha voglia di
piegano al massimo una ventina di di fare facili allarmismi, perchè se veva impiegare, quanti soldi sono fare ma non ha i mezzi. Perchè non
persone. Troppo poco per giustifi- ogni famiglia ha almeno un com- stati regalati e cosa ha portato. Uno fare come nel resto d’Europa, dove
care i miliardi investiti in que- ponente che ormai se ne è andato per uno ma non solo per mettere in si mettono a disposizione di chi ha
via dalla regione, significa che un evidenza gli errori. Non è questo il idee degli spazi vuoti perchè possast’area.
no nascere uffici o associazioni?
Ma soprattutto sono troppi i sol- problema di futuro dobbiamo co- senso.
L’obiettivo è proporre. Ci sono da Azzardato? Allora lasciamo credi spesi nella realizzazione di que- minciare a farcelo. E se non siamo
sti capannoni, per lasciare che tut- lungimiranti ora non ne avremo una parte giovani senza risorse e scere i cimiteri, l’alternativa non
senza lavoro, dall’altro contenitori esiste.
to venga lasciato all’incuria del più il tempo.
Antonella Giacummo
Nasce così quest’inchiesta che vuoti. Sono due condizioni che postempo. Perchè mentre questo sta
1. Continua
accadendo, sotto i nostri stessi oc- parte oggi e che vuole raccontarvi sono venirsi incontro. Perchè se
|
LE PROPOSTE
Impariamo dagli altri
Ecco come
hanno fatto
a Ferrara
su 4.000 mq
A FERRARA c’era un
enorme spazio vuoto.
Era quello dell’ex Caserma dei vigili del fuoco. All’incirca 4.000
metri quadri di spazio
che stavano cadendo a
pezzi. Ed era un enorme problema questo
per la Provincia. Perchè se uno stabile cade e
qualcuno si fa male, la
responsabilità
è
dell’ente competente.
Allora nasce l’idea di
creare la prima Factory
creativa dell’Emilia Romagna. Oggi lo Spazio
Grisù ha come finalità
quella di «agevolare
l’espansione di realtà
imprenditoriali avviate da poco ma potenzialmente in forte crescita
e, successivamente, avviare start up di imprese creative, dando gli
spazi in gratuità».
Ma sono previsti anche spazi per organizzare workshops in collaborazione con università italiane ed estere che si occupano di tematiche legate all’arte,
all’architettura, al design, al fund raising e
all’economia della cultura.
Insomma un enorme
spazio è stato regalato
ai suoi cittadini più giovani e creativi. «Gli spazi - spiegano - in cui insediare le attività saranno assegnati in uso
gratuito e temporaneo
alle “imprese creative”
meritevoli, selezionandole – tramite application form e attraverso
un comitato preposto –
sulla base della qualità
dei progetti presentati.
Ogni assegnatario dovrà dare conto periodicamente del suo operato; per questo saranno
organizzate mensilmente aperture degli
studi sia agli addetti ai
lavori che alla cittadinanza». E’ così che si dà
impulso all’innovazione.
|
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Potenza
Giovedì 30 gennaio 2014
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19
Il premio Nobel Betty Williams in visita all’Istituto Alberghiero del capoluogo
Il cibo che unisce i popoli
Così, insieme ai ragazzi, si costruisce la Città della Pace e dei diritti
NON c’è niente che renda
le persone più vicine che il
mangiare: esordisce così il
premio Nobel per la pace
Betty Williams in visita
presso l'Istituto professionale di Stato per i servizi
per l'enogastronomia e
per l'ospitalità di Potenza.
«La nostra scuola - afferma il dirigente scolastico
Rosalinda Cancro - da decenni si prefigge lo scopo
di contribuire alla completa e variegata formazione
professionale degli allievi
e allo stesso tempo mira a
promuovere il settore turistico - alberghiero della
Basilicata. Tutto ciò è fattibile solo tramite una perfetta armonizzazione tra
scuola e Istituzioni locali».
Betty Williams, in Basilicata per alcune riunioni
degli organi direttivi della
Fondazione Città della Pace, ha voluto incontrare
studenti e docenti della
scuola coinvolta con altri
istituti potentini nell'attuazione del progetto "Costruiamo insieme la città
della Pace" per continuare
la sua intensa opera di sensibilizzazione sui temi del
rispetto dei diritti dell'uomo e dell'integrazione tra
popoli.
All'incontro è seguito
un pranzo dal sapore multietnico: baba ghanaoush
della Palestina, kaopad
puopia (insalata di riso
thailandese), Chips di platano dell'Africa sono stati
affiancati alla pizza di Sant'Arcangelo e alla torta caprese, tipica prelibatezza
campana.
Cibi diversi per provenienza geografica ma accomunati dalla volontà di
unire, aggregare, conoscere realtà diverse.
Il pranzo curato nei minimi dettagli figura come
l'attività conclusiva di uno
specifico progetto sulla
cucina multietnica pro-
IN BREVE
Il M5S
incontra
gli studenti
Betty Williams ospite all’Istituto Alberghiero (Mattiacci)
mosso nell'ambito del percorso IeFP, istruzione e
formazione professionale,
organizzato dall'Apof-Il
con la Fondazione Città
della Pace per i Bambini di
Basilicata.
«Bisogna costruire insieme un modello che ampli e replichi il prestigioso
e vasto disegno di accoglienza della Fondazione -
dice Giuseppe Romaniello, direttore Apof -Il - è importante progettare insieme e far convivere più culture». La diversità è sempre una ricchezza e mai
una separazione: «io devo
assolutamente imparare
l'italiano», ha detto Betty
Williams.
Angela Salvatore
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nell’Aula magna dell’Università la premiazione del concorso “Play Energy”
Giochiamo con l’energia
Un progetto creativo per insegnare come proteggere l’ambiente
SI è tenuta presso l’Aula Magna
dell’Università degli Studi di Potenza
la premiazione dei vincitori regionali
scelti tra le classi lucane che hanno
partecipato alla decima edizione di
“PlayEnergy”, il progetto ludico-educativo promosso da Enel dedicato al
mondo delle scuole nazionali ed estere
con l’obiettivo di informare e coinvolgere i giovani sui temi dell’energia e
della tutela dell’ambiente.
La sfida si è conclusa con la realizzazione di disegni, plastici, fumetti, racconti, cartelloni, video e progetti su otto temi quali innovazione, efficienza,
opportunità, creatività, territorio, comunità, ricerca e futuro. I migliori,
passati al vaglio da una giuria regionale, hanno ricevuto un riconoscimento consegnato da Giovanni Carlo
Di Renzo, pro Rettore dell’Università
di Potenza, Nicola Lovallo, assessore
all’ambiente del Comune di Potenza,
da Antonietta Moscato dell’Ufficio
Alcuni dei premiati e i bambini in platea
Scolastico Provinciale di Potenza, Domenico Ferrigni, responsabile Enel
Zona Potenza, Angelo Di Giovine, relazioni esterne Enel Area Sud.
“PlayEnergy” ha come obiettivo stimolare nei giovani la consapevolezza
del valore e dell’importanza delle scelte energetiche necessarie allo sviluppo del Paese, accrescere consapevolezza e responsabilità sulle tematiche
ambientali e sul risparmio energetico,
nonché promuovere sul territorio collaborazione fra scuola, cittadinanza
ed Enel. Il concorso ha offerto la possibilità agli studenti, attraverso gli otto
temi, di approfondire altrettanti
aspetti specifici del mondo dell’energia elettrica. Ogni classe ha scelto
quindi un argomento da affrontare
elaborando un progetto.
La redazione di “Basilicata 24”
tra minacce e solidarietà
LETTERE anonime, minacce di
morte, auto danneggiate. La città
di Potenza è anche questo.
Una storia emersa soltanto da
qualche giorno grazie - dopo l’ennesimo episodio - alla denuncia
delle vittime.
Loro sono giornalisti. Scrivono,
fanno inchieste, denunciano il
malaffare.
Evidentemente hanno pestato i
piedi a chi non dovevano e così è
scattata la ritorsione.
«C’è stata una vera e propria
escalation di minacce e intimidazioni - dice il direttore di Basilicata
24, Giusy Cavallo - Tutto è iniziato
il 2 novembre. Un individuo si è
avvicinato al giornalista Michele
Finizio e lo ha minacciato di morte. La scena si è ripetuto qualche
giorno dopo. Scatta una denuncia, ma l’escalation non si ferma.
L’auto del giornalista qualche
giorno dopo viene “marchiata”
con delle croci».
Il clima già pesante che si respi-
ra in redazione, viene acuito da alcune lettere anonime. «In una racconta il direttore - era rappresentata una bara, un pugnale e un
uomo impiccato». Intanto i mesi
passano e si arriva al nuovo anno.
Oltre a Finizio, finiscono attenzionati anche Eugenio Bonanata e lo
stesso direttore.
«Il due gennaio - spiega Cavallo anche la mia autovettura viene
“marchiata” con delle croci segnate sul cofano e alcune sulla fiancata laterale destra, all’altezza dello
specchietto. Sporgo anche io denuncia alla Questura». Ma c’è un
episodio che ha fatto scattare il direttore, decidendo che era arrivato il momento di denunciare il tutto all’opinione pubblica. «Quando
si fa il giornalista metti in preventivo che qualcuno possa non essere d’accordo con quello che scrivi.
Ma quando ti arrivano velate minacce anche per chi ti sta attorno,
allora le cose cambiano». Nell’ultima lettera arrivata alla redazione
Il direttore Giusy Cavallo
Il giornalista Michele Finizio
oltre alle solite minacce per i giornalisti, c’erano precisi riferimenti
ad alcune persone care.
«Precise attenzioni - spiega Cavallo - su bambini a noi vicini». Dopo la denuncia sulle colonne del
quotidiano online “Basilicata 24”
le minacce sono cessate. Alle intimidazioni hanno fatto da contraltare gli attestati di stima e di solidarietà arrivati da più parti. Anche l’Ordine dei giornalisti ha fat-
to sentire la sua voce anche se,
confida Cavallo: «in redazione
non è arrivata nessuna comunicazione. Evidentemente non siamo
nella loro mailing list». Nonostante la comprensibile “paura”
degli ultimi mesi, vanno avanti
per la loro strada. Certi che in questa battaglia per la libertà di
espressione e di opinione non saranno soli.
g. r.
Davanti all’Unibas
SARANNO
allestiti
anche nella giornata di
oggi i banchetti informativi del M5S di Potenza. Ieri gli attivisti
hanno avvicinato gli
studenti dell’Unibas
davanti alla sede di
Francioso, oggi saranno dalle 10 alle 18 davanti al campus di
Macchia
Romana.
L’obiettivo - spiegano
gli organizzatori - è
quello di «sensibilizzare alla partecipazione
politica della città di
Potenza i giovani universitari lucani». Oggi, tempo permettendo, è prevista anche
un’agorà/incontro con
i giovani universitari
dove il M5S informerà i
partecipanti sulla riforma della legge elettorale, sul degrado urbano della città e sugli
ultimi provvedimenti
legislativi del M5S.
Autodifesa
Corsi
per i vigili
OGGI e domani gli
agenti della polizia locale frequenteranno
un corso di autodifesa
personale. La crescente escalation di minacce e aggressioni - e i rischi si amplificano
quando ad aggredire
sono persone che si
trovano sotto l’effetto
di droghe o di sostanze
alcoliche - ha spinto il
sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e il Comandate della Polizia
Locale, Donato Pace a
proporre un corso di
autodifesa basato sul
sistema del “Krav Maga”, programma di addestramento accelerato per i soldati dello stato di Israele, finalizzato alla difesa da attacchi a mani nude, da coltello, da bastoneda oggetti contundenti e da
armi da fuoco.
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Potenza e provincia
Giovedì 30 gennaio 2014
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21
Insorge il comitato di Lavangone contro un possibile colpo di mano dell’amministrazione
La battaglia del trasporto scolastico
«Ripristinando il trasporto verso la città si condanna la scuola di Avigliano Scalo»
LE ultime decisioni prese dall’amministrazione comunale, spiega Ippolita Mecca, mettono a rischio l’esistenza delle due scuole
presenti ad Avigliano Scalo. E a sostenere la
battaglia c’è una petizione sottoscritta da 90
cittadini.
«La giunta comunale - scrive il presidente
del comitato di quartiere di Lavangone in
una lettera ai cittadini - ha modificato la delimitazione dei bacini di utenza delle scuole
dell’obbligo stabilendo, tra l’altro, che
dall’anno scolastico 2009-2010 gli alunni
delle contrade Demanio S. Gerardo, Bosco
Grande, Bosco Piccolo, Barrata, Tiera e zone
limitrofe appartengono al bacino di utenza
delle scuole elementare e materna di Avigliano Scalo e non più alla scuola elementare di via Lazio e materna di via Di Giura».
Con quella stessa deliberazione l’amministrazione ha modificato il servizio di trasporto degli alunni. «Il trasporto scolastico
degli alunni della scuola materna è stato garantito subito verso la scuola materna di
Avigliano Scalo e non più verso quella di via
di Giura. Il trasporto degli alunni delle elementari è stato garantito da subito verso la
scuola elementare di Avigliano Scalo per i
nuovi iscritti dell’anno 2009, mentre per
quelli che già frequentavano le scuole di Potenza il trasporto è stato garantito gradualmente fino ad esaurimento degli alunni già
iscritti, cioè fino all’anno scolastico 20132014».
L’amministrazione,
quindi, garantisce il
trasporto solo verso le
scuole di Avigliano Scalo. «Decisione che però scrive Mecca - è stata da
subito ostacolata da alcune famiglie supportate anche da pezzi
dell’amministrazione
stessa», nel chiedere di
continuare a portare i
ragazzi verso le scuole
della città.
«A inizio novembre
2013, con un’operazione a dir poco discutibile
e all’insaputa del sindaco e degli assessori alla
pubblica istruzione e alla mobilità, è stato istituito in quelle contrade
un cosiddetto trasporto
Un alunno
“suburbano” che a tutti
gli effetti aggirava la decisione della giunta comunale», sospeso subito dopo la segnalazione del comitato.
Ma le cose sembrano di nuovo cambiate.
«In un incontro tra il sindaco, l’assessore alla mobilità e un gruppo di cittadini di quelle
contrade, sembra sia stata accolta la richiesta di ripristinare un vero e proprio servizio
di trasporto scolastico verso le scuole della
città, apprestandosi quindi a modificare
con una nuova delibera di giunta quella decisione del 2009». Se ciò accadesse, dice Mecca, a pagare sarebbero la scuola di Avigliano
Scalo e le famiglie che fino ad oggi hanno rispettato le scelte dell’amministrazione. «Sarebbe inoltre vanificato lo sforzo anche economico che l’amministrazione ha dovuto sostenere in cinque anni assicurando il doppio
trasporto. Sarà minacciata la sopravvivenza delle due scuole di Avigliano Scalo creando un disagio alle circa 70 famiglie che usufruiscono dell’attuale servizio scolastico e,
al contempo, ci sarà un danno per l’intera comunità del quartiere. Le contrade gravitanti su Avigliano Scalo non possono perdere
un così importante servizio ora che è già in
corso la realizzazione del complesso parrocchiale e mentre l’amministrazione comunale ha anche puntato allo sviluppo dell’aggregato con l’apertura del Palazzetto di Lavangone e la programmazione di un importante
intervento con i fondi dei PISUS nonché addirittura ipotizzando la delocalizzazione
dello stadio Viviani». Ogni famiglia è libera
di scegliere la scuola per i propri figli, «ma
non è giusto privare di un servizio essenziale quale quello scolastico chi finora ha rispettato le regole e creduto nella permanenza della comunità nell’area periferica».
Non è giusto
privare
le famiglie
di un servizio
essenziale
LA SOTTOSCRIZIONE
Novanta firme
per la petizione
SONO novanta le famiglie che hanno
ratificato la petizione con cui si chiede all’amministrazione di non far un
passo indietro rispetto alle decisioni
prese sul trasporto scolastico negli
ultimi anni. In particolare, scrivono,
se venissero accontentate le richieste delle famiglie di alcune contrade
(Demanio S. Gerardo, Bosco Grande,
Bosco Piccolo, Barrata, Tiera e zone
limitrofe) di ripristinare il trasporto
scolastico verso al città, pagherebbe
l’area di Avigliano Scalo. La scuola di
questa contrada, infatti, sarebbe piano piano abbandonata. Come è possibile se l’amministrazione ha previsto
l’espansione di servizi e strutture?
Come si può puntare su una zona e
poi non sostenerla? Piuttosto, scrivono queste famiglie, sarebbe il caso
di migliorare accessi e servizi esistenti. Senza vanificare gli sforzi anche economici - condotti dal pubblico quando, ormai anni fa, ha modificato il piano del trasporto scolastico. Tornare indietro, dicono, significherebbe anche sprecare risorse.
Sullo sfondo il Municipio, in alto la petizione
TITO Antonio Rosa aveva 50 anni. Il racconto del vicesindaco
Muore nell’ufficio del Comune
mentre chiede un sopralluogo
TITO - Abitava a contrada Tora Antonio Rosa, 50 anni. Un uomo giovane,
apparentemente in buona salute.
Ieri mattina si è recato al Comune di
Tito. «Voleva dirci - racconta il vicesindaco Antonio Romano - che c’era un
problema sulla strada di
collegamento a casa sua, a
contrada Tora. Praticamente, ci ha detto, in inverno si ghiaccia tutto e la
strada diventa pericolosa.
Ma era assolutamente tranquillo, anzi. Ha spiegato il suo problema educatamente, senza alzare la voce, una cosa rara soprattutto di questi tempi. E
io mi sono alzato un attimo per andare
a prendere il telefono con cui chiama-
re l’assessore ai Lavori pubblici. Ripeto: in un clima di assoluta tranquillità, ci ha chiesto di fare un sopralluogo
e io quello volevo fare».
Solo che, in pochi minuti, succede l’impensabile.
Il vicesindaco è in piedi, di
spalle. E quando si gira
vede Antonio Rosa già piegato su se stesso. «Una cosa improvvisa - continua non ha neppure avuto il
tempo di gridare aiuto».
Nell’ufficio comunale si sono quindi vissuti momenti di panico. «Una
scena davvero scioccante, terribile»,
dice il vicesindaco. Romano ha iniziato a chiamare aiuto e immediatamente sono stati allertati due dei medici
«Non ha avuto
il tempo
di gridare aiuto»
del paese, Donato
Caronna e Francesco Scavone.
«Sono arrivati continua il vicesindaco - dopo pochissimi minuti e hanno immediatamente iniziato a rianimarlo. Ma abbiamo capito che la situazione era davvero grave». Dopo soli 10 minuti arrivano anche gli operatori del 118, che
fanno uscire tutti dalla stanza e provano in tutti i modi a salvare il cinquantenne. Ma non c’è nulla da fare.
Antonio Rosa, uscito apparentemente in buona salute, non ha fatto più ritorno dalla sua famiglia. Lascia ora la
moglie e due giovanissime figlie.
ant. g.
La sede
del
Comune di
Tito, teatro
del tragico
incidente
SAN CHIRICO NUOVO Oltre 500 ragazzi dell’Azione cattolica nel paese
Sfilata per le strade per chiedere la pace
SAN CHIRICO NUOVO - Oltre 500 ragazzi dell’Azione cattolica regionale proveniente dai paesi della Diocesi di Acerenza, si sono dati appuntamento a San
Chirico Nuovo domenica scorsa per diffondere il messaggio di Papa Francesco
sulla giornata della
Pace del 2014. Accompagnati dalla
presidente diocesana Ada Grippo, dagli educatori, dai responsabili,
dagli
animatori, dai genitori, hanno sfilato
per le vie di San Chirico Nuovo inneggiando alla pace che
Papa Francesco
nasce dalla fraternità e dalla speranza
che un giorno le armi si trasformino in
strumenti di lavoro. I bambini hanno
lanciato in cielo mongolfiere, aquiloni,
palloncini con messaggi di
pace. Il momento centrale
della festa è stata la celebrazione eucaristica presieduta
da Monsignor Don Tonino
Cardillo assistente unitario
dell’Azione Cattolica Diocesana di Acerenza. Don Tonino nell’Omelia, ha sottolineato che la pace si fonda sulla fraternità,
sulla non violenza e sull’amore verso Dio
e i fratelli. Don Michele Cillis, responsabile dell’Acr ha esortato i presenti a essere prima in pace con se stessi per poter
poi esserlo con gli altri. Dulcis in fundo, il
parroco di San Chirico Nuovo ha letto il
messaggio telefonico inviato ai partecipanti da monsignor Ricchiuti ex vescovo
di Acerenza. Infine Don Michele Perriello ha offerto alle
parrocchie presenti l’Enciclica di papa Francesco”
Evangelii Gaudium”, una
copia è stata data anche alle
Autorità civili presenti che
hanno accompagnato i loro
ragazzi: il sindaco di Oppido, un rappresentante del comune di
Cancellara, di Castelmezzano, di Tolve e
San Chirico Nuovo. Le offerte sono state
devolute alla popolazione di Haiti.
Maria Dell’Aglio (componente Acr)
Le offerte
devolute
ad Haiti
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RIONERO Iniziativa della Fondazione Coca Cola rivolta agli studenti
Porte aperte alle “Fonti del Vulture”
RIONERO - Fondazione Coca-Cola HBC apre le porte del
proprio stabilimento di Rionero in Vulture. Il progetto
rivolto agli studenti ha come
obiettivo quello di illustrare
le tecniche di imbottigliamento di un’acqua minerale
unica,
proveniente
da
un’area di grande rilievo naturalistico che, grazie al vulcano, offre caratteristiche
geologiche del tutto particolari. «Con la collaborazione di
esperti animatori scientifici,
- spiega una nota - le classi saranno poi accompagnate in
divertenti laboratori di edutainment sul tema dell’importanza dello sport, delle
buone abitudini alimentari e
della sostenibilità ambientale». Le lezioni - aperte agli
studenti delle scuole primarie (dalla quarta classe) e secondarie di primo e di secondo grado - inizieranno questa
mattina e saranno «una preziosa occasione per vivere in
prima persona questa eccellente realtà aziendale lucana
ed assistere al funzionamento della nuova linea di produzione ad alta velocità e basso
impatto ambientale, un
gioiello di automazione con
controllo elettronico di tutte
le fasi di lavorazione, dal soffiaggio al riempimento delle
bottiglie, in grado di produrre 1 milione e 300 mila bottiglie al giorno».
«Con grande entusiasmo
siamo lieti di inaugurare il
programma Fabbriche Aperte presso il nostro stabilimento di Rionero – ha dichiarato Stefano Lorenzon, Direttore dello stabilimento di
Fonti del Vulture - Questa rilevante iniziativa rappresenta per i giovani un’esperienza unica per conoscere da vicino questa imporatante
realtà aziendale sul nostro
territorio, ma anche un’occasione di confronto e riflessione sui temi dell’ecosostenibilità e di uno stile di vita attivo
e dinamico».
Fabbriche Aperte, inoltre,
propone alle scuole secondarie di secondo grado un con-
corso-prova educativa per incentivare alla creatività e
senso di responsabilità sociale. Individualmente o come
classe, gli studenti dovranno
cimentarsi in un progetto
concreto a favore della propria comunità, una palestra
valoriale in cui sperimentare
le proprie competenze relazionandosi con l’ambiente di
riferimento e pianificandone
le risorse umane ed economiche: un “capitale sociale” che
sarà un prezioso investimento per il loro futuro scolastico
e professionale. Gli elaborati,
valutati e selezionati da una
giuria qualificata, dovranno
essere consegnati entro la fine dell’anno scolastico
Stefano Lorenzon
2013\2014. In palio borse di
studio per le classi e gli studenti dei tre Istituti vincitori,
come riconoscimento tangibile del loro impegno. Gli studenti riceveranno l’opuscolo
“Il gusto di vivere bene”, un
pratico volume che vuole
sensibilizzare i giovani lettori all’importanza di un’alimentazione varia ed equilibrata e del movimento. Le
scuole potranno prenotarsi
gratuitamente telefonando
al
numero
verde
800.010.316.
VENOSA Se il Pd si muove al piccolo trotto, il centrodestra fatica a trovare la quadra
Il Centrosinistra pensa alle primarie
E’ il nodo da sciogliere per scegliere il candidato sindaco. Gammone resta in pole
VENOSA - La discesa in campo del Movimento 5 Stelle, ha destato le forze politiche venosine, “poco impegnate” a dir la
verità, a trovare la quadra in vista delle
elezioni comunali. Se da una parte i pentastellati hanno già calato il loro asso con
la discesa in campo
di Covella, dalle altre
si muove poco o nulla. Un dato in contro
tendenza rispetto alle passate tornate
elettorali, quando il
clima politico a tre
mesi
dall’election
day, era più frizzante. Nemmeno le elezioni regionali in cui
- giova ricordare - sono stati eletti ben tre
consiglieri originari
proprio della città di
Orazio, contribuisce Il municipio di Venosa
a rendere la situazione “effervescente”. Certo non tutti stanno
con le mani in mano.
Nel centrosinistra di incontri ce ne sono stati. Il nodo da sciogliere è rappresentato dalle primarie.
La vecchia guardia che ruota attorno a
Castelgrande vorrebbe concentrare le
forze su un nome condiviso da tutte le correnti.
Al momento questo candidato ideale
non c’è e si susseguono nomi (e cognomi)
più o meno nuovi che potrebbero contendersi la candidatura. Uno dei più gettonati resta quello di Tommaso Gammone, attuale consigliere provinciale del Pd.
Intervistato qualche settimana fa da “Il
Quotidiano” non aveva certo nascosto la
sua aspirazione, anche se non chiudeva la
porta alle primarie.
Nelle ultime ore
sembra si sia fatto
avanti anche il nome
dell’ex sindaco Donato Bellasalma. Sempre per il Pd prende
quota in un’ottica di
primarie la candidatura del “pittelliano”
Pietro Visaggio, ex vicesindaco della giunta di Tamburriello. E il centrodestra? Al
momento, a quanto risulta, in pochi si sono mossi. Incontri ufficiali non ce ne sono
stati. Si starebbe lavorando a una coalizione o una civica, ma nulla di ufficiale.
Intanto il tempo stringe anche se mancano due mesi alla consegna delle liste.
Visto l’andazzo, non è escluso qualche
colpo di scena dell’ultima ora.
ATELLA Era in una gioielleria con un’altra donna
Arrestata sorvegliata speciale
ATELLA - Pensavano che andare in una
gioielleria di un paesino lucano, non
avrebbe destato particolari attenzione. Invece per una delle due donne - una trentasettenne di origine russa - si sono aperte le
porte del carcere con l’accusa di violazione
degli obblighi della sorveglianza speciale
di pubblica sicurezza. Questi i fatti.
Siamo Atella. Nella tarda mattinata di
martedì nella locale stazione dei carabinieri arriva una telefonata da parte di un
gioielliere del posto il quale segnalava la
presenza di due donne straniere che, dopo
essere entrate nella gioielleria, con fare
sospetto, si erano fatte mostrare dei
gioielli, interessate più al valore degli
stessi che all’oggetto in sè, senza poi acquistarli. Immediatamente la notizia veniva comunicata al carabiniere in servizio
di pattuglia nel centro abitato, il quale
agevolato anche dalla collaborazione dei
cittadini, in pochi minuti ha rintracciato
le donne che sostavano nei pressi della
gioielleria, mentre parlavano tra di loro.
Le donne, alla vista del carabiniere, hanno
tentato la fuga. Prontamente bloccate dal
militare sono state successivamente accompagnate in caserma per gli accertamenti del caso. I caabinieri hanno potuto
accertare che erano di origine russa e residenti nel comune di Agropoli, in provincia di Salerno. La più grande delle due però è risultata gravata da numerosi precenti per reati contro il patrimonio tra cui
furti in gioielleria, e sottoposta alla sorveglianza speciale di p.s. Con obbligo di soggiorno in Agropoli. La donna pertanto è
stata arrestata.
LA SEGNALAZIONE Le lamentele di alcuni utenti della struttura
Pala Gaudio di Rionero: servono interventi
RIONERO IN VULTURE - Il
Pala Gaudio del centro vulturino da mesi senza riscaldamento e col freddo pungente di questi giorni i tanti
giovani che frequentano
questo impianto sportivo,
dalla pallavolo, alla pallacanestro, dal calcio a 5 al Judo,
sicuramente ne risentono
del clima “gelido” che si respira in questo impianto.
A soffrirne di più sono gli
spettatori, che stando fermi, il freddo lo avvertono di
più.
Avvicinati lo scorso 27
gennaio alcuni genitori di
giovani che stavano dispu-
tando una partita di pallacanestro, valida per il campionato Under 17, su questa situazione al limite della
sopportabilità, hanno riferito: «L’amministrazione
comunale,è consapevole di
questa situazione, ma non
fa nulla per risolvere questo
problema che si protrae da
anni. Anche l’impianto di illuminazione non è perfetta,
su 25 luci, 8 sono fulminate.
Dicono che l’impianto di riscaldamento e di illuminazione, non regge e scatta!
Una soluzione la proponiamo noi agli amministratori,
con i soldi che le società pa-
Alcune immagini del palazzetto
gano per gli allenamenti e le
partite, si potrebbe ovviare
a questi inconvenienti. E
poi, è un dovere di un Comu-
ne rendere, non solo fruibili, ma funzionali gli impianti sportivi della propria città. Qui a Rionero è un caso a
parte». Anche il campo di
gioco non è proprio perfetto, in alcune zone ci sono dei
rattoppi. Per non parlare
dell’ingresso esterno di
questo impianto, accolto
da… buche.
Lorenzo Zolfo
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MELFI Il primo cittadino difende le scelte operate dalla sua amministrazione
«Attacco infondato e velenoso»
Il sindaco Valvano punta il dito contro Navazio sulla questione dei 300 alloggi
MELFI - Sulla questione
300 alloggi sollevata da
Ernesto Navazio: «non intendo replicare ad un attacco infondato e velenoso
– spiega il sindaco di Melfi,
Livio Valvano – ma non mi
sottraggo alla voglia di approfondire un tema di interesse generale».
«Sui 300 alloggi - esordisce il primo cittadino - la
giunta in passato non ha
mai assunto alcun impegno, anzi negli ultimi due
anni gli atti parlano di una
divergenza tra gestione
Pagliuca della 167 e Navazio che non ha mai voluto
approvare lo schema di
convenzione con la cooperativa emiliana, Cesi titolare della concessione ministeriale. Da anni il mercato edilizio in Basilicata è
palesemente saturo e
l’espansione urbanistica
oltre misura già realizzata
in
contrada,
Bicocca
avrebbe dovuto indurre ad
una diversa politica. Non è
pensabile dover realizzare
ancora un altro pezzo di
città per oltre 1,6 km dove
non c’è crescita demografica dal 2004, mentre
l’area urbana è cresciuta
del 40%. Ben 9 km quadrati sono sorti vicino ai 12 di
tutta Valleverde. Dal 2004
gli abitanti sono cresciuti
solo di 600 unità di cui 570
sono stranieri. Basti pensare che i 12 km quadrati
di Valleverde contengono
circa settemila abitanti.
Ad una crescita smisurata
del centro urbano corrisponde una quasi inesistente crescita demografica. Melfi ha una densità di
545 abitanti per km quadrato rispetto a 900 di Potenza e 780 di Matera. Abbiamo dunque una percentuale tra abitanti e metri
quadrati già molto comoda. Mi chiedo che senso abbia e che effetti produrrebbe allungare ulteriormente la città di 1,6 Km. In questa critica trovo conferma
delle scelte giuste che la
mia maggioranza ha voluto prendere. Basta con
l’espansone, lavoriamo alla rigenerazione urbana,
ai 123 Ater alloggi che
grazie alla nostra pressione entro il prossimo giugno saranno demoliti, al
centro storico dove dirotteremo gran parte delle
compensazioni ambientali
contrattualizzate l’anno
scorso con imprese dell’eolico per circa 20 milioni di
euro, lavoriamo a riparare
le tante lacune per opere di
urbanizzazione mai realizzate coinvolgendo i cittadini come abbiamo fatto
nell’incontro pubblico con
i residenti di via Gronchi e
via Pertini in passato maltrattati dall’amministrazione comunale. Lavoriamo a rigenerare e riparare
per fare più bella Melfi”.
Ancora sulla questione
300 alloggi.
«Non credo debba essere
nostra preoccupazione andare a rincorrere un operatore dell’Emilia Romagna o della Puglia – aggiunge il sindaco, Valvano – per fargli fare economia senza alcuna ricaduta
per la città come già accaduto in contrada, Bicocca.
Ciononostante ho invitato
la cooperativa a costruire
gli alloggi ex Ater ma non
hanno voluto. Non può essere preoccupazione del
sindaco passato, presente
e futuro quella di far risparmiare soldi per l’acquisto dei suoli ad un operatore straniero il quale
non può avere la pretesa di
pagare meno rispetto ai
cittadini che hanno comprato lotti nella stessa
area. Pretesa che non andava e non va assecondata
perché non realizza l’interesse generale ma al massimo raggiunge obiettivi
egoistici di due, tre individui. Ci sono ancora 40 lotti
non costruiti in area 167.
Non c’è mercato, non c’è richiesta e tra l‘altro non c’è
volontà della cooperativa
straniera di realizzare
quegli alloggi a Melfi perché non li avrebbe venduti.
Sono altresì convinto che
l’operazione non si concluderà altrove e non è esiste
un finanziamento a beneficio del comune. Un’altra
squallida bugia che non
merita ulteriori commenti. Ciò che raccolgo da questa critica, utile stimolo al
dibattito, è che stiamo facendo bene. L’opposizione
ha capito che stiamo davvero andando in discontinuità con una insensata
idea dell’espansione urbana».
In definitiva: «il nostro
dovere – conclude il sindaco Valvano – è quello di attuare una politica urbanistica più responsabile che
richiede magari più tempo, magari meno soddisfacente e visibile nel breve
periodo ma più rispondente all’interesse della comunità».
Vittorio Laviano
Il sindaco Valvano
MELFI Il consorzio Asi di Potenza ha concluso le procedure di gara per i lavori
Il raccordo ferroviario di San Nicola sarà migliorato
MELFI - Buone notizie sul fronte viabilità a San Nicola di Melfi. Il Consorzio
Asi di Potenza, infatti, ha concluso le
procedure di gara per i lavori di ripristino, manutenzione straordinaria e
miglioramento funzionale del raccordo ferroviario a servizio dello stabilimento Fiat - Sata nell’area industriale
di Melfi. Nei giorni scorsi si è provveduto alla stipula del contratto con la
ditta appaltatrice e si è proceduto alla
consegna dei lavori.
L’intervento, finanziato con le risorse economiche derivanti dai fondi PO
Fesr 2007-2013, ha l’obiettivo di mi-
L’area di San Nicola di Melfi
ATELLA Sabato l’incontro
Equiturismo, corso
per formare i leader
Equiturismo
ATELLA – “Leader di Equiturismo Italia” è il titolo del
corso di formazione che ha
come obiettivo “La formazione di addetti all’equiturismo
nei centri equi-agrituristici”, organizzato dall’associazione “Equiturismo Italia”
presieduta dall’attivo ed instancabile Salvatore Summa
con sede presso la “Valle dei
Cavalli”ubicata nella Valle di
Vitalba alle pendici del gruppo montuoso del Vulture. Il
corso della durata di 120 ore
prenderà il via sabato 1 e domenica 2 febbraio con otto
ore giornaliere di lezioni distribuite dalle ore 9 alle 13 e
dalle 14 alle 18. Le successive
lezioni, che termineranno il
23 marzo prossimo saranno
tenute nei successivi weekend fermo restante l’orario di
lavoro in quattro diversi
agriturismi: Valle dei Cavalli, La Grotta dell’Eremita”,
Villa delle Rose e Vignola. Il
tema del primo febbraio è “Il
grooming – La scuderia –
L’alimentazione” e sarà tenuto da Salvatore Summa.
La lezione di domenica si intitolerà: “L’istruttore –Il cavallo e lo sport – Pratica a cavallo” e si terrà presso agriturismo “La valle dei cavalli”.
mi. ri.
gliorare la funzionalità dell’infrastruttura ferroviaria che collega lo
stabilimento Fiat-Sata con la rete ferroviaria nazionale. «Si concretizza
sempre più la politica del Consorzio sostiene il Commissario Salvatore che intende offrire servizi sempre migliori e sempre più rispondenti alle
reali esigenze del mondo imprenditoriale». L’intervento rappresenta infatti anche l’impegno dell’Ente «a supportare il prevedibile incremento di
traffico ferroviario derivante dai futuri investimenti Fiat nello stabilimento
di San Nicola di Melfi».
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LAGONEGRESE
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Il Comitato formato dalle istituzioni locali continua a vigilare sull’accordo
A difesa del fiume Noce
Prende sempre più corpo il progetto di monitoraggio promosso dall’Arpab
L’OBIETTIVO comune è la riqualificazione e valorizzazione del
fiume Noce restituendolo alla popolazione per poterne fruire in
quanto risorsa naturalistica. Da
una parte l’Arpab, dall’altra le
istituzioni locali che confluiscono nel comitato “Pro fiume Noce”. Nei giorni scorsi c’è stato un
ulteriore confronto tra le parti
per rendere operativo il progetto
a tutela e salvaguardia della biodiversità e dell’habitat nel comprensorio del fiume Noce.
Le aree di indagine, fanno sapere dall’Arpab «riguardano, invece, la valutazione dello stato
ecologico delle acque del fiume
Noce, la valutazione dello stato
qualitativo di acque e sedimenti
nel lago Sirino e l’ analisi dell’impatto del fiume sulle acque marino costiere». A tal proposito Nicola Timpone del “Gal cittadella del
sapere” ha espresso «soddisfazione per l’accordo suggellato,
nonostante le iniziali difficoltà»
così come il sindaco di Lauria
Gaetano Mitidieri, che ha riconosciuto l’impegno profuso da Arpab per la messa a punto del monitoraggio, non senza i tanti input sollecitati proprio dal comitato.
Il sindaco di Trecchina, Ludovico Iannotti, ha invece evidenziato «l’importanza di un investimento simile, che ha comportato
sì una fase ardua, ma esulando
da ogni tipo di speculazione».
Tra gli altri anche l’intervento
di Gerardo Melchionda in rappresentanza dell’associazione Libera di Lagonegro che ha suggerito di stabilire una sinergia tra
la stessa ArpaB e gli altri enti preposti sul territorio alla tutela
dell’ambiente. Melchionda si è
soffermato su un aspetto fondamentale del progetto: la formazione e il ruolo delle scuole come
“sentinelle”.
Osservazione raccolta subito
dai rappresentanti Arpab del
Crm di Metaponto il direttore
Achille Palma e la biologa Teresa
Trabace.
Quest’ultima, in particolare,
ha sottolineato come – tra i banchi di scuola- possa prendere forma, tra i ragazzi, una coscienza
rispetto alla salvaguardia e al
dell’ambiente. Attivandosi nella
pratica: impegnando le “sentinelle” ovvero gli studenti attraverso sopralluoghi, prelievi e attività di analisi nei laboratori .
I rappresentanti Arpab hanno
ribadito, durante la riunione, la
funzione diagnostica dell’Agenzia, finalizzata a fotografare la situazione reale e a valutare eventuali azioni di intervento con gli
attori preposti. Positiva è stata
definita la sperimentazione comunicativa dell’Ente attraverso
l’interazione con le scuole e con le
associazioni ambientaliste che
parteciperanno attivamente ai
campionamenti. I rappresentanti Arpab hanno ricordato «i fattivi e costanti contatti con l’Istituto
per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra, che la coordina a
livello nazionale) e recentemente
anche con l’Istituto Nazionale di
Biologia biomolecolare di Napoli
(Inbb) che proprio nello scorso
novembre ha avviato una collaborazione sullo studio degli interferenti endocrini in Basilicata».
I DANNI DEL MALTEMPO A LAURIA
Sono diciotto gli sfollati a contrada Gremile
LAURIA - Lo avevamo scritto
in tempi non sospetti che la
situazione era grave. A una
settimana dal tremendo nubifragio che si è abbattuto in
tutta la Regione, è tempo di
conta dei danni. La criticità
maggiore si è registrata nel
territorio di Lauria e più precisamente a contrada Gremile. Qui la pioggia ha creato
un grande smottamento che
minaccia costantemente diverse abitazioni della zona.
La pericolosità è evidente.
Per questo il sindaco Gaetano
Mitidieri ha emesso delle ordinanze di sgombero per 8
abitazioni per un totale di 18
persone in tutto. Le famiglie
sono ospitate in alcune strutture ricettive della zona. A
preoccupare i tecnici del comune è il continuo movimento della terra che rende vano,
al momento, ogni possibile
soluzione per la problematica. L’amministrazione a tal
proposito ha sollecitato le
istituzioni regionali a intervenire.
LAURIA Protagonisti gli studenti dell’istituto statale “Miraglia”
A lezione di legalità
Al via gli incontri con gli agenti della Guardia di Finanza
LAURIA – A scuola con la guardia di
finanza, al via gli incontri sul progetto: “Educazione alla legalità economica”. L’Istituto Statale “N. Miraglia” di
Lauria è stato teatro del primo incontro tra i finanzieri della locale Compagnia e gli oltre duecento studenti ai
quali sono stati illustrati i temi complessi della legalità economica.
Nell’occasione, il relatore, Tenente
Marco Cappetta, Comandante della
Compagnia di Lauria, con la collaborazione dei Comandanti del Nucleo
Mobile e della Sezione comando, ha intrattenuto gli studenti delle classi
quarte e quinte, utilizzando materiale
multimediale appositamente predisposto e illustrando all’attenta platea
l’attività svolta dal Corpo a contrasto
degli illeciti fiscali, delle falsificazioni, della contraffazione, delle violazioni dei diritti d’autore, dell’uso e dello
spaccio di sostanze stupefacenti. L’ufficiale ha inoltre risposto alle numerose domande poste dagli studenti per
chiarire dubbi sulle importanti tematiche affrontate e rendendo poi note le
modalità di partecipazione al concorso “Insieme per la legalità” che ha lo
scopo di sensibilizzare i giovani sul valore civile ed educativo della legalità,
nonché sulle attività svolte dal Corpo
in tali settori, favorendo la loro espressione libera, creativa e spontanea sulla tematica attraverso una rappresentazione grafico-pittorica o una produzione video-fotografica.
em. ma.
Gli studenti con gli agenti della guardia di Finanza
LATRONICO
Illuminazione
nel segno
del risparmio
energetico
LATRONICO - Nei giorni
scorsi è stata espletata la gara d'appalto per l’ammodernamento ed efficientamento
dell’impianto di pubblica illuminazione. «Grazie a questi lavori, - spiega il sindaco
Fausto de Maria sul suo profilo facebook - che partiranno presto, si istalleranno
lanterne a led in piazza Umberto (miglioramento anche
estetico), si cambieranno un
migliaio di lampadine con
quelle a risparmio energetico, quadri elettrici e armature di illuminazione. In poche
parole, una pubblica illuminazione che porterà un grande risparmio energetico».
CIAK SUL POLLINO CON ANTONIO PETROCELLI
POLLINO - Antonio Petrocelli, noto attore di teatro e
di cinema ha registrato alcune scene nella montagna
di Basso di Viggianello
(800 mt slm) alla scoperta
dei Cerri Secolari per il docu-film "I Giganti" che andrà in onda su Rai uno ad
Aprile 2014. (Foto tratte
dal profilo facebook di “Infopollino”)
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Giuseppe Tragni: «Vogliamo avvicinare i cittadini all’ente locale con risposte in tempi certi»
Il Comune non avrà più segreti
Illustrato il piano triennale anticorruzione e le linee guida degli Open data
IL Comune di Matera prosegue il
cammino per assicurare la massima trasparenza delle informazioni
e per organizzare al meglio la macchina comunale in modo da dare risposte certe alle legittime aspettative dei cittadini. L’assessore comunale alla Trasparenza, Giuseppe
Tragni, ha incontrato le associazioni di categoria, dei cittadini, delle
organizzazioni sindacali, dei consumatori per illustrare i contenuti
del programma triennale della trasparenza. «Nelle prossime ore – ha
detto Tragni – approveremo tre
strumenti legati fra loro intorno al
tema della trasparenza e della accessibilità ai dati. Si tratta, appunto, del Programma triennale della
trasparenza e l’integrità (Ptti), del
Piano anticorruzione e delle “Linee
guida per gli Open data”. Si tratta di
una vera e propria pianificazione
organizzativa con la quale il Comune di Matera intende avvicinare il
cittadino all’ente locale provando a
prevedere tempi certi delle risposte
e a contrastare fortemente ogni
eventuale tentativo corruttivo. «Il
pieno rispetto degli obblighi di trasparenza, infatti, rappresenta un
valido strumento di diffusione e affermazione della cultura delle regole, nonché di prevenzione e di lotta a fenomeni corruttivi».
«I piani per l’anticorruzione e per
la trasparenza – afferma il sindaco,
Salvatore Adduce - hanno lo scopo
di favorire la partecipazione dei cittadini all’attività del Comune e sono
funzionali a tre obiettivi: sottoporre al controllo diffuso ogni fase del
ciclo di gestione della performance
per consentirne il miglioramento;
assicurare la conoscenza, da parte
dei cittadini, dei servizi resi dalle
amministrazioni, delle loro carat-
L’incontro di ieri della giunta con le associazioni per i Pisus
teristiche quantitative e qualitative
nonché delle loro modalità di erogazione; prevenire fenomeni corruttivi e promuovere l’integrità».
La pubblicazione online dei dati
consentirà a tutti i cittadini un’effettiva conoscenza dell’azione del
Comune di Matera, con il fine di sollecitare e agevolare modalità di partecipazione e coinvolgimento della
collettività.
Nel sito web istituzionale del Comune di Matera, nella home page, è
già stata istituita, in massima evidenza, una apposita sezione denominata “Amministrazione Trasparente”al cui interno sono contenuti
i dati, le informazioni e i documenti
pubblicati ai sensi della normativa
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sezione “Amministrazione Trasparente” sono liberamente accessibili
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Consegnata la petizione al sindaco
so.
Il piano anticorruzione è un piano che riguarda il sistema organizzativo dell’ente e mira ad organizzare il lavoro per prevenire il fenomeno corruttivo o per renderlo immediatamente percettibile. L’obiettivo che si intende raggiungere è
quello di scandire ogni procedimento con termini di durata realistici e certi prevedendo nell’esame
delle pratiche, per esempio, l’ordine cronologico ma anche di urgenza e di rilievo al fine di eliminare
ogni spazio di arbitrarietà. Il piano
prevede, fra l’altro, la rotazione delle funzioni e degli incarichi, e la presenza durante l’espletamento delle
gare di appalto di un dipendente comunale che assiste come testimone
all’espletamento delle gare, la istituzione di appositi codici di comportamento e la intensificazione di
controlli a campione sulle prati-
che.
«In termini generali – afferma
Tragni - intendiamo ridare senso e
valore alla funzione dell’ente pubblico sia sotto il profilo organizzativo che nella trasparenza».
Su questo canale si inseriscono le
linee guida degli Open Data del Comune di Matera.
Le Linee guida costituiscono il
paradigma operativo adottato dal
Comune al fine di realizzare nel
proprio ordinamento istituzionale
i principi di trasparenza, efficienza, responsabilizzazione della Pubblica Amministrazione e partecipazione attiva della cittadinanza alle
attività ed alla vita del Comune. In
questo documento vengono enunciati i principi ed i criteri informatori adottati dal Comune di Matera
in materia di trasparenza e di dati
aperti e vengono descritte le procedure, modalità e tempi di adeguamento adottati dalle strutture del
Comune al fine della raccolta, catalogazione e pubblicazione dei dati
posseduti dall’amministrazione secondo formati “standard aperti”,
così come previsto nel documento
della Commissione Europea:“European Interoperabilty Framework”.
In particolare, prevista la istituzione di un Team Open Data composto dalle figure dei Dirigenti di
Area, o loro delegati, da esperti GIS,
da esperti di strategie web. L'Amministrazione comunale si concentrerà altresì nell'organizzazione di
percorsi formativi annuali affinché i dipendenti che operano quotidianamente con dati, siano messi
nelle condizioni di apprendere le
procedure idonee per la produzione
e pubblicazione di Open Data.
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CASO ALSIA
Uil: «Pittella
risponda subito»
«QUANTO sta accadendo in questi
giorni all’Asia - scrive il segretario
della Uil Matera, Franco Coppola circa il rinnovo dei contratti dei lavoratori a tempo determinato finalizzato alla stabilizzazione degli stessi, e
ancor prima delle rimostranze dei dipendenti in riferimento alla possibilità della stessa Agenzia di avere le risorse sufficienti e le garanzie per
svolgere adeguatamente la loro funzione, altro non è che la conseguenza dell’annoso e irresponsabile ritardo della politica degli ultimi dieci anni
almeno, rispetto alla necessità di
procedere ad una riforma efficace
del governo degli enti preposti al settore agricolo. Una politica che con
una protervia inusitata, si è lasciata
andare ad un sistema clientelare
quanto inefficace, che ha prodotto
gravi danni al settore agricolo. Questo stato di cose ha portato all’esasperazione ed alla frustrazione le
tante professionalità esistenti nella
struttura. Al Presidente Pittella e
all’Assessore interessato, chiediamo di voler considerare la ridefinizione della governance in agricoltura quale elemento prioritario della
sua azione di Governo. Nel frattempo - conclude - è necessario procedere all’adozione degli atti propedeutici alla stabilizzazione dei precari e nel contempo, assicurare
all’Alsia le risorse necessarie per
garantire il pagamento degli stipendi
e le risorse per la gestione dell’ordinario. Auspichiamo fortemente una
inversione di tendenza e il concretizzarsi di risposte».
LA LETTERA
Il consigliere Manicone: «Oltre allo sperpero di denaro pubblico, c’è l’uso disinvolto del territorio»
L’affaccio vicino
all’ex seminario
a nome di Giura Longo
«Assessore, ci dia una risposta»
CON l’obiettivo di ricordare la figura e l’opera del professor Lello Giura Longo, docente
universitario e studioso di storia locale, un
gruppo di cittadini ha consegnato al sindaco di Matera, Salvatore Adduce, una petizione, con la quale si chiede di intitolare
all’illustre cittadino - morto il 16 marzo
2009 - un sito del centro storico individuato
dai proponenti nel belvedere-loggiato adiacente all’ex seminario di Palazzo Lanfranchi.
La richiesta, supportata da alcune centinaia di firme, è motivata dal ricordo
dell’opera svolta da Giura Longo, ex parlamentare del Pci, per l’approvazione della
legge speciale 771/86 finalizzata al recupero e alla valorizzazione dei rioni Sassi e
dell’altipiano murgico. Vito Evangelista,
Eustachio Greco, Paolo Raffaele e Giuseppe
Siggillino, promotori dell’iniziativa, nel ricordare l’impegno di meridionalista e la
corposa produzione saggistica e storiografica, hanno auspicato che “l'amministrazione comunale possa far conoscere le eventuali determinazioni entro il 16 marzo
prossimo, data del quinto anniversario della scomparsa di Lello Giura Longo”.
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Benvenuto nella nostra terra.
Il quattro giugno 2013, ci fu una mozione
urgente nel consiglio comunale di Matera,
che mi vide primo firmatario, la quale portò
all’attenzione della nostra comunità la questione del cementificio Italcementi. Da allora, non molto è stato fatto, i protocolli sottoscritti stentano ad essere attuati, l’Italcementi continua a produrre ed emettere fumi, l’assenza di un monitoraggio efficace,
nulla ci fa sapere sulle quantità di inquinanti emessi dal ’94 ad oggi, sugli effetti ambientali e sulla salute umana, sulla quantità
di Diossina, sulle sostanze clorurate Pcb,
sui metalli pesanti, e sul perché devono essere usati come combustibile i pneumatici, il
Pet-coke ( meglio noto come la feccia del petrolio), unitamente alla recente richiesta di
bruciare 60.000 tonnellate all’anno di combustibile derivato dai rifiuti. Sempre un anno e mezzo fa, l’Italcementi, scriveva comunicati stampa sui quotidiani locali, che rassicuravano l’opinione pubblica, manifestando come oggi, la volontà di confronto
con chiunque, l’importante che fosse in
“buona fede”. A questa evidente contraddizione, la nostra comunità, non ha mai posto
Appello a Berlinguer affinchè intervenga sul caso dell’Italcementi
limiti all’interlocuzione. Assessore Berlinguer, la nostra attenzione alle tematiche
dell’inquinamento ambientale e delle ricadute sulla salute umana, non verrà mai meno, avendo avuto a modello l’esempio Olivettiano, di città che mette in armonia l’attività
dell’uomo e la natura. E’ importante per me,
per la comunità cui appartengo, misurare il
suo impegno, la sua voglia di “Rivoluzione
Democratica”, auspicando che Lei si interroghi sul tema, e ci fornisca risposte immediate.
L’inerzia, la superficialità a volte tracotante, con cui sono state trattate tali problematiche, hanno generato una clamorosa
sfiducia nelle istituzioni. Ci occorre un progetto complessivo che giustifichi le scelte,
che realizzi un monitoraggio efficace e che
dia corpo a risultati scientifici veritieri.
Spero che Lei si sia accorto che è in atto
una mutazione della nostra comunità, che
non è solo quella richiesta ai Lucani per la
candidatura di Matera a Capitale Europea
della Cultura nel 2019. Questa è una comunità che vuole e deve essere protagonista del
suo presente e del suo futuro, consapevole e
custode del passato.
Assessore Berlinguer qualche giorno fa
si è inaugurato il nuovo anno giudiziario.
Auspico che qualcuno abbia la curiosità di
capire che oltre allo sperpero di risorse pubbliche, c’è anche l’uso disinvolto del Territorio, martoriato dalla scarsa attenzione alla
sua fragilità idrogeologica e al diffuso inquinamento ambientale.
La nostra meravigliosa Regione è ricca di
risorse naturali e umane, ma al contempo si
misura con una povertà
drammatica e con una richiesta di diritto
al lavoro, che non deve essere un ricatto.
La mia comunità affonda le radici nella civiltà rupestre, che si è fatta meravigliosa e
unica architettura nei Sassi di
Matera, scoperti e narrati da intellettuali
che hanno fatto la storia del novecento italiano.
Chiunque è venuto, viene e verrà nel nostro territorio deve fare i conti con questo tesoro che appartiene all’umanità. “ … Noi
crediamo nella virtù rivoluzionaria della
cultura che dona all’uomo il suo vero potere
”. Buon lavoro dott. Berlinguer, buon lavoro
a tutti.
Paolo Manicone
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Un’associazione di Cremona li attende in una struttura realizzata ad hoc
C’è l’intesa ma i randagi restano qui
Il paradosso nel comune di Miglionico che dovrebbe inviare i cani al Nord
MIGLIONICO - Mandateci i cani
promessi!
E’ questa la voce che giunge da
Pieve d’Olmi, cittadina situata in
provincia di Cremona, a 900 km
da Miglionico. Da oltre 2 anni, lì
è tutto pronto per dare accoglienza ad altri 75 cani ex randagi della cittadina del Malconsiglio. Era il 23 dicembre 2011,
quando il Comune di Miglionico
sottoscriveva un accordo con la
Lega nazionale per la difesa del
cane di Cremona, per dare in
adozione 90 cani abbandonati
sul territorio comunale e, quindi, di “proprietà”
del
Comune. Cani ora domiciliati presso la
struttura di
ricovero gestita dalla Elle&Elle
di
Matera e che
costa al Comune una cifra che oscilla
intorno agli
80mila euro
I 3 cani già a Cremona
annui.
«Sono trascorsi 2 anni da
quell’accordo», precisa Rosetta
Facciolo, presidente dell’associazione cremonese di difesa del
cane, ma ad oggi, sono soltanto
15, i cani giunti da Miglionico
nel mese di agosto 2012” ed aggiunge: «Sono cani con gravi
problemi comportamentali, che
tendono a relazionarsi con enormi difficoltà con l’uomo cui tendono a sfuggire. Cani che non
hanno avuto un’alimentazione
standard e che all’inizio non
mangiavano neanche le crocchette, tanto che solo in 2 sono
riusciti ad andare in adozione.
L’accordo sottoscritto dall’amministrazione, prevedeva un
contributo una tantum di 73mila euro, oltre al nulla-osta per il
trasferimento degli ex randagi
al Nord, garantito dall’Ufficio
veterinario, Dipartimento Salute sicurezza e solidarietà sociale
della Regione.
Un contributo pari a 811,11
euro a cane, comprensivo di spese di trasporto, che unitamente
ad altre iniziative messe in atto
dall’amministrazione, come la
sterilizzazione, era finalizzato
alla lotta al randagismo, nel rispetto del benessere dell’animale stesso e volto a ridurre l’esborso
patrimoniale
annuale,
dell’ente stesso.
Un risparmio, quindi, che si
sarebbe materializzato negli anni. Ma così non è stato. Dopo i 15,
partiti alla volta del Nord, gli altri 75, cui se ne sono aggiunti altri, sono rimasti bloccati a Sud.
«E’ una situazione che non riusciamo a spiegarci. –continua la
Facciolo, sentita telefonicamente- Il Comune non sta rispettando un accordo. Al tempo stesso,
oltre a lasciare gli animali in una
struttura che non li educa e non
li predispone a una futura eventuale adozione, sta esponendo la
nostra associazione a un grave
disagio economico. Noi per poter ospitare degnamente i 90 cani, abbiamo costruito ex novo
una nuova struttura. Ora ci ritroviamo solo i costi da sostenere per un Centro di recupero che
abbiamo intitolato a San Rocco,
protettore degli animali, ma al
cui interno mancano i cani cui
l’investimento era destinato».
Una situazione paradossale, che
solo nei 2 anni trascorsi dall’accordo, ha portato il Comune ad
un esborso di 160mila euro,
quando invece, pagandone solo
73mila, si poteva già aver realizzato una risparmio di oltre
80mila euro.
Il sindaco, Angelo Buono,
rammaricato specifica che
«l’amministrazione comunale,
ha tutto l’interesse a chiudere
l’accordo. Le ragioni che ne hanno rallentato l’attuazione sono
riconducibili alla mancanza delle risorse economiche da parte
della Regione e impedimenti di
natura burocratica».
Chissà se questi cani avranno
a breve, il nulla osta per l’emigrazione, consentendo un risparmio reale per le casse di questa amministrazione e finalmente potranno andare in adozione. Si attende evoluzione.
Antonio Centonze
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Randagio a Miglionico
VALBASENTO Santarsia: «La competenza è regionale, chi non conosce i fatti non parli»
«Non è materia da Consorzio industriale»
Il Csi di Matera replica ad “Ambiente e legalità” sulla bonifica dell’area di Pista Mattei
Gaetano Santarsia
ANGOLO DELLO SPORT Obiettivo Coppa delle Province
Atletico, i progetti di D’Alessandro
guardare la classifica e a
MARCONIA –Alla ripresa
cambiare atteggiamento.
degli allenamenti, mister
La classifica passa da gare
D’Alessandro ritrova un
come quella contro la PoliAtletico nuovo di zecca.
sportiva Serrapotamo, apL’avvicinarsi della prima
parentemente abbordabili
gara della tanto aspettata
sulla carta, ma combattuCoppa delle Province, infattissime in campo, giocata
ti, pare aver smosso qualcoall’evviva in parroco, prosa nelle viscere di un team
prio a causa delle pessime
in embrione, pronto a giocondizioni del terreno di
carsi tutte le sue carte per
gioco. Non bisogna mai disuperare il girone, accestrarsi, però, nemmeno su
dendo così alla fase succescampi obrobriosi: noi adsiva, quella della “Golden
detti ai lavori dobbiamo
Cup”.
pensare così. L’abbiamo vi«Ci stiamo allenando
sto a Teana: sono tutte
molto perché vogliamo cresquadre competitive quanscere tanto –spiega la guida
do si chiudono e provano a
tecnica rossoblu– e crediapunzecchiarti sulle situamo di aver compreso bene L’Atletico Marconia
zioni da fermo. Dovremmo
che solo attraverso i sacrifici durante la settimana possiamo raccogliere stare sempre attenti ai particolari per fare la
frutti la domenica». Le ultime settimane tra- differenza». La guida tecnica rossoblu passa
scorse fra allenamenti saltati lo hanno gioco- alla valutazione dei rischi sulla prima gara di
forza costretto a passare una mezz’oretta ne- Coppa contro il Calvello: «Non abbiamo sofgli spogliatoi, ben diversa da quella trascorse ferto molto quando li battemmo 3-0 in camdopo gli scarni risultati fin qui ottenuti. Alle- pionato, ma ricordo che perdemmo due-tre
natore fortunato? Bhè certo, il fattore C incide palle in difesa. A volte diamo la possibilità agli
su tutte le sorti delle gare, ma sarebbe oppor- avversari di farci male e questo, soprattutto
tuno parlare anche di allenatore che qualcosi- in Coppa, dovremo evitarlo».
na comincia a raccoglierla. «Non riesco a
Cristian Camardo
VALBASENTO - Il Consorzio per lo sviluppo
industriale smentisce in una nota quanto affermato ieri dall’associazione “Ambiente e legalità”su presunte competenze nella bonifica
dell’area di Pista Mattei.
Il Csi, infatti, sostiene di non essere stato
mai «chiamato da alcun provvedimento di
legge né da alcun soggetto istituzionale a rispondere come “responsabile dell’inquinamento” della Valbasento, né potrebbe esserlo
in futuro, perché non è mai stato impegnato
in attività produttive di alcun genere, né tantomeno inquinanti.
La Ex Discarica 2C, inoltre, non rappresenta alcun problema per la realizzazione della
MONTESCAGLIOSO - TASSE
Il sindaco va all’Anci
MONTESCAGLIOSO - Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, e l’assessore
comunale al Bilancio, Antonio Lorusso, hanno partecipato ieri a Roma, all'assemblea
straordinaria Anci (Ass. Nazionale Comuni
d’Italia).
La mobilitazione straordinaria, convocata
dal presidente Anci, Piero Fassino, rivolta a
tutti i sindaci italiani e alle Anci regionali, è
stata decisa dal Direttivo al termine dell’ultima seduta di Ufficio di Presidenza; nell’assemblea saranno ribadite le "rilevanti e strategiche questioni" che i Comuni italiani chiedono da diverso tempo all'esecutivo.Come
indicato sul sito istituzionale Anci, tra gli
obiettivi c’è il rilancio del tema essenziale
dell'affermazione dell'autonomia politica dei
Comuni, in tutte le sue forme, amministrativa, organizzativa e finanziaria, per favorire il
confronto con il Governo nazionale. Allo
stesso tempo si discuterà delle “soluzioni
utili e condivise nelle prossime settimane
anche al fine di poter predisporre i bilanci nei
tempi giusti ed assicurare lo svolgimento
delle funzioni istituzionali".
Tra i temi che saranno affrontati nell’assemblea, condivisi dai rappresentanti del
Comune montese, compare la tassazione
gravante sui cittadini, problematica che richiede e sarà sottoposta alla massima attenzione da parte dell’esecutivo nazionale.
[email protected]
pista Mattei, in quanto adiacente (e non interna) all’area di sedime dell’aviosuperficie e poi
perché è stata messa in sicurezza sin da maggio 2004 e la conformità al progetto dei lavori
di sistemazione finale dell’area (dopo la presa
d’atto della Regione) è stata certificata
dall’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera (in data 2 febbraio 2007).
Per questi e altri motivi la nota dell’associazione Ambiente e Legalità, che chiama in causa il Consorzio giudicandolo inadempiente
per quel che riguarda le operazioni di bonifica
nella Valbasento, è totalmente priva di ancoraggio alla realtà e denota superficialità e
scarsa conoscenza dei fatti che sinteticamente ora cerchiamo di spiegare. -proseguono
duri dal Csi- I Consorzi di sviluppo industriale
sono enti pubblici economici sottoposti al controllo della Regione. Il loro commissariamento, avvenuto nel 2007, non è stato determinato dalla necessità di rispondere ed eseguire le
prescrizioni del Ministero dell’Ambiente sulla messa in sicurezza dei siti inquinati della
Valbasento (come affermato nella nota di Ambiente e Legalità), ma dall’esigenza di riformare la natura e i compiti di questi particolari
soggetti istituzionali che hanno avuto un peso determinante nelle politiche di industrializzazione della Basilicata.
Su Pista Mattei il Ministero dell’Ambiente
ha affidato a Ispra il compito di delineare le linee guida del piano di caratterizzazione di
tutta l’area di sedime dell’aviosuperficie. Lo
stesso dicastero ha poi stabilito che le risorse
finanziarie per l’esecuzione del Piano (che era
stato nel frattempo redatto da Ispra e Arpab)
erano da attingere dall’Accordo di programma quadro firmato dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e dalla Regione Basilicata nel 2009. In seguito i finanziamenti sono stati resi disponibili con la delibera Cipe del 3 agosto 2012 con la quale sono
stati anche finanziati gli interventi di caratterizzazione e bonifica dei suoli e della falda dei
Siti di interesse nazionale (Sin) della Valbasento e di Tito. La Regione è soggetto attuatore». «La delicatezza del tema legato all’inquinamento ambientale -dice il commissario del
Csi, Gaetano Santarsìa- dovrebbe imporre a
tutti una certa cautela nel trattare argomenti
di cui non si è completamente a conoscenza. Il
Csi è sempre stato in prima linea nella battaglia per l’attuazione degli interventi di bonifica che considera imprescindibili per il rilancio degli investimenti in Valbasento».
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TRICARICO
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STIGLIANO I cittadini disorientati caricano le auto e abbandonano i sacchetti per strada
Ora i rifiuti finiscono nei fossi
La raccolta differenziata continua a non funzionare tra disagi di ogni genere
STIGLIANO - La raccolta
differenziata è entrata nel
vivo, ma a due mesi dal suo
inizio la situazione sembra
non migliorare.
I cittadini stiglianesi, sono ormai sull’orlo di una
crisi di nervi. Questo perché il metodo di raccolta
presenta, ad oggi, ancora
alcuni problemi a livello organizzativo e gestionale.
Intanto l’Amministrazione
comunale, per fronteggiare tale problema, ha varato
alcune soluzioni, che con
molta probabilità presenterà nel prossimo Consiglio.
Ma facciamo un passo indietro.
Nel mese di ottobre venne
presentata la raccolta porta
a porta, del progetto “a Stigliano, Ricicli Amo”, con
l’intento di soddisfare principalmente due obiettivi
prefissati: il primo di carattere civico, rispettando le
leggi di tutela ambientale; il
secondo, prevalentemente
economico, dove, in un futuro prossimo, il cittadino
avrebbe potuto godere di
agevolazioni nel pagamento dell’imposta sui rifiuti.
Tutto questo farebbe sorridere chiunque; infatti, seppur per un breve periodo,
nell’aria si respirasse un
certo grado di soddisfazione, sia da parte del Comune,
che può vantare il suo primato di adesione all’iniziativa di impatto ambientale,
sia da parte della cittadinanza, pronta fin dal principio a collaborare.
Ma allora quando e, soprattutto, come è sorto il
problema? Una risposta a
questa domanda prova a
darla Rocco Simone, in qualità di capogruppo del partito d’opposizione “Crescere
insieme”: «La causa principale di questo malfunzionamento, è dettata dalla tempistica. A mio avviso, i giorni che hanno preceduto la
raccolta sono stati pochi; il
cittadino andava informato
meglio e seguito di più, per
evitare di sentirsi spaesato
nel momento in cui ha ricevuto il kit per la raccolta».
Gli stiglianesi, infatti, si
trovano a vivere in un totale
stato confusionale, e la
maggior parte degli anziani hanno ancora serie difficoltà a gettare il rifiuto nel
contenitore giusto. Alcuni
cittadini non si pongono
neanche più il problema,
stipando tutto nello stesso
sacchetto, successivamente lo caricano in macchina, e
durante la notte lo gettano
fuori dalle mura cittadine,
favorendo così, giorno dopo
giorno, l’incremento di discariche abusive in tutta la
vallata.
Come se non bastasse, anche i randagi fanno la loro
parte, frugando nella miriade di immondizia, lasciata agli angoli della strada
all’attenzione degli operatori ecologici.
Per fronteggiare questo
increscioso inconveniente,
lo stesso Simone ha realiz-
zato un progetto di raccolta,
il quale prevede la distribuzione ai cittadini di contenitori dotati di lucchetto. Questi contenitori, andrebbero
a prendere il posto di tutti
quelli rimossi in precedenza lungo l’intero paese, così
da spegnere le lamentele poste in essere dal cittadino.
Peccato, però, che questo
progetto non sia stato preso
in considerazione. Allora ai
cittadini non rimane altro
che mantenere ben saldi i
propri nervi, e attendere di
conoscere quelle che sono le
eventuali soluzioni studiate dal comune.
Michele Ungolo
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Randagi tra i rifiuti lasciati in strada a Stigliano
IRSINA Avevano appena svaligiato l’edificio in ristrutturazione
Ladri all’hotel “Forliano”
Fermati due gravinesi con refurtiva per 100mila euro
IRSINA - I carabinieri di Irsina ed i
colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tricarico, hanno arrestato due giovani,
un 24enne ed un 21enne, residenti
in Gravina in Puglia (Ba), responsabili di furto aggravato in concorso
perpetrato presso l’Hotel “Forliano”;
attività attualmente in fase di ristrutturazione, di proprietà di un
imprenditore del luogo. In particolare, i militari hanno sorpreso i due,
già gravati da specifici precedenti
penali, nei pressi della struttura ri-
cettiva, mentre si stavano allontanando a bordo di un’autovettura
Ford Fiesta, dopo aver asportato
dall’hotel numerosi oggetti in argento, apparecchiature e suppellettili varie per l’arredo delle camere, il
cui valore complessivo è pari a
10.000 euro circa, non coperto da assicurazione. I carabinieri li hanno
prontamente bloccati e sottoposti a
perquisizione, rinvenendo la refurtiva e constatando che altri oggetti
ed apparecchi erano stati già accantonati nell’attività commerciale per
essere successivamente portati via. I
due giovani di fatto erano penetrati
nell’edificio, forzando un ingresso
posteriore.
La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario. Nella mattinata di ieri sono stati tradotti presso il
Tribunale di Matera, a disposizione
del magistrato di turno della locale
Procura della Repubblica, precedentemente informato, per la celebrazione del rito direttissimo, a cui è seguita la convalida dell’arresto.
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IRSINA Tanti eventi organizzati d’estate per coinvolgere soprattutto i giovani
Fidas, un anno di soddisfazioni
Nel 2013 raccolte 702 sacche di sangue grazie al grande cuore dei donatori
IRSINA - E’ stato un anno d’oro,
quello appena trascorso, per la Fidas irsinese dei record, con 702 donazioni, tanto volontariato e persino un cortometraggio.
Un anno di intense attività e di
sensibilizzazione, grazie al grande
cuore dei donatori.
Grande attivismo da
parte dei volontari,
che quest’anno si sono prodigati con innumerevoli iniziative, tra le tante iniziative di quest’anno anche un cortometraggio diretto dal giovane talento locale Giuseppe Decollanz, dedicato alla donazione, con la partecipazione dei
tanti giovani associati alla Fidas.
Tanti gli appuntamenti svolti lo
scorso anno dalla sezione Fidas di
Irsina: «Vogliamo ricordare in primis la Festa regionale del donatore
svoltasi il 13 luglio a Brienza, dove
la partecipazione della sezione della Fidas di Irsina ogni anno diventa
sempre più numerosa; segue subito dopo in piena estate La 3° edizio-
Realizzato
un corto
e regia
di Decollanz
I bimbi della Fidas
ne dell’ormai consolidata “Caccia al
tesoro” avvenuta l’8 agosto, e come
ogni anno, organizzata nel nostro
centro storico, a cui hanno partecipato numerosi ragazzi; Sempre per
la stessa manifestazione , l’associazione ha organizzato un concerto
durante la quale si è esibita la
“Blues brass band”. Infine, al termine della stagione estiva, il 13 settembre scorso nella cattedrale, si è
svolta la “Festa del donatore” dove
sono state consegnate 110 targhe
di riconoscimento ai donatori più
assidui.
«Invece tra gli eventi novità Fidas 2013 -ricordano gli attivisti
della Fidas- indimenticabili le due
giornate sulla spiaggia 24 Luglio a
Policoro e il 4 agosto a Scanzano,
dove i ragazzi si sono impegnati al
massimo attraverso vari giochi ed
un volantiggio volantinaggio, per
raggiungere l’ambito obiettivo di
far conoscere l’associazione. Sempre in agosto, per la prima volta, il 3
si è svolta la “Giornata straordinaria della donazione giovani” per
sensibilizzare gli stessi alla donazione, i quali hanno risposto con
grande entusiasmo; infatti solo in
questa giornata si sono registrate
ben 48 donazioni, 14 delle quali dei
neo diciottenni».
«Oltre a sensibilizzare per la donazione, la nostra associazione –dicono i giovani attivisti della Fidas- è
attenta anche ai bisogni dei giovani
studenti ed è per questo motivo che
s’è preoccupata di dotare di attrezzature sportive il liceo scientifico
“L evi”e le ricetrasmittenti alla protezione civile “Vola”. Infine per concludere l’anno, la Fidas ha partecipato ai mercatini natalizi organizzati dall’ associazione “Se Montepeloso”per la cittadinanza di Irsina».
Per augurare un buon inizio anno, la Fidas ha offerto alla città di Irsina un concerto bandistico tenuto
dall’associazione “Altieri-cesano
della città di Irsina”. In occasione
del concorso “Blood trailers” indetto dalla Fidas Nazionale e dalla
Fondazione per il Sud - la nostra associazione concludono i giovani attivisti della Fidas Eufemia Smaldone e Angela Mascolo - ha partecipato con il cortometraggio “C’e’ Sempre Tempo X Donare!” con la Regia
di Giuseppe Decollanz nata da
un’idea di Francesco Candela e di
Vittorio Pennacchia. Il corto è stato
girato in gran parte nel centro storico di Irsina e nel distretto sanitario. Un ringraziamento speciale va
a: Roberta Taccogna, Annamaria
Pedoto, Margherita Lapenna e
Francesco Garzone».
Mimmo Donvito
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IRSINA
L’Enel
premia
la scuola
IRSINA - Si è tenuta
presso l’Aula Magna
dell’Università degli
Studi di Potenza la premiazione dei vincitori
regionali scelti tra le
classi lucane che hanno
partecipato alla decima
edizione di “PlayEnergy”, il progetto ludicoeducativo promosso da
Enel dedicato al mondo
delle scuole nazionali
ed estere con l’obiettivo
di informare e coinvolgere i giovani sui temi
dell’energia e della tutela dell’ambiente.
La sfida si è conclusa
con la realizzazione di
disegni, plastici, fumetti, racconti, cartelloni, video e progetti su
otto temi quali innovazione, efficienza, opportunità, creatività,
territorio, comunità,
ricerca e futuro. I migliori, passati al vaglio
da una giuria regionale, hanno ricevuto un
riconoscimento
ed
ogni classe ha scelto
quindi un argomento
da affrontare elaborando un progetto. Hanno
ricevuto il premio come
migliori elaborati per
la Categoria Scuola Primaria classe 5B, insegnante Smaldone Vittoria
della scuola Primaria di Irsina, con il progetto: “Un giorno da
professori”. Il percorso
di un anno scolastico
sul tema dell’energia:
la lezione dell’esperto
Enel, la visita in centrale e le lezioni della docente spiegate ai genitori in una lezione aperta e conclusiva di tutta
l’esperienza didattica.
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METAPONTO I complimenti di Stella (Provincia), Confapi: «Serve più attenzione»
Trip Advisor premia il Magna Grecia
L’hotel è entrato nella top ten italiana delle strutture per le famiglie
METAPONTO - Anche quest’anno, il prestigioso sito Trip Advisor ha assegnato i
suoi premi ai migliori hotel e nella categoria per famiglie; al primo posto in Basilicata e all’ottavo posto in Italia, c’è il “Magna
Grecia Hotel Village”di Metaponto. Ambìto traguardo, che il presidente della Provincia, Franco Stella, evidenzia con soddisfazione, in una nota inviata al proprietario Biagio Loiudice: «In qualità di rappresentante del territorio provinciale le esprimo vivissimi apprezzamenti per l’eccellente risultato raggiunto dalla sua struttura e riconosciuta a livello mondiale da
Trip Advisor. Essere il migliore hotel per
famiglie in Basilicata ed essersi classificato all’ottavo posto in Italia decreta un successo importante per l’intera regione.
Nell’articolo pubblicato sul sito del
Tgcom –prosegue Stella- viene confermata la strategicità del settore turistico per il
nostro Paese e, nel contempo, la capacità
dell’imprenditoria italiana di essere la prima al mondo nel settore dell’accoglienza.
Il Magna Grecia Village rientra nella classifica delle migliori 10 strutture in Italia,
quelle che concorrono a renderla meta desiderata e ambita a livello internazionale.
Il suo impegno e la sua passione, insieme a quella di tutti i suoi collaboratori,
hanno saputo realizzare la vocazione turistica della nostra terra conferendole quella dignità e autonomia troppo spesso auspicata ma non realizzata. Lo avete dimostrato; per essere riconosciuti bisogna lavorare sull’eccellenza
consapevoli che questa
va mantenuta viva
–conclude il presidente
della Provincia- anche
con il contributo di una
politica capace di unire
accoglienza turistica a
servizi, eccellenza paesaggistica e ricchezza
storica e culturale. Testimoni di una cultura
di impresa che rende il
Materano orgoglioso protagonista in uno
scenario internazionale altamente competitivo, Le rinnovo la mia stima e i miei
più vivi complimenti».
I complimenti arrivano anche a Confapi
Matera, che esprime grande soddisfazione per il prestigioso riconoscimento.
TripAdvisor è una mega la banca dati,
che raccoglie le recensioni sulle strutture
ricettive espresse dai clienti provenienti
da tutte le parti del mondo. Questo premio, quindi, come primo hotel per famiglie in Basilicata e ottavo in Italia, è un riconoscimento all’impegno della famiglia
Loiudice, che da diversi anni ha investito
nel settore turistico, creando un albergo
di eccellenza a Metaponto.
Il Magna Grecia Hotel Village ha ricevuto ottime recensioni scritte da viaggiatori
di tutto il mondo, essendo un sito ideale in
cui le famiglie possono trascorre le vacanze.
Secondo Confapi Matera, si tratta di un
eccellente biglietto da visita per il Metapontino e di uno spot pubblicitario di primo livello per la promozione del nostro territorio. «Il sito di recensioni turistiche più
importante del mondo, premiando il Magna Grecia di Metaponto, impegna anche
la famiglia Loiudice a mantenere l’elevato
standard di qualità raggiunto e riconosciuto dai clienti. -commentano da Confapi- Metaponto, tuttavia, avrebbe bisogno
di altrettanta attenzione da parte delle politiche per il turismo. È stridente, infatti, il
paradosso di avere alberghi di prestigio
ma servizi pubblici per il turista molto precari; una spiaggia che rischia di scomparire per il fenomeno dell’erosione costiera
non sufficientemente contrastato, un territorio che, appena si esce fuori dalle strutture ricettive, è sempre più desolante».
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E’ secondo
in Basilicata
Ottavo
a livello
nazionale
VIABILITÀ
Nuova Carrera
in 45 giorni
BERNALDA - In merito alle condizioni
della Provinciale Carrera Vecchia,
l’assessore Angelo Garbellano, ricorda in una nota che: «I lavori da eseguire consentiranno, in un lasso di tempo
stimato di circa quaranta giorni, di
riaprire questa arteria al traffico veicolare, anche di tipo pesante, ripristinando il collegamento dell’abitato di
Bernalda con la Basentana.
Nel frattempo la struttura tecnica
completerà la progettazione degli interventi da eseguire lungo la provinciale 154 V tronco (nei pressi di via Metaponto) inviando il progetto alla regione Basilicata per il definitivo finanziamento dei lavori nell’ambito dei
fondi Comitato interministeriale per
la programmazione economica».
Per i bernaldesi circa un mese di disagi, poi forse non ci saranno più problemi.
Il Magna Grecia Hotel Village di Metaponto
TURSI Il commerciante: «Resta il rischio del fiume Agri»
Frana Sp “Marone”, risolto
il caso della famiglia Digno
TURSI - Finalmente i figli del commerciante Gino Digno, possono frequentare la scuola senza più disagi.
Da lunedì, infatti, è stata risolta la
questione della frana, che dai primi di
dicembre aveva compromesso la percorribilità della Provinciale Marone,
isolando la famiglia.
«La situazione -spiega Digno al Quotidiano- si è risolta nel migliore dei modi, pur mancando all’inizio il lato umano degli amministratori comunali. Infatti, non ho mai sentito il sostegno e la
vicinanza di consiglieri o assessori. Dopo alcuni scaricabarile –racconta Gino
Digno–non ho avuto ancora i piacere di
incontrare nessuno. Ho soltanto avuto
contatti con l’assessore provinciale,
Angelo Garbellano, che ha sempre mo-
strato massima sensibilità. Inoltre, il
presidente della Provincia, Franco
Stella, che si è accertato personalmente
della condizione dei ragazzi e si è scusato per la durata della vicenda. Dopo aver
sollevato la questione, anche al parroco
di Tursi si è speso per una celere risoluzione del disagio della mia famiglia e,
perciò, lo ringrazio. Nonostante la faccenda sia durata più di un mese, perché
molte altre problematiche sul territorio non sono state ancora risolte –conclude Digno– mi reputo soddisfatto e
fortunato per la sua conclusionee. Faccio l’esempio del fiume Agri, che ogni
giorno minaccia i terreni agricoli (quasi 3mila ettari) di contrada Marone,
una delle aree agricole più produttive e
dinamiche del territorio di Tursi, per-
ché non sono mai
stati costruiti argini a protezione delle aziende». La sera
del 23 gennaio, la
ripresa del servizio
di trasporto scolastico, è stata comunicata a Digno, tramite un sms della responsabile dell’Ufficio socio-culturale
del Comune. Digno ha ringraziato il Comune di Tursi e subito dopo, il sindaco
Labriola, per quanto fatto. La mattina
seguente, lo scuolabus comunale è arrivato presso la residenza Digno a prelevare i 3 ragazzi. Il servizio è continuato
senza interruzioni anche nei giorni seguenti, nonostante la frana non sia ancora stata messa in sicurezza.
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La frana
sulla
Provinciale
Marone
nell’agro
di Tursi
Domani la presentazione del libro storico di Ezio Taddei sul fascismo
A Bernalda “L’uomo che cammina”
BERNALDA - Domani al circolo Arci
“Al verde”di Bernalda, sarà presentato
il libro “L’uomo che cammina”edito nel
2013, sotto l’egida di Comune e Istoreco (Istituto Storico della Resistenza) di
Livorno, dall’editore Erasmo (volume
a cura di Giancarlo
Bertoncini,
272
pp., 14 euro).
A parlarne sarà
Angelo Tataranno,
ben noto per la sua
instancabile attività politica e culturale svolta dal 1975
fino al 1999 e conclusasi con l’importante incarico di
presidente della Provincia di Matera.
La presentazione permette al libro,
tra l’altro, di essere collocato in una
cornice commemorativa di grande interesse, considerata la storia politica
del comune, dato che proprio il 31 gennaio del 1923, per la fiera resistenza
mostrata al primo fascismo, Bernalda
fu vittima di una spedizione punitiva
costata ben tre morti e una quarantina
di feriti.
La presentazione del libro di Taddei,
scritto a New York nel 1940, ma tradotto per la prima volta in Italia lo scorso
anno, è dunque, in questo contesto,
niente affatto casuale. Ezio Taddei, nato a Livorno nel 1895 e morto a Roma
nel ’56, dopo aver trascorso circa sedici
La copertina del libro di Taddei
anni in carcere durante il fascismo per
la sua militanza anarchica, fu condannato al confino a Bernalda tra il 1936 e
il 1938. Giunto là, molto si legò alla popolazione, ai militanti politici e ai giovani studenti della zona, impegnandosi personalmente e generosamente soprattutto nell’educazione politica e intellettuale di questi ultimi. Tanto da
fargli intitolare una strada dall’Amministrazione Comunale, nel 1976.
Nel 1939 Taddei espatriò a New
York, dove conobbe, tra gli altri, Arthur Miller. Rientrato in Italia si dedicò totalmente alla sua attività di scrittore già cominciata con successo in
America.
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RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 30 gennaio 2014
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31
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POLICORO
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POLICORO La struttura ha subìto danni per 50mila euro. Tanti i messaggi di solidarietà
«Farò un locale più bello di prima»
Davide Stigliano non si abbatte dopo l’incendio doloso del BarHchic
POLICORO – Davide Stigliano,
proprietario/gestore del BarHchic, incendiato nella notte tra
sabato e domenica scorsa, non sa
darsi una spiegazione plausibile
del gesto delinquenziale che ha visto mandare in fumo il suo chiosco
sul lungomare centrale di via Lido.
Una struttura architettonicamente gradevole, per essere rimuovibile, che ha anche i suoi costi: 20mila
circa. Da circa tre anni le due Amministrazioni che si sono succedute hanno puntato tutto su questi
chioschi, giostre e gonfiabili, per
aumentare l’offerta turistica in riva allo Jonio. Il bando comunale
per la concessione delle autorizzazioni scadeva a metà settembre. Alcuni hanno smontato altri no. Il
motivo sta nel fatto che i chioschi
potevano destagionalizzare l’estate per i più ottimisti; altri hanno invece chiuso e smontato le strutture
leggere in legno dedicandosi a
quelle del nucleo urbano. Tuttavia
in alcuni periodi dell’anno, tra festività comandate e prolungate dai
“ponti”, sulla Duna attrezzata si
vede qualcuno. Ecco spiegato il
motivo della loro presenza, seppur
chiusi in questo periodo, sul passeggio in attesa di un clima più mite.
Stigliano dopo la chiusura di
metà settembre in coincidenza
quasi con l’arrivo dell’autunno
non si era portato l’attrezzatura a
casa, ma in vista di qualche giornata sfruttabile aveva recintato il
chiosco con delle reti metalliche.
Che non sono servite per arginare
il rogo. Così raggiunto telefonicamente ci dice di
aver subìto un danno di
almeno 50mila euro. «Per
la prossima estate sarò di
nuovo allo stesso posto di
prima. Non ho certo in- I ragazzi del BarHchic con Davide Stigliano
tenzione di mollare, anzi rifarò il quello di tanti amici e conoscenti,
chiosco più bello di prima», ci rac- che ha tirato su il morale a Stigliaconta con voce rinfrancata man no e gli dà la forza di andare avanti:
mano che parla e dopo aver ricevu- più e meglio di prima. Almeno queto una marea di sms, messaggi su ste sono le sue intenzioni. Per il mosocial network e altri canali mo- mento.
Gabriele Elia
derni di comunicazione. Un gesto,
Gli operatori scrivono all’assessore Berlinguer: «Così rischiamo di non avviare la stagione»
Scanzano, spiaggia devastata
L’erosione ha cancellato 200 metri di arenile e il mare lo ha riempito di detriti
SCANZANO JONICO - «Vede
quella striscia di terra che emerge dal mare? Era lì che una volta
terminava la spiaggia di lido
“Terzo Madonna” a Scanzano».
Il lembo di sabbia che indica
Vincenzo Toscano, gestore del
lido “Mama Beach”, è a circa 200
metri di distanza da quel che oggi rimane della spiaggia di Scanzano Jonico, in tutto una ventina
di metri, sui quali ora si sono depositati rifiuti e rami secchi che
una volta appartenevano all'adiacente pineta che, vessata anch'essa dalla furia distruttrice
dell’acqua, ha perduto quasi 2 ettari di vegetazione.
In poco meno di sette anni, il
mare ha inghiottito più di 200
metri di arenile ed ora rischia di
compromettere seriamente il lavoro dei gestori dei tre lidi di località Terzo Madonna alla foce dell'Agri.
Di qui la decisione di rivolgersi
direttamente al neo eletto assessore regionale all'ambiente e territorio, Aldo Berlinguer.
«In questi giorni abbiamo inviato una lettera all'assessore
chiedendo di istituire al più presto un tavolo tecnico -spiega Toscano- ed è necessario che si agisca in fretta per salvare il nostro
lavoro». Quello dell'erosione della costa in questo tratto di spiaggia a Scanzano è un fenomeno
che va avanti da anni senza arrestarsi. Già nel 2012 il sindaco della cittadina materana, Salvatore
Iacobellis, inviò una missiva a
Vilma Mazzocco all'epoca a capo
del dipartimento ambiente.
Nella lettera si faceva presente
all'assessore che, a seguito della
realizzazione del porticciolo turistico del complesso residenziale
di "Marinagri", posto sulla sponda dell'Agri opposta a quella di
località Terzo Madonna, si era verificato un arretramento della
spiaggia di oltre 150 metri.
Il sindaco, inoltre, chiedeva si
facesse luce sulla vicenda e si intraprendessero azioni compensative al fine di tutelare e salvaguardare il territorio costiero.
La situazione dal 2012 non è
cambiata, «nessuno ci ha proposto delle soluzioni serie a questo
problema», spiegano i gestori.
Tuttavia, se la costa arretra è la
Vincenzo Toscano sulla spiaggia, due immagini della devastazione in atto a Scanzano Jonico e l’operatore Giuseppe Corrado
stagione turistica ad avanzare pure la macchina pulisci spiag- la zona e potrebbero facilmente problemi derivanti dall’erosione
sempre più.
gia riuscirebbe a fare qualcosa», ferirsi con i rifiuti di cui la spiag- costiera e dei detriti di pineta che
«Per questo chiediamo alla Re- continua Toscano.
gia è ricoperta». Le condizioni il mare deposita sulla spiaggia.
gione che si intervenga nell'imDi barriere frangiflutti o argi- nelle quali i gestori operano non Serviranno molti soldi per rimetmediato, cercando almeno di ni artificiali sulla sponda del fiu- sono comunque già delle miglio- tere tutto a posto e, se qualcuno
dragare altra sabbia sulla spiag- me, dicono i gestori degli stabili- ri.
non ci darà una mano, rischieregia, come già si è fatto altrove sul- menti balneari, si potrà parlare
«In poco più di 200 metri di mo di partire con ritardo e lavola costa jonica, e di aiutarci nella anche in un secondo momento, spiaggia operiamo in tre -spiega rare male».
Anna Musacchio
pulizia della stessa visto che la «anche perché -tuona Toscano- Giuseppe Corrado– e già è [email protected]
mole di rifiuti e detriti è talmente qui è in gioco l'incolumità di turi- plicato lavorare in questo modo.
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tanta e così stratificata che nep- sti e bagnanti, che frequentano A tutto ciò devono aggiungersi i
MONTALBANO JONICO - E’ un
gran pullulare di interventi politici, Montalbano Jonico in questi
giorni, motivati a più livelli dalla
nascita di movimenti e dall’inaugurazione di nuovi partiti e alimentati dalla Tares 2013 che sta
pesando sui cittadini i questi giorni. Sulla questione intervengono
anche gli attivisti del M5S, «come
preannunciato dagli attivisti del
M5S, in questi giorni nelle case dei
cittadini montalbanesi giungono
notifiche di pagamento per la tassa
comunale sui rifiuti decisa con delibera di consiglio comunale 31 del
29 novembre 2013 (votano a favore: Pontevolpe, Devincenzis, Gentile, Maffia, Pierro,Tauro, Chita,
Vizziello, Aliano, Cerulli, Zaccaria;
votano contro: Amendola, Di Sanzo, Castellucci; non sono presenti
all’importante votazione: Marrese,
Gioia, Nesi . I più danneggiati sono
Montalbano Jonico, M5S
«Più Tares e tanti sprechi»
i nuclei familiari numerosi e la
maggior parte degli esercizi commerciali, tranne ovviamente le super protette filiali bancarie. Si pagherà fino al 470% in più rispetto al
2012 senza ricevere alcun beneficio economico dalla raccolta differenziata, che ormai arricchisce solo gli imprenditori che gestiscono i
rifiuti a dispetto e discapito della
popolazione locale costretta a separare a casa ciò che porta guadagno
ad altri. E durante questo difficile
periodo per i cittadini montalbanesi, il sindaco quale iniziative prende? Finanzia progetti di lavoro che
fruttano migliaia di euro ai respon-
sabili dell’Ufficio tecnico comunale
e, vista la vetustà dell’impianto, comunica che la messa in sicurezza
del campo sportivo costerà circa
40.000 euro in più rispetto ai
150.000 previsti dal progetto iniziale (come attestano le delibere di
Giunta n. 6 del 9/1/2014 e la precedente n. 73 del 7/3/2013). Ma i tecnici responsabili del progetto iniziale
non erano a conoscenza delle condizioni in cui versava la struttura o
hanno sottovalutato il costo dell’intervento? E perché? E a chi attribuibile lo stato di abbandono
dell’impianto sportivo comunale
se non agli amministratori e ai tec-
nici comunali? Ecco quanto è costato, ad oggi, la gestione dello Stadio comunale Dal 2007 sono stati
spesi circa 50.000 euro per la gestione dello Stadio Comunale (come attesta la delibera di Giunta n.
148 del 17-06-2011 da cui risulta
che il Comune ha erogato una somma di compartecipazione pari a
11.940 euro annue all’ente gestore
Sporting Montalbano 1996 dal 11
ottobre 2007 fino al 29/3/2011, per
poi passare alla Fcd Atletico Montalbano nell’ultimo semestre 2011)
e altri 190.000 euro per la costruzione di una copertura di un piccolo campo da tennis frequentato da
uno sparuto numero di appassionati tennisti. Nel frattempo, migliaia di tifosi affollano le gradinate del campo sportivo di Policoro
durante gli incontri casalinghi del
Real Metapontino».
Anna Carone
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
SOS AMBIENTE
SITO DI INTERESSE NAZIONALE
Giovedì 30 gennaio 2014
ECCELLENZA A RISCHIO
L’azienda produce formaggi esportati in
tutto il mondo. Un patrimonio messo a
dura prova dall’inquinamento
LA DENUNCIA
«Da anni sentiamo parlare di pulizia della
zona, ma non è stato mosso un dito. Tutti
noi imprenditori subiamo danni continui»
INQUINAMENTO A POTENZA
L’attesa bonifica
Solo Pomarico ha fatto la perimetrazione
delle aree ricadenti nel «Sin»
Perché al momento solo il Comune di Pomarico ha effettuato
la perimetrazione delle aree di sua competenza ricadenti nel Sin
Valbasento? La domanda giunge, ancora una volta, dal comparto agricolo della Val Basento Materana. Dagli atti, infatti, risulta
che il sindaco della cittadina devota a San Michele Arcangelo,
Giuseppe Casolaro, già con l’ordinanza numero 20 del 2006 ordinò «la perimetrazione dell’area inquinata del Sin Valbasento ricadente nel territorio di questo Comune». Nello stesso provvedimento, inoltre, Casolaro ordinò «gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza delle aree agricole colpite da inquinamento
industriale del Sin Valbasento» che sono consistiti nella “recinzione ed interdizione alle pratiche agronomiche ed al pascolo degli appezzamenti agricoli inquinati, di appore apposita cartellonistica ed attività di informazione, nonché nel divieto assoluto
all’uso idropotabile ed irriguo delle acque sotterranee risultate inquinate all’interno del perimetro interessato sino alla bonifica definitiva o alla acquisizione del parere da parte degli organi preposti sul grado di tossicità delle sostanze inquinanti riscontrate». Infine, ma non certo per ordine d’importanza, Casolaro stabilì con
l’ordinanza resa addirittura otto anni fa che «“il compenso per il
mancato reddito sarà determinato e corrisposto ai conduttori
danneggiati a cura di quest’amministrazione, secondo i prezzi
adottati dal Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale Economia Montana per il calco dei danni da calamità naturali». A questo punto, si chiedono gli agricoltori, come mai gli altri Comuni
non hanno provveduto a rendere omologhe ordinanze? In buona
sostanza, chi è proprietario o conduce terreni inquinati nei territori, ad esempio, di Ferrandina e Pisticci a quale «santo» deve votarsi?
[p.miol.]
Caso Ferriera
«I rilievi
ora sul nuovo
camino»
AREA Uno scorcio della Val Basento. Nel riquadro l’imprenditore Giovanni Grieco
I «veleni» della Val Basento
divorano la sua azienda agricola
Danni per 400mila euro. Il proprietario Grieco: «E ora chi mi risarcirà?»
PIERO MIOLLA
l «L’inquinamento della Val Basento mi ha provocato danni per quasi 400mila euro: chi me li
rimborserà e, soprattutto, che futuro abbiamo in
questa zona?». Sono domande al momento senza
risposta quelle di Giovanni Grieco, proprietario e
conduttore dell’omonima azienda agricola di contrada «Paolone», tra Pisticci e Pomarico.
La Grieco è un’azienda agricola ad indirizzo
produttivo zootecnico-arboricolo, basata sull’allevamento ovino con circa cinquecento capi allevati a
duplice attitudine (latte e carne), sulla coltivazione
di agrumi ed erbai autunno-primaverili. Qui Giovanni Grieco produce formaggi prelibati, soprattutto pecorino, che vengono esportati in tutto il
mondo, dall’Arabia Saudita alla Svezia. Un patrimonio importante, dunque, messo a dura prova
dall’inquinamento della zona ed ulteriormente vessato anche dalle immancabili alluvioni che, specie
nei mesi a cavallo tra ottobre e marzo, mettono a
dura prova l’esistenza stessa dell’azienda. «Ora basta
– dichiara Grieco – perché siamo stanchi di continue
vessazioni. Da anni sentiamo parlare di bonifica di
questa zona ma, al momento, ancora nulla si è
mosso. Tutte le aziende della zona, sia quelle comprese nel perimetro del Sin (Sito d’Interesse Nazionale, ndr) Valbasento che quelle al di fuori di esse,
come la mia, vogliono sapere se in questa zona si può
ancora parlare di “food” o se, complice l’inquinamento, dovremmo tutti rassegnarci ad essere
considerati “no food”, vale a dire impossibilitati a
commercializzare i nostri prodotti per farli finire
sulle tavole degli italiani. Io, come molti altri
imprenditori, ho subito e subisco quotidianamente
danni economici sotto forma di lucro cessante (il
mancato guadagno, ndr) perché ormai non riusciamo più a coprire le spese con la vendita dei nostri
prodotti». Grieco, è anche presidente del Copal, un
consorzio di 12 imprenditori agro-zootecnici fondato
nel 2009 a Ferrandina, che produce ed esporta in
tutto il mondo pecorino, canestrato di Moliterno e
ricotta.
L’attivismo di Grieco, il cui sogno nel cassetto è
quello di realizzare una fattoria sociale, si scontra
sempre di più, però, con i problemi quotidiani. «Noi
imprenditori agricoli abbiamo problemi ormai insormontabili, dai trasporti alle spese enormi: se a
questi ci aggiungiamo anche i problemi ambientali
della Valbasento e le alluvioni che ogni anno
devastano i nostri terreni il quadro drammatico è
completo». Per questo, Grieco si attende una risposta
chiara e celere dalla politica, regionale e non solo.
«Avremmo bisogno – confessa – di una sorta di
moratoria per le tasse: molto spesso Agenzia delle
Entrate ed Equitalia non si rendono conto di come e
quanto incidano negativamente sulle nostre aziende
e, quindi, sulle famiglie. Alla politica chiedo che si
avvii un percorso per sospendere il pagamento delle
tasse in considerazione dell’enorme inquinamento
della Valle, che certamente non dipende da noi, e
delle continue alluvioni. Ma soprattutto chiedo alla
politica locale, ed alla nuova giunta regionale in
particolare, di avviare finalmente la bonifica. Infine,
che ci dicano se in questa zona siamo “food” o “no
food”». Non è una questione secondaria.
LA PROTESTA CHIEDONO TEMPI CERTI PER PULIRE L’AREA. E NOTIZIE SU COME SARANNO UTILIZZATI I FONDI STANZIATI DAL CIPE
ACQUA
Segni
dell’inquinamento
nel fiume
Basento
[foto Grieco]
Gli agricoltori nella terra inquinata
«Senza la bonifica chiudiamo tutti»
l L’unione fa la forza. Devono
aver pensato questo i numerosi
imprenditori agricoli di quella
parte della Valle del Basento
compresa tra i territori di Ferrandina, Salandra, Pisticci e Pomarico che, stanchi degli ostacoli e dei problemi quotidiani
che attanagliano la loro attività,
si sono riuniti per fare fronte
comune e decidere insieme come muoversi anche in riferimento all’attività di bonifica
che, stando agli annunci della
Regione, dovrebbe partire a breve. Alla prima riunione operativa erano circa una ventina,
alcuni dei quali proprietari e
conduttori di aziende agricole
ricomprese nel Sin (Sito d’Interesse Nazionale) della Valbasento: un’area di circa 34 ettari
che, su decisione dello Stato, è
stata riconosciuta come fortemente inquinata e, per questo,
da sottoporre ad urgente bonifica. Peccato che l’individuazione del Sin risalga al 2002 e, fino
ad oggi, nulla è stato fatto in
termini di bonifica dell’area: di
recente, anzi, si è anche temuto
che i circa 46 milioni di euro
complessivamente stanziati dal
Cipe (Comitato Interministe-
riale per la Programmazione
Economica) potessero prendere
altre strade (come accaduto per
fondi stanziati per altre aree lucane) in quanto non utilizzati
entro il 32 dicembre del 2013. Un
timore poi, fortunatamente,
rientrato. Gli agricoltori della
zona sono comunque sul piede
di guerra: vogliono tempi certi
ed urgenti per l’avvio dell’attività di pulizia dell’area, e pretendono di capire una volta per
tutte se i loro prodotti siano o
meno da considerare commercializzabili. Non è una domanda
da poco: in ballo, infatti, ci sono
soldi ed il futuro di tante famiglie, non solo di chi conduce
quelle aziende ma anche di chi
ci lavora ed, ovviamente, dei
consumatori. Gli agricoltori,
però, pretendono soprattutto di
capire come verranno spesi i
soldi della bonifica: nei vari
stanziamenti effettuati, infatti,
ci sono anche capitoli di spesa
che riguardano proprio il settore agricolo. «In che modo si
deciderà come impiegare i circa
tre milioni di euro stanziati per
il nostro settore dal Cipe? Quei
soldi chi li gestirà? Non sono
una somma piccola – hanno
l I rilievi Arpab sulla Ferriera di Potenza sono stati al
centro di un incontro tra i
sindacati, l’assessore regionale all’ambiente, Aldo Berlinguer, e il direttore generale
del dipartimento Dino Viggiano. Durante la riunione
sono state evidenziate le
preoccupazioni dei lavoratori
dello stabilimento siderurgico potentino rispetto ai dati
parziali diffusi dall’Arpab,
che da una prima lettura hanno generato allarme sia tra i
lavoratori che tra i cittadini.
Le organizzazioni sindacali di categoria hanno chiesto
di istituire un tavolo sulla
trasparenza con la presenza
delle associazioni interessate
per seguire con attenzione il
monitoraggio che si sta effettuando anche in relazione
al terzo campionamento sui
deposimetri
installati
nell’area limitrofa alla zona
industriale (i dati dovrebbero
essere resi noti in questi giorni).
Per evitare allarmismi e
sottovalutazioni - è l’opinione
delle Rsu della Ferriera - è
necessaria la conoscenza e
«l’analisi scientifica dei dati
che devono essere oggetto di
valutazione da parte di tutti i
soggetti senza omissioni anche alla luce dei recenti scandali che hanno interessato
l’Arpab sulla vicenda Fenice».
Per queste ragioni nell’incontro è stata ribadita la necessità di effettuare urgentemente i rilievi direttamente sul nuovo camino della
Pittini da poter intrecciare
con i campionamenti effettuati sui deposimetri, così da
sciogliere tutti i dubbi sulle
eventuali fonti di inquinamento.
Infine, si è convenuto con
l’assessore Berlinguer di
coinvolgere un terzo soggetto
quale l’Istituto superiore della Sanità, per meglio monitorare gli effetti dei risultati dei rilevamenti ambientali sulla Salute.
.
spiegato gli imprenditori agricoli riuniti in assemblea – e pretendiamo non solo di sapere tutte queste cose ma anche che vengano utilizzati per il nostro
comparto». Quei tre milioni di
euro, in buona sostanza, vanno
utilizzati non solo per “ripulire” le aziende agricole i cui ter-
reni risultano inquinati, ma anche come forma di ristoro, o risarcimento che dir si voglia, per
tutte le aziende della Valbasento
Materana che scontano anni di
chimica scellerata ed, in generale, di industrializzazione selvaggia. Non è una speranza ma
[p.miol.]
precisa richiesta.
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Giovedì 30 gennaio 2014
SOS AMBIENTE
PROCESSATO CHI DENUNCIA
l «Ho diffuso i dati sull’inquinamento del Pertusillo
perché era di interesse pubblico far sapere alla popolazione che la diga era inquinata». Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali, giornalista, imputato per rivelazione del segreto d’ufficio,
lo dice in aula ai giudici del
collegio dei Tribunale di Potenza.
Bolognetti - secondo l’accusa - ha ricevuto una mail e
reso pubblico l’inquinamento del lago Pertusillo, svolgendo la sua funzione di giornalista.
Ma per la Procura «in questo caso l’inquinamento non
c’entra. In questo processo ha detto ai giudici nel corso
della scorsa udienza il pm
Renato Arminio - bisogna riportare l’attenzione sulla violazione del segreto istruttorio».
Ma
Bolognetti,
difeso
dall’avvocato Vincenzo Montagna, sapeva che con quei
dati il tenente della polizia
provinciale Di Bello avrebbe
poi preparato un’infor mativa
per la Procura?
Per Bolognetti far sapere
alla comunità che il Pertusillo - come successivamente
ha confermato l’Arpab - era
inquinato era una priorità.
E ieri lo ha ribadito in
udienza, durante l’esame
dell’imputato, rispondendo
alle domande di accusa e difesa.
La Procura però gli contesta di aver violato il segreto
istruttorio. La battaglia, prima ambientale ora giudiziaria, di Bolognetti mira a dimostrare che l’interesse pubblico per la pubblicazione dei
dati sull’inquinamento è pre-
IL SEGRETO D’UFFICIO
La Procura sostiene che il leader dei Radicali
abbia violato il segreto d’ufficio diffondendo
i dati sull’inquinamento del Pertusillo
VERSO LA SENTENZA
Prossima udienza dedicata alla requisitoria del
pm e all’arringa del difensore dell’imputato
Poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio
Bolognetti: «Ho diffuso
i dati sull’inquinamento
per avvisare i cittadini»
PROCESSO
Maurizio
Bolognetti e
L’ex Pg
Gaetano
Bonomi in
tribunale a
Potenza
.
valente rispetto al segreto
d’ufficio per l’indagine che
poi è scaturita dall’infor mativa del tenente.
Il tenente, che ha scelto di
essere giudicato con il rito
abbreviato, è stato condannato a due mesi e 20 giorni e
a tre mesi in secondo grado
(la pena è sospesa e il tenente
aspetta la Cassazione).
Il tutto per aver denunciato. «Un paradosso», lo ha
definito a più riprese l’esponente dei radicali. I due, che
avevano sollevato dubbi sulla
qualità delle acque del Pertusillo, per le analisi, non
fidandosi dei laboratori pubblici, le avevano affidate a un
privato. I dati emersi erano
preoccupanti. Per questo mo-
tivo Bolognetti li ha resi pubblici, onorando la convenzione di Aarhus che, all’articolo
cinque, comma “C” recita:
«In caso di minaccia imminente per la salute umana o
per l’ambiente, imputabile ad
attività umane o dovuta a
cause naturali, siano diffuse
immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in
possesso delle autorità pubbliche che consentano a
chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte
a prevenire o limitare i danni
derivanti da tale minaccia».
Bolognetti lo ha fatto immediatamente. Ma si è «beccato» un bel procedimento
penale.
«Ho già da tempo ammesso
la mia colpevolezza», sostiene Bolognetti.
«Sono colpevole di aver divulgato analisi che avrebbero
dovuto essere pubbliche e sono colpevole di aver divulgato
analisi che ho pagato e commissionato alla Biosan di Vasto per smentire il mare di
bugie che nel gennaio del
2010 mi venne vomitato addosso. Un linciaggio in piena
regola».
Ieri mattina ha incassato la
solidarietò dell’ex sostituto
procuratore generale di Potenza Gaetano Bonomi, ora
in pensione. Ieri mattina l’ex
Pg (che durante la scorsa
tornata elettorale si è candidato con i Radicali alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale di Basilicata)
si è fermato con Bolognetti
nelle vicinanze dell’aula.
I giudici, dopo aver ascoltato la versione di Bolognetti,
hanno rinviato al 14 maggio
per la requisitoria del pm e
l’arringa dell’avvocato Montagna. Poi i giudici si chiuderanno in camera di consiglio. Il verdetto si avvicina.
[f. a.]
DIFESA D’UFFICIO
Bernardini: «Da Bolognetti
soltanto opera di verità»
«Per anni si è fatto finta di non vedere»
l «Bolognetti è sotto accusa per aver tentato di contrastare
quella “ragion di Stato” in nome della quale si compiono le
peggiori nefandezze a danno dei popoli ai quali viene negato
il diritto alla conoscenza. Proprio su questo il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito ha convocato, con rilevanti e prestigiose presenze politiche e civili
europee, un convegno a Bruxelles il 18 Febbraio». Rita Bernardini, deputato dei Radicali, sostiene Maurizio Bolognetti.
«È nel Dna radicale - sostiene Bernardini - che grazie anche a Maurizio Bolognetti si tramanda fecondamente, essere
sottoposti a processo per la costante opera di verità portata
alla luce a dispetto di un “regime” che per i suoi loschi affari
di potere e di denaro non si fa scrupolo di avvelenare i pozzi
ai quali si alimentano cittadini ignari, volutamente tenuti
all’oscuro di traffici indicibili sulla salute e la vita stessa
delle persone. E quando parlo di “regime” non penso solo al
mondo della politica e ai suoi “nominati” nell’amministrazione pubblica. Mi riferisco anche a quei magistrati – spesso
in palese conflitto di interesse che, nonostante l’obbligatorietà dell’azione penale che tanto orgogliosamente difendono, per anni fanno finta di non vedere (facendoli dilagare) i
reati gravissimi che si compiono sotto i loro stessi occhi».
RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
POLITICA
LE MANOVRE NEI PARTITI
Giovedì 30 gennaio 2014
L’UFFICIO DI PRESIDENZA
«Ne discuteremo nell’ufficio di
presidenza», assicura il presidente del
Consiglio Piero Lacorazza
RISPARMIO
Tra i freni ad un’eventuale modifica anche
la dimensione tecnica, con le norme
legate alla «spending review»
La proposta Sel
I soldi del mandato
per fare nuovi contratti
l’idea di Romaniello
Ridurre i costi del mandato
ed utilizzare i soldi per assumere
personale. È la proposta presentata dal consigliere regionale
Giannino Romaniello (Sel) , che
mira a modificare la legge regionale 8 del 1998 sulla «Nuova disciplina delle strutture di assistenza agli organi di direzione politica e ai gruppi consiliari della
Regione Basilicata». «Il progetto
– precisa Romaniello - ha l’obiettivo di ridurre del 50 per cento
l’importo assegnato a ciascun
consigliere regionale per le spese di esercizio del mandato con
l’intento di finanziare, con le conseguenti economie, l’attivazione
di uno o più collaborazioni attestate ai gruppi consiliari e a disposizione di ciascun consigliere
per lo svolgimento dell’attività
politica. In tal modo, l’utilizzo delle risorse pubbliche messe a disposizione per garantire l’attività
politica è vincolato all’attivazione
di contratti di lavoro».
le altre notizie
AMBIENTE
Rosa (FdI) su impianto
Tecknosolar
n «Le recenti prese di posizione delle popolazioni del Vulture-Alto Bradano contro la
realizzazione di un impianto solare termodinamico dimostrano ancora una volta
la distanza tra una politica
di governo regionale, incline a tutelare gli interessi
delle società private che vogliono accaparrarsi il territorio e i lucani. Nessuna
considerazione ai danni ambientali e alla salute dei cittadini». È quanto sostiene
in una nota il consigliere regionale di Fratelli d’Italia,
Gianni Rosa, sulla vicenda
Tecknosolar.
POLITICA
Pisicchio (Cd) su
nuova legge elettorale
La sede del Consiglio regionale della Basilicata [foto Tony Vece]
Norma «pro-comandati»
Cambiarla? Sì, no, forse...
I politici ammettono l’incongruenza, ma ribattono: «Modificarla non è facile»
ANTONELLA INCISO
l L’incongruenza c’è, lo ammettono anche loro. Trovare una soluzione che tenga
insieme le esigenze dei giovani disoccupati con quelle della spending review, però,
non è facile. Il giorno dopo il caso sollevato
dalla Gazzetta sulla norma che vincola i
consiglieri regionali, con incarichi negli
organismi consiliari, ad assumere solo
personale comandato o distaccato, è la
gran parte degli esponenti politici ad assicurare che del problema se ne discuterà.
Con quale risultato non è chiaro, ma se ne
parlerà. Innanzitutto, nell’ Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale. Per capire meglio la questione, per comprendere
se vi sono i termini per un intervento
legislativo che, però, tenga ben saldo il
risparmio della spesa. Ad assicurarlo lo
stesso presidente del Consiglio regionale,
Piero Lacorazza. «Ne discuteremo nell’Uf-
ficio di presidenza con l’obiettivo di un
risparmio del sistema pubblico, di una
razionalizzazione dei costi e della funzionalità degli uffici - precisa il presidente - va
fatto un piano in generale con la Giunta ed
il Consiglio che devono parlarsi un pò di
più. Aggiungo, poi, che per quanto riguarda i contratti di diritto privatistico i con-
siglieri con i fondi a disposizione ne possono fare diversi». A ipotizzare un lavoro
di modifica dell’attuale norma è, invece, il
vice - presidente di Realtà Italia, Paolo
Galante. « Il tema c’è - sottolinea Galante Occorre modificare la legge, con un percorso legislativo che passi per le commissioni e sia legato al vincolo della spesa del
personale. Ne abbiamo già iniziato a parlare nell’Ufficio di presidenza, dobbiamo
continuare a farlo nella prossima riunione». Sulla stessa lunghezza d’onda anche
la minoranza con il vice - presidente
dell’Udc, Franco Mollica. «Ritengo giusta
la segnalazione fatta da “La Gazzetta” commenta Mollica - Una norma più flessibile, che preveda, ad esempio, la possibilità di poter stipulare contratti con
persone esterne all’amministrazione, in
alternativa ai comandi o ai distacchi del
personale pubblico, servirebbe a dare
qualche opportunità di lavoro in più ai
PER IL PRESIDENTE DELLA PRIMA COMMISSIONE, SANTARSIERO, VIA ANCHE IL LISTINO
Statuto, sbarramento
per i partiti minori
l Non si è ancora insediato ma ha già le idee
chiarissime su quello che intende fare. Vito Santarsiero, presidente della Prima commissione consiliare regionale, punta dritto su abolizione del
listino e sbarramento per i partiti minori. La sua
commissione si dovrà occupare, tra le altre cose,
proprio dello Statuto regionale e nella sua elaborazione Santarsiero punta a due obiettivi: eliminare il listino (che ha consentito in questa legislatura l’elezione di due consiglieri regionali) e
una soglia di sbarramento per i partiti che eviti il
ploriferare di tanti monogruppi. «Lo Statuto è molto atteso anche per definire la nuova legge elettorale regionale e superare i limiti di un modello
viziato dal "listino" - precisa Santarsiero - nonché
per superare una eccessiva ed incomprensibile proliferazione di gruppi consiliari. L'attività della
Commissione sarà occasione per razionalizzare,
modernizzare e rendere più efficace e trasparente
l'impalcato sia singolo sia complessivo degli enti
amministrativi regionali». Insomma, per Santarsiero nel lavoro per il nuovo Statuto non si potrà
non tenere conto di questi due aspetti. Anche se sia
nella maggioranza sia nelle commissioni, soprattutto per la soglia di sbarramento, qualche malumore non mancherà. Così come non si potrà non
avere come obiettivo finale una nuova governance
territoriale. Per questo massimo sarà il coinvolgimento anche dei comuni lucani. «Occorre garantire un giusto ruolo ed una giusta centralità alle
Amministrazioni comunali - conclude il presidente
della commissione - Per me sarà l'occasione per
ribadire il valore dei 131 Comuni della nostra re[a.i.]
gione».
tanti disoccupati qualificati che ci sono in
Basilicata. In linea di principio non ho
quindi nessuna preclusione alla modifica
della norma, ma occorre considerare anche un altro profilo. Attualmente, gli stipendi delle persone distaccate o comandate dal settore pubblico nelle segreterie,
concorrono a determinare il tetto della
spesa del personale che in base alle norme
della spendig review non può essere superato negli anni successivi. Se quindi,
oggi decidessimo di non attivare un comando o un distacco- ammette ancora l’anno prossimo non potremmo più farlo
perché il tetto per la spesa del personale
dovrà rimanere congelato alla situazione
iniziale. Ed occorre quindi considerare
anche la dimensione tecnica del problema
per definire le modifiche possibili della
normativa vigente». Come dire che anche
se ci fosse la volontà di cambiare le norme,
farlo non sarebbe facile. Tutt’altro.
n «Siamo pronti alla discussione inCommissione della
legge elettorale. Abbiamo
presentato 14emendamenti che tendono a rendere
più aperta la competizioneelettorale, innalzando la
soglia del premio dimaggioranza e rendendo meno
punitive le soglie per
larappresentanza. Proponiamo la doppia preferenza, e abbiamo ancheprevisto un emendamento sul
conflitto d’interessi». Lo
afferma il vicepresidente
di Centro Democratico Pino Pisicchio.
POLITICA
Latronico (FI) su partito
e rinnovamento
n «Il rinnovamento del partito
non può escludere il capitale di
competenze e di esperienze che
sono cresciute a tutti i livelli.
Interesse e impegno che è utile
valorizzare nel nuovo corso
che il presidente Berlusconi ha
impresso nell'interesse del
compito storico che una grande forza politica vuole realizzare. Il contributo di Fitto e' da
interpretare come un aiuto a
tenere in vita una dialettica positiva che si fonda sulla realtà e
che non perde di vista il senso
di responsabilità che abbiamo
di fronte al Paese». È quanto sostiene il parlamentare Cosimo
Latronico.
POTENZA L’INIZIATIVA PROSEGUE ANCHE OGGI
I «grillini» spiegano
la politica ai ragazzi
dell’Università
l Il Movimento 5 Stelle torna in piazza,
attivando banchetti informativi in particolare nei pressi dell’Università di Basilicata.
Ieri è stata la volta della sede di rione
Francioso, oggi tocca invece al polo di Macchia Romana dalle 10 alle 18. L’obiettivo:
sensibilizzare alla partecipazione politica della città di Potenza i giovani universitari
lucani. Sempre oggi è prevista (meteo permettendo), tra le iniziative del banchetto,
un'agorà/incontro con gli studenti. I «grillini» informeranno i ragazzi sugli ultimi
accadimenti della politica locale e nazionale,
in particolare sulla riforma legge elettorale,
sul degrado urbano della città di Potenza e
sugli ultimi provvedimenti legislativi del
M5s.
STAND Il M5S davanti all’ateneo lucano [foto T. Vece]
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Giovedì 30 gennaio 2014
«DO UT DES»
«OTTENEVA VANTAGGI»
Secondo l’accusa la funzionaria «otteneva
vantaggi e utilità economiche attraverso l’uso
strumentale e illecito delle proprie funzioni»
LA CORRUZIONE ALLE ENTRATE
INTERFERENZE ANCHE IN ALTRI UFFICI
«Interveniva presso altri uffici dell’Agenzia
delle entrate per agevolare l’interessato
da lei di volta in volta protetto»
«Lady fisco» rinviata a giudizio
Con lei affronteranno il processo anche i «big» del mattone. Prosciolto solo Olita
INCHIESTA Il
pm Francesco
Basentini ha
condotto
l’inchiesta su
Lucia
Muscaridola,
la funzionaria
dell’Agenzia
delle entrate
rinviata a
giudizio ieri
mattina
[foto Tony Vece]
FABIO AMENDOLARA
l Controllava i contribuenti che
avevano problemi fiscali tramite la
banca dati dell’Agenzia delle Entrate, poi convocava i commercialisti
amici e li avvisava che c’erano problemi. E alla fine arrivava «il ringraziamento»: dalla ricarica telefonica al supersconto sull’automobile
o sull’appartamento. «Protocollo
Muscaridola» lo ha definito il sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini negli atti dell’inchiesta. Ieri mattina Lucia Muscaridola, 54 anni, la funzionaria
dell’Agenzia delle entrate che a Potenza coordinava l’Ufficio controlli,
è stata rinviata a giudizio - insieme
ad altre otto persone - dal giudice
dell’udienza preliminare Michela Tiziana Petrocelli.
Il pm nei documenti inviati al
giudice dell’udienza preliminare descrive «la capacità della indagata di
ottenere vantaggi ed utilità economiche di disparato valore attraverso
l’uso strumentale e illecito delle pro-
prie funzioni, sistematicamente impiegate non al servizio degli interessi pubblici, ma di quelli privati
del contribuente da agevolare di
volta in volta e sempre pronto al
tempestivo ringraziamento economico da offrire». Secondo la Procura,
Muscaridola «interferiva, nella sua
qualità di considerata funzionaria,
presso altri uffici dell’Agenzia delle
entrate per agevolare l’interessato
da lei di volta in volta protetto». È il
caso di Maria Antonietta Albini,
imprenditrice edile, anche lei rinviata a giudizio.
Oppure «cercava di individuare
contribuenti da cui ottenere illeciti
vantaggi, mediante una vera e propria opera di induzione all’offerta
attraverso la preventiva prospetta-
zione delle proprie funzioni». La
protezione che garantiva la funzionaria era, secondo gli investigatori,
«stabile, duratura e costante». Ma
solo per i suoi «amici». Come Domenico, don Mimì, De Vivo, noto
costruttore di Potenza. I casi accertati dalla Guardia di finanza erano tanti. Tutti simili. «Compiva - si
legge negli atti dell’inchiesta - a
favore di Antonio Giubileo e Luciano Olita, rispettivamente legale
rappresentante della “Touring service Srl” e della “Olita Luigi Srl”,
numerosi e reiterati atti contrari ai
doveri di ufficio», prestando a «un
sistematico e continuo servizio di
indebita consulenza professionale e
fiscale, nella quale era compreso lo
studio della documentazione fiscale
e tributaria riguardante le società
destinatarie di accertamenti e verifiche fiscali, la predisposizione di
istanze per l’accertamento con adesione, di memorie difensive, di ricorsi avverso gli accertamenti degli
uffici tributari e della Guardia di
finanza». Per Olita il giudice ha
dichiarato il «non luogo a procedere». È l’unico indagato che è stato
prosciolto. E con lui, per quel capo
d’imputazione, anche Muscaridola.
Rinviati a giudizio, invece, Michele
Pergola, Antonio e Gerardo Pomarico, Rocco Tramutola, Antonio Giubileo e Gaetano Tucci. La data della
prima udienza è fissata per il 5
maggio.
POTENZA IL COMANDANTE PACE: «CON L’ADDESTRAMENTO DEI SERVIZI SEGRETI ISRAELIANI VERRANNO EVITATE SITUAZIONI DI REALE MINACCIA»
Mai più aggressioni ai vigili urbani
Ora si addestrano al «Krav maga»
AUTODIFESA
Agenti della
polizia locale
mentre si
addestrano
con le
tecniche
«Krav
maga», le
stesse usate
dagli agenti
segreti
israeliani
.
l Minacce, intimidazioni, aggressioni verbali e fisiche: la crescente
escalation del rischio da parte delle
forze di polizia impegnate nei vari
servizi, un po’ in tutta Italia, induce a
riflettere sul fatto che, oggi più che
mai, sia divenuta una esigenza fondamentale quella di garantire una
adeguata formazione professionale in
termini di difesa personale agli operatori di Polizia locale. Anche perché
il rischio si amplifica quando ad aggredire sono persone che si trovano
sotto l’effetto di droghe o di sostanze
alcoliche o affetti da alterazioni psichiche e il più delle volte vengono
eseguite con l’ausilio di armi, proprie
e improprie.
Il Comune di Potenza corre ai ripari.
Per prevenire e arginare il fenomeno, il sindaco di Potenza, Vito
Santarsiero, e il comandante della
Polizia locale, Donato Pace, hanno
fortemente voluto un corso di autodifesa basato sul sistema del «Krav
maga» (Il Krav maga è nato come
programma di addestramento accelerato per i soldati dello stato di
Israele, finalizzato alla difesa da attacchi a mani nude, da coltello, da
bastoneda oggetti contundenti e da
armi da fuoco e ben si adatta oltre che
per autodifesa civile anche per tecniche di polizia), che si svolgerà oggi e
domani, nell’ambito di un percorso
formativo per gli agenti di Polizia
Locale che sempre più si trovano a
gestire situazioni di rischio.
«Nel corso dell’ultimo decennio – ha
dichiarato il comandante Pace in un
comunicato stampa - la Polizia locale
ha ampliato il proprio campo operativo passando dai “vecchi” Vigili
Urbani a veri e propri Operatori di
Polizia, specie a seguito delle più
recenti disposizioni normative che ci
hanno attribuito maggiori compiti in
tema di sicurezza urbana. Il corso ha
lo scopo di evitare che gli agenti si
possano trovare impreparati dinanzi
a situazioni di reale minaccia, rischiando seriamente di mettere a repentaglio la propria e l’altrui integrità
fisica».
L’iniziativa sarà tenuta da Sergio
Pizzichillo, istruttore e responsabile
per la Basilicata dell’Accademia azionale self defense: è prevista la partecipazione di 16 agenti, ai quali verranno illustrati in modalità teorica e
pratica i concetti base delle tecniche
di autodifesa, di controllo, di perquisizione, di disarmo e di ammanettamento, nei casi di degenerazione
del rapporto con l’utenza.
Ambrosia, «stipendi in arrivo»
Ieri l’annuncio del sindacato: saldata anche la tredicesima mensilità
l POTENZA. Oggi arriveranno gli
stipendi a 200 dipendenti della società
«Ambrosia» che gestisce la ristorazione e le pulizie nella Casa Divina Provvidenza di Potenza, Bisceglie e Foggia.
Lo hanno annunciato ieri sera il segretario nazionale dell’Usppi Nicola
Brescia e il segretario provinciale Nicola Preziosa.
«La società Ambrosia erogherà il saldo della 13dicesima e una mensilità, al
fine di placare gli animi fortemente
esagitati dei lavoratori. Tutto Ciò è stato possibile dopo l’occupazione dei
giorni scorsi della direzione generale
della Cdp. Nel corso del sit-in di protesta, il commissario straordinario
Cozzoli aveva garantito all’Usppi, il pagamento degli stipendi entro il giorno
28 gennaio, come da verbale firmato
dalle parti interessate. Tale diritto è
stato rivendicato con forza dall’unico
sindacato qual è l’Usppi, sindacato
maggiormente rappresentativo, che ha
sposato la vertenza sin dal’inizio della
protesta».
Secondo Nicola Brescia e Nicola Preziosa, segretari dell’Usppi, «il commissario straordinario della Cdp ha rispettato l’accordo firmato il giorno 23 gennaio scorso, dando prova di serietà e
correttezza, sbloccando le competenze
stipendiali per 200 lavoratori della società Ambrosia».
L’Usppi ritiene importante l’esito
dell’accordo e invita il neo Commissario a garantire le competenze stipendiali a tutti i lavoratori della società
Ambrosia, per le successive mensilità.
Preavvertendo che non abbasserà la
guardia e vigilerà con molta attenzione
sull’andamento della vertenza che deve
portare serenità e tranquillità ai lavoratori che da troppo tempo hanno
vissuto il grave disagio economico.
Nel corso del sit-in di protesta, il commissario straordinario aveva incontrato una delegazione dei lavoratori. Nel
corso dell’incontro Brescia e Preziosa
avevano rivendicato il diritto dei lavoratori ha ottenere gli stipendi, contestando al commissario Cozzoli, la superficialità di aver lasciato 200 famiglie
sull’orlo della disperazione, per un cavillo burocratico di una firma sul provvedimento di di certificazione da inoltrare alla Asl Bat nei termini e modalità concordate in occasione dell’incontro tenutosi in data 4 dicembre 2012
presso la direzione generale della stes-
RISTORAZIONE
La mensa gestita
dall’Ambrosia per
il Don Uva di
Potenza
.
sa Asl, fra Cdp – Asl Bat e sindacato
Usppi – per il pagamento delle spettanze lavorative alla società Ambrosia
che puntualmente da 12 mesi avveniva.
Solo un anno fa i lavoratori firmarono
un accordo per una riduzione dello stipendio di oltre il 20 per cento.
I lavoratori potranno tirare il fiato.
La vertenza rimane comunque intri-
cata a causa delle dimensioni dell’ente
e soprattutto a causa dell’attività assistenziale proposta che risulta di media ed alta complessità. I problemi
quindi sono tutt’altro che risolti però,
almeno per quanto riguarda Ambrosia,
l’emergenza è rientrata. Quindi si potranno garantire i servizi essenziali
che la ditta fornisce.
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
Giovedì 30 gennaio 2014
INTEGRAZIONE
LA FORMAZIONE
Momento conclusivo del progetto
«Costruiamo insieme la città della pace»
organizzato da Apof-il e «Città della pace»
INCONTRO A POTENZA
LORENZA COLICIGNO
l Lovepreet e Sandeep, Youssef, Flavio, Federico, Maria Celeste sono alcuni degli studenti
dell’Ipsseoa, Istituto Alberghiero
«Di Pasca» di Potenza, ma anche
scuola multietnica, che hanno
preparato le ricette per il pranzo
che ha concluso una delle fasi del
progetto «Costruiamo insieme la
città
della
pace»,
curato
dall’Apof- Il, Agenzia di Formazione della Provincia di Potenza.
Evento promosso dalla Fondazione «Città della Pace per i Bambini», di cui è presidente il premio Nobel Betty Williams e direttore Valerio Giambersio. Baba
Ghanoush, Kaopad Puopia,
Chips di Platano Kakro, L’Ham Mhammar, Paneer Roti,
Gulab Jamun, Baklava, piatti marocchini, palestinesi,
thailandesi, albanesi, soprattutto africani e indiani, si sono affiancati alla Pizza Santarcangiolese
e alla Torta Caprese,
come risultato di un
laboratorio di accoglienza e cucina, in
cui hanno avuto
grande importanza
lo scambio culturale
interetnico e l’apprendimento scolastico. La dirigente Ipsseeoa, Rosalinda Cancro, ha evidenziato il valore
dell’iniziativa, che ha fatto conoscere agli studenti le attività della
Fondazione e ne ha evidenziato i
valori di accoglienza, tutela e integrazione delle famiglie di rifugiati accolti a Scanzano Ionico e a
Sant'Arcangelo, considerati risorsa per qualificare il territorio.
Ha partecipato all’iniziativa anche l’Istituto Tecnico Industriale
A. Einstein di Potenza, con il dirigente Rocco Colonnese e la docente referente Sara Coriglione,
IL GOVERNATORE
Williams ha incontrato anche il
presidente Pittella che ha annunciato una
specifica legge per i rifugiati
La pace si può costruire
anche in... cucina
Pranzo multietnico all’Alberghiero con il Nobel Betty Williams
che sta curando la parte musicale
del progetto «Costruiamo insieme la città della pace», valorizzando la presenza nella scuola di
giovani che frequentano contemporaneamente anche il Conservatorio potentino «Carlo Gesualdo da Venosa», interpretati come
«nuovi soldati della pace». «L’entrata in vigore della Riforma de-
gli Istituti professionali – ha detto
la dirigente Cancro - obbliga tutti
gli operatori scolastici a raccogliere la sfida della elevazione
qualitativa dell’offerta formativa; nello specifico dell’Ipsseoa
«Di Pasca», va segnalato anche
l’impegno ad aprirsi al territorio,
fornendo le competenze dei propri docenti e degli studenti in
SAPORI
Un pranzo
all’insegna di
piatti
internazionali
[foto Tony Vece]
GIORNATA
Betty
Williams
durante
l’iniziativa. In
alto è con il
governatore
Pittella
[foto Tony Vece]
.
.
FORMAZIONE DOMANI RICEVERANNO GLI ATTESTATI IN UNA CERIMONIA A POTENZA
LA CURIOSITÀ ESEMPIO DI POSTE «LUMACA»
Diciotto giovani disabili
a lezione di agricoltura
con l’Università e l’Aias
l Diciotto giovani disabili di Potenza
hanno partecipato ad un progetto formativo
per apprendere le principali tecniche agricole, mettendole poi in pratica nei terreni di
alcune aziende del Potentino dove hanno
scoperto tutti i segreti del ciclo che va dalla
semina al raccolto. Il percorso di studi denominato «Le principali tecniche di agricoltura sostenibile» - realizzato dal servizio
disabilità e dalla Scuola di scienze agrarie,
forestali, alimentari e ambientali (Safe)
dell’Università di Basilicata, e dall’Aias domani vivrà un momento importante: i
corsisti, infatti, riceveranno gli attestati di
partecipazione durante una cerimonia pubblica, in programma a Potenza, nel campus
universitario di Macchia Romana, alle 10
(aula A1).
«Siamo orgogliosi di questa iniziativa,
perché uno dei nostri doveri è di interagire
con la comunità – ha detto il direttore del
Safe, Michele Perniola – e questo progetto
rientra nei percorsi didattici che da sempre
percorriamo, anche perché accanto alle conoscenze teoriche e alla didattica, il contatto
con la natura ha un profondo effetto terapeutico: è opportuno trasferire queste conoscenze, e i ragazzi hanno potuto studiare
il funzionamento di un agroecosistema, in
riferimento alla coltivazione delle piante e
all’evoluzione dei sistemi naturali».
Gli appuntamenti formativi – frutto di un
protocollo d’intesa firmato dall’Università
della Basilicata e dall’Aias, e coordinato
dalla docente Paola D’Antonio - sono stati
complessivamente nove, dall’8 novembre
2013: le lezioni si sono svolte tutti i venerdì
nel campus di Macchia Romana. Gli argomenti hanno spaziato da «La coltivazione
degli ortaggi» a «Le macchine per la coltivazione delle piante», fino a «Gli allevamenti animali», «La difesa delle piante da
insetti e funghi» e «La produzione del latte,
del vino e dell’olio». Gli studenti, prima
dell’inizio dei seminari autunnali, hanno
avuto modo di sperimentare a luglio e a
ottobre alcune tecniche durante le visite
guidate nelle aziende «Ferretti», Alsia di
Pantano di Pignola, e nel presidio Slow food
«Fagiolo rosso scritto Pantano di Pignola».
ogni occasione pubblica possibile». Cancro ha anche sottolineato
l’impegno nell’iniziativa dei docenti referenti Daniela de Scisciolo e Licia De Rocco e, tra gli
altri, di Antonio Stigliano e Giovanni Giordano». Il premio Nobel
Betty Williams, incontrando gli
studenti, ha ripreso i concetti
espressi nell’introduzione al ricettario «Incontrarsi cucinando», curato da Lorenza Messina e
Stefania Mancusi e illustrato da
Giulio Laurenzi, che ripropone
l’esperienza di un workshop realizzato con gli ospiti della Fondazione e che è servito come testo
di riferimento per il percorso di
formazione con le scuole. «L’integrazione passa per il riconoscimento reciproco dei
valori – dice Betty
Williams – ed il cibo
è forse l’elemento
simbolico più forte
perché racchiude gli
ingredienti e i sapori
originali di ciascuna
tradizione ed è il presupposto per la convivialità che, in tutte
le culture, e a tutte le
latitudini, è il momento principale di
amicizia e di scambio». Nel pomeriggio
nella sede della Regione riunione del
Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea dei
Fondatori della Fondazione “Città della Pace”, con Betty Williams
e il presidente Marcello Pittella,
che, insediandosi come nuovo
rappresentante della Regione
nell’ambito degli organi decisionali della Fondazione, ha dichiarato: «Con la mia azione di governo, che si articolerà anche in
una specifica legge per i rifugiati,
voglio realizzare un cambio di
passo in questo ambito che sarà
considerato sempre più un indicatore per misurare la civiltà
dell’Europa intera».
Una raccomandata
da Potenza a Potenza
arriva a destinazione
quasi un mese dopo
STUDIO
In alto gli
studenti
durante le
lezioni, a
sinistra nel
corso di
prove
pratiche
.
INVIO La raccomandata ritardataria [foto T. Vece]
l E poi dicono che le poste sono «lumaca».
Guardate le ricevute di una raccomandata con
relativo avviso che pubblichiamo in alto. Si
tratta di una lettera spedita da Potenza il 18
dicembre scorso. È arrivata a destinazione il 10
gennaio, quasi un mese dopo. Attenzione: non
era indirizzata alla Lapponia, ma ad un destinatario sempre del capoluogo lucano. Dalla
città alla città. Fossero solo i treni in ritardo...
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I VII
Giovedì 30 gennaio 2014
PLAYENERGY 2014
PROGETTI DI QUALITÀ
Risposta notevole degli studenti
chiamati a cimentarsi su
CONCORSO PROMOSSO DALL’ENEL lucani
tematiche di grande attualità
IL mondo della scuola
nella sfida energetica
Premiati i progetti più significativi da una giuria regionale
l I temi legati all’energia, al suo sfruttamento, ma anche alla tutela dell’ambiente e di conseguenza al benessere dei
cittadini, visto attraverso gli occhi dei ragazzi. Era questo l’obiettivo principale
della decima edizione di «PlayEnergy», il
progetto ludico-educativo promosso da
Enel dedicato al mondo delle scuole nazionali ed estere teso ad informare e coinvolgere i giovani appunto sulle tematiche
energetiche. Ieri mattina in una affollata
Aula Magna dell’Università di Basilicata
l’ultimo atto con la premiazione dei migliori lavori realizzati (disegni, plastici,
fumetti, racconti, cartelloni, video e progetti) su otto temi d’indirizzo: innovazione, efficienza, opportunità, creatività, territorio, comunità, ricerca e futuro. Lavori
che sono stati valutati da una commissione regionale che alla fine ha deciso di
premiare quelli più significativi dividendoli a secondo del tipo di grado scolastico.
Alla consegna dei riconoscimenti sono
intervenuti Giovanni Carlo Di Renzo, pro
Rettore dell’Università di Potenza, Nicola
Lovallo, assessore all’ambiente del Comune di Potenza, Antonietta Moscato dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Potenza,
Domenico Ferrigni, responsabile Enel Zona Potenza, Angelo Di Giovine, relazioni
esterne Enel Area Sud.
Hanno ricevuto il premio come migliori elaborati per la Categoria Scuola Primaria la classe 5 B della scuola Primaria
di Irsina (insegnante Vittoria Smaldone)
che ha presentato il progetto: «Un giorno
da professori». In sintesi il percorso di un
anno scolastico sul tema dell’energia con
la lezione dell’esperto Enel, la visita in
centrale e le lezioni della docente spiegate
ai genitori in una lezione aperta e conclusiva di tutta l’esperienza didattica.
Per la Categoria Scuola Secondaria di
1°grado premiata la classe 2 B dell’Istituto
Comprensivo «G. Fortunato”» di Picerno
(insegnante Evangelista Annamaria) per
il progetto: «Luci e colori» con la realizzazione con materiali di riciclo di lampade dal design innovativo presentate nella mostra di fine anno scolastico.
Infine per la Categoria Scuola Secondaria di 2°grado il premio0 è andato alla
classe 5 B Elettrici della scuola IIS Ten. R.
Righetti di Melfi
(insegnante Ing. Nigro Pasquale) che
ha realizzato un progetto: «Efficienza
energetica delle reti di pubblica illuminazione della zona industriale di Balvano». Un progetto destinato ad interventi di
innovazione degli impianti di illuminazione pubblica esistente, volti all’efficienza, al risparmio energetico e al comfort
visivo.
La Commissione ha inoltre assegnato 5
menzioni speciali che consentono l’accesso, insieme ai vincitori, alla selezione nazionale: per la Categoria Scuola Primaria
alla classe 5 A della scuola primaria di Via
Lucrezio di Matera ((insegnante Giovanna Scorca), per la Categoria Scuola Primaria alle classi classi 4 A, 4 B, 5 A, 5 B
della scuola primaria di Rotonda (insegnante Gianfranca Armani). Ancora per
la Categoria Scuola Secondaria di 1°grado
alla classe 3 B della scuola Istituto Comprensivo G. Leopardi-Potenza VII (insegnante Clotilde La Gala), per la Categoria
Scuola Secondaria di 2°grado le classi 3 A,
3 B della scuola IIS GB. Pentasuglia di
Matera (insegnante Pietro Cascione) per
la Categoria Scuola Secondaria di 2°grado
le classi 2B del Liceo Scientifico M.Parisi
di Bernalda (insegnante Pietro De Nittis).
[san.maio.]
PREMI
Due momenti
della
premiazione
nell’Aula
Magna
dell’Università
di Basilicata
[foto Tony Vece]
.
DIVERSI I PROGETTI EXTRACURRICULARI, PRESENTATI IERI POMERIGGIO, CHE SONO STATI CURATI DAGLI ALUNNI E DAI DOCENTI
MARIO LATRONICO
l Un clima di grande partecipazione ma anche di ammirevole impegno da parte di alunni
e docenti ha accompagnato ieri
sera l’iniziativa denominata
«Open Day» che si è tenuta presso l’Istituto Comprensivo «Domenico Savio» di Potenza. Il dirigente scolastico professoressa
Diana Camardo, tutti gli insegnanti ed il personale della Scuola secondaria di primo grado
hanno presentato ai genitori e
agli alunni della scuola primaria
un’offerta formativa con percorsi laboratoriali. Nel
corso della presentazione il dirigente
ha illustrato i progetti che sono inerenti al percorso formativo sottolineando l’importanza delle attività curriculari, ma anche il ruolo
nevralgico di quelle
extracurriculari
sempre più utili nel
processo di crescita
umana e didattica
dell’alunno in una
società intrisa di
grandi trasformazioni. «In questo
Open Day abbiamo
voluto presentare la
prosecuzione della
nostra offerta formativa ai genitori
degli alunni delle
scuole elementari
che intendono iscrivere i loro figli da
noi in prima media –spiega la
preside Camardo – come dirigente scolastico ho il dovere di
interrogarmi su come vorrei che
la mia scuola diventasse. Con
questa iniziativa Open Day abbiamo voluto affrontare discorsi
ad ampio respiro che abbrac-
Tra mito, logica e arte, «l’Open day»
del Comprensivo «Domenico Savio»
Con laboratori culturali e scientifici la scuola presenta la sua offerta
ciassero diverse direttrici, da
quelle didattiche a quelle ricreative e sociali presentando un ampliamento della nostra offerta didattica». Diversi i progetti extracurriculari che sono stati curati
dagli alunni e dal corpo docente.
«Abbiamo insistito su progetti
multidisciplinari senza esagerare nel numero ma concentrando
l’attenzione su 6 o 7 – riprende il
dirigente scolastico dell’Istituto
Comprensivo Domenico Savio –
tra questi vorrei citare quello dal
nome mito..logica..mente che
coinvolgerà i ragazzi nella sco-
OBIETTIVO
perta delle ricchezze storiche
culturali ed artistiche dell’Antica Grecia». Il progetto mito..logica..mente creerà un aggancio
tra tutte le materie, dall’italiano
alla storia dell’arte, dalla musica
alla religione. Al termine di esso
gli alunni della prima media andranno alla ricerca dei reperti
storici della Magna Grecia nei
musei di Potenza, mentre per le
seconde classi ci sarà la visita al
Parco archeologico di Metaponto ed, infine, per le terze in programma un viaggio a Siracusa
con la partecipazione ad una
rappresentazione
teatrale
dell’Agamennone di
Eschilo. «I genitori
avranno il resoconto di quanto i loro
figli avranno fatto –
conclude la preside
Camardo –il progetto si chiuderà con
una rappresentazione teatrale che vedrà in scena con appositi costumi i nostri alunni presso il
Parco Baden Powell». Nelle aule scolastiche allestite per
l’Open Day da menzionare i programmi laboratoriali di
lingue straniere con
il progetto «Trinity»
del College London,
«Read On», «Cavilam Vichy», il progetto di Arte, il laboratorio di «Matematica Attiva» per
risolvere problemi
tratti dal mondo reale, il Laboratorio di Scienze con l’Aula del
«Tempo prolungato» ed ancora
l’Aula «Dedicata» rivolta ai diversamente abili dove si legge la
frase secondo cui «l’inclusione
non va concessa bensì condivisa».
LE LINGUE
La preside: «Puntiamo
su programmi
multidisciplinari»
Diverse iniziative per
l’apprendimento delle
lingue straniere
.
.
.
.
LABORATORI
Alcuni dei
laboratori che
sono stati
attivati ieri
nella scuola
SCUOLA
Porte aperte
per genitori
ed alunni
della scuola
primaria
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA E PROVINCIA
Giovedì 30 gennaio 2014
PIETRAPERTOSA FORSE IL GESTO DISPERATO DI UN GIOVANE SENZA LAVORO. AVEVA LASCIATO UN BIGLIETTO CON MINACCE DI MORTE
Maxi-petardo nel garage
intimidazione al sindaco
Panico di notte tra i vicini
I carabinieri individuano il responsabile
l PIETRAPERTOSA. Un
grosso petardo, accompagnato da un biglietto con minacce di morte, è stato fatto
esplodere la notte tra lunedì e
martedì scorsi nel garage di
proprietà del sindaco di Pietrapertosa, Pasquale Stasi,
danneggiando la sua automobile ma soprattutto seminando il panico anche tra i
vicini. I carabinieri della
compagnia di Acerenza,
coordinati dal tenente Vincenzo Autuori e dal maresciallo Vincenzo Anobile,
SINDACO
In alto il primo cittadino
di Pietrapertosa, Pasquale
Stasi
hanno individuato il responsabile proprio grazie a quel
biglietto di minacce: è bastato mettere a confronto alcune scritte per risalire al
giovane che risulterebbe avere piccoli precedenti per bullismo. Lui ha spiegato il motivo del gesto con la sua difficile condizione economica.
Ha detto di aver agito da solo
ma s’indaga per individuare
eventuali complici.
Il sindaco esclude un movente politico così come un
atto intimidatorio legato ma-
gari a qualche autorizzazione
non rilasciata o provvedimenti. Ritiene semplicemente che possa essere stato un
atto di frustrazione di un
giovane contro la politica e le
istituzioni di fronte alla mancanza di lavoro e di prospettive: «In un piccolo paese dice - è ovvio che il punto di
riferimento in questi casi sia
il sindaco».
Stasi non sembra dare
troppo peso all’accaduto e minimizza anche sulle minacce
di morte. Conferma che la
notte dello scoppio c’è stata
davvero paura all’interno del
suo nucleo familiare e dei
vicini. E conferma i danni
che l’esplosione ha provocato
alla sua vettura. Quanto
all’autore, non si esclude che
fosse sotto l’effetto di alcol o
di sostanze stupefacenti (pare che gli sia stata trovata
addosso una modica quantità
di hascisc). Per lui è scattata
la denuncia. È accusato di
detenzione
di
materiale
esplodente, minaccia grave e
danneggiamento.
VALLE DEL NOCE IL PROGETTO RIGUARDA ANCHE LAGO SIRINO E CASTROCUCCO RIONERO IN V. OGNI GIOVEDÌ A PARTIRE DA OGGI
Fabbriche aperte
Un protocollo di intesa
per la salute del fiume Noce nello stabilimento
Fra Arpab, Gal La cittadella del sapere e ambientalisti
di Coca Cola Hbc
ALESSANDRO BOCCIA
l VALLE DEL NOCE. Approfondire le conoscenze sullo stato
delle acque superficiali del fiume Noce, del lago Sirino e del
litorale marino nei pressi di Castrocucco. A questo mira il protocollo di intesa sottoscritto a
Potenza, tra l’Agenzia regionale
per la protezione dell’ambiente
di Basilicata, il Gal «La cittadella del sapere» e il «Comitato
per la salute del Fiume». Le attività previste andranno avanti
per tutto l’anno e permetteranno di indagare ecosistemi acquatici diversi in continua evoluzione tra di loro, lo scopo è
approfondire le conoscenze chimiche, fisiche e biologiche dei
diversi ambienti per valutare
l’incidenza dell’azione umana e
le eventuali azioni da intraprendere per salvaguardare gli habitat del comprensorio. Insomma un’iniziativa di fondamentale importanza quella avviata
in collaborazione con l’Arpab.
«Il progetto ha lo scopo di aggiornare il quadro ambientale
dell’area interessata dal bacino
idrografico del fiume Noce ed è
finalizzato all’eventuale riqualificazione naturalistica dello
stesso nei tratti di particolare
pregio naturalistico - ha commentato Nicola Timpone, presidente del Gal “La Cittadella del
sapere” - e la sinergia creatasi
tra i vari enti, i sindaci e soprattutto le comunità può far
realizzare un grande sogno: favorire la rinaturalizzazione del
fiume e fare in modo che questo
possa diventare fonte di sviluppo economico per l’area interessata». Il progetto prevede anche
il coinvolgimento di scolaresche
che saranno condotte sui vari
siti di indagine dove parteciperanno ai vari campionamenti
che l’agenzia regionale per la
protezione dell’ambiente di Basilicata condurrà. «Il protocollo
rappresenta un ulteriore successo dopo il sequestro dell’impianto di depurazione, in località
San Sago - ha evidenziato Gerardo Melchionda, portavoce del
Comitato per la salute del fiume
Noce e Presidente del presidio di
“Libera” del Lagonegrese – la
rinaturalizzazione dell’ambiente fluviale e la conseguente riduzione dell’emissione di inquinanti e degli effetti sull’ambiente dell’attività degli scarichi urbani e industriali sul fiume Noce, sono più vicini». Il progetto
coinvolgerà anche le diverse amministrazioni comunali della
zona. «Le amministrazioni dei
sei comuni interessati hanno da
sempre posto attenzione al pro-
blema tant’è che si sono dotate di
un progetto di sviluppo già dal
2006 - ha spiegato Gaetano Mitidieri, sindaco di Lauria – e il
comitato nato a tutela del fiume
ha proprio l’obiettivo di sollecitare le istituzioni per salvaguardare la risorsa naturale e
garantire il rispetto della natura
e della salute dell’uomo. Un
plauso al Gal e all’Arpab per l’interesse dimostrato e per la celerità con cui hanno agito».
FIUME NOCE
La firma della
convenzione
a Potenza
.
LAURIA CORSE VERSO IL CENTRO URBANO
Bus: i cittadini di Seluci
attendono ancora
il ripristino del servizio
ANTONIETTA ZACCARA
l LAURIA. La «formalizzazione contrattuale rispetto ai servizi
consolidati» e quindi le autorizzazioni aggiuntive, sono state prodotte e consegnate martedì pomeriggio al presidente del consorzio
ma il servizio di trasporto pubblico da Seluci al centro urbano di
Lauria, non è ripreso ancora. Per i cittadini al danno si è aggiunta la
beffa, venerdì scorso si disse (fonti amministrative), che era tutto a
posto e che da lunedì scorso le linee potevano riprendere, ma nulla di
fatto poiché non consegnati gli atti. Ora però l’assessore ai trasporti
Antonio Messuti ha detto tutto è stato consegnato. Ma la burocrazia
ha tempi lunghi per cui occorrono ancora riunioni per comunicare
quanto avvenuto. Ieri sera la riunione tra le ditte che compongono il
consorzio che gestisce il trasporto, ma intanto la gente continua a
scendere al centro urbano alle 7,00 per rientrare alle 14,00. La storia
va avanti ormai da quasi un mese, «non se ne può più», lamentano i
cittadini e se prima chiedevano un nuovo piano trasporti, dati i
trascorsi, quasi due anni, con anche la istituzione di una apposita
commissione composta di membri della maggioranza e della opposizione senza risultati, ora sperano nella promulgazione della
nuova normativa regionale in materia e quindi un nuovo bando con
un progetto di rete di trasporto urbano serio e che tenga conto di
tutte le esigenze della gente che abita il territorio comunale.
l Fondazione Coca-Cola HBC Italia promuove il programma
educativo-esperienziale Fabbriche Aperte nel lo stabilimento
di Rionero in Vulture, per illustrare agli studenti le tecniche di
imbottigliamento dell’acqua minerale vulturina. Con la collaborazione di esperti animatori scientifici, le classi saranno
poi accompagnate in divertenti laboratori sul tema dell’importanza dello sport, delle buone abitudini alimentari e della
sostenibilità ambientale.
Ogni giovedì, a partire da oggi, Fonti del Vulture aprirà le
porte del suo stabilimento agli studenti delle scuole primarie
(dalla quarta classe) e secondarie di primo e di secondo grado
che potranno visitare la nuova linea di produzione ad alta
velocità e basso impatto ambientale, con controllo elettronico
di tutte le fasi di lavorazione, dal
soffiaggio al riempimento delle
bottiglie, in grado di produrre 1
milione e 300 mila bottiglie al giorno. «Con grande entusiasmo siamo lieti di inaugurare il programma Fabbriche Aperte presso il nostro stabilimento di Rionero – ha
dichiarato Stefano Lorenzon, Direttore dello stabilimento di Fonti
del Vulture - Questa rilevante iniziativa rappresenta per i giovani un’esperienza unica per
conoscere da vicino questa imporatante realtà aziendale sul
nostro territorio». Fabbriche Aperte, inoltre, propone alle
scuole secondarie di secondo grado un concorso per incentivare alla creatività e al senso di responsabilità sociale. Individualmente o come classe, gli studenti dovranno cimentarsi
in un progetto concreto a favore della propria comunità. Gli
elaborati, valutati e selezionati da una giuria qualificata, dovranno essere consegnati entro la fine dell’anno scolastico
2013\2014. In palio borse di studio per le classi e gli studenti. Le
scuole potranno prenotarsi gratuitamente telefonando al numero verde 800.010.316 e il trasferimento delle classi allo stabilimento sarà a cura dell’azienda.
Iniziativa riservata agli
studenti delle superiori
Concorso di idee con in
palio borse di studio
DOLOMITI
LUCANE
Una panoramica di
Pietrapertosa
.
Le altre notizie
LAURIA
AUTOSTRADA A3
Stabilizzazione
per il lavoratori Glf
n Ieri assemblea alla Glf, aggiudicataria dei lavori sull’A3 a
Lauria. Ratificato l’accordo
che prevede la trasformazione
di tutti i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, compresi gli interinali.
MELFI
CONSORZIO ASI
Raccordo ferroviario
conclusa la gara
n L’Asi di Potenza ha concluso le
procedure di gara per il ripristino del raccordo ferroviario a
servizio della Fiat Sata. Già
consegnati i lavori. L’intervento, finanziato con fondi Po Fesr
2007-2013, vuole migliorare la
funzionalità dell’infrastruttura che collega lo stabilimento
con la ferrovia nazionale.
MARSICO NUOVO
SCUOLA
Iniziativa Scottex
per gli alunni lucani
n Attività di charity di Scottex®
a favore delle scuole italiane:
coinvolte anche tre scuole lucane. La fornitura di più di 1.500
rotoli di carta igienica riguarderà la Scuola Primaria Marsico Nuovo, l’Ic Don Bosco di
Rotonda e la Scuola Elementare Caggiani di Pomarico.
ATELLA ARRESTATA UNA TRENTASETTENNE RESIDENTE DA ANNI AD AGROPOLI
Una nota ladra di preziosi di origine russa
beccata dai carabinieri dopo una visita in gioielleria
l ATELLA. I Carabinieri della compagnia
di Melfi al comando del Capitano Giovanni
Diglio, hanno arrestato A.I., una trentasettenne di origine russa residente da
anni ad Agropoli, per violazione degli
obblighi della sorveglianza speciale di p.s.
La donna era nota alle forze dell’ordine per
numerosi precedenti di furti in gioielleria.
La presenza della donna era stata segnalata ai carabinieri di Atella da un
gioielliere nel cui negozio erano entrate
due donne straniere che si erano fatte
mostrare dei gioielli, senza poi acquistarli.
Immediato l’intervento del carabiniere in
servizio di pattuglia a piedi nel centro
abitato, che ha rintracciato le due donne
ancora nei pressi della gioielleria. Le due,
alla vista del carabiniere, hanno tentato di
dileguarsi, ma sono state fermate e accompagnate in caserma per gli accertamenti del caso, dai quali è emerso che la più
grande delle due risultava aveva numerosi
precenti per reati contro il patrimonio tra
cui furti in gioielleria, ed era sottoposta alla
sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di
soggiorno in agropoli. Per questo motivo la
donna è stata arrestata.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I IX
Giovedì 30 gennaio 2014
VILLA D’AGRI L’INDAGINE DELLA PROCURA DI POTENZA VA AVANTI: AI DUE SANITARI È STATO NOTIFICATO L’INVITO A NOMINARE UN CONSULENTE DI PARTE PER L’AUTOPSIA
«Abbiamo fatto il nostro dovere»
Parlano i medici indagati. Sono sotto inchiesta per la morte di una neonata
Sono stati i genitori
a presentare una
querela alla stazione
dei carabinieri
PINO PERCIANTE
l VILLA D’AGRI. «Abbiamo fatto il nostro dovere». È quanto
sostiene il dottor Rocco Cavallo,
uno dei due medici indagati sulla
vicenda della bimba nata morta
nell’ospedale di Villa D’Agri.
«Abbiamo agito scrupolosamente, non riteniamo di aver
commesso errori». Sono le uniche parole pronunciate dal dottore che non ha voluto aggiungere altro al telefono. Cavallo è il
medico che lunedì mattina ha
eseguito il cesareo. L’altro nome
finito nel registro degli indagati
della Procura di Potenza è quello
della dottoressa Teresa Orlando,
la ginecologa che venerdì scorso
aveva visitato Simona e l’aveva
rispedita a casa. Sia al dottor
Cavallo che alla dottoressa Orlando è stata notificata la comunicazione che li invita a nominare un consulente di parte per
l’autopsia prevista sabato mattina sul corpicino della bimba.
Non ci sono certezze sull’orario
visti gli adempimenti da eseguire
quella stessa mattina con la costituzione dei consulenti di parte.
L’esame autoptico consentirà di
far luce sulle cause della morte
della piccola e stabilire se ci siano
eventuali responsabilità da parte
dei due medici indagati. Simona,
la madre della bimba nata senza
vita, aveva avuto una gravidanza
tranquilla. Dai controlli effettuati periodicamente non erano mai
emersi particolari malesseri. Fino al 23 gennaio (tre giorni dopo
la scadenza delle 40 settimane di
gestazione) quando Simona va in
ospedale per sottoporsi ad un
tracciato dal quale emerge qualche anomalia legata soprattutto
alla riduzione del liquido amniotico. Per questo motivo la ginecologa che l’ha visitata la invita a
tornare il giorno dopo per ripetere l’esame e in base al risultato decidere su un eventuale
ricovero. Il 24 Simona torna in
ospedale ma viene tranquillizzata e ritorna nella propria abitazione. A tranquillizzarla, però,
non è la stessa dottoressa che
l’aveva visitata il giorno prima
ma un’altra che la sostituisce,
vale a dire la Orlando. Secondo
quanto riferito dal marito di Simona, Valentino Tempone, la dottoressa Orlando sostiene che non
c’è alcun problema e che sua moglie può tornare a casa. Poi lunedì
mattina le doglie e la corsa in
ospedale dove Simona partorisce
una neonata morta. La donna era
arrivata in ospedale intorno alle
4. 30. Dopo un primo controllo dal
quale era emersa un’irregolarità
nel battito cardiaco della nascitura, i medici avevano deciso di
ricorrere al taglio cesareo. E alle
7.05 la ventisettenne di Paterno
era stata portata in sala operatoria. Ma la bambina non ce l’aveva fatta. Dalla denuncia di Simona presentata insieme al marito è partita l’indagine coordinata dalla Procura di Potenza che
ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei due medici. Un atto dovuto per proseguire l’attività investigativa. Al
vaglio degli inquirenti l’intera
documentazione relativa alla vicenda a partire dalla cartella clinica sequestrata dai carabinieri
di Viggiano mentre prosegue anche l’inchiesta interna avviata
dall’ Azienda sanitaria di Potenza. Si resta in attesa dell’autopsia
per capire se e quanto possono
aver influito sui tragici sviluppi
della vicenda le anomalie riscontrate nella quantità di liquido
amniotico e nel battito della bimba rispettivamente il 23 gennaio e
poche ore prima del parto.
MELFI GRAVE STATO DI CRISI DICHIARATO DALL’AZIENDA DELL’INDOTTO FIAT
Contratti di solidarietà
alla Johnson Control Interiors
FRANCESCO RUSSO
l MELFI . Contratti di solidarietà per i dipendenti della Johnson Controls Interiors,
azienda metalmeccanica dell’indotto Fiat di
Melfi. Ad annunciarlo sono le organizzazioni
di categoria, che hanno partecipato ad un tavolo di confronto in Confindustria con una
delegazione aziendale. I contratti di solidarietà sono accordi stipulati tra azienda e sindacati che prevedono la diminuzione dell’orario di lavoro al fine di mantenere l’occupazione
in caso di crisi e quindi evitare la riduzione del
personale. La Johnson ha dichiarato «un profondo stato di crisi che ha fatto emergere un’eccedenza di personale». Gli esuberi dichiarati
sono 94 su un totale di 158 addetti. Per scongiurare i licenziamenti e la mobilità le parti
hanno concordato il ricorso ai contratti di
solidarietà difensivi per tutti i dipendenti dal
prossimo 11 febbraio per una durata complessiva di un anno. La riduzione dell’orario di
lavoro settimanale - si legge nel verbale siglato
al termine dell’incontro da Fiom, Fim, Uilm e
Fismic - sarà diversificata per reparto e spe-
cializzazione in ragione dei flussi produttivi.
«Il ricorso ai contratti di solidarietà è la soluzione meno dolorosa per evitare i licenziamenti e mantenere gli attuali livelli occupazionali in attesa che la ripresa del mercato
possa far rientrare la situazione di crisi aziendale», spiegano Giovanni Ottomano e Salvatore Troiano, della Fim-Cisl, i quali evidenziano che «si tratta del primo caso di contratti
di solidarietà tra le aziende dell’indotto Fiat:
una soluzione che andrebbe estesa anche ad
altre realtà per evitare soluzioni più traumatiche in caso di crisi aziendale». «Il problema sottolinea Vittorio Cilla, rappresentante della
Fiom per l’indotto - è che all’azienda è stato
assegnata soltanto la produzione del pannello
porta della Jeep e non quello della 500X assegnato ad un marchio spagnolo. Altre aziende, tra l’altro, sono a ischio, perché non hanno
ottenuto commesse dalla Fiat». I sindacati, del
resto, considerano negativa l’assegnazione da
parte di Fiat della commessa della 500X ad un
altro partner internazionale, con il rischio di
non poter mantenere l’attuale occupazione dei
160 lavoratori con la produzione in altri siti».
BELLA IL CARABINIERE CADUTO IN SERVIZIO A UMBERTIDE MARSICO NUOVO L’AMMINISTRAZIONE È FAVOREVOLE AL NUOVO POZZO
Oggi una cerimonia Pergola 1, braccio di ferro
per ricordare
tra Comune e ambientalisti
Donato Fezzuoglio La Ola: «Le opere previste sono altamente impattanti»
FEDERICA D’AMBROSIO
l L’amministrazione comunale di Bella in collaborazione con «l’Istituto del Nastro Azzurro fra
combattenti decorati al valor militare» Federazione
di Potenza ha organizzato per oggi una cerimonia
commemorativa in onore di Donato Fezzuoglio in
occasione dell’anniversario della scomparsa.
«Fulgido esempio di eroismo e di elette virtù
militari spinti fino all’estremo sacrificio», il giovane
appuntato dei carabiniere fu barbaramente ucciso a
colpi di kalashnikov nell’adempimento del proprio
dovere il 30 gennaio
2006 ad Umbertide, paese della provincia umbra, nel corso di un
tragico tentativo di rapina ad una filiale del
Monte dei Paschi di Siena.
A otto anni dal triste
evento, che ha lasciato
un grande sconforto in
tutta la cittadinanza, il
ricordo di Donato è ancora vivo. Aveva solo 28
anni e una bella famiglia allietata dalla nascita di un bambino che
all’epoca aveva sei mesi. Figlio e marito affettuoso, molto generoso, sempre pronto ad
aiutare il prossimo, ha pagato con la vita la sua
devozione al lavoro e il rispetto per i valori ad esso
legati.
Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, il
suo sacrificio sarà ricordato dalle autorità civili e
militari nel corso della cerimonia che seguirà la
celebrazione alle 17,30 di una messa solenne in
suffragio nella chiesa di Santa Maria Assunta nel
borgo, affinché sia «di esempio per le giovani
generazioni a costruire una società fondata sul
rispetto della persona, sulla solidarietà, sulla legalità
e sulla giustizia».
Per l’occasione sarà presentato il ritratto di Donato realizzato dal Maestro Vincenzo D’Acunzo.
PIERO MIOLLA
l MARSICO NUOVO.
«La decisione dell’amministrazione comunale
di Marsico Nuovo, in merito al pozzo petrolifero
denominato «Pergola 1» è del tutto irresponsabile». A sostenerlo è stata la Ola (Organizzazione
Lucana Ambientalista) che, in una nota, ha manifestato critiche sulla decisione assunta dalla
giunta e dal sindaco di Marsico Nuovo, Domenico
Vita. Gli amministratori del piccolo centro si sono
mostrati «favorevoli alla realizzazione del nuovo
pozzo petrolifero Eni «Pergola 1» ed agli oleodotti
di collegamento con il Centro olio di Viggiano, con
relativi sbancamenti su un tracciato di oltre otto
chilometri». Per la Ola, infatti, «queste opere petrolifere sono
altamente impattanti ed, essendo situate
su importanti
sorgenti e sui
bacini idrici
dei
fiumi
Agri-Tanagro-Sele, aree
carsiche vulnerabili dal punto di vista idrogeologico, insistono su zone di notevole interesse paesaggistico-ambientale dell’alta val d’Agri: esse avranno
ripercussioni negative per l’ambiente, la salute e
l’agricoltura di qualità del territorio», è il timore
degli ambientalisti. Le spiegazioni assunte dagli
amministratori di Marsico, poi, non convincono
per niente la Ola: «Le argomentazioni del primo
cittadino e della giunta di Marsico Nuovo, sostenute nel corso del consiglio comunale del 27
gennaio, omettono di evidenziare come tali opere
petrolifere ricadano in zone ad elevata sismicità,
ignorando che esse coinvolgono il bacino interregionale dei fiumi Tanagro-Sele, alla cui autorità
la Ola si è rivolta al fine di scongiurare le autorizzazioni alla trivellazione petrolifera del pozzo “Pergola 1”. Sostenere – si legge ancora nella
nota della Ola - che la scelta o il silenzio-assenso
del Comune sono finalizzati a garantire vantaggi
economici e sociali per i cittadini, come fa il
ROYALTY
sindaco di Marsico Nuovo, a fronte del degrado
ambientale e sociale che le attività petrolifere
stanno causando in val d’Agri da oltre venti anni,
fa passare in secondo piano lo spreco dei fondi
delle royalties e quelle del Programma Operativo
Val d’Agri». Un esempio concreto? Per la Ola è
certamente rappresentato «dall’ascensore realizzato a Marsico Nuovo, che dovrebbe collegare un
parcheggio a valle con una strada del piccolo
centro urbano. Un’opera, questa, destinata a diventare un ennesimo monumento allo spreco di
pubblico denaro con i fondi delle royalties del
petrolio». Un tema, quello dello sperpero economico delle royalties petrolifere, sul quale l’associazione ambientalista lucana ha preannunciato l’interessamento delle autorità competenti».
le altre notizie
VIGGIANO
CENTRO OLI
«Contratto di settore
rispettare gli impegni»
n «Dopo gli impegni presi positivamente dal Presidente Pittella di accelerare sull'attuazione
di diversi importanti interventi in attuazione del Contratto di
Settore per la Val d'Agri, i prossimi giorni saranno decisivi.
Le risorse furono a suo tempo
individuate sia per il 118 che
per l'Osservatorio Paritetico
per la Sicurezza che per l'aggiornamento e la formazione
dei lavoratori dell'indotto e soprattutto di disoccupati della
zona, eppure tutto è ancora fermo». Così dichiara Alessandro
Genovesi, Segretario Generale
della Cgil Basilicata. Per Genovesi «è essenziale che il tutto si
sblocchi prima di convocare il
Tavolo della Trasparenza».
BARILE SULLA EX SS 93 FOSSI, BUCHE ED ASFALTO COME UNA GRATTUGIA
Gli ambientalisti «I
vantaggi economici e
sociali non ci sono stati» Si moltiplicano le lamentele da parte degli automobilisti
Asfalto disastrato dentro e fuori città
DONATO DI LUCCHIO
BARILE Buche sull’asfalto
l BARILE. Il tratto della ex Ss 93, che collega Barile e Rionero in Vulture, fra i chilometri 78 e 79,200, crea non pochi problemi
di transito a macchine e a pedoni. Smottamenti e fessurazioni, asfalto duro e dentellato che taglia le gomme. Da mesi, ormai,
le lamentele di quanti, con ogni mezzo, dai
grossi tir alle utilitarie, o anche a piedi,
hanno la ventura di transitarvi, e non sono
niente affatto pochi, sia nei giorni festivi sia
in quelli feriali. Inoltre dalla nuova rotatoria
al km 79,200, nei pressi del passaggio a livello,
km 73,200, sulla Potenza – Foggia, al bivio per
Venosa la situazione è grave. Un largo sfaldamento dell’asfalto, al km78,200, della ex
s.s.93, extramurale di Barile è pericoloso per
i pedoni che usano il passaggio pedonale lì
vicino. Inconvenienti anche per le utilitarie.
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
Giovedì 30 gennaio 2014
DENTRO LA CITTÀ
UN PATRIMONIO IN PERICOLO
LA SITUAZIONE ORA È CRITICA
Tra vistose frane vissute in silenzio
è ormai compromesso l'arco di sostegno
che introduce a uno degli ingressi
PERMANE UNA BELLEZZA ANTICA
Quattro livelli di ambienti scavati
e naturali e ancora grotte, una sull’altra
in una vertigine di scalette e cunicoli
Patrimonio rupestre in briciole
Crolli e un assurdo abbandono piagano il complesso di San Nicola all'Ofra
PASQUALE DORIA
IL COMPLESSO MONASTICO DI SAN NICOLA ALL’OFRA
l I pastori. Loro sono gli unici che possono essere
giustificati. Certe modifiche le hanno dovute fare. Per
proteggersi dal freddo pungente dei nostri inverni,
soprattutto per evitare eventuali perdite al gregge in
loro custodia, unica fonte di vita per più famiglie.
Altri tempi quelli degli ovili. È stata la stessa cosa
anche per la Chiesa rupestre di San Nicola all'Ofra.
Ma accadeva tanto tempo fa. E ora, che i pastori non ci
sono più, questo luogo della nostra memoria collettiva si sta sbriciolando. Va in rovina, lentamente,
in silenzio. Eppure, è un posto capace di suscitare
suggestioni tra le più intense nei dintorni del territorio materano. Chi giunge ai suoi piedi, di solito,
rimane per lunghi attimi in silenzio. È naturale farsi
prendere da una bellezza che viene da lontano, che
parla la lingua di padri antichi. Così, lo sguardo si
allunga a ridosso della parete rocciosa affacciata sul
sottostante torrente Gravina. Quattro livelli di ambienti scavati.
Grotte,
una
sull’altra. Una
vertigine di tufo, di scalette, di
cunicoli comunicanti che urlano il loro grido d’allarme
inascoltati. Si
stanno sfarinando. Lentamente. Sotto i nostri occhi
distratti, presi da una frenesia di grandezza che non
si cura dell’incedere del tempo e dei sui effetti devastanti, sempre in agguato lì dove non c’è cura.
Le segnalazioni di cittadini che sanno vivere il
patrimonio non mancano e sono pesanti come macigni. Raccontano quello che accade, perchè si sappia
e non si dica che il caso procede cieco sui suoi passi. È
ormai compromesso l'arco di sostegno che introduce
a uno degli ingressi a San Nicola. È sul punto di
crollare. Ma cosa si aspetta prima dell’irreparabile,
per avviare una nuova messa in sicurezza delle strutture di sostegno. Non è tutto. Stesse fratture presenta
il muretto di contenimento accanto alla scalinata di
accesso. Anche l'antico muro a secco sottostante andrebbe messo in sicurezza, dal momento che purtroppo una parte cospicua di questa parete è già
crollata. Cosa possiamo attenderci ancora?
Le immagini messe a disposizione da Alessandra
Antodaro e Rocco Castellano - due cittadini materani che non si rassegnano - una volta di più richiamano la nostra attenzione sulla precarietà di un
patrimonio che, lentamente, giorno dopo giorno, stiamo smarrendo, tra un montante oblio e colpevoli
silenzi. I loro appelli si rivolgono a tutti, non solo ai
soliti addetti ai lavori. Ma per quanto tempo ancora
dovranno rimanere inascoltati?
LUNGHI SILENZI
Va in rovina un altro
luogo della nostra
memoria collettiva
SAN NICOLA ALL’OFRA
UNA LUNGA SOFFERENZA
Si sta facendo sempre più
critico l’equilibrio statico del complesso rupestre segnato da nuovi crolli
E la Madonna del Giglio
è mortificata dai graffiti
l Un complesso monastico che si sviluppa su più livelli, dentro la parte rocciosa che si affaccia sul sottostante torrente Gravina. Ma la denominazione,
quella di San Nicola all'Ofra, deriva da
una cappella. Si trova al secondo livello
del sito rupestre ed è raggiungibile tramite un cunicolo che parte dal piano
inferiore. Una volta dentro questo antico
luogo di culto, si accede a un ambiente
unico in cui spicca una nicchia absidale.
Più evidenti appaiono sulla parete sinistra due archi a tutto sesto. Uno dei
due è più piccolo. Dentro si scorge un
affresco. È una decorazione raffigurante
una Madonna con Bambino fra alcuni
santi. Non è ancora sparita del tutto
un’iscrizione in cui oltre alla data, 1839,
si palesa il nome del committente, Cosimo Caione. È davvero una tipica
espressione di devozione popolare che
ha a lungo svolto una funzione non disgiunta dai ritmi propri della pastorizia.
Era un ovile. Ma ora versa in un pericoloso stato di abbandono. Con tutta
evidenza la sua staticità è segnata da
serie dinamiche in movimento. Lo stesso discorso, di totale abbandono, vale
anche per la Madonna del Giglio (o Locori di Monsignore). Superato un monumentale muro a secco d’ingresso, si
entra in un villaggio rupestre. Facile
individuare, oltre a cappelle votive, cisterne per la raccolta delle acque piovane, un dormitorio, focolari, ovili, alveari e palombari rupestri, e ancora pitture e ornamenti votivi. Tra gli aspetti
più interessanti di questo sito rupestre
sono proprio i segni, le sue pareti incise.
Descrivono figure di guerrieri in azione,
spade, scudi, cavalli e draghi alati. Ma a
questa ricchezza si somma uno dei momenti più dolenti: il sito rupestre è già da
tempo al centro di estemporanei «interventi artistici». Si tratta di alcuni volgari e del tutto evitabili graffiti sovrapposti a quelli più antichi che descri-
vevano le scene di navi in mare, ricordo
di una probabile invasione sulle nostre
coste. La loro leggibilità, a questo punto,
appare gravemente compromessa.
Una ragione in più per allungare lo
sguardo e spingersi oltre la semplice
denuncia. Ripetere la proposta di sempre, perchè di questo si tratta, non sarà
mai inutile. Insomma, occorrerebbe un
progetto organico di tutela e salvaguardia del patrimonio ricadente nei confini
del Parco delle chiese rupestri. Permane
l’esigenza di non dissipare un patrimonio ereditato da chi è venuto prima di
noi e che, oggi, ora, noi dovremmo tutelare con ogni mezzo pur di affidarlo
futuro. Conservare, tra l’altro, significa
poter garantire la fruizione non certo
virtuale di un bene comune, senza contare che va comunque garantita l'incolumità dei frequentatori del Parco, delle
guide, così da poter tornare a godere
serenamente tanta bellezza che non è di
nessuno, ma ci appartiene.
LA MADONNA
DEL GIGLIO
Un’altra pietra
preziosa incastonata nello scrigno
del Parco storico naturale
delle chiese rupestri, viene
continuamente
offesa dalla
banalità di chi
non rispetta
un patrimonio
che appartiene a tutti
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ E PROVINCIA I XI
Giovedì 30 gennaio 2014
SI NAVIGA A VISTA
AGRICOLTURA E INNOVAZIONE
STRUMENTALIZZATI
«Nessun boicottaggio ai colleghi precari. Ma come firmare i contratti senza avere la necessaria copertura finanziaria?»
«Ecco cosa chiediamo
a sindacati e politica»
Alsia, i lavoratori chiedono di uscire dall’incertezza
DONATO MASTRANGELO
l Una spaccatura tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori dell’Alsia, l’Agenzia lucana di sviluppo ed innovazione in
agricoltura, che nasconde uno
stato di disagio ben maggiore
delle maestranze, ormai stufe di
navigare a vista, con un commissariamento che si protrae
ormai da anni e che di fatto,
vanifica le strategie di rilancio
dell’ente. La risposta alla Cgil,
Cisl, Uil e Ugl, che si è concretizzata con un comunicato firmato in poche ore da 65 dipendenti è lo specchio del disagio
attuale in seno all’Alsia. «Un documento - evidenzia Rosamaria Benevento della rsa della
Cisl - che comunque è stato approvato nei suoi contenuti a larga maggioranza anche dal resto
dei dipendenti, tra cui sei dei
sette dirigenti, varie rsa aziendali e delle sedi periferiche, un
gruppo dell’Agrobios e un campione rappresentativo della sede
di Potenza. I lavoratori sono stati tacciati come un “apparato interno che manifesta tutta la sua
inadeguatezza. Nulla di più falso e strumentale». I lavoratori
sostengono che “ il 30 ottobre
scorso è entrata in vigore la norma che consente la stabilizzazione dei precari e il 30 dicembre
i sindacati hanno incontrato il
presidente della giunta regionale ed il commissario dell’Alsia,
offrendo il necessario assenso
alla proroga e/o stabilizzazione
dei precari; 24 ore dopo la struttura Alsia approva tutti gli atti
di propria competenza necessari per spianare la strada alla proroga dei precari. Risorse finanziarie permettendo”. «Abbiamo
lavorato - dice Benevento - giorno e notte insieme alla struttura
della Regione per predisporre
tutti gli atti approvati poi dalla
Giunta Pittella l’8 gennaio. Non
riusciamo a capire, di quali ritardi di inadempienze si siano
macchiati i dipendenti dell’Alsia. L’ente continua ad annaspare dal punto di vista finanziario.
«Come facciamo - sottolinea Benevento - a firmare i contratti di
queste persone senza la necessaria copertura?». “L’Alsia - si
legge ancora nel comunicato dei
dipendenti - è creditrice della
Regione Basilicata di circa 4 milioni di euro, un terzo dei quali
relativi proprio ad attività svolte negli anni scorsi dai precari.
Per il funzionamento dell’Alsia
nel mese di gennaio la Regione
ha trasferito 500 mila euro insufficienti per pagare gli stipendi del personale di ruolo (meno
che mai bollette e fornitori)”. Un
altro dei nodi, senza contare i
progetti in attesa di finanziamento, attiene il commissariamento e le innumerevoli proroghe che determinano non poche
difficoltà sull’assetto gestionale
dell’ente. I dipendenti. Il mandato di Andrea Freschi, in sella
dal maggio 2013, dopo una ulteriore proroga di 30 giorni scade domani. «Sarebbe quanto meno opportuno - rileva Benevento
- poter contare su un legale rappresentante per un periodo che
consenta la programmazione e
il funzionamento delle attività
fino alla legge di riordino. Ci
diano almeno i soldi già previsti
nel bilancio dell’ente. Le soluzioni, volontà politica permettendo, ci sono». Critico anche
Giovanni Vena della rsa Uil.
«Dopo anni - dichiara - i lavoratori continuano ad essere presi in giro, sia per quanto concerne il trasferimento delle risorse all’ente che per un disegno
più ampio di rilancio e riorganizzazione dell’Alsia. Siamo in
un limbo e invece i lavoratori,
che ogni giorno fanno il proprio
dovere e si battano anche per i
colleghi precari, vorrebbe soltanto delle risposte concrete per
il futuro dell’Alsia».
PRODUTTORI
AL TOP
L’imprenditore
Francesco Nicodemo, a sinistra, con Andrea Badursi
IMPRENDITORIA IL PRESIDENTE DI ASSOFRUIT GUARDA ALLE SFIDE FUTURE DEL SEGMENTO PRIMARIO
Un «Oscar» all’ortofrutta
che punta sulla qualità
Francesco Nicodemo
è il primo lucano ad
essere premiato da
una rivista specializzata
FILIPPO MELE
SENZA PACE La sede Alsia in via Annibale M. di Francia [foto Genovese]
IRSINA SORPRESI DAI CARABINIERI MENTRE PARTIVANO
l SCANZANO JONICO. «Il
premio assegnato alla mia persona va considerato come un
riconoscimento alle capacità
imprenditoriali del settore del
Materano e del Metapontino».
Lo ha detto ieri, in conferenza
stampa, Francesco Nicodemo, presidente della Organizzazione di produttori (Op) Assofruit Italia e della cooperativa Nicofruit, cui la rivista specializzata “Corriere ortofrutticolo” ha assegnato il riconoscimento “Protagonisti dell’ortofrutta”. Si tratta di una sorta di
“oscar nazionale” del comparto
giunto alla seconda edizione. E
Nicodemo è il primo lucano ad
essere premiato. Quest’anno,
poi, tra i vincitori, è l’unico rappresentante di realtà del Centro-Sud. Un riconoscimento attribuitogli «perché rappresenta un modo di fare agricoltura
che punta sulla qualità del prodotto e sullo spirito di gruppo».
Ed Assofruit oltre a lavorare e
confezionare fragole, drupacee,
uva, ortaggi, per grandi marchi
come Coop e Conad e per i mercati all’ingrosso è presente anche all’estero. New entry dei
mercati internazionali la Russia e Paesi emergenti come Nigeria, Benin, Arabia Saudita ed
Emirati arabi. La Op, oltretutto, sarà presente nel prossimo
febbraio alla più importante
borsa mercato dell’agricoltura
mondiale, la Fruit logistica di
Berlino. Va tutto proprio bene,
dunque, nel comparto? Assofruit ha soci conferitori felici?
Così ha risposto il general manager Andrea Badursi: «Felicità è una parola grossa in un
momento di crisi. Noi, però, abbiamo avuto un numero fisiologico di soci che ci hanno conferito il prodotto e poi ci hanno
ENTI IL COMMISSARIO DEL CONSORZIO INDUSTRIALE RESPINGE LE CRITICHE
Rubano argenti e arredi Santarsia: «Siamo in prima linea
in un albergo
nella battaglia per la bonifica»
arrestati due gravinesi Esclusi problemi dell’ex discarica 2C per la pista Mattei
l Due persone, un 24enne ed
un 21enne di Gravina in Puglia
(Bari), con specifici precedenti
penali, sono stati arrestati dai
carabinieri a Irsina con l’accusa di furto aggravato in concorso perché sorpresi a rubare
oggetti in argento, apparecchiature e suppellettili nell’hotel Forliano, attualmente in fase di ristrutturazione. Militari
della locale Stazione e del Nucleo Operativo e Radiomobile
della Compagnia di Tricarico
sono intervenuti mentre i due
si stavano allontanando a bordo di un’auto, una Ford Fiesta,
di proprietà di uno di loro, con
la refurtiva a bordo, per un
valore complessivo pari a circa
10 mila euro. L’albergo non era
coperto da assicurazione. I carabinieri hanno bloccato e per-
quisito i malviventi, rinvenendo quanto era stato asportato
dall’albergo e constatando che
altri oggetti ed apparecchi erano stati già accantonati nella
struttura ricettiva per essere
successivamente portati via. I
due giovani erano penetrati
nell’edificio forzando un ingresso posteriore. Accompagnati in caserma, dopo gli accertamenti, sono stati dichiarati in arresto. Ieri mattina i
due sono comparsi nel Tribunale di Matera, a disposizione
del magistrato di turno della
locale Procura della Repubblica, precedentemente informato, per la celebrazione del rito
direttissimo, a cui è seguita la
convalida dell’avvenuto arresto, in attesa della fissazione
dell’udienza del processo.
PIERO MIOLLA
l «Il Consorzio di sviluppo industriale è
sempre stato in prima linea nella battaglia
per l’attuazione degli interventi di bonifica,
che considera imprescindibili per impostare qualsiasi programma di rilancio degli
investimenti in Valbasento». Lo ha sostenuto il commissario dell’ente consortile,
Gaetano Santarsia, che in una nota sul
tema bonifica ha anche ricordato: «Non
siamo noi i responsabili dell’inquinamento
in Valbasento non essendo mai stati impegnati in attività produttive di alcun genere, né inquinanti. La delicatezza del tema
legato all’inquinamento ambientale – ha
ricordato Santarsìa – dovrebbe imporre a
tutti una certa cautela nel trattare argomenti di cui non si è completamente a conoscenza». A tal proposito, il commissario
ha citato la pista Mattei: «L’ex discarica 2C
non rappresenta alcun problema per la realizzazione della pista in quanto adiacente
all’area di sedime dell’aviosuperficie. Essa
è stata messa in sicurezza dal 2004 e la
conformità al progetto dei lavori di sistemazione finale dell’area è stata certificata
dall’Ufficio Ambiente della Provincia nel
2007». Dunque non è vero, come ha sottolineato l’associazione “Ambiente e Legalità”, che il Consorzio «è inadempiente per
quel che riguarda le operazioni di bonifica:
quest’affermazione è totalmente priva di
ancoraggio alla realtà e denota superficialità e scarsa conoscenza dei fatti. Accogliamo, invece, con entusiasmo le dichiarazioni del presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella, e dell’assessore
all’Ambiente, Aldo Berlinguer, che intendono accelerare il programma di bonifica
dei siti inquinati di Tito e Valbasento. Siamo pronti – ha concluso Santarsia – a dare,
come sempre, il nostro contributo e a mettere a disposizione le competenze dei nostri
tecnici per raggiungere in tempi brevi i
risultati che tutti ci prefiggiamo».
lasciati. Significa che la stragrande maggioranza è soddisfatta dei nostri pagamenti.
Sappiate che oggi già ritirare il
prodotto e venderlo è qualcosa
di positivo. Molti produttori,
poi, quest’anno, si sono fatti abbindolare da quanti girano per
le campagne in cerca di fragole
ed altre eccellenze. Alcuni hanno avuto tra le mani quelli che
in gergo si definiscono “assegni
cabriolet”, vale a dire scoperti.
Assofuit, invece, ha il suo indirizzo a Scanzano Jonico a cui
tutti possono rivolgersi. Ed
onora i suoi impegni. Al meglio».
Logico, a questo punto, chiedere se ci possano essere ulteriori margini di miglioramento. Nicodemo: «Sì. Occorre
puntare sulla promozione. Abbiamo incontrato il neo assessore regionale Michele Ottati e
con lui abbiamo concordato di
promuovere la Basilicata non
solo per le sue eccellenze agroalimentari, ma anche per quelle
archeologiche, ambientali e turistiche».
le altre notizie
OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO
Aziende e mercati esteri
un incontro in Confindustria
n Un incontro sul tema “Il rischio paese e gli
strumenti a supporto delle imprese” si terrà
oggi, dalle 10, nella sede di Confindustria, in
via XX Settembre 3, per illustrare le opportunità del finanziamento Sace riservato dal
gruppo Unicredit allo sviluppo delle aziende
nei mercati esteri. All’introduzione di Pasquale Lorusso, vice presidente di Confindustria Basilicata, seguirà l’intervento di carlo
Neri, responsabile di Sace per il Mezzogiorno.
VOLONTARIO DELL’«OASI DEL SORRISO»
Clownterapia e musicoterapia
all’ospedale di Policoro
n Tanti clown dell’associazione Oasi del sorriso provenienti anche da Matera, Pisticci,
Nova Siri saranno oggi a Policoro, dalle 10,
nell’ospedale Giovanni Paolo II. Il raduno è
stato organizzato per prendersi cura, con la
musicoterapia e la clownterapia, dei ricoverati nei reparti di Pediatria-Neonatologia,
Rianimazione e Utic. Per farli sorridere. «Un
sorriso – spiegano all’Oasi – è la chiave che
apre qualsiasi porta tanto da abbattere barriere insormontabili come il dolore». [fi.me.]
RASSEGNASTAMPA
XII I MATERA PROVINCIA
Giovedì 30 gennaio 2014
BERNALDA TRANSENNATA E INTERDETTA AI MEZZI PESANTI LA SP.154 MENTRE È UN CANTIERE L’ALTRO ACCESSO
Ai minimi storici la viabilità
la città in piena emergenza
Una petizione di Forum Democratico dà fretta alla politica
ANGELO MORIZZI
l BERNALDA. Viabilità ai minimi storici.
A Bernalda è ormai piena emergenza, dopo i
disastri alluvionali di ottobre e dicembre.
Chiusa da molte settimane la strada principale di accesso dalla Basentana, la provinciale Carrera vecchia. Dopo molte settimane di attesa, e nonostante gli stanziamenti della Provincia del 30 novembre, solo
lunedì scorso sono cominciati i lavori di
ripristino che, a detta dei tecnici, proseguiranno per almeno un mese e mezzo. Lungo
il tratto di circa due chilometri sono numerosi i punti di criticità, interessati da frane
smottamenti. L’altra arteria di accesso alla ss.
407 Basentana, la sp. 154, è transennata in più
punti e, nella parte a monte, si procede a senso
unico alternato, con l’ausilio di semafori, per
frane in corso. Sospeso, da qualche giorno, il
passaggio dei mezzi pesanti, costretti a lunghi
giri per raggiungere il centro di Bernalda. I
cittadini, intanto, stanchi della penosa e incresciosa situazione, che sta mettendo in
ginocchio la stessa economia della cittadina,
si stanno mobilitando, chiamandosi a raccolta per far sentire la voce, spesso vilipesa, di
un’intera comunità.
Il Forum democratico ha avviato una petizione nella sua sede sociale, in corso Umberto, o attraverso la mail [email protected] La preoccupazione è quella di
attendere ancora molto tempo prima di tornare alla normalità, viste le tante emergenze
sul territorio provinciale. Sottolineato dai
promotori della petizione «l'importanza vitale per Bernalda del collegamento alla Basentana. Il tutto per non ripetere quanto è
successo a Craco, praticamente isolata da
mesi per il crollo di un ponte. Nonostante le
tante promesse di intervento della Provincia
e i numerosi tavoli politici. Si era parlato di
un ponte di emergenza militare (Bailey), di
cui, però, si sono perse le tracce. Non vorremmo – sottolineano i promotori di Forum
democratico – che Bernalda faccia la stessa
fine, visto il suo insignificante peso politico
territoriale, causato da amministrazioni decadute e commissariate». Quindi l’appello a
fare fronte comune, con una critica forte a
chi, attualmente, «è tornato, con frenesia ad
allestire liste elettorali per le prossime amministrative di maggio, anzichè guardare ai
problemi reali di una comunità umiliata e
mortificata dagli uomini e dalla natura».
Garbellano: «I cantieri resteranno aperti per 45 giorni»
Avviati i lavori di. ripristino sulla Carrera Vecchia
BERNALDA. La Provincia ha avviato i lavori di ripristino della sp. Carrera
Vecchia. «I cantieri resteranno aperti per
45 giorni», afferma l’assessore Angelo
Garbellano. I problemi stradali però, si
sono aggravati anche sulla vecchia sp.
154, dove era stato smistato tutto il traffico in direzione Basentana. Da qualche
giorno, su quell'arteria, causa smottamenti, è stato introdotto il senso unico
alternato, con segnaletica semaforica. La
Provincia ha inoltre interdetto la percorribilità ai mezzi con peso superiore ai 35
quintali. Le indicazioni sul percorso alternativo per i mezzi pesanti sono fornite in
loco. Bus navetta della ditta Chiruzzi trasporteranno viaggiatori e studenti, nel
tratto interessato, con coincidenze in
un’area di servizio a valle dell’abitato. Un
progetto di riammodernamento della sp
154, da candidare a finanziamento Cipe,
[an.mor.]
è in via di definizione.
TRANSENNE L’imbocco della Carrera Vecchia [foto Morizzi]
MONTESCAGLIOSO
CRACO SARÀ PERCORRIBILE ENTRO LA METÀ DEL MESE CON ALCUNE LIMITAZIONI
Due mesi dopo la frana Sarà installato il 4 febbraio
un’assemblea
per cercare risposte
il ponte militare sull’ex ss.176
l MONTESCAGLIOSO. Un momento di riflessione sulla situazione in cui versa la comunità a due
mesi dalla frana in località Cinque Bocche che ha
provocato danni ingenti ad attività artigianali e
commerciali e abitazioni e ha sconquassato la
strada a scorrimento veloce che collegava a Piani
Bradano, servendo numerose aziende agricole della
zona, è stata organizzata per il 3 febbraio dal Centro
Caritas della parrocchia di Santa Lucia presieduto
da don Domenico Monaciello e dal Comitato Unpli
(Unione nazionale Pro Loco d’Italia) di Basilicata
retto da Antonio D’Elicio. Dopo la celebrazione,
alle 18.30, di una santa messa di ringraziamento per
il pericolo scampato di perdite di vite umane, alle
19.30, nel teatro parrocchiale, si svolgerà un’assemblea aperta all’intera cittadinanza in cui si
discuterà anche di possibili forme di collaborazione. Saranno presenti il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il sindaco Giuseppe Silvaggi e il consigliere nazionale dell’Unpli Giuseppe Gallo, in rappresentanza del presidente
nazionale Claudio Nardocci. Al termine, alle famiglie evacuate dalla località Cinque Bocche saranno consegnati gli assegni di solidarietà dell’Unpli e della Caritas di Montescaglioso.
PIERO MIOLLA
l CRACO. Il ponte Bailey
sulla ex statale 176 Pisticci-Craco verrà installato il 4
febbraio. La notizia è ufficiale
ed è rimbalzata da una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza
pubblica, tenutosi in Prefettura, a Matera, alla quale hanno partecipato anche il presidente della Provincia, Franco Stella, ed un rappresentante del Comune di Pisticci.
Oggetto dell’incontro l’esame dei servizi di vigilanza da
attuare in occasione della riapertura al traffico ex 176 che,
grazie all’installazione del
ponte prefabbricato in acciaio,
che andrà a sostituire quello
crollato lo scorso 23 febbraio,
consentirà a breve il ripristino
della parziale circolazione
sull’arteria chiusa al traffico
su ordinanza di Stella. Nel
corso dell’incontro, altresì, è
stato precisato che il ponte
Bailey potrà essere reso percorribile entro la metà di febbraio, con un carico limitato,
dopo le opportune verifiche
LE DECISIONI
Si vigilerà sul senso di
marcia alternato
e sul limite di carico
della struttura.
Stella ha inoltre precisato
che gli interventi effettuati
dall’Amministrazione provinciale hanno riguardato, complessivamente, quattro ponti
(quello sul Cavone, quello crol-
lato e due ponti in direzione
Pisticci) e che la viabilità locale del ponte Cavone e dei due
ponticelli in direzione Pisticci
verrà ripristinata già nei prossimi giorni.
Il prefetto Luigi Pizzi, pertanto, ha disposto che al termine delle opportune verifiche
da parte del personale della
Polizia Stradale e, previa apposizione di apposita segnaletica, verrà attuata sull’intero
tracciato aperto al traffico una
vigilanza dinamica a cura di
tutte le forze di Polizia, compresa quella Provinciale, al
fine di controllare il rispetto
del senso alternato di marcia e
del carico massimo che la
struttura potrà sopportare, come stabilito in sede di collaudo, che si aggirerà sulle
30-35 tonnellate a pieno carico.
POLICORO CARABINIERI E CANI ANTIDROGA IN CASA BERNALDA DOPO L’INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE PROVINCIALE CARBONE TRICARICO IN CONTRADA FORESTA
acque di falda
Cocaina sotto il forno Risolto il caso dei 70 pendolari «Le
contaminate
una navetta li trasporta in città
arrestato un artigiano Ieri hanno potuto raggiungere di nuovo le loro scuole da rifiuti in discarica»
l POLICORO. I carabinieri
della locale Compagnia hanno
arrestato l’ennesimo pusher,
C.L., 25 anni, artigiano, censurato, nella flagranza del reato di
detenzione illecita di stupefacenti per un uso non esclusivamente personale. I militari,
insospettiti dal via vai di noti
assuntori di droghe dall’abitazione del soggetto posto sotto
osservazione, hanno operato
una perquisizione domiciliare
con l’intervento di due unità cinofile provenienti dallo speciale nucleo di Tito. Gli uomini
dell’Arma, così, dopo che uno
dei cani antidroga aveva segnalato la presenza di stupefacente
all’interno della casa dell’uomo
nel locale adibito a cucina, hanno perquisito i mobili rinvenendo, nascosti in un cassetto sotto
al forno, sei involucri di cellophane contenenti 26 grammi
circa di cocaina, uno con 0,2
grammi circa di marijuana ed
un bilancino di precisione. Le
operazioni si concludevano,
pertanto, con l’arresto dell’artigiano censurato. Espletate le
formalità di rito, C.L. è stato
riaccompagnato nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa del giudizio
di convalida su disposizione del
sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Matera Rosanna De Fraia. E lo
stesso Tribunale di Matera, nella persona del giudice Angela
Rosa Nettis, dopo aver convalidato l’arresto, ha applicato al
pusher policorese la misura
cautelare della detenzione domiciliare. L’operazione ha certificato, ancora una volta, l’impegno dei carabinieri nell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio nel comune
di Policoro ed in quelli sottoposti alla giurisdizione della
Compagnia con particolare attenzione ai reati connessi allo
spaccio di sostanze stupefacenti
e psicotrope il cui consumo colpisce soprattutto le fasce più
giovani della società.
[fi.me.]
l BERNALDA. Il caso dei 70 alunni
pendolari di Marconia e Pisticci, scaricati in un piazzale di un distributore
di carburanti, a valle di Bernalda, e
impossibilitati a raggiungere le varie
scuole superiori della cittadina, scuote
ancora le coscienze. Assurdo interdire
l’arrivo di studenti in un centro abitato,
senza pensare a mezzi sostitutivi o percorsi alternativi. Non si può improvvisare. Specie quando vi è una strada
interrotta e un’altra interdetta al traffico pesante.
«Ciò che è accaduto martedì scorso –
fa sapere il consigliere provinciale di
minoranza Franco Carbone – è increscioso e irriguardoso nei confronti
dei ragazzi e delle loro famiglie. Informato dei fatti, mi sono recato alla
stazione di servizio, dove i ragazzi non
hanno trovato chi si doveva fare carico
del loro trasporto fino al centro di Bernalda. Al di là delle responsabilità, che
andranno sicuramente accertate da chi
di competenza, ho dato il mio sostegno
per risolvere tempestivamente la questione e circoscrivere il disagio. Ho
interpellato telefonicamente il Cotrab e
il presidente della Provincia, Franco
Stella, che ha provveduto a convocare
un tavolo tecnico, a cui hanno preso
parte le ditte incaricate del trasporto
pubblico. Al termine della riunione si è
stabilito che gli studenti avrebbero usufruito, come è poi accaduto mercoledì
(ieri, ndr), gratuitamente, di un servizio
di bus navetta, tra il centro abitato di
Bernalda e la ss. 407 Basentana, dove
arrivano i bus dei pendolari. Mi auguro
– prosegue Carbone – assieme a tutta la
comunità, che questi disservizi non abbiano più a verificarsi e che, ciascuno,
per le sue competenze, profonda il massimo impegno per risolvere i problemi
che le abbondanti piogge dei mesi scorsi
hanno causato alla viabilità di Bernalda. Nell’attuale fase dei lavori di
ripristino delle strade, vi deve essere il
supporto di tutti, per rendere meno
disagevole possibile raggiungere Bernalda».
Ieri, dunque, gli studenti pendolari
hanno potuto tranquillamente raggiungere le rispettive sedi scolastiche, il
Liceo scientifico e l’Itcg, lasciandosi alle
spalle l’insolita esperienza on the road,
che non fa bene all’immagine di un’intera regione.
[an.mor.]
l TRICARICO. Il movimento “Per il bene
comune”, all’opposizione nel Consiglio comunale, ha organizzato un incontro pubblico con i
cittadini nell’auditorium comunale per discutere circa la situazione della discarica per rifiuti
solidi urbani in contrada Foresta. L’obiettivo è
stato quello di informare i cittadini sui pericoli
indotti da quella discarica sulla salute delle
persone e sull’ambiente, considerato che «da
nove mesi è in atto in quella discarica un
superamento delle concentrazioni di soglia di
contaminazione di alcuni parametri nelle acque
di falda del sottosuolo della piattaforma in questione».
Gli esponenti del movimento ricordano che
nel marzo scorso il commissario prefettizio al
Comune emise un’ordinanza per vietare l’utilizzo per qualsiasi scopo delle acque sotterranee
e di falda in quella contrada, al fine di tutelare la
salute pubblica. «Il lungo lasso di tempo trascorso – informano ancora in un comunicato i
dirigenti del movimento –, senza che sostanzialmente fosse adottata alcuna misura risolutiva di prevenzione da parte della società “Cio
impianti rsu, srl”, nonostante alcuni valori dei
parametri inquinanti abbiamo superato di oltre
venti volte i valori limite fissati dalla legislazione vigente, ha destato un forte allarme nei
componenti del nostro movimento».
[v.d.l.]
RASSEGNASTAMPA
corriereait
Soldi ai partiti: in 20 anni un ‘utile’ di 1,9 miliardi
Finanziamento pubblico: la riforma dei rimborsi elettorali è in discussione al Senato per una revisione che sarà a regime non
prima del 2017. Dal 1994 a oggi, uno studio su quanto hanno incassato le forze politiche: il gap tra spese sostenute e denaro
erogato ha generato un ‘tesoretto’
ROMA - Un fiume di denaro pubblico, alimentato dai contribuenti. Dal 1974 a oggi non ha mai smesso di scorrere né
di portare soldi ai partiti. Più di quanti non servissero a coprire le spese realmente sostenute a fini elettorali. Soltanto nel
corso degli ultimi 20 anni, circa 2,7 miliardi di euro sono stati erogati sotto forma di rimborsi pubblici tra voto per le politiche, le europee e le regionali. Un lasso di tempo durante il quale i cittadini sono stati chiamati alle urne per ben 15 volte,
amministrative escluse. E, complici le modifiche al rialzo di una contribuzione ‘di sostegno’, il risultato è stato un ‘tesoretto’
che oggi si è sedimentato: 1,9 miliardi di euro, infatti, è l’ammontare del ‘surplus’ che i partiti si sono ritrovati, al netto delle
spese accertate. Spese che, dal canto loro, non raggiungono i 700 milioni di euro. A conti fatti, l’utile incamerato è dunque
tre volte quanto si è speso.
I numeri, stilati e forniti a Repubblica.it da Openpolis, sono chiari. E forniscono un’immagine del finanziamento ai partiti
- nelle sue molteplici forme e denominazioni - che assomiglia tanto a un pozzo senza fine. Qualcuno l’ha chiamato anche,
evocativamente, ‘buco nero’. Nell’elenco dei soggetti che hanno avuto (e hanno ancora) diritto a tale beneficio, figurano sia
le liste elettorali (quelle che si sono candidate a politiche, europee e regionali) sia i gruppi successivamente eletti: quelli approdati in parlamento e quelli sbarcati nei consigli regionali.
La questione, già particolarmente odiosa agli occhi dei cittadini ma divenuta intollerabile a seguito degli scandali sulle
spese pazze nelle Regioni e del malcostume, è oggi al Senato - in commissione Affari costituzionali. In discussione c’è la
riforma del finanziamento che aspetta di essere approvata in aula dopo che il governo guidato dal premier Enrico Letta ha
deciso, a dicembre, di accelerare la revisione con un decreto che ha comunque già scatenato polemiche: il testo dovrebbe
approdare giovedì 30 gennaio nell’aula di Palazzo Madama, al più tardi martedì prossimo. E poi tornare alla Camera per
l’ok definitivo.
I dati degli ultimi 20 anni parlano chiaro. E la domanda resta: cos’hanno fatto gli uomini dei partiti con questo tesoretto?
Al netto delle inchieste avviate con l’accusa di peculato, quei soldi - è stata la risposta - servono a pagare l’affitto delle sedi,
i dipendenti, i funzionari e le campagne di comunicazione. Di sicuro c’è che su Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita
accusato di aver utilizzato i rimborsi elettorali per acquisti immobiliari, pende ancora il processo penale. Ma la Corte di
Conti ha già deciso: deve restituire quasi 23 milioni di euro al ministero dell’Economia. Vero è che l’andamento storico dei
rimborsi è un crescendo costante di denaro che raggiunge l’acme con le politiche del 2001, quando la cifra erogata su tutti
e cinque gli anni di legislatura sfonda la soglia dei 476 milioni di euro: alle precedenti elezioni - quelle del 1996 - non si
andò oltre i 46,9 milioni. Come mai tanta differenza al rialzo? Complici le ‘nuove norme’ introdotte nel 1999 e le ulteriori
‘disposizioni’ architettate nel 2002, i fondi stanziati iniziarono a moltiplicarsi come virus.