Documento di classe VB ODONTOTECNICA CORSO SERALE AS

I. P.S.S.S. "EDMONDO DE AMICIS"
Documento di classe
V B ODONTOTECNICA
CORSO SERALE
A.S. 2013-2014
PREMESSA
Il trattato di Lisbona e i corsi serali per studenti adulti
Nel corso degli anni che ci separano dal 13 dicembre 2007, cioè dal giorno della firma del trattato di
Lisbona il Consiglio d’Europa è tornato a più riprese sul problema dell’istruzione nei paesi dell’U.E.,
raccomandando agli stati membri una sempre maggiore attenzione alla formazione scolastica dei
cittadini europei, giovani e adulti, ribadendo quanto, in un mondo globalizzato, essa sia importante per
inserirsi in una società e in una economia della conoscenza e per cogliere le opportunità di sviluppo
sociale e umano che essa offre.
“L’Unione deve diventare l’economia della conoscenza più competitiva e dinamica al mondo”,
affermano il Consiglio e il Parlamento europeo.
Dunque, viene da chiedersi, a che punto siamo nel raggiungimento di un obiettivo così importante?
Una risposta la possiamo trovare, consultando un documento 1 rintracciabile sul sito Web del Governo
italiano, concernente la realizzazione del programma (www.attuazione.it). In esso, ad osservazioni che
possono dar luogo ad un cauto ottimismo se ne associano altre meno confortanti e, purtroppo, queste
ultime riguardano proprio l’ambito della scuola secondaria e della formazione permanente.
Ma vediamo più da vicino il problema in una rapida sintesi.
Nella Premessa 2 al documento sul quale stiamo riflettendo si legge: “l’Italia appare complessivamente
lontana dai risultati previsti (negli obiettivi fissati a Lisbona [n.d.r.]) soprattutto per il livello
insufficiente del capitale umano, in ordine alla competenza sia della popolazione adulta sia dei giovani,
che incide con riflessi negativi sull’ampliamento e sulla riqualificazione del mercato del lavoro e sulle
potenzialità di crescita dei processi produttivi più avanzati”.
Due sono i quadri di riferimento che più direttamente ci interessano:
1)Entro il 2010 gli abbandoni scolastici prematuri dovranno pervenire ad una percentuale media non
superiore al 10%. 2)Entro il 2010, nell’Unione Europea il livello medio di partecipazione alle attività
di lifelong learning dovrebbero essere pari almeno al 12,5% della popolazione adulta in età lavorativa
(25-64 anni).
Il secondo indicatore riguarda, in tutta evidenza, i corsi serali per la formazione degli adulti, ma anche
il primo indirettamente ne è connesso, se consideriamo i corsi per lavoratori una porta aperta che la
scuola italiana lascia al fine di recuperare coloro che prematuramente sono usciti dal percorso della
formazione.
Riguardo ai due indicatori sopra enunciati, questo è il bilancio e la valutazione che il documento
governativo riferisce: per il primo, “la precoce interruzione degli studi in Italia presenta […] un valore
complessivo pari al doppio di quello previsto a Lisbona e di oltre 5 punti percentuali superiore a quello
medio comunitario”; per il secondo: “la quota di adulti impegnati in attività di lifelong learning è pari
al 6,1% della popolazione in età di 25-64 anni, mentre l’obiettivo previsto per il 2010 è pari ad oltre il
doppio (12,5%)”.
I dati esposti nel documento sono relativi al 2006.
Per cercare dati statistici più recenti ci dobbiamo riferire al “Rapporto sulla scuola in Italia 2010”della
Fondazione Giovanni Agnelli (se ne vedano i Works papers sul sito www.fga.it).
1
2
La strategia di Lisbona e l’azione di governo in materia di istruzione e formazione professionale iniziale e permanente.
La Premessa è a cura di B.Buldo, A.Chiozza.
2
Come sintetizza i risultati della ricerca Andrea Casalegno, in un articolo apparso sul Sole 24 ore del
24/02/2010, “è la percentuale degli espulsi dal sistema educativo (drop-outs) che ci colloca fuori
dall’Europa: il 20% dei giovani da 20 a 24 anni ha solo la licenza media”.
Ma, aggiungiamo, se si va ad esaminare il grafico sulla dispersione inserito nel rapporto, si scopre che
la percentuale dei diplomati decresce con l’aumentare dell’età, e questi, per una economia basata sulla
conoscenza, sono indicatori piuttosto delusivi.
A ciò si aggiunga che bisogna fare i conti con il grave fenomeno dell’analfabetismo di ritorno.
Secondo la stima di Tullio De Mauro: “quindici milioni (di cittadini italiani) sono a rischio di
ripiombare in una condizione di semianalfabetismo e comunque sono ai margini inferiori delle
capacità di comprensione e di calcolo in una società complessa”. 3
E’ questa la vasta area su cui l’istruzione dovrebbe agire con incisività, ma, ad oggi, come si è visto,
bisogna ancora sottolineare l’insufficienza dei risultati raggiunti.
Per concludere queste brevi annotazioni si vuole porre l’accento su un ulteriore aspetto messo in luce
da Casalegno nel suo articolo: il fallimento della scuola italiana come canale di promozione sociale.
“Il divario familiare”, afferma il giornalista, “misurato col titolo di studio dei genitori, e quello del
contesto ambientale contano, per la determinazione dei risultati, assai più del talento individuale”.
Non tanto ci interessa, in questa sede, sottolineare l’immobilità sociale che caratterizza l’Italia di questi
anni. Piuttosto preme rilevare l’influenza che l’ambiente, la famiglia, il contesto sociale, esercitano sul
successo scolastico di un individuo.
Questa riflessione è indirizzata soprattutto a coloro che considerano i corsi diurni e i corsi serali come
organismi autonomi e incomunicanti. Al contrario si dovrebbe avere la consapevolezza che il
reinserimento degli adulti nella scuola ha una ricaduta positiva anche sui giovani studenti perché
accresce, nell’ambito dell’istituto famigliare, la sensibilità riguardo all’importanza che l’istruzione
riveste per la promozione sociale e la crescita culturale di ogni persona.
Ancora con le parole di Tullio De Mauro: “molti pedagogisti spiegano in modo analitico il
meccanismo di condizionamento dell’ambiente famigliare sull’andamento scolastico. […]
Bambine e bambini che vengono da ambienti famigliari in cui non c’è un libro o ci sono meno di 50
libri, si trovano in difficoltà nella comprensione dei testi”.
P.S.
La relazione è stata redatta nel 2010. E’ noto quanto nel mondo globalizzato le informazioni siano
sottoposte a un processo di rapida usura, ma, va rilevato, non in questo caso. Infatti il 3/03/2010 il
trattato di Lisbona è stato aggiornato dalla piattaforma strategica Europa 2020. In questa sede la
Commissione europea, riconoscendo che gli obiettivi che aveva individuato in precedenza erano stati
parzialmente raggiunti, ne ha ribadito l’importanza, sostanzialmente riconfermandoli.
Per un aggiornamento sui nuovi obiettivi si rinvia a http://ec.europea.eu/cgi-bin
3
Tullio De Mauro, La cultura degli italiani. Roma-Bari, 2004
3
RELAZIONE DEL COORDINATORE DI CLASSE SULLA SPECIFICITA’ DEL CORSO SERALE
Il corso serale dell’IPSIA “E. DE AMICIS”, concordemente con analoghi corsi dell’area cittadina e col
CSA, si svolge nell’arco di un triennio.
La programmazione didattica viene determinata in base ai bisogni, all’autonomia di studio e alla
cultura generale pregressa dimostrata dagli studenti frequentanti, che sono in gran parte lavoratori e
che devono soddisfare svariate esigenze, professionali e famigliari, in concomitanza col percorso di
apprendimento.
L’acquisizione delle conoscenze deve avvenire in maniera preponderante in classe, durante le lezioni,
limitando al massimo il lavoro domestico che non può essere svolto che in ritagli di tempo e nei giorni
festivi, quando questo è possibile e compatibile con le esigenze famigliari.
La classe quinta, all’interno del triennio serale, possiede inoltre delle sue specificità e particolarità.
Innanzitutto perché, oltre agli studenti che hanno seguito regolarmente il corso negli anni precedenti,
se ne aggiungono altri che possiamo suddividere in due categorie: 1)adulti che da giovani hanno
frequentato i corsi del vecchio ordinamento, di durata quadriennale, e che adesso scelgono di
concluderli sostenendo gli esami di Stato. Sono persone che lavorano soprattutto nei laboratori di
odontotecnica oppure sono inseriti nel sistema socio-sanitario regionale; 2)alunni reduci da insuccessi
scolastici nei corsi diurni che, ormai maggiorenni, occupati in lavori precari o saltuari, scelgono di
portare a compimento la loro formazione al corso serale.
Tutta la prima parte dell’anno viene impiegata per rendere il più possibile omogeneo il gruppo classe.
Si consideri che una delle emergenze da affrontare con maggiore sollecitudine è il cosiddetto
analfabetismo di ritorno. E’ noto infatti che, dopo cinque anni che non vengono più esercitate, si
perdono competenze e abilità linguistiche sia riguardo alla lettura che alla scrittura. Ma non solo.
Sempre più, nei nostri corsi, confluiscono alunni di lingua non italiana, provenienti dalle più varie parti
del mondo, soprattutto dall’America latina e dall’Est europeo.
Nel corso dell’anno alcuni alunni abbandonano gli studi. In genere il motivo delle rinunce è
individuabile nei sopraggiunti impegni famigliari e lavorativi e riguardano soprattutto gli studenti più
grandi d’età.
4
I.P.S.S.S. "Edmondo DE AMICIS"
L’Istituto `De Amicis" è ospitato in un edificio la cui costruzione risale agli inizi del '900,
quando il quartiere di Testaccio fu oggetto di una "rivisitazione" dell'assetto urbanistico. Prima
della seconda guerra mondiale nell'Istituto vi era una scuola di Avviamento Professionale ed una
scuola Tecnico-Industriale; quindi dal 1950 fu istituita, con decreto, la prima scuola per Ottici ed
Odontotecnici d'Italia, assieme a molte specializzazioni a carattere spiccatamente artigiano che,
purtroppo con il progresso tecnologico e sociale sono via via scomparse.
Nell'Istituto professionale di Stato per i Servizi Socio-Sanitari "De Amicis" sono attualmente attivi
corsi di studio che, con il superamento degli esami di Maturità, permettono agli studenti di conseguire
uno dei seguenti diplomi:
Odontotecnico
Ottico
Tecnico dei Servizi Socio-Sanitari.
Dal 1999 l'Istituto è sede dei nuovi Esami di Stato
Gli Ottici e gli Odontotecnici, oltre al Diploma di Stato, acquisiscono, rispettivamente, il Diploma di
abilitazione all'esercizio dell'arte sanitaria ausiliaria di Odontotecnico e Ottico" che permette loro di
esercitare la libera professione su tutto il territorio nazionale.
Di seguito sono riportati i profili professionali così come previsti dal Testo Unico sulle leggi sanitarie
dei 1928 per gli Odontotecnici e gli Ottici:
ODONTOTECNICI
"Art. 11 - Gli Odontotecnici sono autorizzati unicamente a costruire apparecchi di protesi dentaria su
modelli tratti dalle impronte loro fornite dai medici chirurghi e dagli abilitati a norma di legge
all'esercizio dell’odontoiatria e protesi dentaria, con le indicazioni del tipo di protesi da eseguire.
E' in ogni caso vietato agli odontotecnici di esercitare, anche alla presenza ed in concorso del medico o
dell'abilitato all'odontoiatria, alcuna manovra, cruenta od incruenta, nella bocca del paziente, sana o
ammalata."
5
(Testo tratto dall’opuscolo informativo sui corsi dell’IPSSS “E. De Amicis”)
6
PROFILO PROFESSIONALE
TITOLO DEL DIPLOMA
PREREQUISITI
ODONTOTECNICO
Licenza media a conclusione del ciclo obbligatorio
COMPETENZE
 Sa decodificare, comprendere ed interpretare testi e documenti.
 Sa decodificare e interpretare le richieste di intervento protesico da
parte degli abilitati all’esercizio dell’odontoiatria.
 Sa progettare e realizzare, su prescrizione, elementi di protesi fissa
sia singoli che a ponte, protesi parziali e totali mobili.
PROFILO
DI
INDIRIZZO
CAPACITA’
 Possiede capacità linguistico-espressive adeguate ad una
comunicazione efficace.
 Possiede capacità di decodificazione di testi a carattere tecnico in
lingua inglese.
 Possiede capacità logico-interpretative adeguate ad una
rielaborazione concettuale.
 Sa utilizzare il linguaggio specifico delle discipline tecnicoscientifiche.
 Sa lavorare in gruppo valorizzando le conoscenze ed interagendo
nel rispetto dei ruoli.
 Possiede capacità di valutare le trasformazioni tecnologiche e socioeconomiche in relazione settore nel quale opera .

Sa organizzare il proprio lavoro operando adeguate scelte tecniche
in relazione alle trasformazioni del mercato del settore.
7
CONOSCENZE
 Possiede conoscenze umanistiche, storiche e giuridiche per valutare
le problematiche socio-professionali ed imprenditoriali in divenire.
 Possiede le conoscenze tecnologico-scientifiche di base per le
necessarie connessioni con le discipline dell’area di indirizzo.
 Possiede conoscenze degli elementi e delle strutture di base della
lingua inglese con particolare riferimento al linguaggio tecnico
relativo al settore.
 Conosce le strutture anatomiche e i principali elementi della
fisiologia dell’apparato stomatognatico e le sue più comuni patologie
.
 Possiede conoscenze relative al funzionamento degli strumenti e
attrezzature del laboratorio odontotecnico.
 Possiede conoscenze relative alle caratteristiche dei materiali di uso
odonto-protesico.
 Possiede conoscenze relative alle procedure di lavorazione per la
realizzazione di vari tipi di protesi dentarie.
 Conosce la normativa del settore con particolare riferimento alla
sicurezza.
8
QUADRO ORARIO
AREA COMUNE
Italiano (*)
Storia
Lingua Straniera
Diritto ed Economia
Matematica Ed Informatica
Scienze della Terra e Biologia
Ed. Fisica
Religione ( per coloro che se ne avvalgono)
1°
2°
3°
4°
5°
/
/
3
2
3
/
3
/
2
1
15
/
3
2
2
/
2
/
1
1
11
/
3
2
2
/
2
/
1
1
11
/
1°
2°
3°
4°
5°
/
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4(2)
2
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4(4)**
7
17
32/
/
/
3
4(3)**
/
4
1
/
3
4
/
3
6
17
40
6
17
40
/
/
/
/
/
/
/
/
/
TOTALE AREA COMUNE
AREA DI APPROFONDIMENTO
AREA D’INDIRIZZO
Diritto commerciale, Legislazione sociale e
Pratica commerciale
Fisica
Chimica e Laboratorio
Scienza dei materiali dentali e Laboratorio
Anatomia, Fisiologia, Igiene
Gnatologia
Disegno e Modellazione odontotecnica
Esercitazioni di Laboratorio odontotecnico
TOTALE AREA COMUNE
MODULO DI APPROFONDIMENTO
(obbligatorio) ***
/
/
/
/
/
/
/
/
/
** Ore compresenza con I.T.P. del settore odontotecnico
*Le ore di italiano sono rimaste invariate e non hanno subito modificazioni come nei corsi diurni, dove, col
nuovo ordinamento sono passate da tre a quattro.
9
La CLASSE V B serale
Gli allievi
Cognome e Nome
1. Artico Fabiano
2. Costanzo Egheoni Roberta
3. Colzi Fabrizio
4. Desideri Daniele
5. Dobrescu Marius
6- Falasca Simone
7. Gaeta Simone
8. Giorgi Domenico
9. Marra Elia
10. Mercuri Andrea
11. Onelli Fabrizio
12. Petrocchi Daniele
13. Polletta Arianna
14. Predan Alessio
15. Rossi Alessandro
I docenti
Materia
Cognome e nome
Italiano e Storia
Inglese
Matematica
Chimica
Scienza dei materiali dentali
Gnatologia
Esercitazioni di laboratorio odontotecnico
Educazione fisica
Diritto
Religione
Reali Maurizio (coordinatore)
Minuti Giorgio
Addessi Maria Elena
Lucente Bruno
Carli Bruno
Carraturo Giuseppina
Ricciardi Francesco
Carmazzi Anna Maria
Rubbi Francesco Paolo
Norelli Antonio
10
Profilo della classe
1) Composizione e provenienza
La classe è composta, per una parte, da alunni che hanno interrotto
prematuramente gli studi, inserendosi nel mondo del lavoro nel settore
odontotecnico o in altri ambiti professionali. Scegliendo il corso serale,
colgono l’opportunità di completare il proprio percorso formativo senza
interrompere l’attività lavorativa. Si registra inoltre la presenza di
diplomati in altri corsi che, trovato impiego in laboratori di odontotecnica,
hanno scelto di approfondire e perfezionare le proprie competenze in
relazione alla loro nuova attività.
Alcuni studenti, reduci da insuccessi scolastici riportati frequentando i
corsi diurni dell’Istituto, conseguita la maggiore età, si sono iscritti al
serale.
2) Obiettivi didattici, programmazione, svolgimento dei
programmi
Dalla sintetica indicazione della provenienza, di cui si è detto al punto 1, si
può dedurre l’estrema disomogeneità della classe che ha costretto i docenti,
nel corso del proprio intervento, ad operare continui rallentamenti e
adattamenti dei contenuti disciplinari e a tornare su aspetti del programma
svolti in precedenza, a causa della discontinuità registrata nella frequenza
di alcuni alunni, spesso, ma non sempre, motivata da impegni di lavoro.
A questo proposito va rilevata la scarsa assiduità nella frequenza, alle
ultime ore del corso, da parte di quasi tutti gli studenti (dalle 21,20 alle
23,00) che hanno in questo modo creato notevoli difficoltà, riguardo allo
svolgimento del programma, ai docenti che erano impegnati in quella
fascia oraria.
Si fa presente, inoltre, che l’Istituto, nel mese di dicembre, ha subito una
prolungata occupazione da parte degli studenti, e ciò ha determinato la
sospensione dell’attività didattica per circa tre settimane.
Va infine precisato che, nelle strategie didattiche specifiche
dell’interazione con studenti adulti, l’attività viene sempre finalizzata
all’acquisizione, da parte dei discenti, dei contenuti essenziali e basilari di
ciascuna materia.
Gli obiettivi sono stati in parte raggiunti in alcune discipline, mentre
risultano non ancora consolidati in altre.
Libri di testo
E’ consentito agli alunni di usare un libro a loro scelta o, qualora
lo preferiscano, di utilizzare appunti presi durante le lezioni.
Organizzazione delle attività Gli orari e la sede delle decisioni
L’organizzazione dell’attività scolastica è stata programmata facendo
scolastiche
riferimento a proposte di carattere collegiale prese in ambiti diversificati.
Per la definizione degli obiettivi formativi e cognitivi generali connessi ai
diversi profili professionali, ci si è attenuti alle scelte del Collegio dei
docenti deliberate per il POF, mentre la programmazione disciplinare ha
tenuto conto delle decisioni scaturite dalle riunioni dei docenti delle singole
materie.
I piani di lavoro e la progettazione annuale relativa agli obiettivi educativi
e trasversali,
le scelte metodologiche e le attività integrative e
complementari, sono stati, invece, discussi e valutati nei consigli di classe.
In merito alla distribuzione oraria delle attività curricolari ed integrative, il
collegio dei docenti ha mostrato particolare attenzione nel cercare di
rendere più agevole il gravoso monte orario settimanali.
La terza area
Bisogna ricordare che il modulo professionalizzante copre un monte ore di
11
40 suddiviso fra il quarto ed il quinto anno di corso e che richiede un
impegno al di fuori dell’orario di lezione.Alcuni allievi che hanno
partecipato a corsi di aggiornamento nel loro campo lavorativo hanno
consegnato copie di tali corsi(vedi fascicoli personali).
Le scelte educative e
formative
Il consiglio di classe ,nel suo complesso, ha inteso favorire il
conseguimento di competenze e capacità di carattere trasversale scegliendo
di operare per l’acquisizione da parte degli allievi di :
Obiettivi formativi affettivi




Promuovere un comportamento educato nel riguardi delle persone e
delle cose
Stimolare al rispetto dell’ordine e tendere alla correttezza formale e
nelle esecuzioni pratiche
Far rispettare i tempi di esecuzione e di consegna dei lavori
Stimolare ad un impegno autonomo nei lavori scolastici
Obiettivi formativi-cognitivi







Sviluppare competenze nel campo dell’educazione linguistica per
migliorare la comprensione dei testi e la comunicazione orale
Acquisire terminologie specifiche e saperle utilizzare nei contesti
disciplinari
Abituare gli allievi a seguire le istruzioni fornite per iscritto
Classificare le informazioni
Potenziare le capacità di ragionamento coerenti ed argomentati
Acquisire rigore formale
Stimolare la problematizzazione delle situazioni didattiche .
Questi obiettivi saranno contenuti anche nelle progettazioni didattiche dei
singoli docenti
Le scelte e operative
Tipologie delle attività scolastiche sia singole che collettive
Le attività culturali sono state organizzate e svolte utilizzando metodologie
differenziate (lezioni frontali, lezioni interattive, discussioni, lavori su
documenti, articoli di giornale ecc.) e con l’ausilio di strumenti didattici
mirati ad un più immediato apprendimento.
Criteri generali di
valutazione del c.d.c.
In merito ai criteri generali di valutazione adottati dal consiglio di
classe nel suo complesso ,sono state effettuate queste scelte di principio o
di orientamento:
 Livello insufficiente: l’allievo non riesce ,anche con l’aiuto del
docente, ad orientarsi nelle conoscenze che risultano, in grado
diversificato, frammentarie e acquisite per lo più secondo schemi
mnemonici e rivela capacità espressive ed argomentative non idonee
ad una comunicazione comprensibile e con strumenti linguistici non
sempre corretti e carenti nel lessico disciplinare richiesto
 livello sufficiente : l’allievo riesce ,anche con l’aiuto del docente, ad
orientarsi nelle conoscenze che risultano possedute nei loro nuclei
essenziali e ha raggiunto una capacità espressive in grado di garantire
una comunicazione comprensibile e con strumenti linguistici
generalmente accettabili in termini normativi e adattai all’ambito
disciplinare
 livello più che sufficiente: l’allievo riesce ,in modo autonomo, ad
orientarsi nelle conoscenze e ha raggiunto capacità espressive in grado
di garantire una comunicazione organica e approfondita rispetto alle
12
argomentazioni e con strumenti linguistici generalmente corretti e
appropriati al lessico disciplinare.
Per le competenze a carattere spiccatamente professionali sono stati
adottati le seguenti linee generali:
 livello insufficiente: l’allievo non riesce ad operare scelte di progetto
di manufatti in relazione ai casi proposti.
I manufatti eseguiti non risultano utilizzabili, anche con interventi
correttivi, per lo scopo preventivato
 livello sufficiente: l’allievo riesce ad operare scelte di progetto di
manufatti in relazione ai casi proposti.
I manufatti eseguiti risultano utilizzabili, anche con interventi
correttivi, per lo scopo preventivato
 livello più che sufficiente: l’allievo riesce in modo del tutto autonomo,
ad operare scelte di progetto di manufatti in relazione ai casi proposti.
I manufatti eseguiti risultano utilizzabili, senza interventi correttivi
importanti, per lo scopo preventivato e risultano rispondenti
ai parametri previsti.
Il consiglio di classe in una ottica di condivisione ha utilizzato dei criteri
standard di valutazione che utilizzano livelli e descrittori riconducibili a
linee programmatiche comuni a tutte le discipline.
Nei Piani di lavoro dei singoli docenti sono, appunto illustrati, questi criteri
Credito scolastico
Criteri di assegnazione del credito scolastico
Il consiglio di classe , in accordo con i criteri indicati dal collegio dei
docenti ha deliberato di adottare lo schema allegato in calce in particolare
sono state messi in evidenza i seguenti tre elementi di importanza: le
conoscenze attraverso il riconoscimento del profitto, la frequenza come
elemento essenziale per un percorso di formazione, e l’autonomia
organizzativa e l’impegno attraverso il credito formativo
N.B Il credito scolastico da attribuire nell’ambito delle bande di oscillazione indicate dalla tabella va
espresso in numero intero
TABELLA A
(sostituisce la tabella prevista dall'articolo 11, comma 2 del D.P.R. 23 luglio
1998, n. 323, così come modificata dal D.M. n. 42/2007)
CREDITO SCOLASTICO
Candidati interni
Media dei
voti
M=6
6<M≤7
7<M≤8
8<M≤9
9 < M ≤ 10
Credito scolastico (Punti)
I anno
3-4
4-5
5-6
6-7
7-8
II anno
3-4
4-5
5-6
6-7
7-8
III anno
4-5
5-6
6-7
7-8
8-9
N.B. Il credito scolastico relativo ai due anni precedenti di corso (III e IV anno) è stato già
assegnato.
13
VALUTAZIONE PROVE SIMULATE
Durante l’anno scolastico sono state effettuate varie simulazioni delle tre prove scritte,
delle quali di seguito si forniscono le relative griglie di correzione. Alcuni esemplari
delle prove somministrate agli alunni vengono fornite in allegato, nell’ultima sezione
del presente documento
Per quanto riguarda la terza prova il consiglio di classe ha scelto, come da ordinanza
ministeriale, la casistica b, ovvero tre domande a risposta aperta per ogni singola
disciplina, per un totale di 12 quesiti.
14
SCHEDA DI VALUTAZIONE ELABORATO DI PRIMA PROVA
Analisi del testo
COGNOME…………………………………….NOME………………………..CLASSE…….
Indicatori
1
Correttezza morfosintattica e
lessicale
2
Capacità di comprendere e di
esprimere il pensiero dell’autore
3
Capacità di analisi e di coesione
logica
4
Analisi contenutistica e
contestualizzazione
Livelli
A Scorretta
B Corretta diffusamente
C Disinvolta e corretta
Punti assegnati
1
2
3
A Non accettabile
B Apprezzabile
C Chiara ed efficace
A Non adeguata
B Complessivamente sufficiente
C Approfondita ed organica
1
2
3
1-2
3
4
A Approssimativa e limitata
B Essenziale e diffusa
C Specifica e corretta
D Approfondita ed elaborata
1-2
3
4
5
PUNTI TOTALI
Il candidato
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………
ha ottenuto punti:
La Commissione
…………………………..………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
15
SCHEDA DI VALUTAZIONE ELABORATO DI PRIMA PROVA
Tema argomentativo- saggio
COGNOME…………………………………….NOME………………………..CLASSE…….
Livelli
Indicatori
1
Correttezza morfosintattica e
lessicale
A Scorretta
B Corretta diffusamente
C Disinvolta e corretta
2
Comprensibilità dell’elaborato
A Non accettabile
B Apprezzabile
C Chiara ed efficace
A carente, approssimativa e generica
B Accettabile, corretta ed essenziale
C Apprezzabile, ricca ed adeguata
D Articolata, originale e coeso
3
Utilizzazione delle conoscenze,
qualità dei contenuti e coesione
logica
A Poco scorrevole e carente
4
Stile espositivo e rispondenza della B Scorrevole ed accettabile
C Scorrevole, originale e coerente
scelta tipologica
Punti assegnati
1
2
3
1
2
3
1-2
3
4
5
1-2
3
4
PUNTI TOTALI
Il candidato
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………
ha ottenuto punti:
La Commissione
…………………………..………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
16
SCHEDA DI VALUTAZIONE ELABORATO DI SECONDA PROVA
COGNOME…………………………………….NOME………………………..CLASSE…….
Livelli
Indicatori
1
Conoscenza dei contenuti
2
Capacità di organizzazione ed
elaborazione dei contenuti
Punti assegnati
A Lacunosa e scorretta
B Non omogenea e incompleta
C Essenziale e suff. Diffusa
D Uniforme ed esauriente
E Omogenea, approfondita, organica
1-3
4
5
6
7
A Scarsamente elaborata e carente
B Schematica ed essenziale
C Articolata ed adeguata
D Autonoma ed elaborata
1-2
3
4
5
3
Uso delle strutture linguistiche e A Scorretto in modo generalizzato
padronanza del lessico disciplinare B Corretto complessivamente
C Corretto diffusamente
1
2
3
PUNTI TOTALI
Il candidato
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………
ha ottenuto punti:
La Commissione
…………………………..………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
……………………………………
17
(*)
evidenziati in grigio i livelli e i punteggi corrispondenti alla sufficienza
(**)
il punteggio finale è stato attribuito effettuando la media aritmetica dei punteggi riportati nei singoli
quesiti. Ovvero la somma dei punteggi attribuiti ai singoli quesiti diviso il numero dei quesiti (12).
VOTO (***) ATTRIBUITO ALLA PROVA ….. /15
(***)
Il criterio di attribuzione del voto, V, in base al punteggio complessivo P ottenuto è il seguente : il
punteggio P sarà approssimato al numero intero per difetto se la parte decimale è minore di cinque
decimi, altrimenti per eccesso (ad esempio se P=10,5 allora V=11 , se P=10,25 allora V=10).
Se l’allievo non svolge un quesito, il relativo punteggio sarà pari a 1 (uno).
18
Il coordinatore di classe
Prof. Maurizio Reali
19
INDICE
Premessa
-Il trattato di Lisbona e i corsi serali per studenti adulti
pag.
2
1. Relazione del coordinatore di classe
pag.
4
2. Notizie relative all’Istituto "E. De Amicis” e ordinamento dei corsi
pag.
5
3. Profilo odontotecnico
pag.
6
4. Profilo professionale
pag.
7
5. Quadro orario
pag.
9
6. Composizione della classe e del corpo docente
pag.
10
7. Profilo della classe
pag.
11
8. Scelte educative e formative
pag.
12
9. Tabella di Assegnazione del credito scolastico
pag.
13
10. Schede di valutazione degli elaborati
pag.
14
11. Firme docenti
pag.
19
ALLEGATI:
-Prove simulate
-Prove di verifica
-Programmi
20
ALLEGATI
21
ESEMPI DI PROVE SIMULATE SOMMINISTRATE NEL CORSO DELL’ANNO
22
PROVA DI ITALIANO
TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
1. AMBITO TECNICO SCIENTIFICO
ARGOMENTO: I mutamenti climatici
DOCUMENTI
In climatologia il termine mutamenti climatici indica le variazioni a livello più o meno globale del clima della
Terra , ovvero variazioni a diverse scale spaziali e storico-temporali di uno o più parametri ambientali e
climatici: temperature (media, massima e minima), precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani,
distribuzione e sviluppo di piante e animali (cambiamento dei valori medi). I cambiamenti climatici sono imputabili a cause naturali ma, per gli ultimi 150 anni, la comunità scientifica li ritiene dovuti all'azione
dell'uomo, sotto forma di alterazione dell'effetto serra.
Mutamento climatico. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In climatologia l'espressione riscaldamento globale è usata per indicare, in riferimento alla storia climatica
della Terra, le fasi di aumento della temperatura media dell'atmosfera terrestre e degli oceani dovute a cause
naturali (cicli solari, moti della Terra, variazioni dei gas atmosferici,...).
L'espressione è oggi usata come sinonimo di surriscaldamento climatico (global warming nella letteratura
scientifica in inglese) dovuto al contributo antropico, decisivo nella fase di riscaldamento del clima terrestre
degli ultimi 100 anni. Le due espressioni sono entrambe utilizzate all'interno della più vasta tematica sui
mutamenti climatici della Terra, che comprende anche le fasi di raffreddamento globale, quali ad esempio le
glaciazioni, e i cambiamenti nei regimi di precipitazione.
Riscaldamento globale. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Gas serra e cambiamenti climatici. La scienza concorda sul fatto che il riscaldamento climatico…..esiste! ed è
primariamente collegato alle emissioni umane di gas ad effetto serra, le quali sono a loro volta connesse ai
consumi umani di energia (di origine fossile). Si tratta di un processo preoccupante, dal momento che tale
riscaldamento origina numerosi conseguenti fenomeni di alterazione in tutti i comparti ambientali, e già oggi
sono ben visibili a livello fisico (andamento meteoclimatico in primis) e biologico le sue conseguenze.L’IPCC
nel suo “Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change” (2007), dice
testualmente: “La comprensione dell’influenza antropogenica nel riscaldamento e nel raffreddamento del clima
è migliorata (…) portando alla conclusione, con confidenza molto elevata, che l’effetto globale medio netto
delle attività umane dal 1750 sia stato una causa
("Rete Clima”: informazione ed azione per la sostenibilità ed il contrasto al cambiamento climatico)
"Non è invece una meteobufala il riscaldamento del pianeta, dovuto principalmente alle attività umane. "Questo
fenomeno comporta - spiega il meteorologo Luca Lombroso, esperto dell'Osservatorio Geofisico del
Dipartimento di Ingegneria dell'università degli studi di Modena e Reggio Emilia- un notevole aumento di
"anomalie calde" […], e solo piccole variazioni nella frequenza delle "anomalie fredde". Come ben si vede,
infatti, i periodi di caldo aumentano sia a livello di frequenza che di intensità".
Di per sé, andare al mare a fine ottobre potrebbe anche esser visto come fatto positivo, ma le controindicazioni
sono moltissime, dall'aumento di insetti e parassiti, come la zanzara tigre, al diffondersi di casi di "west nile
fever" in alcune zone del Paese, a partire dall'Emilia. "Senza contare - continua Lombroso - che aria e
soprattutto acqua del mare più calde fanno diventare più intense le perturbazioni, con le conseguenze che tutti
possiamo osservare". "Dovremmo comunque preoccuparci tutti i giorni del global warming- conclude l'esperto e non solo quando fa troppo caldo. Dovremmo stare in allarme anche quando non piove e c'è siccità, quando
piove troppo, quando non nevica e, paradossalmente, anche quando nevica troppo".
(Al mare anche a fine ottobre. La "calda anomalia" dell'Italia. di SARA FICOCELLI L’Espresso on-line
28 ottobre 2013)
23
Quando invece sono i tropici ad arrivarci in casa senza chiedere permesso tutto cambia. Le piogge si
trasformano in flash flood, alluvioni lampo che paralizzano il sistema nervoso urbano allagando strade e
metropolitane. Le colline si crepano all'improvviso, sotto i colpi di frane che inghiottono interi costoni. Le
trombe d'aria diventano più intense e frequenti. Mesi di siccità prosciugano i campi. Ondate di caldo si
abbattono sulle città creando un micidiale cocktail di inquinanti. La pressione dei profughi ambientali, spinti
dall'avanzata del Sahara, cresce. È la destabilizzazione climatica, un processo che, secondo una ricerca condotta
dalla Fondazione Enrico Mattei in collaborazione con l'Ispra e il Centro Euro-mediterraneo sul cambiamento
climatico, può costare all'Italia 30 miliardi di euro nella prima metà del secolo in corso (considerando un
aumento di temperatura di 0.93 gradi) che aumenterebbe se il termometro dovesse salire di più. Nella seconda
metà del secolo le perdite si moltiplicheranno per 6.
[…]Il cambiamento climatico è sempre più minaccioso. "Dal 2008 a oggi l'aumento dei temporali molto intensi,
dei fulmini e delle trombe d'aria è stato netto", ricorda il climatologo Vincenzo Ferrara.
Il clima mutante si trasforma così in una trappola che colpisce con particolare violenza le città. In un recente
studio della Legambiente si analizzano in particolare l'alluvione a Genova del 4 novembre 2011, il nubifragio a
Roma del 20 ottobre 2011, l'esondazione del Seveso a Milano del 18 settembre 2010, le frane a Messina del
primo ottobre 2009. In queste città in poche ore - precisa il rapporto - è scesa una quantità di acqua enorme (a
Messina metà dell'acqua che cade nell'arco di un anno, a Genova un terzo) che ha causato morti, feriti,
devastazioni, danni economici molto rilevanti. Fenomeni che dovrebbero spingere ad elaborare una nuova
geografia del rischio prodotto dal cambiamento climatico, incoraggiando l'uso di tecniche costruttive più
naturali e permettendo al suolo di tornare a esercitare il ruolo di una spugna capace di assorbire gli eccessi
d'acqua.
(Uragani nel Mediterraneo e alluvioni lampo. Senza fondi il piano per il clima impazzito. di
ANTONIO CIANCIULLO L’Espresso on-line -11 settembre 2013)
2. AMBITO STORICO-POLITICO
ARGOMENTO: La questione meridionale.
DOCUMENTI
La questione meridionale ha costituito uno dei nodi essenziali della vita sociale, economica, politica e culturale
italiana dopo l’unità: la creazione dello Stato unitario mostrò infatti quanto diverse fossero le condizioni tra il
Nord e il Sud del paese e quanto pesasse nel Sud la secolare sopravvivenza di antiche strutture economiche, di
forme di oppressione e di arretratezza. Il modo in cui le strutture dello Stato vennero impiantate al Sud, la
durezza con cui fu represso il fenomeno del brigantaggio, il mantenimento e l’adattamento di antichi privilegi
alla nuova situazione, il sorgere di nuove clientele e di nuove forme di oppressione, parvero addirittura
aggravare il divario tra un Settentrione tendente a uno sviluppo industriale di tipo europeo e un Meridione
immerso ancora in una società agricola immobile.
G. FERRONI, Profilo storico della letteratura italiana, vol. II. Torino, Einaudi 1998.
[…] Perché il PIL ha continuato a crescere più rapidamente al Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno? Non è
facile rispondere a questa domanda. Vi sono alcuni dati fisici che danno una parziale spiegazione del divario. Il
primo dato che dura da sempre, è l’acqua: il Nord ha molta acqua e il Sud è relativamente arido. Agli albori
dell’Unità più del 50% del Pil e dell’occupazione stava nell’agricoltura, e l’acqua è importante per le
coltivazioni, così come la conformazione geografica (la fertile pianura padana…) […] Tuttavia, i principali
fattori di un divario che si allarga sono quelli culturali e sociali: divari che vengono da lontano. Agli inizi
dell’Unità solo il 15% della popolazione sopra i 15 anni poteva leggere o scrivere nel Sud (contro, per esempio,
il 47,9% nel Nord-Ovest). E questa differenza nel “capitale umano” persiste ancora oggi, se guardiamo ai dati di
confronto geografico sulle competenze letterarie e scientifiche degli studenti nelle aree del paese.
F. GALIMBERTI, Il grande rompicapo dell’Italia a due velocità. La “questione meridionale”: cos’è, e perché
rimane un nodo irrisolto. Il Sole 24 ore, 15 Dicembre 2013.
Al momento dell’unificazione risultavano operativi nelle regioni del Nord 250.000 fusi per la lavorazione del
cotone, contro i circa 70.000 dell’intero Mezzogiorno; e nelle regioni settentrionali si producevano 18.000
tonnellate annue di ferro lavorato, contro le 1500 del Sud. […] Dove, semmai, si manifestava una differenza più
sensibile era sul terreno delle infrastrutture materiali e culturali. La rete stradale del Centro-Nord vantava una
densità pari a 626 chilometri per mille chilometri quadrati, contro gli appena 108 del Mezzogiorno e delle isole.
24
E, malgrado si fosse allora certamente molto lontani dall’articolazione del sistema di trasporto su rotaia
caratteristico dei poli europei più sviluppati, le ferrovie al di sopra degli Appennini costituivano alla vigilia
dell’Unità una realtà di fatto, così che sul piano della coesione spaziale il Nord rappresentava già un territorio
unificato. Man mano che si scendeva verso l’estremità inferiore dello stivale, viceversa, la carta ferroviaria
d’Italia si diradava in modo impressionante.[…]
Al momento dell’Unità in Piemonte, Liguria e Lombardia risultava analfabeta il 53% della popolazione di età
superiore ai cinque anni; ma nel Mezzogiorno il dato corrispondente era pari all’87%. Queste erano le
condizioni di partenza dello Stato nazionale italiano.
M. MERIGGI, La frattura Nord-Sud: una nuova questione meridionale. Italianieuropei, 7. 2011.
Quando i Borbone si arresero a Gaeta nel febbraio del 1861, lasciando il regno, la situazione precipitò. Fu
ribellione violenta. L’insieme degli uomini, e a volte anche delle donne, che confluì nelle centinaia di bande in
formazione fu costituito da contadini, che avevano creduto nelle promesse di Garibaldi sulla redistribuzione
delle terre e sull’uso dei terreni incolti demaniali di cui latifondisti e notabili meridionali fecero man bassa. […]
Antonio Gramsci sostenne che le masse contadine, assenti nella rivoluzione (elitaria) del Risorgimento, si
batterono contro il nuovo Stato che sosteneva gli interessi di notabili e latifondisti del Sud. E scrisse nel 1920: “
Lo Stato italiano ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, crocefiggendo, squartando, seppellendo
vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare con il marchio di briganti.”
G. DI FIORE, Partigiani del Sud; Focus Storia, Autunno 2013.
Il lavoro di fanciulli consiste nel trasporto sulla schiena, del minerale in sacchi o ceste, dalla galleria dove viene
scavato dal picconiere (addetto ai lavori di scavo), fino al luogo all’aria aperta dove si accumula il minerale.
[…] Ogni picconiere impiega in media da 2 a 4 ragazzi. Questi ragazzi, detti carusi, s’impiegano dai 7 anni in
su; il maggior numero conta dagli 8 agli 11 anni. I fanciulli lavorano sotto terra da 8 a 10 ore al giorno. Il carico
(che devono trasportare all’aria aperta) è sempre superiore a quanto possa portare una creatura di tenera età,
senza grave danno alla salute.
L. FRANCHETTI, S. SONNINO, Inchiesta in Sicilia (1876), vol.II, Firenze, Vallecchi, 1974.
In quel tempo era crepato di stenti e di vecchiaia l’asino grigio; e il carrettiere era andato a buttarlo nella sciara.
“Così si fa” brontolava Malpelo “gli arnesi che non servono più si buttano lontano”. […] “Ecco come vanno le
cose! Anche il grigio ha avuto dei colpi di zappa e delle guidalesche (piaghe); anch’esso quando piegava sotto il
peso, o gli mancava il fiato per andare innanzi, aveva di quelle occhiate, mentre lo battevano, che sembrava
dicesse: “Non più! Non più!”. Ma ora gli occhi se li mangiano i cani, ed esso se ne ride dei colpi e delle
guidalesche, con quella bocca spolpata e tutta denti. Ma se non fosse mai nato sarebbe stato meglio.
G. VERGA , Rosso Malpelo, da Tutte le novelle, Milano, Mondadori, 1967.
3. AMBITO SOCIO – ECONOMICO
ARGOMENTO: La crescita delle disuguaglianze in Italia e nel mondo.
DOCUMENTI
Vi è una soglia di disuguaglianza superata la quale le società allontanano le persone tra loro in maniera
distruttiva, ne mortificano la dignità, e così negano il loro stesso fondamento che le vuole costituite da “liberi ed
eguali”? Evidentemente sì, visto che Barack Obama è intervenuto su questo tema, sottolineando che
diseguaglianze nei diritti, nel rispetto della razza, nel reddito mettono in pericolo coesione sociale e democrazia.
La denuncia riflette preoccupazioni che hanno messo in evidenza come le diseguaglianze siano pura fonte di
inefficienza economica. E’ all’opera una sorta di contromodernità, che contagia un numero crescente di paesi, e
vuole cancellare l’”invenzione dell’eguaglianza”. Proprio questo era avvenuto alla fine del Settecento, quando le
dichiarazione dei diritti fecero dell’eguaglianza un principio fondativo dell’ordine giuridico. […] Da generico
dovere morale la lotta alle diseguaglianze diveniva compito pubblico. Passaggio còlto con l’abituale nettezza da
Montesquieu: “fare l’elemosina a un uomo nudo, per strada, non esaurisce gli obblighi dello Stato, che deve
assicurare a tutti i cittadini la sopravvivenza, il nutrimento, un vestire dignitoso, e un modo di vivere che non
contrasti con la sua salute”.
S. RODOTA’, Inegalitè, Diario di Repubblica, 1/08/2013.
25
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di
lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la
libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Costituzione della Repubblica italiana, art. 3.
L’Italia è sempre più vecchia e povera. E’ un Paese in cui le disuguaglianze sociali ed economiche crescono e
giovani e donne sono molto penalizzati. Questo – in sintesi – ci dice il Rapporto annuale dell’ISTAT 2012. Poco
incoraggiante la situazione dei giovani, senza lavoro e costretti a rimanere in famiglia fino anche a 34 anni,
perché economicamente non indipendenti. Il 2011 è stato anche l’anno nero della disoccupazione giovanile, che
ha raggiunto il 20,2%, ma con fortissime differenze tra Nord, Centro e Sud. Sempre nel 2011 i 15-29enni che
non studiano e non lavorano sono 2,1 milioni, e il 31,9% di questi vive nelle Regioni meridionali (un valore
quasi doppio di quello delle Regioni del Centro-Nord), con punte massime in Sicilia (35,7%) e in Campania
(35,2%). Le donne sono ancora svantaggiate in tutto rispetto agli uomini, nel lavoro e in famiglia. Il rapporto
ISTAT dice che solo in una coppia su venti il lavoro familiare e il contributo ai redditi sono equamente
distribuiti. In una coppia su tre la donna non lavora e si occupa da sola della famiglia, spesso senza avere
accesso al conto corrente e senza pesare nelle decisioni importanti. In una coppia su quattro, inoltre, la donna
guadagna meno del patner, ma lavora molto di più per la famiglia. Sconfortante il confronto con i paesi del Nord
Europa. Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 9,5% nel 2012 e il 9,6% nel 2013. Il peso degli occupati atipici
(dipendenti a tempo determinato, collaboratori o prestatori d’opera occasionale) sul totale degli occupati è in
progressivo aumento e soprattutto tra i giovani: ha iniziato con un lavoro atipico, infatti , il 44,6% dei nati dagli
anni ’80 in poi. A dieci anni dal primo lavoro atipico, inoltre, quasi un terzo degli occupati è ancora precario e
uno su dieci è senza lavoro.
A. VITIELLO, Italia, la crisi economica accresce le disuguaglianze sociali. www. entilocali.il sole 24ore.com,
22/05/2012.
“Occorre impegnarsi, affinché si esca da questa crisi economica con una società più giusta e più equilibrata”.
Tornano alla mente le parole del Presidente Giorgio Napolitano davanti alle rilevazioni sulla distribuzione della
ricchezza nel mondo. Tutte le evidenze, infatti, confermano la tendenza a una concentrazione delle risorse
planetarie in poche aree e, all’interno di queste, in poche mani.
Si tratta di un fenomeno che ha origine in tempi lontani, precedenti alla crisi finanziaria ed economica. Questa
però ha fatto da volano, accelerando il processo. Un ulteriore fattore di spinta è rappresentato dalla
globalizzazione, che ha reso più celere ed evidente la concentrazione. Ma nella valutazione del rapporto di
causa-effetto tra crisi e disuguaglianza c’è chi si spinge oltre. In un suo recente saggio (“Conversazioni
sull’economia contemporanea”) Giuseppe La Torre ha sostenuto che la causa principale della crisi consiste
proprio nella cattiva distribuzione del reddito e del forte aumento delle disparità nel mondo, che ha portato a una
caduta dei consumi di massa. […] Molti sono gli elementi che spingono in questa direzione. In ordine sparso, tra
questi figurano l’aumento della distanza tra lavoratori a bassa e alta professionalità, le riforme fiscali che hanno
comportato una redistribuzione dei carichi favorevole alle imprese e agli alti redditi e la bassa mobilità sociale.
[…] Dagli anni ’90 a oggi il gap tra i più ricchi e i più poveri si è allargato a livello mondiale e ci si aspetta un
ulteriore ampliamento della forbice per effetto della attuale congiuntura. Una delle tesi più discusse tra gli
analisti economici è quella che sostiene che un certo grado di disuguaglianza dei redditi è utile per stimolare i
talenti e l’innovazione, mentre differenze eccessive possono risultare controproducenti.
G. PLUTINO, Effetti sociali della crescente disuguaglianza economica. Affari esteri, n. 164, ottobre2009, (con
tagli e aggiustamenti).
26
SECONDA PROVA
M074 – ESAME DI STATO DI ISTITUTO PROFESSIONALE
Indirizzo:
ODONTOTECNICO
CORSO DI
ORDINAMENTO
Tema di: SCIENZA DEI MATERIALI DENTALI
LABORATORIO
Il candidato, dopo aver già colato le impronte e aver liberato i modelli procederà alla
realizzazione di una protesi a PONTE in METALLO-CERAMICA IN
POSIZIONE 23-X-25; IL MODELLO SUPERIORE è PREPARATO CON
MONCONI SFILABILI, ed il tutto montato su articolatore con valori medi. Nella
preparazione delle fasi di lavoro si tenga conto delle principali caratteristiche dei
materiali impiegati nella loro esecuzione.
27
SIMULAZIONE TERZA PROVA (Tipologia B)
a .s. 2013/2014
Classe 5 B Odontotecnica Serale – 09/04/2014
Alunno : ___________________________
Materie oggetto della prova:
Gnatologia..................................................................................................................................29
Matematica.................................................................................................................................30
Laboratorio.................................................................................................................................31
Diritto .........................................................................................................................................32
28
Gnatologia
1) Descrivi cos’è la carie
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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2) In una I classe di Kennedy, lo scheletrato tende a ruotare ed a traslare in senso
linguo - vestibolare; quali soluzioni adotti?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
3) In quali classi di Kennedy vengono utilizzati attacchi ammortizzati e perché?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
29
Matematica
Esercizio n°1
Dopo aver introdotto opportune unità di misura sugli assi coordinati si descriva l’andamento probabile
del grafico in figura evidenziando dominio, eventuali intersezioni con gli assi, eventuali asintoti ed
eventuali punti di massimo e/o minimo.
Esercizio n°2
Si calcoli la derivata prima di f  x  con
x3  8
f x  
x 1
Esercizio n°3
Che cos’è una funzione crescente?
30
.
Laboratorio
Esercizio n°1
Si descriva La preparazione di un modello a protesi fissa
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
Esercizio n°2
Descrive la fusione a cera persa dalla messa in cilindro del manufatto
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
Esercizio n°3
Descrivere la messa in muffola di un manufatto in protesi totale
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
31
Diritto
Esercizio n°1
Le società unipersonale
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
Esercizio n°2
Accomandatari ed accomandanti.
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
Esercizio n°3
Capacità giuridica perfetta ed imperfetta delle società.
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……………………………………………………………………………………………………………………………………………
32
ALCUNE PROVE DI VERIFICA DI ITALIANO E STORIA
EFFETTUATE NEL CORSO DELL’ANNO
33
PROVA DI ITALIANO CLASSI V
ANALISI DEL TESTO
SULLA NOVELLA “ROSSO MALPELO” di Giovanni Verga
Dopo un’attenta lettura, rispondi ai seguenti quesiti:
1. Comprensione del testo
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo.
2. Analisi del testo
2.1
Ricerca alcune espressioni tratte dal parlato siciliano
2.2
Individua alcune metafore o similitudini in cui compaiono comparazioni col mondo
animale e spiegane il significato.
2.3
Il centro del racconto, dove maggiormente emerge la visione pessimistica del Verga,
è rappresentato dal brano che descrive la fine dell’asino (righe 260-281). Spiegane il
significato.
2.4
“e sua madre piangeva e si disperava come se il suo figliolo fosse di quelli che
guadagnano dieci lire la settimana” (righe 354-355). Spiega di quale personaggio si
esprime il punto di vista e il senso che una tale affermazione assume all’interno del
racconto.
3. Approfondimenti
Il testo può essere utilizzato anche come documento storico. Che tipo di informazioni, la
novella verghiana, può darci sul periodo storico in cui è stata scritta?
34
QUESTIONARIO DI STORIA
CLASSE 5^ ODONTOTECNICA SERALE
A.S. 2012-2013
Alunno/a
Data
1. Da chi era formato il raggruppamento della destra storica? e quali ne erano gli orientamenti
ideali?
2. Quale fu il maggior risultato conseguito nella politica economica dalla destra storica?
3. Cosa s’intende con l’espressione “questione meridionale”
4. Cosa riorganizzava la legge Coppino?
5. Chi la emanò?
6. Cos’è il PROTEZIONISMO?
7. Dai una definizione di “Imperialismo”
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8. Il 1882 fu l’anno d’inizio del colonialismo italiano: la prima regione a essere conquistata fu
l’Eritrea
vero
falso
9. La tassa sul macinato colpiva soprattutto i latifondisti, perché aumentava il costo dei terreni
vero
falso
10. Depretis propose ai deputati della destra di trasformarsi, cioè di passare dall’opposizione alla
maggioranza
vero
falso
36
PROGRAMMI
37
PROGRAMMA D’ITALIANO
Classe 5^ B/Odontotecnica-Serale A.S. 2013/2014
I.P.S.S.S. “E. De Amicis”
Docente: Prof. Maurizio Reali
Libri di testo
E’ consentito agli alunni di usare un libro a loro scelta o, qualora lo preferiscano, di utilizzare
appunti presi durante le lezioni.
UNITA’ DIDATTICA N.1
IL VERISMO E GIOVANNI VERGA
-Caratteri generali del Naturalismo in Francia e del Verismo in Italia
-La biografia e l’opera di G. Verga
-Il metodo dell’impersonalità
-La tecnica della regressione
-“L’ideale dell’ostrica”
-Il progetto dei “Vinti”
-la trame de “I Malavoglia” e del “Mastro Don Gesualdo”
-Materiali per la riflessione sulla poetica verghiana:
 lettura della Lettera a S. Farina, Prefazione a “L’amante di Gramigna”,
 lettura delle Novelle: “Rosso Malpelo”, “Fantasticheria” (da Vita dei Campi);
“La roba” (da Novelle rusticane)
UNITA’ DIDATTICA N. 2
IL DECADENTISMO
-Il Decadentismo in Europa
 caratteri generali:
la reazione antipositivista
la sfiducia nella ragione e nei metodi scientifici di conoscenza
-Il Decadentismo in Italia
- G. Pascoli
-La biografia e l’opera
-Pascoli e il nazionalismo – Lettura di alcuni stralci da “La grande proletaria si è
mossa”
-Il nido e la siepe
-Il simbolismo pascoliano
Materiali per la riflessione sulla poetica pascoliana:
 lettura di alcuni stralci dello scritto “Il fanciullino”
-Il linguaggio di Pascoli
Analisi dei testi:
 Lavandare – L’assiuolo (da Myricae)
 Il gelsomino notturno (dai Canti di Castelvecchio)
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-G. D’Annunzio
- La biografia e l’opera
-L’estetismo
-Un eroe decadente: Andrea Sperelli
 lettura: Ritratto di Andrea Sperelli (da Il Piacere)
-L’incontro con Nietzsche e l’ideologia del superuomo
-La dimensione panica e la metamorfosi: Alcyone
 analisi del testo: la pioggia nel pineto (da Alcyone)
UNITA’ DIDATTICA N. 3
LA MODERNITA’ LETTERARIA IN ITALIA
-Giuseppe Ungaretti e l’Allegria
 analisi dei testi: I fiumi; Veglia; San Martino del Carso; Il porto sepolto
-Il Romanzo d’avanguardia: Svevo e la coscienza di Zeno
-I. Svevo
-La biografia; i primi due romanzi (Una vita- Senilità)
-La Coscienza di Zeno: la trama
-la destrutturazione del romanzo ottocentesco
-Il tema dell’inettitudine
-La psicanalisi
-Zeno: un inetto di successo
 lettura: L’ultima sigaretta (da LA COSCIENZA DI ZENO, cap.3, “Il fumo”)
 Una catastrofe inaudita (da LA COSCIENZA DI ZENO, cap.8, “Psicoanalisi”)
Gli alunni
Il docente
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PROGRAMMA DI STORIA
Classe 5^ B/Odontotecnica-Serale A.S. 2013/2014
I.P.S.S.S. “E. De Amicis”
Docente: Prof. Maurizio Reali
Libro di testo consigliato: S. Paolucci, G. Signorini, LA STORIA IN TASCA, Zanichelli
(A questo riguardo si veda la nota sui libri di testo a pag. 11 del doc. di classe)
UNITA’ DIDATTICA 1
L’ITALIA DOPO L’UNITA’
-La questione romana
-Il brigantaggio
-La destra e la sinistra storiche
-La crisi di fine secolo
UNITA’ DIDATTICA 2
FRA DEMOCRAZIA E NAZIONALISMO
-Progressi della democrazia
-L’età giolittiana
-Suffragio universale e partiti di massa
UNITA’ DIDATTICA 3
LE GRANDI POTENZE SI SPARTISCONO IL MONDO
-La spartizione coloniale dell’Africa
-La politica coloniale italiana
-L’Oriente nell’età degli imperi coloniali
-La politica d’espansione degli Stati Uniti
UNITA’ DIDATTICA 4
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
-Le cause del conflitto
-L’attentato di Sarajevo e lo scoppio della guerra
-Interventisti e neutralisti in Italia e la partecipazione alla guerra
-La guerra di trincea
-Il 1917: entrata in guerra degli USA
-La rivoluzione russa del 1917
-I trattati di pace
UNITA’ DIDATTICA 5
L’ETA’ DEI TOTALITARISMI: IL FASCISMO IN ITALIA
-Il dopoguerra in Italia
-D’Annunzio a Fiume
-Il fascismo prende il potere
-Il fascismo diventa regime: dittatoriale e totalitario
-L’impero fascista
40
UNITA’ DIDATTICA 6
DOPOGUERRA SENZA PACE
-Il dopoguerra in Europa: problemi sociali e politici
-Benessere e crisi negli Stati Uniti: la crisi del 1929
UNITA’ DIDATTICA 7
L’ETA’ DEI TOTALITARISMI: STALINISMO E NAZISMO
-L’URSS sotto la dittatura di Stalin
-Da Weimar a Hitler
-Il Terzo Reich e il nazismo
-A grandi passi verso la guerra: scoppia la guerra civile spagnola
-Le leggi di Norimberga
-La conferenza di Monaco
UNITA’ DIDATTICA 8
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
-Lo scoppio della guerra
-La svolta dell’anno 1943
-il crollo del fascismo
Gli studenti
Il docente
41
IPSIA E. DEAMICIS-Via Galvani, 6 Roma-Programma di Matematica5°B ODONTOTECNICA- Corso Serale-Docente M. Elena Addessi
Geometria analitica
 Piano cartesiano
 Rette nel piano e relative equazioni
Rette parallele all’asse delle ascisse
Rette parallele all’asse delle ordinate
Rette non parallele agli assi
Perpendicolarità tra rette
Parallelismo tra rette
Significato del coefficiente angolare
Insiemi numerici
 Unione di due insiemi
 Intersezione di due insiemi
 Insieme dei numeri naturali
 Insieme dei numeri interi
 Insieme dei numeri razionali
 Insieme dei numeri reali
 Intervalli
Funzione reale di variabile reale
 Dominio
 Funzioni crescenti
 Funzioni decrescenti
 Funzioni non crescenti
 Funzioni non decrescenti
 Definizione di massimi e minimi (assoluti e relativi)
 Limiti di funzione
Limiti al finito
Limiti all’infinito

Asintoti
Orizzontali
Verticali
Derivate
 Rapporto incrementale
 Derivata prima e monòtonia della funzione
Teoremi sulle funzioni continue
 Teorema di Weistrass
 Teorema sui valori intermedi
Teoremi sulle funzioni derivabili
 Teorema di Rolle
 Teorema di Lagrange
42
Programma Esercitazioni laboratorio di Odontotecnica Quinta B serale Prof. Francesco Ricciardi Anno scolastico 2013‐14 Unità didattica 1 : Confezione di modelli in gesso di protesi fissa
1.
2.
3.
4.
5.
Esercizi di colatura di modelli per protesi fissa ;
Confezione di modello con ausilio di foragessi e perni in acciaio bi-pin ;
Analisi del margine di finitura;
Bisellatura degli elementi moncone;
Messa in articolatore dei modelli antagonisti;
Unità didattica 2: Modellazione
1. Modellazione in cera di elementi di protesi fissa a volumi pieni;
2. Modellazione in cera di elementi struttura con ausilio di spessimetro;
3. Imperniazione deli elementi modellati;
Unità didattica 3: Metallurgia
1. Messa in cilindro ;
2. Fusione a cera persa degli elementi e trasformazione
in lega cromo-cobalto con centrifuga ad induzione;
3. Rimozione degli elementi dalla massa da rivestimento;
4. Sabbiatura della fusione;
5. Separazione degli elementi dai perni e rifinitura con controllo degli spessori;
6. Pettinatura del metallo;
7. Sabbiatura;
8. Degassificazione degli elementi in lega;
9. Rimozione degli ossidi attraverso sabbiatura con biossido di alluminio a 2atm;
Unità didattica 4: La ceramica
1. Stratificazione dello strato wash;
2. Stratificazione del secondo strato di opaco;
3. Stratificazione delle dentine e cervicali;
4. Stratificazione dello smalto;
5. Glasatura;
Unità didattica 5: Protesi mobile
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Colatura di modelli superioi ed inferiori interamente edentuli;
Analisi del modello e dell’impronta funzionale;
Confezione di basi di articolazione in resina fotopolimerizzabile con valli in cera;
Messa in articolatore delle basi con ausilio del piano occlusale;
Montaggio di denti artificiali secondo la tecnica Pound;
Modellazione estetica delle flange protesiche;
Trasformazione in resina;
43
IPSSS “EDMONDO DE AMICIS” DI ROMA
CLASSE 5BSE
PROGRAMMA DI LINGUA INGLESE
ANNO SCOLASTICO 2013/14
The Tooth: morphological elements, function, shape, portions of the crown.
The Mouth: morphological elements, function, position, parts of the mouth, glands
Impression trays: function, use, procedure of casting, structure of the tray, material, types
Partial crowns: function,” three-quarters” crowns, , advantages and disadvantages of partial crowns,
pinledges, pinlays, inlays
Fixed Partial Dentures: Definition of FPD, function. Definition of: abutments, retainers, pontics,
connectors, span, pier. Definition of fixed, semi-fixed, compound bridges. Function of connectors,
solders, attachments, lugs.
Removable Partial Dentures: Definition of RPD, function. Materials used for RPD. Definition of
framework, resin base, saddle. The bars and their function. Retention by clasps and precision
attachments. Patrix and matrix.
Metals and metal alloys in dentistry: Metals’ characteristics. Most used metals in dentistry.
Titanium. Definition of alloys. Alloys’ use in dentistry. Gold alloys and stellite alloys. Stainless steel
Roma, Maggio 2014
Il Docente
Prof. Giorgio Minuti
Gli Studenti
44
IPSSS “Edmondo De Amicis “ Roma
Anno Scolastico 2013/2014
Programma di Gnatologia
docente: prof.ssa Giuseppina A. Carraturo
Classe V B od
Testo : Massimo Scola - Competenze di biomeccanica e gnatologia Franco Lucisano editore
Competenze finali da acquisire al termine del corso
Al termine del corso l’allievo, affrontando contenuti sistematizzati in unità di apprendimento di
complessità crescente, dovrà
 Osservare, descrivere e analizzare la complessa organizzazione strutturale, funzionale,
disfunzionale e biomeccanica del sistema stomatognatico, nonché della biomeccanica
dell’odontoprotesi.
 Applicare nella progettazione e realizzazione di protesi dentarie, i principi
gnatologici/biomeccanici e mettere in pratica un protocollo operativo al fine di garantire un
dispositivo protesico adeguato, privo di vizi di fabbricazione e che non possa essere causa di rischi
biologici.
 Operare scelte consapevoli e autonome nei molteplici contesti per la risoluzione di problemi
Obiettivi Trasversali
Si perseguiranno gli obiettivi stabiliti in sede di Consiglio di Classe, e precisamente:
 imparare ad imparare
organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e
varie modalità di informazioni, anche in funzione dei tempi disponibili.
 progettare
utilizzare le conoscenze per definire strategie d’azione e progetti.
 risolvere problemi
affrontare situazioni problematiche e contribuire a risolverle, costruendo ipotesi adeguate e
proponendo soluzioni che utilizzano contenuti e metodi delle diverse discipline.
 individuare collegamenti e relazioni
individuare e rappresentare collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti differenti,
anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari.
 acquisire ed interpretare l’informazione
acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso
diversi strumenti comunicativi, distinguendo fatti ed opinioni.
 utilizzare lessico appropriato e linguaggi specifici settoriali
utilizzare il lessico nelle sue varie articolazioni in modo corretto, appropriato ai contenuti, ed
anche personale
Contenuti
I contenuti didattici della disciplina sono stati strutturati tenendo conto delle linee programmatiche
stabilite a livello ministeriale e delle decisioni congiunte, operate in sede di riunioni preliminari di
Dipartimento
Organizzazione dei contenuti
Ripetizione argomenti e concetti affrontati nel precedente anno scolastico al fine di conseguire una
visione globale della materia per poter effettuare collegamenti logico-didattici. In particolare nozioni
di cinematica mandibolare
FISIOPATOLOGIA DELL’APPARATO STOMAGNATICO
 Revisione della anatomia e della fisiologia dell'apparato stomatognatico
 Fisiopatologia del cavo orale
45
 Concetto di malattia e fattore eziologico. Le difese
 Stato stazionario e sue modificazioni: patologia cellulare, flogosi, tumori
occlusione e disarmonie occlusali
 Tipi di occlusione (occlusione centrica, long centric, occlusione abituale fisiologica, occlusione
patologica )
 Tipi di rapporti occlusali, contatti occlusali, schemi occlusali: disclusione, funzione di gruppo
monolaterale, occlusione bilanciata bilaterale
 Disarmonie occlusali : classificazione di Angle
 Malattia occlusale: pulpiti, paradontopatie, disfunzioni temporo-mandibolari
 Tecniche odontoprotesiche di riabilitazione
PROTESI
 Definizione, funzioni e requisiti igienici
 Classificazione (fisse, parzialmente removibili e totale)
PROTESI FISSA
 Classificazione delle protesi fisse
 Biomeccanica degli intarsi e corone
 Biomeccanica degli elementi costitutivi (pilastri e travata ) di una protesi a ponte
PROTESI PARZIALE MOBILE
 Classificazione di Kennedy per gli edentulismi parziali
 Tipi di protesi parziale mobili: protesi provvisoria, scheletrita, combinata
 Ancoraggi (ganci e appoggi) connettori, placche, basi protesiche ( selle)
 Progettazione di una protesi parziale mobile
PROTESI TOTALE MOBILE
 Esame clinico del paziente edentulo
 Particolarità anatomiche di riferimento utilizzate nella realizzazione di una protesi mobile
totale: punti di repere e confini anatomici mascellari e mandibolari
 Morfologia del cavo orale edentulo
 Impronte in protesi mobile
 Blocchi di occlusione
 Registrazioni intra ed extraorali
 Classificazione di Ackermann
 Montaggio dei denti e bilanciamento protesico
 Modellazione e rifinitura
 Ribasatura
BIOMECCANICA IMPLANTOPROTESICA
 Definizione e attualità dell’implantoprotesi
 Indicazioni e controindicazioni dell’implantoprotesi
 Biomeccanica dell’implantoprotesi
 Classificazione e tipologia.
 Materiali utilizzati.
 Osteointegrazione.
 Tecniche di rilevamento dell'impronta.
Gli alunni sono liberi di usare un libro a loro scelta o ,qualora lo preferiscano, di utilizzare
appunti presi durante le lezioni.
46
SCIENZA DEI MATERIALI DENTALI
FINALITA’ ED OBIETTIVI GENERALI
La scienza dei materiali dentali si propone come obiettivo finale quello di fornire conoscenze e
sviluppare capacità e competenze relativamente ai materiali di uso odontotecnico, agli strumenti ed
alle tecniche di lavorazione di odontoprotesi.
In considerazione dell’attuale dinamicità del mondo del lavoro, che richiede capacità di adattamento e
di riconversione nei singoli settori produttivi, nell’ottica della formazione di operatori provvisti di una
valida preparazione culturale spendibile anche in settori diversi, si ritiene che l’allievo debba essere in
grado di:
a) manipolare consapevolmente i diversi materiali di uso dentale
b) operare scelte dei materiali, attraverso comparazioni ragionate
c) acquisire ed elaborare nuove informazioni per il necessario aggiornamento professionale
d) inserirsi direttamente nel mondo professionale con padronanza delle tecniche di lavorazione
Per l’aspetto formativo si ritiene che lo studio di questa materia debba essere impostato in modo tale
da fornire agli studenti :
a) un metodo di approccio ai problemi aderente al metodo scientifico : osservazione scientifica,
analisi criteriale delle situazioni con messa in evidenza dei dati dei problemi (individuazione della
domanda, dei dati necessari alla risposta, reperimento di essi attraverso le conoscenze dirette od
indirette che si hanno, ecc.);
b) capacità di classificare e di usare classificazioni:
questi obiettivi presuppongono, ovviamente, abilità generali che costituiscono i nuclei formativi di tutte le
discipline (come possedere un discreto bagaglio lessicale, saper comprendere i testi, enucleandone i nuclei
concettuali e cogliendone le strutture logiche esplicite ed implicite, acquisire un metodo di studio proficuo,
saper prendere appunti.. saper riassumere concettualmente....svolgere una relazione ....essere ordinati .... ecc.).
Da quanto già precisato si evince con chiarezza l’importanza che questa materia riveste nella
preparazione di base del futuro odontotecnico che dovrà sicuramente contribuire, pur nella specificità
delle definite competenze, allo sviluppo tecnologico legato ai materiali e ai manufatti e alle relative
applicazioni nel delicato settore nei quali dovranno operare.
Il corso di studi, secondo l’attuale ordinamento, prevede una possibile uscita degli alunni alla fine del
terzo anno, per cui e’ stato individuato anche un obiettivo intermedio, che prevede l’acquisizione dei
temi fondamentali della disciplina, anche se in maniera semplice e non particolarmente approfondita.
Per quanto attiene al quarto e quinto anno il percorso didattico prevede una trattazione completa ed
approfondita dei blocchi tematici trattati nel terzo anno: in particolare al IV anno sarà privilegiato
l’aspetto meramente teorico, mentre al V anno saranno trattati anche gli aspetti operativi.
Nel corso dell’anno scolastico è stata introdotta la compresenza fra gli insegnanti di scienza dei
materiali e di chimica (un’ora alla settimana). In tale ora settimanale sono stati trattati i polimeri e la
corrosione.
47
Nell’ora di compresenza con esercitazioni di laboratorio sono state trattate le ceramiche e le resine
(sotto l’aspetto pratico) ed il confezionamento delle odontoprotesi, in particolare degli scheletrati in
stellite.
OBIETTIVI MINIMI DI SCIENZA DEI MATERIALI DENTALI
CLASSE VB ODONTOTECNICA - ANNO SCOLASTICO 2013/2014
N
BLOCCHI TEMATICI
OBIETTIVI
LIVELLO
TASSONOMICO
1
LE PROPRIETA’
CHIMICO-FISICHE E
TECNOLOGICHE DEI
MATERIALI
Conoscere le principali proprietà chimicofisiche e tecnologiche.
A
2
LE PROPRIETA’
MECCANICHE DEI
MATERIALI
Conoscere la definizione delle diverse
proprietà meccaniche e comprenderne il
significato.
A
Interpretare il comportamento di un
materiale sottoposto a carico sulla base delle
sue proprietà meccaniche.
B
Conoscere il concetto di corrosione.
A
Definire una cella galvanica.
A
Individuare le cause di corrosione nel cavo
orale.
A
3
LA CORROSIONE
DEI MATERIALI
C
4
I POLIMERI
Definire un monomero ed un polimero.
A
Definire un omopolimero ed un copolimero.
A
Classificare i polimeri in base alla loro
struttura ed al loro comportamento al calore.
A
Conoscere i principali meccanismi di
polimerizzazione (poliaddizione e
policondensazione).
A
Definire il grado di cristallinità e conoscere
la sua influenza sulle proprietà dei polimeri.
A
5
LE RESINE IN CAMPO Classificare le resine dentali in base alle
applicazioni ed alla composizione.
DENTALE
48
A
Conoscere la composizione e le proprietà
delle resine dentali.
Conoscere le fasi di lavorazione per le resine
dentali più utilizzate.
A
A
6
LA METALLURGIA
DELLE POLVERI
Conoscere la classificazione dei materiali
compositi.
A
7
I MATERIALI
CERAMICI
Classificare i materiali ceramici tradizionali.
A
Conoscere i componenti fondamentali dei
materiali ceramici ed il loro effetto.
A
8
Descrivere la struttura finale delle
porcellane.
A
LE CERAMICHE
Classificare le ceramiche dentali.
A
DENTALI
Conoscere la composizione delle ceramiche
dentali.
A
A
Descrivere le fasi di lavorazione.
9
CONFEZIONAMENTO Conoscere la classificazione delle protesi.
DELLE
ODONTOPROTESI
Realizzare il manufatto usando le macchine,
gli strumenti e i materiali opportunamente.
49
A
C PROGRAMMA DIDATTICO
SCIENZA DEI MATERIALI DENTALI E LABORATORIO
Prof. BRUNO CARLI a.s.2013/2014
PROPRIETA’ TECNOLOGICHE :generalità
PROPRIETA’CHIMICO- FISICHE: generalità
PROPRIETA’ MECCANICHE:

GENERALITA’ SU: COMPRESSIONE, FLESSIONE, TAGLIO E TORSIONE;

LA PROVA DI TRAZIONE;

LA DUREZZA: cenni sui vari tipi impiegati

LA PROVA DI RESILIENZA;

LA RESISTENZA A FATICA E ALLO SCORRIMENTO VISCOSO;

LA SCELTA DEI MATERIALI IN RELAZIONE ALLE PROPRIETA’ MECCANICHE.
LA CORROSIONE NEI MATERIALI METALLICI

CORROSIONE DI TIPO CHIMICO;

CORROSIONE DI TIPO ELETTRO-CHIMICO;

CORROSIONE NEL CAVO ORALE: ACCORGIMENTI PER LIMITARNE I PERICOLI;

LA GALVANOTECNICA: GALVANOSTEGIA E GALVANOPLASTICA IN CAMPO
DENTALE.
POLIMERI E MATERIE PLASTICHE IN CAMPO DENTALE

CLASSIFICAZIONE E PROPRIETA’ DEI POLIMERI;

RESINE ACRILICHE TERMOPOLIMERIZZABILI;

RESINE ACRILICHE AUTOPOLIMERIZZABILI;

RESINE ACRILICHE MODIFICATE;

RESINE COMPOSITE E ACETALICHE;

COPOLIMERI VINIL-ACRILICI, POLISTIRENE, POLICARBONATI:generalità
50
MATERIALI CERAMICI E CERAMICHE DENTALI

MATERIALI CERAMICI: generalità;

CLASSIFICAZIONE, PROPRIETA’, IMPIEGHI, COMPONENTI E STRUTTURA DELLE
CERAMICHE DENTALI;

CONFRONTO CERAMICA-RESINA;

LEGHE NOBILI E NON NOBILI PER CERAMICHE DENTALI: cenni.
MATERIALI DA IMPRONTA: classificazione
51
Docente Prof. B. Lucente
CHIMICA
CLASSE V B serale ODONTOTECNICA
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
OBIETTIVI
N
MODULI
1
LE PROPRIETA’
CHIMICOFISICHE DELLA
STRUTTURE DEL
CARBONIO
(richiami e
terminologia)
CHIMICA
ORGANICA-GLI
IDROCARBURI
Conoscere le principali proprietà chimico-fisiche.
Interpretare il comportamento chimico-fisico di un
materiale sulla base delle sue proprietà chimico
fisiche
LEGAMI NEI
COMPOSTI
ORGANICI
ALCANIALCHENIALCHINI
Classificare.i legami ibridi
Descrivere la struttura elettronica dei legami ibridi
Conoscere il comportamento dei legami ibridi
Descrivere la loro formula base
Classificare i gruppi
Descrivere .il loro comportamento
REAZIONI DEGLI
IDROCARBURIREAZIONI DI
ADDIZIONEREAZIONI DI
SOSTITUZIO
GRUPPI
FUNZIONALI
Classificare i polimeri sulla base delle reazioni
Descrivere. I risultati delle differenti reazioni di
addizione e di sostituzione.
7
ACIDI
CARBOSSILICI
Classificare l’acido carbossilico
Descrivere la sua formazione
8
AMMINE E
AMMIDI
Classificare sulla base della sostituzione degli
atomi H;
Descrivere la loro funzione nella costituzione di un
amminoacido
2
3
4
5
Conoscere.l’origine degli idrocarburi
Interpretare
Classificare i diversi gruppi funzionali
Descrivere il comportamento di alcuni gruppi
funzionali
52
Classificare i varii composti organici
Descrivere come si ottengono e si comportano le
principali classi di composti organici
9
PRINCIPALI
COMPOSTI
ORGANICI
CONTENENTI
CARBONIOIDROGENOOSSIGENOAZOTO
10
AMMINOACIDI E Classificare le principali formule degli
amminoacidi.
PROTEINE
Descrivere le proprietà di alcuni amminoacidi – il
significato biologica di proteine, carboidrati, lipidi,
acidi nucleici
11
ACIDI NUCLEICI
DNA
RNA
Struttura doppia elica
Principali basi nella doppia elica
sequenza
53
ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE
“Edmondo De Amicis”
Sede via Galvani n. 6, Roma
PROGRAMMA DI DIRITTO ED ECONOMIA
CORSO SERALE
CLASSE V^ Bse – ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014
Docente: Francesco Paolo Rubbi
- Obiettivi.
Lo studio delle discipline giuridico-economiche, nell’ultimo anno, tende a fornire agli alunni
conoscenze e competenze più ampie e approfondite. Si è posta particolare attenzione al patrimonio
culturale insostituibile per chi si appresta ad entrare nel mondo lavorativo o già ne fa parte. La
formazione della coscienza morale e sociale dell’alunno ha assunto un ruolo primario.
-Programma:
IMPRENDITORE, IMPRESA E AZIENDA
L’imprenditore e sua definizione: art. 2082 c.c.
L’impresa.
L’impresa agricola.
L’Azienda.
La ditta, l’insegna e il marchio.
La ditta individuale.
LE ORGANIZZAZIONI COLLETTIVE
Concetto di autonomia patrimoniale.
Gli organi.
Le persone giuridiche: Le associazioni riconosciute,le fondazioni, le società di capitali.
Gli enti di fatto: le associazioni non riconosciute, i comitati, le società di persone
LE SOCIETA’
Le società in generale.
La società semplice.
La società in nome collettivo.
Le società in accomandita.
La società a responsabilità limitata.
La società per azioni.
La società uni personale.
Le cooperative.
- Metodologia adottata.
Il metodo adottato si è fondamentalmente basato sull’ analisi dei testi attraverso lezioni frontali.
Nella trattazione degli argomenti si è fatto riferimento alla realtà nella quale vivono gli alunni, molti
dei quali lavoratori,, allo scopo di superare le difficoltà legate all’ astrattezza delle norme giuridiche e
per consentire l’ applicazione pratica di quanto appreso.
54
-Mezzi.
Appunti, fotocopie di diversi testi idonei al programma svolto.
- Criteri e strumenti di misurazione e di valutazione degli apprendimenti.
Sono state svolte verifiche orali. Tali verifiche hanno consentito all’ insegnante di valutare i livelli di
comprensione e di apprendimento.
- Criteri di valutazione adottati.
NEGATIVO(da 1 a 3): conoscenza, competenze, capacità nulle o quasi inesistenti. SCARSO (4 – 5):
conoscenze lacunose e superficiali; uso improprio dei termini specifici; esposizione confusa e
disorganizzata. SUFFICIENTE (6): conoscenze e competenze minime; limitata autonomia nel
condurre il colloquio; esposizione chiara ma limitata nella elaborazione personale. DISCRETO (7)
conoscenze precise; effettua collegamenti; usa in maniera appropriata la terminologia specifica.
BUONO (8): conoscenze approfondite; collegamenti logici; elaborazione personale dei contenuti.
OTTIMO (9 – 10): autonomia e approfondimento nella elaborazione dei contenuti; collegamenti anche
fuori dell’ ambito disciplinare; citazione di fonti e testi diversi; uso corretto del linguaggio specifico.
Roma,
L’ insegnante
Francesco Paolo Rubbi
55
IPSIA DE AMICIS ROMA
Via Galvani n.6 00153 Roma
Classe 5B ottica
Anno Scolastico 2013-2014
PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FISICA
Docente: prof.ssa Anna Maria Carmazzi
• Test d'ingresso motorio
• Potenziamento fisiologico generale
• Allenamento alla corsa di resistenza (10 minuti ogni lezione)
• Corsa veloce test di velocità, tecnica, ritmo, coordinazione
• Andature atletiche: skip basso, normale, alto; corsa calciata dietro; saltelli balzi verticali e
orizzontali a piedi pari, con il dx, con il sx in avanti e indietro; galoppo laterale, passo
saltellato; corsa incrociata.
Nello specifico:
1. skip a ginocchia alte avanti (in avanti e indietro)
2. skip a ginocchia dietro (calciata dietro) (in avanti e indietro)
3. skip con gamba dx e sx
4. skip calciato dietro con gamba dx, sx
5. saltelli sul piede dx e sx (in avanti e indietro)
6. saltelli su tutti e due i piedi (in avanti e indietro)
7. saltelli a dx e a sx (in avanti e indietro)
8. corsa a gambe tese (in avanti e indietro)
9. passo saltellato (in avanti e indietro)
10. galoppo laterale a dx e a sx
11. corsa incrociata a dx e a sx
12. accosciata in avanti e indietro
13. saltelli a raccolta accosciata (in avanti e indietro)
14. saltelli in accosciata a dx e sx (in avanti e indietro)
• Forza: esercizi per la cintura addominale attraverso il mantenimento di posizioni statiche
• Rafforzamento: del tronco, degli arti inferiori, degli arti superiori
• Velocità: giochi di reazione motoria; velocità di reazione, velocità gestuale
• Scioltezza articolare: la flessibilità attiva, la flessibilità passiva; stretching
• Coordinazione manuale: oculo-podalica, uso della palla
• Sviluppo del carattere e senso civico: giochi di gruppo, autovalutazione, arbitraggio
• Conoscenza e pratica dell'attività sportiva: pallavolo, atletica, basket (regolamento,
arbitraggio, autovalutazione)
• Test effettuati per la valutazione:
1. corsa di resistenza
2. velocità
3. addominali (sit up in 20 secondi) capacità motoria: forza resistente, addominali, flessori
dell'anca
4. saltelli con la funicella a passo alternato in 15 secondi, coordinazione
5. piegamenti sulle braccia in 15 sec. Forza resistente arti inferiori
6. lancio della palla medica da seduti, capacità motoria: forza veloce arti superiori
7. basket, coordinazione oculo-manuale, 10 tiri liberi
8. salto in lungo da fermo
9. saltelli a dx e a sx del tappeto in 15 sec., capacità motoria: forza resistente, arti inferiori
10. salto in alto da fermo
56
Ogni test è stato eseguito per tre volte in giorni diversi
• Cenni generali di anatomia e fisiologia dei principali apparati del corpo umano:
locomotore, cardiocircolatorio, respiratorio e sistema nervoso
Roma, 23 aprile 2014
Gli alunni L'insegnante
Prof.ssa Anna Maria Carmazzi
57
PROGRAMMA DI RELIGIONE
A.S. 2013-20114
Prof. Norelli Antonio
1 L’amore come Arte
2 Il matrimonio nella Bibbia
3 Il matrimonio nel Codice di Diritto Canonico
4 Convivenza e unioni di fatto
5 La ricerca della pace nel mondo
6 Il cristianesimo (Cattolici. Ortodossi, Protestanti, Anglicani)
7 Le grandi religioni monoteiste:
- Ebraismo
- Cristianesimo
- Islamismo
8 Le principali religioni nel mondo
- Induisno
-Buddhismo
9 Tematiche a confronto nelle diverse religioni.
Aborto, Aldilà, ambiente e rispetto del creato, cibo e regole alimentari, donna, male e sofferenza 58