Abitare sostenibile

Abitare sostenibile
Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili.
In questo numero
■ E' necessario ripensare il mercato residenziale nel suo complesso, attraverso un mutamento di paradigma
all’interno del quale il bene casa recuperi un ruolo funzionale di sviluppo della società e vengano concepite
soluzioni che sappiano rivolgersi ad uno spettro di destinatari variegato e comprensivo anche dell’area di disagio
abitativo. Cassa Depositi e Prestiti ha fornito un quadro delle caratteristiche più rilevanti del comparto dell’edilizia
sociale in Italia, rilevando come l’esperienza dei fondi immobiliari possa rappresentare lo strumento per individuare
best practice sul territorio in termini sia di processo (strutture finanziarie per la realizzazione delle opere, anche
attraverso una maggior ricorso alle forme partenariali), sia di prodotto (migliori progetti dal punto di vista della
qualità della produzione edilizia con una particolare attenzione agli aspetti ambientali, energetici e sociali).
E' da sottolineare la permanenza di un ampio ventaglio di criticità, la cui risoluzione è alla base di un rilancio del
settore. In particolare: il raccordo tra il ruolo di Stato, Regioni ed Enti locali per dare risposte tempestive ed efficienti;
l’individuazione di un budget per sovvenzioni e compensazioni in linea con quello dei principali Paesi europei;
l’effettivo sviluppo di progetti di ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente rispetto alle
nuove costruzioni; la maggiore attenzione verso il mercato degli affitti, vero nodo per ridare liquidità al mercato.
■ IL Consiglio dei Ministri recepisce la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica: respinta dal Governo la
stabilizzazione dell’ecobonus 65%; ok alla riqualificazione energetica degli immobili della P.A. La Direttiva prevede
l’elaborazione di un documento strategico per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali
pubblici e privati; la riqualificazione energetica annua del 3% della superficie degli immobili della P.A. centrale dello
Stato; la riduzione dell’1,5% annuo del volume delle vendite di energia. Per capire a che punto si è in Europa a 6
mesi dal recepimento della Direttiva, il BPIE (Buildings Performance Institute Europe) ha redatto un report intitolato
"Setting the 3% target for public buildings renovation".
Concessione di contributi a fondo perduto per progetti di efficientamento e/o produzione di energia da FER sugli
edifici delle amministrazioni comunali delle Regioni Convergenza, attraverso l’acquisto e l’approvvigionamento di
beni e servizi tramite il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). È la nuova iniziativa del POI
Energia che lancia l’Avviso pubblico CSE - Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica, mettendo a
disposizione 15 milioni di euro, a valere sulle linee di attività 1.3 e 2.7 del POI Energia
■ Politiche abitative: Edilizia sociale: il punto nel Rapporto della CDP; Disagio abitativo:
approvazione del decreto morosità incolpevole dalla Corte dei Conti; Riqualificazione edilizia: proposte dell'Associazione produttori di laterizi - Notizie dai territori: Lombardia alloggi
sociali in cambio di attività di volontariato a Milano; Lombardia: lotta all'abusivismo nell'ERP;
Puglia: l'assessore all’ERP scrive ai Prefetti sugli sfratti; Umbria: nuovi bandi comunali per
l’assegnazione di alloggi ERP.
■ Abitare sostenibile: Risparmio energetico: Ecobonus 65%, Faq 35 dell’Enea; D.lgs di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, via libera del Consiglio dei
Ministri; Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica, nuova iniziativa del POI Energia;
Certificazione energetica: Guida alla normativa del Consiglio del Notariato; Finanza alleata
con progettisti e mondo delle costruzioni, posizione di GBC Italia; Capitale verde europea Notizie dai Territori: Campania: finanziamenti per Infrastrutture e risparmio energetico;
Lombardia: ECOndominio per riqualificazione energetica del patrimonio.
■ Studi e ricerche - XVI Conferenza Europea Fondazione Debenedetti”: ricerca "Housing,
Real Inequality and Mobility” e rapporto "At the margins. Homelessness and Social Exclusion
in an International Perspective"; Riqualificazione edifici pubblici nell'Ue, report "Setting the 3%
target for public buildings renovation" di BPIE (Buildings Performance Institute Europe).
■ Buone pratiche di innovazione sostenibile: Lombardia: Residenze Carlo Erba a Milano
Politiche abitative
newsletter 13 - 2014
La Newsletter si articola nell’approfondimento di quattro sezioni tematiche: le sezioni Politiche Abitative e Abitare Sostenibile dii cui si
evidenziano le news a carattere nazionale e
regionale, la sezione Studi e Ricerche che
seleziona i report relativi ai temi precedenti e
la sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile, che mostra esempi di realizzazioni
sostenibili.
Politiche abitative
Social Housing, il punto nel Rapporto della CDP
Il sistema integrato dei fondi
immobiliari, pur costituendo un
esempio di successo, non può
rappresentare una risposta
esaustiva alla questione abitativa.
È quanto si legge nel report elaborato dalla Cassa depositi e prestiti,
che fornisce un quadro delle caratteristiche più rilevanti del comparto
dell’edilizia sociale in Italia. L'housing sociale, concentrandosi su un
target di destinatari in condizioni
reddituali non precarie e prevedendo la corresponsione di canoni inferiori rispetto a quelli di mercato ma
determinati in considerazione della
sostenibilità economico-finanziaria
delle iniziative, si rivolge prevalentemente alla cosiddetta area grigia e
non a quella fascia della popolazione la cui domanda necessita di interventi più ampi e articolati da parte
di Amministrazioni centrali e locali.
Il panorama italiano
L'edilizia
sociale
costituisce
un'opportunità all’interno di un panorama italiano dell’offerta abitativa residenziale pubblica caratterizzato da
una progressiva riduzione delle risorse statali, dall’abbandono di politiche strutturali a favore di interventi
straordinari e dal trasferimento delle
competenze attuative alle Regioni.
In questo contesto, a fronte di una
media europea di alloggi sociali sul
totale dello stock in affitto pari a circa il 25% nel 2008, l’Italia si collocava al di sotto del 5%. Con un fabbisogno abitativo in crescita, approssimabile in oltre 600 mila domande
nelle graduatorie, la strategia della
valorizzazione del patrimonio, declinata prevalentemente come dismissione, ne aveva ridotto la consistenza di oltre il 20%, a circa 850 mila
alloggi gestiti.
Inefficienze di gestione e vendita
non hanno consentito, inoltre, di alimentare processi che potessero generare le risorse sufficienti a garantire abitazioni a prezzi sostenibili per
le diverse fasce della popolazione
interessate
dalla
difficoltà
di
misurarsi col mercato immobiliare.
Il Piano di edilizia abitativa
A fronte della necessità di predisporre una risposta a un fenomeno che,
emerso sotto forma di disagio, si è
trasformato in un’emergenza, il “Piano nazionale di edilizia abitativa” ha
rappresentato – sottolinea il rapporto - un primo punto di svolta, almeno
in termini di approccio: stanziamenti
a livello centrale e un nuovo paradigma per la selezione degli interventi hanno incentivato il coinvolgimento di investitori privati e la mobilitazione dei diversi livelli di governo,
in un’ottica di partenariato pubblicoprivato volta alla realizzazione di
alloggi sociali. Contemporaneamente, si è iniziata a delineare
l’opzione del social housing.
Ritardi a livello regionale
A dispetto della natura emergenziale, tuttavia, la stessa Corte dei Conti
rileva come l’implementazione territoriale del piano di interventi pianificato nel 2008-2009 sia stata
tutt’altro che rapida: la farraginosità
dei processi amministrativi, l’estrema eterogeneità territoriale nel recepimento della normativa nazionale e
la mancanza di una regia a livello
centrale hanno impedito, di fatto,
l’individuazione di un minimo comun
denominatore con riferimento agli
aspetti progettuali ed economicofinanziari degli interventi, rallentandone l’attuazione.
Fondo Investimenti per l'Abitare
Negli ultimi anni, con l’approvazione
delle graduatorie finali delle proposte e con il decollo dell’operatività
del Fondo Investimenti per l'Abitare
(FIA) si è assistito, tuttavia, ad una
più compiuta definizione degli impegni di investimento, dell’individuazione dei progetti e, almeno in parte,
della realizzazione degli alloggi.
Le criticità
Il report di Cdp rileva la permanenza
di un ampio ventaglio di criticità, la
cui risoluzione è alla base di un autentico rilancio del settore. In particolare: ■ il raccordo più efficace tra
il ruolo di Stato, Regioni ed Enti locali per dare risposte tempestive ed
efficienti; ■ l’individuazione di un
budget per sovvenzioni e compensazioni in linea con quello riservato
al settore dai principali Paesi europei; ■ l’effettivo sviluppo di progetti
di ristrutturazione e valorizzazione
del patrimonio immobiliare esistente
rispetto alle nuove costruzioni; ■ la
maggiore attenzione verso il merca-
to degli affitti, vero nodo per ridare liquidità al mercato.
Il nuovo Piano Casa (L. 80/2014)
Una prima risposta ad alcuni di questi temi sembra provenire dalle nuove misure appena varate dal Governo - Legge n. 80/2014 - finalizzate a
sostenere gli affitti a canone concordato, favorire il recupero e la razionalizzazione degli alloggi pubblici
esistenti e sostenere l’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale.
L'esperienza dei fondi immobiliari
Con queste premesse, l’esperienza
dei fondi immobiliari può rappresentare lo strumento per individuare le
best practice sul territorio in termini
sia di processo - le strutture finanziarie per la realizzazione delle opere, anche attraverso una maggior ricorso alle forme partenariali - sia di
prodotto, i migliori progetti dal punto
di vista della qualità della produzione edilizia con una particolare attenzione agli aspetti ambientali, energetici e sociali.
Secondo la Cassa Depositi e Prestiti, è necessario ripensare il mercato
residenziale nel suo complesso, attraverso un autentico mutamento di
paradigma all’interno del quale il
bene casa recuperi un ruolo funzionale di sviluppo della società e vengano concepite soluzioni che, senza
stridere con le esigenze della finanza pubblica, sappiano rivolgersi ad
uno spettro di destinatari variegato e
comprensivo anche dell’area di
disagio abitativo.
Dalla Corte dei Conti approvazione a decreto morosità incolpevole
La Corte dei Conti ha
finalmente approvato e
registrato il decreto
ministeriale di riparto delle
risorse del fondo destinato agli
inquilini morosi incolpevoli,
sbloccando così 35,7 milioni
euro per l’anno 2014.
L'annuncio è stato effettuato dal ministro delle infrastrutture, Maurizio
Lupi, durante un question time alla
Camera. L’utilizzo del fondo era appunto vincolato all’emanazione del
decreto, il cui ritardo rischiava di
portare al mancato utilizzo degli
stanziamenti, con conseguenze gravi per migliaia di inquilini in attesa di
un sostegno da parte dello Stato.
Con la prossima pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale il provvedimento
diventerà operativo. Il Ministro ha affermato che "sarà anche immediatamente operativa la dotazione finanziaria 2014 pari al 30% dei fondi a
disposizione per quelle Regioni già
intervenute sul problema mentre il
rimanente 70% sarà ripartita sulle
altre Regioni".
E' da evidenziare che gli ultimi dati
del Ministero dell'Interno sulle procedure di sfratto, hanno messo in
luce quello che CGIL e SUNIA hanno definito “un vero e proprio bollettino di guerra che impone l'accelerazione nell'attuazione delle misure di
spesa”.
Secondo i dati, nel 2013 gli sfratti
per morosità sono stati 65.302, con-
tro i 60.244 del 2012, e rappresentano l'89% del totale degli sfratti
emessi.
Ben 22 province italiane, infatti, hanno registrato incrementi degli sfratti
per morosità superiori al 20%: tra
queste Napoli con il 22%, Catania
con il 26%, La Spezia con il 43%.
Roma è di gran lunga la città con il
più alto numero di sfratti per morosità: sono 7.042, in aumento del 14%
rispetto ai 6.191 dell'anno precedente. Seguono Milano e Napoli.
Più investimenti nell'edilizia residenziale pubblica
In Italia, su 7 milioni di edifici, il
55% ha più di quarant’anni.
Questi sono spesso poco sicuri e
soggetti a notevole dispersione
energetica: consumano di media
il triplo rispetto alle nuove
costruzioni efficienti, sia per il
tipo di materiali utilizzati che per
ragioni progettuali.
Intervenire sull'esistente e riqualificare quanto esiste è quello che ha
proposto ANDIL, Associazione produttori di laterizi, in occasione
dell'Assemblea generale congiunta
con la federazione europea TBE, incentrata proprio sul tema: "L’Europa
da costruire". HA affermato come
sia il momento di intervenire per
dare nuovo valore al nostro
patrimonio immobiliare, la maggiore
ricchezza degli italiani e dell’Italia.
La soluzione proposta è “ricostruire
l’esistente”, se necessario abbattendo per ricostruire ex novo, all’insegna della sostenibilità e della sicurezza, ovvero, della durabilità dei sistemi edilizi e delle loro prestazioni,
in particolare sia quelle antisismiche
che di maggiore efficienza energetica. In questo modo, oltre a dare
nuovo valore agli immobili, si avrebbero ricadute positive per l’ambiente, sottraendolo al degrado e non
consumando ulteriormente il territorio. La diffusione di questa pratica
riattiverebbe, inoltre, l’industria delle
costruzioni, traino per l’intera economia. A sostegno di un piano sicuramente ambizioso, ma ormai ineludibile sono necessari investimenti
pubblici e politiche che stimolino la
responsabilità di ogni proprietario.
Sulla stessa linea anche Presidente
TBE: ”In Italia, a differenza di Paesi
come Germania e Regno Unito,
non si costruisce in quantità sufficiente per rispondere ai bisogni di
ammodernamento dell’edilizia residenziale e pubblica. Nel progetto
più ampio di ricostruire l’esistente, è
importante che il Governo italiano si
concentri anche su un rilevante intervento a supporto di un vasto piano di edilizia sociale, per sostenere
le categorie meno abbienti e dare,
così, nuova spinta alla ripresa economica generale. Ogni euro pubblico investito nell’edilizia, infatti, genera un immediato effetto leva, stimolando ulteriori investimenti, pubblici e privati, per più di 60 centesimi, con conseguente rilevante incremento dell’occupazione. L’Europa ha bisogno di ripartire proprio
dal mercato interno, per coniugare
le esigenze di sviluppo e di occupazione con il rinnovamento del nostro patrimonio immobiliare: maggiore sicurezza, qualità, salubrità e
comfort abitativo, nel rispetto delle
risorse e dell’ambiente”.
Sono state indicate una serie di mi-
sure propedeutiche per la riuscita
del piano “ricostruire l’esistente”: le
detrazioni fiscali e la diminuzione
delle imposte sulla casa, la semplificazione burocratica, lo sblocco dei
pagamenti e le facilitazioni per
l’accesso al credito e per l’acquisto
della prima casa. E' stato rilevato
come manchino le condizioni socioeconomiche per ripartire di slancio.
E' necessario che il Governo sostenga anche fiscalmente i processi
di riqualificazione urbana, favorendo
la “rottamazione dei vecchi fabbricati”. Nel frattempo, bisogna ridimensionare le imposte sulla casa,
che gravano come un macigno sul
mercato immobiliare. È ritenuto altrettanto rilevante, semplificare la
burocrazia e facilitare l’accesso al
credito per aziende e imprese. In
aggiunta a questi interventi è indispensabile istituire un fondo di garanzie per l’acquisto della prima
casa, a vantaggio delle fasce deboli
della popolazione”.
Lombardia: a Milano alloggi sociali in cambio di attività di volontariato
Politiche abitative: dai territori
Nel Comune di Milano prende il via il progetto "Ospitalità solidale": piccoli appartamenti a canone agevolato saranno consegnati a giovani tra i 18 e 30 anni, a patto che questi si rendano disponibili per servizi di volontariato
nell'area di vicinato (contrasto alla solitudine per anziani soli, supporto scolastico per bambini, uso condiviso di
spazi comuni). Il progetto viene attuato dall'amministrazione comunale milanese anche al fine di dare una
risoluzione al nodo dell'assegnazione degli alloggi popolari da tempo sfitti all'interno del territorio comunale
(quartieri di Ponti e Cà Granda-Monterotondo). I finanziamenti statali per il piano ammontano a circa 430mila
euro, sono erogati dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e consentiranno
inoltre interventi di ristrutturazione degli spazi.
Il bando sarà aperto fino al 7 agosto. Sono ammessi alla graduatoria giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni:
studenti, ricercatori, studenti-lavoratori, lavoratori precari (contratti di stage, formazione, apprendistato, a tempo
determinato, a progetto, oppure con ritenuta d'acconto occasionale) con esclusione per giovani assunti a tempo
indeterminato. La selezione sarà effettuata a partire da settembre, dopo la pubblicazione di graduatorie, attra verso colloqui effettuati da una commissione composta da membri di Arci, Dar Casa e Coop sociale Comunità
Progetto (le tre organizzazioni che sovrintendono il piano). L'affitto si assesterà su 300 euro mensili ed i ragazzi
assegnatari potranno fruire di un percorso di orientamento all'autonomia lavorativa ed abitativa.
Lombardia: lotta all'abusivismo nell'ERP
Lotta all'abusivismo ed assegnazione immediata degli alloggi ancora sfitti sono i due obiettivi prioritari del piano
di risanamento che l'Aler di Milano ha consegnato nei giorni scorsi. Il piano, come comunicato dall'assessorato,
dovrà essere lo strumento che aiuterà l'Aler a uscire da un'evidente situazione di difficoltà economica, contenendo “ottimizzazione dei costi, recupero dei crediti che Aler ancora vanta, rinegoziazione di mutui e dismissione
delle società controllate. Ovviamente il punto centrale del piano alloggia intorno al compito di contribuire
all'assegnazione rapida dei tanti (probabilmente ancora troppi) alloggi ancora sfitti nel territorio lombardo”
Voci dissonanti sono giunte dai consiglieri regionali Pd, i quali ritengono che questo strumento necessiti di risor se adeguate, non previste in questo momento, per poter dare, in tempi brevi, adeguate risposte alle persone in
attesa di una casa pubblica e si impegnano, in occasione della discussione dell'assestamento di bilancio, a
chiedere alla Giunta di individuare un apposito fondo-risorse proprie con le quali finanziare questo strumento.
Puglia: l'assessore all’ERP scrive ai Prefetti sugli sfratti
La vicepresidente e assessore all’Assetto del Territorio ha scritto ai Prefetti per sollecitare le istituzioni
competenti a rafforzare il proprio impegno per alleviare il dramma delle tante famiglie e persone coinvolte,
mettendo in atto con celerità ed efficacia tutte le misure previste dalla legge 80/2014 che, tra l'altro, ha
incrementato la dotazione del Fondo per la morosità incolpevole fino al 2020, assegnando 15,73 milioni per il
2014, ancora da ripartire fra le Regioni, che si aggiungono ai 20 previsti dalla 124/2013.
Un maggiore impegno dei Comuni è essenziale sia in ragione di quanto previsto dalle recenti norme statali in
materia sia alla luce dello scarso riscontro avuto dal bando regionale sul fondo affitti, di cui alla deliberazione di
2199/2013, che prevede una quota premialità riservata alla morosità incolpevole nei 70 Comuni ad alta tensione
abitativa: solo 21 sono, infatti, i Comuni che hanno aderito.
La Barbanente, infine, ha chiesto alle Prefetture i dati aggiornati per singolo Comune sui provvedimenti esecutivi, per poter aggiornare l’elenco dei Comuni a elevata tensione abitativa di cui alla Delibera Cipe 87/2003, al fine
di renderlo maggiormente aderente alle condizioni socio-economiche e abitative dei diversi contesti.
Umbria: nuovi bandi comunali per l’assegnazione di alloggi ERP
A distanza di quattro anni dagli ultimi pubblicati, i comuni dell’Umbria sono pronti con i nuovi bandi per l’assegna zione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Sono stati presentati i nuovi modelli, con la notizia che i bandi
comunali saranno divisi in tre scaglioni. Numerosi comuni, tra cui Assisi, Bettona, Massa Martana, Montefalco,
Monteleone di Spoleto, Nocera Umbra, Perugia, Terni, Todi e Umbertide, già pronti perchè hanno approvato il
nuovo regolamento, addirittura hanno annunciato di farlo entro il prossimo 30 giugno. Tutti gli altri comunque lo
faranno tra il primo ed il 30 settembre.
Le modifiche, entrate in vigore nell’ottobre del 2012, hanno riguardato l’introduzione del concetto di “alloggio
sociale” e di “servizio abitativo”; l’adozione del sistema ISEE per verificare la capacità economica dei nuclei
familiari; l’equiparazione dei cittadini italiani, dell’Unione europea ed extracomunitari nell’accesso ai benefici,
come stabilito da una sentenza della Corte costituzionale ed infine le modifiche in materia di assegnazione e
gestione degli alloggi a canone sociale, relativamente ai tempi e alle modalità di assegnazione, alla composizione
delle Commissioni comunali, ai subentri, alla mobilità dell’utenza, ecc.In particolare, in materia di edilizia a
canone sociale, la legge stabilisce, a grandi linee i requisiti di accesso ai bandi pubblici per l’assegnazione ed i
criteri per la formazione delle graduatorie e prevede che la relativa disciplina attuativa sia contenuta in un
regolamento regionale, in base al quale poi i Comuni approvano i propri regolamenti, nei quali, tra l’altro, possono
prevedere condizioni di disagio aggiuntive rispetto a quelle previste dalla Regione ed i relativi punteggi, fino ad un
massimo di ulteriori 4 punti, per adeguare il bando alle esigenze del proprio territorio ed indicano il procedimento
di formazione delle graduatorie, provvisorie e definitive ed i criteri e le procedure per la scelta dell’alloggio, la
relativa consegna, l’eventuale rinuncia e i termini per l’occupazione.
Abitare sostenibile
Ecobonus 65%, Faq 35 dell’Enea su cumulabilità delle detrazioni
L’Enea ha chiarito quando
l'Ecobonus 65% è cumulabile con
altri incentivi.
Ad introdurre questa regola è stato
l’art. 6, comma 3, del D.lgs
115/2008, abrogato dall’art. 28,
comma 5, del D.lgs 28/2011. Ciò
significa, che dal 3 gennaio 2013 le
detrazioni fiscali del 55% (portate al
65% dalla Legge 90/2013) sono
compatibili con gli incentivi disposti
da Regioni, Province e Comuni. E'
necessario verificare prima che i bonus riconosciuti a livello locale prevedano la cumulabilità con l’Ecobonus e che questo sia calcolato sulla
parte di spesa residua rimasta a carico del contribuente, cioè sulla
somma che non ha beneficiato della
detrazione regionale o locale.
Al contrario l’Ecobonus 65% non si
può sommare agli incentivi previsti
da altre disposizioni di legge nazionali per gli stessi interventi di efficientamento energetico, come il
Conto Energia e le detrazione del
50% per ristrutturazione.
Decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2012/27/UE
Via libera del Consiglio dei
Ministri al D.lgs di recepimento
della Direttiva 2012/27/UE
sull’efficienza energetica.
Non è passata la messa a regime
delle detrazioni fiscali per l’efficienza
energetica richiesta dalle Commissioni parlamentari che, si legge nella
relazione, necessitano di una più
adeguata valutazione delle coperture e una più ampia ridefinizione del
perimetro degli interventi .
Si prevede che l’ENEA predisponga
ogni 3 anni una proposta per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali, pubblici e privati, anche per aumentare il
numero di Edifici a Energia Quasi
Zero di cui al Dlgs 192/2005.
A partire dal quest’anno, fino al
2020, si dovrà procedere alla riqualificazione energetica di almeno il 3%
della superficie coperta degli edifici
di proprietà della pubblica amministrazione centrale. Le Commissioni
di Camera e Senato chiedevano di
estendere quest’obbligo al patrimonio edilizio di Regioni ed enti locali,
proposta non accolta.
Gli interventi devono basarsi su una
diagnosi energetica o seguire quanto indicato nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) e, tra i criteri
per l’individuazione delle priorità, invece del contratto di rendimento
energetico, si deve utilizzare il finanziamento tramite terzi. Al raggiungimento dell’obiettivo annuo devono
collaborare gli occupanti degli edifici, con misure organizzative e comportamentali di consumo energetico.
Alla riqualificazione energetica degli
edifici pubblici sono destinati 30 mln
di euro per il 2014 e 2015, a cui
possono aggiungersi altri 25 fino al
2020, 50 provenienti dalle aste delle
quote di emissione di CO2 e altri
fondi ministeriali.
Si prevede che siano messi a punto,
a livello nazionale, regimi di qualificazione, accreditamento e certificazione dei soggetti operanti nel setto-
re dei servizi energetici. A tal fine
Accredia, entro il 31 dicembre 2014,
dovrà definire e sottoporre ai Ministeri dello sviluppo economico e
dell’ambiente, schemi di certificazione e/o di accreditamento per la
conformità alle norme tecniche in
materia di ESCO, esperti in gestione
dell’energia, sistemi di gestione
dell’energia e diagnosi energetiche.
E' stata cancellata la norma che
equiparava l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) ad una diagnosi energetica nel settore civile conforme all’allegato 2.
Infine, è istituito il Fondo nazionale
per l’efficienza energetica, diviso in
due sezioni: uno per la concessione
di garanzie, l’altro per l’erogazione
di finanziamenti per interventi di efficienza energetica realizzati anche
attraverso le ESCO e attraverso forme di partenariato
pubblico-privato, società di progetto e/o
di scopo appositamente costituite.
Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica,
La nuova iniziativa del POI
Energia lancia l’Avviso pubblico
CSE - Comuni per la Sostenibilità
e l’Efficienza Energetica,
mettendo a disposizione 15 mln
di euro, a valere sulle linee di
attività 1.3 e 2.7 del POI Energia.
I contributi finanziano interventi per
un valore che non può essere inferiore a 40.000,00 euro Iva esclusa;
superiore alla soglia di rilevanza comunitaria di cui all’art. 28, c. 1, lett.
b) del D.Lgs. 163/2006, di volta in
volta vigente alla data di emissione
della Richiesta di Offerta (RDO) e
attualmente pari ad 207.000,00
euro, oltre Iva.
È possibile attivare la Richiesta di
Offerta (Rdo) tramite il MePA a partire dal 4 luglio 2014, per l’acquisto e
l’approvvigionamento di beni e servizi proposti dai fornitori abilitati
all’interno del MePA in riferimento al
bando di abilitazione “Fonti rinnovabili ed efficienza energetica”.La RdO
dovrà fare riferimento a beni e servizi rispondenti alle caratteristiche,
agli obiettivi ed alle finalità indicate
nella diagnosi energetica dell’edificio su cui si intende realizzare
l’intervento, previamente effettuata
dal Comune (per approfondimenti
sulle diagnosi energetiche, leggi le
FAQ sul sito POI - Energia). Il finanziamento è nella forma del contributo a fondo perduto fino al 100% del
costo ammissibile.
Le richieste potranno essere presentate dal 21 luglio 2014; i contributi saranno assegnati sulla base di
una procedura a sportello, nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze e fino ad
esaurimento delle risorse disponibili.
Dai Notai la guida alla normativa sulla certificazione energetica
Con la Guida operativa 2014, il
Consiglio Nazionale del Notariato
ha aggiornato il precedente Studio 657-2013/C, a seguito
dell’entrata in vigore del DL
145/2013 convertito nella Legge
9/2014
Il documento ripercorre l’evoluzione
normativa della certificazione energetica, dal Dlgs 192/2005 che recepiva la Direttiva 2002/91/CE relativa
al rendimento energetico nell’edilizia, fino al DL 63/2013, che ha recepito la Direttiva 2010/31/UE. La normativa nazionale - sottolinea il Notariato - dovrà essere coordinata ed
integrata con la normativa emanata
a livello regionale, se ed in quanto
emanata e adeguata alla Direttiva
2010/31/UE.
Una novità rilevante è la soppressione dell’Attestato di Certificazione
Energetica (ACE) e la sua sostituzione con l’Attestato di Prestazione
Energetica (APE), “il documento, redatto e rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la
prestazione energetica di un edificio
attraverso l'utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccomandazioni
per il miglioramento dell'efficienza
energetica”.
Il documento spiega la funzione
dell’Attestato di Qualificazione Ener-
getica (AQE) - strumento di controllo
‘ex post’ del rispetto, in fase di costruzione o ristrutturazione degli edifici delle prescrizioni volte a migliorarne le prestazioni energetiche.
Gran parte dello Studio è dedicata
agli obblighi di allegazione, dotazione, consegna e informativa dell’APE
nelle compravendite, contratti di affitto e altri trasferimenti di immobili,
e alle relative sanzioni. Un capitolo
è dedicato ai certificatori energetici:
requisiti, percorsi formativi, procedure di accreditamento.
Finanza alleata con progettisti e mondo delle costruzioni
Il mondo dell'edilizia sta
cambiando ed è destinato nei
prossimi anni ad affrontare delle
sfide ambiziose anche in
relazione agli obiettivi energetici
e ambientali europei.
Su questi temi si è espresso il neo
eletto presidente del Consiglio
d’Indirizzo di GBC Italia, Gianni
Silvestrini, che ha parlato di come
ciò porterà ad una trasformazione
del mercato, sia sul nuovo, ma
soprattutto sull'esistente. Il GBC
rappresenta una realtà in grado di
innalzare la qualità di questa
trasformazione. E' quindi una sfida
che permetterà sia di interagire con
le istituzioni per spingere verso la
qualità energetica ambientale, sia
con il mondo delle costruzioni che
deve cogliere questa opportunità. La
cosa più importante per noi sarà
però supportare le imprese per
favorire l'edilizia sostenibile.
Il settore della riqualificazione energetica in edilizia sta infatti acquisendo un'importanza sempre maggiore
nella roadmap verso gli obiettivi europei e verso un futuro più sostenibile, ma per favorirne uno sviluppo
sempre più pervasivo è fondamentale creare sinergie sempre più radicate tra il mondo della finanza, del
sistema immobiliare, dei progettisti e
delle costruzioni.
Ci sono due passaggi importanti:
dimostrare l'applicabilità di riqualificazioni spinte di un edificio, ma anche di interi quartieri e vedere le
cose già fatte in giro per il mondo.
Inoltre la finanza innovativa: non bastano gli strumenti che abbiamo (es.
detrazioni fiscali) e ci sono a livello
internazionale esperienze interessanti: in particolare la possibilità di
avere subito il capitale per gli interventi e in seguito
restituire le risorse
man mano che riduco i consumi.
Capitale verde europea
Lubiana, capitale della Slovenia,
ha vinto il premio Capitale verde
europea per il 2016.
Lubiana ha ricevuto il riconoscimento per la sensibilizzazione ambientale tra i suoi cittadini, per la sua strategia di sostenibilità “Vision 2025”,
per una serie di misure verdi in campo urbanistico realizzate negli ultimi
dieci anni e per la sua eccellente
rete di trasporto.
Il premio Capitale verde europea è
conferito ad una città europea che
ha dimostrato un impegno consolidato nel raggiungere elevati standard ambientali, si è impegnata al
raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale e lo sviluppo
sostenibile, già conseguiti, ed altri
per il futuro cerca di raggiungere.
Lubiana ha compiuto progressi significativi nel settore degli appalti
verdi, che è stato attuato per il 70%
di tutti gli acquisti in città. Riguardo
ai trasporti Lubiana è cambiata radicalmente negli ultimi dieci anni,
spostando
l'attenzione
ad
al
alternative ecofriendly.
Nel 2013, Lubiana ha modificato il
flusso di traffico all'interno della città
per limitare il traffico privato e dare
priorità ai pedoni, ai ciclisti ed al trasporto pubblico. L’uso della bicicletta è in forte crescita, con oltre 1,6
milioni di viaggi tramite il sistema di
bike sharing del 'BicikeLJ' iniziato
dal 2011. Gli obiettivi adottati nel
2012 riguardo ai trasporti prevedono
di arrivare al 2020 a far sì che trasporti pubblici, traffico non motorizzato e veicoli privati rappresentino
ciascuno quote di un terzo del totale
degli spostamenti in città.
Campania: oltre 15 milioni per Infrastrutture e risparmio energetico
Abitare sostenibile: dai territori
Sono stati consegnati ai sindaci di 11 Comuni campani i decreti dei progetti ammessi a finanziamento, nell’ambito
degli interventi di accelerazione della spesa dei Fondi strutturali europei, per uno stanziamento di circa 15 milioni
e 400mila euro. I progetti sono i seguenti:
• intervento di redazione del Paes (Piano di azione energia sostenibile) ai Comuni di Castellammare di Stabia
(NA) € 240.000; Giugliano (NA) € 480.000; San Valentino Torio (SA) € 163.509,28; Sessa Aurunca (CE) €
175.000; Trentola Ducenta (CE) € 170.000;
• lavori di completamento area PIP, "Borgo degli Artigiani" al Comune di Castel Morrone (CE) € 585.486,01;
• lavori di completamento delle urbanizzazioni primarie in area PIP, al Comune di Eboli (SA) € 3.006.682,18;
• intervento di infrastrutturazione dell'area PIP di Oschito – I° lotto, al Comune di Valle di Maddaloni (CE) €
4.840.437,84;
• lavori di riqualificazione ed efficientamento energetico dell’edificio scolastico comunale e della Casa comunale
integrati con impianti per la produzione di energia rinnovabile al Comune di Parolise (AV), € 1.499.740;
• progetto di costruzione “Opificio incubatore d’impresa” all’interno del PIP di località Crocevia, Comune di
Sturno (AV), € 930.000;
• Lavori di completamento e potenziamento delle aree Pip di proprietà comunale – località Casilina, Comune di
Conca della Campania (CE), € 3.100.000.
Lombardia: ECOndominio per riqualificazione energetica del patrimonio
Si è conclusa con successo la prima Campagna Istituzionale di diagnosi energetica gratuita dei condomini con
impianto centralizzato della Provincia di Milano, promossa da Regione Lombardia, Provincia di Milano, Infoener gia, ANACI Milano, con la partnership tecnica di ECOndominio®. La campagna ha offerto 100 Diagnosi Energe tiche che hanno portato a 10 interventi di efficientamento energetico già effettuati, che garantiranno un risparmio
in bolletta pari a 11.451 €/anno a condominio e hanno tagliato le emissioni inquinanti di 230 tonnellate. Il
riscaldamento domestico è la seconda causa di inquinamento in città, nei condomini con impianto centralizzato
rappresenta quasi il 70% della spesa condominiale e fino al 50% dell’energia acquistata per il riscaldamento
viene sprecata a causa di edifici male isolati e impianti obsoleti ed energivori. La diagnosi energetica è l’unico
strumento che permette di conoscere le cause dello spreco, le criticità del sistema impianto e di intervenire per
migliorare l’efficienza energetica del condominio.
Le 100 diagnosi energetiche realizzate sono state redatte secondo norma UNI TS 11300 1-2-4 dal personale di
ECOndominio, che ha affiancato gli amministratori e i condomini per tutto il percorso. I risultati sono stati presen tati in assemblea condominiale a oltre 2.680 famiglie. Se ciascun condominio analizzato realizzasse un interven to di efficientamento come suggerito dalla Diagnosi, si potrebbero tagliare 1.891 tonn/anno di CO2 (con una me dia di 23 ton/annue a condominio) con un conseguente risparmio in bolletta del 31% all’anno per ogni famiglia
(pari a 11.451 €/anno a condominio).
I 10 interventi di efficientamento sono stati realizzati con Contratto di rendimento energetico EPC - in formula
auto liquidante - che permette di realizzare interventi a rata condominiale invariata, con garanzia decennale della
prestazione e con un reale risparmio in bolletta. Gli interventi realizzati hanno già tagliato 230 ton/anno di
emissioni inquinanti, oltre ad avere ridotto del 30,4% la spesa media annua (10.176 €/anno per condominio).
I risultati della campagne sono stati presentati nel corso del convegno "Riqualificazione energetica del patrimonio
edilizio esistente: dalla diagnosi energetica al piano di intervento con sistema EPC e formule di finanziamento
dedicate al condominio” dove sono stati approfonditi il tema degli obblighi e delle opportunità derivanti dalla
Riforma del Condominio e dalle normative locali (obbligo di imminente scadenza per l’installazione di valvole
termostatiche e sistema di contabilizzazione, obbligo di costituzione di un fondo per i lavori straordinari, Contratto
di Rendimento Energetico quale unico strumento che consente di realizzare un intervento di efficientamento
energetico tutelante nel rispetto del complesso quadro normativo attuale) e le modalità di realizzazione
dell’intervento di efficientamento energetico attraverso le migliori opportunità presenti sul mercato (garanzia
decennale della prestazione del nuovo sistema energetico, come si ottiene un intervento di efficientamento a
costo zero grazie al risparmio unito alle detrazioni fiscali, le speciali formule di finanziamento che non richiedono
firma dei condòmini o garanzie fidejussorie, il monitoraggio e le assicurazioni decennali Kasko). E' stato
sottolineato come, secondo le ultime stime disponibili, in Italia siano presenti oltre 740.000 condomìni
centralizzati da riqualificare in cui circa il 50% della spesa per il riscaldamento viene sprecato per colpa di edifici
obsoleti ed impianti sovradimensionati ed energivori.
A consuntivo delle 100 analisi condotte su altrettanti edifici (di cui 90 già completate con la presentazione in
assemblea) emerge che i condomìni del territorio milanese sono composti mediamente da 32 unità immobiliari e
per la maggior parte dei casi alimentati a metano o a gasolio con un generatore di calore notevolmente
sovradimensionato e un consumo energetico medio annuo di 59.775 unità di combustibile (mc di metano, l di
gasolio). La spesa annua di riscaldamento per ciascuna famiglia raggiunge i 1.300€ (circa la mensilità di un
lavoratore). I condòmini non hanno la possibilità di regolare autonomamente la temperatura nel proprio alloggio e
pagano la propria quota di riscaldamento sulla base dei millesimi. Con questi impianti di riscaldamento, quindi,
risulta impossibile per un condòmino risparmiare sulla spesa energetica perché non ha la possibilità di modificare
la temperatura dei radiatori e anche in caso di loro spegnimento non potrà influire sulla bolletta. Con unintervento
di efficientamento energetico sull’involucro e sull’impianto, il consumo potrebbe essere ridotto mediamente del
27% con una conseguente riduzione della bolletta energetica del 31%.
Studi e ricerche
Conferenza europea “Casa e lavoro”
La XVI Conferenza Europea della
Fondazione Rodolfo Debenedetti
si è occupata della tematica della
casa e del mercato del lavoro.
E' stata presentata una ricerca su
"Housing, Real Inequality and
Mobility” che ha fornito stime delle
differenze inter-provinciali nel costo
della vita, basate sui costi abitativi,
analizzando le reali disuguaglianze
geografiche in salari, redditi e consumi in Italia. La provincia di Savona risulta la più povera d’Italia, seguita da Roma, Imperia, Rimini e
Genova. La “top five” delle città più
ricche è invece guidata da Caltanissetta, Crotone, Enna, Biella e Siracusa. Il parametro preso come base
consiste nel rapporto tra lo stipendio
medio e il costo della vita. Poiché la
retribuzione media è più o meno
uguale, a fare la differenza è il diverso indice dei prezzi al consumo, che
sale alle stelle nelle province ad alta
vocazione turistica ed è generalmente molto basso nel Mezzogiorno
e in Sicilia. E il fattore prezzi risulta
determinante, in quanto, ad esempio, la provincia di Bolzano, dove i
salari nominali sono i più alti d’Italia,
finisce col risultare tra le aree più
povere se si considera la differenza
del costo della vita; lo stesso accade per Aosta. La conclusione della
ricerca è che il problema sta
“nell’apparente equità della contrattazione nazionale che determina distorsioni, in equità ed inefficienze”.
E' stato anche presentato il rapporto
"At the margins. Homelessness
and Social Exclusion in an International Perspective" sul fenomeno dei senza dimora, studiato sia
guardando alla sua incidenza nei
paesi sviluppati, tenendo conto dei
diversi contesti istituzionali, politiche
abitative e valori culturali, che in una
prospettiva "micro", utilizzando indagini realizzate a Milano (nel 2008 e
2013), Torino (2010), Roma (2014).
I dati di Roma, si riferiscono al progetto “RaCcontami” che ha coinvolto
più di 1500 volontari impiegati a
censire i centri di accoglienza e le
strade romane per descrivere la
condizione dei senzatetto, censiti,
nel 2014, in oltre 3.200. Si tratta in
maggioranza di uomini sia tra coloro
che vivono in strada (87% maschi e
13% donne) che tra quanti si rivolgono ai dormitori (78% maschi e
22% donne) ma rispetto alle altre
città italiane a Roma è più forte la
componente femminile (a Milano in
una rilevazione del 2013, le donne
in strada sono il 9% e quelle nei
centri il 14%, contro il 13% e il 22%
di Roma). Inoltre, secondo l’indagine, il 57,8% dorme in strada nel
senso stretto del termine, il 36,3% in
camper o roulotte, il 5,9% in auto o
furgoncino. La maggior parte sono
stranieri, che nei dormitori raggiungono il 58% del totale.
Secondo quanto raccontato dagli intervistati il primo episodio di homeless risale in media a 5 anni prima
dell’intervista, dopodiché il 65% non
è mai più tornato in una vera casa.
La situazione è più cronica per gli
italiani e dura in media 8,2 anni,
mentre per gli immigrati si attesta intorno ai 4 anni, arriva a 6 anni per le
persone in strada e a 5 per gli ospiti
dei centri. Il 67% degli intervistati dichiara di possedere un indirizzo di
residenza (90% degli italiani e 77%
degli ospiti in centri di accoglienza).
E' stato anche tracciato un quadro
della situazione a livello europeo,
dove a non avere una casa sono più
di 50mila persone, e questo nelle
sole città su cui si hanno dati disponibili. I cittadini che dormono in
qualche modo nelle strade, anche
nei mesi invernali, o trovano occasionalmente rifugio in centri d’assistenza, sono aumentati in media in
Europa del 45% durante la grande
recessione. Non solo nei paesi della
crisi del debito, (in Italia sono triplicati) ma anche in Germania e nel
nord Europa. Cambia, tra il Nord e il
Sud, ma anche tra Est e Ovest
dell’Europa, la loro composizione.
Più immigrati al Nord, più autoctoni,
soprattutto giovani, al Sud dove è
esplosa la disoccupazione giovanile.
A Est sono soprattutto gli emigrati di
ritorno a gonfiare le fila dei senza
casa: avevano cercato fortuna in
Spagna e Italia, ma la mancanza di
lavoro li ha spinti a tornare a casa,
più poveri di prima. L’unico dato che
accomuna tutta l’Europa è la per-
centuale che riguarda le donne, in
aumento ovunque, conseguenza del
numero sempre maggiore di famiglie monoparentali.
Contrariamente a credenze diffuse,
non si tratta di persone destinate
comunque alla marginalità, ma di
persone in grado di reintegrarsi
perfettamente nel tessuto sociale,
una volta trovato un lavoro e, grazie
a questo, una casa.
Una precisazione sui dati: il numero dei senzatetto censiti dalla
fondazione De Benedetti risulta molto più basso rispetto al censimento
Istat, realizzato nel 2011, sui senza
dimora. L’Istituto di statistica, contando il numero di persone che tra
novembre e dicembre 2011 aveva
utilizzato almeno un servizio mensa
o di accoglienza notturna nel comune, parlava infatti di circa 8mila persone (7.827), mentre rilevazioni precedenti si attestavano intorno alla cifra di seimila.
Rispetto all’Istat, però, la fondazione
De Benedetti non ha preso in
considerazione gli ospiti degli ostelli,
le persone in situazioni alloggiative
temporanee e quanti vivono in
alloggi per interventi di supporto
sociale specifici. La rilevazione
sembra parziale anche rispetto ai
numeri registrati dai servizi che offrono supporto ai senza dimora.
Solo all’help center della stazione
Termini, per esempio, si sono rivolte
lo scorso anno circa 3300 persone.
Il progetto è promosso e coordinato
dalla fondazione De Benedetti, insieme a Roma Capitale ed ha coinvolto il Cisom, Binario 95 e altre 40
associazioni che offrono servizi di
strada e accoglienza notturna”.
Da quanto emerso dallo studio, sia
italiano che europeo, quello che risulta mancare sono le politiche sulla
casa. In Italia in particolare, si è
smesso di investire nell’edilizia sociale proprio quando i grandi flussi
d’immigrazione cominciavano a
prendere come obiettivo il nostro
Paese.
Riqualificazione edifici pubblici Ue: a che punto siamo?
A partire dal 2014 gli Stati membri
dovranno riqualificare almeno il
3% annuo dei propri edifici
pubblici. Per capire a che punto
si è in Europa a distanza di 6
mesi dal recepimento della
Direttiva, il BPIE (Buildings
Performance Institute Europe) ha
redatto un report intitolato
"Setting the 3% target for public
buildings renovation".
modo portati a stimare il potenziale
del risparmio energetico in base alla
superficie degli edifici. ?Entro il 31
dicembre 2013, gli Stati membri che
hanno scelto di perseguire l'approccio alternativo hanno dovuto consegnare alla Commissione europea
una relazione contenente le misure
da attuare e il conseguente impatto
stimato.
Risultati
E' questo uno degli impegni portati
avanti in sede comunitaria con la
nuova direttiva in materia di efficienza energetica (all'art.5), entrata in vigore lo scorso dicembre, al fine di
raggiungere il traguardo della riduzione del consumo energetico del
20% per il 2020.
Prima di entrare nel “cuore” dei risultati, l'Istituto ha cercato di fare
chiarezza su obiettivi e vincoli della
EED, soffermandosi sui due approcci consentiti per il raggiungimento
del target del 3%.
Approccio predefinito
Secondo il Default Approach, la
quota del 3% è calcolata sulla superficie totale degli edifici che hanno
una metratura utile totale di oltre
500 mq e che, al 1 ° gennaio di ogni
anno, non soddisfi i requisiti minimi
di rendimento energetico. Tale soglia sarà abbassata a 250 mq a partire dal 9 Luglio 2015. ?Entro il 31
dicembre 2013 gli Stati membri dovevano elaborare e mettere a disposizione della Commissione europea
un inventario di tutti gli edifici pubblici dotati di impianti di riscaldamento
e raffrescamento. Questo inventario
sarà la base di calcolo l'obiettivo del
3%, quindi deve contenere dati inerenti la superficie in mq e la prestazione energetica di ciascun edificio
o simili (come l'etichetta energica).
Approccio alternativo
Gli Stati membri possono altresì optare per un approccio alternativo, attuando altre misure di costo-efficacia, come ristrutturazioni importanti,
audit energetici, strategie di cambiamento a livello comportamentale degli abitanti, ecc. Questo approccio,
non obbligatorio, deve portare a valori equivalenti, in termini di risparmio energetico, rispetto all'approccio
di default, e gli Stati sono allo stesso
Nello studio del BPIE vengono poi
riportati in sintesi i punti-chiave
dell'analisi svolta. Queste le principali evidenze emerse:
■ 20 paesi su 28 hanno consegnato la documentazione: a distanza di 6 mesi dalla scadenza per
la consegna delle relazioni da parte
degli Stati Membri
(31/12/2013),
solo 20 su 28 Stati membri hanno
presentato la documentazione richiesta. Non ci sono informazioni disponibili per 8 paesi: Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Romania e
Slovenia.
■ Approccio “default” per 4 paesi:
Cipro, Lituania, Lettonia ed Estonia,
hanno deciso di seguire l'approccio
"default" e hanno consegnato l'"inventario" come stabilito dalla Direttiva. Dalle informazioni raccolto è
emerso: una scarsa disponibilità,
per Cipro ed Estonia, di dati sulle
prestazioni energetiche degli edifici
(soltanto il 20% del parco immobiliare pubblico è dotato di EPI- Energy
Performance Indicators) e una disponibilità moderata del dato per la
Lituania, dove circa il 70% degli edifici sono dotati di EPI.
■ Approccio alternativo per 16
paesi: la maggior parte dei paesi ha
scelto di seguire l'approccio alternativo. Si tratta di: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia,
Spagna, Svezia e Regno Unito.
Fra questi Austria, Belgio, Finlandia,
Francia, Italia, Olanda e Malta hanno consegnato un elenco esaustivo
sia delle misure pianificate sia delle
stime del potenziale di risparmio
energetico per ciascun edificio. Danimarca, Irlanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Regno
Unito hanno riportato esempi di misure da prendere in considerazione
nell'attuazione dell'approccio alter-
nativo, facendo al contempo riferimento a politiche e programmi.
La Germania non ha invece consegnato alcun dato inerente le misure
che intende attuare, ma ha consegnato un a relazione esaustiva sulle
politiche attuali e sui programmi
Fra i 16 paesi che hanno optato per
l' approccio alternativo soltanto Germania, Polonia e Spagna non hanno fornito informazioni sulle stime
dei risparmi energetici ottenibili e
non c'è nessun riferimento al fatto
che le misure da attuare porteranno
a un risparmio pari a quello previsto
dall'approccio "default", e quindi dalla Direttiva.
La maggior parte dei paesi (Austria,
Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Malta, Polonia, Slovacchia, Spagna,
Svezia e Regno Unito) ha fornito i
dati sulla superficie degli edifici da
riqualificare.
■ 4 paesi riqualiferanno più del
3%: fra molti paesi inadempienti c'è
anche chi ha deciso di fare più del
dovuto, ponendosi l'obiettivo di riqualificare più del 3% del patrimonio
immobiliare
pubblico.
Parliamo
dell'Austria, della Francia (che ha
'esteso' il concetto di edificio pubblico anche alle basse giurisdizioni,
non solo al Governo centrale), di
Malta e della Finlandia (che ha deciso di prendere in considerazione
non solo gli edifici di proprietà del
governo centrale ma anche quelli in
affitto).
Abitare sostenibile
Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili.
Lombardia: Residenze Carlo Erba a Milano
Un ondulato corpo in linea dalla forma di “S” su 9
piani, esempio di buone pratiche di innovazione
sostenibile nella regione Lombardia nel quale i
requisiti energetici del nuovo edificio sono
conformi alla classe “A” della classificazione
energetica della regione
Descrizione
Il complesso residenziale sviluppato
su un’area di 15.000 metri quadri di
superficie, sorgerà in una zona storica di Città Studi.
Il
progettista
ha
immaginato
un’architettura che unisce attenzione per il benessere, sostenibilità
energetica e design, tra contemporaneità e storia dello stile moderno
milanese.
Il progetto che ha la forma di un
unico, ondulato corpo in linea dalla
forma di “S”, si sviluppa su 9 piani
e, proprio grazie alla forma sinuosa,
ciascuno dei 75 appartamenti, con
tagli dagli 80 ai 200 metri quadrati,
potrà contare sulla doppia esposizione.
I primi tre piani fuori terra costituiscono la base dell’edificio e, similmente ai palazzi urbani del XVIII e
XIX secolo, adottano un rivestimento in travertino e aperture scavate di
dimensioni e ritmi ad evocare quelle
dell’edificio d’angolo esistente. Il
quarto piano è pensato come un
contemporaneo piano nobile, arretrato rispetto ad ambedue i fronti e
caratterizzato da un linguaggio accattivante grazie al rivestimento metallico e alle trasparenze che, come
una lama di luce, separano i due
volumi.
Il volume superiore, rivestito in marmo bianco di Carrara, comprende
cinque piani; i livelli cinque e sei
sono caratterizzati da una struttura
a griglia, realizzata in metallo bianco, disegnata sui rapporti proporzionali della sezione aurea.
Proiettata al di fuori del volume
dell’edificio vero e proprio, questa
maglia configura una ricca partizione della facciata.
Ai livelli sette, otto e nove invece,
l’edificio si svuota in un profilo a
gradoni, costituito da ville urbane
indipendenti e dotate di ampi
terrazzi.
Innovazione di progetto e di
processo:
Nel progetto grande importanza è
stata data alla luce naturale, garantita grazie alle ampie vetrate, sia
negli spazi comuni che nelle unità
abitative. I requisiti energetici del
nuovo edificio sono conformi alla
classe “A” della classificazione
energetica della regione Lombardia.
Il fabbisogno termico dell’edificio è
soddisfatto mediante pompe di calore condensate ad acqua, con acqua di pozzo (impianto geotermico),
sia per il riscaldamento degli ambienti, che per la produzione di acqua calda sanitaria e da un generatore termico a gas metano a condensazione di emergenza in caso di
fermata dell’impianto a pompe di
calore. Questo sistema consente di
ottenere risparmi energetici superiori al 30% rispetto ad un sistema
equivalente che utilizza l’aria come
elemento di scambio termico.
Fonti utilizzate per questo numero: Governo italiano, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Corte dei Conti, Cassa Depositi e
Prestiti, Consiglio nazionale del Notariato, ANSA, ASCA, ISTAT, ENEA, Fondazione Rodolfo de Benedetti, Università Bocconi, GBC Italia.
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Fonte foto: Fonte:sito internet infobuild energia