Abitare sostenibile Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili. In questo numero ■ E' necessario ripensare il mercato residenziale nel suo complesso, attraverso un mutamento di paradigma all’interno del quale il bene casa recuperi un ruolo funzionale di sviluppo della società e vengano concepite soluzioni che sappiano rivolgersi ad uno spettro di destinatari variegato e comprensivo anche dell’area di disagio abitativo. Cassa Depositi e Prestiti ha fornito un quadro delle caratteristiche più rilevanti del comparto dell’edilizia sociale in Italia, rilevando come l’esperienza dei fondi immobiliari possa rappresentare lo strumento per individuare best practice sul territorio in termini sia di processo (strutture finanziarie per la realizzazione delle opere, anche attraverso una maggior ricorso alle forme partenariali), sia di prodotto (migliori progetti dal punto di vista della qualità della produzione edilizia con una particolare attenzione agli aspetti ambientali, energetici e sociali). E' da sottolineare la permanenza di un ampio ventaglio di criticità, la cui risoluzione è alla base di un rilancio del settore. In particolare: il raccordo tra il ruolo di Stato, Regioni ed Enti locali per dare risposte tempestive ed efficienti; l’individuazione di un budget per sovvenzioni e compensazioni in linea con quello dei principali Paesi europei; l’effettivo sviluppo di progetti di ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente rispetto alle nuove costruzioni; la maggiore attenzione verso il mercato degli affitti, vero nodo per ridare liquidità al mercato. ■ IL Consiglio dei Ministri recepisce la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica: respinta dal Governo la stabilizzazione dell’ecobonus 65%; ok alla riqualificazione energetica degli immobili della P.A. La Direttiva prevede l’elaborazione di un documento strategico per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali pubblici e privati; la riqualificazione energetica annua del 3% della superficie degli immobili della P.A. centrale dello Stato; la riduzione dell’1,5% annuo del volume delle vendite di energia. Per capire a che punto si è in Europa a 6 mesi dal recepimento della Direttiva, il BPIE (Buildings Performance Institute Europe) ha redatto un report intitolato "Setting the 3% target for public buildings renovation". Concessione di contributi a fondo perduto per progetti di efficientamento e/o produzione di energia da FER sugli edifici delle amministrazioni comunali delle Regioni Convergenza, attraverso l’acquisto e l’approvvigionamento di beni e servizi tramite il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). È la nuova iniziativa del POI Energia che lancia l’Avviso pubblico CSE - Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica, mettendo a disposizione 15 milioni di euro, a valere sulle linee di attività 1.3 e 2.7 del POI Energia ■ Politiche abitative: Edilizia sociale: il punto nel Rapporto della CDP; Disagio abitativo: approvazione del decreto morosità incolpevole dalla Corte dei Conti; Riqualificazione edilizia: proposte dell'Associazione produttori di laterizi - Notizie dai territori: Lombardia alloggi sociali in cambio di attività di volontariato a Milano; Lombardia: lotta all'abusivismo nell'ERP; Puglia: l'assessore all’ERP scrive ai Prefetti sugli sfratti; Umbria: nuovi bandi comunali per l’assegnazione di alloggi ERP. ■ Abitare sostenibile: Risparmio energetico: Ecobonus 65%, Faq 35 dell’Enea; D.lgs di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, via libera del Consiglio dei Ministri; Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica, nuova iniziativa del POI Energia; Certificazione energetica: Guida alla normativa del Consiglio del Notariato; Finanza alleata con progettisti e mondo delle costruzioni, posizione di GBC Italia; Capitale verde europea Notizie dai Territori: Campania: finanziamenti per Infrastrutture e risparmio energetico; Lombardia: ECOndominio per riqualificazione energetica del patrimonio. ■ Studi e ricerche - XVI Conferenza Europea Fondazione Debenedetti”: ricerca "Housing, Real Inequality and Mobility” e rapporto "At the margins. Homelessness and Social Exclusion in an International Perspective"; Riqualificazione edifici pubblici nell'Ue, report "Setting the 3% target for public buildings renovation" di BPIE (Buildings Performance Institute Europe). ■ Buone pratiche di innovazione sostenibile: Lombardia: Residenze Carlo Erba a Milano Politiche abitative newsletter 13 - 2014 La Newsletter si articola nell’approfondimento di quattro sezioni tematiche: le sezioni Politiche Abitative e Abitare Sostenibile dii cui si evidenziano le news a carattere nazionale e regionale, la sezione Studi e Ricerche che seleziona i report relativi ai temi precedenti e la sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile, che mostra esempi di realizzazioni sostenibili. Politiche abitative Social Housing, il punto nel Rapporto della CDP Il sistema integrato dei fondi immobiliari, pur costituendo un esempio di successo, non può rappresentare una risposta esaustiva alla questione abitativa. È quanto si legge nel report elaborato dalla Cassa depositi e prestiti, che fornisce un quadro delle caratteristiche più rilevanti del comparto dell’edilizia sociale in Italia. L'housing sociale, concentrandosi su un target di destinatari in condizioni reddituali non precarie e prevedendo la corresponsione di canoni inferiori rispetto a quelli di mercato ma determinati in considerazione della sostenibilità economico-finanziaria delle iniziative, si rivolge prevalentemente alla cosiddetta area grigia e non a quella fascia della popolazione la cui domanda necessita di interventi più ampi e articolati da parte di Amministrazioni centrali e locali. Il panorama italiano L'edilizia sociale costituisce un'opportunità all’interno di un panorama italiano dell’offerta abitativa residenziale pubblica caratterizzato da una progressiva riduzione delle risorse statali, dall’abbandono di politiche strutturali a favore di interventi straordinari e dal trasferimento delle competenze attuative alle Regioni. In questo contesto, a fronte di una media europea di alloggi sociali sul totale dello stock in affitto pari a circa il 25% nel 2008, l’Italia si collocava al di sotto del 5%. Con un fabbisogno abitativo in crescita, approssimabile in oltre 600 mila domande nelle graduatorie, la strategia della valorizzazione del patrimonio, declinata prevalentemente come dismissione, ne aveva ridotto la consistenza di oltre il 20%, a circa 850 mila alloggi gestiti. Inefficienze di gestione e vendita non hanno consentito, inoltre, di alimentare processi che potessero generare le risorse sufficienti a garantire abitazioni a prezzi sostenibili per le diverse fasce della popolazione interessate dalla difficoltà di misurarsi col mercato immobiliare. Il Piano di edilizia abitativa A fronte della necessità di predisporre una risposta a un fenomeno che, emerso sotto forma di disagio, si è trasformato in un’emergenza, il “Piano nazionale di edilizia abitativa” ha rappresentato – sottolinea il rapporto - un primo punto di svolta, almeno in termini di approccio: stanziamenti a livello centrale e un nuovo paradigma per la selezione degli interventi hanno incentivato il coinvolgimento di investitori privati e la mobilitazione dei diversi livelli di governo, in un’ottica di partenariato pubblicoprivato volta alla realizzazione di alloggi sociali. Contemporaneamente, si è iniziata a delineare l’opzione del social housing. Ritardi a livello regionale A dispetto della natura emergenziale, tuttavia, la stessa Corte dei Conti rileva come l’implementazione territoriale del piano di interventi pianificato nel 2008-2009 sia stata tutt’altro che rapida: la farraginosità dei processi amministrativi, l’estrema eterogeneità territoriale nel recepimento della normativa nazionale e la mancanza di una regia a livello centrale hanno impedito, di fatto, l’individuazione di un minimo comun denominatore con riferimento agli aspetti progettuali ed economicofinanziari degli interventi, rallentandone l’attuazione. Fondo Investimenti per l'Abitare Negli ultimi anni, con l’approvazione delle graduatorie finali delle proposte e con il decollo dell’operatività del Fondo Investimenti per l'Abitare (FIA) si è assistito, tuttavia, ad una più compiuta definizione degli impegni di investimento, dell’individuazione dei progetti e, almeno in parte, della realizzazione degli alloggi. Le criticità Il report di Cdp rileva la permanenza di un ampio ventaglio di criticità, la cui risoluzione è alla base di un autentico rilancio del settore. In particolare: ■ il raccordo più efficace tra il ruolo di Stato, Regioni ed Enti locali per dare risposte tempestive ed efficienti; ■ l’individuazione di un budget per sovvenzioni e compensazioni in linea con quello riservato al settore dai principali Paesi europei; ■ l’effettivo sviluppo di progetti di ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente rispetto alle nuove costruzioni; ■ la maggiore attenzione verso il merca- to degli affitti, vero nodo per ridare liquidità al mercato. Il nuovo Piano Casa (L. 80/2014) Una prima risposta ad alcuni di questi temi sembra provenire dalle nuove misure appena varate dal Governo - Legge n. 80/2014 - finalizzate a sostenere gli affitti a canone concordato, favorire il recupero e la razionalizzazione degli alloggi pubblici esistenti e sostenere l’offerta di alloggi di edilizia residenziale sociale. L'esperienza dei fondi immobiliari Con queste premesse, l’esperienza dei fondi immobiliari può rappresentare lo strumento per individuare le best practice sul territorio in termini sia di processo - le strutture finanziarie per la realizzazione delle opere, anche attraverso una maggior ricorso alle forme partenariali - sia di prodotto, i migliori progetti dal punto di vista della qualità della produzione edilizia con una particolare attenzione agli aspetti ambientali, energetici e sociali. Secondo la Cassa Depositi e Prestiti, è necessario ripensare il mercato residenziale nel suo complesso, attraverso un autentico mutamento di paradigma all’interno del quale il bene casa recuperi un ruolo funzionale di sviluppo della società e vengano concepite soluzioni che, senza stridere con le esigenze della finanza pubblica, sappiano rivolgersi ad uno spettro di destinatari variegato e comprensivo anche dell’area di disagio abitativo. Dalla Corte dei Conti approvazione a decreto morosità incolpevole La Corte dei Conti ha finalmente approvato e registrato il decreto ministeriale di riparto delle risorse del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, sbloccando così 35,7 milioni euro per l’anno 2014. L'annuncio è stato effettuato dal ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, durante un question time alla Camera. L’utilizzo del fondo era appunto vincolato all’emanazione del decreto, il cui ritardo rischiava di portare al mancato utilizzo degli stanziamenti, con conseguenze gravi per migliaia di inquilini in attesa di un sostegno da parte dello Stato. Con la prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il provvedimento diventerà operativo. Il Ministro ha affermato che "sarà anche immediatamente operativa la dotazione finanziaria 2014 pari al 30% dei fondi a disposizione per quelle Regioni già intervenute sul problema mentre il rimanente 70% sarà ripartita sulle altre Regioni". E' da evidenziare che gli ultimi dati del Ministero dell'Interno sulle procedure di sfratto, hanno messo in luce quello che CGIL e SUNIA hanno definito “un vero e proprio bollettino di guerra che impone l'accelerazione nell'attuazione delle misure di spesa”. Secondo i dati, nel 2013 gli sfratti per morosità sono stati 65.302, con- tro i 60.244 del 2012, e rappresentano l'89% del totale degli sfratti emessi. Ben 22 province italiane, infatti, hanno registrato incrementi degli sfratti per morosità superiori al 20%: tra queste Napoli con il 22%, Catania con il 26%, La Spezia con il 43%. Roma è di gran lunga la città con il più alto numero di sfratti per morosità: sono 7.042, in aumento del 14% rispetto ai 6.191 dell'anno precedente. Seguono Milano e Napoli. Più investimenti nell'edilizia residenziale pubblica In Italia, su 7 milioni di edifici, il 55% ha più di quarant’anni. Questi sono spesso poco sicuri e soggetti a notevole dispersione energetica: consumano di media il triplo rispetto alle nuove costruzioni efficienti, sia per il tipo di materiali utilizzati che per ragioni progettuali. Intervenire sull'esistente e riqualificare quanto esiste è quello che ha proposto ANDIL, Associazione produttori di laterizi, in occasione dell'Assemblea generale congiunta con la federazione europea TBE, incentrata proprio sul tema: "L’Europa da costruire". HA affermato come sia il momento di intervenire per dare nuovo valore al nostro patrimonio immobiliare, la maggiore ricchezza degli italiani e dell’Italia. La soluzione proposta è “ricostruire l’esistente”, se necessario abbattendo per ricostruire ex novo, all’insegna della sostenibilità e della sicurezza, ovvero, della durabilità dei sistemi edilizi e delle loro prestazioni, in particolare sia quelle antisismiche che di maggiore efficienza energetica. In questo modo, oltre a dare nuovo valore agli immobili, si avrebbero ricadute positive per l’ambiente, sottraendolo al degrado e non consumando ulteriormente il territorio. La diffusione di questa pratica riattiverebbe, inoltre, l’industria delle costruzioni, traino per l’intera economia. A sostegno di un piano sicuramente ambizioso, ma ormai ineludibile sono necessari investimenti pubblici e politiche che stimolino la responsabilità di ogni proprietario. Sulla stessa linea anche Presidente TBE: ”In Italia, a differenza di Paesi come Germania e Regno Unito, non si costruisce in quantità sufficiente per rispondere ai bisogni di ammodernamento dell’edilizia residenziale e pubblica. Nel progetto più ampio di ricostruire l’esistente, è importante che il Governo italiano si concentri anche su un rilevante intervento a supporto di un vasto piano di edilizia sociale, per sostenere le categorie meno abbienti e dare, così, nuova spinta alla ripresa economica generale. Ogni euro pubblico investito nell’edilizia, infatti, genera un immediato effetto leva, stimolando ulteriori investimenti, pubblici e privati, per più di 60 centesimi, con conseguente rilevante incremento dell’occupazione. L’Europa ha bisogno di ripartire proprio dal mercato interno, per coniugare le esigenze di sviluppo e di occupazione con il rinnovamento del nostro patrimonio immobiliare: maggiore sicurezza, qualità, salubrità e comfort abitativo, nel rispetto delle risorse e dell’ambiente”. Sono state indicate una serie di mi- sure propedeutiche per la riuscita del piano “ricostruire l’esistente”: le detrazioni fiscali e la diminuzione delle imposte sulla casa, la semplificazione burocratica, lo sblocco dei pagamenti e le facilitazioni per l’accesso al credito e per l’acquisto della prima casa. E' stato rilevato come manchino le condizioni socioeconomiche per ripartire di slancio. E' necessario che il Governo sostenga anche fiscalmente i processi di riqualificazione urbana, favorendo la “rottamazione dei vecchi fabbricati”. Nel frattempo, bisogna ridimensionare le imposte sulla casa, che gravano come un macigno sul mercato immobiliare. È ritenuto altrettanto rilevante, semplificare la burocrazia e facilitare l’accesso al credito per aziende e imprese. In aggiunta a questi interventi è indispensabile istituire un fondo di garanzie per l’acquisto della prima casa, a vantaggio delle fasce deboli della popolazione”. Lombardia: a Milano alloggi sociali in cambio di attività di volontariato Politiche abitative: dai territori Nel Comune di Milano prende il via il progetto "Ospitalità solidale": piccoli appartamenti a canone agevolato saranno consegnati a giovani tra i 18 e 30 anni, a patto che questi si rendano disponibili per servizi di volontariato nell'area di vicinato (contrasto alla solitudine per anziani soli, supporto scolastico per bambini, uso condiviso di spazi comuni). Il progetto viene attuato dall'amministrazione comunale milanese anche al fine di dare una risoluzione al nodo dell'assegnazione degli alloggi popolari da tempo sfitti all'interno del territorio comunale (quartieri di Ponti e Cà Granda-Monterotondo). I finanziamenti statali per il piano ammontano a circa 430mila euro, sono erogati dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e consentiranno inoltre interventi di ristrutturazione degli spazi. Il bando sarà aperto fino al 7 agosto. Sono ammessi alla graduatoria giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni: studenti, ricercatori, studenti-lavoratori, lavoratori precari (contratti di stage, formazione, apprendistato, a tempo determinato, a progetto, oppure con ritenuta d'acconto occasionale) con esclusione per giovani assunti a tempo indeterminato. La selezione sarà effettuata a partire da settembre, dopo la pubblicazione di graduatorie, attra verso colloqui effettuati da una commissione composta da membri di Arci, Dar Casa e Coop sociale Comunità Progetto (le tre organizzazioni che sovrintendono il piano). L'affitto si assesterà su 300 euro mensili ed i ragazzi assegnatari potranno fruire di un percorso di orientamento all'autonomia lavorativa ed abitativa. Lombardia: lotta all'abusivismo nell'ERP Lotta all'abusivismo ed assegnazione immediata degli alloggi ancora sfitti sono i due obiettivi prioritari del piano di risanamento che l'Aler di Milano ha consegnato nei giorni scorsi. Il piano, come comunicato dall'assessorato, dovrà essere lo strumento che aiuterà l'Aler a uscire da un'evidente situazione di difficoltà economica, contenendo “ottimizzazione dei costi, recupero dei crediti che Aler ancora vanta, rinegoziazione di mutui e dismissione delle società controllate. Ovviamente il punto centrale del piano alloggia intorno al compito di contribuire all'assegnazione rapida dei tanti (probabilmente ancora troppi) alloggi ancora sfitti nel territorio lombardo” Voci dissonanti sono giunte dai consiglieri regionali Pd, i quali ritengono che questo strumento necessiti di risor se adeguate, non previste in questo momento, per poter dare, in tempi brevi, adeguate risposte alle persone in attesa di una casa pubblica e si impegnano, in occasione della discussione dell'assestamento di bilancio, a chiedere alla Giunta di individuare un apposito fondo-risorse proprie con le quali finanziare questo strumento. Puglia: l'assessore all’ERP scrive ai Prefetti sugli sfratti La vicepresidente e assessore all’Assetto del Territorio ha scritto ai Prefetti per sollecitare le istituzioni competenti a rafforzare il proprio impegno per alleviare il dramma delle tante famiglie e persone coinvolte, mettendo in atto con celerità ed efficacia tutte le misure previste dalla legge 80/2014 che, tra l'altro, ha incrementato la dotazione del Fondo per la morosità incolpevole fino al 2020, assegnando 15,73 milioni per il 2014, ancora da ripartire fra le Regioni, che si aggiungono ai 20 previsti dalla 124/2013. Un maggiore impegno dei Comuni è essenziale sia in ragione di quanto previsto dalle recenti norme statali in materia sia alla luce dello scarso riscontro avuto dal bando regionale sul fondo affitti, di cui alla deliberazione di 2199/2013, che prevede una quota premialità riservata alla morosità incolpevole nei 70 Comuni ad alta tensione abitativa: solo 21 sono, infatti, i Comuni che hanno aderito. La Barbanente, infine, ha chiesto alle Prefetture i dati aggiornati per singolo Comune sui provvedimenti esecutivi, per poter aggiornare l’elenco dei Comuni a elevata tensione abitativa di cui alla Delibera Cipe 87/2003, al fine di renderlo maggiormente aderente alle condizioni socio-economiche e abitative dei diversi contesti. Umbria: nuovi bandi comunali per l’assegnazione di alloggi ERP A distanza di quattro anni dagli ultimi pubblicati, i comuni dell’Umbria sono pronti con i nuovi bandi per l’assegna zione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Sono stati presentati i nuovi modelli, con la notizia che i bandi comunali saranno divisi in tre scaglioni. Numerosi comuni, tra cui Assisi, Bettona, Massa Martana, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Nocera Umbra, Perugia, Terni, Todi e Umbertide, già pronti perchè hanno approvato il nuovo regolamento, addirittura hanno annunciato di farlo entro il prossimo 30 giugno. Tutti gli altri comunque lo faranno tra il primo ed il 30 settembre. Le modifiche, entrate in vigore nell’ottobre del 2012, hanno riguardato l’introduzione del concetto di “alloggio sociale” e di “servizio abitativo”; l’adozione del sistema ISEE per verificare la capacità economica dei nuclei familiari; l’equiparazione dei cittadini italiani, dell’Unione europea ed extracomunitari nell’accesso ai benefici, come stabilito da una sentenza della Corte costituzionale ed infine le modifiche in materia di assegnazione e gestione degli alloggi a canone sociale, relativamente ai tempi e alle modalità di assegnazione, alla composizione delle Commissioni comunali, ai subentri, alla mobilità dell’utenza, ecc.In particolare, in materia di edilizia a canone sociale, la legge stabilisce, a grandi linee i requisiti di accesso ai bandi pubblici per l’assegnazione ed i criteri per la formazione delle graduatorie e prevede che la relativa disciplina attuativa sia contenuta in un regolamento regionale, in base al quale poi i Comuni approvano i propri regolamenti, nei quali, tra l’altro, possono prevedere condizioni di disagio aggiuntive rispetto a quelle previste dalla Regione ed i relativi punteggi, fino ad un massimo di ulteriori 4 punti, per adeguare il bando alle esigenze del proprio territorio ed indicano il procedimento di formazione delle graduatorie, provvisorie e definitive ed i criteri e le procedure per la scelta dell’alloggio, la relativa consegna, l’eventuale rinuncia e i termini per l’occupazione. Abitare sostenibile Ecobonus 65%, Faq 35 dell’Enea su cumulabilità delle detrazioni L’Enea ha chiarito quando l'Ecobonus 65% è cumulabile con altri incentivi. Ad introdurre questa regola è stato l’art. 6, comma 3, del D.lgs 115/2008, abrogato dall’art. 28, comma 5, del D.lgs 28/2011. Ciò significa, che dal 3 gennaio 2013 le detrazioni fiscali del 55% (portate al 65% dalla Legge 90/2013) sono compatibili con gli incentivi disposti da Regioni, Province e Comuni. E' necessario verificare prima che i bonus riconosciuti a livello locale prevedano la cumulabilità con l’Ecobonus e che questo sia calcolato sulla parte di spesa residua rimasta a carico del contribuente, cioè sulla somma che non ha beneficiato della detrazione regionale o locale. Al contrario l’Ecobonus 65% non si può sommare agli incentivi previsti da altre disposizioni di legge nazionali per gli stessi interventi di efficientamento energetico, come il Conto Energia e le detrazione del 50% per ristrutturazione. Decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2012/27/UE Via libera del Consiglio dei Ministri al D.lgs di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica. Non è passata la messa a regime delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica richiesta dalle Commissioni parlamentari che, si legge nella relazione, necessitano di una più adeguata valutazione delle coperture e una più ampia ridefinizione del perimetro degli interventi . Si prevede che l’ENEA predisponga ogni 3 anni una proposta per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali, pubblici e privati, anche per aumentare il numero di Edifici a Energia Quasi Zero di cui al Dlgs 192/2005. A partire dal quest’anno, fino al 2020, si dovrà procedere alla riqualificazione energetica di almeno il 3% della superficie coperta degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale. Le Commissioni di Camera e Senato chiedevano di estendere quest’obbligo al patrimonio edilizio di Regioni ed enti locali, proposta non accolta. Gli interventi devono basarsi su una diagnosi energetica o seguire quanto indicato nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) e, tra i criteri per l’individuazione delle priorità, invece del contratto di rendimento energetico, si deve utilizzare il finanziamento tramite terzi. Al raggiungimento dell’obiettivo annuo devono collaborare gli occupanti degli edifici, con misure organizzative e comportamentali di consumo energetico. Alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici sono destinati 30 mln di euro per il 2014 e 2015, a cui possono aggiungersi altri 25 fino al 2020, 50 provenienti dalle aste delle quote di emissione di CO2 e altri fondi ministeriali. Si prevede che siano messi a punto, a livello nazionale, regimi di qualificazione, accreditamento e certificazione dei soggetti operanti nel setto- re dei servizi energetici. A tal fine Accredia, entro il 31 dicembre 2014, dovrà definire e sottoporre ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente, schemi di certificazione e/o di accreditamento per la conformità alle norme tecniche in materia di ESCO, esperti in gestione dell’energia, sistemi di gestione dell’energia e diagnosi energetiche. E' stata cancellata la norma che equiparava l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) ad una diagnosi energetica nel settore civile conforme all’allegato 2. Infine, è istituito il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, diviso in due sezioni: uno per la concessione di garanzie, l’altro per l’erogazione di finanziamenti per interventi di efficienza energetica realizzati anche attraverso le ESCO e attraverso forme di partenariato pubblico-privato, società di progetto e/o di scopo appositamente costituite. Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica, La nuova iniziativa del POI Energia lancia l’Avviso pubblico CSE - Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza Energetica, mettendo a disposizione 15 mln di euro, a valere sulle linee di attività 1.3 e 2.7 del POI Energia. I contributi finanziano interventi per un valore che non può essere inferiore a 40.000,00 euro Iva esclusa; superiore alla soglia di rilevanza comunitaria di cui all’art. 28, c. 1, lett. b) del D.Lgs. 163/2006, di volta in volta vigente alla data di emissione della Richiesta di Offerta (RDO) e attualmente pari ad 207.000,00 euro, oltre Iva. È possibile attivare la Richiesta di Offerta (Rdo) tramite il MePA a partire dal 4 luglio 2014, per l’acquisto e l’approvvigionamento di beni e servizi proposti dai fornitori abilitati all’interno del MePA in riferimento al bando di abilitazione “Fonti rinnovabili ed efficienza energetica”.La RdO dovrà fare riferimento a beni e servizi rispondenti alle caratteristiche, agli obiettivi ed alle finalità indicate nella diagnosi energetica dell’edificio su cui si intende realizzare l’intervento, previamente effettuata dal Comune (per approfondimenti sulle diagnosi energetiche, leggi le FAQ sul sito POI - Energia). Il finanziamento è nella forma del contributo a fondo perduto fino al 100% del costo ammissibile. Le richieste potranno essere presentate dal 21 luglio 2014; i contributi saranno assegnati sulla base di una procedura a sportello, nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze e fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Dai Notai la guida alla normativa sulla certificazione energetica Con la Guida operativa 2014, il Consiglio Nazionale del Notariato ha aggiornato il precedente Studio 657-2013/C, a seguito dell’entrata in vigore del DL 145/2013 convertito nella Legge 9/2014 Il documento ripercorre l’evoluzione normativa della certificazione energetica, dal Dlgs 192/2005 che recepiva la Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia, fino al DL 63/2013, che ha recepito la Direttiva 2010/31/UE. La normativa nazionale - sottolinea il Notariato - dovrà essere coordinata ed integrata con la normativa emanata a livello regionale, se ed in quanto emanata e adeguata alla Direttiva 2010/31/UE. Una novità rilevante è la soppressione dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE) e la sua sostituzione con l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), “il documento, redatto e rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la prestazione energetica di un edificio attraverso l'utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell'efficienza energetica”. Il documento spiega la funzione dell’Attestato di Qualificazione Ener- getica (AQE) - strumento di controllo ‘ex post’ del rispetto, in fase di costruzione o ristrutturazione degli edifici delle prescrizioni volte a migliorarne le prestazioni energetiche. Gran parte dello Studio è dedicata agli obblighi di allegazione, dotazione, consegna e informativa dell’APE nelle compravendite, contratti di affitto e altri trasferimenti di immobili, e alle relative sanzioni. Un capitolo è dedicato ai certificatori energetici: requisiti, percorsi formativi, procedure di accreditamento. Finanza alleata con progettisti e mondo delle costruzioni Il mondo dell'edilizia sta cambiando ed è destinato nei prossimi anni ad affrontare delle sfide ambiziose anche in relazione agli obiettivi energetici e ambientali europei. Su questi temi si è espresso il neo eletto presidente del Consiglio d’Indirizzo di GBC Italia, Gianni Silvestrini, che ha parlato di come ciò porterà ad una trasformazione del mercato, sia sul nuovo, ma soprattutto sull'esistente. Il GBC rappresenta una realtà in grado di innalzare la qualità di questa trasformazione. E' quindi una sfida che permetterà sia di interagire con le istituzioni per spingere verso la qualità energetica ambientale, sia con il mondo delle costruzioni che deve cogliere questa opportunità. La cosa più importante per noi sarà però supportare le imprese per favorire l'edilizia sostenibile. Il settore della riqualificazione energetica in edilizia sta infatti acquisendo un'importanza sempre maggiore nella roadmap verso gli obiettivi europei e verso un futuro più sostenibile, ma per favorirne uno sviluppo sempre più pervasivo è fondamentale creare sinergie sempre più radicate tra il mondo della finanza, del sistema immobiliare, dei progettisti e delle costruzioni. Ci sono due passaggi importanti: dimostrare l'applicabilità di riqualificazioni spinte di un edificio, ma anche di interi quartieri e vedere le cose già fatte in giro per il mondo. Inoltre la finanza innovativa: non bastano gli strumenti che abbiamo (es. detrazioni fiscali) e ci sono a livello internazionale esperienze interessanti: in particolare la possibilità di avere subito il capitale per gli interventi e in seguito restituire le risorse man mano che riduco i consumi. Capitale verde europea Lubiana, capitale della Slovenia, ha vinto il premio Capitale verde europea per il 2016. Lubiana ha ricevuto il riconoscimento per la sensibilizzazione ambientale tra i suoi cittadini, per la sua strategia di sostenibilità “Vision 2025”, per una serie di misure verdi in campo urbanistico realizzate negli ultimi dieci anni e per la sua eccellente rete di trasporto. Il premio Capitale verde europea è conferito ad una città europea che ha dimostrato un impegno consolidato nel raggiungere elevati standard ambientali, si è impegnata al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale e lo sviluppo sostenibile, già conseguiti, ed altri per il futuro cerca di raggiungere. Lubiana ha compiuto progressi significativi nel settore degli appalti verdi, che è stato attuato per il 70% di tutti gli acquisti in città. Riguardo ai trasporti Lubiana è cambiata radicalmente negli ultimi dieci anni, spostando l'attenzione ad al alternative ecofriendly. Nel 2013, Lubiana ha modificato il flusso di traffico all'interno della città per limitare il traffico privato e dare priorità ai pedoni, ai ciclisti ed al trasporto pubblico. L’uso della bicicletta è in forte crescita, con oltre 1,6 milioni di viaggi tramite il sistema di bike sharing del 'BicikeLJ' iniziato dal 2011. Gli obiettivi adottati nel 2012 riguardo ai trasporti prevedono di arrivare al 2020 a far sì che trasporti pubblici, traffico non motorizzato e veicoli privati rappresentino ciascuno quote di un terzo del totale degli spostamenti in città. Campania: oltre 15 milioni per Infrastrutture e risparmio energetico Abitare sostenibile: dai territori Sono stati consegnati ai sindaci di 11 Comuni campani i decreti dei progetti ammessi a finanziamento, nell’ambito degli interventi di accelerazione della spesa dei Fondi strutturali europei, per uno stanziamento di circa 15 milioni e 400mila euro. I progetti sono i seguenti: • intervento di redazione del Paes (Piano di azione energia sostenibile) ai Comuni di Castellammare di Stabia (NA) € 240.000; Giugliano (NA) € 480.000; San Valentino Torio (SA) € 163.509,28; Sessa Aurunca (CE) € 175.000; Trentola Ducenta (CE) € 170.000; • lavori di completamento area PIP, "Borgo degli Artigiani" al Comune di Castel Morrone (CE) € 585.486,01; • lavori di completamento delle urbanizzazioni primarie in area PIP, al Comune di Eboli (SA) € 3.006.682,18; • intervento di infrastrutturazione dell'area PIP di Oschito – I° lotto, al Comune di Valle di Maddaloni (CE) € 4.840.437,84; • lavori di riqualificazione ed efficientamento energetico dell’edificio scolastico comunale e della Casa comunale integrati con impianti per la produzione di energia rinnovabile al Comune di Parolise (AV), € 1.499.740; • progetto di costruzione “Opificio incubatore d’impresa” all’interno del PIP di località Crocevia, Comune di Sturno (AV), € 930.000; • Lavori di completamento e potenziamento delle aree Pip di proprietà comunale – località Casilina, Comune di Conca della Campania (CE), € 3.100.000. Lombardia: ECOndominio per riqualificazione energetica del patrimonio Si è conclusa con successo la prima Campagna Istituzionale di diagnosi energetica gratuita dei condomini con impianto centralizzato della Provincia di Milano, promossa da Regione Lombardia, Provincia di Milano, Infoener gia, ANACI Milano, con la partnership tecnica di ECOndominio®. La campagna ha offerto 100 Diagnosi Energe tiche che hanno portato a 10 interventi di efficientamento energetico già effettuati, che garantiranno un risparmio in bolletta pari a 11.451 €/anno a condominio e hanno tagliato le emissioni inquinanti di 230 tonnellate. Il riscaldamento domestico è la seconda causa di inquinamento in città, nei condomini con impianto centralizzato rappresenta quasi il 70% della spesa condominiale e fino al 50% dell’energia acquistata per il riscaldamento viene sprecata a causa di edifici male isolati e impianti obsoleti ed energivori. La diagnosi energetica è l’unico strumento che permette di conoscere le cause dello spreco, le criticità del sistema impianto e di intervenire per migliorare l’efficienza energetica del condominio. Le 100 diagnosi energetiche realizzate sono state redatte secondo norma UNI TS 11300 1-2-4 dal personale di ECOndominio, che ha affiancato gli amministratori e i condomini per tutto il percorso. I risultati sono stati presen tati in assemblea condominiale a oltre 2.680 famiglie. Se ciascun condominio analizzato realizzasse un interven to di efficientamento come suggerito dalla Diagnosi, si potrebbero tagliare 1.891 tonn/anno di CO2 (con una me dia di 23 ton/annue a condominio) con un conseguente risparmio in bolletta del 31% all’anno per ogni famiglia (pari a 11.451 €/anno a condominio). I 10 interventi di efficientamento sono stati realizzati con Contratto di rendimento energetico EPC - in formula auto liquidante - che permette di realizzare interventi a rata condominiale invariata, con garanzia decennale della prestazione e con un reale risparmio in bolletta. Gli interventi realizzati hanno già tagliato 230 ton/anno di emissioni inquinanti, oltre ad avere ridotto del 30,4% la spesa media annua (10.176 €/anno per condominio). I risultati della campagne sono stati presentati nel corso del convegno "Riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente: dalla diagnosi energetica al piano di intervento con sistema EPC e formule di finanziamento dedicate al condominio” dove sono stati approfonditi il tema degli obblighi e delle opportunità derivanti dalla Riforma del Condominio e dalle normative locali (obbligo di imminente scadenza per l’installazione di valvole termostatiche e sistema di contabilizzazione, obbligo di costituzione di un fondo per i lavori straordinari, Contratto di Rendimento Energetico quale unico strumento che consente di realizzare un intervento di efficientamento energetico tutelante nel rispetto del complesso quadro normativo attuale) e le modalità di realizzazione dell’intervento di efficientamento energetico attraverso le migliori opportunità presenti sul mercato (garanzia decennale della prestazione del nuovo sistema energetico, come si ottiene un intervento di efficientamento a costo zero grazie al risparmio unito alle detrazioni fiscali, le speciali formule di finanziamento che non richiedono firma dei condòmini o garanzie fidejussorie, il monitoraggio e le assicurazioni decennali Kasko). E' stato sottolineato come, secondo le ultime stime disponibili, in Italia siano presenti oltre 740.000 condomìni centralizzati da riqualificare in cui circa il 50% della spesa per il riscaldamento viene sprecato per colpa di edifici obsoleti ed impianti sovradimensionati ed energivori. A consuntivo delle 100 analisi condotte su altrettanti edifici (di cui 90 già completate con la presentazione in assemblea) emerge che i condomìni del territorio milanese sono composti mediamente da 32 unità immobiliari e per la maggior parte dei casi alimentati a metano o a gasolio con un generatore di calore notevolmente sovradimensionato e un consumo energetico medio annuo di 59.775 unità di combustibile (mc di metano, l di gasolio). La spesa annua di riscaldamento per ciascuna famiglia raggiunge i 1.300€ (circa la mensilità di un lavoratore). I condòmini non hanno la possibilità di regolare autonomamente la temperatura nel proprio alloggio e pagano la propria quota di riscaldamento sulla base dei millesimi. Con questi impianti di riscaldamento, quindi, risulta impossibile per un condòmino risparmiare sulla spesa energetica perché non ha la possibilità di modificare la temperatura dei radiatori e anche in caso di loro spegnimento non potrà influire sulla bolletta. Con unintervento di efficientamento energetico sull’involucro e sull’impianto, il consumo potrebbe essere ridotto mediamente del 27% con una conseguente riduzione della bolletta energetica del 31%. Studi e ricerche Conferenza europea “Casa e lavoro” La XVI Conferenza Europea della Fondazione Rodolfo Debenedetti si è occupata della tematica della casa e del mercato del lavoro. E' stata presentata una ricerca su "Housing, Real Inequality and Mobility” che ha fornito stime delle differenze inter-provinciali nel costo della vita, basate sui costi abitativi, analizzando le reali disuguaglianze geografiche in salari, redditi e consumi in Italia. La provincia di Savona risulta la più povera d’Italia, seguita da Roma, Imperia, Rimini e Genova. La “top five” delle città più ricche è invece guidata da Caltanissetta, Crotone, Enna, Biella e Siracusa. Il parametro preso come base consiste nel rapporto tra lo stipendio medio e il costo della vita. Poiché la retribuzione media è più o meno uguale, a fare la differenza è il diverso indice dei prezzi al consumo, che sale alle stelle nelle province ad alta vocazione turistica ed è generalmente molto basso nel Mezzogiorno e in Sicilia. E il fattore prezzi risulta determinante, in quanto, ad esempio, la provincia di Bolzano, dove i salari nominali sono i più alti d’Italia, finisce col risultare tra le aree più povere se si considera la differenza del costo della vita; lo stesso accade per Aosta. La conclusione della ricerca è che il problema sta “nell’apparente equità della contrattazione nazionale che determina distorsioni, in equità ed inefficienze”. E' stato anche presentato il rapporto "At the margins. Homelessness and Social Exclusion in an International Perspective" sul fenomeno dei senza dimora, studiato sia guardando alla sua incidenza nei paesi sviluppati, tenendo conto dei diversi contesti istituzionali, politiche abitative e valori culturali, che in una prospettiva "micro", utilizzando indagini realizzate a Milano (nel 2008 e 2013), Torino (2010), Roma (2014). I dati di Roma, si riferiscono al progetto “RaCcontami” che ha coinvolto più di 1500 volontari impiegati a censire i centri di accoglienza e le strade romane per descrivere la condizione dei senzatetto, censiti, nel 2014, in oltre 3.200. Si tratta in maggioranza di uomini sia tra coloro che vivono in strada (87% maschi e 13% donne) che tra quanti si rivolgono ai dormitori (78% maschi e 22% donne) ma rispetto alle altre città italiane a Roma è più forte la componente femminile (a Milano in una rilevazione del 2013, le donne in strada sono il 9% e quelle nei centri il 14%, contro il 13% e il 22% di Roma). Inoltre, secondo l’indagine, il 57,8% dorme in strada nel senso stretto del termine, il 36,3% in camper o roulotte, il 5,9% in auto o furgoncino. La maggior parte sono stranieri, che nei dormitori raggiungono il 58% del totale. Secondo quanto raccontato dagli intervistati il primo episodio di homeless risale in media a 5 anni prima dell’intervista, dopodiché il 65% non è mai più tornato in una vera casa. La situazione è più cronica per gli italiani e dura in media 8,2 anni, mentre per gli immigrati si attesta intorno ai 4 anni, arriva a 6 anni per le persone in strada e a 5 per gli ospiti dei centri. Il 67% degli intervistati dichiara di possedere un indirizzo di residenza (90% degli italiani e 77% degli ospiti in centri di accoglienza). E' stato anche tracciato un quadro della situazione a livello europeo, dove a non avere una casa sono più di 50mila persone, e questo nelle sole città su cui si hanno dati disponibili. I cittadini che dormono in qualche modo nelle strade, anche nei mesi invernali, o trovano occasionalmente rifugio in centri d’assistenza, sono aumentati in media in Europa del 45% durante la grande recessione. Non solo nei paesi della crisi del debito, (in Italia sono triplicati) ma anche in Germania e nel nord Europa. Cambia, tra il Nord e il Sud, ma anche tra Est e Ovest dell’Europa, la loro composizione. Più immigrati al Nord, più autoctoni, soprattutto giovani, al Sud dove è esplosa la disoccupazione giovanile. A Est sono soprattutto gli emigrati di ritorno a gonfiare le fila dei senza casa: avevano cercato fortuna in Spagna e Italia, ma la mancanza di lavoro li ha spinti a tornare a casa, più poveri di prima. L’unico dato che accomuna tutta l’Europa è la per- centuale che riguarda le donne, in aumento ovunque, conseguenza del numero sempre maggiore di famiglie monoparentali. Contrariamente a credenze diffuse, non si tratta di persone destinate comunque alla marginalità, ma di persone in grado di reintegrarsi perfettamente nel tessuto sociale, una volta trovato un lavoro e, grazie a questo, una casa. Una precisazione sui dati: il numero dei senzatetto censiti dalla fondazione De Benedetti risulta molto più basso rispetto al censimento Istat, realizzato nel 2011, sui senza dimora. L’Istituto di statistica, contando il numero di persone che tra novembre e dicembre 2011 aveva utilizzato almeno un servizio mensa o di accoglienza notturna nel comune, parlava infatti di circa 8mila persone (7.827), mentre rilevazioni precedenti si attestavano intorno alla cifra di seimila. Rispetto all’Istat, però, la fondazione De Benedetti non ha preso in considerazione gli ospiti degli ostelli, le persone in situazioni alloggiative temporanee e quanti vivono in alloggi per interventi di supporto sociale specifici. La rilevazione sembra parziale anche rispetto ai numeri registrati dai servizi che offrono supporto ai senza dimora. Solo all’help center della stazione Termini, per esempio, si sono rivolte lo scorso anno circa 3300 persone. Il progetto è promosso e coordinato dalla fondazione De Benedetti, insieme a Roma Capitale ed ha coinvolto il Cisom, Binario 95 e altre 40 associazioni che offrono servizi di strada e accoglienza notturna”. Da quanto emerso dallo studio, sia italiano che europeo, quello che risulta mancare sono le politiche sulla casa. In Italia in particolare, si è smesso di investire nell’edilizia sociale proprio quando i grandi flussi d’immigrazione cominciavano a prendere come obiettivo il nostro Paese. Riqualificazione edifici pubblici Ue: a che punto siamo? A partire dal 2014 gli Stati membri dovranno riqualificare almeno il 3% annuo dei propri edifici pubblici. Per capire a che punto si è in Europa a distanza di 6 mesi dal recepimento della Direttiva, il BPIE (Buildings Performance Institute Europe) ha redatto un report intitolato "Setting the 3% target for public buildings renovation". modo portati a stimare il potenziale del risparmio energetico in base alla superficie degli edifici. ?Entro il 31 dicembre 2013, gli Stati membri che hanno scelto di perseguire l'approccio alternativo hanno dovuto consegnare alla Commissione europea una relazione contenente le misure da attuare e il conseguente impatto stimato. Risultati E' questo uno degli impegni portati avanti in sede comunitaria con la nuova direttiva in materia di efficienza energetica (all'art.5), entrata in vigore lo scorso dicembre, al fine di raggiungere il traguardo della riduzione del consumo energetico del 20% per il 2020. Prima di entrare nel “cuore” dei risultati, l'Istituto ha cercato di fare chiarezza su obiettivi e vincoli della EED, soffermandosi sui due approcci consentiti per il raggiungimento del target del 3%. Approccio predefinito Secondo il Default Approach, la quota del 3% è calcolata sulla superficie totale degli edifici che hanno una metratura utile totale di oltre 500 mq e che, al 1 ° gennaio di ogni anno, non soddisfi i requisiti minimi di rendimento energetico. Tale soglia sarà abbassata a 250 mq a partire dal 9 Luglio 2015. ?Entro il 31 dicembre 2013 gli Stati membri dovevano elaborare e mettere a disposizione della Commissione europea un inventario di tutti gli edifici pubblici dotati di impianti di riscaldamento e raffrescamento. Questo inventario sarà la base di calcolo l'obiettivo del 3%, quindi deve contenere dati inerenti la superficie in mq e la prestazione energetica di ciascun edificio o simili (come l'etichetta energica). Approccio alternativo Gli Stati membri possono altresì optare per un approccio alternativo, attuando altre misure di costo-efficacia, come ristrutturazioni importanti, audit energetici, strategie di cambiamento a livello comportamentale degli abitanti, ecc. Questo approccio, non obbligatorio, deve portare a valori equivalenti, in termini di risparmio energetico, rispetto all'approccio di default, e gli Stati sono allo stesso Nello studio del BPIE vengono poi riportati in sintesi i punti-chiave dell'analisi svolta. Queste le principali evidenze emerse: ■ 20 paesi su 28 hanno consegnato la documentazione: a distanza di 6 mesi dalla scadenza per la consegna delle relazioni da parte degli Stati Membri (31/12/2013), solo 20 su 28 Stati membri hanno presentato la documentazione richiesta. Non ci sono informazioni disponibili per 8 paesi: Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Romania e Slovenia. ■ Approccio “default” per 4 paesi: Cipro, Lituania, Lettonia ed Estonia, hanno deciso di seguire l'approccio "default" e hanno consegnato l'"inventario" come stabilito dalla Direttiva. Dalle informazioni raccolto è emerso: una scarsa disponibilità, per Cipro ed Estonia, di dati sulle prestazioni energetiche degli edifici (soltanto il 20% del parco immobiliare pubblico è dotato di EPI- Energy Performance Indicators) e una disponibilità moderata del dato per la Lituania, dove circa il 70% degli edifici sono dotati di EPI. ■ Approccio alternativo per 16 paesi: la maggior parte dei paesi ha scelto di seguire l'approccio alternativo. Si tratta di: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Fra questi Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Olanda e Malta hanno consegnato un elenco esaustivo sia delle misure pianificate sia delle stime del potenziale di risparmio energetico per ciascun edificio. Danimarca, Irlanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Regno Unito hanno riportato esempi di misure da prendere in considerazione nell'attuazione dell'approccio alter- nativo, facendo al contempo riferimento a politiche e programmi. La Germania non ha invece consegnato alcun dato inerente le misure che intende attuare, ma ha consegnato un a relazione esaustiva sulle politiche attuali e sui programmi Fra i 16 paesi che hanno optato per l' approccio alternativo soltanto Germania, Polonia e Spagna non hanno fornito informazioni sulle stime dei risparmi energetici ottenibili e non c'è nessun riferimento al fatto che le misure da attuare porteranno a un risparmio pari a quello previsto dall'approccio "default", e quindi dalla Direttiva. La maggior parte dei paesi (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Malta, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito) ha fornito i dati sulla superficie degli edifici da riqualificare. ■ 4 paesi riqualiferanno più del 3%: fra molti paesi inadempienti c'è anche chi ha deciso di fare più del dovuto, ponendosi l'obiettivo di riqualificare più del 3% del patrimonio immobiliare pubblico. Parliamo dell'Austria, della Francia (che ha 'esteso' il concetto di edificio pubblico anche alle basse giurisdizioni, non solo al Governo centrale), di Malta e della Finlandia (che ha deciso di prendere in considerazione non solo gli edifici di proprietà del governo centrale ma anche quelli in affitto). Abitare sostenibile Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili. Lombardia: Residenze Carlo Erba a Milano Un ondulato corpo in linea dalla forma di “S” su 9 piani, esempio di buone pratiche di innovazione sostenibile nella regione Lombardia nel quale i requisiti energetici del nuovo edificio sono conformi alla classe “A” della classificazione energetica della regione Descrizione Il complesso residenziale sviluppato su un’area di 15.000 metri quadri di superficie, sorgerà in una zona storica di Città Studi. Il progettista ha immaginato un’architettura che unisce attenzione per il benessere, sostenibilità energetica e design, tra contemporaneità e storia dello stile moderno milanese. Il progetto che ha la forma di un unico, ondulato corpo in linea dalla forma di “S”, si sviluppa su 9 piani e, proprio grazie alla forma sinuosa, ciascuno dei 75 appartamenti, con tagli dagli 80 ai 200 metri quadrati, potrà contare sulla doppia esposizione. I primi tre piani fuori terra costituiscono la base dell’edificio e, similmente ai palazzi urbani del XVIII e XIX secolo, adottano un rivestimento in travertino e aperture scavate di dimensioni e ritmi ad evocare quelle dell’edificio d’angolo esistente. Il quarto piano è pensato come un contemporaneo piano nobile, arretrato rispetto ad ambedue i fronti e caratterizzato da un linguaggio accattivante grazie al rivestimento metallico e alle trasparenze che, come una lama di luce, separano i due volumi. Il volume superiore, rivestito in marmo bianco di Carrara, comprende cinque piani; i livelli cinque e sei sono caratterizzati da una struttura a griglia, realizzata in metallo bianco, disegnata sui rapporti proporzionali della sezione aurea. Proiettata al di fuori del volume dell’edificio vero e proprio, questa maglia configura una ricca partizione della facciata. Ai livelli sette, otto e nove invece, l’edificio si svuota in un profilo a gradoni, costituito da ville urbane indipendenti e dotate di ampi terrazzi. Innovazione di progetto e di processo: Nel progetto grande importanza è stata data alla luce naturale, garantita grazie alle ampie vetrate, sia negli spazi comuni che nelle unità abitative. I requisiti energetici del nuovo edificio sono conformi alla classe “A” della classificazione energetica della regione Lombardia. Il fabbisogno termico dell’edificio è soddisfatto mediante pompe di calore condensate ad acqua, con acqua di pozzo (impianto geotermico), sia per il riscaldamento degli ambienti, che per la produzione di acqua calda sanitaria e da un generatore termico a gas metano a condensazione di emergenza in caso di fermata dell’impianto a pompe di calore. Questo sistema consente di ottenere risparmi energetici superiori al 30% rispetto ad un sistema equivalente che utilizza l’aria come elemento di scambio termico. Fonti utilizzate per questo numero: Governo italiano, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Corte dei Conti, Cassa Depositi e Prestiti, Consiglio nazionale del Notariato, ANSA, ASCA, ISTAT, ENEA, Fondazione Rodolfo de Benedetti, Università Bocconi, GBC Italia. Siti internet: casa e clima, edilio, edilizia e urbanistica, edilportale, infobuild energia, regioni Fonte foto: Fonte:sito internet infobuild energia
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