Canapa per la Terra dei Fuochi

GRATIS
18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
Numero 1 - 2014
Canapa per la Terra
dei Fuochi
AMSTERDAM
CU PWIN N ER
WWW.PARADISE-SEEDS.COM
Atomical Haze ®
In questa edizione:
Guida al meglio del
meglio dei terpeni ›› 15
NON ESAURITEVI PER
L’ALLUNGAMENTO
Coltivare in indoor offre molti vantaggi. È divertente giocare a essere Dio, dare vita alle piante
e controllare la quantità di luce, cibo e acqua
che ricevono. Possiamo coltivare varietà che non
avrebbero alcuna possibilità di fiorire nelle brevi e
miti estati del Regno Unito.
››
26
Il disastro ecologico che sta letteralmente ammorbando parte della Campania ha
tenuto banco nelle pagine di cronaca degli
scorsi mesi. Migliaia e migliaia di ettari di
un territorio tra i più fertili, sono da anni in
ostaggio della camorra e oltraggiate con
roghi dolosi di rifiuti speciali, provenienti
in gran parte dalle industrie del nord, che
hanno avvelenato il terreno e i suoi frutti.
Ad oggi la situazione è disperata. Oltre
ai danni alle coltivazioni e al bestiame –
ricordate la mozzarella di bufala alla diossina? –, è la popolazione che sta pagando
il conto più salato, con un'incidenza di
tumori e altre malattie degenerative che
poco ha a che fare con la fatalità. Eppure
una soluzione ci sarebbe. Basterebbe eseguire una riconversione dell’agricoltura
e sostituire per qualche anno le tipiche
colture campane con la canapa.
La cannabis è in grado di crescere anche
in terreni contaminati da metalli pesanti
e veleni chimici, in più la sua radice a
fittone è in grado di andare molto in
profondità assorbendo metalli inquinanti
come il rame, il piombo, lo zinco e addirittura l’uranio e il cesio attraverso un
processo di fitorimediazione in grado di
accumulare nelle foglie le sostanze inquinanti assorbite dal terreno. A riprova di
ciò, il fatto che la canapa sia stata piantata nei terreni circostanti la centrale di
Centrale di Chernobyl, assieme ai girasoli:
dai test è risultato che canapa e girasole
erano da soli riusciti a decontaminare
la zona, ripulendola di circa l’80% dei
metalli nocivi presenti nel terreno.
La Legge 426 del 1998 aveva inserito la
“Terra dei Fuochi” tra i siti di interesse
nazionale per la bonifica ma il governo
grow your
own style.
®
pass it on!
Taste the Color!!
Monti, nella sua furia di tagliare, lo ha
declassato a zona di interesse regionale.
Sono infatti molte le associazioni di cittadini che, stanchi di aspettare dallo Stato
una risposta che non arriva, si stanno
mobilitando per provare a salvare la loro
terra. La conversione delle colture a favore della canapa rappresenta in questo
senso una soluzione sia economica che
ecosostenibile. La cannabis avrebbe un
effetto depurativo sui terreni e, al contempo, un discreto mercato grazie alle
applicazioni tessili e di produzione della
carta. Tutelando allo stesso tempo l’ambiente, la produttività di una terra che
frutta 2 miliardi di euro l'anno e, soprattutto, i posti di lavoro. Negli anni 20
del secolo scorso la provincia di Caserta
era la seconda per produzione di canapa. Mai come ora ci auguriamo per la
Campania un ritorno al passato.
3
EDITORIALE
L'Uruguay ha
detto si
di Giovanna Dark
L'11 dicembre 2013 sarà una data ricordata nella storia: il Senato uruguayano ha votato a
maggioranza la legge che permette il consumo libero di marijuana e che, contestualmente,
autorizza lo Stato a produrla e distribuirla. La nuova legge stabilisce le quote massime per
la coltivazione privata e le modalità della sua distribuzione attraverso la rete delle farmacie
pubbliche e private, annunciando poi la formazione di una autorità di controllo ad hoc e un
registro dei consumatori con le più alte garanzie sul riserbo dei dati e l’osservanza rigida delle
norme che tutelano la privacy già in vigore.
Il presidente José Mujica ha ribadito che l'obiettivo della riforma non è "diventare un Paese del
fumo libero", ma piuttosto tentare un “esperimento al di fuori del proibizionismo, che è fallito".
Proprio per sfidare le organizzazioni criminali, nell’intento evidente di affondarne il business,
il prezzo pubblico della marijuana venduta legalmente nei circuiti farmaceutici sarà di un
Pandora è una novità fra le varietà a fioritura
automatica. Vengono mantenuti i geni automatici,
ma a parte questo si tratta di un’autentica varietà
indica che segue le orme dell'Afghana, della
Spoetnik e della Sensi Star.
dollaro al grammo, concorrenziale, quindi, rispetto al prezzo richiesto dai venditori illegali.
Il Partido Colorado – la destra all'opposizione – si è opposta ed ha annunciato una raccolta
di firme per indire un referendum abrogativo della legge appena votata ma, ad ogni modo,
l’impatto politico e culturale della legge è di assoluto spessore.
Le piante sono compatte e così anche le cime
aromatiche. Pandora è una pianta di dimensioni
medie, di circa 90 cm indoor e 1,20 metri di altezza
outdoor. Le piante rendono una buona quantità di
cime compatte di buone dimensioni, ricoperte da
uno spesso strato di resina. Il rapporto calice-foglia
è ideale per una veloce cura della pianta. L’effetto
generale è potente e duraturo. Pandora è pronta
per il raccolto nel giro di 65 giorni, con una resa
notevole, che arriva fino a 100 grammi per pianta.
Quello uruguayano è infatti uno schiaffo violento alle politiche proibizioniste decise dagli Stati
Uniti e inoculate via endovena al resto del mondo. In primo luogo sul piano culturale, perché
riconosce il diritto individuale al consumo mentre colpisce lo spaccio illegale, evidenziando
così due profili antitetici che una scellerata concezione illiberale ha voluto ad ogni costo
unificare. In secondo luogo, perché chiude con quella concezione del diritto all’uso del proprio
Tipo:
Resa:
Autofiorente Indica/ Sativa 90/10.
400 /450 grammi per m2 indoor.
Outdoor da 60 a 100 grammi per
pianta.
Ciclo di vita:
dal seme al raccolto, dai 60 ai 65
giorni indoor e massimo 75 giorni
outdoor.
Outdoor:
nelle regioni più fredde alle
latitudini nord: inizia a maggio/
giugno e finisce a luglio/agosto.
Nelle zone più calde, offre la
possibilità di vari raccolti. Nelle
zone tropicali tutto l’anno.
Effetto:
Duraturo, intenso, rilassante e
officinale.
Aroma / Gusto: dolce e speziato.
THC:
15-18%
Banco di semi: Paradise Seeds
corpo che viene interpretata solo come una devianza sociale alla quale opporre repressione.
Pandora
Questa varietà potenzialmente è la miglior
scelta se si vuole un raccolto precoce e nelle aree
mediterranee offre vari raccolti per stagione. È
quindi una pianta fondamentale nelle coltivazioni,
che siano all’aperto, su un balcone o anche sul
davanzale della finestra.
Il 2014 potrebbe essere l'alba di una nuova era per la marijuana e dall'America Latina arrivano
le prime conferme. Que viva Pepe! Que viva Uruguay!
L’ENCICLOPEDIA ONLINE DELLA CANNABIS
/SoftSecretsItalia
@cannabisinfo_it
4
LETTERE DAI LETTORI
Buongiorno, su suggerimento abbiamo
sperimentato White Widow di Sensi
Seeds, coltivate in dark room, il risultato
è fantastico, cime compatte e con un
aroma irresistibile... più o meno quanto
la mia "grower" di fiducia! Complimenti
per le tante informazioni essenziali per
raggiungere i risultati che potete vedere
nelle foto. Visto il nostro paese di origine il commento della copia della rivista
ci sembrava particolarmente adeguato
al momento! Saluti a tutti.
LUCA&MARION
Grandi Luca e Marion e grazie mille per la
vostra foto. Avete scelto White Widow che
è una delle varietà più famose e produttive degli ultimi decenni. Difficile rimanere
sobri con quelle cime e quello sfondo…
Ottima produzione, saranno oramai
pronte al raccolto queste cime defogliate.
Continuate così!
Queste sono le ragazze che amo!
Nate da semi Super Skunk, nutrite con fertilizzante alga
bloom di Plagron e tanto amore! Un saluto a tutti e buona
coltivazione!
Paponzio Bilbao e Pris
PAPONZIO BILBAO E PRIS
Che bella foto, e che belle piante! Chiamarle doping non
sarebbe sbagliato visto il sorriso e il sole che hanno portato in
redazione. Unico dubbio: perché tutte quelle foglie accartocciate? Hai avuto un’infestazione?
Attenzione lettori
italiani!
Volete vincere semi FEMMINIZZATI di
DINAFEM? Mandateci una fotografia della
vostra stanza di coltura o della vostra
miglior pianta di cannabis, dove si veda
chiaramente una copia di Soft Secrets.
DINAFEM vi manderà una confezione da
3 semi femminizzati. Se nella fotografia
dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano
un micro bikini sexy o dell’intimo molto
allettante, riceverete una confezione 2 x
3 di semi femminizzati. La fotografia del
mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi
femminizzati di prima qualità! Il tutto è un
omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM!
Mandate le vostre fotografie via e-mail
a [email protected]. Fate attenzione: il
materiale verrà gestito con la massima
discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate
e non ci piacciono le fotografie di piante
in fase vegetativa. Vogliamo vedere grosse
cime e belle donne! Buona fortuna!
Carissimi amici di Soft Secret,
questa è la mia piccola Haze 2.0 alla decima settimana,
cresciuta in una growbox di 60 cm quadrati e alta 140
cm. Ho usato terra light mix, bio grow e bio bloom
di Bio Bizz. Illuminazione: Sylvania HPS da 400 w. In
molti mi hanno sconsigliato di usare una lampada così
potente in uno spazio limitato come il mio, ma devo
dire di aver ottenuto risultati soddisfacenti e cime
vigorose! Qualsiasi vostro consiglio sarà graditissimo
vista l'immensa stima che nutro nei vostri confronti da
quando sono venuto a conoscenza della rivista, circa 3
anni fa. Ciao belli! Sempre in gamba, sempreverdi ;)
PACO
Grazie mille per le foto Paco! La tua Haze 2.0 è bellissima e ben sviluppata. In quello spazio ti sconsigliavano una potenza così alta per via dell’eccessivo calore
sviluppato dal bulbo. Se però sei riuscito a contenere le
temperature sei stato molto in gamba! Buona fioritura!
E-mail: [email protected]
Ecco le mie bimbe cresciute sottoHPS 400W. Complimenti per la
bellissima rivista.
NICOLA
Caro Nicola, grazie per le foto innanzitutto. Le tue bimbe, nude o no, ci
piacciono molto. Hanno bisogno di ancora una settimana o una decina
di giorni per riempirsi bene le cime perché le vediamo un poco bianche.
Una cosa molto importante per la prossima volta: meno vegetativa
6
Caos: tempesta
di colori che
rompe l'ordine
dell'arcobaleno!
BUZZ
Un gran caos di cime
dense e ben sviluppate su piante ben
curate… mi sembra
abbiate fatto un
ottimo lavoro… che
ne dice la redazione?
Complimenti!
Cari amici di Soft
Secrets,
queste sono alcune
bellezze della mia terra,
la Sicilia, cresciute
con tanto sole, aria
di montagna e tanto
amore. Rigorosamente
outdoor, tutto naturale
100%: dalla mistura di
terra alla concimazione
organica. Grazie dei
vostri saggi e preziosi
consigli. Grazie per
quel che fate per quelli
come noi, con la bocca
impastata e i sogni nella
testa. Un saluto con gli
occhi rossi.
FOURTH GRACE
Fourth Grace sei
l’esempio di quello a
cui potrebbe portare
una legalizzazione ipotetica in Italia: grosse cime ovunque perché abbiamo un clima che premia! Grazie,
grazie veramente per queste foto bellissime. E chissà mai, un giro in Sicilia a visitare le bellezze della terra,
cresciute con sole, aria di montagna e amore… Buone fioriture!
Ciao a tutti!
Per le foto della ragazza, vi dico solo: che spettacolo! Tutta
natura. Saluti
K.
Ciao K! Grazie mille per la foto, un gran spettacolo! La prossima volta dicci però qualcosa in più sul tuo setup ed inviaci
foto di cimone belle e colanti di resina!
7
Un saluto ed un grazie alla redazione di Soft Secrets, che col vostro lavoro
ci fornite un aiuto non da poco. Qui vi mostro la mia Orange Bud cresciuta
outdoor, un buon aroma fruttato. Aspetto solo di assaggiarla. Ancora grazie
e continuate così!
FJOE T.
Caro Joe, grazie per averci scritto. Che bella pianta pulita e pronta per
il raccolto! Un mese o due di barattolino e vedrete la vostra Orange che
sapori vi darà! Continuate così ragazzi, meglios e con two joints in the
afternoon…
In foto alcune piante di Roadrunner a pochi giorni dal raccolto... Cresciute con una
HPS 250W.
K.
Ciao Mario, grazie per le foto. Quanto si sono allungate queste Roadrunner! Le cime sono
piccole per via della 250 Watt che sviluppa poca energia però sappi che hai fatto un gran bel
lavoro. Complimenti e continua così!
8
WORLD CANNABIS
Coffeeshop tedeschi?
COME BERLINO DIVENTEREBBE LA CITTÀ MIGLIORE DEL MONDO
Che Berlino sia una città, come si suol dire, “avanti”, lo possono testimoniare quanti hanno avuto la fortuna di visitare quella che ancora
oggi è la città del Muro. Tollerante, dinamica, aperta alle sperimentazioni, economica, con un fittissimo calendario di concerti e manifestazioni
e una vivissima cultura underground. Berlino è “avanti” perché storicamente è stata costretta ad incarnare il compromesso tra realtà antitetiche o, come direbbero in tedesco, due opposte Weltanschauungen: una
città che per quasi 40 anni ha vissuto divisa a metà e che, una volta riunita, è arrivata ad essere – secondo la classifica stilata dall'associazione
Youthful Cities – la seconda città al mondo in cui è meglio vivere per i
di Giovanna Dark
giovani tra i 15 e i 30 anni. So cool!
Che Berlino sia una città, come si suol
dire, “avanti”, lo possono testimoniare
quanti hanno avuto la fortuna di visitare quella che ancora oggi è la città
del Muro. Tollerante, dinamica, aperta
alle sperimentazioni, economica, con un
fittissimo calendario di concerti e manifestazioni e una vivissima cultura underground. Berlino è “avanti” perché storicamente è stata costretta ad incarnare
il compromesso tra realtà antitetiche o,
come direbbero in tedesco, due opposte
Weltanschauungen: una città che per
quasi 40 anni ha vissuto divisa a metà e
che, una volta riunita, è arrivata ad essere
– secondo la classifica stilata dall'associazione Youthful Cities – la seconda città al
mondo in cui è meglio vivere per i giovani tra i 15 e i 30 anni. So cool!
Ma Berlino potrebbe tranquillamente guadagnarsi la medaglia d'oro perché, in un futuro non troppo lontano, a
Kreutzberg – quartiere multiculturale per
eccellenza della capitale tedesca e polo
d’attrazione per alternativi e controculture d’ogni specie – potrebbe arrivare il
primo coffe shop tedesco, dove acquistare e consumare liberamente cannabis
e i suoi derivati. Stando a quanto hanno
è già arrivato il primo stop: secondo
Christine Köhler-Azara, che fa parte del
Drogenbeauftragter, il corrispondente
del nostro DPA, «un’eccezione legislativa
per garantire l’apertura di un negozio di
commercio controllato al Görlitzer Park è
molto improbabile. Perché ciò avvenga,
liberamente al suo interno, la Polizei non
ci mette quasi mai piede o, se lo mette, si
concentra sugli spacciatori.
Il progetto era stato proposto qualche
mese fa da Monika Herrmann, la sindaca del distretto appartenente al partito
dei Verdi. Preso atto della situazione di
illegalità manifesta presente nel parco –
anche in Germania la cannabis è illegale,
punibile fino a 5 anni di reclusione –,
la sindaca ha deciso che sarebbe stato
meglio veicolare il commercio secondo
canoni più regolamentati, attraverso la
vendita – solo ai maggiorenni, ovviamente – di sostanze controllate sia nella
composizione che nella provenienza. La
novità tutta tedesca, rispetto ai cugini
olandesi, sarebbe la presenza di operatori specializzati all'interno del “punto
vendita”, in modo da poter fornire assistenza medica e psicologica ai clienti
che ne avessero necessità. Nelle idee
della Herrmann, la cannabis venduta a
Görlitzer Park dovrebbe essere poi coltivata a livello locale, possibilmente a
chilometro zero.
La terza via berlinese alla legalizzazione della cannabis è però ancora decisa-
infatti, bisognerebbe cambiare la legge
nazionale sugli stupefacenti» che più
che suggerire la liberalizzazione è più
orientata alla repressione e all'assistenza
sanitaria. Secondo Monika Hermann, il
punto vendita di Görlitzer Park non sarà
propriamente un coffee shop sul modello di Amsterdam. L’esempio da seguire
non è quello dei punti vendita olandesi, eppure quest'epigone teutonica del
A KREUTZBERG POTREBBE APRIRE A BREVE UN COFFEE SHOP CON TANTO DI
ASSISTENZA MEDICA, CONTROLLO QUALITÀ DELLA SOSTANZA E PRODUZIONE A
KILOMETRO ZERO
riportato le maggiori testate, i rappresentanti locali del quartiere FriedrichshainKreuzberg hanno deliberato lo scorso
28 novembre l'approvazione all’apertura
di una rivendita autorizzata all’interno
del Görlitzer Park. È bene sapere che
Görlitzer Park – famoso per la gradinata
“Fuck Yuppies, Hate Cops” – è un po' la
Christiania di Berlino, una specie di zona
franca in cui è possibile trovare con estrema facilità dell'ottima marijuana (quando
si ha fortuna anche del buon Charas) a
prezzi assolutamente politici. Le tariffe le
fanno i simpatici africani che affollano i
cespugli del parco ed è possibile fumare
Görlitzer Park, scopriremo che solo nei
primi 7 mesi del 2013 la polizia tedesca
ha organizzato circa 60 raid, arrestando
90 persone per specifica violazione della
legge anti-droga.
Quello che però ci preme segnalare e,
al contempo ci riempie il cuore di gioia,
è che il distretto di FriedrichshainKreuzberg ha comunque deliberato a
maggioranza quasi assoluta il via libera
mente in forse. La strada per avviare un
commercio di questo tipo è lunga e complicata: dato il particolare ordinamento
federale, la discussione dovrebbe passare, prima, per l'approvazione dei Länder
e poi, in un secondo momento, ottenere
anche il beneplacito parlamentare. Ad
oggi i diversi Länder, le macro-regioni
che compongono la Germania riunificata, hanno differenti livelli di tolleranza
rispetto al consumo personale – a Berlino
è fissata a 15 grammi – e gli interrogativi
giuridici da dissipare sono ancora molti.
Dal Senato di Berlino, nei mesi scorsi,
nostro Giovanardi non crede che la giurisdizione regionale possa contrastare la
legge federale.
Al momento infatti, l'annosa questione
della depenalizzazione della marijuana
non trova moltissimo supporto a livello
politico. Nonostante i socialdemocratici
della SPD, la sinistra e il Partito Pirata stiano reclamando una politica sulle droghe
meno restrittiva, i conservatori della CDU
(il partito di Angela Merkel) vogliono
mantenere lo status quo e preferiscono che sia la Polizei ad occuparsi del
problema. Se infatti volessimo dare uno
sguardo ai dati sulla repressione del solo
all’elaborazione di un progetto pilota, ideato in collaborazione con alcuni
centri specialistici, che dovranno trovare la formula adatta per dare il via ad
un'erogazione controllata di cannabis
agli avventori del negozio. Si tratterebbe del primo esperimento di questo
tipo in Germania e il progetto pilota
dovrebbe essere pensato per passare
il vaglio dell'Istituto Federale per le
droghe di Bonn. C’è infatti un paragrafo
della legge sui narcotici secondo cui
il divieto di vendita per la cannabis
potrebbe essere cancellato se ci fossero
fondati motivi scientifici, o un preciso
interesse pubblico.
In queste settimane il progetto è in corso
di dibattito al parlamento regionale di
Berlino e, sebbene i più rimangano scettici, uno dei fattori decisivi per passare
dalla teoria di Görlitzer alla pratica sarà
il voto dei tedeschi alle prossime elezioni. Georg Wurth, uno dei più noti
antiproibizionisti della scena berlinese
ammette che «con un governo conservatore potrebbero ancora sussistere
molti problemi e ci vorranno molti anni
prima che si possa depenalizzare anche
in Germania ma – spiega Wurth – sono
comunque entusiasta della proposta di
Kreutzberg e penso che la cosa si farà. È
solo questione di tempo». Ce lo auguriamo davvero anche noi.
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11
IL CANAPAIO
Ritorno alla semplicità
L’idea per questo articolo mi è venuta in mente mentre ero ad Amsterdam,
alla Cannabis Cup di High Times. C’erano americani, spagnoli, olandesi,
giapponesi, gente da tutto il mondo, molti con prodotti da mostrare. Per
lo più estratti: con etere, alcol, butano… tutti, giustamente, orgogliosi
dei propri prodotti e orgogliosi dei risultati ottenuti: 80% THC, 85% THC,
90%THC. Io avevo un pezzetto di charas di Malana, l'ho fatto vedere (per
poi assaggiarlo) a Franco di Green House, lui l'ha annusato, l'ha mostrato
a chi era vicino a lui e ha detto: «Questo è 100% felicità!». E tutti quelli che
l’hanno assaggiato si sono dimenticati dei vari estratti supertecnologici e
di Franco Casalone
sono stati bene e contenti.
resina in forma di tricomi (una grossa parte
di cannabinoidi sono in circolazione nella
pianta e solo un’estrazione con solvente può
separare tutti i cannabinoidi).
sico, non usatelo MAI). Avevo un’estrazione
fatta con alcol (da charas vecchio e ormai
secco), meno pura di tutte quelle presenti,
ma con più sapori… preferita da tutti a quelle troppo forti. Parentesi: se il THC presente è
superiore al 20%, e non c’è CBD, è possibile
che qualcuno abbia dei sintomi psicotici. Se
c'è abbastanza CBD l'effetto psicotico del
THC viene mitigato e controllato.
Si può anche separare la resina con acqua
fredda e ghiaccio. In questo caso le rese
saranno maggiori, ma si perderà qualcosa
in aromi e profumi. Anche in questo caso
due setacci faranno un lavoro migliore di
uno. Ricordatevi solo che intorno alla resina, idrorepellente, si forma uno strato tensioattivo dello spessore di qualche micron
e quindi le maglie dei setacci dovranno
Qui siamo arrivati a parlare del CBD. Sembra
che sia la scoperta del millennio. Si fanno
ricerche, si studiano strain nuovi, ma spesso
si rimane limitati… Ho qualche analisi. Ice
di Sanadora: 9%THC e 9% CBD, coltivata indoor 14% THC e 27% CBD. Charas di
Carmagnola: industriale 0,2%THC e 2% CBD
fatto in pieno campo: 7% THC e 31% CBD!
Charas di Malana: 15% THC e 25% CBD. Ice
essere un poco più grandi (ad esempio 200
e 180 micron). Secondo me tutte le misure
di Malana: 20%THC e 32% CBD. Fino a pochi
anni fa nessuno credeva a questi risultati…
Il charas viene fatto nel modo più semplice possibile: sfregando, con le mani nude,
le infiorescenze piene di semi delle piante
femmine. Senza infrastrutture, senza tecnologia, senza fronzoli. Ed è riconosciuto da
tutti come il miglior prodotto estraibile. Non
il più potente, non il più raffinato, non il più
puro, ma il più buono. Quello che ti fa stare
meglio. Quello che, dopo una sessione di
assaggi di prodotti superpotenti ti rimette
a posto, come se non avessi fumato nulla.
Quello che è ancora “magico”.
E la cannabis ama la semplicità. Ama la natura, i ritmi delle stagioni, la pioggia, la carezza
del vento, il fuoco del sole, la terra senza
confini per le sue radici… e ricambia per
certo chi la lascia amare. Il prodotto migliore
è sempre quello che non viene costretto a
condizioni innaturali ma che viene amato e
rispettato nelle sue esigenze. E, continuerò a
ripeterlo, il migliore non è il più forte. Come
non ha senso, e non è buona ne piacevole
da bersi una grappa di 90 gradi, lo stesso un
estratto super-raffinato e fatto con solventi
riservati a chimici, non potrà mai avere la
piacevolezza di gusto, la rotondità di aromi
e dare la sensazione di benessere che può
dare un prodotto fatto da piante vive.
Anche a Malana i charsi locali preferiscono
una crema “handmade” al loro stesso “ice”,
magari più forte ma con meno aromi, oppure troppo forte, quindi meno piacevole per
tutte le occasioni. Qui una parentesi: devo
dire che l’erba che Franco aveva in concor-
di partenza da utilizzarsi, facendo essiccare
le piante e separando poi le infiorescenze
IL PRODOTTO MIGLIORE È SEMPRE QUELLO CHE NON VIENE COSTRETTO A CONDIZIONI
INNATURALI MA CHE VIENE AMATO E RISPETTATO NELLE SUE ESIGENZE
so era un prodotto del genere: semplice,
non troppo forte, non troppo marcata negli
aromi, piacevole d’effetto e pulita, senza
gusti strani. Un’erba fumabile tutto il giorno.
La semplicità e la naturalezza vanno di pari
passo: piena terra, piante dioiche, luce del
sole, aria pulita (anche se può essere meno
ricca di CO2 rispetto all’aria vicino ad un
tubo di scappamento), concimi organici (o
nessun concime), danno la cannabis più
ricca, in tutti i sensi. E da un prodotto naturale, cerchiamo di ricavare qualcosa di speciale
nel modo più semplice possibile: oltre al
charas, ricavabile solo da piante vive e con
una resa molto bassa rispetto al materiale
dalle foglie (anche le più piccole, per favore)
potremo avere un prodotto utilizzabile tal
quale, o separare la resina.
Il modo più semplice è con l’uso di un
setaccio, con maglie fra i 120 micron (piante
marocchine, piene di semi, in Marocco) e i
180 micron (White Widow coltivata indoor).
Due setacci con le maglie di quello inferiore
leggermente più piccole di quello posizionato sopra (ad esempio 165 e 150 micron)
faranno un lavoro eccezionale. Se le piante
sono sporche di terra, sabbia, o quanto altro,
un setaccio posizionato sotto, con le maglie
da 45 micron, lascerà passare la polvere e la
sabbia, ma tratterrà praticamente tutta la
intermedie dei kit di filtri per l’Ice non
servono a niente, se non per soddisfare la
curiosità di vedere solo resina di grandezza
uniforme. Il prodotto completo, con palline
di resina di tutte le misure, è molto più
completo e con effetti più estesi di quelli
con palline di resina con grandezze uguali.
Le estrazioni a butano non mi piacciono,
nemmeno quelle pulite con pompe a vuoto.
Sono troppo forti, per molti ingestibili, senza
sapore e senza magia. E quelle con l'etere
di petrolio o altri solventi sono spesso infumabili e tossiche: l'unico solvente tollerabile
senza grossi danni dal nostro organismo è
l’alcol etilico (attenzione, il METILICO è tos-
Un seme di Sanadora costa più di un chilo
di semi di Carmagnola. E, secondo me, si
deve ancora capire la grande sinergia d’effetto che provocano i terpeni e i flavonoidi:
una Haze e una Kush (per citarne due che
vanno per la maggiore) avranno magari una
percentuale uguale o simile di cannabinoidi (ad esempio 17% THC e 1% CBD), ma
saranno diversissime negli effetti. Per colpa
dei terpeni?
Il capire le diversità di effetti è una cosa
tanto complicata. Non solo gli effetti sono
diversi da strain a strain, ma saranno diversi, per lo stesso strain, da una persona
all’altra, e per la stessa persona da un
momento all’altro. Per questo è necessario
che ognuno possa avere una buona possibilità di scelta, anche di prodotti diversi per
momenti diversi. È necessario che ognuno sappia riconoscere cosa per lui/lei sia
meglio in quel momento e che ognuno,
12
oltre a riconoscerla, sappia anche come
prepararsi la propria medicina.
anticipo di fioritura nelle regioni con
problemi di tempo atmosferico).
midità dell’aria (un deumidificatore x
ambienti in fase di fioritura può essere
E, se è una medicina, deve avere certi
requisiti. Per chi voglia prodursi la propria medicina, alcuni consigli:
− Scegliete uno strain adatto ai vostri
problemi (vedi oltre), informatevi sugli
effetti e sul profilo di cannabinoidi di
ogni particolare varietà.
− Utilizzate tecniche di coltivazione il più
biologiche possibili: non dovete crescere delle piante con una resa alta, ma
dovete creare un prodotto che sia sano
e vi faccia star bene. Esente da residui
di pesticidi, concimi, erbicidi. Non contaminato da muffe, insetti o altri microorganismi patogeni. Possibilmente non
trattato con sostanze chimiche o radiazioni per conservarlo.
− Se coltivate in pieno sole, il terreno
dovrà essere sano, lontano da scarichi di ogni natura, possibilmente lontano da insediamenti industriali e da
alti tassi di inquinamento atmosferico. Per prevenire patogeni crescete
piante forti (le piante nate da seme
sono più forti delle talee, le regolari
più forti delle femminizzate, quelle adattate da generazioni all’ambiente più forti di quelle provenienti
− Se siete obbligati a coltivare indoor, cercate di ricreare condizioni di
più efficace di qualunque antimuffa); evitate prodotti chimici di sintesi,
NON È SOLO IL THC AD AVERE EFFETTI TERAPEUTICI, SPESSO UN’ERBA RICCA DI CBD HA
EFFETTI CURATIVI PIÙ MARCATI, SENZA EFFETTI COLLATERALI SPIACEVOLI
da microclimi differenti); scegliete
una posizione soleggiata e asciutta;
lasciate alle piante tempi “naturali”di
crescita e fioritura (potrete forzare un
benessere per le piante nel modo
più naturale possibile. Usate terriccio
e fertilizzanti biologici; prevenite le
infestazioni regolando il clima e l’u-
FLASH PRODOTTI
STIMOLATORE DI FIORITURA DYNAMIC DUO
BLOOMSTIMULATOR DI ATAMI
Dopo l’ormai noto Dynamic Duo Bloombastic con Rootbastic, vi presentiamo
ora il nostro nuovo Stimolatore di Fioritura Dynamic Duo Bloomstimulator con
Blossom Builder Liquid: una combinazione
indispensabile per la fase di fioritura.
Bloomstimulator contribuisce ad aumentare
la produzione di zuccheri, garantendo un
gusto ancora migliore al prodotto finale. Le
cime saranno più grandi e più compatte, ma
manterranno aroma e gusto caratteristici.
Il Blossom Builder Liquid contiene un rapporto unico PK di 1-1,5 (20-32) e ha una
concentrazione molto elevata di 0,25-0,5 ml
per litro d’acqua. Contribuirà a incrementare
le dimensioni e il peso delle vostre cime. Da
utilizzarsi nelle ultime 2-4 settimane della fase
di maturazione.
Con l’acquisto di un litro di Bloomstimulator,
avrete in omaggio 50 ml di Blossom Builder
Liquid!
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derivati del petrolio ed ogni additivo
di dubbia provenienza. Ricordate che
la canapa assorbe facilmente i metalli
pesanti: evitatene la contaminazione.
E ricordatevi che non è solo il THC ad
avere effetti terapeutici e che spesso
un’erba ricca di CBD ha effetti curativi
più marcati, senza effetti collaterali spiacevoli. Il CBD, oltre ad essere un antinfiammatorio, antibiotico, ansiolitico e
probabilmente antitumorale, ha la capacità di modulare e prolungare l’azione
del THC, evitando i picchi di effetto e gli
stati spiacevoli che a volte si possono
avere con prodotti in cui si trova quasi
esclusivamente THC. Gli strain ricchi di
CBD non si trovano in commercio facilmente, ma, come regola generale, le
“indiche” o gli incroci indica/sativa contengono livelli di CBD più alti delle sative pure. La canapa industriale è spesso
alta di CBD e la nostra “Carmagnola” ha
effetti curativi eccezionali.
Da osservazioni empiriche, che richiedono essere confermate per ognuno
dal proprio medico, posso dire che, ad
esempio, un’Afghana potrà essere utile
come sedativo, ipnotico, antidolorifico,
antinfiammatorio, migliorativo dell’umore, antiepilettico. Le sative pure (Haze,
Thai, centrafricane) e anche la famiglia
delle White saranno più indicate per traumi, problemi alle terminazioni nervose,
paraplegia, quadriplegia, sclerosi multipla, ma sconsigliate ad esempio per
l’epilessia o come ipnotico.
Alcuni ibridi indica/sativa a dominanza
sativa negli effetti (come la AK47, Skunk
n.1, Jack Herer) potranno avere effetti
energizzanti, euforici, saranno indicati
in caso di chemioterapia, deperimento
organico (sono forti stimolanti dell’appetito), come neuro protettivi. Altri incroci indica/sativa a dominanza indica (ad
esempio la famiglia delle Blueberry, la
SuperSkunk, le Orange) saranno euforizzanti e stimolanti a dosi ridotte, ma
sedativi ed ipnotici ad alte dosi, con un
marcato effetto antiepilettico. Le varietà esistenti sono centinaia, e gli effetti
di ognuna possono cambiare anche a
seconda del tempo di maturazione raggiunta alla raccolta, dei modi di coltivazione e dei prodotti usati.
La resina, se separata, deve essere mantenuta in un luogo fresco e asciutto, al
buio, meglio sottovuoto. Le estrazioni
con solventi possono essere mischiate
con una base grassa o alcolica per facilitarne l’assorbimento da parte dell’organismo: i cannabinoidi non sono solubili
in acqua e, in forma pura, possono essere
assorbiti dall’organismo solo per il 20%
circa. Se disciolti in alcol o in un grasso
organico saranno disponibili fino all’80%.
Un buon veicolo e di pronto assorbimento, con effetti rapidamente riscontrabili
è l’alcol etilico, ma per alcuni o in certi
modi di assunzione (come la. sublinguale), può creare problemi. Si è visto che un
veicolo che non crea problemi è l’olio di
oliva. L’assorbimento e l’azione sono più
lenti che con l'alcol, ma l’olio di oliva è
ben tollerato da tutti, di facile reperibilità
ed ha un costo accettabile.
Il problema dei costi di questa medicina
ha interessato molti imprenditori, attirati dal, teoricamente, grosso guadagno.
Se ricavata da piante coltivate in pieno
campo, con tecniche agricole normali,
nel rispetto di quello che deve essere un
prodotto “bio”, la cannabis medicinale
può veramente avere un prezzo irrisorio,
lontanissimo dai guadagni spropositati
che vorrebbero ricavarci le multinazionali del farmaco.
Lasciamo pure alla ditta farmaceutica il
compito di preparare estratti purificati,
che serviranno nella pratica medica per
applicazioni particolari, come l’iniettare
cannabinoidi puri direttamente sopra a
cellule cancerose.
Ma, nella pratica di tutti i giorni, nell’uso
quotidiano contro i piccoli malanni, dobbiamo poter avere accesso ad un’erba
officinale che sia considerata allo stesso
modo delle altre erbe. Che non sia soggetta a limitazioni o restrizioni di uso e
di coltivazione. Come le altre erbe. Se ho
una fila di piante di rosmarino nell’orto
nessuno mi può dire nulla. Anche se ne
do dei rametti agli amici per insaporirsi
le vivande. Ma se vado in giro con un tir
pieno di rosmarino, è giusto che abbia
una bolla di accompagnamento.
E ricordatevi che per ognuno la cannabis migliore, in ogni senso, è quella
che ci si è autoprodotti, cresciuta in
simbiosi con il suo futuro utilizzatore. Il mio migliore augurio è che possiate aver la possibilità di mantenervi
in buona salute grazie a questo “dono
degli Dei”.
Ciao, buon 2014
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14
CEPPI IN VIA DI ESTINZIONE
Purple Haze
La genetica Purple, in particolare la Purple Haze stessa, sono oggetto
di infinite controversie nella comunità di cannabicoltori. Le basse
temperature durante la fioritura hanno un ruolo importante nella
comparsa della colorazione violacea, ma negli ultimi anni le varietà che
producono toni violacei, blu o rossi – senza aver bisogno di un calo della
temperatura – sono sempre più richieste. Nel bel mezzo di tutti questi
progressi, la Purple Haze originale apparentemente si è persa, come
di Kali Mist
molti altri ceppi famosi degli Anni Settanta.
È difficile mettere in evidenza l’origine e
le caratteristiche della Purple Haze originale e alcuni sostengono che non sia mai
si possano ritrovare in una piccola selezione di varietà outdoor ancora disponibile nei Paesi Bassi. Il fatto che i ceppi
UN ESEMPIO DI SWEET PURPLE: I TONI VIOLACEI
COMPAIONO SOLO SULLE CIME
esistito un unico ceppo autenticamente
selezionato che portasse quel nome, ma
che il nome indica in generale il colore violaceo, a prescindere dalle origini.
di Purple olandese esistenti siano molto
simili fra di loro a livello di aspetto, effetto e sapore potrebbe essere spiegato
proprio da questa teoria.
Questa bellissima Purple Kush mostra
toni violacei su tutta la pianta
per creare ceppi violacei, grazie alla
loro resistenza alle basse temperature.
Nell’attuale abbondanza di varietà di
cannabis, ci sono ceppi con solo foglie
violacee, alcuni con toni violacei solo
sulle cime e altri che esprimono tale
colore su tutta la pianta.
L’effetto violaceo inizia a esprimersi
verso la fine del ciclo di fioritura, dato
che le molecole che riflettono l’estremità rossa dello spettro iniziano ad accumularsi. Queste molecole, chiamate
antocianine, si formano in reazione alle
notti più fredde e ai giorni più corti, il
che porta all’idea che le cime violacee
siano il risultato delle basse temperature. Ciononostante, quando vengono
Nonostante ciò, se una pianta che
ha tendenza a manifestare toni violacei viene esposta a temperature più
basse del normale, l’effetto violaceo
s’intensificherà. Questo naturalmente
avviene con le attuali varietà Purple,
che spesso sono così violacee da sembrare quasi nere, mentre gambo e
foglie rimangono più chiari e più verdi.
La Purple Haze originale si dice abbia
questa stessa tendenza.
A prescindere dal fatto che le varietà
violacee olandesi di oggi siano o meno
le discendenti dell’originale, sembra che
abbiano molto in comune con la stessa. Ciononostante, l’attenzione è stata
concentrata verso ceppi più potenti che
QUESTA BELLISSIMA PURPLE KUSH MOSTRA TONI
VIOLACEI SU TUTTA LA PIANTA
fatte crescere a partire dai semi, la colorazione violacea si verifica a vari gradi
– e spesso non si verifica per nulla – a
seconda della genetica di ogni pianta.
Un esempio di Sweet Purple: i toni violacei compaiono solo sulle cime
Altri sono molto decisi nell’affermare che
questo ceppo è realmente esistito ed
è diventato estremamente raro, se non
estinto. Questi ultimi ritengono che la
Purple Haze originale fosse un incrocio
fra una skunk olandese e una haze tailandese/colombiana e che le discendenti
La maggior parte dei ceppi violacei noti
sono a predominanza sativa, hanno
effetto cerebrale e rivitalizzante (senza
dubbio per la genetica Thai così diffusa
nei lignaggi Purple) e un delicato aroma
di uva o giacinto. Spesso le varietà di
indica afgane o indiane sono utilizzate
diventano comunque violacei anche in
indoor, mentre alcune di queste genetiche sono incredibili, è triste che i ceppi
originali vengano dimenticati.
Quando ti accingi a coltivare per la prima volta delle grosse
piante di marijuana nella terra, la prima cosa importante è
scavare un’ampia buca. Si fa un mucchio con la terra scavata
fuori. Poi colmiamo la buca con una miscela di terriccio arricchito, a cui aggiungiamo del fertilizzante. La terra contenente
più fertilizzante è il primo strato che viene rivangato nella
fossa, in modo che le piante possano accedere immediatamente a un sottosuolo ben arricchito. La terra che era appena
stata estratta dal fondo della fossa è solitamente di scarsa
qualità (contiene troppo poco humus). Si tiene da parte
questa terra, oppure la possiamo usare per coprire lo strato di
terra fertilizzata generosamente.
15
GUSTO
Cosa altro c'è nella canapa?
GUIDA AL MEGLIO DEL MEGLIO DEI TERPENI
Il profumo ed il sapore che caratterizzano un determinato strain di
canapa sono dati da molecole organiche sintetizzate ad un certo
punto dal metabolismo della pianta, in misura diversa da una varietà
all’altra. Ogni pianta è diversa dalle altre per la sua forma: ad esempio
ramificata o allungata o cespugliosa, ed è differente anche per il suo
profumo e aroma. Queste caratteristiche organolettiche che presentano le infiorescenze sono molecole chiamate terpeni (o terpenoidi)
e sono biomolecole sintetizzate dagli esseri viventi – in maggioranza
di CBG
dalle piante – dalle molteplici e diverse funzionalità.
Ad esempio sono una forma di antibiotico naturale, svolgono azione antimicotica
e attirano anche gli insetti impollinatori,
anche se per molti di loro non è stata trovata
una chiara funzione nella pianta, tanto da
una erba poco saporita, o ormai esausta.
Per il sapore c’è e ci sarà sempre e solo la
genetica. Sicuramente nei prossimi anni i
breeders ci daranno varietà ai più disparati
sapori, è solo questione di combinazione di
incredibili, un nome tra tutti il famoso “tea
tree oil”, capace di chiudere le ferite della
pelle in men che non si dica, agendo come
antisettico, antimicotico e antivirale sino in
profondità. Le varie azioni dei terpenoidi
sono: antimicrobica, antiossidante, analgesica, antinfiammatoria, miorilassante, antidepressiva, antitumorale, ansiolitica e potrei
andare avanti tre pagine se volessi elencare
esaustivamente le numerosissime funzioni benefiche che ci regala la natura per
mezzo degli oli essenziali. In più, possono
agire come rilassanti del sistema nervoso o
dei muscoli secondo differenti meccanismi
d’azione.
L’olio essenziale di canapa – prodotto
per distillazione in corrente di vapore
delle infiorescenze ricoperte di ghian-
L’OLIO ESSENZIALE DI CANAPA PUÒ CONTENERE OLTRE UN CENTINAIO DI
DIFFERENTI TERPENOIDI
Andiamo a vedere quindi queste diverse sostanze, che elencherò secondo la
loro diffusione nella canapa moderna in
Europa. Il primo della lista è senza dubbio il mircene. Il mircene è contenuto in
numerosi frutti e in grandi quantità nel
mango. Si trova abbondantemente nella
mircia, da cui prende il nome, nella citronella, nel luppolo, nella verbena e molto
meno nella menta e nei gerani, in quanto
è un precursore per altri terpenoidi. Ha
proprietà antimicrobiche, antidepressive,
antiossidanti, antitumorali, antisettiche,
analgesiche, antinfiammatorie e miorilassanti. Per un utilizzatore ludico può interessare il fatto che il mircene rende più
facilmente permeabile il THC nel vostro
cervello: significa, in parole povere, che
mangiare tre mango a stomaco vuoto,
mezz’ora prima di fumare, vi provocherà
quasi il doppio dello sballo. Il suo profumo
è un fruttato esotico molto gradevole con
toni di terra e vegetale, questo lo rende
uno dei più utilizzati in profumeria.
Dopo il mircene troviamo sempre spesso
l’Alfa-pinene e il Beta-pinene, due forme
isomeriche del pinene. Il pinene si trova in
natura nei pini, nella salvia, nell’eucalipto e
far pensare si tratti di sottoprodotti di scarto
o metaboliti secondari. Abbondanti prove
sostengono che questi componenti a bassa
concentrazione contribuiscano ai cannabinoidi nell’effetto dei preparati di cannabis,
aggiungendo i propri benefici terapeutici in
via sinergica o mitigando gli effetti collaterali dei cannabinoidi.
Quando in erboristeria comprate una boccetta di olio essenziale di limone estratto
in corrente di vapore, state comprando un
concentrato di tutte le molecole organiche
presenti nella sua buccia (limonene in gran
parte). Per analogia con la cucina, visto che
siamo italiani e ce ne possiamo vantare
molto, un olio essenziale è una riduzione
della pianta da cui proviene.
Finora non si è parlato molto di oli essenziali nella canapa e nei suoi estratti.
Questa lacuna credo purtroppo sia dovuta alla scarsità di mezzi disponibili nelle
mani degli interessati, almeno fino a poco
tempo fa. Finalmente però sembra intravedersi una luce in fondo al tunnel. Grazie
all’avvento del dabbing, in numerosi stati
degli USA, sono nati veri e propri laboratori di estrazione in purezza. Quando
una volta sarebbe bastato aggiungere la
dicitura “solvent less” al prodotto, adesso i
dispensari statunitensi richiedono le analisi certificate di tutti i loro rifornimenti. Così
facendo, sempre più operatori del settore
hanno dovuto munirsi di macchinari per
testare i vari prodotti.
I benefici di una costante analisi sulla produzione sono innumerevoli, basti pensare
dal punto di vista sanitario, ma anche, tutto
questo lavoro produce continuamente dati.
Alla luce di questi dati non possiamo più
ignorare gli oli essenziali della canapa. Non
sto parlando di mettere le bucce d’arancia
nel vasetto della concia e tantomeno di
metterci una fettina di mela per rinvigorire
casi e prima o poi uscirà anche un’erba alle
rose. Nessuna aggiunta ad un prodotto già
pronto è da considerarsi genuina, perciò
possiamo solo aspettare che la natura ci
dia un determinato profilo organolettico
mediante un qualche incrocio ben riuscito.
Ciò, secondo me, che può essere interessante è l'effetto terapeutico che possono
avere queste sostanze in aggiunta al normale effetto della canapa.
I terpenoidi estratti dalle piante e somministrati all’uomo (e, perché no, anche
agli animali) hanno funzioni terapeutiche
dole contenenti i terpenoidi di nostro
interesse – può contenere oltre un centinaio di differenti terpenoidi e in più
quantità, alcuni solo in poche tracce e
altri invece possono arrivare al 30% del
totale. La resina sulle cime può arrivare
ad un contenuto del 25-35% di terpenoidi e questo può essere un gran vantaggio, se la si vuole consumare, ma un
gran problema se si viene fermati per un
controllo di polizia. I cani antidroga non
fiutano il THC bensì l’odore della canapa che identificano nel beta-cariofillene
epossido, un terpene.
nel rosmarino. Le sue proprietà sono note
da millenni: è uno dei migliori espettoranti e disinfettanti delle vie aeree superiori, inoltre agisce come broncodilatatore,
dando quell’effetto di apertura polmonare
tipico di numerosi strain. Nell’aromaterapia
è usato come aiuto per la concentrazione e nel ripristino della lucidità mentale.
Un’ulteriore funzione sembra essere uno
dei maggiori aiuti al mantenimento di un
alto livello di acetilcolina, molecola implicata nel trasferimento e nello stoccaggio
di informazioni nel nostro cervello, contribuendo così a mitigare gli effetti del THC
16
sulla memoria a breve termine.
Il profumo del pinene è quello tipico
della resina di pino.
Analogo al pinene troviamo il pulegone, il
re degli insetticidi insieme all’azadiractina,
presente nella menta, nella canfora e nel
rosmarino. Le sue proprietà sono, come
per il pinene, legate alla sua capacità di
preservare e mantenere attiva la nostra
memoria. Molte erbe con pinene contengono anche pulegone. Il suo odore è fortemente vicino alla menta e alla canfora.
A seguire viene una sostanza molto interessante, il delta-3-carene, un componente
della resina di pino, presente nel rosmarino,
in varie parti epigee del cipresso e in buone
quantità in qualche agrume, tipo l’arancio
dolce. Il delta-3-carene presenta proprietà
drenanti e antispasmodiche ed è un ottimo
rilassante per l’intestino. Quando fumando
un buon torcione del vostro raccolto vi
ritrovate la bocca secca e magari vi guardate allo specchio ed avete gli occhi rossi
perché improvvisamente le vostre mucose
si sono seccate, sapete a chi dare la colpa.
Un asmatico troverà forte un’erba con alto
pinene e alto delta-3-carene allo stesso
momento. Il suo profumo è vicino all’arancia, tra il dolce e il pungente, a molti piace
e ad altri può risultare fastidioso. Secondo
alcune fonti era utilizzato per sofisticare i
prodotti relativi agli agrumi.
Il Limonene, volendo parlare di terpenoidi
degli agrumi, si trova nell’arancia, nel mandarino e in generale in tutti gli agrumi del
genere citrus, lo si trova anche nel rosmarino, nel ginepro e nella menta. Ha proprietà
antibatteriche, antimicotiche, antidepressive e antitumorali. Per il fumatore è uno degli
alleati migliori, contribuendo a combattere
canapa e che possiamo riscontrare nelle
infiorescenze di canapa raccolte e dovutamente conciate è il cariofillene assieme ai
suoi isomeri. Il cariofillene si trova nel pepe
nero, nella cananga, nella fitolacca, nella
melissa. Ha proprietà antinfiammatorie ed
analgesiche nel trattamento delle affezio-
ni del cavo orale, inoltre è un cardiotonico e regolatore della pressione arteriosa.
Non sempre è bene fumare canapa in piedi,
meglio sedersi ed evitare scompensi dovuti
alla sua azione. Il suo profumo ricorda il
pepe, le spezie, il sandalo e anche la canfora.
Proprio il cariofillene epossido sembra essere
la molecola riconosciuta dai cani antidroga.
Dopo questo spavento dovuto ai cani
possiamo tornare a noi, il seguente è il
terpineolo, presente in varie tracce nell’olio essenziale di pino e nell’olio essenziale
L’umulene è l’ultimo grande terpenoide che
affronteremo in questo articolo, non che gli
altri siano meno importanti ma, ripeto, mi
servirebbero pagine e pagine per elencarli
tutti con tutte le loro forme isomeriche.
L’umulene ha spiccate proprietà antinfiammatorie e buone proprietà antitumorali,
non è una molecola con azione psicoattiva
però contribuisce fortemente al gusto della
canapa. Il suo profumo è di luppolo, birra,
canapa fresca. Essendo un isomero del betacariofillene quindi si trovano spesso assieme
in grandi quantità nella stessa pianta.
Gli altri terpeni non riportati in questo articolo sono ancora in fase di studio e, ad
oggi, risulta appaiono solo in tracce. Voglio
ricordare in ogni caso i seguenti: il borneolo
e la sua azione sedativa e sinergica con altri
terpenoidi, l’eucaliptolo con la sua azione
I TERPENOIDI SI OSSIDANO MOLTO VELOCEMENTE ALL’ARIA E ALLA LUCE, QUINDI CONSERVATE
ADEGUATAMENTE I VOSTRI PRODOTTI, PER NON VEDER VOLATILIZZARE IL SAPORE
le sostanze cancerogene presenti nel fumo
della canapa ed inoltre sembra avere una
spiccata attività stimolante dell’umore. Il suo
profumo è quello tipico del limone appena tagliato, oppure può sapere di arance,
oppure ancora di trementina.
Un altro costituente dell’olio essenziale di
di arancio dolce. In profumeria è uno
degli ingredienti più largamente usati. Le
sue proprietà sono decisamente inusuali,
in quanto potrebbe essere il principale
responsabile dell’effetto “gambe segate”, o
anche effetto “couch-locking”. Il suo profumo è dolce, come un bouquet di fioriture
miste di limone, lime, mela e arancio.
STUDIO FUMETTI NUMBSKULL. UN POSTO IN CUI SI CREA LA MAGIA.
E POI HO TIRATO UN
CALCIO AL CULO DI FERRO
DI DR BONG. BANG…
EROE
MODELLO
broncodilatatoria, il linalolo, il sabinene, il
beta-farnesene ed infine l’alfa ed il beta-ocimene. Chissà che qualche utilizzatore terapeutico non trovi giovamento nell’utilizzare
strain con diversi contenuti di terpenoidi. Un
utente ludico invece troverà sapori e aromi
sempre nuovi grazie al continuo incrociare
operato dai breeders e soprattutto alle innu-
GRAZIE AMICO. TI
CHIAMO QUANDO
ESCE IL NUOVO
NUMERO
OK! SEI UN GRANDE.
SONO FELICE CHE
QUALCUNO PRENDA
NOTA DELLE
MIE NUMEROSE
AVVENTURE.
ANCHE SE IL QUALCUNO E’
UN PO’ STRANO.
merevoli possibilità di combinazioni offerteci dall’oltre cento diverse molecole.
Questo approccio alla canapa è molto
moderno, richiede macchinari per l’analisi e
lo studio della composizione organolettica
dei campioni prelevati. Non dubito arriveremo in un futuro nel quale avremo in casa
qualcosa come un mini-gascromatografo
che possa aiutare chiunque a stabilire il
grado terapeutico della sua erba o del suo
estratto in base al contenuto in oli essenziali. O ancora meglio avere dei cataloghi
di case del seme con i profili terpenoici
attesi in determinate condizioni. Perché, va
ricordato, la produzione di questi principi attivi dipende, oltre che dalla genetica,
anche dall’ambiente in cui viene cresciuta la
pianta, dal clima, dal terreno, dall’insolazione diretta, dagli agenti atmosferici avversi
presenti durante il ciclo.
Anche la maniera di coltivarla, se è fuori suolo
o in terra, influirà sulla composizione finale
del vostro prodotto. Io che sono per lasciar
fare tutto alla genetica, senza forzare la fioritura, mi riservo di andare a testare gli estratti
per poter poi stabilire con la mia mano quale
profilo organolettico mi riesce meglio. Negli
estratti si ritrovano, più concentrati, gli stessi terpenoidi presenti nell’erba di partenza;
talvolta subiscono reazioni di ciclizzazione o
isomerizzazione, dovute ai metodi estrattivi
(che devono essere i più delicati possibili) e
alla conservazione (al riparo quindi da fonti di
ossidazione come luce ed ossigeno).
Concludo con un consiglio per sperimentare
un poco i terpenoidi: mangiate due mango o
bevete tre gocce di olio essenziale biologico
(per uso alimentare) di citronella in un bicchiere d’acqua mezz’ora prima della vostra
solita canna. Vedrete che rapidità e che effetto contribuirà a darvi il mircene. E non dimenticate di annusare sempre i vostri prodotti
prima di consumarli, specialmente se volete
fumare una cima e sentirne i buoni sapori:
consiglio di romperla e di annusare a piene
narici il suo profumo, che poi ritroverete più
marcato nel vostro spinello, ma quest’ultimo
è un trucchetto di aromaterapia.
Buone fioriture a tutti e ricordatevi: i terpenoidi si ossidano molto velocemente all’aria e alla luce, quindi conservate
adeguatamente i vostri prodotti, per non
veder volatilizzare il sapore..
PRESTO
NON SONO
FORSE UNA
STAR?
18
MEDICAL CANNABIS
Autismo e tintura di cannabis
UNA FAMIGLIA CI RACCONTA COME CURA IL FIGLIO
Le sue cause sono sconosciute, ma l’autismo è una forma di disturbo dello
sviluppo e porta, tramite un diminuzione della comunicazione, a perdere l’integrazione sociale. Colpisce prevalentemente i maschi, con tassi
d’incidenza tra i 5 e le 50 persone ogni 10.000 abitanti e generalmente
si manifesta primi dei tre anni di vita. Non acquisendo capacita verbali
evolute, il soggetto tende all’isolamento sociale, finisce con il non gradire
nemmeno lo sguardo altrui e a perdere il desiderio d’interagire con gli
altri. Ciò porta a perdere la giocosità - importantissima per i bambini - e a
vivere costruendosi una propria realtà, in una vita fatta di rituali e paure
di Davide Calabria
nei confronti del ben che minimo cambiamento.
Una ricerca scientifica dal titolo
“Comprendere le emozioni nell'altro:
disfunzioni dei neuroni a specchio nei
mancata attività dei neuroni a specchio
a livello celebrale. Quando una persona compie un’azione o manifesta delle
meccanismo di simulazione incarnata
attraverso i neuroni a specchio. Tutto ciò
perché la natura desidera un’umanità
empatica, socievole e in sintonia. Grazie
anche ai neuroni a specchio, quindi,
l’umanità si evolve e l’essere umano può
apprendere come ci si comporta nella
società, in sostanza la civilizzazione.
Chiunque abbia mai sperimentato la
marijuana consumata in compagnia di
qualcuno, ha sicuramente notato come
la socialità aumenti in modo incredibile, insieme all’empatia. Bob Marley,
che l’erba la conosceva bene, sosteneva
semplicemente che consumando cannabis in gruppo e discutendo, si finisse
sempre col pensarla tutti allo stesso
modo. Per questo ed altri motivi si può
LA CANNABIS MIGLIORA LA COMUNICAZIONE E CIÒ PUÒ ANDARE A VANTAGGIO ANCHE
DI PICCOLI EPISODI AUTISTICI CHE POSSONO CAPITARE ANCHE IN ETÀ ADULTA.
bambini autistici” pubblicata sulla rivista
Nature Neuroscience ha evidenziato la
emozioni, per esempio, attiva automaticamente, nei soggetti non autistici, un
affermare che la cannabis semplifica
le relazioni, anche se non è detto che
ciò sia proprio dovuto a una maggiore
risposta dei neuroni a specchio nel cervello, un organo colmo di recettori di
cannabinoidi.
La cannabis, insomma, migliora la comunicazione e ciò può andare a vantaggio
anche di piccoli episodi autistici che
possono capitare anche in età adulta,
anche in chi non ha la sindrome fin dalla
tenera età. Episodi che possono capitare
in seguito ad un grande rifiuto o al fatto
di aver represso qualcosa: in questi casi
la marijuana può aiutare a esternare le
proprie vere emozioni. La CIA, infatti, la
usava come siero della verità.
Vediamo ora come una famiglia italiana
cura il proprio figlio, pur senza aver una
ricetta medica.
SSIT: Quanti anni ha vostro figlio? Che
età aveva quando vi siete accorti del
suo autismo?
«Nostro figlio ha compiuto trentaquattro anni a marzo 2013, mentre ci siamo
19
accorti della sua sindrome autistica
quando aveva tre anni».
SSIT: Quali cure avete provato? Hanno
funzionato?
«Alla diagnosi di autismo infantile di
tipo grave i medici hanno proposto
come terapia l'assunzione di Serenase
(un derivato dall'aloperidolo, indicato
in caso di agitazione psicomotoria) in
gocce. Leggendo il foglietto illustrativo
del farmaco ci siamo terrorizzati per
gli effetti collaterali (l’aloperidolo può
causare, in modo speciale negli anziani,
come succede nelle Ville Serene, sintomi
simili al Parkinson, movimenti ritmici
involontari della lingua, della bocca o
della mandibola, irrequietezza, sonnolenza, confusione, tachicardia, turbe
visive, secchezza della bocca, ipersalivazione) ai quali sarebbe potuto andare
incontro anche nostro figlio. Come molti
autistici, poi, nostro figlio ha sviluppato
con il tempo una forte resistenza ai farmaci. Abbiamo quindi deciso di percorrere una strada diversa da quelle solitamente tracciate e, con il consiglio dello
psichiatra che l’ha seguito durante tutto
il percorso scolastico, dalle elementari
alle medie, non abbiamo impiegato il
farmaco suggerito dai medici che hanno
fatto la diagnosi».
SSIT: Come vi siete accorti o avete
saputo dell'efficacia della cannabis
per curare l'autismo?
«Abbiamo visto, purtroppo, alcuni nostri
amici cadere vittima dell'eroina. Alcuni
di loro e altri coetanei consumavano
anche la cannabis e ci riferivano del suo
potere calmante. Siamo quindi andati in
posti dove presumibilmente potevamo
trovare informazioni per avere questa
sostanza “magica” e, volendola a tutti
i costi, l'abbiamo scovata. Il fatto che
fosse efficace per curare l'autismo, invece, non ce la detto nessuno.
Ai tempi in cui nostro figlio faceva le
sedute di psicoterapia psicoanalitica,
abbiamo provato a parlarne allo psichiatra. Il dottore, però, ha consigliato
piuttosto a noi di fumare le canne, in
modo di rilassarci e sentire meno il peso
della disgrazia che c’era capitata tra
capo e collo.
Abbiamo allora provato a chiedere a dei
ricercatori in servizio presso gli ospedali
pubblici di Roma, ma non sapevano
dell’uso per l’autismo, mentre conoscevano l’impiego della cannabis di sintesi
per curare i bambini epilettici».
fiore sarebbe l'ideale, ma non riusciamo a utilizzarla perché G. non gradisce assolutamente il sapore, difficile da
mascherare nei cibi».
SSIT: Quale tipo di assunzione avete
trovato più vantaggiosa?
«La tintura madre è efficace e semplice
da dosare. Abbiamo iniziato con cinque gocce, poi dieci, quindici e per un
periodo con diciotto gocce giornaliere,
aggiustando il dosaggio al bisogno.
Non abbiamo mai superato le quaranta
gocce, se non in alcuni casi veramente
rari in cui G., per reazione al forte dolore e la frustrazione, reagiva picchiando la testa contro il muro, rischiando
di frantumarsela. La cura attraverso il
SSIT: Quali miglioramenti avete
notato nella qualità della sua e della
vostra vita?
«Quando siamo in strada, G. non segue
più la gente da vicino e non evita più i
cani sembrando terrorizzato. Quando è
in coda, tiene duro, aspettando il suo
turno senza dare in escandescenza. Ha
perso del tutto certe posture da “cerebroleso”, non saprei come definirle altrimenti (lui ha comunque un cervello
sanissimo, senza la minima macchiolina), non scambia più il giorno per la
HO IMPARATO UN NUOVO TRUCCO CON I MIEI
POTERI GANJANETICI. DEVO SOLO PIANTARE
QUESTI SEMI DI NORTHERN LIGHTS…
… E QUANDO MI CONCENTRO
A SUFFICIENZA, POSSO
ACCELERARE IL TEMPO IN UNA
DETERMINATA AREA. COSI’…
SSIT: Avete difficoltà nell'approvvigionamento?
«È il problema più serio e angosciante».
SSIT: Avete relazioni con qualche
associazione?
«Con i Pazienti Impazienti Cannabis, che
finora ci hanno sempre dato una mano».
ECCO, PROVA
QUESTO BONG.
SOFFRENDO…
TALENTO
NASCOSTO
notte, non si graffia, non si da pugni
come prima e soprattutto non da più
testate al muro, tranne che in rari casi,
quando sta molto male. È diventato più
umano e partecipa alla vita famigliare,
divenuta più vivibile per tutti noi. Dopo
sette anni di cure con la tintura di cannabis possiamo finalmente dire di avere
trovato la strada giusta».
SINSEMILLA
E’ UN BEL TRUCCO
M-GIRL, MA
VOGLIO SAPERE
UNA COSA: DOVE
NASCONDEVI QUEL
BONG?
21
DINACHEM
Chem Dawg: la leggenda
arriva in Europa
La Chem Dawg ha fatto storia sul mercato statunitense, dall’underground
reale di New York ai dispensari della California, con numerosi premi e
menzioni sulla rivista High Times. Dinafem lavora da tempo per offrire
la parte più originale di questa genetica in Europa, che verrà presentata
Ganjah Selecta
in settembre, durante la Fiera Expogrow.
Abbiamo già parlato, in altre occasioni,
della storica dinastia Chem Dawg, sele-
sapore speciale, con accenti oleosi, marsaleggianti, fruttati e molto particolari.
Sono diventate famose anche per il loro
effetto intenso, che si può apprezzare
Daywreck Diesel, Underdawg Diesel,
East Coast Sour Diesel, Sour Diesel,
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zionata da Chemdawg a partire da semi
ritrovati in un’oncia di erba sinsemilla.
Le piante cominciano a essere condivise
e incrociate, il che porta alla comparsa
di genetiche molto famose, come per
esempio: Original Diesel, Headband,
Giesel, OG Kush, Bubba Kush o New York
City Diesel. In Spagna abbiamo Juanita
la lagrimosa o Cannatonic.
Bisogna sottolineare che queste piante
si sono guadagnate la loro fama per il
Semi di ogni genere
22
già ai primi tiri. Successivamente, quando la cannabis per uso medico e le analisi si sono fatte strada, si sono rilevate
elevate quantità di CBD in molti individui di queste linee, sia in Europa, sia
negli Stati Uniti, arrivando in alcuni casi
a un rapporto 1:1 fra THC e CBD. Questo
rapporto lo troviamo nella Sativex, che è
dunque particolarmente adatta a trattare una serie di malattie.
Tutte le Kush originali di questa ondata hanno gli stessi pregi, ma anche
gli stessi difetti. I pregi li abbiamo già
descritti: sapore dolce e caratteristico,
elevata potenza ed effetto medicinale.
Per quanto riguarda gli inconvenienti,
si tratta di una pianta per coltivatori
esperti, dato che la crescita è lenta e
può essere sensibile a insetti infestanti
e malattie, come anche a un’eccessiva
fertilizzazione. Sebbene possa trattarsi
di una sfida per i coltivatori alle prime
armi, sul mercato statunitense questa
pianta è stata una delle dieci più scelte
e senza dubbio significa che i pregi, in
questo caso, superano di gran lunga
i difetti.
Bisogna tenere in considerazione che il
mercato statunitense della cannabis è il
più maturo al mondo, in quanto si fa uso
di erba da metà del secolo scorso, grazie
all’arrivo di varietà da tutto il mondo,
che s’incrociano e si selezionano. Negli
ultimi anni, l’esperienza dei club medici-
nali ha portato gli utilizzatori a scegliere
in un’ampia gamma di varietà. Nello scegliere le preferite, senza dubbio la Chem
Dawg occupa una posizione privilegiata
in questa abbondantissima offerta di
varietà che forma il mercato americano.
Nonostante alcuni dettagli della storia genealogica siano ancora oscuri o
addirittura surreali, è ormai evidente
l’interesse suscitato da queste varietà,
sia da parte degli esperti che di chi ne fa
uso medico. Dopo uno studio delle fonti
originarie della genealogia Chem Dawg,
la banca di semi Dinafem è pronta a fare
un incrocio d’élite della parte più selezionata di questa varietà super conosciuta. In questo lavoro di selezione e
incroci, Dinafem ha fatto affidamento su
genetiche arrivate dalla fonte originale,
Chemdawg in persona, una leggenda
vivente, con tutti i problemi incontrati
nel portare avanti la selezione, dopo
una retata nel suo appartamento, dove
stava selezionando la Kush élite definitiva sotto forma di semi.
Da un lato Dinafem sta utilizzando come
madre la Chem Dawg originale, mentre
la pianta impollinatrice è stata selezionata da un lotto di semi di Guava Chem,
sempre varietà Chemdawg. Di queste
varietà ci dice che il clone originale ha
già una certa età, per cui mostra segni
di forza che scompaiono nei successori,
ma che complicano la selezione, dato
che si tratta di una pianta sibarita, che
bisogna curare con molte attenzioni
per ottenere buoni risultati. La forza si
recupera con la Guava Chem, che mantiene le caratteristiche originali, oltre a
aumentare notevolmente il vigore, dato
che si trova sotto forma di semi.
Esaminando l’albero genealogico della
Guava Chem, vediamo che Chemdawg
ha concentrato il lavoro di selezione di
questa varietà utilizzando esemplari il
più simili possibile alla Chem Dawg. In
questo modo si fanno varie riproduzioni
e incroci fra queste piante parenti, con
presenza di altre varietà, ma selezionando nella discendenza le più simili alla
Chem Dawg e incrociando nuovamente
quelle selezionate con l’originale. Il desiderio era quello di riuscire a riprodurre
sotto forma di semi la famosa genetica Chem Dawg, per dare nuova forza
alla leggenda, tenuta in vita solo sotto
forma di clone per troppi anni. Il risultato è una varietà estremamente omogenea, molto più vigorosa rispetto all’antica talea originale, sebbene conservi una
certa debolezza, per tutta l’endogamia
con cui si è sviluppato il processo.
Attualmente Dinafem sta conducendo i primi test d’incrocio fra la Chem
Dawg originale e varie Guava Chem,
selezionate per le somiglianze parti-
colari con la varietà originale. Proprio
la stessa filosofia di selezione seguita
con la Guava Chem. In questo modo
vogliono lanciare sul mercato una
varietà il più simile possibile allo standard della leggenda Chem Dawg.
A Soft Secrets abbiamo avuto la fortuna
di provare le prime selezioni, in occasione di una visita recente che abbiamo fatto a uno dei suoi centri di selezione. Senza dubbio sono sulla strada
giusta. Le prime prove mostrano una
discendenza omogenea, che mantiene
le caratteristiche che hanno reso leggendaria la Chem Dawg originale, fra
cui si distinguono il sapore oleoso, in cui
si miscelano benzina e frutta, con una
predominanza di petrolio agrumato. A
questo si aggiunge l’elevata potenza,
con un effetto intenso su tutti i sensi.
L’aspetto medicinale s’intuisce all’assaggio, sebbene dipenda ancora molto
dagli incroci definitivi e dalle rispettive
analisi per la conferma finale.
Questa varietà sarà presentata in occasione della Fiera Expogrow di Irún, dove
i presenti avranno il privilegio di acquistare i primi esemplari commerciali di
Dinachem, una genetica che, dopo aver
fatto storia sul mercato statunitense,
arriva in Europa per fissare un nuovo
standard di qualità.
23
EURO CANNABIS
Elezioni europee: candidati in erba
Nel suo intrigante testo ed ancora più ottimista titolo, “Accelerando
l'inevitabile”, il giornalista olandese Derrick Bergman ha riportato un
sagace commento dello scrittore statunitense Doug Fine sui raid contro
i growshop della Repubblica Ceca. A quasi una settimana dall'inizio
della Cannafest, i growshop cechi sono stati sottoposti ad un'imponente
azione di polizia con l'argomentazione, già tentata in Italia, di favorire
quello che nel tipico gergo della psichiatria sovietica viene definita
narcomania, ovvero la dipendenza da sostanze stupefacenti. Un blitz
avvenuto alla vigilia della più grande fiera della canapa dell'Europa orientale, in un Paese il cui ritorno alla democrazia è stato guidato per per
molti anni dal grande drammaturgo Vaclav Havel che, oltre ad essere
amico della canapa, aveva fatto coincidere la tournèe dei Rolling Stones
con la partenza dei panzer sovietici. Per non parlare della posizione
ufficiale del governo estremamente critica nei confronti della guerra
alle droghe: non è un caso che la Cechia, nonostante questi episodi, sia
di Enrico Fletzer
uno dei paesi più liberali dell'ex blocco orientale.
Secondo l'autore di Too High To Fail, recensito nello scorso numero, le operazioni di polizia contro i canapai non sono altro che un
esempio da manuale di “combattenti della
guerra alle droghe che stanno minando il
porto poco prima di ritirarsi”. In altre parole
queste non sarebbero altro che le ultime e
disperate azioni di politici e di tutori della
legge coscienti di aver perso la guerra ma
che stanno comunque cercando di causare
più ritardi e problemi possibili.
Nel frattempo, nel corso di questa ritirata, si
continua ad uccidere in nome di una guerra
persa in partenza. E quindi, nonostante l'ottimismo, è anche vero che quando una guerra
non è ancora finita ci sono sempre tanti rischi
per la propria vita e per la propria libertà. È
questo il momento più critico, in cui molti
stanno rinchiusi in casa ad aspettare che
qualcosa succeda invece di impegnarsi per i
propri diritti. Salvo poi uscire per le strade e, a
babbo morto, a gridare “Libertà!”.
Per accelerare l'inevitabile fine del mondo
proibizionista occorre muovere l'opinione pubblica ma anche tante teste. È proprio quello che cerca di fare Encod in una
Europa sempre più centrale nella costituzione dei movimenti antiproibizionisti e
sempre più importante anche per la vicinanza fisica di Bruxelles e Strasburgo alle
politiche più avanzate ma anche contraddittorie del Nordeuropa: passando dai coffeeshop dei Paesi bassi, fino al fenomeno
emergente dei cannabis social club del
Belgio, che hanno recentemente passato
il confine linguistico penetrando anche
nella parte francofona con l'apertura di un
cannabis social club anche a Liegi.
È un contesto di grandi attese per i movimenti antiproibizionisti che hanno animato lo
scenario politico europeo. Un contesto a cui
dovrebbero rifarsi anche gli 80 milioni di persone che consumano o che hanno consumato canapa nella loro vita, per fronteggaire le
immancabili trappole e i terreni minati che le
truppe proibizioniste stanno lasciandosi dietro, con la dovuta conta dei morti e dei feriti.
Anche per queste ragioni Encod, la coalizione
per politiche giuste ed efficaci sulle droghe,
ha lanciato un incontro nell'ala Altiero Spinelli
del Parlamento europeo per procedere dal
basso “verso politiche più giuste e più sane
sulle droghe” e per individuare come partner
SEDE CENTRALE DELLA GANGIA.
CAVOLI! GUARDA
TUTTA QUESTA
POSTA DEI FAN.
della campagna “Libertà di coltivare” i futuri
candidati della Unione europea. L'obiettivo
è democratizzare e modernizzare le politiche
sulle droghe nel nostro subcontinente, con
il coinvolgimento delle tante organizzazioni
della società civile che vogliono seguire il
vento dell'Ovest.
Il dibattito, accompagnato da una visita al
cannabis social club di Anversa, ha visto la
partecipazione di una quarantina di attivisti
provenienti da tutta Europa in rappresentanza di oltre 80 milioni di consumatori
di cannabis, con una proposta che ricalca
in parte il rapporto Catania del 2005 i cui
dieci punti sono purtroppo rimasti lettera
morta,così come la priorità della protezione
della vita e della salute (standard minimi,
riduzione del danno, informazione, coinvolgimento, sperimentazione, tutela sanitaria
dei detenuti, ricerca, proporzionalità, studi
sugli effetti del proibizionismo ecc...). Queste
raccomandazioni hanno quasi dieci anni.
Nessuna è stata applicata. Una volta eletti
al Parlamento Europeo i candidati si impegnano a ricordare alle autorità dell'Unione
Europea il loro fallimento nella applicazione
E’ INCREDIBILE COSA RICEVO:
PEZZETTINI D’ERBA, SKIN,
PIPE, BONG, INTIMO E FOTO
DI RAGAZZE NUDE. BUONO A
SAPERSI CHE SONO APPREZZATO.
HMMM, COSA E’ QUESTO?
CHE
BOTTA!
E’ MEGLIO CHE LA
ESAMINI BENE.
di quello che il Parlamento europeo ha raccomandato quasi dieci anni fa.
Nel frattempo Encod propone una disanima della situazione riguardante la canapa
nei vari paesi con un questionario rivolto
agli attivisti: Che cosa dice la legge sul consumo e possesso di cannabis? Che cosa
dice la legge sul consumo e possesso di
altre droghe illegali? Esistono dei cannabis
social club in attività? Se sì, quanti approssimativamente? Esistono delle stanze del
consumo per persone che usano oppiacei
ed altre droghe pesanti? Che cosa sono
i partiti politici principali (che hanno dei
candidati per le Elezioni Europee)? Qual'é la
posizione di questi partiti su: riduzione del
danno, approccio basato sulla salute sulle
droghe-decriminalizzazione della cannabis
e/o di altre droghe? Quali sono le minacce
più importanti per i consumatori di droghe
sul fronte politico e legale? Qual è lo sviluppo più promettente o positivo che riguarda
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26
COLTIVA CON LITTLE LEBOWSKI
Non esauritevi per l’allungamento
Coltivare in indoor offre molti vantaggi. È divertente giocare a essere
Dio, dare vita alle piante e controllare la quantità di luce, cibo e acqua
che ricevono. Possiamo coltivare varietà che non avrebbero alcuna possibilità di fiorire nelle brevi e miti estati del Regno Unito. Oltre a ciò, è
bello avere un hobby che non sia navigare in internet alla ricerca di un
porno. Ciononostante ha anche qualche inconveniente: caldo, rumore,
odori, bollette dell’elettricità e… uno dei maggiori… lo spazio. Non c’è
peggior sensazione se non passare le piante in fioritura e vedere come
crescono, crescono e ancora crescono. È un fatto naturale e quasi completamente inevitabile, ma si possono fare alcune cose per combattere
Little Lebowski
il tanto temuto allungamento…
rà lo spazio disponibile sotto le fonti luminose, il che può causare problemi se la luce
brucia le punte della pianta, con ulteriore
riduzione del raccolto. I rami bassi riceveranno luce meno intensa perché si dovranno
alzare le fonti di luce e, di conseguenza, le
piante produrranno meno cime.
Ma non ci sono solo cattive
notizie!
Come tutti sappiamo, prevenire è meglio
che curare, ma a chi ha già problemi di
piante che si allungano… e credo siate in
molti, soprattutto se lavorate con meno
fonti di luce a causa del caldo estivo, conviene dare un’occhiata all’articolo su potatura e super cropping uscito in edizioni
precedenti di Soft Secrets, così da trovare
una soluzione a questa situazione e ottenere una produzione decente.
Far crescere una pianticella sul
davanzale della finestra può portare
a un po’ di allungamento.
Prima di tutto, assicuratevi che le vostre
piante siano dense e frondose, il che
implica due cose: tenere una distanza
internodale ridotta e favorire la crescita
laterale. La distanza internodale suona
come un concetto complicato, ma in realtà non è altro che la distanza fra i rami
(nodi) della pianta. Soprattutto la distanza
verticale fra i vari nodi da cui nascono le
foglie e i rami che germogliano dal gambo
principale della pianta. Quanto maggiore
è la distanza internodale della pianta, più
sembrerà sgraziata e spilungona.
Le piante spilungone e sgraziate non
vanno bene perché saranno poco sviluppate e meno in grado di sopportare
la quantità desiderata di cime. Spesso
avranno bisogno di maggiori sostegni del
normale e si correrà sempre il rischio di
perdere cime a causa dei rami rotti… un’esperienza davvero devastante!
Ovviamente, una pianta che si allunga ridur-
Potare le piante in crescita e all’inizio della
fioritura influirà sul flusso di auxine nella
pianta. Le auxine sono gli ormoni principalmente responsabili di coordinare la crescita
della pianta. Ridistribuire gli ormoni naturali
della crescita dal gambo principale verso
i rami laterali è una buona tecnica per rallentare la crescita in altezza e obbligare la
pianta a ramificarsi.
Per prevenire un eccessivo allungamento
dall’inizio, dobbiamo sapere da cosa è provocato. Lasciando da parte i fattori genetici – alcune varietà sono spilungone per
natura – le due cause principali sono luce
e temperatura. Sorpresa! La soluzione per
ottenere il meglio dalle vostre pianta è avere
un buon ambiente! Questi consigli sono
mirati all’applicazione sin dal primo giorno
di coltivazione, non solo nel periodo che
molti coltivatori conoscono come “allungamento”, ossia quando il fotoperiodo delle
piante passa da 18 a 12 ore di luce al giorno.
Ci sono tecniche specifiche da applicare in
questa fase e le vedremo più avanti.
La temperatura, probabilmente, è il miglior
punto d’inizio. Anche se i vostri livelli di
luce sono ottimizzati al cento per cento,
si rischia comunque che le piante si allunghino troppo, se le temperature non sono
sotto controllo. Cercate di mantenere la
temperatura dell’area di coltura fra i 23°C e
i 28°C. Il primo passo, se non l’avete ancora
fatto, è investire in un termometro/igro-
metro con valori massimi e minimi. Serve
per registrare la temperatura massima e
minima raggiunte nell’area di coltura ed
è molto importante, in quanto un fattore
fondamentale nella distanza internodale è
la differenza fra la temperatura notturna e
diurna. In altri termini, minore è l’escursione termica fra notte e giorno, minore sarà
l’allungamento delle piante.
Parlando in toni un po’ più professionali, la
tecnica di manipolare le temperature notturne e diurne per controllare la crescita
delle piante è nota in orticoltura commerciale come DIF (DIF deriva da differenza).
Quando la temperatura diurna è più elevata
di quella di notte, si chiama DIF positiva.
Quanto è maggiore la DIF positiva, maggiore sarà la distanza internodale. Quando la
temperatura notturna è più elevata di quella
diurna, si parla di DIF negativa. Quanto è
maggiore la DIF negativa, minore sarà la
distanza internodale.
L’applicazione di una DIF negativa può inibire completamente la crescita. Un coltivatore commerciale può farlo per ottenere
determinati raccolti, in modo tale che tutte
le varietà siano pronte per il raccolto nello
stesso momento. La tecnica DIF può essere facilmente applicata all’area di coltura
moderando le temperature diurne e notturne. Se si mantiene una lieve DIF positiva
di pochi gradi, le piante continueranno a
crescere al ritmo desiderato, con uno spazio
internodale ridotto.
Se per qualsiasi motivo volete frenare leggermente la crescita delle vostre piante
(magari state aspettando che si liberi spazio
Un termometro con temperatura massima e minima è fondamentale per con-
Potete ottenere l’effetto “impulso della mattina fredda” utilizzando un estrattore regolato mediante termostato, in un’area piccola, o
con aria condizionata in un’area più grande.
Si non vi trovate con le procedure tecniche
e volete semplicemente che le vostre piante
crescano a un ritmo decente, preoccupatevi soltanto di evitare che le temperature
notturne scendano troppo rispetto a quelle
diurne e tutto andrà bene.
La fase seguente riguarda l’illuminazione.
Assicuratevi di avere sufficiente intensità
luminosa per la vostra area o le vostre
piante si allungheranno in cerca di luce
e cresceranno con una distanza internodale consistente. Come abbiamo visto in
precedenza, dovrete alzare le fonti di luce
perché ci sia abbastanza spazio per le
piante più alte e il risultato sarà la perdita di spazio estremamente prezioso che
avreste potuto riempire di cime.
In un mondo (o area di coltura) ideale, la
pianta raggiungerà il potenziale ottimale di
fioritura se tutti i punti in cui nascono le cime
sono colpiti da luce della stessa intensità. La
pianta sarà illuminata omogeneamente e
produrrà cime dense dalla punta alla base.
Un buon esempio di questo sono le piante
che crescono outdoor, con molto spazio a
disposizione attorno a sé. Questo accade
perché la luce del sole riesce a penetrare in
profondità nelle foglie della pianta e tutte
le cime ricevono la stessa intensità luminosa. Cercate “Jorge Cervantes” su YouTube e
vedrete molti esempi validi.
Con l’illuminazione artificiale, l’intensità
della luce diminuisce esponenzialmente
con la distanza. Non entreremo nei dettagli matematici in questo caso – lo faremo
in un altro articolo sulla legge del quadrato inverso – perché è sufficiente dire che
è sorprendente sapere quanta intensità
perde una lampadina da 600 watt a una
distanza di soli 30 centimetri. Per questo
motivo, quando si coltiva indoor, le cime
nella parte inferiore della pianta sono piccole e poco dense. La luce artificiale non
riesce a penetrare nelle foglie e a sviluppare queste zone difficili da raggiungere.
trollare le temperature notturna e diurna
nell’area di fioritura) e decidete di mantenere una DIF negativa (ossia tenere la temperatura notturna più elevata di quella diurna),
tenete in considerazione che l’umidità può
aumentare notevolmente quando le luci
sono spente e dovete assicurarvi che l’area
sia sufficientemente arieggiata per prevenire la comparsa di muffe.
Una tecnica che è possibile utilizzare è
“l’impulso della mattina fredda”. Si abbassa
la temperatura dell’area di qualche grado
nelle prime due-tre ore di luce e poi la si
lascia aumentare fino ad arrivare a una DIF
positiva. Si dice che abbia un effetto simile
al mantenimento di una DIF negativa, ma
riduce il rischio che l’umidità salga alle stelle.
In generale, i coltivatori britannici ed europei tendono a utilizzare una sola fonte di
luce APS da 600 watt per ogni 1-1,2 metro
quadrato di spazio di coltura, il che è senza
dubbio una buona scelta, ma è possibile
che si debba lavorare con piante che si
allungano sotto questa quantità di watt.
Dovete assicurarvi che l’intensità della luce
sia il più alta possibile, abbassando la fonte
di luce fino ad avvicinarla alle punte della
pianta, senza però che si brucino. Ci sono
vari tipi di riflettori in commercio che aiutano a dissipare il calore generato dalla lampadina. Per citarne un paio: i riflettori a
ombrello parabolico o gli Adjust-A-Wing.
Anche i riflettori raffreddati ad aria sono una
buona scelta. Assicuratevi però di seguire la
manutenzione del vetro e dell’alluminio dei
riflettori, tenendoli puliti per l'intero ciclo di
27
Investite nell’acquisto di una luce di propagazione come la T5 o PL. Queste fonti fluorescenti a basso prezzo, di pochi watt e dall’elevata potenza, possono essere collocate direttamente sopra al propagatore ed emettono
la luce bianca e fredda di cui hanno bisogno
le piante per uno sviluppo forte.
limento prematuro. Per questo la maggior
parte dei produttori di nutrienti consiglia di
concimare con fertilizzanti di crescita fino
alla terza settimana di fioritura.
Durante la fase vegetativa utilizzate una
fonte fluorescente compatta blu oppure,
ancora meglio, una fonte HM (alogenuri
metallici). Entrambe le fonti producono luce
nello spettro bianco-blu, il che stimola la crescita vegetativa e la frondosità che scoraggia la crescita verticale e mantiene ridotta la
distanza internodale.
Mantenere l’illuminazione con alogenuri
metallici della fase vegetativa durante le
prime due settimane di fioritura aiuta a
fare in modo che la distanza internodale
si mantenga ridotta. Infatti, può rivelarsi
un errore passare immediatamente a una
fonte al sodio all’inizio della fioritura, poiché
i colori infrarosso e rosso lontano che più in
là stimoleranno la crescita delle cime possono stimolare l’allungamento se utilizzati
troppo presto.
Vediamo infine cosa si può fare per ridurre
l’allungamento quando si passa in fioritura,
ossia quando il fotoperiodo passa da 18 a 12
ore di luce. Quando cambia il fotoperiodo, ci
Un buon consiglio da non dimenticare è
che la pianificazione è tutto. Calcolate che ci
sarà allungamento, che la dimensione delle
vostre piante probabilmente sarà doppia
L’illuminazione con alogenuri metallici le prime due settimane di fioritura riduce
l’allungamento.
coltivazione. La polvere riduce notevolmente l’intensità della luce. Il vetro sporco può
ridurre i livelli di luce addirittura del 20%.
Non c’è un’altezza ottimale per la fonte di
luce che usate. Tutto dipende dai fattori
ambientali, dalla strumentazione utilizzata e anche dalla varietà, dato che alcune
varietà tollerano meglio il calore rispetto
ad altre. Ad ogni modo, in linea di massima
per una fonte da 600 watt, cominciate con
una distanza di 90-100 centimetri dalla
lampadina nel caso di piante giovani e
riducete la distanza fino ad arrivare a 45
centimetri, man mano che le piante maturano. Una prova è mettere la mano a livello
del canopo della pianta per sentire il caldo
prodotto dalla fonte di luce: se brucia la
mano, brucerà anche le piante!
Non mettete troppe piante nell’area di coltura. Il sovraffollamento può essere un fattore chiave nel provocare l’allungamento delle
piante. Man mano che le piante crescono,
le foglie cominceranno a tappare quelle
circostanti e la luce non riuscirà a passare.
Alla fine, la parte bassa della pianta vivrà
all’ombra. Si ritiene che l’ombra cambi la
qualità della luce, ossia che la luce sotto
il canopo sia più ricca d’infrarossi vicini e
rossi lontani, il che favorisce l’allungamento
della pianta. Perché il concetto sia chiaro, le
piante non solo lottano per avere luce e si
allungano verso la luce, ma il tipo di luce che
ricevono nelle zone ombreggiate favorisce
ulteriormente l’allungamento.
Pianificate lo spazio prima di
cominciare, non riempite l’area
di coltura con troppe piante.
L’intensità non è l’unico fattore da tenere in
considerazione quando si pensa all’illuminazione. L’utilizzo di tipi diversi d’illuminazione
nelle varie fasi di crescita contribuisce a
ridurre l’allungamento delle piante.
Quando studiate il sistema di propagazione, non cadete nella tentazione di far
crescere le pianticelle più piccole o le talee
sul davanzale della finestra. Se la finestra è illuminata direttamente dal sole, le
pianticelle cuoceranno e seccheranno. Se
la finestra non è illuminata direttamente
dal sole, le pianticelle si allungheranno in
cerca della fonte di luce.
Distanza internodale ridotta e un canopo ben allineato. Perfetto!
si può aspettare due settimane di crescita
verticale molto vigorosa, questo è inevitabile. Poiché le piante hanno bisogno di azoto
per crescere vigorosamente, si potrebbe
pensare che passando immediatamente a
fertilizzanti di fioritura la crescita verticale
s’interromperebbe. Purtroppo non è così. La
pianta ha bisogno di azoto durante la fase
iniziale della fioritura e se ne limitiamo la
disponibilità, otterremo soltanto un ingial-
quando passerete a un fotoperiodo 12/12 e
potrete quindi pianificare lo spazio. Tenete
in considerazione l’altezza massima a cui
potete posizionare le luci e pianificate a partire da questo dato. Per esempio, se l’altezza
massima che possono raggiungere le piante
è un metro, mettetele a fiorire prima che
arrivino a 50 centimetri.
Buona coltivazione!
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MEDICAL CANNABIS
QUANDO LA CANAPA CURA LA SCHIZOFRENIA E COSA È MEGLIO EVITARE
Uno psicofarmaco
naturale
di Davide Calabria
Sembra sempre più di vivere in un mondo schizofrenico e ciò è causato, probabilmente, proprio dalla mancanza di canapa nei vari cicli
della vita. D’altro canto, crescendo nella repressiva società romanocattolica, avere delle psicosi o l’essere un po’ schizofrenici diventa un
fattore umano del tutto naturale e in queste piccole cose la cannabis
può essere molto utile. In caso di una storia personale o famigliare di
psicosi il consumo va però evitato, se non sotto controllo medico.
I sintomi psicotici – secondo una
ricerca condotta nel 1999 dai professori Leweke, Giuffrida e Piomelli
dell’Università di Colonia e pubblicata su Clinical Neuroscience – sono
caratterizzati da una produzione
abnorme di alcuni endocannabinoidi
(Anandamide e Palmitoiletanolamide)
per il cervello e da una bassa pro-
Come spiega bene un anziano contadino marocchino nel film documentario disponibile su internet, Hashisch
Ein Dorf auf Drogen (ovvero, Hashisch,
Un villaggio sulle droghe), disponibile
anche con sottotitoli in italiano: « … il
gusto della cannabis è differente in ogni
fiore, dolce, come il miele o lo zucchero
… Se fumi qualcosa, la testa inizia a
muoversi per capire cosa fare … ricordi
il passato … cosa ti ha portato fortuna
… quali sono invece stati gli errori … fai
il giudizio del tribunale a te stesso, rivivendo quando sei stato buono o cattivo
con gli altri …. Se stai facendo qualcosa,
invece, pensi al tuo lavoro, a quello che
svolgi. … Tutto ciò aiuta a calmare il
pazzo, che dopo la cannabis, si tranquillizza, si siede, se prima era in piedi e
agitato, tornare a parlare normalmente,
dando le risposte giuste».
Le religioni le ha inventate l’uomo, mentre in natura non c’è bisogno di nessuna
confessione da parte di qualcuno, ci
pensa la sacra cannabis. D’altro lato,
rivivendo anche momenti in cui la persona si è comportata bene con gli altri,
permette l’esaltazione della coscienza.
Una coscienza sempre più flebile in questo mondo proibizionista, basta osservare l’indifferente maniera di sporcare
Il conforto della cannabis per la salute mentale è sostenuto, per esempio,
anche da Vincenzo Di Marzo, coordinatore dell’Endocannabinoids Research
Group di Pozzuoli. Intervistato dal
Corriere della Sera (Corriere Salute, 20
maggio 2012), Di Marzo ha evidenziato
come recenti sperimentazioni attraverso la somministrazione di 800 ml
di CBD al giorno siano funzionali nella
cura della schizofrenia, senza rilevare
effetti collaterali rilevanti.
Anche secondo una ricerca del
2009, pubblicata sempre da Clinical
Neuroscience , la cannabis è stata trovata vantaggiosa nella cura dei pazienti schizofrenici, migliorando le abilità
generali, l’aspetto dell’apprendimento
e della memoria, anche breve, l’attenzione, le funzioni cognitive e la velocità psicomotoria.
Uno studio ancora più recente del professor DeRosse, pubblicato sulla rivista
scientifica Schizophrenia Research, ha
mostrato come il consumo di marijuana terapeutica ha effetti positivi sulle
funzioni cognitive delle persone affette da schizofrenia. Addirittura, secondo
uno studio del 2012 pubblicato invece
dal Journal of Psychiatric Research,
la cannabis riduce la mortalità nei
pazienti schizofrenici con problemi
psicotici. La ricerca ha comparato l’uso
di alcol e quello di cannabis, su 762
pazienti e, in particolare negli individui
tra i trentacinque e cinquantacinque
anni, la mortalità è stata più bassa nei
consumatori di marijuana, rispetto a
chi non ne faceva uso, mentre l’alcol
non sarebbe in grado d’influenzare la
mortalità.
Ecco come la cannabis possa per molti
sostituire il sempre più necessario psicologo della società proibizionista. Ma anche
come possa, contrariamente a quanto
ritenuto dalle grandi religioni, restituire
ad ognuno il ruolo di profeta di se stesso.
Secondo la descrizione esistono il bene e
il male ma sono interconnessi, non entità
separate, mentre non esistono peccati ma
errori a generare sfortuna o buone azioni
a portare fortuna.
La cannabis, praticamente, passa al
setaccio il nastro della coscienza e,
facendo rivivere l’errore compiuto
fino in fondo, riesce, nell’uso religioso
come quello rastafariano, a permettere di espiare il peccato tramite la
comprensione dello sbaglio compiuto.
Alla faccia della supposizione che la
cannabis faccia male alla memoria! Tra
l’altro, se c’è bisogno, il suo consumo
porta ad elaborare vissuti anche molto
lontani del tempo.
interrompendo la produzione di endocannabinoidi per bilanciare la presenza totale di cannabinoidi nel corpo.
Questa sua azione si verifica anche
grazie al rallentamento innescato dal
consumo a porre l’individuo in sintonia con i ritmi della natura, riducendo
ansia, paranoia e stress. Consumando
varietà Sative, si ritiene invece, una
persona con problemi mentali potrebbe veder aumentare il rischio di episodi psicosi, relativamente al periodo
d’intossicazione.
il pianeta. In molti soggetti, infatti, la
canapa fa la differenza tra l’avere o no
una coscienza.
L’effetto benefico sulla salute mentale,
deriva anche dalla profonda introspezione innescata, che permette di conoscersi meglio, interagendo con il proprio
cervello, a volte con dei veri e propri
dialoghi interni, esattamente come il
regista fa capitare al personaggio di
Homer Simpson, nel fortunato cartone
animato televisivo.
duzione di altri endocannabinoidi
(Arachidonilglicerolo, per esempio).
L’eccesso di endocannabinoidi potrebbe essere dovuto a un’alimentazione troppo ricca di grassi cattivi o dal
movimento frenico. Per la cura di queste patologie è quindi innanzitutto
necessario cambiare lo stile di vita. Se
non ci si riesce da soli, alcune varietà
di cannabis, le Indica in particolare,
ricche di CBD (Cannabidiolo), a volte
sono un valido assistente nella terapia,
A quanto sembra, quindi, la cannabis
riesce a unire gli aspetti delle personalità distinte dalla schizofrenia, grazie all’unione mistica innescata nella
mente, nel corpo e con il resto del creato, e per questo motivo può essere ritenuto un valido aiuto psicoterapeutico.
Le persone che fanno uso di cannabis
per problemi psichiatrici – o semplicemente psichici – sono già molte e
generalmente non godono di un’assistenza medica. Eppure sarebbe semplice organizzarsi dando la possibilità
a consumatori a rischio di coltivare
legalmente le varietà più idonee all’interno di Cannabis Social Club, come
succede in Spagna, con la supervisione
medica.
Per informazioni, Associazione Cannabis
Terapeutica (ACT, www.medicalcannabis.it)
30
LED
Corso intensivo sulla coltivazione
con LED
Di Demian Vrij
Nonostante i LED (Diodi a Emissione Luminosa) esistano dagli Anni Sessanta e
la coltura indoor sia stata praticata in maniera diffusa negli ultimi decenni, un
connubio proficuo dei due non si è ancora verificato. In quanto tecnologia, i LED
non hanno catturato l’immaginazione dei coltivatori e la maggior parte di essi li
considera una fonte luminosa inferiore che, al meglio, può essere utilizzata per
integrarne altre. Ma i LED producono meno luce rispetto alle fonti HID o questa
tecnologia non è ancora stata utilizzata al meglio?
so di luce rossa sono alcuni dei problemi provocati dai LED, che li hanno
condannati a una cattiva reputazione nel mondo della coltura. Al contempo,
i pannelli di quel periodo erano incredibilmente cari e i risultati, come abbiamo visto, estremamente dubbi.
Due anni fa circa si è verificato il primo grande cambiamento nello spettro
dei pannelli a LED. A un certo punto i produttori hanno dato un’occhiata al
sole e si sono accorti che non era solo una combinazione di blu e rosso. Il
sole infatti ha un intero spettro di luce che subisce piccoli adeguamenti a
seconda della stagione, cosa già nota ai coltivatori e motivo per cui hanno
usato la luce bianca per la fase vegetativa (soprattutto sotto forma di fonti
ad alogenuri metallici) e la luce calda bianca per la fioritura (sotto forma di
fonti di sodio ad alta pressione).
Il tipico approccio monocromatico si ritrova ancora in alcuni pannelli.
I primi pannelli di coltura a LED sono stati prodotti utilizzando l’approccio
monocromatico. Venivano usati singoli colori per produrre lo spettro desiderato
per le piante, o per lo meno quello che i produttori ritenevano fosse il meglio.
Si tratta dei LED che la maggior parte di noi ha in mente. Le foto di piante sotto
una combinazione di luce blu/rossa sono una cosa che tutti noi abbiamo visto
almeno una volta. Tale combinazione di blu e rosso derivava dall’idea che le
piante avessero bisogno di luce blue per la fase vegetativa e di luce rossa per la
fioritura: una nozione semplicistica su come le piante usano la luce.
Quel tipo di luce ha deluso molte persone, perché nonostante fosse piuttosto decente per la fase vegetativa, al momento della fioritura si è rivelato un
vero flop. Cime deboli senza sostanza su piante bruciate a causa di un ecces-
Lo spettro sta cambiando, mentre la luce bianca comincia a prevalere.
31
Da quel punto in poi si è mosso qualcosa, in quanto gli sviluppatori avevano uno
spettro noto che costituiva la base di lavoro da cui partire. Allo stesso tempo,
una nuova filosofia è entrata nel campo della progettazione dei pannelli, ossia
l’utilizzo del raffreddamento passivo in contrasto al raffreddamento attivo, l’unico utilizzato fino a quel momento. Il raffreddamento passivo richiede un dissipatore di calore sufficiente ad assorbire e dissipare nell’ambiente il calore prodotto
IL SETTORE DEI LED DI OGGI CI RICORDA LA STORIA
DELL’INFORMATICA NEGLI ANNI SETTANTA. NON C’È UNO
STANDARD, OGNI TIPO DI APPROCCIO PUÒ ESSERE SEGUITO
E NESSUNO SA COSA SUCCEDERÀ D’ORA IN POI
dai LED senza il supporto di ventilatori, cosa che accade nel raffreddamento attivo. Potrebbe sembrare un cambiamento da poco nella progettazione, ma è un
elemento importante nella coltura. A parte il fatto che i pannelli che utilizzano il
raffreddamento passivo non hanno ventilatori interni che potrebbero rompersi,
hanno l’ulteriore vantaggio di rilasciare istantaneamente il calore nell’ambiente
dall’intera struttura e non solo da un punto in particolare, come accade nel raffreddamento attivo. Se si parla di coltura indoor, dove gli spazi sono piuttosto
limitati, una tenda ben ventilata non avrebbe assolutamente alcun problema
a utilizzare i pannelli che usano il raffreddamento passivo, mentre i pannelli a
raffreddamento attivo richiederebbero spazio a sufficienza in cui incanalare il
calore mediante ventilatori, che verrebbe poi dissipato nell’ambiente.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare: molto di ciò non sarebbe successo se innumerevoli maghi del fai da te non avessero fatto esperimenti con i pannelli LED creando
le loro versioni personalizzate. La base di conoscenza creata nei forum dal punto
di vista della meccanica ma anche della coltura, sulla progettazione e produzione
dei pannelli LED si è dimostrata preziosissima per i produttori che hanno lanciato
così nuove idee. Analogamente, molti dei nuovi produttori sono entrati nel settore
grazie al design semplice che ha consentito loro di produrre a basso costo.
Il settore dei LED di oggi ci ricorda la storia dell’informatica negli Anni Settanta. Non
c’è uno standard, ogni tipo di approccio può essere seguito e nessuno sa cosa succederà d’ora in poi, in quanto ci sono possibilità illimitate e la flessibilità che offrono è
ciò che alimenta la sperimentazione con i LED. Ci troviamo a un crocevia di tecnologie
in cambiamento (le fonti HID, a elevata emissione luminosa, fra un paio d’anni non
verranno più prodotte) e questo enorme vuoto andrà colmato. Allo stesso tempo non
è possibile che il settore continuerà a operare secondo le regole della produzione di
massa del 20° secolo o secondo il principio “un prodotto per tutti gli utilizzi”.
In questo momento probabilmente vi aspettate un elenco dei pro e dei contro
della coltura con pannelli LED. I vantaggi ovvi sono la minor elettricità consumata durante la coltura e le migliori condizioni ambientali dovute al calore minimo
prodotto dai LED rispetto alle fonti HID. I contro sono che finora la maggior
parte dei pannelli sul mercato non è riuscita a garantire risultati costanti che
I CONTRO SONO CHE FINORA LA MAGGIOR PARTE DEI
PANNELLI SUL MERCATO NON È RIUSCITA A GARANTIRE
RISULTATI COSTANTI CHE POTREBBERO FAR SCATTARE UN VERO
E PROPRIO CAMBIAMENTO DELLE ABITUDINI DI COLTURA
potrebbero far scattare un vero e proprio cambiamento delle abitudini di coltura. Ciononostante, con la varietà di pannelli LED in circolazione e con i nuovi
modelli lanciati ormai da un giorno all’altro, generalizzare equivale ad aspettarsi
che tutte le automobili siano uguali. Potrebbe anche essere che il punto di forza
maggiore nella coltura con LED sia l’incredibile personalizzazione consentita ai
coltivatori. Il raffreddamento attivo e passivo possono essere utilizzati diversamente a seconda delle condizioni di coltura e lo stesso vale per le lenti dei LED.
Alcuni pannelli eccellono in condizioni di microcoltura, mentre sono del tutto
inefficaci per le colture di grosse dimensioni e viceversa.
Nel prossimo articolo di questa serie sui LED e sulla coltura, analizzeremo da
vicino vari modelli sul mercato. Vedremo quali sono le varie filosofie alla base
dei concetti della produzione di pannelli LED e mostreremo come i vari modelli
si adattano a diverse tecniche di coltura e quale sia il più adatto a ogni coltivatore, a seconda delle sue esigenze di coltura.
Un dissipatore di calore assorbirà il calore emesso dai LED e lo dissiperà istantaneamente.
SPEGNI QUELLA
CANNA PER FAVORE.
UN ORDINE
PERENTORIO
FANCULO, FUMO
DOVE VOGLIO.
Ciò che molti grower non sanno è che la Santa Maria in
origine era una vera varietà outdoor, ecco perché spesso
mostra l’esuberanza e il vigore di crescita di un’erbaccia. Certi
coltivatori giurano pure che la Santa Maria è una delle varietà
di marijuana dalla crescita più rapida mai selezionate!
OK, IL CAPITANO
THUNDERSTAR TE
LO HA CHIESTO CON
GENTILEZZA.
WOW! SEI PAZZO?
SPEGNI QUELLA CANNA O
INCENDIERAI TUTTO.
OWWW! MI
SENTO STRANO…
C’è il falegname alcolizzato che ha smesso di bere
da quando ha scoperto
la canapa, c’è la mamma
dell’infermiere che, senza
saperlo, con un buon thé
aromatizzato si cura il
glaucoma, c’è l’ex poliziotto, diventato esperto
botanico, che allevia i
sintomi della sclerosi
multipla fumando abbondanti spinelli di canapa
indica. C’è il medico che,
in seguito alla chemioterapia, dopo averla testata
su se stesso, ne studia le
differenti genetiche e le
diverse applicazioni e per
questo adesso è agli arresti domiciliari, c’è il ferroviere epilettico che
non sapeva nemmeno che la canapa avrebbe potuto accompagnarlo
in alternativa a farmaci collaudati, ma dalle conseguenze pesanti.
C’è il croupier malato di sindrome di Crohn che grazie alla canapa
ha una famiglia, una vita dignitosa e può continuare a lavorare, c’è
la studentessa universitaria che soffriva d’ansia, adesso ha risolto il
problema, si è laureata e ha scritto una tesi sull’argomento.
“Canapa Medica” si
rivolge ai pazienti, ai
medici, ai farmacisti,
agli operatori del settore
sanitario, ma anche agli
assistenti sociali, alle
forze dell’ordine, ai giudici
dei tribunali e in generale a tutte le persone
interessate a conoscere
le plurime applicazioni
mediche di questa pianta.
“Canapa Medica” raccoglie, suddivisi secondo
la patologia sofferta,
racconti di tanta gente
comune che per motivi
di salute si è imbattuta
nella canapa ed ha imparato a riconoscerla come preziosa alleata
nel percorso che ogni malato compie per rendere la propria vita il
più possibile simile alla vita dei sani. La canapa è percepita dalle
istituzioni e dai loro rappresentanti come una droga da combattere
ad ogni costo.
Lo scopo di questo libro è mettere in dubbio questo costo, in termini sociali, penali e soprattutto sanitari.
33
COLTIVA CON GOLGI
Parliamo di potatura:
ecco i vantaggi
Di Golgi Apparatus
THC, se non alcuno, si trova nelle piante
coltivate o raccolte. La ricerca ha dimostrato
come il THCA abbia effetti neuroprotettivi e
antiinfiammatori ma non produca gli effetti
psicoattivi del THC.
La decarbossilazione si verifica quando
gli acidi carbossilici perdono un atomo di
carbonio da una catena di carbonio, rilasciando anidride carbonica (CO2), il che
trasforma il THCA in THC. Questo succede naturalmente (ma molto, molto lentamente) durante il processo di essiccatura.
Ci potrebbero volere anni per completare la trasformazione del THCA in THC
in questo modo. Fortunatamente, una
fonte di calore o una fiamma accelerano
la decarbossilazione, il che spiega perché
fumare (il metodo di consumo prediletto)
ci esponga al THC trasformato (e, naturalmente, a tutti gli effetti che conosciamo e
amiamo). Questa trasformazione si verifica anche quando la cannabis viene riscaldata in miscele come la tintura o il burro.
Iniziamo con l’utilizzo più ovvio della
vostra potatura: fare hashish. Ci sono vari
modi per ottenere hashish come prodotto
finale, ma quello più pulito ed efficace è
l’estrazione a freddo utilizzata per il bubble hash. Si chiama ‘bubble’ hash perché
il materiale più puro, riscaldato e fumato,
farà bolle quando bruciato.
Estrazione a freddo – Il Bubble hash si ottiene mediante l’estrazione a freddo, usando
ghiaccio normale o secco. Alla base di questo metodo c’è il congelamento delle ghiandole di resina che producono THCA (tricomi)
che rimangono dopo la potatura, che vengono scosse perché si stacchino dalle foglie.
Si raccolgono poi con un setaccio a maglia
molto fine o altri setacci a maglia di diversi
BHO - Olio miele fatto con butano: immagini passo dopo passo. Qui si vedono gli occhiali a maschera che indosso.
Se non ne avete di questo tipo, usate una maschera da snowboard e andrà benissimo
Uno degli inconvenienti dell’essere coltivatore è quello di avere i resti di foglie
cristallizzate dopo avere curato il proprio
raccolto con perfezione maniacale. I coltivatori di tutto il mondo hanno scoperto
modi creativi per trasformare questi resti in
prodotti validi. Normalmente, per accedere
a questi resti bisogna essere coltivatori o
conoscerne uno. La vostra capacità di produrre chicche e hashish con questi resti,
vi rende il preferito in compagnia. Ci sono
molte possibilità per utilizzare questi resti
e alcune di queste richiedono solo pochi
minuti di tempo. Non ci sono scuse: i resti
non devono finire in pattumiera.
I cannabinoidi desiderabili che troviamo
nelle piante di marijuana sono concentrati
maggiormente nei fiori maturi, ma si trovano anche in grosse quantità nelle foglie e
nei resti della potatura (in piccole quantità
anche nei gambi). Utilizzando i metodi di
estrazione su questi ‘resti’, possiamo produrre dolci, tinture, hashish, prodotti al
forno, oli, lozioni e altro (il tutto controllandone sapore e potenza). La creatività non
manca certo in questo ambito, come si
può notare dall’abbondanza di ricette e di
video online su come farlo. Vi presento qui
alcuni dei più popolari e vi fornisco alcune
istruzioni su queste tecniche di estrazione
tanto amate dai fan.
Allora, vediamo subito la parte tecnica. La
cannabis usata per produrre tinture e altri
prodotti commestibili richiede la decarbossilazione. La maggior parte delle persone
Batch da 20 litri di Bubble Hash, passo dopo passo
non mastica nozioni di chimica organica,
quindi fornirò le basi su una delle reazioni
organiche più antiche della scienza. Il THCA
(acido tetraidrocannabinolico) è il precur-
sore biosintetico del THC (tetraidrocannabinolo). Si trova abbondantemente nella
cannabis coltivata e raccolta. Questo è in
contrasto con la nozione secondo cui poco
micron per ottenere il massimo dell’estrazione. Dopo l’essiccatura, otterrete i tricomi
estratti e puliti uniti fra di loro.
Iniziate mettendo il materiale potato in fre-
34
essiccare. L’hashish estratto è simile a limo
o fango (come quello che vi aspettereste di
trovare sul fondo di un lago) e i cambiamenti di colore e struttura dipendono da quale
setaccio è stato usato per estrarlo. Non fatevi
ingannare però, è tutto oro bubble!
Estrazione IPA – IPA si riferisce all’alcool isopropilico (disinfettante cutaneo),
che può essere utilizzato per le estrazioni,
usando l’alcool come vettore. L’IPA al 99%
è utilizzato come solvente, perché è piuttosto economico e facile da ottenere. Il
vantaggio dell’estrazione IPA è la velocità.
Più l’ISO è a contatto con la potatura, più
la clorofilla e altri elementi indesiderati ne
saranno intrisi. Alle persone piace definire
la qualità sulla base del risciacquo, nel
senso che il voto più alto (A) corrisponde
al primo risciacquo, per poi scendere con
il secondo (B) e con il terzo e ultimo risciacquo (C). I risciacqui B e C avranno maggiori
probabilità di contenere impurità rispetto
all’A, poiché il solvente rimane a contatto
più a lungo con la potatura.
Tintura a base di vodka aromatizzata prima della colatura. Cercate
anche di bruciare una parte dell’alcool scaldando la miscela alle
temperature ‘di sicurezza’ per la cottura della cannabis
ezer per almeno due ore per accelerare il
processo di congelamento. Questa procedura richiede ghiaccio, acqua, una serie di
sacchetti a setaccio con maglia micron e
un contenitore di dimensioni adatte a contenere i sacchetti. Lo si può fare con quanti
sacchetti si desidera, ma un minimo di due:
uno per il materiale e uno per l’estrazione.
Sto usando un set di quattro sacchetti da
20 litri circa e quindi il mio contenitore per
l’estrazione è un secchio in plastica da 20
litri. Allineate il secchio con i sacchetti. Il più
piccolo va per primo, poi il seguente e così
via, in ordine di grandezza. Il sacchetto più
grande conterrà materiale e ghiaccio. Io ho
usato una borsa in plastica da supermercato, piena a metà di potatura, che ho appena
tirato fuori dal freezer (sostanzialmente, si
può usare tutta la potatura che si può per
riempire il contenitore) e 2,2 kg di ghiaccio.
Questa tecnica può essere seguita utilizzando anche ghiaccio secco, ma questo richiede precauzioni di sicurezza per maneggiare
il tutto, quindi io mi limito al ghiaccio normale. Nel sacchetto più in alto (un sacchetto
da 220 micron), posizionate strati alterni
di potatura e ghiaccio (potatura, ghiaccio,
potatura, ghiaccio). Aggiungete poi acqua
fredda (circa 4 tazze a volta), agitando vigorosamente mentre potatura e ghiaccio sono
immersi. Agitando si agisce sui tricomi congelati, che saltano via dalle foglie e finiscono
nell’acqua. Proseguite con questo procedimento finché l’acqua non raggiunge il
livello del sacchetto. A me piace utilizzare un
secchio con una cannella sul fondo, in modo
tale che posso drenare l’acqua e utilizzarla
di nuovo per il risciacquo. L’idea alla base di
questo è che il tutto è già molto freddo per
il fatto che si trova nel ghiaccio e mi offre
maggior tempo di agitazione. Se non avete
una cannella, potete smettere di aggiungere acqua a questo punto e continuare ad
agitare. Dopo circa 15 minuti, smettete di
agitare e lasciate che la gravità faccia il suo
effetto. Lasciate il secchio in posizione in
modo che i tricomi si depositino sui setacci
inferiori. Aspettate almeno 30 minuti (più
di quanto non vorreste) prima di tirare su i
sacchetti, uno per volta. Iniziate togliendo
il sacchetto da 220 m in cima che contiene
potatura e ghiaccio e spremete via l’acqua in
eccesso verso il sacchetto sotto. Passate poi
Procedimento: Congelate tutto! Mettete
l’IPA, la potatura, lo shaker e il barattolo
(i barattoli in vetro per le conserve sono
ottimi) e gli altri contenitori o strumenti
che userete, nel freezer per un paio d’ore
prima dell’estrazione. Questo aiuta a congelare le ghiandole di resina e a romperle delicatamente durante il mix. Il tutto
deve essere fatto velocemente e con precisone per evitare che le impurità finisca-
con vigore, può staccarsi anche la clorofilla,
quindi siate delicati.
Il problema dell’utilizzo dell’IPA sorge
quando si cerca di togliere il solvente
dall’estratto. L’alcool isopropilico ha un
punto di ebollizione relativo più elevato
rispetto ad altri solventi, il che ostacola
l’intera rimozione dal prodotto finito. Un
doppio boiler è il miglior metodo utilizzato per controllare la temperatura ed
evitare il contatto diretto del calore con
l’IPA/il barattolo di vetro. Il naso può captare un forte odore di alcool per capire se
c’è bisogno di più tempo o no. L’eccessivo
calore provocherà l’evaporazione dei
cannabinoidi desiderati. Questo metodo
deve essere seguito con estrema attenzione, dato che il solvente che utilizziamo è
infiammabile. Il tempo necessario dipenderà dalla quantità di solvente utilizzato e
dalla temperatura di evaporazione.
BHO
(Olio Miele fatto con Butano)*** Avvertimento: Questa tecnica di estrazione è rischiosa e dovrebbe essere utilizzata all’aria aperta o in un’area estremamente
ventilata. Evitare fumo, fiamme o fonti di
calore durante l’estrazione *** Seguendo
le suddette precauzioni, va detto che l’olio
miele è un’essenza liquida estremamente
concentrata e un metodo incredibile per
utilizzare tutto il fogliame delle vostre signorine. Lo si può fumare o utilizzare per le
ricette di prodotti commestibili.
IL PIATTO DI RACCOLTA SUPERIORE DOVREBBE CONTENERE UN LIQUIDO SCINTILLANTE,
DI COLORE GIALLO-VERDE PALLIDO, CHE RIBOLLE COME SE FOSSE CARBONATO
al sacchetto successivo, spremete l’acqua in
eccesso e utilizzate uno strumento di lavorazione per raccogliere l’estratto dal fondo del
sacchetto. Mettete il bubble hash estratto
su un pezzo di plastica di colore chiaro a
no nell’hashish, quindi usate un timer per
sicurezza. Prendete il barattolo di vetro
e riempitelo con il materiale di potatura,
poi aggiungete alcool e scuotete delicatamente per circa 30 secondi. Se scuotete
Butano – Dato che si tratta di un gas a
temperatura ambiente e pressione atmosferica, utilizziamo il butano come vettore
d’estrazione (poiché evaporerà dopo aver
estratto i cannabinoidi). Tuttavia, non tutto
Gangia-gommose, immagini passo dopo passo. Assicuratevi di usare l’olio miele
affinché abbiano la potenza necessaria
35
il butano viene creato uguale. Ci sono 2 tipi
di butano disponibili: l’isobutene (punto di
ebollizione o PE -11,7°C) e l’n-butano (PE
che consiglio di non utilizzare sono quelli
prodotti aggiungendo fragranze o additivi
al butano. Se non siete sicuri, utilizzate un
minato odore se è quello che diciamo. Per
questa estrazione io ho comprato il butano
raffinato 7x della marca ‘Dodo’, in confezione
Produzione e aromatizzazione della tintura a base di glicerina vegetale. Usate gli aromi per insaporire la miscela dopo la
colatura, ma prima d’imbottigliare
-0,5°C). Fra questi 2 tipi d’ingredienti, ci sono
diversi ingredienti a seconda del produttore.
Per produrre olio miele, l’n-butano è quello
che funziona meglio ed è anche quello che
si troverà con maggiore probabilità sugli
scaffali dei punti vendita. Estrae ed evapora
meglio, grazie al punto di ebollizione più
metodo domestico per controllare le impurità a livello di butano, chiamato test dello
specchio. Prendete uno specchio e spruzzate una buona quantità di butano liquido su
di esso. Aspettate poi 5-10 minuti affinché
il butano evapori. Controllate in seguito
lo specchio per vedere se è rimasto del
da 330 ml (187 g) e userò una confezione
per una potatura da 12’’.
Materiale – Il fattore più importante nel fare
un’estrazione è l’utilizzo di potatura o cime
buone, fresche e non curate. La qualità del
materiale è la variabile principale che i col-
LA DECARBOSSILAZIONE SI VERIFICA QUANDO GLI ACIDI CARBOSSILICI PERDONO UN
ATOMO DI CARBONIO DA UNA CATENA DI CARBONIO, RILASCIANDO ANIDRIDE CARBONICA
(CO2), IL CHE TRASFORMA IL THCA IN THC
basso e lascia molto poco sapore, se non
nullo, o residui nell’olio. Cercate l’etichetta impurità ‘quasi zero’ sul contenitore, che
normalmente indica meno di 15 parti per
milione (ppm) d’impurità. Gli unici marchi
residuo bianco (che potrebbe anche avere
un determinato odore). Assicuratevi di non
confondere la condensa con il residuo. La
macchia deve rimanere dopo che il butano
è evaporato e probabilmente avrà un deter-
tivatori devono affrontare in questo tipo di
trattamento. Il butano toglierà l’odore anche
dal materiale estratto dalla pianta, quindi
la qualità dell’olio dipende dalla qualità del
materiale che state utilizzando.
Procedimento: Per costruire il tubo di estrazione avrete bisogno di un pezzo di PVC
o un tubicino in metallo lungo 20-30 cm
e largo almeno 2,50 cm e (2) tappini delle
stesse dimensioni in larghezza. Nel mio caso
ho utilizzato un pezzo lungo 30 cm di PVC 1
½ (sch 40) e (2) tappini 1 ½. Ho scelto il PVC
per il prezzo ridotto e perché lo si può acquistare anche in lunghezze più contenute. Si
possono anche acquistare tubi di estrazione
già pronti all’utilizzo, prodotti da vari marchi,
ma sono così facili da costruire! Vale la pena
provare, no? Dovete solo assicurarvi che sia
abbastanza largo da tenere 28 grammi circa
di potatura triturata. Praticate (1) un foro al
centro esatto di una delle estremità, grande
a sufficienza perché ci entri la punta del
butano e praticate vari forellini più piccoli
nell’altra estremità, sempre nella zona centrale, affinché il butano possa fuoriuscire. Ho
deciso di praticare 7 forellini nel mio. Questa
estremità può essere incollata permanentemente utilizzando una resina epossidica
per il materiale del tubo. L’altra estremità
deve essere rimuovibile per poterla riempire di materiale di potatura. Aggiungete
un imbottitura fatta con un filtro da caffè
all’interno dell’estremità finale per trattenere
il materiale libero prima che ricada nel prodotto finale estratto. Assicuratevi di lavare
e risciacquare a fondo tutte queste parti
prima dell’utilizzo, per evitare che sporcizia
e altro materiale entrino nel vostro estratto.
Una volta puliti, siete pronti per l’estrazione!
Mediante un macinacaffè o una macchina per tritare, macinate la potatura fino a
ottenere una struttura omogenea e riempite il tubo di materiale di potatura (senza
schiacciare troppo), sostituendo poi il tappino. Avrete bisogno di 2 piatti di vetro da
posizionare sotto il tubo: uno per raccogliere l’estratto di butano che cola e l’altro,
più grande, di dimensioni adatte per essere
posizionato all’interno del piatto di raccolta.
Posizionate il tutto in stile ‘doppio boiler’,
con il piatto più piccolo all’interno di quello
più grande e aggiungete acqua calda in
quello sul fondo per evitare che il butano
coli per il congelamento. Quando fuoriesce,
il butano ha una temperatura così bassa
che congelerebbe il piatto al di sotto se non
ci fosse acqua calda e aiuta il processo di
evaporazione, accelerandolo. Se avete usato
un tubo di metallo o di vetro per costruire
il vostro tubo di estrazione, dovrete creare una struttura per tenerlo verticalmente
36
quando uscirà, perché il metallo o il vetro
saranno troppo freddi per poterli tenere in
mano. Questa struttura può essere costruita
con qualsiasi materiale a disposizione: pezzi
di legno, ganci a 2 aperture, fil di ferro e
nastro adesivo, come mi è capitato in passato. Incanalate la vostra energia da MacGyver
e vedrete cosa riuscite a inventarvi! Ho usato
la plastica per il tubo dell’olio miele per
tenere il tutto in mano durante il processo.
Un luogo all’aperto, con una lieve brezza, è
la soluzione ideale per farlo, che garantisce
l’eliminazione dei fumi di butano. Indossate
occhiali a maschera di sicurezza e guanti da
lavoro in cuoio per essere completamente
protetti. Per cominciare il processo di estrazione, inserite la punta della confezione di
butano nel foro praticato nella parte alta
del tubo e spingete per bene per espellere
il combustibile di butano. Dopo che la confezione si è svuotata, fate un passo indietro
e lasciate che il tubo faccia il suo lavoro. Nel
giro di 30-45 secondi dovreste vedere che il
butano gocciola fuori dai fori sul fondo nel
piatto di raccolta. Se scuotete un po’ quando le gocce iniziano ad adagiarsi, potrete
ottenere fino all’ultimo pizzico utilizzabile
del vostro sistema.
Il piatto di raccolta superiore dovrebbe
contenere un liquido scintillante, di colore giallo-verde pallido, che ribolle come
se fosse carbonato, proprio quello che
vogliamo ottenere. Ribollirà fino a che
l’ultima goccia di combustibile evapora e
lascia bolle solide e appiccicose sul fondo
del piatto. L’intero processo di evaporazione sembra avvenire rapidamente se lo
si guarda, ma per essere certi che non si
consumi solvente, bisogna lasciarlo riposare un paio d’ore prima di spostarlo in
L’utilizzo della confezione di butano di cui
abbiamo parlato e del tubo in PVC contenente i 30 grammi di potatura macinata mi
ha permesso di estrarre 1,2-1,4 grammi di
BHO. Potrebbe sembrare poco, ma è davvero potente. L’olio miele può essere difficile da fumare, nel senso che ve ne resta
di più sulle mani che nel contenitore, a
causa della struttura appiccicosa del miele.
Tuttavia, sul mercato trovate articoli e strumenti fatti di vetro speciale che vi permettono di trarne il massimo al momento
di fumarlo. Questi articoli in vetro speciale, della carta cerata e il freezer possono
diventare i vostri migliori amici quando
lavorate con il BHO. Un ottimo modo per
utilizzarlo è quello di scaldarlo finché non si
scioglie e di aggiungerlo alle vostre ricette.
so mi piace usare la mia pentola elettrica
a cottura lenta. Mantiene la temperatura
costante per l’intera durata della cottura, il
che può essere difficile sui fornelli. Versate
prima la glicerina e aggiungete poi la potatura finché i 2/3 della glicerina non vengono assorbiti. Le quantità non sono certo
fisse per questo processo, quindi valutate
voi. Lasciare la miscela con del liquido
contribuirà a mantenere la temperatura
costante e a evitare di bruciarla. Utilizzare
un termometro è sempre una buona idea
perché non vogliamo bruciare la delizia
che vorremmo ottenere. La temperatura ‘di
sicurezza’ per preparare tinture o liquidi a
infusione di marijuana è fra i 76°C e i 115°C.
Alcool – Preparare una tintura a base di alcool è facile come stappare la vostra bottiglia
I CANNABINOIDI DESIDERABILI CHE TROVIAMO NELLE PIANTE DI MARIJUANA SONO
CONCENTRATI MAGGIORMENTE NEI FIORI MATURI, MA SI TROVANO ANCHE IN GROSSE
QUANTITÀ NELLE FOGLIE E NEI RESTI DELLA POTATURA
È uno dei modi più potenti per trasferire
proprietà officinali ai vostri prodotti commestibili, senza cambiarne troppo il sapore,
se aggiunto in questo modo.
Tintura- La tintura è un metodo che
permette di estrarre una grossa quantità dei cannabinoidi infondendo l’essenza di cannabis in un liquido vettore.
Tradizionalmente il vettore è un liquore,
ma i coltivatori si sono gettati alle spalle la
tradizione e infondono ora la cannabis in
tantissimi vettori liquidi diversi.
Glicerina vegetale (per uso alimentare)
di liquore preferito e riempirla con la potatura. Lasciate riposare il tutto 45-60 giorni
circa. Metterla vicino alla finestra quando
c’è il sole permette di scaldare la bottiglia
e questo accelera il processo, che potrebbe
durare addirittura solo 30 giorni in questo
modo. Se però non vi interessa ubriacarvi
e inebriarvi allo stesso tempo (con la stessa
bevanda), potete bruciare leggermente la
maggior parte dell’alcool. Versate la miscela
della tintura in una padella e mettetela sul
fornello a fuoco basso finché non sentite un forte odore di alcool (1-2 ore circa).
Suggerimento: usare vodka aromatizzata
o rum per questa tintura vi permetterà di
sentirne l’aroma nel prodotto finale.
Burro di cannabis – Penso che tutti conosciamo questo tipo di burro: si aggiunge
erba al burro da usare nei prodotti da
forno, da spalmare su un toast o in altri casi
in cui normalmente si usa burro. Questo
permette di trasformare qualsiasi prodotto
commestibile in una vera delizia di cannabis e le possibilità sono infinite: biscotti,
muffin, torte, rice krispie (i marshmallow
possono essere preparati con qualsiasi
cereale).
Ecco come deve apparire il vostro burro di cannabis dopo averlo lasciato in frigo 30
minuti. Potete addirittura vedere alcuni tricomi sul fondo del sacchetto
un contenitore. Se fate le cose in fretta
e spostate il tutto in una piccola fiala o
contenitore mentre è ancora allo stato
liquido, potreste dover pagare il prezzo
del temperamento volatile dell’estrazione
a butano, con bolle che fuoriescono sul
piano di lavoro. Ci vuole pazienza! Non
dovrebbero rimanere odori lasciati dal
solvente. Se rimangono, la miscela ha
bisogno di più tempo per evaporare. È più
facile raschiare il BHO dal vetro quando è
ancora abbastanza caldo, quindi metterlo
in forno per un minuto o due può rendere
più malleabile la struttura del miele.
caramelle, probabilmente questa è la più
deliziosa e divertente da provare. Queste
caramelle uniscono la consistenza delle
gommose e la potenza del BHO (olio miele
fatto con butano) e sono in assoluto le
mie preferite. L’olio miele si può ottenere
seguendo la ricetta precedente. Dovrete
anche acquistare degli stampi per caramelle e ne troverete di tutte le forme, dimensioni e formati nei negozi che vendono
casalinghi.
Il necessario: (4) – stampi in plastica
da 22,5 cm x 25 cm circa in varie forme.
All’incirca 4 grammi di BHO (potete regolare la quantità sulla base della potenza
che volete raggiungere), (4) confezioni di
gelatina insapore, (1) confezioni di JellO
(il gusto che preferite), alcune gocce di
– La glicerina vegetale è un composto
alditolico semplice (poliolo). Si tratta di un
liquido viscoso, inodore, dal sapore naturalmente dolce, di colore chiaro, che viene
utilizzato nella produzione di sapore e altri
prodotti. Trasforma la tintura in una sorta
di gel candito. Si può trovare facilmente
online. I vari gusti canditi LorAnn funzionano benissimo e ce ne sono davvero una
marea: fragola, ananas, cannella, mango,
mela, ecc. L’elenco è infinito. Aggiungere
qualche goccia al prodotto finito mentre lo
si versa in una bottiglia lo trasformerà nel
gel candito desiderato. Per questo proces-
Procedimento: Fate scogliere circa 400
grammi di burro e aggiungete la vostra
potatura, da 20 a 30 grammi o finché il
burro è quasi completamente assorbito.
Lasciare poi la miscela a fuoco basso per
almeno un’ora. Attenti con la temperatura!
Assicuratevi di mantenere la temperatura
‘di sicurezza’, ossia fra i 76°C e i 115°C.
Anche in questo caso potete usare la pentola a cottura lenta settata al minimo!
Caramelle e cioccolato
Caramelle dure – Le caramelle dure e simili
possono essere facilmente trasformate in
prodotti diversi, soprattutto sostituendo la
parte ‘burrosa’ della ricetta con del burro di
cannabis, oppure aggiungendo olio miele
disciolto alla quantità di burro nella ricetta.
Lo stesso dicasi per il cioccolato. Sostituite
una parte o tutto il contenuto di burro con
un prodotto a infusione di cannabis.
Gommose – Tra tutte le ricette per le
colorante alimentare se volete ottenere
caramelle colorate (facoltativo), (5) gocce di
glicerina vegetale per uso alimentare (suggerimento: usate della tintura che avete
preparato con la glicerina per ottenere
maggior potenza), 57 grammi (¼ di tazza)
di zucchero, 120 ml (½ tazza) di acqua
fredda, una confezione di spray non-stick,
una spatola, una frusta da cucina e una
siringa in plastica da 100 cc per riempire gli
stampi. La glicerina in questa ricetta aiuta
il BHO a incorporarsi nei vostri prodotti in
modo omogeneo.
Preparate gli stampi spruzzando lo spray
non-stick su un pezzo di carta da cucina e
ungendo ogni stampo in modo omogeneo. Iniziate la ricetta in una padella piccola fredda e tenete il fuoco medio-basso.
Aggiungete poi i vostri ingredienti asciutti
(zucchero, JellO e confezioni di gelatina) e
miscelate il tutto finché il composto non
è omogeneo. Miscelate in acqua e usate
la frusta per ottenere un composto liquido, poi aggiungete il colorante alimentare
e la glicerina. Mettete un’altra padella su
due fuochi per scaldare velocemente l’olio
miele finché non diventa liquido e poi
aggiungetevi il composto liquido. Usate la
frusta per 1 minuto o finché tutti gli ingredienti sono incorporati in maniera omogenea e scaldate il tutto (non deve bollire).
Spegnete i fuochi ma lasciate la padella
sulla piastra ancora calda (se avete il fornello, assicuratevi che stia ancora al caldo),
facendo attenzione che la temperatura del
prodotto a base di cannabis sia nella fascia
‘di sicurezza’. Siamo ora pronti per riempire
gli stampi e la tempistica qui è fondamentale, dato che la miscela comincerà a
indurirsi non appena si raffredda. Lavorate
velocemente per mettere la miscela nella
siringa e poi spremetela negli stampi, evitando sbavature fra uno stampo e l’altro.
Potete usare qualsiasi strumento vogliate
per riempire gli stampi, ma io ho visto che
la siringa funziona meglio (oltre al fatto
che costa poco e la si può riutilizzare). Nel
giro di qualche minuto il tutto si sarà raffreddato e sarà pronto; non c’è bisogno di
metterlo in frigo. Le gommose dovrebbero
staccarsi facilmente dagli stampi.
Adesso continuate a coltivare, potate qualche cima e divertitevi!
38
PUNTO LEGALE
LA SUPREMA CORTE PROVA A RISPONDERE: COLTIVARE È ANCORA REATO, PERÒ...
Growing: ultime
dalla Cassazione
Ci avevano sperato in molti ma la notizia dello scorso ottobre sulla
depenalizzazione della coltivazione di canapa si è ben presto rivelata una bufala. A confermare il fatto che attualmente la legislazione considera il growing un reato penale, è arrivata anche la Sesta
Sezione Penale della Cassazione. Con la sentenza 1544 dello scorso 13
novembre, la Suprema Corte è ritornata sul tema della coltivazione,
cercando di risolvere una volta per tutte l'annoso quesito sulla toldi Giovanna Dark
lerabilità della coltivazione di piante di canapa.
di fare esattamente il contrario. L'indirizzo
che la sentenza vuole dare privilegia infatti
aspetti del tutto discutibili, come appunto
la “conformità della pianta al tipo botanico
previsto ed alla sua attitudine a produrre la
sostanza stupefacente” e così facendo da il
via libera alle interpretazioni più aprioristiche. Poco conta che queste abbiano generato e genereranno condanne ingiuste.
A legger bene quello che dicono i supremi
giudici, è impossibile non vedere l'enorme contraddizione che pomposamente
portano avanti. Come spiega l'avv. Carlo
Alberto Zaina: «è paradossale, che proprio per evitare quella che viene definita
a pagina 3 della sentenza una “evidente
aprioristica negazione del criterio dell'offensività della pianta” , la Corte adotti un
parla di “coltivazione sanzionabile” e non
dica assolutamente che basta che la pianta
sia canapa. In più, la “ratio della disciplina
comunitaria” con la decisione UE 2004/757
dice chiaramente che la sanzionabilità della
coltivazione può avvenire solo una volta
verificate specifiche condotte di spaccio.
Stando a questo pronunciamento, per la
precisione all'art. 2 comma 2, il fine del
consumo personale di sostanze stupefacenti (nelle forme previste dalle legislazioni interne) assume un valore di causa di
giustificazione rispetto ai comportamenti
valutati come penalmente perseguibili.
Spesso le ricolleghiamo solo a quelle che
trattano di economia ma le decisioni europee hanno sempre rilevanza, in ogni Paese
comunitario. Quelle dell'Europa non sono
La prima risposta che viene data nella sentenza 1544 è che coltivare cannabis, qualsiasi sia il fine ultimo, è una condotta penalmente perseguibile. Questo dice la legge
Fini-Giovanardi che, essendo l'ultima, è
la più aggiornata e quella di cui tenere
conto ai fini ultimi della sentenza. C'è però
una premessa sostanziale: sostiene, infatti,
testualmente il Collegio di legittimità che
“spetta al giudice verificare in concreto
l'offensività della condotta, ovvero l'idoneità della sostanza ricavata a produrre un
effetto drogante rilevabile”.
In pratica, alla fine della fiera, è il giudice
a decidere il pericolo che rappresenta la
pianta: è lui che deve disporre ulteriori
verifiche su, ad esempio, la percentuale di
THC o il potenziale drogante di una piantina di White Widow. È lui che deve avere
il buonsenso di rilevare che la coltivazione
domestica di una pianta di cannabis non
può rappresentare un danno al singolo
o alla collettività. Quindi, come più volte
ribadito su queste pagine, dipende molto
da chi si ha la fortuna di avere davanti.
Quello che però spesso accade nei tribunali nostrani è che il giudice, decisamente
a priori, giudichi la pianta come dannosa solo perché pianta di cannabis. Nella
sentenza viene detto (ahinoi!|) fin troppo
chiaramente: “Ai fini decisori, la quantità
di principio attivo ricavabile nell'immediatezza non ha rilevanza capitale”, ai giudici
basta “la conformità della pianta al tipo
botanico previsto ed alla sua attitudine a
giungere a maturazione e a produrre la
sostanza stupefacente”.
Nonostante la premessa fatta – ovvero
quello di verificare “in concreto” l'offensività
della condotta – i supremi giudici, dopo
ma i giudici ci vedono solo un potenziale
drogante, a loro basta “l'attitudine” della
pianta. Ora, posto che una pianta appena germogliata può anche morire e non
dare alcun frutto, la contraddizione della
Cassazione è evidente. Ma non è tutto.
Una decina di righe dopo, la sentenza 1544
dice che per condannare un coltivatore è
necessario che “l'idoneità della sostanza
ricavata a produrre un effetto drogante
rilevabile” sia concreta ed attuale.
Questo significa che può rientrare nel
criterio speculare a quello che si intende
eludere, basato sull'aprioristica e presuntiva affermazione del criterio dell'offensività della cannabis». Zaina 1 – Cassazione 0.
C'è poi un altro criterio che la Cassazione
sottolinea nel suo indirizzo ma contraddice
in termini poco dopo, e riguarda la destinazione d'uso della coltivazione. I supremi giudici individuano come guide per il
giudizio di idoneità del bene a produrre la
sostanza per il consumo, “la formulazione
delle norme e la ratio della disciplina anche
BASTA AVERE DAVANTI UNA PIANTA DI CANNABIS PER POTER GIUDICARE
COLPEVOLE UN COLTIVATORE POI, OVVIAMENTE, STA AL GIUDICE INCARICATO
DECIDERE SULLA PERICOLOSITÀ DELLA CONDOTTA
poche righe affermano che per condannare basta avere davanti una pianta di canapa. Può anche essere appena germogliata
segmento di offensività solo una pianta
cresciuta e fiorita, in grado di far derivare
principio attivo. La Corte però consiglia
comunitaria”. Peccato che l'articolo 73 del
famoso Testo Unico sulle Droghe lasci
ampio spazio all'interpretazione quando
parole al vento e hanno conseguenze
destinate a produrre tutta una serie di
effetti, in ordine al sistema sanzionatorio,
anche nei sistemi del diritto interno italiano. Europa 1 – Cassazione 0
Arrivati alla fine della disamina dei punti
salienti, quello che – in soldoni – dice la
Cassazione è che nonostante ci si ponga
come metro di giudizio tutta una serie di
parametri (vedi oggettiva destinazione di
spaccio piuttosto che la verifica accurata
del potenziale drogante) alla fine basta
avere davanti una pianta di cannabis per
poter giudicare colpevole un coltivatore poi,
ovviamente, sta al giudice incaricato decidere se la situazione che ha davanti configura
davvero una condotta sanzionabile penalmente o meno. Spazio alle idee e all'immaginazione, insomma. Per gli imputati invece
sarà sostanzialmente una roulette russa.
Come però suggerisce il sempre ottimo
avvocato Zaina, anche basandoci sull'affer-
39
mazione principe, ovvero la famosa “idoneità della sostanza ricavata a produrre un
effetto drogante rilevabile”, sarebbe possibile imbastire una difesa assolutamente
inattaccabile. Il principio di offensività presuppone infatti che non sussiste reato se
non c'è un'effettiva lesione del bene giuridico che con la tal norma si intende tutelare.
Nel caso delle leggi sulle droghe, il “bene
giuridico” da tutelare sono ovviamente le
persone e la loro salute, intendendo con ciò
(in senso repressivo) anche il contrasto allo
spaccio di sostanze stupefacenti in generale. Se questo è il presupposto, allora per
giungere ad un inoppugnabile giudizio di
colpevolezza bisognerebbe dimostrare che
la tal coltivazione è realmente destinata
allo spaccio, che la tal piantina è davvero in
grado di far venire attacchi psicotici a chiunque fumi i suoi fiori e così via...
Quando si parla di principi, l'interpretazione
arriva (purtroppo o per fortuna) sempre
puntuale e così una parte di giuristi crede
che, invece, il principio di offensività risieda
nel semplice fatto di aver violato i parametri fissati dalla legge. E i giudici della Sesta
Sezione Penale della Cassazione paiono
decisamente propendere per questa interpretazione. C'è però una legge che dovrebbe essere superiore alle altre leggi – e a cui
i supremi giudici si dovrebbero ispirare per
scrivere ed emanare le loro sentenze –, si
chiama Costituzione. All'art. 25, la nostra
carceri nostrane, è in attesa del vaglio di
legittimità da parte della parte della Corte
Costituzionale. E uno dei due motivi che
l'hanno portata in sede di giudizio è proprio la sua attitudine ad eludere l'indirizzo indicato nella nostra carta fondante,
istituendo una sproporzione evidente tra
pena e reato per la detenzione di droghe leggere. L'altro riguarda una questione
procedurale circa l’iter di appro- vazione
della legge: l'allora governo Berlusconi
avrebbe proceduto d’urgenza quando non
con il rottamatore Renzi e poi con il responsabile carceri Sandro Favi – ha indicato, tra
le altre, la legge Fini-Giovanardi come una
delle prime su cui intervenire.
Secondo i dati del ministero dell’Interno,
il 40% dei detenuti si trova in prigione per
reati connessi alle droghe: nella metà dei
casi si tratta di piccolo spaccio di hashish e
marijuana. Secondo il rapporto presentato
lo scorso giugno al Parlamento da Società
della ragione, Forum droghe, Antigone e
UN INTERVENTO SULLA REGOLAMENTAZIONE DELLE DROGHE POTREBBE,
SECONDO LE SIMULAZIONI, AVERE UN EFFETTO PARAGONABILE A QUELLO DI UN
INDULTO DI 3 ANNI
carta fondante dice che è bene propendere
per l'indirizzo che mette l'offensività sullo
stesso piano di quei requisiti che costituiscono l'essenza del reato, ovvero la condotta
(nel nostro caso la coltivazione di cannabis),
l'evento (le circostanze della coltivazione) e
il nesso oggettivo tra questi due. Aderendo
a questa impostazione, si dovrebbe dunque
concludere che, nel momento in cui non c'è
una vera e propria offesa al bene oggetto di
protezione e tutela giuridica, il reato semplicemente non sussiste.
Ora, la detestatissima legge Fini-Giovanardi
che tanta carne fresca ha consegnato alle
ce n'erano minimamente i presupposti.
La sentenza è prevista per il 14 febbraio e,
nel caso in cui il consulto fosse negativo,
gli scenari che si aprirebbero in Italia sono
davvero dei più nebulosi.
Nell'arena politica la questione sul come
affrontare un'eventuale riforma della legge
sulle droghe non pare essere prioritaria
anche se, tra le file della sinistra, sembra
possa aprirsi qualche spiraglio di mediazione. A seguito dell'appello di Giorgio
Napolitano alle Camere, affinché si ponga
rimedio al sovraffollamento disumano
nelle carceri, il Partito Democratico – prima
il Coordinamento Nazionale Comunità di
Accoglienza sono solo 761 detenuti sul
totale ad essere agli arresti per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Gli altri, oltre 20.000 stando ai dati, sono
dei “pesci piccoli”, gente che il carcere –
questo carcere, letale ed alienante, che
nulla ha a che fare con il presupposto di
re-inserimento nella società – davvero non
lo merita.
Il giro di vite sui piccoli spacciatori – è abbastanza evidente – non ha ottenuto gli effetti sperati, anzi. L’uso di cannabis in Italia
nel 2013 è tornato a crescere, secondo
quanto rilevato dal Dipartimento Politiche
Antidroga, e stando a quanto afferma uno
studio Onu del 2012 siamo il primo paese
occidentale per consumo di droghe leggere. In compenso le carceri stanno esplodendo. Un intervento sulla regolamentazione delle droghe potrebbe, secondo le
simulazioni, avere un effetto paragonabile
a quello di un indulto di 3 anni: i posti che si
libererebbero in carcere sarebbero migliaia. Ma un governo di grande coalizione, in
cui uno dei partiti di maggioranza ha fatto
della legge Fini-Giovanardi una propria
bandiera, è naturalmente destinato a non
trovare un accordo sulla materia. E la storia
recente lo conferma.
Lo scorso 4 dicembre un'altra legge
molto discussa è stata cassata dalla Corte
Costituzionale: la legge elettorale, altresì
conosciuta ai più come “Porcellum”. I giudici hanno bocciato il Porcellum in tutti e
due i punti sottoposti al vaglio di costituzionalità, ovvero il premio di maggioranza
e la mancanza delle preferenze. Peccato lo
avesse già fatto nel 2012 e, prima ancora,
nel 2008 quando le erano stati sottoposti
i quesiti per referendum abrogativi. I pochi
che ancora hanno lo stomaco di seguire la
vita politica italiana sapranno certamente
che questo è il vaso di Pandora che non
deve essere scoperchiato: ogni volta che si
discute di leggere elettorale, poi qualcuno
fa cadere il governo.
All'insediamento di Monti e dei suoi tecnici
s'era detto: “facciamo le cose urgenti, ivi
compresa la legge elettorale e poi si torna
al voto”. L'anno scorso siamo andati al voto
con la legge vecchia. Con il nuovo governo
delle larghe intese Letta-Alfano si è detto:
“facciamo le cose urgenti, in primis la legge
elettorale e poi si torna al voto”. E ora,
nonostante la terza bocciatura della Corte
Costituzionale, si dice di nuovo: “andiamo
al voto e poi, la prima cosa che bisogna fare
è la legge elettorale”. Ecco, diciamo che se
questi sono i presupposti, allora non ci è
dato molto da sperare.
Cosa ne sarà della Fini-Giovanardi lo sapremo soltanto il mese prossimo. Nel frattempo è bene tenere a mente le conferme che
ha voluto dare la Cassazione: ad oggi coltivare cannabis in Italia è ancora (purtroppo)
un reato punibile con pene dai 6 ai 20 anni
di reclusione.
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Excalibur
Seed bank: Eva Seeds
42
INTERVIEW
QUANDO LA COMUNITÀ TRASFORMA: DALLO SPACCIO A MEĐUGORJE
Mistero della
fede, vol.II
(Ndr. l'altro con cui ha condiviso la testimonianza), vado e gli dico: “fratello, perché non preghi?”. E gli faccio notare
che quello che dice non corrisponde a
quello che fa. Questa è la verità.
Durante la testimonianza li avete chiamati “angeli custodi” ma l'avere sempre
qualcuno li ad osservarti e pronto a
Abbiamo lasciato I. sulla soglia di quella
che sarebbe diventata la sua nuova casa,
la comunità gestita da suore in cui avrebbe sostituto la sua dipendenza con la preghiera e il duro lavoro. La sua è una storia
di consumo e spaccio che comincia nella
prima adolescenza, con l'ingresso nel collegio e l'allontanamento da una famiglia
già molto poco presente. Una storia che,
come nelle argomentazioni più bigotte e
retrograde, inizia dallo spinello e finisce
con l'eroina. I. ora ha 40 anni, vive tra l'Italia e la Bosnia-Erzegovina e dopo molti
anni non ha ancora lasciato la comunità
che, a suo dire, lo ha salvato, lo ha fatto
crescere e l'ha reso un uomo migliore. È
sposato, è diventato padre ed è ovviamente un convinto praticante cattolico.
Lo abbiamo lasciato con un interrogativo,
incuriosito da quanto gli era stato detto
nella sua prima visita di ricognizione alla
comunità. Due parole, delle tante che gli
avevano detto, lo avevano colpito: amicizia e verità. Due parole lo hanno convinto
che – forse – quello avrebbe potuto essere
il posto giusto dove fermarsi.
Il concetto di verità può avere molte
declinazioni. Che significato ha acquisito per te all'interno della comunità?
Ti faccio un esempio molto semplice. Noi
metti le mani in tasca... In quel momento
passa un altro ragazzo, che vive con te, e
ti dice: “fratello hai la mano in tasca”. Sul
momento ci rimani male ma poi vedi che
te lo dice col sorriso e capisci che quella
è la verità. La pura e semplice verità delle
cose. Se fai una cosa che non devi fare e
se tu non sei capace di capirlo da solo, c'è
un'altra persona pronta a dirtelo.
Le testimonianze per esempio si fanno
correggere i tuoi errori o a cogliere le
tue contraddizioni non è un po' inquietante? O quantomeno stressante?
No perché il meccanismo che si crea è
come quello di uno specchio ed è da
capire, da interpretare, in senso positivo. Verità per crescere vuol dire questo,
imparare dai propri errori, smettendo
di farli. Punto. Se c'è qualcuno vicino a
DAVVERO CHI ENTRA A DISINTOSSICARSI NELLE COMUNITÀ CATTOLICHE ESCE POI
TOTALMENTE RINCOGLIONITO DALLA RELIGIONE?
non potevamo mai tenere le mani in tasca.
La suora ci diceva sempre che se fossimo
stati ad un colloquio di lavoro non ci
avrebbero mai preso, presentandoci con
le mani in tasca. Capita quella volta che
sempre in due. Perché non è facile raccontare il proprio passato e ancora più
difficile è dire quello che si fa in comunità. Quando finisce la testimonianza, se
il giorno dopo io vedo che non prega
te pronto a correggerti appena sbagli,
smetti di sbagliare prima. Per me alla fine
è stato un aiuto importante.
Questi “angeli custodi” vi vengono
di Giovanna Dark
affiancati da subito, appena si entra
in comunità? Che ruolo hanno nella
terapia riabilitativa?
Io il mio “angelo custode” lo farei santo
subito. Era un ragazzo che aveva avuto
i miei stessi problemi di dipendenza da
eroina. Lui aveva 13 anni meno di me
eppure mi ha fatto da padre. Quando
sono entrato ero 58 kili, ero distrutto:
i primi 40 giorni sono stato malissimo,
ogni giorno stavo peggio, vomitavo in
continuazione e il mio angelo custode
mi cambiava, mi lavava, mi accudiva e io
dopo una settimana lo odiavo perché non
riuscivo a capire perché mi volesse cosi
bene. Dopo 40 giorni, io ho avuto una crisi
di pianto, lui è venuto davanti a me, si è
seduto e ha iniziato a piangere anche lui.
Poi mi è venuto vicino e mi ha abbracciato
talmente forte da darmi quasi fastidio.
Non ero più abituato ad essere abbracciato da altre persone, poi mi ha guardato
e mi ha detto ti voglio bene, ce la puoi
fare. E dentro di me, ho detto non sai chi
sono, non sai cosa ho fatto nella mia vita,
eppure mi dici ti voglio bene, mi abbracci.
Nessuna delle persone che credevo mi
volessero bene si era mai comportata così,
aveva mai perso 5 minuti del suo tempo
per rincuorarsi e dirmi che mi voleva bene,
che il peggio sarebbe passato. Questo mi
ha dato modo di superare le prime difficoltà, i primi giorni.
Sei stato a tua volta un angelo custode?
Si. Quando lo diventi devi staccarti completamente dalla tua persona,
per donarti all'altro. Lo devi fare sentire
bene, far sentire accolto. Fare l'angelo
custode ti fa vedere anche come stai
con te stesso. È la responsabilità più
importante che ti possono affidare.
Per quanto riguarda il percorso di riabilitazione, invece, ci sono delle tempistiche fissate? Tu ad esempio sei qui da
6 anni. Quella di rimanere così a lungo
è stata una tua scelta o il tuo non è un
percorso ancora concluso?
No io sono rimasto in comunità per mia
scelta. Ma se devo dir la verità i primi
43
due anni e mezzo non sono stati facili.
La comunità consiglia di stare almeno tre
anni perché il primo serve ad ambientarsi – quando arrivi davvero non capisci in
che posto ti trovi –, il secondo ti serve per
migliorarti come persona e il terzo invece
dovrebbe essere un anno da dedicare
agli altri. In pratica dai indietro quello
che hai ricevuto nei primi due anni. Ti
dico che il 95% dei ragazzi che sono
entrati nella comunità di suor XXX non
escono prima di 5-6 anni. Perché davvero
questo è un mondo in cui ti puoi sentire
realizzato, dove le persone ripongono
in te la loro fiducia e senti di far parte di
qualcosa che anche tu contribuisci a far
funzionare e crescere. Poi ti vuoi fermare
perché senti di poter essere un esempio
per quelli che entreranno dopo di te, la
prova vivente che se ce l'ho fatta io possono farcela anche loro.
una retta da pagare o se devono lasciare
qualcosa per noi. Mio padre avrebbe
dato un sacco un soldi pur di non vedermi in mezzo ai casini. Ma la comunità
non li ha voluti, ha chiesto loro dell'altro,
molto di più. Ha chiesto loro di convertirsi. Genitori convertiti uguale figli salvati.
Perché non siamo un pacco postale, che
ci portano in comunità e dopo 4-5 anni ci
segue ancora, ti aiuta a inserirti. Però suor
XXX vuole che una volta usciti si ricominci
da zero, vuole che anche a casa siano le
piccole conquiste ad aiutarti a vivere felici.
Senza riattaccarsi a quelle cose materiali
che facevano parte della vita prima della
comunità. Non è che devi uscire e avere di
nuovo tutto a disposizione. Qui da noi ad
esempio non abbiamo la lavatrice, ecco,
I primi tre anni di permanenza sono
obbligatori?
Beh si, poi se dopo tre anni uno vuole
uscire e ha completato il percorso di riabilitazione può benissimo uscire ma, te l'ho
detto prima, non succede quasi mai. Se
uno vuole andare via prima i sacerdoti e
le suore cercano sempre di parlargli e convincerlo a rimanere altri sei mesi perché
magari il percorso non è completo, ci sono
ancora delle cose da migliorare. Ma non
è che lo fanno perché ti vogliono tenere
li per forza. Alla fine il cancello è sempre aperto, nessuno costringe nessuno
a rimanere dentro contro la sua volontà.
Che ruolo ha la preghiera all'interno del
percorso di riabilitazione?
La preghiera è il collante di tutto. Punto.
Da quanto ho potuto capire questa rete
di comunità sparse per tutti e cinque
i continenti vive di sola provvidenza,
ovvero delle offerte spontanee delle
persone che credono in questo progetto o che visitano le varie comunità. Non
è però previsto l'utilizzo di finanziamenti, tutto è basato sull'auto-sostentamento. Anche voi quindi non avete
nessuna fonte di reddito?
No. Le nostre famiglie, quando ci accompagnano in comunità chiedono se c'è
mettono un timbro e siamo pronti a uscire. Dal lavoro che facciamo – Ndr. i ragazzi si occupano di restaurare le comunità o
costruirne di nuove, accolgono i visitatori
e provvedono al proprio sostentamento
lavorando nei campi – non prendiamo
niente. Mangiamo, dormiamo, preghiamo. Ogni due mesi guardiamo un film,
quello è lo svago...
una volta uscito io continuerò a lavare i
panni a mano e mi comprerò una lavatrice
solo quando potrò permettermela. Non
mi farò il mutuo per la lavatrice. Io alla fine
sono stato una persona che non ha mai
voluto soffrire, scappando nella droga:
quello che suor XXX ci vuole insegnare è
che un po' di sofferenza non fa mai male,
che il sacrificio fa crescere, ci rafforza il
carattere, ci tempra.
Perdona il mio materialismo ma tu sei
sposato, hai un bambino. Una volta che
uscirai da qui come farai a mantenere
te stesso e la tua famiglia? In questi sei
anni non hai percepito un euro, come
sarà il tuo rientro in società?
Stando a quello che dici allora anche
l'assenza di farmaci per accompagnare
la disintossicazione, come il metadone
o i semplici antidolorifici, è stata una
sofferenza positiva?
Ma guarda, il rientro in società è semplicissimo. Fuori ci sono tanti ragazzi, noi li
chiamiamo ex, che lavorano, stanno bene,
seguono i gruppi, si trovano ogni mese,
Portano avanti la comunità in modo più
leggero. Quindi quando esci la comunità ti
Non ti dico balle, i primi 40 giorni sono
stati terribili. Però se mi avessero dato il
metadone sarebbe stato peggio, perché
non avrebbero risolto niente. O almeno,
mi avrebbero tolto la dipendenza da
eroina e mi avrebbero messo quella da
metadone. Ho visto troppa gente che
l'hanno abbindolata così. Secondo me
non è mai un buon metodo.
Si è conclusa così, sul metadone, l'intervista che sono riuscita a strappare a questo spacciatore tramutatosi in un Ned
Flanders leggermente più rozzo. Urgeva
risolvere un problema idraulico e lui (si
scusava tanto ma) doveva scappare. Che
dire? Avevo pensato di poter tirare fuori
una di quelle storie di plagio mentale che
con i luoghi d'apparizione vanno tanto a
braccetto. Ho invece avuto una piacevole
conversazione con un uomo sereno e convinto delle proprie scelte. Un uomo non
certo irrisolto, un tantino naif e manicheo
ma assolutamente innocuo. I. stava dove
stava perché gli piaceva e non avrebbe
potuto chiedere di meglio. L'eroina era la
sua dannazione e la comunità gestita da
una suora lo ha liberato. Punto.
Ora, il domandone finale immagino sia il
seguente: ma davvero chi entra a disintossicarsi nelle comunità cattoliche esce poi
totalmente rincoglionito dalla religione?
La risposta temo sia si. Mi spiego, tutto il
giochetto di Santa Madre Chiesa verte sul
concetto di libero arbitrio che si riassume
nel più semplice concetto del “hai voluto
la bicicletta, adesso pedali”. Se si sceglie
di imboccare una via – nel caso di I. quella
che piace a Santa Madre Chiesa – la strada
è tutta in discesa, basta abbandonarsi al
verbo insindacabile di chi ti sta sopra. I
problemi sorgono quando le scelte sono
forzate ma nel caso della comunità di
Međugorje non ho visto niente di simile.
Quindi, prendiamone atto, c'è gente che
si converte anche all'alba del terzo millennio e, si, lo fa di sua spontanea volontà. Ecco, magari le motivazioni non saranno delle più nobili e magari le menti non
saranno le più sagaci: “banalità del male”
la definirei e Hannah Arendt ci ha scritto
un libro interessantissimo (per chi fosse
interessato ad approfondire). Per il resto
si riduce tutto al libero arbitrio, al fatto
che ognuno è libero di fare quello che
gli pare se poi si pente. E poi può anche
cambiare idea e ripentirsi mille altre volte
ancora: Gesù, l'agnello di Dio, stando
alla Bibbia serve proprio a questo. E io
ho sempre pensato che, in fondo, Gesù
Cristo fosse un fricchettone...
44
GROWING
DRITTE E CONSIGLI DA UN GRANDE COLTIVATORE
Ask & Tell
A settembre, alla fiera Expogrow 2013 di Irun, ho incontrato questo personaggio molto esperto di coltivazione. Dopo poche battute sulla produzione indoor e sulle ultime tecnologie, mi accorsi della sua enorme cultura
sulle coltivazioni in grande scala. Ad Amsterdam durante la High Times
Cannabis Cup, a fine novembre, ci siamo rincontrati e ho avuto il piacere di
approfondire la nostra conoscenza. Le mie sono state domande scaturite
dalla mia personalissima curiosità, ad un grower su larga scala. E mi fa
piacere condividere le sue risposte con Soft Secrets Italia perché lasciano
trasparire la grande esperienza che questa persona ha avuto negli ultimi
di CBG
anni di costante coltivazione intensiva.
Prima di chiederti una breve introduzione a parole tue, vorrei mi chiarissi la mia
introduzione: è giusto definirti un gran
coltivatore intensivo?
Sì, è giusto così. Sono un coltivatore in
indoor, prevalentemente, e cerco di riempire lo spazio al massimo. Alla fine quello
che interessa a me è il raccolto finale e il
suo peso che deve essere sempre più alto
possibile. Ho coltivato outdoor in numerosi
stati del bacino mediterraneo ma non ho
mai ritenuto intelligente optare per una
soluzione estensiva. Preferiresti una serra
chiusa e ben controllata con una pianta per
metro quadrato o un campo gigantesco
con lo stesso numero di piante però distribuite su un’area maggiore? Non riusciresti
a controllarle tutte. E poi vuoi mettere gli
sgami, i ladri, i tutori dell’ordine…
Hai ragione. Una soluzione intensiva è
la cosa migliore. Ti chiedo ora se puoi
introdurti da solo, per chi ci legge.
Chiamatemi A., sono un ex-italiano da circa
30 anni. Ho una forte passione per la cannabis e sono molto portato ad infrangere leggi e regolamenti locali con le mie
infiorescenze. Ho cominciato in Marocco,
poi ho viaggiato in Spagna, sono andato
in America e sono tornato per tre anni
in Portogallo, poi è venuta l’Olanda, la
Germania, la Svizzera che mi stavo dimenticando… Insomma ho girato varie nazioni
seguendo il mio lavoro: il coltivatore di
canapa.
Ho scelto questo lavoro perché mi sono
sempre sentito un fuorilegge, anzi posso
affermare mi ci hanno fatto sentire tutti i
governi a cui non è andato bene il fatto
che producessi la miglior cannabis e che
riuscissi a venderla tutta. Non ho mai avuto
problemi legali seri però, per prevenzione,
ho preferito sempre spostarmi quando le
acque si facevano torbide.
Quindi hai sempre vissuto viaggiando e
coltivando infiorescenze?
Sì, ho visto molti paesi col mio lavoro
atipico.
E poi a chi andavano i tuoi prodotti?
Quali riuscivi a produrre?
(ride di gran gusto) Te lo direi anche, ma
qualcuno si arrabbierebbe dall’alto…
Diciamo solo che la richiesta di buoni fiori
resinosi è sempre altissima ovunque.
Ho sempre prodotto fiori secchi, non
ho mai incrociato né ho fatto estrazioni.
Tranne recuperando il trim, che è il riutilizzo di un prodotto di scarto.
Le tue produzioni migliori con che setup
le hai ottenute?
Dopo i primi due cicli, in qualsiasi nazione
mi trovassi, sono sempre arrivato al g/W.
Non è un valore molto attendibile, bensì
un indice di quanto si sta operando correttamente. So che si dovrebbe calcolare il
grammo su Kilowattora, ma già così rende
l’idea.
Tornando alle produzioni sono un convinto utilizzatore del cocco. Non lo uso come
sostituto della terra ma come un ottimo
substrato per una coccoponica. In vassoi
da 120 centimetri metto sedici piante in
vasi da 7 litri sotto una 600 W HPS. Ogni
vaso ha due dripper, due gocciolatori, che
garantiscono l’apporto idrico. Non ho bisogno di controllare i sistemi perché utilizzo
tubicini di sezione maggiorata e soprattutto fertirrigo continuamente. Ovviamente
per sfondare il grammo su Watt bisogna
scegliere con cura lo strain da coltivare
e conoscere come si comporta durante
la fioritura. Naturalmente utilizzare i cloni
permette di avere maggior omogeneità
nella gestione delle piante.
Fai quindi una coccoponica su vassoi
da 120 centimetri sotto una 600 Watt.
Coccoponica: spiegaci cosa significa coltivare così?
Coccoponica è l’utilizzare il cocco come se
FUMARE
CANNABIS FA
MALE ALLA
SALUTE
PASSALO
A ME!
PRENDI QUESTO, BRUTTO
TOSSICO!
SI, LASCIANE
UN PO' ANCHE
A NOI..
45
fosse il substrato per idroponica. Quindi
irrigazione continua sempre accesa e EC
dinamico dalla seconda settimana di fioritura a salire sino alla sesta settimana quando sarà ad almeno 2.2. La sesta scendo a 2,
re professionale per grandi ambienti ho
dovuto far analizzare e testare i miei fiori.
Una essiccazione lenta e costante che
porti al 40% di umidità relativa circa è
la cosa migliore. Ho visto nella mia vita
qualcosa come tremila piantine e no l’armadietto da un metro per un metro.
Ormai lo spazio a nostra disposizione è
finito purtroppo. Ti chiedo come ultima
PER SFONDARE IL GRAMMO SU WATT BISOGNA SCEGLIERE CON CURA LO STRAIN DA
COLTIVARE E CONOSCERE COME SI COMPORTA DURANTE LA FIORITURA
la settima 1.8 e l’ottava 1.6. Poi pulisco (Ndr.
flushing) con EC 0,9 per una settimana e
taglio. Quando la temperatura saliva troppo e l’umidità rappresentava un problema,
spruzzavo gli ultimi due giorni un prodotto stimolante delle difese della pianta.
Così salvavo il raccolto da eventuali muffe
durante l’essiccamento e lo stoccaggio.
Hai mai analizzato i tuoi fiori pronti
all’uso?
Certo! Dovendo comprare un essiccato-
numerosi “colleghi” coltivare veramente
grandi quantità di canapa e non riuscire
ad ottenere un prodotto minimamente
comparabile con le piante da loro appena
essiccate. La domanda era “perché non
riesco a produrre come te?” La mia risposta è sempre stata: “non sai essiccare un
prodotto validissimo”. Dal taglio al consumatore c’è di mezzo il passaggio più
importante. Ho sempre usato un essiccatore professionale con anche controllo di
temperatura ei miei raccolti sono sempre
stati i più buoni. Sto parlando di essiccare
domanda di chiudere con poche righe
di consigli da un coltivatore professionista. Che consigli dai?
Serve un buon posto, che sia nascosto. Il
clima fuori non è un problema, si usa l’aria
condizionata. Lo strain utilizzato deve essere conosciuto a memoria, ma soprattutto
il consiglio più importante che mi sento di
dare è: meglio prevenire che curare. Agite
in prevenzione e non cercate di curare un
infestazione. Se l’infestazione è in corso
avete sbagliato qualcosa voi.
Grazie A! Spero di poterti rincontrare di
nuovo e mi auguro di riuscire a strapparti qualche altra dritta da professionista.
46
BIKE TOUR / INDICE PUBBLICITÀ / COLOFON
Sempre più grande,
più ardito e più
cattivo! Il Medical
Cannabis Bike Tour
annuncia le date del
tour 2014
Dopo il successo della scorsa edizione,
l’MC Bike Tour viene riproposto per
raccogliere oltre 50.000 euro per sostenere la ricerca scientifica sugli effetti
benefici della cannabis nella cura dei
tumori.
Dall’11 al 13 marzo 2014, 50 ciclisti percorreranno 400 km. L’MC Bike Tour farà
il suo arrivo trionfale 3 giorni dopo alla
Spannabis Expo di Barcellona.
Dopo il successo dell’edizione 2013,
in cui sono stati raccolti 50.000 euro, il
utilizzati per sostenere i diritti legali dei
pazienti che utilizzano la cannabis per
la cura delle rispettive patologie.
Luc Krol, del team di organizzazione
dell’MC Bike Tour, afferma: “Sono davvero contento del tour 2014. Ovunque
andiamo, la gente ha sentito già parlare della nostra iniziativa. Riteniamo di
essere solo agli inizi di un movimento
popolare che può guidare il cambiamento positivo e sensibilizzare sulla
valenza medica della cannabis. E via
con il prossimo tour!”.
I ciclisti e gli sponsor stanno già salendo sul treno espresso dell’MC Bike Tour
e gli organizzatori stanno cercando gli
ultimi ciclisti per occupare gli ultimi
Bike Tour punta a incrementare la visibilità sui media e la sensibilizzazione
sulla cannabis per uso medico.
Il denaro raccolto sta contribuendo a
finanziare la ricerca condotta da alcuni
scienziati all’Università Complutense di
Madrid, che stanno studiando gli effetti
dell’utilizzo dei cannabinoidi nella cura
dei tumori. I fondi raccolti sono stati
posti rimasti. Ciclisti e sponsor dovrebbero dare un’occhiata al sito
www.medicalcannabis-biketour.com.
Per informazioni sul Bike Tour, mandate
un’e-mail a
[email protected].
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terna: 8-9 se
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terna: fine se
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a: 40%-60%
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rna: fine sett
Raccolta Este
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a: 60%-40%
Indica/Sativ rna: 7 settimane
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a: 25%-75%ttimane
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