Outdoor Magazine 1_2014

Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 186 del 20 marzo 2007
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Anno 7 - Numero 1 / 2014
Anno 7 - Numero 1 / 2014
[email protected]
BRAND PROFILE / Focus on the brand founded by Pete Hutchinson and Pete Crew in 1961 INTERVIEWS /
32-34
ME, the British icing
on the outdoor market
A story of mountains and alpinists, which began in an old farm in
Manchester. A story that has been continuing for more than 50 years
relying on competence, innovation and environmental responsibility
FOCUS ON /
18
22-23
Lafuma: looking
to the future
Current results, outlook for the
future and investments: we met
with Marco Sancandi, responsible
for LMO Italia, to sum up the
current state of affairs of the group,
focusing especially on the recent
acquisition by Calida
down the JINBAR FALL / 20-21 BRAND AMBASSADORS /
26-27
Men and women
according to KARPOS
What an experience
in Ethiopia…
The Frecce Tricolori
on Marmolada
Shane McConkey /
28-29
The man
who flew
between sky
and snow
products
guide
FW 2014/15
collections
REPORTAGE /
36-38
Eos: 1st edition
in Stockholm
Footwear, apparel,
equipment
& accessories:
a great, exclusive
preview with pictures
and technical
descriptions
ALSO IN THIS ISSUE /
• China is still an opportunity
• Smalls steps in footwear and apparel
• White circus on the sea with Elan
• The snow is cooler with EA7
• Valtellina Wine Trail: in it to wine it!
• Highline Meeting on Monte Piana
editoriale /
a cura di Benedetto Sironi
Insieme conviene
Come di consueto questo primo numero di Outdoor Magazine del nuovo
anno è una ricchissima special edition internazionale per Ispo 2014 che
“si sdoppia” offrendovi anche in alleato una guida prodotti di 50 pagine
dedicata alle collezioni FW 2014-15. Molte delle quali svelate proprio nel
corso della fiera tedesca (26-29 gennaio), dove ovviamente non mancheremo: ci trovate allo stand A1 – 513 e in giro perenne tra i padiglioni
a carpire spunti, stimoli e trend che vi racconteremo sul prossimo numero.
Ispo sarà come sempre un ottimo termometro per misurare la salute del mercato outdoor europeo. Nel quale da qualche anno è in atto una tendenza
decisamente positiva in quasi tutti i paesi e anche a livello continentale:
quella di “fare gruppo”. Nel nostro settore vi sono ormai numerose e ben
assortite associazioni nazionali che cercano di promuovere a più livelli la
cultura dell’outdoor e di favorire il business dei propri associati. Tra le più
attive c’è lo Scandinavian Outdoor Group, che tra l’altro ha tenuto a battesimo con ottimi risultati il nuovo corso del summit europeo dell’outdoor
partito da Stoccolma (vedi il nostro report alle pagine 36-37).
Da sottolineare anche la nuova e promettente collaborazione tra l’Italian
Outdoor Group e l’OSV francese, presente per la prima volta con un French
village nel padiglione A3 – 214D (vedi dettagli a pag 8). Una partnership
volta a portare più dealer in fiera e a coinvolgerli con iniziative ad hoc. A
proposito di negozi e associazioni, degna di nota anche l’iniziativa firmata
European Outdoor Group e Ispo, che ha permesso di invitare 70 retailer
specializzati da tutta Europa che non hanno mai visitato la fiera in passato
o che sono stati assenti per almeno 3 anni. A loro è stato garantito un trattamento VIP comprensivo di accesso gratuito e accomodation.
Certo, come abbiamo sottolineato altre volte, negli USA sono molto
più avanti in quanto ad associazionismo e strategie comuni, tanto che
l’Outdoor Industry Association americana conta centinaia di membri tra
aziende, dealer e altre realtà. Ma proprio dai “cugini” americani possiamo
imparare molto. Ottimi spunti e brillanti visioni per il futuro del nostro mercato arrivano proprio da un progetto firmato OIA e ben esposto dal suo
presidente Frank Hugelmeyer: “Outdoor Retail of the future” (vedi articolo a
pag 38). Per un outdoor più moderno, trasversale, accessibile, inclusivo e
partecipato. Più “insieme” conviene, sotto tutti i punti di vista.
TOGETHER IS BETTER
As usual, the first issue of Outdoor Magazine this year is a rich, international
special edition in view of ISPO 2014. This is a double edition with a 50-page
product guide dedicated to the FW 2014-2015 collections, many of which
will be revealed during the German trade fair (January, 26-29) for the first
time. Obviously, we will also be there: you will find us at stand A1-513 and
walking around the whole fair looking for the news, trends and ideas we are
going to write about on the next issue.
As always, ISPO will be a perfect gauge of the health of the outdoor market
in Europe. In the last few years, there has been a very sound trend in our
market in almost every country in Europe and worldwide: coming together.
There is now a number of different national associations that are active in the
promotion of outdoor activities at all levels. One of the most active among
these associations is the Scandinavian Outdoor Group, that has recently organised the European outdoor summit that started in Stockholm (see our
report on the event on page 36-37).
We also should welcome the promising, new collaboration between the Italian Outdoor Group and the French OSV, which will be present at ISPO for
the first time with its French Village at stand A3 - 214D (see article on page
8). The partnership aims at bringing more dealers at the trade show and at
involving them in special activities. Also worthy of a mention is the initiative
organised by the European Outdoor Group and ISPO, who has invited 70
European specialised retailers, which have never visited the fair or have not
been present in the last three years. They have been granted a VIP treatment
with free entrance and accommodation.
We have noted many times that the USA is miles ahead in terms of associations and common strategies - the Outdoor Industry Association has hundreds of members among companies, dealers and other stakeholders. We
should follow the lead of our American “cousins”. Great ideas and interesting points of view have emerged during a meeting organised by OIA and
well described by its president Frank Hugelmeyer: “Outdoor Retail of the
future” (see article on page 38). A better, more modern, more accessible and
inclusive outdoor business is the goal. Now it’s the time to work together.
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Anno 7 - N.1 / 2014
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Chiuso in redazione il 15 gennaio 2014
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1 / 2014
GSI Outdoors in Italia e Polonia
H&M ora anche nello sport
L’accordo ha avuto inizio il 1° gennaio 2014: ora GSI Outdoors verrà distribuito in Italia e in Polonia grazie a Künzi
S.p.A. e Ravenoutdoor S.C.. L’intento dell’azienda statunitense è quello di rafforzare la propria presenza in questi 2
paesi europei attraverso la grande esperienza dei distributori. Künzi ad esempio è presente sul mercato da oltre
70 anni (fondata nel 1936 a Milano), vanta una vastissima
gamma di prodotti (più di 40 marchi) dedicati all’outdoor ma
non solo e lavora con una rete multicanale di negozi. “Questa peculiarità di Künzi aiuterà l’ingresso dei prodotti GSI
Outdoors nei negozi tradizionalmente focalizzati nell’outdoor così come in quelli principalmente domestici”, ha spiegato Andreas Ruhs, GSI EU sales manager. Per rafforzare
invece la propria posizione nell’est Europa, il marchio si è
affidato alla polacca Ravenoutdoor. Di base a Cracovia,
l’azienda distribuisce in esclusiva alcuni dei brand più importanti nell’equipaggiamento da montagna, nel camping e
nei cibi liofilizzati. I prodotti GSI Outdoors sono attualmente
distribuiti in 19 paesi europei.
La catena svedese H&M, a partire dal
mese di gennaio del nuovo anno ha
presentato nei negozi la sua nuova
linea dedicata alle attività sportive. La
collezione aveva già avuto un pre-lancio nel corso di varie iniziative, come
i temporary shops aperti durante gli
ultimi Giochi Olimpici di Londra. Ora
però diventa fissa e soprattutto molto
più estesa. La linea Sport è proposta
per donna, uomo e bambino con un
approccio multidisciplinare. Il running
è al centro della collezione per adulto,
insieme a una gamma di prodotti outdoor, mentre la collezione femminile è particolarmente
focalizzata sullo yoga. Quest’ultima comprende inoltre
reggiseni adatti a diverse pratiche sportive. Per i più
piccoli le proposte comprendono un maggior numero
di sport: kit per il calcio, l’atletica, il tennis, la danza o il
nuoto. Per quanto riguarda i materiali, il comfort assume un ruolo di primo piano. L’offerta è stata elaborata
con l’aiuto degli atleti del team olimpico svedese, di
cui H&M è partner, e propone tecniche di asciugatura
rapide e funzionalità traspiranti e idrorepellenti. Il tutto
è disponibile sull’e-shop dell’azienda e in una selezione
di megastore all’interno di corner dedicati.
GSI Outdoors in Italy & Poland
GSI Outdoors just announced its cooperation with Künzi
S.p.A. in Italy and Ravenoutdoor S.C. in Poland. Starting
January 1st, 2014 the U.S. based company sees bestin-class distribution of their popular products in Southern
and Eastern Europe. With more than 70 years experience, Künzi is a well-known distributor of household and
outdoor products in Italy and serves a multi-channel dealer
network. “This will help us to get GSI Outdoors products
into traditional shops with an outdoor focus as well as into
shops with a focus on household products”, said Andreas
Ruhs, GSI EU sales manager. “For us it is important to
have a strong partner for the highly competitive Italian market”. Founded in Milan in 1936, Künzi represents more than
40 brands in Italy. To strengthen their position in Eastern
Europe, GSI Outdoors is partnering with Polish distributor
Ravenoutdoor. The Krakow based company is an exclusive representative of some leading brands of camping
and mountaineering equipment. Ravenoutdoor is also the
importer of the largest manufacturer of freeze-drie
Reusch entra nell’outdoor
Conosciuto principalmente
per i suoi guanti da sci e per
quelli da portiere di calcio,
Reusch ha deciso di entrare
nel mondo outdoor con una
serie di prodotti specifici, 10
modelli funzionali che saranno
presentati in anteprima a Ispo Munich 2014. Per supportare il
lancio della nuova linea, l’azienda ha deciso di sponsorizzare
come prima alpinista Gerlinde Kaltenbrunner, la prima donna
ad aver scalato tutti i 14 Ottomila. La stessa Gerlinde si è
già messa all’opera per collaborare con Reusch e mettere
a disposizione la propria esperienza e i propri feedback. I
modelli della Mountaineering line sono più leggeri di quelli da
sci e tendono a prevenire la formazione di sudore in eccesso.
Linea e costruzione sono state disegnate per hiking, climbing
e una serie di altre attività relative alla montagna, via ferrata
compresa. Frutto del lavoro e dello studio di 2 anni, la nuova
collezione outdoor è stata realizzata da Erich Weitzmann nel
corso di un processo di diversificazione prodotto per l’azienda.
Reusch into the outdoor sector
Known for its highly technical ski gloves and goalkeeper
gloves, Reusch is moving into the outdoor sector with its
first line of outdoor-specific gloves, bringing out a series
of ten functional models for the next spring/summer
season. The line will be presented at Ispo Munich show.
To support the launch, the company has teamed up with
Gerlinde Kaltenbrunner as its first premium mountaineering
sponsoring partner. She has already been working closely
with the company, providing feedback based on her
expertise. The models in the new Mountaineering line of
Reusch are generally lighter weighted than its ski gloves
and they prevent excessive sweating. Their shape and
construction is designed for hiking, climbing and several
other mountain-related activities, but it’s only a start. Erich
Weitzmann, who has run the company from its international
base in Bolzano, began to study the outdoor sector two years
ago as part of a diversification process that has led Reusch
to put out a specific line of gloves for freeride skiing.
H&M enters the sports sector
Starting from January, the Swedish chain H&M has
presented in the stores its new line dedicated to sports.
The collection already had a pre-launch during various
initiatives, such as at the temporary stores that opened
during the last Olympic Games in London. Now,
however, the collection becomes official and above
all much more equipped. The sport line is available
for women, men and children with a multidisciplinary
approach. Running is at the heart of the adult collection
along with a range of outdoor products, while the
female collection is especially focused on yoga. The
latter also includes bras suitable for different sports
practices. For the kids, proposals include a greater
number of sports: soccer kits, athletics, tennis, dancing
or swimming. Regarding materials, the comfort takes
on a leading role. The offer has been worked out with
the help of athletes from the Swedish olympic team of
which H&M is a partner offering fast drying techniques
and breathable and water repellent features. Everything
is present on the e-shop of the company and in a
selection of megastores through dedicated corners.
Scott acquisisce Powderhorn
Scott Sports ha allargato
la propria offerta di prodotti. A partire dal 1° gennaio
infatti l’azienda svizzera ha
acquisito i diritti per il marchio
Powderhorn. Anch’esso elvetico, il brand produce abbigliamento e attrezzatura per
il freeride.Fino allo scorso anno è stato gestito sotto la
guida del chief executive Christian Bättig, che continuerà
il suo percorso in azienda come consulente. Grazie alla
forza di Scott ci si aspetta una crescita nella distribuzione del giovane brand, un rafforzamento a livello internazionale e lo sviluppo del ciclo di approvvigionamenti.
Come primo passo però Scott cercherà di riorganizzare
la distribuzione, lasciando probabilmente le vendite per il
mercato svizzero nelle mani di Chris Sports.
Scott acquires Powderhorn
Scott Sports is about to widen its offer to include garments by Powderhorn. Effective, Jan.1, Scott Sports
SA acquires the rights to the Powderhorn trademark.
Powderhorn is a Swiss brand of ski and freeride
apparel, which has been led by as chief executive.
Bättig will continue to develop Powerderhorn as a
consultant. It is expected that Scott as new partner
will enhance the young clothing brand’s distribution
power, strengthen it at an international level and improve the supply chain. As a first step, Scott will work
on re-organizing Powderhorn’s distribution, but it was
said that sales in the core Swiss market will remain
in the hands of the current distributor, Chris Sports.
news
Grandinetti Group Brand Ambassador Vibram
In un’ottica di riorganizzazione e potenziamento delle strutture aziendali
messi in atto dal nuovo AD Antonio Dus,
Giuseppe Grandinetti (foto sopra) è stato
nominato Vibram Group brand ambassador. Una posizione nota negli Stati Uniti
e da poco adottata dalle maggiori realtà
europee: avrà la funzione di assicurare
coerenza tra l’identità del brand e le
modalità con le quali Vibram si interfaccia
esternamente e internamente in termini di
immagine percepita e reputazione. Grandinetti vanta una significativa esperienza
nel marketing e comunicazione ed è in
azienda da più di dieci anni. È stato international marketing manager per Vibram
FiveFingers (progetto nato nel 2002) e
nel corso dei suoi incarichi ha contribuito
allo sviluppo e alla notorietà del brand,
vestendosi sempre dei valori d’innovazione e ricerca che da oltre 70 anni
fanno di Vibram un’azienda d’esempio
in tutto il mondo. Sin dagli anni 30, con
la creazione della prima suola in gomma vulcanizzata e del famoso disegno
“carrarmato”, il marchio italiano, infatti, si
è posizionato come standard di riferimento per il mercato dell’outdoor, fornendo
suole considerate insostituibili compagne
d’avventura.
Grandinetti new Group Brand Ambassador Vibram
In order to reorganize and to strengthen its business structure, Vibram S.p.A.appointed
Giuseppe Grandinetti Vibram Group brand ambassador. The new corporate position,
already known in the United States and recently adopted by the major European realities,
will act to ensure coherence between the brand identity and the ways in which Vibram interacts externally and internally in terms of perceived image and reputation. The manager
will work in very close contact with the new MD Antonio Dus. Grandinetti, that has worked
with the Italian firm for more than ten years, praises a long experience in the field of marketing and communication. He was in charge of the international marketing management
for Vibram FiveFingers. During his career Giuseppe has contributed to the development
and the fame of the brand, always delivering the values of innovation and research that,
for more than 70 years, made Vibram an exemplar company worldwide. Indeed, since the
30s, with the creation of the first vulcanized rubber sole and of the famous “carrarmato”
design, the Italian brand is positioned as a benchmark for the outdoor market, providing
soles that are considered irreplaceable adventure companions.
IOG & OSV: doppio evento e collaborazione a Ispo
Italian Outdoor Group e Outdoor Sports Valley hanno stretto una collaborazione e danno
reciproco appuntamento a Ispo in due importanti occasioni. Si parte domenica 26 dalle 9.30
alle 11.30 con un Breakfast Meet & Greet dedicato agli operatori italiani all’interno del nuovo
“Camp de Base” (hall A3-214D). Ben 39 i marchi francesi che hanno ricevuto assisetnza da
parte di OSV per Ispo, molti dei quali saranno presenti in questo nuovo French Village. Tra I
quali ABK Climbing, Arva, BV Sport, Cool Shoe, TSL Outdoor, Zag, Inook, NST. Oltre agli stand
l’area di 400 mq, allestita con materiali riciclati, ospiterà reception, ristorante, lounge schermo
per la proiezione di filmati, appuntamenti pomeridiani e serali e un’area dedicata all’innovazione.
Martedì 28 dalle 9.00 alle 11.00 è la volta dell’Italian Industry breakfast firmato IOG (Turmblick
restaurant, East Entrance) dove stampa internazionale, buyer e opinion leader incontreranno le
aziende italiane membri di IOG con i relativi prodotti. L’occasione anche per annunciare il nuovo
premio “Negozio storico outdoor”. IOG sarà presente come di consueto anche con il nuovo numero del suo magazine internazionale Spirito Outdoor, che illustra le iniziative del gruppo e alcune novità FW 14-15 delle aziende. Outdoor Magazine è media partner di entrambe le iniziative.
IOG & OSV: double date and collaboration at Ispo
Italian Outdoor Group and Outdoor Sports Valley agreed upon a collaboration and give appointment at Ispo for two important occasions.
Starting Sunday 26th from 9.30 to 11.30 with a Breakfast Meet & Greet
dedicated to the Italian operators within the new “Camp de Base” (hall
A3-214D). The number of French brands that received support by OSV
for Ispo is 39, many of whom will be present in this new French Village.
Among these ABK Climbing, Arva, BV Sport, Cool Shoe, TSL Outdoor,
Zag, Inook, NST. In addition to the stand, there will be an area of 400
sqm, equipped with recycled materials, that will host a reception, a restaurant, a lounge to project screen movies and to host afternoon and
evening appointments to conclude with an area dedicated to innovation. Tuesday, 28th from 9.00 to 11.00 is the time of the Italian Industry
breakfast signed IOG (Turmblick restaurant, East Entrance) where the
international press, buyers and opinion leaders will meet Italian companies and the related products that are members of IOG. It will be the
opportunity to announce the award “Negozio Storico Outdoor” as well.
As usual, IOG will participate even with the new issue of his international magazine Spirito Outdoor, which illustrates the brand’s initiatives
and some innovations regarding FW 14-15. Outdoor Magazine is media
partner for both the initiatives.
Cremonese festeggia 50 anni in Manifattura Valcismon
20 anni di qualità e innovazione per Ferrino HighLab
Non sono molti a poter dire di aver condiviso
Per anni è stato il fiore all’occhiello nel campo della progettazione e sviluppo prodotti di
un’azienda che ha sempre fatto dell’innovazione e della tecnicità la propria vocazione. Il
il successo con alcuni dei maggior campioni
progetto HighLab venne inaugurato da Ferrino nel 1994, con
sportivi italiani degli ultimi anni. Eppure dopo
l’apertura della sede di ricerca permanente sul Monte Rosa
avere ereditato dal padre l’azienda Manifattura
all’interno del rifugio Quintino Sella (a 3.585 metri di altezza).
Valcismon, Giordano Cremonese ha contri-
Sono passati esattamente vent’anni dunque dalla nascita di
buito a far diventare l’impresa un punto di
questa struttura che ha permesso di raggiungere i più elevati
riferimento nel mondo del ciclismo, dello sci di
standard funzionali e qualitativi, grazie alla prova sul campo
fondo e, più recentemente, dello sci alpinismo
in condizioni estreme di materiali e prototipi. Ogni estate
e dell’outdoor attraverso i marchi Sportful,
inoltre, alpinisti ed escursionisti possono partecipare libera-
Castelli e Karpos. Per festeggiare i suoi 50
anni di carriera e ricordare alcuni dei momenti
Centa, Paolo Bettini e Andrea Tafi: vale a dire
più significativi e gloriosi, i figli Dario, Gioia,
le due staffette oro olimpico a Lillehammer
Alberto e Alessio hanno fatto a Giordano una
1994 e Torino 2006, e tre ciclisti che hanno
grande sorpresa. Lo scorso 18 dicembre in
saputo vincere Fiandre e Roubaix, Sanremo e
occasione della consueta cena aziendale di
Lombardia, Olimpiadi e Campionati del Mon-
fine anno, sono stati invitati i campioni che
do. Nel corso della serata sono stati anche
hanno fatto segnare grandi imprese indossan-
proiettati i filmati storici di questi momenti.
do i capi del brand feltrino. Da Maurilio De Zolt
“Grazie a tutti per i 50 anni trascorsi insieme”,
a Maurizio Fondriest, passando per Silvio Fau-
ha commentato il patron aziendale al termine.
ner, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta, Pietro
“Sono stati molto impegnativi ma pur sempre
Piller Cottrer, Christian Zorzi e Giorgio Di
belli e ricchi di soddisfazione”.
mente ai test e toccare con mano i modelli in cantiere per le stagioni future. Grazie al successo
di quest’esperienza, recentemente è stato avviato anche il progetto collaterale HighLab Pro
Team, un pool composto da alcuni dei massimi esperti e professionisti del mondo outdoor.
Cremonese celebrates 50 years in Valcismon Manufacture
Not many people can claim to have shared the success with some of the greatest Italian sports
champions of recent years. Yet after having inherited from his father the Manifattura Valcismon,
Giordano Cremonese helped the company grow thanks to the brands Sportful, Castelli and Karpos
thus becoming a benchmark in the cycling and cross-country skiing panoramas and recently gaining success both in the Alpine skiing and in the outdoor sectors. To celebrate his 50 years of career and to remember some of the most significant and glorious moments, his children Dario, Gioia,
Alberto and Alessio decided to surprise Giordano. On December 18th, during the usual year-end
company dinner, the champions that marked big business wearing clothing from the manufacture
were invited. From Maurizio Fondriest, to Maurilio De Zolt, Silvio Fauner, Marco Albarello, Giorgio
Vanzetta, Pietro Piller Cottrer, Christian Zorzi and Giorgio Di Centa, Paolo Bettini and Andrea Tafi:
namely the two relay gold medals won at the Olympics in Lillehammer in 1994 and in Turin in 2006
and three cyclists who won Flanders and Roubaix, Sanremo and Lombardia and both the Olympics
and the World Championships. During the evening historical videos of these moments were projected. “Thank you everyone for these 50 years together,” commented the company boss at the end.
“These years were very demanding but still beautiful and full of satisfactions”.
8
1 / 2014
20 years of quality and innovation for Ferrino HighLab
The HighLab project started in 1994 with the establishment of a research lab having a
permanent seat located on Mount Rosa, near Quintino Sella Hut at 3,585 metres of altitude.
An exclusive ultramodern lab conceived to test materials and prototypes in the field and in
estreme conditions. Since the HighLab represents the future in the outdoor but overall it
states Ferrino philosophy: drive oneself wherever nobody else ever reached. The result is a
series of products consistent with the highest quality and functional standards, ensuring high
performances in every weather condition. The HighLab is open every summer to all mountaineers and trekkers whoi wish to take part in the tests, thus participating in the development
processo f Ferrino products. A few years later the HighLab Pro Team was created, comprising
of the most wellknown experts of the mountaineerin and outdoor environment.
/ green news
Un 2013 da grandi numeri quello chiuso dall’EOCA
Per quanto il 2013 ha fornito in termini di conservazione, l’industria outdoor può essere certamente orgogliosa
dei risultati raggiunti tramite l’European Outdoor Conservation Association, che ha annunciato il resoconto
finale dell’anno. I numeri sono notevolissimi e segnalano una crescita fortissima: 31 nuovi membri (crescita
del 39%), 134.600 visitatori unici nel sito, più di 2.500 followers su Facebook e 500 su Twitter, oltre 9 milioni di
persone raggiunte nel corso del round di votazioni primaverile, 57.000 voti registrati e 181.000 euro impegnati
per 8 progetti di conservazione in 7 paesi del mondo. Una crescita tale permette all’EOCA di lanciare un secondo giro di voti nel 2014, quindi un’ulteriore possibilità per i progetti che verranno presentati. Per il prossimo
anno sono già stati raccolti 200.000 euro.
A great 2013 for European Outdoor Conservation Association
The outdoor industry can look back with pride at what has been achieved in its name for conservation. The
European Outdoor Conservation Association (EOCA) has announced what has been achieved in the last 12
months. 2013 has been one of tremendous growth for EOCA: 31 new members (equates to a 39% growth in
membership), 134.600 unique visits to its websites, over 2.500 followers on Facebook and 500 followers on
Twitter, over 9 million people reached during the spring voting round, and 57.000 votes registered for conservation, 181.000 euro committed to 8 conservation projects in 7 countries. Looking forward, the tremendous
growth in members in 2013 will enable EOCA to launch a second annual voting round in 2014. 200.000 euro
has already been earmarked to spend on conservation projects in the coming year.
www.outdoorconservation.eu
Nuovo focus sui sistemi di isolamento ibrido
Le diverse discussioni sul prezzo e sul rispetto degli animali hanno causato un calo di interesse verso la
piuma d’oca naturale negli USA a vantaggio dei sistemi di isolamento sintetico per abbigliamento, sacchi letto
e altri prodotti outdoor. Coleman Company ha annunciato di non voler più utilizzare piuma d’oca. Mentre The
North Face ha registrato una grande richiesta per Thermoball, che offre un ottimo rapporto calore/peso nonostante si tratti di un isolamento sintetico. Halogen, giacca sintetica al 100% firmata da Outdoor Research, ha
conquistato il premio Gear of the Year dal magazine Outside. C’è da dire che la piuma d’oca offre un elevato
rapporto calore/peso ed è estremamente comprimibile. Per questo Patagonia si è detta intenzionata a continuare a utilizzarla, anche perché è ora in grado di assicurare il rispetto di standard pensati per il benessere
degli animali lungo tutta la catena di fornitura. D’altro canto l’isolamento sintetico è meno costoso e lavora
meglio rispetto alla piuma in condizioni di umidità. La soluzione ideale pare dunque essere un compromesso
tra i due materiali. Un esempio può essere il nuovo Turbo Down di Columbia (vedi anche nostra guida prodotti) che combina uno strato di piuma con uno o due strati dell’isolamento termico Omni-Heat. Anche PrimaLoft
presenterà a breve una tecnologia di isolamento ibrido, come anticipato nella news a pagina 12.
Hybrid insulation systems emerge in the market
Considerations about pricing and animal cruelty have diminished the attractiveness of natural down as
an insulation material in the U.S. to the advantage of synthetic insulation systems for outerwear, sleeping
bags and other outdoor products. The Coleman Company announced its decision never to use down again
in its products. The North Face has recorded strong demand for Thermoball, which is said to offer a high
warmth-to-weight ratio through a synthetic insulation made of small high-loft clusters. Halogen, a 100%
synthetic jacket by Outdoor Research, got a Gear of the Year award from Outside magazine. But down
offers a very high warmth-to-weight ratio and is extremely packable, explaining why Patagonia announced
its ongoing support for down as it has been able to ensure animal welfare standards throughout the supply
chain. On the other side synthetic insulation is less expensive and works better than down in wet conditions. The ideal solution would seem to be a compromise between natural and artificial materials. An
example is the Turbo Down by Columbia Sportswear, that combines a layer of down with one or two layers
of its Omni-Heat thermal insulation product. Also PrimaLoft will unveil a different hybrid insulation technology, as disclosed in the news on page 12.
Greenpeace: ancora critiche sull’apparel outdoor
Lo scorso 12 dicembre Greenpeace ha pubblicato in Germania un “Detox Report” con i dati dell’ultima analisi
condotta nel mercato dell’apparel outdoor e riferita alla presenza di PFC e altri agenti chimici dannosi, come
NPE. Secondo lo studio dell’associazione alcune di queste sostanze possono essere pericolose se rilasciate nell’aria. Greenpeace ha testato 15 giacche e 2 paia di guanti. Tutti i campioni contenevano PFC. Dei 17
prodotti, 15 contenevano PFOA e 15 erano contaminati con FTOH. Inoltre NPE sono stati trovati in 13 dei 17
campioni testati. Greenpeace ha richiesto un rapido intervento al
mercato. Gore d’ora in poi utilizzerà nella sua produzione materie
prime totalmente prive di PFOA. Sympatex eliminerà invece PFC il
prima possibile dai prodotti dedicati al mercato apparel outdoor, ribadendo comunque che il suo laminato ha
conquistato i migliori risultati nel Detox Report. Per la collezione summer 2015, poi, Salewa intende eliminare
PFC dal 20% dei materiali tessili utilizzati nella produzione. Il suo intento è quello di portare questa percentuale al 50-60% entro la collezione summer 2016. Vaude e Jack Wolfskin hanno infine confermato il loro obiettivo
di eliminare completamente PFC dai loro prodotti entro il 2020.
Greenpeace: again criticisms on the outdoor clothing
The Greenpeace organization in Germany published last Dec. 12 a “Detox Report” on the findings of a
new investigation into the presence of PFCs and other hazardous chemicals, such as NPEs, in outdoor
clothing. The report indicated that some of these substances can be harmful when they are released into
the air. Greenpeace tested 15 jackets and 2 pairs of gloves. All the samples contained PFCs. Of the 17
products tested, 15 contained PFOA and 16 were markedly contaminated with FTOH at much higher levels
than the ionic PFCs. Moreover NPEs were found in 13 of the 17 samples tested. Greenpeace urged the
industry to take quick action. Gore eliminated PFOA from all of its raw materials thus using now PFOA-free
materials in its manufacturing processes. Sympatex will ban PFC as soon as possible from the products of
the outdoor clothing industry, pointing to the fact that its laminate had received by far the best test results
in the Detox Report. For its summer 2015 collection, Salewa expects that 20% of the textiles used in their
production will be PFC-free. Its aim is to raise the amount to 50-60% for its summer 2016 collection. Vaude
and Jack Wolfskin confirmed their goal to phase out PFC completely by 2020 from their garments.
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news /
ABC nominato miglior nuovo distributore per Inov-8
Edy Wayne, proprietario e fondatore di Inov-8, ha
consegnato nelle mani di Alberto Penne il premio
dedicato al miglior nuovo distributore dell’anno.
Direttore di ABC Distribution, Alberto ha commentato: “È un grande onore, ho sempre creduto nel
potenziale fortemente innovativo di Inov-8”. Specializzata nel settore dello sport all’aria aperta, ABC
Distribution gestisce per il mercato italiano anche i
marchi Hoka One One, Skins e MIO.
Da sinistra:
Edy Wayne e
Alberto Penne
ABC Distribution
0463.422401 - [email protected]
ABC is the best new distributor for Inov-8
Edy Wayne owner and founder of Inov-8, has delivered directly in the hands of Alberto Penne the prize
dedicated to the best new distributor of the year. Director of ABC Distribution, Alberto commented:
“It is a great honor, I have always believed in the potential highly innovative Inov-8”. Specializing in the
field of sport in the open air, ABC Distribution manages other international brands for the Italian market:
Hoka One One, Skins, MIO.
Polartec main sponsor della Scarpa ISMF World Cup 2014
Polartec sostiene la prossima edizione del circuito
Scarpa ISMF World Cup, presentato il 6 e il 7
dicembre a Verbier (Svizzera) alla presenza della
stampa internazionale. In qualità di main sponsor della World Cup, il brand
lavorerà con l’International Ski
Mountaneering Federation e
con Scarpa per esaltare le qualità uniche dello sci alpinismo,
promuovendo anche standard
di sicurezza sempre più avanzati. Inoltre Polartec collaborerà con Montura in un’attività di joint
marketing che porterà per il 2015 alla creazione
di un capo di abbigliamento innovativo, in tutto e
per tutto dedicato allo scialpinismo agonistico. La
World Cup è in programma per il 18 e il 19 gennaio
con i percorsi delle prove “Individual” e “Vertical” e
coinvolgerà atleti di prestigio internazionale come,
tra gli altri, Yannich Ecoeur,
Florent Troillet, Alexis Sevennec, Jennifer Feichter, Denis
Trento, Gloriana Pellissier, Seppi
Rottmoser, Cornelius Unger.
Tra le location d’eccezione del
circuito: Courchevel (Francia, 25/26 gennaio), Val
Comelico/Sappada (Italia, 31 gennaio/2 febbraio),
Les Diablerets (Svizzera, 1/2 marzo) e Tromso
(Norvegia, 12/13 aprile).
Polartec main sponsor of the 2014 Scarpa ISMF World Cup
The 2014 Scarpa ISMF World Cup circuit was
presented on 6th and 7th December in Verbier,
Switzerland. This season along with Scarpa, the
main sponsor, there’s the new
addition of Polatec who’ll be
collaborating with Montura.
The result of this collaboration
will lead to the launch of a new
range of innovative products
dedicated to competitive ski
mountaineering for the 2015 season. The Individual and Vertical races are going to open the 2014
World Cup season on 18 & 19 January. After Ver-
bier the 2014 Scarpa ISMF World Cup moves on to
Courchevel in France on 25 & 26 January, followed
by Val Comelico/Sappada in Italy on 31 January
and 2 February. The circuit
then returns to Switzerland on
1 & 2 March in Les Diablarets,
with the final leg taking place
in Tromso, Norway on 12 &
13 April. The Italian athlete
Gloriana Pellissier has agreed
to become an ISMF Ambassador assisting with
the development of youth projects with a particular
emphasis on young women.
Una mozione per portare l’ice climbing alle Olimpiadi
La federazione mondiale del mercato sportivo (WFSGI) ha dichiarato che la federazione
internazionale di alpinismo e
climbing (UIAA) sta preparando
una proposta per far ammettere l’ice climbing tra gli sport
protagonisti dei giochi olimpici
invernali entro il 2022. Alcuni
rappresentanti della federazione si sono incontrati con l’associazione dell’IOC
Recognised International Sports Federations
(ARISF) per discutere dell’argomento. La UIAA
ha già assicurato di avere i fondi per organizzare
una salita sul Peak Lenin e un festival di arrampicata in Mongolia. Durante l’anno
la comunità internazionale di
climbing aveva già condotto una
campagna per inserire questo
sport tra quelli ospitati dai Giochi
Estivi di Tokyo 2020. Il climbing
già rientrava in una ristretta rosa
di candidati insieme ad altre attività ma ha poi
ceduto il posto al wrestling, che farà da ora parte
dei Giochi Olimpici su base regolare.
Ice climbers want to feel the Olympic spirit by 2022
The World Federation of the Sporting Goods
Industry (WFSGI) reports that the International
Mountaineering and Climbing Federation (UIAA)
is preparing a bid to have ice climbing added to
the list of sports in the Winter Olympic Games
by 2022. Representatives of the federation have
recently met with the Association of IOC Recognised International Sports Federations (ARISF)
to discuss the matter. The UIAA has already
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granted funds to organize a climb of Peak Lenin
and a climbing festival in Mongolia. As reported
previously, the international climbing community
campaigned earlier this year to have climbing
included in the summer games to be held in Tokyo
in 2020 and beyond. Climbing was short-listed
along with various other sports and finally lost out
to wrestling as the last sport that will be part of
the Olympic competitions on a regular basis.
Thermore presenta a Ispo un’Aria migliorata
Frutto della più innovativa ricerca operata da Thermore, la nuova evoluzione di Aria verrà
presentata alla fiera Ispo a Monaco di Baviera (aperta dal 26 al 29 gennaio). Lanciata lo
scorso anno sul mercato e accolta da un grande successo, questa tecnologia è stata ulteriormente migliorata ed è il risultato di una maggiore
attenzione alla sostenibilità da parte dell’azienda.
È prodotta grazie all’utilizzo di uno specifico blend
di fibre riciclate e all’attuazione di una strategia di
impresa attenta e supportata da un preciso impegno
a escludere le sostanza chimiche PFOA e PFOS da
tutti i suoi prodotti, come raccomandato da Greenpeace. Le sue caratteristiche riproducono quelle
della piuma d’oca vera con un risparmio di costi fino
all’80%. Questa nuova versione risulta inoltre ancora più leggera grazie all’impiego di un tessuto di rivestimento che non supera i 30 gr di peso
e all’imbottitura realizzata in tre varianti da 60, 115 e 170 gr. Thermore continua insomma a
percorrere con sempre maggiore decisione questa linea “green”, dopo che le linee Classic,
Ecodown, Rinnova e Thermosoft hanno ricevuto la certificazione Bluesign.
Thermore presents at Ispo an improved Aria
The newest version of Aria technology developed by Thermore will be presented at the Ispo
fair, which will be hosted in Munich, Germany from 26th to 29th January. The Aria range was
launched last year to great acclaim, and with measurable brand adoptions. Now Thermore has
gone one step further with this mext generation of Aria: an evolutionary product with the added
new focus on more sustainable product design, using a new recycled fibre blend, underpinned
by a commitment to exclude all PFOA and PFOS chemicals from all products, as recommended by Greenpeace. This equally exceptionally mimics real down insulation in every aspect,
offering up to an attractive 80% cost competitive saving. Thermore understands exactly how
to amplify the impalpabile lightness of this new Aria insulation, and recommends appropriately
marche fabric shells, even as light as 30 grams. The three selected weights of fill consists 60,
115 and 170 grams.
Stile giapponese per le nuove Vibram FiveFingers
Furoshiki è una parola che in giapponese fa
riferimento al tradizionale modo di portare
con sé gli oggetti avvolgendoli all’interno di
un telo di stoffa che,
piegato e annodato con
cura, viene trasformato
in una sorta di borsa per
facilitarne il trasporto.
Furoshiki è anche il
nome del modello di
calzatura minimalista
presentato da Vibram
FiveFingers in occasione dell’ultimo evento Pitti Uomo (7-10 gennaio). Il brand di
Albizzate ha realizzato una calzatura dal look
unico e originale, caratterizzato da fasce
laterali che avvolgono il piede aderendo
perfettamente alla sua forma
e garantendo la massima
libertà di movimento. Come
da tradizione per il marchio
dalle cinque dita, anche
in questo caso elevata
sensibilità e resistenza sono
assicurati dall’esclusiva tecnologia Vibram che da oltre
settant’anni accompagna sportivi e non solo
nella vita di tutti i giorni.
Asolo Eiger GV “Best in Gear” per Rock and Ice
Dopo il successo del 2013 con la linea di calzature Natural Shape e la conquista del titolo “2013 Editors’ Choice Awards” assegnato dalla rivista Backpacker
Magazine USA per la categoria hiking, Asolo riceve un nuovo importante riconoscimento. Si tratta del “Best in Gear” (BIG), prodotto dell’anno 2014, conferito
dal magazine americano Rock and Ice allo scarpone Eiger GV. Dopo ore di test
e prove sul campo, gli esperti della rivista hanno dichiarato questo scarpone il
migliore del 2014 per le attività di arrampicata su misto e ghiaccio. Il riconoscimento Best in Gear è conferito ogni anno a sei prodotti considerati particolarmente
innovativi sia in termini di qualità e design. La leggerezza, i materiali tecnologici
che assicurano impermeabilità e traspirazione e la tomaia rivestita in
Gore-Tex Duratherm sono solo alcune delle caratteristiche che hanno
fatto di Eiger GV il vincitore tra gli altri candidati della stessa categoria. Perfetto per arrampicare su ghiaccio, roccia e misto, è la scelta
vincente per tutti gli atleti che esigono grandi performance dalla propria attrezzatura. Gli altri marchi vincitori e relativi prodotti sono
stati: Black Diamond X4 Camalot, Petzl Sirocco helmet,
ClimbTech Wave bolt, Petzl Laser Speed Light ice
screw, Arc’teryx Aperture chalk bag.
Asolo Eiger Gv “Best In Gear” by Rock and Ice
After the success of 2013 with the Natural Shape line of footwear and the conquest of
the title “2013 Editors’ Choice Awards” awarded by Backpacker Magazine USA for the
hiking category, Asolo won the “Best in Gear” (BIG) product of the year 2014 conferred
by the American magazine Rock and Ice to the Eiger GV boot. After hours of testing
and practical verifications, experts of the magazine named this product the best boot of
2014 for ice and mixed climbing. This recognition is conferred
each year to six products that stand for their innovation both
in terms of quality and design. The lightness, the technological
materials that guarantee waterproofness and breathability,
the uppers lined in Gore-Tex Duratherm are just some of the
features that made the Eiger GV the undisputed winner among
competitors in its class. Perfect for ice, rock and mixed climbing, this is the winning
choice for all those athletes who demand great performance from their equipment.
Other winners: Black Diamond X4 Camalot, Petzl Sirocco helmet, ClimbTech Wave
bolt, Petzl Laser Speed Light ice screw, Arc’teryx Aperture chalk bag.
www.asolo.com
Japanese style for the newest Vibram FiveFingers
In the Japanese culture the word Furoshiki
refers to the tradition of wrapping, holding and carrying the most varied objects,
bending and knotting a cloth towel to turn it
into a bag to carry items. Furoshiki is also
the name of the latest preview presented
by Vibram FiveFingers in occasion of Pitti
Uomo. This model is characterized by a
unique and original look where design and
innovation play a key role through ergonomics, wrapping bands that perfectly adhere to
the foot to guarantee maximum comfort and
freedom of movement. Furoshiki represents
a new turning point in the field of footwear: a
minimalist shoe for everyday, resistant and
original but as always provided with Vibram
that has accompanied sports lovers in their
everyday life for more than seventy years.
Briko con Mangia Trekking per la promozione del territorio
L’associazione ligure Mangia Trekking ha stretto un accordo
di collaborazione con il marchio italiano Briko, sponsor ufficiale della nazionale di Triathlon. Per Mangia Trekking, che
conta già sulle partnership con Aku e con Camp, si tratta di un
risultato importante in quanto premia l’attività svolta dall’associazione e accresce notevolmente la qualità, la visibilità
e anche le motivazioni che la muovono. Tale collaborazione
quindi darà maggior risalto all’impegno turistico-sportivo che
Mangia Trekking ha sviluppato in luoghi bellissimi e di antiche
tradizioni: dalla città di Lerici al parco di Porto Venere, dalla Val di Vara alla Lunigiana, fino a
tutto l’Appennino Tosco Emiliano.
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news
Claudio Angaran sales & marketing per Garmont
Garmont ha assunto Claudio Angaran in qualità di international sales and marketing manager. Nel suo nuovo ruolo Claudio, che prende il posto di Gian Luca Farinazzo, si occuperà di
sviluppare e implementare strategie commerciali per aumentare le vendite, la penetrazione di
mercato e le nuove opportunità di business del brand veneto, riportando al direttore generale,
Flavio Favero. Angaran vanta un’esperienza quindicennale nel settore dell’outdoor e nell’industria calzaturiera, avendo ricoperto in precedenza diversi ruoli presso Trezeta,
La Sportiva e Aku. “L’anno scorso abbiamo deciso di cessare la produzione di
scarponi da sci per dedicarci esclusivamente al nostro core business, le calzature outdoor, settore che rappresentava quasi l’80% del fatturato societario a livello mondiale”, ha commentato Achille Morlin, presidente Garmont. “Questo ci ha
permesso di focalizzare ancora di più l’attenzione sulla progettazione. Con un
approccio orientato ai risultati e alla capacità di pensare strategicamente, sono
certo che Claudio avrà un ruolo chiave nell’implementare lo sviluppo di soluzioni
innovative, nell’accrescere la presenza di Garmont nei mercati e di aumentarne
la redditività attraverso una continua attuazione di strategie di sostegno alla
crescita aziendale”.
Claudio Angaran sales & marketing for Garmont
Garmont hired Claudio Angaran as new international sales and marketing manager. In his
new role Claudio, that takes the place of Gian Luca Farinazzo, will develop and implement
marketing strategies to increase sales, market penetration and new business opportunities
of the Venetian brand while referring to Flavio Favero, the brand general manager. Angaran
praises a 15-year experience in the outdoor sector and in the footwear industry, having previously played different roles at Trezeta, La Sportiva and Aku. “Last year we decided to stop
the production of ski boots in order to exclusively dedicate ourselves to our core business,
outdoor footwear, which accounted for almost 80% of worldwide corporate revenues, that
are now in a continuous growth,” said Achille Morlin, President of Garmont. “This allowed
us to focus even closer on the design, on the introduction of new technical solutions and on
the development of products that were acknowledged very positively by the market. With
a results-oriented approach and with an ability to think strategically, I am sure that Claudio
will play a key role in implementing the development of innovative solutions, in increasing
the presence of Garmont in the markets and in boosting profitability through a continuous
implementation of supportive strategies for the business growth“.
John Roskelley è il sesto Piolet d’Or Carrière
Dal 2009 il Piolet d’Or Carrière premia una carriera alpinistica eroica, capace di ispirare
le generazioni successive, rispettando i criteri stabiliti dalla Carta dei Piolets d’Or. Dopo
Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot e Kurt Diemberger sarà
quest’anno John Roskelley a ricevere l’ambita “Piccozza d’Oro”. Il riconoscimento, intitolato
dal 2012 a Walter Bonatti, verrà consegnato all’alpinista in occasione della 22ª edizione
dei Piolets d’Or, in programma dal 26 al 29 marzo a Courmayeur e Chamonix Mont-Blanc.
Roskelley, nato nel 1948, vive nello stato di Washington. Uno dei suoi primi banchi di prova
sono state negli anni ’70 le Montagne Rocciose e le grandi cascate canadesi. La sua fama
ha tardato a raggiungere l’Europa, al punto che negli anni in cui John cominciava a fare
parlare di sé, il magazine Mountain intitolò il suo ritratto “Who is this man?”. Scala dal 1976
e ha all’attivo numerose prime ascensioni tra cui anche la prima salita dell’Uli Biaho (6.109
mt). Anche oggi John è attivo: nel 2009 scala la cascata Slipstream e nel 2012 ha fatto
il bis con la Goats Beard. Autore di numerose pubblicazioni dedicate alle sue spedizioni,
Roskelley si è dato alla politica.
John Roskelley, Piolet d’Or Carrièr “Premio Walter Bonatti” 2014. La vetta dell’Uli Biaho
John Roskelley is the sixth Piolet d’Or Carrière
From 2009 the Piolet d’Or Carrière honors a heroic mountaineering career able to inspire
later generations while respecting the criteria established by the Charter of the Piolets d’Or.
This year, after Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot and Kurt
Diemberger, John Roskelley will receive the coveted “Piccozza d’Oro”. The reward, entitled to
Walter Bonatti since 2012, will be delivered to the mountaineer on the occasion of the 22nd
edition of the Piolets d’Or that is scheduled from March 26th to March 29th in Courmayeur
and in Chamonix Mont-Blanc. Born in 1948, Roskelley lives in Washington State. The Rocky
Mountains and the great Canadian waterfalls represented one of his first test benches in the
70s. His reputation delayed to reach Europe to such an extent that in years, when people
started to talk about him, the magazine Mountain named his portrait, “Who is this man?”. He
has been climbing since 1976 and he praises numerous first ascents including the first ascent
to the Uli Biaho (6109 m). Even today John is very active: in 2009 he climbed the Slipstream
waterfall and in 2012 he did an encore of the Goats Beard. Author of many publications
dedicated to his expeditions, Roskelley dedicated to politics.
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1 / 2014
/ nuove cariche, tecnologie, rebranding
Un 2014 ricco di novità per PrimaLoft
Rinnovato il team marketing europeo di PrimaLoft,
che da gennaio collabora con due nuovi professionisti. Michael Jakob è diventato European marketing
manager. Diplomato in economia dello sport, ha base
a München/Holzkirchen e risponde al global marketing manager David Newey, operativo da Albany. In
precedenza ha lavorato nel gruppo Oberalp per il
marchio Salewa come marketing manager Germania e
per W.L. Gore maturando così esperienza nel settore
ingredient brand. Kathrin Pildner è subentrata a Birgitte Norenberg nel ruolo di European trade marketing manager. In carriera ha lavorato per Intel GmbH nelle aree di lingua
tedesca, oltre che per Mountain Elements GmbH, W.L. Gore e Intercongress GmbH. Ha
studiato tempo libero e turismo presso l’Università di Trier e acquisito conoscenze nel
settore social media, con focus su SEO e SEM e Affiliate.
Sempre sul fronte operativo, dal 1° gennaio PrimaLoft ha
aperto un ufficio vendite e marketing che si occuperà del
mercato russo e più in generale dell’Europa dell’Est. Tale
operazione fa seguito a quelle simili intraprese in Gran
Bretagna e Scandinavia. La filiale sarà guidata da Bartosz Lassak, che in azienda collaborava già da 2 anni e
mezzo e che riporterà al managing director per l’Europa,
ovvero Jochen Lagemann. Lassak aveva fondato una
propria azienda, Escape 360, che rappresentava diversi
brand nella regione. Si presume che essa sarà a breve
chiusa così da consentire a Bartosz di concentrarsi unicamente nello sviluppo di PrimaLoft nell’Est Europa.
Novità anche in termini di prodotto dove PrimaLoft ha sviluppato una nuova tecnologia di isolamento ibrido già adottata da oltre 20 brand. Si tratta del nuovo Performance
Down Blend Insulation, che sarà presentato a Ispo di Monaco congiuntamente al nuovo
logo aziendale. Il nuovo prodotto non ha fluorocarburi ed è certificato bluesign. Utilizza
unicamente piuma di qualità premium testata dalla International Down & Feather Testing
Laboratory (IDFL) e dall’European Down & Feather Association (EDFA). Questa soluzione
combina i vantaggi di piuma d’oca (funzionale, resistente e idrorepellente) e microfibra
(con proprietà idrofobiche). Pertanto il prodotto garantisce protezione, isolamento termico
e comfort. Trattiene il 90% del calore originale in condizioni di bagnato e può essere lavato
in lavatrice senza comprometterne le funzionalità. Questa tecnologia è solo la prima di una
serie di novità che PrimaLoft intende raggruppare in tre serie: Gold, Silver e Black.
A 2014 full of news for PrimaLoft
The PrimaLoft European marketing team
has been renewed with the addition of
two new professionals. Michael Jakob
became European marketing manager.
Graduated in sports business, he lives in
München/Holzkirchen and he refers to the
global marketing manager David Newey,
operating from Albany. Michael
previously worked in the Oberalp
group for Salewa as the marketing manager for Germany and
W.L. Gore thus gaining experience
in the ingredient brand sector. Kathrin
Pildner took over to Birgitte Norenberg
as the European trade
marketing manager. In
her career she worked
for Intel GmbH in the
German-speaking areas,
as well as for Mountain
Elements GmbH, W.L.
Gore and Intercongress
GmbH. She studied
tourism at the University
of Trier and she acquired
knowledge in the social
media industry, with a
focus on SEO, SEM and
Affiliate.
Always on an operative basis, effective
Jan. 1 PrimaLoft opened its own sales and
marketing office in the eastern European
and Russian markets. This move comes
shortly after establishing own operations
in the U.K. and Scandinavia. The eastern
business will be run by Bartosz Lassak who
has been with the company on a freelance
basis for the past two and a half years. He
will report to Jochen Lagemann, managing
director of PrimaLoft Europe. The 36-yearold Pole ran his own company, Escape
360, which represented various brands in
the region. This firm will now be shut down
to allow Lassak to fully concentrate on the
development of PrimaLoft in the region.
News also in terms of products
where PrimaLoft developed a
new hybrid insulation technology
adopted by at least 20 brands. It’s
the new Performance Down Blend
Insulation that will be announced during
the Ispo Munich show
together with the new corporate image. The product
has no fluorcarbon and
is certified by Bluesign
Technologies. It only uses
premium quality down,
tested by the International
Down & Feather Testing
Laboratory (IDFL) and the
European Down & Feather Association (EDFA). It
combines the advantages
of engineered down (functional, durable and waterresistant) and its own
microfiber (with hydrophobic properties).
It’s said to guarantee permanent protection,
thermal insulation, comfort. It retains 90%
of the original warmth in wet weather and it
goes in the washing machine. It’s only the
first of a series of new products that are meant to provide “ultimate comfort solutions”
all yearround. They will be grouped into
three series: Gold, Silver and Black.
Nel 2015 il primo ISPO
summer show in Cina
La data e la location sono ancora in fase
di definizione. È però certo che Messe
München sta organizzando una fiera
ISPO per la stagione estiva in Cina. I
responsabili di ISPO hanno così risposto
a un’esigenza espressa dagli operatori
del mercato sportivo cinese, che hanno
commentato positivamente la potenziale
nuova manifestazione sia in occasione
dell’ultimo ISPO Beijing sia durante l’ISPO
Academy tenutosi lo scorso giugno a
Shanghai. Quest’ultimo è stato frequentato da almeno 250 rappresentanti del
mercato sportivo cinese, che hanno contribuito con le proprie idee alla definizione
del nuovo progetto fieristico. Il primo ISPO
summer show è previsto per il 2015. Il
focus della manifestazione sarà su categorie chiave quali outdoor, performance
water sports, action sports e fashion.
“Trento Film Festival 365” tra Italia e estero
“Trento Film festival 365” between Italy & abroad
Il Trento Film Festival si ripropone tutto l’anno grazie a decine di appuntamenti organizzati in tutta Italia. A partire dal 2014 questa attività
avrà una nuova identità: “Trento Film Festival 365” che indica proprio
la continuità della promozione della cultura cinematografica dedicata
alla montagna. Nel corso del 2013 il tour del Trento Film Festival ha
toccato 11 regioni italiane per un totale di 174 serate di proiezioni. Si è trattato per lo più di singole
serate ma non sono mancate mini-rassegne su più
incontri. Agli eventi italiani vanno aggiunti alcuni
incontri esteri tra cui 6 serate in Corea tra luglio
e ottobre e 5 serate ad Addis Abeba (Etiopia) ad
aprile. Sempre ad Addis Abeba a novembre è stata
allestita l’esposizione “Dancalia” di Paolo Ronc,
già presente al 60° Trento Film Festival. Ad aprile poi si è rinnovata la
presenza di MontagnaLibri (rassegna dell’editoria di montagna affiancata al Trento Film Festival) alla Rassegna BergBuchBrig nella città
svizzera di Briga. L’appuntamento con la 62° edizione del Trento Film
Festival è dal 24 aprile al 4 maggio 2014.
Trento Film Festival takes place year-round thanks to dozens of
events organized throughout Italy. Starting from 2014 this activity
will have a new identity: “Trento Film Festival 365” highlighting its
ongoing promotion of the film culture dedicated to the mountain.
During 2013 the tour of Trento Film Festival has involved 11 Italian
regions with a total of 174 evenings of screenings. It
was mostly single evenings but there have been minireviews on more meetings. Foreign meetings including
6 evenings in Korea between July and October needs
to be added to the Italian stages together with 5 nights
in Addis Ababa (Ethiopia) in April. In November, always
in Addis Ababa, the exhibition “Dancalia” by Paolo
Ronc, already present at the 60th edition of Trento
Film Festival, was organised. In April, the presence of MontagnaLibri renewed at the BergBuchBrig show in the Swiss town of Brig.
The appointment with the 62nd edition of the Trento Film Festival is
from April 24th to May 4th 2014.
www.trentofestival.it
ISPO to launch its
summer show in China
The date and location have yet to be
confirmed, but Messe München is going
to organize its own ISPO trade show
for summer business in China. ISPO’s
organizers have responded to calls from
within the Chinese sporting goods industry, receiving positive feedback on this
suggestion from local market players both
at last ISPO Beijing as well as at the ISPO
Academy in Shanghai in last June. This
last was attended by no less than 250
representatives from the Chinese industry
who contributed their own ideas for the
upcoming project. The first ISPO summer
show is scheduled for 2015. There focus
will be on the most important categories such as outdoor, performance water
sports, action sports and fashion.
A febbraio torna a Roma
l’Outdoors Experience
Un anno fa erano stati 93.000 i visitatori
provenienti da tutta Italia in occasione del
Salone del Turismo e dello Sport all’Aria
Aperta Outdoors Experience. Per il 2014
a questo punto è lecito attendersi un’altra grande risposta di pubblico. L’appuntamento è in calendario per i giorni dal
12 al 16 febbraio e ancora una volta si
terrà a Fiera di Roma in contemporanea
con il Salone della Nautica e del Mare
Big Blu. Durante l’evento patrocinato da
ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo
e da FISSS – Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale, saranno
aperte diverse aree tematiche dove
gli appassionati potranno mettersi alla
prova con l’aiuto dei professionisti del
settore: climbing, bouldering, parkour,
trekking, ponte tibetano, tiro con l’arco e
percorsi avventura. In grande evidenza
il mondo del 4x4 all’interno dello spazio
Offroad Experience, con spazi espositivi, percorsi esterni e lo svolgimento della
gara di campionato regionale autocross
organizzata da Asal racing e la gara di
fuoristrada estremo con piloti dei campionati nazionali wti e xtc. Ai ragazzi delle
scuole medie sarà dedicato il progetto di
educazione ambientale Passaporto per
l’Avventura, tra i cui partner c’è l’Esercito
Italiano.
1 / 2014
13
data & statistics / focus sulla ricerca firmata China Outdoor Commerce Alliance
a cura di: Monica Viganò
Cina, crescita continua
e nuove opportunità
Nel 2012 hanno operato in Cina 823 marchi (711 nel 2011) di cui 405 domestici.
Sono stati monitorati 6.000 negozi outdoor, 2.000 core shop e oltre 300 siti di e-commerce.
Canali che hanno portato a registrare vendite per 145,2 miliardi di yuan (+34,94% sul 2011).
Un mercato che è ancora agli albori ma che si
dimostra sempre più florido. Si tratta dell’industria outdoor cinese, che negli ultimi anni è passata da un approccio al business quantitativo
a uno qualitativo. Questo le ha consentito di
crescere rapidamente, superando senza troppi
intoppi la turbolenza causata dal clima avverso dello scorso anno. In generale nel 2012 ci
sono stati tre fattori che ne hanno influenzato lo sviluppo. Il primo comprende la crescita
rallentata della macroeconomia, l’aumento dei
costi di impresa e il livellamento dei profitti. Il secondo è il palcoscenico: i prodotti outdoor in
Cina sono ai primi step della scala dei consumi.
Il terzo fattore è interno e riguarda lo sviluppo
degli sport outdoor. Nonostante le attività siano in forte crescita, la partecipazione aumenta in maniera più contenuta. Questi tre fattori
hanno contribuito a ridefinire il panorama outdoor cinese che ha, in particolare, visto la nascita e l’espansione di nuovi brand, la crescita
di vari canali di vendita, il livellamento dei margini di profitto, il rallentamento della crescita
degli store outdoor, l’aumento dell’influenza sul
mercato outdoor dell’elettronica e molto altro.
Di certo l’andamento del mercato nel 2012 non
ha rispecchiato le aspettative, pur mantenendosi a un elevato tasso di crescita.
continuano a crescere. Anche la gestione delle
imprese cinesi è in continuo miglioramento, e sta
dando vita a vere e proprie società moderne.
Tra brand e categorie prodotto - Nel
2012 sono stati registrati 823 marchi outdoor
nel mercato domestico, con un tasso di crescita del 14,78% (erano 711 nel 2011). Tra
essi, 405 sono brand cinesi (con un tasso di
crescita del 18,08%) e 418 sono esteri (con
un tasso di crescita dell’11,7%). Il maggior sviluppo è rappresentato da brand di aziende
con background manifatturiero. Non mancano
marchi nati e cresciuti nel mondo sportivo. Importante poi l’ingresso nel mercato cinese di
realtà internazionali. Lo sviluppo dei brand
comporta una modifica nella struttura industriale. Il grafico 2 illustra come sono cambiate le linee prodotto negli ultimi anni. Il termine
“wholeline brand” si riferisce a marchi outdoor
che hanno a collezione abbigliamento, calzature, zaini e attrezzatura. Con “multi-line
brand” si intende invece un marchio che propone almeno due linee prodotto tra le sopra
elencate. Infine “single line brand” è un marchio
che ha solo una delle suddette categorie
prodotto. Analizzando la tabella, è evidente
come le linee prodotto di brand sia domestici
che stranieri siano in forte crescita. La tabella
3 analizza invece le varie categorie, ovvero
prodotti raggruppabili in grado di soddisfare
un’unica esigenza. Stando al metodo di categorizzazione di COCA, sono state identificate
6 categorie: abbigliamento, calzature, zaini,
attrezzatura, accessori e dispositivi elettronici.
Le ultime due categorie in elenco sono state
considerate congiuntamente. Questa analisi
consente di meglio definire lo sviluppo del mercato. Può inoltre mostrare chiaramente il profilo
del settore ed eventuali problemi.
Panoramica del mercato - Sul fronte acquisti, secondo 8264.net (portale del mercato
outdoor cinese) ogni anno l’11% della popolazione locale (che in Cina si attesta tra i 150
e i 170 milioni di persone) acquista prodotti
outdoor. Ciò premesso, le vendite a livello retail sono state pari a 145,2 miliardi di yuan
(tasso di crescita del 34,94%) mentre a livello
wholesale si sono attestate a 72,9 miliardi (tasso di crescita del 36,1%). Stando alla ricerca
COCA, lo sviluppo dell’intero mercato outdoor
cinese tende a essere in costante espansione
dal 2008 (vedi anche grafico 1). Il mercato è
potenzialmente enorme e continuerà a crescere
grazie all’evoluzione dei consumi e all’immissione
di nuovi capitali. Inoltre sempre più brand sono
attirati da questo mercato e i marchi locali
I marchi stranieri - Stando alle dichiarazioni di COCA, ci sono ancora numerosi brand
europei e americani che intendono affacciarsi al mercato cinese. Si tratta per la maggior
parte di aziende di grosse dimensioni. Ma a
1 YUAN = 0,12 EURO
1 Il mercato outdoor cinese dal 2000 al 2012
Tasso di crescita retail: 34,94%
Tasso di crescita wholesale: 36,11%
Totale: 100 milioni
2 Confronto delle linee prodotto dei marchi
Totale in numero
Totale
Abbigliamento Calzature
Zaini
Accessori ed
elettronica
Attrezzatura
Accessori ed
elettronica
Totale
Domestici
Esteri
Totale
Domestici
Esteri
Tasso di
crescita dei
marchi
Numeri (%)
Totale
Domestici
Esteri
3 Analisi delle categorie prodotto
Abbigliamento
Calzature
Numero brand
Numero brand
Zaini
Numero brand
Attrezzatura
Numero brand
Accessori ed elettronica
Numero brand
Domestici
Esteri
Totale
Percentuale
5 Sviluppo dei canali outdoor dal 2009 al 2012
4 Nazionalità dei maggiori brand esteri presenti in Cina
Totale in numeri
Negozi specializzati
America
Abbigliamento
14
1 / 2014
Italia
Calzature
Germania
Zaini
UK
Attrezzatura
Francia
Corea
Accessori ed elettronica
Spagna
Grandi magazzini
Vendite online e altri canali
causa dei canali di vendita professionali ancora in fase di sviluppo, queste realtà stanno
incontrando difficoltà ad aprirsi un varco nel
panorama cinese. Analizzando il grafico 4 notiamo che nel 2012 i marchi stranieri presenti
nel mercato outdoor cinese provenivano da 5
continenti: Europa (187), Nord America (149),
Asia (45), Oceania (22) e Sud America (9). In
generale il numero di marchi outdoor è in crescita dal 2009. Per tracciare questo grafico
sono stati presi in considerazione brand che
hanno venduto i propri prodotti in Cina senza
tuttavia verificare i metodi di vendita e le modalità di management. Pertanto sono stati considerati anche marchi che non hanno operato
nel mercato cinese in forma ufficiale. I migliori
dati di vendita sono stati registrati da calzature italiane e accessori spagnoli, entrambi
richiesti grazie all’indubbia qualità garantita
dalla tradizione manifatturiera alle loro spalle.
I canali di vendita - Nel 2012 la Cina ha
assistito a un forte e rapido sviluppo del canale dei department store. Come evidente dal
grafico 5, ci sono in totale quasi 6.000 negozi
outdoor, quasi 2.000 punti vendita specializzati e più di 300 canali di vendita online. La
maggior parte dei negozi fisici si trova in centri
commerciali e questo contribuisce al rapido
sviluppo del mercato. Inoltre alcuni operatori outdoor entrano in negozi multimarca con
formula shop-in-shop. Al contrario la nascita
di negozi outdoor indipendenti e al di fuori di
centri commerciali risulta rallentata. Da segnalare lo straordinario sviluppo dei canali online
e dei siti di e-commerce che hanno contribuito
ad accrescere le vendite. Sono proprio questi i
canali più promettenti.
Canali di vendita nelle città - Per meglio definire lo sviluppo dei negozi specializzati outdoor sono state analizzate 12 città e
in particolare Pechino, Shanghai, Guangzhou,
Tianjing, Chongqing, Shenzhen, Hangzhou, Xi’an,
Chengdu, Nanjing, Shenyang e Urumuqi. In tutte queste città, la nascita di negozi outdoor
è rallentata soprattutto a causa della difficile
economia generale. Nei 5 principali centri urbani (Pechino, Urumuqi, Xi’an, Chengdu e Chongqing) ci sono oltre 60 shop outdoor in linea
con il livello di sviluppo del mercato outdoor
cinese e con l’economia locale. Tuttavia i clienti
di canali professionali sono in calo e i piccoli
negozi outdoor sono in difficoltà. Al contempo i
negozi più grandi rallentano l’apertura di nuovi
punti vendita. In generale i negozi fisici risentono dell’aumentato interesse verso l’e-commerce.
Rallenta anche, ma a un tasso inferiore, lo sviluppo dei centri commerciali.
Il profilo delle vendite outdoor Come già anticipato (e come riportato anche
nel grafico 6), il mercato outdoor cinese a livello retail nel 2012 ha registrato 145,2 miliardi
di Yuan. Il totale registrato allo stesso livello da
negozi outdoor specializzati è pari a 34,4 mi-
liardi (+12,42%). Sul fronte department store, invece, parliamo di 85,3 miliardi (+25,26%). Infine
gli altri canali valgono 25,5 miliardi (+186,52%).
A livello wholesale sono stati registrati 73,9 miliardi (+36,10%). I brand domestici hanno chiuso l’anno a 37,4 miliardi (+35,51%) mentre i risultati wholesale dei marchi esteri sono stati di
36,5 miliardi (+36,71%). Stando a questi numeri,
il mercato nel 2012 ha proseguito il trend di
crescita che lo caratterizza da 10 anni. Da
segnalare che i dati riportati non considerano altri canali di vendita quali supermercati
e ipermercati (aggiungendo questi canali, le
vendite dell’intero mercato crescerebbero di
almeno 20 miliardi). Inoltre la maggior parte
delle vendite proviene da realtà domestiche,
a dimostrazione che i brand cinesi occupano
una posizione relativamente affermata. Tuttavia lo sviluppo di marchi esteri procede a
passo più spedito di quello di marchi locali.
Altra considerazione: nel 2011 molti marchi
hanno preso provvedimenti in riferimento all’ecommerce cercando di regolarizzarlo tramite
canali ufficiali.
Le vendite retail per categoria - I cambiamenti nelle vendite per categoria riflettono
il grado di sviluppo del mercato. Analizzando
i retailer, nel 2012 il 23,69% era rappresentato
da negozi specializzati outdoor, il 58,75% da
department store e il 17,56% da altri canali
di vendita. Ciò detto, considerando il canale dei negozi specializzati outdoor, l’apparel
ha influito per il 51,63% sul totale delle vendite
retail. Le calzature hanno influito per il 27,35%,
gli zaini per l’11,98%, l’attrezzatura per il 4,69%
e i rimanenti prodotti per il 4,35%. Parlando invece degli shop generalisti, l’apparel outdoor
ha influito per il 61,33% sul totale delle vendite
retail, le calzature per il 26,09%, gli zaini per il
10,76%, l’attrezzatura per l’1,17% e i rimanenti
prodotti per lo 0,65%. In linea di massima non ci
sono grandi differenze tra le due tipologie di
negozio (vedi grafico 7).
I risultati wholesale dei principali brand Nel 2012 nel mercato cinese hanno operato
823 marchi. Di essi, 17 hanno registrato vendite
per oltre 100 milioni di yuan, 13 tra i 50 e i
100 milioni, 22 tra i 30 e i 50 milioni e 13 tra
i 10 e i 30 milioni. A livello wholesale questa
ripartizione sarebbe: 65 marchi oltre 10 milioni
di yuan, 52 oltre 30 milioni, 30 oltre 50 milioni
e 17 più di 100 milioni. In confronto al 2011,
il numero di brand che hanno superato i 10
milioni (wholesale) nel 2012 è cresciuto di 4
unità. Da segnalare che i 65 marchi con dati
wholesale superiori ai 10 milioni rappresentano
il 79,57% dell’intero mercato. I 17 marchi che
superano i 100 milioni, invece, rappresentano il
54,94% (vedi tabella 8). Questo dimostra come
i grandi brand stiano combattendo contro
marchi emergenti e contro una forte segmentazione del mercato. Ciononostante continuano
(e continueranno per diversi anni) a essere i
leader del settore outdoor cinese.
China, a market
that is still an opportunity
2012 is a significant year for the outdoor
products industry in China which is still in
its early stage and changed from a quantitative to a qualitative approach. Throughout
2012 there are three important factors that
have affected the development of this market. The first one is the slow growth of macroeconomic environment, rising cost of
enterprise and falling profits. The second
one is the stage. Outdoor products in China
belongs to the category in its early stages.
The third one is internal factors, the development of outdoor sports with a participation that is growing very slowly. In general
the development of the industry in 2012, it is
different from expectation but still maintained a highspeed growth.
An overview of the market - The
retail sales is 14.52 billion yuan (growth rate
34.94%), the wholesale is 7.29 billion yuan
(growth rate 36.1%). According to the research of COCA, development of the industry tend to be continuously expansion from
2008. The market has a huge potential and it
will keep growing with consumer upgrades.
capitail driven, market evolution, and the innovation model. At the same time. more and
more international brands pay attention to
outdoor industry. The management level of
outdoor industry constantly improves: modern enterprise characteristics are more and
more evident.
Brand and product categories There were 823 outdoor brands in the domestic market in 2012, with a growth rate
of 14.78% (717 brands in 2011). There were
405 domestic brands with a growth rate of
18.08%, and 418 foreign brands with a growth rate of 11.77%. The brands with factory
background are increasing. There are some
new brands with a sport background and
that mainly use network channels. At the
same time, some heavyweight international
brands enters the market. With the development of brands, the industrial structure has
changed. From Table 2, we can find that
product line at home and abroad both have
a steady growth. Comparing to the year before, the growth rate is relatively reduced
except for the wholeline brand in 2010/11.
From the report 2008, we added the analysis of the product category (table 3). COCA
divided the domestic outdoor products
into 6 categories, including apparel, shoes,
backpacks, equipments, accessories and
appliance. Because there are not many products of the appliance category referred in
the statistics, we put together the accessories
and appliance as one category. Analysis on
product category can better reflect the who-
le view of the development, and also can
reflect the feature of the industry and some
possible problems.
Foreign brands - There is a large
number of European and American brands
which want to enter Chinese market. Most
of them are high-end with small or mediumsized brands. Due to the domestic market
stage and the relatively narrow professional
sales channels, these foreign brands are encountering difficulties in entering the market
quickly. In 2012, the foreign brands in China
outdoor market are from 5 continents: Europe (187), North America (149), Asia (45),
Oceania (22) and South America (9). The
statistics cover the foreign brands that have
indeed sold their products in China but does
not verify their sales methods and management modes.
Sales channels - In 2012, the development of the department stores was rapid.
There were 6,000 specialized outdoor terminals with a growth rate of 50% comparing to
2011. Moreover there are 2,000 core shops
and more than 300 e-comeerce websites.
The outdoor market began rapid development since it stands on the ground in the
malI. Even some special outdoor channel
operators go into the store in the form of
agenting brand or brand shop in shop. Outdoor stores grow slowly, relating to the rapid expansion of the mall. Extraordinarily
rapid growth of the network channels. The
performance of the e-commerce in 2012 gives the outdoor products a huge boost in
network channels.
Outdoor sales profile - In 2012, the
gross retail amount of China outdoor market was 145.2 billion Yuan. The total retail
amount of specialized outdoor stores is 34.4
billion Yuan, of the department store channel is 85.3 billion Yuan and of the other
channels is 25.5 billion Yuan. The annual
gross wholesale amount of brands is 73.9
billion Yuan (domestic brands closed the
year at 37.4 billion Yuan).
Retail sales per category - For the
outdoor shop channels apparels account for
51,63% of total retail sales of the outdoor store channels, while shoes account for 27,35%,
backpacks for 11,98%, equipment for 4,69%
and others for 4,35%. For the department
store channel, apparel products account for
61,33%, shoes for 26,09%, backpacks for
10,76%, equipment for 1,17% and others for
0,65%. There are no big changes in the proportion of each category of the department
store channels and specialty store channels.
1 YUAN = 0,12 EURO
6 Vendite annuali nel mercato outdoor cinese
7 Vendite annuali per categoria
Tasso di crescita (%)
Negozi specializzati
Totale retail
Totale retail di negozi outdoor
Totale retail di grandi magazzini
Totale retail di altri canali
Totale wholesale
Totale wholesale di marchi domestici
Totale wholesale di marchi esteri
8 Vendite annuali
Totale
wholesale Marchi/ Numero
di aziende Totale wholesale
Percentuale
di aziende oltre i 10 milioni totale wholesale
Grandi magazzini
Accessori
Accessori
ed elettronica 4,35%
ed elettronica 0,65%
Attrezzatura 4,69%
Attrezzatura 1,17%
Zaini 11,98%
Zaini 10,76%
Calzature 27,35%
Calzature 26,09%
Abbigliamento 51,63%
Abbigliamento 61,33%
source:
del mercato
outdoor cinese
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15
15
datA & statisticS / I risultati nei 5 principali mercati d’Europa
a cura di: Davide Corrocher
Footwear e apparel:
2012 a piccoli passi
Le vendite dei due segmenti nei 5 mercati top registrano un segno leggermente positivo
sia a volume che a valore. Con qualche distinguo: bene Germania, Uk e Francia.
Male la Spagna. Benino l’Italia, che cala nell’abbigliamento ma si consolida nel footwear.
NPD Group ha realizzato una ricerca sui consumi nei cinque principali mercati europei ovvero Regno Unito, Francia,
Germania, Italia e Spagna. Stando ai dati raccolti, rispetto
allo stesso periodo del 2011 le vendite di calzature sono
cresciute del 3,4% (quasi 9 miliardi di euro) e quelle dell’apparel dell’1,2% (quasi 14 miliardi di euro). Questo sviluppo
è dovuto in parte a un leggero incremento del prezzo
medio di vendita in alcuni dei paesi considerati.
La Germania - Segno positivo sia in termini monetari
che in volume per tutti gli altri paesi in entrambi i settori. Analizzando la performance rispetto al 2012, la
Germania la fa da padrona sia nelle vendite di calzature (+8% in moneta e +6,3% in volume) che in quelle
di abbigliamento (+2,6% in moneta e +4,8% in volume).
Unico calo registrato, quello nel prezzo medio di vendita dell’apparel (-2,1% a quota 27,75 euro).
La Spagna - Più nel dettaglio, in termini monetari, le
vendite sul fronte footwear sono calate in Spagna dello 0,4%. Sono al contrario cresciute in volume dell’1,5%,
delineando un calo (pari all’1,9%) del prezzo medio di
vendita che si attesta sui 32,98 euro. La Spagna ha
vissuto un calo anche nelle vendite di abbigliamento.
Questa volta si parla di uno stallo sia in moneta (-1,7%)
che in unità (-0,4%), per un calo dell’1,3% del prezzo
medio di vendita (attestatosi a quota 21,24 euro).
La Francia - Non così equa tra apparel e footwear
la situazione in tutti gli altri stati considerati. La Francia
ad esempio si posiziona alle spalle della Germania nel
footwear in termini monetari (+4,4%) ma dietro l’Italia
parlando di unità vendute (+2,8%). È poi alle spalle
del Regno Unito sul fronte apparel in termini monetari (+1,8%) e dietro la Germania in termini volumetrici
(+3,5%).
L’Italia - Simile, in riferimento al segmento apparel, la
situazione in Italia. Qui è stato registrato un calo in termini monetari nelle vendite (-0,8%). Al contrario, parlando in volume, l’Italia ha segnato un +0,8%. Ciò si traduce
in un calo nel prezzo medio di vendita pari all’1,6% (a
quota 32,62 euro). Rimanendo in Italia, è da notare il
segno più nelle vendite footwear sia in volume (+3,3%)
che in moneta (+0,3%). Nonostante ciò cala del 2,9% il
prezzo medio attestandosi a quota 48,92 euro.
Il Regno Unito - Da ultimo il Regno Unito, che sebbene non si posizioni in cima alla classifica di vendita
in termini monetari, è in assoluto il primo tra i 5 paesi
considerati se consideriamo le unità sia di calzature che di apparel vendute. Parlando del suo tasso di
crescita, il paese si trova alle spalle della Francia nel
footwear sia in termini monetari (+2,2%) che di unità
vendute (+1,6%). È poi in seconda posizione dietro la
Germania sul fronte apparel in termini monetari (+2,3%)
e alle spalle dell’Italia in termini volumetrici (+0,6%).
2012: smalls steps in footwear and apparel
Sales in both segments in the five top markets in Europe registered a slight
increase in terms of volume and value. With some countries - Germany,
UK and France - faring better. The Spanish market was not as good. Italy
resists: apparel was weaker while the footwear segment kept growing.
NPD Group recently published a research on sales in the top five European markets (UK, France,
Germany, Italy and Spain). According to the data,
year-on-year footwear sales grew 3.4% (approximately €9 billion) and apparel sales grew 1.2% (almost
€14 billion). The growth was partially spurred by a
slight rise in average sell-out prices in some of the
countries.
Germany - In all other countries revenues and volumes scored more positive results in both sectors.
In the year-on-year comparison on 2012, Germany
emerges as the top market. Footwear sales grew 8%
value and 6.3% in terms of volume. The apparel segment also grew: 2.6% value and 4.8% volume. The
only decrease was in the average sell-out price for
apparel (-2.1%, at €27.75).
Spain - In terms of value, sales in the footwear segment declined 0.4% in Spain. Volume sales grew
1.5%, highlighting a 1.9% decline in average sell-out
price: €32.98. Apparel sales also declined in Spain:
-1.7% in value and 0.4% in volume. The average sellout price declined 1.3%, at €21.24.
France - The situation in France and in the UK is
not as clear-cut. France is behind Germany considering footwear value sales (+4.4%) but falls behind
Italy in volume sales (+2.8%). France also did worse
than the UK in apparel value sales (+2.8%) and is
behind Germany in terms of volume (+3.5%).
Italy - The situation of the apparel segment in
Italy is similar to that of Spain. Value sales declined 0.8% while volume sales slightly grew at 0.8%.
The average sell-out price declined 1.6% (reaching
€36.62). Footwear sales in Italy grew both in terms
of volume (3.3%) and in terms of value (0.3%).
However, the average sell-out price still declined
2.9%, at €48.92.
United Kingdom - Even though the UK was
not the top country in terms of value, it is the best
selling country in terms of volumes, both in the apparel and footwear sector. The UK recorded lower
growth rates than France in the footwear segment
(+2.2% value, +1.6% volume). It also grew less than
Germany in the apparel segment (+2.3% value) and
Italy (+0.6% volume).
NPD’S RETAIL ESTIMATES
Sports Footwear Sales (in ‘000 euros)
2012
%
change
TOTAL BIG 5 COMBINED 8,929,878 3.4
UNITED KINGDOM 1,969,338 2.2
FRANCE 2,153,342 4.4
GERMANY 2,139,443 8.0
ITALY 1,604,127 0.3
SPAIN 1,063,629 -0.4
Sports Footwear Volumes (in ‘000 pairs)
2012
%
change
TOTAL BIG 5 COMBINED 212,330 3.0
UNITED KINGDOM 55,057 1.6
FRANCE 52,696 2.8
GERMANY 39,537 6.3
ITALY 32,792 3.3
SPAIN 32,247 1.5
Sports Footwear Av. Price in euros
2012
%
change
TOTAL BIG 5 COMBINED 42,06 0.4
UNITED KINGDOM 35,77 0.6
FRANCE 40,86 1.6
GERMANY 54,11 1.6
ITALY 48,92 -2.9
SPAIN 32,98 -1.9
Sports & Leisure Apparel Sales (in ‘000 euros)
2012
%
change
TOTAL BIG 5 COMBINED 13,860,900 1.2
UNITED KINGDOM 3,104,158 2.3
FRANCE 3,154,126 1.8
GERMANY 3,301,478 2.6
ITALY 2,529,263 -0.8
SPAIN 1,771,875 -1.7
Sports & Leisure Apparel Sales (in ‘000 units)
2012
%
change
TOTAL BIG 5 COMBINED 555,037 2.0
UNITED KINGDOM 143,040 0.6
FRANCE 132,086 3.5
GERMANY 118,955 4.8
ITALY 77,528 0.8
SPAIN 83,429 -0.4
Sports & Leisure Apparel Av. Price (in euros)
2012 %
change
TOTAL BIG 5 COMBINED 24,97 -0.9
UNITED KINGDOM 21,70 1.7
FRANCE 23,88 -1.7
GERMANY 27,75 -2.1
ITALY 32,62 -1.6
SPAIN 21,24 -1.3
Source: NPD GROUP - sgi - sgieurope.com
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testo e foto: Michele Dalla Palma
focus on / A settembre sulla regina delle dolomiti
Frecce
in Marmolada
Una sfida e una scommessa con se stessi: questa la motivazione che ha spinto quattro piloti d’aereo appartenenti alle
Frecce Tricolori, fiore all’occhiello della nostra Aeronautica Militare, a cimentarsi con la scalata di una grande cima come la
Marmolada. Questi uomini sono certamente atleti eccezionali,
allenati a resistere a uno stress fisico che pochi sono in grado
di sopportare, ma scalare una montagna è un’altra cosa. Significa utilizzare attrezzi inusuali, quali ramponi, piccozza e imbragatura, e soprattutto confrontarsi con un ambiente naturale
severo e impegnativo, dove più che sulla tecnologia bisogna
far conto sulle proprie risorse fisiche.
La Regina delle Dolomiti - La Marmolada è una sintesi
perfetta di tutto quello che si può trovare durante una salita
alpinistica: un suggestivo avvicinamento su tavolati di pietra,
l’attraversamento di un ghiacciaio con crepacci, la scalata
di una parete rocciosa con l’ausilio di una via ferrata, l’arrivo
sul panettone sommitale coperto di neve e, spesso, immerso
nelle nuvole. Per la sua altezza, che supera abbondantemente
i 3300 metri, la Marmolada, oltre a essere la cima più alta delle
Dolomiti, è considerata una salita di alta montagna e, nell’arco
di una giornata, il tempo e il clima possono cambiare varie
volte, con sbalzi di temperatura anche importanti. È perciò fondamentale conoscere tutti i pericoli a cui si è esposti ed essere
perfettamente attrezzati per affrontare qualsiasi evenienza e
imprevisto. L’unica “garanzia” che si può avere in montagna è
la presenza di un professionista esperto capace di “interpretare” e prevenire gli umori della montagna: il “coach” di questa
squadra di aviatori, per una volta coi piedi per terra, è stato
Massimiliano Zortea, Guida Alpina di San Martino di Castrozza.
Cronaca di una sfida - Nuvole basse e una pioggerellina
insistente sono il biglietto da visita che la montagna presenta
all’arrivo all’hotel Dolomia, Passo Fedaia, base per la scalata.
Prima della partenza Stefano Centioni, Filippo Barbero, Massimiliano Salvatore e Vigilio Gheser discutono con Max Zortea,
Aldo Felici (responsabile commerciale di Dolomite e organizzatore di questo evento) e il sottoscritto su come gestire la salita.
Dopo la consegna dei materiali tecnici, ovvero le calzature da
montagna messe a disposizione da Dolomite, l’abbigliamento Montura e l’attrezzatura tecnica di Kong, e un’irresistibile
cena tipica, si va a riposo confidando in un clima più mite.
Alcuni piloti della
leggendaria pattuglia
delle Frecce Tricolori
hanno deciso di mettersi
alla prova scalando
una delle grandi
montagne che di solito
guardano dall’alto
mentre sfidano la gravità
con le loro fantastiche
evoluzioni acrobatiche
in cielo.
Per fortuna la mattina si presenta splendida e offre orizzonti
strepitosi dalla telecabina che porta fino ai 2.650 mt di Pian
dei Fiacconi, sotto la parete nordest della Marmolada. Da qui,
solo gambe e fiato consentono di raggiungere la cima. Il primo
tratto, a gradoni di roccia che salgono ritmati verso il bordo
inferiore del ghiacciaio, è un ottimo banco di prova per le
scarpe. A circa 2.800 mt la prima sosta serve a indossare ramponi e imbragatura, indispensabili per progredire. Max lega
in cordata tutti i componenti del gruppo e insieme si inizia a
risalire il ghiacciaio, passaggio di crepaccio compreso. Ma la
Marmolada non si smentisce e verso le 11, vicini alla parete di
roccia, nuvole scure avvolgono rapide la montagna e il clima
cambia repentino: la mattinata di sole lascia il posto a un
clima umido e freddo, mentre la visibilità scompare in un limbo
dove non ci sono più dimensioni e contorni. Sulla parete la via
ferrata consente di superare un primo tratto di circa 200 mt di
dislivello che, senza l’ausilio del cavo d’acciaio, rappresenterebbe una difficoltà in arrampicata del II/III grado. La nebbia
che avvolge tutto non consente di orientarsi né di vedere,
ma alla fine della ferrata non è difficile scorgere, sulla neve
che copre la cupola sommitale della Marmolada, la traccia
battuta che porta verso la cima. I 3.200 mt di quota si fanno
sentire sui polmoni, ma lentamente, un passo avanti all’altro, viene superato anche il percorso su neve che porta alla grande
croce di ferro che segna la vetta della Regina delle Dolomiti. A
3.343 mt di quota, il gagliardetto delle Frecce Tricolori sbatte
nel vento. Grazie all’organizzazione di Dolomite e al supporto
tecnico di Kong e Montura.
The Frecce on Marmolada
A challenge and a bet: this is the reason why
four pilots of the Frecce Tricolori, the best
squad in the Italian Areonautica Militare, decided to climb such a difficult mountain as
the Marmolada. These men are exceptional
athletes, trained to withstand physical stress
that few other are able to endure. However,
climbing a mountain is something altogether
different from what they’ve been used to do.
It entails using unusual equipment such as
climbers, ice axes, climbing harnesses. Most
importantly, it means being faced with a difficult and challenging natural environment
where one’s own physical resources are
more important than technology.
The queen of the Dolomites - Marmolada is a perfect synthesis of all you can
expect to find while climbing in the Alps:
a striking walk on slabs of stone, the crossing of a glacier full of clefts, the climbing of
rock walls with a “via ferrata” (a protected
climbing route), the arrival at the top plateaux, covered in snow and often shrouded
by clouds. Because of its altitude (more
than 3,300 metres) Marmolada – the highest
mountaintop in the Dolomites – is considered a high climb and the weather can chan-
18
1 / 2014
ge very quickly during the day. Thus, it is
vital to know the dangers one is going to
face and to be perfectly equipped to face
any unexpected event. The only “guarantee” you can have in the mountains is the
presence of an experienced guide capable
of “interpreting” the mountain. The guide
of this group of pilots, who for once were
on the ground, was Massimiliano Zortea, an
alpine guide from San Martino di Castrozza.
Chronicle of a challenge - The
mountain greeted the athletes with low
clouds and a steady drizzle when they arrived at the starting point of the climb, the
Dolmia hotel at Passo Feldaia. Before setting out on their journey, Stefano Centioni, Filippo Barbero, Massimiliano Salvatore
and Vigilio Gheser discussed the details of
the expedition with Max Zortea, Aldo Felici
(commercial manager of Dolomite and organiser of the party) and myself. After giving
them the technical material (footwear provided by Dolomite, clothing by Montura and
technical equipment by Kong) and taking
part in an exceptional dinner we all went
to bed hoping for milder weather. Luckily,
the following morning was sunny and clear,
and we were afforded stunning views from
the gondola lift that took us up the 2,650
metres to Pian dei Fiacconi, on the northeast wall of Marmolada. From now on, the
athletes have to walk. The first track follows
high stone steps up to the glacier and is a
perfect test for the shoes. At 2,800 metres
of altitude the party takes a break to wear
the climbers and the harness – essential to
be able to go on. Max prepares the roped
party and we climb together up the glacier.
Marmolada is treacherous and towards 11,
while we are close to the rock walls, fast,
dark clouds gather around the mountain
and the climate changes suddenly: the sun-
ny morning gives way to cold and humidity
while the scenery around us disappears. On
the wall the via ferrata allows us to climb
the first 200 metres. Without the steel cable
this would be a grade II/III climb. The mist
covers everything and it becomes difficult to
see. Eventually we reach the snow and we
sett off on the final track that leads to the
summit. The altitude (3,200 metres) is starting to take its toll on our breath but slowly and steadily we reach the iron cross that
marks the summit of the Dolomites. 3,343
metres altitude, and the pennant of the Frecce Tricolori flutters in the wind.
IMPRESE / Dal 15 al 17 novembre la spedizione di un team italo-spagnolo sui
a cura di: Monica Viganò
Jinbar Fall,
Inigo San Martin
sull’ultima calata
prima della cascata
da 500 mt
Alla base
della cascata
da 70 mt nella
parte bassa
che impresa
in Etiopia...
I sette protagonisti, tra cui gli italiani Matteo Rivadossi e Stefano Panizzon,
riescono in tre giorni a ridiscendere i 500 mt dell’impressionante cascata.
Portando a termine uno dei percorsi torrentistici più belli del mondo.
Lo scenario è quello degli altipiani etiopici
e più precisamente della regione di Amhara, caratterizzata da panorami mozzafiato
quali quelli dei monti Simien. Questi monti, che rientrano nel patrimonio dell’Unesco,
sono circondati da scarpate e orridi che
precipitano verso una distesa con campanili di origine vulcanica. Tanto interessanti
da attirare, in passato, persino l’attenzione
del grande Bonatti. Uno degli spot più fotografati dei Monti Simien è la cascata di Jinbar, una delle cadute d’acqua più alte del
mondo. Si getta nel tetro Geech Abyss per
oltre 500 metri e la sua portata è variabile
a seconda delle precipitazioni. Proprio qui
dal 15 al 17 novembre una squadra italospagnola ha effettuato la prima discesa assoluta, percorrendo sia il tratto di canyon
superiore che la profondissima gola inferiore.
Il team e la tecnica adottata - Protagonisti dell’avventura sono stati i due italiani
Matteo Rivadossi (Brescia) e Stefano Panizzon (Vicenza) insieme a cinque spagnoli
di Pamplona: José Zubikoa, Evaristo Retegui, Ismael Izquierdo, Inigo San Martin e Iker
Castel. Il team ha utilizzato la tecnica della
torrentistica che consiste nel discendere i
corsi d’acqua più stretti lungo il flusso dotati
della sola muta in neoprene, tuffandosi nelle
vasche più profonde, scivolando sui toboga
e utilizzando una corda recuperabile dove
non è possibile farne a meno.
I numeri dell’impresa - La gola di Jinbar
ha i numeri per essere considerata uno dei
canyon più incredibili al mondo mai scesi:
ben 1.400 mt di dislivello con una cascata di 500 mt nel mezzo e un incassamento
titanico. Si tratta di un’impresa sportiva di
livello mondiale ma al tempo stesso di una
vera e propria esplorazione geografica che
ha avuto come scopo la descrizione e la
documentazione di un luogo assolutamente
imperscrutabile dall’esterno.
2020
1 / 2014
Matteo Rivadossi al cospetto
di Jinbar Fall, sul bordo
di Geech Abyss. Nel testo sotto il
racconto della spedizione
da parte dello stesso Matteo
oscurità nasconde pozze e cascate di rara
bellezza; il tratto inferiore, sempre incassato e
privo di vie di fuga pur tra pareti minori, lungo
3 km (da quota 2.200 mt a quota 1.800 mt) e
caratterizzato da caos di blocchi intervallati da
almeno 3 approfondimenti oscuri. Finalmente
a quota 1.800 mt la prima uscita comoda in
riva dx dove il team abbandona il fiume per il
lungo e difficile sentiero di rientro.
I primi giorni di avventura - Il 15 novembre è dedicato alla parte alta. Sabato 16,
partiti all’alba, scendiamo la cascata in 7 ore:
mentre siamo tutti e sette appesi a metà, un
forte temporale trasforma il circo in un imbuto
La preparazione del viaggio - Avevo notato questa cascata in secca nel marzo
1997 durante un trekking con il compianto
Giacomo Rossetti, Luca Tanfoglio e Paolo
Pezzolato. Poi, anni dopo, le immagini su internet della cascata in acqua e il progetto di
ritornarvi. L’anno scorso, biglietto alla mano,
l’amico Giorgio si rompe una caviglia quindi
tutto rimandato. A queste peripezie si aggiunge la “batosta” dello scorso ottobre: partiti in
compagnia di altri 5 amici italiani e 1 francese
(tutti membri di Odissea Naturavventura), abbiamo dovuto arrenderci dopo 12 giorni di attesa tra permessi di ingresso nel paese e meteo
avverso. Ad aggravare il morale la notizia al
nostro rientro di una spedizione spagnola che
sarebbe partita con lo stesso obiettivo. Ho subito cercato di organizzare un secondo tentativo ma senza riuscire a costruire una squadra
autosufficiente. A me e Stefano non rimaneva
che chiedere una collaborazione agli spagnoli
che hanno accettato la proposta. Questa volta
tutto è filato per il verso giusto e in una sola
settimana siamo riusciti a incasellare ogni attimo di una grande avventura umana e tecnica.
Da sin: Stefano, Iker, Ismael, José, Inigo,
Evaristo e Matteo a 3.300 mt di quota
La suddivisione del canyon - È possibile dividere il
canyon del torrente Jinbar in 4
parti: quella superiore (dal guado
d’entrata posto a quota 3.200 mt
fino alla sommità della cascata a
quota 2.980 mt) dove troviamo
un lungo corridoio incassato con
uno sviluppo di 1.500 mt costellato da varie cascate; la grande
cascata che precipita per 500 mt
fino a quota 2.500 mt; l’incredibile incassamento inferiore profondo oltre 1 km che nella sua semi-
Una cascata da 20 mt
nella parte superiore
infernale. In un attimo parecchi metri cubi di
acqua al secondo spazzano il corridoio alla
base. La rapidità del deflusso ci consente di
arrivarvi senza problemi 3 ore dopo (Josè il
primo a toccar terra) ma ormai nell’oscurità
della sera. Alla luce di una piccola lampada
frontale, attrezzo una successiva cascata da
80 mt tra la nebulizzazione della grande cascata che continua a crescere. Alla base un
lago tenebroso, spazzato dal vento e dal turbinio d’acqua. Decidiamo che oltre in quelle
condizioni non possiamo andare. In meno di
2 ore trasformiamo l’unica piazzola pietrosa in
un buon bivacco: un muretto a secco e un telo,
il pavimento di corde e sacchi. Nemmeno il
tempo per entrarvi che un secondo temporale,
tuonante come un terremoto, trascina ancora
acqua e pietre proprio sopra di noi. Comprensibile una certa apprensione ma in fondo non
abbiamo nessun posto migliore per consumare una zuppa calda, spogliarci dalle mute gelate e infilarci nei sacchi a pelo.
Il terzo giorno - L’alba è tragica al momento di rinfilarci le mute. Poi però la giornata
si riscatta: con una rapidità ormai automatica
attrezziamo la parte più incredibile del percorso, trovando il tempo di stupirci e divertirci in
quello che probabilmente è l’incassamento più
profondo mai sceso. Sono ben 30 calate senza respiro. Poi fuori al sole, le palme all’orizzonte ma con tanta strada ancora da fare.
Infinito è infatti il tratto di trasferimento: siamo
carichi di materiale inzuppato, di centinaia di
metri di corde, trapani e materiale da bivacco.
Per ben 3 volte il canyon si stringe in profondi budelli costringendoci ad attrezzare ancora
parecchio. L’uscita pare non arrivare mai. Pur
muovendoci rapidi ci troviamo ancora una
volta nell’oscurità, con il materiale che ormai
scarseggia e senza l’ombra di un’uscita oltre
che delle guide che dovremmo incontrare.
L’arrivo alla base - Io davanti con Stefano sono comunque determinato attrezzando
senza sosta: ancora l’ennesima calata, sempre più difficile per il getto e la pozza rotante
alla base. Poi, in fondo al lungo nero corridoio,
finalmente la luce di una torcia. Sono gli scout
armati, le nostre guide, commossi più di noi.
Urla, abbracci e anche pianti. Siamo fuori,
tutto è davvero alle spalle. Mentre aspettiamo
gli ultimi compagni, apprendiamo dalle guide
la loro apprensione: ci hanno visto sparire nei
flutti della piena il giorno prima. Ora un giorno
intero d’attesa trepidanti per il fatto di aver notato anche un leopardo scendere verso il greto. Bello sapere che saremmo potuti essere
prede dell’animale più aggressivo dei Simien!
La fine dell’avventura - Il terzo bivacco è sotto un enorme albero poco sopra il greto, sotto la luna piena, trangugiando le ultime
provviste pieni di una gioia irreale. Una notte
incantata, di quelle che capitano troppo poco
spesso nella vita. Lunedì 18 avremmo sopportato volentieri anche la grande fatica, un
rientro da ben 2.500 mt di dislivello con i suoi
faticosissimi e pericolosi passaggi esposti di
2° e 3° grado e alcuni attrezzamenti rudimentali piuttosto precari. Ormai sappiamo cosa c’è
in fondo alla gola segreta di Jinbar, sappiamo
che diventerà oggetto di tante ambite ripetizioni. Soprattutto sappiamo di avere dei fratelli a
Pamplona. Sappiamo di essere vivi.
Thanks to… - I ringraziamenti vanno alla
nostra guida Melese Beza, alla direzione del
parco dei Simien, agli scout e ai portatori di
Muchila Camp, agli sponsor tecnici Gaibana,
Alp Design, Raumer, Amphibius, ai tanti amici.
Ma soprattutto ai compagni del primo tentativo
senza i quali non avremmo mai potuto raccontare questa bellissima avventura.
monti Simien, in Etiopia
Jinbar Fall
nei periodi
di piena
Scendendo
la cascata
da 500 mt.
Jinbar Fall, what an experience in Ethiopia
The setting is the Ethiopian plateaux in the region
of Amhara, characterised by the breathtaking scenery of the Semien mountains. One of the most
photographed locations of the region is the Jinbar
waterfall that dives deep in the Geech Abyss in a
500 metre fall. A mixed Italian-Spanish expedition,
from the 15th to the 17th of November 2013, was
the first to attempt the descent. They explored both
the higher canyon and the cleft below.
The team and the techniques - The members of the team were two Italians, Matteo Rivadossi and Stefano Panizzon, and five Spanish men,
José Zubikoa, Evaristo Retegui, Ismael Izquierdo,
Inigo San Martin and Iker Castel. The technique
they applied consisted in descending the narrower
creeks wearing only the neoprene suit, diving in
the deeper pools and sliding on toboggans - using
a retractable rope only when strictly necessary.
into sunlight and saw palm trees
on the horizon. We still had a lot
of road ahead. The next segment
looked as if it would never end.
For three times the canyon narrowed and we had to climb in and
out of deep gorges. The exit never
seemed to arrive.
Accampamento
a 3.300 mt
di quota nei pressi
di Jinbar Fall
Matteo Rivadossi recounts
the expedition
The preparation - I first set
my eyes on this dry fall in March
1997 during a trekking tour with
the late Giacomo Rossetti, Luca
Tanfoglio and Paolo Pezzolato. Last year, while we were almost boarding, Giorgio broke his
ankle and we had to postpone
everything. Then, in October, a
further delay: our team (which
included other five Italians and a
Frenchman) had to give up after
waiting for 12 days for the visa and
because of persisting bad weather.
On top of that, we felt even worse
when we found out that a Spanish
team was going to attempt the
same expedition. Giorgio and I
then asked them if we could join
in and luckily they accepted.
The sections of the valley - It is possible to divide Jinbar
creek in four parts: a higher section (from the entry spring at 3,200
metres of altitude to the top of the
waterfall, at 2,980 metres) where
there is a long, narrow corridor,
1,500 metres long, which features
a number of waterfalls; a middle
section, the great waterfall proper,
that descends from 2,500 metres
of altitude by 500 metres; the in-
credible canyon below, more than
a kilometre deep, which shrouds
deep pools and beautiful waterfalls in darkness; and finally the
lower track, narrow and without
side tracks, 3 km long and characterised by chaotic blocks and at
least three deeper pools. The exit
from the track is at 1,800 metres of
altitude, on the right bank of the
river, where the team was able to
leave the river and start on the difficult trail to get back.
The first days - On November 15th we crossed the higher
section. On November 16th we
descended the waterfall. It took us
7 hours and while we were hanging at mid height a fierce storm
broke. In seconds many litres of
water washed down the corridor.
The storm did not last long and
we were able to arrive at the base
after three hours, although by then
it was already dark. We tried to set
up the following 80-metre waterfall by the light of a small lamp.
We eventually gave up under those conditions and set up a small
camp in less than two hours.
The third day - We set up the
most incredible part of our journey
very quickly: thirty descents without a pause. Then we emerged
Arriving at base camp Eventually, at the end of a long,
dark corridor we saw the light
of a torch: the armed scouts, our
guides. While we were waiting
for the last teammates to arrive
we found out that our guides had
been worrying all the time: they
saw us disappearing in the storm
the day before. They also spotted
a leopard descending towards the
bank of the river and they spent all
day anxious about our fate.
The end of the adventure - We set up the third camp
under an enormous tree close to
the riverbank. The following day
we would face our last challenge:
a final track with 2,500 of altitude gap with dangerous, difficult
second and third grade passages,
with only rudimentary equipment.
However, by then we knew what
lies at the heart of the secret canyon of Jinbar and we know it will
be the destination for many more
expeditions.
Thanks to... - Our thanks go
to our guide Melese Beza, the
management of the Simien National Park, to the scouts of Muchila
Camp and to our technical sponsors Gaibana, Alp Design, Raumer, Amphibius and to our many
friends. A special thanks goes to
the team members of our first attempt, without whom we would
have never been able to tell this
wonderful adventure.
1 / 2014
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interviews / parla Marco Sancandi, responsabile LMO Italia
a cura di: Simone Berti
Lafuma Group,
ecco i nostri orizzonti
La sede aziendale di Calida
Risultati, prospettive e investimenti, a livello internazionale e italiano. Abbiamo fatto il punto relativo al gruppo,
protagonista recente dell’acquisizione da parte dell’azienda svizzera di intimo Calida (35 milioni di euro
per il 50,6% del capitale). Gli obiettivi sono ambiziosi e il riassetto coinvolgerà tutti i marchi di proprietà.
Gli sviluppi più recenti ve li avevamo raccontati sul magazine e, in via più “live”, sul
nostro sito web. L’interesse mostrato da
parte dell’azienda elvetica Calida a rilevare la quota maggioritaria del Lafuma
Group aveva condotto il consiglio d’amministrazione del gruppo francese a dare
via libera, vista la bontà dell’operazione. E
visti soprattutto i problemi finanziari un cui
versa lo stesso gruppo.
Marco
L’obiettivo ora è quello
Sancandi
di riportare una crescita solida e continuativa nei marchi di Lafuma
Group attraverso una
ristrutturazione dell’intero gruppo. Per saperne
di più e conoscere tutti i dettagli a medio e
lungo termine abbiamo
intervistato il responsabile della filiale italiana,
Marco Sancandi.
Ci aggiorni sulla situazione del gruppo
Lafuma in relazione all’annunciata acquisizione della quota di maggioranza
da parte del gruppo svizzero Calida?
Calida è un gruppo di forte riferimento
internazionale, sinonimo di qualità, design,
innovazione e servizio. Recentemente è
stata annunciata l’approvazione di Lafuma Group al piano di ristrutturazione proposto da Calida.
Quale sarà la quota acquisita da Calida e quali i principali cambiamenti a
livello generale?
La volontà espressa da Calida, con l’investimento di 35 milioni di euro per il 50,6%
del capitale, è di riportare una crescita
strutturata e continuativa nei marchi di Lafuma Group attraverso una ristrutturazione
dell’intero gruppo. I piani di sviluppo e gli
investimenti sono già stati individuati e verranno a breve attivati.
Questi piani di sviluppo e investimento
quali paesi riguarderanno?
Gli obiettivi attuali sono di crescita. Non
sono previsti cambiamenti nella gestione
delle filiali. La ristrutturazione è iniziata con
l’attuazione di una piattaforma logistica
unica per tutto il gruppo, la conferma del
sito Anneyron per Lafuma Mobili e la creazione di un polo montagna e outdoor ad
Annecy per Millet, Eider e Killy. Infine il traUna foto
dell’ultima
edizione del
Ciaspatour,
sponsorizzato
Eider
22
1 / 2014
sferimento di Lafuma outdoor ad Annecy.
Quali sono le vostre aspettative nei
confronti del nuovo management e dei
cambiamenti in atto? Ci puoi dare qualche informazione in più sul gruppo Calida?
Il nuovo assetto dà ampie assicurazioni nei
riguardi degli obiettivi di sviluppo e consolidamento generali. Dal 1941 Calida è il
marchio svizzero leader nel settore dell’underwear. Ogni giorno nel mondo vengono
venduti 28.000 prodotti Calida in oltre
4.000 punti vendita presenti in 20 nazioni.
Inoltre ogni anno vengono sviluppati 850
articoli, mentre 4.500 km di tessuto vengono trasformati in 8,5 milioni di capi.
Parlando dei marchi del gruppo, a livello globale qual è quello che sta performando meglio?
I nostri brand sono molto ben posizionati:
Millet nei settori alpinismo, scialpinismo, arrampicata, fast hiking; Eider nello sci e nel
freeride; Lafuma nell’area outdoor, montagna, sci, trail running; Killy nello sci di alta
gamma; Oxbow decisamente orientato negli spazi surf e snowboard. In Italia, grazie
a un lavoro meticoloso e all’offerta di un
servizio affidabile e professionale, tutti i
brand del gruppo sono in costante e significativa crescita da due stagioni. Il marchio
Millet è sicuramente il brand più importante
in termini di fatturato europeo e globale
del nostro gruppo, seguito dagli altri.
Ha colpito l’assenza dopo molti anni di
Lafuma alla fiera di Friedrichshafen e,
a quanto sappiamo, non sarà presente nemmeno a Ispo. Si tratta di assenze momentanee o è in atto un cambio
di strategia o un riposizionamento del
marchio, meno orientato alla tecnicità e
all’outdoor?
Il mercato outdoor è in evoluzione e così
pure marchi e prodotti in generale. Il compito del nuovo gruppo è mantenere alta la
brand awareness dei marchi Lafuma Group,
compreso lo stesso Lafuma. Quest’ultimo è
in fase di riposizionamento e la sua assenza è momentanea. Siamo comunque presenti in fiera con i marchi Millet, Eider, Killy.
Come chiudete il 2013 e quali sono le
prospettive per l’anno prossimo?
Come detto, in Italia registriamo da diverse
stagioni una continua crescita confermata anche per il 2014 riferito all’estate. Le
collezioni invernali 14/15 sono state implementate in termini di offerta con nuove
tecnologie, linee meglio definite e prodotti
top dal punto di vista del design e della
tecnicità. Di base abbiamo la consapevolezza di poter lavorare molto bene.
Quali gli aspetti più positivi del mercato
attuale e quali quelli più critici?
Ultimamente anche nel mondo montagna e
sport invernali si vede molta più attenzione
e cura relativamente alle opportunità offerte dal settore e-commerce, certamente
molto più sfruttato da altri comparti com-
Lafuma Group: looking to the future
Current results, outlook for the future and domestic and international
investments: we met with the manager of the group to sum up the current
state of affairs of the group – focusing especially on the recent acquisition
by the Swiss underwear company Calida (a €35 Million buyout of 50.6%
of the capital). The whole group will be reorganised with ambitious goals.
We have reported on the most recent developments on-line and in our magazine. Calida showed considerable interest in acquiring
shareholder majority in Lafuma and managed
to convince the French group to approve the
operation - given the financial difficulties that
were troubling the company. The goal is to
reorganise the entire group in order to help
the brands of Lafuma Group achieve stable,
continual growth. We interviewed Marco
Sancandi, manager of the Italian branch of
Lafuma, to gain insight in the future of the
company.
Il nuovo modello FW 14-15 Touring Neo
Jkt della collezione LTK Series da ski alp,
una delle linee best seller per Millet
What is the situation of the acquisition
of Lafuma by Calida?
Calida is a strong international group and is
renowned for its quality, design, innovation
and excellent service. Lafuma Group has
recently announced it has approved the restructuring plan laid out by Calida.
How many shares did Calida acquire
and what is the group planning?
Calida bough out 50.6% of the capital for €35
Euros. The company plans to restore consistent and continuing growth to all the brands
owned by Lafuma Group through a thorough
restructuring operation. The investments and
development plans are in place and will soon
be operational.
Considering that the reorganisation has already been planned, which countries will be
affected by cuts? Is Italy among them?
The current goals are to restore growth. There is no planned change in the management
of local branches. The reorganisation has
begun with the centralisation of logistics,
the confirmation of the Anneyron plant for
Lafuma Mobili and the creation of a new
mountain and outdoor division in Annecy for
Millet, Eider and Killy. Lafuma outdoor will
also be moved to Annecy.
What do you expect from these changes and
from the new management?
The new structure of the group will certainly
enable us to achieve our growth and consolidation goals. Calida has been the leading
Swiss underwear brand since 1941. The company is present in 20 nations with 4,000 stores and 28,000 Calida products are sold in the
world every day. Every year Calida designs
850 new product and transforms 4,500 km of
fabric in 8.5 million clothing items.
Speaking of the groups brands, which are
the ones that are achieving the best results?
Our brands are very well positioned: Millet
in the alpine, alpine skiing, climbing and fast
hiking segments; Eider in the skiing and freeride segment; Lafuma in the outdoor world,
and in mountaineering, trail running and skiing; Killy in high-level skiing; and Oxbow in
the surf and snowboard sectors. Thanks to
our thorough job and our professional and
reliable services we have been able to achieve growth across all brands in Italy in the
past two seasons. Millet is certainly the most
important brand in terms of European and
global revenues.
Many commentators were surprised by the
absence of Lafuma at the latest Friedrichshafen trade show and the company will not be
at ISPO, too.
The outdoor business is constantly evolving
and so are the brands and products in this
segment. The aim of the new group is to raise
brand awareness for Lafuma Group’s brands
- including the Lafuma brand. Our absence
from these trade show with this brand is temporary. We will be present with the Millet,
Eider and Killy brands, though.
What were your results in 2013 and
what is the outlook for next year?
As I mentioned, we have experienced continuous growth in Italy during the last seasons
and the outlook for the Summer 2014 collection is already very good. The 2014/2015
Winter collections have been improved with
new technologies, design and technical details. We are very confident in our potential.
What do you believe are the positive and the
challenging aspects of the current market
situation?
Sotto: foto di gruppo di una parte dello
staff LMO. A fianco veduta esterna
della sede di Montebelluna e showroom interno
E-commerce - which has still to reach its true
potential in Italy - is one of the most promising directions for the mountain and winter
sports industry. Retailers are starting to get
organised. I also believe that distribution
channels will become increasingly specialised - this will lead to a better and more focused product offering that will certainly benefit oriented consumers in well-assorted and
competent stores.
How long has the Italian branch been active
and how long have you been working for
the group? Which was the best year in terms
of revenue and how would 2013 fare in a
top-year chart?
The Italian offices were established in 2000.
I had the honour to start it up and 14 years
have already gone by. Before this I worked
for Benetton Sport System in the outdoor/ski
sector. 2012 has been our best year yet. Our
revenues had a slight decline during winter
2012/2013 because of the general economic crisis in Italy and of the smaller product
quantities distributors decided to stock. The
2013/2014 fall/winter season is showing
some positive signs with a double-digit increase in our sales. And we expect similar
results for the 2014 SS season. New stores are
opening and many of our customers have
met their cash-flow and stock challenges.
What is Italy’s position in the group’s European ranking?
We are the third most important European
branch of the group, after Germany and Belgium. And we are the second most important
European market for the Millet brand, after
France.
Which is the top-selling segment among
clothing, equipment and footwear? Why?
Our sales portfolio is well balanced between
summer and winter (40-60%). Our clothing
line is undoubtedly our best selling segment
but in summer sales are better on equipment
such as backpacks, cords, sleeping bags
and travel accessories. Our female lines account for roughly 40% of total sales, thanks
to a very Mediterranean feel and design that
is very popular with our Italian female customers. We have to improve our sales on
the footwear segment, where we are “surrounded” by the giants of the sector.
What were you top sell-out products in 2013?
Looking at the alpine collection, our topseller was the Trilogy line by Millet. The LTK
line was the strongest in the alpine ski segment. All Lafuma Mobili lines achieved great
results in the high-end segment.
I gather you took part in the winter company meeting in France. What are the key
elements of the new FW 2014/2015 lines?
What are the main novelties that you are
going to launch at ISPO for Millet and Eider?
The winter meeting is always a great opportunity to share projects and excitement
for the new season. There will be a lot of
new product launches proving the constant
R&D work we carry out for our collections.
Technical features will be one of the main
focuses of the new Millet collections. We are
also launching a number of new products
which use the new Gore-Tex Pro and hybrid
materials to ensure protection, comfort and
warmth. We have designed a well balanced
colour palette and have paid great attention
to the functional details of our backpack collections. Eider will launch a new marketing
campaign highlighting the importance of design, of its sartorial attention to details and
of the well-being that stems from physical
activity and being in contact with nature.
High-quality materials are one of the most
important features of our collections: Made
in Italy fabrics and the new Gore-Tex Active
Knit.
What are the main projects you are
planning locally and globally?
We are working on many national and international projects. In Italy, we are certainly
going to focus on the new edition of Tour
du Rutour, a big alpine ski event sponsored by Millet. Eider will sponsor Ciaspatour
2013/2014. During the spring we will be present in the Play Outdoor section of Rimini
Wellness and in summer we are organising
the new edition of Millet Garda Climbing
Challenge.
What would you say to retailers and customers about the outlook for the next few
years?
The outdoor market is very wide: alpine skiing, mountaineering, walking, hiking, trekking, ski, freeriding, trail running… Thanks
to its specific features this is one of the very
few sectors that is still growing despite the
difficult economic situation. The constant
update of brands and products is what will
help this market remain dynamic and keep
growing. Be curious, believe in your potential and you will be successful.
merciali all’estero rispetto all’Italia. Gli stessi
retailer si stanno organizzando. All’interno
della distribuzione italiana continuerà a
esserci una maggiore specializzazione, che
porterà a un’offerta complessiva più chiara e supporterà il consumatore nella fase
di acquisto tecnico, indirizzandolo nei punti
vendita più attrezzati e competenti.
Ci ricordi da quanto è attiva la filiale
italiana del gruppo e da quanto ci lavori? Qual è stato l’anno d’oro in termini di
fatturato e come si posiziona il 2013 in
un’ideale classifica degli ultimi anni?
La filiale italiana è stata creata nel maggio 2000, ho avuto il piacere di avviarla
e da allora sono già passati 14 anni. Precedentemente ero in Benetton Sport System,
settore sci/outdoor. L’anno di maggior fatturato è stato il 2012. Abbiamo subito un
leggero calo di fatturato nell’inverno 12/13 e
nell’estate 2013 a causa della crisi di consumo in Italia e della generale contrazione dei
livelli di stock da parte della distribuzione. I
segnali dalla FW 13/14 ci fanno intravedere un aumento delle nostre vendite con un
tasso a doppia cifra, e lo stesso vale per la
presa d’ordine SS 14. A questo si aggiunge
l’apertura di nuovi punti vendita e una maggiore serenità da parte dei clienti che hanno
risolto i loro problemi di magazzino e stock.
L’Italia come si posiziona per il gruppo nel
ranking europeo?
Siamo la terza filiale a livello di gruppo dopo
la Germania e il Belgio. Per il marchio Millet
siamo il secondo mercato europeo dopo la
Francia.
Quale segmento fra abbigliamento, attrezzatura e footwear vende meglio?
Il nostro portfolio vendite fra estate e inverno
è ben bilanciato (60-40%). La linea abbigliamento è sicuramente la prima delle nostre vendite, d’estate invece l’attrezzo inteso
come zaini, corde, sacchi a pelo e accessori
viaggi. Le collezioni femminili pesano sempre
circa il 40%, grazie a un design e a una vestibilità molto latina che piace alla clientela
femminile italiana. Dobbiamo migliorare il segmento calzature, siamo oltretutto attorniati
dai “giganti” del settore.
Quali sono stati i vostri prodotti best seller
nel 2013?
Della linea alpinistica il best seller è la linea
Trilogy di Millet. Per lo scialpinismo la linea LTK.
Inoltre tutte le linee Lafuma Mobili riscontrano
un posizionamento nel settore alto di gamma.
Immagino avrai partecipato al meeting
invernale in Francia, quali sono stati i principali focus delle nuove linee FW 14/15?
Quali le principali novità che presenterete
a ISPO con Millet ed Eider?
Il meeting è sempre un momento particolarmente efficace per condividere progetti
ed entusiasmo in vista delle nuove stagioni. Molte novità verranno presentate a testimonianza del grande lavoro di ricerca e
sviluppo che viene sempre dedicato a ogni
collezione. Per Millet sono tantissimi gli argomenti tecnici impostati, in particolare, sull’utilizzo di materiali di altissima qualità e sulle
tecnologie più avanzate. Molto presente anche l’utilizzo del nuovo Gore-Tex Pro e delle
costruzioni ibride, con attenzione agli aspetti
di protezione, comfort e termicità. La gamma
colore è armonica e c’è molta attenzione ai
dettagli funzionali nelle varie linee di zaini.
Per Eider ci sarà un nuovo claim che sottolinea l’importanza del design, come spirito
sartoriale e cura dei particolari, e del benessere che deriva dal contatto con la natura
e dal movimento. Importante è poi la ricerca
di materiali di alta qualità, tra i quali i tessuti
made in Italy e il nuovo Gore-Tex Active Knit.
Quali i principali progetti e le strategie
future sia in termini globali che locali?
Numerosi sono i progetti internazionali e nazionali. In Italia a breve ci concentreremo
sicuramente sulla nuova edizione del Tour
du Rutor, grande evento di scialpinismo del
quale siamo sponsor con Millet. Eider invece
è sponsor del Ciaspatour 2013/14. Parteciperemo in primavera a Rimini Wellness nella
sezione Play Outdoor e poi in estate alla
nuova edizione del Millet Garda Climbing
Challenge.
Cosa senti di dire ai vostri negozianti e in
generale ai vostri partner come prospettiva per i prossimi anni?
Il mercato montagna e outdoor è molto
ampio: alpinismo, scialpinismo, ciaspolate a
livello escursionistico e agonistico, sci, freeride, trekking e viaggi, trail running. Con le sue
specificità è sicuramente uno dei settori più
stabili e in leggera crescita anche in questo
momento economico difficile. L’aggiornamento costante delle offerte dei marchi e delle
tecnologie per ogni sport di montagna saranno sempre l’arma vincente di questo mercato così dinamico. Siate curiosi, credendoci
sarete vincenti.
Due immagini del Tour Du Rutor, celebre evento
di sci alpinismo sponsorizzato Millet (la 17esima edizione
è in programma dal 28 al 30 marzo 2014)
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FOCUS ON / Un affiatato team di promoter per il marchio di Manifattura Valcismon
a cura di: Monica Viganò
Uomini e donne
secondo Karpos
L’outdoor è comune denominatore delle 20 personalità scelte, al centro
della comunicazione del brand on e offline e decisamente importanti anche per
lo sviluppo tecnico dei prodotti, che spaziano sempre più nell’outdoor a 360°.
Riccardo Innocenti, Stefano Codazzi, Michele Malfione e Rolando Tagliapietra.
In piedi dietro da sinistra: Omar Geniuin, Attila Dalla Palma, Michele Dalla Palma, Andrea Peron,
Marco Bergamo, Alain Seletto, Magda Zbrzeska e Filippo (figlio di Gioia Cremonese).
In centro seduti sulla panca, da sinistra: Antonella Giacomini, Gioia Cremonese, Nancy Paoletto,
Luciano Ferrari e Manrico Dell’Agnola. Infine seduti in terra, da sinistra: Alessandro Follador,
Massimo Faletti, Marcello Sanguineti, Marco Capretta, Maurizio Giordani ed Enrico Vazzoler
Parafrasando una discutibile trasmissione in
onda su Canale 5 e riportandola al mondo a
noi caro dell’outdoor abbiamo scelto il titolo
di cui sopra per questo articolo. Dedicato a
uno dei marchi più brillanti sul mercato ma
soprattutto alle persone che lo rappresentano. Stiamo parlando di Karpos, al quale
avevamo dedicato alcuni numeri fa un’ampia cover story. Ma vale la pena ricordare
che si tratta di una realtà nata nel 2007 e
parte di Manifattura Valcismon. Un’azienda
a conduzione famigliare presente in svariati settori merceologici come il ciclismo e lo
sci nordico (con i marchi Sportful e Castelli).
Karpos risponde alle esigenze degli amanti
della vita all’aria aperta, firmando una linea
di abbigliamento tecnico molto trasversale.
Che spazia dal trekking all’arrampicata, dalla mountain bike allo sci alpinismo: il marchio
è anche sponsor tecnico della nazionale di
scialpinismo e ha realizzato la nuova tuta
race ufficiale (vedi foto nonché articolo sullo
scorso numero di Outdoor Magazine). Il tutto
puntando su eccellenza, cura dei particolari
e puntuale servizio di supporto alla clientela.
“Tutti elementi strettamente correlati fra loro,
che hanno consentito al brand di registrare crescite a doppia cifra negli ultimi anni”,
ha dichiarato il responsabile comunicazione
Marco Capretta. “Questo anche grazie a
una forte internazionalizzazione delle attività e dunque a un’incentivata presenza nei
mercati esteri oltre che in quello domestico”.
I promoter del brand - La crescente
importanza di questa realtà nel mercato è
attestata anche dalla recente creazione di
un team di ambassador. O meglio di promoter, come precisa Marco: “L’appellativo è
provvisorio perché non rende giustizia allo
splendido lavoro che queste persone stanno
facendo. Di certo il loro supporto in termini di
comunicazione è per noi un elemento di suc-
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cesso imprescindibile in questo momento. Dal
nostro punto di vista, un gruppo è sempre
fucina di stimoli, idee e spunti per crescere e
migliorare. La montagna è fatta di incredibili
individualità, che però hanno molte sinergie
derivanti da gruppi di lavoro. Direi quindi
che la montagna esalta il singolo ma anche
il gruppo. E l’outdoor è il comune denominatore per tutti loro”.
Il team - Karpos può contare su una ventina di ambasciatori. “Le quote rosa sono
quelle su cui punteremo di più in futuro, visto che a oggi possiamo contare solo su
tre donne”. Si tratta di Antonella Giacomini,
Elena Spalenza e Nancy Paoletto, che coprono a 360° il mondo outdoor con le loro
competenze alpinistiche. Tra i tanti uomini, il
team annovera anche istruttori, accademici,
guide alpine, un professore universitario, product manager, responsabili comunicazione,
maestri di sci, giornalisti e fotografi. “Insomma,
un compendio di tutte le anime dell’outdoor”.
Gli uomini Karpos a oggi sono: Alessandro
Follador, Fabio Jacchini, Marco Garbin, Marcello Sanguineti, Yuri Parimbelli, Marco Bergamo, Simone Favero, Omar Genuin, Michele
Dalla Palma, Massimo Faletti, Luciano Ferrari,
CRITERI DI scelta - Alcuni di questi personaggi hanno sempre collaborato con
Karpos, per cui il passo verso l’elezione a
promoter è stato molto breve. “In altri casi
abbiamo cercato personalità che ci consentissero di coprire l’intero territorio nazionale. Sia da un punto di vista territoriale che
umano, scegliendo ad hoc età e disciplina”.
I promoter faranno affidamento a tre coordinatori: Maurizio Giordani, Manrico Dell’Agnola e Giuseppe Lira. “Si tratta sostanzialmente
di una collaborazione a due vie. I promoter
legittimeranno Karpos nell’uso quotidiano dei
prodotti. Karpos dal canto suo legittimerà i
promoter con le sue attività di comunicazione e con lo sviluppo di nuovi test prodotto
e materiali. La parte Race e i suoi atleti sono
invece coordinati da Andrea Peron”.
Il meeting di presentazione - A fine
2013 Karpos ha invitato tutti i suoi promoter
presso la sede aziendale di Fonzaso (BL).
“Era per noi fondamentale che tutti conoscessero le linee d’azione e di sviluppo in
progress in azienda per le prossime stagioni e che entrassero in diretto contatto con
la realtà aziendale per essere consapevoli
delle potenzialità di Karpos e delle opportunità che può loro offrire da un punto di
vista professionale e personale”. Il meeting
ha pertanto previsto una presentazione del
gruppo e del suo modo di operare, una
visita all’azienda per scoprire come nasce
un prodotto e un approfondimento dei vari
progetti di comunicazione. Immancabile la
session di climbing in palestra, che ha ulteriormente compattato e motivato il gruppo.
Gli appuntamenti futuri - I promoter
sono attualmente impegnati in diversi meeting con la forza vendite sia nazionale che
internazionale. Saranno poi presenti a Ispo e
protagonisti di una serie di viaggi ancora in
via di definizione. “Da questi viaggi scaturiranno immagini, spunti e video che arricchiranno le pagine social di Karpos e il suo sito
ufficiale, online entro la prossima primavera”.
Nelle foto alcuni momenti
della climbing session organizzata
durante il meeting aziendale”
I due modelli best seller Karpos 2013:
Loft Jacket e Cevedale Pant in versione
maschile e femminile
Da sinistra: Marco Bergamo,
Alessandro Follador
e Maurizio Giordani
Men and women according to KARPOS
Outdoor activities bind together the 20 people chosen for the promotion of the brand
on online and traditional media. People that were also a key element
of the technical development of the company’s complete range of products.
Karpos is one of the most brilliant brands in the market today. We dedicated a full-lengh cover story to this company
in a recent issue. Now we are going to talk about the people
representing the brand. The company was born in 2007 and
is part of Manifattura Valcismon, a family-run company with a wide product range, from Nordic
ski (with the brands Sportful and Castelli)
to cycling. Karpos was created to meet the
needs of customers who love the outdoors,
offering a versatile, technical clothing line:
from trekking to climbing, from mountain
bike to alpine ski. Karpos is also the official sponsor of the Italian alpine ski team
and has designed their uniform (you can
find the article and the pictures on the past
issue of Outdoor Magazine). Excellence,
attention to detail, competent service and
customer support are at the core of the activity
of Karpos. “These are all tightly linked elements
that have helped us in achieving the double-digit growth rate of the last few years,” says Marco
Capretta, communication manager for the brand.
“Our growth has also been helped by our strong
presence on international markets.”
key element of our success. I believe that a team is always
an opportunity to inspire new ideas and suggestions that can
help to develop and improve ourselves. There are incredible
individuals in mountain sports but synergies are also essential. I would say that individual and team work are both staples of mountain and outdoor activities.”
The importance of the group - The increasing importance of this brand in the market
is also demonstrated by the recent creation of a
team of ambassadors. Or, better, of promoters, as
Marco points out. “This name is still not quite right because it cannot fully describe the splendid job these people are
doing. Right now, their support of our communication is a
How they were chosen - Some of the ambassadors
have already been working with Karpos for many years so
it was only natural to chose them as ambassadors for the
brand. “In some other cases we looked for famous athletes
from all over Italy representing all the different disciplines.
The promoters will be managed by three coordinators: Maurizio Giordani, Manrico Dell’Angola and Giuseppe Lira. “This
The team - Ther are twenty ambassadors in Karpos’ team. “We are going to invest more on women
in the future. There are only three women in our
team today.” Antonella Giacomini, Elana Spalenza
and Nacy Paoletto are the three female ambassadors. Together they represents the full range of the
outdoor world. Among many men, the team also
includes alpine guides, a university lecturer, a product manager, communication managers, ski trainers,
journalists and photographers. “It’s a team representative of the entirety of the outdoor word.” The male
ambassadors of Karpos are Alessandro Follador, Fabio Jacchini, Marco Garbin, Marcello Sanguineti, Yuri Parimbelli,
Marco Bergamo, Simone Favero, Omar Genuin, Michele
Dalla Palma, Massimo Faletti, Luciano Ferrari, Riccardo Innocenti, Stefano Codazzi, Michele Malfione and Rolando
Tagliapietra.
is a two-way collaboration. The promoters will showcase
Karpos in their daily use of our products. Karpos will help
their career with its communication activities and with the
development of new product and material tests.The Race business and its athletes are managed by Andrea Peron.”
The introduction meeting – At the end of 2013, Karpos invited all their promoters at the headquarters in Fonzaso
(BL). “We wanted them to be familiar with all our activities
and developments for the new season and to give them the
live experience of our company so as to be aware of the
potential of Karpos and of the opportunities we can offer
them personally and professionally.” During the meeting the
group was introduced and the ambassador team had a chance to visit the company, to see how Karpos’ products are
developed and to gain in-depth knowledge of the communication plan for the season. The meeting was concluded by
a fun team-building and motivational session with climbing
activities in the company gym.
Future events - The promoters are currently meeting the
national and international sales force. They will be present
at Ispo and will take part in a series of travels that are being
planned out. “Pictures, ideas and videos will be produced
during these travels and they will help to liven up our social
media pages and our official website, which will be online
by next spring.”
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people / L’acclamato docu-film dedicato al mito di shane mcconkey
a cura di: Monica Viganò
La leggenda di Shane, l’uomo
volante tra cielo e neve
Sciatore, freerider, freeskier e base jumper: un grande e provocatorio precursore, scomparso
troppo presto, nel 2009. A lui è dedicata la pellicola, prodotta da Red Bull Media House,
il ritratto di un atleta visionario e di un uomo dalla grande sensibilità e intuizione.
“
È stato uno dei pionieri del freeski e anzi lui stesso ne ha coniato il nome. La sua opera di ridefinizione dei confini dello sci
lo ha spinto a inventare, insieme ad altri appassionati di sport
estremi, lo ski BASE-Jumping. La sua maestria ha consentito ai
migliori film maker del settore, spesso impegnati a inseguirlo e riprenderlo, di spingere le proprie competenze a un livello superiore. Parliamo di Shane McConkey, protagonista di uno dei filmdocumentari più acclamati di recente dalla critica. Scomparso
all’età di 39 anni proprio mentre faceva ciò che più amava.
A coloro i quali credono che Shane
non avrebbe dovuto rischiare troppo,
rispondo che in realtà non ha dato
per scontato alcun rischio. Era un gran
lavoratore, si documentava su tutto
e passava ore a fare ricerche.
Ha rinunciato a centinaia di BASE jumps
a causa del vento o di atterraggi poco
sicuri. È sempre stato prudente. Era un
vero atleta ed era dannatamente bravo
in tutto ciò che faceva
“
Un protagonista temerario che
si lascia facilmente amare anche da
chi non lo ha mai sentito nominare
the Hollywood Reporter
La storia di Shane
Shane era un abile sciatore. Finché un giorno ha sperimentato
il paracadutismo ed è divenuto adepto del BASE-Jumping. Si
è subito reso conto delle incredibili possibilità che avrebbe
potuto ottenere con la tuta alare. Ha pertanto coniugato la
disciplina del free-ski con il BASE-Jumping: in pratica scendeva
i versanti innevati per poi lasciare gli sci e volare in tuta alare
fino a paracadutarsi a terra. Nel 2007 ha portato il BASEJumping a un livello record, saltando dal più alto casinò del
mondo a Reno (Nevada) e risultando il primo nella storia a fare
ski-BASE da un edificio. Tutta la sua esistenza ha risposto al
motto da lui stesso più volte ripetuto: “La vita è una sola. Vivila!”. Come ha avuto modo di dimostrare, era per lui impossibile
immaginare una vita vissuta sottotono. La sua personalità fuori
dal comune, unita al talento e alla forte determinazione, gli ha
consentito di perseguire la sua passione progettando meticolosamente ogni sua iniziativa. Ma anche l’atleta più preparato
non è esente dagli imprevisti. Così il 26 marzo 2009 all’età di
39 anni un incidente sulle Dolomiti lo strappa all’affetto degli
amici, ma soprattutto della moglie Shelly e della figlia di 4 anni
Ayla. Che sono state tra le prime a sostenere la sua carriera e,
oggi, il docu-film proiettato tra il 25 e il 27 novembre nelle 36
sale The Space Cinema di tutta Italia.
la moglie Sherry McConkey
“
Biografia personale o meno,
il film è senza dubbio una stupenda
storia umana
powder
Shane con la moglie
Sherry e la figlia Ayla
Il docu-film “McConkey”
Prodotta da Red Bull Media House in collaborazione con
la Matchstick Productions (con la quale lo stesso Shane ha
collaborato durante il picco della sua carriera dal 1995
al 2009), questa pellicola offre un ritratto sincero della vita
“
Pubblico ad Annecy per la proiezione del film
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Per molti di noi, Shane non era solo
il protagonista del film. Era anche
un caro amico. Questo documentario
è un tentativo di condividere
il suo spirito straordinario. Shane era
più brillante di come si descriveva,
la sua visione del design dello sci ha
rivoluzionato il mercato. Certamente
ha incontrato diversi ostacoli e il modo
in cui li ha superati è una vera lezione
per l’umanità. Shane è l’icona di una
vita vissuta al massimo, come lui stesso
amava dire
di un uomo che è riuscito a conquistare i propri sogni e
ha lasciato un’importante eredità nel campo delle discipline
sportive di cui è stato innovatore. Shane McConkey è venerato come pioniere del freeski e dello ski-BASE Jumping e,
attraverso il suo talento e la sua peculiare vena umoristica
nell’affrontare le difficoltà, è riuscito a ispirare moltissimi appassionati. Abile collage di incredibili filmati d’azione, video
amatoriali girati dallo stesso Shane e testimonianze degli
amici più vicini, il film getta uno sguardo molto personale su
Shane e il modo in cui ha vissuto.
I successi della pellicola
Il docu-film McConkey è stato applaudito dalla critica al
New York Tribeca Film Festival lo scorso aprile e ha raccolto
grandi successi al San Sebastian Film Festival (Spagna, 26
settembre). Ha inoltre registrato il tutto esaurito alle premiere
nazionali di Annecy (29 settembre), Londra (30 settembre),
Mosca (1° ottobre). Oltre che durante uno strabiliante e fitto
tour americano in oltre 20 location, iniziato il 5 ottobre di
fronte 4.500 fan a Squaw Valley (California) e terminato il
12 dicembre a Banff (Alberta). Tanti e tutti positivi i commenti
espressi da chi ha assistito alle proiezioni. Tra tutti riportiamo
quello della sciatrice e base jumper norvegese Karina Hollekeim che ha dichiarato: “La cosa speciale di questo film,
anche per chi non è appassionato di sport estremo, è vedere l’amore, l’affetto e la passione per la vita dimostrati
dal protagonista. Ti spinge a trovare qualcosa che ti renda
felice, qualcosa che ti dia un motivo per alzarti la mattina e
affrontare la vita con un grande sorriso”.
Inquadra il qr
con il tuo smartphone
per il trailer del film
i registi, David Zieff e Rob Bruce
www.mcconkeymovie.com
SHANE MCCONKEY CAREER ACCOMPLISHMENTS
The legend
of Shane,
the man
who flew
between sky
and snow
2008
Skier, freerider, base jumper: a brave and provocative pioneer,
who unfortunately died too early (in 2009, in the Dolomites).
Red Bull Media House produced a documentary on this
visionary athlete, a man of great intuition and sensitivity.
2005
He was one of the pioneer of free-ski –
he actually invented the name. His continuous challenge to redefine ski activities
led him to invent, together with other
extreme sports lovers, ski BASE-jumping.
His mastery enabled some of the best
filmmakers on the field who followed
him to take their skills to the next level.
We are talking about Shane McKonkey,
who has been recently portrayed in one
of the most critically acclaimed documentaries of the last few years. He died
at 39 while doing what he loved to do.
The story of Shane
Shane had always been a skilled skier.
One day he tried parachuting and developed a passion for BASE-jumping. He
immediately recognised the potential
of the wing suit. He then proceeded to
combine free-ski with BASE-jumping: he
would ski down mountains, leave the
skis behind and fly with his wing suit reaching the ground. In 2007 he broke all
BASE-jumping records, jumping off the
world’s tallest casino, in Reno (Nevada)
and becoming the first man to ski-BASE
from a building. He lived according to the
motto “You have one life: live it!” And he
proved that it was unimaginable for him
to live in the shadows. His extraordinary
personality, talent and determination led
him to pursue his passions planning each
stunt down to the tiniest detail. Unfortunately even the best athlete is not immune
to chance. On March, 26th 2009 a tragic
accident in the Dolomites took him away
from his friends and especially from his
wife Shelly and his 4-year-old daughter
Ayla. He was 39. His wife had always supported him in his career and she is actively
promoting the film today. In Italy the movie was shown in all 36 The Space Cinema
theatres on November, 26th-27th.
The film
Produced by red Bull Media House in
collaboration with Matchstick Production
(with which Shane worked during at the
height of his career, from 1995 to 2009),
this movie is a heartfelt portrayal of the
life of a man who was able to conquer
his own dreams and leave an important
legacy in all the sports disciplines he
practiced and often innovated. Shane McConkey is revered as a pioneer of freeski and ski BASE-jumping and inspired
countless other through his talent and his
trademark humour in the face of adversity. The movie itself is a skillful collage of
incredible action videos, amateur videos
shot by McConkey and his friends and interviews with his closest friends. The film
offers a personal insight on the athlete
and his life.
Critical reception
Applauded by critics at last year’s New
York Tribeca Film Festival in April, the
movie was also very successful at the San
Sebastian Film Festival (Spain, September,
26th). Thousands have attended the national film premieres around the world, including Annecy (September, 29th), London
(September, 30th) and Moscow (October,
1st). The North American tour reached 20
towns: kicked off in Squaw Valley (California), before an audience of 4,500 fans and
ended on December, 12th, in Banff (Alberta). The film inspired many positive comment. Among these we want to quote Norwegian BASE-jumper Karina Hollekeim:
““What’s special about this movie for someone who’s not into action sports at all
is just about seeing the love, the affection
and the passion for life. To find something
that makes you happy, something that makes you want to get up every morning and
attack life with a huge smile.”
Placed 2nd in the World Base Race.
(Wing suit speed flying competition)
2007
Did first ever ski base jump off of a building
2006
K2 Released his new powder ski called the Pontoon Ranked by Powder Magazine as 3rd most influential skier
in the past 35 years
Nominated for Laureus World Sport Award - World
Alternative Sportsperson Of The Year - Won Powder
Magazine’s Full Throttle Award again
2004
Won Powder Magazine’s Full Throttle award
2003
Began ski base jumping. Skied previously impossible lines
with ease up in the Coast Range of BC
2002
Ranked #1 in Powder Magazine’s Reader Poll - Released
the Volant Spatula ski with reverse camber and reverse
side cut
2001
ESPN Action Sport Awards Skier of the Year
2000
Nea Award Winner - Freeskiing Male
- Gravity Games Big Mtn. Champion
1999
ESPN X-Games Skier Cross - 2nd Place
1998
IFSA World Tour of Freeskiing Champion
1996
European Freeskiing Champion
1995
U.S. National Freeskiing Champion
1994
South American Freeskiing Champion
1993
Pro Mogul Tour Event at Copper Mtn. - 1st
Première di Mosca
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PEOPLE /
I contributi di Shane al mondo dello sci
Le seguenti dichiarazioni sono state rilasciate da Shane
a un giornalista nell’agosto 2008.
“
Credo di essere stato
il primo, nel 1996/97, a
spingere le aziende e gli
atleti a utilizzare il termine
‘freeskiing’ e non ‘extreme
skiing’. Quest’ultimo è
un modo particolare di
sciare e solo una parte
di ciò che fa un freeskier.
Ciò che facevamo era
qualcosa lontano dallo sci
tradizionale. Che fosse
discendere ripidi versanti
o realizzare manovre
freestyle, ciò che facevamo
era puro freeskiing.
Eravamo liberi di sciare
seguendo il nostro stile e le
nostre condizioni”.
“
L’aggiunta di un
paracadute è stato il
mio contributo allo sci
backcountry. Lo ski base
jumping è ancora agli
albori ed è una nicchia
molto piccola dello sci.
Credo che continuerà a
crescere e a consentire
agli sciatori di affrontare
uscite quotidiane. Ho subito
compreso le qualità di questi
sci che garantivano maggior
agilità a sciatori di qualsiasi
corporatura ed età. Ho iniziato
a promuoverli ai pro skier e
ai principali esponenti del
mercato e in due anni il mondo
sci ha recepito il messaggio.
Ho anche sciato parecchio
insieme al campione Brant
Moles che nel 1997 ha vinto
i campionati nazionale e
mondiale con sci fat”.
linee irraggiungibili senza
paracadute. Non sono
stato il primo a fare ski
base jumping. Ma insieme
a JT Holmes ho per primo
compreso il potenziale
impatto che l’attività
avrebbe avuto sullo sci big
mountain”.
“
Ho giocato un importante
ruolo nella promozione
degli sci fat. Nel 1996 ho
iniziato a utilizzare i Volant
Chubb (ampi 90 mm) per le mie
“
Le idee di reverse
camber, rocker, reverse
sidecut e sci tail tapered
sono state il mio contributo
al design di sci per un uso
in powder. In pochi anni
penso che quasi tutte le
aziende del mercato sci
creeranno prodotti rocker o
con reverse sidecut. Queste
mie intuizioni sono quelle di
cui vado più fiero. Tra l’altro
mi sono divertito tantissimo
a scoprire e testare queste
migliorie”.
Shane’s contributions to the ski world
“
I pushed the term ‘Freeskiing’ to the industry and athletes. Back
in 1996/97 I preached to everyone that this new movement
should be called freeskiing and not extreme skiing. This is a
specific type of skiing and only one part of what we were doing.
What we were doing was free form skiing, free of rules and most
any kind of boundries. Whether it was steep, extreme descents or
new freestyle, what we were doing was freeskiing. Free to ski our
own style on our own terms”.
“
The addition of a parachute has been my contribution to skiing
lines in the backcountry. While still in its infancy ski base
jumping is a very small nitch in skiing. Ski base jumping will
continue to grow and allow skiers to ski lines that were previously
impossible without a parachute. I was not even close to being the
first person to do a ski base jump, but it was myself along with JT
Holmes who first realized the potential impact the activity would
have on skiing lines in the big mountain arena”.
“
I played a big part in the popularization of fat skis. In 1996 I
began using the Volant Chubb (90 mm waist) as my every day
ski. I quickly realized the abilities that fatter skis gave any skier
young or old, skinny or fat and began spreading the word among
pro skiers and at competitions and to the rest of the industry. The
ski world immediately caught on over the next two years. I did a
lot of skiing back then with Brant Moles, who went on to win the
National and World Championships in 1997 both on fat skis”.
“
The ideas of reverse camber, rocker, reverse side cut and tail
tapered skis was my contribution to powder ski design. Over
the next few years we will see just about every company in the ski
industry create some form of rockered or reverse side cut ski. This
point is probably the one I’m most proud of. It has been incredibly
fun discovering these huge improvements to powder ski design”.
Il freeski esordisce con pipe e slopestyle. Novità anche nello snowboard
a cura di: Silvio De Sanctis
Sochi 2014: freer style
Sochi 2014:
sempre più
freestyle
Sono passati 90 anni dalla nascita dei Giochi
Olimpici Invernali, svolti per la prima volta a
Chamonix nel 1924. Allora furono 14 le discipline
che assegnarono le medaglie d’oro, distribuite
in 5 differenti categorie: sci alpino, bob, pattinaggio su ghiaccio (velocità e artistico), hockey
su ghiaccio. Ai nastri di partenza si presentarono 16 nazioni per un totale di 258 atleti. Dopo
quella storica data sono state disputate altre
20 edizioni (con un buco di due edizioni a cavallo degli anni ’40 per via del conflitto bellico).
Con il passare dei decenni le specialità si sono
moltiplicate, di pari passo con la popolarità della rassegna e con il numero dei Paesi partecipanti e degli atleti.
Fra pochi giorni sarà Sochi a stabilire un nuovo
record con più di 80 nazioni iscritte e un totale di oltre 2.600 atleti. Un numero destinato ad
assestarsi perché nei prossimi due mesi saranno
logicamente in palio le qualificazioni nelle rispettive specialità. Sulle rive del Mar Nero saranno
98 i titoli da assegnare per un numero complessivo di 15 discipline, con un incremento di 12
medaglie d’oro rispetto a Vancouver 2010. Le
novità riguardano soprattutto snowboard e sci
freestyle.
Soltanto quattro anni fa, in Canada, lo snowboard schierava tre specialità: snowboardcross,
halfpipe e gigante parallelo. Dal prossimo febbraio, alle specialità confermate, si aggiunge-
30
1 / 2014
ranno lo slalom parallelo e lo slopestyle. Se lo
slalom non è altro che il naturale proseguimento
del gigante (la differenza sta nelle porte che
sono molto più vicine con conseguente diminuzione della velocità), c’è molta curiosità per
lo slopestyle. Stesso discorso per lo slopestyle
riferito allo sci freestyle, che esordisce insieme
al pipe.
Si tratta quindi di fatto di uno storico debutto
per il “freeski” così come lo conosciamo e lo intendiamo anche su Outdoor Magazine (e non
nella sua accezione più tradizionale presente
già da molti anni alle Olimpiadi con le classiche
“gobbe”). Un bel passo avanti rispetto ai tempi
in cui gareggiava Shane McConkey (e si parla
in realtà non di moltissimi anni fa) e non a caso
abbiamo inserito questo box proprio a chiusura
dell’articolo dedicato alla sua figura, così importante e influente per il mondo freeski da aver
probabilmente coniato lo stesso termine di “freesking (vedi dichiarazioni sopra).
Da segnalare anche l’esordio delle donne nel
salto con gli sci e la tendenza da parte del
Comitato Olimpico Internazionale a puntare sulle competizioni a squadre. Ne sono esempi l’inserimento del pattinaggio artistico per nazioni,
la staffetta mista nel biathlon (due uomini più
due donne) e la staffetta a squadre nello slittino
artificiale comprendente un singolo maschile, un
singolo femminile e un doppio maschile.
90 years have passed since the birth of the Winter Olympic Games.
The event was first held in Chamonix in 1924. 14 disciplines were
part of the games, divided in five groups: alpine ski, bobsledding,
ice skating (short track and figure skating) and ice hockey. 16 nations and 528 athletes took part in the games. After this historic date,
20 other editions of the games have been organised (with a gap in
the ‘40s due to the war). The number of specialties has been constantly increasing during the years, following the rising popularity of
the games and the increase in the number of countries and athletes
taking part.
In less than three months, Sochi will establish a new record: more
than 80 countries and a grand total of 2,600 athletes have enrolled.
A number that will certainly be rounded off in the next two months
after the qualifications for each specialty. 98 medals will be awarded
on the shores of the Black Sea, divided among 15 discipline groups –
12 gold medals more than Vancouver 2010. The novelties are especially in the snowboard and freestyle ski sections.
Four years ago, in Canada, snowboard had three disciplines: snowboardcross, halfpipe and parallel giant. Next February, parallel slalom and slopestyle will be added to the games. While slalom seems
to be a natural extension of the parallel giant (the difference is in
the velocity and the distance of the posts), there is a lot of curiosity
about slopestyle. Slopestyle will also be introduced in the freestyle
ski section together with pipe.
This is an historical debut for “freeski” as we know it at Pointbreak Magazine (as opposed to its traditional form, which was already
present in past edition of the Winter Olympic Games). And this is a
great step forward from the times when Shane McConkey was competing at the Olympics (which wasn’t too many years ago, to be
honest). It is no coincidence that we added this box on the Olympics
to close the article about such an influential, important figure of the
freeski world – probably the one to create the name itself.
This year women will be debuting in ski jumping and the committee
seems to be focusing on team sports such as nation’s figure skating,
the relay race in the biathlon (two men and two women), and team
relay bobsledding with male’s single, woman’s single and men’s
doubles.
brand profile / focus sul brand fondato nel 1961 da Pete Hutchinson e Pete Crew
a cura di: Paolo Grisa
ME, la ciliegina dal sapore
British del mercato outdoor
Una storia di montagne e alpinisti, partita da un
vecchio pollaio di Manchester. Una storia che dura
da più di 50 anni, all’insegna della competenza,
dell’innovazione e della responsabilità ambientale.
Siamo nel 1961. Ben 13 dei 14 Ottomila esistenti sono già stati conquistati, così come tutte
le pareti più difficili delle Alpi. Persino i due poli
sono stati raggiunti. Ovviamente non mancano
creste e cime intatte, o vie nuove, in grado di
attirare con il loro fascino alpinisti da tutto il
mondo in cerca di mete o imprese originali. E gli
Ottomila rimangono sempre nel mirino dei migliori. I nuovi progetti, sempre più difficili e dispendiosi (per fatica e impegno), richiedono attrezzatura e abbigliamento estremamente tecnici e
performanti. Così parte il ragionamento di Pete
Hutchinson, fondatore di Mountain Equipment,
che inizia a comprendere di cosa necessitino
le grandi sfide della montagna: temperature
gelide e aria sottile richiedono infatti abbigliamento molto caldo e leggero. Proprio nel 1961
intraprende la sua attività in un vecchio pollaio
nei dintorni di Manchester, in Inghilterra, dove
inizia a sviluppare e produrre giacche, tute e
sacchi a pelo in piuma. Caldi, leggeri e poco
ingombranti. Nasce Mountain Equipment.
Il carattere prettamente alpinistico del marchio
si evidenzia fin da subito: i migliori alpinisti britannici del tempo come Don Whillans, Doug Scott,
Chris Bonington, Peter Broadman sono ospiti fissi
del “pollaio” di Pete e forniscono tante idee e
suggerimenti. Il marchio cresce e diventa protagonista di numerose spedizioni in tutto il mondo.
Fino ai giorni nostri, con il medesimo spirito: “Non
abbiamo la pressione di dover allargare l’assortimento. Altri magari crescono con il Lifestyle,
noi cresciamo con la nostra competenza alpinistica”, spiega Hamish Dunn, direttore di Mountain
Equipment. L’azienda è inoltre una delle prime a
utilizzare Gore-Tex, fleece e softshell. Competenza e innovazione diventano le peculiarità più
caratteristiche, unite alla responsabilità per la
tutela dell’ambiente e degli animali, un fattore
che vede Mountain Equipment in prima fila.
In Italia il marchio è gestito dal 2011 da Hannes
Oehler, che opera da oltre 20 anni nel settore
dell’outdoor. “Facciamo una distribuzione molto
selettiva, per tenere alto il valore del marchio. La
torta del mercato outdoor è molto ampia, ma
non vogliamo una grande fetta. Noi vogliamo
la ciliegina”. In particolare Mountain Equipment
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è presente in 50 punti vendita concentrati nel
nord d’Italia. Abbiamo posto qualche breve domanda ad Hannes.
Oltre alla sede centrale di Manchester, in UK,
dove siete dislocati?
A Eurasburg, in Germania, e Leavenworth, Washington, USA.
In quanti paesi siete presenti attualmente?
Diciannove.
Quali sono per voi i mercati più forti?
UK, Germania, Austria, Francia, USA, Norvegia.
Quali invece quelli con maggior potenziale?
Perché?
Sicuramente gli Stati Uniti, in quanto il marchio
viene distribuito da soli 2 anni e il potenziale
rimane enorme.
E l’Italia come si posiziona?
Stiamo facendo dei passi importanti, i punti vendita e il fatturato crescono.
Siete una delle prime aziende ad aver utilizzato la membrana Gore-Tex. Quali partner
contate attualmente nella realizzazione dei
vostri prodotti?
Gli altri partner di cui sfruttiamo le tecnologie
sono Polartec, PrimaLoft, Pontetorto, Polygiene,
YKK.
Fin dagli inizi avete puntato forte sull’alpinismo. Quante e quali personalità conta attualmente il vostro parco atleti?
Fra i più recenti e importanti vi è il climber Dave
MacLeod. Poi ancora Nick Bullock, Andy Turner,
Andy Houseman, Bem Saunders, Stephen Venebles, Andy Parkin, Heinz Zak.
Che ruolo ricoprono all’interno dell’azienda?
Sono solo ambasciatori o supportano la realizzazione dei prodotti?
Come è sempre stato fin dagli inizi dell’azienda,
gli alpinisti sono molto coinvolti nello sviluppo
prodotto e collaborano strettamente con il reparto R&D in Inghilterra.
Che rapporto avete con l’ambiente?
Grazie al Down Codex siamo diventati la prima azienda a introdurre la piuma tracciabile,
assicurando la tutela degli animali (per maggiori informazioni vedi box nella pagina seguente). Inoltre Mountain Equipment fa parte
delle Fair Wear Fundation ed è membro attivo
dell’EOCA.
milestones
1961 Fondazione dell’azienda da parte di Pete Hutchinson e Pete Crew.
I primi prodotti sono i piumini Redline e Snowline e i sacchi a pelo
in piuma
1963Supporto alla spedizione di Don Whillians e Chris Bonnigton
sul Central Tower of Paine
1965 L’azienda si sposta nella Cloug End Farm a Broadbottom,
Cheshire
1970Sviluppo della prima giacca con imbottitura sintetica
Viene sviluppata l’Annapurna Jacket insieme a Don Whillians
Sviluppo della prima tuta interna in piuma
Supporto alla spedizione britannica sulla parete sud
dell’Annapurna
1974 Mountain Equipment si sposta a Gorge Street, Glossop,
Derbyshire. Prima ascesa con piumini Mountain Equipment
sul Changabang a opera di Bonnignton, Boysen, Haston e Scott
1975 Prima ascesa britannica dell’Everest con Scott e Haston,
ovviamente supportata da Mountain Equipment
1977 Viene presentata la prima giacca in Gore-Tex: Cascade Jacket
1978 Prima ascesa senza ossigeno sull’Everest di Peter Habeler e
Reinhold Messner, utilizzando piumini e i sacchi a pelo
Mountain Equipment
1979 Viene lanciato il piumino ultraleggero Lightline Jacket
1980Introduzione delle camere verticali nei sacchi a pelo della
linea Extreme
1983 Andy Parkin raggiunge il Broad Peak in stile alpino e
conclude la prima ascensione invernale del pilastro Walker
1985 Viene presentato il primo Ultrafleece
L’azienda si sposta a Leech Street, Staybridge, Cheshire
1987 Viene prodotta la prima giacca Microlite 2-layer in Gore-Tex
1988Stephen Venables conclude la prima ascesa britannica
sull’Everest senza l’utilizzo di ossigeno aggiuntivo
1991Stephen Venables scala per la prima volta il Kusum Kanguru
Leo Dickenson sorvola l’Everest con una mongolfiera
1993 L’azienda si sposta a Dawson Street, Hyde, Cheshire,
dove si trovano oggi gli uffici
1997 Prima ascesa in stile alpino sulla nord del Changabang
di Andy Cave e Brendan Murphy
1998 Viene supportata la 50esima spedizione sull’Everest
2000 Viene sviluppato il G2 Ultimate Mountain Pant
in collaborazione con la W.L. Gore. Prima ascesa libera
della via Checa del Fitzroy a opera di Mullin e Thaw
2002 Nasce la prima giacca con imbottitura sintetica in PrimaLoft
2003 Dave MacLeod entra nel team Mountain Equipment
2005 Vengono introdotti i nuovi sacchi a pelo della linea Xero
2006 Dave MacLeod è il primo a completare Rhapsody
(difficoltà E11)
2009 Viene lanciato il progetto Down Codex
2011 Mountain Equipment vince l’Outdor Industry Award Gold
per il sacco a pelo Titan
2012 Prima ascesa del Mazeno Ridge sul Nanga Parbat
di Sandy Allen e Rick Allan
Reinhold Messner
sull’Everest, 1978
Dave MacLeod, LongHope 2011
(credit Lukasz Warzecha)
brand profile /
Le direttive certificano l’intero processo di produzione della piuma
DownCodex: il primato
di Mountain Equipment
Heinz Zak
ME, the British icing
on the outdoor market
A story of mountains and alpinists, which began in an old farm in
Manchester. A story that has been continuing for more than 50 years
relying on competence, innovation and environmental responsibility.
This story began in 1961. Thirteen out of the
fourteen eight-thousand metre mountains had
already been conquered together with all the
most difficult climbs in the Alps. Even the two
Earth poles had already been reached. However, there were still many mountaintops to
climb for the first time that could attract adventurous alpinists from all over the world,
looking for new goals and locations. Eightthousand metre mountains still are one the
wish-list of the best athletes. New, complex
and challenging projects require equipment
and clothing that are technical and provide
great performance. This was the idea of Pete
Hutchinson, founder of Mountain Equipment,
who knew right from the start what the challenges and the necessities of the mountains
are: freezing temperatures and thin air call for
warm and light clothing. He thus started his
activity, in a farm in Manchester, were he started producing jackets, tracksuits and sleeping
bags. Lightweight, warm and slim: trademark
elements of Mountain Equipment from the
very beginning.
The brand was immediately recognised by
some of the best British alpinists: Don Whillans, Doug Scott, Chris Bonington, Peter Broadman were some of the regulars at Pete’s
farm and gave him ideas and suggestions. The
brand has been steadily growing since, featuring in many expeditions the world over. “We
do not feel the pressure to expand our product
range. While other companies grow through
‘Lifestyle’ product lines we grow thanks to
our alpine knowledge,” says Hamis Dunn, director of Mountain Equipment. The company
has been one of the first to use Gore-Tex, fleece and softshell. Know-how, innovation are
among its features – together with environmental responsibility and attention to animal
welfare, issues championed by the Mountain
Equipment.
Since 2011, the brand has been managed in
Italy by Hannes Oehler, who has been working in the outdoor field for more than 20
years. “We distribute selectively - we want to
keep the level of our brand very high. The outdoor market is very wide, but we do not want
a big piece of the cake. We want the icing.”
Mountain Equipment is present in 50 stores in
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the North of Italy. Outdoor Magazine has interviewed Hannes.
Besides the Manchester headquarters, where are the other offices of the company?
In Eurasburg, Germany and in Leavenworth,
Washington, USA.
How many countries do you operate in?
19.
What are your strongest markets?
UK, Germany, Austria, France, USA, Norway.
Which have the strongest potential?
The USA without a doubt. We started selling
there only two years ago and the potential is
enormous.
What is the position of Italy?
We are improving our position in Italy, stores
and revenues keep growing.
You were one of the first companies to use
Gore-Tex. How many partners do you have
for your products?
Besides Gore-Tex, we use technologies by Polartec, Primaloft, Pontetorto, Polygiene, YKK.
You have been focusing on alpinism since
the beginning. How many athletes do you
currently sponsor?
Among the most recent, Dave MacLeod, a
climber. We also work with Nick Bullock,
Andy Turner, Andy Houseman, Bem Saunders, Stephen Venebles, Andy Parkin, Heinz
Zak.
Are they only ambassadors or do they take
part in the development of the products?
From the very beginning, the athletes have always played a role in the development of new
products and they work closely together our
R&D department in the UK.
What are your environmental policies?
Thanks to Down Codex we were the first company to introduce traceable feathers, ensuring
the well-being of animals (see box for more
information). Mountain Equipment is also a
member of the Fair Wear Foundation and an
active member of EOCA.
Tra i fiori all’occhiello della produzione Mountain Equipment ci sono sacchi a pelo e
abbigliamento in piuma di qualità, per i quali il brand investe molto tempo ed energie
nella selezione dei migliori materiali. Il concetto di qualità per il marchio ha una
componente etica molto importante per quello che riguarda la tutela dell’ambiente e dei
diritti degli animali. Per questo Mountain Equipment collabora dal 2008 con il laboratorio
indipendente Daunen- TÜV IDFL (International Down and Feather Laboratory)
all’applicazione delle direttive presenti nel cosiddetto DownCodex.
1. Utilizzo esclusivo di piuma della migliore qualità
2. Tutta la piuma utilizzata proviene da allevamenti destinati al consumo alimentare e
viene presa da animali precedentemente uccisi in modo etico
3. Lo spiumaggio di animali vivi è assolutamente bandito
4. Gli animali non provengono da allevamenti intensivi
5. Gli animali vivono in condizioni idonee alla loro natura
6. Le piume raccolte vengono pulite e selezionate con metodi che utilizzano l’acqua,
senza solventi
7. Ogni lotto di piume viene controllato per pulizia, composizione e capacità di
riempimento dal laboratorio IDFL
ll DownCodex è basato sulle direttive dell’associazione inglese per la tutela dei diritti
degli animali RSPCA e non tiene in considerazione le norme vigenti nell’industria
alimentare. L’organizzazione indipendente IDFL esegue controlli a sorpresa a tutti i
livelli del processo produttivo, verificando anche il rispetto del DownCodex. Mountain
Equipment è stata la prima azienda a livello mondiale a controllare e garantire
l’applicazione delle norme sulla tutela degli animali all’interno del processo produttivo
tramite un’organizzazione esterna.
www.thedowncodex.me.uk
DownCodex: Mountain Equipment achievement
As a specialist sleeping bag and down clothing
manufacturer, Mountain Equipment has over the
years committed a great deal of time and effort to
obtain the very best raw materials for its product
requirements. Down is a very special natural
product and, to ensure a certain product quality,
the brand only uses down from the best sources.
Furthermore the quality demand also contains very
high ethical requirements. To bring evidence and
document the transformation of its requirements,
Mountain Equipment started working with the
independent down supervisor IDFL (International Down and Feather Laboratory) in
2008. Resulting in the DownCodex and its realization.
1. Mountain Equipment obtains top quality down form variety of sources across the
world
2. All down is by-product of food-production and is obtained after birds have been
humanely slaughtered
3. There is no live plucking, or harvesting of Mountain Equipment down
4. No birds are force fed during the fattening process before slaughter
5. The birds are kept in good conditions and to high welfare standards
6. After collection the down is cleaned and sorted, using modern water based
methods that do not require the use of solvents
7. The company tests each batch of down that it buys for cleanliness, composition
and fill power. It uses the IDFL to provide this service
The DownCodex is based on rules of action according to the English animal rights
group RSPCA not on guidelines of the food industry. The independent organization
IDFL implements unannounced visits during the whole supply chain and checks
the compliance of the DownCodex. Collaborations will be quitted immediately,
when a supplier can’t fulfill these guidelines or when IDFL can’t check. As the first
company worldwide, Mountain Equipment is inspecting the compliance with animal
protection guidelines through a third party.
reportage / il 16-18 ottobre in Svezia l’iniziativa EOG, in collaborazione con l’EOS
dai nostri inviati: Benedetto Sironi e Daniele Denegri
EOS, bella e “calda”
atmosfera a Stoccolma
Oltre 300 partecipanti da 15 paesi (compresi Nord America e Asia) hanno preso parte
al nuovo appuntamento dedicato all’outdoor industry europeo. Ottima l’organizzazione
e il risconto dell’evento, che ogni anno sarà organizzato in un diverso paese. Per il 2014
appuntamento in Germania sul lago Tegernsee, nei pressi di Monaco, il 15/16 ottobre.
Per tre anni l’European Outdoor Forum organizzato dall’OSV francese ad Annecy è
stato un punto di riferimento per l’outdoor
industry europeo. Come vi avevamo annunciato, a causa di alcune incomprensioni, di fatto l’European Outdoor Group ha
poi deciso di organizzare il forum autonomamente, in collaborazione con partner
nazionali, e di renderlo itinerante. Anche
per questo c’era grande attesa per questa prima edizione in collaborazione con
lo Scandinavian Outdoor Group in quel
di Stoccolma (16-18 ottobre). Noi di Outdoor Magazine, come capitato in tutti i
precedenti forum, c’eravamo di persona e
in qualità di media partner. E dobbiamo
dire che l’evento c’è davvero piaciuto, regalando fin dalla prima sera un’atmosfera
calda (nonostante il clima) e piacevole tra
tutti i partecipanti. Proseguita per tutta la
durata dell’evento tra momenti di lavoro e
altri più easy, compresa la piacevole cena
con sottofondo di musica jazz in compagnia della chef e food ambassador svedese Fia Gulliksson.
NUMERI E FEEDBACK - Oltre 300 delegati provenienti da 15 paesi hanno aderito
all’invito e tutti hanno espresso commenti positivi a chiusura del summit. “Uno dei
principi fondamentali dell’EOG è la convinzione che il nostro mercato possa rafforzarsi grazie a proficui confronti, incontri
informativi e opportunità di networking”, ha
molti parchi cittadini e nella città la percentuale di “verde” è molto alta.
TOUR DEALER E ATTIVITà - L’edizione di
lancio è stata aperta con un imperdibile
“retail tour” nei dintorni di Stoccolma per
conoscere più da vicino i principali luoghi
di acquisto. I partecipanti al tour hanno
visitato 25 negozi rappresentativi dell’offerta sport, outdoor e lifestyle della città. Non sono mancati appuntamenti post
summit. In particolare la società membro
dell’SOG Point 65 ha organizzato un’uscita
di 3 ore in Kayak per scoprire Stoccolma
dall’acqua. È stato poi proposto un tour
sui tetti della città con spiegazione degli
edifici storici (e garanzia di un panorama
mozzafiato).
dichiarato Mark Held, segretario generale
dell’EOG. “Abbiamo ideato l’European Outdoor Summit per proporre una piattaforma
stimolante e credo che l’edizione di Stoccolma abbia soddisfatto se non addirittura superato le aspettative. Considerando i
feedback raccolti post evento, sono felice
di constatare che i delegati sono d’accordo con questo mio pensiero”.
location - La prima edizione dell’EOS è
stata ospitata presso l’Operakällaren, che
sorge all’interno dello stesso edificio della
Royal Opera e dell’Opera terrace. Il nome
Operakällaren, che significa “le fondamen-
ta dell’Opera”, risale al 1787 e si riferisce
al ristorante che ai quei tempi era situato nello scantinato del teatro di Gustav
III. Oggi è uno dei Royal Warrant Holder
e vede in cucina il famoso chef Stefano
Catenacci, responsabile dei pasti serviti
al Royal Castle. La zona ristorante attualmente non è più situata al piano seminterrato, avendo lasciato il posto a uno dei
più celebri night club di Stoccolma (Cafè
Opera). Operakällaren è parte integrante
del panorama cittadino ed è situato nei
pressi di un corso d’acqua dove è possibile pescare, nuotare e uscire in kayak. Le
attività outdoor peraltro sono praticate in
pubblico - Circa la metà dei 300 partecipanti, tutti di alto profilo, proveniva dalla
Scandinavia. I rimanenti sono accorsi per
la maggior parte da paesi europei. Non
sono tuttavia mancate personalità dal
Nord America e dall’Asia. Gli invitati rappresentavano marchi outdoor, retailer, fornitori di materiali e servizi oltre a inviati
media. Tutti hanno avuto la possibilità di
prender parte a seminari e workshop diretti da opinion leader che hanno toccato
diverse tematiche come il futuro del retail,
delle acquisizioni e delle fusioni, ma anche
le sfide della sostenibilità in tutti gli aspetti
del mercato.
From the 16th to the 18th of October the event organised by EOG in partnership with EOS in Sweden
EOS, a cool and “hot” atmosphere in Stockholm
For three years the European Outdoor Forum organised by the French
OSV in Annecy has been a reference
point for the European outdoor industry. As we told you in advance,
after some misunderstandings, the
European Outdoor Group decided to
organise the forum by itself in collaboration with national partners and
to make it itinerant. For this reason
there were high expectations for this
first edition, organised in collaboration with the Scandinavian Outdoor
Group in Stockholm (16th/18th October). As we have always done at past
forums, Outdoor Magazine took part
in this edition in first person and as
media partners. We have to say that
we appreciated the event very much,
thanks to its hot (despite the weather) and pleasant atmosphere, which
continued during the whole event’s
working and leisure moments, such
as the dinner with Swedish chef and
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food ambassador Fia Gulliksson and
jazz music in the background.
NUMBERS & FEEDBACKS - The
event attracted over 300 delegates
from 15 countries. A post event survey of delegates has revealed an overwhelmingly positive response to the
summit. Mark Held, secretary general
of the EOG, comments: “One of the
guiding principles of the EOG is that
we believe that our industry can be
stronger through meaningful shared
communications, learning and networking on key overarching issues.
We launched the European Outdoor
Summit to provide a stimulating platform for all of that and, in my opinion, the Stockholm event delivered
great results when measured against
that objective. Looking at the post
summit survey, I am delighted to see
that delegates agree with my assessment.”
Location - The Summit venue was
be the Operakällaren, one of the bestknown landmarks in the Stockholm
city landscape. The building is located in downtown Stockholm, right
across from the Royal Castle which
forms a majestic view from the conference windows. It is located in the
same building as the Royal Opera;
the Operakällaren opened in 1787
when a famous restaurant establi-
shed itself in the cellar of Gustav III’s
opera house. Today, the restaurant is
a Royal Warrant Holder and its chef,
besides being in charge of the Operakällaren, is also responsible for all
dinners at the Royal Palace.
Dealer tour and activities The Pre-Summit program included an
inspirational tour of outdoor retail venues in Stockholm. The participants
visited 25 core shops representing
sport, outdoor and lifestyle proposal
of the city. After the Summit, participants were then invited for a sightseeing tour of Stockholm by kayak,
roof-top climbing or city trekking
& boating. The region of Jämtland,
hosting partner of the EOS Hosting,
welcomed anyone to an add-on outdoor weekend in Sweden´s leading
outdoor region.
The audit - Of the 300 delegates
who attended the European Outdoor Summit, around half originated in
Scandinavia, with the rest travelling
mainly from around Europe, but also
from North America and Asia, representing outdoor brands, retailers,
materials and service providers, and
the media. EOS participants were
given access to opinion leading speIl discorso d’apertura del creative director
Johan Rönnestam sull’importanza
dell’innovazione nel business outdoor.
speaker - I relatori del summit sono stati
attentamente selezionati e sono rappresentanti del settore outdoor e non. Speaker del calibro di Sally McCoy (ceo di
Camelbak), Frank Hugelmeyer (presidente
e ceo dell’OIA americana), Stefan Herzog
(ceo di Sport Scheck) e Larry Pluimer (ex
Amazon) hanno garantito una prospettiva
internazionale alla conferenza. Non sono
mancati interventi finalizzati a evidenziare
la competenza e l’abilità imprenditoriale delle realtà scandinave. Si tratta degli
incontri con Stefan Ytterborn (ceo e fondatore di POC) e Mats Georgsson (l’uomo
che sta dietro alla strategia di Bluetooth
Branding). Inoltre le ultime analisi riferite al
del 50% (spendendo dunque 500 euro anzichè 1000 euro).
edizione 2014 - Durante la sessione finale dell’evento, gli organizzatori hanno
anticipato ai presenti che l’edizione 2014
dell’EOS sarà realizzata in partnership con
Fachgruppe Outdoor, membro della tedesca Bundesverband der Deutschen Sportartikel-Industrie, e sarà ospitata sul lago
Tegernsee nei pressi di Monaco il 15 e il
16 ottobre. Il trasferimento verso il centro
Europa è in linea con l’impegno dell’EOG di
organizzare il summit in sempre nuove location con l’intenzione di mostrare ai delegati
partecipanti diverse regioni ogni anno.
Logo dell’evento e location
futuro dei social media e l’intervento della più rinomata agenzia pr nella gestione
delle crisi (con clienti quali il governo svedese) hanno ulteriormente acceso il dibattito con seminari illuminanti. In tutto oltre 20
relatori hanno preso parte al summit. Tra gli
interventi che più ci hanno colpito quello
di Frank Hugelmeyer, al quale abbiamo dedicato un articolo (pag. 38).
Kairos Future - I presenti al summit hanno inoltre avuto la possibilità di prender
parte a una ricerca che si è focalizzata
sul futuro del retail e dei consumi nel mercato outdoor europeo. La domanda non è
“se” ma “quando e come” i comportamenti evidenziati dall’analisi si verificheranno.
Questa ricerca è parte di uno studio più
ampio condotto da uno dei gruppi di
consulenza strategica più importanti d’Europa: Kairos Future. Fino al 30 agosto gli
interessati hanno potuto partecipare in
prima persona alla ricerca compilando dei
format online. Chiunque abbia aderito a
questo invito, ha poi ricevuto un riassunto
dei risultati e ha avuto la possibilità di acquistare l’analisi completa con uno sconto
Commenti finali - David Udberg, presidente dell’EOG, ha dichiarato: “La nostra
associazione vuole ringraziare gli speaker, gli sponsor e lo Scandinavian Outdoor Group per aver contribuito al successo
dell’European Outdoor Summit. L’evento
ha ricevuto molti consensi da parte dei
partecipanti e crediamo abbia ben rispecchiato l’elevato profilo del mercato
outdoor europeo e di quello scandinavo”.
Martin Kössler, segretario generale dello
Scandinavian Outdoor Group, ha invece
aggiunto: ”In qualità di partner dell’evento inaugurale, siamo felici di aver ricevuto
così tanti complimenti sull’organizzazione e sul contenuto. Soprattutto perchè i
delegati erano rappresentanti d’elite del
mercato outdoor. La decisione di sfruttare
il summit per affrontare le principali sfide
del mercato e per cogliere al meglio le
opportunità ha contribuito alla creazione
di un’atmosfera collaborativa e costruttiva. I rappresentanti dell’intera catena
di fornitura hanno dato vita a discussioni
produttive”.
europeanoutdoorsummit.com
Larry Pluimer, CEO e fondatore di Indigitous consulting ed ex dipendente Amazon, in una
presentazione dedicata alle vendite online.
La presentazione di Pernilla Jonsson e Jörgen Jedbratt (Kairos Future) sul futuro del retail
e dei consumi nel mercato outdoor europeo.
Jörgen Jedbratt
(Kairos Future)
akers who covered topics ranging
from the future of retail and mergers
and acquisitions, to the challenges of
sustainability in all aspects of the outdoor industry.
Speakers - The speakers have
been chosen in and outside the outdoor industry. Important figures like
Sally McCoy (Camelbak CEO), Frank
Hugelmeyer (American OIA President and CEO), Stefan Herzog (Sport
Scheck CEO) and Larry Pluimer (ex
Amazon) granted an international
perspective to the meeting. There
have also been speeches aimed at underlining the entrepreneurial skills of
Swedish businesses, e.g. the meetings
with Stefan Ytterborn (POC CEO and
founder) and Mats Georgsson (the
man behind the Bluetooth Branding
strategies). Moreover the most recent
studies about the future of social media and the presence of the most re-
nowned PR agency in managing crisis
(with clients like the Swedish government) has prompted a rather heated
debate. In general more than 20 speakers took part in the summit. Among
the speeches we liked the most we
covered the one by Frank Hugelmeyer in and in-depth article on page 38.
Kairos Future - The participants
had the possibility to take part in the
first ever global online survey on fu-
ture key impact factors of the outdoor industry. This survey focuses on
future developments in consumer,
retail, logistic and communication behaviour, which already has an impact
on other industries. The question is
not “if” but “when and where” things
will happen in our industry. This is a
part of a larger study conducted by
the trend research company Kairos
Future. All outdoor industry professionals could participate in the survey by Aug. 30 by completing online
forms. Everyone who participated in
the survey received a summary of the
results, and were able to claim a 50%
discount when purchasing the complete final report (€ 500, compared to
the full price of € 1000).
2014 edition - During the final
session of the 2013 event, it was
announced that the next EOS will
be organised in partnership with
Fachgruppe Outdoor (FGO) - part
of the German Bundesverband der
Deutschen
Sportartikel-Industrie
(BSI) - and will be held at Lake Tegernsee near Munich, on 15 and 16
October 2014. The move to central
Europe for the next summit was no
surprise and is in line with the EOG’s
commitment to move the summit to
a new region each year, showcasing
different regions to delegates. This
follows on from the EOG’s previous
support, for three years, of the Outdoor Forum in the south east of France.
Final comments - David Udberg,
president of the EOG, comments: “All
of us on the board of the EOG would
like to extend our thanks and appreciation to the Speakers, Sponsors and
the Scandinavian Outdoor Group for
delivering a highly successful European Outdoor Summit. The event has already received glowing tributes from
attendees and we believe it has represented our outdoor industry in Europe and also the Scandinavian market
in a positive and high profile way.”
Martin Kössler, general secretary of
the Scandinavian Outdoor Group,
adds: “As the launch partner and
inaugural hosts of the European Outdoor Summit, we are very happy to
have received so many compliments
about the event’s organisation and
content, particularly as the delegates
were from the outdoor industry’s top
tier of management. Our decision to
use the summit to address the major
future global challenges and opportunities for the sector, helped create a
collaborative and constructive atmosphere. Representatives from every
part of the supply chain engaged in
meaningful and progressive debate
and discussion and that was very encouraging to witness.”
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FOCUS ON / Frank Hugelmeyer ha illustrato il progetto “Outdoor Retail for the Future”
a cura di: Benedetto Sironi
“Il futuro del retail secondo noi”
“Vendete un’esperienza, non solamente prodotti”. Questo uno dei credo
alla base del nuovo progetto firmato OIA e IDEO. Con l’obiettivo di oltrepassare
il vecchio e tradizionale modello di business, verso un outdoor più connesso,
inclusivo, accessibile, esperienziale, integrato nella vita quotidiana e urbana.
Nel corso dell’EOS di Stoccolma Frank Hugelmeyer (foto a destra), presidente dell’Outdoor Industry Association americana, ha
esposto il progetto “Outdoor Retail for the
Future”, realizzato in collaborazione con la
società di consulenza sull’innovazione IDEO.
Questa iniziativa traccia un nuovo profilo
del retail specializzato outdoor alla luce
delle più attuali tecnologie e di un mercato
in continua evoluzione. Frank ha dichiarato che l’ispirazione alla base del progetto
proviene in parte dell’osservazione di un
cambiamento demografico: il 70-80% della
popolazione americana vive oggi in un contesto urbano o suburbano. Questo, insieme a
diverse altre variabili, delinea un segmento
di consumatori “amatoriali e occasionali” che
non è ancora sfruttato.
finalità della ricerca - L’obiettivo
della ricerca è quello di definire un moderno profilo di retail che sia in sintonia
con il consumatore di oggi e che possa
servire come punto di riferimento per tutti gli operatori del mercato. I quali spesso
si rivolgono solo al grande appassionato
outdoor tralasciando una fetta consistente
di potenziali clienti. Per approcciare con
successo il futuro è indispensabile “distruggere” il vecchio e tradizionale modello di
business. Ma soprattutto concentrarsi sulla
creazione di esperienze e non sulla mera
vendita di prodotti. Per fare ciò è necessario puntare sulle seguenti 4 opportunità
di sviluppo.
Social and Connected - Da un punto
di vista sociale, entro il 2030 il 22% della popolazione sarà rappresentato dalla
generazione Y (ovvero quella composta
da giovani nati dopo il 1982 e divenuti
dunque maggiorenni nel nuovo millennio).
Questa generazione ha una cultura digitale la cui influenza la porta a pensare e a
comportarsi diversamente rispetto al passato. I consumatori cresciuti in quest’epoca non necessariamente vogliono allontanarsi totalmente dal digitale. La mentalità
del consumatore odierno è più “social” e
si aspetta immediatezza. L’attività outdoor
si traduce per questo target in un’opportunità di socializzazione, non si tratta più
dunque di sola avventura. Il mercato deve
pertanto definire soluzioni che consentano
alle persone di “connettersi socialmente”,
invitando ad esempio i clienti ad appuntamenti che contribuiscano alla creazione
di una community. In questo modo il retailer
diventa parte integrante della rete sociale
di clienti.
Inclusive - Le persone con diverso
background culturale non sempre percepiscono l’outdoor come attività prestazionale. Ad esempio può essere interpretato
come occasione di svago, come tempo da
dedicare alla famiglia e come momento
meditativo. I consumatori non sempre quindi
sono in cerca di sfide o avventure. Piuttosto
cercano un’occasione per rilassarsi e per
apprezzare la vita all’aria aperta. Il retailer deve pertanto riflettere gli interessi dei
nuovi “adepti” al mondo outdoor e cercare
di definire una proposta onnicomprensiva.
Accessible - Coloro che vivono in contesti urbani valutano la prossimità del luogo
dove svolgere attività all’aperto, il comfort
e la convenienza. Si delinea così un nuovo
modo di intendere l’outdoor, che risulta non
troppo distaccato dalla vita di tutti i giorni.
Il nuovo outdoor è quindi integrato nella
vita quotidiana e urbana. È più vicino a
una pausa caffè che a una spedizione di
6 mesi. Il mercato deve per questo allontanarsi dal concetto di “remoto” e rendere
l’attività in montagna accessibile, ampliando i propri orizzonti al di là della clientela
core per soddisfare le esigenze di un target
più generalista.
Experiential - In linea di massima i consumatori si stanno allontanando dal concetto
di possesso, abbracciando quello di accesso. Questo perché, da un punto di vista
pratico, i giovani adulti odierni guadagneranno meno rispetto ai loro genitori. Per
questo la tendenza è quella di ricercare
l’accesso a un bene e non necessariamente la sua proprietà. La priorità è oggi più
sull’esperienza che sul possesso. Il focus è
sulla storia, non sul contorno. Il che significa
che i consumatori sono concentrati sul collezionare esperienze più che attrezzature. Il
retailer deve dunque imparare a raccontare una storia più che vendere un prodotto.
L’outdoor deve diventare un’esperienza.
Frank Hugelmeyer showed us the “Outdoor Retail for the Future” project
“The future of retail in our opinion”
During the Sockholm EOS Frank Hugelmeyer, president of
the American Outdoor Industry Association, unveiled the
“Outdoor Retail for the Future” project made in partnership with market research consultants IDEO. This initiative
traces a new profile of the specialised outdoor retail considering modern technologies and an ever changing market. Frank said that the inspiration for the project came, in
part, from the observation of a demographic shift: today,
70-80% of the US population lives in an urban or suburban
environment. This trend, in combination with many other
variables, has elicited a broader consumer segment that, in
the eyes of the OIA, has remained virtually untapped.
Focus of the research - The project is focused on
helping the industry understand the change in definition
of the outdoor business and figuring out how to capture a
much broader consumer segment of customers than those we are used to speaking to right now. To successfully
approach the future it’s important to “demolish” the old
and the traditional business model and to focus on the
creation of experiences rather than just on the sales of
products. These are the 4 development opportunities to
keep in mind.
empowered and social; immediacy is expected. The outdoor is an opportunity for social connection. It’s not about
a solo adventure. The market must therefore design ways
for people to be social and connected like inviting match
up and dating groups. In this way the reailer becomes part
of the social network of clients.
Inclusive - People with different cultural backgrounds
have other exceptions of the outdoors than adventure and
excellence. For example, the outdoors can be viewed as a
place for leisure, family time, or meditative appreciation.
Consumers are not looking for adventure and challenge.
They’re looking for something different - whether it’s
about relaxation, leisure, or appreciation of the outdoors.
The retailer must reflect the interests of new participants
and enthusiasts trying to define an inclusive proposal.
Accessible - Urban citizens value walkability, proximity,
and convenience over ownership and isolation - or separation.
The outdoor is therefore nearby, and it’s not that different from
real life. The new outdoor is integrated into urban, daily life. It
is a coffee break, not a 6-month expedition. The market must
shift away from a point of view of around remoteness and
make the outdoor activity accessible by broadening its horizons towards a more generalist target.
Experiential - At the edges, consumers are shifting away
from ownership in favour of sharing and access. Economic
drivers and shifting values go hand in hand; consumers are increasingly prioritizing experiences over possessions. It’s about
the story, not the stuff. Consumers are drawn to and collect experiences rather than gear. The retailer must tell a story rather
than selling gear and focusing on transactions.
Social and Connected - Under a social point of
view, millennials (young people born after 1982) will be
22% of the population by 2030. The influence of digital
culture means we are thinking, behaving and interacting
differently. Consumers who grew up digital don’t necessarily want to ‘get away from it all’. This mindset is more
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outdoorindustry.org/reinventretail
EVENTS / Dal 13 al 15 ottobre a Portoroz, in Slovenia
a cura di: Simone Berti
White circus
on the sea
L’evento Elan Ski ha portato bambini e atleti in una pista
artificiale vicino alla laguna. Aperta dalla tavola rotonda
“Bring kids back to the snow”, la manifestazione aveva
lo scopo di incentivare e promuovere lo sci fra i più piccoli.
White circus on the sea
Da sinistra: Filip Flisar
(campione mondiale
skicross), Matjaz Sarabon
(presidente Federazione
Sci Slovena),
Luka Grilc (PM Elan)
e alcuni dirigenti FIS
Come portare una pista da sci in città. L’ha fatto Elan,
organizzando a ottobre (dal 13 al 15) un evento molto particolare nella località slovena di Portoroz: “White
circus by the sea”. Per l’occasione è stata allestita, nella
scalinata che dalla laguna alla chiesa di St. Bernardin,
una vera e propria pista con neve artificiale. E proprio
lì diversi bambini si sono cimentati con sci Elan in compagnia di alcuni top atleti internazionali del marchio (fra i quali
spiccava l’inconfondibile cresta di
Glen Plake). “White circus by the
sea” è stato infatti organizzato
allo scopo incoraggiare i più piccoli a spendere più tempo in pista
e, più in generale, all’aperto.
Tavola rotonda - Visto l’intento promozionale rivolto ai bimbi verso le attività di montagna e su neve,
l’evento è stato anche l’occasione per una tavola rotonda curata dagli organizzatori dal titolo “Bring kids
back to the snow”. L’incontro ha contato ospiti istituzionali e rappresentativi di alto livello: Jernej Pikalo, ministro
sloveno per l’Educazione, lo Sport e le Scienze, Andrew
Cholinski e Matjaž Šarabon a rappresentare rispettivamente la FIS (International Ski Federation) e la Ski Association of Slovenia, il brand and products director di
Elan Luka Grilc e il freestyler Filip Flisar. Ne è conseguita
una discussione interessante dalla quale si è evinto
come lo sport attivo sia diventato sempre più vitale
negli ultimi anni
per i bambini, per i quali è
purtroppo cresciuto in maniera allarmante il
tasso di obesità,
secondo diverse
ricerche internazionali.
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In pista - In seguito alla tavola rotonda sono poi
giunti in laguna gli atleti del team Elan e alcune leggende dello sci, pronti a essere accolti dalla folla festante già presente a bordo pista. Tra questi, solo
per citarne alcuni: Christian Mayer, il già presente
Filip Flisar, Andrej Šporn, Mitja Valenčič, Matic Skube,
Peter Prevc, Jaka Hvala, Bojan Križaj, Davo Karničar,
Glen Plake e Urška Hrovat. Alcuni di loro si sono divertiti ad
accompagnare i bimbi in pista,
sia in discesa che in salita, dopo
l’apertura ufficiale della pista
operata dal sindaco di Pirano,
Peter Bossman. Per l’occasione
Bojan Križaj ha portato con sè
gli sci con i quali aveva concluso la sua carriera a Saalbach, presi in prestito dal museo di Tržič. La pista si è estesa su uno spazio di 400
mq e la neve artificiale, completamente chemical-free,
era stata precedentemente mantenuta per 5 giorni in
speciali stanze refrigeranti.
Soddisfazione alla fine dell’evento è stata espressa
dagli organizzatori e dalle istituzioni presenti. Primož
Ulaga, presidente della Ski Association of Slovenia,
ha dichiarato: “Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’evento e, nonostante alcuni dubbi iniziali, ora
vediamo che ne è valsa la pena. C’è il desiderio che
diventi una tradizione, in modo da incoraggiare il
più possibile i bambini a iniziare a sciare, rivelando
magari talenti nascosti”. Ancora più contenti si sono
rivelati i rappresentanti di Elan, che hanno inoltre
presentato la tecnologia U-Flex, novità assoluta del
marchio. “I nuovi sci Elan con tecnologia U-Flex sono
i più morbidi sul mercato. Permettono ai più piccoli di
imparare con facilità e, cosa più importante, di divertirsi. Speriamo incoraggi sempre più ragazzi a entrare
nel meraviglioso mondo degli sport invernali”, conclude Luka Grilc, brand and products director per Elan.
How to bring ski to the city? Elan did it, organising in October
(from the 13th to the 15th) a special event in Portoroz, Slovenia:
“White circus by the sea”. An artificial ski slope was set up on the
staircase that leads from the church to the lagoon. Many kids had
thus the chance to ski with Elan skis and the help of some of the
athletes sponsored by the brand.
The round-table discussion
The event was also the occasion for a the “bring back kids to the
snow” workshop hosted by Elan. The meeting involved high-level institutional guests: Slovenian Minister of Education, Science
and Sport Dr Jernej Pikalo, a representative of the International
Ski Federation (FIS) Andrew Cholinski, a representative of the Ski
Association of Slovenia Matjaž Šarabon, brand and products director of Elan Luka Grilc and freestyle skier Filip Flisar. During the
workshop some very interesting points emerged: in recent years
active sport has become increasingly vital for kids, considering the
alarming results of international researches that highlight the alarming increase in child obesity rates globally.
On the slopes
After the workshop, some ski legends and Elan athletes reached
the lagoon. Among them: Christian Mayer, Filip Flisar, Andrej
Šporn, Mitja Valencic, Matic Skube, Peter Prevc, Jaka Hvala, Bojan
Križaj, Davo Karnicar, Glen Plake and Urška Hrovat. Some of them
had fun helping the kids on the slope after the official opening by
Peter Bossman, mayor of Pirano. The slope measuring 400 square
metres was made out of artificial snow, which had been in the making for five days prior to the event in special freezer rooms. The
snow was completely chemical-free.
The organisers of the event and local institutions were very happy
with the outcomes of the event. Primož Ulaga, president of the Ski
Association of Slovenia said: “We are pleasantly surprised with the
response to the event, and although we had some initial doubts,
we now see that the event was really worth it. We wish this could
become a tradition, which would encourage as much children as
possible to take up skiing.” Representatives of Elan were also pleased with the event, which they used to present their global innovation, the so-called U-Flex ski.
EVENTS / IL BRAND SPORTIVO DI ARMANI PROTAGONISTA SULLA NEVE
La neve è più
“cool” con EA7
a cura di: Benedetto Sironi
Il Winter Tour in viaggio
in 11 prestigiose località italiane
ed europee. Tra test prodotti,
ski challenge, photoshooting,
apres ski e aperitivi. In un’atmosfera
esclusiva ma accessibile e con
un’ottima risposta in termini di afflusso
e interazione con il pubblico.
Splendido scenario per la tappa di Cortina
Armani, oltre che sulle passerelle di tutto, il mondo è sempre più protagonista
nello sport con il brand EA7. Innanzitutto
la squadra di basket Olimpia di Milano, sponsorizzata proprio dal marchio
sportivo di “Re Giorgio”. Poi sarà nuovamente in vetrina alle Olimpiadi Invernali di Sochi come official outfitter della
nazionale italiana. EA7 sta animando le
nevi italiane e non solo con il suo nuovo tour invernale, organizzato come lo
scorso anno dall’agenzia bergamasca
Spia Games in 11 località di prestigio
tra Italia, Francia, Svizzera e Austria, fino
ai Pirenei di Andorra. Tra i momenti clou
l’EA7 Skiing Challenge e i test dei prodotti: abbigliamento ma anche snowboard e sci marchiati EA7 (questi ultimi prodotti dall’italiana Blossom). L’EA7
Winter Tour è partito il 7-8 dicembre a
Courmayeur. Ecco il report delle successive 4 tappe, in attesa di Cervinia, Alta
Badia, Kitzbuhel, St. Moritz Celerina, Andorra, Courchevel, Val d’Isere e infine di
nuovo a Courmayeur per il gran finale
(21-23 marzo).
Bormio-27/28 dicembre
Ski Area Bormio 2000
Le due giornate di sole post 25 dicembre hanno evidenziato un’altissima affluenza all’interno dell’igloo e nella ski
area (presenza di molti italiani come
abitudine ma numerosi anche gli stranieri
viste le prove della discesa libera maschile). Gradita la presenza di Christof
Innerhofer, atleta di punta della nazionale italiana e testimonial EA7. Grande
collaborazione con la Scuola sci Bormio
alta Valtellina sponsorizzata EA7. Organizzato un apres ski con il punto vendita
Rino Sport Gallery, EA7 e la partnership
con Aperol Spritz. Oltre 12mila le presenze e 100mila i passaggi registrati a
Bormio nel weekend.
Livigno-30/31 dicembre
Ski Area Carosello 3000
Le due giornate soleggiate in concomitanza del capodanno, hanno determinato
un’ottima affluenza anche da parte degli
stranieri. La grande richiesta di capi tecnici e non della collezione invernale EA7
presso i negozi Zinermann e Dany Sport
hanno riconfermato il successo della scorsa stagione, aumentando le aspettative
grazie a nuove richieste e ordinativi ad
hoc per la clientela all’interno dell’igloo.
Nel weekend livignasco registrati 23mila
presenze e 140mila passaggi.
M. Di Campiglio-2/3 gennaio
Ski Area FortinI
Località nuova rispetto allo scorso anno,
ha portato a grande successo grazie al
favorevole periodo. Quasi 100 prodotti
testati, 1.000 persone nell’area igloo, oltre
60 iscritti alla gara. Numeri che hanno fatto
primeggiare la località sia sulle tappe dello scorso anno svoltesi nello stesso periodo
che quelle di questo tour natalizio. Serafini
Sport, entusiasta dell’attività organizzata e
del responso all’interno del punto vendita,
ha esaltato la grande attenzione della clientela verso i prodotti EA7. Rilevanti
anche i numeri generali della località con
25mila presenze e 155mila passaggi.
Cortina-6 gennaio
Ski area Socrepes
Da sottolineare la partecipazione di 137
bambini che hanno affrontato la gara,
con grande partecipazione ed entusiasmo, organizzata dalla prestigiosa Scuola sci Cortina sponsorizzata EA7. Il rientro
di tante persone ha portato un’affluenza
ridotta il secondo giorno ma il negozio
Cooperativa di Cortina ha comunque
ricevuto molte soddisfazioni grazie alla richiesta di numerosi prodotti EA7 visionati
all’interno dell’igloo.
www.armani.com/it/ea7
The snow is cooler with EA7
The fashion designer’s Winter Tour is travelling to 11 prestigious
locations in Italy and Europe featuring product tests, photo shootings,
après ski events and cocktail parties. An exclusive yet approachable
atmosphere, which has been able to attract and engage a large audience.
Besides being an essential presence at fashion show all the
world round, Armani is also
becoming more important in
the sports sector with their new
brand EA7, gaining visibility from
the next Winter Olympics as the
official outfitter for the Italian teams. EA7 is also present at many
Italian and international skiing
destinations thanks to the Winter
Tour, which the company has
organised with Bergamo-based
agency Spia Games in 11 top
locations in Italy, France, Swiss,
Austria and in the Pyrenees.
Among the most exciting events
the EA7 Skiing Challenge and the
product test. The brand does not
only offer clothing, but also EA7branded snowboards and skis.
The EA7 Winter Tour took off on
December, 7th-8th in Courmayeur. Here is the report of the
four following stops, waiting for
Cervinia, Alta Badia, Kitzbuhel,
St. Moritz Celerina, Andorra,
Courchevel, Val d’Isere and the
closing event, back in Courmayeur on March, 21st-23rd.
Bormio December - 27th28th - During the two sunny days after December, 25th
many people turned up at the
igloo and the ski area. Christof
Innerhofer, a leading Italian
athlete, was present. Rino Sport
Gallery organised an après ski
event with Aperol Spritz and
EA7, which also partnered with
the ski school of Alta Valtellina
in Bormio. During the weekend
more than 12 thousand people
stayed in Bormio and 100 thousand people visited the town.
people in the igloo area and
more than 60 athletes in the competition. The store Serafini Sport
organised the event and was very
happy with the results and with
the popularity of EA7 products
with its customers. 25 thousand
Livigno December - 30th31st - Events during the two
sunny days before New Year’s
Eve were very well attended by
Italian and international tourists.
Demand for EA7 clothing at the
Zinermann and Dany Sport stores was very high, proving the lasting success of the collection. 23
thousand people stayed in town
during the weekend, and 140
thousand visited Livigno.
people stayed in town during the
weekend, while the number of
visitors was over 155 thousand.
Madonna di Campiglio - January, 2nd/3rd - This new
location added to the previous
year’s tour was very successful.
Almost 100 tested products, 1,000
I maestri della Scuola sci Bormio alta Valtellina e della Scuola sci Cortina (al centro) entrambi sponsorizzati EA7. A destra veduta interna dell’igloo
Cortina - January, 6th 137 enthusiastic children took
part in the ski competition organised by the prestigious Scuola
Sci Cortina (Cortina’s ski school)
and sponsored by EA7. Being the
last day of the Christmas holidays
the attendance was slightly reduced on the second day. Nonetheless at the Cooperativa store in
Cortina the managers were very
happy with the success of the
EA7 products tested by customers in the igloo.
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events / Lo scorso 24 novembre l’esordio con quasi 700 runners
a cura di: Marta Villa
Valtellina Wine Trail,
un contest “di-vino”
Numeri importanti quelli della prima edizione dell’evento, con due percorsi (lungo da 42 km
e breve da 20 km) che hanno attraversato i vigneti valtellinesi e alcune cantine vitivinicole
locali. Tra i “vip” presenti, Giovanni Storti che ha presentato a Sondrio il suo nuovo libro.
Ottimi risultati quelli registrati dalla prima edizione del
Valtellina Wine Trail, che si è corsa lo scorso 24 novembre. Ben 635 atleti hanno tagliato il traguardo posto in
piazza Garibaldi a Sondrio. Erano invece circa 700 gli
iscritti ai nastri di partenza, che hanno fatto chiudere le
iscrizioni con circa 3 settimane di anticipo. I partecipanti
si sono sfidati lungo i vigneti della Valtellina su due tracciati: quello lungo con partenza da Tirano (42 km con
1.830 mt di dislivello positivo) e quello corto con partenza da Chiuro (20 km con 732 mt di dislivello positivo).
Entrambi, con traguardo in Piazza Garibaldi a Sondrio,
hanno regalato bellissime vedute sulla vallata valtellinese
e hanno compreso passaggi lungo i vigneti e all’interno di
alcune cantine vitivinicole locali. Da segnalare il mini-trail
promozionale dedicato a bambini e ragazzi organizzato
nei pressi del traguardo.
La classifica dell’half trail - Tutti i 20 km del percorso “breve” sono stati dominati dall’azzurro di corsa in
montagna Luca Cagnati, che ha chiuso la sua gara in
1h 19’ 46”. Il 23enne bellunese ha lasciato spazio nella prima parte di gara al tricolore di maratona Migidio
Bourifa, primo al traguardo volante posto all’ingresso della splendida Cantina Negri dopo 3 km di gara e infine
quinto all’arrivo. Poi via verso il traguardo, guadagnando
progressivamente spazio su Andrea Regazzoni, secondo
di giornata con un tempo di 1h 21’ 21”. Chiude il podio
il primo dei valtellinesi, Enrico Benedetti, in 1h 24’ 56”. Sul
fronte femminile, vince la la francese Maud Gobert che in
1h 41’ 14” ha lasciato a debita distanza l’inglese Anne
Buckley (seconda con un tempo di 1h 49’ 15”) e l’italiana
Serena Piganzoli (terza con un tempo di 1h 49’ 44”).
Il podio della maratona - Profilo internazionale anche per il percorso più lungo, partito da Tirano. Merito
dell’ungherese Simona Staicu, sempre solitaria al comando
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Valtellina Wine Trail:
IN IT TO WINE IT!
e prima in 3h 56’ 00” davanti a Cinzia Bertasa (4h 14’ 45”)
e Anna Conti (4h 21’ 33”). Il podio maschile è stato invece
conquistato dallo svizzero Beat Ritter che in un concitato finale è riuscito a contenere la straordinaria rimonta
del valtellinese Cristian Pizzati. Soli tre secondi a dividerli,
con il cronometro a fissare in 3h 22’ 48” il tempo con cui
inaugurare l’albo d’oro. Terzo in classifica Giorgio Compagnoni di Bormio, che ha chiuso la gara in 3h 25’ 23”.
L’obiettivo dell’evento - L’iniziativa è stata organizzata dal pluricampione mondiale di corsa in montagna
Marco De Gasperi (che ha tracciato il percorso), insieme
agli atleti di corsainmontagna.it, ad Asd Pentacom e a
tutti i 10 Comuni coinvolti. L’intenzione era quella di aprire una finestra sulla Valtellina e sui suoi prodotti tipici,
a cominciare dal vino. Un filo conduttore per entrambi i
percorsi di gara, davvero apprezzato da tutti gli iscritti
tra i quali anche un “famoso della tv”: Giovanni Storti (del
trio Aldo, Giovanni e Giacomo), presente a Sondrio anche
per promuovere il suo libro “Corro perchè mia mamma mi
picchia” scritto insieme a Franz Rossi, con lui in gara nella
prova più breve.
Le dichiarazioni del tracciatore - Marco De Gasperi, a chiusura dell’evento, ha dichiarato: “È stata una
bella esperienza, ma anche molto dura. Devo ammettere
che da solo non ce l’avrei mai fatta. Per questo devo
ringraziare ogni amico e ogni volontario che si è reso
disponibile per la buona riuscita dell’evento. Da atleta
è molto più facile: devi allenarti, indossare un pettorale
e correre cercando di fare il meglio possibile. Da organizzatore, invece, vi sono un milione di variabili che devi
prendere in considerazione e quando pensi che tutto è
a posto, eccone ancora un milione che non avevi minimamente considerato”.
I feedback “istituzionali” - Cinzia Cattelini, assessore agli eventi, turismo e attività produttive del
Comune di Sondrio, ha commentato come segue la buona riuscita dell’iniziativa: “Un bellissimo appuntamento sportivo che ha permesso
di promuovere la nostra Valle sia da un punto
di vista paesaggistico sia culturale, attraverso un evento di turismo sostenibile così vicino
all’identità del nostro territorio. L’attenzione
all’ambiente di questa manifestazione si è potuta vedere in ogni dettaglio e siamo molto
felici del positivo riscontro che ha ottenuto. I
nostri bellissimi paesi, i terrazzamenti, ma anche
i buonissimi prodotti enogastronomici di cui
la nostra terra è così ricca hanno coronato il
successo del primo Valtellina Wine Trail”.
The results of the first edition of Valtellina Wine Trail are
exceptional. The competition was held on November,
24th 2013. 635 athletes reached the finish line in Piazza
Graibaldi in Sondrio. The total participants at the start of
the race were 700. The athletes run against each other in
the vineyards of Valtellina following to different courses:
a long one started in in Tirano (42 km with 1,830 metres
of altitude gap) and a short one beginning in Curno (20
km with 732 metres of altitude gap). Beautiful views of
the Valtellina valley could be enjoyed from both courses,
which went through the vineyards and cellars of some
wine producers.
The half-trail top chart - The 20 km of the
“short” track were conquered by Luca Cagnati, who finished the race in 1h 19’ 46”. Migido Bourifa stayed ahead
of the 23-year-old from Belluno during the first half of the
competition, although he arrived fifth eventually. Andrea
Regazzoni arrived second in 1h 21’ 21”. Third place to Enrico Benedetti (1h 24’ 56”). Maud Gobert (France, 1h41’14”)
was the first woman to finish, followed by Anne Buckley
(England, 1h49’15”) and Serena Piganzoli (Italy, 1h49’44”).
The marathon - Many international athletes also competed in the long marathon. Simona Staicu (3h 56’ 00”)
was first, followed by Cinzia Bertasa (4h14’45”) and Anna
Conti (4h21’33”). The male podium was conquered by
Beat Ritter after he managed to overcome Cristian Pizzati’s
attempt to come back. The two finished at just three seconds from one another - Ritter arriving first in 3h 22’ 48”.
Third place went to Giorgio Compagnoni, from Bormio,
who finished in 3h 25’ 23”.
The goal of the event - The initiative was organised by the mountain running world champion Marco De
Gasperi together with the athletes of corsainmontagna.it,
ASD Pentacom and 10 municipalities of the area. The goal
was to showcase Valtellina and its products - especially its
wine. A theme that linked both race tracks and that was
appreciated by the participants. Among which there was
a famous Italian TV personality, Giovanni Storti (of Aldo,
Giovanni e Giacomo fame) who was in Sondrio to promote his new book “Corro perché mia mamma mi picchia”,
co-written with Franz Rossi.
The organiser - Marco De Gasperi stated: “It’s easier
as an athlete: all you have to do is to practice, wear your
uniform and run as best as you can. As an organiser there
are millions of things you have to take into account… and
when you think you have everything under control, a million more require your attention.”
events / Sul Monte Piana la seconda edizione del meeting
a cura di: Simone Berti
La carica
dei 100
highliner
Nove giorni all’insegna dell’highline nel campo base stabilito alla capanna Carducci.
Tantissimi i partecipanti giunti da venti Paesi, non solo europei, per l’iniziativa organizzata
dall’A-team di Alessandro d’Emilia, Armin Holzer, Aldo Valmassoi e Niccolò Zarattini.
La prima edizione, svoltasi lo scorso anno, aveva lasciato nei cuori
dei partecipanti un desiderio pieno di replicare l’Highline Meeting,
magari coinvolgendo più partner
e, di conseguenza, riuscendo ad
attirare più amanti della slack. E
così, il gran lavoro fatto dall’Ateam, organizzatrice dell’evento,
è stato premiato con un’edizione
ricca in ogni aspetto, per la gioia
dei partecipanti come dello stesso team (composto da Alessandro
d’Emilia, Armin Holzer, Aldo Valmassoi e Niccolò Zarattini). La location
non poteva che essere confermata:
il Monte Piana, con la sua meravigliosa panoramica sulle Dolomiti
di Sesto e le memorie della grande
guerra. Importante il supporto dei
main sponsor Scarpa e Bailo e la
collaborazione organizzativa di Le
Lepri di Misurina.
100 e più - I nove giorni trascorsi all’insegna di highline, musica e
amicizia, hanno portato al campo
base della capanna Carducci più
di cento giovani highliner accorsi da oltre venti Paesi diversi, da
tutta Europa e non solo. Rispetto
alla scorsa edizione è aumentata
sensibilmente la partecipazione di
atleti di alto livello, dal tedesco
Alexander Schulz al polacco Jan
Galek, ma anche gli italiani non
sono stati da meno, segno che la
nuova disciplina si sta velocemente
diffondendo nella penisola.
facendo divertire tutte le squadre
che vi hanno preso parte e offrendo qualcosa di diverso rispetto alla
consueta atmosfera di unione e non
competitività della manifestazione.
A trionfare nella staffetta è stato il
“team 3P” della Repubblica Ceca,
che è riuscito a completare il circuito
in meno di sei minuti. Nel mentre, grazie alla collaborazione con Ticket
to the moon, azienda produttrice di
amache tecniche, è stato possibile
effettuare il primo record mai provato di amache appese alle highline:
ben 15 per un totale di 17 persone.
On the slack - Grazie soprattutto
al supporto di Scarpa e Bailo, numerosi highlights hanno arricchito l’intensa settimana sulla cima del Monte
Piana. Come la prima edizione dello
Scarpa Slack Trail, un fun team contest che ha ravvivato lo spirito di
tutti gli iscritti. Si tratta di una staffetta a squadre lungo un percorso
misto di highline, arrampicata e corsa. Il format, ideato appositamente
dall’A-Team, ha riscosso un enorme
successo, oltre ogni aspettativa,
A corollario - Ma non di solo
slackline sono state impegnate le 9
giornate del Meeting. Ben tre gruppi
musicali, Leverins, C+c=Maxigross e
Matahari, hanno dato inizio ai giochi il primo giorno, accompagnando
con la loro musica i passi sospesi sul
vuoto dei giovani highliner e creando un’atmosfera al campo base
davvero emozionante. Sotto la guida della cortinese Marzia del Favero si è tenuto invece un workshop
di meditazione in contemplazione
1 / 2014
Oltre ai main sponsor già citati, sono
state diverse le realtà e le aziende
che hanno offerto il loro prezioso sostegno: il Comune di Auronzo
di Cadore, il Consorzio turistico di
Auronzo e Misurina, il Soccorso Alpino di Sesto, gli sponsor tecnici
quali Landcruising, Autrialpin, Nordica, Orange, Monvic, e quelli locali
come Panificio Happacher, Seiterhof,
Mondolatte Tre cime, Macellerie
Sperandio, Kiku, Centro Frutta di Auronzo, Birra Dolomiti e Moser. Inoltre
sono stati numerosi i volontari che
hanno reso possibile la manifestazione. Questa seconda edizione
dell’Highline Meeting ha trasformato
ancora una volta il Monte Piana,
teatro di una delle più sanguinose
guerre della storia, in un luogo di
pace e di incontro. E tutti i partecipanti hanno saputo ricordarne la
storia e vivere assieme la montagna
nel rispetto dell’ambiente.
highlinemeeting.com
One hundred and one highliners
The first edition of Highline Meeting was so successful that participants were eager to replay. ATeam - organising the event - managed to create
a rich and interesting second edition. The location was already perfect: Monte Piana, with its
amazing views overlooking the Dolomites of Sesto and the places of World War I. Important support was given by the two main sponsors, Scarpa
and Bailo, while Le Lepri di Misurina partnered in
the organisation of the event.
100 and more - The nine days dedicated to highline, music and friendship brought to the base
camp more than one hundred enthusiastic young
highliners from over twenty different European
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del tramonto. Inoltre, per chi avesse
avuto bisogno di sgranchirsi dopo
le notti trascorse nel sacco a pelo,
ogni giorno Dominik Baldessari è stato a disposizione dei partecipanti
per praticare acroyoga. Da non dimenticare poi il Knödel night party
offerto dal gestore del rifugio Carducci, tutto a base di canederli.
and non-European countries. Compared to the
previous edition the participation of high-level
athletes has increased. Among the participants
there were Alexander Schulz from Germany, Jan
Galek from Poland. There were also many Italian
athletes, a sign that the discipline is quickly taking on in Italy.
On the slack - Numerous highlines were
set up for the week-long event on Monte Piana,
thanks to the support of Scarpa and Bailo. The
fun team contest Scarpa Slack help set the atmosphere: the competition consisted of a mixed relay race with highline walking, climbing and running. The format, devised by A-Team, was very
successful. Thanks to the cooperation of Ticket
to The Moon, a company specialising in hammocks, a record was broken: fifteen hammocks
were hanged to the highlines, hosting seventeen
people.
More than slacklining - The nine days of
the Meeting were not only dedicated to slacklines. Three musical groups opened the event: Leverins, C+c=Maxigross and Matahari. Marzia del
Favero guided a workshop on meditation at sunset. Every day Dominik Baldessari was available
for guided practice of acroyoga. And finally, the
Knödel Night Party was offered by the managers
of the Carducci dew.