NSO 1°ANNO T.G.O. T.G.O. Il Trattamento Generale Osteopatico è un APPROCCIO alle Articolazioni del nostro Pz senza considerare la DISFUNZIONE o LESIONE OSTEOPATICA, ma una LIBERAZIONE di eventuali RESTRINGIMENTI ARTICOLARI con MOBILIZZAZIONI ATTIVE o POMPAGES ARTICOLARI Permette pertanto di preparare l’ARTICOLAZIONE per eventuali TEST e CORREZZIONI piu’ SPECIFICHE Viene utilizzata molto dagli Osteopati Inglesi e dagli Strutturalisti, per prepare al meglio i Tessuti del Pz per i TRUST CORRETTIVI INOLTRE aiuta lo Studente a cominciare ad ENTRARE in contatto con la PALPAZIONE dei TESSUTI PERIARTICOLARI e con i MOVIMENTI più FINI delle Articolazioni PRINCIPI L’OPERATORE deve: 1. Lavorare vicino al Soggetto 2. Spalle distese 3. Schiena rilassata 4. Gomiti un po’ flessi e flessibili 5. Movimenti dolci e ritmati 6. L’Op utilizza il peso del proprio corpo 7. L’Op conserva il contatto 8. Regola della Cravatta (che cadrà nel centro dell’articolazione LE FORZE • • Direzione Determinata Potenza Controllata 1. Ritmo Costante 2. Ampiezza 3. Durata POMPAGES IL CORPO E’ COSTITUITO DAL 70-75% DI LIQUIDI: • IL LIQUIDO CEFALO-RACHIDIANO • IL SANGUE • LA LINFA IL POMPAGES-POMPAGGIO è una TECNICA, inventata da CATHIE, che ha per scopo di ristabilire una buona circolazione di questi Liquidi nel Corpo, cominciando dai blocchi Articolari-Fasciali IMPORTANTE NEI POMPAGES LA RESPIRAZIONE La Presenza sul Tessuto Durante l’Inspirazione • La Pressione Intratoracica diventa Negativa rispetto a quella Atmosferica Fase Attiva • LE VENE INTRA-TORACICHE si gonfiano, ciò determina un aumento della Capacità Vascolare • IL Cuore Dx e l’Arteria Polmonare ricevono un più grande volume di sangue • La stessa cosa accade nel Cuore Sx e nella Aorta • Per ciò che concerne la LINFA, essa è accelerata o aspirata nella parte toracica Durante L’Espirazione La Pressione Intratoracica diventa Positiva rispetto a quella Atmosferica-Fase Passiva LA PRESSIONE del SANGUE è diminuita nei Vasi INTRA-TORACICI e la LINFA è inviata più abbondantemente nelle VENE Una Stasi Venosa e Linfatica può portare un Edema, delle Dermalgie e persino una Disfunzione Articolare Eliminando le tensioni Mio-Fasciali che impediscono l’efficacia del flusso o di una buona Libera Circolazione La MOBILITA’ del Torace, il buon funzionamento Addominale e l’Equilibrio Pelvico sono le condizioni primarie e primordiali di un buon TECNICA POMPAGES Tutti i Pompaggi: a LIVELLO ARTICOLARE, TORACICO, VERTEBRALE, si fanno nello stesso modo!!! Si possono suddividere in 2 TIPI: PERIARTICOLARI-FASCIALI INTRARTICOLARI-CIRCOLATORI Tutti e 2 si fanno in 3 TEMPI 1°: CONTATTO in Fase Inspiratoria, si mette in TRAZIONE-TENSIONE il Tessuto Allungandolo lentamente, progressivamente, regolarmente ciò che il TESSUTO permette. non va al di là dell’Elasticità Fisiologica – Reazione-Difesa! se Il Tessuto si rilascia l’Allungamento aumenta 2°: FASE PRINCIPALE-Mantenimento, dai 5/6 ai 10 sec in Fase Espiratoria nei Pompages Fasciali, nei Pompages Articolari-Circolatori anche 20 sec per 3°: deve essere più LENTA possibile, la Tensione del Tessuto deve essere controllata ma non fermata nel suo movimento di ritorno in questa Fase Respirazione normale POMPAGES ArticolazioniPiede POMPAGES ogni singola Articolazione - Falangi - Metatarsi - Cuneiformi - Scafoide - Cuboide - Articolazione Sotto-astragalica - Articolazione Tibio-Tarsica T.G.O. Tibio-Tarsica Pz: supino, oppure sul fianco del dorso del piede, arto flesso aperto lateralmente con piede appoggiato sul bordo esterno Op: posizione parallela alla direzione del piede verso la faccia plantare del medesimo, appoggia le mani incrociate, una sul mortaio bimalleolare e sull’astragalo e l’altra sulle articolazioni tarso metatarsali del piede, applicare leggera spinta in basso ed in fuori in modo tale che la mia cravatta cada al centro dell’articolazione tibio-astragalica T.G.O. Tibio-Tarsica Pz: sempre supino con piede appoggiato sul bordo interno Op: stessa tecnica, con presa piedeant e piede-post per aprire la Rima in 2 modi diversi POMPAGES Caviglia TIBIO-TARSICA: Pz: decubito supino, arti inf. Allungati, Es arto SX Op: sua mano Dx impalma il Calcagno, il suo bordo cubitale della sua mano Sx scivola lungo il bordo ant. Della tibia fino ad incontrare il cambiamento di direzione a livello della caviglia, avvolgendo la caviglia formando un blocco unico, Trazione per ottenere il Pompaggio SOTTO-ASTRAGALICA: Pz-Op: stessa posizione e stessa presa, ma durante la Fase di tensione, in questo caso, le 2 mani dell’Op andranno all’inverso l’una dell’altra per disincastrare Antero-int. e Postero-ext l’Articolazione Sotto-Astragalica T.G.O. ALTRA TECNICA: Pz: prono,con arto flesso da trattare Op: blocca con il suo ginocchio la coscia flessa del Pz e con la mano cefalica attraverso il suo bordo radiale prende contatto con il tallone-calcagno e con quella caudale, attraverso il bordo radiale contorna la testa dell’astragalo e il tarso Azione: trazione verso l’alto per decoattare la TibioTarsica Azione: in questo caso si puo’ bloccare la coscia anche con il gomito craniale dell’Op, Movimento a pompa delle 2 mani T.G.O. Ginocchio Pz: Supino con arto da trattare fuori dal lettino e bloccato dalla caviglia tra le gambe dell’Op Op: in Piedi e con presa a 2 mani sulla tibiaPerone, leggera trazione ed esegue i Movimenti Rot-Add-Abd dell’articolazione Femoro-Tibiale utilizzando il proprio corpo Se trovera’ una Restrizione di movimento insistera’ per liberarla POMPAGES Ginocchio Pz: stessa posizione di prima Op: stessa presa e posizione con trazione con il proprio corpo della Tibia come ad allontanarla dal Femore Da ripetere più volte ed a vari Gradi Articolari T.G.O. Rima Mediale Pz: sul fianco , in questo caso Sx, per trattare il ginocchio Sx che sarà Flesso con sotto un cuscinetto per aprire meglio la Rima Op: in Piedi dal lato della Rotula, presa con mani contrapposte con la dx sulla Tibia del Pz e la Sx sul Femore Azione: Spinta con tecnica della Cravatta per Decoattare la Rima T.G.O. Rima Esterna Pz: sempre sul Fianco Sx per trattare l’arto Dx Op: come prima, con mano Dx sul Tibia-Perone e l’altra sul Femore Denominazione della Disfunzione osteopatica • La lesione viene definita nel senso della facilitazione del movimento ossia nel senso della maggior mobilità • La lesione viene definita dalla posizione di un segmento in riferimento ad un altro. TECNICHE FUNZIONALI La STRUTTURA governa la FUNZIONE e VICEVERSA… e l’Organismo tende all’AUTOREGOLAZIONE…. Tutte le TECNICHE FUNZIONALI si basano su tali Principi, in particolar modo dalla prospettiva della FUNZIONE!!! L’APPROCCIO FUNZIONALE tende a ripristinare l’Attività Coordinativa tra i vari Segmenti e i tessuti molli dell’area trattata in riferimento a tutto l’Organismo… Ci interessiamo maggiormente a come si comporta il MOVIMENTO più LIBERO ed alla sua QUALITA’ piuttosto che alla sua Quantità… L’IPOTESI alla base delle TECNICHE FUNZIONALI è la premessa secondo la quale una DISFUNZIONE determina un’Attività Neurale Alterata Possono essere classificate come procedure di riduzione delle AFFERENZE.. Con corrispondente ripristino e riduzione delle EFFERENZE al Midollo Spinale Tecnica di Esagerazione Funzionale Indiretta 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Portare il segmento in Disfunzione nel verso della Disfunzione stessa accumulando la tensione dei tessuti molli periarticolari Esagerare ulteriormente la Disfunzione chiedendo al paziente una respirazione lenta e profonda fino al nuovo punto di accumulo delle tensioni Richiedere al paziente una apnea inspiratoria o espiratoria a seconda del parametro favorente la lesione Attendere il rilassamento delle tensioni Portare il segmento nel verso della correzione richiedendo una respirazione lenta e profonda fino all’accumulo delle tensioni dei tessuti molli periarticolari Richiedere al paziente di mantenere l’apnea contraria alla precedente mantenendo la posizione acquisita. Attendere il rilassamento delle tensioni riposizionando il segmento in posizione neutra Tecnica Funzionale Diretta Si porterà il segmento in Disfunzione ATTIVAMENTE verso la Correzzione con l’aiuto della Respirazione per vincere la resistenza dei tessuti, pertanto la Spinta Correttiva avverrà con la Respirazione adeguata Oppue vengono anche denominate DINAMICHE… Quelle tecniche che seguiranno il Movimento Intrinseco dei Tessuti… La Mano di Ascolto controllerà la risposta al Movimento introdotto dalla mano Motoria e Guiderà la richiesta di movimento lungo la via che presenta una crescente libertà!!! L’Obiettivo consiste nel recuperare uno schema di movimento più normale, mentre l’Op cerca di “portar fuori” (rimuovere) la Disfunzione UTILIZZO TERAPEUTICO AFFEZZIONI ACUTE: Perché non sono traumatiche e possono essere ripetute con una certa Frequenza Non mirano ad ottenere un grande Cambiamento Strutturale, ma una RISPOSTA da parte dei Tessuti AFFEZZIONI CRONICHE: Risolvono l’anomala Programmazione della Risposta Neurale e non si limitano a variare la posizione Il Ripristino della posizione del Segmento in Disfunzione è di poca importanza senza il Ripristino dei MECCANISMI NEUROMUSCOLARI, che ne controllano la funzione La COMPONENTE DIAGNOSTICA delle Tecniche Funzionali è utile nelle Affezzioni Croniche poiché Controlla la Risposta dei Tessuti ed il loro Comportamento VALORE PROGNOSTICO: Esse Valutano la RISPOSTA TERAPEUTICA di un livello in Disfunzione indipendentemente dall’Intervento Terapeutico In Definitiva si PALPERA’ il cambiamento dei TESSUTI in loco e a distanza “PALPAZIONE” IL PIEDE Il piede è un “sistema” dotato allo stesso tempo di resistenza e leggerezza, costituito da: • 26 ossa di dimensioni e strutture differenti • 31 articolazioni • 20 muscoli In oltre non si può non prendere in considerazione la caviglia perché i muscoli che la mettono in movimento hanno tutti un’azione a distanza sul piede. La ripartizione del peso corporeo Il peso corporeo, trasmesso alla cupola stragalica tramite la gamba viene ripartito a livello del piede nel seguente modo: - 3/6 a livello della tuberosità posteriore del calcagno - 2/6 a livello del primo metatarso seguendo l’arco longitudinale interno - 1/6 a livello del quinto metatarso seguendo l’arco esterno Le disfunzioni Osteopatiche del Piede Prenderemo in considerazione le singole articolazioni da quelle più distali a quelle più prossimali e ne definiremo la disfunzione e la tecnica di “Normalizzazione Funzionale” Disfunzione dei Metatarsi Si effettua un test di MOBILITA’ comparativo con il controlaterale fissando il segmento prossimale e mobilizzando quello distale testandone la capacità di scivolamento verso l’alto e verso il basso. Se la base del metatarso sale facilmente èd è limitata e rigida nella discesa si troverà in: Disfunzione di Superiorità se la base del metatarso scende facilmente èd è limitata e rigida nella risalita si troverà in Disfunzione di Inferiorità Disfunzioni delle Falangi Le articolazioni metatarsofalangee possono andare incontro a disfunzioni in: Superiorità o Inferiorità Rotazione interna o Rotazione esterna Adduzione o in Abduzione. Il paziente (Pz) è supino e l’osteopata (Op) si trova dal lato da trattare del Pz seduto con il tricipite del Pz che appoggia sulla propria coscia. L’Op fissa con la mano craniale il metatarso e con la mano caudale testa la mobilità della falange sui vari piani possibili di lesione. Per la valutazione delle interfalangee dalla medesima posizione l’O fissa con la mano craniale la falange prossimale e con la mano caudale testa la falange distale. Disfunzione dei Cuneiformi I CUNEIFORMI sono direttamente influenzati dallo scafoide e rispetto ad esso possono trovarsi in Disfunzione: Superiorità o Inferiorità (solitamente la Disfunzione dei cuneiformi li coinvolge tutti). Per valutarli il Pz è supino e l’Op è in piedi o seduto dal lato da testare, fissa con la mano craniale la coppia cuboide/scafoide e con la mano caudale prende contatto tra indice e pollice (presa a pinza) con i cuneiformi, Decoattazione e ne testa la mobilità in superiorità ed in inferiorità. Disfunzioni dello Scafoide o Navicolare Lo SCAFOIDE si può trovare in Disfunzione: ROTAZIONE INTERNA (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito SCAFOIDE ALTO o scafoide con TUBERCOLO BASSO, oppure si può trovare in ROTAZIONE ESTERNA (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito SCAFOIDE BASSO o scafoide con TUBERCOLO ALTO. ROT INT-SCAFOIDE ALTO-TUBERCOLO BASSO ROT EXT-SCAFODE BASSO-TUBERCOLO Disfunzioni del Cuboide Il CUBOIDE Disfunzioni: ROTAZIONE INTERNA (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito CUBOIDE ALTO, ROTAZIONE ESTERNA (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito CUBOIDE BASSO. CUBOIDE ALTO-ROT INTERNA CUBOIDE BASSO-ROT ESTERNA RIASSUMENDO FALANGI: ALTO-BASSO METATARSI: ALTO-BASSO CUNEIFORMI: ALTO-BASSO SCAFOIDE: ROT INTERNA-TUBERCOLO BASSOSCAFOIDE ALTO ROT ESTERNA-TUBERCOLO ALTOSCAFOIDE BASSO CUBOIDE: ROT INTERNA-CUBOIDE BASSO ROT ESTERNA-CUBOIDE ALTO TEST-TECNICHE Funzionali Indirette TRA: • 2°FALANGE E 3°FALANGE • 3° FALANGE E METATARSI • 1°-2°METATARSO CON 1°-2°CUNEIFORME • 4°-5° METATARSO CON CUBOIDE • 1°-2°CUNEIFORME SCAFOIDE • SCAFOIDE – CUBOIDE • SCAFOIDE - ASTRAGALO TEST-TECNICHE SCAFOIDE SCAFOIDE rispetto a ASTRAGALO e CUNEIFORMI: Pz: sul fianco, con in appoggio della parte esterna del piede da trattare Op: fissa con la mano cefalica lo Scafoide sul lettino dal lato esterno, con il palmo della mano caudale crea la DECOATTAZIONE dei Cuneiformi rispetto allo Scafoide. Con l’indice e pollice della mano caudale sul tubercolo dello scafoide TESTA Rotazione INT/EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TEST-TECNICHE SCAFOIDE SCAFOIDE in rapporto ai CUNEIFORMI: Pz: supino Op: seduto, con la mano esterna fissa i Cuneiformi, con la mano Interna lo Scafoide, DECOATTAZIONE con la mano esterna, mentre con la mano interna si Testa lo Scafoide in ROT INT-EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TEST-TECNICA SCAFOIDE SCAFOIDE rispetto al CUBOIDE: Pz: supino Op: seduto, con la mano esterna fissa il Cuboide, con la mano Interna presa sullo Scafoide, DECOATTAZIONE e test ROT INT-EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TEST-TECNICHE SCAFOIDE SCAFOIDE rispetto all’ASTRAGALO: Pz: supino Op: seduto, con la mano cefalica fissa l’astragalo, con la mano caudale presa sullo scafoide, DECOATTAZIONE, test in ROT INT-EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TEST-TECNICHE CUBOIDE CUBOIDE rispetto al 4°-5°METATARSO: Pz: supino Op: seduto, con la mano interna fissa i Metatarsi, con la mano esterna presa a 3 dita sul Cuboide, DECOATTAZIONE, test ROT INT-EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TEST-TECNICHE CUBOIDE CUBOIDE rispetto allo SCAFOIDE: Op: supino Pz: seduto, con la mano interna fissa lo Scafoide, con la mano esterna presa sempre a 3 dita sul Cuboide, DECOATTAZIONE, test ROT INT-EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TEST-TECNICHE CUBOIDE CUBOIDE rspetto al CALCAGNO: Pz: supino Op: con la mano interna fissa il Calcagno, con la mano esterna presa sempre a 3 dita, DECOATTAZIONE, test ROT INT-EXT TECNICA: si aggiunge la RESPIRAZIONE TECNICA FUNZIONALE DIRETTA CUBOIDE BASSO Pz: prono con arto flesso del cuboide da trattare Op: in piedi di lato al malleolo peroneale, con la mano cefalica presa a FORCHETTA con il 3°-4°dito sul Calcagno, pollice sopra al Cuboide, la mano caudale blocca i Metatarsi, pollice alla base dei Metatarsi, INSPIRAZIONE TORACICA dell’Op per creare la DECOATTAZIONE tra Cuboide e Metatarsi Pz: INSPIRAZIONE Op: porta l’Avampiede in Flessione Plantare, durante l’APNEA aspetta il rilassamento dei tessuti TECNICA FUNZIONALE DIRETTA CUBOIDE ALTO Pz: stessa della precedente Op: sempre di lato, con il pollice della mano cefalica sul bordo esterno del Cuboide, con l’avambraccio della mano caudale passa sotto al piede e lo appoggia sul pollice Op: durante la CORREZIONE deve stare attento a mantenere il piede a 90° Pz: ESPIRAZIONE Lunga a Profonda Op: contemporaneamente l’Op sposta il corpo in avanti creando una spinta sul Cuboide verso la correzione, durante l’APNEA attende il rilassamento dei tessuti, poi ritorna alla posizione di partenza TIBIA ANTERIORE-FUNZIONALE INDIRETTA ASTRAGALO IN POSTERIORITA’ Pz: supino con arto teso Op: fissa la tibia al lettino con piede fuori dallo stesso, in un Tempo INSPIRATORIO porta l’Astragalo in Posteriorità portando il piede in DORSI-FLESSIONE Durante l’APNEA Decoatta l’Astragalo Nell’ESPIRAZIONE si solleva l’Astragalo e si porta il piede in FLESSIONE-PLANTARE TIBIA POSTERIORE-FUNZIONALE INDIRETTA Pz: supino con arto teso con piede fuori dal lettino Op: fissa la tibia sul lettino, in un Tempo ESPIRATORIO porta l’Astragalo in Anteriorità portando il piede in FLESSIONE PLANTARE Durante l’Apnea Decoatta l’Astragalo Nell’INSPIRAZIONE porta l’Astragalo in Posteriorità portando il piede in DORSI-FLESSIONE TIBIA ANTERIORE-TECNICA DIRETTA Pz: supino con piede fuori dal lettino ed uno spessore sotto al calcagno dell’arto da trattare Op: con la mano caudale fissa l’Astragalo e lo Decoatta leggermente, mentre con l’altra mano-cefalica va in presa sulla Tibia Porta DIRETTAMENTE la Tibia verso la Correzione in un tempo INSPIRATORIO-ESPIRATORIO (va testato) Nell’APNEA successiva attenderà il rilassamento dei tessuti TECNICA DINAMICA CAVIGLIA TECNICA MOLTO UTILE NELLE DISTORSIONI (Movimento in Inversione) SUB-ACUTE!!! Esempio Caviglia Dx… Pz: supino Op: in fondo al lettino, solita presa Caviglia e si appoggia il Piede Dx del Pz sul petto, apre esternamente l’articolazione portandola in rotazione esterna ruotando il suo busto verso Sx, riportando il busto diritto porta la caviglia in rotazione interna e flessione dorsale portando l’arto sul lettino Il Movimento è continuo-Dinamico TECNICA MENNEL Pz: Supino Op: seduto sul lettino con arto flesso del Pz cinto sul fianco e presa a COPPA sull’Astragalo-Calcagno Azione: trazione sul Calcagno e poi chiusura in movimento con l’Astragalo Da fare anche i vari gradi di movimento Ristabilisce Articolarita’ in tutti i Parametri dell’Articolazione Tibio-Tarsica TIBIA POSTERIORE-TECNICA DIRETTA Pz: supino con arto teso e supporto sotto la Tibia da trattare, con la mano cefalica blocca la Tibia sul supporto, con l’altra Decoatta leggermente l’Astragalo ed in un Tempo di INSPIRAZIONE-ESPIRAZIONE (va testata) Porta l’Astragalo direttamente in Correzione in Posteriorità e la Tibia pertanto sarà in Anteriorità Nell’APNEA successiva attenderà il rilassamento dei tessuti MUSCOLI GAMBA ESTENSORI-Tibiale Anteriore, Estensore Lungo delle dita, Estensore lungo dell’alluce TIBIALE ANTERIORE Origine: larga superficie della faccia laterale della Tibia, sulla menbrana interossea e sulla faccia crurale Inserzione: faccia plantare del 1° Cuneiforme e 1°Metatarso Azione: Estensore Innervazione: Nervo Peroneo Profondo L4-L5 PERONIERI-LUNGO E BREVE PERONEO LUNGO Origine: capsula dell’articolazione tibio-peroneale, dalla testa del perone e dalla parte prossimale del perone Inserzione: attraversa un solco tendineo del Cuboide, arriva obliquamente sul lato mediale del piede giungendo alla tuberosità del 1°Metatarso Azione: Pronazione, Eversione del piede e Flessione Plantare Innervazione: Nervo Peroneo Superficiale L5-S1 GASTROCNEMIO-SOLEO-PLANTARE SOLEO Origine: testa e dal terzo superiore e dorsale del Perone, linea del soleo e terzo mediano del margine mediale della Tibia Inserzione: col Gastrocnemio sulla superficie posteriore del Calcagno Azione: Flessione Plantare Innervazione: Nervo Tibiale L5-S1-S2 MALLEOLO PERONEALE TEST+TECNICHE TEST: es Malleolo Sx Pz: supino con calcagno in appoggio sul lettino e pianta del piede in appoggio sulla coscia dell’Op Op: blocca con la sua mano Sx la Tibia e la spinge verso il lettino come Decoattare, presa a 3 dita Malleolo ANTERIORE-POSTERIORE TECNICA in ESAGERAZIONE: Stessa presa, ma rialzo sotto la Tibia e si associa la RESPIRAZIONE che esagera ANTERIORE, dorsi-flessione piede con la coscia dell’Op ESPIRAZIONE POSTERIORE - INSPIRAZIONE TECNICHE DINAMICHE MALLEOLO ANT-POST MALLEOLO ANTERIORE Pz supino con piede fuori dal lettino, Spinta e presa Malleolo Sx con la mano Sx dell’Op, con la sua mano Dx effettua Movimenti della caviglia con la mano Dx fino al rilascio delle tensioni trovate MALLEOLO POSTERIORE Pz prono con arto da trattare in appoggio sulle gambe dell’Op, presa e spinta posteriore Malleolo e stessi movimenti della caviglia TEST-ASCOLTO-TECNICHE PERONE INSPIRAZIONE: PERONE SALE E VA IN ROTAZIONE ESTERNA E POSTERIORITA’ ESPIRAZIONE: PERONE SCENDE E VA IN ROTAZIONE INTERNA ED ANTERIORITA’ ASCOLTO FASCIALE: Se sale di più problema ginocchio?? Se scende di più problema caviglia?? TEST PRIMARIETA’ ARTI INFERIORI INDIAN-TEST Pz: in piedi, gli si chiede di piegarsi sulle ginocchia tenendo i talloni appoggiati al suolo portando nel piegamento le braccia all’interno delle gambe VALUTARE VISIVAMENTE QUALE ARTICOLAZIONE SI FLETTE MENO CAVIGLIA-GINOCCHIO-ANCA MENISCHI Ginocchio Dx POPLITEO Origine: EPICONDILO LATERALE DEL FEMORE Inserzione: FACCIA POSTERIORE DELLA TIBIA Azione: FLESSIONE ARTICOLAZIONE GINOCCHIO E ROTAZIONE INT Innervazione: NERVO TIBIALE L4-S1 MENBRANA INTEROSSEA E’ una robusta Menbrana Fibrosa che è tesa tra le Creste Interossee della Tibia e del Perone Al suo interno passano Vasi e Nervi TEST-TECNICHE ESAGERAZIONE FUNZIONALE Pz: supino con supporto sotto la coscia Op: in piedi presa con le 2 mani una sul Femore e l’altra sulla Tibia, DECOATTAZIONE TIBIA ANTERIORE - ROTAZIONE ESTERNA - INSP TIBIA POSTERIORE - ROTAZIONE INTERNA - ESP ADDUZIONE - SLITTAMENTO ESTERNO ABDUZIONE - SLITTAMENTO INTERNO Per la Correzione si associa la RESPIRAZIONE SOMMATORIA DISFUNZIONI ABD-SCIVOLAMENTO INTERNO-ROT EXT-ANTINSPIRAZIONE ADD-SCIVOLAMENTO ESTERNO-ROT INT-POSTESPIRAZIONE TEST-TECNICHE ROTULA Pz: supino con arti distesi Op: a lato, presa pollice-indice delle 2 mani e SOLLEVAMENTO-DECOATTAZIONE Rotula ALTO - ESTERNO - INSPIRAZIONE BASSO - INTERNO - ESPIRAZIONE RIFLESSIONI sui MENISCHI - I MENISCHI OBBEDISCONO AI MOVIMENTI DEI CONDILI - ARRETRANO DURANTE LA FLESSIONE DEL GINOCCHIO - AVANZANO DURANTE L’ESTENSIONE - DURANTE LA ROTAZIONE INTERNA QUELLO MEDIALE AVANZA E QUELLO ESTERNO ARRETRA - L’OPPOSTO NELLA ROTAZIONE ESTERNA LEGAMENTI DELL’ANCA SUPERFICIE ANTERIORE 1) LEGAMENTO ILEO FEMORALE DI BERTIN 2) LEGAMENTO PUBO FEMORALE LEGAMENTI DELL’ANCA - SUPERFICIE POSTERIORE 3) LEGAMENTO ISCHIO FEMORALE Tecniche FUNZIONALI ANCHE Disfunzioni PRIMARIE a livello della TESTA DEL FEMORE…. (Coxo-Femorale) Le SECONDARIE influenzate da tensioni Viscerali, Muscolari o Posturali Ascendenti Si Associa: - ROTAZIONE INTERNA(Anteriorità) con ADDUZIONE (ADD) - ROTAZIONE ESTERNA(Posteriorità) con ABDUZIONE (ABD) TEST • ARTO TESO con Pz Supino più sull’Anca in generale • ROTAZIONI INT-EXT e ADDUZIONE-ABDUZIONE • ARTO FLESSO sempre con Pz supino con Decoattazione con la mano sotto il cavo popliteo ROTAZIONI • TEST PSOAS e PIRIFORME • TEST DI ADDUZIONE-ABDUZIONE sulla TESTA impalmando la coscia il più vicino possibile alla Testa e movimenti: - ALTO/DIETRO ABD - AVANTI/BASSO ADD TEST ADD-ABD Pz: Supino Op: dal lato della Testa del Femore da testare, presa e contatto con le 2 mani in profondità tra inguine e gran trocantere Az: in obliqio-alto portare la testa in ABD verso l’iliaca in obliquo-basso portare la testa verso il piccolo trocantere TEST ABD+ROT EXT - Arto Flesso, mano cefalica prende appoggio anteriormente sul ginocchio, mano caudale impugna il calcagno, l’Op fa una Rotazione Ext automaticamente eseguo una Abd per TESTARE ADD-ROT INTERNA - Movimento molto leggero, se facendo questo movimento l’Op sente che il ginocchio va in ABD e ROT EXT, vuol dire che non ci sono problemi, invece se sente che la gamba tende a frenare vuol dire che la testa è in ADD+ROT INTERNA (quando porta l’Anca in Abd se non va significa che avrà una barriera legamentosa che impedisce alla TESTA di scivolare verso l’Abd ed in sostanza la Disfunzione si nomina dalla parte dove si ha meno movimento). TEST ADD+ROT INT: - l’Op porta il femore in Rotazione Interna e poi Adduzione - Se il Movimento risulta frenato significa che la DISFUNZIONE è in ABDUZIONE+ROT EXT TECNICHE FUNZIONALI ANCHE ANCA DX in ADB-ROT EXT: Pz: seduto sul lettino con la gamba Dx incrociata sulla Sx e con la sua mano Sx tiene ferma la gamba Dx impalmando la tibia, e la sua mano Dx impugna la sua spalla Sx Op: dietro al Pz ed impugna il braccio Dx del Pz e prende appoggio sul ginocchio Dx, inizialmente sposta il Pz sull’Ischio Dx durante l’Inspirazione, durante l’Espirazione lo comincia a ruotare verso Sx mantenendo punto fisso sul Ginocchio Dx spostandolo lentamente sull’Ischio di Sx ( facendo così scivolare la testa in ADD…) ANCA DX in ADD+ROT INTERNA Pz: seduto con Gamba Dx incrociata, mani incrociate sulle spalle Op: Davanti al Pz e con il suo Bacino blocca la Gamba Dx del Pz, con la mano Sx va a prendere appoggio sul femore Dx e con la mano Dx va a prendere appoggio a livello Inguinale, con la mano Dx Decoatta e porta in Posteriorità la Testa del Femore, con la mano Sx spinge l’Asse del Femore in Posteriorità, il Pz RUOTA verso Dx portando la Testa in ABD+ROT EXT durante la Fase Espiratoria TECNICHE DETENSIVE TECNICA detensiva Coxo-Femorale Pz: supino sul lettino con arto flesso a 90° appoggiato sulla spalla dell’op. Op: seduto sul lettino dal lato della Coxa da trattare e con le mani intrecciate trazione sul femore nel decoattare l’articolazione e sucessivamente mobilizzazione sui gradi possibili dell’articolazione con l’aiuto del proprio corpo. TECNICA Detensiva tra la coxa e la sacro-Iliaca Pz: supino con arto flesso Sx con piede in appoggio sul lettino. Op: mano Dx punto fisso sulla Sias Sx e con il braccio Sx e con la mano Sx con presa sul calcagno, e l’ascella sul ginocchio, trazione nel decoattare e aspettare il rilassamento dei tessuti. TECNICA detensiva Sacroiliaca Pz: supino. Op: Mano Dx che si posiziona con i polpastrelli sui legamenti sacro-iliaci e si posiziona il ginocchio del Pz sotto l’ascella e testa la densità dei legamenti con una manovra a pistone e poi inizia la mobilizzazione sui vari gradi dell’articolazione e quando si riscontra una resistenza si rimane lì e si insiste nell’aspettare il rilassamento. MUSCOLI ILEO-PSOAS: E’ formato da 2 distinte porzioni, il muscolo grande psoas e muscolo iliaco! PSOAS: fusiforme Origine: mediante una serie di arcate fibrose dalle facce lat dei corpi vertebrali di D12-L1-L2-L3-L4, dai dischi intervertebrali interposti e dalla base dei processi trasversi delle prime 4 vertebre lombari Decorso: si porta in basso e lateralmente, attraversa le regioni lombare e iliaca, esce dal bacino passando sotto il leg inguinale, tra la sias l’eminenza ileopettinea Inserzione: piccolo trocantere ILEO-PSOAS ILIACO: forma di ventaglio ORIGINE: labbro interno della cresta iliaca, dalle 2 spine iliache ant e dall’incisura fra esse interposta, dai 2/3 della fossa iliaca, dal legamento ileolombare e dalla porzione laterale dell’ala del sacro DECORSO: i fasci convergono inferiormente e terminano fondendosi in parte con quelli dello psoas INSERZIONE: piccolo trocantere INNERVAZIONE: rami plesso lombare e dal nervo femorale (L1-L4) AZIONE: flessore coscia-tronco e starter deambulazione, flessore laterale colonna e rotatore ext anca TECNICA detensiva Ileopsoas TEST: flettere un arto del pz e valutare cosa avviene sull’altro disteso. Se si solleva vuol dire retrazione ileopsoas e si faranno le tecniche Pz: supino con arto flesso a 90° fuori dal lettino del lato dello psoas retratto e l’altro flesso verso il busto Op: mano sul ginocchio dello psoas da trattare del pz e altra mano in asclto sulla sias opposta, poi dopo aver trovato la giusta tensione dei tessuti si controbilancia la contrazione isometrica di 5 sec dell’arto fuori dal lettino, poi si aspetta il rilassamento dei tessuti, guadagno in lunghezza, ripetere più volte fino al cedimento dei tessuti e la tecnica sarà finita quando la risposta tessutale sulla sacro-iliaca opposta sarà nulla. TECNICA detensiva Psoas Da utilizzare principalmente in retrazioni molto forti. Pz: supino con arti flessi a 90° Op: chiede al pz di sollevare il ginocchio verso l’alto e va a reperire il ventre dello psoas, una volta trovato comincia a fare delle piccole vibrazioni in sintonia con la respirazione (Espirazione) VARIANTE: con presa sul ventre si fanno delle circonduzioni con tutto l’arto flesso per liberare meglio le fibre PIRIFORME PIRIFORME Appiattito, triangolare e situato in parte all’interno e in parte all’esterno delle pelvi Origine: faccia ant osso sacro, lat al 2°-3°-4° foro sacrale ant, dal leg sarotuberoso e dalla circonferenza sup dellagrande incisura ischiatica Decorso: i fasci si dirigono lat e in fuori, escono dal bacino attraverso il grande forame ischiatico Inserzione: estremita’ sup gran trocantere Innervazione: ramo collaterale del plesso sacrale nervo ischiatico L5-S1-(S2) Azione: stabilizzante sull’articolazione coxofemorale, in stazione eretta extrarotatore ed abduttore anca e partecipa alla retroversione del bacino PIRIFORME-MUSCOLI PELVICI TECNICA detensiva Piriforme TEST: con il Pz supino si porta l’anca in intrarotazione, verificare lo stesso movimento con Pz prono ed arto sempre flesso a 90° Pz: supino con arto flesso a 90° Op: stessa presa sui legamenti della sacro-iliaca e con l’altra mano presa sul bordo del lettino opposto, messa in tensione dei tessuti portando l’arto flesso in adduzzione, poi contrazione isometrica di 5 sec verso il petto dell‘Op dove è appoggiato il ginocchio del pz, rilassamento dei tessuti, guadagno in lunghezza, ripetere piu’ volte fino al cedimento dei tessuti TECNICA detensiva Piriforme Pz: prono con arto flesso a 90° Op: Es Dx; mano Dx sul bordo esterno del sacro e con l’altra mano in presa su tutta la lunghezza della gamba, messa in tensione del muscolo, contrazione isometrica per 5 sec, rilassamento dei tessuti, guadagno in lunghezza, ripetere più volte fino al cedimento dei tessuti. QUADRATO DEI LOMBI TECNICA Detensiva Quadrata dei Lombi • • • • • • TECNICA Detensiva Quadrata dei Lombi 1° FASE Pz: prono con arto del lato da trattare incrociato sopra all’altro piede, oppure arti appoggiati su di un cuscino Op: lato opposto del lato da trattare; Es lato DX mano Sx Op presa sulla Cresta Iliaca Dx del Pz e l’altra mano presa sulle ultime coste Nelle fase Espiratoria del Pz pompages in modo da allontanare le due mani e l’Op aspetta il cedimento dei tessuti Come per allungare 2° FASE Mano Dx Op presa sotto la Sias Dx e mano Sx contrappoggio ultime coste, sollevare la Sias sempre in un tempo Espiratorio come per allungare, l’Op aspetta il cedimento dei tessuti INSERZIONE: K12 e dai Processi Costiformi delle Vertebre Lombari 1°-3°-4° ORIGINE: Labbro Interno cresta Iliaca 2 STRATI: Uno VENTRALE va sulla K12 Uno DORSALE va sui Processi Costiformi AZIONE: Abbassa la K12 ed Inclina il Busto
© Copyright 2024 Paperzz