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Innovazione e Sostenibilità
Osservatorio Innovazione e Sostenibilità
Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 40/2014
a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil
I commenti della settimana
Legislazione - Consiglio europeo su energia e clima a Bruxelles: le decisioni lasciano un po’ di amaro in bocca. Infatti,
se da un lato è stato confermato il taglio del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, dall’altro però
sia l'obiettivo del 27% di rinnovabili sui consumi finali che quello del 27% di riduzione dei consumi rispetto allo
scenario tendenziale, appaiono assai poco ambiziosi.
Ambiente - Riqualificazione ambientale e bonifica siti inquinati sono i temi su cui confluiscono le modifiche più
rilevanti del Decreto Sblocca Italia: mancano 10 giorni alla scadenza del termine per convertire il Decreto approvato lo
scorso 12 settembre
Risparmio energetico - Sta iniziando l’iter per l’approvazione del ddl di Stabilità 2015. Tra le misure del
provvedimento, che approderà in questi giorni all’esame della Commissione Bilancio della Camera, c’è la proroga delle
detrazioni del 65% e 50%. La misura, pensata per sostenere i consumi, potrebbe però essere sterilizzata dal
raddoppio della ritenuta d’acconto applicata dalle banche ai bonifici per pagare i lavori.
Rinnovabili - Spalma incentivi fotovoltaico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 ottobre 2014.Un provvedimento
che, minando il principio di certezza del diritto e di affidamento delle imprese verso lo Stato, è destinato a produrre
una serie di ricorsi e che con ogni probabilità porterà ben pochi effetti concreti in termini di riduzione delle bollette
elettriche.
Innovazione materiali e componenti - Per facilitare la produzione di facciate fotovoltaiche su misura e in modo
automatizzato, attraverso un apposito software di progettazione, l'UE sta finanziando da alcuni mesi il progetto
SmartFlex e di recente è stata appena completata una linea di produzione per fabbricare pannelli solari progettati
individualmente.
Le notizie della settimana
News nazionali:
Legislazione:
Ambiente:
Rinnovabili:
Materiali e tecnologie
innovative:
Rapporti e studi:
Eventi:
Estero:
News dai territori:
Regione Emilia Romagna:
1
2
politiche [email protected]
[email protected]
Legge di Stabilità 2015, più vicina la proroga delle detrazioni 65% e 50%
Sblocca Italia al momento decisivo, le novità in materia ambientale;
Consiglio Ue: per FER ed efficienza nuovo target al 27% al 2030 ma non vincolante
per gli Stati;
Clima: le politiche di adattamento entrano nell'agenda dei paesi Ue, l'Italia indietro
Spalma incentivi fotovoltaico, dal GSE le tabelle dei fattori moltiplicativi
SmartFlex, sistema automatico per moduli fotovoltaici su misura
Rapporto GWEC e Greenpeace International:Entro il 2030 l'energia eolica potrebbe
produrre il 20% di elettricità;
Sicurezza approvvigionamento energetico in Europa, “insufficienti le misure
adottate dall'UE”;
Documento di consultazione dell'Aeegsi per definire il pagamento degli oneri di
sistema per l’energia auto consumata;
Da Legambiente il rapporto ‘Ecosistema Urbano’ 2014;
Sistema a Cappotto, mercato di 21,3 milioni di mq al 2018;
Tutto sulle imprese green, sondaggio Fondazione Sviluppo Sostenibile e CNGE per
Stati Generali Green Economy;
Smart Cities italiane, da gennaio 2015 online la Piattaforma Anci
SAIE rinasce dai 50anni con un'edizione da record
Philippe Starck e Riko firmano 34 case prefabbricate sostenibili. In Francia nasce il
progetto PATH, Prefabricated Accessible Technological Homes
Impianti termici, il nuovo Libretto
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News nazionali:
Legislazione: Legge di Stabilità 2015, più vicina la proroga delle detrazioni 65% e 50%
27/10/2014 - Sta iniziando l’iter per l’approvazione del ddl di Stabilità 2015. Tra le misure del provvedimento, che
approderà in questi giorni all’esame della Commissione Bilancio della Camera, c’è la proroga delle detrazioni del 65% e
50%. La misura, pensata per sostenere i consumi, potrebbe però essere sterilizzata dal raddoppio della ritenuta
d’acconto applicata dalle banche ai bonifici per pagare i lavori.
Ecobonus
Il testo proroga per tutto il 2015 le attuali condizioni per usufruire dell’Ecobonus. È infatti prevista una detrazione del
65%, da suddividere in 10 quote annuali di pari importo, per le spese sostenute nel 2015 per interventi di
riqualificazione energetica degli edifici, fino ad un ammontare di 96 mila euro per unità immobiliare.
Senza la proroga, nel 2015 la detrazione fiscale sarebbe scesa al 50% nel 2015. Gli interventi di efficientamento sulle
parti comuni dei condomìni avrebbero invece usufruito della detrazione del 65% fino al 30 giugno 2015 e del bonus al
50% dal 1 luglio al 31 dicembre 2015. Con la novità introdotta dalla Legge di Stabilità, invece, tutti i lavori sulle
singole abitazioni o sulle parti comuni effettuati nel 2015 saranno agevolati al 65%. Se non interverranno altre
proroghe, dal 2016 gli interventi potranno usufruire della detrazione del 36%
Detrazione ristrutturazioni e Bonus Mobili
La norma estende al 2015 la detrazione fiscale del 50% per gli interventi di ristrutturazione fino ad un tetto di spesa di
96 mila euro e l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
Anche in questo caso, senza la proroga, il bonus riconosciuto ai lavori di ristrutturazione sarebbe sceso al 40% nel
2015, per tornare al 36% nel 2016. All’acquisto di mobili ed elettrodomestici, abbinato agli interventi di
ristrutturazione, non sarebbe invece spettata nessuna agevolazione fiscale.
Effetti sulle entrate
Come emerge dalla relazione tecnica, per gli interventi di efficientamento energetico sarà pari a 4,5 miliardi. L’effetto
sarà una riduzione dell’Irpef pari a 115,9 milioni, cui faranno fronte un aumento dell’Iva di 22,7 milioni e delle imposte
pagate dalle imprese pari a 68,2 milioni.
Per le ristrutturazioni la maggiore spesa si attesterà sui 18,5 miliardi. Ciò significa che a fronte di una riduzione di 259
milioni dell’Irpef pagata dai contribuenti, ci sarà un aumento di 420,5 milioni di Iva versata e di 168 milioni di imposte
pagate dalle imprese sui maggiori guadagni. La spesa per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici sarà pari a un
miliardo. Lo Stato incasserà 18 milioni di Iva e 12,3 milioni come imposte da parte delle imprese.
Ritenuta d’acconto all’8%
Il disegno di legge eleva dal 4% all’8% la ritenuta d’acconto trattenuta dalle banche sui bonifici per il pagamento degli
interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici che beneficiano delle detrazioni del 65% e del
50%. Come si legge nella relazione tecnica, la misura nel 2015 dovrebbe comportare maggiori entrate per 920 milioni
di euro. La proposta è stata però giudicata insostenibile da UNICMI, l’Unione delle Industrie delle Costruzioni
Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti. Ripercorrendo l’iter della disposizione, UNICMI ha ricordato che la ritenuta
d’acconto è stata introdotta dal DL 78/2010 con un duplice obiettivo: fare cassa e monitorare le entrate delle imprese
che effettuavano i lavori di riqualificazione agevolati con le detrazioni fiscali. Inizialmente, la percentuale della ritenuta
era stata fissata al 10%, ma su pressione degli addetti ai lavori era passata al 4%, cioè a un livello considerato
maggiormente sostenibile, che avrebbe evitato il drenaggio di liquidità delle imprese, già gravate dalla crisi.
Fonte: Paola Mammarella, sito internet edilportale
Ambiente: Sblocca Italia al momento decisivo, le novità in materia ambientale
28/10/2014. Riqualificazione ambientale e bonifica siti inquinati sono i temi su cui confluiscono le modifiche più
rilevanti. È il giorno della fiducia definitiva sul Decreto Sblocca Italia: mancano infatti poco più di 10 giorni alla
scadenza del termine per convertire il Decreto approvato lo scorso 12 settembre (Decreto Legge 133/2014), il tempo
scorre e non ne rimane tanto. Ma quali sono le modifiche intercorse rispetto al testo iniziale dopo oltre un mese di
lavoro alacre delle commissioni? Ecco, in rapida sintesi, i cambiamenti effettuati in materia ambientale.
Il comma 1 dell'articolo 7 introduce una serie di modifiche al cd. Codice dell'Ambiente (D.Lgs. 152/2006) in materia di
gestione delle risorse idriche al fine, tra l'altro, di prevedere l'obbligatorietà della partecipazione degli enti locali agli
enti d'ambito e di garantire che in tutti gli ambiti territoriali il servizio idrico sia affidato a gestori unici. Altre
disposizioni contenute nell'articolo 7 riguardano l'utilizzo delle risorse finalizzate alla mitigazione del rischio
idrogeologico e la realizzazione degli interventi di adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione.
L'articolo 33 prevede l'adozione di interventi di riqualificazione ambientale e urbana in aree territoriali di rilevante
interesse nazionale e specifiche disposizione finalizzate a procedere ad interventi di bonifica ambientale e
rigenerazione urbana nel comprensorio Bagnoli – Coroglio, al quale viene riconosciuta la caratteristica di area di
rilevante interesse nazionale dal decreto.
L'articolo 34 del testo interviene invece in materia di bonifica e messa in sicurezza di siti contaminati. Il seguente
articolo 35 contiene, dall'altro lato, una importante sequenza di disposizioni finalizzate alla realizzazione di un sistema
adeguato ed integrato di gestione dei rifiuti urbani attraverso l’individuazione della capacità complessiva di trattamento
dei rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento esistenti o autorizzati, a livello nazionale, con l'indicazione
della capacità di ciascun impianto e gli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati
per coprire il fabbisogno residuo.
Fonte: sito internet edilizia e urbanistica
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Ambiente: Consiglio Ue: per FER ed efficienza nuovo target al 27% al 2030 ma non vincolante per gli Stati
24/10/2014. Riduzione interna delle emissioni di CO2 del 40%, vincolante per gli Stati membri; aumento al 27% per le
rinnovabili, vincolante solo a livello comunitario; incremento al 27% dell’efficienza energetica (sempre rispetto al
1990) come obiettivo indicativo.
Sono questi i tre target comunitari al 2030 concordati ieri dai 28 paesi dell'Unione Europea riuniti in occasione del
Consiglio europeo su energia e clima a Bruxelles.
VINCOLANTE SOLO IL TARGET SULLE EMISSIONI. Il comunicato diramato a seguito dell'accordo precisa che i due
obiettivi su rinnovabili ed efficienza energetica «saranno raggiunti nel pieno rispetto della libertà degli Stati membri di
decidere il loro mix energetico. Non saranno tradotti in obiettivi vincolanti a livello nazionale». Vincolante è solo il
target del taglio del 40% al 2030 delle emissioni di anidride carbonica.
CONSEGUENZE PER L'ITALIA. Un risultato che Livio de Santoli, presidente AiCARR, non ha timore di definire deludente
sia per la cornice all'interno della quale si è svolto il vertice, la presidenza Italiana dell'UE, sia per le reali conseguenze
che rappresenterà per il nostro Paese: un rallentamento verso la transizione al nuovo modello energetico dovuto ad un
perdurare di uan politica "fossile".
ASSORINNOVABILI: SI POTEVA FARE MOLTO MEGLIO. «L’impressione è che i Capi di Governo dell’Unione Europea si
siano limitati al “compitino”, rimanendo sordi agli inviti di maggior coraggio che fino all’ultimo sono arrivati dal settore
della green economy e perdendo lo slancio “rivoluzionario” che aveva caratterizzato il pacchetto “20-20-20”»,
commenta assoRinnovabili, che dà un voto di 5 (su 10) alla decisione assunta dal Consiglio Europeo nella “due giorni”
di Bruxelles appena conclusa.
«Pur apprezzando in parte il lavoro svolto - commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente dell’associazione – ritengo
si potesse e dovesse fare di più. assoRinnovabili aveva chiesto in più occasioni che l’obiettivo per le rinnovabili non
fosse inferiore al 30%, considerando i tanti vantaggi che la produzione di energia verde ha saputo offrire e offrirà al
nostro Paese in termini di emissioni evitate di CO2, minori danni alla salute dei cittadini, incremento di PIL e
occupazione. La stessa Commissione ha stimato che con un obiettivo per le rinnovabili al 30% si potrebbero avere al
2030 fino a 1.300.000 posti di lavoro in più in Europa, mentre con un obiettivo limitato al 27% se ne avrebbero solo
700.000: perché rinunciare a 600.000 occupati? Senza trascurare inoltre l’aspetto strategico che le rinnovabili possono
rivestire in termini di security of supply per l’Unione Europea, fattore particolarmente rilevante in seguito ai recenti
sviluppi geopolitici, sia a Est che a Sud dell’Unione Europea.»
«Ci auguriamo – conclude Re Rebaudengo – che, nel processo di codecisione, il Parlamento Europeo possa ancora
correggere la volontà espressa dal Consiglio e che l’Unione Europea continui a mantenere il ruolo di leader globale
nella lotta ai cambiamenti climatici, preparando il terreno per il successo della Conferenza sul Clima di Parigi 2015».
LEGAMBIENTE: SPRECATA UNA GRANDE OCCASIONE. «Una grande occasione sprecata. L’Italia si è limitata a svolgere
un ruolo semplicemente notarile di presidente di turno dell'Unione europea cedendo alla minacce di veto britanniche e
polacche. Il nostro governo ha mostrato la sua scarsa capacità di leadership e volontà politica di investire nello
sviluppo di un'economia europea a basse emissioni di carbonio cedendo alla lobby del fossile», ha dichiarato il
presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
L'Associazione ambientalista osserva che «il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici
concordati oggi dal Consiglio Europeo - come dimostrano diverse analisi indipendenti - non è coerente con la traiettoria
di riduzione delle emissioni di almeno il 95% al 2050, la sola in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del
pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2°C».
LA PAROLA PASSA ORA ALLA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA. «Siamo solo all’inizio della partita – ha aggiunto
Cogliati Dezza -. Nei prossimi mesi la nuova Commissione Juncker dovrà predisporre il pacchetto di proposte legislative
su cui Consiglio e Parlamento dovranno poi raggiungere un accordo. Legambiente - insieme ai principali network ed
associazioni europei - si impegnerà con forza affinché il Parlamento costringa il Consiglio ad approvare un ambizioso
pacchetto legislativo, che includa un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra che vada ben oltre il 40%, noi
proponiamo il 55%; escluda l’utilizzo di crediti internazionali per il raggiungimento di questo obiettivo perché oggi il
75% dei crediti esterni UE è realizzato in Russia, Ucraina e Cina, penalizzando gli investimenti domestici nelle
tecnologie pulite; includa un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica che vada ben oltre il 27% (noi proponiamo
il 40%) e aumenti l’ambizione dell’obiettivo per le rinnovabili, noi proponiamo il 45%».
Fonte: sito internet casa e clima
Ambiente: Clima: le politiche di adattamento entrano nell'agenda dei paesi Ue, l'Italia indietro
20/10/14. Le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sono entrate nell'agenda della maggior parte dei paesi
europei.L'agenzia europea dell' ambiente (EEA) in un suo nuovo Rapporto ha analizzato quello che stanno facendo i
paesi dell' Ue per fare fronte al ripetersi sempre più frequente di fenomeni atmosferici estremi.
Dal Rapporto, elaborato sulle risposte fornite su base volontaria dai singoli paesi, emerge che le azioni concrete per
adattarsi al clima che cambia restano ancora ad una fase iniziale nel maggior parte dei casi. Sono 21 i paesi, sui 30
analizzati, che hanno strategie nazionali, ma finora soltanto 13 di questi paesi stanno già attuando politiche di
adattamento. L' Italia, con altri otto paesi per il momento non ha ancora una strategia.Dall' indagine emerge che lo
strumento di adattamento più utilizzato è l' informazione e l' allerta, mentre la gestione delle acque risulta essere l'
azione prioritaria nelle politiche di adattamento.
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I paesi interpellati dall' Agenzia Europea per l' Ambiente indicano come ostacoli alle politiche di adattamento la
mancanza di risorse e di tecnologie ed anche le incertezze sulla portata futura dei cambiamenti climatici e le
responsabilità poco chiare. "Questa è la prima volta che gli sforzi di adattamento dei paesi europei sono stati analizzati
globalmente -- ha osservato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'AEA- l'attenzione è spesso concentrata sugli
sforzi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e, certamente, per una buona ragione. Ma l'adattamento è
inevitabile, quindi è positivo che ora ci sia un'attenzione politica su questo tema in tutta Europa. Molti paesi, però
hanno ora bisogno di trasformare i piani in azione".
Nonostante tutte le difficoltà, la metà dei paesi hanno segnalato una volontà elevata o molto elevata di sviluppare
politiche a livello nazionale. Questa volontà può anche essere collegata ad una crescente consapevolezza del
cambiamento climatico, che è aumentato nel corso degli ultimi cinque anni in due terzi dei paesi interessati. Nel
rapporto dell'EEA si possono consultare le strategie di adattamento adottate finora, utili per indirizzare i prossimi passi
dei paesi che sono rimasti indietro.
Fonte; sito internet fondazione sviluppo sostenibile
Rinnovabili: Spalma incentivi fotovoltaico, dal GSE le tabelle dei fattori moltiplicativi
27/10/2014. Sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì 24 ottobre 2014, è stato pubblicato il Decreto del Ministero dello
Sviluppo Economico del 17 ottobre 2014, recante le percentuali di rimodulazione degli incentivi spettanti agli impianti
fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW, in attuazione dell'articolo 26, comma 3, lettera b), della Legge
“Competitività” n. 116/14.
A seguito della pubblicazione del provvedimento in G.U., il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) rende disponibili le
tabelle dei fattori moltiplicativi (1- Xi) determinati in funzione del periodo residuo di diritto agli incentivi (espresso in
anni e mesi approssimati per difetto, calcolati a decorrere dal 31 dicembre 2014), da applicare per il calcolo
dell’incentivo rimodulato, spettante a partire dal 1° gennaio 2015.
Fonte: sito internet casa e clima
Materiali e tecnologie innovative: SmartFlex, sistema automatico per moduli fotovoltaici su misura
28/10/2014. Per facilitare la produzione di facciate fotovoltaiche su misura e in modo automatizzato, attraverso un
apposito software di progettazione, l'UE sta finanziando da alcuni mesi il progetto SmartFlex e di recente è stata
appena completata una linea di produzione per fabbricare pannelli solari progettati individualmente. Questo potrebbe
aprire la porta alla personalizzazione efficace in termini di costi di edifici con capacità integrate di produrre energia
solare.
Grazie a un intuitivo software di progettazione - spiega Paul Grunow, direttore dell'Istituto Fotovoltaico di Berlino (PI
Berlin) - in futuro gli architetti potranno configurare i moduli fotovoltaici a misura di edificio. Gli elementi dei moduli in
vetro ad esempio potranno essere rotondi o triangolari. Ciò che rende unico il progetto è il fatto che il processo di
produzione di questi straordinari elementi fotovoltaici è in ampia misura automatizzato. Un approccio completamente
nuovo, in quanto finora solo i moduli standard sono destinati alla produzione di massa, mentre i prodotti fotovoltaici su
misura sono realizzati con faticoso lavoro manuale. SmartFlex mira a una produzione in serie estremamente versatile e
intelligente, che renda redditizi anche gli elementi fotovoltaici realizzati su misura.
FABBRICA ALIMENTATA AL 100% DA RINNOVABILI. Ubicata a Vilnius (Lituania), la fabbrica completata di recente
possiede una capacità produttiva di 50 megawatt (MW) ed è alimentata usando il 100% di energia rinnovabile. Sono
stati integrati dei metodi di produzione innovativi che comprendono la termosaldatura, che garantisce una lunga
durata ai moduli cristallini. Un totale di 37 milioni di euro è stato investito nella costruzione della linea di produzione
della cella FV e del modulo.
Molti elementi fotovoltaici per edifici sono giù stati installati e vengono monitorati su un edificio test del progetto in
Lituania. Sono stati utilizzati tra 100 e 150 moduli di diverse dimensioni, che formano una facciata solare totale di circa
200 m². L'edificio verrà collegato alla rete entro la fine del 2015.
FUTURO E NUMERI. Ricordiamo che i pannelli solari hanno il potenziale di soddisfare fino al 15 % della domanda
dell'UE di elettricità entro il 2030, e sulla base delle attuali tendenze di mercato, il fotovoltaico potrebbe soddisfare il 7
% della domanda di energia elettrica dell'UE nel 2020. Inoltre, i moduli fotovoltaici possono essere riciclati e i materiali
riutilizzati. SMARTFLEX sta dimostrando che i sistemi fotovoltaici integrati negli edifici (BIPV - building-integrated
photovoltaics) possono essere ottenuti in un modo efficace in termini di costi e attento al design.
FINANZIAMENTO. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di 2,9 milioni di euro nell'ambito del settimo programma
quadro per la ricerca e l'innovazione dell'Unione europea.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Rapporto GWEC e Greenpeace International:Entro il 2030 l'energia eolica potrebbe produrre il 20%
di elettricità
30/10/2014. Greenpeace International e Global Wind Energy Council (GWEC) hanno pubblicato lo studio biennale
Global Wind Energy Outlook 2014 dedicato alla situazione del settore eolico e alle prospettive future.
Le previsioni evidenziano che, dopo qualche anno difficile, entro la fine del 2030, nell’ipotesi più ottimistica tra le tre
presentate, l’eolico potrebbe crescere di circa sette volte, arrivando a soddisfare quasi il 20% della domanda di energia
elettrica e raggiungendo un totale di più di 2.000 GW.
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Alla fine del 2013 l’eolico ha segnato una capacità totale installata di 318 GW, fornendo attorno al 3% di eneregia
elettrica mondiale e, sottolinea lo studio, la crescita del settore negli ultimi anni è stata piatta - circa 40 gigawatt
all'anno - a causa della crisi economica, la bassa crescita nei paesi ricchi, e l'instabilità politica. Per l’anno in corso si
prevede un incremento di altri 45 GW, in futuro le installazioni potrebbero arrivare a un massimo di 90 GW, secondo il
più ottimistico dei 3 scenari presentati nello Sudio, che ipotizzano politiche moderate o più spinte proiettate negli anni
2020, 2030, 2050.
Sono diversi i segnali incoraggianti: il mercato eolico cinese ha registrato una forte crescita lo scorso anno e ha un
grande potenziale. Il mercato statunitense è in ripresa. L’India, che ha un disperato bisogno di più energia elettrica,
sta cominciando a guardare al vento. Secondo il Rapporto, le zone in cui il settore crescerà maggiormente sono Brasile
in cui sono previsti quasi 4 GW di installazioni eoliche nel solo 2014, Messico, che grazie alla recente riforma
energetica potrebbe diventare un mercato da 2 GW l’anno e Sud Africa, che sta vivendo un periodo di sviluppo e
potrebbe diventare il primo paese per la crescita dell’eolico in tutto il continente africano.
Steve Sawyer, CEO di GWEC, ha sottolineato: "L'energia eolica è diventata l'opzione meno costosa ed i prezzi
continuano a scendere. Data l'urgenza di ridurre le emissioni di CO2 e la continua dipendenza dai combustibili fossili
importati, è assicurato il ruolo centrale dell’energia eolica per il futuro approvvigionamento energetico del mondo."
Fonte sito internet infobuild energia
Rapporti e studi: Sicurezza approvvigionamento energetico in Europa, “insufficienti le misure adottate dall'UE”
29/10/2014. Nel 2014, come nel 2013, i mercati europei dell'elettricità e del gas rimangono molto instabili in
particolare a causa dei prezzi negativi dell'energia elettrica sul mercato all’ingrosso. Per affrontare questa situazione, la
Commissione Europea ha definito nuovi obiettivi e regole che restano insufficienti a ripristinare la stabilità e la
sostenibilità dei mercati.
La sicurezza per l’approvvigionamento di energia elettrica è minacciata in alcuni Paesi europei, con ancora più nazioni
a rischio nel 2015. Inoltre, se il contesto geopolitico tra Russia e Unione Europea dovesse rimanere teso, i rischi di
approvvigionamento continueranno a essere elevati. Nonostante questo difficile contesto, la situazione finanziaria della
maggior parte delle Utilities si è stabilizzata.
Questo il quadro descritto nel 16° rapporto dell'Osservatorio Europeo sul Mercato Energetico (EEMO), pubblicato da
Capgemini, uno dei più importanti fornitori mondiali di servizi di consulenza, tecnologia e outsourcing, in collaborazione
con il team di ricerca Natixis, CMS Bureau Francis Lefebvre e VaasaETT.
SONO NECESSARI E URGENTI RAPIDI E PROFONDI CAMBIAMENTI ALLE NORMATIVE EUROPEE DEI MERCATI
DELL'ENERGIA ELETTRICA. La Commissione Europea sembra aver capito la necessità di attuare delle riforme e ha
deciso di modificare la propria politica energetica. Infatti, il 23 ottobre 2014, ha stabilito che solo il principale obiettivo
di una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (rispetto al 1990) sarà distribuito sugli
Stati membri. A livello di Unione Europea, la quota di energie rinnovabili nel mix energetico rappresenterà il 27% nel
2030 contro il 14,1% del 2012, ed è previsto un guadagno di efficienza energetica del 27% rispetto alle proiezioni del
2005. Gli ultimi due obiettivi sono secondari perché non sono legalmente vincolanti per gli Stati membri. Tuttavia,
sono necessarie misure più drastiche, e la neo eletta Commissione europea dovrebbe stabilire nuove regole di
mercato.
Antonio Barile, Vice President Energy and Utilities di Capgemini Italia, dichiara: "Stabilendo questi nuovi obiettivi, la
Commissione Europea sta reagendo agli attuali insuccessi del mercato. Tuttavia, gli effetti non si percepiranno per
diversi anni. Senza cambiamenti rapidi e profondi, potrebbero registrarsi ancora prezzi all'ingrosso negativi dell’energia
elettrica e verificarsi nuove chiusure di impianti a gas. Inoltre, i prezzi continueranno a crescere sui mercati al
dettaglio, e la fornitura di energia elettrica potrebbe essere gradualmente minacciata in molti Paesi europei".
Infine, sarà complicato finanziare investimenti che sono necessari nel lungo periodo - stimati in 2.200 miliardi di dollari
entro il 2035 in infrastrutture elettriche.
"Nell’incerto contesto di oggi, i ridotti budget di investimento delle utilities in Europa sono al momento una leva
importante per migliorare il loro assetto finanziario", ha evidenziato il team Utilities del Global Markets Research di
Natixis.
L’APPROVVIGIONAMENTO EUROPEO DI GAS È TROPPO FRAGILE. Il 30% del gas consumato in Europa proviene dalla
Russia, la metà del quale attraverso l'Ucraina. Le relazioni con la Russia hanno quindi un impatto diretto sulla
fornitura. A seguito della crisi tra Russia e Ucraina, Gazprom ha cessato le consegne verso questo Stato da giugno
2014. Questa è la terza sospensione in otto anni. Se la situazione diplomatica tra UE e Russia dovesse rimanere tesa,
le forniture di gas per questo inverno potrebbero essere a rischio nei Paesi europei che sono riforniti esclusivamente o
principalmente dalla Russia.
L'Osservatorio raccomanda le seguenti misure per migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento di gas nell'Unione
Europea:
- prendere in considerazione di autorizzare la ricerca e lo sfruttamento di shale gas, al fine di aumentare la produzione
interna;
- aumento delle importazioni di GNL (Gas Naturale Liquefatto);
- sviluppare nuova capacità di stoccaggio;
- sostenere gasdotti che non passano attraverso la Russia.
Il Regno Unito e alcuni Paesi dell'Europa orientale hanno già avviato la ricerca di shale gas. La Germania, che è
fortemente dipendente dalla Russia per i suoi acquisti di gas, prevede di emanare una legge per consentire la tecnica
del "fracking". Tuttavia, questa tecnologia ha incontrato a volte l'opposizione da parte del pubblico e di alcuni governi,
come la Francia e la Bulgaria.
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LA TRANSIZIONE ENERGETICA INCONTRA MOLTE DIFFICOLTÀ. La Germania ha attuato la propria trasformazione
energetica dal 2011. Il prezzo di vendita al dettaglio dell’energia elettrica ha registrato un incremento molto
significativo (+57%) tra il 2006 e il 2013. Il prezzo in Germania è attualmente il doppio di quello in Francia. Inoltre,
l’imponente realizzazione di impianti solari ed eolici ha innescato forti investimenti in reti per trasportare l’energia
elettrica dai parchi eolici nel Mare del Nord verso il sud della Germania, dove si trovano le zone industriali. La
costruzione di queste linee elettriche ha incontrato un’opinione pubblica divisa e onerose leggi amministrative. Al fine
di limitare gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica, nel mese di agosto 2014, il Parlamento tedesco ha adottato
delle misure per ridurre le sovvenzioni per le energie rinnovabili e limitato il numero di esenzioni fiscali per le grandi
industrie che fanno un intenso utilizzo di energia.
Antonio Barile commenta: “L'esperienza tedesca ci ha fornito delle importanti indicazioni che dovrebbero essere prese
in considerazione da altri Stati membri dell'UE che stanno elaborando una nuova legislazione in ambito energetico. E’
necessario impostare un ritmo ragionevole di crescita delle energie rinnovabili al fine di limitare il rapido aumento dei
prezzi al dettaglio dell’energia elettrica, e preservare la competitività delle imprese”.
LE UTILITIES DEVONO ADOTTARE UNA STRATEGIA DIGITALE PER UNA REALE TRASFORMAZIONE. In “Horizon 2020”,
l’importante programma multi settoriale di R&D adottato dall'Unione Europea, la raccolta, l'elaborazione e l'utilizzo dei
dati sono riconosciuti come priorità in tutti i settori economici, compreso quello dell'energia. Questo conferma che le
soluzioni digitali sono determinanti per il futuro.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Documento di consultazione dell'Aeegsi per definire il pagamento degli oneri di sistema per
l’energia autoconsumata
29/10/2014. L'Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) ha pubblicato sul proprio sito un
documento di consultazione che propone le modalità per far pagare gli oneri di sistema sull'energia autoconsumata.
In particolare l’Autorità presenta uno schema di provvedimento per la prima attuazione delle disposizioni dell’articolo
24 del decreto legge 91/14 (Competitività o taglia bollette), convertito nella legge 116/14.
Il documento dell’Autorità, 519/2014, oltre a una breve premessa, contiene una serie di spunti per la consultazione
riferiti allo schema di provvedimento in tema di applicazione degli oneri generali di sistema all’energia elettrica
consumata ma non prelevata dalle reti pubbliche all’interno di reti interne di utenza (RIU), sistemi efficienti di utenza
(SEU) e sistemi esistenti equivalenti ai sistemi efficienti di utenza (SEESEU).
L’ambito di applicazione dell’articolo 24 del decreto legge 91/14 riguarda RIU, SEU e SEESEU, con potenza superiore a
20 kW che accedono allo scambio sul posto.
Al comma 2 stabilisce che per RIU, SEU e SESSEU “entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2014, i corrispettivi a
copertura degli oneri generali di sistema, limitatamente alle parti variabili, si applicano sull'energia elettrica consumata
e non prelevata dalla rete, in misura pari al 5% dei corrispondenti importi unitari dovuti sull'energia prelevata dalla
rete”;
Al comma 3, che per i SEU entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2014 “i corrispettivi a copertura degli oneri generali
di sistema, limitatamente alle parti variabili, si applicano sull’energia elettrica consumata e non prelevata dalla rete, in
misura pari al 5% dei corrispondenti importi unitari dovuti sull'energia prelevata dalla rete”;
Tale aliquota (comma 4) potrà essere aggiornata con decreti del Ministro dello Sviluppo del Economico dal 30
settembre 2015 e successivamente con cadenza biennale, senza però che gli aumenti superino i 2,5 punti percentuali
rispetto a quelli previgenti.
Al comma 5, che “per il raggiungimento delle finalità di cui ai commi 2 e 3, l’Autorità adotta i provvedimenti necessari
alla misurazione dell'energia consumata e non prelevata dalla rete”;
Al comma 9, che le predette disposizioni non si applicano agli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza non
superiore a 20 kW che accedono allo scambio sul posto.
L’applicazione puntuale dell’articolo richiederebbe la disponibilità delle misure relative all’energia elettrica consumata,
nonché interventi di revisione dei sistemi di fatturazione delle imprese distributrici e delle società di vendita. Si tratta
di un’implementazione che non può essere effettuata e completata nell’arco di pochi mesi e che richiederebbe costi di
investimento e gestionali significativi. Nella delibera si legge dunque che “in via transitoria, per l’anno 2015, l’Autorità
definisce, per le reti e i sistemi di cui ai commi 2 e 3 per i quali non sia possibile misurare l’energia consumata e non
prelevata dalla rete, un sistema di maggiorazioni delle parti fisse dei corrispettivi posti a copertura degli oneri generali
di sistema, di effetto stimato equivalente a quanto previsto ai medesimi commi 2 e 3. Il medesimo sistema è
applicabile, anche successivamente al 2015, laddove le quote applicate siano inferiori al 10%”.
Lo schema di provvedimento definisce che:
- nel caso di SEU e SEESEU che presentano punti di prelievo in bassa tensione, le imprese distributrici applichino un
sistema di maggiorazioni delle aliquote espresse in centesimi di euro per punto di prelievo, relative alle componenti
tariffarie A2, A3 e A5, il cui importo è definito e aggiornato dall’Autorità in concomitanza con l’aggiornamento delle
suddette componenti. Sulla base di stime preliminari dovrebbe essere intorno ai 30-40 euro/anno.
- lo stesso vale per SEU e SEESEU che presentano punti di prelievo in media tensione, purché si tratti di soggetti non
inclusi nell’elenco delle imprese a forte consumo di energia elettrica, con stime intorno ai 1.000 euro/anno.
- in relazione ai soggetti SEU e SEESEU inclusi nell’elenco delle imprese a forte consumo di energia elettrica, la
delibera definisce che le maggiorazioni siano determinate a conguaglio dalla Cassa conguaglio per il settore elettrico;
In ogni caso si prevede che l’applicazione di quanto previsto sia regolata distintamente per ciascuna impresa sulla
base dei dati di consumo da questa forniti.
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- Per i soggetti SEU e SEESEU con punti di prelievo in alta e altissima tensione non inclusi nel suddetto elenco, si
dovranno stabilire procedure ad hoc per l’esazione da parte della medesima Cassa .
Infine, “si evidenzia che quanto esposto nel presente documento in relazione ai SEU e ai SEESEU potrà trovare
applicazione solo al completamento, da parte del GSE, delle qualifiche di tali sistemi, in attuazione della deliberazione
578/2013/R/eel che, pertanto, assume carattere di urgenza”.
I soggetti interessati sono invitati a far pervenire all’Autorità le proprie osservazioni e proposte in forma scritta,
compilando l’apposito modulo interattivo disponibile sul sito internet dell’Autorità o tramite posta elettronica
([email protected]) entro l’8 novembre 2014.
L’Autorità entro il mese di novembre 2014 provvederà all’approvazione definitiva del provvedimento che avrà efficacia
dal 1 gennaio 2015.
Fonte: sito internet infobuild energia
Rapporti e studi: Da Legambiente il rapporto ‘Ecosistema Urbano’ 2014
28/10/2014 - Inquinamento atmosferico a livelli d’emergenza e tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti
altalenante e trasporto pubblico in crisi. Questo il quadro che emerge dalla 21^ edizione di ‘Ecosistema Urbano’, il
rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con
Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e presentato ieri a Torino.
Le prime cinque città in classifica sono Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone ma per capire la brutta aria che
tira nei nostri centri urbani basta sbirciare le prestazioni dei comuni che dovrebbero essere al top. Trento, per
intenderci, ha valori eccessivi di biossido di azoto, Verbania e Belluno perdono un terzo dell’acqua immessa in rete,
Pordenone depura poco più della metà dei suoi scarichi fognari. Non è difficile, allora, immaginare qual è la situazione
in fondo alla classifica, dove si collocano Agrigento e Isernia, Crotone e Messina, Catanzaro e Reggio Calabria.
Nel nostro paese, prevale un format decisionale che guarda alla città da prospettive parziali, ciascuna delle quali
persegue logiche di settore spesso contraddittorie e in reciproca elisione che favoriscono un’incoerente destinazione
delle risorse e una perniciosa disorganicità nelle azioni.
Ma diversamente vanno le cose in numerose città europee. Barcellona, Bilbao, Londra, Malmö, Copenaghen, Vienna e
Amburgo, per citarne solo alcune, mostrano ognuna a modo suo una capacità di ripensarsi: la rigenerazione passa o
almeno tenta di passare attraverso piccoli e grandi interventi di trasformazione tesa a cancellare gli errori del passato
e accrescere la qualità dei servizi e la vivibilità.
E il confronto con i nostri vicini europei è fondamentale per leggere correttamente le classifiche di ‘Ecosistema Urbano’,
che quest’anno si concentra sulla qualità delle politiche ambientali dei nostri capoluoghi di provincia, per osservare in
modo più approfondito quello che l’amministrazione locale fa, o non fa, per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti
e delle acque e, in generale, la qualità del proprio territorio. L’insieme dei dati ci dice, ancora una volta, che le città
italiane vanno a tre velocità: sono lente, lentissime e statiche.
“Non mancano i segnali di cambiamento: il successo della raccolta differenziata a Milano e Andria, il car-sharing a
Roma e Milano, le pedonalizzazioni a Bologna, la mobilità a Bolzano - dichiara il presidente di Legambiente Vittorio
Cogliati Dezza - pochi segnali positivi in una situazione bloccata. Eppure la discussione nel paese sta ripartendo,
complice il dibattito sui fondi strutturali e le questioni aperte dalla istituzione delle città metropolitane. Al suo
ventunesimo anno, Ecosistema Urbano ripete con evidenza che c'è bisogno di una strategia positiva di trasformazione
delle città”.
“Quello che davvero manca è la capacità di immaginare il traguardo, il punto d’arrivo verso cui tendere, sia nel breve
che nel lungo o lunghissimo periodo. In assenza di obiettivi chiari e ambiziosi - prosegue Cogliati Dezza - le nostre
città non andranno da nessuna parte, schiacciate come sono da logiche parziali e settoriali, a compartimenti stagni”.
“Eppure è proprio la crisi economica in edilizia, la pessima qualità della mobilità urbana e periurbana, le opportunità
offerte dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie energetiche che rendono possibile e necessario avviare concreti
percorsi di rigenerazione urbana. Serve un piano nazionale che assegni alle città un posto di primo piano nell’agenda
politica che superi la frammentazione dei singoli provvedimenti e mostri una capacità politica di pensare un modo
nuovo di usare e vivere le città. Purtroppo, il decreto Sblocca Italia rappresenta solo l'ennesima occasione persa. E le
città pagheranno anche questo” - conclude il presidente di Legambiente.
Ecco alcune delle buone pratiche segnalate e premiate nell’ambito dei lavori della giornata:
Zona 30 km/h Mirafiori Nord a Torino. La prima e unica Zona 30 di concezione “europea” a Torino è nel quartieri
Mirafiori Nord. Precisamente nel quadrilatero via G. Reni, C.si Sebastopoli-Siracusa-Orbassano: 50 ettari, 10.000
abitanti. In un confronto tra i due anni prima dell’intervento, e quelli dopo l’intervento, si può osservare: il traffico
nelle ore di punta è diminuito del 15% circa e del 30% per i mezzi pesanti; una riduzione del 74% dei giorni di
prognosi per incidenti; il rumore è diminuito di 2 decibel; il risparmio complessivo è stato di 1,5 milioni di euro, di cui
500.000 solo di costi sanitari. Coloro che si dichiarano soddisfatti della Zona 30 sfiorano il 70% dei contattati tra i
residenti (68%).
Efficientamento energetico degli edifici pubblici a Roma. Roma Capitale, con l’obiettivo di riduzione dei consumi e delle
emissioni per le circa 1.800 strutture pubbliche, tra scuole, uffici ed ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), ha studiato un
innovativo appalto per la fornitura dell’energia termica basato sull’EPC, ovvero un Contratto di Prestazione Energetica.
Nei prossimi 3 anni infatti tutti gli appalti per la gestione del calore saranno basati sul principio del ‘pago con quello
che risparmio’. Il fornitore dell’energia infatti avrà il compito di effettuare investimenti sugli impianti e gli immobili tali
da ripagare la stessa energia attraverso il risparmio ottenuto dall’efficientamento energetico degli edifici. Attraverso il
Protocollo d’intesa firmato con il GSE i fornitori potranno poi avere accesso all’incentivo del Conto Termico,
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normalmente riservato ai Comuni, che sarà parte integrante della nuova gara e che permetterà ai fornitori del calore di
apportare fino al 40% degli investimenti in più.
Andria e il suo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. La raccolta differenziata è ormai una scelta obbligata,
sinonimo di rispetto dei nostri habitat. Il merito del successo della raccolta differenziata, avviata in tutto il territorio
comunale di Andria il 1° settembre 2012, è innanzitutto dei cittadini andriesi, i quali hanno operato un profondo
cambiamento nel loro stile di vita quotidiano. La percentuale di Rd nel 2014, aggiornata al mese di settembre: 66,7%.
Fonte: Legambiente
Rapporti e studi: Sistema a Cappotto, mercato di 21,3 milioni di mq al 2018
27/10/2014. Si è svolto il 17 ottobre scorso a Firenze il convegno, organizzato dal Consorzio Cortexa, sul tema
“Edilizia, Efficienza, Occupazione, Salubrità: scenari evolutivi del settore delle costruzioni al 2018”, che è stato
l’occasione per presentare i risultati dell’indagine commissionata all’istituto Cresme sull’evoluzione del mercato delle
costruzioni nei prossimi quattro anni e quella del mercato del Sistema a Cappotto, e per riunire allo stesso tavolo
esponenti del mondo associativo, professionale e progettuale, accademico e politico a livello nazionale e
internazionale.
POTERE D'ACQUISTO E VOLUMI DI SPESA DELLE FAMIGLIE. Dall’indagine commissionata da Cortexa ed esposta
durante l’evento dall’arch. Francesco Toso, Vicedirettore del Cresme, emerge che l’andamento del potere d’acquisto
delle famiglie consumatrici e i volumi di spesa delle famiglie hanno subito un costante decremento dal 2006 ad oggi.
Le erogazioni annue di finanziamenti oltre il breve termine per l’acquisto di abitazioni sono passate dai 66.796.000.000
€ del 2006 ai 23.791.000.000 € nel 2013 con un decremento del -64,4%, con uno spiraglio di ripresa al marzo 2014
sul primo trimestre del 2013 (+2.3%).
Andamento negativo, nello stesso periodo, anche per gli investimenti in fabbricati non residenziali (-73.4 %) e gli
acquisti di altri immobili (-79,1%).
NELLE COSTRUZIONI CROLLO DELL'OCCUPAZIONE DEL 24,3% NEGLI ULTIMI 6 ANNI. Significativi i dati
sull’occupazione per comprendere la portata della crisi: dal quarto trimestre del 2008 al secondo trimestre 2014 il
settore dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi, hanno fatto registrare una variazione in negativo rispettivamente
del -5,0%, - 7,3% e del -0,5%, mentre il settore delle costruzioni in questi 6 anni ha perso 487.000 addetti, pari al 24,3 % degli occupati del settore, con risvolti pesanti sull’indotto delle costruzioni (-700/740.000 unità) rispetto
all’indotto degli altri settori considerati insieme (-201/250.000 unità).
INVESTIMENTI NELLE COSTRUZIONI, FORTISSIMO CALO PIÙ NEL NUOVO CHE NELLA RIQUALIFICAZIONE
DELL'ESISTENTE. L’analisi del volume degli investimenti in costruzioni mette in luce un fortissimo decremento dal 2007
al 2014 per quanto concerne il nuovo mentre il settore della riqualificazione, pur perdendo volume dal 2007 al 2013,
ha fatto registrare un decremento molto meno marcato e ha iniziato a dare segni di ripresa dallo scorso anno. La
previsione è per una graduale ripresa per gli investimenti in nuovo e riqualificazione, ma sarà decisamente la
ristrutturazione a trainare la ripresa del comparto.
Il sistema energetico italiano ha negli edifici i consumi più elevati e in costante crescita. Gli usi civili rappresentano
infatti nel 2013 il 38% del bilancio energetico nazionale, mentre i trasporti e l’industria assorbono rispettivamente il
31% e il 23% dei consumi. Nel settore residenziale il consumo maggiore è dovuto al riscaldamento (66.9%). Diventa
quindi prioritario mettere in atto tecniche progettuali e costruttive che abbiamo un impatto decisivo su questa tipologia
di consumi, ovvero un efficace isolamento degli edifici, nuovi o oggetto di ristrutturazione energetica.
IL MERCATO DEL SISTEMA A CAPPOTTO. Oggi il Sistema a Cappotto ha un mercato stimato di 17,9 milioni di mq/annui
e costituisce il metodo più frequente di isolamento e rivestimento degli edifici: quasi il 40% delle superfici delle pareti
esterne, di nuova realizzazione o sottoposte ad interventi di riqualificazione, è rivestita con un Sistema a Cappotto. In
prospettiva si prevede che nel periodo 2014-2018 il Sistema a Cappotto raggiungerà un mercato di 21,3 milioni di mq
(media annua). Nel periodo 2012-2013 il 39,6% delle superfici potenziali è stata ricoperta da un Cappotto termico
contro il 33,3% rifinita con intonaco “classico”. In prospettiva la finitura con Cappotto termico arriverà ad assorbire
quasi il 48% del potenziale annuo 2014-2018.
La nuova costruzione ha ancora un ruolo importante per il mercato del Sistema a Cappotto (media annua 2012-2013)
poiché il 57,9% dell’installato è su edifici di nuova realizzazione. L’inversione è rapidissima e nel prossimo futuro il
rapporto si invertirà con il 51,6% delle superfici installate su edifici esistenti nella media annua 2014-2018.
Il Sistema a Cappotto gode di questo successo in quanto è il sistema più economico per raggiungere l’efficienza degli
edifici, grazie alla sua semplicità e rapidità di applicazione. La convenienza appare più elevata negli interventi di
riqualificazione delle facciate poiché il costo aggiuntivo del Sistema a Cappotto è minimo rispetto al semplice rinnovo
degli intonaci e finitura. Stesso vantaggio nell’applicazione in cantiere su nuove costruzioni tradizionali in cui ponteggi,
intonaci e pittura sono già previsti nei costi di costruzione.
L’analisi dimostra infine come il Sistema a Cappotto se ben progettato, correttamente dimensionato, posato in opera a
regola d’arte e associato ad altri interventi, non presenti punti deboli ma solo un ancora grande potenziale di crescita.
IL NODO DELLA FORMAZIONE DEGLI APPLICATORI. La formazione degli applicatori si evidenzia come nodo strategico
e opportunità primaria, resa difficile dalla frammentazione degli operatori sul mercato, se si escludono i produttori di
sistemi certificati, che non favorisce una formazione rigorosa e univoca.
Fonte: sito internet casa e clima
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Rapporti e studi: Tutto sulle imprese green, sondaggio Fondazione Sviluppo Sostenibile e CNGE per Stati Generali
Green Economy
14/10/14. Le imprese della green economy, ormai un gruppo coeso con una visione e una strategia comune, chiedono
però di pesare di più nelle scelte politiche ed economiche del Paese.
Nove su dieci sostengono infatti che innovare, differenziare, convertire produzioni e consumi in direzione green
potrebbe contribuire in modo significativo ad alimentare una ripresa economica. Questa fotografia è stata scattata
dall'indagine sugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014 dalla
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Consiglio Nazionale della Green Economy e illustrata
oggi nel corso della presentazione degli Stati Generali della Green Economy.
Al sondaggio, articolato in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono
imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni. Il campione è
eterogeneo e include imprese di diverse dimensioni (micro, piccole, medie e grandi), distribuite su tutte le aree del
paese (nord ovest, nord est, centro, sud e isole), di tutti i settori più rappresentativi della green economy
(agroalimentare di qualità ecologica, riciclo di rifiuti, altri beni e servizi di elevata qualità ecologica, energie rinnovabili,
efficienza energetica, servizi per l'ambiente).
"Nel panorama italiano - ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - un gruppo
esteso di imprenditori si caratterizza per un nuovo orientamento, chiaramente green, e comincia a operare nella stessa
direzione sulla base di idee e convinzioni condivise. È su questo importante fattore, emerso dall'indagine condotta dal
Consiglio Nazionale, che vogliamo incentrare la discussione a Rimini, presentando al Governo imprenditori pronti a fare
squadra per affrontare la crisi economica e climatica".
I risultati più significativi emersi dall'indagine nelle 8 tematiche chiave affrontate:
*Rispetto al rapporto tra imprese e green economy: il 95% dichiara che un'impresa green deve produrre con processi
produttivi di elevata qualità; il 94% dichiara che un'impresa tradizionale può avviarsi verso una green economy se
realizza un serio programma di interventi e di investimenti finalizzati a raggiungere un'elevata qualità ecologica del
processo produttivo, dei beni e dei servizi prodotti. *Sulla visione dell'economia: la finalità dell'economia deve essere
quella di assicurare un benessere duraturo e inclusivo per il 94% degli imprenditori; il 98% è d'accordo nell'affermare
che l'economia deve puntare sul risparmio e l'uso sempre più efficiente dell'energia e delle risorse naturali; il 95%
dichiara che, tra le finalità dell'economia, dovrebbero esserci quelle di conservare il capitale naturale e assicurare i
servizi ecosistemici per avere un futuro.
*Rispetto alla crisi economica: il 92% degli intervistati afferma che la crisi è profonda e sollecita cambiamenti perché
le vecchie strade non sono più sufficienti per riaprire prospettive durature di sviluppo, il 90% afferma che innovare,
differenziare, convertire produzioni e consumi in direzione green potrebbe contribuire in modo significativo ad
alimentare una ripresa economica, con nuovi investimenti e nuova occupazione.
* Tra le politiche ambientali da mettere in atto: per il 92% degli imprenditori la crisi climatica è ormai un'emergenza
globale e richiede drastici tagli delle emissioni di gas di serra, una rivoluzione energetica basata sul risparmio,
l'efficienza e le fonti rinnovabili; il 99% dichiara che occorre risparmiare e usare in modo più efficiente le risorse e i
materiali, ridurre la produzione di rifiuti, migliorare e aumentare la durata e la riutilizzabilità dei prodotti,
massimizzando il riciclo
*Sul tema "Le imprese della green economy e la società": per il 94% la trasparenza e la correttezza nei confronti dei
clienti - e più in generale i cittadini - sono comportamenti etici che hanno anche ricadute economiche positive
*Tra gli obiettivi e gli orientamenti d'impresa è importante: per il 95% essere in regola con tutte le normative in tutti i
settori, con particolare attenzione a quella ambientale; innovare, differenziare e migliorare la qualità ecologica dei
prodotti (96%); minimizzare o eliminare gli impatti ambientali dei processi produttivi per prevenire danni alla salute e
all'ambiente (97%); creare un ambiente attrattivo per i migliori talenti e per favorire un lavoro creativo e responsabile
(96%); realizzare un'attività che sia duratura nel tempo, che generi utili, ma che sia anche utile e apprezzata dalla
comunità (97%).
*Per quel che riguarda le iniziative per il futuro delle imprese green per il 94% degli intervistati è necessario
promuovere l'ecoinnovazione degli impianti, dei processi, dei beni e dei servizi.
*Tra le priorità per le politiche pubbliche è necessario: definire norme più semplici e più incisive, più tempestive, più
chiare e stabili; valorizzare i potenziali di una green economy italiana basata sulle vocazioni dei nostri territori, della
nostra manifattura, sulle nostre risorse culturali e naturali, di qualità e di bellezza (97%).
Fonte: sito internet fondazione sviluppo sostenibile
Rapporti e studi: Smart Cities italiane, da gennaio 2015 online la Piattaforma Anci
23/10/2014. Raccontare i mille volti della smart city italiana e i progetti realizzati dalle 67 città impegnate in percorsi
di innovazione. Questo l'obiettivo della Piattaforma dell'Osservatorio Smart City dell'Anci, presentata ieri a Bologna in
occasione di Smart City Exhibition nel corso del convegno intitolato "Progetti e servizi delle Smart City italiane: a che
punto siamo". All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell'Osservatorio Smart City Anci Francesco
Profumo, l'assessore all'innovazione tecnologica di Roma Marta Leonori, il rettore dell'Università dell'Aquila Paola
Inverardi e il direttore ricerche di Cittalia Paolo Testa.
LA VIA ITALIANA ALLA CITTÀ INTELLIGENTE. La Piattaforma riassume il lavoro di analisi svolto nel corso degli ultimi
mesi dall'Osservatorio e traccia il profilo della "via italiana alla smart city" attraverso il racconto dei progetti realizzati
in diversi settori dalle città aderenti alla rete. Dalla mobilità urbana alla sostenibilità ambientale ed energetica, i
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progetti raccolti nella Piattaforma costituiscono un ritratto dello stato dell'arte dell'innovazione urbana in Italia,
delineando i settori in cui le città stanno investendo maggiormente e le traiettorie di sviluppo intraprese dalle
amministrazioni locali per soddisfare necessità e bisogni di residenti, imprese e city user.
Ispirata all'esperienza del progetto Smile del Comune di Torino, che racchiude al suo interno 45 azioni intraprese
dall'amministrazione per rendere la città più vivibile, sostenibile e innovativa, la Piattaforma rappresenta al contempo
una raccolta ragionata di informazioni sui progetti e uno strumento di marketing per le smart community nazionali.
L'obiettivo è quello di fornire ai comuni più piccoli una serie di informazioni su stakeholder, progetti ed esperienze
protagoniste del dibattito italiano sulla smart city, fornendo al contempo indicazioni pratiche su come replicare sul
proprio territorio gli interventi di maggiore successo dei progetti presentati.
La Piattaforma completa il lavoro di messa in rete di attori e iniziative attive in Italia avviato già nel 2013
dall'Osservatorio, concentrandosi non solo sui progetti infrastrutturali ma anche su iniziative svolte in ambito europeo,
aderendo ad iniziative specifiche, come il Patto dei sindaci, o utilizzando programmi e fondi disponibili sui diversi campi
dell'innovazione urbana.
"Le grandi città hanno dimostrato negli ultimi anni una capacità progettuale significativa, che ha consentito a molte di
loro di partecipare a progetti e iniziative su scala europea, alimentando così quel percorso italiano verso la smart city
che promuoviamo come Osservatorio – spiega il presidente dell'Osservatorio Smart City Anci Francesco Profumo – La
piattaforma presentata a Bologna offre un supporto a comuni di ogni dimensione non solo in termini di idee e spunti di
ispirazione ma anche per la creazione di una rete di soggetti capaci di creare innovazione diffusa sui territori in una
molteplicità di settori".
PIATTAFORMA ONLINE DA GENNAIO 2015. La piattaforma sarà accessibile online a partire dal gennaio 2015. “La
piattaforma – ha precisato Paolo Testa, direttore delle ricerche di Cittalia - è un contenitore fatto solo di iniziative
concrete, non di idee. Un contenitore di atti amministrativi perché senza quelli i progetti non si realizzano. É anche un
catalogo d'aiuto al lavoro all'agenzia digitale e uno strumento di marketing. Il messaggio che vogliamo lanciare è che
fuori ci sono più cose di quelle che immaginiamo. I comuni spesso fanno ma non promuovono perché sono già in
affanno”.
Fonte: sito internet casa e clima
Eventi: SAIE rinasce dai 50anni con un'edizione da record
25/10/2014. Visitatori cresciuti del 18% e triplicati i visitatori esteri. 9.000 professionisti ai corsi di formazione della
SAIE ACADEMY. Il Presidente Campagnoli: "Dedichiamo il successo di questi 50 anni a tutti i lavoratori dei cantieri
italiani a quelli che hanno il diritto di sperare di tornare ad avere un lavoro".
Oltre 60.000 visitatori nei Padiglioni di edilizia e di cantiere del Saie del 50mo, e 93.000 in tutta la grande piattaforma
del Costruire italiano che in questa edizione si è organizzata assieme a SAIE, con i saloni SAIE Sport, Saie 3, H2O,
Expotunnel e Ambiente Lavoro. Un SAIE che è inoltre tornato a essere internazionale con i visitatori esteri che toccano
quota 15.000 passando dal 5% dell’edizione 2013 al 15% nel 2014, rispetto al totale generale dei visitatori. Intenso
lavoro di delegazioni estere arrivate a Bologna che in rappresentanza di 21 Paesi hanno realizzato quasi 1000 incontri
di business con aziende italiane interessate all’export. Ma il ritorno dei visitatori professionali di oltre confine al SAIE,
segno di un rinnovato interesse per la capacità produttiva italiana, è andato ben al di là delle delegazioni organizzate,
registrando un importante aumento e triplicando il numero dei visitatori esteri della passata edizione. Visitatori esteri
da oltre 90 Paesi tra cui Francia, Germania, Paesi Baltici, Russia Brasile e Spagna, Turchia e Israele. Visitatori esteri
che hanno ricominciato a venire a Bologna in occasione di una manifestazione ritornata ad essere vetrina della migliore
industria edilizia italiana e dei suoi leader. Il SAIE dei 50 anni ha visto la presenza di tutte le maggiori imprese italiane
del settore tra cui Italcementi, Saint Gobain, Rubner, Velux, Colacem, Mapei, Acca Software. Il saie 50mo ha inoltre
registrato la presenza record di 1408 espositori, di cui 208 esteri, che hanno occupato oltre 102.000 mq tra le aree
interne, le aree esterne occupate di nuovo dalle grandi gru e macchina da cantiere. Si sono tenuti 452 tra convegni,
workshop e seminari professionali tenuti da 2.581 tra relatori e docenti. All’intenso programma di convegni hanno
partecipato ben 41.257 persone. Quest’anno l’offerta formativa all’interno della SAIE Academy, realizzata in
collaborazione con le principali Università italiane e gli Ordini professionali, ha segnato un altro record positivo di oltre
9.000 iscritti, che hanno ottenuto crediti formativi per il proprio aggiornamento professionale.
“Possiamo veramente dire che il SAIE è rinato proprio da quest’edizione dei suoi 50 anni e come risultato del lavoro di
riprogettazione della manifestazione che abbiamo portato avanti in questi ultimi due anni, realizzando un format tutto
nuovo con la grande piattaforma del costruire italiano e dell’ingegneria per il territorio che si alternerà nel prossimo
anno con un SAIE tutto dedicato alla tecnologia innovativa per la “Casa.0”, che dovrà essere l’obiettivo della nuova
edilizia dei prossimi anni. Attorno al Saie è tornato tutto il mondo dell’edilizia come ha mostrato il grande Forum
realizzato con la presenza in prima persona dei presidenti e dei rappresentanti di tutte le associazioni del mondo
dell’edilizia, delle professioni e della ricerca italiana del settore. Da questo forum del Saie di cinquant’anni è stata
consegnata ai tanti rappresentanti del Governo che sono intervenuti un’agenda di cosa bisogna fare per rilanciare in
modo radicalmente nuovo un’industria edilizia al servizio del recupero e della riqualificazione del territorio e del futuro
delle città. Siamo tornati a fare di Bologna il centro della ricerca dell’industria edilizia italiana.
“Questi risultati possono farci sperare per il futuro – ha detto il presidente Campagnoli in occasione della premiazione
per il muratore dell’anno del concorso Ediltrophy, edizione speciale per l’anno del 50mo, che ha concluso la
manifestazione – e noi li dedichiamo innanzitutto a tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’edilizia che impegnano ogni
giorno nei cantieri la loro fatica, il loro sacrificio e il loro coraggio, e a quelli che hanno il diritto di sperare che un
lavoro torni ad esserci”.
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L’appuntamento è ora per l’anno prossimo, dal 14 al 17 ottobre 2015, con la piattaforma SAIE SMART HOUSE:
QUALIFICAZIONE ENERGETICA, PER LA SICUREZZA ANTISISMICA, PER LA DOMOTICA, con un focus sull’innovazione
impiantistica in collaborazione con SENAF e il SIE, Sistema Impianti Edifici. Nuovo vivere e nuovo abitare, ovvero le
nuove frontiere dell’edificio impianto: saranno questi i temi e le parole chiave dell’edizione 2015 del SAIE. E come
quest’anno Ricerca e SAIE Academy saranno due aree strategiche, nella convinzione, confermata dall’elevata e
qualificata partecipazione ai corsi e ai laboratori, che il futuro del settore passa dalla formazione e dall’innovazione.
Fonte: sito internet edilio
Estero: Philippe Starck e Riko firmano 34 case prefabbricate sostenibili. In Francia nasce il progetto PATH,
Prefabricated Accessible Technological Homes
28/10/2014 - Dal design di Philippe Starck e l’esperienza del brand Riko nasce in Francia il progetto 'green' PATH,
Prefabricated Accessible Technological Homes: 34 modelli di case prefabbricate in legno 'carbon neutral' ad alta
efficienza energetica. Le case del progetto PATH integrano i sistemi di tecnologie ecosostenibili - solare, termica,
fotovoltaico solare e turbine eoliche, recupero acqua piovana – che consentono agli alloggi di produrre più energia di
quanta ne consumino. Il prototipo realizzato a Montfort, ad esempio, ottimizza il fabbisogno energetico complessivo in
modo che la casa consumi un terzo dell’energia di una casa tradizionale. Ciascun prototipo è disponibile in tre versioni
differenti, dal rivestimento esterno completamente in vetro, all'involucro in legno e vetro o completamente in legno, e
con diverse coperture. Molteplici anche le caratteristiche dimensionali: dai 140 mq ai 350 mq, da una a otto stanze.
Sta poi ai clienti scegliere soluzioni e combinazioni, inclusi infissi ed accessori.
PATH riesce a tenere assieme comfort, alta tecnologia, accessibilità, sicurezza e design, e fabbricabilità, sfruttando
materiali naturali e certificati, con meno di 6 mesi per la consegna
Fonte: Valentina Ieva, sito internet edilportale
News dai territori:
Regione Emilia Romagna: Rinnovabili: Impianti termici, il nuovo Libretto
24/10/2014 - L’Emilia Romagna con la delibera 1578/2014 si adegua ai libretti di impianto previsti dalla normativa
nazionale. Come spiegato nelle istruzioni per la compilazione, il rilascio del libretto di impianto è obbligatorio per tutti
gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, indipendentemente dalla loro potenza termica, sia esistenti che di
nuova installazione.
Se un edificio è servito da due impianti distinti, uno per la climatizzazione invernale e uno per la climatizzazione estiva,
che in comune hanno soltanto il sistema di rilevazione delle temperature nei locali riscaldati e raffreddati, sono
necessari due libretti di impianto distinti.
Il libretto deve essere rilasciato in forma elettronica e conservato presso il catasto regionale degli impianti termici
(CRITER).Per l’aggiornamento del catasto regionale degli impianti termici è previsto un sistema di targatura del singolo
impianto registrato, mediante rilascio di un codice univoco di riconoscimento associato al suo libretto di impianto. Il
libretto di impianto elettronico viene predisposto e registrato nel catasto regionale a cura dell’installatore dell’impianto
e integrato dagli operatori che, insieme ai proprietari o ai responsabili dell’impianto, possono accedere al catasto
mediante credenziali di accesso rilasciate dal sistema informatico. In caso di successivi interventi, al libretto di
impianto registrato vanno aggiunte le relative schede.
Per gli impianti esistenti, la compilazione del libretto di impianto e la sua registrazione nel catasto CRITER viene
effettuata dal dall’impresa manutentrice in occasione del primo intervento di controllo. I nuovi modelli di libretto
devono essere utilizzati nei controlli effettuati a partire dal 15 ottobre 2014 così come previsto dal Dpr 74/2013, con
cui è stato varato il regolamento in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti
termici, e dal DM 10 febbraio 2014 che ha introdotto i modelli di libretto di impianto, cui le Regioni possono apportare
delle integrazioni.
Fonte: Paola Mammarella, sito internet edilportale
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Innovazione e Sostenibilità