ASPETTI NATURALISTICO AMBIENTALI DELLA STORGA di Emanuele Baldan e Anna Paola Cagnotto Comune di Villorba INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Affluente di sinistra del Sile, la Storga nasce a Museo Etnografico Case Piavone nord – est di Treviso, ai confini con i comuni di Villorba e Carbonera, grazie ad un sistema di risorgive e corsi d’acqua minori. Comune di Carbonera Il fiume, ricevute le acque del rio Piavone nei pressi dell’ex Ospedale Psichiatrico di S. Artemio, ora sede della provincia di Treviso, lambisce l’abside della chiesetta della Madonnetta e con un corso ben definito punta verso sud, e dopo aver attraversato un’area di recente edificazione, Viale Brigata Marche contribuisce con le sue acque ad abbellire il parco di Villa Donà delle Rose a Selvana. Quindi con andamento sinuoso il medio e basso corso della Storga si snoda in una campagna che mantiene ancora caratteristiche quasi intatte soprattutto lungo la sponda idrografica sinistra dove sono stati realizzati i sentieri didattici naturalistici dei Fontanili, dei Picchi e della Frangola. (cfr. tavola 2) La Storga sfocia dopo 5 km e 250 m nel Sile a Porto di Fiera in corrispondenza del mulino Mandelli, uno degli antichi opifici che nel passato trassero forza dalle sue acque. Tavola 1 IL PARCO DELLE RISORGIVE DELLA STORGA Il “parco della Storga”, situato nel comune di Treviso, si trova a circa tre chilometri a nord del centro cittadino, area suburbana sostanzialmente intatta, in una posizione centrale tra Villorba e Carbonera, all’origine di una lunga fascia verde che segue il corso del fiume Storga fino al Sile. Baricentro di una vasta area della bassa pianura veneta, è interessata dal fenomeno della risorgenza: a nord in comune di Villorba vengono a giorno le sorgenti del Melma denominate "Fontane Bianche", a est i fontanili e il corso del Rio Piovensan, affluente del Melma che delimita in parte il confine con Carbonera. 1 I terreni acquisiti dalla Provincia nel 1989, facevano precedentemente parte dell’azienda agricola, anzi della colonia ergoterapica dell’Ospedale psichiatrico di S. Artemio, istituito nei primi anni del ‘900. L’area di proprietà della Provincia si presentava quindi con caratteristiche alquanto disomogenee: fasce di naturalità straordinaria lungo le siepi ripariali di tipo umido che seguono i corsi d’acqua, corridoi ecologici fondamentali e necessari per gli scambi genetici tra le varie specie vegetali e animali presenti in aree diverse, siepi agrarie perimetrali e vaste superfici agrarie a monocultura in stato di degrado. La Provincia di Treviso ha disposto un programma operativo denominato "Programma risorgive Storga" che è risultato vincitore nel 1990-1991 del Premio Speciale come "Migliore Documento di Pianificazione" secondo il parere della Commissione della Comunità Europee. Esso proponeva il graduale recupero dell’area da un punto di vista naturalistico con interventi di ripristino ambientale, tra cui la realizzazione dello stagno e il ripristino del paleo alveo del rio Piavone, l’impianto di un bosco di specie autoctone per un’estensione di 49 ettari e la rimessa in equilibrio delle zone umide denominate "prai de acqua". Facendo proprie le direttive europee e grazie all’apertura del museo, si poneva inoltre l’obiettivo di valorizzare le risorse culturali e le tradizioni legate all’attività agricola dell’area, in una logica perseguita anche nelle aree contigue della Fontane Bianche e del rio Piovensan: si proponeva inoltre di favorire e promuovere lo studio e la tutela della zone umide di risorgiva. Nel 2007 nell’ambito del progetto INFEA, i sentieri segnalati lungo la Storga sono stati inseriti nell’elenco diffuso dall’ARPAV – Educazione Per la Sostenibilità. La collaborazione con la Provincia ha portato inoltre all’individuazione dei percorsi nell’area delle risorgive e alla definizione del Regolamento Provinciale per la tutela, l’accesso e la fruizione del “Parco della Storga” (DP n. 20 2009) per l’area delle sorgenti. LA BIODIVERSITÀ La caratteristica peculiare del parco è la presenza di numerose polle sorgive e corsi d’acqua, habitat ricchi di flora e di fauna, e di un bosco planiziale di recente piantumazione. Lungo la riva del rio Piavone, affluente di sinistra della Storga, in primavera ai piedi della siepe ripariale igrofila vegetano rare specie floristiche nemorali, come la rarissima Anemone gialla (Anemone ranuculoides L.), relitto floristico legato al querco-carpineto oramai quasi del tutto scomparsa dal territorio del Veneto orientale. In consociazione vegetano altre specie erbacee quali l’Anemone bianca (Anemone nemorosa L.) e l’Anemone trifogliata (Anemone trifolia L.) testimoni viventi della presenza nel passato di un antico bosco planiziale. A impreziosire il parco contribuiscono inoltre i campi chiusi con le abbondanti fioriture del Fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi L.) e le praterie stabili con la rara Barba di becco violetta (Tragopogon porrifolius L.) specie mediterranea poco diffusa al Nord. Anche la depressione acquitrinosa, lungo il paleo alveo del rio Piavone, è caratterizzata da rarità botaniche come la Tifa di Laxmann (Typha laxmannii Lepechin) e il Falasco (Cladium mariscus L.), 2 mentre le siepi agrarie di confine mimetizzano il Pungitopo (Ruscus aculeatus L.) specie tipica dei boschi caducifogli. Il Parco della Storga è anche rifugio ideale per molte specie avifaunistiche legate all’ambiente acquatico di risorgiva, appartenenti alle famiglie degli Anatidi, Ardeidi, Rallidi e dei Podicipedidi tra cui possiamo ricordare il minuto Tuffetto (Tachybaptus ruficollis Pallas). La purezza delle acque è confermata dalla presenza di specie vegetali che fungono da bio indicatori come l’Erba gamberaia (Callitriche stagnalis L.) e l’Equiseto acquatico (Hippuris vulgaris L.) tra le idrofite, mentre tra le specie faunistiche ricordiamo l’Arvicola d’acqua (Arvicola terrestris L.), piccolo micro roditore che vive sulle sue sponde. Spesso è possibile ammirare il volo leggiadro di Poiane, Gheppi e Sparvieri che contribuiscono a rendere unico questo grande parco vicino alla città. 3 SENTIERI PROPOSTI PER L’EDUCAZIONE AMBIENTALE 4 5 IL MEDIO E BASSO CORSO ACCESSIBILITÀ E SITUAZIONE AMBIENTALE Il Progetto di recupero e di valorizzazione del medio e basso corso del fiume Storga, successivo al progetto di riqualificazione delle risorgive nell’alto corso, denominato " PROGRAMMA RISORGIVE STORGA ", è iniziato nell’autunno del 1999 con lo studio dell’accessibilità e della valutazione della situazione ambientale. L’obiettivo è stato quello di conoscere, di preservare, divulgare la conoscenza di un’area di notevole pregio ambientale alle porte della città e di creare, un corridoio ecologico e una fascia di protezione di tutta l’asta fluviale dalle sorgenti fino alla foce con il Sile. I sopraluoghi effettuati hanno portato all’individuazione di undici accessi al fiume non sempre facilmente raggiungibili e in situazioni ambientali non sempre ottimali. E’ risultata inoltre evidente l’impossibilità di partire dalle sorgenti e percorrere l’argine di destra o sinistra fino ad arrivare alla confluenza col fiume Sile, a causa delle molte barriere fisiche poste dalle recinzioni private che arrivano a ridosso dell’acqua. Nella quasi totalità dei casi si passa comunque attraverso proprietà private anche se lungo siepi o sentieri. Alcune aree prospicienti al fiume, come per es. in Viale Brigata Marche al bivio per Biban nell’alto corso, oppure l’isoletta a valle di Via Fapanni, nel medio corso sono degradate e in stato di abbandono. Gli accessi da Via Battistel, Via Panigai e Via del Daino hanno portato nel 2001, vista l’elevata naturalità e valenza ambientale delle aree individuate lungo il fiume, alla realizzazione, con l’avallo della Circoscrizione B-Est, dei sentieri didattico naturalistici del medio e basso corso della Storga. Il profilo vegetazionale del medio e basso corso della Storga, al pari dell’alto corso, risulta essere a parte qualche discontinuità, nel complesso ben conservato e la stratificazione della siepe fluviale facilmente distinguibile. L’andamento sinuoso della Storga si snoda infatti in una campagna che mantiene ancora caratteristiche quasi intatte soprattutto lungo la sponda idrografica sinistra dove sono stati realizzati i 3 sentieri didattico naturalistici, anche se si percepisce una lenta e graduale semplificazione biologica. Fossi sorgivi e numerosi fontanili in alveo sono presenti lungo tutta l’asta fluviale, tali da garantire un apporto continuo e vitale di acque pure. 6 LE SPECIE FLORISTICHE NOTEVOLI L’individuazione e la realizzazione dei sentieri lungo il medio e basso corso della Storga ha permesso l’osservazione e il censimento di alcune specie floristiche notevoli a conferma dell’elevata valenza naturalistico ambientale dell’area. Sono state infatti censite nella collana Flora e Fauna della Pianura Veneta Orientale a cura dell’Osservatorio Florofaunistico Venetorientale alcune specie di elevato interesse, tra cui: Anemone bianca (Anemone nemorosa L.) Anemone gialla (Anemone ranunculoides L.) - Parco della Storga RR in pianura Anemone trifogliata (Anemone trifolia L.) R in pianura Barba di becco violacea (Tragopogon porrifolius L.) - Parco della Storga Calta palustre (Caltha palustris L.) Coda di cavallo acquatica (Hippuris vulgaris L.) Colchico autunnale (Colchicum autumnale L.) Erba vaiola minore (Cerinthe minor L.) R Falasco (Cladium mariscus L. Pohl.) - Parco della Storga R in pianura Fior di cuculo (Lycnis flos-cuculi L.) Giaggiolo puzzolente (Iris fetidissima L. ) Lisca di Laxmann (Typha laxmannii Lepechin) - Parco della Storga R in pianura Pervinca (Vinca minor L.) Piantaggine pelosa (Plantago media L.) Polmonaria comune (Pulmonaria offocinalis L.) Primula comune (Primula vulgaris Hudson.) Pungitopo (Ruscus aculeatus L.) Sigillo di salomone maggiore (Polygonatum multiflorom L. All ) 7 SENTIERI DIDATTICO NATURALISTICI DEL MEDIO E BASSO CORSO DELLA STORGA Parco delle Sorgenti della Storga 1 Sentiero dei Fontanili (situato in area comunale) 2 Sentiero dei Picchi (situato in proprietà privata) 3 Sentiero della Frangola (situato in proprietà privata) 1 2 3 Tavola 2 8 1-IL SENTIERO DEI FONTANILI Accessibilità: in località Selvana alla fine di Via Battistel. Lunghezza: km 1 Difficoltà tecniche: nessuna Note: il sentiero in area comunale segue la sponda snx della Storga fino ad arrivare ad un fosso sorgivo, il Fosseta, così già denominato in una mappa del 1764. Il sentiero segue la sponda sinistra della Storga in un’area di proprietà comunale situata tra la fine di via Battistel ed un fosso sorgivo, il Fosseta, così già denominato in una mappa del 1764. Le acque trasparenti che lasciano scorgere il fondo ghiaioso tra la ricca vegetazione acquatica, le sabbie ribollenti dei fontanili celati dal boschetto umido, il vibrante tambureggiamento o la squillante risata che confermano la presenza dei picchi, le cascate dei rossi frutti autunnali del Pallon di maggio, fanno di questo luogo una zona naturalistica di notevole pregio ambientale, nonostante la stretta vicinanza al centro cittadino. ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI Gli aspetti floristici e vagetazionali sono quelli tipici dei corsi di risorgiva e delle zone umide presenti nella provincia di Treviso. Il sentiero presenta una vegetazione arboreo-arbustiva ripariale tipica del bosco planiziale igrofilo. Lo strato arboreo è formato da alberi di primaria importanza quali il Salice bianco (Salix alba), l’Ontano nero (Alnus glutinosa), il Pioppo nero (Populus nigra) e l’Olmo campestre (Ulmus minor) mentre lo strato arbustivo, comprende specie caratteristiche quali il Pallon di Maggio (Viburnum opulus), la Sanguinella (Cornus sanguinea), il Sambuco nero (Sambucus nigra), il Biancospino comune (Crataegus monogyna), il Salicone (Salix caprea) ed il Ligustrello (Ligustrum vulgare). Non mancano le specie arboree esotiche quali la 9 naturalizzata Robinia (Robinia pseudacacia), il Pioppo ibrido (Populus canadensis) ed il Platano (Platanus hybrida). Sono presenti inoltre specie rampicanti, come l’Edera (Hedera helix), la Madreselva (Lonicera caprifolium) e cespugli di Rovo comune (Rubus ulmifolius). La vegetazione erbacea tipica dei corsi d’acqua di risorgiva è costituita da Idrofite radicanti, specie erbacee che vivono sommerse nell’acqua e le cui radici sono ancorate al fondo; tra queste possiamo ricordare varie specie di Potamogeto (Potamogeton Pectinatus, coloratus, crispus, ecc.), la Vallisneria spiralis, l’erba Gamberaria (Callitriche stagnalis), il Ranuncolo a foglie capillari (Ranunculus trichophyllus) mentre tra le natanti, piante erbacee che presentano radici libere nell’acqua, la lenticchia d’acqua (Lemna minor) e la meno comune Lemna trisulca. La vegetazione erbacea è inoltre costituita da Elofite, cioè da piante che vivono ancorate con l’apparato radicale al fondale mentre il fusto, le foglie ed i fiori sono emergenti dall’acqua; tra queste possiamo ricordare il Coltellaccio (Sparganium erectum), vari tipi di Carici (Carex pendula, nigra, ecc.), la comunissima Cannuccia palustre (Phragmites australis) e la Tifa latifoglia (Typha latifolia). Sono presenti inoltre il Crescione d’acqua (Nasturtium officinale) e il Nontiscordardime delle paludi (Myosotis palustris). L’ambiente umido è inoltre impreziosito da specie floristiche di tipo alpino (dealpinismi) che per le caratteristiche microtermiche del luogo hanno trovato rifugio in pianura durante le ultime glaciazioni, come ad esempio l’Anemone trifogliata (Anemone trifolia L.) e da specie nemorali quali il Pungitopo (Ruscus aculeatus L.) e l’Anemone dei boschi (Anemone nemorosa L.) Infine i prati ospitano specie interessanti come la Primula comune (Primula vulgaris), alcune specie di Ranuncoli (Ranunculus repens, acre, ecc.), di Piantaggini (Plantago lanceolata, media), il Fior di cuculo (Lychnis Flos cuculi) e il Millefoglio (Achillea millefolium). ASPETTI FAUNISTICI Tra le numerose e diversificate specie animali ospiti del sentiero naturalistico, l’avifauna assume senza dubbio l’aspetto più interessante per la presenza nell’arco di tutto l’anno di specie nidificanti tipiche degli ambienti umidi. Tra queste si possono osservare quelle cosiddette stanziali come la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), la Folaga (Fulica atra), il Germano reale (Anas platyrhynchos) per citare le più comuni, ma anche l’Usignolo di fiume (Cettia cetti), la Ballerina bianca (Motacilla alba), la Ballerina Gialla (Motacilla cinerea) e il variopinto Martin pescatore (Alcedo atthis). Il boschetto umido del sentiero fino al il rio Fossetta ospita inoltre in modo stabile il Codibugnolo (Aegithalos caudatus), la Capinera (Sylvia atricapilla), la Cinciallegra (Parus major), il Verdone (Carduelis chloris), il Fringuello (Fringilla coeleos), il Merlo (Turdus merula), lo Storno (Sturnus vulgaris), la Gazza (Pica pica) e la Cornacchia grigia (Corvus corone). Numerosi sono i picchi, come il Picchio rosso maggiore (Picoides major) e il Picchio verde (Picus viridis) traditi, il primo dal possente tambureggiamento, il secondo dalla caratteristica risata. Tra le specie estive, cosidette migratrici e nidificanti, si segnalano anche se in numero sempre minore la Rondine (Hirundo rustica) ed il Balestruccio (Delichon urbica). Il Torcicollo (Jynx 10 torquilla), l’Usignolo (Luscinia megarhynchus), la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), il Cuculo (Cuculus canorus) contribuiscono ad arricchire ulteriormente l’area dal punto di vista ornitologico. Tra le specie invernali, cosidette svernanti, si segnalano il territoriale Pettirosso (Erithacus rubecola), la Cinciarella (Parus caeruleus), il Luί piccolo (Philloscopus collybita), lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes) ed i gregari Lucherini (Carduelis spinus). Durante il passo si rilevano, anche se non regolarmente, altre specie come la Nitticora (Nycticorax nycticorax), la Marzaiola (Anas querquedula), la familiare Garzetta (Egretta garzetta) e l’Airone cenerino (Ardea cinerea). Occasionalmente si avvistano specie come la Poiana (Buteo buteo) e il Gheppio (Falco tinnunculus). L’ittiofauna è caratterizzata dalle tipiche specie rinvenibili nei corsi di risorgiva come lo Scazzone (Cottus gobio), lo Spinarello (Gasterosteus aculeatus) e la Sanguinerola (Phoxinus phoxinus) che sono indicatori biologici di acque pulite. Frequente è la Trota iridea (Salmo Gairdneri). Tra i rettili si rinvengono la Natrice dal collare (Natrix natrix), la Natrice tessellata (Natrix tessellata) e il Ramarro (Lacerta viridis) mentre tra gli anfibi la Rana verde (Rana esculenta), la Rana agile (Rana dalmatina), la Rana di Lataste (Rana latastei), la Raganella (Hyla arborea) ed il Rospo comune (Bufo bufo). Tra i mammiferi sono da segnalare la Talpa europea (Talpa europaea), il Riccio (Erinaceus europaeus), araneus) e il Toporagno l’Arvicola comune terrestre (Sorex (Arvicola terrestris). 2-IL SENTIERO DEI PICCHI Accessibilità: in località Selvana da via Panigai; Lunghezza: km 2 Difficoltà tecniche: nessuna Note: terreno di proprietà privata 11 Una stradina sterrata che si diparte da via Panigai ci porta rapidamente in un ambiente di campagna. Il percorso ha inizio dopo aver attraversato la siepe agraria in corrispondenza di una grande quercia farnia. Attraversando i campi verso ovest si raggiunge uno steccato e seguendolo si arriva al fiume. Risalendo la sponda, numerose sono le polle segnalate dalle abbondanti bollicine, si arriva al Rio Fossetta ma sulla sponda opposta rispetto al percorso "dei Fontanili". Un bel prato senile ricco d’interessanti specie floristiche declina dolcemente verso la riva del fiume, ombreggiata da vecchi esemplari di salice bianco. Per continuare la passeggiata bisogna ritornare sui propri passi e scendere lungo la Storga o ritornare alla capezzagna e quindi camminare lungo l’alberata di platani per arrivare infine al boschetto ripariale che nasconde due fontanili un po’ anomali: alcune bombe cadute durante l’ultima guerra, lanciate in numero cospicuo in questa zona adiacente alla linea ferroviaria, ne hanno condizionata la struttura. Si può quindi raggiungere la strada sterrata seguendo la siepe agraria di confine o superando il fosso sorgivo che si forma poco più a nord. Il vibrante tambureggiare dei picchi rossi a primavera o la risata squillante del picchio verde è forse l’aspetto più suggestivo di questo percorso che ci riporta in un ambiente che preserva molti aspetti della campagna tradizionale. LA CAMPAGNA VENETA L’itinerario proposto presenta ancora molti degli elementi tipici della campagna veneta: la siepe agraria, i campi coltivati sopraelevati, il frutteto, il vigneto, le case di campagna, i fontanili, le bassure, il boschetto umido, l’alberata di platani, il prato stabile, tutti elementi questi che i contadini, grandi costruttori di paesaggio, avevano individuato e legato a criteri di utilità ben precisi che articolati nel loro insieme hanno caratterizzato il nostro territorio per secoli. Se a Treviso si parla di campagna non si può prescindere dall’attributo di "marca gioiosa", ma questo appellativo non è allora disgiunto dal rapporto che Treviso ha vissuto con Venezia a partire dal 1400 circa. I documenti ci riportano l’immagine di una "terra fertile, che produce vino in quantità ed eccellente, dove la natura è generosa, ricca di acque silenti, fresche, pescosissime, con aria saluberrima, terra ferace e fertilissima, frutti copiosissimi, abbondanza di generi", insomma il giardino della Serenissima Repubblica di Venezia. Il patrimonio boschivo naturale viene sempre più relegato alle zone umide e quindi le anse dei fiumi sono i luoghi deputati alla conservazione della naturalità. L’aspetto della campagna si consolida nel corso dei secoli con estese aree a coltivazioni di cereali suddivise in maglie rettangolari riproducenti in parte l’antico graticolato romano, delimitato da strade, fossi, siepi. Ma la vera caratteristica paesaggistica è la piantata veneta, ossia quella sistemazione dei vigneti a "filagne" dove si alternano alberi di "opio" (acero) o "salgaro" (salice) a piante di viti, filari lunghi circa 90 metri con 10 metri tra una piantata e l’altra: il risultato era di una ordinata rigogliosa selva di alberi. 12 UNA PRESENZA CARATTERISTICA: I PICCHI La siepe ripariale umida che accompagna la Storga, i boschetti marginali e luminosi che si aprono in ampi spazi erbosi e la campagna interrotta da alberate e filari che contraddistinguono il sentiero, rappresentano l’habitat ideale dei Picchi. Il tambureggiamento del Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) e l’inconfondibile verso, simile ad una risata, del Picchio verde (Picus viridis) tradiscono la loro inequivocabile presenza. I messaggi sonori, più che quelli visivi, rappresentano per i picchi un mezzo per marcare e difendere il loro territorio, a parte il proprio compagno, da altri individui della stessa specie. Caratteristico inoltre è il loro "volo ondulato" costituito da una traiettoria ascendente nella quale vengono battute le ali ed una discendente nella quale le ali rimangono aderenti al corpo. IL PRATO STABILE E I DEALPINISMI Gli ambienti prativi presenti lungo il sentiero, per la ricchezza delle specie floristiche presenti, rappresentano degli habitat di rilevante importanza naturalistica. Il prato stabile, a differenza di quello artificiale dotato di specie foraggere seminate dall’uomo, possiede una cotica erbosa costituita da specie floristiche spontanee che si evidenziano nella fase vegetativa con pregevoli fasi cromatiche e talora può costituire una vera e propria riserva biogenetica. Numerose sono infatti le specie floristiche presenti, dalle più comuni come il Tarassaco (Taraxacum officinale), la Margherita (Leucanthemum vulgare), la Bugula (Ajuga reptans), il Ginestrino (Lotus carnicolatus), alle meno comuni quali la Primula (Primula vulgaris), la Piantaggine pelosa (Plantago media), alla più rara Anemone trifogliata (Anemone trifolia). Quest’ultima insieme alla Mercorella (Mercurialis perennis) e al Caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum) rappresentano specie floristiche appartenenti a formazioni vegetali tipiche del piano montano. Le aree interessate lungo il corso della Storga sono caratterizzate da un ambiente micro termico che consente a specie che generalmente sono presenti in montagna di vegetare anche lungo le sue rive. Queste specie sono infatti scese in pianura in seguito a migrazioni floristiche causate dall’ultima glaciazione würmiana (fenomeno conosciuto con il termine di Dealpinismo). 13 3-IL SENTIERO DELLA FRANGOLA Accessibilità: in località Fiera da via del Daino; Lunghezza: km 3 Difficoltà tecniche: nessuna Note: il sentiero in proprietà privata risale la sponda snx della Storga fino ad arrivare alla linea ferroviaria Tv – Portogruaro (Ve). IL CONTESTO AMBIENTALE Questo percorso si snoda in aperta campagna ed offre la possibilità di cogliere gli elementi tipici della campagna veneta, le evoluzioni naturali avvenute e le trasformazioni portate dall’attività umana. La stradina sterrata porta ad un bell’esempio di edificio rurale porticato, con la consueta pergola di uva fragola, circondato da alberi di ciliegio, di mirabolano, di noce, di fico, tutte piante funzionali all’economia familiare per i loro frutti, per il legno, ma che creano nel loro insieme una particolare atmosfera d’ambiente per il colore e il profumo dei fiori o l’ombra d’estate, 14 contribuendo a quel tipico e sapiente equilibrio paesaggistico creato dall’esperienza contadina. L’acqua sorgiva di un adiacente fontanile, purtroppo ora non più visibile, sfruttata per una peschiera e per abbeverare gli animali, è raccolta in una vasca che poi scola nella Storga con un fosso nascosto da un boschetto semiartificiale misto di Platani specie occidentale proveniente dall’America e dalla frugale e mellifera Robinia, naturalizzata ed ora coltivata per la sua ottima legna da ardere. Non mancano i Salici bianchi (Salix alba) caratteristici del della siepe fluviale: sull’ansa del fiume un vecchio monumentale esemplare mostra di essere stato in passato addomesticato secondo la consuetudine con una potatura a capitozza, come del resto anche l’altro grande "patriarca verde" che veglia il cortile, un Gelso bianco (Morus alba) di 3,50 metri di circonferenza, memoria di questa specie arborea importata nel 1650 dalla Cina, molto diffusa fino a pochi decenni fa per l’allevamento dei bachi da seta. La siepe agraria, elemento un tempo costante nel disegno, delimita la proprietà verso nord fino ad incontrare vicino all’acqua il boschetto spontaneo di Frangola, pianta che ci racconta dell’evoluzione di quest’area umida prossima al fiume, indicata nella mappa del Calligaris (1681) come zona a prato, non adatta per le sue caratteristiche ad essere "terreno arativo, piantato e vitato" come il circostante. Oggi in questo tratto la Storga scorre lenta e manifesta in più punti la tendenza a formare delle bassure acqutrinose, ricordo di antiche trasformazioni ambientali. I corsi d’acqua quando si riversano nella pianura alluvionale, a causa delle lievi pendenze, in genere non presentano alvei ben definiti ma disegnano meandri, isolano rami morti ricordo di vecchi alvei, formano lanche, pozze perifluviali e quant’altro. Le biodinamiche fluviali costituiscono quindi la base per l’insediamento e l‘arricchimento, attraverso varie fasi evolutive, di nuovi habitat a contorno del fiume stesso. L’ambiente non risulta mai statico ma dinamico, cioè in continua trasformazione. Un aspetto interessante è senza dubbio l’evoluzione di una area umida, la deposizione di elevate quantità di biomassa vegetale tende, in lassi di tempo non comparabili con la vita media di un uomo, a chiudere la pozza perifluviale trasformandola via via in pozza stagnante, successivamente in bassura acquitrinosa ed infine in bosco igrofilo. L’evoluzione influenza e caratterizza anche le biocenosi degli habitat che si alternano nel tempo. La specie arborea che conferma la storia di una pregressa zona umida è la Frangola (Frangula alnus), alberello la cui presenza talvolta risulta essere così dominante da creare un biotopo particolare denominato "Frangoleto", specie che per la sua abbondante presenza, ha suggerito il nome al sentiero. La ricca siepe ripariale dove accanto alle specie più comuni, segnaliamo il meno comune Spin cervino (Rhamnus catharticus), cela con una vegetazione a galleria il fiume che oltre il boschetto misto assume invece un andamento rettilineo e deciso. Le mappe del Catasto Austriaco (1838-1843) ci svelano che in questo tratto il fiume ha subito un taglio, forse per contrastare l’imbonimento naturale e per dare maggiore velocità all’acqua prima del suo arrivo al mulino che si trova più a valle. 15 RISULTATI E CONCLUSIONI La progettazione dei sentieri naturalistici ha visto 3 steps progettuali: Individuazione: valutazione accessibilità (attraversamento di terreni coltivati, stradine e proprietà private …) e superamento delle barriere fisiche (linea ferroviaria, reti metalliche …); valutazione interesse storico e naturalistico ambientale; valutazione lunghezza e tempo di percorrenza; Realizzazione: Sentierizzazione e pulizia del percorso (sfalcio di erbe, rovi ed eventuale bonifica di materiali vari); Ottimizzazione del percorso (indicazioni, staccionate, osservatori per birdwatching, tabelle e pannelli didattici …,); Valorizzazione: Gestione e manutenzione periodica (giornate di pulizia); Pianificazione e fruizione sostenibile; Ripristino e conservazione della biodiversità dei biotopi umidi di risorgiva (giornate di piantumazione di specie arbustive ed arboree autoctone); Preparazione e stampa di materiale didattico, locandine pubblicitarie, pieghevoli; Inaugurazione e divulgazione attraverso proposte di visite guidate alla cittadinanza, Enti, scuole, Associazioni … . L’individuazione e la realizzazione dei sentieri alle sorgenti e lungo il medio ed il basso corso della Storga ora fanno parte dell’elenco dei siti segnalati dall’ARPAV per l’Educazione per la Sostenibilità e hanno dato la possibilità di coinvolgere: le scuole I singoli sentieri possono essere raggiunti dagli alunni e dagli insegnanti delle scuole vicine in tempi brevissimi, anche a piedi, e utilizzati durante tutto l’anno scolastico come laboratori all’aria aperta per attività di ricerca e di studio "dal vero“. Dall’avvio del progetto nel 2000, sono state interessate in Circoscrizione B-est 5 scuole con circa 30 classi per anno scolastico, per un totale complessivo in 8 anni di 250 classi e 4800 alunni. Inoltre il progetto “A lezione di fauna” i nostri animali selvatici e il loro habitat portato avanti dalla Provincia ha coinvolto circa 250 classi. la cittadinanza Sensibilizzazione alle problematiche ambientali: • Visite guidate e giornate per l’ambiente; 16 • Attività di pulizia dei sentieri; • Mostre fotografiche; Il Progetto ha portato inoltre alla diffusione del concetto di parco naturale ad interesse locale, finalizzato a preservare: le aree umide; i corsi d’acqua di risorgiva (l’asta fluviale della Storga è Area SIC dal 6/8/2004 codice IT3240031); la biodiversità e le emergenze naturalistiche presenti nella nostra città. Questi sentieri didattici naturalistici inoltre hanno contribuito e contribuiscono a preservare e ove possibile a incrementare a livello comunale una "cintura verde" finalizzata ad una migliore qualità della vita e a livello provinciale a mantenere inalterati i "corridoi ecologici " indispensabili per la sopravvivenza degli ecosistemi stessi. Solo una normativa adeguata può garantire il loro futuro. Elaborazione di (testi e foto): Emanuele Baldan dott. in Scienze biologiche Anna Paola Cagnotto dott.ssa in Architettura Guide naturalistico ambientali abilitate [email protected] [email protected] 17 18
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