Anno 14 - Numero 02 - Dicembre re a l r a p o s s Po una cosa? Associazione di volontariato Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46 ) art. 1 comma 2 NE/PN Editoriale SOMMARIO ;) Editoriale 1-2 3-4 Cjasaluna tra comunità e appartamento 4-5 Disabilità e inclusione sociale: il punto di vista dei ragazzi di Via Colombo Verso una vita indipendente, progetti di autonomia come trampolino di lancio 6-7 Quando il terzo diventa il primo settore 7-8 Riscoprire il valore della persona per dare un volto all’altro 8-9 -10 Verso una vita indipendente 5 11-12 Maratoluna 2014: l’edizione dei record 13 Musikemate 2014 14 Isee e le persone con disabilità Vendita auto: tutore, curatore, amministratore di sostegno 15 Vent’anni visti da una ventenne 16 Interferenze costruttive per nutrire la rete sociale Redazione e stampa: Associazione “Laluna” Via Runcis, 59 San Giovanni di Casarsa (Pn) Tel./Fax 0434.871156 www.cjasaluna.com [email protected] Pubblicazione semestrale Redazione Associazione Laluna Direttore responsabile Stefano Polzot Pubblicazione trimestrale Tribunale di Pordenone N° 1539 del 05/12/98 Stampa Tipografia Malacart e r a l r a p o s Pos una cosa? _di Matteo Colussi I nostri primi 20 anni Non ho mai riso così tanto. C’erano dei sabati, da Zuccheri, d’inverno, più o meno all’ora della merenda (si perché da Zuccheri il sabato facevamo la merenda), a quell’ora in cui i genitori che erano sempre in anticipo arrivavano per stare un po’ con noi, i ragazzi che facevano il turno in Cjasaluna raccoglievano le proprie cose per trasferirsi nella vecchia casa del nonno di Francesco, in cui tutti erano, non so perché, un po’ più rilassati, ecco succedeva qualcosa, una battuta, un equivoco, qualcos’altro, che scatenavano delle situazioni surreali. Quello che ogni volta mi sorprendeva erano i tempi, cioè i tempi comici, assolutamente involontari, perfetti, da attori consumati. E poi ho pianto, meno, mi sono preoccupato, sono stato felice, a volte un po’ melanconico, ho molto sognato ed ho visto molto realizzato. Spesso non ho capito. Non ho mai capito quelle signore che ci avvicinavano, nelle nostre uscite in giro per il Friuli, e ci dicevano “che bravi che siete”, perché bravi, ma bravi chi (che ad andare in giro con me ci vuole un bel coraggio…), “ma perché, signora, ti è così facile costruire la distinzione, la barriera, quando non c’è? Non vedi che c’è un gruppo di ragazzi che si sta divertendo, e non vede più dove è il diverso perché le barriere non ci sono più”. Ho visto nascere e crescere degli amori, a volte delle famiglie. E queste famiglie, insieme ad altre, percorrere nuove strade di accoglienza ed inclusione. Ho tanti ricordi, la maggior parte belli, alcuni meno. La costruzione di una comunità prima e di una casa poi, le tante riunioni fatte, le infinite discussioni, a volte gli scontri ma mai le prevaricazioni, nella coscienza che se non ci fosse stato il rispetto e l’ascolto tra di noi, non potevamo averlo con gli altri. Poi il lavoro di tanti, troppi da ricordare, tanto che quando si fa una cena per raggruppare chi è passato di qui ci si ritrova in centocinquanta e centocinquanta sono quelli di cui ti sei dimenticato e centocinquanta sono quelli che non si vogliono far ricordare. Ecco, a questi ultimi, quelli che stanno sempre un passo indietro ma senza i quali non si farebbe nulla, a loro vorrei rivolgere un “grazie” qui, e poi basta. Qualcuno è andato avanti, ma continua ad essere con noi. Così come continuano ad essere con noi tutti quelli che oggi fanno altro ma per i quali Laluna rimane un ricordo bello, una parte di vita. Una parte di vita: è questo Laluna per me. Una parte di vita, non diversa dal resto, da me, da noi, da quello che siamo e da quello che diventeremo. Buon compleanno a Laluna, ormai grande nell’età e nel cuore. Se ci saranno altri vent’anni, che siano altrettanto pieni di vita. in Cjasaluna... e r a l r a p o s Pos una cosa? Cjasaluna tra comunità e appartamento Scopriamo cosa è successo agli abitanti in questi ultimi mesi in Via Runcis, 59 _di Gianni Mascherin e Alice Spagnol COMUNITÀ CJASALUNA PAOLA FABRIS Anche in questo periodo in comunità si sono svolte molte attività e molti sono stati i volti nuovi che hanno iniziato a frequentare cjasaluna. Prima però di parlare delle cose fatte e dei nuovi arrivi, ci sembra doveroso iniziare questo articolo salutando chi, dopo molti anni, ha deciso di uscire da cjasaluna. Il 5 settembre Paolo Belluzzo si è infatti trasferito presso la coop. Sociale “Il granello” di San Vito al Tagliamento e a lui vanno oltre che i nostri saluti, i migliori auguri ed un in bocca al lupo sincero per il proseguo della sua vita. Dietro alla decisione di lasciare la comunità, ci sono motivi personali che in questi mesi hanno attanagliato Paolo a cui comunque non è mancato il supporto di tutti gli educatori ed operatori che gli hanno permesso di prendere questa decisione in assoluta libertà e serenità. Chi ci ha lasciato a fine settembre è stato anche Andrea Bellato. Dopo cinque mesi trascorsi insieme a noi per ricaricare le pile e respirare un po’ di aria nuova, infatti, è arrivato il 1 soggiorno al mare, per due settimane nell’Agosto scorso. Nulla meglio delle foto può testimoniare l’ottimo esito della vacanza…. momento per Andrea di ritornare alla “Casa al Sole” di Pordenone dove è andato ad abitare con due nuovi compagni. A cjasaluna Andrea si è trovato molto bene lasciando un ricordo bellissimo e parecchi amici. A prova di questo è già ritornato a trovare gli abitanti di cjasaluna un sabato pomeriggio e parecchie sono state le sue telefonate di saluto. Ma non ci sono stati solo commiati! A partire dal mese di Ottobre, infatti, si è unito alla comunità Stefano che ha 23 anni e proviene da Pasiano di Pordenone. Nei prossimi mesi impareremo a conoscerlo e sapremo dirvi di più! Venendo alle attività che hanno coinvolto la comunità, la più lunga e rilassante è stata di gran lunga il e r a l r a p o s Pos una cosa? In occasione della Maratoluna 2014 abbiamo festeggiato insieme al paese i 20 anni de Laluna; e lo abbiamo fatto prendendo per la gola i nostri concittadini! Grazie alla collaborazione con la pasticceria “ Al duomo” di San Giovanni abbiamo realizzato dei buonissimi biscotti che hanno trovato il gradimento generale E ancora….. Castagnata svolta insieme al gruppo degli Amici della Montagna di San Giovanni domenica 19 ottobre. 2 in Cjasaluna... Grigliata dei volontari, mercoledi 17 settembre Giornata di pesca con l’a.s.d. La loggia, martedi 16 settembre. 3 e r a l r a p o s Pos una cosa? Da ricordare che in questo periodo gli abitanti della comunità hanno continuato anche a svolgere le loro attività consuete che riguardano la cura della casa e la sua pulizia oltre a sviluppare una maggiore consapevolezza del loro ruolo di persone adulte impegnate in un percorso di vita. in Cjasaluna... e r a l r a p o s Pos una cosa? PROGETTO APPARTAMENTO CJASALUNA USCITE IN TRENO Ecco le bellissime fotografie che ritraggano MATILDE & CECILIA durante le uscite effettuate a Pordenone. Le uscite sono state pensate per permettere ad entrambe di imparare a prendere il treno e passare così un pomeriggio di svago lontano dal territorio Casarsese. In questi mesi hanno imparato a prendere il treno in autonomia, e proprio di recente sono andate da sole al mercato di Pordenone! Durante le uscite Pordenonesi non sono mancati gli incontri con alcuni degli amici di “Casa al Sole” con i quali le ragazze hanno bevuto un caffè Inoltre ne hanno approfittato per fare alcune spese! ATTIVITÀ IN APPARTAMENTO Proseguono le attività in appartamento al fine di perfezionare le faccende di casa che Matilde e Cecilia sanno già fare, ed impararne di nuove! Assieme a loro ci piace pensare all’appartamento come ad una palestra nella quale ci si allena per diventare sempre migliori, inserendo un po’ alla volta anche degli “esercizi” nuovi. Queste foto le ritraggono mentre svolgono le attività più svariate: - spesa - pulizia della casa (camera, bagno, salotto, cucina) - pulizia dei piatti 4 e r a l r a p o s Pos Propedeutica all’abitare... una cosa? Disabilità e inclusione sociale: il punto di vista dei ragazzi di Via Colombo _di Luca Zanette, Gloria Bortolin, Andrea Rubert D urante i primi mesi di avvio del progetto di autonomia abitativa di via Colombo, noi ragazzi ci siamo trovati a riflettere sul significato delle parole Inclusione sociale e disabilità a seguito di un articolo comparso sul Messaggero che riguardava questo progetto. Dalla lettura dell’articolo abbiamo iniziato a porci delle domande alle quali abbiamo provato a dare una risposta IL NOSTRO PUNTO DI VISTA: Quando una persona è inclusa socialmente e quando no? Una persona è socialmente inclusa quando ha le capacità adatte a poter vivere senza il supporto di famigliari o di educatori. Una persona disabile si sente inclusa quando è accettata dalla propria famiglia. Una persona si sente inclusa quando riesce ad inserirsi in un gruppo (Musica, ballo, sport, ecc...) e viene accettata all’interno di quel gruppo. Per essere accettati nello sport per esempio, una persona deve potervi partecipare e deve poter parlare e giocare insieme alla squadra. Le persone, per essere incluse, devono poter avere degli strumenti che gli consentano di superare una disabilità. Quindi, quando è che una persona è inclusa? Per noi una persona è inclusa socialmente quando pensa con la propria testa senza dover chiedere, stando pur sempre dentro le regole e le leggi della società. Perché una persona possa essere inclusa deve poter essere accettata dalla società tramite l’inserimento lavorativo, essere accettato dalla propria famiglia e poter avere un gruppo di amici. Perciò perché le persone che possono avere dei problemi a essere autonome sono escluse dalla società? La società non riesce a entrare in contatto con le persone con disa- 5 bilità perché molte volte i disabili vengono rinchiusi in centri che sono come delle prigioni e così non entrano a far parte della comunità. Semplicemente per il fatto che non hanno le capacità adatte per poter vivere per conto proprio o perché non sono in grado di intendere o volere? Secondo noi per superare l’idea di disabilità come malattia è importante restituire alle persone una vita normale, con un lavoro, una famiglia, una casa, degli amici, la possibilità di fare uno sport, di muoversi autonomamente nel territorio, e con la possibilità di un futuro radioso. Attività de LaLuna... e r a l r a p o s Pos una cosa? Quando il terzo diventa il primo settore Una riflessione sull’organizzazione del lavoro nel sociale attraverso i principi di responsabilità, visione innovativa, organizzazione e sinergia _di Francesco Osquino Responsabilità: Nei confronti delle persone Q uando il volontariato si struttura per offrire un servizio complesso ed articolato deve sempre avere ben chiaro qual è il suo obiettivo primario e ciò la “Vita buona” delle persone. È difficile definire quando una persona raggiunge la sua vita buona partendo da uno stato di disagio. Cos’ infatti ci si limita a fare del bene pensando ai bisogni “urgenti”. Il rischio è di soffermarsi all’assistenza e all’assistenzialismo senza andare oltre. In questo caso potremo ricordare il proverbio cinese che dice: “Dai un pesce ad un uomo e l’hai sfamato per un giorno, insegnagli a pescare e l’hai sfamato per tutta la vita”. Nei confronti del bene pubblico Dobbiamo sempre porci questa domanda: possiamo fare di più a parità di risorse? Possiamo offrire un servizio migliore a parità di risorse? Possiamo rispondere a bisogni maggiori (e quindi coinvolgere nei nostri progetti più persone) a parità di risorse? Se vogliamo è una questione di efficienza ed efficacia delle attività che svolgiamo. Io ho sempre avuto massimo rispetto per le risorse economiche pubbliche. Non mi riferisco solo alle sovvenzioni dello Stato ma anche ai contributi dei privati ed alle raccolte fondi. La gestione di soldi pubblici richiede una grande responsabilità. Per questo dal mio punto di vista la progettazione sulle persone e l’analisi dei risultati attesi deve essere concreta, misurabile, non auto referenziale e verificabile dalla Pubblica Amministrazione che sempre più, in tutti i settori dovrà “specializzarsi” nel garantire servizi di qualità ai cittadini. Visione innovativa Se al centro c’è la progettazione, la responsabilità, l’impegno e la passione delle organizzazioni (pubbliche o private), avremo orecchie ed occhi aperti per cogliere l’evoluzione dei bisogni. I bisogni delle persone non sono statici ma hanno una loro dinamicità. Questa dinamicità spesso ci mette in crisi. L’associazione Laluna ne è un esempio. Noi abbiamo attraversato diverse “crisi” e ad ogni crisi ne siamo usciti più forti e con occhi nuovi pronti a ricominciare da capo nello scrivere la nostra storia. Se siamo troppo imbrigliati al “si è sempre fatto così”, “le Leggi finanziano questi progetti e non altri”, rischiamo di non poter crescere o di offrire risposte adeguare in clamoroso ritardo. Viviamo un tempo dove sarebbe opportuno anticipare le leggi, progettare in funzione dei bisogni e non unire unicamente il tutto alle risorse. È evidente che senza risorse non si arriva da nessuna parte ma dobbiamo slegare i due momenti, prima nascono i bisogni e poi si va alla caccia di risorse, non viceversa. Organizzazione Gestione del personale (o delle persone) La gestione del personale è uno degli aspetti cruciali per il raggiun- gimento degli obiettivi. Le organizzazioni sono lo specchio di tutte le persone che ne fanno parte e quindi ognuna di loro, qualsiasi sia il suo ruolo, deve essere coinvolta. Si dice che “ogni esercito marcia al passo del più lento dei propri soldati”. Per marciare assieme ed ad un passo spedito grande importanza riveste il processo di delega: Aspettative e obbiettivi Quali le linee guida Quali le risorse a disposizione I feedback (valutazioni) Le conseguenze Progettazione La progettazione è il fulcro il cuore di ogni attività educativa ed evolutiva. Qui troviamo il lavoro e le competenze dei professionisti che sanno mettersi in gioco, che si rendono conto quanto sia bello lavorare con le persone per farle crescere con coscienza e consapevolezza, abbracciando progetti “a decrescere” cioè progetti che tendono a fornire risposte ai bisogni e non tendono a mantenerli (perché poi chi mi paga?). Legata alla progettazione vi è la formazione continua, la supervisione, le crescita del gruppo e dei singoli soggetti coinvolti. Valutazione Ogni azione, ogni risultato deve essere verificato, sia internamente ma anche dalla Pubblica Amministrazione, da chi cioè ha il dovere di garantire che i soldi pubblici siano spesi in modo corretto evitando che le valutazioni siano esclusivamente 6 Attività de LaLuna... autoreferenziali. Torniamo quindi ad un concetto di responsabilità. Questa è una fase importante in quanto determinerà le scelte future della progettazione e come già citato nel processo di delega andrà a stabilire le conseguenze di un lavoro svolto più o meno bene. Sinergia L’ultimo elemento riguarda la sinergia. La sinergia è qualcosa che si lega con l’interdipendenza e che unisce vari soggetti, la comunità locale, i servizi, gli educatori, i volontari, tutto un’insieme di soggetti che ruotano attorno alla persona. e r a l r a p o s Pos una cosa? Quando un individuo cresce diventa indipendente ma è solo quando raggiunge un adeguato grado di maturità che diventa interdipendente. Nell’interdipendenza ci sono le relazioni che ognuno di noi mette in campo quotidianamente nelle relazioni della vita. Nelle situazioni di disagio o di bisogno l’interdipendenza diventa un elemento importante che funziona se si creano tra i vari soggetti legami sinergici. La sinergia riveste un ruolo importante soprattutto nei progetti vita delle persone. Spesso i soggetti coinvolti lavorano per comparti- menti stagni. Pubblico e privato portano avanti i loro obiettivi senza una regia condivisa ed una visione sinergica del problema. Dobbiamo lavorare in questo senso se vogliamo rispondere in modo responsabile alle sfide che ci attendono in un panorama di risorse economiche scarse. Ritengo che ci attendano delle grandi sfide e che non siano per nulla semplici da affrontare ma si sa che la fatica ed il sudore sono le uniche strade per arrivare al successo, ed arrivare al successo nel sociale penso sia una delle cose più gratificanti. Riscoprire il valore della persona per dare un volto all’altro _di Daniele Ferraresso Q uesto periodo storico ci vede protagonisti di un curioso e contraddittorio fenomeno: da una parte i media ci evidenziano, una quasi quotidiana violazione della dignità umana con guerre, stragi, violenze di ogni genere e, dall’altra, quasi per difendersi (o per nascondersi da parti che non piacciono) da questa diffusa “patologia”, si sviluppano numerosi dibattiti sulla dignità della persona umana, per far riemergere, quasi come un’autodifesa, un problema centrale, sul quale è necessario ritornare frequentemente per non perdere di vista un valore fondante della civiltà umana, appunto, la dignità umana. Ogni discorso sull’educazione implica di necessità un discorso filosofico ed antropologico: esso non è una inutile perdita di tempo come 7 può sembrare all’inizio, non è un discorso astratto. Oggi più che mai, infatti, in educazione l’enfasi rischia di appiattirsi sul discorso metodologico (uso di tecniche per educare, ri-abilitare, animare, insegnare, fare..) a scapito di una riflessione umana ed etica sull’educazione. Tuttavia ritengo la riflessione teoretica dietro le quinte fondamentale: a) per non procedere a casaccio, b) per sapere dove si sta andando. È infatti chiaro che: “L’idea che ci si fa dell’educazione dipende evidentemente dall’idea che ci si fa dell’uomo e della sua destinazione”(Laberthonniere) Ogni persona con disabilità rappresenta una persona, un essere umano unico e irripetibile, e come tale, va considerato, sempre! Ogni considerazione, tuttavia, risulta deviante se si dimentica che prima dell’aggettivo disabile c’è il sostantivo persona. Qualunque sia il tipo di disabilità e di menomazione, la persona non perde la sua incommensurabile e inalienabile dignità e il riconoscimento che incondizionatamente alla persona è dovuto. All’opposto, le ideologie dominanti delle società occidentali (l’ideologia del progresso, della felicità, della perfezione biologica) portano a dimenticare tale verità, così l’aggettivo (bella, giovane, sana, efficiente, produttiva) prende il sopravvento sul sostantivo (vita); l’avverbio (bene) sul verbo (vivere). Ma una società, che mette ai margini o esclude anche uno solo dei suoi membri, è da considerasi malata e bisognosa di recuperare il valore fondamentale che la costituisce come umana. Se non riconosco la dignità dell’altro, del vicino (sia esso disabile, anziano, Attività de LaLuna... straniero) è ferita e mutilata anche la propria: tutti ci troveremo ad un certo punto della nostra vita disabili, anziani o stranieri! La Società, nelle sue diverse espressioni, dovrebbe offrire alla persona con disabilità un ininterrotto impegno che passa dall’assistenza all’integrazione, all’inclusione per giungere alla valorizzazione della persona nel proprio ambiente di vita. Ma con quali occhi guardiamo la persona? Con quali orecchi ascoltiamo quello che ha da dirci? Alla base di ogni esperienza umana, c’è la ricerca della realizzazione di sé (felicità). La persona, infatti, esiste in questo momento e, nello stesso tempo, è un progetto: l’essere umano è teleologico, capace di autotrascendimento; da incompiuto a compiuto; da imperfetto a perfetto. L’essere umano tende, dall’interno di se stesso, alla perfezione, ma questa non è un ideale uguale per tutti; è, invece, un traguardo personale e intrasferibile, dove nessuno può e r a l r a p o s Pos una cosa? dire quale sia la tua “via”, ma è una ricerca e un traguardo personalissimo. Molti conflitti/disagi derivano dal fatto che ci facciamo un ideale dell’io che non corrisponde alla nostra “tendenza”, vogliamo forzare la nostra esistenza (o peggio quella di chi ci è vicino) per delle vie che non sono le nostre. Certamente la persona disabile parte svantaggiata verso la realizzazione umana ma, nello stesso tempo, mette in campo possibilità ulteriori. Le difficoltà, che più di ogni altro deve affrontare, possono dare, e di fatto danno, una forza d’animo che desta sorpresa ai molti cosiddetti normali. Sì perchè il loro cammino è messo alla prova da chi è vicino, dal dover sempre “dimostrare” qualcosa (al genitore, all’educatore, allo psicologo...) A volte, però, non siamo noi a falsare l’ideale del nostro io, sono gli altri che insistono a chiederci, secondo i loro schemi, una presunta “perfezione” che non corrisponde alle nostre possibilità. E questa è un’altra possibilità che ho visto e vedo frequentemente accadere soprattutto in ambito educativo sotto le vesti di “obiettivo da raggiungere”. La realizzazione di sé dovrebbe essere un accettarsi nella realtà incompiuta con la fiducia di poter andare oltre se stesso. L’ideale è quello della completezza della persona, in virtù del quale, senza arrendersi, sa fare i conti con la precarietà, il limite, l’insuccesso. L’augurio da farsi potrebbe essere: “Non ti auguro di essere un uomo tutto di un pezzo, nell’anima e nel corpo, perfetto. Ma ti auguro che tu possa vivere, con tutti i tuoi difetti, in un bel posto, magari scelto da te e che ti trovi bene e alla luce del sole, come sei; che le tue imperfezioni e i tuoi difetti possano diventare motivo di spinta vitale e di tensione tra essere e divenire nella prospettiva del progetto di chi sono e chi posso-voglio essere”. Buon Natale e Buon Anno 2015 Verso una vita indipendente Il convegno, tenutosi il 28 Novembre al Teatro Pasolini a Casarsa, ha segnato il passo sulla progettazione dell’Associazione Laluna a vent’anni dalla sua nascita _di Erika Biasutti “P er festeggiare i nostri vent’anni insieme a voi abbiamo deciso di non autocelebrarci parlando dei progetti de Laluna ma piuttosto di creare un’occasione per proporre la nostra visione della persona con disabilità, mossa da principi di centralità della persona, di autodeterminazione attraverso l’espressione dei bisogni e dei desideri”. E’ così che abbiamo deciso di introdurre il convegno organizzato dall’Associazione Laluna in occasione dei vent’anni dalla sua fondazione. E il messaggio è arrivato chiaro e forte ai numerosi presenti all’evento, che hanno manifestato entusiasmo per la qualità degli interventi proposti dai relatori scelti per l’occasione. L’idea di partenza è stata, appunto, quella di costruire un incontro intorno al tema della vita indipendente: parlare di vita indipendente per una persona con disabilità significa intraprendere un percorso difficile e ricco di insidie per chi decide di compierlo e per chi gli sta intorno, dagli educatori alla famiglia, in primis. Il percorso che conduce verso la vita indipendente passa però soprattutto attraverso la visione della disabilità. Non è possibile l’autodeterminazione di una persona con disabilità se il termine per indicarla è “disabile” prima che “persona”, se non la si ritiene capace di decidere per se, di saper chiedere nel momento del bisogno, se non partiamo dal presupposto che fare progetti per persone con disabilità significa prima di tutto propendere verso la “vita buona”, una vita che valga la pena di essere vissuta nel vero senso del termine. Su questo si è discusso dal punto di vista ideale, progettuale, pratico. La prima parte dell’evento ha visto susseguirsi gli interventi del presidente de Laluna, Matteo Colussi, che ha offerto una rapida riflessione sul senso del fare volontariato, del Coordinatore Sociosanitario Alberto Grizzo che ha fatto un apprezzatis- 8 Attività de LaLuna... simo intervento sulla natura dell’essere umano, sul normale processo di svincolo dalla famiglia, sul processo di adultizzazione e su come tutti questi percorsi vengano negati da un sistema che ritiene le persone con disabilità solo esseri umani che necessitano accudimento. E’ seguito poi l’intervento di Sergio Silvestre, presidente del CoorDown nonché membro di un importante tavolo ministeriale che si occupa di disabilità che ci ha fornito una panoramica della situazione nazionale in tema di progetti e politiche per la vita indipendente; è stato poi il turno del noto psicologo e psicoterapeuta genovese Carlo Lepri, che ha tratteggiato alcuni processi psicologici che sono alla base dei progetti di autonomia. L’attenzione si è poi spostata su alcuni esempi pratici che abbiamo definito “prove di volo” (se è vero che il volo è uno dei più importanti simboli di libertà): Casa al sole di Pordenone ha riflettuto sul ruolo della famiglia e dell’educatore nei progetti di autonomia abitativa, Casa Elena, neonata realtà di San Daniele, ha calato nella quotidianità la pratica dell’acquisizione di autonomia e Francesco Osquino, del Centro studi “Cesare Ferrari”, coordinatore del Progetto UnascAbile, ci ha introdotti all’importante tema della “leggibilità”, ovvero quella pratica avviata per esempio nei quiz per la patente, che semplifica il linguaggio e la sin- 9 e r a l r a p o s Pos una cosa? Alberto Grizzo Sergio Silvestre Attività de LaLuna... tassi consentendo anche a chi ha più difficoltà di comprensione di capire, senza compromettere la qualità dei contenuti. La giornata si è infine conclusa con una riflessione da parte di Carlo Francescutti, dirigente del Coordinamento Sociosanitario che ha lasciato spazio anche a pensieri giunti dal pubblico presente in sala. Siamo convinti che i principi ai quali l’associazione Laluna si ispira e sui quali basa il proprio pensiero e le proprie progettazioni sono ancora e r a l r a p o s Pos una cosa? poco diffusi e condivisi. L’evoluzione del pensiero passa soprattutto attraverso un cambiamento culturale che si nutre di confronto, scambio e diffusione del pensiero stesso. Come associazione di volontariato e come realtà che opera nel sociale non possiamo esimerci dalla responsabilità di essere promotori di questa evoluzione proponendo eventi come questo convegno e diffondendo il nostro pensiero ovunque abbiano voglia di ascoltare. 26-27 NOVEMBRE 2014: DUE GIORNATE ALL’INSEGNA DELLA FORMAZIONE CONGIUNTA di Erika Biasutti La formazione è un elemento chiave di tutto il lavoro che l’Associazione compie e a confermarne l’importanza è arrivato l’accordo, sancito dall’addendum alla convenzione sulle progettazioni di autonomia Abitativa, che prevede un programma di formazione congiunta tra realtà che si occupano di vita indipendente sul territorio: Associazione Laluna, Fondazione Down Fvg e Ass6 Il progetto formativo che ci impegnerà per tutto il 2015 e anche oltre, si è ufficialmente aperto con una “due giorni” (26-27 Novembre 2014)con Carlo Lepri, noto psicologo psicoterapeuta genovese che ha costruito la sua carriera su studi e ricerche sulla vita indipendente. Fautore del servizio di inserimento lavorativo (Sil) e tra i “padri” della legge 68, Lepri ha pubblicato diversi libri sul tema ed è considerato insieme ad Enrico Montobbio uno dei maggiori esperti sul tema dell’autonomia delle persone con disabilità. 10 Attività de LaLuna... e r a l r a p o s Pos una cosa? Maratoluna 2014: l’edizione dei record _di Erminio Fabris N on capita spesso di poter realizzare i propri sogni, ma noi lunatici non abbiamo mai smesso di inseguire i nostri e molto spesso siamo anche riusciti a realizzarli. Uno di questi era realizzare, in occasione del ventennale dell’associazione, un’edizione della Maratoluna che rimanesse ben impressa nella memoria di tutti. Oltre 600 iscritti, una giornata tra le più belle del 2014 (metereologicamente parlando), visi sorridenti, tanti complimenti. L’edizione numero 11, non poteva andare meglio di così. Il percorso si snodava nella parte est del paese sino ad arrivare alla villa di località Boreana; una bella passeggiata di circa 7 km durante la quale abbiamo inviato i partecipan- 11 ti a metterci letteralmente la faccia. Erano infatti presenti delle sagome e, per chi lo desiderasse, era possibile farsi immortalare nelle sembianze di un antico discobolo, oppure mentre si praticava del sano jogging nelle sembianze di un simpatico ragazzino. Tutte le foto sono state poi raccolte e proiettate al termine della camminata. Come di consueto non sono mancati i ristori lungo il percorso, la pastasciutta finale e l’intrattenimento, a cura dei ragazzi del “Team Smile” del Progetto Giovani, per grandi e piccini. Per l’occasione erano stati allestiti degli stand espositivi delle realtà sociali del territorio lungo il perimetro del giardino della Cjasaluna. Al termine della pastasciuttata vi è stata l’occasione di condividere con tutti presenti un momento dedicato ai festeggiamenti per il ventennale dell’associazione; per l’occasione, gli abitanti della Cjasaluna avevano preparato, con la collaborazione della pasticceria “Al Duomo”, la bellezza di 1000 biscotti che sono stati distribuiti tra i presenti. Abbiamo inoltre approfittato della presenza di alcuni rappresentati della Bcc Pordenonese per ringraziarli pubblicamente per la donazione del nostro nuovo Peugeot. Desideriamo ringraziare tutte le persone che hanno fatto in modo che si potesse realizzare anche questa edizione della Maratoluna, vi possiamo assicurare che sono veramente tante, e vi diamo appuntamento all’edizione 2015. Attività de LaLuna... e r a l r a p o s Pos una cosa? 12 Attività de LaLuna... e r a l r a p o s Pos una cosa? Musikemate 2014 H ome Edition: è questo il titolo della versione 2014 del tradizionale Musikemate. Una versione più casalinga, più intima, più raccolta ma non per questo meno riuscita delle precedenti. In occasione del ventennale dell’associazione abbiamo sperimentato un’edizione di Musikemate fatta in casa nostra e allora abbiamo approfittato della splendida cornice della Cjasaluna per proporre 3 serate. 13 La prima ha visto l’esibizione del gruppo “The Old”, che con le loro sonorità country blues hanno allietato la serata di numerosi spettatori. La seconda serata, come da tradizione Musikemate, è stata la serata dedicata ai gruppi giovani ed a inondare di note il giardino di Cjasaluna ci hanno pensato i “24h”. Per l’ultima serata abbiamo invece proposto, in collaborazione con il Comune di Casarsa della Delizia, uno spettacolo teatrale per i più piccoli, che ha fatto divertire però anche i meno giovani. Sul palco allestito per l’occasione si è esibita la compagnia teatrale di Ragogna, che ha proposto lo spettacolo dal titolo “Nella vecchia compagnia, ia, ia, oh”. Ringraziando tutte le persone che hanno partecipato e quelle che hanno collaborato alla realizzazione delle serate, non ci resta che darvi appuntamento alla prossima scoppiettante edizione del Musikemate. Attività de LaLuna... e r a l r a p o s Pos una cosa? ISEE e le persone con disabilità I nuovi modelli. Le novità _di De Caro Francesco A completamento di quanto riportato nello scorso numero di Posso Parlare una Cosa a proposito di ISEE, informo che il 17/11/2014 è stato pubblicato sulla G.U. n. 267 il decreto 7/11/2014 del Ministero della Salute e delle Politiche Sociali che approva i modelli DSU (dichiarazione sostitutiva unica). Il modello DSU entrerà in vigore dal 17/12/2014 e dalla stessa data gli enti erogatori delle prestazioni sociali agevolate (Comune, Università, ecc..) devono emanare che nuove norme che regoleranno le erogazioni delle prestazioni nonché i nuovi limiti di riferimento. Quindi dal 17/12/2014 tutte le richieste di prestazioni sociali agevolate devono essere erogate solo presentando i nuovi modelli e in base ai nuovi criteri e limiti di riferimento. La richiesta dell’ISEE va inoltrata all’INPS online (tramite pin personali) oppure tramite CAF, compilando modelli diversi a secondo della prestazione richiesta; l’INPS incrocia i propri dati con quelli dell’Agenzia delle Entrate e genera la maggior parte dei dati necessari alla compilazione (pensioni, indennità di accompagnamento, spese, sanitarie, ecc..). Per fare questo ha tempo 10 giorni e altrettanti ne ha il richiedente per fare eventuali correzioni; al termine di questo tempo l’INPS emette il documento definitivo. Il nuovo decreto riporta anche una buona novità per le persone con disabilità e cioè che vanno considerati solo le provvidenze erogate dall’INPS (e quindi solo pensioni e indennità) e non altri trasferimenti monetari (vita indipendente, voucher, assegni di cura, contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche, ecc…) e restano ferme le franchigie. Vendita auto: tutore, curatore, amministratore di sostegno _di De Caro Francesco G li istituti giuridici che “proteggono” la persona disabile e il suo patrimonio sono l’interdizione, l’inabilitazione e l’amministrazione di sostegno ai quali il Giudice tutelare nomina, rispettivamente, il tutore, il curatore e l’amministratore di sostegno. Questi istituti agiscono sulla “capacità legale di agire” della persona disabile; annullandola nel caso dell’interdizione e limitandola, in misura diversa, negli altri casi; l’ammi- nistrazione di sostegno oltre a limitare meno la capacità legale di agire della persona disabile, è l’unico istituto che prevede, oltre alla gestione del patrimonio, anche la tutela della persona. Al tutore, al curatore e all’amministratore di sostegno il giudice tutelare, al momento della nomina assegna “poteri” e “limiti”, tra cui la gestione dei “beni mobili e immobili” costituenti il patrimonio. Nell’amministrazione di sostegno la persona disabile continua ad avere la capacità legale di agire per compiere atti in autonomia o, se lo richiede, con l’aiuto dell’amministratore di sostegno, necessari per la sua vita quotidiana. L’auto è un bene mobile anche se può raggiungere un valore rilevante, essa è soggetta a deperire col passare del tempo e richiede interventi e manutenzione. Può verificarsi la necessità, o la volontà, di doverla vendere e, nel caso di persona disabile, chi può farlo? Da tenere presente che le persone nominate per gli istituti sopra citati 14 Attività de LaLuna... devono compiere tutti gli atti necessari nell’esclusivo interesse del “beneficiario” nei limiti stabiliti dal giudice tutelare. Preciso che la vendita di una macchina richiede un formale atto notarile: Interdizione. Il tutore, considerato che il disabile non ha nessuna capacità legale di agire, nel rispetto dei poteri conferitegli al giudice tutelare può compiere gli atti necessari alla vendita solo dopo aver acquisita l’autorizzazione del giudice tutelare. Inabilitazione. È come per l’interdizione con la differenza che, siccome il disabile continua a mantenere una minima capacità di agire, potrebbe disporne la vendita sentito il curatore che comunque deve compiere gli atti necessari. Potrebbe non servire l’au- e r a l r a p o s Pos una cosa? torizzazione del giudice tutelare, qualora questi abbia autorizzato a priori, ovvero alla nomina, il curatore stesso. Amministrazione di sostegno. Come sopra accennato è la forma di tutela meno rigida e la persona disabile conserva buona parte della sua capacità legale di agire. Se è d’accordo con l’amministratore di sostegno può decidere la vendita della vettura; nel caso di disaccordo occorre il parere del giudice tutelare. Ritengo opportuno che l’amministratore di sostegno avvisi comunque e a priori il giudice tutelare. Un caso particolare è quando la vettura è confluita nel “trust”. I beni, e quindi una macchina, confluita in trust, devono essere gestiti dal “trustee” nell’esclusivo interesse del “be- neficiario” secondo le direttive del “disponente”. Pertanto se il disponente ha disposto che i beni in trust possono essere anche venduti, il trustee (non l’amministratore di sostegno se persona diversa) può procedere in tal senso. Un altro caso particolare è quando il disabile non ha nessuna protezione. Il questo caso è come un qualsiasi altro cittadino con la piena capacità legale di agire e pertanto può compiere qualsiasi atto giuridico. Attenzione però! In caso di raggiro o sopraffazione o …… la legislazione prevede l’annullamento degli atti compiuti e il deferimento all’autorità giudiziaria della persona che ha operato il raggiro, ecc.. Vent’anni visti da una ventenne L’attuale responsabile del gruppo volontari attività, Antonella Bertoia, racconta Laluna vista dalla sua prospettiva C ome ti sei avvicinata all’Associazione Laluna? La scelta di intraprendere questo tipo di percorso è nata grazie ad un volontario, più precisamente grazie a Gabriele che cercava di “convincere” mio fratello a partecipare alle attività e un giorno mi ha chiesto “Anto, vuoi venire anche tu?” e io gli ho risposto di sì senza pensarci molto. Ho provato, mi è piaciuto…e sono rimasta. Da quanti anni sei volontaria? Quest’anno ho festeggiato il mio sesto anno all’interno dell’associazione, ma ho ancora voglia di continuare. Cosa pensi di aver portato all’associazione? Sinceramente non credo di aver portato niente di speciale, solo voglia di mettermi in gioco e di stare insieme agli altri. 15 Qual è stato il momento più difficile che hai dovuto affrontare? Il momento più difficile per me è stato qualche anno fa dopo un difficile turno in Cjasaluna in cui ho dovuto affrontare un mio calo di motivazione in quanto non ero riuscita a comprendere le esigenze di uno dei ragazzi appena arrivato in Cjasaluna, creando in lui uno stato di agitazione e in me di mortificazione. Essere volontario de Laluna ha influito nella tua vita e nelle tue scelte? Con Laluna ho avuto vari momenti di confronto con gli altri volontari, con gli educatori, con esperti attraverso dei corsi di formazione. Questo continuo scambio di informazioni e di idee mi ha aperto un mondo di tematiche inerenti la disabilità su cui banalmente non mi ero mai soffermata. Sembrerà un po’ scontato ma Laluna, in questi anni, è diventata per me una seconda famiglia dove sentendomi responsabile mi sento libera di esprimermi per quella che sono e accettando i difetti, i tempi e le esigenze di ciascuno ho imparato ad accettare gli altri così come sono senza bisogno di cambiarli o giudicarli. Consiglieresti ai giovani il volontariato come esperienza? Assolutamente sì poiché ritengo che il volontariato sia un momento dove i ragazzi vivendo queste esperienze fuori casa hanno la possibilità di sentirsi responsabili e di sentirsi utili. Tutto questo ovviamente viene ripagato dai momenti divertenti e di condivisione che ogni associazione ha. L’associazione compie vent’anni. Che ne pensi di questo traguardo? Ovviamente è una bellissima tappa Attività de LaLuna... del cammino che l’associazione sta facendo, è merito di tutti quelli che hanno partecipato in questi anni e che hanno creduto nell’associazione e nei suoi obiettivi. Com’è cambiata l’associazione in questi anni? L’associazione è cresciuta, diverse sono state le persone che si sono succedute ma gli obiettivi principali e r a l r a p o s Pos una cosa? sono rimasti immutati nel tempo. Sicuramente tra le cose che sono cambiate vi è una maggior consapevolezza dell’autonomia della persona con disabilità e un aggiornamento nelle modalità di relazione in base alle nuove conoscenze che si sono divulgate in questi vent’anni. Come vedi il futuro de Laluna? Per quanto riguarda le attività, gra- zie all’arrivo di giovani volontari, c’è un futuro e dato il periodo buio che abbiamo avuto, mi sembra già una bella cosa. Per quanto concerne l’associazione mi auguro che ci sia un futuro sempre positivo e che nonostante il giusto rinnovamento delle modalità di approccio, gli obiettivi de Laluna vengano sempre tenuti in considerazione. Interferenze costruttive per nutrire la rete sociale Laluna propone un percorso formativo per i volontari _di Erika Biasutti “I nterferenze costruttive per nutrire la rete sociale”: un titolo tanto complicato quanto pieno di significati. Il percorso formativo che l’Associazione Laluna ha proposto in questa fine 2014 (grazie anche al contributo del Ccv Fvg) ai suoi volontari nasce dalla necessità di fornire loro degli strumenti utili e uno spazio di confronto. La rete sociale è un complesso di per se complesso perché rappresenta un sottoinsieme auspicabilmente sempre più grande, della cittadinanza che contiene tutte quelle persone che nel territorio intessono dei legami sociali. E’ una rete che si nutre dall’interno ed è tanto più alimentata quanto più si verificano “interferenze” costruttive. Perché le interferenze alimentino la rete sociale, è necessario conoscere gli attori della rete a essere forniti degli strumenti che permettono di interferire in maniera positiva. Su queste basi abbiamo costruito il percorso formativo che ha visto la partecipazione di circa trenta volon- tari; gli appuntamenti sono iniziati sabato 8 novembre per 4 sabati fino al 20 Dicembre. Nei primi 2 incontri, attraverso la docenza del Dott. Carlo Francescutti e della Dott.ssa Pamela Franceschetto del Coordinamento sociosanitario dell’Ass6, è stata approfondita meglio la conoscenza con i servizi (facendo capire cosa c’è sul territorio e come ci si interfaccia tra pubblico e privato) e si è parlato della visione della disabilità ripercorrendone la storia fino ai giorni nostri. Durante gli incontri di Dicembre si sono invece approfonditi, insieme alla psicologa e psicoterapeuta, Dott.ssa Orietta Sponchiado, temi come il ciclo di vita, la teoria dell’attaccamento e del distacco dalla famiglia d’origine, tutti passaggi da compiere per fare passi verso la vita autonoma e indipendente. Non sono mancati dibattiti e confronti tra i partecipanti che hanno vissuto in maniera molto attiva e interattiva il percorso proposto dimostrando l’importanza della comunicazione e dello scambio tra tutti gli attori della rete sociale. 16 Attività de LaLuna... e r a l r a p o s Pos una cosa? Grazie per le offerte a…. Iacovelli Giuseppe, Passariello Giuseppe e famiglia, Rosin Eugenio Decimo Volley Scout- clan aquile randagie casarsa San Giovanni E tutti gli amici che hanno partecipato alla cena per i 20 anni de Laluna cercaci su Facebook 2 Cicogne a Laluna, promettenti nuove leve per il futuro Diamo il benvenuto a Paolo Danilo Giorgio Colussi, nato l’8 Ottobre da papà Matteo e da mamma Serena Castellarin e a Riccardo Giuseppe Osquino, terzo bimbo di Francesco e Elena Castellarin, nato il 13 Novembre. Riccardo con la sorellina Associazione di volontariato Laluna Paola Riccardo con la sorella maggiore Giulia Comunità Cjasaluna “Paola Fabris” 28 N o vembre 2014: i 20 anni Laluna festegg ia i suo a. con una cena a Versutt cchi e nuo vi ve i lt vo e n o si a cc o l’ Per e si sono ritro vati insiem traguardo! per festegg iare ques to
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