N.06 | Anno XVII | 30 Marzo 2014

N. 6 | ANNO XVII | 30 MARZO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it
«CIMAROSA»,
ISCRIZIONE
RIFIUTATA.
AMODIO: ECCO
COME STANNO
LE COSE»
AD AVERSA
ANGELO
SCOLA: «NON
PERDETE
LA SPERANZA»
ADDIO
A RAFFAELE
MEROLLA,
MECENATE
DELLA
CULTURA
TRIBUNALE
Garzo, una scelta
importante
AVERSA
Sagliocco e la gaffe
su Leonardo Bianchi
L’ANNIVERSARIO
A Casale assente solo
il Comune di Aversa
LA PROCURA DA’ RAGIONE ALL’EX SINDACO E SAGLIOCCO LO COMUNICA
Ctp, Ciaramella aveva ragione
L’EDITORIALE
STORIA NOSTRA
SOMMARIO
la
Protezione Civile
12 Trasferita
Antiviolenza, nasce
16 «Nonseisola»
Santulli, una piazza
22 per Costantinopoli
Salute Mentale,
30 ancora polemiche
gli
48 Fujenti,
stendardi di Liotto
I resti di Jommelli,
56 la vera storia
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
Anno XVII n° 6 - 30 Marzo 2014
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
Coordinamento Editoriale
Giuseppe Cristiano
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Fotografie
Nicola Baldieri
Editore
Associazione Dimensione Cultura
Periodico registrato presso il Tribunale
di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998
Redazione
Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)
Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510
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Stampa
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PERIODICO ASSOCIATO
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
(Con Tessera n. 15558)
di Giuseppe Lettieri
L’EDITORIALE
Fidiamoci di Scola,
abbiamo speranza!
L
a speranza portata dal Cardinale
Scola, arcivescovo di Milano,
non scuote i nostri politici
comunali. Nessuno, dal sindaco agli assessori, sino ai consiglieri, ha sentito il
dovere di esser presente a rappresentare
la città nell’incontro tenutosi in Cattedrale. Chiaro segnale che per l’Amministrazione aversana non c’è speranza.
Del resto, a rischio di apparire noiosi,
e ce ne scusiamo, l’immobilismo che
interessa Aversa è così palese a noi e a
tutti coloro che vogliono bene ad Aversa
non resta che una sola speranza. Quale?
Quella che quanto prima questa Amministrazione o cambi rotta o vada a casa,
perché continuare così per i prossimi tre
anni sarebbe davvero una grandissima
iattura per la città! Ovviamente non
ne facciamo colpa solo al primo cittadino, ma a tutta la classe politica, dai
consiglieri alla dirigenza dei partiti o
movimenti che attualmente sostengono
la maggioranza. Un ricordo personale
poi corre a Raffaele Merolla, illustre
aversano scomparso la scorsa settimana.
Chi scrive ha avuto l’onore e la fortuna
di conoscerlo bene, di averlo come una
persona di famiglia. Una persona cara il
cui ricordo resterà indelebile nel tempo.
Lunghe chiacchierate di ultraventenna-
le memoria. Un maestro di vita, sempre
pronto a dare giusti consigli, a rivolgersi
ai più giovani, a lottare, quando le forze
glielo concedevano ancora, per la sua
amata Aversa. Fu lui che con il Centro
Culturale Merolla ruppe il buio degli
anni di piombo che pure interessavano
il nostro territorio.
Da illuminato imprenditore decise di
investire in cultura per la città. Grazie
a lui molte generazioni di aversani
potettero confrontarsi e scambiare
opinioni con nomi che hanno segnato
la cultura italiana del XX secolo. Moravia, Silone, Maraini, Buzzati, Liliana
Cavani solo per citarne alcuni. Con lui,
cattolico vero, sempre pronto ad aiutare
il prossimo, scompare davvero un grande aversano, un modello per tutti. Tanti
Merolla ci vorrebbero per far rinascere
questa città. Addio Raffaele, da noi che
non abbiamo mai avuto il coraggio, ma
non per un fatto anagrafico, di darti
del tu, ma per la sconfinata stima e il
grande rispetto che nutrivamo nei tuoi
confronti, nonostante in più occasioni ci
chiedesti di dartelo. Da lassù ogni tanto
dai un’occhiata e la tua benevolenza per
la tua e nostra Aversa. Salutarti non è
stata cosa facile e le emozioni rischiano
di prendere il sopravvento.
La Vignetta di Alessio D’Elia
INCOMPRENSIONI ...COMUNALI!
Consigliere Capasso,
perché adesso vuole
rendere la vita difficile
al Sindaco?
Perché quando
il gioco si fa duro
i duri iniziano
a giocare!
3
PRIMO PIANO
Quando i comunicati stampa di Sagliocco creano perplessità invece che compiacimento
Ctp, la Procura dà ragione
a Mimmo Ciaramella
I consiglieri dell’Udc non le mandano a dire al primo cittadino: «Alla luce della sentenza il tentativo
maldestro del Sindaco di far passare un’altra verità è, invece, naufragato miseramente. Il Comune
non avrebbe pagato alcun risarcimento milionario alla Ctp e l’affare è stato solo dei privati»
Nicola De Chiara
«L’
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abitudine a compiacersi
delle proprie iniziative
senza la dovuta modestia induce spesso il Sindaco a non
pesare le parole e le sue dichiarazioni
provocano solo dubbi e perplessità in
chi le legge”. E’ quanto affermano i due
consiglieri dell’Udc Augusto Bisceglia
e Orlando De Cristofaro in riferimento
alla vicenda riguardante l’area ex Ctp.
La considerazione parte dalla lettura
della seconda parte del comunicato del
Sindaco del 22 marzo 2014 relativo alla
posizione assunta sulla vicenda dalla
Procura di S. Maria Capua Vetere, alla
quale il Sindaco stesso aveva rimesso
gli atti (quali non sappiamo) onde
accertare eventuali illegittimità: “Allo
Augusto Bisceglia e Orlando De Cristofaro
stesso modo risulta legittimo il diniego
di proroga del primo titolo (permesso
a costruire rilasciato nel 2005), atteso
l’insanabile contrasto con le regole
urbanistiche sopravvenute”. La Procura
dunque ha sentenziato che Ciaramella
aveva fatto bene a negare il rinnovo del
titolo edilizio. Eppure l’amministrazio-
ne comunale in carica, più precisamente
il Sindaco Sagliocco, ripetutamente
aveva dato per scontato che il Comune
di Aversa sarebbe stato soccombente
nell’eventuale giudizio
per danni
intentato dalla CTP e ci ha propinato
la tesi che era necessario transigere
(accordarsi) per evitare di giungere ad
«Abbiamo appreso con gioia che Santulli ha proposto la realizzazione del nostro progetto»
Ronga e il parcheggio «salvatribunale»
E
gregio Direttore, colgo l’occasione per ringraziarla per la
sensibilità mostrata nell’aver
pubblicato, sull’ultimo numero, il
“progetto del piano particolareggiato
del traffico al servizio del tribunale”
da me illustrato, in una conferenza ad
hoc, domenica 09 marzo nella sede del
Partito Democratico. Da allora sono
passati più di due settimane senza che
arrivasse alcun segnale dal “Palazzo”,
ma quando meno te lo aspetti ecco che
arriva una buona notizia… Abbiamo
appreso, con vivida gioia, da una testata giornalistica cittadina, che l’autorevole Consigliere di maggioranza Paolo
Santulli ha proposto la realizzazione
di un parcheggio nell’area della fiera
settimanale da utilizzare dal lunedì al
venedì. Appresa la notizia che il consigliere
Santulli condivide in
ogni sua parte il nostro
progetto, considerando
che il tribunale ha contribuito pesantemente a
congestionare un’area
cittadina che già presentava non pochi problemi di viabilità,
ma che oggi rende un inferno la vita dei
residenti, dell’intero comprensorio, sia
in termini di vivibilità che in quelli di
viabilità a causa del mancato intervento
sulla problematica da parte dell’Amministrazione, invito lo stesso ad un incontro con il sottoscritto, visto che il piano
di mobilità particolareggiato lo abbiamo
realizzato in modo puntuale e preciso,
individuando il percorso
in modo dettagliato sia
nella lunghezza che nella
tempistica.
Preciso, inoltre, che lo
stesso oltre ed essere stato
divulgato su tutti i mezzi
di comunicazione è stato
presentato alla città anche
con manifesti murari dieci giorni fa.
Ciò a significare che poiché siamo
molto in ritardo, nell’affrontare la
tematica, grazie alla nostra proposta
documentata nei minimi dettagli si
possono ridurre sensibilmente i tempi
di latenza affinché il piano diventi
realmente operativo.
dott. Luca Ronga
Responsabile Mobilità PD Aversa
PRIMO PIANO
una condanna di risarcimento per due
milioni di euro.
“Alla luce della sentenza il tentativo
maldestro del Sindaco di far passare
un’altra verità è, invece, naufragato
miseramente - ribattono i consiglieri
dell’Udc - visto che la Procura della
Repubblica ha accertato che il diniego
al rinnovo del permesso a costruire del
2005 risulta legittimo. Ne consegue che
alcuna responsabilità andava attribuita
al Comune di Aversa per il presunto
atteggiamento ostativo tenuto nei
confronti della CTP (o Paca che dir si
voglia) alla quale, pertanto, alcun risarcimento sarebbe stato riconosciuto”.
E se anche la verità propinataci da Sagliocco si fosse rivelata reale, è legittima
una domanda: come mai, a fronte della
La risposta della Procura
ha evidenziato che «...risulta
legittimo il diniego di proroga
del primo titolo (permesso a
costruire rilasciato nel 2005),
atteso l’insanabile contrasto
con le regole urbanistiche
sopravvenute»
possibilità di riscuotere una somma di
due milioni senza l’esborso di un euro,
una società privata preferisce, invece,
fare un accordo? “La verità in ogni caso
non è venuta a galla” - ribattono i consiglieri comunali. Certo, se il Sindaco
non si fosse considerato onnisciente e
avrebbe interpellato gli avvocati giusti
(e ricordiamo che stiamo parlando di
un avvocato!), la trattativa con la Ctp
avrebbe riservato maggiori benefici per
il Comune e di conseguenza per la città.
Invece il Sindaco si è limitato a recepire
supinamente la proposta del privato che
sicuramente avrà pensato ai suoi interessi. “Il Pubblico Ministero ha chiesto
l’archiviazione del procedimento, ma
restano intatte tutte le perplessità rilevate finora con un dato politico incontrovertibile: quello che Sagliocco ha fatto
passare come una grande affare per la
città altro non sembra che il solito affare
privato”. Un pragmatismo in puro stile
spending review che ci lascia 60 miseri
posti auto e una palazzina al centro di
una piazza. Un nuovo monumento di cui
andare fieri come noi aversani.
5
AVERSA
La proposta prima ancora della mozione di Della Valle lanciata sul gruppo Facebook «Sei di Aversa se…»
Intitolare a Cimarosa via Roma?
Per Sagliocco non serve!
«Oggi - ha dichiarato il sindaco - mi appassiona di più riqualificare via Roma con l’intervento
previsto da «Piu Europa». Al momento al Comune non è giunta alcuna richiesta ufficiale,
comunque non dipende direttamente da me, ma dal Consiglio comunale decidere»
Livia Fattore
I
6
ntitolare via Roma al grande
Domenico Cimarosa e via Seggio
a Niccolò Jommelli, due tra i musicisti italiani più noti, tanto che il Teatro
alla Scala di Milano ha aperto una propria stagione proprio con un’opera di
quest’ultimo, entrambi figli di Aversa.
La proposta, prima di essere presentata
sotto forma di mozione dal consigliere
Gino Della Valle, che si è avvalso per
redigerla della consulenza “storica”
dell’ex assessore alla Cultura Nicola
De Chiara, era già stata lanciata sul
web da un giovane aversano, Genny
Serpico, sul gruppo di Facebook “Sei
di Aversa se…”. Proposta che ha fatto
registrare numerosi ‘mi piace’.
L’intento, ovviamente, è quello di far
uscire dall’oblio in cui la stessa Aversa
ha relegato i suoi figli più importanti,
mentre potrebbero rappresentare un volano non solo dal punto di vista socioculturale, ma anche turistico, sulla scia,
ad esempio, di Salisburgo con Mozart.
Un’idea che, però, sembra non raccogliere molto entusiasmo tra chi dovrebbe attuarla o, almeno, promuoverla.
«Oggi - ha dichiarato il sindaco di
Aversa Giuseppe Sagliocco - mi appassiona di più riqualificare via Roma con
l’intervento previsto da “Piu Europa”.
Al momento al Comune non è giunta
alcuna richiesta ufficiale, comunque
non dipende direttamente da me, ma
dal Consiglio comunale.
Se verrà richiesto, valuteremo, ma
non è questa certamente una priorità.
Ci sono altri problemi sul tappeto e,
soprattutto, tempi e modi.
A via Roma, ad esempio, deve prima
essere restituita quella dignità che le è
stata fatta mancare per tanto tempo e
Aversa, La proposta è di intitolare via Roma a Domenico Cimarosa
Anche Sergio D’Ottone ha
dichiarato che intitolare
una strada al musicista
non possa giovare più di
tanto. «Siamo di fronte ad
un fatto meramente onorifico.
Non mi soffermerei
sul cambio di nome».
dopo potremmo parlare di se cambiarle
o meno il nome».
Più complesso il discorso fatto da
Sergio D’Ottone, Console locale
del Touring Club e tra i responsabili
dell’associazione “Aversa Turismo”.
«Non penso - ha dichiarato l’attivissimo D’Ottone - che intitolare una strada
possa giovare più di tanto. Siamo di
fronte ad un fatto meramente onorifico.
Non mi soffermerei sul cambio di
nome.
A Caserta, ad esempio, via Renella per i
casertani continua ad essere via Napoli.
Si potrebbe anche tentare, ma per gli
aversani cambierebbe poco».
D’Ottone, indica, poi, quello che a suo
avviso bisognerebbe fare in questo
campo: «Occorre lavorare su altri fronti
per giungere alla consapevolezza del
nostro patrimonio culturale.
Aversa si sta imbastardendo perché
manca un substrato culturale e l’amore
per la propria identità.
Indirizzerei le forze sull’effettivo
recupero di Casa Cimarosa, per una
maggiore visibilità della statua posta in
piazza Mazzini».
Lo stesso operatore culturale, volontario, evidenzia come appena domenica
scorsa un’iniziativa privata di visite
guidate a pagamento da parte di un’associazione casertana, benché poco pubblicizzata, abbia portato ad iscriversi e
a partecipare ben cinquanta persone.
«Questo dimostra - ha concluso - che
gli aversani hanno sete di recupero
delle proprie radici».
AMBIENTE
Mancano le campane per il vetro: ecco per la Senesi di chi è la colpa!
Gli Aversani alla ricerca
del ...cassonetto perduto!
«La carenza di raccoglitori è una necessità segnalata all’Amministrazione, fin dal mese di ottobre, con
una nota ufficiale nella quale è stato chiesto l’aumento della dotazione dei contenitori: 465 carrellati
da destinare alla differenziata, 50 cassonetti da utilizzare nei condomini e 35 cassonetti per il vetro!»
Antonio Arduino
I
8
l vetro dove lo metto se manca il
cassonetto? E’ questa la domanda
che si pongono tanti cittadini decisi
ad effettuare la raccolta differenziata del
vetro ma che hanno difficoltà a depositare questo tipo di rifiuto per la carenza
degli appositi contenitori, presenti solo
in alcuni punti della città e che, spesso,
scompaiono in maniera improvvisa
lì dove presenti come, ad esempio,
in via Salvo d’Acquisto angolo via
Michelangelo, dove da circa un mese il
vetro viene depositato sul marciapiede
per scomparsa del cassonetto. Abbiamo
chiesto spiegazione ai responsabili del
settore della Senesi. “I cassonetti vengono rimossi quando sono danneggiati
e quindi non più funzionanti. Certo,
devono essere sostituiti ma la cosa che
non rientra nei compiti della nostra
società. Noi provvediamo solo al ritiro
dei rifiuti, non alla differenziazione che
spetta ai cittadini, né alla sostituzione
dei contenitori che spetta all’amministrazione. E’ il Comune che deve acquistare i cassonetti, i bidoncini distribuiti
alle famiglie, quelli più grandi utilizzati
dalle grosse utenze oltre, naturalmente,
a quelli per il vetro” - afferma il responsabile per la Senesi delle commessa di
Aversa, Guido Vetri. “La carenza di
cassonetti è una necessità che abbiamo
segnalato all’amministrazione, fin dal
mese di ottobre, con una nota ufficiale
nella quale - aggiunge - abbiamo chiesto
di aumentare la dotazione dei contenitori, acquistando 465 carrellati di diverse
dimensioni da destinare alla raccolta
differenziata, 50 cassonetti da 1100 litri
da utilizzare nei grossi condomini e 35
cassonetti per il vetro”. “Materiale che
ad oggi non è stato ancora acquistato” ha aggiunto ricordando che l’alternativa
In via D’Acquisto ad Aversa anche il vetro assieme ai rifiuti per mancanza di contenitori
Sono tanti i cittadini
decisi ad effettuare
la raccolta differenziata
del vetro ma che
hanno difficoltà a
depositare questo tipo
di rifiuto per la mancanza
degli appositi contenitori
c’è, perché il vetro dovrebbe depositato
nelle due isole ecologiche della città.
Dunque, la mancanza di contenitori
in quantità sufficiente a soddisfare le
esigenze della popolazione, per gran
parte impossibilitata a raggiungere le
isole ecologiche, giustificherebbe la
presenza di rifiuti depositati nelle strade
e sui marciapiedi. Rifiuti che, nel caso
del vetro, restano a terra per almeno una
settimana, dal momento che il prelievo
di questo materiale avviene una sola
volta la settimana, con eventuale prelievo straordinario effettuato in genere
la domenica o il lunedì, come affermato
da Guido Vetri, che ha praticamente
scaricato sull’amministrazione la responsabilità delle condizioni indecenti
in cui strade e marciapiedi vengono
ridotte dalla presenza di cumuli di vetro
ben visibili in moltissimi punti della
città, anche centrali come piazza Don
Diana. Un problema che potrebbe essere risolto perché l’ente comunale ha
ricevuto dalla regione un finanziamento
di 784.635 euro, in applicazione del
piano di investimenti per la raccolta differenziata. Fondi che dovrebbero essere
utilizzati, secondo quanto dichiarato dal
primo cittadino, per il miglioramento
delle percentuali di raccolta differenziata anche acquistando contenitori.
“In particolare - ha affermato Sagliocco
in una nota trasmessa alla stampa - si
provvederà all’acquisto di contenitori
per le nuove utenze domestiche e non
domestiche che si sono iscritte al ruolo
Tarsu successivamente all’avvio del
servizio di raccolta differenziata e per la
sostituzione dei contenitori danneggiati”. Un impegno da realizzare partendo
proprio dai contenitori del vetro, perché
la presenza di cumuli di bottiglie sui
marciapiedi non fa bene all’immagine
della città.
L’INTERVENTO
La drammaticità della Giustizia che si registra nel nuovo circondario del tribunale di Napoli nord
Elisabetta Garzo, una
scelta davvero importante
E’ intollerabile il fatto che, dopo sei mesi dalla partenza (!) del nuovo Tribunale, il Ministero, il CSM
e gli altri Organi preposti, non abbiano ancora trovato il tempo di firmare un provvedimento di
«anticipato possesso» per i nuovi vertici e porre fine, quindi, ad una situazione di stallo insopportabile
Filippo Trofino
N
10
elle sedi delle Camere Penali
Italiane, presenti in tutti i Tribunali, campeggia lo striscione
“Ora basta” con a lato l’impressionante
numero dei detenuti suicidi e morti in
carcere per malattie. Il secondo invito
“Fate presto” è quello che titolò “il
Mattino” all’indomani del catastrofico
terremoto del 1980, riecheggiando le
parole dell’allora Presidente delle Repubblica Sandro Pertini, dopo il sopralluogo effettuato qualche giorno dopo.
Entrambi gli inviti non basteranno,
forse, a rappresentare la drammaticità
dello stato della Giustizia che si registra
nel nuovo Circondario del Tribunale di
Napoli Nord, istituito e messo in piedi,
con assoluta improvvisazione ed incoscienza, il 13.09.2013.
Già l’intestazione, contenuta nei documenti ufficiali non rispecchia l’attualità
del dato storico-geografico.
Aversa non può essere più Napoli Nord;
infatti ha fatto parte della Provincia di
Napoli fino al 1927 allorchè un certo
Cav. Benito, con imperativo provvedimento, soppresse la Provincia di Caserta che fu reistituita solo nel 1945 con
Decreto Legislativo Luogotenenziale
emesso da Umberto di Savoia.
Dal 13 settembre 2013, per ovviare ai
tanti inconvenienti non adeguatamente
fronteggiati, nonostante l’assoluta
prevedibilità, si sono succeduti: l’editto
Alemi (Presidente del Tribunale di
Napoli) che in ottobre ha bloccato per
un periodo le udienze del Circondario
di Napoli, decretando la impossibilità
di funzionamento per le sedi di Casoria,
Afragola, Frattamaggiore e Marano; è
poi arrivato il Decreto Buonajuto (Presidente della Corte di Appello) che ha
Ad Aversa il tribunale stenta a decollare
affrontato il problema del personale di
cancelleria operando tamponamenti e
applicazioni varie; da ultimo è arrivato
il Decreto Cosentino (Presidente del
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere)
che ha, di fatto, sospeso l’attività della
Sezione Distaccata di Aversa, con la
conseguenza che in questa sede, da più
di un mese, non si celebrano più processi. Per non parlare dei f.f. che non sono,
come dice un mio amico buontempone
i “facenti finta” ma, i vari Magistrati
mandati a scavalco per la momentanea
direzione degli uffici di Procura e del
Tribunale.
Su questo versante, in questo generale
marasma, arriva, però, qualche lieta
novella.
Negli ultimi giorni si è finalmente
provveduto alle scelte definitive per i
Capi degli Uffici, avendo il Consiglio
Superiore della Magistratura con molto
colpevole ritardo, ricoperto i ruoli
direttivi del mal nato Tribunale di
Napoli Nord. La scelta della dott.
ssa Garzo a Presidente è veramente importante e determinante per
la possibilità di correzione degli
errori iniziali e delle inadempienze accumulate.
La dott.ssa Garzo ha già, con
sagacia, amministrato giustizia
in Terra di lavoro, avendo svolto
con plauso unanime le funzioni
di Presidente di Collegio e di
una Sezione della Corte di Assise
a Santa Maria Capua Vetere.
Proviene attualmente da analogo
incarico direttivo espletato a Vallo
della Lucania.
La stessa non è certamente un
Presidente di campanello e, per
averlo verificato personalmente,
sono sicuro che continuerà a stare
in trincea, partecipando attivamente a rappresentare la giurisdizione,
presiedendo Collegi ed espletando
fattivamente le funzioni in utroque iure.
La nomina del dott. Francesco Greco è
una garanzia assoluta per la delicata ed
impegnativa Procura aversana. Nella
qualità di Aggiunto presso la importante Procura di Napoli, lo stesso si è
particolarmente distinto per preparazione, abnegazione, signorilità ed assoluta
compostezza.
Particolarmente versato nei reati contro
la Pubblica Amministrazione, è stato titolare di importanti inchieste che hanno
interessato anche personaggi di assoluta notorietà e, in tali occasioni, non solo
ha gestito questi processi in assoluta
ed indiscussa autonomia ma, avendo
fra i suoi Sostituti qualche puledro
scalpitante, è riuscito a trasmettergli
una tale serenità da farlo migliorare a
vista d’occhio. A Napoli ricorderanno,
con rammarico, il suo impegno nelle
L’INTERVENTO
inchieste sulla gestione delle varie
AA.SS.LL. ed il suo rigore nella sua
conduzione delle indagini.
Non meno importante è l’arrivo del
dott. Domenico Airoma, vero gentleman in toga e non terzo tra cotanto
senno. Proviene da una esperienza
oltremodo formativa per avere svolto,
dopo un brillante periodo napoletano,
analoghe funzioni di Procuratore Aggiunto in terra di Cosenza, emergendo
per assoluta preparazione e correttezza
apprezzata, anche in territori non sempre ben disposti, verso le istituzioni ed i
loro rappresentanti.
Il dott. Airoma cumula i pregi della
dott.ssa Garzo e del dott. Greco e, certamente, il Foro non potrà non trovare
in questi Magistrati validi interlocutori
ed alleati per il superamento delle enormi difficoltà.
A fronte di ciò non può, però, non
sottacersi che è intollerabile il fatto
che, dopo sei mesi dalla partenza (!) del
nuovo Tribunale, il Ministero, il CSM
e gli altri Organi preposti, non abbiano
ancora trovato il tempo di firmare un
provvedimento amministrativo di “anticipato possesso” per i nuovi vertici e
porre fine, quindi, ad una situazione di
stallo insopportabile.
Del pari altrettanto necessario è, al
più presto, trasferire l’indispensabile
personale ausiliario e far riprendere
l’attività giudiziaria presso la ex Sezione Distaccata di Aversa.
Con questi ritardi e lacune la prospettiva
non è ancora rosea, ma il blocco delle
attività è veramente inammissibile per i
cittadini che aspettano da una decisione
il riconoscimento di diritti ed anche per
gli avvocati che, con la paralisi dell’attività, sono i più direttamente colpiti.
Il fallimento dell’ Organismo Unitario
dell’Avvocatura, razionalmente denunziato dall’Ordine sammaritano, va evidenziato; come anche l’impegno degli
iscritti che hanno, fin qui dato prova di
buona volontà e compostezza.
Questo stato di assoluto sfacelo non salva neanche la nostra Amministrazione
Comunale che, tranne un iniziale fattivo
fervore, non ha ancora assicurato condizioni di minima vivibilità all’interno
e, soprattutto all’esterno di quello che,
pomposamente, viene indicato come
il Tempio della Giustizia allocato nel
favoloso Castello Aragonese.
11
AVERSA
Sagliocco alla fine ce l’ha fatta a mantenere quanto annunciato in un’intervista al nostro giornale
Trasferita la sede
della Protezione Civile
Dai locali occupati all’interno del centro culturale «Vincenzo Caianiello» di via Tristano il nucleo
aversano è passato in quelli lasciati vuoti dalla polizia municipale in via Caruso, trasferita da circa sei
anni in via Almirante nella zona della 167. E scoppia la grana del coordinatore: Tinto se n’è andato!
Antonio Arduino
A
12
lla fine ce l’ha fatta, dopo averlo
annunciato in una intervista rilasciata a Neosubianco il primo
cittadino ha disposto il trasferimento
della protezione civile in una sede più
adatta ai compiti a cui è preposta.
Dai locali occupati all’interno del centro
culturale “Caianiello” di via Tristano è
passata in quelli lasciati vuoti dalla polizia municipale in via Caruso, trasferita
da circa sei anni in via Almirante nella
zona della 167. Il trasloco è iniziato nella giornata di sabato primo marzo ed ora
Salvatore Tinto
è completo. Nella nuova sede il nucleo
della protezione civile occupa primo e
secondo piano, lasciando quello rialzato
all’area tecnica dell’ufficio acquedotto
che a breve verrà trasferito, a sua volta,
dalla sede di via Virgilio.
Nei piani assegnati alla protezione
civile, con l’aiuto di appositi arredi, i
due grandi stanzoni saranno suddivisi
con appositi arredi per trasformarsi in
uffici dedicati ai diversi settori in modo
da poter operare, anche in contemporanea, su tutti i campi di competenza
del nucleo che vigilerà, tra l’altro, sul
rischio di eventi sismici ed emergenze
legate a variazioni meteo. Per avere sot-
Posteimpresa: un imprenditore lamenta ritardi ingiustificabili
Il conto on line ...che non si può usare!
P
osteimpresa, è questo il nome
dell’ufficio postale che ha sede
in viale Kennedy (nella foto)
dedicato alle attività commerciali. In
questo ufficio dovrebbero essere espletate con rapidità tutte le pratiche, che
utilizzano il servizio postale, di cui può
avere bisogno una attività imprenditoriale. Ma, stando a quanto denuncia
Antonio C. l’impresa a cui fa riferimento la cartellonistica esposta all’ingresso dell’ufficio è quella compiuta
da chi spera di ottenere risposta dal
dirigente dell’ufficio postale. È quanto
scaturisce dalla mancata consegna alla
sua azienda dei codici necessari ad
attivare un conto corrente Bancoposta
utilizzabile sul Web. Un sistema di
servizio che dovrebbe facilitare le attività commerciali e che, in questo caso,
diventa particolarmente necessario
per poter presentare una domanda di
finanziamento regionale, concedibile
a seguito di un bando relativo all’ap-
plicazione dei fondi POR, che richiede
obbligatoriamente la rendicontazione
delle spese effettuate in tempo reale,
quindi attraverso il Web. Un’impresa
per Antonio C. che da circa un anno ha
aperto un «Conto corrente Bancoposta
in Proprio WEB» ma che non può utilizzare per la mancanza consegna, da parte
di Poste Italiane, dei codici Pin e Puk
indispensabili per operare in sicurezza,
attivando la cosiddetta firma digitale.
Una formalità che dovrebbe essere
espletata in pochissimi giorni dalla attivazione del conto ma che, invece, non
viene ancora compiuta da Poste Italiane
malgrado Antonio abbia effettuato ben
due solleciti. “Il primo – racconta - è
del 12 dicembre 2013, data in cui ho
inoltrato formale richiesta per ottenere
i codici necessari all’utilizzo del conto.
Il secondo due mesi dopo, esattamente
il 18 febbraio 2014, a mezzo fax”. Una
richiesta riproposta per la terza volta
nei primi giorni di marzo rimasta, fino
ad oggi, senza risposta. Da qui la
necessità di denunciare pubblicamente
l’inefficienza di un servizio nato per
rendere più facile la vita alle imprese
che rischia di provocare un grave
danno economico ad un’impresa,
impedendole di partecipare ad un
bando regionale per la concessione di
fondi che sarebbero indispensabili al
prosieguo della attività. Un danno di
cui potrebbe essere responsabile chi
non provvede ad ottemperare ad un
obbligo collegato al contratto di un
conto corrente Bancoposta utilizzabile
on line.
Antonio Arduino
AVERSA
to controllo questi due eventi naturali
che creano le più gravi situazioni che
deve fronteggiare la protezione civile,
al primo piano saranno posizionati il
punto meteo e il centro radio che, grazie
all’ausilio di apposite antenne collocate
sul terrazzo dell’edificio, in tempo reale
potrà entrare in contatto con la struttura
della protezione civile nazionale e i
nuclei disseminati nella penisola.
Quanto al personale il nucleo può contare su oltre un centinaio di volontari,
quaranta utilizzati normalmente, rispettando appositi turni, per tutta una serie
di esigenze, come quella di vigilare
sulla sicurezza dei cittadini in occasione
di manifestazioni o a supporto dei vigili
urbani e un grosso numero di professionisti specializzati in diversi settori,
trenta ingegneri, trenta architetti, sei
geologi ed alcuni geometri.
Personale tecnico che ha dato la propria
disponibilità al nucleo, utilizzato ogni
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e
artigianali
Il nucleo può
contare su un
centinaio di volontari
e un grosso numero di
professionisti
specializzati in diversi
settori, trenta ingegneri,
trenta architetti, sei geologi
ed alcuni geometri
qualvolta se ne ravveda la necessità.
Insomma, quello che era un manipolo
di volontari che intendevano prestare la
loro opera per far fronte ad emergenze
cittadine è diventato un vero e proprio
nucleo di protezione civile organizzato,
che disporrà anche di mezzi capaci di
garantire assistenza alla popolazione
in caso di emergenze che richiedano
l’evacuazione dalle abitazioni.
Unico neo è la perdita del coordinatore.
L’ex tenente ella polizia municipale,
Salvatore Tinto, che si era prodigato
per organizzare un nucleo capace di
affrontare ogni emergenza, per ragioni
strettamente familiari ha rassegnato le
dimissioni proprio all’indomani dell’attivazione della nuova sede.
Un forfait che, a detta di Tinto, potrebbe
rientrare se e quando le esigenze familiari lo consentiranno.
13
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Aversa, viale Kennedy 82 - via del Seggio 108
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IL FATTO
In un comunicato stampa il primo cittadino fa diventare aversano anche lo scienziato beneventano
Sagliocco e la «gaffe»
su Leonardo Bianchi
L’affermazione del primo cittadino ha fatto sobbalzare dalle sedie diversi aversani perché è noto a
tutti che l’eminente studioso con Aversa c’entra solo per la presenza di un padiglione dell’ex ospedale
psichiatrico «Santa Maria Maddalena» che porta il suo nome, oggi di proprietà del Comune
Nicola Rosselli
«I
14
l Dipartimento di salute mentale oltre a rappresentare il
fabbisogno in città è - ha sottolineato Sagliocco - anche il continuo di
una grande tradizione storico scientifica
della psichiatria. Ricordiamo, infatti, gli
aversani Filippo Saporito e Leonardo
Bianchi, solo per citarne due”.
E’ questa la conclusione di un comunicato ufficiale del Comune di Aversa nel
quale si riporta il pensiero del primo
cittadino in merito alla chiusura del
centro d’igiene mentale da parte dei
Nas avvenuto nei giorni scorsi. Un’affermazione questa di Sagliocco che
ha fatto sobbalzare dalle sedie diversi
aversani, non perché non si è d’accordo
con la tradizione in questo settore della
nostra città, ma perché semplicemente
Leonardo Bianchi con Aversa c’entra
solo per la presenza di un padiglione
dell’ex ospedale psichiatrico “Santa
Maria Maddalena”, oggi di proprietà del
Comune, che porta il suo nome.
Decine sono state le telefonate di amici,
politici, addetti ai lavori e semplici cittadini che ci hanno segnalato l’involontario e possibile errore in cui è caduto il
Sindaco. Del resto a lui manca l’aversanità, come a tanti altri primi cittadini
che l’hanno preceduto in questi ultimi
vent’anni. Di seguito una breve nota
sulla vita di Bianchi, tratta dal “Dizio-
nario Biografico degli Italiani - Volume
10 (1968) edito da Treccani, a cura di
Mario Santoro - Elvira Gencarelli.
Leonardo Bianchi nacque a Sannita di
San Bartolomeo in Galdo (Benevento)
il 5 aprile del 1848 da Vincenzo, chimico farmacista, e da Alessia Longo.
Compiuti gli studi classici a Benevento,
si iscrisse alla facoltà di medicina e
chirurgia dell’università di Napoli, ove
frequentò gli istituti di anatomia patologica di O. von Schrön e di L. Armanni.
Laureatosi nel 1871, fu nominato medico dell’ospedale del Real Albergo dei
Poveri, dove poté approfondire lo studio
della neuropsichiatria.
Dopo aver conseguito la docenza in
elettroterapia nel 1876, quella in patolo-
IL FATTO
gia medica nel 1877 e quella in clinica
medica nel 1878, il Bianchi divenne nel
1881 aiuto di G. Buonomo, direttore del
manicomio provinciale di Napoli e incaricato di psichiatria in quella università;
nel 1882 organizzò, come coadiutore,
l’Istituto psichiatrico di Napoli.
Alla morte del Buonomo, nel 1890,
venne chiamato presso l’università di
Napoli, ove fuse insieme le due cattedre
di neuropatologia e di psichiatria.
Da allora in poi il Bianchi dedicò tutta
la sua attività scientifica alla neurologia
e, in modo particolare, alla psichiatria.
Nel clima delle allora fiorenti ricerche
neuropsichiatriche, egli impose la propria personalità di clinico e di scienziato.
Affrontando il problema dell’eventuale
localizzazione a livello corticale dei
processi psichici, pensò di condurre le
sue osservazioni sul piano sperimentale.
Nel comportamento di alcune scimmie
cui aveva asportato i lobi frontali,
osservò che gli animali, mentre non
mostravano alcuna variazione della
motilità volontaria e della sensibilità,
presentavano, invece, un notevole decadimento delle facoltà psichiche, caratterizzato da difetti della percezione, della
memoria, della condotta. Nel congresso
internazionale di Roma del 1894 non
pochi furono gli oppositori della teoria
Leonardo Bianchi
del Bianchi, ma già nella stessa sede
A. Tamburini dimostrò che il substrato
anatomo-patologico
della
paralisi
progressiva, nella quale si registrano
appunto gravi alterazioni psichiche, è
rappresentato da lesioni cerebrali diffuse, notevolmente più accentuate nei lobi
frontali.
Successivamente, il Bianchi concentrò
le sue osservazioni sui cerebrolesi, soprattutto durante il periodo della prima
guerra mondiale, dimostrando che il
mutilato dei lobi frontali è incapace
di sforzi mentali e perde la capacità di
risolvere i problemi più semplici.
Era in tal modo delineata la dottrina del
Bianchi, secondo la quale la fusione
fisiologica dei prodotti forniti dalle
zone sensoriali è operata dai lobi frontali, sede quindi delle superiori attività
intellettive, affettive, psichiche.
Il Bianchi fu autore di altre importanti
ricerche di neuropsichiatria.
A questa attività di scienziato e di medico aggiunse quella, certo più modesta,
di uomo politico, esplicata in diversi periodi. Deputato (1892 e 1897-1919), si
interessò per lo più di problemi sociali:
riforma del sistema penitenziario, istituzione di sanatori criminali, riforma del
regolamento sulla prostituzione, lotta
antimalarica, lotta antitubercolare, emigrazione. Nel ministero presieduto da A.
Fortis, al Bianchi fu affidato il dicastero
della Pubblica Istruzione che resse dal
28 marzo al 24 dic. 1905. Un vero e proprio incarico di governo venne affidato
al Bianchi nel ministero Boselli, costituitosi nel giugno 1916 e durato fino al
30 ottobre 1917. Divenuto senatore nel
1919, venne chiamato a far parte della
Commissione del dopoguerra, ove riferì
sulla profilassi delle malattie nervose e
mentali. Morì a Napoli il 13 febbraio del
1927.
15
LA NOTIZIA
Le donne aversane reagiscono alla chiusura dello sportello «antiviolenza» con un altro progetto
«Nonseisola» e la Chiesa
mette la sede
Nell’auditorium «Vincenzo Caianiello» presentato sabato scorso in conferenza stampa il progetto
«Sportello contro la violenza di genere». Promotrice la nascente ssociazione femminile con la
partecipazione attiva di psicologi, avvocati e psicoterapeuti
Geppino De Angelis
D
16
efinitivamente chiuso
(salvo ulteriori colpi a
sorpresa in futuro) tra
polemiche, accuse e contro accuse, lo sportello “antiviolenza
donne” inaugurato “pomposamente” lo scorso anno dal primo
cittadino, da sabato scorso in
città è attiva una nuova associazione “Nonseisola”, grazie alle
interessante, meritoria iniziativa
di un gruppo di giovani professioniste aversane, tra le quali
la dottoressa in legge Teresa
d’Aniello, le psicologhe Simona
Natale, Lucia Esposito Palmieri
ed altre, validamente collaborate Nasce ad Aversa «Nonseisola»
dall’avvocato penalista Vincenzo Motti. L’associazione promotrice dello sportello, che avrà sede
presso la chiesa di San Rocco, grazie
Allo stato attuale
alla disponibilità del dinamico parroco,
«Nonseisola» conta già una
nostro amico don Emilio Nappa, è stata
presentata ufficialmente nella serata di trentina di socie che svolgono
sabato scorso 22 marzo, presso il centro
la loro attività di volontariato,
culturale “Caianiello” alla presenza di
mettendosi a disposizione
un folto, qualificato pubblico.
soprattutto delle donne,
Nel corso della riuscitissima manivittime di violenza sia fisiche
festazione, oltre a mettere in luce gli
che psicologiche
obiettivi che si prefigge “Nonseisola”,
con interventi di Teresa d’Aniello,
responsabile dell’associazione, delle
già citate psicologhe Simona Natale e
Lucia Esposito Palmieri e dell’avvocato loro attività di volontariato, mettendosi
Motti, sono stati anche consegnati gli a disposizione soprattutto delle donne,
attestati a coloro che hanno frequentato vittime di violenza sia fisiche che psiil corso di formazione per operatori te- cologiche. Per conoscere più da vicino
nuto dal dottor Raffaele Satto in stretta l’associazione, che ha cominciato a
collaborazione con l’associazione “Noi nascere nello scorso mese di dicembre,
abbiamo scambiato quattro amichevoli
voci di donne” di Caserta.
Allo stato attuale l’associazione conta chiacchiere con la dottoressa Teresa
già una trentina di socie che svolgono la d’Aniello che, fin dall’adolescenza,
ha rivolto la sua attenzione alle
politiche sociali, partecipando
tra l’altro nei mesi scorsi ad
un’assemblea internazionale a
New York indetta dall’Onu tra i
giovani.
La dottoressa d’Aniello esordisce dicendo “Come, purtroppo,
è fin troppo noto, considerato
che gli organi di informazione
ne parlano ad ogni piè sospinto,
la violenza di genere rappresenta
un’emergenza per la nostra
società.
Quotidianamente la cronaca
nera locale e nazionale racconta
storie di donne costrette a subire
violenze e soprusi tra le mura domestiche o sui luoghi di lavoro.
Con un gruppo di amiche
riteniamo questa situazione
inaccettabile per cui abbiamo
deciso di dare vita a questa associazione
che sul territorio cittadino iniziasse ad
occuparsi di tale problematica fornendo
supporto alle donne che, eventualmente
venissero a trovarsi in situazioni difficili”.
Avviandosi alla conclusione della
nostra amichevole chiacchierata, Teresa
d’Aniello ha voluto ringraziare don
Emilio Nappa per la collaborazione,
avendo consentito all’associazione di
poter avere una sede presso la parrocchia, comunicandoci al tempo stesso
che chiunque ne avesse bisogno, può
contattare il 3914097967 ogni mercoledì dalle 16 alle 18 ed ogni sabato dalle
10 alle 12, mentre si può anche ricorrere
a [email protected].
A noi non resta che augurare buon lavoro a Teresa e da quanti sprofonderanno
il loro impegno e le loro competenze
per le migliori fortune dell’associazione
in favore delle donne.
Inquinamento, e tutto finì a “tarallucci e vino”!
I
18
n queste ultime settimane, in certi
ambienti, l’attesa che lo Stato metta
la parola fine alle drammatiche
vicende legate alla cosiddetta “Terra
dei fuochi” si sta facendo spasmodica.
In alcune “stanze del potere” già si respira un’incontenibile aria di soddisfazione. Sui volti di molti esponenti delle
varie istituzioni pubbliche e private
locali, regionali e nazionali si può cogliere un’espressione tipo: “La guerra è
finita!”.
La voglia di “normalità”, da ottenere a
tutti i costi, sta avendo il sopravvento
sulla ragione.
Pur di far arrivare ai “mercati” il messaggio che i nostri prodotti agricoli non
sono avvelenati, si stanno compiendo
infamie pari, se non addirittura superiori, a quelle che si vogliono coprire.
I produttori e distributori di “rafanielli”
e “pummarole”, unitamente a quelli
di mozzarelle e bocconcini, stanno
avendo la meglio sulla popolazione
inerme, evidentemente senza «Santi in
Paradiso».
Pur di vendere qualche cassetta di
zucchine o melanzane in più, si sta
calpestando nuovamente uno dei diritti
fondamentali dell’uomo: il diritto alla
salute.
Nel sacro nome del dio denaro, l’emergenza ambientale delle province
di Napoli e Caserta si è trasformata
da catastrofe globale a problematica
riguardante poche decine di ettari di un
esiguo numero di comuni.
Con la massima chiarezza auguro a chi
sta dietro questa immonda operazione
d’insabbiamento della verità di fare la
stessa fine orrenda che centinaia di uomini, donne e bambini hanno già fatto e
che migliaia di abitanti della maledetta
“Terra dei fuochi”, purtroppo, faranno
in futuro!
Che siano maledetti per l’eternità quegli infami che prima hanno avvelenato
migliaia di ettari del nostro bellissimo
A leggere l’elenco dei morti non sembra che l’emergenza sia finita
La voglia di «normalità», da
ottenere a tutti i costi, sta
avendo il sopravvento sulla
ragione. Pur di vendere
qualche cassetta di zucchine
in più, si sta calpestando uno
dei diritti fondamentali
dell’uomo: il diritto alla salute!
territorio e poi, grazie ai miliardi guadagnati sulla pelle dei cittadini campani,
ora li stanno utilizzando allegramente
per “foraggiare” chi di dovere.
Prima hanno inquinato il territorio, ora
stanno inquinando una verità oggettiva
e incontrovertibile.
Come si fa, infatti, a negare che in questa terra dimenticata da Dio si muoia
anche per colpa dei veleni seppelliti
dalla camorra grazie alle connivenze
ottenute corrompendo sistematicamente un numero imprecisato di uomini e
donne delle istituzioni?
Vergogna e disonore cadano come
mannaie su quelli che ancora si osti-
nano a pronunciare frasi tipo: “Non
è dimostrata alcuna correlazione tra
l’incremento percentuale di tumori e
lo sversamento dei rifiuti tossici nel
nostro territorio”.
Ma, attenzione, non fatevi ingannare
dalla sicurezza che ostentano. Quelli
che pronunciano certe frasi, vi assicuro,
non lo fanno a cuor leggero.
È come una sorta di patente che viene
mostrata a chi sta loro di fronte.
In realtà è un attestato su quale sta scritto col sangue dei morti che da questa
situazione loro guadagnano qualcosa.
Che siano soldi, fama, potere, consenso, voti o riconoscenza non importa.
L’importante è guadagnarci qualcosa.
Purtroppo se ne incontrano tanti in giro
che la pensano così.
A me verrebbe proprio voglia di
“punirli” per poi dichiarare, con tono
solenne: “Non c’è alcuna correlazione
suffragata da evidenze scientifiche
inoppugnabili tra il lancinante dolore
che lei ha percepito improvvisamente
sul gluteo sinistro e il violento colpo,
inferto con particolare veemenza, proveniente dall’arto inferiore destro del
sottoscritto”.
IL
AVERSA
CASO
Un genitore l’accusa di non aver accettato l’iscrizione del figlio alla media «Cimarosa»
La trasparente decisione
della preside Amodio
L’alunno in questione frequenta le elementari a Trentola-Ducenta e non è stato iscritto perché la legge
dà precedenza agli alunni interni (quelli che passano dalle elementari alle medie). Il Sindaco di Aversa
chiede gli elenchi degli iscritti ma non risolve i problemi del Comprensivo di Amodio
Elvira Alessia Rambone
A
20
nche quest’anno la guerra
delle iscrizioni scolastiche ha
mietuto vittime e designato
carnefici. Sebbene le norme in materia
siano chiare, c’è sempre qualche genitore dallo spirito combattivo che tenta
il tutto per tutto pur di inserire i propri
figli quanto più vicino possibile al nido
familiare. Nei giorni scorsi si è gridato
allo scandalo per la mancata accoglienza presso la media «Cimarosa» di un
alunno residente nella platea scolastica
di competenza.
Per fare chiarezza sulla vicenda abbiamo incontrato il dirigente scolastico del
comprensivo “Cimarosa-IV Circolo”,
prof.ssa Cecilia Amodio. «Premesso
che le iscrizioni alla scuola dell’obbligo
sono terminate il 28 febbraio - ci ha dichiarato - quando il 3 di marzo abbiamo
escusso tutte le domande pervenute si è
verificata questa situazione. Dalle dieci
quinte elementari che hanno chiesto di
restare nel comprensivo sono risultati
139 alunni, tre dei quali portatori di
handicap. Da fuori “comprensivo”, residenti in Aversa e provenienti dalla stessa
platea di riferimento, sono pervenute,
invece, dieci domande tra le quali anche
una di alunno portatore di handicap, che
non è stato possibile accogliere perché
gli alunni interni hanno la precedenza su
tutti gli altri. Con i i nostri 139 alunni
istituiremo sei prime medie: una, quella
ad indirizzo musicale, comprenderà 20
alunni interni e 4 esterni, come recita
lo statuto che apre anche agli esterni
in questo caso, altre tre prime non potranno avere più di 20 alunni cadauna
per la presenza di portatori di handicap.
Avanzano, dunque, 59 alunni per i quali
si dovebbero formare altre due prime,
una di 30 e una di 29 alunni, cosa che
Cecilia Amodio
non è permessa dalla normativa per
motivi di sicurezza. Ciò nonostante con
la mamma in questione, così come con
le altre mamme dei ragazzi esclusi sono
stata disponibile perché scegliere una
scuola è sempre un atto di stima e noi
dirigenti vorremmo sempre accontentare tutti. Ciò che mi turba come persona
e come dirigente è constatare che la
mamma dell’alunno in questione chiede
l’iscrizione alla «Cimarosa», riceve la
mail con cui viene invitata a scegliere
un’altra scuola, tace per dieci giorni per
poi presentarsi a scuola dopo che la sottoscritta aveva smistato la sua domanda
alla media di Trentola Ducenta, dove il
bambino attualmente frequenta la scuola elementare. Viene, poi, da me invitata
a reiterare la richiesta di iscrizione alla
«Cimarosa» nell’attesa che il Comune
di Aversa, da me sollecitato in tal senso,
faccia trasformare uno spazio laboratoriale in altre due aule, in attesa di ridurre, tra due anni, anche la presidenza pur
di ottenere la terza aula. E, poi ancora,
dopo 48 ore la signora, rettificando la
precedente richiesta, chiede di inviare la
sua domanda, che non era più agli atti
della mia scuola essendo stata inviata
a Trentola, alla «De Curtis», ritenendo
che l’alunno faccia parte anche della
platea della «De Curtis». Dopo di che,
a distanza di altri 6 giorni, la signora
scrive al Sindaco di Aversa e a me per
conoscenza, sottolineando che io senza
autorizzazione avrei trasmesso l’istanza
di iscrizione a Trentola, dimenticando
il suo silenzio per dieci giorni e che la
mia decisione di inviare la domanda a
Trentola era la più giusta e trasparente
possibile perché l’unico dato certo che
emergeva dalla domanda presentata è
che il bambino frequenta le elementari
in quel Comune».
Nonostante il comportamento ineccepibile della dirigente, il sindaco di Aversa
ha dichiarato “Non è la prima volta che
arrivano al mio ufficio segnalazioni di
questo tipo, ma è la prima volta che
un genitore decide di mettere nero su
bianco e denunciare un comportamento
che potrebbe non essere rispondente
alle norme che regolano l’iscrizione
degli studenti nelle strutture scolastiche
comunali”. E ha dato ordine al dirigente
alla pubblica istruzione del Comune di
Aversa di richiedere alle scuole gli elenchi nominativi, completi degli indirizzi
di residenza. Dimenticando (il Sindaco)
che siamo fuori tempo massimo (il
termine ultimo per la conferma delle
iscrizioni decretato dal Ministero era
fissato al 18 marzo!), che la dirigente
Amodio aspetta ancora la risposta alla
sua richiesta ufficiale (il sì ufficioso
dell’assessore Barbato è già arrivato) di
riconvertire un laboratorio in aula e che,
quest’anno, per la prima volta il Comune di Aversa non ha inviato alle scuole
l’elenco degli alunni che devono essere
iscritti alla scuola primaria, cosa che
non consentirà ai dirigenti di vigilare
sull’obbligo scolastico.
LA PROPOSTA
Il consigliere ha le idee chiare: «Riprendiamoci il piazzale inglobato nel liceo Jommelli»
Santulli: «Una piazza
per Costantinopoli»
E’ una vecchia idea dell’ex deputato, non costa molto e servirebbe a decongestionare un’intera zona.
La sua proposta è stata già inserita nel piano triennale delle opere pubbliche. Si riparerebbe così anche
al fatto che la vicina chiesa è sprovvista di sagrato. Un’idea che condividiamo in pieno
Salvatore de Chiara
A
22
versa potrebbe avere presto una
nuova piazza. Questo sarebbe
l’esito della proposta del consigliere comunale Paolo Santulli che
sta lavorando ad un progetto per dotare
via Costantinopoli di un nuovo spazio
urbano. Secondo quanto emerso in fase
di studio preliminare, l’area su cui sorge
il complesso scolastico dell’Istituto
“Iommelli” appartiene al Comune di
Aversa che, tempo addietro, ne ha
concesso l’uso all’amministrazione
provinciale per la realizzazione dell’edificio scolastico. Attualmente l’ingresso
secondario dell’istituto affaccia proprio
su via Costantinopoli, ma è scarsamente
utilizzato e spesso invaso dai rifiuti.
L’iniziativa del consigliere Santulli
prevedrebbe esattamente in quell’area la
realizzazione di una piazza che contri-
su via Costantinopoli.
Il progetto ha la finalità di garantire uno
spazio per la socializzazione in un’area
che ne è totalmente
priva,
mancando
anche il sagrato della
vicina chiesa. Santulli
ha dato avvio all’iter
amministrativo. «E’
una mia vecchia
idea - ha dichiarato
Santulli - non costa
molto e favorisce
tutto il quartiere di
Grande idea di Santulli: una piazza per Costantinopoli
Costantinopoli, tenuto anche conto che li
buisca a decongestionare l’intero quar- vicino c’è anche la Chiesa che non ha
tiere che risulta oppresso dal traffico il sagrato. Posso anticipare che la mia
con la confluenza, a breve distanza, di proposta e’ già stata inserita nel piano
ben tre strade che convogliano i veicoli triennale delle opere pubbliche».
Se pensiamo alle aspirazioni turistiche di Aversa, si tratta di una commedia!
Pro Loco cui prodest?
C’
era una volta la Pro Loco…..
E’ questo l’incipit delle
favole, ma per la Pro Loco
di Aversa si tratta di una commedia che
sfiora la tragedia se si pensa che la città
normanna dovrebbe e potrebbe (avendo
tutte le carte in regola) avere vocazione
turistica. La Pro Loco, che nella nostra
città ha anche la fortuna di avere una
sede più che dignitosa, è praticamente
assente sia nell’appoggiare iniziative
altrui sia (ed è questo che dovrebbe
fare) nel promuovere iniziative proprie.
Senza nulla togliere al “volenteroso
volontario” che ogni mattina assicura
l’apertura della sede dell’associazione
al Parco Argo, ci viene da chiedere
quale sia la funzione della Pro Loco
nella nostra città. Manco la forza di
scrivere qualche comunicato ogni tanto,
di prendere posizione su questioni
importanti come i rappezzi di asfalto
in via Roma, organizzare un mini
convegno. Lo sanno alla Pro Loco
che tra meno di dieci anni si dovrà
celebrare il Millennio di Aversa e
che se ci si vuole far trovare pronti è
necessario partire da adesso? Si vuole
andare a rimorchio? Sbagliamo o le Pro
Loco sono nate proprio con l’intento
di essere portatrici di proposte? Sono
anni che la Pro Loco normanna (nella
quale l’Amministrazione comunale
ha, comunque, una posizione non
secondaria) si limita ad assistere
senza reazione alcuna allo scempio
del patrimonio artistico culturale della
nostra città. Patrimonio che dovrebbe
difendere,
custodire,
valorizzare,
promuovere. Invece….
A fronte di questo immobilismo Aversa
rischia di passare dalla città delle
cento chiese alla città senza chiese. Ci
sono scempi come quello della chiesa
della Maddalena, del complesso del
Carmine, di San Domenico che gridano
vendetta, ma c’è il silenzio assoluto,
assordante della Pro Loco. Insomma,
sorge spontanea la domanda: Pro Loco
cui prodest?
Nicola Rosselli
di Geppino De Angelis
Il… lavoro di Cella per la città
Q
24
uesta “puntura” la dedichiamo
(e ce ne vorrà perdonare) a
Salvino Cella, quello che alle
elezioni amministrative di due anni
addietro, con i circa 10.000 voti raccolti
alla testa della coalizione che avrebbe
dovuto contrastare Sagliocco nella
conquista della “palazzo” di piazza
Municipio, veniva considerato l’astro
emergente del centro-sinistra normanno, ovvero di quello schieramento che,
da circa 20 anni, dopo aver “eliminato”
una persona onesta, perbene, stimatissima come il dottor Gennaro Golia, va
alla disperata ricerca di un vero leader
in grado di opporsi al centrodestra, tanto
più che Cella, alle provinciali di quattro
anni fa, con la casacca “dipietrina”, era
stato eletto consigliere provinciale.
Per la verità finora non abbiamo mai
ritenuto di occuparci del consigliere
provinciale-comunale, tanto più che, a
parte alcune prese di posizione a favore
Salvino Cella
dell’attuale primo cittadino (esponente,
fino a prova contraria del centrodestra)
non è che, sia a Caserta sia ad Aversa,
per quel che è di nostra conoscenza,
abbia messo in essere alcunché di commendevole.
Ma, leggendo l’intervista rilasciata ad
Antonio Arduino, riportata nello scorso
numero, a prescindere dalle accuse
che rivolge ai suoi compagni (o ex?)
dell’opposizione (e ci ritorna in mente
ancora una volta la famosa storiella
del bue e dell’asino…) ci è sorto un
interrogativo: vuoi vedere che viviamo
lontano da Aversa o siamo a tal punto…
“rimbambiti” (l’età, evidentemente,
comincia a farci brutti scherzi) da non
renderci conto dell’operato di Salvino
Cella? Perché solo dando una risposta
positiva all’interrogativo, potremmo
comprendere il significato della conclusione dell’intervista laddove l’ex astro
emergente del centro-sinistra normanno
afferma “I cittadini hanno imparato a
pensare e sanno capire chi lavora davvero per loro”.
Ma, di grazia, egregio consigliere, non
sarebbe opportuno rendere edotti noi ed
i nostri concittadini (soprattutto quelli
che lo hanno fatto diventare consigliere
provinciale e comunale) delle sue…
benemerite opere per la nostra e sua
città?…
La primavera è arrivata e noi vogliamo parlarvi di moda
L’anno dei fiori ...e dei colori
L
a primavera è finalmente arrivata e noi vogliamo parlarvi di
moda. Quest’anno le collezioni
sono tutte caratterizzate da un unico
comune denominatore: l’eleganza e
l’armonia dei colori che, adagiati come
su una tela, hanno fatto capolino già da
questi primi giorni di primavera. Colori
pastello dalle tonalità molto tenui ed
un’accurata attenzione alla qualità dei
materiali. Tra questi quelli maggiormente utilizzati sono cotone, lino e seta,
i quali lasciano respirare molto bene la
pelle. Il pizzo e lo chiffon sono tessuti
usati da donne che hanno maggiormente voglia di mettere in mostra il proprio
corpo con un audace gioco di luci ed
ombre. Come tante foglie mosse dal
vento, i ricami in pizzo donano grazia
ed armonia alla figura femminile. Niente più eccessi e stravaganze volgari.
Questo è l’anno dei fiori ma soprattutto
dei colori: bianco, giallo, arancio, verde,
rosa e blu. Non stampati ma ricamati
sui tessuti. Omaggiare la primavera
sì, ma per andare in vacanza bisogna
aspettare l’estate ed i costumi da bagno.
Gli stilisti quest’anno hanno proposto
maggiormente il costume intero che,
comodo e leggero, è l’indumento adatto
per chi ama nuotare. Talvolta proposto
con ampie scollature sulla schiena.
La sera, invece, quando cala la luce
del sole e si gode di una mite frescura
leviamo gli occhiali scuri ed alziamo
gli occhi al cielo col desiderio di veder
brillare qualche stella cadente.
E parlando di moda non potevamo non
raccogliere qualche parere tra gli aversani. Un gruppo di ragazze ad una nostra
specifica domanda così risponde quasi
all’unisono: “Quest’anno ci aspettiamo
dei prezzi più bassi dalle grosse case
d’abbigliamento perché spesso i loro
capi non valgono quello che costano.
Nei centri commerciali ci sono, poi,
anche negozi che hanno prodotti ‘made
in China’ …a prezzi italiani”. La moda
“griffata” costa ma è forse arrivato
il momento anche in questo settore
di guardare, come dire, al di là delle
apparenze. Non vi pare?
Mirko Rambone
L’ANNIVERSARIO
Nessun rappresentante dell’Amministrazione Comunale era presente alle celebrazioni
Tutti ricordano don Diana,
il Comune di Aversa no!
Don Ciotti e il Vescovo Spinillo in prima linea a ricordare la figura del sacerdote ucciso dalla camorra
a Casal di Principe. Un’assenza che lascia perplessi è stata, però, quella del primo cittadino aversano
o di un suo delegato. A riscattare Aversa i giovani delle nostre scuole!
Lello Ponticelli
V
26
ent’anni, a malapena il tempo
di una generazione, è la distanza temporale che ci separa
dall’epoca in cui Don Peppe Diana
suggellò col sangue del proprio martirio
il suo lungo impegno per il riscatto delle
terre dell’agro aversano dal dominio
della camorra.
Il ventennale della morte di Don Diana,
ucciso il 19 marzo del 1994 nella sua
chiesa dai killer di camorra, è stato
celebrato con una imponente manifestazione nella “sua” Casal di Principe
che ha visto in prima fila l’associazione
antimafie Libera di Don Ciotti e la partecipazione di oltre cinquemila ragazzi
di tutte le scuole della provincia, per
portare un saluto all’anziana madre
del sacerdote ucciso e testimoniare
che la generazione cresciuta in questo
ventennio è germogliata bene dal seme
gettato con coraggio da Don Peppe e sa
opporre la sua voglia di vita ai clan che
vorrebbero la morte di questo territorio.
Era presente la presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy
Bindi, il prefetto di Caserta, il vescovo
di Aversa Spinillo, una delegazione con
il gonfalone della Regione Campania,
una rappresentanza del Comune di
Napoli e di molti comuni dell’agro,
compresi i commissari prefettizi delle,
purtroppo numerose, amministrazioni
sciolte per infiltrazioni camorristiche.
Fra le tante autorità presenti era però
assente una rappresentanza del Comune
di Aversa, e in una terra dove i simboli
sono importanti questa assenza è ben
più di una nota stonata in una giornata
di impegno e di ricordo, è un chiaro
segnale di disinteresse o forse di sciat-
Tra i gonfaloni dell’intera provincia mancava solo il nostro
Il ventennale della morte
di Don Diana, ucciso il 19
marzo del 1994 nella sua
chiesa dai killer di camorra,
è stato celebrato con una
imponente manifestazione
nella «sua» Casal di Principe.
Aversa, però, era assente.
teria istituzionale che dai rappresentanti
della nostra amministrazione, spesso
ammalati di protagonismo ed iperpresenzialisti anche a vanvera, non era
comunque lecito aspettarsi.
Certo era presente un illustre aversano
come Lucio Romano, che però era lì in
qualità di senatore e non certo di rappresentante cittadino, e molti comuni
cittadini aversani ma nessun membro
del consiglio comunale o della giunta
ha trovato il tempo di onorare la memoria di uomo come Don Diana che pure
è indissolubilmente legato ad Aversa
dove peraltro ha insegnato per anni.
Nemmeno il primo cittadino Sagliocco,
che pure negli stessi giorni presenziava
ad un’iniziativa sulla legalità, ha ritenuto di dover far aspettare per un po’ le
zeppole di San Giuseppe per omaggiare
la memoria del proprio omonimo medaglia d’oro al valor civile.
A riscattare l’onore di Aversa ci hanno
pensato però i giovani delle nostre
scuole, presenti al gran completo al
fianco dei propri dirigenti scolastici, e,
se è vero che in certi frangenti storici le
giovani generazioni sanno dare l’esempio, questa è la dimostrazione lampante
che davvero il sacrificio di Don Peppe
Diana non è stato vano e che è solo ai
giovani che bisogna affidare tutte le
speranze.
L’AFFARE
Diciassettemila euro per tutte le cause dinanzi al Giudice di Pace: un affare per l’Amministrazione!
La difesa legale va allo stesso
studio dell’anno scorso!
«Ne bis in idem», non «Nobis in idem», recita il vecchio brocardo volendo affermare il principio
giuridico del «non due volte per la medesima cosa». Invece, rimanendo nel campo giuridico,
il principio del «Nobis in idem», pardon del «Ne bis idem», ad Aversa diventa «Si bis in idem»
Nicola Rosselli
«N
28
e bis in idem», non
«Nobis in idem», recita
il vecchio brocardo volendo affermare il principio giuridico
del «non due volte per la medesima
cosa». Invece, rimanendo nel campo
giuridico, il principio del “Nobis in
idem”, pardon del “Ne bis idem” non
vale ad Aversa, dove vi è il “Si bis in
idem”. Per il secondo anno consecutivo
ad accaparrarsi la rappresentanza e
difesa in giudizio dinanzi al Giudice di
Pace relativamente ai ricorsi contro le
sanzioni per contravvenzioni al codice
della strada elevate dalla locale polizia
municipale è lo stesso studio legale che
lo ha fatto per il 2013.
Ad operare tale selta una Commissione
composta dal dirigente comunale e comandante della polizia municipale Ste-
Aversa, piazza Municipio
fano Guarino, dall’assessore al bilancio
Guido Rossi e dal dirigente comunale
agli affari generali Giuseppe Nerone.
Alla selezione pubblica, pubblicata
all’albo pretorio in pieno periodo natalizio, hanno partecipato otto avvocati. Nel
bando si stimano 230 giudizi a far data
dal 1° gennaio 2014 sino al 31 dicembre
2014. “Il compenso dell’attività professionale per la difesa e la rappresentanza
in giudizio dell’Amministrazione relativo ad ogni singola controversia - si legge ancora - è determinato nella misura
complessiva di € 73,00, comprensiva di
spese iva e cpa, come per legge. Per l’incarico di che trattasi per il periodo sopra
indicato, viene destinata la risorsa di €
17.000,00 che costituisce il compenso
massimo comprensivo di spese, Iva e
Cpa come per legge da corrispondere
per tutti i giudizi che saranno attivati
nel periodo considerato. Un affare per
l’Amministrazione. Solo che “La predetta selezione avviene a fini conoscitivi
preliminari, non assume caratteristiche
concorsuali, non determina alcun diritto
al posto, rientrando nella discrezionalità
del Sindaco valutare la sussistenza ...delle esigenze di professionalità richieste”.
Una volta tanto i protagonisti sono gli alunni. L’iniziativa si conclude a maggio
INEDITA LECTURA DANTIS ALLO SCIENTIFICO «FERMI»
D
ecisamente il liceo scientifico
“Enrico Fermi” di Aversa è
uno dei più importanti e frequentati istituti superiori della nostra
provincia grazie anche all’impegno
della preside Adriana Mincione e
del corpo docente. In tale ottica va
inquadrata l’iniziativa della “Lectura
Dantis” su alcuni canti dell’inferno
con protagonisti gli stessi alunni, delle
quinte e terze classi.
L’idea è del prof. Paolo Trama che,
collaborato dalle colleghe Caterina Vagliviello, Rosita dell’Aquila, Patrizia
Cuomo, Imma Di Martino ed Eleonora
Pezone, ha formato un gruppo di studenti della quinta classe impegnati
nello studio di alcuni importanti aspetti
della “Commedia”. Gli alunni delle
quinte espongono ai compagni delle terze classi. Lo scopo è quello di “iniziare”
gli studenti delle terze allo studio della
“Commedia”, fornendo loro una visione
più ampia della stessa opera, chiarendo
alcune parole chiave su cui generalmente si fa un po’ di confusione, come i
concetti di allegoria, di concezione figurale e di realismo, tanto per citarne solo
alcuni. I primi due incontri hanno avuto
ad oggetto l’allegoria ed il simbolo nella
cultura medievale (nel primo incontro)
e di modelli di interpretazione della
Commedia, quelli elaborati daAuerbach
e Singleton (nel secondo). In definitiva
La performance del «Fermi»
una interessante iniziativa in cui incontri avranno termine a fine maggio con
una cadenza settimanale.
Geppino De Angelis
SANITA’
Un salto all’indietro nel tempo che ha danneggiato l’immagine della città più delle toppe d’asfalto
Ancora polemiche dopo la
chiusura della Salute Mentale
Per ridurre le spese, da 18 mesi l’azienda sanitaria aveva disdetto l’affitto di palazzo Orabona, che
costava circa ottomila euro mensili, per trasferirlo nella struttura di sua proprietà di viale Europa
che ospitava l’ufficio igiene e il centro vaccinazioni di Aversa, lasciata inutilizzata da oltre dieci anni
Antonio Arduino
A
30
quasi due mesi dall’intervento
continua a far discutere la
decisione del Sindaco e dell’Assessore ai lavori pubblici di rattoppare
le buche presenti in via Roma con
pezze d’asfalto, per mettere in sicurezza
l’arteria, temporaneamente in attesa dei
lavori di riqualificazione. Un intervento
che ha creato una mini crisi nella giunta
Sagliocco, che ha dato spazio a critiche
da, praticamente, tutte le parti politiche
e che ha stimolato persino l’intervento
del presidente dell’ordine provinciale
degli architetti perché avrebbe creato
danno all’immagine della città ma nessuno si è accorto del danno d’immagine
prodotto dalla chiusura del Centro di
Salute Mentale trasferito il 1° marzo
Centro di Salute Mentale chiuso
da palazzo Orabona, di piazza Fuori
Sant’Anna, in locali ricavati dal consultorio materno infantile di viale Europa.
Locali che dopo soli dieci giorni dall’apertura sono stati chiusi dai carabinieri
del NAS perché inidonei ad ospitare
una struttura sanitaria essendo sprovvisti, come dichiarato dal primo cittadino,
della autorizzazione sindacale. Per
una città patria della salute mentale
grazie alla presenza di due manicomi
ed ai tantissimi specialisti e studiosi del
ramo che vi hanno operato, ed ancora
vi operano, diventata da 12 anni un
esempio nazionale di applicazione delle
teorie della cura degli ammalati mentali
proposte da Francesco Basaglia, con
l’arrivo del suo allievo Franco Rotelli
alla guida dell’Asl Caserta 2, vedersi
chiudere il Centro di Salute Mentale è
un danno d’immagine ancora più grosso
di quello arrecato dalle toppe di via
Roma. Un danno che nessuno, però, ha
stigmatizzato, quasi a voler significare
che della salute mentale e dei malati di
mente chi se ne frega. Eppure era un
Grande emozione ha suscitato la scomparsa del noto medico aversano
Cordoglio per la morte di Domenico D’Amore
V
asta eco di sincero, profondo
cordoglio ha suscitato in
Aversa ed in tutta la zona
aversana la morte, dopo una lunga
malattia sopportata con cristiana
rassegnazione, del dottor Domenico
(Mimì per gli amici) D’Amore (nella
foto), alla cui famiglia ci legano vecchi legami di amicizia risalente a circa
settanta anni addietro.
Mimì D’Amore come lo chiamavamo
noi amici, dedicò l’intera vita al lavoro, alla famiglia ed alla educazione dei
tre figliuoli, tutti stimatissimi professionisti: il dottor Antonio direttore del
Dipartimento Dipendenze dell’Asl,
l’insegnante Titti ed il dottor Rosario,
bancario. Stimatissimo medico dell’o-
spedale civile di Aversa, Mimì D’Amore, dopo il pensionamento, continuò a
svolgere la sua attività professionale,
dedicandosi alla cura delle folte schiere
dei suoi pazienti, oltre che alla famiglia,
ai figli ed ai nipoti, soprattutto dopo la
morte dell’adorata moglie, l’insegnante
Liberata.
I funerali, svolti nell’affollatissima
chiesa del Parco Coppola, hanno visto la
commossa partecipazione di tantissimi
medici, docenti, esponenti della società
civile, hanno dimostrato la stima di cui
godeva il nostro amico.
Ai familiari vanno i nostri personali
sensi di cordoglio e quelli dell’intera
redazione di Nero su Bianco.
Geppino De Angelis
SANITA’
danno evitabile, perché il trasloco del
CSM era stato previsto da tempo. Per
ridurre le spese, da 18 mesi l’azienda
sanitaria aveva disdetto l’affitto di palazzo Orabona, che costava circa 8mila
euro al mese, per trasferirlo nella struttura di sua proprietà di viale Europa che
ospitava l’ufficio igiene e il centro vaccinazioni di Aversa, lasciata inutilizzata
da oltre dieci anni. Una palazzina di tre
piani da ristrutturare usando 600mila
degli euro incassati vendendo al Comune il padiglione “Leonardo Bianchi” del
dismesso ospedale “S. M. Maddalena”.
Avendo tempo e denaro sarebbe stato
possibile trasferire il CSM da palazzo
Orabona in una palazzina nuova di zecca, realizzata appositamente, secondo i
dettami di legge, abbattendo anche le
Nessuno si è accorto
del danno d’immagine per la
chiusura del Centro di Salute
Mentale trasferito il primo
marzo da palazzo Orabona
in locali ricavati dal
consultorio materno
infantile di viale Europa
barriere architettoniche presenti nella
sede di piazza Fuori Sant’Anna. Invece
no. Malgrado le denunce del Tribunale
per i diritti del Malato, che abbiamo riportato da queste colonne, si è preferito
arrangiare il centro in un corridoio dove
c’era sì e no spazio per il personale
medico e paramedico, dimenticando
le teorie di Basaglia e tutto quanto di
buono fatto a partire dal 2002.
Il risultato è stato che, arrivati sul
posto i Nas, hanno trovato ammalati
che vagavano nello spazio antistante
l’ingresso del Centro, chiedendo una sigaretta ai passanti o di poter telefonare a
casa, proprio come accadeva all’interno
della Maddalena prima della chiusura
dei manicomi, dove sono tornati dall’11
marzo dove sono assistiti in una stanza
del complesso ex direzionale. Un salto
all’indietro nel tempo che ha danneggiato l’immagine della città sicuramente
in maniera più grave di quanto possano
avere fatto le toppe d’asfalto messe
in via Roma delle quali, a differenza
dell’ex manicomio, dell’Opg e delle
attività collegate alla cura della salute
mentale, il resto della nazione non
31
SPORT
Si sta lavorando anche per organizzare la premiazione in un teatro cittadino
Cresce l’attesa per
la «StraNormanna»
Una gara podistica che il primo giugno porterà sulle strade cittadine centinaia di atleti. La macchina
organizzativa è in moto da mesi ed ormai viaggia a pieno regime per portare a compimento il grande
evento sportivo che vedrà Aversa protagonista. L’idea è nata dal vulcanico Peppe Andreozzi
Salvatore de Chiara
L
34
a macchina organizzativa è in
moto da mesi ed ormai viaggia
a pieno regime per portare a
compimento il grande evento sportivo
che vedrà Aversa protagonista.
Dalla mente dell’attivissimo e vulcanico Peppe Andreozzi è nata l’idea della
StraNormanna, una gara podistica che
il primo giugno porterà sulle strade
cittadine centinaia di atleti e di appassionati per un evento che vuole inserirsi
titolo tra le competizioni regionali.
L’idea è nata dall’entusiasmo di molti
appassionati aversani trovando sponda
nell’associazione sportivo-culturale-
SPORT
benefica l’Altra Aversa che, guidata
da Andreozzi, ha articolato l’evento in
due fasi, prevedendo una stracittadina
di corsa e passeggiata per amatori di 5
chilometri ed una competizione agonistica per professionisti su un percorso
di dieci chilometri.
Un gran numero di atleti campani e
stranieri ha già confermato la propria
adesione e l’organizzazione ha previsto
un ricco carnet di premi per tutti i partecipanti nelle varie categorie, con cinque
premi assoluti che saranno assegnati
alle categorie maschile e femminile oltre a premi speciali per gli atleti italiani
e per età ed a menzioni particolari.
Un gran numero di atleti
campani e stranieri ha già
confermato la propria adesione e l’organizzazione ha previsto un ricco carnet di premi
per tutti i partecipanti nelle
varie categorie con cinque
premi assoluti alle categorie
maschile e femminile
Tutte le premialità sono state offerte
dagli sponsor che hanno anche aderito
alle finalità benefiche dell’evento, parte
del ricavato sarà infatti devoluto al sostegno di famiglie in difficoltà seguite
dall’associazione l’Altra Aversa.
La direzione della gara sarà affidata al
dottor Rosario De Dominicis, segretario
generale del gruppo sportivo Fiamme
Gialle di Napoli, e, grazie all’aiuto di
Michele Celiento, si sta lavorando per
organizzare la premiazione in un teatro
cittadino offrendo così anche uno spettacolo tutto incentrato sul repertorio
classico napoletano grazie a vari artisti
che hanno assicurato la propria disponibilità.
È un invito carico di entusiasmo
quello che Andreozzi rivolge a tutti
gli appassionati della città normanna:
“Fino ad ora siamo stati sostenuti dal
grandissimo entusiasmo degli aversani,
si aspettiamo che molti ancora accorrano al nostro appello per lo sport ed
il piacere di stare insieme nella nostra
città”.
35
SPORT
Il peso dell’imbattibilità sta diventando sempre più opprimente.
L’Exton Aversa perde
un punto per strada
Vinta al tiebreak la gara contro il Lacaita Torricella, squadra che ha dato filo da torcere agli
aversani ma che in altre fasi del campionato non sarebbe stato di certo un’avversaria irresistibile
Giuseppe Lettieri
I
36
l peso dell’imbattibilità sta diventando sempre più opprimente. Dopo
la bella prova di Potenza, la Exton
perde un punto per strada vincendo al
tiebreak la gara contro il Lacaita Torricella (Ta), squadra che ha dato filo da
torcere agli aversani, ma che in altre
fasi del campionato non sarebbe stato di
certo un avversario irresistibile. Nonostante gli svarioni arbitrali, l’ultimo dei
quali costati un rosso al tecnico Nappa
facendoci perdere il quarto set, quando
la Exton era in vantaggio per due set ad
uno, al tiebreak gli aversani, per un periodo anche sotto, hanno mostrato grinta
e voglia di vincere, scongiurando così
uno stop inaspettato. Dunque con il Laicata Torricella arriva la diciannovesima
vittoria, su altrettante gare disputate.
Un record che tuttavia ha il suo peso.
Intanto non prendendo la posta intera
in palio ma soltanto due punti, l’Aversa
della pallavolo si porta a più nove sul
Lagonegro, seconda in classifica, che
però domenica scorsa ha osservato un
turno di riposto, cosa che toccherà agli
aversani fra due turni. Questa sera si
gioca nuovamente al PalaJacazzi (ore
18.00) contro il Marigliano, squadra
che ad inizio campionato aveva fatto
bene ma poi ha subito diverse battute
di arresto. Sempre oggi il Lagonegro
andrà a Gioia del Colle, impegno sulla
carta più difficile, poiché la squadra pugliese cerca di agguantare il terzo posto
in classifica, utile per la partecipazione
ai play off. Domenica prossima trasferta
dei ragazzi di mister Nappa a Castellana, famosa per le sue grotte, ma anche
per la tradizione nella pallavolo, mentre
poi ci sarà un lungo riposo per la Exton
Aversa con la ripresa del campionato
con la difficile trasferta di Locorotondo.
Bisogna quindi non mollare fino alla
fine, perché i lucani sono con il fiato sul
collo, e quindi non bisogna più lasciar
nemmeno un punto durante il cammino.
L’Aversa di Di Meo fa sognare, questa
sera tutti al PalaJacazzi.
I tifosi dell’Aversa Normanna continuano a credere nel miracolo
Granata, la speranza è appesa ad un filo
D
opo la beffa con l’Arzanese,
con l’Aversa costretta al pareggio a causa di un rigore inesistente, arriva il pareggio fuori casa,
per 1 ad 1, contro l’ottava in classifica,
il Vigor Lamezia, partita giocata dai
granata per più di un tempo in dieci, a
causa dell’espulsione di Esposito.
Un risultato che alcuni mesi fa sarebbe
stato oro, ma che a cinque giornate
dalla fine non rappresenta un successo
ma una piccola disfatta per i ragazzi di
mister Provenza (nella foto), che si trovano ad inseguire proprio il Lamezia,
che occupa attualmente l’ultimo posto
utile per rimanere nella serie C unica. A
ciò si aggiunge che vi sono a 36 punti
ben tre squadre. Il Sorrento, il Tuttocuoio ed il Chieti, che mirano a centrare l’ottavo posto. Oggi contro l’Aprilia,
avversario ostico, non esistono risultati
utili se non la vittoria, che servirebbe
quanto meno a mantenere aperta la
speranza di una salvezza in extremis.
Adesso non è il momento delle recriminazioni, di sottolineare quante partite
sono state sciupate dall’Aversa, che
con un ottimo girone di andata faceva
presagire tutt’altro finale. Al momento
siamo in piena zona play out. Chi vince
questa competizione di fine campionato
vola in C unica, le altre retrocedono tra
i dilettanti. Tra le note positive delle
ultime gare un ritrovato Comini, che
potrebbe fare la differenza nelle ultime
partite e un riscoperto Tulimieri, soprattutto nella gara con l’Arzanese, che
dopo l’infortunio è tornato nei ranghi
granata e Provenza potrebbe sfruttare
il contributo di questo ragazzo che ha
grinta da vendere. Dopo
l’Aprilia vi sarà un’ altra
gara proibitiva, quella
con il Martina, anche
essa diretta concorrente
per la zona play out e
per l’ottavo posto. Poi
due gare in apparenza
più difficili perché da
giocare contro le prime
della classe, il derby con la Casertana
ed il Foggia, potrebbero essere meno
ostili del previsto in quanto le due
squadre avranno già centrato la promozione matematica, anche se all’Aversa
nessuna squadra ha regalato nulla.
Infine l’ultima interna con il Gavorrano
che potrebbe in quella data già esser
retrocesso matematicamente.
Giuseppe Lettieri
LAUREA
FIOCCO AZZURRO
Tanti auguri a Maria Petrarca per la
sua laurea in Scienze della formazione
primaria. “E’ stata una grande soddisfazione il tuo 110 e lode!». Auguri di
un futuro radioso. Il tuo papà e la tua
famiglia!
AUGURI
Potete scriverci alla nostra e-mail:
[email protected]
Gli annunci e le foto saranno
pubblicati dando la priorità
ai primi pervenuti
Tantissimi auguri per il suo onomastico,
per tantissimi anni ancora alla signora
Rosa Di Lella – Trisi dalla figlia Annamaria e dal genero Ninì.
COMPLEANNO
AUGURI
I più fervidi auguri di NerosuBianco ad
Alfredo Ruffo, il bravissimo maestro
della pluridecorata Ck Street Dance,
per la recente immissione nei ruoli dei
docenti di disegno e storia dell’arte
negli istituti statali.
Tanti auguri al piccolo principe Salvatore secondogenito di casa Noviello. Per
lui gli auguri dei felicissimi genitori,
Gaetano e Mimma, dei nonni paterni
Nicola e Giustina e dei nonni materni
Salvatore e Liliana.
AUGURI
LAUREA
38
Matteo Trotta ha compiuto 3 anni il
1° marzo 2014. Augurissimi dal papà
Marco, dalla mamma Giusy, daii nonni,
dagli zii e dai cuginetti Luigi ed Emanuele.
Congratulazioni vivissime per la
distinta signorina Serena di Biase,
diletta figliuola di Giuseppe e Natalina
Iavazzo, per la laurea magistrale in Farmacia conseguita brillantemente presso
l’università “Federico II” di Napoli,
discutendo un’interessante tesi su “La
cannabis per uso terapeutico”.
Auguri per i suoi 21 anni a Federica
di Santo dalle sorelle, dai genitori,
Antonio e Rosa, e dal fidanzato Pier
Luigi con amore.
mio
A
di Giuseppe Chiatto
Anche Aversa ha il suo «Nerone»
nche noi, cari cittadini aversani,
abbiamo il nostro Nerone. Certo non è l’imperatore di Roma,
ma è il Dirigente dell’Ufficio Legale del
Comune di Aversa.
Quindi oggi parleremo dell’Avvocato
Giuseppe Nerone. Entriamo nel merito
della questione. Nell’ultimo articolo
portai a conoscenza ai lettori che anch’io
sono un dipendente del Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e
Caserta, quindi un collega dei due lavoratori che protestarono in diretta Tv il 18
febbraio, alla prima serata del festival di
Sanremo.
Il motivo, ovviamente, è legato al fatto
che da più di un anno non si percepisce lo stipendio, nonostante il nostro
stato giuridico di dipendenti pubblici.
Ebbene, qualche mese fa, il Comune di
Aversa ha bandito un avviso di mobilità
40 esterna per la copertura di tre posti di
istruttore tecnico-geometra, a tempo
pieno ed indeterminato, categoria C,
Area Tecnico-Urbanistica, ai sensi
dell’art. 30 del D.Lgs 165/2001.
Io ed un mio collega del Cub, abbiamo
presentato regolare domanda di ammissione. Il colloquio per la selezione dei
candidati doveva avvenire, ed è avvenuto, il 27 febbraio alle ore 9,00, presso la
sala consiliare del Comune di Aversa.
L’elenco dei candidati ammessi al
colloquio doveva essere pubblicato
esclusivamente sul sito dell’Ente. In
effetti l’elenco degli ammessi è stato
pubblicato solo il giorno prima (qualche
maligno pensa che sia stato fatto di
proposito, ma io non ci credo).
Passiamo ai fatti. Il giorno 27 febbraio
io ed il mio collega ci siamo presentati
al colloquio, ma veniamo a conoscenza
che solo quattro candidati sono stati
ammessi (stranamente si conosceva già
qualche nome, ma anche questa è una
coincidenza): io ed il collega esclusi.
Alla domanda del perché della nostra
esclusione ci rispondono che l’avvocato
Giuseppe Nerone ha “sentenziato” che
noi del Cub secondo un suo (suo?)
modo interpretativo non avevamo diritto a partecipare al Concorso, perché non
Una decisione in stile ...Nerone (l’imperatore)
La vergogna non mi compete,
non mi riguarda, mi compete
dignità e rispetto
e, soprattutto, giustizia.
Se avrò torto vorrà dire che
tanti avvocati e giudici si sono
sbagliati ed uscirà fuori che
Nerone è un grande
avvocato, ma in caso
contrario...
ritenuti dipendenti pubblici. Molti miei
colleghi (qualcuno anche sul Comune
di Aversa) occupano posti di lavoro
negli Enti Pubblici, Comuni, Province,
Regioni, dopo aver presentato domanda
di mobilità. Anche la Camera di Commercio di Caserta, qualche giorno fa,
ha ammesso la partecipazione di 18
dipendenti provenienti dal CUB per la
copertura di posti di lavoro per mobilità.
Oltretutto una sentenza del 16 gennaio
2014 della Prefettura-Uffici Territoriali
del Governo di Napoli, su richiesta di
un Segretario Generale di un Comune di
Napoli, ha decretato che i dipendenti del
Cub sono ritenuti dipendenti pubblici,
quindi due lavoratori sono stati assunti
dall’Ente Comune. Nel frattempo ho appreso dalla stampa che ad aprile, tre dei
quattro candidati che hanno partecipato
alla selezione, presteranno già servizio
sul Comune di Aversa (ma quanta fretta!). Io ed il mio collega impugneremo
la nostra esclusione.
Non sono né un postulante né un lacchè
(a dispetto dei tanti esageratamente
servi che mi girano intorno), quindi non
ho mai chiesto a nessuno ciò che non
mi spetta, non amo le raccomandazioni,
disprezzo, invece, i raccomandati e
quelli che li raccomandano; amo la
meritocrazia e le persone che pensano
con la propria testa.
La vergogna non mi compete, non mi
riguarda, mi compete dignità e rispetto
e, soprattutto, giustizia. Se avrò torto
vorrà dire che tanti avvocati e giudici
si sono sbagliati, ed uscirà fuori che
Nerone è un grande avvocato, essendo
riuscito a semplificare e tradurre una
situazione complessa. Se, invece, avrò
ragione, allora vorrà dire che l’attenzione che ha riservato Nerone di (sua?)
spontanea volontà in questa faccenda, si
rivelerà infelice. A questo punto, giusto
per essere buono definirò ugualmente
l’avvocato Giuseppe Nerone un grande,
al momento non ho capito in cosa, ma
comunque lo riterrò un grande...
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FA
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PA
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buona, sempre.
Da oltre trent’anni il Caseificio
Caputo produce mozzarella di
bufala campana DOP lavorando a
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latte di bufale accuratamente
selezionate e controllate.
Il sapere della tradizione e le
moderne tecnologie garantiscono
una qualità costante e un gusto
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Chi tocca
i parcheggi muore
W
42
eltanschauung è un termine
non letteralmente traducibile in italiano ma, per
farci capire, esprime la “visione del
mondo”. Ebbene la Weltanschauung di
quest’amministrazione pare sia l’asfalto in ogni dove: nei viali del Cimitero,
in via Roma e nel tratto del “geniale”
progetto di via Vito di Jasi, giustamente
esposto in bella mostra presso il parcheggio di un consigliere comunale.
Il progetto di via Vito di Jasi, concepito
dalla precedente amministrazione e
tenuto in incubazione dall’attuale per
circa due anni, è di una povertà culturale sconvolgente. È un progetto senza
idee, esclusa quella che hanno definito
la piazza lineare, ovvero l’idea sarebbe porre su una specie di piedistallo
l’imponente Arco dell’Annunziata,
per il resto è solo una sostituzione di
materiali sui marciapiedi e, tanto per
gradire, una bella asfaltata tra l’arco
dell’Annunziata stesso e l’incrocio con
la dismessa pompa di benzina all’angolo di viale Olimpico.
Hanno risagomato le aree parcheggio
lungo la carreggiata con quelle specie
di orecchio tipo “elefantino Jumbo” e,
tanto per cambiare, hanno condito il
tutto con un bel percorso ciclabile sul
marciapiede, giusto per dare il tocco di
genialità!
Eppure quei marciapiedi così larghi potevano tranquillamente essere ridimensionati, tenuto conto che sicuramente
non sono la “passeig de gràzia” data
l’assenza di qualsivoglia emergenza
architettonica ma con la presenza di
un panorama mozzafiato composto da
edifici e orrendi condomini frutto della
peggiore speculazione edilizia degli
anni Settanta.
Le auto si potevano disporre come si
dice a pettine ovvero ortogonalmente
alla carreggiata ricavando un elevato
numero di posti auto dato che, in futuro,
via Roma sarà solo pedonale. Invece,
l’amministrazione litiga su cavilli
burocratici con la Facoltà di Ingegneria
ed esercita una sorta di ostracismo per
la realizzazione del parcheggio. Ad
Aversa chi tocca i parcheggi “muore”.
Il progetto di via Di Iasi è migliorabile senza, però, guardare in faccia a nessuno
Il progetto di
via Vito di Jasi è solo una
sostituzione di materiali sui
marciapiedi e, tanto per
gradire, una bella asfaltata
tra l’arco dell’Annunziata e
l’incrocio con la dismessa
pompa di benzina all’angolo
di viale Olimpico
Lo stesso Sagliocco, a proposito di
parcheggi, si era sempre lamentato di
quello sull’ex Alifana, sostenendo che
esso non solo era stato la causa del
mancato finanziamento delle opere a
supporto della metropolitana, ma che
era inconcepibile sottrarre quell’area a
un uso pubblico: oggi ca va sans dire
è questione di feeling, solo di feeling
come cantava Cocciante!
E allora, proprio perché la piazza lineare è l’unica idea progettuale alla base
della riqualificazione di via Vito di Jasi,
sarebbe interessante creare una strada
nell’attuale parcheggio privato di via
Raffaello come una sorta di bretella che
permetterebbe la circumnavigazione
del tratto tra via Torretta e l’Arco per
arrivare a via Botticelli, evitando cosi di
costringere l’automobilista a percorrere
una sorta di chicane appunto attorno
all’Arco.
Tale bretella dovrebbe essere concepita
in modo da parcheggiare sui due lati
stante la sua grande larghezza e in
futuro si potrebbe trattare con la ex
Alifana per rilevare l’ex deposito lungo
via Belvedere e realizzare un degno e
grande parcheggio a supporto della
pedonalizzazione permanente di via
Roma. Ma come abbiamo visto negli
anni, chi tocca i parcheggi muore e allora questa nostra proposta rimarrà chiusa
in questi fogli.
Augh, ho detto!
SCUOLA
E’ la scuola media aversana più tecnologica con quasi tutte le aule dotate di lavagne multimediali
Pon, le tante attività
della media «Pascoli»
E‘ appena terminata l’esperienza con gli esperti di «ScienzaSemplice», che collabora con «Città
delle Scienze», effettuata in orario curriculare. In campo sei laboratori due per classi. Cellula e
biodiversità per le prime, alimentazione ed ecosistemi per le seconde e vulcani e dna per le terze
Nicola Rosselli
A
44
ttività grazie ai PON, iniziative
sulla legalità, laboratori di
scienze, incontri con l’autore.
La scuola media aversana più tecnologica della città con la quasi totalità delle
sue aule dotate di lavagne multimediali,
la “Giovanni Pascoli”, con la dirigente
Maria Rosaria Bocchino, si conferma
una fucina di iniziative che vanno oltre
le ordinarie attività curriculari.
Per quanto riguarda il PON, Fondi
Strutturali Europei, quest’anno ha un
titolo che è già un programma: “Coloriamo il nostro futuro”. Partendo dalla
constatazione che: “L’inadeguatezza dei
livelli di apprendimento e conoscenza
La presentazione del testo di Pastore alla «Pascoli»
dei giovani, futuri cittadini
d’Europa, è ritenuta una
delle cause della crisi del
mercato del lavoro e della
produttività nel nostro
paese, per cui è necessario,
per la crescita economica e
sociale del territorio, investire sul capitale umano
e migliorare la preparazione culturale della nostra
popolazione giovanile, la
scuola media “Pascoli”,
per migliorare le competenze di base degli allievi
in italiano, matematica ed
inglese e porre le basi per
la formazione consapevole
SCUOLA
e attiva dei cittadini del futuro, ha
attivato, con i finanziamenti PON
F.S.E., per l’annualità 2013 - 2014, una
serie di percorsi in diverse discipline.
Due quelli di potenziamento di inglese: “A cup of tea“ con certificazione
Cambridge KET e MOVERS. Tre per
l’italiano: Recupero/Consolidamento
di italiano : “Dalla A alla Z”; “Non solo
parole”; Potenziamento/latino “Cum
grano salis”. Tre anche per matematica:
Potenziamento “Il circolo dei matematici“; Recupero/consolidamento “In fin
dei conti“; “L›avventura dei numeri“. Il
nono corso è dedicato a consapevolezza
ed espressione culturale con “Si alza il
sipario“. Tutti gli esperti che conducono
i percorsi sono stati selezionati con
bandi ad evidenza pubblica.
E‘ appena terminata l’esperienza con
gli esperti dell’associazione di divulgazione scientifica “ScienzaSemplice”,
che collabora con “Città delle Scienze”,
effettuata in orario curriculare. In campo sei laboratori due per classi. Cellula
e biodiversità per le prime, alimentazione ed ecosistemi per le seconde e
vulcani e DNA per le terze. Obiettivi
dell’esperienza: Potenziare e rafforzare
attraverso l’esperienza diretta e l’osservazione i concetti scientifici appresi
nelle ore curricolari; consolidare l’uso
della terminologia specifica; rafforzare
l’interesse per le scienze attraverso
la comunicazione ed il confronto con
agenzie formative che operano nel
campo scientifico, diverse da quelle
scolastiche.
Nel campo della cittadinanza attiva,
interessante l’incontro con il colonnello
dei Carabinieri Gianluca Vitagliano,
comandante del Nucleo Territoriale di
Aversa. Incontro che ha visto i ragazzi
partecipare con interesse, rivolgendo interessanti domande all’ufficiale dell’Arma che ha sottolineato come ognuno di
noi può fare qualcosa per sconfiggere le
illegalità che sono presenti anche nelle
piccole azioni quotidiane. La dirigente
ha augurato che si possa liberare il futuro dei giovani da ogni sopruso.
Sempre per le attività civiche, interessante l’incontro con l’autore che ha visto presso la “Pascoli” la presenza dello
scrittore e giornalista Nicola de Chiara,
cultore di storia patria, che ha presentato
il suo nuovo lavoro, la biografia a fumetti del pittore aversano Luigi Pastore.
45
L’ADDIO
Ci lascia una persona perbene, amante di Aversa e della sua storia
L’addio a Raffaele Merolla
I suoi «Salotti» hanno illuminato i bui anni di piombo. Vero mecenate, è stato uno dei primi
imprenditori aversani a sostenere la cultura con la «c» maiuscola
Giuseppe Lettieri
A
46
versa dà l’addio a Raffaele
Merolla, medico chirurgo, noto
analista, conosciuto per i suoi
traguardi professionali e soprattutto
per il suo impegno civico, ben oltre
le mura cittadine. Un uomo di altri
tempi, di grandissima generosità,
sempre pronto ad aiutare il prossimo, a
mettersi in gioco per chi aveva bisogno.
Una persona perbene, marito e padre
esemplare. Ha rivestito molti incarichi
di prestigio, quali la presidenza della
Croce Rossa Italiana (1972-1985) in
provincia di Caserta, ed è stato anche
presidente nazionale dell’associazione
che univa gran parte dei laboratori di
analisi privati nella nostra penisola.
L’attaccamento alla sua città natia l’ha
sempre dimostrato in ogni momento
della sua vita. Per alcuni anni si trasferì
con la famiglia a Caserta entrando nel
Rotary cittadino dove fu presidente
(1978-80). Il richiamo della sua
città natale fu più forte e così dopo
l’esperienza nel capoluogo fece rientro
ad Aversa. Nella vita professionale,
Merolla riceve il premio “Aversa nel mondo”
abituato ad essere una persona dal
pensiero onesto e pulito non sempre
incontrò sui simili. Nonostante
ciò, nonostante le problematiche
burocratiche e la crisi ventennale nel
sistema sanitario regionale, cercò
sempre di tenere fede ai suoi impegni,
esponendosi in prima persona. E se fu
modello nella professione lo fu ancor
di più nel suo impegno civico e sociale.
Negli anni Sessanta fu consigliere
comunale della città normanna e fu tra
gli ultimi commissari della Democrazia
Cristiana ad Aversa. Ma per questa
città Merolla ha fatto molto di più.
Le ha donato la grande ricchezza, lui
da fervente cattolico, della cultura
laica. Prima della sua iniziativa,
l’associazionismo locale esisteva solo
attraverso i sodalizi legati al mondo
ecclesiastico, quali ACLI, FUCI, e
altre esperienze similari. Con i “Salotti
Merolla” anche in città cambia il modo
di fare associazionismo e così dalla
fine degli anni Ottanta sino ai giorni
nostri le associazioni culturali si sono
moltiplicate. Il nostro legame affettivo
verso una persona così eccezionale, che
speriamo sia modello per le giovani
generazioni (Aversa avrebbe bisogno
di tanti dottor Merolla!) ci stringe, con
tutta la famiglia di Nerosubianco, in
un abbraccio con la signora Carmen
Asciuti, l’inseparabile compagna di
vita, e le figlie Elena, Adele e Gabriella.
La morte di Merolla, gli interventi di Nunzia Orabona e Nicola De Chiara
Un signore d’altri tempi
G
razie ai salotti Merolla
conobbero Aversa personaggi
dello spessore di Alberto
Moravia, Carlo Cazzola, Ignazio
Silone, Dino Buzzati, Dacia Maraini,
Mario Pomilio, Roberto Vacca, Maria
Bellonci, Liliana Cavani, Margherita
Hack e l’elenco sarebbe molto lungo.
“Fu un esperienza indimenticabile
- ci dice Nunzia Orabona, oggi
presidente di AversaDonna, che fu la
giovanissima segretaria organizzativa
del centro culturale - perché con
l’impegno di Merolla ci fu la possibilità
di incontrare, in un periodo in cui le
comunicazioni non erano certo quelle
di oggi, la vera Cultura da vicino. Non
nascondo che anche nell’attività di
AversaDonna mi sono sempre ispirata
a quella invenzione meravigliosa che
ebbe Raffaele Merolla. Con lui Aversa
perde di sicuro un protagonista in
positivo, una persona davvero perbene”.
L’impegno dei “Salotti del Centro
Culturale Merolla” fu riconosciuto
dall’Amministrazione Ciaramella ed,
in particolare, dall’allora Assessore
alla Cultura Nicola De Chiara, che
ideò il “Premio Aversa nel Mondo”, da
assegnare a coloro che attraverso le loro
opere avevano dato lustro ad Aversa.
“La Commissione che presiedevo –
Merolla con lo scrittore Cassieri
ricorda Nicola De Chiara – non esitò
ad indicare nel dottore Merolla uno
dei premiati. I suoi “salotti” hanno
significato moltissimo per Aversa e se
oggi si parla di Aversa come città di
cultura un grande merito va assegnato
a questo grande mecenate”.
CURIOSITA’
Si è tenuta lo scorso 16 marzo l’adunanza degli sbandieratori della Madonna dell’Arco
Gli stendardi dei fujenti
realizzati da Tobia Liotto
Due opere raffiguranti la Madonna dell’Arco sono state benedette nel corso di una manifestazione
tenutasi nella parrocchia di Costantinopoli ad Aversa, alla presenza dei rappresentanti di varie
associazioni, provenienti da ogni zona della Campania
Donato Liotto
D
48
omenica 16 marzo si è svolta
una
manifestazione
nella
parrocchia di Costantinopoli
in Aversa in merito alla benedizione di
due stendardi dei Fujenti raffiguranti la
Madonna dell’Arco.
Una chiesa gremita e anche fuori, sul
sagrato decine di persone e soprattutto
loro, i fujenti, ciascuno in rappresentanza di varie associazioni legate al culto
della Madonna dell’Arco. Erano davvero tanti, mai vista una cosa del genere
ad Aversa e sono arrivati dall’intera
regione e tutti con il proprio stendardo.
Un evento nato spontaneamente: è
bastato un “passaparola” tra le varie
associazioni per ritrovarsi tutti assieme.
Prima della benedizione in chiesa, officiata da don Giovanni d’Errico, c’è stata “l’adunanza” di tutte le associazioni
sotto l’arco dell’Annunziata in Aversa.
Un anticipo, se vogliamo, di quello che
avverrà a Pasquetta. Uno spettacolo
bellissimo, tanti fujenti con l’abito
bianco tradizionale e la fascia raffigurante l’icona della Madonna, famiglie
intere, generazioni che si prodigano e
impegnano per mantenere viva e portare avanti una tradizione secolare.
Il lunedi in albis in tutta la Campania
sono decine se non centinaia le manifestazioni legate a questo culto, rappresentazioni che talvolta i “cosidetti
benpensanti” accolgono con la “puzza
sotto il naso”.
Fortunatamente i fujenti sono gente del
popolo, gente vera, con un grande cuore
e una fede profonda. Loro guardano
avanti e ogni anno ci regalano uno spettacolo emozionante. Così esprimono e
mostrano una grande fede verso l’amata
Madonna del’Arco.
Tobia Liotto accanto allo stendardo realizzato
Li vediamo una volta all’anno ma
dietro c’è un grande lavoro che dura
mesi interi. Intorno a questo “mondo
dei fujenti” molti ci mettono impegno e
grande passione, energie indefinite. Tra
questi da annoverare dei veri e propri
artisti della manifattura prettamente
Tobia Liotto è un vero
maestro ma senza passione
e grande fede, ne siamo
certi, difficilmente la sua
mano raggiungerebbe questi
straordinari risultati artistici
artigianale nel realizzare queste vere e
proprie opere d’arte.
Gli stendardi che sono state benedetti
domenica (erano quattro) sono una riprova. Due di essi sono state realizzate
dall’aversano Tobia Liotto.
Un giovane artigiano, un fujente che sin
da piccolo è stato sempre presente alle
manifestazioni anche in veste di musi-
cista (suona il sassofono e le tastiere).
Passioni quelle di Tobia che trovano il
loro apice proprio nella realizzazione
degli stendardi.
Ogni particolare è curato con dovizia
maniacale, colori sgargianti, piogge
di brillanti, tessuto in velluto pregiato,
pitture ad olio, ricami cuciti a mano,
borchie colorate a completare un’opera
davvero complessa nella sua realizzazione.
Per realizzare uno stendardo ci vogliono
circa sette mesi ma ne vale la pena visto
il risultato.
In questo Tobia Liotto è un vero maestro ma se non avesse passione e grande
fede, ne siamo certi, difficilmente la sua
mano raggiungerebbe questi risultati.
Uno stendardo è stato consegnato al
piccolo Francesco Andreozzi e l’altro
è andato all’associazione “Maria SS
dell’Arco” di viale Kennedy Aversa
di cui sono soci fondatori Michele
Mione, Paolo Andreozzi, Lello Cantile,
Alfonso Mincione. Pasqua è alle porte
e con essa il giorno della Pasquetta. E
senza fujenti sarebbe come un casatiello
senza le uova.
SCAFFALE
«Preludi, romanze e fiori», nuova raccolta di poesie di Galileo Lombardi
Le emozioni non hanno età
A 87 anni l’autore non finisce di stupirci per la voglia di fare, per i suoi nobilissimi sentimenti, per le
sue poesie che raccontano del mondo, del suo amore per la vita, del suo bisogno di comunicare
Nicola De Chiara
I
50
n copertina c’è la foto dell’opera
«Il violino» di Maria Colacino, una
pittrice di Casalnuovo di Napoli.
Pittrice e poetessa. Così come un poeta,
un grande poeta, è l’autore di questa
nuova raccolta dal titolo “Preludi, romanze e fiori”. E’ Galileo Lombardi che
a dispetto dei suoi 87 anni non finisce di
stupirci per la voglia di fare, per i suoi
nobilissimi sentimenti, per le idee e per
le sue poesie che raccontano di sé, della
famiglia, del suo amore per la vita, del
suo bisogno di comunicare. Non a caso
questa è la dodicesima sua raccolta di
poesie che ci appaiono sempre più belle
e più fresche e dalle quali possiamo
sempre imparare qualcosa. Poesie
del nostro tempo che esprimono sì la
necessità di combattere le ingiustizie
sociali ed umane che viviamo ma nelle
quali si respira sempre un messaggio
di speranza per tutti gli uomini. Alla
poesia di Galileo Lombardi si sono
interessati grandi intellettuali e uomini
di cultura, da Domenico Rea a Giorgio
Barberi Squarotti. La silloge poetica di
Lombardi, edita dal Cenacolo Acca-
demico Europeo “Poeti nella società”,
si apre con la prefazione di Franca
Alaimo, che parla di un uomo tenero,
appassionato, credente, fantasioso. E
Galileo è davvero tenero quando nella
poesia “Così è il poeta” scrive “E’ vero
poeta chi lode / e ama i bambini, creature / di stirpe divina, che / un gran giorno
Dio creò /”; e appassionato quando ne
“Il bacio” scrive “Il bacio non ha nome/
e dà tanto calore / ad un cuore che non /
sa amare nessuno/”; e credente quando
in “Desiderio di Pasqua” recita “E così,
quasi di nascosto / lasciasti, di notte, la
tomba / e vincesti con la Tua morte / la
morte /”.
Il libretto si conclude con una serie di
poesie chiamate “Cupole”, suggerite
all’autore da un documentario della Rai
sulle cupole di vario colore del Cremlino a Mosca. Continua così, Galileo,
a trasmetterci emozioni forti perché di
queste oggi abbiamo un forte bisogno.
IL PREMIO
Un ex alunno della «De Curtis» vince una borsa di studio e la mamma la dona alla scuola di Iorio
Di Meo, uno studente modello
L’Aversano, che oggi frequenta il Classico, premiato per il suo tema «Raccontami quanto sia importante
per te, che vivi nella strada della movida, trovare la strada della preghiera nel silenzio di una chiesa»
Nicola De Chiara
E’
una di quelle storie belle di
cui la nostra scuola ha tremendamente bisogno. Perciò
abbiamo deciso di raccontarvela. Sergio
Maria Di Meo oggi frequenta il primo
anno del liceo classico “D. Cirillo” di
Aversa. Fino all’anno scorso è stato
un alunno modello della scuola media
“De Curtis”. E da alunno del comprensivo “De Curtis” ha partecipato, l’anno
scorso, al “Premio Fondazione Rachelina Ambrosini”. Nell’anno della fede,
Sergio Maria Di Meo è stato premiato
per il suo tema “Raccontami quanto
sia importante per te, che vivi nella
chiassosa strada della movida, trovare
la strada della preghiera nel silenzio di
una chiesa”.
Il Premio gli è stato assegnato da una
giuria composta da rappresentanti della
cultura, della scuola e del volontariato.
Sergio Maria Di Meo
La commissione ha premiato i vincitori
con una borsa di studio in denaro ed
un diploma. Quella borsa di studio la
signora Ivana D’Anna, la mamma di
Sergio Maria, ha voluto donarla al comprensivo “De Curtis”: un modo per dire
grazie al dirigente scolastico Olga Iorio
e a tutta la scuola per come hanno saputo accogliere suo figlio ed indirizzarlo
nel migliore dei modi. Sergio Maria
Di Meo il 3 aprile compirà 14 anni. Ha
frequentato le elementari alla “Linguiti”
con la maestra Raffaella De Angelis.
Ha due fratelli, Edoardo ed Andrea (di
undici e otto anni). Legge libri di storia
e romanzi gialli. Ama la letteratura e
la storia. Segue tutti gli sport con una
passione particolare per il calcio che
pratica a livello agonistico dall’età di
tre anni, militando nei giovanissimi
regionali dell’Aversa Normanna. E non
poteva essere altrimenti essendo figlio
di Sergio Di Meo, presidente dell’Exton
Volleyball Aversa, un uomo di sport oltre che un affermato dottore commercialista. Un gesto molto bello quello della
signora Ivana che ha particolarmente
colpito la dirigente della “De Curtis”,
Olga Iorio, e che rappresenta il dovuto
riconoscimento a una scuola che funziona e che accoglie e segue i suoi ragazzi
come una grande famiglia.
51
SALUTE
Le lesioni dello smalto a livello del colletto derivaNO dal digrignamento (bruxismo)
Un problema comune a
tanti pazienti: l’abfrazione
I
52
l problema delle lesioni dello smalto a livello del colletto non deriva
dal modo di lavare i denti bensì dal
digrignamento (bruxismo) oppure di
serramento notturno.
Tanti pazienti soffrono dello stesso
problema e di solito quando faccio
diagnosi di bruxismo o serramento mi
rispondono dicendo che non è possibile.
La diagnosi però è il più delle volte
molto semplice in quanto balzano agli
occhi usure presenti sulla maggior parte
dei denti che sono tipiche del digrignamento oppure tipiche lesioni del
serramento.
Quando si digrigna o si serrano i denti,
si sviluppano forze notevoli che vanno
a creare delle microfratture a livello
dello smalto che, soprattutto dov’è più
sottile tende poi a sgretolarsi.
Questo giustifica anche il progressivo
andamento di queste lesioni che danno
segni solo quando sono ormai profonde. Questa tipica lesione al colletto
ha il nome di ABFRAZIONE , che va
distinta dalle lesioni da spazzolamento
e quelle da sostanze acide o addirittura
dalla carie.
Le abfrazioni hanno di solito la forma
simile a quella che un colpo d’ascia
lascia in un tronco di legno, quindi a
cuneo con l’apice rivolto verso l’interno
del dente, con margini netti.
Spesso sono indolenti e non danno sintomatologia, ma quando si avvicinano
al centro del dente dove e’ situata la
terminazione nervosa, diventano molto
dolorose, a volte insopportabili. In corrispondenza di queste lesioni, soprattutto
quando diventano piu’ grandi, si associa
sempre una retrazione gengivale dovuta
al “food impact” ovvero l’impatto del
cibo contro il bordo gengivale che non è
più protetto dal “bombè cervicale” che è
quella parte del dente vicino la gengiva
e che ha una forma convessa per far
si che li cibo durante la masticazione
scivoli nel fornice e non impatti contro
il colletto gengivale.
La terapia da eseguire è ricostruire la
normale anatomia dentaria ricreandonil
bombé cervicale ed evitare l’ulteriore
retrazione gengivale.
Appena finita questa fase, bisognerà
costruire un bite, un apparecchio tipo
paradenti dei pugili per proteggere gli
elementi dentari durante le ore notturne
ed evitare danni ulteriori.
Se non viene usato un bite, le ricostruzioni tenderano a staccarsi e le lesioni
diverrano di nuovo profonde e dolenti,
la gengiva proseguirà la sua migrazione
esponendo il dente a problematiche
sempre maggiori.
A cura dello Studio Arlotta&Sichel
STORIA NOSTRA
Tra i metodi di prevenzione del colera c’era la «profumazione» dei plichi postali
Le lettere affumicate
per prevenire il contagio
Non mancano casi in cui le amministrazioni postali interessate adottarono dei bolli accessori per
documentare l’avvenuta disinfestazione: “Netta dentro e fuori” si usava per le poste dello Stato
Pontificio. Quando fu chiaro che la carta non avrebbe potuto veicolare il contagio la prassi finì
Salvatore di Grazia
dell’epoca, si riteneva che affumicando la lettera, oppure imbevendola di soluzioni a base di aceto la si
olera! Quante volte questa
potesse purificare, evitando così il
piaga ha attraversato la nocontagio. Si procedeva, perciò, alla
stra terra, mietendo vittime a
cosiddetta “profumazione” con una
migliaia, e lasciandosi dietro intere
operazione che veniva effettuata
famiglie distrutte, case bruciate,
mediante tagli della carta dai quali
morti seppelliti in enormi fosse
immettevano i liquidi o, a seconda
comuni, come accadde nella zona
dei casi, fumi disinfettanti.
dei «Cappuccini» o «intasando» i ciA seguito di ciò la carta assumeva
miteri parrocchiali tanto da rendere
un tipico e riconoscibile colore
necessaria la creazione di un Campo
brunastro come il nostro piegoSanto?
postale, e non mancano casi in cui le
Sulla facciata della chiesa di San
amministrazioni postali interessate
Rocco, meglio conosciuta come
adottarono dei bolli accessori per
chiesa della Madonna Addolorata,
documentare l’avvenuta disinfestaè ben visibile un ex voto maiolicato
zione: “netta dentro e fuori” come
dedicato al Santo per la fine del
si usava per le poste dello Stato
colera del 1854: dove non poteva la
Pontificio.
scienza medica, non rimaneva che la L’ex voto maiolicato sulla facciata di S. Rocco
Tornando al nostro plico, al
speranza nell’aiuto divino.
quale furono apportati i tagli
Nei secoli i medici si sono inche vedete evidenziati dalle
ventati i più svariati metodi per
frecce, occorre ricordare che in
sconfiggere il colera e le altre
quell’anno nel napoletano era
pestilenze, andando per tentativi
scoppiata una terribile epidemia
applicando le «conoscenze»
di colera: solo dal primo al dieci
mediche del tempo. Questo
di settembre ci furono 3337 casi
metodo di prevenzione è stato
accertati. Il fatto fu eclatante
l’ultimo tentativo empirico usaal punto che anche il Re, trato fino al 1887. I collezionisti La busta con i tagli ai quattro lati per la sterilizzazione
sferitosi nella nostra terra per
di storia postale, di quella apprudenza, per sincerarsi delle
passionante tematica chiamata
«prefilatelia», cioè «la posta prima del affumicato» e vediamolo nei dettagli. Il condizioni della città e della popolaziofrancobollo» conoscono bene il sistema colore è bruno chiaro, ma l’aspetto di ne, tornò in visita a Napoli dove pare
che veniva adottato, e l’esempio è dato maggior curiosità è rappresentato però che la gente gli gridasse “Maestà nun
da questo piego postale post-unitario nella busta, dai tagli laterali di disinfe- è u’ culera ...è a famm’!…..” ritenendo
evidentemente quest’ultima più dannoche il dott. Carmine Tabarro ha in col- stazione.
lezione.
La pratica di disinfettare la corrispon- sa per la salute pubblica della malattia
Me lo ha mostrato, spiegandomi che denza ci racconta di un periodo in cui stessa. Con i progressi della scienza
già prima dell’avvento del francobollo si riteneva ingenuamente che le lettere medica e l’identificazione dei microbi
le lettere provenienti da zone colpite provenienti da regioni o da Stati ove era responsabili delle malattie infettive, fu
da epidemie venivano «trattate» in un in corso una epidemia potessero essere chiaro che la carta non avrebbe potuto
veicolare il contagio e così, nel marzo
certo modo per sterilizzarle.
in qualche modo bonificate.
Sezioniamo, dunque, questa «lettera Questa pratica era adottata perché, del 1887, la prassi di disinfettare le
affumicata», pardon, questo suo «piego basandosi sulle conoscenze scientifiche lettere ebbe termine.
C
54
LE CELEBRAZIONI
Antonio Marino ritorna su una questione rimasta irrisolta: il ritorno delle spoglie ad Aversa
Jommelli, la vera storia
dei resti mortali
Quando spirò nel 1774, il musicista fu sepolto dal fratello monaco nel cortile di una chiesa di
Capodimonte dipendente dai Padri Agostiniani. Successivamente le ossa furono deposte nella
Chiesa di S.Agostino alla Zecca per interessamento del Conservatorio di San Pietro a Majella
Antonio Marino
N
56
ei trecento anni della nascita
di Niccolò Jommelli non si
può non ritornare sull’irrisolta
questione dei resti mortali dell’illustre
musicista aversano del Settecento. Jommelli spirò nell’estate del 1774. Aveva
sessant’anni e fu sepolto, secondo
l’usanza dei tempi, dal fratello monaco
nel cortile di una chiesa di Capodimonte... dipendente dai Padri Agostiniani.
Distrutta in seguito la chiesa, tutto l’arredo venne trasferito altrove. Le ossa
di Jommelli, composte in un’apposita
cassetta, furono deposte nella Chiesa
di Sant’Agostino alla Zecca... per interessamento del Conservatorio di San
Pietro a Majella.
Trascorrono gli anni e la cassetta, abbandonata a se stessa, finisce con l’essere
dimenticata, tanto che se ne perdono le
tracce. Nel 1912, nell’approssimarsi del
bicentenario della nascita del musico, il
Comune di Aversa reclama la cassetta,
ma i monaci rispondono con un diniego... non spaendo più dove fosse.
La questione dei resti di Jommelli ritorna attuale nel 1924, quando Salvatore
di Giacomo viene a sapere dall’amico
Ulisse Prota Giurleo del ritrovamento
dell’agognata cassetta. Con un accorato
appello Salvatore di Giacomo si rivolge
allora al Sindaco di Napoli e al Commissario Prefettizio che reggeva il Comune
di Aversa, Tommaso Picazio, nella
speranza di salvare i resti e celebrare
degnamente il musico. L’urna funeraria
di Jommelli si trovava abbandonata tra
migliaia di altre ossa alla rinfusa in fondo al pozzo orrendo dell’ipogeo della
Cappella di San Tommaso di Villanova
nella Chiesa di S. Agostino alla Zecca.
Una sorta di buca profonda colma di
como rimase inascoltato. Si ottenne solo
La questione dei resti che la cassetta, rimossa e ripulita, venisdi Jommelli ritorna attuale se collocata in un posto migliore, in uno
nel 1924, quando Salvatore dei locali a pianterreno della Chiesa.
1924 in avanti tutti gli intereessadi Giacomo viene a sapere Dal
menti e i tentativi per trasportare i resti
dall’amico Ulisse Prota di Nicolò Jommelli ad Aversa, effettuati
Giurleo del ritrovamento in tempi alterni ora dai responsabili del
dell’agognata cassetta. Comune (soprattutto quando era sindaco
Ma l’appello finì nel vuoto! Mimì Pirozzi) ora dai responsabili della
locale Pro Loco, non hanno mai sortito
gli esiti desiderati. La questione viene
ripresa con il giusto piglio
a seguito della campagna di
sensibilizzazione condotta
dalla Gazzetta Aversana
nell’avvicinarsi del bicentenario della morte del
grande musico (1974). Il
compianto cavalier Salvatore De Santis, Presidente
della locale Sezione del
Fante e membro della Pro
Loco (che dovrebbe avere
il carteggio completo) si
fa autorizzare dal Vescovo
Antonio Cece e parte risolutamente per Napoli.
Quivi ha modo di vedere
l’urna funeraria di Jommelli
dopo essersi incontrato con
Padre Lugi Mennino che
era il rettore della Chiesa
di S. Agostino alla Zecca.
Niccolo Jommelli da una litografia del 1836
Mennino, che conosceva
Aversa per essere stato per
macabri mucchi di povere ossa che dieci anni presso il locale complesso
fungeva da espurgo di tutte le sepolture del Carmine, promise il suo appoggio
della chiesa e dell’annesso convento. La per esaudire le legittime richieste degli
cassetta si evidenziava per le sue iniziali aversani. Va aggiunto che fissa anche
(N.J.) incise sulo zinco. Nella faccenda una data per la restituzione ufficiale delsi intromise anche il Conservatorio di lo scrigno contenente i resti (il teschio
San Pietro a Majella promettendo un e qualche ossa). Ma l’entusiasmo di De
contributo economico. Tanto rumore Santis non dura molto.
1 - continua
per nulla! L’appello di Salvatore di Gia-
L’EVENTO
«Visiva», il secondo appuntamento di Esagono riscuote un grande successo
Narrare architetture,
i luoghi di Davide Vargas
La mostra, curata da Giuseppe Albanese, si è aperta il 20 marzo nello showroom di viale della
Libertà. A presentare Vargas sono stati Enrico De Cristofaro, Beniamino Servino e Giampaolo
Graziano. Intervenuti anche Pasqiuale Belfiore e Raffaele Cutillo
Giuseppe Cristiano
I
58
l secondo appuntamento di “Visiva”, la rassegna di mostre sulle
arti visive e applicate, organizzate
dall’Esagono di Gianni Bo, ha aperto le
porte dello showroom di viale della Libertà ad Aversa ai lavori dell’architetto
Davide Vargas.
“Narrare architetture. I luoghi di Davide
Vargas”, questo il titolo della mostra curata dall’arch. Giuseppe Albanese e che
sarà visitabile fino al 3 aprile prossimo.
Aversano, classe 1956, Davide Vargas è
certamente una delle menti più innovative tra i professionisti della nostra città.
Intellettuale, architetto-letterato, come
lo ha definito Alessandro Mendini, oltre
Gianni Bo
a svolgere l’attività professionale con
riconosciuto successo, vanta una ricca
produzione letteraria come scrittore.
Per Vargas transitare dalla scrittura
all’architettura, dall’immaginario al costruito, dalla parola scritta alla materia
è un esercizio necessario ad affinare la
sua poetica, per nutrire continuamente
la sua creatività e sperimentare nuovi
linguaggi. Il medium che utilizza per
passare da un luogo – la scrittura - ad
un altro – l’architettura - è, appunto, la
poesia.
L’inaugurazione della mostra di Davide Vargas è avvenuta il 20 marzo. A
presentare l’architetto aversano, nelle
vesti di padrone di casa, c’era Gianni
Bo che, dopo aver ringraziato i presenti,
ha sottolineato come la rassegna, dopo
l’esordio dedicato alle opere di Bartolo
D’Angelo, punti ad altri appuntamenti
di qualità, annunciando che uno dei
L’EVENTO
Aversa. Un architetto che è anche molto
impegnato per il sociale e questo non
può che fargli onore”.
Ha preso, poi, la parola l’arch. Beniamino Servino che ha parlato della
pluridecennale attività di un architetto
“molto attento”. “Davide riesce a raccontare con le sue architetture se stesso
La presentazione della mostra di Vargas
prossimi eventi sarà dedicato alla memoria dell’indimenticato architetto Ugo
Santoli.
Ad introdurre i lavori è stato il presidente dell’Ordine provinciale degli
Architetti, Enrico De Cristofaro, che
ha avuto naturalmente parole di elogio
per Davide Vargas, amico di vecchia
data e compagno di studi universitari.
“Vargas - ha detto De Cristofaro – è un
architetto concreto. Le sue realizzazioni
sono frutto di ricerche e di studi continui. Ringrazio Davide per quello che ha
fatto e per quello che fa per la città di
Vargas è una delle menti
più innovative tra i
professionisti cittadini.
Intellettuale, architetto,
letterato. “Ho tentato di dire
qualcosa di più attraverso
la mia architettura, cercando
anche di comprendere le
ragioni delle mie scelte»
ed il rapporto quasi identitario di queste
con il suo territorio. Lui nell’architettura ricerca la gergalità e la gergalità
nell’architettura è il segreto per la sua
riconoscibilità. Quando Davide riesce
ad essere vero perché si libera della
paura di mostrarsi allora è quella la
sua vera poesia”. A parlare invece del
Davide Vargas scrittore ci ha pensato il
prof. Giampaolo Graziano. “La capacità
di Vargas – ha sottolineato Graziano
– è quella di passare da un linguaggio
all’altro e di mettere questi linguaggi
a profitto, rendendoli funzionali ad un
medesimo discorso. La sua scrittura
è attenta in maniera quasi maniacale
alla parola; Vargas crede nella scelta
del lessico come elemento fondamentale del discorso ancora prima che il
discorso metta insieme contenuti. E la
sua stessa scelta di puntare ai racconti,
per ricondurre le sue ragioni di scrittore
a quelle di progettista, mi fa pensare
all’amore per il dettaglio, per il singolo
manufatto, per una singola esperienza
di bellezza”. A concludere la serata
è stato lo stesso Vargas che ha, prima,
ringraziato l’Esagono, mettendo in evidenza “il coraggio” di Bo, in un periodo
di crisi come quello che l’economia sta
attraversando, “di investire ed aprire ad
eventi ed attività che solo teoricamente
non portano a nulla” e, poi, ha parlato
diffusamente della sua esperienza di
architetto, sottolineando il suo tentativo “di dire qualcosa di più attraverso
l’architettura, cercando non solo di dire
ma anche di comprendere le ragioni di
queste scelte”.
59
LA STORIA
Don Peppino Diana ricordato dal suo istituto, l’Isis «Volta» di Aversa
I colleghi di scuola: «Noi...
l’eredità di don Peppe»
L’intervento più siginificativo è stato quello di don Franco Picone, successore di don Peppino alla
guida della parrocchia di S. Nicola a Casal di Principe: «Don Peppe è ricordato perché era una
persona autentica ed eccessiva, perché non si può amare senza essere eccessivi»
Michele A. Gioia
«N
60
oi … l’eredità di don
Peppe». Don Giuseppe
Diana, il prete anticamorra ammazzato vent’anni fa, è
stato commemorato anche ad Aversa. A
farlo è stato l’Isis “Volta”, l’istituto che
aveva don Peppe Diana come stimato
docente. Il 21 marzo il simbolo della
legalità di queste terre è stato ricordato
nella sede di via dell’Archeologia con
la presenza anche di ex docenti ed ex
alunni dell’Istituto.
L’iniziativa, voluta dal dirigente
scolastico Laura Orsola Patrizia Nicolella e dal corpo docente, si è svolta in
collaborazione con la Curia di Aversa,
con il Comune di Aversa, con l’Associazione “Libera” e con il “Comitato
L’introduzione del dirigente scolastico Nicolella
Don Diana” coordinato da
Valerio Taglione. A conclusione dell’evento, è stata
inaugurata, all’ingresso del
plesso scolastico, un’opera
d’arte del maestro Mario
Rossetti, dal titolo “Martire”, dedicata a don Peppe
Diana e piantato un albero
che vuole rappresentare il
seme di quella pianta, quella della legalità, che oggi
sta portando i suoi frutti.
A moderare l’incontro è
stata la giornalista Lidia
de Angelis che ai ragazzi
del “Volta” ha presentato
l’iniziativa, i suoi obiettivi,
e gli autorevoli relatori
presenti.
L’introduzione
A PALAZZO PARENTE ANTONIO SANTI E LA «FESTA DELLA PRIMAVERA»
Riapre il punto shop Unicef
C
ontinuano le iniziative dell’Associazione Gaetano Parente. E
così palazzo Parente diventa
un vero e proprio faro di cultura ad
Aversa. Dal 21 al 23 marzo si è tenuta
la “Festa di primavera”, voluta dall’animatore principale di palazzo Parente,
l’avvocato Antonio Santi, discendente
del primo Sindaco di Aversa, del quale
perpetua il buon nome attraverso lodevoli iniziative. La “Festa della primavera” si è aperta con una tammurriata
proposta da un gruppo aversano ed è
poi proseguita con un vero e proprio
mercatino che ha inteso valorizzare
l’artigianato locale: ceramiche, gioielli,
pelletteria e tutta una serie di autentici
piccoli gioiellini. A corredo della
festa due mostre. Una prorogata visto il
successo ottenuto: si tratta di “Morsura
Mediterranea” proposta dal Laboratorio
di Nola di Vittorio Avella e Antonio
Sgambati che propone incisioni e libri
d’arte pregevolissimi. L’altra dedicata
al musicista Luigi Esposito che espone
le sue opere pittoriche. Una mostra dal
titolo “Il segno alato e gli abissi sonori”
che nel suo finissage, il 24 marzo, ha
visto la presentazione del libro di Luigi
Esposito “Un male incontenibile, Sylvano Bussotti artista senza confini” e Fabio
Di Lella che ha eseguito “Libro di canti
ed incanti” ancora di Luigi Esposito. Il
tutto condito dall’assaggio di specialità
enogastronomiche locali proposte da
“Vintage e Cucina” di Diego Sarra co-
Antonio Santi
adiuvato da Francesca Prisco. Oggi 30
marzo riprende a funzionare il “Punto
Shop dell’Unicef”, con la partecipazione delle scuole, che esporrà prodotti
Unicef e prodotti di artigiani locali. C’è
attesa per la presentazione dei gioielli
di Giodà di Maria Pia Ruffo, delle borse di Oreste De Rosa e dell’anteprima
della cioccolateria Oliva che proporrà
in anprima la torta di rose e la colomba
ai cereali antichi.
LA STORIA
all’incontro e i saluti istituzionali sono
toccati al dirigente scolastico Laura
Orsola Patrizia Nicolella. Sono poi iniziati gli interventi. Quelli dell’assessore
alla pubblica istruzione della Provincia
di Caserta, Franca Cosima Cincotti,
del vice presidente della Provincia di
Caserta, Gianpaolo Dello Vicario; del
Sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco,
dell’on. Antimo Cesaro, dell’assessore
alla pubblica istruzione del comune di
Aversa, Nicla Virgilio, del senatore
Lucio Romano.
Commovente la lettera a don Peppino
Diana dell’ex Vicario della scuola e
collega di don Diana, signor Pinto.
La conclusione dell’incontro è stata
affidata a don Franco Picone, parroco
della chiesa di San Nicola a Casal di
61
L’inaugurazione dell’opera d’arte
Principe che era stata di don Peppe.
Ed è stato questo l’intervento più
significativo della giornata: “Mi capita
ogni giorno – ha detto don Picone - di
passare per quel corridoio dove don
Peppino è stato ucciso vent’anni fa,
dove ha avuto l’ultimo suo sguardo. E
la cosa più bella che sento oggi è essere
quello sguardo che oggi continua e
vede il cambiamento. In venti anni c’è
stato un grande cambiamento a Casal di
Principe e nelle coscienze dei giovani.
Don Peppino voleva generare un futuro
nuovo per questi ragazzi. Don Peppe
è ricordato perché era una persona
autentica e soprattutto perché era una
persona eccessiva, perché non si può
amare senza essere eccessivi. Don Peppino volle scrivere “Per amore del mio
popolo” assieme a tutti gli altri preti
della forania di Casale perché capì che
era importante stare insieme. E’ questa
la sua lezione principale: la necessità di
combattere insieme”.
Successo per l’iniziativa di AversaDonna in un noto locale
Fausta Vetere si è
esibita ad Aversa
Il tutto rientra nel progetto il Teatro Cerca Casa, un nuovo modo
per fruire spettacoli, illustrato per l’occasione da Ileana Bonadies,
con il motto «Se Maometto non va alla montagna…..»
Federica di Santo
S
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uccesso per l’iniziativa di AversaDonna “Un aperitivo con…”
tenutosi in un noto locale della
città normanna. Protagonista la voce
di Fausta Vetere protagonista da anni
del celebre gruppo musicale “Nuova
Compagnia di Canto Popolare”. Il
gruppo nato alla fine degli anni Sessanta
da una idea di Eugenio Bennato con
Giovanni Mauriello e Carlo d’Angiò,
ai quali si unirono dopo poco, Nunzio
Areni, Peppe Barra e appunto Fausta
Vetere, è stato il protagonista indiscusso
in Italia della musica popolare della
tradizione partenopea e non solo. A
curare la ricerca filologica e musicale
del gruppo uno dei massimi esperti del
settore, il maestro Roberto De Simone.
A metà degli anni Settanta, dopo alcuni
addii tra cui quello di Bennato che nel
frattempo aveva intrapreso la carriera di
solista, entrò (1976) nel gruppo anche
Corrado Sfogli, diventato l’inseparabile
compagno di Fausta Vetere (i due nella
foto), presente con la sua maestria di
valente chitarrista anche sul palco per
la performance voluta da AversaDonna.
Il tutto rientra nel progetto ideato da
Manlio Santanelli, il Teatro Cerca Casa,
un nuovo modo per fruire spettacoli,
illustrato per l’occasione da Ileana
Bonadies, con il motto “se Maometto
non va alla montagna…..”. Fausta Vetere, accompagnata appunto da Corrado
Sfogli, si è esibita in un excursus della
canzone partenopea, partendo dalle vil-
lanelle cinquecentesche sino ad alcuni
classici della canzone napoletana, da
“A’ Vucchella”, il cui testo è di Gabriele
D’Annunzio, a “Canzone Appassiunata” di E. A. Mario, il grandissimo
autore che la stessa Vetere conobbe
da bambina, ed ovviamente non sono
mancate canzoni di successo come “Pe’
dispetto”, con la quale la Vetere, Sfogli
e company (NCCP) vinsero il premio
della critica a Sanremo nel 1993. “Sono
soddisfatta - ha detto Nunzia Orabona
presidente e fondatrice del sodalizio
aversano - perché l’iniziativa è riuscita
benissimo in un momento di crisi in cui
ad Aversa ci si è quasi disabituati alle
iniziative culturali. Ci avvicinaiamo al
ventennale, un traguardo molto sentito.
Per il futuro si vedrà!”.
L’Arcivescovo di Milano nella Cattedrale parla di speranza e di giovani
Il cardinale Scola ad Aversa
I
l Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, una delle personalità più importanti della Chiesa,
è venuto nella cattedrale aversana a
parlare di speranza. In una chiesa,
dove non vi era alcun rappresentante
delle istituzioni politiche aversane, ad
eccezione del senatore Lucio Romano,
l’illustre prelato è stato accolto dal
nostro vescovo Angelo Spinillo.
Per circa due ore l’arcivescovo di
Milano ha parlato, con grandissima
chiarezza, di speranza, in una terra
quella nostra che ne ha davvero sete.
“Bisogna promuovere - così il Cardinale Scola - la cultura dell’incontro,
del confrontarsi come ci insegna Papa
Francesco”. Non è mancato un inequivocabile riferimento a Don Peppe
Diana e all’impegno dei politici sul
nostro territorio. “A venti anni della sua
scomparsa, ci insegna che i cristiani
sono chiamati ad impegnarsi con
maggior vigore ed energia in quell’eminente forma di lavoro e carità che è la
politica, intesa nel senso più ampio”. Ci
vorrebbero intere pagine per ricordare
tutti i momenti di quel prezioso incontro
e siamo sicuri, come ha già annunciato
il nostro vescovo Angelo Spinillo, che
la relazione insieme alle altre tenutesi
in Cattedrale verranno pubblicate a
cura della Diocesi, restando così testimonianza viva ed impressa nel tempo.
Noi concludiamo con alcune battute
scambiate con il Cardinale Scola. “Sono
venuto con piacere ad Aversa. Non ho
visto molto, ho fatto una passeggiata
guidato dall’ottimo don Ernesto Rascato nei pressi della Cattedrale che devo
Angelo Scola con Giuseppe Lettieri
dire è davvero un’opera d’arte eccezionale. Ho notato poi in questa giornata
aversana che avete una diocesi con
tanti valenti e giovani sacerdoti, ed
anche durante la relazione ho rilevato
la presenza di molto giovani e questo
sicuramente è testimonianza di vitalità
del territorio che, seppur afflitto da
tante problematiche, può farcela!”.
Speranza Cardillo