N. 6 | ANNO XVII | 30 MARZO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it «CIMAROSA», ISCRIZIONE RIFIUTATA. AMODIO: ECCO COME STANNO LE COSE» AD AVERSA ANGELO SCOLA: «NON PERDETE LA SPERANZA» ADDIO A RAFFAELE MEROLLA, MECENATE DELLA CULTURA TRIBUNALE Garzo, una scelta importante AVERSA Sagliocco e la gaffe su Leonardo Bianchi L’ANNIVERSARIO A Casale assente solo il Comune di Aversa LA PROCURA DA’ RAGIONE ALL’EX SINDACO E SAGLIOCCO LO COMUNICA Ctp, Ciaramella aveva ragione L’EDITORIALE STORIA NOSTRA SOMMARIO la Protezione Civile 12 Trasferita Antiviolenza, nasce 16 «Nonseisola» Santulli, una piazza 22 per Costantinopoli Salute Mentale, 30 ancora polemiche gli 48 Fujenti, stendardi di Liotto I resti di Jommelli, 56 la vera storia PERIODICO DI CULTURA VARIA DELL’AGRO AVERSANO Anno XVII n° 6 - 30 Marzo 2014 Direttore Responsabile Giuseppe Lettieri Direttore Editoriale Nicola De Chiara Coordinamento Editoriale Giuseppe Cristiano Garante dei Lettori Franco Terracciano Fotografie Nicola Baldieri Editore Associazione Dimensione Cultura Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998 Redazione Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce) Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510 www.nerosubiancoaversa.it e-mail: [email protected] Stampa Printer Group Italia srl Castellammare di Stabia (Na) Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì PERIODICO ASSOCIATO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA (Con Tessera n. 15558) di Giuseppe Lettieri L’EDITORIALE Fidiamoci di Scola, abbiamo speranza! L a speranza portata dal Cardinale Scola, arcivescovo di Milano, non scuote i nostri politici comunali. Nessuno, dal sindaco agli assessori, sino ai consiglieri, ha sentito il dovere di esser presente a rappresentare la città nell’incontro tenutosi in Cattedrale. Chiaro segnale che per l’Amministrazione aversana non c’è speranza. Del resto, a rischio di apparire noiosi, e ce ne scusiamo, l’immobilismo che interessa Aversa è così palese a noi e a tutti coloro che vogliono bene ad Aversa non resta che una sola speranza. Quale? Quella che quanto prima questa Amministrazione o cambi rotta o vada a casa, perché continuare così per i prossimi tre anni sarebbe davvero una grandissima iattura per la città! Ovviamente non ne facciamo colpa solo al primo cittadino, ma a tutta la classe politica, dai consiglieri alla dirigenza dei partiti o movimenti che attualmente sostengono la maggioranza. Un ricordo personale poi corre a Raffaele Merolla, illustre aversano scomparso la scorsa settimana. Chi scrive ha avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo bene, di averlo come una persona di famiglia. Una persona cara il cui ricordo resterà indelebile nel tempo. Lunghe chiacchierate di ultraventenna- le memoria. Un maestro di vita, sempre pronto a dare giusti consigli, a rivolgersi ai più giovani, a lottare, quando le forze glielo concedevano ancora, per la sua amata Aversa. Fu lui che con il Centro Culturale Merolla ruppe il buio degli anni di piombo che pure interessavano il nostro territorio. Da illuminato imprenditore decise di investire in cultura per la città. Grazie a lui molte generazioni di aversani potettero confrontarsi e scambiare opinioni con nomi che hanno segnato la cultura italiana del XX secolo. Moravia, Silone, Maraini, Buzzati, Liliana Cavani solo per citarne alcuni. Con lui, cattolico vero, sempre pronto ad aiutare il prossimo, scompare davvero un grande aversano, un modello per tutti. Tanti Merolla ci vorrebbero per far rinascere questa città. Addio Raffaele, da noi che non abbiamo mai avuto il coraggio, ma non per un fatto anagrafico, di darti del tu, ma per la sconfinata stima e il grande rispetto che nutrivamo nei tuoi confronti, nonostante in più occasioni ci chiedesti di dartelo. Da lassù ogni tanto dai un’occhiata e la tua benevolenza per la tua e nostra Aversa. Salutarti non è stata cosa facile e le emozioni rischiano di prendere il sopravvento. La Vignetta di Alessio D’Elia INCOMPRENSIONI ...COMUNALI! Consigliere Capasso, perché adesso vuole rendere la vita difficile al Sindaco? Perché quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare! 3 PRIMO PIANO Quando i comunicati stampa di Sagliocco creano perplessità invece che compiacimento Ctp, la Procura dà ragione a Mimmo Ciaramella I consiglieri dell’Udc non le mandano a dire al primo cittadino: «Alla luce della sentenza il tentativo maldestro del Sindaco di far passare un’altra verità è, invece, naufragato miseramente. Il Comune non avrebbe pagato alcun risarcimento milionario alla Ctp e l’affare è stato solo dei privati» Nicola De Chiara «L’ 4 abitudine a compiacersi delle proprie iniziative senza la dovuta modestia induce spesso il Sindaco a non pesare le parole e le sue dichiarazioni provocano solo dubbi e perplessità in chi le legge”. E’ quanto affermano i due consiglieri dell’Udc Augusto Bisceglia e Orlando De Cristofaro in riferimento alla vicenda riguardante l’area ex Ctp. La considerazione parte dalla lettura della seconda parte del comunicato del Sindaco del 22 marzo 2014 relativo alla posizione assunta sulla vicenda dalla Procura di S. Maria Capua Vetere, alla quale il Sindaco stesso aveva rimesso gli atti (quali non sappiamo) onde accertare eventuali illegittimità: “Allo Augusto Bisceglia e Orlando De Cristofaro stesso modo risulta legittimo il diniego di proroga del primo titolo (permesso a costruire rilasciato nel 2005), atteso l’insanabile contrasto con le regole urbanistiche sopravvenute”. La Procura dunque ha sentenziato che Ciaramella aveva fatto bene a negare il rinnovo del titolo edilizio. Eppure l’amministrazio- ne comunale in carica, più precisamente il Sindaco Sagliocco, ripetutamente aveva dato per scontato che il Comune di Aversa sarebbe stato soccombente nell’eventuale giudizio per danni intentato dalla CTP e ci ha propinato la tesi che era necessario transigere (accordarsi) per evitare di giungere ad «Abbiamo appreso con gioia che Santulli ha proposto la realizzazione del nostro progetto» Ronga e il parcheggio «salvatribunale» E gregio Direttore, colgo l’occasione per ringraziarla per la sensibilità mostrata nell’aver pubblicato, sull’ultimo numero, il “progetto del piano particolareggiato del traffico al servizio del tribunale” da me illustrato, in una conferenza ad hoc, domenica 09 marzo nella sede del Partito Democratico. Da allora sono passati più di due settimane senza che arrivasse alcun segnale dal “Palazzo”, ma quando meno te lo aspetti ecco che arriva una buona notizia… Abbiamo appreso, con vivida gioia, da una testata giornalistica cittadina, che l’autorevole Consigliere di maggioranza Paolo Santulli ha proposto la realizzazione di un parcheggio nell’area della fiera settimanale da utilizzare dal lunedì al venedì. Appresa la notizia che il consigliere Santulli condivide in ogni sua parte il nostro progetto, considerando che il tribunale ha contribuito pesantemente a congestionare un’area cittadina che già presentava non pochi problemi di viabilità, ma che oggi rende un inferno la vita dei residenti, dell’intero comprensorio, sia in termini di vivibilità che in quelli di viabilità a causa del mancato intervento sulla problematica da parte dell’Amministrazione, invito lo stesso ad un incontro con il sottoscritto, visto che il piano di mobilità particolareggiato lo abbiamo realizzato in modo puntuale e preciso, individuando il percorso in modo dettagliato sia nella lunghezza che nella tempistica. Preciso, inoltre, che lo stesso oltre ed essere stato divulgato su tutti i mezzi di comunicazione è stato presentato alla città anche con manifesti murari dieci giorni fa. Ciò a significare che poiché siamo molto in ritardo, nell’affrontare la tematica, grazie alla nostra proposta documentata nei minimi dettagli si possono ridurre sensibilmente i tempi di latenza affinché il piano diventi realmente operativo. dott. Luca Ronga Responsabile Mobilità PD Aversa PRIMO PIANO una condanna di risarcimento per due milioni di euro. “Alla luce della sentenza il tentativo maldestro del Sindaco di far passare un’altra verità è, invece, naufragato miseramente - ribattono i consiglieri dell’Udc - visto che la Procura della Repubblica ha accertato che il diniego al rinnovo del permesso a costruire del 2005 risulta legittimo. Ne consegue che alcuna responsabilità andava attribuita al Comune di Aversa per il presunto atteggiamento ostativo tenuto nei confronti della CTP (o Paca che dir si voglia) alla quale, pertanto, alcun risarcimento sarebbe stato riconosciuto”. E se anche la verità propinataci da Sagliocco si fosse rivelata reale, è legittima una domanda: come mai, a fronte della La risposta della Procura ha evidenziato che «...risulta legittimo il diniego di proroga del primo titolo (permesso a costruire rilasciato nel 2005), atteso l’insanabile contrasto con le regole urbanistiche sopravvenute» possibilità di riscuotere una somma di due milioni senza l’esborso di un euro, una società privata preferisce, invece, fare un accordo? “La verità in ogni caso non è venuta a galla” - ribattono i consiglieri comunali. Certo, se il Sindaco non si fosse considerato onnisciente e avrebbe interpellato gli avvocati giusti (e ricordiamo che stiamo parlando di un avvocato!), la trattativa con la Ctp avrebbe riservato maggiori benefici per il Comune e di conseguenza per la città. Invece il Sindaco si è limitato a recepire supinamente la proposta del privato che sicuramente avrà pensato ai suoi interessi. “Il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione del procedimento, ma restano intatte tutte le perplessità rilevate finora con un dato politico incontrovertibile: quello che Sagliocco ha fatto passare come una grande affare per la città altro non sembra che il solito affare privato”. Un pragmatismo in puro stile spending review che ci lascia 60 miseri posti auto e una palazzina al centro di una piazza. Un nuovo monumento di cui andare fieri come noi aversani. 5 AVERSA La proposta prima ancora della mozione di Della Valle lanciata sul gruppo Facebook «Sei di Aversa se…» Intitolare a Cimarosa via Roma? Per Sagliocco non serve! «Oggi - ha dichiarato il sindaco - mi appassiona di più riqualificare via Roma con l’intervento previsto da «Piu Europa». Al momento al Comune non è giunta alcuna richiesta ufficiale, comunque non dipende direttamente da me, ma dal Consiglio comunale decidere» Livia Fattore I 6 ntitolare via Roma al grande Domenico Cimarosa e via Seggio a Niccolò Jommelli, due tra i musicisti italiani più noti, tanto che il Teatro alla Scala di Milano ha aperto una propria stagione proprio con un’opera di quest’ultimo, entrambi figli di Aversa. La proposta, prima di essere presentata sotto forma di mozione dal consigliere Gino Della Valle, che si è avvalso per redigerla della consulenza “storica” dell’ex assessore alla Cultura Nicola De Chiara, era già stata lanciata sul web da un giovane aversano, Genny Serpico, sul gruppo di Facebook “Sei di Aversa se…”. Proposta che ha fatto registrare numerosi ‘mi piace’. L’intento, ovviamente, è quello di far uscire dall’oblio in cui la stessa Aversa ha relegato i suoi figli più importanti, mentre potrebbero rappresentare un volano non solo dal punto di vista socioculturale, ma anche turistico, sulla scia, ad esempio, di Salisburgo con Mozart. Un’idea che, però, sembra non raccogliere molto entusiasmo tra chi dovrebbe attuarla o, almeno, promuoverla. «Oggi - ha dichiarato il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco - mi appassiona di più riqualificare via Roma con l’intervento previsto da “Piu Europa”. Al momento al Comune non è giunta alcuna richiesta ufficiale, comunque non dipende direttamente da me, ma dal Consiglio comunale. Se verrà richiesto, valuteremo, ma non è questa certamente una priorità. Ci sono altri problemi sul tappeto e, soprattutto, tempi e modi. A via Roma, ad esempio, deve prima essere restituita quella dignità che le è stata fatta mancare per tanto tempo e Aversa, La proposta è di intitolare via Roma a Domenico Cimarosa Anche Sergio D’Ottone ha dichiarato che intitolare una strada al musicista non possa giovare più di tanto. «Siamo di fronte ad un fatto meramente onorifico. Non mi soffermerei sul cambio di nome». dopo potremmo parlare di se cambiarle o meno il nome». Più complesso il discorso fatto da Sergio D’Ottone, Console locale del Touring Club e tra i responsabili dell’associazione “Aversa Turismo”. «Non penso - ha dichiarato l’attivissimo D’Ottone - che intitolare una strada possa giovare più di tanto. Siamo di fronte ad un fatto meramente onorifico. Non mi soffermerei sul cambio di nome. A Caserta, ad esempio, via Renella per i casertani continua ad essere via Napoli. Si potrebbe anche tentare, ma per gli aversani cambierebbe poco». D’Ottone, indica, poi, quello che a suo avviso bisognerebbe fare in questo campo: «Occorre lavorare su altri fronti per giungere alla consapevolezza del nostro patrimonio culturale. Aversa si sta imbastardendo perché manca un substrato culturale e l’amore per la propria identità. Indirizzerei le forze sull’effettivo recupero di Casa Cimarosa, per una maggiore visibilità della statua posta in piazza Mazzini». Lo stesso operatore culturale, volontario, evidenzia come appena domenica scorsa un’iniziativa privata di visite guidate a pagamento da parte di un’associazione casertana, benché poco pubblicizzata, abbia portato ad iscriversi e a partecipare ben cinquanta persone. «Questo dimostra - ha concluso - che gli aversani hanno sete di recupero delle proprie radici». AMBIENTE Mancano le campane per il vetro: ecco per la Senesi di chi è la colpa! Gli Aversani alla ricerca del ...cassonetto perduto! «La carenza di raccoglitori è una necessità segnalata all’Amministrazione, fin dal mese di ottobre, con una nota ufficiale nella quale è stato chiesto l’aumento della dotazione dei contenitori: 465 carrellati da destinare alla differenziata, 50 cassonetti da utilizzare nei condomini e 35 cassonetti per il vetro!» Antonio Arduino I 8 l vetro dove lo metto se manca il cassonetto? E’ questa la domanda che si pongono tanti cittadini decisi ad effettuare la raccolta differenziata del vetro ma che hanno difficoltà a depositare questo tipo di rifiuto per la carenza degli appositi contenitori, presenti solo in alcuni punti della città e che, spesso, scompaiono in maniera improvvisa lì dove presenti come, ad esempio, in via Salvo d’Acquisto angolo via Michelangelo, dove da circa un mese il vetro viene depositato sul marciapiede per scomparsa del cassonetto. Abbiamo chiesto spiegazione ai responsabili del settore della Senesi. “I cassonetti vengono rimossi quando sono danneggiati e quindi non più funzionanti. Certo, devono essere sostituiti ma la cosa che non rientra nei compiti della nostra società. Noi provvediamo solo al ritiro dei rifiuti, non alla differenziazione che spetta ai cittadini, né alla sostituzione dei contenitori che spetta all’amministrazione. E’ il Comune che deve acquistare i cassonetti, i bidoncini distribuiti alle famiglie, quelli più grandi utilizzati dalle grosse utenze oltre, naturalmente, a quelli per il vetro” - afferma il responsabile per la Senesi delle commessa di Aversa, Guido Vetri. “La carenza di cassonetti è una necessità che abbiamo segnalato all’amministrazione, fin dal mese di ottobre, con una nota ufficiale nella quale - aggiunge - abbiamo chiesto di aumentare la dotazione dei contenitori, acquistando 465 carrellati di diverse dimensioni da destinare alla raccolta differenziata, 50 cassonetti da 1100 litri da utilizzare nei grossi condomini e 35 cassonetti per il vetro”. “Materiale che ad oggi non è stato ancora acquistato” ha aggiunto ricordando che l’alternativa In via D’Acquisto ad Aversa anche il vetro assieme ai rifiuti per mancanza di contenitori Sono tanti i cittadini decisi ad effettuare la raccolta differenziata del vetro ma che hanno difficoltà a depositare questo tipo di rifiuto per la mancanza degli appositi contenitori c’è, perché il vetro dovrebbe depositato nelle due isole ecologiche della città. Dunque, la mancanza di contenitori in quantità sufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione, per gran parte impossibilitata a raggiungere le isole ecologiche, giustificherebbe la presenza di rifiuti depositati nelle strade e sui marciapiedi. Rifiuti che, nel caso del vetro, restano a terra per almeno una settimana, dal momento che il prelievo di questo materiale avviene una sola volta la settimana, con eventuale prelievo straordinario effettuato in genere la domenica o il lunedì, come affermato da Guido Vetri, che ha praticamente scaricato sull’amministrazione la responsabilità delle condizioni indecenti in cui strade e marciapiedi vengono ridotte dalla presenza di cumuli di vetro ben visibili in moltissimi punti della città, anche centrali come piazza Don Diana. Un problema che potrebbe essere risolto perché l’ente comunale ha ricevuto dalla regione un finanziamento di 784.635 euro, in applicazione del piano di investimenti per la raccolta differenziata. Fondi che dovrebbero essere utilizzati, secondo quanto dichiarato dal primo cittadino, per il miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata anche acquistando contenitori. “In particolare - ha affermato Sagliocco in una nota trasmessa alla stampa - si provvederà all’acquisto di contenitori per le nuove utenze domestiche e non domestiche che si sono iscritte al ruolo Tarsu successivamente all’avvio del servizio di raccolta differenziata e per la sostituzione dei contenitori danneggiati”. Un impegno da realizzare partendo proprio dai contenitori del vetro, perché la presenza di cumuli di bottiglie sui marciapiedi non fa bene all’immagine della città. L’INTERVENTO La drammaticità della Giustizia che si registra nel nuovo circondario del tribunale di Napoli nord Elisabetta Garzo, una scelta davvero importante E’ intollerabile il fatto che, dopo sei mesi dalla partenza (!) del nuovo Tribunale, il Ministero, il CSM e gli altri Organi preposti, non abbiano ancora trovato il tempo di firmare un provvedimento di «anticipato possesso» per i nuovi vertici e porre fine, quindi, ad una situazione di stallo insopportabile Filippo Trofino N 10 elle sedi delle Camere Penali Italiane, presenti in tutti i Tribunali, campeggia lo striscione “Ora basta” con a lato l’impressionante numero dei detenuti suicidi e morti in carcere per malattie. Il secondo invito “Fate presto” è quello che titolò “il Mattino” all’indomani del catastrofico terremoto del 1980, riecheggiando le parole dell’allora Presidente delle Repubblica Sandro Pertini, dopo il sopralluogo effettuato qualche giorno dopo. Entrambi gli inviti non basteranno, forse, a rappresentare la drammaticità dello stato della Giustizia che si registra nel nuovo Circondario del Tribunale di Napoli Nord, istituito e messo in piedi, con assoluta improvvisazione ed incoscienza, il 13.09.2013. Già l’intestazione, contenuta nei documenti ufficiali non rispecchia l’attualità del dato storico-geografico. Aversa non può essere più Napoli Nord; infatti ha fatto parte della Provincia di Napoli fino al 1927 allorchè un certo Cav. Benito, con imperativo provvedimento, soppresse la Provincia di Caserta che fu reistituita solo nel 1945 con Decreto Legislativo Luogotenenziale emesso da Umberto di Savoia. Dal 13 settembre 2013, per ovviare ai tanti inconvenienti non adeguatamente fronteggiati, nonostante l’assoluta prevedibilità, si sono succeduti: l’editto Alemi (Presidente del Tribunale di Napoli) che in ottobre ha bloccato per un periodo le udienze del Circondario di Napoli, decretando la impossibilità di funzionamento per le sedi di Casoria, Afragola, Frattamaggiore e Marano; è poi arrivato il Decreto Buonajuto (Presidente della Corte di Appello) che ha Ad Aversa il tribunale stenta a decollare affrontato il problema del personale di cancelleria operando tamponamenti e applicazioni varie; da ultimo è arrivato il Decreto Cosentino (Presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere) che ha, di fatto, sospeso l’attività della Sezione Distaccata di Aversa, con la conseguenza che in questa sede, da più di un mese, non si celebrano più processi. Per non parlare dei f.f. che non sono, come dice un mio amico buontempone i “facenti finta” ma, i vari Magistrati mandati a scavalco per la momentanea direzione degli uffici di Procura e del Tribunale. Su questo versante, in questo generale marasma, arriva, però, qualche lieta novella. Negli ultimi giorni si è finalmente provveduto alle scelte definitive per i Capi degli Uffici, avendo il Consiglio Superiore della Magistratura con molto colpevole ritardo, ricoperto i ruoli direttivi del mal nato Tribunale di Napoli Nord. La scelta della dott. ssa Garzo a Presidente è veramente importante e determinante per la possibilità di correzione degli errori iniziali e delle inadempienze accumulate. La dott.ssa Garzo ha già, con sagacia, amministrato giustizia in Terra di lavoro, avendo svolto con plauso unanime le funzioni di Presidente di Collegio e di una Sezione della Corte di Assise a Santa Maria Capua Vetere. Proviene attualmente da analogo incarico direttivo espletato a Vallo della Lucania. La stessa non è certamente un Presidente di campanello e, per averlo verificato personalmente, sono sicuro che continuerà a stare in trincea, partecipando attivamente a rappresentare la giurisdizione, presiedendo Collegi ed espletando fattivamente le funzioni in utroque iure. La nomina del dott. Francesco Greco è una garanzia assoluta per la delicata ed impegnativa Procura aversana. Nella qualità di Aggiunto presso la importante Procura di Napoli, lo stesso si è particolarmente distinto per preparazione, abnegazione, signorilità ed assoluta compostezza. Particolarmente versato nei reati contro la Pubblica Amministrazione, è stato titolare di importanti inchieste che hanno interessato anche personaggi di assoluta notorietà e, in tali occasioni, non solo ha gestito questi processi in assoluta ed indiscussa autonomia ma, avendo fra i suoi Sostituti qualche puledro scalpitante, è riuscito a trasmettergli una tale serenità da farlo migliorare a vista d’occhio. A Napoli ricorderanno, con rammarico, il suo impegno nelle L’INTERVENTO inchieste sulla gestione delle varie AA.SS.LL. ed il suo rigore nella sua conduzione delle indagini. Non meno importante è l’arrivo del dott. Domenico Airoma, vero gentleman in toga e non terzo tra cotanto senno. Proviene da una esperienza oltremodo formativa per avere svolto, dopo un brillante periodo napoletano, analoghe funzioni di Procuratore Aggiunto in terra di Cosenza, emergendo per assoluta preparazione e correttezza apprezzata, anche in territori non sempre ben disposti, verso le istituzioni ed i loro rappresentanti. Il dott. Airoma cumula i pregi della dott.ssa Garzo e del dott. Greco e, certamente, il Foro non potrà non trovare in questi Magistrati validi interlocutori ed alleati per il superamento delle enormi difficoltà. A fronte di ciò non può, però, non sottacersi che è intollerabile il fatto che, dopo sei mesi dalla partenza (!) del nuovo Tribunale, il Ministero, il CSM e gli altri Organi preposti, non abbiano ancora trovato il tempo di firmare un provvedimento amministrativo di “anticipato possesso” per i nuovi vertici e porre fine, quindi, ad una situazione di stallo insopportabile. Del pari altrettanto necessario è, al più presto, trasferire l’indispensabile personale ausiliario e far riprendere l’attività giudiziaria presso la ex Sezione Distaccata di Aversa. Con questi ritardi e lacune la prospettiva non è ancora rosea, ma il blocco delle attività è veramente inammissibile per i cittadini che aspettano da una decisione il riconoscimento di diritti ed anche per gli avvocati che, con la paralisi dell’attività, sono i più direttamente colpiti. Il fallimento dell’ Organismo Unitario dell’Avvocatura, razionalmente denunziato dall’Ordine sammaritano, va evidenziato; come anche l’impegno degli iscritti che hanno, fin qui dato prova di buona volontà e compostezza. Questo stato di assoluto sfacelo non salva neanche la nostra Amministrazione Comunale che, tranne un iniziale fattivo fervore, non ha ancora assicurato condizioni di minima vivibilità all’interno e, soprattutto all’esterno di quello che, pomposamente, viene indicato come il Tempio della Giustizia allocato nel favoloso Castello Aragonese. 11 AVERSA Sagliocco alla fine ce l’ha fatta a mantenere quanto annunciato in un’intervista al nostro giornale Trasferita la sede della Protezione Civile Dai locali occupati all’interno del centro culturale «Vincenzo Caianiello» di via Tristano il nucleo aversano è passato in quelli lasciati vuoti dalla polizia municipale in via Caruso, trasferita da circa sei anni in via Almirante nella zona della 167. E scoppia la grana del coordinatore: Tinto se n’è andato! Antonio Arduino A 12 lla fine ce l’ha fatta, dopo averlo annunciato in una intervista rilasciata a Neosubianco il primo cittadino ha disposto il trasferimento della protezione civile in una sede più adatta ai compiti a cui è preposta. Dai locali occupati all’interno del centro culturale “Caianiello” di via Tristano è passata in quelli lasciati vuoti dalla polizia municipale in via Caruso, trasferita da circa sei anni in via Almirante nella zona della 167. Il trasloco è iniziato nella giornata di sabato primo marzo ed ora Salvatore Tinto è completo. Nella nuova sede il nucleo della protezione civile occupa primo e secondo piano, lasciando quello rialzato all’area tecnica dell’ufficio acquedotto che a breve verrà trasferito, a sua volta, dalla sede di via Virgilio. Nei piani assegnati alla protezione civile, con l’aiuto di appositi arredi, i due grandi stanzoni saranno suddivisi con appositi arredi per trasformarsi in uffici dedicati ai diversi settori in modo da poter operare, anche in contemporanea, su tutti i campi di competenza del nucleo che vigilerà, tra l’altro, sul rischio di eventi sismici ed emergenze legate a variazioni meteo. Per avere sot- Posteimpresa: un imprenditore lamenta ritardi ingiustificabili Il conto on line ...che non si può usare! P osteimpresa, è questo il nome dell’ufficio postale che ha sede in viale Kennedy (nella foto) dedicato alle attività commerciali. In questo ufficio dovrebbero essere espletate con rapidità tutte le pratiche, che utilizzano il servizio postale, di cui può avere bisogno una attività imprenditoriale. Ma, stando a quanto denuncia Antonio C. l’impresa a cui fa riferimento la cartellonistica esposta all’ingresso dell’ufficio è quella compiuta da chi spera di ottenere risposta dal dirigente dell’ufficio postale. È quanto scaturisce dalla mancata consegna alla sua azienda dei codici necessari ad attivare un conto corrente Bancoposta utilizzabile sul Web. Un sistema di servizio che dovrebbe facilitare le attività commerciali e che, in questo caso, diventa particolarmente necessario per poter presentare una domanda di finanziamento regionale, concedibile a seguito di un bando relativo all’ap- plicazione dei fondi POR, che richiede obbligatoriamente la rendicontazione delle spese effettuate in tempo reale, quindi attraverso il Web. Un’impresa per Antonio C. che da circa un anno ha aperto un «Conto corrente Bancoposta in Proprio WEB» ma che non può utilizzare per la mancanza consegna, da parte di Poste Italiane, dei codici Pin e Puk indispensabili per operare in sicurezza, attivando la cosiddetta firma digitale. Una formalità che dovrebbe essere espletata in pochissimi giorni dalla attivazione del conto ma che, invece, non viene ancora compiuta da Poste Italiane malgrado Antonio abbia effettuato ben due solleciti. “Il primo – racconta - è del 12 dicembre 2013, data in cui ho inoltrato formale richiesta per ottenere i codici necessari all’utilizzo del conto. Il secondo due mesi dopo, esattamente il 18 febbraio 2014, a mezzo fax”. Una richiesta riproposta per la terza volta nei primi giorni di marzo rimasta, fino ad oggi, senza risposta. Da qui la necessità di denunciare pubblicamente l’inefficienza di un servizio nato per rendere più facile la vita alle imprese che rischia di provocare un grave danno economico ad un’impresa, impedendole di partecipare ad un bando regionale per la concessione di fondi che sarebbero indispensabili al prosieguo della attività. Un danno di cui potrebbe essere responsabile chi non provvede ad ottemperare ad un obbligo collegato al contratto di un conto corrente Bancoposta utilizzabile on line. Antonio Arduino AVERSA to controllo questi due eventi naturali che creano le più gravi situazioni che deve fronteggiare la protezione civile, al primo piano saranno posizionati il punto meteo e il centro radio che, grazie all’ausilio di apposite antenne collocate sul terrazzo dell’edificio, in tempo reale potrà entrare in contatto con la struttura della protezione civile nazionale e i nuclei disseminati nella penisola. Quanto al personale il nucleo può contare su oltre un centinaio di volontari, quaranta utilizzati normalmente, rispettando appositi turni, per tutta una serie di esigenze, come quella di vigilare sulla sicurezza dei cittadini in occasione di manifestazioni o a supporto dei vigili urbani e un grosso numero di professionisti specializzati in diversi settori, trenta ingegneri, trenta architetti, sei geologi ed alcuni geometri. Personale tecnico che ha dato la propria disponibilità al nucleo, utilizzato ogni OLIVA Rendi unici i tuoi momenti speciali con i piccoli e deliziosi e artigianali Il nucleo può contare su un centinaio di volontari e un grosso numero di professionisti specializzati in diversi settori, trenta ingegneri, trenta architetti, sei geologi ed alcuni geometri qualvolta se ne ravveda la necessità. Insomma, quello che era un manipolo di volontari che intendevano prestare la loro opera per far fronte ad emergenze cittadine è diventato un vero e proprio nucleo di protezione civile organizzato, che disporrà anche di mezzi capaci di garantire assistenza alla popolazione in caso di emergenze che richiedano l’evacuazione dalle abitazioni. Unico neo è la perdita del coordinatore. L’ex tenente ella polizia municipale, Salvatore Tinto, che si era prodigato per organizzare un nucleo capace di affrontare ogni emergenza, per ragioni strettamente familiari ha rassegnato le dimissioni proprio all’indomani dell’attivazione della nuova sede. Un forfait che, a detta di Tinto, potrebbe rientrare se e quando le esigenze familiari lo consentiranno. 13 OLIVA Aversa, viale Kennedy 82 - via del Seggio 108 tel. 0818901003 - www.olivacioccolato.it IL FATTO In un comunicato stampa il primo cittadino fa diventare aversano anche lo scienziato beneventano Sagliocco e la «gaffe» su Leonardo Bianchi L’affermazione del primo cittadino ha fatto sobbalzare dalle sedie diversi aversani perché è noto a tutti che l’eminente studioso con Aversa c’entra solo per la presenza di un padiglione dell’ex ospedale psichiatrico «Santa Maria Maddalena» che porta il suo nome, oggi di proprietà del Comune Nicola Rosselli «I 14 l Dipartimento di salute mentale oltre a rappresentare il fabbisogno in città è - ha sottolineato Sagliocco - anche il continuo di una grande tradizione storico scientifica della psichiatria. Ricordiamo, infatti, gli aversani Filippo Saporito e Leonardo Bianchi, solo per citarne due”. E’ questa la conclusione di un comunicato ufficiale del Comune di Aversa nel quale si riporta il pensiero del primo cittadino in merito alla chiusura del centro d’igiene mentale da parte dei Nas avvenuto nei giorni scorsi. Un’affermazione questa di Sagliocco che ha fatto sobbalzare dalle sedie diversi aversani, non perché non si è d’accordo con la tradizione in questo settore della nostra città, ma perché semplicemente Leonardo Bianchi con Aversa c’entra solo per la presenza di un padiglione dell’ex ospedale psichiatrico “Santa Maria Maddalena”, oggi di proprietà del Comune, che porta il suo nome. Decine sono state le telefonate di amici, politici, addetti ai lavori e semplici cittadini che ci hanno segnalato l’involontario e possibile errore in cui è caduto il Sindaco. Del resto a lui manca l’aversanità, come a tanti altri primi cittadini che l’hanno preceduto in questi ultimi vent’anni. Di seguito una breve nota sulla vita di Bianchi, tratta dal “Dizio- nario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968) edito da Treccani, a cura di Mario Santoro - Elvira Gencarelli. Leonardo Bianchi nacque a Sannita di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) il 5 aprile del 1848 da Vincenzo, chimico farmacista, e da Alessia Longo. Compiuti gli studi classici a Benevento, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Napoli, ove frequentò gli istituti di anatomia patologica di O. von Schrön e di L. Armanni. Laureatosi nel 1871, fu nominato medico dell’ospedale del Real Albergo dei Poveri, dove poté approfondire lo studio della neuropsichiatria. Dopo aver conseguito la docenza in elettroterapia nel 1876, quella in patolo- IL FATTO gia medica nel 1877 e quella in clinica medica nel 1878, il Bianchi divenne nel 1881 aiuto di G. Buonomo, direttore del manicomio provinciale di Napoli e incaricato di psichiatria in quella università; nel 1882 organizzò, come coadiutore, l’Istituto psichiatrico di Napoli. Alla morte del Buonomo, nel 1890, venne chiamato presso l’università di Napoli, ove fuse insieme le due cattedre di neuropatologia e di psichiatria. Da allora in poi il Bianchi dedicò tutta la sua attività scientifica alla neurologia e, in modo particolare, alla psichiatria. Nel clima delle allora fiorenti ricerche neuropsichiatriche, egli impose la propria personalità di clinico e di scienziato. Affrontando il problema dell’eventuale localizzazione a livello corticale dei processi psichici, pensò di condurre le sue osservazioni sul piano sperimentale. Nel comportamento di alcune scimmie cui aveva asportato i lobi frontali, osservò che gli animali, mentre non mostravano alcuna variazione della motilità volontaria e della sensibilità, presentavano, invece, un notevole decadimento delle facoltà psichiche, caratterizzato da difetti della percezione, della memoria, della condotta. Nel congresso internazionale di Roma del 1894 non pochi furono gli oppositori della teoria Leonardo Bianchi del Bianchi, ma già nella stessa sede A. Tamburini dimostrò che il substrato anatomo-patologico della paralisi progressiva, nella quale si registrano appunto gravi alterazioni psichiche, è rappresentato da lesioni cerebrali diffuse, notevolmente più accentuate nei lobi frontali. Successivamente, il Bianchi concentrò le sue osservazioni sui cerebrolesi, soprattutto durante il periodo della prima guerra mondiale, dimostrando che il mutilato dei lobi frontali è incapace di sforzi mentali e perde la capacità di risolvere i problemi più semplici. Era in tal modo delineata la dottrina del Bianchi, secondo la quale la fusione fisiologica dei prodotti forniti dalle zone sensoriali è operata dai lobi frontali, sede quindi delle superiori attività intellettive, affettive, psichiche. Il Bianchi fu autore di altre importanti ricerche di neuropsichiatria. A questa attività di scienziato e di medico aggiunse quella, certo più modesta, di uomo politico, esplicata in diversi periodi. Deputato (1892 e 1897-1919), si interessò per lo più di problemi sociali: riforma del sistema penitenziario, istituzione di sanatori criminali, riforma del regolamento sulla prostituzione, lotta antimalarica, lotta antitubercolare, emigrazione. Nel ministero presieduto da A. Fortis, al Bianchi fu affidato il dicastero della Pubblica Istruzione che resse dal 28 marzo al 24 dic. 1905. Un vero e proprio incarico di governo venne affidato al Bianchi nel ministero Boselli, costituitosi nel giugno 1916 e durato fino al 30 ottobre 1917. Divenuto senatore nel 1919, venne chiamato a far parte della Commissione del dopoguerra, ove riferì sulla profilassi delle malattie nervose e mentali. Morì a Napoli il 13 febbraio del 1927. 15 LA NOTIZIA Le donne aversane reagiscono alla chiusura dello sportello «antiviolenza» con un altro progetto «Nonseisola» e la Chiesa mette la sede Nell’auditorium «Vincenzo Caianiello» presentato sabato scorso in conferenza stampa il progetto «Sportello contro la violenza di genere». Promotrice la nascente ssociazione femminile con la partecipazione attiva di psicologi, avvocati e psicoterapeuti Geppino De Angelis D 16 efinitivamente chiuso (salvo ulteriori colpi a sorpresa in futuro) tra polemiche, accuse e contro accuse, lo sportello “antiviolenza donne” inaugurato “pomposamente” lo scorso anno dal primo cittadino, da sabato scorso in città è attiva una nuova associazione “Nonseisola”, grazie alle interessante, meritoria iniziativa di un gruppo di giovani professioniste aversane, tra le quali la dottoressa in legge Teresa d’Aniello, le psicologhe Simona Natale, Lucia Esposito Palmieri ed altre, validamente collaborate Nasce ad Aversa «Nonseisola» dall’avvocato penalista Vincenzo Motti. L’associazione promotrice dello sportello, che avrà sede presso la chiesa di San Rocco, grazie Allo stato attuale alla disponibilità del dinamico parroco, «Nonseisola» conta già una nostro amico don Emilio Nappa, è stata presentata ufficialmente nella serata di trentina di socie che svolgono sabato scorso 22 marzo, presso il centro la loro attività di volontariato, culturale “Caianiello” alla presenza di mettendosi a disposizione un folto, qualificato pubblico. soprattutto delle donne, Nel corso della riuscitissima manivittime di violenza sia fisiche festazione, oltre a mettere in luce gli che psicologiche obiettivi che si prefigge “Nonseisola”, con interventi di Teresa d’Aniello, responsabile dell’associazione, delle già citate psicologhe Simona Natale e Lucia Esposito Palmieri e dell’avvocato loro attività di volontariato, mettendosi Motti, sono stati anche consegnati gli a disposizione soprattutto delle donne, attestati a coloro che hanno frequentato vittime di violenza sia fisiche che psiil corso di formazione per operatori te- cologiche. Per conoscere più da vicino nuto dal dottor Raffaele Satto in stretta l’associazione, che ha cominciato a collaborazione con l’associazione “Noi nascere nello scorso mese di dicembre, abbiamo scambiato quattro amichevoli voci di donne” di Caserta. Allo stato attuale l’associazione conta chiacchiere con la dottoressa Teresa già una trentina di socie che svolgono la d’Aniello che, fin dall’adolescenza, ha rivolto la sua attenzione alle politiche sociali, partecipando tra l’altro nei mesi scorsi ad un’assemblea internazionale a New York indetta dall’Onu tra i giovani. La dottoressa d’Aniello esordisce dicendo “Come, purtroppo, è fin troppo noto, considerato che gli organi di informazione ne parlano ad ogni piè sospinto, la violenza di genere rappresenta un’emergenza per la nostra società. Quotidianamente la cronaca nera locale e nazionale racconta storie di donne costrette a subire violenze e soprusi tra le mura domestiche o sui luoghi di lavoro. Con un gruppo di amiche riteniamo questa situazione inaccettabile per cui abbiamo deciso di dare vita a questa associazione che sul territorio cittadino iniziasse ad occuparsi di tale problematica fornendo supporto alle donne che, eventualmente venissero a trovarsi in situazioni difficili”. Avviandosi alla conclusione della nostra amichevole chiacchierata, Teresa d’Aniello ha voluto ringraziare don Emilio Nappa per la collaborazione, avendo consentito all’associazione di poter avere una sede presso la parrocchia, comunicandoci al tempo stesso che chiunque ne avesse bisogno, può contattare il 3914097967 ogni mercoledì dalle 16 alle 18 ed ogni sabato dalle 10 alle 12, mentre si può anche ricorrere a [email protected]. A noi non resta che augurare buon lavoro a Teresa e da quanti sprofonderanno il loro impegno e le loro competenze per le migliori fortune dell’associazione in favore delle donne. Inquinamento, e tutto finì a “tarallucci e vino”! I 18 n queste ultime settimane, in certi ambienti, l’attesa che lo Stato metta la parola fine alle drammatiche vicende legate alla cosiddetta “Terra dei fuochi” si sta facendo spasmodica. In alcune “stanze del potere” già si respira un’incontenibile aria di soddisfazione. Sui volti di molti esponenti delle varie istituzioni pubbliche e private locali, regionali e nazionali si può cogliere un’espressione tipo: “La guerra è finita!”. La voglia di “normalità”, da ottenere a tutti i costi, sta avendo il sopravvento sulla ragione. Pur di far arrivare ai “mercati” il messaggio che i nostri prodotti agricoli non sono avvelenati, si stanno compiendo infamie pari, se non addirittura superiori, a quelle che si vogliono coprire. I produttori e distributori di “rafanielli” e “pummarole”, unitamente a quelli di mozzarelle e bocconcini, stanno avendo la meglio sulla popolazione inerme, evidentemente senza «Santi in Paradiso». Pur di vendere qualche cassetta di zucchine o melanzane in più, si sta calpestando nuovamente uno dei diritti fondamentali dell’uomo: il diritto alla salute. Nel sacro nome del dio denaro, l’emergenza ambientale delle province di Napoli e Caserta si è trasformata da catastrofe globale a problematica riguardante poche decine di ettari di un esiguo numero di comuni. Con la massima chiarezza auguro a chi sta dietro questa immonda operazione d’insabbiamento della verità di fare la stessa fine orrenda che centinaia di uomini, donne e bambini hanno già fatto e che migliaia di abitanti della maledetta “Terra dei fuochi”, purtroppo, faranno in futuro! Che siano maledetti per l’eternità quegli infami che prima hanno avvelenato migliaia di ettari del nostro bellissimo A leggere l’elenco dei morti non sembra che l’emergenza sia finita La voglia di «normalità», da ottenere a tutti i costi, sta avendo il sopravvento sulla ragione. Pur di vendere qualche cassetta di zucchine in più, si sta calpestando uno dei diritti fondamentali dell’uomo: il diritto alla salute! territorio e poi, grazie ai miliardi guadagnati sulla pelle dei cittadini campani, ora li stanno utilizzando allegramente per “foraggiare” chi di dovere. Prima hanno inquinato il territorio, ora stanno inquinando una verità oggettiva e incontrovertibile. Come si fa, infatti, a negare che in questa terra dimenticata da Dio si muoia anche per colpa dei veleni seppelliti dalla camorra grazie alle connivenze ottenute corrompendo sistematicamente un numero imprecisato di uomini e donne delle istituzioni? Vergogna e disonore cadano come mannaie su quelli che ancora si osti- nano a pronunciare frasi tipo: “Non è dimostrata alcuna correlazione tra l’incremento percentuale di tumori e lo sversamento dei rifiuti tossici nel nostro territorio”. Ma, attenzione, non fatevi ingannare dalla sicurezza che ostentano. Quelli che pronunciano certe frasi, vi assicuro, non lo fanno a cuor leggero. È come una sorta di patente che viene mostrata a chi sta loro di fronte. In realtà è un attestato su quale sta scritto col sangue dei morti che da questa situazione loro guadagnano qualcosa. Che siano soldi, fama, potere, consenso, voti o riconoscenza non importa. L’importante è guadagnarci qualcosa. Purtroppo se ne incontrano tanti in giro che la pensano così. A me verrebbe proprio voglia di “punirli” per poi dichiarare, con tono solenne: “Non c’è alcuna correlazione suffragata da evidenze scientifiche inoppugnabili tra il lancinante dolore che lei ha percepito improvvisamente sul gluteo sinistro e il violento colpo, inferto con particolare veemenza, proveniente dall’arto inferiore destro del sottoscritto”. IL AVERSA CASO Un genitore l’accusa di non aver accettato l’iscrizione del figlio alla media «Cimarosa» La trasparente decisione della preside Amodio L’alunno in questione frequenta le elementari a Trentola-Ducenta e non è stato iscritto perché la legge dà precedenza agli alunni interni (quelli che passano dalle elementari alle medie). Il Sindaco di Aversa chiede gli elenchi degli iscritti ma non risolve i problemi del Comprensivo di Amodio Elvira Alessia Rambone A 20 nche quest’anno la guerra delle iscrizioni scolastiche ha mietuto vittime e designato carnefici. Sebbene le norme in materia siano chiare, c’è sempre qualche genitore dallo spirito combattivo che tenta il tutto per tutto pur di inserire i propri figli quanto più vicino possibile al nido familiare. Nei giorni scorsi si è gridato allo scandalo per la mancata accoglienza presso la media «Cimarosa» di un alunno residente nella platea scolastica di competenza. Per fare chiarezza sulla vicenda abbiamo incontrato il dirigente scolastico del comprensivo “Cimarosa-IV Circolo”, prof.ssa Cecilia Amodio. «Premesso che le iscrizioni alla scuola dell’obbligo sono terminate il 28 febbraio - ci ha dichiarato - quando il 3 di marzo abbiamo escusso tutte le domande pervenute si è verificata questa situazione. Dalle dieci quinte elementari che hanno chiesto di restare nel comprensivo sono risultati 139 alunni, tre dei quali portatori di handicap. Da fuori “comprensivo”, residenti in Aversa e provenienti dalla stessa platea di riferimento, sono pervenute, invece, dieci domande tra le quali anche una di alunno portatore di handicap, che non è stato possibile accogliere perché gli alunni interni hanno la precedenza su tutti gli altri. Con i i nostri 139 alunni istituiremo sei prime medie: una, quella ad indirizzo musicale, comprenderà 20 alunni interni e 4 esterni, come recita lo statuto che apre anche agli esterni in questo caso, altre tre prime non potranno avere più di 20 alunni cadauna per la presenza di portatori di handicap. Avanzano, dunque, 59 alunni per i quali si dovebbero formare altre due prime, una di 30 e una di 29 alunni, cosa che Cecilia Amodio non è permessa dalla normativa per motivi di sicurezza. Ciò nonostante con la mamma in questione, così come con le altre mamme dei ragazzi esclusi sono stata disponibile perché scegliere una scuola è sempre un atto di stima e noi dirigenti vorremmo sempre accontentare tutti. Ciò che mi turba come persona e come dirigente è constatare che la mamma dell’alunno in questione chiede l’iscrizione alla «Cimarosa», riceve la mail con cui viene invitata a scegliere un’altra scuola, tace per dieci giorni per poi presentarsi a scuola dopo che la sottoscritta aveva smistato la sua domanda alla media di Trentola Ducenta, dove il bambino attualmente frequenta la scuola elementare. Viene, poi, da me invitata a reiterare la richiesta di iscrizione alla «Cimarosa» nell’attesa che il Comune di Aversa, da me sollecitato in tal senso, faccia trasformare uno spazio laboratoriale in altre due aule, in attesa di ridurre, tra due anni, anche la presidenza pur di ottenere la terza aula. E, poi ancora, dopo 48 ore la signora, rettificando la precedente richiesta, chiede di inviare la sua domanda, che non era più agli atti della mia scuola essendo stata inviata a Trentola, alla «De Curtis», ritenendo che l’alunno faccia parte anche della platea della «De Curtis». Dopo di che, a distanza di altri 6 giorni, la signora scrive al Sindaco di Aversa e a me per conoscenza, sottolineando che io senza autorizzazione avrei trasmesso l’istanza di iscrizione a Trentola, dimenticando il suo silenzio per dieci giorni e che la mia decisione di inviare la domanda a Trentola era la più giusta e trasparente possibile perché l’unico dato certo che emergeva dalla domanda presentata è che il bambino frequenta le elementari in quel Comune». Nonostante il comportamento ineccepibile della dirigente, il sindaco di Aversa ha dichiarato “Non è la prima volta che arrivano al mio ufficio segnalazioni di questo tipo, ma è la prima volta che un genitore decide di mettere nero su bianco e denunciare un comportamento che potrebbe non essere rispondente alle norme che regolano l’iscrizione degli studenti nelle strutture scolastiche comunali”. E ha dato ordine al dirigente alla pubblica istruzione del Comune di Aversa di richiedere alle scuole gli elenchi nominativi, completi degli indirizzi di residenza. Dimenticando (il Sindaco) che siamo fuori tempo massimo (il termine ultimo per la conferma delle iscrizioni decretato dal Ministero era fissato al 18 marzo!), che la dirigente Amodio aspetta ancora la risposta alla sua richiesta ufficiale (il sì ufficioso dell’assessore Barbato è già arrivato) di riconvertire un laboratorio in aula e che, quest’anno, per la prima volta il Comune di Aversa non ha inviato alle scuole l’elenco degli alunni che devono essere iscritti alla scuola primaria, cosa che non consentirà ai dirigenti di vigilare sull’obbligo scolastico. LA PROPOSTA Il consigliere ha le idee chiare: «Riprendiamoci il piazzale inglobato nel liceo Jommelli» Santulli: «Una piazza per Costantinopoli» E’ una vecchia idea dell’ex deputato, non costa molto e servirebbe a decongestionare un’intera zona. La sua proposta è stata già inserita nel piano triennale delle opere pubbliche. Si riparerebbe così anche al fatto che la vicina chiesa è sprovvista di sagrato. Un’idea che condividiamo in pieno Salvatore de Chiara A 22 versa potrebbe avere presto una nuova piazza. Questo sarebbe l’esito della proposta del consigliere comunale Paolo Santulli che sta lavorando ad un progetto per dotare via Costantinopoli di un nuovo spazio urbano. Secondo quanto emerso in fase di studio preliminare, l’area su cui sorge il complesso scolastico dell’Istituto “Iommelli” appartiene al Comune di Aversa che, tempo addietro, ne ha concesso l’uso all’amministrazione provinciale per la realizzazione dell’edificio scolastico. Attualmente l’ingresso secondario dell’istituto affaccia proprio su via Costantinopoli, ma è scarsamente utilizzato e spesso invaso dai rifiuti. L’iniziativa del consigliere Santulli prevedrebbe esattamente in quell’area la realizzazione di una piazza che contri- su via Costantinopoli. Il progetto ha la finalità di garantire uno spazio per la socializzazione in un’area che ne è totalmente priva, mancando anche il sagrato della vicina chiesa. Santulli ha dato avvio all’iter amministrativo. «E’ una mia vecchia idea - ha dichiarato Santulli - non costa molto e favorisce tutto il quartiere di Grande idea di Santulli: una piazza per Costantinopoli Costantinopoli, tenuto anche conto che li buisca a decongestionare l’intero quar- vicino c’è anche la Chiesa che non ha tiere che risulta oppresso dal traffico il sagrato. Posso anticipare che la mia con la confluenza, a breve distanza, di proposta e’ già stata inserita nel piano ben tre strade che convogliano i veicoli triennale delle opere pubbliche». Se pensiamo alle aspirazioni turistiche di Aversa, si tratta di una commedia! Pro Loco cui prodest? C’ era una volta la Pro Loco….. E’ questo l’incipit delle favole, ma per la Pro Loco di Aversa si tratta di una commedia che sfiora la tragedia se si pensa che la città normanna dovrebbe e potrebbe (avendo tutte le carte in regola) avere vocazione turistica. La Pro Loco, che nella nostra città ha anche la fortuna di avere una sede più che dignitosa, è praticamente assente sia nell’appoggiare iniziative altrui sia (ed è questo che dovrebbe fare) nel promuovere iniziative proprie. Senza nulla togliere al “volenteroso volontario” che ogni mattina assicura l’apertura della sede dell’associazione al Parco Argo, ci viene da chiedere quale sia la funzione della Pro Loco nella nostra città. Manco la forza di scrivere qualche comunicato ogni tanto, di prendere posizione su questioni importanti come i rappezzi di asfalto in via Roma, organizzare un mini convegno. Lo sanno alla Pro Loco che tra meno di dieci anni si dovrà celebrare il Millennio di Aversa e che se ci si vuole far trovare pronti è necessario partire da adesso? Si vuole andare a rimorchio? Sbagliamo o le Pro Loco sono nate proprio con l’intento di essere portatrici di proposte? Sono anni che la Pro Loco normanna (nella quale l’Amministrazione comunale ha, comunque, una posizione non secondaria) si limita ad assistere senza reazione alcuna allo scempio del patrimonio artistico culturale della nostra città. Patrimonio che dovrebbe difendere, custodire, valorizzare, promuovere. Invece…. A fronte di questo immobilismo Aversa rischia di passare dalla città delle cento chiese alla città senza chiese. Ci sono scempi come quello della chiesa della Maddalena, del complesso del Carmine, di San Domenico che gridano vendetta, ma c’è il silenzio assoluto, assordante della Pro Loco. Insomma, sorge spontanea la domanda: Pro Loco cui prodest? Nicola Rosselli di Geppino De Angelis Il… lavoro di Cella per la città Q 24 uesta “puntura” la dedichiamo (e ce ne vorrà perdonare) a Salvino Cella, quello che alle elezioni amministrative di due anni addietro, con i circa 10.000 voti raccolti alla testa della coalizione che avrebbe dovuto contrastare Sagliocco nella conquista della “palazzo” di piazza Municipio, veniva considerato l’astro emergente del centro-sinistra normanno, ovvero di quello schieramento che, da circa 20 anni, dopo aver “eliminato” una persona onesta, perbene, stimatissima come il dottor Gennaro Golia, va alla disperata ricerca di un vero leader in grado di opporsi al centrodestra, tanto più che Cella, alle provinciali di quattro anni fa, con la casacca “dipietrina”, era stato eletto consigliere provinciale. Per la verità finora non abbiamo mai ritenuto di occuparci del consigliere provinciale-comunale, tanto più che, a parte alcune prese di posizione a favore Salvino Cella dell’attuale primo cittadino (esponente, fino a prova contraria del centrodestra) non è che, sia a Caserta sia ad Aversa, per quel che è di nostra conoscenza, abbia messo in essere alcunché di commendevole. Ma, leggendo l’intervista rilasciata ad Antonio Arduino, riportata nello scorso numero, a prescindere dalle accuse che rivolge ai suoi compagni (o ex?) dell’opposizione (e ci ritorna in mente ancora una volta la famosa storiella del bue e dell’asino…) ci è sorto un interrogativo: vuoi vedere che viviamo lontano da Aversa o siamo a tal punto… “rimbambiti” (l’età, evidentemente, comincia a farci brutti scherzi) da non renderci conto dell’operato di Salvino Cella? Perché solo dando una risposta positiva all’interrogativo, potremmo comprendere il significato della conclusione dell’intervista laddove l’ex astro emergente del centro-sinistra normanno afferma “I cittadini hanno imparato a pensare e sanno capire chi lavora davvero per loro”. Ma, di grazia, egregio consigliere, non sarebbe opportuno rendere edotti noi ed i nostri concittadini (soprattutto quelli che lo hanno fatto diventare consigliere provinciale e comunale) delle sue… benemerite opere per la nostra e sua città?… La primavera è arrivata e noi vogliamo parlarvi di moda L’anno dei fiori ...e dei colori L a primavera è finalmente arrivata e noi vogliamo parlarvi di moda. Quest’anno le collezioni sono tutte caratterizzate da un unico comune denominatore: l’eleganza e l’armonia dei colori che, adagiati come su una tela, hanno fatto capolino già da questi primi giorni di primavera. Colori pastello dalle tonalità molto tenui ed un’accurata attenzione alla qualità dei materiali. Tra questi quelli maggiormente utilizzati sono cotone, lino e seta, i quali lasciano respirare molto bene la pelle. Il pizzo e lo chiffon sono tessuti usati da donne che hanno maggiormente voglia di mettere in mostra il proprio corpo con un audace gioco di luci ed ombre. Come tante foglie mosse dal vento, i ricami in pizzo donano grazia ed armonia alla figura femminile. Niente più eccessi e stravaganze volgari. Questo è l’anno dei fiori ma soprattutto dei colori: bianco, giallo, arancio, verde, rosa e blu. Non stampati ma ricamati sui tessuti. Omaggiare la primavera sì, ma per andare in vacanza bisogna aspettare l’estate ed i costumi da bagno. Gli stilisti quest’anno hanno proposto maggiormente il costume intero che, comodo e leggero, è l’indumento adatto per chi ama nuotare. Talvolta proposto con ampie scollature sulla schiena. La sera, invece, quando cala la luce del sole e si gode di una mite frescura leviamo gli occhiali scuri ed alziamo gli occhi al cielo col desiderio di veder brillare qualche stella cadente. E parlando di moda non potevamo non raccogliere qualche parere tra gli aversani. Un gruppo di ragazze ad una nostra specifica domanda così risponde quasi all’unisono: “Quest’anno ci aspettiamo dei prezzi più bassi dalle grosse case d’abbigliamento perché spesso i loro capi non valgono quello che costano. Nei centri commerciali ci sono, poi, anche negozi che hanno prodotti ‘made in China’ …a prezzi italiani”. La moda “griffata” costa ma è forse arrivato il momento anche in questo settore di guardare, come dire, al di là delle apparenze. Non vi pare? Mirko Rambone L’ANNIVERSARIO Nessun rappresentante dell’Amministrazione Comunale era presente alle celebrazioni Tutti ricordano don Diana, il Comune di Aversa no! Don Ciotti e il Vescovo Spinillo in prima linea a ricordare la figura del sacerdote ucciso dalla camorra a Casal di Principe. Un’assenza che lascia perplessi è stata, però, quella del primo cittadino aversano o di un suo delegato. A riscattare Aversa i giovani delle nostre scuole! Lello Ponticelli V 26 ent’anni, a malapena il tempo di una generazione, è la distanza temporale che ci separa dall’epoca in cui Don Peppe Diana suggellò col sangue del proprio martirio il suo lungo impegno per il riscatto delle terre dell’agro aversano dal dominio della camorra. Il ventennale della morte di Don Diana, ucciso il 19 marzo del 1994 nella sua chiesa dai killer di camorra, è stato celebrato con una imponente manifestazione nella “sua” Casal di Principe che ha visto in prima fila l’associazione antimafie Libera di Don Ciotti e la partecipazione di oltre cinquemila ragazzi di tutte le scuole della provincia, per portare un saluto all’anziana madre del sacerdote ucciso e testimoniare che la generazione cresciuta in questo ventennio è germogliata bene dal seme gettato con coraggio da Don Peppe e sa opporre la sua voglia di vita ai clan che vorrebbero la morte di questo territorio. Era presente la presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, il prefetto di Caserta, il vescovo di Aversa Spinillo, una delegazione con il gonfalone della Regione Campania, una rappresentanza del Comune di Napoli e di molti comuni dell’agro, compresi i commissari prefettizi delle, purtroppo numerose, amministrazioni sciolte per infiltrazioni camorristiche. Fra le tante autorità presenti era però assente una rappresentanza del Comune di Aversa, e in una terra dove i simboli sono importanti questa assenza è ben più di una nota stonata in una giornata di impegno e di ricordo, è un chiaro segnale di disinteresse o forse di sciat- Tra i gonfaloni dell’intera provincia mancava solo il nostro Il ventennale della morte di Don Diana, ucciso il 19 marzo del 1994 nella sua chiesa dai killer di camorra, è stato celebrato con una imponente manifestazione nella «sua» Casal di Principe. Aversa, però, era assente. teria istituzionale che dai rappresentanti della nostra amministrazione, spesso ammalati di protagonismo ed iperpresenzialisti anche a vanvera, non era comunque lecito aspettarsi. Certo era presente un illustre aversano come Lucio Romano, che però era lì in qualità di senatore e non certo di rappresentante cittadino, e molti comuni cittadini aversani ma nessun membro del consiglio comunale o della giunta ha trovato il tempo di onorare la memoria di uomo come Don Diana che pure è indissolubilmente legato ad Aversa dove peraltro ha insegnato per anni. Nemmeno il primo cittadino Sagliocco, che pure negli stessi giorni presenziava ad un’iniziativa sulla legalità, ha ritenuto di dover far aspettare per un po’ le zeppole di San Giuseppe per omaggiare la memoria del proprio omonimo medaglia d’oro al valor civile. A riscattare l’onore di Aversa ci hanno pensato però i giovani delle nostre scuole, presenti al gran completo al fianco dei propri dirigenti scolastici, e, se è vero che in certi frangenti storici le giovani generazioni sanno dare l’esempio, questa è la dimostrazione lampante che davvero il sacrificio di Don Peppe Diana non è stato vano e che è solo ai giovani che bisogna affidare tutte le speranze. L’AFFARE Diciassettemila euro per tutte le cause dinanzi al Giudice di Pace: un affare per l’Amministrazione! La difesa legale va allo stesso studio dell’anno scorso! «Ne bis in idem», non «Nobis in idem», recita il vecchio brocardo volendo affermare il principio giuridico del «non due volte per la medesima cosa». Invece, rimanendo nel campo giuridico, il principio del «Nobis in idem», pardon del «Ne bis idem», ad Aversa diventa «Si bis in idem» Nicola Rosselli «N 28 e bis in idem», non «Nobis in idem», recita il vecchio brocardo volendo affermare il principio giuridico del «non due volte per la medesima cosa». Invece, rimanendo nel campo giuridico, il principio del “Nobis in idem”, pardon del “Ne bis idem” non vale ad Aversa, dove vi è il “Si bis in idem”. Per il secondo anno consecutivo ad accaparrarsi la rappresentanza e difesa in giudizio dinanzi al Giudice di Pace relativamente ai ricorsi contro le sanzioni per contravvenzioni al codice della strada elevate dalla locale polizia municipale è lo stesso studio legale che lo ha fatto per il 2013. Ad operare tale selta una Commissione composta dal dirigente comunale e comandante della polizia municipale Ste- Aversa, piazza Municipio fano Guarino, dall’assessore al bilancio Guido Rossi e dal dirigente comunale agli affari generali Giuseppe Nerone. Alla selezione pubblica, pubblicata all’albo pretorio in pieno periodo natalizio, hanno partecipato otto avvocati. Nel bando si stimano 230 giudizi a far data dal 1° gennaio 2014 sino al 31 dicembre 2014. “Il compenso dell’attività professionale per la difesa e la rappresentanza in giudizio dell’Amministrazione relativo ad ogni singola controversia - si legge ancora - è determinato nella misura complessiva di € 73,00, comprensiva di spese iva e cpa, come per legge. Per l’incarico di che trattasi per il periodo sopra indicato, viene destinata la risorsa di € 17.000,00 che costituisce il compenso massimo comprensivo di spese, Iva e Cpa come per legge da corrispondere per tutti i giudizi che saranno attivati nel periodo considerato. Un affare per l’Amministrazione. Solo che “La predetta selezione avviene a fini conoscitivi preliminari, non assume caratteristiche concorsuali, non determina alcun diritto al posto, rientrando nella discrezionalità del Sindaco valutare la sussistenza ...delle esigenze di professionalità richieste”. Una volta tanto i protagonisti sono gli alunni. L’iniziativa si conclude a maggio INEDITA LECTURA DANTIS ALLO SCIENTIFICO «FERMI» D ecisamente il liceo scientifico “Enrico Fermi” di Aversa è uno dei più importanti e frequentati istituti superiori della nostra provincia grazie anche all’impegno della preside Adriana Mincione e del corpo docente. In tale ottica va inquadrata l’iniziativa della “Lectura Dantis” su alcuni canti dell’inferno con protagonisti gli stessi alunni, delle quinte e terze classi. L’idea è del prof. Paolo Trama che, collaborato dalle colleghe Caterina Vagliviello, Rosita dell’Aquila, Patrizia Cuomo, Imma Di Martino ed Eleonora Pezone, ha formato un gruppo di studenti della quinta classe impegnati nello studio di alcuni importanti aspetti della “Commedia”. Gli alunni delle quinte espongono ai compagni delle terze classi. Lo scopo è quello di “iniziare” gli studenti delle terze allo studio della “Commedia”, fornendo loro una visione più ampia della stessa opera, chiarendo alcune parole chiave su cui generalmente si fa un po’ di confusione, come i concetti di allegoria, di concezione figurale e di realismo, tanto per citarne solo alcuni. I primi due incontri hanno avuto ad oggetto l’allegoria ed il simbolo nella cultura medievale (nel primo incontro) e di modelli di interpretazione della Commedia, quelli elaborati daAuerbach e Singleton (nel secondo). In definitiva La performance del «Fermi» una interessante iniziativa in cui incontri avranno termine a fine maggio con una cadenza settimanale. Geppino De Angelis SANITA’ Un salto all’indietro nel tempo che ha danneggiato l’immagine della città più delle toppe d’asfalto Ancora polemiche dopo la chiusura della Salute Mentale Per ridurre le spese, da 18 mesi l’azienda sanitaria aveva disdetto l’affitto di palazzo Orabona, che costava circa ottomila euro mensili, per trasferirlo nella struttura di sua proprietà di viale Europa che ospitava l’ufficio igiene e il centro vaccinazioni di Aversa, lasciata inutilizzata da oltre dieci anni Antonio Arduino A 30 quasi due mesi dall’intervento continua a far discutere la decisione del Sindaco e dell’Assessore ai lavori pubblici di rattoppare le buche presenti in via Roma con pezze d’asfalto, per mettere in sicurezza l’arteria, temporaneamente in attesa dei lavori di riqualificazione. Un intervento che ha creato una mini crisi nella giunta Sagliocco, che ha dato spazio a critiche da, praticamente, tutte le parti politiche e che ha stimolato persino l’intervento del presidente dell’ordine provinciale degli architetti perché avrebbe creato danno all’immagine della città ma nessuno si è accorto del danno d’immagine prodotto dalla chiusura del Centro di Salute Mentale trasferito il 1° marzo Centro di Salute Mentale chiuso da palazzo Orabona, di piazza Fuori Sant’Anna, in locali ricavati dal consultorio materno infantile di viale Europa. Locali che dopo soli dieci giorni dall’apertura sono stati chiusi dai carabinieri del NAS perché inidonei ad ospitare una struttura sanitaria essendo sprovvisti, come dichiarato dal primo cittadino, della autorizzazione sindacale. Per una città patria della salute mentale grazie alla presenza di due manicomi ed ai tantissimi specialisti e studiosi del ramo che vi hanno operato, ed ancora vi operano, diventata da 12 anni un esempio nazionale di applicazione delle teorie della cura degli ammalati mentali proposte da Francesco Basaglia, con l’arrivo del suo allievo Franco Rotelli alla guida dell’Asl Caserta 2, vedersi chiudere il Centro di Salute Mentale è un danno d’immagine ancora più grosso di quello arrecato dalle toppe di via Roma. Un danno che nessuno, però, ha stigmatizzato, quasi a voler significare che della salute mentale e dei malati di mente chi se ne frega. Eppure era un Grande emozione ha suscitato la scomparsa del noto medico aversano Cordoglio per la morte di Domenico D’Amore V asta eco di sincero, profondo cordoglio ha suscitato in Aversa ed in tutta la zona aversana la morte, dopo una lunga malattia sopportata con cristiana rassegnazione, del dottor Domenico (Mimì per gli amici) D’Amore (nella foto), alla cui famiglia ci legano vecchi legami di amicizia risalente a circa settanta anni addietro. Mimì D’Amore come lo chiamavamo noi amici, dedicò l’intera vita al lavoro, alla famiglia ed alla educazione dei tre figliuoli, tutti stimatissimi professionisti: il dottor Antonio direttore del Dipartimento Dipendenze dell’Asl, l’insegnante Titti ed il dottor Rosario, bancario. Stimatissimo medico dell’o- spedale civile di Aversa, Mimì D’Amore, dopo il pensionamento, continuò a svolgere la sua attività professionale, dedicandosi alla cura delle folte schiere dei suoi pazienti, oltre che alla famiglia, ai figli ed ai nipoti, soprattutto dopo la morte dell’adorata moglie, l’insegnante Liberata. I funerali, svolti nell’affollatissima chiesa del Parco Coppola, hanno visto la commossa partecipazione di tantissimi medici, docenti, esponenti della società civile, hanno dimostrato la stima di cui godeva il nostro amico. Ai familiari vanno i nostri personali sensi di cordoglio e quelli dell’intera redazione di Nero su Bianco. Geppino De Angelis SANITA’ danno evitabile, perché il trasloco del CSM era stato previsto da tempo. Per ridurre le spese, da 18 mesi l’azienda sanitaria aveva disdetto l’affitto di palazzo Orabona, che costava circa 8mila euro al mese, per trasferirlo nella struttura di sua proprietà di viale Europa che ospitava l’ufficio igiene e il centro vaccinazioni di Aversa, lasciata inutilizzata da oltre dieci anni. Una palazzina di tre piani da ristrutturare usando 600mila degli euro incassati vendendo al Comune il padiglione “Leonardo Bianchi” del dismesso ospedale “S. M. Maddalena”. Avendo tempo e denaro sarebbe stato possibile trasferire il CSM da palazzo Orabona in una palazzina nuova di zecca, realizzata appositamente, secondo i dettami di legge, abbattendo anche le Nessuno si è accorto del danno d’immagine per la chiusura del Centro di Salute Mentale trasferito il primo marzo da palazzo Orabona in locali ricavati dal consultorio materno infantile di viale Europa barriere architettoniche presenti nella sede di piazza Fuori Sant’Anna. Invece no. Malgrado le denunce del Tribunale per i diritti del Malato, che abbiamo riportato da queste colonne, si è preferito arrangiare il centro in un corridoio dove c’era sì e no spazio per il personale medico e paramedico, dimenticando le teorie di Basaglia e tutto quanto di buono fatto a partire dal 2002. Il risultato è stato che, arrivati sul posto i Nas, hanno trovato ammalati che vagavano nello spazio antistante l’ingresso del Centro, chiedendo una sigaretta ai passanti o di poter telefonare a casa, proprio come accadeva all’interno della Maddalena prima della chiusura dei manicomi, dove sono tornati dall’11 marzo dove sono assistiti in una stanza del complesso ex direzionale. Un salto all’indietro nel tempo che ha danneggiato l’immagine della città sicuramente in maniera più grave di quanto possano avere fatto le toppe d’asfalto messe in via Roma delle quali, a differenza dell’ex manicomio, dell’Opg e delle attività collegate alla cura della salute mentale, il resto della nazione non 31 SPORT Si sta lavorando anche per organizzare la premiazione in un teatro cittadino Cresce l’attesa per la «StraNormanna» Una gara podistica che il primo giugno porterà sulle strade cittadine centinaia di atleti. La macchina organizzativa è in moto da mesi ed ormai viaggia a pieno regime per portare a compimento il grande evento sportivo che vedrà Aversa protagonista. L’idea è nata dal vulcanico Peppe Andreozzi Salvatore de Chiara L 34 a macchina organizzativa è in moto da mesi ed ormai viaggia a pieno regime per portare a compimento il grande evento sportivo che vedrà Aversa protagonista. Dalla mente dell’attivissimo e vulcanico Peppe Andreozzi è nata l’idea della StraNormanna, una gara podistica che il primo giugno porterà sulle strade cittadine centinaia di atleti e di appassionati per un evento che vuole inserirsi titolo tra le competizioni regionali. L’idea è nata dall’entusiasmo di molti appassionati aversani trovando sponda nell’associazione sportivo-culturale- SPORT benefica l’Altra Aversa che, guidata da Andreozzi, ha articolato l’evento in due fasi, prevedendo una stracittadina di corsa e passeggiata per amatori di 5 chilometri ed una competizione agonistica per professionisti su un percorso di dieci chilometri. Un gran numero di atleti campani e stranieri ha già confermato la propria adesione e l’organizzazione ha previsto un ricco carnet di premi per tutti i partecipanti nelle varie categorie, con cinque premi assoluti che saranno assegnati alle categorie maschile e femminile oltre a premi speciali per gli atleti italiani e per età ed a menzioni particolari. Un gran numero di atleti campani e stranieri ha già confermato la propria adesione e l’organizzazione ha previsto un ricco carnet di premi per tutti i partecipanti nelle varie categorie con cinque premi assoluti alle categorie maschile e femminile Tutte le premialità sono state offerte dagli sponsor che hanno anche aderito alle finalità benefiche dell’evento, parte del ricavato sarà infatti devoluto al sostegno di famiglie in difficoltà seguite dall’associazione l’Altra Aversa. La direzione della gara sarà affidata al dottor Rosario De Dominicis, segretario generale del gruppo sportivo Fiamme Gialle di Napoli, e, grazie all’aiuto di Michele Celiento, si sta lavorando per organizzare la premiazione in un teatro cittadino offrendo così anche uno spettacolo tutto incentrato sul repertorio classico napoletano grazie a vari artisti che hanno assicurato la propria disponibilità. È un invito carico di entusiasmo quello che Andreozzi rivolge a tutti gli appassionati della città normanna: “Fino ad ora siamo stati sostenuti dal grandissimo entusiasmo degli aversani, si aspettiamo che molti ancora accorrano al nostro appello per lo sport ed il piacere di stare insieme nella nostra città”. 35 SPORT Il peso dell’imbattibilità sta diventando sempre più opprimente. L’Exton Aversa perde un punto per strada Vinta al tiebreak la gara contro il Lacaita Torricella, squadra che ha dato filo da torcere agli aversani ma che in altre fasi del campionato non sarebbe stato di certo un’avversaria irresistibile Giuseppe Lettieri I 36 l peso dell’imbattibilità sta diventando sempre più opprimente. Dopo la bella prova di Potenza, la Exton perde un punto per strada vincendo al tiebreak la gara contro il Lacaita Torricella (Ta), squadra che ha dato filo da torcere agli aversani, ma che in altre fasi del campionato non sarebbe stato di certo un avversario irresistibile. Nonostante gli svarioni arbitrali, l’ultimo dei quali costati un rosso al tecnico Nappa facendoci perdere il quarto set, quando la Exton era in vantaggio per due set ad uno, al tiebreak gli aversani, per un periodo anche sotto, hanno mostrato grinta e voglia di vincere, scongiurando così uno stop inaspettato. Dunque con il Laicata Torricella arriva la diciannovesima vittoria, su altrettante gare disputate. Un record che tuttavia ha il suo peso. Intanto non prendendo la posta intera in palio ma soltanto due punti, l’Aversa della pallavolo si porta a più nove sul Lagonegro, seconda in classifica, che però domenica scorsa ha osservato un turno di riposto, cosa che toccherà agli aversani fra due turni. Questa sera si gioca nuovamente al PalaJacazzi (ore 18.00) contro il Marigliano, squadra che ad inizio campionato aveva fatto bene ma poi ha subito diverse battute di arresto. Sempre oggi il Lagonegro andrà a Gioia del Colle, impegno sulla carta più difficile, poiché la squadra pugliese cerca di agguantare il terzo posto in classifica, utile per la partecipazione ai play off. Domenica prossima trasferta dei ragazzi di mister Nappa a Castellana, famosa per le sue grotte, ma anche per la tradizione nella pallavolo, mentre poi ci sarà un lungo riposo per la Exton Aversa con la ripresa del campionato con la difficile trasferta di Locorotondo. Bisogna quindi non mollare fino alla fine, perché i lucani sono con il fiato sul collo, e quindi non bisogna più lasciar nemmeno un punto durante il cammino. L’Aversa di Di Meo fa sognare, questa sera tutti al PalaJacazzi. I tifosi dell’Aversa Normanna continuano a credere nel miracolo Granata, la speranza è appesa ad un filo D opo la beffa con l’Arzanese, con l’Aversa costretta al pareggio a causa di un rigore inesistente, arriva il pareggio fuori casa, per 1 ad 1, contro l’ottava in classifica, il Vigor Lamezia, partita giocata dai granata per più di un tempo in dieci, a causa dell’espulsione di Esposito. Un risultato che alcuni mesi fa sarebbe stato oro, ma che a cinque giornate dalla fine non rappresenta un successo ma una piccola disfatta per i ragazzi di mister Provenza (nella foto), che si trovano ad inseguire proprio il Lamezia, che occupa attualmente l’ultimo posto utile per rimanere nella serie C unica. A ciò si aggiunge che vi sono a 36 punti ben tre squadre. Il Sorrento, il Tuttocuoio ed il Chieti, che mirano a centrare l’ottavo posto. Oggi contro l’Aprilia, avversario ostico, non esistono risultati utili se non la vittoria, che servirebbe quanto meno a mantenere aperta la speranza di una salvezza in extremis. Adesso non è il momento delle recriminazioni, di sottolineare quante partite sono state sciupate dall’Aversa, che con un ottimo girone di andata faceva presagire tutt’altro finale. Al momento siamo in piena zona play out. Chi vince questa competizione di fine campionato vola in C unica, le altre retrocedono tra i dilettanti. Tra le note positive delle ultime gare un ritrovato Comini, che potrebbe fare la differenza nelle ultime partite e un riscoperto Tulimieri, soprattutto nella gara con l’Arzanese, che dopo l’infortunio è tornato nei ranghi granata e Provenza potrebbe sfruttare il contributo di questo ragazzo che ha grinta da vendere. Dopo l’Aprilia vi sarà un’ altra gara proibitiva, quella con il Martina, anche essa diretta concorrente per la zona play out e per l’ottavo posto. Poi due gare in apparenza più difficili perché da giocare contro le prime della classe, il derby con la Casertana ed il Foggia, potrebbero essere meno ostili del previsto in quanto le due squadre avranno già centrato la promozione matematica, anche se all’Aversa nessuna squadra ha regalato nulla. Infine l’ultima interna con il Gavorrano che potrebbe in quella data già esser retrocesso matematicamente. Giuseppe Lettieri LAUREA FIOCCO AZZURRO Tanti auguri a Maria Petrarca per la sua laurea in Scienze della formazione primaria. “E’ stata una grande soddisfazione il tuo 110 e lode!». Auguri di un futuro radioso. Il tuo papà e la tua famiglia! AUGURI Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti Tantissimi auguri per il suo onomastico, per tantissimi anni ancora alla signora Rosa Di Lella – Trisi dalla figlia Annamaria e dal genero Ninì. COMPLEANNO AUGURI I più fervidi auguri di NerosuBianco ad Alfredo Ruffo, il bravissimo maestro della pluridecorata Ck Street Dance, per la recente immissione nei ruoli dei docenti di disegno e storia dell’arte negli istituti statali. Tanti auguri al piccolo principe Salvatore secondogenito di casa Noviello. Per lui gli auguri dei felicissimi genitori, Gaetano e Mimma, dei nonni paterni Nicola e Giustina e dei nonni materni Salvatore e Liliana. AUGURI LAUREA 38 Matteo Trotta ha compiuto 3 anni il 1° marzo 2014. Augurissimi dal papà Marco, dalla mamma Giusy, daii nonni, dagli zii e dai cuginetti Luigi ed Emanuele. Congratulazioni vivissime per la distinta signorina Serena di Biase, diletta figliuola di Giuseppe e Natalina Iavazzo, per la laurea magistrale in Farmacia conseguita brillantemente presso l’università “Federico II” di Napoli, discutendo un’interessante tesi su “La cannabis per uso terapeutico”. Auguri per i suoi 21 anni a Federica di Santo dalle sorelle, dai genitori, Antonio e Rosa, e dal fidanzato Pier Luigi con amore. mio A di Giuseppe Chiatto Anche Aversa ha il suo «Nerone» nche noi, cari cittadini aversani, abbiamo il nostro Nerone. Certo non è l’imperatore di Roma, ma è il Dirigente dell’Ufficio Legale del Comune di Aversa. Quindi oggi parleremo dell’Avvocato Giuseppe Nerone. Entriamo nel merito della questione. Nell’ultimo articolo portai a conoscenza ai lettori che anch’io sono un dipendente del Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e Caserta, quindi un collega dei due lavoratori che protestarono in diretta Tv il 18 febbraio, alla prima serata del festival di Sanremo. Il motivo, ovviamente, è legato al fatto che da più di un anno non si percepisce lo stipendio, nonostante il nostro stato giuridico di dipendenti pubblici. Ebbene, qualche mese fa, il Comune di Aversa ha bandito un avviso di mobilità 40 esterna per la copertura di tre posti di istruttore tecnico-geometra, a tempo pieno ed indeterminato, categoria C, Area Tecnico-Urbanistica, ai sensi dell’art. 30 del D.Lgs 165/2001. Io ed un mio collega del Cub, abbiamo presentato regolare domanda di ammissione. Il colloquio per la selezione dei candidati doveva avvenire, ed è avvenuto, il 27 febbraio alle ore 9,00, presso la sala consiliare del Comune di Aversa. L’elenco dei candidati ammessi al colloquio doveva essere pubblicato esclusivamente sul sito dell’Ente. In effetti l’elenco degli ammessi è stato pubblicato solo il giorno prima (qualche maligno pensa che sia stato fatto di proposito, ma io non ci credo). Passiamo ai fatti. Il giorno 27 febbraio io ed il mio collega ci siamo presentati al colloquio, ma veniamo a conoscenza che solo quattro candidati sono stati ammessi (stranamente si conosceva già qualche nome, ma anche questa è una coincidenza): io ed il collega esclusi. Alla domanda del perché della nostra esclusione ci rispondono che l’avvocato Giuseppe Nerone ha “sentenziato” che noi del Cub secondo un suo (suo?) modo interpretativo non avevamo diritto a partecipare al Concorso, perché non Una decisione in stile ...Nerone (l’imperatore) La vergogna non mi compete, non mi riguarda, mi compete dignità e rispetto e, soprattutto, giustizia. Se avrò torto vorrà dire che tanti avvocati e giudici si sono sbagliati ed uscirà fuori che Nerone è un grande avvocato, ma in caso contrario... ritenuti dipendenti pubblici. Molti miei colleghi (qualcuno anche sul Comune di Aversa) occupano posti di lavoro negli Enti Pubblici, Comuni, Province, Regioni, dopo aver presentato domanda di mobilità. Anche la Camera di Commercio di Caserta, qualche giorno fa, ha ammesso la partecipazione di 18 dipendenti provenienti dal CUB per la copertura di posti di lavoro per mobilità. Oltretutto una sentenza del 16 gennaio 2014 della Prefettura-Uffici Territoriali del Governo di Napoli, su richiesta di un Segretario Generale di un Comune di Napoli, ha decretato che i dipendenti del Cub sono ritenuti dipendenti pubblici, quindi due lavoratori sono stati assunti dall’Ente Comune. Nel frattempo ho appreso dalla stampa che ad aprile, tre dei quattro candidati che hanno partecipato alla selezione, presteranno già servizio sul Comune di Aversa (ma quanta fretta!). Io ed il mio collega impugneremo la nostra esclusione. Non sono né un postulante né un lacchè (a dispetto dei tanti esageratamente servi che mi girano intorno), quindi non ho mai chiesto a nessuno ciò che non mi spetta, non amo le raccomandazioni, disprezzo, invece, i raccomandati e quelli che li raccomandano; amo la meritocrazia e le persone che pensano con la propria testa. La vergogna non mi compete, non mi riguarda, mi compete dignità e rispetto e, soprattutto, giustizia. Se avrò torto vorrà dire che tanti avvocati e giudici si sono sbagliati, ed uscirà fuori che Nerone è un grande avvocato, essendo riuscito a semplificare e tradurre una situazione complessa. Se, invece, avrò ragione, allora vorrà dire che l’attenzione che ha riservato Nerone di (sua?) spontanea volontà in questa faccenda, si rivelerà infelice. A questo punto, giusto per essere buono definirò ugualmente l’avvocato Giuseppe Nerone un grande, al momento non ho capito in cosa, ma comunque lo riterrò un grande... MOZZARELLA DI BUF FA ALA CAMP PA ANA DOP buona, sempre. Da oltre trent’anni il Caseificio Caputo produce mozzarella di bufala campana DOP lavorando a poche ore dalla mungitura solo il latte di bufale accuratamente selezionate e controllate. Il sapere della tradizione e le moderne tecnologie garantiscono una qualità costante e un gusto unico che rendono la Mozzarella Caputo buona, sempre. iche Garantita dal Ministero delle Polit stali Fore e ri enta Alim ole Agric PRODOTTO NAZIONALE TEVEROLA AVERSA ORTA DI ATELLA tel. 081 8119478 tel. 081 8113312 tel. 081 8910595 via Roma 90 viale Olimpico 182 via dei Martiri Atellani 184 www.caseificiocaputo.it Chi tocca i parcheggi muore W 42 eltanschauung è un termine non letteralmente traducibile in italiano ma, per farci capire, esprime la “visione del mondo”. Ebbene la Weltanschauung di quest’amministrazione pare sia l’asfalto in ogni dove: nei viali del Cimitero, in via Roma e nel tratto del “geniale” progetto di via Vito di Jasi, giustamente esposto in bella mostra presso il parcheggio di un consigliere comunale. Il progetto di via Vito di Jasi, concepito dalla precedente amministrazione e tenuto in incubazione dall’attuale per circa due anni, è di una povertà culturale sconvolgente. È un progetto senza idee, esclusa quella che hanno definito la piazza lineare, ovvero l’idea sarebbe porre su una specie di piedistallo l’imponente Arco dell’Annunziata, per il resto è solo una sostituzione di materiali sui marciapiedi e, tanto per gradire, una bella asfaltata tra l’arco dell’Annunziata stesso e l’incrocio con la dismessa pompa di benzina all’angolo di viale Olimpico. Hanno risagomato le aree parcheggio lungo la carreggiata con quelle specie di orecchio tipo “elefantino Jumbo” e, tanto per cambiare, hanno condito il tutto con un bel percorso ciclabile sul marciapiede, giusto per dare il tocco di genialità! Eppure quei marciapiedi così larghi potevano tranquillamente essere ridimensionati, tenuto conto che sicuramente non sono la “passeig de gràzia” data l’assenza di qualsivoglia emergenza architettonica ma con la presenza di un panorama mozzafiato composto da edifici e orrendi condomini frutto della peggiore speculazione edilizia degli anni Settanta. Le auto si potevano disporre come si dice a pettine ovvero ortogonalmente alla carreggiata ricavando un elevato numero di posti auto dato che, in futuro, via Roma sarà solo pedonale. Invece, l’amministrazione litiga su cavilli burocratici con la Facoltà di Ingegneria ed esercita una sorta di ostracismo per la realizzazione del parcheggio. Ad Aversa chi tocca i parcheggi “muore”. Il progetto di via Di Iasi è migliorabile senza, però, guardare in faccia a nessuno Il progetto di via Vito di Jasi è solo una sostituzione di materiali sui marciapiedi e, tanto per gradire, una bella asfaltata tra l’arco dell’Annunziata e l’incrocio con la dismessa pompa di benzina all’angolo di viale Olimpico Lo stesso Sagliocco, a proposito di parcheggi, si era sempre lamentato di quello sull’ex Alifana, sostenendo che esso non solo era stato la causa del mancato finanziamento delle opere a supporto della metropolitana, ma che era inconcepibile sottrarre quell’area a un uso pubblico: oggi ca va sans dire è questione di feeling, solo di feeling come cantava Cocciante! E allora, proprio perché la piazza lineare è l’unica idea progettuale alla base della riqualificazione di via Vito di Jasi, sarebbe interessante creare una strada nell’attuale parcheggio privato di via Raffaello come una sorta di bretella che permetterebbe la circumnavigazione del tratto tra via Torretta e l’Arco per arrivare a via Botticelli, evitando cosi di costringere l’automobilista a percorrere una sorta di chicane appunto attorno all’Arco. Tale bretella dovrebbe essere concepita in modo da parcheggiare sui due lati stante la sua grande larghezza e in futuro si potrebbe trattare con la ex Alifana per rilevare l’ex deposito lungo via Belvedere e realizzare un degno e grande parcheggio a supporto della pedonalizzazione permanente di via Roma. Ma come abbiamo visto negli anni, chi tocca i parcheggi muore e allora questa nostra proposta rimarrà chiusa in questi fogli. Augh, ho detto! SCUOLA E’ la scuola media aversana più tecnologica con quasi tutte le aule dotate di lavagne multimediali Pon, le tante attività della media «Pascoli» E‘ appena terminata l’esperienza con gli esperti di «ScienzaSemplice», che collabora con «Città delle Scienze», effettuata in orario curriculare. In campo sei laboratori due per classi. Cellula e biodiversità per le prime, alimentazione ed ecosistemi per le seconde e vulcani e dna per le terze Nicola Rosselli A 44 ttività grazie ai PON, iniziative sulla legalità, laboratori di scienze, incontri con l’autore. La scuola media aversana più tecnologica della città con la quasi totalità delle sue aule dotate di lavagne multimediali, la “Giovanni Pascoli”, con la dirigente Maria Rosaria Bocchino, si conferma una fucina di iniziative che vanno oltre le ordinarie attività curriculari. Per quanto riguarda il PON, Fondi Strutturali Europei, quest’anno ha un titolo che è già un programma: “Coloriamo il nostro futuro”. Partendo dalla constatazione che: “L’inadeguatezza dei livelli di apprendimento e conoscenza La presentazione del testo di Pastore alla «Pascoli» dei giovani, futuri cittadini d’Europa, è ritenuta una delle cause della crisi del mercato del lavoro e della produttività nel nostro paese, per cui è necessario, per la crescita economica e sociale del territorio, investire sul capitale umano e migliorare la preparazione culturale della nostra popolazione giovanile, la scuola media “Pascoli”, per migliorare le competenze di base degli allievi in italiano, matematica ed inglese e porre le basi per la formazione consapevole SCUOLA e attiva dei cittadini del futuro, ha attivato, con i finanziamenti PON F.S.E., per l’annualità 2013 - 2014, una serie di percorsi in diverse discipline. Due quelli di potenziamento di inglese: “A cup of tea“ con certificazione Cambridge KET e MOVERS. Tre per l’italiano: Recupero/Consolidamento di italiano : “Dalla A alla Z”; “Non solo parole”; Potenziamento/latino “Cum grano salis”. Tre anche per matematica: Potenziamento “Il circolo dei matematici“; Recupero/consolidamento “In fin dei conti“; “L›avventura dei numeri“. Il nono corso è dedicato a consapevolezza ed espressione culturale con “Si alza il sipario“. Tutti gli esperti che conducono i percorsi sono stati selezionati con bandi ad evidenza pubblica. E‘ appena terminata l’esperienza con gli esperti dell’associazione di divulgazione scientifica “ScienzaSemplice”, che collabora con “Città delle Scienze”, effettuata in orario curriculare. In campo sei laboratori due per classi. Cellula e biodiversità per le prime, alimentazione ed ecosistemi per le seconde e vulcani e DNA per le terze. Obiettivi dell’esperienza: Potenziare e rafforzare attraverso l’esperienza diretta e l’osservazione i concetti scientifici appresi nelle ore curricolari; consolidare l’uso della terminologia specifica; rafforzare l’interesse per le scienze attraverso la comunicazione ed il confronto con agenzie formative che operano nel campo scientifico, diverse da quelle scolastiche. Nel campo della cittadinanza attiva, interessante l’incontro con il colonnello dei Carabinieri Gianluca Vitagliano, comandante del Nucleo Territoriale di Aversa. Incontro che ha visto i ragazzi partecipare con interesse, rivolgendo interessanti domande all’ufficiale dell’Arma che ha sottolineato come ognuno di noi può fare qualcosa per sconfiggere le illegalità che sono presenti anche nelle piccole azioni quotidiane. La dirigente ha augurato che si possa liberare il futuro dei giovani da ogni sopruso. Sempre per le attività civiche, interessante l’incontro con l’autore che ha visto presso la “Pascoli” la presenza dello scrittore e giornalista Nicola de Chiara, cultore di storia patria, che ha presentato il suo nuovo lavoro, la biografia a fumetti del pittore aversano Luigi Pastore. 45 L’ADDIO Ci lascia una persona perbene, amante di Aversa e della sua storia L’addio a Raffaele Merolla I suoi «Salotti» hanno illuminato i bui anni di piombo. Vero mecenate, è stato uno dei primi imprenditori aversani a sostenere la cultura con la «c» maiuscola Giuseppe Lettieri A 46 versa dà l’addio a Raffaele Merolla, medico chirurgo, noto analista, conosciuto per i suoi traguardi professionali e soprattutto per il suo impegno civico, ben oltre le mura cittadine. Un uomo di altri tempi, di grandissima generosità, sempre pronto ad aiutare il prossimo, a mettersi in gioco per chi aveva bisogno. Una persona perbene, marito e padre esemplare. Ha rivestito molti incarichi di prestigio, quali la presidenza della Croce Rossa Italiana (1972-1985) in provincia di Caserta, ed è stato anche presidente nazionale dell’associazione che univa gran parte dei laboratori di analisi privati nella nostra penisola. L’attaccamento alla sua città natia l’ha sempre dimostrato in ogni momento della sua vita. Per alcuni anni si trasferì con la famiglia a Caserta entrando nel Rotary cittadino dove fu presidente (1978-80). Il richiamo della sua città natale fu più forte e così dopo l’esperienza nel capoluogo fece rientro ad Aversa. Nella vita professionale, Merolla riceve il premio “Aversa nel mondo” abituato ad essere una persona dal pensiero onesto e pulito non sempre incontrò sui simili. Nonostante ciò, nonostante le problematiche burocratiche e la crisi ventennale nel sistema sanitario regionale, cercò sempre di tenere fede ai suoi impegni, esponendosi in prima persona. E se fu modello nella professione lo fu ancor di più nel suo impegno civico e sociale. Negli anni Sessanta fu consigliere comunale della città normanna e fu tra gli ultimi commissari della Democrazia Cristiana ad Aversa. Ma per questa città Merolla ha fatto molto di più. Le ha donato la grande ricchezza, lui da fervente cattolico, della cultura laica. Prima della sua iniziativa, l’associazionismo locale esisteva solo attraverso i sodalizi legati al mondo ecclesiastico, quali ACLI, FUCI, e altre esperienze similari. Con i “Salotti Merolla” anche in città cambia il modo di fare associazionismo e così dalla fine degli anni Ottanta sino ai giorni nostri le associazioni culturali si sono moltiplicate. Il nostro legame affettivo verso una persona così eccezionale, che speriamo sia modello per le giovani generazioni (Aversa avrebbe bisogno di tanti dottor Merolla!) ci stringe, con tutta la famiglia di Nerosubianco, in un abbraccio con la signora Carmen Asciuti, l’inseparabile compagna di vita, e le figlie Elena, Adele e Gabriella. La morte di Merolla, gli interventi di Nunzia Orabona e Nicola De Chiara Un signore d’altri tempi G razie ai salotti Merolla conobbero Aversa personaggi dello spessore di Alberto Moravia, Carlo Cazzola, Ignazio Silone, Dino Buzzati, Dacia Maraini, Mario Pomilio, Roberto Vacca, Maria Bellonci, Liliana Cavani, Margherita Hack e l’elenco sarebbe molto lungo. “Fu un esperienza indimenticabile - ci dice Nunzia Orabona, oggi presidente di AversaDonna, che fu la giovanissima segretaria organizzativa del centro culturale - perché con l’impegno di Merolla ci fu la possibilità di incontrare, in un periodo in cui le comunicazioni non erano certo quelle di oggi, la vera Cultura da vicino. Non nascondo che anche nell’attività di AversaDonna mi sono sempre ispirata a quella invenzione meravigliosa che ebbe Raffaele Merolla. Con lui Aversa perde di sicuro un protagonista in positivo, una persona davvero perbene”. L’impegno dei “Salotti del Centro Culturale Merolla” fu riconosciuto dall’Amministrazione Ciaramella ed, in particolare, dall’allora Assessore alla Cultura Nicola De Chiara, che ideò il “Premio Aversa nel Mondo”, da assegnare a coloro che attraverso le loro opere avevano dato lustro ad Aversa. “La Commissione che presiedevo – Merolla con lo scrittore Cassieri ricorda Nicola De Chiara – non esitò ad indicare nel dottore Merolla uno dei premiati. I suoi “salotti” hanno significato moltissimo per Aversa e se oggi si parla di Aversa come città di cultura un grande merito va assegnato a questo grande mecenate”. CURIOSITA’ Si è tenuta lo scorso 16 marzo l’adunanza degli sbandieratori della Madonna dell’Arco Gli stendardi dei fujenti realizzati da Tobia Liotto Due opere raffiguranti la Madonna dell’Arco sono state benedette nel corso di una manifestazione tenutasi nella parrocchia di Costantinopoli ad Aversa, alla presenza dei rappresentanti di varie associazioni, provenienti da ogni zona della Campania Donato Liotto D 48 omenica 16 marzo si è svolta una manifestazione nella parrocchia di Costantinopoli in Aversa in merito alla benedizione di due stendardi dei Fujenti raffiguranti la Madonna dell’Arco. Una chiesa gremita e anche fuori, sul sagrato decine di persone e soprattutto loro, i fujenti, ciascuno in rappresentanza di varie associazioni legate al culto della Madonna dell’Arco. Erano davvero tanti, mai vista una cosa del genere ad Aversa e sono arrivati dall’intera regione e tutti con il proprio stendardo. Un evento nato spontaneamente: è bastato un “passaparola” tra le varie associazioni per ritrovarsi tutti assieme. Prima della benedizione in chiesa, officiata da don Giovanni d’Errico, c’è stata “l’adunanza” di tutte le associazioni sotto l’arco dell’Annunziata in Aversa. Un anticipo, se vogliamo, di quello che avverrà a Pasquetta. Uno spettacolo bellissimo, tanti fujenti con l’abito bianco tradizionale e la fascia raffigurante l’icona della Madonna, famiglie intere, generazioni che si prodigano e impegnano per mantenere viva e portare avanti una tradizione secolare. Il lunedi in albis in tutta la Campania sono decine se non centinaia le manifestazioni legate a questo culto, rappresentazioni che talvolta i “cosidetti benpensanti” accolgono con la “puzza sotto il naso”. Fortunatamente i fujenti sono gente del popolo, gente vera, con un grande cuore e una fede profonda. Loro guardano avanti e ogni anno ci regalano uno spettacolo emozionante. Così esprimono e mostrano una grande fede verso l’amata Madonna del’Arco. Tobia Liotto accanto allo stendardo realizzato Li vediamo una volta all’anno ma dietro c’è un grande lavoro che dura mesi interi. Intorno a questo “mondo dei fujenti” molti ci mettono impegno e grande passione, energie indefinite. Tra questi da annoverare dei veri e propri artisti della manifattura prettamente Tobia Liotto è un vero maestro ma senza passione e grande fede, ne siamo certi, difficilmente la sua mano raggiungerebbe questi straordinari risultati artistici artigianale nel realizzare queste vere e proprie opere d’arte. Gli stendardi che sono state benedetti domenica (erano quattro) sono una riprova. Due di essi sono state realizzate dall’aversano Tobia Liotto. Un giovane artigiano, un fujente che sin da piccolo è stato sempre presente alle manifestazioni anche in veste di musi- cista (suona il sassofono e le tastiere). Passioni quelle di Tobia che trovano il loro apice proprio nella realizzazione degli stendardi. Ogni particolare è curato con dovizia maniacale, colori sgargianti, piogge di brillanti, tessuto in velluto pregiato, pitture ad olio, ricami cuciti a mano, borchie colorate a completare un’opera davvero complessa nella sua realizzazione. Per realizzare uno stendardo ci vogliono circa sette mesi ma ne vale la pena visto il risultato. In questo Tobia Liotto è un vero maestro ma se non avesse passione e grande fede, ne siamo certi, difficilmente la sua mano raggiungerebbe questi risultati. Uno stendardo è stato consegnato al piccolo Francesco Andreozzi e l’altro è andato all’associazione “Maria SS dell’Arco” di viale Kennedy Aversa di cui sono soci fondatori Michele Mione, Paolo Andreozzi, Lello Cantile, Alfonso Mincione. Pasqua è alle porte e con essa il giorno della Pasquetta. E senza fujenti sarebbe come un casatiello senza le uova. SCAFFALE «Preludi, romanze e fiori», nuova raccolta di poesie di Galileo Lombardi Le emozioni non hanno età A 87 anni l’autore non finisce di stupirci per la voglia di fare, per i suoi nobilissimi sentimenti, per le sue poesie che raccontano del mondo, del suo amore per la vita, del suo bisogno di comunicare Nicola De Chiara I 50 n copertina c’è la foto dell’opera «Il violino» di Maria Colacino, una pittrice di Casalnuovo di Napoli. Pittrice e poetessa. Così come un poeta, un grande poeta, è l’autore di questa nuova raccolta dal titolo “Preludi, romanze e fiori”. E’ Galileo Lombardi che a dispetto dei suoi 87 anni non finisce di stupirci per la voglia di fare, per i suoi nobilissimi sentimenti, per le idee e per le sue poesie che raccontano di sé, della famiglia, del suo amore per la vita, del suo bisogno di comunicare. Non a caso questa è la dodicesima sua raccolta di poesie che ci appaiono sempre più belle e più fresche e dalle quali possiamo sempre imparare qualcosa. Poesie del nostro tempo che esprimono sì la necessità di combattere le ingiustizie sociali ed umane che viviamo ma nelle quali si respira sempre un messaggio di speranza per tutti gli uomini. Alla poesia di Galileo Lombardi si sono interessati grandi intellettuali e uomini di cultura, da Domenico Rea a Giorgio Barberi Squarotti. La silloge poetica di Lombardi, edita dal Cenacolo Acca- demico Europeo “Poeti nella società”, si apre con la prefazione di Franca Alaimo, che parla di un uomo tenero, appassionato, credente, fantasioso. E Galileo è davvero tenero quando nella poesia “Così è il poeta” scrive “E’ vero poeta chi lode / e ama i bambini, creature / di stirpe divina, che / un gran giorno Dio creò /”; e appassionato quando ne “Il bacio” scrive “Il bacio non ha nome/ e dà tanto calore / ad un cuore che non / sa amare nessuno/”; e credente quando in “Desiderio di Pasqua” recita “E così, quasi di nascosto / lasciasti, di notte, la tomba / e vincesti con la Tua morte / la morte /”. Il libretto si conclude con una serie di poesie chiamate “Cupole”, suggerite all’autore da un documentario della Rai sulle cupole di vario colore del Cremlino a Mosca. Continua così, Galileo, a trasmetterci emozioni forti perché di queste oggi abbiamo un forte bisogno. IL PREMIO Un ex alunno della «De Curtis» vince una borsa di studio e la mamma la dona alla scuola di Iorio Di Meo, uno studente modello L’Aversano, che oggi frequenta il Classico, premiato per il suo tema «Raccontami quanto sia importante per te, che vivi nella strada della movida, trovare la strada della preghiera nel silenzio di una chiesa» Nicola De Chiara E’ una di quelle storie belle di cui la nostra scuola ha tremendamente bisogno. Perciò abbiamo deciso di raccontarvela. Sergio Maria Di Meo oggi frequenta il primo anno del liceo classico “D. Cirillo” di Aversa. Fino all’anno scorso è stato un alunno modello della scuola media “De Curtis”. E da alunno del comprensivo “De Curtis” ha partecipato, l’anno scorso, al “Premio Fondazione Rachelina Ambrosini”. Nell’anno della fede, Sergio Maria Di Meo è stato premiato per il suo tema “Raccontami quanto sia importante per te, che vivi nella chiassosa strada della movida, trovare la strada della preghiera nel silenzio di una chiesa”. Il Premio gli è stato assegnato da una giuria composta da rappresentanti della cultura, della scuola e del volontariato. Sergio Maria Di Meo La commissione ha premiato i vincitori con una borsa di studio in denaro ed un diploma. Quella borsa di studio la signora Ivana D’Anna, la mamma di Sergio Maria, ha voluto donarla al comprensivo “De Curtis”: un modo per dire grazie al dirigente scolastico Olga Iorio e a tutta la scuola per come hanno saputo accogliere suo figlio ed indirizzarlo nel migliore dei modi. Sergio Maria Di Meo il 3 aprile compirà 14 anni. Ha frequentato le elementari alla “Linguiti” con la maestra Raffaella De Angelis. Ha due fratelli, Edoardo ed Andrea (di undici e otto anni). Legge libri di storia e romanzi gialli. Ama la letteratura e la storia. Segue tutti gli sport con una passione particolare per il calcio che pratica a livello agonistico dall’età di tre anni, militando nei giovanissimi regionali dell’Aversa Normanna. E non poteva essere altrimenti essendo figlio di Sergio Di Meo, presidente dell’Exton Volleyball Aversa, un uomo di sport oltre che un affermato dottore commercialista. Un gesto molto bello quello della signora Ivana che ha particolarmente colpito la dirigente della “De Curtis”, Olga Iorio, e che rappresenta il dovuto riconoscimento a una scuola che funziona e che accoglie e segue i suoi ragazzi come una grande famiglia. 51 SALUTE Le lesioni dello smalto a livello del colletto derivaNO dal digrignamento (bruxismo) Un problema comune a tanti pazienti: l’abfrazione I 52 l problema delle lesioni dello smalto a livello del colletto non deriva dal modo di lavare i denti bensì dal digrignamento (bruxismo) oppure di serramento notturno. Tanti pazienti soffrono dello stesso problema e di solito quando faccio diagnosi di bruxismo o serramento mi rispondono dicendo che non è possibile. La diagnosi però è il più delle volte molto semplice in quanto balzano agli occhi usure presenti sulla maggior parte dei denti che sono tipiche del digrignamento oppure tipiche lesioni del serramento. Quando si digrigna o si serrano i denti, si sviluppano forze notevoli che vanno a creare delle microfratture a livello dello smalto che, soprattutto dov’è più sottile tende poi a sgretolarsi. Questo giustifica anche il progressivo andamento di queste lesioni che danno segni solo quando sono ormai profonde. Questa tipica lesione al colletto ha il nome di ABFRAZIONE , che va distinta dalle lesioni da spazzolamento e quelle da sostanze acide o addirittura dalla carie. Le abfrazioni hanno di solito la forma simile a quella che un colpo d’ascia lascia in un tronco di legno, quindi a cuneo con l’apice rivolto verso l’interno del dente, con margini netti. Spesso sono indolenti e non danno sintomatologia, ma quando si avvicinano al centro del dente dove e’ situata la terminazione nervosa, diventano molto dolorose, a volte insopportabili. In corrispondenza di queste lesioni, soprattutto quando diventano piu’ grandi, si associa sempre una retrazione gengivale dovuta al “food impact” ovvero l’impatto del cibo contro il bordo gengivale che non è più protetto dal “bombè cervicale” che è quella parte del dente vicino la gengiva e che ha una forma convessa per far si che li cibo durante la masticazione scivoli nel fornice e non impatti contro il colletto gengivale. La terapia da eseguire è ricostruire la normale anatomia dentaria ricreandonil bombé cervicale ed evitare l’ulteriore retrazione gengivale. Appena finita questa fase, bisognerà costruire un bite, un apparecchio tipo paradenti dei pugili per proteggere gli elementi dentari durante le ore notturne ed evitare danni ulteriori. Se non viene usato un bite, le ricostruzioni tenderano a staccarsi e le lesioni diverrano di nuovo profonde e dolenti, la gengiva proseguirà la sua migrazione esponendo il dente a problematiche sempre maggiori. A cura dello Studio Arlotta&Sichel STORIA NOSTRA Tra i metodi di prevenzione del colera c’era la «profumazione» dei plichi postali Le lettere affumicate per prevenire il contagio Non mancano casi in cui le amministrazioni postali interessate adottarono dei bolli accessori per documentare l’avvenuta disinfestazione: “Netta dentro e fuori” si usava per le poste dello Stato Pontificio. Quando fu chiaro che la carta non avrebbe potuto veicolare il contagio la prassi finì Salvatore di Grazia dell’epoca, si riteneva che affumicando la lettera, oppure imbevendola di soluzioni a base di aceto la si olera! Quante volte questa potesse purificare, evitando così il piaga ha attraversato la nocontagio. Si procedeva, perciò, alla stra terra, mietendo vittime a cosiddetta “profumazione” con una migliaia, e lasciandosi dietro intere operazione che veniva effettuata famiglie distrutte, case bruciate, mediante tagli della carta dai quali morti seppelliti in enormi fosse immettevano i liquidi o, a seconda comuni, come accadde nella zona dei casi, fumi disinfettanti. dei «Cappuccini» o «intasando» i ciA seguito di ciò la carta assumeva miteri parrocchiali tanto da rendere un tipico e riconoscibile colore necessaria la creazione di un Campo brunastro come il nostro piegoSanto? postale, e non mancano casi in cui le Sulla facciata della chiesa di San amministrazioni postali interessate Rocco, meglio conosciuta come adottarono dei bolli accessori per chiesa della Madonna Addolorata, documentare l’avvenuta disinfestaè ben visibile un ex voto maiolicato zione: “netta dentro e fuori” come dedicato al Santo per la fine del si usava per le poste dello Stato colera del 1854: dove non poteva la Pontificio. scienza medica, non rimaneva che la L’ex voto maiolicato sulla facciata di S. Rocco Tornando al nostro plico, al speranza nell’aiuto divino. quale furono apportati i tagli Nei secoli i medici si sono inche vedete evidenziati dalle ventati i più svariati metodi per frecce, occorre ricordare che in sconfiggere il colera e le altre quell’anno nel napoletano era pestilenze, andando per tentativi scoppiata una terribile epidemia applicando le «conoscenze» di colera: solo dal primo al dieci mediche del tempo. Questo di settembre ci furono 3337 casi metodo di prevenzione è stato accertati. Il fatto fu eclatante l’ultimo tentativo empirico usaal punto che anche il Re, trato fino al 1887. I collezionisti La busta con i tagli ai quattro lati per la sterilizzazione sferitosi nella nostra terra per di storia postale, di quella apprudenza, per sincerarsi delle passionante tematica chiamata «prefilatelia», cioè «la posta prima del affumicato» e vediamolo nei dettagli. Il condizioni della città e della popolaziofrancobollo» conoscono bene il sistema colore è bruno chiaro, ma l’aspetto di ne, tornò in visita a Napoli dove pare che veniva adottato, e l’esempio è dato maggior curiosità è rappresentato però che la gente gli gridasse “Maestà nun da questo piego postale post-unitario nella busta, dai tagli laterali di disinfe- è u’ culera ...è a famm’!…..” ritenendo evidentemente quest’ultima più dannoche il dott. Carmine Tabarro ha in col- stazione. lezione. La pratica di disinfettare la corrispon- sa per la salute pubblica della malattia Me lo ha mostrato, spiegandomi che denza ci racconta di un periodo in cui stessa. Con i progressi della scienza già prima dell’avvento del francobollo si riteneva ingenuamente che le lettere medica e l’identificazione dei microbi le lettere provenienti da zone colpite provenienti da regioni o da Stati ove era responsabili delle malattie infettive, fu da epidemie venivano «trattate» in un in corso una epidemia potessero essere chiaro che la carta non avrebbe potuto veicolare il contagio e così, nel marzo certo modo per sterilizzarle. in qualche modo bonificate. Sezioniamo, dunque, questa «lettera Questa pratica era adottata perché, del 1887, la prassi di disinfettare le affumicata», pardon, questo suo «piego basandosi sulle conoscenze scientifiche lettere ebbe termine. C 54 LE CELEBRAZIONI Antonio Marino ritorna su una questione rimasta irrisolta: il ritorno delle spoglie ad Aversa Jommelli, la vera storia dei resti mortali Quando spirò nel 1774, il musicista fu sepolto dal fratello monaco nel cortile di una chiesa di Capodimonte dipendente dai Padri Agostiniani. Successivamente le ossa furono deposte nella Chiesa di S.Agostino alla Zecca per interessamento del Conservatorio di San Pietro a Majella Antonio Marino N 56 ei trecento anni della nascita di Niccolò Jommelli non si può non ritornare sull’irrisolta questione dei resti mortali dell’illustre musicista aversano del Settecento. Jommelli spirò nell’estate del 1774. Aveva sessant’anni e fu sepolto, secondo l’usanza dei tempi, dal fratello monaco nel cortile di una chiesa di Capodimonte... dipendente dai Padri Agostiniani. Distrutta in seguito la chiesa, tutto l’arredo venne trasferito altrove. Le ossa di Jommelli, composte in un’apposita cassetta, furono deposte nella Chiesa di Sant’Agostino alla Zecca... per interessamento del Conservatorio di San Pietro a Majella. Trascorrono gli anni e la cassetta, abbandonata a se stessa, finisce con l’essere dimenticata, tanto che se ne perdono le tracce. Nel 1912, nell’approssimarsi del bicentenario della nascita del musico, il Comune di Aversa reclama la cassetta, ma i monaci rispondono con un diniego... non spaendo più dove fosse. La questione dei resti di Jommelli ritorna attuale nel 1924, quando Salvatore di Giacomo viene a sapere dall’amico Ulisse Prota Giurleo del ritrovamento dell’agognata cassetta. Con un accorato appello Salvatore di Giacomo si rivolge allora al Sindaco di Napoli e al Commissario Prefettizio che reggeva il Comune di Aversa, Tommaso Picazio, nella speranza di salvare i resti e celebrare degnamente il musico. L’urna funeraria di Jommelli si trovava abbandonata tra migliaia di altre ossa alla rinfusa in fondo al pozzo orrendo dell’ipogeo della Cappella di San Tommaso di Villanova nella Chiesa di S. Agostino alla Zecca. Una sorta di buca profonda colma di como rimase inascoltato. Si ottenne solo La questione dei resti che la cassetta, rimossa e ripulita, venisdi Jommelli ritorna attuale se collocata in un posto migliore, in uno nel 1924, quando Salvatore dei locali a pianterreno della Chiesa. 1924 in avanti tutti gli intereessadi Giacomo viene a sapere Dal menti e i tentativi per trasportare i resti dall’amico Ulisse Prota di Nicolò Jommelli ad Aversa, effettuati Giurleo del ritrovamento in tempi alterni ora dai responsabili del dell’agognata cassetta. Comune (soprattutto quando era sindaco Ma l’appello finì nel vuoto! Mimì Pirozzi) ora dai responsabili della locale Pro Loco, non hanno mai sortito gli esiti desiderati. La questione viene ripresa con il giusto piglio a seguito della campagna di sensibilizzazione condotta dalla Gazzetta Aversana nell’avvicinarsi del bicentenario della morte del grande musico (1974). Il compianto cavalier Salvatore De Santis, Presidente della locale Sezione del Fante e membro della Pro Loco (che dovrebbe avere il carteggio completo) si fa autorizzare dal Vescovo Antonio Cece e parte risolutamente per Napoli. Quivi ha modo di vedere l’urna funeraria di Jommelli dopo essersi incontrato con Padre Lugi Mennino che era il rettore della Chiesa di S. Agostino alla Zecca. Niccolo Jommelli da una litografia del 1836 Mennino, che conosceva Aversa per essere stato per macabri mucchi di povere ossa che dieci anni presso il locale complesso fungeva da espurgo di tutte le sepolture del Carmine, promise il suo appoggio della chiesa e dell’annesso convento. La per esaudire le legittime richieste degli cassetta si evidenziava per le sue iniziali aversani. Va aggiunto che fissa anche (N.J.) incise sulo zinco. Nella faccenda una data per la restituzione ufficiale delsi intromise anche il Conservatorio di lo scrigno contenente i resti (il teschio San Pietro a Majella promettendo un e qualche ossa). Ma l’entusiasmo di De contributo economico. Tanto rumore Santis non dura molto. 1 - continua per nulla! L’appello di Salvatore di Gia- L’EVENTO «Visiva», il secondo appuntamento di Esagono riscuote un grande successo Narrare architetture, i luoghi di Davide Vargas La mostra, curata da Giuseppe Albanese, si è aperta il 20 marzo nello showroom di viale della Libertà. A presentare Vargas sono stati Enrico De Cristofaro, Beniamino Servino e Giampaolo Graziano. Intervenuti anche Pasqiuale Belfiore e Raffaele Cutillo Giuseppe Cristiano I 58 l secondo appuntamento di “Visiva”, la rassegna di mostre sulle arti visive e applicate, organizzate dall’Esagono di Gianni Bo, ha aperto le porte dello showroom di viale della Libertà ad Aversa ai lavori dell’architetto Davide Vargas. “Narrare architetture. I luoghi di Davide Vargas”, questo il titolo della mostra curata dall’arch. Giuseppe Albanese e che sarà visitabile fino al 3 aprile prossimo. Aversano, classe 1956, Davide Vargas è certamente una delle menti più innovative tra i professionisti della nostra città. Intellettuale, architetto-letterato, come lo ha definito Alessandro Mendini, oltre Gianni Bo a svolgere l’attività professionale con riconosciuto successo, vanta una ricca produzione letteraria come scrittore. Per Vargas transitare dalla scrittura all’architettura, dall’immaginario al costruito, dalla parola scritta alla materia è un esercizio necessario ad affinare la sua poetica, per nutrire continuamente la sua creatività e sperimentare nuovi linguaggi. Il medium che utilizza per passare da un luogo – la scrittura - ad un altro – l’architettura - è, appunto, la poesia. L’inaugurazione della mostra di Davide Vargas è avvenuta il 20 marzo. A presentare l’architetto aversano, nelle vesti di padrone di casa, c’era Gianni Bo che, dopo aver ringraziato i presenti, ha sottolineato come la rassegna, dopo l’esordio dedicato alle opere di Bartolo D’Angelo, punti ad altri appuntamenti di qualità, annunciando che uno dei L’EVENTO Aversa. Un architetto che è anche molto impegnato per il sociale e questo non può che fargli onore”. Ha preso, poi, la parola l’arch. Beniamino Servino che ha parlato della pluridecennale attività di un architetto “molto attento”. “Davide riesce a raccontare con le sue architetture se stesso La presentazione della mostra di Vargas prossimi eventi sarà dedicato alla memoria dell’indimenticato architetto Ugo Santoli. Ad introdurre i lavori è stato il presidente dell’Ordine provinciale degli Architetti, Enrico De Cristofaro, che ha avuto naturalmente parole di elogio per Davide Vargas, amico di vecchia data e compagno di studi universitari. “Vargas - ha detto De Cristofaro – è un architetto concreto. Le sue realizzazioni sono frutto di ricerche e di studi continui. Ringrazio Davide per quello che ha fatto e per quello che fa per la città di Vargas è una delle menti più innovative tra i professionisti cittadini. Intellettuale, architetto, letterato. “Ho tentato di dire qualcosa di più attraverso la mia architettura, cercando anche di comprendere le ragioni delle mie scelte» ed il rapporto quasi identitario di queste con il suo territorio. Lui nell’architettura ricerca la gergalità e la gergalità nell’architettura è il segreto per la sua riconoscibilità. Quando Davide riesce ad essere vero perché si libera della paura di mostrarsi allora è quella la sua vera poesia”. A parlare invece del Davide Vargas scrittore ci ha pensato il prof. Giampaolo Graziano. “La capacità di Vargas – ha sottolineato Graziano – è quella di passare da un linguaggio all’altro e di mettere questi linguaggi a profitto, rendendoli funzionali ad un medesimo discorso. La sua scrittura è attenta in maniera quasi maniacale alla parola; Vargas crede nella scelta del lessico come elemento fondamentale del discorso ancora prima che il discorso metta insieme contenuti. E la sua stessa scelta di puntare ai racconti, per ricondurre le sue ragioni di scrittore a quelle di progettista, mi fa pensare all’amore per il dettaglio, per il singolo manufatto, per una singola esperienza di bellezza”. A concludere la serata è stato lo stesso Vargas che ha, prima, ringraziato l’Esagono, mettendo in evidenza “il coraggio” di Bo, in un periodo di crisi come quello che l’economia sta attraversando, “di investire ed aprire ad eventi ed attività che solo teoricamente non portano a nulla” e, poi, ha parlato diffusamente della sua esperienza di architetto, sottolineando il suo tentativo “di dire qualcosa di più attraverso l’architettura, cercando non solo di dire ma anche di comprendere le ragioni di queste scelte”. 59 LA STORIA Don Peppino Diana ricordato dal suo istituto, l’Isis «Volta» di Aversa I colleghi di scuola: «Noi... l’eredità di don Peppe» L’intervento più siginificativo è stato quello di don Franco Picone, successore di don Peppino alla guida della parrocchia di S. Nicola a Casal di Principe: «Don Peppe è ricordato perché era una persona autentica ed eccessiva, perché non si può amare senza essere eccessivi» Michele A. Gioia «N 60 oi … l’eredità di don Peppe». Don Giuseppe Diana, il prete anticamorra ammazzato vent’anni fa, è stato commemorato anche ad Aversa. A farlo è stato l’Isis “Volta”, l’istituto che aveva don Peppe Diana come stimato docente. Il 21 marzo il simbolo della legalità di queste terre è stato ricordato nella sede di via dell’Archeologia con la presenza anche di ex docenti ed ex alunni dell’Istituto. L’iniziativa, voluta dal dirigente scolastico Laura Orsola Patrizia Nicolella e dal corpo docente, si è svolta in collaborazione con la Curia di Aversa, con il Comune di Aversa, con l’Associazione “Libera” e con il “Comitato L’introduzione del dirigente scolastico Nicolella Don Diana” coordinato da Valerio Taglione. A conclusione dell’evento, è stata inaugurata, all’ingresso del plesso scolastico, un’opera d’arte del maestro Mario Rossetti, dal titolo “Martire”, dedicata a don Peppe Diana e piantato un albero che vuole rappresentare il seme di quella pianta, quella della legalità, che oggi sta portando i suoi frutti. A moderare l’incontro è stata la giornalista Lidia de Angelis che ai ragazzi del “Volta” ha presentato l’iniziativa, i suoi obiettivi, e gli autorevoli relatori presenti. L’introduzione A PALAZZO PARENTE ANTONIO SANTI E LA «FESTA DELLA PRIMAVERA» Riapre il punto shop Unicef C ontinuano le iniziative dell’Associazione Gaetano Parente. E così palazzo Parente diventa un vero e proprio faro di cultura ad Aversa. Dal 21 al 23 marzo si è tenuta la “Festa di primavera”, voluta dall’animatore principale di palazzo Parente, l’avvocato Antonio Santi, discendente del primo Sindaco di Aversa, del quale perpetua il buon nome attraverso lodevoli iniziative. La “Festa della primavera” si è aperta con una tammurriata proposta da un gruppo aversano ed è poi proseguita con un vero e proprio mercatino che ha inteso valorizzare l’artigianato locale: ceramiche, gioielli, pelletteria e tutta una serie di autentici piccoli gioiellini. A corredo della festa due mostre. Una prorogata visto il successo ottenuto: si tratta di “Morsura Mediterranea” proposta dal Laboratorio di Nola di Vittorio Avella e Antonio Sgambati che propone incisioni e libri d’arte pregevolissimi. L’altra dedicata al musicista Luigi Esposito che espone le sue opere pittoriche. Una mostra dal titolo “Il segno alato e gli abissi sonori” che nel suo finissage, il 24 marzo, ha visto la presentazione del libro di Luigi Esposito “Un male incontenibile, Sylvano Bussotti artista senza confini” e Fabio Di Lella che ha eseguito “Libro di canti ed incanti” ancora di Luigi Esposito. Il tutto condito dall’assaggio di specialità enogastronomiche locali proposte da “Vintage e Cucina” di Diego Sarra co- Antonio Santi adiuvato da Francesca Prisco. Oggi 30 marzo riprende a funzionare il “Punto Shop dell’Unicef”, con la partecipazione delle scuole, che esporrà prodotti Unicef e prodotti di artigiani locali. C’è attesa per la presentazione dei gioielli di Giodà di Maria Pia Ruffo, delle borse di Oreste De Rosa e dell’anteprima della cioccolateria Oliva che proporrà in anprima la torta di rose e la colomba ai cereali antichi. LA STORIA all’incontro e i saluti istituzionali sono toccati al dirigente scolastico Laura Orsola Patrizia Nicolella. Sono poi iniziati gli interventi. Quelli dell’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Caserta, Franca Cosima Cincotti, del vice presidente della Provincia di Caserta, Gianpaolo Dello Vicario; del Sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco, dell’on. Antimo Cesaro, dell’assessore alla pubblica istruzione del comune di Aversa, Nicla Virgilio, del senatore Lucio Romano. Commovente la lettera a don Peppino Diana dell’ex Vicario della scuola e collega di don Diana, signor Pinto. La conclusione dell’incontro è stata affidata a don Franco Picone, parroco della chiesa di San Nicola a Casal di 61 L’inaugurazione dell’opera d’arte Principe che era stata di don Peppe. Ed è stato questo l’intervento più significativo della giornata: “Mi capita ogni giorno – ha detto don Picone - di passare per quel corridoio dove don Peppino è stato ucciso vent’anni fa, dove ha avuto l’ultimo suo sguardo. E la cosa più bella che sento oggi è essere quello sguardo che oggi continua e vede il cambiamento. In venti anni c’è stato un grande cambiamento a Casal di Principe e nelle coscienze dei giovani. Don Peppino voleva generare un futuro nuovo per questi ragazzi. Don Peppe è ricordato perché era una persona autentica e soprattutto perché era una persona eccessiva, perché non si può amare senza essere eccessivi. Don Peppino volle scrivere “Per amore del mio popolo” assieme a tutti gli altri preti della forania di Casale perché capì che era importante stare insieme. E’ questa la sua lezione principale: la necessità di combattere insieme”. Successo per l’iniziativa di AversaDonna in un noto locale Fausta Vetere si è esibita ad Aversa Il tutto rientra nel progetto il Teatro Cerca Casa, un nuovo modo per fruire spettacoli, illustrato per l’occasione da Ileana Bonadies, con il motto «Se Maometto non va alla montagna…..» Federica di Santo S 62 uccesso per l’iniziativa di AversaDonna “Un aperitivo con…” tenutosi in un noto locale della città normanna. Protagonista la voce di Fausta Vetere protagonista da anni del celebre gruppo musicale “Nuova Compagnia di Canto Popolare”. Il gruppo nato alla fine degli anni Sessanta da una idea di Eugenio Bennato con Giovanni Mauriello e Carlo d’Angiò, ai quali si unirono dopo poco, Nunzio Areni, Peppe Barra e appunto Fausta Vetere, è stato il protagonista indiscusso in Italia della musica popolare della tradizione partenopea e non solo. A curare la ricerca filologica e musicale del gruppo uno dei massimi esperti del settore, il maestro Roberto De Simone. A metà degli anni Settanta, dopo alcuni addii tra cui quello di Bennato che nel frattempo aveva intrapreso la carriera di solista, entrò (1976) nel gruppo anche Corrado Sfogli, diventato l’inseparabile compagno di Fausta Vetere (i due nella foto), presente con la sua maestria di valente chitarrista anche sul palco per la performance voluta da AversaDonna. Il tutto rientra nel progetto ideato da Manlio Santanelli, il Teatro Cerca Casa, un nuovo modo per fruire spettacoli, illustrato per l’occasione da Ileana Bonadies, con il motto “se Maometto non va alla montagna…..”. Fausta Vetere, accompagnata appunto da Corrado Sfogli, si è esibita in un excursus della canzone partenopea, partendo dalle vil- lanelle cinquecentesche sino ad alcuni classici della canzone napoletana, da “A’ Vucchella”, il cui testo è di Gabriele D’Annunzio, a “Canzone Appassiunata” di E. A. Mario, il grandissimo autore che la stessa Vetere conobbe da bambina, ed ovviamente non sono mancate canzoni di successo come “Pe’ dispetto”, con la quale la Vetere, Sfogli e company (NCCP) vinsero il premio della critica a Sanremo nel 1993. “Sono soddisfatta - ha detto Nunzia Orabona presidente e fondatrice del sodalizio aversano - perché l’iniziativa è riuscita benissimo in un momento di crisi in cui ad Aversa ci si è quasi disabituati alle iniziative culturali. Ci avvicinaiamo al ventennale, un traguardo molto sentito. Per il futuro si vedrà!”. L’Arcivescovo di Milano nella Cattedrale parla di speranza e di giovani Il cardinale Scola ad Aversa I l Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, una delle personalità più importanti della Chiesa, è venuto nella cattedrale aversana a parlare di speranza. In una chiesa, dove non vi era alcun rappresentante delle istituzioni politiche aversane, ad eccezione del senatore Lucio Romano, l’illustre prelato è stato accolto dal nostro vescovo Angelo Spinillo. Per circa due ore l’arcivescovo di Milano ha parlato, con grandissima chiarezza, di speranza, in una terra quella nostra che ne ha davvero sete. “Bisogna promuovere - così il Cardinale Scola - la cultura dell’incontro, del confrontarsi come ci insegna Papa Francesco”. Non è mancato un inequivocabile riferimento a Don Peppe Diana e all’impegno dei politici sul nostro territorio. “A venti anni della sua scomparsa, ci insegna che i cristiani sono chiamati ad impegnarsi con maggior vigore ed energia in quell’eminente forma di lavoro e carità che è la politica, intesa nel senso più ampio”. Ci vorrebbero intere pagine per ricordare tutti i momenti di quel prezioso incontro e siamo sicuri, come ha già annunciato il nostro vescovo Angelo Spinillo, che la relazione insieme alle altre tenutesi in Cattedrale verranno pubblicate a cura della Diocesi, restando così testimonianza viva ed impressa nel tempo. Noi concludiamo con alcune battute scambiate con il Cardinale Scola. “Sono venuto con piacere ad Aversa. Non ho visto molto, ho fatto una passeggiata guidato dall’ottimo don Ernesto Rascato nei pressi della Cattedrale che devo Angelo Scola con Giuseppe Lettieri dire è davvero un’opera d’arte eccezionale. Ho notato poi in questa giornata aversana che avete una diocesi con tanti valenti e giovani sacerdoti, ed anche durante la relazione ho rilevato la presenza di molto giovani e questo sicuramente è testimonianza di vitalità del territorio che, seppur afflitto da tante problematiche, può farcela!”. Speranza Cardillo
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