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N. 17 | ANNO XVII | 16 NOVEMBRE 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it
SI DIMETTE
ANCHE FUSCO,
PER SAGLIOCCO
VIA LIBERA
ALLA VERIFICA
POLITICA
Jommelli/Cimarosa, il
Festival parte da Roma
GIANNI BO
DELL’ANCE:
«COSI’
SI BATTE
LA CRISI
EDILIZIA»
ARRIVA DA
CAGLIARI
L’AVVOCATO
CHE AIUTERA’
ADELE IAVAZZO
CONTRO L’ASL
Nicole Iavazzo,
Milone per il Rotary
a 16 anni
ha raccontato
la storia della Rai è già campionessa
PRIMO PIANO
Ciaramella tradito dagli
ex discepoli ma va avanti
L’INTERVENTO
Quando si fanno belli
con le penne del pavone
CRONACA
Con Jammer...
il furto è servito!
L’INIZIATIVA
I supermercati Nugnes
aprono ai prodotti tipici
Via Roma, pronti per il restyling ma i commercianti ora si oppongono
«A Natale non vogliamo cantieri»
L’EDITORIALE
STORIA NOSTRA
SOMMARIO
sulla citta
06 L’occhio
che ...spaventa tutti!
I Cinque Stelle
16 per la «Maddalena»
La querelle/ Sette
20 taxi sono troppi
matrimonio
36 Il«gayamente»
inteso
del palazzo
44 Ladelstoria
Sedile di S. Luigi
Il Rotary e la storia
62 della televisione
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
Anno XVII n° 17 - 16 Novembre 2014
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
Coordinamento Editoriale
Vito Faenza
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Fotografie
Nicola Baldieri
Editore
Associazione Dimensione Cultura
Periodico registrato presso il Tribunale
di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998
Redazione
Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)
Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510
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PERIODICO ASSOCIATO
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
(Con Tessera n. 15558)
di Giuseppe Lettieri
L’EDITORIALE
Jommelli/Cimarosa
Festival al via
S
ono tanti gli spunti di riflessione
emersi in queste due ultime
settimane anche se lo spazio
stringato dell’editoriale non ci consente
di affrontarli tutti. A cominciare dal
tanto strombazzato Jommelli/Cimarosa
Festival che, dopo mesi di annunci, finalmente ha preso il via nel “ritrovato”
Sedile di San Luigi. Un centinaio di
persone, Sindaco compreso, hanno celebrato l’avvio di questa manifestazione
che cade nel trecentesimo anniversario
dalla nascita di Niccolò Jommelli. Il
Sedile di San Luigi è un luogo della
memoria storica cittadina che dal 2004
ci ha visti in prima linea per strapparlo
dal degrado (in occasione di «Aversa
Città d’Arte» ripulimmo quel sito,
con alcuni volontari tra cui l’attuale
vicesindaco Nicla Virgilio, aprendolo
in una giornata di primavera, con oltre
duemila visite e con tanto di petizione,
che poi protocollammo al Comune, per
scuotere la politica e l’allora sindaco
Ciaramella). Qualche anno dopo, anche
attraverso il prestigioso FAI, riuscimmo
ad ottenere lo stanziamento dalla Giunta Ciarammella, ormai a fine mandato,
di centomila euro per il suo recupero.
Sono questi i soldi che il Sindaco Sagliocco ha utilizzato per il suo recupero
anche se, all’inizio del mandato, bloccò
i lavori già in itinere.
Molti addetti ed anche semplici cittadini hanno criticato il restauro, che
appare quanto meno incompleto. Certo,
le mattonelle dell’unica sala fruibile
sono davvero dozzinali e bruttine, si
poteva pensare a qualcosa di meglio,
così come la lapide all’ingresso della
stessa sala poteva esser oggetto di una
semplice pulitura. Ma siamo ad Aversa,
non pretendiamo mica la luna!
Tornando alla musica e alla programmazione del Festival rispetto a quanto
è statos speso abbiamo diversi dubbi,
ma ci auguriamo di essere smentiti ...in
corso d’opera. Va notato che tantissimi
musicisti aversani non appaiono nel
cartellone né tantomeno ci risulta un
reale coinvolgimento delle associazioni
cittadine (tranne un paio di rarissime
eccezioni), associazioni che dovranno
limitarsi a presenziare ai concerti e
agli incontri, poiché soltanto questo è
il contributo loro richiesto. Per il resto
non possiamo che augurarvi buona
Domenica!
La Vignetta di Alessio D’Elia
AVERSANI A NEW YORK
Consigliere Paolo Galluccio,
chi l‛ha mandata
alla Maratona?
Il Sindaco. L‛aveva
detto che ci avrebbe
fatto correre!
3
PRIMO PIANO
Le dimissioni di Fusco aprono la strada alla verifica politica ma per Sagliocco i problemi non mancano
Verso una nuova Giunta, è
già finita l’epoca dei tecnici
Il Sindaco una decisione l’ha già presa: si affiderà ad un nuovo vice Sindaco. Con Virgilio non c’è
stato mai feeling. Santulli, Vargas, Capasso e company vogliono passare all’«incasso» e avere loro
uomini nell’organo esecutivo. Il primo cittadino medita la grande (e giustificata) fuga da Aversa?
Nicola De Chiara
C
4
on le dimissioni dell’assessore
Giuseppe Fusco, consuocero di
Paolo Santulli, ma che si è sempre considerato un assessore tecnico, la
verifica politica ad Aversa si è ufficialmente aperta. Sagliocco non può più rimandare, anche perché la Giunta era già
orfana dell’assessore Buondonno, altro
dimissionario. Le dimissioni di Fusco
hanno solo accelerato un processo già in
atto. Il sindaco Sagliocco lo aveva detto
da tempo: “verifica a metà mandato».
Lo scenario immediato è quello di un
azzeramento delle deleghe agli Assessori che, in pratica, rimarranno in carica
solo per l’ordinaria amministrazione
Peppe Sagliocco
e fino a quando la politica non avrà
trovato la quadra sull’assetto del futuro
organo esecutivo.
«A questo punto bisogna aprire una
nuova fase e dare all’esecutivo un nuovo
assetto. Ci sarà, quasi certamente, un azzeramento globale per giungere ad una
nuova formazione che non può non tener
conto delle quote rose. Nell’esecutivo
dovranno esserci almeno tre donne”.
Questo ha dichiarato il Sindaco ma dalle
intenzioni ai fatti la strada è lastricata di
ostacoli. Forza Italia vorrebbe ripresentare Elia Barbato e Nicla Virgilio. In
realtà gli azzurri con soli due consiglieri
in sella (Tozzi e Luciano) difficilmente
potranno spuntarla. E poi se Luciano
sponsorizza Barbato, Tozzi difficilmen-
PRIMO PIANO
te abbraccerà di nuovo la causa di Nicla
Virgilio. Su Virgilio sembra abbia posto
un veto lo stesso Sagliocco: tra i due non
c’è stato mai feeling e il vice Sindaco
in carica non si è presentata neanche in
Assise per la seduta sul Bilancio. Una
decisione Sagliocco l’ha già presa: il
futuro vice Sindaco dovrà essere una
sua espressione perché se dovesse candidarsi in aprile alle Regionali il vice
Sindaco prenderebbe in mano le redini
del comando. Serve, dunque, una persona «affidabile» che non ha individuato
nella Virgilio. Gli azzurri hanno messo
gli occhi anche su una delega delicata
come quella dell’Urbanistica; anche in
questo caso Sagliocco farà di tutto per
mantenerla nelle mani del pupillo Ninì
Migliaccio che, sostenuto anche dal presidente della Regione Caldoro, potrebbe
Ce n’è abbastanza per far
prendere a Sagliocco la
decisione che ...non vorrebbe
prendere: mandare tutti a
quel paese e ricandidarsi
alle Regionali. Con buona
pace di ...noi aversani!
essere il suo nuovo vice. La Virgilio
potrebbe anche lasciare, barattando il
suo posto in Giunta con una candidatura
alle Regionali alla quale sembra tenere
tanto. Ma con tutto quello che sta succedendo nel partito azzurro varrebbe la
pena fidarsi?
Le dimissioni dei due assessori tecnici
aprono la via al sicuro ritorno di una
Giunta politica. Fino a Natale non si farà
niente, anche perché i problemi Sagliocco li troverà non soltanto in Forza Italia.
I tre ex azzurri (Di Grazia, Costanzo e
Della Vecchia) non chiederanno un loro
rappresentante in Giunta: più comodo
agire come stanno facendo da assessori “aggiunti”. Ma Santulli, Vargas,
Capasso e company vogliono passare
all’«incasso» e avere loro presenze
in Giunta o magari essere loro stessi
catapultati nell’esecutivo. Insomma, ce
n’è abbastanza per far prendere a Sagliocco la decisione che ...non vorrebbe
prendere: mandare tutti a quel paese e
ricandidarsi alle Regionali. Con buona
pace di ...noi aversani!
5
LA NOTA
Il Puc vero nodo che tiene insieme la maggioranza che sostiene Sagliocco? Lo pensa la minoranza
L’occhio sulla città
che ...spaventa tutti!
I consiglieri di opposizione chiedono un uso razionale e lo sviluppo ordinato del territorio con minimo
consumo di suolo, la tutela dell’identità culturale, la promozione dell’architettura contemporanea e la
qualità dell’edilizia pubblica e privata, ma anche pubblicità, consultazione e partecipazione dei cittadini
Nicola Rosselli
E’
6
allarme Puc nella città normanna. Da tempo andiamo
indicando (Cassandra inascoltata) questo strumento di pianificazione
come il vero nodo che tiene legata questa
maggioranza di centro destra. Il Puc sottintende un’idea di città che negli ultimi
tempi, le diverse amministrazioni che
si sono succedute, hanno dimostrato di
non avere o, per essere buoni, di averla
abbastanza confusa. Sul tappeto ci sono
grandi aree e grandi interessi come la
vicenda della Maddalena o quella della
Texas. I destini di queste due vicende
simbolo andranno ad ipotecare parte del
futuro della nostra città, influenzando
la qualità della vita non solo nostra, ma
anche dei nostri figli e nipoti.
Ad oggi c’è il vuoto cosmico sull’argomento. Unica presenza quella dell’Udc.
«Non è vero che tutti i componenti della
commissione edilizia sono d’accordo
che l’incarico per la redazione del Puc
sia stato affidato all’ufficio tecnico
comunale. L’Udc ha presentato un proprio documento che dice esattamente il
contrario e che ha trovato l’appoggio
di buona parte dell’opposizione» ha
affermato Augusto Bisceglia, consigliere comunale Udc che continua: «Ad
oggi, e mancano oramai poco più di
sette mesi per l’approvazione, trascorsi
due anni, ad Aversa non si è nemmeno
insediato l›ufficio di piano, come recitava l›indicazione della determina di
giunta proposta dall›assessore. Il quale,
contraddicendo se stesso non solo ha disatteso, con la citata determina, impegni
assunti con noi e la collettività, ma anche
con i rappresentanti degli ordini professionali. Il Puc è l’atto amministrativo
che delinea e conforma i destini delle
comunità. Con esso vengono coinvolti
Aversa, il Puc che fa paura
«Non è vero che tutti i
componenti la commissione
edilizia sono d’accordo che
l’incarico per la redazione
del Puc sia stato affidato
all’ufficio tecnico comunale»
interessi di molteplice natura: sociali,
culturali, economici, ambientali, ecc.
E’ per questo che “la politica”, a cui è
demandato questo gravoso compito, sia
preparata alla grande responsabilità di
cui deve farsi carico. Noi, consapevoli di
dover assolvere tale compito nel rispetto
del mandato democratico ricevuto, non
ci sottraiamo all’impegno di dotare la
città di uno strumento indispensabile
ad un suo processo di sviluppo ordinato
che salvaguardi gli interessi di tutti e
promuova la coesione sociale».
I consiglieri di opposizione indicano
anche delle linee guida che sono le
stesse perseguite dalla normativa vigente: sostenere un uso razionale e lo
sviluppo ordinato del territorio con
minimo consumo di suolo; tutelare
l’identità culturale; promuovere
l’architettura contemporanea e la
qualità dell’edilizia pubblica e privata, prevalentemente attraverso il
ricorso a concorsi di progettazione;
assicurare pubblicità, consultazione
e partecipazione dei cittadini.
Da qui la richiesta di dare vita
all’urbanistica partecipata, che vede
la necessità, se non obbligatorietà,
di conciliare gli interessi privati con
quelli pubblici. Passa per questa
strada maggiormente - secondo
i consiglieri Udc - il processo di
riqualificazione delle periferie con
interventi di ristrutturazione urbanistica
attenti al riequilibrio di servizi in esse
carenti utilizzando anche ipotesi di rideterminazione delle densità al fine di non
consumare suolo per soddisfare la domanda edificatoria. Il secondo obiettivo
è perseguibile per Bisceglia e compagni
sulla base di una preliminare considerazione della svolta epocale della identità
che , con la istituzione della università
e, ultimamente, del tribunale, Aversa va
ad acquistare allargando i propri confini
culturali oltre quelli tradizionali della
conurbazione aversana.
L’accento viene posto anche sulla
necessità di una reale “democrazia
urbana” che l’assessore all’urbanistica,
nell’incontro avuto con la cittadinanza,
ha promesso di praticare nel processo di
formazione del Puc. Protagonista attiva
per il consigliere Augusto Bisceglia
deve essere la cittadinanza in un quadro
di trasparenza e di condivisione delle
scelte pianificatorie in tutte le sue fasi.
Quale la soluzione? «La trasparenza e la
qualità si assicurano con l’adozione di
criteri di scelta tra proposte concorrenti
senza pregiudizi e preclusioni».
IMPRESA
Abbiamo incontrato il vice presidente dell’Ance di Caserta, che rappresenta le imprese edili
Bo: «Così si batte la crisi»
Con l’imprenditore aversano un’intervista a tutto campo sulla crisi dell’edilizia e del mercato
immobiliare nel nostro territorio. «Per le imprese fondamentale l’accesso al credito»
Italia Mauriello
A
8
bbiamo incontrato l’imprenditore aversano Gianni Bo, vice
presidente dell’Ance di Caserta,
costituita nell’ambito dell’Associazione
industriali provinciale e che rappresenta
ed associa le imprese edili del territorio.
Con Bo parleremo soprattutto della crisi
dell’edilizia che sta affliggendo anche
l’Agro aversano.
Bo, il settore edilizio è davvero in
coma profondo?
Il 2014 rappresenterà il settimo anno
consecutivo di crisi. Dal 2008 il settore
delle costruzioni ha perso il 31,7 per
cento degli investimenti pari a circa
58.800 milioni di euro, collocandosi
su un livello paragonabile a quello del
1967.
Siamo, secondo lei, alla vigilia di uno
Gianni Bo con Susanna Camusso
scenario apocalittico, che ci deve
davvero preoccupare?
Rispondo
con
un solo dato: Per
quanto riguarda la
Provincia di Caserta
dall’inizio della crisi ad oggi la massa
salari si è quasi
dimezzata! Dai 94
milioni del 2008 si è
passati ai 49 milioni
del 2013, con un
calo complessi­vo
pari al 48 per cento
circa.
Quali sono le principali criticità del
comparto in Terra
di Lavoro?
La costruzione di
alloggi socia­li non è
ancora regolata in questa provincia. Il
Genio civile opera con grande lentezza.
IMPRESA
Il pregiudizio delle banche nei confronti
della filiera è sconvolgente. Le imprese
edili sono quasi tutte considerate a
rischio default. Ma è anche vero che il
recente Decreto Legge «Sblocca Italia»
contiene al­cuni interventi interessanti,
con importanti segnali di attenzione
verso l’edilizia quale motore per la ripresa del mercato interno. Mi riferisco,
in particolare, al­l’agevolazione fiscale a
favore di contribuenti, persone fisiche,
che nel quadriennio 2014-2017 ac­
quistano case in classe energetica elevata (A o B) per destinarle alla locazione
a canoni inferiori a quel­li di mercato.
Nello specifico, spet­terà una deduzione
dall’Irpef pari al 20 per cento del prezzo
del­
l’immobile, nel limite massimo di
300.000 euro. La deduzione mas­sima
sarà, quindi, pari a 60.000 euro e dovrà
essere ripartita in 8 quote annuali di pari
importo (7.500 euro l’anno) dal periodo
d’imposta in cui è concluso il con­tratto
di locazione. Queste misure potranno
far riprendere il mercato immobiliare
residenziale che nel nostro territorio dal
2013 è in caduta libera; le compravendite immobiliare nel nostro territorio sono
diminuite del 20 per cento negli ultimi
anni. Rischio di ripetermi, ma sono più
che mai convinto che se riparte il settore
Agro aversano, caschi gialli inoperosi
«Il 2014 rappresenterà il
settimo anno consecutivo di
crisi. Dal 2008 il settore delle
costruzioni ha perso il 31,7
per cento degli investimenti,
circa 58.800 milioni di euro»
delle costruzioni ri­parte il Paese.
Con quali effetti per l’occupazio­ne?
Finora sono andati persi 522.000 occupati (-25,9 per cento). Considerando
anche i set­tori collegati alle costruzioni,
si sti­mano circa 790.000 posti di lavoro
persi. Sono uscite dal merca­to 57.000
imprese di costruzioni e circa 14.000
sono entrate in pro­cedura fallimentare.
Nella nostra Provincia negli stessi anni
le im­prese iscritte al sistema della bila­
teralità sono passate da 3.279 a 2.235,
con una riduzione di circa il 32 per
cento, e gli occupati so­no passati da
12.635 a 11.093, con una riduzione del
12 per cen­to circa.
Cosa è necessario fare, a suo parere,
per far ripartire i cantieri?
Il Governo deve proseguire sulla strada
delle incentivazioni alle ristrutturazioni
edilizie, ristrutturazioni che devono
continuare ad essere attente soprattutto
al risparmio e all’autonomia energetica,
ma non basta. Bisogna intervenire
anche su altri fronti che influenzano
lo sviluppo dell’edilizia: la burocrazia,
i pagamenti della pubblica amministrazione e, non ultima, la corruzione.
L’Italia ha bisogno di un intervento
shock sugli investimenti pubblici e
pri­vati in svariati settori, dalla mobi­lità
al turismo alle telecomunica­
zioni. Il
settore delle costruzioni, giocando un
ruolo trasversale, ne trarrebbe grande
giovamento con forti ricadute occupazionali. Inol­tre, le imprese edili devono
poter rico­minciare ad avere accesso al
credi­to. Questo è fondamentale per far
ripartire il comparto delle costruzioni.
9
LA CELEBRAZIONE
La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate si è tenuta in piazza Municipio
Aversa celebra
il quattro novembre
Lello Ponticelli
D
opo molti anni Aversa è tornata
a celebrare degnamente la storica ricorrenza del 4 novembre,
Giornata dell’Unità Nazionale e delle
Forze Armate, con una suggestiva cerimonia presso il monumento ai Caduti
in piazza Municipio. Per la prima volta
dopo oltre un decennio erano presenti
ad Aversa i rappresentanti di tutte le
quattro Forze Armate oltre ai vari
corpi di polizia per una celebrazione
Due immagini della manifestazione
che, oltre ai caduti di tutte le guerre
ed in particolare ai circa 300 aversani
morti nella Grande Guerra, ha voluto
ricordare anche il Bicentenario della
fondazione dell’Arma dei Carabinieri
in un sincero slancio di riconoscenza
per l’opera degli uomini e delle donne
dell’arma benemerita nella loro lunga
storia. La manifestazione, organizzata
10
dall’Amministrazione
Comunale con la collaborazione del Generale
Cagnazzo, Ispettore Regionale dell’Associazione
Nazionale
Carabinieri,
del Generale Giovanni
Palermo, Presidente della
Sezione aversana dell’Associazione Arma Aeronautica, del Capitano Salvatore
Abate
dell’Aeronautica
Militare e di Salvatore de
Chiara, curatore del Museo
di Storia Militare, ha visto
una numerosa partecipazione degli aversani e dei giovani studenti
di molte scuole cittadine, oltre alla
associazioni d’arma. Le musiche che
hanno scandito solennemente i momenti della cerimonia sono state eseguite
dalla fanfara della sezione di Eboli
dell’Associazione Bersaglieri, giunta al
monumento ai Caduti dopo aver sfilato
in parata lungo via Roma.
Pazienti oncologici, l’Asl ha stanziato fondi integrativi per le loro esigenze
Per i tumori non vale alcun blocco della spesa
L
a ASL Caserta ha stanziato
fondi integrativi per rispondere
alle esigenze dei pazienti oncologici fino al 31 dicembre 2014. La
forte incidenza di patologie tumorali
nella nostra provincia, infatti, ha motivato l’ASL a garantire un’assistenza
completa ai cittadini con diagnosi
oncologica, superando così il blocco
delle attività diagnostiche dei centri
accreditati determinato dal raggiungimento dei limiti di spesa annuali fissati
dalla Regione.
Il cittadino residente in provincia di
Caserta, affetto da patologia oncologica accertata ed esente da ticket per patologia (codice 048) può recarsi presso
la sede della Medina di
Base (UOASB) del distretto sanitario di appartenenza con la prescrizione del
proprio medico curante,
la tessera sanitaria e la
documentazione attestante
la necessità dell’indagine;
e richiedere l’autorizzazione a effettuare esami
quali Risonanza magnetica
nucleare (RMN), Tomografia assiale computerizzata (TAC), Tomografia
a emissione di positroni
(PET) o Scintigrafia presso i Centri
Provvisoriamente Accreditati, il cui
elenco è pubblicizzato sul sito www.
aslcaserta.it .
L’INTERVENTO
Elenchiamo le opere pubbliche attribuite a Sagliocco ma realizzate da Ciaramella
Quando si fanno belli
con le penne del pavone...
«Spulciando, spulciando ci siamo resi conto che la realtà è molto diversa da quella che il collega ed
amico Nicola Rosselli, tratto in errore dalle notizie fornitegli dal primo cittadino o chi per esso, ha fatto
con un lungo elenco di opere di cui l’attuale Amministrazione ritiene di poter menar vanto»
Geppino De Angelis
«P
12
reside ma, al tirar delle
somme, stando almeno a
quanto letto su umo degli
ultimi numeri del vostro periodico,
non è poi del tutto negativa questa
amministrazione comunale se è vero
che sono state realizzate tante opere
pubbliche e tante altre già avviate»:
questo quel che ci ha detto, incontrandoci in edicola, un nostro affezionato
lettore. Un’affermazione, per la verità,
che ci ha fatto attentamente meditare,
quasi quasi convincendo anche noi
sulla effettiva capacità operativa di
Sagliocco and company per cui, spinti
anche dalla curiosità che deve animare
un cronista, abbiamo voluto vederci
chiaro andando a spulciare nell’operato
dell’amministrazione Ciaramella della
quale, peraltro, se la memoria non ci
falla, faceva parte anche l’attuale assessore ai Lavori Pubblici, il nostro amico
ingegnere Elia Barbato.
E, spulciando, spulciando ci siamo resi
conto che la realtà è molto diversa da
quella che il collega ed amico Nicola
Rosselli, tratto in errore evidentemente
dalle notizie fornitegli dal primo cittadino o chi per esso, ha descritto con un
lungo elenco di opere di cui l’attuale
amministrazione ritiene di poter menar
vanto. Convinti come siamo che i
cittadini, ed i nostri lettori in particolare, debbano essere messi al corrente
della realtà, riteniamo opportuno
elencare le opere pubbliche realizzate
concretamente e collaudate dall’amministrazione di Ciaramella, opere erroneamente attribuite all’attuale Giunta
sulla base di dati evidentemente forniti
dal “palazzo”: via Michelangelo e via
Plauto; arredo urbano in via Salvatore
Piazza Savignano, una delle tante opere pubbliche realizzate da Ciaramella
«Come si vede, di quel lungo
elenco cui ci riferisce il nostro
lettore, resta poco o
niente, senza dimenticare che
la Giunta Ciaramella aveva
anche dato il via allla prima
trance del recupero e
restauro conservativo della
casa Cimarosa»
Di Giacomo, via Saporito e via Diaz;
riqualificazione via Drengot e via
Riccardo d’Aversa; riqualificazione di
via Porta San Giovanni e realizzazione
di una piazza; riqualificazione piazza
Savignano e di varie strade; arredo
arbano di via Galileo, via Torricelli, via
Galvani, via Volta, via Tasso, via Dante,
via Cupa Scoppa, via San Biagio, via
Monserrato; viabilità via Ettore Corcioni e via Cilea; riqualificazione piazza
Mazzini; realizzazione attrezzature
di quartiere mercatino rionale Piazza
Giovanni XXIII; realizzazione di un
edificio da destinare a Delegazione
Comunale nel rione delle case popolari;
Palazzo Gaudioso, sede della biblioteca
comunale; riqualificazione dell’area
standard di via Salvatore Di Giacomo;
adeguamento alle norme di sicurezza
delle scuole elementari e materne.
Come si vede, di quel lungo elenco cui
ci riferisce il nostro lettore, resta poco o
niente, senza dimenticare che la Giunta
Ciaramella aveva anche dato il via allla
prima trance del recupero e restauro
conservativo della casa Cimarosa ed
alla riqualificazione dell’area perimetrale del Parco Pozzi: opere realizzate
con i fondi “Più Europa”. Cosa dire,
allora? Non ci resta che ricordare
quel che ci diceva da bambini nonna
Caterina, la nostra amatissima nonna
materna: ricordatevi che nella vita non
bisogna mai farsi belli con le penne del
pavone…
PRIMO PIANO
L’assenza dei consiglieri di maggioranza a Caserta sembra una sconfessione anche per Sarro e De Siano
Ciaramella non riconosciuto
leader ma va avanti
La nomina di Mimmo Ciaramella a coordinatore provinciale Seniores di Forza Italia getta nello
scompiglio il partito ad Aversa. Di fatto i Berlusconiani si sono divisi in due. Ora i coordinatori
regionale e provinciale devono decidere con chi stare
Nicola Rosselli
L
14
a nomina di Mimmo Ciaramella
a coordinatore provinciale Seniores di Forza Italia getta nello
scompiglio il partito ad Aversa. Ciaramella chioama nella sede provinciale di
Caserta tutti i consiglieri e gli assessori
in carica ma gli ex «discepoli» non lo
seguono. Non si presentano all’appuntamento i vari Tozzi, Luciano, Di Grazia,
Costanzo, Della Vecchia, Barbato e Virgilio e l’ex Sindaco va giù duro: “Vorrei
ricordare che i ruoli in politica son ben
definiti. Una cosa è svolgere il ruolo di
amministratore ed altro è la figura del
dirigente di partito che fino a prova contraria non può essere individuato solo
Mimmo Ciaramella
da una parte dei consiglieri comunali.
Forza Italia è un partito serio che ha a
cuore il proprio elettorato e la risoluzione di problemi generali non può essere
gestita ed affidata unicamente a chi è
stato eletto con qualche centinaia di voti.
Prendo atto che la mia disponibilità non
è gradita a questi amici. Io continuerò
per la mia strada perché ho la necessità
di raggiungere quegli obiettivi che, chi
ha inteso darmi fiducia attraverso la mia
nomina, si aspetta da me”.
Forza Italia 2.0 di Aversa intende riorganizzarsi e lo fa in maniera ufficiale.
Dopo la convocazione dei giorni scorsi
di iscritti e simpatizzanti di Forza Italia
da parte del vice presidente dell’amministrazione provinciale Gianpaolo dello
PRIMO PIANO
Vicario (di fatto la carica istituzionale
più importante in città), le redini della
vicenda sono passate, in pratica, nelle
mani di Mimmo Ciaramella al quale, a
quanto pare, il commissario provinciale
Carlo Sarro sembra aver dato un mandato esplorativo per ricompattare il partito.
Non a caso l’ex Sindaco, nella sua nuova qualità, si è immediatamente attivato
per cercare di giungere ad un’intesa tra
i consiglieri comunali per “contribuire
alla riorganizzazione del partito, recuperando il consenso che ci ha permesso
nelle ultime tornate elettorali comunali
di essere la prima forza politica in città;
potenziare l’azione politica del partito
nella città di Aversa anche attraverso
un maggiore e fattivo coinvolgimento
dei consiglieri comunali eletti e degli
assessori”. Per fare questo Ciaramella
ha scelto anche un luogo significativo,
simbolico: la sede provinciale del partito in via Mazzini a Caserta.
Lo stesso due volte primo cittadino
tiene a precisare che il problema è, in
questa prima fase, la riunificazione di un
partito che non può essere lasciato allo
sbando, vanificando un vero e proprio
patrimonio e non l’appoggio o meno
all’amministrazione guidata dal sindaco
Sagliocco, cosa che verrà esaminata
solo in una seconda fase.
Questo revival vede l’attivismo di
diversi esponenti di primo piano della
politica locale: il vice Presidente della
provincia dello Vicario, il consigliere
provinciale Francesco Bortone, i consiglieri comunali Michele Galluccio,
Gino della Valle e Paolo Galluccio, gli
ex assessori Pasquale Diomaiuta, Salvatore Rotunno, Antonio di Santo, Alfonso
Oliva, Isidoro Orabona, Nicola Galati,
Massimo Pizzi Mario Abate e Rosario
Ippone, gli ex consiglieri comunali Domenico Campochiaro, Carlo Amoroso
ed Antonio de Michele oltre a numerosi
esponenti della società civile. “L’idea
è quella di un partito diverso che ci
consulti e che ci interroghi, ha detto l’ex
Assessore Isidoro Orabona, includente e
non escludente, aperto al contributo di
tutti”. Ma la risposta degli ex discepoli
mette oggi in seria difficoltà il coordinatore provinciale Carlo Sarro che, a
questo punto, deve prendere posizione
o a favore dei consiglieri ribelli o a favore di Ciaramella. Anche perché sulla
nomina dell’ex Sindaco c’è la firma del
coordinatore regionale De Siano.
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LA NOTIZIA
Previsto un Convegno il 29 novembre all’ex Macello con parlamentari ed europarlamentari
I cinque Stelle si mobilitano
per salvare la «Maddalena»
Il meetup grillino di Aversa ha promosso gazebo informativi, una petizione cartacea ed una on-line
dal titolo «Salviamo l’ex Ospedale Psichiatrico della Maddalena». Sta, inoltre, lavorando ad un sito
web che si pone l’obiettivo di tenere il lettore sempre aggiornato sulla vicenda
Rosselli Nicola
N
16
on si attenua l’attenzione intorno all’ex ospedale psichiatrico
Maddalena. Su questo tema
il M5S Aversa preannunzia per il 29
novembre un Convegno sul tema.
Oggetto di sciacallaggio e di atti
scellerati, di bandi mal compresi e di
mezze verità. È da anni, ormai, che il
Movimento 5 Stelle di Aversa si batte
per il recupero di quest’area abbandonata. «È lì, infatti, che sorge il primo
Ospedale Psichiatrico di tutto il Regno
d’Italia. Negligenza, cattivo gusto,
indifferenza stuprano - ogni giorno - il
nostro patrimonio».
I 5 Stelle aversani si chiedono: «Ma
quando impareremo ad essere custodi
della storia e delle bellezze paesaggistiche? C’è chi non vuol vedere e chi
si rifiuta di ascoltare, chi si nasconde
dietro un dito e chi fa a scaricabarile.
Siamo stanchi di aspettare e per questo
abbiamo deciso di bussare alle porte
delle istituzioni. A luglio si è rivolto al
deputato campano Salvatore Micillo,
il quale si è mostrato lieto di sposare
questa causa. Senza troppi giri di parole,
è accorso a far visita alla Maddalena,
promettendo un’interrogazione parlamentare, oggi già protocollata e in attesa
di essere calendarizzata».
Il ‘meetup’ grillino di Aversa ha promos-
so gazebo informativi, una petizione
cartacea ed una on-line dal titolo “Salviamo l’ex Ospedale Psichiatrico della
Maddalena”. Sta, inoltre, lavorando ad
un sito web che si pone l’obiettivo di
tenere il lettore sempre aggiornato sulla
vicenda Maddalena. Al convegnod el 29
novembre presso l’ex Macello di Aversa
interverranno il deputato Salvatore
Micillo, la senatrice Vilma Moronese,
l’europarlamentare Isabella Adinolfi.
Ferdinando Imposimato, giudice emerito della Cassazione, su Facebook si è
pronunciato così «Siamo accanto ai cittadini di Aversa che difendono la nostra
storia e la nostra arte dagli attacchi del
potere». CRONACA
Sparite ad Aversa diverse Smart e aumentati i furti negli appartamenti grazie ad un nuovo strumento
A Natale il furto
è servito con ...Jammer!
Jammer ha la capacità di disturbare il segnale di chiusura centralizzata delle porte inviato dal
telecomando del proprietario mentre questi si allontana dalla vettura e, a quanto pare, funziona
anche per isolare i sistemi di allarme negli appartamenti. Dunque, massima attenzione!
Roberta Ruffo
H
anno messo nel sacco due belle
Smart e uno scooter in due settimane: è successo ad Aversa.
Con il Natale alle porte, la crisi economica e un pizzico di criminalità… il furto
è servito! Non si conosce la provenienza
nè il numero di quanti hanno agito, ma i
luoghi scelti sono quelli apparentemente
più improbabili: in una strada affollata,
fuori le scuole, in un centro commerciale e sotto un condominio. Quindi non
più posti isolati o notte fonda, il ladro
non si nasconde ma passeggia tra noi.
Dalle ultime statistiche i ladri d’auto
non sono più quelli di una volta, infatti
adottano tecniche e modalità di scasso
che si possono definire hi-tech. Non più
finestrini rotti e serrature forzate, per
loro basta un clik! Tra le prime vittime
dei ladri tecnologici ci sarebbero le
vetture immatricolate recentemente
che prevedono l’apertura e la chiusura
centralizzata automatica delle portiere,
tramite un mini-telecomando. Lo stesso
posseduto dal ladro che appostandosi
a pochi metri dalla macchina riesce ad
aprirla. Jammer è il nome del dispositivo che mette a segno i loro colpi, questo
ha la capacità di disturbare il segnale di
chiusura centralizzata delle porte inviato
dal telecomando del proprietario mentre
questi si allontana dalla vettura. Per con-
trastare questa tecnica di furto bisogna
quindi controllare sempre (anche dopo
aver premuto il tasto di chiusura del
telecomando) l’effettiva chiusura delle
portiere prima di allontanarsi dall’auto,
così da evitare che il ladro possa farci
...la festa. Lo Jammer funziona anche
per isolare i sistemi di allarme negli
appartamenti a quanto pare.
17
LA STORIA
Il caso di Adele Iavazzo finisce in Tribunale. Un avvocato cagliaritano chiama in causa l’Asl Caserta
Mcs, la vita di Adele affidata
alla sensibilità di un giudice
L’avvocato Roberto Cao ha ricevuto mandato e incarico da Adele Iavazzo di tutelare i suoi diritti di
ammalata di Mcs. Il 10 novembre, nella prima udienza, l’Asl non si è costituita. Tutto rimandato
al 26 novembre. L’avvocato è fiducioso: «Possiamo farcela!»
Donato Liotto
I
18
n tribunale per difendere i diritti di
un malato. Il caso di Adele Iavazzo
sta evolvendo nella maniera più
negativa. L’avvocato Roberto Cao ha,
infatti, ricevuto mandato e incarico da
Adele Iavazzo di tutelare i suoi diritti di
ammalata di Mcs e quindi ha presentato
un’ingiunzione nei confronti dell’Asl
Caserta. NerosuBianco lo ha incontrato
in esclusiva.
Avvocato, prima di parlare di Adele
e delle iniziative legali da Lei intraprese, ci vuole dire di lei da dove
proviene?
Vengo da Cagliari, mi occupo da diversi anni di “casi” legati ad affetti da Mcs,
una patologia che non è riconosciuta a
livello nazionale. Adele, che ho incontrato in mattinata, mi è subito apparsa
in una situazione davvero critica e
grave. Voglio ricordare che questa è
una malattia che, se non presa in tempo
e curata, porta alla morte certa. Credo
che Adele Iavazzo vada sostenuta e
aiutata.
Avvocato, noi la storia di Adele qui
ad Aversa la conosciamo bene, ci
vuole, però, raccontare le iniziative
da lei intraprese in ambito legale?
Ricordiamo ai lettori che lei è giunto
ieri da Cagliari per essere oggi qui ad
Aversa alla prima udienza (nda. 10
novembre 2014)
Io e la collega Nicoletta Dell’Aria abbiamo presentato un ricorso d’urgenza
“salvavita” al tribunale di Napoli nord.
Il giudice ha fissato l’udienza per oggi
e nella quale non si è costituita l’Asl.
E’ possibile e posso pensare che non si
sia costituita per un problema di notifica, nel senso che l’ASD di Caserta,
competente a pagare le cure all’estero
Adele Iavazzo attende fiduciosa l’esito della causa ma l’imperativo è fare presto
«Spero in un provvedimento
positivo e veloce del giudice.
E questo soprattutto
per la grave situazione
di salute di Adele Iavazzo»
per Adele, non abbia avuto tempo di
preparare la propria difesa. Pertanto il
giudice ha ritenuto più corretto rinviare
il procedimento al 26 di novembre.
Questo spostamento di date cosa
comporterà?
Sicuramente un allungamento dei
tempi, ma spero in un provvedimento
positivo e veloce del giudice. E questo
soprattutto per la grave situazione di
salute dell’ammalata.
Avvocato per questi casi in passato
ci sono stati altri precedenti positivi?
Sì, assolutamente sì, ci sono tanti
precedenti in Sardegna, nelle Puglie,
in Sicilia. Posso dire che, almeno da
questo punto di vista, siamo più che
ottimisti.
Quindi possiamo sperare di poter
vedere riconosciuti i diritti di Adele?
Me lo auguro, ce la metteremo tutta
sicuramente. Ogni caso ha una sua
specificità. Ogni caso ha un giudice
diverso dall’altro, però ci sono tutti
i presupposti perché venga accolto il
ricorso.
Il giudice di stamattina durante l’udienza cosa le ha detto?
Era molto preparato ed ha avuto modo
di leggere con attenzione le carte, facendo delle domande molto pertinenti
e molto precise sugli atti della causa.
Questo già è un fatto estremamente
positivo. Ovviamente il giudice si è
riservato di sentire che cosa dice l’Asl
in proposito è questomi sembra giusto.
Quindi possiamo dire che per Adele
c’è una speranza concreta?
Sì, la speranza c’è, come ho già detto ci
sono precedenti assolutamente positivi.
Io ci credo molto in una soluzione positiva anche nel caso di Adele Iavazzo.
LA QUERELLE
Il Comune di Aversa approva due nuove licenze per taxi ed è bufera: i tassisti sul piede di guerra
Sette taxi sono troppi
Una decisione che i cinque tassisti contestano dichiarando lo stato di agitazione e lo sciopero.
«Qui non c’è la cultura del taxi. Il lavoro è già poco. Ora sarà guerra tra poveri»
Antonio Arduino
«S
20
parti ricchezza e diventa
povertà» recita così un
vecchio proverbio che si
adatta quasi a pennello ai cinque tassisti
in attività ad Aversa. Il quasi è legato
al dato di fatto che i tassisti non hanno
alcuna ricchezza da spartire ma solo,
come dicono, la loro miseria che verrebbe arricchita, senso di accresciuta, da
una deliberazione di Giunta che prevede
l’autorizzazione di due nuove licenze
per taxi. Una decisione di Sindaco e
Giunta che i cinque tassisti contestano
apertamente dichiarando lo stato di
agitazione e preannunciando lo sciopero
malgrado la deliberazione sia finalizzata
a favorire il lavoro con l’istituzione di
due nuovi stazionamenti taxi collocati
rispettivamente presso il tribunale Napoli nord e l’ospedale Moscati. Perché?
I tassisti sul piede di guerra
“Perché - spiegano i tassisti - Aversa non
è una città in cui c’è la cultura del taxi.
Gli aversani sono abituati ad andare a
piedi, anche per raggiungere la stazione,
dove sono tantissimi quelli che vengono
accompagnati o prelevati da amici o
parenti”. “I nostri clienti - affermano sono per lo più provenienti da città del
nord, come Firenze
o Roma, che abituati
a servirsi del tassì
ne fanno uso anche
ad Aversa. Ma si
tratta di una clientela
numericamente poco
significativa, tant’è
che nella nostra
giornata lavorativa
che comincia alle ore
4 e 15 del mattino per
concludersi a tarda
sera con l’arrivo
dell’ultimo treno alle ore 23, 15 ci
permette di portare a casa una trentina
di euro, se va bene”.
“Una miseria che potrebbe essere
ridotta dall’arrivo di due nuove tassisti,
perché – spiegano - non trovando clienti
nelle due nuove postazioni verrebbero
automaticamente a spostarsi piazza
LA QUERELLE
Mazzini arricchendo la nostra miseria”.
Un’ipotesi più che concreta perché i
cinque tassisti hanno occupato a turno,
un giorno ciascuno, quei due taxi stop
senza ricavare nemmeno un euro. “
Abbiamo voluto provare a noi stessi
e al Sindaco – dicono - quale poteva
essere l’incasso per tassisti che avessero
occupato i due nuovi stazionamenti
verificando che non c’è clientela, di
conseguenza dare spazio a nuove licenze equivale ad illudere chi cerca lavoro
Le due licenze prevedono un
taxi per l’ospedale e uno per
il tribunale: «Un lavoro che
potevamo fare noi»
creando riduzione dello scarso lavoro di
chi oggi ancora ne ha”. Una decisione
che per i cinque operatori già in attività
è destinata a creare problemi economici
fino ad essere causa di fallimento con
conseguente disoccupazione di chi è già
in attività e nessun benessere per chi dovrebbe avviarne una nuova. “Del resto
chiunque avesse necessità nella zona
del tribunale o dell’ospedale di servirsi
dei tassì, come avviene in ogni città del
mondo, potrebbe - ricordano - chiamare
telefonicamente questo stazionamento
che è provvisto di colonnina e verrebbe
raggiunto in pochi minuti perché i taxi
non si trovano sempre sotto il portone
di casa”.
“Considerando che bastano dieci minuti
per raggiungere il tribunale o l’ospedale
partendo da piazza Mazzini e che non
abbiamo l’obbligo di essere fermi allo
stazionamento, non si vede perché
creare due nuovi stazionamenti”. Da qui
la protesta dei tassisti che si apprestano
incrociare le braccia per contestare la
scelta dell’Amministrazione che non
ha ritenuto necessario effettuare prima
una valutazione della reale necessità di
incrementare questo tipo di trasporto
per fare un bilancio della loro attività
iniziata nel dicembre del 2005. “ Se ci
fosse lavoro in abbondanza saremmo
felici che l’Amministrazione rilasciasse
non due ma venti nuove licenze. Ma il
lavoro è già scarso per noi e la presenza
di nuovi tassisti servirebbe solo a ridurlo
ulteriormente”.
21
AVERSA
L’avvocato Nazario Di Cicco critica la raccolta firme per l’abbassamento delle tariffe assicurative
«Solo un’illusione per
ragazzi ed elettori»
Secondo l’avvocato i banchetti per raccogliere firme per la proposta di legge «Rc Auto - Tariffa
Italia» è solo un modo per qualcuno per mettersi in vista perché dal 1970 ad oggi nessuna legge di
iniziativa popolare è stata mai approvata dal Parlamento. Attendiamo la risposta degli organizzatori
Antonio Arduino
«D
22
alla truffa alle e delle
assicurazioni all’illusione
per ragazzi ed elettori».
Comincia così una mail trasmessa
dall’avvocato Di Cicco che critica duramente chi sostiene la proposta di legge
di iniziativa popolare “Rc-Auto-Tariffa
Italia”.
Per l’avvocato Di Cicco quei banchetti
posizionati periodicamente per raccogliere firme rappresentano soltanto
l’occasione per qualcuno di mettersi
in mostra in vista di una possibile
candidatura alle elezioni regionali del
2015 rappresentando, inoltre, una fonte
di illusione per i giovani elettori che si
affiancano agli sponsor dell’iniziativa.
“Perché - spiega nella mail - nessuno
dice loro che quella petizione è inutile e
non arriverà mai all’attenzione del Parlamento per diventare legge dello Stato?
Nessuno lo dice perché fa comodo
sollecitare i giovani affinché diventino
Il Sindaco firma per la proposta di legge
sostenitori attivi dello sponsor di turno
dell’iniziativa. E non è una mia opinione
ma un dato di fatto dimostrabile” - scrive l’avvocato invitandoci a controllare
con una ricerca sul web quante leggi di
iniziativa popolare siano state approvate
dal Parlamento da quando, il 25 maggio
1970, fu varata la legge numero 352 che
regola questa possibilità, teoricamente,
offerta ai cittadini. L’abbiamo fatto ed
il risultato è zero. Ad oggi, non solo
nessuna legge di iniziativa popolare è
mai stata approvata in Parlamento, ma
addirittura, per quanto regolarmente
presentate, nessuna di quelle proposte è
stata mai presa in considerazione dagli
organi competenti. Neppure quella presentata da Grillo finalizzata a modificare
i criteri di candidabilità ed eleggibilità
dei parlamentari, i casi di revoca e decadenza e la modifica della legge elettorale
che, in una sola giornata di raccolta, di
firme ne ottenne 350mila, un numero di
adesioni sette volte superiore al minimo
richiesto dalla legge 352 del 1970, che
determina in 50 mila il numero di firme
di elettori necessario a renderla valida.
“Se tanto mi dà tanto appare evidente
- scrive l’avvocato - che l’iniziativa è
finalizzata a dare visibilità a possibili
candidati alle elezioni regionali del
2015, coinvolgendo ed usando giovani
che ancora credono nella politica dalla
quale saranno inevitabilmente delusi”
In via Pirandello senza parole: il Comune ha rimosso una vecchia fontana
Quando non facciamo ...acqua!
A
d Aversa capita anche che
possano sparire le fontane!
È quanto è successo in via
Pirandello, una delle strade secondarie
che costeggiano viale Kennedy. In
una mattina delle scorse settimane i
residenti hanno notato una squadra di
operai intenta a rimuovere una vecchia
fontanella in ghisa dell’acqua pubblica, qualcuno, temendo potesse trattarsi
di un furto destinato a far finire la
fontanella nel crogiuolo di qualche
raccoglitore di ferro, ha anche provato
a chiedere spiegazioni sentendosi
rispondere “lo ha deciso il Comune”. La
fontana, che è stata rimossa lasciando al
suo posto un mucchietto di calcinacci,
negli ultimi tempi si era danneggiata
ed erogava il getto d’acqua in modo discontinuo. Non è stato ancora possibile
risalire al perché della rimozione e chi
l’abbia decisa, ma è quantomeno singolare che mentre, da un lato, si incentiva Quello che resta della fontana divelta
con nuovi stanziamenti il consumo di
acqua pubblica, dall’altro, si eliminino radicalmente nella manutenzione della
le storiche fontanelle cittadine. Potreb- città rimuovendo quello che invece
be trattarsi dell’ennesimo caso della sarebbe più facile e più pratico riparare?
Salvatore de Chiara
tendenza tutta aversana di intervenire
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IL CASO
Ad Aversa i grattini per la sosta non li mette più nessuno ormai, ma c’è di più
Grattini tarocco
o errore di stampa?
A rendere d’obbligo la domanda è stato il riscontro fatto da numerosi cittadini che dopo aver
grattato sull’anno 2014, rimossa l’argentatura, hanno visto apparire un anno diverso: il 2013.
Una circostanza che abbiamo verificato grattando un primo tagliando, un secondo e un terzo.
Antonio Arduino
G
24
rattini tarocco o errore
di stampa? Questa la
domanda che si pongono gli automobilisti aversani che
acquistano i tagliandi che danno
diritto a parcheggiare nelle strisce blu pagando 50 centesimi o 1
euro a seconda della durata della
sosta. A rendere d’obbligo la
domanda è stato il riscontro fatto I grattini taroccati?
da numerosi cittadini che dopo
aver grattato sull’anno 2014, rimossa qualche rivenditore avrebbe risposto
l’argentatura, hanno visto apparire un che non c’era alcun problema ed esporre
anno diverso: il 2013. Una circostanza il grattino “tanto nessuno controlla”. Afche abbiamo verificato grattando un fermazione inesatta perché, da qualche
primo tagliando, un secondo e un terzo. giorno, la polizia municipale è impeOgni volta, sotto l’argentatura, è com- gnata a verificare il rispetto del divieto
parso il numero 13 che rende inutiliz- di sosta e quindi, anche, la presenza di
zabili i grattini essendo nell’anno 2014 ticket sul parabrezza delle auto parchegche è quasi finito. A chi protestava per giate nelle strisce blu. Di conseguenza
questa anomalia, gridando alla truffa, chi avesse dato ascolto al consiglio del
rivenditore oltre al danno
subito, acquistando un gattino inutilizzabile, avrebbe
subito la beffa di dover
pagare una multa per divieto
di sosta.
Si tratta di una truffa? Dello
scherzo di un buontempone?
O di un errore di stampa?
Abbiamo posto la domanda
a dei rivenditori e c’è chi,
affermando di essersi informato presso chi li distribuisce agli esercizi commerciali, ha risposto
che si tratta di un errore di cui si sarebbe
reso conto proprio il distributore e che
del problema sarebbero stati informati
sia gli ausiliari del traffico sia la polizia
municipale cosicché utilizzarne non
creerebbe agli automobilisti il rischio di
essere multati. Secondo un rivenditore,
i biglietti prepagati sbagliati sarebbero
stati ritirati quasi tutti dal distributore.
Interessante scambio culturale della media «Pascoli» con Francia e Romania
Uniti in nome della vite ma non solo
«L
a vite crocevia delle
culture latine». Questo
l’accattivante tema di un
progetto internazionale Erasmus Plus
che coinvolge tre città ed altrettante
scuole medie inferiori: Aversa per l’Italia, Talence per la Francia e Iasi per la
Romania. In particolare, a rappresentare la città normanna la scuola media
‘Giovanni Pascoli’ con la dirigente
scolastica Maria Rosaria Bocchino.
L’istituto scolastico più informatizzato
della città, grazie alla presenza di
lavagne interattive multimediali in
tutte le aule, ha iniziato un percorso
che coinvolge tutte le prime classi per
i prossimi tre anni con scambi culturali
non solo tramite blog ma anche viaggi di
studio nelle altre due città interessate al
progetto. Insomma, uniti in nome della
vite, dell’uva e del vino, ma non solo.
Le tre scuole svolgeranno un programma
specifico con confronti tramite internet e
tre appuntamenti: nella primavera 2015
saranno 10 ragazzi aversani (attraverso
selezioni) a visitare, insieme ai rumeni, i
coetanei francesi con una visita a Talence. Nel 2016 sarà Aversa ad ospitare gli
studenti d’oltralpe e i rumeni. Infine, nel
2017, francesi e aversani saranno ospiti
in Romania. Al momento gli alunni della
‘Pascoli’ hanno già avviato una serie di
La «vendemmia» della «Pascoli»
lavori con una visita al museo e la partecipazione ad una vera vendemmia, di
quelle tradizionali, presso una fattoria
didattica in provincia di Salerno.
di Geppino De Angelis
Quousque tandem, Beppe Grillo?
A
26
mici lettori, ricordate la famosa
invettiva “Ciceroniana” contro
Catilina ovvero “quousque
tandem” (fino a quando?), con quel che
seguiva? Bene, ci sembra più che mai
d’attualità, tenendo conto di quel che
è capace di dire il “comico-politico”,
andando, a nostro avviso e di tutti gli
italiani animati da buon senso, molto
spesso (se non sempre) notevolmente
al di sopra delle classiche righe. Dalle
critiche, ai limiti delle offese, al presidente della Repubblica ad offese vere
e proprie nei confronti di parlamentari
di parte avversa, dai toni minacciosi
nei confronti degli stessi parlamentari
e dei giornalisti al voler “mandare tutti
a casa” e l’elenco potrebbe continuare
a lungo, rappresentando peraltro un
(biasimevole) esempio da imitare per i
suoi “aficionados”.
Ma, sempre a nostro modesto parere, a
prescindere da certi suoi atteggiamenti
da esperto attore, tesi ad infervorare le
masse (facilmente coinvolte soprattutto
spinte dalla disperazione e dall’esasperazione per la crisi economica, perché
in caso contrario non si potrebbero spiegare i circa dieci milioni di voti raccolti
due anni fa) la classica ciliegina sulla
torta è rappresentata dalle affermazioni
di alcune settimane addietro ovvero
“Una volta la mafia aveva una sua
condotta morale perché non metteva
bombe nei musei e non uccideva i bambini, mentre da tempo è stata corrotta
dall’alta finanza”.
Affermazioni che hanno suscitato la
legittima indignazione trasversale
dei massimi esponenti di tutti gli
schieramenti politici, mentre Renzi
le ha giudicate inqualificabili, Maria
Falcone, sorella del magistrato ucciso
dalla mafia ha detto: “le parole di Grillo
sono un insulto a tutte le vittime di Cosa
Nostra, mostrando di non conoscere il
significato della parola mafia, trattando
con leggerezza un argomento che ha
Beppe Grillo
creato tanto dolore e tanti morti, dimenticando il sacrificio di tutte le vittime
della mafia”. A noi non resta che chiudere con l’invettiva di Cicerone con la
quale abbiamo dato inizio a queste note:
“quousque tandem, Beppe Grillo?”.
«Maddalena», ancora un incontro inutile per deciderne il destino
L’avv. Lamberti mette le cose in chiaro
«B
isogna essere chiari. Ad
oggi l’amministrazione
comunale di Aversa non
può decidere nulla su quella superficie
di 170mila metri quadrati della Maddalena (nella foto la cupola della chiesa)
semplicemente perché non ne è proprietaria. Seppure si volesse perseguire
una speculazione non si potrebbe».
E’ stato l’intervento dell’avvocato
Antonio Lamberti, docente di diritto
amministrativo presso la Federico II, a
chiarire la strada da percorrere per dare
un futuro all’ex ospedale psichiatrico
aversano nell’ambito di un incontro
organizzato dal sindaco Giuseppe
Sagliocco che ha cercato di creare un
momento di confronto anche con le
associazioni di volontariato e gli ordini
professionali. Presenti, tra gli altri,
diversi consiglieri comunali (Michele
Galluccio, Luciano Luciano, Rosario
Capasso e Pasquale Pandolfi), e assessori (Elia Barbato, Ninì Migliaccio
e Guido Rossi) oltre al presidente del
consiglio Giuseppe Stabile, il presidente dell’ordine degli ingegneri Vittorio
Severino, il presidente cittadino del Pd,
il sindaco di Trentola Ducenta e, per le
associazioni, Anna Gioia Trasacco e il
magistrato Nicola Graziano.
Stabile, nell’intervento iniziale, ha
auspicato che, quale che sia il destino
della Maddalena, si possa fare in modo
di creare in quel luogo un museo o una
fondazione che funga da memoria sto-
rica di quel luogo,
delle
migliaia
di malati che vi
hanno transitato.
Di luogo aperto
alla città, con
l’abbattimento
delle mura perimetrali ha parlato
Graziano, mentre il sindaco di Trentola
Ducenta ha indicato come strada da
seguire quella del tavolo regionale
fortemente voluto da Sagliocco. A
chiudere proprio quest’ultimo che ha
auspicato che maggioranza e opposizione lavorino insieme per giungere ad
un obiettivo comune.
Nicola Rosselli
di VITO FAENZA
Aversani figli di un dio minore
U
28
n commissariato con pochi
uomini, lavori sempre bloccati
a via Vito d’Jasi, strade che
presentano buche e solchi nell’asfalto
per i lavori della rete telefonica Mi è
venuto un gran dubbio: i nostri i politici
sono incapaci di leggere. Oppure sono
strafottenti. Perché se avessero letto NerosuBianco, qualche risposta l’avrebbero data e, tramite nostro, l’avrebbero
data alle migliaia di nostri lettori. A due
settimane dal blocco, i lavori in via Vito
d’Jasi sono ancora sospesi. Nonostante
le assicurazioni dell’assessore (mi aveva detto che avrebbe risposto) non ho
notizia di nessuna osservazione. Delle
due l’una: o non sa cosa rispondere o se
ne frega. Il che non fa molta differenza.
Ho partecipato a un’interessante iniziativa a Napoli: dialoghi sulle mafie.
Il tema conduttore è stato lo stato della
lotta alle organizzazioni criminali. Tanti
i partecipanti e tante scorte. Una sera
a San Domenico Maggiore c’erano
più poliziotti di scorta che uomini nel
nostro commissariato: Sì! Avete letto
bene, perché prestano servizio nel commissariato di Aversa una sessantina di
poliziotti che devono occuparsi di 19
Comuni. Insomma, un bel aiuto a chi
delinque.
E nella nostra zona il numero dei reati
commessi è notevolmente alto e stanno
aumentando, specie quelli minori. Spero
che al Ministero dell’Interno qualcuno
sappia leggere. O che qualche parlamentare chieda ad Angelino Alfano la
ragione di questa carenza di organico,
davvero scandaloso, in un territorio che
si dice voler liberare dal macigno della
criminalità, micro e macro.
Per andare a Napoli ho preso per alcuni
giorni la metropolitana. E dopo aver
parlato coi lavoratori mi sono reso conto che stavano meglio quando stavano
peggio. Ora, tranne che in alcune fasce
i treni ci sono ogni mezz’ora ed è stata
Metro di Aversa, si stava meglio quando si stava peggio...
Ho preso per alcuni giorni
la metropolitana. E dopo
aver parlato coi lavoratori
mi sono reso conto che
stavano meglio quando
stavano peggio
anticipata la fine delle corse. Eppure
questa metropolitana è più che comoda
per andare a Napoli. C’è stata una petizione (firmata però solo da una parte
dei viaggiatori) , ma non mi risulta che
nessuno dei politici nostrani abbia interessato la Regione o il Governo. Ne ho
parlato con un assessore regionale che
mi ha risposto; “Mancano i soldi”. Ma
mi chiedo: è giusto che un servizio per
i cittadini che pagano le tasse, debbano
pagare anche per gli sprechi regionali?
Attendo una risposta dai politici che
sanno leggere.
Stanno raccogliendo firme per la riduzione dei premi di assicurazione. Peccato che da un anno esiste un progetto
di legge del M5S, di iniziativa popolare,
sullo stesso tema. Peccato che i rappresentati di questo movimento, invece di
mettersi bavagli e fare sceneggiate a beneficio delle Tv, non sappiano imporre
la discussione del disegno di legge per
la riduzione delle tariffe. Così il dubbio
che possa servire (la raccolta delle
firme) a fini elettorali (le imminenti
regionali o quelle comunali) diventa più
che legittimo. A pensar male si indovina
sempre.
Infine, la «Real Casa dei Matti». Anche
in questo caso se ne sono finalmente
accorti. Meglio tardi che mai. Quasi
un anno fa abbiamo pubblicato su
Nerosubianco un dossier sul disastro di
quello storico monumento che risponde
alla chiesa della Maddalena o meglio a
quello che ne rimane. Ma nessuno se n’è
dato per inteso. Adesso si avvicinano le
elezioni e tutti sono pronti.
Ma questi ritardi fanno sorgere ancora
il dubbio che siano pochi i politici che
leggono e ancora di meno quelli che
pensano davvero al bene comune e
molti di più quelli che pensano solo a
conquistare una poltrona. Ci sbagliamo? Non credo!
L’INIZIATIVA
Ottima iniziativa di Giuseppe Nugnes e della sua catena di supermercati
Prodotti tipici arrivano
nella grande distribuzione
La catena di distribuzione dei supermercati Nugnes si lega ai prodotti tipici delle nostre zone.
Una alleanza che tende a valorizzare il territorio. Nino Cannavale con i suoi allievi in cucina e
assaggi per tutti i clienti del supermercato«Sisa» di Teverola. E non finisce qui
Vito Faenza
N
30
ino Cannavale, con l’aiuto di
tanti suoi allievi in cucina a
preparare cannelloni ripieni
di carne di maiale nero, una zuppa di
cicerchie (un legume che è coltivato
nel centro sud e che stava sparendo, ma
che ora viene riscoperto), un brasato di
maiale nero e una delle delizie preparate dallo chef aversano, che non smette
di meravigliare per la sua inventiva,
un dolce con i capperi. Così sono stati
tutti i clienti del supermercato Sisa di
Teverola a poter “godere” dei prodotti
tipici: le mele annurche, il grana di latte
di bufala, gli insaccati di maiale nero di
Mastro Enrico, il casatiello di Sant’Arpino di Petrone, i friarielli, pasta patate
e provole e tanto vino asprinio, che
veniva spillato direttamente da un’enorme botte. E, per finire, un Nocillo,
Giuseppe Nugnes
naturalmente quello Leanza, prodotto e
imbottigliato a Orta di Atella.“Con questa iniziativa - ci ha spiegato Giuseppe
Nugnes - vogliamo che nella grande
distribuzione possano trovare spazio
i prodotti tipici della nostra zona. Per
questo abbiano voluto questa giornata.
Che non sarà un episodio isolato, ma
proseguirà nelle prossime settimane.
Per Natale stiamo preparando una
sorpresa per i nostri clienti, che intende
coinvolgere non solo gli acquirenti, ma
tutta la popolazione”. Una serie di eventi che hanno anche lo scopo di rendere
diverso il Natale che si sta avvicinando
e che non si fermerà alle festività.
Naturalmente con questa promozione
dei prodotti locali si propone anche di
far conoscere il bene gastronomico, delle nostre zone. Prodotti di grandissimo
livello che hanno un rapporto qualità
prezzo vantaggioso. “Questo connubio,
ha anche lo scopo - conclude Giuseppe
Nugnes - di far conoscere in nostri prodotti a un gran numero di consumatori
anche al di fuori delle nostra zona”. E
quindi non resta che aspettare le nuove
iniziative sulle quali vi terremo informati.
Il ricavato dell’iniziativa dell’enoteca «Il Vino» alla lotta per la sclerosi multipla
Arriva il vino novello e ...la solidarietà
E’
arrivato il vino novello e
anche la solidarietà. Mariella
e Carlo Menale, con l’aiuto
dei figli e del fratello di Carlo, hanno
organizzato la presentazione del vino,
ma assieme alle castagne e gli assaggi
dell’aglianico novello hanno organizzato una vendita di bottiglie di vino
asprinio. L’intero incasso della vendita
di queste bottiglie è stato devoluto
all’associazione per la lotta alla sclerosi
multipla. Bottiglie di assoluto valore:
l’asprino prodotto da Carlo Menale
viene dall’alberata (la caratteristica
coltivazione della vita legata agli alberi
di alto fusto, tanto antica che la ricorda
persino Virgilio: “iungere ulmisque
vitae”). Quindi vino e solidarietà, come
ogni anno e come ogni
ottenere il “novello”.
anno tanti amici ad
Il vino ottenuto è caaffollare l’iniziativa.
ratterizzato da sentori
L’ospite d’onore però
fruttati, bassi livelli
resta il vino novello.
tannici e quindi non
Molti ritengono che si
adatto all’invecchiatratti di un prodotto non
mento.
all’altezza del “vero
“Purtroppo in Italia vino”. In realtà il vino
spiega Carlo Menale nuovo ha una diversa
non sappiano tutelare
maturazione: avviene, Vino e solidarietà da Carlo Menale i nostri prodotti e tra
infatti, in maniera anaun decreto e l’altro,
erobica in un’atmosfera di anidride car- abbiamo cambiato date e dato la posbonica chiusa ermeticamente. I grappoli sibilità di fare il novello in vari modi.
d’uva vengono immessi nell’atmosfera Distruggiamo così un prodotto che è un
interi ed è il peso della stessa uva che vino a tutti gli effetti, anche se dura un
fa liberare il succo che dopo una mace- anno”.
razione di 7-10 giorni viene pigiata per
(V. F.)
AVERSA
Imminente il restyling ma i commercianti hanno paura che la strada venga chiusa sotto Natale
Via Roma, dopo i lavori
sarà solo isola pedonale
Ad aggiudicarsi l’opera che prevede, tra l’altro, la sistemazione in basalto della strada, la società
capuana Modugno, nota per il recupero di edifici storici, tra cui il famoso teatro Petruzzelli di Bari,
andato distrutto a causa di un incendio. Aggiudicati anche i lavori per la rete wirless
Nicola Rosselli
A
34
breve, anzi brevissimo, al via
i lavori per il restyling di via
Roma, per trasformare nel
salotto buono l’arteria più importante
della città, che sarà isola pedonale fissa.
La stazione unica appaltante di Caserta
ha, infatti, già dalla scorsa estate espletato la gara per l’assegnazione dei lavori
ed ora, dopo le formalità conseguenziali
tra cui la sottoscrizione del contratto, si
è pronti a passare alla fase attuativa. Ad
aggiudicarsi l’opera che prevede, tra
l’altro, la sistemazione in basalto della
strada che, come si ricorderà, è stata
oggetto di pesanti polemiche sia tecniche che politiche, dopo che il sindaco
Aversa, via Roma: restyling in arrivo
Giuseppe Sagliocco
aveva deciso di effettuare dei rattoppi
con toppe di asfalto
sul
preesistente
manto di sampietrini, la società
capuana Modugno,
nota per il recupero
di edifici storici, tra
cui il famoso teatro
Petruzzelli di Bari,
andato distrutto a
causa di un incendio.
«Il Progetto del
rifacimento
di
Via Roma – ha
AVERSA
dichiarato il sindaco – è inserito nel
Piu Europa e prevede l’ampliamento
della zona a traffico limitato, partendo
da Porta Napoli sino a giungere a
piazzetta Madonna di Casaluce, dando
vita ad un nodo di bike sharing, ossia di
biciclette condivise oltre ad una serie di
infrastrutture che renderanno possibile
la pedonalizzazione della più centrale
delle arterie cittadine.
Nel mese di luglio 2013 vennero inviati
alla Stazione Unica Appaltante tutti gli
atti relativi all’espletamento della gara
d’appalto per i lavori di pavimentazione
di via Roma, attività per la quale è stato
necessario praticamente un anno».
Sull’argomento c’è da registrare anche
la richiesta dei rappresentanti di categoria dei commercianti che chiedono
all’amministrazione comunale di fare
in modo che i lavori non blocchino
completamente o ostacolino fortemente
il transito dei pedoni, potenziali clienti.
Un’eventualità concreta che, soprattutto
con il Natale in arrivo, metterebbe i
commercianti di via Roma sul piede di
guerra nei confronti del Comune. Ma si
stanno studiando soluzioni per evitare
tutto questo.
Intanto, sempre in tema di Piu Europa è
stata aggiudicata la gara relativamente
ai lavori per la realizzazione della rete
wireless consentiranno di implementare
anche il servizio di videosorveglianza,
che in un’ottica di tecnologia e legalità, consentiranno di offrire servizi
in rete, migliorare le comunicazioni,
abbattere costi delle stesse e implementare la sicurezza mediante videocamere
ad altissima definizione.
La gara, che ha visto partecipare undici
ditte, è stata vinta dalla ditta I.R.T.E.C.
srl. Il progetto ha due obiettivi fondamentali: la realizzazione di una rete
di diffusione multimediale ad accesso
pubblico per consentire la fruizione
dei contenuti del Portale Informativo
cittadino e di Internet e la realizzazione
di un sistema centralizzato di videosorveglianza, con telecamere localizzate
in punti nevralgici del centro storico,
con sala di controllo presso la Polizia
Municipale. Ad essere installate non
sono solo le 52 telecamere del progetto
collegato a Più Europa, ma anche altre
otto, già in dirittura d’arrivo, che saranno installate in via Roma, piazza Crispi,
piazza don Diana e piazza della Pace.
35
L’OPINIONE
Il prof. Della Volpe critica la sentenza della Corte Costituzionale attesi i riflessi negativi sulla famiglia
Matrimonio e sessualità
«gayamente» intesi
«L’alta Corte, riconoscendo come «incoercibile» il diritto della coppia di accedere alla tecnica
eterologa per diventare genitori, ha finito per negare il diritto del nascituro di poter dire mamma
e papà». Il dibattito è aperto, attendiamo altre posizioni
Geppino De Angelis
D
36
a tempo, ormai, è più acceso
che mai il dibattito sul diritto
dei gay a poter legittimare
anche in Italia il loro diritto ad amarsi,
con la celebrazione di un matrimonio
civile valido a tutti gli effetti. Dibattito
che vede schierati gli uni contro gli altri
…armati, politici, sociologi, eminenti
esponenti della Chiesa.
Sullo spinoso argomento riportiamo la
lettera del prof. Enzo Della Volpe, per
molti lustri stimato docente di Storia
e Filosofia presso il liceo scientifico
“Fermi” di Aversa. Una lettera che, ne
siamo certi, provocherà non poche polemiche, aprendo, come auspichiamo,
su queste colonne un dibattito sulla
scottante vicenda.
“Secondo le recenti rilevazioni sondaggistiche, la maggior parte degli italiani è
concorde nel ritenere che i gay meritino
tolleranza e rispetto per la loro scelta di
vita. Se così stanno le cose, compito dello Stato – allora - è quello di rimuovere
gli ostacoli legali e culturali che impediscono “il pieno sviluppo della persona
umana” (art. 3 Cost.) e, nella fattispecie
il loro diritto di amarsi e di sostenersi.
Fin qui, “nulla quaestio”, dal momento
che lo stesso pontefice Bergoglio, con
tono serio e sincero, nient’affatto paternalistico di mera concessione, ebbe
a dire “chi sono io, per giudicare un
gay?”. Qui, però, occorre precisare che
un conto è la tolleranza e/o il rispetto e
un ben altro conto è la pretesa di ottenere il riconoscimento giuridico della loro
unione, alla stregua del matrimonio. Si
tratta di una pretesa che mette capo a
problemi eticamente e giuridicamente
rilevanti, primo fra tutti il tentativo di
assumere l’unione-gay come modello
di famiglia parallela rispetto a quella
Matrimoni gay, questione spinosa e, nel riquadro, il prof. Enzo Della Volpe
tradizionale, così com’essa è venuta
a costituirsi attraverso lo sviluppo
secolare della nostra storia e della
nostra civiltà. Va ricordato ai gay che
il matrimonio, profondamente radicato
com’è nella coscienza sociale, è un
istituto che ha per protagonisti l’uomo
e la donna, portatori di alterità e non di
omogeneità sessuale e la loro unione è
finalizzata alla procreazione, laddove la
sessualità, gayamente intesa, è invece
fine a se stessa, improduttiva di per sé
sul piano della procreazione. Si obietterà che il concetto di matrimonio e,
più in generale, quello di famiglia sono
cambiati, tant’è che oggi si parla sempre più spesso di “famiglia allargata”;
si dirà che si è dilatato lo spazio della
libertà, compresa la libertà sessuale; si
dirà che sono intervenute - da decenni
ormai - profonde trasformazioni sociali,
culturali e di costume che hanno decretato - ad esempio - la fine del mito della
donna quale “angelo del focolare” e
contestualmente la crisi del principio di
autorità incarnata dal “pater familias”,
anche per effetto della diarchia economica imposta dal consumismo; si potrà
infine anche dire che, con la modernità,
è intervenuta la pratica tecnologica
che ha reso possibile la procreazione
medicalmente assistita, liberando la
procreazione stessa dal veicolo della
sessualità. Si dirà, insomma, quel che si
vuole ma, a mio avviso, non c’è modernità, non c’è cambiamento culturale e
di costume, non ci sono trasformazioni
sociali ed economiche che possano
privare il nascituro del diritto di poter
dire “mamma e papà”. A tal proposito,
fa tristezza rilevare il dispositivo della
sentenza n. 162 della Corte Costituzionale del 12 giugno 2014, la quale,
riconoscendo come “incoercibile” il
diritto della coppia di accedere alla
tecnica eterologa per diventare genitori,
ha finito per negare il diritto del nascituro di poter dire “mamma e papà”,
sacrificandolo sull’altare della “libertà
della coppia” di “autodeterminarsi”.
Così decretando, la Consulta ha elevato
il diritto della coppia ad “unicum” a
valore assoluti e incondizionato, a detrimento del “portato” (il nascituro) che
da quel diritto deriva. Una vergogna,
attesi i riflessi negativi sulla famiglia
del domani, che avrà questa sentenza, a
dir poco, disseminata”.
AUGURI
LAUREA
Potete scriverci alla nostra e-mail:
[email protected] Gli
annunci e le foto saranno pubblicati
dando la priorità ai primi pervenuti
AUGURI
Auguri dalla Redazione per il
maresciallo dell’A.M. in pensione
Ernesto Vitolo che ha festeggiato
l’ottantesimo compleanno attorniato
dalla moglie Lena Mungiguerra, dai
familiari e da un gruppo di amici.
Il giorno 28 ottobre Angela Pagliuca
ha festeggiato il suo nono compleanno.
Alla loro principessa gli auguri del
fratellone Nicola, di mamma Betta e di
papà Antonio.
AUGURI
Il 29 ottobre Dominique Orabona, figlia
di Giuseppe e Rosa Matacena ha conseguito presso l’Università “Federico
II” di Napoli, con il massimo dei voti
e la lode, la laurea in Infermieristica
Pediatrica. Gli auguri più sinceri per
uno splendido futuro lavorativo da Zio
Peppe con zia Maria Luisa, ed i cugini
Nica, Emy e Giancarlo.
AUGURI
AUGURI
38
Sinceri ed affettuosi auguri alla studentessa Flavia Cunsolo, diletta primogenita dei nostri amici Antonio, stimato
esponente delle “Fiamme Gialle”, e
della signora Marzia, per il suo quattordicesimo compleanno festeggiato con i
genitori, la sorellina Elena ed un gruppo
di amici.
Tanti auguri a Giusy Sfoco, che ha compiuto 12 anni, da parte dei nonni, Agostino e Giuseppa, degli zii e soprattutto
da parte di mamma e papa, Caterina e
Carmine.
Mimmo Perri, responsabile dell’unità operativa
dell’ospedale
Moscati
di Aversa, è stato eletto
vice presidente nazionale
SIPO (società italiana di
Pediatria ospedaliera). Al
dottor Perri, già commendatore della Repubblica, i
nostri auguri.
mio
N
40
di Giuseppe Chiatto
Il muro di Berlino ad Aversa
el 1961 una nuova crisi internazionale minacciò seriamente
il clima di coesistenza pacifica
che sembrava essersi stabilito tra i due
blocchi, est ed ovest. La Germania
era diventata in Europa il più diretto
terreno di scontro della guerra fredda e
la divisione tra Repubblica federale tedesca e Repubblica democratica tedesca
costituiva l’emblema della separazione
tra i due blocchi. Il muro fu abbattuto
il 9 novembre 1989. In questi giorni è
ricorso il 25° anniversario: il Parlamento
Italiano ha dichiarato il 9 novembre
«Giorno della libertà», per un evento
diventato simbolo della liberazione dei
Paesi oppressi.
Perché vi parlo del muro di Berlino? Lo
capirete più avanti, cari lettori. Sto leggendo in questi giorni una esilarante e
scadente telenovela che tratta la spaccatura interna di Forza Italia sul territorio
aversano. Gli azzurri nel Consiglio comunale di Aversa non hanno rappresentanza politica o, per meglio dire, sono
rappresentati da Consiglieri comunali
eletti anche indipendentemente dalla
loro provenienza politica. Questi ultimi
Il muro di Berlino
sono quelli che hanno giurato servilismo
al Sindaco? Ovviamente si capirebbe
anche il perché, vedi il consigliere
Costanzo, tanto per citarne uno.
Ricordo che Costanzo si candidò alla
carica di Sindaco della città di Aversa
(figuriamoci!), sostenendo che avrebbe
espresso nuove idee e che mai si sarebbe
alleato con chi rappresentava i vecchi
sistemi (panzana da ...guinness dei
primati!). Lo conobbi durante l’ultima
campagna elettorale per il Consiglio comunale di Aversa. Ostentava la spocchia
che piace a me, notai la sua andatura,
era goliardica, somigliava a quella di
Russell Crowe nel film “Il
Gladiatore”. Quasi quasi mi
convinceva a votarlo. Adesso
qualche maligno sostiene che
l’interessato addirittura non
cammina più ...striscia. Ma
non ci faccia, caso caro Consigliere, è solo una malignità.
Devo però ammettere che è
leggermente cambiato il suo
modo di camminare, ma non
si spaventi, somiglia comunque
ad un attore, Paolo Villaggio. E’
solo una mia impressione? Me lo auguro
per Costanzo. Perché, allora, vi state
domandando, cari lettori, vi ho tediato
con la storia del muro di Berlino? Perché
ad Aversa un muro servirebbe ma non
per dividere la città semplicemente per
murare (vive) certe persone: ho paura
che si possa riprodurre il loro modo
di pensare e di agire. Perdonate il mio
estremismo, cari amici di NerosuBianco, mi perdoni il Direttore del giornale
e tutta la Redazione, sottolineate la mia
cattiveria, la mia perfidia, crocifiggetemi se volete, ma, perlomeno, nel vostro
“io” riconoscete che ho ragione.
Nel mese di ottobre ha conquistato il titolo mondiale Kick Boxing I.C.O.
La bella storia di Giovanni Improta
V
iene dall’agro aversano la bella storia di Giovanni Improta,
campione di kick boxing che,
tra Aversa, Trentola e Teverola, coltiva
il suo talento sportivo mietendo successi a livello italiano e internazionale.
Nel mese di ottobre ha conquistato il
titolo mondiale Kick Boxing I.C.O.
Pro battendo dopo appena una ripresa
lo svizzero Cyril Mayer, l’ennesimo
alloro conquistato dopo ben tre titoli
mondiali professionisti. Giovanni è
sostenuto da una passione e da una determinazione senza limiti, sordomuto
dalla nascita, non si è mai lasciato abbattere dal proprio handicap compensandolo con un talento non comune ed
una grande padronanza della tecnica.
Del resto il neocampione è figlio d’arte,
il padre Antonio, infatti, è un ex pugile
ed ex kick boxer che funge anche da
allenatore al figlio al quale ha trasmesso
la passione per i combattimenti sin da
quando era bambino, iniziandolo poi
alla kick boxe, una disciplina frutto
dell’incontro tra boxe anglosassone
e arti marziali orientali. Una grande
storia di sport e di passione che l’aversano Giovanni Improta condivide con
Aversa, città nella quale ha festeggiato i
suoi titoli mondiali e nella quale ritorna
a celebrare ogni suo successo sportivo e
che ama particolarmente.
Salvatore de Chiara
Giovanni Improta
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LA KERMESSE
Parte il Festival Jommelli/Cimarosa. Presentazione in Campidoglio con il Sindaco e Gerardo Di Lella
Oggi i musicisti aversani
rendono omaggio ai Maestri
Un programma con tanti appuntamenti. Due su tutti: il 26 novembre il coro e l’ensemble della Pieta
de’ Turchini eseguono il «Requiem» di Jommelli e il 19 dicembre, al teatro Cimarosa, sarà messa in
scena l’opera «Il trionfo di Clelia» di Jommelli. Si chiude il 20 dicembre con il volume di De Chiara
Giuseppe Chiatto
A
42
l via ad Aversa il «Festival
Jommelli/Cimarosa». Tanti gli
eventi in cartellone tra novembre e dicembre. La kermesse è stata presentata a Roma, al Campidoglio nella
sala del Carroccio, il 30 ottobre scorso.
Ad illustrare il programma il sindaco
di Aversa, Giuseppe Sagliocco, ed il
direttore artistico della manifestazione,
il maestro Gerardo Di Lella.
Oggi primo appuntamento nella parrocchia di Santo Spirito in via Roma:
«I musicisti aversani rendono omaggio
al due grandi Maestri», si inizia alle ore
19,30.
Si riprende il 18 Novembre nell’auditorium “d’Aponte» in via Nobel con
Fausto Mesolella e Raiz, alle ore 20,00.
Il 24 Novembre ci sarà il concerto a cura
Festival, la presentazione al Campidoglio
della Fondazione Teatro San Carlo di
Napoli con Coro ed Organo, ancora dalle
ore 20,00. Il 26 novembre il «Requiem»
di Jommelli sarà eseguito dal Coro
della Pietà dè Turchini con l’Ensemble
giovanile del Centro di Musica Antica
Pietà dè Turchini di Napoli, sempre
alle ore 20,00 Il 5 Dicembre la Pietà dè
Turchini di Napoli sarà di scena al teatro
Cimarosa con il concerto «Jommelli e i
suoi maestri». Il 15 Dicembre prevista
la proiezione del cortometraggio «Una
storia in musica» dedicato a Domenico
Cimarosa. Il 17 Dicembre «Omaggio a
Jommelli e Cimarosa» con il Concerto
della “Gerardo Di Lella Pop Orchestra”.
Il 19 Dicembre al teatro Cimarosa
grande appuntamento con l’opera «Il
Trionfo di Clelia» di Niccolò Jommelli
In programma anche due importanti
convegni. Il 5 Dicembre il Convegno di
Studi «Le Stagioni di Jommelli” a cura
del Dipartimento di Lettere della Sun,
alle ore 15,30 presso il salone Romano
del teatro Cimarosa. La chiusura il 20
dicembre con la presentazione del
volume di Nicola De Chiara «Niccolò
Jommelli, il musicista galantuomo» nella chiesa dell’Annunziata alle ore 19,30.
Presentato l’otto novembre il ristrutturato Sedile di San Luigi
Il Seggio recuperato per il Festival
S
abato 8 novembre la città di
Aversa ha presentato la ristrutturazione del Sedile di San Luigi,
edificio risalente all’epoca medioevale.
Nel seggio i nobili svolgevano funzioni
giudiziarie e prendevano decisioni
importanti per il bene della città di
Aversa. Più precisamente nel periodo
che va dal XIII al XIX secolo essi si
riunivano per questioni politiche. Oggi
l’edificio è tornato al suo splendore e,
grazie all’intervento di restauro dell’
architetto aversano Luigi Rondinella,
il Sedile può godere di un’immagine
indubbiamente migliore. Prima era
solo usato come contenitore di legname
e come dice il nostro Sindaco Giuseppe
Sagliocco è stato una grande offesa
è stato dato il via
per la nostra città. Nel
ufficialmente
al
1800 i sedili sono stati
Jommelli/Cimarosa
tutti chiusi in seguito
Festival: una serie
all’editto di re Ferdidi eventi culturali
nando IV di Borbone.
e ricreativi, tra cui
Gli interventi sono
diversi concerti fino
consistiti nel restauro
alla fine dell’anno.
degli elementi lapidei
Il
ristrutturato
Sedile
di
S.
Luigi
Tra gli eventi quello
in piperno, nel risanadel 20 dicembre,
mento della terrazza,
presso
la
chiesa
dell’Annunziata,
con
nel recupero delle finiture delle volte e
il
nostro
direttore
editoriale
Nicola
la ristrutturazione del locale destinato
De Chiara che presenterà il svolume
ad info-point turistico con la posa in
“Niccolò Jommelli, il musicista
opera anche di un bagno e piccolo locale
galantuomo” dedicato al celebre comdeposito.
positore del Settecento in occasione
Nonostante i numerosi interventi non è
del tricentenario della sua nascita.
stata alterata quella che è l’immagine
Mirko Rambone
originale. Con l’apertura del sedile
CULTURA
Alla scoperta del palazzo di piazza Plesbiscito 22 collegato al Sedile di San Luigi
La presunta storia
del palazzo del Sedile
Abbiamo incontrato il proprietario Nicola Lama che allontana le voci di abusi: «Le aperture sulla
copertura del Sedile, diventata un terrazzo, esistono da decenni». E poi racconta la storia del
palazzo. Secondo Lama sarebbe stato abitato dalla regina Giovanna
Antonio Arduino
N
44
el giorno del taglio del nastro
del restaurato sedile di San Luigi di piazza San Domenico ci è
stata segnalata la presenza di aperture,
probabilmente non autorizzate, realizzate nell’edificio che forma un tutt’uno
con il Sedile. Una voce che abbiamo
verificato chiedendo spiegazioni al
proprietario di quegli appartamenti. “Le
aperture e la terrazza sulla copertura
del Sedile - racconta Nicola Lama, ex
amministratore cittadino negli anni ‘80
e noto imprenditore, proprietario degli
appartamenti ereditati da papà Armando - esistono da decenni. Da ragazzo sul
terrazzo ho organizzato tante feste con
Il Sedile di S. Luigi «ristrutturato»
gli amici. Se l’edificio è in buone condizioni è solo grazie ai lavori di restauro
realizzati utilizzando sia i fondi concessi a seguito del terremoto del 1980, con
della legge 219, sia fondi personali,
naturalmente effettuando le opere con
tanto di autorizzazione comunale che
sono pronto a mostrare a chiunque”.
Dunque, nessun abuso. Lama ci ha raccontato anche la storia dell’edificio di
via Plebiscito 22. L’edificio e, in particolare, gli appartamenti di sua proprietà
erano la dimora abituale della regina
Giovanna quando veniva ad Aversa. In
quel palazzo avvenivano le impiccagioni a cui assisteva la regina affacciandosi
ad una finestra del suo appartamento,
dando poi l’ordine di portare gli impic-
CULTURA
Gli affreschi dell’ultimo piano
cati nella cappella, ormai diroccata, di
via Succurre Miseris. «Dal sottosuolo
di quello stabile partiva una galleria,
una specie di autostrada sotterranea che
la regina a bordo della sua carrozza,
oggi conservata nel castello aragonese,
«Dal palazo partiva una
galleria che la regina
a bordo della sua carrozza
percorreva per andare
al castello angioino di Aversa
e a Casaluce»
poteva percorrere per raggiungere, in
maniera invisibile il castello angioino
di Aversa e Casaluce».
Un’autostrada sotterranea che potrebbe
essere ancora percorribile e che aveva
dato all’ingegnere Carmine Pisciotta
l’idea di realizzare ad Aversa una specie
di Napoli sotterranea, utilizzandola
come percorso turistico per attrarre
visitatori. Di quella galleria, dove il
papà di Nicola, insieme ad altri aversani, scendeva in tempo di guerra per
ripararsi dalle bombe, oggi l’accesso è
impedito da una copertura di vetro, posizionata da Lama per bloccare ingressi
non autorizzati che potrebbero causare
danni a chi volesse percorrere quelle
gallerie diventate fonte di pericolo per
l’abbandono in cui versano da decenni.
Anche se abbandonato dal Comune
comproprietario dello stabile, l’edificio
porta ancora i segni visibili di pitture
ornamentali negli appartamenti posti
all’ultimo piano, dove sono presenti
affreschi murali restaurati nei primi
anni ‘80 a cura della Sovrintendenza e
coperti da teli di plastica per proteggerli.
45
E
46
Parità ...la strada è ancora lunga!
ro in strada in attesa di un amico,
quando involontariamente ho
ascoltato una discussione tra
alcune persone. Oggetto: la condizione
della donna, sottomessa all’uomo, nei
paesi islamici. In sintesi, quasi tutti
ritenevano la condizione delle islamiche
neanche lontanamente paragonabile a
quella delle italiane. Anzi, velatamente,
facevano intendere che la condizione
delle arabe fosse conseguenza dell’arretratezza di quei paesi. La tentazione
di intervenire è stata forte. Ma ho
abbandonato al loro dibattito i soggetti
in questione. Non posso però, non
approfittare dell’opportunità che il
giornale mi mette a disposizione per
analizzare la faccenda. E’ indiscutibile
che la condizione femminile nei paesi
arabi sia gravata dai retaggi di una cultura patriarcale dove il ruolo dell’uomo
è predominante. Altrettanto vero, però,
è la condizione di subalternità che tante
italiane ancora oggi soffrono a causa
degli atteggiamenti d’una parte dei loro
uomini. Pur essendo anni luce davanti
alla gran parte di questi paesi in fatto
d’uguaglianza tra i sessi e nel campo dei
diritti civili, non possiamo ergerci ad
esempio di virtù atteso che solo pochi
decenni fa le donne italiane vivevano
una condizione molto simile alle donne
arabe. Esempio è la discussione nata
tra i “padri fondatori” della Nazione
prima di inserire nella Costituzione la
cosiddetta parità tra i sessi. A quei tempi
la posizione giuridica delle donne nella
società era di assoluta inferiorità rispetto agli uomini. Poi, dopo un acceso
dibattito, l’eguaglianza dei cittadini fu
proclamata nell’art. 3 della Costituzione. Tale uguaglianza fu rafforzata nei
settori dove la diseguaglianza si faceva
maggiormente sentire: la famiglia (art.
29 e 30), il diritto al voto (art. 48), il
lavoro (art. 37) e il pubblico impiego
(art. 51). Ovviamente passare dalla
semplice enunciazione di un principio
alla sua applicazione pratica è impresa
ardua. A livello culturale ancora oggi
sono presenti nel nostro Paese delle
sacche di resistenza a tali cambiamenti.
Per certi italiani il tempo sembra non
essere passato da quando alcuni “padri
della Patria” nel corso dei loro interventi
non ebbero remore a parlare di “poteri
esclusivi” del marito, giustificati da
“imperiose esigenze di natura” somiglianti alle ‘colonne d’Ercole’ dinanzi
alle quali deve “arrestarsi ogni rivendicazione di parità femminile”. Sembra
incredibile ma queste parole sono state
pronunciate solo pochi decenni fa nelle
aule del Parlamento. Altri “costituenti”
vaneggiavano di “una legge armonica
dell’universo che sancisce la supremazia del marito…”. Per non parlare
dell’uomo che aveva “una funzione
nella società profondamente diversa
dalla donna”.
Il colmo si raggiunse quando fu proposto un articolo di legge che diminuiva la
pena all’uomo che cagionava: “La morte di figlie e sorelle nell’atto in cui ne
scopre l’illegittima relazione carnale”.
Essendo, purtroppo, la memoria corta
delle donne pari all’arroganza di certi
uomini, in tante oggi non ricordano più
che in nome dell’unità familiare il reato
di adulterio era solo femminile.
Pochi lustri fa il nostro ordinamento
conteneva norme che oggi appaiono
arcaiche. Ad esempio: si dichiarava
persa la cittadinanza italiana della
donna che contraeva matrimonio
con uno straniero. Con la clausola
del nubilato si poteva licenziare una
lavoratrice in caso di matrimonio.
Nel campo del lavoro la lotta per
arrivare a una condizione quasi
accettabile della donna è stata lunga
e tortuosa. Alcuni “costituenti”
dichiararono che “la parificazione
dei sessi non era possibile in tutti
gli uffici pubblici” e, in particolar
modo, in quelli che si occupano
di Giustizia e Difesa. Un paio di questi
“onorevoli” si lasciarono andare a vere
e proprie farneticazioni tipo: “da specifici studi sulla funzione intellettuale
in rapporto alle necessità fisiologiche
dell’uomo e della donna risultano certe
diversità, specialmente in determinati
periodi della vita femminile” oppure “la
donna non ha capacità di svolgere funzioni giudiziarie”. A tal proposito Leone
rincarò la dose affermando che nella
Magistratura le donne mai sarebbero
dovute arrivare perché: “Dove si deve
arrivare alla rarefazione del tecnicismo,
è da ritenere che solo gli uomini possano mantenere l’equilibrio…”. Un altro
affermò solennemente che: “…la donna
non può giudicare”. Ma non solo nella
Magistratura le donne dovevano essere
evitate, anche nelle giurie popolari potevano essere presenti al massimo in tre
per evitare che fossero in maggioranza
sugli uomini. Certo conquiste ne sono
state fatte e la condizione femminile è
migliorata, ma non dimentichiamoci
che ogni anno migliaia di donne sono
violentate, perseguitate e, purtroppo,
uccise dai “masculi” di casa che credono ancora di avere il diritto di proprietà
su tutte le “fimmene”. Prima di parlare
degli altri popoli, quindi, sarebbe meglio
fare un esame di coscienza altrimenti
rischiamo di fare la figura di certi “padri
della Patria”.
SPORT
L’aversana Nicole Iavazzo campionessa di motociclismo
A 16 anni «scheggia»
batte tutti nel «rookie»
Nicole ha stravinto il campionato rookie “Yamaha R 125 Cup»
che si è concluso a Varano de’ Melegari in provincia di Parma.
«Vorrei emulare le gesta del grande Valentino Rossi»
Roberta Ruffo
A
48
16 anni ha stravinto il campionato rookie “Yamaha R 125
Cup» che si è concluso a Varano de’ Melegari in provincia di Parma.
Nicole Iavazzo è stata la più brava dopo
cinque gare disputate rispettivamente
sui circuiti di Franciacorta, Modena
e Varano. Le performance gli hanno
garantito il quarto posto nella classifica
generale. La giovanissima campionessa
di motociclismo è nata ad Aversa e si
allena sulle piste di Casaluce e di Limatola. «Ho iniziato a correre a 5 anni sulle
mini moto – ci ha dichiarato. Mio padre
Pasquale mi portava con se a vedere le
corse a Casaluce. Poi papà me ne ha
regalata una ed io non sono più scesa da
quella moto». Nicole, soprannominata
già da piccola “scheggia”, cerca ora un
team e degli sponsor per trasformare
la sua passione in una vera e propria
professione.
Le carte in regola per affermarsi ci
sono: Nicole è stata l’unica donna a
correre nella “R125 Cup” ed è stato il
più giovane pilota in gara. Con lei hanno gareggiato anche ragazzi di 21 anni,
visto che il limite della categoria è di 23.
Il papà del campione Jorge Lorenzo l’ha
già notata e gli sta facendo la corte.
Nicole frequenta con profitto il quarto
anno del liceo pedagogico di Aversa e
confida molto nel papà, che gestisce
un’officina meccanica a Napoli e rap-
L’agguerrita squadra normanna
presenta per lei IL team manager, assieme all’amico Umberto Gelvi, studente
di ingegneria meccanica aerospaziale,
che si è già prenotato
per prendere in mano
le redini del team
Iavazzo.
“Vorrei emulare le
gesta del grande
Valentino Rossi - ci
confida. La mia
vittoria la dedico
ai miei genitori e
ai nonni che voglio
ringraziare per i tanti Nicole sul podio
sacrifici che hanno
fatto per supportare la mia passione».
Nicole può diventare una campionessa.
La Exton Aversa vince un’epica partita contro la fortissima squadra del Latina
Pallavolo, arriva Libraro e la musica cambia
L
a Exton Volley Ball Aversa dopo
il passo falso in terra siciliana
con il Gela corre ai ripari. E così
il presidente Di Meo, a cui va ascritto
il merito di aver riacceso, dopo due
lustri di silenzio, gli entusiasmi per
questo stupendo sport che ad Aversa
vanta grandi tradizioni è corso subito ai
ripari, acquistando il fortissimo talento
Enrico Libraro che, pur di giocare ad
Aversa, è sceso dalla serie A per militare in serie B1.
La trasferta in Sicilia, terra anche
questa di tradizioni forti nel volley, è
giunta troppo presto. I ragazzi non avevano ancora acquisito la piena forma.
Ci auguriamo resti l’unico passo falso
di un campionato appena iniziato!
Dopo la vittoria netta a Lagonegro
per tre a zero in coppa Italia, la Exton
è tornata sul parquet del PalaJacazzi
per affrontare una delle squadre che
viene accreditata per il successo finale:
l’Hydra Latina. La squadra laziale ha
schierato tra l’altro Francesco Biribanti,
ottimo giocatore, campione Europeo nel
2003 con la Nazionale italiana, con la
quale vanta ben 49 presenze e campione
d’Italia qualche anno fa con la Sisley
Treviso. Ed infatti risultano imprendibili
le sue schiacciate nel primo set vinto dal
Latina per 26 a 24. Poi c’è la reazione,
guidata anche dai tanti tifosi accorsi al
palaJacazzi, e i ragazzi di mister Draganov conquistano il secondo set, per 27
a 25. Nel terzo set la partita sembrava
quasi compromessa, quando il Latina
era giunto a 22 e l’Aversa a 18 punti.
Ma il leone non è domo! E così inizia
il recupero con un set interminabile che
vede trionfare gli aversani per 32 a 30
che poi chiudono la pratica vincendo
l’ultimo set per 25
a 16. Per chi ha
qualche anno in più
corrono i ricordi a
storiche sfide nel
vecchio
capannone, come con
il Codyeco Lupi
Santa Croce. Oggi
però la pallavolo è Enrico Libraro
cambiata. I valori
in campo sono diversi, la preparazione
atletica, la tecnica, gli scambi, sembra
che i giocatori si muovano a cento
all’ora! E così ben venga l’arrivo di
Enrico Libraro, fortemente voluto da
Di Meo, per fornire la punta di diamante ad una già forte rosa di giocatori.
Ieri intanto si è giocato a Lagonegro,
mentre al pala Jacazzi si ritorna il 29
novembre contro il Potenza.
CULTURA
Seconda puntata in uno dei luoghi più antichi dell’Agro aversano
Casaluce, entriamo nel
castello dei De Balzo
Attualmente il castello è ritornato di proprietà della Diocesi di Aversa, dopo anni di querelle tra
privati e Curia sulle quali non intendiamo soffermarci. Don Michele Verolla ci fa da cicerone
tra le bellezze di quello che una volta era un monastero dei Celestini
Giuseppe Lettieri
C
50
ontinua la nostra “riscoperta”
dei luoghi artistici e storici delle nostre zone, spesso ignorati,
e talvolta completamente sconosciuti
a molti che vivono, distrattamente, il
territorio. Nel numero scorso eravamo
a ridosso del ponte levatoio e del fossato difensivo, un tempo probabilmente
alimentato dalle acque del Clanio, del
primo castello normanno d’Italia, quello di Casaluce. Ad accoglierci è il nuovo “castellano” don Michele Verolla,
parroco da molti anni del santuario di
Santa Maria ad Nives, la chiesa palatina
del castello, sacro santuario che custodisce per otto mesi all’anno l’effige
tanto cara ai casalucesi ed anche agli
aversani della Madonna di Casaluce.
Attualmente il castello è di proprietà
della diocesi, dopo anni di querelle tra
privati e curia sulle quali non intendiamo soffermarci. Don Michele, con amabile disponibilità, ci guida da cicerone,
all’interno del complesso. Ricordiamo,
infatti, che, nato come dimora e come
roccaforte sotto i normanni aversani,
l’edificio passò poi nelle mani di una
delle famiglie più in vista del regno di
Napoli, sotto la dominazione angioina,
vale a dire i del Balzo. E, poco dopo
l’assassinio del principe Andrea di
Ungheria, real consorte della regina
Giovanna I d’Angiò, avvenuto nel
castello di Aversa, dimora tra le preferite della corte angioina, fu donato da
questa nobile famiglia ai frati Celestini.
I del Balzo (o de Baux) erano originari
della Provenza, anche se qualche storico dell’epoca, con non poca fantasia,
faceva discendere questa famiglia da
Baldassare, uno dei re Magi (a riferimento di ciò nel simbolo del casato vi
Casaluce, il cortile interno del castello e, sotto, lo stemma dei De Balzo
Nel prossimo numero
entreremo all’interno
del castello di Casaluce
visitando quello che per
cinque secoli circa fu
l’appartamento
dell’abate
era anche la stella cometa!) ed arrivarono nel nostro territorio intorno al 1270,
con l’avvento di Carlo I d’Angiò alla
guida del regno di Napoli. Il loro forte
legame con gli angioini ne fece la loro
fortuna.
Si imparentarono attraverso alcuni
matrimoni ai Sanseverino e, poi, agli
Orsini, (con questi ultimi nacque la casata del Balzo Orsini). Tra i personaggi
più importanti vi furono due Raimondo
del Balzo. Il primo Raimondo (1305Napoli,1375) fu Signore di numerose
terre tra cui Campagna, Vico, Flumeri,
Casaluce e Castrignano, insignito dei
titoli di conte di Ascoli nel 1332, conte
di Soleto nel 1352; ricoprì le più alte
cariche tra cui Giustiziere e Capitano
Generale ed è sepolto in Santa Chiara
in Napoli. Fu proprio lui a donare ai
Celestini il complesso di Casaluce nel
1365, che da allora fu trasformato in
monastero. Non approfondiamo gli
aspetti storici, non è questa la sede,
ma va precisato che anche l’icona
della Madonna di Casaluce, la si deve a
questa nobile famiglia. Ne riparleremo
quando entreremo in chiesa.
Per il momento con don Michelle
Verolla ci soffermiamo ad ammirare le
stupende arcate, in gotico campano, che
separano i due cortili interni, in origine
piazzali d’armi dell’originario castello,
e poi trasformati in
“chiostri” durante
il cambio di destinazione avvenuto
nel XIV secolo.
Nel prossimo numero, entreremo
all’interno del castello di Casaluce
visitando
quello
che per cinque
secoli circa fu
l’appartamento dell’abate.
SALUTE
Il filo interdentale previene la formazione delle carie che compaiono tra dente e dente
Denti, privilegiare
la prevenzione non la cura
I
52
l filo interdentale previene la formazione delle carie che compaiono tra
dente e dente. Le carie dentali sono
classificate in base alla posizione dove
sorgono. Così si avrà una carie di I classe quando viene intaccato lo smalto dei
denti nella parte masticante. Proprio per
questa posizione peculiare, può interessare solo i premolari ed i molari. Vi sono
poi le carie di III classe che interessano
il fianco degli incisivi e dei canini. Se
queste carie si estendono ad interessare
un angolo di questi denti (canini e
incisivi), allora divengono di IV classe.
Le carie di V classe invece interessano
le zone dello smalto prossime al punto
di confine tra la corona del dente e la
sua radice, ma posizionate ancora sullo
smalto dentale. Queste possono colpire
tutti i denti. Una nota a parte merita la
carie di II classe. E’ questa una carie che
nasce tra dente e dente dei premolari e
molari. Non è facilmente visibile e spes-
so solo l’ausilio di una
radiografia aiuta l’odontoiatra a fare una
corretta diagnosi.
Se i controlli dal
dentista non sono frequenti, può facilmente
capitare che queste
carie si presentino
come un inscurimento
della parte masticante
del dente che diventa più o meno
dolente. All’improvviso il dente che la
ospita può rompersi durante la normale
masticazione a causa del vuoto che la
carie stessa ha creato all’interno. Una
maniera semplice ed efficace che si può
impiegare per prevenire questo genere
di danno con conseguente risparmio
di tempo, denaro e danno biologico, è
l’uso sistematico del filo interdentale.
I pazienti lamentano la mancanza di
tempo e, quando si suggerisce di fare
prevenzione,
molto
spesso
l’obiezione
principale è proprio
che non è possibile
dedicare ampi spazi
di tempo solo ai denti.
Per passare il filo interdentale bastano una
manciata di secondi.
In realtà ciò che occorre vincere è la pigrizia
mentale che impedisce di aggiungere un
altro gesto a quello spesso già fatto con
fatica dello spazzolamento. Concludendo: occorre privilegiare la prevenzione
e non la cura. I presidi ci sono e sono
alla portata di tutti. Nel caso delle carie
dentali di seconda classe, la prevenzione
è quasi banale. Se poi siamo costretti a
farci curare dal dentista non lamentiamoci!
Approfondimento scientifico
del Dott. Fabio Sichel Turco
Il condominio
...in forma!
dell’avv. Maurizio Golia
Animali domestici in condominio
P
rima della “Riforma del Condomino” la detenzione di un
animale domestico all’interno
dell’abitazione in condominio poteva
essere vietata dalle disposizioni del
regolamento condominiale. Ora il re-
golamento condominiale non potrà più
contenere un divieto di ospitare animali
domestici.
La nuova norma è valida anche per i
vecchi regolamenti o solo per i nuovi?- È stata inserita nell’articolo 1138
del c.c., che disciplina i regolamenti
assembleari, quelli che possono essere
fatti a maggioranza. In sostanza si è voluto incardinare in una norma scritta un
principio assodato nella giurisprudenza:
a casa mia, ci posso tenere l’animale che
voglio e nessuna delibera assembleare
me lo può impedire. Diverso il caso del
regolamento redatto dal costruttore – di
natura contrattuale - firmato, trascritto
e accettato al momento dell’acquisto,
in quel caso ci può essere un divieto su
cui la riforma non può agire. Vero è che,
una volta affermato così esplicitamente
un principio, in sede di controversia il
giudice non potrà non tenerne conto...
Naturalmente è buona norma rispettare
le disposizioni contenute nell’ordinanza
del Ministero della Salute, entrata in
vigore il 23 marzo 2009, previdente, tra
l’altro l’obbligo, nei confronti dei proprietari dell’animale, di mantenere ordine e pulizia nell’intera area di passaggio,
di usufruire del guinzaglio in ogni luogo
e, qualora si fosse in possesso di animali
con indole aggressiva, di applicare la
museruola. Rimane poi sempre vigente
la responsabilità civile, ex art 2052 del c.
civile e penale, a carico dei proprietari,
qualora scaturiscano danni o lesioni a
persone, animali o cose. Gli animali non
devono essere lasciati liberi di circolare
negli spazi comuni in mancanza delle
idonee cautele sopra menzionate.
Il condominio in caso di rumori molesti
o di odori sgradevoli diventa abilitato a
proporre la domanda di allontanamento
dell’animale dall’abitazione in base
all’articolo 700 del c.p.c. Anche nel
caso di immissioni rumorose è possibile
avanzare il reato di “disturbo del riposo
delle persone” (art. 659 c.c.): si precisa,
però, che l’elemento portante di questa
53
fattispecie criminosa risulta l’idoneità
del fatto ad arrecare disturbo ad un
numero indeterminato di individui e non
già l’effettivo disturbo ai medesimi
L’INCONTRO
La scuola «Van Beethoven» di Casaluce si erge ancora a baluardo della legalità
Mario Autore e Maresca
nel nome di Borsellino
Geppino De Angelis
U
54
na vera giornata della legalità quella vissuta, insieme
a tantissime autorità, dagli
alunni dell’istituto comprensivo “Van
Beethoven” di Casaluce, da anni diretto
magistralmente dal nostro concittadino
prof. Mario Autore.
Una giornata vissuta nel nome del
giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla
mafia, al quale è stata intitolata la
nuova sala consiliare del Comune di
Casaluce. Alla presenza di un folto
pubblico, del viceprefetto aggiunto di
Caserta, Stefano Italiano, del dirigente
del commissariato di FS di Scampia
Tatarelli, di Antonio Turi dell’associazione “Cittadini contro le mafie”,
di Simmaco Perillo, rappresentante
dell’associazione “Al di là dei sogni”,
di Antonio Comella dell’associazione
“Araba fenice”, di Antonio Di Martino
del “Forum dei giovani di Casaluce”,
della responsabile dello sportello anti-
L’incontro sulla legalità a Casaluce
violenza “Noi voci di donne” e del sostituto procuratore della DDA di Napoli
dott. Catello Maresca al quale si deve,
tra l’altro, l’arresto di Michele Zagaria,
la cerimonia ha avuto inizio con l’intervento del sindaco Nazzaro Pagano che
ha messo in risalto l’importanza della
cerimonia, ricordando la fulgida figura
del giudice Borsellino, mentre in un
clima di vibrante patriottismo gli alunni
della sezione musicale dello istituto
comprensivo hanno eseguito l’inno di
Mameli. Coordinati, poi, dal giornalista
Francesco Neri, che col giudice Maresca ha scritto “L’ultimo bunker”, hanno
via via preso la parola tutte le autorità
menzionate, mentre Maresca, rivolgendosi ai tantissimi ragazzi presenti in
sala, ha detto tra l’altro: “Questi ragazzi
sono già la bella realtà della provincia di
Caserta, mi entusiasma sentir parlare e
parlare di legalità e cultura, un binomio
inscindibile”.
Il sindaco Pagano ha affermato che la
sala consiliare intitolata a Borsellino,
oltre ad ospitare le sedute del Consiglio,
sarà destinata alle attività culturali delle
associazioni, un luogo di incontro, di
confronto ovvero un autentico presidio
di legalità. L’alunna Anna Natale,
“sindaco-baby” di Casaluce, con fascia
tricolore ha affermato di sognare il
giorno in cui il suo paese diventerà il
punto di riferimento della cultura e della
legalità del territorio aversano.
La presentazione venerdì 21 novembre alla libreria «Quarto Stato»
«Il terrorista e il professore», il romanzo-realtà di Faenza
D
opo il successo de “L’isola dei
fiori di Cappero” del 2013,
Vito Faenza pubblica un secondo romanzo-verità: “Il terrorista e
il professore” (edizioni Spartaco, 118
pagine 10 euro). La presentazione si
terrà il 21 novembre alle 18,30, nella
libreria «Quarto Stato» in via Magenta
ad Aversa. A Discutere del romanzoverità con l’autore sarà il magistrato
Nicola Graziano.
Basta cliccare il titolo del romanzo sul
web per verificare che sono numerose
le recensioni (tutte favorevoli) già
pubblicate, mentre ce ne sono altre in
dirittura d’arrivo, sulla carta stampata,
dopo il Giorno, Il Resto del Carlino, la
Nazione, La Repubblica, il Salvagente,
il Quotidiano della Domenica. Il romanzo è piaciuto molto anche a coloro che
la vicenda la conoscono bene. Naturalmente nessuna sorpresa per chi conosce
il nostro direttore editoriale: nella sua
vita da giornalista ha accumulato un
archivio vastissimo, non solo sulle
storie relative alla criminalità, ma anche
sul terrorismo, l’ambiente… Quindi
le sue sono storie pescate proprio nel
suo vasto archivio. In questo secondo
libro il giornalista scrittore propone la
vicenda del rapimento dell’assessore
regionale Cirillo, una versione romanzata nel quale i personaggi sfumano nel
racconto della trattativa intercorsa per
la liberazione dell’ostaggio in mano alle
brigate rosse.
STORIA NOSTRA
Ad Aversa nella seconda metà dell’Ottocento arrivarono molte monache dal convento di Benevento
Le «suppliche» di suor
Maria Caterina a Leone XIII
Il grave stato di indigenza, sua e delle consorelle, nel 1884 portò l’ex Superiora del monastero di
S. Pietro in Benevento a chiedere un sussidio al Papa. Da quando era arrivata ad Aversa gli era stato
sospeso il pagamento della pensione del padre, un Capitano dei Bersaglieri dello Stato Ronmano
Filomena Di Sarno
L
56
e monache che arrivarono ad
Aversa dal monastero di S.
Pietro in Benevento versavano
in uno stato di assoluta indigenza.
Nell’Archivio Segreto Vaticano sono
custodite, infatti, diverse lettere di
religiose benedettine del monastero di S.
Pietro in Benevento, soppresso nel 1865
e trasferite ad Aversa presso il convento
di S. Biagio, che provano tale cosa. I
documenti vanno dal 1882 al 1884 e
riguardano le diverse “suppliche” che
le religiose indirizzarono al cardinale
Ludovico Jacobini, Segretario di Stato
di Papa Leone XIII.
Interessanti sono le “suppliche”
inviate dall’ex superiora di S. Pietro
in Benevento, D. Filomena Paradisi
diventata Suor Maria Caterina di
Gesù, per sé e per le sue consorelle.
In un documento del 1882 si legge
testualmente: “Maria Caterina di Gesù
ex Superiora in S. Pietro di Benevento,
non essendo mezzo come far pervenire
nelle mani di S. Santità la qui acclusa
supplica
andiamo
pregando
la
Eminentissima Reverendissima Sue di
una tal grazia non solo ma di avalorare
le nostre preghiere ad ottenerci qualche
somma a titolo di elemosina anche
riparare all’urgente bisogno. Se si
benignerà accogliere le preghiere col
onorarle di un favorevole riscontro
potrà la Eminentissima dirigerla a
Maria Caterina di Gesù Ziccarelli nel
monistero di S. Biagio in Aversa”.
Due anni dopo, il 2 febbraio 1884, in
un altro documento: “La ottagenaria
religiosa corista benedettina D.
Filomena Paradisi spogliata e spulsa
in uno con la sua comunità dal M. di
S. Pietro in Benevento concentrata
La sua povera comunità
non può soccorrerla in
tutto, perché in luogo di
esilio dovendo sopperire
per le inferme ad annose
converse in vita comune
sempre
lodevole.
In
questa indigenza di cose
si rivolge al magnanimo
cuore
pregandola
di
un assegno mensile e
sia qualunque, anche
sopperire ai suoi averi,
e pressanti bisogni non
avendo mezzi né tempo
atteso alla sua cadente età
di regolarizzare un preciso
incartamento”. Nella parte
superiore di una nuova
missiva del 7 febbraio
1884, con inchiostro
è
annotato:
Il cardinale Jacobini e, sotto, la nostra chiesa di S. Biagio diverso,
“Sono state accordate alle
richiedenti L. 150 in sussidio dal Santo
Padre (in data 1° aprile 1884)”. Nei
In una nuova missiva giorni successivi Suor Maria Caterina
del 7 febbraio 1884, con ringrazia prima il Papa e poi il cardinale
inchiostro diverso, è annotato: Iacobini.
«Sono state accordate alle
richiedenti L. 150 in sussidio
dal Santo Padre in data
1° aprile 1884»
in questa di S. Biagio di Aversa. Ella
espone come gode per dieci anni una
mensile pensione di scudi dieci del
defunto padre Stefano Capitano del
Corpo politico dei Bersaglieri dello
Stato Romano, fatto la profissione
cessarono i versamenti perché il
monastero stava in bona, nulla le
mancava, adesso ritrovandosi aggravata
dal peso degli anni bisognava di tutto.
TRADIZIONI
Quando la foto di nonno Salvatore tolse dai guai la famiglia Comparone
Quel quadro alla parete
che ci salvò dai tedeschi
E quando dei soldati tedeschi, accompagnati da un fascista che faceva da interprete, entrarono nel
«basso» abitato dal ramo di Salvatore, trovarono solo una ragazzina, mia madre. «Dov’è papà?»,
mia madre riuscì solo ad indicare l’indice in alto ...verso il quadro di nonno appeso alla parete
Salvatore di Grazia
V
58
ia Drengot, strada storica
cittadina e della famiglia
Comparone che, arrivata ad
Aversa all’inizio del ‘500, ha ancora il
palazzo dove c’era lo stemma familiare
sotto la volta dell’androne, caduto poi a
causa delle bombe alleate del 19 luglio
1943.
Zia Margherita, vedova di Tommaso
Comparone, mi ha permesso di
fotografare una foto del marito soldato,
quelle foto-ricordo che si facevano
al momento del congedo e che mi era
rimasta impressa nella mente. Erano
anni che non mettevo piede nel palazzo,
forse dalla morte di nonna Anna “a’
barunessa” e apprendo che dopo
centinaia di anni, un appartamento è
stato venduto ad estranei. Panta rei, e
che ci vuoi fare? Mi mostra altre foto di
famiglia, che subito riprendo in macro
con la digitale, tre-quattro scatti ad
ogni foto, almeno una verrà nitida. Mi
mostra altre due foto dei miei nonni,
molto giovani.
Lui non posso ricordarmelo, ma lei
sì, pesava un quintale anche se in
questa foto è un fior fior di ragazza.
E nonno Salvatore, ben vestito,
gambe accavallate, sembra proprio
uno “sciupafemmine”! Mi copio
anche queste e mentre mi preparo ad
andarmene zia mi dice: “E quello non
lo fotografi?”, indicandomi una grande
foto incorniciata in un quadro appeso
sullo stipite di una porta. “Pure quello
è il suocero, tuo nonno Salvatore”
- aggiunge. Altra foto che ricordo
vagamente di aver visto da bambino.
Scatto alcune foto dal basso, poi mi
faccio dare uno scaletto e ne scatto altre
di fronte. Nonno porta i baffetti ‘alla
Hitler’, la foto è dei primi anni ‘40.
Tommaso Comparone
Fu il tedesco che comandava
la pattuglia a ‘capire’. Fissò
il quadro e poi la bambina e
dopo un breve silenzio disse,
in un italiano stentato «Jà, io
capito, povera bambina»
L’unica foto che avevo di lui, stesso
periodo, era in camicia nera e mostrine,
e penso che se mio figlio Luigi si facesse
crescere simili baffetti sarebbe la sua
copia! A casa di mia madre scarico le
foto sul portatile e gliele mostro.
Dice che il padre non era fascista, ma
“... a chilli tiemp, si nun eri fascista,
nun putive campà... si dovette mettere
à cammisa nera perché era arruolato
nella contraerea cittadina che difendeva
la stazione ferroviaria”. Le mostro
la foto incorniciata ed è un fiume di
ricordi. Quel quadro era giù, nel basso
adiacente il portone, dove vivevano
in quel giorno del 1943, dopo l’8
Settembre. Anche in via Drengot si era
sparsa la voce che i tedeschi stavano
rastrellando uomini da mandare al
lavoro in Germania e ci fu un fuggi
fuggi generale sui tetti e sulle terrazze
per andare a nascondersi dai missionari
del Pime. E quando dei soldati tedeschi,
accompagnati da un fascista che faceva
da interprete, entrarono nel “basso”
abitato dal ramo di Salvatore (gli altri
due bassi erano abitati da altri fratelli),
trovarono solo una ragazzina, mia
madre. Anna “a’ barunessa” non c’era,
era ‘ncopp à catena da una sorella
ammalata e mamma rimase terrorizzata
dall’ingresso di quei soldati dall’aspetto
cattivo.
Si muovevano come epilettici,
frugarono dappertutto, ma non
trovarono nessuno. Alla fine il tedesco
che
comandava
la
pattuglia
disse
qualcosa
all’interprete
e
questi chiese a mia
madre:
“Dov’è
papà?”. Mia madre,
ammutolita, occhi
sbarrati dalla paura,
alzò il braccio
destro e puntò
l’indice in alto... e S. Comparone
alle sue spalle c’era
il quadro di nonno appeso alla parete.
Fu il tedesco che comandava la
pattuglia a “capire”. Fissò il quadro e
poi la bambina e dopo un breve silenzio
le disse, in un italiano stentato “Jà,
io capito, povera bambina, babbo in
cielo...”, si fece il segno della croce e
comandò a tutti di uscire. “Adesso sto
ridendo - ha concluso mia madre - ma
allora me sò pisciata sotto pà paura ca
tenevo”.
LE CELEBRAZIONI
Le irriverenti medaglie lo ritraggono con le orecchie d’asino ed anche nei panni di uno schiavo
Niccolò Jommelli nella
medaglistica del suo tempo
Mentre la prima medaglia è nota da un’acquaforte che si conserva a Bologna, dell’altra, che lo
ritrae nei panni di uno schiavo trascina un carro trionfale sul quale campeggia il compositore
spagnolo Terradellas, non c’è traccia. Il nostro Jommelli, buono di cuore qual era, non se la prese
Franco Pezzella
N
60
iccolò Jommelli è stato oggetto
nel tempo di molte caricature
la più irreverente delle quali
è quella che lo vede raffigurato con le
orecchie d’asino in una medaglia con
cui l’aveva per cosi dire “contestato” il
pubblico romano, dacché egli, facendo
propria la lezione di Pietro Metastasio e
in controtendenza con i gusti dell’epoca,
ancora troppo sbilanciati in favore della
musica a discapito dell’espressione
poetica, aveva incominciato a scrivere
opere nelle quali era particolarmente
curata, invece, la correlazione fra parole
e melodie.
La medaglia, nota attraverso un’acquaforte che si conserva presso la biblioteca
La medaglia che ritrae il musicista con le orecchie d’asino
del Museo Internazionale della Musica
di Bologna, porta raffigurato sul recto il
busto di profilo, rivolto verso destra, del
musicista aversano, coronato da foglie
di lauro, accompagnato dalle scritte
«MVSICAE RESTITVTOR» (Musica
che rigenera). Sul verso è riprodotta,
invece, la scena di un asino che per aver
LE CELEBRAZIONI
fatto cascare il basto riceve le frustate
dal suo padrone. Quest’ultima raffigurazione è accompagnata dalle scritte
«RESTITVTORI MVSICAE». (Musica
rigeneratrice) e dal motto fedriano «Qui
se laudari gaudet verbis subdolis Fere
dat poenas turpi poenitentia» (Chi gode
sentirsi esaltare con parole adulatrici,
ne porta poi la pena con pentimento e
vergogna). Come a dire che dar retta alle
lodi dei furbi è da sciocchi, perché fanno
ciò solamente per il loro tornaconto e la
lode ricevuta è poi pagata a caro prezzo;
e che, pertanto, è preferibile ricevere
una critica costruttiva piuttosto che un
apprezzamento falso. Il motto è tratto
dalla favola della volpe e del corvo
raccontata da Fedro. Jommelli non se la
prese più di tanto tant’è che mandò a Padre Martini, con un candore che ha del
commovente, una copia della medaglia.
A voler dare credito a un oscuro resoconto apparso a firma di tale J. F. Reichardt
il 12 marzo del 1800 sull’Allgemeine
musikalische Zeitung, il principale
periodico musicale tedesco dell’epoca,
il compositore aversano sarebbe stato
rappresentato in un’altra medaglia
mentre nei panni di uno schiavo trascina
un carro trionfale sul quale campeggia
il compositore spagnolo Domingo
Terradellas (Barcellona 1713 - Roma
1751). Secondo il succitato cronista essa
sarebbe stata coniata dagli ammiratori
di Terradellas per onorare la memoria
del compositore spagnolo, trovato pugnalato a morte nel Tevere, assassinato,
a dir loro, per mano dello Jommelli, suo
rivale, che aveva così voluto vendicare
l’affronto subito dopo la rappresentazione di una sua opera, che era stata,
invece, unanimemente riprovata. È
perché non vi fossero dubbi sulla matrice dell’assassinio, i sostenitori di Terradellas vi avrebbero fatto incidere sul
rovescio della medaglia le parole di un
recitativo dell’ultima opera di Jommelli:
«Io sono capace». Il resoconto dell’Allgemeine musikalische Zeitung non è
considerato però attendibile e tuttavia
come sia morto Torradellas è tuttora un
mistero. Esemplari di questa medagli
anon sono stati mai trovati e tuttavia
Eduardo Maria Oettinger nell’edizione
italiana del suo Rossini riporta che uno
degli esemplari di questa rara medaglia
era stata acquistata da lady Ester Monmouth, nipote dell’ambasciatore inglese
a Napoli.
61
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Doppio appuntamento del Rotary Club di Aversa
Milone e la storia
della televisione
Il 6 novembre c’è stato l’incontro con Elio Palombi, autore del
libro «Beccaria Oggi», introdotto da Paolo Tanda che ha
spiegato la grande opera del 1764 «Dei delitti e delle pene»
Geppino De Angelis
D
62
oppio appuntamento per il
Rotary Club «Aversa Terra
Normanna». Il 30 ottobre 2014
il giornalista Massimo Milone ha relazionato sui 60 anni della Rai, riuscendo
a tracciare in maniera mirabile l’ evoluzione della televisione, sottolineando le
tappe più importanti della sua storia, il
secondo canale, i grandi sceneggiati, il
varietà del sabato sera, lascia o raddoppia, la tv a colori, il telecomando, la nascita delle TV commerciali, i talk show,
fino alla TV digitale. Il Presidente del
Rotary Club il dott. Sergio Mangiacapra,
nel presentare l’ evento, ha sottolineato
come la Rai-Tv abbia «rappresentato
per molte generazioni una sorta di tata
che ci ha aiutati a crescere ed a conso-
lidare la nostra cultura». Altro riuscito
appuntamento quello del 6 novembre
con la presentazione del libro del prof.
avv. Elio Palombi intitolato “Beccaria
oggi”, edito da Grimaldi.
Dopo i saluti del Presidente del Rotary,
è intervenuto il penalista professore
universitario Paolo Tanda che ha evidenziato come il libro racconti in modo
avvincente alcune delle più importanti
vicende giudiziarie degli ultimi decenni
della nostra Repubblica. Tanda ha anche
sottolineato come l’aspetto peculiare del
libro del prof. Palombi sia stato quello
di porre al centro l’attualità del pensiero
di Cesare Beccaria, autore dell’opera
giuridica italiana più conosciuta all’estero, intitolata “Dei delitti e delle pene”
( 1764).
Tanda ha evidenziato, tra l’altro, come
Sergio Mangiacapra e Massimo Milone
tale ultima opera sia stata un forte
manifesto di protesta contro la pena
di morte, la tortura e più in generale
contro il sistema processuale dell’epoca
incentrato su un sistema di ricerca della
prova per condannare l’imputato sulla
base di una confessione quasi sempre
ottenuta con una tortura, sottolineando
come l’opera del Beccaria avesse scosso le coscienze dell’epoca, favorendo
importanti riforme. Elio Palombi che
ha chiarito quale sia - a circa trecento
anni di distanza - il collegamento tra il
pensiero di Cesare Beccaria e le vicende
giudiziarie attualissime riportate nel
suo libro. L’interessantissimo e affollatissimo evento culturale si è concluso
con una serie di domande da parte del
pubblico che ha mostrato di aver molto
gradito la presentazione del libro. La stazione metropolitana di via Toledo al primo posto della classifica mondiale
Contentissimi per Napoli ma Aversa...
A
lcuni mesi fa, la stazione
Metropolitana di via Toledo a
Napoli (nella foto) è stata ritenuta dalla Ccn e altri prestigiosi media
la più bella d’Europa, ma ora ha anche
ottenuto la consacrazione mondiale con
il “ the most beautiful subway station in
the world”. Insomma un primato positivo, visto che della città partenopea e di
tutto il nostro territorio non si fa altro
che parlarne, e non sempre giustamente,
male. E pensate che nella classifica delle più belle stazioni metropolitane non
vi sono altre italiane, se non un’altra
stazione di Napoli, quella della fermata
Università, che si classifica al sesto
posto. Davvero un record! Al secondo
posto dopo Napoli vi è Mosca, con la
fermata Kievskaya, mentre al terzo c’è
Radhuset Station a Stoccolma, Svezia.
Al quarto nuovamente la Russia, con
Avtovo Station, una fermata del metro
di San Pietroburgo, mentre al quinto c’è
Shanghai in Cina. Al sesto posto, come
anticipato di nuovo Napoli, mentre una
fermata parigina la si trova solo al settimo posto. La fermata dalla City Hall di
New York è solo undicesima. Una consacrazione che fa piacere, ma ci fa anche
riflettere, con un pizzico di campanilismo sano. Contentissimi per Napoli, ma
perché quando si sono progettate le due
stazioni di Aversa Centro e Aversa Ippodromo non si è fatto qualche sforzo artistico in più? Per carità sono gradevoli,
ma manca quel quid in più che fa restare
meravigliati, come invece avviene per
via Toledo o per l’Università. E quello
che ci meraviglia di più è il fatto che i
progettisti non abbiano pensato affatto
nel momento della progettazione alle
peculiarità della nostra città, Aversa
con i suoi normanni, con la sua musica
ed i suoi musicisti Jommelli, Cimarosa
ed Andreozzi. Magari, in futuro, per
la stazione in programma tra Aversa e
Teverola perché non pensarci?
Giuseppe Lettieri