N. 11 | ANNO XVII | 8 GIUGNO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it CHIPPEWA: MALA TEMPORA CURRUNT! AD AVERSA IL PRIMO PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE STRA NORMANNA ALLA PRIMA E’ GIA’ REGINA ANDREOZZI RAGGIANTE Sagliocco, un’intervista senza peli sulla lingua SENESI La raccolta non funziona. Commercianti inviperiti AVERSA NORMANNA Il ripescaggio è più di una speranza LA BEATIFICAZIONE DI PADRE VERGARA. MIGLIAIA DI FEDELI IN CATTEDRALE Spinillo: «Grati al Papa» L’EDITORIALE STORIA NOSTRA SOMMARIO «Dimissioni? Ma fate sul serio!» 8 Cella: Opg, il Ministero 16 opta per un carcere Santulli e il 168» 22 nella scuola aversana Vittorio Gatto «Al di 50 là della barricata» e Niccolò 56 Mengs Jommelli La Città Normanna, 62 Aversa e l’Europa PERIODICO DI CULTURA VARIA DELL’AGRO AVERSANO Anno XVII n° 11 - 8 Giugno 2014 Direttore Responsabile Giuseppe Lettieri Direttore Editoriale Nicola De Chiara di Giuseppe Lettieri L’EDITORIALE Dante direbbe: «Non ragioniam di loro...» D ante ci suggerirebbe «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa», ma visto che siamo un «giornaletto» di provincia rispondiamo alla provocazione. Le sollecitazioni pervenute dal corriere della sera normanno e dal suo maggiore editorialista meritano una riflessione. In primis, sia chiaro che lo stile o c’è o non c’è e, quindi, la risposta piccata del presunt… (uoso) storico locale, volgare ed offensiva, trapela soltanto insofferenza ad un dato incontrovertibile, vale a dire che la fondazione della Contea Normanna di Aversa è avvenuta nel 1030. Al presunt… (uoso) storico locale consigliamo di andare a scuola dal geometra Antonio Pagliuca, o’ Mister, al fine di trarre qualche valido insegnamento! Riguardo, poi, le considerazioni fatte sul nostro giornale, scomodiamo Esopo, con la favola “La volpe e l’uva”, che narra di quando una volpe, non essendo in grado di arrivare a cogliere dei bellissimi grappoli d’uva, afferma «sono acerbi». Non ci risulta che l’aspirante Erodoto scriva o abbia scritto per il New York Times, ma comprendiamo appieno la sua rabbia scaturita dal fallimento del tanto «osannato» convegno (nonostante la glorificazione anzitempo che ha prodotto sul corriere della sera normanno una velina inesatta … che parlava addirittura di un relatore, poi risultato assente) con gli stessi professori pronti a smentire in toto o in parte le sue “fantastiche” tesi davanti a circa …una trentina di persone, noi compresi. Dopo la lettera della «mamma indignata» abbiamo, dunque, dovuto leggere dello «storico indignato». Quello che dispiace di più è l’atteggiamento “pilatesco” del direttore. Noi rispettiamo tutti, persino il presunto Erodoto, che continua con grande caparbietà a portare avanti la sua (e solo sua) tesi, ma non possiamo rispettare chi non ha rispetto degli altri. Con questo speriamo di aver concluso definitivamente la querelle, restituendo la “tangente” al mittente. Coordinamento Editoriale Vito Faenza Garante dei Lettori Franco Terracciano Fotografie Nicola Baldieri Editore Associazione Dimensione Cultura Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998 Redazione Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce) Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510 www.nerosubiancoaversa.it e-mail: [email protected] Stampa Printer Group Italia srl Castellammare di Stabia (Na) Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì PERIODICO ASSOCIATO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA (Con Tessera n. 15558) La Vignetta di Alessio D’Elia IL CONFRONTO TRA L’ASINO E IL GALLO BASILISCO Tengo ‘a capa tosta: Aversa è del 1022! No, tiene ‘a capa e m...! 3 PRIMO PIANO Durante il black out politico nella sua maggioranza il Sindaco è stato zitto. Ed ora parla «Cerco la sintesi. Se non arriva non ne farò un dramma» Un’intervista senza peli sulla lingua quella che ci ha rilasciato Peppe Sagliocco che vuole continuare la sua esperienza di primo cittadino ma senza compromessi impossibili. E nel suo stile non le manda a dire. «Tra tanti nani e ballerini di avanspettacolo Cella e Candida sono due persone serie» Nicola De Chiara P 4 rima il burrascoso Consiglio comunale del 14 maggio. Poi le accuse di aver «inseguito» i voti di Cella e di Candida. Il tutto appesantito dal caso di Paolo Romano e dalle voci che si sono rincorse per giorni di un documento di sfiducia imminente per il primo cittadino. Peppe Sagliocco non si è scomposto. Ha mantenuto la calma. Ed oggi su NerosuBianco interviene su tutto quanto accaduto. Sindaco, due suoi consiglieri comunali, Luciano e Santulli, hanno detto a chiare lettere che è meglio tornare a casa se la maggioranza non riuscirà a ritrovare la quadra. Cosa risponde? Io credo che tutto questo sia solo il risultato di continue incomprensioni che procurano, poi, anche un rallentamento delle attività amministrative. In questo caso debbo anche dire che entrambi hanno un forte senso di responsabilità, dimostrato nel tempo, e che a loro è cara la prospettiva di questa città che insieme stiamo cercando di portare avanti. Si è pentito di non aver rimandato di 24 ore il Consiglio del 14 maggio? No, perché quel Consiglio non comprendeva atti di particolare rilevanza politica. Il documento sui cottimi fiduciari era stato approvato all’unanimità nella Commissione presieduta da Marco Villano. Quindi supponevo che non avrebbe avuta alcuna difficoltà a passare. L’altro punto all’ordine del giorno di un certo significato era l’approvazione del regolamento che ci permetteva qualche giorno dopo di sottoscrivere a Caserta la costituzione dell’Ato. Quindi due atti di rilievo politico relativissimo. Sta di fatto che Luciano e Tozzi non hanno nascosto il timore di una pos- Peppe Sagliocco «Non sto usando tutti i sistemi per cercare di mediare esasperatamente. La politica è mediazione, è confronto. Io cerco di fare la sintesi. Ma non cerco l’impossibile» sibile modifica della maggioranza a discapito evidentemente proprio di Forza Italia. Sa cosa penso? Che si sia trattato di fibrillazioni legate alla campagna elettorale, che è stata di una particolare intensità essendo su posizioni diverse. Il magro risultato elettorale raccolto ad Aversa dal suo partito, il Nuovo Centro Destra, ha indebolito anche la sua posizione di Sindaco. Certamente sì. I riscontri elettorali che non hanno particolare qualità e quantità rappresentano sicuramente un’ombra sulla capacità di captare consenso. Come si spiega questa debacle? Hanno influito negativamente una serie di questioni compreso l’episodio increscioso capitato a Paolo Romano. E come legge questo ritorno di fuoco ad Aversa di Forza Italia, che è sembrato più un ritorno in chiave antisagliocchiana che berlusconiana? Questo l’ho immaginato ma in parte. In ogni caso il risultato che è venuto mi preoccupa un po’. La capacità di traino di Berlusconi a livello locale si è quasi dimezzata. E la cosa evidentemente non mi fa piacere. Dico che in un quadro di prospettiva questo risultato deve far riflettere il mondo di centrodestra. Il suo segretario, Alfano, vede bene un riavvicinamento a Forza Italia. Alfano dovrebbe prima fare un partito di consistenza numerica diversa. Fatto questo, poi, si può pensare anche alle alleanze. Nel nostro caso, devo dare atto a Paolo Romano di aver lavorato bene. Forse solo la provincia di Caserta aveva avuto questo radicamento del partito sul territorio. . Si è dato come imminente, ad un certo punto, un documento di sfiducia dei consiglieri comunali nei suoi confronti. Non ha temuto il peggio? La cosa l’ho percepita. Intanto, ogni iniziativa politica che viene messa in moto è meritevole di attenzione. Io sono in attesa sempre e comunque. Mi gioco la partita tutti i giorni. Cerco di compiere il mio dovere fino in fondo. Poi se succede, registrerò il dato, come dire, in maniera fatalistica. Tra l’altro non sto usando tutti i sistemi per cercare di mediare o di mediare esasperatamente. La politica è mediazione, è dibattito anche a muso duro, è diversità di opinioni, è confronto. Io cerco di fare la sintesi. Se, però, non dovesse registrarsi questo cambio di marcia che c’è stato in città, questa evoluzione, questa accelerazione PRIMO PIANO degli investimenti e del recupero delle diseconomie, io non inseguirò l’impossibile. Per Ciaramella lei si vanta di cose fatte dalla sua amministrazione. La continuità amministrativa che spesso si declama non prevede il beneficio dell’inventario. Non mi pare e non mi risulta che mi sia appropriato di alcunché. Ci sono tante cose che potevano essere fatte e che magari sono state dilazionate nel tempo. Così come ho letto che l’università ha già realizzato. Non è vero l’Università non ha ancora iniziato i lavori. D’altronde le complicazioni di tipo tecnico possono riguardare l’Università e possono riguardare anche il Comune, vedasi il Parco Pozzi. Cella e Candida. Ma quella mattina cosa è andato a fare al Caf del capo delle opposizioni? Cella e Candida sono due persone assolutamente qualificate che hanno fatto un’opposizione seria e che spero continuino a fare con lo stesso tono e la stessa sensibilità. Io penso che, tra troppi nani e ballerini di avanspettacolo, Cella e Candida sono due persone serie che hanno dimostrato un grande attaccamento alla città. Luciano l’ha invitata a coinvolgere anche i consiglieri dissidenti. Qualora ci fossero le condizioni Luciano, da responsabile del suo partito, dovrebbe essere il primo ad immaginare e a prefigurare un processo che non potrebbe non vedermi favorevole. Io sono abituato ai partiti che si confrontavano. Dopo tutto questo, è ancora valida l’idea di una verifica a metà mandato? A due anni è mezzo avremo il riscontro di quanto da gennaio 2013, dopo aver messo a posto il bilancio del Comune, tenendo presente che siamo partiti dai progetti che, per la verità, non abbiamo trovato. Se saranno prevalenti le cose da fare rispetto alle cose fatte prenderò atto del fallimento. Ma credo che il rapporto sarà di tipo diverso. Per chiudere, si faccia una domanda e si dia una risposta. La domanda potrebbe essere questa: qual è la sua aspirazione dopo aver rinunciato allo stipendio, alla macchina, alle prerogative del Sindaco? La mia aspirazione è vedere realizzate le cose per cui abbiamo lavorato un anno e mezzo assieme agli altri amici di Giunta e del Consiglio comunale. 5 PRIMO PIANO Un evento storico per Aversa e la sua Diocesi: la beatificazione di padre Vergara e del laico Isidoro Spinillo: «La Diocesi è grata a Papa Francesco» Meritevoli di passare alla storia, al termine della celebrazione sono state le parole del Vescovo di Aversa per ringraziare il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e rappresentante del pontefice Nicola De Chiara U 6 n evento storico per Aversa e la sua Diocesi. Il rito di Beatificazione per il riconoscimento del martirio dei Servi di Dio Padre Mario Vergara, missionario del Pime, e del catechista Isidoro Ngei Ko Lat, fedele laico e catechista, uccisi nel 1950 in Birmania, si è tenuto in una Cattedrale strascolma di fedeli. Centinaia e centinaia arrivati dalla Birmania, da diverse parti d’Italia e da tutta la Diocesi. Il 24 maggio 2014 è una data che resterà scalfita nel libro d’oro della nostra comunità diocesana. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e Rappresentante di Papa Francesco. Ma la funzione ha visto la partecipazione, oltre che del padrone di casa, monsignor Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa, di monsignor Sotero Phamo e monsignor Stephen Tjephe, rispettivamente vescovo emerito e amministratore apostolico della diocesi di Loikaw (capitale dello stato Kayah, in Myanmar, Repubblica dell’Unione della Birmania, dove si concentrò l’attività di Padre Vergara negli ultimi anni della sua vita e missione), di Tint Swai, ambasciatore del Myanmar in Italia, di padre Ferruccio Brambillasca, Superiore generale del Pime e, infine, di alcuni vescovi e arcivescovi campani. Meritevoli di passare alla storia, al termine della celebrazione sono state le parole del Vescovo di Aversa per ringraziare il cardinale Angelo Amato. «Eminenza reverendissima - ha detto Spinillo - al termine di questa celebrazione mi sia consentito di poter esprimere la grande gioia del cuore e l’immensa gratitudine alla Chiesa Amato ricorda il martirio di Vergara Il miracolo di Pasqua: madre e figlio si ritrovano nella mensa della Caritas di Aversa, piangono e si abbracciano con la promessa di non lasciarsi mai più universale che la Diocesi di Aversa vive e condivide in fraterna comunione con la Diocesi di Loikaw e con il Pontificio Istituto per le Missioni Estere. Rivolgo a Lei, Eminenza, Signor Cardinale Angelo Amato, e per suo tramite, al Santo Padre Francesco, il ringraziamento delle nostre Chiese diocesane e delle nostre comunità per la beatificazione di Padre Mario Vergara e del Catechista Isidoro Ngei Ko Lat». Spinillo nel ringraziare gli Arcivescovi (presente anche il suo predecessore Mario Milano) e i Vescovi intervenuti, ha sentito il dovere di ringraziare tutta la Diocesi, i sacerdoti, i parroci, i religiosi e le religiose, i laici. Un pensiero è andato anche ai giovani seminaristi «che ancora oggi si preparano al sacerdozio nello stesso Seminario, negli stessi ambienti in cui si è formato ed ha maturato la vocazione missionaria il Beato P. Mario Vergara». Parole affettuose le ha avute per le città di Frattamaggiore (la patria natìa di padre Vergara) e di Aversa e per i postulatori della beatificazione Postulatori che si sono succeduti, il prof. Ulderico Parente e suor Carmelina Vergara. «Ringrazio la corale - ha poi detto - e tutti gli operatori della Cattedrale, e i volontari del servizio d’ordine che con tanto loro impegno hanno preparato ogni cosa utile a farci vivere pienamente la celebrazione». E chiuso l’intervento con il riferimento al Natale del 1961, «undici anni dopo il martirio di P. Mario Vergara e di Isidoro Ngei Ko Lat», quando il neo Santo Giovanni XXIII annunziava l’imminente apertura del Concilio Vaticano II e, nella bolla d’indizione parlava di “una moltitudine ammirabile di pastori, di sacerdoti e laici suggellano la coerenza della propria fede subendo persecuzioni di ogni genere e rivelando eroismi non certo inferiori a quelli dei periodi più gloriosi della chiesa». Padre Mario Vergara e il catechista Isidoro Ngei Ko Lat erano stati tra questi. POLITICA Salvino Cella, al di là dei suoi giochetti ondivaghi, stavolta non lascia spazio agli antisagliocchiani Cella: «Pronto a dimettermi, ma fate sul serio!» Il messaggio dell’ex candidato a Sindaco è chiaro. A questo punto i vari Galluccio (Paolo e Michele), Imma Lama, Gianpaolo dello Vicario, Gino della Valle, Marco Villano, Pasquale Pandolfi, Orlando de Cristofaro, Augusto Bisceglia e Paolo Santulli non possono più nascondersi Nicola Rosselli S 8 alvino Cella, al di là del suo comportamento ondivago, questa volta non lascia spazio agli antisagliocchiani per giochetti politici. Quello che doveva essere il leader dell’opposizione si è detto pronto a mettere sul piatto della bilancia le dimissioni sue e del suo collega di partito Salvatore Candida, se queste servissero effettivamente a causare lo scioglimento del consiglio comunale e, di conseguenza, l’andata a casa di tutti e 24 consiglieri, dei sei assessori e, ovviamente, del sindaco. A questo punto i vari Galluccio (Paolo e Michele), Imma Lama, Gianpaolo dello Vicario, Gino della Valle, Marco Villano, Pasquale Pandolfi, Orlando de Cristofaro, Augusto Bisceglia non possono continuare a blaterare senza concretizzare. Paolo Santulli dovrà pure farci qualcosa con quei suoi cannoni, sebbene arrugginiti, anche se ha fatto già sapere che predilige il confronto. Stessa considerazione per Luciano Luciano e Mario Tozzi che non possono lamentarsi solo quando il sindaco non è sulla lunghezza d’onda dei loro desiderata. Cari naufraghi dell’ex Pdl se il sindaco va, va e basta e non a giorni alterni a seconda di come ha reagito a qualche vostra richiesta. La politica è una cosa seria e non si può legare ai problemi personali o di imprese di esponenti politici. Da buon giocatore e politico, Cella ha rilanciato. Tocca a tutti gli altri dimostrare se ha bluffato o se ha in mano le carte giuste. Ma la nostra impressione è che l’ex candidato a sindaco possa giocare sul velluto, perché, alla fine, di andare a casa non interessa praticamente a nessuno. Salvino Cella Così Tozzi e Luciano non possono lamentarsi solo quando il Sindaco non è sulla loro lunghezza d’onda Allora, Alfonso Oliva, ex assessore della giunta Ciaramella e primo dei non eletti della lista Pdl – Fi, si potrà solo illudere che qualcosa cambi e il suo “Sagliocco stai sereno” rischia di essere un augurio effettivo e non trasformarsi in quella, oramai famosa, esortazione che diede Renzi a Letta qualche giorno prima di trombarlo (politicamente). Alla foto (che pubblichiamo avvertendo che è, ovviamente, taroccata) ha aggiunto anche alcune considerazioni: “Credo che il sindaco di Aversa che prende 700 voti debba dimettersi. Fi ne ha presi 3700 e potrebbe dimetterlo”. “Per l’ennesima volta – ha continuato l’avvocato aversano - gli abbiamo dimostrato che i voti non li ha lui, ma li abbiamo noi. Ora è giunta la resa dei conti contro chi ha solo pensato a mettere in difficoltà il nostro partito”. Sui dati elettorali interviene anche Michele Galluccio che afferma: “Fi ad Aversa ha mantenuto. Importante è ripartire con il rinnovamento della linea politica locale per recuperare. Da qui la necessità di un confronto con gli elettori per dare vita ad una nuova agenda da sottoporre al sindaco Sagliocco che dovrà farla sua, considerati i numeri in campo. Ovviamente, in caso di diniego, la strada da scegliere sarà obbligata”. Ma il sindaco, da politico consumato, si sta già muovendo con incontri continui con i forzitalioti non solo aversani, ma anche napoletani, come Luigi Cesaro. Ad Aversa Luciano Luciano, invece, sembrerebbe voler prendere le distanze, mentre Mario Tozzi potrebbe rappresentare, insieme al senatore Pasquale Giuliano e a Nicola Golia, la nuova testa di ponte per consentire a Sagliocco di preparare il ritorno in Fi, tenuto conto dell’inconsistenza in Campania dell’Ncd, soprattutto dopo i guai giudiziari di Paolo Romano. Consentirà tutto questo Mimì Zinzi? Staremo a vedere. POLITICA Santulli lo punzecchia e Castaldo risponde. No a una collaborazione tra Pd e NCD a livello locale Castaldo: «Il Pd non è una nuova Dc» «Perché, anche se la coalizione di governo nazionale vede nel suo interno il partito di Alfano, c’è una grossa differenza tra i due schieramenti che ad Aversa sicuramente non sono compatibili. Qui siamo pronti ad elezioni anticipate. E’ da tempo che abbiamo chiesto al Sindaco di dimettersi» Antonio Arduino D 10 opo i risultati del voto europeo Paolo Santulli, esponente del Nuovo Centro Destra, intervistato su possibili ripercussioni sulla coalizione che guida Aversa ha affermato che il Pd non sarebbe più il partito comunista di un tempo ma una nuova democrazia cristiana, cosicché non esisterebbero ostacoli al continuare una collaborazione di governo, sia a livello nazionale che locale. Una tesi che lascerebbe spazio all’ipotesi di un allargamento dell’attuale maggioranza risicata di Sagliocco, esponente del Nuovo centro destra, con il Pd, Fantapolitica o realtà futuribile? Abbiamo girato la domanda ad Antimo Castaldo esponente del direttivo provinciale del partito di Renzi. “Considerare il partito democrati- Antimo Castaldo co come una nuova democrazia cristiana è sicuramente un errore di valutazione da parte di Paolo Santulli. Perché, anche se la coalizione di governo nazionale vede nel suo interno il partito di Alfano, c’è una grossa differenza tra i due schieramenti che ad Aversa sicuramente non sono compatibili. Il credito che il Pd ha acquistato con il voto espresso nella tornata elettorale europea, che ha messo anche ad Aversa il nostro partito al primo posto, va monetizzato subito, impegnando i nostri rappresentanti locali, provinciali, regionali, nazionali ed europei a concretizzare progetti importanti, avviati da tempo, che l’amministrazione attuale sembra non riuscire a portare avanti. Mi riferisco, ad esempio, alla dismissione degli internati dell’Opg e alla realizzazione della terza stazione della metropolitana e all’avvio dei lavori per il completamento del percorso fino Ci hanno insegnato che le foto dicono più di mille articoli La guerra fredda (ma non troppo) I l RE lo avevano chiamato sin dall’inizio i Giovani Democratici e Giuseppe Sagliocco, sindaco di Aversa, non li ha voluti deludere, benché fossero avversari politici. A Paolo Santulli che si presenta al tavolo dei chiarimenti politici preannunziando un arsenale con due cannoni (nella foto a sinistra), come da foto, il sindaco risponde facendo sfilare, mostrando le proprie “truppe camellate” (nella foto a destra), la sua corte di fedelissimi. E, poiché ci hanno insegnato che le foto spesso dicono più di mille articoli, abbiamo “letto” una foto più che significativa. L’occasione è stata rappresentata dall’inaugurazione di un monumento ai caduti del Rione Borgo di tutte le guerre. Insomma, siamo in tema di conflitti anche se, purtroppo in caso di guerra, di ben altra portata, anche se non abbiamo capito la necessità di un monumento solo per i caduti del Rione Borgo, considerato che c’è già quello di piazza Municipio. Il primo cittadino di Aversa, che, per carattere, tra il serio e il faceto, dice quello che deve dire senza tanti peli sulla lingua, ama contornarsi di una corte di fedeli, anzi fedelissimi pronti a tutto. Persone che vivono praticamente in simbiosi. Sempre presenti. Sono lì a contornare il RE, a compiacerlo? A fare da claque? Crediamo di no. Si tratta di tutte persone che hanno una propria testa e che se hanno fatto questa scelta l’hanno fatta a ragion veduta. Della serie: fatti loro. Ma sino ad un certo punto. Trattandosi, infatti, di amministratori pubblici un minimo di rendiconto lo devono pur dare. Nicola Rosselli a Santa Maria Capua Vetere, per i quali sono già disponibili i finanziamenti europei dei fondi Por-Ferst relativi al periodo 2007-2013. Due progetti che se realizzati porteranno grandi vantaggi ad una città diventata sede del tribunale di Napoli Nord”. “Ma - continua Castaldo- l’attività del Pd locale che fino ad oggi, come giustamente ha osservato Santulli, non è stato molto propositivo non si dovrà limitare a sollecitare la realizzazione di quei progetti, bensì dovrà interessarsi di dare impulso anche all’attività ordinaria dell’amministrazione che è completamente assente sui problemi quotidiani della città. Come denunciato e dimostrato più e più volte con dossier fotografici e video in questi primi due anni di vita l’amministrazione Sagliocco è stata completamente assente quanto a soluzioni delle questioni ordinarie come la manutenzione delle strade e dell›impianto di illuminazione pubblica, la pulizia intesa in senso lato non solo quale prelievo di rifiuti, il controllo della viabilità e della sosta selvaggia, permessa nonostante la presenza della polizia municipale anche in punti nevralgici della città in cui sono ben visibili divieti di sosta e di fermata come piazza Vittorio Emanuele, dove è possibile trovare autovetture ferme in doppia fila senza vi sia alcun tipo di intervento. Ad oggi, a parere del Pd, la città è allo sbando, è lasciata a se stessa e gli interventi tesi a modificarne l›aspetto, anche a livello urbanistico, vengono annunciati ripetutamente dalla stampa ma non sono seguiti da realizzazioni. Tutto questo al partito democratico non sta bene, tutto questo rende la città invivibile e dimostra una assenza totale di capacità amministrativa. Di conseguenza è impensabile che il nostro partito possa collaborare con il Nuovo centrodestra o con il Centrodestra in generale. La nuova sinistra uscita prepotentemente dalle urne deve impegnarsi a modificare in meglio le condizioni di vita della nostra città. Per questo il Pd deve rinnovarsi, come sta già facendo, diventando propositivo e deve pretendere il sostegno dei suoi rappresentanti in seno al governo nazionale, regionale, provinciale ed europea. E se dovessero arrivare elezioni amministrative anticipate, ben vengano. E’ da tempo che abbiamo chiesto al Sindaco di dimettersi”. 11 AMBIENTE Non si ferma il degrado ambientale nel nostro territorio. Guardate cosa c’è ai confini con Giugliano Cappuccini, il monastero assediato dai rifiuti A lanciare l’all’allarme è Alessandro Gatto del WWF, che da anni è impegnato per la tutela dell’Ambiente e del territorio. «Ciò che si vede nei pressi dell’antico Monastero di Cappuccini, ai confini con il territorio giuglianese è vergognoso» Giuseppe Lettieri I 12 l degrado nella nostra città è sempre dietro l’angolo. Ci sono strade della città che a periodi, appaiono proprio come delle discariche. Ciò perché all’inciviltà di alcuni cittadini, alla non massima abnegazione di chi svolge il servizio, si unisce la quasi assoluta assenza di controlli. Se si eccettua la telecamera in piazza Marconi, e le due ormai famose signore colte nell’attimo di scaricare il lavandino, altre zone vengono completamente dimenticate dall’Amministrazione Comunale. A lanciare l’all’allarme è Alessandro Gatto del WWF, che da anni è impegnato per la tutela dell’Ambiente e del territorio. “Ciò che si vede nei pressi dell’antico Monastero di Cappuccini, ai confini con il territorio giuglianese è Due foto dello scempio dei cappuccini perpetrato nel silenzio delle istituzioni L’esperienza di Garby. Quando il rifiuto premia il cittadino Incassare riciclando? Si puo! I l riciclo premia il cittadino e l’ambiente diventa più vivibile. Questo l’obiettivo della società Garby produttrice di un’eco compattatore per contenitori in plastica e lattine che attraverso una convenzione sottoscritta con una catena di supermercati e con alcune amministrazioni municipali della penisola, tra cui quella di Caserta, per ricordarne una di questo territorio, si propone di favorire la raccolta differenziata stimolando i cittadini in maniera tangibile attivando un sistema di premialità immediata. Obiettivo che si era posto anche l’amministrazione Sagliocco con l’assessore all’ambiente Massimo Pizzi che aveva ipotizzato la realizzazione di mini isole ecologiche disseminate per la città, in cui depositare i rifiuti differenziati pesandoli ed ottenendone in cambio punti, da accumulare su un’apposita scheda, da utilizzare per ridurre la tarsu o l’ici. Un progetto ancora di là da venire che la Garby sta trasformando in realtà in tutta la penisola almeno per quanto riguarda il pet e l’alluminio, attraverso convenzioni stipulate con singoli esercizi commerciali o, come nel caso della città di Caserta, con le associazioni dei commercianti. Depositando questo tipo di rifiuto negli eco compattatori installati all’ingresso degli esercizi commerciali, nel caso di Aversa, di due supermercati collocati rispettivamente Con Garby si ricicla e si risparmia in via Saporito e viale Europa, i cittadini ricevono in cambio un bonus di tre centesimi di euro per ogni bottiglia o lattina inserita. Il bonus è spendibile negli esercizi convenzionati con la Garby per l’acquisto di qualsiasi cosa. Il rifiuto che conviene! Antonio Arduino AMBIENTE cioccolato extravergine di OLIVA «Noi denunciamo dal 1990 questi scempi, ma nulla o quasi è cambiato. L’unica cosa in meglio di questi venti anni e passa è solo l’impegno convinto e forte della Chiesa» 13 vergognoso. Non si ferma, purtroppo, il degrado ambientale del nostro territorio. Nonostante l’attivazione di massa grazie all’attenzione mediatica, nulla sembra accadere. Noi denunciamo dal 1990 questi scempi, ma nulla o quasi è cambiato, visto il continuo ripetersi di queste scene. L’unica cosa in meglio cambiata in questi venti anni e passa è soltanto l’impegno convinto e forte messo in atto dalla Chiesa. Per il resto, a prescindere dalla maggior consapevolezza delle persone, nulla si muove. Si annunciano bonifiche, rimedi e quant’altro, ma poi il tutto continua a restare sulla carta. Si potrebbero convertire i terreni inquinati in coltivazioni no food, ed invece non si fa nulla. Si potrebbero incominciare a mettere in sicurezza le aree inquinate o presunte tali, ed invece nulla. Si continuano a fare battaglie a suon di statistiche sull’incisività o meno dell’inquinamento sulle patologie tumorali perdendo così altro tempo. Insomma grandi passi in avanti non sono stati fatti ed il decreto sulla Terra dei Fuochi è ancora poca cosa, come testimoniano le immagini. A Cappuccini come in tutte le zone più o meno nascoste del nostro territorio”. OLIVA pura passione puro cioccolato Aversa Viale Kennedy 82 Via del Seggio 108 tel. 0818901003 www.olivacioccolato.it CITTA’ La casa della cultura ha due facce: quella di rappresentanza e quella dell’abbandono Il «Caianiello» ritorna ...un macello! L 14 a Casa delle Cultura di via Tristano ha due facce: quella ufficiale, di rappresentanza, realizzata all’interno della struttura centrale dell’ex Macello e quella ufficiosa rappresentata dalle strutture laterali che formano il perimetro del complesso in cui sono ospitati la Croce Rossa Italiana, il centro Yalla che da assistenza agli immigrati, il Centro antiviolenza Noemi e l’appena inaugurato Museo Civico Militare. Tutte realtà di alto significato civile collocate all’interno di locali che necessitano di un intervento, quanto meno, di messa in ordine essendo evidenti i segni di decadimento. Basta fare un giro per rendersene conto essendo ben visibili i segni del degrado prodotto dalle intemperie e dall’abbandono a carico di pareti, infissi e locali utilizzati come depositi che presentano evidenti danni. Sono causati dall’infiltrazione dell’acqua, non dal tetto, che è L’ex Macello è conciato davvero male stato oggetto di un intervento di impermeabilizzazioni effettuato nel gennaio scorso ma dall’esterno per un problema tecnico legato alle pendenze che consentirebbero l’ingresso, all’ interno sia dell’acqua usata per l’innaffiamento delle aiuole sia di quella piovana che sarebbe scarsamente smaltita dell’impianto fognario. C’è, poi, l’inefficienza dei servizi igienici, segnalataci, in particolare, da utenti di sesso femminile e da diversamente abili. Pur presenti, i servizi sarebbero di fatto quasi inutilizzabili, specialmente se ve ne fosse necessità in orario pomeridiano o serale. Perché sarebbero tutti sforniti di carta igienica e sapone, indispensabili per garantire l’igiene personale degli utenti, e carenti quanto ad illuminazione. Due su tre di quelli femminili sono sprovvisti di illuminazione che manca in uno su tre di quelli maschili. Quanto al servizio per diversamente abili, in fatto di efficienza e funzionalità, le cose stanno anche peggio perché è ermeticamente chiuso, obbligando gli utenti a fornirsi di chiave per poter accedere. Antonio Arduino CITTA’ Nonostante le telecamere il parco «Grassia» è terra di nessuno Via Atellana nel degrado assoluto Le luci accese di notte nei locali del parco n mese fa avevamo posto l’attenzione sulle condizioni di degrado e abbandono in cui versava Parco «Grassia» di Aversa in via Atellana. Realizzato da Ciaramella nell’ambito dei progetti Urban con una spesa di circa 250 mila euro, la struttura era rimasta chiusa per ben cinque anni prima che il sindaco Sagliocco, il 27 dicembre 2012 l’aprisse all’uso pubblico. A febbraio 2014 le condizioni della struttura erano abbandono e degrado. Ricordando, tra l’altro, che il 5 dicembre del 2010 l’oggi sindaco Giuseppe Sagliocco convocò una conferenza stampa per chiedere l’apertura e le motivazione del “non utilizzo” dello standard di via Atellana, diventato parco “Grassia”. Oggi le condizioni del parco sono peggiorate. Non solo continua ad essere praticamente assente illuminazione notturna, tante sono le sala riunioni, in più hanno devastato il servizio igienico destinato ai diversamente abili, forzandone la porta che avevamo trovato ermeticamente chiusa, strappando dalla parete l’asta necessaria a chi fa uso di una sedia rotelle, ostruendo la tazza con residui fecali impossibili da eliminare per mancanza di acqua nello sciacquone. Tutto questo è accaduto malgrado il parco sia fornito di telecamere di sorveglianza. Il cancello d’accesso, malgrado una catena e un catenaccio, resta aperto durante la notte come costatato raggiungendo il parco alle ore 1 e 30 minuti, testimoniandolo fotograficamente restando a prudente distanza per la concomitanza di luci accese nella stanza destinata a riunioni,. E’ evidente l’assenza di attenzione per una struttura che doveva rappresentare un segnale dell’interesse per il recupero delle periferie. Antonio Arduino U Parco «Grassia» porta sfondata lampade fuori uso, e continua ad essere presente un aggeggio forse utilizzato per arrostire carciofi sulla carbonella e c’è ancora il calcio balilla collocato all’interno di quella che dovrebbe essere una sala da utilizzare per riunioni, ma tutto questo si è aggiunto un evidente intervento di vandali che hanno sfondato le porte che danno accesso ai servizi igienici per normodotati e alla 15 LA NOTIZIA La notizia è arrivata dal Presidente del Tribunale di Napoli Nord, Elisabetta Garzo «Saporito», la destinazione a carcere si avvicina Il magistrato ha riferito che dal ministero di Giustizia sono giunte indicazioni in questo senso. Insomma, pare che si voglia dare un’accelerata per utilizzare le strutture del «Saporrito» a servizio del nuovo tribunale. Ma non è tramontata l’idea del Ministero di allocarvi un carcere Nicola Rosselli «I 16 n breve tempo potrebbe essere liberato dai pazienti l’ospedale psichiatrico Filippo Saporito». A dare la notizia, nel corso dell’incontro svoltosi presso il Castello Aragonese, sede del tribunale di Aversa – Napoli Nord, la presidente del nuovo ufficio giudiziario Elisabetta Garzo. Il magistrato ha, infatti, riferito che dal ministero di Giustizia sono giunte indicazioni in questo senso. Insomma, da quanto si intuisce, dagli uffici di via Arenula si vorrebbe dare un’accelerata (nonostante la proroga concessa sino al prossimo mese di marzo) alla chiusura dell’ospedale psichiatrico per fare in modo che l’immenso patrimonio immobiliare (in gran parte inutilizzato e fatiscente) possa essere utilizzato a servizio dell’unico nuovo tribunale nato in occasione del riordino della geografia giudiziaria nel settembre del 2013. Un’occasione questa che la nostra città attendeva da tempo. Auspicata da tutte le forze politiche, ma soprattutto da quelle di Sinistra, l’apertura alla città dell’antico manicomio giudiziario sembrava una chimera, ma ora è realtà. Per Aversa si intravede, quindi, una concreta possibilità di ridisegnarsi. Ridisegnare la propria viabilità, ridisegnare le scelte urbanistiche, ridisegnare il suo centro antico, ridisegnare la cittadella giudiziario. In una solo parola: ridisegnare il proprio futuro, sia sociale che economico. Insomma, un evento di tale portata che non può essere lasciato nelle mani dei burocrati romani di via Arenula, sede del ministero di giustizia. La città, attraverso le proprie istituzioni locali, deve (imperativo categorico) essere Via Valente da strada per un manicomio a strada per un carcere. Dov’è il guadagno? Nell’Opg può trovare posto l’Ufficio del Giudice di Pace di Napoli Nord, liberando per uso civile e non più giudiziario tutto il complesso di San Domenico che, ad esempio, potrebbe ritornare ad essere il Palazzo di Città parte attiva in questo progetto. Attualmente, l’ospedale psichiatrico taglia praticamente in due la città. Con la sua chiusura si potranno nuovamente riaprire le strade di penetrazione che portano nel centro senza effettuare giri viziosi e creare traffico. Per non parlare dell’immenso patrimonio immobiliare che può trasformare il tribunale ad essere effettivamente uno dei più confortevoli, nonostante la grandezza del bacino di utenza, del circondario che supera agevolmente il milione di abitanti. In esso può trovare posto anche l’Ufficio del Giudice di Pace del Circondario del Tribunale di Aversa – Napoli Nord, liberando per uso civile e non più giudiziario tutto il complesso monumentale di San Domenico che, ad esempio, potrebbe ritornare ad essere il Palazzo di Città, lasciando gli uffici presso l’attuale casa comunale. Si tratta, ovviamente di un’ipotesi, come se ne potranno formulare tante altre, certamente più consone perché verranno da tecnici del settore. Quello che gli aversani non vorranno in pieno centro cittadino è il carcere che, invece, il ministero sembra aver già deciso di insediare in quello che fu l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Filippo Saporito”, puntando sul fatto che, comunque, si era già di fronte ad un carcere anche se psichiatrico. La posizione del Tribunale di Aversa – Napoli Nord è baricentrica rispetto al carcere di San Tammaro e a quello di Secondigliano, egualmente distanti pochi chilometri (6/7) per cui crearne un terzo a così breve distanza appare davvero un’idea balzana, ma, soprattutto, punitiva per la nostra città. «A chi giova quanto accaduto» G li antichi romani costruirono un impero durato secoli. Oltre alla superiorità militare, solo un popolo dotato anche di un’intrinseca saggezza, in grado di guidare ogni azione utile a perseguire i propri fini, poteva riuscire in un’impresa così ardua. L’espressione paradigmatica di questa saggezza (sublime nella sua disarmante semplicità) è la locuzione latina “Cui prodest” ovvero “A chi giova?”. I nostri progenitori avevano, grazie alla loro profonda sapienza, identificato un “codice” interpretativo della realtà che li circondava. Quel codice fu in grado di aiutarli a decifrare quanto si nascondeva nelle pieghe della storia. Anche ai giorni nostri, di fronte 18 a certe notizie di cronaca, non sarebbe male porsi la domanda: “Cui prodest?”. Come si può, infatti, non chiedersi chi ne trae il maggior beneficio, quando si legge, ad esempio, che mentre i partiti antieuropeisti xenofobi e antisemiti erano dati per vincenti dai sondaggi alle ultime europee, “un uomo addestrato militarmente” sparava all’impazzata all’interno di un museo ebraico uccidendo quattro persone? Chi poteva trarne il danno maggiore, a parte le povere vittime? Chi poteva, invece, trarne il maggior beneficio? I partiti antieuropeisti e antisemiti o chi era contro di loro? A voi l’ardua sentenza. Certo, una coincidenza è statisticamente giustificabile. Due coincidenze pure, e così tre, cinque, ma quando le “coincidenze”, tra cosa secondo logica, dovrebbe accadere e cosa secondo logica, difficilmente potrebbe accadere, diventano una costante, a mio parere è legittimo porsi certi interrogativi. Ricordate la contestata riforma del lavoro (Legge 30/2003) varata dal Governo Berlusconi bis dopo l’attentato a Marco Biagi? La legge fu dedicata alla memoria del giuslavorista perché nella stesura delle norme fu decisivo il pensiero di Biagi secondo cui il potere organizzativo e direttivo dell’azienda E’ questa la domanda da porsi sempre Il compito dei media non è solo quello di riportare come un freddo notaio quanto accade, ma fornire ai propri lettori il maggior numero possibile di spunti di riflessione spetta unicamente al datore di lavoro e non può essere sottoposto a giudizio di merito da nessuno. Guarda caso, le “nuove brigate rosse”, approfittando del fatto che la scorta a Biagi era stata revocata, in una delle loro tante azioni alla “Tafazzi” (il personaggio tv che si martellava da solo gli ammennicoli) lo avevano ammazzato senza pietà un anno prima, tacitando, di fatto, chiunque avesse voluto criticare la legge e il suo autore… Ancora una volta, quindi: “Cui prodest?”... Negli U.S.A. tutto era pronto per scatenare la guerra in Iraq e gli “iracheni” rammentate cosa fecero? Lanciarono missili verso Israele... Ricordo che all’epoca pensai: “Ma allora sono degli imbecilli!”. I colloqui di pace tra palestinesi e israeliani dopo anni di stallo sembravano marciare per il meglio… I palestinesi allora cosa fecero? Lanciarono razzi sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania, facendo incazzare non poco i discendenti di Abramo! Di questi “giochetti” le cronache sono strapiene. Alcuni, non lo nego, potrebbero essere opera del caso, ma nella maggioranza sono opera del “diavolo”, che troppo spesso mette la coda nei fatti terreni. Fatti che un’informazione troppo poco critica e troppo impegnata a rincorrere audience, vendite e denaro, fa passare come frutto di casualità. Basterebbe, invece, anteporre ai titoli dei giornali e dei telegiornali la fatidica locuzione: «Cui prodest» per spalancare nuove finestre sulla verità. Bisogna sempre porsi la domanda: “A chi giova, quanto è accaduto?”. Per scoprire l’autore di un misfatto non occorre andare lontano, basta valutare con serenità chi ne trae il maggior godimento. In quest’opera di ricerca della verità nascosta tra le righe, l’informazione ha un ruolo fondamentale. Il compito dei media non è solo quello di riportare come un freddo notaio quanto accade, ma fornire ai propri lettori il maggior numero possibile di spunti di riflessione, per consentire loro di potersi formare una propria opinione, critica e scevra da pregiudizi. Non a caso è questo l’obiettivo che mi sono prefisso da qualche tempo. A voi lettori resta, quindi, il non facile compito di analizzare criticamente quanto pubblichiamo per scoprire che la realtà che ci circonda è più vasta e variegata di quanto pensiamo. Per questo bisogna ricordarsi sempre di guardare di là dell’orizzonte. Guardare oltre i fatti, oltre le apparenze, è l’unico metodo che ci resta per non essere manipolati: “a nostra insaputa” da “qualcuno” privo di scrupoli! AVERSA I commercianti non ne possono più del cattivo prelievo dei rifiuti da parte della Senesi La raccolta non funziona. Commercianti inviperiti «Quanto alle modalità di prelievo - dichiara un esercente - ho constatato direttamente che quando viene effettuato, pur essendo chiara la presenza di vetro accanto ai sacchetti neri che contengono di tutto, gli operatori riversano nel cassone ogni cosa, vale a dire organico e vetro» Antonio Arduino A 20 ncora proteste per l’insufficiente ed insoddisfacente raccolta dei rifiuti effettuata dalla società gestrice del servizio. Ad alzare la voce sono i commercianti di via Michelangelo che segnalano l’incomprensibile intervento attuato dalla Senesi che a seguito della protesta levata per la presenza di contenitori per il vetro traboccanti a causa della scarsa frequenza del prelievo, la cui conseguenza era il deposito del vetro in eccesso intorno al contenitore, non ha scelto di aderire alle richieste espresse attraverso la stampa di aggiungerne altri o modificare i tempi di raccolta ma ha deciso di portare via il contenitore. Il risultato è che, non avendo alternative, i gestori di attività commerciali destinate alla somministrazione di cibi quali bar, pizzerie, ristoranti presenti nella zona depositano a terra il vetro insieme ai rifiuti ordinari. “Lo fanno senza tenere in alcun conto del calendario di raccolta” racconta uno dei commercianti dell’arteria. “Così succede – continua - che, ad esempio, si depositano residui di pesce il cui odore sgradevole entra nei nostri esercizi, creando problemi agli operatori e ai clienti, in giorni in cui non è prevista la raccolta dell’organico cosicché i sacchetti restano a terra per uno o più giorni”. Ma non basta: la protesta degli esercenti di via Michelangelo va oltre la semplice contestazione del comportamento dei ristoratori. “Lamentiamo - dice il commerciante chiedendo l’anonimato per ovvie ragioni - il mancato intervento della polizia municipale alla quale mi sono rivolto inutilmente personalmente”, “Quanto alle modalità di prelievo Ecco lo specchio di cosa accade in via Michelangelo, ad Aversa In via Michelangelo, visto che la Senesi anziché aumentare i contenitori del vetro ha portato via quello esistente, i commercianti depositano il vetro a terra assieme ai rifiuti ordinari. Il Sindaco intervenga – aggiunge - ho constatato direttamente che quando viene effettuato, pur essendo chiara la presenza di vetro accanto ai sacchetti neri che contengono di tutto, gli operatori riversano nel cassone ogni cosa, vale a dire organico e vetro”. “L’ho visto con i miei occhi” sottolinea. “È un modo di fare di per sé inaccettabile, ma lo è ancora di più non solo perché vanifica l’impegno dei cittadini che effettuano correttamente la differenziata ma anche perché li mortifica, dal momento che spesso ho avuto occasione di leggere dichiarazioni della società gestrice del servizio di igiene urbana in cui si dà colpa a noi cittadini dello scarso successo della raccolta”. “Non si può pretendere che la raccolta funzioni se non si associa ad un corretto e regolare deposito un corretto e regolare prelievo”, dice il commerciante chiedendo l’intervento della polizia municipale sia nella fase di deposito sia in di quella di prelievo. “Se l’amministrazione continuerà ad essere assente su questo aspetto della vita cittadina Aversa sarà sempre tappezzata di rifiuti depositati ad ogni ora del giorno e in ogni angolo della città” - conclude. E noi chiamiamo direttamente in causa l’Amministrazione Sagliocco che ha il dovere di controllare l’operato della Senesi oltre che il diritto visto che la società viene pagata profumatamente! IL CONVEGNO Al Convegno del «Cirillo» su la «Democrazia e diritti» si è parlato anche delle conquiste nella scuola Santulli: «Ho parlato degli anni della ‘Contestazione’» «E’ proprio negli anni del «68» all’Istituto Magistrale che ho cominciato a prendere coscienza del valore della Democrazia e della responsabilità della partecipazione. Noi studenti cominciammo una garbata protesta nei confronti dei professori e del sistema scolastico classista e obsoleto...» Livia Fattore I 22 l 30 maggio presso il liceo «Cirillo» di Aversa si è tenuto il Convegno “Democrazia e diritti nella società complessa”, organizzato dall’associazione degli ex alunni e docenti presieduta dall’avv. Pasquale Fedele, con il Dirigente del Liceo Cirillo, Dolores Russo, l’ex Dirigente Tommaso Zarrillo, Paolo Santulli ed il Presidente del Consiglio d’Istituto Sergio Di Meo. Abbiamo incontrato a margine dell’incontro proprio Santulli che ha parlato del “68” ad Aversa. “Ho raccontato nel mio intervento spiega Santulli - gli anni della “Contestazione” ad Aversa, il noto “68”, che ha tanto cambiato il mondo, in special modo nella revisione dei diritti civili. E’ proprio in questi anni e all’Istituto Magistrale che ho cominciato a prendere coscienza del valore della Democrazia e della responsabilità della partecipazione. Noi studenti cominciammo a dare vita ad una garbata protesta nei confronti dei professori e del sistema scolastico a nostro giudizio classista e obsoleto. Bisognava recuperare i nostri diritti e vederli riconosciuti. Eravamo per lo più tre per banco, in più casi ancora in quei banchi neri di legno. Le aule erano grandi, alte, stanze umide, senza stufe e spesso con i vetri delle finestre rotti. Il Preside diceva che era colpa del Comune che non ci assisteva, il Comune diceva che la colpa era del Governo, Roma diceva che la colpa era di Caserta e Caserta diceva che la colpa era di Aversa e Aversa diceva che la colpa era del Preside. Mancava poco che non ci convincevano che la colpa era nostra, della nostra esistenza.Ci organizzammo dando vita al nostro comitato studentesco”. Iniziarono così le lotte contro il Comune e contro il Prov- Il convegno al «Cirillo» e, sopra, il primo giornale dell’istituto Magistrale «Con Te Sto» veditorato agli Studi. “Per saperne di più - continua Santulli - cominciammo ad approfondire la conoscenza dei nostri diritti, mettendo in croce il nostro Professore di Storia, Giovanni Mozzi, che ci guidò ad approfondire ed apprezzare l’insegnamento dell’educazione civica, che noi consideravamo la materia cenerentola. Oggi, diversamente da quando frequentavo io, nelle scuole si elaborano progetti, si prendono decisioni, si stabiliscono regole, si eleggono rappresentanti: si favorisce la partecipazione. Grazie alla nostra spinta di “contestatori” con i decreti delegati (1974) gli studenti, nella secondaria di secondo grado, hanno ottenuto il diritto alla partecipazione all’attività degli organi collegiali della scuola e alle assemblee di classe e d’istituto. Purtroppo, però, pare che dopo un iniziale entusiasmo, nella seconda metà degli anni settanta e negli anni ottanta, non ha fornito, generalmente, prove convincenti. In molti casi la presenza degli studenti non è andata oltre la passiva ratifica di decisioni prese altrove. Eppure per raggiungere certe conquiste noi abbiamo dovuto combattere e soffrire. Per meglio essere ascoltati, senza le attuali tecnologie, demmo anche vita al primo giornale in assoluto della nostra scuola. Lo chiamammo “Con Te Sto”, un titolo che per noi aveva tre significati: con il testo, contesto, ma soprattutto sto con te cara scuola. Credevamo a quello che mettevamo in campo, un grande impegno, l’entusiasmo, la volontà di cambiare e partecipare al cambiamento. La nostra era una lotta sentita di libertà. Adesso sembra essere stato tutto vano, la presenza e la partecipazione degli studenti negli organi collegiali della scuola, in quasi un quarantennio, non ha prodotto generalmente prove esaltanti né è stata tenuto in conto e valorizzata, come noi speravamo e avremmo voluto. In realtà, a mio giudizio, nonostante retoriche e demagogiche dichiarazioni, circa la centralità dell’alunno, la scuola ha fatto poco per costruire la partecipazione e favorire un sano protagonismo degli alunni sia in classe, sia nell’istituto e sia nella vita civile”. Il 2 giugno a Caserta Aversa si fa onore con diverse rappresentanze Anche i normanni alla festa della Repubblica Tra i destinatari delle medaglie d’onore conferite dal presidente della Repubblica Napolitano ci sono stati anche tre aversani, Domenico Fabozzi della Polizia di Stato, Raffaele Montesano della Polizia Penitenziaria e Guglielmo Sbano dell’Esercito italiano Christian De Angelis S 24 traordinaria cerimonia quella tenutasi a Caserta dinanzi al monumento ai caduti, in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno, nel 68° Anniversario della Fondazione della Repubblica. Nel corso della manifestazione vi è stata la solenne deposizione della Corona ai Caduti, successivamente la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, da parte del Prefetto di Caserta, Carmela Pagano. Poi vi è stata la presentazione di alcuni elaborati degli studenti dei licei casertani sul tema della Proclamazione della Repubblica. Presenti, tra gli altri, il colonnello Scafuri del Comando provinciale Carabinieri, il questore di Caserta, Gualtieri, il generale della Finanza comando provinciale Verrocchio, il generale dell’esercito. Numerosi i Sindaci in rappresentanza di Aversa. Presenti anche il neo sindaco di Carinaro Annamaria Dell’Aprovitola e Nicola Esposito sindaco di Lusciano. Il Prefetto Pagano ha anche proceduto nella speciale occasione alla consegna delle onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” e delle Medaglie d’Onore conferite dal Presidente della Repubblica Napolitano ai cittadini italiani, militari e civili, ed ai familiari dei deceduti, deportati o interIl vice Sindaco di Aversa, Virgilio, a Caserta nati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia dei comuni casertani. Aversa è stata di guerra nell’ultimo conflitto mondiale. rappresentata dal vice sindaco Nicla Tra i destinatari vi sono stati tre aversaVirgilio. In rappresentanza della città di ni, Domenico Fabozzi della Polizia di Aversa alla manifestazione vi erano an- Stato, Raffaele Montesano della Polizia che alcuni agenti della polizia municipa- Penitenziaria e Guglielmo Sbano dell’Ele e i componenti dell’ANPPE sezione sercito italiano. La danza per Salvatore Testore è un’arte ma anche un potente mezzo di comunicazione «Nella terra dei fuochi ...in punta di piedi» L a danza è un’arte ma può essere anche un potente mezzo di comunicazione. Un movimento, un’espressione del volto, la scelta di una musica: la comunicazione può avvenire in più modi attraverso un balletto ed ha il grande pregio di potersi considerare universale in quanto la propria forza espressiva non risiede nelle parole ma in gesti altamente d’impatto. Partendo da tali presupposti, il ballerino aversano Salvatore Emanuele Testore sta dando vita a un progetto dal titolo “Solidarietà nella Terra dei Fuochi in punta di piedi”. «Da troppo tempo la nostra terra è stretta nella morsa di una concezione negativa che schiaccia i cittadini e non permette loro di alzarsi e reagire – confida Salvatore a noi di NerosuBianco. Per tale motivo ho deciso di affidare alla danza un messaggio di speranza: è vero che la nostra terra è attanagliata da numerosi e gravi problemi, ma è altrettanto evidente che tutti insieme, mettendoci d’impegno, possiamo restituire dignità alla Terra dei Fuochi». Sulla scena, infatti, ci sarà la Natura, spenta e disfatta, che nel corso dello spettacolo riprenderà vigore grazie all’aiuto di altri ballerini, simboli dei campani intenti a risanare il territorio. «Non mi illudo di risolvere il problema dei rifiuti e dei roghi - continua l’aversano - ma bisogna capire che non ci si può arrendere e arretrare». Il ricavato dello spettacolo sarà devoluto all’associazione “Libera” per donarle dei mezzi che le consentano di combattere le associazioni criminali che ci infestano Salvatore Testore e di conseguenza il problema dei rifiuti e dei roghi che da essi dipendono in buona parte. Lo spettacolo dovrebbe tenersi nella Reggia di Carditello, diventata simbolo del riscatto di questo territorio a fine luglio. Raffaela Chiatto di Geppino De Angelis L’europarlamento spendaccione A 26 rchiviata l’amarezza personale per la …«Waterloo» del centrodestra a livello nazionale (chi è causa del suo duol, pianga se stesso…), questa volta, anche rispondendo indirettamente ad alcuni lettori circa l’europarlamento, limitiamoci a qualche considerazione su quello che sarà il nuovo europarlamento. Innanzitutto è da sperare che i 73 italiani (tra i quali due nostri conterranei, la teanese Pina Pina Picierno ed il nostro ex alunno Nicola Caputo) siano presenti in aula più di quanto non lo siano stati i loro predecessori, atteso che l’Italia, nella legislatura conclusa da pochi giorni, ha occupato il quintultimo posto in classifica davanti a Cipro, Grecia, Lituania e Malta. Eppure gli europarlamentari non sono stakanovisti se si considera che difficilmente lavorano (per i più presenti) più di venti giorni al mese perché già il giovedì, all’ora di pranzo, c’è una specie di esodo in massa per far ritorno a casa, per poi rivedersi il lunedì successivo per firmare il registro delle presenze che porta nelle L’europarlamento loro tasche circa trecento euro per ogni firma, che vanno ad aggiungersi a seimila euro netti al mese di stipendio, seimila di diaria, oltre a venticinquemila globali per i portaborse, senza contare altri numerosi benefit di varia natura. A prescindere, comunque, da quelli che sono i compiti istituzionali dell’europarlamento, ci soffermiamo su alcuni particolari …leggeri, emergenti dal libro «Non vale una lira», scritto da Mario Giordano, in riferimento agli sprechi di cui le precedenti assemblee si sono rese responsabili. A parte che è veramente inconcepibile che vi debbano essere due sedi (l’una a Strasburgo e l’altra a Bruxelles), tanto per citare solo alcune …“perle” sono stati spesi 75.000 euro per “viaggio verso Natale a Capri”, 90.000 euro per finanziare uno studio sullo sciacquone perfetto, ben 400.000 euro per i “gorilla volanti” ovvero un gruppo che fa musica con clarini e …rutti (proprio così, non è errore di scrittura), senza dimenticare che gli europarlamentari sono stati …impegnati a redigere il regolamento europeo che stabilisce che il pisello (quello … commestibile ovviamente) deve essere turgido e fresco, che il cavolfiore può avere una peluria ma “leggerissima” altrimenti non è regolamentare, che le banane devono essere lunghe almeno quattordici centimetri altrimenti non sono a norma. Tra gli altri sprechi, da ricordare che alcuni ballerini belgi sono stati mandati ad insegnare agli abitanti del Burkina Faso a …ballare, come se si mandassero i cinesi a Napoli ad insegnare a fare la …pizza! Al «Dono» è nato il club «Scacchi Normanni». I venerdì per gli appassionati Aversa tra alfieri, torri e regine F inalmente ad Aversa uno spazio per gli amanti del “gioco” degli scacchi grazie all’intuizione della Libreria il Dono, associazione di volontariato benemerita, che da anni svolge le sue attività nei locali di quello che fu il liceo artistico in piazzetta don Diana. Su idea del professor Picone di Giugliano, insieme ad alcuni giovani esperti del Giugliano Chess Club, si è insediato il nascente club “Scacchi Normanni”.Tutti i venerdì dalle diciotto alla venti, gli appassionati potranno recarsi presso la Libreria il Dono per chiedere informazioni e partecipare ad una attività che non è un semplice gioco ma un vero e proprio sport della mente. Per i principianti assoluti, le persone che vogliono approcciarsi a questo gioco da tavola, fatto non solo di regole ma anche di strategie, di studio e applicazione, saranno organizzati corsi, dall’introduzione al gioco degli sacchi all’apertura, dalle basi del centro partita alle chiusure finali, quando il giocatore può trionfalmente esclamare la fatidica frase “scacco matto”. Ed ancora consigli per migliorare il proprio gioco, partite storiche illustrate. Chi ha qualche capello bianco ricorderà di sicuro gli inizi degli anni Settanta quando, in piena guerra fredda, lo statunitense Bobby Fischer spezzò il predominio dei russi in questo sport, battendo Boris Spasskij, diventando il primo americano campione del mondo. Fu molto più di una competizione sportiva. Fu utilizzata dagli U.S.A. come propaganda contro l’allora nemico politico. Ed ancora le sfide, quasi eterne, tra Anatolij Karpov e Garri Kasparov. Insomma, una storia forte che si perde nella notte dei tempi sino ai persiani. Questo sono gli scacchi e per chi volesse conoscerli da vicino non resta che andare a piazzetta don Diana, presso «Il Dono», ogni venerdì dalle 18.00 in poi, alfieri, torri e regine vi aspettano. Federica di Santo di VITO FAENZA Il postino (non) bussa sempre due volte N 28 on so quanti hanno letto il romanzo di James M. Cain, dal quale è tratto il film “Il postino suona sempre due volte” del 1946 (titolo originale: “The postaman always rings twice”), diretto da Tay Garnet. Libro e film mi sono tornati alla mente (per il titolo) quando mi sono recato, per l’ennesima volta, a ritirare una raccomandata, all’ufficio postale di viale Europa, dopo che era stato deposto per due volte l’avviso nella mia cassetta. A parte il fatto che quei due giorni mi trovavo a casa (a scrivere), a parte il fatto che sono dotato di videocitofono, a parte il fatto che qualche volta il postino bussa (una sola volta), quello che mi chiedo è perché si debba attraversare la città per andare a ritirare una raccomandata (o un pacco…). Aversa è dotato di più di un ufficio postale (ma i bagni per l’utenza dove sono?) ed uno è affollatissimo (ma solo di mattina e nel primo pomeriggio), come mai non si riesce ad organizzare un servizio di distribuzione e di ritiro diverso dall’attuale? La logica vorrebbe che il ritiro fosse più centrale rispetto agli insediamenti abitativi. Ancora: la logica vorrebbe che ci fossero almeno due punti (o tre) punti di ritiro, magari uno a Sud (parco Coppola), uno al centro (via Corcione) e uno a Nord (viale Europa). Invece si deve attraversare la città da Sud a Nord (se si abita nella zona più densamente popolata della città) o da Est a Nord (se si abita nei dintorni della stazione Ferroviaria). Se non si dispone di un’auto occorre farsi una bella scarpinata. Manco a pensare di usare la bici (per chi ce la fa), visto che manca assolutamente qualcosa dove “parcheggiare” la due ruote. Tra l’altro non sarebbe tanto difficile organizzare il “decentramento”, visto che gli avvisi vengono distribuiti ai “postini” a seconda delle zone. La colpa non è dei dipendenti delle poste Il postino (non) bussa sempre due volte Come «renziano» della prima ora sono strafelice. Congratulazioni a Pina Picierno e Nicola Caputo per l’elezione. La colpa della sconfitta? Solo dei pensionati e degli italiani che non hanno capito! (gentili e disponibili, a onore del vero), ma di chi dirige e organizza i servizi. E’ vero le Poste sono una impresa privata, ma… Spero che qualcuno (il sindaco, il senatore, gli eurodeputati) si renda conto che anche questo può rendere migliore la nostra città e più agevole la vita ai cittadini. E si interessi alla cosa. Alle elezioni è avvenuta una rivoluzione. Come “renziano” della prima ora sono strafelice. Congratulazioni a Pina Picierno e Nicola Caputo per l’elezione. Poi una piccola considerazione: per tutta la campagna elettorale mi son sentito dire che sarei stato sotto processo (con tutti i giornalisti), assieme a tutti i politici, il presidente della Repubblica e chissà chi altro ancora. Oggi sotto processo, sulla rete, va chi aveva lanciato queste minacce. Verrebbe da dire: chi semina vento… Mi fermo qui per evitare di essere sommerso da altri insulti, dopo quelli che mi sono preso invitando un militante di M5S a prendersi un nocino, prima di lanciare insulti. Ma vorrei aggiungere solo un’osservazione: dopo aver perso le elezioni vedo i dirigenti del M5S fare come facevano i partiti della prima repubblica. Non hanno perso, anzi… I loro alleati sono ironici ( come Grillo definisce Farage, ma sul sito del suo partito, l’Ukip, si leggono slogan del tipo: “Pedofilia e gay, legame evidente”. Oppure “mai abitare vicino a un rumeno”). La colpa della sconfitta? Solo dei pensionati, dei vecchi, degli italiani che non hanno capito. La solita solfa, anche offensiva. Se a parlar male dei “pensionati” fossero stati dei trentenni, l’avrei giustificato, ma lo hanno fatto, tra l’altro, un comico di 66 anni e un premio Nobel di 88. Quindi ho pensato: “E’ sempre il bue che chiama cornuto l’asino”. Si è pentito “o’ ninno”. I primi verbali depositati sono pieni di “omissis” e non so cos’altro uscirà da quei verbali e dalle sue deposizioni. Di sicuro emerge già l’immagine di una provincia marcia. Speriamo che le sue dichiarazioni possano permettere di fare pulizia, anche se quelli che dovrebbero cominciare a fare pulizia dovrebbero essere proprio i partiti che hanno protetto e difeso i propri rappresentanti collusi con la malavita. Come facevano i partiti della prima repubblica. Per fortuna sembra che sia nata la terza e tocca a noi, elettori, non commettere l’ennesimo infanticidio. Buona domenica. SCUOLA Con una entusiasmante «due giorni» la «Pascoli» chiude l’anno scolastico «Si alza il sipario: le porte del tempo» I ragazzi hanno coniugato musica e danza, gesti e suoni, magistralmente guidati dal prof. Bruno Mingione e dalle maestre di danza Filomena Nucci, Nunzia Griffo, Antonella Griffo e dalla tutor prof.ssa Angelica De Chiara. La soddisfazione della preside Maria Rosaria Bocchino C 30 on una entusiasmante “due giorni” (27 e 29 maggio), densa di manifestazioni, la scuola media “Pascoli” diretta da ben sei anni dalla prof.ssa Maria Rosaria Bocchino, ha chiuso l’anno scolastico. II 27 maggio di pomeriggio è stata presentata la “galleria” dei percorsi PON e FSER realizzati con i finanziamenti della Commissione Europea per migliorare le competenze di base degli allievi in italiano, matematica ed inglese, ponendo nel contempo le basi per la formazione consapevole ed attiva dei cittadini del futuro. Due giorni dopo, in mattinata, nel magnifico auditorium della scuola, oltre al riuscitissimo saggio di ginnastica artistica, c’è stata la premiazione delle gare e dei concorsi che, per l’intero anno scolastico, hanno visto impegnati gli alunni. Ma indubbiamente il top della due giorni si è avuto la sera del 29 maggio nell’affollatissima piazza Municipio, nonostante le avverse umani, culturali, condizioni metecivili e religiosi, orologiche, con la adottando stili di vita presentazione dello ispirati ai principi spettacolo musicale della legalità, della “Si alza il sipario: le convivenza civile, porte del tempo” che, come ci ha dichiadel rispetto dei diritti e dei doveri, dell’amrato Maria Rosaria biente, dell’interculBocchino: “Ha raptura, rispettando le presentato esperienze Lo spettacolo della «Pascoli» diversità e le analogie didattiche, condotte nei laboratori di canto e di ballo, dove culturali, senza mai perdere il senso di i ragazzi hanno coniugato musica e appartenenza alle proprie radici. Alla danza, gesti e suoni, magistralmente riuscita dello spettacolo e delle altre guidati dal prof. Bruno Mingione e dalle manifestazioni hanno collaborato notemaestre di danza Filomena Nucci, Nun- volmente i docenti Livia Fattore, Lucio zia Griffo, Antonella Griffo e dalla tutor Guarino, R. Caterino e Raffaella Passaprof.ssa Angelica De Chiara”. I ragazzi, relli, membri del gruppo operativo del la cui esibizione ha suscitato applausi a piano integrato della scuola per il lavoro scena aperta da parte del pubblico pre- di progettazione dei PON e FESR, oltre sente hanno fatto un viaggio nelle varie ai docenti Picone, Di Santi, Di Maso e epoche storiche cogliendo l’evoluzione V. Schiavone, funzioni strumentali della dell’uomo, lasciando un importante “Pascoli”. Geppino De Angelis messaggio, ovvero recuperare i valori LA LETTERA - «Le inesattezze sul Civico Museo di Storia Militare» Il museo e i locali riadattati da Gioventù Aversana E gregio direttore, le chiedo di pubblicare queste mie brevi considerazioni, dopo che il suo collega di “Osservatorio Cittadino”, Vincenzo Sagliocco, non ha ritenuto di concedermi il diritto di replica all’articolo dell’ing. Romualdo Guida pubblicato sul suo giornale nel numero del 18 maggio scorso dal titolo “Povero Ninì” e che, a mio giudizio, esprime una serie di inesattezze e di superficiali considerazioni sul “Civico Museo di Storia Militare”, da me curato in qualità di presidente dell’Associazione “Gioventù Aversana”. L’inaugurazione dello scorso 26 aprile è stata soltanto l’ultimo atto di un progetto iniziato nel marzo 2012 ed annunziato proprio sulle pagine di “Osservatorio Cittadino” che ne ha puntualmente seguito le vicende. Pare strano, dunque, che ci si accorga del Museo e delle modalità della sua istituzione solo ora. La circostanza che i pezzi esposti siano di proprietà privata non deve sembrare strana: se quei beni, infatti, fossero divenuti di proprietà comunale all’amministrazione sarebbe spettato anche il costo della loro custodia e manutenzione. Anche l’aggettivo “civico” ci pare più che appropriato tenuto conto che la collezione è esposta gratuitamente, a totale beneficio dei cittadini. Parlare, poi, dei locali della Casa della Cultura “Caianiello” “messi nelle mani” dell’associazione mi sembra ingeneroso considerando che il loro parziale riadattamento è stato eseguito a nostre spese. Vorrei, infine, sottolineare che l’apertura del Museo è stata solo ufficializzata recentemente; di fatto ha aperto al pubblico già nel luglio del 2013, promuovendo iniziative culturali che ne fanno molto più di una semplice “esposizione al pubblico”. Fatte queste brevi ma doverose precisazioni, mi auguro di poter annoverare presto l’illustre ingegnere-architetto Guida tra i nostri visitatori, in modo che possa rendersi conto de visu del valore e del significato di quanto realizzato Salvatore de Chiara IL CASO «Striscia la notizia» e la tassa al Consorzio di bonifica del basso Volturno Tassa di bonifica. Chi paga? Rosario Ippone chiarisce che ad Aversa la tassa si paga perché il Comune non ha sottoscritto la convenzione con il Consorzio: «Aversa - dice il componente del Consiglio di Amministrazione - non è tra i Comuni che l’hanno sottoscritta, di conseguenza le cartelle sono trasmesse ai cittadini» Antonio Arduino A 34 chi tocca pagare la tassa che il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno invia a tanti cittadini aversani? Questa una delle domande che l’inviato di Striscia la Notizia Luca Abete ha rivolto al direttore dell’ente che ha sede a Caserta in via Roma. Non soddisfatti delle risposte del funzionario regionale, parso ben deciso ad evitare il problema portandolo in altra direzione, abbiamo girato la domanda a Rosario Ippone, ex assessore alla Cultura della prima giunta Ciaramella ed oggi componente del Consiglio di amministrazione del Consorzio, su nomina regionale. “La tassa - esordisce - che è formata da due voci che compensano il lavoro fatto dal consorzio relativa- al solo collettamento ed anche se il pagamento dell’imposta viene chiesto ai cittadini è a carico del Comune”. “Perché - spiega fino al 2008 l’Ente campano si faceva carico di questo tributo e versava al consorzio una cifra pari alla densità degli abitanti dei comuni che scaricaAbete intervista il presidente del Consorzio vano nei nostri camente alla bonifica del territorio e al nali”. “Dopo quella data - continua l’ex collettamento delle acque, vale a dire la assessore - le cose sono cambiate. La raccolta delle acque bianche nei nostri Regione ha emesso un decreto che ha canali di scarico, per Aversa è limitata demandato ai Comuni il pagamento Nella chiesa dell’Annunziata il tradizionale concerto di fine anno scolastico La «Cimarosa» chiude all’insegna dell’Unicef L’ istituto comprensivo «Cimarosa-Quarto Circolo”, diretto magistralmente da molti lustri da Cecilia Amodio, non poteva chiudere in modo migliore l’anno scolastico caratterizzato da tantissime soddisfazioni, assurdamente ignorate dal Palazzo di piazza Municipio. Una chiusura a sostegno della campagna Unicef per la vaccinazione dei bambini del terzo mondo. Di qui lo slogan “100% vacciniamoli tutti” (nella foto il testimonial Lino Banfi). Una campagna che era stata preceduta da una conferenza stampa moderata dallo scrivente, con la partecipazione della presidente nazionale Unicef, Margherita Dini Ciacci, della preside Cecilia Amodio, di Emilia Narciso e del testimonial della manifestazione, il campione cubano di pallanuoto e di “balliamo sotto le stelle” Amauri Perez. Partendo dal palaJacazzi gli alunni hanno percorso via Roma dove in vari punti c’erano gruppi di ragazzi dell’infanzia, delle elementari e della media portando ognuno al collo un campanellino il cui suono voleva simboleggiare l’allarme che deve echeggiare nel mondo intero per ricordare che ogni venti secondi muore un bambino per mancanza di vaccinazione. Il lungo, festoso corteo si è concluso in piazza Municipio dove si sono esibiti i pluricampioni di kip kop del maestro Alfredo Ruffo, mentre in conferenza stampa al Comune è stata presentata la manifesta- zione delle finali del calcio a cinque tra giovanissimi a cura della FIGC. Gli alunni dell’indirizzo musicale si sono esibiti, martedì scorso, in un concerto dal titolo “Cimarosa ed i contemporanei”, con l’esibizione della prof.ssa Daniela Del Monaco, docente del “San Pietro a Maiella” di Napoli ed il prof. Antonio Grande del conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno. Geppino De Angelis IL CASO del tributo, previa una convenzione da stipulare con il consorzio”. “Ad oggi, pochissimi comuni hanno ottemperato e, purtroppo, Aversa - dice l’ex assessore - non è tra questi, di conseguenza siamo costretti ad emettere le cartelle che trasmettiamo ai cittadini”. “Circa la questione dei ricorsi avversi alla richiesta di pagamento che vengono accettati o respinti dalle commissioni tributarie pur essendo, in alcuni casi, relativi ad abitazioni situate nella stessa 2.000.000.000 di navigatori del web... non pensi sia il caso di farsi conoscere? Presenta la tua azienda al mondo e fallo con un’immagine e un sito internet che rispecchi davvero la tua attività! 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Se non avviene la Regione deve nominare un commissario ad acta affinché provveda”. “Naturalmente precisa - la richiesta di nomina viene fatta dal Consorzio che ha già provveduto più volte a sollecitare l’ente campano che a sua volta ha già provveduto a mettere in mora i Comuni affinché adempiano all’obbligo di sottoscrivere la convenzione, fissando un termine entro il quale, in mancanza, sarà nominato il commissario ad acta”, Dunque, la soluzione del problema sarebbe vicina. Invece no, perché le sollecitazioni fatte dal Consorzio e dalla Regione sono datate ed avendo i Comuni difficoltà economiche per la riduzione delle rimesse statali nessuno preme perché venga stipulata la convenzione tanto i cittadini pagano la tassa che essendo quasi sempre inferiore ai cento euro costerebbe molto di più contestare rivolgendosi ad un legale. Offri i tuoi prodotti al grande pubblico. Fare acquisti online è sicuro e alla portata di tutti. Scegli di avviare un’attività di commercio elettronico. facebook.com/netenjoy twitter.com/Net_Enjoy 35 L’EVENTO Oltre cinquecento atleti professionisti al via della prima edizione della gara podistica aversana «Stranormanna», alla prima è già regina! La soddisfazione del patron Peppe Andreozzi che ha visto la sua città vincere. Il Marocco la fa da padrone, aggiudicandosi la gara maschile e quella femminile. Già al lavoro per la seconda edizione Nicola De Chiara «S 36 tranormanna», bene la prima. Domenica scorsa, 1° giugno, cinquecento podisti professionisti hanno corso per le strade di Aversa all’insegna della nostra storia. Grande successo sottolineato anche dal fatto che in Campania in concomitanza c’erano altre quattro gare più importanti e datate. L’intera organizzazione ha cominciato ad operare nel buio della notte, tracciando il percorso in un’atmosfera …magica e preparando la città a vivere una giornata indimenticabile. Tra i professionisti Roqti Abderrafii, della società Finanza Sport Campania, Kadiri Hamid, del Runner Sassari, e Francesco Di Puoti ancora della Finanza Sport Campania si sono classificati ai primi tre posti. Tra le donne lo scettro è andato a Laaraichi Siham. I dieci chilometri sono stati percorsi dal vincitore in 29 minuti e 47 secondi. Tutti del Marocco i primi classificati. Tra i partecipanti, oltre a tanti italiani, c’erano anche atleti del Burkina Faso e della Polonia. Da sottolineare la massiccia presenza degli atleti dell’«Arca Atletica Aversa». A fare da cornice non meno importante alla gara agonistica, la «Stranormanna» amatoriale che ha visto centinaia di partecipanti di tutte le età. Ad aggiudicarsi il primo premio della stracittadina tra le donne è stata Angela D’Aniello di Gricignano. Mentre tra gli uomini il trofeo è andato a Davide Nilo di Aversa. Hanno percorso tre chilometri partendo dal parco «Pozzi», attraversando per intero il centro storico. Un premio speciale è andato a Lorenzo Laudadio. Immancabile la presenza di Underforty Tumori al seno con il presidente Ilaria Romano. Ad aprire la manifestazione il sindaco Peppe Sagliocco con l’organizzatore Peppe Andreozzi. E NerosuBianco ha «Stranormanna» l’arrivo e, sotto, la partenza (foto Daniela Colella) Andreozzi: «Ripagati i nostri sforzi. I partecipanti hanno apprezzato il percorso, il servizio d’ordine ed i prodoti tipici offerti dagli sponsor a fine gara» incontrato, a margine della gara, proprio l’anima di questa iniziativa destinata a diventare un appuntamento fisso del podismo nazionale. «E’ doveroso innanzitutto ringraziare - ha dichiarato Peppe Andreozzi – il sindaco Peppe Sagliocco, che dal primo momento ha sposato questa iniziativa, e i cittadini di Aversa che pazientemente hanno «collaborato» visto che la circolazione è stata bloccata per alcune ore. Eccellente è stato il servizio garantito dai Vigili Urbani, guidati dal comandante Stefano Guarino, con l’ausilio della Protezione Civile di Aversa, Trentola Ducenta e Casaluce. A dare una mano anche i volontari dell’Associazione Nazionale Pensionati della Polizia Penitenziaria. Un grande lavoro hanno svolto anche Rosario De Dominicis, direttore di gara, e Nicola Della Vecchia, sotto la supervisione del Csi. Abbiamo distribuito tanti premi, ma quello più bello è stato il riconoscimento per l’intera organizzazione arrivato da parte di tutti i partecipanti che hanno apprezzato il percorso, il servizio d’ordine e la puntuale distribuzione dei vari «ristori». La perfetta riuscita dell’evento rappresenta un ottimo viatico per la seconda edizione del 2015 che sicuramente raddoppierà il numero dei partecipanti». Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti PRIMA COMUNIONE 38 Auguri ad Angelo Primizia, secondogenito dell’avv. Alfredo e della prof. ssa Mariagrazia Chianese, che si è accostato nella chiesa del Parco Coppola di Aversa per la prima volta alla mensa eucaristica in un clima di commovente spiritualità. AUGURI La nostra collaboratrice Speranza Cardillo, già dottoressa in Giurisprudenza, si è specializzata in Scienze Criminoligiche e Criminalistiche, discutendo il 16 maggio l’elaborato finale presso la facoltà di Giurisprudenza di Santa Maria C.V. AUGURI Hanno coronato il loro sogno d’amore, nella cornice del Duomo di Caserta, Vincenzo Spatarella e Mariangela Sacca. Al termine della cerimonia amici e parenti li hanno festeggiati in un noto locale a Grottaminarda. Auguri ai neo sposi di lunga felicità da Nerosubianco. AUGURI Oggi 8 giugno si festeggia il compleanno di Pasquale Guida! Ogni anno i soliti auguri, ma questi sono speciali per i tuoi 53 anni. Il nostro augurio è che tu possa pensare all’avvenire e alle cose belle che ti riserverà. Buon compleanno! Auguri da zia Rosetta e famiglia. AUGURI Buon compleanno a Rita Terracciano, che ha festeggiato i suoi 18 anni il 4 giugno. Un augurio speciale da tutta la famiglia e in particolare dalla sorella Elisa, da Ciro e dal piccolo Francesco. AUGURI Congratulazioni vivissime per Francesco Bocchino, figlio del dott. analista Pino e dell’insegnante Eva Brusciano, per la laurea triennale in Ingegneria conseguita presso la facoltà normanna della Sun. AUGURI Tanti auguri per il suo quinto compleanno a Rosa Manna dal papà Francesco, da mamma Tiziana e dai nonni Raffaelle e Rosa e Giuseppe e Maria. mio di Giuseppe Chiatto Da belpaese a paese di Pulcinella L 40 a movida violenta di Aversa si tinge di un tocco di internazionalità. Tre militari statunitensi della base Us Navy di Gricignano, qualche notte fa, sono stati artefici di un litigio con un ristoratore di via Seggio, la strada della movida nostrana per antonomasia, ferendolo con un’arma da taglio ad una mano. L’uomo è stato giudicato guaribile in sette giorni. Due dei tre, uno proveniente dall’Illinois e l’altro dalla California, sono stati bloccati dagli agenti del commissariato locale, dopo una colluttazione. Per loro la denunzia alla competente magistratura del tribunale di Aversa – Napoli Nord per detenzione di arma da taglio, lesioni e resistenza al pubblico ufficiale. E’ probabile che i due, però, come già avvenuto per casi anche più gravi in cui erano coinvolti militari statunitensi, siano giudicati dalle autorità giudiziarie Usa. Questo cari lettori è pressappoco l’articolo che io stesso ho letto. Cosa c’è di strano direte voi? Tutto, o quasi tutto. Personalmente mi ritengo un patriota esasperato (ad eccezione della politica e L’Italia, il paese di Pulcinella dei politici, cui da tempo ho sviluppato una specie di idiosincrasia), per cui gioisco quando la nostra nazione o la nostra città conclude brillantemente una vicenda. Ma come spesso avviene, il nostro Paese dimostra sempre più irrisolutezza nei rapporti internazionali. Infatti nonostante sembri che la vicenda dei due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India da oltre due anni con l’accusa di aver ucciso due pescatori dello Stato del Kerala si stia dirigendo verso una conclusione, alcune incognite non lasciano vedere chiaramente quale sarà l’esito della vicenda. Viceversa, il caso di Amanda Knox la statunitense ritenuta colpevole insieme a Raffaele Sollecito del delitto di Meredith Kercher non si è nemmeno presentata nell’Aula del Tribunale di Firenze. Molti si domandano: la magistratura italiana riuscirà a riportarla nel Belpaese oppure come pensano la maggior parte degli italiani la bella studentessa americana riuscirà a “farla franca”? Io sono convinto che riuscirà a “farla franca”. È questa la realtà dei fatti, cari lettori, la nostra Italia soccombe di fronte agli altri Paesi. E quindi non mi stupisco per quanto avvenuto in via Seggio e che i tre militari saranno giudicati dalle loro autorità. La signora Giulia Mazzarella ha compiuto 104 anni lo scorso 31 maggio Di Villa Literno la nonnina dell’Agro U nico ‘vizio’ un caffè dopo il riposino pomeridiano. Giulia Mazzarella da Villa Literno ha compiuto 104 anni lo scorso 31 maggio. Non c’è la certezza, ma la ‘nonnina’ dell’Agro Aversano, con i suoi quattro figli (Laura, Enrico, Rosita e Vittorio), otto nipoti e altrettanti pronipoti, potrebbe essere la più longeva della provincia di Caserta in assoluto. Nonostante viva nel cuore della Terra dei Fuochi, questo particolare sembra non averla intaccata. A chi le chiede quale dieta ha mantenuto nel tempo, nonna Giulia risponde «mangio di tutto, ma senza eccedere. Le mie pietanze preferite sono, comunque, quelle che contengono verdure. Ne ho mangiate tante e continuo a mangiarne». E, quando le si chiede il suo segreto, rivela: «una tazzina di caffè quando smetto il riposino pomeridiano». Attorniata dai familiari Giulia Mazzarella, classe 1910, ricorda ancora episodi risalenti alla prima guerra mondiale, quella del 1914-18 e, con voce rotta, racconta di quando, ad otto anni, giunse a casa la notizia della morte del fratello Giovanni che era partito per il fronte. Ultima di sei figli, l’ultracentenaria liternese, sposò nel 1935 Eduardo Ucciero, dapprima commissario (con nomina delle truppe di occupazione) e successivamente primo Sindaco del dopoguerra a Giulia Mazzarella Villa Literno. Il marito l’ha lasciata nel 1986, all’età di 82 anni. Nonna Giulia non ha mai conosciuto un ospedale sino a quando, all’età di 94 anni, le è stato impiantato un pace maker per aiutare il suo ‘vecchio’ cuore. Nicola Rosselli MOZZARELLA DI BUF FA ALA CAMP PA ANA DOP buona, sempre. Da oltre trent’anni il Caseificio Caputo produce mozzarella di bufala campana DOP lavorando a poche ore dalla mungitura solo il latte di bufale accuratamente selezionate e controllate. Il sapere della tradizione e le moderne tecnologie garantiscono una qualità costante e un gusto unico che rendono la Mozzarella Caputo buona, sempre. iche Garantita dal Ministero delle Polit stali Fore e ri enta Alim ole Agric PRODOTTO NAZIONALE TEVEROLA AVERSA ORTA DI ATELLA tel. 081 8119478 tel. 081 8113312 tel. 081 8910595 via Roma 90 viale Olimpico 182 via dei Martiri Atellani 184 www.caseificiocaputo.it L 42 a camorra per anni ha agito in maniera assoluta e indisturbata. Si è sostituita allo Stato ed ha devastato tutto: l’economia e il territorio. Le dichiarazioni di un pezzo da novanta della camorra stanno dando conferma a ciò che per anni molti intellettuali e giornalisti hanno sempre sostenuto. Una stretta e totale connivenza tra apparati dello Stato e della politica ha consentito una distruzione in generale della vita di tanti. Ora si sta verificando il paradosso che gli stessi camorristi forse, e dico forse, ci libereranno dalla classe politica compromessa e complice. Politici che sono sulla cresta dell’onda da quarant’anni e che oggi addirittura vogliono impartire lezioni di trasparenza e legalità. Senza la complicità di certi politici come sarebbe stato possibile il sacco del territorio e lo scandalo della Eco4? Gli stessi fratelli Orsi, titolari della Eco4 e amici di politici, dichiararono che non erano altro che teste di legno di una grande famiglia di camorristi. E certi politici che hanno gestito le assunzioni non sono forse meno responsabili? Si sono comprati i voti con la clientela saccheggiando danaro pubblico spargendo veleni nell’aria e morte per tumore. Cosa avrebbero potuto realizzare i camorristi senza l’ausilio diretto di certi funzionari e di certi dirigenti pubblici e senza l’avallo di politici locali? Sembrano delle ovvietà a cui nessuno fa caso, anzi alle elezioni certi personaggi vengono sempre più votati. Come è possibile che un politico in stato di arresto prenda comunque migliaia di voti? Gli elettori sono garantisti fino al parossismo o sono talmente guasti e anche un po’ cialtroni che pur di difendere il loro piccolo orticello sarebbero capaci anche di votare Jack lo squartatore? Del resto lo Stato aggredendo i patrimoni finanziari e immobiliari dei camorristi ha ottenuto e fermato la criminalità organizzata. Perché non si fa questo con i politici e si verifica la loro ricchezza? Com’è possibile che un politico, sia pur di professione, senza aver svolto un solo giorno di lavoro, sia ricchissimo? Dove ha preso il danaro necessario per Mala tempora currunt! Mala tempora currunt! Siamo forse ora alla vigilia del paradosso? Quegli stessi camorristi che ci hanno distrutto ci affrancheranno dai politici farabutti travestiti da agnelli ma lupi feroci? O tempora, o mores! Mala tempora currunt! Lo diceva Cicerone comprare estese proprietà immobiliari? Come è possibile dare credibilità a un politico che in tanti anni ha condotto faraoniche e costosissime campagne elettorali senza mai lavorare? Arriveremo a tifare ‘o ninno”, il male, l’antistato che possano liberarci da certi infami personaggi che hanno rubato a piene mani! Senza la complicità dei politici corrotti sicuramente non sarebbe potuto avvenire lo scandalo delle Ecoballe a Villa Literno su un terreno ove nascevano i pomodori più buoni del mondo. Ed anche gli appalti truccati e i piani regolatori truffa con la conseguente devastazione delle aree urbane e rurali sono stati possibili con la complicità di pusillanimi politici nonchè ladri e ancor più deprecabili perché camuffati da salvatori del popolo, in realtà onnivori e sanguisughe approfittanti della povera gente. Siamo forse ora alla vigilia del paradosso? Quegli stessi camorristi che ci hanno distrutto ci affrancheranno dai politici farabutti travestiti da agnelli ma lupi feroci. È evidente che senza l’apporto fondamentale di apparati dello Stato e di una classe politica in gran parte compromessa, la camorra non avrebbe mai potuto significare niente. Invece questo connubio letale ha ucciso migliaia di persone della provincia di Caserta e di quella di Napoli. Oggi, finalmente, ringraziando qualche giudice coraggioso e la coscienza (sic!) di un camorrista, sapremo delle verità e avremo conferma del degrado umano di certi infami personaggi, oggi ricchissimi e che ancora pontificano e si ergono a tutori della legalità e della trasparenza? O tempora, o mores! Mala tempora currunt! come diceva Cicerone. Quando si cacceranno via senza indugio questi personaggi neri come la morte? Piccoli uomini che miserrimi si sono venduti i voti e la vita degli altri. Augh, ho detto! CHIPPEWA L’INIZIATIVA Il 19 giugno nel Seminario Vescovile di scena la grande giustizia con un importantissimo Convegno Ad Aversa il primo presidente della Cassazione Tema dell’importantissimo convegno la «Legge Anticorruzione: il recente intervento delle Sezioni Unite sulle modifiche al delitto di concussione». Moderati da Paolo Tanda, con Santacroce, i relatori saranno Raffaele Cantone, Paolo Trofino, Elio Palombi e Gabriella Casella Geppino De Angelis I n piena fase organizzativa un interessante convegno, che polarizzerà l’attenzione del mondo giudiziario sulla nostra città, in programma il prossimo 19 giugno nel seminario vescovile, organizzato dalla Camera Penale del Tribunale Napoli Nord, dalla Camera Penale di Napoli, di Santa Maria C.V., dai Consigli degli Ordini degli avvocati di Santa Maria CV e Napoli, facendo registrare per la prima volta nella (già gloriosa) storia normanna la presenza 44 del primo presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce. Il convegno, che sarà introdotto dal nostro concittadino, docente universitario Giorgio Santacroce a Roma, avvocato Paolo Tanda, ha tra l’altro lo scopo di dare voce e rappresentanza ai penalisti del nuovo circondario del Tribunale Napoli-Nord. Tema dell’importantissimo convegno la “Legge Anticorruzione: il recente intervento delle Sezioni Unite sulle modifiche al delitto di concussione”. Una tematica che, oltre per gli addetti ai la- L’INIZIATIVA vori, avrà la sua notevole ricaduta sulle tematiche politiche e sociali degli enti locali ed in generale della nostra Italia, anche alla luce di allarmanti fenomeni che si sono manifestati recentemente in occasione dell’organizzazione di eventi a carattere mondiale, come l’Expo di Milano. Dopo i saluti del vescovo mons. Spinillo, di illustri magistrati come, tra gli altri, il presidente della Corte d’Appello di Napoli Antonio Bonajuto, del procuratore generale Luigi Mastrominico, della Presidente del tribunale Napoli Nord Elisabetta Garzo, del procuratore Francesco Greco e di eminenti esponenti degli ordini degli avvocati di Santa Maria C.V. e Napoli, si entrerà Una tematica attualissima anche alla luce degli ultimi avvenimenti che si sono manifestati recentemente in occasione dell’organizzazione dell’Expo di Milano nel vivo dell’attesissimo convegno con i relatori, moderati da Paolo Tanda, Raffaele Cantone, presidente Autority Anticorruzione, avvocato Paolo Trofino, prof. Elio Palombi e dott.ssa Gabriella Casella dell’ufficio Gip del Tribunale di Santa Maria C.V., mentre le conclusioni saranno tratte dal dottor Giorgio Santacroce, primo presidente della Corte di Cassazione. Un convegno di notevole rilevanza per Aversa, che negli anni scorsi ha dato all’Italia eminenti personaggi nel campo giuridico come l’avvocato Enrico Altavilla e Vincenzo Caianiello, presidente della Corte Costituzionale e ministro di Grazia e Giustizia, e per la cui ottima riuscita si stanno prodigando col massimo impegno, oltre a Paolo Tanda, gli avvocati delle Camere Penali di Napoli e Santa Maria C.V., Franco Capasso, Antonio Verde, Gianfranco Mallardo, Celestino Gentile, Luigi Monaco, Felice Belluomo, Maria Lampitella e Lello Griffo, che hanno affidato le conclusioni del loro intervento al nostro amico e concittadino Paolo Trofino. 45 L’INCONTRO Si conclude il ciclo di incontri al Secondo Circolo su «La costituzione e i valori della democrazia» Gli studenti e la costituzione Bregnini, sostituto commissario ad Aversa, ha invitato i ragazzi non farsi irretire da consigli, inviti, regali da sconosciuti e a confidarsi sempre con i genitori e gli insegnanti Salvatore de Chiara «L 46 a Costituzione ed i valori della Democrazia»: questo il tema di un’interessante meeting tenutosi presso il Secondo Circolo didattico di Aversa, a conclusione di un lungo ciclo di incontri nell’ambito del progetto sulla legalità di cui è stata ottima referente l’insegnante Emilia Mariano, con la supervisione del dirigente scolastico Gennaro Caiazzo e con la collaborazione dell’intero corpo docente della scuola. Un ciclo di incontri che hanno visto impegnati quali relatori autentici addetti ai lavori, tra gli altri i giornalisti Nicola De Chiara, Geppino De Angelis ed Enzo Sagliocco, il comandante della polizia municipale Stefano Guarino, i magistrati Nicola Graziano e Federico Bisceglia, il senatore Lucio Romano, il tenente dei vigili urbani Nicola Mazzarella, il presidente del tribunale Elisabetta Garzo, alcuni sottufficiali delle fiamme gialle, tanto per citarne soltanto alcuni che hanno sviscerato De Angelis, soffermatosi sulla storia della nostra Costituzione, di Paolo Tanda, che ha focalizzato il suo intervento su alcuni articoli cardine della Costituzione, e della signora Bregnini che, da responsabile del settore minori del locale ufficio della polizia di Stato, ha messo in luce l’operato della polizia a tutela dei minori, invitando tutti a non farsi irretire da consigli, inviti, L’incontro conclusivo nell’istituto di Gennaro Caiazzo regali da sconosciuti, confidandosi sempre con il tema della legalità sotto molteplici i genitori e gli insegnanti, i protagonisti aspetti, con un frasario semplice, facil- della giornata sono diventati i ragazzini mente recepibile dai piccoli alunni delle delle quarte e quinte classi che hanno elementari. A chiudere il ciclo, sul tema posto interessanti domande. Tanda e indicato ad inizio di note, il nostro col- Geppino De Angelis hanno auspicato laboratore preside Geppino De Angelis, che incontri del genere vadano effettuati il docente universitario avvocato Paolo nel prossimo anno in tutte le scuole Tanda ed il sostituto commissario della dell’obbligo per inculcare nell’animo Polizia di Stato di Aversa, signora Luisa dei ragazzini i principi del rispetto delle Bregnini. Dopo l’intervento di Geppino regole, veicolandoli in famiglia. inVito@pranzo U na ricetta mondiale che ricorda la nazionale. Stanno per arrivare i mondiali di calcio e dato che gli incontri si svolgeranno di notte (se non sbaglio il primo incontro dell’Italia è a mezzanotte) occorre preparare dei pizzi leggere e facilmente digeribili. Ecco un piatto veloce (qualcuno li definisce maccheroncelli estivi, qualche altro, pennette tricolori), ma potremo chiamarli come più ci piace. Gli Ingredienti: 400 grammi di pasta corta (100 grammi a persona) 200 grammi di pomodoro pachino, 200 grammi di mozzarella di bufala (o in alternativa fiordilatte del Matese o di Agerola); parmigiano (oppure grana); olio qb; sale qb; pepe qb: basilico Preparazione: Mettete a cuocere la di Vito Faenza pasta nel frattempo tagliate a cubetti (piccoli) la mozzarella e i pomodori. Scolate la pasta e conditela con un po’ d’olio, il parmigiano e fatela raffreddare. Aggiungete i pomodori e la mozzarella e impiattate guarnendo con le foglie di basilico e aggiungendo (se vi piace una spruzzata di pepe grattugiato fresco). In questo modo avrete preparato un piatto tricolore. Invece di servirli tiepidi, come vuole la ricetta, potete anche far raffreddare completamente la pasta dopo averla Una ricetta ...mondiale! condita con il parmigiano e l’olio, poi aggiungete pomodori e mozzarella e mettete in frigorifero aggiungendo alcune foglie di basilico per dare aroma. E’ un’insalata di pasta, piacevole specie quando fa caldo. Al momento di servire, in questo, aggiungete altro basilico per ottenere un effetto tricolore più deciso. LA STORIA Continua la storia del beato Mario Vergara: la partenza per la Birmania dopo l’ordinazione sacerdotale A Citaciò inizia il programma di evangelizzazione Nei sei anni che trascorse a Citaciò, P. Vergara si sforzò costantemente di attuare il suo programma di evangelizzazione soprattutto con l’aiuto dei catechisti, da lui ritenuti indispensabili per penetrare nell’ambiente pagano. Quando arrivò la gente prese subito ad amarlo N 48 on era trascorso un mese dall’ordinazione sacerdotale quando il P. Vergara aveva già ricevuto la notizia della sua destinazione alla missione del Toungoo, in Birmania. Suoi compagni di partenza sarebbero stati: PP. Grazioso Banfi e Giovanni Camnasio per la missione di Kengtung; PP. Giovanni Bracco e Geremia Arosio per la missione di Weihwei; PP. Anchise Rasi e Carlo Merlo per la missione di Bezwada; P. Anselmo Finelli per la missione di Hyderabad; P. Antonio Botolo e Fr. Vittorio Pellegrini per la missione di Dinajpur; PP. Antonio Zago e Luciano Aletta per la missione di Hong Kong. Questi dodici missionari del PIME si raccolsero per una settimana, nel silenzio e nella preghiera, presso il Collegio dei Padri Oblati di Rho (Milano), all’ombra del santuario della madonna del pianto, per impetrare le virtù apostoliche da Dio. Il P. Giuseppe Strizoli, che fu testimone di quanto avvenne nei giorni seguenti a quella settimana di grazia, così raccontò gli avvenimenti del 20 e 21 settembre 1934: «La sera del 20 settembre, raccolti nella devota chiesa pubblica dell’Istituto, presenti le comunità dei chierici dei fratelli, davanti al simulacro dell’Apostolo delle Indie, i partenti ricevettero dalle mani del nuovo Superiore Generale S.E. mons. Balconi la pagella di missionario apostolico; il momento sognato e sospirato da tanti anni era finalmente giunto!». P. Vergara arrivò nella missione di Toungoo nell’ottobre 1934, essendo vescovo mons. Emanuele Sagrada, il quale fu missionario per 55 anni in Birmania, vicario apostolico di Toungoo dal 1908 al 1937, e si può a ragione considerare l’organizzatore della Chiesa nella Birmania orientale. Politicamente, Padre Mario Vergara al tempo in cui il p. Vergara andò in Birmania, il paese era sotto la sovranità britannica e faceva parte dell’Impero indiano. La sera del 4 novembre 1934, il P. Vergara e i suoi compagni di viaggio P. Giovanni Camnasio e P. Grazioso Banfi arrivarono a Toungoo, mentre questi due proseguirono per Moulmein per lo studio dell’inglese presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, P. Vergara fu trattenuto a Toungoo, perché lì non c’era posto per lui. Nel frattempo fu affidato alle cure del P. Ziello, già suo maestro nel seminario di Aversa, per la pratica di quella lingua. In seguito fu affidato alle cure del P. Giovanni Resinelli per lo studio del birmano. P. Resinelli, in quel tempo (1935) era ancora vicario generale e aveva al suo attivo già 42 anni di missione, essendo arrivato in Birmania nel 1893. «Allo studio di queste lingue locali, in cui fu impegnato nei primi due anni di missione, P. Vergara si applicò con pazienza e cura meticolosa, anzi con vera passione, attestava il P. Ziello, tanto che in un tempo relativamente breve fu in grado di parlarle tutte». Alla fine del 1935 mons. Sagrada lo inviò nel distretto di Citaciò, tra i Cariani rossi, abitanti sui monti, un distretto ove negli anni precedenti avevano lavorato il P. Alfredo Lanfranconi, il P. Ernesto Ravasi e fino al 1936 il P. Pietro Mora. Citaciò, allora era un villaggio fuori mano, situato sui monti e circondato da altri 29 villaggi cattolici. La popolazione, di razza cariana, della tribù dei Sokù era buona, ma molto povera e arretrata. «A Citaciò – scriveva P. Vergara sulla rivista Le Missioni Cattoliche, 1937 – non vi sono strade di comunicazione, ma sentieri e viottoli che sono impraticabili durante i mesi delle piogge. L’unica ricchezza del paese è costituita dal poco, dico poco, bestiame che si vende o si uccide in caso di sponsali. Vestiti? Disinvoltura massima: una camicia ed un paio di brachette per tutte le quattro stagioni, che una volta indossate non si depongono se non quando sono ridotte a brandelli; con quanto a discapito dell’igiene ognuno se lo può immaginare». Quando P. Vergara arrivò a Sokù , tutto il distretto soffriva la fame, già da due anni non si faceva il raccolto del riso a causa dei topi che divoravano tutto. P. Mario si impegnò ad aiutare la gente a superare il flagello. Esaurì tutte le risorse di riso presenti nel villaggio principale di Citaciò e la gente prese ad amarlo, sentimento che suscitò molte conversioni. Nei sei anni che trascorse a Citaciò, P. Vergara si sforzò costantemente di attuare il suo programma di evangelizzazione soprattutto con l’aiuto dei catechisti, da lui ritenuti indispensabili per penetrare nell’ambiente pagano. Don Davide Sglavo Arturo Formola 3 - continua SCAFFALE In un libro presentato al centro «Caianiello» di Aversa il rapporto meraviglioso tra padre e figlio «Al di là della barricata» Il lavoro di Vittorio Gatto è stato presentato all’auditorium Caianiello dal professor Rosato, dal senatore Romano e dal sindaco Sagliocco. Luca Faenza L’ 50 improvvisa scoperta di un male incurabile. Il passaggio da medico a paziente. La lotta contro il male e la riscoperta di un rapporto con il figlio, compagno di questa lotta. Il libro autobiografico di Vittorio Gatto, “Al di là della barricata”, racconta Ettore Gatto, suo padre, nel momento più difficile della propria esistenza, quando va al di là della barricata e si trova dalla parte delle persone che devono essere curate. Ma questo passaggio è anche un momento dolcissimo, con la scoperta di suo figlio. Tra Vittorio e suo padre comincia un dialogo, un rapporto in cui il figlio diventa il sostegno del padre, dopo essere stato sostenuto da lui. Il dolore si alterna al dolcissimo piacere di scoprirsi, dialogare, confessarsi. Un libro autobiografico, quasi un diario – ha Un momento della presentazione sostenuto tra l’altro il professor Rosato che ha avuto Vittorio tra i suoi allievi al Liceo Cirillo – di un periodo troppo breve e per questo meritevole di essere ricordato, portato all’attenzione di tanti, amici e non. Un libro è composto da due metà, una personale dell’autore – ha proseguito Rosato - l’altra del lettore che metabolizza la storia che viene raccontata. E questa storia merita di essere letta”. Del rapporto fra scienza e fede ha invece parlato il senatore Romano. Un rapporto che trasforma la terapia in cura, perché la terapia è legato alla scienza, ma non tiene conto dell’umanità e quindi della dignità dell’uomo, mentre la fede va al di là e trasforma la terapia in cura, che significa dare “dignità” a chi è affetto dalla malattia. Il saluto del sindaco Sagliocco, amico personale di Ettore, ha preceduto una sorta di “intervista confessione” in cui Vittorio ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questa storia, del travaglio nel decidere di pubblicarla ma anche della decisione di devolvere il ricavato alla ricerca contro il cancro. Il grandissimo affetto di Vittorio per Ettore, che con questo romanzo-verità continuerà a vivere. CALCIO Un’annata andata storta ma il verdetto per i granata non potrebbe essere definitivo Ripescaggio? Più di una speranza La società di Spezzaferri e Cecere, per storia, per bacino d’utenza potenziale, per stadio (che bisognerebbe aumentare di 500 posti) e per credibilità finanziarie è tra le favorite Giuseppe Lettieri C on la sconfitta in terra toscana con il Tutto Cuoio, dopo l’assurdo pareggio maturato ad Aversa in pieno recupero di fine partita dai toscani nell’incontro d’andata, l’Aversa Normanna dice definitivamente addio alla Lega Pro e al calcio professionistico dopo sei anni di permanenza in seconda Divisione. Un’annata andata decisamente storta, soprattutto nel girone di ritorno, quando in corsa, il presidente Spezzaferri, al fine di dare una scossa all’ambiente, ha sostituito mister Di Costanzo, allenatore con tante esperienze anche in serie B, esonerato nonostante su di lui si fosse investito per i prossimi due anni, con mister Provenza, il medico galantuomo che, però, non è riuscito nelle ultime giornate a recuperare il passo, fermandosi a tre punti dalla promozione diretta. I tifosi ci credono Sull’impegno dei giocatori, o meglio di alcuni di loro, e sulle performance della squadra, preferiamo non pronunciarci poiché già è bastato il verdetto del campionato. Verdetto definitivo? Resta aperta la speranza del ripescaggio. La società di Spezzaferri e Cecere, per storia, per bacino d’utenza potenziale, per stadio (occorrerebbe portare piccole modifiche allo Stadio Bisceglia tra cui l’aumento di 500 posti a sedere) e per credibilità finanziarie è tra le favorite. Uno solo il parametro negativo. La carenza di pubblico riscontrata dalla Lega durante quest’ultimo campionato. Per saperne di più dovremmo attendere gli inizi di luglio, solo allora sapremo se l’Aversa Normanna rimarrà tra i professionisti oppure tornerà tra i Dilettanti. Intanto, al momento per prassi legale bisognerà iscriversi al Campionato di Serie D che costituisce anche la credenziale per il ripescaggio. La serie D come tifosi ed Aversani ci ha dato belle soddisfazioni con la vittoria della Coppa Italia e dello Scudetto. Momenti vissuti in condivisione con gli autori di quel miracolo calcistico e di tutta la città che si strinse in due grandi abbracci, quello di piazza Municipio per la Coppa Italia e nei pressi di Porta Napoli per la storica promozione in lega Pro. 51 SALUTE Possibile l’inserimento dell’impianto nella stessa seduta in cui è stato estratto il dente compromesso Quando è ora di fare l’impianto M i chiamo Antonietta, ho 40 anni e ho dovuto estrarre un premolare superiore cinque mesi fa. Per problemi economici non mi è possibile subito affrontare l’onerosa spesa di un impianto. Vorrei sapere entro quanto sarebbe opportuno che facessi l’impianto prima che sia troppo tardi (ossia venga a mancare osso.) oppure l’impianto si può fare quando si vuole? Voglio dire, se io decidessi di far fare l’impianto tra un anno o poco più, sorgerebbero dei problemi? Grazie. 52 Gentile signora Antonietta, sicuramente la scelta migliore sarebbe mettere l’impianto prima possibile, ma la biologia ossea è estremamente variabile, infatti ci troviamo zone postestrattive recenti che hanno subito grossi riassorbimenti e zone post-estrattive di molti anni che hanno mantenuto una buona quota ossea. Inoltre va considerato il fatto che i denti contigui possono spostarsi verso la zona lasciata vuota riducendo lo spazio da occupare col manufatto protesico inficiando così il risultato estetico e funzionale. Inoltre gli studi in materia di implantologia dimostrano ormai da più di un decennio che l’osso in cui viene tempestivamente inserito un impianto tende grazie ai carichi masticatori a mantenersi più forte con ovvie ripercussioni sulla durata dello stesso. Quest’ultima considerazione la possiamo anche ribaltare sul piano economico dicendo che un impianto inserito subito, godendo di una maggior quantità e qualità dell’osso è sicuramente un impianto che ha più probabilità di dare esito positivo e con una maggiore durata negli anni (quindi ritardare il più possibile un nuovo intervento protesico).Tenendo conto degli studi di cui sopra e per ridurre le sedute chirurgiche e quindi aumentare il comfort del paziente oggi sempre più spesso si utilizza la tecnica dell’implantologia post-estrattiva che prevede l’inserimento dell’impianto nella stessa seduta in cui si effettua l’estrazione del dente compromesso. Per quanto riguarda l’aspetto meramente economico posso dirle che è ormai diffusissima negli studi odontoiatrici la possibilità di accedere a finanziamenti personalizzati che le darebbero la possibilità di non rimandare a data da destinarsi la risoluzioni delle sue problematiche dilazionando il pagamento a suo piacimento. Cordiali Saluti dott. Fabio SICHEL TURCO IL PERSONAGGIO Sagliocco ha consegnato una targa alla memoria alle figlie Marilena, Giuliana e Teresa Aversa in onore del Sindaco Ciro Andreozzi La storia di un uomo dal forte senso della giustizia e dell’onestà che non portò a termine l’incarico di primo cittadino, dimettendosi dopo poco. I ricordi della figlia Giuliana. La dedizione per i «suoi» mutilati Lello Ponticelli I 54 l sindaco Sagliocco ha consegnato, il 31 maggio scorso, una targa alla memoria ai familiari. Un doveroso riconoscimento dell’Amministrazione comunale all’ex Sindaco, al già presidente della sezione aversana dei “Mutilati ed invalidi di guerra” e all’uomo di scuola, già preside del magistrale “Jommelli” e dell’istituto tecnico “Andreozzi”. Ricordiamo la storia del cavaliere e commendatore al merito Ciro Andreozzi. Ciro Andreozzi nacque a Giugliano il 18 settembre 1915 e venne presto ad abitare ad Aversa con la sua famiglia, dove è vissuto fino alla morte. Frequentò ad Aversa il Liceo Classico «Cirillo» e, successivamente, conseguì Il sindaco Andreozzi con l’ammiraglio Ruta sia la laurea in lettere classiche sia la laurea in filosofia presso l›Università di Napoli. Prestò servizio militare inizialmente presso la caserma di cavalleria a Pinerolo e poi come ufficiale di fanteria nella divisione Siena. Con la sua divisione prese parte, col grado di Tenente, alla campagna di Albania e, il 14 aprile 1941, fu gravemente ferito a Monastero, sulla tristemente famosa quota 731 dove imperversarono violenti combattimenti e dove gli Italiani lasciarono ben 22.000 caduti. “Era diventata un cumulo di morti – ricorda la figlia Giuliana - tanto che sembrava di essere tornati alla grande guerra con assalti alla baionetta”. Per il suo impegno ricevette due Croci al merito di guerra. Dopo la guerra prese attivamente parte alla vita della locale sezione dell’Associazione Nazionale tra Mutilati e IL PERSONAGGIO Invalidi di Guerra (l’ANMIG), della quale fu presidente fin dal 1945, incarico che lasciò dopo quasi trent’anni per ricoprire il ruolo di Delegato regionale. Contemporaneamente, dal 1949, fu anche componente del Comitato centrale. Ciro Andreozzi partecipò attivamente anche alla vita pubblica di Aversa. Fu consigliere comunale e, dal 1956 al 1958, fu Sindaco della città. In tale veste, tra le altre cose, nel 1956, si impegnò perché ad Aversa venisse istituito un Istituto magistrale statale che allora mancava. Iniziò la sua carriera professionale come docente di materie letterarie in diversi Istituti di scuola superiore e, successivamente, divenuto preside, diresse prima l’Istituto magistrale «Iommelli», poi l’Istituto Tecnico per geometri di Teano ed, infine, l’Istituto Tecnico per geometri «Andreozzi” di Aversa. Andato in pensione come preside degli istituti statali, ricoprì, su invito dell’allora Vescovo di Aversa Antonio Cece, per oltre dieci anni, l’incarico di preside del Liceo Ginnasio «Caracciolo», annesso al Seminario vescovile. I meriti del prof. Andreozzi hanno avuto pubblico riconoscimento sia da parte del Comune di Aversa che gli ha conferita una medaglia d’oro per l’attività svolta in favore della città sia da parte due anni. «Svolgeva con attenzione e dedizione i suoi compiti sia di Preside sia di Presidente della sezione dell’ANMIG – continua la figlia controllando che non fossero fatte discriminazioni di alcun genere in danno dei «suoi» mutilati. Partecipava sempre molto attivamente alla vita dell’Associazione Il Sindaco e De Chiara con le figlie di Ciro Andreozzi prendendo parte ai vari congressi nazionali dello Stato italiano con il conferimento, e, all’inizio degli anni ‘80, fu ospite, prima, del titolo di Cavaliere ufficiale e, assieme ad altri ex combattenti, del poi, di Commendatore al Merito della governo russo. Fu sempre animato da Repubblica ed, infine, da parte dello un immenso amore per la sua terra. Per Stato della Chiesa con il conferimento lui il termine «patria» non era una vuota del titolo di Commendatore dell’ordine parola ma qualcosa in cui credere e del di San Gregorio Magno. cui benessere morale e materiale si era Il prof. Andreozzi è stato uomo di vasta responsabili in prima persona. La vita cultura, appassionato dantista, gradevo- di papà fu sempre improntata al rispetto le poeta. Pubblicò, infatti, tre volumi di delle regole e ad una profonda fede. Fu poesie dedicate ai suoi amici, alla sua legato da un infinito amore, ricambiato, famiglia, alla sua storia. alla sua Ninuccia che rappresentava per Uomo di profonda rettitudine, aveva un lui il punto fermo, il pilastro solido al forte senso della giustizia e dell’onestà. quale ancorare la sua vita. A noi figli ha Per tale motivo fu talvolta in disaccordo lasciata un’eredità morale senza tentencon i suoi stessi compagni di partito namenti e senza compromessi, trasmettanto che non portò a termine l’incarico tendoci i principi che hanno informata di Sindaco, dimettendosi dopo circa tutta la sua esistenza» 55 LE CELEBRAZIONI L’artista tedesco incontrò il musicista a Roma tra il 1751 e il 1752. Fu allora che realizzò il ritratto Anton Raphael Meng e Niccolò Jommelli Grazie a quest’opera possiamo conoscere il volto di Jommelli prossimo ai quaranta anni. L’aversano è ritratto nel suo caratteristico aspetto: alta fronte, le sopracciglia folte, il volto carnoso e rubicondo, il collo taurino, il grande naso, la bocca sinuosa. E prossimo alla grande avventura di Stoccarda Franco Pezzella N 56 el museo del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli si conserva un Ritratto di Niccolò Jommelli attribuito ad Anton Raphael Mengs (Aussing 1728 - Roma 1779), il grande e poliedrico artista tedesco (fu, infatti, anche storico e critico d’arte) che, rinnegata la tradizione pittorica del Barocco e del Rococò e rivoltosi allo studio dell’antico e di Raffaello, creò composizioni di nobile semplicità, dai colori chiari e brillanti, che gli meritarono la fama di maggiore esponente del Neoclassicismo. Il dipinto, un olio su tela che misura cm. 91 x 72, attribuito all’artista tedesco da Ettore Santagata, fu verosimilmente realizzato a Roma tra il 1751 e il 1752 dove i due ebbero modo d’incontrarsi perché entrambi attivi in quella contingenza nella Città Eterna: l’uno per dipingere a diretto contatto con i capolavori classici la pala con l’Ascensione destinata all’altare maggiore della Katholische Hofkirche (chiesa della SS. Trinità) di Dresda su incarico di Augusto III, di cui era pittore di corte nonché brillante e acuto ritrattista, l’altro, nelle vesti di coadiutore del maestro di cappella di San Pietro in Vaticano, Pietro Paolo Bencini. Nonostante gli impegni assunti con la corte, lungo tutto l’arco del suo soggiorno a Roma, Mengs continuò, infatti, a dipingere ritratti, nei quali ricercò, nevvero, l’essenzialità e l’introspezione, ma anche la perfezione, elegante e semplice allo stesso tempo, dei pittori del Cinquecento. Una straordinaria eleganza e semplicità pervade, infatti, anche il ritratto del musicista aversano, eseguito con mirabile perizia tecnica e raffinatezza pittorica, dove il Nostro è ripreso a figura terzina con una parrucca bianca, nel consueto abbiglia- Mengs, ritratto di Niccolò Jommelli Il dipinto pervenne al Conservatorio di Napoli, attraverso una donazione del suo bibliotecario, il cavaliere Francesco Florimo, insieme con altri 17 ritratti di famosi musicisti e ad un grande numero di cimeli mento settecentesco. Grazie a questo ritratto possiamo conoscere il volto di Jommelli prossimo ai quaranta anni; i lineamenti caratteristici sono naturalmente gli stessi dei ritratti precedenti e successivi: l’alta fronte, le sopracciglia folte, il volto carnoso e rubicondo, il collo taurino, il grande naso, la bocca sinuosa, ma l’espressione è ben diversa; in questo volto ci sono forza e decisione unite a orgoglio e compiacimento di sé. Jommelli è reduce dai successi ottenuti negli anni addietro a Napoli, Bologna, Venezia, Padova, Ferrara, Torino, Lucca, Parma, Spoleto e prossimo alla grande avventura a Stoccarda che lo consacrerà definitivamente nell’Olimpo della Musica. Il dipinto in oggetto pervenne alla prestigiosa istituzione musicale napoletana, attraverso una donazione del suo bibliotecario, il cavaliere Francesco Florimo, insieme con altri 17 ritratti di famosi musicisti del passato, a un considerevole numero di cimeli e a 24 voluminose cartelle contenenti musica autografa di Bellini, Verdi e di molti altri maestri. E lo stesso Florimo a informarci della donazione laddove, in appendice alla sua storia sulla scuola napoletana, riporta la relativa corrispondenza. Accreditato maestro di canto, oltre che compositore, critico e studioso dell’arte musicale, Francesco Florimo (San Giorgio Morgeto, Reggio Calabria, 1800 - Napoli 1888) è noto soprattutto per essere l’autore di un manuale di Metodo premiato all’Esposizione Universale di Parigi nel 1877 e in quella Nazionale di Milano del 1881. Membro di molte accademie italiane fu promotore, tra l’altro, di un’accademia di studi e di un Premio dedicato a Vincenzo Bellini, di cui era stato compagno di studi al Conservatorio di Napoli. Devotissimo a questa istituzione, nella quale aveva speso gran parte della sua esistenza, prima insegnando canto e pianoforte e poi esercitandovi la funzione di archivista, mentre era ancora in vita, vi lasciò tutti i suoi cimeli, tra cui un calamaio di marmo un po’ ingiallito dal tempo, che era servito a contenere l’inchiostro utilizzato per la stesura di alcune delle più belle pagine della storia della musica. STORIA NOSTRA Era caduta in miseria profonda per la morte del marito «Ciccillo ‘o scagnato» e del figlio in guerra La triste storia di Niculina ‘a pazza del rione S. Giovanni Sbarcava il lunario come poteva, con una specie di bancarella approssimativa, allestita su un rustico carrettino di legno (che spingeva a mano) su cui deponeva un po’ di tutto, principalmente generi commestibili. Faceva della saporose «carcioffole arrostite» ma il vicinato prese a ...contrastarla! Antonio Marino O 58 gni strano comportamento umano, se si va nel profondo, ha sempre un qualcosa che generalmente lo giustifica. Ne è un esempio eloquente l’eccessiva irascibilità della donna che, sommariamente, illustriamo in questo pezzo. Una popolana che è vissuta nella prima metà del secolo scorso, quando buona parte degli aversani conosceva la grama vita dei bassi. Niculina, come si chiamava, abitava in uno di questi asfittici monolocali a pianterreno, a ridosso del rione S. Giovanni, nell’ultimo tratto di via Scalella. Caduta in miseria profonda per la morte prematura del marito “Ciccillo ‘o scagnato“, dopo la scomparsa del figlio in guerra, trascinava la sua tristissima esistenza squallidamente. Ossessionata dai ricordi che spesso l’assalivano e che, mettendone in subbuglio la mente, la mettevano in contrasto col prossimo …che abitualmente la evitava. Sta di fatto che, quando la s’incontrava per la strada, col naso adunco e le sopracciglia aggrottate, si preferiva prendere il largo. E Lei rimaneva sola, assorta nei suoi pensieri, e blaterava talvolta parole sconnesse al vento tra lo scherno dei ragazzi del rione. I quali, canzonandola ad alta voce (la chiamavano Niculina ‘a pazza), di solito ne seguivano i passi incerti fin sotto l’antica Porta di S. Giovanni. Dove l’infelice Niculina arrivava trafelata, inviperita al massimo, e piazzava una sua bancarella nei pressi dei ruderi della vecchia cinta muraria della città, di fronte a via dei torchi. Una specie di bancarella approssimativa, allestita su un rustico carrettino di legno (che spingeva a mano) su cui Aversa via Municipio anni Cinquanta deponeva un po’ di tutto, principalmente generi commestibili. Dal ricavato misero dei quali, quando riusciva a venderli, sbarcava il lunario nella speranza di un indomani migliore. E i suoi giorni, sempre grigi anche quando alto splendeva il sole, passavano cosi monotonamente tanto che della solitudine la povera donna se ne era fatta una difesa. Una difesa d’istinto, maturata forzatamente nel tempo, che esaltandone (almeno apparentemente) il carattere, la rendeva quasi scorbutica agli occhi della gente. I pochi clienti che aveva, purtroppo, erano persone non del luogo, di passaggio, che generalmente acquistavano primizie di stagione come fave, broccoletti, prugne, ciliege (che abbondavano in quel tempo in zona), lodi e altre prelibatezze del genere. Ma dove la nostra Niculina era brava e più richiesta, era nella preparazione e cottura delle “carcioffole arrostite”, il cui saporoso odore si spandeva tutto dintorno attraendo la gente. Le preparava con tale maestria, con gli ingredienti più adatti, da far venire l’acquolina in bocca perfino - ci sia concesso dirlo - agli animali randagi che la osservavano da lontano. Nonostante la bontà del prodotto, il fumo dell’arrostimento finì, col passar del tempo, con l’urtare il vicinato che prese a contrastarla. Prima con gli avvertimenti e poi …via via con una serie di dispetti che, aprendo nuovo scenari, misero Niculina nella impossibilità di operare. Oltre, infatti, ad apostrofarla con le parole più insulse, un giorno le massaie del luogo finirono col prendere a calci la fornacella con i carciofi facendola volare via. Niculina andò su tutte le furie, raccolse quanto poteva, e se ne ritornò a casa piangendo per tutta la notte. Il mattino seguente, dopo essersi ripresa, ritornò all’opera mettendosi a vendere poco più distante, all’inizio dell’allora via dei carretti (da annotare che alcune di queste diciture stradali esistono ancora) ma la sua clientela andò scemando. Cominciò allora ad essere presa da continue crisi di sconforto, che incisero sul suo già precario stato psichico mettendola in conflitto con se stessa e maggiormente col prossimo. Diventando sempre più spettacolari e preoccupanti i suoi attacchi d’ira, che non risparmiavano niente e nessuno, la poveretta fu rinchiusa nella sezione staccata femminile del Manicomio di Aversa. Nel quale conobbe, anche per le cure non adatte che riceveva, giorni ancora più tristi spegnendosi (male a male) nel giro di poco tempo. La sua morte passò del tutto inosservata, come quella di tutte le persone di poco conto, e, ironia della sorte, qualcuno che la conosceva ebbe a dire: “Ora non è più sola, finalmente si è ricongiunta ai suoi, ha finito di patire”, chiudendo così un caso su cui ci sarebbe molto da discutere. STORIA NOSTRA Il 15° reggimento stazionò ad Aversa fin dal 1863 nel Quartiere di Cavalleria I Cavalleggeri di Lodi tra briganti e borbonici Non mancarono operazioni di «protezione civile»: nel 1907, nel manicomio di Aversa scoppia un’epidemia di colera e per prevenirne il diffondersi si ricorre ancora a loro. Gli Squadroni del «Lodi» si alternano 24 ore su 24, dal 18 ottobre e per quindici giorni a guardia del nosocomio normanno Salvatore di Grazia I 60 l castello aragonese era divenuto Quartiere di Cavalleria durante il periodo borbonico perché Aversa era considerata l’ultima difesa di Napoli da attacchi provenienti dal nord. Da quel nord dove il Regno confinava con lo Stato della Chiesa che non poteva essere garanzia di sicurezza vista l’inconsistenza dell’esercito papalino (ed i fatti lo dimostreranno più volte). Con l’entrata dei garibaldini ad Aversa, prima, e con l’arrivo dell’esercito piemontese, poi, il quartiere di cavalleria ebbe nuovi “ospiti”, che tutto parlavano meno la lingua locale e spesso neanche l’italiano. I nuovi padroni, resisi conto che per la sua posizione strategica e borbonici, definiti da loro “briganti”, al 15° Cavalleggeri di Lodi. Nella cartolina del 1904 che vedete pubblicata c’è un gruppo di trombettieri del 15° con gli ufficiali ripresi all’interno del nostro quartiere di cavalleria. Ma I Cavalleggeri di Lodi ad Aversa in una cartolina del 1904 come mai i Cavalper la presenza di infrastrutture militari leggeri di Lodi si trovavano nella nostra come appunto era il Quartiere di Ca- città? Il reggimento era stato istituito il valleria, poi caserma “La Marmora”, 25 agosto del 1859 e quattro anni dopo, affidarono la piazza militare di Aversa, il 30 gennaio del 1863, era partito per nel culmine della lotta contro i resistenti il meridione, arrivando ad Aversa il 10 STORIA NOSTRA marzo, per partecipare alla campagna di repressione del brigantaggio. Era la prima missione, ma gli entusiasmi erano smorzati dalla natura stessa dell’impegno poiché l’attività affidata militari era loro sgradita, abituati ed addestrati a combattere un nemico in uniforme che obbedisce a regole canoniche e non impegnati in una guerra fatta di imboscate su terreni aspri, con gli agguati assunti a prassi quotidiana. Alcuni squadroni verranno distaccati a Napoli ed uno inviato in Molise. Altri due verso il Beneventano, dove si scontreranno con la banda Caruso presso Pietramelara: 11 “briganti” furono uccisi e caricati su una carretta furono portati in paese per il rito (si usava così) dell’esposizione, come monito ad altre «teste calde». Gli stessi cavalleggeri provvederanno, poi, a seppellire un cavallo morto durante il combattimento. Il 3 dicembre del 1863, ad Aversa, faranno gli onori militari al funerale del Capitano Marro, morto pazzo nel locale manicomio. Nel gennaio del 1864 solo il 6° squadrone rimane ad Aversa, mentre il Reggimento viene trasferito a Foggia. Poco dopo, il 6° squadrone andrà a confluire nel neonato “17° Cavalleggeri di Caserta”, reggimento creato per integrare i militari del disciolto esercito borbonico, con forte presenza piemontese. Nel maggio del 1866, alla vigilia della terza guerra d’indipendenza, il Reggimento è spostato al Nord ma provvisoriamente, giacché si trovano cartoline del Lodi spedite da Aversa. Nel 1907, nel manicomio di Aversa scoppia un’epidemia di colera e per prevenirne il diffondersi si ricorre ancora a loro. Gli Squadroni del “Lodi” si alternano 24 ore su 24, dal 18 ottobre e per quindici giorni, a guardia del nosocomio impedendo il traffico di personale, viveri e masserizie e dando, come riferiscono le cronache dell’epoca, “bella prova di altruismo, di salda disciplina e di abnegazione”. Erano arrivati per combattere i “briganti” i Cavalleggeri di Lodi e alla fine svolsero opera di «protezione civile» visto che ormai la resistenza era stata stroncata da un pezzo. La gloria, quella vera, fatta di uniformi contro uniformi, di cariche di cavalleria con bandiera al vento, andranno a cercarla su altri campi. 61 Caffetteria - Pasticceria State per regalare al vostro palato una sensazione mai provata... la nuova delizia della nostra pasticceria Soffice babà farcito con crema al latte e cioccolato avvolto in una deliziosa vellutata al croccantino Via Giotto, 5 - Aversa (CE) - 081 502 08 58 - Via Boito (Angolo Pastore) Lusciano (CE) - 081 814 89 30 «I Normann» e il secondo appuntamento con la fotografia Ad Aversa si riscopre l’arte fotografica Tema scelto per la competizione i 4 elementi aria acqua fuoco e terra. Vincitore Rosario Ascione con una foto di impronta caravaggesca: la preparazione per la macellazione del maiale Grazia della Volpe S 62 i è svolta sabato 31 maggio la serata conclusiva del 2° contest fotografico organizzato dall’associazione «I Normann». Nell’ impeccabile cornice di palazzo Parente una galleria di immagini sono state visionate da una giuria di esperti fotografi e giornalisti che nell’imbarazzo della scelta hanno espresso le loro preferenze utilizzando come scala valoriale la tecnica fotografica, l’iconografia e l’iconologia dei soggetti. Certo il tema scelto per la competizione, i 4 elementi aria acqua fuoco e terra, si apriva per i fotografi ad una interpretazione letterale, utilizzando dunque un criterio di oggettività interpretativa dell’indirizzo del contest o una interpretazione letteraria sulla base di un criterio di soggettiva interpretazione del tema. Ventiquattro le foto in gara, accompagnate ognuna da una breve didascalia, scattate da fotografi o amanti della fotografia la cui identità è rimasta celata alla giuria fino al momento della premiazione per garantire un principio di trasparenza e imparzialità. Tre i premi in pecunia da assegnare, divenuti poi quattro essendosi verificato un ex aequo, fra due partecipanti, per il secondo posto, più un premio della critica assegnato dalla rivista Expoart, nella persona del direttore Carlo Capone. Il primo premio pari a 500 € corrisposto da Union gas, il secondo di 150 € corrisposto da Magno Costruzioni che La foto vincitrice di Rosario Ascione a fronte dell’ ex aequo ha raddoppiato conferendo due secondi premio alle foto e il terzo pari a 50 € corrisposto da Jolly games. Vincitore della competizione Rosario Ascione con una foto di impronta caravaggesca e per il modo di trattare la luce e per scelta iconografica: la laboriosa preparazione per la macellazione del maiale. I due ex aequo vanno al fotoreporter Nicola Baldieri con una foto sulla Terra dei fuochi e ad Alberto Avallone con una suggestiva foto rappresentante un canyon. In ultimo il 3° classificato Filippo Bocchino con una foto in bianco e nero scattata ad Aversa nel complesso della Maddalena. Il premio della critica va a Saverio Lecce già vincitore del precedente contest con il Mangiafuoco. Alla libreria «Quarto Stato» presentato il testo di Stefano Borsi La Città Normanna, Aversa e l’Europa S tefano Borsi è stato impegnato più di dieci anni a scrivere questo libro. Già questo dà la dimensione dell’opera che non è frutto …dell’ultima moda aversana di scrivere, o meglio di riscrivere, la storia dei Normanni e della città normanna. Ecco perché il 27 maggio, alla libreria “Quarto Stato” di Aversa, vero faro di cultura in questi anni di desertificazione culturale, sono accorsi studiosi e appassionati di storia: un pubblico di qualità. Nella saletta “Cimarosa”, chicca della storica libreria di Aversa, si è presentato “La città normanna. Aversa e l’Europa nei secoli XI e XII”, omaggio ad Aversa di un docente universitario della nostra facoltà di Architettura che dimostra di saperne ben più della “Storia dell’Architettura” che insegna. Stefano Borsi in questo saggio, edito per i tipi della Libria, mette su carta una ricerca ad ampio spettro estesa al mondo europeo che permette di inquadrare meglio l’arrivo dei Normanni sul nostro territorio, i loro modelli culturali e urbanistici di riferimento ma anche la loro pronta ricettività nei confronti della preesistenza e della tradizione abitativa campana. A presentare il lavoro encomiabile di Stefano Borsi sono stati due suoi colleghi universitari, Gaetano Fusco e Danila Jacazzi, introdotti dal padrone di casa, Ernesto Rascato. Entrambi hanno sottolineato innanzitutto la complessità dell’opera, trattandosi di un lavoro di notevole spessore, e la necessità per Aversa in particolare di allargare gli orizzonti dando spazio a nuove fonti di ricerca per indagare un periodo, quello della fondazione della città, che è stato molto “influenzato” dalle “Vicende Ecclesiastiche” di Gaetano Parente. Non meno importante il riferimento di Jacazzi alla necessità di dare vita a lavori di scavo che non siano occasionali e legati alla contingenza per fare luce sulla vera storia della nostra zona. Alle evidenze archeologiche accompagnare, però, sempre i dati documentari per indagare in modo sistematico e non puramente occasionale – come anche l’autore scrive – il nostro territorio. E Borsi compie un passo deciso in tale direzione. Federica di Santo
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