N.03 | Anno XVII | 16 Febbraio 2014

N. 3 | ANNO XVII | 16 FEBBRAIO 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it
PIAZZA CRISPI,
LA VERITA’
DELL’EX
SINDACO
CIARAMELLA
CONVEGNO PD:
BONIFICHE SI’,
MA ATTENTI
ALL’ECONOMIA
VINCENZO
NAPOLILLO
E LA
FONDAZIONE
DI AVERSA
L’APPUNTAMENTO
Una «Mano tesa» per gli
ammalati invisibili
IL COMMENTO
Cagnazzo: «La galera per
chi blocca i pubblici servizi»
AVERSA
Ex Texas, al via la bonifica.
Ma poi?
DI GRAZIA, DELLA VECCHIA E COSTANZO VERSO UN GRUPPO INDIPENDENTE
C’era una volta Forza Italia
L’EDITORIALE
STORIA NOSTRA
SOMMARIO
di Giuseppe Lettieri
Il verde è bello,
ma anche i parcheggi
tricolore?
si nega a...
06 LaNonfascia
Tutti insieme,
08 che passione! L
Zona Franca, per
20 Aversa 11 milioni
Sedile di S. Luigi, il
28 mistero del restauro
civica
44 Educazione
alla «De Curtis»
Clara Pulizzi, una
60 signora d’altri tempi
PERIODICO DI CULTURA VARIA
DELL’AGRO AVERSANO
Anno XVII n° 3 - 16 Febbraio 2014
Direttore Responsabile
Giuseppe Lettieri
Direttore Editoriale
Nicola De Chiara
Coordinamento Editoriale
Giuseppe Cristiano
Garante dei Lettori
Franco Terracciano
Fotografie
Nicola Baldieri
Editore
Associazione Dimensione Cultura
Periodico registrato presso il Tribunale
di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998
Redazione
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PERIODICO ASSOCIATO
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
(Con Tessera n. 15558)
L’EDITORIALE
a confusione politica regna
sovrana. Gli scenari nazionali,
frammentati, senza certezze, in
attesa di una legge elettorale, che senza
preferenze come invece chiedevano gli
italiani, sarà peggiore della precedente,
hanno forti ripercussioni anche sugli
scenari locali. Ed un dato sintomatico è
la crescita dei “grillini”, che all’ombra
dell’Arco dell’Annunziata, partiti
qualche anno fa come quattro amici
al bar, ora sono diverse centinaia,
cosa dimostrata anche nel recente
convegno tenutosi presso l’auditorium
“Caianiello”.
Insomma, se per
l’Ambiente, siamo Terra dei Fuochi,
con tutta questa confusione politica
sembriamo ormai Terra di Nessuno.
Questo non sappiamo se sia positivo o
meno, ma la città di sicuro ne risente
(così come la nazione!), in quanto
non ci sono linee di azione precise, e
vediamo che i progetti più che attuarli
se ne discute, talvolta a vanvera e senza
coinvolgimento della cittadinanza, che
ormai è tenuta a debita distanza dalle
sale del palazzo.
A proposito di progetti, dall’ex Ctp a
piazza Mercato e così via, tutti hanno un
comune denominatore: l’assenza totale
o quasi di aree di sosta. Dove dovevano
esser costruiti parcheggi interrati a più
piani, capaci di contenere centinaia di
auto, verranno solo aiuole e viali alberati
non toccando il sottosuolo. Ebbene
dove parcheggeranno le migliaia di
auto che ogni giorno circolano nella
nostra città? Pensate che, con il fiorire
di via Seggio, diverse centinaia di auto,
per la gioia dei parcheggiatori abusivi,
ora sostano durante il fine settimana in
piazza Marconi. Se quest’area diventerà
completamente verde dove andranno
a parcheggiare gli automobilisti
che affollano i locali della zona?
Ovviamente il discorso vale anche nelle
altre aree interessate dai mega progetti
di “rivoluzione urbanistica”! Insomma,
crediamo che una riflessione sul tema
sia doverosa. Buona lettura!
La Vignetta di Alessio D’Elia
Tu che sei novello, sappi che ad Aversa
ci sono tanti Patroni, S. Sebastiano,
S. Biagio, S. Paolo, la Madonna
di Casaluce...
Dio mio!
Gli Aversani
nun s’abboffano
manco re Sante!
3
PRIMO PIANO
Resa dei conti tra i berlusconiani. Di Grazia, Della Vecchia e Costanzo verso il gruppo indipendente
C’era una volta Forza
Italia ad Aversa
Giuliano rinuncia al terzo assessorato per gli azzurri. Barbato non vuole mollare la delega al Cimitero.
Oliva si comporta da gran signore. E Sagliocco convince i tre fidatissimi tra gli azzurri a rimanere in
Consiglio comunale, mentre strizza in maniera sempre più convinta l’occhio a Cella!
Nicola De Chiara
«C’
4
era una volta Forza
Italia ad Aversa». Con
questo titolo potrebbe
essere presentato il film degli ultimi
avvenimenti tra le fila dei berlusconiani
normanni. Il partito non c’è più. Nella
sede di via Roma il 4 febbraio scorso
si è forse consumato l’ultimo tentativo
per tenere in piedi un gruppo che esiste
solo sulla carta. Dopo l’allontanamento
degli ex An, c’è dietro l’angolo una
rottura ancora più disastrosa. Stefano
Di Grazia, Salvatore Della Vecchia
e Gabriele Costanzo sono pronti a
costituirsi in un gruppo indipendente. E
a questo punto nulla è più sicuro. Gli
stessi assessori in quota azzurri potrebbero vedere vacillare le loro poltrone.
Alla riunione convocata dal coordinatore Luciano Luciano per decidere
se avanzare a Sagliocco la proposta
del terzo assessorato o accontentarsi
di specifiche deleghe per i consiglieri
è accaduto di tutto e alla presenza di
Pasquale Giuliano, ex coordinatore
provinciale, ex senatore e forse anche
ex forzista se dovesse ufficializzare il
suo passaggio al Nuovo Centro Destra,
un passaggio sul quale molti sono già
pronti a scommettere.
Giuliano non si aspettava di trovare sulla sede del partito Alfonso Oliva, primo
dei non eletti, suo pupillo di una volta
ed al quale ha avanzato ripetutamente
promesse che oggi non è più in grado
di mantenere. Fu grazie all’intervento
di Giuliano se nel maggio del 2012
l’ex assessore della Giunta Ciaramella
rinunciò al ricorso al Tar per far valere
le sue ragioni nei confronti di Luciano
Luciano che lo aveva staccato in lista
di sole cinque preferenze. In cambio
della rinuncia di ricorrere al Tar Oliva
Pasquale Giuliano
Pasquale Giuliano, ex
coordinatore provinciale ed
ex senatore, sarà forse anche
ex forzista se dovesse
ufficializzare il suo passaggio
al Nuovo Centro Destra
ricevette più di una promessa. Ora Giuliano, invece, avrebbe detto a Oliva, di
fronte a consiglieri ed assessori, che ha
il dieci per cento di possibilità di entrare in maggioranza. Ma la cosa che ha
lasciato senza parole è la motivazione
avanzata dall’ex padre padrone degli azzurri aversani. Per Giuliano Forza Italia
non può rivendicare il terzo assessorato
perché questo serve a Sagliocco per
allargare la maggioranza a sedici componenti. E i due soli consiglieri liberi
nello scacchiere della politica aversana
sembrano essere Cella e Candida. Il
candidato del centrosinistra, dunque,
sarebbe pronto a sostenere ufficialmente Sagliocco? Noi non ci crediamo
perché siamo convinti che Cella abbia
abbastanza dignità per rinunciare ad
un progetto che lo consegnerebbe alla
storia (negativa) di questa città. Allora
perché Giuliano ha parlato di allargamento della maggioranza? Di quali
consiglieri che oggi sostengono l’Amministrazione Sagliocco Giuliano non
si fida pienamente al punto di pensare
ad un allargamento della maggioranza?
E, poi, conviene a Giuliano consegnarsi
interamente nelle mani di Sagliocco?
Forse lo ha già seguito nelle fila del
Nuovo Centro Destra? Sono questi gli
interrogativi che tengono banco tra gli
PRIMO PIANO
Aversani. Niente assessorato, dunque,
per Oliva. Niente assessorato per il trio
Di Grazia-Della Vecchia-Costanzo. Ma
a convincerli stavolta non è stato Giuliano ma lo stesso sindaco Sagliocco
che ha consigliato ai suoi tre fedelissimi azzurri di optare per alcune deleghe
rimanendo in Consiglio comunale.
E la diatriba è scoppiata proprio
sull’assegnazione delle deleghe con
Elia Barbato andato su tutte le furie
quando Costanzo a muso duro gli ha
chiesto la delega al Cimitero. Barbato
ha dato a Costanzo la disponibilità di
poter collaborare alla gestione del Cimitero ma Costanzo pretende la piena
titolarità della delega. Tra i due poteva
finire anche peggio se Giuliano non
avesse saputo recuperare tempo, invitando tutti a riparlarne in una prossima
riunione. Di Grazia, Della Vecchia e
Costanzo hanno ragione. Se è vero
com’è vero che hanno salvato il partito
da una debacle definitiva, oggi vogliono
partecipare all’azione amministrativa
ed avere più visibilità. Mentre Oliva
si è dimostrato gran signore quando al
no di Giuliano ha risposto: «Comunque
vadano le cose, io sono e sarò sempre di
Forza Italia».
Cella e Candida, dal canto loro, non
hanno firmato la richiesta di convocazione del Consiglio per discutere
l’incompatibilità del Sindaco. “Semplicemente perché non è stata chiesta la
nostra adesione” - ha dichiarato Cella.
Ma lo stesso candidato Sindaco del
centrosinistra ha anche detto: “Voler
considerare Cella e Candida alleati
della maggioranza è una menzogna,
come lo è affermare che non abbiamo
firmato questo ed altri documenti da
loro proposti che sono finalizzati solo
a dare fastidio all’amministrazione
dal momento che si appigliano a tutto
quanto possibile per andare contro.
La verità è che sono disgustato dalla
politica locale, perché non pensa agli
interessi dei cittadini ma solo ed esclusivamente a quelli personali”.
Dichiarazioni che sembrano non
lasciare dubbi. Cella e Candida non sosterranno mai Sagliocco. Non saranno
maggioranza, così come non hanno mai
fatto opposizione vera. Ma allora in
Consiglio comunale cosa sono entrati
a fare?
5
POLITICA
Ma una volta quando il Sindaco doveva essere sostituito non c’era il vice Sindaco?
La fascia tricolore?
Non si nega a nessuno!
«Contro il malpancismo imperante usa la fascia tricolore del sindaco Sagliocco!!!». Lo slogan,
parafrasi della pubblicità di un’altra nota fascia, quella del dottor Gibaud, ci è venuto spontaneo
quando abbiamo visto, nei giorni scorsi, ben quattro consiglieri comunali con la fascia tricolore
Nicola Rosselli
C
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ontro il malpancismo imperante usa la fascia tricolore del
sindaco Sagliocco!!! Lo slogan,
parafrasi della pubblicità di un’altra
nota fascia, quella del dottor Gibaud,
ci è venuto spontaneo quando abbiamo
visto, nei giorni scorsi, ben quattro
consiglieri comunali bardati con la
fascia tricolore del primo cittadino in
altrettante cerimonie pubbliche e, guarda caso, si trattava di consiglieri che,
negli ultimi tempi, avevano minacciato
sfaceli o, più semplicemente, di lasciare la maggioranza guidata dal sindaco
originario della vicina Trentola Ducenta. Non a caso questa saga tricolore ha
avuto inizio con il ribelle trasformato in
figliol prodigo Nico Nobis.
L’avvocato aversano, che patrocina
cause contro l’amministrazione nel
cui consiglio comunale è seduto, si
era schierato con gli altri sette giovani
“ribelli”. Ad un tratto, però, Sagliocco
ha capito che doveva recuperare, dopo
esserci riuscito con Luigi Vargas e
Mimmo Palmieri, ha convinto (gli si
deve sempre dare atto di questa capacità da politica di razza dovuta proprio,
forse, al fatto che è politico da una
vita) anche Nobis. Poi, per suggellare
questo rinnovato connubio, il ritorno
alla casa natia di Noi Aversani, anziché
ammazzare il vitello grasso, ha inteso
dargli un segnale ancora più forte di
quello evangelico: si è fatto sostituire
alla cerimonia ufficiale della consegna
dei tradizionali ceri all’Immacolata
con la presenza del vescovo Angelo
Spinillo, proprio dal professionista
aversano che, giustamente, essendo in
rappresentanza del primo cittadino, ha
indossato la fascia tricolore consueta.
Altro consigliere curato con la fascia
Dall’alto in senso orario i fasciati Nobis, Vargas, Santulli e Capasso
Guarda caso i consiglieri
bardati sono proprio quelli
che negli ultimi tempi
avevano minacciato sfaceli
o più semplicemente
di lasciare la maggioranza
tricolore del sindaco Sagliocco è stato
l’onorevole Paolo Santulli che si è
praticamente organizzato l’evento per
l’intitolazione della piazza antistante la
sede Inps al vescovo di Aversa Giovanni Gazza.
Santulli ha un rapporto con Sagliocco
alquanto altalenante. Abbastanza disincantato avrebbe potuto rappresentare
un altro problema, anche perché oggi
POLITICA
ogni consigliere comunale è decisivo
visto che il rapporto tra maggioranza
e opposizione è di 13 a 11 e ci vuole
poco a farlo diventare di 12 pari. Ecco,
allora, che, quando l’ex parlamentare
centrista stava mandando segnali di
malpancismo a causa di mancate presidente di commissioni o di una presenza
di un suo rappresentante in giunta,
comparire affinché ogni sintomo scomparisse, la fascia tricolore in quella che
Santulli considerava un poco come la
sua manifestazione.
Stessa cura anche per un personaggio
al quale non avremmo mai pensato
potesse servire, considerata la sua
sagliocchite acuta. Invece, da quanto
è dato sapere, anche il fido Rosario
Capasso avrebbe sofferto di malpancismo dovuto ad una stanchezza cronica
nel subire le decisioni (ogni tanto ci si
sveglia) e dalla ventilata presenza in
giunta di un rappresentante di Salvino
Cella per suggellare il grande salto di
quest’ultimi.
Ecco, allora, comparire nuovamente la
taumaturgica fascia tricolore per curare
il fedelissimo che aveva avuto l’attimo
di smarrimento e il conseguente mal di
pancia.
C’è da presenziare alla cerimonia del
Giorno della Memoria per premiare un
aversano ed ecco che il nostro avvocato
indossa la fascia tricolore a beneficio
degli obiettivi e, dopo l’attimo di gloria,
torna all’ovile.
Per tenere buono Luigi Vargas non è
bastata la delega (scritta o orale?) alla
polizia municipale. Il suo compagno di
valzer politico Mimmo Palmieri dovrà
avere un assessorato.
Ed ecco, allora che l’imprenditore
aversano partecipa alla cerimonia di
giuramento di fedeltà alla Repubblica
Italiana dei Volontari in ferma prefissata
presso il Rua – Raggruppamento unità
addestrativo di Capua (e ci verrebbe
da chiedere: che c’azzecca Aversa lì?)
ovviamente con tanto di fascia tricolore
del sindaco Sagliocco che ha indossato
anche per foto estemporanee.
Consentitemi un’ultima curiosità: ma
una volta, quando il sindaco doveva
essere sostituito, non c’era il vice sindaco? Dov’è la nostra vice sindaca che,
tra l’altro, ha una presenza gradevole,
circostanza che non guasta?
7
POLITICA
Sagliocco dimostra una «capacità relazionale» non ordinaria soprattutto con i vecchi sfidanti a Sindaco
Tutti insieme, che passione!
Il dato politico delegittima questa maggioranza. Ma riconosciamo a Sagliocco la capacità di intrattenere buoni rapporti sia con Costanzo sia con Cella, due sue avversari nella corsa a primo cittadino
Nicola Rosselli
E’
8
un 13 a 11 di consiglieri
comunali un po’ particolare
quello che si registra ad
Aversa. Attualmente, infatti, sono 13
(in maniera ufficiale) i consiglieri che
consentono all’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sagliocco
di rimanere seduto sulla poltrona di
primo cittadino. Tra questi c’è un suo
“acerrimo” (sic) avversario quale
candidato a Sindaco. Stiamo parlando
dell’imprenditore edile prestato alla
politica Gabriele Costanzo, ingegnere.
Costanzo, praticamente il giorno dopo
lo scrutinio del maggio 2012, salì
sul carro del vincitore ed oggi, con il
passaggio di ben sette “rottamatori”
nostrani, tutti giovani, all’opposizione,
questa amministrazione si mantiene
grazie alla presenza di Costanzo nelle
fila del centrodestra. 13 a 11, infatti,
significa solo un consigliere di differenza. Ma Sagliocco è forte e lungimirante
e, sebbene non ufficiale e mai ammesso
dai due interessati, i fatti e i comportamenti fanno ipotizzare una sorta di
patto di ferro tra lo stesso Sagliocco
e un altro dei candidati a Sindaco nel
maggio del 2012. Si tratta di Salvino
Cella che pure ha raccolto voti da tutto
il centrosinistra, e che è sempre molto
morbido con l’attuale primo cittadino,
soprattutto dopo la sua fuoriuscita
dall’Italia dei Valori. Insomma, sono in
moti a leggere negli episodi registrati
sino ad oggi una sorta di presunta, si
badi: presunta, alleanza tra i due.
E qui ad essere deficitaria è l’inesperta
dirigenza locale del Partito Democratico. I voti e la posizione di Cella e del
suo stretto seguace sono dovuti anche
alla mobilitazione del popolo democratico. La dirigenza del Pd non può non
richiamare (pubblicamente) all’ordine
il proprio candidato a Sindaco per
ricordargli, oltre a questa ovvietà che,
comunque, già significa tanto, che non
può non esercitare fattivamente questo
ruolo
al
quale pare
aver placidamente e
candida…
m e n t e
rinunziato.
Il Sindaco,
insomma,
si mantiene Salvino Cella
a galla grazie ai suoi
avversari di un tempo (e non possiamo
non dare atto, in questo senso, di una
capacità relazionale non ordinaria di
Sagliocco). Siamo, però, di fronte ad
un dato politico che delegittima questa
maggioranza che, di fatto, non esiste
più.
AVERSA
Invece di ripararli l’Amministrazione preferisce coprirli di asfalto
Pilomat dove sei?
I dispositivi sono stati sostituiti dalle più economiche transenne
«azionate» a mano dai Vigili Urbani...
Antonio Arduino
P
er ridurre la spesa pubblica
l’amministrazione aversana le
pensa tutte. Accade in via Roma
all’incrocio con via Cavour, lì dove sono
stati installati molti anni fa tre pilomat,
dispositivi a scomparsa che vengono
utilizzati per regolare il traffico durante
il periodo in cui vige la zona a traffico
limitato. I tre pilomat sono da tempo
fuori uso per mancata manutenzione,
essendo necessario sostituire il compressore che permette alle tre colonnine
di uscire e rientrare nel sottosuolo.
Un sistema comodo, usato in tante città
in cui esiste la ztl per consentire l’impiego della polizia municipale in compiti
diversi da quelli a cui viene dedicata ad
Aversa, dove i vigili urbani fungono da
custodi delle transenne che delimitano
le aree della zona a traffico limitato. Un
sistema comodo ma inutilizzabile se il
compressore che lo aziona è fuori uso.
Per riattivarlo basterebbe sostituire il
compressore spendendo qualche centinaia di euro, questo nelle città normali.
Ad Aversa si preferisce farne a meno
perché esistono le transenne che vengono azionate a mano dai vigili urbani.
Tocca a loro spostarle per consentire il
passaggio agli autoveicoli autorizzati,
alle autoambulanze, alle auto della polizia. Così, considerando che la presenza
dei pilomat è inutile, considerando che
nei punti in cui sono stati installati,
sotto lo stimolo continuo delle autovetture in transito, la pavimentazione ha
lentamente ceduto creando delle mini
cunette, l’amministrazione municipale
ha ritenuto opportuno eliminare il
pericolo seppellendo i tre apparati con
del catrame. Spendere una manciata di
euro per sistemare alla meglio l’arteria
invece di spenderne alcune centinaia
per rimettere in funzione un sistema di
controllo del traffico automatico e non
artigianale deve essere parso una buona
idea a chi lo ha proposto.
La messa in pratica dell’idea, però,
dimostrato il contrario perché, come
accade normalmente ovunque si utilizzi
del catrame per tamponare una buca, il
continuo passaggio degli autoveicoli sta
facendo saltare il pietrisco, riportando
lentamente alla luce i pilomat sepolti.
Ultima annotazione: perché coprirne
solo due su tre? E’ sempre per economizzare?
9
L’INCIUCIO
A pensar male a volte s’indovina, anche se si commette peccato…
La storia di due grandi
amici: Renzi e Verdini
Renzi e Verdini sembra che abbiano preso lezione dagli aversani. Come dimenticare, infatti,
quello che accadde ad Aversa quando il centrodestra con un operazione di microchirurgia
elettorale si scelse sia il candidato a Sindaco sia lo sfidante!
Ugo Persice Pisanti
N
10
sconi di fare il tifo per Renzi. Del resto
Berlusconi già provava “simpatia” per
il Sindaco di Firenze (anche perché
Matteo era considerato come la peste
da Bersani e odiato dalla Cgil). Renzi
era (ed è) considerato con molta benevolenza dal popolo del centrodestra
per le sue idee spesso coincidenti con
quelle del Cavaliere. La “simpatia” tra
i due si era già evidenziata nei famosi
“incontri di Arcore”. Ma scopriamo chi
è il “veggente” Verdini? Di sicuro è un
uomo molto ben informato di quanto
el 2012 “L’Espresso” pubblicò
un articolo dal titolo “Berlusconi: il piano per Renzi premier”.
Gli autori raccontavano di come fossero
entrati in possesso di un documento
riservato redatto da Dell’Utri e Verdini.
Nel documento veniva proposto al
Cavaliere di far scomparire il PdL.
Obiettivo? Creare una Lista che alleandosi con Renzi potesse portare quest’ultimo a Palazzo Chigi. Il
documento segreto aveva
un titolo suggestivo: “La
Rosa Tricolore” e un sottotitolo eloquente “Progetto
per vincere le elezioni
politiche 2013”. All’epoca
il PdL dai sondaggi era
dato in una disastrosa fase
discendente. Era, quindi,
necessario che Berlusconi,
vista la probabile caduta
di Monti, si preparasse
in tempo per le elezioni
anticipate. Tra i dirigenti Matteo Renzi e Denis Verdini
pidiellini da azzerare uno
solo era considerato intoccabile: Verdini.
Nel profetico documento, infatti, veniva accade nei “palazzi”, anche se a livello
proposta la “cacciata” di La Russa, Qua- parlamentare lascia a desiderare: la sua
gliariello, Cicchitto e Alfano (cosa che a produttività parlamentare è 23,2 su 100.
distanza di 20 mesi si è effettivamente In classifica è al 616esimo posto su 630.
avverata). Eppure in quel momento la Ma come nasce la sua spiccata “simpaproposta sembrava appartenente più al tia” per Renzi? Verdini, nato in provincia
mondo della fantapolitica che a quello di Massa Carrara, si trasferisce a Campi
Bisenzio, vicino Firenze. Diventa titolareale!!!
Verdini aveva pensato a tutte le even- re di macellerie. Si laurea in scienze potualità. In caso di sconfitta del PdL litiche. Diventa prima commercialista e
bisognava avere qualche altra carta da poi Presidente del Credito Cooperativo
giocare. In ballo c’era la fine politica Fiorentino. Oggi vive a Firenze. A liveldi Berlusconi. Dell’Utri e Verdini lo politico è stato esponente del P.R.I.
probabilmente consigliavano a Berlu- candidato in quota Patto Segni. Poi
forzista. Dal 2001 è diventato deputato
e nel 2008 Coordinatore Nazionale del
PdL. È titolare del 15 per cento delle
azioni del quotidiano “Il Foglio”.
Nel 2010 Verdini si dimette dal Credito
Cooperativo a causa dello scandalo P3
che lo vede accusato di corruzione e
violazione della Legge Anselmi sulle
società segrete. Nel maggio 2010 è
indagato dalla Procura di Roma in
un’inchiesta sulla cosiddetta «cricca».
Le indagini su di un’altra cupola che
gestiva appalti sull’energia eolica fecero
emergere delle presunte forzature sulla Corte Costituzionale per
favorire il giudizio di
legittimità sul Lodo
Alfano e per riammettere una lista civica
collegata al candidato
di centrodestra Formigoni. Le presunte
pressioni sui giudici
sarebbero state decise
presso
l’abitazione
di Verdini. Antonio
di Pietro definì tale
cupola “nuova loggia
massonica”
simile
alla P2 di Gelli. Nel
2012 la Giunta della Camera autorizzò
i magistrati a utilizzare le intercettazioni
che vedevano coinvolto Verdini.
E a proposito di Formigoni, c’è da segnalare che nel corso della trasmissione
radiofonica “Un giorno da pecora”, l’ex
Governatore ha pubblicamente accusato
Verdini di aver scelto Giovanni Galli
come sfidante di Renzi nella corsa a
sindaco di Firenze. Formigoni ha precisato che la decisione sarebbe stata presa
perché Verdini era sicuro della sconfitta
di Galli. “Al tempo delle elezioni per
il sindaco di Firenze ero stato invitato
L’INCIUCIO
a fare un comizio a favore di Galli...
Mentre ero in viaggio verso Firenze –
riferisce Formigoni – mi chiamarono
e mi comunicarono che il comizio era
annullato per ragioni risibili. In realtà
’qualcuno’ aveva timore che potessi
aiutare Galli a vincere. Questo non doveva accadere perché l’accordo era che
vincesse Renzi”. I conduttori incalzano
Formigoni: “Allora c’è stato un accordo
segreto tra Verdini e Renzi?”. L’esponente del Ncd risponde: “Quell’accordo
è sempre stato negato. E’ stato Verdini
a scegliere Galli, che era stato portiere
del Milan...”. Alla domanda: “A suo
avviso fu scelto Galli proprio per far
vincere Renzi?” Formigoni risponde “Il
sospetto c’è ed è assolutamente fondato.
Ritengo che sia andata assolutamente
così”. Certo l’ipotesi, tutta da verificare,
che Renzi non sia quel che sembra è
inquietante. Eppure indizi che sembrano confermare questa evenienza se ne
trovano. Toti, l’ex Direttore del Tg4
ora esponente di punta di Forza Italia,
a Ballarò ha dichiarato: “Per fortuna la
legge l’ha fatta Verdini, uno che se ne
intende…”. Tornando a Renzi, avete
notato che quando parla della riforma
elettorale la prima cosa che tiene a precisare è che “…la riforma si fa insieme
al PdL”, e vorrei vedere… in realtà è
stata scritta dal PdL.
Oltre ad essere entrambi fiorentini, Verdini e Renzi hanno molte frequentazioni
comuni. Ad esempio, Verdini e il padre
di Renzi erano molto amici. Molti hanno pensato che Verdini abbia favorito
l’invio di “truppe cammellate” forziste
presso i seggi per far vincere le primarie
a Renzi (cosa che si sarebbe ripetuta,
per molta stampa, nelle recenti primarie
per la conquista della segreteria del Pd).
Comunque oltre ad essere in “perfetta
sintonia” con il Cavaliere, Matteo è talmente in sintonia con Denis da capirsi
al volo. Il primo tacito accordo tra i due
ha riguardato l’assoluta segretezza della
trattativa e questa circostanza depone
molto male per uno come Matteo, che ha
fatto della “trasparenza” un suo cavallo
di battaglia. Comunque ci auguriamo
che gli italiani non siano presi ancora
una volta in giro dai “figuranti” di turno
dei poteri forti… chiunque essi siano.
L’esasperazione che ne deriverebbe potrebbe essere davvero troppo pesante da
sopportare per le nostre ormai esauste
istituzioni democratiche.
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IL COMMENTO
Dopo le dimostrazioni di protesta dei «forconi» intervento del generale Cagnazzo sui blocchi stradali
«Ci vuole la galera per chi
blocca i pubblici servizi»
«Interruzione del pubblico servizio non facciamo pressioni sul legislatore affinché venga abrogata
la depenalizzazione del reato e si torni al decreto legislativo del 27 febbraio 1948, che prevedeva la
reclusione da uno a sei anni per chiunque ostruisce o ingombra le strade?»
Geppino De Angelis
L
12
e recenti dimostrazioni di protesta dei Forconi, hanno riproposto, come in altre precedenti,
analoghe circostanze, all’attenzione
dell’opinione pubblica e delle autorità
preposte alla tutela dell’ordine pubblico
e della sicurezza generale, un problema
di notevole importanza. La nostra Costituzione, come è noto, garantisce la
legittimità degli scioperi ma certamente
non si può ignorare un altro principio
fondamentale vigente in ogni Paese civile e democratico, ovvero che la libertà
di ognuno finisce laddove comincia
quella degli altri leggi vigenti.
Tutti certamente hanno presente quello
che si verifica in occasione degli scioperi (sia che a protestare siano i «forconi»,
i metalmeccanici, i No-tav, gli studentie
chi più ne ha, più ne metta) con blocchi
stradali, sit-in sui binari che, a prescindere da qualsiasi considerazione,
impediscono ai cittadini di di svolgere
qualsiasi attività, non di rado incidendo negativamente anche sulla stessa
incolumità personale, con conseguenze
di notevole portata non solo sul piano
individuale ma anche collettivo, quando
addirittura non si registrano inaudite
violenze, con incendi di auto, danni ai
negozi, ferimenti e via di questo passo,
ditalché, come sempre, la maggioranze
è costretta a subire la volontà della minoranza come sempre, la maggioranze
costretta a subire la volontà della minoranza. Senza per questo voler contestare
il diritto degli scioperanti ma è pur sempre vero ed incontestabile che l’intero
Paese non può essere paralizzato, senza
ignorare inoltre il contributo di sangue,
che non di rado, pagano le forze dell’ordine. Un problema, quindi, di notevole
Domenico Cagnazzo
importanza e della delicatezza sul quale
di seguito riportiamo un intervento del
generale dei carabinieri in pensione
Domenico Cagnazzo che, senza dubbio,
provocherà non proprio non poche polemiche da parte di quanti, erroneamente,
ritengono che tutto debba essere sempre
e comunque lecito è consentito: «Il 27
febbraio 1948 su proposta del Guardasigilli, di concerto con il Ministro degli
Interni, il capo dello Stato, Enrico de Nicola promulgava il decreto legislativo,
approvato dal Consiglio dei Ministri,
che prevedeva la reclusione da uno a sei
anni per chiunque, al fine di impedire ed
ostacolare la libera circolazione, depone
o abbandona congegni o altri oggetti di
qualsiasi specie, in una strada ferrata
ed ordinaria o comunque ostruisce od
ingombra la strada stessa del medesimo
fine. La pena era raddoppiata se il fatto
era commesso da più persone, anche
non riunite, ovvero commesso usando
violenza o minaccia alle persone o
violenza sulle cose. Alle stesse pene in
esso giacevano se i fatti erano commessi
in zona portuale o nelle acque di fiumi,
canali polari. Così si esprimevano,
senza dubbi e tentennamenti, coloro
che erano stati padri della costituzione.
I manifestanti, liberi di manifestare per
diritto costituzionale, si guardavano
bene prima di intraprendere l’azione
illegale. Ma come tutti i «giocattoli»
che funzionano bene, in Italia si pensa
subito a distruggerli. Infatti sprovveduti
legislatori, in data 15 gennaio 2000
pensavano bene (male!) depenalizzando
il reato di cui sopra e prevedendo per
l’illegalità descritta soltanto la sanzione
amministrativa del pagamento di una
somma da lire 2 milioni a lire 8 milioni,
portando la somma da lire cinque a 8
milioni quando il fatto illecito è commesso da più persone. Nessun accenno
all’articolo 340 del C.P. (interruzione
di pubblico servizio) che pur resta
in vigore e che prevede la fattispecie
dell’interruzione del pubblico servizio
anche quando i manifestanti, con il loro
sit-in sui binari ferroviari, cagionano un
ritardo significativo dei convogli rispetto all’orario di arrivo nelle successive
stazioni. Pena prevista: reclusione fino
ad un anno e da uno a cinque anni per
i capi, i promotori e gli organizzatori.
La legittimità degli scioperi delle manifestazioni in genere garantita dalla
Costituzione, ma cessa ogni qualvolta lo
sciopero in manifestazione travalicano
nella lesione di altri interessi garantite
dalla stessa Costituzione. Così si esprime la suprema corte di Cassazione. Or
bene perché quotidianamente siamo costrette a tollerare manifestazioni cruente
e illegittime, che sfociano in feriti e a
volte causano anche il morto e non facciamo pressioni sul legislatore affinché
venga abrogata la depenalizzazione del
reato e si torni al decreto legislativo del
27 febbraio 1948 che, molto saggiamente, era stato promulgato dal capo dello
Stato dell’epoca?».
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L’INTERVISTA
Il senatore Lucio Romano rivendica l’opera svolta sul tema dei contributi alle imprese
Lucio Romano, un grande
lavoro per la zona franca
«Per Aversa è un’occasione unica e irripetibile. Sono fiducioso che si saprà cogliere questa
opportunità di sviluppo secondo una visione complessiva, con il coinvolgimento e la
partecipazione attiva di tutte le specifiche competenze del settore»
Nicola Rosselli
“E
14
sprimo soddisfazione per il
decreto del Ministero dello
Sviluppo Economico che,
includendo Aversa tra le Zone Franche,
assegna alla nostra comunità oltre 11
milioni di euro. Il lavoro svolto a livello
parlamentare e governativo, finalizzato
al sostegno e rilancio dell’imprenditoria
locale, si è concretizzato con un impegno finanziario del tutto significativo.
Le misure adottate si sostanziano in
agevolazioni, a favore di micro e piccole imprese di nuova o recente costituzione, concesse dal Ministero mediante
esenzioni dal pagamento delle imposte
IRPEF, IRES, IRAP, IMU e contributi
sulle retribuzioni da lavoro dipendente.
Le agevolazioni consentono di fruire
dell’esenzione dall’imposta sui redditi, per il periodo fiscale 2014, già a
decorrere dalla scadenza fiscale del
prossimo mese di giugno. Per Aversa è
un’occasione unica e irripetibile. Sono
fiducioso che si saprà cogliere questa
opportunità di sviluppo secondo una
visione complessiva, con il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutte
le specifiche competenze del settore”.
Rivendica l’opera svolta sul tema zone
franche il senatore aversano Lucio
Romano dei Popolari per l’Italia che
incontriamo per un’intervista specifica
sul tema.
Che significato ha per la nostra città
questa inclusione?
I provvedimenti adottati s’inquadrano
in una più complessiva politica economica del Governo mirata a favorire, in
una rinnovata visione, il Mezzogiorno
d’Italia. Il riconoscimento di Aversa
come zona franca urbana valorizza e sostiene il modello della piccola impresa,
Il Senatore Lucio Romano
Il riconoscimento di Aversa
come zona franca valorizza
e sostiene il modello della
piccola impresa, caratteristica
del nostro territorio.
Incoraggia l’imprenditoria
giovanile e l’innovazione
caratteristica propria del nostro territorio. Incoraggia, inoltre, l’imprenditoria
giovanile e l’innovazione. Rappresenta
certamente un punto di partenza per
una ripresa del lavoro, dell’economia e
del sociale. In una contingenza di particolare sofferenza economica nazionale,
la zona franca urbana si inserisce in una
nuova visione di modello imprenditoriale. Si segna una decisa inversione di
tendenza. Pertanto, non più sostegno
unicamente alla grande impresa ma
particolare attenzione alla creazione
e rilancio di tessuti industriali locali.
Senza sfuggire all’imperativo di
mantenere sani i conti pubblici,
le misure adottate sono connotate da scelte verso obiettivi di
investimento e di sviluppo economico, sostenibile dal punto di
vista sociale e ambientale.
Quale altra azione concreta
a favore delle piccole e medie
imprese è stata voluta dai
Popolari per l’Italia?
Anche la legge di stabilità,
recentemente approvata dal
Parlamento, rivolge particolare
attenzione al rafforzamento della piccola e media imprenditoria
con misure di accesso al credito,
finanziamento del Fondo di
garanzia con introduzione della
sezione speciale per progetti di ricerca
e innovazione, estensione dell’ambito
operativo della Cassa Depositi e Prestiti. L’impegno assunto dal Governo è testimonianza di attenzione a potenzialità
e istanze del nostro territorio, attraverso
serie e concrete misure di incentivazione. Stanziare, nella contingenza di
questi tempi, delle risorse per sostenere
le imprese e il lavoro è fra le priorità
che noi Popolari Per l’Italia abbiamo
indicato nel Community Act presentato al Presidente Letta, in occasione
dell’incontro delle scorse settimane a
Palazzo Chigi.
Sempre in tema di sviluppo, come
valuta la collocazione ad Aversa del
Tribunale di Napoli Nord?
L’istituzione ad Aversa del Tribunale
è certamente altra opportunità positiva
per il nostro territorio. Le criticità
evidenziate in questi primi mesi non
devono scoraggiare, anzi devono spingere a ulteriori e significativi sforzi per
la completa realizzazione del progetto.
IL FATTO
Fu inaugurato in pompa magna il 27 dicembre del 2012
Abbandonato al suo
destino il Parco Grassia
Dopo anni di attesa per la sua apertura, quello che doveva essere un polmone verde a disposizione
della popolazione dei quartieri a ridosso della ferrovia versa in uno stato di completo degrado.
Fausto, facendosi portavoce del dissenso generale, ci mostra tutte le lacune del Parco
Antonio Arduino
P
16
arco Grassia un simbolo
dell’abbandono e del fallimento
dell’amministrazione Sagliocco
sulle politiche di recupero delle periferie per mancanza degli impegni assunti
il 27 dicembre 2012 al taglio del nastro
della struttura, realizzata dalla passata
amministrazione ma lasciata inutilizzata
da ben cinque anni.
Un apertura voluta del primo cittadino
per dare un segnale concreto alla collettività e mostrare tangibilmente l’impegno
per le cosiddette periferie della nuova
gestione comunale. Un grosso impegno
perché il taglio del nastro era avvenuto
nonostante fosse necessario provvedere
a sistemare alcuni inconvenienti ancora
presenti nell’area che, stando a quanto
affermato dal sindaco in quella occasione, sarebbero stati messi a regime
gradualmente.
Quattordici mesi dopo il parco mostra
ancora grosse pecche, al punto da essere
considerato dai residenti della zona,
principali utilizzatori dell’area, come
simbolo dell’abbandono.
“Le ragioni sono tante, quelle più evidenti - dice Fausto facendosi portavoce
del dissenso generale - sono rappresentate dalla mancanza di cura del verde,
in particolare quello spontaneo che
spunta in maniera invadente nei vialetti
che dovrebbero essere percorsi anche
da mamme che portano bambini in
carrozzina e, soprattutto, dall’assenza di
manutenzione dell’impianto di illuminazione”.
“Un impianto che presenta grosse
lacune perché moltissimi lampioni
sono privi di lampade funzionanti,
come è possibile vedere recandosi sul
posto” aggiunge Fausto invitandoci a
L’inaugurazione in pompa magna del parco intitolato a Ninì Grassia
Parco Grassia un
simbolo dell’abbandono
e del fallimento
dell’Amministrazione
verificare. L’abbiamo fatto. Ci siamo
recati nel parco intorno alle ore 19
per avere la possibilità di rilevare
l’inconveniente segnalato dal residente
ed abbiamo contato ben 21 lampade
fuori uso. Diciannove erano all’interno
dell’area e due all’esterno, di queste
una è quella destinata ad illuminare
il cancello d’ingresso della struttura,
un’altra ad illuminare l’area parcheggio
antistante. Ma tornando all’impianto di
illuminazione interno al parco abbiamo
rilevato che il fuori servizio è distribuito
in maniera tale da rendere praticamente
buia tutta la parte posteriore del parco,
quella esattamente opposta all’ingresso,
dove è stata realizzata una zona che
dovrebbe essere usata per portare a
passeggio i cani, affinché provvedano ai
loro bisogni in una zona non calpestata
da chi usa il parco per fare jogging,
andare in bicicletta o portare a spasso
i bambini. Un problema quello della
mancanza o insufficienza, a seconda
della zona, di illuminazione che rende
l’area poco sicura anche perché rende
inutili le telecamere di video sorveglianza che, ammesso siano funzionanti,
in mancanza di illuminazione non sono
in grado di trasmettere immagini utili
al comando della polizia municipale
affinché intervenga in caso di necessità.
“Considerando che spesso viene anche
lasciato aperto il cancello d’ingresso
nelle ore notturne, così come è tenuto,
questo parco -riprende Fausto- non può
essere considerato fruibile, né sicuro. E’
solo un simbolo di abbandono”.
“Se l’amministrazione intende davvero
rivitalizzare questa zona periferica della
città deve -conclude Fausto facendosi
portavoce del pensiero dei residentiintervenire riqualificando davvero
quest›area senza preoccuparsi di fare annunci come quello della piantumazione
di 800 alberi, gran parte dei quali è già
morta per mancanza di manutenzione”.
IL CONVEGNO
Aversa, dopo la legge sulla difesa dell’ambiente, il Partito Democratico discute delle prospettive
Bonifiche, ma senza
desertificazione agricola
Con il segretario provinciale Vitale, diversi parlamentari hanno fatto il punto della situazione. Non
sono mancati spunti critici. Per il Commissario di Governo alle bonifiche, De Biase, c’è il rischio
di considerare contaminati anche i terreni ricchi di minerali e quindi con «naturali anomalie»
Salvatore de Chiara
I
18
l convegno organizzato ad Aversa
dal Partito Democratico sui progetti di risanamento ambientale e
rilancio delle eccellenze agroalimentari
della antica Campania Felix ha visto
l’intervento di parlamentari e dirigenti
locali democratici ad illustrare la
situazione attuale e le prospettive dopo
la definitiva conversione in legge del
decreto «Terra dei Fuochi».
Nell’immediatezza dell’entrata in vigore delle nuove norme, il PD ha voluto
incontrare il territorio rivendicando
a sé buona parte dei meriti che hanno
portato a conclusione il complesso ed
articolato iter legislativo. A fare gli
Un momento del Convegno nell’auditorium «Caianiello» ad Aversa
IL CONVEGNO
onori di casa all’auditorium “Caianiello” il segretario provinciale Raffaele
Vitale ed il responsabile per le politiche
ambientali della sezione di Aversa
Alfonso Golia, con l’intervento del
Commissario di Governo alle bonifiche
Mario De Biase.
In particolare proprio Vitale ha evidenziato il valore della collaborazione
degli amministratori locali con il Parlamento ed il Governo per la stesura del
testo di legge, ricordando anche la sua
passata esperienza di Sindaco. Tra gli
ospiti sono, poi, intervenuti la senatrice
e giornalista Rosaria Capacchione che
ha ribadito l’importanza del lavoro
svolto fino ad ora in fase legislativa
ammonendo, però, circa l’importanza
di operare correttamente nella concreta
applicazione delle norme, in modo
particolare sulla effettività dei controlli
anticriminalità.
Al senatore Vincenzo Cuomo è spettato
illustrare il complesso lavoro della
Commissione Ambiente del Senato in
particolare durante le audizioni, inoltre
ha rivendicato la scelta politica di non
presentare emendamenti al testo in
fase di conversione affinché il decreto
entrasse in vigore in tempi molto
rapidi. I saluti finali sono stati affidati
alla deputata Giovanna Palma della
Il messaggio arrivato è che è
necessario bilanciare
le esigenze della salute
con quelle dell’occupazione
evitando che entrino in
pericoloso conflitto
Mario De Biase
Commisione agricoltura della Camera
che ha posto l’accento sugli interventi
programmati a difesa e sostegno del
settore agroalimentare duramente
colpito dalle conseguenze del binomio
mortale rifiuti-inquinamento. Non
sono mancati alcuni spunti critici sulle
conseguenze che il decreto potrebbe
provocare se non mediate da altri
provvedimenti chiarificatori: il Commissario alle Bonifiche De Biase ha, infatti, messo in guardia sul rischio della
desertificazione agricola conseguente
alla interdizione di un gran numero
di terreni che al momento verrebbero
indicati come contaminati se non si
tenesse conto delle naturali anomalie
di un terreno particolarmente ricco di
minerali qual è quello della Campania
occidentale.
Inoltre è stata posta una questione in
relazione alle priorità del territorio,
poiché i controlli sulle fabbriche, sulla
loro produzione e sui loro smaltimenti
potrebbero portare alla chiusura di molte aziende che attualmente producono
in nero. Risulterebbe, quindi, necessario bilanciare le esigenze della salute
con quelle dell’occupazione evitando
che entrino in pericoloso conflitto.
Nell’ottica di una valutazione globale
tutti sono stati concordi nel valutare il
decreto quale punto di partenza per iniziare ad affrontare in maniera incisiva
le emergenze ambientali in Campania,
rappresentando uno strumento di riscossa per la «terra dei fuochi».
19
AVERSA
La necessità di bonificare l’area era partita dalla colonne di questo giornale
Ex Texas, avviata
la bonifica. Ma poi?
L’intervento disposto dal Sindaco è iniziato il 6 febbraio e prevede la rimozione dei rifiuti depositati
nell’area, previa separazione delle diverse tipologie così da essere smaltiti in maniera differenziata
Antonio Arduino
D
20
opo le segnalazioni fatte da
queste colonne è partita la
bonifica dell’area ex Texas.
Come promesso nello scorso numero
vi diamo notizia di quanto accaduto in
queste due settimane.
L’intervento disposto dal sindaco con
l’ordinanza 303 del 30 dicembre 2013 è
partito giovedì 6 febbraio e prevede la
rimozione dei rifiuti depositati nell’area, raccolti previa separazione delle
diverse tipologie così da essere smaltiti
in maniera differenziata negli impianti
autorizzati.
Naturalmente l’operazione verrà monitorata attraverso apposite comunicazioni di quanto fatto nei vari passaggi che
saranno trasmesse al primo cittadino.
Un monitoraggio sarà fatto anche da
Nero su Bianco per controllare che i
buoni propositi non restino tali giacché,
come dice il proverbio, di buoni propositi è lastricata la strada per l’inferno.
Circa il mancato intervento dell’Amministrazione municipale che non sarebbe
intervenuta, pur informata da mesi della
necessità di bonificare quella che rappresenta una piccola area carica di veleni posta dentro la città, a pochi passi da
una scuola d’infanzia, cosa che avrebbe
imposto alla polizia provinciale, in base
ad una delega di indagini della Procura
della Repubblica di Santa Maria Capua
Vetere, di invitare il Comune di Aversa
a procedere alla rimozione dei rifiuti va
riportato quanto affermato dal sindaco:
“Non è vero che non sono state messe
in campo misure concrete per ripulire
l’area.
Già lo scorso anno avevo firmato
un’ordinanza che disponeva la messa in
sicurezza dell’intera area tramite pota-
ture mirate ad eliminare ogni forma di
pericolo per i residenti delle abitazioni
vicine”.
“Diposizione – ha aggiunto- ottemperata dalla società proprietaria dell’area
che, a dimostrazione, ha depositato
anche copia del formulario”.
“Successivamente -ha ricordato- il 30
dicembre, con un nuovo provvedimento, abbiamo chiesto la bonifica dell’area
con la rimozione dei rifiuti solo dopo la
classificazione degli stessi.
Cosa che è stata appena fatta, come
dimostra il parere che ci è stato inviato
dal progettista e direttore dei lavori di
riattazione del complesso ex Texas”.
“Ora la proprietà sta provvedendo alla
bonifica” ha concluso il sindaco.
Ad oggi sull’area è possibile vedere i
rifiuti raccolti ammucchiati ed impacchettati per tipologia in attesa di essere
smaltiti.
Un Convegno ad Aversa ha spiegato come accedere ai contributi della Zfu
Zona Franca, per Aversa € 11.294.707,92
C
i sono 11.294.707,92 euro per
le imprese del territorio. Nel
corso del convegno del 10 febbraio scorso ad Aversa è stato presentato il bando pubblico del Ministero
dello Sviluppo economico per l’accesso ai contributi per la defiscalizzazione
delle imprese ricadenti nell’area della
Zona Franca Urbana di Aversa. “E’
un’opportunità di crescita per la Città
di Aversa – ha detto il sindaco Sagliocco. Il bando sulle zone franche urbane
rappresenta un’occasione di volano di
sviluppo per alcune zone della Città.
Un’opportunità che non dobbiamo
farci scappare”. Fulvio Martusciello,
assessore alle attività produttive della
Regione Campania, poi, ha illustrato
le numerose attività che la Regione
sta ponendo in essere
in ordine cronologico e
per supportare le picprevede la presentazione
cole e medie imprese
delle istanze esclusivamente in maniera
del territorio. È stato
telematica,
attraverso
l’assessore alle finanze
Guido Rossi a spiegare
l’accesso ad una piattaforma
multimediale
come il Bando, aperto lo
scorso 7 febbraio, darà
dedicata,
accessibile
dal sito www.mise.gov.
la possibilità di accedere
it. Il tema delle Zone
a contributi, concessi
sotto forma di credito di
Franche Urbane è stato
Il convegno sulla Zfu di Aversa
discusso con Gennaro
imposta, nel limite stabiCiaramella, Presidente
lito dal de minimis, di €
200.00,00 ad impresa.
Unione Giovani Dottori
I contributi prevedono la compensa- commercialisti di Caserta, Franco Canzione di Irpef, Irap, Imu ed esonero del dia Presidente Ascom di Aversa, Pina
pagamento dai contributi previdenziali. Giordano, Presidente Confesercenti
Il Bando sarà aperto fino al 28 aprile e Aversa, Carlo Arpaia Presidente CNA
non prevede priorità di assegnazione Aversa.
C
22
Gli aversani e i «Vu cumprà»
irca una settimana fa, la Polizia
Municipale di Aversa, nel corso
di un’operazione di repressione
del fenomeno dei venditori ambulanti
sequestrò la merce a un extracomunitario che aveva allestito il suo bel
banchetto in Via Roma.
L’azione, pienamente legittima dei Vigili Urbani, fu fortemente stigmatizzata
dagli aversani che in quel momento
erano impegnati nello struscio del
sabato sera.
La gente si lamentava dell’intervento
dei Vigili dicendo che i problemi della
legalità erano ben altri.
Il contrasto del fenomeno della vendita
abusiva di merce contraffatta da parte
degli extracomunitari non è percepito
come necessario e urgente.
A questo punto le considerazioni da
fare sono le seguenti.
Primo: è giusto far rispettare la legge.
Non è concepibile, infatti, che un
commerciante onesto che paga regolarmente le tasse (e che tasse!) si veda
accampare fuori la porta del negozio
venditori ambulanti che vendono merce
simile a prezzi stracciati.
Secondo: bisogna riflettere sulla questione del sostentamento degli extracomunitari. È evidente, infatti, che siamo
costretti a convivere col fenomeno
immigrazione.
A parte le considerazioni etiche che
dovrebbero impedirci di pensare a
reprimere il flusso migratorio è ampiamente dimostrato che l’Occidente non
è in grado di bloccare alle sue frontiere
le centinaia di migliaia di disperati che
provengono dall’Africa, dal Medioriente, dai paesi poveri dell’est, dalla
penisola indiana, dalla Cina ecc.
E’ proprio a questo punto che nasce
il dilemma. Quegli stessi lavoratori a
basso costo che permettono ai nostri
agricoltori di raccogliere i pomodori
d’estate come dovrebbero sopravvivere
d’inverno? Il quesito non è di facile so-
Aversa invasa dai «Vu cumprà»
Non è concepibile che
un commerciante onesto
che paga regolarmente le
tasse si veda accampare
fuori la porta del negozio
venditori ambulanti che
vendono merce simile
...a prezzi stracciati
luzione. Impedire sistematicamente di
“arrangiarsi” con il commercio abusivo
a queste migliaia di sventurati significherebbe letteralmente gettarli nelle
mani della criminalità organizzata.
Invece di vendere borse, occhiali e
orecchini falsi sarebbero costretti a
vendere droga.
E tenuto conto che il mercato della
droga non è in grado di assorbire migliaia di spacciatori moltissimi di loro
si vedrebbero costretti a rubare per
sopravvivere. Che cosa fare allora?
Magari lo sapessi! Forse sperare che
emigrino in altri paesi?
E pura illusione! Sperare che possano
sopravvivere mettendo da parte d’estate
i soldi necessari per passare l’inverno?
E’ ridicolo solo pensarlo!
Una parte, forse, potrebbe essere aiutata a passare la stagione invernale, resistendo alle “sirene” della criminalità
organizzata, grazie all’assistenza delle
organizzazioni caritatevoli.
Un pranzo e una cena gratis potrebbero
dare un piccolo aiuto.
Ma i fitti delle catapecchie fatte passare
per Grand Hotel ai proprietari occidentali come dovrebbero essere pagati?
E quei piccoli generi di conforto come
una sigaretta, una bottiglia di acqua,
una lametta per radersi, un flacone di
shampoo, il sapone per lavarsi, come
dovrebbero comprarseli?
Il problema è titanico e la soluzione
difficilissima da trovare, ma una cosa è
certa: sequestrare la merce ai venditori
abusivi extracomunitari appioppando
loro una multa non risolve un bel nulla!
di Geppino De Angelis
P
24
L’intervista ...«rivelatrice»
remesso che in privato ognuno ha
legittimamente il proprio carattere, con pregi e difetti, siamo del
modesto parere che quando si ricopre un
ruolo pubblico, anche per rispetto degli
altri, per un minimo di savoir-faire, il
carattere necessariamente dovrebbe
essere “smussato”, depurato di tante
asprezze che, al tirar delle somme, finiscono col rivelarsi deleterie anche per
gli altri sotto molteplici aspetti.
Queste semplici, modeste considerazioni ci sono venute istintivamente alla
mente nel leggere la lunga, dettagliata,
ottima intervista che Nicola De Chiara,
col suo indubbio acume giornalistico, a
“strappato” al primo cittadino di Aversa. Un’intervista in un certo senso…
«rivelatrice», per quanti ovviamente
non lo conoscessero a fondo, del…
“caratterino” del sindaco; un “caratterino” che già all’indomani delle elezioni,
su queste colonne definimmo a chiare
lettere “difficile”.
Abbiamo riletto più volte l’intervista rilasciata dal sindaco a Nicola De Chiara
e ci preme solo fare qualche semplice
considerazione, per quel che possa
valere il nostro parere a giudizio del
sindaco normanno il quale, sempre a nostro modesto avviso, dovrebbe rendersi
conto che, grazie (?!) al suo “caratterino”, del quale sembra essere oltremodo
fiero e orgoglioso, da tempo sta creando
attorno a sé terra bruciata almeno a tener
conto dei rapporti interpersonali sempre
più deteriorati con funzionari, impiegati
comunali, consiglieri, assessori, Corpo
della Polizia Municipale, organizzazioni sindacali, cittadini.
Un vecchio motto dice che se errare è
umano, perseverare è diabolico, ma è
evidente che il sindaco non in alcuna
considerazione tanto, atteso che alla
domanda se in questo primo scorcio
di consiliatura c’è qualcosa che non
farebbe, ha risposto testualmente “rifarei esattamente tutto quello che ho
fatto”, dimostrando, sempre a nostro
avviso, una certa presunzione di aver
Peppe Sagliocco intervistato subito dopo il successo elettorale
Il nostro primo cittadino
se ci tiene tanto
alla carica di Sindaco,
perché non scioglie
immediatamente
il nodo della incompatibilità
con la carica di
consigliere regionale?
ben operato. E sembra veramente strano
che per un “navigato” politico come lui
(potremmo anche sbagliarci, ma non ci
pare che abbia svolto altre attività) non
si renda conto che, quando si è al vertice
di qualsiasi organizzazione (a maggior
ragione se si è il sindaco di una delle
città più importanti della Campania)
molto spesso bisogna “mediare”, cosa
che faceva Mimmo Ciaramella, criticato
nell’intervista dall’attuale primo cittadino proprio per quel suo volere sempre
“mediare”.
A voler leggere attentamente tra le righe
dell’intervista, sarebbe interessante
conoscere il parere del dottor Guarino,
comandante del corpo della Polizia
Municipale, in merito all’affermazione
dell’intervistato che pur affermando
che Guarino gli è simpaticissimo, ha
detto: “nel rapporto con il corpo dei
vigili vorrei un comandante forte, deciso, determinato”, come dire, insomma
che Stefano Guarino non lo è, il che
dovrebbe provocare una giusta reazione
da parte del comandante, così come non
sappiamo come l’abbia presa il nostro
amico assessore Elia Barbato a proposito della risposta: “l’assessore Barbato è
talmente saggio che non minaccerebbe
mai le dimissioni. Le darebbe e basta”.
Quando poi al voler essere ricordato
dagli aversani per la “testa dura”, che
in napoletano può essere tradotto in
“capatosta” (il che differisce molto
dalla coerenza) non ci sembra che per
un politico “di lungo corso” e per di più
sindaco di una città come Aversa possa
essere un motivo di soddisfazione.
Ma, contento lui, contenti tutti!… E,
per finire, se ci tiene tanto alla carica
di sindaco, perché non scioglie il nodo
della incompatibilità con la carica di
consigliere regionale?
di VITO FAENZA
Giustizia ad orologeria ed ingiustizie
V
26
i siete accorti che appena un
magistrato apre una inchiesta
nella quale sono inquisiti dei
potenti subito si parla di “giustizia ad
orologeria? Così la classe politica perde
dignità e consensi.
Un mio vecchio amico, un magistrato,
un giorno mi disse: “Oggi per andare in
galera ci vuole la raccomandazione!”.
Ed aveva ragione: se uno ha un buon
avvocato (o più d’uno), se ha i soldi per
fondare un partito o un movimento, in
galera non ci va mai.
E se viene condannato si accusa la
“giustizia ad orologeria”, “attacco della
magistratura” ai politici e così andando.
I colpevoli, i criminali sono sempre
altri, mai i propri amici, i propri leader,
i propri politici.
Certo la politica ci mette del suo, con
cambiamenti di casacche, prese di
posizioni e giustificandosi a qualsia
cosa tirando in ballo la “volontà degli
italiani”, “degli elettori”.
La democrazia è rispetto della maggioranza, certo, ma è anche, come diceva
Oscar Wilde, quel sistema dove il voto
di un cretino vale quanto quello di un
premio Nobel. Nessuno che abbia uno
scatto di dignità e si chieda: “Ma che
stiamo facendo? E’ questo quello che
vuole realmente la gente?” E ancora:
“Ma a chi è funzionale tutto questo?”
Sono andato a rileggere i dati elettorali
delle amministrative 2012 e delle politiche dello scorso anno ad Aversa. Nelle
ammnistrative il centrodestra ottenne il
74% circa dei suffragi, il centro sinistra
il 17% ed alle urne andarono a votare
quasi l’80% degli aversani.
Alle politiche alle urne andarono solo
due aversani su tre (il 66%) e il centro
destra ebbe un crollo arrivando al 36,
14%, il centrosinistra ha guadagnato
attestandosi al 24,46%, la lista di Monti
arrivò al 12,92% e i 5Stelle si sono
attestati al 22,38%.
Viste le percentuali, quanti “grillini”
avevano votato, appena un anno prima,
La democrazia è rispetto delle maggioranze
per il centrodestra? Fate voi i calcoli.
Ecco perché mi fa specie quando sento
le proteste (ma solo quelle) di chi invoca
il comico. Ecco perché gli antisistema
per me non rappresentano che il nulla.
Mi ricordano i fascisti alle elezioni del
1948. Votarono in massa per la Dc, salvo poi a lamentarsene un attimo dopo.
Direte: tu sei di sinistra perciò scrivi
questo. Vero, sono uno che a sempre
votato per il centrosinistra, ma questo
non mi ha impedito mai di vedere i
difetti all’interno dello schieramento
di cui faccio parte o di fare battaglie,
molte perse, qualcuna vinta.
Così assisto annichilito a chi in Parlamento usa frasi di chiaro stampo fascista
(tipo: boia chi molla), alla richiesta di
messa in stato di accusa del Presidente
della Repubblica, quando vedo arrivare
una povera disgraziata appena laureata
in economia confrontarsi a Ballarò e
dire una serie di cazzate sulla Banca
d’Italia e fare figuracce con un collega
di Repubblica che gli ha spiegato
chiaro e tondo che per ora gli italiani
non sborseranno una lira per la banca
d’Italia (leggere bene il decreto per
credere). Certo la maggioranza poteva
agire diversamente, dividere il decreto
Imu, da quello sulla banca d’Italia. Ma
credete veramente che potevamo ancora
avere un istituto di diritto pubblico con
un patrimonio di 156mila euro?
La Banca d’Italia fino ad ieri valeva
meno di un appartamento di medie
dimensioni ad Aversa.
Tanti anni fa Pietro Rosano, al quale,
improvvidamente, la nostra città ha
dedicato un monumento, fu coinvolto
nello scandalo della Banca Romana,
quello che ha fatto nascere la Banca
d’Italia.
La storia è disponibile sul web, andate
a leggerla e capirete che non poteva
esserci una banca centrale nazionale
con un capitale pari ad un piccolo appartamento di periferia.
Resto, dunque, trasecolato al fatto che
nessuno si chieda perché mai Casaleggio e Grillo non si siano candidati e perché insistano tanto sulla banca d’Italia.
Avrei voluto vedere la stessa reattività
per il provvedimento sulle assicurazioni
auto (quella si che la paghiamo tutti).
Invece non mi resta che pensare male,
ma lo sapete che come diceva Andreotti
(che non era uno stinco di santo) “a pensar male si fa peccato, ma ci si coglie
sempre” (o spesso).
LA POLEMICA
Non si tratta di un giallo né di un mistero di fede. Semplicemente di altra vergogna aversana!
Sedile di San Luigi,
il mistero del restauro
Il sito, il cui restauro su impulso del Fai fu deciso dall’amministrazione Ciaramella, è in totale
abbandono. I lavori prima partiti furono, poi, bloccati e da allora tutto tace! Sagliocco aspetta
che la Regione finanzi un progetto sul Jommelli/Cimarosa Festival per investire sul Sedile
Giuseppe Lettieri
N
28
on si tratta di un giallo, né di un
mistero di fede, ma purtroppo
soltanto dell’abbandono in
cui versa un luogo storico della nostra
città (né sono troppi e negli ultimi anni
aumentano sempre più!), vale a dire il
Sedile di San Luigi.
La storia del sito l’abbiamo più volte
scritta da queste colonne, e non vorremmo ripeterci, tuttavia vogliamo ricordare soltanto che si tratta di quei luoghi
dove veniva amministrata dai nobili e
notabili della città la vita.
Istituzione medievale tipica del meridione, quello di Aversa, datato 1190 è
il più antico d’ Italia, ed è uno dei sei
rimasti visibili nella nostra Penisola!
La storia però più recente vogliamo
ricordarla. Dopo anni di abbandono,
occupazioni abusive e altro, l’Amministrazione Ciaramella su impulso del FAI
(Fondo Ambiente Italiano) in occasione
della V edizione di Aversa Città d’Arte
nel 2010, aveva promesso un impegno al
recupero dell’importante testimonianza
storica. Un atto che doveva sottrarlo al
degrado e all’abbandono.
Così dopo alcun mesi furono stanziati
centomila euro per i lavori di ristrutturazione.
Lavori che sarebbero dovuti iniziare,
visto la ormai fine del secondo mandato
di quella gestione politica, con la nuova
amministrazione.
E così fu. Ad ottobre del 2012, con
sindaco Sagliocco, i lavori iniziarono,
tanto che da queste colonne dedicammo
anche un editoriale in cui ci complimentavamo con il primo cittadino che
aveva dato il via ad una azione così
importante.
Ma poi fummo subito smentiti dai fatti.
Dopo pochi giorni dall’inizio i lavori
Il Sedile di San Luigi
Dal giorno dello
stanziamento dei fondi
destinati ai lavori di
ristrutturazione del Sedile di
San Luigi tutto è ancora
fermo. Ci chiediamo: i
centomila euro ci sono
ancora o sono stati dirottati
su qualche altra opera?
furono bloccati e sospesi sine die! Da
allora di quel momento sono rimasti,
come è visibile nelle foto, i pannelli di
protezione esterna di quello che doveva
esser il cantiere e la tabella con inizio
lavori obbligatoria quando ci sono
appunto dei lavori in corso.
Cosa successe? Mistero! All’epoca
rivolgendoci di persona al primo cittadino ci fu detto che non erano problemi
nostri, ma che siccome erano state
riscontrate delle irregolarità (pare ma
non ne siamo sicuri, che la ditta a cui
era stata affidata l’opera non fosse in
regola con alcune certificazioni indispensabili) il tutto era stato sospeso.
Sin qui nulla da eccepire. Se la ditta
non aveva tutti i nulla osta o se c’erano
problemi tecnici, ben fece il sindaco
Sagliocco a bloccarli.
Quello che però ci lascia perplessi è che
a distanza di quasi un anno e mezzo da
quel giorno nulla più si è mosso!
Insomma quei centomila euro per il
recupero del Sedile di San Luigi ci sono
ancora o sono stati dirottati su qualche
altra opera?
Inoltre non si poteva procedere affidando ad altra ditta quei lavori. Adesso
sarebbero già terminati.
Sicuramente il Sindaco ci risponderà
di avere previsto lavori di restauro per
il Sedile di San Luigi nell’ambito del
progetto presentato alla Regione dal
titolo «Jommelli/Cimarosa Festival».
Ma perché legare il restauro di un così
importante sito a fondi incerti (si sa
che la Regione ha già bocciato progetti
simili relativi alla sessione settembre
2013-gennaio 2014) e dirottare i centomila euro già stanziati non sappiamo
per quale altra opera? Se il primo cittadiono ce lo farà sapere, saremo lieti di
darne notizia.
Insomma: Aversa, la nobile contea
normanna, città sin dalla fondazione,
capitale per quasi un secolo di un
piccolo regno che estendeva i propri
domini non solo sulla vicina Capua, ma
sino al ducato di Gaeta e addirittura ad
alcuni territori del Gargano, per anni riferimento dell’agro, anziché continuare
ad emergere, rischia sempre più di
assomigliare ad un “paesone”. Meditate
aversani, meditate!
IL CASO
Questa la domanda che pone una lettrice agli amministratori municipali attraverso le colonne di NsB
Via Galilei è una strada
pubblica o privata?
Non avendo avuto alcuna risposta dai funzionari degli uffici comunali né dalla polizia municipale,
la nostra lettrice aveva tentato di avere una risposta dal primo cittadino. Inutilmente!
Antonio Arduino
V
30
ia Galilei è pubblica o è privata?
Questa la domanda che pone
una lettrice agli amministratori
municipali attraverso le colonne di
NerosuBianco dopo aver fatto di tutto
per avere una risposta dal Comune.
Dopo avere verificato, analizzando
il prg, che l’arteria è (?) pubblica
C.M. aveva posto questa domanda ai
funzionari degli uffici comunali e alla
polizia municipale e, non ottenendo
risposte, aveva tentato di rivolgerla al
primo cittadino ma … leggete la mail
trasmessaci : “Mi chiamo C. M. ed
abito in Via Galileo Galilei in Aversa,
una strada che da viale Kennedy conduce su Via Fermi. In realtà conduce
è una parola grossa, perché dovrebbe
Aversa, via Galileo Galilei
IL CASO
condurre, ma se lei la percorre si rende
conto dell’abuso commesso da coloro
che hanno costruito in zona”.
“Via Galilei – continua la mail- è chiusa
oramai da tempo immemore, addirittura sono due le strade di PRG che alcuni
privati arbitrariamente hanno chiuso
con due cancelli recanti addirittura la
scritta proprietà privata”.
“La foto che allego evince quanto
denuncio e la ricostruzione fatta dal
PRG della zona chiarisce quanto sto
scrivendo” aggiunge.
“Mesi fa - continua la mail- mi sono
recata all’ufficio comunale per denunciare quanto segnalato ma è parso che
sugli uffici tutti facessero finta di non
voler sentire”.
“Ora, visto che sono passati più di sette
mesi dalla mia segnalazione in Comune mi chiedo: esiste un istituzione ed
un comando vigili che controlli quanto
di abusivo succede in questa città?
È possibile mai che due strade segnalate
ed indicate sul piano regolatore della
città vengano sbarrate da privati che
utilizzano questi spazi a loro uso e consumo, in danno della pubblica utilità ?”.
“Varie volte – scrive la lettrice- ho anche provato ad essere ricevuta dal Sindaco sulla questione ma i dipendenti mi
hanno sempre detto di ripassare perché
impegnato in faccende più importanti”.
“La prego, verifichi quanto segnalo,
poiché - afferma - penso che oramai
la politica non possa più rappresentare
la voce degli onesti cittadini ma che
solo il giornalismo serio possa figurare
almeno le istanze attraverso le quali
fare battaglie di legalità. Forse a lei il
sindaco può dare qualche risposta”.
“Spero - continua - che questa segnalazione possa contribuire a risolvere
quanto in dovere di chi abbiamo eletto
a rappresentante di noi cittadini”.
“Le segnalo - conclude la mail - che
tale denuncia è stata anche fatta mesi
fa alla polizia municipale di Aversa ma
che ad oggi nessuno ha dato risposte al
riguardo. Le chiedo? Esisterà qualche
autorità che possa recepire l’istanza
che le rappresento e verificare se noi
cittadini siamo impazziti o siamo solo
vittime di cattivi amministratori?”.
Per questa domanda non abbiamo
risposte, per le altre speriamo che ne
arrivino dagli organi competenti.
31
LA QUERELLE
Sindaco e oppositori ai ferri corti. Sagliocco incontra i cittadini e i dissedenti la stampa
Ctp, un permesso
scioglie la matassa?
«E’ una questione seria – dichiara Gino Della Valle - di forma e di sostanza, di rispetto delle regole, di
competenze degli organi istituzionali dell’Amministrazione e di quello che detta il Tuel. Siccome si tratta
di patrimonio comunale, l’organo che doveva esprimersi era il Consiglio comunale, lo dice la legge
Giuseppe Lettieri
R
34
iqualificazione di piazza Crispi
ovvero dell’ex deposito della
Ctp. E’ diventato un tormentone
per gli aversani, una telenovela per la
politica cittadina. Sagliocco, il Sindaco, incontra la città il 1° febbraio e dice
la sua. I dissidenti, Della Valle, Paolo
Galluccio e Dello Vicario, dopo qualche giorno ribattono in una conferenza
stampa tenuta nel bar “Bollicine” di via
Diaz. Dov’è la verità? Chi ha ragione?
Il giusto come sempre sta nel mezzo.
Il Sindaco ha scelto la via più breve.
Al privato è stata concessa l’agognato
permesso di costruire che prevede l’abbattimento e la ricostruzione a parità di
Gino Della Valle
cubatura del preesistente edificio
ed il privato si accollerà a quanto
pare anche i costi per realizzare
la piazza adiacente alla sua proprietà. Sono stati, così, cancellati
tutti i contenziosi in essere di cui
uno intrapreso solo dalla Ctp
che tendeva ad ottenere la restituzione dell’area e la riduzione
in pristino della stessa, l’altro
che vedeva coinvolti la Ctp, la
Pa.Ca. ed il Comune di Aversa in
cui il Ctu nominato dal giudice
valutava il danno emergente e
il lucro cessante per oltre due
milioni e seicento mila euro a
carico del Comune.
Gli oppositori ribattono punto su
LA QUERELLE
punto. «E’ una questione seria – dichiara Della Valle - di forma e di sostanza,
di rispetto delle regole, di competenze
degli organi istituzionali dell’Amministrazione e di quello che detta il
Tuel. Per semplificare al massimo ad
oggi i casi sono due: o la transazione
del 2004 è in vigore o non lo è. In
entrambi i casi a mio avviso c’è stato
un evidente esproprio delle competenze
del Consiglio comunale. Siccome si
tratta di patrimonio comunale, l’organo
che doveva esprimersi era, infatti,
il Consiglio comunale e non perché
lo dico io ma perché lo dice la legge.
Capisco la volontà di fare, ma ci sono
delle regole e delle leggi che vanno
rispettate. Dovrebbero spiegarci perché
nel 2004 la stessa struttura amministrativa ha ritenuto che a dover deliberare
dovesse essere il Consiglio Comunale e
nel 2013 (nove anni dopo con lo stesso
testo unico in vigore) si ritiene che
non fosse necessario il Consiglio e un
Dirigente con un semplice permesso a
costruire ha sbrogliato la matassa. La
cosa assurda è che la necessità di un
nuovo Atto di transazione era stata sollevato dallo stesso privato e dalla Ctp,
come dichiarato nell’istanza prodotta
per ottenere il permesso di costruire.
Il dirigente Diana sarà
denunciato? E, quando si
difenderà tirerà in ballo, il
Sindaco? O il tutto finirà a
tarallucci e vino come sempre
accade da queste parti?
Ai posteri l’ardua sentenza!
Poi vogliamo dirne un’altra? Secondo
noi anche per approvare il progetto del
parcheggio a raso era necessaria una delibera di Giunta comunale. Dunque, di
cosa vuole parlare il nostro Sindaco?”.
Fin qui le posizioni politiche espresse.
Dal punto di vista delle responsabilità
personali che cosa accadrà ora? Il
dirigente Diana sarà denunciato? E,
quando si difenderà tirerà in ballo, il
Sindaco? O il tutto finirà a tarallucci
e vino come sempre accade da queste
parti? Ai posteri l’ardua sentenza!
35
L’INTERVENTO
«Premetto di non volere polemizzare con l’attuale amministrazione»
Ctp, la verità dell’ex
sindaco Ciaramella
«Nell’accordo era stato stabilito la realizzazione di circa 500 posti auto. Poi la Ctp fece richiesta di fare
dei box. Così facemmo valere i diritti della nostra città perché c’era necessità pubblica di posti auto e
non di box da vendere a privati»
Antonio Arduino
C
36
iaramella, ex sindaco di Aversa
e protagonista, per ruolo istituzionale, della vicenda che da
mesi è al centro del dibattito politico
cittadino qual è quella della ristrutturazione di piazza Crispi e del destino
dell’ex deposito della Ctp, interpellato
sul tema, dopo aver premesso di non
volere entrare in polemica con l’attuale
amministrazione apre i cassetti della
memoria e racconta. “Probabilmente se
mi fosse stato possibile anch’io avrei
portato a termine un’operazione sul tipo
di quella effettuata da Sagliocco. Però
sono stato fermato dai miei avvocati e
dai miei dirigenti. Da loro mi è stato
detto che non avrei potuto fare questa
operazione senza passare per il Consiglio comunale”.
“La mia professione era, ed è quella di
commercialista, di conseguenza nell’attività amministrativa avevo necessità
– sottolinea l’ex Sindaco - di consultare
i tecnici, vale a dire i miei dirigenti e
gli avvocati. Cosa che ho fatto anche
per la vicenda della Ctp e che all’epoca
mi suggerirono di andare in Consiglio
comunale per fare l’operazione, ma
la parte politica, più esattamente due
partiti che non nomino per correttezza,
non ha voluto che lo facessi”.
“Circa i posti auto è vero – dice - che
erano stato stabilito dall’accordo la
realizzazione di circa 500 posti auto.
Poi l’impresa che avrebbe dovuto
realizzarli, ipotizzando che il dirigente
al ramo potesse non essere al corrente
dell’atto stipulato davanti al notaio,
fece richiesta di farne dei box, io me
ne sono accorto perché quei box, sia
pure ancora sulla carta, furono messi in
vendita, e sono intervenuto bloccando
l’operazione”.
Domenico Ciaramella
“Per fortuna era trascorso il termine di
legge per dare il via ai lavori, perché
l’impresa entro un anno dal rilascio non
aveva iniziato. Così feci valere i diritti
della nostra città imponendo la realizzazione dei posti auto di cui c’era necessità pubblica e non di box da vendere a
privati. Da qui è nato il contenzioso che
è stato portato avanti dal nostro avvocato, un professore universitario, e dal
loro avvocato. Mentre proseguiva l’iter
giudiziario i responsabili della Ctp tornarono più volte alla carica per ottenere
un nuovo accordo che non è stato mai
stipulato. Se fosse stato fatto saremmo
dovuti andare comunque in consiglio
comunale ma, ripeto, questo non sono
io a dirlo, erano i miei avvocati e i miei
funzionari a impormelo”.
“Circa la proprietà del sottosuolo,
quando ho lasciato il Comune - afferma Ciaramella - era della Ctp, a noi
apparteneva solo la superficie su cui
realizzare la piazza così, nel momento
in cui bloccammo la concessione di un
nuovo permesso a costruire, abbiamo
appostato nel bilancio una somma di
cui, al momento non ricordo l’entità,
per realizzarla. Non entro nel merito
delle decisioni dell’amministrazione
attuale e non intendo dare giudizi su
quanto è stato fatto, probabilmente anche io avrei cercato di accelerare i tempi
per chiudere il contenzioso e portare a
termine l’opera pubblica”.
A proposito del Suap, realizzato con
una spesa maggiore di quelle prevista
malgrado sia stato edificato senza i
due piani interrati presenti nel progetto
iniziale, come evidenziato dal sindaco
Sagliocco in una conferenza stampa
sul tema, Ciaramella chiarisce: “Nessuno potrà mai dimostrare che la mia
amministrazione abbia fatto qualcosa
di illegale. So che su questo argomento
sono stati trasmessi gli atti in Procura e
sono certo che la magistratura chiarirà
ogni cosa”. “Posso solo dire - aggiunge
- che se si leggono le carte con superficialità o con malafede si arriva a quel
tipo di conclusione. “Questa operazione
è cominciata con l’assessore Barbato, è
proseguita con l’assessore Galati e con
gli altri che si sono alternati ai lavori
pubblici e che sanno qual è stato il vero
problema che ha impedito di realizzare
quanto progettato. A un certo punto ci si
rese conto che il sottosuolo non avrebbe
retto a quanto era stato progettato
perché Aversa sotto è piena di caverne,
così fu necessario intervenire con pali
in cemento armato ed essendo previsti
posti auto abbiamo dovuto fare un muro
di contenimento in cemento armato e
tutta una serie di lavori extra, tutto regolarmente documentato, fotografato e
messo agli atti, che hanno fatto lievitare
la spesa. Di conseguenza il prezzo si
è modificato. Questo se si leggono gli
atti in maniera non superficiale e senza
malafede”.
AUGURI
Potete scriverci alla nostra e-mail:
[email protected]
Gli annunci e le foto saranno
pubblicati dando la priorità
ai primi pervenuti
18 ANNI
AUGURI
Augurissimi per i suoi 18 anni a Ida
Arena da parte del papà Antonio, della
mamma Katia, delle sorelle Maria e
Francescapia e del piccolo Matteo.
Oggi, 16 febbraio, Paolo Lembo compie i suoi primi ...90 anni! Auguri dalla
figlia Maddalena col marito Generoso e
da tutti gli altri familiari.
COMPLEANNO
AUGURI
38
Ad Alessia D’Agostino. Tanti auguri
per il tuo 18° compleanno dal tuo amore
Nicola Di Rosa e famiglia.
Ha festeggiato il suo tredicesimo
compleanno Francesca Pia Mellino,
pluricampionessa di hip hop. Per lei gli
auguri di NerosuBianco.
A Pier Paolo che da un anno riempie di
gioia la nostra vita, gli auguri di buon
compleanno da mamma Gina, papà
Paolo, il fratello Renato, gli zii Monica,
Titty, Raffaele e Concetta, la nonna
Enrichetta e da tutto lo staff di “40metriquadri”.
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CRONACA
L’ultimo tentativo di suicidio ad Aversa fortunatamente è finito bene
Attenti ai segnali di disagio
Un cambiamento delle disposizioni testamentarie, un saldo presso compagnie assicurative oppure
improvvise cessioni del proprio patrimonio possono essere tipiche azioni di chi pensa al suicidio...
Speranza Cardillo
U
n venerdì pomeriggio, uno come
tanti, ma per una donna di 44
anni e per la sua famiglia è
stato senza dubbio un giorno tragico.
Quel giorno, il 10 gennaio, infatti, un
salto nel vuoto, dal suo appartamento
in centro ad Aversa, l’ha ridotta male.
Fortunatamente l’impatto al suolo non
è stato letale e le ha provocato solo la
frattura di alcune vertebre. Un caso che
poteva finire più tragicamente.
Non si può negare che le persone che
tentano il suicidio siano in continuo aumento, anche nel nostro territorio. Nella
maggior parte dei casi sono donne, ma
anche diversi uomini arrivano spesso a
togliersi la vita. Questo triste fenomeno purtroppo non é da sottovalutare
neanche ad Aversa e nel nostro Agro.
Negli ultimi mesi i casi di nostri concit-
tadini che hanno compiuto
questo disperato gesto
sono stati tanti. Si tratta
di un argomento delicato
e ricordare i nomi di tutte
le vittime sarebbe come
affondare il dito in una
ferita ancora aperta. Una
cosa, però, mi sembra utile:
dare informazioni sull’argomento. Prima di seguire Diverse donne si sono tolte la vita nell’Aversano
il corso di perfezionamento
in scienze criminologiche
non avevo mai sentito parlare di autop- che non vanno assolutamente ignorati.
sia psicologica della vittima. Essa può Un cambiamento delle disposizioni teessere effettuata esaminando gli scritti stamentarie, un saldo presso compagnie
del suicida e le descrizioni del suo stato assicurative oppure improvvise cessioni
d’animo , fatte da parenti o amici, prima del proprio patrimonio possono essere
del momento della morte. Spesso, però, tipiche azioni di chi pensa al suicidio.
le persone che conoscevano la vittima Anche improvvisi riferimenti alla morte
dicono di non essersi accorti dell’esi- possono essere segnali da non sottovalustenza di alcun problema o cambiamen- tare. Attenti a quei gesti che potrebbero
to particolare. Ci sono, però, dei segnali sembrare del tutto insignificanti.
39
AVERSA
Una inedita immagine ci suggerisce nuove riflessioni sullo standard «bonificato»
Via Guido Rossa,
polemiche a non finire
A giudizio di alcuni sarebbe opportuno verificare, scavando a fondo nel terreno, se ci siano o meno
rifiuti tossici da smaltire. Altro interrogativo riguarda l’utilizzo dell’area: da scuola elementare del
Comprensivo «Cimarosa» a promessa sede della caserma dei carabinieri di Aversa?
Geppino De Angelis
C
40
ome i nostri lettori ricorderanno, lo scorso anno ci furono
numerose polemiche, scambi
di accuse tra esponenti della precedente
Amministrazione e quelli dell’attuale,
circa lo spiazzo esistente in via Guido
Rossa ad Aversa, confinante con
l’edificio della scuola dell’infanzia
facente parte dello istituto comprensivo
“Cimarosa-Quarto Circolo”. Polemiche
che, pur essendo trascorsi molti mesi,
sembrano riaccendersi dopo alcuni
interrogativi che ci sono stati posti da
alcuni residenti in zona e che prendono
spunto dalla fotografia che pubblichiamo, scattata alcuni anni addietro quando
la zona, “bonificata” lo scorso anno, era
coperta di rifiuti di ogni specie, come è
facilmente riscontrabile dalla foto stessa. A giudizio di alcuni, infatti, sarebbe
opportuno accertare se quei rifiuti, al
momento della bonifica siano stati ben
“smaltiti”, accertandone l’eventuale
tossicità, scavando notevolmente nel
terreno per rendersi conto se eventualmente non ci siano state infiltrazioni
tossiche. Lo scopo di quanti pongono,
Lo standard di via Guido Rossa all’epoca dei rifiuti
attraverso le colonne di Nerosubianco i
loro interrogativi, senza per questo voler
creare allarmismi di nessun genere, è
solo quello di voler essere tranquillizzati al massimo. Altro interrogativo che
viene posto è quello di conoscere in che
modo verrà utilizzato al più presto quello spazio atteso che, tempo addietro, si
parlava della costruzione dell’edificio
della scuola elementare che avrebbe
fatto parte del Comprensivo, mentre
recentemente si parla della costruzione
della caserma del comando carabinieri,
attualmente ospitato, da molti decenni,
nell’apposita palazzina nel parco
Coppola. A prescindere, comunque, da
quella che sarà la futura destinazione è
necessario che al più presto quello spazio sia utilizzato per evitare che, in un
prossimo futuro, torni ad essere una discarica abusiva a cielo aperto, come si è
verificato per anni, tanto più che manca
una recinzione e che già è ricoperto da
erbacce tra le quali possono proliferare
insetti e animali di ogni genere, a stretto
contatto con la scuola dell’infanzia.
La morte di Emilio Vanacore
E
ra uno dei fedelissimi del nostro
periodico, Emilio Vanacore,
sempre tra i primi in edicola
all’uscita del periodico per prenderne,
con altri giornali, una copia; una consuetudine che osservava fedelmente da
molti anni. Un uomo buono, semplice,
leale, disponibile con tutti, stimato
per il suo impegno politico, sempre
coerente con i suoi ideali della destra
quella “almirantiana”.
La morte lo ha sottratto alla moglie Carolina Bruno, ai figli Tina e Remo, a tutti
familiari e agli amici, sulla soglia degli
ottant’anni, lasciando un vuoto incolmabile tra quanti lo avevano conosciuto ed
amato per le sue doti morali e professionali. Originario di Villa di Briano, era
diventato cittadino aversano da quasi
mezzo secolo, diventando l’amico di
tutti.
Alla famiglia le condoglianze del nostro
Emilio Vanacore
periodico che l’aveva annoverato tra i
suoi fedelissimi lettori. (GDA)
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P
are che i Ministeri degli
Interni e della Giustizia con
un provvedimento di grande
eccezionalità
giuridica
abbiano
dichiarato il comune di Aversa “zona
franca giuridica”, affrancando appunto
l’amministrazione
aversana
dal
rispetto delle leggi ed equiparando
la Gazzetta Ufficiale alla …Gazzetta
Aversana!
Sembra
inoltre,
che
all’Amministrazione Comunale sia
stato concesso l’applicazione del
codice di Hammurabi, dichiarando che
allo Shamash (chi regola la giustizia)
potrà essere affidata la vita e la morte
di ogni cittadino e l’applicazione della
nota e cruenta legge del taglione. Ma
ritorniamo in Italia e veniamo ai fatti.
Il D. Lgs 267/2000 all’art. 141 comma
1 così recita: “I consigli comunali e
provinciali vengono sciolti con decreto
42 del Presidente della Repubblica, su
proposta del Ministro dell’Interno
quando …(comma a) compiano atti
contrari alla Costituzione o per gravi e
persistenti violazioni di legge, nonché
per gravi motivi di ordine pubblico”. A
piazza Giovanni XXIII c’era una volta,
e c’è ancora, uno scatolone di cemento
armato che si favoleggiava dovesse
diventare un mercatino rionale, giusto
per dare un po’ di …brio economico
alla povera popolazione del posto.
Quell’orrendo scatolone in ogni caso
era ed è di proprietà dei cittadini
aversani. L’amministrazione odierna,
in stile codice “Hammurabi” e
trascurando l’articolo 42 del DLgs
267/2000 (che prevede la competenza
del Consiglio comunale per quanto
concerne
“acquisti,
alienazioni
immobiliari, relative permute, appalti
e concessioni…”) ha ceduto di fatto
(realizzando anche una serie di lavori?)
l’ex mercatino a strisce colorate al
Ministero della Giustizia, che lo ha
destinato ad archivio del Tribunale di
Napoli nord. Quanto meno il Ministero
dovrebbe versare un canone al Comune
di Aversa essendo quella una proprietà
degli aversani. Invece, sembra quasi
che lo abbiano affittato in nero, ovvero
glielo hanno concesso …e tanto basta!
A.A.A. immobili
pubblici regalasi!
Aversa, lo “scatolone” regalato in piazza Giovanni XXIII
Il Comune ha ceduto l’ex
mercatino al Ministero della
Giustizia, che lo ha destinato
ad archivio del Tribunale di
Napoli nord. Quanto meno
il Ministero dovrebbe
versare un canone
al Comune di Aversa!
Se poi i documenti della locazione sono
stati fatti li rendano pubblici perché
stanno amministrando non casa loro ma
la città di Aversa!
Il Ministero della Giustizia e un
Comune Italiano che non rispettano le
leggi??? Altro che mini IMU, questo
è argomento buono per un convegno
valido per il Gabibbo, le Iene e Report
insieme. Ma quanto vi ho raccontato fa
parte della prima presunta violazione di
legge.
Sì, perché ce n’è una seconda che
riguarda, invece, il rapporto col
Ministero degli Interni (ma Sagliocco
vuole tenere buoni rapporti con tutto il
Governo!).
Il Comune di Aversa in via San
Lorenzo è proprietario di uno stabile
di cui una parte è locata al Ministero
degli Interni e da questi destinato a
Commissariato di polizia. Anche in
questo caso, travalicando e ignorando
totalmente l’assise Consiliare (vuoi
vedere che Sagliocco vuole convincere
Renzi e Berlusconi, assieme al
bicameralismo perfetto, ad annullare
anche i Consigli comunali?)che ha
competenze specifiche (art. 42 DLgs
267/2000) in ordine alle proprietà
immobiliari, il Comune di Aversa ha
concesso una serie ulteriore di locali al
commissariato di polizia ancora “alla
buona”, senza preoccuparsi dei danni
erariali per mancato incasso del canone
di locazione. Sagliocco, dunque,
sembra distribuire ai Ministeri come il
buon Sammaritano. Senza preoccuparsi
minimamente del danno erariale che
simili operazioni possono portare, per
le casse del Comune, s’intende, perché
ai Ministeri competenti certamente va
bene così.
Intanto sembra che i Cinque Stelle
stiano già preparando un’interrogazione
parlamentare: se a Grillo vogliono dare
nove mesi per aver rotto un sigillo, si
saranno forse chiesti, per il Sindaco di
Aversa che regala immobili pubblici
quanto tempo occorrerà ai pubblici
ministeri per conteggiare la pena? In
attesa della risposta vi consigliamo di
non perdere la connessione col blog di
Beppe Grillo. Augh, ho detto!
CHIPPEWA
SCUOLA
Gli alunni delle quinte chiamati a redigere una legge per tutelare l’ambiente
Educazione civica
alla «De Curtis»
L’8 febbraio hanno incontrato il dott. Pasquale Corrado che ha spiegato ai ragazzi cos’è
una legge e come si presenta. Iorio: «Così si avvicinano i cittadini del domani alle istituzioni».
Prossima tappa del progetto: la presentazione della legge al Senato tramite il Miur
Nicola De Chiara
D
44
opo aver superato brillantemente le selezioni per il
progetto «Testimoni dei diritti»
del Senato per i Ragazzi, riservato agli
alunni delle medie, il Comprensivo «De
Curtis» di Aversa aderisce al progetto
«Vorrei una legge che...» riservato
all’ultima classe delle scuole primarie.
L’istituto diretto egregiamente da Olga
Iorio intende andare avanti anche su
questo fronte. Il concorso, promosso
dal Senato per i Ragazzi d’intesa con il
Ministero dell’Istruzione, ha lo scopo
di avvicinare gli alunni delle quinte elementari alle istituzioni, sviluppando il
Gli alunni della «De Curtis» all’incontro con Pasquale Corrado
loro senso civico. Il progetto si
chiama «Vorrei
una legge che...»
ed è inserito nel
macro progetto
d’istituto “Benessere nella Terra dei fuochi»
in continuità con
quanto proposto
dalle
medie.
In pratica, gli
alunni
delle
quinte dovranno
preparare
ed
approvare una
legge per tute-
SCUOLA
lare l’ambiente che oggi è tristemente
noto come la Terra dei Fuochi.
A tal proposito sabato 8 febbraio gli
alunni delle quinte elementari hanno
incontrato il dott. Pasquale Corrado, direttore della Corte d’Appello di Napoli
sezione Civile, avvocato con tante esperienze di formazione legislativa con la
scuola ed altri enti. Pasquale Corrado ha
spiegato ai ragazzi cos’è una legge, chi
la propone, la differenza tra il disegno
di legge e la proposta di legge, quali
sono le tappe fondamentali per arrivare
ad approvare una legge da parte dei
due rami del Parlamento, come avviene
l’approvazione, quando entra in vigore
e così via. Gli alunni si sono mostrati
particolarmente interessati, ponendo al
relatore anche una serie di interessanti
domande. Il passaggio successivo sarà
45
l’invio al Senato, per il tramite del Miur,
della legge preparata dagli alunni, con
un diario delle discussioni che possa
testimoniare tutto il percorso fatto dai
ragazzi per arrivare a definire il testo di
legge.
«Questo progetto riservato alle quinte - ha dichiarato Olga Iorio - è molto
importante per i nostri alunni. Serve ad
avvicinare i cittadini di domani alle istituzioni, parlando loro di costituzione,
di diritto, di educazione civica fin dalla
scuola primaria».
«Questo progetto è interessante - ha,
invece, dichiarato Pasquale Corrado
- perché consente ai ragazzi di avvicinarsi alle istitutzioni e a non farle
sentire come qualcosa di estraneo e
distaccato dal contesto sociale nel quale
vivono. E’ un modo anche per formare
le coscienze di questi cittadini in erba e
di fargli avere una prospettiva futura di
partecipazione democratica».
SCUOLA
Il 26, 27 e 28 febbraio Open Day all’istituto bilingue di Aversa
Scuola aperta alla Froebel
Da visitare lo spazio dedicato alla valorizzazione di tutte le esperienze che la scuola normanna fa
vivere in prima persona ai suoi piccoli allievi all’insegna della sua parola chiave, l’interculturalità!
U
46
no spazio dedicato alla valorizzazione di tutte le esperienze
che l’Istituto fa vivere in prima
persona ai suoi piccoli allievi e che
assume un sapore particolare per la
presenza di una forte componente di
bambini provenienti da tutto il mondo,
all’insegna di quella interculturalità che
è diventata la parola chiave della scuola
del futuro. L’appuntamento dell’open
day trova la sua degna location negli
ambienti totalmente ristrutturati dell’Istituto, dove le aule sono state fornite
dei più aggiornati strumenti didattici, e
di tutte le misure di sicurezza del caso
allo scopo di creare un rapporto diretto
tra luogo dell’educazione e fruizione del
sapere, secondo le più efficaci strategie
educative che coinvolgano l’infanzia.
La dimensione multiculturale dell’evento è sottolineata dalla integrazione culturale che l’istituto propone tra cultura
internazionale e la migliore tradizione
scolastica italiana: imparando, così, a
rapportarsi con i coetanei provenienti
da culture così diverse ma altrettanto
ricche.
L’aspetto importante che ne consegue
è che i piccoli imparano a pensare e
pensarsi in modo diverso come cittadini
di un mondo senza barriere e a praticare
l’uso della lingua inglese come seconda
veste naturale e non come imposizione
di una lingua percepita come straniera
in un momento successivo, quando si
perde l’elasticità mentale e si affollano
materia scolastiche importanti.
Tutto sotto lo sguardo vigile di uno staff
di insegnanti bilingue e madrelingua, coadiuvati con competenza da Mr. James,
coordinati con esperienza da Annamaria
Becchimanzi e diretti da Maria Rosaria
e Danila Galdieri. Un tutor personalizzato si occupa di favorire nel modo più
inVito@pranzo
O
gnuno ha la sua ricetta, ma
pochi sanno che la minestra
maritata è una ricetta molto
antica, le prime citazioni nel XVI secolo
in uno scritto del marchese del Tufo
Quella che vi propongo è tirata di
un ricettario (anonimo) della fine
ottocento. Ma la minestra maritata, è
molto più antica. Mario Stefanile anni
fa ha pubblicato pessime strofe del
cinquecentesco marchese del Tufo, che
descrivono questo piatto.
Dhe, se provaste mai, donne mie care,/
certo altro buon mangiare/che noi con
studio assai lo solem fare/d’una dolce
pignata/d’un pezzo riposata/ da poi che
è cucinata,/detta a Napol, tra noi la
maritata, / fatta di torsi, d’ossa mastre
e carne,/ lascereste faggian, pernici e
starne; /dove entra un pezzo di presciutto
vecchio/per far meglio apparecchio,
salcizon, sopressata e boccolare, /col
suo finocchio e formaggio dentro, /che
il sapor vadi a penetrar nel centro.
di Vito Faenza
armonioso questa
integrazione mantenendo un profilo
bilingue che stimola
a pensare in modo
flessibile e multi
prospettico. Completano l’evento la
presentazione delle
attività
extracurricolari in sede ed una visita a tutte
le strutture della scuola tra cui il nido
bilingue “Baby By” con la novità di
avere all’interno di esso una infermiera
pediatrica tutti i giorni, gli studios di
potenziamento della lingua inglese,
sempre con personale madrelingua specializzato, ad Aversa sud denominato
“Froebel The English Studio”. Un evento a cui seguiranno tanti altri, segnale di
una scuola che si apre al territorio e che
si ripensa in modo moderno.
La minestra maritata
Ingredienti (per 12 persone): due
croste di formaggio ben pulite; odori per
il brodo; qualche pomodoro; abbondante
pecorino, pepe; peperoncino. Carni per
il brodo: 1 osso di prosciutto; 300 gr
di cotiche; 400 gr di polpa di maiale;
mezzo chilo di vitello per bollito; una
gallina per brodo.Verdure: 300 grammi
di broccoletti; 400 di broccoli di foglia;
400 di cicoria; 1/2 cavolo cappuccio;
mezzo kg di scarola (il peso si riferisce
alle verdure già pulite).
Preparazione: Bollire, il giorno
precedente, l’osso di prosciutto con le
cotiche e il maiale perché le cotiche
sono di cottura molto lunga. Togliete
il tutto e sistematelo in una terina. In
una pentola molto capace metterete
poi a bollire in acqua fredda la gallina
sventrata, lavata e pulita, e privata
della testa e delle zampe assieme al
pezzo di vitello con gli odori e le croste
di parmigiano. Aggiungete due o tre
pomodori interi molto maturi. Infine
salate, con moderazione. Quando la
gallina sarà cotta, mettela da parte
con il vitello e dopo avere liberatelo
dell’eventuale grasso depositato sulla
superficie, lessate le verdure al dente.
Tagliate a piccoli pezzi le cotiche, la
gallina, il maiale, il vitello e le croste
di formaggio e metteteli a riscaldare
nel brodo. Al momento di servire
aggiungere un mestolo di tutta questa
carne «mischiata» in ciascun piatto
dove metterete anche il brodo e le
verdure. Spolverate con pecorino o
grana
IL LIBRO
Il Rotary invita d Aversa uno storico calabrese. Appuntamento il 27 febbraio presso l’Hotel del Sole
Napolillo e la sua «Aversa,
città dei Normanni»
Ad invitarlo il Rotary Club di Giovanni Costanzo. L’incontro giunge a proposito quando ad Aversa si
dibatte sulla data della nascita della città. Napolillo è socio della Deputazione di Storia Patria della
Calabria e fa parte delle «eccellenze» della sua regione
Federica di Santo
L
48
o storico Vincenzo Napolillo,
più volte trattato su questo giornale, giovedì 27 febbraio alle ore
20,30 sarà ad Aversa per la presentazione di un suo interessante libro sui Normanni. Che è stato da noi già recensito
sul n.18 (anno XIV) di NerosuBianco
e che, mai come ora, cade a proposito
perché di grande attualità.
Attualità avvertita dal Rotary Club che
ha ritenuto opportuno, per la sua scrupolosità extracampanilistica, invitare
presso l’Hotel del Sole l’autore per far
sentire la sua tesi in merito anche ad
alcune questioni insorte recentemente
tra i cultori di storia nostrana.
Napolillo, che è tra l’altro accademico
cosentino e non è nuovo a queste imprese, ha al suo attivo diverse pubblicazioni storico-letterarie e poetiche, è socio
della Deputazione di Storia Patria della
Vincenzo Napolillo
La presentazione
del libro che ha scritto
sui Normanni darà occasione
a Vincenzo Napolillo
di chiarire la data
di fondazione di Aversa
Calabria e fa parte delle “eccellenze”
della sua regione.
Quindi un ricercatore competente ed attento, come dimostrano i suoi testi, che,
prima di mettere la penna sul1a carta,
si documenta seriamente attingendo
sempre alle fonti. Si consiglia perciò,
presentandosi l’occasione, di non perdere l’appuntamento.
Personalità di rilievo, Napolillo ha pubblicato molti libri fra cui: Ideologia e
letteratura di Vincenzo Padula; De Sanctis e la Calabria; Gioacchino da Fiore:
le fonti biografiche e le lettere; Itinerari
calabresi nella Divina Commedia; Rose,
materiali storici e artistici; Scalea culla
della storia; Avellino, rico­
struzione
della storia urbana; Storia di Cosenza
da luogo fatale a città d’arte (di circa
900 pagine); San Marco Argentano,
La Matina e la Torre normanna; Aversa
città dei Normanni; Il viaggiatore Labat
a Paola. La figura del fondatore dei
Minimi; Nusco storia dal vero.
Per il parroco quarant’anni alla guida della chiesa di Costantinopoli
Don Giovanni D’Errico, simbolo di una comunità
I
l 26 gennaio 1974, dopo appena
un paio di anni dall’ordinazione
sacerdotale, il Vescovo di venerata
memoria, mons. Antonio Cece, affidava
a don Giovanni D’Errico la Parrocchia
di S. Maria di Costantinopoli. Nono
parroco nella successione dei sacerdoti
che si sono susseguiti alla guida della
parrocchia e senz’altro uno dei più «duraturi». Alla cerimonia per festeggiare
i 40 anni alla guida della parrocchia di
don Giovanni, il 26 gennaio 2014, c’erano il Vescovo Angelo Spinillo, mons.
Clemenente Petrillo che ha aiutato i
presenti a riflettere sull’evento con la
sua profonda omelia, i mons.
Peppino Criscuolo, Pietro Tagliafierro e Angelo Parisi, legati
a don Giovanni da un’amicizia
ultradecennale, come anche altri
sacerdoti giovani e parroci
della città. Presente il sindaco di
Aversa Saglicco che ha portato i
saluti della città.
Per don Giovanni anche un
telegramma di auguri da parte Costantinopoli festeggia il suo parroco
di Papa Francesco.Mentre la
comunità parrocchiale ha donato a don co, un calice per le celebrazioni solenni.
Giovanni, per le mani del Priore della A don Giovanni D’Errico gli auguri più
Confraternita del Redentore, Pietro Tur- sentiti da parte della nostra Redazione.
L’APPUNTAMENTO
Ottava edizione di «Una mano tesa»: pronto il programma
Per gli ammalati invisibili
Il 22 febbraio l’incontro con il prof. Genovesi. Ma il Ministero della Salute, in risposta all’appello
di Donato Liotto, dà poche speranze per il riconoscimento della malattia
Federica di Santo
I
50
n merito alla “campagna” conoscitiva sulla MCS (Sensibilità
Chimica Multipla) l’Associazione
New Dreams di Aversa (CE) di Donato
Liotto, si ricorderà dell’appello rivolto
al Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano affinché si adoperasse
presso il Ministero della Salute per gli
“invisibili della MCS”.
Un appello per far riconoscere la patologia dal Ministero della Salute. Come
già precedentemente scritto dalla New
Dreams nei suoi comunicati stampa è
arrivata all’associazione aversana la
risposta del Ministero della Salute. Una
risposta inviata per conoscenza anche
alla Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica. Donato Liotto ha
inviato copia della lettera anche al prof.
Giuseppe Genovesi, massimo esperto
in Italia della MCS. Il 5 febbraio Ge-
novesi è stato ospite di una una
nota trasmissione di Rai Due,
“I Fatti Vostri”. Nel corso della
trasmissione è stato mostrato
un articolo di giornale ed è stata
sottolineata in trasmissione sia
da Genovesi che dal conduttore
Gianfranco Magalli l’importanza
dell’interessamento del Presidente Napolitano in seguito all’appello di Liotto. Segno questo che
qualcosa si sta “muovendo.” Per
quanto concerne la risposta del
Ministero della salute, la situazione al momento in Italia, - stando
al contenuto della lettera – è poco
soddisfacente.
“Noi possiamo solo informare
i cittadini – ha dichiarato Liotto
- sensibilizzare le Istituzioni,
prodigarci per coloro che soffrono
di questo male indistintamente.
Questa è la loro “battaglia” e solo
L’APPUNTAMENTO
edizione di “Una Mano Tesa” che sarà
dedicata agli “ Invisibili della MCS” e
alla raccolta fondi per Adele Iavazzo.
Si comincia il 22 febbraio alle ore
10.00 con il convegno scientifico sulla
malattia che si terrà presso l’aula ma-
Il primo appuntamento
al Seminario Vescovile
il 22 febbraio è
importantissimo.
L’incontro con il massimo
esperto di Msc,
Giuseppe Genovesi
Per i malati di Mcs notizie sconfortanti
“unendosi” possono sperare di vincere.
Di più non c’è concesso di fare. A chi
di dovere e a chi ha il potere di cambiare le cose lasciamo trarre le logiche
interpretazioni del caso”. Intanto, sono
stati ultimati i preparativi per l’ottava
gna del Seminario Vescovile di Aversa,
con l’intervento del prof. Giuseppe
Genovesi, specialista in Endocrinologia Psichiatria e Immunologia sezione
Fisiopatologia Medica del Policlinico
Umberto I dell’università di Roma «La
Sapienza».
Sarà presente il Vescovo Angelo Spinillo e il Sindaco della città di Aversa
Giuseppe Sagliocco. A moderare lo
stesso Donato Liotto. A questo evento
sono stati invitati anche rappresentanti
della Regione e della sanità campana ed
è gradita la presenza di tutti coloro che
operano nel contesto della sanità pubblica. Nota importante: si raccomanda
ai partecipanti al Convegno che si terrà
il 22 febbraio ad Aversa, dove ci saranno sicuramente tante persone affette
dalla Sensibilità Chimica Multipla, di
non fare uso di prodotti come profumi,
dopobarba, deodoranti, gel, lacca, così
come di astenersi dal fumo di sigarette.
Queste precauzioni eviteranno agli
ammalati affetti da Sensibilità chimica
multipla (MCS) ed elettrosensibilità
(EHS) reazioni fisiche avverse anche
gravi.
Il 9 marzo, alle ore 19.30, nella cattedrale di Aversa, si terrà il “Concerto per
Adele” con l’artista Maria Massa che
presenterà “Principium”, il suo ultimo
lavoro discografico e proseguirà, così,
la raccolta fondi per Adele.
Nel mese di aprile (data ancora da
stabilire) si svolgerà anche una partita
di beneficenza organizzata con l’Aversa Normanna guidata dal presidente
Giovanni Spezzaferri e dal direttore
Alfonso Cecere allo stadio “Bisceglia”
di Aversa. Il ricavato dell’incasso sarà
devoluto anche in questo caso per la
causa di Adele Iavazzo.
51
SPORT
Con un tre a zero all’Altamura, inizia bene il girone di ritorno per il volley normanno
Exton Aversa inarrestabile
Da campioni d’inverno, i ragazzi di Sergio Di Meo, hanno ancora nove partite a disposizione
per vincere il torneo e centrare l’ambita promozione nella categoria superiore
Giuseppe Lettieri
C
52
ontinua la marcia trionfale
dell’Exton Volleyball Aversa,
che in campionato, dopo aver
vinto il girone di inverno senza nemmeno una sconfitta, nella prima di ritorno,
liquida un’Altamura con un perentorio
tre a zero.
Va detto che a parte il primo set, dove
i pugliesi erano riusciti a tener testa i
ragazzi allenati da Ignazio Nappa, forse
più per demerito degli aversani, nel
secondo e nel terzo set, non c’è stata
storia, con l’Altamura mai in partita.
La partita già era iniziata con la buona
notizia che nell’anticipo di campionato,
il Lagonegro, squadra inseguitrice, era
stata battuta al tie break dal Locorotondo (che ad Aversa ha giocato benissimo
pur perdendo per tre ad uno!) e quindi
ora il distacco dopo la vittoria aversana,
tra la compagine del presidentissimo
Sergio Di Meo
Sergio Di Meo prima in classifica ed
il Lagonegro,secondo, e di ben otto
lunghezze, mentre la terza, appunto il
Locorotondo, e a dieci punti dai verdeblu in coabitazione con i Koala Bears di
Ottaviano, compagine che giocherà al
PalaJacazzi la prossima domenica (23
Febbraio). Oggi invece l’Exton compirà
la trasferta più lunga, andando a giocare
a Tricase, ridente paesino pugliese a
sud di Otranto, vicino Santa Maria di
Leuca, proprio alla punta del tacco dello
Stivale. Purtroppo se in campionato va
tutto a gonfie vele,lo stesso non si può
dire della Coppa Italia, dove l’Exton
Volleyball Aversa è stata eliminata
proprio dal Lagonegro.
In un PalaJacazzi gremito, in cui si
sfioravano le mille presenze, l’impresa
non è riuscita il quattro febbraio scorso.
Infatti i ragazzi dopo la pausa natalizia
avevano perso in terra lucana con un
secco tre a zero, e serviva davvero una
epica impresa, che non c’è stata.
Gli aversani hanno vinto ma non con il
punteggio sperato e quindi eliminati per
differenza set. Pazienza.
Del resto l’obiettivo principale è sempre
quello di vincere il torneo e centrare la
promozione diretta in serie B1, e al momento il tabellino di marcia è perfetto.
CALCIO
Oggi al Bisceglia arriva il Chieti.
Granata senza alibi
Dopo il successo con il Sorrento nuova e brutta battuta d’arresto
per i granata che perdono a Messina: perentorio quattro a zero
Giuseppe Lettieri
D
opo la brutta sconfitta casalinga con l’Ischia, la Normanna
ritorna al successo battendo,
fuori casa il Sorrento. Sembrava così
che iniziasse un nuovo cammino per i
granata che invece nella seconda trasferta consecutiva perdono malamente
con il Messina. Il risultato maturato dai
siciliani non lascia adito ad alcuna giustificazione. Un perentorio 4-0, senza
giustificazioni di terreno di gioco, e forse con l’unico alibi della lunga trasferta.
Ormai l’Aversa Normanna resta la vera
incognita del campionato. Capace di
vincere con belle prestazioni anche con
squadre più accreditate in classifica,
salvo poi nel turno successivo compiere
scivoloni davvero impensabili. Che
a Messina ci potesse essere anche la
sconfitta magari era pronosticabile, ma
per come è maturata, con i granata, che
tranne per qualche minuto, sembravano
non esser scesi in campo, nessuno ci
avrebbe scommesso. Comunque questa
volta la fortuna è dalla parte dei ragazzi
di Spezzaferri, che nonostante la batosta
mantengono una buona classifica, ottavi
con 31 punti, e ad appena due punti dal
Chieti, quinto in classifica che proprio
oggi sarà di scena al Bisceglia, per una
partita in cui non è consentito sbagliare.
Si tratta di una sorta di finale, in quanto
i tre punti servono tantissimo, vuoi per
il morale dopo la brutta figura in terra
sicula, vuoi per la classifica, in quanto
ci porteremmo un punto sopra proprio
al Chieti, una delle dieci squadre accreditate per gli otto posti disponibili che
consentiranno di approdare alla serie
C unica dell’anno prossimo. Va detto
pure che la Casertana ormai è in vetta
al torneo, e che insieme al Teramo, al
Cosenza e al Foggia non dovrebbero
aver problemi nel prosieguo a centrare
l’obiettivo, mentre grande incertezza
regna per quanto riguarda gli altri quattro posti dove ci sono almeno ben nove
squadre accreditate. A cominciare da un
sempre più sorprendente Castel Rigone,
dal già nominato Chieti e dall’Ischia
che domenica scorsa ha vinto contro
l’ex capolista Teramo. E poi c’è proprio
l’Aversa discontinua nei risultati ma
sempre in corsa per il successo finale e
il Vigor Lametia, Melfi, il Poggibonsi,
il Messina, sino al Tutto Cuoio, squadra
che con 27 punti è ad appena quattro
lunghezze dai granata. Insomma un
campionato equilibrato dove la minima
distrazione potrebbe costare cara nel
finale del torneo. Per questo oggi un
motivo in più per andare tutti allo stadio
a gridare Forza Normanna.
53
STORIA NOSTRA
Una triste pagina di storia aversana. Tommasi ucciso da Mormile
Un Vescovo
e il suo aguzzino
Le vere ragioni dell’uccisione del Vescovo di Aversa avvenuta
il 9 novembre del 1821. Una storia tra società segrete, idee
filoborboniche e sussulti neo napoleonici
Antonio Marino
R
54
ipristinato il potere borbonico,
dopo la caduta di quello
napoleonico, si fecero avanti idee
nuove che portarono alla fioritura delle
Società segrete. Le quali in Aversa, città
del regno, ebbero una delle «vendite»
carbonare più attive dell’intera zona.
Allocata nei sotterranei (appositamente
allestiti)
dell’ex
convento
di
Montevergine e retta da noti personaggi,
essa manteneva la popolazione in uno
stato di continua fibrillazione. Che
dovette sperimentare lo stesso Agostino
Tommasi, nel momento che mise piede
in città (1818) per assumere le redini
della “turbolenta” Cattedra diocesana.
Napoletano d’origine, fu nominato
Vescovo grazie anche all’apporto del
fratello che era ministro di Grazia e
Giustizia nel governo borbonico.
Pastore zelante ma dal carattere duro e
piuttosto arrogante (come lo descrive
la cronaca), Tommasi non riuscì a
raccogliere la simpatia di tutti e, essendo
filoborbonico, fu messo nel mirino. Non
appena scoppiò la rivolta napoletana
(1820), si vide costretto a fuggire nel
capoluogo campano per sottrarsi alla
prigione.
In sua assenza la Diocesi aversana,
con un clero diviso tra costituzionalisti
e borbonici venne retta dal canonico e
vicario Pelliccia che, messo in difficoltà
dai rivoltosi, passò la mano al canonico
Mormile col compito di cercare di
dirimere la controversia. Ma non vi
fu tempo in quanto i monarchici, che
covavano tenacemente la riscossa,
ebbero la meglio prendendo di nuovo il
comando del regno nel 1821. Tornati al
potere i borbonici, il vescovo Agostino
Tommasi fece ritorno ad Aversa e,
insinuato anche da molti dei suoi, punì
(col suo pugno duro) severamente i preti
ribelli togliendo loro (principalmente a1
Mormi1e) ogni privilegio.
Cosa che mandò in bestia i nipoti del
Marmile, che vivevano sulle spalle
dello zio canonico, i quali affrontarono
sulle scale del seminario il Vescovo
implorando il perdono.
Ma questi, altezzoso per natura,
voltò loro le spalle suggellando
inavvertitamente la sua fine.
Non molto tempo dopo, infatti, uno di
essi, Carmine, per l’odio e le idee che
aveva, lo attese (mentre in carrozza
faceva ritorno in episcopio) lungo la
locale via del Seggio freddandolo con
alcuni colpi di schioppo.
Era la sera del 9 novembre del 1821
quando il corpo esanime del Vescovo fu
trasportato dal segretario Petrone (che
era con Lui) e dal cocchiere spaventato
al palazzo vescovile.
Carmine Morrnile, inseguito invano da
un gendarme e da due servitori, scappò
via percorrendo a piedi via Trinità, largo
S. Anna e via Spitillo dove, incontratosi
con un certo Gaspare De Rosa (suo
conoscente), si fece consegnare il suo
cavallo dileguandosi, oltre Pantano,
negli acquitrini di S. Sossio
Per tutta la notte grande fu il fermento in
città, blindata dalle pattuglie ungheresi
agli ordini del comandante di piazza,
capitano Kriecher; sul posto anche il
giudice Luigi Morrone col cancelliere
Gennaro Tamburo, tesi a raccogliere le
prime testimonianze.
Il giorno dopo (come informa la
cronaca dell’epoca) si precipitò ad
Aversa il marchese di S. Agapito con un
procuratore generale e un commissario di
polizia, i quali fecero passare a setaccio
quasi tutte le abitazioni …a cominciare
da quella dello zio dell’assassino che fu
relegato in un convento di Piedimonte
d’Alife in quanto reo di aver preso parte
ai moti insurrezi onali.
La lettera agli Aversani di Tommasi
Il 12 novembre il colpo di scena: Carmine
Mormile, che si trovava nascosto nella
pagliara del guardiano del canale di
Vena, Vincenzo Ferrara, fu da questi
tradito e condotto in catene (con l’aiuto
di un tale Riffo o Ruffo) a Pantano, dopo
una colluttazione, e consegnato nelle
mani degli sgherri de l luogo. Venne
interrogato dal giudice istruttore Aniello
Ferrara in prigione, il 13 novembre
1821, mentre nella Cattedrale gremita si
celebravano solennemente i funerali del
Vescovo ucciso.
Tre giorni dopo una sorta di Corte
marziale, composta prevalentemente
da militari di carriera, si occupò
del processo ascoltando le varie
testimonianze valutando i moventi.
L’Assise si tenne nello splendido salone
del palazzo Pacifico-Lucarelli (poi dei
Romano), alla presenza anche di una
parte del clero, e Carmine Mormile,
essendosi i suoi avvocata rifiutati
di assisterlo, si trovò solo e con un
difensore d’ufficio.
Ritenuto l’omicidio premeditato, la
sentenza di morte a suo carico fu
emanata il 17 novembre dello stesso
anno ed eseguita, il giorno dopo, al
largo del Mercato Vecchio nei pressi
della chiesa della Madonna della Pietà
…col conforto della confraternita dei
Bianchi. Il cadavere del Mormile, dopo
essere stato fatto colare penzoloni nella
chiesetta Succurre Miseris, fu sepolto
nella stessa in un apposita fossa dietro
la sacrestia.
LA STORIA
Da bambino la vedevo sempre su quel loculo al Cimitero
Il mistero
di zi’ Nannina
Una persona cancellata per un banale cambio di nome. Sepolta
come Anna di Grazia, la zia era nata come Maria. Dopo tanto
peregrinare, però, abbiamo scoperto l’arcano
Ma perché poi l’hanno
sepolta come “Anna”?
Forse perché, non
lasciando figli, chiamandola
«Nannina», credevano
che si chiamasse Anna
Zì Nannina, pardon zì Mariannina
56
Salvatore di Grazia
A
veva un volto sorridente,
sembra una persona simpatica
a vederla in foto, mi sarebbe
piaciuto davvero conoscerla. Mi
accontento di vederla e di salutarla
quando entro nella Cappella della
Congrega di San Giuseppe, nel Cimitero
di Aversa, ogni volta che torno nella mia
città natale.
Lei sta lì, poco distante dal loculo
dei miei nonni materni, Salvatore
Comparone e Anna “à barunessa”
Barbato, ci devo passare davanti, non
posso far finta di non vedere a “zì
Nannina”, Anna di Grazia, maritatasi
a 32 anni col vedovo (da cinque mesi)
Agostino Esposito che aveva già una
figlia, Domenica.
E’ da bambino che la vedo, so che è
della famiglia, e quando incomincio ad
andare a ritroso nel tempo per ricostruire
la genealogia familiare, mi scontro
con i vaghi ricordi di famiglia, alla
confusione tra Anna è marittella, Anna
è Giulinella, Anna è Cannetella e chi
ne ha più ne metta. I miei “di Grazia”,
quelli delle generazioni passate hanno
fatto concorrenza ai conigli. Ma sono
deciso più che mai a svelare l’arcano.
Perciò non mi arrendo, vado avanti
nella speranza di trovare qualche traccia
utile e capire chi è sta “Zì Nannina”.
Così mi faccio fare uno “storico di
famiglia” dall’Anagrafe comunale
del mio bisnonno Vincenzo, detto
«Vicienz é Luigione» o «Vicienzone»,
ricopio tutto sul mio data-base, ma “zì
Nannina” non risulta!
Insisto, riparlo di lei, ma le risposte più
o meno sono sempre le stesse. - Ma tu
sì pazz, che vaje dicenno? Zì Nannina
nun era à figlia é Vicienz è Luigione, ò
nonno? Ma chi t’ha ditte stè strunzate?
- e via di questo passo, ogni volta che
parlando coi zii savignanesi chiedevo
se stà “zì Nannina” era del nostro ramo
familiare o no.
Mostravo “lo storico” di Vicienz é
Luigione, sul quale non c’era nessuna
Anna, e mi sentivo rispondere che era
sbagliato, che “’n’copp ò Comune fanno
semp ‘nguacchi…” e giù a raccontare la
sua storia. Insomma, io con documenti
legali alla mano, loro coi ricordi
(residui…) non ce ne uscivamo fuori.
Anche mia madre, di Grazia acquisita,
l’aveva conosciuta questa “Zì Nannina”:
“Era una parente, zia di papà, nà brava
femmina, e ò marito, che brav’ommo
overamente”. Di più non mi diceva.
Passa del tempo, chiudo altri rami
familiari, ne apro altri (sono in una
foresta!), ma restava sempre il dilemma
“da dove viene fuori questa zia Anna?”.
Sapendo che la testa dei miei zii
incomincia a perdere qualche colpo,
fotografo la lapide e passo oltre, magari
“zì Nannina” è davvero di uno dei tanti
rami collaterali della famiglia dei quali
non ne verrò mai a capo. Avevo altre
caselle da compilare del folto ramo del
mio bisnonno, e queste erano quasi due
anni che rimanevano bianche. Poi, in
un giorno di ferie come tanti, a casa di
mio padre, sfogliando il libro cartaceo
sul mio ramo e sui di Grazia in generale
che sto realizzando, parlo di nuovo di
“zì Nannina”.
“Zì Mariannina, comm’era brava!”
– fa mia madre, in altre faccende
affaccendate,
parlando
quasi
sovrappensiero. “Come Mariannina,
non si chiamava Anna?” – gli ribatto.
“No, la chiamavano Mariannina perché
la madre si chiamava Maria. A’ mamma
la chiamavano Mariuccia, à figlia
Mariannina, pé nun ffà confusione tra
mamma e figlia E’ stata sfortunata,
quattro figli maschi, e tutt’è quattro
muorti criature...”. E finalmente mi è
tutto chiaro!
La moglie di Vicienz é Luigione si
chiamava Maria, e come tradizione
di allora, la loro seconda figlia prese
il nome della madre. E così la piccola
Maria fu chiamata Mariannina, Annina,
ed è stata sepolta come Anna. Ma perché
poi l’hanno sepolta come “Anna”?
Forse perché, non lasciando figli, chi
la conosceva la chiamava «Nannina»,
ignorando il suo vero nome. Dunque,
evidentemente non poterono far scrivere
Maria Anna di Grazia sulla sua tomba.
Ma lasciamo perdere, sono contento di
aver saputo finalmente di lei e di aver
svelato l’arcano.
SALUTE
L’intervento del dentista sempre di più dettato da ragioni estetiche
L’ortodonzia
invisibile
A cura dello Studio Arlotta&Sichel
N
el terzo millennio la richiesta
dell’estetica è entrata a gamba
tesa in ogni campo merceologico e professionale. Pensare che in
campo odontoiatrico e nella fattispecie
nell’ortodonzia si possa pensare a qualcosa di estetico o addirittura invisibile ,
sembra impossibile.
Com’è possibile che l’apparecchio
per raddrizzare i denti, quell’odioso
ammasso di ferraglia possa essere minimamente definito estetico?
Oggi esistono molte tecniche tese a rendere questi ausili ortodontici del tutto o
quasi invisibili agli occhi degli altri.
Tra le varie tecniche quelle meritevoli
di un maggiore approfondimento sono
sicuramente tre: Ortodonzia con Attacchi Estetici, Ortrodonzia Linguale,
Allineatori Invisibili. L’ortodonzia
tradizionale con gli attacchi (bracket)
in ceramica monocristallina, si tratta
come si percepisce di una tecnica
tradizionale con i bracket montati sulla
faccia esterna dei denti e quindi verso
l’esterno, ma la particolarità è che sono
in un materiale praticamente trasparente e quindi, quasi invisibile.
Questa tecnica viene coadiuvata da fili
ed elastici anch’essi trasparenti ed è la
meno nuova tra le tre in quanto bracket
non metallici e in materiale in tinta con
i denti esistono da tanti anni, ma subivano più facilmente distacchi, fratture
e decolorazioni durante il trattamento.
La ceramica monocristallina ha completamente risolto questi problemi.
Un’altra tecnica è quella degli attacchi
“linguali” , ovvero in questa tecnica
i bracket di tipo metallico vengono
attaccati alla superficie interna dei
denti, diventando così quasi del tutto
invisibili agli occhi di chi ci guarda.
Il tasto dolente per questa tecnica è
rappresentata dal periodo più lungo
che ci vuole perché il paziente si abitui
all’ingombro degli attacchi, specie per
l’arcata inferiore dove la lingua tenderà
a “giocare” molto con gli attacchi , risultando così infiammata e dolente per
qualche giorno.
La tecnica più estetica in assoluto
in tema di ortodonzia è quella degli
allineatori invisibili, una tecnica ormai
presente anch’essa da diversi anni ma,
che ora, ha raggiunto capacità terapeutiche che prima non aveva.
Nel corso degli anni oltre a migliorare
da un punto di vista tecnico questi
allineatori sono divenuti anche più
confortevoli ed ancora più trasparenti,
ottenendo il sinonimo di ortodonzia
invisibile.
57
IL PERSONAGGIO
In occasione del secondo anniversario della scomparsa ricordiamo un grande artista nostrano
Gaetano de Rosa, maestro
d’arte e insegnante di vita
Uno dei capolavori del maestro, che rende omaggio al prestigio della scuola aversana, riguarda
il rifacimento del coro ligneo dell’Abbazia di Montecassino, distrutto dai bombardamenti alleati
e ricostruito dopo ben ventidue anni di intenso lavoro: il coro è composto da ottanta sedili scolpiti
Francesco Campanile
R
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icordiamo il maestro Gaetano de
Rosa in occasione del secondo
anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 14 febbraio del 2012.
Lo scultore normanno Gaetano de Rosa
nasce il 5 luglio del 1914 e in giovane
età frequenta la scuola di ‘Arti e Mestieri’, che all’epoca aveva sede presso
l’Abbazia di San Lorenzo ad Aversa,
sotto la guida dei Maestri Margio e
Petrarca.
Nel 1932, all’età di 18 anni, l’allievo de
Rosa rappresenta Aversa ad un concorso
per scultori tenutosi a Firenze, a cui
partecipano le leve provenienti da varie
scuole italiane.
Il de Rosa si confronta con i giovani
artisti degli altri istituti; i suoi disegni
e la sua opera non
passano inosservati e
la commissione incaricata della scelta del
vincitore, non esita a
premiare il brillante
allievo come migliore
esecutore.
Questo
episodio preannuncia
quella che sarà una
carriera ricca di soddisfazioni.
Gaetano de Rosa Il Maestro si occupava personalmente
della progettazione
delle sue opere, curando con minuziosità ogni particolare, così come avveniva
per la messa in opera; per questo motivo
gli venivano commissionati lavori di
prestigio in tutto il territorio campano
ma non solo; oggi infatti basta girare le
vie di Aversa o entrare in qualche chiesa
per ammirare molte delle sue opere.
Uno dei capolavori del Maestro, che
rende omaggio al prestigio della scuola
uomo di cultura e grande
conoscitore d’arte, volle
che la realizzazione del
coro ligneo fosse la copia
perfetta di quella originale
demolita in seguito ai
bombardamenti, così convocò numerosi maestri
provenienti
dall’intera
penisola, assegnando loro
il compito di realizzare
un singolo elemento del
vecchio coro, una sorta
di prova d’arte, poi con
grande scrupolosità, una
Il coro ligneo dell’Abbazia di Montecassino
commissione capitanata
dall’Abate stesso, dopo
aver visionato le varie modellature,
premiò la scuola normanna; il Maestro
A de Rosa sono stati de Rosa, in collaborazione con altri arcommissionati lavori di tigiani provenienti principalmente alla
prestigio in tutto il territorio provincia di Napoli, impiegò 22 anni
campano. E poi basta girare per l’esecuzione dell’intero lavoro.
oggi, all’interno dell’Abbazia è
le vie di Aversa o entrare in Ancora
possibile ammirare una targa dedicata
qualche chiesa per ammirare agli esecutori di questa prestigiosa
molte sue opere opera, una testimonianza che è motivo
di grande orgoglio per Aversa.
Personalmente, avendo frequentato per
quindici anni la bottega de Rosa dove
aversana, riguarda il rifacimento del ho imparato le vecchie nozioni sull’incoro ligneo dell’Abbazia di Monte- taglio e sulla scultura, sento il dovere
cassino, splendido esempio barocco, morale di ricordare quest’uomo, a cui
considerata una delle immagini più devo la mia crescita professionale e a
rappresentative del mondo cristiano il cui devo la dedizione che mi permette
cui complesso, nel febbraio del 1944, di portare avanti i miei progetti. Confu distrutto dai bombardieri americani. servo gelosamente materiale artistico ,
Il coro era composto da 80 sedili intera- tra cui cartigli , bozze, intagli e opere
mente scolpiti su legno di noce massic- non finite appartenenti a coloro che
cio (iniziato nel 1692 dai Collicci, una hanno contribuito a rendere importante
famiglia di intagliatori romani).
la scuola operaia. Spero, di avere la
Il Governo Italiano finanziò la rico- possibilità di trasmettere a mia volta le
struzione dell’intero complesso e la tradizioni ricevute in eredità da questo
prima pietra fu posata il 1° aprile del grande uomo. Grazie don Gaetano,
1949. All’epoca l’Abate Ildefonso Re, Maestro d’arte, insegnante di vita.
IL RICORDO
Aversa l’accolse nel 1946 dopo aver girato l’Italia al seguito del papà ufficiale dell’Esercito
Clara Pulizzi, una signora
d’altri tempi
La scuola per lei è stata una passione, un impegno serio dettato da nobili motivazioni etiche. Convinta
della sua libertà di opinione, ha scritto su molte riviste e quotidiani nazionali la sua tristezza
da “italiana vera” costretta ad assistere alla svendita progressiva dei valori costituzionali ed etici
Maria Luisa Coppola
R
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icordare Clara Pulizzi mi
commuove tanto perché non
riesco a coniugare i verbi al
passato e ritenere la sua presenza in
mezzo a noi un’esperienza terrena
chiusa. Ma so che lei avrebbe piacere
che qualcuno desse testimonianza della
sua lunga vita, se non altro per lasciare
un segno, una rimembranza ai giovani.
Aversa l’accolse nel 1946, dopo varie
residenze in molte città italiane (era
nata a Trapani) per gli incarichi del
padre, ufficiale dell’Esercito italiano.
Compì gli studi letterari a Napoli, con
Maestri di antica fama, come il latinista
Galli e lo storico Pontieri; i concorsi
nazionali vinti brillantemente per la
professione di docente presso il Liceo
classico “Cirillo” di Aversa e di preside
presso il Liceo pedagogico “Novelli” di
Clara Pulizzi
Marcianise, da lei seguito
nella riforma da istituto
triennale a quinquennale
e con vari indirizzi,
segno della sua pervicace
tenacia nel portare a
termine compiti ardui ma
improcrastinabili per essere
al passo con i tempi.
La scuola è stata una
passione, un impegno
serio dettato da nobili
motivazioni etiche: una
palestra di grande cultura,
di scoperta di talenti, una
comunità del dialogo e
del diritto di cittadinanza,
accogliente e propositiva,
non fondata sul profitto né
tantomeno sull’utilitarismo
personale, bensì sull’ideale
di comunità educante
Si rinnova ad Aversa la manifestazione in ricordo delle vittime delle Foibe
Il dovere della Memoria
F
oiba. È questa una parola ancora
sconosciuta ai più, una parola a
lungo ignorata e deliberatamente
nascosta, ricordata soltanto da quanti
per quella parola avevano versato fiumi
di lacrime. È una parola che però non
può ignorarsi e che è stata scritta col
sangue nella storia d’Italia. Non è stato
ancora possibile effettuare un calcolo
preciso dei morti gettati nelle cavità
carsiche alla fine dell’ultima mondiale,
un numero approssimativo oscilla
tra le 10.000 e le 20.000 vittime. Ma
parallelamente agli eccidi si sviluppò
una vasta ondata migratoria degli
italiani residenti in Istria e Dalmazia,
la cifra degli italiani cotretti alla fuga è
impressionante, le stime più attendibili
parlano di un esodo di 250.000. La città
di Aversa è stata parte integrante della
rete di accoglienza approntata dall’Italia
per questi suoi figli esuli: l’ex ospedale
militare, nel cui perimetro attualmente
sorge il parco “Salvino Pozzi”, fu
adibito a ricovero dei profughi sin dalle
prime ondate e li ospitò sino agli anni
’80. Agli aversani è in gran parte sconosciuta questa pagina drammatica di
storia nazionale e cittadina. Il Comitato
10 Febbraio da anni si è fatto interprete
del dovere della memoria e quest’anno
ha rinnovato il suo ricordo del martirio
di italianità subìto dagli italiani d’Istria
e Dalmazia con una fiaccolata che nella
Foibe, la manifestazione del 2013
serata di lunedi 10 febbraio ha percorso
la città dalla chiesa dell’Annunziata al
parco Pozzi, deponendo un omaggio
floreale all’ingresso di quello che fu il
Campo profughi. A conclusione dell’evento, che ha visto una numerosa partecipazione, sulle note dell’inno nazionale
è stata letta la preghiera dell’esule.
IL RICORDO
permanente, in cui ciascuno a vario titolo
compartecipa alla formazione umana
e civile della “persona”. Molteplici gli
interessi, in gran parte attinenti alla sua
cultura umanistica, in primis gli studi
storici e la buona politica. E’ risaputa
la sua avversione fiera ai movimenti
federali,
separatisti;
fortemente
rispettosa della istituzioni repubblicane,
intessé una fitta corrispondenza con la
moglie del Presidente della Repubblica
Ciampi (sua coetanea) alla quale
esternava il suo disdegno nei confronti
di chi offendeva il tricolore e sviliva la
dignità del Parlamento.
Convinta della sua libertà di opinione,
ha scritto su molte riviste e quotidiani
nazionali la sua tristezza da “italiana
vera” costretta ad assistere alla svendita
progressiva dei valori costituzionali
ed etici. Moglie e madre affettuosa,
tenerissima nonna, ha considerato la
famiglia una ricchezza insostituibile,
una salda roccaforte da difendere in
ogni circostanza…
Nel 1960 fu madrina di una trasmissione
televisiva “Campanile sera” che vide
Aversa vincente per molte settimane,
partecipò attivamente alla vita culturale
aversana affianco al marito, il preside
Domenico Coppola, in ricordo del quale
raccolse gli scritti nella pubblicazione
“Aulica memoria”, ideò un motto
pubblicato sulla rivista “Il basilisco”:
”Superba acies numquam flectitur”
(Uno sguardo fiero non si piega mai)
per simboleggiare la vis normanna,
in riferimento all’icona del gallo
basilisco, simbolo della nostra città.
Se penso a quanto ha studiato, scritto,
con quanto entusiasmo ha vivacizzato
il dibattito culturale nei luoghi in cui
è stata, a quanti insegnamenti ha dato
a generazioni di allievi, sempre con
garbo ed innata signorilità, all’onestà
intellettuale con cui ha condotto la sua
vita “come un ruscello, che, scaturito
limpido dalla roccia senza ristagnare,
né intorbidirsi mai, va limpido a gettarsi
nel fiume…”, alla sua fede semplice
e convinta con cui ha affidato la sua
vita al Signore (buono e generoso con
me), alle sue opere di carità umile e
silenziosa, riaffermo l’espressione che
aveva coniato per sé e che ripeteva
sorridendo “Sono un’ape laboriosa”. E
che dire di più per dimostrarle il nostro
amore? Grazie alla vita che ce l’ha
donata!
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TEATRO
Un grande progetto della compagnia «I figli delle stelle»
Francesco,
il Cavaliere di Dio
Dopo l’elezione di papa Francesco, il parroco di Sant’Audeno
Salato ha invitato «I figli delle stelle» a preparare uno spettacolo
sulla vita del Santo che sarà rappresentato a maggio
Giuseppe Chiatto
N
62
ella parrocchia di Sant’Audeno
ad Aversa, da circa dieci anni,
sotto la guida alla regia di Lia
Cantile e di Michela Grassi, è attiva una
nota compagnia teatrale denominata “I
figli delle Stelle”, composta da giovani
e promettenti talenti della nostra città,
già famosi per le loro magistrali interpretazioni in commedie rappresentate
sul nostro territorio.
L’anno scorso, dopo l’elezione di Papa
Francesco, colpito dalle parole del Pontefice e dalla vita di San Francesco, don
Michele Salato, parroco di Sant’Audeno, ha proposto alle responsabili
della compagnia di mettere in scena un
musical dedicato a questo santo così conosciuto ed amato. Tutta la compagnia
teatrale si è sentita immediatamente
coinvolta in questo progetto, a partire
dalle responsabili che, traendo spunto
dalla vita di Francesco, da alcuni scritti
francescani e dalla ricca produzione
audiovisiva legata alla figura di San
Francesco, hanno scritto un copione
dal titolo “Francesco il Cavaliere di
Dio”, arricchito e animato da musiche
di vari autori legati alla figura del santo
di Assisi, tra cui spiccano Branduardi e
Paulicelli. Il copione ripercorre tutta la
vita di Francesco a partire dall’infanzia,
il suo rapporto con Chiara e con i suoi
amici, per poi proseguire verso l’adolescenza e l’età adulta del Santo, caratterizzata da ricchezze ed ambizioni nel
secolo delle Crociate.
È proprio la guerra l’elemento scatenante della conversione di Francesco che,
guidato dalla voce di Dio, abbandona
le ricchezze paterne e vive il resto della
sua vita in assoluta povertà, seguendo
il vangelo. Anche Chiara e gli amici
più stretti di Francesco come Bernardo,
Pietro, Filippo, Elia e Leone, rimangono così profondamente colpiti dall’esempio di Francesco, seguendo il suo
In scena ad Aversa la vita di S. Francesco
esempio e formando il primo nucleo di
quell’Ordine Francescano, sia maschile
che femminile, ancora oggi così attivo e
presente in tutto il mondo. Don Michele
Salato e tutta la compagnia teatrale
sono profondamente coinvolti in questo
musical, il loro intento è anche quello
di valorizzare al meglio le ricchezze del
nostro territorio, che spesso sale agli
onori della cronaca per fatti non sempre
positivi. Il musical sarà presentato ad
Aversa presso il complesso monastico
di San Francesco nei primi giorni di
maggio. Purtroppo questo progetto è
molto oneroso, poiché l’intera attività è
a titolo gratuito, ciò nonostante si andrà
avanti con impegno e dedizione, ma
chi volesse sostenerlo può recarsi nei
giorni di mercoledì e sabato presso la
parrocchia di Sant’Audeno in via Cesare Golia, dalle ore 16,00 alle 18,00.
Ad Aversa funziona così, chi vuole
valorizzare la cultura, la deve anche
finanziare.
Anche la seconda ristampa del testo di Vito Faenza sta per essere esaurita
Un romanzo di successo
A
nche la seconda ristampa del
romanzo «L’isola dei fiori
di cappero» sta per andare
esaurita, mentre continuano le presentazioni in tutta la Campania. Il 19
febbraio il romanzo sarà presentato
a Piano di Sorrento, sabato 22 sarà
la volta di Sessa Aurunca dove l’autore, Vito Faenza, è stato invitato dai
docenti e gli studenti del liceo Nifo.
Il giorno successivo, domenica 23,
nella biblioteca comunale di Parete,
in piazza Berlinguer, del romanzo
del giornalista ne discuteranno, assieme all’autore, il primo cittadino di
Parete, Raffaele Vitale e l’assessore
alla cultura, Marilena D’Angiolella.
A coordinare il dibattito la giornalista
Malfisia Foniciello.
Gli impegni per Vito Faenza non finiscono qui: il primo marzo sarà al liceo
scientifico Diaz di Caserta, mentre il
18 marzo è stato invitato a discutere
del suo romanzo a Torre Annunziata.
Intanto si sono prenotati a parlare de
“L’isola dei fiori di Cappero” con
l’autore, il liceo Quercia di Marcianise
e il professionale di Capua. Il successo
del primo romanzo di Vito Faenza, ha
spostato a settembre la pubblicazione
del suo secondo romanzo, anche questo
ispirato ad episodi realmente accaduti.