Trügerische Stille

Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione
Segreteria Nazionale Vigili del Fuoco
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[email protected] [email protected] [email protected] Roma, 10 giugno 2014
IX CONGRESSO NAZIONALE UIL PA VIGILI DEL FUOCO ‐ DOCUMENTO PROGRAMMATICO ‐ A seguito dei lavori del IX Congresso Nazionale Uil PA Vigili del Fuoco e della relazione della Segreteria Nazionale, totalmente condivisa dall’assemblea, sulla base di quanto emerso dal dibattito congressuale, vengono tracciate le linee programmatiche del percorso politico‐sindacale finalizzato al perseguimento degli obiettivi più dettagliatamente riportati nella relazione allegata, di cui il presente documento è parte integrante oltre che necessaria sintesi. Si ritiene necessario che la UIL PA VVF rafforzi gli strumenti necessari al raggiungimento degli obbiettivi prefissati, anche attraverso i seguenti provvedimenti: ‐
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Investire nella formazione dei dirigenti sindacali; Riorganizzare il sistema dell’informazione, colmando le attuali difficoltà interattive tra centro e periferia e rafforzando l’attività di patronato; Prevedere una maggiore presenza sul territorio della struttura nazionale, attraverso la programmazione di periodiche assemblee col personale presso i Comandi provinciali; Organizzare un Ufficio stampa in grado di relazionare in maniera efficiente ed efficace sulle disposizioni di legge e sui vari interventi che riguardano il Corpo Nazionale, ovvero fornire una informazione puntuale ed efficiente sull’attività dell’Organizzazione, indirizzata sia agli iscritti che agli organi di stampa; La UIL PA VVF ha visto progressivamente incrementare la propria percentuale di rappresentatività che, per il triennio contrattuale 2013‐2015 si è attestata al 13.31%, giungendo al superamento della soglia dei 3.000 iscritti. Tale consenso ottenuto attraverso una sinergica collaborazione tra centro e periferia, è frutto di un giudizio di merito sull’efficacia della nostra azione incentrata sulla scelta di convincere ricorrendo all’impegno, alla concretezza ed alla competenza, invece di dedicarsi alle suggestioni e facili seduzioni. L’azione sindacale, nel solco dell’autonomia dalla politica che ha sempre contraddistinto l’operato della nostra Organizzazione, sarà improntata al raggiungimento di obiettivi tesi al miglioramento delle attuali condizioni della categoria e del Corpo Nazionale nonché alla tutela dei lavoratori dei Vigili del fuoco. Su queste basi rappresentiamo le linee programmatiche della UIL PA VVF: ‐
Rinnovo contrattuale: Le politiche retributive devono tornare a rivestire un ruolo di assoluto rilievo, occorre pertanto superare l’ignobile ed intollerabile blocco dei contratti, ormai fermi al 2009 e prevedere i necessari strumenti volti a prevenire nel futuro ulteriori simili provvedimenti. 1 ‐ Riforma del Corpo e riordino delle carriere; Specificità e decreti attuativi: Una delle priorità ‐
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deve essere l’immediata emanazione dei provvedimenti legislativi di cui al comma 2 dell’articolo 19 della Legge 4 novembre 2010, n. 183 rubricato, “Specificità delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco”, al fine di dare attuazione alla necessaria definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego del personale Vigili del Fuoco, ottenendo il riconoscimento dei peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti ed i correlati impieghi in attività usuranti. Solo una radicale revisione dell’ordinamento potrà restituire dignità ai lavoratori fortemente penalizzati dal D.lgs. 217/05; l’azione della UIL PA VVF sarà finalizzata a chiedere con forza nuovi provvedimenti di legge che esaltino e valorizzino le professionalità del Corpo ai fini economici, normativi e previdenziali e superino le attuali difficoltà consentendo e prevedendo, per i passaggi di qualifica, anche possibilità di promozioni a ruolo aperto (si pensi all’insensato concorso per il passaggio da Capo squadra a Capo reparto); Comparto di negoziazione: stanti le necessità aggregative che conducano ad una maggiore forza rappresentativa ed alla riduzione dei comparti di negoziazione, dei derivanti risparmi e considerata la natura pubblicistica del rapporto di impiego del personale del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, ribadiamo che la naturale collocazione, in alternativa all’attuale ambito compartimentale, sia rappresentata dall’inserimento del Corpo nell’ambito del cosiddetto Comparto Sicurezza; occorre tuttavia che tale assetto negoziale venga accompagnato da una revisione totale dell’attuale disciplina che consenta ai Vigili del Fuoco di apportare, attraverso le necessarie garanzie, il proprio fattivo contributo che deve essere assunto come punto di partenza per un percorso condiviso, mediante la riforma del Decreto legislativo 195/95. Riforma del volontariato: Separare le figure dei volontari impegnati nei distaccamenti volontari dal personale volontario cosiddetto discontinuo. Occorre inoltre prevedere anche nei Vigili del Fuoco, che non hanno potuto vantare alcun provvedimento favorevole a seguito della soppressione del servizio di leva obbligatorio, l’inserimento della figura del Vigile del Fuoco in servizio temporaneo per un periodo prefissato di tre o quattro anni. Una siffatta riforma sarebbe epocale e contribuirebbe a ringiovanire il Corpo, ad apportare una maggiore professionalizzazione del complesso sistema del soccorso ed a rappresentare un mirabile serbatoio di risorse umane venuto meno con la fine del servizio di leva. ‐ Autonomia del Corpo Nazionale e superamento del dualismo tra Capo Dipartimento e Capo ‐
del Corpo: Fino ad oggi la gestione del Corpo Nazionale è stata caratterizzata da logiche di emarginazione degli elementi tecnici e delle necessità strettamente operative, in favore di dinamiche che non appartengono ai Vigili del Fuoco ed all’interesse esclusivo del Corpo. Avendo pertanto individuato la causa della maggior parte delle problematiche e delle criticità nella mancata autonomia gestionale del Corpo, l’obbiettivo deve essere quello del superamento dell’attuale dicotomia tra Capo Dipartimento e Capo del Corpo, prevedendo una unica figura proveniente dalle carriere dei Vigili del Fuoco così come indirizzo indicato dalla I Commissione Affari Costituzionali, ovvero il raggiungimento della piena autonomia politico‐
gestionale. La soluzione appena richiamata eviterebbe in futuro lotte sindacali che, rispondendo alle specifiche richieste dei lavoratori, rivendicano il transito del Corpo in un diverso Ministero. ONA: il vero problema dell’Opera Nazionale, al di la del più spicciolo populismo, è rappresentato dal fatto che le somme derivanti dai servizi a pagamento resi dai Vigili del 2 ‐
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Fuoco, che in precedenza venivano versate direttamente all’Opera, oggi transitano in un unico fondo istituito presso il Ministero dell’Interno, per poi essere successivamente riassegnate all’Opera con decreto ministeriale. Il Ministero dell’Interno, in fase di ripartizione, ha progressivamente ridotto le rassegnazioni al Corpo Nazionale, determinando una riduzione, nel solo 2011, pari al 64% rispetto all’anno precedente. Occorre quindi ottenere il versamento diretto all’Ente dei proventi relativi ai servizi resi a pagamento dal Corpo Nazionale quale fonte di finanziamento dell’Opera Nazionale; Revisione dei criteri di economicità: Politica ed amministrazione devono essere educati a favorire l’applicazione di strumenti alternativi nella definizione dei criteri di economicità, non correlati ad una rappresentazione su base monetaria, che ha determinato il sistema fallimentare dei tagli lineari non selettivi; occorre partire dall’assunto che l’assenza di ricavi, rende inapplicabili i tradizionali strumenti di valutazione, il Corpo Nazionale deve essere trattato come eterogeneo rispetto al resto del pubblico impiego. Ringiovanimento del Corpo Nazionale VVF: Risulta ormai improcrastinabile trovare una modalità di assunzione che dia la possibilità di ringiovanire , nel giro di pochi anni , il Corpo Nazionale abbassandone almeno di una quindicina di anni l’età media, iniziando fin da adesso un’opera di sensibilizzazione nei confronti della classe politica affinché venga bandito un concorso per aspiranti vigili del fuoco nel più breve tempo possibile. Superamento della compartimentazione dei capitolati di spesa: Occorre superare la rigida compartimentazione dei capitolati non compatibile con l’assetto istituzionale del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, causa di numerosi paradossi come, a mero titolo d’esempio, l’impossibilità di dirottare le risorse per la riparazione dei mezzi di servizio per provvedere all’acquisto di nuovi. L’ insufficienza di risorse e l’impossibilità di sostituire i mezzi operativi impiegati nelle attività di soccorso tecnico urgente (vetusti e mal funzionanti), hanno determinato, invece che un risparmio di spesa, un incremento consistente dei costi di manutenzione necessari a mantenere la necessaria efficienza di mezzi ed attrezzature estremamente vetuste (l’acquisto di mezzi ed attrezzature nuove avrebbe determinato un costo di gran lunga inferiore rispetto ai costi effettivi di manutenzione). Tutela legale iscritti : Stipula, da parte della Segreteria Naz., di una assicurazione finalizzata alla copertura legale nei confronti degli iscritti. Tale stipula sarà dedicata alla copertura delle spese legali a seguito di eventi colposi accaduti in servizio. Assicurazione obbligatoria per gli infortuni sul lavoro e malattie professionali: Occorre offrire una soluzione concreta e tangibile al mancato riconoscimento di un’adeguata forma di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, la cui mancata attuazione rappresenta una mortificante forma di penalizzazione del personale quotidianamente impegnato in ambiti di intervento particolarmente rischiosi (si considerino a mero titolo d’esempio i casi di malattie derivanti dall’esposizione all’amianto), in un tale sistema è necessario prevedere la possibilità di recupero degli emolumenti e accessori stipendiali per il personale che si assenta per infortunio e/o che transita in art. 134. Protezione civile e ruolo centrale del Corpo Nazionale: Riteniamo che l’attuale sistema nazionale di protezione civile vada necessariamente migliorato, ma solo attraverso la riscoperta del ruolo di assoluta centralità del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, in particolare nella fase emergenziale di immediato soccorso, attraverso il sistema che vorremmo definire di “coordinamento a fasi” superando le attuali commistioni istituzionali che portano al 3 ‐
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cosiddetto “tutti che vorrebbero fare tutto e male” anche in virtu’ dell’ultima circolare esplicativa del Dipartimento della Protezione sulle funzioni vietate al volontariato . CMO, vittime del dovere, infortuni ex art. 18, ecc.: risulta inaccettabile e vergognoso che i Vigili del Fuoco colpiti da infortunio o richiedenti causa di servizio debbano sottoporsi a viaggi esasperanti presso le CMO delocalizzate a seguito del processo di spending review; bisogna garantire ai colleghi una particolare e doverosa attenzione. Attualmente, per scelta ed orientamento politico di stampo ignobile, lavoratori già pesantemente frustrati da accadimenti che li provano anche psicologicamente, sono ulteriormente umiliati da atteggiamenti irriguardosi perpetrati da medici militari o, peggio, dai medici dei Vigili del Fuoco nei riguardi di umili e stoici servitori dello Stato. La UIL PA VVF dovrà porre in essere qualsiasi iniziativa utile alla massima tutela di questi colleghi. Previdenza complementare: Riteniamo doveroso offrire risposte ai Vigili del Fuoco con riferimento alla previdenza complementare. E’ infatti risaputo che in futuro il rapporto tra pensione ed ultimo salario si ridurrà considerevolmente anche a seguito della revisione della base pensionabile, ovvero della revisione triennale dei coefficienti di trasformazione in rendita. Pertanto non è più rinviabile la piena attuazione della previdenza complementare che, per quanto concerne il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, non è mai partita. Permangono inoltre numerose differenze previdenziali tra il personale Vigili del Fuoco ed altri pubblici dipendenti che vanno necessariamente compensate. Valorizzazione del personale amministrativo‐contabile ed informatico: E’ necessario e non più procrastinabile l’istituzione della carriera dirigenziale per il personale del settore amministrativo‐contabile ed informatico, ovvero il riordino e la valorizzazione del personale dei predetti ruoli dal punto di vista economico/previdenziale. Specialità e specializzazioni: valorizzare economicamente le mansioni che necessitano di particolari abilitazioni e/o qualificazioni e rivedere le indennità spettanti ai nuclei specialistici del Corpo, con particolare riferimento all’equiparazione delle indennità percepite dai sommozzatori che, per legge, dovrebbe essere identica a quella delle forze armate e di polizia. Occorre inoltre prevedere un più efficace ed efficiente servizio delle professionalità SAF 2B presso i nuclei elicotteri, con contestuale riconoscimento della relativa specialità. Squadre di PG presso i Comandi: atteso il sempre maggiore impegno profuso dal personale operativo in relazione ai doveri di Polizia Giudiziaria si ritiene necessario proporre l’istituzione formale di Squadre di PG presso ogni Comando Provinciale, disciplinate ed organizzate attraverso apposita Circolare del Capo del Corpo. Letto, approvato e sottoscritto 4 IX CONGRESSO NAZIONALE
Impegno,
concretezza
e correttezza,
sempre
e comunque
dalla
parte del
lavoratore
27-28-29 MAGGIO 2014 HOTEL DUCA D’ESTE - TIVOLI
Premessa Sono trascorsi poco più di quattro anni e ci ritroviamo ancora tutti insieme a celebrare il IX° Congresso Nazionale della UIL PA dei Vigili del Fuoco. Desidero ringraziare i numerosi ospiti che hanno accettato il nostro invito e che ci onorano con la loro presenza, dimostrando attenzione e sensibilità nei riguardi della nostra Organizzazione sindacale. Il nostro saluto va principalmente agli iscritti, ai quadri e ai dirigenti sindacali territoriali e nazionali che negli ultimi due mesi hanno consentito, con la loro partecipazione ed il loro impegno, di effettuare centinaia di assemblee e congressi di tutte le nostre strutture, dalle assemblee sui posti di lavoro ai congressi provinciali e regionali. Un augurio di buon lavoro a tutti i delegati presenti a questo Congresso: a voi il compito di valutare il lavoro svolto sino ad oggi e di definire per i prossimi quattro anni le linee di indirizzo della politica sindacale di settore, nonché di scegliere il nuovo gruppo dirigente. Ci accingiamo oggi a celebrare un congresso con una UIL PA dei Vigili del Fuoco più unita, più forte e più rappresentativa. Il rafforzamento organizzativo del nostro sindacato è tanto più apprezzabile, se rapportato alle difficoltà affrontate negli ultimi cinque anni durante i quali abbiamo dovuto fare i conti con:  Una crisi economica tale da non consentire il rinnovo dei contratti di lavoro, scaduti ormai da cinque anni, ad una categoria, quella dei Vigili del Fuoco, che pur facendo sicurezza non riesce ad ottenere lo stesso trattamento riservato invece agli appartenenti al comparto della sicurezza dello stesso Ministero dell’Interno;  Una politica di tagli alle risorse economiche ed a quelle umane che, nonostante il lavoro e l’impegno continuo dei Vigili del Fuoco, ha rischiato e rischia, ancor oggi, uno scadimento della qualità dei servizi e l’impossibilità di valorizzare in modo adeguato le alte professionalità oggi esistenti; 1  Un tentativo continuo e costante di ridimensionare, a tutti i livelli, il sistema delle relazioni sindacali con il preciso intendimento di rimettere in discussione il potere di rappresentanza di talune organizzazioni dei lavoratori;  Un quadro politico ed istituzionale caratterizzato da continui conflitti ed un’inaccettabile dualismo che comporta criticità nella catena di comando del Corpo;  L’attuazione di idee e progetti incoerenti e tesi alla sola difesa di particolari ed interessate posizioni di potere;  Un Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco indebolito da una politica a favore del precariato e dello sviluppo del volontariato che non potrà mai competere con l’alta professionalità oggi garantita dalla componente permanente;  La nascita di movimenti che, privi di programmi e risultati concreti, al fine di avere una propria identità, hanno voluto creare un nemico comune, abbracciando quel movimento antisindacale che è servito a rafforzare i poteri forti del Dipartimento. Nonostante questi ostacoli e queste enormi difficoltà, la UIL PA dei Vigili del Fuoco ha continuato a crescere in termini di iscritti e di consensi con un trend superiore alle altre OO.SS. Oggi siamo tra le Organizzazioni più rappresentative avendo superato abbondantemente la percentuale di rappresentatività, che per il triennio 2013‐2015 si è attestata al 13,31%. Cari delegati, oggi possiamo sentirci tutti orgogliosi di aver partecipato attivamente alla crescita della UIL PA dei Vigili del Fuoco con impegno, concretezza e competenza. 2 Il quadro politico‐economico “Negli ultimi tempi ci troviamo a soffrire di una forma particolarmente virulenta di pessimismo economico. E’ opinione comune, o quasi, che l’enorme progresso economico … sia finito per sempre; che il rapido miglioramento del tenore di vita abbia imboccato … una parabola discendente; e che per il prossimo decennio ci si debba aspettare non un incremento, ma un declino della prosperità”. “A mio avviso si tratta di un fraintendimento molto vistoso di quanto ci accade intorno. Scambiando per reumatismi quelli che in realtà sono disturbi della crescita, e in particolare di una crescita troppo veloce. La fase di assestamento tra un periodo economico e l’altro non è mai indolore …” Queste parole – con le quali inizia un celebre libro di Keynes del 1931 “Possibilità economiche per i nostri nipoti” – sembrano pronunciate oggi e ben dipingono il momento che stiamo vivendo. E’ sotto gli occhi di tutti noi l’effetto devastante che la crisi del 2008 ha prodotto e sta ancora producendo in termini di impoverimento generale del Paese, di posti di lavoro bruciati a centinaia di migliaia. Il divario sociale è avanzato e con esso dilaga lo smarrimento e la paura di non farcela ad invertire la rotta del declino. Agendo su due leve sta determinando l’inaridimento dei diritti e la compressione dei salari; sta bruciando il futuro delle nuove generazioni. Certo, è una crisi che affligge tutte le economie occidentali. In Europa si sono persi 300 mld di PIL ed oltre 500 mld fra mancati investimenti e contrazione dei consumi. Ma non tutti i Paesi hanno reagito allo stesso modo. L’Italia è fra le nazioni che hanno subito il colpo più duro, meno 86 mld di Prodotto Interno Lordo e meno 111 mld di mancati consumi e investimenti. La globalizzazione e l’Euro hanno messo a nudo i ritardi del nostro sistema Paese. 3 L’Italia ha significativi e diversi primati: l’inefficienza della Pubblica Amministrazione che impiega 1500 giorni per trasformare una decisione in cantiere operativo; la scarsità di investimenti in ricerca scientifica e innovazione di prodotto, dai circa 5000 brevetti del 2006 siamo passati ai 3300 del 2010; un’atavica carenza dell’offerta formativa da quella professionale a l’istruzione scolastica che mai si concilia con l’esigenza della produzione e del lavoro. Siamo invece sopra la media europea nella tassazione del lavoro e della produzione; nella difesa di tutte le posizioni di rendita: immobiliari, professionali e finanziarie. Siamo la comunità che più si attarda nella protezione corporativa di limitare la concorrenza con un peso significativo dell’illegalità – non solo mafiosa – sul sistema economico che è causa di scarsa attrazione di investitori stranieri, ma anche nazionali, che non investono anche per effetto di una farraginosa amministrazione della giustizia che va riformata per garantire la certezza del diritto come più volte ci ha ammonito, e sanzionato, la Corte di Giustizia Europea. Siamo il Paese con i salari netti più bassi e la tassazione più alta, l’orario di lavoro più lungo e la produttività più bassa; un fisco occhiuto per i redditi da lavoro e cieco verso le vaste sacche d’evasione. Il ritardo ingiustificato nell’attuazione di importanti riforme è degenerato con l’espandersi della crisi internazionale. La quota del PIL destinato ai salari nel periodo 1976‐2007 è crollata dal 68% al 53%. Alla mancata crescita dei salari sopperiva il facile credito concesso dalle banche. Era una furba scappatoia, non era l’ormone della crescita. Oggi i professori ci spiegano che l’Italia è attardata nella crisi perché sono diminuiti i consumi interni. Ma come possono ripartire i consumi interni se abbiamo la disoccupazione al 13%, i nuclei familiari senza reddito da lavoro sono aumentati del 18% e più di 4 milioni di lavoratori sono precari ai quali le banche rifiutano l’accensione di un mutuo ? La maggioranza di questi lavoratori sono giovani diplomati e laureati a cui stiamo rubando il destino. L’Italia paga per il suo enorme debito pubblico, per l’assenza di una politica industriale che promuova la manifattura. L’Italia non possiede risorse naturali o materie prime. 4 Siamo un Paese che trasforma. Materie prime messe nelle mani dei nostri Lavoratori si trasformano in prodotti di eccellenza, nati dalle idee e dalle intuizioni di migliaia di donne e uomini. Il lavoro è l’unico patrimonio disponibile, è l’unica leva che possiamo azionare per uscire dalla crisi. Occorre una politica industriale che sappia promuovere il Sapere e il Saper fare; che metta al centro il Genio Italiano nei secoli ammirato, invidiato e copiato dal mondo occidentale. Lo smarrimento di una cultura politica, ancorché riformista, ha indotto la politica ad allontanarsi dai bisogni dei Lavoratori e dei ceti più bisognevoli di una visione progettuale che li liberi dalla paura e dalla solitudine coniugando merito e bisogni. Il ceto politico è stato fino ad oggi paralizzato, incapace di intraprendere una convinta azione riformatrice che coinvolga il suo ruolo di rappresentanza, l’architettura istituzionale. Non ha saputo distinguere le spinte innovative da quelle populiste che hanno trovato, in contrasto tra loro, espressione nel M5S. I partiti politici non sono stati in grado di prospettare al Paese uno scenario che lo porti fuori dal declino ma che anzi, sotto l’incalzare di quella frazione di movimenti anti europeisti che si collocano nella pura protesta di sistema, potrebbero aprire la strada all’avventurismo. Noi crediamo che occorra ridisegnare un progetto pragmatico collocato all’interno di un sistema di valori, necessario per avere sempre chiara la direzione verso cui andare. Un’idea di società che sappia reinterpretare in chiave moderna la centralità sociale del valore del lavoro, assumendolo come valore fondamentale della comunità, che dia all’economia reale il compito di traino del sistema Paese. Un progetto capace di promuovere la partecipazione per creare un sistema economico nazionale capace di coniugare qualità e competitività, diritti e produzione, affermando un’equa e moderna politica fiscale che agevoli i redditi da lavoro e chiami ad una maggiore partecipazione le rendite non produttive. Confermando un Welfare universale fondato sulla giustizia sociale, integrato dalla 5 sussidiarietà di organismi intermedi, che dia uguale opportunità per tutti ma che al contempo non mortifichi il merito e la libertà di intraprendere. Vorremmo che la politica ritornasse a svolgere questo ruolo. Noi vorremmo che i partiti si concentrassero sulle difficoltà che le aziende hanno ad accedere al credito dopo che l’intera comunità si è fatta carico, giustamente, di non far fallire il sistema creditizio. Aspettavamo e ci aspettiamo ancora che le banche facciano il loro mestiere , finanziando idee e progetti, famiglie ed imprese. Noi vorremmo una classe politica che abbia la capacità di autoriformarsi, che torni in sintonia con il Paese reale riducendo i costi impropri della politica, riducendo le 8.000 aziende municipalizzate, che sfoltisca le 36.000 stazioni appaltanti. Fare questo non significa ridurre i livelli democratici, significa invece riavvicinare la politica alle persone. E quando hai la partecipazione delle persone alla gestione del bene comune hai allargato la democrazia. Se la politica si occupasse dei cittadini, della dignità delle persone, se trattenesse le migliori energie anziché costringerle ad emigrare per realizzare il loro sogno di costruirsi un futuro mettendo in pratica quello che hanno imparato nelle nostre scuole, allora accenderebbe una speranza, darebbe una prospettiva, libererebbe un’energia fortissima, quell’energia che i nostri uomini, le nostre donne profusero per risollevare il Paese uscito distrutto da una barbarie, facendolo divenire una delle maggiori e migliori economie europee. Costruirono la democrazia. Lo fecero perché intravedevano il futuro e il futuro era ed è nel lavoro. Oggi non bisogna ricostruire il Paese: la democrazia e le sue più alte istituzioni sono ben salde; occorre ricostruire lo sviluppo e la giustizia sociale. Ricostruiamo il lavoro riappropriandoci dell’antico valore del lavoro come mezzo per l’affermazione della giustizia sociale. Noi, noi della UIL abbiamo una tara, e ne siamo orgogliosi, non abbiamo governi amici o nemici, valutiamo i governi per quello che fanno e ci confrontiamo con tutti i governi democratici. Riconosciamo al Governo attuale un utile dinamismo e velocità nel prendere decisioni tese ad infondere fiducia. 6 Il Bonus di 80 euro, che vuole iniettare fiducia nella fascia di consumatori più colpita dalla perdita del potere d’acquisto, se non diventa strutturale allargandolo agli incapienti e ai pensionati, sarà servito a poco, anzi aumenterà il prelievo fiscale per famiglie ed imprese. Un Bonus di 80 euro che sarà percepito anche da una buona parte dei lavoratori dei Vigili del Fuoco, a conferma del basso reddito percepito dai Vigili del Fuoco rispetto agli operatori di Polizia. Anche per questo motivo la UIL continuerà a sostenere la necessità di una reale equiparazione stipendiale dei Vigili del Fuoco al personale del Comparto sicurezza e difesa, anche attraverso l’inserimento del Corpo nell’ambito del cosiddetto Comparto sicurezza, fermi restando i compiti istituzionali attualmente assegnati al Corpo Nazionale. La fusione del Comparto dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile con il Comparto Sicurezza e Difesa risulterebbe compatibile con la riduzione dei Comparti di negoziazione permettendo la conclusione di un percorso di sindacalizzazione del Comparto Sicurezza iniziato da tempo e mai concluso, ovvero quella necessaria forma di armonizzazione contrattuale che deve essere assunta come punto di partenza per un percorso condiviso, mediante la riforma del Decreto legislativo 195/95. La costrizione della dinamica retributiva attraverso meccanismi di congelamento dei livelli salariali costituisce poi ulteriore penalizzazione (anche e soprattutto quelli riconducibili agli sviluppi di carriera) che necessita di essere sbloccata immediatamente. Succede infatti che, proprio a seguito di tali meccanismi (Bonus e congelamento salariale) un Vigile del fuoco con un anno di servizio percepisca uno stipendio analogo, se non addirittura superiore a quello percepito da un vigile del fuoco con anzianità superiore a 10 anni di servizio. Le politiche retributive, devono quindi tornare a rivestire un ruolo di assoluto rilievo non solo dal punto di vista dei livelli retributivi, ma anche da quello della struttura della retribuzione e della dinamica retributiva, quest’ultima intesa come la variazione del salario in un determinato arco temporale. Analogamente occorre riconoscere al riordino delle carriere un ruolo di assoluta centralità, non solo per quanto concerne una corretta gestione delle risorse umane e quindi delle necessarie aspettative di carriera quali elementi incentivanti il 7 miglioramento della performance, ma anche allo scopo di conciliare ed equilibrare il fattore del naturale invecchiamento, con i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti, ovvero con una correlata diversa ripartizione dei carichi di lavoro. Un Corpo Nazionale emarginato Quelli trascorsi sono stati anni difficili. Anni in cui i Vigili del Fuoco hanno subito un progressivo e costante processo di emarginazione da ogni forma di investimento, in termini di risorse economiche, finanziarie ed umane, che ha trovato giustificazione nella poco credibile scusa delle risorse insufficienti. La UIL PA dei Vigili del Fuoco ha sempre sostenuto che il vero problema non fosse tanto legato all’esiguità delle risorse, quanto invece a come queste risorse venivano e vengano tuttora effettivamente impiegate (giova ricordare il caso delle forniture di apparati della società Sintel per un importo pari a 5,6 milioni di euro su cui la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo d’inchiesta per indagare nell’ambito di appalti costruiti su misura per le ditte amiche, mediante un abusato ricorso alla disciplina delle cosiddette “opere segretate”). La UIL PA dei Vigili del Fuoco è stata l’unica ad aver sollevato la questione, contestando fortemente una gestione del Corpo Nazionale caratterizzata da atteggiamenti di accondiscendenza verso una volontà politica che domina pressoché incontrastata. Atteggiamenti dai quali sono inevitabilmente scaturiti quei gravosi limiti nell’incapacità di mediare gli interessi del Corpo con quelli della politica o, ancora peggio, di subordinarli ad alcuni poteri forti. Uno stato di abbandono dei Vigili del Fuoco che non ci ha lasciati indifferenti e che ci ha fatto maturare sempre più la convinzione che l’unico modo di liberare il Corpo da questa morta gora, fosse quella di operare una netta contrapposizione perseguendo al contempo l’obbiettivo della piena autonomia del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. In tale contesto la UIL ritiene necessario provvedere alla propedeutica autonomia politico gestionale del Corpo, ovvero alla sua indipendenza. Soluzione che 8 eviterebbe in futuro lotte sindacali che, rispondendo a specifiche richieste dei lavoratori, rivendicano il transito del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in un diverso Ministero. Doppio vertice ed autonomia del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco dalla classe prefettizia. L’attuale dicotomia anche funzionale, nella direzione del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, tra la figura del Capo Dipartimento e quella del Capo Dipartimento che espleta funzioni vicarie e che è posto a capo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, determina una progressiva e costante emarginazione degli aspetti tecnici nella gestione del Dipartimento e dello stesso Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Le ricadute sono sia dirette che indirette sulla “mission” istituzionale e sugli aspetti di efficienza ed efficacia anche gestionale che, allo stato attuale, risultano eccessivamente sbilanciati verso una esiziale e parossistica compressione degli elementi tecnici e delle necessità strettamente operative, che invece devono essere tenuti in debita considerazione perché rappresentano il fulcro ed il motivo funzionale dell’intero apparato organizzativo. Queste criticità appena richiamate, possono essere affrontate e superate esclusivamente attraverso quelle competenze tecniche che vanno necessariamente ricercate nell’ambito dei ruoli dirigenziali del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Occorre pertanto superare il problema del doppio vertice del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Questa operazione risulterebbe risolutiva rispetto alle criticità emerse nella catena di comando del Corpo, attraverso la concezione di un riferimento unico ed unitario, quale elemento di necessaria congiunzione tra il centro e la periferia. Un unico riferimento che risulta fondamentale in una organizzazione che deve intervenire in tempi estremamente ridotti ed in situazioni estremamente complesse sotto il profilo emergenziale. 9 Bisogna quindi ridurre la dimensione plurale degli “attori” nella gestione del Corpo Nazionale, oggi espressione di un inutile dualismo tra aspetti “politici” ed aspetti tecnici, così come suggerito dalle Commissioni I di Camera e Senato, ovvero della I Commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio ed Interni della Camera dei Deputati, che nella seduta del 16 febbraio 2012 ha avanzato “l’auspicio che il Governo adotti quanto prima iniziative legislative intese a risolvere, nel senso indicato in più sedi dalle rappresentanze sindacali dei Vigili del fuoco, il problema del doppio vertice del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, attribuendo piena autonomia al Corpo stesso”. Aspetti pensionistici e previdenziali Alla UIL va riconosciuto il merito di aver fatto chiarezza sulla reale età media del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che risulta di ben 47 anni, contro i circa 41 anni del personale della Polizia di Stato. Abbiamo altresì evidenziato un tasso di cessazioni premature nel Corpo Nazionale pari al 74,85% contro il 7,59% del personale della Polizia a riprova di un’attività estremamente logorante. Questi dati sono risultati indispensabili per ottenere il blocco del processo di armonizzazione dei requisiti per l’accesso al sistema pensionistico. Ma i Vigili del Fuoco sono penalizzati anche per il mancato avvio della previdenza complementare. Il sistema pensionistico pubblico in Italia è stato interessato da una serie di riforme, volte a contenere l’espansione della spesa. Nel 1993 il periodo di rilevazione della base pensionabile fu gradualmente esteso all’intero periodo lavorativo e la rivalutazione delle pensioni venne limitata all’aumento dei prezzi. Nel 1995 la cosiddetta ”Legge Dini” ha segnato il passaggio dal sistema retributivo di calcolo delle pensioni, ad un sistema contributivo. Per effetto di queste riforme il rapporto tra la pensione e l’ultimo stipendio si è ridotto considerevolmente. 10 Una ulteriore riduzione è stata poi determinata dalla revisione della base pensionabile, ovvero dalla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione in rendita; per tali ragioni il legislatore aveva ritenuto opportuno delegare il Governo all’adozione di strumenti necessari ad assicurare più elevati livelli di copertura previdenziali, affiancando così alla pensione obbligatoria un trattamento pensionistico complementare. L’attuazione della previdenza complementare tuttavia, non è mai avvenuta, esponendo il personale dei Vigili del Fuoco ad un preoccupante danno economico, derivante da una penalizzazione nel trattamento pensionistico, correlato al mancato riconoscimento di idonei strumenti che favoriscono l’attivazione dei cosiddetti fondi pensione. L’allarme è stato più volte lanciato anche dalla UIL. Il Rapporto 2010 sullo Stato Sociale ha infatti previsto pensioni quasi dimezzate nel 2035. In sostanza, i lavoratori che andranno in pensione tra 25 anni, riceveranno una pensione corrispondente al 58% dell’ultimo stipendio. Secondo una stima del COVIP (l'Autorità amministrativa che ha il compito di vigilare sul funzionamento dei fondi pensione complementari), in pochi anni gli assegni pensionistici scenderanno al 60% della retribuzione, con l’evidente necessità di occuparsi con urgenza della previdenza complementare. Anche le proiezioni Censis‐Unipol si sono rivelate estremamente preoccupanti, prevedendo che nel 2050 ben il 42% dei lavoratori dipendenti, che oggi hanno tra i 25 ed i 34 anni, avrà meno di mille euro di pensione (quadro ulteriormente aggravato dall’incremento della spesa privata per le prestazioni sociali). Nonostante tutto la previdenza complementare è a livelli minimi, mentre per i Vigili del Fuoco non è mai partita. Si pensi che la Corte dei Conti aveva addirittura ipotizzato la trasformazione dell’Opera Nazionale Assistenza del personale in Ente previdenziale. Anche sul fronte previdenziale occorre colmare la sperequazione esistente tra il personale dei Vigili del Fuoco ed il personale delle altre Forze di Polizia. Permangono infatti numerose differenze previdenziali quali l’aumento figurativo di un quinto del servizio effettivamente prestato per un massimo di cinque anni e l’attribuzione di sei aumenti periodici di stipendio in aggiunta alla base pensionabile. 11 Siamo inoltre convinti che una delle priorità deve essere l’immediata emanazione dei provvedimenti legislativi volti al pieno riconoscimento della “Specificità del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco” al fine di dare attuazione alla necessaria definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego ai fini della tutela economica, pensionistica e previdenziale del personale Vigili del Fuoco, ottenendo il riconoscimento dei peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti ed i correlati impieghi in attività usuranti. L’Opera Nazionale di Assistenza Esiste poi un problema legato al finanziamento dell’Opera Nazionale di Assistenza del personale dei Vigili del Fuoco che provvede all'assistenza materiale e culturale degli appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in servizio e in quiescenza, ai loro familiari, agli orfani. Recenti manovre finanziarie hanno imposto che parte dei proventi relativi ai servizi a pagamento resi dai Vigili del Fuoco, che in precedenza venivano versati direttamente all’Opera Nazionale, devono necessariamente confluire in un unico fondo istituito presso il Ministero dell’Interno, per poi essere successivamente riassegnati a vari Enti assistenziali del Ministero attraverso una ripartizione operata dal Ministro con apposito decreto. Nel solo anno 2011, l’allora Ministro dell’Interno, in fase di ripartizione del Fondo, ha operato una riduzione delle risorse riassegnate all’ONA pari al 64% rispetto all’anno precedente. Tale riduzione ha comportato un drastico ridimensionamento dei contributi straordinari sanitari e dei contributi periodici erogati alle famiglie dei Vigili del Fuoco con gravi problemi sanitari, l’azzeramento degli interventi assistenziali socio familiari erogati al personale, l’impossibilità del rinnovo della polizza assicurativa sanitaria per il personale necessaria per sopperire all’assenza di copertura assicurativa INAIL. Grazie alla UIL PA dei Vigili del Fuoco che ha evidenziato tale anomalia, l’ONA, da quest’anno avrà a disposizione maggiori risorse che permetteranno la stipula di una nuova assicurazione sanitaria a favore del personale. 12 Certamente tale risultato non può considerarsi come risolutivo. Occorrerà pertanto ricercare un nuovo meccanismo di riassegnazione delle risorse che provengono dal lavoro dei Vigili del Fuoco e che per tale motivo devono necessariamente servire a finanziare esclusivamente l’Ente di assistenza dei Vigili del Fuoco. Il Fondo emergenze L’impossibilità per i lavoratori del Corpo Nazionale di percepire le indennità maturate in occasione di interventi effettuati in zone calamitose ha costituito, per anni, un chiaro danno economico. I Vigili del Fuoco che accorrevano a prestare soccorso in occasione di terremoti, alluvioni ed altre situazioni emergenziali, si vedevano pagare le indennità spettanti dopo due anni. In alcune situazioni le risorse necessarie al pagamento delle indennità al personale non sono mai state versate, costringendo l’Amministrazione, pressata dai sindacati, ad effettuare risparmi su fondi già esigui, con lo scopo di pagare il personale. Per questo motivo, la UIL ha rivendicato con forza la costituzione di uno specifico Fondo per le emergenze inserito nell’ambito del bilancio di previsione del Ministero dell’Interno, Missione “Soccorso civile”, con la finalità di anticipare i corrispettivi spettanti al personale per i servizi resi in emergenza. Una classe politica attenta alle esigenze dei Vigili del Fuoco ha permesso poi che tale richiesta del personale trovasse attuazione. Altre situazioni analoghe attendono però di trovare soluzioni adeguate. Si pensi, ad esempio, alle risorse versate dalle Amministrazioni regionali per le convenzioni sottoscritte a livello regionale relativamente agli incendi boschivi. Queste risorse, a causa di meccanismi burocratici che vanno necessariamente semplificati, finiscono nelle tasche dei lavoratori dopo un periodo che varia dai 6 ai 12 mesi. 13 IL sistema dei passaggi di qualifica Lo sblocco dei passaggi di qualifica rallentati da un elevato numero di ricorsi amministrativi, è stato in questi anni risolto attraverso il ricorso allo strumento della decretazione di urgenza, al fine di fornire le immediate e necessarie soluzioni per garantire la piena funzionalità del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Questo importante risultato, voluto dalla UIL, non può tuttavia considerarsi risolutivo. Occorre infatti apportare le necessarie modifiche all’Ordinamento del personale, affinché si trovi una soluzione definitiva al problema anche attraverso una revisione delle carriere che da tempo riteniamo sia necessaria e non più rinviabile. Il Progetto di riordino La UIL ha sempre sostenuto la necessità di riorganizzare le Direzioni Centrali del Dipartimento prevedendo anche accorpamenti che avrebbero determinato sostanziali risparmi di spesa necessari per consentire la salvaguardia della funzionalità territoriale del Corpo Nazionale relativamente alla logistica dei presidi e al mantenimento del parco mezzi. Il Progetto di Riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo presentatoci inizialmente dall’Amministrazione presentava diverse criticità ed in parte non salvaguardava tutte le strutture periferiche. Per questo motivo avevamo inizialmente espresso forti perplessità. Tuttavia a seguito di approfondito esame congiunto con l’Amministrazione e delle correzioni necessarie al testo, abbiamo deciso di accogliere con favore il decentramento posto in essere attraverso il Riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Una scelta responsabile che ha consentito il recepimento di talune nostre richieste a tutela del personale e del servizio. La firma consentirà alla UIL di partecipare ai successivi passaggi contrattuali per la definizione dei provvedimenti attuativi del Riordino. 14 Inoltre contestualmente al Riordino è stata firmata anche una importante dichiarazione di intenti che sono alla base della risoluzione di annosi problemi che affliggono il personale ed il Corpo. La dichiarazione prevede l’avvio di un confronto sindacale finalizzato alla revisione dell’Ordinamento del personale, al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, al recupero delle risorse aeroportuali necessarie al pagamento delle indennità contrattuali arretrate e per la destinazione di risorse per gli automezzi e le attrezzature tecniche, alla revisione del Regolamento del servizio volontario. Il progetto inoltre fornirà soluzione al problema di attuazione dell’accordo del 2008 che prevedeva una diversa ripartizione numerica nelle figure di Capo Reparto e Vice Ispettore. L’impossibilità di attuare l’accordo era infatti dovuta alla mancata autorizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze che aveva sollevato sostanziali rilievi. Col nuovo accordo è stata quindi data la priorità alle nuove assunzioni prevedendo la conversione di 262 ispettori in 300 nuovi vigili permanenti. Nell’ambito di quest’ultimo contesto è emerso il forte senso di responsabilità della UIL, in grado di compiere quelle scelte che altri non hanno fatto perché storicamente orientati al populismo ad ogni costo. Il Rinnovo Contrattuale Una dichiarazione d’intenti sottoscritta a margine della firma sul Progetto di riordino delle strutture centrali e periferiche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, prevede la riapertura di un confronto sindacale finalizzato all’apertura del tavolo contrattuale per il rinnovo del Contratto presso il Dipartimento della Funzione Pubblica. Un importante punto di partenza considerato il blocco dei rinnovi contrattuali fino a dicembre 2014. Inoltre nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2014 non è contenuto alcun riferimento a ipotesi di ulteriore blocco di contrattazione nel settore pubblico. Secondo la normativa contabile italiana, il finanziamento delle risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego è effettuato con la legge di stabilità. Non 15 esistendoci ancora la norma che provvede allo stanziamento delle risorse per il rinnovo del triennio contrattuale 2015‐2017, non è quindi possibile prevedere il rinnovo dei contratti per il prossimo anno. Il blocco dei contratti scaduti dal 2009 costerà in termini di mancati aumenti quasi il 10% dello stipendio. Se a tale dato aggiungiamo la mancata corresponsione delle indennità contrattuali arretrate e legate alle risorse aeroportuali bloccate per effetto di un ricorso delle stesse società, e il blocco delle progressioni orizzontali, possiamo affermare che la perdita del potere di acquisto dei salari dei Vigili del Fuoco sia stata, in questi anni, superiore al 15%. Un dato allarmante questo e confermato dal fatto che buona parte del personale dei Vigili del Fuoco percepirà il Bonus di 80 euro, a dimostrazione che i Vigili del fuoco sono, come da noi sempre sostenuto, tra i dipendenti pubblici che, pur rischiando di più, guadagnano meno. Occorre quindi che la politica ascolti le richieste di aiuto dei Vigili del Fuoco ed eviti così di creare un’emergenza nell’emergenza. Le politiche retributive, devono tornare a rivestire un ruolo di assoluto rilievo non solo dal punto di vista dei livelli retributivi dei lavoratori ma anche al fine di far ripartire l’economia nel nostro paese. Maggiore capacità di spesa alle famiglie, a cominciare da quelle con reddito medio basso, significa anche maggiori consumi e siamo d’accordo con il Governo che questa iniziativa possa servire, anche se in parte, per iniziare a rilanciare la domanda interna, ma siamo anche convinti che salari più alti vogliano dire anche maggior qualità dei servizi. La gestione delle risorse umane L’attività istituzionale svolta dai Vigili del Fuoco è configurabile come servizio pubblico essenziale ed in quanto tale configurabile quale attività economica di produzione finalizzata al soddisfacimento di bisogni. Per tale motivo la UIL è convinta che la valutazione della condizione di economicità non potrà essere effettuata, come accaduto fino ad oggi, attraverso il ricorso ad un sistema di rappresentazione a base monetaria; infatti l’assenza di un prezzo di 16 cessione dei servizi, finanziati invece da fonti prevalentemente tributarie, determina l’assenza di ricavi, che rendono inapplicabili i tradizionali strumenti di valutazione. Siamo sempre stati convinti, come pare che lo siano anche i nostri attuali referenti politici, che un un sistema di tagli lineari non selettivi, determina inevitabilmente delle ripercussioni che, oltre a non essere direttamente valutabili in termini di risparmio economico, possono incidere negativamente sulle condizioni di efficienza ed efficacia, con una consistente compressione nella dimensione stessa della performance, che si traduce in una minore economicità dell’intero sistema. La UIL ritiene necessario, per il futuro, costruire con i governi e la stessa Amministrazione un percorso che porti ad assegnare alla componente tecnica del Corpo le politiche di gestione delle risorse umane, riconoscendone un ruolo di assoluta centralità, con riferimento sia all’aspetto della remunerazione che a tutti quegli aspetti non direttamente riconducibili ad un fattore economico (mobilità, passaggi di qualifica, qualità delle relazioni umane, ecc.). La gestione degli automezzi ed attrezzature L’insufficienza di risorse disponibili e l’impossibilità di sostituire i mezzi operativi vetusti e mal funzionanti impiegati nelle attività di soccorso tecnico urgente ha determinato negli anni un notevole incremento dei costi di manutenzione necessari a mantenere efficienti i mezzi e le attrezzature utilizzate negli interventi di soccorso. La UIL è del parere che è necessario superare la rigida compartimentazione dei capitolati di spesa in quanto non compatibile con l’assetto istituzionale del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. E’ infatti paradossale non poter impiegare le risorse disponibili per la riparazione degli automezzi di servizio, per l’acquisto di nuovi automezzi che avrebbero un costo di manutenzione quasi nullo nei primi anni. 17 Una necessaria riforma del servizio volontario Il servizio volontario nei Vigili del Fuoco necessità di una radicale e ponderata riforma strutturale. Il servizio, nato quale strumento eccezionale a cui ricorrere nel caso di calamità naturali o catastrofi o in caso di particolari necessità del Corpo, si è trasformato nel corso degli anni in uno strumento di ordinaria necessità. I frammentari interventi normativi che si sono susseguiti nel corso degli anni hanno reso l’attuale sistema dei richiami assolutamente inadeguato; inadeguato alle esigenze prioritarie di sostanziale efficienza ed efficacia del Corpo; inadeguato alle aspettative di immissione in ruolo dello stesso personale. L’ultimo intervento normativo, in ordine di tempo, è rappresentato dall’articolo 4 comma 11 della Legge 12 novembre 2011, n. 183 che modificando l’articolo 9 del Decreto Legislativo 139/2006, ha provveduto ad una formale legalizzazione dell’abuso relativo alla modalità di richiamo del personale volontario. In sostanza è stato cancellato l’importante limite normativo rappresentato dal requisito delle “particolari necessità” permettendo così il richiamo di detto personale per qualsiasi esigenza, anche logistica, dei Comandi. Recentemente la politica, accogliendo le nostre richieste, ha provveduto ad impiegare circa 41 milioni dei 120 milioni stanziati annualmente per il richiamo del personale volontario per incrementare di 1.000 unità la dotazione organica del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, fornendo anche una risposta alle aspettative molti lavoratori precari e giovani disoccupati. Il prossimo primo 9 giugno saranno avviati al corso di formazione iniziale 600 nuovi Vigili del fuoco, mentre i restanti 400 vigili che stanno terminando il corso di formazione iniziale saranno assegnati ai Comandi il 28 luglio assieme ai restanti 400 vigili autorizzati per il Turn‐over. Le richieste di iscrizione nelle liste del personale volontario sono centinaia di migliaia, favorite dalla crisi occupazionale e dalla buona remunerazione dei richiami che risulta pari a quella del personale permanente. L’alto numero di attuali iscrizioni nel ruolo e la riduzione delle risorse economiche necessarie al pagamento di detto personale comporta inoltre l’impossibilità, in talune realtà, di effettuare almeno un richiamo l’anno, con evidenti ricadute sul mantenimento operativo e formativo del personale stesso. Anche per tali motivi riteniamo che sia non più rinviabile una riforma radicale del servizio volontario, distinguendo il personale che presta servizio nei distaccamenti 18 volontari da quello richiamato in servizio temporaneo di 20 gg nei Comandi e ricorrendo in sostituzione di quest’ultimo, all’ormai collaudato sistema della ferma prefissata, prevedendo la figura del Vigile del fuoco in servizio temporaneo per un periodo prefissato di tre o quattro anni, formato professionalmente e quindi impiegabile allo stesso modo del personale permanente. I benefici di una riforma di tale portata sono tangibili ed immediatamente esigibili, sia per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che per lo stesso personale. Sarebbe infatti possibile:  prevedere una maggiore selezione del personale da immettere in ruolo sulla base di requisiti che tengono conto anche delle capacità professionali acquisite nel periodo prefissato;  consentire un progressivo svecchiamento del Corpo in conseguenza della possibile successiva immissione in ruolo;  calibrare a breve termine la disponibilità di personale, evitando esuberi di iscrizione nel ruolo che comportano un inevitabile dispendio di risorse formative e strumentali (quali divise e dispositivi di protezione individuali); Si eviterebbero infine le numerosissime aspettative di immissione in ruolo oggi esistenti, se non nelle modalità e nei numeri previsti. Occorre poi intervenire sulla dislocazione dei presidi volontari sul territorio attraverso un’attenta valutazione che sia rispondente alla reale domanda di sicurezza che giunge dal territorio evitando concentrazioni di presidi sul territorio estranee al contesto di efficienza ed efficacia del soccorso tecnico urgente. Si dovrà prevedere l’individuazione di appositi limiti di sviluppo di sedi volontarie che risultino armonizzati con le finalità istituzionali e le reali necessità del territorio. 19 Migliorare il sistema di Protezione Civile La UIL è del parere che anche l’attuale sistema nazionale di protezione civile deve necessariamente essere migliorato attraverso la riscoperta del ruolo di assoluta centralità del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Allo scopo di privilegiare le rispettive competenze tecniche e professionali dei soggetti chiamati a concorrere nella gestione delle emergenze, riteniamo sia indispensabile suddividere l’emergenza stessa in tre fasi:  Una preventiva: con intervento tecnico e scientifico, oltre che formativo ed informativo, il cui coordinamento è affidato al Dipartimento di Protezione Civile;  una prima fase emergenziale affidata all’esclusiva competenza del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco a cui è affidato il coordinamento tecnico operativo di tutti gli organi a vario titolo chiamati a concorrere per il corretto superamento dell’emergenza che cessa al venir meno delle esigenze immediate di salvaguardia della pubblica e privata incolumità. In questa fase il supporto logistico è affidato alla Protezione Civile;  una seconda fase emergenziale affidata al Dipartimento di Protezione Civile che dispone l’eventuale subentro dell’Amministrazione pubblica competente in via ordinaria a coordinare gli interventi che si rendono necessari. Gli interventi previsti in questa fase sono di ripristino delle normali condizioni di vita e di ricostruzione. Sconfinamento nelle competenze istituzionali E’ poi necessario provvedere ad arginare l’ormai dilagante sconfinamento nelle competenze istituzionali, posto in essere da alcune organizzazioni di volontariato di protezione civile, che operano interventi di soccorso tecnico urgente. Accade troppo spesso che il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco ha notizia solo successivamente, attraverso gli organi di stampa, di interventi di soccorso tecnico urgente effettuati da queste organizzazioni di volontariato. 20 Troppo, spesso queste organizzazioni di volontariato tendono a confondersi utilizzando uniformi, colori, simboli e distintivi del Corpo Nazionale. Risulta pertanto necessario che il Ministero dell’Interno intervenga al fine di salvaguardare il cittadino a cui è diretto il soccorso e l’immagine del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. E’ impressione infatti che sia posta in essere non solo una delegittimazione del Corpo Nazionale, colonna portante della Protezione Civile, ma una delegittimazione del Ministero dell’Interno, per conto del quale i Vigili del Fuoco esercitano la propria attività istituzionale. Occorre poi che si intervenga immediatamente e mediante l’adozione di opportune e necessarie modifiche legislative allo scopo di sanare un paradosso normativo che ha di fatto esautorato del proprio ruolo i Vigili del Fuoco. Bisogna chiarire che nel coordinamento dell’attività di soccorso in montagna, in grotta e in ambienti ostili e impervi, il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, in quanto struttura dello Stato, non può rientrare tra gli enti e le organizzazioni subordinate, a qualsiasi titolo, al coordinamento del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Un chiarimento normativo risulta necessario anche al servizio di elisoccorso pubblico espletato dal Corpo Nazionale, al fine di chiarire che anche tale attività rientra tra quelle istituzionali affidate ai Vigili del Fuoco. 21 Personale del settore amministrativo‐contabile ed informatico. Una riorganizzazione delle strutture centrali e periferiche del Corpo Nazionale deve necessariamente tener conto della necessità di una riorganizzazione del settore amministrativo‐contabile e informatico che preveda l’istituzione della carriera dirigenziale. E’ infatti previsto che in tale settore il massimo livello è quello della vice‐dirigenza . L’assurdo è che il personale assunto con la qualifica di Funzionario amministrativo si ritrovi la carriera bloccata senza possibilità di ulteriore avanzamento. Anche in relazione alla natura totalmente pensionistica dell’indennità mensile percepita da detto personale, è necessario prevedere che la stessa abbia lo stesso peso pensionistico dell’indennità di rischio prevista per i Vigili del Fuoco. 22 Conclusioni E’ giunto il momento di avviarci alle conclusioni. Carissimi delegati, questa intensa ed impegnativa stagione congressuale è ormai giunta alle sue battute finali. Abbiamo voluto portare all’attenzione del Congresso le problematiche che affliggono i Vigili del Fuoco. Abbiamo rappresentato il malcontento dei lavoratori che in questo momento si sentono penalizzati e non adeguatamente valorizzati per il lavoro che svolgono. La nostra è stata un’analisi realistica, trasparente, forse a tratti anche dura. Ma siamo certi che proprio dalla presa di coscienza di questa situazione si possa, anzi, si debba ripartire per migliorare lo stato delle cose. Riteniamo che oggi ci siano le condizioni per aprire con i vertici politici del Ministero e con il Governo un confronto a tutto campo e trovare le soluzioni più idonee. Noi siamo pronti a fare la nostra parte perché vogliamo costruire un Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che continui ad essere un Corpo d’eccellenza della Pubblica Amministrazione, un Corpo in continua evoluzione che si adegua rapidamente alle reali esigenze dei cittadini. Anche la UIL PA dei Vigili del Fuoco si evolve, adattandosi continuamente alla realtà. Sta diventando sempre più un movimento di persone che alla protesta sa accompagnare le proposte; che al naturale desiderio di lotta aggiunge la capacità di elaborare soluzioni concrete, anche a legislazione vigente. L’autonomia della UIL dalla politica, l’idea che si rende un servizio migliore ai lavoratori, sedendosi ai tavoli negoziali piuttosto che abusare dell’arma propagandistica dello scontro totale, sono qualità che la UIL PA dei Vigili del Fuoco già possiede e che saranno indispensabili per limitare i danni di questo scempio normativo. Oggi, si conclude una tappa di un percorso durato cinque anni. Arriviamo a questo appuntamento con un lavoro svolto sul territorio tra i lavoratori. Abbiamo fatto diversi errori ed abbiamo raggiunto diversi risultati. 23 Oggi la UIL PA VVF è riconosciuta come punto di riferimento dai lavoratori. E se questo è potuto succedere lo dobbiamo ai nostri rappresentanti nei luoghi di lavoro, a voi delegati oggi qui presenti, ai nostri dirigenti territoriali. Noi ci abbiamo messo solo il coraggio della nostra passione. Orgogliosi di essere della UIL Orgogliosi di essere Vigili del Fuoco Orgogliosi di essere al servizio di questo meraviglioso Paese ! VIVA LA UIL ‐ VIVA I VIGILI DEL FUOCO ‐ VIVA L’ITALIA 24