Considerazioni sui risultati della Radioattività Ambientale attorno alla Centrale Nucleare del Garigliano dell’ISPRA - Arpa Campania - Arpa Lazio Il presente documento è orientato a facilitare la comprensione e la valutazione dei principali risultati delle misure ottenuti nella campagna di monitoraggio ambientale condotta dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nonchè ente di controllo in campo nucleare in Italia. Il suddetto lavoro è stato eseguito in collaborazione con le Agenzie regionali per l’ambiente della Campania (ARPAC) e quella per la regione Lazio (ARPAL). Ci si riferisce alle misure delle concentrazione dei radionuclidi di origine artificiale e naturali relative ai campionamenti effettuati nelle aree limitrofe alla centrale Nucleare del Garigliano nel periodo da giugno 2013 a gennaio 2014 e riportate nel documento redatto dall’ISPRA dal titolo “Indagine sulla Radioattività Ambientale nelle Aree Circostanti la Centrale Nucleare del Garigliano”[1] Il monitoraggio in questione costituisce la prima misurazione della Radioattività Ambientale del territorio circostante la centrale del Garigliano indipendente da quelli fatti dalla SOGIN che in ottemperanza all’articolo 54 del Dlgs 230/95 , come esercente, è obbligata ad eseguire, periodicamente, una sorveglianza permanente del grado di radioattività dell’ambiente circostante il sito nucleare e delle zone limitrofe, mediante la sua Rete di Sorveglianza Ambientale, al fine di verificare la presenza di livelli di concentrazione dei radionuclidi di origine artificiale. L’Obiettivo principale del lavoro dell’ISPRA è stato quello di definire il “PUNTO ZERO” cioè la valutazione di riferimento iniziale dei livelli di radioattività presenti nelle matrici circostante il luogo dell’impianto nucleare prima che vengano eseguite le più significative operazioni di decommissioning relative alla disattivazione completa della centrale nucleare del Garigliano. Tutto ciò è finalizzato per rendere possibile una successiva valutazione quantitativa dell’impatto ambientale conseguente ai rilasci di radioattività autorizzati ed eventualmente anche a quelli incidentali, che le future attività di smantellamento avranno sull’ambiente circostante l’impianto in questione. Si elencano, quindi, le principali matrici ambientali ed alimentari investigate nel documento [1]: acque dolci, di mare di fiume, sedimenti, terreno, aria, latte, verdure, frutta pesce di mare e di fiume ecc. Sono state eseguite anche una serie di misure di concentrazione di radionuclidi presenti nel particolato atmosferico cioè è stata misurata la radioattività presente nell’aria sul sito dell’impianto ed anche in alcune zone di comuni limitrofi di Sessa Aurunca e di Cellole. Invece riguardo i livelli di esposizione radioattiva ai raggi gamma (rateo di di dose gamma) presenti sul sito della centrale, le misure fatte hanno mostrato una variabilità nell’intervallo 50 – 320 nSv/h che corrisponde ad una esposizione in termini di dose annuale di 0,438 – 2,8 mSv/a, con un valore di picco pari a circa 460 nSv/h cioè 4,02mSv/a; anch’essi rientrano nella norma della variabilità locale e nazionale. In definitiva, si può affermare che tutti i risultati ottenuti della campagna di monitoraggio riguardo la presenza dei radionuclidi di origine artificiale, cioè quelli legati alla presenza della centrale nucleare hanno mostrato livelli di concentrazione abbondantemente al di sotto dei limiti della normativa di riferimento ed in molti casi anche al di sotto della Minima Concentrazione Rilevabile (MDC) della strumentazione di misura impiegata. Considerazioni per la valutazione dei risultati Ispra Le nostre considerazioni partono dalla definizione del “Punto zero” determinato dalle misure dell’ISPRA, da cui partire per valutare l’impatto ambientale conseguente alle azioni di decommissioning dell’impianto nucleare del Garigliano. C’è da dire che secondo il mio parere lo stato di riferimento iniziale doveva già essere stato fatto. Il periodo giusto sarebbe stato appena dopo la Delibera del CIPE che sancì la definitiva chiusura e l’inizio delle operazioni di Messa in custodia Protettiva Passiva, primo passo del decommissioning e cioè, se non proprio da quando esso veniva ufficialmente fermato nel 1982, ma almeno nei primi anni del 2000. Infatti non a caso in un mio documento del 2008 [2] si ribadiva la necessità di definire un stato di riferimento iniziale per poter valutare poi l’impatto delle successive azioni di decommissioning. Per esempio un punto di partenza sarebbe potuto essere la Campagna Radioecologica di Controllo del Territorio attorno alla Centrale Nucleare del Garigliano condotta in collaborazione con la Seconda Università degli Studi di Napoli nell’ambito della convenzione SOGIN e DSA-SUN che è il Dipartimento di Scienza Ambientali dell’Università Federico Secondo di Napoli del 2001. Queste considerazioni sono giustificate dal fatto che fino al 2012 sono state fatte azioni di decommissioning che possano anche aver determinato un certo impatto sul territorio e che sarebbe interessante valutare. In particolare stiamo parlando di: - - Attività che hanno portato ad un grado di Decommissioning eseguito pari al 11%, rispetto ad una media del 12%. Nel periodo considerato è stata trattata e condizionata più del 50% (cioe 396,56 TBq ) di tutta la radioattività presente sul sito Garigliano, rispetto ad una media generale del 25%. Fino al periodo considerato sono stati scaricati dal camino sotto forma di effluenti aeriformi un totale di circa 115 GBq (3,11 Ci). Di cui il 99,9% H3 (pari a 1,11 GBq), il 0,013% di Cs137 (pari a 15,1 MBq), il 0,013% (pari a 15,1 MBq) di Co60 . Nel stesso periodo sono stati diluiti nel fiume, sotto forma di effluenti liquidi, 28087 m3 di scarichi liquidi, per un totale di circa 502 GBq (13,56 Ci). Di cui il 51% H3 (pari a 256 GBq), il 13,46% di Cs137 (pari a 168 GBq) ed infine 12,68% (pari a 63,7 GBq) di Co60. Riguardo i risultati riportati nella relazione [1] dell’Ispra, le nostre osservazioni si focalizzeranno soltanto su alcuni dei radionuclidi analizzati nel rapporto stesso, presentandone i risultati in maniera molto semplificata. Le nostre analisi si baseranno anche sulle considerazioni riportate nel documento dal titolo “Analisi delle Misure eseguite sul sito della Centrale del Garigliano” [3], che si può trovare sul sito da me curato www.decommissioninggarigliano.wordpress.com, in esso vengono analizzati i concetti base, i valori di soglia e i limiti derivati più importanti per valutare il peso dei livelli di concentrazione di radioattività presenti in una data matrice di interesse, tenendo presente però che tali valori di soglia non costituiscono dei limiti di legge ma solo dei livelli operativi di confronto. In particolare per quanto riguarda i livelli di soglia considerati si fa riferimento a quelli richiamati nel manuale “Strategia di Monitoraggio e Controllo dei Siti Nucleari” [3] prodotto da ARPA Piemonte nel 2006. Tra i radionuclidi analizzati nella relazione [1] dall’organo di controllo nucleare noi riporteremo solo le misure di due radioisotopi guida della centrale del Garigliano e che sono il Cs137 rappresentativo per gli scarichi aeriformi e il Co60 radionuclide guida per quelli liquidi. Mentre per la sola matrice “Latte di bufala” considereremo anche la presenza dello stronzio 90 (Sr90). Per tutti non terremo conto della loro incertezza. Nel caso di più campionamenti fatti per una stessa matrice, noi considereremo il solo valore massimo delle misure in termini di Cs137 e di Co60 . Per quanto riguarda infine i valori limiti di soglia, come detto, si fa riferimento a quelli definiti nel manuale [3] redatto da ARPA Piemonte. Si riassumono quindi i punti salienti messi in evidenzia sopra. A) I radionuclidi presi in considerazione nelle matrici ambientali/alimentari sono: Cs137 , il Co60e lo Sr90. B) Per le acque potabili ci si riferisce ai “Screening values” cioè ai valori di attenzione per le attività α e β totali, al di sotto del quale non sono necessarie maggiori analisi [ WHO08, par. 9.4.1]. C) VALORI DI SOGLIA, R: Tenendo presente le considerazioni del documento [3], si tratta del quantitativo di concentrazione di un radionuclide la cui si assunzione comporta il raggiungimento del limite di dose efficace pari a 1 mSv/anno. D) VALORI DI SOGLIA DI NON RILEVANZA RADIOLOGICA R*: Tenendo presente anche in questo caso le considerazioni del documento [4], ci si riferisce al valore di concentrazione del radionuclide nella matrice considerata, la cui assunzione porta ad una dose assorbita per il gruppo critico pari a 10μSv/anno, che corrisponde al livello della non rilevanza radiologica che per legge non comporta alcun rischio radiologico. Alla fine le tabelle 1 e 2 riportano in modo sintetico il confronto tra i livelli di concentrazioni dei due radionuclidi guida misurati rispettivamente dall’ISPRA, dall’ARPAC ed da ARPAL nelle principali matrici ambientali ed alimentari prese in considerazione attorno al sito di Garigliano del documento [1] ed i limiti di soglia definiti nel documento [3]; questi ultimi costituiscono i principali valori di soglia che vengono considerati nelle indagini di monitoraggio ambientale. Da ricordare che la prima colonna in verde di ciascuna delle due tabelle:“Limite Strumentale, MDC”, riporta la minima concentrazione misurabile relativa alla specifica strumentazione utilizzata, cioè il cosiddetto limite strumentale MDC. Ciò significa che per tutte le misure di concentrazioni fatte che hanno un valore numerico inferiore ad MDC viene assicurato che esse sono sicuramente esente da qualsiasi rischio radiologico. Invece le colonne in rosso delle stesse tabelle, dal titolo “Valori di soglia limite assoluto R”, valide per i soli radioisotopi Cs137 , del Co60, e per l’unico valore dello Sr90 relativo alla matrice “latte” riportano i valori massimi di concentrazione che non debbono essere superati altrimenti siamo in presenza di una eventuale emergenza nucleare. Con gli stessi criteri, la tabella 3 riporta invece i limiti di attenzione consigliati dall’Agenzia WHO dell’OMS per quanto riguarda l’uso di acque potabili. Infine la tabella 4 riporta i valori dei livelli di esposizione gamma misurati nell’aria del sito di Garigliano. Da notare che il valore di confronto riportato di 356 nSv/h corrisponde al valor medio della dose totale assorbita in Italia dovuta alla Radioattività Naturale pari a 3,12 mSv/a [5]. Matrice/ Radionuclide/ Unità di misura Limite Strume ntale (MDC) Valori di soglia Non rilevanza Radiologica R* (10µSv/a) Valori di soglia, limite assoluto R (1mSv/a) / MDC 0.3 30 <0,000109 / MDC 0.3 30 / <0,000102 / MDC 0.3 30 / <0,0000071 / MDC 0.3 30 7,21 8,258 8,46 MDC 550 55000 / 19,59 / MDC 550 55000 / 6,628 / MDC 550 55000 < 0,12 < 0,112 / MDC 1,5 15 0,00232 < 0,055 < 0,0079 MDC 0.026 2.6 < 0,0011 < 0,045 / MDC 0.026 2.6 8,55 9,84 7,66 MDC 550 55000 <0,054 / / MDC 4 400 0,0176 / / MDC 0,36 36 1,101 / / MDC 51 5100 < 0,054 / / MDC 51 5100 / / < 0,11 MDC 51 5100 Misure Misure Misure ISPRA ARPAC ARPAL < 0,0000016 / / (Particolato atmosferico) ARIA GARIGLIANO Cs137 [Bq/m3] (Particolato atmosferico) ARIA SESSA AURUNCA Cs137 [Bq/m3] (Particolato atmosferico) ARIA CELLOLE Cs137 [Bq/m3] (Particolato atmosferico) ARIA SALERNO Cs137 [Bq/m3] Suolo coltivato Zona Garigliano Cs137 [Bq/kg] Suolo coltivato Zona Cervinara Cs137 [Bq/kg] Suolo coltivato Zona Sarno Cs137 [Bq/kg] Acque di falda Cs137 [Bq/L] Acque di Mare Cs137 [Bq/L] Acque di Fiume Cs137 [Bq/L] Sedimenti Fluviali Cs137 [Bq/kg] Latte Cs137 [Bq/L] Latte Sr90 [Bq/L] Pesce di mare Cs137 [Bq/kg] Pesce di fiume Cs137 [Bq/kg] Mitili Cs137 [Bq/kg] Tabella 1 Matrice/ Radionuclide/ Unità di misura Limite Strum entale (MDC) Valori di soglia Non rilevanza Radiologica R* (10µSv/a) Valori di soglia, limite assoluto R (1mSv/a) / MDC 0.3 30 <0,0001 / MDC 0.3 30 / <0,0001049 / MDC 0.3 30 / <0,00000826 / MDC 0.3 30 < 0,30 / < 0,25 MDC 550 55000 / < 0,17 / MDC 550 55000 / < 0,349 / MDC 550 55000 MDC 1,5 15 MDC 0.026 2.6 MDC 0.026 2.6 MDC 550 55000 MDC 4 400 MDC 0,36 36 MDC 51 5100 MDC 51 5100 MDC 51 5100 Misure Misure Misure ISPRA ARPAC ARPAL <0,0000021 / / (Particolato atmosferico) ARIA GARIGLIANO Co60 [Bq/m3] (Particolato atmosferico) ARIA SESSA AURUNCA Co60 [Bq/m3] (Particolato atmosferico) ARIA CELLOLE Co60 [Bq/m3] (Particolato atmosferico) ARIA SALERNO Co60 [Bq/m3] Suolo coltivato Zona Garigliano Co60 [Bq/kg] Suolo coltivato Zona Cervinara Co60 [Bq/kg] Suolo coltivato Zona Sarno Co60 [Bq/kg] Acque di falda Co60 [Bq/L] Acque di Mare Co60 [Bq/L] Acque di Fiume Co60 [Bq/L] Sedimenti Fluviali Co60 [Bq/kg] Latte Co60 [Bq/L] Latte Sr90 [Bq/L] Pesce di mare Co60 [Bq/kg] Pesce di fiume Co60 [Bq/kg] Mitili Co60 [Bq/kg] < 0,11 < 0,087 / / < 0,055 < 0,0044 / < 0,062 / < 0,27 < 0,192 < 0,73 <0,047 / / 0,0176 / / < 0,055 / / < 0,056 / / / / < 0,13 Tabella 2 Misure Misure Misure ISPRA ARPAC ARPAL [Bq/L] 0,137 0,0292 <MDC 0,5 “Screening values” β totale 0,938 0,77 <MDC 1,0 Limiti di Attenzione Acque potabili “Screening values” α totale [ WHO08, par. 9.4.1] [Bq/L] Tabella 3 ARIA GARIGLIANO Rateo di dose gamma in Aria Raggi gamma [nSv/h] Misure Misure Misure ISPRA ARPAC ARPAL 50-320 50-320 50-320 picco 460 picco 460 picco 460 Tabella 4 Valore medio nazionale 356 Bibliografia [1]- Indagine sulla Radioattività Ambientale nelle Aree Circostanti la Centrale Nucleare del Garigliano. ISPRA. Rapporto 197/2004 - Aprile 2014. [2]- Decommissioning Garigliano e Abbattimento del Vecchio Camino - Ing. Arturo Matano, 11 Novembre 2008. [3]- Analisi delle Misure eseguite sul sito della Centrale del Garigliano - Ing. Arturo Matano, 14 Marzo 2013. [4]- Strategie di Monitoraggio e Controllo dei Siti Nucleari - ARPA Piemonte, 2006. [5]- Dossier 1999 La Radioprotezione in Italia La Salvaguardia della Popolazione e l’Ambiente - ENEA, ISBN 88-8286-074-4, 1999. Sessa A. li 25 Maggio 2014 Ing. Arturo Matano
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