Ave Maria - La Traccia

non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
anno XIV n. 663
Domenica 18 Maggio 2014
Ave
Maria
Abbiate fede in Dio.
Settimanale di preghiera | Tempo di Pasqua
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Dolo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Maggio 2014
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornagiornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le
parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che
continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la
salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi
affinché io possa essere testimone del tuo amo-
re. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il
Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i
fedeli in questo mese
Intenzione del Santo Padre
Perché i mezzi di comunicazione siano strumenti
al servizio della verità e della pace.
Intenzione missionaria
Perché Maria, Stella dell'evangelizzazione,
guidi la missione della Chiesa nell'annuncio
di Cristo a tutte le genti.
Intenzione dei vescovi
Perché la Chiesa e la società non deludano la speranza
e la fiducia dei giovani nel futuro.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e
nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 2
V Domenica di Pasqua
Con la “cultura dello scarto” la vita umana
non è più sentita come valore primario
da rispettare e tutelare.
(Papa Francesco)
Domenica
18
Maggio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Felice da Cantalice
Lavorò da contadino
fino a 30 anni, poi
entrò nell’Ordine dei
Cappuccini. Gli ven­
ne quasi subito affi­
dato l’incarico di
questuante, che ese­
guì con esemplare
semplicità per 40
anni. In continua
preghiera, in umile
letizia, percorrendo le
vie di Roma, assi­
stendo ammalati e
poveri, per i quali
questuava, e invitan­
do i fanciulli a canta­
re le lodi divine. Era
chiamato “frate Deo
gratias” per il suo
abituale saluto. San
Filippo Neri gli fu
Brano Evangelico: Gv 14, 1­12
intimo amico e san
Carlo Borromeo ne
ricercava la conversa­
zione. Venne cano­
nizzato da Clemente
XI nel 1712.
Abbiate fede in Dio.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate
fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore.
Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò
preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate an­
che voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non
sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via,
la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto
me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse
Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono
con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come
puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le
parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le
sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per
le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere
che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
La voce di un dottore della chiesa: Non avremo nulla da temere.
Dio ci ama e ci ama molto, e il buon Gesù è tutto nostro. Siamo solamente suoi, amiamolo, amiamolo molto, e che le tenebre e le tempeste ci circondino, e che le acque dell'amarezza ci arrivino fino alla
gola: finché egli ci sorregge, non avremo nulla da temere.
San Francesco di Sales
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 3
Gli APPROFONDIMENTI
della domenica
Quali sono gli avvenimenti o le
situazioni che ti turbano di più e
che stanno segnando in modo
negativo la tua vita?
Oltre il turbamento
A cura della redazione
gnore che sarebbe giunto anche per
me il momento del turbamento. Per
me e per tanti assieme a me. Come è
possibile che ci siano tanti odi e ven­
dette? Tanta corruzione e indifferen­
Gli apostoli, riuniti attorno a
(w. 3s.). Le parole di Gesù non
za? Tanta fame di soldi e di potere?
Gesù nel cenacolo, dopo l'an­
sono capite dagli apostoli. Gesù
Tanta violenza e tanta prepotenza?
nunzio del tradimento di Giu­
va al Padre e precisa il mezzo
Vedi come le nostre città sono diven­
da, sono rimasti profonda­
per venire a contatto personale
tate simili a Sodoma e Gomorra:
mente colpiti. Smarrimento e
con Dio: «Io sono la via, la veri­
com'è possibile non turbarsi?
paura sono piombati dentro la
tà e la vita» (v. 6). Questa for­
Gesù risponde al mio turbamento,
comunità. Gesù legge sul vol­
mula di rivelazione è una delle
assicurandomi che «c'è un posto an­
to dei suoi discepoli un forte
vette più alte del mistero di Cri­
che per me», là dove è lui, un posto
turbamento e per questo li in­
sto: l'uomo­Gesù è la via perché
pre­parato a chi, nonostante il turba­
coraggia ad aver fede nel Pa­
egli è la verità e la vita. La mèta
mento, persevera con lui nelle prove
dre e in lui (v. 1). Anche se
quindi non è Gesù­verità, ma il
e nella bufera. Perché, in definitiva,
egli sta per andare alla casa
Padre, e Gesù è il mediatore
anche nel XXI secolo, è lui la via, la
del Padre a preparare loro un
verso il Padre. Gesù dice anche
verità e la vita: è con lui che si pos­
posto, non abbandona i suoi,
a me, oggi: «Non sia turbato il
sono e si devono attraversare i ciclo­
anzi tornerà a prenderli con sé
tuo cuo­re». Tu lo sapevi, o Si­
ni dell'avidità e della sensualità sen­
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 4
za limiti e i venti gelidi dell'ingiustizia e del cinismo. Tutte
forze devianti, tutte tendenze travolgenti, che richiedono di
stare fermamente aggrappati a lui. Vogliono portarti per altre
strade? Ricordati che lui è la via. Vogliono indicarti soluzio­
ni più avanzate, più degne del nuovo millennio? Ricordati
che lui è la verità. Vogliono insegnarti come vivere più in­
tensamente e più liberamente? Ricordati che lui è la vita. Ri­
cordati che con lui puoi iniziare una non illusoria, anche se
non facile, ricostruzione.
Preghiamo la Parola
Alcune domande per la riflessione
Inviolato fiore, purissima Vergine,
Rileggi personalmente e lentamente la pagina
biblica.
Fermati su alcune parole/espressioni che sollecitano maggiormente la tua attenzione e la tua
vita in questo momento.
porta lucente del cielo,
Madre di Cristo amata,
Signora piissima,
odi quest'inno di lode.
Casta la vita scorra,
sia limpido l'animo:
Quali sono gli avvenimenti o le situazioni che ti
turbano di più e che stanno segnando in modo
negativo la tua vita?
così t'implorano i cuori.
Quali sono le parole di Gesù nel Vangelo di
questa domenica che sembrano dare una risposta alle tue inquietudini e al tuo turbamento?
scenda il perdono di Dio,
Per la tua dolce supplica
a noi colpevoli
Vergine tutta santa,
Regina bellissima,
inviolato fiore.
Amen
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 5
Tempo di Pasqua
Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio
che cerca l’uomo: gli offre il suo amore,
lo accoglie con tenerezza.
(Papa Francesco)
Lunedì
19
Maggio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Teofilo da Corte
Nato a Corte, in Corsi­
ca, nel 1676 Biagio de
Signori entrò a 17 an­
ni tra i Cappuccini,
poi passò ai Frati Mi­
nori Osservanti tra i
quali rimase prenden­
do il nome di Teofilo.
Fu a Roma e a Napoli,
dove venne ordinato
prete nel convento di
Santa Maria la Nova
nel 1700. Destinato
all'insegnamento, vi
rinunciò per vivere
dodici anni con san
Tommaso di Cori ­ dal
quale fu molto influen­
zato ­ nel convento
laziale di Civitella San
Sisto (oggi Bellegra)
sui Monti Prenestini.
Ne era il padre guar­
diano. Percorse, predi­
cando, tutta la Sabina e
la zona di Subiaco.
Poi, per ristabilire la
presenza francescana
in Corsica, l'ordine
pensò a lui. Quindi
tornò sull'isola natìa e
divenne padre guardia­
no della nuova fonda­
zione di Zúani. Ma non
finì qui. Fu richiamato
a Roma e poi di nuovo
a Civitella San Sisto,
stavolta come superio­
re. Infine a Fucecchio,
in Toscana, dove morì,
nel convento da lui
fondato, nel 1740. È
stato proclamato santo
nel 1930.
Brano Evangelico: Gv 14, 21­26 Chi ama me sarà amato dal Padre.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamen­
ti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre
mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non
l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al
mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Pa­
dre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi
non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia,
ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora
presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio
nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
La voce di una mistica: Il cielo è Dio.
Ho trovato il cielo sulla terra. Perché il cielo è Dio e Dio è nella
mia anima. Il giorno in cui l’ho compreso, tutto per me si è illuminato.
Sr. Elisabetta della Trinità
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 6
Un mese con Maria
Una misera stalla
Preghiamo la Parola
Card. Angelo Comastri
I misteri del Rosario: misteri della Gioia
Uno scrittore contemporaneo, riformulando in
modo blasfemo le parole di san Paolo, è arrivato
a dichiarare: «Anche se parlassi tutte le lingue
del mondo, se non ho denaro sono un bronzo risonante e un cembalo che tintinna. Se non ho
denaro, io sono niente».
Così, purtroppo, pensano tante persone.
Però, a Betlemme, Dio ha clamorosamente
smentito il valore del denaro e ha dichiarato
"stolti" coloro che vivono soltanto per accumulare ricchezze. La povertà di Betlemme, infatti, è
una precisa scelta di Dio: non è un incidente! La
povertà di Betlemme grida che il mondo è una
misera stalla: soltanto accogliendo Dio, la stalla
si illumina e si riempie di gioia e di pace. Quanto è urgente capire questa lezione! Ma a Betlemme, sfiduciando il valore della ricchezza,
Dio ha esaltato il valore della vita umana: di ogni vita umana. Dio, infatti, ha voluto che suo
Figlio diventasse uomo nel cuore di una mamma: è il luogo più sicuro, più difeso e più protetto. Ma, oggi, non è più così!
Tante mamme sono diventate tombe dei loro
figli, tradendo il canto alla vita che è stato intonato a Betlemme.
Vergine Maria, lo stupore del tuo volto davan­
ti al miracolo della vita si rifletta sul volto delle
donne di oggi e ricomponga in esse il sentimento
stupendo e affascinante della maternità!
O Maria, Madre e Signora mia,
affido a te la mia anima
e il mio corpo,
la mia vita e la mia morte e ciò
che verrà dopo.
Metto tutto nelle tue mani.
O Madre mia,
copri col tuo manto
verginale la mia anima
e concedimi la grazia
della purezza del cuore,
dell'anima e del corpo
e difendimi
con la tua potenza
da tutti i nemici.
O splendido Giglio,
Tu sei il mio specchio,
o Madre mia.
Amen
Agisci
Se uno mi ama, osserve­
rà la mia parola e il Pa­
dre mio lo amerà e noi
verremo a lui e prenderemo dimora
presso di lui. Benedici la tua fede con
l’osservanza della Parola di Dio. Il
resto lo farà il Signore.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 7
Martedì
20
Maggio
Tempo di Pasqua
Dio ci convoca, ci spinge ad uscire
dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se
stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia.
I Settimana
del Salterio
(Papa Francesco)
il Santo del giorno: San Bernardino da Siena
Canonizzato nel 1450,
cioè a soli sei anni dalla
morte, era nato nel 1380 a
Massa Marittima, dalla
nobile famiglia senese
degli Albizzeschi. Rimasto
orfano dei genitori in gio­
vane età fu allevato a Sie­
na da due zie. Frequentò lo
Studio senese fino a venti­
due anni, quando vestì
l'abito francescano. In
seno all'ordine divenne
uno dei principali propu­
gnatori della riforma dei
francescani osservanti.
Banditore della devozione
al santo nome di Gesù, ne
faceva incidere il mono­
gramma «YHS» su tavolet­
te di legno, che dava a ba­
ciare al pubblico al termine
delle prediche. Stenografati
con un metodo di sua in­
venzione da un discepolo, i
discorsi in volgare di Ber­
nardino sono giunte fino a
noi. Aveva parole durissi­
me per quanti «rinnegano
Iddio per un capo d'aglio» e
per «le belve dalle zanne
lunghe che rodono le ossa
Brano Evangelico: Gv 14, 27­31
del povero». Anche dopo la
sua morte, avvenuta alla
città dell'Aquila, nel 1444,
Bernardino continuò la sua
opera di pacificazione. Era
infatti giunto morente in
questa città e non poté te­
nervi il corso di prediche
che si era prefisso. Persi­
stendo le lotte tra le oppo­
ste fazioni, il suo corpo
dentro la bara cominciò a
versare sangue e il flusso si
arrestò soltanto quando i
cittadini dell'Aquila si rap­
pacificarono.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la
mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il
vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e
tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre,
perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avven­
ga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con
voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla,
ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre
mi ha comandato, così io agisco».
La voce di una guida spirituale di oggi: Riflesso di Dio.
Nella mia comunità ho molto da perdonare, ma proprio dal perdono
nasce la festa ... Celebrare la festa significa celebrare i doni degli
altri e accettare la piena umanità di quella persona come un riflesso
di Dio.
Henri Nouwen
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 8
Un mese con Maria
La flagellazione di Dio
Preghiamo la Parola
Card. Angelo Comastri
I misteri del Rosario: misteri della Gioia
Signore Gesù,
Nella passione di Cristo si è scatenato l'odio: il
nostro odio, l'odio di tutta l'umanità.
ti ringrazio di avermi chiamato
Nella passione di Cristo la cattiveria umana ha
reagito di fronte alla bontà di Dio: l'ha percossa,
l'ha flagellata... e Dio si è lasciato percuotere e
flagellare per dare una svolta alla nostra storia
attraverso la terapia dell'amore.
con te per la diffusione
Nella passione di Cristo il nostro orgoglio è esploso con irritazione di fronte all'umiltà di Dio: e
l'umiltà dell'Onnipotente ha messo in ridicolo l'or­
goglio della nostra piccolezza!
Nella passione di Cristo la nostra corruzione si è
risentita di fronte alla splendente limpidezza di
Dio: e la purezza di Dio ha messo in luce il marciu­
me dei nostri sentimenti.
la mia volontà,
E così... noi siamo diventati la flagellazione di
Dio! Noi stoltamente ribelli, noi con i nostri assurdi peccati abbiamo costruito la croce di Dio.
E qual è stata la reazione di Dio?
Una reazione di amore, una reazione di miseri­
cordia, una reazione di sconvolgente bontà. Attra­
verso la vicenda sanguinante della passione, Dio ci
ha detto con estrema e convincente chiarezza:
«Nonostante i vostri peccati, vi amo ancora e vi
lascio aperta la porta per ritornare a casa: approfittatene finché avete tempo!».
a collaborare più direttamente
del Regno di Dio.
Illumina con la luce della
tua verità la mia intelligenza
e sostieni con la forza del tuo amore
perché io possa seguire
in tutto il tuo esempio.
Fa' che la mia parola e la mia vita
non siano mai a nessuno di ostacolo
per un autentico incontro con te,
ma siano piuttosto di valido aiuto.
Guarda, o Signore,
alla mia buona volontà
e supplisci con la tua grazia
ai miei limiti.
Amen
Agisci
Vi lascio la pace, vi
dò la mia pace. Non
come la dà il mondo,
io la dò a voi. Oggi
usa anche tu gesti di
tenerezza e di comprensione nei
confronti di chi viene a cercare la
tua amicizia.
Non di solo pane ­ Numero 663 – Tempo di Pasqua ­ pagina 9
Appunti Mariani
di “Non di solo Pane”
La bellezza di Maria:
Maria Vergine e Madre
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
« Vergine Madre, figlia del tuo
Figlio,/umile ed alta più che
creatura,/termine fisso d'eterno consiglio
La preghiera di San Bernardo a
Maria si apre con accostamenti
di parole e concetti dal significato opposto, a sottolineare
come gli elementi della divinità
travalichino le possibilità di
comprensione dell'intelletto
umano. Oggi commenteremo il
primo di questi accostamenti:
Vergine Madre. Come si può
essere vergini e nello stesso
tempo concepire e dare alla
luce un figlio? E’ evidente che
solo in Maria questi elementi si
incontrano e possono convivere
insieme travalicando ciò che
dal punto di vista semplicemente umano è impossibile e, nello
stesso tempo, incomprensibile.
Si, in Maria, la verginità e la
maternità si incontrano e diventano una sola cosa. Ma ciò
che in Maria avviene nella pienezza in noi si riflette nei tenui colori della fragile natura. Insomma, ogni maternità,
se fedele al piano originario di
Dio, diventa verginale, cioè
integra. Certamente non dal
punto di vista fisico, ma sicuramente dal punto di vista
spirituale. Cercherò di rendere ancora più semplice questo
concetto. L’incontro di due
corpi, quando avviene nella
definitività di un reciproco
dono, nel calore e nella dolcezza di un atto d’amore, diventa trasparente, unico, fecondo. Se l’atto generativo
viene riportato al candore
delle sue origini (l’uomo e la
sua donna, tutti e due, erano
nudi, ma non avevano vergogna) si vela di verginità, diventa una casta comunione. In un
contesto culturale dove il corpo
è spesso privato dalla sua dimensione spirituale, risulta difficile parlare di integrità e di
comunione. Solo recuperando
l’immagine del corpo come
“tempio di Dio” possiamo ridare
all’atto generativo la sua originaria dignità. La sessualità umana è cosa seria, il linguaggio più
difficile da interpretare, la dimensione più importante da recuperare. Io amo pensare che
una nuova vita deve essere concepita nell’integrità e nella pienezza di un atto che non ci appartiene, che richiama il mistero di Dio, che esprime solo e
semplicemente un amore casto
e puro. Anni fa una donna da
tempo sposata mi confidò: « dopo tanti anni di matrimonio
“non si fa più all’amore” ma
“solo sesso”»
“Vergine-madre”: questi due
termini non possono essere completamente
disgiunti
nell’esperienza umana, altrimenti “l’atto umano” si impoverisce, si svuota, perde significato. L’amore è il mistero centrale di ogni uomo. Concepire in
modo integro significa riscoprire
il mistero centrale della nostra
stessa natura umana. La maternità, senza la dimensione trascendentale della verginità, rischia di diventare matrigna, priva di una dimensione che rende
la donna veramente madre.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 10
Tempo di Pasqua
Il Signore è alla porta della nostra vita e bussa
in molti modi, pone segni nel nostro cammino:
a noi dà la capacità di vederli.
(Papa Francesco)
Mercoledì
21
Maggio
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Giovanni Mezenot Vescovo
Nato ad Aix in Pro­
venza il 1° agosto
1782, passò la sua
gioventù in Italia,
esule della rivoluzio­
ne francese. Tornato
in patria fu ordinato
sacerdote bel 1811,
fondò nel 1816 la
congregazione dei
Missionari Oblati di
Maria Immacolata,
che conta oggi quasi
7000 membri sparsi
in tutto il mondo.
Nominato vescovo di
Marsiglia nel 1837,
attuò pienamente il
suo motto: "Mi ha
mandato per evange­
lizzare i poveri".
Morì il 21 maggio
1861, lasciando in
testamento agli O­
blati che lo circonda­
vano le seguenti pa­
role: "Praticate tra
voi la carità, la cari­
Brano Evangelico: Gv 15, 1­8
Io sono la vite vera
tà, la carità… e a al di
fuori lo zelo per la
salvezza delle anime.
Numerosi favori es­
sendo stati attribuiti
alla sua intercessione,
è stato beatificato il
19 ottobre 1975 da
papa Paolo VI.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio
è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio
che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della
parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non
può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se
non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in
me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel
fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chie­
dete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che
portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
La voce di papa Francesco: Animo mite.
Quando era Cardinale a Buenos Aires, un giornalista gli chiese,
intervistandolo: Qual è la virtù più grande? Rispose: Senz'altro
la virtù dell'amore: dare spazio agli altri con animo mite. La
mitezza mi seduce enormemente. Chiedo sempre a Dio di concedermi un cuore mite.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 11
Un mese con Maria
Solo Dio resta
Preghiamo la Parola
Card. Angelo Comastri
I misteri del Rosario: misteri Glorioso
Talvolta anche noi
rassomigliamo
agli
Apostoli e ci fermiamo a guardare verso
il cielo, aspettando
nuovi segni da parte
di Dio.
L'angelo del Signore
ci dà la risposta:
«Perché state guardando verso il cielo?
Che altro aspettate?
Possibile che non avete capito che è iniziata l'ora
della vostra missione?».
Quale? «Andate in tutto il mondo e predicate
il mio Vangelo» (cfr. Mc 16,15).
Noi dobbiamo smascherare il volto deludente
della ricchezza e annunciare la vera ricchezza:
Dio, che si è fatto a noi vicino in Cristo Gesù!
Infatti, tutto passa e solo Dio resta: chi ha Dio
nel cuore, ha tutto e questo tutto nessuno glielo
potrà togliere.
Noi dobbiamo smascherare la falsità dei percorsi di felicità indicati dal mondo: la gioia non si
trova nell'esaudimento di tutte le voglie, anche
delle più volgari: no, non è questa la strada della
felicità. È felice soltanto chi ha il cuore buono,
liberato da ogni cattiveria, da ogni egoismo e da
ogni orgoglio.
Chi potrà darci il coraggio di annunciare questa
straordinaria notizia? Lo Spirito Santo, lo Spirito
promesso da Gesù, che ora fiduciosamente invochiamo.
Chiediamo al Signore
che doni al nostro amore
un'apertura universale,
perché le gioie e le speranze,
le tristezze e le angosce
degli uomini d'oggi,
specialmente dei poveri,
e di tutti coloro che soffrono
siano le gioie e le speranze,
le tristezze e le angosce
di noi, discepoli di Cristo,
e perché non ci sia nulla
di genuinamente umano
che non trovi eco nel nostro cuore.
Amen
Agisci
Io sono la vite, voi i
tralci. Chi rimane in
me e io in lui, fa molto
frutto, perché senza di me non po­
tete far nulla. Lasciati purificare
dalla preghiera, e non temere di
lasciarti portare dalla Parola di Dio.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 12
Giovedì
22
Maggio
Tempo di Pasqua
Essere liberi per scegliere sempre il bene
è impegnativo, ma vi renderà persone che hanno
la spina dorsale, che sanno affrontare la vita,
persone con coraggio e pazienza.
(Papa Francesco)
I Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Giovanni da Parma Abate
Il monastero di San
Giovanni Evangelista a
Parma è celebre oltre
che per la chiesa e il
convento, per l'antica
"spezieria", cioè la far­
macia. Il complesso
risale alla fine del X
secolo, precisamente al
983, quando fu fatto
edificare dal vescovo
Sigefrido, che a guidar­
lo chiamò il santo ve­
nerato oggi, di nome
proprio Giovanni. Que­
sti era monaco benedet­
tino e aveva vestito l'a­
bito a Gerusalemme,
dopo essersi recato
molte volte in Terra
Santa da pellegrino.
Nato da una nobile fa­
miglia della città emi­
liana, prima di divenire
religioso era stato cano­
nico della cattedrale.
Guidò per sette anni il
monastero, il quale sin
dalla nascita era stato
influenzato dalla rifor­
ma cluniacense, che
prevedeva l'elezione
dell'abate e la lotta alla
simonia. Si recò pun­
tualmente ogni anno
pellegrino a Roma, fino
alla morte, avvenuta
probabilmente proprio
nel 990. Dal 1534 è
patrono della diocesi di
Parma.
Brano Evangelico: Gv 15, 9­11 Rimanete nel mio amore.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato
me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i
miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i
comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto que­
ste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
La voce di uno psicologo spirituale: La gioia degli altri.
Date un'occhiata dentro di voi. Vedete se praticate il bene per
essere visti e ammirati dalla gente o perché siete convinti che
è il vero vostro bene: per la gioia del vostro cuore e degli altri.
Eckhart Tolle
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 13
Un mese con Maria
Preghiamo la Parola
Le Beatitudini
Card. Angelo Comastri
Il Santo Rosario: misteri della Luce
«Funesto per chi nasce è il dì natale», ha di­
chiarato un poeta che pensava che la vita fosse
un cammino insensato verso l'abisso del nulla.
Noi non pensiamo così. Noi sappiamo che la vita
è un viaggio verso un meraviglioso incontro, verso una festa, verso un premio. E conosciamo la
via che conduce alla festa: Gesù!
E Gesù ci ha dato una segnaletica precisa per
non correre il rischio di prendere strade che non
conducono alla festa.
Gesù ha detto: «Beati sono i poveri nel cuore»
(cfr. Mt 5,3). Chi sono i poveri? I poveri sono coloro che hanno capito che è Dio l'unica vera ricchezza della vita e, pertanto, non si affannano
ad accumulare zavorre che impediscono il cam-
Fisso il mio sguardo
nei tuoi occhi, Gesù,
e ti vedo inchiodato sulla croce.
Sento che ancora oggi per me,
come là sul Calvario,
tu pronunci la tua
parola d'amore:
«Ti perdono ».
Ho bisogno, ogni giorno,
di essere accolto
nelle tue braccia
e avvolto dal tuo manto
di misericordia.
Scuoti il mio cuore, Signore,
perché, ricco di perdono,
io sappia donare pace,
portare concordia,
seminare gioia.
mino verso di lui. «Beati sono i miti» (cfr. Mt
Amen
5,5). Chi ha messo Dio al centro della propria
vita, diventa mite: diventa incapace di violenza,
incapace di rancore, incapace di vendetta. Dove
c'è Dio, c'è la pace, la mitezza, la benevolenza.
Agisci
«Beati sono i puri di cuore» (cfr. Mt 5,8). I puri
di cuore sono le persone limpide nell'anima, le
per­sone liberate dalle catene dell'egoismo e capaci di volare in alto per non raccogliere schizzi
di fango. Seguiamo questa segnaletica e sentiremo la gioia del cielo fin da questa terra.
Come il padre ha ama­
to me, così anche io ho
amato voi. Dedica al­
meno mezz’ora alla
preghiera e poi opera
con generosità e con gioia!
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 14
Appunti Quaresimali
di “Non di solo Pane”
Vicina di casa
Talvolta è facile, persino comodo, considerare un po' lontana Maria. Magari la si invoca,
ma tenendola a distanza. Vista
da vicino, Maria diventa un dono: è di conforto e di sostegno,
di confronto e di esempio.
Maria, il tuo è un nome che non
ci consente soltanto di proiettarti nelle vicinanze vertiginose
di Dio, ma ti rende vicina a noi.
Se permetti, Maria, ti consideriamo come nostra vicina di
casa, di pianerottolo. È un nome, il tuo, che autorizza questo accostamento. Proprio grazie a questo nome familiare,
che non mette soggezione, abolisce le distanze, bussiamo alla
tua porta, ci affacciamo sulla
soglia della tua abitazione. Non
siamo curiosi. Vogliamo semplicemente dare un'occhiata.
Cercare di capire. Sì, capire il
segreto della tua pienezza.
Farci spiegare da te che bisogna avere il coraggio di eliminare gli ingombri, sbarazzarci
delle cianfrusaglie, liquidare
le cose futili, fare spazio a
lui, insomma. Maria, lasciaci
sostare nella tua casa di Nazareth, perché ci rendiamo conto che le tue giornate sono
uguali alle nostre, le tue ore
identiche alle nostre, le tue
occupazioni modeste come le
nostre. E ci convinciamo che il
capolavoro della vita lo si realizza durante le « piccole» ore
della giornata, attraverso le
occupazioni più comuni. Non
esiste l'ora dei grandi avveni-
menti. Gli avvenimenti decisivi
«succedono» nel trascorrere monotono del tempo normale. Michelangelo ha costruito il David
impiegando le stesse «piccole»
ore che anche noi abbiamo a disposizione. E tu, molto prima, hai
realizzato nel tuo corpo l'Opera
ineguagliabile, hai custodito e
lasciato crescere il Seme più fecondo, non durante ore particolarmente solenni, ma nel corso di
quel tempo «ordinario» che Dio
regala quotidianamente pure a
noi.
Maria, siamo sicuri di non recarti
fastidio se veniamo a bussare frequentemente alla tua porta, come si fa con quella vicina sempre
disponibile. E come avviene con
la vicina, noi osiamo chiederti ciò
di cui abbiamo bisogno. E abbiamo bisogno di tutto. Maria, siamo
a corto di speranza. Sprovvisti di
luce. Carenti in fatto di fedeltà.
Vuoti di semplicità. Abbiamo esaurito le scorte di pazienza, coraggio, coerenza, capacità di perdono, voglia di ricominciare. Ci
ritroviamo, all'improvviso, senza
pace. La gioia se n'è andata. Basta pronunciare il tuo nome. II tuo
nome, Maria, «contiene» tutte
quelle cose che ci mancano. E noi
abbiamo imparato a pronun­
ciarlo, così come si mastica un
frutto saporito che non delude le
attese, sazia la fame e la sete,
fornisce le sostanze vitali. Ecco
perché non possiamo non sentirti
vicina.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 15
Alessandro Pronzato
Tempo di Pasqua
Non possiamo essere cristiani part time!
Cerchiamo di vivere la nostra fede in ogni
momento, ogni giorno.
(Papa Francesco)
Venerdì
23
Maggio
I Settimana
del Salterio
I Santi del giorno: San Giovanni Battista de Rossi Sacerdote
Nacque nel 1698 a Vol­
taggio, in provincia di
Genova ma a 13 anni,
per motivi di studio, si
trasferì a Roma nella
casa di uno zio sacerdo­
te, canonico a Santa Ma­
ria in Cosmedin. A Ro­
ma frequentò il liceo
presso i gesuiti del Colle­
gio Romano avviandosi
agli ordini sacri. In quel
periodo fu colto dai pri­
mi attacchi di epilessia,
malattia che lo avrebbe
fatto soffrire per tutta la
vita. Venne ordinato sa­
cerdote l'8 marzo 1721 e
da allora diede ancora più
slancio al suo apostolato,
avviato in precedenza, tra
gli studenti, i poveri e gli
emarginati. Sulla scia di
quell'impegno nacque la
Pia Unione dei sacerdoti
secolari di Santa Galla dal
nome di un ospizio ma­
schile da lui diretto. Gio­
vanni ne volle uno anche
per donne e lo dedicò a
Brano Evangelico: Gv 15, 12­17
Luigi Gonzaga santo cui
era devotissimo. Eletto
canonico di Santa Maria
in Cosmedin, venne di­
spensato dall'obbligo del
coro per potersi dedicare
con maggiore libertà ai
suoi impegni apostolici.
Negli ultimi mesi di vita
l'epilessia si aggravò co­
stringendolo a un vero e
proprio calvario. Morì il
23 maggio 1764. Fu ca­
nonizzato da Leone XIII
l'8 dicembre 1881.
Che vi amiate gli uni gli altri.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comanda­
mento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha
un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi
siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più ser­
vi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chia­
mato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto cono­
scere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costi­
tuiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché
tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Que­
sto vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
La voce di una grande discepola dell’amore: Amare Dio.
Quello che dobbiamo fare è: amare Dio. A lui tutto il nostro
essere, il nostro tempo, il nostro lavoro, il nostro amore, il nostro intelletto. E per esprimere ciò, è doveroso riversare l'attenzione e la cura e l'amore anche sulle creature.
Chiara Lubich
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 16
Un mese con Maria
Preghiamo la Parola
Ridare dignità
Card. Angelo Comastri
Il Santo Rosario: misteri del dolore
Simone di Cirene, tu sei un piccolo, un povero,
uno sconosciuto contadino, di cui non parlano i
libri di storia. Eppure tu fai la storia!
Hai scritto uno dei capitoli più belli della storia
dell'umanità: tu porti la croce di un Altro, tu sollevi il patibolo e impedisci che schiacci la vitti-
Ogni mattina
è una giornata intera
che riceviamo dalle mani di Dio.
Dio ci dà una giornata
da Lui stesso preparata per noi.
Non vi è nulla di troppo
e nulla di non "abbastanza",
nulla di indifferente
e nulla di inutile.
E' un capolavoro di giornata
che viene a chiederci
di essere vissuto.
Noi la guardiamo
come una pagina d'agenda,
segnata d'una cifra e d'un mese.
La trattiamo alla leggera
come un foglio di carta.
Se potessimo frugare il mondo
e vedere questo giorno elaborarsi
e nascere dal fondo dei secoli,
comprenderemmo il valore
di un solo giorno umano.
ma. Quale sorte grande hai ricevuto dalla Provvi-
Amen
denza!
Tu ridai dignità a ciascuno di noi, ricordandoci
che siamo noi stessi soltanto se non pensiamo a
Agisci
noi stessi. Tu ci ricordi che Cristo ci aspetta nella strada, sul pianerottolo, nell'ospedale, nel
carcere... nelle periferie delle nostre città. Cristo ci aspetta...
Lo riconosceremo?
Lo soccorreremo?
O moriremo nel nostro egoismo?
Vi dò un comanda­
mento nuovo: che vi
amiate gli uni gli altri;
come io vi ho amato,
così amatevi anche voi gli uni gli
altri. Non puoi dirti cristiano se non
ami così. Quindi, impara ad amare
con il cuore di Cristo.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 17
Sabato
24
Maggio
Tempo di Pasqua
Si diventa membri di questo popolo [...]
non attraverso la nascita fisica ma
attraverso una nuova nascita.
I Settimana
del Salterio
(Papa Francesco)
Il Santo del giorno: San Vincenzo di Lerino Abate
Si hanno scarse in­
formazioni su di lui.
Gallo di nazionalità,
entrò già avanti negli
anni del monastero di
Lérins, fondato da
San Onorato. In que­
sto fiorente centro di
cultura e di spirituali­
tà compose il Com­
monitorium, opusco­
lo di notevole impor­
tanza contro l'eresia, e
altri testi cristologici
e trinitari. Profondo
conoscitore delle Sa­
cre Scritture e dotato
di una cultura umani­
stica, i suoi scritti so­
no notevoli per vigore
ed eleganza stilistica,
e per chiarezza e pre­
cisione di pensiero.Il
suo Commonitorium
Brano Evangelico: Gv 15, 18­21
ha avuto una straor­
dinaria diffusione
dalla Riforma ad og­
gi. Dibattuto dai cat­
tolici e protestanti, vi
si trova condensata la
dottrina dei Padri sul­
le fonti della fede
cristiana e i criteri
per distinguere la
dottrina ortodossa.
Non conoscono colui che mi ha mandato.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sap­
piate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo ame­
rebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti
io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che
io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno
perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia
parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a
causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
La voce di una scrittrice famosa: Noi abbiamo sete!
Noi abbiamo sete! Questo è un unico grido che si leva dalla terra.
Hanno sete i ricchi e hanno sete i poveri. Hanno sete le piante e
hanno sete gli animali. Hanno sete le rocce e i cristalli. Ha sete il
cuore di fuoco che arde al centro del nostro piccolo pianeta. Anche
se non lo sappiamo, abbiamo tutti sete di Te Signore, della tua grazia luminosa.
Susanna Tamaro
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ pagina 18
Un mese con Maria
Preghiamo la Parola
L’offerta dei poveri
Card. Angelo Comastri
Il Santo Rosario: misteri della Gioia
Il Figlio di Dio, facendosi uomo, non ha voluto
per sé alcuna ricchezza: ha voluto soltanto il calore di una famiglia.
La famiglia, infatti, è un progetto di Dio, è un
sogno di Dio consegnato all'umanità, affinché lo
realizzi, lo viva, lo difenda.
Oggi — riconosciamolo con tanta tristezza — è in
atto una vera guerra nei confronti della famiglia:
l'uomo si è ubriacato di un tale orgoglio da arrivare a pensare progetti alternativi a quello di
Dio. Ma, quando l'uomo pensa di poter capire più
di Dio, precipita nel vuoto, nel nonsenso e nel
disgusto della vita. È la punizione che l'umanità
si sta confezionando con le proprie mani.
Santa Famiglia di Nazareth, che salisti al tempio,
in umiltà e povertà, portando tra le braccia il
Spirito Santo, Fuoco,
luce che risplende
sul volto di Cristo;
Fuoco, la cui venuta è parola;
Fuoco, il cui silenzio è luce;
Fuoco, che stabilisce i cuori
nell'azione di grazie:
noi ti magnifichiamo!
Tu che riposi in Cristo,
Spirito di sapienza e d'intelligenza,
Spirito di consiglio e di fortezza,
Spirito di scienza e di timore:
noi ti magnifichiamo!
Tu che scruti le profondità di Dio,
che illumini le profondità
del cuore,
che ti unisci al nostro spirito,
che rifletti in noi
la gloria del Signore:
noi ti magnifichiamo.
più grande tesoro che la storia conosca, prega
Amen
per noi!
Santa Famiglia di Nazareth, aiutaci ad aprire la
porta di casa a Gesù! Gesù entri nuovamente
Agisci
nelle nostre famiglie e illumini di luce divina il
volto dei genitori e il volto dei figli, riaccendendo nel cuore l'amore vero, l'amore pulito, l'amore fedele: come il vostro amore!
Se foste del mondo, il
mondo amerebbe ciò
che è suo; poiché invece
non siete del mondo, ma
io vi ho scelti dal mondo, per questo
il mondo vi odia. Sii strumento di
pace, di speranza, di tenerezza come
Maria.
Non di solo pane ­ Numero 663 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XIV- n. 663
Domenica 18 Maggio 2014
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti
Chiuso il 13 Maggio 2014
Numero copie 1250
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
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